Meant to be

di Restart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The new life ***
Capitolo 2: *** {Sai chi sei?} Capitolo2 ***
Capitolo 3: *** {Him} ***
Capitolo 4: *** {I'm nothing without you} ***
Capitolo 5: *** {Grazie Mark}♥ ***
Capitolo 6: *** {Jackson★} ***
Capitolo 7: *** {Tell me something about us♡} ***
Capitolo 8: *** {I just want to sleep with you...★} ***
Capitolo 9: *** {The story of our life♡} ***
Capitolo 10: *** {You and I by night} ***
Capitolo 11: *** {Bye} ***
Capitolo 12: *** {You lied} ***
Capitolo 13: *** {I remember★} ***
Capitolo 14: *** {I miss you♡} ***
Capitolo 15: *** {Give me just a kiss♥} ***
Capitolo 16: *** {Tutto ha una fine} ***



Capitolo 1
*** The new life ***


CHAPTER 1
Buio, nulla. Cerco di aprire gli occhi ma sono troppo incollati. Riprovo per l'ennesima volta. Dopo parecchi tentativi riesco ad aprirli e mettere a fuoco; Meredith, mia sorella, è qui accanto a me e sta dormendo. Io sono collegata ad una serie di macchine.  È per tenermi in vita, ma non so il perché.  
Provo a parlare ma solo un mugolio indistinto fuoriesce dalla mia bocca. Dai Lexie! Prova ancora! 
-Mmmmeredith?!- Ma lei non mi sente. È letteralmente crollata su quella poltroncina. Così decido di non riaddormentarmi per evitare il coma.. Aspetto per un tempo indefinibile, interminabile. Dopo quella che mi sembra un'ora, Meredith di sveglia per via del cerca persone.  Lo controlla e poi si volta verso di me. Io cerco di sorridere, ma gli angoli della bocca non si voglio sollevare. Ma gli occhi sono aperti. Lei mi vede sveglia e lancia un urlo silenzioso con gli occhi:
-Lexie! Sei sveglia! Derek! Derek, vieni Lexie si è svegliata!- Lui arriva di corsa e mi osserva serio a lungo, ma poi sorridendomi mi chiede:
-Bene, riesci a parlare?- Io deglutisco parecchio prima di biascicare un "Ciao Derek". Poi lui mi controlla, prima di dirmi:
-Mark è in coma.  Speriamo si risvegli prima di domani, perchè staccheranno le macchine, seguendo il suo testamento biologico-
-Mark? Chi è questo Mark?- Chiedo curiosa. Derek mi guarda sbalordito, così anche mia sorella.  Chi è Mark? 
-Lexie non ti ricordi di Mark?- Questa volta è Meredith a parlare. Io scuoto la testa. Allora lo sguardo di entrambi si incupisce maggiormente. 
-Scusaci un attimo- E poi se ne vanno.


Meredith's POV 
-Derek, cosa le è successo?-
-Beh, è una conseguenza del trauma. Poteva succedere. Voglio comunque interrogarla. Se non si ricorda niente di recente, non potrà più lavorare qui.


















••SPAZIO AUTRICE••Storia nata da un'illuminazione temporanea... Scusate per gli eventuali errori. Grazie per le visite, che sono tante, per essere la mia prima storia e se volete dare commenti negativi non esitate, grazie per l'attenzione••

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Capitolo 2
*** {Sai chi sei?} Capitolo2 ***


Quando rientrarono Meredith aveva lo sguardo basso e Derek cupo.
-Lexie- esordì lui- Devo mostrarti delle cose, per la tua memoria-
-Cosa ha che non va la mia memoria Derek? Ho una memoria fotografica!-
-Lexie, sai chi sei? Sai dove ti trovi? Sai chi è Mark Sloan?-
-Sono Lexie Grey ho ventisette anni e sono nell'ospedale in cui lavoro. Mark Sloan è il chirurgo plastico più in della east coast.-
-Non sai altro di lui? Non ti ricordi dell'incidente?-
-Dovrei sapere altro di lui?- A quelle parole Meredith alza lo sguardo, spaventata.
-Prova a chiederle qualcos'altro,  Derek.-
-Ok proviamo con l'ultimo intervento che abbiamo fatto insieme..?-
Io gli descrivo, con tutti i minimi particolari un intervento di sei ore e mezza e lui sorride a ciò.  Così continua a chiedermi di interventi, argomenti di medicina che generalmente studiamo al primo anno e io riesco a rispondere con facilità; il primo anno di specializzazione, George e il suo atto eroico, la sua morte, il cancro che Izzie ha sconfitto e il suo matrimonio con Alex,  ma poi Derek ritorna all'argomento Mark e io ho un vuoto.
-Derek, io conosco solo il nome, a lui la mia mente non collega nessun argomento né professionale né personale, mi dispiace... Era così importante per me?-
-Lexie quando eri sotto l'ala dell'aereo lui ha promesso che ti avrebbe amato per sempre e che sareste stati destinati a stare insieme. Ti ha chiesto di sposarlo.- Questa volta è Meredith a parlare. Ora nella mia mente c'è un'enorme confusione; ricordo dell'incidente aereo, ma non di Mark. La mia testa è offuscata da una nebbia di domande, sempre più fitta, poi le parole mi escono dalla bocca, senza che ci pensi tanto:
-Voglio vederlo.-
-Non so se sia una buona idea Lexie, ti sei appena svegliata e sei ancora debole- mi dice Derek.
-LO VOGLIO VEDERE!- la mia voce è talmente alta che pare un urlo,  ma ormai nella mia  mente il nome di Mark Sloan rimbomba incessantemente. Solo vederlo metterà fine a ciò.  Meredith cede alla tentazione, così prende una sedia rotelle e mi ci mette sopra con l'aiuto del marito. Nel corridoio, mentre le mi spinge incontriamo un sacco di colleghi felici, o meglio dire meravigliati di vedermi. Ma il  io massimo è un malinconico sorriso. Quando arriviamo, vede Mark, il famoso plastico, intubato e in coma. Alla sua vista una lacrima di malinconia scende, rigando il mio volto.

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Capitolo 3
*** {Him} ***


Meredith  mi avvicina al letto, alla destra di Mark. Poi se ne va. Adoro quando capisce che è il momento di togliersi di mezzo. Inizio a sfiorarlo con l'indice, segnando le cicatrici, ormai poco visibili, dell'incidente. Poi col pollice traccio i lineamenti del viso, soffermandomi sulle labbra... Chissà quante volte ho baciato quelle labbra, quei momenti bellissimi, che la mia mente non vuole ricordare. Vuoto, nulla. La mia mente è un deserto e io sono alla ricerca di un'oasi di memoria. Se fossi morta almeno sarei in pace, sapendo che lui mi ama, invece sono una ragazza che aspetta il risveglio dell'uomo che le ha chiesto di sposarla, ma lei non si ricorda di lui. Sono condannata ad un inferno. Il mio inferno, la mia tortura sono la mia memoria e lui. L'uomo in coma davanti a me. L'uomo a cui ho promesso amore eterno, ma io non ricordo della sua proposta. L'uomo che  mi ama, nonostante la evidente differenza di età.  L'uomo che si chiama Mark Sloan. Stringo la sua mano, quasi con cattiveria verso di lui, verso il destino che mi aspetta...
Lui è la mia tortura, ma anche la mia salvezza. 
Chiamo Meredith che si era tatticamente appostata fuori dalla porta chiusa, in modo da non far entrare nessuno.  Lei silenziosamente entra e fa per portarmi via, ma qualcosa ostacola ciò.; non mi sono accorta di essere ancora ancorata a Mark. La mia mano sta ancora stringendo la sua. Ma con più delicatezza. Non so se lasciarlo. Ma poi decido di farlo e di lasciarmi trasportare da  mia sorella. Quando sono di muovo nel mio letto mi accorgo veramente di lei. 
-Come vanno le cose all'ospedale?-  Le chiedo quasi con  indifferenza
-Oh bene.- mi risponde.
-Vedo che adesso sei uno strutturato, scommetto che ti hanno anche dato un soprannome- dico con un sorriso malizioso.
-Mi sono specializzata in chirurgia generale, come mia madre. Beh, il soprannome me lo hanno dato : mi chiamano Medusa, perché a quanto pare sono un mostro di dimensioni mitiche...- Dice con una risata, forse la prima che fa da parecchio tempo. Le vedo sorridere anche gli occhi, così mi unisco a lei. Meredith. Mia sorella.  
-Mia nipote Zola come sta?- 
-Zola sta benissimo... Gli sei mancata...- Parliamo, parliamo, come non abbiamo mai fatto, e a noi si uniscono anche Cristina, Callie, Arizona e altri che  mi volevano, vedere, salutare, abbracciare. 
Fiumi di parole entrano ed escono dalla mia mente, e solo una cosa è inamovibile.  Una roccia. Un nome. Una persona. Questa roccia si chiama Mark

