Quel sorriso messo come scudo.

di Maryful
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Due. ***
Capitolo 3: *** Tre. ***
Capitolo 4: *** Quattro. ***
Capitolo 5: *** Cinque. ***
Capitolo 6: *** Sei. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***



Quel sorriso messo come scudo.



Uno.
«Alice Forti? » la professoressa fece l'appello,pronunciando il mio nome in modo strano.
Alzai la mano,facendomi riconoscere,gli sguardi di tutti che si posano su di te,scrutandoti attentamente cercando di cogliere ogni minimo dettaglio di te.
In questo momento sono assenta,perchè chi cazzo lo sta a sentire lo stesso discorso che ti propinano i professori alle elementari,alle medie e adesso anche al liceo?
E' una continua persecuzione.
Io ho quattordici anni e una sola amica.
Quattordici anni con un autostima bassissima.
Che vita di merda.
«Prof?Posso andare in bagno? »chiesi io 
«Certo » disse la prof sorridendomi.
Mi ritrovai nel corridoio vuoto.
Fortunatamente.
Andai nel bagno a sciaquarmi la faccia,mi guardai allo specchio.
Che schifo che sei.
I capelli neri,gli occhi marroni...l'unica cosa che si salvava erano le mie labbra carnose,almeno quelle,per il resto avrei anche potuto buttarmi giù.
Uscii dal bagno...suonò anche la campanella.
Finalmente.
Rimasi un altro po'fissai i professori che s'apprestavano ad andare in altri classi.
Sentii delle risate.
Mi  girai d'istinto.
E vidi un ragazzo che fumava e allo stesso tempo rideva con una biondina.
E successe tutto così
Lui si accorse di me,lì in quel corridoio desolato,smise di ridere e mi guardò intensamente.
Ecco l'avevo detto,l'odiavo.
Odiavo che mi guardasse la gente,perciò distolsi lo sguardo.
Cazzo,odiavo il contatto visivo.
Ritornai in classe,gli occhi di quel tizio erano stupendi.
*
Vidi Chiara che avanzava tutta sorridente verso di me,mi abbracciò all istante,Chiara è la mia vicina di casa,frequenta il secondo anno di liceo,la mia unica amica.
«Andiamo? » chiese lei 
Annui.
Eccolo.
Quell ragazzo stupendo.
Abbassai lo sguardo.
Naturalmente.
Rideva come stamattina,fumava e rideva.
Rideva e fumava.
..
Gli occhi che avevo visto stamattina erano occhi normali,occhi marroni ma sofferenti.
Aveva delle labbra perfette.
Fisicamente era esile,avrà avuto sicuramente quattordici anni.
Ma perchè cazzo stavo pensando a lei?
Avevo quel suo sguardo,quei suoi occhi in mente.
La sto guardando anche adesso,sembra una bambina.
Sorride come se ha appena ricevuto un regalo.
E questo mi fa stare bene,anche se i suoi occhi si mostrano sempre sofferenti.
Sono occhi mancanti,mancano di qualcosa.
E io vorrei sapere cosa.
Anche se non sono fatti miei,non riesco a capire come possa interessarmi a quella ragazza.
Insomma,io non ero il tipo di ragazze che credeva a quelle cazzate come l'amore a prima vista,ma quegli occhi,quegli occhi erano spenti e tristi,non sapevo cosa mi stesse succedendo,non so cosa mi spingesse,ma volevo sapere tutto di lei.
Adesso mi sentivo uguale a quella ragazza,senza sapere chi fosse,senza sapere nemmeno il nome.
*
Chiara continuava a parlare,ma io non capivo nulla di quello che diceva,mi limitavo ad annuire e basta.
Delle volte non riuscivo ad ascoltarla,non perchè fosse noiosa,ma ero io,sopratutto oggi avevo la testa da un altra parte.
Purtroppo ero così,fin troppo strana,non mi interessava di nessuno,non ero come quelle stupidi quattordicenni che erano in cerca del primo amore,e lo volevano a forza,io non ero così,odiavo quasi ogni cosa.
«Alice?Vedi che siamo arrivate. » disse all'improvviso Chiara.
«Oh » mi uscì così,non me ne ero nemmeno accorta,presa troppo dai miei pensieri stupidi.
Salutai Chiara e entrai a casa mia,mia madre stava sicuramente lavorando,gestiva un ristorante,quindi quasi sempre tornava la tarda sera.
Mio padre appena ne aveva avuto l'occasione,è scappato via con Marta,l'ex amica di mia mamma,e pensare che sembravano veramente amiche.
Ecco perchè ho imparato a non fidarmi,nemmeno di Chiara mi fido tanto,non ha solo me come amica.
Mentre io ho solo lei.
Gli occhi di quel ragazzo erano stupendi,ma dovevo cercare di non pensarci troppo,anche perchè probabilmente avrei fatto la fine di qualunque adolescente di quattordici anni.
Fottuta.

