Menzogne di HarryMacy2020 (/viewuser.php?uid=100433)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eureka ***
Capitolo 2: *** esca? ***
Capitolo 3: *** Pessimo piano ***
Capitolo 4: *** In incognito ***
Capitolo 5: *** Cosa? ***
Capitolo 6: *** Paure ***
Capitolo 7: *** Verità ***
Capitolo 1 *** Eureka ***
Eureka
L'ennesimo rapimento. Sei donne scomparse in altrettante settimane e la polizia di Starling City brancolava nel buio.
Il detective Lance aveva di fatto accettato l'aiuto di Arrow dopo la guerriglia messa in atto da Slade Wilson e anche questa volta non poteva esimersi dal chiamarlo. La vita di troppe persone era in gioco e con i loro soli mezzi e le loro limitazioni non sarebbero riusciti a trovare il colpevole.
Oliver entrò nel nuovo covo dopo l'ennesimo pattugliamento e cercò con lo sguardo i suoi compagni.
Quando era ormai stato chiaro che il vecchio rifugio sotto al Verdant fosse stato compromesso, Felicity si era preoccupata di sistemare quello nuovo, trasportando ogni materiale ancora utilizzabile con l'aiuto di Roy.
Quel ragazzo, incredibilmente forte e tenace, ora si era ridotto all'ombra di se stesso. La partenza di Thea, le sue motivazioni lo avevano distrutto e, per quanto John e Felicity tentassero di distrarlo, in lui ormai qualcosa si era rotto.
Ma anche Felicity aveva i suoi problemi. Quel TI AMO avevo destabilizzato il suo equilibrio e l'aveva portata a farsi molte domande, troppe forse.
L'arrivo di Laurell nel team non aveva aiutato poi.
Seppur in cuor suo sapesse che lei era lì per aiutare e che ne Oliver ne la stessa Laurell avessero fatto passi in tal senso, qualcosa la disturbava, molto più della presenza di Sara in precedenza.
Felicity si voltò all'ingresso di Arrow e lo salutò con uno dei suoi sorrisi, tornando poi a concentrarsi sul suo lavoro al computer.
-Allora, niente di nuovo?-chiese John avvicinandosi all'amico intento a liberarsi delle armi.
-Niente.-fu la sua secca e stanca risposta.-Scusa John, ma non capisco. Deve esserci un modo per rintracciare quest'uomo! Felicity...-si rivolse alla sua partner con tono più basso e speranzoso-...trovato qualcosa?
La giovane staccò gli occhi dai monitor e lo fissò desolata.- Mi spiace, Oliver, niente di nuovo. E' come se questo tizio si dileguasse con la sua...vittima?-chiese incerta-Ma non è una vittima, giusto?-stavolta rivolta a John-Cioè, insomma...se non c'è un corpo all'ora non può essere una vittima, no? Oddio, scusate, sto di nuovo farneticando.-agitò il capo come a scacciare dei pensieri e prese un profondo respiro.
Entrambi ignorarono la donna e si guardarono pensierosi.
-Qualcuno non può semplicemente sparire...così?urlò Roy schioccando le dita, dal tappeto degli allenamenti.
-Ci basterebbe capire come sceglie le sue..qualsiasi cosa siano.-riprese Felicity, riprendendo posto davanti ai monitor.
Non era passata inosservata l'allusione a Thea ma la ragazza sapeva che avrebbero dovuto parlarne più in là, ora avevano del lavoro da fare.
Laurell fece il suo ingresso in quel momento e calamitò l'attenzione di Oliver, stringendolo in un abbraccio e baciandolo sulla guancia.
Felicity sospirò e continuò la sua ricerca cercando di non permettere alla cosa di disturbarla troppo. Facile a dirsi.
Come puoi dire al tuo cuore di non amare qualcuno? Come puoi essere così forte da guardare la persona che ami stare con un'altra?
Cercò di concentrarsi sul lavoro. Dovevano trovare quell'uomo o un'altra donna sarebbe scomparsa. Ma come?
-Sono entrata nel nostro database per reperire ogni possibile riferimento a persone accusate di rapimento negli ultimi 2 anni e mio padre sta controllando la lista delle persone comparse della città. Troveremo un punto da cui partire, Oliver.-Laurell pronunciò il suo nome con un tono dolce e premuroso, come a volergli fare forza.-Troveremo quell'individuo.-lo rassicurò.
Ma Oliver non la stava ascoltando, continuava a riflettere sulla soluzione dell' enigma, alla possibilità di trovare la vittima prima del suo aggressore. Ma come?
-Un'esca!-la giovane it girl si voltò di scatto alzandosi in piedi e puntando gli occhi sull'arciere.- Abbiamo bisogno di un'esca!
-Sarebbe utile sapere che tipo di persona cerca il nostro uomo, non credi?-le rispose l'altra donna con tono umoristico.
Felicity ricadde sulla sedia e mise il broncio. Cavoli!
-Non hai trovato affinità tra le donne scomparse finora?-domandò John alleggerendo l'atmosfera.
-Niente di particolare. Sono tutte donne bianche, giovani e belle. Un po' troppo generico come identikit, no? Insomma, ragazzi, mi serve...aspettate... -La giovane riprese posto al pc e digitò qualcosa in modo frenetico.-Eureka!-esclamò con enfasi.
-Cosa?-le chiesero tutti perplessi. Persino Roy sembrava interessato ora.
-Ho ricontrollato le foto nei rapporti che il detective Lance mi ha gentilmente procurato-sorrise con fare sornione-e forse c'è qualcosa che accomuna tutte le donne. Come ho fatto a non capirlo prima, maledizione!
-Ok, Felicity, di che stai parlando?
-John, un legame c'è, non l'avevo considerato importante ma ora, forse-aveva lo sguardo di tutti puntato addosso-...tutte quelle ragazze erano single...
-Bell'affare Felicity. E cosa dovremmo cercare? Considerando che 2/3 della popolazione femminile di questa schifosa città è single.
Roy aveva urlato la sua domanda facendo sobbalzare i presenti.
Felicity cercò di comprendere il suo stato, era arrabbiato e soffriva per la donna amata, poteva non capirlo? Dovevano parlare, presto.
-Le donne sono, in un modo o nell'altro, collegate ad un'agenzia per cuori solitari. Jennifer Write, la prima scomparsa, era iscritta e anche Susan Clock, ma non risultava alcuna Priscilla Stone o Paula Mendez per questo non ho fatto i collegamenti.
-Continua Felicity.-la incalzò Oliver.
Prese un profondo respiro e mise le foto delle giovani sul tavolo di fronte a lei indicandole man mano.
-Hai detto che alcune non risultano, quindi....?-John sembrava perplesso.-Non capisco.
-Ci sto arrivando. La Stone e la Mendez hanno cancellato la loro iscrizione meno di 2 mesi fa e Cristall Price...beh, lei ha usato un nome fittizio, non chiedetemi perché. Cioè lo so, chi vorrebbe far sapere in giro che è così disperata da aver bisogno di un'agenzia per trovarsi un uomo?-si bloccò esasperata. Quando avrebbe imparato a tacere.
-Quindi abbiamo una pista?
Roy sembrava rinato, pronto a combattere.
