The moon we love like a brother.

di micaelaspeace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aria. ***
Capitolo 2: *** La Terra Di Mezzo. ***



Capitolo 1
*** Aria. ***


Adolescenza, undici lettere, undicimila pressioni, centoundicimila insicurezze.
Ma se pensate che questa sia una lezione sui Metodi Eccellenti Per Sopravvivere Ai Periodi Della Vita vi sbagliate di grosso. 
Non credo sia una ragazza morta, l'individuo più adatto per dare lezioni di vita. 
Scrivo da un indefinito luogo privo di definizioni, non ci sono cartelli stradali che mi indichino se mi trovo effettivamente in Paradiso o all'Inferno.
Abbozzo una rapida occhiata alla stanza che mi ospita, ma nessun unicorno mangiucchia erbetta fresca ai bordi di un ruscello, ma non intercetto nemmeno sputi di fuoco o cascate di lava. 
Poggio il sedere su una poltroncina di pelle di un marrone sbiadito ed esattamente di fronte alle ginocchia, c'è un tavolino scuro, probabilmente in mogano e un quadernetto in pelle nera, immacolato nelle sue pagine di un bianco estremamente cristallino.
E, per un motivo che vaga ancora tra le vie del mio istinto senza svelarsi alla  parte più razionale della mia mente, ho sentito dentro l'impulso e il doloroso bisogno di imprimere questi pensieri sui quadretti sconnessi del diario. Come se, dentro di me, sapessi quale fosse il procedimento.

Se poco prima dell'impatto avessi avvertito proprio di fronte alle mie iridi una luce calda, immacolata e talmente perfetta avvolgermi intensamente? No.
Se un tizio con una barba bianca mi avesse accolto alle porte di una nuvola galleggiante? Nemmeno. 
L'ultima cosa che il mio occhio terrestre agguantò fu un fiumiciattolo completamente vuoto ai bordi della strada. E l'unico rumore assordante che colse il mio apparato uditivo fu quello stridente dei freni.
Poi il classico zero assoluto, un buio dal silenzio assordante, una coperta di lana in estate.
Mamma, giuro che ho rifiutato sino all'ultimo calice di vodka alla pesca presente nel locale.
Mamma, sii forte. 
Mi sfioro il polso, poi è un continuo salire, fino alla clavicola.
Sento la pelle pulsare di vita, nutrirsi di calore umano, ma ho come la macabra sensazione che sia questione di tempo. 
Il respiro si manifesta regolare, ma nella zona centrale del petto regna un silenzio abissale.
Ma per un attimo rimango impaurita di fronte alla mia calma piatta ed apparente: sono morta a diciotto anni, il pianeta terra è ormai una realtà che non mi appartiene, non più.

Poi d'un tratto un rumore taglia il silenzio innaturale del Regno Senza Definizione.
Mi volto di scatto e vedo materializzarsi la creatura meno biblica e più umana della storia. 
Una ragazza che i miei coetanei definirebbero Emo è esattamente di fronte a me, con una naturalezza che ha il potere di turbarmi.
Insomma, non sono in vacanza in una pensione per poche sterline a Bath, sono morta.

'Cosa sta succedendo, dove mi trovo?' 
'Pensavo avessi domande più originali, non sprofondare nella banalità come tutti gli altri.' dice d'un tratto spiazzandomi, sistemando qualche libro impolverato nella mensola di legno posizionata di fianco alla porta.
"Stupida idiota, sono morta stecchita, il minimo che mi devi è una spiegazione." penso, prima di venire trafitta da uno sguardo maledetto dal retro di una frangia rigorosamente nera.
"Lezione numero uno: nella Terra di Mezzo tutti possono essere a conoscenza dei tuoi pensieri, quindi, limita l'utilizzo di pensieri omicidi. Lezione numero due- prosegue quasi meccanicamente, mentre riordina in maniera morbosa la sala- ti trovi nella Terra di Mezzo. Il luogo di cui parlano quegli scanzonati chitarristi ai bordi delle strade di Londra è esattamente sotto alle tue Converse. Qui si trovano le persone decedute per il Pianeta Terra, ma con una chance di ritornare nuovamente con un cuore pulsante e una carnagione più colorita."  
Finalmente si ferma scorgendo un lieve tremolio abitare le mie mani.
"Cosa devo fare per tornare a casa? Insomma, io ho una famiglia, degli amici e.."
"Credi di essere l'unica? Forza Aria, ti vedevo più cazzuta sulla Terra! Torna a vestire le caratteristiche del nome da Guerriera che porti. Gli abitanti della Terra di Mezzo hanno una missione, affidata loro dai Piani Alti. E no, non ti parlo di Dio e nemmeno di un ipotetico Diavolo.
Vivi la Terra di Mezzo come un prestito in banca: noi ti doniamo una possibilità, tu in cambio devi guadagnarti questa concessione. Il nome della tua possibilità è Harold Edward Styles all'anagrafe. Notte, anche se qui non c'è distinzione tra notte e giorno!" comunica tutto d'un fiato, prima di mozzare la luce alle sue spalle con uno schiocco di dita.

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Capitolo 2
*** La Terra Di Mezzo. ***


La terza lezione della Terra di Mezzo mi venne a bussare alla porta proprio quella notte.
I morti non avevano bisogno di dormire.
Le interminabili ore che gli esseri dotati di un cuore pulsante impiegavano nel riposo, i morti le spendevano come ore extra per riflettere e rimuginare sulle passate avventure sulla Terra, quando le iridi splendevano ancora di luce vitale e la pelle si colorava di pelle d'oca, o come la definiva mia madre, di fiocchi di neve. 
L'immagine di mia madre in lacrime sul pianerottolo di casa mi lacera le meningi.
I morti provano emozioni e dolore fisico, quella fu la mia quarta lezione alla Terra di Mezzo.

