Between dream and reality di Hermione92 (/viewuser.php?uid=20225)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il segreto ***
Capitolo 2: *** Reagisci! ***
Capitolo 3: *** Lezione di pozioni ***
Capitolo 4: *** Una pozione color cioccolato ***
Capitolo 5: *** Scandalo ***
Capitolo 6: *** L'incubo ***
Capitolo 7: *** Effetti collaterali ***
Capitolo 8: *** Mya e Principino ***
Capitolo 9: *** Parole ***
Capitolo 10: *** Il suo fuoco ***
Capitolo 11: *** Draco, solo Draco ***
Capitolo 12: *** Quel mondo... il loro ***
Capitolo 13: *** Violet ***
Capitolo 14: *** Il suo faro tra la nebbia ***
Capitolo 15: *** La luna, l'amore ed il peccato ***
Capitolo 16: *** Una porta per la sua anima ***
Capitolo 17: *** Ci riuscirai... ***
Capitolo 18: *** Dentro ***
Capitolo 19: *** Lezione di difesa ***
Capitolo 20: *** Lo specchio ***
Capitolo 21: *** Verita' ***
Capitolo 22: *** Fiducia ***
Capitolo 23: *** Un vero amico ***
Capitolo 1 *** Il segreto ***
1.
IL SEGRETO
Il
treno avanzava velocemente, con il rumore continuo delle rotaie, un
suono metallico e fastidioso. Hermione era comodamente seduta in uno
scompartimento vuoto. La riunione dei prefetti si era conclusa da
poco e lei aveva congedato tutti, dopo aver presieduto come
caposcuola, ed era rimasta sola. Finalmente
libera di immergersi nei suoi pensieri e nelle sue fantasie. La sua
fronte era appoggiata al vetro del finestrino. Il paesaggio
verdeggiante scorreva sotto ai suoi occhi. Man mano che si avvicinava
ad Hogwarts si sentiva sempre piu' a casa. Sospiro', chiudendo
debolmente gli occhi, per sentire meglio quel rumore che ogni volta
le procurava una gioia infinita. La porta dello scompartimento venne
aperta bruscamente, facendola sussultare e pestare la testa contro la
finestra.
-Ahi!-
si massaggio' la fronte, appoggiandosi allo schienale del sedile.
-Che
c'e' Mezzosangue? Un semplice rumore e' in grado di metterti k.o.?-
le chiese una voce che lei conosceva fin troppo bene, appartenente
all'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare al momento:
il serpeverde piu' purosangue di tutta la scuola, Draco Lucius
Malfoy.
La
ragazza non rispose, limitandosi a sospirare ed a togliere una ciocca
di capelli dagli occhi, portandola dietro ad un orecchio. Draco la
guardo' con aria di superiorita', dall'alto in basso. Poi si sedette
di fronte a lei, cominciando a guardare fuori dal finestrino.
Hermione lo osservo' a sua volta, la sua aria da snob, i suoi capelli
biondissimi e lisci, quel corpo muscoloso grazie agli allenamenti di
quidditc. Dovette ammettere che non era poi tanto male, anzi diaciamo
che non lo era per niente. Si chiese cosa ci facesse in quello
scompartimento, con lei. La riunione dei prefetti era finita e lui se
n'era andato... ma perche' ora era piombato li'?
L'aveva
gia' insultata, ma la cosa strana era che non l'aveva rifatto. Molto
insolito da parte sua. Infatti normalmente il ragazzo non perdeva mai
l'occasione di discutere con lei, era il suo passatempo preferito. E
si puo' dire che anche la ragazza trovava utili i battibecchi
quotidiani: le permettevano di sfogarsi. Certo, a volte era fin
troppo offensivo, ma lei aveva imparato a non dar peso alle sue
offese... piu' che altro lo faceva perche' credeva che in fondo lui
non si comportasse in quel modo per colpa sua, no, era certa che lo
facesse per l'influenza che suo padre aveva da sempre esercitato su
di lui. Dietro la sua maschera lei credeva ci fosse qualcuno
sensibile, o, perlomeno, non come lo dipingevano tutti. Non l'aveva
mai dimostrato, ma ne era comunque convinta. Poi il suo comportamento
poteva essere una sorta di scudo che lui ergeva per proteggersi dalle
sofferenze. La cosa certa e' che Hermione non si sarebbe mai
comportata come lui: lei non avrebbe mai impedito a se stessa di
provare sentimenti sinceri e puri, solo per la paura di soffrire.
Scosse la testa, provando, per la prima volta, pena per qualcuno che
forse non l'avrebbe nemmeno meritata. La ragazza comincio' a
guardare fuori dal finestrino, tornando a fissare il panorama.
Draco
si giro' verso di lei. Si era accorto di essere fissato, ma le aveva
permesso di farlo. Aveva sentito lo sguardo della ragazza su di se',
si era sentito come mai prima. Era stato come se ogni singolo sguardo
fosse una lama infuocata, che si conficcava lentamente nel suo corpo,
senza provocargli alcun dolore, ma dandogli la sensazione di stare
andando a fuoco. Come aveva fatto la Mezzosangue a provocargli una
reazione del genere? Lui non seppe mai rispondere a questa domanda.
Anche perche' smise di pensare alla risposta non appena la ragazza si
morse il labbro inferiore, con nervosismo. Guardo' i suoi capelli
marroni, con quei boccoli che ricadevano dolcemente sulle sue spalle,
guardo' la sua postura regale e fiera, da grifondoro. Si sorprese a
sorridere e si affretto' a tramutare la sua azione in un ghigno
preconfezionato, ghigno che era arrivato ad odiare. La fisso'
attentamente, non seppe dirsi per quanto tempo. L'unica cosa certa e'
che arrivo' ad invidiare la mezzosangue che offendeva da sempre, che
credeva di odiare. La sua era sempre stata invidia. Invidia che, da
che mondo e' mondo, ha sempre impedito di vedere le cose sotto la
giusta luce.
Il
panorama cambio' competamente e, con grande gioia dei due ragazzi,
Hogwarts apparve all'orizzonte.
-Casa-
Hermione mosse piano le labbra, senza parlare.
-Gia',
finalmente...- disse Draco, tornando a guardare fuori, verso quel
castello incantato.
-Cosa?-
la ragazza si giro' verso di lui, stupita dalle sue parole.
-Ho
detto che finalmente Hogwarts si riesce a vedere. Sei sorda per
caso?- le domando' freddo, come per cancellare le parole di prima,
dette quasi senza riflettere.
-Non
importa. Non devi per forza rispondere in modo cortese e civile! Non
mi interessa!- sbotto', girandosi ancora una volta a guardare la
scuola.
-Principessa
delle Mezzosangue non pensavo di offenderla.- le fece un piccolo
inchino, in modo molto maldestro.
-Mi
auguro che la cosa non succeda piu', suddito...- sibilo' lei, dopo
essersi ripresa dallo stupore.
-Cosa?-
le domando' lui, a dir poco, sconvolto -Io non sono il suddito di
nessuno! Questa e' una cosa da mettere in chiaro!- sbotto', offeso.
-Ma
scusa, se io sono una principessa... ci dev'essere qualcuno disposto
a servirmi.- lo guardo' con un'aria che lo sorprese non poco, che gli
fece veramente pensare di avere di fronte una pricipessa.
-Quel
che e' certo e' che sono io quello che deve essere servito!-
incrocio' le braccia al petto e si volto' verso la porta dello
scompartimento.
-Mi
scusi, o sommo principe dei ghiacci...- abbasso' leggermente il
volto, per poi rialzarlo per fargli una domanda: -O preferisci
principe delle serpi?-.
Lui
non rispose, ma la guardo' negli occhi. Quegli occhi d'oro che per un
attimo gli fecero dimenticare ogni cosa, persino il suo nome.
Hermione
si ritrovo' a ricambiare uno sguardo di fuoco, uno sguardo che era
carico di significati e di emozioni. Degli occhi d'argento che per la
prima volta guardava in modo diverso, in modo piu' puro e che le
permettevano di non vedere piu' la solita indifferenza, il solito
ghiaccio.
Occhi
che si unirono per la prima volta, incatenandosi. Quegli opposti che
per un attimo si competarono, trovando la cosa che mancava loro. Oro
e argento. Cioccolato e ghiaccio.
Cose
che riuscirono a trovare il loro equilibrio, quasi come uno scherzo
del destino. Un destino che sembrava voler unire due persone
competamente diverse, in ogni cosa. Un'unione che avrebbe visto lo
schieramento di persone con diversi ideali, solo che sarebbero state
d'accordo. Quell'unione prevista dal cielo e che avrebbe fatto di
tutto per restare intatta. Un legame indissolubile fatto di scelte e
di avvenimenti. Che avrebbe cambiato la loro vita. Perche' non si
puo' vivere senza provare sentimenti, e i sentimenti non possono
essere comandati.
L'intensita'
di quel momento venne interrotta dal rumore della porta del loro
scompartimento che venne spalancata facendo sussultare i due ragazzi.
Silente entro' facendo svolazzare il mantello, li saluto' con un
cenno del capo e si sedette accanto ad Hermione.
-Signorina
Granger mi auguro che il viaggio sia andato bene.- le disse il
preside.
-Certo
professore.- la ragazza annui', incredula.
-Signor
Malfoy...- riprese Silente, rivolgendosi al ragazzo -io dovrei
parlare in privato con Hermione... potrebbe lasciarci soli?-.
-Nessun
problema... ci vediamo in giro, Granger- fisso' ancora i suoi occhi,
per poi lasciare lo scompartimento.
Draco
rimase poco distante da Hermione. Non seppe nemmeno spiegarsi il
motivo di quell'azione. Ma rimase fermo, appoggiato al lato del
treno. Senza riuscire a non pensare allo sguardo di Hermione. Al suo
sguardo di fuoco, nel quale si poteva leggere una forte voglia di
vivere.
Hermione
Jane Granger, d'altro canto, stava ricevendo una notizia che le
avrebbe cambiato la vita, competamente.
Quando
il treno si fermo' Draco aspetto' che Hermione uscisse dallo
scompartimento prima di scendere. Quello che vide lo sconvolse: la
ragazza camminava a testa bassa, le mani strette a pugno, talmente
tanto che le nocche erano bianche. Ma la cosa piu' brutta, la cosa
piu' diversa fu la sensazione che senti' quando lei alzo' la testa,
per guardarlo in faccia. Aveva gli occhi vacui, come se avesse perso
la voglia di vivere per sempre. Non era piu' lei, e per Draco fu come
ricevere un colpo al cuore.
Il
principe dei serpeverde quel giorno si fece la sua piu' grande
promessa: avrebbe scoperto il segreto della Mezzosangue, con ogni
mezzo a sua disposizione.
Note
dell'autrice: ed eccomi qua con un'altra fic. So bene che ne ho altre
da competare, pero' questa mi ronzava in testa da un po' e non sono
riuscita a resistere. Spero solo che vi piaccia e che vogliate dirmi
cosa ne pensate e se vale la pena di andare avanti. Grazie comunque,
alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 2 *** Reagisci! ***
2.REAGISCI!
La
scuola era iniziata da pochi giorni e nell'aria si percepiva gia' la
tipica atmosfera caotica di Hogwarts: c'erano ragazzi che
passeggiavano nei corridoi, che chiacchieravano oppure che stavano
appoggiati al muro o ad una colonna.
Draco
camminava lentamente, con il suo portamento fiero e regale, sempre a
testa alta, con la schiena dritta e il passo sicuro. Il principe dei
Serpeverde era seguito dai suoi scagnozzi, Tiger e Goyle, che
sembravano essere le sue guardie del corpo, e da Pansy Parkinson, la
ragazza piu' smorfiosa di tutta la scuola. All'inizio dell'anno la
Serpeverde aveva cominciato a seguirlo: ovunque lui andasse c'era
anche lei. La ragazza era convinta di poterlo conquistare sfoderando
ogni volta tutte le sue qualita'. Al momento, per esempio, stava
utilizzando la sua parlantina per attirare l'attenzione di Draco.
-Devi
sapere...- diceva, sorridendo, -Che io e Daphne ci stiamo
organizzando per la prima gita ad Hogsmeade.- abbasso' la voce e si
avvicino' al ragazzo -Vogliamo comprarci dei vestiti... non si sa
mai... l'anno e' lungo e si potrebbero fare molti festini, non
credi?- chiese. Ma non aspetto' nemmeno la risposta, ricominciando a
parlare: -Oh... c'e' una cosa che ti devo dire per forza! Hai
presente...-.
Draco
smise di ascoltarla: la trovava troppo petulante! Inizialmente al
ragazzo non dispiaceva la compagnia di Pansy, anzi, la cosa lo
divertiva, poi, pero', aveva cominciato a vedere la cosa in modo
obbiettivo: la Serpeverde sembrava aver messo le radici nella sua
ombra, essere diventata la sua ombra. Tempo un mese, Draco ne era
convinto, Pansy l'avrebbe accompagnato persino in bagno! Una cosa
intollerabile! E questo era solo l'inizio. Infatti la ragazza parlava
troppo e, inoltre, la sua voce era acuta e stridula. Draco temeva di
diventare sordo! Oltretutto quel brusio incessante gli impediva di
riflettere, cosi' era costretto ad utilizzare le notti per pensare al
segreto della Mezzosangue, invece di dormire. Stava seriamente
pensando ai modi possibili per uccidere quella faccia da carlino!
-Dracuccio,
mi ascolti?- gli chiese lei, fermandosi.
-Certo
Pansy, ovviamente- cerco' di trattenersi dall'attaccarla: era
riuscita un'altra volta ad interrompere il flusso dei suoi pensieri!
-Ok,
ti credo, Dracuccino caro... mi sembravi un po' sovrappensiero.- gli
sorrise, cercando di essere dolce.
-Pansy
trovo non ti debba interessare minimamente quello che faccio!-
sibilo' lui, freddo -Per quanto io possa essere affascinante, e so di
esserlo veramente tanto, tu non devi controllare quello che faccio,
ne', tanto meno, dove vado! Sono stato chiaro?- le chiese, alzando
leggermente il tono di voce.
-Ma
io...- comincio' lei, con la voce incrinata ed il labbro inferiore
tremante.
-Niente
ma, Pansy! Io non devo essere controllato!- sibilo', mantenendo il
suo solito tono distaccato -Devo, capito? Quindi tu non devi farlo!-.
-Io...-
gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre il castello di carte
che aveva immaginato crollava, in seguito al leggero soffio del
vento. Forse non avrebbe dovuto credere di poter ottenere tutto cio'
che voleva. Sarebbe stato meglio lasciare tutto al destino,
limitandosi a comportarsi normalmente.
-Tu,
Pansy? Ormai penso che anche Tiger e Goyle abbiano capito che conosci
quel pronome... prova a cambiarlo. Il mondo non gira intorno a te!-
celio' Draco, cominciando ad allontanarsi, mentre i suoi due
scagnozzi sorridevano soddisfatti, credendo di aver ricevuto un
complimento dal capo.
Draco
percorse dei corridoi, senza nemmeno sapere il luogo in cui era
diretto. Si godeva la sua liberta'. Finalmente solo con i suoi
pensieri. Poteva dedicarsi al segreto di Hermione, ora che non aveva
accanto nessuno che potesse dargli fastidio. Ci aveva pensato a
lungo, aveva pensato spesso al motivo che aveva spinto la sua
Mezzosangue a perdere la voglia di vivere che la caratterizzava.
Erano successe molte cose che avevano incrementato la sua curiosita':
-la
ragazza aveva smesso di ridere, sorrideva poche volte e solo con una
breva e leggera, non che' falsa, tiratura di labbra;
-aveva
smesso di alzare continuamente la mano durante le lezioni e di
intervenire in qualunque modo;
-sembrava
avere la testa perennemente tra le nuvole e non ascoltava mai quello
che le veniva detto.
Ma
c'era una cosa, solo una, che era in grado di sconvolgerlo piu' di
ogni altra: il suo sguardo perennemente vacuo, gli occhi spenti. La
voglia di vivere sparita con un soffio per chissa' qualche scherzo
del destino, un'ingiustizia. Una di quelle cose che ti entrano nel
cuore come spilli infuocati, che fanno male. E ci sono solo due cose
che puoi fare: cedere e seguire la corrente lasciandoti andare, o
lottare, combattendo per cio' in cui credi, per le cose che per te
sono veramente importanti. Hermione aveva ceduto, e questo non era da
lei. Draco credeva che la cosa che l'aveva ridotta cosi' era
sicuramente molto dura da sopportare o la sua Mezzosangue non avrebbe
ceduto. No, Hermione sapeva troppo bene che la realta' non puo'
essere cambiata e che l'unica cosa che puoi fare quando cadi e'
rialzarti e ricominciare a camminare.
Alla
fine delle sue numerose riflessioni Draco era giunto a delle
conclusioni, be', ad una conclusione:
-Non
e' un problema da niente.
Questa
era l'unica cosa che gli ronzava in testa. Non stava certo facendo
progressi. E la cosa lo irritava, non poco. La curiosita' lo stava
pian piano consumando, facendolo stare sempre piu' male quando si
sentiva all'oscuro di qualcosa. Non lo dava a vedere, essendo bravo
ad indossare la sua solita maschera, ma gli rodeva dentro.
-Ciao,
Malfoy!- un gruppetto di primini di Serpeverde lo saluto', facendogli
interrompere le sue preziose considerazioni. Non rispose, limitandosi
a fissarli, con una punta di disgusto.
-Malfoy!-
lo saluto' un Serpeverde del sesto anno -come va? Spero bene! Scusa
se non mi trattengo, ma purtroppo ho da fare!- draco non gli rispose,
limitandosi ad andarsene il piu' lontano possibile da quel corridoio.
Draco
Lucius Malfoy odiava essere trattato con quel rispetto reverenziale,
come un dio. Certo, la cosa gli faceva tremendamente piacere, ma
sapeva che era effimera. Lo trattavano con rispetto solo per il suo
nome, per nessun altro motivo. Lo trattavano da amico solo per la
sua fama. Ma la cosa non sarebbe durata per sempre e lui lo sapeva.
Come avrebbe fatto a non essere trattato piu' cosi'? Si sa, quando
qualcuno non puo' piu' dare quello che gli altri si aspettano viene
gettato nel dimenticatoio. Quello che e' certo e che la popolarita'
non dura per sempre. E lui aveva paura di sentirsi tremendamente
solo. Di fatto lo era gia', ma la cosa non aveva peso, quando era
circondato da persone che facevano quello che voleva. Tutte, tranne
una. La sua Mezzosangue... ed ecco che Draco aveva un altro motivo
per farla tornare come prima: sperava che almeno lei sarebbe stata
sempre se stessa, trattandolo come meritava.
Aveva
anche un impellente bisogno di essere amato, Draco. Era sempre stato
circondato da persone che non sapevano com'era veramente e nessuno
provava sentimenti sinceri e puri nei suoi confronti. Quello che il
ragazzo non sapeva era che presto qualcuno sarebbe andato oltre le
apparenze, giudicandolo per quello che e'.
il
ragazzo senti' un tonfo e si guardo' intorno per capire da dove era
arrivato' il suono. Vide la Mezzosangue china a raccogliere dei
libri, stancamente. Le si avvicino' lentamente, per poi chinarsi per
aiutarla. Fece per prendere un libro, che Hermione arrivo' a toccare
nello stesso istante. Le loro mani si sfiorarono piano, sentirono una
scossa. Entrambi alzarono il viso, fino ad incontrare gli occhi
dell'altro. Per un attimo Hermione era ritornata quella di prima, i
suoi occhi erano quelli di prima. Per un breve istante il cuore di
Draco si fece piu' leggero, vedendo di nuovo quella voglia di vivere.
Ma fu breve. Solo un breve momento. Hermione distolse bruscamente lo
sguardo, ritraendo la mano, mentre Draco le passava il libro.
-Tieni,
Granger.- disse, sorridendole, con la voce bassa e tremante.
-G...
grazie- balbetto', girandosi di nuovo verso di lui.
-Prego-
i due si alzarono lentamente, Draco non distolse lo sguardo da lei,
nemmeno per un secondo. Rivide i suoi occhi vacui e senti' un groppo
in gola -Reagisci, Granger- disse. Lei non rispose, girandosi e
cominciando a camminare.
Hermione
si era sentita colta in fallo, mentre si rattristava. Per un attimo
aveva sentito la tristezza svanire, poi tutto era tornato come prima
ed ora Malfoy le diceva come comportarsi! Non aveva nessun diritto! E
lei non aveva voglia di combattere.
Draco
la guardo' allontanarsi, indeciso sul da farsi. Poteva lasciarla
sola, a riflettere, con quel problema a corrodere la sua anima oppure
aiutarla, farla reagire, darle una mano per rialzarsi.
-Ferma!-
si avvicino' a lei, e la fermo', tenendola per un braccio. Lei non
reagi', limitandosi a fissarlo con sguardo assente. -Reagisci
Granger! Cazzo non puoi lasciarti andare!- la guardo' negli occhi,
urlando quelle parole, che erano quasi una supplica.
-Cosa?-
chiese, con la voce ad un sussirro.
-Cazzo
Granger ma non vedi come sei? Non sei piu' tu!- la guardo' di nuovo
negli occhi.
-Io...-
gli occhi cominciarono a lacrimare.
-Non
piangere adesso! Reagisci! Picchiami! Insultami! Fa' qualcosa! Ma non
comportarti cosi!-.
Hermione
strattono' il braccio, togliendolo dalla stretta del ragazzo. L'aveva
ferita, e la cosa che le faceva piu' male era il sapere che Draco
aveva ragione. Si giro' e si allontano' da quel corridoio, doveva
riflettere, da sola. Doveva decidere come reagire agli spilli che
erano conficcati nel suo cuore, ferendola.
Draco
la guardo', impotente. Si sentiva inutile! La ragazza doveva reagire!
La cosa era certa! E ora che Draco era piu' sicuro si era piu' che
mai deciso a scoprire il suo segreto.
Note
dell'autrice: visto il successo del primo capitolo ho deciso di
continuare in fretta. Spero che questo cap vi piaccia e che vogliate
commentare! Grazie a tutti coloro che hanno letto e a Drakina94,
Mojito86, RanocchiettaGolosa, FrancyChan, Polvere_di_stelle,
Litosfera, laretta, Hermynoe93. Grazie 1000! se ho deciso di
continuare e' anche grazie a voi! Mi scuso per non aver risposto bene
ad ogni singola recensione, ma non ho molto tempo. Ancora grazie!
Alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 3 *** Lezione di pozioni ***
3.LEZIONE
DI POZIONI
Hermione
camminava lentamente, diretta nella Sala Grande, per fare colazione.
La borsa a tracolla, traboccante di libri, il passo fiero, a questo
punto tutti si aspettano la sua testa alta, con regalita', la cosa
strana, invece, era che il suo sguardo fissava il pavimento. La
ragazza pensava, come aveva fatto per gran parte della notte tra un
incubo e l'altro. Pensava alle parole di Draco, a quello che le aveva
ordinato di fare, era quasi arrivato a supplicarla. Da quando in qua
Malfoy si preoccupava per lei? Era strano, ma quelle parole erano
state in grado di riscuoterla dal suo stato d'apatia. Era come se
avessero tolto quegli spilli che le si erano conficcati nel cuore,
facendole male, certo, ma permettendole di capire che il modo con il
quale stava reagendo non era quello giusto. Si', a questo ci era
arrivata anche da sola. Quello che non sapeva era il modo per
riuscire ad andare avanti, per rialzarsi dopo quella caduta che
sembrava averla portata sottoterra. Aveva bisogno d'aiuto, ma non
l'avrebbe mai ammesso e non l'avrebbe mai accettato. Lei era una
fiera studentessa Grifondoro, la strega piu' brillante del suo anno,
no? Allora pensava che sarebbe riuscita superare quel momento,
sperava solo che fosse passeggero.
Draco
era solo, e, dopo una mattina passata in compagnia di Pansy, la cosa
lo rallegrava. Il suo animo, pero', era molto turbato. Nella sua
mente continuavano ad apparire delle immagini di Hermione, dei suoi
occhi vacui. Ormai era la sua ossessione. Era come una macchia
indelebile in lui. Li', pronta ad agire, per renderlo totalmente
dipendente. Il Serpeverde odiava quella situazione. Lui non dipendeva
da nessuno! E non voleva certo essere ossessionato! Ma non poteva
farne a meno. Lei era sempre li'. Quando riusciva a non pensarci
succedeva qualcosa per la quale era costretto a rivedere il suo volto
nella mente. Piu' tempo passava e piu' lui era confuso. Oltretutto
non aveva fatto nemmeno un piccolo passo avanti nella scoperta del
segreto. Niente. Non aveva un solo indizio che gli potesse dare una
mano. Doveva trovare una soluzione! E in fretta!
-Draco!-
una voce maschile lo chiamo', riscuotendolo dai suoi pensieri e
facendolo sussultare. Si giro' seccato, aspettando che lui
continuasse, -Ti va di andare insieme in Sala Grande? E' li'
che sei diretto, no?- gli chiese un ragazzo moro, dai profondi occhi
blu, un Serpeverde Purosangue, Blaise Zabini.
-Se
proprio non puoi fare a meno di venirci con me...- sibilo', a denti
stretti. Odiava la compagnia, piu' che altro perche' la riteneva
inutile e alquanto stancante. Insomma a che scopo stai con qualcuno
per tutto il giorno e parli dei fatti tuoi? Nessuno. Allora tanto
valeva non farlo.
-Si',
ci tengo-.
-Non
capisco perche' tu voglia a tutti costi essere mio amico.- disse,
ricominciando a camminare.
-E'
un problema? Cioe' tutti ti trattano come un dio e quando qualcuno
non lo fa tu diventi glaciale... non credi di avere qualcosa che non
va?- gli chiese, seguendolo.
-Quello
che ha qualcosa che non va sei tu, Blaise!- sbotto', indignato.
-Vuoi
sapere cosa credo?-.
-Tanto
so che me lo dirai comunque...- sospiro', il moro era sempre il
solito... non sarebbe mai cambiato!
-Si'...
effettivamente... comunque io credo che tu abbia paura.- rispose
semplicemente.
-Potrei
sapere di cosa?- chiese, quasi urlandolo.
-Di
rimanere scottato, amico mio- gli diede una pacca sulla spalla -Ma se
vuoi il mio parere...- l'occhiata che Draco gli rivolse gli fece
gelare il sangue nelle vene, ma non gli impedi' di continuare:
-Arrivera' il giorno in cui una ragazza riuscira' a sciogliere la
barriera di ghiaccio che hai costruito intorno al tuo cuore... e
allora non potrai far altro se non lasciarti cullare dal fuoco.-.
I
due rimasero in silenzio. Draco pensava alle parole del moro, che
aveva pienamente ragione, anche se non l'avrebbe mai ammesso
apertamente. Era sicuro che Blaise gli aveva detto quelle cose in
buona fede... forse stava veramente cominciando a trattarlo da Draco
e non da Malfoy, cosa che nessun altro, Mezzosangue a parte, aveva
mai fatto. Forse meritava una possibilita', forse Draco avrebbe
potuto avere un amico, il primo vero amico. Non sapeva dirsi il
perche', ma infondo si fidava di lui, era un Serpeverde atipico:
sarebbe dovuto finire in un'altra casa. Blaise desiderava
veramente diventare amico di Draco, in modo sincero, puro. Lui
desiderava poter parlare con qualcuno dei suoi problemi, avere dei
consigli... ok, Malfoy non era proprio il ragazzo piu' indicato, ma
il moro aveva imparato a guardare dietro il ghiaccio e anche Draco
cominciava a collaborare. Sarebbe incominciata una bella amicizia,
c'era solo bisogno di tempo.
La
prima ora di lezione per il giovane Serpeverde era Pozioni e per di
piu' con i Grifondoro. Per lui sarebbe stata una lezione molto
interessante: dopotutto aveva la Granger sotto controllo e poteva
cercare di sapere di piu' riguardo al suo segreto. Il ragazzo stava
per entrare nell'aula quando Pansy gli si avvicino' e l'abbraccio'
con foga.
-Pasy
cosa credi di fare?- sibilo' il biondo, a denti stretti.
