Sparta&Atene: un amore impossibile

di BragoLove4Ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una battaglia imminente ***
Capitolo 2: *** Ad un passo dalla morte ***
Capitolo 3: *** Un cugino da Itaca ***
Capitolo 4: *** Maledetto Busto di Marmo ***
Capitolo 5: *** La Vendetta delle sorelle Gorgone ***
Capitolo 6: *** I sentimenti di uno spartano ***
Capitolo 7: *** Torna da me ***
Capitolo 8: *** La vendetta del Re ***
Capitolo 9: *** Atene sotto attacco ***
Capitolo 10: *** Ultimo sguardo ***
Capitolo 11: *** Un aiuto Divino ***



Capitolo 1
*** Una battaglia imminente ***


Salve a tutti!
Sono finalmente tornata con una nuova FF sulla mia coppia preferita, GajeelxLevy! Ma questa volta non parleremo di Magnolia, Fairy Tail e la Gilda. No. Questa volta ho voluto scrivere una storia su questi due personaggi in un ambientazione un "tantino" differente : L'antica Grecia.
Prima d'iniziare a leggere un
avvertimento: ho provato in tuutti i modi a ricercare le vere informazioni sulle culture di Sparta e Atene, per poterle mettere nella storia. Alcune nozioni che leggerete sono le info che ho trovato, altre invece sono frutto della mia immaginazione u.u quindi non prendete tutto per vero quello che leggerete ;D
Spero che la storia vi piaccia!! 
Buona Lettura!


Era l’anno 430 a.C.
La Grecia. Terra rocciosa e ostile alla vita, con le sue coste poco amichevoli teneva lontani gli invasori e il Mare , spesso in tempesta, disintegrava qualsiasi nave che provasse ad avvicinarsi.
Permetteva solo agli esseri viventi più forti di sopravvivere sul suo manto di rocce e montagne.
Forti come uno dei popoli che ci abitava in quel periodo.
Forti come gli Spartani.
 
Il vento soffiava impetuoso quella mattina, ma a lui non interessava.
Amava starsene lì, immobile e in piedi sul quel piccolo promontorio roccioso, a guardare l’orizzonte con il cielo azzurro e interrogandosi sul suo futuro.
Non fraintendete, non era un uomo che sognava ad occhi aperti, ma l’intrigava l’idea di non sapere cosa il futuro stesse serbando per lui.
Passati dieci minuti a rilassare la mente, pensò che fosse tornato il momento di riprendere l’allenamento.
Riprese in mano la spada che aveva con se, e iniziò ad attaccare il nulla, a fondere l’aria e a colpire la parete di roccia.
 
Sentì in lontananza dei passi dirigersi verso di lui.
Si mise in allerta e pronto ad attaccare.
-“Chi è che si nasconde là dietro?!”- urlò senza esitazione.
Un ragazzo dalla corporatura fragile uscì lentamente da dietro la parete.
-“ Mi scusi Signor Gajeel! Non volevo assolutamente allarmarla! Ero venuto qui per avvisarla che sta per iniziare l’Assemblea… ma non sapevo se potevo disturbarla durante il suo allenamento…”-
-“L’assemblea viene prima di tutto… comunque non avere quell’atteggiamento debole! Schiena dritta e petto in fuori! Sei uno spartano e non ti puoi nascondere così!”- 
-“ Si! Ha ragione mi scusi!”- rispose il giovane impaurito.
 
Arrivato in città si apprestò a dirigersi verso il luogo della riunione.
Aprì le porte e, sfortunatamente, gli altri erano già tutti lì ad aspettare il suo arrivo e a lanciargli occhiatacce di rimprovero per il ritardo.
Un uomo alto e muscoloso gli si avvicinò amichevolmente, posando la mano sulla sua spalla.
-“Gajeel! amico mio che fine avevi fatto? Ahahah! Sempre ad allenarti tu eh! Mai a passare un po’ di tempo con una donna….comunque ben arrivato. Qui con noi oggi sono presenti gli anziani del Senato, i Sacerdoti e i tuoi compagni di guerre.”- disse sorridendo.
-“Perdoni il mio ritardo Generale Astinos…”qualcuno” non mi aveva informato in tempo di questo incontro…”-
Gia, quell’uomo tanto sorridente era proprio il suo generale Astinos, nonche Re di Sparta . Uno Spartano per eccellenza, sia per forza fisica che per strategia. Muscoli e cuore d’acciaio, nessuna pietà per gli sconfitti in battaglia. Era come un padre per tutti i guerrieri perché era stato lui, con la sua freddezza e severità, ad inculcare in ogni bimbo spartano i principi fondamentali di questa società così dura.
Per Gajeel, oltre che padre era anche un amico fidato.
 
Astinos si schiarì la voce e prese la parola:” Bene…Ora che siamo tutti qui, possiamo discutere dell’argomento principale…L’attacco alla città di Atene!”-
Solo nominando quel nome, dai guerrieri si levò un boato di disprezzo e risentimento verso quella città.
-“Calmatevi tutti! Dobbiamo prendere delle decisioni per quanto riguarda la data di attacco, la strategia da utilizzare e l’esercito che combatterà.
Sacerdoti! Quale sarà la data più favorevole alla vittoria?”-
 
Uno di loro si alzò -“ Secondo gli Dei, il giorno migliore sarà tra tre giorni! “-
Tra i senatori si levò del vociare -“ Ma tra cinque giorni ci sarà l’elezione del Senato! Non possiamo andare in guerra !”-
-“Lo scontro con gli ateniesi è più importante! Vogliamo lasciarli conquistare i nostri territori?! Vogliamo veramente sottostare a quei ‘damerini’ che vestono solo con la toga?! Vogliamo che  i nostri figli diventino dei filosofi invece di guerrieri valorosi?!”- urlò il generale, animando  i bollenti spiriti dei suoi guerrieri, i quali ad ogni domanda rispondevano in coro ‘NO!’. 
Gajeel, invece, se ne stava appoggiato al muro ad osservare, senza proferire parola.
 
-“Bene! Su questo quindi siamo tutti d’accordo! Ora vorrei fare un annuncio importante! Colui che mi aiuterà con la strategia e con la formazione delle esercito sarà colui che considero come un Figlio, Fratello e Braccio destro… Gajeel!”- disse, girandosi poi verso l’amico.
Il giovane era rimasto molto sorpreso da quella decisione, ma allo stesso tempo si sentiva realizzato dato che finalmente avrebbe potuto dire la sua su argomenti importantissimi.
 
Astinos continuò-“ Sicuramente i soldati lo conosceranno, ma può darsi che tra i senatori e i sacerdoti ci sia qualcuno che non riconosca il suo nome: già quando era un bambino aveva lo spirito e la forza interiore di un vero soldato spartano. Ha portato a termine con successo tutte le lezioni di lotta, riuscendo a sconfiggere alla sua età anche uomini adulti. Ha superato con il massimo dei voti l’esame finale diventando un uomo a tutti gli effetti.
Mi ha sempre affiancato in ogni guerra, battaglia e anche “scazzottata” “- disse ridendo e ricordando quei momenti-“ quindi mi fido ciecamente di lui e delle sue abilità! Sono convinto che dopo la guerra contro Atene in questa stanza, ma anche in tutta Grecia, non ci sarà una persona che non conoscerà il suo nome!”-
 
Tutti iniziarono ad applaudire e i suoi compagni ad urlare in coro il suo nome.
-“Vi ringrazio Generale per l’opportunità e la fiducia che mi date… Non vedo l’ora di schiacciare quelle femminucce ateniesi e conquistare la loro terra!”- urlò infine anche lui.
-“Bene! Mi piace questa grinta! Ci vediamo domani mattina nella stanza della Guerra, sù, nella mia reggia… mi raccomando non tardare come oggi! Ahaha! A meno che non ci sia di mezzo una signora, allora tarda pure quanto vuoi!”- disse burlandosi dell’amico.
Dopo aver discusso anche ti questioni minori, la sera l’assemblea fu sciolta.
 
Il giovane soldato s’ incamminò verso la fonte d’acqua, per bere un sorso e rinfrescarsi le idee.
Una mano gli sfiorò il braccio: aveva un tocco delicato e conosciuto.
-“Buona sera amico mio…ho saputo appena ora della tua nomina come consigliere del Re.”-
Era Iris, la sacerdotessa e dottoressa più famosa della città, non che sua vecchia amica-
-“Gia, pazzesco… non me lo sarei mai aspettato…”-
-“Mmh..sento che qualcosa ti turba…giusto?”-
-“ Niente di serio, ma…ho il timore di non essere all’altezza o di fare un errore imperdonabile che ci porterà alla sconfitta… Non lo so, mi sento confuso!”- disse lui, sciacquandosi il viso con l’acqua fredda.
-“Aha…sei sempre il solito…anche in passato, quando ti affidavano dei compiti importanti, venivi sempre qui a rimurginare sulle tue preoccupazioni… ormai sei prevedibile! Aha”-
-“Dacci un taglio Iris! Se sei venuta qui per rompere allora va via!”-
-“ Ahah! Ma sentitelo…senti, se vuoi potrei vedere un po’ nel futuro e dirti se la tua spedizione sarà un successo o un fallimento…che ne dici? Forse così ti sentirai più sicuro…”- rispose lei, guardando la Luna dietro di loro.
-“Davvero puoi fare una cosa simile? Sarebbe fantastico!”-
-“Va bene allora.. domani sera vedrò quel che potrò fare, poi ti farò sapere… ora però calmati e vai a dormire, okay?”- disse, porgendogli un pezzo di stoffa per asciugarsi il viso, e poi se ne andò.
 
La notte Gajeel non riuscì a chiudere occhio: ogni volta che provava ad addormentarsi vedeva in sogno … una battaglia, ma non riusciva a capire se, tra le due fazioni che si scontravano, ci fossero gli spartani.
Vedeva solo ombre informi scontrarsi l’un l’altro, sangue ovunque e urla strazianti, e in fine… una lancia che trafiggeva qualcuno.
Prima di quanto pensasse si era già fatto giorno, quindi decise di rinunciare a dormire e andare in città dal Re.
 
Arrivato, naturalmente, molto in anticipo, si mise a passeggiare tra i corridoi della reggia. Lì, in un cortile interno, vide due bambini che si stavano scontrando a mani nude e un uomo che li osservava.
Guardando la loro lotta, si ricordò di quando venne prelevato con forza dalla sua famiglia e portato qui a formare e temprare il suo corpo e il suo spirito. Fu un periodo davvero duro.
-“Gajeel!? Wow, va bene che ti avevo detto di non ritardare, ma arrivare così in anticipo è da malati! Cosa ti succede? eeeh…io lo so…qui urge assolutamente una donna!”-
Era Re Astinos, che passeggiava lì intorno tenendo in mano sua moglie, nonché la Regina, Daphne.
-“Buongiorno signore!…signora… sta mattina ho voluto svegliarmi presto, dato che non riuscivo a chiudere occhio… se lei ha altre questioni da fare, io rimarrò volentieri qui ad attendere l’ora prevista…”-
-“No, no va bene…Mia signora-“ disse rivolgendosi alla moglie-“ è meglio che ora tu torni a stenderti sul letto…non voglio che ti affatichi e che il bimbo ne risenti…”- toccandole la pancia.
A Gajeel ci vollero qualche minuto prima di capire la situazione, poi divenne rosso come un peperone e si apprestò a farle i suoi più sentiti auguri.
 
Alla fine il Re e il soldato camminavano soli, incamminandosi verso la stanza.
-“Iris mi ha detto delle tue preoccupazioni,amico mio…non ti devi preoccupare. Ti ho scelto perché conosco le tue abilità in battaglia e mi fido di te…  “-
-“Questa Iris me la paga… spero di poterle essere utile davvero…”-
-“Certo che lo sarai! Su,  ora entriamo e pensiamo a qualche strategia.!”-
 
Passarono lì dentro un giorno intero, in compagnia di altri generali e strateghi della città. Si arrivò alla decisione che avrebbero attaccato Atene a sorpresa, circondando la città da destra e da sinistra e con truppe scelte per ferocia e forza.
Ormai sfinito, il giovane spartano si apprestò a tornare a casa.
Sfortunatamente, però, anche questa notte la passò in bianco.
Sperava di essere al top domani per la battaglia anche se temeva che, per colpa dell’insonnia, non avrebbe potuto dare il massimo.

Il 1° capitolo finisce qui !
Come potete vedere i capitoli saranno belli lunghi perchè, non so come, invece di scrivere una normale FF ho scritto un romanzo >_>
Spero davvero tanto che un po' la storia vi abbia incuriosito ç__ç 
Per coloro che leggono per la prima volta le mie storie,
sappiate che Pubblicherò un capitolo ogni 2 giorni ^^ quindi il Prox capitolo sarà 16/ 7 ;D
Please, lasciate una piccola recensione se potete ç__ç bella o brutta che sia!
SPOILER
Inizia la battaglia con Atene! Il nostro guerriero Gajeel combatterà fianco a fianco con il suo generale e le sue truppe, ma il Fato non sarà gentile con lui.
fortunatamente c'è qualcuno pronto ad intervenire...

Al prossimo capitolo!

BL4E
 

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Capitolo 2
*** Ad un passo dalla morte ***


                                                                         Ad un passo dalla morte

Prima d'iniziare a leggere un avvertimento: ho provato in tuutti i modi a ricercare le vere informazioni sulle culture di Sparta e Atene, per poterle mettere nella storia. Alcune nozioni che leggerete sono le info che ho trovato, altre invece sono frutto della mia immaginazione u.u quindi non prendete tutto per vero quello che leggerete ;D
Spero che la storia vi piaccia!! 
Buona Lettura!


L’appuntamento era al sorgere del sole.
Il Re e il suo braccio destro  davano gli ordini ai soldati e spiegavano loro la tattica da seguire.
Dopo qualche ora partirono tutti verso la città da conquistare, marciando e intonando canti ritmici e incoraggianti. 
 
Poco dopo Iris, correndo, giunse nel luogo di partenza delle truppe, ma ormai era troppo tardi.
-“ Dannazione! Dovevo assolutamente informare Gajeel della mia visione di sta notte!… Spero solo di essermi sbagliata…”-
 
Le armature e lo scudo pesavano terribilmente e, con il sole alto in cielo, ustionavano la pelle, ma nessuno spartano si lamentava o batteva la fiacca. Il loro corpo e la loro mente erano stati allenati per cose peggiori.
 
Dopo un giorno arrivarono alla meta: Atene.
Il Re e Gajeel si staccarono dalle truppe per andare a visionare la situazione su una piccola rocca. La situazione sembrava tranquilla ed era il momento perfetto per attaccare.
Diedero il segnale.
Tutti i soldati si mossero all' unisono, indossando l’elmo e impugnando saldamente le lance. Attaccarono.
Ad Atene la gente cominciò a percepire qualcosa: la terra tremava e delle grida di battaglia riecheggiavano nell aria, dapprima impercettibili, poi suonavano come tuoni in una tempesta.
Nella città fu subito panico.
La gente corse a nascondersi, mentre i militari ateniesi corsero per mobilitare le truppe. Era troppo tardi. Gli spartani caricarono con tutta la forza, attaccando tutti coloro che ostacolassero il loro cammino. 
In poco tempo, quella città tranquilla ed armoniosa si trasformò in un luogo di orrori, morte e tragedia.
I soldatinon avevano alcuna pietà: donne, uomini, anziani…tutti.
Il Re Astinos e Gajeel combattevano fianco a fianco, come una macchina da guerra letale.
-“ Wow! quanti ricordi mi tornano in mente ad ogni battaglia che facciamo!”-
-“ Sono felice che la battaglia non la stia mettendo in difficoltà generale!”- rispose sarcastico lo spartano.
-“Aha! Senti è meglio dividerci! Io continuo dritto, te invece dirigiti verso le truppe ad ovest!”- gli ordinò.
Gajeel senza pensarci due volte ascoltò gli ordini e corse per le strade della città, piene di detriti e corpi inermi.
Combatteva con qualcuno ad ogni passo avanti che faceva. Alla fine si ritrovò completamente circondato da soldati ateniesi. Questi lo attaccarono in gruppo, pensando di avere vittoria certa. 
Ma lo spartano, come una bestia disumana e veloce come il vento, in pochi colpi di spada riuscì ad uccidere chiunque gli si avvicinasse.
Una vero massacro.
In pochi minuti intorno a lui c’era un lago di sangue. Aveva il fiatone e il viso completamente sporco di quel liquido rosso.
Poi… un rumore dietro di lui.
Si voltò di scatto, caricando la spada pronta per uccidere.
Si bloccò di colpo all’ultimo istante. 
Davanti a lui c’era una donna che proteggeva un bambino. Lei aveva le lacrime agli occhi e tremava  dalla paura.
-“eeh…vattene via presto…VA VIA! E trova un posto sicuro! CORRI!” Le urlò, facendole segno con la spada di sloggiare il prima possibile.
Lei prese in braccio il bambino e corse via dietro un vicolo.
-“Eh…meno male che mi sono fermato in t…!!”- non riuscì a finire la frase che qualcosa lo colpi alla schiena, facendogli sentire un dolore lancinante : un ateniese dietro di lui gli aveva appena lanciato una lancia in pieno petto.
Lo spartano abbassò lentamente gli occhi, e vide la punta della lancia fuori uscirgli dal corpo. Poi voltò lentamente la testa dietro, per guardare in faccia colui che gli stava dando la morte : era un uomo sulla cinquantina che corse via subito per la paura.
Perdeva molto sangue, inoltre aveva anche altre ferite gravi su tutto il corpo. Le gambe cominciarono a non rispondergli più, cedendo e facendolo cadere a terra.
Con le ultime forze rimaste si sfilò la lancia, lanciando poi un urlo di dolore per la ferita. Aiutandosi con le braccia, raggiunse il muro di una casa e ci si poggiò sopra.
-“ehe… la prima volta che conduco le truppe in guerra e devo pure morire… l’ironia della vita… ucciso per aver risparmiato una donna ateniese… Iris me lo diceva…sempre… sono troppo ...gentile…”- e perse i sensi.
 