-Sì, abbiamo una pista e ora ci serve soltanto un'esca.-rispose compiaciuta la ragazza.
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Capitolo 2 *** esca? ***
-Quella
di usare un'esca non è una
buona idea.
Oliver
liquidò la sua proposta con un gesto del capo. Si
voltò
e prese a ripulire le armi.
-Hai
altre proposte? No, perché sono aperta ad ogni tuo
suggerimento, sai che farei qualsiasi cosa mi chiedessi...-non di
nuovo-...tre due uno. Dicevamo...-sospirò.
Oliver
fu catturato dalle sue parole. Quella ragazza era incredibile,
riusciva di dire cose senza senso o con troppi sensi...
-Intendevo
dire che se hai altre idee, siamo tutt'orecchi.-finì
cercando
di rimediare alla gaf. Avrebbe dovuto imparare a contare fino a 10
prima di parlare, magari anche 100 visto le cose bizzarre che le
uscivano di bocca ultimamente.
Gli
altri sembravano non percepire la tensione o erano davvero bravi a
non darlo a vedere e Felicity fu particolarmente grata a John quando
questi prese la parola.
-Felicity
ha ragione...
-Grazie
Dig!-esultò beccandosi uno di quei sguardi assassini di
Oliver.
-...Oliver,
sarebbe protetta e controllata e non sarebbe la prima volta che entra
in campo.
-Aspetta...-cominciò
confusa Laurell-...parli di lei? Credo che se qualcuno debba fare da
esca sarebbe meglio che sapesse almeno difendersi.-altro sguardo
assassino di Oliver.
A
Felicity non era sfuggito il tono di Laurell. Proprio non si
sopportavano ma perché poi,
Dico
io, cosa le ho fatto. Insomma io ne ho di motivi per non sopportarla
ma lei...riprendi il filo del discorso!
In
quel momento di stasi, nessuno osava guardare Oliver.
-Come
credi che trovi le sue vittime?-chiese d'un tratto.
Le
sue parole erano dure ma sapeva cosa c'era in ballo. Non voleva
rischiare la vita di nessuno, ne tanto meno quella di Felicity.
Doveva esserci un'altra soluzione.
Felicity
tornò alla sua postazione e controllò dei file
prima di
rispondergli.
-E'
probabile si inserisca nel database dell'agenzia e le trovi
così,
perché?
Un
pensiero gli balenò in mente. Più semplice e
sicuro
dell'altro piano.
-Pensi
di riuscire ad inserirti nel suo computer ed estrapolare delle
informazioni?
-Si,
credo di sì...
-Ma...-la
incalzò lui irritato.
-Ma
se non so chi è come posso sapere quale computer acherare?
Oliver
incrociò le braccia e riprese a parlare.
-Puoi
restringere il campo controllando chi è entrato nel database?
-Sì,
ma potremmo parlare di...
-Fallo!
Il
tono della sua voce non ammetteva repliche. Digitando sulla sua
tastiera, la giovane impiegò pochi minuti per avere dei
risultati.
-4
persone hanno tentato di entrare nei file in modo non convenzionale.
Sempre troppi, no?-cosa voleva fare?
-Entra
nei loro computer.-ordinò.
Ok,
era stanca di quell'atteggiamento da tiranno. Non avrebbe tollerato
ancora per molto quel suo fare. Qualsiasi problema avesse, che lo
risolvesse e in fretta.
-Non
è così facile! Credi che basti digitare qualcosa
e il
computer risponde? Devo avvicinarmi a loro e tentare di hacherarli
senza essere scoperta o addio piano.-assurdo anche solo pensare di
fare una cosa del genere.
Le
cose non si stavano mettendo bene, maledizione. Non poteva metterla
di nuovo in pericolo dopo quello che era successo con Slade.
Si
sentiva frustrato e stanco. Perché continuava a sperare che
tutto dovesse tornare a posto, a prima di quel maledetto giorno. Per
quanto lei si sforzasse di nasconderlo, sapeva che le cose erano
cambiate tra loro. Avevano mentito, entrambi. Questo aveva detto, ma
sapeva di mentire proprio in quel momento perché qualsiasi
cosa provasse per Felicity stava diventando più forte e
prepotente e stava offuscando il suo giudizio.
Non
c'era persona al mondo di cui si fidasse di più e che
più
di lei meritasse il suo supporto eppure...
-Troveremo
un modo per farti avvicinare a quei computer.-assicurò.-E io
verrò con te per assicurarmi che non ti succeda niente.
Detto
questo uscì dalla stanza senza dire altro lasciando tutti
attoniti e confusi.
Laurell
decise di tornare al suo lavoro e quando rimasero soltanto loro tre,
Roy prese la parola.-Che diavolo significa questo teatrino? Che gli
prende?
Felicity
fissò John negli occhi in una muta richiesta di spiegazioni
ma
l'uomo scrollò le spalle.
-E'
ora di andare a casa. Domani organizzeremo tutto, riposatevi
ragazzi.-dicendo questo passò accanto alla ragazza e le
strinse gentilmente il braccio donandole uno dei suoi sorrisi
eloquenti.
Dig
sembrava stanco, non ci aveva pensato ma anche lui aveva il suo da
fare con la gravidanza di Layla e l'Argus da
“controllare”,
eppure era sempre lì per lei. Non sarebbe mai riuscita a
ringraziarlo per il suo supporto. Lui sapeva la verità,
sapeva
dei suoi sentimenti per Oliver...oddio, tutti lo sapevano, di
certo...e aveva sempre cercato di starle accanto. E lei non si era
preoccupata di chiedergli nulla.
John
sembrò comprendere il filo dei suoi pensieri.
-Layla
sta bene, la gravidanza procede nella norma.
-E
tu come stai?-non riusciva a non essere preoccupata.
-Non
lo so-sospirò, sorridendole-Ma starò sicuramente
meglio
quando questo mostro sarà catturato.
Sapeva
che stava cercando di tranquillizzarla, di minimizzare il problema.
-Ok,
allora a nanna, ci vediamo domani. Tu che fai Roy? Non vieni?-prese
le sue cose e con l'amico si avviò all'uscita.
-Resto
un altro po' ad allenarmi.-rispose senza neppure voltarsi a
guardarli.
Si,
dovevano proprio parlare. E dopo sarebbe toccato a Oliver sorbirsi le
sue ramanzine.
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Capitolo 3 *** Pessimo piano ***
Il
giorno seguente, Felicity si affrettò a tornare al covo per
trovare una soluzione al caso e con sua sorpresa, oltre la sua
postazione, disteso sul materassino per gli allenamenti,
scovò
un Roy ancora addormentato.
Cielo!
Non sembrava una situazione occasionale; accanto a lui, acqua e della
pizza fredda e una delle loro vecchie coperte riusciva a malapena a
coprirgli metà gamba.
Ditemi
che non è qui che passa le notti...perché?
Roy
sembrò percepire la sua presenza e, in modo scomposto, si
mise
a sedere.
Rimasero
fermi a guardarsi negli occhi, senza proferir parola, per un tempo
infinito. Poi il ragazzo cominciò a riordinare le sue cose e
in silenzio riprese gli allenamenti.
Non
aveva idea di cose fosse giusto fare. Fingere di non sapere o
iniziare quel famoso discorso?
