La Principessa e il Pirata

di _HappyCloud_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** To be or Not to be ***
Capitolo 3: *** The past that will not pass ***
Capitolo 4: *** Don't worry, Be happy ***
Capitolo 5: *** The sun will always set ***
Capitolo 6: *** One hell of a Night ***
Capitolo 7: *** Doctor, Doctor gimme the news! ***
Capitolo 8: *** Done Dial ***
Capitolo 9: *** New Developments ***
Capitolo 10: *** NOVITÀ!! ***
Capitolo 11: *** Down with the ship ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO

 

Il cuore le martellava incessantemente nel petto. Non era mai stata così spaventata in tutta la sua vita. Adesso,se l'era immaginato che suo padre l'avrebbe fatta inseguire se fosse scappata di casa, ma addirittura i cani? Tre feroci cani le erano stati messi alle calcagna e l'avevano inseguita per tutto il paese, ovviamente accompagnati da un gran numero di guardie. uno dei segugi era perfino riuscito a mordergli la caviglia. Strofinandosi con cautela la ferita, scivolò silenziosamente dietro una pesante porta di legno.

Probabilmente non era la miglior cosa da fare ma era l'unica opzione che aveva al momento, l'unico posto dove poteva nascondersi.

Una nave piuttosto grande, vuota e che sembrava essere stata abbandonata. Arrampicandosi freneticamente su per la scala era risalita fino al ponte dell'imbarcazione ed era subito corsa verso la porta più vicina. Riuscì a chiudere silenziosamente la porta dietro di lei e si appoggiò con le spalle ad essa per riprendere fiato.

Adesso era crollata sul pavimento piangendo per tutto ciò che gli stava captando. Il suo piano verso la libertà si era tramutato in un vero e proprio incubo. Lucy voleva solo essere felice, era stanca di svegliarsi ogni mattina e ripetere sempre le stesse azioni di ogni giorno, tutti i giorni. Niente l'aveva resa felice, nessuno l'aveva resa felice. come poteva sorridere quando era stata rinchiusa in quella casa tutta la vita? nella sua piccola camera che a lei sembrava una cella? Non riusciva più a sentire né i cani né le grida della guardie ormai, sembrava non l'avessero vista salire a bordo. Finalmente era riuscita a seminarli.

Asciugandosi le lacrime si alzò in piedi, zoppicando leggermente a causa della caviglia dolorante. Erta troppo buio per vedere se la ferita era profonda o no ma al momento ora solo una cosa aveva la priorità: aveva un sonno terribile; Comprensibile, visto che erano più o meno le 3 di mattina e la fortuna aveva voluto che proprio lì davanti a lei ci fosse un letto, aveva più le sembianze di una branda che un letto effettivamente. Era difficile da vedere con tutti i vestiti e le cianfrusaglie sparse in giro per la stanza ma lei lo notò ugualmente.

Si sarebbe concessa solo un breve pisolino, solo una manciata di minuti e poi avrebbe riflettuto sulla prossima mossa da fare. Crollando tra le lenzuola si accorse di qualcosa che davvero non si aspettava. Guardando la nave dall'esterno aveva presupposto fosse abbandonata, eppure l'odore che aveva percepito sulle lenzuola era forte, come se qualcuno fosse stato lì non molto tempo prima...come se un ragazzo fosse stato lì.

Non conosceva molti ragazzi in realtà, solo quelli che suo padre gli presentava come possibili candidati per il matrimonio. Erano sempre stati tutti bassi e flaccidi, senza contare i loro modi davvero maleducati...generalmente erano decisamente poco attraenti; ma di certo aspetto e buone maniere non erano quello che suo padre cercava, la caratteristica chiave era che fossero ricchi. Se li avesse sposati la fortuna del suo patrigno sarebbe aumentata. Oltretutto Lucy non sapeva poi molto in fatto di ragazzi, aveva sempre cercato di evitare di conversare con quegli uomini, non le piacevano, erano maleducati ed esigenti. In verità, non sapeva cosa cercava in un ragazzo, cavolo, non sapeva nemmeno come sarebbe dovuto essere un vero uomo! ma non ne aveva bisogno, sapeva che non le piacevano quelli scelti da suo padre e tanto le bastava.

Eppure, l'odore che percepiva in quel momento...non era uguale a quello di tutti gli altri ragazzi che aveva incontrato. No, nemmeno lontanamente.

Questo era molto mascolino, con un forte odore di muschio e un pizzico di terra e sudore, non cerimonioso e formale come nella sua vita era stata obbligata ad essere, piuttosto l'esatto contrario. Fantasticando inconsciamente sul letto di chi si trovasse in quel momento iniziò ad addormentarsi, non pensando minimamente che se un odore è così forte significa che è recente, e che recente probabilmente significa che chiunque egli fosse stava per tornare...e presto.

No, quel pensiero non le attraversò mai la mente.

E così, Lucy Heartfilia si addormentò su una nave di pirati e così ebbe inizio l'avventura che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. 

 

 

note

allooooora, prima di tutto voglio ringraziare la vera autrice di questa storia ( LeeSUP) per avermi permesso di tradurla :) 

La storia originale è in lingua inglese ed è arrivata al capitolo 8 (e già conta 343 recensioni *^*) ecco il link :

( www.fanfiction.net/s/8001909/1/The_Princess_and_the_Pirate )

Io la adoro!!! è stato un vero piacere tradurla e spero piaccia anche a voi :3

Se vi piace lasciate qualche commentuccio per l'autrice che se lo merita ;)



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Capitolo 2
*** To be or Not to be ***


ALCUNE NOTE DELL'AUTRICE

voglio solo chiarire questo: è chiaramente un AU perciò i personaggi non saranno esattamente come gli originali, alcuni personaggi di Fairy Tail non saranno nemmeno presenti in questa storia che tra l'altro si svolge quando Natso e Lucy sono un pò più grandi, almeno sulla ventina. Perciò NO, non saranno 100% in character tutto il tempo, farò del mio meglio ma Natsu sarà un pò più maturo in certe parti poichè non è lo stesso del manga.

molto simili ma non identici, così se li vedrete un pochino OOC, si lo sono poichè Natsu non è un pirata ahahahh, ma farò in modo di mantenere un mucchio delle tenerissime caratteristiche di Natsu e Lucy nella storia, e quando progredirà sono sicura di riuscire a renderli sempre meno OOC. Solo nei primi capitoletti sembreranno un pochino OOC perciò sopportatemi! Era solo per chiarire tutto prima di continuare, vi adoro ragazzi e spero che gradiate la storia!

Grazie di leggere!!! 

Essere o non essere

Le luci erano state accese. Quanto tempo aveva dormito? Come diavolo aveva fatto a non svegliarsi prima?Adesso che era davvero sveglia poteva sentire delle urla miste a molto rumore provenire dal ponte, ma non era ciò a cui stava prestando attenzione al momento, No, il suo sguardo era rivolto a chi presupponeva fosse il proprietario del letto sul quale si trovava al momento. Guardandolo con gli occhi spalancanti mentre lui se ne restava sull'uscio della porta, iniziò a prendere consapevolezza dell'aspetto di quello sconosciuto.

Sul suo viso non vi era traccia dell'espressione shockata che si aspettava, la stava semplicemente guardando con un atteggiamento quasi indifferente. Aveva un viso più adulto rispetto al suo, probabilmente aveva qualche anno più di lei. I lineamenti netti del viso gli davano un aspetto più duro, i suoi occhi semichiusi gli conferivano un'espressione quasi annoiata. Indossava una bandana nera sulla testa che le impediva del tutto di vedere i suoi capelli. Una stretta maglia nera gli fasciava il corpo, possedeva solo una manica, col bordo dorato. Il colletto era tirato su ma era a mala pena visibile sotto la sciarpa bianca, e a Lucy parve alquanto strana visto che si trovavano nel bel mezzo dell'estate. Indossava inoltre dei pantaloni bianchi che erano seminascosti dallo stesso tessuto della maglia che si prolungava nella parte posteriore anche al disotto della cinta di cuoio. Tutto questo insieme ad un paio di sandali, che Lucy trovò un pochino stano, perchè proprio i sandali? ma dopotutto non era poi così strano a confronto con la sciarpa. Eppure, per qualche motivo, l'abbigliamento sembrava donargli, e mentirebbe se dicesse che quei vestiti non gli stavano bene; a dirla tutta...pensava che praticamente qualsiasi cosa starebbe bene su un ragazzo del genere. Era decisamente il più bel ragazzo che avesse mai visto dal vivo, o in fotografia, o in generale...veramente.

Il ragazzo entrò nella stanza e si richiuse la porta alle spalle girando la serratura, facendo saltare a Lucy il cuore in gola. Perchè aveva chiuso a chiave la porta? Tuttavia lei non riusciva a dire nulla, del tipo ' um, ciao? mi dispiace di essermi intrufolata nel tuo letto e tutto il resto...'? suonava decisamente sbagliato. Questo e in più al momento era decisamente distratta a guardarlo...anche se non l'avrebbe mai ammesso.

 < Hm, pensavo che stanotte mi sarei salvato ma a quanto pare riescono sempre a sorprendermi > disse lui, guardandola curioso.

Di cosa stava parlando?

Wow, era così diverso da tutti gli altri ragazzi che Lucy aveva conosciuto. la sua voce era più profonda e non morbida ed esercitata come quella degli altri. C'era qualcosa di grezzo ed aspro in questo ragazzo, aveva una certa aria intorno a lui che non aveva mai percepito in nessun altro. Lui era qualcosa che non aveva mai visto prima di allora, qualcosa che non avrebbe mai avuto la possibilità di conoscere se fosse rimasta rinchiusa tra le grinfie del suo patrigno. Ma adesso poteva vederlo e aveva tutta l'intenzione di guardarlo per tutto il tempo che voleva. Una delle cose che la distraeva di più erano i suoi muscoli. Non solo li aveva, e già era molto oltre i suoi standard, ma erano anche attraenti, nel senso veramentente attraenti,e visibili anche da sotto la maglia; non poteva fare a meno di guardare il modo in cui si flettevano ad ogni suo movimento. Un suo braccio era completamente esposto, dava l'impressione che potesse tirarla su facilmente anche solo con quello. Mio Dio, iniziava a suonare come una pazza, ma cosa si aspettava se non aveva mai avuto la possibilità di vedere un ragazzo come quello in tutta la sua vita? Era normale che si sentisse in qualche modo stordita ed impressionata. Aveva tutto il diritto di esserlo!

< Ma devo ammettere che hanno fatto un buon lavoro nello scegliere stavolta, la più invitante finora > continuò, sedendosi su una sedia lì vicino, con gli occhi che continuavano ad esaminarla.

Invitante? sentendosì un pò lusingata gli sorrise; forse era gentile dopotutto. Avrebbe solo dovuto raccontargli tutta la storia e scendere da quella nave.

< Non parli molto eh? la maggior parte di loro avrebbe già provato qualcosa a questo punto, o almeno detto qualcosa > parlò lui nuovamente, assumendo un'espressione perplessa.

Di che diamine stava parlando? parlavano tutti così i veri uomini? per indovinelli? inclinò leggermente la testa, incuriosita, era un tipò così strano...

< Oppure... > si alzò, calciando bruscamente la sedia all'indietro, e muovendosi rapidamente si portò di fronte a lei. Leggermente sorpresa sobbalzò, appoggiandosi allo schienale del letto mentre lui le si avvicinava lentamente. < preferisci che sia io ad iniziare... >. Lucy sentì la sua mano sulla spalla e, prima che avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, si sentì spingere indietro fino a ritrovarso sdraiata sul letto, con un ginocchio del ragazzo che le sfiorava la coscia mentre la sovrastava imprigionandola tra le sue braccia.

Era shockata, completamente spaventata e con la testa in subbuglio. Il piccolo sorriso sulle labbra del ragazzo era accattivante e scherzoso, tuttavia aveva paura. Lucy non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Doveva assolutamente reagire; non poteva lasciarsi sfruttare in questo modo da uno sconosciuto! non importava quanto fosse bello!

Prima che anche solo potesse iniziare a gridare aiuto, lo sentì sollevarsi, togliendosi da sopra di lei, sentì il suono dei suoi passi allontanarsi e il movimento della sedia che grattava sul pavimento.

disse a bassa voce, sedendosi nuovamente sulla sedia.

< U-uh...cosa?> riuscì finalmente a balbettare Lucy, alzandosi a sedere sul letto con gli occhi spalancati...ancora stordita da ciò che era appena accaduto.

< ...non avrò bisogno dei tuoi servizi stanotte, ma non mi dispiacerebbe la tua compagnia per un pò > spiegò lentamente, apparentemente confuso sul perchè lei non capisse.

< S-servizi?> balbettò lei.

< si? non so come spiegatelo in un modo più semplice. Sei la più strana prostituta che abbia mai incontrato >

Il cervello di Lucy per poco non esplose. Prostituta? PROSTITUTA?  

< Prostituta? > strillò, sorprendendo il ragazzo sulla sedia. < non sono una prostituta! cafone! >

< che vuol dire che non sei una prostituta? la mia ciurma ti ha detto di venire qui, no? Perchè mai altrimenti una donna dovrebbe stare nel mio letto ad aspettarmi! > disse alzando la voce nel contempo che si alzava.

< sono scappata e sono venuta a nascondermi qui! mi sono addormentata ma di certo non sono una prostituta! > spiegò Lucy terrorizzata, alzandosi dal letto. Questo spiegava il suo modo di comportarsi prima...oddio. Era così umiliante! Fu richiamata dai sui pensieri quando sentì una risata. Quel tipo stava ridendo! non solo ridendo, si stava praticamente piegando in due dalle risate.

< Che c'è di tanto divertente! > gridò di nuovo Lucy, non le piaceva essere derisa, specialmente in una situazione come quella.

< hai scelto un accidenti di nave pirata come miglior posto per nasconderti? ma che razza di idiota sei? >

< sta zitto! > balbettò, dirigendosi verso la porta. La sua caviglia pulsava così dolorosamente che finì per inciampare...direttamente tra le braccia del primo vero uomo che avesse mai incontrato, e no, non considerava suo padre un vero uomo.

Un momento...lui era anche il primo pirata che avesse mai incontrato. Un pirata eh? In un certo senso lo trovava adatto, cavolo er più che accettabile sul momento.

Lucy sarebbe diventata un pirata, una rinnegata, l'esatto opposto di ciò che era sempre stata. Sarebbe scappata dalla legge, e combattuto e persino sputato e tutto ciò che le sarebbe passato per la testa! Lucy sarebbe stata finalmente libera, finalmente felice.

Realizzando che si trovava ancora tra le braccia del ragazzo, alzò lentamente gli occhi verso l'espressione confusa di un uomo di cui non conosceva praticamente nulla.

< Uh, stai bene? > parlò lui, rompendo il silenzio. Perchè era così gentile con una perfetta sconosciuta? lei abbassò gli occhi, non era mai stata trattata così gentilmente prima. In realtà non gli era mai stata rivolta quella domanda prima. Lucy non aveva la benchè minima idea di come rispondere, avrebbe dovuto effettivamente dirgli cosa le faceva male? Oppure doveva solo trovare il modo più veloce per andarsene da lì e trovare un posto da dove cominciare ad essere un pirata? non rispondendo al ragazzo, rimase lì tra le sue braccia, era comodo dopotutto, era caldo ed aveva un buon odore.

Improvvisamente venne strappata dai suoi pensieri quando lui la sollevò, tenendola più stretta a lui per poi gettarla sul letto che scricchiolò rumorosamente sotto l'improvvisa pressione. Lucy riuscì a malapena a trattenere un gridolino sorpreso.

Non era mai stata lanciata a quel modo prima! che barbarità! le sue gambe adesso penzolavano dal bordo del letto, così la sua caviglia riusciva ad avere un pò di sollievo almeno.

< se sei ferita dillo e basta, stupida > 

Lucy non era nemmeno mai stata chiamata una stupida, prima. Erano sempre stati insulti più sottili, sul suo aspetto o la sua famiglia, mai alla sua intelligenza. A dirla tutta Lucy era abbastanza brillante.

< non sono stupida > 

< che tipo! > disse tra sè e sè, piegandosi su un ginocchio e prendendo la sua gamba tra le mani. La reazione immediata di Lucy fu di ritrarsi, un uomo per bene avrebbe almeno chiesto il permesso prima di farle scorrere le mani lungo le gambe! e anche a quel punto lei avrebbe detto di NO! Finì per rifilargli un calcio dritto in testa, facendogli cadere la bandana.

E a quel punto scoppiò a ridere. Certo, si sentiva in colpa per il calcio, la faccia del ragazzo adesso sfoggiava una bella macchia rossa sulla guancia, ma non era questo il motivo per cui stava ridendo.

Erano i suoi capelli! rosa! Erano nientemeno che rosa!

< Oh!....psssshhhhAHAHAHHA! scus-ahahahha...mi dispiace! ahahhaha! no davvero!ahahahha! solo che non mi aspettavo che i capelli ahahhaha, mi hanno preso alla sprovvista! decisamente non era quello che mi aspettavo! > riuscì infine a dire, cercando senza successo di trattenere la risata. Forse era solo perchè era troppo stanca ma trovava tutto ciò molto esilarante. Fino ad un attimo prima l'aveva ritenuto la persona più virile che avesse mai incontrato, un vero e proprio concentrato di mascolinità, ma il colore dei suoi capelli sebrava affermare l'esatto opposto. Era il colore più femminile che potesse esistere.

< si si, ridi quanto ti pare. Ci sono nato così, sono naturali non è che l'ho deciso io capito? > mormorò, chiaramente non impressionato del suo sfogo. Ma le affermazioni del ragazzo scatenarono in Lucy un altro attacco di risate.

< I-impossibile! come fanno ad essere naturali! > riusciva a malapena a respirare ormai.

< oh? vuoi che te lo dimostri? > chiese, rivolgendole uno sguardo che lei non riuscì a capire; a dirla tutta, non aveva capito nemmeno il senso della frase.

< eh? e come riusciresti a dimostrarlo? > i suoi occhi mostravano chiaramente la sua innocenza mentre continuava a ridacchiare.

 farfugliò il ragazzo mentre la guardava incredulo. Questa volta le afferrò la gamba con più forza, tirandole sù il lembo della gonna per vedere meglio, mentre schivava un secondo colpo.

Lucy a quel punto si calmò, improvvisamente si sentiva nervosa. Stava ancora indossando una delle sue gonne e i suoi capelli erano ancora acconciati da quella mattina, riusciva a capire perfettamente come potesse essere facilmente scambiata per una prostituta d'alto borgo al di fuori delle mura domestiche; ma quel ragazzo le aveva appena tirato su il vestito come fosse la cosa più normale del mondo! Rispondendo d'istinto aveva cercato di rifilargli un altro calcio, ma il piede incontrò solo aria nella sua traiettoria, perciò preferì cercare almeno di abbassare la gonna in modo da impedirgli di vedere più del dovuto. Il vestito ormai era un disastro dopo aver corso ed essersi infilata nei peggio posti per tutto quel tempo. Tuttavia i suoi capelli sembravano resistere. Sentì la mano del ragazzo scivolare lungo la gamba per poi alleggerire ulteriormente il tocco quando incontrò la ferita, sfilandole i tacchi. Le sue dita erano gentili, sollevando delicatamente il piede si spostò leggermente in modo da poter far arrivare la luce sulla gamba e vedere meglio.

< ti ha morso qualcosa? un cane? > chiese, appoggiando delicatamente il piede a terra ed alzandosi. Si diresse immediatamente verso l'armadio ed iniziò a rovistare al suo interno.

< uh, si. Ma non c'è problema, è già stato tutto risolto > mentì; l'ultima cosa che voleva in quel momento era fargli sapere i suoi problemi. Era un pirata dopotutto e lei apparteneva alla più ricca famiglia della città. Poteva non sapere granchè del mondo ma di certo non era stupida! Riuscendo finalmente a trovare quello che stava cercando tornò ad inginocchiarsi di fronte a me. Versò un liquido trasparente su di un panno che avvicinò ai segni del morso.

< brucerà un pò > la informò prima di premere il panno sulla ferita. Lucy serrò i denti dal dolore ma non ritirò la gamba.

< allora? com'è che ti chiami? > chiese il ragazzo, continuando a curarle la caviglia.

< è buona educazione presentarsi prima di domandare > 

< sono un pirata. I pirati non sono le persone più educate del mondo, adesso forza, dimmi il tuo nome senza fare storie > 

< è Lucy H-...solo Lucy > continuò, dimenticandosi del cognome che ormai non faceva più parte di lei.

< Lucy...che nome noioso! > 

< sta zitto! > 

< ahahah, io sono Natsu, Natsu Dragneel. Questa è la mia nave, "Fairy Tail", sono il capitano dei Pirati del Drago > si vantò, donandole un enorme sorriso orgoglioso. Fu abbastanza da far perdere un battito al suo cuore.

< Piacere di conoscerti, Natsu dei Pirati del Drago > 

continuò Natsu, iniziando a fasciarle la caviglia.

< ah,si. Sto scappando dalla società. Penso che diventerò un pirata! > decise Lucy sul momento, decidendo anche di volergli dire la sua nuova ambizione.

< pffft...tu e quale armata? > 

< beh, mi stavo chiedendo dove potessi andare per diventare un pirata > 

Lui mise giù il piede, a quanto pare aveva finito con suo primo soccorso, l'espressione che aveva stampata in volto le diceva chiaramente che ce la stava mettendo tutta per desistere dallo scoppiarle a ridere in faccia.

< non c'è un posto preciso dove si va per diventare pirata, uno è un pirata e basta. Sei proprio strana, perchè vorresti diventare un pirata? dal tuo aspetto si direbbe che te la sei passata proprio bene fino ad adesso da qualsiasi posto tu provenga, solo il vestito che indossi deve costare un occhio della testa > 

< non gira tutto intorno ai soldi sai? sto parlando di felicità e libertà > 

< non mi sembri tagliata per fare il pirata > la beffeggiò Natsu < sembri più una principessa, prova quello. Forse qualche principe ti prenderà>

< Ti ho appena detto che non centrano niente i soldi! voglio poter fare quello che mi pare! >

< beh, anche se diventi un pirata dovresti comunque stare a sentire il tuo capitano! >

< allora diventerò un capitano! >

< oh, ok, beh allora buona fortuna > la beffeggiò nuovamente < non hai la benchè minima idea di cosa ci voglia per essere un capitano >

< beh se un sempliciotto come te ci è riuscito allora posso anch'io! >

< sempliciotto eh? almeno sai i comandi base per la navigazione? e da che parte sia il babordo? > domandò con arroganza. Tenendo la bocca serrata lo guardò con l'espressione peggiore che riuscì a fare.

 < già, proprio come pensavo. Tu non hai la stoffa per fare il pirata! tornatene al tuo castello, principessa >

Alzandosi di scatto gli diede uno schiaffo. Era assolutamente infuriata nei confronti del ragazzo, era un idiota esattamente come tutti gli altri!

< uh? spero tu stia scherzando! calma i tuoi bollenti spiriti signorina. Sto solo cercando di farti tornare coi piedi per terra, essere un pirata può essere difficile delle volte sai? > mormorò Natsu, massaggiandosi la guancia gonfia, rivolgendo alla ragazza furiosa uno sguardo annoiato. < se vuoi andartene sai dov'è la porta. Ma è tardi e se vuoi passare la notte qui va bene ma ad una condizione: non ti è permesso di colpirmi ulteriormente. Puoi sembrare debole a prima vista ma sai colpire bene. E comunque dovresti lasciar riposare la caviglia almeno per stanotte. >

Indispettendosi leggermente per essere stata definita debole, iniziò a pensare alla cosa migliore da fare. Se se ne fosse andata adesso probabilmente sarebbe stata catturata in poco tempo dalle guardie e dai cani. Non riusciva nemmeno a correre decentemente al momento. Aveva bisogno di una notte per riposare e ripensare alle sue strategie, sapeva cosa voleva adesso, essere un pirata, un capitano per giunta. Almeno adesso aveva uno scopo per andare avanti. Tutto ciò di cui aveva bisogno erano una ciurma, qualche conoscienza sulla navigazione...e una nave. Sembrava un obbiettivo quasi impossibile al momento ma almeno era libera di poterlo inseguire.

< ma domattina ti voglio fuori di qui. Salpiamo all'alba > 

< va bene, accetto la tua offerta, dormirò qui per stanotte. Buonanotte > decise, scivolando nuovamente tra le lenzuola, voltandosi verso il muro.

< che cosa? sali su una nave di pirati e pretendi di dormire nel letto del capitano? tu sei pazza! > rise Natsu mentre si toglieva le scarpe.

< beh, fammi spazio allora > 

Lucy si irrigidì.

< cosa? no, và a dormire da qualche altra parte! o per terra! abbi un po di cortesia! >

< quale parte di pirata non hai compreso? questo è il mio letto, la mia nave, le mie regole; e io dormirò sul letto perchè lo dico io che sono il capitano. Se non ti sta bene và a dormire negli alloggi maschili, sono sicuro che sarebbero molto felici di accoglierti. Sono stanco e voglio dormire> le spiegò mentre saliva sul letto.

Voltandosi sull'altro lato iniziò a spingerlo, sapeva fosse scortese ma non poteva di certo lasciarlo fare! preso alla sprovvista finì per cadere dal letto di testa. Lucy era abbastanza sicura di averlo sentito ringhiare.

< vuoi giocare pesante? va bene, giocherò pesante! > sibilò, facendo scattare una mano verso la sua gamba ed afferandola prima che Lucy potesse rendersene conto. La trascinò verso di sè e con uno scatto se la caricò in spalla mentre la ragazza si dimenava cercando, inutilmente, di liberarsi. Si diresse verso la porta, ignoranto i colpi sulla schiena e le urla di lei.

Uscendo le grida non cessarono, ma il volto della ragazza assunse un acceso colorito rossastro.

Una cinquantina di uomini, Lucy presupponeva fossero i componenti della ciurma, li stavano guardando. Iniziò a colpire con più forza, piantandogli le unghie nella shiena.

< se non vuoi lasciarmi dormire nel mio letto, dormirai con i ragazzi > dichiarò, continuando a farsi strada fra la folla. Lucy udì delle urla e qualche fischio.

< mica male, Capitano >

< ce l'abbiamo portata noi qui? >

< sembra costosa >

< wow, l'ha portata il capitano? >

< gusti cari >

< non è la prima vorta che se ne porta su una? >

< sembra una principessa >

< ce lo farei volentieri anch'io un giretto >

< dovremmo vendere quel vestito >

< dove sta andando con quella? >

Il suo imbarazzo aumentava ad ogni passo. Pian piano i suoi pugni rallentarono e iniziò a spaventarsi, non conosceva nessuno lì. Non voleva dormire in una stanza con tutti quegli uomini. Lucy iniziava a pentirsi di essersene andata di casa. Era felice di essere libera, ma sarebbe davvero riuscita a sopravvivere in quel mondo? Le sembrava così tetro e pericoloso adesso. Forse sarebbe dovuta tornare indietro e vivere come era abituata. Forse era la cosa migliore per lei.

Forse non era tagliata per essere felice.

Le si incominciarono ad inumidire gli occhi e smise di colpire il ragazzo. Quasi singhiozzando riuscì a spiccicare qualche parola.

< M-mi dispiace. Ti...ti l-lascerò dormire nel t-tuo letto > balbettò. Natsu si fermò un attimo per poi ritornare sui propri passi ridirigendosi verso i suoi alloggi senza proferir parola. Lucy nascose il viso nella sua schiena, cercando di non far vedere il viso, ormai rigato dalle lacrime, a tutti i presenti. Le urla e i fischi si fecero ancor più rumorosi quando Natsu si avvicinò alla camera. L'intera ciurma apparentemente stava celebrando il fatto che il loro capitano si fosse finalmente cercato una ragazza per conto suo. Non era nemmeno lontanamente quello che stava realmente succedendo.

Chiudendo di nuovo a chiave la porta dietro di lui, la depose delicatamente a terra. Lei prese ad asciugarsi il viso con vigore.

< Perchè piangi? > chiese sottovoce, mentre lei continuava a strofinarsi gli occhi.

< che domanda stupida! Non è stato solo imbarazzante è stato anche terrificante! > rispose con le labbra strette Lucy, rifiutandosi di piangere. Aveva già pianto abbastanza in vita sua, eppure non riusciva ad evitarlo.

< terrificante? > 

Sospirando poichè lui non sembrava riuscire a comprendere, si lisciò le pieghe del vestito assicurandosi che fosse in ordine, pulendo un pò di sporco dalla gonna; poi, rialzandosi dopo essersi infilata le scarpe, sorpassò Natsu, andando a posare una mano sul pomello della porta.

< grazie per l'offerta ma credo che tornerò a casa. Non penso di avere le forze necessarie per affrontare questo mondo da sola...addio > ammise tristemente Lucy, sbloccando la porta per aprirla.

< hai...hai bisogno di essere accompagnata a casa? > lo sentì chiedere da dietro di lei.

A dir poco shockata si voltò a guardare il suo volto, non la stava guardando, teneva gli occhi puntati di lato, leggermente imbarazzato.

< può essere pericoloso per una donna tornare a casa da sola a quest'ora > constatò, rivolgendole infine lo sguardo con la coda dell'occhio. Sebbene fosse la prima frase cortese che le avesse rivolto da quando l'aveva incontrato dovette rifiutare. Voleva soltanto rimanere sola al momento, per di più se suo padre lo catturasse sarebbe finito in un mare di guai. 

< no grazie. Non abito molto lontano > mentì Lucy mentre zoppicava fuori dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando il capitano dei pirati Natsu Dragneel alle sue spalle, a fissare la porta di legno.

Ovviamente nulla andò come aveva pianificato, era stata alquanto tormentata dai membri della ciurma di Natsu mentre si faceva spazio tra loro per passare. Fortunatamente era riuscita ad uscire da quel caos illesa, scendendo poi dalla scalinata fino a toccare nuovamente la terra ferma. Riusciva a sentire la sua caviglia gonfiarsi mentre camminava a passo svelto, ma si rifiutò di rallentare, specialmente dopo aver sentito dei cani abbaiare non molto lontano. In effetti aveva iniziato a correre. Il palazzo in cui viveva si trovava sulla collina poco fuori paese e lei al momento si trovava esattamente sul lato opposto, dalle parti del molo. Ci avrebbe impiegato un bel pò a tornare a casa, si sarebbe sorpresa se ce l'avesse fatta prima di essere catturata. I suoi piedi battevano sul terreno. Sstava diventando sempre più difficile trattenersi dal piangere, sarebbe stata senza dubbio punita per questo. Il suo tentativo fallito verso la libertà era stato rovinato da un pirata, il che era abbastanza ironico in un certo senso. Qualcuno che viveva in pura libertà l'aveva convinta a non lottare per la propria. Lui non la conosceva per niente, non sapeva che lei era veramente la principessa di una prestigiosa famiglia, da un palazzo addirittura. Lui non sapeva che era stata rinchiusa tutta la sua vita in una stanza, senza lasciare mai la residenza. Questa era stata la prima volta che aveva messo piede fuori della sua proprietà. La prima volta che aveva deciso di cambiare il proprio destino e cercare di essere felice.  Natsu Dragneel le aveva sottratto tutta la motivazione, mostrandole che il mondo non era esattamente come se l'aspettava, questo mondo l'aveva terrorizzata e sentiva di avere il bisogno di trovare conforto in ciò che conosceva da tutta la vita. Che pensava? che poteva adattarsi ad un nuovo mondo così, da un giorno a un altro? Natsu aveva ragione a dire che era pazza. Lucy era pazza; soprattutto adesso che si stava dirigendo di sua spontanea volontà verso la sua cella personale, per essere imprigionata per il resto della sua vita.

Si stava arrendendo. Lucy non poteva proprio vivere da sola, non aveva nè un lavoro nè un qualche talento utile, cavolo, probabilmente sarebbe finita a fare la prostituta d'alto borgo alla fine. O questo o il pirata, di cui non sapeva assolutamente niente. Praticamente era spacciata nel mondo reale senza una qualche guida ad indicarle il percorso giusto.

I cani erano sempre più vicini, poteva riuscire perfino a sentire le urla delle guardie adesso. Rifugiandosi in un vicolo buio, si fece spazio tra barboni addormentati ed ammassi di rifiuti. Correndo più veloce che poteva cercò di ignorare le dolorose fitte alla caviglia, la fasciatura che gli aveva fatto Natsu ancora reggeva bene, facendola sentire decisamente meglio di quanto avrebbe dovuto senza. Natsu era decisamente bravo nel primo soccorso, probabilmente perchè era un pirata e si feriva spesso. Tornando a concentrarsi sui problemi attuali, svoltò l'angolo cercando di seminare i suoi inseguitori. I cani avevano già rintracciato il suo odore tuttavia, perciò sapeva che era decisamente senza speranza, probabilmente presto li avrebbero liberati, e quelli l'avrebbero raggiunta e attaccata. Suo padre era chiaramente arrabbiato con lei, per permettere che venisse catturata in un modo del genere. I cani non l'avrebbero uccisa, ma di certo non avrebbero nemmeno avuto molta pietà. L'ultima volta era riuscita a seminarli arrampicandosi sulla scala antincendio di una casa ma adesso si trovava un uno spazio del paese piuttosto aperto, le case non erano molto alte e non c'era nulla su cui arrampicarsi. Mordendosi il labbro, continuò a correre, continuando a cambiare direzione ogni volta possibile. Sarebbe stato meglio rimanere con Natsu ma si era sentita così in imbarazzo che l'unica cosa che voleva in quel momento era andarsene il più in fretta possibile. I suoi stupidi occhi avevano iniziato a produrre più lacrime anche se le stava combattendo con tutte le sue forze. Aveva solo bisogno di tornare a casa e a quel punto tutto sarebbe andato bene...beh, più che altro normale. In quel momento inciampò. Era già abbastanza difficile riuscire a vedere nel buio, ma con gli occhi pieni di lacrime era praticamente impossibile. Atterrò duramente sugli avambracci, sentendo il pavimento grattarle a sangue la pelle.

I cani erano molto chiassosi. Riusciva a sentirli percorrere il vicolo dal quale era appena uscita. Senza alcun dubbio erano stati liberati e adesso erano sulle sue tracce. Non aveva più nessuna via di scampo. Si voltò a guardare l'entrata del vicolo, in attesa di quello che sapeva sarebbe venuto. Le ringhia eccheggiavano fortemente nel buio e il suo cuore le batteva incessantemente nel petto. Non era pronta per questo, non lo sarebbe mai stata. nel giro di pochi secondi i cai spuntarono fuori dall'angolo, slittando sulle zampe non appena la videro. Circa cinque lupoidi le ringhiavano contro, circondandola. Suo padre aveva sempre voluto i migliori cani da pista, aveva pagato un capitale per questi e adesso vedeva perchè. Spalancò gli occhi quando vide il primo scagliarsi contro di lei. Muovendosi d'istinto scalciò con una gamba, sentì la mascella del cane serrarsi intorno alla stoffa. Il vestito si strappò rumorosamente e lei urlò in preda al terrore. Le guardie erano ancora troppo lontane per poter richiamare i cani, di certo non li avrebbero richiamati presto.

Lucy contro cinque cani feroci non aveva nessuna possibilità di scampo. Un altro cane scattò, addentandole una manica, che si strappò facilmente. Era solo questione di tempo prima che uno di loro raggiungesse la pelle. Ciò avvenne prima di quanto si aspettasse, uno dei cani la morse alla caviglia: la stessa caviglia che le avevano già morso in precedenza. Il dolore le esplose per tutta la gamba quando la tirò con abbastanza forza da trascinarla verso sè. Sentì improvvisamente montare la rabbia che gli diede la forza di alzarsi e colpire il cane sul naso abbastanza forte da farlo leggermente indietreggiare. Gli altri quattro si fecero avanti al suo posto, grondando bava dalle bocche aperte.

Attaccarono tutto nello stesso momento. Lucy serrò gli occhi, sapeva che difendersi era futile. Fu incredibilmente sorpresa nell'accorgersi di non sentire i denti dei cani penetrarle nella carne, sentì solo il pavimento freddo sotto di sè e il sangue scorrerle lungo la caviglia. Sentì dei guaiti e qualche tonfo. Aprendo leggermente gli occhi sobbalzò. C'era qualcuno di fronte a lei, nel posto che era vuoto fino a qualche secondo prima, che aveva ricevuto l'attacco al suo posto, la sua schiena rivolta verso di lei. Guardandosi velocemente intorno vide che due cani erano già stesi atterra privi di sensi.

< Visto, Te l'avevo detto che è pericoloso tornare a casa da sola > un sorriso luminoso fu diretto verso di lei < e non mentirmi, casa tua non è vicina per niente, non lo sai che mentire non è un atteggiamento da signorina per bene? > la stuzzicò.

< N-Natsu...> sospirò, completamente incredula. L'aveva seguita? Notò il sangue scorrergli lungo le dita mentre si spostò di scatto, cercando di respingere altri due cani. Erano riusciti entrambi ad avere una buona presa su di lui, uno sulla coscia e l'altro sul bicipide. Natsu rimaneva comunque in piedi, apparentemente insensibile alle lesioni...mentre lei non riusciva nemmeno ad alzarzi con una sola ferita. Natsu si portò una mano sul fianco e per la prima volta Lucy notò avesse una spada mentre lui la estraeva dal fodero. Brillava alla luce della luna mentre la frapponeva tra loro e i cani. Natsu la stava proteggendo? Perchè? la conosceva a malapena! e per di più era un pirata cavolo! Da quando in qua in pirati erano così premurosi e protettivi nei confronti degli sconosciuti?

Le guardie erano finalmente arrivate, vedendo l'ulteriore minaccia uno di loro fischò per richiamare i cani, quelli ancora in piedi trotterellarono dietro alle guardie e si sederono docilmente.

< oh bene, sono arrivati i padroni. Ora per cortesia ci piacerebbe andarcene senza avere ulteriori problemi > disse Natsu, fissando lo sguardo sul comandante delle guardie mentre abbassava la spada. Lucy guardò la schiena del ragazzo dai capelli rosa, 'ci?' 'ci piacerebbe andarcene?', l'avrebbe portata on sè? dove? sulla nave?

< è preciso ordine che Lucy Heartfilia venga riportata subito a suo padre. La riporteremo con noi a palazzo > informò la guardia facendo un passo avanti, la sua mano poggiata sull'elsa della spada in una silenziosa minaccia.

< e lo volete fare in questo modo! mandandole appresso dei cazzo di cani dietro! col cavolo che ve la lascio portare via adesso! > ringhiò Natsu alzando la voce, portando di nuovo alta la spada sfidando la guardia a fare la prima mossa. Lucy sentiva le lacrime caderle dal mento, non aveva nemmeno realizzato di aver ricominciato a piangere ma di certo lo stava facendo. Lui la stava aiutando! La stava veramente difendendo e salvando dal suo patrigno e la vita che non voleva. Riusciva di nuovo a sperare con lui al suo fianco. Ma erano in quattro contro uno, quanto era abile natsu con la spada ad ogni modo? o era solo una specie di bluff?

Pregando il cielo, Lucy guardò le guardie estrarre le spade e prepararsi per la battaglia.

< useremo la forza, signore > lo avvertì una delle guardie.

< il mio modo preferito per risolvere le questioni > sogghignò Natsu, aizzandoli. Il comandante fu il primo ad attaccare facendo sfrecciare la propria spada verso il fuorilegge. Natsu semplicemente fece un passo di lato, la sua spada si scontrò con l'altra. L'ufficiale tenne il confronto mentre i due uomini spingevano l'uno verso l'altro in uno scontro di forza, le spade che grattavano rumorosamente tra loro. Un'altra guardia colse l'occasione, girando interno a Natsu, pronto a colpire. Natsu si mosse velocemente dando un pugno sul naso al comandante con la mano libera. Notando l'uomo alle sue spalle si girò di scatto, schivando il colpo al petto. Voltando la spada ifierì all'uomo un colpo diretto sulla schiena. Le due guardie caddero al suolo completamente sconfitte.

< chi è il prossimo? > facendo volteggiare la spada, sfoggiando le sue abilità.

 < hai barato! > gridò una delle due guardie rimanenti.

< quanti hanni hai? cinque? sono un pirata, il gioco corretto non so nemmeno cosa sia. Per di più, non ricordo che quattro contro uno fosse tra le definizioni di gioco pulito > rispose, incitandoli col dito a farsi avanti. La battaglia terminò in una manciata di minuti, Natsu finì per colpire una guardia al piede e buttarlo addosso all'altra, i due sbatterono sonoramente le teste coperte dagli elmi e caddero incoscienti a terra. I cani rimaneni si erano spaventati ed erano scappati via. Lucy aveva guardato tutta la scena con ammirazione, era riuscito a far sembrare tutto estremamente facile e divertente. Non aveva nemmeno versato una goccia del loro sangue, fatta eccezione per il naso del comandante. il pirata si voltò, riponendo la spada nel fodero, e la guardò.

< così preferiresti affrontare tutto questo piuttosto che dormire nello stesso letto con me? > chiese, inginocchiandosi di fronte a lei. < per caso puzzo o qualcosa del genere? > 

Lucy rise, oh...al contrario, aveva un buon profumo, veramente buono. Migliore di quanto volesse ammettere.

< sei ferita da qualche parte? > chiese di nuovo Natsu, incrociando il suo sguardo.

< solo la mia caviglia...mi hanno morsa di nuovo sullo stesso punto> mormorò, ricordandosi che era meglio dirgli direttamente dove le faceva male, o lui l'avrebbe scoperto a modo suo. Lui la esaminò velocemente; decidendo che per il momento andasse bene tornò a guardarla negli occhi.

< hm. allora...vuoi andare a casa? o vuoi venire con me?>

< venire con te? > rispose, a malapena in grado di mantenere il contatto visivo, il suo sguardo era talmente intenso che le risultava difficile.

