Una nuova avventura

di SaraRocker
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo [il ritrovamento di Marceline] ***
Capitolo 2: *** 1- [Hanno assaltato la Nottesfera!] ***
Capitolo 3: *** 2- [Una Casa A Dolcilandia] ***
Capitolo 4: *** 3- [La migliore Amica] ***
Capitolo 5: *** 4- [L'incredibile Forza Del Nemico] ***
Capitolo 6: *** 5- [Io Non Sono Geloso!] ***
Capitolo 7: *** 6- [I Sentimenti Di Finn] ***
Capitolo 8: *** 7- [Una Novità Sconcertante] ***
Capitolo 9: *** 8- [Mi Piaci.] ***
Capitolo 10: *** 9- [l'arrivo di Maggiormenta] ***
Capitolo 11: *** 10- [La Città Dei Maghi] ***
Capitolo 12: *** 11- [Abracadaniel!] ***
Capitolo 13: *** 12- [Sogno ed Incubo.] ***
Capitolo 14: *** 13- [Un messaggio dal regno di Fuoco] ***
Capitolo 15: *** 14- [La guerra è iniziata p.1] ***
Capitolo 16: *** 15- [La guerra è iniziata p.2] -Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo [il ritrovamento di Marceline] ***


 
Innanzi tutto vorrei presentarmi! Sono Sara, non ho mai scritto in questa sezione, ma ho letto alcune OS molto belle :)
Spero che leggiate e... Beh, si tratta principalmente della coppia FinnxMarceline (che a me piace particolarmente) e... Non so esattamente che dire ^^''

Appariranno molti personaggi (tra cui il meraviglioso Re Ghiaccio) e spero di ricevere qualche recensione!
Ora vado e... Adventure On! 





 
.Prologo
 
[Il Ritrovamento Di Marceline]



























La ragazza si morse leggermente il labbro inferiore imbarazzata. Finn era di fronte a lei e reggeva tra le mani un fiore di mille, sgargianti colori. Somigliava ad una rosa; esibiva numerosissimi petali, tutti dipinti con infinite sfumature incredibilmente accese. Nell'insieme, si trattava di una pianta meravigliosa che sembrava essere appena stata immersa in un enorme recipiente ripieno di arcobaleni.
Era stato Jake a dare al giovane umano l'idea di andare a cercare quel meraviglioso fiore. Gli aveva detto come le ragazze amassero pensieri tanto sdolcinati, e quale cosa poteva risultare più stucchevole di un rarissimo fiore colore dell'arcobaleno, nato in terre lontane e poco popolate? 
Quella bellissima pianta proveniva infatti da una grotta incantata che si trovava agli estremi confini delle terre di Ooo, e per trovarlo avevano dovuto percorrere innumerevoli lande e regni, Finn e Jake. Ma ora, a ricompensare le fatiche subite dai due avventurieri era il sorriso della Principessa Fiamma, che osservava in particolare Finn con uno sguardo dolce ed emozionato.

La loro storia -Quella tra lei e Finn- era in bilico. Lui era un umano, in grado di morire bruciato anche solo al più piccolo contatto con la bellissima e focosa principessa. Lei era una creatura fatta di divampanti fiamme: era sinuosa e bellissima, ma incrediblmente letale. Avevano tentato in più e più modi, e c'era stato anche un bacio, ma la verità era che per loro era particolarmente rischioso continuare ciò che stavano portando avanti. Finn non voleva ammetterlo, ma fasciarsi nella carta stagnola ad ogni incontro stava iniziando decisamente a stancarlo. Gli piaceva quella meravigliosa principessa -ne era rimasto incantato la prima volta che l'aveva vista-, ma non poteva accadere più molto. Lo sapeva.
Dall'altro lato, anche la ragazza si rendeva conto dei rischi che correva il suo amato. Era quasi bruciato più di una volta, eppure si era sempre ripresentato. Gli piaceva come sembrasse libero a contatto con l'acqua, ed avrebbe ardentemente desiderato che succedesse altrettanto quando era con lei.

Invece, erano totalmente diversi. Erano così distanti che lei non poteva neppure allungare una mano per toccare quel paradisiaco fiore.

"E' bellissimo, Finn." mormorò la principessa, abbozzando un sorriso davvero emozionato ed avvicinandosi leggermente al ragazzo. Quest'ultimo ricambiò lo sguardo di lei, per poi parlare.
"Paccheri... Grazie!" esclamò leggermente imbarazzato  "Sai, ho viaggiato sino ai confini di Ooo per trovarlo. E' sbocciato all'inizio di un arcobaleno, ed è rimasto custodito in una grotta segretissima per secoli!"
La ragazza sussultò leggermente "E-E tu lo sei andato a cogliere per me?"
Finn si portò una mano alla nuca, per poi iniziare a grattarsi imbarazzato. Le guance si erano fatte rosse e Jake -dietro di lui- aveva iniziato a spintonarlo pur di incoraggiarlo a dire qualcosa di sensato "G-Già... P-Perchè-"
La voce del giovane umano si interruppe non appena una goccia umida proveniente dal cielo gli cadde sul viso. Immediatamente Finn alzò lo sguardo, incontrando il firmamento totalmente cosparso di nuvole. Non se ne era reso conto prima, troppo preso dalla presenza di Fiamma. Lanciò subito uno sguardo alla principessa.
"Dovresti rientrare. Sta per piovere."
La principessa puntò il proprio sguardo vigile al cielo plumbleo, constatando come l'avventuriero avesse ragione. Non solo le nuvole si stavano facendo sempre più scure, ma poteva anche avvertire il tipico odore della pioggia, quello strano aroma che non sarebbe mai stata in grado di descrivere. Tornando ad osservare Finn e Jake, annuì concorde.
"Hai ragione. Allora ci vediamo... Domani?" azzardò la ragazza, passandosi una mano tra l'ampia fiamma che costituiva i suoi capelli. Finn annuì immediatamente, ostentando tutta la propria dolcissima goffaggine, mentre Jake prendeva parola.
"Certo, Principessa Fiamma! A domani!" esclamò il cane magico, afferrando un immobile Finn -per l'agitazione e l'imbarazzo- per la mano e trascinandolo verso casa. Era sempre così: ogni volta che il ragazzo incontrava la principessa, la situazione finiva con lui che, all'apice dell'agitazione, si ritrovava con la bocca impastata e senza  sapere più esattamente che cosa dire. Semplicemente, Finn non sapeva come comportarsi con una ragazza. Era facile salvare le principesse in pericolo e poi rispondere cordialmente ai loro ringraziamenti, ma affrontare un appuntamento vero e proprio era tutt'altro che semplice a parere del giovane avventuriero. Non sapeva esattamente cosa gli accadesse in quelle situazioni; la sola cosa di cui era certo era che la sua bocca iniziava improvvisamente a seccarsi e che attorno a lui la temperatura aumentava a dismisura. Iniziava a guardarsi attorno goffamente e non faceva altro che balbettare.


"Paccheri! Ho fatto la figura dell'idiota!" esclamò d'improvviso Finn, arrestando il proprio passo e dando un calcio ad un sasso che era a terra. Erano già immersi nella foresta, e le fronde degli alberi li stavano proteggendo dalla pioggia che imperversava. Jake osservò l'amico qualche istante, per poi tirare un profondo sospiro. Allungò un braccio sino ad avvolgergli le spalle, e poi parlò.
"Sciabolette, fratello! Tu pensi troppo!" lo rimproverò amichevolmente, scuotendo la testa in disaccorso "Lei si è divertita, e poi hai visto? Il fiore le è piaciuto tantissimo!"
Il giovane umano alzò leggermente il volto in direzione dell'amico. Lo scrutò incerto per poi ostentare un leggero sorriso "Ne sei certo?"
Il cane si fece raggiante "Se ne sono certo? Ovvio che sì, Finn! Potrei mai mentirti?"
Il ragazzino rise leggermente, mentre l'animale sfruttava i propri poteri per ingigantirsi. Immediatamente, dandosi una spinta con le gambe, Finn si lanciò in groppa a Jake, per poi rispondergli "Ahah! Probabilmente no."
Grazie alle ampissime falcate che l'animale -dovute alla sua nuova mole- era in grado di compiere, i due avventurieri abbandonarono in pochi istanti la foresta, ritrovandosi presto in una vasta radura rivestita solo che di soffice erba. La pioggia continuava a scendere, scandendo il tempo in modo continuo. A Finn piaceva quel suono continuo e simile ad un frenetico ticchettio, lo rilassava particolarmente. Persosi nei suoi pensieri, il giovane umano osservava il mondo che lo circondava. Sul fondo delle campagne si stagliavano le montagne rocciose, quelle che segnavano il confine delle terre di Ooo. Poco prima, invece, poteva vedere le valli innevate dominate dal perfido Re Ghiaccio. E di fronte a lui, invece, si estendevano le praterie verdi e tranquille, quelle in cui era cresciuto ed in cui viveva con Jake.

Poi, Finn intravide qualcosa e le sue riflessioni si arrestarono all'istante.
A qualche metro da loro vi era un figura stesa a terra, immobile e dall'aspetto sofferente. Il ragazzo assottigliò lo sguardo per vedere meglio cosa esattamente si trovasse là abbandonato, ma la distanza era decisamente troppa. Si chinò quindi contro le orecchie di Jake, così da farsi sentire meglio dall'amico.
"Ehi, Jake, vedi quella cosa laggiù?"
Il cane rizzò subito le orecchie, mentre il giovane umano gli indicava la figura esanime che vedeva poco lontano. Senza neppure rispondere, l'animale iniziò ad avanzare in direzione del malcapitato, e quando gli furono ad una decina di metri di distanza, Finn la riconobbe. Un'agitazione lo colse d'improvviso, e senza dire nulla si catapultò giù dalla groppa dell'amico.
Vedeva la pelle pallida fumare quasi a contatto con le gocce di pioggia ed avvertiva un disgustoso odore di bruciato provenire dal corpo della ragazza. Lei non si muoveva, neppure lo aveva visto. Restava stesa a terra con gli occhi socchiusi e la bocca tremante. Finn vedeva le sue labbra muoversi, ma da esse non usciva alcun suono. Aumentò il passo, iniziando a correre in modo disperato. In pochi istanti le fu al capezzale, ed immediatamente si inginocchiò a terra così da esserle il più vicino possibile. Le esaminò attentamente la pelle, incontrando sopra essa innumerevoli scottature che le gocce di pioggia le stavano lentamente sanando. Ogni volta che, però, l'acqua entrava a contatto con lei, essa evaporava immediatamente, facendo sembrare la ragazza una bizzarra creatura di fumo.
Continuandola a studiare, Finn la vide deperita, come se non avesse mangiato per giorni. Effettivamente, si ritrovò a riflettere, non la vedeva da mesi, ma non si era neppure posto il problema di preoccuparsi per la ragazza. Lei infondo era uno spirito libero: poteva sparire anche per anni e poi ritornare come se nulla fosse mai accaduto. Quella volta, invece, qualcosa era accaduto eccome.
Il giovane avventuriero afferrò il proprio zaino ed iniziò a setacciare al suo interno con frenesia. Jake gli era arrivato da tempo al fianco ed ora stava esaminando le condizioni della ragazza priva di sensi che si trovava a terra. Le stava controllando una ad una le scottature ed aveva cercato di aprirle una palpebra, ma non vi era stata alcuna risposta.
L'umano afferrò allora dallo zaino una mela di un rosso acceso e la fece passare sotto il naso della ragazza più e più volte nel vano tentativo di stuzzicarle l'appetito, ma ella non si mosse minimamente.
"Coso! Non risponde!" gridò agitato il cane, scoccando uno sguardo particolarmente allarmato all'amico. Quest'ultimo deglutì a vuoto, per poi scuotere la testa.
"Lo vedo, Jake!" gli rispose, mordendosi il labbro inferiore e lanciando un nuovo sguardo al cielo. Dovevano portarla al riparo prima che tornasse il sole.
"Presto, ingigantisciti! Dobbiamo portarla subito a casa!" incalzò quindi Finn, afferrando la ragazza tra le braccia e depositandola sulla groppa del cane, fattosi nuovamente enorme. La posizionò con attenzione, accertandosi che si trovasse in una posizione non troppo scomoda, e poi esortò l'amico a muoversi.











Un piacevole calore la stava avvolgendo totalmente. Si sentiva intorpidita e dolorante, e non appena tentò di alzare un braccio, avvertì un lancinante dolore propagarsi in tutto il corpo. Trattenne a stento un gemito acuto.
Decise perciò di limitarsi -almeno per il momento- a riflettere. Era confusa e non ricordava cosa le fosse accaduto. Mosse leggermente le dita delle mani e si ritrovò a contatto con un tessuto morbido e caldo.

...Una coperta?

Ok, era vvolta in una coperta. Quindi, dedusse utilizzando la logica, doveva trovarsi a casa sua. Ma non poteva spiegarsi ancora tutto quel dolore. Oltretutto, ricordava chiaramente di essere uscita quella mattina. Non mangiava da quasi una settimana ed aveva deciso di tentare la sorte e dirigersi al paese più vicino. Infondo, poteva trovare un po' di Rosso ovunque, no?
Evidentemente si era sbagliata. Sentiva ancora i crampi allo stomaco e quell'orribile sensazione simile ad un contorcersi della pancia. Desiderava ardentemente cibo.
Imponendosi lucidità, la ragazza tornò a concentrarsi. Doveva assolutamente ricordarsi cosa le fosse accaduto dopo avere lasciato la propria casa.
Decise di aprire  gli occhi, sospirando amareggiata. Ricordava solo alcuni flash non particolarmente coerenti tra loro. Vi era una luce accecante, parecchio sangue, risate, grida e dolore.
Dischiuse le palpebre lentamente. Era distesa su un lato, con il viso rivolto verso una porta. Riconobbe istantaneamente dove si trovasse, ma non disse nulla. Si limitò ad abbassare lo sguardo sul pavimento. Sopra il legno scricchiolante e leggermente ammuffito vi erano decine e decine di mele, tutte di un meraviglioso rosso sgargiante. Sorrise sghemba, allungando un braccio nel tentativo di afferrarne una. Il dolore la attanagliò nuovamente, facendola irrigidire qualche istante.
Restò immobile qualche altro secondo, sino a che, vinta dalla fame, non decise di ignorare le fitte lancinanti che le attraversavano buona parte del corpo. Una volta presa una delle tante mele, se la portò sino alle labbra e -ancora sdraiata sopra il letto- la morse. Iniziò a succhiare con bramosia. Sorso dopo sorso poteva avvertire le forze tornarle e la sete placarsi. In pochi istanti il frutto divenne grigio e la ragazza sorrise soddisfatta. Prese un profondo respiro e si accomodò a sedere. Era ancora affamata, ma non avvertiva più quell'insopportabile sensazione mista ai continui crampi. Si nutrì di un altro paio di mele prima di decidere di incamminarsi verso il soggiorno della casa.
Il dolore si placava velocemente. Grazie ai propri poteri di vampiro era perfettamente in grado di curarsi una ferita in pochi minuti. Anche mentre attraversava i corridoi dell'ampia dimora, stava impiegando buona parte delle proprie energie per sanare le scottature che si era ritrovata sul corpo. Ancora non ne ricordava il motivo.


"Incredibile!  I miei ingenui preferiti!" esclamò la ragazza una volta nel salotto. Finn e Jake erano seduti sul divano e stavano giocando con BMO. Non appena videro la vampira fare il suo ingresso nella stanza, però, smisero di prestare attenzione al videogame. Si precipitarono verso la loro amica e, dopo averla ispezionati preoccupati, ostentarono entrambi un sorriso sollevato.
"Marceline, stai decisamente meglio!" esclamò Finn, buttandosi tra le braccia della vampira che, disgustata dalla tanta stucchevolezza, lo spintonò via in pochi istanti -ovviamente moderando la propria forza-.
"Jakosmico! Vorrei essere un vampiro... Guarisci a tempo di record!" constatò invece Jake, osservandole il braccio  destro quasi totalmente guarito. Quando l'avevano trovata era piena di ferite e pustole sanguinolenti. Ora, invece, sembrava fresca e pronta ad ogni possibile avvenura.
"A questo proposito..." fece  confusa la mora, passandosi una mano tra i capelli scuri "Ero ferita?"
Il cane annuì "Eccome! Ti abbiamo trovata a terra svenuta! Eri piena di disgustosissime ferite e non ti rialzavi più!"
Marceline incassò le parole dell'amico con pesantezza. Lentamente le stava tornando alla mente ciò che le era accaduto. Ricordò l'assalto, il suo tentativo di combattere, ma le troppe poche energie per farlo. Probabilmente avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così, che avrebbero approfittato di quell'occasione per eliminarla...
Aveva passato intere settimane rinchiusa nella sua casa, completamente isolata dal resto del mondo pur di proteggersi, ma poi la fame l'aveva costretta ad uscire, ed in quel momento avevano trovato nuovamente un modo per attaccarla. Lanciò una veloce occhiata ai due ragazzi; loro non ne sapevano nulla. Il suo orgoglio le aveva imposto di cavarsela da sola -infondo nessuno poteva sconfiggere la regina dei vampiri, no?-, ma evidentemente non poteva farcela. Il suo nemico era potente e, nonostante detestasse profondamente chiedere aiuto, forse si sarebbe potuta fidare di Jake e Finn.

La vampira chiuse gli occhi, immaginando già le infinite domande che i due le avrebbero presto rivolto. Prese un profondo respiro, e poi parlò.
"Stanno cercando di uccidermi."

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Capitolo 2
*** 1- [Hanno assaltato la Nottesfera!] ***


Ehi! Sono tornata! Innanzi tutto, ringrazio coloro che hanno recensito il prologo! E' grazie alle vostre parole se la storia continua e... In secondo luogo, nel prossimo capitolo appariranno altri personaggi! (vedrete ;D)

Spero di ricevere qualche recensione e... Adventure On!






















 
1-


[Hanno assaltato la Nottesfera!]

















"Stanno cercando di uccidermi."

Se fino a pochi istanti prima, Finn e Jake si stavano atteggiando con tranquillità e spensieratezza, la frase della vampira fece scattare entrambi sul posto. Non appena udirono quelle poche parole, i due si voltarono verso l'amica con un improvviso interesse nello sguardo. Non sapevano se avere paura;  né il giovane umano, né tantomeno Jake si erano mai scontrati con un demone della portata di Marceline. Se qualcuno era in grado di minacciare la sua esistenza, significava che si trattava di una creatura dalla straordinaria potenza. 
Il cane deglutì rumorosamente, mentre Finn si faceva invece avanti, interessato alla questione.

"Che sta succedendo, Marcy?"
La vampira sospirò amareggiata, riflettendo da quale punto fosse più adeguato iniziare. Erano successe così tante cose in quegli ultimi tempi, che lei stessa stentava a credere di essere sopravvissuta.
"Mio padre è scomparso." esordì infine la mora, abbandonandosi contro il divano e corrugando la fronte. Ancora non poteva credere che suo padre, l'essere più potente che avesse mai incontrato, fosse potuto sparire in quel modo, probabilmente rapito, o peggio, morto. Con una certa tristezza nell'animo, decise di proseguire. Finn la stava osservando scosso e Jake era palesemente preoccupato. Sudava freddo, e la vampira ne comprese immediatamente il motivo. Conosceva l'irrazionale paura che il cane aveva sempre provato nei confronti dei vampiri e, probabilmente, per lui, credere che esistesse un essere più malvagio, doveva risultare una fonte di enormi allarmismi e timori.
"Non so con esatezza cosa sia accaduto, ma sta di fatto che qualcuno ha assaltato la Nottesfera. Penso si tratti di un colpo di stato: vogliono prenderne il potere." la ragazza alzò lo sguardo verso il soffitto "Ora cercano me. Sono rimasta chiusa in casa per parecchi giorni, nutrendomi del poco rosso rimastomi. Oggi, sfinita dalla fame, avevo pensato di uscire per rifornirmi velocemente al villaggio -avevo preso con me uno di quegli ombrellini per ripararsi dal sole-, ma mi hanno attaccata." la vampira chiuse gli occhi, riportando alla mente le immagini ed i flashback che si facevano sempre più concreti e dolorosi "Ho cercato di combattere, ma alla fine sono stata sconfitta. Mi hanno lasciata sotto il sole a bruciare. Fortunatamente, poco dopo, ha iniziato a piovere e voi mi avete trovata."
"Sciabolette... Questa storia mi puzza, fratello!" esclamò il cane con lo sguardo preoccupato. La mora intervenne, non permettendo a Finn di dire nulla.
"Non piace neppure a me, e per quanto detesti chiedere aiuto, mi ritrovo costretta a farlo." prese una breve pausa. Chiuse gli occhi contrita, e quando li riaprì, li puntò direttamente in quelli del giovane umano "Mi servite voi come guardie del corpo!"
Finn sussultò leggermente, schiudendo le labbra confuso "Vuoi il nostro aiuto? Ma tu non chiedi mai aiuto a nessuno!" il ragazzo si voltò verso il proprio combagno di avventure "Jake, hai sentito? Deve essere una cosa seria!"
La ragazza sibilò infastidita, levandosi in volo "Certo che lo è! Non avete sentito? Mio padre è scomparso e la Nottesfera è in subbuglio." gridò, per poi prendere una breve pausa, imponendosi la calma e  tornando a posizonarsi sopra il  sofà "So che proteggete sempre quelle insopportabili principessine caramellose... Non sarà un gran cambiamento preoccuparsi della regina dei vampiri!"
Detto ciò, la giovane incrociò le braccia sul petto ed attese pazientemente una risposta dai due. Cercava in ogni modo di non dare a vedere quanto i suoi timori fossero realmente profondi, ma la verità era che la vampira non poteva evitare di porsi innumerevoli spaventose domande: suo padre stava bene? Anche se non aveva mai provato un affetto smisurato nei suoi confronti, era comunque parecchio preoccupata per lui. Non aveva più avuto sue notizie, neppure una minima traccia. Sperava vivamente che l'uomo avesse trovato asilo in uno dei tanti regni demoniaci che erano sparsi per Ooo, ma ne dubitava fortemente. Forse poteva sperare che fosse arrivato un aiuto da parte del Regno di Fuoco, ma non ne era certa.
E poi, chi era la figura incredibilmente forte che la perseguitava? Sino a quel momento, il suo nemico le si era sempre presentato avvolto da un lungo mantello nero, e non le aveva mai rivolto la parola. Non poteva neppure distinguere un eventuale timbro di voce.
Ad essere sincera, Marceline non si era mai sentita più spaventata in tutta la sua lunghissima vita.

"D'accordo, Marcy! Ti aiuteremo! Infondo siamo amici, no?" fece dopo qualche istante Finn, estraendo la propria spada dallo zaino e sguainandola con eleganza e maestria.
"Ehi, ehi, ehi! Fratello, ti sei scordato quale è il mio motto? 'Mai ficcare il naso nelle faccende dei vampiri'." intervenne Jake, scuotendo la testa e tramutandosi in un'orrida creatura dai canini particolarmente pronunciati. Marceline sorrise divertita di fronte la codardia del cane magico, ma non disse nulla. Sapeva di potersi fidare di lui, nonostante le parole.
"Credevo che il tuo motto fosse 'Avventura fino allo stremo'!" esclamò Finn, iniziando a saltare sul divano e lanciando calci volanti all'aria che lo circondava. La scena stava diventando decisamente comica.
"No, coso. Quello è il tuo." rettificò con serietà Jake, scuotendo l'indice in dissenso. L'umano sorrise, per poi prendere parola.
"Avanti, vuoi davvero abbandonare Marceline? E' nostra amica e dobbiamo aiutarla! E'  scritto anche nell'Enchiridion!"
Udendo il nome del Manuale dell'Eroe, gli occhi di Jake si fecero grandi e brillanti. Si portò le zampe sul viso e sorrise "Davvero? Nell'Enchiridion?"
Finn annuì determinato, per poi sedersi al fianco della vampira mora -alla sua destra- "Perciò aiutaremo Marcy e la proteggeremo!"
Jake imitò le mosse dell'amico, andando però a posizionarsi a sinistra della ragazza. Le sorrise, per poi rivolgersi a  Finn "Sai che ora è, fratello?"
L'umano si portò in piedi sopra il materasso sgualcito e vecchio, per poi gridare all0unisono con l'amico "E' l'ora della guardia del corpo!" e si batterono il pugno vicendevolmente.

Un leggero colpo di tosse da parte della vampira ruppe il momento "Mi dispiace interrompere questo romantico istante, ma... C'è qualcuno qui che sta rischiando la vita." ironizzò la mora, indicando poi se stessa come prossima vittima di un complotto a lei particolarmente oscuro.
In pochi istanti i due si ricomposero, ed in particolare Finn si fece serio, iniziando a riflettere. Quale creatura poteva essere tanto potente da sgominare la regina dei vampiri? Come poteva fare a smascherare il loro nemico? Dove si trovava il padre di Marceline?
Parecchie domande ed una somma di risposte equivalente a zero. Si sentiva in difficoltà, ma non avrebbe permesso a nessuno di torcere un capello ad una delle sue migliori amiche. Perchè, con il tempo, Marceline era diventata questo per lui. Con la vampira riusciva a parlare di tutto, ed a scherzare senza remore. Era davvero fantastico passare qualche momento solo in sua compagnia. Probabilmente era la sola ragazza con cui non arrossiva continuamente. Sorrise, ricordando il breve periodo in cui era stato suo assistente, quando lei, per prenderlo in giro, gli faceva credere di essere una spietata creatura della notte priva di pietà.

"Finn, stai bene? Sembri un po' fuori dal mondo..." intervenne la vampira, interrompendo bruscamente i pensieri del giovane. Quest'ultimo scosse la testa, come risvegliato, e si voltò verso la ragazza.
"Tutto a posto, certo." asserì con un leggero sorriso, per poi rivolgersi alla loro nuova protetta "Dobbiamo trovare un luogo sicuro in cui farti rimanere. Un posto dove il nemico non verrebbe mai a cercarti..." gli occhi del giovane si ridussero a due piccole fessure, mentre si grattava concentrato il mento ed osservava un punto fisso di fronte a lui.
"Tipo Dolcilandia? Ahaha!" scherzò la ragazza, rivolta a Jake, il quale non potè fare a meno di ridere udendo la battuta. Immaginare quella vampira macabra e punk in un luogo colorato -rosa- come Dolcilandia era effettivamente esilarante. Ma questo, a Finn, non importò. Il ragazzo si voltò immediatamente verso i due e, scattando in piedi soddisfatto, esclamò "Certo! Doclilandia! E' un'idea geniale! Nessuno crederebbe mai che tu andresti lì di tua spontanea volontà."
Il volto della ragazza sbiancò ancora più del normale "Infatti non ci andrò!"
"Marceline, noi siamo responsabili della tua incolumità, e tu devi ascoltarci!" incalzò semplicemente l'umano, mantendo un tono severo. Immediatamente, la ragazza si rivolse al cane.
"Jake, non permettergli di farmi una cosa simile!" esclamò terrorizzata all'idea di dovere abitare in una catapecchia fatta di cialda e pan di spagna. Il cane si limitò ad alzare le spalle, consapevole anch'egli che quell'idea era decisamente valida.
"No, ragazzi! Io detesto quel posto!" fece esasperata Marceline, portandosi le mani sul volto e sospirando "Quegli odiosi dolcibotti non fanno altro che sorridere e salutare! Mi fanno venire il vomito! Sembra che abbiano caccole nel cervello!" incalzò poi, levandosi in aria e squadrando i due supplichevole.
Un silenzio opprimente si propagò lentamente nella stanza. Finn era certo che non ci fosse altro modo per proteggerla. Abitata unicamente da Dolcibotti, Dolcilandia sarebbe stato il regno più sicuro per Marceline. Oltretutto, non appena avrebbe riferito a Gommarosa la situazione, la principessa avrebbe senza dubbio accettato di renderla cittadina. Allo stesso tempo, però, non voleva fare stare male Marcy, non dopo tutto ciò che le era accaduto. Effettivamente, ammise a se stesso, i Dolcibotti non erano creature particolarmente loquaci. Forse solo Maggior Menta.
"Però è vero. I Dolcibotti sono stupidi."
A rompere il silenzio era stato Jake che, grattandosi la nuca imbarazzato, non era riuscito a tenere la bocca chiusa. L'umano gli scoccò un'occhiataccia, mentre la vampira invece lo indicava concorde.

"Forse... Potremmo andarci a vivere tutti e tre."
Finn non aveva avuto scelta. Quello sembrava il solo modo per fare in modo che Marceline gli desse retta.

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Capitolo 3
*** 2- [Una Casa A Dolcilandia] ***


Salve a tutti! Vi ringrazio innanzi tutto per le recensioni dello scorso capitolo! Siete meravigliosi e sono davvero felice che qualcuno apprezzi la mia storia ^^

Questo nuovo capitolo sarà abbastanza breve e di transizione (nel prossimo avremo i primi accenni alla Finnceline ♥)

Le parti in grassetto corsivo sono ricordi! :)


Spero di ricevere qualche recensione e... Buona lettura ^^

 



2-

[Una Casa A Dolcilandia]

















"Le hai scritto una lettera?" gli domandò il cane a bassa voce. Finn lo guardò confuso. Gli sembrava di udire, nel tono dell'amico, una certa incredulità.
"Che c'è? Io so scrivere, coso!" esclamò quindi l'amico, alzando leggermente il tono della voce e facendo voltare nella loro direzione Marceline. Quest'ultima squadrò entrambi con una certa diffidenza in viso, per poi tornare a seguire Maggiormenta.
I tre si erano diretti a Dolcilandia non appena la luna si era fatta alta, ed erano giunti a destinazione in poche ore. Fortunatamente -per tutti tranne che per Marceline-, nonostante l'ora tarda, avevano permesso loro di entrare. Si erano diretti immediatamente alla reggia reale, ed avevano chiesto di potere incontrare la Principessa Gommarosa. Maggiormenta, senza obiettare minimamente, si era subito offerto di aiutarli.
Finn e Jake, nel frattanto, stavano discutendo a bassa voce di come l'umano avesse deciso di avvertire Fiamma di quella che sarebbe stata una mancanza a tempo indeterminato. Le aveva scritto una veloce lettera, ed aveva chiesto a BMO di consegnargliela al più presto. Al piccolo videogame era stato anche affidato il compito di mantenere la casa in ordine durante l'assenza dei due avventurieri.

"Eccoci arrivati." la voce di Maggiormenta fece voltare i presenti verso il piccolo dolcibotto di fronte a loro. Erano giunti in prossimità di un ampio portone, quello del laboratorio della principessa Gommarosa.
"La principessa è qui. Sta lavorando ad un nuovo progetto." spiegò la mentina con un sorriso cordiale a decorargli il viso rotondo.
"A quest'ora di notte?" domandò scettico il cane magico, avvicinandosi di un  paio di passi ed accostandosi alla porta incerto -ingrandendo l'orecchio-, come in un tentativo di avvertire un qualche suono proveniente dall'interno.
"Già. Quando le vengono nuove idee, ne viene assorbita totalmente!" replicò Maggiormenta, non perdendo mai la propria compostezza.  Si congedò pochi istanti dopo con un leggero inchino, lasciando i tre visitatori sulla soglia della stanza. Non si udiva alcun suono provenire dall'interno, neppure un leggerissimo passo.
Prima di farsi avanti, Finn squadrò per qualche secondo la vampira che si trovava con loro; l'espressione di Marceline sembrava tesa. Sapeva che c'erano dei trascorsi tra le e Gommarosa, qualcosa come un'amicizia non esattamente andata a buon fine, e non era certo di come fosse il caso di proseguire. Forse era il caso di lasciare Marcy ad aspettare in corridoio insieme a Jake. Finn cancellò istantaneamente quell'idea dalla propria mente, sapendo bene che, nel caso in cui Marceline avesse deciso di filarsela, Jake -a causa della sua folle ed incontrollata paura per i vampiri- non avrebbe mosso un muscolo per fermarla. No, era decisamente il caso di farsi avanti tutti insieme.

