Please, remember.

di _Nancy_
(/viewuser.php?uid=183071)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Estate. ***
Capitolo 2: *** Chi la fa, l'aspetti! ***
Capitolo 3: *** Bisogna saper giocare con il fuoco. ***
Capitolo 4: *** Charlie è tornato! ***
Capitolo 5: *** I preparativi per la Cerimonia. ***
Capitolo 6: *** La Cerimonia e il suo proseguimento. ***
Capitolo 7: *** Nella tempesta. ***
Capitolo 8: *** Il sole dopo la tempesta. ***
Capitolo 9: *** Babbani. ***
Capitolo 10: *** L'infermiera Granger. ***
Capitolo 11: *** Questione di tempo. ***
Capitolo 12: *** Fino a che rimarrai. ***
Capitolo 13: *** Salvarti. ***



Capitolo 1
*** Estate. ***
























Il mondo ha finalmente trovato pace.
Il bene e il male hanno smesso di lottare da tempo. Tutti i Mangiamorte sono stati catturati e rinchiusi, le morti sono state numerose, la popolazione li ricorderà per sempre come degli eroi.
E i nostri eroi? Sono ancora qui naturalmente!

Harry Potter alias Salvatore del Mondo Magico, adesso può vivere tranquillamente la propria vita, tra cui la sua tormentata relazione sentimentale con Ginevra Weasley. Da quanto si sa dai giornali, i due hanno dichiarato di voler progettare un futuro insieme, subito dopo aver concluso i loro sogni. Il primo, diventare un famoso Auror, e la seconda una Giocatrice Professionista di Quidditch.

Ron Weasley, ovvero il migliore amico di Harry Potter non ha dichiarato molto. Per qualche tempo ha lavorato nel negozio dei fratelli, i famosi Gemelli Weasley. L’ultima notizia piccante è stata la sua relazione sentimentale, dopo essersi lasciato con Hermione Granger, si è rimesso(voci certe dichiarano che i due fossero stati fidanzati ai tempi del loro sesto anno) con Lavanda Brown. Quest’ultima, dopo essere stata morsa dal Lupo Mannaro Fenrir Greyback durante la Battaglia ha riscontrato notevoli cambiamenti, diventando anche lei una feroce bestia durante la luna piena.

Hermione Granger, giovane ragazza affascinante e ex fidanzata di Victor Krum e Ron Weasley, ha intrapreso gli studi l’anno successivo dopo la Battaglia, completando tutti i suoi M.A.G.O con eccellenti voti. L’ultima notizia rilasciata ai giornali è stata solo: “Ho intrapreso la carriera da Guaritrice, ho capito finalmente qual è il mio futuro. Non ho nient’altro da aggiungere.”
Eppure, alcuni voci hanno confermato che la Signorina Granger, nasconda qualcosa sotto quell’aria da santarellina. Qualcuno ha azzardato pure a parlare della sua situazione sentimentale, suggerendo che forse dopo la rottura con Weasley, abbia cominciato a rivedere qualche amico di vecchia data, Neville Longbottom. Che ci sarà sotto qualcosa? Non si sa.
E con quest’ultima chicca vi saluto cari lettori, e vi auguro una meravigliosa giornata!
Rita Skeeter
 
Poggiò sul tavolo il giornale, rimanendo a bocca aperta mentre la rabbia prendeva via via il sopravvento.
Come si era permessa? Doveva dare ragione al suo istinto e non a cui due stupidi! Non doveva fare quella piccola intervista, l’aveva messa sulla bocca di tutti con delle bugie.
-Me la pagherà!- Digrignò tra i denti.
-Hai letto il giornale, eh?- Harry le sorrise appena, avanzando con una tazza di caffè in mano.  –Ricordi quello che diceva su di me al Torneo Tre Maghi? Lascia correre, e tutti se ne dimenticheranno.-
-Non è facile come credi.- Sbuffò, sedendosi su una sedia. –Ginny non è ancora Weasley?-
-Non devi andare a fare il corso?- Chiese lui, guardandola.
-Tra un’ora, prima devo fare una cosa.- Rispose, si alzò per andare a prendere il latte pronto. –Molly perché non lasci fare a me per una volta?-
-Oh no, cara. Vai pure a sederti, qui ci penso io.- Le sorrise, nel più dolce dei modi possibili.- Ecco il tuo latte, e i biscotti che ti piacciono tanto.-
-Sei troppo gentile.- Prese la tazza e i biscotti, sorrise e andò a risedersi.
Proprio in quel momento Ginny, Ron, e George si stavano accomodando al tavolo.
-Papà è già andato a lavoro?- Chiese Ginny, dando il bacio del ‘buongiorno’ ad Harry, proprio quando si mise a sedere.
-Si, aveva molte cose da fare.- Disse Molly.
Tre tazze si posarono sul tavolo, una di fronte a ognuno dei figli che erano appena sceso a far colazione.
-Grazie, mamma.- Dissero in coro i tre rossi.
-Lavanda?- Harry guardò Ron, intento a mangiare come suo solito.
-Ha sonno, mi ha promesso di alzarsi per le nove, poi verrà al Ministero per parlare con Kingsley.-
-E come mai? Deve ancora aiutarla per i problemi con la luna piena? Credevo che avesse superato quel periodo.-
-No, sa cosa fare quando è il ‘momento’. Kingsley vuole vederla per darle la ricetta di una pozione, forse riesce a permetterle di non trasformarsi in lupo tutte le notti con la luna piena.-
-Ah. Sarà contenta, immagino.-
-Ci spera.- Sorrise appena, lasciando la colazione per un momento.
-Dov’è Fred?- Molly guardò i figli uno ad uno, soffermandosi sul gemello. –Non vuole alzarsi?-
-Io ci provato.- George, alzò le spalle. –Tanto prima o poi deve alzarsi, non mi lascerebbe mai solo in Negozio.- Aggiunse, mordendo un biscotto.- Se non per una sveltina con qualcuna.- Disse, sotto voce.
-Come hai detto, George?- Chiese, la madre.
-Niente.- Ridacchiò, facendo sorridere il resto della tavolata.
-Hermione, potresti andare a svegliarlo tu? Magari riesci a tirarlo giù dal letto prima che si raffreddi tutto.-
-Io non credo che .. –
-Dai, Hermione. Devi solo svegliare Fred, al massimo usi il tuo metodo.- Disse Ginny, ridendo sotto i baffi.
-E…okay.-
***
Un respiro profondo, e la porta viene aperta dalla riccia.
Hermione si guarda intorno. La stanza è quasi del tutto buia se non per i piccoli spiragli di luce che illuminano il letto.
Una testa rossa si distingue sul cuscino, Fred. Dorme, il lenzuolo lo copre appena, lasciando intravedere che è senza maglietta.
Si avvicina, lo scuote appena e niente. Lo scuote ancora, cominciando a chiamarlo con un tono di voce abbastanza alto.
-Fred!-
Mugugna qualcosa nel sonno e si gira dall’altra parte.
-Fred, alzati. La colazione si raffredda e tua madre ti vuole giù dal letto.-
-Vattene.- Mette la testa sotto al cuscino, cercando di non darle retta.
“Adesso ti faccio vedere io!”, pensa.
Tira fuori la bacchetta, puntando verso il letto. In men che non si dica il ragazzo si ritrova a testa in giù. Si agita, scalcia impreca ad alta voce.
-Granger, fammi scendere e giuro che appena scendo te la faccio pagare!- Tuona.
-Sei proprio buffo a testa in giù.- Ride di gusto, sciogliendo l’incantesimo dopo qualche secondo. –Adesso scendi a fare colazione.-
-Ah, no. Puoi scordartelo.- Si gira verso il comodino con l’intento di prendere la bacchetta, rimanendo di sasso notando l’assenza del suo strumento magico. –Ridammi la mia bacchetta.-
-Tu scendi a fare colazione.- Apre la porta, facendo entrare la luce. –La bacchetta è qui che ti aspetta.- Si appoggia al muro vicino alla porta. –Sta a te scegliere.-
Fred si alza dal letto, sbuffa raggiungendola. Si para davanti a lei e la guarda. –Mi vendicherò molto presto, sappilo.-
-Sono più furba di te.- Lo guarda dritto negli occhi.
-E io so manipolarti.-
-Non credo proprio.-
-Fratello, puoi coprirti? Tanto qua il gemello più bello sono io, e muoviti che facciamo tardi.- Disse George, passando di fronte alla camera. –Hermione, vero che sono più bello io?-
-Devo andare.- Si dileguò, lasciando i due a ridere a crepapelle.
Fred. Senza. Maglietta. Okay. Va. Tutto. Bene.
Si passò una mano tra i capelli mossi, poggiandosi al muro del bagno.
“Okay, prepariamoci per andare a lavoro e fare la commissione.”
Si guardò allo specchio, notando l’evidente rossore comparso poco prima. Prese un respiro profondo, e aprì l’acqua del rubinetto.
Una nuova giornata stava sorgendo a Casa Weasley.
 

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chi la fa, l'aspetti! ***


Quel giorno il negozio era strapieno di gente. Ormai la scuola era finita da qualche settimana e tutti gli studenti di Hogwarts si erano recati dai Weasley, ovviamente per trascorrere un’intera estate di divertimento.
Fiumi di merendine marinare prese da ogni ragazzino in caso di emergenza, polvere buio pesto peruviana, e quant’altro possibile sugli scaffali.
George sorrise, notando i clienti da ogni parte. Lui e Fred da tre anni a questa parte, avevano migliorato le cose nel più grande dei modi. Potevano essere fieri di qualcosa, finalmente.
-Gente, ho qui una nuova invenzione per voi! Volete vedere?- Chiese, rivolto alla folla di ragazzine e ragazzini entusiaste.
-SIII!- Urlarono in coro, facendo sorridere ancora di più il rosso.
-Ecco a voi, il vostro drago da compagnia. Perché non prendersi questo oltre a un gufo? E’ tascabile, piccolino e non dà per niente fastidio, non serve nemmeno dargli da mangiare. E parla pure!-
-E’ una puffola pigmea?-
-Una specie, se così vogliamo metterla.- Si appoggiò al bancone. –In più, molto probabilmente verrà legalizzato ad Hogwarts, sempre se la Preside lo terrà opportuno. Devo ammettere, che però non reca nessun problema, non ferirà nessuno gravemente, sarà un semplice amico o amica.-
-E’ geniale! Ne voglio uno!- Un ragazzino un po’ bassino si avvicinò a George, facendosi largo tra la gente.
-Sarà lui a scegliere te, proprio come una bacchetta.- Si spostò, dandogli modo di poter guardare meglio le piccole uova, posate dentro a una scatola. –L’uovo che si illuminerà sarà quello giusto.-
Poco più in là-precisamente dentro al magazzino-il gemello si dava da fare, cercando di escogitare un piano per farla pagare a Hermione.
Fred era vendicativo, si sapeva. Doveva trovare qualcosa che avrebbe ricordato per sempre, che si sarebbe portata dietro per anni.
Sbuffò, spostando un altro scatolone pieno di merendine marinare.
-Signor Weasley, ha bisogno di aiuto?- Chiese, Verity.
-Vai a controllare George, penso sia stato travolto dall’ondata di ragazzine.- Ridacchiò, guardandola andare via con un sorrisetto sulle labbra.
“Lei mi ha buttato giù dal letto, potrei…”
Un lampo di genio gli attraversò la mente, rise. La sua vendetta sarebbe stata messa in atto bene presto!
***
Si morse la labbra, riprendendo la penna in mano.
Non riusciva proprio a concentrarsi dopo quella mattina.
Non la turbava affatto la vendetta di Fred, sapeva difendersi. Era furba, e agile, sapeva molti più incantesimi di lui.
-Questo accade quando il vostro paziente si trova in caso di shock, dovete assolutamente ricorrere a un incantesimo .. – Il professore si fermò, notando l’assenza di Hermione. –Signorina Granger, sta seguendo attentamente la lezione o devo ripetere? Il paziente non è sempre a sua disposizione come e quando vuole. –
Hermione arrossì, stringendosi il quaderno e la penna sul petto.
-No, assolutamente.- Rispose, imbarazzata. –Mi scusi.-
Lui la guardò torvo, per poi riprendere a parlare, guardandola con la coda dell’occhio di tanto in tanto.
“Basta distrarsi.”
***
Bussò, timorosa di sapere cosa l’aspettava.
Un po’ speranzosa entrò, trovando Kingsley seduto a guardare delle carte.
-Eccomi, scusi se ho fatto ritardo.- Disse, chiudendosi la porta alle spalle. –E’ vero quello che mi ha detto nella lettera?-
-E’ tutto vero.- Si alzò, invitandolo a sedersi. –Vedi, ho contattato un famoso Medimago, è stato molto gentile e ben disposto. E, lavorando nel ‘tuo campo’ è riuscito a trovare un modo per aiutarvi tutti.- La guardò, sorridendo. –Potresti farti preparare un tot. di pozioni e usarle ogni mese, ti costerà un po’ ma penso ne varrà la pena.-
-E potrà non farmi più trasformare in lupo mannaro?-
-Potrebbe non funzionare sempre, con il tempo potresti peggiorare. Non scoraggiarti, ha affermato che in un paio di anni riuscirai a controllarti, e forse potresti perfino tornare a essere come prima.-
-Mi leverà ogni ‘sintomo’ in un paio di anni?-
-Non so esattamente quanti, potrebbe anche succedere in un paio di mesi.- Sorrise, ancora più di prima. –Non sei contenta?-
-Io ci spero.- Rispose, Lavanda.
Salutò Kinglsey, e uscì più sconfortata che mai. Doveva sperarci in una cura?
Adesso che stava finalmente con Ron, che progettava di avere una famiglia con lui, il mondo sembrava precipitarle addosso.
Non doveva farsi troppe illusioni, avrebbe dovuto combattere contro quella bestia per sempre, questa era la verità.
Sbuffò, entrando nell’ascensore.
Sorrise appena, non vedendo l’ora di poter abbracciare il suo Ron.
***
L’ora di pranzo si stava avvicinando, il negozio piano piano si era svuotato.
Fred e George risero, contando l’enorme quantità di galeoni guadagnati in una sola mattinata.
“Tutto va a gonfie vele”, pensò lei.
Si avvicinò lentamente al bancone, sorridendo nel momento in cui il ragazzo incontrò il suo sguardo.
Il gemello li guardò, scoppiando a ridere. –Siete proprio carini.- Chiuse la cassa, poggiandosi al bancone. –Sei venuta per portarmelo via? Tanto non riuscirai mai a farti amare come lui ama me!- Disse, teatralmente.
-Piacere di vederti, Fred. No, sono venuta per andare a pranzo con il mio ragazzo.- Precisò, guardando ancora George, che ridacchiò di gusto. –Te lo riporto per le tre, okay? Tu vatti a fare un giretto.-
-Ti ricordavo più gentile, Katie.-
-E io mi ricordavo che tu eri più simpatico.-
-Io sono il Re delle Risate, rammenti?- Le strizzò l’occhio. –Quando hai finito di fare l’innamorato mandami un gufo, eh.- Si risolve verso la sua copia. –Non fare tardi, vado a pranzare con qualche ragazza conosciuta qua oggi, magari.-
-Allora.. dove andiamo?- Chiese George, avvicinandosi al viso della ragazza, posandole un braccio intorno alle spalle. –Stavo pensando di andare a prendere una Burrobirra, le va signorina? Mi farebbe questo onore?-
-Puoi smetterla di fare scena, Fred se ne è andato.- Rise, intrecciando le dita di George con le sue. –Non sei simpatico quando fai così.-
-E tu sei antipatica quando mi dici queste cose.- Le diede un bacio sulle labbra, stringendola a sé. –Andiamo, ho una fame allucinante!-
***
L’allenamento quel giorno era veramente troppo pesante, non riusciva nemmeno a pensare cosa fare in campo!
Si spostò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio, mentre con l’altra mano si teneva ben salda alla scopa. Guardò in basso, notando che la squadra aveva smesso di giocare.
Tirò un sospiro di sollievo, e lentamente scese verso l’erba.
L’allenatore, un tipo robusto sulla quarantina, cominciò ad alzare la voce, proprio nel momento in cui Ginny scese dalla scopa.
-Dovete smetterla di giocare a rincorrervi! Cosa farete alla prossima partita? Starete lì impalate a truccarvi? Johnson, sono molto deluso dalle tue prestazioni di oggi! E tu, Weasley, non sei da meno. Vedete di tornare con i piedi a terra, e riportare la squadra sulla retta via!- Sputò a terra, disgustando le ragazze. –Fatevi una doccia, andate a mangiare e poi tornate qui per le due e mezzo, chiaro?-
-Si, signore.- Risposero, in coro la squadra.
-E’ poco su di giri, oggi.- Angelina si affiancò a Ginny, trascinando con sé la scopa. –Come mai così distratta oggi?-
-Non sono distratta, sono distrutta! E’ troppo pensate.- Guardò l’uomo uscire dal campo, continuando a camminare verso gli spogliatoi. –Posso farcela, penso.-
-Infatti. Sei la migliore in questa squadra, e poi, tutte le giocatrice più famose hanno dovuto sudare tanto per arrivare dove sono ora, ricordatelo.-
-Ovvio.- Sorrise, per la prima volta in quella lunga mattinata.
Appoggiò la divisa sulla panchina vuota, lasciando spazio all’amica che fece lo stesso. Si legò i capelli in una coda alta, e dopo aver preso accappatoio e shampoo si avviò verso le docce.
Le altre, la seguirono a ruota. Esauste e accaldate si buttarono sotto le docce, profumandosi nei modi più possibili.
Ginny rise, guardando le compagne.
Non erano tutte femminili, il Quidditch era uno sport duro e non di certo per delle ragazze che pensavano solo al trucco e alle minigonne. Eppure, quelle due o tre ragazze della squadra, nonostante in campo fossero delle vere guerriere, in quello spogliatoio entravano e uscivano completamente diverse.
Lei non era femminile, e nemmeno Angelina lo era mai stata più di tanto. Erano delle guerriere nate? Probabile.
Per ora, bisognava solo pensare alla prossima partita.
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bisogna saper giocare con il fuoco. ***


