The perfect combination

di _itsmyworld
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** People change ***
Capitolo 3: *** Confusion ***
Capitolo 4: *** Strange ***
Capitolo 5: *** You're stupid ***
Capitolo 6: *** Disappointed ***
Capitolo 7: *** You don't understand ***
Capitolo 8: *** Horan's house (first part) ***
Capitolo 9: *** Horan's house (second part) ***
Capitolo 10: *** I'm happy, You know? ***
Capitolo 11: *** This is ridiculous ***
Capitolo 12: *** My little Peggy ***
Capitolo 13: *** Sorry ***
Capitolo 14: *** Why don't you understand? ***
Capitolo 15: *** SCUSATEMI ***
Capitolo 16: *** You're beautiful ***
Capitolo 17: *** Love is strange ***
Capitolo 18: *** I love you ***
Capitolo 19: *** AVVISO ***
Capitolo 20: *** Dark ***
Capitolo 21: *** Fright ***



Capitolo 1
*** Prologue ***




                                                   



 

ATTENZIONE
Le azioni, il carettere e le vite dei personaggi
sono stati cambiati per garantire loo svolgimento della storia. 
Con questo, voglio precisare che non voglio diffamare nessuno.
BUONA LETTURA
 




PROLOGO


Camminare di prima mattina per le vie deserte di Holmes Chaple mi rilassava parecchio,ormai ero cresciuta,ma anche se ero cambiata queste abitutidini della vecchia Margaret non scomparivano. Non osavo nemmeno mettere le mie adorate cuffie per paura di poter svegliare qualcuno. Erano le cinque del mattino e tutte le piccole villette avevano le persiane chiuse, i cartellini dei negozi mostravano la scritta "Chiuso" e il rumore delle marmitte scadute di molte macchine, era inesistente.
Alcune volte svegliarsi presto la mattina, era un ottimo modo per iniziare al meglio la giornata e io quel giorno avevo davvero bisogno di positività.
Mentre camminavo, mi ritrovai ad alzare gli occhi al cielo e ad intravedere il chiarore di questo, segno che stesse per arrivare l'alba. Cambiai direzione e m'incamminai verso il mio posto segreto, dove nulla al mondo poteva disturbarmi. 
Si trattava di una piccola radura, dove anche nelle ore centrali del giorno, regnava il silenzio. Appena vidi quel tronco posato sul terreno, mi sedetti e osservai l'orizzonte. Guardare dal punto più alto di Holmes Chaple l'alba o il tramonto, era la cosa più bella che potesse esistere per me. In quel momento non avevo bisogno di ascoltare musica per colmare quel silenzio dove vi era immersa la radura, adesso l'unica musica che avevo desiderio d'udire era il canto dei bellissimi passeri che si posavano sui rami degli alberi, dando l'impressione che anche loro aspettassero l'alba. 
Cercai di non far venire a galla tutti i miei ricordi, tutte le mie preoccupazioni e tutta l'ansia che avrebbe caratterizzato quella giornata di Novembre.
Aspettai l'alba e dopo essermi incantata nel vedere il sole con ancora una luce fioca, decisi di tornare in città. In quella radura si udivano solo ed esclusivamente i miei passi sul terreno ricoperto di foglie che venivano calpestate delle mie amate Dottor Martin.
Uscita dalla radura, notai che la città era sveglia e che la giornata stava iniziando per tutti. Mentre tornavo a casa, osservavo i volti della gente e cercavo di intuire il loro stato d'animo. Vi erano persone dal viso sereno, altre preoccupate e altre ancora erano con la propria mente nel loro letto, sotto le calde coperte.
Raggiunsi la mia adorata e accogliente villetta e quando entrai in casa, salutai mia mamma e mio padre mentre facevano colazione. Salì in camera e mi diressi nel mio bagno personale.
"Devi essere forte, sei cambiata e sei diversa da due anni fa" continuavo a ripetermi. Avevo paura o meglio ero agitata. Di regola non dovevo sentirmi così, ma forse io ero l'eccezione alla regola. Mi differenziavo dalla massa.

«Margaret è tardi, la colazione è a tavola. Scendi». Sbuffai, non avevo voglia di andare a scuola, no che non mi piacesse ma quel giorno non ero nello spirito giusto.
Osservai il mio riflesso e sorrisi, un sorriso quasi invisibile. Indossavo un semplice pantalone color verde petrolio, una felpa con su dei disegni strani color grigio e le mie Dottor Martin color verdone.
Amavo i miei capelli, erano di un castano chiaro ed erano lunghissimi, erano il mio punto forte. Però molta gente ammirava i miei occhi azzurri come il cielo, io invece non me ne vantavo più di tanto. Con l'entusiasmo sotto zero, scesi in cucina e m'unì ai miei che consumavano la loro colazione.
«Piccola cosa succede? Non sei molto allegra oggi». Mio papà, il mio caro papà mi conosceva e mi capiva meglio di tutti. Forse mi capiva meglio lui, di quanto mi capissi io stessa. 
Senza soffermarmi molto sull'argomento, inventai la scusa d'essere in tensione per il compito di matematica. Lui, poco convinto dal tono della mia voce, mi rassicurò ugualmente.
Avevo davvero bisogno di rassicurazioni, in fin dei conti dovevo solo far finta di niente.

Appena lasciai le calde mura della mia casa, notai la differenza di gente che camminava per le strade di Holmes Chaple. Ragazzi che uscivano dalle loro case, altri che camminavano ascoltando musica con le loro grandi cuffie e coppie di fidanzati che mano nella mano si dirigevano verso scuola.
Io, invece, camminavo a testa bassa cercando di mettere al riparo dal freddo le mie labbra e il mio naso. Improvvisamente, sentì qualcuno tirare la mia cartella, con occhi pieni di rabbia, mi voltai verso colui che aveva osato far una cosa simile e sorrisi sincera.
«Ma sei scemo?» chiesi al mio amico che rideva di gusto.
«Dovevi vedere la tua faccia - non riusciva a parlare per il troppo ridere - comunque, pronta per oggi?». Pensai che la domanda fosse sarcastica, ma guardando la sua faccia, capì che era serio.
«Zayn, secondo te? Oggi credo proprio che salterò scuola» volevo farlo con tutta me stessa.
«Non dire cavolate, non sai nemmeno se verrà a scuola oggi». Lo speravo e lo desideravo davvero. Sarebbe stato tutto più facile.
«Si infatti, sarà dura dopo un lungo viaggio». Il mio tono tagliente, fece rabbrividire il moro che mi guardò con compassione e cercai di sorridere per non farmi vedere così debole.
Eravamo arrivati davanti all'enorme edificio e con l'aiuto di Zayn, varcai il grande cancello. 
Cosa la scuola mi avrebbe riservato? Cosa sarebbe successo in quelle lunghe otto ore?



*Spazio autrice
Salve a tutte, ecco una delle mie tante storie lol
Allora se state leggendo queste stupide righe che sto scrivendo, significa che siete arrivate fino alla fine di questo piccolo prologo e che quindi potete benissimo esprimere un giudizio sulla storia.
Quindi sono pronta a leggere una vostra recensione, bella o brutta che sia. Vi sarei grata se mi scriveste cosa potrei andare a migliorare o cosa per voi va bene e vi ha colpita, ve ne sarei davvero grata. Adesso vado, un bacio e spero di vedervi nei prossimo capitoli c:

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Capitolo 2
*** People change ***




                                                   



 

CAPITOLO UNO - People change



Ero troppo tesa per i miei gusti. Non dovevo avere così tanta paura di vederlo e di parlaci, ma non riuscivo a smettere di tremare. Erano passati due anni, forse non mi avrebbe riconosciuta e io mi stavo preoccupando per nulla. 
Mentre prendevo i libri dall'armadietto e Kate mi parlava, io non pensavo che a lui e a come dovessi comportarmi in un eventuale incontro.
«Mi stai ascoltando? Margaret ma cosa ti succede?». La bionda vicino a me, mi richiamò con un acuto tono di voce. Era la mia migliore amica e stava cercando in tutti i modi possibili di farmi liberare il cervello da quella paura costante di vederelo nei corridoi affollati della scuola.
«Kate, ho paura» confessai guardandola con occhi tristi.
«Margaret, lui era sempre puntuale non credo sia diventato un ritardatario. Andiamo in classe, prima che la professoressa di spagnolo ci faccia una ramanzina».

Con lo sguardo di un falco, mi diressi verso l'aula di spagnolo e quando vi arrivai respirai profondamente. Non avevo visto lui da nessuna parte e in classe non poteva mai entrare, visto che non faceva spagnolo quasi mai e non l'amava come lingua. Raggiunsi, con Kate, il mio solito posto e mi ci sedetti. La prof entrò e dopo aver fatto l'appello, iniziò a spiegare il congiuntivo. 
Mancava poco al suono della campanella e l'ansia tornò ad impossesarsi del mio corpo, guardai Kate che mi strinse la mano e mi sorrise, ma non riuscì a calmarmi.
Improvvisamente la porta s'aprì e il bidello vi entrò con un foglio che consegnò alla professoressa.
«Kate Finn e Margaret Felton dove uscire, però non uscire dalla scuola ma fuori dall'aula. Signor Higs ma chi le ha dato questo foglio, non si capisce nulla..». 
La professoressa continuò a discutere con il bidello, mentre io e Kate perplesse uscimmo fuori dall'aula dove ad aspettarci c'era Niall con un sorriso da cretino.
«Amore che succede? Perchè ci hai fatte uscire?» chiese Kate al suo ragazzo, che mi guardò preoccupato facendo svanire il suo bellissimo sorriso. Avevo paura.
«Andiamo in mensa, ci aspettano tutti lì».
Timorosa, strinsi la mano di Kate e mi diressi in mensa con loro. Dalla porta a vetro vedevo gli altri, che parlavano e ridevano, ma non mi rilassavo nell'osservare quella scena.
«Ragazzi aspettatemi» una voce ci richiamò, subito la riconobbi e mi girai per aspettare, mentre la coppietta mi lasciava sola.
«Grazie Margaret per avermi aspettato. Sei tesa, hai paura di rivederlo?» chiese quando mi raggiunse.
Volevo svenire o meglio ancora sparire e non poter più tornare, per questo mi avevano fatto uscire prima dall'aula e per questo stavamo andando in mensa. Lui era tornato.
Non risposi alla domanda di Harry e continuai a camminare. Io e lui, non eravamo molto amici, solitamente parlavamo qualche volta, ma proprio raramente. Quelle poche volte erano quando io andavo a casa di Zayn e lo trovavo lì mentre giocava con le sue cugine più piccole.

Ero arrivata in mensa e mi stavo avvicinando al gruppo, Harry era ancora vicino a me e mi guardava preoccupato, non avevo ancora risposto alla sua domanda.
«Ho paura Harry» dissi stringendo in una mano la manica della sua felpa. Ero troppo vicina al gruppo per andare via e questo pensiero venne cancellato completamente quando Zayn mi raggiunse.
«Cugino, lascia stare la mia amica - disse ridendo - vai a salutarlo, io parlo con lei».
Guardai Harry andare via e mi voltai verso Zayn.
«Margaret, stai calma ok? Stiamo tutti qui con te. Io, Niall, Liam, Louis ed Harry , anche se non so quanto possa aiutarti visto che non vi parlare tanto, restiamo vicino a te».
Mi voltai verso la direzione in cui Harry era andato via e li vidi abbracciati, Harry mi dava le spalle e lui invece aveva il viso rivolto verso la mia direzione. Mi avrebbe vista.
«Andiamo piccola» disse Zayn avvicinandomi al gruppo, che subito si voltò a guardarmi.
C'era chi sorrideva, chi piangeva e chi invece mi guardava preoccupato. 
La paura, era scomparsa. Adesso mentre guardavo le sue spalle e la bionda che stava tenendo per mano, la rabbia si stava impossesando di me. Kate se ne rese conto, ma non si avvicinò sapendo che l'avrei mandata via.
«Calmati Margaret» disse Harry avvicinandosi al mio orecchio. Cercai di calmarmi e dopo decisi di richiamare l'attenzione del moro che mi dava le spalle.
«Ehi Greg da quanto tempo». Vidi il suo busto irrigidirsi e il suo capo che piano piano si voltava nella mia direzione. Quando ebbi la sua faccia di cane, davanti ai miei occhi sentì il mio cuore spezzarsi in due e successivamente frantumarsi in mille pezzi. Aveva le labbra rosse e lui le labbra rosse, le aveva quando finiva di baciarsi con una e quella volta non ero io, ma la bionda che gli stringeva la mano. 
«Margaret? Mamma mia, da quanto tempo» disse correndo verso di me per abbracciarmi, non mi allontanai ma ricambiai l'abbraccio. 
«Mi sei mancata» sussurò prima di staccarsi da me, aveva sentito la mia mancanza e io anche.
«Ciao, io sono Pam la sua ragazza» disse la bionda porgendomi la mano, che strinsi con un sorriso falsissimo.
«Pam dopo» l'ammonì lui. Guardavo la scena divertita, ero incavolata ma non più di tanto. L'amavo ancora, forse, ma dopo due anni era scontato che il suo amore nei miei confronti fosse svanito.

La campanella era suonata da un po, così dopo esserci salutati ci dirigemmo verso i nostri rispettivi armadietti dandoci appuntamento in mensa per la pausa pranzo.
Zayn venne con me, visto che avevamo filosofia insieme e mentre raggiungevamo il mio armadietto, iniziò a parlare.
«Come ti senti?».
«Bene, mi ha fatto male vederlo con quella Pam - dissi schifata - ma sono passati due anni, le persone cambiano Zayn e lo sai benissimo» dissi dandogli una pacca sulla spalla destra, con fare di chi sapesse qualcosa avendolo vissuto in prima persona. 
Se devo dire la verità, io l'avevo vissuto in prima persona, ero cambiata da ben due anni. Forse era stato un bene o forse no, fatto sta che non ero più la vecchia Margaret. 
Non ero più la ragazza che s'illudeva, che si faceva tante pippe mentali o peggio ancora la ragazza troppo romantica e che credeva nel colpo di fulmine. Ero una nuova Margaret Felton, ero forte d'animo, avevo imparato a non illudermi e a non innamorarmi del primo che passa e che mi sorride. Ero maturata e mi sentivo bene. Da quando la mia storia con Greg era finita, anche non avendo scritto sul nostro libro la parola 'Fine', avevo avuto due ragazzi fantastici. Uno si chiamamva Jack, una storia bellissima e passionale ma dopo aver scoperto il suo reale orientamento sessuale si era conclusa immediatamente; mentre l'ultimo, David, mi aveva lasciata per una donna di nove anni più grande di lui. 
Non ero triste per queste due storie finite, ma le consideravo dell'esperienze, perchè il ragazzo giusto non era ancora arrivato o forse io non riuscivo a vederlo, ma fatto sta che non c'era ancora.
«Se vuoi sfogarti, io ci sono» disse Zayn accarezzandomi la guancia sinistra.
«Grazie Zayn, sei il mio migliore amico e non so cosa farei senza di te» dissi abbracciandolo.
«Cugino, mi nascondi qualcosa?» una voce fece terminare quel momento di tenerezza e io infastidita dal riccio, gli dedicai un bellissimo dito medio.
«Harry smettila cretino, comunque cosa vuoi?».
«Stasera vieni all'incontro? Ho bisogno di un sostegno morale» disse abbassando il tone di voce.
«Ancora con questi incontri? Harry fino alla fine ti farai male».
«Sei un porta sfiga per caso? Ci vieni o no?» chiese con tono freddo. 
Zayn mi guardò e io sollevai le spalle, sapevo che stava chiedendo anche a me e io non mi sarei opposta, non m'interessava nulla quindi andarci o meno sarebbe stata la stessissima cosa.
«Si vengo, ma viene anche lei» disse indicandomi ed Harry mi guardò scioccato, per poi andare via e scomparire tra la folla.


Mancavo dieci minuti alle fine della quarta ora e poi mi aspettava una lunga pausa pranzo, alla quinta ora avrei avuto un'ora libera per l'assenza del professore di matematica. Vidi Zayn in fondo all'aula che cercava di non chiudere gli occhi per la troppa noia, che la professoressa t'infondeva con il suo tono di voce, e cercai di non ridere.
Finalmente la mia amata campanella suonò e peggio del cavallo di Zorro, corsi fuori dall'aula diretta verso la mensa con Zayn che cercava di raggiungermi ma non glielo permettevo.
«Sei una stronza» disse con il fiato corto.
«Ti voglio bene anche io moro» risposi a tono, facendogli un'occhiolino.
Entrata in mensa, venni invasa da un senso di nausea. Il cibo non era uno dei migliori e il suo odore ne era la conferma palese. Intravidi Greg e con Zayn vicino, raggiungemmo il tavolo dove tutti erano seduti.
«Oggi non mangio, sono a dieta» dissi sedendomi vicino a Niall, che mi guardò dalla testa ai piedi.
«Sei uno stecchino, perchè ti metti a dieta?» chiese guardandomi ancora, esasperata decisi di non rispondergli. Eravamo tutti seduti e scherzavamo come ogni giorno, solo che quella volta eravamo molte più persone. Adesso il tavolo era uno dei più grandi di tutta la mensa, doveva avere due posti in più.
«Margaret com'è fare il quinto anno?» chiese improvvisamente Greg per intraprendere un discorso con me. «Penso che sia uguale a quello che stai facendo tu» risposi fredda e ricevetti una gomitata da parte di Zayn che si trovava alla mia destra. Greg decise di non continuare e iniziò a parlare con i ragazzi, mentre Pam gli accarezzava quel faccino da stronzo che si ritrovava.
«Stasera io e Greg non possiamo venire, ci dispiace Harry» quell'oca stava parlando con i miei amici e non l'avrei mai permesso.
«Dove non potete andare?» chiese Kate precedendomi.
«Oggi io e Greg facciamo un anno e dobbiamo festeggiare, non possiamo andare all'incontro di Harry» rispose urlando e io prontamente le tappai quella boccaccia.
«Non urlare, i combattimenti non sono legali» l'avvertì Harry ringraziandomi con lo sguardo per aver tappato la bocca a quell'oca in calore.
«Io vado a fumare una sigaretta, ci vediamo dopo» annunciai lasciando la mensa. Quei due oggi avrebbero festeggiato il loro anniversario, il loro primo anniversario e io invece avrei passato una serata tra drogati ed alcolizzati mentre tifavano due ragazzi che combattevano senza ritegno.
"Un martedì sera perfetto" pensai mentre aspiravo il fumo della mia sigaretta quasi finita. Forse ero anche stata cattiva con Greg prima in mensa, ma l'essere l'acida ormai era normale. Prima non lo ero, ero una ragazza dolcissima, forse però l'esperienze della vita mi avevano cambiata.



ORE 22:00
«Harry attento, schivalo» urlò Zayn mentre guardava suo cugino fare a botte. Eravamo in quel locale orribile da più di un'ora e lo scontro era ancora all'inizio. Volevo andare via, così gridai a Zayn la mia decisione e lo salutai. Stavo per arrivare alla porta d'uscita, quando un gruppo di uomini ubriachi mi spinse nella mischia. Iniziai a dimenarmi, ma ero troppo piccola rispetto ai loro corpi robusti e muscolosi. Puzzavano di birra e oltre a questo anche di sudore, avrei voluto gridare e spingerli tutti lontani da me per uscire da quel postaccio, ma era impossibile. 
Harry aveva appena sferrato un pugno al suo avversario e un boato si levò in tutta la stanza. Rischiai di cadere e d'essere pestata quando tutti gli spettatori si avvicinarono al ring per vedere meglio. Guardai nella direzione di Zayn, ma non lo trovai. Guardai Harry e notai il suo volto pieno di sangue, mi fece un cenno col capo e mi indicò con lo sguardo una via d'uscita. Iniziai a dare gomitate ad ogni uomo che mi trovavo davanti e finalmente arrivai alla porta dell'uscita d'emergenza. 
«Già è finito l'incontro?» mi chiese un ragazzo che indossava un cappuccio. Quella voce mi sembrava famigliare, ma non ci pensai molto e risposi con un freddo "si".
«Sei diventata troppo acida T». Quel nome o meglio soprannome, nessuno lo conosceva tranne LUI. Impassibile risposi alla sua provocazione.
«Grazie, lo so Greg non devi dirmelo tu». Lui si avvicinò e si tolse il cappuccio, i suoi occhi mi incantarono e il mio cuore iniziò a battere forte, non volevo fargli capire che ero agitata.
«Non dovevi essere con Pam?» chiesi con un tono di voce da vipera. Lui sorrise vedendomi infastidita, ma io non ricambiai quel suo bellissimo sorriso.
«Ci siamo lasciati, non la sopportavo più» disse esasperato, risi per la sua faccia e lui se ne rese conto, infatti mi guardò perplesso.
«Povera ochetta, scusami tanto ma non la sopportavo».
«Chissà perchè. Eri gelosa per caso T?» disse attirandomi a se.
«Mai stata più gelosa di così, ti giuro aveva borse bellissime» risposi astuta. Vidi il suo sorriso malizioso, svanire piano piano. Sperava che rivelassi la mia gelosia nel vederlo con un'altra? Si sbagliava di grosso. Si allontanò da me e dopo avermi guardata per qualche secondo, si diresse verso l'entrata del locale, ma prima di varcare quella porta si voltò.
«Dicono che le persone cambiano e tu ne sei la conferma T». Gli feci un'occhiolino e poi vidi la porta chiudersi. Ero cambiata, ero diventata più astuta e anche più cattiva.
Dopo qualche minuto, la porta del locale si riaprì e vidi tutti uscire, decisi di allontanarmi e d'incamminarmi verso casa. Stavo aspettando che il semaforo diventasse verde per passare, quando un'auto si fermò e abbassò il finestrino.






*Spazio autrice
Ciao belle mie. Non ci posso credere di aver ricevuto così tante recensioni *-*
Grazie mille, ci tengo davvero tanto a questa storia e vedere che piace è una soddisfazione indescrivibile giuro. Spero di non aver deluso le vostre aspettative, ma fidatevi ho molte idee per questa storia ahah
Spero vi sia piaciuto e spero di leggere le vostre recensioni belle o brutte che siano ;)
Un bacio xx

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Capitolo 3
*** Confusion ***




                                                   



 

CAPITOLO DUE - Confusion



Il finestrino si abbassò e una testa riccia si presentò davanti ai miei occhi. Il verde era scattato e subito attraversai la strada, quando però la sua voce mi richiamò.
«Se non vuoi morire, meglio che ti togli dal centro della strada. Comunque vuoi un passaggio?».
Corsi verso il marciapiede e poi mi avvicinai alla macchina di Harry. Lui mi guardava attraverso gli occhiali da sole e io risi nel pensare che di sera era una cosa strupida e da imbecilli.
«Non ridere, ho un occhio nero» disse togliendoseli.
Smisi di ridere e poi entrai in macchina. Casa mia, era molto lontana da dove mi trovavo e approfittai del passaggio. Guardai l'occhio di Harry e sentì un nodo allo stomaco, mi dispiaceva vedere i miei amici feriti, anche se con lui non avevo mai stretto un legame d'amicizia.
«Mi aiuti a trovare una scusa con mia mamma? Se mi vede l'occhio, quella poverina inizia ad agitarsi» disse scoppiando in una lieve risatina.
Harry era un ragazzo dolcissimo, anche se faceva i combattimenti, era un ragazzo d'oro. Non ci odiavavmo, solo che non eravamo molto in sintonia, non eravamo compatibili.
«Se vuoi vieni a casa, così ti disinfetto la ferita». 
Mi pentì subito appena vidi un piccolo sorriso formarsi sulle sue labbra gonfie. Alzai gli occhi al cielo, era un ragazzo d'ora ma anche un pervertito.
«Harry non fare il cretino, vuoi venire?».
«Ok, ma dopo poi devo tornare sempre a casa» sottolineò. 
«Tu a casa mia non dormi, se non vuoi tornare a casa vai da Zayn. Anzi andiamoci adesso» dissi entusiasta. Lui mi guardò perplesso e poi mise in moto la macchina. Casa di Zayn distava dieci minuti dal semaforo dove ci trovavamo, così decisi di accendere la radio per colmare quel silenzio fastidioso.
«Margaret, ma tu e Zayn...» disse mentre guardava dritto davanti a se.
«Io e Zayn nulla, siamo solo migliori amici. Ti sembra strano che un ragazzo e una ragazza siano amici?» l'ammonì. Molti pensavano che io e Zayn fossimo una coppia, ma era una cosa impossibile.
«Ok, capisco che è vero perchè non ti sei agitata» disse e io lo guardai stranita. Era una motivazione stupida. Senza soffermarmi molto sulla questione, alzai il volume della radio e durante il tragitto non parlammo molto. Per lo più era una lite sulle stazioni radiofoniche.

Quando arrivammo a casa di Zayn, scesi dall'enorme macchina e mi diressi verso la porta d'ingresso. Suonai tre volte, ma nessuno venne ad aprirmi, mi voltai verso Harry e non lo trovai vicino alla sua macchina. Iniziai ad agitarmi, perchè ero sola e avevo paura. Improvvisamente sentì qualcuno chiamarmi, proveniva dal retro della casa. Appena fui lì, vidi Harry darmi le spalle.
«Cosa ci fai qui?».
«Ho chiamato Zayn, mi ha detto che la casa è vuota e se voglio entrare devo superare questo laghetto» disse indicando un piccolo lago che divideva la casa dal suo giardino.
«Scherzi vero? Siamo a fine Novembre e dovrei immergermi nell'acqua fredda? Tu stai male, io torno a casa» dissi dandogli le spalle per poi incamminarmi verso casa, ma lui mi bloccò afferrando il mio braccio destro.
«Ti prego Margaret, non posso tornare a casa così» indicò il suo volto rovinato. Lo guardai e alzai gli occhi al cielo, mi incamminai verso il lago quando lui mi fermò ancora.
«Ti prendo in braccio, non voglio essere la causa di una tua influenza» disse avvicinandosi a me. In un primo momento mi allontanai, forse un po troppo visto che sentì un po d'acqua sulla mia caviglia scoperta dai pantaloni. Rabbrividì. Un po titubante mi avvicinai ad Harry e subito lui mi prese in braccio, era una situazione molto strana forse causa anche del modo in cui mi prese in braccio.
Avevo le mie gambe intorno ai suoi fianchi ed eravamo uno davanti all'altro, lui mi sorrise e io ricambiai preoccupata.
«Reggiti forte, perchè se cado non sarà una bella cosa» disse ridendo e io mi strinsi a lui, fu una cosa istintiva. Appena s'immerse nell'acqua fredda, vidi i suoi occhi riempirsi di dolore. Per la prima volta lo guardai negli occhi, non distolsi lo sguardo ero come stregata. Aveva degli occhi particolarmente belli e anche se erano di un colore chiaro, erano profondi come l'abisso.
«Harry se ti faccio male, fammi scendere» dissi sincera.
«Ma scherzi? Il dolore non è causato da te, ma dal freddo di quest'acqua» disse ovvio e poi iniziò a correre per arrivare subito sulla riva opposta.
«Harry abbiamo superato il lago, adesso posso scendere» dissi vedendo che continuava a camminare con me in braccio, mi guardò e mi sorrise. Harry era strano, molto strano ma potetti giurare di non aver mai visto un sorriso così bello. 
"Sto esagerando proprio" pensai, ma era la verità. Harry era un bel ragazzo e non l'avrei mai negato, anche se fossimo stati nemici.
«Sei davvero bella Margaret» disse senza smettere di guardarmi, ma subito notai nei suoi occhi il panico. Iniziai a dimenarmi tra le sue braccia, ero in totale imbarazzo e subito mi lasciò. Camminai verso la porta del retro della casa e prima che vi entrassi, Harry mi bloccò.
«Margaret scusa, io non lo penso cioè si lo penso, ma..che casino». Sorrisi nel vederlo così in confusione, mi aveva spiazzata con quelle sue parole ma ero felice di sapere che mi trovasse bella.
«Harry non è successo nulla, anzi grazie per il complimento. Adesso entriamo che ho freddo» gli sorrisi e poi entrai in casa seguita da lui. Ci dirigemmo in bagno e quando si sedette sul bordo della vasca, lo raggiunsi con tutto il necessario per disinfettare le ferite.
«Allora come si è concluso il combattimento?» chiesi per non farmi prendere dall'ansia per il silenzio che ci stava rompendo i timpani.
«Bene, ho vinto. Tu perchè sei uscita?».
«Sono stata accerchiata da un gruppo d'ubriachi marci, non mi andava di restare lì mentre mi palpavano il sedere» dissi schifata.
«Ti stavano toccando? Perchè non mi hai chiamato? Sarei sceso dal ring e li avrei picchiati a sangue» disse irrigidendo la mascella. 
«Non è la prima volta che accade una cosa del genere».
«Perchè non mi avvisi mai?».
«Harry ma sei impazzito? Io e te sembriamo due sconosciuti».
«Adesso è diverso, parliamo molto e quindi se accade un'altra volta tu mi avvisi».
Quella sua frase o meglio quel 'Adesso è diverso' mi spiazzò. Lo guardai curiosa e poi continuai a curare il taglio sul suo labbro inferiore.
«Come hai conosciuto Zayn?» chiese improvvisamente.
«Perchè lo chiedi?».
«Per iniziare un discorso, anche se sciocco. Allora come vi siete conosciuti?» chiese per la seconda volta.
«Io e tuo cugino ci siamo conosciti all'età di nove anni, andavamo in classe insieme all'elementari ma solo in quell'anno abbiamo legato. Siamo stati uniti da subito, il mio primo bacio è stato con lui. Non mi guardare così, io e Zayn siamo stati insieme per divertimento, eravamo gli unici single del nostro gruppo e quindi essendo come fratello e sorella ci sembrava un gioco fidanzarsi. Poi dopo cinque mesi, ho conosciuto Greg, quindi la mia storia, se vogliamo chiamarla così, con Zayn si concluse. Però come vedi nessuno porta nessun tipo di rancore, anzi siamo ancora più uniti» dissi sedendomi vicino a lui.
«Quindi non provate nulla? Perchè Zayn ama alla follia la sua ragazza, ma tu? Adesso che non hai più un ragazzo, vorresti tornare con lui?».
«Certo che no Harry, io e Zayn non abbiamo mai provato nulla di serio, era solo una finzione» dissi sorridendo. Quella nostra conversazione venne interrotta dal suono del mio telefono. Avevo le mani sporche di sangue e così chiesi ad Harry se poteva leggere lui il messaggio.



Harry

Presi il suo telefono e appena lessi il nome del mittente di quel messaggio, mi diventò difficile rispondere. Era un messaggio di Greg, lessi solo l'ultimo rigo 'Mi manchi T, ti amo'non volevo che Margaret lo legesse, così lo cancellai.
«Chi era?» chiese lei mentre si lavava le mani.
«Messaggio pubblicitario, l'ho cancellato» mentì. Già aver scoperto che lei e mio cugino erano stati insieme mi aveva dato ai nervi, anche se non era nulla di serio, ma comunque mi aveva infastidito. Adesso non avrei sopportato vedere un sorriso mentre leggeva il messaggio di quello stronzo.
Prima, quando ho attraversato il lago con lei fra le mie braccia, mi sono sentito in paradiso. Guardarla negli occhi e averla così vicino al mio corpo, mi aveva mandato il cervello in tilt. Quella ragazza, mi aveva già mandato in confusione la prima volta che la vidi a casa di Zayn, ma la sentivo troppo distante forse perchè vedevo Zayn come un ostacolo impossibile da superare.
Ero stato sciocco nel pensare una cosa del genere, perchè in realtà l'ostacolo da superare non era mio cugino, ma l'ex ragazzo della ragazza che mi aveva stregato. 




