BEGIN AGAIN, ONLY WITH TRUST

di Diana_dreamer19
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I can't get my mind off you ***
Capitolo 2: *** “Time don’t recover the wounds, transforms in scars” ***



Capitolo 1
*** I can't get my mind off you ***


FIRST CHAPTER
“I can't get my mind off you”
 
Boscastle (Cornovaglia)- Inghilterra, 10 settembre 2013
Tornavo a casa, camminando lungo una delle poche strade di Boscastle; che posticino di merda. Non certo per la località, oddio, è davvero bellissima, con le casette in mattoni che sorgono ai lati delle stradine immerse nel verde dei prati inglesi e nell’azzurro dell’ Oceano Atlantico; oh era davvero bellissima e particolare, il problema erano gli abitanti. Boscastle è un villaggio davvero piccolo e di conseguenza con pochi abitanti che non conoscono nessuno al di fuori degli altri compaesani; questa gente è nata, vissuta e morirà qui; non viaggerà, non conoscerà persone nuove e luoghi nuovi e di conseguenza la sua mentalità rimarrà sempre uguale: chiusa ed ignorante.
E’davvero fastidioso vivere con persone che da mattina a sera non fanno altro che spettegolare sugli altri, esprimendo opinioni offensive senza nemmeno conoscere le cose e giudicando senza sapere nulla.
Questa era una delle riflessioni che facevo spesso tornando a casa, con le cuffie nelle orecchie. In questo caso la mia riflessione era accompagnata dalla voce di Chris Martin che cantava sulle note di Viva la Vida. Ad un certo punto, però, le note della canzone vennero sovrastate dal brusco rumore di un auto, allora mi girai e soltanto in quel momento mi resi conto di essere in mezzo alla strada, fu troppo tardi però perché la macchina era già a pochi centimetri da me. In quella frazione di secondo sinceramente non so cosa devo aver pensato, so soltanto che ho avuto paura, tanta, fino a quando non sentì una mano tirarmi alla mia destra e io frastornata caddi in quella direzione. Mi resi conto di essere salva e dopo pochi secondi capì cosa era successo. Guardai in basso e la prima cosa che vidi furono due grandi occhi verde smeraldo che mi guardavano sorpresi, semicoperti da dei riccioli neri; mi accorsi che ero praticamente sdraiata sopra il ragazzo che mi aveva appena salvato la vita e quindi mi alzai di fretta. La prima cosa che riuscii a dire fu
“Oddio grazie non mi ero accorta dell’auto  e … insomma grazie mille, davvero”

 Lui mi guardò stranito, ma con un leggero sorrisino in viso e disse
“Tranquilla, l’importante è che adesso stai bene, solo … quando cammini cerca di non stare esattamente in mezzo alla strada, sai, ti potrebbero vedere troppo tardi, insomma io ti avrei visto, perché … beh insomma, qualcun altro potrebbe non vederti “
 disse gesticolando.
 “Oh no, sai è che in un paese così piccolo non faccio così attenzione quando cammino per strada e poi avevo le cuffie e quindi mi ero persa un po’”
dissi imbarazzata.
“Ah si capisco … a proposito io mi chiamo Harry, mi sono trasferito qui da Londra, sono arrivato questa mattina … tu sei? 
“Azzurra”
Risposi,
“Azzurra Evans”
 “Bene, piacere di conoscerti, sai che sei la prima persona che ho conosciuto di qui?” ”Oh, beh spero di non averti fatto una così brutta impressione del posto, sai, non tutti gli abitanti qui sono così rincoglioniti come la sottoscritta!”
 Dissi con tono sarcastico. Harry scoppiò in una piccola risata e disse
 “Non l’ho mai pensato...per curiosità, tu che scuola frequenti?”
”La Wiston Churchill High School”
”Oh, perfetto, vuol dire che almeno conoscerò una persona! “
 “Perfetto!”
 Dissi io. In quel momento mi suonò il cellulare, vidi che era mia madre e risposi.
