la numero uno

di Ake Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: 1 anno fa ***
Capitolo 2: *** dove la pazzia ha la meglio ***
Capitolo 3: *** La colpa, è mia, solo mia ***
Capitolo 4: *** Sono sola ***
Capitolo 5: *** Come tutto ebbe inizio ***
Capitolo 6: *** Tu dal nulla ***
Capitolo 7: *** Nico o non Nico? ***
Capitolo 8: *** il sabotaggio ***
Capitolo 9: *** la verità sui dragon rouge ***
Capitolo 10: *** rivalità ***
Capitolo 11: *** tempo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo: 1 anno fa ***


"Era passato un anno, un lunghissimo anno,
ma ricordavo come se fosse ieri, chi non ricordava?
Nico era una promessa calcistica molto, molto promettente.
Ma il maledetto 21 ottobre di un anno fa si spense la speranza ci un ragazzo, che come ognuno aveva un sogno, sognava la nazionale.
Ora sono io, Myuki, a indossare la sua maglia, ad andare avanti per lui, a realizzare il suo sogno.
È il minimo che possa fare, dopo ciò che lui fece per me."

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Capitolo 2
*** dove la pazzia ha la meglio ***


"Un anno fa" avevo ripetuto questa frase all'infinito, fino a farla sembrare una parola senza senso. In questo 21 ottobre di pioggia la strada per la sede calcistica sembrava sempre più lontana, ad ogni passo in avanti che eseguivo era come se la sede si allontanasse. Le lacrime mi affannavano la vista, ma io mi rifiutavo di buttarle fuori. Arrivai al solito fiume, potevo buttarmi giù e dare fine a tutto, era colpa mia se Nico è, è, è... Non riuscivo a concludere la frase, è quello che è. "No!" Mi dissi "Nico non lo vorrebbe" mi convinsi. Era vero, Nico non lo avrebbe voluto, lui aveva sacrificato la sua vita per la mia, ed io non potevo buttarla via così. "Tu cosa ne sai cosa voglio" Mi girai, Nico era davanti a me, con le mani tese verso di me, era ovvio, voleva buttarmi giù "Nicolas!" Esclamai sfiorandolo. Al mio tocco mio cugino scomparve. Terrorizzata scappai il più velocemente possibile. Vedevo Nico ovunque, mi diceva cose tipo "è colpa tua se sono così" oppure "sei stata tu a ridurmi in questo modo" Ero spaventata, Nico era morto, stavo diventando pazza? "Basta" gridai, e scappai, in lacrime, ma ora non era importante, dovevo mettermi in salvo. "Fermaaaaaaaaaa" Nico mi prese per il braccio "No" gridai, entrando nella sede. Sospirai, era tutto finito, o quasi! "Capitano!" Dissero i miei compagni "Mandatelo via!!" Dissi indicanti Nico, che stava davanti a me. "Ma non c'è nessuno" ribatterono loro "Come?" Nico era scomparso.

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Capitolo 3
*** La colpa, è mia, solo mia ***


Guardai fuori dalla finestra, buio, buio pesto, era solo mezzogiorno, ma fuori si vedeva solo il nero. Nero, come la mia vita, nero come il vuoto, il vuote dei miei occhi. Poi il rumore della pioggia, con le goccioline cadevano, poi scomparivano, per lasciare il posto a nuove goccie, una cosa a non finire. Come le mie lacrime, che cadevano per poi lasciare il posto ad altre lacrime. Era passato solo qualche minuto, ma sembrava non finire mai, come le notti passate nel mio letto a piangere.
Sapevo di essere osservata da tutti, ma non mi importava.
Il mio sguardo era perso, perso fra quelle goccie, goccie di un temporale rabbioso, che sembrava avercela con me. Poi lui apparse nuovamente, nel vuoto, la sua sagoma era li davanti a me, separati da un solo, sottile e insignificante vetro. Poi tutto sparì. Successe in pochissimo tempo, un fulmine, un fulmine colpì Nico, che come era arrivato, scomparì. 
Mi buttai per terra, testa fra le gambe "ancora quel fulmine, basta, BASTAAAA" poi non so cosa accadde di preciso, solo che rivendetti tutta le scena.
< un anno fa, lo stesso 21 ottobre di temporale , io è Nico che camminavamo uno a fianco dell'altro, ridendo e scherzando. Poi, quel cagnolino in mezzo alla strada.
 "Piccolo" mi ero avvicinata avevo preso in mano il cucciolo. Poi io spinta contro la parete rocciosa, e Nico steso a terra. C'erano stati fulmini, uno di essi aveva colpito l'auto, azzurra targata CH, facendola impazzire e perdere il controllo, tirando sotto Nico >
Mi sbagliai di colpo, ero distesa ha terra, con lo sguardo di tutti.
Aprii poco gli occhi e dissi
"È colpa mia, solo colpa mia" poi mi alzai e uscii

