Anime Ribelli

di cenere41
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Riflessioni ***
Capitolo 3: *** Visite inattese ***
Capitolo 4: *** Il Primo Incontro ***
Capitolo 5: *** Qualcosa di nuovo ***
Capitolo 6: *** Spiegazioni ***
Capitolo 7: *** Un tipo insopportabile ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




PROLOGO
 Granducato di Toscana XVIII secolo
La sala brulicava di ospiti, tutti intenti a chiacchierare animatamente, nell'attesa che i padroni di casa aprissero le danze. Molte erano le giovani debuttanti alla ricerca di un buon partito, molte già avevano un fidanzato al loro fianco, così come molte dame erano intente a scambiarsi gli ultimi pettegolezzi sulla moda e sugli scandali più recenti della buona società. Lucilla Sereni osservava tutto ciò stando in disparte, come se quello che accadeva intorno a lei non la riguardasse e in realtà era così. Si sentiva sempre fuori luogo in quelle occasioni, vi partecipava solo perchè suo padre, un commerciante divenuto ricco con gli altri introiti derivanti dalla seta, la obbligava, pretendendo che si agghindasse come esigeva la moda del tempo. A dire il vero era stanca di quei ricevimenti, dove lei era destinata al ruolo di dama di tappezzeria, in quanto snobbata dalle altre giovani dell'alta società. Per loro lei era e sarebbe sempre rimasta la figlia di un commerciante, una plebea, che solamente grazie al denaro derivante dal duro lavoro del genitore, aveva ottenuto un posto in società. Ma i nuovi ricchi non erano ben accetti dai nobili e quindi Lucilla era spesso oggetto di scherno malcelato e di occhiate e risolini divertiti, che nonostante ella fingesse di non notare, non mancavano di ferirla nell'amor proprio. Sì...perchè lei al contrario di suo padre era dotata di una massiccia dose d'orgoglio,che la spingeva a ribellarsi nel sottostare ad un simile trattamento, ragion per cui preferiva starsene in disparte, anzicchè prodigarsi in chiacchiere inutili, futili e false gentilezze, pregando che quella tortura terminasse quanto prima.Infatti a lei non interessava molto trovare al più presto un marito, forse perchè era convinta di non possedere assolutamente le doti estetiche e caratteriali imposte dalla società dell'epoca. In effetti i propri capelli erano di un colore castano chiaro, anzicchè biondi o scuri come quelli delle altre giovani e spesso rifiutavano di rimanere sistemati nelle elaborate acconciature che le domestiche si prodigavano nel farle. Inoltre la propria figura non era longilinea e snella, ma bensì alquanto prosperosa e con un seno piuttosto abbondante, che i vestiti richiesti dalla moda a stento riuscivano a contenere;gli occhi  di un banale colore scuro, anche se brillanti di un'acuta e a volte inopportuna intelligenza erano contornate da folte sopracciglia. In poche parole si giudicava scialba ed insignificante, ma non se ne lamentava: da molto tempo aveva capito ed accettato che mai sarebbe stata oggetto di grande attenzione da parte dei giovani bene, a meno che non fossero interessati al suo cospicuo patrimonio, anzicchè alla sua avvenenza. Il problema era che lei non era affatto certa che volesse per consorte uno di questi. Chissà forse un giorno costretta dalle circostanze e soprattutto dalle insistenze paterne si sarebbe sposata, ma per il momento non ne avvertiva l'imminente desiderio, nè tanto meno era interessata a qualcuno in particolare. Il suo carattere alquanto ribelle alle regole sociali la spingeva a cercare un tipo d'uomo che era convinta non esistesse: a lei non piacevano coloro che trascorrevano tutto il tempo nell'ozio, ubriacandosi di ballo in ballo e cercando ogni sorta di svago e trasgressione, seducendo ogni dama alla loro portata e quindi si riteneva fortunata nel non destare nessun interesse in loro. Lei voleva un uomo con cui condividere ideali, opinioni e possibilmente un reciproco e profondo rispetto. Ma tutto ciò sarebbe rimasto solo un sogno e questo lei lo sapeva.


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Capitolo 2
*** Riflessioni ***


Capitolo 1

Alessandro, marchese Bentivoglio d'Aragona, si ridestò nel proprio letto, dopo una notte di sbornia e bagordi. Una notte come tante già vissute prima e per molto tempo insieme al suo amico di sempre: il conte Rodrigo Federighi. Ma adesso  quel periodo era solo un lontano ricordo. Il suo compagno di scorribande si era sposato e per quanto assurdo potesse sembrare, era perdutamente innamorato della sua bella sposina. Sorrise tra sè, mentre riandava col pensiero alla dura lotta che aveva visto compiere da Rodrigo verso sè stesso, per non soccombere al sentimento che stava nascendo e crescendo a dismisura dentro sè, finchè non aveva potuto far altro che arrendersi ad esso. Con sua enorme sorpresa era stato testimone di un inaspettato cambiamento: il libertino della buona società, colui che aveva fatto sospirare molte giovani nobili e conquistato le dame più belle del granducato , ottenendone i favori, era prostrato ai piedi di una comune ragazza borghese. Doveva ammettere però che non poteva dargli torto:nonostante all'inizio, egli stesso disapprovasse quell'unione avvenuta per riparare ad uno scandalo, adesso, dopo aver conosciuto meglio la moglie dell'amico, non poteva esimersi dal notare che per lui quella ragazza era stata un vero dono divino: Candida Sereni, oltre che bella era anche intelligente e dotata di grande coraggio e generosità, doti queste rare se non introvabili tra le giovani della nobiltà di quel periodo. Difatti ella non apparteneva al ceto nobile del granducato, ma ad una famiglia di ricchi commercianti e questa unione pertanto non era vista di buon occhio dalla società bene che approvava solo matrimoni tra prestigiose casate. Ma forse era proprio per questo che la ragazza era riuscita a conquistare il cuore del suo amico e a guadagnarsi la sua stima, perchè non aveva nulla di costruito...tutto ciò che faceva e diceva nasceva dalla spontaneità e dalla generosità del proprio animo.Con flebile gemito di dolore si sollevò in piedi, sentiva la testa pulsare dolorosamente. Forse era arrivata l'ora di smetterla con quella vita sregolata: non che non gli piacesse destreggiarsi tra balli e belle donne,gli piaceva anche troppo, ma cominciava a sentirsi stanco del solito rituale in uso nella buona società. Iniziava ad apparirgli tutto piuttosto scontato ed effimero. Riflettendo un attimo si rese conto di provare quella sensazione già da un pò e precisamente da quando aveva conosciuto Candida. Era una donna fuori dal comune davvero, capace di qualsiasi sacrificio per amore di suo marito e soprattutto leale ed onesta come non ne aveva mai conosciute.Scosse la testa...non si era innamorato della moglie di Rodrigo, quello no, ma avrebbe dato tutto ciò che possedeva per incontrare una donna come lei, capace di donare un amore senza riserve. Ma come aveva più volte precisato il suo amico fraterno, donne come lei non esistevano ed egli era contento che almeno ad uno di loro due era stata concessa la fortuna di incontrarla.