-Perché?-pessimo
modo d'iniziare ragazza, puoi fare di meglio.-Intendo dire...da
quanto? No, ok, anche così non va bene.-iniziò a
farfugliare, avvicinandosi al ragazzo che ancora le dava le spalle.
Arrivata
alle sue spalle, poggiò una mano sulla sua spalla facendolo
scattare e allontanare istantaneamente.
-Roy,
parlami, ti prego. Siamo amici e so quello che stai provando ma...
-Tu
sai quello che sto provando? Davvero Felicity?-gli ringhiò
incredulo, facendosi avanti.-E dimmi come mi sentirei? Eh? Come?
La
ragazza si sentì sopraffatta da tanta rabbia e non
riuscì
a rispondergli.
-Forza!
Hai detto che lo sai...come ci si sente quando la persona che ami non
sceglie te? Quando senti che niente ha più senso senza di
lei?
Come?-prese un respiro e la fissò con sguardo di
fuoco.-Quando
scopri che i tuoi amici ti hanno mentito?
Felicity
gelò. Roy sapeva...in qualche modo aveva scoperto che negli
ultimi 4 mesi, dopo la cattura di Slade, loro avevano nascosto la
verità su ciò che era successo, su ciò
che lui
aveva fatto.
Il
ragazzo aveva ragione ad essere arrabbiato. Doveva aver accumulato
tanta di quella rabbia per la storia di Thea e per la verità
sulle sue azioni che era un miracolo non avesse spaccato qualcosa.
Troppo
presa ai suoi problemi, i suoi dubbi, aveva lasciato che il resto le
scorresse addosso e non si era resa conto di quanto i suoi amici, la
sua famiglia avesse bisogno di lei.
Tornò
ad avvicinarsi al giovane, allungando una mano verso di lui, cercando
di creare un contatto.
-Mi
dispiace...-solo un sussurro-...mi dispiace così tanto
Roy.-ancora una pausa per dargli il tempo di assimilare il
significato delle sue parole.-Quello non eri tu, non pensarlo,
mai!-impotente, lasciò che calde lacrime le solcassero il
viso.
Roy
continuava a fissarla, teso . Azzardò un passo nella sua
direzione, fermandosi, come se avesse paura. Infine, colmò
la
distanza tra loro e strinse a sé l'amica.
Felicity
lo accolse e lasciò che versasse tutte le sue lacrime
cullandolo tra le sue braccia.
Fu
così che John li trovò più tardi,
ancora uniti e in silenzio. Li guardò, imbarazzato, e si
stupì di
quanto geloso fosse di quel momento tra loro. Anche lui aveva bisogno
di parlare di ciò che lo stava logorando con qualcuno.
Oliver
non tardò a fare il suo ingresso ma, ormai, quel momento era
finito. John aveva lasciato del tempo ai due e ora stava aiutando Roy
con gli allenamenti mentre Felicity lavorava al computer.
Nell'aria
aleggiava una strana carita elettrica e l'arciere non poté
non
notarlo.
Cercò
conferma nei presenti ma nessuno lo degnò di uno sguardo.
-Sei
riuscita a restringere il campo dei sospetti?
Felicity
si poggiò sullo schienale della sedia e si voltò
per
aggiornarlo.
I
suoi occhi erano gonfi e rossi? Perché? Cosa diavolo stava
succedendo? Aprì bocca per cercare una risposta ma la
ragazza
lo batté sul tempo.
-Uno
dei sospetti si è rivelato un ragazzino in cerca di siti
porno. Non commenterò la cosa visto che stiamo parlando di
un
tredicenne e mi fa pena. Aspetta, il commento l'ho fatto?-scosse la
testa-Comunque, sto cercando di trovare gli altri 3 ma è
difficile, sono bravi a nascondersi e non so se riuscirò ad
hackerare i loro sistemi senza collegarmi direttamente.
John
si avvicinò ai due partecipando alla discussione.-Hai
bisogno
di collegarti direttamente ai loro pc, come quella volta con
Merlin?-il tono era preoccupato.
La
it girl lo guardò distrattamente, lasciando vagare lo
sguardo
oltre la sua figura in direzione di Roy. Quel ragazzo la preoccupava.
Riusciva ad estraniarsi dal resto del mondo così
facilmente...
Ma doveva pensare all'aggressore, un problema alla volta.
Tornò
a rivolgersi ad Oliver.-No, il nuovo giocattolo che l'Argus mi ha
regalato mi aiuterrà...-sorrise soddisfatta.-Questo piccolo
chip...-cominciò mostrando ai presenti uno dei congegni che
aveva poggiato accanto a sé-...è in grado di
abbattere
qualsiasi blocco, dalla giusta distanza, e potrà permettermi
di controllare i singoli apparecchi ed individuare quello del nostro
uomo.
Oliver tentò di concentrarsi sul piano
da elaborare senza
soffermarsi sulle possibili conseguenze. Qualcuno avrebbe potuto
farsi male. Lei avrebbe potuto farsi male. Maledizione!
-Ok,
se la teoria della polizia è valida, abbiamo quattro giorni
per trovare la prossima donna.
-Il
detective Lance è convinto che la cadenza delle aggressioni
sia precisa, una donna ogni settimana?
-Si,
John, e stando ai rapporti, sembrerebbe abbia ragione. Quindi, se ci
attiviamo subito potremmo evitare un'altra scomparsa. Hai localizzato
i sospetti, Felicity?
-Si,
questo è stato relativamente facile....cioè, lo
è
stato perché ho a disposizione una tecnologia
all'avanguardia-voltatasi verso Dig-Te l'ho detto quanto sono
contenta che tua moglie lavori per l'Argus?
L'uomo
tentò di restituirle un sorriso sincero ma non era facile.
-Va
bene. Dove sono?-tagliò corto Arrow.
-Il
primo soggetto è in un hotel di lusso in centro, il secondo
nei pressi della zona industriale.
-Il
terzo?-Roy era di nuovo dei nostri.
-Nelle
Glades, in un mini appartamento nella parte meno colpita dal
terremoto.
Ai
presenti non sfuggì il sospiro di Roy.
-Pensi
di riuscire ad aiutarci?-il tono dell'arciere era pacato e
speranzoso.
-Non
dubitarne. Ho bisogno di tenere la mente occupata, capo. Sono dei
vostri, sempre.
Oliver
gli sorrise cercando di infondergli un po' della sua forza, anche se
in quel momento sentiva di non essere al massimo, almeno in quanto a
concentrazione.-Il piano è questo: ci dividiamo in tre
squadre, ognuna delle quali posizionerà il chip ad una
distanza di sicurezza dal sospettato e lasceremo che Felicity si
colleghi e ci informi dei risultati.
-Sembra
un piano perfetto...
-Ma....perchè
c'è un ma, vero, Felicity?-iniziava ad essere stanco di
questa
situazione, della tensione che aleggiava nell'aria. Perché
le
cose non potevano essere facili per una volta?
Alzandosi
in piedi, prese posto di fronte ad Oliver, incrociando le braccia al
petto, cercando di non farlo arrabbiare oltre.
-Mi
spiace ma...anche se vi avvicinate al portatile non c'è modo
per me di infiltrarmi se non sono lì
vicino.-perchè
sembrava si stesse scusando, non era certo colpa sua.