“Si mamma?”
 “Azzurra, dai vieni che sei in ritardo e è pronta la cena!”
“Si si, sto arrivando”
“Ok, sbrigati eh”
 “Si mamma si, ciao”.
 Misi giù il telefono, guardai Harry e dissi
“Scusa ora devo andare, mia mamma mi cerca”
“Ah okay, senti, non è che domani potremo andare a scuola assieme? Sai è il mio primo giorno e … non so nemmeno come arrivarci…”
 “Certo, va benissimo, guarda, questo è il mio numero”,
Gli dissi, per  poi dettarglielo cifra per cifra, mentre lui se lo salvava sul suo cellulare.
 “Grazie mille, a domani!”
 Disse lui, ma prima che se ne andasse io risposi
“Beh, credo che qui sia io a doverti ringraziare, davvero grazie mille, a domani”
 Lui rispose con un sorriso e disse
“figurati”
Io gli sorrisi a sua volta e mi girai per tornare a casa, salutandolo dicendo
“ciao, chiamami poi per metterci d’accordo per domani!”.
Arrivata sulla soglia di casa bussai e dopo pochi secondi venne ad aprirmi mia madre, la prima cosa che mi disse fu
“Alleluja! Sei riuscita ad arrivare!”
“Dai mamma,mi sono solo fermata un po’ di più da Aria perché dovevamo finire di studiare”
Dissi, non volendo raccontarle quello che era successo, si sarebbe preoccupata e avrebbe incominciato a dirmi che a sedici anni, fra tre mesi diciassette sarebbe stata l’ora di scendere dalle nuvole.
La sera dopo cena andai in camera mia; era così strano, non riuscivo a togliermi dalla testa quei due occhi verdi che mi guardavano e quelle fossette che si formavano sulle sue guance quando rideva.
No, basta dovevo smetterla, avevo già fatto questo errore una volta. Mentre ero seduta sul letto col PC che girovagavo su instagram il telefono iniziò a squillare. Mi allungai per riuscire ad arrivare al comodino e quando lo presi notai che era il numero era sconosciuto; pensai subito ad Harry e quando risposi ebbi conferma della mia teoria. Una voce roca rispose
“Ciao Azzurra, sono Harry, volevo dirti che domani posso farmi trovare sotto casa tua alle 8.30, così poi andiamo a scuola insieme … ti andrebbe bene?”
 “Perfetto!”
“Okay. Buonanotte allora”
“Buonanotte”Dissi, per poi riattaccare il telefono.
La mattina seguente mi alzai, mi lavai e andai a prendere qualcosa dall’armadio. Mi misi un paio di Jeans azzurro chiaro e una camicia blu, con sotto una canotta bianca. Andai a fare colazione e poi andai in bagno, per lavarmi i denti e truccarmi leggermente. Misi il mascara e il burro cacao, poi andai a infilarmi le converse bianche e uscii di casa.
Stranamente Harry non era ancor arrivato … eppure erano le otto e mezza passate … aspettai altri dieci minuti dopodiché decisi di chiamarlo, avendo paura che mi avesse dato buca. Io sono così … sono troppo insicura di me stessa e penso sempre di non essere abbastanza per gli altri … credo che questo derivi dal fatto che durante l’ultimo periodo delle elementari e il primo anno delle medie non mi ero certo trovata bene con le ragazze che vivevano nel mio stesso paese e che avevano la mia età. Ogni mattina arrivare a scuola era una tortura, passavano il tempo a deridermi e a prendermi in giro per quello che indossavo, che pensavo o per qualunque altra cosa. Forse anche questo è uno dei motivi per il quale appena avrò finito la scuola voglio andare via da qui, viaggiare e conoscere persone e luoghi nuovi. Quando ci penso, a quelle mattine infernali durante le quali l’unica cosa che avrei voluto fare era correre fino al mare e buttarmici dentro, stando sotto l’acqua da sola per un’eternità e uscire soltanto quando tutto sarebbe finito, mi sale una rabbia tremenda, perché a pensarci bene l’unico motivo per il quale venivo derisa era il fatto che la pensavo in modo diverso dalle altre ragazzine , quelle che erano considerate “le migliori” e a differenza di tutte le altre ero l’unica che invece che andare dietro a loro, imitandole,  avevo il coraggio di dire le mie opinioni e staccarmi dal resto del gruppo. Ah certo, perché anche se fai la stronza con tutti, hai il cervello di una gallina e sei una troia fa lo stesso, perché tanto pesi 40 kg, ti vengono dietro tutti e ti vesti con  i vestiti che credi siano di moda. Ma allora okay, va bene, spero solo un giorno si renderanno conto di cosa conta davvero nella vita prima o poi, davvero, lo spero per loro.