Senza neppure bussare, il giovane avventuriero aprì la porta. I tre si fecero avanti in silenzio, incontrando immediatamente, infondo alla stanza, la figura della principessa china sulla scrivania. Indossava il suo tipico camice da laboratorio, e scriveva sui propri fogli in modo frenetico e costante. Nel frattanto, mormorava tra sé e sé formule incomprensibili.
Finn non ne fu certo, ma gli parve di udire, dietro di lui, Marcy che sentenziava un 'secchiona' a denti stretti. Non vi prestò molta attenzione comunque.
Si rivolse invece subito a Gommarosa "S-Scusa, Gommarosa..."
Immediatamente, la Principessa si voltò, incontrando i due avventurieri e la vampira. Rimase qualche istante sorpresa -soprattutto dalla presenza di Marceline-, ma non ne fece parola. Si sistemò invece il camice spiegazzato, per poi incamminarsi verso i suoi inaspettati ospiti.
"Salve! Che ci fate qui?" domandò  con la sua tipica cordialità la giovane sovrana, passando il proprio sguardo su tutti i presenti "Non ditemi che è già sorto il sole!" esclamò dopo qualche istante distratta, portandosi una mano tra i capelli e sgranando gli occhi. Subito Finn si fece avanti, screditando quell'ipotesi e dicendole che erano stati costretti a presentarsi a quell'ora tarda.
"Oh, allora ditemi che succede! Se avete avuto tanta fretta, immagino ci sia un motivo di fondo." replicò con gentilezza Gommarosa, accomodandosi su una sedia e facendo segno anche agli altri di fare altrettanto. Subito, Finn e Jake si sedettero, mentre Marceline, disgustata da tutta quell'ospitalità, si limitava a fluttuare nell'aria e ad ascoltare il discorso dei tre.
"Beh, principessa, effettivamente abbiamo un grosso problema, ma non è questo il punto." spiegò il cane magico, asserendo con il capo e cercando di comportarsi con quanta più educazione possibile.
"Vorremmo chiederti un favore!" esclamò Finn, parecchio più agitato rispetto all'amico. Immediatamente, la sovrana di quel vasto regno, si fece più attenta. Quella notte, Finn le sembrava decisamente agitato -sconvolto, per meglio dire-. Non riusciva a stare fermo ed aveva notato come evitasse più che mai di dilungare inutilmente il discorso. Oltretutto, il giovane umano non era tipo da chiedere favori. Lui era quello che arrivava per salvare vite e proteggere dolcibotti. Non si era mai fatto avanti in quel modo.
"Certo, ditemi pure." disse dunque Gommarosa, deglutendo a vuoto e corrugando la fronte.
"Dobbiamo venire a vivere a Dolcilandia al più presto! Se possibile, questa notte stessa." pregò il ragazzino, sfoderando un tono di supplica. Subito, la principessa gli lanciò uno sguardo incerto, che fece poi passare su Jake, ed infine su Marceline, ancora sospesa nell'aria.
"Voi..." si interruppe qualche secondo "...Tre?" quell'ultima parola la pronunciò con diffidenza, squadrando in particolare la vampira, non potendo neppure per un istante credere che ci fosse anche lei, quella nomade, a prendere parte ad una simile richiesta.
Il cane intervenì, annuendo "Esatto, principessa. E' una questione della massima importanza!"
Gommarosa annuì silenziosamente, analizzando la portata del favore che le stavano domandando. Non era una cosa così semplice come poteva sembrare, nonostante lei fosse la sovrana di quel paese tanto fiorente. Dare la cittadinanza ad un gruppo di stranieri non sarebbe stata una scelta benvista dai Dolcibotti. Eppure... Eppure Finn e Jake l'avevano aiutata molte e molte volte.
"Posso sapere cosa sta accadendo?" domandò dunque con pacatezza la ragazza. Era curiosa, parecchio. Se vi era un pericolo in agguato, voleva esserne al corrente.
"Dobbiamo proteggere Marceline, e crediamo che questo regno sia il più sicuro per lei." rispose il giovane umano, facendo sussultare la principessa. La preoccupava ciò che doveva essere in procinto di affrontare Marcy -nonostante non fossero esattamente amiche-, ma ancora di più la allarmava l'idea che qualcuno potesse minacciare la vita di un essere tanto potente.
"I miei dolcibotti saranno in pericolo?"
"Assolutamente no!" rispose questa volta Jake, alzandosi in piedi e sorridendo alla ragazza dalle tinte rosa acceso. Quest'ultima sperò vivamente che il cane magico avesse ragione. Il suo popolo era la cosa più importante che la principessa possedesse, e non poteva permettere che accadesse loro anche solo la più piccola delle disgrazie. Loro si fidavano di lei, e Gommarosa -in quanto loro amata sovrana- non poteva assolutamente deluderli.
Ma la principessa sapeva anche di dovere ben più che la propria vita a Finn e Jake, perciò...
"Benissimo, chiederò a Cannello di portarvi in una casa disabitata."









"No, Finn. Non so se ti è chiara la questione, ma questo è un letto matrimoniale."
Le parole della vampira non avevano alcun senso per il giovane umano. Non sapeva neppure vagamente cosa fosse un 'letto matrimoniale'. L'unica cosa di cui era certo, era che in quel momento Marcy aveva un'espressione strana, e che lui voleva capirne la ragione. Si trovavano all'interno della nuova casa. Si trattava di una piccolissima villetta fatta di cialda, al cui interno primeggiava un dolcissimo odore di caramello. Marceline lo detestava.
"Non capisco. Vedo che è un letto, ma-" "'Matrimoniale' significa che è per due persone." gli spiegò la mora, interrompendolo. Probabilmente si sarebbe dovuta aspettare una tale ignoranza dall'avventuriero. Infondo, per quanto ne sapeva, le sole relazioni -o pseudo-relazioni- che il ragazzo aveva avuto, non erano mai andate oltre ad un bacetto imbarazzato. Lo conosceva; sapeva quanto Finn potesse essere impacciato con una ragazza.
Solo udendo le parole della giovane, Finn capì a cosa fosse dovuto l'improviviso disagio della vampira, il tutto mentre le parole che Cannello aveva rivolto loro solo pochi minuti prima -mentre mostrava loro la nuova casa-, tornavano ad affollargli la mente.


"Spero vi piaccia... Ora io tornerei al castello se-" "Certo, certo Cannello!" Finn aveva interrotto Cannello con un sorriso, dandogli una leggera pacca sulla schiena. Ovviamente Gommarosa aveva fatto il possibile per sistemarli al meglio, e non poteva esserle più grato di così.
"A dire il vero c'è un problema." era però intervenuto prontamente Cannello, sollevando in indice e cercando di attirare l'attenzione di tutti "Vi sono solo due posti letto ed un divano nella casa."
"No problem!" aveva esclamato immediatamente il cane magico, sorridendo. Era decisamente felice di avere finalmente trovato un posto dove dormire, e  nulla -neppure la peggiore delle notizie-, da quel momento, gli avrebbe  rovinato il sonno "Io starò sul divano."
Cannello aveva semplicemente alzato le spalle, probabilmente anche lui troppo stanco per fare altre polemiche, ed aveva lasciato le chiavi ai nuovi abitanti della casa. Successivamente, si era diretto nuovamente al castello.



Il volto del giovane umano divenne pallido, poi d'improvviso color porpora, mentre i suoi occhi si facevano più lucidi. Forse avrebbe dovuto prestare più attenzione alle parole di Cannello. Si portò una mano sulla cuffietta, grattandosi la testa impacciato, mentre si apprestava a rivolgere la parola alla bella vampira.
"Quindi... Quando Cannello parlava di due posti letto e un divano-" "Si riferiva ad un letto matrimoniale!" lo interruppe nuovamente Marceline, lasciandosi cadere mollemente sopra il materasso fatto di marshmallow. Vi si sdraiò frustrata. Ammirò per qualche silenzioso momento il soffitto, trovandolo disgustosamente cioccolatoso. Le travi erano fatte di stecche di cioccolata fondente e le sembravano spaventosamente instabili.
"Purtroppo Jake sta già dormendo..." cercò di dire Finn, la voce ridotta ad un leggero mormorio. La vampira annuì semplicemente, per poi sospirare arrendevole. Non vi era molto da fare. Si sarebbe limitata a dormire al fianco del giovane umano. Non era poi una tragedia di tale portata. Magari, constatò silenziosamente, si sarebbe persino divertita a parlarci.
"Beh, non importa." esordì dunque, levandosi in aria e dirigendosi verso il bagno adiacente alla camera da letto "Dormiremo lì insieme. Che vuoi che sia? Ora, comunque, vado a farmi una doccia." e detto ciò scomparve dietro la parete, sbattendosi la porta alle spalle.
Finn stette qualche minuto fermo di fronte al letto che li avrebbe ospitati di lì a poco. Improvvisamente, tra tutti i dubbi e le preoccupazioni che avrebbe dovuto avere, ne emerse uno così follemente stupido ed imbarazzante, da farlo sentire davvero un idiota: cosa avrebbe pensato Marceline vedendo il suo infantile pigiama rosso, fatto a tuta, e rivestito di pelo? Insomma, era decisamente troppo grande per indossare quel coso!

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Capitolo 4
*** 3- [La migliore Amica] ***




 
3-


[La migliore amica.]




















L'avventuriero si era arreso al proprio indecoroso pigiama rosso. Aveva seriamente preso in considerazione l'idea di coricarsi in mutande, ma per qualche ragione, aveva ritenuto quell'ipotesi molto più imbarazzante del pigiamino rivestito di pelliccia. Infondo, Marceline lo aveva già visto mentre lo indossava, non sarebbe stato troppo imbarazzante.
Si era lasciato andare sopra il materasso senza neppure avvolgersi nelle coperte. Faceva abbastanza caldo e non aveva neppure indossato la sua tipica cuffietta, quella che lo caraterrizzava, ricoprendogli la chioma bionda. Si passò una mano tra i capelli, constatando come stessero lentamente ricrescendo. Ora gli arrivavano quasi alle spalle, creando innumerevoli onde dorate.
Proprio in quel momento, dalla porta del bagno, fece il suo ingresso la vampira mora. Indossava i suoi pantaloni grigi di tuta, accompagnati da una semplice canottiera nera. Sorrideva rilassata, come dimentica delle orribili imboscate che negli ultimi giorni le avevano quasi portato a termine l'esistenza. I capelli scuri gocciolavano sul pavimento bagnati. Aveva appena fatto la doccia, dedusse velocemente Finn, guardandola dal letto. 
Senza proferire parola, la ragazza addentò una stecca di zucchero rosso acceso, rendendola in pochi secondi del colore della cenere. Si passò la lingua sulle labbra soddisfatta e, dopo avere spento la luce con un gesto veloce, si lasciò scivolare sopra il materasso, vicino al giovane avventuriero. Quest'ultimo avvertì immediatamente il cuore iniziare a battergli in modo frenetico, fuori controllo. La gola gli si fece improvvisamente secca ed il viso arrossì.

"Allora, che mi racconti?" gli domandò d'improvviso Marceline, facendolo sussultare. Immediatamente, il ragazzo si voltò verso la ragazza, sdraiandosi su di un fianco, constatando come anche lei si trovasse nella medesima posizione. Erano faccia a faccia, incredibilmente vicini. E lui rischiava seriamente di morire per l'agitazione.
Che poi, perchè era così agitato? Non lo capiva. Era solo un letto, molte persone ci dormivano insieme, no? Semplicemente, il pensiero di doverlo condividere con Marceline lo destabilizzava. Si sentiva confuso: non aveva mai avvertito sensazioni del genere con la mora. Ma infondo, lei era la regina dei vampiri e, dovette ammettere, gli aveva sempre suscitato un certo senso di rispetto e timore. 
"Che ti racconto?" le fece infine eco lui, risuonando imbranato. Lei rise diverita, per poi annuire.
"Sì! Per esempio... A ragazze? Ho saputo che non ci provi più con Gommarosa!" lo prese in giro lei, ricordando bene quando diventava rosso al solo nominare la principessa del regno in cui si trovavano proprio in quell'istante. Solo pochi mesi prima era avvezzo a cercarla in ogni dove, e a parlare solo di lei.
"Io non ci provavo con Gommarosa!" tentò immediatamente di giustificarsi il ragazzo, esclamando allarmato, colto sul fatto. La vampira rise nuovamente. Ecco cosa le piaceva di Finn: la sua dolcissima ingenuità.
"Certo, se lo dici tu..." sorvolò quindi la mora, lanciando uno sguardo al soffitto, incontrandolo nuovamente inaffidabile e traballante -maledette stecche di cioccolato!-. Corrugò la fronte, mentre il giovane avventuriero tornava a prendere parola.
"Comunque ho conosciuto la Principessa Fiamma." soffiò il biondo, ottenendo immediatamente l'attenzione della vampira "Mi piace molto."
"Principessa Fiamma... Sì, è una tipa tosta." commentò semplicemente Marceline, non accennando al fatto che era una creatura teoricamente malvagia. Non si sarebbe affatto stupita nel venire a sapere che era divenuta buona. Infondo, da quanto ne sapeva, non aveva mai avuto buoni rapporti con il padre -essere decisamente spietato-.
Il ragazzo sorrise, per poi annuire soddisfatto. La sua mente vagò, giungendo -per l'appunto- alla bellissima principessa di fuoco. BMO le avrebbe consegnato la lettera a breve. Le mancava già. Desiderava averla al proprio fianco anche in quell'istante, con i suoi bellissimi occhi ed il suo viso perfetto. Si concesse qualche secondo per immaginare come poteva essere in quell'istante: rilassata ed immersa nel mondo dei sogni, magari persino sognando lui.

Ad interrompere il flusso dei suoi pensieri, ed il vagare della sua mente, fu un tocco distratto ma gentile. Immediatamente il giovane prestò attenzione alla vampira di fronte a lui. Era abbastanza certo di esserle ancora più vicino, ed ora lei gli stava accarezzando con fare tranquillo i capelli biondi. Non ostentava una dolcezza a lei inusuale, od un imbarazzo decisamente atipico per la sua personalità. Era semplicemente interessata alla sua chioma dorata. La accarezzava incantata e vi faceva passare attraverso le sue affusolate ed eleganti dita. Non mirava il volto del giovane, ma semplicemente le onde dei fini capelli dell'avventuriero.
Finn si irrigidì immediatamente. Nessuno gli aveva mai prestato simili attenzioni. Attenzioni che non era certo di sapere come definire -gentili? Amorevoli? Disinteressate? Bellissime?-.
"Che bei capelli..." mormorò d'improvviso Marceline, ostentando una voce vellutata, incredibilmente rilassante. Il ragazzo non disse nulla, limitandosi ad osservare il volto della vampira. Il suo sguardo era ancora puntato sulla sua chioma, ed un leggero sorriso le incurvava le labbra sottili.
"Non li avevo mai visti, sai?" disse poi, smettendo di accarezzare i capelli del giovane, e concentrandosi finalmente sul viso imbarazzato di Finn. Il sorriso della ragazza si allargò "Potrei mangiare per settimane con tutto il rosso che hai in faccia in questo momento!"
Come scottato da quelle parole, l'umano deglutì a vuoto, sgranando leggermente gli occhi. Si sentiva un idiota, e Marcy aveva notato il suo imbarazzo!
La vampira, non resistendo, rise divertita. Si posò una mano sul ventre, e con l'altra si asciugò un occhio umido. Il ragazzo fece altrettanto, constatando che, effettivamente, la sua goffaggine era davvero esilarante. 
Ed ecco un altro ottimo aspetto di Marceline: con lei e le sue risate, potevi persino ridere di te stesso e non pentirtene affatto. Lei non lo faceva sentire un idiota, incoraggiando le sue assurdità. Lei gli diceva apertamente che stava facendo la figura  dello stupido, e che era assolutamente divertente. Non lo derideva in quel modo cattivo, che lo avrebbe normalmente fatto sentire fuori posto. Lei ci scherzava, e a lui piaceva.



"Se mangio il rosso di Maggiormenta, dici che si arrabbierà?" domandò la vampira, facendo immediatamente sghignazzare Finn. Stavano parlando ormai da ore: avevano discusso di ragazze, feste, tipi strani ed armi. Marceline aveva infine esordito con quella bizzarra domanda.
"Perchè proprio Maggiormenta?" domandò l'avventuriero, allungando le braccia verso l'alto.
"Mi inquieta!" rispose semplicemente la mora, scattando in aria, muovendosi leggiadra contro al soffitto. Si fermò una volta in corrispondenza della figura di Finn, ed iniziò ad osservarlo dall'alto.
"Effettivamente è strano." commentò il biondo, sempre facendosi scappare una risata ogni tanto. La ragazza annuì.
"Come fai a volare?" domandò dopo qualche secondo Finn, osservando il corpo della ragazza che fluttuava nel nulla. Aveva sempre invidiato quella strabiliante abilità. Un eroe volante sarebbe stato a dir poco finntastico.
"Non so... Mi basta desiderarlo." rispose la ragazza, pensosa. Non sapeva esattamente come funzionassero i suoi poteri. Era in grado di trasformarsi in una mostruosa creatura, volare e molto altro, ma non sapeva come facesse. Lo desiderava ed accadeva.
Udendo quella risposta, Finn chiuse gli occhi, stringendo con forza le palpebre. La vampira lo studiò a lungo, non capendo.
"Che stai facendo ora?"
"Non distrarmi, Marcy! Sto desiderando di volare!" rispose prontamente il biondo, mordendosi l'interno guancia  e mantenendo gli occhi chiusi. Passarono alcuni secondiprima che la risata della mora lo distraesse, costringendolo a sollevare le palpebre. Incontrò la figura fluttuante ancora sopra di lui.
"Ahah! Finn, ma tu non sei un vampiro! Sei un semplice umano!" esclamò la mora. Il ragazzo ruotò gli occhi al soffitto -sapendo bene quale fosse la propria condizione-, per poi parlare.
"Non mi interessa! Troverò il modo per volare!"
La ragazza osservò il giovane qualche secondo. Avrebbe mentito nel dire che non apprezzava la sua determinazione -per quanto vana-. Finn si impegnava sempre al massimo, qualsiasi cosa facesse. Ne andava fiera, ed era molto soddisfatta di avere scelto lui e Jake come guardie del corpo. Era certa che presto, quell'orribile incubo che la circondava sarebbe svanito.

Non seppe con esattezza perchè lo fece. Non vi era una ragione in particolare che la costringesse a farlo, eppuro le fece comunque. La regina dei vampiri, ancora fluttuante contro quel soffitto cioccolatoso, si abbassò leggermente, tendendo la propria mano verso il giovane avventuriero che si trovava steso sopra il letto. Lui osservò quel gesto incerto, mentre una voce sconosciuta -nella sua mente- gli diceva di aggrapparsi a lei. Lo fece.
Serrò la propria mano attorno a quella fredda della vampira, e pochi istanti dopo, Finn si ritrovò nell'aria insieme all'amica. Stava volando, realizzò sorpreso ed euforico, incantato nell'osservare le mani -quella di lui e quella di lei- che, congiunte, si tenevano saldamente strette. La ragazza lo aveva accompagnato in aria, e stava realizzando il suo desiderio. 
L'umano immaginò di trovarsi fuori da quella piccola stanza, fuori dalla casa fatta di cialda e cioccolato. Sognò di navigare tra le nuvole nel cielo e che, sempre tenendo fermamente la mano di Marceline, giungesse oltre i confini dell'universo. Era un sogno vago, ma meraviglioso. La vampira era al suo fianco e sorrideva.
"Allora, come è?" domandò lei, facendolo tornare in quella piccola stanza. Stava fluttuando come un vero vampiro, affiancato dalla migliore amica che avesse mai avuto, ed era incredibilmente felice. Era pieno di una gioia in grado di tramortire.
"E'... Finntastico."

Ma pochi istanti dopo, un'esplosione proveniente dalla stanza adiacente a quella dei due, fece saltare in aria parte della casa.

Finn non impiegò più di un paio di secondi nel dedurlo: avevano trovato Marceline.














































°°°°°
Angolo dell'autrice che, essendosi svegliata ad un orario imbarazzante ed avendo avuto la brillante idea di guardare il Re Leone (♥), ha gli occhi rossi e lacrimosi.

Salve!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Qua, come avevo anticipato, ci sono i primi accenni Finnceline e... Ora li attaccano! Eh, già... 
Beh, spero di ricevere qualche recensione e... Ringrazio tutti voi meravigliosi lettori ^^ è grazie a voi se la storia prosegue!

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Capitolo 5
*** 4- [L'incredibile Forza Del Nemico] ***





 
4-



[L'incredibile Forza Del Nemico]





















"Jake!"
La voce di Finn era allarmata ed alta. Immediatamente, l'umano aveva afferrato con più convinzione la mano della vampira e, una volta tornati a terra, l'aveva trascinata con sé verso il salotto, dove stava dormendo Jake.
Alle loro spalle potevano udire ribrezzevoli grugniti mostruosi, attribuibili alla peggiore delle creature del demonio. Non si voltarono neppure una volta, proseguendo diritti sino a che non videro la figura del cane magico stagliarsi di fronte a loro. Quest'ultimo si stava massaggiando la fronte confuso. Non capiva cosa stesse accadendo; sino a pochi secondi prima stava dormendo in modo immensamente piacevole, sognando la bellissima Lady Iridella. Era stata un'esplosione particolarmente vicina  a costringerlo ad aprire gli occhi,  e ad alzarsi. 
"Che sta succedendo?" domandò il cane magico, squadrando prima la vampira e poi l'amico di sempre. Avevano entrambi il fiatone, e Marceline aveva iniziato a guardarsi attorno con frenesia, palesemente allerta. Si udivano rieccheggiare, nei corridoi della piccola villetta, versi e sibilii accompagnati da passi lenti e pesanti. La mora sapeva cosa si sarebbero presto ritrovati di fronte; a lei era accaduto così spesso che, ormai, si era abituata. Riconosceva con una familiarità quasi inquietante quei versi provenienti direttamente dall'inferno, e sapeva distinguere con altrettanta certezza il suono di quei movimenti trascinati e pesanti. Il nemico non avrebbe ancora tardato molto nel mostrarsi agli eroi: entro breve avrebbe varcato la soglia della stanza un'immonda creatura ricoperta da un mantello scuro, con una voce sibilante e viscida. Un essere più spaventoso del Cupo Mietitore, venuto per donare a Marcy la pace eterna della non-esistenza.

Se Marceline aveva passato gli ultimi novecento anni non temendo nulla, con l'avvento di quell'orrida creatura, i suoi timori erano improvvisamente rinati. La prima volta che aveva incontrato quell'essere, non aveva neppure riconosciuto cosa fosse quella sensazione di vertigine e tachicardia, troppo poco abituata a provarla. Ma poi, aveva compreso. Aveva ricordato dei tempi in cui, da bambina -996 anni prima, per la precisione-, accompagnata da Simon Petrikov, aveva dovuto affrontare le terribili creature che la Guerra Dei Funghi aveva generato. Sì, aveva rammendato ai tempi, era da quei giorni che non provava terrore.

Un rombo, più assordante di un tuono, fece tremare le pareti. Immediatamente Finn e Jake si posizionarono di fronte la vampira, pronti a combattere. Quest'ultima scosse la testa in disaccordo: loro non capivano quanto effettivamente fosse pericolosa quella creatura, non sarebbero riusciti a sconfiggerla unicamente con le loro forze.
Fece per avvisarli, ma l'apparizione di quella sorta di Lich le bloccò la voce in gola. Le sembrò più grosso del solito, incredibilmente inquietante, e le sue dita -sottili e lunghe- si agitavano  come artigli letali. Senza riuscire a controllarsi, la vampira indietreggiò di un passo.
"Non preoccuparti, Marcy! Ci pensiamo noi a lui!" esclamò immediatamente Finn, ancora con i capelli scoperti ed il piagiama indosso "Jake, passami la spada di papà!"
Subito, il cane magico allungò il proprio braccio sino alla parete contro la quale Finn aveva lasciato l'arma. La passò all'amico, il quale si mise in posizione d'attacco.
"Cosa credete di fare voi?" domandò la voce sibilante del demone, facendo rabbrividire di terrore Marceline. Le tornavano alla mente le ustioni che quella stessa mattina aveva riportato a causa di una semplice imboscata. Lei aveva tentato di combattere, si era persino trasformata, ma era stato completamente inutile. Sentiva ancora la pelle tirarle, mentre tentava di ripararsi il più in fretta possibile.

Infine, senza alcun preavviso, Finn decise di attaccare. Facendosi leva con le gambe, saltò quanto più in alto gli fosse possibile, puntando la spada in direzione del nemico. Gli trafisse un arto, ma quest'ultimo, invece che guaire dolorante, si limitò a ridere divertito dall'intraprendenza del giovane umano. Lo afferrò poi per una caviglia con estrema semplicità, continuando a deriderlo immensamente divertito. Finn scalpitava disperatamente, cercando di evadere, ma risultarono tutte mosse vane. Tentò persino di morderlo, ma il demone non sembrava provare alcun dolore.
Intervenne poi Jake, deciso a difendere l'amico. Si allungò velocemente, cercando di circondare quell'essere abominevole, così da impedirgli ogni possibile mossa, ma quando giunse il momento di stringerlo nella propria morsa, quest'ultimo svanì, facendo cadere a terra Finn, e lasciando Jake sospeso a mezz'aria senza alcuna preda.
Marceline lo capì istantaneamente: il demone si era smaterializzato alle sue spalle. Si voltò e, scaltra, si chinò immediatamente, prevedendo con anticipo il colpo che il nemico aveva in serbo per lei.  Finn e Jake si stavano lentamente rialzando, mentre la vampira cercava di tenere occupata la creatura.
"Cosa credi di fare, regina della Nottesfera?" domandò la voce viscida, in grado di penetrare le membra ed infondere timore "Lo sai bene che non puoi sconfiggermi."
Marceline finse di non venire colpita da quelle parole e, sfruttando al massimo i propri poteri, assunse la sua forma più mostruosa. Cercò di trafiggere il demone con i propri artigli, ma quest'ultimo di muoveva ad una velocità disarmante; era in grado di sparirle alla vista e di riapparire solo un istante dopo. La ragazza avvertiva, colpo dopo colpo, le proprie forze scemare. Utilizzò al massimo i propri poteri, sfruttando ogni suo colpo, raggio o morso, ma il nemico era sempre un passo avanti, come in grado di leggerle nel pensiero.
E, constatò dopo breve Marceline, non sarebbe stata in grado di mantenere ancora a lungo quelle sembianze. La forma mostruosa equivaleva ad un ampissimo dispendio di energie, e le sue stavano ormai finendo.
Fortunatamente, Finn, poco lontano, notò la spossatezza della vampira. 
L'umano decise di attaccare la creatura demoniaca di spalle: mentre Marcy lo teneva impegnato, avrebbe potuto coglierlo di sorpresa e, magari, eliminarlo definitivamente. Si mosse lentamente, appiattendosi contro il pavimento, e strisciando in silenzio con l'arma stretta in una mano. Ci impiegò qualche secondo, ma alla fine giunse proprio dietro al nemico. Si alzò lentamente, mentre un sorriso scaltro gli compariva in volto. Afferrò la spada con attenzione, reggendola con entrambe le mani e la fece ruotare in aria. Poi, sempre facendosi leva con le gambe, scattò in aria con un salto formidabile. Mancava davvero poco e lo avrebbe colpito, constatò mentre si levava in aria. Eppure, proprio quando era a pochi centimetri dal corpo, il nemico svanì, costringendo Finn ad andare a sbattere contro la parete in modo particolarmente doloroso.
In quel momento, decise dunque di intervenire nuovamente Jake ma, il demone, prevedendo con nuovo anticipo le mosse dell'avversario, fece qualcosa di particolarmente meschino: Lanciò uno sguardo al soffitto, per poi levarsi in volo. Puntò una mano contro il tetto in cioccolato e, sfruttando un incantesimo non verbale,  vi creò un buco non troppo grande. Dopodiche, lasciò la piccola villetta uscendo da quel foro. Diede un'ultima occhiata alla piccola casetta ed infine, utilizzando un'altra magia sconosciuta, fece crollare il tetto sulle teste dei tre eroi, costringendoli così sepolti.

Con un enorme sorriso sulle labbra, il demone constatò come non vi fosse alcuna traccia di quegli impertinenti. Le macerie della casa li avevano completamente seppelliti, e non poteva neppure vedere un capello spuntare tra le caramelle e le stecche di cioccolata. Rise per l'ennesima volta, questa volta certo di avercela fatta.












Re Ghiaccio era solito a svegliarsi all'alba, insieme al proprio amato Gunter. Ogni mattina, il pinguino lo raggiungeva sul suo letto ed iniziava a starnazzare, ed allora il povero stregone non poteva più dormire. Non se la prendeva con il proprio animaletto domestico, infondo amava vedere l'alba, soprattutto dalla cima del castello di Dolcilandia, ma -doveva ammettere- gli sarebbe piaciuto dormire di più ogni tanto.
Ma infondo, qualche ora di sonno di più o di meno, avrebbero davvero determinato una svolta nella sua vita? No, decise infine, volando sopra le valli di Ooo, diretto -per l'appunto- a Dolcilandia. La sua folta barba si agitava all'aria ed un sorriso spensierato gli incorniciava il viso. Erano quelli i pochi momenti in cui sorrideva senza rammaricarsi di nulla. Solitamente si ritrovava sempre a riflettere riguardo quanto effettivamente solo fosse. Forse, nella sua mente contorta e manipolata dalla corona stregata, aveva una vita interessante, con un mucchio di principesse che lo adoravano, e due amici Finntastici -come avrebbe detto Finn-, ma nella realtà non c'era nessuno che apprezzasse sinceramente la compagnia di Re Ghiaccio. Nessuno.
No. Forse, qualcuno c'era. Una persona c'era...
Scosse la testa, decidendo che non era assolutamente il momento per comportarsi in modo eccessivamente malinconico. Magari, per tirarsi su di morale, avrebbe potuto rapire una principessa nel pomeriggio. Sì, nel pomeriggio. Non a quell'ora. Era ancora presto ed avrebbe sguazzato avvolto dall'aria mattutina, fresca e gentile. Si sarebbe seduto sulla cima del castello più appiccicoso del creato, ed avrebbe sospirato soddisfatto, ammirando le colline illuminarsi lentamente.
Re Ghiaccio non era una cattiva persona. Forse, quel bizzarro stregone, era l'uomo più buono di tutta Ooo. Ma purtoppo, a causa di innumerevoli ragioni -Betty, la guerra,  la corona, la solitudine...- era stato intaccato dalla follia. Le persone non riuscivano a capirlo, e neppure lui capiva a pieno le persone. Non ne era totalmente sicuro, ma alle volte vedeva ricordi, flash veloci di un passato che lui non ricordava più, ed era abbastanza sicuro che un tempo, molto molto lontano, avesse avuto amici, magari persino una famiglia. Poi, moltissimi funghi -i fumi delle bombe atomiche-, ed il mondo rischiò di finire. Queste ultime cose le sapeva perchè erano parte della storia dell'umanità. Sapeva anche di essere vissuto in quel periodo, ma non ricordava nessuna esperienza in prima persona. Insomma, la mente di Re Ghiaccio era incredibilmente piena di buchi, ovunque. Non ricordava di essere stato un scienziato, Simon, né di avere conosiuto Betty -la sua principessina-, eppure sapeva che prima dello stregone c'era stato qualcosa. E lui anelava con disperazione a quel qualcosa.