Agolo Autrice::
Heyy!E'una nuova storia,che avevo scritto tempo fa nelle note del 
mio cellulare e l'ho ritrovata ieri.
Ho pensato che fosse interessante,per adesso non si sa il nome del ragazzo
ma nel prossimo capitolo credo che lo conoscerete tutti un
po'meglio.
Spero che recensite!
Ah e mi scuso per gli eventuali orrori grammaticali.
Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Due. ***




 
Era il mese d'ottobre ormai,precisamente il sette,proprio il compleanno del fratello di Chiara,Andrea,che compiva diciassette anni.
Non ero riuscita a dormire quel giorno,visto che la signora Eleonora doveva preparare per forza una torta gigantesca per stupire i suoi ospiti.
E mia madre quella mattina,anche se doveva andare a lavorare,decise comunque di darle una mano.
Mentre io mi infilai il grande felpone rosso,visto che incominciava a fare freddo ormai,Chiara sicuramente non sarebbe venuta a scuola presa con i preparativi insieme alla mamma,mi incamminai a scuola seppur era molto presto.
I miei capelli erano più orribili del solito,motivo in più per nasconderli sotto il cappuccio.
Delle volte,la domenica mattina,io e mio padre facevamo delle lunghe passeggiate,osservavamo i fiori,mio padre era molto informato su di essi.
Probabilmente se mio padre sarebbe rimasto,ogni domenica mattina avremmo fatto le nostre passeggiate,avremmo osservato i fiori e poi saremmo ritornati a casa,da mamma che non gestiva ancora un ristorante e quindi aveva tantissimo tempo a disposizione.
Anche se mio padre era stato uno stronzo,mi mancava.
Da quando era andato via,non mi aveva nemmeno mandato una lettera o almeno qualcosa,non aveva nemmeno pensato a sua figlia,io non sapevo minimamente dove fosse ma probabilmente in Spagna,ne parlava sempre.
Adesso stava con Marta,avevano un figlio e le passeggiate le faceva insieme al figlio,e gli descriveva il primo fiore che trovava mano nella mano con il figlio.
Mia mamma non ne parlava mai,dopotutto la capivo,se la tua migliore amica di tradisse in questo modo non credo proprio che riesci a superarla.
Non riesci a superare il fatto che l'uomo che hai sposato,l'uomo che che ti aveva promesso di restare tutta la vita con te,lo stesso uomo che credevi che ti sarebbe stato sempre accanto,credendo che fosse quello giusto era scappato,era scappato con un altra donna,la stessa donna con cui eri cresciuta insieme e che consideravi un amica.
Dopotutto comprendevo benissimo il suo dolore,quindi preferivo non toccare mai l'argomento con lei,forse solo con nonna Gilda ne parlavo ogni tanto.
La nonna li considerava solo due traditori,si era sempre fidata di Marta come anche di mio padre,ancora oggi stenta a crederci a quello che hanno fatto,non li credeva capaci di tutto questo.
«Sono solo due egoisti,non hanno provato nemmeno a mettersi nei panni di mia figlia,di quanto dolore le avrebbe causato tutto ciò » ecco cosa mi diceva nonna Gilda e aveva pienamente ragione.
Ecco perchè a volte cercavo di non farmelo mancare mio padre perchè era stato un completo stronzo ma mi riusciva difficile.
Ed ero anche arrivata a scuola,c'era anche una mia compagna di classe che stava sistemando i libri nella sua borsa.
Andai in bagno,mancava ancora molto al suono della campanella.
Mi avviavo verso casa,da sola.
Era stata una giornata indifferente come tutte le altre,forse un po'si sentiva la mancanza di Chiara.
Riusciva a colmare almeno un po'quel vuoto che avevo dentro con le sue battute stupide riusciva a strapparmi un sorriso.
 «Hey » sentì una voce dietro di me.
Mi girai,e vidi quel ragazzo,lo stesso ragazzo che mi guardava con i suoi occhi stupendi il primo giorno di scuola.
 «Ti è caduto questo »disse porgendomi poi il foglio con gli appunti di matematica.
 «Ah,grazie. »
 «Comunque sono Alessandro » disse lui sorridendomi 
Cazzo,era bellissimo.
 «Alice »
Il mio telefono stava squillando.
Ero certa che fosse Chiara,quindi scappai di corsa a casa,dovevo darle una mano per la festa del fratello.
Ero scappata senza nemmeno salutare,ma sicuramente non l'avrei più rivisto.
Un po'mi dispiaceva,ma forse era meglio così.
Mai fidarsi.

 

Angolo Autrice:
Ecco ho postato il secondo capitolo,sperando
che mi arriverà qualche recensione.
Non credo sia molto bella questa storia,ma una mia amica mi ha convinta a 
pubblicarla.
Visto che sono sicura che dovrebbe essere migliorata,accetto tutti i pareri.

Anche negativi,mi rendo conto di non essere molto brava a scrivere >.<
Mi scuso per gli errori!

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Capitolo 3
*** Tre. ***





                

Tre.
 