< già, hai detto di voler diventare un pirata giusto? Non saresti il capitano ma non sono poi tanto male. Dovrai comunque seguire i miei ordini, ma se ti sta bene così ti darei il benvenuto nella mia ciurma >

Ecco di nuovo quel sorriso. Aveva la scelta tra tornare a casa o diventare un pirata. L'opzione del pirata le balenò velocemente alla mente, sarebbe stato diverso ma...non era forse quello che voleva? Non conosceva nessuno al momento che avrebbe potuto aiutarla. Natsu l'aveva protetta e l'avrebbe aiutata a scappare, l'avrebbe aiutata ad essere felice. Lucy era pronta per iniziare a cambiare la sua vita, non sarebbe stato facile ma era pur sempre meglio di non avere affatto una vita.

Aveva ciò che desiderava a portata di mano e per nessuna ragione al mondo avrebbe rinunciato ad afferrarlo.

< aye aye, Capitano >

 

 

 

note

 

Finalmente sono riuscita a pubblicare il primo capitolo, dopo l'Odissea di questi giorni. E da qui si passa all' ANGOLO DELLE BUONE NOTIZIE (titolo puramente sarcastico).

forse per pura solidarietà verso la povera Lucy, ieri ho preso una bella storta durante un allenamento. risultato? trauma alla caviglia e 15 giorni di letto... a quanto pare non avrò molto da fare durante queste vacanze.

non ho la minima idea del perchè un pezzo di testo sia scritto più piccolo rispetto al resto. mi dispiace se da fastidio a qualcuno. La mia durissima lotta contro l'html continua!

al prossimo capitolo!!




 

 

 



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Capitolo 3
*** The past that will not pass ***


Il passato che non si puo’ cancellare

< Aye aye, Capitano > gli sorrise Lucy, guadagnandosi in risposta un suo sorriso che metteva in bella mostra i canini appuntiti. Prima che potesse dire anche solo una parola, il ragazzo si sporse su di lei, offrendole una mano. L’accettò volentieri e lui l’aiutò ad alzarsi in piedi. Ondeggiando leggermente, provò a tenersi in equilibrio su una gamba finché lui non le prese una mano e si fece passare il suo braccio intorno al collo. Era una posizione abbastanza scomoda poiché il ragazzo era molto più alto di lei. Avvolgendole l’altra mano intorno ai fianchi la sollevò leggermente, cercando di togliere tutto il suo peso dalla caviglia ferita. Lucy arrossì nel ritrovarsi a così stretto contatto ma si lasciò aiutare. Non era esattamente come aveva sperato, faceva ancora molto male e sebbene Natsu stesse sostenendo la maggior parte del suo peso la ferita pulsava ugualmente facendola zoppicare ed inciampare una volta o due.

Notando l’ovvia difficoltà che la ragazza incontrava nel camminare si fermò improvvisamente, piegandosi quel tanto che bastava a farle passare il braccio dotto le gambe. Rialzandosi la sollevò da terra tenendola tra le braccia. Iniziò quindi ad incamminarsi verso la sua nave, portando Lucy in braccio come fosse una sposa, ignorando le leggere proteste e le parole d’imbarazzo. Smise praticamente subito di lamentarsi tuttavia; con la caviglia ridotta in quello stato non poteva di certo lamentarsi. E lei che pensava di essere in imbarazzo prima.

Eppure, doveva ammettere che le piaceva essere trasportata a quel modo; la faceva sentire come..beh, come una sposa.

Arrossendo furiosamente al solo pensiero, provò a distrarsi guardandosi intorno mentre lui continuava a camminare. Non c’era più nessuno in giro e lo scenario era piuttosto piatto e noioso.

< allora… perché non hai ucciso le guardie? > si ritrovò a chiedere prima di aver anche solo avuto la possibilità di registrare la domanda.

< stavano solo facendo il loro lavoro. Possono anche non essere delle bravissime persone per eseguire un ordine del genere ma il vero cattivo è chi ha dato loro l’ordine. Non li ucciderei mai solo per aver fatto il loro lavoro, riempirli di botte certo ma potrebbero avere delle famiglie da cui tornare. Non mi piace portar via qualcuno alle famiglie, farebbe diventare me il cattivo. > spiegò, tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé. Lucy gradiva il fatto che non l’avesse bombardata di domande su cosa fosse successo e perché. Era che se l’accettasse a prescindere.

< hmm, sei uno strano pirata sai? > rise lei, sentendolo solo scrollare le spalle in risposta. Fu in quel momento che notò il sangue scorrergli lungo il braccio.

< hey! Stai sanguinando! Dovremmo fasciarlo subito! > decise Lucy, agitandosi fra le sue braccia.

< è apposto, lo aggiusteremo quando arriveremo sulla nave > rispose Natsu, aumentando la presa per assicurarsi che la ragazza non le scivolasse.

< no! Stai sanguinando adesso! >

< stai sanguinando pure tu sai? >

< si ma non tanto quanto te >

< non ti preoccupare. Non è grave come sembra >

< sei proprio testardo >

< disse quella che si è fatta inseguire per tutto il paese dai cani perché non voleva dormire nel mio letto. Questo è molto più testardo secondo me >

< fa come ti pare, ma non macchiarmi di sangue il vestito >

< …già perché lo rovinerebbe vero? È in perfette condizioni così com’è adesso…tutto sporco e strappato. Lo sai che sto sanguinando perché sono venuto a salvarti vero? >

< lo so, e per questo ti ringrazio; ma questo vestito è l’unica cosa che ho da indossare e il sangue è difficile da mandar via >

< così il fatto che sia pieno di buche e gli manchi una manica non ti da fastidio ma qualche macchia di sangue si? >

< anche la tua maglia ha solo una manica >

< si ma io l’ho comprata già così >

< perché hai comprato mezza maglia? Era a metà prezzo oppure l’hai comprata intera e poi strappata? >

< non riesco a credere che stiamo parlando di una cosa del genere >

< ok, bene. La smetto. Ma fa del tuo meglio per non sporcarmi >

< mio Dio, sei proprio una principessa eh? >

< beh, se ti fossi fermato e avessi lasciato che ti bendassi non avremmo parlato affatto di certe cose…e per tua informazione io ero una principessa, adesso sono un pirata. Questo significa che non sei più autorizzato a chiamarmi Principessa >

< dai degli ordini al tuo capitano? Se ti comporti come una principessa io ti chiamerò Principessa. Posso fare quello che mi pare, sono il Capitano >

< no, sei testardo >

< un Capitano testardo > la corresse.

Lucy rise, Natsu riusciva ad essere così assurdo! Rise liberamente, felice di avere finalmente la possibilità di farlo, di poter ridere di cuore. Si sentiva così leggera senza il peso opprimente delle regole di palazzo gravarle sulle spalle! Senza gli occhi del suo patrigno che scrutavano ogni suo movimento, senza dover essere la perfetta principessa riservata. Lucy era completamente inebriata da questa nuova sensazione, questo lasciarsi essere imperfetti era tutto ciò che aveva sempre desiderato e finalmente si stava avverando.

Natsu rise insieme a lei, continuando ad arrancare verso la nave.

< comunque, ora che vivrò sulla nave, dove dormirò? Ci sono altre donne a bordo? >  chiese Lucy dopo la sessione di risate, iniziando a guardare al futuro.

< beh…um, ce n’è una. Erza, ma è praticamente considerata come uno dei ragazzi così dorme anche lei negli alloggi maschili. Nessuno la infastidisce, è incredibilmente forte. Per il momento puoi dormire nella mia stanza, se non ti crea problemi, da lì ci inventeremo qualcosa. Ad ogni modo è o così o agli alloggi. Avevamo anche un piccolo alloggio femminile un tempo ma non c’è più ormai. Probabilmente possiamo ricostruirlo con la ciurma. Dovrò presentarti a tutti domani. >

Il cuore di Lucy venne praticamente sconvolto, ‘ per adesso dormi nella mia stanza’. Non aveva mai dormito nello stesso letto con un ragazzo prima, l’idea era eccitante e terrificante al tempo stesso. Non che lui ne avrebbe approfittato…solamente non si sentiva pronta per una cosa del genere! No, proprio per niente.

Eppure per qualche strana ragione si fidava di lui, probabilmente non era l’idea migliore del mondo: salire a bordo di una nave con un pirata appena conosciuto, che cosa gli avrebbe impedito di venderla al primo mercante di schiavi? O di tenersela come schiava personale?

Sarebbe stata comunque una vita migliore di quella che conduceva prima…beh…probabilmente.

Ad ogni modo, abbandonando completamente quei pensieri si concesse di essere trasportata tra le braccia del primo uomo che avesse mai conosciuto tra le pareti sicure della sua nuova casa. Lucy non avrebbe cambiato il minipo particolare di tutto questo.

 

Tornarono sulla nave in un buon momento, la maggior parte della ciurma si era già ritirata, ma c’era ancora qualcuno sul ponte. La maggior parte erano completamente svenuti per terra per tutto l’alcool che avevano consumato, qualcuno annuì in segno di rispetto al passaggio del Capitano, qualcun altro alzava il cipiglio con aria interrogativa ma non proferirono parola. Natsu entrò nella sua camera e si richiuse la porta alle spalle con un calcio. Spostando leggermente Lucy, la sorresse con un solo braccio mentre con l’altro girava la chiave nella serratura, sembrava essere una sua abitudine quella di chiudere sempre a chiave. Lucy non potè fare a meno di notare che aveva ragione…poteva veramente sollevarla senza problemi con un braccio solo.

Dopo aver chiuso la porta la portò alla sedia dove la fece sedere con attenzione.

< per essere un pirata sei piuttosto delicato > osservò ad alta voce.

< ah, non la smetteresti più di lagnarti se non lo fossi, sto solo salvaguardando le mie orecchie > rise lui, prendendo la stessa scatola medica di prima.

< non puoi prenderti un dannato complimento e basta? > sbuffò, perché doveva sempre rovinare tutto con i suoi modi grezzi?ignorando la sua domanda con un sospiro, il ragazzo si inginocchiò, iniziando a disfare la fascia intorno alla caviglia. Le sue dita gentili tornarono a percorrerle la pelle. Era davvero delicato per essere un pirata, era così insolito.

< allora, cosa facevi prima di diventare un pirata? > chiese curiosa.

< non ha importanza. Tutti quanti su questa nave non anno più un passato ormai. Noi siamo pirati ed è tutto ciò che siamo. A prescindere da chi eravamo prima adesso siamo tutti uguali, portando il titolo di pirata. Una grande famiglia. Non abbiamo bisogno di nient’altro, il passato servirebbe solo a trattenerci dal raggiungere il nostro futuro.>

Lucy si ritrovò a sorridere, le piaceva il suono di quelle parole. Era esattamente ciò che voleva: dimenticare il passato e crearsi un nuovo futuro. Divertirsi nel presente e guardare avanti.

< ecco fatto. Cerca di non ferirti di nuovo ok? Se lo fai potresti aver bisogno di farla controllare da un vero dottore >

< non avete un medico di bordo? >

Per qualche motivo, Natsu sembrò sprofondare nel silenzio, gli occhi nascosti nell’ombra, lo sguardo puntato a terra. Passò qualche minuto, e Lucy capì di aver premuto un tasto dolente.

< no, non ce l’abbiamo > disse semplicemente, iniziando a pulirsi il braccio. Lei si alzò dalla sedia, prendendogli il panno dalla mano.

< ti aiuto io. Ti devo almeno questo > decise Lucy. Natsu sembrava stanco e non si oppose, permettendole di prendergli la garza dalle mani per mettersi all’opera. Lavorava in silenzio, cercando di essere delicata come lo era stato lui con lei. Non sobbalzò ne fece altro mentre gli puliva e bendava la ferita. Sembrava avere la testa da tutt’altra parte. Cercando di non concentrarsi sul fatto che questa fosse la prima volta che toccava dei muscoli come quelli, cercò di concentrarsi esclusivamente sul bendaggio.

< noi…ce l’avevamo un medico > mormorò. Lucy non era sicura che il ragazzo si fosse effettivamente reso conto di aver cominciato a parlare, comunque annuì e lo lasciò proseguire.

< ma…è morta > terminò. Non potè fare a meno di smettere di bendare il morso, infilò il bordo della garza in un’altra striscia del tessuto, terminando alla svelta il lavoro. Questo spiegava il motivo per cui non aveva risposto subito alla domanda, era ovviamente un ricordo ancora molto doloroso nel suo cuore. Sedendosi, lo guardò incerta su cosa dire. Non era molto brava nel confortare le persone; non ne aveva mai avuto l’occasione a dire il vero.

Vedendo che l’atmosfera stava diventando sempre più opprimente con quel silenzio, Lucy decise di riempirlo.

< mio padre morì che ero ancora molto piccola. Poi mia madre si risposò con l’uomo che è il mio attuale patrigno. Anche lei morì in un incidente poco dopo…ma mi aiuta pensare che loro ancora vivono…nel mio cuore, capisci? È doloroso perdere qualcuno a cui si vuole bene, è importante piangere la loro scomparsa ma bisogna comunque andare avanti tenendoli nei nostri ricordi. Saranno sempre con te, guidandoti sul tuo cammino. I miei genitori saranno sempre con me ora, ovunque io vada, in un certo senso sono felice di poterli avere sempre vicino > disse Lucy dolcemente, sperando che le sue parole gli fossero state d’aiuto in qualche modo.

Con sua grande sorpresa, le sue labbra si tirarono in un sorriso, perfino i suoi occhi le sorrisero.

< si, lo so. È stato solo alquanto improvviso…mi dispiace per il tuoi genitori > disse, rivolgendole un genuino sguardo comprensivo.

< è il passato, giusto? È successo e ormai è passato perciò devo guardare al futuro. Non è questo che fa un pirata? > ridacchiò, usando le sue stesse parole.

< Aye, certo > sorrise ancora di più,  rivolgendo l’attenzione alla sua coscia, le prese dalle mani la benda. < ci penso io a questa, grazie > le fece l’occhiolino. Lucy lo lasciò fare, dopotutto il morso sulla sua coscia era abbastanza in alto e probabilmente avrebbe dovuto togliersi i pantaloni per fasciarlo per bene, per di più nessuno le aveva mai strizzato l’occhio prima e il fatto l’aveva lasciata alquanto spiazzata. Arrossendo, saltò sul letto, cadendo sulle lenzuola e lasciando il loro odore travolgerla nuovamente. Non sapeva cosa le piacesse così tanto di quell’odore ma lo adorava comunque. Era l’odore più confortevole che avesse mai conosciuto. Premendo la faccia contro il cuscino cercò di ignorare il fatto che il ragazzo si stesse spogliano nella stessa stanza in cui era lei. Poteva almeno andarsene per fare una cosa del genere! Decidendo che era troppo stanca per lamentarsi si girò dalla parte opposta, rivolta verso il muro lasciando le palpebre libere di chiudersi. Spostandosi leggermente in avanti lasciò un po’ di spazio per lui nel letto, per quanto stesse andando letteralmente fuori di testa all’idea, poteva almeno lasciarlo dormire accanto a lei. Dopotutto l’aveva salvata e accolta nella sua ciurma, gli doveva veramente la vita.  Dormire uno di fianco l’altra no era niente di che dopotutto, era differente per lei per il semplice fatto che era stata allevata in modo diverso. Ma diavolo, lei era un pirata ormai, doveva abituarsi ai cambiamenti prima o poi. Ci stava mettendo un bel po’ a medicarsi e Lucy cominciò ad essere sopraffatta dal sonno. Ancora nella sua enorme gonna, Lucy si addormentò e subito si ritrovò immersa nei propri sogni.

Svegliandosi di scatto si ritrovò ricoperta di sudore. Probabilmente un vestito a strati come quello che indossava non era il massimo in cui addormentarsi. Indossava un vestito più leggero sotto, ma era piuttosto attillato. Spostandosi per cercare una posizione più comoda si rese conto che non le importava più un accidente del decoro, e, portandosi le mani dietro la schiena,cominciò a slacciarsi il corsetto. Riuscendo magistralmente a finire in pochi minuti, si alzò a sedere sul letto, riuscendo in qualche modo a sfilarsi il vestito dalla testa. Il sollievo la investì, era piacevole riuscire a respirare e rinfrescarsi almeno un po’. Tornado di nuovo alla realtà, si guardò intorno in cerca di Natsu, non era nel letto al suo fianco. Non stava nemmeno in piedi o seduto da qualche parte nella stanza. Cosa stava succedendo?

Diventando improvvisamente nervosa, scivolò fino al bordo del letto, preparandosi ad alzarsi per cercarlo. Avvicinando i piedi sul pavimento sentì qualcosa solleticarne la pianta. Agitandosi furiosamente, si ritrasse terrorizzata. Quando nessun mostro strisciò sul tetto per inseguirla raccolse il coraggio per sbirciare lentamente oltre il bordo del letto. C’era qualcosa lì! Sentendo lo stomaco torcersi si tirò di nuovo indietro, aspettando che i suoi occhi si abituassero maggiormente al buio. Una volta sicura di riuscire a distinguere la maggior parte degli oggetti presenti nella stanza provò di nuovo a sbirciare dal letto.

Era Natsu. Sentendosi preoccupata per lui, stava per allungare il braccio per assicurarsi che stesse bene quando sentì un leggero russare. Stava soltanto dormendo.  Lucy mentirebbe se dicesse che non si sentiva sollevata. Erano stati i suoi capelli ribelli a solleticarle il piede. Appoggiando il mento sulla mano, guardò per un pò il pirata dormire. Stava dormendo sul pavimento di proposito, anche se aveva affermato di non essere un pirata cortese. Natsu era davvero fuori dal comune. Aveva portato un braccio sotto la testa a simulare un cuscino mentre ogni tanto corrucciava la fronte o arricciava il naso. In un certo senso era carino mentre dormiva si ritrovò a pensare Lucy. Ma non aveva freddo? Non si sarebbe preso un malanno a dormire in quel modo? Natsu indossava ancora la sua sciarpa ma era a torso nudo, indossava un paio di calzoncini larghi e nient’altro. Dormiva veramente conciato in quel modo? Con la sciarpa? Lucy ridacchiò silenziosamente, che strano ragazzo. Si girò e, afferrando il vestito lo lanciò oltre il ragazzo, sul pavimento.

Lucy doveva abbandonare il passato no? E il suo passato includeva anche tutte le lezioni su come essere una signorina a modo. Dopotutto, una signorina a modo non dormirebbe nello stesso letto con un pirata appena incontrato.

E così tutti i suoi insegnamenti volarono dalla finestra nel momento in cui si sporse per afferrargli la mano. Lui si svegliò all’istante, i suoi occhi guizzarono velocemente dalla sua mano ai suoi occhi. Quando la vide il suo corpo si rilassò e abbandonò tutta la tensione. Muovendosi silenziosamente gli tirò leggermente la mano. Resistendo in un primo momento, la guardò con occhi interrogativi.  Ignorando il suo sguardo, lo tirò nuovamente e questa volta lui la seguì, salendo sul letto cautamente, dopotutto la prima volta che l’aveva fatto era stato scacciato. Il cuore le batteva all’impazzata nel petto mentre alzava la coperta in un tacito invito ad infilarsi sotto anche lui. Lu seguì le sue istruzioni, senza mai far cadere il contatto visivo per essere sicuro che lei fosse veramente d’accordo della cosa. Natsu si sistemò meglio nelle coperte e le sorrise calorosamente. Lucy ricambiò il gesto prima di girarsi nuovamente verso il muro. Sentì il letto scricchiolare mentre il ragazzo continuò a girarsi fino a trovare una posizione comoda.

Esultando nella sua mente, approvò il suo gesto. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere il giorno prima ma adesso era diversa. Niente più regole, Lucy si sarebbe divertita! Le piaceva il modo in cui il suo cuore correva, non l’aveva quasi mai sentito battere così in tutta la sua vita. Sapeva che sarebbe diventata dipendente da questo sentimento così eccitante, eppure le andava benissimo così.

Voltando la testa, guardò il ragazzo steso al suo fianco, il suo petto che s’alzava e abbassava ad ogni respiro. La coperta era appoggiata sul suo corpo, leggera, a coprirlo fino a metà schiena. La sciarpa sparsa dietro di lui, le frange che le arrivavano quasi a solleticarle le guance mentre lo guardava. La testa con quell’improbabile capigliatura ribelle rosa naturale riposava sul guanciale accanto al suo. Guardando la sua schiena ancora per qualche istante non potè fare a meno di notare che le vaste fasce muscolari sulle sue spalle erano ricoperte di cicatrici in vari punti. Lucy si ritrovò a domandarsi da dove arrivassero. Era ovvio che si fosse ferito molte volte nella sua vita, era un pirata e questo significava che aveva preso parte a molte battaglie. La maggior parte sembravano colpi di spada, alcune erano circolari, apparentemente ferite da proiettile. Ce n’erano alcune che non riuscì a confermare. Alcune sembravano addirittura dei segni di morso. Era tipo quella che aveva lei alla caviglia, solamente molto più grande. Quella che sembrava una vecchia cicatrice a forma di segno di denti viaggiava da sotto il suo braccio, percorrendo le sue scapole, per poi scendere lungo la schiena oltre il bordo della coperta. Sembrava essere la peggior ferita che avesse ricevuto, sembrava che un cane gigante l’avesse afferrato o qualcosa del genere, ma era assurdo. Un cane di quella taglia…sarebbe dovuto essere alto almeno tre metri per poter avere una mascella tanto grande. Aggrottò la fronte, continuando a fissare la schiena del ragazzo, com’era la parte frontale? Che tipo di sofferenza aveva provato nella sua vita? Sentì il travolgente bisogno di allungare la mano e toccarlo, solamente di posare una mano sulla sua schiena sfregiata. Era solo per pura curiosità che voleva farlo, lei lo sapeva. Non c’era nessun’altra ragione per cui avrebbe dovuto volerlo toccare dopotutto, sarebbe stato da pazzi.

Allora perché la sua mano si trovava sulla sua schiena adesso?

Rimproverandosi mentalmente e decisamente fuori di testa al pensiero di non riuscire più a controllare il proprio corpo, si sforzò di assumere un’espressione neutrale, celando il caos sotto di essa. Niente di niente sul suo viso, nessun tipo di emozione. Specie quando lui alzò la testa per voltarsi a guardarla, lei mantenne la sua espressione neutrale. Rispose allo sguardo con gli occhi leggermente spalancati, incapace di spiegarli il motivo di ciò che aveva fatto…e stava ancora facendo. ‘ si sai, volevo solo toccarti e oh! Guarda un po’, l’ho fatto ahahaha!’ non avrebbe funzionato in questa situazione. Specialmente con lo sguardo che le stava rivolgendo in quel preciso istante. Era dolce e gentile e la stava facendo letteralmente sciogliere. Eppure manteneva ancora la stessa intensità di sempre, che la faceva sentire come se la stesse scrutando fin dentro l’anima. Era ipnotizzante e la lasciava letteralmente senza parole. Si, è anche vero che non avesse niente da dire comunque, ma anche se ce l’avesse avuto non sarebbe stata in grado di tirar fuori mezza parola. Solo uno sguardo e lei non era più in grado di funzionare, nemmeno per parlare. In che cosa si era cacciata? Non aveva detto che avrebbe soltanto dormito con lui nello stesso letto e nient’altro?

Allora perché sentiva come se avesse appena innescato qualcos’altro?

Lo sparo di alcuni colpi di pistola si sentirono provenire dall’esterno, rimbombando all’interno della cabina del capitano. Lucy scattò a sedere, spaventata. Delle grida irruppero dal ponte mentre Natsu era già in piedi, infilandosi dei pantaloni decenti su quelli corti. Prima che potesse parlare lui aveva già afferrato la spada, dirigendosi velocemente alla porta.

< resta qui > gridò mentre si sbatteva la porta alle spalle. Lucy rimase seduta lì nel letto, la sua mano ancora tesa verso il punto esatto in cui c’era lui qualche secondo prima. Le dita si richiusero sul palmo, la testa ancora sottosopra per quello che era appena successo.  Inciampò tra le coperte cercando di uscire velocemente dal letto, col cavolo che se ne restava lì buona buona a far finta che non stesse succedendo niente, doveva almeno dare una sbirciatina fuori! Lucy era comunemente una persona curiosa. Portandosi appresso la coperta, attraversò la stanza, udendo costantemente grida e urla sul ponte. Tra tutte le voci riuscì a distinguere quella di Natsu gridare l’ordine di salpare. Non aveva detto che l’avrebbe fatto la mattina? Che stava succedendo là fuori?

Raggiungendo la porta, l’aprì leggermente; c’erano moltissimi spari, i proiettili guizzavano nell’aria. La ciurma era là fuori sul ponte insieme a…Lucy si portò una mano alla bocca, guardie? Le guardie di suo padre.

< BUTTATELI IN MARE, UOMINI! > gridò Natsu, schivando un veloce colpo di spada, voltandosi spedì l’uomo oltre il bordo della nave con un calcio. < ALLONTANIAMOCI DALLA TERRAFERMA! >

Lucy guardava meravigliata l’abilità mostrata dall’intera ciurma, seguivano i suoi ordini immediatamente, colpendo o in qualche modo buttando in mare le guardie, alcuni anche con una certa creatività.  Altri invece proteggevano i membri impegnati con le vele, sembravano tutti ingranaggi ben oliati e lavoravano insieme alla perfezione. Alcune delle guardie più forti riuscivano a tenere testa ad alcuni membri, tuttavia senza mai riuscire a portarsi in vantaggio. I suoi occhi scrutarono il campo di battaglia, riuscendo infine ad individuare una capigliatura rosa abbassarsi e sparire mentre correva tra i combattenti aiutando i suoi pirati in caso si trovassero in difficoltà. Sconfiggendo i suoi avversari facilmente, colpiva e schivava facendo sembrare tutto estremamente facile. E in quel preciso istante vide la persona che aveva più terrore di vedere. Il suo patrigno. Stava realmente combattendo là fuori! Impugnava una spada ed aveva una pistola pronta all’uso, era sempre stato un eccezionale cecchino. In effetti era grazie a questo che aveva conosciuto sua madre, anche lei era sempre stata molto talentuosa con la pistola.

Le guardie che Natsu aveva picchiato prima dovevano essersi riprese e riportato la notizia; che Natsu il pirata aveva rapito sua figlia. Stringendo i denti per la rabbia perlustrò con lo sguardo la stanza di Natsu, trovando esattamente ciò che stava cercando: una pistola.

Correre in mezzo alla battaglia non fu affatto facile con la caviglia gonfia, ma con l’adrenalina che le pompava nelle vene riuscì a schivare alcuni colpi di spada diretti a lei. Teneva stretta l’arma in mano disperatamente, correndo quanto più veloce le permettessero i piedi verso il suo cosiddetto padre. L’uomo che l’aveva tormentata e tenuta prigioniera in casa per tutta la sua vita. Lucy lo odiava, non aveva amato sua madre, l’aveva sposata solamente per i soldi. Le aveva portato via tutto, era sicura fosse stata la sua personalità venefica ad uccidere lentamente sua madre. Lucy aveva amato moltissimo la sua mamma, era stata tutto per lei. Una volta arrivato il suo patrigno, sua madre era morta e a lui non era importato minimamente. Ed adesso, le stava portando via anche di più. Lucy aveva finalmente trovato quello che desiderava e lui era arrivato per sottrarglielo come sempre.

< PADRE! > gridò, alzando l’arma e puntandola dritta su di lui. La battaglia sembrò rallentare intorno a lei mentre l’uomo si voltava. Il sorriso falso che era solito sfoggiare ancora ancorato sul volto, i suoi capelli scuri tenuti perfettamente in ordine, come gli piaceva tutto fosse. I suoi occhi la scrutarono dall’alto, l’odio chiaramente espresso nello sguardo.

< Lucy, sei stata veramente una bambina cattiva. perché adesso non torni a casa con papà > sibilò come il serpente che era.

< no! Sono un pirata adesso! Puoi prenderti tutti i soldi! Prenditeli e basta! Non voglio niente di tutto quello! Perciò adesso lasciami in pace! > strillò Lucy, tormentata solamente a guardarlo.

< e così sei un pirata adesso? Giocare ai pirati è roba da bambini, Lucy. Chi ti ha riempito la testa di tutti queste manie di grandezza? Ah già, ora ricordo. È stato riportato che fosse un pirata chiamato Natsu. Credo sia il capitano qua sopra no? Ho sentito parlare di lui, in verità è piuttosto rinomato. Ho sentito dire che è facile individuarlo con i suoi capelli rosa > sorrise il suo patrigno, con gli occhi che scrutavano la battaglia.

< smettila! Vattene e basta! > gridò Lucy, incapace di trattenere le lacrime dal correrle lungo le guance. Le sue mani tremavano mentre gli puntava l’arma contro, che lui aveva ignorato dall’inizio. Come se sapesse che non ne aveva il coraggio.

< ah! Eccolo là…vediamo. Adesso papà si sbarazzerà del pirata cattivo per te > mormorò, chiudendo un occhio mentre puntava l’arma su Natsu che era occupato a combattere contro alcune guardie.

< NO! FERMATI! NATSU! > gridò Lucy. Natsu colse la sua voce e si fermò, voltandosi verso di lei vide la scena svolgersi davanti ai suoi occhi ma ormai era troppo tardi per muoversi.

L’arma sparò.

Il sangue schizzò sul ponte.

Dopotutto lui e sua madre erano stati i migliori cecchini in circolazione.

 

 

Note

ecco a voi un terrificante cliffhanger!! Ricordo ancora quando lessi questo capitolo per la prima volta D: ma voi siete fortunati perché non vi farò aspettare tutto il tempo che aspettai io :D

entro domani ( sempre a queste ore improbabili ) conto di postare il prossimo e scusate eventuali errori di battitura, ho ricontrollato ma vista l'ora non ci metterei la mano sul fuoco...anzi se ne notate qualcuno vi prego di farmeli notare :) ma la buona notizia è che sembra che io e il signor html abbiamo raggiunto un punto d'incontro! :D

L’autrice è veramente molto contenta che la storia vi piaccia, riferisce che si impegnerà molto di più nei capitoli a seguire della storia originale per fare in modo che la storia diventi sempre più coinvolgente!

Ma credete a me! Il prossimo capitolo sarà pieno di rivelazioni e colpi di scena!!

Commentate e a presto!!!!

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Capitolo 4
*** Don't worry, Be happy ***


Non preoccuparti, sii felice

 

Lucy aveva sempre pensato che suo padre fosse stato geloso dell’abilità di sua madre. Era sempre stata un cecchino migliore di lui, più veloce nel premere il grilletto e leggermente più precisa. Anche se il divario non era ampissimo, Lucy era sempre riuscita a sentire il complesso d’inferiorità crescere nell’uomo. Alla fine le aveva impedito di allenarsi con l’arma. Lucy era cresciuta fino a diventare l’immagine sputata di sua madre, probabilmente era uno dei motivi per cui il suo patrigno la trattava così miseramente. Ereditare l’aspetto di sua madre era sempre stata una cosa di cui andava orgogliosa a prescindere, non aveva mai pensato che fosse possibile che ereditasse anche le sue abilità di cecchino ma…eccola lì. Il talento per l’arma si era trasmessa nei suoi geni, realizzò mentre premeva il grilletto.

 

Sparò una frazione di secondo prima del suo cosiddetto padre. Il proiettile dritto attraverso la sua mano, facendogli mollare la presa sull’arma, che cadde rumorosamente sul ponte. Lucy non abbandonò la posizione, tenendo l’arma mentre guardava suo padre reggersi il polso. Lo strinse forte mentre guardava il foro sulla mano. Il sangue che usciva copiosamente dalla nuova ferita.

Poi si voltò verso Lucy, la sua normalmente calma e raffinata espressione palesemente distorta dalla rabbia.

 

< TU! BRUTTA STRONZA! > tuonò, marciando verso di lei. Facendo inconsciamente un passo indietro, tenendo pronta l’arma, avrebbe sparato di nuovo se fosse stato necessario.

 

< pagherai con la vita per questo! Sei proprio come tua madre. Sarebbe dovuta sottostare alle mie regole, se l’avesse fatto forse adesso sarebbe ancora viva! Farò in modo di spedirti presto da quella puttana di tua madre! > Lucy fece un altro passo indietro, le ginocchia che minacciavano di cedere da un momento all’altro.

 

< che intendi dire? Stai dicendo che…t-tu…hai ucciso mia madre? > le uscì in un sussurro. Non poteva essere vero…semplicemente non poteva. Non era una brava persona ma non era a questo livello di malvagità, vero?

 

< no, non io. Non mi sarei sporcato le mani per questo. Quando hai i soldi puoi assumere qualcuno per fare il lavoro sporco al posto tuo. Lei era solo uno spreco del mio tempo ma diavolo, era strapiena di soldi! Peccato abbia lasciato dietro una seccatura come te. Non hai mai fatto quello che ti chiedevo inoltre; in verità ero in procinto di riassumere lo stesso uomo, per te stavolta. Qualche altro sfortunato incidente e mi sarei liberato di te. Invece ti che fai? Scappi di casa! Non avrei avuto nemmeno un soldo dall’assicurazione in quel modo, tesoro. Tu devi soltanto morire; è tutto per il meglio. >

 

Lucy sentì l’arma scivolarle dalle mani. Sua madre era stata assassinata? Le avevano detto che era stato un incidente! Sua madre era stata in realtà uccisa a sangue freddo? La realtà la scosse fin dentro l’anima. Sua madre, la bellissima donna che le sorrideva e portava tanta pazienza, che la stringeva quando era triste e le diceva sempre quello che aveva bisogno di sentirsi dire. Era morta per colpa della cupidigia? Perché l’uomo che aveva di fronte voleva i suoi soldi? Non era giusto. Lucy rivoleva sua madre. Rivoleva indietro i suoi genitori! Completamente stordita traballò mentre le sue gambe tremavano, quell’uomo le aveva portato via tutto ciò che aveva di più caro. Il mondo incominciò a svanire mentre crollava sulle ginocchia, il dolore che provava in quel momento era insostenibile.

 

Udì in lontananza il suono di una spada che veniva sguainata e dei passi farsi sempre più vicini. In tutto quel caos riusciva a percepire solo alcuni particolari. La nave ondeggiava leggermente al passaggio delle onde, l’acqua che sbatteva contro lo scafo di legno. Il vento che, alzandosi, passava tra le fessure dell’imbarcazione. Notava tutti questi piccoli particolari eppure non riusciva a sentire niente al momento, si sentiva come se fosse fuori dal suo corpo. Fluttuando in alto mentre osservava.

 

Natsu udì un grido, il grido di Lucy. Temendo il peggio i suoi occhi setacciarono la folla finché non la trovò. Che cosa le era successo? Le aveva detto di restare nella sua cabina! Ma non solo, teneva in mano un dannata arma per giunta! Seguendo la sua mira scoprì chi stesse puntando. Un galantuomo più anziano, che stava puntando un arma dritta su di lui. Prima che Natsu avesse il tempo di muoversi uno sparo echeggiò nell’aria facendolo sobbalzare bruscamente, aspettando che il proiettile trovasse la strada fino a raggiungerlo…ma il proiettile non lo colpì mai. No, non l’aveva colpito perché l’uomo non aveva affatto sparato. Il colpo era partito da Lucy, che aveva colpito l’uomo alla mano, facendogli volar via la pistola. Rimase impressionato in un primo momento, ma accantonò il pensiero guardando i due conversare e Lucy lasciar cadere di mano l’arma. Poteva sentire ogni parola abbastanza nitidamente, aveva sempre avuto un udito eccezionale. Non poteva gettare così la sua unica arma nel bel mezzo della battaglia! Era puro suicidio!

 

Una sensazione di malessere gli corse lungo la schiena mentre l’uomo si avvicinava lentamente alla bionda, sguainando la spada. Esattamente come era già successo in precedenza. Scattò in una corsa, bloccando i numerosi colpi diretti a lui mentre correva al massimo della velocità per raggiungerla. Sembrava che tutto si muovesse a rilento, i suoi muscoli non sembravano farlo muovere abbastanza veloce. Che ragazza stupida era, lasciare l’arma ed immobilizzarsi. Anche con delle rivelazioni come quelle lei non era così stupida da accettare semplicemente la morte ed andarle addirittura incontro. C’era sempre qualcosa per cui valeva la pena vivere. Sempre.

 

Eppure eccola là, aspettando semplicemente quello. Ringhiando sommessamente riuscì finalmente a chiudere le distanze tra lui e l’uomo che stava per colpire Lucy. Piantandogli un severo colpo sul fianco, Natsu lo spinse via facendolo rotolare sul ponte. Il legno si scheggiò all’impatto.

 

< Lucy! Che diavolo di prende! > prendendo in mano la sua pistola la spinse di nuovo tra le mani della ragazza. Lei riuscì a malapena a rispondere, gli occhi persi e il viso pallido.

 

< oi, Lucy? > chiese più dolcemente stavolta. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso quando finalmente incontrò il suo sguardo.

 

< m-mia…madre! L-lui…il mio patrigno…lui l’ha…l’ha uccisa! > singhiozzò Lucy, Natsu annuì, sapeva già tutto. Ricordava il modo con cui Lucy gli aveva detto dei suoi genitori, li aveva amati intensamente, riusciva a capirlo dal modo in cui ne parlava. Le faceva male il fatto che non fossero più con lei e quel bastardo le aveva appena detto di averlo portato via lui la madre, e per un motivo di merda, tra l’altro. Diamine, non c’era una sola ragione per quello che aveva fatto che Natsu avrebbe ascoltato. Senza proferire parola si voltò in direzione dell’uomo che si stava rialzando sul posto. Gli si avvicinò, spada sul fianco. Allora era questo il suo patrigno? Non una persona per bene, decise Natsu, specie quando lo vide alzare la spada e puntargliela contro, un ghigno arrogante stampato in faccia.

 

< non lo farai > replicò Natsu con un ringhio basso.  

 

< oh? Penso di si. Vedi, non puoi semplicemente rapire mia figlia >

 

< penso proprio che posso, sono un pirata. Per di più, vedi, non puoi semplicemente uccidere tua figlia > lo schernì Natsu. Apparentemente l’assassino era stanco di parlare, colse il momento per scagliarsi avanti, la spada pronta in un lampo. Ponendosi sulla difensiva, Natsu alzò la spada a bloccare il colpo. Il cozzare metallico fu rumoroso e Natsu avvertì il trauma dello scontro vibrargli lungo il braccio. Il suo patrigno aveva un buon colpo nonostante la ferita alla mano. Natsu tratteneva la spada dalla parte smussata per mantenere il confronto. Un bagliore sotto le spade incrociate colse il suo sguardo, una lama più piccola, un pugnale. Reagendo velocemente la mano di Natsu scivolò dalla lama, andando ad afferrare tra la dita quella del pugnale, bloccando l’attacco a sorpresa, la punta a pochissimi millimetri di distanza dall’addome del ragazzo.  Afferrando saldamente la mano di suo padre, Natsu fissò rudemente lo sguardo negli occhi dell’uomo.

 

< questa è una mossa sleale, vecchio >

 

< sto soltanto combattendo sul tuo stesso piano, i pirati non combattono lealmente >

 

Gli occhi di Natsu si accesero di rabbia mentre stringeva ulteriormente la mano dell’uomo, udendo un soddisfacente scricchiolio delle sue ossa che si spezzavano.

 

< qualcuno come te non ha il diritto di guardare dall’alto in basso i pirati! > ruggì Natsu sopprimendo le voci degli altri uomini, spingendo l’uomo indietro di qualche passo. Suo padre si tenne la sanguinante mano rotta al petto mentre strisciava lontano dal pirata.

 

Per un momento sembrò avesse inciampato, il suo patrigno cadde di lato e rotolò di lato. Presto Natsu capì il perché di quelle mosse mentre l’uomo si rialzava con la sua pistola nella mano buona. Si era tuffato per recuperare la pistola che aveva perso quando Lucy gli aveva sparato. La mano aveva subito un bel danno, tuttavia l’arma sembrava apposto, o almeno, in grado di sparare.

 

Natsu non potè trattenere la smorfia di disgusto che gli balenò sul volto. Quell’uomo era peggio della feccia, portando un arma da fuoco in un duello di spade. Natsu restava in silenzio mentre l’altro uomo mirava l’arma dritta al petto del ragazzo.

 

< lascia andare la spada >

 

Natsu non si mosse.

 

< lascia la spada o la mia povera figlia viene uccisa da un ‘pirata’ in un tragico incidente > continuò, puntando l’arma in direzione di Lucy. Lei continuava a singhiozzare a terra, ignara di ciò che la circondava.

 

Natsu lanciò la spada di lato, la punta si conficcò nel legno mantenendola dritta. Il viso del pirata era calmo mentre guardava l’arma ridirigersi nuovamente su di lui.

 

< che ragazzo obbediente sei. Adesso, muori >

 

Le labbra di Natsu si ruppero in un sorriso al lampo metallico che seguì. Gli occhi dell’uomo si dilatarono, l’arma ridotta in mille pezzi. Soltanto l’impugnatura rimase intatta nella sua mano.

 

< cavolo Natsu. Non riesci a tener testa nemmeno a questo pezzo di merda? > un ragazzo dai capelli scuri rise accanto al padre di Lucy. La sua spada brillò alla luce della lune mente la faceva volteggiare dopo il suo attacco fulmineo.

 

< beh, so quanto ti piace sorprendere la gente Gray. Ho pensato di lasciartelo questo. Ma cavolo, dovevi vedere la sua faccia quando gli hai tagliato la pistola,  impagabile >

 

< l’ho vista. Ero proprio qui, deficiente >

 

< bastardo, vuoi fare a botte? >

 

< voi due! Smettetela di litigare! > la voce di una donna li raggiunse dall’altra parte del ponte. I due ragazzi si ridestarono dalla loro lotta di sguardi e si voltarono verso l’uomo. Stava leggermente rannicchiato, chiaramente colpito dal fatto che qualcuno gli avesse distrutto l’arma senza che se ne fosse nemmeno accorto. Natsu lo prese per il colletto della sua costosa camicia, tirandolo su in modo da poterlo guardare negli occhi.