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Capitolo 4
*** {I'm nothing without you} ***


Un urlo, un fracasso terribile e la mia gamba sotto l'ala dell'aereo.  Mi sveglio di soprassalto e mi guardo intorno; una semplice stanza di ospedale. Guardo le mia gambe sotto , a coperta azzurra: piene di cicatrici, ma stanno abbastanza bene. "Era un brutto sogno, un solo incubo Lexie". Ma io continuo a pensare a Mark. Tra dodici ore gli staccheranno la spina. Morirà.  Dodici ore sono poche per ricordare quattro anni. Improvvisamente sento gli angoli degli occhi pizzicare e prepotenti lacrime rigano amaramente il mio volto. Mi sento così male. Io sono una sopravvissuta e lui morirà. Mi sento un'ipocrita. Vorrei che fossimo morti insieme. Come Romeo e Giulietta.  Insieme per l'eternità. Prendo la cornice che Callie mi ha portato. Io, Mark, con in braccio Sofia e Callie e Arizona. Sofia crescerà senza il padre. Le lacrime ritornano e mi accompagnano nel sonno. Mi riaddormento con la cornice in mano.
Meredith's POV
Sono appena arrivata in ospedale e mi dirigo subito da Lexie. Sta dormendo. La mia sorellina.  Il suo dolce viso segnato dalle cicatrici dell'incidente. In quel momento i flashback ritornano. Delle fitte acute mi fanno sedere. Mi gradualmente diminuiscono.  Il mio sguardo ricade su Lexie; sta tenendo in mano una cornice e nella foto ci sono raffigurati lei, Mark,  Callie, Arizona e Sofia.  Ormai non riesco più a trattenerle; le lacrime scendono silenziosamente sul mio volto. Tra poche ore le macchine verranno staccate e loro due non avranno mai più un futuro insieme. Il mio cerca persone squilla e io faccio per alzarmi, ma Lexie mi chiama;
-Buongiorno Lexie-. E poi le bacio la fronte. Io, Medusa, non lo farei mai, ma lei è mia sorella appena uscita dal coma. 
-Buongiorno Meredith- E mi sorride.
-Come stai Lexie?-
-Abbastanza bene-
-Sicura. Sai ho visto che la foto è bagnata...-
-Meredith voglio andare da lui- dice calcando il "lui" -Meredith voglio che si svegli, voglio parlargli-
-Ok ti ci porto-

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Capitolo 5
*** {Grazie Mark}♥ ***


Dopo il breve tratto di corridoio rieccomi qua. Accanto a lui. Gli stringo la mano: è fredda, cosi gliela stringo con entrambe le mie. Gli guardo il viso immobile . Le palpebre chiuse nascondono le iridi glaciali. E immancabilmente le lacrime sgorgano. Voglio che un ricordo mi vaghi per la mente, voglio poterlo ricordare. Ma non ce la faccio. La mia mente si oppone ad ogni sforzo. Ma so che quella che devo rispolverare è la memoria del cuore. Così inizio a parlargli;
-Ehm, Mark, sono io Lexie. Mi sono risvegliata dal coma... Perché non lo fai anche tu? Potremo parlare della tua proposta di matrimonio. Io no ricordo niente della nostra storia e ti chiedo di svegliarti e raccontarmi tutto. Non ricordo il nostro primo bacio, la nostra prima volta, la nostra prima litigata e la ricoinciliazione, non ricordo della proposta, non ricordo di te. Per questo, ti prego, svegliati. Senza di te, senza le  tue storie mi sento vuota. Effimera. La mia mente è un deserto e io sono alla ricerca di un'oasi.  E l'oasi sei tu-
Niente, proprio niente. Nessun movimento, nessun gemito, mormorio. Niente.
Così recupero tutte le mie  forze, mi alzo e lo bacio sul punto lasciato libero dal respiratore.  E poi mi risiedo esausta. Non so più cosa fare. Non dà segni di vita.  Il mio sguardo ricade su l'orologio al muro. Le quattro del pomeriggio. Quanto cavolo ci sono stata qui? Forse mi sono addormentata e non me ne sono accorta. Riprendo le sua mano e la stringo con violenza e poi libero la presa. Lacrime salate inondano tutto. Dentro di me sento che la mia vita, la mia memoria dipendono da lui, lui soltanto. E se non dovesse risvegliarsi non saprei che fare. Sicuramente mi sentirei più vuota di adesso. La mia vista è sempre più offuscata dalle lacrime che bagnano, i miei occhi, il mio viso, le mie labbra, quando sento che Mark mi sta stringendo la mano.
••Spazio autrice•• Mi piacerebbe che qualcuno commentasse, recensisse... Giusto per darmi qualche soddisfazione. Per far vedere che non ho solamente perso tempo... Grazie per l'attenzione (PS vanno benissimo anche le critiche, perché mi aiutano a migliorare)••

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Capitolo 6
*** {Jackson★} ***


Un'incredulità pazzesca mi assale, così lo incito a rifarlo. Ed è proprio così.  Chiamo Meredith per mostrarle, la mia "scoperta" e lui stringe le dita a mia sorella. 
Poi accade tutto troppo velocemente. La camera viene letteralmente invasa da infermieri, dottori, chirurghi. Io sono lasciata a me stessa. A nessuno importa più di me. Soltanto una persona si accorge di me. Solo una. Ma io non so chi sia, visto che mi ha preso da dietro. 
Me ne accorgo solamente quando arriviamo nella mia tranquilla e solitaria stanza mi accorgo che colui che mi ha salvato da quella confusione è Jackson. Il mio ultimo uomo, secondo la mia mente, prima dell'incidente. 
-Ciao- esordisco con un sorriso che lui ricambia prontamente. È proprio come lo ricordavo. Quegli occhi... Quei bellissimi occhi color verde mare... L'unica cosa  che stona, anzi stonano, sono i capelli. Era più carino prima... 
Voglio veramente bene a lui. È sempre stato molto sincero con me. 
-Hey, perché non mi dici niente?  Perché sei così silenzioso? Hai sverginato la santarellina?-
-Lexie! Comunque sì...- dice con un po' di imbarazzo, anzi parecchio.
-Credi che Mark si sveglierà del tutto?- chiedo, questa volta seria.
-Non lo so. Però la banda dei plastici deve sopravvivere... Stiamo tifando tutti per lui.- I suoi occhi mi guardano supplichevoli. So che cosa sta per chiedermi.  Ma io non sono pronta. Non ora.
-Lexie, io ti voglio ancora moltissimo bene, ti vuoi...-
-No ti prego Jackson  non lo chiedere. Io non lo voglio fare. Non sono ancora preparata ad una relazione,  mi basti come amico, solo amico.-
-Ok come vuoi Lexie.- e mi da un dolce e timido bacio sulla guancia.  Non era quello che si aspettava, ma è giusto così.  In questo periodo non ho voglia di dipendere da qualcuno. In questo periodo dipendo solo dai racconti di Mark. Solo da lui, dalle sue parole, dalle sue labbra. Così abbraccio Jackson, in un abbraccio amichevole. Siamo sempre appiccicati, quando un'infermiera fa capolino nella mia stanza, per dirmi che Mark mi vuole vedere. Ha detto che devo essere la prima. Così il mio amico Jackson mi carica sulla sedia e mi porta da colui che dipendo...
◆Spazio autrice◆ Questo capitolo non mi fa impazzire, però ho voluto aggiungerlo, perché sarebbe stato indispensabile per il proseguimento della storia... Grazie per le persone che seguono la storia dall'inizio... Grazie♡◆