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Capitolo 3
*** Visite inattese ***




- Non comprendo il motivo del vostro rifiuto a lasciarmi andare, padre.- Lucilla era seduta davanti al pesante scrittoio in legno che si trovava nello studio del padre, il quale nonostante la scarsa cultura che lo caratterizzava, aveva voluto che quel luogo fosse uno tra i più vistosi e costosi in circolazione. Difatti anche se egli considerava l'erudizione come qualcosa di inutile nella vita quotidiana, aveva voluto spendere una fortuna per riempire quella stanza di mobili sontuosi e di una ricca e fornita biblioteca: perchè come egli diceva spesso,agli occhi della buona società tutte queste stupidaggini erano importanti e quindi egli vi si adattava solamente per essere in qualche modo accettato tra i loro membri. Ma tutti quegli sforzi erano stati inutili, poichè i nobili mal sopportavano la carenza alquanto notevole di buone maniere e l'invadenza ossessiva del proprio genitore, reo di voler comprarsi a qualsiasi costo un posto tra i ceti più elevati.
- Te l'ho già detto, mi sembra. La settimana prossima è previsto un altro ricevimento a cui voglio che tu prenda parte.-
Rispose l'uomo con un moto spazientito.
-Vi prego padre, ne ho presenziato già a due questo mese...almeno quest'altro risparmiatemelo. Desidero andare a trovare mia cugina. E' da quando si è sposata ed ha lasciato Pistoia, che non ho sue notizie. Le ho spedito delle lettere, ma non ho ottenuto risposta. Francamente sono alquanto preoccupata per lei.- Ribadì la giovane con tono accorato.
-Non ne vedo il motivo!Candida ha accalappiato uno dei migliori partiti del Granducato. E' una contessa adesso, con tutti i privilegi che un tale titolo comporti. Dovresti prendere esempio da lei invece di perdere tempo in stupide ed inutili congetture!- il tono di rimprovero era onnipresente nella voce del genitore, quando le si rivolgeva.
-Ma voi sapete benissimo che la sua unione con il conte Federighi è stata la conseguenza di uno scandalo causato da mio zio e con la vostra complicità, ragion per cui è possibile che il marito si sia voluto vendicare su di lei, per essere stato costretto dagli eventi a sposarla.- Cercò di spiegare la ragazza.
- Adesso smettila! Non ti permetto alcuna critica verso mio fratello e tanto meno verso la mia persona.- Scattò il padre, rosso in viso.- Invece di apprezzare i nostri sforzi per garantirvi un matrimonio facoltoso e un posto in società. Tu e quella sciocca di tua cugina non fate altro che protestare inutilmente. I nobili sono soltanto dei boriosi e sciocchi presuntuosi. Credono che la loro posizione gli dia il diritto a trattare con disprezzo noi altri, che ci siamo guadagnati tutto  lavorando duramente. Ma noi siamo più furbi. Basta vedere come abbiamo messo nel sacco l'arrogante conte Federighi.- Sorrise ironicamente tornando col pensiero a quando, alterando il contenuto di una bevanda, avevano fatto in modo che la nipote, presenziando ad un ricevimento proprio a casa del conte, si sentisse poco bene e che fosse Rodrigo stesso,in quanto padrone di casa a soccorrerla, portandola all'aperto per farla riprendere. Però ciò non era bastato e il giovane si era visto costretto ad allentare lo stretto corpetto per consentire alla ragazza una migliore respirazione. Era stato in quel momento che erano stati sorpresi da una nobile tra le più pettegole del Granducato. In questo modo il suo caro fratello aveva preteso ed ottenuto che il conte salvasse la reputazione della propria figlia nell'unico modo possibile:sposandola.
- Saranno dei presuntosi come dite voi, padre...ma il vostro modo di agire non ci aiuta certo ad entrare nelle loro grazie. Difatti nè io e nè Candida siamo mai state ben accette tra i  nobili, neanche dalle loro giovani rampolle. Ed io francamente sono stanca di essere oggetto di scherno e soprattutto di essere una dama di tappezzeria in quei balli a cui voi tenete a farmi partecipare.-
- La colpa di ciò è tutta tua, sciocca ragazza!- L'apostrofò il padre.- Cerca di comportarti come loro: ridi, anche davanti alle battute più stupide, civetta coi giovanotti....tenta di accalappiarne qualcuno, diavolo di una scellerata ragazza!- Davanti allo sguardo di costernazione della figlia, continuò:-Possibile che l'unica cosa che ti interessi siano i tuoi dannatissimi ed insulsi libri?! A volte rimpiango di averne acquistato tanti...mi sembri un topo da stiva, più che una signorina ben educata! Non curi abbastanza la tua persona...sei sempre in disordine! E cerca almeno di tenere a posto quei capelli! A cosa serve spendere tanto denaro in vestiti e parrucche se non ci metti anche tu un pò d'impegno?!- Terminò in tono secco.
- Se io vi prometto d'impegnarmi di più, come voi desiderate....e se vi giurassi che sarei di ritorno in tempo per il ricevimento a cui volete che partecipi...mi lascereste andare?- Chiese Lucilla con sguardo fermo.
-Ci potrai andare...ma solo dopo il ricevimento in questione e solo dopo che mi avrai dimostrato che hai veramente intenzione di cambiare il tuo modo di essere in società. Come vedi, tutto dipende da te, mia cara figliola!- Asserì il padre con un sorriso malizioso.
 Non appena uscita dallo studio del padre, Lucilla liberò un sospiro sconsolato. Era tutto inutile, il padre non l'aveva mai compresa e probabilmente non l'avrebbe fatto mai. Per lui era di fondamentale importanza che facesse un buon matrimonio, non gli importava d'altro...di certo non le importava la sua opinione, nè la sua felicità purtroppo, poichè il genitore era fermamente convinto che non esistesse ragione di essere infelice ottenendo un posto di rispetto in società. Ma stavolta non si sarebbe piegata al suo volere, pensò caparbiamente. Voleva vedere Candida e lo avrebbe fatto!  Era troppa la preoccupazione che la pervadeva e se avesse dovuto partire di nascosto, lo avrebbe fatto, sfidando persino le ire paterne. Una volta parlato con lei e sinceratesi che stesse bene, sarebbe tornata ed avrebbe partecipato allo stramaledetto ricevimento, placando in tal modo la rabbia del genitore.

