a day like the others

di uantwothree
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** grey ***
Capitolo 2: *** Secret? ***
Capitolo 3: *** Hane ***
Capitolo 4: *** why ***
Capitolo 5: *** Pioggia invernale ***
Capitolo 6: *** under the rain ***
Capitolo 7: *** confusion ***
Capitolo 8: *** doubt ***



Capitolo 1
*** grey ***


a day like the others

 
 
 






Mi chiamo Clara Avey, ma praticamente tutti mi chiamano Cloud, forse per il mio modo di fare.
Pensavo di essere una ragazza qualunque all'interno di una società qualunque, ma un giorno tutto è cambiato.

Oggi è una giornata come le altre.
Vedo la città che mi passa davanti velocemente dal finestrino dell'autobus. Vedo persone che si dirigono di fretta al lavoro, in auto o a piedi,in bici o scendono in metrò o risalgono per chiudersi dietro portoni di banale legno marrone.
Giunti alla fermata, vedo studenti con lo zaino sulle spalle e le cuffie nelle orecchie che scendono e salgono.
Fra una fermata dovrò scendere, quindi mi avvolgo nel giubbotto e mi tiro su la sciarpa quasi fino al naso.
Cammino a passo spedito senza ragione. Sarò stata contagiata dai pendolari instancabili e sempre di fretta.
La scuola si avvicina sempre più, quando all'improvviso vengo urtata da qualcosa.
Penso di aver urtato un palo grazie alla solita mia solita distrattezza, ma mi giro e noto che non è affatto un palo.
Due occhi di un verde acceso mi fissano, sovrastati da una piccola chioma biondo scuro.
Dì qualcosa, Cloud! Dì qualc....
- Scusa, è colpa mia.
Dopo questa semplice frase riprende a camminare deciso verso la scuola.
Ci metto una manciata di secondi a realizzare.
Devo essere rimasta almeno un paio di minuti a fissarlo con un'espressione mista tra interrogativa e incredula.
Cloud, sei un'ebete.
Vedendolo ho provato qualcosa...Ma non so nemmeno io cosa.
Salendo le scale mi rendo conto che non si è nemmeno presentato. Se n'è semplicemente andato con un'aria fredda come il meteo di questo momento.
Bè, che ti aspettavi? La vita non è mica come un film americano in cui sbatti contro il più figo della scuola e vi innamorate subito. Svegliati.
Smetto di parlarmi da sola mentalmente perchè ormai ho varcato la soglia della classe.
Mi siedo al mio amato posto in fondo vicino a Kate, una delle mie migliori amiche.
- Ehi Cloud, oggi sei stranamente in anticipo! E sembri pensierosa... Dì un po', che succede? - mi dice con un sorrisone.
- Eh? Oh, niente, tutto a posto come al solito. - replico, accennando un sorriso.
Non se l'è bevuta.
- D'accordo. Prima ho visto un ragazzo che non avevo mai notato prima, e mi ha...guardata male, allora sto pensando al motivo di quel gesto.
Kate inizia già ad essere tutta eccitata.
- Davvero?! E come è fatto?
- Dunque...Capelli biondo scuro tipo i miei, occhi verdi splendenti e....
Mi fermo.
Ho davvero detto splendenti?
- Mmh...E quanti anni ha, pressappoco?
- Mah, aveva l'aria di uno di terza.
- Ahh, ma allora dev'essere Matt! E' in terza G. Ti aiuterò a rintracciarlo se è il caso e...
- Ehm, Kate?
- Sì?
- Non c'è assolutamente niente tra di noi, se è quello che stai pensando. Non provo niente per lui, tranquilla.
Il sorrisone sparisce dal viso di Kate. Evidentemente le sue aspettative sono state deluse.
- Ahah, ma certo! Io scherzavo, sai che sono fatta così.
Mi sorride, e ricambio il sorriso.
 
Una volta finite le lezioni, mi incammino verso la fermata assieme a Kate e noto che Matt sta chiacchierando con alcuni amici appoggiato al muro. Non mi fissa neanche.
Ma allora sei stupida, Cloud. Cosa ci trovi di tanto interessante in lui? Smettila.
Scuoto la testa come per allontanare i pensieri dalla mia mente.
- Oggi pomeriggio esco con Yana, ti va di venire?
- D'accordo. A che ora ci vediamo?
- Verso le quattro?
- Va bene.
La saluto con un cenno e cammino verso la fermata senza voltarmi.
Cos'era quel brutto presentimento di prima?
Non può succedere niente nella mia monotona vita. Tanto, oggi è un giorno come gli altri. E lo sarà anche domani.



Salve :)
Spero che questo primo capitolo vi piaccia o almeno vi incuriosisca...
Sto cercando di non scrivere la solita storiella d'amore banale, per cui cercherò di allontanarmi il più possibile dagli standard del racconto romantico...
Accetto commenti, critiche, tutto :) 
Continuo a una recensione!

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Capitolo 2
*** Secret? ***


secret?








Entro in casa, e superato l'ingresso butto lo zaino per terra nell'ampio soggiorno che oggi sembra più spoglio del solito.
Mi dirigo senza esitare verso la cucina per mangiucchiare qualcosa.
Con sorpresa vedo che il pranzo è già stato preparato.
- Nonna! - esclamo.
- Ciao Clara! Ti ho fatto le tagliatelle al sugo. Non volevo che mangiassi di nuovo tutta sola, allora sono venuta.
Ringrazio mia nonna con tutto il cuore.
 
 Un'ora più tardi, sono già con Yana e Kate al nostro solito posto di ritrovo, un bar che fa cioccolate calde squisite d'inverno e gustosi gelati d'estate.
L'aiutante del barista viene subito verso di noi. Si chiama Landon ed è ormai nostro grande amico. Ha qualche anno in più di noi, occhi azzurrissimi e sorriso smagliante, e sembra avere una cotta per Yana da un po' di tempo.
- Ehi, dolcezze. Cosa posso servirvi?
- Tre cioccolate calde con affogato, Landon - afferma Yana appoggiandosi al bancone, scherzosamente, con fare seducente.
- Arrivano subito, Yaaana - risponde imitando il suo tono il più possibile e storpiandolo.
Quando Landon si allontana, Yana afferma ridacchiando:
- E' proprio uno stupido.
Cavoli Yana. Tu sei molto carina e mille ragazzi ti vanno dietro, tu hai l'imbarazzo della scelta e li rifiuti...
Cosa darei per essere come te, meno...insignificante.
Sorseggiamo gli affogati camminando lungo la via principale, grigia ed invernale, unica come solo a gennaio può essere.
Chiacchieriamo del più e del meno, finche Kate cambia argomento:
- Sai Yana, oggi Cloud ha visto un ragazzo e...
Dannazione Kate, perchè hai tirato fuori l'argomento?
Inizia a raccontare la breve vicenda, e Yana rimane vistosamente interdetta.
- Ah...E chi...chi è questo ragazzo?
- E' Matt Foy, quello di 3°G!
- Ah...Quindi è Matt...
- Yana, ma che ti prende? - sbotto io, già impaziente per il fatto che Kate ne abbia parlato.
- Uh? Niente. Perchè me lo chiedi?
- Sai com'è, sei diventata tutta rossa all'improvviso.
- E' perchè questo cappotto è davvero troppo pesante, e sotto ho anche un giubbino e il maglione...infatti muoio di caldo! Scusate, devo andare un momento al bagno del bar...
Fa dietrofront, gira l'angolo e si dirige al bar.
- Ma che diavolo le prende? Bah, siete tutte strane oggi - afferma Kate.
Quando Yana torna, decidiamo di lasciare perdere l'argomento, per non insistere troppo.
Ma in fondo so che Yana nasconde qualcosa, qualcosa di non trascurabile.