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Capitolo 7
*** {Tell me something about us♡} ***


Jackson mi lascia, esitando un pochino, all'entrata della stanza. È tutto come prima,  a parte il fatto che ora Mark fosse a sedere e respirasse con i propri polmoni.  Mi avvicino al letto. Lui solleva la testa e mi guarda: sorride, sorride come un bambino piccolo davanti al negozio di giocattoli. I suoi occhi glaciali si illuminano. Io riesco a fare solamente un timido sorriso, un niente in confronto al suo. 
-Mark, ti sei svegliato, finalmente!- dico, con poco entusiasmo.
-Grazie a te. Sei stata la prima persona che volevo vedere dopo il mio risveglio. Solo te. Ora voglio mantenere la promessa fatta. Voglio vivere la mia vita con te.- dice e io resto sbalordita. Forza e coraggio Lexie! Glielo devi dire! Sennò comincerà anche a scegliere i nomi per degli ipotetici figli.
-Mark io non posso. Non posso sposarti. O per lo meno non ira. Ora con questa memoria. I-i-io non ricordo niente di noi due. La nostra storia è stata cancellata dalla mia mente.  Quindi non ti posso sposare. Per la mia mente sei uno sconosciuto- dico tutto d'un fiato, con gli occhi incollati al pavimento, non avendo il coraggio di alzarli. Quando trovo il coraggio di farlo, noto che un'ombra cupa e triste copre il suo volto e il sorriso si è spento. Come i suoi occhi. È triste vederlo così.  So di avergli spezzato il cuore dicendogli ciò,  ma era giusto farlo. Se lo avesse scoperto dopo sarebbe stato peggio. Non mi sta neanche più guardando negli occhi. 
- Cosa vorresti dire con ciò? Stai scherzando?- chiede con voce roca, spezzata dalla lacrime che sicuramente sono pronte a venire fuori. Per entrambi.
-Mark è come se la mia mente fosse un computer e i file nella cartella "Mark" sono stati eliminati, scusa- ormai le lacrime, non si fanno problemi a uscire e rigano velocemente il mio volto. 
-Non scusarti. Ma ora che intendi fare? Cosa credi che faccia?-
-Non lo so, ma promettimi una cosa. Io verrò qui tutti i giorni e tu mi racconterai della nostra storia, ok?-
-Ok- e poi mi dice- Sai Lexie,  quando mi sono svegliato, un mese fa, ho chiesto di portarmi da te. Volevo vederti, ma mi ha  fatto male, perché dicevano che tu fossi irrecuperabile, che tu non potessi risvegliarti. Così sono stato lì a sperare che io fossi la prima persona che avresti visto al tuo risveglio. Sentivo dentro di me, che per te ci sarebbe stata una speranza. È sul tuo letto che ho avuto la ricaduta. Prima sei venuta da me, mi sono rivisto un mese fa. Io ti avevo dato speranza e tu me la stavi dando a me. È per questo che ti amo. Tu mi dai la speranza di andare avanti. E io non voglio andare avanti senza di te. Aspetterò per tutto il tempo che sarà necessario. Io ho ancora la speranza. Io ci vedo tra parecchi anni a ballare insieme al matrimonio dei nostri nipoti. Deve essere così. -
°Spazio Autrice° mi piacerebbe che qualcuno commentasse, non per essere una che dà noia, ma mi piacerebbe che qualcuno correggesse dei miei errori, delle mie mancanze, che qualcuno postasse anche dei commenti negativi. Grazie a chi mi segue fin dall'inizio°

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Capitolo 8
*** {I just want to sleep with you...★} ***


Non ci posso credere. Lui ci vede tra anni al matrimonio dei nostri nipoti. Non riesco a sollevare lo sguardo per guardarlo, perché so che farebbe troppo male. Ma poi prendo coraggio, e riesco a puntare i miei occhi scuri, contro i suoi glaciali. Sono entrambi velati da tristezza, nostalgia, rabbia, rancore. I miei sono in una pozza di lacrime. Sono fuoco, fuoco di tristezza, sono amare di nostalgia. Non ci diciamo niente. Le nostre lacrime parlano per noi. I nostri occhi sono libri , immagini della nostra anima. Un'anima disturbata, da qualcosa che non sappiamo descrivere. Qualcosa di grande, incontrollabile. Lui mi ama, io non lo so. Non so niente, di me, delle persone che mi stanno vicine, ma che sento così distanti. Mi serve qualcuno con cui posso parlare della mia angoscia interiore. E non credo che ci sia altra persona oltre a Mark. Poi dopo questo interminabile silenzio, me ne vado, lasciandolo a se stesso. Il nostro silenzio è valso di più di mille parole. Parole taciute. Addio o mia tranquillità. ~ L'aereo. La gamba. Il fuoco. Il fumo. Il bosco. Mi sveglio di soprassalto, imperlata di sudore. Respiro pesantemente, prima di accorgermi di non essere sola. Un respiro regolare interrompe il silenzio. Mi volto. Alex è crollato sulla poltroncina accanto al mo letto. Mentre lo fisso, mi accorgo di non aver mai dormito con lui. Quando avevamo quella "relazione" non abbiamo mai dormito insieme. Sembra più maturo, di quando stavamo insieme. Più sicuro di sé. Allora aveva appena divorziato. Ora che ci penso è stato l'unico a non essere venuto a trovarmi di giorno. Mi ributto sul cuscino, ma il sonno non vuole venire. Così mi alzo, con molta fatica, e mi siedo sopra di lui, accoccolandomi sul suo petto, caldo e accogliente. Lui si sveglia per un secondo, mi sorride per poi ricadere in un sonno profondo. Riesco a addormentarmi di nuovo, sentendomi protetta. La mattina dopo sono, anzi siamo svegliati dal suo cerca persone. Mi guarda sorridente: -Perché sei venuta qui? Non stavi meglio a letto?- -Si ma non avevo mai dormito con te e volevo provare- rispondo con un sorriso. -Vero- dice dopo qualche momento di riflessione. -Alex, perché non sei venuto a trovarmi ieri, di giorno?- chiedo. -E perché avrei dovuto? Mi piace quando dormi, e poi se fossi venuto quando eri sveglia, non avremmo potuto dormire su questa comodissima poltrona- dice con una punta di sarcasmo. -Hai ragione, grazie- ammetto sorridente. -Di niente. Ma ora devo andare. La Robbins mi aspetta. Ciao, Lexie- dice baciandomi la fronte, per poi mettermi di nuovo a letto. Prima che varchi la porta gli chiedo un ultimo favore; se mi può portare da Mark.

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Capitolo 9
*** {The story of our life♡} ***