Dopo un po’ di ore passate a distruggere, le truppe si ritrovarono in un punto d’incontro scelto in precedenza, per calcolare le perdite.
C’erano la maggior parte tra quelli partiti, ma tra quelli che invece mancavano all’appello…c’era anche Gajeel.
-“Capitano! Mi duole informarla che il soldato Gajeel non è presente all’appello…”- disse un giovane spartano.
Il re si rese conto, infatti, che non lo aveva ancora visto tornare.
-“Dannazione! Questa proprio non ci voleva! Dobbiamo subito tornare a Sparta perché in questo momento è indifesa e ho scoperto da uno degli ateniesi che un gruppo di soldati si sta dirigendo proprio lì!”- urlava furioso Astinos, attirando l’attenzione di tutti i soldati lì intorno.
-“Signore… quale sono i suoi ordini..?”- 
-“EEhh… la decisione più dura della mia vita…mi dispiace ma dobbiamo assolutamente partire… se è vivo ci raggiungerà…se è morto… avrà avuto il tipo di morte che ognuno di noi spera di ottenere…”- e dopo aver detto ciò, si rimise l’armatura e si allontanò con tutte le truppe.
 
 
Era buio.
Non vedeva niente ne sentiva niente… era come immerso nel nulla.
Lentamente cominciava a sentire una fonte di calore sprigionarsi dal suo petto, mentre una sensazione rinfrescante gli si diffondeva su tutta la testa.
Era piacevole.
Ad un tratto gli passò per la mente un immagine di una lancia e le sue mani ricoperte entrambe di sangue, accompagnata infine da un dolore fortissimo che gli si diffondeva ovunque.
Apri gli occhi e si alzò di scatto, urlando.
Si guardò subito le mani e vide che non erano rosse, ma solo un po graffiate. 
Poi si guardo il petto, è notò che ce lo aveva coperto da fasciature e medicazioni. Si accorse che anche altre parti del corpo erano medicate e curate.
Decise di guardarsi intorno: si trovava in un letto di una casa.
Continuava a girarsi ovunque in cerca di qualche riferimento che gli facesse capire dove fosse.
Intuì subito che non si trattava di una casa spartana, perché questa era luminosa e piena di colori ovunque, ma soprattutto…piena di scritture e rotoli di papiro in ogni angolo.
Improvvisamente, una porta dietro dietro di lui si stava aprendo, facendo entrare una persona.
Senza pensarci due volte, saltò fuori dal letto e impugnò un coltello che era lì vicino a lui, mettendosi sulla difensiva.
Da dietro la porta, però, uscì fuori una ragazza.
-“ Ho portato bende…AAAAAH!!! COSA DIAVOLO CI FAI IN PIEDI?? E CON UN COLTELLO?!!”- urlò lei spaventata.
-“Chi diavolo sei tu? E perché sono qui fasciato come un cadavere?”- Chiese lui con un tono non molto tranquillo.
-“Ti dirò tutto però prima metti giù quell’arnese! Non ti voglio fare del male!”-
si giustificava lei, tenendo le mani in alto.
Dopo qualche istante e senza perderla di vista, Gajeel allungò il braccio e posò l’utensile.
-“Parla donna!!”- urlò, sempre con tono 'educato'.
-“ Ti ho trovato steso per strada…privo di conoscenza e su un lago di sangue….e per questo ho deciso di medicarti e curarti le tue ferite…tutto qui!”-
-“Perché ...lo stai facendo? Cosa ci guadagneresti a salvare un tuo nemico! Se non l’avessi ancora capito sono uno degli Spartani che ha messo a ferro e fuoco la tua città!”-
-“Lo so e mi rendo anche conto che se ti dovessero scoprire passerei molti guai… ma volevo aiutarti…come tu avevi risparmiato me…”- rispose lei con aria imbarazzata.
-“Io ti avrei … aiutato?”- disse. Poi la guardò con più attenzione: capelli azzurri raccolti da una bandana color giallo ocra , occhi grandi e di color castano chiaro , vestito lungo color crema … era la donna che aveva deciso di non uccidere.
-“Tu sei quella donna! Giusto?”-
-“S-si! E ti sono grata pernon averci fatto del male…”-
-“Ah gia, eri con tuo figlio… cosa non farebbe una madre ateniese per il suo marmocchio…”- disse, ricordandosi invece i comportamenti che sua madre aveva avuto nei suoi confronti.
-“Oh no! Non era mia figlio! Era un mio allievo di scuola! Li avevo nascosti dietro un bancone da mercato rovesciato e quel bimbo mi scappò dalle mani, correndo per la strada…che diavoletti!”- diceva lei ridendo.
Gajeel era rimasto senza parole: avrebbe sacrificato la sua vita per proteggere un bambino che non era nemmeno suo! 
Ateniesi sentimentali!
 
Ci fu un momento di silenzio.  
Il soldato stava rielaborando tutto il discorso fatto finora, perché c’era qualcosa che non gli tornava.
-“ Aspetta…quindi TU mi avresti salvato da morte certa?”- chiese lui.
-“Be..si…ma adesso non metterti a ringraziarmi o a fare lo smielato con me! Se vuoi ricompensarmi potresti essere utile a scuola o…”- 
-“ RINGRAZIARTI?! Tu donna mi hai privato di morire come un vero spartano! Mi hai salvato da una morte piena di gloria per aver combattuto in guerra! Come ti sei permessa?!”- sbraitava lui camminando e gesticolando avanti e indietro.
La ragazza non poteva credere a ciò che stava sentendo.
-“Spero vivamente che tu stia scherzando! COME SI FA A DESIDERARE DI MORIRE! Si dovrebbe volere il contrario almeno! Ah! No, dimenticavo! Sparta è la città dei CONTRARI! “- disse ridendo in modo sarcastico.
-“Voi ateniesi non potrete mai capire perché vivete una vita senza onore! Per voi sarebbe una bella morte quella di arrivare a ottant’anni immersi di libri e di conoscenza, senza aver mai vissuto realmente! AHI!”- urlò alla fine per il dolore che la ferita gli stava provocando.
-“Vedi, signor spartano cosa portano le battaglie? Rimettiti subito a letto…ora torno e ti cambio la fascia…”-
-“No! Non mi toccare maledetta ateniese! Hai fatto già abbastanza!”-
-“Va bene! Allora muori su un letto! Così otterrai non solo la fine dei tuoi giorni, ma avrai una morte ‘disonorevole’ fuori dal campo di guerra! Ma d’altro canto, io non capisco gli spartani quindi…”-
Gajeel fece un rumore simile ad un grugnito per i nervi.
-“Cambiami queste dannate fasciature! Ma appena sarò guarito me ne andrò subito! Fammi arrabbiare e forse non sarò così benevolo come l’ultima volta…”- disse con il broncio sul viso e stendendosi di nuovo.
 
Dopo avergli cambiato i medicamenti, la ragazza si diresse in cucina.
-“Cosa vorresti mangiare?”- chiese all’altro mentre prendeva pile di padelle.
-“Vorrei un bel cinghiale succulento arrostito, pane, cereali e una tazza di brodo nero…ho una fame allucinante!”-
-“Brodo..nero..?”- chiese lei spaventata già dal nome.
-“Si, è una zuppa di sangue di maiale…mai assaggiato?”- chiese lui stupito.
-“Bleah! Che schifo! Ecco perchésiete così cupi, bruti e cattivi! Perché mangiate cibo cattivo!”-
Dopo un po’ di tempo si sentì lei urlare  “ Finito”!
Il giovane guerriero si aspettava un banchetto di leccornie, ma gli si presentò tutt’altro: una coscia d’oca, due uova di gallina e insalata.
-“Buon appetito !” - gioiva lei, addentando un boccone della sua insalata.
-“Che…roba è questa?”- 
-“Oca, uova di gallina e insalata di campo! Mai assaggiato?”- rispose lei.
Gajeel si alzò di scatto dal letto e lanciò il piatto a terra
-“Non era quello che ti avevo ordinato! Che fai non ci senti?!”- sbraitava lui furioso, ma non poté continuare perché in quel preciso momento la ragazza lo schiaffeggiò in pieno volto, lasciandolo basito.
-“Non pensare di usare la voce da duro con me e neanche di comportarti così, chiaro?! Non m’importa se tu sei uno spartano, un persiano, un guerriero o che altro… ora sei ad Atene e sei a casa mia! Hai detto che non avrei dovuto farti arrabbiare perché mi avresti uccisa? Bene, provaci! Chi, oltre a me ti curerà le ferite? Vuoi provare a chiedere ai vicini?! Spero quindi che tu abbia capito la tua situazione e che cercherai di collaborare!”- urlò lei, tirando fuori una rabbia mai vista prima.
Gajeel era rimasto immobile e con gli occhi spalancati, toccandosi con  una mano la guancia dolorante.
La giovane poi si chinò a raccoglierei pezzi del piatto e a pulire-“ Prendi il mio piatto e mangia… ne hai bisogno più di me…”- e quando finì di sistemare, se ne andò in un altra stanza con aria arrabbiata.
-“Quella è tutta pazza…io non ho fatto proprio niente di sbagliato, è lei che è fuori di testa…però...che caratterino”-

 
fine 2°capitolo!
Wow! quante cose sono succese in un solo capitolo xD Spero che riusciate a capirci qualcosa alla fine! ^^
Ecco che il nostro protagonista Gajeel capisce finalmente il significato di quel sogno così ambiguo:
la lancia sanguinante. Possiamo dire che ha avuto come un sogno premonitore >_> 
Ma fortunatamente qualcuno lo ha salvato >_> chi sarà mai questa misteriosa ragazza ateniese?

Inutile domandarvelo, ormai lo avrete capito tutti, quindi diciamolo insieme al mio 3
1....2...3... la ragazza è .... in realtà MAKAROW vestito da donna u.u
già! Non ve lo aspettavate vero ;P Mhauauaua!

Spero con tutto il cuore che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito al tal punto da aspettare il prox capitolo, che uscirà il 18/7 un bacione e alla prossima!
SPOILER: Gajeel sarà costretto a rimanere in casa della ragazza ateniese che lo ha soccorso e salvato da morte certa...ma non sarà una vera passeggiata per loro due vivere con qualcuno così diverso >_ BL4E


ecco l'imm di Gajeel disegnato da me XD spero vi piaccia <3

 

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Capitolo 3
*** Un cugino da Itaca ***


                                                                              Un Cugino da Itaca



Il mattino seguente, la ragazza tornò nel salone per preparare la colazione.
-“Buongiorno…io mi preparo qual…”- si guardò intorno.
Lo spartano era sparito!
Cominciò a cercarlo ovunque e a chiamarlo a vocealta.
Alla fine, mentre passò vicino alla porta del giardino, senti ansimare.
Si affacciò subito e vide il ragazzo occupato a fare esercizi come addominali e piegamenti.
-“Che cosa stai facendo?! Le tue ferite così si riapriranno!”- gli fece la predica.
-“Devo mantenermi... in allenamento e... dato che non ho ne spada ne qualcuno con cui combattere, ...mi arrangio da solo… 34…35..36…”-
-“Non ce la fai proprio a stare qualche giorno FERMO IMMOBILE nel letto? è tanto difficile per voi spartani? “-
-“40…41…42…43…”- continuava a contare, non dandole risposta.
-“Guarda fai che ti pare! la vita è tua non mia…io vado un attimo al mercato a comprare più alimenti e medicazioni… NON APRIRE A NESSUNO, chiaro?”- sottolineò con enfasi l’ultima frase, ma l’altro non la degnava neanche di uno sguardo e continuava a esercitarsi.
 
Dopo qualche minuto dal giardino sentì la porta chiudersi di botto e lei che parlava e brontolava da sola.
-“Finalmente se ne è andata… non la sopportavo più…”- 
Si andò poi a lavare e prese un panno in prestito da quelli asciutti.
Qualcuno bussò alla porta.
-“Chi diavolo sarà…”-
Non curante dell’avviso dell' ateniese , andò tranquillamente ad aprire la porta.
-“Chi è che rompe a quest’ora?”- si presentò lui con aria cupa e mostruosa. Guardò a destra e a sinistra, ma non c’era nessuno.
Poi posò lo sguardo verso il basso e vide una bambina di circa sette anni pietrificata lì davanti che lo fissava.
-“Ma che? E tu che diavolo vuoi mocciosa?”- rispose lui.
Lei non riusciva a dire una parola. Solo ad un tratto divenne rossa come un pomodoro dalla vergogna e balbettando rispose -“ Chi…è..lei? Dovè la…maestra?”-
Gajeel non capiva il senso di quella reazione: ai bambini ateniesi va subito il sangue al cervello senza motivo?
-“La maestra? …Ah! L’ateniese con i capelli azzurri! Scusa piccola ma in questo momento non c’è la maestra, quindi puoi pure sloggiare!”- disse chiudendole la porta in faccia.
-“aaaah…bambini ateniesi….”-
-“Che bella casa che ha la maestra…l’aspetterò qui allora!”-
-“Si va bene aspetta do…COSA CI FAI TU QUI???!”- Urlò lo spartano nel ritrovarsi la bimba dentro l’abitazione.
-“Signore non urli…e la prego si vada a vestire…altrimenti… >//////
L’uomo si ricordò di essere mezzo nudo e corse subito a mettersi qualcosa.
Sfortunatamente i suoi abiti erano distrutti, quindi pensò bene di strappare una tenda a fiori e mettersela come toga.
Vestito in quel modo si sentiva un vero idiota.
Quando tornò nella sala, la bimba si era seduta e stava scrivendo qualcosa su un foglio.
-“Che fai mocciosa?”- chiese lui curioso.
-“Mi esercito in matematica…Mi può aiutare lei per favore?”- 
La cosa si stava mettendo male: lui non ne sapeva niente di Matematica!
Saranno sicuramente calcoli da bambini come 2+2, eheh…
Prese il foglio e cominciò a leggere: erano calcoli che non aveva mai visto uniti a forme strane, linee e cerchi continui!
Ma che diavolo studiano sti marmocchi?! 
-“EEEhm scusa piccina ma devo fare altro per il momento…”-
In quell’istante tornò a casa la ragazza con buste piene fin sopra la testa.
-“Oi spartano mi aiuti per favore!?”- disse lei traballando di qua e di la.
Gajeel cercò di farle capire che avevano un ospite e che non doveva chiamarlo in quel modo -“S-Spartano? Ahah su cugina non chiamarmi così! Lo facevi quando eravamo piccoli perché….ti battevo sempre a lotta! Ma NON CHIMARMI Più così okay!”- rispose lui inventandosi quella bugia sul momento.
Quando anche la ragazza vide la bimba seduta lì vicino intenta a fissarli entrambi, capì la gravità della situazione.
-“ Oh..OH! Si…scusa tanto cugino mio! A volte…mi capita di tornare con la mente a… a quando eravamo piccoli! Ehehehe! Clio, che ci fai qui?”-
-“Tuo cugino mi ha fatta entrare perché volevo chiederti qualcosa su un esercizio di matematica maestra! “- chiese lei, con aria confusa.
-“Vediamo un po’ insieme…e..cugino! Potresti mettere a posto la spesa?”-
Lui, sbuffando, prese le buste e cominciò a mettere i prodotti a caso nelle apposite mensole. Intanto sentiva i ragionamenti matematici che la ragazza stava spiegando alla bimba: per lui era come se stessero parlando arabo.
 