Bene...Eccoci qua c:
Questo è forse più un capitolo di "passaggio", ma comunque vorrei sapere cosa ne pensate c:
Che succederà a Yana?
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Capitolo 3
*** Hane ***


hane

Qualche giorno dopo, alla prima ora, scopro esserci il compito di matematica di cui mi ero assolutamente dimenticata.
Impreco insensatamente contro il mio cervello e contro chi mi capita a tiro.
- Dannazione Kate, potevi almeno ricordarmelo stamattina, potevo ripassare sul pullman! Che diavolo...
- Senti Cloud, è solo colpa tua se non hai studiato! E comunque nemmeno io so molto...
Mi lascio cadere sulla sedia sospirando, ancora con lo zaino sulle spalle, e guardando fuori dalla finestra appannata.
Quando la prof inizia a consegnare i fogli, mi basta una rapida occhiata su quei geroglifici incomprensibili per capire che consegnerò in bianco.
Butto due cose a casaccio e chiedo di andare in bagno, per farmi un giro per la scuola e schiarirmi le idee.
Mi sto dirigendo verso la caffetteria quando vengo fermata da Hane.
- Ehi Cloud, com'è? In giro anche tu, eh?
Hane è un ragazzo che ha da poco cambiato sezione per venire in sede, nella mia stessa classe.
Ha i capelli molto scuri, praticamente neri, e gli occhi castani.
Ogni tanto ci parliamo ma non abbiamo stretti rapporti.
- Ciao.
- Hey, che fiacca! Che c'è che non va?
Aspetta, lasciami indovinare...Non hai studiato per il compito - afferma giocoso.
- Proprio così, caro Hane... E, fammi indovinare, neanche tu, vero? - rispondo con aria complice.
- Esatto - replica ridendo.
Beh, in questi casi farsi un giro migliora le cose. Ti aiuta a schiarirti le idee.
Chiacchieriamo fino alla caffetteria, poi torniamo indietro e cambiamo ala dell'edificio, affacciandoci a una finestra del corridoio.
- Mi piace l'atmosfera invernale - mi confessa.
E' tutto così...bianco, e invitante. In qualche modo mi ispira.
Lascio passare alcuni secondi prima di rispondergli.
- Già, anche a me piace. Solo che trovo la gente così...monotona. Sembra che d'inverno siano tutti uguali e grigi, mentre d'estate si trasformano in gente colorata che sprizza vitalità da tutti i pori.
- Un gruppo di gente tutta uguale?
- Sì...Non so, forse sono pazza.
Mi sorride.
- No, non lo sei.
Però puoi sentirti libera di non far parte di quel gruppo.
Ora torno in classe. Ci vediamo, nuvola.
Chiude la porta alle sue spalle.
Ma cosa intendeva con quell'ultima frase?
 
Rientro in classe dopo cinque o sei minuti, pensierosa.
Tutti rivolgono lo sguardo verso di me.
- Bentornata, Avey. Hai esplorato per bene la scuola?
Merda. Quanto tempo sono stata fuori?
- Senta professoressa, mi sono solo sentita male in bagno.
Proprio in quel momento suona la campanella del cambio d'ora, e finalmente gli sguardi di tutti si allontanano da me. Chi finisce frettolosamente il compito, chi ripone tutto alla rinfusa nello zaino e consegna, chi se ne va direttamente.
Mollo il compito sulla cattedra e esco dalla classe. Mi viene la nausea solo a restare un minuto di più là dentro.
La Torri mi sta guardando male. Chi se ne frega.
Arriva Kate seguita da Yana tutta frettolosa.
- Ma sei impazzita o cosa? - strilla Kate.
Hai già matematica sotto, vuoi peggiorare le cose?
- Ti ci metti anche tu? - ribatto.
- Senti Cloud, io lo dico solo per il tuo bene! Che diavolo ti prende?
- Io...Davvero, io...
Kate, cosa provi veramente per Matt? E perchè hai chiacchierato con Hane? E cosa nasconde Yana? E...
Corro in bagno per evitare di esplodere in corridoio, mi chiudo a chiave e pianto un urlo.
Ma che diavolo mi succede?
Comunque, ora mi sono sfogata ed è passato tutto.
Raccolgo lo zaino e giro la chiave. Uscendo trovo un paio di occhi che mi fissano, più Yana e Kate.
- Mi dispiace. - borbotto, ed esco dal bagno in fretta e furia.
 
Due ore dopo c'è Geografia.
Quando entro in classe molte persone mi guardano, alcuni dicono qualcosa sottovoce, e non ho idea del motivo.
Ma chi se ne frega, sono solo un ammasso di gente che non sa farsi i cazzi suoi.
Mollo lo zaino per terra.
La prof dopo essere entrata parte spiegando un capitolo intero, e non ho la minima voglia di ascoltare.
Vicino a me, Kate ha un'aria assente e scribacchia qualcosa sul suo quaderno ad anelli.
Fisso la finestra, finchè non sento il cellulare vibrare nella tasca davanti della borsa.
Hane.
"Che ti è successo prima? Stavi male?"
Lo guardo di sfuggita, ma sta facendo finta di seguire la lezione.
"Niente di che, ma...come lo sai?"
Ripongo il cellulare dentro l'astuccio semivuoto. Perchè si sta preoccupando per me?
Guardo di nuovo Hane, intento a scrivere la sua risposta dietro un raccoglitore giallo, nel suo ultimo banco della fila centrale. Quando alza lo sguardo, il cellulare vibra nuovamente.
"Boh, me l'ha detto Erin. Farfugliava qualcosa sul fatto che sei sclerata, hai dato di matto, o qualcosa del genere. Vabbè, ci vediamo all'uscita."
Erin.
Erin.
Quella schifosa.
Doveva essere una delle due tizie scioccate che mi fissavano quando sono uscita dal bagno. Non mi sono neanche soffermata a vederle, quindi non ho riconosciuto nè una nè l'altra.
Erin è una ragazza di seconda A, qualche sezione prima di me. Molti della mia classe la conoscono.
E' la tipica oca giuliva che va in bagno ogni ora solo per ripassarsi il trucco, a Ginnastica si mette gli shorts più corti possibile in modo che quando corre tutti i ragazzi la guardino, ed entra in classe con la borsa con più trucchi che libri, la canotta scollata ed una sciarpina di seta fucsia.
Ovvero, la tipica smorfiosa che non sopporto.
Chissà a quante persone avrà detto che sono pazza o roba del genere in sì e no 10 minuti.
Ecco perchè tutti mi fissavano.
Hane mi guarda. Alzo un sopracciglio con disapprovazione.
Kate molla la penna e si butta all'indietro sullo schienale della sedia.
- Mi sono rotta di prendere appunti. Che noia mortale 'sta lezione...
Tutto ok tu?
- Tutto ok. Solo che...Erin è davvero bastarda.
 