-Hai
detto che non sarebbe stato come con Malcom!-le urlò contro
facendola trasalire.
John
si frappose tra i due notando il volto pallido dell'amica.-Sono certo
che Felicity stia facendo del suo meglio, Oliver, e urlarle contro
non aiuterà a risolvere il problema.
Ok,
ora basta, davvero! Con chi credeva di avere a che fare? Non gli
avrebbe permesso di aggredirla come per la storia di Barry.
-Ho
detto che non devo collegarmi direttamente, Oliver! Ma devo essere
abbastanza vicina perché, nel caso in cui qualcosa andasse
storto, dovrò pensare e agire in fretta.-anche lei stava
urlando ora.
Oliver
si prese il volto tra le mani e respirò profondamente.
Lasciò
che i minuti passassero, sperando che con essi sparisse un po' della
sua rabbia.-Tu vieni con me, controlli il primo pc e se non
è
quello andiamo oltre.
Quell'uomo
adorava dare ordini, incredibile.
-Ok,
capo.-rispose lei con tono strafottente, riprendendo posto ai
computer.
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Capitolo 4 *** In incognito ***
In
incognito
Il
piano era semplice. John si sarebbe diretto verso l'hotel in centro,
Roy a The Glades e Felicity, insieme con Oliver, avrebbero
controllato nella zona industriale.
Erano
le 22 quando fu chiaro alla giovane che il tipo appostato presso le
industrie era soltanto un uomo disperato in cerca della donna
perfetta.
-Come
se esistesse la donna perfetta...-sussurò Felicity mentre,
in
sella alla moto di Oliver, si allontanava con l'amico in direzione di
The Glades.-Insomma, non che voi uomini abbiate esattamente una donna
ideale, no? Belle gambe, bel viso...poco cervello...-prese un
attimo-...questo naturalmente non è riferito a te...anche
se,
considerando la pazza, la detective e...l'altra pazza con cui
sei...-davvero stava parlando di donne con lui? Cosa c'era di
sbagliato in lei?-Non sto dicendo che scegli le tue donne solo in
base all'aspetto fisico..anche se...Laurell e Sara sono...
-Felicity!
-Scusa...fingi
non abbia detto niente..-sospirò incredula.
Oliver
aveva ascoltato il suo monologo con un sorrisino beffardo sul viso,
che ora aveva lasciato spazio ad uno sguardo triste e forse offeso.
Era questo quello che pensava di lui? Credeva fosse così
superficiale? Ma, in fondo, come darle torto, col suo comportamento
aveva dato prova di non saper scegliere la donna giusta. Di essere in
grado di farsi abbindolare facilmente, per quanto cercasse di negarlo
anche a se stesso.
Se
solo avesse immaginato quali erano stati i suoi pensieri quella sera
a Mosca...ma non lo avrebbe mai saputo, avrebbe continuato a fingere,
a mentire...per proteggersi e proteggere la donna che amava.
Trovarono
Roy appostato oltre l'edificio in cui si trovava il secondo
sospetto, intento a guardare nel vuoto.
-Roy..?-la
it girl cercò di catturare la sua attenzione parlando a
bassa
voce.
Il
ragazzo sembrò risvegliarsi e voltandosi verso i nuovi
arrivati sospirò profondamente.-Il tipo è una
tipa, in
realtà. Non credo sia il nostro
“uomo”.-disse l'ultima
parola mimando le virgolette con le dita.
Un
sorriso
-Una
donna non sarebbe stata in grado di narcotizzare e trasportare da
sola un'altra donna...-confermò Oliver serio.
-Perfetto!
Cioè...non è perfetto perchè ancora
non abbiamo
scoperto i piani del...-passò lo sguardo dall'uno all'altro
e
sopsirò-...andiamo da John.
L'hotel
era davvero di lusso, in centro, uno di quelli che Oliver aveva
spesso usato, prima dell'isola, per appartarsi con la ragazza di
turno.
-Questo
non è l'hotel in cui tu e Sara..?
Lo
sguardo contrario dell'arciere la trafisse e ammutolì.
Davvero
doveva imparare a stare zitta.
John
li aggiornò. Era rimasto di vedetta davanti alla porta di
servizio, nascosto dall'oscurità.
Glia
altri lo raggiunsero ma Roy sembrava più irrequieto ora.
-Il
nostro sospetto ha affittato una camera al terzo piano, la 235.
Dobbiamo trovare il modo di avvicinarci il più possibile
senza
destare sospetti.
Per
Arrow non sarebbe stato difficile ma Felicity non era decisamente
preparata a scalare un palazzo.
-Quindi...?-chiese
sperando in un miracolo.
-Avevo
detto che era una pessima idea...-
-Sul
serio, Oliver? Siamo arrivati alla fine...quasi, di questa storia e
tu ora te ne esci così?
-Trova
tu una soluzione, visto che certo non possiamo entrare dalla porta
principale.
La
mente della donna formulò un'idea nello stesso momento in
cui
il suo cervello lo relegò come assurdo.
-Potrebbe
funzionare...
-Cosa,
Felicity? Cosa potrebbe funzionare?
John
fissò l'amica e sorrise complice.-Potrebbe funzionare...
-Cosa?-gli
altri due urlarono all'unisono.
-Oliver
Queen che affitta una camera per stare con una donna...
-State
scherzando?-spostò lo sguardo da John a Felicity incredulo.
La
donna gli si parò davanti e prendendo un profondo respiro
prese parola.-Non devono per forza sapere chi sono io..cioè
chi è la donna con cui vuoi...farai...hai capito. Ti
presenti
alla reception, prendi una camera e io ti seguo. Facile...
-Stai
scherzando?
-Hai
il disco rotto? No, non stò scherzando...maledizione, non
infangherò la tua reputazione, tranquillo, nessuno
saprà
che sono io.
-Infang...che
stai dicendo?
-Non
sia mai che il magnifico Oliver Queen si faccia vedere interessato a
una come me...
Ok,
ora davvero era arrabbiata. Un conto era non provare gli stessi
sentimenti, un altro era insultarla così apertamente.
Voltandosi,
cercando di riprendere il controllo della propria mente, Arrow
riflettè a mente lucida. Non era preoccupato per la sua di
reputazione ma per quella della donna, come poteva non capirlo? Alla
Queen Consolidated circolavano già troppe voci, se qualcuno
li
avesse visti...
-Funzionerà,
Oliver.-lo rassicurò nuovamente l'amico.
-E
non abbiamo altra scelta...a meno che tu non voglia portarmi i in
spalla mentre ti arrampichi...
Ancora
voltato, cercò di prendere atto delle possibili alternative.
Non ce n'erano. In più, a detta di John, l'uomo non era in
camera e questo avrebbe significato meno pericolo per tutti.
-Ok.
-Fantastico...sono
pronta a farlo....dio, questa suona male, vero?
Gli
altri presero a ridere.
Nonostante
cercasse di sembrare tranquilla, la verità era che aveva
paura...aveva paura di ritrovarsi in una situazione simile a quella
di 4 mesi prima...non era ancora riuscita a elaborare quelle parole e
sapeva che anche lui ne era rimasto colpito.