Sempre volando, varcò i confini di Dolcilandia, ed immediatamente un odore dolciastro gli giunse alle narici. Cercò di nascondere il fastidio, ed iniziò a sorvolare le piccole villette che erano sparse ai bordi delle strade. Non vide nessun Dolcibotto camminare per le innumerevoli viuzze, e dedusse che dovevano essere ancora tutti a letto. Sorrise soddisfatto; quegli stupidi dolcetti non facevano altro che urlare spaventati ogni volta che lo vedevano, e Re Ghiaccio non aveva intenzione di rovinarsi lo spettacolo che l'alba gli avrebbe offerto a causa di un mucchio di guardie banane.
Aumentò la velocità, deciso a dirigersi sulla cima del castello il più in fretta possibile, ma quando vide tra le tante, perfette villette spiccare un mucchio di macerie erose, sentì il bisogno di fermarsi incuriosito. Lentamente si accostò sempre più al terreno, sino a che non vi posò i piedi scalzi. Si avvicinò incuriosito, mentre avvertiva un forte odore di cioccolato fuso pungergli l'odorato. Si chinò di fronte una stecca di zucchero rossiccia, e la afferrò. La osservò qualche istante, mentre se la rigirava tra le mani incerto. Non capiva cosa potesse essere accaduto. Principessa Gommarosa non avrebbe mai distrutto in modo tanto orribile una villa del proprio paese!
Lanciò alle sue spalle la stecca appiccicosa -imprecando tra se è se per le mani ora divenute sporche-, per poi alzarsi, deciso ad andarsene; infondo quelli non era affari suoi. Eppure, quando fece per muovere un passo in direzione opposta a quel mucchio di macerie fuse, una mano gli artigliò la veste blu, costringendolo a fermarsi. Subito lo stregone si voltò, incontrando un pallido braccio spuntare da sotto le stecche di cioccolata -quelle che dovevano essere state travi-, e scattò intimorito all'indietro.
Quello non era un dolcibotto, si disse immediatamente intimorito, deducendo poi che il colore della pelle di quell'essere rimandava ad un cadavere -un colorito pallido e spento-.  Fece per urlare, ma un mugolio che gli risultò spaventosamente familiare, lo costrinse ad ammutolirsi.
"A-Aiuto." da sotto le macerie la voce era giunta ovattata, ma Re Ghiaccio l'aveva riconosciuta comunque. Lui, quella voce, l'avrebbe riconosciuta in ogni dove. Riecheggiava persino nei suoi ricordi, in qualche incontrollabile modo. Quella voce esisteva anche in quegli spazi neri che lui non ricordava a cosa facessero riverimento. E la sola cosa che aveva sempre saputo riguardo quella voce, era che essa apparteneva ad un'amica.

Subito, senza neppure riflettere, lo stregone si chinò nuovamente contro le macerie, afferrando con forza la mano che spuntava temeraria tra le rovine. Iniziò a tirarla a se, mentre con i suoi poteri cercava di spostare le stecche di cioccolato più grandi e pesanti. Lanciava sguardi intimoriti al cielo che presto si sarebbe illuminato di luce solare. Doveva portare in salvo la vampira al più presto possibile. Non c'era molto tempo.
"Resisti Marceline!" la incoraggiò, mentre spostava un'ultima trave "Ci sono quasi..." mormorò a denti stretti, per poi tirare il braccio contro di se un'ultima volta. Il corpo della vampira fece capolino tra le innumerevoli macerie sano e salvo, solamente un po' affannato. Tossì un paio di volte, per poi accasciarsi a terra indebolita. Aveva sfruttato tutte le proprie energie nel combattimento di poco prima, e doveva considerarsi ben più che fortunata nell'essere stata trovata da Re Ghiaccio, una delle persone a cui teneva di più.
"Presto, Marcy! Devo portarti via prima che sorga il sole!" esclamò immediatamente il vecchio, cercando di esortare la giovane ad alzarsi. Era molto spaventato, e la ragazza non accennava a volersi mettere in piedi, anzi. Adesso aveva iniziato a scuotere la testa in senso di diniego, e lui proprio non capiva.
"C-Che ti prende? Dai muoviamoc-" "Finn e Jake..." lo interruppe lei mormorando appena, la gola secca ed il respiro fiacco. Alzò lentamente una mano, per puntarla in direzione delle macerie "Sono rinchiusi la sotto."
Lo stregone, ancora più preoccupato, lanciò un nuovo sguardo all'edificio andato distrutto. Poi al cielo ancora scuro. Aveva poco tempo, ma non poteva lasciare i due avventurieri a morire soffocati. Finn, in particolare, rischiava più che mai. Era semplicemente un umano, e come tale non possedeva alcuna capacità particolarmente sviluppata. Se era rimasto sepolto in una zona troppo profonda, probabilmente era da considerarsi già morto: l'afflusso d'aria non sarebbe risultato sufficiente.
"D'accordo, Marceline." disse infine lo stregone, sospirando preoccupato. Aveva la fronte corrugata e la voce più profonda del solito "Aiutami a spostare le macerie."
Dopo un paio di tentativi, la ragazza riuscì infine a levarsi in volo. Iniziò a spostare quanti più frammenti possibile, e presto incontrò il viso paffuto e giallognolo del cane magico. Aveva gli occhi socchiusi e la bocca semiaperta. Immediatamente, la vampira fece segno a Re Ghiaccio di averlo trovato, e quest'ultimo si fece avanti per tirarlo fuori da quella trappola di caramelle e cioccolata.
"R-Re Ghiaccio!" esclamò in un primo momento preoccupato, per poi notare Marceline poco distante, chinata contro una colonna in mazapane distrutta "Marcy! Che sta succedendo?"
Mentre Re Ghiaccio tornava a perlustrare le macerie, la vampira decise di spiegare la situazione al cane. Quest'ultimo, una volta udita l'intera storia, asserì determinato, per poi rimpicciolirsi ed infiltrarsi in una delle tante cavità che si formavano tra le rovine. Avrebbe così individuato il proprio amico in poco tempo e, una volta fatto, avrebbe segnalato la sua posizione allo stregone -per quanto non gli andasse a genio- e alla vampira.

Passarono lunghi minuti nei quali Re Ghiaccio controllò allarmato il cielo -preoccupato per la salvezza di Marceline-, la ragazza perlustrò dall'alto la situazione pregando silenziosamente, e Jake continuò a percorrere i minuscoli cunicoli tra le macerie. Poi, d'improvviso il cane intravide Finn annaspare seppellito sotto una trave. Quest'ultima gli stava comprimendo in modo allarmante la gabbia toracica.
"Oddio coso, stai bene?" domandò Jake, avvicinandosi all'umano e tastandogli il polso. Lo aveva visto fare in un film, era un modo per rilevare il battito cardiaco.
Finn tossì un paio di volte, per poi annuire leggermente. Ok, constatò il cane sollevato, era cosciente. Gli passò una mano sulla fronte e gli sorrise leggermente, cercando di incoraggiarlo.
"Vedrai che andrà tutto bene, fratello. Ora vado a chiamare gli altri. Tu non chiudere gli occhi, ok?" lo pregò a bassa voce. Il ragazzo questa volta non replicò in alcun modo, neppure a gesti, ma il cane andò comunque. Doveva dire agli altri dove si trovava Finn.
In pochi minuti fu nuovamente all'aria aperta e, agitando una mano, richiamò l'attenzione degli altri due "Ehi! L'ho trovato! Dobbiamo spostare questa trave, presto! Non reggerà a lungo!"
Marceline si calò a picco nella direzione indicata dal cane. Improvvisamente le gambe le tremavano e la gola si era fatta secca. Le mani non le rispondevano più ed era certa che, se solo avesse avuto un cuore vivo, esso le avrebbe assordato le orecchie. Finn non stava bene, e lei doveva aiutarlo. Era solo a causa sua se erano successe tutte quelle orribili cose, se ora Finn era seppellito sotto una dannatissima trave fatta di cioccolato maledettamente resistente. Imprecò più e più volte, mentre tentava di sollevare -vanamente- quella cosa assolutamente pesante.
Nel frattanto, constatò allarmato Re Ghiaccio, il sole era in procinto di raggiungerli. Si accostò in pochi istanti alla vampira e, sfruttando i propri poteri al meglio, cercò di aiutarla nell'impresa. Ci vollero un paio di tentativi, ma alla fine la trave si spostò, rivelando il corpo tumefatto e gonfio del giovane avventuriero.  La vampira avvertì una sensazione di vuoto invaderla, uno sbigottimento ed un terrore impareggiabili. Giunse al capezzale dell'amico con gli occhi lucidi. Aveva avuto paura. Aveva avuto più paura di quanta ne avesse provata di fronte al demone di poco prima.
Senza neppure rifletterci, appoggiò il proprio orecchio al petto di Finn, ed ascoltò. E quando udì il battito regolare del ragazzo, non potè fare a meno di trovarlo meravigliosamente rilassante. Sorrise sollevata e, non riuscendo a contenersi, abbracciò il corpo del giovane in un improvviso attacco di dolcezza.
Poi, un tocco leggero, la fece tornare in sè. La ragazza alzò lo sguardo, incotrando quello di Finn. Lui le aveva poggiato delicatamente una mano sulla testa ed ora la osservava confuso, sorridendo leggermente "Marcy, c-che stai facendo? Mi abbracci?"
La ragazza rise leggermente, per poi annuire. Il tono del ragazzino era scherzoso come suo solito, come se quei momenti di terrore -in cui aveva rischiato la vita- non fossero mai esistiti.
"Paccheri," mormorò il giovane umano con il respiro fiacco "Tu non abbracci mai nessuno."
"Sono davvero felice che stai bene." rispose semplicemente la ragazza, per poi tornare in piedi, rendendosi conto di essersi comportata in quel modo di fronte a tutti.


















































 
Angolo dell'auitrice!


Sono abbastanza in anticipo nell'aggiornare ^^''
Spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio immensamente per le scorse le recensioni! Siete voi a fare andare avanti la fanfic :)

Beh, che dire? Abbiamo incontrato il fantomatico nemico di Marceline -che ha quasi ucciso i nostri eroi D:-, ed è apparso il personaggio di Re Ghiaccio (N.B. in questo capitolo vi sono parecchi riferimenti ad episodi riguardanti il passato di Marcy e Simon) che per è molto importante! Io amo Re Ghiaccio! E' troppo jakecosmico! ♥

Spero tanto di leggere anche questa volta un vostro commento a riguardo e... Alla prossima!

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Capitolo 6
*** 5- [Io Non Sono Geloso!] ***



 
5-


[Io Non Sono Geloso!]








































 
Salve amici lettori! Vi ringrazio infinitamente per le recensioni dello scorso capitolo! Come sempre siete stati tutti gentilissimi, davvero!

Ovviamente, spero che questo capitolo vi piaccia, e spero nuovamente di ricevere qualche recensione ^^


Ora vado! Ciao :)


















"Per tutti i Gunter, questo non va affatto bene!" esclamò Re Ghiaccio una volta ascoltato il racconto della vampira. Lo stregone, dopo avere aiutato i tre ragazzi a fuggire dalle macerie, si era offerto gentilmente di ospitarli a casa prorpia, a patto che gli raccontassero il motivo per cui li aveva trovati ridotti in fin di vita. Marcy era stata la prima ad accettare la gentile offerta, senza neppure tentennare. Finn e Jake avevano invece preferito rifletterci un po' di più, cedendo comunque alla fine. Infondo, avevano il compito di proteggere l'amica vampira, e se lei aveva deciso di restare da Re Ghiaccio, allora loro l'avrebbero seguita silenziosamente e con fedeltà. Non erano pienamente al corrente dei trascorsi tra i due, ma sia l'umano che il cane magico, sapevano bene che tra Simon e Marceline vi era un passato condiviso. Qualcosa risalente a tempi molto remoti ed ormai dimenticati.
In quel momento, i quattro si trovavano all'interno dell'ampio e maestoso palazzo dello stregone. Si erano accomodati in una stanza che -in pochi istanti, facendo comparire un sofà di ghiaccio, ed una sorta di poltrona di neve- il Re aveva trasformato in salotto. Il giovane umano era riuscito a recuperare, tra le macerie della casa a Dolcelandia, il proprio zaino ed i propri vestiti, ma purtroppo, il suo cappello era risultato pressocchè introvabile. 
In quell'istante Marcy, Finn e Jake erano accomodati sul divano, mentre Re Ghiaccio si trovava solennemente sistemato sulla poltrona, reggendo in grembo il piccolo pinguino Gunter. Osservava i tre sventurati con un cipiglio allarmato, ma non stava ancora dando sfogo ai propri pensieri. Si era limitato a quella bizzarra esclamazione, e poi al silenzio più completo. Marcy lo notò.
"Che succede? Perchè non dici nulla?"
Lo stregone, che stava ammirando con tranquillità il piumaggio scuro del proprio amico animale, udendo la voce della ragazza, decise di alzare il volto. Incontrò il suo sguardo scuro, ed immediatamente rispose "Sono molto preoccupato. E' raro imbattersi in una creatura in grado di fronteggiare un vampiro comune, figurarsi la regina!"
"Quindi pensi che siamo spacciati?" domandò affranta la mora, levandosi in aria e sospirando amareggiata. Aveva sperato, constatò silenziosamente, che almeno Simon avrebbe potuto darle qualche suggerimento. Infondo, per quanto folle, era un uomo saggio nel profondo.
"Non ho detto questo!" intervenne subito la voce acuta dell'uomo che, impacciato, si grattava la nuca in cerca di una via di scampo a quella conversazione.
"Ma?" domandò d'improvviso Finn, stanco e dolorante dopo il recente incontro con il nuovo nemico. Re Ghiaccio sfoderò un sorriso mesto, mentre lasciava Gunter a terra.
"Ma è vero, penso che abbiate ben poche possibilità di battere una forza del genere. Avete detto di non conoscerne neppure la specie!"
"Somiglia ad un Lich! Però è molto più grande, e... A dire il vero non gli ho visto molto bene il volto. Era oscurato dal mantello." Raccontò il giovane eroe, sperando anch'egli -per la prima volta in tutta la sua vita- in un aiuto da parte di Re Ghiaccio. Quest'ultimo non gli diede neppure uno sguardo, preferendo osservare il pavimento lucido e riflettere.  Per una volta, coloro che a lungo aveva desiderato fossero suoi amici -Finn e Jake-, gli stavano domandando aiuto. Avrebbe fatto il possibile per darglielo.
"Mh, forse posso darvi una mano." disse dunque infine lo stregone, alzandosi  e facendo segno ai tre di seguirlo.





"Prendete una torcia!" esclamò la vocetta di Re Ghiaccio, mentre si addentrava in un'oscura galleria scavata nel ghiaccio. Si stavano dirigendo verso una stanza segreta del castello, un luogo dove lo stregone era abbastanza certo di potere trovare qualcosa di utile. Dietro di lui, Jake e Finn afferrarono dalle mura una torcia ognuno, mentre Marceline proseguiva fluttuando alle loro spalle.
"Questo è un luogo segreto. Nessuno vi è mai entrato oltre il sottoscritto." tornò a parlare il Re, mentre i due avventurieri si guardavano intorno esterrefatti; il ghiaccio rifletteva la luce delle torce in modo strepitoso, brillando e sembrando quasi una pietra preziosa. L'unico aspetto negativo della situazione era probabilmente il freddo, che continuava ad avvolgerli in modo perenne. Ad ogni respiro di Finn poi, corrispondeva una nuvoletta molto simile ad uno sbuffo di drago.
Camminarono a lungo, stando attenti a non scivolare od inciampare, sino a che di fronte ai ragazzi non si stagliò un'ampia porta bianca fatta di neve ben pressata. Al centro di essa spiccava un pomello di ghiaccio brillante, intagliato in modo così elegante, da sembrare un diamante pregiato. Finn, non curandosi dei dolori che ancora gli pervadevano il corpo, si accostò a Re Ghiaccio incuriosito. Lo stregone, senza neppure toccare la maniglia, ma limitandosi ad un veloce gesto di mano, fece sì che la porta di fronte a lui si aprisse, mostrando così ai nostri eroi un'ampia stanza totalmente ricoperta di libri e manuali.
"Ecco qui." disse l'uomo una volta al centro dell'ampia stanza. Indicò a Jake e Finn dei punti dove potevano lasciare le torce, e non appena ebbero fatto, i due si precipitarono  subito tra gli enormi ed antichi tomi. Lo stregone sorrise.
Marceline, a differenza dei due amici, rimase al fianco di Re Ghiaccio, sempre sollevata in aria. Guardò qualche momento le proprie guardie del corpo, incredibilmente entusiaste di fronte l'idea di potere avventurarsi in quella piccola esplorazione, e poi si rivolse all'uomo che aveva vicino "Cosa pensi che troveremo qui?"
"Di tutto! I miei libri contengono leggende e fatti storici. Alcuni parlano di mostri ed altri di magia. Puoi trovare tutto ciò che desideri."
La vampira si allungò ed afferrò il volume più vicino a lei che c'era. Era ricoperto di un sottile strato di brina, e dovette sfregarne la superficie con la manica della felpa affinchè svanisse totalmente quella sottile patina. Una volta fatto, il titolo le apparve chiaro e leggibile "Guida al mondo demoniaco; schiavi e mercenari." corrugò la fronte "Che significa?"
Lo stregone si avvicinò alla ragazza "Alcune creature demoniache sono stupide e manovrabili, e molti demoni le usano."
La vampira storse il naso "Quale bestia si abbasserebbe a tanto?"
"Gli zombie? Ahaha!" domandò scherzando lo stregone -non rendendosi conto della risposta incredibilmente lucida e giusta-, illuminando la mente della vampira. Effettivamente, gli zombie erano creature prive di cervello, semplici e manovrabili. Bastava offrire loro un po' di carne in cambio, ed immediatamente erano al servizio di un cliente pagante. Un sorriso apparve sul viso di Marceline.
"Oh, Simon. E pensare che avevi una mente incredibilmente geniale." gli mormorò carezzandogli leggermente il capo -rattristita da quella lucida follia che lo possedeva-, mentre l'uomo le sorrideva paternamente. Dio, quello sguardo non era mai cambiato, il modo in cui glielo rivolgeva. E questa cosa, in particolare, la faceva soffrire a dismisura; Re Ghiaccio continuava a guardarla allo stesso modo in cui si guarda una figlia, ma non vi erano più tutti quei sentimenti lì sotto. Lui, in realtà, non sapeva perchè avvertisse la necessità di guardarla a quel modo, non ricordava le loro meravigliose avventure. Lo stregone non ricordava nulla, ed alle volte Marcy si domandava se per caso la stesse persino prendendo in giro con quegli sguardi gentili che la facevano capitolare. A volte, con una semplice occhiata, le sembrava di sentirlo urlare 'Su, Marcy! Lo sai, no? Lo sai che qui, sotto tutta la barba e la corona, ci sono ancora io, no?'

E poi cantava. Cantava all'infinito.

 
'...Sento che impazzirò, la magia mi ravvita!
Almeno salvati tu, ma chi salverà me? Per favore...
dimentica che farò, se non ricorderò.

Marceline, io mi sento scivolare via,
non ricordo una parola mia,
eri furiosa come una gattona;
non è colpa mia, è la corona!

...'*


"Il buon vecchio Simon..." mormorò la vampira con gli occhi lucidi di malinconia e ricordi, sospirando appena, mentre Finn, poco lontano, li osservava di sottecchi.





"Ehi, coso, che guardi?" gli domandò d'improvviso Jake, constringendo il giovane umano a voltarsi verso l'amico. Stavano spulciando tra i vari libri alla ricerca di un titolo interessante, qualcosa riguardante creature misteriose avvolte da mantelli possibilmente. Il cane magico, però, aveva notato come l'umano avesse arrestato il proprio lavoro per spiare con ostentata discrezione la conversazione tra Marcy e Re Ghiaccio.
"I-Io non guardo proprio niente!" esclamò quindi Finn colto sul fatto, arrossendo leggermente e tornando ad affondare il muso nei libri. Il cane, proprio al fianco del giovane, sorrise sghembo, divertito da quell'improvviso atteggiamento goffo.
"Ah davvero? E pensare che a me sembrava stessi spiando Marcy e lo svitato!" lo punzecchiò Jake, colpendo con leggerezza l'amico al fianco, dandogli piccole gomitate.
Finn per poco non si strozzò con la sua stessa saliva; tossì un paio di volte prima di rispondere infastidito da quell'improvviso terzo grado "L'aria delle tue puzzette ti ha evidentemente fuso il cervello! Io non spio la gente! S-Stavo guardando... La parete dietro di loro!" mentì senza ritegno l'umano, divenendo sempre più rosso in viso.
"Non dare la colpa alle mie puzzette, fratello!" cercò subito di intervenire il cane, difendendo  a spada tratta i propri olezzi poco educati "E comunque, non ti ho accusato di spiare la gente, ma loro due e basta."
Colto alla sprovvista, Finn si limitò a sbuffare sonoramente in risposta. Sembrava essere tornato tredicenne, con tutti quegli sbalzi d'umore e quelle rezioni infantili. E pensare che aveva addirittura creduto che la relazione con Fiamma lo avesse fatto maturare!
Evidentemente si era sbagliato.
"Sciabolette, Finn... Sei diventato color sangue!" lo rimbeccò sempre più insistentemente il cane magico, allungando un braccio ed utilizzandolo per circondare le spalle dell'amico seduto a terra "Sembri una pentola a pressione! Se continui così arriverà Marceline e ti succhierà tutto il colore!"
"Ovvio che sono rosso, Jake. Sei decisamente insistente e dici paccherate!" si limitò a constatare l'umano, tenendo le braccia incrociate contro il petto. Il cane si sentì offeso nell'udire una frase del genere.
"Stai dicendo che sei arrabbiato per colpa mia?"
Finn sorrise quasi divertito udendo quella domanda. Non poteva pensare che l'amico lo credesse davvero tanto idiota. Infondo, per quale altro motivo  sarebbe dovuto essere così pieno di astio, se non a causa di quell'improvviso interrogatorio privo di una vera ragione?
"E per quale altra ragione dovrei esserlo?" gli domandò dunque l'umano, ostentando un sarcasmo parecchio tagliente, ma che Jake preferì non commentare. Il cane rispose infatti con una tranquillità ed una certezza disarmanti, ostentando un sorriso orgoglioso ed un'espressione stracolma di certezza.
"Perchè sei geloso!"
Il giovane avvventuriero sussultò. L'esclamazione che aveva appena sentito fuoriuscire dalle labbra del cane gli sembrava assolutamente priva di una logica comprensibile. Pensò persino che Jake lo stesse prendendo in giro, che lo stesse mettendo in mezzo ad uno di quei suoi giochetti stupidi ed imbarazzanti. Eppure, quando finalmente si voltò verso l'amico -pronto a coglierlo con un'espressione falsa e schernitrice-, lo incontrò serio e sicuro, con le mani contro i fianchi e la testa alta. Finn deglutì a vuoto.
"Geloso? E di chi? Re Ghiaccio?"
Quella volta, non pensando neppure per un istante all'amicizia che li legava da sempre, il cane scoppiò a ridere. Non riuscì a resistere. Non riuscì a credere che quello che poteva definire un fratello, non si fosse reso conto delle proprie sensazioni. Cavolo, si disse, doveva dare un paio di lezioni a Finn. L'amico lo fissava impallidito, insicuro di fronte quella bizzarra reazione, probabilmente in attesa di una risposta che potesse avere un qualche bizzarro senso. Ed alla fine, il cane gliela diede.
"Di Marceline, no?"

No, si disse Finn avvolto in un turbine di improvvisi pensieri privi di capo o coda. Marceline non poteva scatenare in lui una qualche sorta di gelosia. Infondo era un'amica, nient'altro. Finn aveva la bellissima principessa Fiamma a cui pensare, la ragazza con cui doveva impacchettarsi a giorni alterni nella carta stagnola.
Marceline era solo un'amica, come tutte le altre. Jake questa volta aveva sbagliato; le sue deduzioni ed i suoi consigli amorosi erano in bilico, cercò di dirsi Finn con un mezzo sorriso. Marceline La Regina Vampira, quella che per anni gli aveva dato del moccioso -ma che ora, nei suoi compiuti sedici anni, lo vedeva come un ragazzo-, non poteva neppure lontanamente affascinarlo. Certo, era bella e piena di spirito d'avventura, ma con ciò? Alle volte anche Fiamma si era avventurata con lui, ed era stato uno spasso Finntastico. Più o meno.
Marcy era un'amica, si disse nuovamente, lanciando una nuova occhiata alla vampira poco lontana, che parlava allo stregone del ghiaccio. Ma perchè gli stava così vicino? Perchè sorrideva così dolcemente? Perchè aveva gli occhi umidi?

In un'improvvisa ondata di lucidità, Finn si impose la calma e la concentrazione. Ok, forse era un po' geloso di Re Ghiaccio, ma non perchè gli piacesse Marceline. Era perchè la vampira era la sua migliore amica, e voleva averla per sé. Voleva essere lui a conoscerla bene, a sentirla raccontare le sue bellissime avventure, ed a poter dire 'ehi, ci conosciamo da tanto e siamo amici inseparabili'. Invece erano lei e Re Ghiaccio ad avere quel genere di rapporto, di cui neppure lui sapeva a pieno le dinamiche.
Serrò le mani in due pugni ricolmi di stress e chiuse gli occhi. Sì, si sarebbe fatto cullare in quella convinzione ancora per un po', certo di amare follemente Fiamma e convinto di vedere in Re Ghiaccio solo ed unicamente un rivale in amicizia. 

"Ehi, Finn, cos'è quella faccia?"
La voce della vampira lo fece sussultare visibilmente, tanto che la mora scoppiò a ridere di una risata fragorosa. L'umano impiegò qualche istante a riprendersi, ma una volta fatto ricambiò il sorriso della ragazza prima di risponderle.
"Che faccia?"
Marceline lo squadrò diffidente "Eri tutto concentrato..." commentò infine, fluttuando attorno al ragazzo. Quest'ultimo seguiva i movimenti di lei con la coda dell'occhio, mentre cercava disperatamente un modo per cambiare discorso.
"S-Sì... Pensavo a come potremmo sconfiggere quella creatura sconosciuta!"
"Oh." Commentò con una punta di delusione nella voce Marcy. Pensava davvero di averlo colto in fragrante con qualche imbarazzantissimo pensiero per la mente, ma a quanto pare si era sbagliata "Beh, io e Re Ghiaccio non abbiamo trovato nulla."
"Paccheri, nemmeno noi." replicò affranto il giovane umano, segretamente felice di avere sviato il discorso riguardante le sue riflessioni segrete.
"In ogni caso..." si intromise lo stregone allegro, avvicinandosi ai tre amici "Finchè resterete qui, sarete completamente al riparo! Nessuno farà la spia, vedrete!"
Marceline rivolse un'espressione grata all'uomo, prima di voltarsi verso Jake e Finn "A proposito, come ci hanno scoperti a Dolcilandia?"
Il cane storse il naso, per poi sollevare le spalle incerto "Non ne ho idea. Forse il nemico riesce a percepire la tua essenza?"
"Già, oppure ti hanno messo addosso qualche cip?" propose allarmato l'umano, iniziando a girare intorno alla vampira e ad osservarle i vestiti attentamente, alla ricerca di una qualche piccola forma di tecnologia capace di permettere ai nemici di individuarla.
"Sinceramente, ragazzi, non ne ho idea." confessò la vampira tristemente, preoccupata al solo pensiero di dovere rivedere quella malvagia creatura dai poteri -all'apparenza- inarrestabili. Abbassò lo sguardo e tornò con i piedi per terra, arrestando il proprio volo. Allungò le braccia verso l'alto e sbadigliò stanca. Quella giornata era decisamente infinita.  "Ora come ora, voglio solo dormire. Il sole è alto ed i vampiri non possono uscire."
Finn annuì e sorrise, constatando che, pur non essendo vampiro, il sonno stava intaccando anche il suo di organismo, e che necessitava al più presto di una dormita. Nella casa a Dolcilandia non era riuscito a riposare a causa dell'improvviso arrivo dello pseudo-lich, ma nulla gli avrebbe rovinato il sonno in quell'enorme e silenzioso palazzo fatto di ghiaccio. Quindi, allo stesso modo dell'amica, si congedò dai restanti presenti, cercando di non dare a vedere il fastidio e la confusione che ancora avvertiva chiaramente rimescolargli lo stomaco a causa del rapporto tra Marceline e Re Ghiaccio.







































*Questa canzone potete trovarla in un episodio di Adventure Time. E' una canzone scritta da Simon e Marcy quando ancora l'uomo non era completamente intaccato dalla follia :)

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Capitolo 7
*** 6- [I Sentimenti Di Finn] ***


6-



 
[I Sentimenti Di Finn]




































Re Ghiaccio aveva assegnato ad ognuno una stanza differente, ribadendo più volte come desiderasse utilizzare al meglio i propri immensi spazi e fare sostare ognuno nel più completo relax. Beh, Finn ne era stato incredibilmente felice. 
Riuscì finalmente a riposare, cullandosi in sogni tranquilli, privi di inquietanti Lich od eventi poco felici. Sognò, anzi, una bellissima fiamma. Era fioca, ma elegante, e l'avventuriero vide in lei il riflesso della sua amata principessa. Gli sorrideva, e lo guardava con una punta di malizia, facendolo costantamente arrossire. Eppure, lentamente, andava con il farsi più fioca, come sul punto di svanire. Infine, accadde. Finn aveva improvvisamente avvertito solo il buio intorno a lui, poi un tocco. Un tocco leggero, uno sfiorarsi gentile ed inaspettato, che non lo aveva però fatto sussultare, quanto sorridere. Si era voltato, certo di ritrovarsi di fronte alla principessa Fiamma, ma era rimasto non poco sorpreso nel scoprirsi in compagnia di Marceline.
Si era poi svegliato a causa di alcuni rumori, suoni molto forti, che aveva udito provenire dalla stanza accanto alla sua.

Finn restò per lunghi minuti fermo sul proprio letto, seduto ed avvolto per metà dalle coperte chiare che gli aveva dato Re Ghiaccio. Non era certo di cosa volesse significare il proprio sogno e, ad essere sinceri, per il momento preferiva non saperlo. Decise quindi di concentrarsi sul suono  che aveva causato il suo brusco risveglio. Allungò le braccia verso il soffitto, stirandosi, e poi diede un'occhiata all'esterno. Doveva essere tardo pomeriggio, dedusse osservando la luce bassa del sole.
Si alzò lentamente, dirigendosi poi verso l'ampio specchio che vi era nella camera da letto. Mirò il proprio riflesso incerto, e si passò una mano tra i capelli con malinconia. Gli mancava il suo cappello. Si sentiva... Nudo. Certo, Marcy aveva detto che gli piacevano i suoi capelli, ma che voleva dire? Li aveva sempre tenuti coperti, era sempre stato una sorta di segno distintivo. Lui era Finn l'Eroe col Cappello.
Storse il labbro di fronte quell'ultimo pensiero; probabilmente solo lui si definiva così.