Dorme. Mark sta dormendo. Almeno credo di sì.  Mi faccio avvicinare al suo letto, poi Alex se ne va, con un po' di esitazione. Non mi vuole lasciare da sola con lui. Ma io so, sono sicura di essere al sicuro, qui con lui. Lo guardo per un po', come feci ieri. Sento il suo respiro caldo e regolare, mentre delineo nuovamente il suo profilo. Poi ritorno alle mani. Sono calde. Lo sento più vicino a me, rispetto a ieri. Piano piano il sonno si impossessa di me e crollo stringendo le sue mani. Mi sveglio dopo un po' e lui mi sta accarezzando i capelli. Amo che me lo facciano... Forse lo sapeva e lo sta facendo apposta. Oh, ma certo Lexie! Stavate insieme, è certo che lo sa.
-So che ti piace quando ti accarezzano i capelli... Lo hai fatto a me quando mi feci male...- dice lui con un mezzo sorriso. Io gli sorrido, con affetto.
-Perché non mi hai svegliato prima?- mi chiede
-Dormivi così beatamente..- gli rispondo un po' sulla difensiva.
-Mi ha comunque svegliato un incubo...- si sofferma su di me - è un incubo orribile. Ci sono dei flash sul giorno dell'incidente. E poi , a parte più orribile sei tu, sotto quell'ala a combattere per la vita.-
-Anche io ho questo incubo... Peccato, però che tu non ci sia nel mio, per il motivo della memoria- dico, quasi sorridendo... Anche lui mi sorride... Cavolo quant'è bello il suo sorriso... È così maledettamente sexy... Diciamo che è tutto "Mark" maledettamente se... Lexie! Basta pensieri perversi! 
-Senti, Mark, dato che ci siamo puoi iniziare a parlare di noi? Magari di cosa mi hai detto durante la catastrofe-
-Proprio le stesse parole?- chiede confuso- Non credo di ricordarmele, proprio uguali... Non ho la memoria fotografica come la tua-
-Vorrei ricordarti che la mia memoria non è più così perfetta... Se lo fosse mi ricorderei di noi due.-
-Già.  Avevamo detto l'incidente? Nahh. Partiamo da qualcosa di più bello-
-Io sto pendendo dalle tue parole...-
-Parliamo del primo bacio, la nostra prima notte d'amore- E inizia a parlare. Mi piace la sua voce. Le sue parole ci avvolgono e per un tempo indefinibile rimaniamo solo io lui e le sue parole. Le sue storie. La storia della nostra vita insieme. Questa bolla di affetto che ci avvolge e che io spero che non si rompa mai. Mi sento a casa.  Mi sento sicura. Vorrei rimanere così per sempre. Ma niente è per sempre. Forse il suo amore per me

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Capitolo 10
*** {You and I by night} ***


Stanotte il mio sonno è torturato da incubi orrendi. Mi sveglio una miriade di volte... Ma poi non riesco più a prendere sonno. Mi volto per vedere se la poltroncina è occupata da qualcuno, ma è vuota. Non c'è nessuno con cui possa parlare, stare, dormire. Mi ributto sul cuscino e chiudo gli occhi, ma poi l'immagine di una gamba sanguinante mi si para davanti.  Mi tiro su urlando, così tanto che un paio di infermiere arrivano in mio soccorso, ma le scaccio via malamente. Non le voglio qui adesso. Non voglio loro. Voglio qualcun altro che mi possa capire.  E so chi può. Ma ho bisogno di tutte le mie energie migliori e impiegare  uno sforzo  disumano.  Ma ce la posso fare perché Lexie Grey non si arrende mai. Forse. Mi alzo goffamente dal letto e guardo se qualcuno è in corridoio. Le infermiere che erano venute da me prima sono andate via.  Meglio così.  Mi siedo sulla sedia a rotelle e tiro un sospiro di sollievo. Ce l'ho fatta. Parte uno completata. Poggio delicatamente le mani sulle ruote e inizio a fare dei giri di prova nella stanza. Per fortuna le braccia non sono così deboli come sembrano, ma il fisico stanco e molto debole non le aiuta. Dopo un paio di giri decido che è l'ora di uscire. Alzo lo sguardo sull'orologio al muro che sta segnando le due e mezza. Fuori dalla finestra un falce di luna crescente mi incita ancor di più ad iniziare o meglio completare la mia impresa.  Faccio il tratto di corridoio nel silenzio più assoluto, facendo attenzione a tutti i rumori che sento. Ad un certo punto credo di esser stata vista da Owen. Quando arrivo davanti alla porta chiudo gli occhi, chiedendomi se questa è la cosa giusta da fare. Rimango così per qualche secondo, finché una voce che conosco si fa largo tra il silenzio. April. Se mi becca, non farà storie a riportarmi indietro. Lei ama così tanto le regole. Apro la porta, facendo meno confusione possibile, ma questa porta dovrebbe essere oliata. Entro nella stanza silenziosa, disturbata solamente da un respiro regolare. Mark sta dormendo. Mi avvicino al letto e gli accarezzo la mano. Nel farlo un dolce sorriso appare sul mio volto. Mi ritorna alla mente quando lui mi ha stretto la mano, iniziando il suo processo di guarigione.  Mi tiro su accanto a lui, posizionando la testa sulla sua spalla. Quasi involontariamente inizio a passare le mie dita ossute tra il suoi capelli morbidi. Ormai penso sia diventata una cosa solo nostra. Lentamente il sonno mi assale,  ma anche questo non è poco disturbato. È lo stesso delle altre volte, ma solo una cosa lo distingue; una luce mi salva dal disastro. Poi mi sveglio. 
Derek è accanto a me e sta parlando.  Ma non a me. A Mark.  Solo ora ricordo della mia avventura notturna.
-Oh buongiorno Lexie!- dice Derek con un dolce sorriso. 
-Buongiorno Derek, buongiorno Mark- dico quasi bisbigliando.
-Lexie sarà meglio che tu te ne ritorni in camera, io e Mark dobbiamo parlare di una cosa molto importante... E poi sarai stanca dalla tua avventura notturna, giusto?- dice guardandomi con uno sguardo serio, misto a uno sguardo divertito.
-Ok...- gli rispondo quasi delusa, ma sicuramente imbarazzata.
Mi volto verso Mark e premendo le mie labbra sulle sue fisso un sigillo di amicizia. Niente di più. Poi mi faccio trasportare da Derek. Prima di varcare la porta lo riguardo negli occhi e riconosco la sua confusione. Un bacio ha distrutto Mark Sloan