Dopo un ora, la bimba prese il materiale e se ne andò, ma prima di correre via disse-“ Maestra potrebbe dire a suo cugino che non si apre la porta alla gente con solo un asciugamano intorno alla vita? è imbarazzante…comunque a domani!”-
La ragazza si girò di scatto verso lo spartano con sguardo furioso.
-“TI AVEVO DETTO DI NON APRIRE ANESSUNO! Ma ci senti??? E per di più ti mostri mezzo nudo alla gente?! Ma che hai nel cervello? Ah no, giusto…voi spartani non avete UN CERVELLO, ma solo muscoli!!!!”- urlava lei.
-“Ma non rompere! Non è successo niente alla fine! E poi non l’ho sconvolta così tanto su! Così ora non solo sa matematica ma anche un po di anatomia umana!”- rispondeva lui cercando di far passare le sue colpe come cose leggere.
-“Meno male che ti è venuta in mente la storia del cugino! Altrimenti sarebbe stata la fine…almeno a dire bugie sei bravo!… ma quella che indossi…è la mia tenda…?”-
Gajeel si guardò i vestiti e si ricordò in quel momento di aver strappato via la tenda di casa.
-“Eheeem… non avevo altro! “- si scusò lui, preparandosi ad un altro rimprovero della ragazza.  Al contrario, quest’ultima si alzò e uscì di casa senza dire una parola.
Ritornò dopo poco con in mano dei vestiti da uomo della sua città.
-“Mettiti questi… così ti potrai mimetizzare meglio se indossi i nostri vestiti…”-
Era una tunica bianca e corta sotto le ginocchia con una fantasia a forme geometriche gialle sui lati.
-“heem…come si mette? “- disse lui fissando quel vestito in modo enigmatico.
La ragazza gli si avvicinò e gli strappòvia la tenda di casa sua e in poco tempo gli mise il vestito.
-“Devo ammettere che ti sta molto bene… come ateniese non saresti affatto male! Ahahaha! Soprattutto perché, a differenza degli uomini di qui, tu sei molto più muscoloso!” diceva lei, guardandolo da tutti i lati.
Tutti quei complimenti lo mettevano a disagio.
-“Va bene! Va bene! Basta con tutte queste 'cose'! Non ne sono abituato…”- disse girandosi subito per nascondere il leggero rossore che gli era comparso sulle guance.
La ragazza rimase stupita dal suo comportamento: gli spartani sono così timidi ? Bene bene , divertiamoci un po’ allora.. eheh..
-“Senti…che ne dici di uscire con me per la città? è ora che prendi una bella boccata d’aria, non puoi rimanere nascosto qui sempre! Dai, ti faccio fare il giro turistico!”- propose lei piena di felicità, afferrandolo per il braccio e trascinandolo fuori casa.
Non fece in tempo ad obbiettare che già stavano passeggiando per le strade.
-“ Wow…questo posto è enorme… e c’è tantissima gente in giro che passeggia tranquilla! Non avete paura di un altro attacco militare?”-
-“Bhe…sì che siamo preoccupati, ma questo non può permetterci di stare chiusi in casa per sempre! Ognuno qui deve riprendere subito il suo lavoro se vuole guadagnare qualcosa e vivere al meglio!”- rispose lei solare.
Gajeel continuava a guardarsi intorno : vi erano molti templi, costruzioni fantastiche, case, negozi e mercati ovunque… e poi c’erano le macerie che lui e i suoi compagni avevano causato.
 
Ad un tratto sentì qualcuno aggrapparsi al suo braccio.
-“Ciaooo signorina! Che fai in giro accompagnata da questo bel ragazzo? Non ce lo presenti?”-
-“Ahaha! Che egoista che sei! Tenerti un bel pezzo di ateniese tutto per te!”
-“Chi è? Non è di qui vero?”-
Erano tutte ragazze ateniesi che gli si eranoappiccicate come sanguisughe.
-“Ciao Eleni, Zoe,Xeri! Vi presento mio cugino…mio cugino…”- si rese conto solo ora che non sapeva il suo nome.
Eleni era una ragazza molto alta, con i capelli color oro raccolti in una treccia decorata di fiori e occhi verde scuro. Portava un vestito arancione sbiadito.
Zoe, invece, era poco più bassa dell'amica e aveva i capelli corti fino al collo e neri come il carbone, ma il particolare che colpiva di più erano i suoi occhi verde color smeraldo che risultavano ancor più luminosi con la pelle abbronzata che aveva;
Xeri era di costituzione più robusta delle altre, ma era una ragazza magra con i capelli castani tendenti al rosso e ricci che le cadevano sulle spalle. I suoi occhi erano grandi e azzurri e sul n
aso aveva alcune lentiggini.
Erano le tipiche ragazze belle fuori, ma vuote dentro.
 
-“…Gajeel! Sono suo cugino Gajeel di Itaca! Sono venuto a trovare la mia cuginetta qui ad Atene e sono arrivato solo ieri. Mi stava mostrando la città e mi parlava che c’è stato ultimamenteun attacco spartano….”-
La giovane ateniese lo guardò basita: sapeva dire le bugie in maniera esemplare, senza battere ciglio e con grande sicurezza!
-“ Woow! Piacere di conoscerti Gajeel! Noi siamo delle care amiche di tua cugina e sapere che siete parenti…mi tranquillizza…”- disse Eleni, strisciandosi intorno a lui.
-“Se sapevo che a Itaca ci sono ragazzi così ben piazzati, mi sarei trasferita subito!”- intervenne Xeri.
-“Magari ci fossero ragazzi forti come te qui! Sono sicura che riusciremmo benissimo a combattere quei luridi e stupidi spartani!”- concluse Zoe, facendo ridere tutte le altre.
La ragazza dai capelli azzurri notò una leggera venuzza di rabbia sulla fronte di Gajeel, quindi cercò subito di cambiare discorso.
-“Okay ragazze! Calmate i vostri bollenti spiriti! Ora noi continuiamo la gita…voi non avete di meglio da fare? Ho saputo che il signore Alexis oggi vende vestiti ad un prezzo bassissimo!”-
Queste non salutarono nemmeno che partirono a razzo verso il negozio, lasciandosi dietro una scia di polvere.
-“…certo che voi ateniesi siete senza scrupoli…”-
-“Allora…ti chiami Gajeel o anche questo era una bugia?”- chiese lei titubante.
-“Forse il nome è l’unica vera cosa che ho detto fin ora… dato che stiamo in argomento…come ti chiami tu?”- 
-“Levy McGarden. Piacere di conoscerti spartano Gajeel”- disse per poi stringergli la mano come se si fossero appena incontrati e mostrando un sorriso luminoso.
Lui divenne subito rosso in viso dall’imbarazzo e, senza guardarla negli occhi, le strinse la mano per farla contenta.
-“Bene! Che ne diresti di accompagnarmi alla scuola? Mi servirebbe una mano a mettere a posto della roba pesante…”- 
-“E stare con quei mocciosi dai nasi grondanti di muco? No grazie! Non sopporto i bambini, soprattutto quelli ateniesi…”- rispose seccato. 
“-….-“ Levy non rispose.
Il ragazzo si voltò finalmente a guardarla e vide due enormi occhi castani luccicosi fissarlo intensamente e implorandogli aiuto.
Sembrava un cucciolo.
-“Dann…heeee…va bene!”- rispose, ormai sconfitto da quegli occhi.


e anche il 3°cap è finito!
Scusate se in questo capitolo non è successo  poi niente di che, ma er
a necessario per presentare alcuni personaggi importanti che ritroveremo nella storia >_> 
Vi prometto che il prossimo sarà molto più carino ;D
Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che fin ora mi hanno scritto recensioni uniche e fantastiche!
Voi penserete che scrivere una recensione sia una cosa semplice da fare e superficile, ma per me è veramente importante poichè sono proprio le vostre recensioni e le belle parole che mi scrivete a darmi il coraggio di pubblicare sempre nuove FF!!!
Quindi grazie, grazie davvero!!!

Spero che questo capitolo monotono vi sia piaciuto!
Fatemi sapere presto cosa ne pensate mentre aspetterete il prossimo che uscirà il 20/7 <3
Vi aspetto! 
SPOILER: il nostro caro Gajeel verrà sfruttato come fattorino alla scuola di Levy, ma qualcosa attirerà la sua attenzione causandogli alcuni piccoli incidenti e momenti imbarazzanti >_>
Kiss

BL4E

 
Altro disegnino fatto da me :3 non fate caso ai volti >_> l ho disegnato prima di scrivere la storia quindi >:>

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Capitolo 4
*** Maledetto Busto di Marmo ***


                                                        Maledetto Busto di Marmo



Arrivarono, dopo una lunga camminata, alla scuola di Atene.
Era un piccolo tempio ben curato e pieno di bambini che correvano e giocavano tra loro.
Solo a vederli, Gajeel si sentì passare la schiena da un brivido.
Al contrario, Levy era rilassata e solare. Appena i piccoli la riconobbero, corsero tutti verso di lei e la circondarono di attenzioni.
Lui guardava quella scena impassibile, ma doveva ammettere che le volevano bene.
-”Vedo finalmente che si è vestito!”- disse una vocina a lui famigliare.
Era Clio.
Lui la guardava dall’alto al basso, tenendo le braccia incrociate e sorridendo in modo malizioso -“ Sono sicuro che un po’ ti dispiaccia vedermi vestito ora, eh?”- le rispose.
Questa divenne prima rossa e poi corse via in classe.
-“Cugino! Potresti prendere la roba che trovi lì vicino a te? Io devo iniziare la lezione!”- le urlò Levy dalla finestra.
Si voltò per vedere ciò che doveva trasportare…e rimase basito : Erano tutte pile e pile di tavole per scrivere, strumenti musicali e persino un busto di marmo.
-“Mi hanno preso per un monta carichi?! Maledetta femmina e i suoi occhi ipnotizzanti!! Ormai ho dato la mia parola…Eeeeh...meglio mettersi subito a lavoro e brontolare di meno…”- 
 
Prese la prima pila di tavole e, a passi piccoli e decisi, li portò vicino all’entrata della classe e poi ricominciava con altra roba.
Dopo un ora aveva quasi terminato.
Gli mancava solo il busto di marmo che era molto pesante in confronto al resto.
Con un grande sforzo tirò su quell’enorme testa e, barcollando, arrivò a destinazione. Quando si avvicinò alla porta sentì delle dolci melodie provenire da dentro l’aula.
Era l’ora di musica e tutti i bambini stavano imparando a suonare la lira.
Alcuni erano bravi, altri meno, ma la melodia più bella era quella che suonava la maestra, tanto incantevole da fargli dimenticare il peso che stava tenendo sulle braccia. Rimase ad ascoltare quelle note e ad ammirare i movimenti delicati delle mani della ragazza.
-“Avete capito ora come sono le pause?”- chiese lei alla fine.
-“Wow maestra! Lei è proprio brava a suonare! Sono rimasto meravigliato!”- disse un suo alunno.
-“Non sei il solo ad essere rimasto incantato dalle doti della maestra! aha!”- disse Clio per vendicarsi e ,insieme a tutti, si voltò verso il ragazzo che era rimasto immobile come una colonna.
Quest’ultimo, accortosi della pessima figura che aveva fatto, alzò le mani per giustificare quel suo comportamento, ma si dimenticò completamente del busto che un attimo prima stava tenendo a mezz’aria.
L’intero blocco gli cadde sul piede.
Dolore. Urla e imprecazioni.
Tutti i bambini cominciarono a ridere di gusto per la scenetta esilarante a cui avevano appena assistito.
L’unica che non rise fu la stessa Levy che corse in suo aiuto.
-“Ma dove hai la testa?!”- le urlò lei.
-“Sai, mi è appena CADUTA SUL PIEDE! Che dolore tremendo! Maledetto busto!”- urlava lui saltando di qua e di là con un solo piede.
-“Ti rendi conto di quello che sarebbe potuto succedere?”-
-“Si, ma fortunatamente il piede non si è rotto…”-
-“…Non intendevo questo! Avresti potuto rompere la statua! Sai quant’è costata?”- disse lei prendendolo per il braccio e portandolo lì vicino per medicarlo.
-“Che fine ha fatto la gentilezza di quando mi hai salvato la vita? AHI!”- chiuse gli occhi dal dolore.
-“Mettici un po’ di ghiaccio e non ti lamentare! Sei o non sei uno spartano?”-  
lo rimproverò.
-“Non è il piede il problema…”- rispose lui, scostando leggermente il tessuto e mostrando la ferita sul petto da cui stava perdendo del sangue.
-“ Oh Cavolo! Mi ero completamente scordata della ferita! Non avrei dovuto chiederti di alzare certi pesi! Ora te la medico subito! Levati la parte superiore della tunica”- disse lei piena di sensi di colpa.
Il ragazzo, senza battere ciglio, si spoglio dai tessuti, mostrando di nuovo il suo fisico marmoreo.
Levy arrossì.
Cavolo che mi succede ora? Eppure già lo visto mezzo nudo! Non mi dovrebbe fare così caso…il suo corpo…scolpito…sudato
-“OI! LEVY! Ci sei? Che fai lì impalata! Io starei perdendo sangue!”- le urlò di scatto lui, risvegliandola da quel momento di trans.
-“S-si! ecco……….. fatto! “
Dopo averlo medicato, Gajeel, zoppicando leggermente, tornò a prendere il busto che gli era caduto, mentre Levy tornò in classe.
 
I giorni passarono. 
Ogni mattina Levy andava a scuola ad insegnare le varie materie, mentre Gajeel l’aiutava a portare gli oggetti pesanti, a fare la spesa e qualche volta cucinava lui.
Un giorno le fece assaggiare i piatti di loro spartani, ma come risultato ebbe solo una piccola ateniese chiusa in bagno per ore a rigettare anche l’anima.
Stavano entrambi bene e si erano abituati alla presenza dell’altro.
Non passava giorno , però, che Gajeel non pensasse ai suoi compagni, al suo Re e alla sua amica Iris che sicuramente avrà pianto notti intere per la sua scomparsa.
Si era deciso che appena la sua ferita si fosse rimarginata del tutto sarebbe tornato a Sparta.
 
Un giorno, dopo aver accompagnato la ragazza a scuola, si sedette sotto a degli alberi lì vicino per riposare. Quando si svegliò dopo qualche minuto, si trovò circondato da bambini sorridenti che lo fissavano e ridevano divertiti.
Gli stavano colorando la faccia mentre lui dormiva!
-“Hey!Hey! Che diavolo… non sono una lavagna!”- stava per fare loro la predica, quando vide che tra loro c’era anche Levy come complice del misfatto.
Lei, come tutti, rideva compiaciuta dalla scena.
Alla fine anche lui decise di stare al gioco: cominciò a fare la voce grossa fingendo di essere un orco e rincorreva i bambini per ‘mangiarli’.
Il giardino si riempì in poco tempo di bambini e bambine urlanti che scappavano da una parte a l’altra per non farsi prendere dall’orco cattivo, ridendo e gridando per la paura.
Quando Gajeel si avvicinava ad uno di loro, lo prendeva di corsa, afferrandolo e portandoselo sulle spalle per un po’, per poi liberarlo di nuovo.
Non sapeva perché lo stesse facendo.
Lui era uno spartano, un guerriero che non ride, non si diverte e meno ancora…non gioca con i bambini.
Ma ogni volta che incontrava il sorriso di Levy e sentiva le sue risate non riusciva più a smettere di giocare.
Alla fine riuscì anche a prendere la ragazza, tirandola su per la vita.
-“MHUAUA! Ho preso la vostra maestra e adesso me la mangio tutta tutta!”- fingeva lui.
-“OOOh! Noooo! Mi vuole divorare! Bambini aiutatemi vi prego! Ahahah!”- entrò anche lei nella parte.
Le bambine si misero tutte vicine, con espressioni preoccupate, mentre i bimbi si rimboccarono le maniche e andarono intorno all’orco’ e gli si aggrapparono sopra per farlo cadere.
Quando riuscirono a fargli perdere l’equilibrio gli saltarono tutti addosso urlando-“ Lascia stare la nostra Maestra brutto mostro!”-.
Gajeel rideva divertito insieme a Levy che non si aspettava tanta determinazione per salvarla.
-“Va bene! Va bene…mi arrendo! Avete vinto!”- disse in fine con il fiatone.
Tutti i piccoli ateniesi urlarono felici e andarono a giocare altrove.
 
