Nuova vita

di mymomentismine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La festa ***
Capitolo 2: *** LORO, Le mie ragioni di vita. ***
Capitolo 3: *** Luoghi... ***



Capitolo 1
*** La festa ***


‘Come ti senti?’
‘Emozionata?’
‘Ti vedo pensierosa, sei preoccupata?’
‘Cosa stai pensando?’
‘Sai quando iniziano i corsi?’
‘Hai tutto il necessario?’

Non lo so. Ecco la risposta a tutte le domande che ora mi stanno ponendo. Non so niente! In questo momento non sto capendo niente! Mi domandano troppe cose insieme.

Non so niente, non so nemmeno come mi chiamo o quanti anni ho! Forse mi chiamo Anna, Maria, Clara. Chissà quanti anni ho. 20, 15, 45!
Anzi ora ricordo! Mi chiamo Angela e 2o anni! Questo me lo ricordo! Per il resto vuoto totale!
Ho un bicchiere di spumante in mano, lo svuoto in un solo sorso! Sono nervosa e l’unica cosa che può farmi distrarre è l’alcool. Voglio sballarmi! Voglio almeno per sta sera divertirmi! Voglio dimenticare e preparami ad
una nuova vita.

Ecco: la stanza comincia a girare, i colori cominciano a mescolarsi e le voci cominciano a unirsi.
Mi sento toccare la spalla destra. E’ un tocco leggero.  Mi volto: vedo una figura poco definita, pian piano comincia a prendere contorni. E’ un ragazzo con i capelli di un biondo scuro, occhi blu intenso come oceano, un sorriso luminoso con un luccicante apparecchio, una camicetta bianca, dei pantaloni nero carbone e dei bellissimi mocassini.

‘Ti senti bene?’ Mi domanda con una voce angelica.
Lo guardo con lo sguardo stupito. Come fa a conoscermi? Io non so chi è! Non riesco a mantenermi in piedi, vacillo e non trovo le parole. Ad un tratto mi sento scuotere. Mi guardo intorno e davanti a me non c’è più il bellissimo ragazzo, ma c’è mia cugina Rosa.

‘Angela! Angela! Stai bene? Rispondi!’ Mi domanda scuotendomi.
Contraggo il viso in una strana smorfia, è come se avessi bevuto un calice pieno di acqua e limone.
Scuoto la testa per dire: No, non sto bene!
Lei mi capisce al volo, mi prende per un braccio e mi trascina fuori a quella baldoria! Non so dove mi stia portando. Ad un tratto vedo una porta e …
 

CIAO A TUTTI! E' LA MIA PRIMA FAN FICTION E SPERO CHE VI PIACCIA! SPERO CHE RECENSIATE IN TANTI! BACIONI ! <3

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Capitolo 2
*** LORO, Le mie ragioni di vita. ***


‘Quanto spumante ha bevuto ieri sera?’ Domanda una voce femminile.
‘Non so. Ci pensate che doveva partire oggi?’ Dice un’altra voce femminile ridendo.
Una porta si apre. ‘Si è svegliata?’ Domanda una voce maschile. Forse è appena entrato.
‘Non ancora’ risponde la voce femminile che avevo ascoltato per prima.

Pian piano comincio ad aprire gli occhi. Sono in un letto che non è il mio! Ha delle coperte verdi e un cuscino rosso natalizio. Intorno a me ci sono pareti color viola ricoperte da poster di Laura Pausini, Marco Mengoni, Tokio Hotel e tanti altri.  Sposto la mano  per cercare il cellulare, ma tocco una cosa pelosa e morbida. Mi alzo di scatto e vedo che c’è Julie vicino a me! Julie è il gatto della mia amica Raffaella. E’ bellissimo, è bianco ed ha degli occhi verdi come smeraldi.

‘Buon Giorno!’ Mi sento dire: è Margherita che è seduta vicino a me.
Margherita è un’amica fantastica. La conosco da nove anni! Abbiamo litigato molte volte, ma abbiamo fatto sempre la pace. Ormai è diventata come una sorella!
Ora si trova seduta vicino a me. Appena la vedo sobbalzo. Ormai sono 2 mesi che ha i capelli rossi rasati da un lato , ma non sono ancora abituata.