-Mi chiedo qual buon vento ti porta di nuovo qui!?- il conte Federighi accolse con un sorriso sornione ed un abbraccio caloroso, il suo fraterno amico Alessandro.
- In realtà morivo dalla voglia di rivedere la faccia da ebete che mostri negli ultimi tempi...soprattutto in presenza di tua moglie, amico mio. Giuro...sei un vero spasso!- Il giovane ricambiò l'abbraccio, rispondendo con lo stesso tono scherzoso dell'altro alla domanda che gli era stata posta.
- Ma non mi dire! Ti credevo impegnato con le tue solite conquiste, marchese. Anzi...pensavo che fossi doppiamente preso in tal senso, visto che non ci sono più io a contenderti le dame più belle del Granducato.- Lo rimbeccò il conte.
-Forse è proprio per questo che la cosa non è più divertente come prima. E poi se non ricordo male non è che te ne accaparrassi più di me. Veramente se non erro te ne ho soffiata più di una ed in più di un'occasione anche.- Lo stuzzicò Alessandro.
- Credo che la tua memoria vacilli, fratello. Ero io che ti portavo via le tue conquiste e molto spesso per giunta!-
-Mah...se lo dici tu!-
In realtà ambedue riscuotevano molto successo tra le dame della nobiltà, sia esse nubili che sposate. Era dotati entrambi di gran fascino e di un notevole carisma, pur avendo caratteristiche fisiche alquanto diverse. Rodrigo era alto e slanciato, con spalle larghe, muscolose e fianchi stretti; gli occhi erano verdi ed i capelli lunghi ricci e biondi, mentre Alessandro era anch'egli molto alto, ma al contrario dell'amico era dotato di un fisico massiccio, senza un filo di grasso, ma con torace possente e gambe muscolose. I capelli anch'essi lunghi e ricci erano però di colore nero e gli occhi, di un blu intenso che gli donavano uno sguardo particolare che mandava in visibilio ogni dama che si trovava al suo cospetto. Entrambi i giovani portavano i capelli legati in una coda di cavallo, come in uso dell'epoca, rifiutandosi però d'indossare le parrucche volute dalla moda attuale.
-Allora...come sta la sposina?- Riprese il marchese.
Nel sentir nominare la moglie, gli occhi del conte si addolcirono ed un sorriso spuntò sulle sue labbra.
-Bene!E molto felice anche!-
- Mi fa piacere...e credo che lo stesso si possa dire di te...no?- 
-Mai stato più felice in vita mia, credimi!- Rispose l'altro.
- Allora non rimpiangi la vita dissoluta che conducevi sei mesi fa?- Lo prese in giro ancora.
-Assolutamente no! Anche se non lo avrei mai detto.-
-Mi scusi, signor conte.- Li interruppe il maggiordomo.- C'è una visita per la contessa!-
Rodrigo corrugò la fronte con fare confuso.- Una visita per mia moglie...a quest'ora del mattino?-
-Sì, signore. E' una signorina che dice di essere una parente della Contessa. Una cugina per l'esattezza.- Specificò il domestico.
- Una cugina? E qual è il suo nome?- Chiese Rodrigo.
- Dice di chiamarsi Lucilla Sereni, signore e chiede di essere ricevuta immediatamente dalla signora Contessa.- Rispose l'uomo con un leggero fastidio.
-Capisco...grazie, Max...dille di attendere.- Lo concedò il conte.
-Che c'è? Perchè quell'aria molesta, Rodrigo?- Lo interrogò il marchese.
-Non aspettavamo visite...e di certo non quella di una parente di Candida e sicuramente non a quest'ora. Purtroppo tale comportamento non fa altro che confermare quanta mancanza di tatto e di buone maniere possiede la famiglia della mia amata moglie...- 
- Che intendi fare, quindi? Mandarla via?- Gli chiese l'amico.
- Non mi tentare! Lo farei con gioia, ma temo che Candida non me lo perdonerebbe mai! Sia come sia, ella ama la sua famiglia.-rispose il conte con tono mesto.
- Devi farmi un favore, Alessandro. - Gli chiese mettendogli una mano sulla spalla. - Ricevila tu, mentre io vado a svegliare mia moglie.Fai gli onori di casa.-
Il marchese esalò un sospiro di fastidio- Va bene, lo faccio per te, ma soprattutto per Candida. Ma cercate di far presto...non credo di reggere molto la compagnia e le svenevolezze di una giovane arrampicatrice sociale.- E detto ciò si avviò a compiere quanto chiestogli dall'amico.