“Va tutto bene, adesso devo solo rilassarmi.”
Poggiò la borsa sul divano, sorridendo a Molly che proprio in quel momento passava accanto a lei con una cesta tra le mani.
-Cara, ti ho lavato il vestito per la cerimonia al Ministero.- La guardò, notando la seria preoccupazione sul suo viso. –Tesa?-
-E’ solo lo studio un po’ pesante.- Si massaggiò il collo. –Ginny è già tornata?-
-Si, è su in camera.- La guardò a lungo, sospirando. -Fatti una doccia, ti rinfrescherà!-
-Grazie. Allora, corro a posare le cose e mi butto in doccia.- Prese la borsa, e dopo averla salutata educatamente, si avviò verso le scale.
Aprì la porta, subito prima di essere colpita da un vestito.
-Dove sono finite? Oddio, se papà e mamma le vedono mi uccidono!-
Ginny. Girata di spalle, frugava ovunque nella cameretta. Disperata dall’idea che io suoi potessero scoprire qualcosa.
-Cosa sta succedendo?-
-Non ho tempo per nessuno!- Urlò, buttandole una gonna ai piedi.
Hermione ridacchiò, chiuse la porta e posò la borsa sul letto. Le si avvicinò, cercando di capire cosa avesse.
“Se non vuole dirmelo, farò come fa lei.”
Si inginocchiò a terra, cominciando anche lei a buttare i vestiti della ragazza a casaccio. La rossa, la guardò.
-Cosa fai?-
-Ti aiuto.- Rispose, prendendo una maglietta poggiata a terra vicino all’amica.
-Non riesco a trovare le pozioni anticoncezionale.- Sbuffò, mettendosi le mani tra i capelli. –Non voglio che mamma e papà sappiano che la loro ‘bambina’ faccia certe cose con Harry, potrebbero perdere la sua stima, e non voglio nemmeno che qualcun altro della famiglia lo sappia, a parte ovviamente.-
-Accio pozioni anticoncezionale.- Disse Hermione, prendendo tra le mani le boccette. –Era tanto difficile fare un incantesimo di appello?- Rise, passandogliele tra le mani. –E non le perdere, mettile nell’armadio nel nascondiglio che usi sempre.-
-Promesso!- Si precipitò a darle un bacio sulla guancia, prima di correre verso l’armadio a nascondere il ‘segreto’. –Adesso, ti va di andare a fare un giretto a Diagon Alley? Devo comprare una cosa.- Si voltò, sorridendo più che mai.
-Salto, ho bisogno di una doccia.-
***
Sorrise, notando di essere del tutto solo sul piano.
Suo padre non era ancora arrivato, Harry e Ron sarebbero tornati con lui come ogni sera, mancava ancora un’ora.
Ginny era rinchiusa in camera, guardava la finestra aspettando l’amato ragazzo tornare a casa, mentre Hermione…era in doccia.
Molly stava fuori a stendere i panni, imprecando qualche volta per uno gnomo da giardino che voleva rubarle la cesta che aveva poggiato a terra.
George era chiuso in camera, stava scrivendo un’importante lettera a un cliente, Fred sapeva per certo che era solo una lettera di Katie, una delle numerose che lei le aveva scritto quando non potevano vedersi a causa del lavoro.
“Adesso te la farò pagare per bene.”
Si avvicinò alla porta del bagno, aprendola di poco. Del vapore uscì, Fred tirò fuori la bacchetta, e lentamente entrò.
Cercando di fare il meno rumore possibile, prese l’accappatoio e la bacchetta poggiati su una cesta, mettendo un piccolo asciugamano al suo posto.
***
Dieci minuti dopo, Hermione uscì dal bagno con solo addosso l’asciugamano che le copriva appena le cosce.
Si guardò intorno, e come una furia si avventò verso la porta dei gemelli. Quest’ultima, andò a sbattere contro il muro con violenza da far sorprendere i due.
Il primo la guardò accigliato, lasciando cadere i fogli sul letto.
Il secondo la guardò ridendo, notando il ghigno che si era formato appena lei era entrata. Tossì, e senza perdere il sorriso le rivolse la parola. –Problemi, Hermione?-
-Ridammi la mia bacchetta e l’accappatoio!- Urlò, avvicinandosi al letto dove era seduto il giovane. –O te ne farò pentire amaramente.-
-Io direi di coprirti.- George, indicò le gambe scoperte. –E secondo, mi avete disturbato, adesso me ne vado via.- Si girò, prima di chiudere la porta. –Non farle troppo male, Freddie.- Strizzò l’occhio a entrambe, chiudendo la porta dietro di sé.
-Sto aspettando.- Gli tese la mano.
-Granger, credi davvero che io ti posso ridare tutta la tua roba con un semplice ordine?- Rise, tirandola verso di sé. Lei, impreparata e sorpresa cadde sul letto accanto a lui. –Credevi davvero che non l’avresti pagata?-
Hermione arrossì, vedendo il ragazzo troppo vicino al suo corpo. Si strinse nell’asciugamano, lasciando un ghigno sul volto di Fred.
-Hai finito?- Soffiò.
-Prima voglio farti morire di vergogna.- Si avvicinò ancora di più. –Devi imparare a essere meno tesa, e a vergognarti di meno di cose sciocche come queste. Infondo, sei stata pure a letto con mio fratello, questo può essere ritenuto vergognoso.- Rise, ed Hermione incrociò le braccia offesa.
-Non mi fai paura. Ti ho solo chiesto educatamente di ridarmi la bacchetta e i l’accappatoio.- Si scostò dalle mani del ragazzo. –Chiamerò Molly se non lo farai.-
-Mm, non penso ti servirà a molto.- Tirò fuori la bacchetta dalla tasca posteriore, sventolandola. –Perché non provi a prenderla?-
-Sei un bambino, Fred Weasley.- Gli diede uno schiaffo sulla guancia. –Non crescerai mai?- Si infiammò di rabbia, alzandosi dal letto. –Credevo fossi maturato un po’ dopo tutto il lavoro fatto con George per il negozio.-
-Granger, non sai tante cose di me. E non giudicare.- Si alzò a sua volta, raggiungendola. –Tieni.- Le porse la bacchetta e l’asciugamano. –Ricordati che hai un debito con me.-
-Non abbiamo messo nulla in cambio, tu mi hai ridato le mie cose e ora posso andarmene.-
Il rosso la tirò verso di sé, e la riccia quasi cadde a terra per lo strattone. Si ritrovò contro il petto di Fred, che senza darle tempo di ribattere, la baciò con irruenza.
La bacchetta e l’accappatoio caddero a terra, nel frattempo Hermione spalancò gli occhi, sentendo le guance imporporarsi di rosso intenso.
Fred la stava baciando.
Liberati!
La vocina nella testa urlò, ed il corpo non reagì.
Sentì le labbra di Fred pretendere qualcosa in più, e senza riflettere, senza dare peso alle conseguenze si lasciò andare in quel maledetto bacio. La mano del rosso scese fino al suo fianco, accarezzandolo con le dita.
Hermione mise un mano tra i suoi capelli, facendo sorridere Fred sulle labbra. Le accarezzò il viso, rilassandola completamente.
Se Hermione avesse mai dovuto paragonare un bacio di Fred Weasley, non avrebbe mai saputo rispondere. Sapeva che Fred fosse ricercato da milione di ragazze, e sapere anche quanto fosse un bravo amante per chi entrava nel suo letto.
Ron, non l’aveva mai baciata così.
Victor era un ricordo lontano, non sapeva ancora cosa fosse la parola “bacio”, era alle prime armi.
Scontrò un’ultima volta la lingua di Fred, separandosi a gran velocità dalle labbra che l’avevano fatta sognare con poco.
-Adesso che hai pagato, puoi pure andare ad asciugarti.- Si mise le mano in tasca, continuando a guardarla con il viso da furbetto. –Visto che so manipolarti?- Ridacchiò.
-Non ci riuscirai mai.- Raccolse la roba a terra, e imbarazzata si precipitò fuori dalla stanza.
Gran bella scoperta la Granger!
***
Lo guardò, arrossendo una terza volta.
Non a caso, Fred cercava di imbarazzarla durante la cena.
Non era caso, che Fred prendesse la saliera nello stesso momento di Hermione.
Non ero caso, che Fred la guardasse di sfuggita mentre parlava con il fratello.
E non era caso, che Harry Potter se ne accorgesse.
-Tutto bene, Herm? Sembri tesa, che ti ha fatto Fred?- Le chiese, sottovoce.
-Non centra Fred, sono tesa e basta.- Rituffò lo sguardo nel piatto pieno di cibo.
-Pronti per la cerimonia?- Chiese Arthur, guardando il figlio e Harry.
-Tantissimo! Non vedevo l’ora.- Rispose Harry, sorridendo tra un boccone e l’altro.
-Fred e George mi faranno qualche scherzo, quanto ci scommettete?- Ron guardò i fratelli, che si guardarono a ghignarono in direzione del fratello. –Ecco.-
-Dai, non pensarci.- Lo incoraggiò, Lavanda.
-Sei riuscita a farti dare le pozioni da Kingsley, cara?-
-Si, e le ho conservate.- Lavanda guardò Molly, sorridendole. –Spero che possa risolvere questo terribile male.-
-Sono certa, che anche se non dovesse funzionare, nessuno ti escluderebbe per un problema del genere.-
Certo, diventare un Lupo Mannaro non era così grave se ti tenevi a distanza durante tutta la nottata di luna piena.
-Direi che dopo questa gustosa cena possiamo tutti andare a letto!- Annunciò Arthur, alzandosi da tavola con il proprio piatto.
Andare a dormire? Impossibile! Con Hermione Granger non si poteva mai stare tranquilli.



Angolo Autrice
Sono riuscita a trovare un po' di tempo e mi sono portata avanti. Ho deciso di pubblicare un altro capitolo, in modo da lasciarvi aggiornati per qualche giorno.
Vi ringrazio per le recensioni, al prossimo capitolo!
FredxHermionelove