*Spazio autrice
Ecco il secondo capitolo di questa storia.
So che non è bellissimo, ma l'ho appena scritto con la febbre e un raffredore orribile, quindi scusatemi se non ho dato il meglio di me D:
Spero comunque di avervi incuriosito un po, spero di vedere le vostre recensioni perchè mi rendono felicissima **
Un bacio xx  

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Capitolo 4
*** Strange ***




                                                   





 

CAPITOLO TRE - Strange



Il suono della sveglia mi perforò i timpani e senza nessuna forza, mi scoprì dalle calde coperte e mi diressi in bagno. Oggi faceva davvero freddo, Dicembre era vicino e quindi anche le vacanze erano vicine. Amavo il Natale, il freddo, la neve, il cenone con la famiglia davanti al camino e tante altre cose. 
Come mio solito, mi rintanai in bagno per più di venti minuti, dovevo rilassarmi prima d'affrontare una giornata di scuola. Quel momento di pace, però, venne interrotto dalle urla di mia madre. Cosa voleva?
Uscì dalla porta del bagno con addosso il mio accappatoio e mi diressi verso il salotto, dove trovai mia mamma e mio papà impegnati nel preparare dei bagagli. Ero confusa o meglio ero ancora addormentata, così raggiunsi mia mamma che appena mi vide in accappatoia mi fulminò con lo sguardo.
«Ancora così? Margaret muoviti, tra dieci minuti arriva il pullman».
Nell'udire quelle parole, tornai lucida. Oggi dovevemo partire in campeggio con la chiesa e io ero ancora a zero. Il campeggio era un rito di famiglia ed i miei amavano farlo con la chiesa, perchè era molto divertente. Questo non l'avrei mai negato, ma passare due settimana circondata da insetti e passare le notti in bianco per il troppo freddo, non era molto divertente.
Corsi in camera e indossai un semplice jeans, una felpona caldissima, delle scarpe da ginnastica, un cappello, sciarpa e guanti. Ero pronta. I bagagli erano già sistemati, grazie al lavoro dei miei. Appena scesi in salotto, mia mamma scoppiò in una bella risata.
«Margaret andiamo in campeggio, no in montagna» disse riferendosi al mio abbigliamento. 
«Ho freddo, siamo quasi a Dicembre mamma» l'ammonì, stava per ribattere ma l'arrivo del pullman mi salvò. Non volevo discutere con lei, per delle cretinate.
Un grosso omone dai folti capelli neri, scese dal pullman e ci accolse con un sorriso enorme, prese i nostri bagagli e li sistemò nel cofano del mezzo. Salimmo sul pullman e notai che i posti non vi erano.
«Margaret raggiungi quei ragazzi, io e tuo padre ci mettiamo seduti avanti» disse mia mamma indicando un gruppo di ragazzi che giocavano e si divertivano negli ultimi posti. Titubante li raggiunsi e mi pentì mentalmente quando schiacciai il piede a qualcuno.
«Oddio scus...tu?» chiesi scioccata nel vederlo lì.
«Ciao T, finalmente ritorniamo a fare il campeggio insieme» disse accarezzandomi il palmo della mano, che subito ritrassi. Riaverlo lì era già troppo strano, pensare di dover trascorrere con lui due settimane era un incubo..forse.
«Grego» dissi lasciandolo seduto al suo posto, mentre io andavo via. Sapere che lui era single, che era libero e senza nessun'oca come ragazza, mi sollevava di parecchio il morale. Mi era mancato, ero innamorata pazza di lui. Per me, esisteva solo lui e nessun'altro.
Anche quando mi lasciò sola io avevo solo lui nella mia mente, ma erano cambiate molte cose. Non l'avevo dimenticato, ma i miei sentimenti erano cambiati, erano meno forti e sentiti. Però non potevo illudermi, se lui mi avrebbe chiesto una seconda possibilità, io avrei acconsentito senza nessun tentennamento. Dimenticare una storia come la nostre, non era tanto facile.

Dopo tre ore di viaggio, arrivammo nella grande struttura del campeggio. Amavo quel posto, ero cresciuta lì e avevo conosciuto persone fantastiche. Avevo avuto i primi fidanzati e anche il più duraturo, cioè Greg. Si, io e lui ci eravamo conosciuti proprio grazie a questo divertente campeggio. Ricordo che eravamo arrivati da due giorni e come da tradizione, la sera prima di andare a letto o di andare a ballare, si organizzavano delle rimpatriate intorno al fuoco dove si conoscevano persone nuove. Quel giorno, io conobbi Greg e il mio cuore venne rapito dai suoi occhi. I suoi bellissimi occhi, che mi facevano ancora uno strano effetto, proprio come in questo momento. Lo vedevo che non smetteva di guardarmi, mentre fingeva d'essere interessato alla conversazione che si stava tenenendo nel suo gruppo. Il mio sguardo, incrociò il suo e un piccolo sorriso si formò sul suo volto. Mi sentì le guance andare a fuoco.
«Mamma, hai bisogno del mio aiuto? Perchè vorrei raggiungere Jade, non ci vediamo da troppo tempo» chiesi a mia mamma che stava parlando con alcuni suoi amici. Mi guardò e poi mi sorrise lasciandomi libera. Corsi verso il gruppo di Greg, dove si trovava Jade e subito le saltai in braccio. La sentì ridere e il mio cuore si riempì di felicità, mi era mancata troppo. Era la mia migliore amica, quella migliore amica che era anche sorella del mio ex. Come con Greg, anche con lei non mi sentivo da parecchio ma il nostro rapporto era sempre uguale.
«Jade amore mio» dissi stringendola ancora di più.
«Margaret vita mia» disse ridendo.
Appena mi allontanai da Jade, notai che tutta la famiglia Jackson mi stava fissando divertita. Ero imbarazzata, ma li conoscevo così bene da essere ormai abituata a far figuracce con loro.
Li salutai con degli abbracci e poi trascinai Jade lontano da loro, dovevo parlare con la mia migliore amica. Raggiungemmo il nostro posto preferito di tutto il campeggio e prima d'iniziare a parlare, il mio telefono squillò. 
«Zayn ti manco già?» chiesi divertita rispondendo alla chiamata del mio bel moro.
«Troppo - rise - comunque io sono partito in campeggio con la mia chiesa, se hai bisogno d'aiuto non potrai chiamare nessuno».
«Come nessuno? Scusa, sono tutti in campeggio?» chiesi confusa.
«Si, vabbè escluso Harry, ma tanto voi due non vi parlate. Ah, sai cosa è successo? Ieri sera, l'ho trovato in casa mia mentre dormiva» rise e io mi agitai.
«Ook e quindi?» chiesi cercando di non tradirmi per il tono insicuro della mia voce.
«Nulla, comunque ci vediamo tra due settimane. Un bacio piccola».
«Sei strano - risi- ciao cucciolo» dissi chiudendo la chiamata.
Mi voltai verso Jade, che mi guardava divertita. Sapevo cosa stava pensando in quella testolina.
«Jade non pensare a nulla, sai com'è il nostro rapporto. Siamo amici e poi ho la mente occupata da un'altra persona» dissi sincera.
«Mio fratello vero?».
«Si, ma non parliamo di lui. Devo dimenticarlo» dissi cercando di convincere me stessa.


Io e Jade, parlammo senza sosta di quello che avevamo combinato durante gli anni di lontananza e ci sembrò di non essere mai state divise. Erano le dieci di sera e ormai tutti erano nelle rispettive casette, perchè ogni prima notte in campeggio le rispettive famiglie si riunivano per giocare e scherzare insieme. Io ero nella mia casetta sola, perchè non mi andava di andare nella casetta dei miei zii per passare la sera tutti insieme. Preferivo restare sola e chiamare Zayn o Kate.
'Ma non posso chiamarli' pensai. Mentre stavo ascoltando un po di musica per fra passere il tempo, ricevetti un messaggio da...Harry.

Da: Harry
«Margaret esci stasera? Nessuno mi risponde, sai dove sono finiti?».
Sorrisi nel leggerlo, era così stupido.

A: Harry
«Harry sono in campeggio e anche io, però la differenza è che io sono sola mentre loro sono tutti insieme :(».

Da: Harry
«Come mai?».

A: Harry
«Frequentiamo chiese diverse, comunque non puoi chiamarli perchè dove si trovano è vietato l'utilizzo del telefono lol»

Da: Harry
«Da te è vietato?». 

A: Harry
«No, perchè?».

Non ricevetti nessuna risposta. Non ci diedi molto peso e continuai ad ascoltare la mia amatata musica, dopo un paio di minuti, il telefono squillò. Lessi il nome sullo schermo e fui sorpresa, lui non mi chiamava mai e ad essere sincera non messaggiavamo mai noi due. 
«Harry?» chiesi con un po di voce tremolante.
«Ehi, che stai facendo?».
«Stavo ascoltando un po di musica, tu?»
«Anche».
Era troppo imbarazzante parlare con lui. Non sapevo cosa dire e anche lui era in difficoltà. Iniziai a torturarmi una ciocca di capelli, mentre il silenzio regnava tra noi.
«Sei partita questa mattina? Perchè ieri sera eravamo insieme».
'Insieme' oddio mi sentivo strana, troppo strana. Quella parola poteva significare troppe cose per chi non fosse a conoscenza della nostra situazione.
«Si, sono partita questa mattina presto. Come va l'occhio?».
«Ti interessi eh? - rise - Comunque bene, con chi sei in campeggio?».
«Preparati al peggio, sono con Greg».
«Greg? Scherzi vero?» chiese alzando il tono di voce.
«No. Resterò per due settimane con lui e forse torneremo insieme» dissi speranzosa.
«Margaret dove si trova il campeggio?» chiese improvvisamente.
«Harry cosa ti prende?».
«Dai, mi sto annoiando qui, se mi dici dove ti trovi vengo e ci facciamo compagnia».
Non so perchè, ma nell'udire quella frase sentì un calore improvviso invadermi il volto. Era dolce da parte sua, ma anche insolito.
«Allora, il campeggio è a tre ore dalla città. Hai presente dove andavamo sempre con i genitori di Zayn? Ecco è quello».
«Ok perfetto, arrivo. Ciao bella» disse chiudendo.
Quel ragazzo mi stava facendo impazzire. Prima non parlavamo per più di due minuti, poi parlavamo e messaggiavamo e per concludere in bellezza mi diceva anche che ero bella. La storia stava prendendo una piega completamente diversa da quella che avevo immaginato, una piega che non riuscivo a decifrare.
Piega positiva o negativa?


Dormire era il mio paradiso e quando me lo impedivano, diventavo una belva. In quel momento stava accadendo proprio quello, pensavo fossero i miei genitori che avendo dimenticato le chiavi della casetta stavano bussando per farsi aprire, ma quando mi alzai dal letto notai che loro erano lì. 
Nel buio della stanza e con gli occhi semi aperti mi diressi verso la porta e quando l'aprì, mi risvegliai completamente.
«Harry ma cosa ci fai qui?» chiesi stropicciandomi gli occhi.
Era lì davanti a me, io ero in pigiama con i capelli in disordine e con una voce da trans, mentre lui aveva stampato in faccia il suo bellissimo sorriso.
«Ti ho detto che stavo arrivando - sorrise - non mi fai entrare?».
«No, vai a dormire nella tua macchina» dissi chiudendo la porta, stavo scherzando ma volevo divertirmi.
«Scherzi vero Margaret? Fa freddo, aprimi ti prego» iniziò a bussare violentemente contro la porta.
Harry combatteva e quindi i suoi pugni erano molto duri e pesanti, ma non mi preoccupavo. Lui non mi avrebbe mai toccata. Mi diressi verso il mio caldo letto, mentre lui continuava a bussare senza sosta. Dopo qualche minutò, tornò il silenzio. Pensai che si fosse convinto ad andare in macchina, ma non ero  cattiva, così scesi dal letto e aprì la porta, mi guardai in giro ma non vidi nessuno. Decisi di tornare dentro, quando due gradi mani mi sollevarono da terra, m'irrigidì immediatamente avendo una paura tremenda.
«Io non mi arrendo mai» disse quella testa coperta di ricci, mentre mi teneva ancora sollevata dal pavimento freddo.
«Sei pazzo Styles, mettimi giù o meglio ancora, entra che fa freddo» dissi fingendomi infastidita.
Entrammo in casa e quando il riccio mi mise giù, chiusi piano la porta e poi mi diressi in camera seguita da lui.
«Tu dormi a terra» dissi indicandoli uno dei quattro angoli liberi della stanza, lo vidi sgranare gli occhi. Volevo ridere, ma cercai di non farlo.
«Ma..ma..c'è il divano» disse indicando il divano vicino al mio armadio.
«Quello è occupato dai bagagli» dissi con fare ovvio, stavo per scoppiare. Guardare la sua faccia da cucciolo bastonato, era il massimo del divertimento.
«Allora dormo con te» disse con tono di voce maliziosa. Arrossì.
«Harry, i bagagli puoi metterli a terra. Il divano è tutto tuo» dissi ridendo, mentre mi sistemavo nel mio letto. Lo vidi avvicinarsi e cercai di stare calma.
«No i bagagli poi si offendono, dormire con te sarebbe l'ideale» sussurò al mio orecchio. I brividi invasero il mio corpo, mi stava provocando ma non potevo crollare, non con lui.

«Notte Styles» dissi dandogli le spalle, lo sentì ridere.
«Notte Felton, sogni d'oro» disse dirigendosi verso il divano.
Stavo per addormentarmi, quando il mio telefono vibrò. Se Harry era lì con me e i ragazzi non poteva usare il telefono, chi rompeva? Perplessa presi quell'aggeggio in mano e appena lessi quel nome sullo schermo, mi alzai subito dal letto.
Era Greg, era un suo messaggio.




*Spazio autrice
Questo capitolo, non può essere descritto. 
Non trovo parole così brutte per descriverlo, fa davvero schifo.
Scusatemi tanto davvero, non mentite nelle recensioni dicendo che è bello xx
Un bacio **

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Capitolo 5
*** You're stupid ***




                                                   




 

CAPITOLO QUATTRO - «You're stupid»



Pov.Harry

Vidi Margaret alzarsi improvvisamente dal letto e mi allarmai, stava leggendo un messaggio e sorrideva troppo per i miei gusti. Mi avvicinai a lei e subito mi saltò al collo, sorrisi per il suo gesto ma la cosa era strana, lei non mi aveva mai abbracciato.
Sinceramente tutta quella situazione era strana, dal giorno del combattimento stavo avendo il rapporto che avevo sempre desiderato d'instaurare con lei. Parlare, messaggiare e chiamarci era ciò che volevo da sempre, dal momento in cui lei aveva riempito le mie giornate. Non l'amavo, ma provavo qualcosa per lei. Quella ragazza mi attraeva sia fisicamente sia caratterialmente, era una bella persona.
«Margaret che succede? Come mai sorridi così?» chiesi sorridendo anche io.
«Guarda, guarda. Non ci posso credere, devo correre alla pineta» disse vestendosi velocemente dopo avermi lasciato il suo telefono.
"Ehi piccola, mi manchi troppo. Ci vediamo alla pineta? Ti prego, ho bisogno di stare con te".
Non poteva essere vero, Greg stava rendendo sempre più difficile la realizzazione del mio piano, quel ragazzo era un ostacolo troppo difficile da superare. Guardavo Margaret vestirsi, mentre un sorriso era disegnato sul suo viso e non si decideva a sparire. In quel momento capì, capì che lei amava lui e io ero solo un povero illuso. Come avevo potuto pensare che lei potesse provare qualcosa per me? Come?
«Divertiti» dissi freddo, mentre mi risistemavo sul divano.
«Harry cosa succede?» chiese preoccupata.
«Greg non mi sta tanto simpatico, ma non preoccuparti». Non mi rispose e lasciò la stanza per dirigersi dal suo Greg. 
Invidia, odio, paura, gelosia e anche rabbia. Questi sentimenti si erano impossessasi del mio corpo. Avevo paura di perderla, di perdere ogni possibilità di averla mia; ero invidioso di Greg, perchè lui le aveva rubato il cuore e non io, e l'odiavo anche per questo. Ero geloso, geloso perchè pensarla tra le sue braccia mi mandava in totale crisi e per finire ero arrabbiato, così arrabbiato da distruggere tutto e tutti, primo tra tutti Greg.
Decisi di non pensare, anche se era troppo difficile, mi sistemai meglio sul divano misi le mie cuffie e mi addormentai con i pugni ben saldi, cercavo di trattenere la rabbia.
«Sei uno stupido» queste furono le parole che mi fecero saltare dal divano.
Aprì meglio gli occhi e mi ritrovai Margaret con il volto nero dalla rabbia. Cosa avevo combinato?
Mi alzai da terra, si mi aveva buttato a terra, e lei dovette alzare il capo per guardarmi in faccia. Mi avvicinai a lei e subito si allontanò da me, cercai di prenderla per un braccio ma si scansò.
«Cosa vuoi? Cosa ho fatto?».
«Cosa hai fatto? Harry, tu mi chiedi davvero cosa hai fatto? Mi prendi per il culo? Tu hai cancellato il messaggio di Greg ieri, come cazzo ti sei permesso? Quel messaggio era importantissimo per me, ringrazia il cielo che me l'ha fatto leggere, altrimenti ti avrei castrato. Quel messaggio dice che lui mi ama ancora, cazzo Harry lui mi ama lo confessa e tu cosa fai? Mi cancelli quel fottuto messaggio. Fottiti Styles, vai nella tua macchina a dormire o meglio ancora tornatene a casa».
«Come osi trattarmi così? Tu non sei nessuno, sei solo una piccolla illusa. Lui ti ama? Se ti amava non si faceva vedere con Pam il giorno del suo ritorno, lui è solo un cretino. Tu sei cieca, lui ti ha fatto perdere la vista, i lumi della ragione. Lui non ti ama, non vuole stare solo. Ha lasciato lui Pam o lei ha lasciato lui? Ti sei mai posta questa domanda? Margaret cresci, tu meriti molto di più» dissi guardandola dritta negli occhi. La vidi piangere, mi sentì un mostro ma dovevo dirle le cose come stavano. Forse non mi avrebbe ascoltato e avrebbe continuato ad amare quel mostro, ma dovevo avvisarla.
«Vattene adesso, subito. Esci dalla mia vita, era meglio quando non ci parlavamo per non più di due secondi» disse spingendomi fuori dalla casetta, la guardai incredulo e subito mi ritrovai a guardare la porta chiusa davanti a me.
Avevo rovinato tutto con le mie parole di merda, avevo perso l'unica possibilità che mi si era presentata. 
Avevo perso lei, ma non mi sarei mai arreso.



Pov.Margaret

Mi sentivo tradita, tradita dal ragazzo che stavo iniziando a rivalutare. Harry si era avvicinato a me e io ero felice per questo, ma quel suo gesto era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non riuscivo a crederci, aveva impedito il mio riavvicinamento a Greg, senza nessun motivo valido e poi quelle parole che aveva pronunciato, mi avevano ferito e non poco.
L'incontro con Greg era finito subito proprio per causa sua, perchè dopo aver letto quel messaggio avevo lasciato il ragazzo che amavo solo per raggiungere quel pezzo d'infame che dormiva nella mia camera.
Ero arrabbiata e delusa ,così, frustrata mi stesi nel mio letto e prima di chiudere gli occhi e abbandonarmi al mondo dei sogni, inviaia un messaggio.

A Greg: 
«Ehi scusami per prima, ma dovevo risolvere una questione troppo importante da non poter essere rimandata. Notte, ti amo». 

Sorrisi e schiacciai il tasto invio.

Da Greg: 
«Non preoccuparti, ti perdono solo perchè ti amo, ma domani voglio sapere tutto. Notte piccola x».
Ero felice, dopo tanto tempo ero felice davvero.
La mensa, posto più brutto di quello non poteva esistere. Vedere tutti quei ragazzi che si riunivano di prima mattina per fare colazione, non mi entusiasmava molto. Io amavo fare colazione sola, nella mia cucina con la tv accessa a basso volume mentre bevevo il mio latte fumante.
«Felton» qualcuno mi richiamò e subito riconobbi la voce della mia amica, sorrisi guardandola.
«Jade ho sonno, voglio andare a casa» dissi sedendomi ad uno dei tanti tavoli liberi. Volevo chiedere alla mia amica dove si trovasse Greg, ma non volevo darle una notizia prima di averne parlato con il diretto interessato.
«Ho sonno anche io, aspetta adesso non più. Chi è quel ragazzo?» disse indicando un ragazzo che faceva la fila per prendere un po di cereali, lo guardai e vollì andare lì per prenderlo a sberle.
«Oh, non lo conosco» mentì e come se mentì, gli avevo detto chiaro e tondo di andare via e lui cosa faceva? Si presentava in mensa.
Styles era sempre stato duro di comprendonio e non mi meravigliai molto del suo comportamente, ma ero per lo più infastidita.
«Credo che andrò a presentarmi, comunque sta arrivando mio fratello» disse facendomi un occhiolino per poi dirigersi verso il riccio. 
'Stai lontana da lui Jade, ti avviso' pensai, volevo salvare la mia amica. Styles causava troppe delusiosi.
«Giorno raggio di sole» disse il mio bel ragazzo lasciandomi un dolce bacio.
Non sentivo le sue labbra sulle mie da anni e quella sensazione che mi mancava, si ripresentò nel mio stomaco e il cuore iniziò a battere veloce. Sorrisi quando lo vidi seduto vicino a me e subito lo baciai ancora e ancora. Piccoli baci, come quelli che ci davamo quando non volevo stare lontani.
«Non sai quanto mi sono mancate queste labbra» disse toccando le mie labbra con le sue dita, sorrisi.
«La mancanza era reciproca» lo baciai ancora.
Iniziammo a fare colazione, quando Jade tornò in compagnia del riccio. Rischiai di strozzarmi, quando lo vidi raggiungere il nostro tavolo. Jade sorrideva come una cretina, Styles aveva colpito quella povera della mia amica.
«Ehi Harry come mai qui? Non ti ho mai visto» lo salutò Greg dandogli una pacca sulla spalla.
«Margaret me l'aveva consigliato quest'estate, così sono venuto perchè sono tutti in campeggio e non volevo stare solo a casa» spiegò senza guardarmi.
«Brava amica, ti sto amando per questo tuo consiglio» mi sussurrò Jade e subito scossi la testa, Greg se ne rese conto e mi guardò curioso.
«Nulla nulla, vado a prendere un cornetto, lo volete?» chiesi guardandoli, evitando lo sguardo del riccio.
«Non preoccuparti, vado io piccola» disse Greg dandomi un dolce bacio per poi raggiungere il bancone.
«Margaret vado in bagno, arrivo subito» disse Jade alzandosi e io subito la bloccai.
«Vengo con te» dissi alzandomi per dirigermi con lei verso il bagno.
Io sola con Styles? Mai.
«Non possiamo lasciare Harry solo, non conosce nessuno. Arrivo subito» disse lasciandomi sola lì con lui. Disperata mi sedetti e decisi di parlare con il riccio che guardava il latte da più di dieci minuti.

«Perchè sei ancora qui? Ieri ti ho detto che dovevi andare via, non devi restare qui» dissi cercando di mantenere la calma il più possibile. Lui non alzò il capo per guardarmi, mi stavo davvero innervosendo.
«Vieni con me, adesso» dissi alzandomi, lui mi guardò e subito mi seguì fuori dalla mensa. Dovevo mettere le cose in chiaro con lui.
«Mi spieghi perchè hai cancellato il messaggio di Greg quella sera?» chiesi seria, lui non rispose.
«Harry cazzo rispondi, non hai le palle? Fai schifo» dissi dandogli le spalle per ritornare in mensa, ma la sua mano bloccò il mio braccio facendomi voltare verso di lui. Si avvicinò troppo a me, così vicino che riuscì a vedere il mio riflesso nei suoi occhi.
«Come fai a non capirlo? Come?» disse a denti stretti, sentivo il suo respiro sulla mia guancia destra, la sua fronte si appoggiò alla mia. 

«Cosa devo capire?» chiesi sfacciata, non nego che stavo morendo d'infarto ma non volevo dargliela vinta. Quella vicinanza era davvero strana, ma non mi creava nessun tipo di problema.
Non decideva ad allontanarsi da me e non proferì parola, spostava il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e io lo copiavo. Ok, la situazione stava degenerando così posizionai le mie mani sul suo petto e lo allontanai. Lui mi guardò intensamente prima di dire «Dovrai capirlo da sola, con o senza il mio aiuto» disse rientrando in mensa.
Cosa voleva dire? Cosa dovevo capire? La mia testa stava scoppiando, ma il problema più importante era che quella nostra vicinanza non mi aveva creato problemi, ma invece mi aveva scombussolato lo stomaco. 'Perfetto, sono in un bel casino' pensai rientrando a mia volta in mensa.


Erano passati due giorni dal mio arrivo al campeggio e la situazione era molto più che strana, io e Greg eravamo ormai tornati insieme ed Harry era sempre con noi e Jade, quest'ultima era completamente presa dal riccio che le causava ancora più confusione del cervello con i suoi sorrisi da farti perdere il fiato.
«Che facciamo stasera?» chiesi mentre camminavo con Greg che mi stringeva i fianchi con il suo braccio destro.
«Oggi c'è la festa di compleanno di Noah, venite vero?» chiese Jade guardando me e Greg, che annuì. Un po di divertimento era ciò che ci voleva e la festa di Noah era l'ideala, tranquilla ma divertente. In poche parole perfetta.
«Harry vieni vero?» chiese supplicando in un certo senso il riccio, che sorrise e annuì facendole l'occhiolino.
Jade sorrise e mi guardò, aveva quella luce negli occhi che non vedevo da tanto tempo, più precisamente da quando la sua bellissima storia d'amore era finita. Jade stava cadendo nella trappola del cacciatore proprio come una preda debole, dovevo salvarla. Non avrei mai sopportato vederla con Harry...cioè vederla soffrire per Harry.



*Spazio autrice
Salve mie amate lettrici, ecco il capitolo numero quattro di questa storia c:
Cosa ne pensate? Siate sincere però xx
Ah, volevo ringraziare tutte ma proprio tutte. Vi amo **
Un bacio xx

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Capitolo 6
*** Disappointed ***




                                                   



 

CAPITOLO CINQUE - Disappointed



La festa di Noah passò e sarebbe rimasta nella storia del campeggio, tra risse e divertimento non mi sentì mai stanca. Adesso dopo due settimane mi ritrovavo nella mia camera sotto le coperte con l'influenza, ormai era di tradizione ammalarmi dopo il campeggio e la cosa non mi dispiaceva anzi non andare a scuola era la cosa che amavo più di tutto.
Durante il campeggio erano cambiate parecchie cose, io e Greg eravamo ancora una coppia e Jade era cotta di Harry anche se continuava a lamentarsi perchè lui era distante quasi non volesse capire che lei l'adorava come un dio greco.
Harry? Il mio rapporto con Harry? Oh, era molto strano anzi stranissimo. 
Il campeggio ci aveva uniti ancora di più e la cosa non mi dispiaceva, solo che lui era stano. Odiava Greg a tal punto di rinchiudermi in casetta per non farmi uscire con lui e quando mi liberavo mi teneva il muso per ore, non potevo considerarlo 'migliore amico' ma era molto vicino a diventarlo.
«Mamma mi porti una ciambella ripiena di cioccolato?» urlai dalla mia camera per far sentire a mia mamma che era in salotto. Amavo avere l'influenza, perchè venivo servita e riverita in qualsiasi modo e momento.
«Signorina scendi tu a prenderla» urlò lei di risposta, sbuffai e mi alzai dal mio caldo letto che aveva preso la forma del mio corpo e dopo essermi coperta con una grande coperta uscì dalla stanza. Natale era vicinissimo e io non vedevo l'ora di scartare i regali che mamma e papà avevano già messo sotto l'albero, ok smetto di sparare battute, sotto il mio albero volavano le sterpaglie come nel deserto.
«Sembri uscita da un film horror». Avere una madre così amorevole era una cosa bellissima, sono ironica. 
Le feci una linguaccia e lei rise di gusto, poi mi diressi in cucina. Versai in un piccolo tegame del latte e lo misi sul fuoco, mentre questo si riscaldava accesi il fornetto e vi misi a riscaldare un cornetto alla crema e una ciambella al cioccolato. Fortunatamente potevo permettermi di mangiare, tanto non mettevo nessun chilo in più.
Dopo qualche minuti, versai il latte fumante in una tazza enorme e misi il cornetto e la ciambella in un piatto, portai tutto sulla penisola e dopo aver acceso la tv iniziai a fare colazione.
«Mamma vai ad aprire tu? Io sto mangiando» la pregai e miracolosamente andò ad aprire alla porta d'ingresso. Improvvisamente vidi Jade con..Harry entrare in cucina.
Diventai rossa in viso e mi coprì con la coperta, ero in condizioni orribili, faccia cadaverica e capelli sporchi perchè non potevo lavarli...Harry sarebbe corso via.
«Avvisare?» chiesi fulminando la mia amica con lo sguardo, prontamente fece spallucce e si sedette vicino a me rubandomi il cornetto dalle mani.
«Come stai Margaret?» chiese Harry sedendosi difronte a me.
«Harry prendi la ciambella, sono buonissime quelle fatte in casa» disse quella cretina di Jade mentre mangiava il mio amato cornetto. Subito allungai la mano e presi la ciambella dal piatto, Harry rise di gusto nel vedere quella scena.
«Sembri una bambina, comunque non l'avrei presa» mi sorrise e io ricambiai. «Comunque non sto bene, mi sento uno straccio e vorrei sapere come ho fatto ad influenzarmi» dissi a bassa voce mentre bevevo il latte ancora caldo.
«La mia piccola, vieni dalla Jade che ti abbraccia e passa tutto» disse abbracciandomi e io mi allontanai.
«Non toccarmi, tu mi rubi i cornetti» dissi puntandole un dito contro.
«Lo faccio per te, poi ingrossi e nessuno ti vorrà» disse giustificandosi anche se sapeva che io non ingrossavo quando mangiavo tanto.
«Bugia» disse Harry o meglio bisbigliò, ma io lo sentì e gli sorrisi sincera.
Passammo qualche ora tutti e tre insieme in salotto, mentre mia madre era impegnata in cucina a preparare la cena. Erano quasi le otto quando Jade si alzò dal divano dicendo che era arrivata l'ora di andare a casa.
«No dai restate per cena» disse improvvisamente mia mamma. 
«Grazie July ma ho ospiti a casa» la ringraziò Jade.
«Harry tu?» chiese mia madre rivolgendosi al riccio, che si sentì in imbarazzo.
«Ok, non ho nulla da fare» rispose accennando un piccolo sorriso. Ok,io e lui, cena con mamma e papà presenti era come...un incubo.
Dopo aver salutato Jade, tornai in salotto e mi sedetti sul divano vicino ad Harry che mi guardò e sorrise. Non so perchè, ma in quel momento pensai a Greg e al fatto che non si faceva sentire da tre giorni, io lo chiamavo e lui mi chiudeva il telefono in faccia. Era strano e la cosa mi preoccupava.
«A cosa pensi?» mi domandò improvvisamente Harry facendomi spaventare.
«A Greg..» risposi schietta.
«Ah...» disse semplicemente. Senza rendermene conto, misi la mia testa sulla sua spalla e lo sentì irrigidirsi al mio tocco, ma dopo si rilassò.
«Non ci sentiamo da giorni e quando lo chiamo lui mi chiude la chiamata, cosa ho fatto? Perchè devo essere così sbagliata?» dissi tossendo e lui mi strinse a se mettendo un suo braccio intorno alla mia vita. Adesso quella ad irrigidirsi ero io, ma dopo mi rilassai perchè la sua presa era salda e infondeva sicurezza.
«Non sei sbagliata, lui è un cretino perchè non capisce di chi si ritrova vicino. Oddio, che imbarazzo, fai finta che non abbia detto nulla» disse passandosi una mano fra i ricci perfetti, sorrisi.
«Grazie Harry, sei unico nel tuo genere riccio» dissi abbracciandolo.
Ok dopo quasi due settimane d'amicizia, quello era il nostro prima abbraccio e...wow, mi sentivo completamente nuda davanti a lui. Nuda nel senso che sapevo di potermi fidare e confidare con lui, forse quell'abbraccio aveva fatto diventare Harry il mio migliore amico anche se Zayn era sempre il primo.
Si staccammo imbarazzati e fortunatamente mia mamma ci chiamò per avvisarci che la cena era pronta, così dando un piccolo schiaffetto sulla gamba destra di Harry mi alzai dal divano con ancora l'enorme coperta che mi avvolgeva l'intero corpo.
La cena passò e mi meravigliai che i miei cari genitori non avevano compromesso il mio orgoglio raccontando aneddoti poco piacevoli della mia vita. 
«Signora Felton grazie per la cena, salve signor Felton» disse Harry dirigendosi verso la porta d'ingresso con me dietro.
«Chiamaci July e Mat e poi il piacere è stato tutto nostro» disse mia mamma sorridendo.
Dopo essere usciti dalla visuale dei nostri genitori, Harry mi fermò e dopo avermi sorriso mi diede un piccolo bacio sulla guancia, che come reazione a quel gesto diventò tutta rossa.
«Tu resta ferma, non devi prendere freddo altrimenti non guarisci più. Grazie per l'ospitalità e ci vediamo a scuola» disse sorridendomi.
«Harry - lo richiamai - domani se vuoi vieni con Jade a farmi visita» gli proposi titubante.
«Con molto piacere, notte Margaret» disse andando via.
Tornai in cucina per dare la buonanotte ai presenti, cioè mamma e papà, e li vidi sorridermi. Ero perplessa, anzi confusa..cosa volevano?
«Perchè sorridete?».
«Perchè tu sorridi?» chiese mio padre senza perdere il sorriso che caratterizzava le sue labbra.
«Non sto sorridendo» risposi.
«Ah no? Guardati allo specchio allora. Cosa ti succede? O meglio, cosa ti provoca il riccio che ha appena varcato la porta?» chiese mia mamma sorridendomi.
Stavo realmente sorridendo perchè Harry mi aveva dato un bacio sulla guancia? Un misero bacio sulla guancia? Oddio la cosa era più che grave, catastrofica.
«Vado a letto, notte» dissi furtiva per poi salire le scale per chiudermi in camera mia, mi misi sotto le coperte e decisi di chiamare Greg. Io amavo lui e lui amava me, io tenevo a lui e lui teneva a me. Composi il numero e appena sentì il rumore degli squilli sorrisi, forse mi avrebbe risposto. Miracolosamente la chiamata s'aprì, ma non sentì la voce di Greg ma di...Pam!
Cosa ci faceva lei con il mio ragazzo? Ero furiosa. Avvicinai di più il telefono all'orecchio e sentì la conversazione che stavano tenendo, non si erano resi conto di aver aperto la chiamata.
«Ci sta cascando secondo te?» chiese lei.
«Quella mia ama, non potrebbe mai pensare una cosa del genere» rispose lui.
«Però mi fa male vederti insieme a lei, vedere quando baci lei e non me».
«Pam sai che io amo solo te, quella è una povera cretina che pur di avermi farebbe di tutto» sentì i miei occhi pizzicarmi.
«Non vedo l'ora di poter viaggiare in giro per il mondo con la bellissima macchina di suo padre» cosa stava a significare tutto quello?
«Chiederle di rubarla non sarà così difficile, domani la chiamerò e le chiederò d'incontrarci perchè non abbiamo passato molto tempo insieme e poi cercherò di concludere il tutto».
«Poi venderemo quella macchina e andaremo a Las Vegas e ci sposeremo, è da più di sei anni che stiamo insieme e finalmente è arrivato il momento» ero sconvolta, sei anni? Impossibile.
«Pensare che per quasi due anni ho passato la mia vita con lei solo perchè amavo te e volevo sposarti, siamo giovani ma io ti amo Pam» dopo quelle parole, chiusi la chiamata e scoppiai a piangere. Ero delusa, ferita, arrabbiata e volevo vendicarmi o meglio volevo giocare sporco come lui stava facendo con me. 
Volevo correre a casa della mia migliore amica, ma avrei trovato lui lì. Pensadoci, ma la mia migliore amica sapeva tutto?
Stavo impazzendo e se avevo posto la mia fiducia in una persona totalmente sbagliata? Che situazione orribile.
Stavo per addormentarmi quando il telefono vibrò per due volte consecutive. 