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Capitolo 4
*** Sono sola ***


Camminavo a passo spedito, ciò che volevo era andare a casa, andare ad abbracciare i miei genitori e a raccontar loro tutti i miei problemi, scoppiare a piangere e poi trovare assieme a loro una soluzione. Ma non potevo, mio padre, il mio amato papino era partito quando ero solo una bambinetta, ed ora non so dove sia. In guerra? All'altro capo del mondo? O magari lassù, assieme a Nico? Quanto riguardava mia madre, lei era ricoverata all'ospedale, in coma. Ogni sera andavo da lei a raccontarle quanto faccia schivo la mia vita. Camminavo a testa bassa, per paura di vedere Nico, o di fare pazzie. Il temporale sembrava essersi calmato, niente tuoni e niente fulmini. Mi fermai improvvisamente. Cosa sto facendo? Fu la domando che mi passo per la testa. Sto abbandonando quei pochi amici che mi sono stati accanto, quelli con la quale ci siamo fatti forsa a vicenda. "Sono una scema!" Gridai, mi girai, e incominciai a correre, non era ancora troppo tardi, e la sede non era lontana. Correvo, correvo a più non posso. Ecco la sede. Varcai la porta, ma era deserta. Sensa i miei compagni vidi la sede nel suo lato triste. Le travi in legno di quello che era un palke scricchiolavano sotto i miei piedi. Le pozze d'acqua che bagnavano il pavimento, le perdite dal soffitto, i vecchi palloni sporchi nella cesta. Le foto della squadra, mi soffermai molto su di esse. La prima, appesa in alto, tutta la squadra abbracciava Nico, era un' abbraccio sincero, di chi era felice, felice dell'amico che gli stava accanto. La seconta, poco più in basso, era la foto di una premiazione, Nico era il capitano, e sollevava la coppa con orgoglio. Io avevo assistito di persona alla partita, Nico era stato bravissimo, un perfetto bomber. Sotto quella foto ce n'erano tantissime. Quella che mi colpi di più era sul fondo. Era la foto dell'ultimo torneo di Nicolas, l'ultimo suo trionfo. La foto vedeva il gol di Nico all'ultimo secondo dell'ultima partita. Il suo ultimo gol. Guardai un'ultima foto. In quella foto Nico era già in cielo e io capitana. Sfiorai la foto, guardai quelli che erano i miei compagni, quelli che per egoismo avevo abbandonato. Sospirai, ero sola Mi sedetti sul tavolo e incominciai a spolverare i palloni "Palla cara, siamo io e te, soli"

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Capitolo 5
*** Come tutto ebbe inizio ***


Passai la mano destra sul pallone. Sul piccolo esagono {se quella figura si chiamava esagono} ora tornato bianco, apparve una figura intagliata, erano 3 anelli intrecciati. Rimasi a fissare il segno "Non può essere, questo pallone..." Bisbigliai. Mi strofinai gli occhi, non mi ero sbagliata, era proprio lui!! Il primo pallone alla quale avevo tirato il mio primo calcio, il pallone che mi fece sorridere per la prima volta, il mio primo sorriso sincero⚽️ "Non mi scorderò mai, mai è poi mai, quel momento, quelle sensazioni...