-Ti
stavo abbracciando...- rispose, staccandosi da lui.
-Questo
l'ho notato... e devo dire che se lo farai ancora non rispondero'
delle mie azioni!- sbotto', indignato. Ma come si era permessa di
toccarlo? Quel carlino rischiava sempre di piu' la sua vita.
-Draco!-
l'ammoni' Blaise, mentre Pansy entrava in aula -Non...- si blocco' di
colpo, arrossendo.
-Cosa
ti prende?- gli chiese, senza ottenere nessuna risposta. Allora
intercetto' il suo sguardo e noto' che il trio miracoli si dirigeva a
passo svelto nella sua direzione. Bene! L'occasione perfetta per
provare a far reagire Hermione! -Mezzosangue...- disse, freddo -Cerca
di passare il piu' lontano possibile da me! Non vorrei essere
contaminato dai tuoi geni!-.
-Malfoy
giuro che...!!- Ron scatto' in avanti, ma Harry lo fermo'.
-Tu
cosa?- chiese Draco, per niente impaurito.
-Draco
calmati.- gli disse Blaise, dopo essersi ripreso dal suo momentaneo
intontimento.
-Bravo,
Malfoy, calmati! Tanto non l'avresti vinta!- disse il rosso.
-Ronald!-
l'ammoni' Hermione, con la voce incrinata.
-Entriamo
Blaise... non vale la pena stare con questa feccia!- Draco entro'
nell'aula e si sedette nell'ultimo banco infondo. Vide che il moro
stava per andare a sedersi da un'altra parte e si stupi' a sentirsi
pronunciare: -Zabini dove stai andando? Io non ti tengo il posto per
molto... sai quante ragazze vorrebbero sedersi qui!-.
-Agli
ordini capo!- rispose Blaise, sorridendo. Forse Draco iniziava gia' a
sciogliersi. Che avesse trovato il suo fuoco?
Draco
si sentiva un vero schifo. Aveva insultato Hermione, per vedere se
reagiva, se i suoi occhi ritornavano a splendere e a luccicare. Ma
niente. Non aveva ottenuto nessun risultato, se non il sembrare
ancora piu' stronzo. Non era piu' lei, non c'erano piu' dubbi. Doveva
trovare un modo per farla tornare come prima, e in fretta.
Hermione
si sedette di fronte alla cattedra, cominciando a sfogliare
svogliatamente il libro. Ripensava agli insulti di Malfoy. Cominciava
a temere che il ragazzo avesse terribili crisi di personalita': solo
il giorno prima le aveva detto di reagire e ora l'aveva insultata!
Una cosa anormale! Gia', ma cos'e' normale? La vita che credeva di
avere poteva dirsi normale? Cio' in cui credeva? Quello che le era
piombato addosso come una montagna? Non lo sapeva, ma era stufa di
combattere. Cause perse, solo queste . Che la stavano consumando.
Quello che, pero', non riusciva a capire era che erano proprio quelle
sue piccole lotte a renderla veramente se stessa. Lei che aveva visto
i suoi sogni infrangersi, il mondo crollarle addosso dopo poche
semplici parole. Ora stava male, maledettamente male. Ed era convinta
di non poterci fare niente. Ma si sa: una soluzione c'e' sempre.
Bisogna solo sapere dove cercarla.
Blaise
getto' una rapida occhiata al bambino sopravvissuto. Nel corridoio,
mentre Harry arrivava, l'aveva guardato e lui aveva avuto la
sensazione che riuscisse a leggergli nell'anima. Si era sentito
strano, come mai prima. Non seppe perche', seppe solo che da quel
momento comincio' ad osservarlo di piu'.
Harry
si sedette accanto all'amica, era strana, e da tanto anche. Non aveva
voluto dare nemmeno una piccola spiegazione, nemmeno una bugia,
niente! Forse era anche per colpa sua se stava in quello stato, se
non riusciva ad uscirne. Era stato troppo affrettato nelle sue
decisioni, ma ormai il danno era fatto e pensarci non aveva senso.
Giro' leggermente la testa e i suoi occhi incontrarono un paio di
occhi blu mare, occhi che non aveva notato fino a quel giorno, si
senti' strano ed arrossi' di botto, tornando a guardare verso la
cattedra.
-Bene
ragazzi!- Piton entro' in classe, facendo svolazzare il mantello
-Oggi prepareremo una pozione particolarmente difficile e sono certo
che almeno la meta' di quelli presenti in quest'aula- si giro' verso
i Grifondoro -Non sara' in grado di prepararla correttamente. E' la
pozione dei Sogni. E' una pozione in grado di far incontrare due
persone nei loro sogni, dove nessuno dei due sara' mai in grado di
mentire all'altro, perche'... come ben sapete, in un sogno e' il
subconscio che comanda e tutti sono cio' che sono-.
-Quindi
se io bevessi quella pozione e la bevesse qualcun altro ci
incontreremmo ogni notte in sogni diversi?- chiese Daphne, limandosi
le unghie.
-Certo,
Greengrass.10 punti a Serpeverde per la tua brillante deduzione-
Piton sorrise, congratulandosi con se stesso per aver trovato il modo
di assegnare punti alla sua casa.
-E'
una cosa inutile! A cosa mi serve quando posso incontrare chi voglio
da sveglia?- domando' Pansy, tra una pennellata di smalto e l'altra.
-La
cosa che dovete sapere...- disse Piton, fingendo di non aver sentito
le parole della Parkinson -e' che questa e' una pozione che ormai e'
caduta in disuso. Cio' significa che non viene piu' usata da molti
anni e quindi non si puo' sapere se e' in grado di funzionare o meno.
Percio' per le valutazioni mi basero' sul vostro modo di preparare la
pozione e sul colore che assumera'.- sorrise, vedendo le facce
perplesse di tutti i ragazzi.
Alla
fine delle due ore Draco Lucius Malfoy era insolitamente allegro:
aveva trovato la soluzione!
Note
dell'autrice: ecco qua il terzo capitolo! Spero che vi sia piaciuto!
Spero anche che vogliate lasciarmi un commento con consigli e/o
opinioni. Poi avrei bisogno di una mano: siccome so di non essere
molto brava con i nomi e cose simili, avrete certo tutti notato il
nome scadente della pozione (pozione dei Sogni) non e' che voi
avreste un suggerimento da darmi? Grazie comunque. Grazie a chi legge
soltanto e a Sarn, a Mojito86, ad alisea89, a juju210, a laretta, a
LOVEHARRY, a drakina94, a Polvere_di_stelle. Grazie veramente con
tutto il cuore! Non sapete quanto le vostre recensioni mi rendano
felici e mi riempiano di entusiasmo, dandomi un motivo in piu' per
andare avanti. Ora un'ultima cosa (so bene che oggi vi sto stressando
e chiedo scusa), siccome ho notato che siete curiose di scoprire il
segreto di Hermione se volete un aiutino posso anche darvelo, (basta
che nella maggioranza dei commenti ci sia la richiesta). Quindi non
vi resta che dirmi se nel prossimo cap devo mettere un aiutino o no.
E' tutto nelle vostre mani! Con cio' non vi resta che commentare!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto ( e con questo ritmo)! Alla
prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 4 *** Una pozione color cioccolato ***
4.UNA
POZIONE COLOR CIOCCOLATO
Era
da ore che Draco girovagava tra gli scaffali della biblioteca, mentre
Blaise sedeva accanto alla finestra guardando fuori, perso nei suoi
pensieri. Il biondo continuava a prendere in mano libri di pozioni,
per poi sfogliarli velocemente. Cercava le controindicazioni per una
pozione che non veniva testata da migliaia di anni, la pozione dei
Sogni. Voleva essere sicuro di non combinare danni, con la sua
curiosita'. Desiderava scoprire il segreto di Hermione, piu' di ogni
altra cosa al mondo. Ormai era ora di cena, e non aveva fatto
progressi. La boccetta con il liquido azzurro giaceva in una tasca
del suo mantello, pronta per essere usata. Draco dovette ammettere
che la voglia di usarla era tanta, ma non voleva correre rischi:
poteva creare numerosi effetti collaterali. Non se lo sarebbe mai
perdonato.
Blaise
aveva lo sguardo perso, verso quel cielo che era leggermente rosato,
segno dell'immancabile tramonto del sole. Lo sguardo era assente, lui
era troppo assorto nei suoi pensieri per essere attento a quello che
gli accadeva intorno. I suoi pensieri completamente rivolti verso la
persona che non avrebbe mai immaginato possibile, non se l'aspettava.
Non si aspettava di rimanere colpito dal fascino di Harry Potter.
Insomma, e' del Bambino Sopravvissuto che stiamo parlando! Un
Grifondoro altruista, il suo opposto! Ma non poteva fare a meno di
pensare a lui. Rivedeva il suo viso davanti agli occhi, i capelli
perennemente spettinati e la sua aria trasandata, ma cosi'
tremendamente sexy. Stava pensando a Potter come sexy? Arrivo' alla
conclusione di avere seri problemi mentali, ma non ci pote' fare
niente. Lui era nei suoi pensieri, si sarebbe dovuto rassegnare
all'evidenza.
-Niente!-
Draco si stravacco' su una sedia, sbuffando.
-Niente?
Sicuro? Insomma... dovresti trovare ogni libro possibile e
immaginabile in questa biblioteca, no?- gli domando' il moro.
-Nella
sezione proibita, forse... qui non credo proprio- rispose,
rassegnato.
-Mi
vuoi dire cosa cerchi? Non capisco perche' tu non voglia parlarmene!
Sono tuo amico, se non sbaglio!- sbotto', parecchio arrabbiato.
Ovviamente lo era piu' per aver dovuto interrompere il flusso dei
suoi pensieri.
-E'
una cosa complicata e non mi va di parlarne!- sibilo', secco.
-Non
c'era bisogno di scaldarti tanto. Chiedevo...-.
-Allora
la prossima volta evita di farlo!- lo guardo', truce.
-Va
bene, me ne vado. Potevi dirmelo chiaramente di non volere la mia
compagnia!- Blaise si alzo' dalla sedia, parecchio offeso. Getto'
un'ultima occhiata a Draco ed usci' dalla biblioteca, lasciandolo
solo.
Draco
sbuffo'. Non era lui a non volere la sua compagnia, ma Blaise. Era
stato troppo scontroso, aveva osato esserlo, quando mai nessuno aveva
osato mettere in discussione un suo gesto o una sua parola. Il moro
aveva fegato. Gli avrebbe parlato, non per scusarsi, come mise subito
in chiaro alla sua mente, ma per... cosi', perche' ne aveva voglia.
Draco Lucius Malfoy aveva un disperato bisogno di avere un amico, e
pia piano se ne stava accorgendo. Prese in mano un'altro libro, il
primo che aveva scartato, lo sfoglio' distrattamente. Niente. Non
vedeva proprio niente che potesse aiutarlo. Un attimo. Il suo sguardo
si poso' su una parola: disuso.
Atterro' subito l'attenzione, cosi' Draco lesse piu' attentamente la
pagina:
Ci
sono pozioni che non si usano piu' da anni, pozioni in disuso. Queste
pozioni devono essere usate con molta cautela, in quanto non si
conoscono i loro effetti. E' possibile che creino disturbi quando
vengono ingerite per la prima volta, o disturbi perenni, malattie ora
sconosciute, oppure tutti questi effetti. Ma anche nessuno. Nessuno
puo' dirlo. Si consiglia, percio', di non usare certe pozioni. Certo,
un modo per essere sicuri della loro validita' esiste: basterebbe
entrare in possesso di un libro appartenuto ad un alchimista che
descrive gli effetti di una pozione, ma sono parecchio rari, e
praticamente impossibili da trovare.
Draco
sospriro', chiudendo il libro con forza. Era praticamente punto a
capo. Non se la sentiva di correre un simile rischio, e non l'avrebbe
fatto correre nemmeno ad Hermione. Perche'? Perche' non voleva che
lei stesse male? La risposta era nel suo cuore, anche se lui non ci
sarebbe arrivato con facilita' e non ci avrebbe mai creduto. Ma era
cosi': aveva trovato il suo fuoco.
Hermione
era seduta in un corridoio deserto, la schiena appoggiata al muro e
lo sguardo perso nel vuoto. Non pensava a niente, cosa strana per una
ragazza come lei, che di solito non faceva altro che riflettere. Di
solito, pero'. E ora che le cose erano cambiate lei non riusciva piu'
a capire cosa avrebbe dovuto fare, come avrebbe dovuto comportarsi.
Non lo sapeva. Nella sua testa c'era solo un'enorme confusione,
miscugli di sensazioni o vuoto totale. E la cosa le faceva
terribilmente male. La verita' era che lei odiava non avere le cose
sotto controllo e in pochi giorni tutto cio' in cui credeva si era
ribaltato, facendo sparire tutti le sue certezze e tutti i suoi
progetti.
-Signorina
Granger, come sta?- la voce di Silente le fece alzare la testa.
-Come
posso stare, secondo lei?- chiese, con un tono sorprendentemente
freddo e distaccato.
-So
bene che la sua situazione e' particolarmente difficile, ma deve
riuscire a superare questo momento- disse, con semplicita'.
-Lei
crede?- ribatte', con rabbia -Non e' solo un momento... no...-
sospiro', con rassegnazione, con voce atona -Mi segnera' per tutta la
vita. Tutto quello che ho passato, che ho scoperto, restera' in me,
per sempre. Perche' qua il problema sono io.- ed ecco che miliardi di
spilli tornavano a conficcarsi nel suo cuore, dopo che ebbe dato voce
ai suoi pensieri.
-Lei
non e' un problema- le disse, cercando di consolarla.
-Solo
un peso, qualcosa di inutile che tutti voi siete costretti a
trascinarvi dietro e a sopportare- guardo' il preside, che stava per
ribattere, lo precedette: -Non mi dica che non e' vero, perche'
sarebbe come darmi della stupida. So che Harry non ha deciso da solo,
non l'avrebbe mai fatto.- era strano il fatto che, dopo tutto quello
che aveva passato, la sua voce fosse cosi' calma e fredda, quando non
lo era mai stata.
-Lo
stiamo facendo per il suo bene- sussurro', prima di allontanarsi.
Hermione
nascose il viso tra le ginocchia, mentre sentiva le tenebre avanzare
nel suo cuore, le veniva da vomitare. Odiava quella situazione. Ma
non riusciva a reagire. Si sentiva un peso, inutile. -Se il mio bene
e' che stia male... ci stanno riuscendo...- mormoro', mentre la
rabbia cominciava a montarle dentro.
Draco
provo' una sensazione strana, mai provata prima, mentre si avvicinava
alla Grifondoro. Le si sedette accanto, facendola sussultare. Lei lo
guardo', quasi senza vederlo realmente, e riappoggio' la schiena al
muro.
-Granger...-
comincio' il Serpeverde.
-Malfoy
lasciami stare. Non ho piu' voglia di litigare.- lo interruppe,
fredda.
-Posso
sapere il perche'?- le chiese, straordinariamente calmo.
-Sono
stanca, stanca di essere inutile, di essere un peso. Di farti
divertire con le tue battutine stupide. Sono stanca. Non ce la faccio
piu'- la sua voce era inespressiva, indifferente.
Draco
non rispose, guardandola con una punta di disprezzo. -Quando avrai
finito di piangerti addosso, o di fare qualsiasi cosa tu stia
facendo...- si interruppe, notando l'espressione stupita della
ragazza -Fammi un fischio, Mezzosangue. Ora litigare con te e' una
perdita di tempo, non sei tu.- si giro' e fece per andarsene.
-Cosa
ne sai?- la voce della ragazza lo stupi', lui si fermo', aspettando
che continuasse, cosa che non tardo' ad accadere: -Come sai chi sono
io?- gli chiese, alzando la testa.
-Ci
conosciamo da sei anni... questo e' il settimo- rispose, con calma.
-No.
Io non conosco te, cosi' come tu non conosci me. Abbiamo mai parlato
in modo civile?- domando', con la voce sempre distaccata.
-No,
ma...- cerco' di ribattere.
-No.
Allora non puoi dire di conoscermi. Oltretutto non sai cosa mi e'
capitato, non sai come mai reagisco cosi'- concluse, senza provare
nessuna emozione, almeno cosi' apparve al ragazzo, quando si giro'
per fronteggiarla.
-Illuminami.
Dimmi cosa ti preoccupa.- le disse.
-Non
sono fatti tuoi.-.
-E'
come pensavo, Granger: non sei piu' tu.- comincio' a camminare -La
Mezzosangue che conosco, la mia Mezzosangue, non reagirebbe cosi',
lei lotterebbe, con le unghie e con i denti, con tutte le sue ultime
forze. Cercherebbe di dimostrare che non e' un peso e che vale piu'
di tutti messi insieme.-abbandono' il corridoio, lasciandola sola.
La
ragazza continuava a pensare alle sue parole. Era indignata,
indifferente e aveva voglia di piangere allo stesso tempo. Non sapeva
piu' chi era. Perche' era successo? Perche'? Perche' poi Silente
aveva deciso di darle quella notizia? Perche'? Questa era l'unica
cosa alla quale riusciva a pensare, con il vuoto nel cuore.
Quando
Draco si fu allontanato da quel corridoio si fermo', appoggiandosi al
muro. Non avrebbe mai pensato di dire quelle cose, di mettere
l'aggettivo “mia” al soprannome di Hermione, gia',
perche' ormai era diventato una sorta di soprannome, smettendo di
assumere il significato di insulto. Il ragazzo porto' una mano nella
tasca del mantello, toccando una boccetta di plastica, la provetta
della pozione del Sogno, il suo unico mezzo per scoprire il segreto
di Hermione. La rigiro' piano tra le dita, indeciso. Era pronto a
correre rischi? Era disposto a mettere in gioco tutto se stesso per
scoprire il segreto di Hermione e per farla tornare come prima? Tiro'
fuori il piccolo oggetto dalla tasca e lo osservo' attentamente. Vide
il liquido azzurro, e noto' delle piccole striature bianche. Il
colore cambio', mentre la boccetta era tra le sue mani, assumendo un
color cioccolato, un colore profondo, magnetico, almeno lo era per i
suoi occhi. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter rivedere quel
colore vivo, allegro o arrabbiato. Avrebbe dato qualsiasi cosa per
rivedere quel colore negli occhi di Hermione. Si', era persino pronto
a rischiare. Dopotutto non voleva dover rimpiangere il non aver
tentato il tutto per tutto.
Note
dell'autrice: spero che questo capitolo ci sia piaciuto come i
precedenti. Notando che praticamente tutte avete richiesto l'aiutino
l'ho inserito. Spero si sia capito. Premetto che capire il segreto
non sara' molto facile, visto che ho cercato di fare una cosa piu'
complessa possibile, e spero che vogliate perdonarmi, ma cosa ci
posso fare se adoro complicarmi la vita? Smettere di rompere a voi (
ed e' quello che starete pensando, anche se mi auguro di no), oppure
rendere tutto complicato. Be', non e' difficile capire cos'ho scelto.
Per quanto riguarda il nome della pozione, per il momento lascio “
Pozione dei Sogni”, in attesa che mi venga in mente qualcosa di
piu' decente ( e se viene in mente a voi vi prego di farmelo sapere)
cosi' potro' cambiarlo. Grazie a coloro che leggono soltanto e ad
Argentey, a Sarn, a Polvere_di_stelle, a juju210, a laretta, ad
alisea89, a Mojito86, a drakina94. Grazie, grazie, grazie!! Le vostre
recensioni sono veramente meravigliose! Grazie! E devo dire che mi
danno piu' voglia di continuare a scrivere e mi aiutano molto. Grazie
per i vostri pareri! Le trovo tutte molto belle e nessuna di voi mi
annoia! Come potrei farlo se i commenti sono cosi' pieni di
entusiasmo?? Grazie 1000! spero vogliate lasciarmi ancora il vostro
parere!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, vvb, baci,
Hermione92.
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Capitolo 5 *** Scandalo ***
5.SCANDALO
Hermione
era sdraiata sul suo letto, la testa rivolta al soffitto bianco,
deprimente. I suoi occhi che non vedevano realmente il muro. Era
assente, come praticamente ogni minuto dall'inizio dell'anno. E tutto
per quella maledetta notizia! Poi Harry che veniva condizionato
dall'Ordine e lei che veniva tagliata fuori dalla vita del migliore
amico. In una sola parola: ingiustizia. Lei era in grado di
combattere, di cercare informazioni nei libri, anche dopo aver fatto
quella terribile esperienza ed aver scoperto la cosa piu'
sconvolgente della sua vita. Lei poteva farlo, ne era in grado. O
meglio: lo sarebbe stata se solo le si fosse data l'opportunita' di
dimostrare di non essere inutile. Ma niente. Tutti ritenevano che lei
sarebbe stata meglio all'oscuro di tutto, senza poter dare una mano.
Credevano che lei avrebbe dimenticato quell'orribile episodio stando
ferma con le mani in mano. Ma per lei era impossibile. Piu' non
faceva niente, piu' riviveva le stesse sensazioni che le facevano
gelare il sangue nelle vene. Stava male, maledettamente male. Il suo
orgoglio le aveva impedito di confessarlo e aveva cercato di andare
avanti come meglio aveva potuto. Poi la notizia. Ed ecco che il suo
mondo crollava, per la seconda volta. Lei aveva cercato di rimetterlo
in piedi, ma la mancanza di fiducia che tutti riponevano in lei, la
faceva stare peggio. Sospiro', chiedendosi per l'ennesima volta se
valeva la pena di ascoltare il consiglio di Malfoy. Forse. Per
dimostrare a tutti che si sbagliavano, che lei era in grado di fare
ogni cosa, nonostante tutto. Ma il problema era che lei non ne aveva
la forza. Vedeva tutti i loro sguardi, provavano pieta' per lei e
questo non riusciva a sopportarlo. Allora stava in silenzio, chiusa
nei suoi pensieri e con quelle sensazioni orrende, che la riempivano
d'angoscia e che avrebbe preferito dimenticare. E cercava di
dimostrare indifferenza, e ci riusciva', perche' in realta' seguiva
cio' che provava veramente. Era arrivata persino a non riconoscersi
piu', ma non sapeva proprio come fare ad uscire da quella situazione
di stallo. Chiuse gli occhi, ma senza addormentarsi. Sentiva il
rumore del suo respiro irregolare, ed il battito del suo cuore. Poi
senti' la finestra sbattere, aprendosi. L'aria fredda le fece venire
i brividi e, dopo aver aperto gli occhi ed essersi alzata, si trovo'
di fronte ad una civetta. Non era la civetta di Harry, l'avrebbe
saputa riconoscere. Quella era piu' regale, piu' bella. Le si
avvicino' piano, poi prese il pacchetto che teneva legato alla zampa,
e la lettera. Li guardo' con stupre, dirigendosi verso il baule, per
prenderle un biscotto. La civetta lo prese delicatamente, per non
farle male, e comincio' a mangiarlo con avidita'. Hermione le
sorrise, intenerita ed incantata da ogni suo gesto. Quando poi volo'
via si trovo' di nuovo sola, con una lettera da leggere ed un pacco
da aprire.
***
Draco
camminava avanti e indietro, nella sua stanza. Era parecchio nervoso.
Era rimasto ore a pensare al possibile modo per far bere la pozione
alla ragazza. Ore e ore a creare piani e congetture. Alla fine
l'illuminazione gli era arrivata e lui aveva deciso di mandare
un'ampolla di vetro, contenente della pozione diluita con acqua, ed
una lettera. L'acqua era stata una sua precauzione, in quanto non
voleva correre rischi, ne' farli correre ad Hermione. Lui aveva
un'altra ampolla, con la stessa pozione. Continuava a rigirarsela tra
le mani, senza riuscire a capire il motivo per cui aveva assunto quel
color cioccolato. Era irrequieto. Avrebbe dovuto bere la pozione
nello stesso istante in cui la beveva Hermione, una cosa non facile,
e pensare a lei. Era teso, e sussultava ad ogni minimo rumore.
Aspettava che il grande orologio di Hogwarts suonasse, alle undici.
-Draco!-
il rumore della porta aperta di scatto lo fece sussultare.
-Dimmi,
Blaise- disse, con voce atona.
-E'
successo uno scandalo!- il ragazzo era trafelato, ed ansimava.
-Che
scandalo? Spiegati!- ordino', spiccio.
-Ecco...
io... ecco...- arrossi', balbettando.
-Tu?-
chiese, cominciando ad innervosirsi, piu' di quanto gia' non fosse.
-Io...
io... io...-.
***
Intanto
nella torre Grifondoro, nel dormitorio della Caposcuola Hermione
Granger, il silenzio regnava sovrano, mentre la ragazza, con mano
tremante, apriva la lettera:
Cara
Granger,
penso
che in questi giorni tu sia un po' giu'. Ho pensato che sarebbe stato
gentile, da parte mia, cercare di darti una mano per superare i
problemi, o, almeno, aiutarti a non pensarci per un po'. Ho allegato
una pozione che impedisce ai sogni di diventare incubi. Spero ti sia
d'aiuto. Ha solo una controindicazione: la devi prendere quando
l'orologio di Hogwarts suonera' le undici. Non un minuto prima, non
un minuto dopo.
Dopo
averla usata ti sentirai meglio, e' una promessa.
La
lettera non era firmata. C'erano solo quegli svolazzi eleganti
intorno alle maiuscole. Niente che le potesse dire chi avesse spedito
quella civetta.
-Hermione!-
la voce di Harry la fece sobbalzare.
-Harry-
disse, distaccata.
-Non
ce l'avrai ancora con me, vero?- le chiese il moro, chiudendosi la
porta alle spalle.
-So
che non e' colpa tua- rispose, fredda -Non hai colpe se non quella di
stare escludendo la tua migliore amica dalla tua vita.-.
-Lo
so, ho sbagliato- si sedette sul letto, accanto a lei -Ma ora sono
qui per rimediare. E' successo uno scandalo!-.
-Quale
scandalo?- chiese, con poco interesse.
-Io...
ecco... io... vedi...- comincio' a balbettare, imbarazzato, mentre le
sue gote si imporporavano.
-Tu,
Harry?- chiese, incoraggiandolo a continuare.
***
-Ho
baciato una persona...- disse Blaise, appoggiandosi alla porta.
-Mi
fa piacere.- mormoro', distrattamente -Ma tu non baci anche venti
ragazze al giorno??- gli chiese il biondo.
-Si'...
ma questa volta e' diverso... credo... no... cioe'... ne sono
convinto...-.
-Si',
mi fa piacere- si avvicino' a lui e spalanco' la porta -Ora pero' ho
da fare... quindi potresti andartene?-.
-Ma,
Draco... devo ancora dirti una cosa... ecco e' diverso perche' mi
piace veramente... non faccio altro che pensarci, e' come se fosse
indelebile, nella mia mente... e' li', e non posso fare a meno di...
di sentirmi sempre piu' innamorato di lui...- mormoro', con gli occhi
che luccicavano.
-Mi
fa piacere.- disse, spiccio -Ora pero' ho da fare... quindi...- si
fermo' di scatto, ripetendo mentalmente le parole del moro. “
lui”. -Lui?- chiese, deglutendo.
-Lui.-
abbasso' lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore.
-Mi
fa piacere... se ti rende felice.- lo disse con sincerita',
provandolo veramente, sentendolo nel cuore -Se solo osa torcerti un
capello... se la vedra' con la mia indole Serpeverde-.
-Non
pensavo avresti approvato.- confesso' -Grazie.- prese in mano il
pomello della porta -Ora vado, cosi' puoi fare quello che devi-.
Non
appena Blaise chiuse la porta, l'orologio comincio' a rintoccare.
***
-Ho
baciato Zabini- disse, tutto d'un fiato.
-Bene-
Hermione si prese in mano il pacchettino, cominciando a rigirarselo
tra le mani.
-Bene?
Ma e' un Serpeverde! E' un... un lui!- sbotto' Harry.
-Lo
so. E allora?- chiese, sempre mantenendo un tono distaccato.
-Non
sei arrabbiata? Non mi accusi di star fraternizzando con il nemico?-
domando'.