Avrebbe
affrontato il problema se si fosse presentato ma, era sicura, niente
sarebbe potuto andare storto.
Niente.
Note:
So che è breve, come sempre, ma è breve ma
intenso, no?
Spero
vi piaccia e possiate perdonarmi per la lunga assenza.
Siamo
quasi giunte al momento...beh...mi direte voi che momento è.
Per
il momento, grazie a tutte :*
|
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Capitolo 5 *** Cosa? ***
Cosa?
Oliver
entrò nella hall dell'hotel con passo deciso.
Si
era cambiato d'abito e ora indossava dei semplici jeans e una
maglietta per cercare di dare nell'occhio il meno possibile e aveva
chiesto a Felicity di attendere un suo segnale per entrare a sua
volta; avrebbe preso la stanza cercando di far comprendere al
receptionist di non voler creare troppo rumore al riguardo e poi
sarebbero saliti al terzo piano.
Aveva
con se una ventiquattrore dove aveva riposto il computer della sua it
girl.
L'uomo
consegnò a Oliver la chiave della stanza ammiccando sornione
beccandosi un'occhiata glaciale.
In
che guaio mi sto cacciando, maledizione. I suoi pensieri ancora
vorticavano frenetici nella speranza di trovare alternative, ma
niente.
Ciò
che lo spaventata maggiormente era la reazione della sua partner se
qualcuno li avesse scoperti. Lui era conosciuto per essere un playboy
ma lei...lei era così...così sbagliata per uno
come
lui. Felicity era quel tipo di donna che non accetta compromessi, per
cui un uomo avrebbe messo la testa a posto. Non potevi prenderti
gioco di una donna come lei...amare Felicity avrebbe significato
amarla per sempre, totalmente e incondizionatamente, qualcosa a cui
non era ancora pronto.
Riscuotendosi
da questi pensieri, prese la chiave e si voltò verso la
porta
scorrevole, indicandole di entrare.
Felicity
s'incamminò domandandosi come le era potuta venire un'idea
così stupida e come mai Oliver le aveva dato ascolto, di
nuovo.
Prese
un profondo respiro e si fece avanti pregando che la sciarpa e il
cappello che aveva calcato sulla testa riuscissero a mascherare la
sua identità.
Quando
si ritrovarono entrambi nell'ascensore, Felicity riprese a respirare.
-Forse
non è stata una buona idea.
Oliver
le scoccò uno sguardo perplesso.-E' una tua idea...di nuovo.
-Lo
so ma...
-Non
dire che non credevi ti avrei ascoltato perché lo abbiamo
già
fatto questo discorso.-sembrava esasperato.
-Vero
ma...oddio, immagini se dovessero vederci insieme?-si voltò
di
scatto, fissandolo con aria sconvolta.-Cosa penseranno di me? Ecco,
diranno che la povera e sfigata segretaria si è fatta
fregare
dall'affascinante e sexy datore di lavoro ed è finita
per...oddio, non ci voglio pensare...anche perché
tecnicamente
io non lavoro più per te, giusto?-davvero cercava aiuto da
lui? che se ne stava imbambolato con le braccia conserte appoggiato
alla parete.-Insomma ho lavorato sodo per arrivare dove sono e la mia
reputazione sarebbe distrutta se nascessero certe voci nell'ambiente,
non credi?-Senza lasciarlo rispondere, riprese il suo frenetico
monologo.-Ma dai, chi crederebbe mai che uno come te voglia
fare...insomma si...hai capito...
Il
colore del suo volto ora era bordeaux. Qualcuno davvero doveva
fermarla quando iniziava a straparlare.
Dall'auricolare
al suo orecchio destro sentì distintamente Roy farneticare
un
-Troppo tardi-
Sistemò
meglio la borsa in cui teneva il dispositivo e lanciò uno
sguardo perplesso al compagno.
-Che
significa?
Oliver
aveva ascoltato tutto in silenzio, pregando che smettesse di parlare
per non peggiorare la situazione già abbastanza
imbarazzante.
Ma ovviamente le cose non potevano andare bene, no, ora ci si metteva
anche Roy.
-Roy,
cosa intendevi quando hai detto troppo tardi?
La
tensione era palpabile, qualcuno avrebbe dovuto parlare o Felicity si
sarebbe nuovamente prsa in uno dei suoi sproloqui.
-Roy?-fissando
Oliver negli occhi-Oliver? Qualcuno può gentilmente dirmi...
-Alla
QC giravano delle voci...-non sapeva davvero come affrontare il
problema. A Mosca aveva cercato di depistare la Rochev con il suo
atteggiamento ma, evidentemente, alla fine la cosa era arrivata alle
sue orecchie. Maledizione.
-Quali
voci, Oliver?
Felicity
vide il volto dell'arciere cambiare espressione e capì,
inorridendo.-Stai scherzando, vero? Cosa?
John
prese in mano la situazione.-Ragazzi siete arrivati, dovete scendere.
Avete del lavoro da fare, potrete discutere dopo di ogni cosa.
Le
porte dell'ascensore si aprirono e la donna si catapultò
fuori
lanciandogli poi uno sguardo eloquente.-Puoi giurarci che ne
discuteremo.
Detto
ciò si avviò verso la loro stanza.
Lui
la seguì, in silenzio, consapevole di avere un problema
molto
più grande da risolvere: trovare un modo per evitare di
rispondere alle sue domande, perché davvero non aveva idea
di
come gestire la cosa. Non poteva dirle che aveva cercato di arginare
il problema andando a letto con Isabel, non avrebbe aiutato.
Né
poteva ammettere che era stato distratto tutto il tempo dal volto di
un'altra donna.
Avrebbe
cercato una soluzione più tardi, ora avevano un criminale da
acciuffare.
Una
volta entrati in camera, Felicity prese dalla sua borsa il congegno e
lasciò che Arrow le passasse il suo computer, riuscendo a
collegarsi immediatamente al pc dell'uomo e iniziando la sua ricerca
per confermare le loro ipotesi. Doveva essere lui il loro uomo e se
avesse trovato le prove avrebbero potuto chiamare il detective Lance
e lasciare a lui il resto del lavoro.
-Sono
dentro.-confermò non distogliendo gli occhi dal suo
portatile.
Oliver
era fermo davanti alla finestra ad osservare la bellezza della sua
città di notte.
-Maledizione,
si sta muovendo.
-Felcity
riesci a mantenere il collegamento.-John era apprensivo dall'altra
parte dell'apparecchio.
-Se
non si allontana troppo si ma...ci sono, ho trovato i file...oh mio
dio...
Ridestato
dai suoi pensieri, si affiancò alla donna, avvicinando il
volto al suo.
Lei
sentì crescere l'imbarazzo e si scostò
leggermente,
riprendendo a battere le dita frenetiche sulla tastiera.
Oliver
percepì il suo disagio e se ne rammaricò, era
colpa sua
in fondo...era lui quello che mentiva e creava certe situazioni.
-No..no...no...
-Che
succede Felicity?-chiesero all'unisono i suoi amici.
-Stò
scaricando i file ma lui se ne stà andando...John, hai detto
che non era in stanza...
-Mi
dispiace, non so come possa essermi sfuggito...
