Il mostro nascosto

di SheilaUnison
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non sapevo di essere seguita ***
Capitolo 2: *** Shock ***



Capitolo 1
*** Non sapevo di essere seguita ***


Mi vide un giorno che correvo, diretta alla fermata dell'autobus. Quello fu l'inizio della mia fine.

 

12 settembre 2010

Oggi sono uscita dalla scuola, quando ho visto arrivare il mio pullman.

Ho fatto una corsa, tutta terrorizzata, per prenderlo e ci sono riuscita. Ho pagato il biglietto e sono salita sopra.

Con le cuffie nelle orecchie mi sono messa a sedere, ascoltando la mia canzone preferita di Taylor Swift.

Il viaggio è passato in estremo relax, tant'è che ho rischiato di addormentarmi, ma per fortuna la musica mi ha tenuta sveglia!

Sono scesa e ho tirato fuori le chiavi di casa. Il mio condominio è ad una decina di metri dalla fermata dell'autobus.

Ho aperto la porta e sono salita fino al secondo piano, dove si trova il mio appartamento.

Ho chiuso tutto, perché i carabinieri alla TV hanno spiegato che chiunque si può infilare in casa, quindi è meglio chiudere la porta d'ingresso a chiave.

Ho iniziato, come sempre, a prepararmi un piatto di pasta. Nel mentre ho cominciato lo studio quotidiano che un liceo magistrale richiede.

Ho mangiato pranzo mentre leggevo il libro di storia.

Mi affascina molto il periodo elisabettiano.

Il resto della giornata è proseguita tranquilla com'era iniziata.

 

13 settembre 2010

Stessa routine.

Tuttavia, quando sono entrata nella mia strada, ho notato per un secondo un ragazzo dietro di me che non ho mai visto da queste parti. Non ci ho fatto poi molto caso, anche perché lui è passato oltre il mio condominio ed é scomparso nel vicolo alla sua sinistra.

Quello è stato l'unico episodio significativo della giornata.

 

14 settembre 2010

Oggi ho avuto l'allenamento di pallavolo, così sono rimasta in città anche nel pomeriggio. Ho mangiato un delizioso pranzo al self service insieme a Greta, che pratica il mio stesso sport ed è in classe con me. Io e lei siamo molto amiche. È bello condividere la propria passione con qualcuno.

Dopo la grande fatica sono tornata a casa come al solito.

 

17 settembre 2010

I professori ci hanno comunicato che tra un mese faremo una gita in un paesino di montagna poco lontano da qui. Tutti ne sono felici, le gite sono sempre bene accolte. Spero che non faccia freddo.

 

18 settembre 2010

Dopo la scuola io, Greta e Mary siamo andate a fare shopping. Che bello, mi sono comprata una T-shirt nuova, rossa e gialla.

Che figuraccia, poi! Sono uscita dal camerino e mi sono scontrata con un ragazzo. Ho guardato bene, era lo stesso che c'era nella mia via l'altro giorno. Eh, il mondo è proprio piccolo! Che gentile, mi ha chiesto scusa, manco fosse stato lui a venirmi addosso! Accipicchia, poi ho visto delle scarpe bellissime, ma non avevo più soldi! Allora ho chiesto gentilmente alla commessa di tenerle da parte e le ho dato nome e cognome. Tra qualche giorno le vado a prendere! Il resto è andato tutto bene.

 

20 settembre 2010

Wow, non ci credo! 40 “mi piace” alla mia nuova foto profilo!(Tra cui anche il ragazzo del negozio, che mi ha chiesto l'amicizia! Che caro!). Ah, oggi ho conosciuto Blaise, un amico di Mary...è moooolto carino! Ahahah! Spero di rivederlo!

P.S.: ho ricevuto una chiamata anonima sul numero di casa, ho risposto e...boh, hanno messo giù!

 

21 settembre 2010

Oggi è successa una cosa molto strana. Sono arrivata a casa ed ho trovato una rosa rossa nella cassetta delle lettere...non so di chi possa essere, non c'era nessun biglietto. Ho chiesto ad un vicino se per caso avesse visto chi era stato, ma nulla. Chissà. Intanto me la tengo, mi piacciono questi fiori. Poi magari era per mia mamma, chissà. Tanto lei questa settimana è in viaggio per lavoro e sono sola in casa, quindi mi prenderò io cura della rosa.

 

24 settembre 2010

Wow! Sono uscita con Blaise, Mary e Greta oggi, dopo pallavolo. È stato meraviglioso, Blaise è meraviglioso. Mi ha chiesto il numero! Ahhhh credo di essermi presa una cotta per lui.