‘Dove mi trovo?’ Domando con voce assonnata.
‘Nel mio letto’ mi risponde Raffa.
Raffa invece la conosco dalle medie. La sfotto sempre, per scherzare, però lei non se la prende. Anzi resta al gioco! Con lei ho litigato tantissime volte ma abbiamo sempre fatto pace.
‘Oddio! Mario mi ammazza ora che scopre che ho dormito nel tuo letto! Non mi abbraccerà più!’ Dico sorridendo.
‘Non sono passati nemmeno cinque minuti e già mi hai detto il primo insulto! Complimenti sei mattiniera!’ Dice Raffa facendomi un applauso sarcastico.
‘Comunque è stato Mario a portarti qui’ spiega Margherita.
‘Che strano che non mi ha portato nel suo letto’ dico sedendomi a bordo letto vicino Margherita.
‘Voleva farlo ma poi ha detto che abitava troppo lontano e tu pesavi troppo ,per portarti in braccio ’. Spiega Raffaella mentre accarezza Julie.

‘Poi noi l’abbiamo impedito! Lo sai che Mario è un male intenzionato!’ Dice Margherita.
‘Ma dai! Non è cattivo, anzi è dolcissimo! Comunque … Aspettate ma ho dormito con i vestiti di ieri?’ Domando guardando il vesti blu cobalto che indossavo la sera precedente.
‘Carlo voleva spogliarti ma poi ci ha ripensato’ spiega Margherita alzandosi dal letto.
‘Perché?’ Domando stiracchiandomi.
‘Perché sapeva che poi lo avresti schiaffeggiato’ spiega Margherita.
‘Saggia decisione. Ma cosa è successo?’ Domando mentre mi alzo dal letto.
‘Ti sei scolata una decina di bicchieri di spumante ieri sera’ spiega Margherita con semplicità.
‘E cosa è successo poi?’ Domando.
‘Ti sei sentita male, hai vomitato e poi ti sei addormentata tra le braccia di Ruggiero’ spiega Raffa.
‘Ruggiero?’ Domando sbalordita.
‘Si. Ruggiero. Ti ha preso in braccio e ti ha appoggiato sul letto. Ti ha rimboccato le coperte ed è rimasto qui tutta la notte’ spiega Raffa.
‘E ora dov’è?’ Domando.
‘E’ di là e ogni 10 minuti viene di qua per vedere se ti sei svegliata’ dice Margherita con voce un po’ scocciata.
Faccio una piccola risata. Ruggiero lo conosco da quando avevo 13 anni ed è sempre stato dolce e protettivo con me. Mi protegge da tutto e tutti! E’ molto importante per me e mi mancherà tantissimo quando partirò!
Si, domani parto per Oxford! Sembra ieri che abbia ricevuto la lettera d’ammissione all’università di medicina di Oxford! Invece sono passati già 5 mesi. Oggi sono 5 mesi netti! L’ho ricevuta il 14 Aprile e ora siamo al 14 Settembre.
Sono emozionatissima, ma anche molto triste perché dovrò abbandonare per un anno i miei amici. E’ vero avrò delle vacanze, ma ormai mi ero abituata pure alle piccole cose, come chiamare Raffa la mattina per svegliarla, chiamare Mario ‘Raperonzolo’ oppure semplicemente le urla di mia madre per farmi alzare dal letto!
Sono piccole cose, piccoli gesti a cui tengo molto.
‘Che ora è?’ Domanda Raffa.
‘Le 09:45.’ Risponde Margherita.
‘Io vado a casa per darmi una rinfrescata per poi uscire nuovamente per gli ultimi acquisti.’ Dico mentre cerco di aggiustarmi i capelli.
‘Da sola? Sei impazzita?’ Domanda Margherita guardandomi strano.
‘No perché?’ Domando con un mezzo sorriso.
‘Ti accompagna Ruggiero! Non voglio che te ne vai da sola!’ Dice Margherita.

