May the odds be ever in our favor

di amnesiaL1996
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.So wake me up when it's all over... ***
Capitolo 2: *** 2. Everything I Didn't Say ***



Capitolo 1
*** 1.So wake me up when it's all over... ***


May the odds be ever in our favor

 

 

1.So wake me up when it’s all over…

 

<< …E quest’anno,a causa dell’Edizione della Memoria per i 50° Hunger Games a partecipare ai giochi non saranno soltanto un ragazzo e una ragazza da ogni distretto,ma bensì due di ciascun sesso… >>

Un groppo di paura gli bloccò la gola a quelle parole quando il loro significato gli arrivò alla mente.

36 tessere col suo nome sopra in quell’urna maledetta e il doppio di possibilità di essere estratto e mandato a morire in nome di niente.

Ma soprattutto,la cosa ancora peggiore: il doppio di possibilità che venisse estratto LUI che di tessere ne aveva solo sette.

Istintivamente,mentre quella damina tutta pomposa e ben vestita proveniente da Capitol City continuava a parlare di quanto tutti loro dovessero a Capitol dopo la Ribellione e di quanto partecipare ai Giochi fosse un onore,il suo sguardo corse a cercarlo tra le file di ragazzi ben vestiti e ben allineati per la Mietitura,allungandosi in punta di piedi per vederlo.

Tra chi pregava a occhi chiusi di non venire scelto e chi si fissava i piedi,i muscoli irrigiditi dall’ansia e dalla rabbia per quello che venivano costretti a perdere ogni anno,lui spiccava,perfetto,il profilo dritto della mascella rigida e il naso vagamente all’insù che gli davano un’aria spavalda e fiera,come se fosse pronto ad affrontare tutto quello che il destino gli avrebbe destinato,Arena compresa,pronto ad uccidere se fosse servito a dimostrare ancora una volta di essere superiore.

Perché Sebastian era fatto così: lui era spavaldo e coraggioso; da sempre pronto a disubbidire e fare di testa sua,aveva passato 18 anni a dimostrare di essere il migliore in tutto e per tutto in quel Distretto e sembrava quasi che non vedesse l’ora di poterlo dimostrare a tutta Panem.

Forse era un po’ stupido per questo,forse quel comportamento l’avrebbe portato alla morte o comunque a farsi odiare nella loro piccola regione già più di quanto non lo sopportassero,ma Thad,a differenza della maggioranza dei ragazzi in quella piazza,sperava davvero con tutto il cuore che il nome di Sebastian non uscisse da quell’urna.

Perché l’aveva sempre ammirato certo,perché avrebbe voluto essere sicuro di sé e audace come lui,o forse semplicemente perché era una vita che ogni volta che lo vedeva sorridere da lontano il suo cuore perdeva un battito per colpa di sentimenti che non riusciva a mettere da parte…

Poi,tutto parve fermarsi.

Thad si accorse all’istante che qualcosa era cambiato,che lo sproloquio della donna sul palco improvvisato era finito,perché tutto nella piazza,dai respiri dei genitori nervosi ai muscoli delle decine dei ragazzi disposti in file ordinati,perfino l’aria stessa quasi,si bloccò in quell’attimo di paura e tensione che precedeva sempre le solite parole,quelle che davano davvero inizio alla parte più orribile della Mietitura.

<< Ma ora è il momento del sorteggio. Prima le signore >>

Sentì anche la propria mascella bloccarsi in una morsa ferrea,lo stomaco che gli si stringeva per la paura folle ed improvvisa,mentre chiudeva gli occhi per un secondo e pregava silenziosamente che non uscisse il nome di Sarah.

“Non mia sorella” pensò,non lei che aveva solo 12 anni e una sola maledetta tessera contro di lei,non lei che era così piccola e fragile e che,la poteva vedere in lontananza quasi dal lato opposto della piazza,tremava impercettibilmente,tormentandosi di sicuro con le dita il braccialetto che le aveva regalato per il suo dodicesimo compleanno dopo aver risparmiato per mesi,stretta nel suo miglior vestito,di un rosa pallido che contrastava appena con la carnagione ambrata e coi capelli neri e lisci che le scivolavano lunghi giù per la schiena.