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Capitolo 11
*** {Bye} ***


È passato tempo dalla mia visita notturna a Mark. La mia memoria è sempre la stessa, anche se ora ho integrato parecchio grazie ai racconti di lui. Domani ricomincerò a lavorare. Il mio ultimo anno da specializzanda. Poi sarò una strutturata. Ho scelto da parecchio la specializzazione. Chirurgia Neurologica. Mi sto aggira di per i corridoi dell'ospedale aspettando che qualcuno mi affidi un caso semplice, non di chirurgia, visto che non ho il permesso per operare. Jackson mi vede e mi  viene incontro. Certo sono stata una stupida a rifiutarlo. Il camice blu scuro gli sta così bene... Risalta i suoi occhi e il suo sorriso così sexy... 
-Lexie! Ti devo parlare... Ho un caso da affidarti- mi dice sorridendo.
-Dimmi- rispondo prontamente
-Ragazzo di ventotto anni pazzamente cotto di una sua collega più giovane... Cosa mi consigli?- dice malizioso
-Ohh, caso difficile. Io proporrei un bacio appassionato in sala conferenze... Soluzione ottimale- dico altrettanto maliziosa... Mi fa bene distrarmi da questi pensieri su Mark. E Jackson può essere la migliore cura, medicina. Mi prende per la mano e mi trascina nella sala conferenze vuota.
-Facciamo presto. Tra poco ci sarà una riunione del consiglio- mi dice sbrigativo, prima di avvicinare le sue labbra e posarle sulle mie. Io sorrido mentre mi bacia. Sì Jackson è proprio la medicina adatta. Tutto attorno diventa superfluo mentre ci baciamo. L'atmosfera è ovattata e non sento più rumori e non mi accorgo degli sguardi curiosi delle infermiere che si affacciano per vedere. E quando passa April, leggendo lo stupore sul suo volto, stringo Jackson ancora di più a me e facendo incontrare le nostre lingue ancor di più. Questa volta cara April, ho vinto io. Quando ci stacchiamo le nostre labbra sono gonfie e i visi arrossati. 
-Allora sei di nuovo mia?- mi chiede speranzoso.
-Ovvio. Solo se tu sarai di nuovo mio- rispondo sorridendo. Lui in tutta risposta mi posa un leggero bacio a fior di labbra per poi prendermi per la mano e portarmi fuori. La riunione era imminente e non volevamo farci beccare dal Consiglio a baciarsi. 
-Allora stasera andiamo a mangiare qualcosa insieme?- mi chiede
-Certo- rispondo lievemente.
-Ok tu fatti bella. Poi penso a tutto io. Fatti trovare pronta davanti casa tua alle venti.
-Ai suoi ordini.- E poi se ne va. Io mi dirigo al pronto soccorso per vedere se qualcuno ha bisogno di me. Rintraccio Owen per sapere se ha qualcosa da affidarmi. 
-Allora, Lexie al letto quattro. Dovrebbe essere tutto lì. Sloan ha detto che aveva bisogno di qualcuno per un'ustione.- E poi se ne va. Ma io a sentire il nome di Sloan per poco non cado. Merda. Non ci voleva. 
-Oh finalmente qualcuno è arrivato! Per favore controlla l'ustione sul braccio. Io finisco quella sulla coscia.- mi dice, continuando il suo lavoro. Io rispondo con un "mh-mh" per non farmi scoprire. Inizio a curare il braccio come da procedura, quando sento la sua presenza dietro di me. Sento il suo respiro caldo sul mio collo e il mio corpo è tutto un brivido. Io continuo il mio lavoro, mentre sento il suo sguardo insistente su di me. Però non dice una parola. Io continuo, con un leggero tremore alla mano. La sua presenza alle mie spalle mi intimorisce. Quando mi giro mi volto a guardarlo e lui senza preavviso mi lascia un veloce bacio sulle labbra. 
-Cosa stai facendo?- gli chiedo frettolosamente.
-Ti rendo il bacio che mi hai dato l'altra mattina- risponde semplicemente.
-Oh. Si certo. Ma il mio bacio era un bacio di amicizia- ribatto.
-Chi dice che non lo fosse anche il mio?- mi chiede con calma. Poi riprende a parlare - E poi volevo congratularmi del fantastico lavoro che hai fatto sul braccio. Sei brava. Perché non hai scelto chirurgia plastica?- chiede
-Preferisco neurologia. Dopo ti devo parlare. È importante- gli rispondo seria.
-Ai suoi ordini- risponde lui sorridendo. Il suo sorriso è veramente magnifico. Poi continuiamo il nostro lavoro. Tra noi due regna il silenzio finché lui non decide di infrangerlo. 
-Peccato tu non abbia scelto plastica. Avresti avuto più tempo da passare insieme a Jackson- mi dice serio. Io a quelle parole mi irrigidisco.
-Come fai a sapere che io e Jackson stiamo insieme?- chiedo leggermente preoccupata
-Oh, ma andiamo vi ha visti quasi tutto l'ospedale, quando vi baciavate in sala conferenze. Io non vi ho visti. Ma la Kepner era talmente arrabbiata che me lo ha detto- risponde sorridendo. Io mi volto verso di lui che mi sta fissando con i suoi occhi glaciali. Apro e chiudo la bocca più volte ma non riesco a spiccicare parola. Poi alla fine prendo coraggio e ribatto.
-Ebbene sì. Sono ritornata con Jackson. Sei geloso?- chiedo.
-Avery è un bravo ragazzo. E poi è ovvio che sono geloso. Tu saresti dovuta essere mia moglie. Ma per colpa di quello stupido incidente tu hai perso la memoria. E io questo non me lo perdonerò mai. Tu dovevi essere mia, invece sei sua. Tutti gli uomini sarebbero gelosi. Ma se tu hai scelto lui e non me dimmelo.  Dimmelo ora. Ci deve essere chiarezza tra di noi-
Sono scioccata. La sua sicurezza mi colpisce. La sua domanda mi indebolisce. E ora che cosa gli dico? 
-Io ho scelto lui- Rispondo. Ma è veramente la risposta giusta?
-Bene- risponde glaciale. E interrompe il legame oculare che si era creato tra me lui. Lo so che è ferito dalla mia risposta. Sento quasi empatia verso di lui.
-Potremmo essere comunque amici- azzardo speranzosa.
-No, nessuna amicizia finta. Addio Lexie-
E se ne va. Il suo lavoro era finito da un pezzo era rimasto solo per la mia risposta. Finisco anche io e mi dirigo verso l'uscita. Per oggi ho finito. Devo preoccuparmi dell'uscita di stasera con Jackson. 
Alle venti in punto arriva davanti casa mia. Mi copre gli occhi con una benda e mi porta in un luogo segreto. Quando arriviamo scopro di essere nel mio ristorante preferito. Dopo esserci accomodati e aver ordinato la cena Jackson mi chiede della mia giornata e io gli spiego del lavoro in pronto soccorso. 
-Ah a proposito di Sloan. È venuto a congratularsi con me in sala operatoria. E per invitarmi al suo matrimonio il dieci aprile.- 


[[Angolo autrice-- scusate per il ritardo ma in questi giorni non ho potuto usare Internet visto che ero in montagna. Comunque ho deciso di farne uno più lungo per scusarmi. Per favore scusate eventuali errori/orrori. Ho scritto col telefono quindi non ho l'html e il testo è  tutto attaccato. Ringrazio chi segue la mia storia E chi l'ha recensita... A presto (spero)... PS per chi ama il mito di Harry Potter ho scritto due FF e le trovate sul mio profilo ... Ciao:)],

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Capitolo 12
*** {You lied} ***



Per poco non mi strozzo con il pezzettino di pane che mi ero messa in bocca. Cazzo, il dieci aprile, no! Mark lo sapeva. Me lo ha fatto apposta. Mi odia. E io lo odio. Perché me lo ha fatto?
-Lexie stai bene?- mi chiede Jackson. 
-Il dieci aprile è il giorno del mio compleanno.- dico, con voce quasi assente. Mark ci è rimasto male dopo quello che gli ho detto che non potevamo avere un futuro e ha preso alla lettera il fatto di non aspettarmi.  
-Jackson io non mi sento bene. Vado a casa- gli dico.
-Ok ma lascia che ti accompagni io...- propone.
-No prendo un taxi. Ci vediamo domani a lavoro- e scappo letteralmente da lui. Esco fuori dal ristorante e sento, mentre cammino, quanto sia ingombrante il mio vestito. Mi toglo i tacchi che mi infastdiscono ancora di più,  e cammino scalza per i marciapiedi freddi della città.  Casa mia è molto lontana. Mentre cammino un fluire di pensieri mi immerge e io mi pento di tutto. Mi pento di avegli detto quelle cose oggi, mi pento perfino di essere sopravvisuta, per rovinare l'esistenza agli altri. Un brivido mi percorre lungo la schiena per il freddo. Ho dimenticato la giacca nel ristorante. Non voglio tornare indietro. Da qui in avanti non guarderò più indietro. Non mi tufferò nel passato per cambiare il presente, perché da qui in avanti il presente lo voglio vivere, alla grande. Mi voglio godere tutto quello che ho. Mi voglio godere il mio fantastico ragazzo. Mi voglio godere la mia strana famiglia. Mi voglio godere i miei amici. Mentre cammino lentamente un'ambulanza mi passa vicino. O merda! Corro, per quanto il mio tubino me lo permetta e raggiungo il punto dell'incidente, col cuore in gola. Una macchina è andata diritta contro il semaforo di un incrocio. Mi affaccio al finestrino per vedere in che situazioni sono i passeggeri. Al sedile del passeggero c'è una ragazza con solo qualche taglio superficiale.  Ma il guidatore non c'è.  È schizzato fuori dal parabrezza. Faccio uscire la ragazza e la faccio sedere su uno scalino, mentre i paramedici si occupano del ragazzo che guidava.
-Ehi, sta' calma ci sono io qui con te. Sono un dottore, fatti visitare.- la ragazza annuusce. Osservo i tagli che ha sulla fronte e le chiedo se ha dolori addominali. Lei sembra ok, quindi le medico i tagli con quello che trovo sull'ambulanza. Quando finisco i paramedici stanno rimontando per andare in ospedale. Salgo anche io con la ragazza, che nel frattempo ho scoperto si chiami Lucy. 
-Allora Lucy, mi puoi spiegare cosa è successo?- chiedo. 
-Eravamo a cena fuori. Lui mi ha chiesto di sposarlo e ovviamente io ho detto di sì. Stavamo tornando a casa quando lui si è distratto un attimo e quando ha riguardato la strada una persona stava attraversando. Ha scansato l'uomo, ma così facendo è andato contro il semaforo. E lui non aveva la cintura allacciata e-e-e io glielo dico sempre di allacciarsela, ma lui non mi ascolta mai- mi dice con la voce rotta dal pianto. Quando arriviamo in ospedale espongo il caso ai chirurghi presemti.  Io non posso ancora entrare in sala operatoria, così tengo compagnia a Lucy. Impariamo a conoscerci meglio. Lei mi racconta la sua storia e io gli racconto la mia. 
-O cielo, mi dispiace per la tua memoria!- mi dice per poi abbracciarmi. In quel momento esce Owen e ci informa della situazione. È stabile. Decido così di dormire un po'. Il mio turno inizia alle sei e sono le una di notte. Vediamo se riesco a riposarmi. Salgo in ascensore, completamente assorta dai miei pensieri, tanto da non accorgermi di non essere sola. 
-Lexie cosa ci fai qui?- mi chiede una voce suadente.
-Cosa ci fa tu qui, Mark?- domando io.
-Mi hanno chiamato, per quell' incidente. Comunque non hai risposto alla mia domanda- mi risponde.
-Io ero sul luogo dell'incidente.  Poi ho fatto compagnia alla ragazza di quello sotto i ferri.- dico.
-Ah, e dove eri con un vestito così bello?- mi chiede malizioso.
-Non sono affari tuoi dott. Sloan.- gli rispondo acida.
-Ohh, come siamo acide... Verrai il mio matrimonio, piccola Grey?- domanda.
-Sono con Jackson, ma non ti preoccupare. Sarò invisibile.- gli dico gelida.
Si avvicina e fa scorrere un dito lungo la linea della mia colonna vertebrale. E io tremo. E nonostante la barriera di gelido che mi ero costruita, mi sciolgo sotto la sua voce sexy, anzi sexyssima. Mi sciolgo come un ghiacciolo al sole.
-Lo sapevo. Sei sempre la Lexie che conosco. Tremavi sempre quando te lo facevo... Prima del disastro aereo-  dice l'ultima parte della frase in un sussurro. Il bip dell'ascensore mi fa tornare alla realtà.  Prima di scendere mi giro e lo guardo per la prima volta negli occhi.
-Non continuare a vivere con la nostalgia del passato, Sloan. Non ti fa bene- e così dicendo esco, orgogliosa di me stessa.