-Io
non sono Ronald. Io sono io. Avevo capito che ti piaceva... e a
giudicare dai suoi sguardi che tu piacevi a lui. Se e' quello che
vuoi veramente io non ho problemi.- il suo tono si era addolcito
leggermente -Harry io saro' sempre al tuo fianco, sempre accanto a
te. E ti appoggero' per ogni situazione, questo lo sai. E le cose non
sono cambiate dopo che mi hai detto che non posso piu' far parte
dell'Ordine. Tu sei il mio migliore amico. Ok, ammetto che la cosa mi
dia tremendamente fastidio, ma io sono sempre qui. Se mi cerchi, sai
dove trovarmi- concluse, distogliendo lo sguardo.
-So
che e' peggio...- mormoro' -So che stai peggio da quando l'Ordine ha
preso quella decisione. So anche che tu non saresti cosi' assente a
poter dare una mano, se solo potessi farlo! Voglio che tu sappia che
se anche tu dovresti aver bisogno di parlare o di qualsiasi cosa io
ci sono. Hermione non puoi tenerti tutto dentro, sappiamo entrambi
che non e' la soluzione giusta-.
-Lo
so, Harry. Ma ora non mi sento ancora pronta-.
-Quando
vorrai, c'e' tempo.- il ragazzo' si alzo', andando verso la porta.
-Chi
l'avrebbe mai detto...- gli disse la ragazza -Il mio migliore amico,
Harry Potter, e' gay e la cosa non mi da fastidio. Notte Harry-.
-Notte
Hermione- il ragazzo usci' dalla stanza, chiudendosi la porta alle
spalle.
Hermione
si giro' l'ampolla tra le mani. Voleva andare avanti, voleva
dimenticare e superare le difficolta'. Era pronta a rischiare.
Guardo' la boccetta, con del liquido color ghiaccio al suo interno.
L'orologio
suono' le undici.
***
Unidici.
Primo rintocco. Due ragazzi tolgono il tappo dalla loro ampolla.
Terzo rintocco. Entrambi portano la boccetta alla bocca. Sesto
rintocco. Bevono tutto il contenuto, tutta la pozione. Decimo
rintocco. Cadono addormentati, mentre le ampolle gli scivolano dalle
mani, infrangendosi sul pavimento. Undicesimo rintocco. Comincia il
loro sogno, bisogna solo sperare che la pozione non abbia effetti
collaterali.
Note
dell'autrice: spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Ho cercato
di inserire ancora degli elementi inerenti al segreto di Hermione, e
sono certa che ne mettero' anche nel prossimo capitolo. Spero
vogliate lasciarmi un commento con il vostro parere. Se avete
suggerimenti, di qualunque tipo, li accetto di buon grado ( a mio
parere sono molto utili.). Grazie a tutti coloro che leggono e ad
Alisea89, a laretta, a VivianaRossa, a Mojito86, a juju210, a
drakina94, a Polvere_di_stelle. I vostri commenti con i complimenti
mi riempiono veramente di gioia! (non sapete quanto!). Sono veramente
contenta che vi piaccia! Spero che con gli indizi che ho messo in
questo cap (anche se so che non e' molto) la cosa si capisca di piu'.
Pero' non preoccupatevi... nel prossimo capitolo scoprirete la prima
parte del suo segreto (la prima perche' e' una cosa articolata).
Spero che questo cap vi piaccia.
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, vvb, baci,
Hermione92.
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Capitolo 6 *** L'incubo ***
6.L'INCUBO
La
pioggia cadeva leggera, mentre la notte avanzava. Ogni goccia, quando
toccava una superficie, faceva un rumore diverso. Una ragazza
camminava velocemente, avvolta nel suo mantello. Le sue scarpe
ticchettavano ad ogni passo. Poi accadde tutto in un momento: un uomo
la raggiunse, avvicinandola da dietro. Le fermo' le braccia e vani
furono tutti i suoi tentativi di liberarsi. Provo' in ogni modo a
fargli mollare la presa, ma lui non demordeva. La ragazza provo' a
urlare aiuto, a chiamare un soccorso, invano. L'uomo le mise una mano
davanti alla bocca, per impedirle di gridare. Lei cadde a terra,
sull'asfalto bagnato, dopo essere stata trascinata in un vicolo
cieco. Sola, con quell'uomo e la paura che la assaliva sempre di
piu'. La sensazione di impotenza le pervadeva sempre di piu' l'anima.
Lui si chino' sopra di lei, mentre calde lacrime le rigavano il viso.
Le mani di quell'essere ovunque, e un dolore lancinante. La ragazza
non seppe fare nulla per evitarlo.
***
Hermione
si sveglio' di soprassalto, cacciando un urlo, mentre una lacrima le
solcava il viso. Rivedeva quel momento davanti agli occhi. Sentiva
ancora quelle mani fredde sul suo corpo e la pioggia sul viso. Si
alzo' di scatto dal letto, correndo in bagno, a vomitare.
-Hermione,
tutto bene?- le chiese Harry, dall'altro lato della porta. -Ti
abbiamo sentita gridare-. La ragazza non rispose, continuando a
vomitare, disgustata.
-Hermione
possiamo entrare?- le chiese Ron. -Va be'...- aggiunse, dopo che lei
non gli ebbe risposto -Io me ne torno a letto-.
-E'
tutto ok? Guarda che non ho problemi ad entrare.- esclamo' il moro,
mentre l'amico si allontanava.
La
ragazza ebbe un altro conato. Era disgustata, si sentiva sporca, come
non mai. Entro' nella doccia senza nemmeno spogliarsi, ed apri' il
rubinetto. Acqua gelida comincio' a scendere piano, mentre lei
tremava. Altre lacrime le solcarono il viso, al ricordo di quella
notte. Si sedette, l'acqua che la bagnava, facendola sentire meno
macchiata.
-Hermione!-
Harry entro' di corsa nella doccia, per farla alzare. Chiuse il
rubinetto, aiutandola ad uscire -Cosa credi di fare?- le chiese.
-La...
lasciami...- balbetto', per il freddo e per il mare di sensazioni che
stava rivivendo.
-Non
ho nessuna intenzione di farlo: tu non stai bene!- le disse,
accompagnandola fuori dal bagno.
-Lasciami!-
urlo', fra le lacrime. Le sembro' di avere di fronte quell'uomo, la
rabbia la pervase. Tiro' uno scossone, liberandosi dalla stretta
dell'amico e corse in bagno, a vomitare.
-Piccola...-
mormoro' Harry, spaventato -Posso sapere cos'hai?- le si avvicino'
piano e le sfioro' un braccio.
-Non
mi toccare, Harry- disse, pacata -Non lo fare-.
-Io...-
il moro ritrasse la mano, come scottato -Vuoi dirmi che succede?-.
-Devo
sdraiarmi...- sussurro' -Mi gira la testa- si diresse verso il letto
e si sedette/
-Stai
male Hermione, e qualsiasi cosa sia devi parlarne...-.
-Perche'?-
gli chiese, con rabbia -Per rivivere quei momenti? Per sentirmi
macchiata dentro e fuori, Harry? No, grazie... non voglio.- si
sdraio', nascondendo la testa nel cuscino.
-Piccola
devi parlarne, ti fara' bene...- si avvicino' al letto.
-No!-
disse, senza girarsi. -E non chiamarmi piccola! Io non sono la
piccola di nessuno!-.
-Dimostramelo.-
la sfido' lui -Dimostrami che questo atteggiamento non e' infantile,
ma e' giustificato, perche' io non posso saperlo e non riesco a
capirlo.-.
-E'
il motivo per cui ritengono che non possa far parte dell'Ordine,
Harry.- disse, alzando la testa, per guardarlo.
-Fammi
sapere cos'e'... almeno sapro' se ho fatto uno sbaglio escludendoti
da quella parte della mia vita...- si sedette sul letto, poi
avvicino' piano una mano al suo viso -Posso?- domando', dolcemente.
La vide annuire, cosi' le asciugo' le lacrime con il pollice.
-Un
uomo...- comincio', lentamente -Un uomo...- nascose il volto tra le
mani, mormorando: -Non ci riesco... non posso...-.
-Si'
che puoi... non ti preoccupare... ci sono qua io...- bisbiglio',
cominciando seriamente a preoccuparsi.
-Mi
ha violentata.- era la prima volta che lo diceva ad alta voce, e la
cosa le fece male, facendola sentire ancora sporca, come se fosse
stata catapultata a quella terribile notte.
-Oddio.-
il ragazzo si porto' le mani alla bocca e l'abbraccio'.
-Harry
io non so che fare! Mi sento uno schifo!- si lascio' andare tra le
sue braccia, ricominciando a piangere.
-Non
lo sei... sei la ragazza piu' speciale che io abbia mai incontrato.
Non devi incolparti per quello che e' successo. Non e' stata colpa
tua. Non potevi sapere che sarebbe successo!- le disse, guardandola
negli occhi.
-Mi
faccio schifo da sola, Harry.- mormoro', dando voce ai suoi pensieri
rimasti nascosti per tanto tempo, troppo.
-Non
devi, piccola. Non e' colpa tua.- la strinse maggiormente a se', non
sapendo come altro consolarla.
-Non
voglio piu' parlarne. Distraimi Harry. Voglio dimenticare.-
sussurro', con disperazione.
-Sappiamo
entrambi che dimenticare non e' la soluzione.- l'ammoni', con
dolcezza.
-Gia',
ma puo' farmi star meglio per qualche ora. Tanto non dormiro' piu'
questa notte... tanto vale che faccia altro- spego', staccandosi da
lui.
-Come
posso distrarti?- le chiese, vedendola illuminarsi.
***
Draco
si sveglio' di soprassalto, sconvolto. Quello che aveva sognato lo
aveva disgustato profondamente. Era rimasto fermo, senza agire,
pietrificato da quello che aveva visto. In quell'incubo un uomo aveva
violentato Hermione, la sua Mezzosangue. Se l'avesse avuto tra le
mani, l'avrebbe ucciso all'istante. Ma quando l'aveva visto in quel
sogno, davanti ai suoi occhi, non era riuscito a muovere un muscolo.
Una domanda lo assillava: e' successo veramente? Nessuna risposta, o
meglio, lui sperava di aver preso un abbaglio, che la pozione non
avesse funzionato. Lo sperava con tutto il cuore. Gli avrebbe fato
troppo male sapere che quella era la realta', che quello era il
momento per il quale Hermione era cambiata. Pero' Silente cosa
centrava? Insomma la ragazza era cambiata dopo aver parlato con il
preside, non prima, anzi avevano persino parlato e gli era sembrata
serena. Era confuso. E si sentiva un verme. Richiuse gli occhi,
abbassando piano le palpebre, ma non riusci' a addormentarsi.
***
-Ci
sarebbe quello scandalo di prima... alla fine non mi hai detto i
dettagli- gli sorrise, grata per quel gesto.
-Ecco...-
arrossi', ripensando al momento -E' stato un bacio normale...-.
-Normale?
Cos'e' normale?- gli chiese, curiosa, cercando di non pensare
all'incubo.
-Come
tutti gli altri baci.- rispose, come se fosse la cosa piu' ovvia del
mondo.
-Harry
non esiste uno standard di normalita'. Poi i baci che hai dato non
sono molto... come dire... usuali...- puntualizzo' lei, smontandolo
-O vuoi dirmi che Blaise stava piangendo? Ti e' piombato addosso,
quasi uccidendoti, dopo essere caduto e ti ha baciato per sbaglio?
L'ha fatto per il gioco della bottiglia? Per una scommessa? Perche'
voleva sapere cosa si prova a baciare un eroe?- chiese, elencandogli
tutti i suoi baci fino a quel momento.
-No.-
rispose, colto in fallo, mentre lei gli sorrideva, soddisfatta -E va
bene! Te lo dico! Stavo scappando dalle solite primine, che come sai
mi assillano sempre. Sono entrato in un'aula vuota ed era li'. Ci
siamo salutati e poi ci siamo guardati per un po'...- si interruppe,
arrossendo maggiormente.
-Poi?-
gli chiese, curiosa, notando che gli occhi dell'amico luccicavano.
-Poi...
ci avvicinavamo sempre di piu'... ed e' successo. Non so come, ma ha
appoggiato le sue labbra sulle mie e... ed e' stato...-.
-E'
stato?- domando', facendogli un buffetto sulla guacia.
-E'
stato... wow!-arrossi' violentemente, sorridendo.
-Harry,
sei bordeaux!- la ragazza rise, mentre lui abbassava lo sguardo.
-Non
so come sia potuto succedere... io...- mormoro'.
-E'
successo e basta. Non puoi controllare tutto. Ci sono cose che
accadono senza che noi le programmiamo, senza che non le desideriamo.
Altre ci fanno capire cio' che proviamo realmente, alcune ci fanno
male. Ma noi non possiamo farci niente, se non andare avanti come
meglio possiamo. La vita non si comanda, e nemmeno il destino- gli
sorrise, abbracciandolo.
-Lo
stesso vale per te, Hermione. Devi reagire ed andare avanti.-.
-Lo
so... e lo stavo anche facendo... prima della notizia di Silente...-.
-Immagino
che me lo dirai quando sarai pronta, vero?- le chiese, staccandosi da
lei.
-Ovvio.
Comunque... cosa e' successo tra te e Blaise dopo il bacio?-
domando', sempre piu' curiosa e coinvolta.
-E'
corso via...- si rabbuio'.
-Oh,
Harry. Vedrai che se ne parlerete le cose si risolveranno...-.
-Chi
ti dice che parleremo?-.
-Il
mio sesto senso, Harry. Chiamato anche intuito femminile.
Parlerete... la cosa e' certa.- Harry le sorrise, senza notare il
sorriso che le era apparso sul viso.
Quella
notte Harry ed Hermione parlarono del passato. Cosi' la ragazza si
distrasse da quella notte e gli fu eternamente grata. Harry aveva
ragione: parlare le era servito, e molto, anche. Ora alla ragazza non
restava che ricambiare il favore... e aveva gia' un'idea. Bastava
solo trovare il modo per metterla in pratica.
Note
dell'autrice: mi scuso per il ritardo con cui ho postato il capitolo,
ma non sapevo proprio come iniziarlo. Spero che vi piaccia e che
vogliate lasciarmi il vostro parere, oppure dei suggerimenti o
critiche costruttive. Grazie a chi legge soltanto e a juju210, ad
alisea89, a Litosfera, a DamaArwen88, a Polvere_di_stelle, a
Mojito86, a Kina89, a Sarn, a stellinainnamorata90 ed a drakina94. Le
vostre recensioni me rendono felicissima! Quindi grazie ancora!!
Spero che questo cap vi sia piaciuto e sia valsa la pena di aspettare
questa parte del segreto di Hermione. Vi voglio bene! Grazie, grazie,
grazie! (Scusate se l'ho ripetuto troppe volte.). Spero continuiate a
seguirmi.
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.
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Capitolo 7 *** Effetti collaterali ***
7.EFFETTI
COLLATERALI
Quando
il cielo comincio' ad albeggiare, Hermione continuava a tossire.
Harry la guardava preoccupato, pensando che forse poteva esserle
venuta la febbre, visto che il giorno prima non si era tolta i
vestiti bagnati.
-Hermione
stai bene?- le chiese, preoccupato.
-Io...-
tossi' -Certo... benissimo...-.
-A
me non sembra.- le sfioro' la fronte con la mano -Ma tu scotti!-
esclamo' -Vieni- si alzo' dal letto -Ti accompagno in infermeria...-.
-Non...
non voglio.- riusci' a sussurrare, tra un colpo di tosse e l'altro.
-Non
mi importa, Hermione. Hai la febbre e io non ammetto repliche!-
disse, risoluto.
-Ok,
papa'...- acconsenti', sebbene con riluttanza e si alzo', seguendolo.
***
Draco
venne svegliato dal baccano proveniente dalla Sala Comune dei
Serpeverde. Quella notte aveva dormito si e no due ore. Il sogno che
aveva fatto l'aveva turbato, e non poco. E ogni volta che chiudeva
gli occhi rivedeva l'immagine della ragazza stesa sull'asfalto
bagnato ed ogni volta li riapriva, con la speranza di non vedere piu'
quelle immagini che, chissa' come, gli provocavano delle terribili
fitte al cuore, seguite da rabbia.
-Draco!-
Blaise entro' nella sua stanza senza bussare -Buongiorno! Come va?-.
-Male.-
rispose, secco.
-Suvvia,
Draco e' un cosi' bel mattino!- sorrise, felice.
-Blaise
non sono dell'umore. Sparisci!- sibilo', secco.
-Ma
e' una giornata fantastica!- esclamo' il moro.
-Parla
per te...- disse, rabbuiandosi.
-Eddai
non puo' andare cosi' male!-.
-No?-
chiese, alzandosi dal letto -Non ho chiuso occhio per tutta la notte,
sono stato svegliato da quei trogloditi in Sala Comune ed ora ho un
terribile mal di testa!- urlo' -Ed ora devo sedermi.- si sedette sul
letto.
-Dovresti
andare in infermeria...- gli consiglio'.
-Non
ci penso nemmeno!- sbotto'.
-Su,
Draco... andiamo.- gli ordino' -Non ho intenzione di lasciarti qui!-.
-Prima
pero' devi dirmi una cosa... e devi essere sincero.- negli occhi gli
passo' un lampo di furbizia.
-Cosa?-
chiese, deglutendo, cominciando a preoccuparsi.
-Di
chi ti sei innamorato?- chiese, a bruciapelo.
-Cosa?-
domando', diventando di tutte le tonalita' di rosso possibili
-Perche'? Non e' che mi vieni dietro, vero?-.
-Blaise...
vai a farti...-.
-Ricevuto-
lo interruppe. -Ecco... mimmportary-.
-Blaise
potresti parlare in una lingua comprensibile?-.
-Potter-
rispose, abbassando lo sguardo.
-Ho
bisogno di andare in infermeria...- mormoro' Draco.
-Perche'?-
chiese, ingenuamente.
-Temo
di avere problemi di udito...-
***
-Signorina
Granger la sua febbre e' molto alta... deve rimanere in infermeria...
mi dispiace...- disse Madama Chips.
-Hermione
allora ci vediamo...- comincio' Harry, mentre la ragazza si sdraiava
in un letto.
-Si',
Harry?- lo esorto' a continuare.
-Ecco...-
il moro arrossi.
-Ecco?-.
-Bene,
bene, bene... guarda chi si vede...- disse Malfoy, entrando
nell'infermeria -Lo sfregiato e la Mezzosangue...-.
-Per
te e' troppo tenere la bocca chiusa, vero?- lo provoco' Hermione.
-Cosa
vuoi insinuare?- chiese il biondo, cominciando ad alterarsi.
-Draco!-
esclamo' Blaise, rosso fino alla punta delle orecchie e con lo
sguardo basso, tirandogli una gomitata.
-Che
cazzo vuoi Blaise?- domando', seccato, guardandolo.
-Lascia
stare- sussurro', muovendo il capo verso il Grifondoro.
-Ok.
Questa volta sei stata fortunata, Granger... ho un terribile mal di
testa!- si lamento' sedendosi su uno dei molti letti liberi.
***
-Blaise...-
sussurro' Harry, mentre camminavano soli per i corridoi, diretti
nella Sala Grande.
-Harry...-
sussurro' lui di rimando.
-Buffo
che sia Hermione che Draco stiano male, no?- domando' il Grifone, a
disagio.
-Gia'...
entrambi con la febbre- il Serpeverde lo scruto' attentamente.
-Si'...-
Harry si fermo', nel bel mezzo di quel corridoio deserto.
-Si'...-
Blaise si fermo' a sua volta.
I
due si guardarono negli occhi, mentre un brivido gli percorreva la
schiena e sentivano le ginocchia molli. Non si erano mai sentiti
cosi', con nessun altro.
-Io...-
cominciarono entrambi, facendo un piccolo passo avanti, per
avvicinarsi.
-Parla
tu!- dissero, sempre nello stesso momento.
Abbassarono
lo sguardo di scatto, arrossendo, mentre quasi senza accorgersene si
avvicinavano sempre di piu'. Quando rialzarono la testa si trovarono
a due centimetri l'uno dall'altro. I loro nasi che quasi si
sfioravano e i loro respiri che si mescolavano, mentre non
resistevano al magnetismo creatosi e cancellavano la distanza tra le
loro labbra.
-Io...-
il Grifondoro si stacco' da lui, con riluttanza, non volendo
interrompere quel contatto.
-Non...-
Blaise tento' di parlare, ma Harry si giro' e corse via. Il
serpeverde si appoggio' con la schiena al muro, sospirando. Com'era
possibile che un ragazzo, per di piu' Potter, riuscisse a fargli
provare sensazioni che non aveva mai provato in vita sua solo con la
sua presenza o con un suo bacio? Blaise Zabini era veramente confuso.
***
-Cosa
dici che combineranno insieme?- le chiese Draco, dopo dieci minuti in
cui erano rimasti soli in silenzio.
-Chi?-
la ragazza si giro' a guardarlo.
-Granger
ti credevo piu' intelligente. Sto parlando di Blaise e Potter! E'
ovvio!- sibilo', freddo.
-Spero
si chiariscano. Quei due devono parlarsi!- disse.
-No!
Spero che Blaise rinsavisca!- escalmo' il biondo, disgustato.
-Li
hai visti, no?- domando', retoricamente -Non cambieranno mai i propri
sentimenti, e' impossibile!- spiego', calma.
-Sono
proprio cotti, vero?-.
-Non
userei questo termine, ma... si'.- annui', tossendo.
-Granger
puoi cambiare stanza? Non voglio essere contaminato!- disse, con
disgusto.
-Tu
hai gia' la febbre! E hai l'influenza!- esclamo', indignata.
-Giu...-
si fermo' di colpo, collegando i fatti: forse era stato proprio lui a
metterli in quella situazione. Si era proprio messo nei guai!
Note
dell'autrice: mi scuso immensamente per il ritardo! Ringrazio tutti
coloro che leggono e a dracuccina, a Sarn, a Mojito86, a
Polvere_di_stelle, a laretta, a Glo88, a DamaArwen88, a drakina94, a
juju210, a Kina89. Grazie mille per i vostri commenti! Spero che
questo cap vi piaccia e che vogliate commentare! Grazie ancora.
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima, baci, vvb,
Hermione92.
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Capitolo 8 *** Mya e Principino ***
8.MYA
E PRINCIPINO
Draco
si rese conto di aver combinato un bel guaio: lui ed Hermione erano
finiti in infermeria per colpa della pozione e dei suoi effetti
collaterali. Chissa' se la febbre sarebbe passata presto. Il biondo
ci sperava. Odiava essere inutile, essere un peso. Certo quando lo
riverivano provava un piacere sconfinato ed il suo ego aumentava a
dismisura, ma non tollerava essere trattato come un bambino bisognoso
di cure. Era il principe dei Serpeverde, lui!
Hermione
sbuffo', annoiandosi come mai prima. Niente libri, altrimenti si
sarebbe affaticata, e nessuno con cui parlare. Sola, a pensare a
quella notte, con i ricordi che riaffioravano. Avrebbe dato tutto in
suo possesso per distrarsi, in qualsiasi modo.
-Malfoy.-
chiamo', girandosi verso di lui.
-Che
vuoi Granger? E' troppo chiedere di essere lasciato in pace a
convivere con il mio mal di testa?- domando', brusco.
-Mi
scusi, o sommo principe dei ghiacci! Non volevo impedirle di pensare
alle sue regali faccende- sibilo' fredda -Ah... mi scusi lo sbaglio
imperdonabile!- si porto' le mani alla bocca, fingendosi mortificata.
-Che
sbaglio?- chiese, curioso.
-Mio
principe... ecco... ho usato inavvertitamente il verbo “pensare”...
non volevo, spero mi perdoniate...- gli sorrise, trionfante, mentre
lui arrossiva per la rabbia.
-Granger
stai tirando la corda... non ti conviene con me. Non sai con chi hai
a che fare!-.
-Ah,
no? Strano... pensavo di sapere tutto sul tuo conto. Dimmi chi sei
allora, dimmi cosa sei in grado di fare.- disse, guardandolo con aria
di sfida.
-Perche'
vuoi saperlo?- domando', spiazzato.
-Conosci
il tuo nemico piu' di te stesso... e' una frase che adoro...-
sussurro', senza distogliere lo sguardo dal Serpeverde.
-Allora
parlami di te Granger. Chi sei?- chiese, fissandola negli occhi
cioccolato.
-Dimmelo
tu...- lo sfido', mentre si sentiva sciogliere dal suo sguardo di
ghiaccio. Buffo che occhi cosi' freddi fossero in grado di
riscladarla cosi' tanto.
***
Harry
camminava per i corridoi, diretto alla lezione di Trasfigurazione. La
mente rivolta altrove, ad un moro di nostra conoscenza. Si erano
baciati, di nuovo e lui cos'aveva fatto? Era corso via. Si diede
dell'idiota, piu' e piu' volte. Non avrebbe dovuto farlo, dovevano
parlare, e lui, in fondo al suo cuore, lo sapeva bene. A volte,
pero', e' piu' semplice fuggire di fronte ai problemi, per paura di
scoprirsi, di rendersi vulnerabili all'altro, per non rimanere
feriti. Solo che restera' sempre un terribile rimpianto: se ci avessi
provato cosa sarebbe successo? Non puo' saperlo nessuno, in quanto la
vita non e' fatta ne' di ma, ne' di se, e' solo una vita, fatta di
attimi, di sensazioni, e bisogna cogliere le occasioni e lasciarsi
andare. Cacciare alle spalle la paura di essere feriti e provare a
trasformare un sogno in realta'. Ma a volte la razionalita' ce lo
impedisce, anche se con il nostro cuore vorrebbe buttarsi, vorrebbe
essere libero di amare, ma si sa: il cuore capisce cose che il
cervello arrivera' a capire un domani.
Il
Grifondoro sospiro', arrivato di fronte all'aula di Trasfigurazione,
il cuore con il battito ancora accelerato e che non accennava a
diminuire la sua velocita', il respiro ancora irregolare e in bocca
il dolce sapore delle labbra di Blaise. Il sapore di Lui, quel
ragazzo di cui si era innamorato, che si era mescolato con il suo.
La
porta dell'aula era gia' chiusa il che voleva dire solo una cosa: la
lezione era gia' iniziata. Entrare avrebbe fatto perdere punti alla
sia Casa, tanto valeva farsi un giro per il castello, totalmente
vuoto. Comincio' a camminare, senza sapere veramente dov'era diretto,
mettendo semplicemente un piede davanti all'altro. Caso volle che si
ritrovo' di fronte a una porta, che non aveva mai visto prima. Apri'
senza esitazione. La persona all'interno si giro' verso di lui,
mozzandogli il fiato.
***
-Sei
una Mezzosangue- disse, come prima cosa, sicuro.
-Non
e' detto...- rispose lei, abbassando il tono di voce e rabbuiandosi.
-Che
hai detto?- chiese, bruscamente.
-Vai
avanti... ecco quello che ho detto- menti', tornando a guardarlo.
-Un'insopportabile
saccente, so-tutto-io. La prima della scuola, non solo dell'anno...
e... un membro del famoso trio miracoli.- concluse, soddisfatto di se
stesso. -Visto che ti conosco?-.
-Non
mi conosci affatto...- constato' sorprendentemente calma.
-Cosa
vorresti dire?-.
-Sei
prevedibile...- si spiego' -Dici quello che dicono tutti.-.
-Cosa
ti dovrei dire? Tu sei cosi', no? Allora la mia risposta e' giusta!-
comincio' a scaldarsi.
-Io
non sono solo quelle quattro cose.- disse, guardandolo con tristezza
-Forse nemmeno tutte quelle- sussurro' a se stessa, senza che lui
potesse sentirla.
-Chi
sei, allora, Granger?- domando' nuovamente.
-Scoprilo...-
gli sorrise, non un sorriso di scherno, non un ghigno, non una
smorfia che significava una sfida, no: un vero e semplice sorriso.
***
Blaise
era parecchio confuso. Quel bacio era riuscito ad annebbiargli la
mente, impedendogli di ragionare. Era stato magnifico sentire le
labbra di Harry sulle sue, per la seconda volta. Era come se fossero
state create per restare unite. Poi il suo sapore, che non avrebbe
mai dimenticato, delicato e forte, un cocktail di controsensi. Come
le sensazioni che aveva provato, diverse, ma forti e confuse in una
matassa, della quale era impossibile scorgere l'inizio e, ovviamente,
anche la fine.