-“Certo che sono pieni di energie e non si arrendono!”-
-“Gli ho insegnato bene, vero? Ahaah! Non saranno forti come gli spartani, ma il coraggio non gli manca…”-
Gajeel si alzò per primo da terra, scrollandosi la polvere dai vestiti, per poi porgere una mano alla ragazza ed aiutarla ad alzarsi.
Lei afferrò la mano, ma entrambi non si erano resi conto che dietro di loro c’era ancora una bambina : era Clio.
Prese la rincorsa e con un calcio spinse Gajeel in avanti urlando -“ Lascia stare la maestra , orcooo!” poi, dalla paura corse via.
-“Cavolo!”- disse prima di cadere giù.
Per evitare di cadere contro la ragazza, riuscì a spostarsi di lato, non accorgendosi, però, della discesa lì vicino.
 
Risultato: entrambi rotolarono giù fino a fermarsi in pianura.
 
-“Aaah! Maledetta Clio! Stai bene te?”- chiese lo spartano con tutte foglie sulla faccia . Subito sentì una sensazione di calore e morbidezza.
Si pulì il viso e si ritrovò sopra di lui Levy.
Questa anche si stava pulendo il viso dall’erba, non accorgendosi che la manica della sua toga si era abbassata, lasciando vedere cosa c’era sotto il tessuto.
Il ragazzo divenne rosso dall’imbarazzo, obbligando i suoi occhi a distogliere lo sguardo...ma non riuscendoci affatto.
-“”Wow..che volo che abbiamo fatto… ti sei fatto male?”- chiese lei, trovandosi davanti un Gajeel completamente bordò in viso che la stava fissando. Anche lei seguì il suo sguardo e si accorse subito cosa stesse fissando.
-“HEY! Non guardare! Pervertito!”- gli urlò lei, coprendosi la scollatura, e mollandogli uno schiaffo sul viso.
-“Eh! No no! Non volevo assolutamente…eh…ecco…”- cercava di giustificarsi, ma dalla mente ancora non era riuscito a levarsi quell’immagine.
Lei lo fissava ancora seduta sopra di lui aspettando delle scuse.
-“Po-potresti scendere da sopra di me? “- chiese lui distogliendo lo sguardo e diventando ancora più rosso. Anche quando Levy si accorse della situazione si alzò di scatto -“ oh! Scusami! Io ora..è meglio che vada…”- disse lei, correndo su per la collinetta.
Lui rimase lì sdraiato ancora per un po’: doveva far passare quell’immagine e la sensazione che aveva lì nel basso ventre.

Tornò a casa dopo essere stato fuori per tutta la sera: aveva bisogno di riflettere su quello che era successo in quei ultimi giorni.
-“Sono tornato…”- disse con voce flebile.
-“Come mai sei tornato così tardi? Ti avevo messo la cena da parte, ma ormai si sarà raffreddata del tutto…”-chiese lei perplessa.
Lui non la degnò neanche di uno sguardo, ma uscì di nuovo fuori in giardino senza dare un minimo di spiegazione.
Che mi sta succedendo?! Sento una strana sensazione in tutto il corpo! Forse sono ancora sconvolto da quello che ho visto oggi… “
-”Gajeel? Stai bene?”- sentì vicino a lui.
Si voltò a scatti verso la ragazza che gli stava vicinissimo e lo fissava con i suoi grandi occhi, aspettando una risposta.
Lo spartano lanciò un urlo per lo spavento.
-"Ma che diavolo ti salta in mente!?”- chiese mentre si riprendeva dallo shock.
-“Scusa tanto se mi stavo preoccupando per te! Certo che voi spartani siete davvero insensibili! Comunque se non hai niente tanto meglio! Non avevo voglia di ascoltarti! Uffa!”- disse furiosa e offesa, sbattendosi dietro la porta del giardino e rientrando in casa.
-“ Tsk! adesso fa pure l’offesa! Io non ho fatto niente santo cielo, ma lei si arrabbia per tutto!”-.
Rimase fuori un altra ora, fissando il cielo stellato e chiedendosi continuamente cosa fossero quelle sensazioni che stava provando.
 
Quando la temperatura si abbassò ulteriormente, decise di rientrare.
Passando per la sala, vide qualcosa sul tavolo : c’era una ciotola di brodo nero ancora tiepida e un biglietto accanto “ scusa. Levy.”.
-“Eeeh…che pazienza le donne ateniesi…”- disse prima di riempirsi la bocca.


e anche il 4°cap termina qui ^^
ehee qui gatta ci cova >_>
Comunque dopo questo capitolo succederanno molti colpi di scena u.u 
quindi mi scuso ancora con voi se anche questo capitolo è stato leggero e smielato <3 i prossimi saranno un insieme di azione, dramma e romanticismo...praticamente i miei generi preferiti *^*
Ringrazio davvero di cuore tutti voi che mi scrivete le bellissime recensioni che amo tanto :D
E spero che continuerete a scrivermele, perchè sono ormai diventate troppo importanti *___*

Vi aspetto con ansia per il prossimo cap del 22/7 !!!! Mi raccomando non mancate!
BL4E


SPOILER: Inizieranno i problemi per Gajeel e Levy. 


-“Non è possibile che io…”- non finì la frase che qualcuno lo urtò.
Si voltò subito e davanti si ritrovò la piccola Clio in lacrime.
-“Eh? Clio! Che succede? Perché non sei scuola e soprattutto perché piangi?”-
-“Gajeeel!!!Ti stavo cercando! Levy! Levy è…”- ma non c’era bisogno di continuare a parlare, dato che il ragazzo aveva preso Clio in braccio e stava già correndo verso la scuola a tutta velocità.

 


 

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Capitolo 5
*** La Vendetta delle sorelle Gorgone ***


                                                                 La Vendetta delle sorelle Gorgone




I giorni seguenti i due giovani continuavano a vivere insieme ed a passare le giornate in città.
Gajeel però era diventato freddo e tenebroso ultimamente. Dopo aver finito il lavoro a scuola, saliva sopra ad un albero lì vicino e fissava il vuoto, oppure chiudeva gli occhi. Levy si accorse che una preoccupazione continua ad occupare i suoi pensieri, ma non sapeva cosa fare.
Appena finirono le lezioni, si avvicinò all’albero.
-“Gajeel…”- disse, aspettando che l’altro aprisse gli occhi e si voltasse verso di lei-“ … ci conosciamo da molto poco, è vero, e so già che penserai ‘questi non sono affari che ti riguardano’ “- imitando la voce del ragazzo-“ ma volevo solo…farti sapere che…beh… io sono qui per qualsiasi cosa…quindi…beh…”-
-“il problema è che nemmeno io capisco cosa mi stia succedendo…quindi se non lo so io, come posso parlarne con te?”-
-“Sai…molto spesso se si espongono i propri pensieri ad un altra persona, automaticamente ci si può rendere conto da soli del problema…”- rispose lei, mentre l’altro con un salto agile, scese dall’albero.
-“Quando avrò bisogno di una psicologa allora ti cercherò…”- concluse lui allontanandosi per le strade della città.
 
Camminava per le vie, schivando la moltissima gente che gli passava accanto. Spesso si fermava a fissare le bancarelle colorate, i mercanti urlatori, gente che comprava, altra che parlava… sembravano tutti così felici. Si sentiva come se, in un mondo pieno di colori, lui fosse l’unico di colore nero, triste, preoccupato e per niente gioioso.
Era di cattivo umore, questo lo sapeva, e il suo unico desiderio era starsene da solo.
 
-“ Heyyyyy!!!! Gajeeeeeeeeeel!!”-
“Hey!! Fustooone!”-
Erano le amiche di Levy: Eleni, Zoe,Xeri.
 
Ci mancava solo questo adesso.
 
-“Ciao tesoro!”- urlava Eleni in mezzo a tutti, saltando al collo del giovane, che all’ultimo si scansò per evitare quell’abbraccio da sanguisuga.
-“Scusate ragazze, ma non mi sento in vena di chicchere…”-
-“Scommetto che Levy ti ha fatto arrabbiare! Quella non capisce niente! Come si permette di fare arrabbiare il nostro Gajeel!”- 
-“Giààà! è proprio strana tua cugina, devi ammetterlo! Sempre lì a leggere i suoi papiri, chiusa in casa o a scuola con i bambini e mai avuto un fidanzato in vita sua! Un caso disperato”- sparlava Xeri, mentre Zoe annuiva.
-“Senti perché non vieni a farti un giro con noi? Ti tiriamo noi ‘su di morale’! Se continuerai a stare con quella sfigata del Topo da biblioteca finirai anche tu come lei! ahahahah!”- parlava Eleni con una voce sensuale e strusciandosi continuamente contro il ragazzo.
-“Ahahah! Levy è stupida…come uno spartano! Ahahahahaha!”- disse in fine Zoe, facendo ridere tutte fino alle lacrime.
L’unico che non rideva era Gajeel, anzi, sembrava tutto il contrario di felice.
-“E Levy che vi considera sue amiche…voi siete solo delle serpi velenose! Siete cattive come le sorelle gorgone! Bambole senza cervello utili solo per il divertimento! Levy vale mille volte di più di tutte e tre messe insieme! Meglio un topo di biblioteca che oche da strada!”- disse lui schietto e senza peli sulla lingua, lasciando le ragazze disarmate.
Voltò loro le spalle scrollandosele da dosso, e continuò a camminare.
 
Non aveva una meta specifica.
Senza accorgersene si ritrovò davanti ad un edificio completamente distrutto. Si era ridotto così dopo l’attacco dei suoi compagni spartani.
La gente lì davanti dovevano essere quelli che ci vivevano dentro : non aveva avuto bisogno di avvicinarsi perché anche da quella distanza sentiva una donna piangere e un uomo che imprecava contro Sparta.
Si sentì una forte fitta allo stomaco.
Cosa abbiamo fatto? queste persone…questa città…
Scosse di scatto la testa, come per svegliarsi da quei pensieri : Ma cosa sto pensando? Sono ateniesi, i nostri acerrimi nemici! Se lo meritano!…Questo posto mi sta trasformando in una femminuccia come loro…devo andarmene il prima possibile..
Quando però pensava ad un piano per  tornare a casa, un immagine gli offuscava sempre la mente: Il viso di Levy in lacrime.
-“Non è possibile che io…”- non finì la frase che qualcuno lo urtò.
Si voltò subito e davanti si ritrovò la piccola Clio in lacrime.
-“Eh? Clio! Che succede? Perché non sei scuola e soprattutto perché piangi?”-
-“Gajeeel! Ti stavo cercando! Levy! Levy è…”- ma non c’era bisogno di continuare a parlare, dato che il ragazzo aveva preso Clio in braccio e stava già correndo verso la scuola a tutta velocità.
 
Arrivati,  entrambi andarono nel giardino posteriore : lì c’era Levy circondata da un gruppo di ragazzi e poco lontano da loro quelle tre arpie di Zoe, Xeri e Eleni.
 
-“Bastarde”- disse stringendo i denti dalla rabbia. Posò Clio a terra e subito scese la collina per andare a soccorrere la ragazza.
-“Maledetti! Levatevi di mezzo! Non la toccate”- urlava furioso mentre correva contro quei ragazzi che avevano dei ghigni sinistri sul viso.
In mezzo a loro Levy se ne stava a terra, rannicchiata e sporca di terra.
-“Levy! Che cosa è successo?!”- disse abbassandosi a terra e scuotendole il braccio.
La ragazza si alzò lentamente da terra, mostrando il viso: era completamente sporco di terra, con il naso sanguinante, un livido sulla fronte e gli occhi rossi dalle lacrime versate.
Nel vederla ridotta in quello stato, si sentì salire dentro una furia omicida tanto forte che stava davvero pensando di ucciderli tutti nel peggiore dei modi.
-“Gajeel…” disse lei con voce flebile, sicuramente consumata dalle urla emesse -“ … lascia stare…andiamo via….”-
-“Perché ti hanno fatto questo?”-
Entrarono in scena le tre arpie, che si erano avvicinate poco dopo l’arrivo del giovane.
-“Ahah! Perché dici? Non ti ricordi le belle parole che ci hai detto qualche ora fa?”- rispose Zoe.
-“Abbiamo pensato così di fartela pagare… All’inizio stavamo pensando di prendere te…ma poi ci siamo domandate: a cosa tiene di più Gajeel? E la risposta saltò subito ovvia, ovvero la sua cara cuginetta Topo di biblioteca!”- ripresero a ridere tutti.
Ad un tratto tre ragazzi afferrarono da dietro lo spartano, facendolo allontanare da Levy.
-“Hey! Lasciatemi!”- era da molto tempo che non si allenava a dovere, per questo non riusciva a liberarsi dalla stretta di quei tre uomini come avrebbe voluto.
Gli altri si strinsero di nuovo intorno alla ragazza a terra che chiedeva aiuto con le sue ultime energie. Afferrarono pure lei per le braccia e la fecero ricadere a terra, mentre altri le strappavano il vestito, mettendo in bella vista le gambe lisce e pallide e facendola urlare di più.
-“LAsciatemi! Non mi toccate!”- si agitava lei, scalciando e cercando di liberarsi.
Gajeel stava lottando con tutte le forze, ma lo immobilizzarono sempre di più, facendolo cadere a terra e rempiendolo di calci allo stomaco e alla testa. Sentiva le costole rompersi e la ferita al petto riaprirsi insieme a molte altre. 
-“Levy!Levy! Lasciatela…stare!”- urlava tra un calcio e l’atro. 
 
In quel momento un urlo attirò l’attenzione di tutti: una bambina stava correndo a tutta velocità giù per la collina verso i nemici, agitando in aria i pugni e con le lacrime che le rigavano il viso spaventato.
La piccola Clio si era fatta coraggio e cominciò a colpire uno dei ragazzi con una raffica di pugni sulla gamba.
Naturalmente era tutto inutile, perché la bimba era debole e i suoi colpi non avevano alcun effetto, se non fare il solletico.
-“Lasciate stare La mia maestra e Gajeeel!! Andate via cattivoni! Via!”- urlava lei cercando di migliorare la situazione.
-“Clio! Cosa fai qui!? Vattene via! Ti faranno del male se rimani!”- le urlò Gajeel , sofferente a terra.
Un giovane ragazzo la prese per i capelli, alzandola da terra e facendola urlare dal dolore.
-“Divertiamoci anche con lei!”- disse cominciandola a malmenarla.
Il povero Gajeel era rimasto scioccato da quella scena: Non solo stavano facendo violenza su una donna, ma per giunta su una bambina indifesa.
Nessuno spartano a Sparta si sarebbe mai permesso di fare un azione tanto orribile.
Era contro il loro codice morale, il loro orgoglio da guerrieri. E anche perchè, se qualche spartano ci avesse provato, sarebbe stata la donna, alla fine, a mandarlo all'ospedale.
Fissava la scena, impotente e incredulo, dato che aveva sempre immaginato gli ateniesi come persone noiose che girano con papiri sotto il braccio e si preoccupano solo di leggere e studiare ; mentre ora aveva davanti persone violente e vigliacche : Era davvero questa l'altra faccia di Atene?


Quella furia che gli stava crescendo dentro trovò sfogo con quella visione orribile a cui stava partecipando.
-“ E poi dite che gli spartani sono violenti…”- disse a bassa voce.
-“Che dici fallito?”- chiese il ragazzo che lo teneva immobilizzato, avvicinando il viso per sentire meglio.
 
Grande sbaglio.
 
Gajeel con una testata lo colpì forte sul viso, facendolo cadere a terra con il naso rotto e sanguinante. 
Appena poté liberare le mani iniziò a riempire di pugni tutti quelli che gli impedivano di avvicinarsi alle due ragazze.
Era forte e veloce: colpiva tutti con la massima precisione e potenza così da mettere K.O i nemici con un colpo ben destato. 
Riuscì a liberare Clio dalle grinfie di quei maledetti. 
La povera bambina era svenuta per la paura e aveva il viso completamente bagnato dalle lacrime.
-“Sei stata molto coraggiosa Clio…ma adesso a questi rifiuti ci penserò io…”- disse con tono minaccioso, fissando i suoi avversari uno ad uno con occhi iniettati di rabbia.