{Nota autrice} Dodicesimo capitolo... Ci stiamo avvcinando alla fine... Grazie chi segue la mia storia... Non so se continuerò,  però,  perché le visite stanno diminuendo e quasi nessuno recensisce... E questo mi rattrista... Se volete che continui, per favore, fatemelo sapere... Grazie♥

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Capitolo 13
*** {I remember★} ***


{I remember♥}
Oggi la mia vita in ospedale  ricomincia. Oggi ho un'intervento con Derek di otto ore. Dopo la scenetta in ascensore con Mark di ieri sera oggi posso tirare un sospiro di sollievo. Non lo vedrò praticamente per tutta la giornata.  Non smetterò mai di ringraziare mio cognato per questo. Sono pronta. Sono operativa. Sono pronta a operare. Quando entro in sala, mi accorgo di uno specializzando, superfluo, a mio parere.
-Derek, perché c'è anche lei?- chiedo seccata.
-Oh, ordini del capo. Sei apena tornata da un lungo periodo di riabilitazione. Hunt, vuole che tu stia bene. Se tu non te la sentissi c'è lei pronta a sostituirti.- spiega lui con calma.
-Ma non è giusto! Riesco a reggere otto ore!- dico arrabbiata.
-Ok calma, Lexie. La tua forma fisica è perfetta, anche quella mentale. (Tralasciando quella cosa della memoria) ma sono sicuro che non reggerai per tutto l'intervento, perché...- una voce fin troppo familiare interrompe Derek, che non riesce a finire la frase.
-Allora, sono pronto per l'intervent...- neanche lui finisce di parlare. Mark Sloan, è qui. Mark Sloan è nella mia stessa sala operatoria. Mark Sloan mi sta fissando incessantemente.
-Ecco perché.- mi dice Shepherd. Ora capisco tutto.
-Cosa ci fa qui?- chiediamo all'unisono io e Mark. Derek sospira esasperato.
-Lexie si sta specializzando in chirurgia Neurologica, e Mark è un otorinolaringoiatra. Mi serviva. Quindi calmatevi e iniziamo a operare se non ci vogliamo stare in sala operatoria un giorno intero- così iniziamo in silenzio.
Dopo quattro ore, non reggo più la pressione.  Mark, mi fissa costantemente.  Il suo sguardo glaciale mi sta congelando. Derek alza lo sguardo verso noi due e invita l'altro specializzando a sostituirmi. Io esco dalla sala operatoria, sfinita. Sono arrabbiata con Mark, per aver rovinato la mia opportunità. Corro, sbattendo contro un paio di infermiere, ma non ci faccio caso. Arrivo nei bagni e chiudo la porta. Poi crollo. La pressione che pesava su di me crolla insieme alle mie lacrime. Perché devo essere finita in questa situazione? Perché la mia memoria fa così schifo? Perché piango? Intorno a me si forma un lago di lacrime. Poi mi zittisco. Lascio che i miei pensieri parlino da soli. I miei pensieri tormentati mi fanno compagnia. Rimango in bagno per un tempo infinito. Fisso la parete davanti a me. Quella è la mia compagnia.  Quando provo ad alzarmi in piedi, le mie gambe non reggono la pressione. Essendo molto testarda, provo a camminare, ma scivolo sul pavimento bagnato e cado, sbattendo la testa sul lavabo. 
Buio, nulla. Poi immagini ritraenti me e Mark si susseguono davanti ai miei occhi. 
"I'm your teacher"; "so, teach me"; "come on, I'm really so bad?"; "No, I am";
 "I know that you hate me"; "I don't hate you";
 "I just can't think about anything or anybody"; "And I love you, I love you all the time, every minute of every day" 
"you can't die, because we are meant to be"
Riapro gli occhi felice. Ora ricordo tutto. Ora ricordo di Mark. E il mio sorriso è enorme.

~•~•~•~

A volte la medicina ti sorprende. Il mio caso, per esempio. Il mio caso era quasi più da psichiatria. Io sono matta. Per ricordarmi dell'amore della mia vita ho dovuto battere la testa in bagno. L'ho rifiutato per tutto questo tempo. Devo recuperare campo. Non posso lasciarmelo scappare. Poi un ricordo piacevole si impossessa di me. Mark sposerà Julia. La odio. 
In quel momenro entra un raggiante Jackson. Cerca di baciarmi, ma io mi allontano.
-Cosa c'è,  Lexie? Stai bene?- mi domanda.
-Sto meglio di prima, ho la memoria intatta.- dico sorridente.
-Bene, ma perché non mi volevi baciare?- mi chiede.
-Avevo la vista sfocata, credevo tu fossi un altro- poi prima che inizi a parlare lo prendo per il camice e lo strattono verso di me in modo che creda di più alla bugia. Le nostre labbra si schiudono dando inizio ad una meravigliosa danza. Assaporo ogni momento, sperando sia l'ultimo. 
-Ti amo- mi sussurra Jackson. Io sorrido, ma non provo il suo stesso sentimento. Nella mia mente e nel mio cuore solo il nome di Mark è impresso. Non dirò ti amo a nessun altro, se non a lui. 
"Lo so, anche io" bisbiglio, prima di baciarlo di nuovo. Teoricamente non gli ho detto "ti amo". No? Lui sorride e mostra quel sorriso di cui mi innamorai. Ma ora voglio vedere solo il sorriso di Mark.
-Devo andare piccola Grey. A dopo- dice andandosene. Fingo un sorriso. Non può avermi chiamato piccola Grey. Quell'appellativo lo può usare solo Mark. Nessun altro.