 

< vedi quanto sarebbe facile per me finirti in questo momento? > ringhiò, la spada che si avvicinava pericolosamente alla faccia dell’uomo. < non ti lascio vivere per pietà. Se c’è qualcuno che merita di ammazzarti, è Lucy. Ti lascerò vivere la tua sottospecie di vita in preda al terrore che lei torni per ammazzarti. Le devi molto più della tua vita. La allenerò per farla diventare il miglior pirata che il mondo abbia mai visto e a quel punto la rivedrai. > lasciando andare l’uomo, quello inciampò e cadde contro la ringhiera della nave, che usò per tenersi in piedi.

 

< Gray, potresti buttare quel rifiuto in mare? Sono tentato di ammazzarlo proprio qui ed adesso > mormorò Natsu, gli occhi che fulminavano l’uomo. Non spettava a Natsu la scelta di ucciderlo; Lucy al momento non era nella giusta condizione mentale per decidere o fare qualsiasi cosa.

 

< io non ci vedo niente di male nel farlo fuori adesso > replicò Gray ma fece comunque quanto chiesto. Oscillando la lama sapientemente in modo che l’uomo non potesse nemmeno difendersi, Gray sbattè l’elsa della spada nello stomaco dell’uomo che perse i sensi. A quel punto lo trascinò fino al bordo della nave, gettandolo oltre esso.

 

< non so come farà a nuotare però > rise cupamente, strofinandosi le mani mentre si allontanava dalla ringhiera, verso Natsu e la nuova ragazza.

 

Qualche volta Natsu pensava che Gray fosse addirittura più abile di lui con la spada, ma non l’avrebbe mai ammesso. Nemmeno in un milione di anni. Il ponte era molto più silenzioso ora, apparentemente tutte le guardie erano state gettate in mare. I membri della ciurma stavano parlando tra loro, scherzando ed aiutandosi a trattarsi le piccole ferite ricevute in battaglia. Nessuno era stato gravemente ferito. Natsu fece ritorno da Lucy, che stava ancora piangendo sul pavimento. Non quanto prima tuttavia.

 

< Lucy? stai bene? > chiese alla disperata ragazza che stava ancora stringendo la sua pistola come se la sua vita dipendesse da questa. Smise di singhiozzare e lo guardò con il viso rigato dalle lacrime.

 

< idiota! Che diavolo era tutto questo! > una ragazza rossa si fece avanti dalla folla, avvicinandosi a Natsu, la sua voce abbastanza bassa da permettere solo a Natsu di sentirla.

 

< E-Erza! > balbettò Natsu, spaventato dallo sfogo della donna.

 

< chi è lei? Perché siamo stati attaccati all’improvviso nel bel mezzo della notte? Perché non ci hai detto di salpare se eravamo in possibile pericolo? > gli ringhiò contro.

 

< lei è il nuovo membro dell’equipaggio; Lucy. Quello…era suo padre e le sue guardie che l’hanno seguita… >

 

< allora l’hai rapita? >

 

< no! È voluta venire lei! >

 

< non ti ha detto di essere inseguita? >

 

< beh…ne ho steso qualcuno prima. Pensavo che fossimo apposto almeno fino al mattino >

 

< tu sei il Capitano, Natsu! Tu non dovresti supporre, dovresti proteggere la tua ciurma! Forse portarla a bordo non è stata l’idea migliore! Riesce almeno a combattere? >

 

< puoi scommetterci! Ha una mira fantastica con la pistola a dire il vero > rispose Natsu, sollevato di averlo scoperto pochi minuti prima.

 

< …Natsu, hai messo in pericolo la tua ciurma. Non puoi portare chi ti pare a bordo >

 

< si che posso, sono il Capitano >

 

< allora inizia a comportarti come tale! Che c’è, pensi che lei possa rimpiazzare Lisanna? >

 

< …Erza > mormorò Gray da dietro la rossa, avanzando per metterle una mano sulla spalla intimandole di smettere.

 

< no. Ha bisogno di sentirlo. Lisanna non è sostituibile, è morta e non c’è nulla che qualcuno di noi possa fare a tale proposito perciò devi lasciartelo alle spalle. È morta. Quindi non osare provare a rimpiazzarla con la prima ragazza che trovi! >

 

< lei non è un rimpiazzo! > irruppe Natsu, gli occhi furiosi. < so che non potrò mai sostituire Lisanna. Lo so. Ma questo non mi impedirà di aiutare le persone che ne hanno bisogno. Lo farò sempre. Se non ti sta bene allora non so perché sei sulla mia nave! Gajeel, sei di guardia stanotte. Vado a letto > mormorò, alzando abbastanza la voce da poter essere sentito da Gajeel che si trovava abbastanza vicino a lui.

 

Con uno sbuffo afferrò il polso di Lucy e la tirò in piedi, un po’ più rudemente del solito, ma lo seguì.

 

< è stato piuttosto crudele, Erza > mormorò Gray quando Natsu fu fuori il campo d’ascolto.

 

< non la conosciamo per niente, Gray. Assomiglia a Lisanna in un certo senso, stavo solo assicurandomi che non l’avesse portata a bordo per rimpiazzarla. Non ha bisogno di spezzarsi il cuore una seconda volta. Non credo riuscirebbe a sopportarlo > disse Erza, Gray non rispose ma lei sapeva che era d’accordo. Lei conosceva la ciurma come il almo della sua mano.

 

Lucy guardava a terra mentre Natsu la trascinava nella sua stanza. Che significava tutto questo? Chi era Lisanna? Perché Natsu si era scaldato al solo sentire quel nome? Aveva la sensazione di non piacere poi molto alla ciurma di Natsu…era deludente e la faceva stare male. L’unica donna sulla nave le era sembrata così meschina mentre parlava di lei, dubitando e ritenendola un rimpiazzo. Lucy non riteneva fosse giusto, di essere dubitata prima ancora che la conoscessero.

 

Natsu aprì velocemente la porta e la richiuse dietro sé, chiudendo di nuovo a chiave. Lasciò velocemente andare la mano di Lucy e si strofinò gli occhi. Lucy si asciugò le lacrime che aveva ancora sulle guance. Dopo il diverbio tra Natsu e quella donna non sentiva il bisogno di piangere, ma più che altro di trascinarsi in una fossa e morire. L’unico posto in cui voleva essere accettata la stava rifiutando prima ancora di averle dato una possibilità.

 

< non far caso ad Erza…a dir la verità è piuttosto simpatica…a volte. Quando non urla o non mi mena. Andrà tutto meglio domattina. Ultimamente c’è un atmosfera abbastanza agitata…avrei dovuto salpare prima… >  mormorò mentre le toglieva pigramente la pistola di mano per lanciarla in un angolo, la spada la seguì subito dopo. Lucy iniziò a sentirsi prosciugata di ogni forza; era esausta sia fisicamente che psicologicamente. Scoprire che sua madre era stata uccisa era stato inaspettato ma in verità non cambiava poi granché. Era turbata dal fatto che qualcuno gliel’avesse portata via, che non fosse stato solo un incidente. E non una persona qualunque, qualcuno di cui sua madre si fidava. Adesso, la tristezza stava pian piano scemando per essere sostituita dalla rabbia. Finalmente aveva qualcuno da incolpare.

 

< cosa ne è stato di mio padre? >

 

< oh, lui uh…è andato a farsi una nuotata >

 

Lucy annuì in risposta, quindi probabilmente era ancora vivo. Se l’avesse visto di nuovo…davvero non sapeva cosa avrebbe fatto. Decidendo di terminare lì la giornata, Lucy zoppicò fino al letto e si lasciò cadere su di esso, strisciando sul lato opposto. Si sentiva stupida per essere stata definita un rimpiazzo, anche se non sapeva chi fosse questa Lisanna. Lucy non voleva essere il continuo di qualcun altro, questo doveva essere l’inizio per lei.

 

Decidendo fosse inutile pensarci adesso col la testa stanca, lasciò che il sonno la travolgesse. Lucy si sentiva quasi in colpa per non aver pianto di più l’assassinio della madre ma adesso era un pirata. I pirati erano forti, non doveva sentirsi triste per questo, non le avrebbe restituito sua madre, doveva sentirsi arrabbiata; nei confronti dell’uomo che aveva ordinato a qualcuno di ucciderla. Piangere non aveva mai risolto niente e Lucy ne aveva abbastanza di piangere. Domani avrebbe iniziato la sua vita da pirata. Sarebbe stato un giorno migliore. Qualsiasi cosa sarebbe meglio in confronto ad oggi. Gli occhi di Lucy si chiusero mentre era distesa sulle coperte. Si, domani sarebbe stata un pirata.

 

 

I suoi occhi si aprirono, non a causa della luce che filtrava dalla finestra, no, ma a causa della strana pressione sul suo petto. Gli occhi completamente aperti in allarme, riuscì soltanto a distinguere qualcosa di blu.

 

Blu? Capelli blu? Qualcosa di piccolo stava le stava dormendo sopra? Con gli occhi finalmente svegli se mise a sedere, un piccolo gatto cadde dal suo petto al grembo, svegliandosi per la caduta. Si stiracchiò sulle sue gambe prima di sbattere gli occhi e guardarla con i grandi occhioni insonnoliti.

 

< K-kawaii…> si sentì mormorare, allungando la mano per accarezzare il piccolo gatto, che fece le fusa in risposta. Un colore molto atipico per un gatto, non che Lucy ne avesse mai avuto uno. Si guardò velocemente intorno, prima notando che adesso la coperta si trovava su di lei, era sicura di essersi addormentata sopra di esse. Senza pensarci ulteriormente, prese il gattino tra le mani, sollevandolo per guardarlo negli occhi.

 

< sarai mio amico, vero? > chiese, ancora depressa per tutto quello che era successo la notte precedente. < non ho molti amici, ma sono sicura che tu lo sarai, vero? >

 

< aye sir! >

 

Lucy mollò il gatto. Aveva parlato? Si strofinò gli occhi con forza, forse stava ancora sognando. Dopo essersi pizzicata le guance stabilì di essere effettivamente sveglia. Cercando di non guardare più il gatto, Lucy si guardò intorno nuovamente, in cerca di Natsu, non era di nuovo nel letto. Lo trovò facilmente, seduto sulla sedia dall’altra parte della stanza, sdraiato lungo la scrivania. La piccola finestra ovale nella stanza illuminava il suo viso addormentato. Alzandosi dal letto, cercò di raggiungerlo per vederlo, la sua caviglia ancora piuttosto gonfia rendeva la cosa alquanto difficile ma riuscì comunque ad arrivare da lui. Stava ancora reggendo una piuma in mano, mappe e carte sparse sotto di lui. Un piccolo rivolo di bava gli colava dall’angolo della bocca. Sembrava veramente sereno mentre dormiva. Ridendo leggermente guardò i suoi capelli; alla luce del sole sembravano ancora più rosa di quanto si fosse immaginata prima. Come facevano ad andare così sparati da tutte le parti? Sospirando leggermente guardò le sue mappe, beh, quelle che poteva vedere.

 

C’erano varie mappe di differenti regioni e isole, alcune erano segnate da delle grandi x, altre erano cerchiate. Per caso le x indicavano un tesoro? Che cosa piratesca da fare; segnare un luogo con una x. Si sporse ulteriormente per avvicinarsi, c’erano anche altri simboli, ma non riusciva a vederli sotto il braccio di Natsu…forse se l’avesse spostato un pochino…

 

< aye sir! > il gatto gridò a gran voce dall’altra parte della stanza. Lucy schizzò in piedi per il gran rumore, la testa di Natsu fece altrettanto, in allarme. Gli occhi di lui incontrarono i suoi e continuò a guardarla per qualche minuto.

 

< e tu chi sei? >

 

< SONO LUCY, IDIOTA! > strillò, dandogli un pugno in testa. Sorpresa delle proprie azioni, ritrasse la mano e stava per scusarsi quando luì la battè sul tempo.

 

brontolò,  massaggiandosi il bernoccolo che gli era spuntato in testa.

 

< ah Happy! Eccoti là! > rise Natsu, guardando verso il piccolo gatto blu. Lucy si rifiutava ancora di guardarlo, la faceva rabbrividire…sembrava quasi parlare certe volte.

 

< che razza di nome è Happy per un gatto? > mormorò a sé stessa.

 

< hey, tu credi nella magia, Lucy? > chiese lui, pieno d’eccitazione.

 

< intendi dire cose del tipo tirare fuori un coniglio dal cappello o tagliare in due qualcuno? >

 

< no, intendo dire tipo maghi e stregoni >

 

< certo che no, sono solo storie per bambini > lo derise Lucy, cosa stava cercando di dirle?

 

< beh, dovresti. Perché qui c’è un gatto magico >

 

< no…non è un gatto magico, è solo blu per qualche strano motivo. Probabilmente l’hai tinto…questo e in più probabilmente sei un bravo ventriloquo >

 

< no, il gatto parla, a dire la verità il vero trucco è riuscire a farlo star zitto. E vola anche >

 

< Natsu, quanto pensi sia ingenua? Intendo dire, andiamo! Posso anche essere stata rinchiusa in casa tutto questo tempo ma so che non esistono cose del tipo gatti che…volano…e…parlano? > Lucy si rimangiò le parole quando al gatto spuntarono le ali e volò in braccio al suo padrone. Balbettando si ritrasse, allontanandosi dal gatto.

 

< te l’ho detto. Vola e parla > ripetè Natsu, palesemente divertito dalla sua reazione.

 

< aye sir >

 

Ora non vi era più alcun dubbio. Il gatto aveva decisamente parlato questa volta. Perché si stava agitando tanto poi? Era solo un gatto blu alato che in qualche modo aveva la capacità di parlare. Non era poi così strano.

 

Cercare di auto convincersi era più difficile di quanto avesse pensato. Natsu se ne restava seduto lì con un sorriso sul viso mentre osservava la sua lotta interna.

 

< non dirlo a nessuna ma molti dei miei pirati sono dei maghi > dichiarò con un sorriso.

 

< cosa? > riuscì a rispondere Lucy, che aveva ancora qualche problema ad accettare il gatto.

 

< già, andiamo, te li presento! > decise all’improvviso, afferrandole la mano e tirandola verso la porta, il piccolo gatto al seguito.

 

Aprendo la porta, la portò fuori alla luce del sole. Coprendosi gli occhi, Lucy diede una buona occhiata alla ciurma per la prima volta. All’incirca cinquanta persone o giù di lì erano sul ponte, alcuni gestivano le vele o altri incarichi, altri se ne stavano semplicemente a riposare o ad allenarsi.

 

< CIURMA! > gridò Natsu, catturando l’attenzione di tutti i presenti. Lucy avvertì il viso scaldarsi quando gli occhi di tutti si concentrarono su di loro.

 

< lei è Lucy! È il nostro nuovo membro dell’equipaggio! > annunciò con un ampio sorriso.

 

< ciao Lucy! >

 

< oh, certo che è carina! >

 

< benvenuta! >

 

< hey, non è la prostituta di ieri sera? >

 

< abbiamo una prostituta nell’equipaggio? Fantastico! >

 

< non è una prostituta! > urlò oltre tutto il chiacchiericcio Natsu, per niente offeso dal fatto che l’avessero definita tale. Lucy d’altro canto avrebbe invece preferito andarsi a nascondere per l’imbarazzo.

 

< Lucy? > Natsu si voltò verso di lei per assicurarsi che stesse prestando attenzione  < questa è la ciurma! > agitò il braccio in direzione della massa di persone di fronte a loro.

 

La folla urlò in segno di benvenuto e per la prima volta Lucy iniziò a pensare che forse sarebbe stata in grado di vivere qui. Sembravano tutti abbastanza amichevoli, commenti sulla prostituta a parte, ma Lucy era sicura che se ne sarebbero dimenticati presto.

 

< Erza, tu sei una ragazza, giusto? Mostra a Lucy le corde! > Natsu chiamò l’unica donna presente a bordo, dando a Lucy una leggera spinta nella direzione giusta. Inciampò in avanti e, riprendendosi in tempo, alzò lo sguardo incontrando gli occhi della donna chiamata Erza. Dire che mettesse soggezione era un eufemismo. Sembrava una dea della guerra con i lunghi capelli rosso sangue e l’armatura che Lucy era sicura pesasse molto di più di quanto riuscirebbe a sollevare lei.

 

< benvenuta a bordo > disse Erza, offrendole una stretta di mano. Lucy l’accettò volentieri, felice che la donna più grande non sembrasse detestarla come aveva originariamente pensato. Dopo che la sua mano venne frantumata dall’incredibile stretta di Erza, questa le fece cenno di seguirla.

 

< presumo che adesso ricostruiremo gli alloggi femminili, quindi diventerò la tua nuova compagna di stanza. Giù per il boccaporto sulla destra ci sono gli alloggi maschili, sulla sinistra la cucina. Non abbiamo un cuoco al momento, quindi ognuno cucina per sé. Quando hai fame scendi a prenderti qualcosa, spero tu non sia un pozzo senza fondo come qualcuno di mia conoscenza. Assicurati soltanto che non ci siano sprechi, di norma siamo a corto di soldi quindi cerchiamo sempre di risparmiare più cibo possibile > spiegò Erza mentre Lucy la seguiva dall’altra parte del ponte.

 

< quelli sono gli alloggi di Natsu; ovviamente già lo sai visto che hai passato la notte lì. Essendo gli alloggi del capitano probabilmente non dovresti gironzolare da quelle parti, tantomeno entrarvi da adesso in poi, a meno che non ti sia stato ordinato di farlo. Hai l’aspetto piuttosto debole e fragile perciò non t’insegnerò molto delle corde e delle vele, abbiamo molti altri membri che sono in grado di occuparsene > finì Erza, ignorando l’alquanto offesa espressione di Lucy.

 

< comunque, sei una maga? > chiese Lucy, decidendo di cambiare argomento.

 

< una maga? > fece eco lei, guardando Lucy con un’espressione leggermente allarmata. All’inizio Lucy pensò che Natsu le avesse mentito davvero, finché Erza non sospirò guardandosi intorno.

 

< vieni. Dovremmo sederci; ho bisogno di spiegarti una cosa > disse, dirigendosi verso due posti liberi. Sedendosi l’uno a fianco dell’altra, Erza iniziò a parlare.

 

< lasciami iniziare dal principio. Vedi, moltissimo tempo fa maghi e stregoni erano ovunque, erano riuniti in edifici chiamati gilde, dove vivevano e lavoravano per coloro che li assumevano. Vivevano tutti in armonia a quel tempo; coloro che possedevano la magia difendevano quelli che non l’avevano. Questo finché Osamu non salì al potere. Cambiò drasticamente le leggi, essendo lui stesso una persona senza poteri, ha cercato di portare l’uguaglianza nel mondo: distruggendo tutte le gilde e creando leggi che proibissero la magia. Da quando salì lui al potere, ogni successore mantenne la stessa linea politica. La magia è proibita. Se qualcuno viene scoperto ad usarla viene imprigionato per tutta la vita. Qualcuno viene anche venduto come schiavo, a seconda della magia che utilizza. Alcuni tipi di magia antica è perfino punita con l’uccisione a vista. Facciamo davvero del nostro meglio per impedire a chiunque di scoprirlo o saremo noi ad essere puniti. La cosa migliore è che tu non ne parli mai al di fuori della nave > disse guardandola con uno sguardo severo per assicurarsi che il concetto fosse chiaro.

 

< sei una maga? > chiese Lucy di nuovo dopo aver annuito, la curiosità ebbe il meglio su lei.

 

< si, possiedo l’abilità della magia re-equip (1) >

 

Lucy la guardò accigliata, non avendo la più pallida idea di casa fosse.

 

< significa che posso cambiare armatura o vestito in qualsiasi altra armatura io desideri > spiegò la donna vedendo sua confusione.

 

< wow! Davvero?> quasi lo gridò per l’emozione < puoi mostrarmelo? >

 

< magari dopo > le sorrise cordialmente l’altra.

 

< chi altro ha dei poteri? No aspetta, cos’è la magia antica? > chiese, incapace di formulare una sola domanda.

 

< prima ancora che le gilde venissero create, esistevano i draghi. Si credeva si fossero estinti centinaia di anni prima ma girarono voci che insinuavano che alcuni fossero sopravvissuti per passare la loro maia agli umani. Questi maghi col potere del drago vengono chiamati Dragon slayer e si dice siano i più potenti tra tutti i maghi. Il governo teme queste persone più di chiunque altro, versando milioni dei soldi che ricavano dalle tasse nella caccia per distruggere i dragon slayer. La Grande Guerra che avvenne duecento anni fa fu un’intensa battaglia fra il governo e i dragon slayer. Questi vennero eliminati dalle nuove armi dell’esercito, gli Akirein. Il governo ancora ha molte di queste armi ma sono molto costose da usare e conservare. Sono usate solamente contro quei maghi che siano stati confermati al 100% essere dei dragon slayer. L’Akirein è una vasta disposizione di diverse armi, dalle spade fino ad arrivare addirittura ai cannoni. Esiste soltanto una cosa che può distruggere un drago: un altro drago; i dragon slayer posseggono anch’essi l’abilità di uccidere i draghi. In un certo senso si dice che i dragon slayer siano draghi in forma umana, è naturale che l’unica cosa in grado di sconfiggerli siano i draghi a sua volta. Il governo ha il diritto di temerli, una leggenda tramanda che solo loro abbiano il potere di risvegliare i draghi perduti. Soltanto in pochi credono ancora alla loro esistenza, la storia tramanda che i dragon slayer siano in grado di comunicare con loro. Con il possibile controllo sui draghi, un dragon slayer potrebbe potenzialmente governare il mondo e rilevare il governo. >

 

< wow. Conosci qualche dragon slayer? Ce ne sono sulla nave? >

 

< basta domande per il momento, lo scoprirai comunque col tempo > riferì Erza, sfuggendo alla domanda < ho qualche regola per te. Dal momento che non sei abituata a combattere, se scoppiasse una battaglia sulla nave devi restare all’interno, d’accordo? Per nessun motivo dovrai uscire finché la battaglia è in corso. Capito? >

 

Lucy annuì, comprendeva benissimo quel punto. L’ultima volta era quasi morta dopotutto.

 

< è solo temporaneo, dopo che sarai stata addestrata dovresti essere in grado di badare a te stessa. Ho sentito dire che hai talento per l’arma, noi ti addestreremo per farti diventare ancora meglio e certo, fornirti un’arma tua> continuò la rossa < un'altra cosa, ci fermiamo spesso su varie isole per rifornirci di viveri e svolgere ogni lavoro possibile per guadagnare soldi. Non siamo quegli sporchi pirati di cui senti parlare nei giornali, la maggior parte dei nostri soldi sono stati guadagnati in modo onesto. Tuttavia quando ci attaccano altri pirati prendiamo tutti i loro tesori. Perciò quando ci fermeremo sulle isole potremmo aver bisogno di mandarti alla ricerca di qualche lavoro, ci fermiamo solo per brevi periodi di tempo e non puoi dire alla gente di essere un pirata o parlare di qualsiasi cosa riguardante la magia. Se ti chiedono, tu digli di essere un mercante itinerante. Tutto questo comunque lo facciamo solo quando siamo a corto di soldi. La maggior parte delle fermate sono solo questione di pochi giorni e puoi goderti qualsiasi cosa l’isola abbia da offrire. Alcune non sono nemmeno abitate, così le chiamiamo isole da vacanza, per ovvi motivi. > Erza fece una pausa, assicurandosi che Lucy stesse ancora seguendo. Vedendo Lucy molto concentrata, continuò.

 

< ti dirò qualcosa sulla ciurma, adesso. Io solo l’unica donna, oltre te, a bordo. Natsu è chiaramente il capitano, io sono il comandante in seconda e navigatrice mentre Gray, il ragazzo coi capelli scuri mezzo nudo laggiù, è il secondo ufficiale. Ha una specie di mania nudista e litiga con Natsu ad ogni occasione. Nel caso in cui Natsu fosse impossibilitato di comandare l’equipaggio sono in carica io, nel caso anch’io non potessi subentra Gray. Laxus, laggiù con la maglia bianca, è l’ingegnere, è responsabile di qualsiasi cosa elettrica presente sulla nave. Siamo su una delle poche navi con una centralina elettrica funzionante. Ha degli assistenti, chiamati Freed e Bickslow. Io starei attenta a loro fossi in te, Laxus di solito sta sulle sue e non è conosciuto per essere un tipo gentile. Elfman, quello laggiù, se hai bisogno di muscoli è da lui che devi andare. Quello è Gajeel, può sembrare rude e scortese ma sa essere molto simpatico. Quei tre sono Jet, Alzack e Warren. Tutti quelli che ho nominato fin’ora hanno una qualche forma di potere magico e stanno tutti molto attenti a non rivelarlo a nessuno al di fuori della nave. Se qualcuno spiffera che qualcuno sulla nave possiede poteri magici viene ucciso. Prendiamo la questione molto seriamente qui perciò assicurati di non dire mai nulla a tale proposito, non posso sottolinearne abbastanza l’importanza di tutto questo. È tutto per ora, fatti un giro e presentati, conosci un po’ l’equipaggio, sono molto amichevoli > con questo Erza annuì in segno di saluto e si voltò, dirigendosi nella direzione opposta.

 

La testa di Lucy pullulava di informazioni, era una marea di roba da immagazzinare tutta in una volta ma non poteva fare a meno di sentirsi elettrizzata dall’intera faccenda. Era libera e il mondo in cui era stata catapultata era pieno di cose nuove da vedere ed apprendere. Per non parlare della magia! Lucy voleva saperne di più, voleva vederla. Voleva vedere un vero dragon slayer e la sua magia. Questo mondo era così luminoso e diverso da quello che si era aspettata. Era molto più di quanto avesse mai desiderato.

 

Era un’avventura e lei era solo all’inizio.

 

 

NOTE

 

Finalmente ho postato! Sono felicissima ç.ç

 

Come qualcuno già sa, avrei dovuto aggiornare molto prima, ma il computer mi ha tradito quando ero all’incirca a metà dell’opera…quando non avevo salvato neanche una volta <.<

 

Questa carcassa di pc è agli sgoccioli -.-

 

(1)  la magia di Erza nella traduzione italiana viene chiamata cambio-stock ( che a me personalmente fa schifo ) perciò ho optato per la versione inglese.

 

Ringraziando il cielo non è Natsu ad averci rimesso!!! Ricordo ancora l’ansia provata durante la lunga attesa per questo capitolo >.< nonostante il piccolo incidente di percorso voi siete molto fortunati ù.ù io sono 3 settimane che aspetto il nono capitolo ç.ç e l’autrice cattiva non mi dice niente T^T ma non le metto fretta poiché il genio ha bisogno di tempo si sa *^*

 

Leggete e commentate che fa sempre piacere sia a me che all’autrice! (A proposito  Krizia l’autrice ringrazia per i complimenti speciali <3 )

 

Io personalmente non vedo l’ora di iniziare a tradurre il capitolo 6 *o* e non aggiungo altro *risata malefica* se pensavate che gli autori fossero crudeli con i loro cliffhenger allora io sono peggio che già so cosa succede e vi do piccoli indizi per farvi disperare.

Un po’ come la prima locandina del primo film di FT  che in giappone è uscito oggi *^* e io ho scoperto una cosa bellissima *o* ( non dico niente per non spoiler are a chi non vuole )

 

A proposito piccola domanda c’è qualcuno che segue l’anime o le scan ed è al passo?

 

Vabbè mò basta eh! Che sennò le note sono più lunghe del capitolo XD

 

Alla prossima!!! Spero presto!

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Capitolo 5
*** The sun will always set ***


Il sole tramonterà sempre

 

Allungò il braccio più che potè, cercando di raggiungere con la punta delle dita le onde che s’infrangevano sulla nave. Aveva passato tutto il giorno a chiacchierare con la ciurma, erano molto loquaci e divertenti. Lucy riusciva a vedersi felice sulla nave. Era mezzogiorno ormai, avendo già mangiato Lucy si sentiva soddisfatta al momento. Guardò l’orizzonte, le mani bagnate per un onda più grande delle altre. L’oceano andava avanti all’infinito, più lontano di quanto riuscisse a vedere, nessun lembo di terra in vista.

 

< bellissimo vero? >

 

Quasi spaventata dalla voce, Lucy si voltò per vedere Gray appoggiato alla ringhiera di fianco a lei. Sorridendogli, annuì in consenso. Era bellissimo, addirittura mozzafiato.

 

< non farti ingannare, però. Per quanto bello possa essere contiene orrori che non puoi neanche immaginare. La gente muore su queste acque ogni giorno, c’è una ragione se accade. Appena abbassi la guardia, sei morto >

 

L’attenzione di Lucy era pienamente concentrata sul moro, non la stava guardando, teneva gli occhi fissi sul mare. Lucy sentì l’impulso di fare domande sull’argomento, le sembrava che sotto ci fosse più di quanto le volesse lasciar intendere. Che tipo di orrori celava il mare?

 

< stiamo ancora lavorando sugli alloggi femminili, volevamo qualche consiglio da te. Sarai l’unica ad abitarci per chissà quanto tempo perciò potresti aiutarci a realizzarla come più ti piace, no? > Gray si spinse via dalla ringhiera, invitandola con un gesto della mano a seguirlo. Arrivarono in un piccolo angolo dove vide l’edificazione che stavano costruendo. Era soltanto la costruzione esterna per il momento ma erano veloci ed efficienti nel loro lavoro che procedeva celermente. Era concentrato per la maggior parte su un lato del ponte, tra gli alloggi del capitano e il boccaporto della cucina e gli alloggi maschili. Era piuttosto grande, considerando fosso per una persona soltanto per il momento, ma sarebbe stato appropriato quando altre donna sarebbero venute a bordo. Si avvicinò al legno e lo sfiorò con la mano. Questa sarebbe stata la sua nuova casa. Lasciò la mano scivolare dalla parete di legno al suo fianco, gli occhi puntati al pavimento. C’era qualcosa di strano. Abbassandosi si avvicinò per guardare meglio. Il pavimento era nero, quasi come fosse stato bruciato. I segni percorrevano tutto il perimetro sul quale era stato fissato il legno nuovo, non l’aveva notato prima.

 

< c’è stato un altro quartiere femminile qui prima, vero? > parlò Lucy, Gray era ancora di fianco a lei, le face un cenno d’assenso.

 

< c’è stato qualche incendio? > chiese, appena la domanda lasciò le sue labbra vide il volto del ragazzo irrigidirsi, ma nascose tempestivamente le sue emozioni. Aspettò per una risposta.

 

< si, c’è stato un incendio. Questa storia è per un’altra volta, è meglio non fare domande a tal proposito per il momento, ok? > era stato gentile nel risponderle ma in realtà Lucy fu molto infastidita.

 

Sembrava che tutti stessero cercando di tenerla all’oscuro di qualcosa, avevano per caso paura che non fosse in grado di sostenere il segreto? Non era una bambina, era un pirata. Mordendosi il labbro, non disse nulla. Forse aveva a che fare con questa Lisanna. Questo avrebbe spiegato perché la sua faccia aveva assunto un’espressione triste per un breve istante. Era morta in un incendio? Forse il quartiere femminile era bruciato con lei dentro? Ma com’era possibile che il fuoco fosse divampato e rimasto solo in quello spazio? Nient’altro era stato bruciato. Non aveva per niente senso, niente di tutto ciò. Perché nessuno voleva parlare di lei? Chi era Lisanna? Lucy camminò fin dove presupponeva sarebbe stata ubicata la porta, Gray la seguì in silenzio.

 

< oi! Lucy! >

 

Senza nemmeno voltarsi, già sapeva chi fosse: l’insolito capitano dai capelli rosa. Sentì un gran baccano perciò decise di voltarsi. Si stava trascinando dietro un gran assortimento di spade, guainate grazie a Dio, alcune spiccavano fuori dal mucchio colpendo la gente a cui il ragazzo passava vicino. Tuttavia non rallentò, corse dritto verso Lucy e mollò le spade in un mucchio ai suoi piedi.

 

< pronta? > chiese eccitato, guardandola intensamente (NdT oddio in inglese non suonava così…perverso XD )

 

< um, pronta per cosa, per la precisione? > non poteva fare a meno di sentirsi leggermente nervosa, iniziava a capire i modi del capitano sulla nave. I suoi modi erano improvvisi e a volte assolutamente spaventosi.

 

< per l’addestramento con la spada! >

 

Sembrava fosse di umore migliore rispetto la sera precedente, in effetti si era rianimato parecchio nel poco tempo trascorso da quando l’aveva conosciuto. Forse perché era di nuovo sulla sua nave senza guardie e cani a corrergli dietro…

 

< adesso? Stavo per aiutarli con la mia stanza…> annunciò, portando l’attenzione del ragazzo sulla costruzione che aveva repentinamente ignorato fino a quel momento.

 

< oh, ho capito. Magari dopo allora > le sorrise voltandosi.

 

< per caso quella è la mia spada? Che diavolo ci fa lì la mia spada? Non puoi prendere le spade della gente e darle a chi ti pare! >  gridò, tirando fuori la sua spada dal mucchio, Natsu non si voltò nemmeno a guardarlo, quasi come non sentisse le urla.

 

< ah! Vedo che hai intenzione di lasciare qui all’aperto quest’ammasso di spade! > Gray rigirò violentemente gli occhi quando ancora una volta non ricevette risposta dall’altro uomo < Natsu! >

 

Lucy continuava a guardare Natsu quando questo all’improvviso collassò, ma nessuno si mosse in suo soccorso. Il ragazzo era appena crollato di faccia sul ponte e lì era rimasto, tutti gli altri che continuavano quel che stavano facendo. Lucy guardò Gray nervosamente…aveva usato la magia per ridurre Natsu in quello stato? Ma che tipo di magia era quella?

 

< idiota! > gridò Gray sbattendosi una mano in faccia per la frustrazione.

 

< Gray? Natsu sta bene? > non poteva fare a meno di sentirsi leggermente preoccupata, anche se tutti gli altri sembravano disinteressati.

 

< è colpa di quel deficiente, si scorda sempre  di prendere la sua medicina e poi succede questo. Intendo dire, seriamente, succede quasi tutti i giorni. Un giorno accadrà quando avremo realmente bisogno di lui e ci ritroveremo in un mare di guai…che cretino >

 

< medicina? > adesso Lucy era seriamente preoccupata, non prendere la medicina era una cosa pericolosa? Avrebbe infierito sulla sua salute?

 

< già, probabilmente è la persona meno indicata per essere un pirata. Voglio dire, la sua intolleranza ai mezzi di trasporto è così che riesce a malapena a muoversi, e poi guardalo! È ridicolo! >

 

Ora che Lucy lo guardava meglio, notò che le sue guance erano drammaticamente gonfiate. Sembrava che stesse per vomitare…in effetti era piuttosto ridicolo. Abbastanza da rubargli una risatina.

 

< ti dispiacerebbe andare nella sua cabina a prendere le sue pillole? Sono nel primo cassetto a destra della scrivania, è facile trovarle > Gray la salutò prima ancora che potesse rispondere, assumendo che avrebbe fatto quanto chiesto.

 

Erza aveva detto di non girovagare negli alloggi del capitano…ma era solo per fare un favore. Ben presto Lucy si trovò di fronte alla disordinata scrivania, decise di non sbirciare tra le mappe come avrebbe voluto fare quella mattina per paura di essere beccata da Erza. Velocemente, aprì il cassetto trovando le pillole, ma richiuderlo era tutta un’altra storia. Non riusciva a chiuderlo del tutto, quasi ci fosse qualcosa a bloccarlo. Le era già successa la stessa cosa quando era ancora al palazzo, di solito si trattava di qualcosa riposto nel cassetto inferiore che bloccava il primo. Senza pensarci due volte aprì l’altro cassetto, infilandoci la mano alla ricerca dell’oggetto incriminato. Sentì qualcosa di legnoso e la prese, sembrava essere quella la causa del blocco. Con un altro strattone riuscì ad allentarlo e tirarlo fuori.

 

Si pentì subito di averlo guardato, non era roba sua eppure aveva agito d’istinto. Era una vecchia cornice di legno. Il vetro era rotto, ma non era stata lei, era successo prima, la foto all’interno era vecchia e sbiadita. Riconobbe una persona nella foto, Natsu, i capelli rosa erano inconfondibili. C’era un’altra donna nella foto, bellissimi capelli corti argentati, aveva luminosi occhi blu come Lucy non ne aveva mai visti prima. Si tenevano vicini, abbracciati, con dei grandi sorrisi sul viso, Lucy non potè fare a meno di notare che fossero chiaramente felici…felici di stare insieme. Davvero felici insieme. Forse innamorati? No, più guardava la foto e più le era chiaro…erano stati innamorati. Non c’era alcun dubbio.

 

Era questa Lisanna? Doveva esserlo, era l’unica persona che non conosceva, l’unica persona che non era più sulla nave…ed era una donna. Spiegherebbe il motivo per cui prima c’era un alloggio femminile. L’incendio aveva qualcosa a che fare in tutto questo? Lisanna era morta in un incendio? Lucy desiderava solo che qualcuno le spiegasse tutto questo.

 

< Lucy >

 

Sobbalzò al sentirsi chiamare, nascondendo la cornice alle sue spalle. All’inizio pensò non ci fosse nessuno lì ma i suoi occhi scesero ad incontrare quello del gatto nella stanza.

 

< Happy > Lucy ancora non si sentiva a suo agio nel parlare col gatto…in effetti aveva appena scoperto che potesse dire più di ‘aye sir’.

 

< che ci fai qui? >

 

Okey, era abbastanza raccapricciante che il gatto potesse parlare, anche i pappagalli parlavano…ma che potesse addirittura concepire pensieri coerenti e comprendere legittime conversazione? Strano.

 

< oh…um, Natsu si è sentito male, sono solo venuta a prendere le sue pillole > balbettò mentre il gatto continuava a guardarla.

 

< allora perché tieni in mano quella foto? >

 

Così il gatto l’aveva vista. Rinunciando a nasconderlo, tirò fuori la cornice da dietro la schiena e la ripose nel suo cassetto.

 

< non intendevo guardare…è stato un caso > mormorò, quasi si vergognava di quello che aveva fatto.

 

< è una foto di Natsu e Lisanna > continuò il gatto, apparentemente non infastidito dal suo gesto < lei è morta >

 

< ho saputo..  > fu tutto ciò che riuscì a rispondere < io…dovrei portare queste pillole a Natsu > mormorò quando vide che il gatto non aveva intenzione di parlare ulteriormente. Happy si limitò ad annuire e rimase sul posto mentre la bionda se ne andava, sembrava stesse anche pensando profondamente. Forse anche Happy aveva conosciuto Lisanna, visto che era il gatto di Natsu, Lucy dava per scontato che fossero tutti molto uniti. Lucy prima o poi avrebbe scoperto tutto a proposito di Lisanna, ma chiedere direttamente sembrava irragionevole. Nessuno le voleva dire niente perciò non avrebbe ficcato il naso per il momento.

 

Uscì dalla stanza e vide Natsu ancora steso a terra, gli si avvicinò, inginocchiandosi al suo fianco. Era ancora cosciente e nessuno sembrava molto preoccupato per lui perciò Lucy fece altrettanto, dandogli un colpetto sulla testa. Il ragazzo alzò leggermente la testa guardandola e per un istante la bionda temé che le avrebbe vomitato addosso, ma le sue guance si sgonfiarono per un breve momento. Senza dire una parola, lesse velocemente quanto scritto sul flacone, tirando fuori due pillole che poi porse al ragazzo. Ovviamente questo doveva essere già successo più di una volta perché prese le piccole pastiglie dalla sua mano velocemente e le ingoiò all’istante. La sua testa crollò sul ponte con un colpo piuttosto rumoroso, addormentato.

 

< …medicina pesante… > disse Lucy tra sé e sé.

 

< già, resterà fuori gioco per circa un ora, se le prendesse quando dovrebbe questo non succederebbe…ma questo ci dà abbastanza tempo da permetterti di dirci come costruire la tua stanza > annunciò Gray mentre le si affiancava con un sorriso, insinuando che avrebbero lasciato Natsu lì per terra per il momento.

 

Fu più veloce di quanto avesse pensato, parlò con Gray e gli altri membri di dove volesse disporre qualsiasi cosa, accettarono anche di costruire un bagno per le donne. Era una vera e propria necessità su una nave piena zeppa di uomini. Diede loro istruzioni rapide su dove posizionare il letto, se volesse o no delle finestre, e optò per averne solo una, e su tutti gli altri dettagli. Era abbastanza vuota con solo un letto e un comodino ma eventualmente avrebbero avuto più donne a bordo…o almeno Lucy lo sperava. Un po’ di compagnia femminile sarebbe stata gradita.

 

Ma adesso eccola là, che stringeva in mano una spada alla sua prima lezione di combattimento.

 

< userai principalmente un arma da fuoco in avvenire ma hai bisogno di essere abile anche con la spada. Le pistole di solito sono utili nelle battaglie a distanza, è difficile combattere utilizzandola nel corpo a corpo, perciò è meglio che tu sia allenata su entrambi i fronti > affermò Natsu, camminandole intorno mentre la scrutava attentamente < non tenerla così stretta, rilassa le mani giusto quel che basta a tenere la spada finché non colpisci >

 

Lucy annuì, la rendeva nervosa essere osservata così da vicino, aveva la benché minima idea di cosa fosse lo spazio personale?

 

< i tuoi avversari di solito sveleranno i loro movimenti, se li guardi attentamente dovresti essere in grado di predire la loro prossima mossa. Per esempio, alcuni potrebbero essere addestrati a non guardare il punto in cui stanno per attaccare, questo di per sé potrebbe essere un indizio, ma certe volte sono così concentrati a non muovere gli occhi che si dimenticano dei piedi. Presta attenzione su quale sia la mano dominante, se è la destra allora il piede destro potrebbe rivelare in quale direzione attaccheranno > spiegò mentre prendeva posizione con la sua spada e gli mostrava un esempio, il piede destro che puntava verso il suo lato destro. Muovendosi lentamente distese il braccio e Lucy portò il proprio alla stessa altezza, respingendo l’attacco. Certamente sarebbe successo tutto molto più velocemente in battaglia ma almeno in questo modo stava imparando.