‘Sono adulta e vaccinata posso tornare benissimo a casa da sola’ dico mentre apro la porta.
Ad un tratto davanti a me c’è un ragazzo con i capelli tra un misto rosso e castano, gli occhi marroni incorniciati da degli occhiali neri, il viso abbronzato con qualche brufolo ed infine un corpo mozza fiato! E’ Ruggiero.
‘Dove vuoi andare?’ Domanda.
‘Non sono affari tuoi!’ Gli dico cercando di uscire dalla stanza, ma invano.
‘Dove credi di andare?’ Domanda nuovamente sorridendomi.
Cedo sempre quando mi sorride! E’ troppo bello!
‘A casa. Contento ora che te l’ho detto? Ora fammi andare via!’ Dico cercando di toglierlo dalla soglia della porta.
Ma lui mi prende in braccio e dice: ‘Ti accompagno io. – poi rivolto alle ragazze- Ciao!’
‘METTIMI GIU’! LASCIAMI!’ Urlo mentre mi dimeno tra le sue braccia.
‘No! Ti devo accompagnare io!’ Dice ridendo.

Mi porta in macchina in braccio! Mi fa sedere lui al sedile per paura che io me ne scappi! E’ incredibile.
Poi con un’ espressione soddisfatta accende il motore. L’auto di Ruggiero se la vedi da fuori ti vengono i brividi, invece da dentro è comodissima.
Fuori è rossa, con qualche ammaccatura e scoch posto qua e là: sembra che tu debba fare un incidente appena i metti piede dentro!
Invece dentro è comodissima, una volta mi addormentai sui sedili posteriori insieme a Ruggiero! Tornavamo da
una festa ed eravamo stanchi.

Ruggiero accende il motore con un sorriso soddisfatto. Io lo guardo e domando: ‘Perché quell’aria soddisfatta?’
‘Perché ti ho convinto ad entrare in macchina’ risponde lui sorridendomi.
‘Non mi hai convinta. Mi hai costretto con la forza!’ Replico.

Lui non risponde. Guardo fuori dal finestrino e mi rendo conto che ci troviamo giù alla litoranea di Ponente. Il mare qui non è una bellezza, ma mi mancherà lo stesso. Adoro il mare. Per me mare è sinonimo di libertà! Infatti quando sono arrabbiata o turbata vengo sempre in spiaggia. Che sia estate o inverno, a me non importa. Mi siedo sulla sabbia e guardo per ore ed ore il mare! E’ una cosa incredibile. Più lo guardo è più mi rilasso. Ogni volta che ho qualche dubbio domando al mare la risposta e lui mi dice sempre quella giusta. Poi, l’estate, qualche volta di notte mi spoglio completamente nuda e mi butto in mare. Mi piace farlo soprattutto quando c’è la luna piena. Nessuno lo sa, se i miei amici lo scoprissero mi prenderebbero per pazza.

Una volta venni beccata, ma no da loro, da uno sconosciuto.
Avvenne l’anno scorso.
Stavo uscendo dal mare, nuda e ad un tratto davanti a me c’è un ragazzo! Era buio, ma ero riuscita ad individuare alcuni tratti. Era alto, aveva della barba bionda come i capelli, gli occhi celesti, degli occhi e degli abiti scuri.
Cercai di coprimi con le mani.
Lui balbettando disse: ‘Sc- scusa. Sorry. Non volievo’
Io nemmeno gli risposi, recuperai i miei vestiti e scappai da lui , per poi fermarmi dietro le cabine di un lido e vestirmi.
Quel ragazzo mi è rimasto impresso in mente! Non era italiano si capiva da come parlava. Se ero vestita gli avrei riso in faccia ma per causa di forze maggiori non ho potuto.