{Nota autrice} ahhh..Finalmente Lexie ha ritrovato la memoria... La fine si sta avvicinando... Mark e Lexie saranno inseparabili? Ditemi che ne pensate del capitolo... Claudyna00♡♡♡
ps le frasi in inglese sono citazioni della serie, presi dagli episodi più significativi per la coppia. Sotto vi scrivo la stagione e il numero dell'episodio
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Capitolo 14
*** {I miss you♡} ***


Oggi è il 9 aprile. Domani Mark si sposerà e io rimarrò effimera. "Ma hai Jackson". Già. Jackson. Sembra più attratto da April, che da me. 
-Lexie ci sei?- scuoto la testa scacciando i pensieri e mi concentro su Zola e Sofia. Le dovrò portare io all'asilo, oggi. Callie mi sta guardando preoccupata.
-Oh si certamente. Le porterò io all'asilo- Callie mi sorride ancora un po' confusa dal mio atteggiamento, poi se ne va, non prima di aver baciato le piccole. Preparo le bambine e le porto all'asilo. Poi mi dirigo verso lo spogliatoio. Indosso il camice e sospiro. Non so perché prima fossi arrabbiata con Mark. Perché ho pianto dopo l'intervento? Ma soprattutto, perché le mie lacrime stanno uscendo? Scivolo sulla panca e fisso l'armadietto che un tempo era appartenuto a George O'Malley. 
Pochi anni fa, dopo la sua morte, mi misi qui. Nello stesso punto in cui sono ora. E fissavo l'armadietto ingombro di George.  Il suo camice era abbandonato lì. E piangevo come adesso. Ma due cose sono dissimili da quel momento. Ora l'armadietto è occupato da un'altra persona. E qui a confortarmi non c'è Mark. Tre anni fa mi fece sorridere, nel chiedermi cosa ci trovavamo tutte in George. Poi mi abbracciò. Ora sono sola. Nessuno può confortarmi. Né tantomeno George. Anche se sento la sua presena qui vicino a me. Si, ok. Sono seriamente da psichiatria. Sento anche la presenza di persone morte. 
All'improvviso dei passi interrompono il mio pianto silenzioso. 
-Lexie, ti stavo aspettando. Sai che sei in ritardo? Muoviti se mi vuoi assisstere. - Meredith. Già avevo in programma un intervento con lei. 
-Si scusa, mi ero oersa nei pensieri,  ora mi preparo.- così dicendo mi asciugo gli occhi scuri dalle lacrime mischiate al mascara. Meredith fa schioccare la lingua un paio di volte, per poi sospirare. So che vuole mantenere una certa rigidità,  ma con me, sua sorella, non resiste. Alla fine, però,  cede e si avvicina a me. 
-Cosa ti tormenta?- mi chiede. Lei non sa del mio recupero di memoria. Solo Derek lo sa.
-Quando George morì,  mi sedetti qui a piangerlo. L'unico che venne a confortarmi fu Mark; mi strinse le spalle, e mi fece sorridere, come sa fare lui. E oggi il suo posto è vuoto.-
-Quindi vorresti dire che hai ritrovato la memoria?- chiede. Io sorrido a mo' di risposta.
-Oh Lexie è magnifico. Ora te la devo dire io una cosa importante. Sono incinta. Però ho bisogno che tu non lo dica a nessuno. Sai... per quella cosa dell'utero ostile...- dice lei
-Oddio, questa si che è una notizia fantastica!- e l'abbraccio. Questo è uno dei momenti più belli della mia vita.  Vorrei rimanere così per sempre. Meredith è una delle sorelle migliori del mondo. 
-Ok, Lexie, abbiamo un intervento. Muoviamoci-
{Nota autrice}  i momenti tra Lexie e Meredith mi piacciono da morire... Fatemi sapere che ne pensate... Baci!!♥

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Capitolo 15
*** {Give me just a kiss♥} ***



Sono finita, esausta. L'intervento con Meredith è stato molto intenso. Aggiungiamoci qualche complicazione, e il risultato è una Lexie Grey estremamente distrutta. Sento squillare il telefono. Sbuff. Non ho neanche le forze per tirarlo fuori dalla tasca. Jackson mi ha scritto;
"Hei, sei in debito di una cena, facciamo la prossima settimana?". Sbuffo di nuovo.  "Se ci arrivo alla prossima settimana" gli rispondo.
"Pessimista... Giovedì solito posto?" chiede.
"Giovedì sono di turno, ma Venerdì è ok" continuo.
"Venerdì non posso io... La cenetta romantica, alla fine, la faremo alla mensa dell'ospedale:)" sorrido. È vero. È impossibile trovare un giorno libero per due medici. Mi sdraio sulla panca degli spogliatoi per qualche secondo. Poi mi alzo, mi cambio e mi dirigo verso il bar di Joe.
-Joe, una tequila, per favore- dico buttando le testa sul bancone. Mi addormenterei qui se no fosse per il fatto che diventerò di nuovo zia.
In qualche modo invidio Meredith. Lei ha una famiglia fantastica. Marito, figlia, e bimbo in arrivo. 
"Sofia avrà dei fratellini". Mi ritorna alla mente questa stupidissima frase. L'ho pronunciata poco prima che i soccorsi arrivassero. Io ero schiacciata sotto la coda dell'aereo e Mark mi teneva la mano, come se me la volesse stritolare. Prometteva, forse più a sé stesso che io non sarei morta. E ora lo sarei veramente se non fosse stato oer il tempestivo arrivo dei soccorsi.
-Dolcezza, la tequila te l'ho fatta doppia, perché mi sembri un po' giù- mi dice Joe vedendomi, effettivamente, devastata.
-Offro io il drink di Lexie- dice una voce profonda, bellissima. Mi volto, conoscendo il volto di quella voce.
-Allora, piccola Grey, giornata stancante?- domanda lui.
-Si vede tanto?- chiedo sarcastica. Poi continuo.- Comunque; tu non dovresti avere un matrimonio imminente?-
-Si. Questa sera festeggio il mio addio al celibato con il mio migliore amico- dice alzando il bicchiere di scotch. Ridiamo all'unisono. Lo guardo mentre ride strizzando entrambi gli occhi. E mentalmente mi maledico. Sto lasciando che l'amore della mia vita scappi nelle braccia di quella stupida Julia. Scalo di un posto e mi metto accanto a lui. Chiudo gli occhi e inspiro. Forse questa sarà l'ultima volta che riuscirò a sentire il suo profumo così buono e così familiare. E anche a stargli così vicino. 
Mentalemente ritorno a quel momento  in cui mi strinse la mano. Il giorno più bello della mia vita. Oppure quando gli accarezzavo i capelli, perché Callie aveva avuto l'incidente e io lo confortavo. Oppure quando mi baciò esattamente in questo punto. "I'm your teacher" "So teach me". Il nostro primo bacio. Tre anni fa. Riapro gli occhi e mi accorgo che lui mi sta fissandp accigliato. 
-Cosa vuoi?- chiedo leggermente seccata.
-Hai detto un frase, la stessa medesima frase che ti dissi io tre anni fa. Come faima ricordartela? Ti è tornata la memoria?- domanda lui. Mi sento sbiancare improvvisamente. Non posso. Sebbene i miei pensieri egoistici mi dicono di dare una risposta affermativa, io gli rispondo:
-No. È del mio libro preferito. Forse lo hai let...- non mi lascia finire la frase. Unisce le nostre labbra. Mi bacia. Sa che ho mentito. Ma finge. Finge che io abbia detto la verità.  Non vuole cambiare l'andamento della storia. Non vuole ferire Julia. 
Il nostro bacio diventa più intenso. Tutti e due vogliamo la stessa cosa. Poi improvvisamente si stacca da me. Guarda il suo prezioso e grande orologio da polso. Sorride e prima di cominciare a baciarmi di nuovo mi sussurra:
"Auguri piccola Grey". E io tocco il cielo con un dito. So che domani precipiterò. Ma non voglio più pensare al domani. Voglio pensare al presente. Voglio pensare a Mark e alla lunga notte di amore che ci aspetta.★



||Angolo autrice|| ohhh, finalmente il baciooooo♥♥♥ Questo è il penultimo capitolo... Fatemi sapere cosa ne pensate e che finale vorreste per questa storia.... Baci, Restart♥♥

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Capitolo 16
*** {Tutto ha una fine} ***


Mark baciava Lexie come un adolescente alla ricerca di qualcosa che non aveva mai provato. Si spogliarono a vicenda con una velocità impressionante. 
-Ti voglio piccola Grey. Ti voglio- disse mentre lei gli accarezzava gli addominali scolpiti. Gli sorrise. E la notte fu una delle più magiche della loro vita.