Da Greg:
«Mi manchi domani ci vediamo?».
Era quello stronzo del mio falso ragazzo, non risposi.
Lessi il secondo messaggio.

Da Harry:
«Domani ci sono anche io, prepara le ciambelle ahah».

A Harry:
«Harry domani vieni solo tu puoi? Ti prego non dire a Jade che vieni da me».

Da Harry:
«Cosa succede Margaret?».

A Harry:
«Domani ti spiego, posso chiederti un favore davvero enorme?».

Da Harry:
«Certo».

A Harry:
«No no, lascia perdere».
Chiedergli di saltare scuola per me era davvero troppo, avrei provato a chiedere a Zayn anche se io volevo lui.
Come non detto, non voleva farmi nessun favore lo capì perchè non rispose più al mio messaggio. Desideravo leggere un 'Dimmelo, farei di tutto per te' ma nulla.
Delusa rimisi il telefono sul comodino vicino al mio letto e poi mi sistemai sotto le mie coperte.



Erano ormai le nove di mattina quando il sole entrò nella mia stanza, ancora dolorante per l'influenza mi alzai dal letto e quando non sentì nessun rumore provenire dalle altre stanze, capì che i miei erano andati a lavoro e la casa era libera e io ero sola con me stessa, la mia tristezza e la mia delusione.
Andai in cucina, preparai la colazione e proprio metre stavo per addentare la mia amata ciambella fumante, la porta suonò. Pronta per mandare via chiunque aveva osato interrompere la mia colazione, andai ad aprire e quando vidi quel riccio davanti a me, mi sentì le gambe cedere ma non lo feci.
«Ma quel telefono dove l'hai messo? Ieri sera ti ho inviato tantissimi messaggi e ti ho anche chiamato e stessa cosa ho fatto stamattina. Ho saltato scuola per venire da te e sapere cosa ti serve che io faccia» disse preoccupato senza distogliere lo sguardo da mio.
Vederlo lì, mi rese la ragazza più felice del mondo e quella voglia matta d'abbracciarlo, mi fece capire che Harry stava superando la fascia del migliore amico o meglio l'affetto che provavo per lui stava andando oltre quello che si prova per i migliori amici.
Sorrisi prima di rispondere alla sua domanda. 
«L'hai già fatto» dissi e lui non capì. «Volevo chiederti di saltare scuola per venire da me» ammisi imbarazzata, lo vidi sorridere e il mio imbarazzo sparì anche quando lui mi abbraccio.
Styles, mio caro Styles cosa mi stai facendo?




*Spazio autrice

Ok parto col dire che mi dispiace tantissimo per aver aggiornato solo adesso, ma questa settimana è stata orribile e il capitolo non sono riuscita a finirlo tutto D:
Spero vi piaccia, davvero grazie mille per tutti i complimenti che mi fate ve ne sono grata.
Grazie a chi ha aggiunto la storia tra preferite/seguite/ricordate, chi ha recensito e chi legge in silenzio, si grazie anche a voi **
Un bacio xx

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Capitolo 7
*** You don't understand ***




                                                   



 

CAPITOLO SEI - You don't understand




«Senti io mi sono stancata di questi combattimenti» rivelai al mio migliore amico che era intento a sistemarsi i guantoni da box.
Odiavo quando Harry mi portava con se ai combattimenti, odiavo andare lì con la consapevolezza che l'avrei visto incassare pugni e con la possibilità di vederlo cadere KO.
Harry era diventato troppo importante per me, era il mio migliore amico insieme a suo cugino, ma forse era un gradino più sopra perchè, mi duole ammetterlo, provavo un sentimento un po più forte per lui.
In due mesi erano cambiate molte cose, anzi troppe. Greg era scomparso dalla mia vita, perchè? Semplice, Harry e i miei fidati amici l'avevano gentilmente invitato a scappare via dalla mia vita e dalla città con la sua cara fidanzata. Io, però, avevo il bisogno di vendicarmi e non persi tempo a lasciare il libero sfogo ad Harry che aveva il desiderio di picchiarlo, però non fino a mandarlo in ospedale. La mia, ormai, ex migliore amica aveva chiuso definitivamente con me. Lei sapeva tutto, tutto quello che suo fratello voleva farmi e lei l'aiutava spudoratamente.
«Peggy tu sei il mio piccolo portafortuna, so che non ami i combattimenti» disse avvicinandosi a me per lasciarmi un dolce bacio sulla forte.
«Sei diventato troppo scontato con la storia del portafortuna Styles» lo canzonai divertita e lui si lasciò ad una sincera risata che contagiava tutti.
«Piccola Peggy devo andare, vuoi venire o resti qui?».
«Sono il tuo portafortuna devo esserti vicino» dissi prendono io l'iniziativa ed uscire dal camerino.
«Ehi aspetta, adesso tu vai da Jon» disse come sempre, doveva sempre sapere che ero al sicuro quando lui era sul ring.
«Ok papà, vado al sicuro» dissi divertita e quando vidi un piccolo sorriso spuntare sulle sue labbra, il mio cuore si riempì di felicità.
Adoravo Harry, era il mio riccio. Per me c'era sempre e comunque anche se non poteva correre da me, lui lasciava tutto e veniva a consolarmi. Dopo la rottura con Greg, ero sempre tra le sue braccia e ogni volta mi preoccupavo di sporcargli le sue maglie. Dovevo ringraziarlo e non sapevo come fare, anche se lui ogni volta mi diceva che il sorriso che nasceva sulle mie labbra era il più bel ringraziamento che potessi dargli.
«Stai attento Haz» dissi abbracciandolo, un abbraccio che subito ricambiò con una stretta fortissima sui miei fianchi.
«Non preoccuparti per me, sappi che dopo andiamo a mangiare una bella pizza io e te» disse dandomi un bacio sulla guancia.
Quando si allontanò da me, mi guardò negli occhi e io mi sentì troppo debole. Quel ragazzo, quello sguardo, quel sorriso, tutto di lui mi aveva rapita e odiavo questo, perchè io e lui eravamo solo amici e quel 'noi' che tanto desideravo raggiungere con lui, sarebbe stato solo un desiderio.
«Margaret hai caldo? Sei rossa peggio della lava di un vulcano» notò Jon appena mi vide arrivare. Ecco come temevo, ero rossa e solo per colpa d'un certo Styles e dei suoi fottuti occhi.
«Non sono rossa e pensa ad annunciare quel cretino di Harry» dissi divertita. Jon era un ragazzo davvero simpatico, era il fratello di Harry ma erano completamente diversi. Era bello e questo non l'avrei mai negato, ma nessuno poteva competere con il mio Harry. Si, lui era mio anche se io non ero sua. Lui non ricambiava i miei sentimenti, ma non mi faceva tanto male perchè averlo vicino a me sempre era la cosa più bella che potessi desiderare.
«Ah Margaret, mamma e papà ti vogliono a cena domani» m'avvisò il ragazzo vicino a me, io annuì. Ormai ero abituata ad andare dalla famiglia Styles, erano persone fantastiche e mi trovavo bene con loro, poi amavo la piccola Olly. Quella bambina era un amore, aveva solo due anni ed era bellissima, la famiglia Styles doveva essere condannata a morte solo per i loro occhi che causavano infarti a molte persone.
Ero in totale ansia mentre guardavo Harry sul ring, era forte il riccio e riusciva a schivare ogni colpo. Dovevo rilassarmi, ma avevo paura di ritrovarlo pieno di lividi o peggio ancora in un letto d'ospedale. Anche se ero presa dall'incontro, riuscì a sentire la vibrazione del mio telefono e subito lo presi dalla tasca dei miei jeans. Lessi il mittente della chiamata e sorrisi sincera, era il mio amato moro.
«Zayn che succede?» chiesi urlando per sovrastare le urla dei presenti.
«Mamma mia, ma dove ti trovi? Sei con Harry ad un altro combattimento?».
«Si, tuo cugino dice che sono il suo portafortuna» dissi ridendo.
«Quanto è scemo, comunque ti ha avvisata che domani vieni a casa Styles vero? Ecco perchè ci sono anche io» annunciò e dal tono della sua voce, riuscì a capire che stava sorridendo.
«Mi ha appena avvisato Jon, quel riccio non mi ha detto nulla. Comunque non vedo l'ora di stare un po con te, è da parecchio che io e il mio moro preferito non passiamo un po di tempo insieme» dissi sincera. Era da giorni che Harry mi teneva solo con lui e io dovevo assolutamente passare un po di tempo con Zayn.
«Harry non ti lascia mai sola, con la scusa del combattimento e degli allenamenti ti tiene tutta per se» rise.
«Cosa vorresti insinuare moro?».
«Nulla, nulla solo che mi manca la mia migliore amica».
«Adesso Harry è appena sceso dal ring, dopo mi ha detto che dobbiamo andare in pizzeria ma vedo se mi lascia per venire da te».
«Oh mia cara, non ti lascerà mai fidati» disse e io sorrisi, sorrisi perchè speravo che quella frase valesse per sempre.
«Io ci provo, ciao moro» dissi divertita terminando la chiamata.
Finalmente la stanza si stava liberando, tutta quella gente ubriaca stava andando via e ne ero molto sollevata. Decisi di non andare da Harry, doveva pur sempre lavarsi e io mi sarei sentita molto in imbarazzo, così restai a parlare con Jon.
«Allora Peggy, ti va di uscire con me stasera?» chiese spudoratamente Jon, ebbene si il fratello del mio migliore amico ci provava con me.
«Uno: solo io posso chiamarla Peggy; due: lei è mia oggi» disse una voce che avrei riconosciuto tra mille persone e quella piccola frase mi fece mozzare il fiato.
«Allora domani, che ne dici bellezza?» ci riprovò Jon guardando con un occhio di sfida suo fratello, che mi teneva stretta a se con le sue mani sui miei fianchi.
«Fratello caro, lei è mia» disse aumentando la presa su me, una presa così forte che dovetti essere costretta ad allontanarmi da lui.
«Jon seriamente meglio se lasci perdere, non ti filo nemmeno un po» dissi divertita e quando vidi una smorfia sul suo viso, risi di gusto. Era da sciocchi credere che io potessi mai uscire con lui, era bello ma come avevo precedentemente ribadito non era il mio tipo.
Lasciammo Jon ancora nel locale a sistemare il tutto, mentre io ed Harry usciammo per dirigerci in macchina.
«E così io sarei tua?» chiesi divertita quando lo vidi sgranare gli occhi per la mia domanda insolita.
«Tu e mio fratello non sarete mai qualcosa, sarebbe orribile o meglio disgustoso vedere voi due insieme che vi baciate amorevolmente davanti a me» disse schifato e il mio castello di speranze crollò. Davvero ero così stupida nello sperare che lui mi avrebbe detto d'essere geloso e di odiare il fatto che suo fratello ci provasse con me?
«Oggi non posso venire con te, portami da Zayn devo uscire con lui» dissi fredda e acida.
«Cosa? Avevamo deciso d'andare in pizzeria insieme, adesso esci con me» disse stritolando il manubrio della sua macchina.
«Harry sono stata con te quasi una settimana ci vedremo domani a cena a casa tua, ti prego portami da Zayn mi manca» lo supplica, ma lui non mi degnò di uno sguardo.
«E io che pensavo che tra te e lui non ci fosse nulla. Lui che si lascia con la ragazza che amava alla follia, tu che mi dici che ti manca. Io non ti porto da lui, mi dispiace tanto ma vai da sola dal tuo Zayn» disse o meglio urlò senza guardarmi. Ero sbalordita, cosa cavolo voleva? Davvero pensava che io amassi Zayn? Zayn il mio migliore amico, quel ragazzo che c'è sempre strato anche prima che finissi l'elementari? Poi a lui cosa importava di me e di chi amassi? Io avrei sempre avuto lui vicino, avrei sempre voluto il mio migliore amico con me.
«Ma cosa vuoi Harry? Cosa ti prende?» chiesi, la situazione stava diventando pericolosa.
«Mi sono stancato, tu non capisci e non capirai mai. Domani vieni con Zayn a casa mia, perchè io non passo a prenderti».
«Harry non mi allontanare, tu per me sei importante anche più di Zayn, ti prego. Se vuoi vieni anche tu, usciamo tutti e tre insieme e poi non pensare che io ami Zayn, perchè non è così e lo sai bene, te l'ho già detto» dissi prendendogli la mano e stringerla forte con la mia.
«Per te sono importante? Importante più di Zayn?» chiese guardandomi incredulo, sorrisi nel vederlo così...felice.
«Si, più di Zayn» ammisi.
«Ma io ti amo» disse prima d'abbracciarmi e in cuor mio sperai che quelle parole fossero vere, ma non lo sarebbero mai state.


Erano le sette di sera e tra meno di dieci minuti, il mio riccio avrebbe suonato alla porta di casa mia per poi andare a casa sua per la cena in 'famiglia'. Non ero agitata, perchè avrei avuto i miei migliori amici con me, l'unica cosa che mi preoccupava era Jon...quel ragazzo era il fratello maggiore di Harry e dire che ci provava spudoratamente con me era davvero poco. Così per prevenire ogni situazione di pericolo con Jon, avevo deciso d'indossare un maglione a collo alto e un paio di jeans...un abbigliamento antistupro.
«Amore c'è Harry giù» urlò mia madre dal salotto. Presi la borsa e subito mi catapultai dal riccio, che appena mi vide sorrise e m'abbracciò.
«Sera amore» mi sussurò e per un secondo sentì il mio cuore fermarsi per poi riprende a martellare nel mio petto e il fiato mozzarsi in gola, ma subito capì che mi stava prendendo in giro per come mi aveva chiamato mia mamma e così gli diedi un leggero schiaffo dietro la nuca.
«Mamma noi andiamo» dissi spingendo fuori Harry con me dietro.
Saliti in macchina, accesi la radio ma dopo pochi minuti il ragazzo vicino a me la spense. Lo guardai in cagnesco e lui rise nel vedere la mia espressione, così molto delicatamente gli lasciai un pugno sul braccio destro.
«Ma cosa ho fatto?» chiese massagiandosi il punto in cui l'avevo preso.
«Hai spento la radio, voglio ascoltare la musica» dissi con una voce da bambina capricciosa che scaturì la sua risata cristallina.
«Ma no dai, voglio il silenzio» disse mettendo in moto e io scocciata non fiatai per tutto il viaggio.
Quando fermò la macchina davanti casa, aprì bruscamente lo sportello e prima d'uscire sentì una sua mano bloccare il mio braccio. Mi girai per guardarlo e quando mi ritrovai i suoi occhi nei miei, arrossì e lui per aumentare il mio imbarazzo rise.
«Dove vai?».
«Da Zayn, almeno lui vuole parlare con me» risposi liberandomi dalla sua presa. Non ero offesa o peggio arrabbiata, solo che volevo divertirmi un po. 
«Scema vieni dai» disse ricorrendomi per il vialetto di casa sua e quando mi affiancò, non perse tempo e m'abbracciò.
«Lasciami brutto riccio» dissi cercando di non ridere, ma con scarsi risultati. Si allontanò da me e dopo avermi lasciato un pizzicotto sulla guancia destra, che diventò ancora più rossa, mi prese per mano ed entrammo in casa.
Dopo i saluti con la famiglia Styles e Malik, ci sedemmo a tavola e la cena passò tra risate e cibi buonissimi. Essere lì era davvero fantastico, i genitori di Harry e Zayn erano fantastici.
«Anne buonissimo tutto» dissi alla donna davanti a me, che mi sorrise grata.
Aiutai a ripulire la cucina anche se le donne di casa non volevano, come ogni volta che andavo a cena da loro, ma io non m'arrendevo mai. Dopo essere stata ringraziata per l'aiuto, mi diressi nella stanza dei giochi d'Harry, dove trovai lui e Zayn. Era una stanza particolare, dove c'erano videogiochi a non finire e anche un sacco da box, ovviamente.
«Sera gente, fatemi sedere perchè il mio stomaco sta per scoppiare» annunciai quando entrai in stanza.
«Vieni bella mora» disse il moro facendo segno di sedermi sulle sue gambe e non me lo feci ripetere due volte.
«Hai detto che ti volevi sedere, no che ti volevi tuffare» constatò il riccio quando vide il modo in cui mi 'sedetti' sulle gambe di suo cugino.
«Dettagli» dissi ridendo.
La serata passò tra risate e punzecchiamenti, eravamo felici perchè eravamo insieme. L'unica cosa che odiavo era il fatto che tutti i miei amici non erano lì presenti.
«Styles, Malik..ma tutti gli altri dove sono? Voglio vederli».
«Ah quasi dimenticavo, domani si passerà l'intero giorno e anche la notte a casa del signorino Horan» annunciò felice Harry e io prontamente urlai come una bambina.
«Quindi totale casino» disse Zayn facendomi cadere per terra.
«Malik io ti uccido» dissi cercando di avere un tono e un'espressione di una ragazza incazzata nera, ma non ottenni il risultato che desideravo perchè il moro si alzò dal divano e mi stritolò in un bell'abbraccio al quale poi s'aggiunse anche il riccio.
«Vi voglio bene ragazzi miei» dissi mentre ero tra le loro braccia.




*Spazio autrice
Scusatemi per tutto, per il ritatrdo e anche per il fatto che questo capitolo sia orribile.
Però volevo comunque ringraziare tutte coloro che stanno leggendo e recensendo, chi aggiunge la storia tra le preferite/ricordate/ seguite...grazie di cuore **
Ah quasi dimenticavo, AUGURI DI BUON NATALE AMORI BELLE xx
Un bacio

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Capitolo 8
*** Horan's house (first part) ***




                                                   



 

CAPITOLO SETTE - Horan's house (first part) 


Volevo passare un'intera giornata a casa del mio amico biondo, ma sfortunatamente quelle teste di cavolo dei miei genitori, per non essere più volgare, avevano deciso di passare un pranzo a casa dei nonni con tutta la famiglia Felton al completo. No che la cosa mi dispiacesse, anzi, ma volevo passare il più tempo possibile con i miei amici. Non li vedevo da tanto e poi dovevo stritolare la mia amica preferita Kate. Ebbene si da quando quella strega di Jade era scomparsa dalla mia vita, il mio rapporto con Kate s'era consolidato maggiormente e ne ero felice.
«Margaret muovi quel culo dal letto e corri in bagno, tra meno di dieci minuti dobbiamo essere in macchina» urlò mia mamma entrando in stanza e aprire le finestre, gesto che odiavo. Appena sveglia ero davvero una drogata e odiavo vedere la luce del sole nella mia stanza, mi faceva venire un dolore atroce alla testa.
«La luce cazzo» bofonchiai, con la speranza che mia mamma non avesse sentito nulla.
«Questa è la preghiera del mattino? Complimenti». Ecco aveva sentito tutto, odiavo quando pronunciava quella frase...mi faceva passare per una ragazza cafona, cosa non molto vera. La vidi, finalmente, uscire dalla mia camera e dopo un paio di minuti decisi d'alzarmi dal letto e dirigermi in bagno. Mi lavai senza nessun entusiasmo e così anche quando mi vestì, prima di scendere giù in salotto preparai la borsa che avrei portato da Niall e poi sistemai la mia camera.
«Sono pronta, andiamo» dissi indossando il cappello, sistemandomi la sciarpa. Era Febbraio, ma faceva davvero freddo in quella piccola città in cui vivevo e quindi il mio abbigliamento era più che giusto. Pensando a Febbraio, io dovevo ancora comprare il regalo di compleanno per Zayn...domani mattina avrei rapito Kate per tutto il giorno e ci saremmo rinchiuse nel centro commerciale.    
«Non fai colazione?» chiese questa volta mio padre, indossando anche lui una giacca pesante.
«Sono quasi le tredici, poi da nonna ci sarà di tutto e di più» dissi accennando un piccolo sorriso.
Dopo qualche minuto, entrai in macchina seguita dai miei. Mi sistemai nei sedili posteriori e chiesi gentilmente a mia mamma d'accendere la radio. Partì una canzone davvero lenta e sdolcinata, non proprio il mio genere. Si, amavo le canzoni lente ma romantiche da farti venire la nausea no.
Non ero proprio una ragazza romatica che sognava il principe azzurro su un bel cavallo bianco, non l'ero più.
«Mamma, guarda che ho preso io il borsellino con i trucchi» avvisai mia mamma, che annuì.
«Scricciolo non farci stare con un pensiero fisso, stai attenta» mi disse mio papà mentre guidava.
«Si, mica vado in guerra» dissi divertita, ma quel mio sarcasmo i miei non lo colsero.
«Mamma mamma, alza il volume» dissi quasi urlando, quando sentì le prime note della mia canzone preferita.
«Aspetta come si chiama questa canzone?» chiese mia mamma cercando di ricordare.
«Unconditionally di Katy, adesso però non fiatate che devo ascoltare» dissi quasi rimproverandoli.
«Oh no, did I get too close? Oh, did I almost see what’s really on the inside? All your insecurities. All the dirty laundry. Never made me blink one time» canticchiai«Unconditional, unconditionally. I will love you unconditionally. There is no fear now. Let go and just be free. I will love you unconditionally» cantai o meglio urlai.
Quella canzone, quelle parole erano bellissime e poi quando l'ascoltavo, mi ponevo sempre la solita domanda: avrei mai amato incondizionatamente una persona?
Avrei mai trovato il ragazzo che avrebbe amato me incondizionatamente? 
Avrei mai avuto la possibilità di sentirmi importante per qualcuno?
Ok, non ero una ragazza romatica o meglio sdolcinata, ma come ogni ragazza sentivo il bisogno d'amare e d'essere amata. 
Immersa nei miei pensieri non mi resi conto d'essere già arrivata a casa della nonna, così dopo essermi rimessa i guanti e il cappello aprì lo sportello della grande macchina nera e misi piede fuori. Avevo davvero freddo, così corsi verso la porta d'ingresso e suonai senza sosta fino a quando un uomo dai capelli ormai bianchi, non venne ad aprire la porta sorridente.
«Nonno» dissi abbracciandolo fortissimo. Nonno Oscar, era stato come un secondo papà per me....quando papà era fuori per lavoro lui era sempre a mia disposizione e l'amavo tanto. Dopo aver salutato anche la nonna, mi diressi verso il salone dove sistemai la mia giacca, i miei guanti, il mio cappello e la mia sciarpa in una cabina armadio e poi raggiunsi tutti gli altri parenti.
«Quella è mia nipote? Mamma mia tutta uguale alla zia grande» disse zia Jess abbracciandomi divertita.
«Si zia sogna, io sono me e tu sei tu».
«Ok, non iniziare a fare certi giri di parole, che poi non capisco nulla» rise contagiando anche me.
Il mio stomaco chiedeva cibo, così corsi in cucina dove trovai tutte le donne di casa intente a preparare il pranzo. Senza dare nell'occhio m'avvicinai ad una ciotola che conteneva delle patatine e prima che potessi gustarmele, un colpo di tosse mi fece sobbalzare.
«Nonna dai, ho fame» dissi in mia difesa, facendo ridere la donna davanti a me.
«Allora signorinella, questa sera resti a dormire?» chiese.
«In realtà vado a casa di un mio amico appena finisce il pranzo, non fare quella faccia non siamo soli» dissi divertita vedendo il sorrisetto della donna che amavo.
«Mm mm, non sono nata ieri cara».
«Nonna» urlai sbalordita.
Finalmente l'ora di sedersi a tavola era arrivata e io mi catapultai sulla mia sedia. Mangiai o meglio divorai tutti gli antipasti e non vedevo l'ora di mangiare il primo, il secondo, la frutta e il dolce. Ero un pozzo senza fondo.
Erano passate non meno di due ore da quando avevamo iniziato a pranzare e non avevamo ancora finito, non perchè ci fossero troppe cose da gustare solo che tra risate e pettegolezzi il tempo era volato. Adesso eravamo al dolce, quando qualcuno suonò alla porta e vidi mia zia andare ad aprire.
«Margaret è per te» urlò questa tornando in sala facendomi un occhiolino. Cosa voleva?
Curiosa m'alzai dalla sedia e mi diressi verso la porta d'ingresso, dove mi trovai un Harry che si guardava interessato le scarpe.
«Ehi tu cosa ci fai qui?» chiesi cercando di nascondere il sorriso che stava per nascere sulle mie labbra, ma che non riuscì a contenere quando il riccio davanti a me sorrise.
Adoravo quel sorriso e quelle fossette che si formavano quando lo faceva, adoravo anche i suoi occhi che diventavano più piccoli e splendevano di una luce bellissima.
«Sono passato a prenderti» disse ovvio e poi subito ricordai che lui doveva passare per poi andare da Niall.
«Oh giusto, ma io sto ancora mangiando il dolce».
«Fammi entrare allora, voglio anche io il dolce» disse schietto, facendomi alzare gli occhi al cielo.
«No caro, tu poi metti troppi chili e ti si forma la pancia» dissi screditandolo.
«Ma guarda questa» disse indicandomi con una mano facendomi ridere, una risata che contagiò anche lui.
«Margar...oh ciao Harry, cosa ci fai impalato fuori? Entra così mangi anche tu un bel pezzo di torta» disse mia madre quando venne a controllare perchè ci impiegassi troppo tempo. Harry le sorrise grato, mentre io sbuffai causando una sua piccola risata alla quale io risposi con una linguaccia.
«Famiglia, questo è il mio migliore amico Harry e adesso si ruberà un pezzo della mia torta e poi lo manderò fuori a calci» dissi presentando il ragazzo vicino a me, che sorrise imbarazzato. Tutti salutarono il riccio e mia nonna gli ofrì un pezzo di torta al cioccolato, la mia torta al cioccolato.
«Non vale, a lui è più grande» dissi guardando sbalordita il pezzo di torta.
«Peggy...» stava per dire qualcosa si sconcio, ma subito lo fermai mettendo una mia mano sulla sua bocca.
«Mangia e non fiatare Styles» dissi liberandolo, ma come m'aspettavo iniziò a ridere.
Finito di mangiare il dolce, aiutai a ripulire la tovaglia e poi tornai in salotto. 
«Peggy che dici andiamo?» chiese il riccio seduto vicino a me.
«Peggy? E chi è, un cavallo?» chiese divertito quel cretino di mio cugino.
«Se non la smetti, ti prendo a calci come un cavallo» dissi facendogli un occhiolino.
«Buona questa battuta, comunque Peggy è il suo nomignolo per me» disse Harry cercando di trattenere qualche risata per la battuta fatta da quel cretino di Lucas.
Prima di prendere tutta la mia roba e salutare la mia famiglia, notai tutte le donne presenti in stanza guardare con ammirazione il riccio. Stregava tutte quel ragazzo.
«Haz andiamo. Ciao famiglia ci vediamo» dissi salutandoli tutti e spingere fuori casa quel cretino del mio migliore amico.