All'uscita trovo Hane.
- Cloud!
Che noia mortale, eh. Mi ero quasi addormentato...ma per fortuna Simone mi ha svegliato in tempo.
- Beh, Erin è una vipera, ed una stronza colossale.
- La penso anch'io così - mi confessa. - Non l'ho mai sopportata quella, secondo me è lei quella con le rotelle fuori posto.
Tu da che parte vai per andare a casa?
- Beh, io vado verso di là, prendo il bus.
- Ah, peccato...Io vado dalla parte opposta, non abito lontano.
Beh, allora ci vediamo domani. Ciao!
Mi saluta col suo sorriso smagliante.
Quando è ormai lontano, vado alla fermata, ma il pullman è in ritardo.
Passo un attimo dalla cartoleria, a pochi metri dalla scuola, per comprare una cosa.
Giro  l'angolo dopo la fermata, e vedo ciò che non dovrei vedere.
Seduti sulla panchina, vedo Yana e Matt che si baciano.


Salve lettori (se ne ho) owo
Ora si spiega tutto, no? Colpo di scena c:
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto c:

Continuo a 2 recensioni

 

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Capitolo 4
*** why ***


why

No.
L'unica parola che mi viene in mente è "no".
Rimango a osservarli giusto il tempo di realizzare ciò che sta succedendo a pochi metri da me, e non si accorgono di me nonostante tutto.
No.
Lo zaino mi cade quasi dalle spalle.
Mi stanno venendo le lacrime, allora mi giro immediatamente e inizio a correre, correre per non so dove.
Il pullman dev'essere già passato.
Corro, corro fino a quando le gambe non mi cedono, allora salgo su un pullman senza nemmeno guardare il numero.
Passa a pochi isolati dal mio quartiere.
No.
Scendo e corro di nuovo.
Giro la chiave nella toppa, entro, la sbatto e corro per buttarmi sul letto, ancora con le Converse ai piedi. Le tolgo con uno strattone e mi ficco sotto le coperte fino al naso, dove mi sento esclusa dal mondo.
Fisso il soffitto inerme per almeno tre quarti d'ora.
Ma perché sto piangendo, alla fine?
Perché il ragazzo-di-cui-mi-ero-innamorata-ma-non-lo-sapevo-nemmeno-io si è baciato la mia migliore amica senza che mi dicesse niente?
Tutto ciò non ha alcun senso.
Sono patetica.
Piango fino a finire le lacrime, poi scendo di sotto. Riempio d'acqua il bollitore e lo accendo, mentre tiro fuori la bustina da una scatola,per prepararmi un tè caldo ai frutti di bosco, poi torno su sorseggiandolo con calma sotto il piumone.
Una stupida ragazzina confusa, ecco cosa sono.
Fisso ancora una volta il vuoto pensando a quanto sono impulsiva e idiota.
Sento il campanello che suona.
Roteo gli occhi. - Entra, Kate - urlo.
Sento la porta aprirsi. - Sei sopra? - mi urla di rimando.
- Sì.
Sento i passi sulle scale e mi appare davanti una Kate con il fiatone, la felpa storta e lo zaino su una spalla sola.
- Ma sei impazzita per caso? - mi dice.
Non le rispondo.
Non è la prima volta che mi dici questa frase.
Non l'ho mai vista così seria. Kate è sempre stata pronta a scherzare e giocosa.
- A un certo punto non ti ho più vista davanti alla scuola, giro lo sguardo e vedo che corri come una pazza non si sa dove, ti faccio venti chiamate sul cellulare e nemmeno rispondi?
- Yana - mugugno.
- Che cosa?
- Senti...Cosa penseresti vedendo il ragazzo che ti piace su una panchina che si fa la tua migliore amica?
Le cade lo zaino.
- Cosa?
Poso la tazza sul comodino e mi alzo.
- Sì, Kate. Ero tutta tranquilla in direzione del bus, giro l'angolo e vedo Yana che limona con Matt su una fottuta panchina! Non mi ha detto mai niente! Chissà da quanto ci sta insieme!
Sta per dire qualcosa, ma ormai ho perso il controllo.
- Noo, ovviamente non avvertiamo la povera sfigata lunatica di nome Cloud, tanto continuerà a farsi mille paranoie su uno stupido ragazzo!
C'è qualche minuto di pausa.
- Allora ti piaceva davvero.
- Che cosa? Io ti racconto una cosa simile e tu mi rispondi solo "allora ti piaceva davvero"? Ma da che parte stai?
Vattene, Kate.
- Ah, è così? Pensi che io sappia tradurre i tuoi sentimenti in automatico solo vedendoti? Pensi che sappia leggere nella tua mente? Sono una veggente io, no?
Afferra lo zaino ed inizia a scendere le scale di corsa.
- Và al diavolo, Cloud! - grida.
Sento una porta che si chiude bruscamente.
Mi butto sul letto a pancia in giù.
Bene, ora non solo ho perso tutta la fiducia che avevo in Yana...
Ho perso anche Kate.


E così siamo giunti a una svolta per Cloud! 
Cosa succederà? Ma soprattutto, cosa LE succederà?
Restate sintonizzati, nei prossimi capitoli accadrà qualcosa di mooolto importante!
A presto!
Continuo a 2 recensioni.

 

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Capitolo 5
*** Pioggia invernale ***


pioggia invernale



La mattina mi sveglio presto ed improvvisamente, forse per colpa dell'agitazione.
Mi lancio sotto la doccia per schiarirmi le idee e per provare a lavare via la rabbia.
Apro l'armadio e prendo un maglioncino e dei jeans a caso, e scendo per prendere il pullman mezz'ora prima del solito.
Varco la porta ignorando le mille domande che mi sta urlando mia madre e la chiudo sonoramente dietro di me.
Il cielo è grigio e pieno zeppo di nuvole. Quelle più in lontananza sono scure, quasi nere.
Bene, rispecchiano perfettamente il mio umore.
E anche il mio soprannome.
Sul pullman apro lo zaino e tiro fuori un quaderno dalla copertina rigida. Lo apro e prendo una penna blu.
Bene, ora sfogati.
Passo almeno dieci minuti a fissare il bianco delle pagine vuote che mi sovrastano e mi fissano.
Alla fine lo rimetto dentro con un sospiro. Non ho idee.
Scendo dal pullman assieme a un paio di vecchiette, sapendo purtroppo ciò che mi aspetta.
Non faccio in tempo ad arrivare alla scalinata che mi appare davanti una Yana tutta sorridente.
- Ciao Cloud! Heey, come va? Ti vedo un po' giù!
- Dayana.
Rimane sbigottita.
Non usiamo mai i nostri nomi per intero.
- Ti farò solo una semplicissima domanda.
Perchè non mi hai detto che stavi con Matt?
Si copre la bocca con le mani.
- Almeno potevi evitare di sbaciucchiarti con lui proprio in mezzo alla via, se proprio...Se PROPRIO ci tenevi a tenermelo nascosto.
Le lacrime scendono dal suo volto. Nel mio c'è solo rabbia.
- Cloud, io...
Io non credevo che amassi davvero Matt...E comunque non volevo ferire i tuoi sentimenti...
- Ah, non volevi ferire i miei sentimenti.
Respiro a fondo per evitare di sclerare totalmente come con Ka...Katelyn.
- Non rivolgermi più la parola, per favore.
Le avrei tirato una miriade di insulti, ma mi trattengo e li limito alla mia mente, così entro a scuola.
Subito dopo che ho salito le scale e varcato la soglia della classe ancora vuota, inizia a piovere.
- Fanculo - dico al muro. - Non ho nemmeno l'ombrello.
Passa Giovanna, la bidella del secondo piano, e si ferma di fronte all'aula.
- Clara! - esclama.
- Sei in anticipo oggi! Non ho nemmeno suonato la campanella! -
Le rivolgo un sorriso falso. Non odio i bidelli, ma oggi non me la sento di sorridere.
- Beh, sarà meglio che la suoni cinque minuti prima allora...Con questo tempo è meglio non stare fuori, si staranno accalcando tutti sotto la tettoia - mi dice, poi si dirige verso le scale.
Subito dopo di lei, passa Matt per il corridoio.
Rimango totalmente bloccata.
Si ferma un paio di secondi per fissarmi con i suoi occhi quasi verde smeraldo, perfetti. Scuote la testa e prosegue.
Cavolo, avrei dovuto fulminarlo con lo sguardo, avrei...
Non riesco a finire di pensare prima di sentire il suono della campanella, e tutti si riversano nell'aula, qualcuno fradicio dalla testa ai piedi, qualcuno alle prese con l'ombrello, qualcuno col cappuccio.
Non faccio minimamente caso a Kate e Yana.
Nessuno si siede vicino a me.
Per ultimo entra Hane tutto impacciato. Mi fa scappare un sorriso, stavolta vero.
- Oh, bene, ecco un ritardatario - dico scherzosamente.
Vede il posto vuoto vicino a me e si siede.
- Simpatica - mi risponde - Vorrei vedere te con un tempo simile dopo che la sveglia non è suonata.
- Beh, io amo la pioggia - dico di rimando.
- Altrimenti il tuo soprannome non sarebbe Cloud - conclude.
 