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Charlie è tornato! ***


Crack.
Un paio di nani da giardino uscirono dal cespuglio accanto al ragazzo, lui rise divertito, gli erano mancati quegli esserini fastidiosi.
Prese la valigia e si avviò verso la casa ancora illuminata, erano le undici e mezza e ancora qualcuno stava sveglio a quell’ora? Doveva aspettarselo, sua madre stava fino a tardi a pulire tutto.
Un respiro profondo, bussando lentamente.
-Chi potrà essere?- Chiese Molly, da dentro casa.
La porta si aprì, illuminando il viso del giovane.
Rosso, alto, un po’ abbronzato e con un sorriso smagliante.
-Merlino! Charlie!- Urlò la donna, gettandosi tra le braccia del figlio.
Ricambiò, un po’ impacciato e affettuoso come lo era sempre stato. Ridacchiò, poggiando la testa sulla sua spalla. –Mi sei mancata anche tu, mamma.-
-Molly, i ragazzi stanno dormendo, cerchiamo di non … - Arthur, passò lo sguardo dalla moglie al figlio. –Charlie! Cosa ci fai qui?- Corse ad abbracciarlo.
-Mi sono preso una piccola pausa dai draghi, e poi sono curioso di vedere la nuova invenzione di Fred e George.- Mise la valigia a terra, posandoci accanto la borsa da viaggio. –E’ troppo se chiedo un letto?-
***
Uno sbuffo, le coperte furono scalciate via con forza dal corpo. Troppo caldo, aveva bisogno di un po’ d’aria.
Aprì lentamente gli occhi, notando il sole entrare dalle finestre. Le finestre ancora chiuse dalla sera prima. Si girò, dando le spalle e guardando la ragazza nel letto accanto. Dormiva ancora.
Posò lo sguardo sulla sveglia: le sette e mezza.
Tra meno di mezz’ora doveva essere in campo a sudarsela.
Si alzò dal letto, poggiando i piedi sul legno. Si avvicinò alla finestra e l’aprì, facendo entrare l’aria fresca che non solo la svegliò, ma fece svegliare pure l’amica.
-Che ore sono?- Si scostò la coperta dal petto, guardandola con gli occhi ancora semi chiusi.
-Le sette e mezza, e io devo essere in campo tra meno di mezz’ora.- La rossa, si passò una mano tra i capelli sciolti. –E’ se ci muoviamo se io non voglio arrivare tardi all’allenamento e tu non vuoi fare tardi a lezione.-
***
Dopo due fredde docce e un po’ di profumo, Ginny riuscì a scendere in cucina con Hermione, ancora assonnata quanto lei. Si misero a sedere, notando l’assenza degli altri fratelli, di Lavanda e Harry.
-Dove sono tutti?- Ginny si sporse, prendendo il pacco di biscotti messi di fronte a lei. –Fred e George sono già andati a lavoro?-
Un tonfo fece voltare le ragazze verso le scale, che allarmate corsero su. Molly, rise.
Ancora non sapevano.
-Fred e George, non siete così divertenti!- Una voce sconosciuta per Hermione, e un sorriso per Ginny.
Corse, aprendo il bagno con violenza.
-Sei qui!- Gli si gettò tra le braccia, scivolando sul bagnato. –Cosa ci fai? Credevo che non tornassi più!-
-Credevi davvero che ti lasciassi qua con quelle due pesti? E con il tuo fidanzatino?- La strinse, sorridendole. –Non è po’ tardi per fare colazione?-
-Farò un po’ di ritardo per il mio fratellone.- Gli diede un bacio sulla guancia. –Hermione, ti ricordi di Charlie?- Si voltò, guardandola ferma sulla soglia della porta.
-Oh, si.- Gli tese la mano, stringendola. –Coppa del Mondo di Quidditch.- Ricordò.
-Voglio proprio vedere la faccia di Ron.- Disse George, camminando lungo il corridoio con il gemello, fermandosi alle spalle di Hermione. –Charlie!- Passò accanto a Hermione, avvicinandosi.
Fred rimase a guardare, sorridendo verso il fratello. Dietro a Hermione, che si sentì notevolmente in soggezione con il rosso.
Deglutì, continuando a guardare il Weasley a terra tra le braccia di Ginny.
-Era uno scherzo per Ron.- Indicò il bagnato a terra. –Bè, almeno ha funzionato!- Rise, guardando Fred. –Perché non ci alziamo tutti e andiamo a fare colazione?-
-Ho un problema: Ginny.- La sorella lo guardò, incendiandolo con lo sguardo.
-Stai dicendo che sono un problema?-
-No, ma se non ci alziamo non possiamo mangiare la deliziosa colazione di mamma.-
***
Affrettò il passo, sorpassando ogni ragazzo o ragazza che le si parava davanti.
Esame. Esame. Esame.
I libri tra le mani, la borsa sulla spalla e la tensione che le trapassava le ossa. Girò l’angolo, cercando con lo sguardo la classe n.2 .
-Hermione, stai andando all’esame?- Karen la fermò, cercando di attirare la sua attenzione.
-Si!- La guardò, prima di girare ancora. –Scusami, sono in ritardo!-
Le otto e un quarto, era in enorme ritardo! E se l’avevano già chiamata? E se avevano iniziato l’esame dalla sua iniziale?
Meglio correre.
Corse, inciampando o andando a finire addosso a qualcuno. Imprecò, ricominciando a correre ancora più di prima.
Si ritrovò a terra. I fogli volarono, la borsa cadde insieme a lei.
Si massaggiò la testa, alzando lo sguardo verso la persona che l’aveva travolta, o che meglio, lei aveva travolto.
Si morse il labbro e spalancò gli occhi, il professore.
La fissò per un lungo istante, sembrò un’eternità prima che parlasse.
-Granger, tocca a lei.- Disse, invitandola a entrare in classe.
Almeno, era riuscita ad arrivare!
-Si, Signore.- Raccolse la roba, sotto lo sguardo dei compagni seduti sulle sedie accanto. Imbarazzata si alzò, e silenziosa entrò.
I Professori la attendeva, curiosi di sapere come avesse svolto la tesina la ragazza che avevano di fronte. Tutti gli sguardi puntati su di lei, Merlino!
-Signorina Granger, ho sentito dire che la sua tesina riguarda le ferite da maledizioni.- Disse, un professore. –Eh, bene. Sono molto curioso di sentire come ha svolto questa ricerca.-
-Certo.- Tirò fuori la tesina, porgendola al professore. –La prima maledizione di cui parlerò è la ‘Maledizione imperius’.- Prese un respiro profondo, continuando con tono deciso. –Essa, permette al proprietario della bacchetta di poter comandare a suo piacimento il burattino animale o umano che sia.-
-Vada al dunque, noi tutti sappiamo la prima maledizione. Perché non parla della seconda?-
-Si, assolutamente. Ecco, la ‘Maledizione Cruciatus’ permette di ferire gravemente o non una persona. Molta gente, è riuscita a sopravvivere a ciò subito, mentre l’altra .. non ha avuto una buona fine, ed è tutt’ora al San Mungo a vivere una vita da vegetale, quasi.- Abbassò lo sguardo, ricordando Villa Malfoy. –Questa maledizione, porta un danno mentale a chi la subisce e in molti non riescono a cancellare cosa gli è stato fatto.-
-Ha sentito dire, cosa provano i pazienti durante l’atto?-
-Si, provano molto dolore. Alcuni, suppongono si tratti solo di un gioco di mente che viene imposto e che induce la persona a sentire dolore, che magari non esiste nemmeno.-
-Vedo che è molto informata. Posso chiederle perché? In molti non avrebbero dato questa risposta.- La professoressa, la guardò curiosa, sporgendosi verso di lei.
-Sono stata personalmente vittima di tutto questo.- Spostò lo sguardo, da professore a professore che la guardò. –E’ stato ai tempi della Guerra.-
-Immagino, che lei abbia dei chiari ricordi.-
-Si, è vero. Sono riuscita a superare tutto, ho avuto sangue freddo. Non potevo permettermi distrazioni in quel momento.-
-Era impegnata a salvare il Mondo Magico con Potter e Weasley.- Ironizzò, un professore.
-Eh già.-
-Continui pure.- La invitarono, i professori.
-L’ultima, la più importante è la ‘Maledizione Senza Perdono’. Quest’ultima, mette fine alla vita di ogni essere vivente. Non ci sono rimedi per sfuggire, né ci sono modi per curare.-
-L’unica soluzione è essere fortunati come il suo amico.-
-Mi pare giusto.- Lei sorrise, appena.
-Può bastare. Metteremo i risulti domani mattina in bacheca, e complimenti, Signorina Granger.-
Strinse la mano al professore, donando un sorriso al resto di fronte a sé.
-Grazie a lei per essere stato paziente.-
***
Rimase paralizzata, guardando sbigottita Harry che accennava un sorriso di incoraggiamento.
-Come è possibile? Perché devo per forza avere un cavaliere??- Urlò, fuori di sé. –So cavarmela benissimo da sola!-
-Non ti faranno entrare, se non hai qualcuno che ti accompagna!-
-Ho i Signori Weasley che mi accompagnano!-
-Il Ministero non lo accetta, Herm. Io non posso farci nulla.- Si passò una mano tra i capelli corvini, guardando appena la riccia.
-Non è possibile.- Disse, sbuffando sonoramente.
Stupido Ministero!

 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Sorpresina, ho aggiornato anche oggi!
Ho concluso il quarto capitolo adesso, e mi scocciava lasciar passare questa sera senza lasciarvi con delle chicche!
Vi ringrazio ancora per seguirmi, e vi auguro una buona serata.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
FredxHermionelove

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I preparativi per la Cerimonia. ***


Molly le si avvicinò, preoccupata.
-Cosa succede, Hermione?-
-Non posso andare alla cerimonia se qualcuno non mi accompagna.- Abbassò lo sguardo. –Non ho nessuno con cui andare e non voglio andare con qualcuno.-
-Hey, avete trovato qualcuno  con cui andare alla cerimonia?-
George li guardò, sorridendo a trentadue denti.
Hermione lo fulminò con lo sguardo.
-Dannato Ministero!- Borbottò tra sé e sé.
-Dai, troveremo qualcuno.- La rassicurò Ginny, abbracciandola. –Potresti andarci con Luna.-
-Bisogna portare qualcuno del sesso opposto, è la regola.-
-Sei incoraggiante, George.- La sorella, lo guardò torva.
-Potrebbe andarci Fred con Hermione, tanto lui non ha nessuna ragazza ancora.-
Il gemello lo fulminò con lo sguardo.
Sapeva cosa era successo tra lei e Hermione, lo faceva apposta! Bè, infondo era il suo gemello, doveva aspettarselo.
-Hai detto bene, non ho ancora nessuna.-
-Fred, promettimi che non farai scherzi ad Hermione.- Disse Molly. –E’ una cosa bella ragazza, faresti una bellissima figura vicino a lei.-
-Stai dicendo che sono brutto, mamma?- Chiese, indignato e divertito.
-Tutti sanno che qua il gemello più bello, sono io.- George, rise.
Hermione arrossì.
Con Fred alla cerimonia.
Assolutamente no!
-Forse so chi può venire con me, un amico del corso ..-
-No, Hermione. Ormai è deciso!- Ginny, sorrise. –Almeno sarai con qualcuno di cui possiamo fidarci.. quasi.- Ridacchiò.
-Ma..-
***
Dopo varie lamentele da parte di Hermione, una doccia fredda per Fred e le risate di Ginny e George, erano riusciti a stipulare un patto per la Cerimonia.
Ginny aveva pregato la riccia a farsi aiutare per la serata, lottare contro di lei era inevitabile quindi tanto valeva arrendersi subito nelle braccia dell’amica.
Fleur, Lavanda, Katie e Lizzie-la ragazza che Charlie aveva invitato ad accompagnarlo-si erano chiuse in camera con le due, decise a prepararsi tutte insieme e ad aiutarsi a vicenda.
Scarpe col tacco, vestiti meravigliosi di ogni colore e accessori venivano passati da ragazza a ragazza per la stanza.
Hermione, le guardava tesa, come sarebbe uscita da lì prima di andare al grande evento?
***
Molly, chiaccherava con i ragazzi. Già scesa da un pezzo, attendeva con ansia le ragazze, che quanto avevano detto mezz’ora prima, erano quasi pronte.
-Katie non ha nemmeno voluto dirmi cosa si metteva e mi  sono dovuto accontentare di un bacio, solo per smettere di pressarla.- George, guardò i fratelli. –Voi sapete cosa si metteranno le altre?-
-Io sono sicuro che Lavanda sarà bellissima.- Sognava a occhi aperti, il piccolo Wesley.
-Chissà cosa avrà fatto Ginny alla Granger.- Fred, rise di gusto.
Un rumore di passi interruppe le chiacchere e lasciò spazio allo stupore dell’intera famiglia.
Fleur, elegante e fine. Scese le scale, attirando l’attenzione di tutti gli uomini presenti nel salotto. Un vestito azzurro lungo fino alle caviglie, semplice e raffinato per il corpo perfetto della bionda. Un filo di trucco a mettere in risalto la bellezza, bellezza che a nessun uomo poteva sfuggire.
-Bill?- Rise, schioccando le dita di fronte alla faccia del marito, meravigliato ed estasiato.
-Scusami!- La avvicinò a sé, guardando con gli occhi luccicante. –Sei bellissima, stasera.-
-E non è la sola!- Lavanda, li raggiunse. –Dovete vedere come stanno bene Ginny e Hermione.- Si avvicinò al rosso, scoccandogli un bacio sulla guancia. –Si vede che sono un po’ affamata?-
-Per me sei solo .. Merlino!- Ron, la strinse.
I gemelli si guardarono, disgustati da tanta dolcezza.
Anche Lavanda non era niente male in quel vestito. Rosa, lungo fino al pavimento. Aveva insistito a coprire ogni taglio che le ricopriva le gambe, causa di tutte le fughe a cui era ricorsa per saziare la sua fame.
-Lizzie, sei meravigliosa!-
-Tutto merito di quella pazza di Ginny!- Ridacchiò, arrossendo per il complimento. –Le altre stanno scendendo, comunque.- Indicò le scale. –Penso che per far scendere Hermione ci vorrà un po’ di tempo.-
-E’ così orribile?-
-Fred! Hermione è una ragazza bellissima, e non ti permetto di offendere la mia migliore amica!-
Appoggiata alle scale, guardava la famiglia.
I capelli non erano più lisci, ricadevano mossi-grazie a una pozione!- sulle spalle esili. Un po’ di colore sulle guance, un bel visino come il suo non aveva bisogno di trucco. Il vestito verde risaltava i suoi occhi, e attirava quelli del moro che la guardava stupito.
-Come ti sembro, Potter?-
-Ehm.. molto ..- Deglutì, gli mancava quasi l’aria.
-Adesso capisco come ha fatto ad avere l’attenzione di tutti i ragazzi su di lei a scuola.- Sussurrò George, rivolto al gemello.
-Se credi che io mi sia venduta, ti sbagli, caro fratellino.- Si avvicinò, fronteggiandolo. –Sei solo invidioso che la tua bella sorella ha tanti ragazzi che le corrono dietro.- Incrociò le braccia, facendo la finta offesa.
-E ha un solo ragazzo nella testa, da anni.- Proseguì Fred, facendo spuntare un sorriso a Harry e a Ginny.
-Figlia mia, sei superba in questo delizioso vestito.- Molly abbracciò la figlia, mentre le lacrime scorrevano sul viso. –Una donna, così .. – Singhiozzò.
-Siamo fieri di tutti voi.- Arthur abbracciò la moglie, guardando Harry, Lizzie, Lavanda, e i figli.
-Io ho provato a convincerla.- Sussurrò Katie, scesa proprio in quel momento. –Dice che non sembra lei.- Guardò Ginny, che sbuffo divertita.
-Non starà lì a lungo. Sa che dobbiamo sbrigarci, e poi .. Fred la apprezzerà moltissimo.- Ridacchiò, sfuggendo allo sguardo insistente di Fred.
L’unica dama che mancava era la sua!
-Adesso capisco perché non me l’hai nemmeno voluto accennare.- George, ghignò. Posò una mano sul fianco della ragazza, attirandola a sé sotto lo sguardo di tutti. –Potreste girarvi? Devo baciare la mia ragazza.- Sottolineò.
-Non hai limiti!- Gli urlò Ginny, divertendosi nel vedere il fratello baciare la moretta.
-Io sto aspettando, mi sono un po’ stufato di questa situazione!- Sbottò, Fred. –La devo obbligare a scendere?-
-Non devi obbligare nessuno.-
Tutti si girarono, l’attenzione era posata su di lei.
Ginny aveva ragione, e sapeva farci. Sapeva che Hermione non sarebbe passato inosservata in un vestito del genere, in una bellezza del genere come la sua.
Il viso dolce, accentuato dal mascara nero, i capelli lisci, il vestito rosso lungo fino alle caviglie. Più bello di quello di Ginny, più appariscente con un semplice colore.
Timorosa e parecchio imbarazzata, scese con quei tacchi vertiginosi.
-Direi di andare.- Lavanda, interruppe il silenzio.
-Stai d’incanto.- Le sussurrò, Harry.
***
La Cerimonia da lì a pochi minuti sarebbe iniziata.
Tutti impazienti e curiosi di vederli entrare nel mondo del lavoro.
Nessuna sedia. Bisogna solo farsi spazio tra la folla e i fotografi impiccioni.
Fred tirò Hermione, conducendola davanti con sé.
Non si erano scambiati ancora parola.
Forse lui la metteva in imbarazzo?
Non aveva di certo deciso lei di farsi portare dal rosso. Era volentieri ben disposta a .. cosa farneticava? Era un giorno importante, non poteva mica perderselo!
Voltò il capo verso Ginny, poco distante da lei. Le sorrise, ammiccando verso la compagnia di Fred.
Ci mancava solo lei! Non era bastato che sapessi troppo? George era una vera chiaccherona in questo campo. Era conosciuto per questo in famiglia. Una parola di troppo e George ti aveva in mano, anche con poche informazioni poteva manipolarti.
-Dovresti farle un complimento, non puoi per sempre stare zitto. Sei il cavaliere.- Rise di gusto, indicando Hermione assorta nei propri pensieri.
-Perché non lo fai tu?- Lo riprese.
Fred Weasley sa complimentarsi quanto vuole con una donna, meno che con Hermione Granger.
-Perché io ho Katie e tu hai Hermione, semplice.- Ironizzò.
Katie ridacchiò, guardando i due gemelli. –Non eri tu il gemello bello, Fred?-
-E allora perché stai con me?- Chiese, sentendosi più che offeso dalla fidanzata. –Io sono di gran lunga migliore, bello, affascinante, meraviglioso, con senso dell’umorismo, con grande fame per aver soddisfatto più di una donna a letto ..-
-Ricordati, che quello che ha vinto sono stato io al nostro settimo anno. Avevamo fatto la lista, ero almeno di cento ragazze davanti a te.- Ghignò. –Non ho problemi a far arrossire una donna, figuriamoci con Hermione.-
-Posso avere la vostra attenzione?-
Il Ministro della Magia aveva fatto il suo ingresso.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** La Cerimonia e il suo proseguimento. ***