Chiara mi aveva invitato alla festa di suo fratello, seppur non avevo la minima voglia di andarci , mi dispiaceva rifiutare.
Dopotutto ci conosciamo da quando eravamo molto piccole, come Marta e la mamma.
Solo che la loro non era amicizia, dopotutto le stronzate che avevano  passato insieme, dopo i mille problemi che avevano affrontato insieme, la piccola Marta si era rivelata per quello che era veramente.
Una troia insensibile.
Verso le sette, un ora prima che cominciasse la festa , bussai a casa di Chiara, ero andata un ora prima poiché:
-Non voglio arrivare nel mezzo della festa, dove tutti stanno ballando e urlano come i matti specie se è un mix di parenti e amici di Andrea,e appena arrivi ti guardano come se fossi un alieno.
-Voglio starmene in disparte, così nessuno si accorgerà della mia presenza dall’inizio.
La signora Eleonora mi aprì la porta, era sempre stata una donna molto sensibile, solo che a volte in eventi come compleanni e le varie feste dell’anno, si faceva prendere dal panico perché voleva che tutto andasse bene e voleva fare una buona impressione.
«Tesoro, vuoi qualcosa da bere? » mi chiese gentilmente non appena varcai la soglia di casa.
Ormai, per quel ‘tesoro’ me ne ero fatta un abitudine, mi era indifferente ,non mi dava fastidio ma non mi faceva nemmeno sentire chissà chi.
Indifferente.
«No, grazie lo stesso Eleonora, piuttosto Chiara dov’è? » chiesi io
«E’di sopra, nella sua camera» disse indicandomi le scale e sorridendomi
Mi limitai ad annuire, e cominciai a salire sopra, dove si trovava Chiara.
«Aliii» disse non appena mi vide
Mi abbracciò forte.
«Vieni ti mostro una cosa» disse estraendo dalla tasca dai pantaloni il suo cellulare.
Non avevo idea di cosa volesse mostrarmi, ero piuttosto confusa.
«Questo è Filippo, un amico di mio fratello, Ali non puoi immaginare quanto mi piace, giovedì scorso era venuto qui per Andrea, ma mio fratello non si trovava in casa, abbiamo parlato un’po’.»
Mi mostrò la foto di questo ragazzo, alto, moro con gli occhi chiari.
Era carino. L’idea di una Chiara innamorata non me l’ero mai fatta prima, e onestamente avevo un po’paura che l’avrei persa.
«Credo che stasera sarà presente alla festa, non vedo l’ora! » adesso non la riconoscevo proprio.
«Mi devi aiutare!» esclamò poi tutto d’un tratto
«Io?» ero stupita.
A fare la figura dell’idiota?
«Devi aiutarmi a scegliere un vestito, a truccarmi, e poi mi devi aiutare a passare la piastra, non credo che a Filippo piacciano i ricci!» disse lei facendomi un elenco di cose di cui non ero per niente capace.
Credo che già fosse tanto che sapessi passare la piastra.
Figuriamoci tutta sta roba?
«Poi facciamo viceversa » mi disse sorridendomi
Ehm?
Viceversa in che senso?
E dopo un ora straziante di interminabili pianti isterici di Chiara che non sapeva quale fosse il vestito adatto, io che non riuscivo a stirarle i capelli e nemmeno a metterle una matita sotto agli occhi.
Tutto era finito, finalmente.
Chiara indossava il suo bellissimo abitino bianco che le arrivava alle ginocchia, ed aveva una fascia a cuore ricamata in pizzo ,aveva lo smalto rosso accesso sulle unghie, i capelli biondi lisci le ricadevano sul seno, ed era truccata leggermente.
Anche perché io non sapevo nemmeno dove mettere le mani!
Chiara voleva farmi indossare a forza un vestito, ma io le avevo detto esplicitamente NO!
Piuttosto mi ero limitata ad un pantaloncino di jeans, alla mia maglietta ormai consumata dell’ Adidas e le scarpe da ginnastica.
Io non amavo mettermi in mostra, anche con quel pantaloncino mi sentivo a disagio ma Chiara mi aveva costretto a indossarlo.
Era Chiara che doveva stupire Filippo.
Io non dovevo stupire nessuno.
Cominciavamo già a sentire parecchio casino, e Chiara volle scendere a forza.
Appena vide Filippo, a Chiara s’illuminarono gli occhi e continuava a dirmi ‘oh mio dio ma è stupendo’ e ‘oddio alice, guardaloo!’.
Era decisamente fuori, vidi Andrea che parlava col suo gruppetto di amici, ridevano e scherzavano.
Andrea Rossi, anche lui è un bellissimo ragazzo ma molto puttaniere, usa e getta le ragazze come se fossero dei giocattoli, nonostante questo so che è un bravo ragazzo,e seppur lo conosco da molto tempo, mi sento abbastanza a disagio.
Tra l’altro adesso che ci penso assomiglia molto a quell’Alessandro, i capelli mossi e color nocciola e gli occhi simili ai suoi.
Ma gli occhi di quel Alessandro mi facevano uno strano effetto.
Sentivo che fosse un pericolo per me.
Un pericolo dove dovevo starne lontane, avevo paura.
Avevo paura di diventare come le altre, avevo paura di provare le stesse emozioni che prova Chiara.
Ma chi a chi le piacerebbe un ragazzo di cui non conosce assolutamente nulla?
Eppure mi erano bastati quegli occhi ed avevo cominciato a pensarci troppo spesso.
Ecco perché lo sentivo un pericolo.
Io non volevo essere come le altre, volevo rimanere così com’ero.
Problematica e anaffettiva.
Mi bastavo così, funzionante per metà.
«Ali?» mi disse Andrea.
Sussultai.
«Ma.. ma non stavi parlando con i tuoi amici? » gli chiesi io
«Mi stavi spiando?» disse sorridendomi
«Ma no…e che mi hai spaventato»
«Usciamo fuori?» mi chiese
Annui e uscimmo fuori alla terrazza.
«Allora come ti trovi al liceo?» mi chiese mentre accendeva la sigaretta.
«Indifferente, non mi fa né caldo né freddo».
«Immaginavo che mi avresti risposto così, dopotutto credo di conoscerti bene dopo tutto questo tempo.» disse aspirando il fumo dalla sigaretta.
«Lo so, credo di conoscerti anch’io abbastanza bene non credi?».
«Beh, se mi conoscessi bene, sapresti che a me piacciono i regali, da te ne avrei voluto uno» disse sorridendomi.
Cavolo.
Cavolo.
Che figura di merda.
Il regalo cazzo.
«Oh, cavolo mi sono scordata»
«Non preoccuparti Ali, la tua presenza mi basta.» disse poco prima di buttare il mozzicone di sigaretta per terra calpestandolo e rientrando dentro, in quel casino.
Non avevo capito il senso, nemmeno di quella conversazione.
Non avevo capito nulla.
Io non capivo mai niente, poi Andrea che se ne usciva con queste cose.
Rientrai di nuovo dentro, mi sentivo come il mozzicone di sigaretta che Andrea aveva calpestato prima.
Non sapevo perché, ma avvertivo il pericolo.
Quello stesso pericolo che avevo incrociato oggi, a scuola.