Ta-Ta-Da!
il 5°capitolo è andato ^^
Questa FF sta andando avanti a grande velocità devo ammettere. O forse è solo una mia impressione, dato che ci sto mettendo decisamente molto meno a pubblicarla in confronto al tempo che ho impiegato per scriverla >_>
Come vi avevo anticipato, ecco qua un po' di azione insieme a un po di sano dramma *^* ci voleva una piccola pausa da tutto quel romanticismo u_u! mi dispiace darvi un abrutta notizia...nel prossimo capitolo ci sarà di nuovo un po di LOVE >_> ( scusate), ma sarà un capitolo decisivo, perchè ...perchè...eheheheh >_> 
Vi assicuro che sarà l'ultimo, perchè poi la storia prenderà un altra piega : quella Azione---> Dramma ( grande DRAMMA) e poi Amore <3
Quindi godetevi questi momenti U^U

Colgo l'occasione per ringraziare di nuovo tutti coloro che hanno lasciato finore recensioni bellissime e, per quelli che recensiranno anche questo capitolo, manderò tanti baci e dolci abbracci ( anche qualche cioccolatino <3) Ahahaah! Sentitevi liberi di scrivermi tutto!
Al prossimo capitolooooooo!!! 24/7
Kiss
SPOLIER
Nel prox capitolo ci sarà un po' di romanticismo a luci rosse XD ahah tranquilli questa FF è reating Giallo, quindi niente di che u.u


-“Guarda che ho visto prima che mi fissavi il seno! Ed anche tu sei rosso in viso quindi non fare il gradasso!”- gli rispose lei a tono e ancora più in imbarazzo. Si accorse che il ragazzo si stava parando con il cuscino per difendersi.
-“Che stai facendo?”- chiese lei.
-“ Ma come? Non mi picchi? Hai visto che ti fissavo le tette, perché non me la fai pagare?”_-domandò lui da dietro il cuscino.
La ragazza si voltò sempre più in imbarazzo, poi con un filo di voce rispose -“forse…perché mi va bene così…”-
Gajeel rimase di stucco.
 

 
 

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Capitolo 6
*** I sentimenti di uno spartano ***


                                                                          I Sentimenti di uno spartano



Gajeel portò la piccola Clio vicino a Levy.
Lei lo afferrò per il polso-" Gajeel lascia stare! Non voglio che ti metta nei guai solo per certe persone..io sto bene...andiamocene via..." disse lei cercando di convincerlo a non commettere un massacro.
Ma lui non la guardò neanche negli occhi. Si liberò dalla sua presa delicata e le si mise davanti per difenderle.
Solo con lo sgaurdo contò velocemente i nemici che aveva di fronte,  fissandoli uno per uno con occhi infuocati.
Era pieno di ferite sanguinanti e costole rotte, ma la rabbia e l'ira che stava provando in quel momento non gli facevano sentire alcun dolore.
Levy aveva ragione, è vero, ma quella banda di violenti aveva fatto violenza su una donna e una bambina, per giunta sue grandi amiche, e inoltre...lo avevano ferito nell'orgoglio: non poteva non fargliela pagare.

Alcuni ateniesi provarono a circondarlo e lo attaccarono tutti insieme, sperando di avere una chance nel vederlomal ridotto, ma Gajeel, veloce e con il minimo sforzo  ruppe loro braccia, ad altri spalle, costole e caviglie , facendoli urlare dal dolore.
-“Invece di prendervela con donne e bambine indifese, perché non invitate me la prossima volta che vi viene voglia di sfogare la vostra codardia e ira? Come potete vedere, ora ci stiamo divertendo un mondo!”- disse, prima di assestare un calcio dritto allo stomaco di uno di loro e farlo volare poco lontano.
Le urla dei loro compagni intimorirono i pochi teppisti rimasti in piedi, facendoli indietreggiare.
-“Se volete combattere ancora, fatevi pure avanti…ma non vi posso assicurare che ve ne uscirete solo con un braccio rotto…forse neanche ve ne uscirete vivi…”- parlava con voce dura e impostata, mentre teneva uno degli ateniesi urlante per il braccio rotto, sollevandolo da terra.
Quelle parole e il suo sguardo ebbero l’effetto desiderato : i pochi ateniesi rimasti integri scapparono a gambe levate insieme alle tre arpie che avevano organizzato tutto.
 
Era finita.
Si guardò intorno, assicurandosi che non ce ne fossero altri in giro, poi, quando la situazione si era calmata, cadde a terra sfinito e dolorante per i colpi subiti.
-“Gajeel! Gajeel svegliati!”- gli urlava la ragazza, scrollandolo.
Lui sentiva la sua voce, ma era così stremato che non riusciva a risponderle. Se ne stava in silenzio, con il volto nella terra, le braccia doloranti e ferite, come il resto del corpo.
-“Clio aiutami a portarlo a scuola!”- urlò alla bambina. Entrambe risalirono la collinetta, portando a fatica il corpo del ragazzo.
Arrivati,Levy corse a prendere i medicamenti, mentre Clio faceva da guardia.
-“Gajeel…non so se puoi sentirmi…comunque…grazie per averci salvato…senza di te non sarei mai riuscita a salvare la maestra…”- disse con le lacrime agli occhi e stringendo la mano del giovane.
 
Levy lo medicò aiutata dalla sua allieva, poi tornarono tutti a casa.
Arrivati, Gajeel si diresse subito sul letto per riposarsi il corpo mentre Levy si sedette lì vicino a lui per preparagli l'unguento.
-“Posso farti una domanda?”-chiese lo spartano -“ perché mi avevi presentato quelle tre ragazze come tue amiche all’inizio? Sapevi che in realtà ti odiavano e disprezzavano!”-
Levy rimase per qualche secondo in silenzio e immobile, fissando le medicine che stava aprendo.
-“Quando sei solo come me da tanto tempo…alla fine ti autoconvinci che le persone che in realtà ti detestano… siano tuoi amici…è un modo per non sprofondare nell’oscurità …”-
-“Perdonami..è stata colpa mia se quelle maledette si  sono comportate in quel modo con te…le ho offese pesantemente…non pensando alle conseguenze…”- diceva Gajeel, mentre si levava i vestiti per vedere la gravità della ferita.
-“Non è colpa tua…alla fine mi sei venuto ad aiutare e l’importante ora è che stiamo tutti bene…”- disse per poi vedere la ferita sanguinante del ragazzo-“…più o meno”.
La ragazza bagnò un po’ di stoffa con un unguento e cominciò a tamponare sulla ferita, mentre Gajeel scattava per il dolore.
-“Gajeel stai fermo! Se continui così mi farai cadere l’ acqua…”- e proprio in  quel momento il ragazzo si mosse facendo perdere l’ equilibrio alla ragazza.
 
Conclusione: l’acqua cadde ovunque bagnando il letto e naturalmente entrambi i ragazzi.
 
_”Aaaah! Levy sta un po’ attenta! Mi sei caduta proprio sulla ferita!”- disse lui borbottando. 
-“Ma se è tutta colpa tua che non ti stai mai fermo!”- .
Entrambi si alzarono e notarono dei dettagli alquanto strani.
“ Oh Cavolo! La toga di Levy si è bagnata e le si vede sotto…il seno…roseo e perfetto
Diamine! Il corpo di Gajeel è ancora più sexy quando è tutto…bagnato…”-
si guardarono infine negli occhi, ed entrambi avevano il viso completamente rosso dall’imbarazzo.
-“Eh ! T-ti vado a prendere un asciugamano!”- disse in preda al panico Levy alzandosi di scatto, ma qualcosa la trattenne.
Era Gajeel, che la teneva stretta dal polso, per poi riportarla indietro con un leggero strattone. Senza accorgersene, le sue piccole mani andarono di nuovo a toccare gli addominali bagnati del ragazzo, facendola sobbalzare appena si accorse del gesto.
-“Ahahaah! Dovresti vederti! Sei completamente bordò ovunque! Ahah! Che scema!”- rideva lui di gusto.
-“Guarda che ho visto prima che mi fissavi il seno! Ed anche tu sei rosso in viso quindi non fare il gradasso!”- gli rispose lei a tono e ancora più in imbarazzo. Si accorse che il ragazzo si stava parando con il cuscino per difendersi.
-“Che stai facendo?”- chiese lei.
-“ Ma come? Non mi picchi? Hai visto che ti fissavo le tette, perché non me la fai pagare?”_ domandò lui da dietro il cuscino.
La ragazza si voltò sempre più in imbarazzo, poi con un filo di voce rispose -“forse…perché mi va bene così…”-
Gajeel rimase di stucco.
L’afferrò per le spalle, facendola cadere sul letto e facendola gridare per lo spavento -“ Ma che fai?”- disse lei, ma poi quando il ragazzo le si mise sopra, rimase a fissarlo senza dire una parola.
-“ Levy…non so te..ma quando stiamo insieme, quando parliamo, ridiamo o anche solo quando ti vedo… sento un forte tuffo al cuore e provo una felicità immensa…in quei momenti, se cadesse il mondo, io mi sposterei dall’altra parte perché vorrei continuare a sentire la tua voce e le tue melodie…è la prima volta che provo certi... sentimenti… e non so cosa fare…”-
Levy lo fissava sorpresa da quella confessione. 
Alla fine incrociò le braccia intorno al suo collo e lo baciò sulle labbra.
-“Temevo di essere l’unica a provare tutto ciò…”- disse sorridendo.
Gajeel riprese a baciarla, ma in modo più passionale, mentre la ragazza continuava a tenersi stretta su di lui.
Le loro lingue si attorcigliavano come se danzassero insieme.
Levy riprese a toccare il corpo scolpito del ragazzo, mentre quest’ultimo le accarezzava i fianchi e la schiena.
Avevano il fato corto e la temperatura dei loro corpi si stava innalzando sempre più.
 
Quella notte dimostrarono i loro sentimenti l’uno per l’altro, senza imbarazzo o dubbi, ma guidati solo dalla passione che provavano nel cuore.
 
 
La stessa notte, dopo i loro momenti di passione, Levy si addormentò vicina a lui, mentre lo spartano fissava il suo viso leggermente arrossato sulle guance e i suoi capelli azzurri scapigliati. 
Avrebbe continuato a guardarla dormire per intere ore per quanto fosse bella.
Cercando di fare più piano possibile, si alzò dal letto e uscì in giardino per ammirare le stelle.
Si sentiva traboccare di felicità perché finalmente era riuscito a confessare il suo amore a Levy, eliminando così tutti i dubbi che aveva a riguardo.
Rimaneva ancora una un problema in sospeso: Ritornare a Sparta.


Finisce qui il 6° capitolo!!!
Wow! Cominciamo ad entrare sempre di più nella trama :3
Finalmente si sono dichiarati! ( e hanno già consumato >_> tempo record! neanche un appuntamento...un uscita...)
Gajeel-"Noi spartani odiamo perdere tempo..."-
se lo dici tu...Comunque, spero che questo capitolo ( corto ç__ç scusateeee! è che non ci sto capendo più niente con la divisone dei capitoli) vi sia piaciuto e vi abbia emozionato :D
Ringrazio davvero tantissimo tutti coloro che mi scrivono recensioni stupende! Sono davvero felice che ad alcuni di voi questa FF abbia preso e appassionato così tanto <3 <3 <3 grazie di cuore!!!!

pubblicherò il prox cap il 26/7.
Poi però, mi dispiace darvi questa notizia, partirò per una settimana e quindi non potrò pubblicare i capitoli seguenti ç__ç scusate! Non ci avevo pensato!!!
Poi ne parleremo meglio sabato >_>

Spero di trovare altri vostri commenti!!!!
Kiss
BragoLove4Ever


SPOILER:

Sperava con tutto il cuore di averla convinta, di averle fatto capire le sue buone intenzioni.
Levy, però, alla fine afferrò le mani di lui e se le staccò dal viso.
-“Sei proprio bravo a raccontare bugie…complimenti all’attore!”- Disse, guardandolo con occhi pieni di rancore e battendo le mani come applaudendo la recitazione di Gajeel -“ ti semplifico lo sforzo: vattene dove vuoi! Non dovevo fidarmi di uno spartano come te! Torna a Sparta e racconta a tutti i tuoi amici come hai fregato una povera maestra ateniese! Vattene!”- gli urlava lei, con le lacrime agli occhi, rientrando poi a casa e sbattendo la porta con furia.

 

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Capitolo 7
*** Torna da me ***


                                                                                                 Torna da Me




Quel pensiero lo tormentava continuamente e lo faceva soffrire tantissimo, soprattutto ora che avrebbe preferito vivere con lei.
 
-“Dannazione! Perché…perché appena trovo qualcuno finalmente da amare devo abbandonare questo sogno e tornare alla realtà? … non è giusto!”- urlò alla luna tutta la sua rabbia per l’ingiustizia che la sua vita stava attuando.
Quelle urla sfortunatamente svegliarono Levy-“ Che succede? Perché sei in piedi a quest ora?”- chiese lei con gli occhi assonnati.
-“Devi sapere una cosa Levy… è ora che io torni a Sparta…”- disse lui dandole le spalle senza voltarsi.
La ragazza rimase scioccata da quelle parole -“Come? Ma…non mi hai appena detto che mi ami? Perché…perché dovresti andartene? Non capisco…ho fatto qualcosa di sbagliato?”-
-“No…te non centri niente…era una cosa che mi ero ripromesso di fare…appena la ferita fosse migliorata, sarei dovuto tornare a Sparta…”-
-“Ah! Dì tutta la verità! Appena ti saresti scopato un ateniese come me allora saresti tornato a casa no? E io che mi ero fidata di te! Che stupida!”-
Gajeel era rimasto senza parole: quella era la conclusione che avrebbe benissimo evitato.
Le andò in contro e le prese il viso tra le mani-“ Cosa stai dicendo? Non penserei mai una cosa tanto ripugnante! Quando mi sono ripromesso questa cosa non mi era venuto minimamente in mente che tu potessi ricambiare i miei sentimenti! Inoltre devo tornare a Sparta anche per difenderti!”- le disse fissandola nei suoi grandi occhi castani.
-“Difendermi? Da cosa? Come potresti difendermi se siamo lontani chilometri di distanza!? Non saresti più utile qui con me?”-
-“So con certezza che ci sarà un nuovo attacco da parte degli spartani qui ad Atene! E io sono l’unico che può far loro cambiare idea! se rimango qui poi, quando loro attaccheranno, potrò fare gran poco!”- 
Sperava con tutto il cuore di averla convinta, di averle fatto capire le sue buone intenzioni.
Levy, però, alla fine afferrò le mani di lui e se le staccò dal viso.
-“Sei proprio bravo a raccontare bugie…complimenti all’attore!”- Disse, guardandolo con occhi pieni di rancore e battendo le mani come applaudendo la recitazione di Gajeel -“ ti semplifico lo sforzo: vattene dove vuoi! Non dovevo fidarmi di uno spartano come te! Torna a Sparta e racconta a tutti i tuoi amici come hai fregato una povera maestra ateniese! Vattene!”- gli urlava lei, con le lacrime agli occhi, rientrando poi a casa e sbattendo la porta con furia.
 
Gajeel non poteva credere a niente di quello che era appena successo : poteva il fato essere così ingiusto con lui sono in una notte?
Ormai, con il cuore a pezzi, decise di preparare la roba.
Sarebbe partito all’alba.
 
Il mattino giunse in poco tempo.
Almeno per Gajeel che rimase sveglio per tutta la notte per i rimorsi che provava.
Quando comparve l’alba, uscì di casa, ma prima passò davanti la camera da letto di Levy e la vide dormire profondamente sotto le coperte. Decise di non svegliarla, ma le lasciò sul tavolo un ricordo : un bracciale con pietre bianche di mare che le aveva confezionato in quei giorni in cui se ne stava ore e ore sopra l’albero a riflettere.
Chiuse delicatamente la porta e diede un ultimo sguardo alla casa.
Camminava per le strade di Atene che al mattino presto erano completamente vuote e silenziose, in confronto al trambusto del mercato che si sarebbe venuto a formare qualche ora più tardi.
Arrivò fuori città.
Qui controllò l’equipaggiamento, tra cui un po' cibo e acqua per superare il viaggio, e l’armatura che aveva sul corpo, assicurandosi che non mancasse niente.
Stava per fare il primo passo e mettersi in viaggio, quando una voce lo bloccò.
-“Gajeel…”-
Si voltò lentamente, incredulo nel vederla davvero lì in quell’istante.
-“L-Levy? Che ci fai qui?”-
Lei non rispose, ma si limitò a correre con le lacrime agli occhi verso il ragazzo, che rimase immobile per la sorpresa.
 
-“Gajeel! Perdonami! Scusa per le parole che ti ho detto ieri! Ero così felice che finalmente avessi trovato una persona fantastica come te, ma la mia felicità era sempre ostacolata dalla mia insicurezza nei miei confronti che aspettavasempre il tranello dietro una favola…e ieri…quando mi hai detto quelle cose…la mia mente è saltata subito alle conclusioni sbagliate… Perdonami!”- lo abbracciava lei, bagnando l’armatura con le lacrime.
-“ eeh…sei proprio una bambina ateniese… pensate troppo e piangete in continuazione!”- disse lui per tirarle su il morale, per poi prenderla dalle spalle e darle un bacio passionale sulle labbra umide.
-“ promettimi che non ti succederà niente e che starai attento…ma soprattutto...Promettimi che tornerai da me…”- gli disse Levy con gli occhi lucidi.
-“Tornerò e staremo insieme dove vorremmo… per sempre”-
Gajeel si sentiva più sollevato ora: poteva partire senza sentirsi dentro il peso di un addio triste.
 