 

< qualcuno invece  può avere delle piccole abitudini, scoprirai poi che mostrano come attaccheranno. È meglio che iniziamo a lavorare sulla difesa prima,  non dovresti mai essere separata dalla ciurma perciò loro saranno in grado di aiutarti se ne hai bisogno. L’attacco ti lascia scoperto. Non farlo finché non sei addestrata a dovere. Dovrai incrementare molto la tua forza fisica nella parte superiore, combattere con la spada diventa sempre più dura più il tempo scorre. Gli uomini ti attaccheranno con tutta la loro forza senza pensarci due volte. Non pensare che perché sei una donna avranno qualche tipo i rimorso. Non lo faranno. Ti uccideranno e questo non gli peserà affatto. >

 

Lucy non potè fare a meno di deglutire, era abbastanza spaventoso. Non sembrava affatto divertente come lo faceva sempre sembrare Natsu quando combatteva lui. Non sembrava divertente per niente!

 

< ok, pronta? > il suo sguardo si piantò nel suo mentre lo guardava, diavolo no, non era pronta per niente, ma quando lo sarebbe stata? Perciò annuì.

 

Si mosse velocemente, la spada che mirava alla sua fronte. Sobbalzando, riuscì a malapena ad interporre la sua spada tra sé e l’altra. L’impatto fu più duro di quel che pensava e la presa s’allentò leggermente mentre sentiva la pressione diminuire, Natsu stava alleggerendo la mano.

 

< io trovo che aiuti usare l’altra mano per sorreggere la spada, con un avversario più forte viene usata molta più energia per fermare un attacco. Mettere l’altra mano sul retro della lama aiuta ad alleggerire lo stress sul braccio. Oh, e chiudere gli occhi è generalmente una brutta idea >

 

Lucy annuì, era solo un pochino…terrorizzata al momento. Aprì leggermente un occhio. Tremando, rimosse la mano dall’elsa della spada e la portò sul lato smussato della lama. Natsu aveva ragione, era molto più leggero sulle braccia. Lucy riuscì addirittura a sorridere leggermente e guardare Natsu, che era più vicino di quanto si fosse aspettata. Non aveva mai realizzato quanto vicino due persone fossero portate durante uno scontro ma eccolo lì che le sorrideva di rimando non notando minimamente che era di nuovo entrato nella sua bolla privata. Lucy non aveva mai realizzato di avere una bolla di alcun genere a dire il vero. Uno spazio personale che le piaceva fosse vuoto, e lo era stato fino a quel momento, desolato addirittura. Poi era arrivato Natsu e la sua povera bolla non era stata minimamente presa in considerazione la prima volta che l’aveva incontrato…perché aveva pensato lei fosse una prostituta. Che imbarazzo! Anche adesso si ritrovava ad arrossire solo al pensiero!

 

< stai bene? Ti senti male per caso? Sei tutta rossa > sentì la voce di Natsu che la colse di sorpresa trascinandola via dai suoi pensieri. Lucy lo fissò, aveva la benché minima idea di quanto le si stesse avvicinando? Si stava sporgendo sotto le due spade incrociate, guardandola attentamente in faccia. Naturalmente Lucy iniziò a menar colpi di spada a casaccio, facendo un salto indietro. Per fortuna nessuno finì tagliuzzato.

 

< ahahha! No, sto bene! Sono solo stanca…si stanca! Tutto qui! > le parole le uscirono di bocca mentre cercava di riconquistare almeno un briciolo di contegno, la caviglia che ricominciava a pulsare.

 

< oh. Sei stanca di già? Abbiamo appena iniziato! Non migliorerai mai se smetti adesso! >

 

< la gente può essere anche emotivamente stanca, e mi fa male la caviglia > non voleva che suonasse come una lagna, ma sembrava fosse uscita fuori proprio così.

 

< pensi che sarai sempre in perfetta salute quando combatterai? Dopo ore di combattimento tutti ci stanchiamo ma continuiamo comunque. Un giorno ti potresti ritrovare a combattere quando sei ferita, magari combattere addirittura con qualche osso rotto. Combatti per sopravvivere, se non combatti, non sopravvivi. È il tuo primo giorno perciò ti lascerò andare per adesso ma ci alleneremo domani e molto più a lungo, anche se ti fa male la caviglia >

 

Lucy non potè fare a meno di assumere un’espressione imbronciata, prima era stato sempre gentile per la sua ferita. Non l’aveva nemmeno fatta camminare per questo. Adesso era tutto ‘devi combattere anche con la caviglia così’ ed era tutto molto confuso! Gli passò la spada che aveva utilizzato e fece del suo meglio per non andarsene zoppicando. All’inizio aveva pensato di dirigersi verso la sua nuova camera ma quando notò che non avevano ancora finito di sistemarla si avvicinò di nuovo alla ringhiera. Era stata una giornata insolita, era veramente esausta. Il sole stava iniziando a calare. Era bellissimo, la sua prima notte sul mare, era anche fortunata, fino ad adesso non aveva sofferto  nemmeno un po’ di mal di mare. Non aveva neanche nostalgia di casa. Lucy sperò che sarebbe rimasto tutto così, sembrava quasi che lei fosse nata per vivere in mare. Sobbalzò quando qualcosa si mosse in acqua, i suoi occhi assottigliarono cercando di captare cosa fosse stato. L’acqua era increspata solo dal movimento della nave e per un attimo pensò di esserselo solo immaginato quando un pesce saltò fuori dall’acqua.

 

Era la prima creatura di mare che Lucy vedeva dal vivo, probabilmente non poteva essere nemmeno considerato un pesce. Aveva il corpo lungo, bianco e sottile, la testa usciva dall’acqua per poi scomparirvi di nuovo, il corpo al seguito. Poi fu seguito da un altro, e un ancora. Era un enorme branco di qualsiasi cosa fosse, saltando fuori per guardare la nave e Lucy. Avevano gli occhi grandi e una faccia semplice, branchie ai lati della testa e un taglio più piccolo come bocca. Sembravano molto lucidi e piuttosto belli secondo Lucy, con delle piccole pinne per muoversi in acqua. Iniziarono a giocare tra le onde, i loro lunghi corpi che guizzavano fuori dall’acqua per poi ricaderci dentro. Alcuni più grandi riuscivano a saltare abbastanza in alto da raggiungere la ringhiera. Lucy non riuscì a resistere, mentre uno saltava allungò il braccio esponendo la mano. Lucy lasciò le sua dita scivolare sul corpo liscio dell’animale. Era in un certo senso viscido al tatto ma a Lucy non interessava in quel momento, era fantastico poter entrare in contatto con le creature marine in quel modo. Questo mondo era fantastico in ogni suo particolare. I pirati lo facevano sembrare orribile, come se ogni cosa celasse del pericolo ma forse era perché loro l’avevano sempre visto in quel modo, Lucy era nuova a tutto questo e non riusciva a vederlo come orribile o pericoloso, c’era ancora della meraviglia se ti rilassavi e osservavi. I pesci si calmarono e sparirono di nuovo sott’acqua, il mare che tornava di nuovo calmo, infrangendosi sulla nave. Lucy sorrise, tornando a guardare il tramonto, il sole era per metà in mare ormai.

Lo guardò sprofondare lentamente, estasiata dai colori del cielo.  

 

< grazie…per prima >

 

Lucy venne violentemente risvegliata dalla sua trance e si voltò, Natsu stava a qualche passo da lei. Per prima? La medicina?

 

< oh, non ti preoccupare non era niente di che > rispose lei, tornando a guardare il tramonto.

 

< no, davvero, ultimamente me ne sono dimenticato talmente spesso che l’equipaggio ha iniziato a lasciarmi per terra cercando di impararmi un qualche tipo di lezione…perciò ho apprezzato >

 

Lucy dovette resistere all’impulso di scoppiare a ridere all’immagine mentale che si era fatta.

 

< beh, se smettessi di dimenticartene la vita sarebbe molto più facile per te immagino. In realtà è abbastanza ironico che qualcuno così sensibile al mal di mare voglia essere un pirata >

 

< hm, beh pensavo che prima o poi mi sarei abituato… >

 

< o come procede il suo piano al momento, Capitano? >

 

Con questo si guadagnò un sguardo piuttosto poco divertito da Natsu mentre questi si appoggiava alla ringhiera, dando le spalle al mare.

 

< come? Non guardi il tramonto? > chiese Lucy con falsa indifferenza. Lui guardò Lucy con la coda dell’occhio con uno sguardo che la ragazza non riuscì a decifrare.

 

< ho già visto prima il tramonto > rispose semplicemente, guardando lontano da lei.

 

< l’hai già visto? Non hai visto questo tramonto però, ogni volta il sole tramonta in modo diverso. È questa la cosa spettacolare, non importa dove andrai nella tua vita, ci sempre un tramonto e sarà sempre diverso dal precedente, eppure costantemente presente > Lucy voltò òa testa per sorridere a Natsu ma realizzò che non era più lì. Girandosi vide la sua schiena allontanarsi, dirigendosi verso i suoi alloggi. Aggrottò le ciglia con aria interrogativa: che cos’aveva contro i tramonti? Alzando le spalle tornò a guardare gli ultimi minuti di tramonto per poi dirigersi verso la sua stanza. I ragazzi avevano finito la maggior parte dell’alloggio, tutto tranne il bagno, tuttavia il gabinetto era già stato istallato. Era piuttosto piacevole per essere stato tirato su in un solo giorno. Crollò sul letto, immergendo la testa nel cuscino. Era un letto piccolo, gracilino rispetto a quello che aveva a casa ma già gli piaceva molto di più. Prima che potesse formulare qualsiasi altro pensiero, si addormentò.

 

 

Lucy si svegliò madida di sudore, che stava succedendo? Sembrava che andasse tutto a fuoco! Sedersi non fu d’aiuto, le girò la testa e si sentì come se stesse per vomitare. Si afferrò lo stomaco che le si stava contorcendo dal dolore. Qualcosa non andava. Si sforzò di alzarsi dal letto e traballò verso la porta. L’improvviso subbuglio nello stomacò l’allarmò abbastanza da farla correre immediatamente in bagno, giusto in tempo per svuotarne il contenuto nel gabinetto. Per qualche istante Lucy rimase appoggiata alla toilette, lo stomaco che minacciava di contorcersi. La sua mano doleva terribilmente e i suoi occhi vagarono su di essa. Istantaneamente se ne pentì, il palmo era turgido di vesciche e di un colore rosso sanguigno. In effetti non era solo di quel colore, era veramente ricoperto di sangue. Sentendo l’impulso di rigettare di nuovo solo alla vista della sua mano, Lucy sentì le lacrime bruciarle negli occhi. Aveva paura, cos’aveva che non andava?

La sua mente era così annebbiata che le risultava difficile pensare lucidamente, balzò in piedi, un po’ troppo velocemente perché le girò tanto la testa che dovette sorreggersi al muro per non cadere. Appoggiata al muro scivolò lungo tutta la parete fino alla porta. Il suo corpo tremava così tanto che le risultava difficile tenersi in piedi ma riuscì comunque ad uscire fuori esponendosi all’aria notturna. Faceva freddo e pungeva sulla sua pelle bollente, si guardò in torno in cerca di qualcuno, chiunque potesse aiutarla. Avvistò qualcuno appoggiato alla ringhiera dall’altra parte del ponte e Lucy cominciò ad arrancare in sua direzione. Da dove si trovava non riusciva a capire chi fosse e non riusciva nemmeno a trovare la voce, sebbene si stesse sforzando per chiamarlo. Solo una volta un piccolo grido le usci dalla gola ma sicuramente si era perso nel freddo vento notturno.

 

Eppure la figura si girò nella sua direzione, e Lucy si sentì sollevata anche solo dal fatto di essere stata notata. Era troppo per lei continuare, troppo stancante e la vista cominciava ad offuscarsi. Sentì il pavimento di legno sotto i piedi per un altro paio di passi, poi perse l’equilibrio. Stranamente non di nuovo il suolo legnoso ma l’impatto col corpo di qualcun altro.

 

< oi! Lucy! Cos’hai che non va? H-ey! Lu-…Lu…cy!...Erza!...dan...zione… >

 

 

Note

 

Finalmente pubblico questo capitolo!!!

Oddio che terribile cliffy! Che sarà successo alla nostra povera Lucy? E chi sarà la figura da lei intravista? Io lo so *risata malefica* ma a voi toccherà aspettare il prossimo capitolo ( o spulciarvi quelli in inglese ù.ù)

Non potete capire il dolore al mio povero cuoricino quando scrivevo il pezzo della foto ç.ç è stato orribileee T^T

 

Evviva! Finalmente delle note contenute! XD

Fatemi sapere cosa ne pensate!!!

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Capitolo 6
*** One hell of a Night ***


Una notte infernale

 

La prima cosa che notò fu il persistente dolore allo stomaco,  riusciva a percepire distintamente ogni dettaglio che la circondava, così precisamente che le faceva quasi male. La soffice coperta su di lei circondava la sua pelle e lei non riusciva più a sopportarla. Faceva troppo caldo…non riusciva a pensare lucidamente. Cos’era l’ultima cosa che ricordava? Ricordava il tramonto e di averne parlato con Natsu e poi di essere andata a letto. Era tutto confuso ma ricordava anche di essersi alzata, di essere corsa in bagno e collassato tra le braccia di qualcuno sul ponte. Che diavolo aveva che non andava? Sebbene non avesse le forze necessarie cercò di aprire gli occhi per scoprirlo, la luce che quasi la uccideva. Strizzando gli occhi cercò di farli gradualmente abituare alla luce.

 

< sei sveglia? >

 

Era lieve ma aveva comunque sentito la voce di qualcuno al suo fianco, l’immagine confusa di una persona china su di lei. Lo stomaco le faceva così male che aveva solamente voglia di dormire.

 

< sei davvero una stupida sai? >

 

Era decisamente la voce di Natsu adesso che prestava attenzione.

 

< non ho mai conosciuto qualcuno che riuscisse a cacciarsi in così tanti guai in così poco tempo, a parte me >

 

Adesso la sua voce le suonava troppo alta e le faceva male ai timpani, allungò il braccio con l’intento di allontanarlo ma il movimento le provocò una scarica di dolore lungo tutto l’arto. Giusto, la sua mano era uno spettacolo raccapricciante al momento.

 

< prooooontoooo? Cavolo, quanto ti ci vuole a svegliarti? >

 

< sta –tto > riuscì a stridere.

 

< statto? E che roba sarebbe? >

 

Adesso avrebbe solamente voluto rifilargli un pugno in faccia, perché non la lasciava semplicemente in pace? Stava chiaramente soffrendo come un cane. Le persone malate non avevano il diritto di riposare in santa pace?

 

Cercò di dire ‘lasciami in pace’ ma non ci riuscì, le uscì solo un altro squittio senza senso. Aveva al gola troppo secca.

 

< tieni, bevi questo… >

 

All’improvviso sentì un braccio passarle dietro la schiena, aiutandola a portarsi seduta, la testa le girò di nuovo ma sentì il braccio sorreggerla. Sentì un panno freddo caderle dalla fronte, non aveva nemmeno notato fosse lì prima. Un bicchiere di vetro le era stato avvicinato alle labbra, leggermente inclinato per permetterle di bere. Era pieno d’acqua, ma per qualche ragione era la migliore acqua che Lucy avesse mai bevuto in vita sua. Aveva così tanta sete che anche quando lo svuotò sentì di non averne ancora avuto abbastanza.

Visto che si sentiva già decisamente meglio rispetto a prima, il suo cervello iniziò a comprendere la situazione leggermente meglio.

Natsu la fece stendere nuovamente ma lei riuscì con le sue forze a ritirarsi a sedere poggiandosi con la schiena al muro.. i suoi occhi erano riusciti ad abituarsi quasi del tutto ormai, aveva solo bisogno di socchiudere leggermente gli occhi adesso. Riusciva a vedere che si trovava nella sua stanza, il che la rese leggermente nervosa. Questi erano gli alloggi femminili…Natsu aveva i suoi quartieri personali cavolo! Non doveva trovarsi lì! Eppure eccolo lì, seduto su una sedia di fianco al suo letto. La sua mano era stata fasciata mentre dormiva, era ancora visibilmente gonfia, ma era felice di non poterla vedere più.

 

< cosa…perché? > che parole intelligenti che riuscì a dire, la sua testa era ancora dannatamente sotto sopra.

 

< hai visto qualcosa come questo? > mormorò Natsu, mostrandole un disegno.

 

All’inizio Lucy si sentì confusa dalla domanda, ma mai quanto dal disegno. Era uno scarabocchio pieno di righe e cerchietti…tutto circondato da blu. Lucy guardò l’immagine per qualche minuto, poi guardò Natsu, per vedere se la stesse prendendo in giro. La guardava curioso, come se si aspettasse una risposta seria.

 

< che diavolo è quello? > chiese in fine Lucy, non c’era nessuno a quel mondo in grado di decifrare quello sgorbio!

 

< che intendi? Non vedi?  Questi sono gli occhi, e la bocca, la coda e le pinne, e l’acqua! L’acqua è blu, dovresti saperlo > spiegò, indicando vari punti nel disegno.

 

< non ho mai visto niente di simile a questo disegno, onestamente non esiste niente che ci assomigli…a parte il disegno in se per se > mormorò Lucy, strofinandosi gli occhi con la mano buona.

 

< non hai visto cosa bianca nell’acqua? Tipo un anguilla? O un pesce lungo? > la guardava ancora curioso.

 

< si, quello l’ho visto. Stai dicendo che è quello che hai disegnato? Natsu…non assomiglia per niente a quello che ho visto…intendo dire…nemmeno lontanamente…ma perché è importante adesso? Perché sto così? >

 

< quella cosa che hai visto, l’hai toccata vero? >

 

< si? È saltata fuori dall’acqua abbastanza in alto da potermi allungare per raggiungerla… >

 

< sul serio? Un pesce sconosciuto salta fuori dall’acqua e tu lo tocchi? Hai la benché minima idea di cosa siano? >

 

< ovviamente no Natsu….> onestamente, doveva fargli per forza quella domanda? Non era in vena di rimproveri al momento, si sentiva come se stesse per vomitare di nuovo…

 

< sono chiamati Kiseichuu, non sono nemmeno pesci ma parassiti giganti. La loro pelle è ricoperta da uno strato della loro saliva, sotto il quale tengono le uova. Queste si possono schiudere solo all’interno dell’organismo di un altro animale o pesce, quando uno di questi si strofina su un altro animale, trasferisce le sue uova che sono abbastanza piccole da penetrare nella pelle dell’ospite fin dentro il sistema circolatorio. A quel punto iniziano a crescere fichè no sono abbastanza grandi per schiudersi. E tu ti sei allungata per toccarne uno di tua spontanea volontà…> Natsu sembrava stanco mentre le spiegava la situazione, ma lei era così scioccata che non ci fece caso. Sentiva di poter vomitare in  quel preciso istante.

 

< cosa? > non stava succedendo davvero, era disgustoso! Per non dire poi imbarazzante!  Nessuno gliel’aveva detto però! Nessuno le aveva detto niente di quei cosi! Non era giusto.

 

Quando si schiudono…beh per fartela breve, diciamo che muori. Ci vuole all’incirca una settimana perché siano abbastanza grandi per farlo tuttavia. C’è una cura, che andremo a cercare non appena raggiungiamo la prossima isola, di solito i medici ce l’hanno, ma è piuttosto costosa perciò vedremo cosa fare… >

 

Lucy lo fissò, se fosse stata troppo costosa l’avrebbero lasciata morire?

 

< sto scherzando! Faremo in modo che vada tutto bene, non preoccuparti così! > rise lui, ma Lucy non era affatto divertita.

 

< perché sei qui? Questa è la mia stanza, a me non è permesso entrare nella tua perciò tu non dovresti stare nella mia > era scontrosa e dolorante, in più le sembrava una domanda lecita da chiedere.

 

< beh, per prima cosa io sono il capitano, perciò posso andare dove mi pare. Secondo, la scorsa notte sei uscita sul ponte, sei crollata e io ti ho afferrato d’istinto > spiegò, per niente scalfito dal suo tono arrabbiato.

 

< e questo che c’entra? > sbottò Lucy.

 

< il parassita contagia tramite il contatto a pelle >

 

Quell’unica frase le fece stringere il cuore…lei era qui a trattarlo male quando lui l’aveva gentilmente afferrata per non farla cadere ed era stato anche contagiato per questo? Per la sua stupidità aveva infettato il Capitano? Che razza di membro era?

 

< visto che è contagioso siamo in quarantena finché non raggiungiamo l’isola. Anche se tocchiamo qualcosa dopo il contagio, qualsiasi cosa tocchi diventa un veicolo del parassita. Visto che hai iniziato a stare male qui e non sei riuscita ad allontanarti troppo andrà tutto bene finché rimaniamo qua dentro. Disse casualmente, senza il minimo accenno di rimorso o rabbia nei suoi confronti. Gli aveva trasmesso una malattia mortale, che era molto costosa da curare addirittura! Senza contare il fatto che era stata scontrosa tutto il tempo e aveva insultato le sue doti artistiche…

 

< mi dispiace > era davvero sincera e cercò di farglielo capire guardandolo intensamente, piena di rammarico. Lui tuttavia sembrava piuttosto divertito.

 

< per cosa? >

 

< per averti fatto ammalare! >

 

< perché ti scusi per questo? Non era tua intenzione, non ne sapevi niente. Certo se fosse già successo prima mi sarei arrabbiato…ma non se non lo sapevi >

 

< ti senti bene? > chiese Lucy, sembrava stanco ma non dava l’impressione di sentirsi male come si era sentita lei prima.

 

< si, sto bene. Tu mi sembri migliorata rispetto a ieri sera >

 

Lucy annuì, si sentiva un po’ meglio. Si chiese quanto sarebbe durato.

 

< che ci facevi di fuori ieri notte? > chiese curiosa, era grata che fosse stato lì ma…era nel bel mezzo della notte.

 

< oh, stavo solo prendendo un po’ d’aria > dichiarò , la voce definitiva, che non lasciava spazio per ulteriori domande a tale proposito.

 

< come mai non stai male come me? >

 

< beh, ci vuole tempo perché le uova entrino in circolo, pensa a quanto ci ha messo con te. Ho chiamato Erza ieri notte, fortunatamente non si era ancora trasferita qui altrimenti si sarebbe ammalata anche lei. Non abbiamo abbastanza soldi per curare più di due persone, ma dipende dal medico veramente. L’avidità è troppo diffusa per i miei gusti al giorno d’oggi. Non ero nemmeno sicuro di cosa ti stesse succedendo all’inizio ma Erza mi ha spiegato tutto velocemente…quindi adesso siamo bloccati qui, Erza può comandare l’equipaggio senza problemi. Gli è stato ordinato di tenersi alla larga da qui e se è Erza a comandare puoi stare sicura che nessuno si avvicinerà. Ci porteranno qualcosa da mangiare ogni tanto ma non credo che avremo molta fame…diventa sempre peggio col tempo, perciò goditi le piccole tregue in mezzo, non dureranno molto >

 

Lucy inspirò profondamente, l’intera situazione era difficile da assimilare tutta in una volta. Odiava stare male, non che lo fosse stata spesso ma comunque…lo odiava comunque. Stare così male era spaventoso in un certo senso, e l’unico che poteva prendersi cura di lei avrebbe cominciato presto a stare molto male, per colpa sua per giunta.

 

< dovresti cercare di dormire un po’ > mormorò Natsu con un sorriso incoraggiante.

 

Come diavolo poteva essere così gentile? Continuava a oscillare: un momento era premuroso e l’altro…la faceva combattere con la spada con una caviglia gonfia. Ad ogni modo annuì, raggomitolandosi nelle coperte, sentendo il panno bagnato posarsi nuovamente sulla sua fronte ed addormentandosi prima che il suo stomaco la costringesse a correre in bagno.

 

 

Per la seconda volta, Lucy si svegliò sentendo la stanza andare a fuoco. Le faceva tutto così male che rifiutò di muoversi, questo finché non sentì dei conati di vomito provenire dal bagno.

 

< N…Natsu? > riuscì a malapena a mormorare, si era fatto ancora più chiaro fuori, doveva aver dormito almeno quattro o cinque ore. All’inizio non ottenne risposta, soltanto qualche colpo di tosse prima di apparire sulla porta. non sembrava stare meglio di lei adesso, appoggiato pesantemente sullo stipite della porta. La maglia era scomparsa, e per una buona ragione. Anche con la vista annebbiata Lucy poteva vedere chiaramente il grosso marchio rosso  sul petto, completamente irritato e ricoperto di vesciche proprio come la mano di Lucy. Dove l’aveva toccato con la mano quando aveva presa. Il sito d’infezione.

 

< hey…> gracchiò lui mentre si spingeva via dalla porta, usando lo slancio per muoversi attraverso la stanza. < onestamente però…essere un pirata è generalmente più divertente di così > scherzò Natsu, guadagnandosi un sorriso da Lucy.

 

< ma di che parli…questa è la cosa più divertente che mi sia capitata da anni… >

 

< è abbastanza triste come cosa…>

 

< sta-tto… >

 

Natsu rise leggermente, scivolando lungo il muro di fianco al suo letto. Si lasciò cadere a terra e ora che lo aveva così vicino, Lucy si sentiva ancora peggio. Il marchio sul suo petto era di un brutto rosso e sembrava molto doloroso, ma Natsu non gli dava minimamente peso…probabilmente le avrebbe detto che faceva parte dell’essere un pirata o qualcosa del genere. Stava palesemente sentendo lo stesso caldo che provava lei, sudando e ansimando. I suoi capelli, normalmente appuntiti, ora rimanevano attaccati alla fronte. Come diamine avrebbero fatto a superare la notte in quelle condizioni? Si afferrò lo stomaco quando un altro spasmo di dolore la investì, facendole fuggire inavvertitamente un lamento.

 

< oi, stai bene? >  immediatamente Natsu era lì, seduto al suo fianco. Dopo qualche istante annuì, mordendosi il labbro. Faceva ancora male, molto male in verità…ma era un pirata. Poteva sopportarlo, senza problemi. Proprio come Natsu.

 

C’era un altro dilemma che iniziava a farsi strada nella sua mente. La notte. C’era solo un letto nella stanza, che le cose stessero andando come durante la prima notte? Non poteva semplicemente lasciarlo dormire sul pavimento, giusto? Quel povero ragazzo era malato per colpa sua.

 

< ecco, prendi il letto > disse, alzandosi in piedi.

 

< come? No, sdraiati Lucy. Io mi siedo per terra, va tutto bene >

 

< no, sono stata io a farti ammalare > Lucy vacillò sul posto, le gambe che minacciavano di abbandonarla da un momento all’altro. Natsu le fu di fronte prima ancora che potesse fare un solo passo. Le mani sulle sue spalle, con una leggera spinta si ritrovò di nuovo seduta sul letto.

 

< e allora? Ritornatene a dormire e basta, preferisco quando stai zitta! >

 

La bocca di Lucy si spalancò.

 

< sei uno scortese cafone sconsiderato! Stavo solo cercando di essere gentile con te e tu mi insulti! > si alzò di scatto, alimentata dalla rabbia < voglio dire, davvero! Tutto quello che devi fare è accettare le mie offerte una volta ogni tanto! Non posso- > Lucy si fermò quando sentì lo stomaco capovolgersi. Stava per vomitare di nuovo. Riuscì a scansare Natsu per correre a tutta velocità al bagno, facendo appena in tempo a raggiungerlo prima di svuotare lo stomaco.

 

< forse star male non è poi così male! Qualsiasi cosa che ti faccia smettere di urlarmi contro non può essere una brutta cosa > sentì la voce di Natsu dire dalla camera.

 

< stronzo > ringhiò, probabilmente stava scherzando ma lei non era decisamente dell’umore adatto.

 

< ti ho sentito >

 

Come diamine aveva fatto?

 

< sono un drago > aveva a malapena sussurrato la prima cosa che gli era venuta in mente, cercando di capire se stava bleffando o riusciva veramente a sentirla.

 

< lo dubito fortemente >

 

Perché riusciva a sentirla così bene? Era così strano…beh, Erza le aveva detto che molti sulla nave avevano dei poteri, giusto? Questo doveva valere anche per il capitano. Cos’aveva, un qualche tipo di super udito magico? Che magia insulsa che sarebbe. Sbuffò quando cercò di trattenere una risata, stava per chiedergli del suo super insulso potere quando la stanza cominciò nuovamente a vorticare. Le pareti si allungarono e Lucy cercò di tenersi in piedi ma si sentì trascinare a terra. Non riuscì nemmeno ad afferrare qualcosa su cui aggrapparsi prima di sentire la testa sbattere sulle piastrelle del bagno.

 

 

Riusciva a sentire il suo battito cardiaco pulsarle in testa. Il continuo pulsare che le faceva capire che era di nuovo sveglia, e pentirsi di esserlo allo stesso tempo. Questi svenimenti erano così improvvisi che non riusciva nemmeno a chiamare aiuto o aggrapparsi da qualche parte. Decisamente non si era mai sentita così male in vita sua. Lucy ricordava di aver preso l’influenza ogni tanto quando sua madre era ancora viva, quando poteva prenderla in braccio sussurrandole parole di conforto nell’orecchio. In tutti gli anni a seguire la morte della madre, Lucy veniva semplicemente tenuta nella sua stanza in caso si ammalasse, dovendo sbrigarsela e aspettare che passasse da sola, era molto diverso da quando sua madre era ancora lì. In un certo senso, per quanto potesse sembrare orribile da parte sua, era felice che ci fosse di nuovo qualcuno lì con lei. Si, si sentiva in colpa per aver fatto ammalare Natsu ma era la prima volta dopo tanto tempo che c’era qualcuno lì con lei mentre era malata. Parlando del diavolo, non riusciva a vederlo da nessuna parte. Controllando il pavimento al lato del letto determinò che non fosse proprio nella stanza. Questo lasciava solo un altro posto.

 

Alzandosi lentamente, camminò con attenzione verso il bagno, stando attenta a non cadere o svenire di nuovo. Non le ci volle molto a trovare Natsu una volta raggiunta la porta. era svenuto sdraiato sul gabinetto, la testa appoggiata ad uno dei suoi bracci mentre dormiva, l’altro abbandonato verso il pavimento. Lucy si appoggiò allo stipite della porta per qualche istante, si sentiva davvero in colpa per l’intera faccenda. Se non fosse stato per la sua ingenuità lui non si troverebbe qui adesso, a dormire scomodamente sul gabinetto. Quando non si mosse, Lucy entrò nel panico, era morto? Controllandogli il polso lasciò uscire un lungo respiro che non sapeva di aver trattenuto…era vivo, solo completamente primo di sensi.

 

C’era solo una cosa che doveva fare adesso…riuscire in qualche modo a spostarlo fino al letto. Decidendo fosse meglio agire prima e pensare dopo, si accovacciò portandosi un suo braccio intorno le proprie spalle. Trascinandolo, si rialzò facendo leva sulle gambe per sorreggere il peso del ragazzo. Era molto più pesante di quanto avesse pensato, e stava diventando molto più caldo per giunta. Avendolo così vicino riusciva a sentire il calore che emanava il suo corpo che le fece sentire ancora di più la nausea. Lucy gli diede una leggera scossa per vedere se si svegliasse in quel modo ma niente, era addormentato e pesantemente.

 

Stringendo i denti se lo trascinò dietro, l’aveva portata a letto più di una volta, ora era il suo turno. La stanza le girò intorno e finì per perdere la presa su di lui. Con un tonfo piuttosto rumoroso il ragazzo capitolò a terra. Lucy si fermò per un istante, con la paura che potesse svegliarsi ma invece, il ragazzo continuava a dormire. I muscoli le facevano male ma si accovacciò di nuovo tirandolo di nuovo su. Avrebbe dovuto dimenticare di menzionargli questo piccolo incidente.

 

Dopo qualche minuto di dolore, si ritrovò a guardare il letto che non le era mai sembrato più invitante in vita sua. Tirando con tutte le sue forza, trascinò Natsu sulle coperte, un arto alla volta. Poi collassò a sua volta sul letto, contemplando se fosse il caso di dormire lì ma faceva un caldo insopportabile vicino a Natsu perciò scivolò giù dal letto raggiungendo il pavimento fresco e sorrise.

 

 

< …Na…tsu!...id…Natsu? svegliati! >

 

Lucy si svegliò bruscamente quando la voce di Natsu le rimbombò nelle orecchie.

 

< CHE C’E’! >

 

< avete fame? > era Erza dall’altro lato della porta.

 

< diavolo no! Finiremmo comunque per vomitarlo! Non sprecare il cibo! >  appena il ragazzo finì di parlare, Lucy sentì il suo stomaco brontolare…aveva veramente fame ma sarebbe stato davvero solo uno spreco alla fine. Doveva per forza gridare? Le suonava così forte nella testa.

 

< ti ha brontolato lo stomaco, hai fame? >

 

Accidenti al suo dannato super udito. Sollevo leggermente la testa dal pavimento per scuoterla in segno di diniego, con l’unica eccezione che non si trovava sul pavimento…era di nuovo sul letto, Natsu per terra di fianco a lei. Seriamente. Questo gioco doveva finire.

 

< la vuoi smettere! > sibilò al ragazzo che nel frattempo si era seduto di fianco al letto.

 

< eh? Smettere cosa? >

 

< smettila di mettermi sul letto! Ti ho fatto ammalare io perciò il letto lo prendi tu! Questo giochetto a cui stiamo giocando è davvero stupido! >

 

< allora smettila di giocare e resta sul letto! >

 

< ah! Sei frustrante! > Lucy buttò le braccia in aria < non possiamo nemmeno fare a turno? >

 

< lo abbiamo fatto >

 

< perché tu non te ne vuoi stare in questo dannato letto! Ah! Lasciamo perdere > con questo si rigirò dall’altra parte e lo ignorò con tutta sé stessa. Se voleva starsene per terra così tanto che ci restasse, al diavolo il fatto che aveva faticato tanto per portarlo a letto! Stupido pirata testardo. Stava scendendo un silenzio quasi scomodo nella stanza, l’unico rumore i loro respiri. E in quel momento se ne accorse, c’era qualcosa che non andava nel respiro di Natsu. Anche se era ancora seccata per il loro battibecco si rigirò nel letto per guardarlo, aveva gli occhi chiusi ma Lucy sentiva che non stava dormendo. Era seduto con la schiena appoggiata al muro ma nonostante il supporto il corpo era completamente abbandonato alla parete. Il suo respiro somigliava più ad un silenzioso sibilo adesso.

 

< Natsu, stai bene? > lui alzò un sopracciglio alla sua domanda ma non si preoccupò di aprire gli occhi.

 

< si, sto una favola >

 

Ignorando il sarcasmo, continuò a domandare < hai il respiro strano, tutto ok? > avrebbe ricevuto una risposta a tutto i costi.

 

< … > lui rimase in silenzio.

 

< Natsu? >

 

< si, è un po’ difficile respirare al momento ma sto bene >

 

< che vuoi dire con ‘ è difficile respirare’? >

 

 < voglio dire che è difficile respirare, cose se prendere l’aria fosse due volte più faticoso…e non è piacevole. Non so…come spiegarlo meglio di così >

 

< prova a stenderti >

 

La guardò strano quando lo propose, avevano appena finito di litigare a tale proposito dopotutto.

 

< no, sul serio. Buttato lì in quel modo non ti aiuta per niente. Guarda, devo comunque andare in bagno perciò adesso è il tuo turno di usare il letto >

 

Senza aspettare una risposta si alzò dirigendosi in bagno. Fortunatamente si sentiva un po’ meglio al momento perciò non ebbe problemi a raggiungerlo. Sembrava si stessero alternando, lei stava male e lui bene, un minuto dopo l’esatto contrario. La nave dondolò leggermente, abbastanza piano da permetterle di aggrapparsi al lavandino ancora in costruzione. All’inizio pensò fosse passato, finché tutto non sembrò capovolgersi per un momento e Lucy lottò per tenersi in piedi. Sentì delle urla provenire da fuori, Erza che gridava ordini, riuscì a cogliere qualche parola, la maggior parte a proposito di una tempesta. La nave si piegò di nuovo e Lucy sobbalzò quando sentì i piedi bagnati dall’acqua ghiacciata.

 

Giusto, l’alloggio era ancora in costruzione e quindi non era ancora isolato al 100%. Il fatto che si trovasse sul ponte poi non aiutava per niente, l’acqua che scrosciava sul ponte andava a finire direttamente nella camera. Sicuramente era una delle cose che doveva far aggiustare ai ragazzi in seguito. Prima che potesse riacquistare perfettamente l’equilibrio, la nave oscillò di nuovo facendola scivolare sull’acqua. Le tirarono tutti i muscoli per lo sforzo che fece per rimanere in piedi. Era veramente il momento peggiore per ritrovarsi in mezzo alla tempesta! L’acqua era gelata e di sicuro non poteva essere una bella cosa per lei e Natsu viste le loro condizioni.

 

Natsu.

 

Assicurandosi che il muro fosse vicino in modo da potersi reggere se ne avesse avuto il bisogno, tornò correndo in camera. C’era molta più acqua lì che nel bagno, stava velocemente arrivandole alle ginocchia, già non riusciva più a sentirsi le dita dei piedi. la porta stava perfino sbattendo in balia del vento, permettendo a Lucy di vedere cosa stesse succedendo fuori e di capire perché erano pieni d’acqua: stava piovendo a dirotto e delle onde enormi si infrangevano sul ponte…entravano ed uscivano in continuazione nell’alloggio femminile…dov’era Natsu?

Non era nel letto, ne in piedi, il che lasciava solo un opzione. Prima ancora che potesse iniziare a cercarlo, si spaventò nel vederlo improvvisamente apparire, tirandosi fuori dall’acqua.

 

< Natsu! >

 

Il suo sguardo incrociò il proprio per qualche istante e lui le rivolse un piccolo sorriso.

 

< rinfrescante, vero? >

 

In verità lo era, contro la sua pelle bollente risultava troppo fredda ma decisamente rinfrescante. Dimenticandosi del supporto del muro, su avvicinò a lui, offrendogli una mano. Lui la prese, mentre la bionda lo aiutava ad alzarsi. Lucy si sentì orgogliosa di aver davvero aiutato un ragazzo così ‘robusto’ ma durò poco.

 

La nave oscillò di nuovo, violentemente, mandando a sbattere il letto dall’altra parte della stanza, dritto contro gli unici due presenti.

 

< salta! > gridò Lucy, afferrando saldamente il braccio di Natsu e cercando di saltare oltre il letto in movimento. Riuscirono a saltare, ma fallirono l’atterraggio, scivolando in acqua. Lucy ne inghiottì parecchia mentre la mano ferita sbatteva a terra. Aveva completamente perso la presa su Natsu. Per qualche istante galleggiò sull’acqua, stordita, finché non sentì una mano avvolgersi intorno al suo braccio e tirarla su. Tossì finché non riuscì di nuovo a respirare.

 

Guardando Natsu da vicino, non potè fare a meno di sentirsi dispiaciuta per il ragazzo. Aveva delle borse molto scure sotto gli occhi, ma aveva dormito abbastanza? O almeno un po’? il respiro non era migliorato inoltre e il modo in cui la presa sul suo braccio scivolava così facilmente iniziava a farla preoccupare. La nave s’impennò e loro scivolarono in acqua, Lucy si allungò per afferrare Natsu mentre lui li tirava di nuovo su.

 

La mano di Lucy era un pasticcio doloroso e dovette stringere i denti per non lasciarsi sfuggire un lamento. Non aveva mollato la sua presa ferrea su Natsu questa volta. Lucy non l’aveva mai detto ancora, ma lei non sapeva nuotare, nessuno si era preso la briga di insegnarglielo e anche se l’acqua non era molto profonda era dannatamente fredda ed essere sommersa incessantemente incominciava a spaventarla. Ora erano di nuovo in piedi e sembrava che l’acqua si stesse allontanando un’altra volta. Lucy sentì Natsu crollare leggermente ed iniziare ad appoggiarsi di più a lei. Avendo imparato dalle esperienza precedenti, sapeva che uno di loro poteva svenire in qualsiasi momento nel giro di qualche secondo e Natsu era un ragazzo pesante.

 

Così quando lui svenì lei era completamente pronta per gestire la situazione. Totalmente…nemmeno vicino. Inciampò all’indietro sia per il peso che per le oscillazioni della nave, finendo a sbattere contro il muro e scivolando a sedere nell’acqua gelida.

 

Restò lì seduta con Natsu svenuto tra le braccia e l’acqua che le colava dal viso, chiedendosi cosa fare. Un’onda li investì in pieno ma Lucy la ignorò, veloce come era arrivata se n’era andata e l’acqua era molto più bassa rispetto a cinque minuti prima. Lucy continuò a reggere la testa di Natsu sulle gambe, aspettando che il livello scendesse ulteriormente. La porta venne sbattuta, spaventandola. Qualcuno da di fuori doveva averla chiusa…o era stato il vento della tempesta. Si sarebbero presi entrambi un accidente in questo modo se non si asciugavano alla svelta.

 

Le oscillazioni della nave si erano placate così come le urla di Erza di fuori. Sembrava che la tempesta fosse passata.

 

Adesso Lucy era stanca, il suo letto era finito dal lato opposto della stanza rispetto a dove era stato posizionato in origine…i ragazzi avrebbero dovuto inchiodarlo a terra. Avevano avuto la fretta di finire il più presto possibile e non ne avevano avuto il tempo.

 

Chi si immaginava che un letto potesse essere tanto pericoloso su una nave?

 

Lucy tirò le ginocchia fuori dall’acqua, erano piuttosto blu ma niente che non potesse essere messo a posto da qualche coperta. Natsu tuttavia era ancora caldo, beh, almeno più caldo di lei. Stava accovacciato tra le sue gambe mentre lo abbracciava stretto ma era il meglio che potesse fare per lui al momento. Voleva solo restarsene seduta lì e non stressare il corpo in caso fosse svenuta anche lei.