-Ok,
datemi solo 2 min...no! Cavoli! Segnale perso.
-Ma
hai trovato i file, no?
-Si,
Oliver ma non sono riuscita a scaricarli e questo significa che non
abbiamo le prove.-detto questo si alzò in fretta e prendendo
le sue cose si avviò alla porta.
-Dove
vai?
-Lo
seguo...
-Scusa?
Sei impazzita?
-No,
ma se non riesco a caricarli ora potremmo non avevre un'altra
opportunità. Per quanto ne sappiamo potrebbe essere diretto
verso la sua prossima vittima.
Senza
ascoltarlo neppure, si catapultò nel corridoio,
appiattendosi
contro la parete quando vide il loro uomo voltare verso l'ascensore.
-Ora
blocco gli ascensori così sarà costretto a
prendere le
scale...
-Felicity...
-Non
ti sto minimamente ascoltando, ho del lavoro da fare e tu puoi
criticarmi o darmi una mano, Oliver, scegli.
Il
tono della sua voce era imperioso eppure Oliver non riuscì a
nascondere un sorriso e un moto d'orgoglio per la sua
donna...partner.
Arrivati
all'angolo, sentirono l'uomo imprecare per gli ascensori e dirigersi
verso le scale di servizio.
-Seguiamolo...
-Va
bene, ma resta dietro di me. Ti voglio al sicuro.
-Questa
l'ho già sentita...e non mi pare sia finita bene.
Cercando
di non cogliere la frecciatina della ragazza, le si parò
davanti, seguendo il sospetto. Lasciarono passare diversi minuti.
-Dobbiamo
seguirlo o perderò...
-Non
dobbiamo farci vedere o saremo morti.
Aveva
ragione e lo sapeva ma non voleva dargliela vinta, era troppo
arrabbiata. Le aveva davvero nascosto delle voci su di loro? E chi
gliene aveva parlato? Non poteva lasciarsi il lusso di perdersi nei
suoi pensieri, aveva un cattivo da arrestare.
Oliver
le fece segno di seguirlo e, senza far rumore, aprì la porta
e
si accinse a scendere le scale.
Sotto
di loro il rumore dei passi dell'uomo.
Quando
lo sentirono aprire una porta, allungarono il passo cercando di
essere cauti alla stesso tempo.
Ora
erano al primo piano, vicino alla sala congressi.
Felicity
nel frattempo continuava a digitare all'impazzata mentre tentava di
stare al passo dei due uomini.
-Sì!
Lo
aveva detto ad alta voce? Notando lo sguardo di disapprovazione del
suo partner la risposta doveva essere sì. Ancora.
Oliver
la prese per un braccio e la fece voltare verso di lui, appiattendola
contro il muro, cercando di nascondere all'altro quello che aveva in
mano la donna.
Si
fissarono negli occhi, constatando che i passi si stavano avvicinando
a loro ora.
Felicity
cercò di scusarsi con lo sguardo addolorato, non ne
combinava
una giusta.
-Che
succede, ragazzi?
-John,
si sta avvicinando, abbiamo bisogno di un
diversivo.-sussurrò
all'amico, facendosi sempre più vicino alla ragazza, come a
volerla proteggere con suo stesso corpo.
Se
si fosse avvicinato abbastanza avrebbe mangiato la foglia e lui non
poteva combattere lì, circondato da telecamere.
Ormai
era ad una manciata di passi da loro.
-Dobbiamo
distrarlo.
-Non
so come aiutarvi, mi spiace.-John non aveva idea di come ne sarebbero
usciti stavolta.
-Idee
Oliver?
Nell'istante
stesso in cui lei pronunciava quelle parole, Oliver le si
avvicinò
fino a sfiorarla.
La
guardò intensamente e calò su di lei, lasciando
che le
loro labbra si unissero in un casto bacio.
Non
di nuovo....perché mi fai questo, di nuovo? Fu l'unico
pensiero coerente di Felicity prima che Oliver rendesse il bacio
più
caldo, schiudendole le labbra e prendendo possesso della sua bocca.
Il
tutto durò pochi istanti nella realtà, il tempo
necessario affinché il rapitore si sentisse in imbarazzo e
si
voltasse riprendendo la sua strada.
Ma
per loro fu un'eternità.
Il
primo ad allontanarsi fu lui, lasciando vagare lo sguardo sulle sue
labbra rosse e umide.
I
loro occhi si cercarono imbarazzati.
-Ma
che diavolo?
Entrambi
si voltarono sentendo una voce famigliare.
Laurell
era a pochi passi da loro e li fissava sbigottita.
Nota
dell'autrice: :3 Che ne dite, sis? Biricchini i nostri ragazzi...
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo e anche se non vi
è
piaciuto, fatemelo sapere, ok? Scusate, come sempre, se ci sono
errori, di qualsiasi tipo :P. A presto. :*
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Capitolo 6 *** Paure ***
Paure
L'imbarazzo
calò tra loro, lasciandoli incapaci di proferir parola.
Laurell
continuava a guardarli con un'espressione allibita e incredula mentre
Felicity cercava di riprendere a respirare e Oliver emetteva uno dei
suoi sospiri eloquenti.
La
prima a ridestarsi da quel momento di stasi fu Felicity che,
assicurando John della riuscita del piano, si allontanò
leggermente lanciando ad Oliver un'occhiata indagatoria e forse di
accusa e prendendo a digitare qualcosa sul suo pc.
-Sto
inviando al Detective Lance le informazioni che abbiamo ottenuto e le
coordinate che John mi sta mandando...lo sta seguendo...così
potranno catturarlo prima che rapisca qualcun altro.-con quelle
parole stava forse cercando di scusarsi con Laurell? E
perchè
poi? A malapena riusciva a dare un senso lei a quello che era appena
capitato...no, un senso proprio no. Perchè lo aveva fatto?
Perchè l'aveva baciata nuovamente? Perchè le
stava
facendo questo di nuovo, maledizione? Eppure lui conosceva la
verità
sui suoi sentimenti, sapeva cosa...
-Felicity?
La
ragazza fu presa alla sprovvista dal tono preoccupato del giovane
all'auricolare.-Dimmi Roy.
-Tutto
ok? Come avete fatto a cavarvela?
Bella
domanda. Naturalmente anche Oliver aveva ascoltato, essendo collegato
al covo, e ora la guardava in quel modo...come se volesse dirle
qualcosa ma non riuscisse a trovare le parole...o forse non volesse.
Odiava
quando lo faceva.
Senza
riuscire a parlare, si voltò ad osservare Laurell che se ne
stava ancora eretta nella sua incredulità spostando lo
sguardo
dall'uno all'altra.
-Io
non capisco...cosa...?
-Dobbiamo
andare, Felicity...? Dobbiamo tornare al covo e accertarci che il
Detective riesca a catturare il nostro uomo. Laurell...-si
congedò
in tono asettico.
Detto
questo, prese Felicity per un braccio e si catapultò verso
le
scale.
Non
sapeva davvero come interpretare le cose...il bacio, decisamente non
una messinscena...e la reazione alla presenza della sua ex. Ma quando
mai lui si comportava in modo normale? Quando mai era riuscita a
capirlo in quel frangente?
Persa
nelle sue riflessioni, notò a malapena dove si trovavano.