Alla fine partì per Sparta.
Prima di allontanarsi troppo, si girò un ultima volta e vide la ragazza salutarlo da lontano agitando il braccio. 
All’ultimo si accorse che al polso portava il suo bracciale e questo lo rese ancora più felice.
 
Doveva sbrigarsi ad arrivare, perché era una corsa contro il tempo.
Non si fermò mai per bere o mangiare mentre attraversava quella landa deserta che separava le due città: era troppo preoccupatoa pensare quando sarebbe stato il prossimo attacco spartano e soprattutto... come convincerli a non attuarlo.
 
Riuscì ad arrivare a destinazione in meno di un giorno, ma il suo corpo era stanco e affaticato.
Con le ultime forze arrivò proprio ai piedi della città e quando rivide i suoi compagni venirgli in contro, cadde a terra stremato.

-“Ma questo…è Gajeel! Gente è Gajeel! è tornato! è vivo!”- gridò un soldato che arrivò per primo a soccorrerlo. Iris, soppressa dalla notizia, corse sul posto per verificare lei stessa. Appena riconobbe il viso sciupato dell’amico le lacrime cominciarono a rigarle il viso: piangeva dalla gioia nel rivederlo sano e salvo.
Lo portarono subito al tempio dove gli diedero da bere per fargli recuperare le forze perdute. Poco dopo riuscì ad aprire gli occhi e si ritrovò davanti praticamente tutta Sparta ad attendere il suo risveglio con ansia.
-“Dove…sono?”-
-“Sei a casa, Gajeel…stupido testone! Ci hai fatto preoccupare tantissimo!”- gli rispose l’amica, abbracciandolo dolcemente.
-“Cosa ti è successo durante l’attacco? Perché non sei tornato al punto d’incontro?”- gli chiesero i compagni.
-“Ma soprattutto come fai ad essere ancora vivo? La notte prima della tua partenza ho visto chiaramente che una lancia ti avrebbe trafitto il petto e che saresti morto lì…abbandonato in una pozza di sangue…”- domandò di nuovo lei, lasciando tutti sorpresi.
-“è una storia lunga…possiamo dire che ci hai quasi azzeccato…dopo vi racconterò…dov’è il Re?”- chiese lui guardandosi intorno e non sentendo la sua voce.
Tutti abbassarono lo sguardo, con i volti rattristati e gli occhi schivi da far preoccupare il giovane spartano.
-“Dov’è Astinos? “- chiese di nuovo, ma con voce ferma e decisa nel sapere la risposta.
-“Sei stato via per un po’ e non sai che mentre voi attaccavate Atene, lo stesso giorno erano partite delle truppe ateniesi per attaccare Sparta. Quando il Re lo è venuto a sapere ha deciso di correre in città per proteggerci.
Quando arrivarono, però, era troppo tardi : Anche se arrivate da poco, avevano distrutto gran parte delle case e soprattutto…”- Iris si bloccò di colpo, coprendosi gli occhi umidi con le mani e iniziando a singhiozzare per la tristezza che provava a raccontare tutto ciò.
-“Iris che è successo?”-
-“…degli ateniesi…entrarono nel palazzo reale che era rimasto momentaneamente scoperto dalle guardie… e …uccisero la Regina!”- disse tra un singhiozzo e l’altro per poi scoppiare in lacrime.

e finisce così anche il 7° cap.
Scusate ragazzi ma io partirò questa mattina e starò fuori una settimana :(
Pensavo di riuscire a finirla prima la storia, invece ho calcolato male i giorni xD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto o che almeno sia migliore di quello precedente, dato che ho visto che in pochi me lo avete recensito :'(
Come mi ha fatto notare una mia importante lettrice, il 6°cap non fila molto bene...è troppo rapido e ci sono delleimprecisoni, quindi lo sistemerò al più presto ^^ Come le ho spiegto, spesso può succedere perchè rileggendo il cap all'ultimo momento ti accorgi che non va bene e lo cambi quasi tutto U__U quindi poi invece di migliorare...lo incasini ancora di più XD
Per scusarmi di lasciarvi una settimana senza aggiornamienti, oggi pubblicherò un doppio capitolo :D ( solo perchè vi voglio bene)
Quindi se avete tempo, dopo questo continuate a leggere anche l'8°!!!!
Kiss

BL4E



 

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Capitolo 8
*** La vendetta del Re ***


                                                                              La vendetta del Re



Gajeel era pietrificato da quella notizia: mentre lui se ne stava tranquillo a rilassarsi con Levy, la sua città veniva distrutta dai nemici.
Si sentiva terribilmente in colpa.
-“Sono sicura però che se il Re venisse a sapere di te ne sarebbe subito sollevato!”-
-“Dove è ora?”- chiese lui cercando di alzarsi.
-“Gajeel non puoi alzarti così! Devi mangiare qualcosa per recuperare le energie!”- lo richiamò l’amica.
-“Iris ti prego dimmi dove è! Ho bisogno di parlargli!”- disse fissandola negli occhi.
-“Eeeh…forse una chiacchierata con un suo amico gli farà bene…è al promontorio sud…”-
 
Arrivato lì, vide un ombra seduta proprio sulla punta del promontorio, con le  gambe sospese nel vuoto, che fissava l’orizzonte.
Nel vederlo ridotto in quello stato sentì una grande pena per lui : amava intensamente sua moglie la Regina e soprattutto amava l’idea di diventare presto padre. Era incredibile come, in un momento d’assenza, perse entrambe le due persone a lui più care.
-“ Cara…perdonami…è stata colpa mia che ti ho abbandonata solo per andare in guerra…mi dispiace tanto…sono un emerito fallimento come Re…ho deluso il mio popolo…ho deluso te e il bambino…ho lasciato morire un grande amico…non so più cosa fare…”- parlava al cielo, come se la donna potesse sentirlo.
-“Non dirti queste parole tanto orribili…sei un grande RE…il mio Re…”- disse Gajeel dietro di lui.
Astinos, riconoscendo la voce, si alzò di scatto per lo spavento e voltandosi si trovò davanti il vero Gajeel, non un fantasma dall’aldilà.
-“G-Gajeel…sei davvero tu? Sei..vivo?”- chiese titubante di quella visone.
-“Vivo e vegeto…un po’ ammaccato, ma per il resto ancora vivo…”- disse mettendogli una mano sulla spalla in segno di conforto e per dimostrargli di non essere una visione.
-“Iris…i soldati…tutti noi pensavamo fossi morto! Come hai fatto a sopravvivere?”- disse sorridendo e abbracciandolo con tutta la forza.
-“è un’ altra storia che ti racconterò in seguito…Ho saputo appena adesso dell’attacco a Sparta e…delle perdite…mi dispiace tantissimo…”-
Nel riprendere quel discorso, il sorriso che si era formato sul volto dell’uomo tornò serio e rattristato.
Si rimise seduto a fissare il vuoto-“ Che ironia la vita eh…un giorno le persone a cui vuoi bene occupano le tue giornate con sorrisi, pianti, litigate e gioie così tanto che a volte vorresti avere i tuoi spazzi e non vederli più…e il giorno dopo spariscono silenziosamente…senza dirti niente…senza salutarti…lasciandoti solo tanti ricordi amari….Mia moglie ce l’avrà sicuramente con me…perché non sono riuscito a proteggerla e a salvarla come le avevo promesso…”- parlava l’uomo mentre fissava un giocattolo che aveva in mano: era una piccola spada di legno.
-“Io invece sono sicuro che ti sta aspettando, lì, nei campi Elisi, con in braccio vostro figlio che non vede l’ora di conoscere il suo glorioso padre…Non si deve incolpare per quello che è successo…lei ha tentato tutto per tornare indietro in tempo…e penso che anche la Regina lo sappia questo…”- 
Dopo quelle parole, Astinos fece un profondo sospiro e si alzò da terra-“ Hai ragione…è inutile stare sempre qui a piangere… so che mia moglie mi sgriderebbe se fosse qui…Grazie Gajeel…sono felice che almeno te sia tornato dal mondo dei morti per starmi vicino…”- disse, mostrando un leggero sorriso e porgendo la mano all’amico per aiutarlo ad alzarsi.
 
I due tornarono in città e appena arrivati, cominciarono a suonare delle campane.
-“Perché le campane stanno suonando?”- chiese Gajeel.
-“Ho indetto un assemblea per organizzare il prossimo attacco ad Atene… quei luridi schifosi devono pagare con  la vita…”-
Sentendo quelle parole piene di rancore Gajeel si allarmò subito- “ U-un altro scontro? Astinos questo è un piano folle! Siamo appena stati attaccati violentemente da loro, come noi abbiamo fatto prima! Continuare queste guerre creerà solo un circolo di violenza e morte da cui non potremmo più uscire! “-
-“Non mi importa! Devo vendicare la mia adorata sposa e mio figlio! e per farlo se fosse necessario brucerò Atene stessa! “- disse, entrando entrambi nella sala.
-“Mi dispiace ma non posso permettertelo! Sarebbe un suicidio per i nostri soldati stremati e un rischio per la città!”- s’impose Gajeel.
-“Cosa ti è successo in questi giorni d’assenza?…sembri un altro. Una volta avresti gioito nel sapere di un imminente guerra…ora invece ti preoccupi per la morte? Siamo spartani se te lo fossi dimenticato! Attendiamo la morte a braccia aperte! Cosa ti ha fatto cambiare così radicalmente?!”- gli urlò l’uomo, ormai stufo di quelle obiezioni.
-“L’amore!”- rispose l’altro con fermezza.
-“ L’amore? ...Vorresti dire una donna? e… che genere di donna sarebbe, se posso chiedere?”- rispose Astinos dubbioso.
-“ Una donna ateniese. è lei che mi ha salvato da morte certa! In quei giorni che sono rimasto là ho scoperto che infine non siamo poi così diversi con Atene : entrambi teniamo al benessere dei cittadini, in entrambe ci si aiuta a vicenda e si da grande importanza all’educazione dei bambini!”- raccontava lo spartano, cercando di convincere non solo il Re, ma anche i partecipanti dell’assemblea.
-“Vorresti dirmi che preferiresti salvare quella donna invece della tua Sparta? Gajeel spero che tu stia scherzando alla grande, perché comincio davvero a scaldarmi!”- 
-“Vorrei salvare entrambi! è questo il mio obbiettivo! e la soluzione è più semplice di quanto pensi : non mobilitare le truppe e non attaccare Atene! Proteggere il suo popolo dovrebbe essere anche l’obbiettivo principale di un Re… sgombra la mente dall’idea della vendetta! Creando male porterai solo altro male!”-
-“Non mi faccio consigliare da un traditore che ha preferito starsene qualche giorno in vacanza piuttosto che aiutarci a proteggere la città! “- disse il Re, ormai adirato, prendendo l’altro per la tunica e tirandolo a sé-“ Se fossi tornato prima forse con il tuo aiuto avrei potuto salvare mia moglie e mio figlio! Ma tu sei troppo egoista, vero Gajeel? … Basta discussioni…non voglio più sentire le tue sentenze…Guardie! Portatelo alle prigioni!”-
Tutti nella sala rimasero sorpresi da quella decisione: il primo fu lo stesso Gajeel.
-“Astinos! Svegliati! Stai portando Sparta al suicidio! Non farlo! “- urlava mentre veniva portato via da tre uomini.
-“Rimarrai nelle prigioni per tutto il tempo della guerra…così da non interferire!”-
 
Il giovane venne sbattuto dentro una cella delle prigioni sotterranee del palazzo reale.
Non poteva credere di esserci finito realmente.
Lui, il grande guerriero Gajeel lasciato lì in prigione come un malfattore qualunque.
-“Astinos…”- ripensava al Re, a come la perdita di persone care possa cambiare una persona.
Era ancora stanco e tramortito per il viaggio, così i suoi occhi si chiusero da soli.
Sognò una città in fiamme e distrutta…Atene! in sottofondo urla di donne e bambini che piangono, corpi morenti di soldati e persone nelle strade e sangue…sangue ovunque che scorreva come fiume… Poi una voce…una voce stava chiamando il suo nome..Gajeel…gajeel…sempre più forte…Gajeel …GAJEEEl… diventando quasi come un urlo di disperazione.
 
Aprì gli occhi di soprassalto.
Davanti a lui, dietro le sbarre, c’era un persona incappucciata.
-“Chi sei? Che vuoi da me?”- si allarmò.
-“Sono io idiota!”- disse, scoprendosi il viso dal cappuccio: era Iris.
-“Iris che ci fai qui?Se ti vedono passerai guai seri!”-
-“Non m’importa! Non posso lasciarti qui dentro! Gajeel…pensavi seriamente quelle parole che hai detto prima?”- disse lei mentre apriva la cella.
-“Si certo…le penso tutt’ora.”-
-“Cavolo…allora sei davvero cambiato…è incredibile come una donna e l’amore possano cambiare una persona…in questo caso in meglio. Sono così felice che finalmente hai aperto gli occhi, rendendoti conto della vera natura delle guerre… ho sempre pregato che potesse succedere e finalmente qualcuno ha esaudito i miei desideri!”- disse aprendo la cella e liberando l’amico.
-“Ora vai! Corri a salvare Atene dalla follia di Astinos! Sono partiti da qualche ora! E corri a salvare la ragazza ateniese! io vi raggiungerò poi…”- disse abbracciandolo.
-“Grazie Iris…sei una grande amica. Se alla fine andrà tutto per il meglio spero di fartela conoscere..”- le disse, correndo poi fuori la prigione e prendendo il primo cavallo che trovò : avrebbe fatto più veloce.
Iris era rimasta immobile, con lo sguardo perso -“ Già…spero solo che quello che ho visto non accada…altrimenti…penso proprio che non avrò l’opportunità di conoscerla…”-


Fine dell'8° capitolo!!
Da adesso inizierà la parte AZIONE-DRAMMA quindi preparatevi perchè ci sarà tanto dramma >_>
Eccoci arrivati allo scontro tanto atteso : Sparta contro Atene.
Ce la farà Gajeel a raggiungere in tempo Levy?
Ahah chi lo sà....se riuscirete a resistere questa settimana, vi prometto che appena torno pubblicherò il seguito ;P
Spero che la storia vi stia appassionando ancora :)
Fatemi sapere se anche questo capitolo vi è piaciuto e se avete già in mente un pensiero su come si svolgerà la storia adesso in poi: che succederà a Gajeel e Levy?

Vi aspetto tutti di nuovo sabato prossimo!
Mi raccomando non dimenticatevi di me ;-*


SPOILER
Da lontano vide Astinos fissarlo.
Era lì, dietro i suoi soldati, immobile. Aveva occhi pieni di rancore e infuocati dalla rabbia mentre non distoglieva lo sguardo da Gajeel.
Infine, prese l’elmo e se lo mise in testa, tirò sù lo scudo e impugnò la lancia.
Caricò il braccio e in meno di un secondo scagliò l’arma lontano…proprio verso di lui. Fortunatamente riuscì a spostarsi in tempo per schivarla…altrimenti l’avrebbe preso in pieno.
Era una dichiarazione di guerra.
Non contro Atene, ma contro di lui.
 
 

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Capitolo 9
*** Atene sotto attacco ***


                                                               Atene sotto attacco




Durante il viaggio riuscì a vedere le truppe da lontano: erano numerose e feroci come tigri.
Decise di girargli intorno da lontano, così da arrivare prima alla città.
 