 

Perciò se ne sarebbe rimasta lì per un po’, con le braccia che circondavano un uomo mezzo nudo nella fredda acqua di mare.

 

Se solo sua madre avesse potuto vederla in quel momento chissà cosa avrebbe detto.

 

Fin da quando si era arrampicata fuori della finestra del suo palazzo, le cose erano andate così freneticamente senza permetterle di rallentare un attimo. Era davvero così che sarebbe stata la sua vita? Era una follia. Abbassò lo sguardo per guardare Natsu, guardare il marchio rosso sul suo petto. Lei non aveva problemi nel respirare, che differenza c’era tra loro? Avevano entrambi lo stesso problema, giusto? L’unica differenza era il sito d’infezione, il suo era la mano e se le faceva così male poteva solo immaginare come potesse dolere il petto a Natsu di conseguenza. Era per questo che il suo respiro si mozzava ogni tanto e sembrava forzato?

 

Guardò il suo viso dormiente, era un uomo piuttosto attraente…ovviamente l’aveva notato prima. A parte qualche voce in circolo lei non sapeva davvero niente della sua vita da pirata. Diamine, non sapeva poi molto nemmeno del ragazzo in sé per sé. Conosceva qualcosa su Lisanna e Natsu probabilmente ignorava che lei sapesse così tanto.

 

Le si chiusero le palpebre e lei torno di scatto a sedersi diritta. Non andava bene, sentiva di poter svenire da un momento all’altro. Era l’acqua il vero problema, forse il letto non era poi tanto umico. Era un impresa disperata ma allo stesso tempo era la sua unica speranza, perciò iniziò a migrare attraverso la stanza trascinandosi il suo Capitano dietro.

 

Era ancora più difficile con l’acqua, sebbene fosse scesa notevolmente. Finalmente riuscì a raggiungere il letto sul quale collassò con Natsu ancora tra le sue braccia. Lucy cercò di spostarsi ma il suo corpo non glielo concesse, al contrario cominciava a sentirlo sempre meno. Il letto era zuppo e stava ancora attaccata a Natsu come se la sua vita dipendesse da questo, ma il suo corpo non le rispondeva più. La forzò nello sprofondare in un sonno profondo.

 

Con un piccolo colpo di tosse Natsu si svegliò ma non si mosse, sentiva le braccia di qualcuno circondarlo e, semplicemente abbassando lo sguardo, potè vedere che fosse Lucy. Stava tremando nel sonno e lentamente riuscì a rendersi conto che erano ancora bagnati.

 

Beh, lui poteva risolvere il problema. Era la sua specialità. Riscaldando il suo corpo senti i suoi vestiti iniziare ad asciugarsi, facendo attenzione a non alzare troppo la temperatura, Lucy non poteva tollerare la stessa temperatura, si avvicinò ulteriormente per assicurarsi che anche i vestiti della ragazza si asciugassero. Il letto si sarebbe asciugato a sua volta. Non avevano bisogno di ammalarsi ulteriormente.

 

Aggrottò leggermente la fronte, era svenuto di nuovo? Lucy l’aveva trasportato di nuovo, era una ragazza piuttosto dura se si impegnava, quando non si lamentava. Le dispiaceva per lei in un certo senso, l’aveva portata sulla nave per rendere la sua vita migliore ma…le cose non erano andate poi molto meglio di prima. Doveva fare in modo che lei si riprendesse così da mostrarle che essere un pirata era molto meglio di quello che aveva visto fin’ora. Certo, era duro ma non quanto stare così male, rigettarsi anche le viscere o dormire su un letto bagnato.

 

Dovrebbero raggiungere l’isola presto, nel giro di poche ore ipotizzò Natsu, oppure lo sperò soltanto. Poteva solo sperare che le cose sarebbero andate lisce una volta arrivati. Erano già stati su quell’isola prima, l’isola Thyme. Era piuttosto malfamata in alcuni punti ma finché erano scortati dagli altri membri non avevano nulla da temere.

 

Fino a quando non avrebbero toccato nessuno. Natsu odiava i dottori, beh più che altro il loro odore. Antisettico, disinfettante e vari altri prodotti chimici che gli pungevano nel naso. Più veloce ne uscivano meglio sarebbe stato. Non aspettava di certo con ansia di spendere tutti quei pochi soldi che avevano accumulato ma era necessario.

 

Onestamente il viaggio in cui si sarebbero imbarcati di lì a poco non sarebbe stato affatto divertente, nemmeno leggermente, e Natsu riusciva sempre a trovare qualcosa di divertente in qualsiasi situazione. Si mosse in cerca di una posizione comoda, stando attento a non svegliare Lucy. Era meglio provare a riposare il più possibile. Il corpo gli doleva, specialmente il petto. Stava diventando sempre più difficile riuscire a respirare, i suoi polmoni sembravano a malapena rispondere certe volte.

 

< Capitano? >

 

Era la voce di Gray, Natsu fece un verso in segno di essere in ascolto.

 

< l’isola è in vista. Saremo lì nel giro di qualche ora ma dovremmo aspettare fino a mattina prima di entrare al molo >

 

Fu abbastanza da far digrignare i denti a Natsu, ma in realtà i medici non avrebbero aperto nel bel mezz della notte su un isola piccola come quella. Dovevano aspettare fino a mattina.

 

< va tutto bene? >

 

< si, ci vediamo domattina > brontolò, abbastanza forte da poter essere sentito da Gray. Abbracciando Lucy più stretta a sé si assicurò che la sua temperatura rimanesse alta. Quella sarebbe stata una lunga notte.

 

 

 

Note

 

 

Finalmente il mio adorato capitolo 6 è qui *o* non so voi ma io quando lo lessi la prima volta lo adorai dall’inizio alla fine.

Secondo voi cosa succederà nei prossimi capitoli? Ditelo nella recensione!

E per questo invece? Vi aspettavate succedesse qualcosa di simile?

 

Beeeneeee questa volta non ho molto da dire in queste notine ( gia vi rompo abbastanza quando rispondo alle recensioni XD)

Perciò vi lascio questo video bellino bellino <3 ditemi se vi è piaciuto poi J

 

http://www.youtube.com/watch?v=74hGl1JfuAg

 

byebye!!!

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Capitolo 7
*** Doctor, Doctor gimme the news! ***


 

Era peggio di prima. Lucy potè avvertirlo appena si svegliò. Lo stomaco le doleva e riusciva a sentire il battito cardiaco pulsarle nella mano gonfia. Almeno non era più bagnata il che era un bene… in effetti sentiva intorno a lei un confortevole calore. La sua mente ancora insonnolita incominciò ad elaborare che si stesse svegliando, così aprì gli occhi.

 

Oh, ecco perché, era sul letto con le braccia di Natsu intorno al corpo.

 

Già. Niente di strano.

 

Niente di niente.

 

Click.

 

Sbattè le mani sul petto del ragazzo, pentendosene immediatamente quando una scarica di dolore le attraversò la mano e la forza della sua spinta fu sufficiente a scaraventarli entrambi giù dal letto. Lucy riusciva ad immaginare che non fosse stato piacevole quel colpo nemmeno sul suo petto. Capitolò dal bordo del letto, sentendo Natsu colpire il pavimento dall’altro lato.

 

Ok, probabilmente non era il modo più gentile per svegliarlo ma non poteva invadere il suo spazio personale in quel modo mentre lei era priva di sensi. Era praticamente uno stupro…anche se stava solo cercando di riscaldarla.

 

Va bene, era stata una stronza per aver fatto una cosa del genere ma era stata una reazione onesta da parte sua…

 

< …ow… > sentì un piccolo gemito provenire dal capitano < buongiorno anche a te… >

 

Lei rise leggermente del suo sarcasmo e si mise in una posizione più comoda sul pavimento; non aveva la forza per rialzarsi al momento.

 

< hey, siete svegli? Siamo pronti ad andare quando lo siete voi > era la voce di Gajeel questa volta.

 

< oh, siamo arrivati? > chiese Lucy a Natsu, che si era alzato annuendo in sua direzione. Sembrava ancora decisamente spossato, Lucy era riuscita a dormire durante la notte mentre lui aveva l’aria di non aver chiuso occhio per niente.

 

< si, è arrivata l’ora di andare a sentirci meglio > con questo alungò una mano in sua direzione che lei accettò con gratitudine. Per un momento barcollò ma fortunatamente fu questione di un secondo, poteva riuscire ad usare la forza che le rimaneva per arrivare dal medico, non poteva essere troppo lontano.

 

< bene, andiamo! > disse abbastanza forte da poter essere sentito da Gray. Si mise la bandana che Lucy osservò per qualche istante. Doveva essere un inferno portare una bandana nera con quel caldo, solo per nascondere la sua identità? Natsu le fece cenno di andare, rimanendole sempre vicino, e finalmente uscirono da quella stanza, alla luce del sole.

 

Lucy avvertì istantaneamente le forza abbandonarla, faceva così caldo là fuori che le stava togliendo letteralmente il respiro. Poteva vedere la stessa reazione in Natsu, gli occhi che gli si chiudevano per la luce intensa. C’era un piccolo gruppo ad aspettarli lì fuori, solo Erza, Gray, Gajeel e Happy.

 

Lucy non era sicura del motivo per cui il gatto dovesse venire ma…sembravano tutti d’accordo. Galee fece cenno verso il bordo della nave, dove avevano saldato una larga rampa dal quale sarebbero potuti scendere senza usare la scala. Lucy per poco non si lasciò sfuggire una lacrima di gratitudine.

 

< il piano è di trovare un dottore, farvi curare e riuscire a farci avanzare anche qualche soldo. Potrebbe anche essere impossibile ma abbiamo tutti i giorno a che fare con l’impossibile. Andiamo > dichiarò Erza, segnalando che lei e Natsu sarebbero saliti per primi sulla rampa < cercate di resistere fino alla fine, non sforzatevi troppo. Se uno di voi due sviene, l’altro dovrà trasportarlo, questa volta non possiamo aiutarvi >

 

Natsu annuì, Lucy al seguito. Se Natsu fosse svenuto era spacciata! Almeno se fosse capitato a lei non sarebbe stato così difficile per lui trasportarla. Tremando al solo pensiero, Lucy non fece attenzione a dove metteva i piedi finendo per sbatterne uno contro il legno. Inciampò, ma solo per qualche secondo prima che la mano di Natsu l’afferrasse per il braccio per stabilizzarla.

 

< fai attenzione > fu tutto quello che disse, senza ancora lasciarle andare il braccio. Riuscirono a scendere senza ulteriori problemi e aspettarono che gli altri li raggiungessero, trasportando un enorme forziere che Lucy poteva solo supporre fosse pieno di soldi.

 

Ma esattamente quanto costava questa cura?

 

Vide Natsu voltare la testa verso la lunghezza delle banchine, notando un ragazzino: disordinati capelli neri, abbastanza pelle e ossa ma con gli occhi grandi e verdi che guardavano dritto verso di loro.

 

< siete pirati? > chiese avvicinandosi ma mantenendo comunque una certa distanza di sicurezza.

 

< no, siamo mercanti > rispose gentilmente Natsu.

 

< sembrate pirati. Non mentire se lo siete, non lo dirò a nessuno. Io trovo che i pirati siano una forza! > il bambino sorrise e Lucy non potè fare a meno di sorridere a sua volta. Non doveva essere un giorno più grande di 5 anni.

 

< ahhaha, si, i pirati sono forti vero?  E va bene ragazzino, che rimanga tra me e te, si siamo pirati >

 

< Natsu! > Lucy si trattenne dal dargli un pugno in testa, non era importante mantenere l’informazione segreta?

 

< davvero? Wow! Che forza! Dovreste portarmi con voi! Non devo vivere qui, potrei benissimo essere un pirata! > il bambino stava praticamente saltando per l’euforia ora.

 

< mi dispiace ragazzino, la barca è piuttosto piena al momento, ma potresti aiutarci se vuoi. Sai dirmi dove si trova il medico più vicino? > continuò Natsu, Lucy lo guardò parlare, sembrava essere bravo con i bambini. Non la sorprese considerando il fatto che qualche volta si comportava come tale.

 

< si! Sto andando lì proprio adesso per un controllo! Sono solo stato distratto dalla vostra nave pirata e dovevo venire a vederla da vicino! È sulla collina per la via principale. È una grande casa verde sulla sinistra…no, destra! È sulla destra. Non la puoi mancare perché c’è un grande cartello con scritto “dottore”  sulla porta >

 

< d’accordo, grazie piccolo > sorrise Natsu.

 

< vi aspetterò di fuori e dopo, visto che vi ho aiutato mi farete almeno fare un giro vero? > il bimbo se ne stava già andando come a voler dire che Natsu non aveva modo di opporsi alla faccenda.

 

< ahahah, come ti chiami, ragazzino? >

 

< Conner > si girò.

 

< d’accordo Conner, ci vediamo dopo >

 

Gli occhi di Conner brillarono; annuì entusiasta e corse via. Praticamente saltellando.

 

Lucy sorrise, la sorprese come qualcosa di così facile per un pirata potesse significare così tanto per un bambino.

 

< va bene, hai finito? Ora andiamo > brontolò Gajeel da dietro di loro. Natsu prese il braccio di Lucy e incominciò ad allontanarsi dalle banchine, dirigendosi a terra.

 

Gli ci volle moltissimo tempo per raggiungere la collina. Il sole bruciava e non rendeva affatto facili le cose ai due. Il pochi compagni che li stavano accompagnando avevano l’aria di volerli aiutare ma nessuno gli diede una mano. Non potevano permetterselo, lo sapevano.

 

< come stai? Ce la fai? > sussurrò Natsu. Probabilmente era il tono più alto che era riuscito a produrre. Erano finiti a supportarsi l’un l’altra mettendo un braccio intorno alla schiena dell’altro, sorreggendosi a vicenda il più possibile.

Lucy non aveva nemmeno abbastanza fiato per rispondere, si limitò ad annuire. Sentiva di voler cedere, non le ci era mai voluto tanto tempo per andare da qualche parte prima. Semplicemente camminare era un’impresa ardua. I piedi le sembravano eccessivamente pesanti.

 

Era decisamente pronta a mettere la parola fine a tutta quella faccenda.

 

Perciò quando vide la grande scritta “dottore” sulla grande costruzione, stava praticamente trascinando Natsu per tutto il sentiero mentre cercava di accorciare le distanze tra lei e il dottore il più velocemente possibile.

 

E finalmente eccoli là. Gray aprì la porta per tutti, permettendo a Natsu e Lucy di entrare dentro senza toccare niente. Per un breve istante Lucy si chiese dove fosse Conner, non aveva detto che li avrebbe aspettati fuori? Lucy scacciò via il pensiero.

 

Erza era già alla reception, chiedendo di vedere immediatamente un medico. A povera segretaria sembrò leggermente intimidita ma si mosse comunque alla svelta mentre Gray si sedeva, già con un aria decisamente annoiata. Il gatto…Happy…si arrampicò su di un’altra sedia, guardandosi intorno. Lucy ancora pensava che quel gatto fosse strano.

 

< ha detto che uno dei dottori sta effettuando una visita al momento. Sembra ci siano solo due dottori qui. L’altro arriverà immediatamente ma per ora voi due dovete andare in fondo al corridoio, prima porta a destra. State molto attenti a non toccare niente, farò loro presente la vostra situazione > disse Erza, avvicinandosi.

 

Lucy annuì, poi iniziò a dirigersi verso il corridoio, Natsu era stato stranamente silenzioso durante gli ultimi minuti e lei voleva sapere il perché, tutto quello che riusciva a sentire era un respiro leggero, che iniziava a suonare più come un affanno adesso. Forse era sull’orlo di svenire di nuovo. Riuscì a mantenere il passo svelto finché non raggiunsero la stanza. Tirandoselo dietro lo voltò in modo da farlo sedere sul letto presente nella piccola stanza. Le pareti bianche, il letto bianco, l’odore d’antisettico. Era decisamente come un mini-ospedale. Guardò Natsu che aveva la testa leggermente abbassata, dopo un po’ l’alzò portandosi una mano a coprire naso e bocca. Per un secondo pensò dovesse vomitare ma lui non si mosse di un centimetro.

 

< Natsu? Cosa c’è che non va? > gli chiese, sedendosi vicino a lui, le sue gambe erano stanche e sentiva di non poter resistere un altro secondo in piedi.

 

< …l’odore…è l’odore > mormorò, la mano ancora sulla faccia.

 

< …che cos’ha? È solo antisettico e disinfettante >

 

< no…non quello…c’è puzza di sangue…molto sangue >

 

Lucy rimase leggermente sorpresa dalla risposta. Era solo il piccolo studio di un dottore, certo era un palazzo di tre piani ma vi lavoravano solo due dottori. Non dovrebbe esserci un odore di sangue tanto forte come quello avvertito da Natsu. Non aveva senso. Glielo stava per chiedere quando qualcuno apparse sulla porta.

 

< buongiorno, sono la dottoressa Hadgins. So che siete stati contagiati dal Kiseichuu, abbiamo già discusso il pagamento con i vostri compagni fuori. Inizieremo il trattamento immediatamente. Quanto tempo è passato da quando siete stati infettati? > era una donna molto graziosa, con lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena.

 

< sono due giorni per me, ho contagiato lui circa sei ore dopo? > Lucy rispose, indicando Natsu, che stava stringendo gli occhi adesso.

 

Che cosa gli stava succedendo?

 

< va bene, e guardandovi posso intuire che il tuo punto di infezione è la mano mentre il suo è il petto? > continuò, avvicina dosi leggermente mantenendo comunque una certa distanza.

 

Lucy annuì in risposta, stava iniziando di nuovo a sudare. Iniziava di nuovo a fare un caldo tremendo.

 

< questo tipo di infezione è abbastanza complicata. Dipende principalmente dal sito di infezione. Nel tuo caso ci vuole più tempo perché le uova si spargano per tutto l’organismo. Invece, per il signore, è più complicato > continuò come se fosse un discorso di tutti i giorni, il suo viso inespressivo mentre parlava. Lucy sentiva che c’era qualcosa che non andava in lei, non le piaceva per niente.

 

< vedi, visto il punto d’ingresso è probabile che si trovino nei polmoni e visto che si tratta del petto potrebbero persino essere entrati nel sistema circolatorio vicino al suo cuore. Il cuore pulsa il sangue nel resto del corpo, perciò le uova sono circolate ovunque. In questo modo è più difficile rimuoverle. Dovrà sottoporsi ad un’operazione >

 

Gli occhi di Lucy si spalancarono. Operazione?

 

< cosa? Perché? > chiese, anche se la dottoressa Hadgins le aveva già spiegato il perché non potè fare a meno di essere shockata dall’andamento delle cose.

 

< Lucy vero? Se non hai capito ti spiegherò tutto dopo l’operazione, ma per adesso ti prego di non fare altre domande. Sono un dottore e ti assicuro che so cosa sto facendo, non è il primo caso che mi si presenta questo. Il tempo è fondamentale, più si aspetta e più rischiosa sarà l’operazione >

 

Rischiosa? Non si era mai detto che potesse essere un rischio; si doveva trattare semplicemente di una puntura veloce o qualcosa del genere. Non un operazione. Davvero il sito di infezione faceva così tanta differenza?

 

< sono arrivato! > un uomo apparve sulla porta. sembrava più gentile della donna. La sua espressione era più morbida e dava a Lucy una sensazione leggermente più rilassata. Aveva una barba ben curata ed era leggermente in carne. Quei due erano davvero sposati? Sembravano uno il polo opposto dell’altro.

 

< anch’io sono il dottor Hadgins, solo la versione maschile ahahhahah. Certo non bello come l’altra > scherzò, avvicinandosi con un sorriso < capisco che avete un problema da risolvere. Non si preoccupi signorina, faremo in modo che il suo amico sia rimesso a nuovo > allargò il sorriso in direzione di Natsu e Lucy si sentì rispondere automaticamente. Si sentiva più a sicuro nelle sue mani. Notò avesse portato con lui una barella.

 

< d’accordo figliolo, se riusciamo a farti sdraiare qui sopra poi ti puoi anche rilassare e lasciar fare tutto a noi > ancora una volta, il sorriso non sparì mai dalla sua faccia.

 

Natsu aprì di nuovo gli occhi, e osservò l’uomo. Per alcuni istanti non si mosse e Lucy iniziò a preoccuparsi, non sembrava fidarsi molto. Poi si alzò tremolante per andarsi a sedere sulla barella, sdraiandosi. Il suo viso si contorse mentre si avvicinava al dottore. Natsu non sembrava affatto contento.

 

< tesoro, portalo nell’altra stanza per favore > chiese l’uomo mentre la donna annuì educatamente iniziando a portar via Natsu. Immediatamente Lucy si alzò, posizionandosi di fronte la barella. La donna smise di spingerlo, guardandola con occhi annoiati.

 

< signorina, mi scusi, ma ho bisogno di prepararlo per l’operazione > dichiarò, la sua voce tranquilla che non la rassicurava affatto. Lucy abbassò lo sguardo su Natsu, che la guardava dal lettino. Lucy si portò di fianco la barella, sporgendosi per avvicinarsi a lui così che gli altri non potessero sentire e prendendogli anche la mano. Cercando di sembrare convincentemente una coppia in modo che i dottori non li avrebbero infastiditi per qualche minuto.

 

< starai bene? > chiese Lucy. Non poteva scrollare via la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato.

 

< non ne ho idea…non ho mai subito…un’operazione prima > mormorò lui, fissando la propria mano nella sua. Chiaramente non aveva colto cosa stesse facendo.

 

In più non era questo che Lucy stava cercando di chiedergli. Forse era maglio che lo lasciasse andare, sembrava che iniziasse ad essergli doloroso persino parlare.

 

< forse possiamo trovare un altro dottore con la cura? > sussurrò Lucy, guardandolo dritto negli occhi, cercando di far trapelare il messaggio.

 

< sta-tta >

 

Lucy sentì una vena pulsarle sulla fronte. La stava davvero prendendo in giro in un momento come quello?

 

< questo è…l’unico dottore…nei dintorni...saremmo morti…per quando…ne troviamo un altro > ogni parola usciva grattando prepotentemente nella sua gola.

 

Lucy annuì, sapeva avesse ragione eppure…

 

< signorina? > la voce del dottore suonava impaziente adesso.

 

Lucy si rialzò, dando inconsciamente una stratta rassicurante alla mano di Natsu prima di allontanarsi da lui. La dottoressa a quel punto iniziò di nuovo a spingerlo via, gli occhi di Natsu che la guardavano finché non scomparirono dietro la porta.

 

Lucy sentì il petto stringersi quando il ragazzo fu fuori dalla sua visuale. Qualcosa non sembrava giusto.

 

< d’accordo signorina, stia ferma solo un momento. Non vogliamo di certo ammalarci entrambi, giusto? La medicina è molto rara, non vogliamo di certo sprecarla > disse il dottore, avvicinandosi con un ago. Lucy non aveva ancora spostato lo sguardo da dove Natsu era scomparso. Sedeva immobile lasciandogli inserire l’ago nel suo braccio. A Lucy non erano mai piaciute le punture ma se era necessario per farla sentire meglio l’accettava senza pensarci due volte. Sentì la pressione del liquido entrarle nelle vene. L’effetto fu quasi immediato, sentì la sua temperatura abbassarsi e il dolore allo stomaco iniziò a diminuire. Questo la confuse ulteriormente. Era tutto qui?

 

< non capisco…perché non potevate fare una puntura anche a Natsu? > chiese, guardando attentamente il dottore.

 

< beh, vedi tesoro, se si trovano nei polmoni  molto più difficile da sterminare, in effetti dobbiamo proprio aprirlo e rimuovere le uova a mano. Se è solo nel sistema circolatorio è molto più facile > disse semplicemente.

 

< ora, se non ti dispiace, vado ad occuparti del tuo amico. Non preoccuparti > con un altro sorriso si voltò andandosene.

 

Lucy lo osservò allontanarsi nel corridoio. Per qualche momento rimase stordita finché non vide lampo color blu che la riportò alla realtà. Era una ragazzina, più giovane di lei di almeno quattro o cinque anni. Era veramente bellissima, lunghi capelli blu che arrivavano quasi al pavimento. Sorrise gentilmente a Lucy.

 

< ciao, il mio nome è Wendy > disse a bassa voce, era ovvio che fosse molto timida.

 

< ciao Wendy > Lucy cercò di non mostrare la confusione che sentiva al momento. Che ci faceva lì Wendy esattamente?

 

< sono la figlia del signor e la signora Hadgins…a dire il vero mi hanno adottata… > continuò Wendy, guardando la cartella clinica. Lucy trovò strano il modo in cui si riferiva a loro come signore e signora…e non mamma e papà…e anche senza il prefisso dottore.

 

< oh, ok > mormorò Lucy, ancora leggermente confusa del perché la figlia fosse lì. Stava giocando al dottore o qualcosa del genere? Che stava facendo con la cartella?

 

< che ci fai con la cartella clinica? > ed ecco che il suo cervello le faceva dire ad alta voce quello che dovrebbe solo pensare. All’inizio gli occhi di Wendy erano leggermente spaventati.

 

< …ti prego non dirlo ai miei genitori…mi piace ricontrollare quello che hanno fatto > le rispose praticamente sussurrando.

 

La mascella di Lucy cadde praticamente al suolo. Diceva sul serio? Una ragazzina riusciva a capire tutti i termini medici e le medicine appropriate per curare una persona? Era una follia…se era vero.

 

< davvero capisci tutto quello che c’è scritto? > Lucy non potè fare a meno di chiederlo, indicando con un cenno della testa la cartella clinica nelle mani di Wendy.

 

< ah, si ci capisco. Mi piace leggere i libri di medicina che ci sono qui perciò ho imparato in fretta > spiegò, ancora molto timida per l’intera faccenda.

 

< allora, cosa sta succedendo a me e a Natsu? > continuò Lucy.

 

< si, siete stati infettati da un kiseichuu, vero? Il pesce che impianta le uova nel sistema circolatorio dei mammiferi. I sintomi includono nausea, grave mal di stomaco, mal di testa e la tumefazione del sito d’infezione. A seconda del sito si possono presentare problemi respiratori o addirittura morte immediata. Questo solo se le uova entrano nel cervello però > snocciolò lei il discorso, quasi lo stesse leggendo direttamente da un libro.

 

Questo spiegherebbe i problemi respiratori di Natsu, grazie a Dio non gli aveva toccato la testa quando l’aveva afferrata. Avrebbe ucciso il suo Capitano!

 

< la cura non ci mette molto ad uccidere le uova, il tuo amico sarà fatto entrare qui tra circa cinque minuti > mormorò Wendy guardando qualcosa nella cartella clinica.

 

< perciò…è per questo che è stato portato in sala operatoria? > chiese Lucy ancora fissata sul fatto che Natsu dovesse andare ma non lei. Qualcosa le diceva di fidarsi della ragazzina, sembrava onesta e gentile.

 

La sua reazione non fu quella che Lucy aveva sperato. Fu solo per mezzo secondo ma i suoi occhi si spalancarono mentre leggeva il foglio, sembrava molto contrariata. Wendy si voltò, nascondendo la sua espressione a Lucy. L’atmosfera intorno alla ragazza cambiò totalmente. Era diventata molto pesante e sembrava che stesse parlando in automatico.

 

< la procedura è molto rischiosa > furono le sue ultime parole prima di uscire dalla stanza. Lucy deglutì rumorosamente.

 

Perché tutti continuavano a ripeterlo?

 

 

 

Natsu continuava a sbattere gli occhi che gli bruciavano come mai prima. Da quando erano entrati in sala operatoria l’odore di sangue era diventato insostenibile, gli occhi non la smettevano di lacrimargli. Natsu aveva pensato fosse male prima. Era uno degli odori che non riusciva a sopportare, specialmente in dosi così forti. Qualsiasi cosa avesse un odore troppo intenso non lo sopportava.

 

Gli avevano già iniettato qualcosa che gli offuscava i sensi e gli rendeva quasi impossibile muovere i muscoli. Natsu presuppose che eventualmente l’avrebbe fatto addormentare. Le erano state fatte all’incirca tre punture prima che il secondo dottore entrò nella sala. I due si scambiarono un consenso silenzioso, l’uno che semplicemente annuiva all’altra. Sembravano estremamente felici.

 

< pensare che saremmo stati così fortunati. Due colpi grossi in un giorno? > parlò il dottore, si muovevano nella stanza fuori dalla visuale di Natsu, prendendo attrezzi.

 

< beh, quello di prima era stato programmato da mesi, ricordi? Questo invece è stato un puro colpo di fortuna. Pensare che ha addirittura lo stesso gruppo sanguigno dei quattro principali offerenti! > rispose la donna.

 

< peccato per tutte queste cicatrici però, il tessuto cicatriziale sugli organi non sarà una bella veduta >

 

Parlavano piano tra di loro ma Natsu aveva sentito ogni parola. Si accigliò, di cosa stavano parlando?

 

< già, ma è molto in forma e sano. Beh, lo sarà dopo questo ahahah > parlò l’uomo e Natsu avvertì un ago entrargli nel petto. Sobbalzò, poteva sentire il dolore ancora molto chiaramente, specialmente quando gli avevano infilzato rudemente l’ago nella ferita. Tuttavia il suo corpo si rilassò dopo qualche secondo, e in tutta onestà Natsu potè dire di sentirsi decisamente molto meglio. La pelle rossa e squamosa sul suo petto aveva addirittura incominciato a sparire davanti i suoi occhi.

 

< allora, che organi possiamo usare? > chiese il dottore a sua moglie, togliendo l’ago dl petto di Natsu.

 

< beh, c’è un principe a Branith che ha bisogno di due reni, è disposto a pagare una bella cifra. Poi c’è un ricco signore a Hindensville che ha bisogno di un cuore e sua moglie di un fegato. Un’altra donna a Villmon ha bisogno disperatamente di un pancreas. Sono tutti di tipo AB, proprio come lui > lesse da un foglio la donna.

 

Natsu strinse gli occhi mentre guardava il soffitto. Proprio come chi? Natsu era di gruppo AB, lo sapeva bene eppure non riusciva a seguire bene la conversazione. Non aiutava che tutta quella roba che gli avevano iniettato lo faceva sentire così insonnolito. Che diavolo stavano dicendo? Che era tutta questa conversazione sugli organi? Natsu sobbalzò quando qualcosa di freddo gli fu messo sullo stomaco. Guardando in basso potè notare che il dottore aveva iniziato a legarlo. Le fibbie erano fredde sulla sua pelle. L’uomo continuava a tirare fortemente finché non riuscì quasi a sentire la circolazione bloccarsi. Poi si diresse vicino la testa di Natsu, spingendola  in modo che la guancia del ragazzo toccasse il lettino. Legò anche la sua testa. Non gli avevano detto nemmeno una parola da quando era uscito dalla stanza dove si trovava Lucy.

 

A che diamine servivano tutte quelle restrizioni? Il dottore si spostò lasciando Natsu a guardare per la stanza. Fu in quel momento che lo stomaco di Natsu si contorse, c’era qualcun altro sul letto nell’angolo della stanza. C’era sangue che scivolava dai bordi per riunirsi in una pozza sul pavimento. Non c’era da stupirsi che la stanza puzzasse tanto. Era un corpo piccolo, solo un bambino. Il suo piccolo torace era stato lasciato aperto, il suo letto abbandonato con noncuranza in un angolo. Gli arruffati capelli neri gli coprivano per la maggior parte gli occhi. Natsu riconobbe il suo odore, il fiato gli si mozzò in gola.

 

< Conner? >

 

 

 

Note

 

 

Oooooooook!!! Mega-cliffy questa volta!!!

Mi sa che per cattiveria vi faccio aspettare tanto và ù.ù *inserisci qui una risata malefica*

 

Allooooora…abbiamo incontrato la piccola Wendy, che penso tanto piccola non sia qua…forse avrà 15-16 anni? E poi vediamo finalmente Lucy stare meglio, ma anche Natsu ora sta meglio! O almeno per il momento…

 

Chissà cosa succederà? Ehhhh chi lo sa, chi lo sa!

 

E con il prossimo capitolo inizieremo a soffrire l’attesa tutti insieme ç.ç

 

E che altro dire?? Ma niente!!!

Lascio parlare voi! Con pareri e supposizioni sul prossimo capitolo! Ce la farà CAPITAN OVVIO ( Krizia mannaggia a te! Non riesco a chiamarlo in un altro modo ormai XD) a tenersi gli organi tutti per sé? (tranne il cuore, quello spetta di diritto a Lucy shi shi ù.ù)

 

Al prossimo capitoooolo!

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Capitolo 8
*** Done Dial ***


 

Affare fatto

 

 

Lucy batteva le dita sul letto, si sentiva in ansia. Era persa nei suoi pensieri, erano passati circa quindici minuti da quando il dottore se n’era andato e lei non riusciva a scrollarsi di dosso quel presentimento. La sensazione che qualcosa non andava.

 

Perché Natsu aveva fiutato tanto sangue? Questo pensiero l’aveva oppressa tutto il tempo. Poi c’era la figlia…che era leggermente strana e depressa quando se n’era andata prima. La cura non aveva senso e Lucy era ancora molto confusa sul perché Natsu dovesse essere operato. Se le uova erano abbastanza piccole da poter circolare nelle vene allora come diavolo avrebbero potuto toglierle a mano come quei dottori le volevano far intendere?

 

Tutta la faccenda semplicemente non le tornava.

 

Un blu famigliare rientrò nella sua visuale, a quanto pare Wendy stava mostrando ai suoi amici la strada verso la stanza dove si trovava.

 

< sembri stare molto meglio > dichiarò Erza con un piccolo sorriso. Gajeel sembrava semplicemente ignorare tutti gli altri nella stanza mentre Gray annuì leggermente. Il gatto saltò sul letto accovacciandosele in braccio.

 

Per poco non lo spinse via. Non che non le piacesse ma…era ancora abbastanza raccapricciante per lei. Wendy si voltò per andarsene.

 

< hey aspetta! > gridò Lucy, Erza si posizionò di fronte a Wendy per fermarla non appena Lucy la richiamò. Era bello avere Erza intorno. La ragazzina si lasciò scappare un piccolo gemito di sorpresa ma lentamente si voltò per guardarla.

 

< c-cosa vuoi > chiese, gli occhi dei presenti tutti puntati su di lei.

 

< non molto, voglio solo chiederti una cosa visto che sei così intelligente > le sorrise.

 

< o-oh…beh, stavo per a-andarmene prima che… > gli occhi le si spalancarono e serrò la bocca come se avesse detto qualcosa di sbagliato.

 

< prima che cosa? > chiese Gajeel dal suo angolo, la voce bassa e intimidatoria. La fissava dall’altra parte della stanza.

 

< niente! Prima che niente! > Wendy stava tremando, le labbra le vibravano mentre parlava. Sembrava terrorizzata. Perché? Non dovrebbe esserci niente di cui preoccuparsi al momento. Tutto ciò non calmava affatto i nervi di Lucy.

 

Lucy posò Happy di fianco a lei, alzandosi dal letto per avvicinarsi a Wendy.

 

< Wendy, prima che cosa? > chiese, abbassandosi per stare sullo stesso livello della ragazzina. Cercò di mantenere la voce bassa e tranquilla.

 

< p-p…prima che scopriate tutto! > pianse Wendy, le lacrime che le scendevano sul viso.

 

 

 

Natsu non riusciva a distogliere gli occhi dalla scena che aveva di fronte. Dire che fosse scioccato era un eufemismo. Uno dei medici notò il suo sguardo mentre si posizionava vicino a lui.

 

< oh tesoro, non potevi pulire? > era il marito che parlava.

 

< perché? Ci sporcheremmo le mani di nuovo, tanto vale buttare i rifiuti tutti in una volta sola >

 

Rifiuti? Gli occhi di Natsu si contrassero.

 

< sembra conoscere il ragazzino però, è un peccato vedere qualcuno che conosci morto prima che muoia anche tu. Gli ultimi istanti di questo ragazzo non sono di certo felicissimi! > rise.

 

Il tipo di risata che di solito segue uno scherzo divertente. Natsu non trovava niente di tutto ciò divertente. I suoi occhi si staccarono da Conner per guardare i dottori.

 

Stava iniziando a capire, Natsu ridusse gli occhi a due fessure mentre fissava la donna che si stava infilando un paio di guanti alle mani.

 

< oh? Sei arrabbiato? > lo derise, dirigendo le mani al suo collo sfilandogli lentamente la sciarpa < vuoi sapere perché il piccolo Conner doveva morire? Vedi, ci sono persone che pagherebbero molto bene per avere una seconda possibilità di vivere. Un uomo con un figlio malato per esempio. Lui si dirige al mercato nero e ordina un organo preciso, noi diamo un occhiata alle richieste e facciamo quello che possiamo. Il piccolo Conner qui era diventato ormai abbastanza grande perché potessimo asportargli gli organi, per dire. Prima ci siamo accertati che non avesse niente che non andasse. Qualsiasi cosa asportiamo la congeliamo per poi spedirla direttamente. Così in cambio otteniamo soldi, molti soldi. Le persone sono ingenue, non capiscono i termini medici, qualche volta puoi anche pompare il prezzo solo grazie alla loro ignoranza > ora le stava togliendo la bandana, buttandola per terra insieme alla sciarpa.

 

< oh? Che insolito colore di capelli che hai. Che cosa hanno dichiarato di essere i suoi compagni? >  si voltò a chiedere a suo marito, gli occhi che già sapevano tutto.

 

< mercanti itineranti > rispose lui.

 

< mercanti? Ahahahh! Credo che stiamo per liberare il mondo di un pirata e veniamo anche ben ricompensati per questo! Chi l’avrebbe mai pensato che Natsu Dragneel sarebbe venuto nella nostra piccola clinica? Non mi sono mai piaciuti i pirati da principio, mi dispiace per te > ancora quella stupida risatina. Non era tutta seria e silenziosa prima? La sua personalità era cambiata drasticamente. Stronza sadica. Si rigirò un bisturi nella mano, portandone la punta sulla guancia di Natsu.

 

Natsu non poteva nemmeno muoversi mentre le faceva affondare. In effetti non riusciva a sentire molto il corpo intero al momento.

 

< che stai facendo! > le urlò contro il dottore, tirandole via la mano. Lei fece un espressione imbronciata ma non oppose resistenza.

 

< se dobbiamo fargli credere che l’operazione sia andata male non possiamo farglielo vedere pieno di tagli! > le ringhiò contro, lasciandole la mano per tornare su ciò che stava facendo.

 

Natsu sentì del sangue scorrergli lungo la guancia e giù per il collo. Iniziò a creare una pozza rossa sul cuscino sotto la sua testa.

 

Per fortuna gli aveva tolto la sciarpa o sarebbe stato molto seccato se si fosse macchiata di sangue…anche se il fatto che si trovasse per terra non è che fosse molto meglio.

 

< volevo solo tirargli fuori una qualche reazione; voglio davvero sapere come fa a conoscere Conner > disse lamentandosi, guardando Natsu < lo sapevi che era un orfano?  Già, i suoi genitori l’hanno mollato quando era un marmocchio; un’anziana signora lo ha preso con sé e lo ha allevato da allora, anche se è una poveraccia, ma vedi, questo è quello che lo ha reso un candidato perfetto per la raccolta di organi. Abbiamo detto alla vecchia che gli avremmo dato delle visite mediche gratuite, lei ha accettato di buon grado, ci prendiamo quello che ci serve e le diciamo che la sua appendice è esplosa o qualcosa del genere, dicendole che non c’è stato niente che potessimo fare. Il piccolo Conner non era nessuno e rimarrà per sempre tale. È esistito solo per permettere ad un altro bambino di vivere >

 

Natsu sentì il suo corpo scaldarsi; questi disgustosi “dottori” stavano giocando con la vita della gente. Guardò di nuovo Conner. Il povero bambino era morto, le mani che penzolavano inermi ai bordi del letto. Quando una persona muore non c’è modo di riportarla indietro, Natsu lo sapeva meglio di chiunque altro. Non esisteva magia abbastanza potente. Strinse gli occhi mentre la rabbia iniziava a sopraffarlo.

 

Denaro.

 

Avidità.

 

Era questo che portava le persone a fare certe cose.  Uccidere persone innocenti, solo per soldi.

 

La sua pelle iniziò a bruciare.

 

< ora è il tuo turno, avremmo bisogno di alcuni dei suoi organi ora, Natsu Dragneel. Esisti solo per permettere ad altre persone di vivere. Adesso addormentati > disse la donna, iniettando altri liquidi nel suo corpo.

 

Le sue dita si contrassero, gli occhi si spalancarono. Le cinghie intorno il suo corpo iniziarono a fumare.

 

<  ma che- >

 

 

 

< prima che scopriamo cosa? > fu Gray a parlare stavolta, guardano la ragazzina in lacrime.

 

Questa scrollò soltanto la testa in risposta. Lucy le prese una spalla, cercando di farsi guardare negli occhi.

 

< Wendy, dicci cosa c’è che non va, ti prego. Potremmo essere in grado di aiutarti > Lucy sorrise; era un sorriso falso a causa dello strano comportamento della ragazzina. Non le piaceva la sensazione che stava provando, cosa stava nascondendo?

 

< i-io…non posso! Mi dispiace tanto! Mi dispiace! > singhiozzò Wendy, voltandosi per scappare. Lucy riuscì a mantenere su di lei la presa, voltandola di nuovo.

 

Avvolse le braccia intorno alla figura più piccola della ragazza. Ogni volta che Lucy si era sentita triste sua madre l’abbracciava e tutto sembrava improvvisamente migliore. Non sapeva se avrebbe consolato Wendy ma tentare non costava niente. Lucy non disse niente, aspettò pazientemente. Eventualmente le spalle della più piccola s’abbassarono rassegnate.