Prima di riuscire a premere il pulsante di chiamata vidi Harry scendere per il vialetto di casa mia correndo; quando fu più vicino a me, con il respiro affannato disse
“Scusa, ieri sera mi sono completamente dimenticato di mettere la sveglia e quindi mi sono svegliato esattamente 10 minuti fa”
 Queste sue parole mi fecero sorridere.
“Tranquillo, basta che adesso ci muoviamo”

 Dissi, sorridendo.
Arrivati in classe, Harry si sedette vicino a me e restò lì seduto per tutto il resto della giornata, che passò abbastanza in fretta, dato che io e Harry passammo la maggior parte del tempo a scherzare. Per me non fu un così grande problema, dato che a scuola sono sempre andata bene, anche se non esageratamente, cioè voglio dire, ho sempre avuto una buona media, ma non sono mai stata la classica secchiona che passa giornate a studiare e in classe alza sempre la mano … studiavo quel che serviva; per quanto riguarda Harry, invece, credo che come primo giorno non sia stato un buon inizio, tenendo conto del fatto che da quel che mi aveva raccontato durante la lezione di storia la sua media non era delle migliori.
Alla fine delle lezioni mi fermai a parlare con Harry nel cortile della scuola e, ascoltandolo raccontarmi dei suoi problemi nella sua ex- scuola di Londra mi venne un’idea, quindi gli chiesi
“Harry, che ne dici se alcuni di questi pomeriggi venissi da me a studiare? In modo che ti possa aiutare con alcune materie?”
”Sarebbe perfetto”
 Rispose lui, e in viso gli si formò un enorme sorriso, contornato da due fossette sulle guance.
“Beh, potremo incominciare da oggi pomeriggio … vieni a casa mia per le tre?”
“Certo … ah e sta volta te lo prometto, sarò puntuale!” disse lui.
“Ci conto Styles!” Gli risposi, voltandomi dall’altra parte e agitando la mano per salutarlo.
ANGOLO AUTRICE: Questa è la mia prima storia e anche se il primo capitolo è un po' cortino spero vi interesserà...fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni e se mi dite che vi piace vi prometto che andrò avanti presto. Accetto critiche se costruttive. Alla prossima!