Aveva
deciso di saltare la lezione, tanto si trattava di Erbologia e,
sinceramente, la materia non gli interessava per niente. Era andato
nella sua stanza segreta, quella stanza che era come il suo rifugio,
che gli permetteva di stare da solo quando aveva voglia di
riflettere, o di rifuguiarsi in un posto lontano da tutto e da tutti.
Un posto che lo faceva star bene, con se stesso.
Senti'
dei passi avvicinarsi alla porta, passi veloci. Senti' il rumore del
pomello che girava e si volto', per vedere la persona che era
riuscita a scovare il suo nascondiglio. Rimase completamente
spiazzato dalla persona che vide.
***
-Scoprirlo?
E perche' dovrei scoprirlo?- chiese, seccato.
-Se
ti interessa scoprilo, io non ti faccio pressioni: puoi fare quello
che vuoi- spiego' calma, divertendosi a stuzzicarlo.
-Sai
che stai riuscendo a far peggiorare il mio mal di testa?- domando',
guardandola con odio.
-Povero
il mio principino- scherzo', ridendo.
-Il
tuo? Ino poi!! Usi anche un diminutivo? Questa devo fartela pagare!-
esclamo', alzandosi dal letto con fare minaccioso.
-Ho
paura! Il principino
cattivo vuole farmi del male!- esclamo' scherzando, mentre Draco si
avvicinava sempre di piu' a lei.
-Gia',
vuole proprio farti del male- si sedette accanto a lei, e si fermo',
all'improvviso.
-Mio
principino?
Va tutto bene?- chiese, con fare apprensivo ed affettuoso.
-Ecco...
io...- si finse imbarazzato poi la colse di sorpresa: comincio' a
farle il solletico. -Allora mettiamo in chiaro un paio di cose: NON
chiamari piu' mio principino!
E' orrendo!-.
-Ma...-
riusci' a dire, tra una risata e l'altra -E' cosi' tenero!-.
-Tenero?
Granger io ho una reputazione! Non posso mandarla a puttane per colpa
tua!- sbotto', risoluto.
-Non
la mandi a puttane gia' solo parlando civilmente con me?- gli chiese,
tranquillamente.
Draco
smise di farle il solletico. Era sdraiato sopra di lei, le mise le
mani accanto alle spalle, per appoggiarsi al letto e tenersi
sollevato. I loro respiri irregolari si mescolavano, nell'aria, i
loro cuori sembravano voler uscire dal petto. Mentre entrambi
arrossivano vistosamente, come se il troppo sangue pompato alle
guance volesse dimostrare le loro sensazioni, renderle esplicite,
come se volesse dimostrare una cosa capita dai loro cuori, ma non
dalle loro brillanti menti. Improvvisamente entrambi si erano resi
conto di star parlando civilmente, ed addirittura scherzando! Una
cosa mai vista prima. La cosa piu' sconvolgente, pero', era che si
erano divertiti: per Hermione era stato un vero toccasana, un
battibecco leggero, per sfogare la tensione e non pensare ai
problemi, Draco si era lasciato andare, per la prima volta in tutta
la sua vita, ed era stato fantastico. Ora non sapevano cosa dire, e
nemmeno come comportarso. Era la prima volta che si trovavano in una
situazione del genere, piena di sensazioni diverse, opposte, ma anche
uguali. Cosi' com'erano loro, anche se non se n'erano ancora resi
conto.
-Quale
preferisci?- le chiese.
-Tra
cosa?- domando', completamente spiazzata.
-Tra
“Mio”
e “principino”.-.
-Perche'?-
voleva spiegazioni, dopotutto era sempre stata curiosa.
-Prima
rispondi!- le ordino' -Mi stai facendo perdere la pazienza!-.
-”Principino”-
disse senza alcuna esitazione, guardandolo negli occhi.
-Bene.
Non chiamarmi cosi' in pubblico- si alzo' dal suo letto, per
interrompere quel contatto visivo e quella vicinanza che erano stati
in grado di farlo tremare. -Mya.-
aggiunse, possessivo.
-Come?-
aveva gli occhi sgranati per lo stupore, mentre delle farfalle
cominciavano a svolazzare per il suo stomaco.
-Non
devi chiamarmi cosi' in pubblico, Mya.- ripete',
ghignando.
Non
seppe spiegarsi il perche' di quelle parole, di quell'azione
avventata, fatta senza pensare, agendo d'impulso. Parole che erano
uscite dalle sue labbra senza che lui potesse riflettere. Mya.
Non male come modo di chiamare la Granger. Si sdraio' nel suo letto,
poi torno' a guardarla. Si era sdraiata, dandogli le spalle. Si
sdraio' anche lui, con impressi quei momenti in cui si era sentito
libero di agire come voleva, di essere se stesso, come nei sogni.
Hermione
socchiuse gli occhi, mentre la voce del ragazzo gli risuonava ancora
nella testa: Mya.
Una
parola che l'aveva fatta tremare, cosi' come il suo sguardo nel
pronunciarla. Principino.
Con quella frase voleva forse dirle che quando erano soli lei avrebbe
potuto chiamarlo cosi'? Ma quando sarebbero stati soli? Probabilmente
mai. Sospiro', pensando al motivo che l'aveva spinta a non scegliere
mio. Facile: lui era uno spirito libero, che amava la sua
indipendenza ed essere servito. Era lui quello che voleva possedere.
Ecco spiegato il Mya,
ma in fondo, le piaceva veramente tanto.
Entrambi
chiusero gli occhi, cadendo tra le braccia di Morfeo.
***
-Potter?-
gli domando' Blaise, dopo essersi girato.
-Zabini-
Harry chiuse la porta alle sue spalle. Era la resa dei conti. Ora
erano faccia a faccia, soli, nella stessa stanza, mentre tutti gli
altri facevano lezione. Dovevano chiarirsi e quella era la situazione
perfetta.
Note
dell'autrice: Ecco l'ottavo capitolo, spero vi piaccia e che vogliate
commentare. Grazie a coloro che leggono e a Mojito86, a drakina94, a
Glo88, a Hanon, a juju210, a Polvere_di_stelle. Grazie mille per i
commenti e per i complimenti! Non sapete quanto mi rendono felice!
Spero che questo cap vi piaccia!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima, vi voglio bene,
baci, Hermione92.
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Capitolo 9 *** Parole ***
9.PAROLE
La
pioggia bagnava l'asfalto, gia' abbondantemente impregnato d'acqua.
Hermione era seduta per terra, con i vestiti strappati. Le sue calde
lacrime si confondevano con le gocce di pioggia, gelide. Aveva
la schiena appoggiata al muro e gli occhi socchiusi. Era disgustata,
si sentiva sporca, come mai prima. Voleva rimanere in quel vicolo
cieco per sempre, per non affrontare la vita reale, per tentare di
illudersi, pensando di avere solo sognato, sperandolo con tutto il
cuore.
Draco
la guardava da lontano, dopo aver osservato nuovamente quella scena
orrenda, che l'aveva turbato. Osservava le lacrime salate della
ragazza, che riusciva a scorgere con facilita', nonostante la
pioggia. Tutte quelle gocce che si confondevano sul suo corpo
violato, e la forza l'aveva abbandonata, svanendo nel nulla. Non
riusciva a sopportare quella situazione e nemmeno quello che le era
successo. Avrebbe voluto impedirlo, in qualsiasi modo possibile, ma
non era riuscito a muoversi, pietrificato dall'orrore. Ma ora che la
vedeva in quello stato, era fermamente deciso di di darle una mano,
con ogni mezzo a sua disposizione.
-Mya...-
la chiamo' piano, spostandoti dall'ombra che lo nascondeva, per
avvicinarsi a lei.
-Che...?-
la ragazza alzo' piano lo sguardo, aprendo debolmente gli occhi. -Ma
cosa?= domando', senza riuscire a dire altro, mentre la pioggia, che
ormai percepiva a stento, aumentava.
-Mya...
io...- comincio', rendendosi subito conto di non sapere come
consolarla, cosa dire per farle tornare il sorriso sulle labbra.
***
-Potter?-
gli domando' Blaise, dopo essersi girato.
-Zabini-
Harry chiuse la porta alle sue spalle.
-Cosa
ci fai qui?- chiese, il Serpeverde, curioso.
-Non
lo so- rispose, sinceramente.
-Immagino
che io e te... noi... be'...- balbetto' confuso, mentre il Grifondoro
si avvicinava a lui.
-Si'...
dobbiamo parlare- confermo', complatando la frase del ragazzo, in
modo sorprendentemente serio.
-Bene...-
mormoro', distogliendo lo sguardo da Harry, non riuscendo a sostenere
il suo sguardo, siccome gli provocava troppe sensazioni differenti e
che non avrebbe mai creduto di poter provare.
-Bene...-
ripete', guardando il soffito. Ammutoli' all'istante, osservando lo
spettacolo che gli si presentava sotto gli occhi. Il soffito era
molto simile a quello della Sala Grande: un cielo stellato aveva
sostituito il normale muro, creando un'atmosfera molto romantica. -E'
splendido...- sussurro', non riuscendo a distogliere lo sguardo.
-Gia'.
Ha solo una differenza rispetto alla Sala Grande, pero' e' una cosa
molto particolare...- spiego', mentre gli occhi gli brillavano.
-Cosa?-
chiese Harry, con un'espressione ingenua e curiosa, da bambino.
-Lo
sai.- affermo', sicuro.
***
La
ragazza si alzo' di scatto, abbassando velocemente lo sguardo, come
scottata. Si sentiva vulnerabile, troppo vulnerabile.
-Mya...-
ripete', per la terza volta, mentre il cuore si stringeva in un
morsa, che lo rattristava immensamente.
Hermione
non rispose, limitandosi a fissare l'asfalto, mentre davanti ai suoi
occhi appariva l'immagine del ragazzo, fradicio.
-Mya...-
disse nuovamente, guardando le piccole gocce sul volto della ragazza.
Non riusciva a scorgere i cuoi occhi, ma li immaginava spenti, vacui
e si sentiva inutile.
Pochi
secondi dopo lei alzo' la testa, come se avesse recuperato una parte
della sua fierezza Grifondoro. Lo guardo' con rassegnazione e gli
corse in contro, con un rapido slancio. Si getto' tra le sue braccia,
per essere consolata, per avere una sensazione di protezione, per
sentirsi finalmente al sicuro.
***
-Lo
so?- chiese confuso, guardando Blaise.
-Si'-
rispose, con sicurezza.
Harry
torno' a guardare il cielo, quel cielo magico, pieno di stelle che
brillavano, in un modo sorprendentemente luccicante, quasi
contenessero tanti brillantini in grado di rilucere sempre di piu',
ogni secondo che passava.
-Ti
credevo piu' acuto, Potter- bisbiglio', avvicinandosi a lui.
Il
cielo talmente scuro da essere quasi nero, poi un particolare colpi'
gli occhi del giovane Grifondoro, facendolo sorridere. -Lo so...-
mormoro', abbassando la testa.
***
Draco
rimase immobile, spalancando gli occhi per lo stupore. Aveva le mani
abbandonate lungo i fianchi, mentre la ragazza lo stringeva con
forza. Il biondo riusci' a sentire il profumo di lei, ancora intatto
nonostante la pioggia e il contatto con quell'uomo. Chino' la testa
verso il basso, poi si decise: alzo' lentamente le braccia, fino ad
arrivare a sfiorare la schiena della ragazza con la punta delle dita.
Riusci' a percepira una lieve scossa, partita dalle dita, che
percorse tutto il suo corpo, mentre lui si faceva forza e arrivava
finalmentea cingerle la schiena con le braccia. Ora fu lei a sgranare
gli occhi, sentendo la dolce stretta di Draco, stretta che riusci' a
farla calmare, che riusci' a farle calmare i battiti del cuore, per
poi farli accelerare bruscamente quando lui le percorse la schiena
con un dito.
-Mya...-
sussurro', staccandosi lentamente.
-Non
parlare- ordino', la voce rotta dai singhiozzi, mentre le lacrime
ricominciarono a scorrere.
-Come
vuoi- mormoro', dopo che lei l'ebbe stretto nuovamente a se'.
***
I
due si guardarono negli occhi, mentre le stelle sopra le loro teste
cambiavano posizioni. Lo smeraldo unito con il cobalto, mentre i loro
cuori acceleravano e i respiri si irregolarizzavano. I due si
avvicinarono di piu', senza interrompere il contatto che avevano
stabilito con lo sguardo. Una cosa magnetica, che li legava come non
gli era mai successo con nessun altro. Arrivarono uno di fronte
all'altro, a distanza di pochi sentimetri, e continuavano ad
avvicinarsi, in balia delle emozioni.
-Zabini...-
bisbiglio' Harry, quasi senza fiato -Non... non dovevamo parlare?-
domando', senza distogliere lo sguardo.
-Blaise-
lo corresse -Dovevamo...- aggiunse -Non dobbiamo, giusto?-.
-Ma...-
tento' di ribattere.
-Potter!-
l'ammoni', fermandosi improvvisamente.
-Harry-
lo corresse -Credo che dobbiamo cominciare a chiamarci per nome-.
-Sarebbe
un buon inizio- concordo', prima di posare le sue labbra su quelle
del Grifondoro.
***
-Ho
avuto paura...- sussurro', con la faccia nascosta nel petto del
ragazzo.
-Shhh...-
le sussurro' con dolcezza -Non pensarci...-.
-Come
se fosse facile!- urlo', staccandosi da lui -Non e' semplice
dimenticare quei momenti! E quando finalmente ci ero riuscita arriva
Silente con la sua notizia! Non poteva aspettare per dirmelo? Tanto
anno piu', anno meno... non avrebbe fatto nessuna differenza!- le sue
guance erano rosse per la rabbia e altre lacrime le scorrevano sulle
guance, mischiate con la pioggia, che non cessava di cadere.
-Sfogati!-
le ordino', tentando di nascondere la sua preoccupazione.
-Come
posso farlo?- chiese, rassegnata -Come?-.
-Urlami
dietro! Picchiami! Insultami!- spiego' -Basta che fai qualcosa!- la
guardava negli occhi, mentre sul suo viso apparivano sensazioni
contrastanti -Io non posso vederti cosi'...- sussurro' alla fine,
guardando la sua Mya che soffriva.
-Perche'
e' capitato a me?- chiese, dopo alcuni istanti di silenzio -Perche'?-
urlo', alzando lo sguardo verso la pioggia.
***
-Ma
questo e' ancora meglio...- mormoro' Harry, staccandosi per
riprendere fiato. -E noi dobbiamo parlare-.
-Non
sai fare altro?- chiese, ricominciando a baciarlo.
-Tu
dici?- si stacco' lievemente, per poi abbracciarlo con foga,
cominciando a baciarlo con passione, mentre i loro corpi aderivano
perfettamente.
-Ritiro
tutto...- bisbiglio', senza fiato -Tu sai decisamente fare altro!-.
-Ora
possiamo parlare?- chiese.
-Un'altra
volta, ok?- si avvicino' alla porta, prendendo in mano il pomello
-Ora devo andare- provo' ad aprire la porta, ma non riusci' a
spostarla di un millimetro. -Cazzo non si apre!- esclamo', in preda
al panico. Ora avrebbe dvuto affrontare Harry e non sapeva proprio
cosa dire. Aveva paura, molta paura.
***
-Non
e' giusto!- sbotto' -Io... cos'ho di sbagliato?- gli chiese,
guardandolo.
-Niente.
Assolutamente niente.- tento' di consolarla. -Non sei tu il problema.
Lo sono gli altri, che non capiscono quanto tu sei speciale. E lo sei
veramente tanto-.
Hermione
lo guardo' con stupore, riflettendo sulle sue parole, quando si
senti' piu' leggera e svani' nel nulla, riaprendo gli occhi.
Draco
la guardo' svanire, sospirando. Si era svegliata e lo aveva lasciato
solo nel suo sogno. Si diede dello stupido, ricordando le parole che
aveva detto. Era stato precipitoso, dicendole senza riflettere.
***
-Allora
parliamo- disse Harry. -Cosa
c'e' tra noi?- chiese.
-Io...
io... noi...- balbetto', in modo confuso, arrossendo di colpo.
-Cosa
provi per me?- domando', riformulando la domanda.
-Io...
io...-.
-Mi
piaci.- disse Harry, in modo impulsivo.
-Io...-
Blaise non riusciva ad articolare un discorso di senso compiuto.
-Tu?-
il Grifondoro lo guardo' con attesa -Ricevuto. Per te non e' lo
stesso.- disse, abbassando lo sguardo, deluso.
-Io...-
ripete', per l'ennesima volta.
-Non
c'e' bisogno che tu dica niente. Me ne vado- raggiunse la porta,
prendendo in mano il pomello.
-No!-
esclamo', bloccandogli la mano.
-Cosa?-.
***
Hermione
apri' gli occhi. Aveva fatto un sogno stranissimo, dove c'era anche
Malfoy e dove lui si comportava con gentilezza. Giro' la testa verso
il letto del ragazzo, che dormiva. Sorrise, guardando la sua
espressione dolce ed allegra. Era sorprendentemente bello. La ragazza
senti' un brivido percorrerle la schiena, mentre i ricordi che aveva
svanivano pian piano, mentre lei, la vera Hermione, quella combattiva
e fiera, tornava all'attacco, tornando a padroneggiare la situazione.
-Grazie, Malfoy- sussurro'. -Grazie.-.
***
-No!-
ripete' -Non devi andartene. Tu... mi piaci- disse, esternando
finalmente i suoi sentimenti.
-Io...
io...- balbetto'.
-Potter,
basta parlare- gli poso' le labbra sulle sue.
-Cosa
succedera' adesso?- gli domando' il Grifondoro.
-Nessuno
puo' saperlo. Noi viviamo la nostra vita... i...-arrossi' di scatto.
-Si',
insieme- concluse, aprendo la porta, per uscire nel corridoio.
***
Due
occhi di ghiaccio si aprirono di scatto, dopo aver sentito il
ringraziamento della ragazza.
-Prego,
Mya- sussurro' -Non farti abbattere, mai.-.
Hermione
si era sdraiata, voltandogli le spalle, e non aveva sentito quelle
parole. Draco le sorrise, con dolcezza. Aveva fatto la cosa giusta
preparando la pozione, ed ora era piu' che mai deciso ad aiutare la
ragazza a tornare l'Hermione di sempre.
Note
dell'autrice: spero che questo cap vi sia piaciuto e che vogliate
lasciarmi un commento, anche negativo. Nel capitolo otto, ovvero il
precendente, avevo inserito un piccolo indizio (scusate se non vi ho
avvertiti), speravo che qualcuno se ne accorgesse, ma a quanto pare
mi sbagliavo. Comunque se vi interessa vi consiglio di provare a
cercarlo (so che non e' un grande aiuto, ma e' gia' qualcosa).
Ringrazio
tutti coloro che leggono soltanto ed a Ninpha93, a juju210, a
Mojito86, a VivianaRossa, a Mione09, a drakina94, a
Polvere_di_stelle, a sweet_puffola_pigmea, ad Hanon ed a Glo88.
Grazie 1000! le vostre recensioni sono sempre meravigliose! Grazie!
Vi voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima! Baci, Hermione92.
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Capitolo 10 *** Il suo fuoco ***
10.IL
SUO FUOCO
-Hermione!-
esclamo' Ron, entrando come una furia nell'infermeria -Come stai? Non
ti ho vista a lezione e mi sono preoccupato! Ho avuto paura! Pensavo
ti fosse successo chissa' cosa!- il rosso si avvicino' al letto
dell'amica, senza curarsi minimamente del principe dei Serpeverde.
-Harry
non ti ha avvertito? Pensavo ti avesse parlato...- disse la riccia,
guardandolo con curiosita'.
-Harry?
Ma se oggi non era a lezione! Ho dovuto passare l'ora di
Trasfigurazione da solo!- sbotto', parecchio alterato.
-Povero
Lenticchia.- intervenne Draco, sbadigliando.
-Furetto
non ti devi intromettere.- Ron lo guardo' con odio, mentre Hermione
scuoteva la testa.
-Chi
sei tu per dirmi quello che devo fare?- domando' il biondo, parecchio
irritato.
-Sono
sicuramente meglio di te!- gli rispose, avvicinandosi al letto del
ragazzo.
-Tu?-
chiese retoricamente -Un Weasley Babbanofilo meglio di un Malfoy
Purosangue fino al midollo? Tu vaneggi!-.
-Come
ti permetti!- Ron scatto' in avanti, per colpire Draco.
-Ronald
Weasley!- lo ammoni' Hermione, facendolo fermare -Cosa credi di fare?
Ti sembra un comportamento civile?- chiese, mentre l'amico le si
avvicinava.
-Io...-
il Grifondoro non seppe come continuare, limitandosi ad arrossire.
-Cosi'
gli dimostri che e' veramente migliore.- gli spiego'.
-Perche'?
E' ovvio che lo sono!- affermo', offeso, beccandosi un occhiataccia
da Hermione, mentre Ron stringeva i pugni, tanto da far sbiancare le
nocche.
-Malfoy
non ti allargare. Solo perche' la tua famiglia e' da sempre nella
schiera del Signore Oscuro, come lo chiamate voi, non vuol dire che
devi esserne fiero... anche perche' non e' una cosa di cui
vantarsi...- disse il rosso, provocandolo.
-Ronald!-
Hermione lo guardo' con incredulita', non credendo alle proprie
orecchie. Non credeva che il suo amico potesse essere cosi'
insensibile. Sembrava strano, ma il suo comportamento l'aveva delusa,
profondamente.
-Ora
prendi anche le sue parti! Hermione stai per caso fraternizzando con
il nemico? Non ti credevo cosi'! Non pensavo abbandonassi gli amici!-
il Grifondoro si allontano' dalla ragazza, uscendo dall'infermeria.
Pensava che Hermione l'avrebbe appoggiato, sperava avrebbe condiviso
le sue idee, invece sembrava totalmente indifferente alle sue parole,
schierandosi con Draco Malfoy. Si era sentito tradito. Pensava che
Hermione sarebbe sempre stata dalla sua parte, qualsiasi cosa fosse
successa, e sapere il contrario aveva fatto montare in lui una rabbia
improvvisa, forte, in grado di fare molto piu' male di quanto ognuno
potesse immaginare.
***
Harry
e Blaise camminavano per i corridoi, diretti all'infermeria. Entrambi
volevano sapere se il proprio amico, amica nel caso di Harry, stesse
bene. Tra loro, pero', c'era uno strano silenzio. I due non
parlavano, pensando e ripensando ai fatti accaduti nel rifugio di
Blaise.
Harry
riusciva ancora a percepire il corpo del Serpeverde contro il suo, le
loro labbra intrecciate. E aveva ancora lo stomaco pieno di farfalle,
che svolazzavano allegre. Quando aveva detto a Blaise che gli piaceva
aveva sentito come se un forte peso si fosse dissolto, lasciando
spazio all'ansia, in attesa di ricevere la risposta del ragazzo. Ma
nel momento in cui il moro aveva detto che per lui era lo stesso...
be'... in quel momento avrebbe voluto saltare di gioia.
Blaise
era al settimo cielo, e non sapeva il perche'. A dire la verita' lo
sapeva benissimo, l'unico problema? Aveva paura di dimostrarlo a se
stesso. Ma sapeva che quella sua gioia, quel suo sorriso stampato sul
viso era solo merito del Grifondoro. Di un lui, di un Grifondoro, del
ragazzo di cui si era perdutamente innamorato. E non poteva far
niente per cambiare le cose.
Il
rumore di passi veloci e pesanti che cominciarono a risuonare per il
corridoio li distrasse dai loro pensieri. I due si guardarono,
un'espressione di paura negli occhi. Cosa dovevano fare?
***
Draco
guardava con odio la porta, quasi volesse incenerirla. Le parole di
Weasley l'avevano ferito, e tentava in tutti i modi di non
dimostrarlo e di non darlo a vedere. Lui era di ghiaccio, non poteva
permettersi di provare sentimenti. Si chiese come quel Grifondoro
fosse riuscito a farlo arrabbiare, a farlo disgustare della sua
famiglia, che lui si ostinava a credere perfetta, nonostante sapesse
benissimo che era schierata dalla parte del male. Non poteva pensare
a sua madre come ad un'assassina, non voleva. Quella donna che era
fragile e sottomessa al marito, senza alcuna via di scampo, senza
alcun modo di ribellarsi, apparentemente almeno. Gia', perche' quella
donna, sua madre, aveva tentato il suicidio, piu' e piu' volte, anche
sotto ai suoi occhi, ancora giovani, ancora innocenti. Suo padre,
invece, sembrava la reincarnazione dell'odio. Forse perche' era
l'unico sentimento che era in grado di provare fino in fondo, cosa
che sembrava aver trasmesso al povero Draco, che in cuor suo
soffriva, senza mai darlo a vedere. Aveva una reputazione da
difendere, lui.
Hermione
fissava Draco, notando l'espressione dura del suo volto e l'odio che
traspariva dai suoi occhi. Si sentiva in colpa, nonostante l'unico
colpevole fosse Ron. Ammirava quel ragazzo, ambizioso, ma con
coraggio. Un coraggio che gli aveva permesso di andare avanti
nonostante le cattiverie dette contro di lui e contro la sua
famiglia, nonostante la nota crudelta' del padre. Il coraggio era una
possibilita' per il suo comportamento, e, diciamolo, anche
l'indifferenza sarebbe una risposta plausibile, se non fosse che in
quell'occasione le sensazioni di Draco trasparivano e lei riusciva a
capirle con facilita': era ferito, ferito dalle parole di Ron.
-Malfoy-
chiamo' piano, mordendosi il labbro inferiore con nervosismo.
-Non
voglio parlare Granger.- sibilo', freddo.
-Come
vuoi...- mormoro', guardandolo con dolcezza -Sappi che se hai
bisogno...- comincio', con titubanza.
***
-Ora
che facciamo?- chiese Harry, guardando Blaise con insicurezza.
-Lo
chiedi a me, Potter? Non sei tu quello abbonato alla rivista: Come
infrangere le regole ed attirare i guai?- domando'.
-No!-
esclamo', mentre si torturava i lembi della camicia con le mani.
-Trova
una soluzione!- esclamo', mettendosi una mano nei capelli.
I
passi si avvicinavano sempre di piu' ed i loro cuori battevano sempre
piu' velocemente. Non volevano essere scoperti, non insieme, almeno.
Era un corridoio senza porte, e muovendosi avrebbero solamente
rischiato di imbattersi nella persona alla quale appartenevano quei
passi.
-Non
so cosa fare, Blaise. Questa volta non so proprio come tirarmi fuori
da questo guaio.-.
I
due si guardarono negli occhi, senza sapere cosa sarebbe successo.
***
-So
dove trovarti, forse?- chiese, con una nota di amarezza nella voce.
-Si',
Malfoy. Sai dove sono.- mormoro', con gli occhi che cominciavano ad
essere velati di lacrime.
-Suona
terribilmente come frase fatta.- disse, con freddezza.
-Con
la sola differenza che per me e' vero. Non sei l'unico ad avere
problemi, sai?- chiese, osservandolo attentamente, come per
scrutarlo.
-Io
non ho problemi!- sbotto' irritato, girandosi verso di lei.
-No,
Malfoy?- chiese, retoricamente -La tua famiglia non ti crea problemi?
Le persone che ti riveriscono e che stanno con te senza essere
veramente tuoi amici? Non hai nessun problema?-.
-Non
sono affari tuoi, chiaro?- le ricordo' con rabbia.
-Allora
come mai la mia vita e' una cosa che ti riguarda?- chiese, fissandolo
nei suoi occhi di ghiaccio.
***
Ron
attraverso' un altro corridoio deserto, strano, visto che era
convinto di aver sentito delle voci. Per un attimo gli era
addirittura parso di sentire Harry parlare con un altro ragazzo.
Probabilmente era stata la rabbia a fargli sentire quelle voci, non
lo sapeva. Il rosso continuo' a camminare, dirigendosi verso l'aula
di Divinazione, per la lezione successiva.