“Ti prego,se c’è qualcuno lassù,non farla uscire e farò qualsiasi cosa”

<< Rachel Berry >>

E gli occhi di Thad si spalancarono di scatto a quel nome,la testa che si voltava verso il lato della piazza occupato dalle ragazze.

Rachel era gelata dal terrore,gli occhi color cioccolato che fissavano pieni di paura la donna vestita di fucsia sul palchetto e le spalle scosse da un tremito.

Certo,non era sua sorella,ma il ragazzo era quasi ugualmente sconvolto: conosceva Rae da tutta una vita e,anche se era un anno più piccola,era una sorta di migliore amica per lui,la ragazza dolce e simpatica,a volte un po’ troppo egocentrica,a cui piaceva cantare nei finesettimana passati ad aiutare i loro genitori al frutteto,l’amica da cui andare per parlare dei sogni e delle cotte e con cui sfogarsi quando suo padre era appena morto,quella di cui sapeva tutto,ogni singolo segreto.

Per questo,mentre sentiva un colpo al cuore al solo pensiero di quello che avrebbe passato la sua migliore amica di lì a poco,spostò lo sguardo qualche fila più indietro all’unica persona che sapeva stare peggio di lui in quel momento,quella che stava morendo dentro in ogni singolo,timido e terrorizzato passo che Rachel stava compiendo per salire su quel palco.

Tremava lei,i pugni stretti tanto da conficcarsi le unghie nei palmi,i muscoli rigidi,il viso basso,con gli occhi chiusi,forte,e un labbro stretto fra i denti e Thad poteva davvero giurare che,prima d’ora,non aveva mai visto nessuno soffrire così,come se le stessero strappando il cuore dal petto,come se fosse lei a dover andare in quell’arena…

Fece a malapena in tempo a pensarlo che i suoi occhi verdi e fiammeggianti si riaprirono di scatto mentre prendeva a marciare risoluta verso il corridoio al centro della piazza,tra le file dei ragazzi e quelle delle ragazze.

<< Mi offro volontaria >> urlò,quando lo raggiunse,fiera e decisa di fronte al palco << Mi offro volontaria al suo posto >>

<< Quinn! >> l’urlo di suo padre che chiamava il suo nome,decisamente furioso,non sembrò neanche raggiungerla o comunque scalfirla,lo sguardo fisso sul viso spaventato della ragazza bruna a qualche metro da lei,che ora ricambiava lo sguardo sorpresa e se possibile ancora più impaurita.

La donna di Capitol City spalancò la bocca eccessivamente truccata in una smorfia di puro sbalordimento,abbassò lo sguardo sul foglio che aveva poggiato sul leggio e poi lo fece tornare sulla ragazza bionda lì di fronte.

<< Un gesto molto coraggioso,ma mi dispiace, >> cominciò con tono esageratamente accondiscendente e premuroso << Dato che quest’anno sono due ragazzi e due ragazze ad andare nell’arena,non puoi sostituirti alla signorina Berry,ma al massimo andare con lei >>

Thad riuscì a vedere la corazza di coraggio di Quinn vacillare per un secondo,mentre,gli occhi verdi sempre a specchiarsi in quelli color cioccolato ormai sull’orlo delle lacrime,valutava le sue opportunità.

Da una parte,c’era la certezza di restare viva e al sicuro,lì al Distretto 11,possibilità che significava lasciar andare Rachel,la sua Rae,sola nell’arena e vederla morire su un asettico schermo per poi soffrire ogni giorno per il resto della sua vita da sola per aver perso l’unica persona che per lei era fondamentale.

E poi,c’era l’alternativa. Andare nell’Arena,se davvero poteva essere una scelta. Rischiare la morte e proteggere Rachel fino all’ultimo istante della propria vita,per non dover passare neanche un attimo senza di lei.

E nonostante l’ovvietà,almeno per lui,della sua scelta,Thad sobbalzò appena quando quel “Si” risuonò forte e chiaro in tutta la piazza e negli schermi di chissà quanta gente nella capitale.

Un leggero brusio si levò tra tutta la popolazione del Distretto mentre lei marciava verso il palchetto e saliva quei pochi gradini che la separavano dalle due donne,apparentemente molto più forte e sicura di quanto doveva sentirsi dentro di sé.