 

25 settembre 2010

Che carino! Blaise mi ha taggato in un link divertentissimo. Mi ha scritto due messaggi da ieri. Molto bene!

 

27 settembre 2010

Ok, è quasi fatta! Siamo usciti fuori da soli!!! Oddio, ha degli occhi stupendi, dei riccioli morbidi e una pelle abbronzata che...uuuuhh! Mi ha tenuta per mano!

 

28 settembre 2010

Oggi ero di nuovo con Blaise, ma in compagnia delle mie amiche. Era felicissimo e mi è stato attaccato tutto il tempo. Che gioia!

 

29 settembre 2010

Che strano...Blaise ha detto che non vuole più vedermi...sembrava così preso...non capisco.

Fino a ieri mi scriveva con frequenza e sembrava davvero che gli piacessi..e oggi boh, ha detto che non può funzionare. Qua qualcosa mi puzza. Molto. Oggi, tra l'altro, ho ricevuto un' altra chiamata anonima. Stesso copione dell'altra volta, nessuno ha risposto.

 

30 settembre 2010

Ok, tutto questo non ha senso. Blaise non risponde al telefono, ho chiesto a Mary e lei dice che non si spiega il suo comportamento. Poi oggi ho di nuovo ricevuto qualcosa nella buca delle lettere. Ora sono convinta di essere io la destinataria...perché a mia mamma non piace Taylor Swift...e nella buca delle lettere c'era il suo primo cd. Nuovo. Ancora da scartare. Chi mi sta facendo questo?

 

3 ottobre 2010

Blaise non mi ha più scritto e Mary è dispiaciuta del suo modo di fare. Dice che non è da lui fare così. E...bizzarro. Questo pomeriggio ho ricevuto un messaggio da un numero privato. Dice “Perché lui e non me?”. Credo abbiano sbagliato persona

 

5 ottobre 2010

Mia mamma ha trovato un pallone da pallavolo nuovo di zecca appeso alla buca delle lettere. C'era un biglietto: “Per Audrey”. Lei, ovviamente, mi ha preso in giro, dicendo che ho un ammiratore segreto, ma la cosa inizia a spaventarmi. Chi potrebbe sapere che pratico quello sport?

 

6 ottobre 2010

Un altro messaggio da privato. Dice “Spero che ti sia piaciuto il pallone”. Non può essere una coincidenza. È per me.

 

7 ottobre 2010

Ho incontrato Blaise per strada. Si è fermato a parlarmi. Mi ha chiesto scusa e mi ha detto che deve parlarmi, ma devo andare a casa sua, perché è una faccenda seria e non può farsi vedere in giro a parlare con me. Mi dice di contattarlo solo su Facebook e sul cellulare, ma di non taggarlo da nessuna parte. Non so cosa pensare.

 

9 ottobre 2010

Non ci posso credere. La mamma di Blaise mi è venuta a prendere sotto casa e mi ha portata da lui. Era agitato. Mi ha mostrato dei messaggi sul cellulare. Privati. Recitavano: “Ti ho visto con Audrey, lasciala stare. Lei è mia.” e “Se non la smetti di frequentarla sarò costretto a farti del male. So dove abiti”. Poi mi ha spiegato che il giorno in cui siamo usciti per il nostro appuntamento, lui è tornato a casa e ha trovato la sua moto in fiamme. Una scritta con lo spray sull'asfalto diceva: “Te lo avevo detto, Blaise”. A quel punto gli ho raccontato tutto: del pallone, della rosa, del cd, dei messaggi e chiamate private. Sua madre e suo padre hanno ascoltato e pensano di sporgere denuncia. Ho chiamato mia madre, di nuovo in viaggio per lavoro, e lei è d'accordo. Siamo andati il pomeriggio stesso alla centrale di polizia. Sono spaventata.

 

10 ottobre 2010

Blaise ha detto tutto a Mary, che, a sua volta, lo ha detto a Greta. I genitori di Greta si sono offerti di ospitarmi a casa loro finché mia mamma non torna. I miei amici non mi lasciano mai sola. Blaise si fa sentire solo via Facebook per ora e lo capisco. Ha paura, ma dice che quando questa storia finirà gli piacerebbe avere un altro appuntamento con me.

 

12 ottobre 2010

Un altro messaggio: “Dove sei? Perchè non sei più in casa?”. Siamo subito andati alla polizia, ma le pratiche sono lunghe. Purtroppo le leggi qui non sono abbastanza adeguate a casi del genere. Vogliono più indizi sul mio persecutore prima di far partire le indagini. L'avvocato suggerisce di pazientare.