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Capitolo 2
*** “Time don’t recover the wounds, transforms in scars” ***


Erano le tre in punto e il campanello di casa suonò, andai ad aprire e feci salire Harry, dicendogli “Puntuale come la morte Styles!” “Visto? Ti avevo avvisato!” disse lui. Salimmo in camera mia ed io iniziai a tirare fuori i libri, poggiandoli sulla scrivania. “Allora, che ne dici di iniziare da storia?” “E che storia sia!” rispose lui. Mentre tentavo di spiegare il paleolitico a Harry, mi accorsi che continuava a fissarmi, così gli chiesi “Harry, tutto bene?” “Sisi certo, è solo che … è un po’ difficile concentrarsi sul paleolitico se sei tu a spiegarmelo” A queste parole arrossii, così cercai subito di cambiare discorso dicendo “Ehm, okay, allora prova a spiegarmi la differenza tra paleolitico e neolitico, sempre se sei riuscito ad apprendere qualcosa dalla mia spiegazione …” dissi,ridendo. Con mia enorme sorpresa, riuscì, a rispondere perfettamente alla mia domanda, così gli dissi “Bravo Styles, hai imparato velocemente!” “E’soltanto merito tuo!”, disse lui, avvicinando il suo corpo al mio, dato che eravamo entrambi seduti a gambe incrociate sul letto;le sue labbra si avvicinavano sempre di più alle mie e io non riuscivo a muovermi di un millimetro; non sapevo cosa mi stesse succedendo, era come se fossi andata in trans e l’unica cosa che riuscivo a vedere era il riflesso del mio viso nei suoi meravigliosi occhi verdi. Dopo un pochi secondi, che mi sembrarono un periodo interminabile sentii le sue labbra carnose posarsi sulle mie e dopo poco la sua lingua chiese l’accesso alla mia bocca;a questo punto mi tornarono in mente alcune immagini di quasi un anno prima,l’ultima volta che avevo baciato un ragazzo, se così si poteva definire l’essere orribile con il quale ero stata, quello era stato il periodo peggiore della mia vita, quando per la prima volta caddi nella trappola che è l’amore. A questo punto feci quello che mi venne spontaneo: respinsi Harry spostandolo da me. “No!” urlai quasi “Scusa … ma non voglio, cioè non posso, ti prego!” “No, tranquilla, non ti devi scusare, sono io a dovermi scusare, se ho fatto qualcosa che non dovevo” “Ok, va bene … forse per oggi abbiamo studiato abbastanza … e poi si è fatto tardi” “Si, ok, allora … ti chiamo io … per continuare con le altre materie intendo” “Ok, va bene, ci vediamo a scuola” dissi con tono poco convinto mentre accompagnavo Harry alla porta. “A domani” si congedò lui. Ero sdraiata sul letto da circa un’ora ad ascoltare Taylor Swift, praticamente da quando Harry se n’era andato, la musica era l’unica che mi aiutava a non pensare a quello che era successo il pomeriggio, era così che andava avanti da quella sera, da quell’orrenda sera, il 13 gennaio 2012, ricordo benissimo la data, nonostante abbia cercato in tutti i modi di dimenticarla, come ho cercato di dimenticare tutto ciò di quella serata e dei tre mesi precedenti. Non avrei mai creduto di poter essere ingannata e umiliata in modo simile e invece lo sono stata per tre mesi, fino a quella sera quando tutto quello in cui avevo creduto si era spezzato sotto i miei occhi e senza neanche avere il tempo di realizzare quanto ignobile fosse il ragazzo che avevo di fronte mi sono ritrovata ad averne paura. Di quella sera non ho mai parlato con nessuno … dal’altra parte con chi potevo farlo … con mia madre no di certo, tenendo conto che ha già abbastanza da preoccuparsi, avendo da mantenere me e mio fratello con un solo stipendio, con le mie compagne non se ne parla, tenendo conto che l’unica mia amica, nonché ragazza con un minimo di cervello che frequentava la mia scuola si è dovuta trasferire a Manchester perché i suoi hanno trovato lavoro lì. Qualche giorno dopo quella sera però, decisi che dovevo trovare un modo per sfogarmi e distrarmi, così decisi di inscrivermi ad un corso di boxe, che frequento ancora adesso , dato che è uno sport che mi è piaciuto molto, soprattutto perchè quando lo pratico riesco a non pensare