Dopotutto stava andando a morire e l’aveva scelto volontariamente.

Eppure,pensò Thad nel guardarla con rispetto e ammirazione,almeno lei aveva un motivo per andare a combattere in quell’arena,un amore talmente forte da farla lottare. In fondo,era molto più fortunata di molti altri tributi.

<< Il tuo nome? >> chiese la donna di Capitol City con un grande sorriso,mentre le circondava le spalle con un braccio e la faceva voltare verso la piazza.

<< Quinn Fabray >> rispose con voce ferma,lo sguardo che però evitava quello dei suoi genitori.

<< Sei la prima volontaria del Distretto 11 della storia degli Hunger Games,devi essere molto coraggiosa… >>

…o molto stupida,come pensavano quasi tutti lì.

In fondo,però,oltre all’ammirazione per quel gesto di puro amore,Thad e molti altri avrebbero solo dovuta ringraziarla per aver salvato qualche ragazzina più piccola e fragile da quella crudele condanna a morte.

La ragazza bionda venne spinta delicatamente al fianco di Rachel e la donna si avvicinò all’altra urna.

Il brusio cessò immediatamente.

Quello dei ragazzi era forse il momento peggiore per le famiglie.

Chi sarebbe stata la prossima a estinguersi? La prossima a perdere un punto importante per il proprio sostentamento o addirittura un capo famiglia,come nel suo caso?

Come ogni anno,a Thad sembrò di vivere la scena quasi al rallentatore,la mano della donna che si inseriva nell’urna con lentezza estenuante ed estraeva stavolta ben due fogliettini ben ripiegati,due dita dalle unghie fin troppo lunghe e laccate di un brillante rosso,un po’ una nota stonata nell’insieme di fucsia del suo intero look,che ne aprivano uno,gli occhi quasi immobili nello scorrere sulle due singole parole che vi erano scritte sopra.

<< Sebastian Smythe >>

E stavolta,per davvero,al moro mancò il fiato,lo stomaco che faceva una capriola e un groppo che gli bloccava la gola.

Bas invece non fece una piega,non abbassando il capo neanche per un secondo.

Raggiunse il palco,salendo i gradini due a due,con la sua solita grazia e compostezza,come se stesse andando a ritirare un qualche premio e non un biglietto di sola andata verso la fine.

Thad si sentì davvero perso per lui,mentre lo guardava,dimenticandosi anche dell’altro biglietto che era stato estratto e stava per essere letto.

Immaginava già come tutto sarebbe cambiato,come la sua vita avrebbe perso un fondamento essenziale,come sarebbe stato vivere senza più Sebastian da guardare di sottecchi a scuola o in piazza con il cuore che batteva forte e…

<< Thad Harwood >>

Ma il destino aveva altri piani evidentemente.

Dopotutto,l’aveva detto lui “farò qualsiasi cosa” e a quanto pare era stato come dichiararsi volontario davanti a qualsiasi essere divino che avesse fatto uscire il suo nome. O forse era solo probabilità,matematica,quella dannata materia in cui aveva sempre fatto schifo e che ora non avrebbe mai imparato… In fondo,comunque,non importava.

I suoi piedi sembravano improvvisamente di marmo mentre compiva quei pochi passi per uscire dalla fila,i brevi metri che lo separavano dai gradini che parevano lunghi come chilometri.

Chiuse gli occhi solo per un secondo quando una voce flebile ma per lui rumorosa come un colpo di cannone singhiozzò il suo nome qualche metro più indietro,bloccandosi poi davanti agli scalini.

Salirli avrebbe davvero significato la fine di Thad,il ragazzo timido e gentile che abitava al limitare del bosco e l’inizio di Thad Harwood,tributo dell’Undicesimo Distretto,morto negli Hunger Games.

Un respiro profondo,pochi secondi e fu al fianco di Sebastian.

<< Signori e signore,ecco a voi i tributi del Distretto 11 per i 50° Hunger Games. Felici Hunger Games,e possa la fortuna essere sempre in vostro favore >>

Thad evitò accuratamente di alzare gli occhi per non vedere il dolore nei visi delle persone che amava,ma si voltò appena verso i suoi compagni di sventura.