Angolo Autrice:
Heilà!
Ho aggiornato oggi,ho scritto anche la mia storia
su wattpad e solo io come un idiota non ne sapevo
l'esistenza,su wattpad ho unito i primi due capitoli facendone uno solo e oggi 
ho scritto il terzo,mentre su wattpad ve lo darà come secondo :33
Spero che la storia piaccia,e voglio puntualizzare Andrea sarà un personaggio
importante come Alessandro.
Ringrazio sopratutto 

 Katerine per aver anche recensito e messo la storia tra le seguite *--* 
 T13_l che l'ha messa tra le seguite *--* 
marissa93  *----*   
Per averla messa tra i preferiti ringrazio loro *---* :  
 
Bluemuse_ 
 lovatoshugs
Graziee mille!!! 
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Capitolo 4
*** Quattro. ***




Quattro.
 
La musica era ad alto volume,fu lì che lo vidi,parlava con Andrea,non sapevo se fossero amici ma era così fottutamente bello,
Onestamente potevo vederlo che sorrideva,e giuro era lo spettacolo più bello del mondo,aveva un sorriso stupendo,per non parlare di quelle piccole fossette che aveva,stavo letteralmente perdendo la testa,stavo letteralmente perdendo me stessa e non volevo che capitasse,non doveva assolutamente succedere.
Entrai nella cucina per un bicchiere d'acqua,mi serviva,non riuscivo a respirare,mi faceva quest'effetto,dio santo,era solo uno stupido ragazzo.
Ed io dovevo placarmi,cioè provare zero sentimenti per una persona del genere,nemmeno lo conosco,non dovevo farmi bastare due occhi,non ci si innamora di due occhi cazzo.
Uscii fuori faceva freschetto rispetto a prima,i miei capelli si scompigliavano,tirava un vento leggero,e la mia casa si trovava di fronte,con nessuno all'interno,naturalmente.

«Alice» sentii una voce alle mie spalle.
Mi girai ed eccolo lì,sulle scale,ma cavolo,quel pericolo era davanti a me e non aveva intenzione di andarsene.

«Alice non ama le feste vero?»
Che cavolo ne sapeva lui,dio santo.

«E quindi?» risposi io 
«E quindi è sola,si sente insicura e le manca qualcosa.»
«Non mi manca nulla.»
Mi manca solo un padre,essere una bella ragazza,avere un carattere normale,una madre presente e degli amici,ma si...non mi manca nulla.
«Hai degli occhi bellissimi,quando sorridi diventano pieni per un attimo,ma poi ricominciano ad essere tristi e mancanti,e vorrei capirti cara ragazza mia.»
«Ma sei uno stalker?E poi non lo fa nessuno,nessuno ascolta,non c'è bisogno.»

«Ecco una cosa che ti manca quindi.»
Ma cosa..
«Senti non so nemmeno chi sei.»
«Invece lo sai,sai chi sono,ci siamo visti oggi Alice.»
«Ah giusto,mi stupisce il fatto che tu ricorda il mio nome »
«Delle persone che mi interessano ricordo tutto.»
«Ah si,bravo allora.»risposi facendogli un applauso e mostrado il sorriso più falso al mondo.
«Vuoi andare da qualche parte?» mi chiese all'improvviso 
«Senti ci sono tantissime ragazze dentro, magari disposte anche ad andare in giro con unp stalker ossessivo,l'unico posto in cui voglio andare è a casa mia.»
«Dimmi dove abiti e ti ci accompagno» rispose ignorando le mie parole,sembrava che non avesse sentito che lo stavo spacciando per uno stalker, ignorava le mie parole.
«Non c'è bisogno.
» detto questo me ne andai attraversando la strada e inserendo le chiavi nella serratura,credo che ci sia rimasto di merda,ma non fa niene,meglio così.
Elimina,sbarazzati dei pericoli,perchè portano solo danni,danni mentalmente e danni interiormente.
Solo danni.
Ed io non voglio altri danno,credo di averne fin troppi.
..
Non c'è la facevo più,quella ragazza,quella ragazza mi attirava ma non poco,tantissimo come se fosse una calamita,la trovavo ovunque e sentivo come se ne avessi bisogno,come se avessi bisogno di lei senza nemmeno conoscerla.
E non so se sia possibile questa sensazione ma mi manda in defibrillazione,e mi confonde tantissimo.
Capivo tantissime cose,e giuro,che davvero non ho mai voluto scoprire così tanto una ragazza in vita mia,aveva ragione che c'erano tantissime ragazze a quella festa,ma nessuna era paragonabile a lei con quegli occhi,tutte pensavano a divertirsi,a ballare senza un limite, mentre lo ammetto non sono mai stato un ragazzo modello,e so bene che molte ragazze cascano ai miei piedi come se niente fosse, ma ultimamente riuscivo a pensare solo a quei dannati occhi e non credevo manco sarebbe stato possibile fissarmene completamente.
Ma io non sono così,cazzo.
Sono Alessandro,lo stesso di prima,e non posso aver perso la testa così facilmente per dei semplicissimi occhi,perchè non è possibile,non è da me,prima avevo addirittura paura di parlarci,cioè non mi riconosco più,sono diventato peggio di quei ragazzetti nelle commedie romantiche americane che perdono la testa per una ragazza per così poco.
Non avevo nemmeno idea che lei abitasse di fronte,perchè non l'avevo mai vista prima,nonostante ad Andrea lo conoscessi da tantissimo tempo,ero sicuro che fossero amici,perchè sarebbe stata insipiegabile la sua presenza a questa festa,avrei preferito che non se ne andasse così perchè adesso l'unica cosa che mi viene in mente e bussare alla porta di casa sua,roba da pazzi.
Dopotutto adesso che ci pensavo, Andrea e Alice erano simili,avevano gli stessi occhi, con la differenza che Alice non era stata con diecimila ragazze,mentre Andrea si,era peggio di me,solo che io andavo a momenti,come mi sentivo,mentre lui ogni sera ha bisogno di una ragazza diversa e le illude tantissimo,mentre almeno io chiarivo già le cose per non ritrovarmi cuori infranti,solo che erano simili non solo dagli occhi,erano simili perchè conoscendo Andrea da tantissimi anni,sapevo che era un bravissimo ragazzo alla fine,voleva cose semplici,o come nel caso di Alice si accontentava di cose semplici.
Ed io sapevo bene che avrei potuto salvarla,perchè so di poterlo fare,so di essere solo io in grado di poterla salvare da tutta quella monotonia,e so anche che ci riuscirò perchè non mi stancherò mai.
Mai.