***
-Cosa
intendi con questo?- le domando', mentre il grigio dei suoi occhi
sembrava sciogliersi.
-Sto
provando a reagire, Malfoy.- spiego', enigmatica, ma sicura che lui
fosse in grado di capire le sue parole. -Tu dovresti esternare quello
che provi-.
-Come
puoi dirmi cosa devo e cosa non devo fare?- domando', seccato.
-Il
mio e' solo un consiglio. Tu puoi fare come vuoi.- rispose,
semplicemente.
***
-La
prossima volta ricordati prima che siamo maghi, Potter- l'ammoni'
Blaise, mentre toglieva l'incantesimo di invisibilita'.
-Promesso-
disse, non appena fu tornato visibile.
-Credi
che dovremmo parlarne con Draco e con la Granger?- gli chiese,
timidamente.
-Trovo
che, dopotutto... si'... sono i nostri migliori amici, no?-.
-Dici
che capiranno?-.
-Hermione
si'... e' piuttosto intelligente. Il problema sara' il tuo caro amico
Furetto...- constato', sorridendo.
-Gia'...
non mi stupirei se decidesse di farti fuori...-.
-Che?-
domando', con una nota di paura nella voce.
-Rilassati!
Stavo solo scherzando!- gli accarezzo' una guancia, prima di baciarlo
con passione.
-Blaise...-
lo interruppe Harry.
-Che
vuoi?- domando', tenendo gli occhi chiusi.
-Se
passa qualcuno?- chiese, preoccupato.
-Mi
spieghi perche' devi sempre rovinare tutto, per favore?-.
-Talento,
che ci posso fare!- gli sorrise, prima di dargli un bacio a stampo.
***
-Grazie,
Mya...- le disse lui, poco dopo, facendola sorridere. Forse, quel
cuore di ghiaccio cominciava a sciogliersi veramente. Aveva forse
trovato il suo fuoco?
Note
dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto! Grazie a tutti
coloro che leggono ed a Mojito86, a PikolaMalfoy, a drakina94, ad
anter, a lola82, ad Hanon, a VivianaRossa, a sesshoyue, a
Polvere_di_stelle ed a Glo88. Grazie 1000 per i commenti e per i
complimenti! Non sapete quanto mi rendono felice! Grazie ancora! Vi
voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.
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Capitolo 11 *** Draco, solo Draco ***
11. DRACO,
SOLO DRACO
-Albus,
cosa ti spinge a non dirle tutta la verità'?-
gli chiese Minerva, guardandolo negli occhi.
-Trovo
che sia molto più' semplice cosi', e
non sono convinto che lei voglia saperlo veramente- rispose,
sedendosi alla sua scrivania.
-Perché'
non lo fai decidere a lei?- domando' Lupin, sicuro -E' la sua vita e
sono cose che la riguardano direttamente, trovo che abbia il diritto
di conoscerle-.
-Remus
non ti intromettere- l'ammoni' Tonks.
-Mi
dici perché' non dovrei farlo? Io
voglio bene ad Hermione...- la guardo' con incredulità'.
-Appunto
perché' le vuoi bene dovresti capire che e' meglio tenerlo
nascosto- Albus era fermamente convinto di far la cosa giusta.
-Cosi'
quando lo scoprirà' potrà'
darmi la colpa di non averla avvertita. No, grazie- affermo' sicuro
il licantropo.
-Non
dovresti parlare cosi', visto che in questa cosa sei coinvolto
direttamente- disse Silente.
***
La
porta dell'infermeria si spalanco' ed entrarono Harry e Blaise.
Hermione era sdraiata a pancia in giu', Draco su un fianco, intento a
guardare fuori dalla finestra.
-Hermione
va tutto bene?- le chiese il Grifondoro.
-Harry
ma dov'eri finito? Come mai hai saltato le lezioni? Non e' da...- la
ragazza si blocco' di colpo, notando la presenza di Blaise -Ah- capi'
immediatamente il motivo del comportamento dell'amico -Scusa Harry,
ma per un attimo mi sono preoccupata...-.
-Hermione
sei sempre la solita! Sto bene come vedi, a meraviglia!- il moro la
guardo' sorridendo.
-Purtroppo
non ti sei buttato da un burrone.- scherzo' Draco, girandosi verso di
loro.
-Draco!-
l'ammoni' Blaise, mentre Hermione esclamava: -Malfoy!-.
-Era
solo una battuta.- si difese il biondo, sotto le occhiatacce dei due.
-Non
divertente...- disse Bliase.
-Scusa
amico, ma da che parte stai?- gli chiese il Serpeverde.
-Da
quella giusta- disse Harry intromettendosi.
-Potter
io...!- Malfoy stava per minacciarlo, era veramente seccato.
-Piantatela!
Non e' carino!- esclamo' Hermione -Ciao Blaise- lo saluto' -Come
va?-.
-Benissimo,
direi-.
-Immagino...-
gli fece l'occhiolino, e vedendolo arrossire scoppio' a ridere.
***
-Sono
coinvolto?- chiese Lupin, con gli occhi sgranati.
-Si'.
E' ora che ti dica la verita'...- disse, il preside con tono grave,
poi guiardo' Minerva e Tonks e aggiunse: -Potete lasciarci soli?-. Le
due donne annuirono ed uscirono dall'ufficio.
-Come
posso essere coinvolto?- domando' nuovamente Lupin.
-Una
parte del segreto sei tu-.
-Cosa?
Io non...- improvvisamente il licantropo capi'. Era lui, ed era anche
per colpa sua se Hermione stava male -Non ne avevo idea! Io non
l'avrei tenuto nascosto! Io...-.
-Si
calmi... se vuole lo puo' comunicare lei... non credo che sia una mia
competenza...-.
-Si'...
quando mi sentiro' pronto, lo faro'-.
***
-Granger
cosa sai che io non so?- le chiese il principe dei Serpeverde.
-Non
ho il diritto di dirtelo, Malfoy. Scoprilo- lo sfido'.
-Hermione
tu cosa ne pensi?- le chiese Harry.
-Ne
sono felice,- disse, sincera, sorridendo ai due ragazzi.
-Odio
non sapere quello che succede!- sbuffo' Draco.
-Dai
Draco, se ci tieni posso dirtelo...- Blaise gli sorrise.
-Non
mi interessa!- si offese, dando loro le spalle.
-Va
be'... noi ce ne andiamo, Hermione...- gli disse Harry, trascinando
Blaise fuori dall'infermeria per una manica. -Torneremo dopo cena. Mi
raccomando stai attenta a quella serpe-.
-Lo
faro' Harry-.
I
due se ne andarono, lasciando Draco ed Hermione soli. Il ragazzo era
offeso, odiava essere all'oscuro di qualcosa e si era fidato di
Blaise. Per cosa? Per poi sentirsi tradito? Allora il moro non si
meritava la sua amicizia! La grifondoro lo osservo attentamente,
provando a capire cosa avesse fatto partire quella reazione. Insomma
di solito era sempre stato controllato, glaciale, ma in quel momento
le era sembrato leggermente fuori di se'.
-Malfoy.-
la ragazza si alzo' dal letto, avvicinandosi a lui, gli sfioro'
leggermente la spalla -Malfoy- lo chiamo' nuovamente -Va tutto bene?-
chiese, apprensiva.
-Lasciami
in pace!- esclamo', freddo.
-Malfoy
perche' ti comporti cosi'?- domando', preoccupata.
-Cosi
come?- domando', alzandosi a sedere e guardandola in faccia.
-Non
devo essere offeso ed arrabbiato con Zabini. Non ti ha fatto niente.
Cerca di essere felice per lui, se lo merita- disse, sorridendo.
-Non
capisco per cosa dovrei essere felice- era veramente confuso e la
guardava con stupore.
-Lo
capirai, non ti preoccupare- la ragazza fece per andarsene, ma lui la
trattenne per un braccio.
-Stai
qui- le sussurro', la voce roca e bassa, lo sguardo distolto per non
guardarla negli occhi e per non permetterle di scrutargli l'anima.
-In
piedi?- gli chiese, cercando di nascondere l'imbarazzo e di non
arrossire.
-No,
ma come ti salta in mente?- avvicino' il viso al suo orecchio -Ti
sdrai accanto a me, ovviamente-
-Cosa?-
chiese, con la voce ridotta ad un sussurro, mentre lui la fissava
negli occhi.
-Sdraiati.-
le ordino', facendole spazio.
-Di
solito non prendo ordini...-.
-Ma
questa volta fai un'eccezione, vero?- chiese, ammiccando.
-Mi
provochi?- chiese, dubbiosa.
-No.
Ne ho bisogno, Mya.- la ragazza interpreto' la richiesta come una
supplica e, sbuffando sonoramente, si sdraio' accanto al bel
Serpeverde.
-Spostati!-
gli ordino', dandogli una leggera gomitata, per poi sdraiarsi sotto
le coperte -Allora mi rispondi? Perche' ti comporti cosi'?-
gli chiese nuovamente.
-E'
nella mia natura... quello che fa lo sbruffone, il ghiaccio, il
Serpeverde ad Hoc... be' sono io. Sono Draco Malfoy, solo questo-
rispose, amaramente.
-No.
Tu scegli di essere questo Draco Malfoy.- gli fece notare -Draco
Malfoy non e' quello che mi chiama Mya, non e' quello che mi fa il
solletico sul mio letto in infermeria... quello e' Draco, solo Draco.
Basta togliere il Malfoy, togliere le disposizioni messe da tuo
padre. Sei tu che scegli chi essere, non gli altri. Questo dovresti
mettertelo bene in testa.- concluse, fissandolo nei suoi splendidi
occhi di ghiaccio e sorridendo con dolcezza.
-Vorrei
avere la tua sicurezza. Io non posso farlo, io devo solo seguire le
linee guida disegnate da mio padre- spiego' con amarezza.
-Io
non sono sicura di niente: non so chi sono, cosa voglio fare ne' dove
sto andando. Non lo so, ma almeno cerco di trovare la forza per
andare avanti con le mie forze, facendo come voglio, perche' io sono
io e non posso essere controllata da altri, non ne hanno nessun
diritto- si sfogo', mettendo tutta la sua rabbia repressa in quelle
parole. -Draco Malfoy non mi avrebbe mai fatta sdraiare sotto le
coperte con lui...-.
-Ed
Hermione Granger non avrebbe mai accettato, giusto?-.
-Ma
visto che ti stai comportando da persona civile, come un ragazzo come
tutti gli altri...-.
-Io
come tutti gli altri? Granger, io sono superiore!- le fece notare,
modesto come sempre.
-Certo,
Malfoy. Tu sei superiore- gli si avvicino' pericolosamente, fino ad
arrivare a pochi centimetri dal suo viso. Arrivo' alla sua guancia e
con dolcezza la sfioro' con le labbra, prima di sdraiarsi e di dargli
le spalle.
Draco
la guardo' con gli occhi sgranati dallo stupore, prima di portarsi
una mano sulla guancia, dove lei aveva posato le sue labbra di pesca.
Aveva provato una sensazione strana, troppo strana per i canoni di
Draco Malfoy, il principe Purosangue dei Serpeverde, ma che l'aveva
fatto tremare, dentro. Una sensazione che era stata in grado di
raggiungere la sua anima, cosi' come lo stava facendo quella ragazza
stesa accanto a lui.
Hermione
era confusa, il suo cuore le martellava nel petto come mai prima e le
guance erano diventate rosse non appena si era resa conto del gesto
che aveva fatto. Ok, non era stato tanto sconvolgente o profondo come
un vero bacio, ma era un inizio, inizio di qualcosa che nemmeno lei
avrebbe potuto definire.
-Stai
dormendo?- le chiese Draco, con dolcezza. Lei non rispose e socchiuse
gli occhi, sentendo il caldo respiro del ragazzo sul suo collo. Le
poso' un bacio sulla guancia, proprio accanto alla bocca. Sorrise
dolcemente, di fronte a colei che gli sembrava forte e fragile allo
stesso tempo, dolce e fredda all'occorrenza. Lei che gli provocava un
cocktail
di sensazioni amalgamate talmente bene da non far capire la loro
tipologia. Le mise un braccio intorno ai fianchi, abbracciandola da
dietro, -Dormi bene, Mya.- le
sussurro', prima di chiudere gli occhi.
Note
dell'autrice: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se
l'ho riscritto almeno 5 volte e non sono ancora convinta di come sia
venuto. Lasciatemi un commento, anche negativo, per farmi sapere cosa
ne pensate. Grazie a coloro che leggono ed a Mojito86, a selene87, a
Mione09, a Glo88, a PikolaMalfoy, a drakina94 ed a Polvere_di_stelle.
Le vostre recensioni sono veramente fantastiche! Grazie 1000! vi
voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, alla prossima! Baci, Hermione92.
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Capitolo 12 *** Quel mondo... il loro ***
12.QUEL
MONDO... IL LORO.
L'oscurità
regnava sovrana, le scale sembravano essere senza fine e miriadi di
scalinate si incontravano e si sovrapponevano, muovendosi. Il punto
d'arrivo? Non si poteva vedere, era come irraggiungibile ed
inesistente, ma Hermione continuava a camminare. Saliva uno scalino
dopo l'altro, sempre con più'
affanno e senza fiato. Ed ecco che le scale cambiavano posizione,
costringendola a dirigersi verso un altro limite, un altro traguardo
invisibile. E lei camminava, senza poter trovare una soluzione a quel
terribile scherzo del destino. Il buio che le impediva di vedere le
cose con chiarezza, poteva inciampare e sprofondare nel vuoto in
qualsiasi momento. E mentre saliva le scale, nella sua mente
riaffioravano i ricordi. Ogni scalino rappresentava un momento della
sua vita o una persona. Il volto di Harry che si sovrapponeva a
quello di Ron e Malfoy... colui che ogni tre passi le tornava in
mente. O con un ghigno stampato sulle labbra o sofferente, o glaciale
o con un sorriso sincero, e, tono di sfida o di strafottenza, ogni
volta le provocava un brivido lungo la schiena. Perché
era nei suoi pensieri? Perché non voleva abbandonarli?
***
-Un'unica
cosa, Remus...- aggiunse Silente, prima di permettere al licantropo
di abbandonare il suo ufficio -Non dire niente a nessuno, soprattutto
a Tonks-.
-Ma...-
tento' di ribattere lui.
-Niente
ma... credimi e' per il bene di Hermione-.
-Ok-
a sentire quel nome la sua voglia di protestare era svanita,
lasciando spazio alla voglia di scoprire la verità' e di
accettare quello che aveva scoperto. Gia', perché
lui doveva accettarlo, anche se la cosa lo spaventava molto:
non si riteneva pronto.
***
Draco
sali' un altro scalino ed alzo' lo sguardo: la scalinata sembrava non
avere fine. Sbuffo': ma che razza di sogno era quello? Fece un altro
passo, svogliatamente. Perché doveva
farlo? Insomma parliamoci chiaro: era una cosa inutile! Si sedette,
appoggiandosi al muro su cui era attaccata una sbarra di ferro, per
tenersi e non cadere.
-Avessi
almeno una sigaretta!- si lamento' scocciato.
-Non
sai che fumare fa male alla salute. Ti rovini i polmoni- disse una
voce che lui conosceva bene.
-Sai
cosa me ne importa!- sbuffo', seccato.
-Dovrebbe
invece... o vuoi morire giovane?- gli domando' quella voce allegra e
solare, con una punta di preoccupazione.
-Vedi
di non gufare... ti avviso: se muoio giovane resuscito solo per
ucciderti!- sbotto', parecchio irritato.
-Suvvia...
non essere cosi' melodrammatico, poi scusa... ho detto solo la
verità.- si difese.
-Io
melodrammatico? Parla lei!- il ragazzo si alzo' in piedi e si guardo'
intorno, non c'era nessuno. Ma se fino ad un attimo prima aveva
sentito la voce della Granger?
***
-Figlia
e' ora che tu ti metta in cerca di mia nipote- disse una donna
anziana, vestita con abiti eleganti e raffinati.
-Ma
madre...- provo' a ribattere una donna molto più
giovane, con il mantello addosso ed il cappuccio calato.
-Niente
ma! E' tua figlia! E come tale ha il diritto di sapere di appartenere
ad una famiglia come la nostra.- affermo', sicura.
-Come
la riconosco?-.
-Non
e' un problema mio- fece un ampio gesto con la mano, come per
intimarle di uscire da quella stanza.
-No?
Ti ricordo che sei stata te a portarmela via per abbandonarla!-
sbotto', cercando di farsi valere.
-Non
ti permetto di parlarmi cosi'! Sono tua madre io!- agito' un dito in
modo minaccioso, prima di cominciare a tossire convulsamente -Io...-
riprese, tra un colpo di tosse e l'altro -Non l'avrei mai abbandonata
se tu non avessi tentato di ucciderla più volte. Se fosse per
te a quest'ora sarebbe morta... da molti anni, anche.- concluse,
girando la testa e cominciando a guardare fuori dalla finestra, per
non far vedere alla figlia l'espressione sofferente del suo volto. La
donna ammutoli', limitandosi a guardare con odio la madre.
-Madre!-
esclamo' la sorella, entrando nella stanza con un sorriso stampato
sul viso.
-Piccola
mia!- esclamo' l'anziana signora, abbracciandola -Come va?-.
E
mentre la sorella e la madre parlavano, la donna usci' dalla stanza,
per andare a cercare la figlia. Era sempre stato cosi': sua sorella e
sua madre insieme e lei in disparte ad eseguire gli ordini... se
almeno ci fosse stato suo padre... allora non avrebbe dovuto
affrontare tutto da sola, e la figlia sarebbe stata ancora con lei.
***
Hermione
sbuffo', notando ancora una volta che le scale stavano cambiando
posizione. Sali' rapidamente una rampa di scale, stava per proseguire
ancora quando una voce la fece sussultare: -Sto impazzendo! E'
l'unica cosa possibile!-. La ragazza scese degli scalini, per poi
cambiare direzione. Camminava velocemente, guardando per terra, ma
quando senti' la voce in modo più nitido e chiaro alzo' la
testa e si trovo' di fronte l'ultima persona che avesse mai
immaginato e questa volta non era certo una proiezione della sua
mente, no, ne era più che certa. Questa volta era di fronte a
lei, in carne ed ossa, se nei sogni si può
dire.
-Sono
pazzo- ripete' nuovamente, con la testa tra le mani.
-Se
continui cosi' rischi di convincerti che sia vero... e non so quanto
la cosa ti convenga...- gli disse, fermandosi in cima a quella rampa.
-Sono
ufficialmente pazzo- ripete', senza nemmeno alzare la testa.
-Continua
a ripeterlo che poi comincerò a
crederlo anch'io... non so quanto la cosa ti convenga- sussurro',
avvicinandosi.
-Che?-
lui alzo' finalmente la testa, una che parlava cosi' non poteva
essere altri che la Granger, e chi se no?
-Vedo
che ti sei ripreso!- esclamo', con il sorriso sulle labbra.
-Ripreso?
Io non ho avuto nessun problema.- affermo', con sicurezza, e per
convincere più se stesso.
-Va
bene- lo assecondo' lei, per evitare di litigare, almeno quando
sognava. Si sedette accanto alla Serpe, sbuffando -Non trovi che
queste scale siano opprimenti?- gli chiese, per instaurare una
conversazione decente, o perlomeno civile.
-Sono
troppe- rispose, breve e conciso, desiderando sempre di più
una sigaretta.
-Come
mai sei cosi' laconico?- domando', notando che era stato di poche
parole.
-Laco...
che?- la guardo' come se avesse avuto di fronte un alieno.
-Laconico-
ripete' lei, come se fosse la cosa più normale del mondo,
mentre lui la osservava, sempre più' stupito -Non sai il
significato di laconico? Ma io lo so... e siamo nei miei sogni.
Malfoy che ci fai qui?- chiese, alla fine del suo ragionamento non
poco contorto.
-Mi
sogni, mi desideri, mi vuoi. Sono qui unicamente perché
lo vuole la tua mente- le spiego', inventandosi quella scusa al
momento. Non avrebbe mai immaginato di doverle dare delle
spiegazioni, anche se avrebbe dovuto vista l'intelligenza della
ragazza.
-Cosa?-
esclamo' lei, a dir poco incredula, mentre le guance si
imporporavano.
-Mi
vuoi, Mya... - si avvicino' al suo viso, con una lentezza
esasperante, prese il viso della ragazza tra le mani ed avvicino' il
volto al suo orecchio -Non puoi dimenticare nemmeno una piccola parte
di me: ti sono entrato nell'anima e non puoi fare niente per
evitarlo-.
-C...-
Hermione cerco' di aprir bocca per dire qualcosa di sensato ed
intelligente, per ribattere a quell'affermazione, ma dalla sua bocca
non usci' nemmeno un suono.
-Non
devi parlare, non serve: io capisco tutto quello che ti passa per la
mente... io sono nella tua mente- disse, esagerando un po' troppo,
nel raccontare la sua abile bugia.
-Veramente?-
chiese, staccandosi da lui, non riuscendo a ragionare lucidamente.
-Si'-
affermo', perdendo un po' della sua sicurezza e deglutendo
rumorosamente.
-Cosa
sto pensando?- gli chiese, volendo verificare quello che lui le aveva
detto.
***
Era
ormai sera, Harry e Blaise stavano camminando per il castello,
diretti in infermeria. Avevano finito di mangiare e con un occhiata
complice si erano congedati dai loro compagni di Casa per raggiungere
gli amici.
-Dici
che si sono schiantati a vicenda?- chiese il Serpeverde, guardando il
ragazzo di sfuggita.
-Non
saprei... non credo che Hermione farebbe mai una cosa del genere, ma
da Malfoy ci si può' aspettare tutto- rispose l'altro. -Giuro
che se le ha torto anche solo un capello io lo faccio fuori! Tuo
amico o no!-.
-Ti
do una mano... Hermione mi sembra una tipa a posto: se solo volesse
potrebbe portare il nostro caro principe dei ghiacci sulla retta
via...- sospiro', triste per la sorte dell'amico.
-Dici?-
chiese, dubbioso.
-Si',
perché' no? Hai visto come si guardano?-.
-Mi
dovrei preoccupare?- domando, iperprotettivo nei confronti
dell'amica.
-Per
il momento non credo- gli sorrise, poi un lampo di malizia gli passo'
negli occhi e comincio' a correre -Facciamo a chi arriva prima?-.
-Non
vale!- inizio' a rincorrerlo -Sei partito prima!-.
-Non
eri tu quello che infrangeva tutte le regole, una ad una? Non
apprezzi il mio comportamento?- chiese, quando l'altro l'ebbe
raggiunto.
-Se
le infrango io ok... altrimenti niente!- gli sorrise, trionfante,
mentre con uno scatto lo sorpassava.
-Non
vale! Mi hai distratto!- si lamento' arrancando dietro di lui.
-Come?
Io non ho fatto assolutamente niente!- sorrise di nuovo, anche se
sapeva benissimo che Blaise non era in gradi di vederlo e comincio' a
rallentare... forse l'avrebbe lasciato vincere... per poi farsi
consolare, ovviamente.
***
-Tu?-
domando' sgranando gli occhi. Ora cosa doveva fare? Cosa doveva dire?
Non ne aveva la minima idea.
-Si',
io e chi se no?- rise, guardando l'espressione del ragazzo ed il
broncio che aveva assunto non appena aveva capito che lei lo stava
prendendo in giro. -Dai non ti offendere- gli sorrise, avvicinandosi
nuovamente a lui, per non sentire più il senso di vuoto che le
procurava stargli distante. Lui giro' la testa, offeso. -Dai, non
comportarti da bambino- sbuffo', ma lui non la degno' di uno sguardo,
limitandosi a farle la linguaccia -Sai che a volte sei proprio un
bambino?- gli chiese, appoggiando la testa al muro e socchiudendo gli
occhi.
-Non
sono un bambino!- affermo', incrociando le braccia e sbuffando
sonoramente.
-Sara',
ma dal tuo comportamento sembra proprio di si'...- apri' un occhio,
per osservare il ragazzo, che aveva ancora quell'adorabile broncio.
-No,
invece!- sbotto', guadagnandosi un'occhiata di rimprovero dalla
ragazza che lo fissava cercando in tutti i modi possibili di non
ridere. -Come posso convincerti?- chiese, stufo di quella situazione
-Sono solo un po' permaloso-.
-Un
po'?- chiese, alzando un sopracciglio.
-Un
po'.- affermo' sicuro, guardandola negli occhi.
-Un
po'...- ripete', persa in quel grigio che sembrava il cielo poco
prima di una tempesta e poco dopo un temporale. Un grigio che
rimandava al ghiaccio. Due occhi di una bellezza infinita che erano
incatenati ai suoi.
Draco
si avvicino' a lei, lentamente, mentre il suo cuore batteva più'
velocemente. “Perché il mio stomaco deve mettersi a fare
le capriole in un momento come questo?” si chiese, sfiorando il
viso della ragazza con delicatezza.
Hermione
arrossi', come mai provava quelle sensazioni quando lui era accanto a
lei? Perché? Com'era possibile una cosa del genere? “Io
lo voglio...” si disse, rendendosi conto che le parole che lui
aveva detto erano la pura verità. Allora perché non la
baciava subito? Senza farla aspettare? Era quello che lei desiderava,
che lei sognava. Come mai non avveniva?
“Perché?-
si chiesero, nello stesso istante “E' una cosa contro
natura...”.
Ma
non volevano pensarci, non gli importava. Volevano solo essere se
stessi, almeno in quel sogno, in quel mondo dominato dal subconscio
che voleva fargli capire quanto tenevano l'uno all'altra e viceversa.
Quel
mondo dove sei quello che sei e non puoi agire diversamente.
Quel
mondo dove tutto e' possibile.
Quel
mondo dove i sentimenti si sentono di più, in quanto si
percepiscono più veri, più nostri.
Quel
mondo che li rendeva solo Draco ed Hermione, senza cognomi,
pregiudizi e linee guida.
Quel
mondo nel quale volevano sentirsi liberi di fare cio' che il loro
cuore comandava e cio' che la loro mente non riusciva, o non voleva,
capire.
Quel
mondo...
Le
scale stavano sparendo, svanendo completamente nel nulla, lasciando
spazio al buio, sostituito velocemente da un cielo, un cielo grigio,
prima di una tempesta o dopo, che dir si voglia, e dove loro sedevano
su una nuvola, vicini.
Draco
le si avvicino' sempre di più ed entrambi chiusero lentamente
gli occhi, con i respiri che si mescolavano nell'aria, aspettando di
unirsi nelle loro bocche, ed i cuori che battevano all'unisono.
Quel
mondo...
Il
loro.
***
-Primo!-
esclamo' Blaise, aprendo la porta dell'infermeria. -Ora mi merito un
premio- sorrise con malizia, aspettando l'arrivo del ragazzo.
-Il
premio lo merito io.- affermo' lui -Di consolazione, pero' lo
merito!- Harry gli sorrise, notando la luce negli occhi del
Serpeverde -Her...- fece per chiamare l'amica, ma si blocco'
improvvisamente, non appena i suoi occhi si posarono sulla scena che
aveva davanti: Hermione e Malfoy sdraiati nello stesso letto,
abbracciati.
-Vedi
anche tu quello che vedo io?- gli domando' Blaise, anche lui con gli
occhi sgranati.
-Si',
lo vedo... e'... strano-.
-Più
di noi due?- domando', alzando un sopracciglio con fare dubbioso
-Dici che dovremmo svegliarli? Sono cosi' teneri...- sorrise,
avvicinandosi al letto.
-Teneri?
E'... e'...- Harry si fermo', non sapendo come continuare.
-E'?
Hai visto cosse più strane, no? Allora non devi preoccuparti.
Hermione sa badare a se stessa- gli si avvicino', con fare protettivo
-Vedrai che saprà darti una
spiegazione plausibile per tutto questo- lo abbraccio' con impeto e
lo bacio' con passione.
-Sara...-
comincio', dopo che Blaise ebbe interrotto il bacio -Ma la cosa e'
comunque strana...-.
-Allora
li svegliamo o li lasciamo dormire? Sono carini insieme...- sorrise,
notando l'espressione beata e tranquilla
dell'amico.
-Svegliali!