Per la seconda volta in poche ore, il rumore stridente della porta morde il silenzio con prepotenza, per lasciare spazio ad un esile corpo avvolto in un camicione a quadri rigorosamente grigio e un paio di pantaloni della tonalità di nero più scura del pianeta Terra e della Terra di Mezzo messi insieme. 
Per la prima volta, riesco a scorgere una tonalità che si stacca completamente dallo scurore degli abiti. Quella tonalità regna nei suoi occhi. Assomiglia tanto ad una pennellata di cielo e nuvole.

'Senti, scusa per il tono di prima. Sono solo molto spaventata. Insomma, porta un atea dalla mentalità estremamente razionale e scientifica nella Terra Di Mezzo ed otterrai questo risultato.'
'Oh, non devi. L'unica cosa che devi fare è seguirmi. Quindi porta il tuo molliccio cuore fuori da questa porta. Seguimi verso la Possibilità.'

Un qualcosa di indefinito all'interno del mio corpo mi spinse a seguirla, con una naturalezza in grado di mozzarmi il respiro.
Uscimmo da quello che per indeterminate ore fu il mio rifugio post morte, avventurandoci nel luogo meno biblico di sempre.

Avevo la sensazione di camminare per le vie della mia Londra, mentre fiumi di persone mi sfioravano impercettibilmente, come impiegati ansiosi di non perdere la metropolitana.

La ragazza dalla frangia nera scambiava complici sguardi a tutti i passanti ed io non potevo fare altro che seguirla verso quella che amava definire la mia grande possibilità di riacquistare un cuore pulsante. 

"Vedi tutto quello che ti circonda non è reale. E' solo l'immagine di un quadro che vorresti fosse veritiero, ma non lo è. Ci sono abitanti della Terra di Mezzo che decidono di visualizzare enormi foreste, altri che credono di essere in uno spazio cosmico o qualcosa di simile. Tu, Aria, hai visualizzato casa tua, Londra, una città che senti come una seconda pelle."

Londra, così grande all'apparenza, così minuta ed intima ai miei occhi.

"E tu, come sei qui? Insomma, mi stai conducendo alla mia grande possibilità, e non so nemmeno il tuo nome." 
"Ci sono informazioni che ti è dovuto sapere per la realizzazione della tua missione, altre che simboleggiano insignificanti dettagli nel tuo percorso. Cose come il mio nome o la mia storia rientrano nella seconda categoria."


Sicuramente la ragazza col frangione nero non sarebbe arrivata nei primi posti in un concorso di simpatia e socializzazione con il resto dell'umanità, ma in un modo che ancora non conoscevo, si era guadagnata il mio rispetto. 
Londra scomparve d'un tratto in una nuvola nera, per lasciare spazio ad una stanza alquanto simile al mio rifugio post morte. 
La ragazza col frangione nero mi fece segno di accomodarmi su una poltrona sulle tonalità del viola, che si rivelò molto meno comoda rispetto all'ingannevole apparenza.  
Con lo sguardo fisso nel vuoto attendevo un qualcosa senza un volto, un qualcosa che mi avrebbe ricondotto alla mia vita di sempre.
Poi, d'un tratto, prese vita. 
Un uomo che doveva avere una centoventina d'anni, l'individuo dall'aspetto più biblico che avevo incontrato finora nella Terra di Mezzo.
Niente frange ingombranti, niente piercing e tatoo tipici dei ragazzi poco raccomandabili nella periferia di Londra. 
Il classico uomo che avrebbe potuto prestare il volto di Dio in un film sull'apocalisse. 
"Non sono il Signore Dio Onnipotente se è questo che ti passa per la testa."  disse abbozzando un tiepido sorriso. "Sono il fornitore di possibilità. E questo è il mio ufficio. E tu sei.."
Prontamente la ragazza con il frangione nero si catapultò ad esaudire la curiosità del fornitore di possibilità, con una devozione a tratti inquietante, sorreggendo un fascicolo tipicamente da ufficio tra le mani. 
"Aria Keyson, diciotto anni, una madre presente, un padre decisamente assente e amici di una classe sociale nella media. Violento incidente stradale, morta sul colpo. I funerali terreni sono stati celebrati...oggi."
"Cosa?! Mi hanno sepolto? Ma io sono viva, io sto bene, io colgo il respiro regolare in qualche remota zona del mio corpo, io percepisco la vita qui dentro." dissi battendo forte i palmi contro il petto, fino a sentire una vibrazione. 
"Capisco Aria Keyson, sei così giovane e avevi così tanto da scoprire. Ma c'è un ragazzo che deve scoprire molte più cose del mondo laggiù, Aria. E tu sarai la sua mano. E lui sarà la tua possibilità."
Il Fornitore di Possibilità si avvicinò al mio cospetto, porgendomi un cofanetto di velluto sulle tonalità del verde. Lo aprii con decisione, fino a scorgere il volto della mia Possibilità.
Occhi di un verde innaturale, ricci morbidi e spettinati. 
Sorriso immacolato che evidenzia due fossette altrettanto immacolate sui lati delle guance.
Sguardo puro, a tratti angelico.
Io sarei stata la sua mano e lui sarebbe stato la mia possibilità.

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