- tutta quella gente, che mi guardava. Il campo, che dalle tribune sembra piccolo, si espandeva davanti ai miei piedi. La paura, la paura di deludere i ragazzi che avevano assegnato a me i loro sogni, ma poi, tutto quanto finì, come per incanto il mio corpo si muoveva agile con la palla attaccata al piede, la gente era scomparsa, esista amo solo io è il pallone -


 Proprio come ora, io è il pallone, lo stesso pallone. Prima di quel magico momento, ero solo una ballerina. Sfilai il mio diario, che tenevo sempre con me. Aprii una pagina a caso e incominciai a leggere 


- diario di Myuki: non mi ricordo più che giorno 
< caro diario, anche oggi a scuola in ritardo... Ci ho messo mezz'ora per spegnere quella svegliaccia... Che si diverte a girare per la casa... Mi sono anche fatta male per acchiapparla. Ma ovviamente quando stavo per entrare nel bus mi ricordo l'esistenza di un'affare chiamato cartella... Torno a prenderlo e... Bus, ciao ciao👋 Allora sono andata a scuola a corsa (mai più! È stato massacrante...) Quando sono finalmente arrivata a scuola, mi devo sopportare i commenti del prof, gli sguardi dei compagni e gli insulti di Ester e le sue cagnoline dal tutù e il mascara. Oggi Ester a esagerato! Ha insultato mio padre, dicendo che ha fatto bene ad andarsene di casa, perché era solo un lurido medico che non sapeva neanche diniosticare la varicella!! Poi ha insultato mia madre dicendo che era un ubriacona e che non c'era da stupirci che era in coma! Così ho perso le staffe e... PAMMM!! Sberla. Mi hanno mandata dal preside, che mi ha buttata fuori finché non avrei ammesso il mio errore! La sera chiamai Nico, non che il mio cuginetto❤️ Lui è l'unico in gradi di strapparmi il sorriso:) Nico ed io però ci possiamo vedere solo il finesettimana, perché lui abita molto lontano da me. Giorno dopo: Finalmente sabato, amatissimo sabato. Oggi avevo quel maledettissimo saggio di danza... Ma durava un ora, e dopo avrei guardato la partita di Nico! Yuppyyyyyyyy Ora sono nel mio camerino (ok, normalissimo spogliatoio) trovo però strano che Ester mi abbia accolto con allegria, anche se le ho rubato, così dice lei, il ruolo da protagonista. Ok, ora devo andare, Ester mi ha stranamente chiesto di ripassare con lei i passi. Ci vediamo dopo il saggio. Eccomi, infuriata ma sono tornata. Adesso ti spiego. Quella volpe di una Ester, buona buona con me, sai la ragione? Ha fatto di tutto per farmi cadere davanti a tutta quelle gente! Per fortuna ho i riflessi pronti. Nico mi fece tanti complimenti, e io gli raccontai di Ester. Allora Nicolas va da Ester a farle la romanzina. Quella antipatica se lo merita proprio... Poi ci spostammo al campo da calcio, dove Nico avrebbe giocato la finale. Mi piazzai in prima fila. Quando le squadre fecero il loro ingresso, notai subito che una cosa: "erano esattamente in 11" La partita iniziò. Nel primo tempo il risultato era 2-1 per loro. Notai anche una cosa, il n.9 era a terra, con la gamba tra le braccia. Ora eravamo in 10... Allora successe un cosa assurda, la riserva fui io. >


 Sorrisi a questi ricordi, girai le pagine rapidamente, e arrivai al 22 ottobre. Sapevo a memoria le parole scritte in quella pagina, erano poche ma significative 


< Nico è morto, morto per me, io ora sono lui, io è lui varcheremo il mondo, vincerò per lui >


Era per quello che ero li. Strinsi forte la palla al petto, e le chiesi "Cosa devo fare? Ho perso i miei compagni" Come risposta ricevetti una sensazione bellissima, i ricordi di tutta la gioia dei miei compagni in quella partita, la gioia di come io avevo segnato 2 gol, ma anche il dolore della morte di Nico. "Ma certo!" Esclamai "Sono stata egoista, ho pensato solo ha me, anche loro hanno sofferto quanto me!" Presi il vecchio telefono e inserii numero per numero "8, 3 e 4" nel schiacciare questi ultimi numeri mi tremavano le dita. Tuuuu, tuuuuuuu, tu Mi sembravano interminabili secondi, quelli d'attese per sentire la voce di Morgan. "Ciao!" A sentire quella voce il cuore mi battè forte, stavo per parlare quando "Al momento non posso rispondere lasc..." Appesi la cornetta, era chiaro, Morgan non mi voleva parlare, ma era comprensibile, d'altronde. "NON È UN PROBLEMA!!" Dissi carica di energia "ANDRÒ A TROVARLO" Presi il pallone e palleggiando uscii.