Dopo tre ore, finalmente arriva l'intervallo, e vado verso il bar della scuola in tutta fretta visto che sto morendo di fame.
Nel bel mezzo del corridoio, sbatto contro qualcuno.
Stavolta non è né un palo, né Matt.
E' Erin con il suo gruppo di galline spennacchiate che la imitano.
- Oh, ecco la Nuvola - afferma con aria prepotente. - Come te la passi, Clara, tesoro?
- Levati - le dico bruscamente scostandola.
- Non così di fretta - esclama, prendendomi per la maglia.
- Che cosa vuoi, Erin?
- Ti chiedo solo una cosa veloce, poi ti lascio andare...
Come te la passi con Matt? - mi chiede, credendo di essere spiritosa, mentre le ragazze che le stanno vicino ridacchiano.
Sto per tirarle un ceffone il più forte possibile, ma arriva Hane.
- Ma ciao, Erin.
- Oh, Hane! Come va? Stavo giusto facendo una chiacchierata con Cloud. Stai proprio bene con quella maglietta a quadri!
- Grazie - risponde, impassibile.
Andiamo, Cloud.
Rido vedendo che è ancora bloccata in mezzo al corridoio come un'idiota, così come la sua banda.
- Ti va leggermente dietro quella, eh - gli dico ridacchiando.
- Come ti ho già detto, quella non ci sta molto con la testa - replica.
La mia espressione ridiventa seria.
- Sta cercando di allontanarti da me, giusto?
- Beh, in teoria sì. Ma non me ne può fregare di meno di lei. -
- Allora ne abbiamo, di cose in comune. 



Salve da uantwothree, o meglio da Giulia :)
Noto che 3 persone hanno iniziato a seguire la storia...Mi fa piacere! 
Ormai è ovvio che succederà qualcosa...ma cosa? Sono aperte le scommesse (?) lol
Continuo a due recensioni!

foto a inizio capitolo di ~k-lia, deviantart.
   

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Capitolo 6
*** under the rain ***


 under the rain

Ultima ora. Filosofia.
Nessuno in classe ha la minima voglia di affrontare una materia così noiosa, poi all'ultima ora.
Vedo tre o quattro ragazze che guardano fisso Hane e bisbigliano tra di loro, ridacchiando. Idiote.
Piove ancora, più fitto di prima. Mi concentro sulle goccioline che scendono sulla finestra e muoiono sul davanzale. 
La Lisi interrompe il mio sogno ad occhi aperti.
- Avey, potresti osservare il libro, anzichè la finestra?
Mi giro sbuffando, ma l'ha notato.
- Anzi, continua a leggere tu da dove mi sono fermata.
Bene.
Sto sudando freddo. La Lisi non ci va piano con queste cose.
Mi schiarisco la voce per prendere tempo.
Hane fa un segnetto sul suo libro alla fine di una frase, facendo finta di sottolineare. Mi fa l'occhiolino.
- Dunque. La tesi dell'assolutezza o incondizionatezza della morale implica per Kant, due concetti strettamente legati tra loro...
La prof è ammutolita.
- Avey, questa volta te la sei cavata, ma la prossima...
Suona la campanella. Mostro a Hane un sorrisetto beffardo mentre mi infilo lo zaino.
Però appena arrivata all'uscio mi blocco.
- Oh no, l'ombrello - dico.
Sbuca Hane dalle scale.
- Tranquilla, faccio io - mi dice affettuosamente.
Apre il suo ombrello arancione e mi invita a venire con lui.
- Ti va di fare un giro? - mi chiede.
- Volentieri, tanto nessuno mi starà aspettando a casa - gli rispondo.
Andiamo nella direzione opposta a quella che prendo tutti i giorni.
Cloud, che fai? Ti fidi di uno che hai conosciuto per davvero da una settimana? E tutta questa confidenza, e...
Scuoto la testa e mi libero dai pensieri.
Siamo ormai in pieno centro, lontano dalla scuola. Ci infiliamo in un vicolo laterale alla via principale.
Stiamo chiacchierando da mezz'ora ormai, e a un certo punto ci fermiamo.
La pioggia batte sopra di noi, sopra i tetti delle case, sui balconi.
Il cielo è grigio, ma si può intravedere molto di più dietro quel grigio.
Sta per succedere qualcosa.
- Cloud...Ma tu per caso sei una ladra? - mi chiede.
Rimango un attimo interdetta. Che significa?
- Certo che no, perchè?
- Perché sento che mi hai rubato il cuore.
Sento le sue labbra sulle mie.
Tutto cambia aspetto.
Non c'è più niente intorno a me, i palazzi diventano bianchi, il pavimento sparisce, la mia pelle diventa insensibile alle gocce di pioggia.
Siamo solo io e lui.
Non riesco a pensare a niente.
Non riesco a descrivere questi momenti.
Poi si stacca da me, e ogni cosa riprende forma. I nostri sguardi si allontanano.
Nessuno dei due sa cosa dire.
- Cloud...
Mi giro, ancora in estasi.
- Sei bellissima.
- Hane...
Non so neanch'io cosa sto provando in questo momento.
Non sono mai stata con un ragazzo, nè tantomeno ho dato il mio primo bacio.
Ed è successo tutto così in fretta.
Hane è un bel ragazzo, certo, ma non me lo sarei mai aspettato, qui e adesso, così in fretta.
- Forse ho corso troppo - mi dice.
- No...Non importa. -
Ma cosa stai dicendo, sì che t'importa, ovvio che...
- Sinceramente, Hane. Cosa provi per me?
Rimane muto per qualche attimo. Sta scegliendo le parole con cui esprimersi.
- Senti... So che forse tu mi consideri più come un amico.
Ma sin dal primo momento che ti ho vista mi sei sembrata bellissima.
Ogni sera ho sempre pensato a te, a come avrei fatto a fare il primo passo.
Tu non sei insignificante, ma sei la stella che splende più di tutte.
Non m'importa di Erin e delle altre, non m'importa di quelle della nostra classe che ridacchiano e mi vanno dietro...A me importa solo te, davvero. -
Rimango letteralmente sbalordita.
Allora è così che ci si sente ad essere amate da un ragazzo.
 