‘Quindi andrai a casa del tuo amico a distanza?’ Domanda Ruggiero.
‘Si’ rispondo fissando la strada.
‘E’ un tipo affidabile?’ Domanda serio.
Io scocciata rispondo: ‘E’ la milionesima volta che mi domandi questo! Si è un tipo affidabile. Me l’ha assicurato l’agenzia e in più mi sento con lui da almeno un anno!’
‘Scusa se mi preoccupo di te!’ Mi dice lui.
‘Lo so che ti preoccupi per me, però fammi sbagliare ok? Lasciami respirare!’ Dico ridendo.
‘E come si chiama?’ Domanda.
‘Iain, ha 22 anni è scozzese ma visto che studia ad Oxford ha una casa ad affitto lì e mi ospiterà.’ Spiego.
Finalmente arriviamo a casa. Scendo dall’auto e dal finestrino domando: ‘Vuoi venire sopra a casa?’
‘No grazie, vado al negozio ad aiutare mio zio’ risponde.
‘Ok. Ci vediamo sta sera! Ciao’ Dico mentre mi dirigo verso il portone.

Quando arrivo a casa non trovo nessuno. Sono tutti al lavoro sicuramente. Trovo un biglietto sul tavolo con scritto: ‘Se devi comprare qualcosa vai, ma torna a casa all’una! Baci Mamma’
Ora che ci penso, mi mancano le gomme per l’aereo. E’ la prima volta che lo prendo e ho paura che mi sentirò male appena inizieremo a volare.
E poi ne approfitterò per andare al cimitero, per andare da loro …
Mi do una rinfrescata e scendo nuovamente.
Vado alla farmacia vicino casa. Mentre faccio la fila per pagare le gomme mi sento chiamare, mi giro e dietro a me c’è la mia amica Marilena con la mamma.

‘Ciao Mari! Salve signora’ dico sorridendo.
‘Come stai?’ Domanda Marilena.
‘Bene, grazie. Te?’ Domando.
‘Bene. Ti sei ripresa dalla sbronza di ieri?’ Domanda  ridendo.
‘Si si. Grazie per l’interessamento.’ Rispondo ridendo anch’io.
‘Sei tornata da sola a casa sta mattina?’ Domanda.
‘No mi ha accompagnato tuo cugino’ rispondo arrossendo.
‘Allora facciamo bene a chiamare te quando non lo troviamo. A parte tutto sei pronta per il viaggio?’ Domanda la mamma di Marilena.
‘Si grazie per l’interessamento.’ Rispondo.
‘Dopo vai a comprare le ultime cose?’ Domanda sempre la mamma di Mari.
‘No, vado al cimitero a trovare due miei vecchi amici e poi torno a casa’ rispondo sorridendo.
‘Capito. Tocca a te! Ci vediamo sta sera. A dopo.’ Dice Marilena.
‘Ok, ciao’ dico.

Pago le mie gomme ed esco dalla farmacia.
Decido di andare con il pullman al cimitero. Sono alla fermata dei pullman, aspetto dieci minuti e finalmente arriva il pullman.
Salgo e mi siedo al solito posto dietro. Mi piace girare nel pullman, mi piace vedere le persone da un finestrino, vedere cosa fanno, i loro visi, le loro espressioni e i loro modi di fare.
E’ fantastico, sembra che quando sei  dietro un  finestrino riesci a vedere tutto, anche quello che non riesci a vedere quando la persona è di fronte a te.
Mentre mi perdo nei pensieri arrivo al cimitero. Scendo dal pullman e mi fermo alla piccola baracca che posta vicino all’entrata. E’ un piccolo fioraio.

La capanna è mal ridotta e si mantiene per miracolo, però i fiori sono bellissimi. La signora che li vende è molto dolce: è anziana, ha molte rughe, occhi scuri, indossa sempre un cappello rosa in testa e un enorme grembiule blu, molto ingombrante per la sua piccola stazza.
Una volta le domandai perché indossasse sempre il cappello, che sia estate o inverno. Lei rise e semplicemente mi rispose che era un regalo di sua figlia e quando lo indossava era come se la figlia fosse accanto a lei.
I fiori che vende questa signora sono i più belli! Ha tutti i tipi di fiori! Ha le rose rosse e bianche, le viole, le orchidee, le mimose e tanti altri. Non vende solamente i tipici fiori dei morti ovvero i crisantemi, ma anche fiori delicati che si usano come regali. Secondo me è giusto perché quando si poggiano dei fiori su una tomba è come se si facesse un regalo alla persona defunta.