a niente e concentrarmi soltanto sul combattimento che sto facendo. Inoltre ero già avvantaggiata per questo sport per quanto riguarda il fisico,dato che fin da piccola non sono mai stata quel tipo di ragazza esile e debole, ma ho sempre avuto un fisico abbastanza muscoloso. Nonostante praticare la boxe mi aiutasse a non pensare a niente mentre combattevo, però, il problema ritornava quando uscivo dalla palestra; ogni volta infatti mi illudevo di poter dimenticare tutto anche una volta fuori dalla palestra ma era ed è tuttora impossibile, perché non è vero un cazzo che il tempo cura tutte le ferite, le fa soltanto diventare cicatrici, che rimangono ferme, nello stesso punto della ferita e invece di essere meno evidenti non fanno altro che ricordarti giorno dopo giorno quello che tu vuoi dimenticare. HARRY’S POV Avevo appena finito di cenare e praticamente da quando ero tornato a casa continuavo a pensare ad Azzurra … non sapevo cosa mi fosse successo ma ho sentito il bisogno di baciarla, di solito non lo faccio così all’improvviso, ma in quel momento ho sentito il bisogno di farlo. D’altronde non capivo cosa fosse successo a me come non capivo quello che fosse successo a lei … insomma, prima sembrava starci e poi ad un certo punto, come se un’allarme avesse incominciato a suonare nella sua testa mi ha respinto. Dovevo smetterla di pensarci o quella notte avrei continuato a rigirarmi nel letto senza prendere sonno, come mi era già successo troppe volte, quando pensavo e ripensavo al visino di Hayden, che per la centesima volta rimaneva delusa perché suo padre si era dimenticato di lei. Era sempre così … mio padre o la lasciava sola ad aspettare fuori da scuola oppure la illudeva dicendo che l’avrebbe portata al cinema e lei restava sul portico ad aspettarlo per ore, senza dare retta a mia madre che le ripeteva la solita frase “Tesoro, papà avrà fatto tardi al lavoro, lo sai che è molto impegnato”, l’ultima volta le aveva promesso di venirla a vedere alla recita di Natale e naturalmente non si è presentato prima della fine, quando se n’è uscito con una delle sue frasi del genere “La riunione è finita più tardi del previsto, mi dispiace”. Mi ricordo ancora i suoi grandi occhi azzurri che cercavano tra il pubblico il suo papà e che non lo trovavano, così diventavano lucidi e le lacrime iniziavano a rigarle le guance. Ogni volta che penso a quella scena mi sale una rabbia verso mio padre che davvero, non so cosa potrei fare se non fossi fermato dal pensiero che se gli facessi del male non aiuterebbe di certo Hayden, anzi, la farebbe soltanto stare peggio. L'unico modo per sfogarmi che ho è lo sport: pratico boxe da quando avevo undici anni e quando combatto come se dimenticassi i problemi che ho con mio padre e tutto ciò che mi preoccupa. Una delle preoccupazioni che avevo quando mi sono trasferito qui, naturalmente per gli interesse di mio padre, dato che la sua azienda ha una filiale a Launceston, una città qui in Cornovaglia,era di non poter continuare con il mio sport, ma per fortuna ho saputo che anche qui c'è una palestra dove è possibile allenarsi. Nonostante i miei siano separati mia madre ha deciso di seguire mio padre in Cornovaglia, dato che secondo lei, far cambiare aria a me e a mia sorella ci avrebbe fatto bene, quindi ha deciso di venire a vivere qui a Boscastle, che ha differenza di Launceston è sul mare. In questo modo mio padre avrebbe continuato a lavorare a Launceston e Hayden ed io avremmo potuto continuare a vederlo regolarmente ... sì, certo, perchè quando abitavamo a Londra e le nostre case erano a un chilometro di distanza lo vedevamo davvero molte volte! AZZURA'S POV Stavo camminando lungo la strada per arrivare a scuola quando sentii una mano che mi toccava la spalla. Mi girai e accorgendomi che era Harry dissi "Hey! Pronto per il test d'ingresso di storia? Spero ti sia servita la lezione ieri" "Certo, prontissimo!" Camminammo insieme fino all'entrata della scuola e poi fino alla classe, dove i banchi erano già staccati uno