Prima ho quella spiegazione, meglio e'!- esclamo', sicuro.
-Hai
una macchina fotografica?- gli chiese il Serpeverde, con un ghigno
diabolico.
-Veramente
io...-.
-Torno
subito. Non svegliarli, ok?- gli diede un bacio a stampo, prima di
correre fuori dall'infermeria, lasciandolo interdetto.
***
Gli
occhi chiusi, quasi a voler impedire a se stessi di vedere chi si ha
di fronte, che si sta per baciare, che si desidera veramente. La mano
di Draco che le percorre incessantemente la guancia, con una
delicatezza sorprendente, le mani di Hermione che si torturano a
vicenda, mentre lei trema leggermente.
Perché
per un bacio ci vuole cosi' tanto?
I
loro nasi si toccano fuggevolmente, facendo venir loro i brividi.
Perché
l'altro fa provare sensazioni come queste? Perché una cosa
cosi' bella? Perché cosi' strana ed impossibile?
Perché
con il mio opposto??
Ma
a loro non importava realmente, e non sarebbe mai importato loro.
Quello che volevano era l'altro e lo sapevano benissimo.
Si
avvicinavano, con una lentezza esasperante, per poter assaporare
meglio il momento che avevano tanto agognato.
Ad
occhi chiusi, per non sentirsi dei peccatori.
Ad
occhi chiusi, per non pensare di star sbagliando.
Ad
occhi chiusi, per assaporare meglio il peccato.
***
Blaise
scatto' una foto ai due ragazzi stesi nel letto abbracciati. Si
sentiva in colpa, ma non troppo: era sempre un Serpeverde, dopotutto.
-Sei sicuro che svegliarli sia una buona idea?- chiese
ad Harry.
-Penso
di si'... insomma... certo- disse, anche se con un po' di titubanza.
-Allora
gli gettiamo addosso acqua gelida?- chiese, curioso.
-No,
hanno gia' la febbre, non mi sembra il caso...- gli spiego', con
dolcezza.
-Hai
una tromba, Harry?- domando', con un lampo di malvagità'
negli occhi.
-Veramente
l'ho dimenticata nella Sala Comune...- rispose, ridacchiando.
-Guarda
che non sono in vena!- lo minaccio', gettandogli un'occhiataccia.
-Scusami,
Blaise- gli si avvicino' con dolcezza e l'abbraccio' -Mi perdoni?-
gli sussurro' in un orecchio, facendolo tremare.
-Per
questa volta passi- lo bacio' dolcemente.
-Grazie,
amore- disse Harry, parlando senza riflettere. Entrambi arrossirono,
distogliendo lo sguardo ed interrompendo l'abbraccio.
-E...
ecco... m... mi e' venuto in mente... come... po... posso svegliarli-
balbetto' Blaise, ancora rosso.
-Bene.-
assenti' Harry, deglutendo e maledicendosi per averlo chiamato amore.
-Tesoro...-
comincio', sorridendogli per rassicurarlo -Ti conviene tapparti le
orecchie-. Si avvicino' al principe delle serpi che dormiva
beatamente, mise le mani a coppa intorno al suo orecchio e,
-DRACO!!!!!-, lo chiamo' urlando. Draco sobbalzo',
facendo svegliare anche Hermione. I due si guardarono negli occhi
imbarazzati per qualcosa che purtroppo non era avvenuto.
-Ben
svegliati ragazzi!- li saluto' allegramente Blaise.
-Io
ti uccido!- esclamarono i due in coro, guardandolo con odio.
-Scusate.-
disse lui, facendosi piccolo piccolo.
-Hai
interrotto il mio sogno sul piu' bello- si lamento' Hermione,
sospirando.
-Mancava
cosi' poco...- le fece eco Draco.
-La
prossima volta lasciateci dormire!- li ammonirono,
contemporaneamente.
-Hai
interrotto due meravigliosi sogni a quanto vedo- disse Harry
intromettendosi.
***
-Figlia...-
disse l'anziana donna, guardando la persona che aveva di fronte -Devi
controllare tua sorella e tenerla d'occhio. Sta cercando la nostra
cara nipotina e non posso permettere nemmeno un suo piu' piccolo
errore-.
-La
devo controllare? Devo pedinarla?- chiese, incredula.
-Si',
per poi riferirmi tutto... non voglio che dica cose non vere alla
nostra piccolina...-.
-La
nostra piccolina ormai ha diciassette anni, madre- le fece notare.
-Si',
ma dev'essere istruita a dovere... non appartiene alla plebe...-.
-Va
bene, madre. La terro' d'occhio- disse avvicinandosi alla porta.
-Dopotutto
non vuoi che nostra nipote soffra, vero?- chiese, mentre la figlia
usciva dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Note
dell'autrice: Ecco il cap 12, che, chissa' come, mi e' venuto
veramente lungo (penso che sia il piu' lungo che ho mai scritto).
Spero che vi sia piaciuto e che vogliate commentare! Grazie a chi
legge soltanto ed a selene97, a PikolaMalfoy, a potterina_88_, a
Mione09, a Mojito86, a drakina94, a Polvere_di_stelle, a juju210 ed a
Hanon. Grazie 1000 i vostri commenti sono sempre fantastici ed adoro
vedere che qualcuno apprezza cio' che scrivo! Grazie! Spero vi
piaccia! Vi voglio bene,
spero
di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.
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Capitolo 13 *** Violet ***
13.VIOLET
-Signora...-
la saluto' elegantemente un uomo, non appena lei ebbe oltrepassato
l'uscio della porta -I miei omaggi alla sua bellezza...- l'elogio',
con finto interesse, calando sempre di piu' il cappuccio del mantello
sul suo viso.
-Straniero.-
disse lei, con la solita freddezza che riservava a tutti coloro che
avevano la sfortuna di capitarle vicino. -La sua urgenza mi ha
sorpresa. Cosa ci puo' essere di piu' urgente di un appuntamento dal
parrucchiere?-.
-Be'...
mia splendida signora...- comincio', riempiendo sempre di piu' la
donna di complimenti, palesemente finti e con l'unico scopo di
renderla amica.
-Non
ho tempo per queste frivolezze!- l'ammoni', facendo un rapido gesto
con le mani, gesto che faceva come minimo un centinaio di volte al
giorno per liberarsi degli scocciatori -Non nego che i suoi
complimenti mi facciano piacere, ma il parrucchiere mi attende...-.
-Non
vuole ascoltare quello che ho da dirle?- domando', sorridendo nel
buio del cappuccio.
-Se
sono altre sciocchezze no!- affermo', secca.
-Si
tratta di sua nipote...- mormoro', con voce piu' bassa di prima e
controllata.
-C...-
balbetto', sbiancando -Come fa a sapere...?-.
-Che
lei ha una nipote?- concluse l'uomo, provocatorio -Il fatto e' che io
so dove si trova...- disse, con tono ammaliatore.
-Dove?-
domando', la voce ridotta ad un mormorio che si percepi' appena.
-Non
si aspettera' mica che le dia un'informazione di questa importanza
senza averne niente in cambio- si passo' la lingua sulle labbra,
assaporando il gusto della sua vendetta, che stava pian piano
compiendo. Si sa: la vendetta e' un piatto che va servito freddo.
***
-Allora,
Hermione...- esordi' Harry, sedendosi sul letto dell'infermeria
inizialmente destinato alla ragazza -Non vuoi raccontarci il tuo
meraviglioso sogno? Dopotutto volevi ammazzare Blaise per averti
svegliato...-.
-Gia'-
concordo' il moro, guardandola attentamente -Perche' ti ho interrotto
sul piu' bello?-.
-Ecco...
io...- Hermione arrossi', e si morse il labbro inferiore. -Niente...
era un sogno come tutti gli altri...-.
-Vuoi
dire che ogni notte sogni cose del genere?- le domando Draco,
scettico, ma, sotto sotto, gongolante: insomma, lei che lo sognava
ogni notte... non poteva far altro se non aumentare il suo ego.
-Si'...
cioè' no... no... insomma... io...-
balbetto' confusa, mentre non riusciva nemmeno a ragionare, cosa non
facile per una come lei.
-Tu?-
le chiese Blaise, divertito.
-Non
credo che ti interessi.- sibilo', riacquistando un pizzico di
autocontrollo.
-Povera
piccola Mezzosangue... hai paura?- le chiese il Serpeverde,
guardandola maliziosamente.
-Raccontaci
il tuo sogno, Malfoy- lo sfido' la Grifondoro, con un sorriso
diabolico dipinto sul viso -C'eri quasi, eh? A cosa?-.
-C'ero
quasi? E chi te l'ha detto?- domando', fingendosi completamente
innocente.
-Tu,
forse?- gli chiese Blaise, felice di poter avere un momento in cui
sovrastare l'amico.
-Forse
era quasi riuscito a prendere il boccino.- ipotizzo' Harry, con un
sorriso fin troppo angelico -Insomma... almeno nei sogni dev'essere
bravo nel Quidditch...-.
-Ti
uccido, Potter! Non provare piu' a dire una cosa del genere, o...!-
il biondo si blocco' improvvisamente.
***
-Cosa
vorrebbe in cambio?- domando', combattuta.
-Sua
nipote dovra' sposare mio figlio- rispose, con semplicita'. -E non
provi a dire di si' per poi ritrattare e cambiare idea: la sua
risposta sara' definitiva e non potra' essere cambiata in nessun
modo.- concluse, intuendo le intenzioni della donna.
-Come
posso decidere che lei lo sposi se non conosco nemmeno la sua
identita'?- chiese, aggrottando la fronte.
-Lo
sapra' a tempo debito, non si preoccupi, signora- disse,
riacquistando il suo tono ammaliatore -Ora... le consiglio di
decidere in fretta. Ho dell'altro lavoro da fare... e lei non ha mica
un appuntamento dal parrucchiere?- si finse interessato, mentre il
ghigno si allargava.
-Lei
e' ricco?- chiese, solamente, senza preoccuparsi d'altro.
-Non
posso lamentarmi, signora...- si avvicino' alla porta, per uscire ed
andarsene da quella casa. -Cosa preferisce?- le domando', nuovamente
-Sono certo che fara' la scelta giusta...- le passo' accanto e
dovette sforzarsi di non tossire, per il profumo troppo pungente
della donna.
-Dove
si trova mia nipote?- domando', senza alcun pentimento per la scelta
fatta.
-Ad
Hogwarts- rispose, prima di uscire da quella villa opprimente e
lasciare la donna sola con le sue riflessioni.
Mia
nipote e' ad Hogwarts.
Lo
scrisse su due foglietti per recapitarli alle due figlie, per poi
sedersi su una poltrona e dimenticatasi completamente
dell'appuntamento con il parrucchiere si chiese se aveva fatto la
scelta giusta. Non seppe rispondere. Spero' solo che quell'uomo fosse
di nobili origini, ovviamente Purosangue, ed in possesso di un
notevole patrimonio. Voleva guadagnare qualcosa anche lei da quel
fidanzamento.
***
-Non
azzardarti a toccare Hermione!- Lupin puntava la bacchetta contro
Draco, che, anche se cercava di non darlo a vedere, tremava dalla
paura.
-Lupin...-
provo' a farlo ragionare Hermione.
-Non
ora... lascia che lo sistemi, prima...- l'interruppe bruscamente,
avvicinandosi al Serpeverde. -Cosa hai intenzione di fare ad
Hermione?- gli chiese, la voce piu' alta del dovuto.
-Vera...-
Comincio' lui.
-Non
parlare!- gli urlo' il licantropo.
-Lupin...
lui non sta facendo niente...- gli disse la Grifondoro, sperando di
riuscire a calmarlo.
-Non
devi proteggerlo.- le intimo', con la voce dura, ma addolcita, quasi
forzatamente.
-E'
vero, Remus...- intervenne Harry -Non le ha fatto niente...-.
Il
licantropo parve pensarci un momento, poi abbasso' la bacchetta,
senza pero' smettere di guardare il povero ragazzo con odio. -Allora
cosa ci fai nel letto con lei?- gli chiese, duro.
-Ecco
io...- comincio' lui, indeciso su quello che avrebbe dovuto
rispondere.
-E'
stata colpa mia.- disse Hermione, senza pensarci due volte.
-Cosa?-
chiesero tutti, in coro.
-Si'...
mi sentivo sola... avevo paura di fare un altro incubo... di rivedere
quest'estate- degluti', abbassando lo sguardo -Non sapevo come fare e
cosi'... gli ho chiesto se potevo dormire con lui... non pensavo che
ti saresti arrabbiato...- guardo' Lupin e fece un piccolo sorriso
tirato -Scusa...-.
-Hermione
non ti devi scusare... ho solo temuto che potesse accaderti di nuovo
quella cosa orribile...- Remus la guardo' con dolcezza, prima di
posare lo sguardo sul biondo -Delle scuse sono d'obbligo...-.
-Vorrei
ben vedere.- disse, freddo e distaccano, era tornato il Malfoy di
sempre -Pensare che io mi abbassi a tanto... da non credere. Posso
essere un Malfoy figlio di un Mangiamorte, ma non saro' mai cosi'.-
il ragazzo scese dal letto, colpito nel suo orgoglio. Per la prima
volta colpito in quello che era il suo orgoglio come persona, come
Draco e non quello come Malfoy. Ed era deluso: pensava che nessuno
sarebbe arrivato ad accusarlo di tanto.
-Malfoy...-
tento' di chiamarlo la ragazza, con un groppo in gola ed incredula:
come aveva fatto a scoprirlo? Come faceva a sapere? Come?
-Lascia
stare, Granger.- le disse, apparentemente calmo -Non mi serve la tua
pieta', cosi' come a te non serve la mia.- il ragazzo si allontano',
dirigendosi nel bagno dell'infermeria, l'unico luogo in cui poteva
andare per restare solo senza disobbedire a Madama Chips.
***
-E'
sicura che quello che sta facendo sia giusto, signora?- le chiese la
sua domestica piu' giovane, una delle tante che aveva assunto di
recente.
-Io
faccio sempre la cosa giusta.- disse, non ammettendo nemmeno i suoi
errori piu' palesi.
-Perche'
vuole negare l'evidenza, signora?- chiese, ingenuamente.
-Io
non nego l'evidenza.- ribatte', sicura -Ora torna a pulire, se non
vuoi essere licenziata! Non vorrai mica essere senza soldi e non
poter comprare le medicine a tua madre, vero?- domando', non
realmente preoccupata. -Non sfidare la mia magnanimità,
sono gia' stata fin troppo brava ad assumerti senza nessuna
credenziale- detto questo la donna si alzo' dalla sua regale poltrona
per dirigersi dal parrucchiere.
La
ragazza non oso' ribattere, ma in cuor suo prego' per la nipote di
quella donna, sperando che riuscisse a far cadere la sua tirannia
indiscutibile nonché ammessa senza
la minima opposizione. Chiunque ella fosse non si meritava una cosa
del genere, nessuno la merita, nemmeno la tua peggiore nemica.
***
Hermione
era allibita: non credeva che Lupin potesse arrivare a tanto. Scosse
la testa, disapprovando il suo gesto e sia alzo' dal letto. Arrivo'
di fronte alla porta del bagno e busso' leggermente. Nessuna
risposta. La ragazza busso di nuovo, questa volta con piu' forza, ma
ancora niente. Certo che Malfoy sa essere veramente cocciuto quando
vuole!
-Malfoy-
lo chiamo' -So che sei li' dentro e non ho intenzione di andarmene
fin quando tu non mi farai entrare o uscirai di
li'!-.
Il
ragazzo non rispose, restando con la schiena appoggiata alla porta
chiusa, che non aveva nessuna intenzione di aprire. Le parole della
ragazza gli arrivarono ancora, distanti e lievi, ma non voleva
cedere, non voleva che lei provasse pieta', non voleva permetterlo a
nessuno. Aveva una dignità da difendere, dopotutto. Qualcosa
pero' lo fece cedere ed il ragazzo apri' svogliatamente la porta,
permettendole di entrare. Forse fu il tono di supplica da lei usato o
le parole che suonavano terribilmente come ordini ed ultimatum, o
forse fu semplicemente il fatto che lei era Hermione Granger, la sua
Mya.
-Che
vuoi, Granger?- gli chiese, freddo per non permettere di leggergli
dentro.
-Non
lo immagini?- domando' di rimando, scrutandolo per captare qualcosa,
qualsiasi cosa, che le potesse far capire come si sentiva al momento.
-Preferirei
che me lo dicessi...- disse, distaccato, appoggiandosi alla porta.
-Malfoy
non comportarti come un bambino!- lo ammoni', visibilmente seccata ed
infastidita dal suo modo di fare.
-Hai
una sigaretta, Granger?- le chiese, non preoccupandosi di quello che
aveva detto.
-
Non
sai che fumare fa male alla salute. Ti rovini i polmoni.- gli disse,
sicura.
-Sai
cosa me ne importa!- sbuffo', seccato.
-Dovrebbe
invece... o vuoi morire giovane?- lo guardo', e lui riusci' a
percepire una punta di preoccupazione nella voce.
-Sai
una cosa, Granger?- le chiese, retoricamente, per poi parlare senza
aspettare la risposta: -Ho la sensazione di aver gia' vissuto questa
conversazione... con te...-.
-Una
sensazione di déjà
vu? Be'... capita. Ora, per favore... vuoi rispondermi?- domando',
mettendosi le mani sui fianchi ed assumendo il tipico cipiglio severo
della McGranitt.
Lui
non rispose, non volendo esternare i suoi sentimenti e mostrarsi
debole di fronte a lei, perche', come gli avevano insegnato, mostrare
i propri sentimenti, e, di conseguenza, di essere umano, e' un
comportamento da deboli. Cosi' Draco spalanco' la porta del bagno ed
usci', Hermione sbuffo' sonoramente, colpita dall'idiozia del
ragazzo, ma lo segui' senza fiatare: voleva darli tempo, poi
l'avrebbe cercata lui.
-Tonks,
come mai qui?- le chiese Lupin, guardandola con curiosita'.
-So
bene che ti avevo detto di dover sbrigare una faccenda per conto di
mia madre e che sarei stata in viaggio per del tempo indeterminato,
pero'... c'e' stato un cambio di programma... non sei contento?- gli
domando',muovendo un passo verso di lui e facendo cadere la maggior
parte delle ampolle con le pozioni dal tavolo dell'infermeria. -Ops!-
esclamo', con il sorriso stampato sulle labbra -Che sbadata!-.
-Non
importa, Tonks...- Remus sorrise di fronte alla sua sbadataggine.
-Ciao
Tonks!- la saluto' Hermione, messa di buon umore dall'allegria
contagiosa dell'amica.
-Ciao,
Hermione! Allora tutto bene?- le chiese, abbracciandola.
-Non
mi posso lamentare!- ricambio' l'abbraccio, che rischiava di
diventare pericoloso, tanto Tonks la stringeva a se'.
Improvvisamente
la porta dell'infermeria si spalanco', ed una donna entro' camminando
lentamente. Aveva i capelli verdi, lunghi fino a meta' schiena e
lisci, i suoi occhi erano anch'essi verdi. -Scusate...- disse,
guardandosi intorno nella stanza -Questo non e' l'ufficio di Silente,
vero?-.
-No.-
rispose Hermione, dopo essersi liberata dall'abbraccio.
-Ah...
giusto... immaginavo...- disse lei, con l'aria parecchio svampita.
-Piacere,
Hermione Granger- le porse la mano, per stringerla.
-Piacere,
Violet Tonks- sorrise.
-Tonks?-
chiesero Harry ed Hermione in coro.
-Si'...-
rispose Tonks, sorridendo amaramente -E' mia sorella-.
-Purtroppo...-
i capelli di Violet cambiarono colore diventando neri, poi, dopo
pochi secondi ripresero il loro colore.
Hermione
si porto' le mani alla testa, che le faceva male come mai prima. La
stanza intorno a lei comincio' a girare e lei svenne, fortunatamente
tra le braccia di Tonke, che nel frattempo le aveva messo una mano
sulla spalla, quasi volesse proteggerla dalla sorella.
***
Intorno
a lei il buio, solo quello. Sembrava essere giunta in una sorta di
limbo, dominato dal nulla. C'era lei, e l'oscurita'.
Oscurita'
traditrice ed amica.
Quell'oscurita'
che le impediva di vedere ogni cosa, le cose belle e quelle brutte.
Oscurita'
che copriva il mondo, quasi come un velo.
Oscurita'
che assomigliava alla sua condizione: il non sapere nulla di cio' che
era accaduto prima.
Oscurita'
che rappresentava il suo passato.
Lei
rimase ferma, era come paralizzata e non sapeva cosa fare, ne' dove
andare. Non le restava che aspettare, sperando di svegliarsi presto.
Note
dell'autrice: ecco il tredicesimo capitolo! Spero vi piaccia! Lo
dedico interamente a Polvere_di_stelle (Tesoro grazie per l'aiuto
nello scegliere il nome! Ti voglio tanto bene!). Spero vogliate
lasciarmi un commento e dirmi che ne pensate! So bene che ho confuso
ancora di piu' la trama, ovvero inserendo la sorella di Tonks (c'e'
un motivo se l'ho inserita, ma non dico altro) e quell'uomo ( che tra
parentesi non so ancora chi e'... [siamo messi bene, allora_
ndtutti]).
Grazie
a tutti coloro che leggono ed a Fujico92, a Mojito86, a drakina94, a
Glo88, a potterina_88_, a Polvere_di_stelle, ad Hanon, a BrOkEn
InSiDe ed a Amazzone91. Grazie 1000! non sapete quanto i vostri
commenti mi rendano felice! Vi voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 14 *** Il suo faro tra la nebbia ***
14.IL
SUO FARO TRA LA NEBBIA
-Cosa
le e' successo?- chiese Violet, riferendosi ad Hermione -Perche' e'
svenuta?-.
-Puo'
essere colpa della febbre- ipotizzo' Harry. -Magari si e' alzata...-.
Draco
fisso' la ragazza che era stata stesa sul letto. Le sue guance
arrossate e l'espressione leggermente sofferente. Ma la cosa che gli
dava piu' fastidio era che nessuno cercava di aiutarla: avrebbero
dovuto fare qualcosa, dannazione! Ebbene si': Draco Malfoy era
preoccupato, e tanto anche. Cosi' si sdraio' sul letto, mentre gli
altri decidevano cosa fare, chiuse gli occhi, cercando di
addormentarsi.
-Dite
che la dobbiamo svegliare?- chiese Tonks, visibilmente preoccupata.
-Non
direi... insomma questa notte non ha dormito...- disse Harry,
guardando l'amica.
-Questa
notte...- Blaise lo guardo', alzando un sopracciglio in modo molto
eloquente.
-Allora
aspetto che si svegli, insomma...- Remus sorrise amaramente, non
sapendo come continuare.
-Allora
io vado da Silente... ho un appuntamento...- Violet si diresse verso
la porta.
-Tu
hai un cosa?- Tonks sgrano' gli occhi -Vengo anch'io- segui' la
sorella ed insieme abbandonarono l'infermeria.
***
Oscurita'.
Una patina nera che copre ogni cosa, che da l'impressione di essere
circondati dal nulla. Hermione era immobile, in piedi e aveva paura.
Si sentiva in balia del vuoto, e di se stessa. Quand'era piccola
aveva paura del buio, credeva che dentro si trovassero le streghe, ed
ora era lei la strega in quella situazione. Ma le sue sensazioni non
sembravano essere cambiate: si sentiva in trappola, schiacciata da un
passato che non conosceva e temeva di non sapere nemmeno la sua
identita'.
Chi
era lei?
Una
so-tutto-io come la chiamavano tutti? O il sapere le sue origini
l'avrebbe ambiata?
Una
ragazza rispettosa delle regole che le infrangeva solo nei casi di
estrema necessita'? Non lo sapeva.
Era
come se tutte le cose scoperte le avessero messo dei dubbi perfino su
cio' che era, quando quella sarebbe dovuta essere l'unica cosa certa.
Senti'
dei passi, lenti ed incerti. Come di qualcuno che non sapeva dove
andare.
E
il nulla spari'. Lasciando il posto ad una fitta nebbia, alla sua
incertezza.
Mentre
i passi si facevano piu' vicini.
***
-Dici
che sta bene?- chiese Harry a Lupin.
-Lo
spero...- degluti' rumorosamente, senza distogliere lo sguardo dalla
ragazza.
-Non
vi preoccupate...- disse Blaise, avvicinandosi al letto di Draco
-Dovreste fare come lui: una bella dormita e passa tutto!-.
-Sta
dormendo?- chiese Harry, parecchio stupito.
-Si',
e' gia' tanto che non si mette a russare-.
-Sveglialo,
Blaise- gli ordino' il grifondoro.
-Ti
ricordo che anche lui ha la febbre...- ribatte' lui -Poi vorra'
finire il suo sogno... sembrava fantastico...-.
-Se
lo dici tu...- sospiro', poi si rivolse a Lupin -Io vado... devo
andare da Ron... me ne stara' dicendo dietro di tutti i colori...-.
***
La
nebbia.
Nebbia
che ti impedisce di vedere le cose con chiarezza, che simboleggia la
difficolta' di vedere ogni cosa, anche quelle piu' facili da vedere.
Nebbia
che puo' essere anche nel cuore di qualcuno, qualcuno confuso e che
si rifiuta di vedere cio' che in realta' si sa da tempo e che e' ad
un palmo dal naso.
Ed
il rumore dei passi aumentava.
Tra
quella nebbia che disturbava la visuale e che sembrava voler
nascondere la realta'.
La
ragazza tentava di capire chi si stesse avvicinando, ma la nebbia le
impediva di vederlo.
Nebbia
che e' come una cortina di fumo che copre la crudelta' del mondo
quando lo ritiene troppo colpevole.
Nebbia.
Che
dimorava, non nel suo cuore, ma nella sua mente, che non voleva, o
rifiutava, capire.
***
-Cosa
ci fai qui?- chiese alla sorella, mentre si dirigevano nell'ufficio
di Silente -Ti ha mandato mamma, vero?-.
-Non
sono affari tuoi.- sibilo', secca.
-No?
Peccato che la figlia e' mia, non tua.- ribatte' l'altra, con rabbia.
-Tua...
non lo sarebbe se fosse per te... dimmi: quante volte hai tentato di
ucciderla?- chiese, accecata dall'ira.
-Mi
fai schifo.- mormoro', scuotendo la testa con disapprovazione.
-Gia'.
Io non volevo che mia figlia vivesse, io che preferivo uscire di casa
piuttosto che aiutare nostra madre a guarire dalla depressione, io
che non ho niente di buono, se non il fatto che un giorno sono
destinata a soccombere-.
-Tu
non sai niente di me. Non hai mai cercato di capire le mie ragioni e
non sai cosa mi ha spinta a fare quelle cose...- accelero' il passo,
ma, prima di girare l'angolo, aggiunse, amaramente: -E' bello sapere
che la mia unica sorella sogna la mia morte, sai?-.
***
la
nebbia gli impediva di vedere chiaramente cio' che aveva intorno e
non sapeva ne' dove andare ne' dove stava andando. I passi di Draco
risuonavano nel silenzio, e lui non riusciva a sentire altro. Poi
vide la ragazza, che gli dava le spalle, tremava.
La
tristezza lo assali'. Non era giusto che lei stesse male. Le
si avvicno' piano, tentando di fare meno rumore possibile.
-Tutto
bene?- le chiese, con fare protettivo.
-Era
tutto buio...- rispose soltanto -Per un attimo ho creduto di essere
tornata una bambina-.
-Non
devi preoccuparti...- le sussurro' con dolcezza, abbracciandola.
-Non
posso farci niente. Non so piu' niente di me, non mi conosco piu...-
si strinse a lui, sentendosi protetta.
-Come
fai a non riconoscerti piu'?- le domando' incredulo -Sei Hermione
Granger... la ragazza che...- si interruppe di colpo, rendendosi
conto che quello che stava per dire era troppo compromettente.
-Che?-
domando' alzando il volto per guardarlo in viso. Ma non vide molto,
in quanto la nebbia era ancora troppo fitta, doveva riuscire a farla
diradare, a spazzarla via dal suo cuore.
-Che
non si arrende di fronte ad una difficolta', che mordicchia
nervosamente il tappo di un aggeggio strano che usa per scrivere
e...-.