❤ 
Ammetto di essere stata assente tantissimo,ma ho avuto davvero tantissimi impegni,
so anche che la storia non è che sia molto seguita,quindi so che pochi avranno notato l'assenza però
ci tenevo a dire che è stato un periodo difficilissimo dopo la morte di mia nonna,perchè non è stata una morte come tutte le altre,ma non sto qui a parlarne perchè stento a crederci persino io,e poi non voglio portare tristezza.
Mi scuso anche per eventuali errori,perchè ho scritto la storia al momento,visto che ho perso il capitolo quattro persino nelle note del mio cellulare,quindi per me è stato difficile regolarmi con la lunghezze,siate
pazienti mi scuso ancora.
Alla prossima.
❤ 



 

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Capitolo 5
*** Cinque. ***




Cinque.
 
Come diceva Margo Roth Spiegelman in città di carta,i suoi fili ormai si erano spezzati da tantissimo tempo,eppure anche io avrei voluto scappare e lasciare indizi,perchè magari qualcuno sarebbe venuto a cercarmi,però purtroppo sarei rimasta in questa città ancora per molto tempo,avevo quattordici anni,avevo appena cominciato il liceo,figuriamoci se sarei scappata,mia mamma già era abbastanza sola,già soffriva e non lo dava a vedere,io non potevo trovare una via di fuga,perchè non c'è l avevo,non avevo una via di fuga,non avevo forse nemmeno il coraggio di lasciare quelle poche cose che mi rimanevano qui.
Quella mattina avevo i capelli leggermete eletrizzati,e non sapevo manco il perchè,avevo trovato un biglietto di mia madre con su scritto ''Ho comprato i cornetti,mi raccomando fai colazione'' ma non avevo proprio voglia ,probabilmente lei stava dormendo quindi cercai in tutti i modi di fare meno rumore possibile ed uscire dalla porta di casa.
Misi le auricolari,è parti  ''People help the people'' la sentivo solitamente,rare volte quasi infatti non sapevo nemmeno cosa ci facesse in quella playlist.
''People help the people
And if your homesick, give me your hand and i’ll hold it
People help the people
And nothing will drag you down''
..
''
le persone si aiutano
e se hai nostalgia di casa, dammi la tua mano
e io la stringerò, le persone si aiutano
e niente ti trascinerà verso il basso''


 
Adesso ero in un mondo totalmente diverso,perchè alla fine credo che bisogni incotrarle quelle persone che seriamente vogliono aiutarti,perchè alla fine c'è sempre chi ti lascia cadere come se niente fosse.
Non mi ero nemmeno accorta che ero arrivata se non fosse stato per Chiara che mi era praticamente saltata addosso.

«Ali,Ali,Ali» continuava a dire Chiara dall'aria entusiasta 
«Cosa?» 
«Filippo mi ha baciato alla festa di mio fratello e giuro sto morendo» me lo disse così in fretta che a stento riuscì a capire 