Un nuovo, brusco suono si fece largo nella stanza vicino alla sua, facendolo sussultare. Subito si voltò verso la parete spoglia adiacente alla camera tanto rumorosa. Vi accostò un orecchio -non era il caso di appoggiarcelo, facendolo congelare a contatto con il ghiaccio-, ed ascoltò. Sembrava che qualcuno stesse distruggendo quella povera stanza, ed inizialmente attribuì la colpa di quel bizzarro evento ad uno dei tanti sbalzi d'umore di Re Ghiaccio ma poi, improvvisamente, proprio pochi istanti prima che il giovane allontanasse l'orecchio, un grido si fece largo con chiarezza. La voce era acuta e femminile, e Finn la riconobbe subito.
Corse verso il comò della propria stanza, contro il quale aveva lasciato poggiata la propria spada, ed una volta in mano l'arma, iniziò a colpire ripetutamente la parete adiacente alla camera dal quale avvertiva provenire tutto quel rumore. Sentiva l'ansia divorarlo, ed il cuore tamburellare in modo frenetico. Gridò con tutto se stesso, mentre colpiva con malcelata furia lo spesso muro di ghiaccio, e quando alla fine riuscì ad abbatterlo, il ragazzo si fece largo nella seconda stanza.
In mezzo al nuovo silenzio che era calato, si levò d'improvviso una risata divertita. Subito Finn si voltò verso Marceline che, fluttuando in cielo, reggeva tra le mani il proprio basso-ascia, mentre si sbellicava -letteralmente- dalle risate. L'umano la osservò qualche momento, il fiato corto e la spada ancora stretta in una presa ferrea, poi parlò.
"M-Marcy, stai bene?"
"Forse dovrei essere io a chiedere a te se stai bene, Finn! Ti dai alla pazza gioia come me?" domandò curiosa la vampira, tornando con i piedi  sul pavimento, ed abbandonando il proprio strumento sopra il letto ancora perfettamente fatto.
"Pazza gioia?! Paccheri, credevo ti avvessero attaccata! Ti ho sentita gridare e-" "In realtà stavo esultando!" lo interruppe con semplicità la mora, facendolo sussultare sconvolto.
"Esultando?"
"Già! Stavo distruggendo un po' di mobili con il mio basso-ascia, sai no? Per dare alla camera un tocco più... Vampirico! E, visto che amo ditruggere le cose, non potevo non esultare." raccontò con pacatezza la ragazza, sempre sorridendo solare. L'umano deglutì a vuoto mentre, voltandosi, si rendeva conto di come aveva ridotto entrambe le stanze.
"Ops." disse infine, accasciandosi a terra e grattandosi la nuca imbarazzato, ritrovandosi seduto tra le macerie di ghiaccio -i resti della parete ditrutta-. Marceline si limitò a sorridere, per poi farsi avanti all'interno della stanza del giovane umano, ormai divenuta un tutt'uno con la sua.
"Beh, direi che condividiamo di nuovo la stanza, Finn."
Il ragazzo non potè evitare che un sorriso sincero gli si formasse sulle labbra. Gli piaceva stare con Marcy e, forse, quell'imbarazzante incidente aveva avuto anche risvolti positivi.
"E' un problema?"
"Affatto!" rispose prontamente la mora, curiosando tra i mobili dell'umano indaffarata "Mi diverto a stare con te! Credevo lo sapessi."
L'umano divenne irrimediabilmente rosso, udendo quella piccola confessione. Non ci sapeva fare con le donne, non importava quale fosse il contesto.
"A-A dire il vero n-no."
La vampira gli si chinò di fronte, a soli pochi centimetri da lui, e poi gli sorrise "Beh, ora lo sai."
La mente del ragazzo era divenuta una poltiglia; non c'era altro modo per descriverla. Non riusciva più a pensare, la vicinanza di Marceline gli stava letteralmente dando alla testa, e tutto questo non era affatto buono. No.
Cercò di dirsi più volte di essere coerente con se stesso, e fedele nei confronti di Fiamma, ma non era neppure certo di essere sul punto di tradirla! Infondo, fino a che non pensava a Marcy in modo differente, tra lui e Fiamma sarebbe stato tutto a posto, no? Era così che funzionava, giusto?
Non importava quanto vicino stesse a Marceline, a patto che tra loro non accadesse nulla di troppo intimo. Nulla di irrimediabile.
Finn non poteva rinunciare a Fiamma come se nulla fosse mai accaduto. Lei era stata la prima vera ragazza a ritenerlo anche solo lontanamente considerabile. Non poteva buttare tutto all'aria per colpa di un'amicizia troppo forte. Perchè, ovviamente, tra lui e Marcy non vi era altro; solo una solida amicizia. Sì, nulla di compromettente od irreparabile.
Eppure... Eppure aveva davvero un bel volto quella vampira, constatò il giovane umano ritrovandosi incantato a contemplarla. Aveva gli occhi profondi, sempre accesi di una luce colma di follia ed avventure, ed era profondamente certo di non avere mai visto un sorriso più scaltro ed abbagliante. E poi, wow, se avesse dovuto parlare del suo corpo assolutamente da schianto, sarebbe letteralmente potuto svenire. 
Si impose -per l'ennesima volta da quando era iniziata quella sua avventura con Marceline- lucidità. Non importava quanto bello fosse il suo viso, o quanto magnetici fossero i suoi occhi, né tantomeno quanto le sue curve fossero perfette e quanto i suoi ormoni da sedicenne lo stessero facendo impazzire. Non importava.
A lui doveva piacere solo Fiamma, perchè lei era stata la sola ad amarlo.

Eppure, non riuscì a trattenere quella domanda.
"Cosa c'è tra te e Re Ghiaccio?"
La vampira sussultò, come scottatasi. Quella domanda era giunta d'improvviso, dal nulla, ed era curiosa di sapere per quale assurdo motivo Finn volesse saperne tanto. Non ne era offesa, ma voleva saperlo.
"Perchè me lo chiedi?" domandò quindi in un sussurro, sempre seduta di fronte a lui, a pochissima distanza dal suo volto non più da bambino, ma ormai da ragazzo.
"P-Perchè... Siete sempre insieme e sono..." Finn si morse la lingua. Era davvero stato così tanto vicino dal definirsi geloso? Oh, sì.
"Mi interessa." mormorò infine, mentendo solo in parte, omettendo parte della verità che Jake gli aveva sputato in faccia proprio quella mattina. A Marcy parve andare bene quella risposta e, con un sospiro malinconico, decise di parlare.
"Simon è... Come un padre. Un padre adottivo." un leggero sorriso apparve sul viso della vampira "Abbiamo vissuto tante avventure insieme, anni ed anni orsono. Così tante che neppure penso di ricordarle tutte."
Finn annuì, avvertendo quel peso che lo aveva tanto premuto, svanire d'improvviso. Non era più geloso. Ora, la sola cosa che si spandeva in lui, era un profondo senso di sollievo, qualcosa di dolce e sopportabile, che gli faceva apparire un sincero sorriso sulle labbra, molto simile a quello di Marceline.
"Oh, capisco Marcy." disse infine il giovane umano, posando il proprio sguardo contro il pavimento lucido e freddo "Mi dispiace essere stato così ficcanaso."
La vampira parve soddisfatta nell'udire quelle parole e, facendosi leva sulle gambe, tornò in piedi. Si stiracchiò per qualche secondo, per poi lanciare uno sguardo alla finestra.
"Penso che andrò a cercare Re Ghiaccio. Magari ha trovato qualcosa quel pazzo!" esclamò amorevolmente la mora. Finn la salutò con un cenno della mano, ma lei, prima di lasciare la stanza, depositò invece un leggero bacio sulla guancia dell'umano. Solo dopo questo se ne andò, lasciando il ragazzo sconvolto ed atterrito. 
Non era il primo bacio che Marcy gli dava, anzi! Era un modo tutto suo di salutarlo, di esprimere il suo affetto, ma mai prima di allora Finn aveva avvertito simili sensazioni percorrergli il corpo a seguito di quel genere di tocco. Eppure, in quel momento, la sua pelle era improvvisamente diventata più calda ed il suo cuore aveva iniziato a pompare sangue più velocemente. 
Doveva essere impazzito, si disse infine, alzandosi deciso a trovare al più presto il proprio migliore amico.





















"Jake!" gridò Finn, facendo voltare il cane giallo. Si trovavano lungo un corridoio abbastanza lungo, e l'umano stava correndo incontro all'amico con il viso sconvolto e preoccupato. Una volta accostatosi all'animale, il biondo impiegò qualche istante a riprendere completamente fiato.
"Che succede, cosetto?"
"Jake, avevi ragione!" gli gridò contro l'umano, facendo leggermente arretrare l'amico che, per evitare le sue urla incredibilmente acute, si coprì istantaneamente le orecchie "Ero davvero geloso!"
Udendo quelle ultime parole, un sorriso sincero nacque sul volto del cane "Allora lo hai capito, eh? Ti piace Marceline! Hai una cotta per la bella vampira da almeno... Due anni!" riflettè certo l'animale, facendo impallidire l'umano.
"I-Io non ho una cotta per Marcy!"
Quella volta, a non capire, fu l'animale magico che, udendo quella negazione così convinta, non potè evitare di corrugare la fronte e storgere le labbra "Sciabolette! Ma sei impazzito?"
"No, Jake! Sei tu che stai uscendo di testa! Ultimamente  svanveri!" esclamò l'umano, indicando l'amico con fare accusatorio.
"Non svanvero affatto... E comunque, ho ragione." rispose con tutta tranquillità il cane, sempre più convinto delle proprie deduzioni in fatto d'amore. Infondo, non aveva mai fatto cilecca nell'argomento. Gli sbalzi d'umore che stava affrontando Finn erano completamente comprensibili. In quel momento, si disse convinto, l'amico era travolto dalla prima fase: la negazione.
"No, assolutamente no! E poi... Io ho Fiamma!"
"Sì, coso, lo so, ma... E' davvero Fiamma la tua principessa?" domandò con fare professionale il cane, facendo apparire attorno ai propri occhi un paio di occhiali dalla montatura rotonda, e tra le mani un taquino.
"Ed ora che stai facendo? Che significano quei... Cosi?" domandò confuso il biondo, facendo riferimento agli occhiali e al piccolo quadernetto tra le mani dell'amico.
"Ti faccio da psicologo." rispose semplicemente l'animale, facendo segno all'umano di accomodarsi a sedere a terra. Finn lo fece. "Bene, ed ora mi racconti. Pensa davvero che Fiamma sia la sua principessa?" domandò quindi il cane, ostentando formalità.
"B-Beh..." si apprestò a rispondere Finn, grattandosi la nuca ed osservando sbadato il pavimento "Io sto bene con Fiamma. E' molto bella."
"Non ha risposto alla mia domanda, signor paziente."
Finn lanciò una breve occhiata a quello che -temporaneamente- sarebbe stato il suo medico di fiducia e, prendendo un profondo respiro, tornò a parlare "Beh, ammetto che è un po' difficile stare con lei. Soprattutto se si considera il problema del... Sai no? Del fuoco. E' abbastanza caldo." mormorò sincero il biondo "E doloroso. La carta stagnola sembrava una bella idea, ma... Ora come ora, voglio solo starne il più lontano possibile. Mi fa sudare e fa quel suono insopportabile, sai no?"
jake annuì, fingendo di trascrivere qualche appunto sul proprio taquino "Continui."
"E poi è un po'... Non so come dire. Cioè, ha questa mania per cui vuole distruggere ogni cosa."
"Quindi, se posso domandare, perchè ha deciso di stare insieme a lei?"
"Perchè, beh, lei... Io le piaccio." mormorò incerto il giovane umano, giocherellando con le sue stesse dita e mordendosi l'interno guancia. Al suo fianco, Jake annuì un paio di volte, per poi puntare lo sguardo in quello dell'amico.
"Ho una diagnosi!" esclamò il cane, tornando normale e facendo sparire occhiali e quaderno. Puntò il proprio indice contro Finn e sorrise "Ti sei imposto Fiamma. Lei ti piace, certo, ma non in quel modo. Ti sei messo con lei a causa delle circostanze: avevi perso Gommarosa ed eri depresso. E poi, lei è stata la prima principessa ad interessarsi davvero a te." il cane prese una pausa "Non sei mai stato un asso in amore, ma Fiamma non si rendeva conto di quanto eri sbadato, perchè, infondo, lei aveva sempre vissuto rinchiusa. Non poteva saperne effettivamente nulla del corteggiamento."
"Mi stai dando del perdente?" domandò offeso e confuso Finn, incerto se doveva prendere quelle parole come un'offesa personale o meno.
"No, affatto! Infondo eri piccolo quando l'hai conosciuta. E' comprensibile. Nessun tredicenne è un asso con le ragazze." spiegò sinceramente Jake "Ora però hai sedici anni e, anche se fai ancora schifo con le donne, sei più maturo. Forse ti stai rendendo conto di come sono andate le cose."
"Ma?" domandò l'umano, certo che ci fosse dell'altro.
"Ma, per qualche motivo assurdo, non riesci a lasciare Fiamma. Penso perchè lei è stata sempre una sorta di ancora per te."
Quella volta Finn abbassò lo sguardo, non per ignoranza, ma perchè conosceva la verità riguardo quell'argomento "Lei è stata la sola a tenere davvero a me. Sarebbe orribile ripagarla, abbandonandola."

Jake non replicò immediatamente di fronte quella frase. Poteva capire lo struggersi di Finn, ma allo stesso tempo non poteva permettere che il ragazzo che considerava un fratello soffrisse tanto per amore. Il cane sapeva chi davvero era entrato nel cuore di Finn, ed era al corrente di quella verità da molto, moltissimo tempo.
"Ricordo un ragazzetto di quattordici, o forse ancora tredici anni che cavalcava lupi come un pazzo!" esclamò d'improvviso il cane, facendo sorridere l'altro.
"Lo faccio ancora, scemotto!"
"Certo, ma... Quella era la primissima volta che lo faceva. E sai chi lo portò a cavalcare i lupi in una notte di luna piena?" domandò Jake, facendo sussultare Finn "Marceline."
Finn non disse nulla a riguardo. Ricordava bene quella notte, quando, in un disperato tentativo di chiedere di uscire a Gommarosa, aveva seguito i consigli d'amore di Marcy ed era finito in mezzo ad una mandria di lupi. Si era divertito come un pazzo, e si era detto che sarebbe stato milioni di volte più semplice corteggiare la vampira -così simile a lui-, rispetto alla scienziata e regina Gommarosa. Lui e marcy, infondo, avevano i medesimi gusti: ad entrambi piaceva combattere, gridare, correre e divertirsi sino allo sfinimento.
"Ahah! Ricordo che avete infilato un paio di lupi nella stanza di Gommarosa! Che spasso!"
"Fidati, dal mio punto di vista non è stato così spassoso!" esclamò immediatamente Finn "Gomma pensava fossi un pazzo e mi ha cacciato dal regno."
"Sì, ma alla fine sei andato al cinema con Marcy, no?"
L'umano osservò l'amico con diffidenza "E questo che c'entra?"
"E' stato allora che ti sei innamorato di lei." Jake prese una breve pausa "Sai, sono felice di questa nostra nuova missione. Almeno, così, farai un po' di chiarezza dentro te stesso, coso." si limitò poi a dire il cane magico, dando un leggero buffetto sul braccio di Finn prima di allontanarsi, lasciando così il giovane eroe fermo al centro del corridoio, con la mente confusa e la consapevolezza nello sguardo.

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Capitolo 8
*** 7- [Una Novità Sconcertante] ***







 
7-



[Una Novità Sconcertante.]

 

































Un trillio continuo e fastidioso spezzò bruscamente il silenzio che regnava all'interno del castello. Il telefono fisso, posato con cura sopra un piccolo soprammobile in un angolo, aveva iniziato a suonare d'improvviso, facendo sussultare sul posto un terrorizzato Simon. Quest'ultimo era infatti appena stato interrotto proprio mentre si apprestava ad iniziare l'ennesimo servizio fotografico di Gunter -non era un segreto il fatto che amasse scattare foto artistiche ai propri pinguini-.
Sbuffando amareggiato, fu però costretto ad accostarsi all'apparecchio e rispondere. La macchina fotografica pendeva sul suo petto nascosto dalla barba, e la sua espressione lasciava chiaramente intendere quanto quella telefonata lo stesse disturbando.
"Pronto?" la voce risuonò più acuta del solito se possibile. L'uomo reggeva con presa ferrea la cornetta leggermente ammaccata -si trattava di un oggetto antico, recuperato tra le macerie della guerra-, ed attendeva pazientemente di sapere chi gli avesse telefonato. Nessuno lo faceva mai.
"Re Ghiaccio? Sono Gommarosa!" la risposta della giovane principessa fece d'improvviso sorridere lo stregone, il quale avvertì immediatamente l'astio nei confronti di colei che lo aveva disturbato scemare.
"Oh, Gomma! Come mai mi chiami? Ti sei finalmente resa conto di esserti innamorata di me?" l'uomo tentò di imitare una voce sensuale, tentativo che fallì miseramente.
"Ma non dire stupidaggini!" esclamò disgustata la voce della giovane nobile  "Chiamo per sapere se Finn, Jake e la vampira sono con te!"
Suo malgrado, Re Ghiaccio ostentò un'espressione delusa prima di rispondere "Sì, sono ospiti nel mio lussureggiante castello, principessa!"
"Ospiti? Scommetto che li hai rapiti, non è così? Sei stato tu a distruggere la casa in cui li avevo sistemati e-" "Frena, frena, frena tesoro!" la interruppe Simon, stanco di quelle accuse infondate e surreali "Perchè mai dovrei aver fatto una cosa del genere? Insomma, ammetto di avere cercato più volte di creare un rapporto tra me e Finn, ma io rapisco principesse, chiaro?" prese una pausa nella quale, in barba al fatto che Gommarosa non potesse vederlo, sollevò un dito a mo' di filippica  "Prin-ci-pes-se!" sillabò infine offeso.
"E allora come si spiega la casetta distrutta?" domandò arrabbiata la ragazza oltre la cornetta del telefono.
"Che domanda stupida: è stato il demone che insegue Marcy!" esclamò a testa alta lo stregone, spegnendo così ogni dubbio nella testa della giovane. Oltre il microfono del telefono non si udì più nulla per alcuni secondi, poi un mormorio leggero.
"Un demone?"
Lo stregone annuì "Qualcuno ha attaccato la Nottesfera, principessa! Ora questo qualcuno è alla ricerca di Marceline, la legittima erede al trono. Io li sto proteggendo, visto che il tuo regno si è dimostrato unicamente un'immensa trappola!"
La principessa avvertì una certa invidia bruciarla; Finn aveva detto la verità a Re Ghiaccio, e a lei no. Quella consapevolezza la infastidì. Eppure, forse conosceva un modo per aiutarli.
"Posso sapere di che tipo di demone si tratta?"
"Hanno parlato di una creatura gigante, ed avvolta da un mantello. Simile ad un Lich, ma non era un Lich. Insomma: pelle putrida e bla, bla..." rispose Re Ghiaccio, ricordando la descrizione fattagli dal giovane avventuriero e dal suo amico animale.
La principessa, oltre la cornetta, annuì lentamente, per poi aggrapparsi al filo del telefono ed apprestarsi a rivelare qualcosa di estrema importanza "Re Ghiaccio, devo dirti una cosa, ed è di fondamentale importanza che tu ne parli con Finn, ok?"
"Certo, Gommarosa!"













"Ogni volta che ti becco da solo, hai una faccia incredibilmente esilarante!" esclamò divertita Marceline, accostandosi al giovane umano. Aveva notato Finn camminare senza una vera e propria meta per i corridoi del castello. Per qualche minuto lo aveva inseguito silenziosamente, sfruttando le proprie abilità di vampiro per non farsi sentire ma poi, stancatasi, aveva infine deciso di sbucare fuori e salutare il giovane. Si era divertita nel constatare avesse un'espressione assente e sconvolta al medesimo istante.
"M-Marcy!" esclamò il ragazzo sorpreso dalla vista della vampira. Il volto gli si imporporò immediatamente, mentre la ragazza iniziava a camminargli al fianco con tranquillità. Dopo pochi secondi, la sfiorò per errore con un braccio, ed una scarica di puro fuoco lo attraversò completamente.

Tutta colpa delle stupide parole di Jake!

"Che hai, Finn? Sei strano..." osservò la ragazza, notando i movimenti meccanici ed il viso arrossato.
"S-Strano? Io non sono strano!"
"Hai parlato con Jake?" scherzò la vampira, cogliendo in pieno la situazione "Ti ha dato consigli d'amore?" e bum! Aveva fatto strike con due battute completamente ironiche. L'avventuriero sospirò, imponendosi di calmarsi.
"Dice che tra me e Fiamma non funziona." disse quindi il biondo, passandosi una mano tra i capelli ed osservando il pavimento freddo e lucido sotto i loro piedi. La ragazza sorrise leggermente.
"Diciamo che l'ho pensato anche io quando mi hai detto di voi due." rispose con pacatezza al ragazza, svelandosi con completa sincerità. L'umano sussultò leggermente, e sperò con tutto se stesso che la vampira non lo avesse notato.
"Davvero? Perchè non  me lo hai detto prima?"
"E a che fine?" replicò con una nuova domanda la mora, alzando le spalle e guardando dritto di fronte a se "Non faccio parte della tua vita in quel modo. Non sono neppure la tua migliore amica. Anche se, ammetto che sono felice che qualcuno te lo abbia detto."
"Invece sei la mia migliore amica, Marcy." mormorò infine Finn, facendo arrestare il passo della vampira. Quest'ultima si ritrovò a contemplare il volto del ragazzino con malcelata curiosità. Nessuno le aveva mai detto nulla di simile. O, comunque, nessuno le diceva una cosa del genere da secoli.
"Credevo fosse Gommarosa." rivelò quindi la vampira, sempre ferma ad osservare il ragazzo di fronte a lui. Finn si sentiva oltremodo sottopressione, ma fece il possibile per non darlo a vedere.
"Gommarosa? No, su di lei avevi ragione! Avevo una bella cotta, e quanto è passata non è rimasto più molto... Invece con te è... Diverso."
"Diverso..." la ragazza incassò quelle parole annuendo, per poi riprendere a parlare "Lo capisco. Noi... Siamo sempre rimasti incredibilmente vicini. Il tutto nonostante gli anni, e le disavventure. E' bello, sai no? Parlare e divertirsi."
Finn deglutì a vuoto. Gli piaceva sapere che Marceline la pensava così, che credeva anche lei nella loro amicizia. Ora era rimasto un unico problema: lui non vi credeva più così ciecamente. Jake gli aveva completamente scombussolato la mente ed il pensiero; non sapeva più in cosa credere. Inutile dire che le parole del cane lo avevano colpito: si era sentito incredibilmente certo che fosse tutto vero, che ciò che aveva provato a lungo per Marcy non fosse altro che un'immensa cotta, e non la solida e duratura amicizia che si era -a detta dell'amico cane- imposto.
Diavolo, ma la sua mente si era davvero impegnata così a fondo per confonderlo?
Possibile che dento di sè, la certezza di essere troppo piccolo per Marcy -ai tempi- lo avesse costretto a credere che fosse tutta solo un'amicizia? E possibile che ora che era diventato più maturo, la sua stessa testa gli stesse rivelando quel piano così contorto da potere persino funzionare?
Perchè, dannazione, Marceline era la ragazza più straordinaria ed imperdibile di sempre. Non era così impossibile che se ne fosse innamorato.

"Quindi che pensi dovrei fare con Fiamma?" riprese infine parola Finn, facendo voltare la vampira verso di lui. Avevano ripreso a camminare.
"Beh, a mio avviso, se ciò che ti ha detto Jake ti ha toccato tanto, vuole dire che c'è un fondo di verità, no?" rispose tranquillamente Marceline, ostentando una certa sicurezza. L'umano finse di non venire colpito da quella verità, quando in realtà lo travolse in modo disarmante.
"Dovrei lasciarla?"
"Direi che sarebbe una scelta giusta. Certo, prima dovresti fare chiarezza dentro te stesso. Forse durante questa avventura ci riuscirai."
Finn imprecò tra sé e sé: quella era la seconda volta che si sentiva dire quelle parole nel lasso di poche ore. Non era certo di come reagire.
"Non so se ne sarei in grado. Di lasciarla, intendo." ammise quindi, facendo sorridere leggermente la vampira. Anche lei desiderava quella dolcissima ingenuità. Le sarebbe piaciuto che qualcuno la trattasse in modo tanto dolce e devoto semplicemente perchè ci teneva.
"Facciamo così: una volta fatto, andremo a divertirci, eh? Che ne pensi di un film horror?" domandò la ragazza, mentre l'umano si ritrovava  a sorridere di fronte l'offerta.
"Preferisco prendere a calci i cattivoni."
"Allora vada per quello!" esclamò sorridente la mora "Prenderemo a calci tutti i malviventi di Ooo, e poi ci faremo un bello spuntino!" e dicendo questo si levò in aria, dove piroettò elegantemente, ammaliando il giovane ragazzo ai suoi piedi.
"Algebrico!"
"Ehi, vi disturbo ragazzi?" la voce di Jake intervenne dimprovviso, interrompendo il discorso dei due in modo brusco. Finn sussultò visibilmente, mentre Marcy si limitava a salutare il cane con un gesto veloce delle mani.
"No, parlavamo di prendere a calci qualche cattivone." spiegò con tranquillità la vampira, facendo illuminare lo sguardo dell'animale di curiosità.
"Se si parla di violenza a fin di bene, io ci sono!" fece entusiasta Jake, ingigangentendosi e saltellando soddisfatto. Finn scoppiò a ridere divertito, mentre la vampira scuoteva la testa in disaccordo. Fece schioccare la lingua contro il palato un paio di volte, per poi parlare.
"Mi dispiace, tu non puoi esserci. Si tratta di una faccenda tra me e Finn." spiegò quindi la mora, facendo incuriosire in modo accecante il cane magico. Quest'ultimo, però, andando contro ad ogni proprio istinto, non domandò altro, ma lanciò invece uno sguardo malizioso all'amico al suo fianco. Finn divenne rosso.
"N-Noi s-stavamo organizzando una serata tra amici." cercò quindi di giustificarsi il biondo, le labbra tremanti ed il volto sempre più acceso.
"Migliori amici!" rettificò soddisfatta la vampira, mentre Jake annuiva tristemente comprensivo.
"Zona amicizia, eh?"
Finn lanciò un'occhiata spazientita al soffitto. Anni prima, quando ancora il giovane avventuriero tentava disperatamente di provarci con Gommarosa, il cane lo aveva a lungo tormentato con la storia de 'La Zona Amicizia', a suo avviso il luogo peggiore in cui sostare.
"Jake, piantala!" lo richiamò poi. E proprio poco prima che la vampira domandasse spiegazioni, un gioioso Re Ghiaccio fece la propria comparsa in mezzo al corridoio.

"Eccovi amici!" li salutò spensierato, mentre sul volto di Marceline si formava un sincero sorriso "Non potete immaginare chi ha chiamato!"
Cercando di non dare peso alla macchina fotografica che penzolava ancora dal collo dello stregone, i tre domandarono di chi Simon stesse parlando. La risposta li sorprese non poco.
"Gommarosa? E perchè mai?" domandò Finn confuso. Aveva appena raggiunto l'ampio salone della reggia, e tutti si erano accomodati sul sofà. Tutti eccetto, ovviamente, la vampira che, sfruttando i propri poteri, fluttuava sulle teste dei presenti.
"Ha trovato le macerie della casetta ed ha chiamato tutta allarmata. Le ho detto che vi sto proteggendo io da quell'immonda creatura che vuole uccidere Marcy!" spiegò soddisfatto di sé stesso lo stregone, annuendo a vuoto. La mora sibilò infastidita.
"Hai raccontato a quello zucchero filato secchione i miei problemi?!" lo rimproverò, mentre Jake le lanciava un'occhiata confusa "Simon, lo sai che io amo la mia privacy, no?"
Re Ghiaccio non seppe come replicare. Lui non sapeva nulla, non ricordava, e gli dispiaceva avere fatto un torto a Marcy, non importava di che portata.
"S-Scusami." mormorò quindi, facendo immediatamente addolcire la regina vampiro. Quest'ultima sospirò semplicemente, facendogli poi segno di proseguire il proprio racconto.
"Beh, dicevo.." Tornò quindi a parlare lo stregone "Era tutta agitata e antipatica, e poi io le ho attaccato in faccia."
Finn schiuse le labbra "Tutto qui? Non ha lasciato detto nulla?"
Re Ghiaccio si sfregò il mento con pollice ed indice, riflettendo attentamente sulla questione. Aveva lasciato detto qualcosa? Ad essere sinceri, ricordava ben poco della conversazione. Non vi aveva prestato più molta attenzione dopo avere finito di vantarsi di ciò che lui sapeva, e lei no.
"Nulla di nulla!" esclamò infine, sorridendo ai tre che lo circondavano, mentre Gunter gli si agitava di fronte, deciso ad essere sollevato in braccio. L'uomo esaudì i desideri del piccolo pinguino "A voi invece che è successo ogg-" 
La voce di Re Ghiaccio venne interrotta da un forte rumore proveniente dal terrazzo. Immediatamente, i presenti si fecero lentamente avanti sino a raggiungere l'ampia apertura che dava sulle valli di Ooo, e ciò che videro li strabiliò e confuse. Furono in particolare Finn e Jake a riconoscere la creatura che si era aggrappata con forza al davanzale dell'ampia finestra. Aveva distrutto parte della facciata del castello a causa della sua ampia mole e dell'inarrestabile forza, ma comunque non si trattava di danni particolarmente gravi.

Mentre lo stregone, Marceline e Jake restavano ancora indietro, Finn decise di muovere qualche passo verso la creatura di fronte a loro. Le si accostò, osservandola incantato, ed infine pronunciò il suo nome. 
"Stormo."
L'emozione nei suoi occhi svanì però  poco, a poco. Se da una parte era felice di rivedere quella meravigliosa creatura nata da un suo capello, dall'altro lato sentiva un'orribile consapevolezza farsi lentamente strada in lui, e così anche in Jake. Si voltò verso l'amico, incontrando immediatamente la sua espressione terrorizzata.
"Se Stormo è qui..." azzardò il cane magico, deglutendo a vuoto "Dove è Goliad?"*

Ed in quell'istante, poco più indietro, il viso di Re Ghiaccio si illuminò "Ecco cosa ha lasciato detto Gommarosa!" esclamò, facendo schioccare le dita.

Finn divenne improvvisamente pallido. Marceline e lo stregone non conoscevano l'immenso potere che la giovane Goliad nascondeva in sé. Se possibile, quella creatura rosa e dall'aspetto amichevole, era anche più terrificante del Lich in persona.
E, se solo fino a poco prima era stata imprigionata grazie a Stormo, ora lei era di nuovo libera, a spasso per le terre di Ooo.
 Adesso non avrebbero solo dovuto avere a che fare con il misterioso nemico di Marcy, ma anche con quella spaventosa creatura.










































 
* Per chi non sapesse di Stormo e Goliad; guardate l'episodio che -se non sbaglio il titolo- dovrebbe proprio chiamarsi Goliad.