- Hane, sei...sei dolcissimo, davvero.
- Io faccio solo del mio meglio, per una ragazza speciale come te.
Mi sorride scostandomi una ciocca di capelli.
Mio Dio, sembra un film.
- Allora, andiamo a mangiare qualcosa? Sono le tre e ho una fame da lupi - afferma.
Accetto entusiasta, ed entriamo in un locale che sembra delizioso.
I tavoli e i divanetti sono ordinati in una fila laterale attaccati al muro, ed i separé sono di legno scuro con fiori intrecciati intagliati. Ogni tavolo è apparecchiato con un semplice vaso trasparente con un mazzetto di fiori dentro.
Ci sediamo. Io ordino un'insalata con pomodori e formaggio, lui una hot dog con patatine e maionese.
- Wow, tu mangi così tanto - dico ridendo.
- Wow, tu mangi così poco - replica.
Fidati, magra come sei avresti bisogno di più di un'insalatina.
Magra...Io?
- Ceerto, IO magra... Ha bisogno di un paio di occhiali, Reyes - lo sfido.
- E lei di un po' più di autostima, Avey - risponde.
I nostri piatti arrivano. Hane trangugia hot dog e patatine in pochi minuti, io assaporo con calma l'insalata.
Quando lui ha finito, io sono ancora a metà del piatto.
- Mi dispiace, dovrei essere più...Galantuomo - mi dice.
Sorrido. - No, basta che tu sia te stesso, non mi piacciono i ragazzi che davanti a una ragazza diventano...finti.
Nonostante la mia protesta, paga tutto lui.
- Casa tua è lontana da qui? - mi domanda.
- Abito abbastanza in periferia, prendo il bus per venire qui - gli rispondo.
- Bene, allora ti accompagno.
- Dai, non è necessario, io...
- Aspetta...Non ho l'abbonamento.
Torno subito. -
Corre in una tabaccheria a qualche metro da noi e dopo un paio di minuti ne esce con un biglietto.
- Bene, ora posso accompagnarti a casa! -
- Oh, Hane...
Dannazione, sto arrossendo.
Usciti dal pullman, siamo sotto casa mia.
- Quindi ora...stiamo insieme - affermo timidamente.
- Suppongo di sì - risponde sorridendo.
- Bene, allora...A domani.
- Ciao e...Grazie mille.
Rimane fermo alcuni secondi, poi mi bacia.
- A presto, Nuvola.
Entro in casa. Né mio padre né mia madre sono ancora rientrati dal lavoro.
Meglio, così la ramanzina per essere uscita tutta di corsa senza dire niente sarà risparmiata.
Vado in camera mia, richiudo la porta dietro di me e mi lascio scivolare sul liscio legno della stessa.
Sono sia felice sia confusa.
Oggi ho ricevuto il primo bacio della mia vita.
Da Hane Reyes.
 
Ultima ora, filosofia.
Nessuno in classe ha la minima voglia di affrontare una materia così noiosa, poi all'ultima ora.
Vedo tre o quattro ragazze che guardano fisso Hane e bisbigliano tra di loro, ridacchiando. Idiote.
Piove ancora, più fitto di prima. Mi concentro sulle goccioline che scendono sulla finestra e muoiono sul davanzale. 
La Lisi interrompe il mio sogno ad occhi aperti.
- Avey, potresti osservare il libro, anzichè la finestra?
Mi giro sbuffando, ma l'ha notato.
- Anzi, continua a leggere tu da dove mi sono fermata.
Bene.
Sto sudando freddo. La Lisi non ci va piano con queste cose.
Mi schiarisco la voce per prendere tempo.
Hane fa un segnetto sul suo libro alla fine di una frase, facendo finta di sottolineare. Mi fa l'occhiolino.
- Dunque. La tesi dell'assolutezza o incondizionatezza della morale implica per Kant, due concetti strettamente legati tra loro...
La prof è ammutolita.
- Avey, questa volta te la sei cavata, ma la prossima...
Suona la campanella. Mostro a Hane un sorrisetto beffardo mentre mi infilo lo zaino.
Però appena arrivata all'uscio mi blocco.
- Oh no, l'ombrello - dico.
Sbuca Hane dalle scale.
- Tranquilla, faccio io - mi dice affettuosamente.
Apre il suo ombrello arancione e mi invita a venire con lui.
- Ti va di fare un giro? - mi chiede.
- Volentieri, tanto nessuno mi starà aspettando a casa - gli rispondo.
Andiamo nella direzione opposta a quella che prendo tutti i giorni.
Cloud, che fai? Ti fidi di uno che hai conosciuto per davvero da una settimana? E tutta questa confidenza, e...
Scuoto la testa e mi libero dai pensieri.
Siamo ormai in pieno centro, lontano dalla scuola. Ci infiliamo in un vicolo laterale alla via principale.
Stiamo chiacchierando da mezz'ora ormai, e a un certo punto ci fermiamo.
La pioggia batte sopra di noi, sopra i tetti delle case, sui balconi.
Il cielo è grigio, ma si può intravedere molto di più dietro quel grigio.
Sta per succedere qualcosa.
- Cloud...Ma tu per caso sei una ladra? - mi chiede.
Rimango un attimo interdetta. Che significa?
- Certo che no, perchè?
- Perché sento che mi hai rubato il cuore.
Sento le sue labbra sulle mie.
Tutto cambia aspetto.
Non c'è più niente intorno a me, i palazzi diventano bianchi, il pavimento sparisce, la mia pelle diventa insensibile alle gocce di pioggia.
Siamo solo io e lui.
Non riesco a pensare a niente.
Non riesco a descrivere questi momenti.
Poi si stacca da me, e ogni cosa riprende forma. I nostri sguardi si allontanano.
Nessuno dei due sa cosa dire.
- Cloud...
Mi giro, ancora in estasi.
- Sei bellissima.
- Hane...
Non so neanch'io cosa sto provando in questo momento.
Non sono mai stata con un ragazzo, nè tantomeno ho dato il mio primo bacio.
Ed è successo tutto così in fretta.
Hane è un bel ragazzo, certo, ma non me lo sarei mai aspettato, qui e adesso, così in fretta.
- Forse ho corso troppo - mi dice.
- No...Non importa. -
Ma cosa stai dicendo, sì che t'importa, ovvio che...
- Sinceramente, Hane. Cosa provi per me?
Rimane muto per qualche attimo. Sta scegliendo le parole con cui esprimersi.
- Senti... So che forse tu mi consideri più come un amico.
Ma sin dal primo momento che ti ho vista mi sei sembrata bellissima.
Ogni sera ho sempre pensato a te, a come avrei fatto a fare il primo passo.
Tu non sei insignificante, ma sei la stella che splende più di tutte.
Non m'importa di Erin e delle altre, non m'importa di quelle della nostra classe che ridacchiano e mi vanno dietro...A me importa solo te, davvero. -
Rimango letteralmente sbalordita.
Allora è così che ci si sente ad essere amate da un ragazzo.
 