Appena arrivato, corse in città ad allarmare tutti.
-“Gente ascoltatemib ! Siete in grave pericolo! Stanno arrivando le truppe spartane per un nuovo attacco a sorpresa! Mettete al riparo donne e bambini mentre mobilitate le truppe ateniesi per contrastare la loro avanzata!”- Urlò ai cittadini, ma questi lo ignoravano riconoscendo l'armatura spartana che stava indossando.
-“Dannazione! Volete svegliarvi! Se non vi sbrigate morirete tutti!”- cercava di convincerli.
Ad un tratto una voce lo chiamò da lontano: era Levy.
-“Gajeel che succede?”- le chiese preoccupata.
-“Gli spartani stanno arrivando per attaccare Atene e distruggerla! Sto cercando di allarmare la gente ma non mi danno ascolto!”-
-“Ci penso io… Cittadini di Atene sono Levy McGarden! Quello che questo ragazzo sta dicendo è vero! L’ho visto con i miei occhi : numerose truppe spartane stanno marciando velocemente verso la nostra città per bruciarla interamente, distruggendo così libri e pergamene…distruggendo così tutto il nostro sapere!”-.
Sentendo quelle parole tutti si bloccarono.
Un uomo di circa quarant'anni le si avvicinò scuro in volto -" Perchè mai ci dovremmo fidare di uno Spartano?! Sono loro che hanno ridotto la città in questo stato"- indicando le rovine dietro di lui-" e che ora vuole ingannarci con i suoi falsi allarmi! Non dargli ascolto sciocca!"- urlò, afferrando la ragazza per il polso e trascinandola via.
Levy però si oppose e con uno strattone si liberò dalla presa del cittadino, mettendosi poi in mezzo tra l'uomo e Gajeel, come a proteggerlo -"Io mi fido di lui...mi fido perchè...perchè lo amo e sono sicura che ci aiuterà a respingere l'attacco spartano... se proprio non riuscite a fidarvi di lui...allora fidatevi di Me!"- disse con decisione e coraggio, lasciando tutti senza parole, Gajeel compreso.
L'uomo guardò prima lei, poi Gajeel e infine, con un leggero cenno del capo rivolto alla giovane ragazza, le diede prova di aver capito la situazione.

-“Mette al riparo donne e bambini e mobilitate le truppe per contrastare la loro avanzata! Fate presto!”- urlava il signore, facendo sparpagliare la notizia per tutte le strade.
 
In poco tempo le truppe erano pronte a combattere e i cittadini si erano messi al riparo.
Gajeel diede loro gli ordini per difendersi al meglio dall’attacco dato che conosceva gli schemi di battaglia spartani.
-“Grazie Levy! Ora ti porto al sicuro”-
-“No non posso andare! I bambini stanno al teatro a vedere uno spettacolo! Devo andarli a prendere!”- disse cominciando a correre verso la scuola.
Le si affiancò Gajeel con il cavallo e, prendendola per la vita, riuscì a portarla in sella.
La notizia non era ancora arrivata da quelle parti, e la gente si godeva lo spettacolo teatrale con tranquillità.
Arrivati Levy urlò loro del pericolo imminente, facendo fermare lo spettacolo e portando il caos tra il pubblico.
Poi scese nelle transenne e prese con sé tutti i bambini, portandoli di corsa dentro la scuola per farli stare al sicuro.
-“Staremo qui dentro al riparo…bambini non vi preoccupate e state vicini a me!”- disse loro per tranquillizarli.
-“Rimango qui con voi per difendervi per qualsiasi evenienza!”- disse lo spartano impugnando la spada e attirando l'attenzione dei bambini-"Fooorte"- dissero in coro.
-“No, te devi andare ad aiutare le truppe per contrastare gli invasori! Non ti preoccupare, sto qui io a proteggerli!”-
-“Ma se l’ultima volta uno di loro ti è scappato e stavi per morire!”- disse ricordando il loro primo incontro.
-“Ma non sono morta no?”-rispose con un sorriso malizioso.
-“Certo, perché hai trovato l’unico spartano con cuore tenero che ti ha risparmiata! La prossima volta non sarai così fortunata! Quindi rimango qui a … “- non finì la frase che Levy lo prese per l’armatura e, tirandolo a sé, lo bacio teneramente, facendo levare in sottofondo un coro di “OOoooh” e anche “Bleah” dei bambini.
-“Ora vai!”- disse indicandogli l’uscita con il dito.
-“sei intrattabile!”- rispose lui, correndo fuori a tutta velocità.
 
Corse ai confini della città, dove si accorse che gli ateniesi stavano già combattendo contro i nemici.
Come un vero generale dettava ordini e consigli ai soldati ateniesi. Si era accorto benissimo che non erano decisi e feroci come gli spartani, ma almeno seguivano con precisione gli schemi e le strategie.
 
Da lontano vide Astinos fissarlo.
Era lì, dietro i suoi soldati, immobile. Aveva occhi pieni di rancore e infuocati dalla rabbia mentre non distoglieva lo sguardo da Gajeel.
Infine, prese l’elmo e se lo mise in testa, tirò sù lo scudo e impugnò la lancia.
Caricò il braccio e in meno di un secondo scagliò l’arma lontano…proprio verso di lui.
Fortunatamente riuscì a spostarsi in tempo per schivarla…altrimenti l’avrebbe preso in pieno.
Era una dichiarazione di guerra.
Non contro Atene, ma contro Gajeel stesso.
-“Svegliati stupido! Vuoi davvero che tutti i tuoi soldati muoiano qui? Solo per vendicare una persona che tanto non tornerà più!”- gli urlò da lontano.
Ma l’altro non rispose. Si limitò a corrergli contro, caricando la spada e facendosi largo con lo scudo.
Iniziarono a lottare.
 
In mezzo a quella sanguinosa guerra, i soldati ateniesi, riconoscibili dal loro mantello azzurro, combattevano i temerari Spartani, con il mantello rosso. Nel campo di battaglia si vedevano solo questi accoppiamenti, eppure c’era uno sgarro alla regola: c’erano due guerrieri con il mantello rosso che si combattevano l’un l’altro, e questi erano Gajeel e Astinos.
Entrambi con il fuoco negli occhi e nel cuore. Uno di loro per proteggere le persone a lui care, l’altro per vendicarle.
L’aria risuonava continuamente di rumori metallici, di spade contro spade, e urla strazianti dei caduti.
La terra sotto i loro piedi si stava ricoprendo di un manto color porpora, così bello e spaventoso allo stesso tempo.

 
-“Ti scongiuro Astinos! Mio amico! Torna in te e abbandona l’inutile idea della vendetta!”- continuava invano Gajeel.
In quel momento, con  un fendente ben assestato, Astinos riuscì a rompere la difesa del suo avversario, facendolo cadere. 
-“Invece di parlare e sprecare parole, combatti da vero spartano e prova a farmi cambiare idea con i fatti…risparmia le parole per quando dovrai dire pronunciare le tue ultime!”- stava per attaccarlo, quando il giovane riprese in mano lo scudo e, parando il colpo, riuscì poi a colpire Astinos in basso, così da farlo allontanare.
La battaglia continuava imperterrima, senza soste ne parole, ma con solo spade sanguinanti e guerrieri feroci pronti a tutto per vincere.
Ormai intorno a loro stavano combattendo ancora pochi soldati, la maggioranza spartana, anche se di poco.
-“Vedi? Atene è destinata a bruciare! Come i suoi sporchi e inutili abitanti! Parassiti dell’umanità!”-
-“Non cantare vittoria! Maledetto!”- stava per ripartire all’attacco, quando il rumore di zoccoli attirò la sua attenzione.
Si voltò, per timore di essere attaccato alle spalle, ma invece si trovò davanti la scena che non avrebbe mai voluto vedere: un soldato spartano trascinava con forza verso di loro una ragazza.
Quella ragazza era Levy.


Eccomi tornata!
Wow mi sembra un secolo dall'ultima volta che ho pubblicato i due capitoli XD
Però sono tornata per vostra sfortuna con il continuo di questa FF ;D
E con me ho portato di nuovo il dramma!
Già, perchè nel prossimo capitolo succederà qualcosa di non bello...brutto...molto brutto...e non vedo l'ora di pubblicarlo per sapere la vostra reazione ^^ Mhuahahahahah
aha....
Spero che nessuno di voi si sia dimenticato di me ;D Fatemi sapere cosa ne pensate di questo cap e dei precedenti con una piccola recensione!!!! ( che sono divenate la mia droga)!
Ci rivediamo con il prox cap il 5/8 ^^
Bacioni a tutti!!!


SPOLIER

-“Ma guarda un po’! Se hai avuto una reazione così spontanea vuol dire che abbiamo fatto centro! Quindi finalmente posso fare la conoscenza della donna ateniese che ti ha rapito il cuore e convinto a schierarti dalla loro parte!”- diceva Astinos avvicinandosi.
-“Lasciala andare! Questa è una questione tra me e te!!! è stata colpa mia se la regina e tuo figlio sono morti, no? bhè allora uccidimi!”- urlava Gajeel.
-“Hai ragione, la colpa è solo tua…e per questo  che mi voglio vendicare per bene! "Occhio per occhio, dente per dente" mio caro!”- disse, afferrando il volto di Levy tra le mani e costringendola a guardare il suo amato.

 

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Capitolo 10
*** Ultimo sguardo ***


Ultimo sguardo



Il giovane spartano, scioccato e pieno di rabbia, in un impeto di furia e pazzia corse verso l’altro nemico per liberare Levy dalla sua presa.
Quest’ultimo, però, appena accortosi del pericolo, tirò fuori la spada e la puntò sotto il collo dell’ateniese dai capelli azzurri.
Era un ostaggio.
Subito dopo Astinos lo colpì alla testa con lo scudo, facendolo cadere a terra tramortito e levandogli la spada in suo possesso.
-"è meglio che tu te ne stia buono buono ora...voglio fare una chiaccherata con l'ospite speciale-" disse, prima d'infilzare la mano sinistra dello spartano con un pezzo di lancia, facendolo urlare dal dolore.
Subito dopo essersi goduto la scena di sofferenza, si voltò verso la giovane ragazza ateniese.

 
-“Ma guarda un po’! Se hai avuto una reazione così spontanea vuol dire che abbiamo fatto centro! Quindi finalmente posso fare la conoscenza della donna ateniese che ti ha rapito il cuore e convinto a schierarti dalla loro parte!”- diceva Astinos avvicinandosi e sorridendo in modo sinistro.
-“Lasciala andare! Questa è una questione tra me e te!!! è stata colpa mia se la regina e tuo figlio sono morti, no? bhè allora uccidimi!”- urlava Gajeel.
-“Hai ragione, la colpa è solo tua…e per questo  che mi voglio vendicare per bene! "Occhio per occhio... dente per dente" mio caro!”- disse, afferrando il volto di Levy tra le mani e costringendola a guardare il suo amato.
-“G-gajeel mi dispiace…”- disse lei con un filo di voce.
-“Come avete fatto a trovarla!? Come sapevate che era lei?”- chiese confuso.
-“O bhe, stranamente ci hanno aiutato delle ragazze ateniesi…appena chiesi loro di te, mi dissero subito della ragazza e dove potevo trovarla…davvero molto gentili, ma anche traditrici e repellenti! Per questo ho voluto dare loro una morte lenta!”- raccontava il soldato senza mostrare un filo di emozioni.
Gajeel capì subito chi erano i soggetti in questione e non ebbe nessun pensiero di tristezza :era quello che si meritavano.
-“Piacere signorina Levy…il mio nome è Astinos e sono il Re di Sparta…”- disse lui porgendole la mano in modo ironico.
Levy lo guardò per un istante con occhi furiosi, per poi voltare lo sguardo senza degnarlo di una risposta.
-“Che caratterino…sarebbe stata una brava donna spartana…comunque ormai non ha più importanza…uccidila pure….”- emanò la sentenza il Re, voltandosi e facendo un gesto con la mano per far capire al soldato di sparazzarsi dell'ostaggio, lasciando i due amanti pietrificati.
-“NO ASPETTA! Non farlo Astinos! Ti scongiuro! ...Uccidi me al suo posto, esiliami, torturami, umiliami, vendimi, tutto quello che vuoi…ma ti prego…lasciala in vita….”- implorava Gajeel a terra.
-“Saresti disposto a così tanto solo per una ragazzina anteniese? Salveresti lei ...al posto tuo?”- disse lui abbassandosi.
-“Si! Si assolutamente sì! “- disse senza esitazione e con voce ferma.
Il Re gli sorrise, ma non era un sorriso umano…sembrava più uno sorriso malvagio e sadico
-“Bhè….IO NO!”- rispose infine, schioccando le dita e afferrando Gajeel per i capelli, costringendolo così a guardare.

 
Accadde tutto in un secondo.
Il soldato sfiorò appena la gola della ragazza con la lama che subito uscirono litri di sangue rosso che macchiarono il volto e i vestiti di Levy. 
Accadde tutto così velocemente che Gajeel poté solo guardare pietrificato la scena : il sangue colare giù per tutto il corpo, le lacrime che rigavano il suo volto e i suoi occhi pieni di terrore e paura per la morte.
Non si erano potuti parlare o almeno salutare, dirsi “Ci vediamo nei campi elisi”.
Niente.
Solo uno sguardo veloce, prima che i suoi occhi perdessero la luce della vita.
Appena si rese conto dell’avvenuto, urlò il suo nome con tutta la voce che aveva in corpo, facendolo risuonare per tutta la Grecia. Appena Astinos lasciò la presa, Gajeel si sfilò la lancia dalla mano che lo teneca ancorato a terra e, senza sentire il minimo dolore, corse affannato verso il corpo inerme.
-“LEEEVY! Levy ...nooo!”- fissò il corpo morto della donna distesa su un lago di sangue e le lacrime non tardarono ad arrivare.
La tirò sù e la prese tra le sue braccia.
Gli tremavano le mani e la voce nel vederla in quello stato.
La ragazza vivace, generosa, dolce e piena di vita ora era solo un involucro vuoto.
Fissava i suoi occhi color ambra di cui si era innamorato vuoti come specchi opachi che non riflettono più nulla.
Le sue mani delicate ora erano fredde e rigide come rami.
I suoi capelli azzurri ora erano coperti dal violento rosso del suo sangue.
-“L-levy…perdonami…non ti ho protetta…come ti avevo promesso…”- balbettava singhiozzando per le lacrime e il dolore nel cuore.
Poi abbracciò il corpo con tutto l’amore che provava urlando al cielo -“PERDONAMI!”- sperando che l'anima della ragazza potesse sentirlo.
 
Astinos se ne stava lì, con lo sguardo fisso su quella scena melodrammatica, senza espressione in volto.
-“Ora sì che sai cosa si prova…cosa sto provando io! Senti il tuo cuore! Sbriciolato in mille pezzi per il dolore che ora si sta ricomponendo con la forza della rabbia! Ora anche tu stai pensando alla vendetta!”- urlava Astinos.
Stringeva il suo corpo esile e versava lacrime amare sul suo viso senza vita. 
Non aveva mai pianto in vita sua: né quando lo allontanarono dalla famiglia, né quando durante gli allenamenti veniva colpito con forza, né quando in guerra morivano i suoi compagni. Gli avevano sempre insegnato che le lacrime erano per i deboli, erano per i perdenti che non potevano opporsi al destino… gli spartani non piangono.
Non sapeva neanche cosa fossero le lacrime fino a quel momento.
Ma non poteva continuare a piangere in eterno.
Dopo un ultimo abbraccio alla sua amata, la posò a terra delicatamente, come se non volesse svegliarla dal suo sonno; prese la spada a terra e, voltandosi, diede uno sguardo ad Astinos. 
Occhi infernali erano i suoi.
Si potevano intravedere  le fiamme ardenti della sua furia. Sguardo deciso e temerario di un uomo che avrebbe sfidato gli stessi Dei pur di attuare la sua vendetta.
-“Quegli occhi…li aspettavo da tanto! Vieni Gajeel! Vediamo di chi è il cuore più sofferente tra noi due! Se vincerai può darsi che avrai la possibilità di scendere nell’Ade a riprendertela!”- 
-“Ho cercato in tutti i modi di farti rinsanire, ma ormai il tuo cuore è stato attaccato dal parassita delle tenebre e i tuoi occhi sono coperti dall’oscurità…l’unico modo per darti la pace è … ucciderti!”- urlò all’ultimo.
Astinos si mise nella difensiva, pensando che il primo attacco sarebbe toccato a lui.
In realtà Gajeel, ingannandolo, destinò il suo attacco al soldato che aveva dietro di sé, ignaro del suo piano. Con un solo fendente della spada e la potenza del suo braccio, tagliò di netto la testa del suo ex compagno senza che questi potesse in alcun modo difendersi.
 