 
Salve lettori! Sono tornata abbastanza in anticipo! Beh, vi ringrazio per le scorse recensioni, e spero di riceverne altrettante!
Come potete vedere, qui Finn è ancora in dubbio sulla veridicità dei suoi sentimenti: da un lato tiene davvero a Fiamma, ma dall'altro sa bene di non amarla!

Beh... Non so che altro dire ^^'' Alla prossima!

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Capitolo 9
*** 8- [Mi Piaci.] ***



Ehi, salve a tutti! Scusatemi l'obrobrioso ritardo, ma tra una cosa e l'altra è andata così...

Il capitolo è cortino -a mio parere-, ma spero comunque che vi piaccia, perchè è tutto dedicato a voi! Ahah! Ringrazio -come sempre- coloro che seguono la storia ed in particolare Le sorelle pirata che recensiscono ogni capitolo emi sostengono! :) Grazie mille!





 
8-
 
[Mi piaci.]
































"Goliad è... Imbattibile." sospirò affranto Finn, osservando prima Re Ghiaccio, poi Marceline. Dopo l'arrivo improvviso di Stormo, i quattro amici -se davvero così si potevano definire- si erano sistemati nuovamente in salotto. La creatura dalle grandi ali piumate e la lunga chioma bionda era rimasta  immobile, non accennando neppure minimamente all'idea di volersene andare. Si era appollaiato sulla cima di una torre, ed aveva iniziato a scrutare con fare attento tutte le valli attorno a lui. Il giovane umano aveva invece deciso di fare chiarezza nella mente della vampira e dello stregone -loro non erano a conoscenza dell'esistenza di Goliad e Stormo, non potevano neppure immaginare quale orrore rappresentasse la creatura nata da Gommarosa-.
"Può leggerti nel pensiero, e controllare gli esseri viventi attorno a lei." raccontò il giovane, abbassando lo sguardo sul pavimento, incerto su come proseguire. Fortunatamente, proprio in quel momento, intervenne Marcy.
"E si può sapere da dove viene? Non ne avevo mai sentito parlare, ed io vengo dalla Nottesfera! Insomma, il regno del male!"
Finn sospirò, per poi parlare "Qualche anno fa, durante un esperimento, Gommarosa decise di creare un proprio erede. Da lì nacque Goliad." raccontò l'avventuriero "Doveva imparare ogni cosa, e così ci offrimmo di aiutarla mentre la principessa era occupata. Purtroppo, però, qualcuno le fece fraintendere il verbo guidare..." fece il ragazzino, lanciando un'occhiataccia ben più che eloquente a Jake, ricordando bene che era accaduto tutto a causa del cane magico, troppo impulsivo ed aggressivo nel rimproverare un paio di bambini "E così lei divenne malvagia... Insomma, si convinse che il modo più semplice per guidare un popolo fosse intimorirlo, e manovrarlo."
Marceline annuì, comprendendo la situazione "In poche parole è una furia affamata di potere?"
Jake annuì ansioso. Quella situazione non gli piaceva per nulla. Ricordava bene ciò che era accaduto l'ultima volta, e quanto scarsi erano risultati i loro tentativi di combattimento. Lui, in particolare, era stato sconfitto in pochi istanti da una Goliad priva di freni.
"A fermarla intervenne Stormo, una creatura nata da un mio capello." tornò a narrare il giovane umano dopo pochi secondi, ottenendo immediatamente l'attenzione dei presenti "Gommarosa aveva detto che, in questo modo, Goliad sarebbe rimasta per sempre intrappolata nello scontro psichico, m-" "Ma, evidentemente, Gommarosa si è sbagliata, ed ora siamo tutti nella melma fino al collo!" intervenne il cane magico, ingrandendosi e scuotendo il capo abbattuto.
Marceline, fluttuando per la stanza, non potè evitare di sospirare affranta. Quella notizia non poteva giungere in un momento peggiore; non solo suo padre era disperso, ed il suo regno nel caos, ma ora vi era anche questa presunta Goliad a covare rancore nei confronti di Finn. Questa cosa la metteva in subbuglio, e la faceva diventare troppo, dannatamente apprensiva. E lei odiava sentirsi così stupidamente debole per qualcuno. Qualcuno che non era lei.
Lanciò una veloce occhiata all'umano, incontrandolo preoccupato ma fermo. Apparentemente, sembrava quasi che quell'improvvisa notizia non lo toccasse affatto, eppure la vampira era certa che in realtà la questione allarmasse il ragazzo più di quanto egli potesse ammettere.
"Credi che verrà a cercarti?" domandò quindi la mora, non riuscendo a trattenersi. Il biondo alzò lo sguardo verso di lei, per poi sorriderle leggermente.
"Non credo. Forse ha troppa paura di tornare imprigionata per colpa dei poteri di Stormo, e magari resterà lontana per un po'." rispose con pacatezza Finn, facendole avvertire immediatamente una calda ondata di sollievo avvolgerla. Effettivamente, a rigor di logica, quella deduzione non faceva una piega. Infondo, quale creatura pressocchè invincibile sarebbe andata a cercare guai proprio dove si trovava l'essere in grado di fermarla?
"A questo proposito..." intervenne dopo poco Jake, affacciandosi alla finestra ed alzando lo sguardo sino ad incontrare il profilo fiero ed impeccabile di Stormo "Come mai è venuto qui?"
"Penso che sia per il capello con cui è stato fatto. Forse riesce a percepirmi." azzardò abbastanza convinto l'avventuriero, soddisfando così la curiosità del cane magico.
"Io penso che ci siamo affaticati moltissimo oggi, e forse è il caso di farsi una dormita! Vedrete che domani, dopo un bello spuntino, ci verrà in mente un'idea geniale!" esclamò d'improvviso Re Ghiaccio, alzandosi dal sofà composto di neve, e congedandosi con un cenno veloce della mano. I tre seguirono l'uomo con lo sguardo silenziosamente, sempre fermi nel salotto. Poi, Jake intervenne, sbadigliando.
"Sarà il freddo che mi congela il cervello, ma penso che il vecchietto abbia ragione! Vado a letto anche io!" e detto ciò, anche il cane scomparve infondo al corridoio. Solo in un secondo istante Finn e Marcy si resero conto di essere rimasti soli.


La vampira osservava il ragazzo dall'alto del soffitto. Si sentiva strana, ed avvertiva una bizzarra sensazione divorarle letteralmente lo stomaco: timore. Aveva paura per Finn, la spaventava l'idea che quell'orrido essere -Goliad- potesse raggiungerli e decidere di vendicarsi. L'avventuriero le aveva chiaramente fatto capire come quel mostro fosse pressocchè imbattibile, e come i suoi poteri potessero essere sviluppati. Insomma, se davvero avesse deciso di attaccarli, Marcy avrebbe perso tutti coloro che le stavano attorno, tutti i propri amici. Eppure, non era questo ad infastidirla -non era l'idea della solitudine-, ma il fatto che potesse accadere qualcosa di davvero brutto a Finn, e la successiva certezza di non potere mai più stare al suo fianco. Da quando era iniziata quella missione, non si era mai sentita davvero preoccupata per il ragazzo, e solo ora ne capiva il motivo: nonostante avesse rischiato la vita, l'umano non aveva mai davvero fatto trasparire la paura che lo doveva aver divorato. Eppure, adesso che lo vedeva così affranto, concentrato nell'osservare con morbosa curiosità il pavimento, capiva che le cose stavano davvero andando male. Vedeva che Finn era sull'orlo di cedere.
E lei non poteva permetterlo.

Sospirando leggermente, si abbassò lentamente, sino a raggiungere il pavimento con i piedi. Il suono dei tacchi dei suoi lunghi stivali risuonò per tutta la stanza, e subito il ragazzo alzò lo sguardo verso la figura della vampira. Marceline si trovava esattamente di fronte a lui, un sorrisetto mesto ad adornarle il viso pallido ed elegante. Finn sospirò colpevole.
"Non so se potrò davvero aiutarti, Marcy."
La ragazza avvertì quell'improvvisa verità colpirla con forza, pur non facendole esattamente male. Poteva capire ciò che il giovane le stava dicendo, e poteva anche -con difficoltà- accettarlo. Improvvisamente vide Finn per ciò che davvero era: un ragazzo, un giovane che non aveva idea di che fine avessero fatto i suoi veri genitori, e che si sentiva incredibilmente perduto in quel mondo composto da troppe creature non umane. Eppure, Marcy vide anche dell'altro in lui; vide una forza non indifferente, ed una combattività degna del più nobile dei cavalieri. Il ragazzo di fronte a lei, per quanto giovane -sedicenne-, aveva un'esperienza lunga alle proprie spalle, costellata di successi e vittorie, ma anche di dolore ed incredulità. Improvvisamente, la vampira si sentì spaventosamente simile a quel ragazzo che ora la osservava con un'immenso barlume di dispiacere nello sguardo. Anche lei, in giovane età, aveva dovuto affrontare innumerevoli sofferenze, ed aveva a lungo dovuto combattere contro certezze e verità che lei non riusciva a capire a pieno. Le tornò alla mente la lenta quanto inesorabile discesa alla pazzia di Simon. Si ricordò della sensazione di confusione e perdita che era solita a divorarla quando l'uomo iniziava a gridare parole senza senso, accecato dai mormorii -per lei inudibili- della corona magica.
Anche Finn doveva avere sofferto incredibilmente. Anche il giovane umano doveva aver subito moltissimo dolore  a causa della sua natura così normale, troppo per un  mondo devastato come il loro.
Perciò, con un sorriso gentile, la vampira decise di accostarsi a Finn. Gli si avvicinò incredibilmente, sino a che non fu a pochi centimetri dal suo volto. Posò con delicatezza una mano contro la sua guancia, per poi sorridere e parlare.
"Smettila di dire idiozie, Finn." gli mormorò ad un soffio dalle labbra, mentre il ragazzo la osservava ora incantato, con il viso dipinto di un rosso vivo "So che ce la puoi fare! Io sarò al tuo fianco, ricordi?" gli domandò, sempre sorridendogli "Prenderemo a calci i cattivoni per tutte le terre di Ooo."
A quel punto anche il giovane sorrise, non riuscendo a trattenersi, ritrovandosi come impnotizzato dai meravigliosi occhi della ragazza e dalle sue parole così incredibilmente di conforto "Devo dirti un segreto, Marcy."
La vampira sussultò, non capendo quelle improvvise parole, ma non perse comunque la propria espressione solare. Perciò, ostentando una certa curiosità, ascoltò.
"Tu mi piaci."

Quel mormorio l'aveva improvvisamente fatta tremare. La vampira aveva perso il proprio sorriso, ed ora scrutava il ragazzo con una punta di incredulità nello sguardo. Non sapeva cosa dire, come comportarsi e -ad essere sinceri- non era neppure certa di cosa stesse pensando! Si sentiva strana, molto strana. Nell'esatto istante in cui quelle parole le erano rimbombate nelle orecchie, un bizzarro liquido caldo aveva preso a scorrerle con furia nelle vene, facendola sentire d'improvviso viva -e lei era un vampiro!-. Era felice; la confessione di Finn la faceva sentire incredibilmente importante, come non si sentiva da davvero parecchio tempo, eppure, nello stesso momento, una paura si stava pian piano facendo largo in lei.
"Ti ha messo Jake questa idea in testa?" domandò quindi Marceline, non riuscendo a trattenersi. Aveva paura che quella confessione fosse frutto di un bel mucchio di assurdi viaggi mentali che l'avventuriero si era fatto a causa del migliore amico. E, a questo proposito, sperava di essere in completo errore. Era certa che, nel caso in cui il biondo avesse risposto affermativamente, lei avrebbe avvertito con chiarezza una punta di amara delusione pervaderla.
"L-Lui mi ha... Aperto gli occhi." rispose con imbarazzo il giovane umano, resosi d'improvviso conto di ciò che aveva detto alla bella vampira. La gola gli si stava facendo irrimediabilmente secca, ed il suo cuore aveva preso a battere con frenesia.

Si era sbagliata. Ciò che provava in quel momento non era delusione, ma vero dolore.
Marceline abbassò lo sguardo, mentre si mordeva il labbro inferiore confusa. Non capiva quella sensazione che si stava diramando in lei, partendo dal suo petto sino ad arrivare a pungerle gli occhi. Stava male, questa era la sola cosa di cui era certa. L'idea che i sentimenti che Finn le aveva appena dichiarato fossero fittizzi la stava uccidendo.

"No, ti sei solo lasciato influenzare, come fai sempre." mormorò quindi la mora, la voce ridotta ad un sussurro incredibilmente flebile, ed un sorriso mesto ad adornarle il viso pallido. L'umano non capì.
"No, Marcy... Tu-" "Jake probabilmente ti voleva prendere un po' in giro e... Beh, si deve essere inventato questa cosa." lo interruppe la ragazza, fingendosi insofferente a quegli improvvisi sentimenti che la attanagliavano. Ma perchè stava così male? 
"No, ora mi ascolti!" intervenne d'improvviso il giovane umano, la voce alta e lo sguardo determinato "Sai perchè penso di non amare Fiamma? Perchè da quando è iniziata questa avventura non faccio altro che pensare a te, a quanto sei simpatica, perfetta, carina e... E mi sento uno stupido!" rivelò il biondo, facendo sussultare leggermente la vampira "Non so mai cosa dire, ed ho sempre paura di fare una figuraccia! La sola cosa che so è che non ho più dodici anni, e che ora sono grande, ma... Ma -se possibile- è ancora tutto più incasinato."
Marcy, nel frattanto, era arrossita a dismisura, tingendo di un rosso vivo le proprie guance bianche. Le parole di Finn la stavano consolando, rendendole più chiaro il fatto che i sentimenti che si agitavano nell'avventuriero erano sinceri. La vampira deglutì a vuoto, per poi mordersi il labbro.
"Io so solo che ora... Se solo tu lo volessi, potremmo stare insieme."

Ecco la domanda che più tormentava Marceline: lei lo voleva?

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Capitolo 10
*** 9- [l'arrivo di Maggiormenta] ***















 
9-

 
[L'arrivo di Maggiormenta.]


























"Io so solo che ora... Se solo tu lo volessi, potremmo stare insieme."
Ed era la verità. Quella era la sola certezza che vorticava con frenesia nella testa del giovane avventuriero. C'erano un'infinità di incertezze che Finn avvertiva riguardo se stesso e Marcy, ma esse perdevano irrimediabilmente spessore se confrontate con quell'unica, palese certezza. Se solo lo avessero entrambi desiderato, sarebbero potuti stare insieme. Entrambi giovani -relativamente-, e ribelli al punto giusto. Entrambi con un immenso desiderio di vivere. Entrambi follemente spericolati.

Eppure Marceline non rispondeva. Restava ferma di fronte l'avventuriero, lo sguardo perso nel vuoto e le labbra leggermente schiuse. Non sapeva sinceramente che pensare e, per questa ragione, si sentiva incredibilmente stupida. Non poteva certamente dire che la dichiarazione dell'umano l'avesse lasciata indifferente, tutt'altro! Ricordava con lampante chiarezza la nota di delusione che, solo poco prima, l'aveva consumata al solo pensiero che i sentimenti di Finn fossero stati fittizzi. E, beh, non lo erano. Erano reali, completamente sinceri, e brucianti nelle vene del biondo. Ma lei si era paralizzata, bloccata di fronte la risposta che avrebbe dovuto ora dargli. Marcy non sapeva sinceramente cosa provasse per Finn. Era davvero solo un amico? Uno come tanti? Oppure era qualcosa di più? Qualcosa che le era entrato dentro e che ora avrebbe faticato non poco a scrollarsi di dosso?

Milioni di immagini e ricordi le avvolsero la mente con furia, rendendola schiava di dolori passati, e vecchi sorrisi ormai spentisi. Era un susseguirsi di flashback continui, confusionari, privi di un ordine cronologico: prima aveva cinque anni, poi mille, poi una ventina. Eppure, in ogni singola scena, era pur sempre lei. Non capiva cosa le stesse accadendo, per quale diavolo di ragione la confessione di Finn la stesse facendo sentire tanto strana, o perchè la sua mente stesse andando a scavare così indietro nel tempo, nel mezzo di ricordi dolorosi, di persone che detestava, che l'avevano completamente delusa.
E poi... Ash*.
Marcy sgranò impercettibilmente gli occhi, mentre le labbra le si tendevano in una linea dura e tesa. Perchè le veniva in mente lui? Scosse la testa, sollevando leggermente i propri capelli all'aria, per poi sospirare pesantemente. Doveva tornare lucida, doveva tornare a riflettere con tranquillità.
Finn non era Ash. Il giovane umano non le avrebbe mai fatto del male, non l'avrebbe mai potuta davvero deludere. Vero?

Improvvisamente, come ricordatasi solo in quel momento della presenza dell'avventuriero, Marceline alzò lo sguardo, incastrandolo irrimediabilmente con quello del biondo. Quest'ultimo la osservava con timore ed interesse. Voleva che dicesse qualcosa, anche solo la stupidaggine più assurda di sempre, ma l'importante era che parlasse. Non poteva lasciarlo così, appeso ad una confessione neppure vagamente calcolata. Sarebbe stato troppo doloroso. E la vampira non lo fece.
La mora sorrise leggermente, sentendosi sempre più infantile e stupida, per poi parlare "Il mio ultimo ragazzo ha venduto ad un disgustoso stregone la cosa più preziosa che era in mio possesso." prese una breve pausa. Finn la osservava in silenzio. Conosceva bene la storia "In cambio ottenne una bacchetta. Insomma, il mio amore per una bacchetta da quattro soldi. Ti sembra normale?" scherzò la vampira, ostentando una risata mesta, incredibilmente malinconica. Eppure, la storia non era finita.
"Anni dopo è tornato, e mi ha rubato un pezzo di memoria."
Finn deglutì a vuoto. Non si sarebbe mai potuto dimenticare ciò che aveva visto dentro la mente della mora, di quanto dolore le aveva letto negli occhi per la perdita del proprio orsacchiotto.
"Sono una frana in amore, e non so esattamente cosa sia questa... Cosa che provo per te." rirprese a parlare la mora, sentendosi incredibilmente in imbarazzo "So che è forte, e che è diversa da un'amicizia. Ma ho paura." confessò Marcy, facendo irrigidire Finn "Ho paura di venire delusa, ed ho paura che tutte le cose divertenti che abbiamo sempre fatto, svaniscano. Non sono una ragazza romantica. A me piacciono i mostri e le botte." rise lei "Insomma, non so se funzionerebbe mai."
Udendo quell'ultima frase, il biondo cercò di farsi avanti, deciso a difendere a spada tratta il proprio amore, quel sentimento denso e caldo che gli stava crescendo dentro in modo inarrestabile. Eppure, fu nuovamente lei a prendere parola per prima.
"Allo stesso tempo, nella mia testa c'è un'insolente vocina che mi dice 'insomma, è Finn! E' il ragazzo più finntastico del mondo! E ha scelto te! E'... incredibile'."
L'umano deglutì a vuoto. Non era certo di sapere dove la vampira volesse andare a parare, e non era neppure sicuro di volerlo effettivamente sapere. Anche lui, infondo, come Marcy, temeva l'amore. E con esso, temeva l'idea di venire abbandonato da colei che si ama. Ne aveva sentito parlare spesso Jake: l'amore, il sentimento in grado di disinibire ed assuefare, una parte fondamentale della vita stessa.
A questo proposito, si era perciò detto Finn, nel caso in cui fosse persa la persona amata, allora il mondo sarebbe andato a perdere di senso? Il cane magico aveva risposto affermativamente, rivelando quanto poco avrebbe potuto sopportare un'eventuale assenza di Iridella, e questo al biondo era bastato. Perdere la donna amata equivaleva ad una lenta e dolorosa discesa al baratro.

"Quindi" tornò a parlare la vampira, interrompendo le elucubrazioni dell'umano "Ho deciso di dirti un segreto."
Finn corrugò la fronte, ma non si oppose. Avvicinò invece l'orecchio alle labbra della vampira ed attese. Non era certo di cosa dovesse aspettarsi; Marceline era imprevedibile -ed anche questa era una delle cose che apprezzava indubbiamente di lei-, libera e sincera. Forse troppo.
"Anche tu mi piaci." mormorò la ragazza all'orecchio dell'avventuriero, per poi stampargli un veloce bacio sulla guancia. Il biondo arrossì istantaneamente mentre il cuore iniziava a pompargli nel petto con furia, facendo sorridere la vampira. Lei poteva percepire ogni singolo battito con estrema chiarezza e, grazie ad esso, comprendere a pieno lo stato in cui si trovava Finn. In quel momento era particolarmente emozionato, constatò con una punta d'orgoglio Marcy. E lei era felice. Immensamente felice.

E così, deciso a non dare peso all'imbarazzo od alle incertezze che in quel momento gli affollavano la mente, Finn voltò lo sguardo verso la vampira. Le mirò le labbra sottili ed eleganti, desiderando immensamente saggiarne la consistenza. Eppure, proprio poco prima che la sua bocca entrasse in contatto con quella di lei, una voce poco distante li fece allontanare bruscamente.

"Ragazzi! Non potete immaginare chi abbiamo come ospite!" esclamò Re Ghiaccio, facendo il proprio ingresso nella sala in una goffa corsetta. Trovò Marceline e Finn ritti in piedi, irrigiditi come marmo, e non potè evitare di sorridere.
"Sembrate due ghiaccioli così rigidi! Ma che succede?" domandò con la propria vocetta acuta, mostrandosi divertito da quegli atteggiamenti. I due si scambiarono un'occhiata veloce, ma non risposero. Lo stregone non indagò oltre, stringendosi nelle spalle e sospirando.
"Beh, non importa." disse quindi "La cosa importante è che il mio castello è improvvisamente il luogo più frequentato di Ooo! Alla faccia della principessa Gommarosa!" esclamò orgoglioso l'uomo, indicando con astio il castello che, dall'esterno della propria finestra, poteva benissimo intravedere. Marceline si fece avanti, ripresasi dall'agitazione.
"Di che parli, Simon?"
"Cosa? Ah, giusto!" fece confuso lo stregone, per poi voltarsi verso l'ingresso della stanza "Vieni pure dentro!" gridò poi verso la porta che, pochi istanti dopo, si spalancò, rivelando la presenza di un piccolo dolcibotto che tutti i presenti conoscevano molto bene.
"Maggiormenta?" domandò confuso il biondo, facendosi avanti ed accostandosi al piccolo braccio destro di Gommarosa. Quest'ultimo ostentò una veloce riverenza, per poi farsi serio.
"Devo urgentemente parlarvi." prese una breve pausa "Si tratta di Goliad."
Il giovane umano annuì immediatamente, conscio del fatto che, probabilmente, l'essere recentemente divenuto libero era una delle peggiori minacce che avrebbero mai potuto incontrare. Si guardò attorno, constatando l'assenza di Jake. A questo proposito, decise di rivolgersi a Re Ghiaccio.
"Scusami, potresti andare a chiamare Jake? Penso che dovremmo esserci tutti." domandò cortese l'avventuriero, ottenendo un veloce consenso da parte dello stregone che, entusiasta come non mai di quell'improvvisa venuta di nuovi amici, non poteva fare a meno che sorridere.







Pochi minuti dopo, Jake, Finn, Marcy, Simon e Maggiormenta si trovavano tutti in salotto. Il dolcibotto, in particolare, ostentava una certa tensione negli atteggiamenti, qualcosa che insospettiva non poco i due avventurieri.
"Allora? Che succede con Goliad?" domandò d'improvviso Jake, infastidito più degli altri per quella situazione. Era stato svegliato d'improvviso proprio nel bel mezzo di un sogno con protagoniste tante belle cagnette! Inaccettabile!
Il piccolo maggiordomo prese un profondo respiro "Qualche tempo fa, Goliad è riuscita  liberarsi dallo scontro psichico." raccontò il dolcibotto "Era un periodo difficile per me: Gommarosa non faceva altro che mandarmi di qua e di là a fare mille commissioni, ed io ero stanco! Perciò... Mi sono messo al servizio di Goliad, pensando che fosse una mossa vincente." disse Maggiormenta, facendo impallidire istantaneamente Finn "Ma la verità è che Goliad è un essere dittatoriale e spietato!".
"Ciò significa che sai dove si trova adesso?" intervenne Jake, improvvisamente più interessato alla situazione, cercando di non sembrare sorpreso per avere appena scoperto da che parte aveva operato il piccolo dolcibotto. Effettivamente, tra tutti, solo la vampira non ne era stata sconvolta. Maggiormenta l'aveva sempre inquietata.
"Sì, ma non è questo il punto." spiegò la mentina, deglutendo a vuoto "So che state portando a termine un'avventura. So che state proteggendo Marcy da un demone... Beh... Quel demone è proprio Goliad." rivelò il maggiordomo, facendo sussultare l'umano.
"Non è possibile! Noi non ci siamo scontrati con Goliad, ma con-" "Con un mercenario, giusto? Un Dopple Ganger forse?" intervenne la vampira, interrompendo bruscamente l'umano. Maggiormenta annuì, e i restanti presenti domandarono spiegazioni alla mora.
"Quando siamo arrivati da Re Ghiaccio, mi è capitato tra le mani un libro che parlava proprio di mercenari demoniaci. Penso che Goliad, con l'obiettivo di non farsi riconoscere, abbia sfruttato un Dopple Ganger mercenario." dedusse Marcy, gesticolando con le mani "Si tratta di un demone capace di cambiare forma e di acquisire determinate abilità di una creatura a suo piacimento. In questo caso di Goliad. Deve avere acquisito le sue abilità, ma senza mutare forma."
Il maggiordomo annuì nuovamente, trovando il ragionamento della ragazza perfetto e corretto sin nei minimi dettagli. Finn e Jake rabbrividirono, mentre Re Ghiaccio carezzava in modo continuo il piccolo corpicino del paffuto Gunter, incerto su cosa dire.
"Quindi Goliad ha deciso di prendere possesso della Nottesfera?" domandò sconcertato il biondo, la voce ridotta ad un mormorio tremante. La mentina annuì per l'ennesima volta, per poi prendere parola.
"Non so come abbia fatto a venirne a conoscenza, ma non appena ha scoperto che esisteva il regno dei demoni e del male, ha deciso di prenderne possesso." il dolcibotto prese una breva pausa, nel quale lanciò una veloce occhiata a Marcy. Puntò poi lo sguardo contro il pavimento "E si è scontrata con Hunson."
La vampira sussultò "S-Sta bene? E' vivo?"
"Non lo sappiamo."
Quella risposta non soddisfò affatto la ragazza che, con sibilo demoniaco, non potè fare a meno di rivolgersi nuovamente alla piccola mentina "Come non lo sai?"
Maggiormenta arretrò di un paio di passi, scuotendo il capo in dissenso "Non vi è alcun corpo, ma potrebbe essersene disfatta Goliad."
Di fronte quella risposta, Marcy cercò di trarne il meglio, decisa a vedere anche in quell'antro buio una via d'uscita abbastanza luminosa. C'erano ancora speranze: forse suo padre era vivo da qualche parte, ridotto ad un'ombra, ma era ancora vivo. E lei, nonostante tutto, lo avrebbe salvato. Doveva farcela. Non poteva lasciare il prorio regno in mano ad una creatura disgustosa e spietata come doveva esserlo questa presunta Goliad. Avrebbe fatto il possibile ed avrebbe sfruttato ogni sua tecnica.
E proprio mentre quei pensieri le affollavano la mente, una mano le si posò delicata sulla spalla, facendola sentire completamente invasa di calore. Un calore leggero e meraviglioso, completamente rilassante e necessario. Si voltò leggermente, incontrando il viso di Finn, la sua chioma dorata, e lo sguardo gentile.
"Allora, che vuoi fare?"
Marceline sorrise sincera, per poi lasciare un leggero bacio sulla guancia del ragazzo. Il suo ragazzo.
"Combattere."

































* Ash è l'ex ragazzo di Marceline! Se non lo sapevate, guardate su wikipedia (?) ahah!

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Capitolo 11
*** 10- [La Città Dei Maghi] ***











 
10-


[La Città dei Maghi]

















Avevano deciso di riunirsi nuovamente per decidere come agire: sopra il sofà fatto di neve e ghiaccio era accomodato uno svampito Re Ghiaccio completamente rapito dalla propria barba che -con ostentata cura- stava pettinando. Seduto a terra vi era Jake, affiancato da un Maggiormenta non particolarmente afflitto dai sensi di colpa -come invece, a parer del cane, sarebbe dovuto essere-. Dalla parte opposta della stanza, invece, stava Finn. Era in piedi contro la parete fredda del palazzo e, sopra la sua testa, fluttuava una concentrata Marceline. Quest'ultima aveva deciso con piccata determinazione che avrebbe combattuto ed era risultata irremovibile. Il pensiero del padre scombarso le attanagliava la mente, rendendola preda di tristi congetture.

"Allora? Qualche idea?" domandò d'improvviso l'umano, stanco del silenzio che si stava protraendo ormai da troppo tempo. Sospirò pesantemente, passandosi una mano tra i capelli chiari. Il gruppo si voltò immediatamente verso di lui. Tutti tranne Simon.
"Oh sì: fuggire. Penso sia la cosa più saggia da fare." intervenne Maggiormenta, annuendo un paio di volte e non ostentando alcun sarcasmo nella propria voce. Jake, al suo fianco, non potè evitare di lanciargli un'occhiataccia.
"Paccheri, lasceresti il padre di Marcy chissà-dove?" domandò poi al dolcibotto, il tono di voce cosparso di una nota amara. Per quanto il cane magico non fosse stato l'essere più coraggioso del mondo, ciò non stava significare che si sarebbe tirato indietro e, sperava tanto, questo doveva pur valere anche per Maggiormenta.
Eppure, per il maggiordomo quel pensiero era semplicemente folle. Annuì, per poi parlare "Pensi seriamente che potremmo avere qualche possibilità contro Goliad?" chiese con sarcasmo "Se è così, ti sbagli, cane." disse con severità pochi istanti dopo, incrociando le braccia sul petto con fare ostinato. Finn sollevò lo sguardo per l'esasperazione e, inaspettatamente, incontrò il viso della vampira proprio sopra di lui. Stava guardando Jake ed il dolcibotto che litigavano, ed il giovane poteva chiaramente vedere l'espressione allarmata della mora. Possibile che credesse che, nel caso Maggiormenta si fosse rifiutato di aiutarli, loro avrebbero lasciato perdere la missione? Finn non lo avrebbe mai fatto. Aveva promesso che avrebbe protetto Marcy, che l'avrebbe aiutata, e la sua parola valeva sopra ogni altra. Soprattutto ora. Ora che erano davvero insieme, legati da qualcosa. Un sorriso nacque spontaneo sul suo volto.