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Capitolo 6
*** Tu dal nulla ***


Appena uscii mi accorsi che la notte era calata, dalla posizione della luna potevano essere le 10:30. Ero sempre stata attratta dall'astronomia, la trovavano tanto affascinante❤️. 
Era buio, ma riuscivo a percepirne la posizione, perché il pallone era parte del mio corpo. 
La casa di Morgan era una dimora gigante, un paradiso di lusso, sperduta nel bosco. Presi il sentiero per il bosco. A furia di correre, palleggiare e driblare alberi la casa di Morgan era vicinia.
Ero quasi arrivata, quando vidi Nico sull'orlo del burrone
"Ciao, ecco la mi assassina."mi disse. 
Non ci voleva, rieccolo.
"Cosa vuoi?" Dissi tirando fuori tutto il coraggio che avevo
"Tu sai cosa voglio" fu la sua risposta
"E tu sai che non l'avrai mai!" Riabbattei facendomi coraggio
"Stai andando dai tuoi cosiddetti A M I C I, loro non ti capiscono, ti hanno abbandonata" mi disse in tono punzecchiante
Come ha osato! Loro non mi hanno abbandonata!! Volevo gridar glielo in faccia, ma non ci riuscii.
" ah no? " disse ridacchiando " se ne sono andati, senza tenere a mente l'ipotesi di un tuo ritorno, e non ti hanno risposto al telefono" 
Mi avvicinai per tirargli un pugno, sperando che sparisca!
Ma non presi in considerazione il burrone.
La mia mano trapasso mio cugino, mi sbilanciai in avanti e... 
Stavo precipitando, il burrone era più alto di quanto pensassi. Non vedevo ancore il fondo.
Chiusi gli occhi e incominciai a contare i secondi alla mia brusca caduta.
Avrei detto addio al calcio per sempre
"9, 10, 11 e..."
"Presa!" Sentii delle mani sui miei fianchi, qualcuno mi aveva salvata. Atterrammo dolcemente.
Vidi quel ragazzo, aveva la felpa rossa a righe arancioni, apparteneva alla squadra dei dragoon rouge. Cercai di vedere i suoi occhi. Ma il cappuccio gli oscurava il volto.
"Stai bene?" Mi chiese
"Si, credo di si" dicci assicurandomi di non aver nulla di rotto.
"Posso sapere cosa ci fai ha quest'ora di notte in un bosco così fitto?" Mi chiese preoccupato.
"È una lunga storia" dissi, per poi spiegare tutto, dalla promessa fino alla visita a Morgan.
Il ragazzo prese i pallone, lo guardo per pochi istanti, per poi passarmelo.
Fece per allontanarsi
"Aspetta!" Gli gridai "qual'è il tuo nome?"
Si girò e mi sorrise 
"Ci vediamo al campionato, Myuki" fu ciò che mi disse prima di sparire.

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Capitolo 7
*** Nico o non Nico? ***