 

14 ottobre 2010

La vita non è più la stessa. Non posso uscire dalla macchina di Greta che lui lo sa. Ho paura di accendere il cellulare, di andare in giro, di uscire di casa. Sa quando sono a scuola, sa che mi sono trasferita da Greta, sa quando sono a pallavolo e non manca di farmelo notare. Sa che vado alla polizia, ha minacciato mia madre e le famiglie dei miei amici. Lo voglio uccidere.

 

15 ottobre 2010

Oddio. Stavo prendendo il gelato e lui ha scritto: “Mmh, pistacchio e fragola, i miei gusti preferiti, brava.”. Non ho più retto. Siamo tornati dalla polizia e mi hanno detto che hanno trovato il modo di scoprire i numeri privati. Lo stanno cercando, anche tra i miei amici di Facebook, perché solo da lì si può sapere che mi piace Taylor Swift.

 

17 ottobre 2010

Siamo in gita. Con discrezione i genitori di Greta hanno raccontato la faccenda ai professori che, per fortuna, ora mi stanno sempre accanto, non mi perdono di vista.

Purtroppo la polizia ha trovato il cellulare da cui proveniva il numero in un cassonetto della spazzatura fuori città. Nessuna impronta. Mi ha scritto: “Pensi davvero che sia così facile? Io ti avrò, stanne certa.”

 

18 ottobre 2010

Sono allo stremo. Stavo andando alla centrale per mostrare il nuovo numero privato e...sulle scale c'era un pallone da calcio. Lui era lì. Mi stava osservando. Mi sono messa a piangere dalla rabbia. Ho fatto un gestaccio al cielo. Non importa cosa pensano i passanti, lui sa che era per lui.

La polizia, comunque, si è trasferita nella casa di Greta e ora tiene d'occhio ogni singola persona, auto, casa dei dintorni.

 

19 ottobre 2010

Lui è ovunque. Sento chiamare il mio nome per le strade e lui me lo fa notare. Perchè ormai ne sono certa. La voce che mi chiama e, quando mi volto, svanisce, è quella di un uomo. Ho detto tutto al poliziotto. Hanno, quindi, escluso tutte le donne sulla lista dei sospetti.

 

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Capitolo 2
*** Shock ***


21 ottobre 2010

Spero che questa sia la fine. Oggi stavo camminando e un'auto si è avvicinata a me. Ho solo visto la forma della pistola e sentito il comando “Sali”. Sono salita dal lato del passeggero su un'auto nera, non ho visto la targa.

Al posto del guidatore stava un uomo con un passamontagna nero sul volto, che guidava con una mano e con l'altra mi puntava la pistola.

“Sono emozionato. Finalmente sei qui.” ha detto. Non riuscivo a dire nulla, riuscivo solo a tremare dalla paura. Era lui. Viscido, lurido, stronzo bastardo, mi ha accarezzato la gamba, con la pistola ancora in mano.

“Sei tutta la mia vita, lo capisci?”

Dovevo assecondarlo per forza per rimanere viva.

“Sì, capisco.”

“Oh, che bella voce che hai. L'ho sentita al telefono. Ora andiamo a casa e ti preparo una bella cenetta.”

“Grazie.”

“Sai, mi sono innamorato di te quando ti ho vista alla fermata dell'autobus. Poi ho scoperto il tuo nome e, da lì, il tuo indirizzo di casa e il tuo numero. È stato facile, su Internet si trova tutto.”

Merdoso essere, che tu possa crepare all'inferno. Ecco come aveva fatto a scoprire tutte quelle cose su di me! Fanculo!

L'auto, poi, si era fermata. Avevo riconosciuto il quartiere, era poco lontano dalla mia scuola. Speravo che qualcuno mi avesse notato.

Mi ha aperto la portiera e ha messo la mano tra la giacca e la maglia. Da fuori sembrava che mi stesse tenendo i fianchi, in realtà così nascondeva perfettamente la pistola.

Mi ha fatto entrare nella sua villa. Furbo, perché in un condominio lo avrebbero incastrato subito.

Era ricco abbastanza da permettersi una casa del genere. Se fossi uscita da quella situazione lo avrei denunciato, perciò dovevo raccogliere più indizi possibili. Non vedevo i suoi occhi, perché aveva occhiali da sole addosso.

Siamo arrivati nella cucina, ammobiliata in stile moderno. Mi ha legata ad una sedia con una corda che aveva già preparato e mi ha messo lo scotch sulla bocca. Ha posato poi la pistola vicino al lavabo.