Finalmente ero davanti casa Horan e con un sorriso stampato sul volto, suonai al campanello con vicino Harry.
«Amore mio» urlai quando una chioma di capelli marroncioni venne ad aprire.
«Ciao piccola, ti voglio bene anche io» disse stringendomi tra le sue braccia.
«Lou lasciala anche a noi» disse qualcuno raggiungendoci e subito corsi ad abbracciare i miei amici, che ridevano per quella scena tanto strana.
«Mi siete mancati davvero tanto, pensavo di non sentire la vostra mancanza in questa settimana».
«Non è colpa nostra se sei una frana in matematica e hai dovuto passare una settimana sui libri, anche se per Harry il tempo lo trovavi» disse Kate alludendo a qualcosa che solo io capì e questo mi fece sorridere. Infatti era vero, per Harry il tempo l'avrei sempre trovato, per stare un po con lui mi sarei sacrificata.
Entrata in salotto, notai come quella santa aveva subito dei cambiamenti. Ero solita guardare il salotto della casa Horan in un ordine impeccabile, ma quel giorno regnava il caos più totale. Materessi per terra, cartoni della pizza buttati malamente nel cestino e videogiochi collegati al televisore.
«No no e no, io voglio vedere un film» protestai vedendo Liam e Zayn intenti ad uccidere dei mostri di un videogioco che amavano particolarmente, ma del quale non ricordavo il nome. Senza troppe preghiere, spensero la Play e tutti insieme iniziammo a scegliere cosa guardare.
«Horror?» chiese Lou e io scossi la testa.
«Azione? Avventura?» chiese ancora e io scossi ancora la testa.
«Romantico?» chiese e io alzai un sopracciglio e subito capì che non avrei mai guardato una cosa del genere.
«Guardiamo una commedia?» chiese poi Niall, facendomi illuminare gli occhi.
«Si dai, guardiamo una commedia» dissi tutta pimpante, facendo gli occhi dolci ai quali nessuno resisteva.
Come non detto, stavamo guardando tutto tranne che una commedia. Era un film davvero orrbile, sangue e ancora sangue. Che schifo. Cercavo lo sguardo di qualche presente, sperando poi di andare via e parlare, ma nessuno e ripeto nessuno distoglieva lo sguardo dallo schermo della tv.
Come un cretina mi ritrovai ad osservare i lineamenti del profilo di Harry. Osservavo il suo mento perfetto, il suo naso non perfetto ma bellissimo sul suo viso e osservavo incantata le sue labbra, che avrei voluto solo per me.
Harry mi piaceva, ma non potevo rovinare la nostra amicizia era fondamentale per me averlo vicino e solo al pensiero di rovinare tutto per una mia cotta, mi sentivo male. Forse era troppo esagerato, ma lui mi completava. Sembrava che fosse la parte mancante di un puzzle, un piccolo pezzo che nessuno aveva trovato per completare il lavoro, ma quel pezzo lui era riuscito a trovarlo. Il suo arrivo, la sua presenza nella mia vita aveva completato quel puzzle che era il mio cuore.
Averlo come amico era già qualcosa di davvero importante per me, averlo come fidanzato sarebbe stato bello ma meglio lasciare tutto alla normalità. 
«Mm mm» tossì qualcuno e solo in quel momento smisi di guardare Harry e mi voltai verso la mia amica, che mi sorrise divertita. Lei sapeva quello che provavo per il riccio, sapeva tutto e mi odiava perchè non avevo il coraggio d'affrontarlo. 
Continuai a guardare il film senza nessun tipo d'interesse e con una totale tranquillità appoggiai la mia testa sulla spalla del mio migliore amico. Amavo il suo profumo, dava di pesca e io adoravo la pesca. Harry era davvero importante per me, non sapevo con certezza se quello che provavo per lui fosse amore o semplicemente attrazione fisica, ma fatto sta che senza di lui mi sentivo piccola piccola.
«Ehi bella addormentata, il film è finito» sussurò qualcuno al mio orecchio mentre sentivo una mano accarezzarmi la schiena. Aprì quel poco che mi serviva gli occhi e notai quanto il viso di Harry fosse vicino al mio, ero completamente avvinghiata a lui con la testa sulla sua spalla e un braccio intorno alla sua vita. Non ero imbarazzata, solo che avere il suo viso così vicino mi fece arrossire.
«Cosa?» chiesi flebilmente e lui sorrise nel vedere come mi fossi stretta ancora di più a lui.
«Peggy il film è finito, dobbiamo andare in cucina per preparare le pizze» disse lasciandomi un dolce bacio fra i capelli, gesto che mi fece sorridere.
Svogliatamente mi allontanai da lui e mi alzai dal divano con ancora gli occhi semichiusi. Sentì il divano fare uno strano rumore e poi subito dopo mi ritrovai tra le braccia di qualcuno, non volevo aprire gli occhi così decisi di riconoscere quel qualcuno dal suo profumo e indovinate? Era il profumo della pesca, segno che si trattasse del riccio. Decisi di farmi cullare da lui, che ridendo camminava con me tra le braccia verso la cucina.
«Sembra una drogata» disse improvvisamente Niall vedendomi entrare in cucina.
«Sembra? Questa è una drogata» lo corresse Harry ridendo lievemente, risata che venne stoppata da una mia gomitata nel suo fianco destro.
Risvegliandomi del tutto, mi allontanai da Harry che ricevette una mia occhiataccia alla quale rise di gusto e poi mi diressi verso i fornelli dove c'era una Kate intenta a far bollire l'acqua e a lessare le patate. M'avvicinai a lei, che appena mi vidi sorrise e mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia.
«Dormito bene tra le braccia del tuo Romeo?» chiese divertita facendomi arrossire.
«Mai dormito meglio in vita mia» risposi stando al suo gioco.
Preparare la pizza con cinque ragazzi che sono davvero impediti ai fornelli, era un'impresa. C'era chi impastava e aggiungeva troppa acqua all'impasto facendolo diventare liquido, chi invece lo faceva diventare duro come una pietra e poi c'erano i cretini di turno che si divertivano a sporcare con la farina.
«Louis William Tomlinson, lascia quel pacco di farina e vieni ad aiutarmi, altrimenti ti allargo i boxer e ti metto tutta la farina dentro» dissi con tono minaccioso.
«Agli ordini Margaret Grace Felton» disse divertito facendo il gesto dei militare e mettersi sull'attenti.
Disperata, mandai fuori dalla cucina Liam e Zayn che avevano combinato un totale disastro con quel povero impasto che andò dritto nei rifiuti. Fortunatamente avevo Niall ed Harry che erano portati per la cucina e quindi loro aiutavano parecchio, cosa che non faceva Louis che per sicurezza avevo cacciato fuori dalla cucina a calci.
«Peggy sei brava in cucina, beato chi ti prende» constatò il riccio ridendo.
«Grazie Styles, anche tu sei bravo e beata chi prende te allora» dissi ridendo a mia volta.
«No ma grazie per la considerazione» dissero Niall e Kate.
«Sentite voi state già messi bene, siete entrambi bravi in cucina» scherzai, causando le risate di tutti i presenti.
«Perchè ridete? Voglio ridere anche io» disse Lou sbucando dalla porta e appena lo vidi gli lanciai un'occhiataccia che lo fece rabbrividire ed uscire dalla stanza.
Dopo più di quattro ore, avevamo finito di cenare e ci eravamo catapultati in salotto per rendere felice Louis che aveva il desiderio di giocare a 'verità o penitenza', gioco che odiavo particolarmente.
«Inizia Liam, allora verità o penitenza?» chiese gasato Louis.
«Verità» rispose questo titubante vedendo il sorriso sghembo del suo amico.
«Chiama la professoressa di filosofia e dille che l'ami» impose Lou e nella stanza si levarono le nostre risate, tranne quella di Liam che lo guardò sbigottito.
«Tu sei pazzo, quella mi boccia sicuro poi».
«Mamma mia Liam che palle, allora bacia Margaret o anche lei ti boccia?» disse Lou indicandomi.
«No, l'uccido ed è molto peggio» dissi seria, facendo ridere Niall che vedendo la mia faccia si zittì.
Dopo varie prediche, quel cretino di Lou buttò letteralmente Liam su di me per farci scambiare un bacio da emeriti coglioni. Stufa, mi alzai da terra e m'avvicinai a Liam che mortificato mi baciò. Un semplice bacio senza nessun tipo di sentimento a no, un sentimento c'era...l'odio reciproco per Lou.
«Bene, adesso andiamo avanti» prese parola Harry, che mi prese da un polso e mi fece cadere con poca eleganza per terra vicino a lui, ricevendo un mio sguardo interrogativo al quale lui rispose con un sorriso e un piccolo bacio sulla guancia.
«Margaret Felton, verità o penitenza?» chiese ancora quel cretino dagli occhi belli come il cielo.
«Dopo quello che mi hai fatto fare, dico verità».
«Bene, avevo già la domanda pronta. Sei vergine?» chiese con un tono di voce malizioso, ma che mi fece alzare solo gli occhi al cielo.
«Dovevo aspettarmelo da te, comunque non sono vergine» dissi con un po d'imbarazzo.
«Chi è stato? Chi ti ha toccata?» chiese improvvisamente il riccio vicino a me, con troppa insistenza e curiosità.
«Styles non è il tuo turno a fare domande e poi di domande se ne fa solo una» dissi dandogli un pizzicotto sul fianco destro.
«Ehi non farlo mai più» disse catapultandosi su di me, ritrovandosi a cavalcioni sul mio corpo pronto per torturarmi con il solletico. Io odiavo il solletico e solo l'idea di ritrovarmi le mani di qualcuno sui miei fianchi, mi faceva ridere a perdifiato.
«Harry ti prego non farlo» lo supplicai, ma nulla da fare. Iniziò a solleticarmi leggermente i fianchi e io iniziai a dimenarmi sotto il suo corpo. Sentirlo ridere vedendo me che mi dimenavo per sottrarmi alla sua presa, mi fece riempire il cuore d'amore. Lui mi faceva ridere, lui mi rendeva felice e mi faceva sentire speciale anche solo con un piccolo sguardo, che per me aveva un significato che andava oltre l'amicizia.
Quando finì di torturarmi, il giro riprese con Kate. Avevo davvero paura, poteva benissimo farmi fare qualcosa di orribile o peggio dire al riccio di farmi qualcosa d'orribile. Ed ecco che toccò al povero riccio che prontamente rispose di voler subire una penitenza.
«Lascia un dolce bacio a Margaret all'angolo delle labbra» disse sorridendo per poi lanciarmi uno sguardo di chi mi stesse facendo un favore. Vidi Harry inumidirsi le labbra e il mio cuore iniziò a battere forte, poi quando s'avvicinò al mio viso il fiato mi si mozzò in gola
«Styles non mi devi stuprare» dissi divertita mentre dentro di me si scatenava un tornado d'emozioni.



*Spazio autrice
Salve gente, come sono andate le feste? Avete mangiato come dei maiali? AHAHAH io rischiavo di scoppiare lol
Coomunque eccovi il capitolo, cosa ne pensate? Siate sicere :)
Credo che mi odierete per come vi ho lasciate, ma non preoccupatevi ** PS:scusate se sto scrivendo così,cioè in grassetto ma ho avuto dei problemi con alcuni capitoli e quindi per non fare scritture diverse sto facendo tutto così...spero non crei problemi durante la lettura
Un bacio xx

                                             

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Capitolo 9
*** Horan's house (second part) ***




                                                   



 

CAPITOLO OTTO - Horan's house (second part)


Troppo vicino per respingerlo, troppo in ansia per muovermi e il mio cuore batteva così forte da non riuscire a parlare. In una frazione di secondi, sentì quelle sue labbra così vicine alle mie e automaticamente chiusi gli occhi per godermi al massimo quel momento. Quando s'allontanò da me mi sentì vuota, come se una parte di me mi avesse lasciata solo senza nessun preavviso.
Dopo quel semibacio il giro continuò senza nessun problema, anche se io mi sentivo il cuore battere senza mai rallentare. Adesso era il turno di Harry, adesso lui avrebbe fatto domande o deciso che penitenza infliggere.
«Peggy, verità o penitenza?» chiese guardandomi con un ghigno.
«Verità Styles, tu mi fai paura» risposi sincera ridendo, contagiando anche lui.
«Allora, chi era? Chi ti ha toccato per la prima volta?» chiese senza distogliere lo sguardo dal mio, mi sentì morire. 

Dovevo dirlo? Dovevo rivelare ai miei amici chi è stata la mia prima volta? Non ero pronta, ma lui era pronto a saperlo? Harry era pronto ad ascoltare? La risposta a tutte le varie domande era certamente 'no', ma dovevo farlo.
«Scusate se sono stata zitta per tutto questo tempo, scusate se siamo stati zitti e non abbiamo detto nulla ma ci sembrava così inutile» iniziai col difendermi e il mio sguardo andò a finire proprio su di lui, sul ragazzo che mi aveva tolto la purezza.
«L'abbiamo fatto così senza pensarci, io avevo paura ero stata delusa troppe volte in amore e volevo che la mia prima volta fosse con qualcuno che tenesse davvero a me, che non puntava solo al mio culo» spiegai «Il sentimento che provavo per lui era solo d'amicizia e lui lo sa bene, non abbiamo mai provato nulla che potesse andare oltre l'amicizia. Può sembrare quasi assurdo che dica una cosa del genere anche se sono andata a letto con lui, ma è la pura verità. Se devo essere sincera, con lui è stata la mia prima volta ma era solo sesso, non era amore» conclusi il discorso, senza rispondere alla vera domanda infatti tutti mi guardavano interrogativi ma appena il mio sguardò ritornò al moro, tutti capirono.
«Non ci posso credere» disse Harry alzandosi bruscamente da terra, per poi dare un pugno al muro ed uscire fuori casa furente. Guardai la scena senza fiatare era arrabbiato, ma perchè? Forse perchè sperava che io gli dicessi tutto senza nascondere nulla, ma quella cosa era così insignificante che non reputavo necessario farla sapere.
Tutti i miei amici mi guardarono meravigliata, guardavano me e Zayn senza proferire parola. Li avevo delusi? 
«Ragazzi scusate se non l'ho mai detto, ma come vi ho spiegato prima non era importante per me e Zayn lo sa benissimo. Io e lui siamo come fratelli, lui mi vuole bene e io voglio bene a lui. Io non l'amo, io amo quel cretino che è andato via» dissi scoppiando a piangere, ma appena mi resi conto delle parole dette mi coprì la bocca con una mano.
«Non ditelo, non dite ad Harry quello che ho appena confessato vi prego» li supplicai e loro mi sorrisero.
«Non preoccuparti, si è capito da tanto tempo poi Kate ci ha riferito qualcosa» disse Niall abbracciandomi e io sorrisi fra le sue braccia.
«Scusattemi ancora».
«Non preoccuparti piccola Margaret» dissero tutti abbracciandomi fortissimo e io mi sentì amata e felice come una bambina.



Pov.Harry

Era andata a letto con lui, con il suo migliore amico.
Lei si era fatta toccare per la prima volta da lui. Ero furioso, così furioso d'essere andato via da quella casa dopo aver dato un pugno nel muro. Un pugno dato con tanta violenza, che mi stava solo facendo perdere sangue dalle nocche della mano.
Dopo aver lasciato casa Horan senza lasciare nessun tipo di spiegazioni, avevo preso la mia macchina e avevo iniziato a vagare per le vie buie della città cosa che stavo ancora facendo. Avevo il volume della radio al massimo e me ne fregavo di svegliare qualcuno, dovevo pur sempre reprimere quella vocina nella mia testa che ripeteva il discorso fatto da quella ragazza con gli occhi colore dell'oceano.
Perchè ero così furioso nel sapere che lei si fosse concessa a Zayn? Ovvio, ero geloso.
Ero giallo dalla gelosia, lei non l'amava e questo lo sapevo, ma faceva male. Io per quella ragazza avevo perso la testa, forse me ne stavo innamorando, ma cosa dico? Io ero già innamorato di lei, ma non avrei mai compiuto quel grande passo del dichiararmi perchè non volevo perderla.
Lei non mi amava, ero il suo Haz il suo migliore amico, quello del quale ti fidi senza nessun limite. Rovinare la nostra amicizia sarebbe stato da incoscienti.
Avrei tenuto il mio amore segreto, avrei fatto di tutto pur di averla vicino a me anche se solo come amica perchè averla con me, era l'unica cosa che mi rendeva davvero felice. 
Vagavo ancora per le strade buie ed isolate di Holmes Chaple, mentre la radio non smetteva di trasmettere musica orribile che veniva sovrastata dal suono del mio telefono. Non aveva mai smesso di squillare o di vibrare, le chiamate e i messaggi non finivano mai, i suoi messaggi e le sue chiamate non cessavano. Mi sentivo un mostro, lasciarla lì sola mi faceva sentire una persona orribile.
Avevo deciso di lasciare il mio amore non ricambiato segreto, ma non potevo cambiare la mia vita così all'improvviso. L'unico modo per farlo, era quello di partire per un po, e quale posto migliore se non casa dei nonni a Londra?
Si, dovevo andare da loro per capire come fare ad affrontare Peggy e come vivere la mia vita in sua compagnia e vederla solo ed esclusivamente come la mia migliore amica, perchè lei era la mia piccola Peggy, la ragazza che mi punzecchiava e mi faceva ridere con le sue facce buffe. 
Forse, no certamente, era la prima volta che il mio cuore aveva scelto una ragazza così complicata e distante. Peggy sembrava una ragazza semplice, ma se la si conosceva bene si poteva benissimo capire che nella sua vita prima nulla era tutto rose e fiori.
Il quarantesimo messaggio arrivò, il suo quarantesimo messaggio arrivò.
"Harry dove sei? Ti prego non ignorarmi". Dovevo risponderle.
"Sono in giro per la città, ci sentiamo poi". Ero stato freddo, antipatico e scontroso, ma dovevo farlo.
Avevo deciso cosa fare, infatti stavo andando verso casa per preparare i bagagli e partire. Non avrei avvisato e salutato nessuno, tantomeno non avrei salutato lei. Sapevo che il mio gesto era da codardi e da insensibili, sapevo che con certezza lei avrebbe sofferto e avrebbe dubitato del bene che le volevo, ma si sarebbe sbagliata. Io l'amavo e stare lontano da lei sarebbe stata una tortura, ma era necessario se volevo che il nostro rapporto continuasse ad esistere e a consolidarsi.
«Mamma non farmi domande, ma io parto» dissi entrando in casa, aprendo la porta bruscamente.
«Dove vai?» chiese colei che pensavo fosse mia mamma, ma mi sbagliavo.
«Margaret...» il fiato mi si mozzò in gola quando la vidi davanti a me, con gli occhi rossi e gonfi.
«Adesso sono Margaret per te? Non sono più Peggy?» chiese con voce debole, vederla così mi faceva sentire un vero è proprio mostro.
«No, tu sei la mia Peggy» dissi con un tono di voce dolce.
«Allora perchè parti?».
«Perchè...ecco..devo partire per esigenze personali» inventai.
«Quando torni?» chiese con un tono di voce strano, aveva paura che la lasciassi sola.
«Quando sistemerò tutto».
«Non lo fare ti prego Harry» disse avvicinandosi a me per abbracciarmi, ma con molta volontà d'animo la respinsi.
«Vai via Margaret, ti supplico rendi tutto più difficile» dissi aprendo la porta per farla uscire.
Lei mi guardava sbigottita, non si sarebbe mai aspettata tutto questo. Vedevo che i suoi occhi pian piano diventavano sempre più lucidi e quando uscì di casa, senza degnarmi di un saluto, sentì in lontananza i suoi singhiozzi e nel mio cuore si formò un nodo troppo duro per essere sciolto con un pensiero felice.
«Harry perchè vai via? Perchè l'hai trattata così?» questa volta è mia madre che chiede preoccupata.
«Vado via per lei, per il nostro rapporto» le dico, ma lei non capisce. Nessuno può capire.
«Dove vai?» chiese ancora.
«Dai nonni a Londra, ma non cercarmi e non dirlo a nessuno. Non so quando tornerò» le dissi abbracciandola.
Dopo aver sistemato i bagagli in macchina, mi diressi verso la stazione. Avrei preso il primo treno diretto a Londra, dovevo evadere il prima possibilie da quella città. Vedevo gente stesa per terra su dei cartoni, mentre dormiva e gente che aspettava, come me, un treno. La metro era così di notte e non era un bello spettacolo.
"Treno per Londra al binario 6" ed ecco cosa annunciò la voce meccanica, che avevo sempre odiato ma che adesso amavo. No che il mio piccolo viaggio mi rendesse felice, però speravo che mi avrebbe aiutato a dimenticare qualcosa.
Mi diressi al binario 6 e appena il treno arrivò, mi sistemai in uno dei tanti posti a sedere. Il viaggio non sarebbe stato molto lungo, così digitai il numero di telefono di mio nonno.
«Ehi nonno Carl, scusa se ti sveglio a quest'ora, ma volevo dirti che sto venendo a Londra per passare un po di tempo con voi. Ci vediamo tra meno di due ore» dissi per poi chiudere la chiamata, senza lasciare il tempo a mio nonno di parlare.

Caro Harry Styles, sei pronto a mettere in un angolino del tuo cuore l'amore per la tua Peggy? Certo che no, ma spero che questo piccolo viaggio possa essere d'aiuto.


*Spazio autrice
Vi sareste mai aspettate una cosa del genere? Spero di no, perchè il fine di questa mia storie è quello di stupire chi legge AHAHA
Allora il nostro Styles parte, si allontana dalla città e dalla sua Peggy...cosa succederà adesso, lei cosa farà? Lui come vivrà a casa dei nonni?
Tutto questo lo scoprirete solo leggendo AHAH 
Un bacio xx
PS: se volete parlare, scrivermi qualcosa riguardo la storia ecc... questo è il mio twitter
 
https://twitter.com/helpmesingthis
 

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Capitolo 10
*** I'm happy, You know? ***




                                                   



 

CAPITOLO NOVE - «I'm happy, You know?»


Triste?
Sola?
Vuota?
Persa?

Ormai non sapevo più come descrivere il mio stato d'animo, forse l'aggettivo più vicino era 'persa'. Senza lui ero persa, senza il mio Harry ero una nullità. Perchè mi aveva lasciata sola? Cosa avevo fatto di sbagliato? Mille domande, zero risposte.
«Margaret esci stasera?».
Ed ecco che Kate, come ogni giorno da più di una settimana, mi chiede la stessa cosa e io le rispondo sempre di no. Erano passate quasidue settimane da quando Harry era andato via, quasi due settimane che restavo chiusa in camera, ma adesso non posso più. Devo uscire, devo cercare di svagarmi e poi devo comprare il regalo per Zayn e comprare gli ultimo oggetti per la festa a sorpresa sempre del moro. Tra meno di una settimana il mio caro moro, avrebbe compiuto vent'anni e io dovevo stupirlo con un regalo bellissimo.
«Kate possiamo uscire prima?» chiesi.
«Certo, certo non ci posso credere. Come mai devi uscire prima?» chiese esultando perchè sarei uscita finalmente.
«Devo comprare un regalo per Zayn» confessai.
Dopo aver terminato la chiamata, mi precipito in bagno per lavarmi e sistemarmi. Quando mi guardo allo specchio, mi viene quasi da emettere un urlo per lo spavento, avevo dei capelli orribili. Mi vesto semplice e quando scendo in salotto, mia madre sorride nel vedere che sto per uscire dopo tanto tempo.
«Mamma esco con Kate e poi con tutti gli altri, ci vediamo stasera» dico lasciandole un bacio sulla guancia prima d'uscire di casa.
Dopo aver salutato Kate, ci avviamo verso il centro della città. La mia amica non osa chiedermi come sto e la cosa mi tranquillizza, non avrei mai avuto il coraggio di parlare ancora della mia situazione pessima.
«Cosa vuoi regalare al moro?» chiese Kate appena parcheggiammo.
«Sinceramente? Non è ho la minima idea» risposi ridendo anche se ero un po preoccupata, non sapevo davvero cosa regalargli.
«Oddio da quanto tempo» disse guardandomi e io la guardai confusa. Cosa voleva dire?
«Da quanto tempo che non ti vedo sorridere Margaret» disse poi abbracciandomi fortissimo fra le sue braccia.
Era vero, non sorridevo da troppo tempo. Lui che mi faceva sorridere sempre, adesso era la causa della mia tristezza. Mi mancava da fare schifo, un vuoto era presente nel mio cuore. Quel vuoto era sempre quello che lui, con la sua presenza, aveva colmato.
«Andiamo dai» dissi cercando di cambiare discorso o meglio ancora di non avviare nessun discorso, perchè la mia voce era così debole e i miei occhi stavano cercando di non versare nessuna lacrima, che la mia attenzione doveva andare solo all'essere forte e non crollare.
Negozi, negozi e ancora negozi ma tra le mie mani non c'era nemmeno una busta. Non avevo trovato nulla che potesse andare bene per Zayn. Adesso però dovevo dedicarmi al mio stomaco, avevo davvero fame e cosa non può essere perfetto come pranzo se non la mia cara pizza margherita? Semplice ma ottima.
«Allora ci sono novità?» chiese a Kate mentre bevevo un po di coca.
«Novità in che senso? Se intendi quel genere di novità, nulla non sappiamo dove si trovi» rispose guardandomi mortificata. Non intendevo quel genere di novità, non volevo sapere nulla proprio come non sapevo dove si fosse cacciato. Avevo supplicato la sua famiglia a darmi qualche inidizio ma nulla, avevo continuato a chiamarlo ma il telefono era sempre spento. L'unica certezza era che si trovava ancora in Inghilterra, perchè la segreteria, che ormai era diventata mia amica, parlava inglese. 
Avevo pensato anche all'America, ma Harry non avrebbe il coraggio di andarci solo e poi con i pochi soldi della paghetta non potrebbe nemmeno pagare un biglietto d'andata.
«Non intendevo quelle novità, volevo sapere con Niall come va?» chiedo sforzando un piccolo sorriso.
«Oh..bene» dice agitata.
«Cosa succede?» chiedo preoccupata, non andava bene con Niall?
«Solo che non voglio rinfacciarti la mia situazione con Niall» dice sincera guardandomi con occhi dolci e io le sorrido grata, annuendo.
Quando finiamo di pranzare, torniamo alla ricerca di un regalo per il mio migliore amico. Non volevo comprare maglie, pantaloni o bracciali...sono cose troppo scontate e poi lui ne aveva troppe. Penso a tutti, anche alle cose più insensate, poi un lampo di genio arriva al mio cervello.
«Trovato» esulto facendo spaventare Kate che era intenta nel messaggiare.
«Trovato cosa?» chiede confusa mettendo in tasca il telefonino.
«Ho trovato il regalo per Zayn, andiamo da mio zio» dico sorridendo trascinandola con me.
La vedo correre senza sapere quale sia la meta, ma non m'interessa. Dovevo correre da mio zio e supplicarlo d'aiutarmi, il regalo che avevo pensato era quello giusto, perfetto.
In quel momento avevo messo da parte la mia tristezza ed Harry. Adesso c'era solo il pensiero fisso per Zayn e per il suo regalo strafigo.
Arrivate al negozio di mio zio con il fiatone, suonammo il campanello che fece aprire automaticamente la porta d'ingresso. Appena entrata vengo invasa da un profumo d'auto nuove e di pelle fresca, segno della qualità degli oggetti venduti in quel negozio.
«Zio Tom, ascolta ho bisogno del tuo aiuto» dico guardandolo con ogni da cucciola, occhi che lo fanno sciogliere.
«Ma tu sei pazza, quel povero ragazzo prenderà un infarto» dice dopo avermi ascoltato. Volevo regalare a Zayn, una moto bellissima. La moto dei suoi sogni, ricordo quando la vide su un piccolo giornaletto e se ne innamorò.
«Dai zio, sarebbe il ragazzo più felice di questo mondo. Sai che ci tengo a lui e poi lo conosci da quando era una piccola peste» dico sorridendo, cercando di convincerlo.
«Ok signoria, pago io tutte le spese» dice ormai arrendendosi. L'abbraccio fortissimo e lo sento ridere fra i miei capelli.
«Peggy».
Sento quel nome e subito il mio cuore si blocca per un secondo per poi iniziare a battere forte contro il mio petto. Non può essere lui, non adesso che sto cercando di sorridere. Mi volto titubante e quando vedo Lucas, emetto un sospiro di sollievo.
«Non chiamarmi così» dico fredda, uccidendolo con lo sguardo.
Dopo aver ringraziato mio zio, esco dal negozio con Kate vicino e decidiamo di raggiungere gli altri in un bar dove sono tutti riuniti. Finalmente mi vedranno fuori dalla mia camera, sorridente e sistemata. Sono troppo felice per il regalo fatto al mio moro.
«Non vale però, il tuo regalo farà sfigurare i nostri» protesta Kate, facendomi ridere di gusto.
Da quanto tempo le mie orecchie non udivano il suono della mia risata cristallina. Da quanto tempo i miei occhi non diventavano lucidi per le risate e non per le lacrime, da quanto tempo non ero...come dire, felice anche se con un vuoto dentro. Un grande vuoto dentro.
Mentre ero in macchina di Kate, che guidava verso il bar, decisi di perdere un po di tempo su Facebook. Entrata venni invasa da notifiche e richieste d'amicizia, non ci salivo da due settimane quasi. Controllai un po l'home e nulla catturò la mia attenzione, 
tutto tranne una foto. La sua foto con...una ragazza. Sorridevano e si guardavano negli occhi, quel sorriso e quegli occhi fino a qualche settimana fa riempivano le mie giornate. Da masochista, lessi i commenti che comparvero sotto la foto e il mio cuore si ruppe in mille pezzi e cadde in modo troppo violento. Leggevo continui "Siete la dolcezza", "Styles cosa mi combini?xx", "Grazie per tutto cucciolo".
Quel commento, catturò la mia attenzione più di tutti. 
La ragazza si chiamava Nicola Collins e abitava a...Londra? Come faceva una ragazza londinese a conoscere un ragazzo della periferia di Holmes Chaple? Impossibile, a meno che...corsi subito a controllare il luogo da cui la foto era stata pubblicata. Bingo, era a Londra. Styles era a Londra.
Volevo esultare, ma non ci riuscì perchè quella foto mi aveva uccisa e anche quel "Impegnata con Harry Styles" della sua nuova fiamma e quel "Impegnato con Nicole Collins" di lui, mi avevano stroncato in partenza. Addio Styles, addio idea di me e lui insieme. Il mio amore poteva andare a farsi fottere, lui non mi amava e anche se ne ero già a conoscenza, averne la coferma era stato un colpo duro, anzi durissimo.
«Kate guarda, guardali e leggi» dissi scaraventando quasi sullo stomaco della mia amica il mio telefono, che lei afferrò con sguardo interrogativo.
«Merda».
«Sono felice sai? Felice come una pasqua» dissi prima di scoppiare a piangere «Oh non sto piangendo perchè ho il cuore a pezzi, piango per la troppa felicità» dissi senza smettere di piangere. Non ero felice, mi sentivo una merda, mi sentivo inutile e sola. L'avevo perso come migliore amico e anche come qualcosa di più. Però, dovevo aspettarmelo, è un ragazzo di quasi vent'anni solo per le vie di Londra, un bellissimo ragazzo e vederlo con una ragazza era quasi scontato...ma cavolo, faceva male!
Forse era arrivato davvero il momento, forse anche io adesso stavo amando incodizionatamente qualcuno con la differenza che questo qualcuno, amava una persona diversa da me. Ripresi il telefono dalle mani della mia amica e inizia a scrivere uno stato.
"Se non vuoi che nessuno ti trovi, diventa più furbo e togli il localizzatore".
Un normale post, senza nessun riferimento, ma molto diretto e anche ironico. Dopo averlo postato, speravo che lui lo leggesse e forse avrebbe capito che l'avevo trovato e sapevo tutto. Rimisi il telefono in tasca e alzai il volume della radio.
«I wanna cry and I wanna love. But all my tears have been used up. On another love, another love. All my tears have been used up. On another love, another love. All my tears have been used up. On another love, another love. All my tears have been used up» canto quella canzone con tutta la forza che ho. Ed è vero, voglio piangere per quella foto, vorrei piangere per averlo perso e per essere stata così stupida a farlo scappare, ma le mie lacrime forse sono finite, perchè consumate tutte durante le notti passate senza ricevere la sua buonanotte.
Continuo a cantare e vedo la mia amica guardarmi mortificata, come se volesse fare qualcosa per consolarmi, ma nessuno può aiutarmi a superare questa fase. Solo io posso, solo io posso superare tutto, ma non so se ci riuscirò. Ho bisogno di lui, come le piante hanno bisogno dell'ossigeno per vivere.
La canzone finisce e prendo il mio telefono in mano quando lo sento vibrare, noto una notifica di Facebook. Curiosa sblocco lo schermo e vedo che qualcuno ha commentato il mio stato, cuirosa leggo il commento.
"E se vuole farsi trovare? Se vuole che qualcuno venga da lui, prenderlo e portarlo via con se?".
Rileggo quel commento cento volte come minimo. Cosa stava a significare? Cosa voleva dire scrivendo quel commento? Cosa voleva lui da me? Voleva che corressi da lui, prenderlo e portarlo via? L'avrei fatto, l'avrei fatto davvero ma l'avrei fatto prima, prima di essere stata ferita in quel modo. Lui non ne aveva colpa, ma senza accorgersene mi aveva ferita, mi aveva ferita in molti modi. Mi aveva ferita con la sua uscita furiosa da casa di Niall; mi aveva ferita per la non considerazione dei miei messaggi e delle mie chiamate; mi aveva ferita quando aveva rifiutato il mio abbraccio; mi aveva ferita quando mi aveva cacciata da casa sua; mi aveva ferita partendo; mi aveva ferita perchè mi aveva lasciata sola e mi aveva ferita con quella foto, con la foto di lui e una ragazza che sorridevano guardandosi negli occhi.