Erano scesi al piano terra e ora si trovavano a pochi passi dalla
reception. Inchiodò e strattonò Oliver cercando
di non
far troppo rumore.
-Oliver...-tentò
di catturare la sua attenzione senza alzare la voce ma l'uomo
sembrava deciso a non ascoltarla, camminava spedito lasciando
trapelare ...rabbia? Perchè era arrabbiato? Lei doveva
esserlo. Le aveva mentito riguardo ai pettegolezzi, l'aveva baciata
in quel modo...davvero un bel modo...Smettila! Segui il filo del
discorso, Fel!...e ora rischiava di dare un fondamento a quelle
stesse chiacchiere. Se qualcuno li avesse visti uscire dall'hotel,
avrebbe sicuramente fatto 2 + 2 .
-Oliver,
Fermati! Non possiamo farci vedere.-il suo tono ora era più
una supplica.
Sembrò
finalmente sentirla e, fermandosi di colpo, Felicity gli
andò
a sbattere contro.
Sentì
i muscoli della sua schiena contrarsi, così come tutto il
corpo sembrò divenire un fascio di nervi.
Si
voltò a fissarla. Per un istante si soffermò
sulle sue
labbra, ancora tumide, e sembrò deglutire.
-Oliver...hai
capito cosa ho detto?-era davvero preoccupata. Dov'era finito il suo
sangue freddo? Che diavolo gli succedeva?
Ponendogli
dolcemente una mano sul braccio, ricambiò lo
sguardo.-Cos'hai?
Se così duro..rigido...volevo dire teso, si...teso, sei
teso.
Oddio,Oliver, parlami.-3-2-1- respira ragazza e conta fino a 10 la
prossima volta.
-Non
possono vederci uscire insieme.
-Ma
dai? E io che ho detto?-Ok, era davvero strano.
Preso
il coraggio a due mani, lo trascinò nuovamente verso le
scale,
si sistemò sciarpa e cappello e lo strattonò,
indicandogli la porta principale.-Io vado per prima stavolta, tu
aspetta qualche minuto e poi seguimi. Ti aspetto dietro l'angolo, ok?
Lui
annuì distrattamente e lei si allontanò.
La
mente annebbiata da troppi pensieri incoerenti. L'aveva baciata ed
era stato...bello. Le sue labbra erano state invitanti e calde
e...che diavolo gli era preso? Doveva allontanarla non baciarla in
quel modo. E poi Laurell...non aveva voglia di trovare una soluzione
a tutto questo, non ora.
Il
suo cellulare squillò e sul display comparve il nome della
sua
partner e un messaggio: Tocca a te. Prendendo un profondo respiro,
uscì nella fredda notte.
Era
nei guai, lo sapeva. Dovevano parlare. Presto ma non era sicuro di
cosa fosse giusto dire: un'altra menzogna? Per tenerla al sicuro. O
la verità? Rischiando tutto.
Rientrarono
al covo in silenzio e Felicity prese subito posto ai computer.
-Siete
stati grandi. Ma come avete fatto a cavarvela alla fine?
Il
tizio era proprio davanti a voi e
poi...silenzio
radio.
Nessuno
dei due rispose lasciando Roy e John confusi.
-Tutto
ok? Che succede?-John cercò di interrogare l'amico, fermo
poco
lontano dalla postazione della loro it girl. L'aria era satura di
elettricità. Quei due ne avevano combinata un'altra delle
loro, o meglio...Oliver ne aveva combinata un'altra delle sue e ora
la tensione si poteva tagliare con un coltello.
-Il
detective mi ha confermato la cattura del rapitore. Sono riusciti a
farsi dire dove sono le altre donne.
-Cosa
hai trovato nei files che ti ha tanto sconvolta?-cambiare discorso
sembrava una buona alternativa al silenzio.
-Quel
tipo stava organizzando una tratta delle schiave...prostituzione.
Avrebbe venduto quelle povere donne al mercato nero...
-Ma
noi lo abbiamo fermato.
-Si,
Roy, lo abbiamo fermato, grazie a Dio.-il suo sguardo vagò
per
un istante verso Oliver e i loro occhi rimasero incollati per un
istante.
Tirando
un sospiro, la giovane si alzò dalla sedia e, a braccia
conserte, si parò davanti a lui.
-Allora?
L'inquisizione
probabilmente avrebbe fatto meno paura. Il suo tono era glaciale.
Oliver
alzò lo sguardo su di lei senza riuscire però a
rispondere.
-Voglio
una risposta, Oliver...ora! Cos'è questa storia dei
pettegolezzi?
-E
del bacio?-Laurell aveva fatto il suo ingresso al covo e neppure lei
sembrava molto incline a lasciar correre.
John
e Roy si scambiarono uno sguardo confuso.-Bacio?-chiesero
all'unisono, beccandosi uno sguardo glaciale da parte degli altri.
Roy
alzò le mani in segno di resa e John sorrise nascondendo il
gesto dietro la mano.
Cercando
di elaborare un piano, Oliver si avvicinò a Laurell e le
prese
la mano invitandola a seguirlo.
La
donna non se lo fece ripetere e sorridendo gli andò dietro,
verso la parte più appartata del covo.
Colpita
dal gesto, Felicity trattenne a stento le lacrime e con quel poco di
dignità che le era rimasta, prese le sue cose intenzionata
ad
andarsene.
John
la fermò per un braccio e le sorrise dolcemente, tentando di
infonderle un po' di sicurezza.-Dovete chiarire...qualsiasi cosa sia
successa in quell'hotel...
-Mi
ha baciata! Di nuovo.-sospirò voltandosi a guardarli parlare
sommessamente.-Sono stanca, John. Me ne vado a casa. Buonanotte.
-Felicity,
aspetta. Ascolta non pretendo di essere nella sua mente e,
onestamente, ha talmente tanti problemi che non mi piacerebbe
proprio, ma so cosa prova...
-John,
no, ti prego...Mi sono illusa già una volta. Quella sera,
quel
ti amo e quel bacio sono stati una menzogna lo so...insomma, non era
neppure un vero bacio. Ma stavolta...stavolta lui mi ha baciata,
capisci? E ora sta cercando di spiegare alla donna che ama che era un
piano, di nuovo. Cosa vuoi che faccia? Cosa dovrei aspettare,
dimmelo?
Roy
si avvicinò a loro.-Lui ti ama. E' un'idiota e forse non te
lo
dirà mai, ma ti ama. E dovresti cercare di lottare per
questo.
Fidati, te lo dice uno che non lo ha fatto, non abbastanza, e ora si
sente morire.
Felicity
cercò di sorridere e di credere alle sue parole ma davvero
non
sapeva cosa fare.
Doveva
aver significato qualcosa...voleva crederci ma aveva così
paura di soffrire nuovamente.
Percepirono
l'istante preciso in cui Laurell trattenne il respiro e, girando sui
tacchi, si incamminava verso l'uscita. Nel suo passaggio,
lanciò
un sorriso amaro verso di lei e riprese la sua strada.
Felicity
intercettò i suoi occhi rivolti verso di lei e il suo
sorriso
spento. Sembrava stanco.
Gli
si avvicinò, pronta a combattere per avere le sue risposte.
-Perchè
non me lo hai detto?