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Capitolo 4
*** Il Primo Incontro ***




Lucilla misurava con passo agitato l'enorme sala dove il servitore l'aveva condotta. Quando aveva chiesto all'uomo di vedere la sua signora, l'uomo le era parso alquanto infastidito e non aveva mancato di farle notare che essendo le prime ore del mattino, i signori conti erano di sicuro nei loro appartamenti privati. Visto però le sue insistenze nell'essere ricevuta, egli si era allontanato lasciandola lì ad attendere. Sapeva che non era educato presentarsi ad un'ora simile...(non erano ancora le otto) e perdipiù senza avvertire del suo imminente arrivo, ma in quell'occasione non le importava delle regole del bon ton. Era partita a notte fonda e di nascosto, con la propria vecchia balia e il cocchiere come unica scorta, sfidando le ire del genitore, che sarebbe uscito fuori di senno non appena si fosse reso conto che gli aveva disubbidito, percorrendo la notevole distanza che separava Pistoia da Massa di Maremma senza sosta ed esponendosi ai pericoli più inaspettati. Era arrivata nella dimora del conte Federighi stanca e nervosa, ma nonostante ciò disposta ad affrontare tutto e tutti, pur di sapere cosa ne era stato della sua adorata cugina e non se ne sarebbe andata senza ottenere delle risposte esaurienti.

Alessandro, arrivato dinanzi all'uscio dietro il quale sapeva essere la sgradita ospite del suo amico,si sistemò la giacca ed i polsini, prima di fare il proprio ingresso nella sala d'attesa. Anche se odiava le regole dettate dall'etichetta, suo malgrado all'occorenza sapeva tirarle fuori con grande maestria e di certo quell'occasione lo richiedeva eccome; facendo appello a tutto il proprio autocontrollo aprì la pesante porta di legno e si accinse ad entrare. La prima cosa che vide non appena mise piede nella stanza fu un'anziana e corpulenta donna che sonnecchiava seduta in un angolo in totale beatitudine. Subito dopo però i suoi occhi furono attratti da una figura che si muoveva su e giù per la stanza in modo alquanto agitato. Con passo deciso si avvicinò ad essa.
-Buongiorno, signorina Sereni.- Esordì con un inchino il giovane uomo.
La ragazza, che in quel momento gli dava le spalle e non si era accorta del suo ingresso, si voltò trasalendo al suono della sua voce. Era più giovane di quanto si aspettasse, riflettè Alessandro,doveva avere all'incirca l'età della cugina, ma era molto differente da costei, almeno nell'aspetto.
La giovane donna, dopo i primi istanti di palese sorpresa, si riscosse e con sguardo altezzoso, quasi accigliato, disse accennando una riverenza:
- Marchese Bentivoglio... non mi aspettavo di essere ricevuta da voi! E soprattutto non in questo luogo.- Nonostante i suoi sforzi il tono con cui pronunciò queste parole risultò alquanto infastidito.
Alessandro sollevò un sopracciglio:- Conoscete il mio nome, vedo. Devo dedurre che ci siamo già incontrati in precedenza...- Non potè trattenersi dal chiederle.
-E in più di un'occasione, devo aggiungere...ma è evidente che voi non rammentate in quali...- Rispose Lucilla in tono fermo.
Il giovane marchese provò un senso di leggero fastidio: quella donna lo aveva appena rimproverato o stava equivocando? Decise di ricorrere al suo famigerato savoir faire.
-Vi prego di perdonare la mia deprecabile memoria...-Ma lei lo interruppe con un gesto della sua paffuta mano:
-Oh...non ve ne crucciate. Non siete nè il primo, nè l'ultimo gentiluomo che si dimentica o non nota la mia presenza tra le dame della società...e non ne faccio certo un dramma, credetemi. Desidero solo che mi diciate, se ne siete a conoscenza, dove si trova mia cugina la contessa Federighi!- Terminò con malcelata animosità.
Alessandro rimase a fissarla in silenzio per un tempo interminabile. Era una dama differente da quelle che era abituato a frequentare.Tanto per iniziare il suo aspetto era inusuale per recarsi al cospetto di un nobile: difatti indossava ancora l'abito da viaggio, il suo viso appariva stanco e affaticato ed i suoi capelli... alcune ciocche sfuggivano all'acconciatura che le era stata fatta ed i suoi occhi invece di guadarlo con la consueta civetteria a cui era avvezzo, sembravano osservarlo con rimprovero ed indifferenza. Alla giovane pareva non interessare il fatto di trovarsi davanti ad uno dei migliori partiti di tutto il Granducato, anzi ne sembrava alquanto infastidita. Questa scoperta, però, anzicchè offendere il marchese, suscitò il suo interesse e la sua curiosità: in due falcate le si avvicinò.
-Dove?- Chiese cogliendo di sorpresa Lucilla, la quale inarcando le sopracciglia rispose:
-Come dite,prego?-
Alessandro le prese il mento fra le dita e guardando nei suoi grandi occhi asserì:
-Dov'è che ci siamo incontrati? Perchè vedete....credo che dovevo essere ubriaco per non avervi chiesto il piacere di un ballo...o per non avervi notata. Siete alquanto...- lasciò in sospeso la frase, mentre cercava un aggettivo per definirla.
-Unica.- Terminò in un soffio, accorgendosi con sgomento di pensarlo davvero.
Lucilla scostò il mento di scatto, arrossendo suo malgrado.
-Credo che foste occupato a convicere qualche dama a seguirvi nella stanza da letto più vicina... e vi assicuro che sembravate molto sobrio.- Rispose piccata.- Ed ora...se avete finito con le lusinghe, potreste essere così cortese da dire ai signori conti che è mio desiderio essere ricevuta?-
La bella bocca del marchese accennò un lieve sorriso:quella giovane donna cominciava ad intrigarlo sul serio.
- Perchè? Siete immune alle lusinghe?- Cercò di provocarla.
-Vi prego di smetterla di farvi beffe di me, signor Marchese. Non ho viaggiato tutta la notte per questo fine, ma per accertarmi che la mia cara cugina si trovi bene in questo luogo.-
- Perchè mai pensate che non sia così?- Chiese Alessandro, con serietà.
- Perchè è da quando suo marito l'ha portata via da Pistoia che non ho sue notizie. Tutte le lettere che le ho spedito non hanno ottenuto risposta e visto le circostanze in cui è avvenuta la sua unione col conte, mi sembra naturale la mia preoccupazione...voi non credete?- Spiegò velocemente la ragazza.
-E cosa immaginate, signorina? Che il conte le abbia fatto del male?- Le domandò in tono divertito il giovane.
Il rossore di Lucilla rispose per lei e quando lui la vide abbassare lo sguardo, le si accostò nuovamente e le prese ancora il mento in una mano, asserendo:- Vi posso assicurare che siete in errore. In realtà il conte è innamorato di lei in maniera imbarazzante, oserei dire. E lei lo ricambia in egual misura e con la stessa intensità.- Il tono suadente che usava con lei non era niente di costruito, al contrario gli veniva naturale parlarle in quel modo e la cosa lo preoccupava ed anche parecchio.
Di nuovo, Lucilla avvertendo una strana sensazione nel trovarselo così vicino, si scostò bruscamente:- Non vi credo. Voglio vedere mia cugina, solo se vedrò che quanto affermate corrisponde al vero, sarò tranquilla.Conosco la vostra fama da adulatore, signor Marchese. Come tutti i giovani della nobiltà siete avvezzo ad ottenere con lusinghe e modi affascinanti tutto ciò che vi proponete. Bhè...mi spiace deludervi, ma con me non funzionerà! Ho sufficiente buon senso per non lasciarmi incantare tanto facilmente. Vi avverto... se non mi portate immediatamente al cospetto di Candida, mi metterò ad urlare così forte da far accorrere tutto il palazzo.-
La convinzione che fosse disposta ad attuare realmente quanto affermato, non fece altro che accrescere l'interesse di Alessandro nei suoi confronti. A parte la moglie del suo amico, nessun'altra donna mai gli aveva tenuto testa in quel modo. Le altre giovani si adoperavano a compiacerlo in tutto ciò che faceva e diceva per ottenere la sua attenzione, terminando, dopo poco tempo con l'annoiarlo. Però con Lucilla Sereni era sicuro che ciò non sarebbe mai avvenuto. Nonostante al primo impatto sembrasse un tipo comunissimo, fuori dai clichè imposti dalla società, c'era qualcosa nei suoi occhi e nel suo atteggiamento che catturava la sua attenzione e non la mollava.
-Ed io vi avverto che userò qualsiasi mezzo per impedirvi di attuare la vostra minaccia!- Asserì tra il serio ed il faceto.- Andiamo...- continuò il giovane.- Non potete venire qui ed armare uno scandalo, peraltro inutile. Vostra cugina...- Ma dovette interrompere ciò che stava dicendo, poichè Lucilla guardandolo con sfida negli occhi, aprì la bocca per gridare. Allora Alessandro fece qualcosa che sorprese persino lui stesso: improvvisamente l'afferrò per le spalle ed attirandola con impeto a sè le chiuse le labbra con le proprie in un bacio mozzafiato.