La vita è davvero strana, è strano come la persona che ti fa sorridere può farti così tanto male senza renderse conto.


*Spazio autrice
Orario perfetto per pubblicare ahah 
No seriamente, grazie mille davvero per le belle recensioni **
Per qualche altro capitolo, ma proprio pochi (perchè ci sono molteee cose che devono succedere in questa storia) vedremo i due amici lontani, ma non preoccupatevi ;)
Adesso vado a letto, diciamo visto che resterò sveglia per leggere qualche storia AHAH
PS: Nicola....attente a non pensare in modo sbagliato (consiglio strano ma ok ahah)
Un bacio xx

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Capitolo 11
*** This is ridiculous ***




                                                   



 

CAPITOLO DIECI - This is ridiculous


Era ormai Marzo, più esattamente fine Marzo.
Era passato un mese da quando io non ero più nella mia città, da quando non vedevo i miei amici, un mese da quando non vedevo lei.
Era passato anche il compleanno di Zayn, il compleanno di mio cugino e io non mi ero presentato. Zayn mi aveva capito benissimo, non avrei mai avuto la forza di presentarmi lì e poi ripartire come se non fosse successo nulla. Ormai tutti sapevano dove mi trovassi, ma nessuno era venuto a cercarmi e forse sapevo il perchè. Sicuramente avevano pensato di lascirmi del tempo, di non intromettersi in cose che a loro non toccano. Nessuno sapeva il vero motivo della mia parteza, solo mia cugina che adesso era impegnata a spettegolare sul mio profilo Facebook.
«Cazzo Harry, ma è davvero bella» disse guardando una mia foto con Peggy e io sorrisi.
«Non dovevi dirmelo tu» dissi avvicinandomi alla scrivania, dove si trovava lei.
«Oddio ma cosa ti ha fatto questa ragazza? Sorridi come un cretino, oddio tu sei un cretino scusa» disse ridendo.
«Ma come siamo spiritose oggi Nicola» dissi spingendola lievemente.
Nicola, era la mia cara cuginona di tre anni più grande ed era come una sorella maggiore per me. Amavamo scherzare, prenderci in giro e anche fare cavolate sul web. Una fatta recentemente è stata quella di cambiare la nostra situazione sentimentale, adesso eravamo fidanzati.
«Talpa, hanno commentato la nostra foto» annunciò divertita «Ah no, è quel cretino di tuo fratello» continuò.
«Guarda che è tuo cugino».
«Si, ma io non lo sopporto 24 ore su 24. Leggiamo cosa dice. "Che razza di cretini" ma sentilo» disse leggendo il commento di mio fratello, che mi fece ridere.
«Merda» dissi improvvisamente, facendo girare Nicola che mi osservò interrogativa.
«Jon, lui ci prova con Peggy e se adesso loro si stanno conoscendo..io l'ammazzo» dissi stringendo i pugni e facendo sorridere mia cugina.
«Ah Styles, sei anche geloso. Comunque non preoccuparti tuo fratello si sta conoscendo con una, ma non è Peggy. Si chiama Margaret» disse sorridendomi per rassicurarmi, ma non lo fece. Il mio cuore si ruppe in mille pezzi, lei stava uscendo con lui. Perfetto.
«Cretina, Peggy si chiama Margaret» dissi sedendomi sul letto con le mani nei capelli.
Cosa dovevo fare adesso? Che confusione.
«Cretino, stavo scherzando. Tuo fratello si sta conoscendo con una ragazza che si chiama Jennifer, stai tranquillo» disse Nicola ridendo. Il mio cuore si ricompose, anche se non completamente perchè in fin dei conti, da quando ero partito una parte del mio cuore l'avevo lasciata nella mia città o meglio nelle sue mani.
«Stronza» dissi per poi lasciarmi cadere sul materasso del letto che utilizzavo da quando ero a Londra.
Non vivevo con i miei nonni, ma la mia cara zia aveva pensato d'ospitarmi e io senza nessuna esitazione avevo accettato felice. No che odiassi stare con i miei nonni, ma a casa di mia zia potevo fare ciò che volevo senza nessun problema. Se fossi andato a Londra per divertirmi, tra il 'potevo fare ciò che volevo' ci sarebbe stato anche il ritirarsi tardi, ma questa volta non c'era. Le serate le passavo maggiormente in stanza a guardare la tv oppure uscivo raramente con mio cugino più piccolo di un anno. Uscivo senza andare in discoteche o pub, in poche parole stavo diventando un monaco. 
«Ma quando pensi di tornare? Io per te non posso invitare le mie amiche a dormire» disse Nicola indispettita e io risi.
«Falle venire, io posso dormire con tuo fratello cretina» dissi ovvio. La vidi pensarci un po su e poi sorrise, forse aveva capito che il mio suggerimento non era niente male.
«Preparati perchè la settimana prossima viene la mia migliore amica, è stata dai nonni per due settimana e mi manca» annunciò felice.
«Dove vivono i suoi nonni da farla stare lontana due settimane?».
«Nella tua misera città» confessò con tono disgustato.
«Ehi, lascia stare il mio paradiso» dissi divertito pizzicandole un fianco.
Restammo stesi per qualche altro minuto e poi vidi Nicola correre verso il pc, perchè il suono d'avviso per l'arrivo di qualche notifica risuonò nella stanza. Io non volli alzarmi, tanto lei mi avrebbe riferito tutto. 
«Zayn, ha commentato il post di Margaret» annunciò poco dopo, ma io non mi mossi dal letto, le chiesi solo di leggerlo a voce alta.
«"Amico, vengo a prenderti io con la mia moto strafiga che mi ha regalato la piccola Margaret" faccia sorridente e poi l'ha mensionata» dice e io capisco che per il suo compleanno, quel tesoro di ragazza gli aveva regalato la moto dei suoi sogni che aveva ripetutamente chiesto come regalo ai suoi genitori.
«Oh, Margaret ha commentato» annucia dopo qualche minuto e io scatto verso la scrivania e mia cugina ride.
«"Ehi non sono piccola, non più visto che tra due settimane arriva il grande giorno" merda è vero» dico dopo aver letto il suo commento. Tra due settimane sarebbe stato il suo compleanno, il suo diciannovesimo compleanno. Ebbene si, Peggy era più piccola di me anche se frequentavamo entrambi il quinto anno, ma lei andava un anno avanti.
«Cosa le regalo? Devo farle subito il regalo, così poi posso inviarlo e farlo arrivare in tempo» dissi camminando nervosamente nella stanza.
«Scherzi spero» se ne uscì improvvisamente Nicola e io la guardai aggrottando la fronte «Stai dicendo seriamente che vuoi spedirle il regalo? Cazzo Harry, esci quelle piccole palle che ti ritrovi - mi stuzzicò divertita - il giorno del suo compleanno, prendi un cazzo di treno e corri da lei. Stai male Harry, non hai quella luce che caratterizza i tuoi occhi. Ti manca e la cosa è palese, so che sei venuto qui per dimenticarla ma come possiamo notare entrambi, non è successo» disse lasciandomi senza parole, aveva perfettamente ragione.
«Lei mi manderebbe via» dissi abbassando lo sguardo, come se quella frase pronunciata da me stesso mi avesse ferito nel profondo.
«Ti manda via, cosa cambia? Nulla. Almeno potrà vedere che tu ti sei ricordato di lei, nonostante la distanza e il tuo comportamente da cretino, perchè scusa se lo dico ma sei stato un cretino» dice alterandosi, Nicola ci tiene a me e quindi tiene alla mia felicità.
«Cretino?» chiedo, anche se sapevo d'essere stato un cretino ma voglio sentirmelo dire.
«Si, sei stato un cretino perchè non hai affrontato la situazione. Hai girato le spalle e sei andato via, lasciando la ragazza che ami senza nessuna spiegazione. Come pensi si sia sentita lei e come credi si senta ancora? Perchè fidati lei ci sta male, altrimenti nel suo post ti avrebbe calcolato invece ha calcolato solo Zayn che è vicino a lei. Sei un cretino perchè per quella fottuta gelosia, non hai parlato subito con tuo cugino, invece ti sei ridotto a farlo solo quando eri lontano da loro».
Ancora una volta ha ragione a tutti gli effetti. Sono stato un cretino, un vero cretino.
Dovevo andare da lei per il suo compleanno? Dovevo.
«Questo è ridicolo» disse mia cugina.
«Cosa è ridicolo?» chiesi curioso.
«Che tu ti sia innamorato» disse divertita e io sorrisi, anche se la situazione non lo permetteva. Mi ero innamorato e anche se il mio amore non sarebbe mai stato ricambiato, non me ne importava. L'avrei sempre amata, avrei sempre amato la mia Peggy anche quando lei avrebbe avuto un ragazzo che amava davvero.


Ero impegnato a portare tutte le mie cose nella camera di mio cugino, quando il campanello suonò e mia cugina corse in salotto per accogliere la sua cara amica. Nicola era grande, ma con le sue amiche aveva un rapporto di una bambina, si volevano davvero bene tutte. 
Era passata una settimana dalla chiaccherata avuta con lei sul compleanno di Margaret, ma sinceramente non avevo ancora deciso. Avevo paura di un suo rifiuto, ma dovevo pur sempre tornare a casa e se volevo averla ancora vicino come amica dovevo fare il primo passo.
«Kim, lui è mio cugino Harry» disse Nicola presentandomi alla sua amica quando le raggiunsi in salotto.
«Piacere» dissi porgendole la mano che lei afferrò per poi scrutarmi con lo sgaurdo.
«Ci conosciamo? Oh, ma è vero. Tu sei Harry il migliore amico di mia cugina».
Cosa voleva questa dalla mia vita? Era per caso pazza?
«Non capisco» dissi sincero e la vidi sorridere per la mia faccia da cretino.
«Sono Kim, la cugina di Margaret, non mi sono presentata quel giorno da mia nonna» disse ridendo.
«Ah si, allora piacere di conoscerti» dissi cercando di sorriderle, non riuscivo più a pensare.
Era la cugina di Peggy, lei era in casa di mia cugina non che sua migliore amica. La mia testa stava per esplodere. Vidi le due ragazze salire in camera, ma prima che potessero scomparire completamente dalla mia visuale, fermai Kim.
«Ehi scusa se posso sembrare invadente, ma potrei usare il tuo telefono per messaggiare con Margaret? Io non ho credito» chiesi sorridendole.
«Oh si certo, ma come mai sei qui? Sei in vacanza?» chiese curiosa, ok non sapeva nulla della mia situazione con sua cugina. Non le risposi, annuì solamente.
Mi diressi verso il divano, con il telefono in mano e iniziai a scrivere qualcosa sullo schermo di quell'aggeggio.

A: Margaret
«Ehi cugina bella».

Da: Margaret
«Ehi topa, come va?».

A: Margaret
«Alla grande, sono dalla mia migliore amica per passare un giorno insieme. A te come va?».

Da: Margaret
«Oh, si va avanti. La conosco la tua amica? :)».

A: Margaret
«Non credo, comunque perchè non vieni a Londra un giorno di questi?».

Scrissi quel messaggio sperando di leggere la sua risposta positiva, speravo di vederla.

Da: Margaret
«Non credo sia una buona idea, in questo periodo Londra non mi piace».

A: Margaret
«Come mai? Hai sempre amato Londra».

Ed era vero, lei aveva sempre sognato di vivere a Londra. Sognava di fare shopping nei negozi più belli di tutta Londra, di vivere in un palazzo alto 100 piani e di scendere la mattina ed essere invasa da una massa di gente che correva per andare a lavoro.

Da: Margaret
«Fidati, in questo periodo non voglio esserci».

A: Margaret
«Ok, comunque sono a casa della mia migliore amica e c'è anche Harry il tuo migliore amico».

Da: Margaret
«Ah, ma cosa ci fa lì? La tua amica come si chiama? Così la cerco su Facebook ;)».

A: Margaret
«Dice di essere in vacanza, comunque si chiama Nicola Colins».

Da: Margaret
«Ah allora la conosco. Adesso vado, salutami lui e la sua dolce ragazza. Ciao Kim»

Lessi quel messaggio con la bocca aperta, chi era la mia ragazza? Merda.
Margaret pensava che io e Nicole eravamo una coppia, quella foto e quei commenti dei nostri amici cretini e poi quella modifica del nostro stato sentimentale, le avevano fatto credere che io e mia cugina stavamo insieme.
Però, quel messaggio era freddo come se le dava fastidio quella situazione, come se odiava il pensiero di me e Nicola insieme. Perchè faceva così? Ovvio, era gelosa perchè non avevo parlato con lei della mia ragazza, perchè lei sapeva che io le confidavo tutto anche la cosa più futile.
Il motivo era quello, anche se io avrei sperato di poter dare un'altra motivazione di quella sua fredezza e cioè che lei era gelosa, gelosa di me perchè avevo scelto un'atra ragazza e non lei. Cosa che non avrei mai fatto, io avrei scelto lei anche con cento ragazze davanti a me, io avrei sempre cercato lei e non mi sarei mai fermato.


*Spazio autrice
Ok non sono normale, sono quasi le tre e io pubblico un capitolo wow ahah. Oggi però è l'ultima notte che posso passare quasi in bianco, perchè da domani si torna a scuola. SPARATEMI.
Torniamo al capitolo, cosa ne pensate?
Entrambi sono innamorati, ma hanno una fottuta paura di perdersi..cuccioli :c
Adesso vado a letto, domani risponderò alle recensioni del capitolo precedente.
Ah quasi dimenticavo, grazie mille davvero **
Un bacio


 

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Capitolo 12
*** My little Peggy ***


                                                  


(leggete lo spazio autrice)


CAPITOLO UNDICI - My little Peggy


Stesso risveglio, stessa colazione e stessa giornata passata con i miei amici fingendomi felice, perchè felice io non l'ero da tanto tempo.
Manacavano due giorni al mio compleanno e come ogni ragazza dovevo essere entustiasta, ma il pensiero di una festa dove ci sarebbero statti tanti ragazzi e io dovevo sorridere a tutti, non mi entusiasmava molto.
Avevo pensato che passare una serata sotto le coperte e guardare un po di tv, fosse l'ideale per un sabato sera invece no, i miei amici mi avevano costretto ad uscire con loro e andare in pizzeria. Mi avevano proposto anche la discoteca, ma avevo rifiutato in partenza.
«Oh ma che palle Margaret» disse Louis quando non risi ad una delle sue tante battute, sapevo che lo faceva per farmi ridere ma non ci riuscivo.
Ero una stupida, mi comportavo peggio delle bambine, ma non riuscivo ad essere felice per davvero. Lui mi mancava e non ero così triste perchè lui non ricambiava il mio amore, ero triste perchè lui mi aveva lasciata sola e l'avrebbe fatto anche il giorno del mio compleanno. 
Che bello schifo.
«Lasciala stare Lou, davvero lasciala» disse Zayn abbracciandomi, lui si che era il ragazzo perfetto. Perchè non amavo lui? Perchè mi dovevo sempre complicare la vita?
«Si, ma a me dispiace vederla così, cazzo» disse alzandosi dalla sedia per poi raggiungermi e stringermi in un forte abbraccio.
«Giuro che andrò a prendere quel cretino e lo porterò quì» sbottò improvvisamente Niall quando finì di mangiare la sua amata pizza.
«Non tornerebbe mai, adesso ha la sua Nicola lì» dissi con un tono acido pronunciando quel nome.
Finimmo tutti di mangiare la pizza e poi decidemmo di passare il resto della serata al bowling. Fortunatamente non ero una frana, ci giocavo da anni. Ricordo quando venni la prima volta, avevo davvero paura di sbagliare e di essere derisa ma i miei amici mi aiutavano con i loro consigli e a fine partita vinsi e tutti rimasero sorpresi e iniziarono ad accusarmi di aver solo recitato e di saper già giocare.
Prese le scarpe, ci dirigemmo verso la pista quando il mio telefono vibrò.

Da: Kim
«Ehi bella, dove sei? Sono ad Holmes Chaple con alcuni amici, possiamo raggiungerti?».

A: Kim
«Sono al bowling, certo venite».

Da: Kim
«Ok perfetto, arriviamo xx».

Un sorriso si formò sulle mie labbra, ero felice di rivedere Kim, era la mia cugina preferita e ci volevamo davvero bene come sorelle. I ragazzi notarono il mio cambiamento d'umore e quando l'informai dell'arrivo di Kim, sorrisero particolarmente Louis che aveva un debole per mia cugina, un debole ricambiato.

Da: Kim
«Margaret io sono andata dalla nonna, i miei amici ti stanno raggiungendo. Saluto i nonni e poi arrivo».

Lessi il messaggio e rimisi il telefono in tasca pronta per tirare, un tiro poco fortunato visto che quasi tutti i birilli restarono immobili. 
«Non esultate, mancano altri sedici tiri belli» dissi quando vidi i miei amici sorridere ed immaginarsi già con il premio tra le mani. Nel bowling dove avevamo deciso di passare la serata, il premio che veniva consegnato al vincitore era un buono pranzo e i miei amici ambivano a quel premio che io vincevo, come sempre.
«Scusa, sei Margaret?» chiese qualcuno alle mie spalle e subito mi girai.
«Ehm si, tu sei?» chiesi curiosa osservando la ragazza che mi sembrava un viso conosciuto.
«Sono Nicola, l'amica di tua cugina Kim» disse sorridendomi porgendomi una mano, che io riluttante strinsi. Cosa ci faceva lei nella mia città? Nel bowling dove ero anche io? Cosa ci faceva così vicino a me? Perchè aveva ancora i capelli perfetti anche se io immaginavo me, che glieli tiravo?
«Oh piacere» dissi fingendomi cordiale.
«Vieni, l'ho trovata» urlò la ragazza a qualcuno, che si trovava nella direzione da cui lei era arrivata.
La mia testa non faceva altro che pensare a lei sotto un treno, oppure io che la picchiavo o ancora...ok no basta, dovevo calmare la mia ira altrimenti avrei sporcato di sangue l'intero locale. Quando vidi arrivare la persona che lei precedentemente aveva chiamato, sperai di svegliarmi da un brutto incubo.
Cosa ci faceva lui qui? Cosa ci facevano loro due proprio davanti a me?
Non parlai, lo guardai solo per un secondo e poi decisi di andare via, dovevo passare vicino a quel cretino per lasciare il gruppo e quando lo feci, sentì una sua mano prendere la mia. Il mio cuore si fermò un secondo e poi riprese a battere talmente forte da far male, i miei pensieri però non erano così confusi...lui mi aveva lasciata sola e adesso si permetteva a tornare con la sua ragazza?
«Lasciami stare stronzo» urlai guardandolo negli occhi e potei giurare di vedere il dolore in quei suoi bellissimi occhi quando mi sentì pronunciare quell'ultima parola.
Ecco, avevo afferato il suo stato, era ferito e non riuscì nemmeno ad imporsi a me, visto che mi lasciò subito e io fui libera di scappare via.
Corsi, corsi così veloce da non rendermi conto di dove mi trovassi quando mi fermai. Mi guardai intorno e vidi una piccola panchina, che raggiunsi subito.
Vederlo così improvvisamente, sentire la sua mano prendere la mia dopo così tanto tempo mi aveva scombussolato il corpo. Mi era mancato, ma vederlo con lei era stato un colpo basso e doloroso. L'unica cosa certa era che non avrei mai detto a lui che ero scappata via solo perchè l'odiavo per essere partito, ma anche perchè ero gelosa marcia di quella Nicola visto che io l'amavo. No, io avrei mentito spudoratamente.

Da: Harry
«Ti prego..».

Da quelle due parole, capì cosa voleva dirmi. Leggere il suo nome sullo schermo del mio telefono, mi portò indietro nel tempo a quando io e lui eravamo inseparabili. Mi mancava il ragazzo che amavo più di me stessa, mi mancava il mio migliore amico quel ragazzo che mi faceva ridere per tutto e sempre.

A: Harry
«Lascia stare, torna a Londra è meglio».

Si, mi mancava ma non potevo continuare a soffrire così. Vederlo con lei, mi avrebbe distrutta lentamente fino a farmi scomparire completamente. Ero egoista, ma non m'interessava..non avrei mai sopportato i loro baci davanti a me e lui che mi parlava solo di lei e dei regali che poteva farle.

Da: Harry
«Cazzo Peggy, devo parlarti. Ti prego dimmi dove sei, ti vengo a prendere».

Non risposi, ma sorrisi quando lessi 'Peggy'...era da tanto che non mi chiamava così o meglio era da tanto che non mi chiamava.

Da: Harry
«Ti prego, sei la mia vita Peggy».

Da: Harry
«Mi manchi merda, mi sei sempre mancata. Sono stato un coglione a partire speravo di sistemare qualcosa, ma non è successo nulla. Mi sono incasinato ancora di più. Ti prego piccola, ti prego».

Mi aveva chimata piccola, il mio cuore impazzì e i miei occhi diventarono lucidi. 
'Fanculo Nicola, fanculo cuore di merda che ti sei innamorato di lui. Io voglio il mio migliore amico' pensai quando decisi di rispondere.

A: Harry
«Vieni vicino alla fermata del bus, quella più vicina al bowling».

Non ricevetti nessuna risposta e non ci diedi molto peso, ero abituata a non ricevere suoi messaggi da settimane e non mi dava fastido di non ricevere un suo 'ok'.
Passarono dieci minuti e di lui nessuna traccia, pensai subito che quella ragazza l'avesse trattenuto con lei e lui mi avesse messa da parte. Avevo paura che lui mettesse lei prima di me, cosa normale visto che era la sua ragazza. Erano passati altri dieci minuti, sentivo le lacrime che volevano uscire dai miei occhi e mi alzai dalla panchina. Non volevo piangere, ma era più forte di me. Quando sentì il mio viso bagnarsi ancora dalle lacrime salate, una luce abbagliante venne verso di me. Avevo paura, così iniziai a correre per allontanarmi e quando sentì lo sportello della macchina chiudersi aumentai la velocità, mentre sentivo il vento infrangersi sul mio viso che mi  faceva rabbrividire nel sentire le mie lacrime diventare fredde.
«Peggy» urlò l'uomo che aveva lasciato la macchina, riconobbi quella voce e subito mi girai verso Harry che era fermo con il fiatone, segno che mi stava rincorrendo per fermarmi.
Non ci pensai due volte e corsi verso di lui, che appena mi vide aprì le braccia e subito mi accolse in un abbraccio. Quelle sue braccia mi erano mancate, quel suo profumo mi era mancato e quei suoi abbracci, che per me erano tutto, mi erano mancati da fare schifo.
«Non mi lasciare più» dissi stringendolo forte a me.
«Lo prometto, non ti lascerò mai più piccola. Sei tutta la mia vita» disse stringendomi anche lui, lasciandomi dei dolci baci tra i capelli.
«Mi sei mancata, avevo bisogno di te come quando gli uomini nel deserto hanno bisogno dell'acqua per vivere» disse allontanandosi da me per guardarmi negli occhi.
La strada era poco illuminata, ma i suoi occhi li avrei visti anche se mi fossi trovata in una stanza governata dal buio più totale.
«Perchè sei partito?» chiesi.
«Perchè pensavo che avrei risolto qualcosa, ma non ci sono riuscito» confessò stringendo la presa sui miei fianchi.
«Cosa dovevi risolvere?».
«Nulla, lo saprai più avanti. Adesso devo godermi questo momento, non ti lascerò più mia piccola Peggy. Ti..» si fermò per un millesimo di secondo «Ti voglio bene, un bene immenso» continuò stringendomi a se mettendo il suo volto nell'incavo del mio collo.
«Ti voglio bene anche, un bene che nemmeno immagini» dissi stringendo a mia volta la presa sul suo corpo, ma io l'amavo e questo lui non l'avrebbe mai saputo. 
Restammo stretti come cozze per un tempo che mi sembrò infinito, non volevo staccarmi da lui avevo troppa paura che mi lasciasse ancora e così quando i nostri corpi si allontanarono, lui mi prese per mano e da quel gesto capì che non sarebbe andato via, questa volta era tornato per restare.
«Andiamo alla radura?» mi chiese, mentre camminavamo verso la sua macchina.
Ebbene si, quel posto ormai non era più un mio segreto per lui. Adesso la radura era il nostro posto, il posto dove ci rifugiavamo per stare soli e parlare, parlare e ancora parlare fino ad avere la bocca secca per le troppe chiacchere.
«Ma al bowling c'è la tua ragazza» dissi, cercando di usare un tono di voce dolce quando pronunciai le ultime parole.
«Ragazza? Ah Nicola?» chiese e io perplessa annuì col capo.
«Lei non è la mia ragazza, è mia cugina» confessò accennando un piccolo sorriso e io mi sentì davvero confusa.
«La foto che hai visto, la modifica del mio stato sentimentale era solo un gioco. Tra noi siamo soliti fare cose del genere, poi credevi davvero che mi mettessi con una ragazza senza parlare prima con te?» chiese facendomi entrare in macchina dove mi sedetti al posto del passeggiero e lui subito mi affiancò mettendosi alla guida.
Sinceramente? Non volevo che lui mi parlasse delle sue ragazze, di quanto amasse la sua fidanzata futura. Sarebbe stata una vera e propria tortura.
Non risposi, sorrisi solamente e dopo sentì il motore della macchina accendersi, vidi Harry schiacciare il pedale dell'acceleratore e partire verso il nostro piccolo posto segreto.

Eravamo stesi sull'erba da più di due ore, eravamo così impegnati ad osservare la luna poco visibile a causa delle nuvole, che non ci sembrava nemmeno necessario parlare. Io ero appoggiata al suo petto, mentre lui mi accarezzava il mio braccio coperto da una sottile giacca primaverile. In quel momento desideravo confessare i miei sentimenti per lui, dirgli che ero gelosa di Nicola che avevo pensato vari modi per ucciderla e che l'odiavo perchè lui non ricambiava i miei sentimenti.
«Sai..» iniziò rompendo il silenzio che ci stava divorando, ma non continuò.
«Mi spieghi una cosa?» chiesi mentre restavo poggiata al suo petto.
«Cosa?» chiese incitandomi a continuare.
«Perchè sei scappato via da casa di Niall e poi se partito senza spiegarmi nulla, quando hai scoperto che io e Zayn siamo andati a letto insieme?» dovevo saperlo, quella curiosità mi aveva divorato l'anima per troppo tempo. Prima che iniziasse a parlare, lo sentì irrigidirsi sotto il mio corpo e sentì che la sua mano non mi accarezzava più il braccio, ma l'aveva stretto in una presa salda.
«Perchè, ecco non sopportavo il fatto che tu mi avessi tenuto nascosta una cosa del genere» disse e il castello di speranza che avevo costruito, era crollato improvvisamente.
«Non l'ho detto mai a nessuno, non l'abbiamo detto mai a nessuno...».
«Non usare il noi, ti prego» mi supplicò interrompendo il mio discorso.
«Io e Zayn non l'abbiamo mai detto a nessuno, perchè non è stato nulla d'importante. Non c'era nessun tipo di sentimento» dissi quasi imbarazzata, odiavo parlare di sesso con le mie amiche fuguriamoci con il mio migliore amico del quale ero perdutamente innamorata.
«Ti ha toccata, ti ha fatta sua» disse stringendo la sua presa questa volta sui miei fianchi. 
«Harry, non è stato l'unico che mi ha fatta sua eh» l'ammonì.
«Non dirmi nulla, non voglio sapere nulla» disse per poi mettere l'altra mano sul mio fianco libero facendomi ritrovare completamente stesa su di lui. Quando il mio sguardò incontrò il suo, sentì le mie guance diventare leggermente rosse.
«Abbracciami» sussurò e io senza farmelo ripetere, l'abbracciai fortissimo. Avevo il mio volto nell'incavo del suo collo e lui il suo nel mio. Desideravamo lasciare un bacio su quel collo che era impregnato del suo profumo, ma non potevo farlo. Avrei rovinato tutto, anche se ne sentivo il bisogno. Continuavo a pensare e a frenarmi da sfiorargli quella pelle così candida, quando sentì una piccola pressione sul mio collo e capì che le sue labbra erano entrate in contatto con la mia pelle.
«Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, Peggy» sussurò restando sempre vicino al mio collo e quando sentì il suo respiro sfiorare la mia pelle, una scia di brividi s'impossessò del mio corpo. 'Ti amo più di quanto abbiamo amato in vita mia'..volevo dirgli solo quelle parole.
«Sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita, Haz» dissi e questa volta non mi fermai, gli lasciai un dolce bacio nell'incavo del suo collo e dopo quel gesto sentì le sue braccia stringermi sempre più forte al suo corpo. Avevo paura che lui sentisse, che sentisse come il mio cuore batteva per lui.

Eravamo stesi sul prato abbracciati così stretti che era difficile quasi respirare, ma io non sentivo questa difficoltà perchè avevo il mio ossigeno talmente vicino da poter giurare di non aver mai respirato così bene in tutta la mia vita.