Le avevo solo detto di stare attenta e che ero contenta che aveva quasi un ragazzo,lei mi aveva risposto abbracciandomi e poi era corsa via,probabilmente stava entrando in classe,anche se la campanella non era ancora suonata,amava sistemare le sue cose e godersi quella calma prima che una massa di capre l'avrebbe invasa al suono della campanella.
Naturalmente c'era solo un piccolo problema,forse non proprio piccolo ma comunque lo vidi,nel corridoio come la prima volta,solo che lui non si accorse di me,era intento a parlare con Andrea ed altri due che non conoscevo,la mia faccia in quel momento era idescrivibile,non sapevo perchè un ragazzo così mi metteva in agitazione e mi faceva questo effetto?
Mi ero precipitata in classe,anche se come al mio solito avevo fatto un casino pazzesco,visto che essendo così impacciata stavo per cadere,ma credo che alla fine non se ne sia accorto nessuno,credo. 
Dovevo evitare a tutti i costi Alessandro,dovevo far finta di non sapere manco il suo nome,era solo quel ragazzo , perchè suonava molto meglio,mi aiutava a non pensarci.
La classe era vuota,tra due minuti si sarebbe riempita,sicuramente due o tre sarebbero arrivati in ritardo, ma il ritardatario fisso è solo uno,è unico (ma in tutti i sensi) Luca Belli,che poteva avere anche un faccino carino che piaceva alle ragazze e serviva a fare il leccaculo agli insegnanti,ma per il resto lo si poteva definire solo stupido,ma la sua stupidità piaceva evidentemente la sua stupidità così stupida lo rendeva unico,so che non faceva una piega ma comunque ne ero convinta,davvero.
Per loro era come una specie di dio e giuro non lo sopportavo,davvero,tutte queste ragazze erano uguali e tutti questi ragazzi erano stupidi.
''Tranne Alessandro''
Continuava a ripetere la mia mente,avrei voluta zittirla,perchè mi stava davvero torturando,come una specie di punzione,io volevo non pensarci,ma alla fine passavo tutto il tempo costantemente a paragonarlo a tutto,ma io alla fine lo so,lo sapevo e lo so che anche lui era stupido ed era solo una copia,seppur una copia di tutto quello che poteva esserci di bello al mondo era sempre una copia,una copia falsificata e questo lo rendeva uguale agli altri.
Le lezioni erano appena finite e onestamente,già mi stavo pentendo di non aver mangiato quel cornetto,perchè sicuramente mia mamma mi aveva preparato qualcosa per pranzo e si era mangiata tutti i cornetti,ne ero certa.
Io e Chiara stavamo aspettando Filippo,perchè evidentemente dovevano parlarsi,ma tanto per me non era un problema,tanto non avevo orari,mia madre a casa non c'era mai.Dopo cinque minuti vedo lo sguardo di Chiara illuminarsi all'istante,infatti avevo intuito che Filippo stesse venendo da noi,cioè da lei,perchè io nemmeno lo conoscevo.
Ma affianco a lui c'era un altra persona,con quegli occhi stupendi,occhi che conoscevo benissimo,che mi torturavano la mente giorno e notte,Alessandro.

«Filippo,lei è Alice» Chiara cercò di spazzare via quel silenzio imbarazzante presentandomi Filippo 
«Ciao Alice!» mi disse tutto allegro,anche lui aveva gli occhi belli,ma non erano belli come quelli di Alessandro,che non la smetteva di sorridere come un idiota.
«Mentre lui è Alessandro» disse dando una gomitata all'amico che si era totalemente rimbambito 
«Si,lo stalker..» dissi quasi sussurando,credevo che non l'avessi detto sul serio,ovviamente ero ironica,però cavolo,non dirmi che l'ho detto,non dirmi che l'ho detto davvero.
Alessandro rise.
«Ciao fuggitiva» naturalmente sapevo bene che si riferiva al fatto che ogni volta che ci incotravamo scappavo quasi sempre.

«Quindi vi conoscete già?» mi disse Filippo 
«No direi di no,adesso devo andare,è stato un piacere.» dissi io
Mi stava infastidendo quella specie di incontro,perchè stavano per diventare una coppia e onestamente non avevano bisogno di me o Alessandro davanti a piedi,perchè sono sicura che volevano rimanere da sola infatti notai Chiara che mi mimava un grazie.
E poi non mi andava di guardare,ero stanca di guardare.
«Sei una fuggitiva!» disse quella voce che ormai conoscevo bene,l'avevo memorizzata.
Ormai ero fuori dal cancello,e quindi non mi restava che tornare a casa,visto che non mi andava di aspettare Chiara,ma nemmeno di tornare a casa con Alessandro,che poi alla fine non sapevo nemmeno dove abitasse quindi non ero certa che prendesse la mia strada,è poi Alessandro aveva il motorino,era etichettato come il figo della scuola,colui che tutto può.
«Ti posso accompagnare a casa o scappi via?» mi disse all'improvviso
«La seconda.»
«Andiamo spero sei consapevole che io non sono uno stalker,e non ti porterò nella mia stanza dei giochi come Mr Grey»
«Spiritoso,ma non acetto passaggi da sconosciuti possibili stalker tra l'altro.»

«Non è vero.Io e te non siamo sconosciuti,gli sconosciuti non si sono mai visti,e noi ci siamo visti parecchie volte»
«Due o tre volte,non ''parecchie''» puntualizzai io
«Sul serio,per favore»
«No» dissi più fredda che mai 
All'improvviso afferrò il mio cellulare e lo infilò nella tasca dei pantaloni,
«Ridammelo.»
«No» disse quasi imitandomi 
«Ti dò un passaggio a casa visto che sei molto stanca e vuoi solo parlare con Chiara»
«Prima cosa,voglio il telefono solo perchè mia madre avrà sicuramente bisogno di me e se mi chiama e non risponso è capace di chiamare una squadra di carabinieri.sìSeconda cosa,io non sono così,odio quel cavolo di telefono ma mi serve!»
«Bene,allora mettiti il casco!» disse passandomi il casco giallo fluo 
«Certo che sei uno stronzo approfittatore!» dissi io ridendo e mettendomi il casco
«Non sono un ''approfittatore'' sono solo cordiale e gentile verso una ragazza che è molto stanca»
«Oppure hai solo bisogno di un telefono e quindi hai rubato il mio,e sono quasi certa che non lo rivedrò più»
«Mah..chissà» disse ridendo 
Sei uno stronzo,uno stronzo approfittatore.


 

Angolo Autrice ❤
Eccomii,ed ho aggiornato prima del solito,poichè oggi a scuola non ho fatto nulla ed ho avuto la geniale idea di mettermi a scrivere,visto che mi sembrava l'unica cosa bella da fare,e credo di essere riuscita a scrivere anche una quantità abbastanza accettabile rispetto ai primi capitoli!
Alessandroo è uno stalker ed ha un bisogno disperato di un telefono xD
Un grazie speciale va anche a chi ha recensito il capitolo quattro!
Davvero grazie mille!