CONTINUA



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Capitolo 5
*** Qualcosa di nuovo ***


CAPITOLO 5
 
 
 
 
Quello che doveva essere un bacio punitivo, ben presto per Alessandro si trasformò in qualcosa di totalmente diverso: le labbra carnose della ragazza premute contro le proprie ebbero il potere di fargli dimenticare il motivo per cui aveva iniziato a baciarla e nonostante ella continuasse a dibattersi selvaggiamente nell'intento di liberarsi, lui non mollava la presa, anzi i movimenti di lei facevano sì che si ritrovassero ancora più vicini, permettondogli di sentire le morbide e giovani curve toccare il proprio corpo in maniera molto sensuale ed eccitante. Facendo leva sul proprio autocontrollo, Alessandro si accinse a liberarla dall'abbraccio, ma non appena l'ebbe fatto, la ragazza gli mollò una sberla talmente forte da fargli battere i denti, sorprendendolo oltre ogni dire.
-Come vi siete permesso?!- Le udì dire tra i denti e voltandosi verso la balia per vedere se aveva osservato la scena, ma costei continuava a dormire beatamente, ignara di ciò che succedeva nella stanza.-Siete davvero peggiore di quanto sospettassi! Ma vi sbagliate se credete che la vostra sgradevole audacia m'impedisca di raggiungere il fine che mi ha condotta in questo luogo. Ve l'ho già detto...con me i vostri soliti metodi non otterranno l'effetto che di solito producono sulle donzelle a cui siete avvezzo!- Alessandro rimase a guardarla, incapace, per la prima volta in vita sua di ribattere davanti a tanto livore. In effetti non era abituato ad essere trattato in quel modo, di solito le donne si prodigavano per compiacerlo ed attirare la sua attenzione in ogni modo possibile, invece per costei la sua sola presenza era un fastidio...almeno all'apparenza... Soffermò lo sguardo sul suo viso rotondetto, lasciando scivolare i suoi occhi come una carezza, potendo così notare cose che al primo impatto aveva ignorato: le guance erano arrossate, il respiro ansante e, era pronto a giurarlo, non solo per la rabbia, le labbra carnose leggermente dischiuse ed i profondi occhi scuri languidi e scintillanti. Atteggiò le labbra ad un leggero sorriso: no. Non le era indifferente...non come voleva fargli credere...e la cosa, doveva ammettere, non gli dispiaceva affatto.
In quell'istante il Conte e la Contessa Federighi fecero il loro ingresso nella sala.
-Lucilla...- esclamò la nobildonna avanzando verso la cugina a braccia protese e con un sorriso commosso.
- Candida carissima...!- Rispose l'altra andandole incontro, sorridendo a sua volta.
Le due giovani si abbracciarono calorosamente, palesando così un profondo affetto reciproco e mentre si scambiavano convenevoli di routine, i due uomini si scambiarono uno sguardo d'intesa.
-Signor Conte...- Lucilla salutò poi il padrone di casa, facendo un lieve inchino.
- Signorina Sereni...- Rispose Rodrigo con un baciamano.
- Vi prego di scusare la mia presenza a casa vostra senza alcun preavviso e soprattutto ad un'ora tanto inopportuna...ma vedete...-
- Non avete bisogno di scusarvi- la interruppe l'uomo-Siete la benvenuta nella mia dimora, soprattutto se la vostra visita rende tanto felice la mia sposa- aggiunse poi, rivolgendo un tenero sorriso a sua moglie, che ricambiò prontamente.
-Grazie mio caro. Vieni Candida...abbiamo tanto di cui parlare, ma prima devi riposare e rifocillarti- La cugina la invitò a seguirla e mentre ella si accingeva a seguirla dopo un ulteriore inchino di commiato, vide il marchese avvicinarsi, prenderle una mano e baciargliela e lei per  rispetto ai suoi ospiti, lo lasciò fare, lanciandogli uno sguardo altezzoso e fiero al tempo stesso. Non potè evitare però, che uno strano tremolio permavadesse il proprio corpo mentre quelle labbra toccavano nuovamente la sua persona, quegli occhi blu la fissavano e quella voce le diceva:- E' stato un piacere fare la vostra conoscenza, signorina Sereni. Spero di rincontrarla quanto prima.- Lucilla non riuscì a rispondere e dopo averlo fissato per alcuni secondi, girò su sè stessa e lasciò la sala insieme a Candida ed alla balia.
Rodrigo, al quale non era sfuggito lo strano comportamento dei due, si rivolse all'amico:- Posso sapere il motivo per il quale la cara cugina sembra guardarti con tanto astio? Che hai combinato, in quei pochi minuti durante i quali sei rimasto da solo con lei?- Chiese con sospetto. - Niente...!- rispose l'altro, tornando a fissare l'uscio dietro il quale erano sparite le donne.-Ho solo fatto gli onori da casa, come mi hai chiesto.- -Uhm...e nient'altro?- Ribattè Rodrigo,  scettico.-Nient'altro!- Assicurò il marchese.