‘Buongiorno signora Maria’ dico alla graziosa fioraia che sistema i girasoli.
‘Buongiorno signorina Angela. E’ da tanto che non la vedo’ dice la signora.
‘Eh si! Dovevo preparare le valigie!’ Le dico.
‘Valigie? Deve partire?’ Domanda la signora incuriosita.
‘Si, parto per un anno e mezzo a Oxford  per studiare’ spiego.
‘Quindi è venuta a salutare i suoi amici! Vuole il solito?’ Domanda la signora.
‘Si, si ’ rispondo.

La signora si volta e raccoglie i miei mazzi di fiori.
‘Ecco. 18 rose rosse e 18 rose bianche’ dice la signora porgendomi i due mazzi di rose.
‘Grazie, un attimo che prendo i soldi’ dico aprendo la borsa per cercare il borsellino ma è un’impresa ardua visto che nella borsa infilo tante cose! Sembra la borsa di Mary Poppins!
‘Non mi devi dare niente’ dice la signora.
‘No ma che dice!’ Dico io continuando a cercare nella borsa.
‘Non si preoccupi. Ora vada a trovare i suoi amici’ dice sorridendomi.
‘Signora lei è un angelo! Arrivederci!’ Le dico e la saluto con la mano.
‘Arrivederci e si diverta e studi a Londra!’ Mi dice lei sempre con il sorriso in faccia.
‘Non si preoccupi. Arrivederci signora!’ Dopo aver detto ciò mi dirigo verso l’entrata del cimitero. Ormai la strada la conosco a memoria, vado a colpo sicuro. La faccio da ormai due anni quasi due volte alla settimana. All’inizio la praticavo ogni giorno, ogni mattina e ogni pomeriggio.

Sorpasso la tomba del milite ignoto, i defunti degli anni ’50, i piccoli angioletti ed infine mi ritrovo in un vasto prato dove i fori sono le tombe di marmo bianco.
Qualche volta spunta una tomba di un oro scuro o di nero, ma raramente, per il resto è tutto bianco.
Mi dirigo verso la quinta fila di destra delle tombe e mi fermo tra la decima e l’undicesima. Ecco alla mia destra c’è Ale e alla mia sinistra c’è Luca.

Loro erano, sono e saranno la mia ragione di vita.


CIAO A TUTTI! SPERO CHE VI PIACCIA :) NON VEDO L'ORA DI LEGGERE I VOSTRI PARERI! CHISSA' COSA ACCADRA' :)

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Capitolo 3
*** Luoghi... ***


Poggio le rose bianche sulla tomba di Ale e quelle rosse sulla tomba di Luca. Dai piccoli vasetti color cobalto con sopra ricamati dei piccoli fiori color oro posti sopra le tombe, tolgo i mazzi di rose secche e poi pongo dentro le rose nuove.
Le rose vecchie le poggio a terra. Mi siedo sulla tomba di Ale. Guardo la sua foto: guardo quella bellissima ragazza con la pelle chiara come la neve, gli occhi verdi come gli smeraldi, i capelli a boccoli neri come il carbone e un sorriso magnifico.
Le sorrido, poi guardo la foto di Luca. Luca il ‘bellissimo’. Così si faceva chiamare, gli piaceva stare al centro dell’attenzione. Aveva ragione però, era bellissimo: aveva una carnagione ambrata, una leggera barbetta, gli occhi scuri e i capelli nero corvino.
Nuovamente guardo di nuovo la foto di Ale e l’accarezzo.

‘Si, lo so. E’ da tanto che non vengo’ dico abbassando lo sguardo.
‘Sai Ale domani realizzerò il mio sogno. Partirò per un anno e mezzo per Oxford. Andrò a studiare in una delle più importanti università. Mi ospiterà il mio amico di penna’ dico sorridendo.
‘ Lo so che ora mi starai odiando perché volevi stare tu al mio posto, o per lo meno volevi stare con me. Ricordi quando dicevamo che dovevamo partire insieme? Dovevamo andare insieme a Oxford, affittare una casa, andare a scuola, trovare un lavoro e dei bellissimi ragazzi! Si dei ragazzi anche più belli di Luca! Ahahahahah’ dico sorridendo.
‘Luca mi dispiace ma in Inghilterra i ragazzi sono molto più belli di te! Sono alti, biondi e occhi chiari! Io amo i ragazzi quando hanno gli occhi chiari!’ Dico rivolta verso la foto di Luca.