Scusatemi per gli eventuali errori ortografici e grammaticali come al solito sono una macchinetta a computer u.u
Alla prossima 

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Capitolo 6
*** Sei. ***




Sei.
Io non capivo o perlomeno non riuscivo a capire perché sembrava tutto un tale casino attorno a me, ascoltavo e riascoltavo la stessa canzone per ore e ore, mia madre lavorava e ormai dedicarsi a me era uno dei suoi ultimi problemi, il tempo per me, per lei, l’aveva perso quando tutto aveva cominciato a prendere una piega distorta,quando la sua vita era diventata monotona e ripetitiva,ammiravo solo che lei era riuscita a superare tutti gli ostacoli che non le permettevano di andare avanti,è stata forte,una qualità che pochi hanno e che sicuramente io da lei non ho ereditato.
La pioggia scorreva lenta,il cielo non era di un colore ben definito,mi trasmetteva una tristezza immensa,sentivo la signora Eleonora sbraitava a più non posso per via dei panni stesi che ormai erano una pozza d'acqua,mi faceva divertire da morire quella scena visto che naturalmente se la stava prendendo con Andrea e Chiara.
Potevi anche prenderli i panni da fuori eh 
Inviò il messaggio a Chiara,visto che stavano facendo un casino pazzesco,ed io me la ridevo come non mai,almeno erano riusciti a portare un po'di allegria in questo sabato deprimente.
Che figura di merda non me ne parlare ti prego,è una specie di pazza esaurita,io stasera devo vedermi con Filippo e se non mi fa uscire la ammazzo mentre dorme.
No dai,sei davvero crudele,e poi piove,e poi quale vestiti hai intenzione di metterti?Quelli tutti inzuppati d'acqua?
Ma che no!E comunque sono quasi sicura che non mi farà uscire,quindi avvio il mio piano per ucciderla. 

hahaha ma smettila,e comunque puoi venire a casa mia non scoraggiarti u.u 
mhh,sii anche Filippo?
Ehm scusa e se i tuoi lo vedono?E poi Andrea ?Non esce con Filippo?
Ehm. 
?
Dopo ti spiego.

 
 
Non avevo capito cosa intendesse,ma visto che stava ancora litigando con la mamma,ci sarebbe voluto molto tempo,e sicuramente sarebbe venuta tardi,onestamente l'idea di Filippo non è che mi andasse tanto a genio,ma se era per lei l'avrei fatto,anche se controvoglia,e poi ero dell'idea i suoi l'avrebbero sgamata subito se solo avessero bussato alla porta di casa mia ,però di solito andavano a letto presto quindi andrebbe bene,almeno credo.
Mi immersi completamente nella lettura,e dopo una maratona di drama a più non posso,era finalmente arrivata Chiara,e come al solito la trovavo più bella che mai,sarei voluta essere lei almeno per un giorno,ma non solo per la bellezza,ma perchè aveva modi gentili,era calma,tranquilla,fà di tutto pur di seguire il suo cuore,e non la sua mente,mentre io faccio l'opposto,e l'unica cosa che mi riesce.

«Adesso spiegami sta storia » le dissi 
Mi sorrise e cominciò a parlare.
«Beh,Andrea l'ha scoperto alla fine. » 
Io rimasi allibita,scioccata,sconvolta insomma la mia faccia era indescrivibile in quel momento,perchè non sapevo la possibile reazione di Andrea,ma di sicuro era brutta,orribile,davvero orrenda.
« Calmati» disse scoppiando in una risata 
«Non è successo niente,cioè è come se la cosa le fosse indifferente,perchè credo che Andrea si fidi abbastanza di Filippo oppure non gliene frega davvero niente » mi disse lei sistemando il cappotto sul divano
«Indifferente?Sul serio? » 
«Si,quindi so che chiedo davvero tanto,ma per favore,possono venire qua? » 
«Chi? » chiesi come un idiota
«Andrea e Filippo » disse sorridendomi 
«Sono convinta che ci sia qualcun altro..» 
Alessandro.
«Alessandro.» disse come se mi leggesse nel pensiero.
«E' bello vero?» mi chiese poco dopo 
«No,credo che non ha nulla di particolare» 
Bugiarda.
Ero davvero una bugiarda,perchè Alessandro era uno dei ragazzi più belli che avessi mai visto,nonostante cercavo di allonatarmi da lui,mi riusciva impossibile,era come un filo rosso,che se lo tiravi ritornava sempre da te,ma se lo spezzavi,sarebbe scomparso per sempre.
Ed all'inzio io volevo spezzarlo,sul serio,ho provato a contenermi,ma la curiosità mi spinge sempre a tirare quel filo rosso,e lui compare,ogni volta.

«Bugiarda,non mentirmi » 
Era come se mi leggesse nella mente.