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Capitolo 6
*** Spiegazioni ***


CAPITOLO 6

-Mi sembra davvero incredibile...!- Esordì Lucilla, dopo che la cugina ebbe finito di raccontarle di come la sua unione con il conte si fosse trasformata in una grande storia d'amore ed in breve tempo perdipiù.
- Sì...Sembra impossibile anche per me! Ma non sono mai stata così felice! Oh Lucilla, Rodrigo è un uomo meraviglioso. Mi ama tanto ed io...lo adoro! Mi sembra di vivere un sogno.- Mentre Candida parlava, dal suo viso traspariva tutta la gioia che asseriva di provare, solo che Lucilla nutriva delle riserve sui reali sentimenti del conte nei confronti della moglie. Sì, sicuramente era molto preso da lei: almeno da quanto aveva potuto vedere durante il loro breve incontro, ma non era sicura che l'amore verso sua cugina fosse tanto forte come quello di lei per lui. Bhè...pensò la ragazza, l'avrebbe osservato con maggiore attenzione per accertarsene di persona.
-Ma dimmi di te piuttosto:lo zio sarà furioso in questo momento. Non dovevi disubbidirgli e soprattutto esporti al pericolo, mettendoti in viaggio senza una scorta adeguata.!- La rimproverò Candida con tono preoccupato.
- Stai tranquilla, cuginetta. Non mi è accaduto nulla ed inoltre ero in ansia per te...dovevo assolutamente vederti, accertarmi che stessi bene.- Aggiunse sorridendo la giovane.- E per mio padre...non temere! Sicuramente a quest'ora sarà arrabbiatissimo...ma gli passerà quando mi vedrà pronta per partecipare al ricevimento di sabato prossimo.-
-Povera cara. Mi dispiace non essere più con te in queste occasioni, per farti compagnia. Però, quando Rodrigo ed io torneremo a Pistoia, di sicuro riceveremo degli inviti e così non sarai da sola...almeno non sempre.-
- Tu pensa a goderti la tua felicità, d'accordo?- Rispose Lucilla- Se, come dici, il conte ti ama tanto sono contenta che almeno tu possa realizzare i tuoi desideri. Non è facile trovare un uomo che ami ed apprezzi la propria consorte, soprattutto nell'ambiente nobiliare e se costei possiede anche un cervello e non solo avvenenza, può creare fastidio, anzicchè orgoglio nel proprio sposo.- Terminò la giovane con tono mesto.
-Sì hai ragione. Per mia fortuna Rodrigo mi ama per ciò che sono...anzi proprio perchè ho un cervello funzionante. Almeno questo è ciò che sostiene il marchese Bentivoglio. Dice che si è innamorato di me perchè differente dalle altre nobildonne, che non pensano ad altro se non ad agghidarsi per attirare le attenzioni degli uomini, assecondandoli in tutto.- Spiegò la giovane contessa.
-Ti ha detto questo? E come fa a saperlo?- Chiese la cugina.
-Glielo ha detto Rodrigo. Sono molto amici, sai...gli ha confidato anche che, nonostante il mio modo di essere a volte lo fa ammattire, non vorrebbe cambiarmi per nulla al mondo.-Concluse con un sorrise felice.
-E tu ti fidi delle parole di un uomo del genere?!- Nella voce di Lucilla c'era sconcerto e diffidenza.- Di un libertino di quel calibro? Abituato a blandire con belle parole ogni gentildonna gli capiti a tiro?! Hai dimenticato di tutte le volte che amoreggiava sfacciatamente ai balli, senza curarsi se la dama in questione fosse sposata o meno?-
-Ti assicuro che il marchese è molto differente da come lo conoscevamo noi. E'un amico leale e sincero. Forse parli così perchè ancora non hai avuto occasione di approfondire la sua conoscenza, ma sono certa che potresti cambiare idea sul suo conto, se solo ne avessi l'opportunità.- Lo difese Candida.
-Sinceramente cugina, non so perchè lo difendi tanto. Da quel poco che ho potuto costatare quando mi ha ricevuta poc'anzi, E'esattamente come me lo ricordavo, se non addirittura peggiore...ragion percui, non ci tengo affatto ad approfondire la sua conoscenza!- Ribadì Lucilla con una veemenza per lei inusuale. Difatti ciò suscitò curiosità e sospetto nella cugina, che le chiese:-Perchè dici questo Lucilla? Che cosa è accaduto tra voi, prima che mio marito ed io vi raggiungessimo?-
Quella domanda fece sì che il pensiero della ragazza tornasse al bacio che le aveva dato il marchese, a quelle braccia che l'aveva stretta forte, togliendole il respiro...era come se tutto stesse accadendo nuovamente, poteva quasi risentire il calore dell'abbraccio, il sapore di quella bocca...arrossendo si riscosse:-Niente. Assolutamente niente d'importante. Solo che...- cercò di spiegare.
-Solo che cosa?- La esortò Candida, che pensava le stesse mentendo. Conosceva bene la cugina e poteva giurare di non averla mai vista tanto agitata prima d'ora.
-Senti Candida, non dubito della tua parola, ma io non riesco a fidarmi di lui come fai tu. Per me è solamente un nobile vizioso che ama usare il proprio fascino per raggiungere i propri scopi, qualunque essi siano!- Terminò poi,con minor acredine.