Si schiarì la voce.
Riuscito a calmare le chiacchere, aveva cominciato il suo discorso.
-Sono qui con grande piacere, ad annunciarvi che il Ministero da oggi aprirà le porte a dei nuovi coraggiosi alleati.- Si scostò, dando modo di far vedere alla folla i numerosi ragazzi messi dietro di lui, l’uno accanto all’altro. –Dopo anni di Guerre, dopo morti numerose, dopo essere riusciti a rialzarci più forti di prima, possiamo dare il benvenuto a tutti loro.-
Un applauso, la folla entusiasta.
-Dichiaro che da oggi, i seguenti ragazzi qui dietro di me, che si sono impegnati nel lungo lavoro non solo di studio teorico, ma anche di agilità, furbizia e grande coraggioso, i nuovi Auror del Ministero.- Prese un pergamena, si potevano scorgere i numerosi nomi. –Ecco a voi:
Harry Potter
Ronald Bilius Weasley
Emily Kombat
Julie Mer
Anthony Force
Morgan Jons
-Benvenuti!-
Un fragoroso applauso esplose.
Le divise furono consegnate dalla collaboratrice di Kinglsey, che strinse le mano a uno a uno dei ragazzi.
-Vai così, Potter!- Urlò George.
Il ragazzo gli fece un cenno con la mano, sorridendogli.
-Finalmente hanno coronato il sogno di una vita.-
Hermione tirò su col naso, Fred le porse un fazzoletto. Che meraviglia, la Granger se la ricordava meno sensibile.
-Stai bene, Granger?-
-Si, assolutamente.-
-A me non sembra, stai piangendo come un fontana!-
-Non è vero!- Le sfuggì una lacrima. –Oh, Merlino.-
-Ciao Hermione, Fred.-
La bionda, con lo sguardo perso si avvicinò.
Vestita insolitamente come le l’ultima volta che l’aveva vista, e accanto a lei un bel ragazzo, quel ragazzo che tanto prendevano in giro e che adesso è un uomo, Neville.
-Avete saputo, eh?-
-E’ stata personalmente la Mc Granitt a dirmelo.- Strinse la mano a Fred, sorridendo. –Hermione, sei incantevole in questo vestito.-
Luna e Neville, una coppia.
Non si tenevano per mano, né si dicevano cose dolci. Una bella coppia, insolita forse.
-Quindi, vi siete dati dall’essere una coppia anche voi.-
-Ci stiamo lavorando da qualche mese.-
-Siete molti carini insieme.-
-Grazie, Hermione. Sei gentilissima come sempre.- La guardò, prima di posare nuovamente lo sguardo su Fred. –Voi invece? Vi siete dati a una nuova relazione?-
-Cosa..?- Hermione, la guardò accigliata.
-Da quanto stai con Fred?- Chiese Neville, facendo scoppiare a ridere il rosso.
-Vi state sbagliando di grosso.- Guardò la riccia, ridendo ancora. –Non stiamo insieme, sono stato costretto ad accompagnarla.-
-Non ti dispiaceva accompagnarmi quando sono scesa dalle scale oggi.- Uno sguardo torvo, le braccia al petto e gli occhi quasi sul punto di uscire dalle orbite. –Non starei mai con lui, nemmeno se fosse l’ultimo uomo sulla terra!-
***
Un battibecco non poteva di certo mancare in quella giornata.
Fred e Hermione erano stati divisi, il primo troppo divertito per la reazione della ragazza, e la seconda troppo arrabbiata per non lanciargli una fattura.
Si sentiva in colpa, con il suo malumore stava rovinando la giornata di Harry e Ron. Si portò il bicchiere di vetro alla bocca, bevendo qualche sorso di vino.
-Ron, Harry, io direi di fare un brindisi a questi due giovani, coraggiosi umoni.- Kinglsley, con un bicchiere in mano e il sorriso sulle labbra. –Sono sicuro che sarete un’ottima squadra.- Tirò su il bicchiere, mentre gli altri si avvicinavano per brindare. –Ai nuovi Auror, Ron Weasley e Harry Potter.-
-A Harry e Testa di Zucca!- Urlarono i gemelli.
Gli invitati sorrisero, lasciando Ron tra le braccia di Lavanda che cercava di calmarlo.
Non avevano limiti a prenderlo in giro.
***
Non aveva mai amato così tanto un letto.
Caldo, comodo e ben disposto a ospitarla tutto il tempo che voleva.
Le scarpe con il tacco vertiginoso erano poggiate in un angolo, il vestito non era ancora riuscito a levarlo, troppo stanca per farlo, ecco la verità.
Un rumore improvviso la fece sobbalzare, costringendola ad aprire la porta e a guardare verso le scale.
Ron sdraiato a terra, con la camicia stropicciata e la voce impastata, Lavanda rideva e cercava di tirarlo su, inutilmente.
-Tutto apposto?-
-Si, tranquilla. Adesso, lo porto a letto. Non preoccuparti.-
Si chiuse nuovamente, e prima di sedersi si levò il vestito. Lo rimise apposto, nell’armadio di Ginny.
Il letto di lei ancora fatto da quella mattina, doveva essere a fare una passeggiata con Harry, come biasimarli? Era riuscito a coronare il suo sogno, poteva creare una famiglia con la rossa.
Si infilò i pantaloncini, prese la maglietta a maniche lunghe e dopo essersi immersa nel letto, chiuse gli occhi.
La faccia stupita di Fred.
Il battibecco.
Gli sguardi scambiati prima di diversi ognuno nelle sue stanze.
-Odioso.- Sussurrò, prima di addormentarsi.
***
Non ce l’avrebbe fatta. La pozione sembrava non reagire nel suo corpo.
L’istinto animale era dentro di lei.
Ron dormiva, beato tra le coperte.
Lei era lì, lo guardava.
Il viso contratto in una piccola smorfia, girato di lato verso di lei, i capelli rossi scomposti sul viso, il respiro regolare ..
L’odore del suo sangue.
Si coprì gli occhi con le mani, cercando di far passare quel delizioso profumo dalle sue labbra.
Sentiva di essere quasi al limite. Si sentiva invitata ad assaggiarlo, a morderlo ovunque. Scosse la testa, sperando di poter riuscire a pensare ad altro.
Tutto inutile, la fame è fame e lei non può farsi nulla.
Adesso è lei il cacciatori, e la famiglia in cui vive sembra il suo pasto completo per ogni luna piena.
Si alzò, uscì dalle stanza e senza fermarsi corse verso la porta. L’aprì frettolosa, timorosa di non riuscire a contenersi a lungo.
Passi veloce, mano a mano che si addentrava fuori dalla dimora.
I piedi cominciarono a non toccare più terra, qualcos’altro al suo posto correva per lei. Le zampe che si sporcavano nel fango, un ringhio acuto dentro di lei.
Coraggio, è solo un’altra luna piena.
I capelli biondi sparirono, il corpo mutò nel buio della notte.
La sua nuova vita da Lupo Mannaro ha ricominciato a tormentarla.
Un fruscio, la sua preda.
Fame.
Un altro fruscio.
La preda che non si accorge di lei.
Aspetta. E sente il gusto del sangue nella bocca, la bestia non ha limiti.
Un lungo istante. Le orecchie si innalzano per sentire meglio, qualcosa lo insospettisce.
Basta, non può più trattenersi.
Si avventa con un colpo, un morso sul collo e la vittima è tra le sue mani. L’animale si accascia, e lei divora impaziente, felice di un pasto succulento.
Non si riconosce, qualcosa dentro di lei non urla, ringhia prepotente.
Deve dare spazio, non può trattenerlo tutta la notte. Ha dei limiti la sua anima, la sua forza di ragazza.
Ancora.
Il pasto è quasi finito. La fame è stata appena tappata, c’è ancora spazio per qualche preda, qualunque essa sia.
L’unico modo per salvare gli altri e sé stessa è non tornare indietro prima del tempo previsto.
Veloce, scaltra e con il cuore a mille, le zampe sotto di lei si riempiono di fango. Piove, fa freddo, il pelo è bagnato. Non importa, la pioggia non fermerà quella caccia, non stanotte.
***
Non stava più sognando. Sentiva le coperte calde su di sé, ancora avvolta in quel dormiveglia, non apriva gli occhi.
Troppo sonno.
Delle voci si avvicinavano, sembravano litigare animamente.
-Dobbiamo andarla a cercare!-
-Sa cavarserla, sicuramente è andata a caccia.-
-No! La pozione non ha funzionato!- Qualcosa si ruppe, un boccetta di vetro? –Io non la voglio lasciare sola.-
-Devi, ti ucciderebbe.-
-E con questo temporale, non vedresti nulla fuori da qui.-
-Non mi interessa!-
La porta si chiuse con un tonfo, e le voci parlavano ancora tra di loro.
-Dividiamoci, non possiamo lasciarlo da solo con lei.-
-Lavanda non farebbe mai nulla a Ron.-
-Da Lupo Mannaro che è, potrebbe uccidere perfino il suo ragazzo.-
Ferma sulle scale, la famiglia la guardava.
Scese un gradino. –Dobbiamo cercare di impedirlo.-
-Granger, cosa ti ha tirato fuori dal letto?-
-Le vostri voci, Fred.-
-E’ deciso.- Disse George, mettendosi un maglione sul pigiama. –Non c’è tempo di cambiarsi, bisogna cercarli subito.-
 