Sebastian guardava fisso di fronte a sé,la mascella ancora rigida e seria,le braccia lungo i fianchi,nessuna traccia di paura sul viso.

Poco più in là,spalla contro spalla,Quinn stringeva la mano di Rachel dietro le loro schiene per imprimerle una forza che neanche lei aveva.

E lui,intanto,provava a contare.

Pochi minuti e avrebbe detto addio alla sua famiglia.

Poche ore e sarebbe stato a Capitol City,circondato dal lusso più sfrenato e sotto il giudizio opprimente di decine di telecamere.

Pochi giorni e sarebbe stato in un arena a combattere per la propria vita.

Poi,più nulla.

 

 

 

 

 

 

S.d.A.:

E,dopo essere sparita dalla circolazione per un bel po’,eccomi tornata per una nuova long…

In effetti,questa è una storia un po’ speciale per me,nata come one-shot ma diventata un poema,non solo perché finora mi sta piacendo più di ogni altra cosa che io abbia mai scritto prima,ma anche perché è la mia 135° storia su questo sito e perché ho scelto di pubblicarla oggi 15 luglio 2014,il giorno del mio quarto anniversario su questo sito e come “autrice” se tale mi posso davvero definire :)

A proposito della storia non ho poi molto da dire: è una thadastian-faberry con accenni klaine-brittana,ovviamente come avrete capito ambientata a Panem e quindi AU!Hunger Games…

Per ora ho scritto già diversi capitoli,tutti dal “punto di vista” di Thad e credo andrà avanti così: le scene non raccontabili da Thad probabilmente le scriverò come spin-off (ad esempio,la brittana penso sarà così…) quando non sarà possibile inserirle in altro modo.

Che altro dire? Dato che giovedì prossimo parto per due settimane può essere che decida di postare un capitolo sabato oltre a quello di martedì,ma da quando tornerò spero di riuscire a continuare con un capitolo a settimana…

Spero vi piaccia tanto quanto sta prendendo il cuore a me e magari fatemi sapere che ne pensate in una recensione :)

Un bacio,ness <3

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Capitolo 2
*** 2. Everything I Didn't Say ***


Nuova pagina 1

May the odds be ever in our favor

 

 

2.Everything I didn’t say*

 

Sebastian stava in piedi accanto alla finestra,le mani poggiate sul davanzale e lo sguardo perso nel vuoto al di fuori,tra i campi e le fronde degli alberi,o almeno così Thad immaginava,non potendo vedere oltre il vetro dal suo posto sul divanetto in pelle di una delle salette del municipio dove venivano mandati i tributi per salutare i propri cari.

Ovviamente,non erano preparati all’eventualità di avere il doppio dei tributi e il loro distretto era troppo povero per avere sale in più inutilizzate,perciò invece di poter stare da soli con i familiari come da tradizione erano costretti a dividersi le stanze,Rachel e Quinn in una e Sebastian e Thad in un’altra,cosa che dava a quest’ultimo l’opportunità di osservare l’altro di sottecchi in tutta la sua bellezza da statua greca con i lineamenti perfettamente disegnati,i capelli castano chiaro e i brillanti occhi di smeraldo.

La porta si aprì con uno scatto e il moro distolse lo sguardo dal ragazzo impassibile appena in tempo perché un piccolo tornado dalle lunghe trecce scure gli saltasse tra le braccia.

<< Thaddy! Non puoi partire,non puoi andartene >> Tessa si strinse a lui con tutta la forza che poteva avere a soli sette anni,mentre anche Josh li raggiungeva e si arrampicava sulle ginocchia per abbracciarlo,sebbene dall’altezza dei suoi 3 anni non comprendesse ancora cosa stesse succedendo a suo fratello.

Thad si alzò in piedi tenendo Joshie in braccio e quando anche Sarah,dopo un attimo di incertezza sulla porta,gli si lanciò contro li strinse tutti e tre al proprio petto più forte possibile.

<< Devo andare Tess mi dispiace >> sussurrò baciando la testa della sua sorellina più piccolina,che a quelle parole affondò un po’ di più il viso contro la sua maglia.

Solo a quel punto il ragazzo poggiò il fratellino a terra e si arrischiò ad alzare lo sguardo.