Più tardi le due cugine raggiunsero il conte ed il marchese in sala da pranzo per la prima colazione,ma nonostante la gentilezza e la cordialità dei padroni di casa, tra Alessandro e Lucilla si avvertiva una strana elettricità, soprattutto nella giovane donna era palpabile un notevole disagio, che Candida attribuiva alla presenza dell'amico del marito. Inoltre quest'ultimo sembrava osservare la cugina con evidente interesse, ma ancora non era in grado di capire di che natura esso fosse.
-Spero vogliate onorarci della vostra presenza per qualche giorno.-Disse il conte rivolgendosi alla sua ospite.
- Vi ringranzio per l'invito, conte...ma temo di essere costretta a declinare l'offerta. Mio padre si aspetta di vedermi tornare a casa prima di sera.- Spiegò la ragazza.
-Ma il viaggio è lungo e credo che sia meglio che almeno per un giorno vi riposiate. Inoltre...perdonate se ve lo dico, ma non mi sembra prudente per una ragazza mettersi in viaggio solamente con un cocchiere ed una balia come scorta. Davvero non comprendo come vostro padre abbia permesso che ciò potesse accadere.- Affermò Rodrigo con sincerità, disprezzando dentro di sè il noncurante genitore.
-Avete viaggiato da sola e di notte?- Chiese Alessandro con tono tra il sorpreso e l'allarmato, girandosi di scatto verso di lei.
A quel punto Lucilla sentì il dovere di difendere l'ignaro genitore, che pur non essendo un padre modello, mai avrebbe permesso che partisse di notte.
-Mio padre non era al corrente delle mie intenzioni, altrimenti mi avrebbe sicuramente dissuasa.- Poi rivolgendosi al marchese, con espressione decisa, affermò:Inoltre non ho viaggiato sola, come avete potuto sentire dal conte.-
-Oh...è vero. Un cocchiere che a malapena riesce a gestire due cavalli ed una balia anziana e stanca. Una scorta attenta e capacissima di spaventare un'orda di banditi armati!- Ribattè Alessandro in tono ironico.
-Non mi è accaduto nulla, come avete potuto vedere!- Asserì la ragazza, cercando di contenere l'ira che cominciava a provare.
- Consideratevi fortunata, allora signorina. Ma vi invito a non sfidare ulteriormente la sorte. Potrebbe non essere così benevola la prossima volta!- Puntualizzò Alessandro,il quale non riusciva a spiegarsi il motivo di tanta apprensione per la sorte di una ragazza che evidentemente lo disprezzava.
Il conte e la contessa che avevano assistito a quel breve e strano battibecco, si scambiarono uno sguardo d'intesa e Rodrigo, per mettere fine a quella che aveva tutta l'aria di essere una discussione, esclamò:-Dobbiamo dedurre che vostro padre non sa che siete qui?!--No, signore...almeno non fino a stamattina.- Poi vedendo che la guardavano tutti senza capire, chiarì:-Vedete...gli avevo chiesto di lasciarmi venire qui. Volevo vedere mia cugina.Tutte le lettere da me spedite, non avevano avuto risposta e...confesso che ero in ansia per lei- Concluse poi con tutto il coraggio che aveva.- Lui non mi ha dato il permesso, allora io ho deciso di disubbidirgli. Ma a quest'ora si sarà accorto della mia assenza e se non torno al più presto, si preoccuperà di sicuro.-
-Capisco- Disse il conte, ammirando il coraggio di quella ragazza piccola e rotondetta e felice che qualcuno tenesse tanto al benessere della sua amata moglie.
- Appena sarete pronta vi farò riaccompagnare a Pistoia. Potrete tornare quando volete, s'intende. Vi fornirò una scorta adeguata per il vostro rientro...e su questo non transigo!- Affermò infine con tono deciso
-Se non ti dispiace, Rodrigo, sarò io ad accompagnare la signorina Sereni- S'intromise Alessandro prima di rendersi conto di ciò che stava facendo.
-Credevo che fossi venuto per restare un pò di tempo.- Disse l'amico con un moto di sorpresa.
-Sì...ma mi sono ricordato di un affare urgente che ho lasciato in sospeso a Pistoia.- Rispose inventandosi quella spiegazione di sana pianta. Poi rivolgendosi a Lucilla, continuò-Non appena sarete pronta, potremo metterci in viaggio.-
La giovane donna cominciò a sentire una certa agitazione dentro di sè:-Non occorre che vi disturbiate per me. Non intendo influenzare in alcun modo i vostri piani.- Provò ad obbiettare.
-Nessun disturbo, credetemi. Per me sarà un vero piacere la vostra compagnia, signorina.- Disse con un sorriso seducente.
- Grazie...ma non voglio darvi noie e...- provò ancora lei.
- Se c'è una cosa di cui sono certo è che la vostra presenza non mi annoierà di sicuro.- continuò sempre sorridendo-
-Ma io non...- Insistette Lucilla-
- E mi auguro che affinchè possiamo andare d'accordo in futuro, accettiate le mie decisioni senza protestare- Quell'affermazione, che implicava un qualche legame esteso nel tempo tra loro due, sorprese tutti, ma il più sorpreso era proprio l'uomo che l'aveva fatta.