 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Nella tempesta. ***


Ginny, Harry, Charlie e Arthur si erano diretti verso l’interno della foresta senza aspettare gli altri.
Hermione, era ancora in pigiama quando uscirono.
-Raggiungimi dopo con la Granger.-
-Fai attenzione, Georgie.-
-Granger, ti vesti o devo farlo?- Fred la squadrò, notando solo in quel momento i pantaloncini e la maglietta che lasciava intravedere le sue forme.
-La finisci di prendermi in giro?-
-Se vuoi, riprendiamo il discorsetto dell’altro giorno.- Ammiccò, e lei arrossì notevolmente. –Tanto adesso la mamma è andata a preparare qualcosa di caldo.-
-Sei ..!- Strinse i pugni, assumendo quell’aria da ragazzina capricciosa.
-Che ragazzina capricciosa.- Rise, stringendo le mani sui polsi.
Bloccata, Granger.
Un ululato spezzò quell’istante.
Si voltarono a guardare verso la finestra, subito seguiti da Molly.
Un scintilla volò nel cielo, rossa in mezzo a quella tempesta.
Aiuto.
-George!-
Corse a perdifiato, l’udito sembrava andato. Non sentiva nulla, nemmeno le urla di Hermione dietro di lei.
La pioggia lo aveva infradiciato in pochi secondi, non si era accorto di essere senza scarpe e con solo addosso i pantaloni del pigiama e la maglia a maniche corte.
Hermione non ci aveva pensato più di qualche secondo, e dopo averlo visto correre via, si era precipitata dietro di lui.
Molly urlava e attendeva il ritorno vicino alla porta di casa.
Un urlo. Le fece accapponare la pelle.
Ginny.
Superò un tronco caduto a terra, le mancava fiato per quanto stava correndo. Non si fermò, ci mise più forza e continuò ad andare avanti con la bacchetta tra le mani.
-Hermione!-
Harry. I capelli bagnati che gli coprivano gli occhi, la bacchetta tra le mani e Ginny al suo fianco.
-Dove sono gli altri?-
-George e Charlie sono riusciti a trovarli.- Disse.
-E Fred?-
-Li ha seguiti. Ron stava inseguendo Lavanda, e non ci ha potuto aspettare. E Arthur è sparito.-
-Mi sono slogata la caviglia perché mi sono spaventata.- Ginny la guardò, Hermione era molto più che preoccupata. –Abbiamo lanciato il segnale di aiuto per farvi venire qua.-
-Quello rosso?-
-No, quello verde.-
-Chi ha lanciato quello rosso, allora?-
Scossero la testa, senza riuscire a comprendere.
-GEORGE!-
***
Il buio impediva di vedere la strada, l’unica via di salvezza era la bacchetta con cui difendersi.
-Lumos.-
Fred si guardò attorno, George e Charlie accanto a lui, fecero lo stesso.
-Dove diavolo saranno finiti?-
-Non ne ho idea. Ma non separiamoci più.- Guardò George, cercando di spostare lo sguardo dalla ferita.
Un albero gli era caduto addosso, se non fosse stato per Charlie non si sarebbe salvato. E’ bello avere più di un fratello.
-FRED!- Hermione gli si gettò contro. –Finalmente vi ho trovati! Dove sono Ron e Lavanda?-
-E noi come facciamo a saperlo? Siamo fermi qua come te!- Rispose, allargando le braccia.
-Simpaticissimo come al solito!- Disse, esasperata.
-Dove è finito papà?- Charlie, guardò i ragazzi. –Era con Ginny e Harry?-
-No, c’ero solo io con loro prima.-
-Ce l’abbiamo fatta!- Arthur, fradicio quanto loro, li raggiunse con il fiatone. –Ho portato Ginny in casa, Harry e la mamma gli fanno compagnia.-
-E noi siamo qui con Ron disperso.-
-Lavanda se lo sarà mangiato.- Sussurrò, George.
-Non si dicono queste cose, George!- Il fratello maggiore, lo riprese con disappunto. –Ron deve essere qui.-
Un ringhio. Un rumore di passi che si avvicinano, e la testa rossa che spunta da un cespuglio.
-Dove diamine eri finito? Ti abbiamo cercato per mezz’ora!- Fred, lo prese per la camicia da notte. –Ti rendi conto di quello che stavi rischiando? La mamma era preoccupatissima per te!-
-E da quando te ne preoccupi? Ma soprattutto, da quando ti preoccupi di me?- Sputò, il minore. Cercò di scrollarselo, invano.
Hermione mi è corsa dietro.
Hermione non ci ha messo mezzo secondo a decidere cosa fare.
Hermione è sotto la pioggia, vestita in modo più che provocante.
-Fred! Basta, lascialo stare. Torniamocene a casa.- Il gemello, divise i due fratelli, mantenendo le mani sul petto di entrambi.
-Non l’ho ancora trovata. Io non me ne vado senza di lei.-
-Ti ucciderà, dobbiamo lasciarla fare. E’ sempre tornata a casa dopo la caccia.- Hermione, si avvicinò per abbracciarlo. –Vedrai, andrà tutto bene.-
-Stavolta, sento che capiterà qualcosa di brutto.- Abbassò il capo.
La pioggia, continuava sopra le loro teste.
Nessuno si mosse, Hermione e Ron abbracciati.
Un misto di gelosia, un mostro dentro Fred si faceva spazio.
Hermione.
I pugni stretti.
Hermione.
Un ringhio.
-L’abbiamo trovata.- Un ultimo sussurrò di Charlie, prima di scappare verso casa.
***
Un Lupo Mannaro è più veloce di uno mago o di una strega? Certo che si.
Correre non sarebbe servito a nulla, l’unica soluzione era la Materializzazione.
Tutti ognuno per sé-eccezione per Ron e Hermione, il primo troppo agitato non ci sarebbe riuscito-, ritrovandosi subito dopo di fronte casa.
-Dovevamo aspettarla!- Urlò, Ron.
Si alzò a fatica da terra, urlando verso la famiglia.
-Volevi morire, fratellino?- Lo canzonò, Fred.
-Faresti anche tu così se la tua lei fosse lì fuori!-
-La tua lei, è un Lupo Mannaro!-
-Sei un bastardo!-
-Basta!-
Un ululato.
Si voltarono lentamente, guardando l’animale a poca distanza.
Lavanda era sparita, aveva lasciato il proprio corpo nella mani di una bestia.
Avanzava, lenta, terrorizzando a suo modo le prede, la voglia di mordere la carne, ancora un po’ e poteva saziarsi del tutto.
Più di un umano, un vero banchetto.
-In casa!- Urlò, Arthur.
Trascinò i figli, uno a uno.
***
Rimase immobile, incapace di muoversi. Sapeva che stava rischiando grosso. E non era la prima volta che si abbatteva in un Lupo Mannaro.
Si fidava di quella “bestia”, non era amiche.. eppure potevano diventarlo con il tempo.
-Hermione!- La strattonò, buttandola a terra.
Il fango aveva sporcato il pigiama di entrambi. Erano ancora vivi per fortuna.
Il Lupo li osservava, studiava le mosse.
-Corriamo nelle foresta!-
-No, nel fienile!-
Con una velocità inaudita e con gli strattoni di lui, erano riusciti a chjudersi. La tempesta imbatteva ancora, adesso più forte di prima.
Il Lupo ululava, aveva fame. Avrebbe aspettato, e lei sarebbe tornare indietro. L’umana dentro di lei, avrebbe sconfitto la bestia all’alba.
-Questione di fortuna.- Soffiò, Hermione.
-Se non era per me eri nel suo stomaco a digerire, o peggio, diventavi come lei.- Disse, Fred.
-Sei cattivo nei suoi confronti.-
Lo guardò, soffermandosi sul viso ancora bagnato. Le goccioline che ricadevano sulle fronte, partivano dai capelli e si espandevano. Le labbra socchiuse, i pigiama bagnato, il corpo scivoloso.
Non rispose. Era senza parole.
Non era cattivo.
-Se vuoi dormire, vai verso quella parte. E’ la parte più comoda del fienile, e nessun animale ti darà fastidio.- Le diede le spalle, rivolgendosi verso la parte opposta.
Meglio dormire separati.
Si mise a sedere a terra. Poi, la vide alzarsi e dirigersi verso la porta.
-Per sicurezza.- Avanti e indietro, la bacchetta tra le mani e una barriera di protezione di fronte alla porta. –Buona notte.-
-Buona notte.-
Non si guardarono, troppo scossi per proseguire a parlare.
Un ennesimo ululato li travolse.
La protezione di Hermione era pure di fronte la porta all’esterno? Probabile. Quella ragazza è troppo intelligente per non prevedere.
-Hermione?-
-Lasciami in pace.-
Un rumore. Doveva essersi girata dalla parte della  porta.
Non riusciva a vederla, era troppo distante da dove era seduto lui. Si alzò appena, guardando verso la porta.
Era poggiata sopra il fieno, le dava la schiena e da quel che sentiva, doveva essersi addormentata in quel momento.
Si alzò, cercando di non fare rumore. Si mise a sedere vicino a lei, guardandola dormire.
Buona notte, Hermione.
Le diede le spalle, e si buttò anche lui tra le braccia di Morfeo.
 

 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il sole dopo la tempesta. ***


Si risvegliò, intorpidita e meno tesa della sera prima.
Dopo aver passato un notte movimentata, l’importante era stato assicurarsi di dormire al riparo-non solo dal Lupo Mannaro- e ancora intatta.
Aprì lentamente gli occhi, notando con stupore di non essere sola. Trattenne il respiro, sperando che non si svegliasse. E si allontanò dal viso del ragazzo, troppo vicino al suo.
-Granger, non hai imparato ancora a fare rumore senza svegliare qualcuno?- Manteneva gli occhi chiusi, mentre pronunciava le parole.
-E’ già mattino, dobbiamo uscire da qui. Lavanda sarà a terra.- Si alzò velocemente, trascinando con sé il suo orgoglio da Grifondoro. –E devi alzarti pure tu.-
-Ne riparliamo tra mezz’ora.- La ignorò, continuando a cercare di dormire.
-Stupido, Weasley!- Sbuffò, aprendo la porta del fienile.
***
Dovevano essere appena le sette del mattino. Non si era resa conta del sole che stava appena sorgendo in quel momento, né si era resa conta che ancora tutti i Weasley-compreso Fred, che dopo vari tentativi era riuscito a dormire- dormivano beatamente.
Lavanda era a terra, distesa sul fango ancora fresco.
Il viso sporco, i capelli più ricci dei suoi e pieni di foglie, i vestiti erano inesistenti, dovevano essersi rotto nel momento in cui si era trasformata. Aveva del sangue sparso sul corpo, probabilmente di qualche animale che la bestia aveva divorato quella notte.
Le si avvicinò, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
Quanto avrebbe pianto quel giorno?
Lavanda aveva imparato a correre fuori di casa quando era il momento, Ron la seguiva di nascosto-lo aveva confidato ad Harry, che era stato imprigionato nelle orecchie di Ginny e poi detto alla sottoscritta- e la controllava tutta la notte. Poi, la andava a riprendere.
Stavolta, sentiva che c’era qualcosa sotto. Era sicuro.
Aveva ragione Ron.
-Mi dispiace.-
Mi inginocchiò di fronte alla ragazza, gli occhi colmi di calde lacrime.
-Torniamo in casa, e facciamo un bel bagno caldo, okay?-
La aiutò ad alzarsi, aprì la porta di Casa Weasley e si intrufolarono dentro. Percorsero le scale fino ad arrivare al bagno, dopo essersi chiuse si guardarono.
-Ho bisogno di parlare.-
-Chiamo Ron?-
-No, ho bisogno di raccontarti una cosa.- Aprì l’acqua del rubinetto, facendo riempire la vasca. –Non lo sa nessuno.-
-Dimmi pure.- Si appoggiò al lavandino, guardandola entrare nell’acqua calda. –E’ così grave?-
-Ho capito che le pozioni che prendo hanno dei grandi effetti su di me. Mi trasformo ancora, però la mia fame diminuisce. L’ho constatato ieri sera quando sono corsa nel diluvio.-
-E allora perché volevi morderci?- Disse, alludendo a lei e agli altri Weasley.
-Non hai capito!- Si strofinò le braccia, levandosi mano a mano lo sporco. –La mia fame è diminuita. Ogni mese anche dopo un pasto sentivo di volere ancora qualcosa da sgranocchiare, soprattutto la mattina.- La guardò. –Come minimo ti avrei detto di allontanarti da me, invece non l’ho fatto.-
Ricordava le mattine dopo la trasformazione, Lavanda non scendeva mai a fare colazione con gli altri, l’unica compagnia che aveva era Ron che a malapena faceva entrare nella stanza o nel bagno.
-Sta funzionando.- Le sorrise. –Non sei contenta.-
-Ho capito che continuerò a trasformarmi fino a che la mia fame non se ne andrà del tutto.- Si lavò il viso, strofinando ogni strato di sangue.
-Cosa diremo agli altri?-
-Che è normale che la pozione non funziona subito e che ci vogliono settimane prima che agisca del tutto, ma diremo che il mio istinto sta notevolmente sparendo.-
-Si, è una buona idea.- Abbassò lo sguardo, guardando il pavimento. –Sai, stanotte ..-
La porta si aprì.
Ron.
-Lavanda! Stai bene?- Chiese, avvicinandosi a gran passi. –Sta bene?- Volse lo sguardo verso Hermione, che annuì. –Da quanto siete qui?-
-Un po’ di tempo.- Si scostò dal lavandino, raggiungendo la porta. –Vi lascio soli.-
***
Dopo una strigliata da parte di Molly, Arthur era ancora sorridente. Nessuno quella notte si era fatto male, contava questo.
E naturalmente, era accaduto accidentalmente che Fred e Hermione fossero rimasti fuori di casa con la bestia in preda alla fame.
-Con quest’ottima colazione posso correre a lavoro, ragazzi miei. A stasera!- Uscì di casa, senza ricevere il bacio del mattino da Molly, e giù di morale, si avviò per il Ministero.
-Io non voglio usare lo scarico per il primo giorno di lavoro.- Annunciò Ron, interrompendo quell’imbarazzante silenzio.
-Io sarò qui ad aspettarti. Mi farò insegnare qualcosa da Molly.- Gli diede un bacio, lasciandolo solo con la colazione.
Lavanda non lavorava, aveva deciso di intraprendere la carriera di Molly. Non aveva nulla da perdere infondo, e non si sentiva particolarmente brava in qualcosa.
-Io devo sbrigarmi, ho gli allenamenti tra pochissimo.- Ginny si alzò, portando la tazza vuota alla madre. –A stasera!- Diede un bacio ad Harry e corse a prepararsi in camera.
-Hermione, tu non ti sbrighi?- Chiese l’amico, accigliato dalla calma della ragazza.
-Ho dato l’esame.- Morse il cornetto caldo, masticando a lungo. –Ora devo studiare per il prossimo, e gli studenti stanno a casa per un mese.-
-Non immergenti troppi nei libri, potresti caderci dentro.-
***
Si passò un mano sul viso, cercando di mantenere gli occhi aperti.
Aveva dormito poco e niente quella notte. Era stato per ore girato, dandole la schiena e sperando di riuscire a dormire tranquillamente. Si era sbagliato, la tormentava.
Non riusciva a dimenticarsi la bellezza della sera prima, i baci che le aveva rubato quella volta in camera e il profumo gli inebriava le narici.
Non era mai stato nei piani baciarla.
Il draghetto vicino alle sue mani, si divertiva.
Sapeva parlare, era un nuovo compagno di avventure per lui e George?
-Perché non vai da quella ragazza?- Chiese, guardandolo con quegli occhietti.
-La vuoi piantare con questa storia? Non è nessuno per me.-
-E allora perché l’hai baciata?- Proseguì, divertito dall’argomento.
-Chi ha baciato ..?-
George, si avvicinò al bancone. Guardò prima il piccolo draghetto e poi il gemello, ridendo di gusto.
-Cosa c’è tanto da ridere?- Sbottò, scartandosi un’ape frizzola.
-Non posso credere che hai baciato la Granger!-
Piccolo intoppo.
Quei draghi che tutti amavano, non erano solo da compagnia.
Parlavano, provavano emozioni e soprattutto erano legatissimi al padrone. Potevano cogliere ogni cambiamento emotivo, potevano sapere il passato e ciò che li tormentava, in poche parole: si facevano i fatti suoi.
Il problema, era George.
George non era solo il suo gemello, condividevano quel draghetto che li aveva uniti ancora di più.
Il draghetto sapeva, e George sapeva. Sicuramente, gli era stato spifferato tutto.
-Ti è piaciuto?- Ghignò, prendendo un’ape frizzola dal sacchetto. –Bacia bene? Ronnie, diceva che .. –
-Non voglio sapere quello che diceva Testa di Zucca.- Si avvicinò al draghetto. –Sai mantenere la bocca chiusa?-
***
Sfogliò il libro, soffermandosi sulla pagina.
Amore.


«Siete una brava ragazza»
«Non vi fa bene bere da solo» disse. «Non dovete farlo. »

«Bene. »
«E’ arrivata la vostra amica, Miss Barkley» disse.
«Si? »
«Si. Non mi piace. »
«Vi piacerà. E’ talmente simpatica. »
Scosse il capo. «Certo è simpatica. Potete spostarvi un poco da questa parte? Così. Vi faccio bello per la colazione. » Mi lavò con un panno e sapone e acqua calda. «Tenete su la spalla » disse. «Così. »


Girò la pagina, cominciando a leggere le ultime righe prima dell’ennesimo paragrafo.