- Hane, sei...sei dolcissimo, davvero.
- Io faccio solo del mio meglio, per una ragazza speciale come te.
Mi sorride scostandomi una ciocca di capelli.
Mio Dio, sembra un film.
- Allora, andiamo a mangiare qualcosa? Sono le tre e ho una fame da lupi - afferma.
Accetto entusiasta, ed entriamo in un locale che sembra delizioso.
I tavoli e i divanetti sono ordinati in una fila laterale attaccati al muro, ed i separé sono di legno scuro con fiori intrecciati intagliati. Ogni tavolo è apparecchiato con un semplice vaso trasparente con un mazzetto di fiori dentro.
Ci sediamo. Io ordino un'insalata con pomodori e formaggio, lui una hot dog con patatine e maionese.
- Wow, tu mangi così tanto - dico ridendo.
- Wow, tu mangi così poco - replica.
Fidati, magra come sei avresti bisogno di più di un'insalatina.
Magra...Io?
- Ceerto, IO magra... Ha bisogno di un paio di occhiali, Reyes - lo sfido.
- E lei di un po' più di autostima, Avey - risponde.
I nostri piatti arrivano. Hane trangugia hot dog e patatine in pochi minuti, io assaporo con calma l'insalata.
Quando lui ha finito, io sono ancora a metà del piatto.
- Mi dispiace, dovrei essere più...Galantuomo - mi dice.
Sorrido. - No, basta che tu sia te stesso, non mi piacciono i ragazzi che davanti a una ragazza diventano...finti.
Nonostante la mia protesta, paga tutto lui.
- Casa tua è lontana da qui? - mi domanda.
- Abito abbastanza in periferia, prendo il bus per venire qui - gli rispondo.
- Bene, allora ti accompagno.
- Dai, non è necessario, io...
- Aspetta...Non ho l'abbonamento.
Torno subito. -
Corre in una tabaccheria a qualche metro da noi e dopo un paio di minuti ne esce con un biglietto.
- Bene, ora posso accompagnarti a casa! -
- Oh, Hane...
Dannazione, sto arrossendo.
Usciti dal pullman, siamo sotto casa mia.
- Quindi ora...stiamo insieme - affermo timidamente.
- Suppongo di sì - risponde sorridendo.
- Bene, allora...A domani.
- Ciao e...Grazie mille.
Rimane fermo alcuni secondi, poi mi bacia.
- A presto, Nuvola.
Entro in casa. Né mio padre né mia madre sono ancora rientrati dal lavoro.
Meglio, così la ramanzina per essere uscita tutta di corsa senza dire niente sarà risparmiata.
Vado in camera mia, richiudo la porta dietro di me e mi lascio scivolare sul liscio legno della stessa.
Sono sia felice sia confusa.
Oggi ho ricevuto il primo bacio della mia vita.
Da Hane Reyes.



Ok, questo capitolo è un po' speciale...c:
Ho visto di aver ottenuto una sola recensione al capitolo prima...Per favore, se state leggendo, recensite perchè a me interessa davvero sapere cosa pensate della storia.
A presto!

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Capitolo 7
*** confusion ***


confusion

Sono di nuovo sul bus, dove tutto è iniziato.
Solo che ora la mia vita sembra molto meno monotona.
Stamattina mi sono svegliata e ho legato i capelli in un piccolo chignon basso, ed ho di nuovo evitato mia madre. Sono uscita con dieci minuti di ritardo, ma dovrei arrivare comunque in orario.
Ho pensato a tutta la notte a una sola domanda.
Ma io ricambio davvero ciò che lui prova per me?
All'improvviso esco dal mio "mondo interiore", perchè sento il suo nome qualche sedile dietro di me.
Sono tre ragazze della mia scuola che conosco solo di vista, e da quel che so sono persino amiche di Erin.
- A proposito di ragazzi fighi...Vogliamo parlare di Reyes?
- Madòò ha degli occhi da urlo!
- E poi che fisico!
- E' uno dei più belli della scuola!
Alzo gli occhi al cielo e mi ficco le cuffiette nelle orecchie, anche se non sto ascoltando niente.
Le solite ochette liceali.
Il pullman giunge davanti alla scuola, ma non si ferma.
Per un attimo rimango pietrificata con un'espressione interrogativa in faccia.
Merda.
Nessuno ha prenotato la fermata.
Quella successiva è a due isolati di distanza.
Le ochette continuano a starnazzare come se niente fosse.
Hanno tagliato.
Sono presa dal panico totale e premo immediatamente il pulsante per prenotare la fermata successiva. Tutti mi fissano, poi mi accorgo che lo sto premendo ripetuitamente da almeno mezzo minuto. Mi fermo subito e scendo di corsa.
No, no, no, no!
Corro con tutte le mie forze per i due isolati di seguito.
Arrivata davanti alla scuola i cancelli sono chiusi.
Suono continuamente il campanello, e viene ad aprirmi un bidello.
- Per favore, fammi entrare - lo supplico.
Ho avuto un imprevisto con il pullman, ti scongiuro!
Esita un attimo e poi annuisce.
- Solo questa volta, Avey - sento dire dietro di me mentre corro verso la classe.
Spalanco la porta nel bel mezzo della spiegazione della Torri.
Sto per sedermi quando mi ricordo che ho un conto in sospeso con lei.
- Non così in fretta, Avey - mi dice con voce glaciale.
- Professoressa, la prego, ho avuto un imprevisto con il pullman - la supplico, come con il bidello.
- Non prendermi in giro, per favore.
- Ma è la verità professoressa, lo g...
- Ne parleremo dopo, ora siediti, per favore.
Rimango un attimo immobile.
Con i "ne parliamo dopo" della Torri non si scherza. Mai.
Mi siedo nel banco vuoto vicino a Hane e mi siedo, stanca morta.
- Cloud! Ero preoccupato per te, e...
- Lo so, mi dispiace, ma c'erano delle galline sul bus che tagliavano e non hanno prenotato la fermata - gli confesso.
- E quella stronza non ci crede, dannazione - dico sospirando.
Ci pensa su un po'.
- Ho la soluzione. Stai tranquilla, Cloud.
Mi dà una carezza sui fianchi, e capisco che con lui mi sento davvero al sicuro.
La campanella finalmente suona.
Penso "E' la fine." ma mi ricordo dello stratagemma di Hane.
Si avvicina alla Torri e le fa alcune domande sulla spiegazione che probabilmente non ha neanche ascoltato.
Ho il tempo di sgattaiolare via fino al bar, senza farmi notare. Sei un genio, Hane.
Sto camminando e ad un certo punto vedo Erin.
Mi taglia la strada ed inciampo in avanti sbattendo per terra.
- Ohh, scusami nuvoletta! Non intendevo mica rovinare il tuo bel faccino!
Se ne va ridacchiando con le compagne.
Vedo il grosso segno rosso su un ginocchio che sanguina leggermente.
Quella stronza...Io, io...
- Cloud! Che è successo!
Hane corre verso di me e mi aiuta a rialzarmi.
Alzo gli occhi al cielo, come per dare una risposta ovvia. - Erin.
- Cosa? Io vado da quella e la... -
- No, fermo. Lasciala perdere. -
Sospira. - Non permetterò che ti faccia di nuovo del male.
- Tranquillo, è solo un...graffietto - rispondo. - So difendermi da una gallina come lei.
Nel pomeriggio sono sola in casa ed ascolto la musica leggendo, sdraiata sul morbido piumone da pieno inverno. Ho i capelli legati in una treccia leggera di lato.
Poso un attimo il libro per guardare la città dalla finestra, che si estende davanti a me in un mare di edifici.
I miei pensieri vengono interrotti da una chiamata.
- Pronto?
- Cloud...
- Ciao!
- Scusa se ti disturbo, ma non riesco a stare nemmeno un minuto senza sentire la tua voce.
Arrossisco e non ho la minima idea di come rispondergli.
- Però non mi hai detto una cosa.
Mi dispiace chiedertelo così, ma...tu ricambi davvero ciò che provo per te?
Rimango un momento interdetta. Non può chiedermelo così su due piedi.
- Hane...Tu sei un ragazzo dolcissimo e sai come far sentire speciale una ragazza.
Hai in pratica cancellato il mio passato grigio e monotono, perchè con te è tutto...diverso.
Beh, diciamo che non ti ho detto niente perchè...sono timida. Non sembra, magari sembro spaccona o qualcosa di simile, ma in realtà non ho mai avuto esperienze con dei ragazzi.
Però...Sì, ti amo. -
Sento il silenzio dall'altro capo del telefono. E' tutto ciò che riesco a dire.
- Grazie, Cloud. Scusami, non volevo metterti in dubbio, ma continuavo a tormentarmi con questo pensiero.
- Figurati...Allora, ci vediamo domani a scuola?
- Ma Cloud, è venerdì.
Scoppio a ridere. - Già, hai ragione, sono proprio distratta!
Allora ci vediamo poi domani.
- D'accordo. A domani, allora.
Riaggancio, e sento che il battito del mio cuore è aumentato.
Mi ributto sul letto e ripenso a Matt.
L'ho osservato tante volte da quella volta. A me...a me lui piace.
Però...Hane...
Scendo per prepararmi una tazza di tè caldo.
Hane...E' la persona più dolce del mondo, ed è un gran bel ragazzo...Sono fortunata, ci sono ragazze che sognerebbero di essere al mio posto...
Verso l'acqua bollente nella mia tazza verde chiaro ed immergo la bustina.
Non so nemmeno io se ricambio davvero. Sì, sto bene con Hane, ma forse preferisco Matt.
Cosa scegliere? Stare con un ragazzo figo, simpatico e tenero o sognare di stare con uno bello ma stronzo?
Ovviamente solo un'idiota sceglierebbe la seconda.
I miei pensieri si interrompono nuovamente, ma stavolta grazie a una porta che si apre.
- Mamma - esclamo.
- Ciao, Clara -
Posa la borsa su una sedia e va a svestirsi.
- Clara...In questi giorni sei proprio strana.
Mi eviti, esci in tutta fretta, non dai retta a nessuno...Ma che diavolo hai?
Sospiro. - Quella volta che me ne sono andata di fretta è perché...Non riuscivo a dormire, e mi sono svegliata prima perché ero sovrappensiero, e volevo distrarmi...
- E che cos'è che ti turba? - mi dice dalla stanza accanto.
- Niente. Scuola, cose così - dico vagamente, bevendo un altro sorso di tè.
Smettila di portare avanti il discorso, dannazione.
- Ah, comunque prima ho visto Katelyn al supermercato con sua sorella...Mi ha guardata male ed ha cambiato corsia rapidamente trascinandosi la sorella, è successo qualcosa?
Sospiro di nuovo. - Niente mamma, niente.
In questi giorni ho dato il primo bacio a un ragazzo, ho litigato con le mie migliori amiche per un altro ragazzo, mi sono fidanzata, l'odio tra me ed Erin si è accresciuto...Esattamente il contrario di "niente", ma davvero, non ho voglia di parlarne...
 Soprattutto con Mamma.