Gli
altri due uomini colsero l'occasione per lasciare il covo. Roy
continuava ad avere uno sguardo triste e sconsolato ma John...lui non
riusciva a smettere di sorridere.
Quei
due lo avrebbero ucciso, erano in grado di fargli dimenticare anche i
suoi problemi, le sue paure. E li amava per questo. Sarebbe tornato a
casa, dove Layla lo aspettava tutte le sere, e insieme avrebbero
trovato un modo per affrontare tutti i cambiamenti che il destino
aveva riservato loro e per godersi l'arrivo del loro bambino, come
era giusto che fosse. Perchè è questo che fanno
le
persone che si amano: affrontano tutto insieme perchè niente
è
troppo complicato o difficile o pericoloso quando ami qualcuno.
Rimasti
soli, Oliver e Felicity si permisero il lusso di rimanere immobili,
l'uno di fronte all'altra, pronti a risolvere il loro di problemi.
-Cosa...-prese
un profondo respiro, chiuse gli occhi e poi li incatenò a
quelli dell'uomo che amava.-Dimmi la verità, Oliver, ti
prego...-lo supplicò.
Note
dell'autrice: Mi fermo sempre sul più bello, vero? :p
Scusate.
Spero
cmq vi piaccia anche questo capitolo che, con tutto il cuore, dedico
alla mia piccola sis Michy :*
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Capitolo 7 *** Verità ***
Verità
Oliver
le voltò le spalle tentando di acquistare una sicurezza che
non gli apparteneva.
Sapeva
di doverle dire la verità, non potevano continuare con tutte
queste menzogne, non era giusto per nessuno dei due....ma sapeva
anche che una volta superato quel confine non sarebbe più
stato possibile tornare indietro. E forse era proprio questo che lo
spaventava.
Cosa
sarebbe accaduto se avesse ammesso i suoi sentimenti? Come sarebbero
cambiate le cose tra di loro? Sarebbe riuscito a gestire la sua
ansia, la sua paura di perderla...di farle del male?
Abbassò
le spalle esausto. Chiuse gli occhi e cercò di prendere
coraggio.
Felicity
intanto lo osservava in silenzio, terrorizzata.
Come
le era venuto in mente di dargli un ultimatum? Lo aveva appena visto
parlare con Laurell e non poteva sapere ciò che le aveva
detto,. Lei se ne era andata irritata ma, quella donna era strana...e
se lui le avesse detto che tra loro non c'era niente e mai ci sarebbe
stato? Se avesse solo immaginato di sentire in lui una reazione a
quel bacio. Se...
Oliver
le puntò gli occhi addosso, indugiando sulle labbra.
Le
sembrò di vederlo deglutire ma...
-Felicity,
io...-cominciò avvicinandosi e posandole istintivamente una
mano sulla guancia.
La
ragazza assimilò il suo calore mugugnando a quel gesto
così
intimo che tanto le era mancato e, preso coraggio, lo fissò
a
sua volta, coprendo la mano con la sua.
Può
il tempo rallentare tanto da fermarsi? Si. Stava accadendo proprio in
quel momento.
-Oliver...
Entrambi
avevano paura di rompere quell'incantesimo ma sapevano, allo stesso
tempo, di non aver scelta.
Il
primo a riacquistare l'uso delle parola fu Oliver.
-Non
riesco ad immaginare cosa farei se dovesse accaderti qualcosa...-la
sua voce era un sussurro, una carezza leggera colma di tristezza.
-Ogni
giorno in cui scelgo di essere al tuo fianco, come tua partner,
rischio di farmi male. E' già accaduto, Oliver, e
accadrà
ancora. Sono stata rapita, interrogata e quasi uccisa non so
più
quante volte eppure non ho rimpianti. Non c'è altro luogo in
cui vorrei essere se non qui con te, per aiutarti ad essere
quell'eroe che so puoi diventare. Il mio posto è
questo...qualsiasi cosa...comunque vada. Se tu resti, io resto e se
tu combatti, io combatto. Questo no cambierà mai, lo
capisci,
Oliver? E non voglio che tu tu senta in colpa se o quando mi
capiterà
qualcosa perchè è la mia vita, ricordi? Ed
è una
mia scelta.
Oliver
l'ascoltò incredulo. Quella donna così forte e
coraggiosa...come poteva meritare lei e il suo amore?
-Io
ti amo, Oliver Queen e questo non cambierà mai.
-Perchè?-riuscì
a chiedere senza spezzare il legame fisico tra loro.
Felicity
lo guardò perplessa, sorridendogli poi.
-Non
lo so. Perchè...perchè si Non c'è una
risposta
giusta. Non si sceglie chi amare, credo sia qualcosa che accade e
basta. E' il tuo cuore a scegliere non la tua testa, per questo credo
sia difficile. Ma io sono pronta a provarci. Quando ci siamo
baciati...ed intendo all'hotel perchè quello a casa
tua....-sospirò-è un'altra
storia....sò, credo
che anche tu abbia provato qualcosa, non so cosa ma...non puoi dirmi
di non aver provato niente, Oliver. Non dirmelo. O starei facendo la
figura dell'idiota con tutto questo discorso e, nonostante sia
abituata a fare figuracce, non è che ne vada proprio fiera.
Oddio, sto perdendo il filo del discorso, vero?
Oliver
rise di gusto alla sua loquacità disarmante, zittendola
però
con lo sguardo.
-Ho
provato qualcosa. E anche l'altra volta ma...non volevo concedermi il
lusso di credere di poter avere una vita normale, come tutti gli
altri. Guarda come sono finite le mie relazioni passate, Felicity?
-Preferirei
evitare di pensarci, se non ti spiace, ma vorrei ricordarti che io
non sono loro. Io ti conosco meglio di chiunque altro, so chi sei
davvero, con me non dovresti mai mentire o giustificarti.
-E
se ti usassero per arrivare a me?-il terrore era ancora radicato in
lui.
-Tu
verresti a salvarmi, come fai sempre.-fu la sua semplice risposta.-Io
credo in te, mi fido di te e poi...quale posto sarebbe più
sicuro di quello accanto a te?
Entrambi
risero, finalmente liberi da un peso.
Felicity
gli si avvicinò e, in punta di piedi, si aggrappò
alla
sua camicia sfiorandogli le labbra con le proprie.
-Non
ti libererai di me facilmente.-gli sussurrò a pochi
centimetri
dal suo viso, con sguardo sognante.
A
quel punto, lui prese possesso delle sue labbra, mordendole quello
inferiore e inducendola a dischiuderle per approfondire il contatto.
Qualcosa
in lui si sciolse, ci fu come un click nella sua testa mentre come un
assetato si beava del suo dolce sapore e finalmente capì la
verità.
L'amava
e uniti avrebbero affrontato ogni cosa perchè lei non era
mai
stata e mai sarebbe stata una sua debolezza ma la sua più
grande forza, senza la quale non avrebbe potuto vivere.
Nota
dell'autrice: Diciamo che è finita...però
chissà...
Spero comunque che vi sia piaciuta, almeno quanto
è
piaciuto a me scriverla :)
Grazie a tutte le persone che mi hanno seguito in
questa storia
e che mi hanno recensito :*
Alla prossima...
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