Sua madre era bellissima anche in quel momento,con gli occhi pieni di lacrime,i capelli scuri in uno chignon molle e scombinato e un fazzoletto stretto in una mano,stupenda nonostante gli anni ormai passassero anche per lei e nonostante tutto ciò che aveva dovuto superare,lei che era tanto forte da essere sopravvissuta a tutto,ogni dolore e perdita.

Lo strinse a sé con tutto il dolore e l’amore assieme che in un momento così solo una madre poteva avere,quello stesso tipo di abbraccio che gli aveva dato al funerale di suo padre in un cupo pomeriggio di ottobre di un paio d’anni prima,un abbraccio che dava e chiedeva forza allo stesso tempo,un abbraccio con cui sua madre lo consolava e si aggrappava a lui per restare in piedi ancora una volta.

Eppure,d’ora in poi,lui non ci sarebbe più stato a stringerla e ad aiutarla a portare avanti la famiglia,sarebbe stata sola a tenersi in piedi,sola con il peso di tutto sulle spalle.

<< Sii forte >> le sussurrò perciò all’orecchio,ricambiando la stretta e baciandole dolcemente una guancia.

<< Tu puoi vincere,io credo in te >> mormorò lei di rimando,ma quando si allontanarono Thad lesse chiaramente nei suoi occhi il dolore di un addio che non voleva essere tale.

Annuì e sorrise comunque,nonostante entrambi sapessero quanto irreale fosse quella bugia,prima di voltarsi di nuovo verso i suoi fratellini.

Sarah piangeva,in silenzio,lo sguardo fisso sui propri piedi e un espressione talmente tanto concentrata da non accorgersi neanche del fratello che gli si era di nuovo avvicinato e da sobbalzare quando le accarezzò le guance con i pollici,sollevandole il viso,per spazzarle via le lacrime.

<< Ehi tesoro…Sei troppo bella per piangere lo sai? >>

La ragazzina annuì appena,trattenendo un leggero singhiozzo e sussurrando con voce flebile:

<< Io non voglio che ti succeda qualcosa… >>

<< Non mi succederà niente infatti. Lo sai che sono forte,tornerò presto da voi >>

<< Ce lo prometti? >> chiese Tessa,attaccandosi alla sorella e tirando su col naso.

<< Lo prometto >> mentì,incapace di dire altro,prima di abbracciarli ancora una volta tutti e tre,e per un secondo,uno soltanto,fu certo di avere due limpidi occhi verdi sulla sua schiena a fissarlo.

 

 

 

 

* Woah oh ohh ohh [lots of]

This is everything I didn’t say

 

Wait,don’t tell me,

Heaven is a place on earth

I wish I could rewind all the times

That I didn’t show you

What you’re really worth

(What you’re really worth)

The way you held me,

I wish that I had put you first

I was wrong,I admit,

Numb from your kiss

While you were slipping through my fingertips

 

Taking every breath away

With all of the mistakes I made

From all the letters that I saved

This is everything I didn’t say

I wish that I could’ve made you stay

And I’m the only one to blame

I know that it’s a little too late

This is everything I didn’t say

 

Woah oh ohh ohh [lots of]

This is everything I didn’t say

 

Wake me up now,

And tell me this is all a bad dream

All the songs that I wrote,

All the wrongs that I hoped would erase from your memory

Holding onto a broken and empty heart

Flowers I should’ve bought,

All the hours I lost

Wish I could bring it back to the start

 

Taking every breath away

With all of the mistakes I made

From all the letters that I saved

This is everything I didn’t say

I wish that I could’ve made you stay

And I’m the only one to blame

I know that it’s a little too late

This is everything I didn’t say

 

I hope you know,for you I’d sacrifice

To make this right (woah oh woah oh)

Someday,I’m sure

We’ll pass each other by

Until that time

 

Taking every breath away

With all of the mistakes I made

From all the letters that I saved

This is everything I didn’t say

I wish that I could’ve made you stay

And I’m the only one to blame

I know that it’s a little too late

This is everything I didn’t say

 

Woah oh ohh ohh [lots of]

This is everything I didn’t say

Woah oh ohh ohh [lots of]

 

 

 

 

 

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