-Penna-
lo corresse, con un sorriso. -Si chiama penna- lo abbraccio'
nuovamente, per sentire il calore che emanava, quel calore che la
faceva sentire bene e non piu' sola.
***
-Quindi
hai convinto quella donna a far sposare la nipote con nostro figlio?-
chiese una donna, sgranando gli occhi.
-Si-
lui la guardo' maliziosamente.
-Come
hai fatto?-.
-Ha
ceduto al mio fascino, come te...- spiego', con una sicurezza
disarmante.
-Mi
hai tradita?- sgrano' gli occhi, indignata.
-Sarebbe
lecito da parte mia, non credi?- lei non gli rispose, ma annui',
sapeva che le cose stavano cosi' e che lei non poteva cambiarle.
***
-Cosa
ci facevi al buio?- domando' Draco, curioso.
-Non
lo so. Sembra quasi che rappresentasse il mio passato- sussurro',
staccandosi da lui e facendo un passo indietro.
-Perche'
il tuo passato? Come mai un'oscurita' che sembra il nulla?- la
guardo' con dolcezza, gongolando: stava per scoprire il segreto di
Hermione.
-Sei
la mia mente: dovresti saperlo. Poi non ho voglia di parlarne.-
confesso', abbassando lo sguardo.
-Anche
se parlarne ti farebbe bene?- domando' -So che non e' una cosa da
niente e ne soffri, ma... staresti piu' leggera.-.
-Il
problema non e' quello.- spiego' amaramente.
-Allora
qual'e'?-.
-Mi
fa sentire un peso, e' come se fossi inutile e non voglio sentirmi
cosi'!- esclamo', mentre una lacrima le solcava il viso.
-Non
devi piangere... non volevo...- le si avvicino' per abbracciarla.
-Lasciami!-
urlo', scostandoti -Non capisci che mi fai stare peggio? Sei un
Purosangue, sei IL Purosangue... io... io...- altre lacrime
cominciarono a scendere.
-Granger
non piangere- le ordino' sentendo i singhiozzi della ragazza.
Lei
non smise di piangere e si allontano' ancora di piu' da lui, dalla
sua sfida, dalla sua valvola di sfogo e motivo per reagire e
nascondendosi tra la nebbia.
-Granger
non intendevo... io...-.
Il
ragazzo senti' un altro singhiozzo e si senti' terribilmente in
colpa: non voleva farla piangere e, ad ogni singhiozzo, sentiva una
fitta al cuore.
E
la sua mente capi', o accetto', quello che il cuore sapeva da tempo.
***
-Dovresti
andare con lui- disse Lupin rivolgendosi a Blaise.
-Cosa?-
domando' arrossendo.
-Ho
visto come vi guardate...- sorrise.
-Dice
che...?- tento' di domandare.
-Vai,
in fretta prima che si dilegui.-.
-Grazie...
io... non...- balbetto' confuso, avvicinandosi alla porta.
-Vai
e... prego- il licantropo sorrise. Sarebbe stata dura accettare una
cosa del genere, ma dopo quello che aveva passato, Harry si meritava
di essere felice.
***
Draco
fece un passo avanti, per arrivare alla ragazza. La nebbia sembro'
diradarsi leggermente e lui riusci' a vedere le lacrime. Le prese un
braccio e la giro' verso di se'.
-Granger
stai tranquilla...- le sussurro' con dolcezza, asciugandole le
lacrime con il pollice.
-Io...-
lei abbasso' lo sguardo.
-Guardami,
Granger.- le alzo' il viso, arrivando a guardarla negli occhi -Tu non
sei meno di nessuno, tu sei meglio di qualsiasi ragazza e non meriti
nemmeno di essere paragonata a loro. Non sono migliore di te,
Granger.- concluse, parlando velocemente, per non far intervenire la
ragione.
La
nebbia si diradava sempre di piu' e i loro occhi si incontrarono.
Il
ghiaccio con il cioccolato fuso, il cielo prima della tempesta e
l'ambra, l'argento e l'oro.
Ed
Hermione capi', capi' che non poteva contrastare il cuore. Quello che
provava era vero e si stava evolvendo in un modo troppo pericoloso,
ma non le interessava.
I
loro occhi erano uniti e sembravano incatenati, come se non potessero
piu' stare senza gli altri. Ed era una sensazione fantastica.
E
la nebbia, i loro dubbi, svanivano, lasciando lo spazio ad un cielo
stellato e loro erano sospesi tra miriadi di stelle.
E
fissavano il peccato.
Quel
peccato che avrebbero voluto assaporare.
Quel
peccato che aveva assunto una forma precisa.
Perche'
si sa: oltre al sapore il peccato deve avere una forma.
Loro
avevano trovato una forma, ora mancava solo il sapore.
I
loro cuori cominciarono a battere all'impazzata, mentre la presa del
ragazzo si faceva piu' forte e l'avvicino' di piu' a se'.
-Malfoy...-
Hermione non riusci' per un attimo a distogliere lo sguardo.
-Shhh...-
l'ammoni', mettendole un dito sulle labbra -Mya fai quello che ti
dice il cuore- le sussurro', con una dolcezza infinita.
-E'
un sogno, non la realta'- scosse debolmente la testa.
-Qual'e'
il problema?- chiese -Sogna... almeno fino a quando non dovrai
tornare con i piedi per terra.-.
Hermione
lo guardo' con attenzione, valutando entrambe le possibilita'. E si
ricordo' di quello che aveva fatto per lei, rassicurandola e
facendola reagire. Era stato il suo faro, il suo faro tra la nebbia e
lei aveva bisogno di lui.
Aveva
bisogno del peccato e del suo sapore.
Draco
si chino' leggermente e le sfioro' le labbra con le sue.
-Mya...-
mormoro', con le labbra che toccavano le sue. Lei non disse
niente e la strinse maggiormente a se', fino a far aderire i loro
corpi.
Entrambi
chiusero gli occhi, per assaporare meglio il bacio ed il peccato.
E
si baciarono.
Un
bacio lento e veloce.
Un
bacio dolce e passionale.
Un
bacio puro e dal sapore del peccato.
Un
bacio morbido ed irruento.
Un
bacio casto e ardente.
Un
bacio che rappresentava il tutto ed il niente.
Un
bacio.
Un
bellissimo bacio.
Entrambi
aprirono gli occhi, senza smettere di baciarsi.
Dopo
il sapore, il peccato deve assumere una forma.
Note
dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto e che vogliate
commentare per farmi sapere cosa ne pensate! Ringrazio tutti coloro
che leggono ed a Mojito86, a Eva Kant, a lola82, a drakina94, a Erin,
a Polvere_di_stelle, ad Hanon, a juju210 era Glo88. Grazie le vostre
recensioni sono veramente bellissime e mi riempiono di gioia! Grazie
1000 per il vostro sostegno che per me e' importantissimo! Grazie
anche per i suggerimenti! Vi voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 15 *** La luna, l'amore ed il peccato ***
15.LA
LUNA, L'AMORE ED IL PECCATO
La
ragazza apri' piano gli occhi, svegliata da quel sogno meraviglioso.
Le ci volle un po' per mettere a fuoco quello che aveva davanti, o
meglio, chi aveva davanti: infatti il suo viso era a pochi millimetri
da quello di Draco Malfoy e le loro labbra erano incollate. Hermione
sgrano' gli occhi. Cosa ci faceva nel letto del ragazzo? A baciarlo,
poi? Si alzo' di scatto, mentre il suo viso assumeva tutte le
tonalita' di rosso possibili. Quella non era di certo una situazione
normale.
-Malfoy!-
sbotto', esprimendo tutta la sua rabbia -Cosa mi hai fatto?-.
-C...
che?- chiese confuso, la voce impastata dal sonno -Cosa intendi?-
apri' piano gli occhi, guardandola di sbieco.
-Come
mai io ero li'?- domando', puntandogli contro un dito -E' colpa
tua!-.
-Se
non so nemmeno cos'ho fatto.- protesto', alzandosi a sedere.
-Non
scherzare! Puoi dire tutto quello che vuoi... cio' non toglie che la
colpa sia tua! E mi devi una spiegazione!- porto' le mani sui
fianchi, guardandolo con aria minacciosa, mentre il suo cuore tentava
di riacquistare il battito normale.
-Granger
mi sa che hai le visioni. Non e' che hai bisogno di un analista?-
chiese, alzando un sopracciglio.
-Malfoy
ti ho gia' detto che devi smettere di scherzare! Non sono in vena,
ok? E' colpa tua. Ammettilo e facciamola finita!- disse, stringendo i
pugni, mentre la rabbia aumentava.
-Sicura
di non avere bisogno di un analista? Se vuoi ti posso aiutare a
cercarne uno bravo...- si alzo', avvicinandosi a lei.
-Malfoy
non mi serve un analista! Come te lo devo dire? In Serpentese?-
domando' arretrando.
-Sarebbe
carino... peccato che non lo capisca...- alzo' le spalle, facendo un
altro passo nella sua direzione.
-Malfoy
non ti muovere! Fermo!- sbotto', continuando a camminare
all'indietro. -Malfoy perche'...?-.
-Granger
riesci mai a stare zitta?- le domando', senza fermarsi.
-Non
mi costringere a...- si interruppe di nuovo, sbattendo contro il suo
letto.
-A...?-
domando', facendo un altro passo ed alzando un sopracciglio.
-A...-
ripete', perdendosi nei suoi occhi, mentre il suo cuore abbandonava
completamente l'idea di far tornare il battito alla normalita' e il
suo respiro si faceva piu' pesante.
-A...?
Picchiarmi? Lanciarmi un incantesimo?- domando', sfiorandole le
labbra con un dito.
-Malfoy...-
tento' di protestare, mentre le ginocchia minacciavano di cederle.
-Shh...-
l'ammoni', con dolcezza -Ti ha mai detto nessuno che parli troppo?-
domando', avvicinando il viso a quello della ragazza.
-Io...-
si accorse di non sapere come continuare, siccome la sua mente si era
come svuotata completamente.
-Tu?-
chiese, posando leggermente le sue labbra su quelle della ragazza,
senza fare tanta pressione.
-Non
e' un sogno...- mormoro', chiudendo gli occhi.
-No,
non lo e'.- concordo', facendo unire le loro labbra -E a me va bene
cosi'...- aggiunse, prima di ricominciare a baciarla, cingendole i
fianchi.
***
-Cara!-
la chiamo' il marito entrando nella sala da pranzo.
-Marito-
lo saluto' lei, gia' seduta al tavolo. -Com'e' andata la tua giornata
al Ministero?- domando', sorridendo come da copione.
-Non
immaginano neanche lontanamente che non sono dalla loro parte-
ghigno'.
-Un
grande attore, come sempre...- il suo sorriso si spense ed il marito
se ne accorse.
-Narcissa...-
comincio' -C'e' qualche problema?-.
-Come
sai tra pochi mesi nostro figlio sara' maggiorenne e noi dobbiamo
procurargli una moglie... io avrei gia'...-.
-Hai
ragione!- la interruppe -Devi organizzare una di quelle feste
orribili... ma e' tradizione...-.
-Certo...-
concordo', sbiancando.
-Hai
a disposizione tutti i soldi che vuoi... solo... non contare sul mio
aiuto...- disse, come se quella fosse stata la cosa piu' normale del
mondo.
-Ovviamente.-
assenti', mentre le sue guance riprendevano, se possibile, un po' di
colore.
-Vedi
di non deludere le mie aspettative.-.
-Devo
per forza fare bella figura con le altre Purosangue. Non posso
permettere che nostro figlio abbia una selezione minore di promesse
spose...-.
-Anche
se alla fine la scelta spettera' a me...-.
-Ovviamente-
annui', deglutendo.
***
Hermione
alzo' le braccia, arrivando a mettergli le mani tra i capelli. Draco
la strinse maggiormente a se', senza smettere di baciarla.
Quello
non era un sogno ed andava bene cosi'.
Le
loro labbra intrecciate, e non stavano sognando. I loro occhi erano
chiusi, per assaporare meglio il momento, il peccato.
Ma
qualcosa interruppe quel meraviglioso momento: il rumore di un flash.
I
due ragazzi si staccarono l'uno dall'altra, come scottati. Si
guardarono dubbiosi, senza capire cosa fosse successo poi si girarono
si scatto, giusto per vedere la porta chiudersi con un tonfo.
-Oddio...-
mormoro' Draco, fissando la porta ormai chiusa.
-E'
successo quello che penso?- domando' Hermione, la voce ridotta ad un
sussurro.
-Merda!-
esclamo' il Serpeverde correndo verso la porta, la spalanco' e
guardo' fuori.
-Cosa
vuoi fare?- gli chiese, avvicinandosi a lui.
-Ora
niente... se n'e' andato... e non ho visto nemmeno chi era...-
sbuffo', prima di sedersi sul letto della ragazza.
-Siamo
fregati.- si sedette accanto a lui, tenendo la testa fra le mani.
-Sono
fregato- la corresse, guardando nel vuoto.
-Sei?-
domando' incredula, girandosi a guardarlo -Cosi' la cosa riguarda
solo te, vero?-.
-Be'...
si'. Io ho una reputazione- le disse, con semplicita' -Che per colpa
tua andra' a farsi fottere!-.
-Per
colpa mia? Ti avevo detto di non muoverti!- esclamo', arrabbiata -La
colpa e' palesemente tua!-.
-Mia?
Granger io non scherzerei se fossi in te! Sono nella merda...-
sbuffo' sconsolato -Sono nella merda...-.
-La
smetti di ripeterlo?- chiese -Poi tu non sei il solo a finire in
quest'orrenda situazione di merda!-.
-Sono
nella merda!- ripete' -La mia reputazione e' nella merda! Altro che
la situazione...- scosse la testa e si giro' a guardarla. Hermione si
mordeva nervosamente il labbro inferiore, aveva le guance rosse ed il
respiro pesante. -Sei nervosa?- le domando', come ammaliato dalla sua
bellezza.
-Malfoy
sicuro di non avere bisogno di un analista?- gli domando', facendogli
il verso.
-Mi
consigli il tuo?- chiese -Be'... scusa se ti faccio una domanda...-.
-Scusa?-
lo guardo' incredula -Da quando chiedi scusa?-.
-Sono
nella merda, Granger... ormai piu' di cosi'...- confesso' continuando
a fissarla.
-L'hai
gia' detto.- si alzo' dal letto e si diresse alla finestra. -Cosa si
puo' fare? Niente.- guardo' fuori, verso il campo da Quidditch. Vide
la notte, ed il cielo illuminato dalla luna.
-Niente-
le fece eco il ragazzo, sdraiandosi.
-Malfoy.-
lo chiamo' girandosi verso di lui.
-Mmm?-
chiese, ad occhi chiusi.
-N...-
sorrise, osservando la luce della luna che sembrava accarezzare il
viso del ragazzo -Non ha importanza.-.
-Ok-
bisbiglio', sbadigliando.
***
-Cosa
fai ancora qui?- chiese, senza perdere un solo movimento della
sorella.
-Ci
resto- rispose, sorridendo.
-Non
puoi!- esclamo'.
-No?
Io qui ci insegno, sorellina- il suo sorriso si allargo'.
-Cosa?-
chiese con voce strozzata.
-Da
domani e mie lezioni cominceranno. Non ti libererai di me tanto
facilmente.-.
-Insegno
anch'io ed ho intenzione di tenerti d'occhio-.
***
Hermione
appoggio' le braccia sul davanzale della finestra e sospiro'. La luna
piena splendeva alta nel cielo, illuminandole il viso. La ragazza
pensava e ripensava a quello che era successo con Draco ed alla foto.
Quel bacio lo aveva desiderato, quel peccato che aveva assaporato nel
suo sogno. Si erano baciati e lei non era riuscita a frenarsi,
mandando a puttane il loro autocontrollo. Ma non le importava. Era
stato vero, magico. E quella foto era stata in grado di rovinare quel
momento. Cosa sarebbe successo ora?
Draco
si giro' verso di lei, osservando la sua figura illuminata dalla
luna. Era stupenda. Il ragazzo si alzo' dal letto e la raggiunse. Le
arrivo' alle spalle e l'abbraccio' da dietro. Hermione sussulto' a
quell'improvviso contatto, ma in breve tempo si rilasso tra le sue
braccia.
-Malfoy-
chiamo', dolcemente con la voce ridotta ad un sussurro.
-Dimmi-
le rispose, avvicinando la testa a quella della ragazza, per
assaporare meglio il suo profumo.
-Cosa
stiamo facendo?- chiese, titubante.
-In
che senso?- domando' stupito.
-Cosa
ci sta succendendo?- riformulo' la domanda, mentre il suo sguardo si
perdeva nella notte.
-Non
lo so... cosi' come non so se e' sbagliato o se e' la cosa giusta...
io... tu cosa credi che sia?- anche lui comincio' a far vagare gli
occhi nella notte illuminata.
-Ho
paura di scoprirlo- rispose, tremante.
-Ehi...-
le sussurro' in un orecchio -Perche' tremi?- la strinse maggiormente
a se', per proteggerla.
-Non
tremo.- obbietto', sapendo di mentire.
-Ok-
disse lui, ben sapendo che la ragazza non era stata sincera con lui
-La vedi questa notte?- le domando' -Quest'oscurita'?-.
-Si',
la vedo, ma...-.
-E'
cio' che avevo dentro- lei si giro' verso di lui e vide il suo
sguardo perso nel vuoto -Ero cosi', brancolavo nel buio e non
riuscivo a trovare la luce: non ne ero capace-.
-Ora
cos'e' cambiato?- chiese, tornando a guardare fuori dalla finestra.
-Ho
trovato la mia luna, Granger- rispose, alzando le spalle e fingendosi
indifferente. -Ora la mia e' una notte come questa, con un plenilunio
stupendo...-.
-La
tua luna?- lo fisso' attentamente, cercando di scrutare attraverso i
suoi occhi.
-La
luna, la mia luna- ripete' guardandola negli occhi. -In grado di
aiutarmi a superare le difficolta', di rendere i miei ricordi meno
dolorosi... di riempire il vuoto che ho dentro con la sua luce-.
-Wow...-
sussurro', colpita dalle sue parole, mentre quegli occhi d'argento la
ipnotizzavano. -Spero tu possa rimanere con la tua luce...- abbasso'
lo sguardo, ferita, pensando di essersi solamente illusa pensando che
lui provasse qualcosa nei suoi confornti.
-Questo
non dipende da me...- sospiro', fissandola.
-Ah...-
era sempre piu' affranta e teneva la testa bassa, per non far vedere
di essere stata ferita, nel profondo.
-Granger...-
sussurro', notando la reazione della ragazza -Granger, guardami- le
prese il mento con una mano e le sollevo' il viso, fino ad arrivare a
fissarla negli occhi.
-No-
sposto' bruscamente il volto, dopo essere stata scottata da quello
sguardo di ghiaccio.
-Ho
trovato il fuoco che e' stato in grado di sciogliere il ghiaccio
intorno al mio cuore- spiego', appoggiando i gomiti sul davanzale -E
l'ho trovato proprio nell'ultimo posto che credevo possibile, in
tutto il mio opposto.- a quelle parole Hermione alzo' la testa, per
guardarlo -Nel peccato...- sospiro' girandosi verso la ragazza.
-Ne...
nel peccato?- domando', sorpresa, mentre la sua mente cominciava a
fare due piu' due.
-Gia'.
Io sono il peccato della mia luce, tento di portarla nelle tenebre...
e lei tenta di fare l'opposto- la guardo' negli occhi, dove lei
riusci' a leggere una determinazione ed una passione indescrivibili
-Nessuno dei due capisce che ci completiamo a vicenda... o
semplicemente non lo accettiamo. Siamo lo yin e lo yang... senza
l'altro non possiamo vivere, non possiamo sopravvivere... o meglio...
io sembro non essere in grado.- sorrise amaramente, prima di tornare
a guardare la luna -Solo la luna sa essere perfetta, io non lo
sono... mi ci e' voluto un po' per capirlo, ma ora lo riconosco. La
mia luce ha cose che io non mi sogno nemmeno... e, e' da
riconoscere... nessuno e' perfetto... ma insieme si puo' provare ad
esserlo-.
-Malfoy...-
lo chiamo', avvicinandosi a lui.
-Granger
non infierire. Ho messo a nudo la mia anima, una parte di cio' che
sono e' completamente nelle tue mani... abbi la decenza di non
infierire- si scosto' freddamente, tenendo la testa bassa, per non
farle leggere nei suoi occhi.
-Se
tu mi ascoltassi sapresti che non voglio infierire- lo vide alzare la
testa e fissarla attentamente, come per valutare ogni sua possibile
reazione. -Lo yin ha dentro di se' una parte dello yang e
viceversa...- spiego' -E insieme riescono ad assumere, ed a creare,
una perfetta armonia... la perfezione si raggiunge insieme... nessuno
ti chiede che devi essere perfetto.- lo guardo' negli occhi, facendo
due passi verso di lui.
-Cosa
ne sai?- domando', alterandosi.
-Spiegamelo.
Come fai a sapere che io non voglio essere yin? Come?- domando',
mentre le lacrime minacciavano di scorrerle lungo le guance.
-Cosa?-
la guardo', parecchio incredulo.
-La
perfezione si raggiunge insieme, Malfoy- ripete', riacquistando il
suo autocontrollo. -Si deve solo cercare l'altra meta' della
mela...-.
-Come
facciamo a sapere che e' la parte giusta e che non e' un abbaglio?-
domando', senza distogliere lo sguardo da lei.
-E'
questa la fregatura: non puoi sapere se quella e' la meta' giusta o
se ce n'e' una che combacia di piu' con cio' che sei...- lo guardo'
con dolcezza -Non c'e' modo di capirlo... ma credo che... per...
be'...- arrossi' violentemente, mentre in lei si faceva strada la
paura di quelle parole e di quello che avrebbero potuto provocare.
-Bisogna
rischiare?- azzardo', facendo un passo verso di lei.
-Gia'-
annui', fingraziandolo mentalmente -Se no potresti pentirti di cio'
che non hai fatto... anche se...- si fermo' di nuovo, titubante.
-Se?-
la incoraggio' a continuare.
-Anche
se e' il peccato... forse ne vale la pena...- arrossi' nuovamente,
senza pero' smettere di guardarlo negli occhi.
-Hai
presente Jim Morrison?- le domando', avvicinandosi sempre di piu'. La
ragazza annui' e lui la strinse a se', prima di appoggiarle le labbra
sulle sue -Ama, ama follemente- sussurrarono contemporaneamente,
mentre le loro labbra si sfioravano -E se ti dicono che e' peccato,
ama il tuo peccato e sarai innocente.-. Draco comincio' a
baciarla, dapprima dolcemente, poi con sempre piu' passione. Si',
quella frase era proprio adatta.
Note
dell'autrice: Spero che questo cap vi sia piaciuto e che vi abbia
trasmesso qualcosa. Spero vogliate lasciarmi un commento e farmi
sapere cosa ne pensate. Dedico questo cap a Polvere_di_stelle che mi
ha dovuta sopportare in tutte le mie congetture e le mie idee, tesoro
grazie 1000! grazie a chi legge soltanto ed a Sarn, a Mojito86, a
Glo88, a mars, a drakina94, a potterina_88_, a Nausicaa212, ad Hanon,
a Polvere_di_stelle, a chikka ed a Nikoletta. Grazie 1000 per i
complimenti ed i commenti! Vi voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 16 *** Una porta per la sua anima ***
16.UNA
PORTA PER LA SUA ANIMA
Le
loro labbra erano ancora incatenate, come intrecciate tra loro. Draco
fece scorrere le sue mani sulla schiena di Hermione, stringendola
sempre di piu' a se', la ragazza gli mise le mani tra i capelli,
cominciando ad accarezzarli. Lui le fece passare l'indice sulla sua
colonna vertebrale, sfiorandola leggermente. Lei gemette piano, tra
le labbra del ragazzo.
-Hermione...-
le sussurro', tra le sue labbra. Lei non gli rispose, abbassando le
braccia e scendendo a cingergli il collo. La presa di Draco si fece
piu' forte e le mise le mani sui fianchi, stringendola maggiormente.
-Hermione- ripete' sospirando.
-Shh.-
l'ammoni' lei, dolcemente, tenendo ancora gli occhi chiusi e sentendo
chiaramente il respiro caldo di lui che si mescolava al suo. -Le...
le parole non servono-. Draco ricomincio' a baciarla e le mordicchio'
leggermente il labbro inferiore, la ragazza gemette nuovamente.
Il
ragazzo si mosse piano, all'indietro, trascinandola con se'. La
porto' accanto al letto e si fermo' a guardarla, a contemplarla
-Hermione- ripete', per la terza volta, prima di prenderla in braccio
e di adagiarla sul letto. La guardo' di nuovo, mentre lei assumeva
un'espressione di attesa, osservandolo attentamente. Draco si
inginocchio' sul letto, sopra di lei, abbasso' la testa, per
catturare le labbra della ragazza con le sue. Comincio' ad
accarezzarle lentamente un fianco, mentre lei era occupata ad
accarezzargli i capelli. La mano del ragazzo scese piano, fino ad
arrivare alla gamba di Hermione, che comincio' ad accarezzare mentre
il bacio si approfondiva sempre di piu'.
[Mani
fredde ovunque.]
Il
viso di Draco si abbasso', per arrivare a baciarle dolcemente il
collo, con una lentezza esasperante, mentre Hermione non riusciva a
muovere un muscolo.
[Un
tocco gelido e rude.]
La
ragazza chiuse gli occhi, trattendendo a stento un gemito, mentre la
bocca di lui le baciava il collo, provocandole brividi lungo tutto il
corpo.
[Un
corpo puro... ancora per poco.]
-Draco.-
lo chiamo' piano, tremando.
[Gocce
di pioggia fredde sulla pelle.]
-Draco-
disse nuovamente, una punta di paura nella voce, mentre lui non
smetteva di baciarla. -Draco- la ragazza si morse il labbro
inferiore, trattendendo le lacrime.
[L'asfalto
sotto di lei, gelido e bagnato.]
Il
ragazzo si alzo' sui gomiti e la fisso' stupito. Lei non si mosse,
avendo la sensazione di tante piccole gocce fredde sulla pelle e del
ruvido asfalto al posto del letto. Tremo' ancora e una piccola
lacrima scese lungo la sua guancia. Draco la asciugo' con il dito e
lei comincio' a respirare piu' velocemente.
[Le
mani di quell'essere ovunque, e un dolore lancinante.]
-No!-
urlo' con tutto il fiato che aveva. Draco le accarezzo' piano una
guancia -Lasciami! Non toccarmi!- la ragazza apri' gli occhi,
appannati dalle troppe lacrime e comincio' a tirargli tanti pugni
contro il petto. Il ragazzo la guardo', parecchio sorpreso. Cosa le
prendeva? -Vattene!- urlo', prima di cominciare a singhiozzare
maggiormente e di portare le mani davanti agli occhi.
-Cosa...
cosa ti sta succedendo?- le chiese, preoccupato.
-Vattene.-
sibilo' secca, senza guardarlo.
-Ma
co...?- la guardo', parecchio allibito, ma non riusci' a finire la
domanda, le parole gli morirono in gola.
-Vattene.-
ripete', mentre una lacrima salata le bagnava le labbra,
percorrendole lentamente.
Draco
si alzo', fissandola. Si sentiva ferito, come mai prima. Il ragazzo
si allontano' da quel letto, senza toglierle gli occhi di dosso. Vide
che lei si girava, dandogli le spalle e si raggomitolava su se
stessa, quasi a voler imitare un riccio. Si sdraio', per rimanere
girato verso di lei e sentire il cuore mancare di un battito ad ogni
suo singhiozzo. Ma non fece niente. Rimase li', in silenzio, con la
mente impegnata a pensare ed a torturarlo con quei pensieri che erano
come spilli avvelenati e gli facevano male. E lui si dimostrava
indifferente, indossando la sua maschera, che poco tempo prima aveva
tolto senza indugi.
***
-Sai
Rem...- gli disse lei, guardandolo con dolcezza. -Da domani
insegnero' qui...-.
-Cosa?-
il licantropo la guardo', era parecchio sorpreso.