Mi guardai attorno. 
Ero caduta all'incirca 15 metri, ma il burrone era ancora molto, molto alto. 
Se quel ragazzo non mi avrebbe salvata, sarei morta, alla meglio avrei detto addio al calcio, per sempre.
I dragon rouge... Quella squadra era davvero molto forte. Noi è loro avevamo  il compito di rappresentare l'Italia al mondiale junior.  Ho meglio, loro l'Italia e noi la Svizzera. 
"Devo trovare un modo per tornare su..." Dissi guardandomi attorno. 
Provai ad alzare un piede, ma non ci riuscii. La mia mente era convinta che se alzavo un piede potevo cadere sempre più giù. E, sinceramente non le davo torto...
"Ma perché!!??" Dissi, senza accorgermi di aver gridato.
"Myuki, sei tu?" Sentii una voce
"Morgan?" Dissi speranzosa.
"Chi se non me?" Disse in un tono scacciato. Era ancora arrabbiato con me, a quanto pareva.
"Dai!" Disse in voce dolce, secondo me sorrideva. "Scherzavo!" D
"Dai Mo!" Esclamai!
"Posso sapere come ci sei finita li sotto?" 
"È una lunghissima storia, mi tiro su e ti spiego" 
"Sei caduta davvero in basso... Sarà difficile..." Disse pensieroso
"Ma un modi ci sarà, vero?" Dissi speranzosa.
"Credo che ci vorrà molto, molto tempo..." Disse dispiaciuto.
C'era silenzio, nessuno di noi parlava. Fu proprio in quel asso di tempo che Nico tornò. No! Mi dissi della testolina, non può essere! La giornata me l'aveva già rovinata abbastanza.
"Myuki, un paio di metri più in giù c'è un sentiero" mi disse dolce indicando il vuoto
"E io dovrei crederti!" Dissi ridacchiando "tu mi vuoi morta, sappi però che non ti credo" dissi osservando il punto che l'indice del mio cuginetto indicava.
"Perché non mi credi?" Disse con un tono sorpreso, inclinando il viso
Era davvero bravo a recitare.
"Perché è colpa tua se ora sono qui giù!!" 
Mi fissava con uno sguardo del tutto incompreso.
Guardai ancora il punto che Nico aveva indicato. A guardarlo bene, il sentiero c'era, era stretto, ma almeno era qualcosa.
"Ora lo vedi?" Mi disse Nico
"S-S-si" dissi sorpresa.
Perché stava facendo questo? Perché la persona che mi aveva quasi uccisa mi stava aiutando? Forse era tutto un piano per farmi cadere sempre più giù?
Non capivo proprio, ma sapevo che era l'unico modo per salvarmi.
"Coraggio, un piede per volta, a passi piccoli" mi disse porgendomi la mano
Così, con il supporto di Morgan, Nico e mio stesso, raggiunsi il sentiero.
"Questo pallone" disse Nico guardandolo "è quello di quel giorno" disse sorridendo
Poi vedi una cosa stranissima. Gli occhi azzurri di Nico mutarono, diventarono verde intenso, il suo sguardo si fece furbo, e la sua risata fredda e gelida mi rabbrividì.
" ti sei salvata!" Disse con voce provocante
Lo guardai incredula allo sbalzo che fece, e incominciai a percorrere il sentiero verso l'alto, mentre Nico continuava a punzecchiarmi, ma non ci cascavo una seconda volta. 
Rividi la luce della luna, finalmente ero tornata al sentiero originale. 
Mi raggiunse Morgan, per mia gioia appena apparve Nico scomparì, mi sembrava una scena da film, perché ero sicura che Nico ebbe gridato 
"non finisce qui Myuki, io tornerò!" Prima di sparire.
Dopo Morgan apparvero un ragazzo, un altro, e un altro ancora.
"Ragazzi! Ci siete tutti!!" Dissi, quando tutti i miei compagni apparvero.
"Andiamo a casa mia!" Disse Morgan
Era da film anche il cambio di Nico, ne ero certa, per un istante era tornato il mio amato cugino. Questa cosa mi diede tantissimo coraggio, in qualche modo lui mi voleva ancora bene, anche se avevo parlato pochi minuti con lui, ero sicura che il "vero" Nico c'era, e che mi voleva bene.
Quanto riguarda a Nico cattivo, non avevo tempo di pensare a lui, tra poco incominciava io campionato, e finalmente potevo scoprire chi era quel ragazzo.

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Capitolo 8
*** il sabotaggio ***


Era passata una settimana, e con l'aiuto dei miei compagni di squadra le visioni di Nico si annullarono completamente. Ora eravamo sul treno chi ci avrebbe portati in Francia, dove si disputerà le qualificazioni nostro primo mondiale junior.
Non avevo ancora raccontato ai miei amici del ragazzo che mi aveva salvata. Volevo parlarne ora, ma stavano dormendo tutti.
Allora decisi di addormentarmi pure io.