Sembro pazza vero? Da quando loro sono morti provo dentro di me un vuoto tremendo e tento di colmarlo venendo qui, sedendomi sulle loro tombe e parlando. Secondo me loro mi ascoltano anche se non mi rispondono. Non è che loro non vogliono rispondere solo che non possono.
Suona la sirena. Il cimitero sta per chiudere.
‘Ragazzi ci rivedremo appena torno a Barletta. Promesso. Sarete le prime persone che verrò a trovare. Alla prossima’ dico alzando.
Mi pulisco i pantaloni, poi mi avvicino all’immaginetta di Ale e la bacio, poi mi avvicino all’immaginetta di Luca e faccio lo stesso. Li guardo un’ultima volta poi vado via.

Quando esco dal cimitero mi sento chiamare: ‘Signorina! Signorina!’ Mi giro e la vecchietta del chiosco che mi sta chiamando. Le vado incontro e le domando: ‘Cosa c’è signora?’
‘Volevo regalarti questo’ mi dice porgendomi un ciondolo.
‘Grazie signora ma non posso accettarlo’ dico sorridendo.
‘Per favore’ dice lei guardandomi negli occhi.
Prendo il ciondolo il mano e lo guardo: è una piccola chiave in oro. E’ molto graziosa.
‘Grazie mille signora. Appena ho le vacanze di Natale e ritorno a Barletta, vengo a trovarla’ le dico stringendole le mani.
‘Buona fortuna’ mi dice sorridendomi e poi accarezzandomi il viso e i capelli.
L’abbraccio, la saluto con la mano e vado via.

Arrivo a casa.
Appena entro sento un dolcissimo odore di cioccolato, il mio sguardo si posa subito sulla tavola apparecchiata da mia mamma.
‘Mamma abbiamo ospiti?’ Domando.
‘No!’ Dice lei mentre poggia sul tavolo una cesta di pane.
Vado vicino e le do un bacio. ‘Allora perché hai sistemato tutto al minimo dettaglio la tavola?’ Domando.
‘Perché oggi festeggiamo la tua partenza’ mi risponde.
‘Che dolce la mia mamma! E papà?’ Domando.
‘E’ fuori al balcone’ risponde.

Vado da mio padre e gli do un bacio. ‘Ciao papi’ gli dico.
‘Ciao amore’ mi dice abbracciandomi.
‘Ho comprato le gomme per l’aereo’ gli dico.
‘Hai fatto bene. Hai preparato tutto?’ Domanda.
‘Certamente!’ Rispondo.
‘Ricordati di chiamarci spesso!’ Mi dice.
‘Certo papà!’ Gli dico abbracciandolo.
‘Angela devo dirti una cosa ’ . Mi dice mio padre guardandomi negli occhi e serio.
‘Cosa c’è?’ Domando.
Sospira e dice: ‘Io non … ’
‘E’ PRONTO! ENTRATE!’ Urla mia madre dalla cucina.
‘Finalmente! Ho una fame!’ Dico mentre mi dirigo dentro.
‘Angela ti devo parlare!’ Dice mio padre cercando di intrattenermi.
‘Scusa papi me lo puoi dire dopo? Ora ho fame, sai non ho fatto colazione’ gli spiego.
‘Va bene, dai andiamo!’  Mi dice seguendomi dentro.

Appena entro vedo che mi madre ha già servito la pasta. Che bello mia madre mi ha cucinato la pasta a forno! Il mio piatto preferito!
Mi siedo al mio posto insieme ai miei genitori e cominciamo a pranzare.
 