"Ehi!" la voce di Jake lo costrinse a voltarsi "Terra chiama Finn! Sciabolette, hai il cervello in pappa, fratello?"
"C-Cosa?" Il biondo deglutì a vuoto, il viso una maschera di puro e semplice imbarazzo. Marceline sorrise, notando che stava guardando proprio lei.
"Mi chiedevo se a te fosse venuto in mente qualcosa." disse in tono abbastanza stizzito il cane magico, infastidito dal fatto che l'umano non gli stesse prestando particolare attenzione. Probabilmente, in una situazione più tranquilla, avrebbe notato gli atteggiamenti che il giovane stava ostentando nei confronti della vampira ma, in quel momento, era troppo preoccupato di ciò che avrebbe potuto fare loro il nemico. Tutti osservavano Finn: chi con una nota di diffidenza -come Maggiormenta-, chi con curiosità. Tranne Re Ghiaccio. Lui si stava ancora pettinando la folta barba. L'umano abbassò lo sguardo, sperando di nascondere il colorito acceso delle sue guance.
"Potremmo contattare uno stregone." disse infine in un mormorio leggero. Maggiormenta non potè fare a meno di sgranare gli occhi divertito.
"Scherzi?" domandò poi il dolcibotto, lanciando uno sguardo alle sue spalle, verso Simon "Lui è uno stregone. E non è d'aiuto."
L'umano non potè evitare di sbuffare sonoramente. Perchè quel dannatissimo dolcibotto traditore e pessimista era ancora con loro? Lanciò un'occhiata verso Marcy, notandola ora irritata e stanca. Probabilmente si stava ponendo le medesime domande, si disse Finn abbastanza convinto.
Decise di mantenere la calma "Re Ghiaccio non è un vero e proprio stregone: lui non è nato con i poteri. Prima era un umano. Ecco perchè non può esserci d'aiuto con la sua magia: i suoi poteri sono diversi." spiegò quindi Finn in un sospiro, lanciando una veloce occhiata all'uomo anziano e poi nuovamente a Maggiormenta "Ci serve qualcuno capace di ostacolare Goliad... Qualcuno come-" "Un mago!" intervenne d'improvviso Re Ghiaccio, facendo sussultare di sorpresa tutti i presenti. Nessuno pensava che l'uomo li stesse effettivamente ascoltando. Eppure lo sguardo dello stregone ora era attento e puntato contro Finn. Teneva ancora la spazzola tra la barba, ma aveva smesso di prendersene cura.
L'umano corrugò la fronte "Un mago?"
"Certo, è quello che vi serve!" annuì convinto Simon, ostentando un sorriso "Goliad è un essere psichico, giusto? Lavora grazie alla propria mente..." proseguì l'uomo "Beh, anche i maghi lo sono! Sono un branco di secchioni, sempre piegati sui libri per imparare nuove magie..." raccontò, non potendo evitare un tono leggermente infastidito "Quindi, la magia di un mago dovrebbe essere la migliore per sconfiggerla."
"Ma non di un mago qualsiasi." si limitò a dire l'umano, incapace di potere proferire altro. Il ragionamento di Re Ghiaccio lo aveva profondamente stupito. L'uomo, solitamente tanto distratto e strano, aveva tirato fuori un discorso che non riportava neppure l'ombra di una piega.
"Oh, no. Per una mente come quella di Goliad ci vuole qualcuno di particolare..." riflettè lo stregone, passandosi le dita della mano destra tra la lunga barba, incontrandola liscia e priva di nodi. Sorrise, fiero di come l'avesse sistemata, per poi tornare a parlare "Conosco qualcuno che potrebbe fare al caso nostro!"
"Davvero?" domandò entusiasta Marceline, non potendo evitare di sorridere, esibendo i propri bianchissimi denti aguzzi. Simon annuì, sollevando lo sguardo in direzione della ragazza.
"Certo, certo." disse "Si tratta di un mago giovane... Capelli blu, molto magro-" "Sembra che tu stia descrivendo Abracadaniel!" non potè fare a meno di ridere Jake, ricordando il maghetto capace di creare arcobaleni, farfalle e fiori. Lo avevano incontrato per la prima volta anni prima, durante la leggendaria battaglia dei maghi. E più tardi lo avevano rivisto proprio nel regno di tali magici esseri. Era un ragazzo simpatico, ricordò il cane, dall'aspetto un po' bizzarro, confuso.
"Esatto! Lui!" esclamò d'improvviso Re Ghiaccio, alzando l'indice verso l'alto e sorridendo felice. Finn non potè evitare di sussultare confuso, mentre Jake scoppiava letteralmente a ridere.
"Devi avere caccole nel cervello! Oppure puzzette!" esclamò il cane "Decisamente puzzette!"
Eppure, Finn non ascoltò l'amico, deciso a credere che il lampo di genialità di Re Ghiaccio stesse ancora lavorando "Dici sul serio?" domandò quindi allo stregone, muovendo un paio di passi nella sua direzione. Quest'ultimo annuì determinato.
"Mai stato più sicuro, amico!"
"E perchè lui? Insomma, la sua magia è infantile e... Stupida." intervenne nuovamente l'umano, deciso più che mai a capire il ragionamento fatto dall'altro. Jake li osservava allarmato.
"Finn, stai scherzando? Gli credi?" fece, alzandosi in piedi ed arrivando di fronte all'amico "Abracadaniel? Insomma, è un bravo ragazzo, ma-" il cane si interruppe. L'espressione del giovane umano non faceva trasparire neppure la più vaga ombra di menzogna od incertezza. Lui stava davvero credendo alle parole di Re Ghiaccio. Ormai arresosi, Jake sospirò "Avete tutti puzzette nel cervello."
Lo stregone, che non aveva prestato attenzione alle parole dell'animale magico, rispose semplicemente a Finn. Un sorriso gli continuava ad aleggiare in volto, ed i suoi occhi brillavano di una rara scintilla di presenza "Oh, sì." mormorò Re Ghiaccio "La sua magia è così infantile da potere funzionare sulla mente di un bambino. E quella di Goliad, se vogliamo essere precisi, è proprio la mente di una bambina." spiegò con franchezza l'uomo, facendo sussultare -per l'ennesima volta- per lo stupore Finn "Ottenebreremo il suo pensiero così da potere annullare i suoi poteri psichici." concluse infine Re Ghiaccio.









"E' incredibile quanto Re Ghiaccio possa essere sveglio nei momenti... Sai no? In cui lo è." disse con una  punta di imbarazzo Finn. Marceline gli camminava al fianco ed ostentava un leggero sorriso. A seguito della riunione che aveva visto come suo illustre protagonista niente popodimeno che Re Ghiaccio, Marceline e Finn si erano offerti come volontari per andare a recuperare il piccolo e gracile Abracadaniel. Nessuno aveva obiettato. Infondo, con la sera che stava calando, chi sarebbe stato meglio di un vampiro ed un coraggioso avventuriero?
La luce crepuscolare bagnava ancora la terra di Ooo, e la vampira, per proteggersi, aveva deciso di indossare un ampio cappello di paglia. Se inizialmente l'umano aveva potuto pensare che esso l'avrebbe resa meno elegante o femminile, ora doveva indubbiamente rimangiarsi quel pensiero. Marcy era perfetta anche così: con quell'assurdo copricapo storto, ed i vestiti di sempre.
Dopo una lunga cavalcata sul dorso del fiero Stormo, i due erano giunti nei pressi della città dei maghi, dove l'animale era stato costretto a lasciarli a terra -alla creatura non era permesso di entrare-. Per nascondersi, Marcy aveva deciso di mutare parte delle proprie fattezze: aveva reso la pelle di un colore più scuro -simile al viola-, aveva allungato la forma dei propri occhi, le unghie le si erano fatte lunghe ed affilate,  e levitava invece che camminare. Finn, invece, aveva preso una grossa veste dalla stanza di Re Ghiaccio e, dopo averla indossata ed essersi tirato indietro i capelli, aveva indossato un grande cappello a cono, molto simile ad uno che aveva visto indosso ad uno stregone in un vecchio film.
"Beh, sotto sotto è sempre Simon. E Simon era un uomo molto perspicace." commentò semplicemente Marcy, ostentando un sorriso fiero ed osservando la parete di fronte ai loro occhi. Corrugò la fronte "Questo posto dovrebbe essere la città dei maghi?" domandò confusa "Me la immaginavo più... Ecco... Più una città, e meno un'enorme parete rocciosa." fece sarcastica.
L'umano sorrise, facendosi avanti di un paio di passi "Bisogna dire la frase segreta per entrare." le disse dunque. La vampira accennò un mezzo sorriso, per poi stringersi nelle spalle.
"E quale sarebbe? 'I maghi sono troppo fichi?'." chiese con una nota di divertimento la ragazza. In tutta risposta, la parete di fronte a  loro scomparve, dando così mostra delle lussureggianti abitazioni che si celavano oltre essa. Marceline trattenne a stento un piccolo grido, completamente sconvolta per la sorpresa. Si voltò verso il ragazzo, incontrandolo divertito dalla situazione. Poi, in uno scatto veloce, lo raggiunse.

Il vocio tra le strade della città era continuo: da un lato della via primeggiava un fornitissimo mercato, mentre dall'altro un innumerevole quantità di negozietti locali. Su alcuni di essi spiccavano insegne come per esempio 'Pozioni a tutto spiano!', od anche 'Fabbrica di scherzi incantati!'. Poi, ad ogni vicolo, una guardia. Finn era profondamente inquietato da quegli esseri privi di un vero e proprio volto che si occupavano di mantenere l'ordine all'interno di quel piccolo regno. Ricordava ancora con ribrezzevole chiarezza quando aveva visto un piccolo impostore venire trasformato in niente di più che un piccolo paletto di legno. Eppure, in quell'istante non si sentiva tanto impaurito. La presenza della vampira lo faceva sentire più sicuro. Marcy ostentava una certa familiarità con  il luogo -nonostante non vi fosse mai stata-, e si atteggiava a vera maga.
Ad un certo punto gli si avvicinò, finendo per sfiorare il suo orecchio con le labbra soffici "Sai dove possiamo trovarlo?" gli domandò in un sussurro, riferendosi ad Abracadaniel. L'umano tremò, non riuscendo a trattenersi. Marceline gli faceva avvertire una scarica bizzzarra quando gli si avvcinava; era piacevole e potente, e non l'aveva mai provata con nessun altro. Neppure con Fiamma. Deglutì a vuoto, per poi rispondere.
"Ho un'idea." le disse quindi poco prima di farsi avanti incontro ad uno dei tanti maghi che attraversavano quella strada. Si accostò ad un piccolo ometto con i baffi e, dopo averlo salutato con fare gentile, Finn gli rivolse la parola "Scusi signore, saprebbe dirmi dove vive Abracadaniel?"
L'uomo, dopo un attimo di incertezza, decise di rivelare all'avventuriero l'abitazione del piccolo mago.
"Mille grazie!"

"Incredibile come siano ingenue le persone qua dentro." si lasciò sfuggire la vampira. Si stavano dirigendo verso una piccola villetta dove, a detta del mago di poco prima, viveva proprio Abracadaniel. Finn sollevò le spalle con noncuranza, aumentando il passo deciso più che mai a portare a termine la missione. Marcy lo trattenne, poggiando una mano su una spalla del ragazzo.
"Cos'è tutta questa fretta?" gli domandò dunque particolarmente divertita. Continuava a fluttuare in aria, i piedi a pochi centimetri dal suolo. Per il momento, nessuno aveva ancora notato che loro fossero impostori "Non mi guardi praticamente in faccia."
L'avventuriero arrossì istantaneamente, sentendosi incredibilmente stupido ed altrettanto imbarazzato. Si grattò la nuca con fare sbadato, mentre lo sguardo gli cadeva sul terreno umidiccio sotto i suoi piedi.
"Voglio solo che tutta questa storia finisca al più presto." disse dunque il biondo, facendo sussultare dalla sorpresa la vampira. Non era certa di avere capito a pieno quelle parole. Finn non la voleva, quindi?
Il ragazzo notò la confusione nel viso della mora, e subito riprese a parlare "Intendo, voglio che Goliad sparisca in fretta dalle nostre vite. Voglio che smetta di cercarti, e voglio che Hunson sia ancora vivo." soffiò tutto d'un colpo, facendo sorridere di tenerezza la vampira. Le piaceva quel lato di Finn, una parte di lui sorprendentemente constrastante con quell'altra -sempre sua- più impavida e priva di alcun tipo di freno.
"Io penso che la città dei maghi sia il luogo più sicuro in tutte le terre di Ooo..." sorrise la vampira a pochissimi centimetri dal volto dell'altro "E che, se decidessimo di prenderci una piccola pausa dalla missione, non succederebbe nulla, no?" domandò, guardando il ragazzo con una punta di muta rischiesta nello sguardo. Anche il biondo sorrise.
"Forse potremmo-" "Andarci a divertire?" lo interruppe lei, vorticando in aria con eleganza, facendo scivolare a terra il proprio cappello. Ormai il sole era calato e non le serviva più indossare quel corpicapo. Ogni qualsivoglia luce non sarebbe stata in grado di ferirla.
"Finntastico!" esclamò semplicemente il sediccenne, afferrando la mano della vampira ed iniziando a correre per le viuzze della città. Marceline rise. Se possibile, durante la sera il villaggio diventava più strabiliante che durante il giorno: vi erano maghi che creavano fuochi d'artificio, altri che mutavano forma per strada, ed altri ancora che si esbivano in spettacoli con portali -sparivano e riapparivano in tutt'altro luogo-. Si sedettero infine sopra un piccolo muretto, l'uno affianco all'altra. La mora osservava incantata ciò che la circondava, mentre Finn osservava incantato... Beh, lei. Ancora non poteva credere di stare con lei, con quella bellissima regina vampiro. Letale e meravigliosa. I suoi occhi scivolarono in modo incontrollato sul profilo delle labbra della ragazza: sembravano morbide e piene, ed il giovane poteva soltanto immaginare che delizioso gusto avrebbero potuto avere.
"Cosa guardi?" domandò d'improvviso la ragazza, voltandosi verso l'avventuriero e sorridendogli sghemba "Sembravi molto interessato." mormorò quindi con una punta di malizia. Finn deglutì a vuoto, scostando bruscamente lo sguardo contro il cielo costellato di fuochi d'artificio fatiscenti. Nell'aria c'era un'aroma di bruciato.
"Te." disse infine lui, sentendosi irrimediabilmente stupido. Possibile che dovesse sentirsi così scemo in presenza di Marcy? Prima di allora non gli era mai successo. Lei era così diversa da Fiamma. Marceline era così incredibilmente passionale e trascinante. Finn si sentiva completamente invaso da lei, dalla sua essenza e dalla sua presenza. Non poteva smettere di pensare alla sua simpatia, al suo sguardo, al suo corpo -era pur sempre un ragazzo-. E lei era così diretta, così poco impacciata. Anche lui voleva esserlo.
Marceline allargò il proprio sorriso, per poi poggiare la testa sulla spalla del ragazzo. Una folata al profumo di rose invase Finn che, immediatamente, puntò lo sguardo sui suoi morbidi capelli.
"Mi piaci davvero, Finn." disse quindi la vampira "E sono felice di essere qui con te adesso."
"Anche io." mormorò il ragazzo, sentendo il proprio cuore battere in modo completamente incontrollato, ad una velocità inaudita. La ragazza alzò leggermente il volto, per poi incastrare il proprio sguardo in quello di lui.
"Questo dovrebbe essere il momento in cui mi baci, sai?"
E senza aspettare altro, Finn si chinò leggermente, sino a raggiungere il volto della ragazza. Premette le proprie labbra contro quelle di lei e, immediatamente, una folle scarica di adrenalina lo invase. Eppure, non era un'adrenalina come quella che lo avvolgeva durante i combattimenti. Si trattava di qualcosa di più destabilizzante, qualcosa che gli faceva tremare in modo incontrollato le ginocchia e, a questo proposito, ringraziò mentalmente un eventuale Dio per essere seduto. Proprio come aveva immaginato, il gusto di Marcy era delizioso, la cosa più incredibilmente dolce -strano, ma vero- che avesse mai saggiato. Improvvisamente seppe come muoversi: si fece più impavido e, mentre lei schiudeva le labbra, Finn andò a ricercare la sua lingua. I fuochi d'artificio continuavano a crepitare in sottofondo, ma loro non li udivano più. Era come se tutto ciò che, sino a pochi minuti prima, li circondava, fosse stato spazzato via in modo violento ed irrefrenabile.
Finn portò le proprie mani contro la schiena della ragazza e, in un impeto di bisogno, la spinse maggiormente contro il suo corpo. Marcy sorrise contro di lui, aggrappando le proprie dita sottili ai capelli dorati del giovane. Improvvisamente il bisogno dell'altro era divenuto incontrastabile e non era rimasta loro alcuna scelta se non cedervi. E quello fu il loro primo, splendido bacio.























 
Angolo mio mio mio! ahah!
Vi prego, ditemi che sapete chi è Abracadaniel! ahahha! Lo amo troppo :'D
Nel caso non lo sappiate, andate a cercare l'episodio della battaglia dei maghi e della città dei maghi! :)

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Capitolo 12
*** 11- [Abracadaniel!] ***



 
11-

 
[Abracadaniel!]

















Si allontanarono l'uno dall'altra solo quando il respiro andò a mancare al ragazzo -infondo lei era una vampira-. Finn aveva il viso arrossato e gli occhi lucidi, Marceline invece aveva un'espressione così intensa da rendergli le ginocchia gelatina. Effettivamente, riflettè senza fiato l'umano, lo sguardo di lei era così incredibilmente affascinante da confondere. E, a questo proposito, i pensieri di Finn si erano fatti decisamente sconclusionati. La sola cosa che sapeva era che lei era lì, proprio di fronte  a lui, e che era assolutamente perfetta, l'essere più Jacosmico dell'universo. Deglutì a vuoto, schiudendo leggermente le labbra. Voleva dire qualcosa, anche se non era esattamente certo di che cosa.
Marceline aveva smesso di guardarlo, ed ora il suo sguardo era rivolto oltre le sue spalle, esattamente verso le strade illuminate a festa della città.
"Ehi, Finn..." lo chiamò poi, afferrandolo per una spalla e costringendolo a voltarsi "Per caso è quello Abracadaniel?"
Il giovane, dimentico di ciò che doveva dire o fare pur di sembrare anche solo lontantamente romantico, affilò lo sguardo e scrutò attento fra gli innumerevoli maghi che percorrevano le varie strade. Tra i tanti, notò immediatamente un caschetto color blu intenso che non avrebbe mai potuto confondere con quello di nessun altro. Scattò in piedi, lanciando una veloce occhiata d'assenso alla vampira, per poi buttarsi in direzione di quella figura. Dovettero inseguirlo per un po', spingendo con fare sbrigativo i maghi che li circondavano ed andando avanti chiedendo scusa nel caso li avesser urtati con troppa forza. Fu Marcy, infine, stanca di muoversi tra tutta quella gente, che decise di sollevarsi in volo e puntare velocemente in direzione del mago che li interessava. Lo raggiunse velocemente e, una volta arrivatagli di fronte, gli rivolse un sorriso gentile. Il maghetto sussultò spaventato.
"C-Chi sei?" le domandò, tentando di arretrare, finendo però contro un gruppo di persone. Rimase perciò di fronte alla vampira.
"Piacere! Il mio nome è Marceline, ed ho un estremo bisogno di te." disse lei, ostentando un tono incredibilmetne cordiale, decisamente falso. Il ragazzo si guardò attorno, per poi indicare insicuro se stesso.
"Me?" le domandò strabiliato lui. La vampira annuì semplicemente. Fluttuava a pochi centimetri dal terreno, e la sua pelle era ancora dipinta per poterla fare sembrare una strega.
"Probabilmente mi hai confuso con un altro! Io sono solo Abracadaniel! Non so fare molte magie!" 
La ragazza, spazientita,   ruotò lo sguardo verso il cielo notturno, prima di puntarlo nuovamente verso il mago "Non mi sono affatto sbagliata."
Proprio in quel momento, affaticato e senza fiato, li raggiunse anche Finn. Poggiò una mano sulla spalla di Abracadiel, costringendolo a voltarsi, ed immediatamente gli rivolse un sorriso amichevole. Il maghetto ricambiò insicuro.
"S-Sei con lei?" gli domandò poi, indicando Marceline alle sue spalle. L'avventuriero annuì.
"Sì, abbiamo un disperato bisogno di te." ribadì il biondo, mentre il volto di Abracadaniel si faceva sempre più teso. Infine, quest'ultimo si accostò all'orecchio di Finn, e parlò.
"Sai che se scoprono che non sei un mago, ti trasformano in uno stuzzicadenti?"
Il biondo annuì ben consapevole della situazione "Certo che lo  so, ma non mi interessa." spiegò l'umano, mentre Marceline continuava a rimanere ferma alle sue spalle con un sorriso in volto "Ci sono cose più importanti a cui pensare."
"P-Più importanti delle guardie? Non cred-" "Oh, sì invece. E si da al caso che se aspettiamo il sorgere del sole, io non sopravvivero abbastanza per poterle vedere." lo interruppe con fare brusco la vampira. Finn puntò immediatamente lo sguardo verso di lei, incontrandola concentrata nella contemplazione attenta del firmamento. Dovevano fare in fretta; avevano perso il cappello di Marcy, e vi era un lungo viaggio da percorrere sul dorso di Stormo.
"Giusto." disse quindi Finn prima di volgersi nuovamente verso Abracadaniel "Allora, andiamo?"







Il maghetto dai capelli blu non aveva avuto realmente voce in capitolo. Senza neppure attendere una sua risposta, Finn lo aveva afferrato, sollevato, e se lo era portato in spalla sino a che non furono saliti su Stormo, la maestosa creatura dai capelli lunghi e biondi -come quelli dell'avventuriero-. Ed in quel momento, mentre volavano con fare incredibilmente orgoglioso sulle splendide valli di Ooo, tutto ciò che Abracadaniel stava facendo era tenersi aggrappato con ansia all'animale, e mugugnare in preda al terrore. Marceline ne era stanca.
"Finn," esordì, non prendendo neppure vagamente in considerazione la presenza del mago "se non la smette di frignare, lo spingo di sotto."
L'avventuriero sgranò lo sguardo "Marcy, no!" esclamò "Lui è la chiave per salvare tuo padre... A detta di Re Ghiaccio."
La ragazza emise un piccolo verso stizzita, mentre osservava il ragazzino dai capelli blu reggersi con sempre maggiore timore. Sembrava non avere udito le sue parole perciò, disinteressata, proseguì il discorso.
"Scommetto che ci sono altre centinaia di chiavi! Bisogna solo cercarle!"
"Ma questa chiave la conosciam-" un grido insopportabilmente acuto di Abracadaniel costrinse Finn a corrugare la fronte per il fastidio. Ad essere sinceri, sopportava davvero poco quell'esserino. Marceline sorrise, notando quella reazione. Il vento le muoveva i capelli, e la notte la avvolgeva in un familiare abbraccio. Si passò la lingua sui denti aguzzi.
"Dicevi, amore?"
Per poco l'avventuriero non perse l'equilibrio, rischiando di scivolare dalla groppa di Stormo. Semplicemente, sentire Marcy chiamarlo in quel modo, gli aveva fatto avvertire l'adrenalina pervaderlo. Sapeva che lo aveva detto soprattutto in tono divertito, ma la parola -e con essa il suo significato- non cambiava. Oddio, si disse con la gola improvvisamente secca, ancora non si sentiva le gambe per il bacio che si erano scambiati solo poco prima. Si passò la lingua sul labbro inferiore, ricordando istantaneamente il suo meraviglioso sapore. Il fatto che stavano insieme significava che si sarebbero potuti baciare ogni volta che lo volevano?
Gli sembrava incredibile. Gli sembrava assolutamente meraviglioso potersi beare dell'assuefacente sapore di lei ogni volta che ne avesse avvertito il bisogno.

I pensieri del ragazzo vennero distratti dalla voce di Marceline che, sollevata all'idea di non dovere più sopportare Abracadaniel, stava indicando il palazzo di Re Ghiaccio poco distante "Lo vedo, Finn! Accellera, dai!"
Subito, il ragazzo diede un lieve colpo sul fianco dell'animale. Quest'ultimo aumentò istantaneamente velocità, sferzando il vento con furia e facendolo sibilare. L'umano sorrise, Marceline esultò, ed Abracadaniel... Beh, lui continuò a gridare sino a che Jake non lo aiutò a smontare dalla groppa dell'enorme animale.

Una volta dentro, Finn si sfilò la mantella di Re Ghiaccio, e lo stupidissimo cappello a cono che si era imposto di mettere per mimetizzarsi. Marcy annullò le proprie mutazioni, tornando pallida come cera.
"Dov'è Re Ghiaccio?" domandò il biondo a Jake una volta arrivati all'interno del soggiorno. Il cane sollevò le spalle, per poi sospirare. La risposta era abbastanza assurda -ma infondo si trattava di Re Ghiaccio, no?-.
"Ha detto che sarebbe andato a radunare tutti i suoi Gunter ed avrebbe fatto una riunione." bofonchiò dunque il cane. Finn e Marceline lo squadrarono increduli.
"Di cosa tratterebbe una riunione con pinguini?" domandò infine la vampira, la fronte corrugata ed un sorriso divertito ad arricciarle le labbra. L'animale magico le rispose immediatamente.
"Diete povere di sale." tutti osservarono straniti il cane. Jake sollevò le mani in segno di innocenza "Che posso dire? A detta sua, Gunter deve seguire una dieta povera di sale!"
Il biondo sorrise, passandosi una mano tra i capelli spettinati "Stare con Re Ghiaccio ti ha fatto ammattire."
"Puoi dirlo forte!" esclamò Jake, per poi accostarsi all'orecchio dell'amico "Non permettermi mai più di restare con lui, fratello."
Finn non potè evitare di sghignazzare divertito, mentre Marcy sospirava semplicemente. Evidentemente, lei non faticava a credere ad una cosa del genere. Si portò le mani sui fianchi e, sollevata di qualche centimetro dal pavimento, lanciò un'occhiata all'umano.
"Io vado a cercare Simon. Intanto lascio questo qui" disse, indicando Abracadaniel "nella sua camera, ok? Ci becchiamo dopo, ragazzi."
L'avventuriero le rispose con un sorriso, mentre Jake la salutava con un cenno della mano. Quando infine i due restarono soli, Finn notò un particolare non trascurabile "Che fine ha fatto Maggiormenta?"
"In camera sua." fece stizzito il cane, non potendo evitare di ostentare un'espressione tutt'altro che amichevole "E' rimasto una mezz'oretta e, dopo avere insistito sul fatto che non sareste tornati e che le guardie della Città dei Maghi vi avrebbero eliminati, se ne è andato a letto."
Dall'espressione dell'amico magico, Finn comprese all'istante quanto il piccolo dolcibotto non gli andasse a genio e, beh, poteva capirlo benissimo. Maggiormenta non era esattamente una creatura positiva, anzi. Eppure, dovevano essergli grati -almeno un minimo- per avere rivelato loro la verità sull'essere che aveva preso possesso della Nottesfera.
Beh, si disse il biondo, quello non era il momento per preservare rancore, o per pensare a cose brutte. Doveva parlare con Jake, e quello sembrava decisamente il momento migliore. Lanciò un'occhiata all'amico, per poi accomodarsi sul divano.
"Devo dirti una cosa, Jake." il cane drizzò istantaneamente lo orecchie, accomodandosi al fianco dell'amico "E' successa una cosa con Marcy."
Lo sguardo dell'animale magico si fece preoccupato, ma subito l'umano placò ogni sua apprensione.
"Stiamo insieme." rivelò senza alcuna censura, arrossendo appena per avere detto una cosa del genere ad alta voce.
Il volto di Jake, invece, si aprì sempre di più in un'espressione di sana sorpresa e felicità. Era andato avanti a lungo a dire all'amico ciò che, da anni, era convinto stesse accadendo tra i due, ed infine Finn aveva ceduto. Voleva sapere tutto, ogni più piccola sfacettatura, sin nei minimi dettagli. Si accollò al ragazzo, guardandolo con una certa malizia nello sguardo.
"Vi siete baciati?"
"Oh, sì." rispose senza fiato Finn, ancora agitato come non mai per quell'incontro di labbra che di tranquillo aveva avuto ben poco. Si era sentito avvolto da mille sensazioni, ma dalla tranquillità neppure per un minimo istante. Jake sorrise sghembo.
"E?" domandò con fare curioso.
"Ed è stato decisamente esplosivo." commentò incerto il biondo. Non sapeva davvero come descrivere il bacio con Marcy, se non con quel semplice aggettivo: esplosivo. Infondo conteneva tutto, no? Amore, follia, bisogno, elettricità... 
Sì, esplosivo.
"Ma c'è una cosa..." disse poi Finn, facendo sussultare il cane magico.
"Che genere di cosa?" domandò quindi Jake, il viso insicuro e la voce curiosa.
"Lei è... Meravigliosa, Jake." mormorò l'umano, inumidendosi le labbra con la lingua "Ed ogni cosa che fa è come se mi ipnotizzasse. E poi... Wow... E' diretta, e il suo corpo è..." prese una pausa, corrugando la fronte "Beh, wow."
Il cane, ancora fermo al fianco del sedicenne, non potè che sorridere sghembo, mentre sollevava le sopracciglia con fare ammiccante "Quanti altri wow devi ancora dirmi, Cosetto?"
Finn si voltò bruscamente verso l'amico, lo guardò attentamente, per poi abbassare il viso sulle sue mani, strette fra loro per la tensione "Ma mi sento strano... Nessuna mi è mai sembrata così-" "Wow?" lo interruppe divertito il cane. L'umano gli lanciò un'occhiataccia, prima di correggerlo.
"Presente. Mi fa sentire scariche ovunque, ed un mare di sensazioni mai sentite prima." spiegò l'avventuriero, mentre il cane si alzava finalmente in piedi. Proprio come pochi giorni prima, aveva fatto apparire attorno ai propri occhi, un paio di occhiali rotondi. Aveva trasformato la mano sinistra in un taquino, mentre la destra in una penna. Si era nuovamente trasformato in quello che definiva suo psicologo.
"La diagnosi, signor paziente, è prontissima!" esclamò poi una volta trasformatosi. Finse di prendere un paio di appunti, ed annuì a vuoto qualche volta. Finn lo scrutò divertito.
"E sarebbe?"
Jake trasformò le proprie mani in due cuori pieni. Si gonfiavano e sgonfiavano ritmicamente, imitando un battito cardiaco "Sei innamorato."
"I-Innamorato?" gli fece eco Finn, un ciuffo scomposto che gli ricadeva disordinatamente sul viso, coprendogli un occhio. Sembrava più adulto con quell'aspetto trasandato ma non troppo, constatò con una punta d'orgoglio il cane. Il viso stava assumento, anno dopo anno, un aspetto più adulto, ed il suo sguardo, per quanto brillasse ancora come quando aveva dodici anni, era più sottile ed elegante.
Jake annuì.
"L'amore, quel sentimento che si prova una sola, vera volta in tutta la vita!" spiegò il cane, formando sulla propria testa un piccolo cappello simile a quello dei bardi. L'avventuriero sorrise, mentre Jake decantava le proprie parole con fare poetico.
"Anche tu sei innamorato, Jake?" domandò quindi l'umano all'amico. Quest'ultimo annuì immediatamente, per poi lanciare un'occhiata alla finestra, oltre l'immenso terrazzo in ghiaccio, come potesse vedere qualcosa di davvero distante oltre esso.
"Certo, di Lady Iridella!"
Finn continuò ad osservare l'altro "E sentite anche voi tutte queste sensazioni?"
Il cane sorrise raggiante, per poi iniziare a saltellare per la stanza "Certo che sì! Non c'è niente che non va in te! Come devo spiegartelo, Coso?" domandò, ingigantendosi ed afferrando l'amico "E' l'amore, ed è travolgente e senza senso!"
Finn rise divertito, mentre l'enorme muso del cane magico continuava a guardarlo sorridente 
"Beh, questo è la tua prima dritta in amore a cui credo davvero!"



Ciò che i due non sapevano era che però, proprio dietro l'angolo, ad origliare all'intera conversazione vi era niente popodimeno che Marcy con un sorriso completamente sincero ad adornarle il volto. Finn era davvero il ragazzo più finntastico del mondo, si disse, ed era completamente suo.