 

Mi svegliai, o meglio, mi svegliò, Becan.
“Bec!” lo sgridai
“Mancano 20 minuti” disse Morgan girandosi dal sedile davanti “appena arrivati dovremmo subito recarsi allo stadio, giochiamo per primi”
“Cosaa!?” disse la squadra
“Mo, non è divertente!” disse Eddie un paio di file più in giù
“vi dico che è vero!” disse con tono innocente
“contro di chi?” chiese Stephan
“l`Italia” disse Morgan “si inizia con i favoriti...”
ci fu silenzio.
“Quindi tra 20 minuti si gioca?” chiese Becan
“trenta...” lo corresse Morgan
“quindi abbiamo 10 minuti per raggiungere lo stadio, cambiarci e scaldarci?” disse preoccupato Eddie
“già...”
altro silenzio.
Si incominciava con l'Italia...
Mi vedrò con quel ragazzo.
Chi era?
A interrompere il nostro silenzio fu una voce femminile, che disse qualcosa in francese.
“Siamo arrivati?” dissi scattando in piedi, seguita a ruota dai miei compagni
vidi Tommi scuotere la testa.
“Tradotto letteralmente è: Un albero è caduto sui binari e non si può procedere.”
“coosa!”esclamò la squadra al completo.
“Ma noi dobbiamo giocare!” dissi io
scesi dal treno, purtroppo non era uno dei soliti scherzi Tommi, una quercia bloccava i binari.
Dietro di me scese anche il resto della squadra.
“so a che pensi...” mi disse Morgan mettendomi una mano sulla spalla
“Lo sai?” chiesi stupita
“Hai visto troppi film, è praticamente impossibile, ma tentare non nuoce.” disse, poi si girò verso agli ragazzi, che annuirono
“Allora muoviamoci” Dissi e incominciai a correre. Notai nel bosco un'ombra.
Non poteva essere una coincidenza, non cera un filo di vento.

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Capitolo 9
*** la verità sui dragon rouge ***


Nel frattempo allo stadio:

 

“allora non si sono presentati” disse un ragazzo biondo che portava l'uniforme rossa da portiere della dragon rouge. Poi scoppio in una risata malefica.
“Chissà perché...” disse in tono complice il numero 10.
“forse non ce l'hanno fatta ad arrivare in tempo” disse un terzo ragazzo che indossava la divisa 9. sembrava non capire perché gli altri due sembravano essere sapienti di qualcosa.
“stupido, il piano XXI” disse il numero 1 tirandogli una gomitata
il numero nove rimase ancora perplesso.
“se il vostro capitano non arriva nei prossimi 5 minuti...” l'arbitro non finì la frase che il numero dieci lo interruppe.
“le ricordo che nessuno dei SpecialLux é presente” altro sguardo complice fra i due ragazzi “ e quindi vinceremo a tavolino”
“ma potrebber” anche sta volta l'arbitro venne interrotto, ma dal portiere.
“non arriveranno, un imprevisto può sempre succedere...”
il discorso venne interrotto da una moto che fece intrusione nel campo
“Piano XXI compiuto” disse il ragazzo hai compagni
“capitano!” esclamò il numero 9 “ cos'é questa storia del XIXXI??” chiese
“ Eh Eh” disse il capitano togliendosi il casco, che appoggia accanto alla panchina assieme allo zaino che portava in spalla. Il numero nove notò un riflesso da un pezzo d'acciaio vicino al casco del proprio capitano.
Si avvicinò al riflesso e, dopo aver riconosciuto l'oggetto tutto gli fù più chiaro:
i nostri avversari, tra la quale la ragazza del burrone, che non si presentano, non è dalla Myuki che conosco, un imprevisto, il piano XXI, e ora un' ascia nello zaino.
“Eccoci!!” disse la ragazza dagli occhi neri come i lunghi e mossi capelli: Myuki
“la partita può incominciare!” disse Morgan apparendo alle sue spalle seguito dagli altri ragazzi.

 

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Capitolo 10
*** rivalità ***


“Perfetto!” Disse l'arbitro “arrivate giusto in tempo”
mi diressi a centrocampo, dove strinsi la mano al mio avversario, giocava con il numero 11.
forse è lui...
ad interrompere la mia riflessione era la discussione che vedeva da una parte il portiere e dall'altra il numero nove dei miei avversari

“ se osi aprirne bocca, giuro che me la pagherai!” disse il numero uno.