«Ma per te va bene?Cioè se non va bene possiamo tranquillamente stare insieme solo noi due,non preoccuparti per me,io sto bene anche con te e lo sai,e non voglio che lo dimentichi » 
«Io vedo che sei felice con Filippo, e stai bene,quindi perchè non dovrebbe andarmi bene la cosa?Lo so che sei sempre la stessa,lo so che mi vuoi bene ed io ne voglio a te,quindi per me passare una serata così per me è davvero una cosa nuova,e quindi voglio sperimentare no?» dissi sorridendole 
«Mi chiedo delle volte come tu sia così incredibile,in tutte le cose che fai davvero,credo di essere la persona che dà così poco in quest'amicizia mentre tu dai tantissimo per me nonostante sei più piccola di me,e come se fossi l'unica in grado di riuscirmi a capire,anche con il tuo silenzio delle volte capisco.Non so cosa farei senza di te,davvero. » 
«Per così poco?Davvero non fare la stupida » le dissi sorridendo 
Avevo notato che aveva gli occhi lucidi,ma io so chi è Chiara e non ho bisogno di dimostrazioni per sapere quanto lei mi voglia bene,io sono felice se lei sta così bene,perchè io e Chiara invece siamo un filo robusto e compatto,indistruttibile come i nostri sogni,è un filo del destino il nostro,che nessuna delle due ha intenzione di spezzare.
Un ora dopo,mi ero ritrovata Andrea,Alessandro e Filippo,che tra l'altro non la smetteva di ringraziarmi perchè poteva vedere finalmente Chiara ed io glielo avevo detto che non c'erano problemi ma non si placava un istante.
Forse avrei dovuto avvertire mia mamma,ma credo che lo stesso sarebbe tornata tardi quindi sarebbe intuile disturbarla durante il lavoro per cose che non le danno fastidio.
«Aliiiiiiiii fammi saliree sù,nella tua stanzaa dai dai dai » Andrea mi stava dando i tormenti,nonostante ci mancasse da parecchio qui,non capivo tutta quest' esigenza di vedere la mia camera.
«Ma sei scemo? »  dissi ridendo 
«Sei un infame » disse facendo il finto offeso 

«Vieni con me ho paura,chissà che nascondi nella tua stanza dell'orrore »
«Pff.Sei davvero insuperabile guarda » dissi ridendo
Mi era sembrato di tornare indietro ai vecchi tempi quando Andrea ed io eravamo bambini,non parlavamo così da tantissimo tempo,un eternità probabilmente!
«Vieni? » chiesi con un filo di voce anche ad Alessandro che ci stava guardando 
«Certo fuggitiva » mi disse sorridendomi 
Entrando nella mia camera,non si notava nulla di strano,era una semplice camera di una ragazza di quattordici anni,cioè non avevo la camera tappezzata di poster ma non era nemmeno vuota e insipida,era piena dei miei ricordi con papà e delle foto ai fiori che negli anni avevo continuato a fare nonostante la sua assenza,avevo il computer sulla scrivania,lo usavo solo per le ricerche a scuola,avevo anche una vecchia macchina fotografica,che custodivo come altro ricordo,di mio padre,era una polaroid,nonostante non la usassi da parecchio,feci una foto a tutti e due,anche se non se ne accorsero.
Era un ricordo.
«E' davvero tranquilla » ammise Alessandro quando vide le foto che erano appese un po' dappertutto
«Ci mancavo da tantissimo,adesso si che mi sento a casa » disse Andrea stendendosi sul letto 
«Casa tua è di fronte » ammisi ridendo
«Cattiva. » disse Andrea sorridendomi 
Mangiammo una pizza,e dopo Alessandro mi aiutò a sistemare la cucina.
«Oggi ti ho visto decisamente diversa,non so cosa ti abbia spinto a iniziare passo dopo passo a distruggere quel muro che ti sei formata in tutti questi anni,ma mi rende felice,perchè so che mano a mano ci riuscirai,e quindi davvero aiutami a capire di cosa hai bisogno,perchè davvero anche se a stento ti conosco,ho bisogno di sapere,perchè è come se tu fossi una fonte di necessità per me,che mi ha completamente sconvolto perchè io non sono così»

Non sapevo cosa dire,cosa fare,fissavo solo i suoi occhi intensi,che a loro volta fissavano i miei così aspri e senza senso,mi sembrava di vivere in quegli occhi da così tanto tempo,e non sapevo come fosse possibile con lui,perchè io non conoscevo nulla di lui,era troppo presto per dire che 'ero una fonte di necessità per lui' perchè mi domandavo come fosse possibile,per il momento mi incuriosiva tantissimo,ma non avrei dovuto trasformare questa curiosità in nient'altro,non doveva mutare nel tempo,quindi i miei muri non li avevo completamente distrutti,mi ero solo divertita oggi,ma probabilmente sarei diventata la stessa di prima con lui,anche se non lo volevo,però era più forte di me,anche se era sincero non riuscivo a fidarmi,perchè lui sembrava avermi capito con un solo sguardo mentre io ero ancora così distante dal capire chi fosse.
«Voglio solo dirti che mi sono divertita,davvero grazie.» dissi sistemando i piatti nella lavastoviglie 
«Non dirmi questo,sembra più un ''grazie ma io ritonerò come prima,non cambierò per te visto che non ti conosco''perchè credimi ci conosciamo più di quanto immagini e te ne renderai contro perchè sarò io a fartelo capire
»
Non alzare lo sguardo,non fare nulla,rimani in silenzio non dire niente.
«Forse riuscirò a capire,grazie » lo dissi quasi senza pensarci,non lo stavo guardando,per fortuna,magari sembrava meno imbarazzante così,almeno credevo.»
«Grazie.
»
Alzai lo sguardo e vidi che sorrideva.
Grazie a te.







 

Angolo Autrice:
Eccomi sto studiando a più non posso,si salvi chi può!
Perchè sto letteralmente perdendo la testa,spero che questo capitolo vi piaccia
ho cercato di far uscire fuori la vera Alice,ed il suo salvatore Alessandro ne è entusiasto a quando potete
vedere!
Mi scuso per evenutali errori grammaticali e per l'assenza,probabilmente il prossimo capitolo sarà ancora più difficile per me pubblicarlo
perchè sono in una fase di studio matto e disperato,sopratutto dalla settimana prossima!
Quindi ci tengo a ringraziare chi segue la storia e chi recensisce,mi fa davvero piacere

Grazie mille,alla prossima.

❤ 

 

 

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