*Spazio autrice
Ciao a tutte, come avrete notato ho aggiornato in ritardo, ma la scuola e iniziata e quindi il sabato/domenica aggiornerò fino alle prossime feste ahah che spero arrivino presto. Comunque spero che con questo capitolo, mi abbiate perdonato il ritardo ahah cosa ne pensate? Fatemi sapere :)
Grazie mille a tutte, adesso scappo se per caso non rispondo a tutte le recensioni, lo faccio domani c:
Un bacio





 

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Capitolo 13
*** Sorry ***



                                                 


CAPITOLO DODICI - "Sorry"


Il giorno che tutti aspettavano con ansia era arrivato. Oggi avrei compiuto diciannove anni e rispetto a qualche giorno fa, ero felice di festeggiare con i miei amici perchè adesso c'era anche lui con me.
Da quando lui era tornato, tutto era diventato più bello. Il sole mi rendeva felice, l'odore del caffè la mattina mi rilassava. Grazie a lui, ero tornata me stessa.
Anche se era il mio compleanno, c'era sempre scuola e quindi dovevo alzarmi dal mio letto e dirigermi in bagno come ogni giorno.
«Auguri tesoro» urlarono i miei quando arrivai in cucina, sorrisi e dopo averli abbracciati mi sedetti a tavola per gustare la mia colazione speciale.
«Mamma tutto buonissimo, vado a prendere lo zaino tra qualche minuto Harry sarà qui» annunciai sorridendo e salì in camera, prensi lo zaino e mi controllai un'ultima volta allo specchio. Non idossavo nulla di particolare, il mio abbigliamento era molto sobrio quotidianamente e lo sarebbe stato anche il giorno del mio compleanno.
Quando riscesi in cucina, vidi i miei aspettarmi con un pacchetto tra le mani e sorrisi. Li raggiunsi e curiosa scartai il regalo, rimasi perplessa quando vidi un mazzo di chiavi nella scatola o meglio due mazzi di chiavi.
«Ormai sei diventata indipendente, anche se è difficile accettarlo. Sei la nostra unica figlia e non averti per casa sarà dura, ma ci abitueremo. Queste sono le chiavi del tuo nuovo appartamento in pieno centro, proprio vicino alla tua scuola e queste invece sono della tua macchina» spiegò mia madre sorridendomi e notai i suoi occhi lucidi.
Corsi ad abbracciarli e li ringraziai fino a quando non sentì il suono di un clacson e capì che Harry si trovava fuori. Salutai i miei e promisi loro di tornare per prendere tutte le mie cose il pomeriggio. Avrei avuto una casa tutta mia e una macchina.
«Ciao» sorrisi quando entrai in macchina e il riccio mi guardò senza parlare, sorrise e mise in moto l'auto nera.
«Ciao» rispose dopo qualche minuto. Non mi aveva fatto ancora gli auguri e se non ricordava il mio compleanno? No, impossibile.
«Sai, mamma e papà mi hanno regalato un appartamento in centro e una macchina tutta mia» dissi troppo euforica, forse ero troppo felice perchè lo vidi ridere di gusto.
«Sono felice per te, come mai tutti questi regali?».
«Perchè oggi è il mio compleanno Harry» dissi fredda e anche offesa, non si ricordava del mio compleanno. Che razza di migliore amico avevo?
«Ah wow» disse impassibile mentre continuava a guardare la strada.
Ero davvero scioccata, così scioccata che temevo di essere rimasta a bocca aperta per la sua risposta. Non si ricordava del mio compleanno e cosa faceva? Non mi faceva nemmeno gli auguri.
«Fammi scendere» dissi quando si fermò ad uno dei tanti semafori, proprio vicino alla fermata del bus. Avrei preso il pullman, mi sarei sacrificata pur di non parlare con lui. Poteva sembrare un atteggiamento da bambina capricciosa, ma era il mio migliore amico e non si era ricordato del mio compleanno.
«Fammi scendere, vado a scuola con Zayn visto che si è ricordato del mio compleanno e mi ha fatto gli auguri stanotte» sputo il mio amore verso Zayn e vedo che le sue mani stringono la presa sul manubrio.
«Vai, vai dal tuo Zayn» dice acido, togliendo la sicura alla macchina.
«Coglione» dico quando apro lo sportello ed esco dall'auto. 
Doveva essere il mio giorno felice, ma quel cretino aveva rovinato tutto. Vidi la sua macchina ripartire, ma dopo qualche secondo tornò indietro. Guardai l'enorme mezzo davanti a me fermo e dopo vidi il finestrino abbassarsi.
«Il regalo che ti avevo preso, lo darò a Silver sarà felice e vorrà ricambiare il mio regalo con qualcos'altro» disse guardandomi con un piccolo sorriso sulle labbra. Gelosia, rabbia e amore si impossessarono del mio corpo. Ero gelosa di Silver, perchè lei ci provava spudoratamente con il mio Harry. Ero arrabbiata perchè quel sorriso mi faceva innervosire e poi l'amavo perchè mi aveva fatto un regalo e quindi non aveva dimenticato il mio compleanno.
«Divertiti con Zayn» disse prima di rialzare il finestrino e subito mi precipitai ad aprire lo sportello dal quale ero uscita pochi minuti prima. Appena salì in macchina, mi guardò sorridendo e mi lasciò un dolce bacio sulla guancia e mi sussurò un 'Auguri piccola' quando si allontanò da me e rimise in moto l'auto.
Le farfalle s'impossessarono del mio corpo e con loro anche mille brividi. Quel ragazzo mi avrebbe uccisa, l'amavo e lui non poteva fare così perchè io ci soffrivo troppo.
La mattina passò tra auguri e lezioni scolastiche come sempre noiose, per il pomeriggio o più precisamente la sera avevamo deciso di passarla in una semplice discoteca. Volevo divertirmi e al mio compleanno tutto era concesso.

Da: Kate
«Sono in crisi, aiutami non so cosa mettere. Ti posso inviare le foto e mi consigli?».

A: Kate
«Si certo».
Ero davvero divertita, m'immaginavo Kate con le mani nei capelli mentre guardava le varie possibilità d'abbigliamento messe sul suo grande materesso.
Dopo qualche minuto le foto arrivarono e io le consigliai un semplice vestito color blu notte, con dei tacchi dello stesso colore. Volevo indossare le mie amate scarpe bassa, me era il mio compleanno e in più l'avrei passato in una discoteca, quindi i tacchi erano d'obblico però avrei sempre portato le mie converse nella borsa.
Io decisi d'indossare una gonna a vita alta nera e una canotta da dentro bianca e poi conclusi il tutto con una borsa nera e i tacchi dello stesso colore. Decisi di stirarmi i lunghi capelli e di truccarmi leggermente, non amavo ritrovarmi con gli occhi di un panda.
Quando ero tornata da scuola, i miei mi avevano aiutato a traslocare nel mio nuovo appartamento che sinceramente era piccolo, ma giusto per una sola persona e poi era davvero ben arredato. Mi sembrava strano essere lì sola, non sentire mia mamma dire che la gonna era troppo corta o mio padre leggermente infastidito dalla scollatura della maglia. Mi mancavano queste piccole cose, ma dovevo pur sempre abituarmi all'idea di non averli sempre vicini.

Da: Zayn
«Scendi siamo giù».
Ed ecco che il messaggio del mio migliore amico, mi faceva tornare alla realtà. Mi affrettai nel prendere le ultime cose da mettere in borsa, mi spruzzai un po di profumo e chiusi la porta di casa. In ascensore fortunatamente vi era un enorme specchio, quindi mi diedi un'ultima sistemata prima di raggiungere gli altri in macchina. Quando mi sedetti al mio posto, cioè vicino a Kate, venni invasa da una nube di profumi.
«Ma vi fate il bagno nel profumo?» chiesi tappandomi il naso divertita.
«Almeno noi profumiamo» rispose Harry stuzzicandomi.
Soffermandomi meglio su Harry, notai quando stesse bene in quella maglia bianca con dei disegni astratti neri e i suoi inconfondibili jeans scuri e le sue converse bianche. Non aveva nulla di diverso dal solito, ma era particolarmente bello.
«Io profumo, odora» dissi avvicinandomi a lui che avvicinò il suo naso al mio collo. Quando sentì il suo respiro schiantarsi contro la mia pelle, sentì le gambe tremarmi.
«Profumi» disse lui mentre respirava pesantemente. Lo guardai torvo e lui lo notò, infatti mi sorrise. Quel sorriso volevo cancellarlo dal suo viso perchè ogni volta mi faceva battere il cuore a mille, mi faceva sentire una nullità essendo troppo distratta da lui.
Il tragitto verso la discoteca fu davvero divertente, Zayn continuava a guardarsi nello specchietto che aveva portato Kate e ogni volta questo veniva rubato da Niall, che lo passava poi a Lou, che lo passava a Liam, che lo passava ad Harry. 
Dopo aver parcheggiato, io e Kate ci mettemmo a braccietto e ci dirigemmo verso l'entrata per fare le fila. Avevamo entrambe i tacchi e la strada era piena di buchi, quindi il rischio di cadere era molto alto. Fortunatamente la fila da fare era davvero poca, così in meno di dieci minuti eravamo già in pista. Niall aveva insistito sul prendere qualche stuzzichino prima, ma tutti avevano rifiutato perchè avevano voglia di ballare, io compresa.
Kate mi aveva abbandonata per ballare con il suo ragazzo, che aspettava con ansia gli stuzzichini. Ballavo sola, quando venni accerchiata da quattro cretini che ballavano a ritmo di musica proprio come me. Mentre ballavo li guardavo uno per uno e notavo quanto fossero belli, adoravo i miei amici e non potevo farci nulla. Vedevo Liam muoversi quasi come un robot, ma era davvero sexy come stile. Poi c'era Lou che ballava con le mani in alto e alcune volta emetteva urli, che facevano impazzire le ragazze che lo guardavano o meglio spogliavano. Zayn nel ballare era un po goffo, così decisi di avvicinarmi a lui. Presi le sue mani e le posizionai sui miei fianchi, iniziai a muovermi a ritmo di musica e lui mi seguì; continuava a ballare e io risi nel vederlo perso quando mi allontanai da lui. Quando mi girai nella direzione di Harry, lui era sparito.
'Si starà slinguazzando una tipa' pensai e la gelosia mi fece impazzire. Ero talmente gelosa, che decisi di bere senza però perdere la lucidità. Quando raggiunsi gli altri al nostro tavolo notai che Harry si era rifatto vivo, non lo degnai di uno sguardo e mi sedetti tra Zayn e Liam. Mi stavo divertendo, ma stavo uccidendo mentalmente Harry e la tipa che si era slinguazzato quando io era in pista con gli altri.
«Io ho fame» protestò Niall e io alzai gli occhi al cielo, per come poteva essere così infantile un ragazzo di vent'anni.
«Ci scusi» esordì Harry che attirò l'attenzione di una cameriera che si trovava a passare dal nostro tavolo. Vidi la ragazza sorridere con fare malizioso quando scrutò Harry chiamarla, si avvicinò a noi e iniziò a parlare con lui ignorando tutti.
«Vorremmo degli stuzzichini se non ti è chiaro, quindi vedi di sbrigarti» sputai acida, facendo accigliare quella cretina che non aveva smesso di mangiarsi Harry con gli occhi.
«Arrivano subito, ciao» disse facendo un occhiolino ad Harry e lui rispose con un sorriso da cretino.
'Ti prendo a schiaffi faccia di cazzo' pensai, ma cercai di contenere la mia furia.
Quando le nostre ordinazioni arrivarono, con loro tornò anche quella testa di zoc...brava ragazza. La vidi avvicinarsi all'orecchio di Harry e sussurargli qualcosa e poi andare via. Nera dalla rabbia? Gialla dalla gelosia? Molto peggio, il mio viso era un mix di colori e la mia testa pensava solo a ficcare nel cesso quella testa di cavolo che mi ritrovavo come migliore amico e che sfortunatamente mi ritrovavo ad amare incodizionatamente.
«Zayn andiamo a ballare?» chiesi al moro che stava sorseggiando un po di birra fresca.
«Inizia ad andare, devo correre in bagno» disse guardandomi con occhi dolci, come per scusarsi e poi correre verso il bagno. Sorrisi quando lo vidi scansare tutti.
Feci come mi aveva succederito Zayn e mi diressi verso la pista da ballo, non m'interessava stare sola anzi mi piaceva di più. Iniziai a muovermi, movimenti sensuali con i fianchi e quando chiusi gli occhi, mi vidi Harry baciarsi con quella ragazza. Ero arrivata al punto d'immaginarmi lui con le altre? Si, credo proprio di si.
Continuai a ballare quando sentì delle mani poggiarsi sui miei fianchi, mi voltai pensando di trovarmi Zayn ma non fu così. Avevo gli occhi chiusi, ma quel profumo l'avrei riconosciuto tra mille o anche di più. Quando aprì gli occhi, non sorrisi ma continuai a muovermi mentre Harry era troppo vicino al mio corpo. Faceva davvero caldo.
«Voglio Zayn» sputai acida, ma lui non s'allontanò da me anzi mi sorrise sornione. Non parlai più perchè incantata dal suo sorriso, ma quando sentì il suo respiro sul mio collo emanai un piccolo gridolino. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere.
«Voglio Zayn» dissi ancora allontanandomi da lui.
«Vai da Zayn, dal tuo amato Zayn» urlò, se non lo conoscessi avrei considerato il suo tono alto per sovrastare il volume della musica, ma guardavo i suoi occhi e potevo capire che era arrabbiato. Non riuscivo a spiegarmi il perchè, ma odiavo essere trattata così soprattutto da lui.
«Ovvio che vado dal mio amato Zayn, tu corri dalla tua amata cameriera» sputai acida urlando più di lui.
Non eravamo mai arrivati al punto di urlarci contro, ma forse quel bicchiere di birra aveva avviato tutto questo. Se lui non avesse flirtato con quella, tutto questo adesso non sarebbe successo. Continuiamo a guardarci negli occhi e io non posso far altro che innamorarmi sempre di più, ma se m'innamoro più del dovuto andrà a finire che la nostra amicizia crollerà per la mia troppa gelosia. Nessuno dei due parla, così di mia iniziativa giro i tacchi e vado via. Quando stavo per allontanarmi definitivamente dalla folla di gente in pista, sentì qualcuno afferarmi il polso con la mano. Avevo paura così non mi voltai per guardare chiunque mi avesse toccata, volevo Harry in quel momento così che poteva proteggermi.
«Non andare da lui, resta con me ti prego». Sentì il battito del mio cuore fermarsi per poi riprendere a battere troppo forte a mio parere e il fiato diventare troppo irregolare, era lui. Lui mi stava supplicando di non andare via, di non andare da Zayn e di restare con lui. Se quello era un sogno, non avrei mai voluto svegliarmi.
Mi voltai verso di lui e quando vidi i suoi occhi pieni di frustrazione, mi addolcì e sorrisi. Mi prese per mano e mi portò lontano da tutti e tutto, pensai che potesse leggermi nel pensiero perchè io volevo scappare da tutto e tutti solo per stare con lui.
«Dove andiamo?» chiesi quando lo vidi entrare in macchina.
«A casa tua che dici? Ho sonno e voglio stare con te, con la mia migliore amica» disse sorridendomi e io sentì le mie guance colorarsi di rosso, anche se il mio cuore si ruppè in mille pezzi. Ero solo la sua migliore amica e dovevo accettarlo, se lo volevo ancora vicino a me.
«Harry i ragazzi non hanno la macchina, prendiamo un taxi» dissi scendendo dall'auto e lui subito m'affiancò, mi prese per mano e insieme iniziammo a camminare verso casa, notando che nessun taxi aveva voglia di fermarsi.
Camminare con Harry non era mai stato strano lo facevamo sempre, ma forse quelle nostre mani intrecciate e il sentimento che provavo per lui stava cambiando un po le cose. Non volevo rovinare la nostra amicizia, ma se continuavo ad avere solo lui nella mia testa avrei peggiorato le cose. 
«Scusa per prima» dissi cercando di non guardarlo.
«Non preoccuparti» disse accarezzandomi con il pollice il palmo della mia mano. In quel momento desideravo tanto un suo bacio, ma l'avrei sempre e solo sognato di notte. Quelli, i sogni, erano l'unico posto in cui io e lui potevamo essere una coppia.
Arrivati finalmente a casa, mi tolsi quelle scarpe odiose e mi precipitai in camera da letto dove trovai il mio letto ad aspettarmi. Qualche minuto dopo vidi un Harry imbarazzato sbucare dalla porta, sapevo già quale fosse la causa del suo imbarazzo. Io e lui non avevamo mai dormito insieme, ma non l'avrei mai fatto dormire sul divano.
«Se vuoi cambiarti non puoi» dissi divertita e lo vidi aprirsi in un sorriso sincero e scuotere la testa. Mi raggiunse e si poggiò sul materasso, quanto l'amavo.
«Vado a mettermi il pigiama, sistemati. Se vuoi due cuscini, il secondo è nell'armadio» dissi uscendo dalla camera da letto.
«Dormo con te?» chiese quasi sbalordito e io arrossì annuendo.
Mi precipitai in bagno e prima di svestirmi, mi struccai per bene. Tolsi il vestito e indossai un pantalone lungo di una tuta ormai usata troppo e una maglia bianca semplice. Quando tornai in camera, mi ricordai d'indossare un reggiseno nero e quindi si sarebbe notato da sotto la maglia. Volevo tornare in bagno, ma un Harry in boxer mi aveva già notata.
«Io dormo» disse sistemandosi sotto il sottile lenzuolo color pesca e io lo raggiunsi.
Mi sistemai meglio sotto il lenzuolo e sciolsi i capelli che caddero sul cuscino.
«Ti sei divertita oggi?» mi chiese e io annuì, poi mi ricordai del suo regalo. Non mi aveva dato nulla.
«Harry, no per sembrare invadente, ma il mio regalo?» chiesi e lui rise di gusto. 
Lo vidi alzarsi dal letto e dirigersi verso i pantaloni, che erano piegati sulla poltrona della mia camera. Iniziò a cercare qualcosa in una delle due tasche e quando vidi un piccolo cofanetto tra le sue mani, trasalì.
Si avvicinò a me e notai la preoccupazione impossessarsi dei suoi occhi, per calmarlo gli sorrisi.
«Non è più il tuo compleanno, ma non ho avuto modo di dartelo. Non abbiamo mai avuto un'occasione per stare soli» disse sedendosi vicino a me e porgendomi il cofanetto, che io afferrai. Avevo paura, ero agitata, curiosa ed emozionata in poche parole stavo impazzendo dentro, perchè la mia faccia era impassibile.
Le mie mani tremavano mentre aprivo il cofanetto e quando scoprì il contenuto emesi un piccolo urlo, che fece sorridere Harry. Il regalo era una piccola collana che aveva come ciondolo una nuvola, in cui era incisa una frase. Avvicinai di più il ciondolo per leggerci meglio.
«Dopotutto, se esiste un paradiso, ci ritroveremo, perché non esiste paradiso senza di te» lessi quella frase a voce alta. Era una frase dello scrittore più romantico a me noto, Nicholas Sparks, e la frase era estrapolata da uno dei suoi tanti romanzi. 'La risposta è nelle stelle'.
Guardai Harry e mi fiondai sul suo corpo, l'abbracciai fortissimo e lo riempì di baci. Lo baciavo, le mie labbra toccavano il suo viso, ma il mio desiderio era quello di sfiorare le sue labbra. Forse immaginai di farlo, ma improvvisamente sentì quelle labbra sulle mie e capì, in quel momento capì, di star baciando il mio migliore amico. Lui non ricambiava il mio bacio e mi sentì morire anche se mi aspettavo una cosa del genere, ma quando sentì le sue labbra muoversi con le mie tornai alla realtà. Mi allontanai subito da lui.
«Harry..ehm, oddio scusa. Scusa, sai, la situazione..ehm, il regalo. Scusa» dissi abbassando lo sguardo e subito sentì il suo dito posarsi sotto il mio mento. Feci resistenza, ma lui continuò a fare pressione e quando il mio sguardo incontrò il suo, mi sentì morire. Non riusivo a capire cosa stesse provando o pensando in quel momento.
«Peggy smettila, abbiamo bevuto è normale. Adesso stenditi e dormiamo, sono felice che ti siamo piaciuto il regalo. Con te mi sento bene, nello stesso modo in cui tutti raccontano che ci si senta in paradiso. Notte mia piccola Peggy» disse lasciandomi un dolce bacio tra i capelli, per poi stringermi tra le sue braccia.
In quel momento dimenticai la vergogna di quel bacio, perchè mi sentivo bene tra le sue braccia. Dopo quel bacio, però, potevo dire a tutti di aver toccato il cielo con un dito.



*Spazio autrice
Devo scappare, spero solo che vi piaccia il capitoletto messo ahah
Fatemi sapere cosa ne pensate **
Un bacio.

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Capitolo 14
*** Why don't you understand? ***



                                                




CAPITOLO TREDICI - "Why don't you understand?"

«Mi stai dicendo che la professoressa di geometria, non è presente? Mi stai dicendo che la fortuna questa volta è stata dalla mia parte?» chiese Kate quasi urlando.
Ebbene si la scuola continuava ad esserci, avevo pregato tanto che come regalo di compleanno crollasse, invece era ancora stabile. Oh, il mio compleanno. Erano passati solo tre giorni, dal mio compleanno e da quel piccolo bacio. Io ed Harry eravamo sempre gli stessi, niente era cambiato tra noi e questa cosa aveva sia un aspetto positivo e sia uno negativo. Negativo perchè la situazione era sempre la stessa e nulla era diventato più serio; positivo perchè eravamo ancora insieme e non eravamo lontani.
Ricordo che la notte del bacio, non riuscì a dormire perchè avevo tanta paura. Paura di perderlo, solo perchè non ero riuscita a contenermi, ma quella collana e quella frase, avevano fatto cadere ogni tipo di muro che stavo costruendo tra me e l'amore per lui.
«Margaret ma quando vuoi muovere quel culo e parlarci?». Come sempre la mia amica cercava di spronarmi, ma senza risultati.
«Ho paura Kate, lui mi manderebbe via. Lui mi vede solo come la sua migliore amica» dissi ferendo me stessa.
«Ma la frase scritta sulla collana, l'hai letta? Cavolo Peggy» disse esasperata, ma io continuavo a negare.
«Ehi non permetterti più» disse una voce alle mie spalle e sorrisi quando sentì il suo braccio cingermi la vita.
«Si scusa, solo lui può chiamarti Peggy» ironizzò Kate.
«Ecco brava, lei è Peggy solo per me» le ricordò il riccio, che mi lasciò un dolce bacio sulla guancia.
«Si ok, adesso lascia stare la mia amica e vai in classe» disse Kate tirandomi per un braccio.
«Quanto sei brusca» disse Harry stuzzicandola.
«Margaret andiamo dai, che quel ragazzo continua a guardarti da ore e sono sicura che verrà a parlarti» disse Kate guardandomi e io arrossì immediatamente, perchè in fin dei conti era vero. Da quando era finita la pausa pranzo, mi sentivo osservata e un ragazzo niente male stava quasi per consumarmi e la cosa mi faceva sentire lusingata.
«Ciao» disse Harry andando via.
«Haz dove vai?» chiesi raggiungendolo.
«In classe, tu vai da quel coso» disse con tono di voce disgustato e andò via, scomparendo definitivamente dalla mia visuale.
Tornai da Kate e la vidi sorridermi. «Ma quando aprirete gli occhi?» chiese.
«Kate, io li ho aperti».
«No mia cara, io guardo le cose da una prospettiva diversa dalla tua e riesco a capire molte cose, ma non ti dirò nulla».
E con quella frase davvero incomprensibile, ci dirigemmo verso il cortile interno alla scuola. Ormai era piena primavera e stare all'aperto era davvero piacevole, anche se nella mia piccola citta la primavera non era sempre così piacevole. 
Amavo il profumo dell'erba fresca o dei fiori che riempivano il piccolo cortile. Le panchine erano tutte occupate e così ci sedemmo sul muretto vicino al chiosco delle bibite. 
«Kate vado a prendere una coca, tu cosa vuoi?» chiesi prima di sedermi.
«Anche per me una coca, grazie» e detto questo, mi diressi verso il chiosco che come sempre era pieno di ragazzi che faceva la fila pur di arrivare in ritardo in classe.
«Come mai una dolce donzella è sola soletta tra tutta questa gente?» chiese qualcuno dietro di me, mi irrigidì ma appena sentì la risata del mio caro biondo mi rilassai.
«Niall se vuoi farmi venire un infarto avvisa la prossima volta, comunque ora libera al muretto c'è la tua dolce metà» risposi stuzzicandolo.
«La mia amata, adesso andrò da lei sul mio fedele cavallo bianco» disse con fare valoroso.
«Ehi sicuro di non aver fatto compagnia al gruppo dei drogati?» chiesi divertita e dopo aver ricevuto come risposta una sua risata, mi ritrovai sola.
Quando presi le due bibite, notai che Kate era scomparsa così mi sedetti al muretto, consapevole che non l'avrei rivista per l'intera ora visto che il suo ragazzo l'aveva rapita. Aprì la lattina troppo fredda e inizia a fare dei piccoli sorsi, per evitare di farmi venire un forte mal di testa per la bibita ghiacciata.
«Aspetti qualcuno?». Mi voltai.
«No, perchè?» chiesi al ragazzo che mi aveva consumata per una bell'oretta.
«Potrei sedermi?» chiese sorridendo.
«Oh certo, il muretto non è mio» risposi divertita, facendolo ridere.
Situazione imbarazzante? Ovvio, io ero la regina delle situazioni imbarazzanti. Avevo finito la mia bibita, invece quella per Kate era ancora intatta e sicuramente l'avrei butata perchè lei odiava le bibite calde. Vidi il ragazzo seduto vicino a me, che continuava a guardare un punto fisso, ma non poteva capire quale visto che indossava un paio di occhiali uguali a quelli di Harry. Impossibile, avevo un ragazzo bellissimo vicino e io pensavo al riccio? Stavo messa davvero in condizioni pessime.
«Vuoi? La mia amica è scappata con il suo ragazzo» chiesi porgendogli la lattina, che lui accettò sorridendo. Prima di bere si tolse gli occhiali e notai quanto fossero belli, un semplice color marrone, ma erano davvero belli.
«Grazie, comunque sono Travis» disse porgendomi la mano destra che io strinsi sorridendo.
«Io sono Margaret».
L'ora di buco passò velocemente, forse perchè a farmi compagnia c'era Travis. Era un ragazzo davvero semplice, cosa che non si poteva dire dal suo atteggiamento da figo, anzi era un ragazzo che odiava avere quella nominata. Mi aveva spiegato, che molte ragazze speravano di avere una possibilità con lui, ma odiava far illudere le ragazze e quindi non le considerava molto se lui non ricambiava l'interesse. Aveva un gran senso dell'umorismo e proprio come me, era all'ultimo anno di liceo.
La campanella suonò e quando vidi Harry uscire dall'edificio, decisi di salutare Travis per raggiungerlo.
«Travis è stato bello conoscerti, adesso devo andare» l'avvisai sorridendo.
«Anche per me è stato bello, che ne dici se ci vedessimo un giorno di questi?» chiese tranquillamente.
«Questi giorno sono davvero impegnata, però oggi sono libera. Tu hai qualche impegno?» chiesi quasi in imbarazzo. Avevo davvero voglia di parlare ancora con lui, poi se dovevo dimenticarmi di Harry dovevo pur conoscere nuova gente.
«Oh no no, sono libero. Facciamo che alle otto ci vediamo fuori scuola?» chiese e io sorrisi annuendo.
Ci salutammo e poi raggiunsi Harry che era con gli altri, mentre aspettavano me per andare via. Arrivata vidi Kate sorridermi e io scossi la testa rasegnata.
«Si ok, non guardarmi così. Oggi usciamo insieme, ma solo per parlare» dissi difendendomi, facendo ridere tutto il gruppo.
«Esci con quello?» chiese Harry schifato.
«Si chiama Travis e si, esco con lui» dissi voltandomi per guardarlo.
«Allora divertiti, ragazzi andiamo a ballare oggi?» continuò cambiando discorso. L'odiavo quando si comportava così e lui lo sapeva bene, odiavo quando doveva ignorarmi e lui lo sapevo meglio di tutti i presenti. Sentì qualcuno prendermi il braccio e vidi il gruppo allontanarsi da me o più esattamente, io mi stavo allontanando dal gruppo.
«Kate ma che fai?» chiesi alla mia amica quando fummo abbastanza lontano dal gruppo.
«Sei un genio» disse abbracciandomi.
«Cosa vorresti dire?» chiesi confusa.
«Quel ragazzo sta morando dalla gelosia» disse entusiasta.
«Ancora con questa storia? Kate quello non mi vede proprio come qualcosa che vada oltre la sua migliore amica» dissi con un tono di voce deluso.
Era la verità però, io ero la sua migliore amica e sarei rimasta quella fino a quando non si sarabbe stancato di me e mi avrebbe lasciata sola. Dovevo dimenticarlo e forse con Travis ci sarei riuscita, era simpatico ed anche carino, aveva tutte le carte in regola per piacermi. Almeno credevo.
Tornammo dai ragazzi e venni catturata dalle braccia di Zayn, lo strinsi forte anche io e iniziammo a ridere per come eravamo stupidi. Adoravo Zayn lo consideravo il mio fratellone, era tutto per me. Lui conosceva tutto di me, dal primo amore all'ultima delusione in amore.
Avete presente il detto 'chi trova un amico, trova un tesoro?', ecco io avevo trovato tanti tesori ma lui era quello più prezioso, insieme ad Harry. Loro erano le mie seconde case, i miei rifugi se fuori tutto andava storto. 
«Se non ti volessi bene come un fratello, ti avrei amato» dissi divertita, lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Io mi chiedo come non si può amarti?» chiese lui e io feci spallucce. 
«Amico adesso li consumi» disse la voce di Liam alle mie spalle, eravamo ancora nel cortile della scuola e mentre io e Zayn facevamo i cretini, gli latri stavano discutendo sul programma per la serata. Mi voltai per vedere a chi si riferisse e notai Harry guardarmi o più esattamente guardare me e Zayn. Sentì il moro sussurarmi un 'abbraccialo' e poi sentì la sue presa diventare meno decisa, mi voltai verso Harry e mi allontanai da Zayn.
«Sai che voglio bene anche a te» dissi sorridendogli, ma lui continuava a tenermi il broncio. Mi voltai per tornare da Zayn, ma appena sentì le braccia di Harry abbracciarmi da dietro sorrisi, mi voltai e lo strinsi fortissimo. Quanto potevo amarlo? Come aveva fatto a diventare così importante nella mia vita?
«Dopo dobbiamo parlare» mi sussurò prima di lasciarmi un piccolo bacio sul collo, così piccolo che nessuno se ne rese conto. Ci dividemmo e tutti insieme ci dirigemmo verso le proprie auto. 
«Chi vuole un passaggio?» chiesi prima di mettere in moto, avere una propria macchina era bellissimo perchè non dovevi dipendere da nessuno.
«Nessuno, perchè è occupata» disse il riccio entrando al posto del passeggiero, risi quando lo vidi sistemarsi e fare una smorfia a Kate, che stava per entrare nella mia macchina.
«Kate sali, porto prima te» dissi alla mia amica, che sorrise beffarda ad Harry.
«Giusto, perchè voi due dovete restare soli» ci stuzzicò e per non rispondere, misi in moto e dopo aver salutato tutti uscimmo dal parcheggio della scuola.
Amavo ascoltare Harry e Kate che battibeccavano fra loro, era pura comicità. Nessuno dei due si odiava, ma erano così diversi che avevano sempre da dire qualcosa di negativo su ciò che piaceva ad uno e non all'altro.
«Allora Margaret cosa indosserai stasera per il tuo appuntamento con Travis?» chiese Kate e sapevo benissimo perchè stava parlando dell'uscita, perchè non era proprio un appuntamento, anche se non sarebbe stato male.
«Primo non è un appuntamento, secondo non lo so. Credo un paio di jeans e una maglia» risposi ovvia e la vidi scuotere la testa, in segno che non approvava la mia scelta.
«Harry secondo te cosa dovrebbe indossare per un appuntamento?» gli chiese e lo vidi agitarsi sul posto.
«Jeans e maglia, poi ha detto che non è un appuntamento» sottolineò le parole già dette da me.
«Ok vestiti così, ma è un appuntamento. Harry hai notato come la guardava Travis? La stava mangiando con gli occhi» continuò Kate e questa volta Harry strinse le mani a pugno. 
Strano come comportamento, ma non molto importante per la nostra situazione.
«Si Kate, la mangiava con gli occhi. Questo è un appuntamento e stasera lei andrà a letto con lui» sputò e io fermai di colpo l'auto.
Non potevo crederci, quella frase mi aveva dato l'impressione che lui mi paragonasse ad una ragazza che andava a letto con tutti, anche con chi non conosceva da nemmeno un giorno. Kate non parlò più ed Harry non aveva il coraggio di guardarmi.
«Cosa vorresti dire? Che sarei una puttana? Mi dispiace deluderti, ma io non sono come quelle che ti porti a letto» urlai.
«Io non mi porto le puttane a letto e tu non lo sei» urlò anche lui.
«Harry hai appena detto che questa sera mi ritroverò nel suo letto».
«Non volevo ok? Solo che avevo Kate che mi dava fastidio e sono sbottato» si giustificò.
«Adesso la colpa è mia? Non arrampicarti sugli specchi caro mio, ti causa solo tanta gelosia che lei esca con un ragazzo» s'aggiunse Kate ed Harry iniziò a ridere.
«Io geloso di lei? Perchè dovrei esserlo? Non è il mio tipo e poi è la mia migliore amica, che è andata a letto con il suo migliore amico».
«Ancora con questa storia? Harry hai rotto il cazzo, lascia stare Zayn. Lui non devi toccarmelo, è tutto per me» dissi.
«Allora vattene da Zayn, lui è tutto per te bene. Tu sei tutto per me, tu sei quella ragazza che mi fa ridere sempre, sei il mio punto di riferimento quando tutto fa schifo..ma vedo che la cosa è diversa per te» disse uscendo dalla macchina. Quando lo vidi adare via iniziai a piangere, volevo scendere dalla macchina e rincorrerlo, dirgli che l'amavo e baciarlo.
«Sono una fottuta cretina. Mi sta lasciando ancora, cazzo io non resisto più. Non dovevo innamorarmi di lui» dissi singhiozzando.
«Margaret stai calma, adesso io vado via e tu lo raggiungi con l'auto. Abbraccialo, se vuoi confessagli quello che provi, altrimenti digli solo che per te è importante più di Zayn».
«Si Kate, ma..» mi bloccò.
«Niente ma, lo ami giusto? Allora vai da lui, è già tornato per te, adesso tocca a te» disse dandomi un bacio sulla guancia per poi andare via.
Cercai di asciugarmi il visi bagnato dalle lacrime, ma senza nessun risultato perchè le lacrime non smettevano di scendere dai miei occhi ormai diventati fontane. Ripartì e iniziai a cercarlo per le strade che portavano a casa sua, lo vidi seduto su una panchina. Parcheggiai la macchina un po più lontano da lui e lo raggiunsi a piedi.
«Harry...» lo richiamai con quel poco di voce che avevo ancora, non mi degnò di uno sguardo.
«Harry ti prego» dissi sedendomi vicino a lui, ma lui di risposta si allontanò. Mi sentivo morire, come se l'aria iniziasse a mancarmi e forse era vero, lui era il mio ossigeno e se lui andava via non avrei continuato a respirare a pieni polmoni come poco tempo fa, quando eravamo felici.
«Perchè deve essere così difficile?» disse guardando un punto fisso sui suoi pantaloni. Decisi di non parlare, se doveva sfogarsi io non l'avrei fermato o invaso di domande.
«Capisci Peggy? Io non volevo arrivare alla situazione in cui mi trovo adesso, è una situazione orribile e la cosa più brutta, è che non riesco ad uscirne. Siamo amici io e te, migliori amici ed è proprio questo che ci rovina. Non potevamo essere amici? Io non volevo averti come migliore amica» disse torturandosi le mani. 
Quella frase, quelle parole mi avevano uccisa in un solo colpo. Erano più profonde di un colpo di pistola, sparato in pieno petto. Non mi voleva avere come migliore amica, solo come amica, una semplice amica. Senza dire una parola mia alzai e iniziai a dirigermi verso la mia auto. Ero venuta da lui per sentirgli dire parole, che mi avrebbero resa uno straccio. 
«Dove vai?» chiese con un tono di voce un po più alto, per farsi sentire da me che ormai ero lontana da lui.
«A casa, le amiche, le semplici amiche non si dovrebbero trovare qui» dissi entrando in macchina. Appena mi ritrovai seduta al mio posto, quelle lacrime che si erano trattenute dal scendere, ripresero la loro corsa rompendo così ogni tipo di blocco, perchè adesso nessuno le avrebbe fermate.
Dovevo andare a casa, dovevo chiudermi nella mia stanza e ritornarare a trascorrere le notti in bianco per lui. Per tutto il dolore che mi stava causando.
«Non mettere in moto» disse davanti alla mia auto.
«Togliti Harry, togliti» urlai mentre piangevo.
«Cazzo Margaret scendi da questa puttana di macchina» urlò con la voce strozzata, stava cercando di trattenere le lacrime. Lo conoscevo troppo bene.
«Cosa devi dirmi ancora? Che mi reputi una cretina? Avanti sono pronta per essere ferita ancora da te» dissi scendendo dall'auto.
«Vedi, non capisci nulla e non lo capirai mai» urlò.
«Cosa devo capire Harry? Cosa? Sono mesi ormai che mi dici che devo capire, ma oggi ho solo capito che tu non mi vuoi più nella tua vita. Non mi vuoi come migliore amica e io non ti voglio come un normale amico, quindi ciao» urlai avvicinandomi a lui.
«Io non ti voglio più nella mia vita? Ma ti ascolti quando parli? Come devo farti capire che la mia vita sei tu?».
«Mi dispiace, ma oggi hai fatto crollare tutto» dissi senza riuscire a fermare le lacrime.
«Vuoi sapere cosa non sei riuscita a capire da troppi mesi?» chiese più calmo e io annuì.
«Hai capito solo che non ti voglio come migliore amica, ma non hai capito il motivo eppure quel ciondolo doveva aiutarti. Da dove vogliamo partire? Dalla sera dopo l'incontro quando io e te andammo a casa di Zayn? Quando ti presi fra le mie braccia o quando ti dissi che le cose tra noi erano cambiate? Oppure quando ti raggiunsi in piena notte durante il campeggio? Quando cancellai i messaggi di Greg? Ci sono così tanti indizi, ma tu hai captato solo quelli sbagliati. Dobbiamo parlare di quel bacio? Io non ero ubrico, forse tu nemmeno te ne ricordi. Quel bacio non l'ho ricambiato e non perchè non lo volessi, più semplicemente perchè ero stato preso alla sprovvista» disse.
«Non capisco» dissi dopo quel monologo. Era vero però, non avevo ancora colto il nucleo del discorso. Forse era semplice, ma ero nervosa e non riuscivo a ragionare.
«Sei un caso perso Margaret..- rise - dopo che avrò fatto una cosa, voglio vedere se non capirai» disse e prima che potessi rendermene conto, sentì le sue morbide labbra sulle mie. Forse aveva ragione, in quel momento non ricambiai il bacio perchè non me l'aspettavo, ma dopo aver fatto due più due non mi trattenni dall'unirmi a lui.
Era un semplice bacio, labbra su labbra, ma in me scatenò mille emozioni diverse. Felicità, confusione, amore e tanto altro.
«Credo che mi sono innamorato di te, togli il credo» disse quando le nostre labbra si staccarono, ma dopo due secondi le sentì riunirsi alle mie. Questa volta però era un bacio diverso, sentivo che voleva di più e quel desiderio era ricambiato, così schiusi le labbra e quel 'di più' arrivò a soddisfare entrambi.
Dovevo fermarmi e dirgli che i sentimenti erano ricambiati ma ci avrei pensato dopo. Non volevo metter fine a quel momento, perchè era quello che aspettavo da troppo tempo.