«Mi ami? »
«Ti amo davvero. Sono pazzo di te. Vieni, ti prego. »
«Senti come battono i nostri cuori. »
«Non m’importa dei nostri cuori. Voglio te. Sono pazzo di te. »
«Mi ami davvero? »
«Non continuare a chiedermelo. Vieni. Ti prego. Ti prego, Catherine. »
«Bene, ma solo per un minuto. »
«Bene» dissi. «Chiudi la porta. »
«Non puoi. Non devi. »
«Vieni. Non parlare. Ti prego. Vieni. »


Uno sbuffo. Si voltò verso la porta aperta.
-Cosa vuoi?-
-Stavo cercando Ginny.-
-Non è ancora tornata.- Ritornò a rivolgere l’attenzione al libro.
-Cos’è?-
Lei, lo guardò sorpresa. Gli porse il libro.
-Non c’è nemmeno una trama.-
-Allora, leggilo e scoprila da solo.-
 
 
 
 
 






 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Babbani. ***


Si mise a sedere sul letto, a poca distanza da lei.
-Polpettone rosa?-
Lo guardò truce, spostando nuovamente l’attenzione sul libro.
-Esci e vai a fare altro.-
-E se voglio sapere di cosa parla il libro?-
-Leggitelo.- Ribadì. –Ma non toccherai di certo il mio libro.-
-Granger.-
Un soffio, prima di sparire nel nulla con la ragazza.
***
Entrò, costatando che non ci fosse nessuno.
Il piano aveva funzionato, i giochi avevano inizio.
-Buon viaggio, fratellino.-
-Sei stato cattivo! Come faranno a uscire da lì?-
Il draghetto da compagnia, posato sulla spalla di George.
-Lo sapranno da soli, e poi è un grande esperimento il mio. Fred mi ringrazierà.-
***
Un rumore lo svegliò, lasciandolo perplesso.
Non era in camera di Hermione e nemmeno nella sua.
Si alzò con busto, guardando. Da entrambi lati si ritrovava qualcosa.
Alla destra un comodino su dove erano posate delle pillole. Alla sinistra un altro comodino dove era posato un giornale.
-Finalmente è sveglio.- La porta si aprì.
Un uomo con la barba e sulla cinquantina, avvicinò al letto dove era seduto.
-E’ un problema svegliarsi a quest’ora?-
-Assolutamente no.- Prese la cartellina messo sulle sbarre del letto. –Credevo volesse saltare la colazione. Come va la gamba?-
Stava per ribattere, quando un fitta di dolore lo fermò.
Non si era accorto di avere la gamba fasciata, e non si era accorto di quel dolore insopportabile.
-Mi fa molto male.-
-Infermiera, gli dia qualcosa.- Urlò, mentre questa entrava con delle pillole in mano.
-Sentirà meno dolore.- Gliele porse.
-L’infermiera Granger è già passata a controllare?-
-Scusate, ma io non .. –
-Eccomi. Ho portato la colazione al Signor Weasley, sempre che abbia appetito.- Ferma sulla soglia con un vassoio in mano, lo sguardo sul dottore. –Ho fatto ritardo e mi sono dimenticata di svegliarlo, così sono andata a prendere la colazione per .. –
-Non si scusi, Signorina Granger.- Si portò la cartelletta sul petto. –L’importante è che il nostro paziente guarisca.-
-Signore, le medicine gli faranno bene.- L’infermiera di prima, sempre con le pillole in mano.
-Ci penso io, non preoccuparti.- Hermione posò il vassoio sul comodino, scostando il giornale. –Puoi andare a controllare gli altri?-
-Si.- Annuì l’infermiera.
-Buon lavoro, Granger.- Disse l’uomo, chiudendosi la porta alle spalle.
***
Mangiava lentamente, lei lo guardava quasi incuriosita.
-Mi vuoi spiegare cosa è successo?-
-Siamo finiti nel libro, penso.-
-Come sarebbe a dire finiti nel libro?-
-Di sicuro non ci siamo caduti dentro.- Abbassò lo sguardo, pensando a lungo. –Forse qualcuno ha fatto un incantesimo nel momento in cui eravamo distratti.-
-Quando mi ammiravi?- Chiese, guardandola.
-Non sei spiritoso, e comunque io non ti ammiro.-
-Va bene, Granger. Allora, visto che sei così intelligente, perché non mi spieghi come uscire da qui?-
-Io non lo so!- Si mise le mani tra i capelli. –Non ho fatto io l’incantesimo!-
-Quindi sei certa che sia un incantesimo questo.-
-Bè, si.- Si affrettò ad aggiungere. –Potremmo averlo fatto senza rendercene conto. Come quando da piccoli non sapevamo padroneggiare la magia che stava in noi, e che è ancora in noi.-
-Sembra impossibile, però non è da escludere.- Posò il vassoio vuoto sul comodino, sotto lo sguardo di Hermione. –Di cosa parla questo polpettone rosa?-
-Non te lo dirò. Dobbiamo far andare le cose come vanno.-
-Granger, ti ordino di dirmelo.- Si avvicinò pericolosamente a lei. –Solo perché sono bloccato con la gamba non mi impedisce di fare qualcosa.-
-Non ho alcuna intenzione di darti informazioni.- Ribadì altezzosa, scostandosi appena.
-Visto che è un polpettone rosa, perché non ricominciare un bel discorsetto?- Si era avvicinato ancora, sfiorando il naso con il suo.
-Non cadrò ai tuoi piedi.-
-Io credo proprio di si.-
-Sogni, Weasley.-
-Mi vuoi far sognare tu, Granger?- Le accarezzò i capelli sciolti che ricadevano sulle spalle. –E’ il libro che ti fa più attraente?-
-Signorina Granger, chiedono di lei al telefono.-
Come un fulmine, Hermione si scostò.
-Arrivo subito.- Disse.
Il lieve rossore sulle guance la rendevano ancora più bella.
-Le porterò il pranzo alle dodici, se vuole può leggere il giornale.- Prima di uscire, indicò il giornale dove poco prima era poggiato il vassoio vuoto.
***
La giornata trascorse in fretta.
Hermione gli aveva portato il pranzo in perfetto orario e infine era corsa via, alludendo a un impegno importante da svolgere.
Era ritornata dove quasi un’ora, solo per portare via il vassoio ripulito da Fred.
Non gli aveva più rivolto la parola.
La sera aveva fatto lo stesso con la cena.
L’aveva lasciato con l’amaro in bocca.
Non aveva chiesto poi chissà cosa, solo la trama di quel libro dove erano costretti a vivere. Non solo ero costretto a vivere senza bacchetta e con i babbani, doveva pure subire i suoi silenzi.
Tante valeva scappare da lì.
***
La gamba era migliorata. Il dottore passava ogni tre giorni per controllarlo, pareva contento.
Gli rivolgeva dei grossi sorrisi, e aveva incaricato Hermione di portare giornalmente qualche bicchiere di vino durante i pasti di Fred.
Fred accettava di gusto. Il vino babbano non era male, aveva sentito dire da Harry.
Visto la bella giornata, Fred aveva richiamato Hermione.
-Vorrei fare un passeggiata.- Aveva detto.
Un’infermiera lì vicino, li stava osservando. Forse era il suo capo.
-Subito, Signore.-
***
Il giardino dell’ospedale era carino.
Non assomigliava per niente alla Tana, ma era accogliente.
-Hai deciso di dirmi la trama?-
-Assolutamente .. no!- Spingeva la carrozzina, dove Fred era seduto.
-Dai, Hermione. Possiamo chiuderla qui questa storia.-
-Non puoi camminare, ed è troppo presto.-
-Presto per cosa?- Fece una smorfia, muovendosi.
-Rovineresti tutto e io non voglio rimanere qui per sempre! So quello che sto facendo.-
-Vuoi sapere quello che non stai facendo?- Ridacchiò, attirando la sua completa attenzione. –Non stai dando ragione al tuo istinto e non mi stai baciando come quella volta.-
Si fermò sotto un grande albero, proprio sotto all’ombra.
-Non ti bacerò mai più, è ben diverso.-
-Lo vorresti.-
-Parli a vanvera.-
-Granger, sei senza speranza.-
***
Lo aveva riportato nel letto, e non aveva osato fiatare.
Conosceva a memoria quel libro, sapeva di essere spacciata. Non poteva dire a Fred tutto, doveva fare ..
Al diavolo! Non ce l’avrebbe fatta da sola.
-Non me lo dai il bacio della buona notte?-
-Ho altri progetti per stanotte.- Gli aveva sistemato il cuscino.
-Quindi? Non trovi spazio per il tuo ragazzo?-
-Non sei il mio ragazzo.-
-Scommetto che in questo libro, io sono il tuo ragazzo.-
-Sbagliato.- Lo aveva coperto con il lenzuolo. –Buona notte, Weasley.-
-Granger, sono irresistibile. Non puoi lasciarmi scontento, e solo.-
-In panni di infermiera posso, eccome.-
-Hai qualcun altro da curare?-
-Non sarebbe da escludere.-
La porta si era aperta.
“Ci mancava solo questa!” disse tra sé e sé Fred.
-Signorina Granger, ha messo a letto il paziente?-
-Si, stavo per andare a  .. –
-Vada, qua a spegnere le luci ci penso io.-
-Buona notte.- Aveva sussurrato, prima di sparire fuori.
-Lei è il capo della Signorina Granger?-
-Esattamente.- Aveva spento la luce. –Dorma, ne ha bisogno.-
-Domani sarà una giornata impegnativa?- Chiese, alzandosi appena per guardarla.
-Può darsi.-
***
Nel frattempo, una Ginny Weasley parecchio irritata ..
-Ci sta facendo esaurire!- Urlò.
L’allenatore rimase a bocca aperta.
-Non osare più avere questo tono!-
-Angelina stava per cadere dalla scopa e rompersi il braccio, e lei cosa fa? Urla di continuare a giocare senza dare un minimo aiuto!-
-Qui sono io che decido, ragazzina. Se non ti sta bene, esci da questo campo e non tornare mai più.-
-Lo farò, subito dopo la partita di questa domenica.-
-Buona fortuna, Weasley.-
-Ginny .. –Provò a dire Angelina, cercando di avvicinarsi. –Ti rovini la carriera.
-Non importa. Non posso più pensare alla mia carriera.-
-E perché?-
-Lascia perdere.-
Si era trascinata fino agli spogliatoi, buttando a terra in mal modo la sua adorata scopa.
No, non poteva più pensare a sé stessa.
 

 


Angolo Autrice
Premetto fin da subito che il libro in cui si trovano Fred e Hermione non è la storia di Pearl Harbor(il film, per chi l'avesse visto).
Questa storia l'ho letta due anni fa, è di un famoso libro che mi avevano suggerito di leggere.
Non vi rivelerò nulla e nemmeno il nome del libro o dell'autore, voglio farvi scoprire da soli il tutto. Per chi abbia capito il nome del libro, vi chiedo di non rivelare niente o la mia sorpresa sarà vana.
Vi auguro una buona lettura con i miei capitoli, alla prossima serata!
FredxHermionelove

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** L'infermiera Granger. ***


Si chiuse la porta alle spalle, portò lo sguardo sulla scrivania dove il capo l’aspettava.
-Mi hai fatto chiamare, Signora?-
-Penso che lei sappia perché è qui.- Disse, invitandola ad accomodarsi. –Sono venuta a scoprire personale che il paziente di cui si occupa, Fred Weasley è in via di guarigione. Sta facendo molto bene il suo lavoro, mi congratulo con lei.-
-La ringrazio.- Sentì le guance infuocarsi. –Io faccio solo il mio lavoro.-
-E lo fa molto bene da quanto ne so, me lo hanno raccontato gli altri pazienti.-
-Sono lusingata.-
-Posso chiederle un ultimo favore? Controlli un’ultima volta il Weasley, tanto per assicurarsi che stia riposando.-
-Si, subito Signora.-
***
Fred era stanco di quella situazione, quasi non poteva muoversi e la notte non riusciva mai a prendere sonno.
Non c’era nessuno in stanza con cui parlare, non c’era nulla di interessante, non poteva buttare le cacche bombe, si sentiva rinchiuso in una cella di isolamento.
Ma come ragionavano questi babbani?
-Fred, devi dormire.-
-Tu dovresti essere a letto da un pezzo.-
-Il mio capo mi ha detto di venire a controllarti.- Socchiuse la porta. –Perché non dormi?-
-Ti pare che posso dormire qua? Voglio tornare a casa.-
-Devo rivelarti delle informazioni sul libro.- Si era seduta sul letto, lui le aveva fatto spazio. –Nella storia, io sono inglese e tu sei americano.-
-Wow, che bella notizia!-
-Non è finita.- Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. –Tu hai partecipato alla Guerra, siamo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale Babbana, ne hai mai sentito parlare?-
-No e non mi interessa.-
-Dovrebbe, è cultura babbana e .. vabbè, lasciamo perdere.- Scosse la testa, inutile dirgli qualcosa se nemmeno l’ascoltava. –Comunque, è per questo motivo che sei stato ferito.-
-Ho partecipato a una guerra, tutto chiaro.- Si mise sui gomiti. –E dopo?-
-Niente, devi guarire. Io starò qui a controllare che tutto vado come da copione.-
-Granger, dove pensi di andare?-
-A riposare. Domani mattina devo alzarmi presto, devo comprare il cibo per i pazienti.-
-Granger, ti ho chiesto altro.- La strattonò per il polso, facendola cadere sul suo petto. –Perché sei così sfuggente?-
-Sono solo stanca.- Cercò di scostarsi.
-Stasera non mi dai il bacio della buona notte?-
-Cosa ti salta in mente nella zucca che ti ritrovi?- Lui si era avvicinato, imprigionando il suo sguardo. –Lasciami andare.- Girò la testa dall’altra parte, in modo da non guardarlo più.
-Scusami Granger, non te lo chiederò più.- L’aveva fatta voltare verso di sé e le aveva catturato le labbra.
Hermione arrossì istintivamente, portando le mani sul petto di Fred.
Si scostò, cercando di parlare. –Fred, no.-
-Perché? Cosa c’è di sbagliato in un innocente bacio della buona notte?- Ghignò, accarezzandole il viso.
-Io sono la tua infermiera e ho il compito di curarti, fine.-
-Baciarmi è la miglior cura.-
Abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-Non è quello che deve accadere nella storia.- Sussurrò, senza guardarlo negli occhi. –Non usciremo mai di qui se continui a farlo.-
La attirò a sé, ricominciando a baciarla.
-Chi se ne frega del libro, Granger.- Le baciò il collo, provocandole un brivido. –Non ho intenzione di portarti a letto, per ora.-
-Non ci verrei mai.-
-Questo è ancora da vedere.- Ridacchiò, accarezzandole il collo con le dita. –Finirai per amarmi, Hermione.- Le diede un bacio a fior di labbra. –Buona notte.-
***
Bussò, sentendosi stupida a correre da lei.
-Ginny, che ci fai qui?-
Fleur sulla soglia la guardava preoccupata, notando le notevoli occhiaie della ragazza.
-Posso parlarti? E’ molto importante.-
-Entra pure.-
***
Fortebraccio aveva appena chiuso, quando George e Katie si erano incontrati lì di fronte.
Katie, con appena un po’ di trucco e vestita bene, lo aveva aspettato impaziente.
George era stato puntuale, con il draghetto in spalla come quel pomeriggio.
-Ti sono mancato?-
-No, sono uscita con un ragazzo oggi.- Ridacchiò, posandogli un bacio sulle labbra. –Hai lavorato tanto oggi?-
-Quello che mi spetta tutti i giorni. Fred adesso è a divertirsi con la Granger.-
-Le ha chiesto di uscire?- Chiese, curiosa e eccitata lei.
-Non nel modo in cui pensi tu. Ho appena messo in prova la mia nuova invenzione.- La prese per mano. –Stanno facendo un bel viaggetto in un libro babbano di Hermione.-
-Lo metterai in negozio?-
-Se funzionerà con Fred e Hermione, si.-
-Spiegamelo meglio, dai!-
-Prima entriamo a prendere una Burrobirra nel mio appartamento e dopo ne parliamo.-
-Non farò sesso con te, Weasley. Finche’ non mi dirai tutto.- Incrociò le braccia al petto, guardandolo seria.
***
Quella mattina si svegliò presto.
Il lavoro di infermiera si faceva sempre più duro.
Alzarsi, lavare e vestire i pazienti.
Andare a controllare costantemente Fred, portargli colazione, pranzo e cena.
Fare la spesa ogni tre giorni, in cambio di turni coperti dalle altre infermiere per non lasciare soli i pazienti.
Andare a dare le pillole a Fred.
Fare piccole pausa e qualche passeggiata al pomeriggio nelle ore libere.
Farsi dare il bacio della buona notte da Fred.
-Signorina Granger, ha già portato la colazione al Signor Weasley?-
Hermione si chiuse gli ultime bottoni della camicetta bianca. Alzò lo sguardo, incontrando quello del capo.
-Sto per portargliela prima di uscire per fare la spesa.-
L’altra annuì, lasciandola sola.
-Maledetto Fred.- Imprecò, mentre un bottone si staccava dalla camicetta.
Non mostrava quasi nulla, se non l’inizio del suo seno. Era coperto, ma non troppo come voleva lei.
Tanto valeva correre a portare la colazione a Fred, era già tardi per cambiarsi.
Si affrettò a raggiungere le cucine, dove la colazione di Fred l’attendeva su un vassoio.
Raggiunse la camera con velocità e in punta di piedi, posò il tutto sul comodino vuoto.
Fred dormiva ancora, erano appena le sette. Almeno lui, poteva riposare quanto voleva.
Si sarebbe un po’ raffreddata la colazione, non importava. Gli impegni dell’ospedale erano più importanti, le aveva detto una volta il capo.
Si, certo. E i pazienti devono mangiare congelato il cibo?
***
Le diede una tazza calda di tè, accomodandosi di fronte a lei.
-Sei sicura di quello che dici? Capita che salti.-
-Ne sono sicura, me lo sento dentro.- Portò la bevanda calda alle labbra, bevendo un sorso. –Sei l’unica a saperlo. Tu hai esperienza in un certo senso.-
-Non così tanta come credi.- Rise, guardandola. –Se vuoi posso darti qualche consiglio.-
-Sarebbe utile.-
***
Il draghetto si era comodamente posato sul divano, con l’idea di dormire un po’. Dieci minuti dopo si era addormentato come un ghiro e aveva lasciato i due a chiaccherare.
-Questo aggeggio serve per la mia nuova invenzione.- Tirò fuori dalla tasca una penna, dandola nelle mani della ragazza. –Basta puntarla sulle vittime e loro cadranno ai piedi di questa magia.-
-Possono entrare solo nei libri?- Studiò la penna, rigirandosela tra le mani.
-Si, è come un sogno brevettato. Non sogni a occhi aperti, vivi quello che hai letto e riletto. Fred e Hermione sembravano così in sintonia seduti a bisticciare sul letto, che non ho potuto trattenermi.- Rise di gusto. –Che ne pensi?-
-Fred quando tornerà ti farà a pezzi.-
-Questi sono i sacrifici per il nostro negozio.- Gonfiò il petto, facendola ridacchiare. –Abbiamo tutto l’appartamento per noi.-
-Aspetta, levami un’ultima curiosità.- Si scostò il ragazzo di dosso. –Come fanno a tornare indietro?-
-E’ facile, devono seguire il corso della storia.-
-Che libro era quello che stava leggendo Hermione?-
-Una storia d’amore, avevo sentito ipotizzare da Fred.-
-Hai fatto un bel casino. Come pensi che loro possano riuscire a uscire da lì? Non sono innamorati.-
-Questo lo dici tu, Katie.- Le prese un ciocca di capelli, rigirandola tra le mani. –La Granger e Fred si sono baciati, manca solo che .. –
-No! Non dirlo!- Si alzò, portandosi le mani alla bocca. –Sei pazzo!-
-Sono un George Weasley, Katie. Non puoi aspettarti altro da me.-