Saalve!
Scusate se non ho aggiornato subito, ma la scuola è iniziata da neanche una settimana e già mi sta distruggendo e non ho nemmeno il tempo per scrivere.
Più che altro, in vacanza avevo più ispirazione...ora ne ho poca, se non zero. Ma comunque mi sforzerò e farò ancora un po' di capitoli, non preoccupatevi :)
Grazie a chi recensisce e continuate a farlo se potete :)
- uantwothree

 

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Capitolo 8
*** doubt ***


doubt

Siamo già ad inizio febbraio...
Cammino per il corridoio centrale della scuola, come al solito pullulante di persone che vanno e che vengono ininterrottamente in uno sciame disordinato.
Sto per scendere la scala principale in direzione del cortile, ma vedo Erin che mi si piazza, di nuovo, davanti. Ma stavolta è sola.
- Ma perchè mi devi sempre ostacolare? Mi lasci girare per la scuola in pace? - taglio corto, prima ancora che possa dire qualcosa.
- Non fare la finta tonta, Cloud - dice, con tono acido.
Non giri mano nella mano con Hane, oggi?
Rimango interdetta.
- Lasciami vivere! - le rispondo, e la scosto con un gesto brusco.
- Cloud! - urla.
Mi allontano il più veloce possibile e inizio a salire la scala.
Mi ferma e mi inchioda alla parete con le braccia sui miei gomiti.
E ora?
- Te la passi bene con lui, eh? Giocate ai fidanzatini?
- Ho detto lasciami vivere, stronza!
La spingo facendola arretrare di alcuni scalini, poi scendo di corsa, ma sento i suoi passi dietro i miei che mi rincorrono.
Dove diavolo sei, Hane? penso, mentre il cuore aumenta i suoi battiti.
Attraverso il cortile di traverso, evitando le persone in una specie di slalom contorto.
Non ce la faccio più e vorrei fermarmi, ma non posso.
All'improvviso sento i passi di Erin che si arrestano.
Mi giro lentamente, e vedo ciò che mi lascia di stucco.
Un ragazzo in piedi l'ha bloccata con ambo le mani fermando la sua corsa. Ha il fiatone e sembra spaventata.
Quel ragazzo è Matt.
- Oh, ciao Matt - dice con un sorriso falso.
- Ma che stavi facendo?
- Io? Oh, niente...Scherzavamo!
Si vede che è in difficoltà. Sei in gabbia, Erin.
- Dici? A me sembrava che potessi uccidere quella ragazza da un momento all'altro - risponde sarcasticamente.
- Gira al largo, se non vuoi fare altri casini. Grazie -
Erin obbedisce subito e si allontana verso il suo gruppo di oche, che hanno visto la scena da un angolo del cortile.
Matt mi rivolge un'ultima occhiata fredda, e se ne va anche lui.
 
Sono fissa come un palo al centro del cortile, a bocca aperta, e rivedo mille volte gli attimi precedenti. La mia testa esplode in mille frasi sovrapposte.
Ma che diavolo?
Come...?
Perchè?

Mai mi sarei aspettata una cosa del genere.
 
Sono distesa sul letto come al solito, e il cielo sta già iniziando a farsi buio, come succede nei pomeriggi invernali.
Non so come svuotarmi. Devo parlarne a qualcuno...A una persona qualsiasi. Ma a chi?
Hane no di certo. Potrebbe ingelosirsi. E poi non sa che mi piace Matt.
Mia madre la escludo già in principio. Però...
Un'idea.
Respiro a fondo, poi, d'impulso, digito il numero di Kate sul mio cellulare e tocco il tasto verde.
Non sono sicura di volerlo fare, ma... Ora o mai più.
Durante i lunghi tuu, tuu mi viene voglia più volte di mettere giù e lasciare perdere tutto, ma non posso davvero farlo.
Poi, la sua voce.
- Pronto?
- Ehi, scema. -
Sospira. - Cloud. Cosa vuoi?
Ora o mai più. Ora o mai più.
- Senti, Kate.
E' quasi un mese che non ci parliamo, e devo davvero ammettere di essere stata troppo impulsiva...
Lo so, avrei dovuto chiamarti prima, ma sai come sono fatta.
D'altronde, abbiamo litigato per un nonnulla, una...cavolata.
- Bene, te ne sei accorta - mi dice con tono neutro.
- Kate, davvero...
Mi dispiace. -
Sento il silenzio. Lo percepisco in tutta la sua profondità, prima che mi risponda.
- D'accordo.
Bentornata, stupida. -
Sorrido, ed inizio a raccontarle ciò che mi è successo oggi con entusiasmo.
- Ecco, cosa pensi che voglia dire tutto ciò? - le chiedo.
- Cloud...Incontriamoci al parco, va bene?
Sono un po' delusa, mi aspettavo una risposta immediata. - Va bene.
 