*Spazio autrice
Ciao belle, cosa ne pensate? Fatemi sapere c:
Finalmente è successo quello che aspettavate da tempo, ma sarà tutto così facile? Nessuno lo sa, nemmeno io visto che devo ancora scrivere i prossimi capitoli AHAHAH vabbè adesso vado, un bacio xx

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Capitolo 15
*** SCUSATEMI ***


Ragazze scusatemi se non sto aggiornando, ma è da due settimane che sono a casa con la febbre e non ho la forza per scrivere :( Scusatemi e spero di vedervi nel prossimo capitolo, che pubblicherò sabato :) Un bacio, vi adoro **

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Capitolo 16
*** You're beautiful ***



                                                          



CAPITOLO QUATTORDICI - You're beautiful


Quel bacio, quel meraviglioso bacio finì e dopo aver sorriso come due ebiti risalimmo in macchina e decidemmo di tornare ognuno alle proprie case. Non potevo ancora crederci che lui mi amava, ma la cosa più strana era proprio il fatto che io non avevo ricambiato quei sentimenti.
Avevo paura, una dannata paura di soffrire. Il mio sogno stava diventando realtà, ma io non trovavo più il coraggio di affrontarlo. Lui poteva benissimo stancarsi di me un giorno, poteva mandarmi via ed andare da altre mille ragazze che l'avrebbero aspettato a gambe aperte, per non essere più volgare. La mia paura più grande era quella dell'essere sfruttata, lui poteva benissimo fingere di stare con me mentre si portava a letto altre ragazze.
Dovevo fidarmi di lui, era il mio migliore amico e lo conoscevo bene, ma proprio perchè lo conoscevo così bene che sapevo di che pasta era fatto. Forse questa storia l'avrebbe cambiato, forse lui mi amava davvero. 
«Peggy che succede?» chiese notando il mio sguardo perso nel vuoto, eravamo fermi davanti casa sua e non avevo proferito parola per tutto il viaggio.
«Cosa? Oh nulla nulla» dissi evitando di guardarlo. Lo sentì muoversi sul sedile del passeggiero e poi sentì le sue labbra sulla mia guancia.
«Ehi piccola tutto bene?» chiese ancora. Era tutto ciò che potevo desiderare e non l'avrei mai allontanato. Dovevo buttarmi.
«Si tutto bene» dissi voltandomi verso di lui, lo vidi sorridere quando notò il sorriso sulle mie labbra.
«Bene» disse avvicinandosi a me.
«Bene» dissi io a mia volta quando fu a pochi centimentri distante dal mio viso. Si avvicinò ancora di più e poi sentì le sue labbra premere sulle mie, non sentì le solite farfalle nello stomaco perchè avevo ogni tipo di volatile dentro di me.
«Ci sentiamo per stasera ok?» chiese lasciandomi un altro piccolo bacio.
«Harry ma io devo uscire con Travis» ammisi titubante, perchè sapevo che gli dava fastidio.
«Ok» disse, era irritato.
«Harry..».
«Cosa?!».
«Non fare così» dissi con un tono di voce calmo, sperando che si calmasse anche lui.
«Cosa dovrei fare? Dirti che non ci sono problemi? No scusa non ci riesco, non riesco ed essere felice se la mia ragazza esce con un ragazzo che non sono io» urlò facendo fermare il mio cuore per quelle futili parole, ma che per me erano troppo importanti. Mi considerava la sua ragazza.
«Cosa sarei io?» chiesi cercando di trattenere un sorriso.
«La mia ragazza, sai non dico a tutte di amarle» rispose con fare ovvio e appena udì la sua risposta, mi buttai fra le sue braccia e iniziai a lasciargli dei baci su tutto il viso.
«Anche se fai così, sono ugualmente furioso» disse stringendomi ancora più forte di quanto non stesse già facendo.
«Facciamo così oggi non esco con Travis, ma usciamo io e te» dissi guardandolo negli occhi.
«Mi piace come idea, la nostra prima uscita da coppia» disse sorridendo.
«Il nostro primo appuntamento caro Styles» dissi scompigliandogli i capelli causando la sua ilarità.
«Suona bene quel 'nostro' non trovi?» chiese sorridendo e io annuì per poi aggiungere un 'benissimo'.
Un ultimo bacio e poi ci salutammo definitivamente. Quando lo vidi entrare in casa, ripartì verso la mia nuova dimora. Forse era un bene vivere sola, almeno quando sarei rientrata non avrei dovuto dare nessun tipo di spiegazioni per il sorriso ben evidente disegnato sulle mie labbra.
Arrivata a casa, buttai letteralmente lo zaino su una delle due poltrone e poi andai in cucina per prendere un bicchiere d'acqua fresca dal frigo. Tornata in salotto, mi stesi sul divano e accesi la tv per guardare qualcosa d'interessante, ma non vi trovai nulla. Controllai l'ora e notai che era presto per prepararsi, così optai per un pisolino. Quando ormai ero ben sistemata sul divano, il telefono vibrò.

Da Kate:
«Margaret tutto bene? Avete risolto?».

A Kate:
«Si tutto bene, abbiamo risolto :)».

Da Kate:
«Perfetto, dopo esci con Travis o con noi?».

A Kate:
«No, esco con il mio ragazzo».
Risposi sorridendo a 32 denti, non ricevetti nessuna risposta e capì che la chiamata della mia migliore amica stava per arrivare.
«Cosa mi sono persa?» chiese appena risposi.
«Nulla» dissi vaga, doveva penare per scoprire tutto e io ero brava in questo. La verità, era che nemmeno io riuscivo ancora a concepire tutto.
«Ti sei fidanzata e non mi dici nulla, ma è Greg per caso? Hai perdonato quello schifo di ragazzo?» si alterò.
«No, non lo farei mai e poi mai».
«Allora chi è?» chiese con voce da bambina e lei parlava in quel modo solo quando voleva sapere qualcosa.
«Non ti dico nulla, ti dico solo che non ci credo nemmeno io».
«Oh mamma» urlò, urlò così forte da rompermi il timpano e capì che finalmente aveva capito tutto.
«Racconta tutto» disse con tono di voce fermo e conoscendola non avrebbe accettato un no come risposta.
Le raccontai tutto, dai pianti alle urla, dalle corse per allontanarci ai baci e il mio timpano era stanco di ascoltare le sue urla e quando chiusi la chiamata la testa mi scoppiava. Mi risistemai sul divano e finalmente riuscì a dormire. Mi svegliai quando il telefono vibrò sotto il cuscino, con occhi ancora chiusi tastai il divano e quando trovai il telefono cercai di leggere il nome di chi aveva inviato il messaggio. Era lui.

Da Harry:
«Ehi tra un'ora sono da te».

A Harry:
«Perfetto».
Mi alzai molto velocemente dal divano e corsi in bagno per prepararmi. Non avevo problemi sul come vestirmi, perchè con Harry non dovevo farmene anche se l'ansia c'era e ad ogni minuto che passava aumentava sempre più. Come sarebbe stato? Lui cosa avrebbe fatto? Io come mi sarei sentita? Troppe domande, domande davvero complicate a cui non sapevo dare una risposta. Speravo solo di essere felice con lui in ogni momento e luogo.
Arrivate le otto, Harry arrivò sotto casa e io dopo aver preso la borsa e la giacca, uscì di casa. In ascensore mi controllai un'ultima volta e quando finalmente varcai il portone, vidi il mio ragazzo aspettarmi con un sorriso raggiante. Lo raggiunsi con un timido sorriso e quando fui abbastanza vicina a lui, mi cinse i fianchi con le sue possenti braccia e lasciò un dolce bacio sulla mia guancia.
«Sei bellissima».
«Grazie, anche tu non sei male» dissi notando il suo abbigliamento nè troppo elegante e nè troppo semplice.
«Perchè sei rossa?» chiese con un mezzo sorriso e io mi corpì il viso con le mani.
«Nulla, solo che è strana questa situazione».
«Lo so, ci stai ripensando?».
«Ma certo che no, ho penato tanto per averti» dissi e supito mi coprì la bocca con la mano.
«Guarda mia cara, che il poverino sono io. Tu mi hai notato solo da quando il nostro rapporto di amici è cambiato, io da parecchio tempo prima» ammise lasciandomi sconvolta. Non avevo mai notato un suo interessamento nei miei confronti e la cosa mi sorprendeva molto.
«Ecco perchè quel giorno venisti al campeggio» notai riflettendo su tutte le cose strane che aveva fatto.
«Ecco perchè ho cancellato quei messaggi» aggiuse. Senza dir nulla entrai in macchina e lui fece la medesima cosa.
«Sei arrabbiata con me vero?» chiese mettendo in moto.
«No, solo che mi sembra così strano che non ti abbia mai notato».
«Sono bravo a nascondere i miei sentimenti. Adesso però non parliamo di questo, oggi è la nostra serata» disse sorridendomi.
Non parlammo molto in macchina, il nostro silenzio fu riempito dalla musica che veniva trasmessa in radio. Stavo pensando a cosa mi aspettava, quando il mio telefono vibrò, lo presi dalla borsa e notai un messaggio.

Da Travis:
«Ehi sono a scuola, dove sei finita?».
Mi ero dimenticata di avvisarlo.

«Harry, non ho avvisato Travis e adesso mi ha inviato il messaggio. Cosa faccio? Potrebbe uscire con noi?» chiesi al ragazzo che aumentò la presa sul manubrio e che non rispose.
«Ok invento qualcosa» continuai avendolo capito.

A Travis:
«Scusa ma non posso più uscire :(»

Da Travis:
«Ok dai non preoccuparti, ci vediamo a scuola domani».
Riposi il telefono in borsa e notai lo sguardo di Harry puntato su di me. 
«Cosa ha detto?» chiese curioso.
«Che non fa nulla, ma domani devo uscire con lui» dissi mentendo, ma appena lui notò il mio sorriso si rilassò e scosse la testa sorridendo.
«Perchè non riesco a capirti quando fai la stronza?» chiese lasciandomi un leggere pugno sul braccio.
«Ehi non picchiare la tua ragazza» lo rimproverai divertita.
«Quanto sei scema» disse sconsolato ridendo.
«Dai muoviti che ho fame cretino» lo provocai.
«Ringrazia che sei la mia ragazza altrimenti ti butteri fuori a calci».
«Si amore muoviti» dissi e subito diventai rossa per la parola usata. Lo vidi sorridere di profilo e subito dopo sentì la sua mano stringere la mia.
«Si andiamo e sappi che sei troppo bella quando diventi rossa» disse scompigliandomi dolcemente i capelli e io risi, una risata che conteneva nervosismo e anche amore, amore per quel ragazzo che mi faceva sempre star bene anche quando sentivo il mondo cadermi sulle spalle.



*Spazio autrice
Ok faccio schifo lo so, ma non ho potuto aggiornare sabato perchè il pc era andato in tilt, si era bruciata la batteria :(
Il capitolo non è il massimo, il fatto è che sarà un capitolo di passaggio. Spero di aggiornare sabato prossimo, ci mettero tutto lìimpegno possibile. In questo periodo sono troppo impegnata nella scuola, perchè devo migliorare D:
Adesso vado, un bacio xx

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Capitolo 17
*** Love is strange ***


                                               



CAPITOLO QUINDICI - Love is strange 


Sedersi in un ristorante elegante non era nel nostro stile di vita, ma come aveva detto Harry "quella era un'occasione speciale". Camerieri in abito, cordiali e sempre disponibili; completamente diversi da quelli delle paninoteche in cui passavamo le nostre serate più fiacche.
«Ok sono cordiali, ma io ho fame» si lamentò, il ragazzo che mi teneva la mano stretta con la sua sul piccolo tavolo del ristorante.
«Si mamma, tra qualche minuto arriva la pappa» lo stuzzicai e lui mi lanciò un'occhiataccia per poi dedicarmi uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Dopo altri cinque minuti il cibo arrivò e anche se avevamo aspettato tanto, venimmo ricompensati dalla prelibatezza di quei piatti.
L'atmosfera tra me ed Harry era davvero tranquilla, come se stessimo insieme da anni ormai. Ero davvero felice di stare con lui, mi sentivo al sicuro più di qualsiasi altra volta. Sapere che lui mi avrebbe protetta più di prima, mi rilassava e mi riscaldava il cuore.
Forse era una cosa automatica, ma mentre mangiavo il mio sguardo era fisso su di lui. Amavo osservare i lineamenti del suo viso, quell'espressione rilassata quando mangiava un buon piatto, gli occhi aperti come quelli di un bambino che era estasiato da tutti i dolci che la mamma le aveva portato, amavo quel ragazzo per ogni suo piccolo dettaglio e pensare che dopo tutto quel tempo e dopo tutte quelle mie paranoie sulla possibilità di rovinare il nostro rapporto, adesso io e lui eravamo al nostro primo appuntamento.
«Quando hai finito di fissarmi avvisami» disse divertito e subito distolsi lo sguardo sentendo il mio viso diventare sempre più caldo, lo sentì ridere e quel suono contagiò anche me.
«Tu di diverti nel farmi imbarazzare» lo rimproverai mettendo il muso e lo sentì ancora ridere, ma questa volta non doveva contagiarmi altrimenti non mi avrebbe presa seriamente.
«Piccola ti conosco troppo bene, per crederti davvero offesa».
Quando mi chiamava così, il mio cuore si bloccava per un millesimo di secondi e poi iniziava a correre veloce scontrandosi contro la mia gabbia toracica, così forte da poterla rompere.
Non gli sorrisi, dovevo restare sulla mia posizione e evitai anche di guardarlo perchè sapevo benissimo che se avessi visto il suo sorriso, non avrei resistito a ricambiare. Adoravo quel rapporto che vi era tra noi, non era uguale a quello che avevamo fino al giorno prima, ma era ancora più bello. Amavo stuzzicarlo più di ogni altra cosa al mondo e lui, sicuramente, si divertiva a farmi diventare rossa come la lava di un vulcano.
«Vado in bagno, arrivo subito» lo avvisai alzandomi dalla sedia cercando di non fare rumore.
«Abbassa il vestito» mi rimproverò e io alzai gli occhi al cielo, era troppo geloso.
«Vuoi vedere che dopo esco dal bagno nuda?» lo canzonai e lui si alzò immediatamente, prendendo per mano.
«Andiamo in bagno» annunciò e io scoppiai a ridere, facendo girare tutti i presenti nella mia direzione.
«Siediti cretino, vado e vengo» dissi con tono divertito dirigendomi verso il bagno.
Quando entrai in bagno, mi guardai allo specchio e notai alcune piccole differenze. Gli occhi che trasmettevano felicità, il viso paonazzo e un sorriso enorme disegnato sulle mie labbra. Strano effetto che aveva l'amore sulla gente, le trasformava e le rendeva meravigliose o più precisamente, le faceva sentire meravigliose.
Stavo per tornare da Harry quando vidi una ragazza vicino a me, trasalì e quando lei si girò verso di me sorrise debolmente. Cosa ci faceva Pam in questo ristorante? Non doveva essere a LA con Greg?
La scansai e prima di mettere piede fuori, la sentì chiamarmi.
«Margaret scusami» disse continuando a guardarsi nello specchio. Era scossa, triste e trasandata. Pam non era mai stata così, la Pam che ho avuto possibilità di conoscere era sempre bellissima e sistemata.
«Non volevo farlo, ma l'amore ti rende davvero stupida e cieca. Ti fa fare tutto, anche l'impossibile per colui che ami e io sono stata ingannata. Si, mi mentiva, aveva un'altra e la stessa cosa che stava facendo con te, la stava facendo con me, con la differenza che io l'ho scoperto troppo tardi. Per sposarmi con lui, sono andata la notte per strada, mi vendevo solo perchè l'amavo. Era un amore da pazzi, lo capisco, nessuno si venderebbe per sposarsi ma io si. Avevo trovato la persona che mi faceva sentire viva, che mi faceva sentire amata ma era tutta una mia fantasia. Mi sento così stupida, ho perso la mia dignità e ho perso anche lui, per quanto possa odiarlo l'amo ancora e non sai come mi odia per questo» disse scoppiando a piangere adagiandosi per terra con le gambe strette al petto. Mi faceva una gran pena, mi aveva fatto davvero soffrire ma non era colpa sua. Mi avvicinai a lei e le ordinai di alzarsi.
«Ascolta Pam, tu non puoi vivere pensando a lui, lui non lo sta facendo. Non sta pensando a te, adesso mentre tu piangi lui si starà trombando la sua bella sposa. Vuoi che lui vinca su te? Vuoi che ti rovini la vita, così come tu pensavi te l'avesse migliorata? Non devi volerlo. Io sono andata avanti, grazie all'aiuto dei miei amici e adesso felice, felice più di prima. Siamo giovani ancora, se non soffriamo adesso quando ancora riusciamo ad alzarci ed abbattere gli ostacoli, quando lo faremo? Non piangere per lui, ridi pensando a quando possa essere malato» dissi guardandola dritta negli occhi, aveva due occhi fantastici e vederli rovinati per lui mi faceva davvero infuriare.
«Io non ho amici, io avevo solo lui. Per lui ho allontano tutti, perchè a nessuno piaceva. Tutti mi dicevano che mi prendeva solo in giro, ma io non credevo a nulla che non fosse detto dalle sue labbra. Sai? Mi picchiava quando non volevo andare a 'lavorare', diceva che le brave puttane non prendono i giorni di pausa. Non provava nessun tipo di gelosia quando pensava a me con un uomo diverso da lui, anzi lui quando non c'ero si vedeva con la sua bella fidanzata o forse con una delle sue tante fidanzate. Io non posso rialzarmi se sono sola, non posso pensare ad un futuro se non ho nessuno. Volevo uccidermi, almeno avrei smesso di soffrire ma poi ho pensato a te. Tu sei ancora viva, più felice di prima e mi chiedo come tu ci sia riuscita. Ti invidio e non sai quanto».
«Tu non ti uccidi hai capito? Provaci e ti vengo a trovare nell'oltretomba per prenderti a botte. -ironizzai e vidi un piccolo sorriso disegnarsi sulle sue labbra- Io sono ancora viva e sai perchè? Perchè lui deve capire che non è nessuno, l'ho amato e non puoi immaginare quanto, ma adesso non l'odio nemmeno e sai perchè? Perchè per me ormai è diventato il nulla, l'inesistente. Non hai amici? Bene, da domani li avrai. Ti assicuro che i miei amici sono uno spasso e ti divertirai tantissimo con loro» dissi prendendole le mani, lei alzò improvvisamente il viso e quando notai suoi occhi sgranati, sorrisi per quanto fosse dolce.
«Margaret come fai?» chiese.
«A fare cosa?» domandai confusa.
«Ad essere così, sei così...cavolo Margaret sei perfetta» disse abbracciandomi, fui sorpresa da quel gesto ma non esitai a ricambiare. I miei amici non avrebbe avuto nulla da ridire sulla nuova entrata, in fin dei conti lei non aveva fatto nulla, anzi subiva.
Dopo essersi asciugata il viso, le prestai qualche mio trucco e tornò in cucina. Si, tornò in cucina perchè aveva trovato un lavoro come aiutante cuoco e ne fui felice, era il primo passo per la rinascita.
Dopo quasi mezz'ora tornai da Harry che stava giocando con il suo telefono e quando mi vide sorrise e girò lo schermo del suo telefono verso di me. Appena lessi, sorrisi e mi sentì morire. Non ci potevo credere, mi sembrava un sogno, un bellissimo sogno.
«Impegnato con Margaret Felton» disse avvicinandosi a me, i nostri visi erano troppo vicini e il mio cuore troppo stanco di battere così forte.
«Mi piace come cosa» dissi sorridendogli.
«Anche a me, molto» disse, mettendo fine a quella distanza e baciandomi. Un bacio casto e puro, in fin dei conti eravamo sempre in un luogo pubblico. Quando ci staccammo avevo il viso rosso e lui sorrise dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
«Dove stata tutto questo tempo?» chiese una volta usciti dal ristorante, aveva pagato lui contro la mia volontà.
«In bagno a parlare con Pam» dissi, stringendo il suo braccio mentre camminavamo.
«Pam? Cosa voleva?» s'irrigidì.
«Calmati, adesso ti dico» lo rassicurai ed iniziai a dirgli tutto, per filo e per segno. Raccontai tutto, anche del fatto che si sarebbe unita al nostro gruppo e lui dopo aver ascoltato tutto non abiettò.
«Che grande stronzo, povera ragazza» disse cingendomi la vita con un braccio, mentre camminavamo per le strade della città. Holmes Chaple di sera era bellissima, piena di gente che si divertiva fuori i pub oppure che passeggiava con la famiglia, e poi vi erano tante piccole coppie e pensare che tra queste coppie c'ero anche io, mi elettrizzava.
«Ti vorrei portare in qualsiasi posto, ma domani c'è scuola e tu per svegliarti sei complicata, figuriamoci se vai a dormire tardi» disse divertito e io scoppiai a ridere. Non mi offesi, anzi ne fui felice perchè sapere che lui ormai conosceva tutto di me, era la cosa più bella.
«Hai ragione, ti ucciderei e non voglio» dissi prendendogli la mano.
«Mi piaci quando prendi tu l'iniziativa» disse osservando le nostre mani e io sorrisi.
Tornammo in macchina e il viaggio di ritorno lo passammo in totale silenziono o così ricordo io, perchè quando arrivammo sentì Harry chiamarmi dolcemente. Mi ero addormentata.
«Dormigliona svegliati sei arrivata a casa» disse mentre mi lasciava piccoli baci su tutta la guancia, sorrisi a quel gesto e lui lo notò.
«Non sai quanto amo quel sorriso, ma in questo mento devo coprirlo» disse, non capì subito ma quando sentì le sue labbra toccare le mie, tutto mi fu chiaro. Sorrisi a quel tocco e contribuì, accarezzai la sua guancia e lui aumentò il bacio. Quanto amavo quel ragazzo, non riuscivo a descrivere cosa provassi in tutti i momenti in cui le mie labbra si univano alle sue. Sentì la sua lingua leccarmi le labbra, che subito schiusi. Il nostro primo vero bacio, quel bacio che non avrei mai scordato. Passarono minuti, ma quando tutto finì mi sentì vuota però quando vidi il suo sorriso e le sue labbra più rosee, mi sentì rinascere.
«Vai sola o vuoi una mano? Ancora ti addormenti mentre sei in ascensore» disse divertito e io risi ironica.
«Vado sola, non sono così scema. Notte fesso, ci sentiamo domani» dissi avvicinandomi a lui per dargli un ultimo bacio.
«Domani passo a prenderti io alle otto, notte amore» disse sorridendomi, lasciandomi un dolce bacio.
Mi aveva chiamato amore e io stavo per impazzire. Scesi dall'auto con un sorriso da ebete e mi diressi verso il portone. Prima di entrare, mi voltai verso l'auto e lo salutai per poi vedere il mezzo scomparire. Entrata in ascensore notai il mio viso, era rosso e scottava tantissimo.

Che cosa strana l'amore.