Stavo tremando, avevo paura di morire.

Le lacrime sono iniziate a scendere a fiumi.

“No, shh, andrà tutto bene. Ti preparo cena subito.” ha cercato di consolarmi.

Con le mani stavo studiando un modo per slegare la corda, ma era legata bene.

“Per fortuna che quel Blaise ha seguito i miei consigli. Non era fatto per te. In effetti, lo ucciderò presto, per sicurezza.”

Ho tentato di urlare, ma mi è uscito solo un suono strozzato. Lui si è avvicinato in fretta col coltello da cucina in mano. Me lo ha puntato alla gola, irato, e ha chiesto:

“Ti piace Blaise?!?!?!”

Ho scosso la testa, piangendo.

Lui ha annuito, ma poi con un colpo leggero di mano mi ha tagliato la guancia con l'arma.

“Così ti ricorderai che devi amare solo me.”

Il sangue è sceso a fiotti e la ferita mi bruciava. Ormai singhiozzavo solo più. Mi ero arresa.

Il cibo era pronto. Aveva tolto lo scotch dalla mia bocca e ora mi imboccava con la sua forchetta.

Poi lui ha mangiato e ha lavato i piatti.

Non aveva bisogno di minacciarmi. Così legata non potevo andare da nessuna parte.

Ad un certo punto si è girato, sorridendomi, e mi ha detto:

“E' il momento di andare a letto.”

Ero paralizzata dal terrore. Cosa mi avrebbe fatto?

Mi ha slegata e ha puntato la pistola contro la mia schiena. Mi ha fatta andare in bagno, guardandomi pure mentre facevo i miei bisogni.

Poi mi ha portata in camera e mi ha legata alle barre del letto con delle manette, una per ogni mano.

Mi ha messo lo scotch sulla bocca e ha acceso la TV nella sua stanza.

Ha iniziato ad accarezzarmi le spalle, sussurrandomi parole vomitevoli.

Mi ha baciato sulle guance, contento di avermi tra le sue braccia. Io stavo ferma, che altro potevo fare?

“Tempo di mettere il pigiama, amore!” sorrideva, tutto eccitato.

Ho realizzato in quel momento che voleva mettermelo lui il pigiama. Voleva spogliarmi e..chissà cos'altro. Nel frattempo si era avvicinato e aveva afferrato i miei jeans, sbottonandoli.

Ho iniziato a scalciare, perché le gambe erano ancora libere.

Quando sarebbe finito quell'incubo?

Lui era arrabbiato, davvero molto arrabbiato, così mi ha tirato un pugno forte sul volto.

Mi sono rannicchiata dal dolore, singhiozzando.

Mi ha strappato violentemente i jeans di dosso e...poi una voce è irrotta nella casa.

“Polizia, lei è in arresto!”

Ho urlato con tutto il fiato possibile per far capire loro dove fossimo.

Lui ha preso la pistola e l'ha puntata contro di me. Poi i poliziotti sono arrivati.

“Signor Arthur King, lei è in arresto! Liberi l'ostaggio o saremo costretti a fare fuoco!”

Arthur King?

Ho capito allora, con orrore, che quel ragazzo che era passato per la mia strada, che si era scontrato con me al negozio e che mi aveva poi chiesto l'amicizia su Facebook era colui che ora mi puntava la pistola contro.

“Fatelo e lei morirà insieme a me. Noi ci amiamo e non ci avrete mai.”

Ho chiuso gli occhi, la mia fine era arrivata.

BOOM.

Li ho riaperti. C'era lui, il mio aggressore a terra, agonizzante.

Stava minacciando di rialzarsi, così gli hanno sparato un altro colpo. Mi hanno poi liberata.

Ho riabbracciato, scossa, mia mamma e i miei amici.

 

30 novembre 2010

Ora vivo in una città vicino a quella vecchia. Lui...non voglio nemmeno scrivere il suo nome...è morto a causa dei proiettili della polizia. Dopo l'accaduto non ho parlato per una settimana. Adesso è difficile fidarsi di qualcuno. Io e Blaise continuiamo a frequentarci. Lui va con calma e ha tanta pazienza, perché capisce come mi sento. Mi sono iscritta ad un'associazione per le donne che hanno subito stalking e ora vado in tutte le scuole(compresa la mia) a parlare di ciò che è successo e a fare mille raccomandazioni alle ragazze. Ho abbandonato la pallavolo e ora faccio un corso di autodifesa, per non essere impreparata. Mai più.

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