Ora toccava al Re.
Prese la rincorsa e con un salto caricò la spada, che si andò a scontrare con lo scudo dell’avversario. 
-“Se sei un vero uomo, combatti senza scudo!”- disse, staccandoglielo dalle mani con un calcio.
Combattevano solo con le spade e con i loro stessi corpi.
Astinos si accorse subito dell’incredibile cambiamento in Gajeel: i suoi movimenti erano più precisi e i suoi attacchi più  potenti, con l’unico scopo di massacrare il nemico.
Fendente dopo fendente, le sorti del combattimento erano a favore del giovane spartano. Non dava un secondo di tregua e i suoi attacchi erano continui e mirati sempre ai punti vitali, così che Astinos faceva grande fatica a stargli dietro e a parare ogni colpo.
Travolto dal dolore, la sua mente era offuscata dai ricordi che aveva di Levy e che lo facevano ancora più soffrire.
Nei suoi colpi metteva sempre più forza, disarmando spesso l’avversario e mettendolo in grande difficoltà.
Astinos alla fine fece una mossa falsa e cadde a terra disarmato e con la spada di Gajeel puntata al collo.
-“Avanti…fallo…a quanto pare il tuo odio è più forte del mio…quindi merito la morte…”-
Gajeel alzò la spada, caricando il braccio per il fendente, ma alla fine gettò la spada lontana, lasciando l'altro pietrificato.
Il giovane spartano si ricordò delle parole che gli disse Levy -“Odio e violenza provocheranno solo altro dolore e violenza…fino a creare un ciclo infinito…no io non ti ucciderò…”- disse lui voltandosi verso la città distrutta.
-“C-Cosa? Ma io ho ucciso la persona che amavi di più nel mondo! Devi uccidermi! Devi odiarmi!”-
-“E infatti io ti odio con tutto il mio cuore e ti odierò per sempre…ma sta sera già troppe vite sono state stroncate…inutilmente…non vale la pena ucciderla un altra…”- rispose lui voltandogli poi le spalle e lasciandolo senza parole.
-“E ora io cosa dovrei fare? Avevo già pianificato di morire in battaglia ed avere così una fine gloriosa! Perché? Perché non attui la tua vendetta! Vigliacco!”- urlava Astinos cercando di scatenare la bestia in Gajeel.
Questo si limitò a prendere in braccio il corpo freddo di Levy -“ Sarà questa la tua punizione per il tuo egoismo… se ci tieni tanto a morire, vatti a suicidare…”- e lo lasciò lì, senza degnarlo neanche di uno sguardo o di una morte gloriosa. 
In realtà lo aveva già ucciso, ma nell’orgoglio.
Astinos, disperato, si guardò intorno e si accorse che gli unici ad essere rimasti in piedi erano alcuni guerrieri ateniesi, mentre gli spartani erano feriti o morti: aveva perso.
Per colpa della sua vendetta e del suo egoismo aveva portato alla morte giovani spartani e lasciato vedove numerose donne di Sparta, che sicuramente glielo avrebbero fatta pagare.
Lanciò un urlo di follia prima di scappare pieno di rancore.



E con questo finisce anche il 10° capitolo!
Scusate s elo pubblico solo ora, ma ho avuto da fare tutto il giorno T___T Sorry sorry sorry!!!!
La storia si sta volgendo al termine e come vi avevo informato, ecco a voi il DRAMMA ALLO STATO PURO xD
Spero di non aver traumatizzato o fatto piangere nessuno ( perchè gia sto piangendo io ç____ç).
Comunque non preoccupatevi ;D alla fine andrà tutto per il meglio ^^
Coooomunque spero che anche questo cap vi sia piaciuto ;P
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione ( che cominciano stranamente a scarseggiare :(  ) e noi ci rivediamo con il prox cap il 7/8 ;D
Mi raccomando non mancate!!! perchè penso proprio che sarà anche l'ultimo cap >_>....
Dato che gia prevedo che quando leggerete il cap qualcuno mi rincorrerà con ferocia per quello che ho scritto, mi dileguo ora e alla prossima :-*


SPOILER

-“Che è successo alla maestra?! Per colpa tua è morta!!*sigh* Non l’hai difesa!…come avevi promesso…*sigh* sei un bugiardo!..maestra!”- urlava Clio colpendo il ragazzo sulla spalla con piccoli pugni.
Lui non si muoveva, ne rispondeva alle sue provocazioni.
-“Maledetto! Spartano traditore!! Lei *sigh* non meritava di morire! Perché non sei morto al suo posto come un vero principe!*sigh* PERCHé?”- sfogava la sua ira su di lui, mentre il suo piccolo viso candido si rigava di lacrime amare.
-“Rispondi! RISPONDIMI! COSA FACEVI MENTRE LEI VENIVA UCCISA, EH?!”- urlò afferrandolo per la tunica e forzandolo di voltarsi.


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Capitolo 11
*** Un aiuto Divino ***


                                                                                                    Un aiuto Divino

 


Gajeel camminava lentamente verso la  città, mentre sentiva i festeggiamenti degli ateniesi per la loro sconvolgente vittoria.
Era felice per loro, felice di aver difeso quella meravigliosa città…ma a quale prezzo?
Aveva perso l’amore della sua vita senza neanche riuscire a dirle le ultime parole d'addio… 
Appena mise piede in città, la piccola Clio gli corse incontro felice e spensierata -“Abbiamo vinto! Gajeel abbiamo vinto!”- esultava lei.
Lo spartano teneva lo sguardo basso, cercando di nascondere gli occhi lucidi.
La bambina si accorse dell’immobilità del corpo di Levy e del sangue che la ricopriva. Sbiancò. -“Che…che è successo alla maestra?… perché non si muove…? Maestra…Maestra Levy! Abbiamo vinto! ...Maestra!”- scuoteva la spalla fredda della ragazza accorgendosi poco a poco della tragedia.
Tutti si girarono sentendo le urla della bimba disperata e si avvicinarono.
Gajeel si piegò a terra, poggiando il corpo sulle sue gambe e accarezzandole il viso.
-“Che è successo alla maestra?! Per colpa tua è morta!!*sigh* Non l’hai difesa!…come avevi promesso…*sigh* sei un bugiardo!..maestra!”- urlava Clio colpendo il ragazzo sulla spalla con piccoli pugni per la rabbia e la frustrazione che stava provando.
Lui non si muoveva, ne rispondeva alle sue provocazioni : rimaneva immobile con lo sguardo fisso a terra.
-“Maledetto! Spartano traditore!! Lei *sigh* non meritava di morire! Perché non sei morto al suo posto come un vero principe azzurro!*sigh* PERCHé?”- sfogava la sua ira su di lui, mentre il suo piccolo viso candido si rigava di lacrime amare.
-“Rispondi! RISPONDIMI! COSA FACEVI MENTRE LEI VENIVA UCCISA, EH?!”- urlò afferrandolo per la tunica e forzandolo di voltarsi.
Rimase pietrificata.
Gajeel, il grande spartano, stava piangendo una cascata di lacrime mentre ripeteva con voce flebile la stessa parola- “Perdonami…”-. Nel vederlo in quello stato capì quanto anche lui stesse soffrendo per la perdita, così decise di lasciarlo stare.
-"Hai ragione Clio...la colpa..è solo mia! Lei non meritava di morire..lei non meritava niente di tutto questo..."- diceva, stringendo i pugni e piangendo lacrime piene di dolore.
Ad un tratto una voce in lontananza attirò la sua attenzione.
“gajeeeel…Gajeel…GAAJEEEEL!”- sentì dietro di lui.
Era Iris. Gli stava correndo contro con aria preoccupata.
-“I-Iris?! Che ci fai qui? Perché sei venuta?”-
-“Oltre che sacerdotessa…sono anche un medico…pensavo che se fossi stato ferito ti avrei potuto curare…”- diceva mentre riprendeva fiato. Si accorse poi di tutto quel sangue che lo copriva e sobbalzò -“Ma sei ferito gravemente?! Guarda il sangue! Come sempre esageri e rischi di morire poi!”- disse lei, ma vide che il viso dell’amico impallidì subito e che era bagnato dalle lacrime.
Avanzò un po’ per capire meglio la situazione e rimase scioccata nel vedere il corpo morto di una ragazza stretta tra le sue braccia.
-“Ho paura a chiedertelo…ma è lei l’ateniese di cui mi parlasti..?”- chiese sperando in una risposta negativa, ma l’unica risposta che ebbe furono le lacrime che ripresero a scorrergli sul viso e i suoi singhiozzi di tristezza. Non voleva farsi vedere in quello stato, così si coprì gli occhi con l'avambraccio.
-“Cavolo…a volte gli Dei sono davvero terribili…è stato Astinos?”-
-“*sigh*non ho potuto fare niente per impedirlo…lei…*sigh*lei era lì che mi fissava implorando il mio aiuto…ma…io…”- si bloccò di colpo. piangendo ancora più disperatamente di prima e avvicinando a sé il viso di lei.
Iris rimase sbalordita da quella reazione dell'amico. Gli posò una mano sulla spalla -“Sei cambiato davvero tanto, amico mio…in passato non avresti mai mostrato le tue lacrime e pianto così per qualcuno…neanche per me…sono felice che invece ora tu sia una persona migliore, un guerriero che ha compreso il significato e l’importanza della vita…e che il tuo cuore ghiacciato e freddo abbia ricominciato a battere…”- diceva lei guardandolo negli occhi e accarezzandogli il viso segnato.
-“Questa ragazza… era destino che tu t’incontrassi con lei un  giorno…così che le vostre vite si sarebbero intrecciate insieme diventando una cosa sola… le devo davvero tanto…”-
disse toccandole leggermente la ferita sul collo, che magicamente si richiuse, lasciando tutti scioccati.
-“C-Cosa…? La ferita…la ferita non c’è più! Come hai fatto?”- chiese Gajeel balbettando dallo stupore.
Ad un tratto la figura di Iris s'illuminò di una luce ultraterrena e celestiale, illuminando lo spazio intorno a lei di un chiarore caldo e avvolgente. Era un bagliore così forte che sembrava fosse sorto il Sole prima del dovuto.
-“In realtà io sono l’incarnazione della dea Atena…ero scesa sulla Terra qualche anno fa per conoscere di più gli uomini…mi ricordo ancora quando arrivai alle porte di Sparta tutta sporca e coperta solo con stracci…cercai aiuto nella città, ma l’unico che davvero mi diede una mano ...sei stato tu, Gajeel, che mi facesti entrare nel tempio per diventare una sacerdotessa…eri uno dei pochi guerrieri che mi trattava bene e che parlava con me…mi hai subito conquistata…”- disse, mentre guariva le ferite del ragazzo solo con un tocco leggero sul suo corpo.
Gajeel era rimasto pietrificato da quella visione divina.
-“Per ripagarti della tua amicizia e gentilezza nei miei confronti, riporterò in vita questa ragazza…”- disse sorridendo e alzandosi da terra, ma subito Gajeel l’afferrò per il polso, fermandola.
-“Che cosa ti succederà se farai ciò?”- le chiese preoccupato.
Atena, profondamente toccata dalla preoccupazione dell’amico, lo rassicurò-“ Non ti preoccupare…tornerò direttamente all’Olimpo, dove sicuramente mio padre Zeus mi farà un bel rimprovero…però di prometto che un giorno, in futuro, tornerò a trovarti…Grazie di tutto amico mio….”- rispose mostrando un sorriso calmo e luminoso.
Continuò a sollevarsi nell’aria coprendosi completamente di luce bianca, fino a far scomparire il corpo e trasformandosi in una sfera luminosa.
La sfera si librava in aria come una piuma, poi ad un tratto entrò nel petto di Levy e riuscì subito, volando infine sù nel cielo.

La notte tornò magicamente ad Atene.
Tutti coloro che avevano assistito a quella scena non riuscivano a proferire alcuna parola, tanto erano sbalorditi.
Gajeel fissava il cielo blu notte dove la luce era scomparsa, ancora incredulo di quell’apparizione. Poi sentì qualcosa di caldo tra le braccia.
Abbassò di scatto lo sguardo e vide che il corpo di Levy era tornato caldo e roseo. I suoi capelli erano di nuovo di quell’azzurro acceso e le sue guance e labbra  rosee come il colore delle nuvole al tramonto.
Non poteva crederci.
-“L-Levy…”- disse con un filo di voce.
La ragazza fece una smorfia, per poi aprire delicatamente gli occhi color mandorla e pieni di vita. Quegli occhi lo stavano fissando.
-“Gajeel…cosa è successo? Abbiamo... vinto la battaglia? O MIO DIO GAJEEEL!”- urlò a squarcia gola facendolo sobbalzare dallo spavento.
-“Che succede? Cos’hai ora?!”- chiese lui preoccupato, pensando che fosse ancora in pericolo di vita.
-“Sei completamente ricoperto di sangue! Sei ferito?!Stai bene!?”- rispose lei, toccandogli il viso con la sua mano. Quel tocco tiepido sbloccò involontariamente le lacrime dello spartano, che ricominciarono a bagnargli il viso.
-“Che succede? Ti fa male da qualche parte?”- chiese lei, ma non fece in tempo a chiedergli altro che subito il giovane l’abbracciò con tutta la forza e passione tra le sue possenti braccia, urlando -“ Sei viva! Levy sei viva! “- e continuando a piangere come un bambino.
La ragazza era confusa e sorpresa da quello sfogo improvviso, ma decise di non fare ulteriori domande e abbracciare il suo amato che tanto stava soffrendo.



Ormai era tutto finito.
Atene fu ricostruita e resa ancora più splendente dopo sette mesi di duro lavoro, a cui contribuirono anche gli spartani.
Già, infatti Re Astinos dopo la guerra si era buttato giù da una scogliera, ormai rimasto senza famiglia, popolo e orgoglio.
Gajeel stesso venne eletto come nuovo Re di Sparta e Levy riconosciuta come Regina e amata da tutti, anche se ateniese.
Con Gajeel al comando, Sparta passò alcuni anni in pace, soprattutto con Atene , con cui stipulò una pace e un accordo di aiuto reciproco.
Gajeel e Levy continuarono la loro vita insieme felicemente.
 
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-“Tesoro! Puoi venire un attimo fuori? Vorrei farti vedere una cosa!”- aprì la porta della stanza Re Gajeel, chiamando la moglie
-“Sì arrivo! Andre, Sophia, andate a giocare fuori con i vostri amici!”- disse Levy, lasciando i piccoli correre fuori.
 
I due uscirono in giardino e si fermarono davanti ad una bellissima composizione di fiori colorati e sotto una piccola lastra su cui era inciso il nome di “ Iris”.
-“Che pensiero dolce hai avuto…da quanto mi hai raccontato, è stata lei a salvarmi la vita…le sono molto riconoscente…”-
-“Già, anche io…oltre ad averti salvato era anche una grande amica fidata…spero che stia bene con tutto il cuore…”- disse lui, guardando teneramente quel nome in basso rilievo sulla lastra.
-“Aahah! Basta così, altrimenti comincerai a piangere come quella volta! Da vero spartano!”- disse Levy per sdrammatizzare il momento.
-“Non è vero! Mi era entrata della polvere negli occhi!”- cercava di difendersi, mettendo il broncio.
-“ A bhe certo, e i singhiozzi che facevi erano sempre per la polvere…”-, dissero, allontanandosi verso la città.
 Da dietro la colonna lì vicino uscì fuori una ragazza alta, con i capelli color oro raccolti in una treccia che lasciava cadere sulla spalla, occhi castano chiaro e un vestito bianco puro, che guardava la coppia felice allontanarsi all’orizzonte. Poi spostò lo sguardo verso quella ghirlanda di fiori e , non riuscendo a nascondere un dolce sorriso, disse -“ Aha, ma guarda cosa si è messo a fare per me…”-
 
 
 
 
                                                                                                                  THE END


Nooooooooo! ç____ç
Annuncio ufficialmente che anche questa FF è finita! ( corre all' angolo a piangere mentre tutti gli altri festeggiano)
Quanto è brutto dover scrivere alla fine la parola THE END :(
Comunque allo stesso tempo sono felice perchè così posso concentrarmi su un altra FF che sto scrivendo ( non vi libererete mai di meeee! Mhuahahahahahah)

Anche questa volta pubblicare la mia storia è stato davvero molto divertente e piacevole...
e questo è solo grazie a voi :D
Siete stati dei lettori meravigliosi!
Mi avete sempre incoraggiato a continuare con le vostre stupende recensioni che mi miglioravano la giornata ^^ siete unici , davvero ^^!
Mi mancherete un sacco ç__ç
Spero con tutta l'anima che l'ultimo capitolo non vi abbia deluso, ma che al contrario vi abbia fatto fare un sospiro di sollievo :) Come vi avevo detto, alla fine c'è sempre ... un lieto fine *___*!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione ^^ voglio sapere il vostro giudizio circa il cap e la storia per intero :D
Vorrei ringraziare soprattutto coloro che mi hanno sempre scritta <3

LadyAstral
Larxenne
DrawingFairy
PinkSweet
Lilith no Yume
bekkuzza_Chan
Girl Pumpink
Siete i migliori 'recensori' che una scrittrice principiante come me potesse mai desiderare :'D

Che dire...un bacio a tutti e un saluto di cuore!
Alla prossimaaaaa!
BL4E
 

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