 

< i-il..vostro amico…lei..è in pericolo! D-dovete andare a fermarli! Non sono dei veri d-dottori! Lo u-uccideranno! > singhiozzò Wendy tra una parola e l’altra ma il resto del gruppo capì abbastanza. < mi dispiace tanto! Io non ho mai voluto…è tutto sbagliato! Mi dispiace! >

 

Continuò a singhiozzare nell’abbraccio di Lucy, le sue parole che diventavano balbettii incoerenti.

 

< portaci da lui > ordinò Erza, l’atteggiamento scuro. Wendy la guardò in silenzio per qualche istante. Strofinandosi gli occhi il suo sguardo cambiò con uno determinato, annuì.

 

In un attimo stavano tutti correndo per il corridoio, dietro a Wendy. Lucy strinse le mani a pugno, perché Natsu era in pericolo? Erano solo dottori, giusto? Cosa avrebbero potuto fargli di così pericoloso? Avevano curato Lucy senza problemi. Era meglio per loro che Natsu stesse bene.

 

Era colpa sua se lui si trovava qui in primo luogo.

 

Wendy si fermò all’improvviso di fronte ad una grande porta d’acciaio.

 

< è qui > dichiarò, togliendosi dalla traiettoria di Erza. Wendy sembrava così piccola in quel momento, come se stesse cercando di non essere lì, di non essere vista. Cosa aveva dovuto passare?

 

Erza alzò la mano per spingere la porta quando esitò.

 

Lucy trattenne il respiro, asciugandosi il sudore dalla fronte. Era solo una sua impressione o la temperatura era aumentata all’improvviso? Era come se qualcuno avesse acceso i riscaldamenti al massimo.

 

< giù! > urlò Erza.

 

Prima che Lucy potesse muoversi il corpo di Gray le fu sbalzato addosso. Sentì una folata d’aria mentre la porta di metallo veniva sbalzata addosso alla parete opposta. Era difficile respirare con la temperatura che continuava ad aumentare, e di certo non l’aiutava il fatto che Gray le stesse ancora sdraiato sopra, proteggendola da qualsiasi cosa fosse successa. Guardò la porta che era stata scardinata dal suo muro. Era stata completamente bruciata.

 

Guardandosi velocemente in torno vide che Erza era riuscita ad evitare l’attacco da sola, il gatto e Wendy erano stati afferrati da Gajeel, a pochi passi da loro.

 

Lucy sentì il peso di Gray sollevarsi quando questo si rialzò.

 

< stai bene? > le chiese, allungando una mano per tirarla su. Ignorando il fatto che le sue guance fossero diventate di un intenso rossore annuì, ancora stordita mente prendeva la sua mano e l’aiutava ad alzarsi. Fu in quel momento che Lucy notò il fumo che usciva dalla stanza, fiamme che arrivavano fino al soffitto quando Natsu doveva trovarsi proprio lì dentro.

 

Lucy sentì una morsa al petto, cos’era successo?  Da dove proveniva quell’esplosione? C’era stata qualche fuga di gas per caso? Natsu stava bene?

 

I suoi pensieri vennero interrotti da un grido rabbioso.

 

< Natsu, idiota! Che diavolo pensi di fare combinando tutto questo casino? Vuoi essere arrestato? Vuoi per caso ammazzare qualcuno? > la voce di Gray rimbombò per il corridoio.

 

Arrestato? Perché dovrebbe essere arrestato? Era colpa sua quell’esplosione?

 

Erza aggrottò le ciglia mentre si preparava a correre nella stanza.

 

I suoi piani vennero interrotti quando Natsu comparve sull’uscio.

 

Lucy rimase scioccata alla sua vista, fisicamente sembrava a posto a parte il taglio sulla guancia, ma erano i suoi occhi a spaventarla. Erano socchiusi, non sembrava essere affatto cosciente, erano vitrei quasi stesse camminando nel sonno. I suoi movimenti erano lenti ma uscì dal fumo e Lucy si accorse che portava in braccio qualcuno.

 

Un bambino, era difficilmente riconoscibile tutto ricoperto di sangue a quel modo ma Lucy riusci ad ogni modo ad identificarlo nel ragazzino che avevano incontrato alle banchine. Conner. Il suo petto era completamente aperto e Lucy dovette resistere all’impulso di vomitare quando vide organi e ossa spuntare dal corpicino. Si portò la mano a coprire la bocca quando realizzò che era morto; non c’era più speranza per lui ormai. Che ci faceva lui lì con Natsu?

 

Anche Natsu sarebbe finito a quel modo se non fossero arrivati prima?

 

Il solo pensiero le tolse il respiro dai polmoni.

 

Galee fu il primo a muoversi; tolse il bambino dalle braccia di Natsu. All’inizio il ragazzo non volle lasciarlo, la sua presa stretta sul corpicino ma Gajeel riuscì facilmente a sopraffare Natsu che nel suo stato di dormiveglia era appena sensibile a quello che accadeva intorno a lui. Galee si voltò chiamando Wendy affinché desse un occhiata al bimbo che stava adagiando a terra. Lucy rimase immobile, guardando quello che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi. Erza e Gray corsero nella stanza che stava ancora bruciando. Con la coda dell’occhio vide Wendy scuotere la testa quando guardò il piccolo, certamente non c’era più niente da fare ormai. Conner era già morto.

 

Natsu stava ancora in piedi nel mezzo del corridoio, oscillando leggermente. Sbattè leggermente le palpebre. Lucy lo avvicinò lentamente, incerta su come avrebbe reagito. Su cosa avrebbe dovuto fare.

 

C’era ovviamente qualcosa che non andava in lui; era come se si muovesse in automatico. Era sveglio ma non era minimamente cosciente di ciò che stava facendo.

 

Lucy allungò un braccio e lo scosse leggermente per la spalla quando Natsu crollò. Reagendo puramente d’istinto lo afferrò. Riuscì a tenerlo per uno dei suoi bracci. Il peso inaspettato la spinse giù e lei cadde sulle ginocchia, il suo capitano inerte tra le sue braccia.

 

< a-ah! Wendy! > gridò Lucy in preda al panico. Natsu non dava nessun cenno di riprendersi ora, i suoi occhi erano ancora leggermente aperti.

 

Wendy fu al loro fianco in un batter d’occhio, sussurrando qualche ordine a Lucy per farsi aiutare. Lo sdraiarono in posizione supina e la ragazzina cominciò a controllare i punti vitali, la mano che andava a cercare il battito cardiaco. Dopo qualche secondo il corpo di Wendy sembrò rilassarsi, quello di Lucy fece altrettanto.

 

< sta bene, probabilmente è crollato per le droghe che gli hanno iniettato. Dovrebbe dormire per le prossime ore, sono sorpresa che sia riuscito a restare sveglio così a lungo. Dovrebbero eventualmente avergli dato una dose extra. Dovrebbe essere stato curato anche dall’infezione. Non avrebbero potuto prendere gli organi altrimenti… >  mormorò, l’espressione spaventata da quello che Lucy le avrebbe detto.

 

< ah…grazie Wendy > le sorrise. Sebbene Wendy avrebbe potuto aiutarla molto prima, Lucy le era grata. Era un sollievo che Natsu stesse bene.

 

Quante persone erano già morte qui? Da quanto tempo Wendy era costretta a sopportare tutto questo? Da quanto la torturava? Perché aveva lasciato succedere tutto questo per tutto questo tempo? Il modo in cui era contrariata dalla faccenda voleva dire che non acconsentiva a questa pratica.

 

Lucy si sentì tirare leggermente il vestito e guardò in basso. Happy. Si era quasi dimenticata del gatto.

 

La stava guardando, gli occhi che pregavano. Cosa voleva esattamente? Lucy non riusciva a capire. Happy non poteva parlare con Wendy presente.

 

Gray ed Erza erano finalmente riemersi dalla stanza fumante. Stavano trasportando i due dottori. I due camici bianchi erano neri e a brandelli. Lucy si chiese se fossero ancora vivi, l’odore di carne bruciata invase l’aria. Anche lo fossero erano seriamente ustionati ed avrebbero avuto bisogno di molte cure mediche. Lucy guardò Wendy, non aveva fatto una mossa per aiutarli.

 

Che cosa avevano fatto alla povera ragazza?

 

Si meritavano davvero di essere salvati? Sperò che presto avrebbero avuto quel che si meritavano, finire in cella sembrava proprio fare al caso loro.

 

< riporta Natsu sulla nave, Lucy. Happy, aiutala > dichiarò Erza afferrando un estintore dal muro, correndo di nuovo nella stanza.

 

Lucy sbattè gli occhi. Volevano che lei e il gatto lo riportassero a bordo? Avevano la benché minima idea di quanto quel ragazzo fosse pesante?

 

Come diavolo avrebbe fatto il gatto ad aiutarla? Era quasi ridicolo a dirsi, tranne per il fatto che…non era per niente divertente.

 

Il gatto poteva volare ma il paese non era deserto, la gente l’avrebbe visto. La magia era proibita per di più, si sarebbero solo cacciati nei guai.

 

Ignorando le ovvie pecche nel piano, Lucy annuì afferrando Natsu per un braccio, passandoselo dietro al collo per tirarlo su di peso. Il ragazzo restava inerme tra le sue braccia; non sarebbe stato facile per niente. Happy guidava la strada attraverso il corridoio e Lucy iniziò ad allontanarsi dalla scena alle sue spalle.

 

< aspetta! > era la voce di Gray; la raggiunse correndo. Per un momento si sentì sollevata, pensando che era venuto per aiutarla a trascinare il capitano fino alla nave.

 

No. Le posò la sciarpa di Natsu in una mano e spinse la bandana sulla testa rosa del ragazzo, nascondendo di nuovo i capelli.

 

Poi corse via di nuovo.

 

Lucy roteò gli occhi per la frustrazione.

 

Sebbene non potesse lamentarsi, era più facile trasportare il ragazzo ora che si sentiva bene. Anche se era completamente a peso morto ora che era totalmente incosciente.

 

Si fece strada tra la folla di infermiere isteriche e persone spaventate che erano presenti. Alcune le chiedevano se stava bene, altre che afferravano Natsu per controllare che non avesse nulla di grave.

 

Eventualmente dovette urlare a tutti quanti di levarsi dalle palle, una parola che non era assolutamente abituata ad usare, Happy aveva iniziato a graffiare le caviglie della gente quando queste non avevano intenzione di spostarsi. Lucy era grata di avere il suo aiuto dopo tutto. Finalmente riuscì ad uscire all’aria aperta.

 

Non c’erano molte persone nei dintorni così Happy poté finalmente parlare.

 

<  vado avanti io volando per vedere se c’è qualcuno sulla nave che può venirti in contro > e con questo il gatto corse verso il vicolo più vicino e spiccò il volo. In cielo sembrava soltanto essere un grosso uccello.

 

Doveva ricordarsi di ringraziarlo in seguito.

 

Lucy iniziò a trascinare Natsu per la strada. Onestamente, era passata da nessun contatto con i ragazzi ad una vicinanza costante ad essi nel giro di poche ore. La sua vita sarebbe stata sempre così? Non che si lamentasse molto in realtà…non aveva ancora incontrato un uomo poco attraente sulla nave di Natsu ancora.

 

Decidendo di non pensarci al momento, Lucy si concentrò nel mettere un piede dopo l’altro, facendo del suo meglio per ignorare tutti gli sguardi strani che riceveva dai passanti.

 

Probabilmente era veramente strana, una ragazza bionda vestita con una sottana piuttosto sporca e macchiata che se ne andava in giro con un ragazzo mezzo nudo svenuto.

 

Avrebbe guardato male anche lei al loro posto.

 

Lucy sentì urla e confusione provenire dalle sue spalle, voltando la testa senza rallentare il passo notò delle persone in uniforme correre verso la clinica; Lucy potè solo sospettare che fossero della polizia o dei pompieri. Qualche tipo di forza dell’ordine. Si chiese cosa ne sarebbe stato dei dottori, e Wendy?

 

Dove sarebbe andata? E Conner? Aveva una famiglia? Presuppose che la polizia si sarebbe occupata di tutto quanto.

 

Anche se Lucy si sentiva in colpa per la maggior parte. Che cosa aveva dovuto passare Natsu in quella stanza? Da dove era scaturita l’esplosione? Gray aveva gridato qualcosa a proposito di Natsu che rischiava di essere arrestato per quello.

 

Voleva dire che Natsu aveva usato la magia? Era per quello che la gente veniva arrestata, no? Oltre a quello cosa avrebbe potuto fare di illegale là dentro?

 

Lucy voleva sapere. Voleva sapere di più su di lui,  di tutti questi misteri che lo circondavano. Non solo lui, voleva sapere di più anche sulla ciurma e la magia. La rendeva felice il fatto che avrebbe potuto spendere più tempo con gli altri.

 

Eppure, con tutto così agitato in quel modo, ne avrebbe avuto la possibilità? Questi piccoli drammi avrebbero fatto parte della vita di tutti i giorni? Come quello di Conner? Si morse il labbro ripensandoci. Povero Conner. Come erano stati i suoi ultimi momenti? Com’era stata la sua vita?

 

Era troppo giovane per morire; Conner aveva davanti a sé una vita interessante. I suoi occhi erano vivaci e il suo sorriso contagioso. Era un bambino che amava l’avventura e quello era tutto ciò che Lucy era riuscita a conoscere di lui in quei pochi attimi in cui l’aveva visto. Aveva pensato che Conner fosse come una versione bambino di Natsu in un certo senso.

 

Quali avventure gli avevano sottratto quei dottori?

 

Semplicemente non era giusto.

 

Era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse che i soccorsi erano già arrivati finché non sentì il peso sulle sue spalle alleggerirsi. Sorpresa, guardò in alto incontrando lo sguardo di un altro membro dell’equipaggio.

 

Era uno dei ragazzi più belli dell’intera ciurma, con i suoi insoliti capelli verdi. Com’è che si chiamava? Freed?

 

< Freed? > il nome le scappò dalle labbra prima che potesse fermarlo.

 

< sono stato informato di quello che è successo da Happy, ero uno dei pochi che ancora si trovava a bordo quando è arrivato > il ragazzo indicò con un cenno del capo il gatto di fronte a lui e riprese a camminare.

 

Lucy annuì in risposta per mancanza di parole. Non c’era veramente niente da dire. Continuarono a camminare, condividendo il peso del loro capitano in silenzio.

 

< sono felice di sentire che voi due siete stati curati. Stava iniziando ad essere noioso sulla nave senza le buffonate di Natsu > disse Freed, guardando fisso la strada davanti a lui.

 

< già… > sorrise Lucy. Speriamo che sarebbe tutto tornato come prima una volta che si fosse svegliato. Ne aveva visto solo qualche istante della normale vita a bordo, ma se ne era goduta ogni secondo finché era durata.

 

Era quasi imbarazzante il silenzio che si era creato mentre tornavano al molo.

 

Lucy fu tentata di chiedergli della magia di Natsu, sebbene sapesse che non era appropriato considerando che c’erano così tante persone intorno a loro. Sarebbero solo finiti nei guai.

 

Così invece guardò davanti a lei mordendosi il labbro, guardando come anche il piccolo gatto ricevesse occhiate strane sebbene non se ne curasse minimamente.

 

Non potè fare a meno di sorridere.

 

Che strano gruppo che formavano. Le ragazze che civettavano al passaggio di Freed, uomini e donne che storcevano il naso per lei, Natsu riceveva occhiate preoccupate e confuse. Happy in generale riceveva occhiate strane; un misto tra il pensare che fosse bizzarro ma carino.

 

Lucy lo comprendeva benissimo,  e se avessero saputo che poteva volare e parlare?

 

I suoi piedi colpirono il legno. A quanto pare avevano raggiunto il porto. Freed continuò ad aiutarla finché non raggiunsero il quartiere del capitano, dopodiché si congedò educatamente. Lucy ovviamente lo ringraziò prima che se ne andasse, poi aprì la porta della cabina facendosi strada tra i vestiti sul pavimento.

 

Happy trotterellò dietro di lei, chiudendo silenziosamente la porta con la coda. Riuscì a raggiungere il letto dove si buttò letteralmente, rotolando in modo da adagiarvi sopra Natsu per poi sedersi di fianco a lui. Lucy era esausta, aveva il corpo a pezzi e aveva appena trasportato Natsu per tutto il tragitto, che non era poco.

 

Happy saltò sul letto, guardando Lucy. Per qualche istante lei ricambiò lo sguardo, poi alzò la mano, invitandolo ad andare in braccio. Il musetto del piccolo gatto si illuminò mentre le saltava in grembo raggomitolandosi.

 

< grazie per prima, Happy > sorrise Lucy al piccolo felino blu sulle sue gambe.

 

< si, grazie anche a te >

 

< per cosa? >

 

< per aver fatto tornare Natsu > dichiarò il gatto come se fosse ovvio.

 

< oh, beh doveva tornare sulla nave in qualche modo. Non poteva di certo farlo da solo nelle sue attuali condizioni > rispose Lucy.

 

< no, non in quel senso. Intendo per averlo fatto tornare quello di un tempo > ribatté Happy.

 

Rimase spiazzata < huh? >

 

< prima che arrivassi tu Natsu era sempre depresso. Penso che tu gli piaccia >

 

Lucy arrossì.

 

< g-gli piaccio? > balbettò.

 

< si, sembra che tu lo renda felice. Perciò non andartene ok? > gli spinse la mano col muso segnalandole di voler essere accarezzato.

 

Lei lo fece, ancora totalmente persa nel suo mondo. Piaceva a Natsu? Era impossibile; si erano incontrati solamente due giorni prima.

 

Scuotendo la testa realizzò che non si trattava di amore ma solo di affetto. Cavolo, anche a lei piaceva il ragazzo. Non c’era niente di strano; sentiva anche un certo legame con lui.

 

Natsu era il suo primo vero amico.

 

Abbassò lo sguardo verso il suo viso addormentato.

 

Il suo primo vero amico che guarda caso doveva essere un ragazzo straordinariamente bello. L’unico tipo di persona con la quale aveva meno esperienza a correlarsi, come si sarebbe dovuta comportare intorno a lui prima di tutto? Eppure le era venuto spontaneamente facile. Era facile parlare con lui, stargli vicino.

 

Sebbene la maggior parte del tempo che avevano passato insieme fosse in un letto, orrendamente ammalati. Che cosa avrebbe detto sua madre?

 

Eppure, non aveva mentito, era stato il momento migliore che avesse mai avuto. Vivere tutta sola a palazzo l’aveva portata al punto di prendere in considerazione il suicidio.

 

Era stato un vero e proprio inferno vivere là senza sua madre.

 

Natsu sobbalzò nel sonno ottenendo la completa attenzione di Lucy. Il suo viso era molto rilassato adesso, lei lo sfiorò, togliendo il sangue semi-asciutto sulla guancia. Come era successo? Era un taglio netto, come se fosse stato fatto da un bisturi, il che significava che si era netto, ma doveva essere anche molto profondo. Percorreva tutta la guancia, ma aveva già smesso di sanguinare. La sua mano rimase sulla guancia più a lungo di quanto avrebbe dovuto mentre percepiva il calore emanato normalmente dal ragazzo.

 

Era ancora piuttosto caldo ma stava meglio e Lucy poteva dirlo. Era davvero un sollievo.

 

< ti piaaaaaaaaace > un certo gatto sulle sue gambe marcò eccessivamente la frase.

 

Lei ritrasse velocemente la mano, sorpresa e imbarazzata dalle parole del gatto.

 

Per qualche minuto guardò verso il felino che ridacchiava di lei, poi lo scaraventò a terra.

 

< ow, Lucy! > si lamentò Happy rotolando sul pavimento tra i vestiti, eventualmente dimenticando i suoi problemi quando trovò un calzino da sbattere in giro.

 

Lucy sentì l’impulso di pulire ma decise di non farlo mentre sbadigliava stirandosi le braccia. Iniziava ad avere sonno.

 

Dov’erano Gray, Erza e Gajeel? Pensava che fossero rimasti là solo per estinguere l’incendio ma non erano ancora tornati. La polizia probabilmente li stava interrogando su quanto accaduto.

 

Che cosa avrebbero raccontato? Probabilmente di una fuga di gas, era la storia più credibile.

 

La sua mente vagò sul fatto che dovesse ancora procurarsi dei vestiti. Forse avrebbe dovuto andare in città a trovarne qualcuno, ma era troppo stanca. Guardò di nuovo il ragazzo che dormiva di fianco a lei.

 

Chiamatela pure iperprotettiva ma Lucy non se la sentiva di lasciarlo da solo al momento, qualsiasi cosa avesse vissuto dentro quella stanza non doveva essere stata piacevole. Era rimasto da solo per giunta, Lucy aveva sempre odiato essere sola. Non voleva che si svegliasse da solo inoltre. Prendendo una decisione, si tirò le ginocchia al petto, appoggiando la testa su di esse.

 

Sarebbe rimasta a dormire lì finché Natsu non si sarebbe svegliato. Gli doveva almeno quello.

 

 

 

 

 

Tremò di paura mentre si nascondeva nell’unico angolo buio che era riuscita a trovare sulla nave. Era terrorizzata ma non aveva altra scelta. L’imbarcazione inziò ad oscillare mentre salpava dalla riva. Abbracciandosi le ginocchi pianse silenziosamente, aspettando che la trovassero. Cosa le era saltato in testa?

 

Cosa le avrebbero fatto?

 

La ragazza dai capelli blu si asciugò gli occhi, era un passeggero clandestino dopotutto.

 

 

Nooooooteeee

 

Allura eccoci arrivati all’ultimo capitolo a mia disposizione…si lo so è triste ç.ç

Iniziamo tutti insieme una danza propizia affinchè LeeSUP aggiorni prestoooo!!! XD

Ok sto sclerando di brutto ù.ù

Che dire, finalmente i medici malefici hanno avuto quel che si meritavano!  Ma purtroppo per il piccolo Conner non c’era più nulla da fare T^T  adesso, che fine avranno fatto Gray, Erza e Gajeel? Perché non sono ancora tornati? Chi è la clandestina sulla nave? Perché Happy è l’unico che ha capito tutto? ( XD) E soprattutto…cosa succederà al risveglio del nostro capitano?

 

Questa volta non lo so nemmeno io ç.ç

È agghiacciante l’impotenza che mi opprime T^T

 

Ci vediamo al prossimo capitolo! Spero il più presto possibile!!! Cercate di essere forti ù.ù

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Capitolo 9
*** New Developments ***


vorrei iniziare col dire che mi dispiace tantissimo per questo ritardo!!!

In realtà il capitolo era praticamente terminato due settimane fa, mancavano solo una decina di righe quando ho deciso che potevano aspettare qualche ora…fatto sta che tornando a casa accendo il portatile e lo schermo comincia a lampeggiare finchè non diventa nero ç.ç

Portatile + schermo rotto = pc andato

E il capitolo è andato perso! Così mi decido che è ora di aggiustare il fisso, tempo 5 giorni e ho di nuovo un computer! :D e un intero capitolo da tradurre da capo… e gli esami da preparare, gli allenamenti, varie feste e quant’altro che hanno condito il tutto…le cose non potrebbero andare meglio -.-

Cooooooooomunque dopo avervi annoiato con i miei problemi vi devo informare che la mia nuova tastiera non ha questo simbolo  <….perchè? non ne ho la più pallida idea.

Perciò da questo capitolo in poi i dialoghi “verranno scritti così”

Eeeeee mi pare tutto…mi dispiace immensamente per questo ritardo ç.ç perciò non rompo più e vi lascio al capitolo!!!

Ah già!!! Note dell’autrice

Il fatto che ho chiamato la nave Fairy Tail e i pirati Draghi mi ha dato da pensare fin dal primo momento in cui l’ho scritto, perciò credo che invertirò.

Ora la ciurma si chiamerà Fairy Tail e la nave ‘il drago’  ( Ndt io sinceramente stavo pensando di lasciare Dragon come nome…che ne dite? Per adesso lo lascio in inglese ma fatemi sapere. Se preferite il nome tradotto lo cambio)

 

Nuovi sviluppi

 

Lucy si svegliò lentamente, godendosi il lento oscillare della nave, come se la stesse cullando per farla rimanere addormentata. Si sentiva abbastanza riposata mentre apriva lentamente gli occhi. Natsu era disteso al suo fianco, nella stessa posizione in cui l’aveva adagiato lei. Stava ancora dormendo sebbene adesso avesse le sopracciglia aggrottate nel sonno. Durante la notte doveva essere scivolata accanto a lui dalla sua originaria posizione ai piedi del letto. Per qualche istante si godé la calma della situazione. Non c’era nessuno che gridava, niente fiamme, niente panico. Solo calma. Solo Natsu che dormiva tranquillamente.

Era piacevole in effetti.

Natsu gemette, distogliendo Lucy dai suoi pensieri. Lei si sedette e lo guardò mentre sbatteva leggermente gli occhi, aprendoli in fine lentamente, guardando il soffitto.

Lucy era quasi divertita dall’aria assonnata che aveva, era stato drogato pesantemente dopotutto. Era ovvio che si sentisse stordito appena svegliato. Lui continuò a sbattere gli occhi ripetutamente, leccandosi le labbra, guardando il soffitto. I suoi occhi si spostarono verso di lei, guardandola. Dopo qualche istante Lucy iniziò a sentirsi a disagio sotto il suo sguardo. Ovviamente non era ancora perfettamente sveglio ma la rendeva nervosa lo stesso. Le sue labbra erano leggermente schiuse mentre sembrava guardarle oltre, sbattendo lentamente le palpebre. Quando chiuse gli occhi lei pensò che si fosse addormentato di nuovo, finchè non si sedette di scatto.

“w-whoa!” squittì lei, il ragazzo sembrava completamente sveglio ora.

Non sembrava sapesse dove si trovava, si guardava freneticamente intorno, gli occhi che scrutavano la stanza come se lei non fosse nemmeno presente.

“hey, Natsu! Ci sei?” gli sventolò una mano davanti alla faccia. Solo qualche secondo prima la stava fissando, non l’aveva vista per niente? Lo trovava leggermente offensivo.

“C-Conner?” furono le prime parole che disse, la voce grezza e ruvida, ma gli occhi connessi ai suoi ora. Fu abbastanza da farle stringere il cuore. Erano spalancati, perfettamente svegli, quasi speranzosi.

Quanto riusciva a ricordare?

Lei scosse la testa tristemente, probabilmente era tutto molto confuso per lui ancora. Lucy sentì il labbro inferiore tremarle all’idea di doverlo mettere al corrente della situazione.

Poi vide Natsu fare qualcosa che non si sarebbe mai aspettata da lui: si era portato le ginocchia al petto, poggiando la testa su di esse, nascondendo il viso. Lucy era stordita dallo stato quasi vulnerabile che il ragazzo stava mostrando.

“N-Natsu? Hey, stai bene?” allungò una mano che non dovette rimanere sospesa a lungo visto che si trovava proprio al suo fianco.

L’appoggiò sulla sua spalla e la tenne lì per qualche istante, incerta sul da farsi. Era stata raramente consolata in vita sua, oltre che da sua madre. Non pensava che abbracciare Natsu in quel momento fosse opportuno.

Così aspettò, aspettò che fosse lui ad iniziare quando si fosse sentito pronto. Era strano vedere qualcuno come Natsu con un aria così…sconvolta. Eventualmente dopo qualche minuto di silenzio il ragazzo voltò il viso in modo che non fosse più nascosto tra le ginocchia, portandolo a guardarla, la testa ancora appoggiata alle gambe.

Sembrava triste, veramente turbato.

 “non ho potuto salvarlo…” fu tutto ciò che disse. Una piccola inflessione alla fine della frase la fece suonare come una domanda, ma lo sguardo nei suoi occhi diceva che lui lo sapeva già.

Lucy lo guardò, la confusione chiaramente mostrata sul suo volto.

“nessuno di noi poteva. Nessuno sapeva cosa stava succedendo; se l’avessimo saputo adesso lui starebbe bene. Purtroppo le cose non sono andate così. Non è affatto colpa tua, sarebbe assurdo pensare il contrario. Nessuno ti accusa, nemmeno Conner lo farebbe. La colpa è di quei dottori ed unicamente la loro”sbottò lucy, sperando in qualche modo di fargli capire quello che intendeva.

Gli occhi del ragazzo ricaddero sulle coperte, non sembrava le sue parole avessero fatto una gran differenza. Era decisamente assurdo tuttavia pensare che fosse colpa di Natsu in alcun modo.

Perché non poteva comprenderlo anche lui?

La sua mano scivolò dalla sua spalla fino ad appoggiarsi sul letto. Mordendosi il labbro lo guardò portarsi una mano sulla guancia, quella con il taglio. Le sue dita scivolarono sulla ferita. Sembrava fosse ancora stordito, lo sguardo che si perdeva ovunque si posasse.

“tu…starai bene Natsu?” chiese Lucy, non riuscendo a trovare nient’altro da dire.

Lui la guardò di nuovo e fece un profondo respiro.

Era strano vederlo così, doveva ammettere che non le piaceva per niente. Perché si stava comportando in quel modo?

Qualcosa gli balenò negli occhi, alzandosi improvvisamente dal letto. Lucy agitò le braccia cercando di mantenere l’equilibrio, mentre lui la scavalcava senza tanti complimenti.

“non lo sai che è scortese passare sopra la gente?” ringhiò Lucy mentre lo guardava scendere dal letto. Pensava sapesse cosa stava facendo finchè il ragazzo non poggiò piede a terra inciampando su sé stesso, precipitando rovinosamente sul pavimento. Non che avrebbe fatto poi tanto male con tutti i vestiti che c’erano per terra.

Allarmata, si alzò e lo raggiunse, scuotendo la testa ogni qual volta il ragazzo cercava di rialzarsi dal pavimento senza successo.

“sei stato drogato abbastanza pesantemente, non puoi pretendere di tornare in forma appena sveglio” disse allungando una mano, lui la guardò fissando lo sguardo su di lei.

“fiuto qualcuno a bordo. Qualcuno che nona fa parte della ciurma” iniziò a parlare prendendole la mano e tirandosi in piedi.

“ huh? Che vuoi dire?” chiese Lucy,improvvisamente più conscia del luogo in cui si trovava. Percepì Natsu iniziare ad avviarsi da sé, barcollando, e inconsciamente lo circondò con un braccio per stabilizzarlo. Stava iniziando a diventare un abitudine.

“aspetta…hai detto che hai fiutato qualcuno?”

Natsu la ignorò, facendo un altro passo verso la porta, trascinandosi il suo supporto dietro. Lucy per poco non inciampò in tutta quella roba sparsa sul pavimento ma riuscì comunque a sostenerlo e a fargli raggiungere la porta.

Una volta fuori vennero accolti rumorosamente dal resto della ciurma. Natsu si limitò a rispondere con un cenno della mano, continuando per la sua strada, annusando l’aria.

Lucy aveva qualche problema a credere al fatto che riuscisse a fiutare una persona in particolare su tutta la nave così facilmente. Questo voleva dire che conosceva l’odore di ogni membro dell’equipaggio? Era assurdo! Che se ne andasse in giro ad annusare la gente?

Fu riscossa dai suoi pensieri quando  si avvicinarono alla porta che conduceva alle cucine e gli alloggi maschili.

Era difficile bilanciare Natsu giù per le scale ma lui non rallentò, trascinandosi dietro Lucy. In effetti non rallentò…finchè Lucy non scivolò.

Era una nave, ogni volta che l’acqua di mare saliva a bordo  si riversava su tutto il ponte e normalmente finiva giù per le scale. Non era la migliore architettura per un’imbarcazione.

Così quando la nave oscillò portando l’acqua sulle scale, Lucy non potè evitare di scivolare vertiginosamente.

Natsu, perdendo il suo supporto, cadde a sua volta.

La testa di Lucy sbalzò in dietro quando i suoi piedi abbandonarono il pavimento, finendo per sbattere sullo scalino e facendole vedere le stelle. Vide di sfuggita Natsu scivolare di schiena giù per le scale in un groviglio di arti. Probabilmente lei stessa non aveva un aspetto tanto differente. Allungò le braccia per rialzarsi ma con l’unico risultato di riuscire a rigirarsi finendo per scivolare di pancia verso la fine della rampa, sbattendo il mento ad ogni scalino.

Poi all’improvviso tutto si fermò, quando entrambi ebbero raggiunto il pavimento, Lucy sentì il suo gomito sprofondare in qualcosa di morbido…beh, più morbido di quello che dovrebbe essere il pavimento. Sentendo Natsu annaspare in cerca di fiato dedusse fosse lo stomaco del ragazzo. L’acqua continuò a scorrergli addosso ancora per qualche istante, poi improvvisamente come era venuta se ne andò.

Usando una mano per issarsi, la bionda si portò l’altra alla testa. Le girava tantissimo e il mento le faceva un male cane. Aprì faticosamente gli occhi guardandosi in torno in cerca di Natsu per vedere come se la passasse. Per qualche secondo non lo trovò finchè il suo cervello non riuscì ad elaborare che lei si trovasse sopra di lui.

I suoi occhi guizzarono sul punto in cui appoggiava la mano per scoprire che si poggiava sugli addominali del ragazzo. Seriamente, c’era una parte del suo corpo che non fosse costituita puramente da muscoli? Certamente la sua stupida faccia doveva andarle in fiamme, riusciva sempre a rivelare quello che provava, era una cosa che sperava di riuscire a controllare col tempo. Non che Natsu l’avrebbe notato comunque. Sentiva il petto del giovane alzarsi ed abbassarsi velocemente sotto la sua mano mentre cercava ancora di riprendere fiato. Era un po’ troppo occupato a respirare per notare il rossore delle sue guance.

Era atterrata esattamente sopra di lui. La sua faccia era leggermente contorta mentre tentava di regolarizzare nuovamente il respiro che lei gli aveva mozzato con una gomitata.

“ah! Natsu!! Mi dispiace!” riuscì a balbettare Lucy, stava per dire qualcos’altro quando le labbra di lui si piegarono in un sorriso.

“ ha!ah!ahahahhah!” stava lottando per riuscire a riprendere aria ma non potè fare a meno di ridacchiare. Eventualmente non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una vera e propria risata.

Lucy era confusa all’inizio ma poi non poté fare a meno di unirsi. Si trovavano seduti lì, in fondo alla rampa di scale, in un groviglio di braccia e gambe, ridendo. Sembrava che ultimamente non avessero un attimo di pace. Non potevano nemmeno scendere le scale senza ritrovarsi a precipitare miserabilmente. Eventualmente, quando le risate si placarono, Lucy si alzò dalle gambe del ragazzo, la faccia rossa per essersene rimasta seduta in braccio a lui tutto quel tempo senza accorgersene, la sua stupida faccia che la tradiva una seconda volta nel giro di cinque minuti.

La sua espressione felice iniziò a mutare in una più seria non appena posò gli occhi sulla porta della cambusa.

“ sono lì dentro…” dichiarò, alzandosi con le proprie forze. Aveva ancora un passo insicuro ma Lucy lo lasciò fare: avevano avuto abbastanza momenti ravvicinati per il momento se poteva dire la sua. Il ragazzo spalancò la porta e lei trattenne il respiro.

Non c’era nessuno.

Probabilmente era stupido pensare che l’intruso se ne stesse lì in piedi in mezzo alla stanza. Natsu oltrepassò la soglia silenziosamente ed esaminò la cucina in ogni suo angolo e fessura. C’erano veramente una miriade di posti in cui qualcuno avrebbe potuto nascondersi. Quasi immediatamente marciò verso una catasta di casse, segnalando a Lucy che l’intruso si trovava lì dietro.

La ragazza si annotò mentalmente di non giocare mai a nascondino con lui.

Prima che lei avesse anche solo il tempo di muoversi, Natsu balzò oltre le casse dal quale provenì un urlo stridulo. Le casse oscillarono, come se ci fosse qualcuno dietro di loro che si stava dimenando.

“mi dispiace!”

Lucy riconobbe immediatamente la voce. I suoi sospetti furono confermati quando Natsu trascinò una ragazzina fuori dal suo nascondiglio.

“Wendy?”

Gli occhi della ragazzina si spalancarono alla vista della bionda.

“Lucy! M-mi dispiace!non sapevo cos’altro fare! Non voglio tornare in orfanotrofio! Mi-mi dispiace!” singhiozzò, crollando in ginocchio.

Natsu le stava ancora trattenendo le braccia dietro la schiena, apparentemente confuso.

“come fai a conoscerla?” chiese, mantenendo ancora la presa ben salda.

“Natsu! È solo una bambina! Lasciala andare!” scattò Lucy, avvicinandosi alla poverina “ lei è il motivo per cui sei ancora vivo!”

All’udire questo, Natsu le lasciò andare le braccia, ancora immobile nella sua postazione mentre Lucy accorreva in soccorso alla ragazzina.

“ huh? Che vuoi dire?” chiese.

“ lei è la figlia dei dottori…”

Gli occhi del ragazzo si illuminarono di uno sguardo piuttosto pericoloso, Lucy abbracciò la piccola; non sapeva perché ma si sentiva piuttosto prottiva nei suoi confronti.

“ non sono i miei veri genitori…mi hanno adottato…” sussurrò Wendy tra le braccia di Lucy, calmandosi lentamente.

“allora che ci fai sulla mia nave?” chiese lui duramente.

Lucy gli lanciò un’occhiata; sembrava ovvio che non sapeva affatto come parlare ad una povera ragazza sconvolta.

“mi dispiace…mi dispiace per quello che i miei genitori adottivi vi hanno fatto. All’inizio non erano così però poi il governo ha iniziato ad alzare le tasse nel nostro paese, molti hanno incominciato a perdere le loro case e i loro averi e così tra tutto questo…sono impazziti. Prima che avessi il tempo di accorgermene la gente del mio paese continuava a morire e i miei amici…stavano uccidendo i miei amici! Per gli organi! Hanno ucciso Conner! Erano così abituati ad avere molti soldi che quando non li hanno avuti più hanno iniziato a fare quelle cose orribili. Non potevo fermarli. Volevo dirlo alla polizia o addirittura scappare ma mi hanno minacciato! Hanno detto che avrebbero preso i miei organi se avessi anche solo pensato di fuggire” disse piangendo, prendendo un respiro tremolante quando ebbe finito di parlare.

Lucy avvertì una fitta di compassione nel suo cuore. Che razza di genitore cercherebbe di uccidere il proprio figlio? Le suonava tutto tremendamente famigliare, purtroppo.

“ poi quando siete arrivati voi..sono stati mandati in carcere. Avevo paura che se fossero usciti di prigione mi sarebbero venuti a cercare…e che mi sarei ritrovata nella stessa situazione. Anche l’orfanotrofio è orribile…i volevo solo…non volevo più restare là” Wendy guardò Lucy con gli occhi pieni di lacrime la quale aveva un espressione triste dipinta sul volto, ma comunque comprensiva.

“oi, com’è che ti chiamavi?” chiese Natsu, accovacciandosi così da raggiungere il loro livello.

“W-Wendy”

“conosci cos’è la magia, Wendy?” chiese, sfoggiando il suo caratteristico sorriso mentre gli occhi della ragazza si spalancavano.

“u-uh…si…perché?”

“beh, vedi, questa è una nave magica; un mucchio di persone qui a bordo sono dei maghi” spiegò lui.

“D-davvero?” ora gli occhi di Wendy guizzarono verso Lucy in cerca di conferma. Anche Lucy annuì; la ragazzina sembrò accettare quest’idea più facilmente rispetto a quando ne era venuta a conoscenza lei.

“sapevo che non era stata una fuga di gas! Sei stato tu a mandare a fuoco l’ospedale, vero?” disse Wendy mentre guardava Natsu stupita.

“aye, ma se entrerai a far parte della ciurma dovrai mantenere il segreto, è tutto ciò che devi fare, ok?” concluse accarezzandole la testa.

Wendy aveva un’espressione completamente shockata mentre guardava meravigliata il ragazzo; i suoi occhi si inondarono nuovamente di lacrime.

“m-mi lasceresti restare?”

Natsu annuì, e Lucy non potè fare a meno di sorridergli calorosamente.

“ certo, perché no?”

“oh! Grazie infinite! Mi renderò utile! Cucinerò, pulirò e posso aiutare a guarire le persone!” balbettò in preda all’eccitazione.

“guarire? Sai usare la magia, Wendy?” chiese Natsu osservandola con occhio inquisitore. Per un momento Wendy sembrò spaventata all’idea di essersi lasciata sfuggire una simile notizia, ma la tensione svanì velocemente e lei sorrise.

La ragazzò sciolse l’abbraccio di Lucy avvicinandosi a Natsu. Allungò una mano poggiandola sul taglio che il ragazzo aveva sulla guancia. La mano iniziò ad emanare un leggero bagliore blu. Gli occhi di Natsu guizzarono goffamente a guardarsi intorno, domandandosi cosa la ragazzina stesse esattamente facendo.

“ u-um…veramente si…solo i miei genitori ne erano a conoscenza…qualche volta mi minacciavano di consegnarmi al governo se non mi fossi comportata bene…era un altro motivo per cui non potevo andarmene. Se l’avessi fatto, il governo mi avrebbe inseguito” mormorò.

Dopo qualche secondo ritrasse la mano sorridendogli ampiamente.

Natsu si toccò la guancia, del taglio di bisturi che gli avevano fatto i genitori adottivi della ragazzina ormai non vi era più traccia. Guardò Lucy che aveva la sua stessa espressione stupita. L’espressione della bionda si ammorbidì.

“ Natsu, lei è anche molto intelligente. Sapeva ogni metodo che i suoi genitori hanno usato per la nostra malattia. Penso che dovrebbe essere il nostro nuovo medico di bordo” cinguettò mentre continuava a sorridere alla ragazzina.

Con la coda dell’occhio colse il viso del ragazzo assumere un’espressione che non riuscì a decifrare mentre questi si alzava di scatto, come se avesse toccato un nervo scoperto. Tuttavia il suo sguardo torno normale prima che potesse capire cosa celava dietro.