Arriviamo nello stesso momento.
Silenzio.
La sua faccia è neutra.
- Mi dispiace.
Piombo su di lei e ci abbracciamo in un momento che vorrei non finisse mai.
- Tranquilla, Cloud. E' tutto ok.
Iniziamo a passeggiare costeggiando la stradina con viavai di persone che vanno in bici o fanno jogging. Alcuni si fermano sulle panchine laterali per concedersi un attimo di riposo.
Inizio a raccontare tutto ciò che è successo dettagliatamente, come a una persona che non vedo da vent'anni.
- E così, continui ad andargli dietro... - mi sfida.
- Sì, però...Non ti ho detto una cosa.
Deglutisco.
- Mi sono messa con Hane.
Si ferma e rimane sbalordita.
- Seriamente? - replica.
- Sì... - dico timidamente.
Lunghi secondi passano prima che mi risponda.
- Non sai quanto sei fortunata - risponde. - Praticamente mezza scuola gli va dietro.
- Esagerata...Sarà un terzo della scuola - dico.
- Mah...Comunque, che avete fatto? Ti ha baciata? Eh? Eh?
Sorrido prima di ricominciare a raccontarle le cose.  E' fantastico averti ritrovata, Kate.
Siamo già ad inizio febbraio...
Cammino per il corridoio centrale della scuola, come al solito pullulante di persone che vanno e che vengono ininterrottamente in uno sciame disordinato.
Sto per scendere la scala principale in direzione del cortile, ma vedo Erin che mi si piazza, di nuovo, davanti. Ma stavolta è sola.
- Ma perchè mi devi sempre ostacolare? Mi lasci girare per la scuola in pace? - taglio corto, prima ancora che possa dire qualcosa.
- Non fare la finta tonta, Cloud - dice, con tono acido.
Non giri mano nella mano con Hane, oggi?
Rimango interdetta.
- Lasciami vivere! - le rispondo, e la scosto con un gesto brusco.
- Cloud! - urla.
Mi allontano il più veloce possibile e inizio a salire la scala.
Mi ferma e mi inchioda alla parete con le braccia sui miei gomiti.
E ora?
- Te la passi bene con lui, eh? Giocate ai fidanzatini?
- Ho detto lasciami vivere, stronza!
La spingo facendola arretrare di alcuni scalini, poi scendo di corsa, ma sento i suoi passi dietro i miei che mi rincorrono.
Dove diavolo sei, Hane? penso, mentre il cuore aumenta i suoi battiti.
Attraverso il cortile di traverso, evitando le persone in una specie di slalom contorto.
Non ce la faccio più e vorrei fermarmi, ma non posso.
All'improvviso sento i passi di Erin che si arrestano.
Mi giro lentamente, e vedo ciò che mi lascia di stucco.
Un ragazzo in piedi l'ha bloccata con ambo le mani fermando la sua corsa. Ha il fiatone e sembra spaventata.
Quel ragazzo è Matt.
- Oh, ciao Matt - dice con un sorriso falso.
- Ma che stavi facendo?
- Io? Oh, niente...Scherzavamo!
Si vede che è in difficoltà. Sei in gabbia, Erin.
- Dici? A me sembrava che potessi uccidere quella ragazza da un momento all'altro - risponde sarcasticamente.
- Gira al largo, se non vuoi fare altri casini. Grazie -
Erin obbedisce subito e si allontana verso il suo gruppo di oche, che hanno visto la scena da un angolo del cortile.
Matt mi rivolge un'ultima occhiata fredda, e se ne va anche lui.
 
Sono fissa come un palo al centro del cortile, a bocca aperta, e rivedo mille volte gli attimi precedenti. La mia testa esplode in mille frasi sovrapposte.
Ma che diavolo?
Come...?
Perchè?

Mai mi sarei aspettata una cosa del genere.
 
Sono distesa sul letto come al solito, e il cielo sta già iniziando a farsi buio, come succede nei pomeriggi invernali.
Non so come svuotarmi. Devo parlarne a qualcuno...A una persona qualsiasi. Ma a chi?
Hane no di certo. Potrebbe ingelosirsi. E poi non sa che mi piace Matt.
Mia madre la escludo già in principio. Però...
Un'idea.
Respiro a fondo, poi, d'impulso, digito il numero di Kate sul mio cellulare e tocco il tasto verde.
Non sono sicura di volerlo fare, ma... Ora o mai più.
Durante i lunghi tuu, tuu mi viene voglia più volte di mettere giù e lasciare perdere tutto, ma non posso davvero farlo.
Poi, la sua voce.
- Pronto?
- Ehi, scema. -
Sospira. - Cloud. Cosa vuoi?
Ora o mai più. Ora o mai più.
- Senti, Kate.
E' quasi un mese che non ci parliamo, e devo davvero ammettere di essere stata troppo impulsiva...
Lo so, avrei dovuto chiamarti prima, ma sai come sono fatta.
D'altronde, abbiamo litigato per un nonnulla, una...cavolata.
- Bene, te ne sei accorta - mi dice con tono neutro.
- Kate, davvero...
Mi dispiace. -
Sento il silenzio. Lo percepisco in tutta la sua profondità, prima che mi risponda.
- D'accordo.
Bentornata, stupida. -
Sorrido, ed inizio a raccontarle ciò che mi è successo oggi con entusiasmo.
- Ecco, cosa pensi che voglia dire tutto ciò? - le chiedo.
- Cloud...Incontriamoci al parco, va bene?
Sono un po' delusa, mi aspettavo una risposta immediata. - Va bene.
 
Arriviamo nello stesso momento.
Silenzio.
La sua faccia è neutra.
- Mi dispiace.
Piombo su di lei e ci abbracciamo in un momento che vorrei non finisse mai.
- Tranquilla, Cloud. E' tutto ok.
Iniziamo a passeggiare costeggiando la stradina con viavai di persone che vanno in bici o fanno jogging. Alcuni si fermano sulle panchine laterali per concedersi un attimo di riposo.
Inizio a raccontare tutto ciò che è successo dettagliatamente, come a una persona che non vedo da vent'anni.
- E così, continui ad andargli dietro... - mi sfida.
- Sì, però...Non ti ho detto una cosa.
Deglutisco.
- Mi sono messa con Hane.
Si ferma e rimane sbalordita.
- Seriamente? - replica.
- Sì... - dico timidamente.
Lunghi secondi passano prima che mi risponda.
- Non sai quanto sei fortunata - risponde. - Praticamente mezza scuola gli va dietro.
- Esagerata...Sarà un terzo della scuola - dico.
- Mah...Comunque, che avete fatto? Ti ha baciata? Eh? Eh?
Sorrido prima di ricominciare a raccontarle le cose.  E' fantastico averti ritrovata, Kate.

Salve a tutti! So che è un secolo che non aggiornavo, ma da oggi ricomincio. Aggiungerò il nuovo capitolo a 2 recensioni!
- uantwothree

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