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Capitolo 7
*** Un tipo insopportabile ***



CAPITOLO 7

Dopo la partenza del marchese e Lucilla, la giovane coppia rimase da sola nel patio della casa grande ed il conte, vedendo la moglie sovrappensiero, chiese:- Cosa c'è mia cara? A cosa stai pensando?-
-Mi chiedevo il motivo dello strano comportamento di quei due...Mia cugina era molto agitata dopo il suo arrivo, per non parlare del momento in cui si è congedata...sembrava quasi volesse rinviare la partenza.-
-Può darsi che davvero non volesse cambiare i piani di Alessandro. Anche se lui ha insistito per accompagnarla personalmente...anzi mi è sembrato molto contento di farle da scorta.-
-Sarà...! Ma continuo a pensare che deve essere accaduto qualcosa tra loro, durante il loro breve incontro di questa mattina, mentre ci attendevano...! E' la prima volta che vedo Lucilla tanto strana in presenza di qualcuno-
-Forse hai ragione, se pensiamo al breve scontro avvenuto a colazione poi, la cosa diventa davvero strana.-
-Spero solo che non entrino in reciproca antipatia. Alessandro è il tuo migliore amico e lei è la mia, oltre che cugina: mi dispiacerebbe se non andassero d'accordo. Lucilla è adorabile, sincera e lui, è un uomo che ho imparato a stimare molto in questi mesi. Vorrei che potessero conoscersi meglio...sono certa che potrebbero arrivare ad interdersi e ad essere buoni amici.- Concluse abbracciando il marito.
-Non fartene un cruccio, amore mio. Forse è proprio quello che accadrà ed allora le tue ansie saranno state inutili, non credi?. Rispose lui, abbracciandola a sua volta.
-Speriamo sia così, caro.- Terminò lei poco convinta. Il motivo del proprio scetticismo era dovuto al fatto che Lucilla aveva dimostrato un aperto disprezzo per il marchese, ma per non irritare il marito preferì non dirgli nulla, non voleva peggiorare la situazione attirando la sua antipatia verso la cugina, visto che già non impazziva per i suoi invadenti parenti.

Mentre la carrozza si avvicinava a Pistoia, l'umore di Lucilla non accennava a migliorare:tra non molto avrebbe dovuto affrontare le ire paterne, che di sicuro aveva intuito la destinazione della sua fuga, ma la cosa non la impensieriva più di tanto: già altre volte aveva dovuto subire le sfuriate del genitore, per aver voluto fare di testa sua ed era riuscita sempre a cavarsela egregiamente. Ciò che l'aveva fatta davvero infuriare, era stata l'insistenza del marchese Bentivoglio nel volerla accompagnare a casa. Liberando un sospiro nervoso, ripensò a quanto le aveva detto a colazione:quell'uomo era veramente insopportabile ed insolente: le aveva imposto le proprie decisioni e basta, sordo a qualsiasi tipo di protesta da parte sua. E poi...che cosa intendeva, nell'affermare che in futuro sarebbero andati d'accordo, se si fosse limitata ad accettare ciò che lui decideva? Davvero non riusciva a comprendere il motivo di tanta insistenza, ma di una cosa era certa: Alessandro Bentivoglio non le piaceva e ancor meno il suo modo di fare.
Nel tardo pomeriggio la carrozza varcò i cancelli della grande casa paterna. Il marchese l'aiuto a scendere a terra tenendola per una mano, dicendo:-Venite, signorina...vi accompagno da vostro padre-Ma la ragazza si liberò immediatamente:-Vi ringrazio, marchese, ma non è necessario. Vi sono grata per avermi scortata durante il viaggio, ma credo di poter proseguire da sola, adesso- Rispose con una punta d'impercettibile ironia.
-Non ne dubito, signorina...ma vedete, ritengo sia mio dovere rassicurare la vostra famiglia. Sicuramente si saranno preoccupati, sapendovi da sola...desidererei poterli tranquillizzare.-
-Vedermi di ritorno e perfettamente illesa, sarà la migliore delle rassicurazioni, non credete?- Ribadì la giovane.
-Ne sono certo...tuttavia mi permetto d'insistere. Non ho l'abitudine di lasciare donzelle indifese ad affrontare le ire paterne dettate dalla disubbidienza.- Concluse con un sorriso ironico.
-Oh...ma allora non dovete preoccuparvi. Io non sono certo indifesa. Vi garantisco che posso benissimo spiegare da sola, le ragioni del mio gesto a mio padre. Non sarebbe certo la prima volta, del resto.- Rispose contenendo a stento la rabbia.
-Chissà perchè la cosa non mi sorprende!?- Disse Alessandro, sempre più colpito dal temperamento della giovane.
-Ne sono lieta, credetemi. Come avrete certamente compreso, potete rispiarmiare le vostre difese e conservarle per altre donzelle di sicuro più deboli e bisognose di protezione. Buona serata e grazie ancora marchese- Concluse con un inchino, dopo il quale si voltò per accingersi ad entrare in casa, ma il giovane l'afferrò per un braccio e con uno scatto la fece voltare verso di sè: la distanza che li separava era davvero breve:-Io non ne sarei tanto sicuro se fossi in voi! Avete una lingua talmente affilata, che prima o poi vi procurerà dei guai seri ed allora un esercito non basterà a proteggervi, Lucilla.-Esclamò con voce bassa, calma, ma capace ugualmente di suscitare rispetto, timore...o qualcos'altro d'indefinito, un tremito allo stomaco, che s'irradiava in tutto il corpo e al tempo stesso le trasmetteva calore, lo stesso che avvertiva nel punto dove lui la stringeva:-Lasciatemi subito!- Sussurrò lei, imponendosi un tono deciso, reagendo così all'effetto della sua voce.Ma lui pareva non udirla:-Ho cercato solo di essere gentile con voi. Proteggervi...ma in cambio ho ottenuto solo insulti...e non proprio velati. Sinceramente non comprendo il motivo di tanto disprezzo e non penso di aver fatto nulla per meritarlo, anzi tutt'altro. Ma se le mie attenzioni vi hanno urtato, vi chiedo scusa. Vi libero immediatamente della mia fastidiosa presenza.-S'interruppe attendendo che lei negasse, ma ella non disse nulla, si limitava a fissarlo con espressione sorpresa:-Buona serata a voi, signorina.-Concluse allora lui,liberandole il braccio;poi si voltò, montò a cavallo e se ne andò, lasciandola confusa e mortificata.

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