“ oh davvero? Beh mi sembra fantastico, andiamo ti mostrerò al resto della ciurma!” le disse raggiante, dandole un buffetto sulla testa mentre le faceva cenno di seguirlo. Lei lo seguì con entusiasmo salutando Lucy con un sorriso per poi correre a raggiungere il capitano. La bionda lo udì informarla di quanto duramente avrebbe dovuto lavorare; dopotutto era difficile la vita del pirata.

Lucy sospirò. Era piacevole sapere che c’era un’altra ragazza a bordo.

“non posso credere che si sia dimenticata di me!”

Lucy sobbalzò udendo quella voce provenire alle sue spalle, voltandosi lentamente il suo sguardo incontrò qualcosa dietro di lei.

Era abbastanza per farla gridare dall’orrore.

Un altro gatto parlante.

 

 

Il resto della giornata era passata con la ciurma che parlava con Wendy di qualsiasi cosa gli fosse passata per la testa. Una marea di loro le chiedevano cose del tipo: ‘ che cosa indica questa macchia?’ oppure ‘ non è che è mortale?’; Wendy iniziava ad avere un’aria esausta a fine giornata. Natsu era corso a cercare il suo gatto quando aveva scoperto che Wendy ne aveva portato un altro a bordo.

Happy sembrava estasiato all’idea, specialmente dopo averla vista. Lucy pensò che fosse palesemente amore a prima vista…da parte di Happy. Charle, la gatta, sembrava non essere minimamente interessata.

Ovviamente anche Charle poteva volare.

Ovviamente.

Lucy iniziava a chiedersi se esistesse qualche gatto normale là fuori.

“Lucy?”

Si voltò all’udire il suo nome, vedendo la rossa con l’armatura sorriderle.

“si?”

“spero non ti dispiaccia ma mi sono presa la libertà di comprarti qualche vestito. Dopo esserci occupati della polizia ho preso una parte dei soldi che erano stati destinati a curarti e ti ho comprato qualche completo” sorrise Erza.

Il viso di Lucy si illuminò.

“dispiacermi? No! Grazie mille! Sono così felice che l’hai fatto, mi stavo stancando di portare questo” disse, indicando il suo sottospecie capo d’abbigliamento. La sua vecchia sottana era rotta e strappata in più punti, sporca e ancora leggermente bagnata da quella mattina. “ mi sembra di capire che con la polizia è andato tutto bene?”

“si, trovo che riesco ad essere piuttosto persuasiva se il caso lo richiede”  sorrise compiaciuta la rossa.

Lucy aveva il presentimento di non voler sapere esattamente cosa intendesse dire la donna. Era qualcosa tra l’essere assolutamente terrificante e seducente…o un misto di entrambi che fece rabbrividire Lucy di terrore. Era felice che Erza fosse dalla sua parte almeno.

“ho messo i tuoi nuovi vestiti nella tua stanza. Abbiamo anche fissato il eltto al pavimento. Scusa per non averlo fatto prima” ridacchiò Erza, salutandola con la mano mentre si voltava per andarsene “ comunque sia, il mio letto è stato aggiunto, ma visto che Wendy è nuova può prenderlo lei, ne aggiungerò un altro presto”

Giusto; Wendy avrebbe dormito nella sua stessa stanza adesso. Sarebbe stato piacevole avere un po’ di compagnia…compagnia femminile.

Gridando un altro ringraziamento, Lucy corse in camera sua eccitata. Vide un’enorme pila di vestiti sul suo letto. Le si spalancarono gli occhi…Erza aveva detto di averne comprato qualcuno…non un negozio intero!

Aprendo entusiasta la prima borsa rimase spiazzata. Era un’armatura. Non è che tutte le borse erano piene di armature? Lucy non poteva indossarle! Sembravano ridicolamente pesanti! Spaventata di controllare il contenuto della prossima, sbirciò con cautela da sopra. Era qualcosa di rosa e merlettato. Decisamente non un’armatura. Lucy lo tirò fuori dalla borsa, era una minigonna. La provò velocemente, le andava a pennello. Era la cosa più corta che avesse mai indossato in tutta la sua vita, lasciando scoperte tutte le gambe. Con tutta onestà, Lucy l’adorava, e adorava anche l’emozione che provava nell’indossarla. Si sentiva una ribelle solo per il fatto di averla addosso.

Continuò a cercare nelle altre borse, c’erano una marea d canottiere, un’altra cosa che le era assolutamente vietato indossare nella sua vita precedente. Mostravano un’abbondante porzione di scollatura e per qualche strana ragione Lucy si sentiva assuefatta da quel turbinio di vestiti. Gli abiti non le erano mai sembrati più divertenti. Trovò delle scarpe con tacco che si adattavano a moltissimi dei suoi completi ma i suoi preferiti erano un paio di stivali neri con un accenno di tacco.

Non solo Erza le aveva comprato tutti quei vestiti, ma anche altri prodotti femminili, elastici per capelli, spazzole, spazzolini, qualsiasi cosa Lucy avrebbe potuto aver bisogno. Doveva ad Erza un abbraccio enorme per questo. Anche se le aveva comprato tre set di armature.

Apparentemente la vasca da bagno era stata istallata e Lucy non si lasciò sfuggore l’occasione di un bel bagno.

L’acqua calda sembrava quasi una sensazione nuova sulla sua pelle. Si rilassò nel bagno per un po’, ascoltando Charle e Wendy chiacchierare dall’altro lato della porta mentre si sistemavano in camera.

Quando ebbe terminato, si sistemò i capelli legandoli in una codina laterale, un’altra cosa che era considerata inaccettabile da dove proveniva lei. Si lavò i denti e si vestì coi suoi nuovi abiti. Si era sistemata tutta senza una ragione precisa, solo per il piacere di farlo.

Poi uscì dal bagno.

“wow! Lucy sei bellissima!” esclamò Wendy alla vista della bionda, perfino Charlè annuì in accordo.

Lucy aveva deciso di indossare gli stivali neri (ovviamente), una minigonna rosa ed una canottiera bianca; questa aveva un ricamo molto grazioso sia sul collo che sul bordo. Si era perfino legata un nastro rosa tra i capelli, intorno alla coda.

Ringraziò Wendy sedendosi a parlare con la ragazzina per qualche minuto di niente in particolare. Lucy scoprì che Wendy era scappata durante il caos nell’ospedale e che era riuscita a seguire Lucy fino alla nave. Era sgattaiolata dentro e si era nascosta ne primo posto trovato fino a quando Natsu non l’aveva trovata. Wendy le sistemò perfino gli ultimi residui di morso sulla caviglia. Fino ad allora non ci aveva nemmeno più pensato, le faceva male soltanto leggermente. Ora non poteva nemmeno più affermare che un cane l’avesse morsa. Wendy sembrava iniziare ad essere veramente stanca, così Lucy uscì dalla stanza per lasciarla dormire, lei non era ancora dell’umore per terminare lì la giornata. Voleva passeggiare un po’ sul ponte ed abituarsi ai suoi nuovi vestiti. Sfidatela a dire che voleva mostrarli un po’ alla ciurma.

I suoi membri erano tutti ragazzi molto attraenti, era curiosa di vedere se avrebbero avuto una qualche reazione.

Rispetto a come appariva prima adesso era tutta un’altra cosa.

Così uscì sul ponte.

La maggior parte della ciurma era rientrata per dormire, la luna era alta nel cielo adesso e le stelle brillavano al suo fianco. Era tranquillo, alcuni membri stavano urlando, palesemente ubriachi mentre ridevano a squarciagola. Anche quella era una cosa che Lucy avrebbe dovuto provare a sua volta. Si sarebbe ubriacata, perché poteva. Perché diavolo no? Non lo era mai stata prima. Forse non stanotte però, iniziava a sentirsi stanca. Aveva bisogno di una buona nottata di riposo.

“oh, guarda guarda la coniglietta!” sentì  esclamare una voce ruvida, appartenente a Gajeel.

“coniglietta?” Lucy si guardò intorno realizzando che si stava riferendo a lei. “ perché diamine sarei una coniglietta!?!” gridò a nessuno in particolare.

La voce di Gajeel attirò l’attenzione su di lei, le urla e le risate si trasformarono presto infischia e apprezzamenti. Lucy conosceva meglio la ciurma adesso e sapeva che loro non intendevano fare nulla di male. Li salutò passandogli accanto, dirigendosi verso la ringhiera per osservare l’oceano, godendosi ogni istante.

“sei uno schianto Lucy!” sentì uno dei ragazzi gridarle dietro, facendola ridacchiare.

Non per vantarsi ma lo pensava anche lei. Dovette ignorare uno dei commenti di Elfman su quanto avesse un aspetto virile…sapeva che lo intendeva come un complimento. Probabilmente.

“Lucy! Dove?”

La voce di Natsu sovrastò le altre mentre cercava di capire dove fosse la ragazza.

Ignorando le lamentele e le grida dei compagni mentre il ragazzo si faceva largo fra di loro, la bionda riuscì a raggiungere la ringhiera e a poggiare i gomiti su questa, guardando l’acqua scura.

Ci fu un forte tonfo dietro di lei Lucy si voltò in tempo per vedere Natsu rialzarsi da terra. Apparentemente era riuscito a districarsi dalla massa di gente ubriaca alla fine. Ancora in ginocchio la sua testa si mosse freneticamente alla ricerca della compagna.

Perché era sempre così impaziente di vederla? Era quasi lusinghiero. Lucy aspettò pazientemente che i suoi occhi o il suo naso la trovassero. Non ci volle molto perché gli occhi del ragazzo incontrassero i suoi. Poi la sua bocca si spalancò. Qualsiasi cosa avesse masticato fino a quel momento cadde sul ponte della nave.

Lucy ne sarebbe stata disgustata se la scena non fosse stata così esilarante.

Così se una prostituta carina sale a bordo lui si comporta come se la cosa non lo toccasse minimamente, ma se invece si tratta semplicemente di una ragazza carina allora gli crolla la mascella fino al pavimento. Che ragazzo strano. Ma certamente lui doveva parlare e rovinare tutto a quel punto.

“ stai cercando di ammazzarti?!  Non stare vicino alla ringhiera, che facciamo se un altro Kiseichuu salta fuori e tu lo tocchi” dichiarò alzandosi e trotterellando verso di lei.

Certamente lui non si era meravigliato del suo aspetto; era impressionato che lei si trovasse di nuovo vicino al bordo-nave. Oppure…era molto bravo a coprire le sue reazioni.

Decidendo di non sminuirsi, optò per credere alla seconda.

“ come se ne toccherei un altro! O qualsiasi altra cosa che viene dall’oceano! Hai visto quanti problemi ho causato a tutta la ciurma? Ti ho anche quasi ammazzato” rispose Lucy, voltandosi di nuovo a guardare l’acqua, irritata.

“ no, non ho visto quanti problemi hai causato alla ciurma perché non ne hai creato nemmeno uno. È stata solo un’altra avventura, davvero. Se non l’avessi fatto adesso non avremmo Wendy a bordo nemmeno. Una marea di persone adesso sono salve grazie a te. Per di più ci vuole molto più di questo per uccidermi” si appoggiò alla ringhiera al suo fianco, assicurandosi di rivolgerle un sorriso a trentadue denti.

Lucy non potè fare a meno di sorridere alle sue parole.

“ vedo che sei tornato normale” gli disse Lucy notando che il ragazzo la guardava con la coda dell’occhio.

“hm? Io sono sempre normale” dichiarò.

Lucy non potè evitare di ridere fragorosamente alle sue parole.

Già, normale. Lucy era abbastanza sicura che lui non conoscesse nemmeno la definizione di quella parola.

“ credo..che in un certo senso ha funzionato. Ne abbiamo ricavato un dottore…ma in compenso il mondo ha perso un coraggioso ragazzino” Lucy fissò il mare appoggiando il mento sulle mani, i gomiti di nuovo sulla ringhiera. Natsu restava silenzioso al suo fianco; lei non potè fare a meno di osservarlo di sottecchi. Aveva uno sguardo serio, gli occhi scuri mentre osservava l’acqua. Il suo viso tuttavia non lasciava trasparire alcuna emozione. Ed eccolo di nuovo, il Natsu serio. Fortunatamente, aveva iniziato a vederlo sempre meno ultimamente. Le piaceva di più quando era rumoroso e pedante. Sembrava più…lui.

“allora, che magia hai? Cosa sei un qualche tipo di mago dell’esplosione? Oppure avevi solo qualche petardo in tasca?” iniziò Lucy decidendo di cambiare argomento; non le piaceva vedere Natsu così.

“ha! Qualcosa del genere” si voltò  di nuovo a guardarla, la sua faccia completamente diversa. Completamente Natsu.

“ che? Allora non me lo vuoi dire che tipo di mago sei?” lo beffeggiò, era davvero curiosa.

“ lo scoprirai a tempo debito” le sorrise furbescamente lui.

“cosa? Quante volte ti riuscirò a vedere usare la magia? Non è esattamente legale! E da dove esce fuori quella frase, sembri un vecchio saggio da un libro di fiabe”  sbuffò lei.

Per poco non prese fuoco lei stessa quando lui le arruffò i capelli. Non era un buffetto. Era una vera e propria arruffata. I suoi capelli che aveva accuratamente perfezionato in bagno adesso erano un disastro intrigato.

Aveva anche la faccia di ridacchiare alla sua espressione shockata.

“ probabilmente è meglio se ora vai a letto, domani abbiamo un’intensa giornata di allenamento. Devi riposare, domani avrai bisogno di un mucchio di energie visto che adesso la tua caviglia è apposto. Oh e…magari indossa qualcosa di più appropriato per combattere domani”.

Lucy arrossì guardandosi, era una richiesta ragionevole se non che…Erza non aveva comprato una grande varietà di modelli. Tutti i suoi pezzi sotto erano un qualche genere di minigonna, magari non aveva notato un qualche paio di pantaloni nel mucchio. In caso contrario l’indomani la ciurma avrebbe avuto qualcosa da vedere di loro apprezzamento.

Annuì docilmente, voltandosi per tornare in camera, sentendo lo sguardo del ragazzo su di sé mentre si allontanava.

“sei carina”

Lucy si voltò.

“cosa?”

“io..ho-uh..detto a domattina” (*). Natsu annuì all’improvviso, come se stesse cercando di convincere più se stesso che lei. Si voltò velocemente verso l’oceano, tornando ad osservare le onde.

Lucy non potè fare a meno che sorridere ampiamente alle spalle del ragazzo di fronte a lei.

“a domattina”

Con ciò ricominciò a dirigersi agli alloggi femminili tra fischi e urla, dove adesso risiedevano anche le sue nuove compagne Wendy e Charle.

 

 

 

Charle si sedè di scatto tra le braccia di Wendy, aveva avuto dei problemi ad addormentarsi. Era riuscita ad abbandonarsi ad una sorta di torpore per un po’ ma quello che aveva visto l’aveva risvegliata completamente.

Charle non era confusa del suo dono ma era sempre preoccupata all’idea di condividerlo visto che le sue visioni spesso potevano essere male interpretate. Riusciva a ricavare solo piccoli scorci di futuro, non poteva controllarlo in alcun modo. Oltre ciò qualche volta non voleva credere che ciò che aveva visto fosse vero. In questo caso era il secondo motivo.

Questa volta la visione era chiara.

Era una nave che affondava velocemente, ma non una nave qualunque. Una vecchia imbarcazione di legno con l’incisione “the Dragon” sul fianco. L’acuq sul fondo della nave si increspava violentemente, piccoli pezzi di legno schizzavano in diverse direzioni, il ponte continuava a spaccarsi, dilaniato da una forza invisibile. Stava affondando velocemente, la gente saltava dalla ringhiera in mare. La voce di Natsu risuonava forte, gridando ordini e ai membri di abbandonare la nave. Gridavano tutti quanti, alcuni in preda alla rabbia.

Il viso di Lucy balenò alla sua mente, sembrava terrorizzata mentre si guardava intorno freneticamente, in cerca di qualcuno. I suoi capelli erano sferzati dal vento mentre si trovava in piedi sulla ringhiera preparandosi a saltare, il suo piede iniziò a scivolare.

Prima che potesse vedere cosa ne sarebbe stato di Lucy la visione terminò.

Quella visione, non voleva crederci.

La nave sulla quale si trovavano sarebbe affondata.

 

 

note

finalmeeeeeeenteeeeeeeee!!!!! Ce l’ho fatta T.T

mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto! Visto anche quanta gente si è interessata se questa storia sarebbe stata continuata!

LeeSUP ha già pubblicato il decimo capitolo ma io non so quando potrò pubblicarlo ç.ç

Il fatto è che il 22 parto per rientrare il 16 dicembre e anche prima sono abbastanza impegnata ( e si levo un coro di CHISSENEFREGAAAA)

Vabbè ù.ù tutto questo era per dire che anche se ogni tanto sparisco alla fine questa fic non l’abbandono e LeeSUP afferma che porta sempre a termine le sue storie quindi state tranquilli che arriveremo a leggere the ending di questa storia :)

(*)allooora, in realtà qui Natsu rispondeva buonanotte ( seguito poi da un “buonanotte anche a te” di Lucy) ma notando come il goodnight suonava moltissimo come il “you look nice” che Natsu rivolge a Lucy mi sono chiesta se l’autrice non stesse cercando di camuffare il complimento con una parola appropriata ma che suonasse simile piuttosto che proporre la buonanotte semplicemente come una ricerca di interruzione del dialogo da parte di lui (ma che viaggi mentali mi faccio??)

Va a finire che chiedendo a LeeSUP…avevo ragionee!!!

Purtroppo l’unico saluto che mi suonasse vagamente con “sei carina” , traduzione letterale di “you look nice” era “ a domattina” -.- purtroppo perde un sacco secondo me ç.ç ho provato anche a cercare un complimento simile che mi suonasse con buonanotte ma dal mio piccolo cervello niente.

Ho chiesto aiuto a un mio amico e lui mi ha proposto senza neanche pensarci molto

“ belle coscie”…allora ho optato per la prima ipotesi -.-“…probabilmente io a questa non ci ero arrivata perché sono troppo romantica XD o perché non sono un maschio? O.o

 

Momento pazzia finito!!!

Spero di riuscire ad aggiornare prima di partire, purtroppo non posso tradurre quando non sono a casa visto che il portatile è andato ç.ç

Ciao a tutti!!! Ci sentiamo nelle recensioni!!! 

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Capitolo 10
*** NOVITÀ!! ***


Ok gente, BUONE NUOVE!

Prima di tutto...mi dispiace IMMENSAMENTE essere sparita così e credo che chi è ancora interessato a questa storia e sta sperando in un aggiornamento meriti spiegazioni.

vi copio qui la risposta che ho inviato ad un messaggio privato di una ragazza che chiedeva notizie.

'Ciao, scusa se ti rispondo dopo. MESI.
Purtroppo come ben saprai la storia non è una mia creatura, io mi limito solo a tradurla.
Devo sapere che fin dal momento in cui decisi di tradurre "the princess and the pirate" mi sono sempre tenuta in contatto con l'autrice, dal chiederle il permesso di postare il suo lavoro su di un altro sito al riportarle tutte le meravigliose recensioni che lasciavate ad ogni capitolo. Lei era sempre molto veloce nei suoi aggiornamenti, io ahimè, una volta tornata a camminare, un pó meno XD
Fatto sta che un giorno ( più o meno a marzo) LEEsup smise di rispondere alle mie mail e di aggiornare la storia. 
All'epoca rimasi spaesata. Lei non lasciava MAI una storia incompleta ed era stato proprio questo a spingermi nella traduzione di questa storia piuttosto che di un'altra. Neanche a me piace lasciare le cose a metà. Purtroppo il tempo passava e di lei nessuna notizia così, sebbene avessi ancora qualche capitolo da tradurre, mi sembrava assurdo impiegare tempo che già di per sé faticavo a trovare tra studio e lavoro per qualcosa che comunque non avrebbe mai raggiunto una conclusione, così abbandonai il progetto con la speranza che un giorno avrei ricevuto una mail di LEEsup che mi informava che sarebbe tornata a scrivere.
E quella mail arrivò, molto tempo dopo. Il 24 dicembre per essere precisi e per chi seguiva la storia anche nel sito inglese questa non è una novità. Ti dirò in poche parole quello che riportava.
Non so se lo sai ma l'11 marzo 2013 c'è stata una grandissima alluvione ad Alberta, in Canada. Beh era la città dove viveva la scrittrice. Adesso si trova a casa di amici. La sua casa è stata completamente allagata e, anche se ultimamente non l'ho più sentita, l'ultima volta ha detto che erano ancora indecisi se demolirla del tutto. Le hanno permesso di riestrare solo una volta e ovviamente decidere cosa portare via è stato molto difficile. Alla fine decise di prendere la macchina perchè non poteva permettersene un'altra. La sitiazione però non è semplice per lei. Per recaesi all'università deve fare un viaggio di 4 ore dalla casa dei suoi amici e ha ammesso anche di essere un pó depressa. Probabilmente non riuscirà a tornare nella sua città prima di novembre ( sempre che non le demoliscano la casa) tutto ciò che aveva, tutti i luoghi che frequentava sono andati distrutti, persone della sua città sono morte e non può permettersi di prendere un'altra casa nei paesi vicini perchè gli affittuari si stanno approfittando della situazione ed hanno alzato i prezzi. Comunque nonostante tutto è una ragazza molto forte :) non ha intenzione di mollare né la storia né, soprattutto, nella vita. Credo che resterà ferma ancora un pò di tempo però. Io stessta ho avuto un incidente con l'auto l'8 gennaio che mi ha impedito di risponderti prima. Mi dispiace tantissimo. Non vorrei che pensassi che non ti ho risposto di proposito. Tu come tanti altri avete tutto il diritto di fare domande! Credo che posterò questo messaggio nella storia così da mettere al corrente chi è ancora interessato :) spero che si sistemi tutto e che possa LEE tornare a scrivere nella sua città e io a tradurla al più presto!'

beh, se qualcuno segue ancora la storia in lingua originale saprà già che le notizie sono finalmente arrivate! ECCOME! Accompagnate da un bel capitolo <3

purtroppo hanno deciso di demolire la sua casa alla fine, ma adesso ha trovato un lavoro quindi si spera che le cose lentamente le vadano meglio.

lei non demorde! È 'na tosta XD

quindi...ricapitolando...lei continuerà ad aggiornare ( SANTA DONNA ) e io...rullino rullino i tamburi...ricomincio a tradurre! Yayyy. Già chiedo venia per le nuove traduzioni...datemi tempo di riprenderci mano ;)

lo faccio per voi poracci che ho fatto attendere e ancora sperano, LA SPERANZA PAGA XD

RAGAZZI ARIECCHIME! E mo so affari vostri!

Chiedo un commentuccino ino ino per sapere chi è ancora in ascolto ( !?!). Da tutti!! Basta un semplice ” io sto ancora qua! Quindi muoviti! " 

ok, adesso mi rileggo tutti i capitoli così vedo come avevo tradotto certe parole. Secondo voi devo revisionare e correggere i primi capitoli o mi dedico direttamente ai nuovi? Sinceramente erano tradotti per noia, quindi non mi ci ero impegnata poi tanto, poi mi sono appassionata e ci ho messo più attenzione. Che dite? Fatemelo sapere!

a prestissimissimo! 

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Capitolo 11
*** Down with the ship ***


L’angolo di “ chi l’ha visto”

tadà! La resurrezione che non v’aspettavate

Oddio, eccolo finalmenteeeee! Il nuovo capitolo! E bello lungo pure!

Aluuura, forse è il caso ch si faccia un po’ il punto della situazione…

 

Ricapitolandolo!

Entrambi i genitori di Lucy sono morti, il suo patrigno le ha ucciso la madre per soldi e ha provato a fare lo stesso con Lucy che però viene salvata da Natsu e tutta la ciurma di fairy tail! Natsu la scambia per una prostituta XD ( mi sembrava importante u.u) e salpano insieme verso l’infinito e oltre dopo aver sconfitto il papino cattivo. Si ritrova in un mondo pieno di magia di cui non sapeva nemmeno l’esistenza pieno di strani pirati e gatti volanti. Osamu ha cambiato le leggi sulla magia quando è salito al potere, rendendola illegale , fino a spazzarla quasi completamente dalla faccia della terra. I suoi successori continuarono a mantenere attiva questa legge, alcuni tipi di magia sono punibili con la morte o l’ergastolo, perciò chi la possiede cerca di utilizzarla il meno possibile. Se viene confermato da un membro fidato del governo che si è in possesso di poteri magici, ci si ritrova in un sacco di guai. I dragon slayer sono i maghi più temuti dal governo. Ci sono armi akirein, forgiate dalle scaglie dei draghi, create non solo per uccidere i draghi, ma anche i dragon slayer. Vecchie leggende dicono questi maghi possano parlare ai draghi e che in futuro li risveglieranno. Con questo potere avrebbero la forza di distruggere il governo.

Natsu è costretto a prendere giornalmente delle medicine per il suo mal di mare, ma spesso se ne dimentica. Nel frattempo sta insegnando a Lucy ad usare una spada, visto che la ragazza ha già molto talento con la pistola.

Lucy ha toccato un kiseichuu, una specie di pesce parassita ricoperto di un muco col quale è molto pericoloso entrare in contatto visto che è pieno delle uova del parassita, che entrano nell’organismo ospite per ucciderlo allo schiudersi. Nella zona di contatto si forma una brutta ferita, simile ad un’ustione.

Lucy una sera si risveglia con la febbre ed esce a prendere un po’  d’aria sul ponte dove Natsu la prende al volo quando sta per svenire, finendo per infettare anche lui.

Navigano fino all’isola più vicina  per cercare una cura che normalmente è molto costosa. Su quell’isola incontrano il piccolo Conner, che li dirige verso un centro medico dove anche lui si sta recando, non dopo avergli detto che lui era convinto fossero pirati e nulla gli avrebbe fatto pensare diversamente.

I dottori in questione sono una coppia, gli Hadgins, che promettono di curare i ragazzi, ma le cose si complicano quando visitano Natsu dicendo che, siccome le uova erano penetrate nei polmoni, aveva bisogno di un’operazione. Lucy ha uno strano presentimento ma lascia comunque che i dottori lo portino via. Incontrano la figlia adottiva degli Hadgins, Wendy, che si lascia scappare il fatto che se non intervengono subito Natsu morirà. Si scopre che la coppia di dottori vendono organi al mercato nero e Natsu, seppur sedato, vedendo il corpicino lacerato di Conner perde la testa, usando la magia per far esplodere l’edificio. Lucy accompagna Natsu sulla nave con l’aiuto di Happy e Freed mentre Gray e Erza rimangono indietro per cercare di coprire l’accaduto. Finalmente lasciano l’isola ma Natsu è devastato all’idea di non essere riuscito a salvare il bambino. Trovano Wendy, che si era nascosta sulla nave per paura di essere rispedita in orfanotrofio, insieme al suo gatto Charle. Vengono invitate a far parte della ciurma dove Wendy diventa il nuovo dottore. Charle ha una premonizione  dove vede Lucy scivolare in mare e….finiva così!

 

Mamma mia! Che faticaccia! Non lo rileggo, prendetevelo così (male) come è venuto. Era tanto per rifare il punto ;)

Si ricominciaaaaaa!

 

Giù con la nave 

 

“ tieni la punta della spada verso l’alto”

Lucy era contenta che la mano e la caviglia fossero tornate in perfetta forma, ed era grata a Wendy per questo, certo. Ma adesso non aveva più scuse per rimandare gli allenamenti con Natsu. Era veramente faticoso, senza contare che non aveva un solo paio di pantaloni da indossare per l’occasione. Solo minigonne.  Ad essere sincere, non è che avesse visto indossare ad Erza qualcosa di diverso. Minigonna e armatura: una combinazione che non dovrebbe aver senso, tanto meno essere gradevole, ma ad Erza, non si sa come, donava.

Lucy era sicura ci fosse una folla alle sue spalle che aspettava solo l’occasione d’oro, la giusta folata di vento. Pervertiti. Sospirando mentalmente, soppesò la spada guardando il suo avversario, Natsu.

Le labbra del ragazzo erano tirate in un perenne sorrisetto e i suoi occhi celavano uno scintillio pericoloso. Se si fosse trattato di chiunque altro, Lucy si sarebbe sentita leggermente spaventata. Natsu era in un certo senso intimidatorio; specialmente quando indossava la bandana. I capelli rosa smorzavano l’effetto. Diciamoci la verità…era un colore talmente femminile che risultava difficile prenderlo sul serio. Forse faceva parte della sua strategia.

Si lanciò su di lei quando meno se l’aspettava. Lucy portò in alto la spada con un gesto istintivo riuscendo, non si sa come, a deviare la spada di Natsu.

“ bene! Questo tipo di riflessi sono una buona cosa. A volte i nemici ti attaccheranno senza il minimo accenno” rise di lei. Nonostante avesse bloccato il suo attacco, si era lasciata sfuggire uno squittio che avrebbe fatto ridacchiare chiunque.

“ ancora non capisco perché mi stai insegnando tutto questo! Dovrei avere sempre qualcuno intorno per proteggermi, altrimenti perché non potrei usare la mia pistola?” gridò di rimando  al ragazzo che già si stava rimettendo in posizione. L’unica arma che possedeva si trovava nella sua stanza, chiusa in un cassetto. “ dovrei esercitarmi con quella!”

“ perché succedono cose inaspettate e probabilmente verrà il momento in cui non hai niente a disposizione se non la spada. Devi acquisire le abilità che ancora non possiedi” rispose, attaccando di nuovo.

Con rabbia buttò in avanti la spada, le vibrazioni provocate dall’urto del metallo le fecero sbattere i denti dolorosamente.

“ tieni la bocca chiusa, inotre. Non vorrai mica morderti la lingua nel bel mezzo della battaglia” disse Natsu, avendo notato la sua espressione sofferente.

Arrabbiata che il ragazzo avesse notato anche quel piccolo dettaglio, Lucy usò tutta la sua forza per respingerlo, tuttavia servì solo a fargli fare un piccolo passo indietro. Non due, solo uno. Questo fece sentire Lucy decisamente debole.

“ se niente sembra funzionare e ti ritrovi ad affrontare uno spadaccino migliore di te, attaccalo prima, mentre colpisce” disse, ignorando lo shock dipinto sul volto della ragazza “ il tempismo è una caratteristica importante durante un duello, se riesci a bloccare la spada prima che l’attacco ti raggiunga il suo colpo sarà decisamente più debole”

Lucy lo fissò.

“ questo ha senso e tutto quello che ti pare, ma chi, nella sua piena capacità mentale, andrebbe incontro ad un nemico che ti sta attaccando? Non credo che avrei abbastanza forza di volontà da riuscirci” confessò.

“ ti sorprenderesti nello scoprire le cose che riesci a fare, specialmente nella foga della battaglia”

“quante battaglie hai avuto? Sembra che tu non abbia fatto altro nella vita” avanzò all’attacco, sperando di coglierlo di sorpresa. Natsu si mosse prontamente, bloccandole la punta della sua spada con il piatto della propria. Il ragazzo si sporse oltre le lame stridenti in modo che riuscisse a sentirlo.

“ una principessa come te non riuscirebbe nemmeno ad iniziare ad immaginare la vita che si ritrovano costretti ad affrontare certi bambini”

Era solo una sua impressione o le parole gli erano uscite in un tono abbastanza sgradevole?

“ Una principessa come me capisce più di quanto pensi e se continui a trattarla come tale te le darà di santa ragione”sbuffò lei, spingendo in avanti la spada, udendo un soddisfacente stridio quando la sua spada lasciò un profondo graffio su quella del ragazzo.

“ non lasciare che la rabbia guidi troppo le tue battaglie o potresti diventare impacciata. Hai ancora molto lavoro da fare prima di poter anche solo pensare di conciarmi per le feste” con questo rimise in posizione la sua spada, invitandola a fare altrettanto.  Spostandosi di lato evitò un affondo della ragazza per poi avanzare spingendole la spada verso il basso. L’arma di Natsu adesso aveva intrappolato quella di Lucy al pavimento, impedendole di rialzarla.

Un altro luccichio la distrasse, giusto in tempo per notare il ragazzo lasciare la spada ed estrarre una piccola lama, molto simile a quella che aveva utilizzato suo padre, puntandogliela alla gola. Lucy non si mosse, non osò nemmeno respirare al contatto della lama sul suo collo. Natsu avvicinò il viso al suo “non fare la presuntuosa adesso. Hai ancora molto da imparare, ma con me come mentore ci arriverai. Eccoti un altro consiglio, preparati sempre un piano di riserva. Tieniti sempre un coltellino o una pistola nascosti addosso. Per oggi è tutto” con ciò allontanò la lama dal suo collo.

Era lei quella presuntuosa? Natsu era una delle persone più presuntuose che conoscesse! Il modo in cui la rilasciò allontanandosi come fosse stato un gioco da ragazzi la fece arrabbiare tanto che avrebbe voluto urlare. Invece si limitò a gettare la spada a terra e ad andarsene indispettita, ignorando i lamenti delusi della folla che aveva sperato di poter intravedere qualcosa sotto la sua gonna. Era orgogliosa di poter dire che se l’era cavata abbastanza bene nel combattere in minigonna. Forse avrebbe continuato. Avrebbe addirittura potuto usarlo a suo vantaggio.

Quello che voleva era la sua pistola; in quel modo avrebbe potuto sparare a Natsu e diventare lei suo mentore. Sarebbe stata lei, a quel punto, a comportarsi da presuntuosa dandosi delle arie e lui non avrebbe potuto fare niente per evitarlo! Non avevano molte armi da fuoco a bordo, erano stati talmente gentili da lasciarle avere una delle megliori in loro possesso. Le pistole erano molto costose.

Guardando torva l’oceano, ignorò tutte le persone intorno a lei. Sua padre aveva sempre fatto cose che le recavano molto fastidio e questo in confronto era niente. Perché era così arrabbiata con Natsu quando si comportava in quel modo? Odiava con tutta sé stessa quando il ragazzo la chiamava principessa in quel modo così degradante. Con quello stupido tono condiscendente. Non aveva assolutamente idea di come era stata la sua vita! Anche se era solo per farla arrabbiare e vedere come avrebbe reagito in battaglia le dava comunque molto fastidio.

Era da un po’ che non la chiamava più così e aveva pensato avesse smesso, ma apparentemente no. Forse ci trovava gusto ad infastidirla in quel modo, doveva trovare un nomignolo anche per lui, uno che avrebbe odiato. Lui e Gray sembravano non andare molto d’accordo, forse avrebbe dovuto chiedere a lui.

Oppure doveva solo mostrargli che non era una principessa. In qualche modo. Era sicura che in un modo o nell’altro ci sarebbe riuscita.

Cielo, non riusciva ad aspettare quel momento. Lasciandosi sfuggire un lungo sospiro, si incamminò verso il suo quartiere. Wendy e Charle stavano sedute sul loro letto a parlare. Lucy era sicura che la ragazzina si sentisse più a suo agio qui, era molto più tranquillo e meno affollato rispetto a fuori, questo era certo.

“ hey Wendy” Lucy sorrise, chiudendosi la porta alle spalle. Lei le sorrise di rimando, impegnata nella lettura di un libro.

“cosa stai leggendo?” la curiosità stava già avendo la meglio.

“un libro di medicina. Questo parla soprattutto di rimedi contro creature marine velenose, e alcune dell’entroterra. A dire la verità è abbastanza spaventoso pensare a cosa c’è là fuori. Spero di trovare altri libri a riguardo” Wendy girò pagina, mentre con l’altra mano accarezzava il gatto al suo fianco.

“spaventoso? Tipo?”

Lucy non ci teneva particolarmente a saperlo in effetti, ma le parole le erano uscite di bocca prima che potesse bloccarle.

“beh, ci sono le volpi tigre, pesci-sega, licantropi, gargoyle, troll, sirene e questi sono solo alcuni. Alcune specie sono velenose…spesso è difficile distinguere quali lo sono  e quali no. Queste isole non sono segnate sulle mappe in modo da metterti in guardia. La carta si limita a darti le informazioni geografiche, non c’è nessuna nota su cosa popola l’isola. Mi preoccupa. Dobbiamo fermarci spesso sulle isole per rifornirci di cibo e supplementi. Non abbiamo mai idea di cosa dovremo affrontare” Wendy sospirò chiudendo il libro ed alzando lo sguardo verso Lucy.

“aspetta…tutte queste creature che hai appena detto…sono vere? Stai scherzando? Devi per forza scherzare. Tutte quelle cose sono inventate per i libri per bambini giusto per spaventarli un po’” balbettò, rifiutando di crederci.

“beh, la magia esiste. Perché i mostri non potrebbero. Anche i draghi esistono” disse Wendy in tono triste “ anche se sono scomparsi da un bel po’”

“hm. Erza mi stava raccontando dei dragon slayers e dei draghi, a proposito della Grande Guerra. Ma i draghi sono estinti giusto?” chiese Lucy, sedendosi a fianco della ragazzina.

“ no. Sono sicura che sono nascosti da qualche parte. Se fossi una drago, anch’io vorrei nascondermi adesso. Questo mondo non è un posto per la magia, specialmente per i draghi”

“sembri sapere molto su di loro, Wendy” le sorrise Lucy, accarezzandole la testa.

“mm. Hey Lucy, posso dirti un segreto?” i suoi grandi occhi nocciola si fissarono su quelli di Lucy.

Come poteva lei resistere a qualsiasi cosa le avesse chiesto.

“certo, qualsiasi cosa”

“beh… è un segreto molto grande che non molte persone conoscono. I dragon slayer in realtà sono allevati proprio dai draghi e durante quel periodo questi insegnano loro come usare i poteri del drago. Prima che i dottori mi prendessero con loro ho vagato a lungo da sola…ma prima ancora sono stata allevata…da un drago. Questo è successo…prima che lei sparisse”

Lucy sbatté le palpebre. Una volta. Due. Non sembrava riuscisse a comprendere quanto detto.

“huh?”

“il suo nome era Grandeeney e mi ha insegnato la magia del dragon slayer, io sono il dragon slayer del cielo”

Lucy tossì, strozzandosi con l’aria.

“cosa? Davvero?” riuscì a dire. Se ricordava bene, Erza le aveva raccontato che i dragon slayer erano temuti per il loro enorme potere. Sembrava fossero i più potenti maghi che il mondo avesse mai conosciuto.

Questa timida ragazzina di fronte a lei era uno di quei maghi? Era così silenziosa e gentile, non riusciva ad immaginarsela sprigionare il feroce potere di un drago.

“um…si. Grandeeney aveva iniziato ad insegnarmi anche la magia curativa, ma poi è scomparsa. So che i draghi sono ancora là fuori. Penso che se riusciamo a trovarli possiamo convincerli ad aiutarci! Natsu continuava a parlare di spodestare il governo. Voglio aiutare! Penso che se riusciamo a trovare i draghi possiamo davvero farcela!” annuì entusiasticamente Wendy.

“questo scatenerebbe una guerra, Wendy. E gli Akeirein? Non potrebbero far fuori sia te che i draghi? Sarebbe esattamente come nella Grande Guerra!” Lucy non riusciva a crederci, ma qualcosa si era acceso dentro di lei,  che sopraffare il governo fosse veramente possibile se fossero riusciti a trovare i draghi.

“adesso siamo più preparati!  Possiamo preparare meglio le nostre difese, gli Akeirein ci avevano colto di sorpresa la volta scorsa. Adesso che lo sappiamo siamo in vantaggio” Wendy sembrava veramente eccitata del piano.

“si Wendy, ma tu sei solo un dragon slayer, avremo bisogno di averne più di uno”

“sono sicura che a bordo ce n’è almeno un altro, Lucy. Ma sembra che nessuno voglia parlarne. Sembra sia di tacito accordo non dire niente in proposito. Probabilmente per paura che qualcuno possa sentire. Il governo è inflessibile quando si tratta di noi” finì.

“non lo se, Wendy. Ho a malapena visto qualcuno usare la magia. Sembra un’idea fantastica ma avremmo bisogno di sapere dove si trovano i draghi, e non ne abbiamo la più vaga idea”

L’eccitazione della ragazzina sembrò smorzarsi e rimase in silenzio.

“credo significhi che dobbiamo tenere le orecchie ben aperte, giusto?” con un sorriso incoraggiate, Lucy si alzò per andarsene “ penso sia veramente fantastico che tu sia un dragon slayer, Wndy. Vorrei tanto avere anch’io qualche tipo di magia”

“come fai ad essere sicura che non ce l’hai?” era una domanda innocente che però aveva lasciato Lucy molto confusa.

“sono abbastanza sicura che a questo punto me ne sarei dovuta accorgere” le sorrise

“non conosco molto della magia ma penso che tu sia speciale, Lucy. Credo che potresti benissimo essere una maga”

Lucy rise alle adorabili parole della ragazzina. Le corse in contro e la strinse in un abbraccio.

“grazie Wendy. Significa molto per me”

A Lucy piaceva davvero molto averla a bordo, era come avere una sorellina. Lasciò la stanza, col pensiero ancora fisso sull’argomento della conversazione. Si ritrovò a vagare senza meta sul ponte, si fermò un po’ a giocare a carte con Gajeel. Era abbastanza complicato, ma sembrava che alla fine avesse capito almeno le regole base, e poi Gajeel le aveva insegnato anche tutti i modi per barare.

Forse, almeno a poker, poteva battere Natsu.

Si fermò a parlare con Erza, ringraziandola per la settantesima volta per i vestiti e chiedendole della loro prossima destinazione. Apparentemente non erano troppo lontani ormai e l’avrebbero raggiunta il giorno successivo all’alba se tutto andava bene. Lucy iniziava ad annoiarsi. Dov’era Natsu? Prima che se ne accorgesse si ritrovò a bussare alla porta della cabina del capitano, più forte di quanto ce ne fosse effettivamente bisogno. Sentiva il bisogno di infastidirlo oggi. Il pomello girò e Happy le volò dritto tra le braccia.

“hey Lucy! Natsu sta dormendo e dice che non vuole essere disturbato per un po’. Ma posso stare io con te se ti annoi!”