“Che paura, sto tremando” disse a sua volta il compagno

“Dovresti invece!” disse l'altro

“E perché? Se no mi picchia”
disse provocante il n°9
“Avete sentito? Ken vuole picchiarmi!”
disse rivolto hai compagni. Un gruppetto, formato da 5 giocatori, rise alla battuta, gli altri 5 ignorarono completamente.

“Cosa avete da bisticciare voi due?” disse severo il loro capitano

“Niccolas vuole spifferare il nostro piano alla ragazzina dei Lux!” disse il portiere

“Non lo farà, non preoccuparti” disse sicuro l'undici

“Yuki; vieni!” Mi chiamò Mo
“Arrivo” dissi, dando un ultima occhiata hai litiganti, per poi raggiungere i compagni in panchina.

 

 

PRIMO TEMPO:

 

la partita era iniziata da un paio di minuti, e già eravamo in vantaggio di un gol, che io stessa avevo segnato, su assist di Morgan. Era stato troppo, troppo facile, avevo eseguito un tiro che Nico eseguiva spesso, e la difesa non aveva fatto nulla per fermarmi, niente fatica, dov'è il trucco?
La risposta arrivò 10 minuti dopo, quando segnai la doppietta.
Il portiere, che avevo scoperto si chiamasse Ken, il numero 10, Marcus e tutto l'attacco,
rifiutava il fatto di dare una mano alla difesa del 9, come essa il fatto di passare la palla all'attacco, tentando di tirare loro.
In squadra c'erano rivalità, e ascoltando le discussioni capivo che il nove sapeva qualcosa che Ken e Marcus non volevano che si sapesse. Poi il capitano, indifferente.
Vincemmo il tempo 4 a 0 con facilità

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Capitolo 11
*** tempo 2 ***


SECONDO TEMPO:(VERSIONE DEL NUMERO 9)

 

 

guardai sconcertato il risultato, 4 a 0. La tripletta di Myuki era stata fantastica, anche migliore.
Quello che mi dava fastidio era il comportamento di Ken e Marcus, nessun attaccante ne centrocampista si prendeva la briga di arretrare in difesa a dare una mano, e Ken non si muoveva o accennava a parare la palla.
Poi si arrabbiavano quando la difesa non passava loro la palla, e tentava il tiro, facendoci cogliere in contropiede.
Poi il capitano Luke, che non dava una raddrizzata alla scuadra.
Avevo sempre provato stima assoluta nei suoi confronti, e non avrei mai immaginato che potesse arrivare a tanto.
Guardai l'azione in corso:
Morgan aveva il controllo palla, e avanzava rapido, Myuki e Becan avanzavano alle sue spalle, anche questa volta non c'era difesa.
Solo io tra loro e la porta. E poi Ken, ma era come a porta libera.
Rapido Morgan passa la palla alla sua sinistra, dove Myuki stoppò di petto. Si preparò ad eseguire il suo solito tiro, che conoscevo fin troppo bene, e sapevo come bloccare.
Mi avvicino a lei dal dietro, poi dovevo solo superarla dalla sinistra, e il gioco era fatto.
Ma la ragazza sembra essersi accorta, per questo passò la palla a Becan, che con un cucchiaio segnò.
Lei sapeva le mie contromosse come io le sue.

 

 

 

PUNTO DI VISTA MYUKI.

 

 

Ora eravamo sul 5 a 0, in un evidente vantaggio, e mancava metà tempo.
Il numero nove era fermo in area, e bloccava facilmente ogni mio attacco, ogni attacco alla quale io contribuivo.
Da come giocava sembrava che avessi scritto in faccia le mie future mosse, ma anche il suo gioco era molto prevedibile, almeno per me.
La partita finì sul 8 a 0, un cappotto con il cappuccio, come direbbe Nico.

 

 

 

Ero stata l'ultima ad uscire dallo spogliatoio, quando un sentii una mano sulla spalla.
“Chi sei e cha vuoi!?” dissi d'istinto, non sapevo perché avevo reagito in quel modo. Mi girai e vidi un giocatore che non mi potrò mai scordare. Il 9
“Ti devo parlare”

 

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