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Questione di tempo. ***


Fred si svegliò turbato.
Hermione gli aveva già portato la colazione, quando dormiva.
Si passò una mano sugli occhi, cercando di mettere a fuoco la stanza. Spoglia, senza Hermione a farvi compagnia come tutte le mattine.
L’aveva avvertito che aveva da fare, non credeva di non ritrovarla al suo risveglio.
-Come si sente Signor Weasley?-
Il dottore entrò, sorridente e ben riposato. Non un’ombra di occhiaie.-
-Meglio, credo di riuscire a camminare entro oggi.-
-L’infermiera Granger, provvederà a questo. E’ contento di guarire così in fretta?-
-Tantissimo.-
-Non vede l’ora di tornare a combattere, vero?- Lo guardò. –Da quanto ho saputo, non tutti si aspettavano che la Guerra fosse così .. cruda.-
-Bisogna ricredersi ogni giorno.-
-Non ha appetito?-
-Mi sono appena svegliato, stavo cercando di riordinare le idee.- Sorrise, passandosi una mano tra i capelli rossi. –L’infermiera Granger, è tornata?-
-Non ancora da quanto ho sentito dire. Le interessa molto quella bella donna, eh?- Ridacchiò.
-Abbastanza.-
-Ho notato il modo in cui la guarda, il modo in cui lei guarda voi. E’ nato qualcosa?-
-No, succederà presto, penso.- Si posò il vassoio di fronte, stando attento a non fare rovesciare tutto sulle coperte. –Ha moglie, dottore?-
-Oh, si. Una bella moglie e due fantastici figli, che hanno già messo famiglia da cinque anni.-
-Sarà felice.-
-Si, la famiglia è l’unica cosa su cui si potrà contare sempre. Lei in che rapporti è con la sua famiglia?-
-Ottimi.-
Finirono lì la chiaccherata. Dopo essersi assicurato della salute di Fred, il dottore uscì.
***
Si rigirò il foglietto tra le mani, rileggendo.
Carne
Pesce
Frutta
Vino rosso
-Mi servono questi.- Diede il foglio a un commesso del supermercato.
-Resti qui, vado a prendere tutto.-
“La galanteria esiste qua, evvai!”
Aspettò parecchi minuti. Il ragazzo non accennava a tornare.
Si morse le labbra, guardandosi intorno.
Non c’era molta gente a quell’ora del mattino, solo uomini ubriachi.
Si strinse nella giacchetta che aveva deciso di mettere, non aveva intenzione di mostrare quella camicetta troppo scollata per i suoi gusti.
Fred avrebbe apprezzato, con il suo ghigno e le sue battute stupide.
***
Harry si buttò di peso sul letto, sospirando pesantemente.
-Ed è solo il primo giorno di lavoro.- Ron, rivolto con la faccia sul cuscino. –Entro la settimana non cammineremo più.-
-Sapevamo in cosa ci stavamo infilando, non possiamo lamentarci.- Si sfiorò con le dita la cicatrice. –Lavanda?-
-L’ho vista parlare con la mamma poco fa, non ne sono sicuro. Sto perdendo la memoria da quanto sono stanco.-
-Non fare così il drammatico.- Si mise sui gomiti, guardando l’amico. –Ginny non è tornata?-
-Tu senti urlare?-
-No.-
-Non è tornata.-
-Stai dando dell’isterica a tua sorella?-
-Lei non è qui .. –
-Invece, è proprio qui tua sorella.- Ginny, ferma sulla porta. Lo guardò truce. –Credi che io non sappia cosa pensi di me?-
-Stavo solo facendo notare ad Harry, che .. –
-Stai zitto. E vattene, voglio stare con il mio ragazzo.-
-Questa è la mia stanza.-
-Lavanda ti aspetta di sotto.-
-Non mi sposto di qui lo stesso!- Si tirò su a sedere, incrociando le braccia al petto.
-Non costringermi a lanciarti una Fattura Orcovolante.-
Inutile dire cosa accade, Ron si scaraventò giù per le scale ed Harry ridacchiò.
Ginny si chiuse la porta alle spalle, posando lo sguardo sul ragazzo.
-Voglio chiederti una cosa.- Harry la guardò, allungando la mano per farla sedere accanto a lei. –Visto che lavoro, e che guadagno dei soldi miei, stavo pensando .. perché non comprare una casa insieme? Non voglio dare disturbo a Molly e Arthur.-
-Si, Potter.-
-Davvero?-
-Pensi che stia scherzando?- Lo abbracciò, sorridendo con il viso poggiato sulla sua spalla. –Sono contenta che tu me lo abbia chiesto!-
-Harry! Ginny! La cena è pronta!-
-Andiamo, prima che si raffreddi tutto.-
Ginny lo guardò, con quel ghigno furbetto da Weasley.
Gli cinse il collo con le braccia, dandogli un bacio sulle labbra.
-E se ritardiamo un po’? Dobbiamo festeggiare per questo grande evento.-
Harry sapeva benissimo a cosa alludeva la parola “festeggiare” con Ginny.
Tossì nervosamente, sistemandosi gli occhi storti.
-Ma si, per cinque minuti di ritardo.. – Tirò fuori la bacchetta, chiuse la porta e insonorizzò a dovere. –Festeggiamo?-
-Con piacere, Potter.-
***
Mise una borsa di ghiaccio sulla testa di Ron, guardandolo perplessa.
-Come sei caduto dalle scale?-
-E’ stato un piccolo incidente.- Una smorfia di dolore, mentre Lavanda si allontanava ad aiutare Molly ai fornelli.
***
La serata era passata velocemente, a detta di George.
Seduto sul letto a osservare Katie, coperta da un semplice lenzuolo bianco. Le accarezzava la schiena scoperta con le dita, risvegliandola lentamente.
-Sei fastidioso, non puoi stare fermo dopo aver fatto quello che volevi?-
-Ti mette paura dire “sesso”?- Ridacchiò, continuando in quella dolce tortura. –Non mi sono mai sentito coinvolto in questo modo da una brava a letto come te!-
-Rovini l’atmosfera di questa sera.- Si girò, scontrandosi con i suoi occhi. –Non vai a mangiare a casa da tua madre?-
-Non vado tutti giorni e poi noterebbero l’assenza di Fred.-
-A che punto del libro saranno, secondo te?- Poggiò la schiena al muro. –Lo finiranno presto?-
-Si, Fred sa lavorarsela. Saranno a metà libro e torneranno per notte fonda.-
-Di solito, di quante ore si ferma l’aggeggio? Nel senso, se sono passate quasi tre ore da quando sono entrati, e sono già a metà libro, l’incantesimo leva dodici ore? Mettiamo caso, naturalmente.-
-Dura dodici ore.-
-E se non finisco il libro?-
-L’incantesimo darà un piccolo aiuto.-
-Ne sei certo?-
-Katie, parli troppo. Perché non usi la bocca per baciare queste bellissime labbra?- Si indicò, pavoneggiandosi all’inverosimile.
-Bacia questo!- Spinse la mano contro le sue labbra, facendogli perdere l’equilibrio.  –Buona serata!- Strattonò il lenzuolo, e dopo essersi coperta a dovere, si chiuse nel bagno dell’appartamento.
***
La giornata passò lenta.
Fred non aveva visto per niente Hermione.
Hermione si era inventata le scuse più improbabile e aveva convinto il capo a sostituirla solo per quel giorno.
La cena arrivò puntuale, calda e buona.
-La Signorina Granger ha avuto da fare oggi?-
-Molto. Domani riprenderà a curarsi di lei, non si preoccupi.- Prese il vassoio vuoto, e mise le coperte a Fred. –Faccia un buon riposo.-
Annuì, e si stese sul letto.
Cominciò a guardare il soffitto, chiedendosi quando sarebbe tornato a casa. Presto o tardi, ci sarebbe tornato. Con o senza l’aiuto della Granger..
Ne era così sicuro?
Si mise sui gomiti, sentendo dei passi avvicinarsi.
Le infermiere che passavano a controllare i pazienti?
-Ciao.- Chiuse la porta, avanzando verso il letto. –Come stai?-
-Bene. Perché non ti sei occupata di me?-
-Ho avuto degli impegni con gli altri pazienti.-
Il senso di colpa l’aveva trascinata lì.
Non poteva sottrarsi alla trama del libro, doveva assecondarlo .. il gioco non gli piaceva, odiava chi giocava con lei, odiava i suoi baci improvvisi..
No, non li odiava affatto.
Le piacevano.
Le piaceva quando lui le metteva la mano tra i capelli, quando pretendeva di più, quando non la lasciava sfuggire via.
Le battute le odiava, ed era abituata alla sua presenza in casa da anni. Cosa cambiava?
-Quanto tempo pensi sia passato da quando siamo qua?-
-Potrebbe essere passato un mese, chi lo sa. Lo scopriremo quando torniamo.-
-Ero venuta per darti la buona notte.-
-Niente bacio?-
Abbassò lo sguardo, sapendo di essere arrossita.
Non entrava tanta luce dalla finestra, il viso non era del tutto chiaro agli occhi di Fred, era sicuro che fosse un pomodoro.
Si era seduta poco  prima, subito dopo aver parlato con lui.
-Il ragazzo che mi ha procurato la roba per l’ospedale era molto gentile.-
-Io sono molto carino, immagino.-
-Ti vanti abbastanza per i miei gusti.-
Si avvicinò a lei, sfiorandole il braccio con le dita. Posò lo sguardo sui suoi occhi castani, imprigionandoli nei suoi verdi.
-Te ne andrai pure stasera?-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Fino a che rimarrai. ***