Lexie aprì gli occhi alle prime luci dell'alba. Aveva la fantastica sensazione di aver vinto tutto. Strinse Mark a sé. Assaporò il suo odore, per l'ultima volta nella sua vita. Poi raccolse gli abiti per andare a lavorare. 

Mark aveva allungato il braccio verso la parte alla sua sinistra del letto. Ed era vuota e fredda. La t-shirt che Lexie indossava la sera precedente era stropicciata sul pavimento e sembrava che fosse stata calpestata. L'uomo raccolse la maglietta e se la portò al viso, assaporando l'odore di cui era intrisa. Lexie. Era lei la donna che Mark amava. I sensi di colpa lo afflissero. Un'altra però lo avrebbe aspettato all'altare. Strinse ancora di più la maglietta nelle sue mani. Cosa aveva fatto per meritarsi ciò?

Julia in quel momento era a casa di Callie e Arizona. Si prospettava il giorno più bello della sua vita. Non doveva più preoccuparsi di quella volta in cui Mark le disse che amava Lexie. No. Quella ragazzina non si ricordava più del  suo futuro marito. E lei poteva stare tranquilla. Non l'aveva invitata al suo matrimonio per paura che potesse rovinarlo. Callie le disse di non essere paranoica e lei le rivolse un sorriso falso. L'unica cosa negativa nello sposare Mark era lo sposare anche tutta la sua strana famiglia. 

Arizona quel giorno aveva solo un'appendicectomia su un bambino di otto anni. E sorrideva. Da quella sera Mark avrebbe veramente smesso di guardarle le tette. E poi Julia le stava simpatica. Forse. 

Callie guidava verso l'ospedale. Quel giorno era uno di quei giorni da segnare sul calendario con un pennarello rosso. Mark si sposava. Ed era una cosa che suonava assai strana. Ma una cosa non la convinceva al 100%. Che Mark amasse Julia. Poteva essere affetto. Ma non amore. Oh, no. Lo si leggeva negli occhi di lui. Gli occhi d'amore li faceva esclusivamente a Lexie. Ma lei non poteva fermare il matrimonio. Era troppo tardi. Solo Lexie aveva quel potere. E Callie sperava con tutto il cuore che lo usasse.

Derek stava operando. Una delle prime operazioni dopo il ricovero per l'innesto di nervo. Lexie accanto a lui era piuttosto tesa. Derek sapeva il motivo, purtroppo. Lui sapeva che Mark, il suo migliore amico da una vita, aveva preso questa decisione troppo velocemente e per ripicca. Odiava Julia e odiava pure Lexie, per non essersi fatta avanti appena avuto il recupero della memoria. Lui sapeva che Mark non sarebbe mai stato felice con Julia. Non hai mai avuto il coraggio di dirle "Ti amo". Perché dopo Lexie nel bosco non lo ha più detto a nessuno.

Mark appese la maglietta di Lexie all'attaccapanni. Non l'avrebbe spostata di lì per niente al mondo. Era stato tutta la mattina sdraiato sul letto con la t-shirt sul volto per non dimenticare quel meraviglioso profumo. Lo adorava. Strascicò i piedi fino al salotto e si sedette sul divano. Davanti a lui il completo da cerimonia era impacchettato dentro ad una busta bianca. Quel bianco che lo terrorizzava. Si vestì e si guardò allo specchio. E capì che quel matrimonio segnava la fine di Mark Sloan. Il Mark che sarebbe uscito dalla chiesa (Mark Sloan, il vero, non si sarebbe mai sposato in una chiesa) sarebbe stato un'altra persona.
Sebbene sapesse di sbagliare, il chirurgo indossò le scarpe eleganti. Derek lo stava aspettando da molti minuti ormai.
-Senti Mark, se entro cinque minuti non esci da lì non ti faccio da testimone!- urlò il neurochirurgo alla porta che racchiudeva l'amico. L'uomo uscì e annuì.
Lexie e Jackson erano arrivati con un leggero anticipo. Lei aveva fatto tutto. Si era fatta bella per il grande giorno dell'uomo che amava. Aveva indossato il suo abito verde scuro e si era fatta fare i capelli. Si appoggiò alla parete con i piedi che le rilevano. Non era abituata ai tacchi. Jackson era vicino a Mark e Derek. Quando Arizona entrò annunciando l'imminente arrivo della sposa tutti si zittirono.
Julia fece il suo ingresso trionfale. Lexie provò un moto di rabbia verso se stessa. Ci sarebbe dovuta essere lei al suo posto. Callie si voltò a vedere che la moglie stesse bene. Meredith era fuori a calmare Zola. Cristina si guardava le unghie. Alex  stringeva Jo. April stava osservando di sottecchi Jackson. Nessuno faceva caso a quella ragazza con il vestito nuovo, i capelli fatti e il trucco elaborati che si stava sciogliendo sul suo fresco viso. Poi qualcuno la notò. Forse l'ultima persona al mondo che avrebbe dovuto guardarla. Lo sposo.
Mark si voltò spesso verso la ragazza che amava. Poi rivolse un unico sguardo alla fidanzata.
-Io non ti sposo Julia- disse con voce ferma e chiara. Derek abbassò lo sguardo, per non far vedere che sorrideva. Anche Meredith, che era rientrata in tempo, sorrideva. Tutti sorridevano. Anche Jackson. Ma non Julia. Neanche Lexie. Entrambe avevano uno sguardo pienamente confuso.
-Julia io non ti voglio sposare, perché non ti amo. Io amo Lexie- così dicendo rivolse lo sguardo alla ragazza che si stava leggermente muovendo verso di lui e continuò: -Sai, Lexie, quando l'ho capito, veramente. Non quando eri sotto l'ala dell'aereo. Ma quando mi stavi distante. Quando sentivo che non potevo vivere senza il tuo profumo. Ti potrei amare anche senza memoria. O senza un braccio, una gamba. Ti potrei amare anche dall'altro capo del mondo- e si muoveva verso lei.
-Mark, io mi ricordo di te. Dall'incidente in bagno- disse lei con lo sguardo basso. Camminavano lungo l'arcata della chiesa, incontrandosi a metà.
-Ho sempre saputo, che non mi avresti mai dimenticato Piccola Grey- disse lui prima di baciarla -Vuoi passare tutta la tua vita con me?-
-Sicuramente McSteamy- fece lei sorridendo.
EPILOGO
Era passato un anno dalla scena in chiesa. Mark si erano sposati quello stesso giorno. E ora si stavano per scontrare in corridoio.
-Ehi Lex, che ci fai a lavoro il giorno del tuo compleanno?- domandò lui.
-Ho un intervento tra un'ora, mi devi sbrigare- disse lei. 
-Allora, vieni un secondo con me- E la trascinò nello stanzino del medico di guardia.
-Niente sesso adesso- fece lei risoluta.
-Oh, no, ti voglio dare il mio regalo di compleanno- così dicendo tirò fuori una scatolina blu. La aprì e mostrò l'anello contenuto dentro.
-Ci siamo sposati troppo velocemente. E io non ho avuto modo di darti l'anello. Lo accetti, come regalo di compleanno e anniversario?- lei annuì. Lui fece scivolare il gioiello sul dito della moglie e poi la baciò.
-Oddio, Mark ti devo dire una cosa: sono incinta- Lui sorrise.
-Sofia avrà un fratellino. Bene, il primo dei tre- disse il plastico.
-Hey, non correre! Intanto trova una nuova casa per tre persone, McSteamy!-


{Nota autrice} come dice il titolo del capitolo, tutto ha una fine. Anche questa storia. Un po' mi dispiace, che sia finita... Ringrazio tutti quelli che l'hanno seguita, chi ha recensita e chi l'ha aggiunta tra le preferite/seguite. Non vi chiedo di recensire. Grazie di cuore anche a tutti i lettori fantasma!
Restart

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