 

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Capitolo 13
*** 12- [Sogno ed Incubo.] ***









 
12-


 
[Sogno ed Incubo.]









































La Principessa Fiamma osservava ormai da ore il foglio che, con immensa gentilezza, BMO le aveva attaccato ad una parete della propria piccola casa. Lo aveva fatto in buona fede, con un sorriso sullo schermo, ricordando come, a causa delle fiamme di cui la giovane stessa era fatta, quest'ultima non avrebbe mai potuto davvero agguantare la lettera che le aveva scritto il proprio amato Finn prima di partire. Erano passati alcuni giorni; non aveva mai trascorso tanto tempo lontano da lui dacchè si erano messi insieme. Non era la prima volta che partiva per un'avventura, questo no, ma quella missione stava durando davvero parecchio. Aveva saputo, grazie alle voci che giravano per le valli di Ooo, che una terribile creatura proveniente da Dolcelandia era riuscita a liberarsi dalla propria prigionia e, a questo proposito, era molto allarmata. Nonostante si fidasse  ciecamente delle capacità di Jake  e Finn -quali esperti avventurieri ed ottimi combattenti-, erano giorni che sentiva brividi percorrerla completamente, facendo tremare visibilmente le fiamme che la componevano.

Posò per l'ennesima volta lo sguardo sul foglio pieno di parole e scarabocchi. La calligrafia del giovane era poco leggibile, e vi erano un'infinità di errori di ortografia, però non le interessava. Quel minuscolo rettangolo bianco e nero era l'ultimo oggetto capace di legarla a lui. Sorrise mesta, lanciandosi  veloci occhiate attorno. Il sole era calato e, oltre le piccole finestre dell'abitazione, Fiamma poteva intravedere le stelle spandersi sempre in maggior numero nel fiarmamento color pece. Le piaceva la notte e, con essa, l'idea che lei fosse in grado di poterla rischiarare grazie al proprio fuoco. Lei stava bene nel buio, sgargiante ed immediata, potente e temibile.
Finn, invece, era puro, amichevole, unico, spericolato. Lui era luce e, per quanto potesse essere fuoco, lei era ombra. La verità era che era cresciuta con un'unica certezza nella mente: essere malvagia. Suo padre non faceva che ripeterlelo. Eppure, l'avventuriero non vi aveva creduto e, spinto dalla propria inscalfibile determinazione, aveva infine convinto anche la bella principessa Fiamma della bontà intrinseca in ogni essere.
Socchiuse gli occhi, sentendosi incredibilmente calma. I pochi suoni che la circondavano, oltre al crepitio continuo del proprio corpo, erano le cicale. Quel verso continuo quasi la cullava, le faceva nascere un sorriso in viso e la faceva riposare. Si lasciò andare sopra una candela, decisa ad addormentarsi in quello stato di estrema pace, eppure non vi riuscì.
Un improvviso rombo, simile ad un terremoto mostruoso, le fece sgranare gli occhi di timore. Lanciò una nuova occhiata all'esterno, decisa a verificare se non si fosse trattato di un tuono, ma il cielo era limpido e neppure nel buio della notte riuscì a notare alcuna nuvola. Vi erano solo un'infinità di stelle, tutte più brucianti di lei, distanti un'infinità di spazio.
Deglutì a vuoto, sentendo nuovamente quell'orribile rumore. Con esso, questa volta, si mossero anche le pareti, tremando terribilmente. Fiamma si aggrappò al davanzale, sul punto di perdere l'equilibrio e cadere. Aveva paura, realizzò d'improvviso, avvertendo le mani tremarle sotto il fuoco che la faceva divampare con furia.
Poi, dopo che il silenzio parve essersi nuovamente posato su di lei, un'espolosione la costrinse a serrare gli occhi dallo spavento. Quando li riaprì, tutto ciò che vide fu polvere, un numero infinito di particelle minuscole levate in aria, che le entravano nei polmoni e che la soffocavano. Tossì, portandosi una mano sul petto e chinandosi a terra.
Pochi istanti dopo si sentì sollevare. Cercò di capire chi esattamente la stesse trattando in quel modo, ma nessuna mano la stava toccando. Il suo corpo levitava da solo, contro ogni suo desiderio. Fendette l'aria con innumerevoli calci, ma nessuno andò a segno. Non vi era alcun nemico di fronte a lei, eppure, nonostante ciò, quel qualcosa che l'aveva sollevata, ora la stava premendo contro la parete, a qualche centimetro da terra. Sentiva la schiena dolorante e, lentamente, le stavano stringendo la gola. Tentò di deglutire, vanamente.
Infine, proprio di fronte a lei, vide avvicinarsi una creatura che mai, prima di allora, aveva visto. Era enorme, a quattro zampe, di colore rosa. Aveva un viso rotondo e, oltre ai due comuni occhi, ne aveva un terzo, posizionato esattamente al centro della fronte. Fiamma lo trovò rivoltante, e si trattenne a stento dal vomitare o gridare. Oltre il mostro, notò come la parete della casa fosse stata spazzata via. Ora poteva vedere perfettamente il mare estendersi oltre lo strapiombo fuori casa. Tremò. Era ancora blccata contro il muro, il respiro incredibilmente fiacco e gli occhi socchiusi.

"Tu sei la Principessa Fiamma, vero?" domandò l'orrendo essere una volta accostatosi alla ragazza. Quest'ultima si limitò a ringhiare furiosa, prima di sentire la stretta attorno alla sua gola stringerlesi. Annaspò alla ricerca d'aria e, solo quando fu ad un passo dalla morte, la presa si allentò nuovamente. Il mostro sorrise.
"Adesso mi risponderai, immagino."
Fiamma deglutì un paio di volte prima di annuire. Aveva smesso di ribellarsi, ed ora le gambe le ciondolavano dritte contro la parete.
"Bene! Avevo proprio bisogno di parlarti." proseguì quindi il mostro rosa, facendosi ancora più avanti ed accentuando il proprio ghigno "Il mio nome è Goliad e devo distruggere un po' di persone, e tu sei in contatto con almeno due di loro."
La ragazza corrugò la fronte. Le energie le mancavano, e sentiva la sua fiamma farsi sempre più fioca. Non aveva forze sufficienti per parlare. Non molto, almeno.
"Parlo di Finn l'avventuriero e Re Fiamma." rivelò infine Goliad, voltandosi dalla parte opposta rispetto alla ragazza, iniziando a contemplare l'orizzonte che il mare delineava distante. La principessa tentò un'ultima volta di ribellarsi alla forza misteriosa che la costringeva contro la parete, ma -come in precedenza- ogni sforzo risultò inutile.
"Non consumare le forze, principessa." la avvisò quindi il mostro, la voce incredibilmente simile a quella di un'ingenua bambina, sempre dando le spalle alla giovane "Sto sfruttando i miei poteri per tenerti in quelle condizioni. La telecinesi è il mio forte, sai? E dovresti semplicemente essermi grata perchè non ti sto ipnotizzando." prese una pausa "Quello sì che sarebbe doloroso."
"Non ti aiuterò mai a fare del male a mio padre, o a Finn!" esclamò la ragazza, agitando una mano ed assottigliando lo sguardo con furia. Avrebbe voluto fare qualcosa, permettere alle proprie fiamme di liberarsi e, magari, incendiare il corpo di quell'essere di fronte a lei, ma le forze le mancavano, e non riusciva neppure ad accendere il suo stesso, di corpo.
"Oh, non ti preoccupare. A tuo padre non succederà nulla." mormorò con ovvietà Goliad, voltandosi nuovamente verso la principessa "Nel caso collabori, ovviamente."
"E Finn? Cosa vuoi da lui?"
"Lui... Lui mi sta ostacolando. E la cosa non mi piace." rivelò a bassa voce la creatura rosa, prima di ostentare un mezzo sorriso in direzione del proprio ostaggio "Ma penso che dopo essere venuta a conoscenza di una piccola cosa, mi aiuterai anche tu."
Fiamma deglutì a vuoto, prendendo un profondo respiro "Di che parli?"
"Per caso conosci una certa Marceline Abadeer?"























"Marceline!" la voce di Finn, proveniente da dietro l'angolo, la fece ridere divertita. Si levò in aria, decisa più che mai a fargli uno scherzo. Si portò in alto sino a schiacciarsi contro il soffitto freddo del palazzo. Dalla propria posizione riuscì distintamente a notare il ragazzo arrivare, ed iniziare a guardarsi intorno spaesato. Non riuscì a trattenere una nuova risata. Così, il giovane la individuò immediatamente. Alzò il viso verso l'alto, puntando i propri occhia grandi in quelli sottili ed eleganti di lei. Le sorrise divertito e, con una spontaneità disarmante, tese le proprie braccia verso l'alto, in un chiaro invito a tuffarsi contro di lui. La vampira, lentamente, scivolò a terra, giungendo proprio tra le braccia del ragazzo che, incantato, la avvolse completamente. Marcy avvertì il suo cuore battere chiaramente contro il corpo, farla vibrare e sentire viva come non mai. Lasciò andare il proprio viso nell'incavo della sua spalla.
"Sono felice." mormorò quindi lei contro il suo orecchio, sentendosi il corpo -solitamente freddo e morto- iniettato di calore e conforto. Il ragazzo la allontanò leggermente da lui, cercando il suo sguardo scuro. Vi si tuffò completamente, venendone risucchiato, annegandovici dentro. Marceline era una continua scoperta, era l'amore e l'impazienza, la sfacciataggine e la maturità.
"Anche io."
"E' stata una giornata tanto lunga..." fece la ragazza, la voce ridotta ad un sussurro stremato. Effettivamente avevano passato l'intero giorno discutendo di possibili attacchi, metodi, tecniche, piani, e chi più ne ha, più ne metta. Era semplicemente stremata. Finn annuì.
"Andiamo a dormire?"
L'avventuriero sentì il viso divenirgli più caldo, letteralmente bollente. Era la prima volta, in tutti i suoi sedici anni di vita, che una ragazza gli faceva una proposta del genere con tanta sincerità, senza giri di parole, senza tentennamenti. Ma forse, si disse, non era il caso di fraintendere. Infondo, Marceline poteva riferirsi all'andare a dormire in due letti diversi. Il tutto nonostante ormai, visto il recente incidente, alloggiassero nella medesima camera. Le lanciò un'occhiata dall'alto della propria statura; in quegli anni era cresciuto, ed ora la superava di parecchi centimetri in altezza. La vide sorridergli sghemba, per poi afferrargli una mano e trascinarlo con sé.



Giunsero nella loro camera dopo pochi minuti. C'era confusione, tanta, ma quello -a parere di Finn- non era assolutamente il momento di farvici caso. I suoi pensieri erano tutti concentrati sulla propria mano, sulla presa che -morbida- la avvolgeva. Vide Marceline lasciarlo andare ed infilarsi nel bagno della stanza, sul fondo della parete. Istantaneamente ricordò del giorno in cui, per purissimo errore, quando aveva forse solo tredici anni, l'aveva vista completamente nuda. Sospirò sonoramente, abbandonandosi sul materasso del proprio letto. Il soffitto sembrava brillare. Sentiva, in sottofondo, l'acqua della doccia scorrere velcoe e, goccia dopo goccia, sapeva che si avvicinava l'istante in cui lei sarebbe uscita. Non aveva esattamente paura, no. La sensazione che gli scorreva nelle vene era più un panico colmo di aspettativa. Qualcosa di incredibilmente bizzarro. A questo proposito, Finn dovette constatare -per l'ennesima volta- come solo con Marcy fosse in grado di provare certe sensazioni e, per qualche folle istante, cercò di immaginare una vita senza la bella vampira. Cancellò i ricordi felici, le cavalcate sui lupi, le risate, i film horror, gli scherzi senza fine, i baci sulle guance, i baci sulle labbra...
Rabbrividì. Senza Marceline il mondo sarebbe stato orribile, vuoto, privo di una vera ragione. Senza la vampira, il giovane umano sarebbe rimasto legato solo a quelle poche sensazioni che conosceva, senza venire mai a sapere delle palpitazioni frettolose che solo l'amore era in grado di dare, o della sudorazione incredibilmente imbarazzante dovuta ad un bacio troppo appassionato. Senza Marcy non si sarebbe mai davvero sentito completo, umano. Ed era incredibile che, a fargli capire tutto ciò, era stata proprio la creatura meno umana tra tutte: una bellissima vampira.

Udì la porta del bagno aprirsi lentamente e, all'istante, un'aroma di brezza marina -delicato e delizioso- gli si infranse nelle narici. Istantaneamente sorrise. Quell'odore così simile alla libertà stava bene su Marceline; era perfetto. Chiuse gli occhi, immaginando già la giornata con cui avrebbero dovuto fare i conti il giorno dopo, ma un suono di passi sempre più vicini, lo costrinse a sollevare le palpebre.
Ed eccola bellissima, esattamente di fronte a lui, con i capelli lunghi e bagnati. A ricoprirle il corpo snello vi erano solamente il reggiseno scuro e gli slip rosso acceso. Lo osservava sorridendo leggermente. Lui deglutì a vuoto.
"Posso stare qui?" domandò infine, facendogli sentire brividi percorrerlo in tutto il corpo. Annuì, il ragazzo, scostandosi leggermente verso l'estremità del materasso, lasciandole un po' di spazio al suo fianco. Lei sorrise, per poi coricarsi immediatamente contro di lui, appoggiando il viso contro il suo petto. Marceline poteva sentire il cuore del ragazzo battere ad un ritmo sfrenato, e la cosa la fece istantaneamente sentire speciale.
"Sai, puoi anche toglierti la maglietta." lo esortò poi. In tutta risposta, Finn si mise a sedere e, in un gesto fluido e sorprendentemente elegante, si sfilò la t-shirt azzurra di sempre. La vampira sorrise soddisfatta, per poi passare una mano sottile contro l'addome piatto del proprio ragazzo in un chiaro invito a sdraiarsi nuovamente. Lui acconsentì e, pochi istanti dopo, si ritrovò avvolto dalle braccia perfette e confortevoli di lei, vezzeggiato dalle sue carezze e  dai suoi baci leggeri.
"Sai, Marcy, sei bellissima." soffiò lui tra un ansito e l'altro, sentendo il respiro fiacco dall'emozione.





















"No..." la voce di Fiamma tremava, mentre Goliad la fissava in quel modo così incredibilmente rivoltante "Lui non lo avrebbe fatto... Non lo farebbe mai." sussurrò senza fiato, ma questa volta non più per la stretta alla gola. Quella non la sentiva ormai da minuti. Il mostro rosa l'aveva lasciata chinata a terra non appena aveva finito di raccontarle ciò che tanto l'avrebbe sconvolta. Ora il fuoco la stava divampando completamente, rendendola una bestia assetata di sangue, sconvolta e ferita.
"Invece lo ha fatto, e posso mostrartelo." rispose con pacatezza Goliad, sorridendo leggermente e sistemandosi di fronte alla ragazza. La scrutò per lunghi secondi "Li hanno intercettati un paio di mie spie."
"C-Cosa? Dove?" fece sconvolta la ragazza. Era incredibilmente confusa, devastata, aggrappata ad una speranza a cui non era certa di potere credere. Il mostro la osservò qualche istante, prima di risponderle.
"Alla Città dei Maghi. Vuoi vedere?"
Senza neppure rendersene pienamente conto, la principessa annuì. Sentiva la testa girarle, ed era abbastanza sicura che vedere una cosa del genere l'avrebbe ferita ancora di più, però non c'era altra scelta. Il dubbio le si era insinuato velenoso nella mente, ed ora le stava intaccando ogni singolo neurone del suo preziosissimo cervello. Goliad annuì, per poi abbassare le palpebre. Fiamma vide il terzo occhio emettere un fascio di luce violaceo. Poi, senza alcun preavviso, la principessa si ritrovò in un altro luogo, in una differente ora del giorno. Vedeva con gli occhi di qualcun altro un ricordo lontano, risalente -a detta dell'essere rosa- alla notte precedente. Vi erano fuochi d'artificio che crepitavano nel cielo notturno, centinaia di persone che camminavano per la strada, ed infine, sopra un muretto poco distante, Finn, vestito di una lunga tunica blu e con un bizzarro cappello,  in compagnia di una ragazza. Si trattava di una figura dai capelli color dell'ebano, e dallo sguardo ammaliatore. Eppure, non ostentava la regalità di una principessa -quella che avrebbe potuto perfettamente ostentare lei, Fiamma-, anzi. Indossava un paio di jeans leggermente strappati ed una canottiera tutt'altro che femminile. Ma, per quanto poco curata potesse essere, Finn la stava baciando e toccando come mai aveva potuto fare con lei.

Fiamma chiuse gli occhi e, quando li riaprì, il ricordo era svanito. Si guardò attorno, constatando di essere nuovamente con Goliad all'interno della propria casa. La parete opposta a quella contro la quale era poggiata era distrutta, ed attorno a loro aleggiava un silenzio opprimente. Persino le cicale avevano smesso di suonare. Rimaneva solo il respiro ansante e sconvolto della giovane reale, improvvisamente resasi conto che tutto ciò che quel mostro le aveva raccontato era vero, che Finn l'aveva davvero tradita.
"Ora che sai come stanno le cose mi aiuterai, giusto?" domandò ammaliatrice Goliad.
"Certo." ghignò la principessa, corrotta dall'odio, improvvisamente libera di potere divampare.
"Tuo padre sta nascondendo Hunson, vero?" fece il mostro, certo come non mai delle proprie deduzioni. Il Re della Nottesfera non aveva molti amici, ma uno di essi era il Re del Regno di Fuoco.
Fiamma annuì; suo padre le aveva spedito qualche messaggio, rivelandole quel piccolo segreto. Ormai erano mesi che Hunson alloggiava presso la celebre corte infuocata.
"Fantastico! Devo assolutamente eliminarlo e, se convincerai tuo padre a collaborare, non gli verrà torta una fiamma." spiegò con voce bassa il mostro, camminando avanti e indietro all'interno della stanza "Era molto che desideravo andare nel Regno di Fuoco, ma non ho mai potuto. Rischierei di bruciarmi viva senza la fattura di un cittadino... Un incantesimo in grado di proteggermi dalle fiamme. Putroppo, sino ad ora nessuno ha accettato di aiutarmi. Sono tutti molto fedeli a tuo padre." Goliad lanciò un'occhiata alla principessa, la quale, dopo essersi passata una mano tra i capelli fiammanti, sorrise.
"Ti aiuterò io. Vedrai."













































 
Ho aggiornatooooo! Yeeeee!
Scusate il ritardo, ma in questi giorni ho tanta ispirazione e poco tempo libero! Oltretutto mi vengono idee per un centinaio di long, ma di questo passo non riuscirò a realizzarne nemmeno una! T.T

Dopo lo sclero..... Spero che il capitolo vi sia piaciuto! mi farebbe piacere leggere una vostra recensione e... Alla prossima!

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Capitolo 14
*** 13- [Un messaggio dal regno di Fuoco] ***








 
13-




[Un messaggio dal Regno di Fuoco]















Uno sfrigolio interruppe improvvisamente il silenzio che regnava nell'ampia sala del castello, quella che Re Ghiaccio diceva essere il proprio studio. Era quasi l'alba e le poche luci che permettevano all'uomo di vedersi attorno, scaturivano dalle numerose lanterne che, nel corso della propria lunga vita, aveva sistemato negli infiniti antri ed angoli della reggia. 
Si voltò interessato verso l'ampio scrittoio in ghiaccio. Lo scrutò qualche istante sino a che, sopra esso, non notò spiccare un foglietto, piccolo ed annerito, avvolto dalle fiamme. Sussultò leggermente, per poi farsi avanti. Riconobbe immediatamente il metodo di comunicazione tipico del Regno di Fuoco. Una volta accostatosi alla scrivania, afferrò titubante il foglietto. Nonostante le mani pressocchè congelate, le fiammette che divampavano dalla carta lo bruciarono.
"Ahi! Paccheretti!" non potè evitare di esclamare, il tipico tono di voce particolarmente acuto. Lasciò nuovamente andare il messaggio e, con un veloce incantesimo, ne congelò le fiamme. A quel punto, potè afferrarlo in tutta sicurezza. Vi fece scorrere lo sguardo più e più volte; ciò che venivano riportate non erano affatto buone notizie.

















La voce -le grida- di Re Ghiaccio si stavano propagando in ogni ala del castello. Lo stregone correva come un folle alla ricerca delle stanze dei propri amici, deciso ad informarli al più presto di ciò che era appena accaduto. Dall'esterno poteva, ogni pochi minuti, udire gli schiamazzi di Stormo. Era  come se quell'ultimo fosse stato in grado di percepire la distruzione che la propria sorella-mostro -Goliad- stava seminando.
Inciampando più e più volte nella propria vestaglia blu, lo stregone raggiunse prima la stanza di Jake. Bussò sulla porta con furia, gridando ed esortandolo a svegliarsi. Non appena riuscì nella propria impresta, pensò a svegliare Abracadaniel, poi Maggiormenta. Una volta giunto di fronte la camera di Finn, andò avanti con la medesima procedura -i pugni che battevano con forza contro la porta in ghiaccio, e le grida di avvertimento-. Non passarono che pochi attimi affinchè l'avventuriero accorresse ad aprire la porta; era a torso nudo, ma aveva fatto in tempo ad inforcare la propria spada. Si doveva essere mosso in fretta, dedusse lo stregone, notando il ragazzino con il fiato affannato. Gli sorrise divertito, per poi prendere parola.
"Oh, Finn. Non ti servirà una spada." lo tranquillizzò "Sto svegliando tutti perchè mi è arrivato un messaggio molto importante! Va in salotto con gli altri, mentre io sveglio Marceline."
L'umano deglutì a vuoto, impallidendo visibilmente. Lo stregone si stava già incamminando verso l'ultima porta, quando la mano del biondo si posò con pesantezza sulla sua spalla.
"Non ti preoccupare! La sveglio io!" tentò di dire, decisamente troppo imbarazzato di fronte la possibilità di dire la verità. Non poteva certo fermarlo, guardarlo negli occhi, e dire 'Non preoccuparti; stavo dormendo con Marcy mezza nuda vicino a me, quindi faccio io'. Infondo, da ciò che gli aveva detto la vampira, tra lei e Re Ghiaccio c'era sempre stato una sorta di rapporto padre-figlia, e Finn non voleva assolutamente che la parte paterna dello stregone se la prendesse con lui, accusandolo di avere magari profanato la propria bambina di mille anni. Eh no, non era il caso.
"Ma non preoccuparti, Finn! Tu vestiti e va' dagli altri!" si limitò a dire Re Ghiaccio, il viso sorridente e gli occhi socchiusi. L'avventuriero sospirò, concentrato come non mai sulla migliore scusa che potesse inventare.
"M-Ma come Re Ghiaccio..." insistette palesemente in difficoltà "Non sai che gli amici fanno così?"
Il volto dell'uomo si fece improvvisamente interessato, accesosi di curiosità udendo la parola 'amici'. Mosse un paio di passi avanti, ma il biondo si spostò in modo tale che all'altro fosse impossibile vedere anche solo un accenno della stanza all'interno.
"Davvero?"
"Certo! Perchè noi siamo amici!" incalzò quindi Finn, certo di avere trovato il modo per convincerlo. E così fu, in quanto l'uomo, dopo una scrollata di spalle ed un ennesimo sorriso, si allontanò, lasciando all'avventuriero il compito di occuparsi della vampira mora. Con un sospiro di sollievo, il giovane si richiuse la porta alle spalle.

"E' stato incredibilmente esilarante!" l'esclamazione di Marceline, rotta alle volte da un singhiozzo dovuto alla risata che forte le stava risalendo dalla gola, fece alzare lo sguardo al ragazzo. La regina dei vampiri si era rivestita, ed ora indossava nuovamente la propria canotta grigia, ed i suoi jeans preferiti. Finn le lanciò un'occhiata spossata.
"Per te sicuramente!" disse poi, lasciandosi andare contro la porta chiusa. La mora lo raggiunse, porgendogli la maglietta. Lui la afferrò, per poi infilarsela in pochi gesti veloci.
"Hai esagerato, Finn. Non ricordi che posso diventare invisibile?" lo stuzzicò divertita, dissolvendosi lentamente di fronte i suoi occhi imbarazzati "Sai, no? Poteri da vampiro." disse, prima di riapparire in aria, esattamente contro il soffitto alto ed irraggiungibile. L'umano si passò una mano tra i capelli.
"Non me lo ricordavo... Cioè, Re Ghiaccio mi ha messo agitazione." spiegò quindi il biondo, alzandosi in piedi ed aprendo nuovamente la porta. Dovevano raggiungere Simon, si ricordò. A quanto pare aveva ricevuto un messaggio, ed era interessato di conoscerne il contenuto. Sperava solo che non si trattasse di qualcosa su Gunter.
Marceline rise, raggiungendo il ragazzo in un battito d'ali "Simon che fa agitare qualcuno?" domandò poi, palesemente retorica "Non penso sia possibile."
Stavano camminando attraverso i corridoi freddi del castello, ed i loro passi riecheggiavano soli sulle pareti brillanti. Marceline si avvicinò a Finn, afferrandogli la mano e stringendola nella propria. Il ragazzo cercò di mantenere la calma, cercò di non farle notare quanto un gesto del genere potesse farlo sentire speciale. Lei, però, lo notò eccome. Sentiva il sangue del ragazzo muoversi in modo febbrile dentro di lui, ed il cuore batteva contro la sua cassa toracica con una furia incredibile. I suoi sensi di vampiro la rendevano in grado di percepire questo e molto altro.
Con una mossa veloce lo superò. Gli afferrò anche l'altra mano e, senza dire nulla, premette le proprie labbra contro quelle di lui. Lo sentì irrigidirsi sorpreso qualche istante ma, non appena la sorpresa scomparve, le rispose con fervore. Ormai, constatò con soddisfazione la vampira, Finn era diventato bravo a baciare. La sua lingua cercava con curiosità quasi morbosa quella di lei e, pur di trovarla, le stuzzicava in modo assurdamente prelibato le labbra, mordendogliele leggermente e leccandogliele con dolcezza.
Allungò le proprie piccole mani sui capelli di lui e vi si aggrappò. Le piacevano, si disse. Erano morbidi e color dell'oro, come un mare meravigliosamente pregiato. Lo sentì portare le proprie mani sui suoi fianchi snelli e Marceline, semplicemente, fremette. Adorava Finn; lo adorava nella sua folle ricerca dell'avventura, nel suo romanticismo pressocchè nullo e mai stucchevole, nella sua ingenuità, ed anche nella sua mancanza di essa.
Si allontanarono dopo momenti infiniti, guardandosi negli occhi con bruciante amore e follia. Poi la ragazza parlò.
"Forse dovremmo andare..." lo esortò in un sussurro. Il biondo annuì, incapace di parlare, completamente senza fiato. La guardò ancora alcuni secondi, le diede un ultimo lieve bacio a fior di labbra, e poi riprese a camminare verso la sala. La vampira lo seguì silenziosamente.


















"Poche ore fa ho ricevuto un messaggio proveniente dal Regno di Fuoco." esordì lo stregone. Erano tutti presenti, e la voce dell'uomo -per quanto acuta- troneggiava allarmata sulle altre. Jake, non potendo evitarlo, lanciò un'occhiata a Finn. L'avventuriero, infondo, era pur sempre stato con la principessa Fiamma e, nonostante quest'ultima non alloggiasse più nel proprio regno, lì viveva il padre.
"Si tratta di un messaggio di aiuto! A quanto pare, il nostro nemico, Goliad, ha attaccato anche quel regno." spiegò con novia professionalità e maturità l'uomo. Immediatamente, il silenzio prese pieno possesso della stanza. Quella non era una buona notizia, per nulla. Il fatto che quel mostro avesse attaccato una nuova terra, poteva significare che la sua fame di potere non avesse intenzione di arrestarsi.
Fra i tanti, Finn si fece avanti "Un messaggio d'aiuto? Perchè a te?"
"Ogni volta che una corte viene attaccata, essa manda un messaggio ad ogni regno. E' una richiesta d'aiuto ma, nel caso in cui questo evento accadesse più volte in un determinato periodo di tempo, anche un avvertimento." a rispondere ara stato Maggiormenta, la faccia colma di ovvietà. Dopo avere lavorato per tanti anni per la reggia di Dolcelandia, conosceva  a memoria prassi del genere. Lo stregone annuì semplicemente.
"Pensate che si tratti di fame di potere o-" "Secondo me ha un piano." intervenne Finn, interrompendo la voce di Jake. Marceline assottigliò lo sguardo incuriosita.
"Un piano?" domandò dunque la mora. La voce era tesa, il viso una maschera di allarmismi e timori. Un dubbio era pericolosamente rinato nella sua mente, un problema che le affliggeva il cervello da quanto quella folle missione era iniziata. L'umano annuì.
"Penso che la Nottesfera sia sufficiente per lei... Infondo è uno dei regni più potenti." spiegò il ragazzo "Perciò deve esserci un altro motivo per cui ha attaccato il regno di Fuoco."
La vampira deglutì a vuoto "Tipo un nemico? Un... Conto in sospeso?"
Jake le lanciò un'occhiata decisa "A cosa stai pensando, Marcy?"
La ragazza sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo sul pavimento in ghiaccio freddo e sentendosi improvvisamente priva di forze "Mio padre." rivelò quindi "Mio padre e Re Fiamma sono in buoni rapporti, ed è possibile che Hunson sia andato nel Regno di Fuoco per chiedere protezione. Goliad potrebbe averlo scoperto..."
Finn aveva sentito tante storie. Storie che parlavano di vampiri e che, se scossi dal dolore, ridotti al pianto, facevano scendere dai loro occhi antichi e profondi lacrime di sangue, color vermiglio e dense in modo disgustoso. Eppure, constatò il biondo con un tuffo al cuore, mentre Marcy singhiozzava, la sola cosa che vedeva solcarle le guance era dolore. Un dolore ridotto a lacrime chiare, trasparenti e salate. Esattamente come le sue.
Le si accostò lentamente, la cinse tra le braccia e, cullandola come si trattasse di una bambina senza più protezione, le mormorò all'orecchio "Andrà tutto bene, lo salveremo. Andremo nel Regno di Fuoco e salveremo tuo padre."
La sentì abbandonarsi a lui, il peso praticamente nullo, e le mani sottili premute contro il petto del ragazzo. Lui sorrise imprecettibilmente, rinforzando la presa con cui la teneva.
"E' una promessa."
















E così Jake aveva rintracciato Flambo -amico conosciuto anni prima- e, dopo avere chiesto lui un piccolo aiuto per riuscire ad entrare nel Regno di Fuoco, erano tutti -il cane, Finn, Marcy, Simon, Gunter, Maggiormenta, Abracadaniel- riusciti a farsi avanti, raminghi all'interno di quelle valli di lava e cenere.