Mezz’ora dopo, Harry e Ginny con un sorriso sulle labbra, scesero a cenare.
Molly, guardò curiosa la figlia. Sembrava troppo felice per i suoi gusti.
-E’ successo qualcosa, cara?-
-No, va tutto bene. Oggi sono stata brava agli allenamenti, l’allenatore si è complimentato con me e Angelina.- Disse, guardandola. –Lavanda e tu cosa avete fatto?-
-Mi ha insegnato a fare la torta preferita di Ron!- Lavanda, seduta di fronte a lei, sporse un gran sorriso. – Harry, come è andata la giornata a lavoro?-
-Siamo sfiniti.- Ron, ancora con la borsa di ghiaccio in mano. –Vero?-
-Oh, si. Tantissimo.- Harry non lo guardò, era ancora coinvolto nell’amplesso di poco prima. –Ginny mi passi i fagioli?-
***
Hermione abbassa lo sguardo, avvicinandosi al viso di Fred.
“Ne vale la pena.”
Poggia le labbra su quelle di Fred, lasciandolo senza parole.
“Hermione ti ha baciato.”
Sposta la mano sul fianco, lei si stese accanto a lui nel letto.
“Hermione.”
Approfondisce il bacio, nessuna ritirata stavolta.
“Fred.”
La accarezza, le apre piano la camicetta.
“Ancora.”
Lei fa lo stesso, lo fa alzare appena per levargli la camicia da notte dell’ospedale.
-Sei bella con i capelli arruffati e le guance rosse.- Ride, avvicinandosi per darle un bacio. –E sei bella, quando sono io a farti questo effetto.-
“Hermione lasciati andare, è meraviglioso. E’ Fred.”
Sta succedendo come qualcosa di occasionale.
Fred non dice parole dolci, non è rude. Sa farla arrossire in ogni situazione.
-Grazie.- Sussurra, ricambiando quel bacio. –Prima delle cinque devo andarmene.-
-Puoi stare qua quanto vuoi, Granger. Mi fai compagnia?-
Annuisce piano, accoccolandosi al suo petto scoperto. Percorre con le dita, ridacchia mentre lui sorride.
-Come prosegui la storia?-
-Te lo dirò domani mattina.-
-E perché non adesso?-
-Perché adesso, devi baciarmi.-
***
George è rimasto a dormire nell’appartamento, solo.
Katie è tornata a casa, un po’ arrabbiata per il suo comportamento. Non gli ha lasciato il bacio della buona notte, ha chiuso la porta e se ne è andata in fretta.
Il rosso si alza, cammina fino alla stanza del gemello. La trova disordinata come l’ha lasciata stamattina, e ride pensando a quando la mamma urlava per fargli mettere apposto la cameretta.
Osserva il pavimento. Pieno di calzini, merendine e robaccia qua e là.
Raccoglie qualche vecchia foto, Hogwarts.
-Quella Hermione Granger è perfetta!-
Il draghetto si è svegliato, svolazza attorno a lui.
-Se la sposerà.-
***
“Hermione apri gli occhi, è tardi.”
Qualcosa di caldo e solido l’abbracciava, imprigionandola in quel letto.
Si sentiva soffocare, faceva caldo. Doveva spostarsi all’istante.
Lentamente, aprì gli occhi.
Fred dormiva, il viso a pochi centimetri dal suo.
-Buongiorno, Weasley.- Si scostò il braccio del ragazzo, e sgusciò via dal letto.
-Buongiorno, Granger.- Sussurrò, senza aprire gli occhi.
***
Percorse il corridoio vuoto, costatando che non ci fosse nessuno.
Si affrettò a raggiungere la camera dove riposava.
“Prima meglio farsi una doccia.”
Si guardò intorno, cominciando a camminare a passo svelto.
-Ancora sveglia? E’ stata dal Signor Weasley?-
Il sangue le si gela nelle vene.
Si volta, incontrando lo sguardo del capo.
-Non riuscivo a dormire.-
-Avete fatto una buona passeggiata?-
-Si.-
-Granger, le consiglio di andarsene via di qui. Se vuole vivere con il Signor Weasley, deve andarsene in Svizzera. Lì potrà creare una famiglia.-
-La ringrazio. Posso andare?-
-Buongiorno.- Disse, lasciandola sola nel corridoio.
“Non sembrava arrabbiata, forse vuole aiutarci davvero.”
Si mise un ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Ma nel libro non c’era questo personaggio.”
***
Ginny si rigirò la lettera tra le mani, sospirando pesantemente.
Cosa doveva risponderle? Non sapeva in che guaio si era cacciata.
Doveva essere più attenta.
La partita non l’avrebbe vinta, troppi problemi facevano a pugni con il cervello.
***
Harry e Ron, stesi sul letto. Parlavano ancora, nonostante il gran sonno.
-Ginny ha una bella pelle.-
-Potrei riprendermi il permesso di farti stare con lei.-
Harry rimase spiazzato.
-Stavo scherzando. Basta che la tratti bene, o la pagherai cara.- Disse, ridacchiando.
Le mani dietro alla testa, mentre osservava il soffitto scolorito.
-Hai chiesto a Lavanda di sposarti?-
-No.- Si alzò sui gomiti, posando lo sguardo sul migliore amico. –E tu a Ginny?-
-Le ho già chiesto di venire a vivere con me.-
-Papà e mamma piangeranno dalla gioia.-
-Non voglio portare via per sempre la loro bambina, ho un po’ paura della reazione di tua madre.-
-Correrà ad abbracciarti, anzi strozzarti.-
-Già. Ma Hermione dov’è finita?-
-E’ da stamattina che non la vedo. E non è scesa per cena.-
-Ginny mi ha detto, che era andata a trovarla per farla scendere. E le ha detto, che non aveva fame.-
-Strano. Dopo tutto quello studio.-
-Andiamo a controllare?-
-Possiamo farci un riposino di mezz’ora?-
-Vuoi già dormire? Sono appena le nove!- Protestò l’altro, sedendosi sul letto. –Vado a dare la buona notte a Ginny e dopo andiamo da Hermione.-
-Ginny non è in camera?-
-E’ seduta sul divano a leggere.-
-Peggio di Hermione.-
***
Rise, leggendo la lettera appena arrivata.
George era un vero burlone. Come poteva credere che Hermione non si vendicasse?
Sorellina adorata,
Ti prego di coprire Hermione-soprattutto!- e Fred, sono alle prese con un mio esperimento e non torneranno prima di mezzanotte.
Confido in te, ti mando qualche pacco di api frizzole.
Buona serata.
Il tuo adorato fratello,
George Weasley
Questo significava solo una cosa: Hermione si sarebbe messa con Fred!
Prese tra le mani un’ape frizzola, assaggiandola avida.
“Preparerò tutto io per il matrimonio di Fred e Hermione!”
-Chi te la manda?-
-Niente.- Nascose la lettera dietro alla schiena. –E’ per un concorso che avevo fatto, non mi hanno preso.-
-Ti prenderanno la prossima volta.- Harry si mise a sedere accanto a lei, cingendola in un abbraccio. –Non vai a dormire?-
-Tra pochissimo, sono stanca per i duri allenamenti.-
-Ti va di andare a vedere domani sul pomeriggio tardi, delle case?-
-Che idee meravigliose, Potter.- Un bacio sulle labbra morbide. –Rifacciamo l’esperienza di due orette fa?-
***
Seduta sul bordo della vasca, guardava la pozione che aveva tra le mani.
Non c’erano scritti gli effetti particolari, né i sintomi che avrebbe riscontrato in caso non le avrebbe prese. Era chiaro: sarebbe tornata quella di prima, o ancora peggio.
Aprì l’acqua, riempendo fino al bordo.
Buttò nella cesta i vestiti sporchi, e dopo essersi assicurata di avere pigiama e asciugamani a sufficienza, si gettò nell’acqua calda.
Prese a strofinarsi, senza fretta.
Erano già quasi tutto a letto, non avrebbe disturbato a nessuno.
Strinse la spugna tra le mani, buttandoci su altro bagnoschiuma.
-Lav, sei lì dentro?-
-Si, Ron non dormi?-
-Volevo darti la buona notte.-
Lavanda sorrise, alzandosi e mettendosi un asciugamano sul corpo.
Aprì la porta, con i capelli che gocciolavano.
-Non credevo fossi impegnata a fare il bagno.-
-Non era programmato. Mi fai compagnia?- Si scostò, per permettergli di entrare nel bagno.
-Stavo pensando a una cosa.- Si era immersa nuovamente, ascoltandolo. –E’ molto importante.-
-Avanti, Ron. Non ti mangio mica.- Appoggiò le braccia sul bordo, guardandolo attentamente. –Mi spaventi se non parli.-
-Vuoisposarmi?- Chiese, tutto d’un fiato.
-EH?- Scivolò nella vasca, aggrappandosi ai bordi per non cadere.
-Vuoi sposarmi?- Richiese, con imbarazzo.
-Certo che si!- Urlò, quasi sul punto di cadere fuori dalla vasca. –Morgana! Mi sposo!-
-Diventerai la nuova Signora Weasley.- Si avvicinò alla vasca, baciandola. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Salvarti. ***


Passarono tre giorni.
Hermione non faceva altro che pensare alla conversazione con il capo, era preoccupata. Cosa doveva fare? Darle retta? Forse, il libro aveva cambiato la sua trama?
Scosse la testa, dandosi della stupida. Il libro non può cambiare trama da solo.
Quel mattino, si avviò verso la camera di Fred. Era tempo di farlo andare via.
-Fred, puoi andartene. Sei guarito del tutto.-
-Dove devo andare?-
-Tornerai in America con gli altri, devi stare attento.-
-Tornerò a prenderti tra due giorni.-
-Non puoi.-
-Perché?-
-Non mi presenterò, io devo rimanere qua.-
-Ti invierò una lettera e ti farò sapere tutto, allora.-
-La aspetto.-
-Non cadere nelle braccia di altri.-
-Potrei mai?- Lo sussurrò, mentre lui la guardava un’ultima volta.
Uscì dalla stanza, lasciando il letto sfatto.
Lei, si tirò su le maniche e cominciò a lavorare.
-E’ andato via il Signor Weasley?-
-Si, torna in America. La vettura è venuta prima per portarlo via, ora li sta raggiungendo.-
-Tenga a bada quel ragazzo, potrebbe capitargli qualcosa di brutto.-
-E’ furbo e geniale, sa cosa fare.-
Lo pensava davvero? Era stata la bocca a parlare da sola?
***
Una macchina babbana militare era lì ad aspettarlo.
Lo salutarono, con la massima gentilezza e con rispetto. Si mise a sedere davanti, vicino a chi guidava.
“Comincia la mia parte.”
-Si è trovato bene in questo ospedale?-
-Si, le infermiere erano molto disponibili e gentili. Il cibo era ottimo, e sono guarito nelle migliori condizioni.-
-Molto carine, le infermiere?- Azzardò qualcuno, beccandosi uno scappellotto.
-Si.- Gli sfuggì. –Dove stiamo andando?-
Hermione.
-Alla stazione, prenderemo un treno per arrivare in America. Gli italiani ci aspettano, dobbiamo ideare un nuovo attacco.-
Hermione è sola.
-Capisco.-
-E’ eccitato dall’idea, Signore?-
-Moltissimo.-
***
L’ospedale era vuoto.
Non c’era più un ferito, da lì a domani forse ne sarebbero arrivati di nuovi.
Hermione non fiatò. Continuò a svolgere il lavoro, a cercare di non pensare a Fred.
Alle labbra di Fred.
Mise le lenzuola nuove nei letti.
Fred in guerra, nuovamente.
Si passò una mano sugli occhi, reprimendo le calde lacrime.
Rimpianto? No.
Paura? Si.
Morte? Chi lo poteva sapere?
Fred era geniale, non lo ha mai detto ma l’ha sempre pensato.
Tralasciando le sue merendine, ha avuto belle idee fin da ragazzino.
Vorrebbe che fosse lì, infondo ha un cuore.
***
La Tana era in silenzio.
Lavanda e Ron si erano appartati nella camera, Ginny e Harry erano stesi sul divano, abbracciati.
Un po’ di privacy.
Ginny aveva poggiato la testa sul petto di Harry, lui le accarezzava i capelli da mezz’ora, beandosi di quella pace.
-Harry?- Alzò lo sguardo, puntandosi sui suoi occhi. –Devo dirti una cosa.-
-Dimmi.- Le accarezzava la guancia, guardandola teneramente.
-Non scherzo, sono serissima. Io non so, se … se posso venire a vivere con te.-
-Perché?-
-Ho paura.- Spostò appena lo sguardo, cercando di  prendere fiato. –E’ una scelta difficile.-
-Io stavo pensando che potremmo sposarci, prendere la casa prima e poi andarci a vivere. I soldi non mancheranno, e se pensi che devi pagare qualcosa, non te lo permetto.- Si mise sui gomiti. –Tua madre mi ha aiutato e cresciuto come un figlio, non dico che sia un debito. Voglio che la loro unica figlia stia bene, non parlo di soldi e basta. Parlo dell’amore che aspettava da una vita.-
-Hai detto qualcosa di sensato, Potter?-
-E’ stato il momento.- Ironizzò.
-Lo pensi davvero?-
-Con tutto il cuore.-
***
Fred e gli altri, presero il treno delle due.
Il viaggio proseguì lento, per Fred. Non sapeva cosa fare, si annoiava.
Uno degli uomini, gli aveva “ridato” il suo coltellino tascabile e si era messo a giocare. Non era tanto diverso da quelli che aveva visto, un po’ vecchio e ben curato.
Seduto a terra, rimuginava i vecchi ricordi delle sere prima, con Hermione.
Il profumo di Hermione.
Si passò una mano tra i capelli rossi, scacciando il pensiero.
I capelli riccioli di Hermione.
Sbuffò sonoramente, attirando l’attenzione dell’uomo seduto vicino a sé.
-Va tutto bene?-
-Si, stavo pensando.-
-Ha lasciato qualcosa all’ospedale, per caso?-
-No, niente.-
-Intendevo, di personale.-
-Non è da escludere.- Disse, mettendo il coltellino nella tasca. –Come mai lavora per gli italiani?-
-Per far smettere la guerra.- Si guardò intorno, sospettoso di dire qualcosa di troppo. –Alcuni italiani non sono a favore della guerra, vogliono ritirarsi.-
-Sei italiano?-
-Mio padre si è sposato con una donna italiana, lo sono per metà.-
-Buon per lei.-
***
Le lettere non arrivarono il giorno dopo, né il giorno seguente, né quello ancora.
Di tanto in tanto, si recava nella vecchia camera di Fred.
La migliore dell’ospedale era stata data a lui. Il letto era ancora fatto, nessuno era stato portato in quella stanza, nessuno era adatto quanto il rosso.
-Signorina Granger, il capo vuole parlarci.-
***
Le quattro infermiere si misero a sedere nell’ufficio del capo, impazienti di sapere cosa aveva da dirle.
-Bisogna spostarsi, qua non è sicuro. Mi sono arrivate nuove notizie proprio oggi, siamo costretti o verremo uccisi.-
-Dove andremo?-
-A due città da qui, in ospedale sicuro. Saremo in tante, dovremo aiutarci nel più possibile dei modi.-
-Come faccio a spostare i vestiti?-
-Verranno delle vetture apposta per portarli via, partiamo domani mattina presto.-
-E i nostri cari?- Chiese, l’infermiera più giovane.
-Mandateli al sicuro, vi avverto: non potranno venire con noi. Devono trovare dei mezzi loro, non ce la facciamo se no.-
-E’ sicura di quello che dice?- Si sporse verso il capo. –Non potremmo trovare un’altra soluzione?-
-No, è tardi.-
***
Si aggirò per la camera, cercando invano una valigia o una borsa.
Possibile che il personaggio non ne avesse una?
Scaraventò a terra i pochi libri posti su degli scaffali, guardò sotto il letto, nell’armadio, nulla.
Sotto il letto, ovvio!
Si abbassò, guardando. Eccola, una valigia nuova nuova.
La mise sul letto, a l’aprì con fretta. Cominciò a raccattare ogni vestito, medicinale di scorta che teneva nascosto, ogni cosa che le apparteneva.
L’occhio le cadde su una penna, nascosta dentro al camice da infermiera.
La penna che Fred le aveva regalato la sera in cui lei era rimasta.
“Rispondi con questa alle mie future lettere.”
Un sussurro, il ricordo la risucchiò.
Cadde a terra, in assenza di forze. Il dolore al petto, forte.
Cercò di respirare, invano.
Tossiva, era sul punto di non ritorno. La paura, mischiata all’angoscia e l’ansia.
Fred.
Un pugno nello stomaco, il dolore è reale? Chi provoca questo? Chi è che la costringe a stare a terra?
Weasley.
Un colpo di tosse, la mano sulla gola. C’è qualcosa che non va.
Casa.
In quel momento, viene riportata nella realtà.
La stanza è oscurata, la luna le illumina il viso pallido.
E’ inginocchiata, la mano ancora sulla gola. Ha smesso di far male.
Individua il suo sguardo, riflesso nello specchio poggiato sul muro.
Non sembra lei.
Si alza, tremante e scossa. Avanza, verso lo specchio.
Si sente sola, ha paura.
Ha paura per Fred. Questo è poco, ma sicuro.
Vuole che torni, che fugga con lei?
Si sente infantile, sembra di essere alla prima cotta.
Ha mai amato qualcuno? Ron? No, non è paragonabile a quello che prova ora.
E’ un’illusione del libro quell’amore potente? E’ illusione che Fred l’ha baciata più volte? E’ illusione che non sia più lei?
Si guarda le mani, sembrano torturate da qualcosa. Il viso sembra quello di un’altra ragazza, o meglio, di un’altra donna. E’ donna?
Non si ricordava giovane? Al posto dei capelli crespi, ci sono dei riccioli?
Che cosa vuol dire?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2723014