dall'altro e aspettammo che il professore distribuisse i fogli. Il test era stato abbastanza semplice e speravo che anche a Harry fosse andato bene, dato che avevamo studiato assieme e da quello che mi aveva detto a fine lezione, sembrava essere così. Mentre uscivamo da scuola ci mettemmo d'accordo per incontrarci il pomeriggio a studiare letteratura inglese e ci salutammo. Questa volta ci trovammo a casa di Harry per studiare, così, alle tre in punto suonai il campanello di casa Styles. Dopo pochi minuti vidi spuntare Harry dalla porta, che mi invito ad andare in camera sua. Appena entrati andai alla libreria e, dato che la mia statura non aiutava, mi misi in punta di piedi per riuscire a prendere alcuni libri che avevo visto,ci servivano per studiare; con un mano spinsi leggermente due libri giù dalla libreria, con l'intento di afferrarli con l'altra, ma non ci riuscii e così caddero entrambi a terra. Io mi piegai per raccoglierli ma mi accorsi che anche Harry si era piegato per prendere lo stesso libro che avevo preso io e quindi la sua mano si poggiò sulla mia. Alzai la testa e lo stesso fece lui, in questo modo i nostri occhi si incontrarono; ci alzammo ancora con le nostre mani insieme sullo stesso libro fino a quando io non tolsi la mano "Bene ... possiamo iniziare allora" "Certo" disse lui, accennando un sorriso. Avevamo quasi finito di fare il riassunto di riassumere " Romeo e Giulietta" quando sentii una mano sui miei capelli; alzai lo guardo e vidi Harry che mi stava spostando una ciocca di capelli e la stava sistemando dietro l'orecchio. Rimasi a guardarlo con il fiato corto, era davvero bello: aveva delle labbra carnose e rosee, che facevano contrasto con la pelle bianca del suo viso e due bellissimi occhi verdi nei quali era impossibile non perdersi, il suo viso era incorniciato da capelli ricci neri che gli ricadevano sulla fronte;il suo viso perfetto, inoltre diventava qualcosa di fantastico quando sorrideva e faceva spuntare sulle sue guance due bellissime fossette. Continuavo a sentire la sua mano accarezzarmi la guancia e percepivo il suo respiro caldo che si faceva sempre più vicino. Dovevo fare qualcosa, e lo sapevo benissimo che se fossi restata ferma ci saremo trovati nella stessa situazione del giorno precedente ma non avevo intenzione di staccare i miei occhi dai suoi, era una sensazione che non avevo mai provato, perché per quanto volessi staccarmi da lui non ci riuscivo, era più forte d me. Ero praticamente in uno stato di trans ma mi resi conto che dovevo fare qualcosa per far capire ad Harry che doveva fermarsi, così, con un tono basso e poco convinto balbettai: “Harry, per favore, no non farlo, o poi non sarei capace di resistere” “Beh, a me non darebbe fastidio se tu non opponessi resistenza, sai …” disse lui con voce roca, fermandosi a pochi centimetri dal mio viso e continuando ad accarezzarmi la guancia con il pollice. “Harry, n-on capisci” “Cosa non capisco? Che stai morendo dalla voglia di baciarmi?” “No, Harry, ti prego non posso!” dissi, allontanandomi una volta per tutte. “Perché Azzurra? Non capisco! Hai un altro?” “No Harry no! Il fatto è che non posso rifare un’altra volta lo stesso errore!” dissi, alzandomi dal letto e percorrendo il corridoio di corsa. Uscii di casa velocissimo e senza capacitarmi ancora di come avevo lasciato lì Harry corsi a casa, che si trovava a pochi metri di quella di Harry. ANGOLO AUTRICE: Ecco il secondo capitolo della storia, lo ho postato molto in ritardo ma per quanto riguarda i prossimi li posterò sicuramente prima. Come ho già detto, questa è la mia prima FF e quindi mi piacerebbe che chi legge il mio capitolo lasciasse qualche recensione soltanto per dirmi cosa ne pensa e se ha da darmi qualche consiglio … accetto anche critiche. Detto questo vi saluto, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti quelli che hanno letto il capitolo (se magari lasciaste qualche recensione vi amerei ancora di più) alla prossima! :)

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