Lucy aveva l’impressione che il gattino fosse veramente impaziente all’idea di passare un po’ di tempo insieme, perciò annuì accarezzandogli la testa. Si sedette in un’area leggermente appartata e tirò fuori una stringa. L’aveva trovata per puro caso a terra e l’aveva conservata proprio in previsione di un’occasione come questa. Era davvero il sogno di ogni gatto. La fece strisciare sul pavimento, ridendo nel vedere una palla di pelo azzurro affannarsi al suo seguito.

Era felice di aver trovato qualcosa di divertente da fare. Alzò in aria la cordicella,  costringendo il gatto a saltare per raggiungerla. Ovviamente alla fine Happy barò e usò le ali. Erano veramente bellissime e Lucy si ritrovò a toccarle mentre il micio mordicchiava la stringa.

“Happy, da dove vengono queste ali?”

“hm? Non lo so, ce l’ho da quando mi sono schiuso”

“schiuso? Intendi dire come da un uovo?” questo gatto continuava a diventare sempre più strano.

“si, Natsu ha fatto schiudere il mio uovo insieme a Lisanna”

Ed eccola di nuovo, Lisanna. La ragazza misteriosa. Ignorando l’evidente stranezza di un gatto che si schiudeva da un uovo, prese coraggio per porgli la domanda che tanto le premeva.

“happy, puoi raccontarmi qualcosa di Lisanna?”

Il gatto smise di giocare con la stringa, alzando lo sguardo per guardarla, i suoi occhietti avevano un’aria molto triste ma le si avvicinò comunque, appollaiandosele in grembo.

“ a Natsu di solito non piace che si parli di lei, ma se lui dorme penso che vada bene. Però non dirgli che te l’ho detto io, ok?” cerco di rendere il suo faccino peloso il più intimidatorio possibile, ovviamente senza risultati, ma Lucy annuì comunque seriamente.

“ Lisanna era il nostro medico di bordo. Penso che a Natsu piacesse veramente tanto, nel senso che gli piaaaceeeeva. Era veramente gentile e manca molto a tutti”

Lucy annuì mentre ascoltava, passando distrattamente la mano tra la pelliccia del piccolo animale mentre questo continuava.

“ un giorno scoppiò un grosso combattimento, e Natsu e Lisanna erano stati separati dal resto del gruppo poco prima. Qualcuno aveva chiamato il governo avvisandoli che dei pirati si sarebbero fermati su quell’isola. Natsu e Lisanna stavano svolgendo un lavoro dalla parte opposta dell’isola perciò non abbiamo potuto avvisarli in tempo dell’arrivo dei soldati. Quando l’abbiamo raggiunti Lisanna era già morta ed era stata portata via, e Natsu…Natsu era diverso. C’è voluto un po’ per calmarlo. Era veramente devastato e Erza ha dovuto affrontarlo per riportarlo sulla nave. Da allora non ne ha più parlato e diventa triste quando qualcuno la nomina, o anche solo se si parla di dottori. Non ne ha voluto parlare nemmeno con me. Nessuno sa che cosa è successo quel giorno tra di loro, ma qualsiasi cosa sia ha cambiato Natsu. Era diventato così silenzioso e…non più sé stesso. Ha ancora problemi ad addormentarsi”

Lucy si morse il labbro. Questo spiegherebbe perchè aveva reagito in quel modo quando aveva proprosto Wendy come nuovo medico. Era ancora una ferita aperta per lui. Questo spiegava anche il motivo per cui nessuno voleva parlarle di Lisanna, probabilmente avevano paura che Natsu tornasse ad essere chiuso come in quel periodo.

“ ma da quando sei a bordo è tornato normale”

Aggrottò le sopracciglia. Che significava? Era solo un rimpiazzo emotivo di Lisanna? Forse Natsu non lo faceva volontariamente, ma probabilmente era per questo che era tornato ad essere sé stesso ultimamente. Non c’era da stupirsi che Erza si fosse arrabbiata tanto quando era stata accolta a bordo. Doveva esserle sembrato che Natsu stesse solo cercando di rimpiazzare Lisanna, di riempire il vuoto lasciato da lei con altro. Cos’aveva lei di speciale da renderlo così felice? Lei non era niente di speciale, non nel mondo dove viveva lui, almeno. Lei era speciale nel suo, quello fatto di nobili ed etichetta. Non si stava sminuendo, stava solo cercando di essere realista. Nel mondo di lui, quello fatto di lotte, e alcool, e omicidi, lei era in svantaggio. Lui era molto bravo a cavarsela mentre lei era solo una principiante. Niente di speciale. Non era per forza una brutta cosa, sarebbe sicuramente migliorata, lo sapeva,ma questo non spiegava perché mai il ragazzo la ammirasse tanto. Come se lei fosse Lisanna, come se sapesse già combattere, o imprecare, o guarire la gente.

Lei non aveva nemmeno la magia.

“Lisanna era una maga?”

Happy in risposta annuì.

Ovvio che lo fosse. Lisanna era la miss perfezione che Lucy doveva emulare. Scosse la testa, non poteva prendersela per questo, la gelosia non portava mai da nessuna parte. Lucy non la conosceva nemmeno.

“era una guaritrice come Wendy?”

“no, si era solo presa l’impegno di prendersi cura di noi. Aveva la magia del takeover come Elfman. Dopotutto era sua sorella” disse facendo le fusa.

Lucy si ritrovò a guardare in direzione della persona in questione. Stava ridendo rumorosamente, dicendo qualcosa sull’essere uomo o robe simili. Gli sorrise involontariamente. Una persona così grande, che aveva perso una sorella ma continuava ad essere forte. Lucy poteva vedere che fosse un uomo molto potente, insensibile a volte, ma era anche questo che lo rendeva chi era. Non avrebbe mai immaginato che avesse perso una sorella abbastanza recentemente.

Lucy non aveva ancora visto la sua magia takeover, ma aveva avuto una brave delucidazione su cosa fosse. Apparentemente poteva trasformare delle parti del suo corpo in quelle di qualunque mostro lui avesse già sconfitto. Sembrava qualcosa di molto utile da avere a disposizione in battaglia.

Ma nessuno poteva usare il dono che possedeva. Sembrava così ingiusto che loro possedessero queste bellissime magie ma fossero costretti a nasconderla come fosse peste. Lucy voleva vedere un mondo dove potessero usare la magia liberamente. Potevano aiutare persone normali come lei.

Si sentiva così noiosa ad essere senza magia. Era solo una principessa che giocava a fare il pirata.

Sospirando si alzò, dando ad happy un’ultima carezza a mò di saluto, continuando a camminare per la nave. Era una giornata calma, perfino il mare era piatto.  Finalmente aveva avuto  del tempo per conoscere meglio il resto della ciurma. Gray era finito con lo spogliarsi completamente  nudo e la faccia di Lucy era esplosa di rosso. Non aveva bisogno di conoscerlo fino a quel punto, non importa quanto fosse attraente. Era anche abbastanza sicura che le avesse chiesto in prestito le mutandine, ma non poteva esserne sicura, c’erano una marea di grida e la maggior parte erano le sue.

Laxus era un’altra storia. Non riusciva a capirlo, sembrava molto solitario rispetto ai suoi amici. Freed era molto gentile anche se il suo aspetto era piuttosto rigido. Era perfino riuscita a farsi dire che tipo di magia usasse. Un tipo di magia con le rune. Lucy non aveva capito poi molto bene ma questo era tutto ciò che Freed sembrava voler condividere al momento. Bixlow era, in mancanza di un aggettivo più adatto, unico. Non si era lasciato sfuggire niente sul suo tipo di magia ma Lucy aveva notato che si portava sempre in giro tre strane bamboline, sembravano piccoli tamburi con la faccia. Non riusciva ad immaginare nessun tipo di magia che potesse avere a che fare con un oggetto del genere. Era frustrante non sapere niente. La sua naturale curiosità la stava divorando e nessuno sembrava volerla soddisfare.

Finalmente Natsu uscì dalla sua stanza, iniziando subito a cercarla.

Decidendo di fargli uno scherzo, Lucy si nascose dietro dei barili, nascosta alla vista di tutti. Così impara a chiamarla principessa, non l’avrebbe mai trovata! Sedendosi comodamente, rilassò la schiena addosso ai barili, avrebbe aspettato per ore se ce ne fosse stato il bisogno.

Sorrise compiaciuta di sé stessa, ma il suo sorriso si tramutò ben presto in una ‘O’  ritrovandosi a guardare gli occhi della persona dalla quale si stava nascondendo.

“ah! C-come mi hai trovato?” squittì.

Lui non disse niente, toccandosi il naso mentre si sedeva decisamente molto vicino a lei. Certo, il suo naso poteva fiutarla, certo. Non pensava si sarebbe mai abituata all’idea. Poi il pensiero di quale fosse il suo odore le balenò alla mente. Non aveva profumi come quando abitava ancora al palazzo. Lucy pensò di chiederglielo ma venne distratta dal vederlo stropicciarsi gli occhi con la mano. Stava veramente dormendo fino a poco prima, o almeno sicuramente sembrava che ci avesse provato.

“sei ancora stanco?” pensò ad alta voce, cercando di ignorare quanto lui somigliasse ad un bambino tenerissimo quando sbadigliava.

“mm”

Non era molto loquace al momento, eh?

“non riesci a dormire?”

“mm”

Questa conversazione non aveva né capo né coda. Perché aveva lasciato la stanza se aveva ancora sonno?

“perché no?”

Alla fine si voltò a guardarla, ancora assonnato, chiaramente indeciso se risponderle o no.

“brutti sogni?” insistette.

Ci fu una lunga pausa dove lui spostò lo sguardo sul pavimento, segno universale che ci aveva azzeccato.

“ i pirati non hanno gli incubi. Quella è roba da bambini”

Lucy lo guardò con aria scettica, stava chiaramente negando l’evidenza. Ma con lei non funzionava.

“ non sono d’accordo. Penso che gli incubi capitino quando capitano, non importa se hai cinque anni o novanta. Non è una cosa che puoi controllare…non è una debolezza”

Si arrischiò a guardare verso di lui, per trovarlo con lo sguardo fisso davanti a lui, le palpebre ancora evidentemente pesanti di sonno, quasi chiuse.

“è…per colpa della mia debolezza…”

Lucy era confusa di questa affermazione bisbigliata e stava per fargli delle domande a proposito quando sentì un peso sulla sua spalla. Spalancò gli occhi quando vide la testa del pirata addormentato, appoggiata a lei.

Si immobilizzò. Natsu si era addormentato ed era scivolato sulla sua spalla. Che cosa avrebbe dovuto fare adesso? Doveva svegliarlo? Il ragazzo era chiaramente stanco e non pensava coerentemente come di solito. ‘è per colpa della sua debolezza? Cosa? Il fatto di avere gli incubi?’ la sua mente tornò a vagare sulla conversazione avvenuta con Happy quella stessa mattina. Dopo la morte di Lisanna, lui non era più riuscito a dormire, le aveva detto. Probabilmente era quello l’oggetto dei suoi incubi. Si stava ancora dando la colpa di quanto era successo? Nessuno sapeva esattamente come erano andate le cose oltre lui. Era stata colpa sua?

La prima notte che aveva passato a bordo le era sembrato che Natsu avesse dormito bene. O forse non ci aveva fatto caso tanto era distratta.

Lui sobbalzò nel sonno, mormorando frasi incomprensibili. Non sembrava essere sofferente al momento. Forse doveva solo lasciarlo dormire, questa potrebbe essere una delle poche volte ibn cui sarebbe riuscito a riposare bene. Se lei poteva essere la spalla su cui poteva contare le andava più che bene, le sembrava che lui ne avesse davvero bisogno. Gli accarezzò leggermente la testa, domandandosi come fosse possibile che i suoi ciuffi rosa fossero così morbidi quando avevano un aspetto tanto tagliente. Il sole era ancora alto, avvolgendoli in un tepore talmente rilassante che perfino lei cominciò a sentire le palpebre appesantirsi.

Probabilmente non era la migliore delle idee ma poggiò ugualmente la testa su quella del ragazzo, chiudendo gli occhi. Potevano contare l’uno sull’altra. Nemmeno Lucy aveva mai avuto un rapporto del genere. Era una bella sensazione.

Per di più, non è che qualcuno della ciurma potesse vederli là dietro.

Happy si trattenne dal lasciarsi scappare una risata compiaciuta.

Lucy fu la prima a svegliarsi, lamentandosi del forte dolore al collo per aver dormito in quella posizione. Natsu era ancora profondamente addormentato, sentì un rivolo di bava scivolarle lungo il braccio e fece di tutto per ignorarlo.

Nessuno le aveva mai sbavato addosso.

Per qualche strana ragione lo trovava perfino divertente, era comunque schifata ma non potè fare a meno di sorridere. Avevano chiaramente dormito per ore, adesso il cielo era scuro e le stelle cominciavano ad emergere. Guardò la luna per qualche istante, sembrava molto più grande vista dall’oceano rispetto al suo balcone.

Decidendo di aver avuto abbastanza bava addosso per oggi, iniziò a scuotere leggermente il ragazzo che, in un primo momento, si limitò a grugnire e scacciare la sua mano. Dovette resistere all’impulso di spostarsi e lasciargli sbattere la testa per terra.

“ Natsu, è ora di svegliarsi. Andiamo” lo scosse leggermente più forte, guadagnandosi come risposta uno scatto improvviso mentre si svegliava.

Si sedette ritto come una freccia, con l’aspetto confuso di chi non riesce a capire dove si trova. Lucy si pulì il braccio su quello del compagno, attirando così la sua attenzione.

Adesso la stava fissando;  Lucy potrebbe giurare di aver iniziato a sudare sotto il suo sguardo tanto intenso.

“m-mi sono addormentato?” interruppe il contatto visivo per guardarsi intorno, pulendosi inconsciamente il braccio dalla sua stessa bava.

“mm. Poco ma sicuro” sorrise furbescamente Lucy, aveva un’aria così persa.

“mi sono addormentato…su di te?”

La ragazza si morse il labbro, era tornato a guardarla e sembrava quasi spaventato che fosse arrabbiata con lui. Cercare di trattenere le risate le fece tremare le spalle. Lucy non riusciva nemmeno guardarlo negli occhi tanto la sua espressione era comica. Chi avrebbe mai potuto essere arrabbiato con un ragazzo del genere?

“si, l’hai fatto” tenne un tono di voce basso, ancora non voleva che riuscisse a capire come si sentiva veramente, era interessante vedere se si sarebbe scusato per una cosa del genere.

Questo è per averla chiamata principessa.

“sei rimasta seduta lì tutto il tempo? Devono essere passate delle ore”

“si, infatti. Sveglia tutto il tempo” che bugiarda che era.

“perché non mi hai svegliato?”

Stava diventando difficile, si stava comportando come un bambino che aveva fatto qualcosa di sbagliato.

“perché non hai dormito ultimamente,  ho pensato che ne avessi bisogno”

“ oh…grazie”

Lei sentì una dolorosa stretta al cuore, era sincero. Davvero sentito. Ecco che se ne vanno i suoi piani di vendetta.

“ n-nessun problema. Hai riposato bene, almeno?”

Si massaggiò il collo, probabilmente era indolenzito quanto il suo ma vide comunque spuntare un sorriso sulle sue labbra.

“ sinceramente si, il migliore che abbia avuto da molto tempo”

Le se scaldò il viso, era contenta si fosse riposato un po’.

“sembra che adesso sia davvero ora di andare a letto” rise Lucy, cercando di cambiare argomento. Non le piaceva essere imbarazzata.

“nah! Sei mai andata a pesca?”

Le passò una canna dopo averle dato una breve lezione di pesca. Lucy si mise sul bordo della ringhiera, la canna stesa sull’oceano. In nome di Dio, come aveva acconsentito a questo? Natsu non le aveva nemmeno dato il tempo di declinare quando gli aveva detto di non aver mai pescato prima.

Si sentiva nervosa perfino nel trovarsi vicino alla ringhiera dopo il suo incidente con quel pesce. Adesso stava cercando di catturarne uno di sua spontanea volontà?

Che faceva se abboccava qualche strano mostro?

“ e se abbocca qualcosa di velenoso?” chiese a Natsu che si trovava seduto sul bordo, i piedi a penzoloni sull’acqua. Come riuscisse a starsene lì era oltre ogni sua comprensione. Doveva essere molto coraggioso o molto stupido.

“allora non lo mangi”

Lucy le avrebbe dato volentieri una botta in testa.

“ certo, intendevo dire, tagliamo il filo?”

“vuoi di nuovo toccare qualcosa di velenoso? Ti piace avvelenarti?”

Adesso l’aveva colpito davvero, un colpo secco e deciso dietro la testa.

Non si aspettava che cadesse davvero in mare.

Sembra che abbia avuto la sua vendetta prima di quanto si aspettava. Lanciò a terra la canna per sporgersi oltre la ringhiera, scrutando l’acqua scura.

In un primo momento si era spaventata per lui, specie quando lo aveva visto sparire in mare. Ma lui era risalito subito, aggrappandosi alle maniglie sul bordo della nave, tirandosi fuori dall’acqua. Non le aveva nemmeno notate prima, forse perché non potevano nemmeno essere definite maniglie, sembravano più delle scaglie che uscivano dal legno della nave. Per quando Natsu raggiunse di nuovo il bordo, Lucy non aveva ancora deciso come comportarsi. L’espressione sul suo volto non era per niente divertita ma i suoi occhi non trasmettevano rabbia. In effetti sembrava quasi ridessero.

Si stringeva le braccia intorno al corpo grondante d’acqua, battendo i denti.

“hai freddo…principessa?”

Le si formò sul volto un enorme sorriso nel vedere la sua vendetta finalmente compiuta; davvero, si sarebbe battuta il cinque da sola se fosse stato possibile. Mai mettersi contro Lucy, potrebbe accidentalmente vendicarsi.

“ non so…vuoi sentire?” fece un sorriso maligno, allungando il braccio per afferrarla. Strillando, Lucy corso il più possibile lontana da lui, verso il suo paradiso sicuro, gli alloggi femminili. Li raggiunse alla velocità della luce, terrorizzata dai passi veloci alle sue spalle. Lucy fu più veloce, aprendo la porta e girandosi per fargli la linguaccia.

Si ritrovò invece con in faccia un pesante tessuto bagnato e le orecchie piene della risata sguaiata del capitano. A quanto pare aveva lanciato la sua maglia, dritta sulla sua faccia. Aveva ragione a tremare, era congelata.

Si tolse l’indumento di dosso per rivolgergli un’ultima occhiataccia, ma si pentì immediatamente non appena lo vide. Il suo petto era pieno di cicatrici tanto quanto la sua schiena, se non peggio,era difficile dirlo al buio e a quella distanza. Ma non era stato quello ad immobilizzarla. Era semplicemente aver visto lui, a torso nudo e bagnato dalla testa ai piedi, sotto la luce della luna, ad averle fatto mancare il fiato in intenzionalmente. Si sarebbe mai abituata a vedere un ragazzo come lui? Aveva sempre pensato che la gente potesse avere un fisico del genere solo se si allenava quotidianamente. Le sue guance erano già completamente rosse, così si affrettò a sbattere la porta, con la maglietta del ragazzo ancora in mano.

Riprese respiro appoggiata alla porta, coprendosi il viso con la mano libera. Onestamente, aveva tutte le ragioni di reagire in quel modo, era come aveva sempre detto, non era abituata a vedere ragazzi come Natsu. Lanciando la maglietta bagnata a terra, si mise velocemente gli abiti per la notte e si infilò nel letto, lasciandosi cullare dal respiro di Wendy, si addormentò.

Natsu continuò a guardare la porta per qualche istante, domandandosi perché lei avesse chiuso la porta così all’improvviso. Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Decidendo che probabilmente non era quello il caso, sogghignò ripensando alle parole della ragazza. Chiamare un capitano pirata come lui principessa? Era decisamente la prima volta che sentiva una cosa del genere, stava diventando sempre più un vero pirata, ogni giorno che passava. Lei non accettava nessun tipo di presa in giro da lui, questo gli ronzava in testa mentre lasciava vagare lo sguardo sull’oceano. Si strofinò gli occhi, frustrato.

L’aveva lasciato dormire per ore sulla sua spalla oggi e, per la prima volta dopo tanto tempo, aveva dormito decentemente. Perché? Che cosa aveva lei che gli permetteva di dormire bene? Gli dava fastidio averlo fatto, non era proprio un atteggiamento da capitano, ma ultimamente era decisamente esausto. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, i suoi incubi non avevano intenzione di dargli tregua.

Era stata tutta colpa sua e non riusciva ad accettarlo. Non poteva smettere di pensarci, la sua mente continuava a ricordarglielo ogni volta che ci provava. Tramutando i suoi sogni in incubi. Natsu non aveva nemmeno voglia di dormire la maggior parte delle volte, anche quando si sentiva molto stanco. Era debole per comportarsi in questo modo, come un bambino che correva dalla mamma piangendo dopo un brutto sogno. Quella era roba da poppanti.

Questa sarebbe stata un’altra notte in cui non sarebbe riuscito a chiudere occhio. Sarebbe rimasto sveglio a pensarci, a come avrebbe potuto agire diversamente. A come avrebbe potuto salvarla. Voleva solo andare avanti, ma non poteva. Aveva lasciato morire Lisanna.

Era semplicemente ed inevitabilmente così.

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Quella mattina le cose erano iniziate decisamente male. Lucy l’aveva capito non appena venne strappata via dai suoi sogni. C’era sempre un gran trambusto a bordo, ma quelle grida erano diverse. Cercò di ignorarlo finchè non sentì un gran tonfo sulla porta e la voce di Natsu in lontananza che urlava a tutti di abbandonare la nave.

Abbandonare la nave?

Cercò di svegliarsi, pensando che fosse tutto un brutto sogno, ma quando sentì la mano di Wendy scuoterla, incitandola a svegliarsi, sentì lo stomaco contorcersi. Le coperte furono catapultate immediatamente a terra, la mano di Wendy nella sua mentre si affrettavano ad uscire dalla camera. Tuttavia, prima che potessero effettivamente raggiungerla, questa venne spalancata da un Gray dall’aria molto stanca.

“andate! Scendete dalla nave!” ordinò,sorpassandole velocemente.  Lucy, ancora mezza intontita, sentì Wendy tirarla per la mano, trascinandola fuori dalla stanza, seguite a ruota da Charle. I suoi occhi non abbandonarono mai Gray, chiedendosi perché si trovasse ancora nell’alloggio quando si supponeva dovessero saltare in acqua. I suoi pensieri trovarono risposta quando il ragazzo portò le braccia in avanti, iniziando a mormorare delle frasi che non riuscì a captare. A Lucy sembrava di iniziare ad intravedere qualcosa, un cerchio abbastanza grande ed intricato si era formato intorno alle sue mani. Era bellissimo, un misto di blu e bianco, c’erano delle specie di lettere incastonate nel cerchio, ma lei non riusciva a leggerle. Avevano l’aria di essere delle rune antiche. Prima che lei potesse perdersi nell’ammirarle ulteriormente, quelle erano già sparite e, con sua grande meraviglia, il suo armadio fu completamente avvolto dal ghiaccio. Tutti i suoi averi erano stati rinchiusi in un blocco di ghiaccio.

Lucy sbatté gli occhi, quella era magia. Aveva finalmente visto la magia! Gray era un mago di ghiaccio! Presa dall’euforia si era completamente dimenticata di cosa stesse succedendo. Perche aveva congelato la sua roba?

La mano di Wendy venne strappata dalla sua, riportando la sua attenzione sulla ragazzina che era stata sollevata in aria.

“Lucy!” gridò, allungando la mano verso di lei. Il suo gatto borbottò qualcosa a proposito del portarla in salvo mentre volava via trasportando Wendy. Quando furono entrambe fuori di vista, Lucy si guardò finalmente intorno.

C’erano persone che correvano da tutte le parti, lo sguardo spaventato.  Natsu rimaneva sotto controllo, facendo domande abbastanza pacatamente ma con un tono di urgenza. Dava ordini ai suoi membri su come muoversi, ad altri ordinava di abbandonare la nave.

“che diavolo sta succedendo!”

Sentì qualcuno gridare in direzione  del capitano.

“ divora-navi (non mi piace u.u che dite lascio shipeaters?).ce ne sono mogli aia, non riusciremo a sbarazzarci di loro. Questa nave sta affondando, assicurati che ogni avere che desideri portare con te o ce l’hai addosso o hai chiesto a Gray di metterlo al sicuro. Sennò salta in mare e nuota fino alla costa, non è troppo lontana. I divora-navi non mangiano niente oltre il legno, perciò non ti attaccheranno. Adesso va!” gridò Natsu tra la commossa.

Lucy lo fissava. Divora-navi? Correndo verso il bordo della nave, dove già si trovava la maggior parte della ciurma, guardò in basso. L’acqua si muoveva selvaggiamente mentre dei piccoli pesci stavano divorando la barca. Erano porti ma abbastanza larghi, di un azzurro chiaro che li mimetizzava bene tra le onde, e la maggior parte del loro corpo era costituito dalle loro ampie bocche. Il legno si spezzava e schizzava da tutte le parti sotto i loro denti aguzzi. Stavano letteralmente divorando la nave, e in fretta. I suoi occhi scrutarono l’orizzonte, trovando l’isola;  Non era affatto lontana, tutto quello che doveva fare era saltare e nuotare, e tutto sarebbe andato bene.

Se non fosse per il fatto che non sapeva nuotare.

Iniziò a farsi prendere dal panico, che cosa avrebbe fatto? La maggior parte della ciurma era già saltata in acqua, o lo stava facendo in quel momento.

A Lucy sembrò quasi che il tempo si fosse fermato, doveva dirlo a qualcuno. Natsu? Lui l’avrebbe aiutata. Si voltò, trovandolo impegnato a parlare con Gray, dalla parte opposta del ponte. Stava quasi per aprire bocca e chiamarlo quando sentì delle braccia prenderla per i fianchi e sollevarla. Si ritrovò, con suo grande orrore, in piedi sulla ringhiera, un membro della ciurma che le reggeva la mano per stabilizzarla, anche lui in equilibrio sul bordo.

“adesso dobbiamo andare! Pronta? Via!” gridò, saltando giù.

Lucy deglutì, ritirando la mano. Non le aveva nemmeno dato il tempo di dirgli che non sapeva nuotare! Era riuscita a liberarsi della sua presa, lasciandolo cadere nell’acqua da solo. Si sentì sbilanciata in avanti, aveva già perso l’equilibrio.

Stava cadendo. Immediatamente girò il busto, fortunatamente riuscì subito a vedere Natsu e Gray, anche se solo per una frazione di secondo. Spalancò la bocca, gridando a pieni polmeni.

“ NON SO NUOTARE!”

Gray sbatté le palpebre.

Un secondo prima Natsu gli stava chiedendo se tutti i bagagli erano stati messi al sicuro, poi aveva sentito Lucy gridare; non qualcosa di poco conto, ma che non sapeva nuotare. Per un momento rimase immobile, incredulo.

“ha appena detto quello che penso?” si ritrovò a mormorare ma, prima ancora di finire la frase, Natsu stava già correndo; Gray giurava di averlo sentito ringhiare. Lo prese come il suo segnale per buttarsi in mare; con un movimento veloce, si lanciò oltre la ringhiera: Natsu poteva cavarsela benissimo da solo.

Quando Lucy colpì l’acqua le venne a mancare il respiro. Non era gelata quanto la sera prima, ma era comunque molto fredda. Guardò una fila di bolle uscirle dalla bocca, portandosi una mano a premere su di esse per paura di lasciarsi scappare altro ossigeno prezioso. Iniziò ad affondare, ogni millisecondo che passava aveva sempre più paura, forse Natsu non l’aveva sentita? Il cuore le si strinse in una morsa dolorosa, aveva appena iniziato a vivere e già stava per morire?

Sprofondò ancora di più, guardando in su, verso la nave, o quello che ne era rimasto, ancora braccato dai divora-navi. Divoravano tutto il legno rimasto, liberando i blocchi di ghiaccio rinchiusi al suo interno, che iniziarono a galleggiare, proteggendo ciò che era racchiuso al loro interno. Adesso capiva il motivo per cui Gray l’aveva fatto. Spostò lo sguardo verso tutte le persone sopra di lei che stavano nuotando per raggiungere la riva. Si sentì invadere dalla gelosia. Se solo sapesse nuotare, tutto sarebbe andato bene. Lei sarebbe stata bene.

Sentì qualcosa cadere in acqua direttamente sopra di lei. Tra tutte quelle bolle non riusciva a vedere cosa fosse, ma già sentiva la speranza riaccendersi. Le sarebbero uscite le lacrime se non si fosse trovata sott’acqua: era Natsu. Nuotava velocemente verso di lei, sospinto dalle sue potenti braccia.

Iniziarono a bruciarle i polmoni, era ancora molto lontano da lei. Aveva gli occhi puntati su di lei mentre si avvicinava sempre di più.

Lucy allungò la mano verso di lui, sperando e pregando che l’afferrasse presto, prima di chiudere gli occhi. Sembrò passare un’eternità, ma alla fine si sentì le mani del ragazzo aggrappare le sue per poi passarsele intorno al collo. Aprì gli occhi, confusa; con un piccolo cenno del capo da parte del ragazzo, capì, stringendo la presa su di lui. Aveva bisogno di entrambe le braccia per nuotare veloce, in questo modo poteva riuscirci. Il suo corpo era completamente premuto sul torace di lui; si fossero trovati in qualsiasi altra situazione sarebbe morta dall’imbarazzo. Ma, in quel momento, l’unica cosa a cui pensava era cercare di restare cosciente. Anche se, a dirla tutta, aveva notato che Natsu era ancora a petto nudo, la sua maglia era rimasta nella stanza dalla sera prima.

Quando Natsu iniziò a muoversi, lei rafforzò la presa, spaventata. Affondò il viso nel suo petto, cercando di trattenere la poca aria che le era rimasta. Sentiva l’acqua scivolarle addosso, ma non aveva la più pallida idea di quanto veloci andassero. Da quanto tempo era in acqua? Il petto iniziò a reclamare urgentemente ossigeno e senti la sua presa allentarsi. Stava per raggiungere il suo limite, sentì la testa diventarle leggera e i suoi pensieri confondersi.

In teoria non avrebbe dovuto vedere dei flashback della sua vita, o qualcosa del genere? Non voleva, non solo perché avrebbe significato che stava morendo, ma anche perché non si era davvero goduta la vita. Aveva a malapena dei bei ricordi, perché avrebbe dovuto volerli rivedere adesso? Non avrebbe reso la cosa ancora più deprimente?

Prima di poter approfondire le sue elucubrazioni, sentì la sua guancia sbattere su un muro freddo, o qualcosa di simile. Le ci volle un po’ prima di realizzare che si trattava di aria e i suoi polmoni iniziassero ad inalarla avidamente.  Le bruciavano i polmoni e il nuovo ossigeno sembrava troppo freddo per lei. Tossì fuori anche delle piccole quantità d’acqua, chiedendosi quando l’aveva inghiottita.  Le lacrimavano gli occhi dal dolore che provava al petto e si accorse che Natsu la stava tenendo a galla, guardandola preoccupato. Era un’espressione che non gli donava.

Non era solo paura, sembrava davvero terrorizzato. Lo guardò di rimando per qualche secondo, notando che lei le stesse parlando, ma lei ancora non riusciva a capire bene le sue parole; le sembrava le avesse chiesto se stava bene. La presa del ragazzo su di lei era più salda di quanto ce ne fosse bisogno, ma la faceva sentire sicura. Quando iniziò a regolare il respiro vide il viso di lui rilassarsi ma le sue labbra arricciarsi.

Senza proferire parola la spostò facendola finire a contatto con la sua schiena, le braccia ancora strette al suo collo. Iniziò a nuotare, nonostante il peso della ragazza riusciva a tenere entrambi fuori dall’acqua senza particolari problemi. Fu in quel momento che si sentì una stupida: perche non gli aveva detto prima che non sapeva nuotare?

Era contenta che non fosse finita male, beh non troppo almeno. Sentiva la gola bruciarle come se avesse mangiato della carta vetrata.

Ovviamente aveva parlato troppo presto.

Quando vide che erano praticamente arrivati a riva, pensò che a quel punto sarebbero stati al sicuro. Le fu subito provato che si sbagliava quando sentì Natsu irrigidirsi sotto di lei. Capì immediatamente che qualcosa non andava, sentì i muscoli del ragazzo prenderle le mani e rompere la presa intorno al suo collo.

Riuscì a malapena a chiamare Gray prima di essere trascinato sott’acqua.

Sentì le mani del ragazzo lasciarla e darle una spinta verso l’alto a velocità record. Lucy riuscì a tenersi a galla solo per pochi secondi prima di iniziare ad affondare, la sensazione di panico provata poco prima tornò ad impadronirsi di lei per essere velocemente sostituita da qualcos’altro. Appena il turbinio di bolle intorno a lei cessò riuscì a vedere Natsu, e tutta l’aria che aveva nei polmoni si disperse in un istante.

Intorno alla caviglia del ragazzo era avvinghiato un tentacolo enorme, che lo trascinava verso il punto dove poco prima si trovava la nave, ad una velocità allarmante. In un primo momento non riuscì a vedere cosa fosse, l’oceano era completamente nero; dopodiché si accorse che era proprio la parte scura che lo stava trascinando. Si era mossa quasi impercettibilmente, ma abbastanza da permetterle di intravederne la forma. Assomigliava ad una piovra gigante, ma aveva molti più tentacoli che uscivano minacciosi dal suo corpo. Aveva l’impressione che la testa di quella cosa fosse più grande di quanto fosse possibile, doveva essere all’incirca tre volte più grande della loro nave.

Prima che potesse inghiottire altra acqua o osservare meglio quella creatura marina, venne riportata a galla. Un Gray mezzo nudo la guardava leggermente allarmato, la sua espressione doveva chiaramente riflettere cosa aveva visto là sotto.

“ Natsu! Un mostro l’ha preso!” suonava infantile ma sul momento erano le uniche parole che era riuscita a pronunciare.

“ ah diavolo! Si caccia sempre nei guai. Giuro, quello lì è mezzo uomo mezzo esca” disse, nuotando verso la riva.

Lei lo guardò, incredula. Come riusciva a restare così calmo? Natsu era appena stato catturato da un enorme mostro marino e tutto quello che aveva da dire era una battutaccia sulle esche? Apparentemente il ragazzo le lesse i pensieri in faccia.

“se la dovrebbe cavare. Sennò, ci meriteremmo davvero di chiamarlo Capitano?” mormorò, strizzandole l’occhio.; questo le fece tingere le guance di rosa. Avevano davvero tanta fiducia nel loro capitano?

Non dovrebbero cercare di aiutarlo?

Prima che potesse mettere insieme una frase di senso compiuto, l’acqua alle loro spalle eruppe  verso il cielo, come se ci fosse stata un’esplosione sottomarina. Lucy guardò meravigliata l’altezza del geyser.

Era stato davvero Natsu?sforzò gli occhi per riuscire a vedere meglio il punto da cui proveniva il getto, l’acqua in quel punto ribolliva come una pentola sul fuoco.

“esibizionista” sentì qualcuno dire mentre Gray, finalmente, le faceva poggiare i piedi a riva.

“ è un idiota, speriamo nessuno abbia visto” ruggì Gray, aiutandola a tenersi in equilibrio sulla sabbia. Lei mormorò un debole ringraziamento, gli occhi ancora puntati sull’acqua bollente. La ciurma cominciò a comportarsi normalmente, trascinando i blocchi di ghiaccio sulla riva. Erano riusciti tutti a spingerli verso l’isola mentre nuotavano, quelli che ancora erano a largo vennero recuperati da Gray. Se non fosse stata tanto distratta e preoccupata per Natsu, avrebbe ammirato ammaliata mentre il mago lanciava delle scie di ghiaccio sulla superficie dell’acqua, con le quali agganciava i blocchi e li trascinava a riva, per poi lasciarle sciogliere quando non gli servivano più. Con la coda dell’occhio, lo vide togliersi i pantaloni continuando la sua missione di recupero come niente fosse. Stava cercando di attirare l’attenzione?

Sentì un paio di braccia circondarle i fianchi, abbassando lo sguardo vide Wendy, chiaramente turbata per aver abbandonato Lucy a sé stessa, specialmente dopo aver scoperto che la ragazza in questione non sapeva nuotare. Le accarezzò la testa, facendole sapere che andava tutto bene.

Che cosa aveva fatto Natsu per ferire quel polipo? Oppure era un kraken?

Quella cosa che aveva visto era davvero un kraken?

Ignorando questo pensiero, che non faceva altro che spaventarla ulteriormente,  mantenne l’attenzione su Natsu mentre questo trascinava i piedi sul fondale, l’acqua ormai alle caviglie.

Appena i loro occhi entrarono in contatto, Lucy non riuscì a distogliere lo sguardo. Sembrava arrabbiato, veramente arrabbiato.

Era arrabbiato con lei? Il modo in cui veniva dritto verso di lei non fece che confermare le sue paure.

Infatti, non appena fu uscito dall’acqua, le afferrò il braccio abbastanza rudemente, trascinandola via dal resto del gruppo, costringendo Wendy a sciogliere l’abbraccio. La ciurma non sembrò dare troppo peso alla cosa, continuando a raggruppare la fornitura.

Lei, d’altro canto, era completamente terrorizzata. Quel kraken era niente a confronto di un Natsu infuriato.  Arrivati abbastanza lontano da essere fuori portata d’orecchio, le lasciò il braccio, voltandosi a guardarla.

Con le sopracciglia aggrottate, si limitò a guardarla male per interminabili minuti, non l’aveva mai guardata in quel modo prima. Aveva il respiro ancora abbastanza accelerato, come avesse appena finito di correre in una maratona. Dopo aver aspettato ancora qualche minuto, in cui il ragazzo aveva continuato a fissarla, Lucy decise di provare a scusarsi; aveva l’impressione che fosse arrabbiato per l’incidente in mare, dopotutto prima non le era sembrato arrabbiato.

“io-“ iniziò, per essere interrotta subito dopo da Natsu.

“ che diavolo avevi in testa? Perché non mi hai detto che non sapevi nuotare? Sai quanto è stupido per un pirata non saperlo fare? È un suicidio! E non me lo avevi nemmeno detto! Che cosa sarebbe successo se nessuno ti avesse sentito o e visto cadere in mare? Stupida…non ci posso credere…” le sue parole erano partite furiose e taglienti, rimproverandola per la sua evidente stupidità, ma man mano si erano ammorbidite  fin quasi a faticare ad uscire. Abbassò addirittura la testa,  scuotendola incredulo.

Lucy fissò il pavimento; era stata un’idiota senza nemmeno accorgersene ed aveva finito addirittura col mettere in pericolo Natsu. Si sentì improvvisamente una stupida, l’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era nascondersi per la vergogna. Il rimorso cominciò a soffocarla, tanto che i suoi occhi iniziarono a lacrimare. Si odiò ancora di più per questo.

Udì un sospiro e, con suo grande imbarazzo, notò che Natsu aveva alzato lo sguardo, finendo inevitabilmente col vedere le sue lacrime. Cercò furiosamente di strizzare gli occhi per farle sparire ma, così facendo, finì soltanto per farle scorrere lungo le guance. Imbarazzata, aveva tutta l’intenzione di voltarsi e correre il più lontano possibile a nascondersi, quando sentì una mano sul suo mento e un pezzo di stoffa strofinarle le guance.

Natsu le stava asciugando le lacrime.

“andiamo, non piangere. Va tutto bene, solo la prossima volta dimmela una cosa del genere, ok? C’è qualcos’altro che dovrei sapere adesso?” mormorò, finendo di asciugarle gli occhi e lasciandole il mento.

La sua mente si impegnò per cercare qualcosa che fosse importante, qualsiasi cosa che potesse risultare un problema in seguito.

“non so cantare” si sorprese quando queste parole le uscirono di bocca, non aveva nemmeno pensato di dirle in verità.

Natsu, a quella risposta, la guardò incredulo. La sua bocca si allungò in un enorme sorriso che ben presto si tramutò in una forte risata. Si portò una mano allo stomaco, letteralmente piegato in due dalle risate che ormai risuonavano per tutta la foresta.

Aveva una risata così contagiosa che Lucy non riuscì a resistere dall’unirsi a lui.

 

 

 

 

Notine!!!

 

Finalmente alle 22:30 il capitolo è tradotto!!! Sono tornata mezz’ora fa dagli allenamenti ma mi mancavano veramente 5 righe, come potevo non finireee?!? dopo il capitolo del manga uscito oggi mi sentivo ispirata (??)  sarò sadica?

Aahhh, ma quante cose sono successe??? Ma chi non adora Happy?? Chi si vuole allenare con Natsu??? ( in fila prego…CE STO PRIMA IO!!)

Vabbè

Io non lo rileggo stasera, sono 20 pagine di word e ‘nun ja posso fa’, parlo col cuore (ve faccio pena??...beeene). Se vedete errori ditemelo nelle recensioni che poi rimedio, giuroooo!!

Più che altro, voglio sapere che cosa pensate di questo capitolo e di quello che hanno passato questa banda di sciagurati. Dite diteeeee! Mi manca leggere le recensioni ç.ç ne voglio tanteeeee!

Ma soprattutto, facciamo sentire il nostro supporto alla LEE!! Con tutto quello che ha passato e ancora sta passando poteva benissimo abbandonare e nessuno le ne avrebbe fatto una colpa; ma non l’ha fatto. Non lo fa per noi!! È una ragazza davvero simpaticissima e quasi non riesco a credere che una della mia età ne abbia già passate tante! Non vedo l’ora di mandarle un messaggino privato con tutte le vostre impressioni e previsioni sulla fic ( voi che avete già spulciato l’originale, guai agli spoiler!!!)

Vi adoro, vi amo, vi stramo!  

Non vedo l’ora di ciarlare con voi di questo cappy!!

a prestooooo!

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