 

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Capitolo 15
*** 14- [La guerra è iniziata p.1] ***


 
14-



[La guerra è iniziata p.1]









Finn abbassò lo sguardo sulle proprie mani. Adesso, grazie all'incantesimo protettivo di Flambo, erano blu. Le rigirò, sempre continuando ad osservarle. Alzò poi gli occhi su Marcy; anche lei era nelle medesime condizioni. A quanto pareva, nonostante i vampiri fossero esseri immortali ed immuni pressocchè a qualsiasi genere di attacco, il fuoco rappresentava per loro una minaccia non indifferente. Così come l'argento.
La vide voltarsi verso di lui e, immediatamente, le sorrise. Era tesa, allarmata oltre l'inverosimile. Per quanto non fosse mai stata in buoni rapporti con Hunson, il pensiero di potere perdere il padre le faceva tremare le ginocchia. Per qualche istante, l'umano si chiese se anche lui, di fronte la perdita del padre naturale, si sarebbe sentito così. Si domandò quanto effettivamente grave potesse essere un dolore del genere e si sentì a disagio perchè mai, in tutta la propria esistenza, nonostante avesse perso il padre adottivo,  aveva potuto provarlo. Studiò l'espressione della vampira; anche se la pelle ora era tinteggiata di un blu sgargiante, era ancora bellissima. Scavò nel suo guardo sottile e femminile, e vi vide dentro una frattura sul punto di ridurla in mille pezzi. Una crepa ancora piccola, ma drammaticamente sul punto di allargarsi. Ecco come doveva essere, si disse il ragazzo. Come se tutto il tuo corpo fosse sul punto di scivolare a terra privo di forze, come se le tue membra fossero destinate a stracciarsi d'improvviso, aprendo d'innanzi ai presenti un viscoso lago di sangue. Deglutì a vuoto, per poi prenderle la mano. Sentì Marceline ricambiare immediatamente la stretta, quasi sospirando di sollievo, come se -silenziosamente- avesse speso ore intere a pregare per quel piccolo gesto da parte del biondo.

Flambo aveva dato loro notizie sconcertanti, qualcosa per cui né Finn, né Jake erano certi di dovere essere più felici, od allarmati; a quanto pareva, il giorno prima Goliad, in compagnia di un alleato temibile, aveva attaccato il regno. La creatura rosa aveva portato con sé un'armata zombie decisamente ben nutrita proveniente dalla Nottesfera. Anche ai morti viventi era stato fatto l'incantesimo di resistenza al fuoco e, non appena arrivati, avevano iniziato ad attaccare i cortigiani. Fortunatamente, Re Fiamma -così come Hunson- non era ancora entrato in scena; ciò significava che erano vivi, anche se nascosti da qualche parte. La parte negativa era che, da quel momento, una vera e propria guerra era scoppiata in mezzo al regno fatto di fiamme e fuoco. Da un lato si trovavano le truppe determinate e rinomate della stessa corte, mentre dall'altro vi erano gli zombie, pressocchè impossibili da uccidere -se non per decapitazione- e completamente indifferenti al dolore.
In quel momento Flambo, Simon, Jake, Finn, Marceline, Maggiormenta, Abracadaniel e Gunter -lo stregone aveva insistito tanto per portarlo- si trovavano a pochi passi dall'ingresso della reggia e, anche da lì, potevano udire i rumori di lame che si scontravano e grida dal suono incredibilmente inquietante. La cima del castello era in parte crollata, dando vita ad un enorme varco -probabilmente quello da cui erano entrati i nemici-, e da esso provenivano continue zaffate di fumo nero. L'umano abbassò lo sguardo sulla piccola creaturina fatta di fuoco. Sorrise leggermente.
"Grazie mille, Flambo. Senza di te non saremmo riusciti ad arrivare sin qui."
Il mostriciattolo, esattamente ai piedi del ragazzo, alzò lo sguardo "Figurati, Finn l'Avventuriero! Spero solo che riusciate a placare questa rivolta."
Il biondo annuì, sempre tenendo stretta la mano della vampira. Alzò poi lo sguardo contro il portone del castello e, dopo avere preso un profondo respiro, mosse un primo passo. Sapeva che Flambo non li avrebbe seguiti, e sperava solo che quello non fosse un addio. Gli altri lo seguirono, Abracadaniel penultimo, seguito a ruota da Maggiormenta. Il dolcibotto era decisamente contrario al piano. A sua detta, sarebbe stato molto più saggio attendere pazientemente l'arrivo di Goliad e, con esso, la morte. La sola cosa che era riuscito a pensare Finn in proposito era che, beh, non poteva esserci creatura più incredibilmente pessimista. Forse neppure il duca Noce!

Ed infine, dopo che un mare di pensieri invase ogni presente, entrarono. Una vampata di sabbia e fuoco li accecò. Il caldo era insopportabile e, nonostante l'incantesimo di Flambo, gli eroi ne risentivano particolarmente. Un'infinità di polvere era stata sollevata in corridoio, e Finn faticava a vedere anche solo a pochi centimetri dal proprio volto. Lanciò una veloce occhiata a Marcy e, senza neppure domadarle nulla, lei si mosse. Si fece avanti con uno scatto veloce, assottigliando lo sguardo.
"Sciabolette!" esclamò il cane, capendo quale fosse il piano messo in atto "Vista vampirica! Idea algebrica!"
La ragazza stava infatti sfruttando al massimo i propri poteri per potere intravedere cosa vi fosse oltre l'enorme ed enigmatica nube di detriti. La prima cosa che notò fu un'enorme figura dall'aspetto umano. In una mano sembrava reggere una lunga stecca, forse in metallo, mentre l'altra era libera. Riflettè: poteva trattarsi di uno zombie.
"Ragazzi," li chiamò dunque, restando sempre in posizione d'allerta, con lo sguardo fermo verso il nemico "penso che ci troveremo contro uno zombie. E' probabile che, poco distante, ce ne siano altri. Non sembrano essere provvisti di armi pericolose. Soprattutto armi di fortuna."
Alle sue spalle, l'umano annuì. L'obiettivo, in quel caso, era decapitare il nemico. Lui aveva una spada, Jake poteva trasformarsi in tutto ciò che desiderava, Simon avrebbe potuto fruttare il proprio ghiaccio e... 
Si voltò verso Abracadaniel e Maggiormenta. Afferrò poi il proprio zaino alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarli. Il primo non doveva assolutamente venire ferito: era la loro arma segreta. Meggiormenta, invece, per qualche bizzarra ragione, era loro alleato. Trovò infine tre piccole ampolle piene di una sostanza blu elettrico. Sorrise, per poi porgerne due al mago, ed una al Dolcibotto.
"Cosa è questa roba?" domandò il maggiordomo, tenendo tra le proprie piccole mani l'oggetto con una certa diffidenza. Il biondo si rimise lo zainetto sulle spalle prima di rispondere.
"Fuoco dell'alchimista. Se vi capitasse di trovarvi nei guai, tiratelo contro il nemico. Le fiamme lo avvolgeranno." spiegò con attenzione il biondo, gesticolando appena, imitando una persona che lanciava qualcosa. La mentina sbuffò contrariato.
"E perchè lui ne ha due, mentre io solo uno?"
Finn ruotò lo sguardo contro il soffitto rossiccio, la pazienza ormai svanita "Pescetti! Perchè Abracadaniel ci serve. E' fondamentale."
"Io non lo sarei?" domandò Maggiormenta. Il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia ma, proprio pochi istanti prima che potesse rispondergli, la vampira prese parola.
"Sono immensamente felice che stiate socializzando, ma vorrei ricordarvi che non abbiamo tempo da perdere."
"Giusto!" esclamò con inaspettata spavalderia Simon, distendendo un palmo e generando una lunga lama ghiacciata. Qualcosa di potenzialmente mortale. Si fece poi largo oltre la nube di detriti.  I presenti lo osservarono allibiti. Pochi istanti dopo, un suono decisamente disgustoso e viscoso fece chiaramente capire a Finn e gli altri che Re Ghiaccio era riuscito nel proprio intento; la testa dello zombie era a terra priva di vita.


















"E' bello stare dalla parte dei buoni, per una volta." la voce dello stregone sembrava più acuta del solito a Jake che, camminando al suo fianco, non poteva evitare di sentirla penetrare fastidiosamente nelle sue orecchie dall'udito iper-sviluppato "Non dico che diventerà qualcosa di tutti i giorni -non potrei mai rinunciare ai rapimenti-, ma potreste chiamarmi più spesso durante le vostre scorribande."
Stavano camminando lungo i corridoi del castello. Dovevano arrivare alla sala del trono al più presto, così da potere giungere a Goliad -così affamata di potere e vendetta da non potersi trovare in nessun altro posto-. Nell'avanzare, avevano già ucciso un consistente numero di zombie, tutti colti alla sprovvista grazie ai meticolosi sensi di vampiro di Marceline. E, a proposito della ragazza, quest'ultima camminava in prima fila, pronta al combattimento, affiancata da Finn che, ormai più disinibito, la teneva per mano di fronte  a tutti.
Jake, udendo le parole dello stregone, ruotò lo sguardo al soffitto.
"Non lo facciamo soprattutto perchè, di solito, sei tu il cattivo."
Simon sghignazzò divertito, coprendosi con fare imbarazzato -ed orgoglioso- le labbra. Al suo fianco, Gunter camminava ciondolando "Oh, hai ragione, Jake!"
"Sai, non penso sia il caso di ridere come nulla fosse. Gli zombie potrebbero sentirci. O, peggio, Goliad!" mormorò senza fiato il cane, deciso come non mai a zittire il folle stregone che, con la lama ghiacciata stretta in pugno, non faceva altro che muoversi goffamente e fare continuo rumore.
"Giusto!" esclamò però, continuando ad ostentare un tono decisamente non trattenuto, Re Ghiaccio "Voglio proprio vederla questa Goliad!"
"Non dirlo neanche per scherzo, Pazzoide!" lo rimproverò l'animale magico, lanciandogli un'occhiataccia. Il suo braccio destro aveva assunto la forma micidiale di una scimitarra, e la teneva di fronte al proprio viso con fare guardingo "Quel mostro è spietato e quasi imbattibile."
"Sai Jake..." intervenne improvvisamente l'umano, rallentando il proprio passo "Mi chiedo come possa aver fatto Goliad ad entrare in questo regno." prese una pausa. Ora anche Marcy lo osservava con una certa curiosità "Intendo che qualcuno deve averle fatto l'incantesimo per resistere al fuoco."  
Il cane sgranò lo sguardo.
"Hai ragione, coso!" esclamò poi sorpreso. Effettivamente, nonostante non si fosse ancora preso neppure un istante per rifletterci, Goliad doveva avere un alleato. E, probabilmente, si trattava di qualcuno di particolarmente forte. Infondo, il mostro non cercava certo collaboratori di poco conto.
"Ma chi è così folle da allearsi con quel mostro?" domandò infine il cane giallo, sollevando le spalle e corrugando la fronte.
"Ehi!" si intromise Maggiormenta, offeso per le parole del cane. Infondo anche il Dolcibotto si era schierato dalla parte del mostro rosato inizialmente.
"Zitto, Maggiormenta!" intervenne improvvisamente la vampira, sibilando con fare minaccioso. Con i suoi sensi, aveva chiaramente avvertito una presenza camminare alle loro spalle. Senza dire nulla, sfoderò i propri artigli particolarmente affilati. Scattò dunque oltre Abracadaniel -ultimo della fila- ma, nel momento in cui tentò di colpire il nemico, la mano le andò a fuoco, completamente avvolta da fiamme rosse e gialle. Gridò, gettandosi a terra, scuotendo la mano per arrestare il fuoco. Finn le fu presto al fianco, il volto contratto in un'espressione allarmata. Era incredibilmente confuso; Marcy, essendo avvolta dall'incantesimo di Flambo, non sarebbe dovuta venire ferita dal fuoco. Eppure era accaduto. Deglutì a vuoto, rendendosi conto che, chiunque era stato, doveva detenere un potere temibile. Scattò in piedi, deciso a difendere i propri amici. Sfoderò la propria spada, brillante sotto la luce forte e continua delle fiamme, e la puntò d'innanzi a lui. Dal buio, infondo al corridoio, spuntò lentamente una figura. Si trattava di una persona esile e non troppo alta. Aveva dei capelli lunghi ed alti, fatti di fiamme inarrestabili, ed indossava un abito elegante ed ampio. Quando Finn la riconobbe, per poco non cadde a terra senza forze.

Principessa Fiamma.

La spada, senza controllo, gli si abbassò, mentre gli occhi gli si riempivano di vergogna. Fino a quel momento non ci aveva ancora pensato, ma la verità era che Finn aveva tradito Fiamma con Marcy. E, ricordò in pochi istanti, l'aveva appena ferita, rischiando di privarla di una delle proprie splendide mani. Rabbrividì e, con la costante consapevolezza di dovere difendere colei che amava, alzò nuovamente l'arma. Fiamma non sembrava normale: non sorrideva amichevole, né il suo sguardo era tranquillo. Camminava a passo lento e studiato, un angolo della bocca sollevato, e gli occhi come due sottili linee furenti. Persino il vestito, si disse Finn, sembrava più sgargiante del solito.
Incontrollato, arretrò di un passo "Fiamma..." mormorò poi. Lei rise. Non gli rispose, bensì sfoderò tutta la propria forte e potente voce in una risata che rimbombò nelle pareti della reggia. E, per qualche istante, il biondo si voltò verso Abracadaniel; era tremante, con una delle ampolle di fuoco tra le mani, ma era ancora lì. Non doveva assolutamente fuggire. Neppure nel caso in cui fosse stato inseguito da un'orda di demoni bavosi.
Si voltò nuovamente verso la principessa "Cosa ti è successo?" le domandò poi, la spada ancora prontamente sguainata. La risata di lei si interruppe bruscamente.
"Non lo sai, Finn? Non si tradisce la propria ragazza." prese una pausa, incamminandosi verso il giovane. Giunse a pochi centimetri dalla punta fredda e tagliente della lama della spada, poi, con un sorrisetto divertito, cercò la figura di Marceline. La vide inginocchiata a terra mentre si teneva stretta la mano ferita, con la pelle più scura per le bruciature.
"Mio padre mi ha sempre detto che mi teneva rinchiusa perchè era così che doveva essere. Perchè sarei stata liberata solo una volta trovato l'uomo della mia vita." Fiamma prestò nuovamente attenzione al biondo "La verità era che i miei poteri erano così forti da intimorirlo. Io sono così potente da potervi bruciare nonostante l'incantesimo che vi protegge." prese una pausa, durante la quale non potè evitare di sorridere emozionata "Contro di me non avete speranze."
"C-Contro?" domandò incredulo l'umano, scuotendo la testa e cercando, oltre le iridi completamente nere della giovane, un briciolo della sua gentilezza "Fiamma, non puoi esserti davvero-" "Alleata con Goliad?" lo interruppe la principessa, passandosi una mano tra i capelli di fuoco, sorridendo femminile "E perchè no? infondo lei non mi mente."
Il biondo si fece avanti di quei pochi passi che lo distanziavano dalla ragazza. Il suo fuoco era immensamente forte e, nonostante l'incantesimo di protezione, poteva sentire le zaffate di caldo stordirlo.  Era come trovarsi in una fornace, come se la pelle fosse sul punto di staccarglisi dal resto del corpo.
"Mi dispiace. I-Io non volevo mentirti. Non volevo neppure tradirti. Solamente che-" "Che cosa?" lo interruppe nuovamente lei, facendo divampare con furia cieca il proprio fuoco "Sei scivolato per errore contro le sue labbra? Le hai per sbaglio carezzato i capelli? Le hai erroneamente avvolto le braccia attorno?" rise poi, di una risata incredibilmente rabbiosa, in grado di fare rabbrividire "No, non è così. Lo hai desiderato! Lo hai voluto! Hai voluto quella vampiretta come non hai mai voluto me!"
Finn deglutì a vuoto "I-Io-" "No, sta zitto! Non voglio sentire altre bugie!"
"Noi non stavamo davvero insieme!" esclamò però, andando contro i suoi ordini rabbiosi, il giovane "Noi non potevamo stare insieme! Abbiamo sprecato interi anni a mentirci, accontentandoci di baciare un dannato sasso, rigirandoci in carta stagnola o ricoprendoci con guanti da forno ma, Fiamma, noi non potevamo stare insieme."
La principessa, livida in volto, serrò le proprie mani in due pugni tesi "Io stavo bene con te."
"No, non è vero. Magari pensi che fosse così, ma non può essere vero." rispose prontamente Finn, sordo alle parole della principessa di fuoco, deciso -per una volta- a dire apertamente ciò che pensava "Abbiamo sedici anni, Fiamma, e, stando insieme, ci siamo persi moltissime possibilità. Tu dovresti stare con un abitante del regno di fuoco... Qualcuno che sia davvero capace di toccarti."
La ragazza scosse forte il capo, le fiamme sempre più forti e spossate. Sentiva le parole del biondo farsi incredibilmente sensate e qualcosa, dentro la sua mente, che la tormentava con furia "No..."
"Ed è giusto!" proseguì l'avventuriero, con ormai l'arma abbassata, guardando attento la giovane "E' giusto che tu sia arrabbiata con me. E' giusto il fatto che mi insulti, ma non è giusto allearsi con Goliad per un motivo tanto superficiale." prese una pausa, il fiato corto e gli occhi lucidi "Io mi  sono innamorato, e posso capire che tu non lo accetti. Non posso però capire perchè ti sei alleata a quel mostro. Ti prego, aiutaci. Se non vuoi farlo per me, fallo per il regno."
Finalmente, dopo quel fiume di parole, Fiamma alzò lo sguardo. Finn la stava guardando allarmato, spaventato e completamente supplicante. Voleva ritrovarsi di fronte alla vecchia Fiamma, quella gentile e normale. La ragazza che, sotto sotto, era sempre stata buona. La donna che non aveva mai davvero apprezzato la politica dittatoriale del padre.
La ragazza puntò i propri occhi scuri contro quelli del ragazzo. Lo osservò attentamente, come non faceva ormai da tempo: partì dalle labbra sottili, la forma del viso ormai divenuta da uomo, il naso piccolo e bello, i capelli biondi e spettinati, ed, infine, gli occhi. Non lo aveva mai visto così vivo, si disse Fiamma. Lanciò un'occhiata alla vampira, ancora chinata a terra sofferente. Se Finn era così incredibilmente pieno di vita era merito suo. Se il giovane umano era felice, era solo che merito di Marceline. E fu allora che Fiamma si disse che, forse, un giorno, anche lei si sarebbe sentita così viva. E che, forse, sarebbe potuto succedere con qualcuno di un po' più simile a lei.

Deglutì a vuoto, sentendo d'improvviso il peso del proprio popolo sconfitto sulle spalle. Sentì un'ondata di vergogna divorarla e, subito, si portò le mani al viso. Gli abitanti del popolo di fuoco non sapevano piangere -cosa abbastanza ovvia-, ma soffrivano immensamente. Sentì il proprio cuore martellare con frenesia, e subito abbassò il volto. Era sconvolta. Era incredibilmente sconvolta per ciò che aveva fatto.
"Mi dispiace..." mormorò poi, sentendo le labbra tremarle e le gambe sul punto di cederle "Ho permesso a Goliad di entrare... Oddio."













 

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Capitolo 16
*** 15- [La guerra è iniziata p.2] -Epilogo ***


Ed ogni volta che arrivo alla fine di una fanfiction mi commuovo. Per me ogni storia è importante, e nonostante questa fosse molto una cavolatina leggera, da leggere magari per passarsi un pomeriggio, mi sono divertita tanto a scriverla, e sono felice che voi l'abbiate letta.

Ci tengo soprattutto a ringraziare [Lesorellepirata] e [Memy_Topolina] che hanno recensito più o meno ogni capitolo (se non proprio tutti), ma anche tutti coloro che l'hanno letta silenziosamente, messa tra le preferite, ricordate o seguite. Grazie perchè se l'ho portata avanti è anche per voi, e grazie perchè non bisogna mai dare per scontato neppure un lettore. Sapere che qualcuno apprezza qualcosa che hai scritto è sempre un'emozione grandissima, e voglio farvi sapere che ho letto ogni singola recensione con un sorriso sulle labbra ed una gratitudine infinita.


Magari, presto o tardi, ci rivedremo nella sezione. Per ora, ciao ♥






 
15-




[La guerra è iniziata p.2]

Epilogo.

















"Goliad!" la voce di principessa Fiamma che varcava con fare solenne la porta della sala del trono, fece voltare di scatto la cretaura dalla pelliccia rosa. Le si avvicinò lentamente, muovendosi con eleganza sulle quattro zampe ampie e possenti, sino a che non vide, oltre la figura sgargiante della giovane, un gruppo di ombre  con il viso basso. Un sorriso le arricciò le labbra spietate.
"Li hai catturati..." mormorò poi con soddisfazione, puntando lo sguardo soprattutto su Finn, il giovane che, con le mani legate dietro la schiena ed i capelli spettinati a nascondergli il volto, restava chinato a terra, sulla sabbia accaldata e rossastra. La principessa si inchinò leggermente, non prestando neppure attenzione alle figure alle sue spalle.
"Li ho trovati poco distanti. Si stavano dirigendo qua con l'intento di salvare Hunson ed uccidere te." narrò Fiamma, accennando un sorriso divertito "Ma li ho bloccati."
"Perchè non li hai uccisi?" domandò Goliad, passando di fronte ad ognuno di essi. Alcune delle persone che stava vedendo gli erano nuove: Abracadaniel e Re Ghiaccio, ad esempio, non li aveva mai davvero incontrati. La principessa scrollò le spalle.
"Non sapevo se era nei tuoi piani eliminarli tutti." si limitò a spiegare con pacatezza la ragazza, mentre Goliad, annuendo assorta, si avvicinava lentamente a Fin, sino ad accostarglisi. Al fianco del biondo vi era la regina vampira Marceline, anch'ella ostacolo alla sua sovranità sulla Nottesfera. Non la degnò però neppure di uno sguardo, troppo intenta a contemplare l'avventuriero che, anni prima, le aveva rovinato ogni chance di prendere possesso di Dolcelandia. Gli sorrise leggermente, a pochi centimetri dal viso.
"Finn, finalmente sei in trappola." Goliad prese una pausa, respirando a fondo e gustandosi a pieno quel momento di completa vittoria "Finalmente potrò vendicarmi pienamente per ciò che mi hai fatto, per la prigionia a cui mi hai costretta."
Per la prima volta da che si trovava a cospetto di quel disgustoso e spietato mostro, l'umano alzò lo sguardo. Non scostò la chioma che, malamente, gli si era appiccicata al viso per il caldo afoso ed il sudore , né cercò di mostrarsi sprezzante del pericolo. Semplicemente, deglutì a vuoto.
"Tu sei un mostro. Ti sei meritata ogni istante di patimento." le mormorò con voce tremante, annaspando con le ginocchia sul suolo sabbioso sotto di lui.
 Goliad rise, singhiozzando per il divertimento, di fronte quell'ennesima dimostrazione di temerarietà. Erano incredibilmente vicini, ma il ragazzo non poteva farle nulla, privato della propria fedele spada, e con le caviglie legate. Il mostro sollevò una zampa rosea, decisa a colpirlo con tutta la propria forza, senza usare trucchetti psichici od altro e, pochi attimi prima che potesse infliggergli il colpo, il giovane gridò.
"Maggiormenta, Abracadaniel, ora!" disse al dolcibotto al suo fianco e al mago che si trovava sul fondo della fila. Immediatamente la mentina scagliò contro la creatura l'ampolla che, qualche ora prima, l'avventuriero gli aveva affidato. Lo stesso fece il giovane mago dai capelli blu, lanciando con disarmante precisione i due piccoli contenitori ripieni di fuoco dell'alchimista. Non appena essi caddero a terra, ad un millimetro dalle zampe di Goliad, tre ampie fiamme color blu metallizzato, incandescenti e folli, avvillupparono la creatura, facendola gridare dal dolore. A differenza delle fiamme di quel regno, quelle dell'alchimista, erano in grado di superare il potere dell'incantesimo anti-bruciatura. Aveva sorpreso Goliad. Finn ostentò un mezzo sorriso.
Subito Fiamma corse verso i prigionieri, liberandoli dalle corde che era stata costretta ad imporre loro. Il piano era stato studiato in modo molto superficiale, nel poco tempo che avevano avuto a disposizione; la principessa del fuoco si sarebbe finta nuovamente loro nemica e, presentandosi a Goliad come arteficie della cattura di Finn e degli altri, li avrebbe portati a lei. Solo allora sarebbe iniziata la vera battaglia.
"Ti ringrazio, Fiamma." le disse l'umano non appena la principessa gli si accostò per slegargli i polsi. La ragazza si limitò a sorridere, per poi sistemarsi in posizione d'allerta. Non era possibile fermare Goliad con un paio di ampolle incantate.
Infatti non passarono più di pochi secondi affinchè la creatura riuscisse a liberarsi, emettendo un sonoro ruggito tutt'altro che confortante. Lanciò un'occhiata furiosa nei confronti di Fiamma, e a Finn non servirono più di pochi brevi istanti per capire cosa avesse intenzione di fare: ipnotizzarla e izzarla contro di loro. Afferrò bruscamente la mano del povero Abracadaniel, tremante e sorpreso di essere effettivamente riuscito a colpire il bersaglio con il fuoco dell'Alchimista, e lo sistemò di fronte a Goliad. Gli diede poi una breve spinta, facendogli capire che era arrivato, finalmente, il momento di agire, il suo attimo di gloria. Lo vide annuire tremante, per poi sfoderare la propria bacchetta magica. Simon aveva detto, giorni prima, che una magia incredibilmente stupida ed infantile sarebbe stata la loro arma vincente, che Abracadaniel sarebbe stato il loro asso nella manica, che Goliad, infondo, non era poi così potente una volta privata dei propri poteri. Ma il punto era un altro; quel maghetto tremante e dai capeli blu sarebbe davvero stato in grado di distrarre la sua mente folle, di dire a quel cervello spietato di fermarsi e di accantonare ogni tipo di potere telecinetico o psichico?

Incredibilmente vi riuscì. Nessuno vide un raggio sgargiante e potente sprigionarsi dalla bacchetta a seguito di un paio di veloci movimenti, né videro Goliad cadere a terra frustrata. Eppure notarono una rabbia accentuarsi sempre più in lei. L'umano la notò strizzare gli occhi infastidita, per poi battere i piedi a terra contrariata, come una bambina sul punto di gridare per una qualsiasi ingiustizia. E tutti, all'unisono, realizzarono che era finalmente priva di poteri. Realizzarono che ce l'avrebbero fatta, e quell'orribile incubo sarebbe finito. Un sorriso sincero si allargò sul viso di Re Ghiaccio, improvvisamente certo di essere dalla parte giusta.






















A seguito della perdita di poteri di Goliad la battaglia era finita nel giro di pochi attimi. Vi erano stati un paio di colpi inferti da Finn, e quello di grazia da parte di una Marceline decisamente colma di rancore. Una volta morto il mostro, i suoi zombie si erano ritirati, tornati a nascondersi nella loro casa: la Nottesfera. Hunson era stato ritrovato insieme a Re Fiamma in un bunker di sicurezza, e la vampira gli era saltata al collo emozionata. L'uomo aveva ricambiato la stretta con un certo imbarazzo, ma segretamente orgoglioso. Poi, tra le macerie di un regno che era stato sul punto di crollare, si erano tutti guardati e, sconvolti, avevano tirato un sospiro sollevato.
Uno ad uno, se ne erano poi andati, chi attraverso portali incantati, e chi uscendo dall'ampio portone andato in frantumi.

"Finn, allora ti muovi?" la voce allegra di Marceline lo attraversò pienamente, facendolo sorridere di una gioia incontrollata. La guardò incantato. Si trovava sulla soglia della reggia, sulla groppa di un Jake fattosi improvvisamente gigante. E, si disse, guardandole i capelli neri e lunghi muoversi al vento caldo, era bellissima. Era una visione angelica ed abbagliante.
"Arrivo! Solo... Aspettatemi lì." rispose il biondo, mentre la vampira ed il cane annuivano semplicemente. Il ragazzo di voltò dunque verso la principessa Fiamma, osservandola con un certo imbarazzo, ma anche con profonda gratitudine. Era pura forza in quel momento, ferma tra le briciole di una guerra che era andata a finire bene.
"Fiamma, io-" "Non devi dire nulla, Finn." la interruppe la ragazza, allargando le braccia e guardandosi attorno "Nonostante tutto, so che se non ci fossi stato tu, qui ed ora, del mio regno non sarebbe rimasto niente. Questo cancella qualsiasi rancore." gli disse con un leggero sorriso ad arricciarle le labbra, mentre i suoi capelli si facevano largo in una fiamma tranquilla, dai toni arancioni. La vide lanciare uno sguardo oltre la spalla del ragazzo, verso Marceline.
"Non ti ho mai visto tanto felice." gli disse poi, deglutendo a vuoto "Lo sarò anche io."
Non potè evitare di sorridere, lui, certo come non mai che la ragazza avesse ragione. Solo uno stupido si sarebbe fatto sfuggire Fiamma.
"Non ne dubito." si limitò quindi a dire il ragazzo prima di voltarsi e dirigersi verso Jake e Marcy. Si accostò al cane e, con un balzo veloce, gli giunse in groppa. Fiamma lo sentì poi intonare una canzonetta stupida su un villagio fatto di calzini ed una soda senza zucchero. E, si disse, lo avrebbe rivisto. Si sarebbero riincontrati e sarebbero stati amici.


"Questa canzone non ha senso, coso!" esclamò Jake, ascoltando con la fronte aggrottata le strofe intonate dal biondo. Marceline, stretta al ragazzo, rideva divertita. Le sembrava incredibile che la calma fosse tornata e che, con essa, vi fosse Finn, il suo ragazzo. Ancora stentava a crederci. Lui, quel meraviglioso uomo, era suo!
"Zitto, Jake! A Marcy piace!" esclamò l'umano, dando un leggero calcio al fianco del cane, il quale sfoderò un sorrisetto diverito.
"Non ho mai detto che mi piaccia! E' solo incredibilmente buffa!" rispose prontamente la vampira, passandosi una mano sulla chioma lunga, per poi puntare lo sguardo contro il cielo rossastro di quella dimensione infuocata "Non si è mai vista una lattina di soda che indossa un calzino!" commentò poi, facendo questa volta ridere il biondo.

"Finn," riprese immediatamente la vampira "ricordi cosa dovevamo fare alla fine di quest'avventura?"
Il ragazzo si voltò, cercando il suo sguardo. La incontrò intenta a fissare delle stelle inesistenti ed un manto color ruggine dall'odore di carbone. Strinse le spalle confuso, non capendo la domanda della ragazza. Lei, finalmente, cercò il viso di lui. Lo incontrò concentrato nel contemplarla e, immediatamente, Marcy sorrise.
"Dare la caccia a tutti i cattivoni delle terre di Ooo." gli ricordò, continuando a tenere le labbra arricciate all'insù, guardandolo con amore ed emozione "Sarà divertente, no?"
Il ragazzo annuì, chinandosi contro il suo viso magro e socchiudendo gli occhi. Lei fece altrettanto, schiudendo le labbra già pronta a sentire le sue contro di lei. Quando accadde, avvertì un brivido pervaderla. Finn era ovunque in quel momento: sulla sua bocca, sul suo corpo, nei suoi capelli, nella sua anima, nella sua mente, nel suo cuore stantio...
Sollevò una mano per aggrapparla al suo collo quando...
"Smettela di sbaciucchiarvi voi due! Sulla mia groppa sono vietati sbaciucchiamenti, d'accordo?" intervenne bruscamente Jake, scrollando la schiena e guardandoli torvo. Marcy e l'avventuriero si staccarono, ridendo divertiti.
"Ok, fratello..." acconsentì Finn "Ci rifaremo a casa..."
Marceline rise, mentre il cane si portava una zampa contro il muso con fare stremato "Oh, pescetti!" esclamò poi ilarità.





Quello era l'inizio della loro vita.




 

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