*Spazio autrice
Partendo dal fatto che credo di aver perso tutte le lettrici, voglio già ringraziarle :)
Lo so che sto facendo schifo, ma se non è la batteria che si rompe è la rete internet che non va. In un caso o nell'altro non riesco più ad aggiornare:(
Adesso ci sono riuscita, però vi dico che non farò più promesse. Quando potrò aggiornerò, perchè come ho detto nel capitolo precedente devo impegnarmi a scuola per l'ultimo quadrimestre. Non vedo l'ora che arrivi l'estate.
Adesso vado e vi ringrazio di cuore, perchè se nonostante tutto vi vedrò presenti sarò troppo felice. Vi amo **

              

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Capitolo 18
*** I love you ***


                                                 


CAPITOLO QUINDICI - "I love you"


Il mattino dopo mi svegliai pimpante, perchè non vedevo l'ora di vedere Harry e di baciarlo fino a perdere il fiato. Avevo dormito benissimo e tutto grazie a lui, al suo viso che vedevo  appena chiudevo gli occhi. Andai in cucina e mi preparai velocemente la colazione, a base di cereali e una tazza di latte.
Dopo aver mangiato e sistemato i piatti nella lavastoviglie, corsi in bagno. Mancava poco alle otto.
Mi vestì in modo semplice, jeans e maglia bianca con un strano disegno sopra, una giacca di pelle nera e le mie adorate Converse dello stesso colore. Tornata in camera, controllai il telefono e notai un messaggio da Harry che diceva di scendere perchè era arrivato, così presi lo zaino e uscì di casa chiudendo bene la porta. L'ascensore era rotto, così scesi.
Uscì dal portone e corsi in macchina.
«Dai parti che è tardi, mamma mia questi capelli» dissi sconvolta mentre mi controllavo nello specchietto.
«Giorno anche a te eh» disse senza mettere in moto, mi voltai e lo vedi che era impegnato a guardarmi. Sorrisi e m'avvicinai a lui lentamente.
«Giorno amore» dissi lasciandogli un piccolo bacio, quando stavo per tornare al mio posto sentì una sua mano prendere un lembo della mia maglia e subito tornai vicina a lui.
«Dove scappi? Quello non era un bacio del buongiorno» disse annulando la distanza tra noi.
Arrivati a scuola, vidi Kate, la raggiunsi e subito l'abbracciai fortissimo.
«Sei diversa, sei felice» disse abbracciandomi ancora.
«Ciao ragazzi» dissi salutando tutti gli altri, che erano seduto sul muretto vicino il cancello. 
«Qual buon vento ti porta tra noi Margaret cara?» chiese una voce, che avrei riconosciuto tra mille. Mi voltai ad osservare il mio amico, che si trovava dietro di me.
«Quanto sei scemo, ciao amore della mia vita» dissi abbracciando fortissimo Zayn, non ci vedavamo da un giorno e già sentivo la sua mancanza.
«Mi sei mancata ieri sera scricciolo» disse scompigliandomi i capelli.
«Cugino hai rovinato il lavoro di una vita» disse Harry comparendo accanto a Zayn, che sorrise vedendo la mia faccia rossa per la rabbia. Ci avevo impiegato troppo tempo.
Mancavo ancora dieci minuti al suono della campanella, così restammo in cortile a parlare un po.  Stavamo decidendo dove andare la sera, quando sentì Kate darmi una leggera gomitata. 
«Sei impazzita? Cosa vuoi?» dissi toccandomi il fianco destro.
«Travis ti sta chiamando da un pezzo» dissi indicando dietro di me, così mi voltai e notai Travis sorridermi mentre mi chiedeva di andare da lui.
«Ragazzi scusate, arrivo subito» dissi prendendo lo zaino da sopra il muretto.
«Dove vai?» chiese immediatamente Harry.
«Da Travis, mi sta aspettando lì» dissi indicando il ragazzo che aspettava seduto, anche lui, su un muretto.
«Cosa vuo..» cercò di farmi un'altra domanda, ma Niall lo bloccò.
«Amico deve avere anche lei un ragazzo prima o poi, tu vai da Olly che ti sta mangiando con gli occhi da quando sei arrivato» disse, ma Harry non distolse lo sguardo dal mio.
Se avesse raggiunto quella grande troia, avrei fatto una strage. Avevo notato le sue mani chiuse a pugno quando aveva sentito la frase che riguardava l'avere un ragazzo.
Mi diede fastidio vedere che lui non aveva detto nulla ai suoi amici, su noi due.
«Torno subito» dissi voltandomi e poi m'incamminai verso Travis.
Quando mi vide, sorrise e scese dal muretto per salutarmi con due baci sulla guancia. Mi dispiaceva di avergli dato buca, ma non potevo dargli false speranza. Ora avevo un ragazzo, il mio caro ragazzo che non si decideva a distogliere lo sguardo da noi.
«Ciao Trav, scusami per ieri».
«Non preoccuparti, usciremo un'altra sera se per te è ok» disse e non diedi nessuna risposta.
«Allora cosa hai fatto ieri?» continuò notando che non proferivo parola.
«Nulla, sono stata a casa con il mal di pancia» mentì.
«Povera, ora stai meglio?» chiese e io annuì sorridendo.
«Belli gli occhiali da sole» dissi prendendoli in mano, erano davvero belli. Semplici ma di una bella forma.
«Grazie, ma non potranno superare la bellezza dei tuoi occhi» disse guardandomi intensamente negli occhi, mentre spostava una ciocca di capelli dietro il mio orecchio. 
Cosa voleva fare? Stavo per allontanarmi quando sentì qualcuno afferrarmi per mano. Mi voltai d'istinto e vidi Harry vicino a me che guardava in cagnesco Travis.
«Amore andiamo, è suonata» disse soffermandosi sulla prima parola, guardai Travis che osservava Harry e me con sguardo perso.
«Scusaci Travis, ci sentiamo poi» dissi salutandolo con un cenno di mano. 
Iniziai a camminare con Harry mano per mano e sorrisi nel pensare a lui geloso. L'amavo già tanto, ma dopo quello ero completamente pazza di lui. Superammo anche il nostro gruppo, che ci guardava interrogativi e la mia unica risposta, fu un'alzata di spalle.
«Chiariamo le cose» disse una volta vicini alla sua macchina «Se devi giocare con me, avvisami subito così vado via. Almeno non soffro» disse guardandomi dritto negli occhi. Scoppiai a ridere e lui mi guardò confuso.
«Scherzi vero? Credi davvero che io stia giocando con te? Dopo tutto il casino che ho fatto per averti, pensi che io stia giocando? Harry torna serio e rifletti prima di parlare».
«Scusami tanto se non ho capito più nulla, quando ho visto la mia ragazza che veniva toccata da un altro» disse con fare scontato.
«Avevi paura che potessi baciarlo?» chiesi e lui non rispose, mi meravigliai.
«Non ci posso credere. Cosa dovevo fare io quando Niall ha parlato di Olly che ti mangiava con lo sguardo? Dovevo diventare nera dalla rabbia?» dissi aumentando di mezzo tono la voce. Mi dava fastidio, lui doveva fidarsi di me altrimenti la storia sarebbe finita prima di prendere un vero e proprio inizio.
«Non l'avrei mai fatto, devi fidarti di me».
«Se io devo fidarmi di te, cosa che già faccio, tu devi fidarti di me».
«Io mi fido di te, non mi fido dei ragazzi che ti stanno intorno» disse prendendomi le mani, per poi farle avvolgere intorno alla sua vita.
«Anche io ho paura delle altre, sono gelosa marcia se vedo qualcuna che ti guarda ma mi fido di te» dissi calmandomi.
«Io sono geloso, troppo geloso. Ho aspettato troppo tempo per arrivare a questo momento e ho paura di farmelo scappare.» disse mentre poggiava la sua fronte alla mia ed avere quegli occhi così vicini, mi fece battere il cuore a mille «Io ti amo davvero e l'amore porta a questo, ad essere gelosi senza nessun limite anche fidandomi di te» disse guardandomi.
Credevo di aver sentito male, perchè non poteva aver detto quelle paroline magiche. Stavamo insieme da poco, ma non era presto perchè in fin dei conti c'eravamo aspettati per troppo tempo. Lo strinsi di più a me, così forte da far scontrare i nostri corpi.
«Ti amo» dissi baciandolo, cercando di trasmettergli tutto l'amore che provavo per lui. In quel momento c'eravamo solo io e lui, c'erano solo i nostri cuori che battevano all'unisono e nessun altro.
«Come ho fatto a restistere dal baciarti per tutto questo tempo? Ti giuro mi pongo questa domanda sempre, ma ora finalmente queste labbra le posso baciare quando voglio, anche senza un motivo valido. Ah no, il motivo valido c'è sempre. Le bacio perchè ti amo e perchè non posso farne a meno» disse baciandomi ancora e ancora.
«Cosa cazz!!» esclamarono in coro delle voce, ecco eravamo stati scoperti. Harry si allontanò da me e si voltò verso gli latri che ci guardavano perplessi e confusi, troppo confusi.
«Non dobbiamo giustificarmi o spiegarvi qualcosa, credo sia chiaro» disse Harry mentre continuava a tenermi per mano. Ero in totale imbarazzo.
«Finalmente» urlò Zayn seguito, poi, da tutti gli altri. Li guardai confusa, stavano aspettando questo momento?
«Cosa vorreste dire?» chiesi.
«Finalmente vi siete decisi, sembravate ciechi. Era così visibile che c'era qualcosa che andava oltre l'amicizia» disse Zayn e tutti annuirono.
«Oh bene, ma scusatemi perchè siete qui?» chiesi tornando alla realtà.
«Niente lezione, sciopero dei professori» annunciò Niall salendo in macchina di Harry, che aveva appositamente aperto.
«Dove andiamo ora?» chiese Liam indossando i suoi occhiali da sole, che gli davano un aria da super figo e ne andava fiero.
«Idea» annunciò Harry e tutti iniziarono a lamentarsi, sapendo già che avrebbero ascoltato una proposta sciocca e io risi «Andiamo fuori città? Londra per esempio?» chiese e subito i miei occhi s'illuminarono. Ero andata raramente a Londra e lui lo sapeva benissimo.
«Amico mi hai stupito, che Londra sia» disse Louis salendo in macchina seguito da tutta la ciurma.
«Sei felice?» chiese voltandosi a guardarmi.
«Si, grazie» dissi sorridendogli per poi lasciargli un dolce bacio, che fu interrotto dai lamenti degli altri che ci guardavano dai finestrini.
Ridemmo alla scena e subito salimmo in macchina, diretti verso la bellissima Londra.



*Spazio autrice
Eccomi tornata, scusatemi per il ritardo ma sapete il mio problema :(
Il capitolo è corto e credo nemmno bello, ma l'ho appena scritto e anche in fretta perchè ho un impegno tra un po. Spero comunque che vi piaccia ugualmente.
Grazie mille a chi è ancora presente, nonostante i miei lunghi ritardi **

Un bacio xx 

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Capitolo 19
*** AVVISO ***


Ciao ragazze mie, sto per darvi una notizia. Una notizia che può essere sia bella che brutta, dipende da voi. Questa storia per un po verrà stoppata, perchè ho avuto un blocco dello scrittore riguardo la storia tra Margaret ed Harry o meglio conosciuti come Peggy ed Harry.
Mi dispiace davvero tanto, ma era da un po di tempo che volevo dirvelo. Ho cercato di pubblicare ancora, ma dagli ultimi capitoli si può vedere un calo di passione. Perchè si, io devo sentire dentro di me la passione quando scrivo e adesso, non c'è più. Spero ritorni al più presto, davvero.
Adesso non insultatemi, ma mi sto dedicando ad una nuova storia che concluderò al 100% e anche alla stesura di un libro, sono pazza lo so ma tentar non nuoce.
Se vi va, se non mi odiate e tanto altro questo è il link della nuova storia, che vede come protagonisti una ragazza di nome Hazel e il nostro Zayn.
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2576886&i=1
 
SCUSATEMI DAVVERO, VI AMO!

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Capitolo 20
*** Dark ***



                                                         




CAPITOLO SEDICI - Dark

Era passata più di una settimana dalla nostra giornata a Londra ed io mi ritrovavo, come da tradizione, con Harry che si riscaldava per il combattimento che si sarebbe tenuto tra meno di un'ora. Ero stanca d'accompagnarlo sempre, ma ero stanca soprattutto di vederlo su quel ring ed incassare pugni e rischiare di farsi seriamente male. Anche quando eravamo semplici amici, gli rendevo noto il mio odio per queste cose.
«Piccola dopo vai da Liam e resta vicino a lui, non farmi stare in pensiero» m'avvisò il riccio avvicinandosi a me ed io annuì. Oggi c'era anche Liam ad assistere all'incontro ed era davvero pieno d'adrenalina, non aveva mai visto Harry combattere.
«Cosa succede?» chiese notando il mio essere distaccata.
«Harry non voglio più venire in questo posto, non voglio che tu continua a combattere» confessai sedendomi sul piccolo tavolo che si trovava in stanza.
«Margaret ti devo dire una cosa. Questo è il mio ultimo incontro, da domani inizio a lavorare nell'officina di mio zio Alan e non avrò più bisogno di questi soldi sporchi» s'avvicinò a me ed io sorrisi per quella stupenda notizia.
«Davvero?» chiesi per esserne certa.
«Davvero. Mi sono stancato di combattere e poi voglio che tu sia felice e se vedere me al sicuro, può aiutare, mi metterò al sicuro» disse facendomi divaricare leggermente le gambe per potersi posizionare ancora più vicino a me. Mi cinse con le braccia la vita e poi avvicinò il suo viso al mio.
«Grazie» dissi soffiando sulle sue labbra e in pochissimo tempo le nostre labbra s'unirono ed il bacio iniziò ad aumentare d'intensità.
«Styles tocca a te» un omone vestito di nero, entrò in stanza e pose fine al nostro bacio. Un bacio stupendo, come tutti gli altri. Amavo proprio questo del nostro rapporto e cioè quella sensazione di provare cose nuove ogni giorno. Ogni bacio con lui mi sembrava totalmente nuovo e mi procurava delle emozioni a me sconosciute.
«Devo andare, a dopo piccola» mi salutò con un altro bacio.
«Stai attento e buona fortuna» urlai prima che potesse uscire dalla stanza, si girò, mi sorrise e poi andò via. Subito afferai la borsa che avevo lasciato per terra e poi raggiunsi Liam che si trovava molto vicino al ring. Mi feci spazio tra quelle belve ubriache e raggiunsi il mio amico, che mi salutò con un dolcissimo sorriso.
L'incontro iniziò e io iniziai a pregare. Mancava poco alla fine del primo tempo ed Harry stava per mettere KO il suo avversario. Il mio ragazzo, era un tipo cazzuto e non aveva paura di niente e nessuno, nemmeno di quell'armadio umano che si ritrovava come 'nemico'.
«Tre, due, uno...stop» urlò l'arbitro sollevando il braccio del vincitore. Il braccio del mio Harry. Aveva finito in bellezza e ne fui sollevata.
«Non farò mai incavolare Harry» disse Liam divertito mentre camminavamo verso la stanza dove si trovava il riccio.
Entrati lo vidi seduto che si toglieva le bende dalle mani ed appena sentì la porta chiudersi, sellevò il capo e mi sorrise. Notò Liam e lo salutò con un occhiolino al quale il moro rispose nel medesimo modo. Mi avvicinai al riccio e gli lasciai un sonoro bacio sulla guancia e sorrise.
«Amico l'hai steso subitissimo, complimenti».
«Liam mi ha detto che non ti farà mai incavolare» risi ed Harry anche.
«Amico la prossima volta che mi rubi una sigaretta, ti faccio fuori» lo minacciò divertito e Liam rise di gusto.

Usciti da quel posto orribile, che non avrei mai più rivisto, Liam andò via e lasciò me ed Harry soli. Non avevo voglia di camminare, così decidemmo di prendere la macchina ed andare a prendere qualcosa da mangiare in pizzeria. 
«Hai finito finalmente» sorrisi al mio ragazzo che camminava con me mano nella mano.
«Solo per te» sussurò vicino al mio orecchio per poi lasciare un dolce bacio sul mio collo.
Ero felice, stavo vivendo una storia d'amore bellissima e non potevo chiedere nulla di più. Continuammo a camminare ed una volta raggiunta la macchina, le nostre mani intrecciate si divisero ed entrambi salimmo in auto.
«A che pizzeria andiamo?» chiese Harry mettendo in moto.
«Che ne dici di quella vicino scuola? La pizza lì è buonissima» proposi e lui annuì.
«Come vuoi tu mia cara signora» mi stuzzicò sapendo quanto odiavo essere presa in giro «Dai, sai che scherzo amore» disse.
Ecco sapeva come rendermi vulnerabile, gli bastava pronunciare quella parola e il muro che inalzavo crollava. Forse, però, non era solo quella parola a farlo crollare era anche la sua estrema fragilità. Finalmente, con mio entusiasmo, arrivammo in pizzeria ed Harry decise di entrare solo lui nel locale e far aspettare me in macchina, perchè faceva un po freddo e non voleva farmi prendere un colpo d'aria. Mi trattava come una bambina e la cosa era estremamente dolce, anche se alcune volte poteva sembrare molto soffocante.
«Amore prendo due pezzi di pizza, una porzione di patatine e da bere cosa vuoi?» chiese mentre prendeva i soldi dal portafoglio.
«Prendimi una coca cola» risposi mentre vagavo un po su Facebook, per passare il tempo.
«Ok vado e torno subito, chiuditi da dentro» mi lascia un dolce bacio sulla guancia e poi va via.
Resto sola. Sola in quel posto lontano e buio. Avevo paura. C'era gente fuori, ma io stavo tremando dalla paura. Il buio era diventato il mio nemico, dopo quella notte tremavo quando ero sola ed ero circondata dal buio. Iniziai a sentirmi male, il respiro diventò irregolare fino a quando non vidi Harry dirigersi verso la nostra macchina e mi rilassai. Sapere che lui c'era, mi metteva forza. Lui per me era come un calmante quando rischiavo d'impazzire. Lui riusciva a mandar via tutti i mostri del mio passato, solo con la sua presenza.
«Brr che freddo, vuoi che accenda l'aria per riscaldarti un po?» chiese strofinandosi le mani sulle braccia per riscaldarsi. Lo guardo e gli sorrido, non sapevo come ringraziarlo per tutto quello che faceva per me. Senza dargli tempo di muoversi,gettai le mie mani intorno al suo collo e lui prontamente mi strinse tra le sue braccia. Gli baciai dolcemente il collo e lui mi accarezzò la schiena con la sua mano che m'infondeva calma. 
«Grazie. Grazie per tutto» dissi stringendolo ancora di più.
«Grazie a te per esserci. Ti amo Margaret» disse baciandomi anche lui il collo. Sorrisi,non era la prima volta che lo dice però io stavo impazzendo dentro, ogni volta che sentivo quelle paroline magiche, le mie gambe cedevano. Non riuscivo a dare una spiegazione a quello che stava passando il mio cuore in quel momento. Batteva fortissimo e poi rallentava, ma appena sentivo quelle due paroline rimbombare nella mia testa, riprendeva a battere così forte da potersi scontrare con il petto del mio ragazzo che mi stringeva ancora tra le sue braccia.
«Ti amo» dissi e subito lui pose fine al nostro abbraccio, lo guardai confusa e poi notai il suo sorriso aumentare sempre di più sul suo volto. Mi baciò, un bacio pieno d'amore. Un bacio che mi faceva capire quanto amore lui provava per me, quell'amore che io ricambiavo senza nessun tipo di differenza. Non potevo chiedere di meglio e con il passare del tempo, capivo che Harry era arrivato per aiutarmi a risalire da burrone nel quale mi trovavo da troppo tempo. Lui era la mia ancora.
«Ehi che ne dici se andiamo a casa mia e mangiamo lì? Si è raffreddato tutto e poi sta piovendo» proposi notando le goccioline che bagnavano i vetri dell'auto. Harry acconsentì e mise in moto diretto verso casa mia, che lui poteva definire anche la sua. Stavamo insieme da poco, ma quel rapporto di migliori amici che avevamo prima, ci aveva uniti tantissimo da farci sembrare una coppia che durava da tantissimo tempo. Non eravamo mai andati oltre nei momenti più passionali, non ci eravamo mai uniti completamente, ma nonostante quello io e lui ci sentivamo uniti. Per me, io e lui eravamo un ciondolo diviso a metà che una volta trovata la parte mancante, si univano perfettamente e non si dividevano più. 
Nell'auto regnava il silenzio e non mi dava fastidio, avevo un forte mal di testa e non avevo voglia di parlare ed Harry lo capì. Lui mi capiva sempre e non sapevo come potesse farlo. Capiva quando ero felice e quando non stavo bene. Molto spesso, anche prima di rendere il nostro rapporto più profondo, mi vedeva strana come se vivessi in un altro mondo e mi chiedeva, sempre, cosa c'era che non andasse ed io molto spesso mentivo. Mi sentivo davvero colpevole per non dire la verità al mio ragazzo, ma lo facevo per non farlo preoccupare e per non portare a galla completamente quei ricordi orribili che mi occupavano il pensiero.
«Domani inizierò un vero lavoro, sono elettrizzato» disse guardandomi.
«Sono fiera di te, però guarda la strada» lo ammonì e lui si voltò subito.
«Domani pomeriggio non possiamo vederci, però la sera passo da te» m'avvisò ed io annuì continuado a guardare da fuori il finestrino.
Guardavo il cielo pieno di nuovole e ascoltavo il rumore della pioggia violenta che cadeva sul tettuccio dell'auto. Mi stavo rilassando fino a quando non sentì Harry suonare bruscamente il clacson, mi voltai e due fari mi accecarono, erano troppo vicini. Harry mi guardò e mi strinse la mano, cercava di scansare l'auto davanti a noi che aveva perso il controllo.
«Ti amo» disse stringendo ancora di più la mia mano.
«Ti amo» dissi prima di essere scaraventata contro il vetro dell'auto.
La mano di Harry lasciò la mia e poi, il buio.



*Spazio autrice
Sono tornata, il mio blocco sta scomparendo e so che mi odierete per questo capitolo, ma dovevo farlo.
Cosa ne pensate? Fatemi sapere. 
Spero di non avervi perso, un bacio xx

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Capitolo 21
*** Fright ***



                                                       



CAPITOLO DICIASETTE - Fright

Pov. Harry

Mi svegliai in una stanza con pareti bianche, dove reggnava un profumo nauseante di medicinali. Girai il mio viso e notai una flebo attaccata al mio braccio, cercai di alzarmi, ma un dolore lancinante si fece spazio nella mia gamba destra. Sollevai il viso e notai un grande gesso che mi copriva la gamba. Ricordavo l'incidente perfettamente, la mia mano che lasciava quella di Margaret e poi io che....'Margaret' pensai. Schiacciai il pulsante rosso che si trovava vicino il mio letto e subito due infermiere raggiunsero la mia stanza.
«Signorino Styles, ben svegliato» mi sorrise una delle due donne.
«Margaret, dove si trova Margaret? Portatemi dalla mia ragazza» iniziai ad agitarmi.
«Andrà dalla sua ragazza, appena il medico l'avrà visitata. Adesso si calmi e resti steso qui, appena la visita finirà, la porteremo dalla sua Margaret» mi rilassai.
«Potete dirmi almeno come sta? Sta bene vero? Non è in un letto d'ospedale come me, vero? Si trova in sala d'attesa, ad aspettare me?» chiesi speranzoso e il sorriso, che fino a qualche secondo fa si trovava sul volto delle due infermiere, sparì. Non era un buon segno.
«La sua ragazza è molto grave, ci dispiace» una delle donne disse questo e poi entrambe uscirono. Mi sentì morire nell'udire quelle parole, dovevo essere io al suo posto. Io dovevo essere quello in condizioni gravi, non lei. Non la mia piccola.
«Pronto per la visita giovanotto?» chiese il medico entrando in stanza pimpante, io annuì solo. La visita finì ed i risultati furono ottimi, il giorno dopo potevo tornare a casa. Dovevo esserne felice, ma non ci riuscivo. Dovevo correre, modo di dire visto che non potevo, dalla mia ragazza. Sentivo che lei aveva bisogno di me, come avevo bisogno io di lei. 
Uscì dalla mia stanza su una sedia a rotelle e non degnai di uno sguardo mia mamma, che si trovava seduta lì da giorni, notando le condizioni in cui si trovava. Lei non mi si avvicinò, aveva capito che dovevo andare da una persona e sapeva benissimo chi. L'infermiera mi condusse davanti alla porta della sua stanza e mi diete il permesso d'entrare. Con un nodo allo stomaco e le lacrime che volevano uscire, entrai in stanza e vidi un angelo steso su quel letto orribile. Mi avvicinai facendo muovere le ruote sul pavimento e presi immediatamente la sua mano tra la mia. Le lasciai un dolce bacio sul dorso e poi con la mano libera, le accarezzai quel viso che amavo tanto.
«Amore mio, non mi lasciare. I medici hanno detto che sei molto grave ed io ho paura, ho paura di perderti. Non vivrei senza la ragione del mio sorriso, non potrei vivere senza averti accanto a me. Lo sai che ti amo più della mia stessa vita e se tu mi ami, torna da me. Se non lo farai io ti raggiungero immediatamente. Si, mi uccidero per venire da te. Per vedere ancora quel sorriso, che mi manca da matti, però ti prego cerca d'esser forte. Combatti per te, per me, per noi». Non riuscivo più a parlare, così poggiai la mia testa sulla sua mano e piansi, piansi come se non ci fosse stato un domani. Avevo bisogno di lei, avevo bisogno di lei per essere forte.
«Harry dobbiamo andare» mi avvisò Jade, l'infermiera, entrando in stanza. Sollevai il viso e annuì con i miei occhi rossi per il troppo piangere.
«Amore mio devo andare, ma ti prometto che tornerò subito, anche se non avrò il permesso. Scapperò per venire da te. Ti amo principessa mia» dissi dandole ancora un bacio sul dorso della sua mano, per poi lasciarla ma non ci riuscì.
«Jade, Jade corri» urlai il nome dell'infermiera, che subito entrò in stanza spaventata «Mi sta stringendo la mano, si sta svegliando? Jade si sta svegliando?» chiesi notando la sua espressione scioccata.
«Ma è impossibile, aveva poche possibilità di vivere. Corro dal medico, tu resta qui» disse usendo come un razzo dalla stanza. La mia Margaret aveva poche possibilità di vivere ed ora mi stava sringendo la mano, me la stava stringendo fortissimo come se non volesse lasciarmi andare.
«Margaret, Margaret sono io, sono Harry. Margaret svegliati, apri quei tuoi occhi bellissimi che tanto amo. Ti prego Margaret, amore mio ti prego» dissi piangendo dandole mille baci sulla sua mano.
«Mam..mamma?» la sua voce, avevo sentito la sua voce. 
«Non sono tua mamma, sono Harry» dissi dolcemente, sorridendo come un ebete.
«Harr..Harry?» aprì gli occhi e quando mi vide, allontanò la sua mano dalla mia. «No aiuto, ti prego non farmi del male. AIUTO!» urlò facendomi spaventare, mi guardava impaurita ed io mi allontanai subito da lei. Perchè aveva paura di me?
«Margaret io non ti farò nulla».
«Bugiardo, lo dicevi sempre e non dicevi mai la verità. AIUTO!» il medico entrò in stanza e rimase scioccato nel vederla sveglia.
«Harry esci, devo visitarla. Signorina si calmi» disse il medico avvicinandosi al suo letto.
Non dissi una parola ed uscì dalla stanza con il capo basso, cercando di non far notare le mie lacrime. Lei non mi voleva, aveva paura di me ed io mi sentivo uno schifo, come se il mio cuore si fosse rotto in piccolissimi pezzi.
Passarono due ore dopo il suo risveglio e finalmente il medico, uscì dalla sua stanza. Mi guardò e mi sorrise, un sorriso che conteneva dispiacere per il povero ragazzo sulla sedia a rotelle, che era stato cacciato dalla sua ragazza.
«Harry dobbiamo parlare di cosa è successo prima in stanza».
«Lei sta bene?» chiesi, dovevo prima sapere se lei stava bene o no.
«Potrebbe star meglio. Le possibilità di un suo risveglio, non vi erano e vederla sveglia in quel letto, è un miracolo..» disse sedendosi.
«Però?» chiesi, vi era sempre un 'però'.
«Ha avuto un trauma cranico, non ha perso la memoria ma ti ha confuso con qualcuno, qualcuno di cui ha paura. Non puoi vederla Harry, non puoi avvicinarti a lei. Non ti so dire per quanto tempo, può essere un mese o per sempre» disse mettendomi una mano sulla gamba sana, cercando di confortarmi. Non volevo piangere davanti a lui, ma non ci riuscì. Scoppiai in un pianto disperato, non potevo vederla, non l'avrei mai più rivista.
«Per chi mi ha scambiato dottore?» chiesi tra i singhiozzi.
«Per il suo...molestatore» confessò e il mio respiro si fermò.
«Per chi? Non può essere».
«Invece si Harry. Qualche anno fa, più precisamente quando lei aveva solo dieci anni, è stata molestata. Si trovava in un parco, stava giocando con i suoi amici, quando la palla andò a finire dietro un albero, dove la luce era davvero poca. Corse a prendere la palla, quando vide un'ombra afferarla da dietro e trascinarla nella sua macchina con i vetri oscurati. Lei continuava a piangere e lui la riepiva di baci, di morsi e...».
«Basta! BASTA!» urlai piangendo. Non potevo crederci, la mia Margaret era stata violentata ed aveva solo dieci anni. Che razza di bastardo poteva fare una cosa del genere? Solo un pazzo. «Quindi lei crede che io sia quel bastardo? Non ce la faccio, mi scusi ma devo andare in camera» dissi correndo verso la mia stanza. 
Appena vi entrai, vidi mia mamma seduta sul mio letto. Appena mi vide piangere, corse da me e mi abbracciò.
«Si è svegliata, ma pensa che io sia il suo molestatore. Non potrò vederla e toccarla, fino a quando non guarirà e potrà non guarire. Mamma sto male mi sento morire, come faccio senza di lei? Io ho bisogno di lei» dissi piangendo tra le braccia di mia madre. Lei continuava a dirmi che sarebbe andato tutto bene, ma io non ci credevo. Mi lasciò solo e la ringraziai, lei mi conosceva davvero bene.
Mi diressi verso la grande finestra che si trovava in stanza ed osservai il cielo pieno di nuvole, un cielo che mi rispecchiava completamente. Se non potevo vedere più Margaret, dovevo andare via e tornare a Londra, era l'unica soluzione. Non potevo sopportare i suoi occhi spaventati di qualche ora fa.
Così decisi di prendere un piccolo pezzo di carta e scriverci due semplici righe per la mia ragazza, anche se non lo era più. Avrei lasciato quel bigliettino il giorno seguente, prima di andare via da quell'ospedale. Prima di andare via da lei, prima di cambiare la mia vita e di continuarla senza di lei, anche se era cosa più difficile da fare.


Il mattino seguente mi svegliai con un bacio sulla fronte lasciato da mia madre, che mi aiutò a prepararmi. Quando fui fuori dalla stanza con il mio borsone, corsi nella stanza di Margaret.
Chiesi all'infermiera se lei vi era dentro e quando mi rispose in modo negativo, entrai e fui invaso dal suo profumo. Le lacrime minacciarono d'uscire, ma io cercai di combatterle. Lasciai il bigliettino sul tavolino della stanza ed uscì immediatamente, incapace di trattenere le lacrime ancora per molto.
«Jade quando uscirà dall'ospedale?» chiesi all'infermiera che venne a salutarmi.
«Tra un mese» annuì.
«Guarirà?» chiesi abbassando lo sguardo.
«Harry..».
«Ho capito, è stato bello conoscenti Jade» cercai di sorriderle e lei mi abbracciò.
«Non perdere mai le speranze» mi sussurò all'orecchio ed io annuì.
Uscito dall'ospedale, mi diressi da mia madre che mi aiutò a salire in auto. Quando guardai il grande edificio, pensai alla faccia di quella ragazza che mi temeva mentre leggeva il mio biglietto.
"Addio Peggy. Addio amore mio, ti amerò sempre. H". Cercai di non piangere, ma una piccola lacrima bagnò il mio volto. Stavo lasciando la mia vita in quell'edificio, la stavo lasciando per sempre.




*Spazio autrice
Faccio schifo lo so, ma sono state settimane orribili, piene d'impegni. Il capitolo è miuscolo, ma lo sto scrivendo ora e devo andare via di casa. Giuro che mi farò perdonare. 
Spero di vedere le vostre recensioni che tanto amo, cosa ne pensate?
DOMANDA: Siete stata al concerto dei ragazzi? Se si, dove eravate? Io ci sono stata il 28, ed ero in prima volta e non ci credo ancora. Ora vado, prima che pianga. 
Un bacio **

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