A fine pranzo, ormai piena mi metto una mano sulla pancia e dico: ‘Mamma pranzo fantastico! La ciliegina sulla torta è stata la torta al cioccolato alla fine!’
‘Infatti! Un applauso alla cuoca!’ Dice mio padre.
Io e lui battiamo le mani.
‘Grazie grazie!’ Dice mia madre cominciando a sparecchiare.
‘Papà allora cosa mi dovevi dire?’ Domando sorridendogli.
Lui mi guarda per qualche secondo e poi prendendomi la mano e sorridendomi mi dice: ‘Niente d’importante tesoro. Ora aiuta a tua madre’.

Mi alzo e aiuto mia madre a sparecchiare. Finito di sparecchiare dico a mia madre: ‘Mamma perché non vai a dormire? Lavo io piatti poi esco’.
‘Dove vai?’ Domanda.
‘In giro .’ Rispondo.
‘Sicura?’ Domanda.
‘Si mamma’ rispondo guardandola negli occhi.
Dopo l’incidente mia madre è diventata molto apprensiva nei miei confronti. Prima si preoccupava di me, ma non era tanto ossessionata! Per esempio quando uscivo non mi domandava tremila domande; domandava solo: ‘Divertita?’ Ora invece sia prima di uscire che dopo mi tartassa con domande tipo: ‘Dove sei stata?’ ‘Con chi sei stata?’ ‘Hai bevuto?’ ‘Conosciuto qualche persona nuova?’

Secondo me si comporta così perché teme che lei sia la sua la colpa dell’incidente, ma non lo è. La colpa è di colui che ha tradito la sorella quella notte, quella maledetta notte!
Mentre penso a queste cose con lo sguardo mi perdo nel vuoto, mia madre se ne accorge e con la sua morbida mano mi tocca la spalla sinistra e con uno sguardo dolce domanda: ‘Cosa c’è Angela?’
La guardo per un istante, esitò per qualche secondo. Le voglio dire la verità ma poi opto per la menzogna: ‘Niente, Pensavo domai come sarà volare!’  Le sorrido. Poggio il piatto che sto asciugando le prendo il viso tra le mani e le dico: ‘Mamma non ti devi preoccupare di niente. Per favore non dannarti l’anima per inutili preoccupazioni. Io sto e starò bene, fidati. E poi, forse, cambiare un po’ aria mi farà bene. Tranquilla’.

Lei mi sorride e mi accarezza una mano. ‘Va bene. Dai, finisco io di asciugare i piatti tu vai’.
‘Non preoccuparti, prima finisco qua poi vado via’ le dico.
‘Va bene. Io vado a riposare amore’ mi dice.
‘Va bene. A dopo ’.

Finisco di lavare i piatti, mi do una rinfrescata, monto sulla mia bicicletta bianca e comincio a vagare per la città. Non ho una meta ben precisa, pedalo e basta. Mentre pedalo osservo le persone, osservo le loro espressioni, i loro movimenti, gli occhi e il modo in cui si esprimono. Mi piace vedere quanto noi umani siamo diversi l’uni dagli altri, mi piace vedere l’unicità di ogni persona.  Questa diversità sostanzialmente si nota tra i bambini e gli adulti. Un bambino di 5 anni dice tutto! Urla al mondo tutto quello che sa, tutto quello che vede e prova! E puoi capire subito se è felice o meno. Oppure non sa cosa sia giusto o sbagliato, lui prova tutto! E’ curioso e cerca sempre! Invece un signore di 40 anni è sempre misterioso, silenzioso e non si può mai capire quello che prova perché non fornisce nessuno indizio! Ormai le più grandi diversità del genere umano sono definite dal modo in cui si provano i sentimenti.

Mentre penso ai sentimenti cominciano a riaffiorare in me tanti ricordi, ricordi di odio e rabbia! Così decido di andare a visitare per l’ultima volta il luogo dove la ma vita cambiò, dove il destino per uno strano scherzo mi tolse le due persone che più amavo al mondo (oltre ai miei genitori). O meglio le tre persone che più amavo …

SCUSATE BELLISSIME SE NON HO AGGIORNATO PRIMA. NELLA MIA CITTA' ERA FESTA QUINDI SONO ANDATA A DIVERTIRMI! BENE ALLORA COSA NE PENSATE? CHI SARA' QUESTA TERZA PERSONA??? RECENSITE IN MOLTI MI RACCOMANDO :)

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