-Insegnero'
qui- spiego' sorridendo.
-Cosa
succedera' ora?- le domando'.
-Non
lo so.- rispose, con tutta la sincerita' di cui era in possesso.
-Perche'
non me l'hai detto prima?- chiese, con il tono di voce alterato.
-Cosa?-
finse di non capirlo, oppure non arrivo' realmente a collegare le
cose, ma lo sguardo che lui le rivolse la fece tremare. -Non volevo
rovinarti la vita-.
-Chi
ti dice che me l'avresti rovinata?- le getto' un'occhiata penetrante,
quasi volesse arrivare direttamente a guardarle l'anima, per capire i
suoi gesti. Lei non rispose, si limito a sospirare, scuotendo
leggermente la testa ed allontanandosi da lui. Avrebbe capito. Lei ne
era certa.
***
Hermione
continuava a piangere, le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi e
lei non riusciva a fare niente per fermarle. Nonostante il suo
orgoglio tentasse di far sparire ogni traccia di quelle gocce salate,
lei non ne aveva la forza, o non ne aveva voglia. Era stufa di dover
combattere da sola battaglie piu' grandi di lei, che non facevano
altro che provocarle tante ferite invisibli, inferte nella sua anima
e nel suo cuore da un pugnale mosso da un carnefice che lei conosceva
bene, meglio di chiunque altro: se stessa. Gia', lei soffriva, da
sola, senza dare il permesso agli altri di togliere quella lama dalle
ferite inferte dentro di lei. Orgoglio, ecco il problema. E lei aveva
intenzione di metterlo da parte, per una volta, almeno.
-Draco-
lo chiamo' piano, la voce bassa ed ancora scossa dai singhiozzi. Il
ragazzo non rispose, rimase a fissarla, osservandole la schiena.
-Draco- disse nuovamente, mentre si asciugava le lacrime. -Malfoy.-
cambio' tattica, mentre dentro di se' percepiva una sensazione di
vuoto. -So che sei li' e che non hai voglia di ascoltarmi... potresti
fare un'eccezione, non credi?- domando', alzandosi a sedere.
-Se
sai che non ti voglio ascoltare... allora non parlare
direttamente...- sibilo' con freddezza girandosi a guardare il
soffitto.
-Io...-
provo' a parlare, abbassando lo sguardo, anche se sapeva che lui non
poteva vederla.
-Lascia
stare Granger- lo disse con un tono che lo sorprese, era distaccato,
freddo... il tono che avrebbe usato suo padre. -Non ha importanza-
disse, con piu' dolcezza.
-Io...
lascia che ti spieghi.- disse, mentre la voce del ragazzo le entrava
nella mente e le ricordava di quando aveva pronunciato il suo nome,
facendola tremare.
-Non
serve. Non importa.- disse, volendo concludere il discorso.
-Si
che importa!- sbotto', girandosi per fronteggiarlo.
-Non
mi interessa, a me non importa. Puoi dire quello che vuoi, ma non
servirebbe...- disse prima di guardarla in faccia e di vedere i suoi
occhi rossi per colpa delle lacrime.
-No...
non ti interessa?- domando', la voce bassa ed incrinata.
-Io...-
la fisso', imprimendosi nella memoria ogni piccolo particolare per
ricordarsi di non farle male, di non ridurla mai in quel modo. E
noto' il suo labbro inferiore, che tremava. E fu proprio per quello,
o per il suo sguardo ferito, che gli sciolse il cuore -Io... mi
interessa... se e' importante per te io... lo voglio ascoltare-.
-Io...-
lo guardo', parecchio sollevata e gli si avvicino' per andare a
sedersi sulla sponda del letto, e guardarlo in faccia -Per me e'
importante...- affermo' sicura.
-Ti
ascolto.- disse semplicemente, senza toglierle gli occhi di dosso.
-Allora...-
comincio', senza sapere cosa dire, senza sapere da che parte
cominciare ad esternare i suoi sentimenti, ad aprirgli una porta per
la sua anima, come lui aveva fatto con lei -Quest'estate... io...
pioveva... e... io...- non riusci' a proseguire e gli occhi si
riempirono nuovamente di lacrime.
-Ehi...
tutto bene?- chiese, preoccupato ed in modo un po' ingenuo.
-Io...
si'...- menti', chiudendo gli occhi, per tentare di fermare le
lacrime.
-No-
la guardo' attentamente ed il suo cuore perse un battito a vederla
li', sola e fragile. Una piccola piuma in balia delle correnti... e
una ragazza fatta di porcellana che correva il rischio di rompersi ad
ogni minimo spostamento.
-Si'.-
protesto', per non farsi vedere debole, mentre il suo orgoglio aveva
la meglio sulla parte di lei che voleva essere sincera, per una
volta.
-No.-
disse nuovamente lui, alzandosi dal letto.
-Si'-
protesto', alzando la voce -Io sto bene! Devo stare bene! Tutti che
hanno i loro problemi e mi chiedono: Herm hai un consiglio? Cosa devo
fare? Mi aiuti? E io?- domando', scossa dai singhiozzi -Io sto bene!-
urlo' con tutto il fiato che aveva.
-Hermione...-
sussurro', visibilmente preoccupato, mentre si avvicinava a lei.
-Cosa
vuoi? Cosa c'e'? Che problema hai? Ti serve un compito di pozioni?
Trasfigurazione? Si', ho gia' fatto i temi!- sbotto' sfogandosi ed
esternando tutta la sua rabbia, repressa da troppo tempo.
-Voglio
che continui a sfogarti... devi togliere quella maschera che ormai si
sta sgretolano. Parlami...- sussurro' con dolcezza, sedendosi accanto
a lei ed abbracciandola.
-Io...
io...- mormoro', rendendosi conto della scenata che aveva appena
fatto.
-Shh...
non ha importanza- la cullo' con delicatezza, ammirando ancora una
volta il comportamento della ragazza. Questa volta Hermione non
ribatte' e si strinse maggiormente a lui, per cercare il coraggio di
mostrargli la porta della sua anima, per poi permettergli di aprirla.
***
-Ormai
e' fatta Daphne!- esclamo' Pansy, con il sorriso che le andava da un
orecchio all'altro.
-Cosa
e' fatta?- l'amica la guardo', curiosa, mentre si passava lo smalto.
-E'
innamorato di me! Non riesce a resistermi!- escalmo', con lo sguardo
perso nel vuoto e sospiro'.
-Chi?-
non tolse lo sguardo dalle sue dita.
-Come
chi?- domando', sorpresa -Il mio Dracuccio!-.
-Ah-
la guardo' di sbieco -Lui.- affermo', poco convinta -Sei sicura che
sia realmente cosi'?- le chiese, sorridendo.
-Cosa?-
sgrano' gli occhi. Ma come si permetteva di affermare una cosa del
genere?
-Non
ti e' mai saltato in mente che forse non gli piaci?-.
-Ma...
io...- si blocco', non sapeva proprio come ribattere.
-Pansy
non ti vuole nemmeno avere intorno...- si alzo' dal letto, bene
attenta a non toccare niente per non rischiare di rovinare lo smalto
-Ti sto parlando come amica... sono sincera con te... dovresti
provarci con qualcun altro...- si sedette accanto a lei.
-Chi?
Come te fai con Blaise? Non gli piaci, punto.- sibilo', fredde,
facendo venire le lacrime agli occhi all'amica -Poi chi ti dice che
il mio Drachino non mi vuole avere intorno solo perche' mi ama?-.
-Cosa?-
era veramente colpita dall'ingenuita' della compagna di Casa -Non ti
vuole avere intorno perche' gli fai troppo schifo e non ti sopporta.-
disse, con estrema calma, prima di tornare a sedersi sul suo letto.
-Non
e' assolutamente vero! E sono pronta a dimostrarlo! Mi mettero' con
lui prima della fine dell'anno!- affermo' fin troppo convinta di se
stessa e delle sue potenzialita'.
-Come
vuoi... cosa si scommette?- chiese accettando la proposta, sicura di
avere la vittoria in punto.
-Se
vinci tu... Blaise mi deve un favore... uscira' con te...- propose,
certa di avere la possibilita' di avere un favore personale piu'
interessante.
-Se
vinci tu...- comincio', ben sapendo di poter contare su quella
scommessa per uscire con il ragazzo.
-Dovrai
fare in modo- continuo' per lei Pansy -Di permetterci di stare
insieme senza essere messi in punizione... non so se mi spiego...-.
Le due Serpeverde si strinsero la mano entrambe sicure di vincere.
***
-Draco...-
lo chiamo' piano, deglutendo.
-Dimmi...-
sussurro' al suo orecchio, sempre tenendola stretta.
-Io...
quest'estate... ecco... io... insomma... e' successo...- balbetto'
confusa, non riuscendo a trovare abbastanza coraggio per dire quelle
parole che sarebbero state in grado di ferirla... nell'orgoglio.
-Ehi...-
si allontano' da lei, per guardarla negli occhi -Respira. Non devi
dirmelo per forza se non te la senti, ok? Se invece vuoi farlo... non
c'e' bisogno di avere paura... ci sono qua io... non devi essere in
imbarazzo...- mormoro' piano, mentre lei lo fissava negli occhi.
-Stringimi.-
supplico', tremando e sentendo il bisogno del corpo del ragazzo
accanto al suo e del suo calore per essere riscaldata.
-Non
ti lascio andare- la strinse a se', con forza, per proteggerla e
farla sentire al sicuro -Sono qua... e ci saro' fino a quando avrai
bisogno di me...-.
-Grazie-
mormoro', appoggiando la testa contro il suo petto. -Io...
quest'estate... ecco...- comincio' a sentire il battito irregolare
del cuore del ragazzo. -Ero uscita... io... ecco.... mi ero persa e
trovata in...- si blocco', continuando a sentire quel dolce rumore,
del cuore di Draco, che sembro' calmarla -In un vicolo cieco e...
ecco...- degluti', cercando le parole giuste, per sentirsi meno male
-C'era un uomo... non... non sono riuscita a scappare e...- una
lacrima le scese lungo la guancia, bagnando la maglietta del ragazzo
-Lui... lui... mi ha... mi ha...- si blocco' -Non... non ci riesco!-.
-Ce
la puoi fare... devi stare tranquilla...- la cullo' con dolcezza,
cercando di tranquillizzarla.
-Mi
ha... vio... viole... violentata...- quando termino' la parola
percepi' il silenzio della stanza, cosa a cui prima non aveva fatto
caso. Si avvcino' al petto del ragazzo, per sentire ancora il suo
cuore.
-Cosa?-
chiese, mentre la rabbia gli montava dentro.
-Non
voglio ripeterlo- disse, tremando tra le sue braccia.
-Chi
e' quel bastardo?- domando', freddo.
-N...
non lo so... ma... ma c'e' dell'altro...- degluti', socchiudendo gli
occhi.
-De...
dell'altro? Vai pure avanti...- la strinse maggiormente, senza sapere
come consolarla.
-Sono...
sono rimasta sotto la pioggia... non so per quanto tempo... e... poi
sono svenuta... quando mi sono risvegliata... ero in ospedale...
io...- sospiro', tremando al solo ricordo. -Il medico mi girava
intorno, fissandomi... e quando mi hanno dato quella notizia... io
non sapevo cosa fare... ero confusa... molto confusa...- chiuse gli
occhi, sentendo il calore del ragazzo -Mi avevano detto: S... sei
incinta. Cosi', senza preamboli...- lui la guardo' stupito, mentre
lei prendeva fiato, per continuare -Mi hanno permesso di tornare a
casa mia... ma un giorno... io... sono stata trovata svenuta in un
lago di sangue...- sorrise amaramente, al ricordo del suo secondo
risveglio in quell'ospedale -Ho perso il bambino-. Lui non rispose,
si limito' a stringerla a se', pensando e ripensando alle sue parole
ed alla sofferenza che aveva provato.
***
-Cosa?-
Harry guardo' il Serpeverde, sgranando gli occhi.
-Si'...
hai presente il professore di Difesa al terzo anno? Remus J. Lupin?-
gli domando' Blaise -Mi ha detto di seguirti e che... che... ti
meriti di essere felice...-.
-Ha
capito...?-.
-Si'...
da come ci guardiamo... io... non...-.
-Ehi...
non ha importanza... l'avrebbe scoperto comunque prima o poi...-
sussurro', continuando a camminare tra quei corridoi deserti.
-Si',
ma... io...-.
-Ti
vergogni?- gli chiese, come intuendo i suoi pensieri.
-Non
e' questo... preferivo tenerlo nascosto, tutto qui...- spiego',
sospirando.
-Andra'
bene comunque... le cose non cambieranno Remus sa tenere i segreti...
non ne parlera' con nessuno...- lo tranquillizzo'.
-Scusa,
Harry... non volevo...-.
-Ehi..
e' tutto ok... non ti devi preoccupare...- gli si avvicino' -Non sono
arrabbiato e non devi scusarti... al massimo la colpa e' mia...
Hermione l'aveva capito da tempo...-.
-Si',
ma Draco non se n'e' accorto perche' ha qualcos'altro per la testa...
o meglio... qualcuno...-.
-Qualcuno?-
lo guardo' incredulo.
-Come?
Non te ne sei accorto?- sorrise -La tua cara amica Hermione... erano
cosi' dolci..-.
-Cosa?-.
-Capirai,
Harry.- comincio' a camminare, mentre l'altro restava fermo in mezzo
al corridoio. -Vieni o no?-.
-Io...
si'...- lo raggiunse -Non eri serio, vero?-. Blaise rise e non riusci
a resistere alla tentazione di baciare il suo ragazzo, tremendamente
ingenuo.
***
Draco
continuo' a stringerla, senza parlare, mentre nella sua mente si
agitavano sentimenti contrastanti. Le bacio' piano la fronte, con
tenerezza. Voleva consolarla, voleva che lei tornasse a sorridere.
Hermione
aveva gli occhi chiusi, avverti' il leggero bacio sulla fornte, e si
senti' tremare, mentre quei momenti le tornavano in mente e lei
piangeva sommessamente.
-Non
piangere...- le sussurro' piano -Non ne vale la pena...-.
-Io...-
singhiozzo' rumorosamente, premendo la faccia contro la sua
maglietta.
-Shh...
nessuno si merita le tue lacrime...- mormoro' -E quando ci sara'
qualcuno che varra' talmente tanto da meritarle... quel qualcuno non
ti fara' versare nemmeno una lacrima...- senti' le gocce calde
oltrepassare la stoffa della sua maglietta e raggiungere la sua
pelle. Tremo', mentre il calore del suo corpo sembrava arrivare fino
a lui, fino al suo cuore, alla sua anima.
-Grazie-
bisbiglio' -Di tutto- sentiva ancora il suore del ragazzo, che era
come un tamburo. Erano battiti veloci, piu' del normale. Lui
non rispose, cercando di decifrare le sensazioni che provava. Era
li', seduto su quel letto a cullarla con dolcezza, cosa che non aveva
mai fatto con nessun altra ragazza. Ma lei era lei era la sua luna,
il fuoco che aveva sciolto il suo ghiaccio. Hermione si aspettava
delle parole dal ragazzo, ma forse era meglio cosi'. Sentiva il suo
respiro irregolare e il battito del cuore. E il calore la riscaldava,
facendola stare meglio.
-No,
Hermione- sussurro', rompendo il silenzio.
-Cosa?-
sgrano' gli occhi, senza pero' interrompere l'abbraccio per
guardarlo.
-Grazie
a te- mormoro', la voce roca, ridotta ad un sussurro -Mi hai permesso
di aprire la porta della tua anima. Mi dispiace solo di non essere in
grado di consolarti-.
-Non
credo ci siano parole in grado di consolarmi... puoi dire ogni cosa,
ma il passato non cambierebbe...- alzo' piano la testa, per guardarlo
negli occhi -Percio' basta un abbraccio, il far capire che ci sei in
ogni caso...- sorrise quando il ragazzo le passo' una mano tra i
capelli, senza staccarle gli occhi di dosso e permettendole di
continuare: -Non puoi cambiare il passato o cio' che sei- spiego' con
dolcezza -Ma il futuro e' nelle tue, nelle nostre mani... e lo
possiamo rendere migliore... come...- abbasso' lo sguardo -Come hai
fatto ora per me...- sorrise -Ora so che ci sei...-.
-Ci
sono...- le fece eco, prima di abbassarsi e posarle un bacio sulla
fronte.
Erano
li', insieme, ad affrontare i problemi con coraggio, con dolcezza.
Erano insieme, in quella notte che gli aveva fatto provare sensazioni
contrastanti, come quelle che provocava la persona che avevano
accanto. Ed erano piu' leggeri, nel cuore, nell'anima. Perche'
finalmente quella porta, chiusa da sempre, era stata aperta. Aperta
con una piccola chiave, che forse era in grado di aprire anche i loro
cuori, bastava solo la voglia di usarla.
Note
dell'autrice: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che
vogliate lasciarmi un commento con la vostra opinione, con critiche e
consigli. Grazie a tutti coloro che leggono e soprattutto ad Erin, a
juju210, a Glo88, a titti6493, a felpatosb, ad Hanon, a *eirene*, a
Polvere_di_stelle, a potterina_88_, a mars, a Mojito86, a
Nausicaa212, ad AmOrEAlWaYs, a Nikoletta ed a lepty. Grazie 1000 per
i vostri commenti! Grazie anche per i complimenti! Vi voglio bene!
Spero
di riuscire ad aggiornare presto! Alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 17 *** Ci riuscirai... ***
17.CI
RIUSCIRAI...
Madama
Chips entrò nell'infermeria come una furia, urlando: -Ma com'è
possibile? Questa è una scuola!- Hermione si girò
dall'altra parte, rendendosi conto del poco calore del letto -Non
siamo mica in un mercato del pesce! Dico io! Che modi!- l'infermiera
continuava ad urlare, senza curarsi dei poveri pazienti, Draco ed
Hermione, che febbricitanti non chiedevano altro se non una dormita
dopo la notte insonne.
-Cosa
diavolo succede?- Draco si sedette e cominciò ad osservare
Madama Chips con un sopracciglio alzato.
-Eh?-
domandò Hermione, stropicciandosi gli occhi con la voce
impastata dal sonno.
-Oh,
cari... vi siete svegliati!- li guardò sospirando.
-Sarebbe
stata un'impresa non farlo.- il Serpeverde alzò gli occhi al
cielo, sbuffando.
-Ma...-
la Grifondoro guardò il ragazzo, come mai si era spostato? Ma
soprattutto: quando?
-Oh
i giovani d'oggi!- l'infermiera prese due boccette dal tavolo. -Così
ingrati! Voi non sapete quello che hanno combinato oggi durante la
colazione!- esclamò, mettendo il liquido rosato contenuto
nelle boccette in due bicchieri -Ovviamente Grifondoro e Serpeverde,
chi sennò?- sbuffò sonoramente, aggiungendo della
polverina al liquido -Hanno fatto apparire del pesce... per cosa,
poi? Per tirarselo addosso! E pensare che tutto è iniziato in
modo accidentale: Potter e Zabini sono entrati contemporaneamente,
cosa alquanto strana, si sono parlati, detti non so cosa... ed i
Serpeverde hanno pensato che Potter volesse fregarli o qualcosa del
genere, allora hanno iniziato a far levitare del porridge sulle teste
dei poveri Grifondoro. Sono andati aventi così per molto...
fino al pesce.- sospirò, porgendo un bicchiere alla ragazza -E
silente non ha mosso un dito. È una cosa inaudita!- sbottò
agitando le mani.
-Ehi!-
sbottò Draco, tentando di ripulirsi dal liquido rosa che
l'infermiera gli aveva gettato addosso.
-Oh,
scusa caro. Ora se volete scusarmi vado a cambiarmi voi bevete quella
pozione. Dovrebbe rimettervi in sesto- così dicendo Madama
Chips lasciò l'infermeria.
-Bevo
cosa? Quello che mi ha tirato addosso?- domandò Draco seccato.
-Comunque cosa credi abbia combinato Potter?- guardò la
ragazza, curioso.
-Ha
fatto colpo- Hermione sorrise, bevendo un sorso della pozione.
-In
che senso?- domandò. Stavano parlando d'altro, cercando di non
parlare della notte prima, entrambi con la paura di quello che
l'altro avrebbe potuto dire.
-Nel
senso che ha fatto colpo.- disse lei, come se fosse stata la cosa più
normale del mondo, facendo una smorfia di disgusto.
-Tutto
bene?- le chiese, notando la sua espressione.
-Sai
com'è...- rispose lei -Questo non è esattamente come il
succo di zucca-.
-Ah.-
sorrise -Allora sono veramente felice di non doverlo bere-.
-Eh
no... hai sbagliato persona!- gli sorrise con malizia, alzandosi dal
letto -Bevi.- gli porse il bicchiere, che lui afferrò
sbuffando.
-Sì,
mamma.- disse, con un tono infantile, prima di appoggiare il
bicchiere sul tavolo.
-Cosa
fai? Non lo vuoi il premio?- domandò, stupendosi delle sue
stesse parole.
-Premio?-
alzò un sopracciglio, prima di riafferrare il bicchiere e
girarlo, fino a trovare il punto in cui la ragazza aveva posato le
sue labbra e bere tutto il liquido rimasto -E' orribile!- esclamò
tossendo.
-Tutto
bene?- chiese preoccupata perché il ragazzo non smetteva di
tossire. Come risposta lui le afferrò il braccio, tirandola a
sé, la guardò a lungo negli occhi, prima di posare le
sue labbra sulle sue.
-Ora
sì...- mormorò, staccandosi da lei -Ora sto veramente
bene-.
***
-Sei
un pericolo pubblico!- esclamò Blaise, lungo la strada per
l'infermeria.
-Io?
Blaise ti ricordo che quelli che hanno iniziato sono amici tuoi! Gli
potevi dire che non avevo fatto niente!- ribatté Harry.
-Primo
non sono amici miei, secondo che colpa ne ho se ti fai odiare da
tutti?-domandò, guardandolo con dolcezza.
-Io?
Non mi odiano tutti.- gli sorrise -Se no non saresti qui, non
credi?-.
-Non
cercare di cambiare discorso! Veramente andare in giro con te è
una cosa impossibile! Peggio che andare in giro con Draco!-.
-Con
Malfoy?- chiese, senza capire dove volesse arrivare il Serpeverde.
-Sì,
non sai che incubo!- esclamò -Ci sono ragazze che lo pedinano,
altre gli fanno orrendi agguati... per non parlare dei gruppi di oche
starnazzanti!-.
-Un
vero incubo...- il ragazzo alzò un sopracciglio, prima di
scoppiare a ridere.
-Ehi!
Prova a gestire te una cinquantina di ragazze che cercano di
superarti per saltare addosso al tuo migliore amico!- questa frase
non fece che aumentare le risate del Grifondoro che si immaginò
la scena -Comunque non te la cavi così facilmente! La colpa è
tua!-.
-Ancora!
Blaise io non ho fatto niente!- sbottò, smettendo di ridere e
tornando serio.
-Appunto!-
esclamò.
-Appunto?-
Harry lo guardò con gli occhi sgranati.
-Appunto!-
ripeté -Non hai fatto niente e si scatena un putiferio! Se mi
avessi baciato?- domandò, guardandolo negli occhi.
-Cosa?-
chiese arrossendo e sgranando gli occhi.
-Se
mi avessi baciato?- il Serpeverde rifece la domanda.
-Cosa?-
domandò nuovamente Harry.
-Harry
sei ancora vivo? I tuoi neuroni sono in vacanza?- lo prese per le
spalle e lo baciò con passione, facendo aderire perfettamente
i loro corpi -Questo Harry- disse, staccandosi da lui -Cosa sarebbe
successo dopo questo?-.
-I...
io...- lo guardò negli occhi e si sentì tremare
-Questo, presumo...- disse, prima di ricominciare a baciarlo.
-Ecco...
sì...- mormorò Blaise cercando di riprendersi. -Dopo
questo sarebbe stato legittimo il casino che hanno combinato oggi per
colpa tua!-.
-La
colpa è tua, io non ho assolutamente fatto niente!-.
-Appunto,
avresti dovuto baciarmi. Sono curioso. Un giorno lo farai, vero?-
chiese, ricominciando a camminare.
-Sì,
perché no.- cominciò a seguirlo -Cosa? Blaise ma è
da suicidio!-.
-Dai
sarà divertente!- esclamò l'altro, guardandolo con
malizia.
-Blaise
sei impazzito?- l'altro non rispose, si mise solo le mani in tasca
-Blaise?-.
-Come
sto con questa nuova cravatta?- gli domandò il Serpeverde,
fingendo di non averlo sentito.
***
-Perché
te ne sei andato?- gli domandò Hermione, facendo quella
domanda che le bruciava dentro da quando si era svegliata.
-Volevo
lasciarti dormire in pace- rispose alzando le spalle -Non volevo
disturbarti-.
-Ho
sentito freddo- disse solo, allontanandosi da lui.
-Freddo?-
domandò, incredulo.
-Senza
il tuo calore- spiegò, esternando ciò che sentiva -Non
sei fatto di ghiaccio, nessuno lo è.- si girò verso di
lui, che guardava nel vuoto, pensando -Forse quel ghiaccio può
essere bollente per qualcuno. Ci hai mai pensato?- domandò,
facendo un piccolo passo verso il letto.
-No,
a dire la verità no. Così come non avrei mai creduto
possibile una cosa del genere.- disse, alludendo a quello che
cominciava a provare per la ragazza.
-Sì,
è difficile dare una spiegazione logica a tutto questo...
capita e basta. Ci sono delle cose che non puoi cambiare, comandare o
ignorare.- spiegò sorridendo.
-Cosa
sono?- chiese ingenuamente lui.
-Sono...-
lo guardò attentamente, incredula -Non lo sai?- lui scosse
leggermente la testa e lei gli si avvicinò piano -Sono i
sentimenti- gli posò una mano sul cuore -Sono quelle cose che
ti entrano nella pelle, nell'anima, non si sa come, ma che restano
lì, indelebili, senza che tu possa fare niente per toglierle-.
-Tu-
sussurrò, credendo che lei non riuscisse a sentirlo.
-Cosa?
P... puoi ripetere?- domandò, mentre il suo stomaco faceva una
capriola e il suo cuore batteva più velocemente.
-Una
cosa che arriva e rimane dentro di te e tu tenti, tenti chissà
quante volte di toglierla da quel cantuccio che ha scavato dentro di
te... ma non riesci perché ormai è come se facesse
parte di te... giusto?- la ragazza annuì, parecchio sorpresa
-Tu.- ripeté. Hermione non rispose, sentiva il battito del suo
cuore rimbombarle nelle orecchie e quello del ragazzo sotto la sua
mano, e tremava. Tremava perché era stata scossa da quelle
parole, le avevano toccato l'anima, scavando una nicchia, per
rimanere lì nell'eternità, dove lei le avrebbe
ricordate sempre.
-Io...-
cominciò, sentendosi in dovere di dire qualcosa, qualsiasi
cosa, anche quando il suo cervello non riusciva a fare una sola
associazione di idee.
-Tu-
lui annuì e le prese la mano che era posata sul suo petto tra
le sue -E non so come tu abbia fatto... ma la mia ragione si trova
d'accordo con la mia anima...- le baciò la mano, mentre lei lo
fissava, con gli occhi pieni di lacrime e che luccicavano, come
brillando di luce propria. -Che fai?- le domandò, guardandola
negli occhi -Ora ti metti a piangere come una bambina?- lei si
sorprese ad annuire, e lui le sorrise dolcemente. -Vieni qua- la
strinse a sé come la notte precedente, ma questa volta,
Hermione si scostò subito, per guardarlo negli occhi.
-Draco
io...- cominciò, con il cuore che le martellava nel petto.
-Non
è necessario che tu dica niente- lui sorrise, asciugando con
il pollice l'unica lacrima scesa dagli occhi della ragazza.
-Ma
io voglio dire qualcosa... mi sembra tutto così strano, così
sbagliato...- lui la guardò, non credendo alle sue orecchie:
la credeva una cosa sbagliata? Non riusciva a capire cosa passava
nella testa della Grifondoro -ma la sai una cosa?- gli chiese lei,
sorridendo.
-Cosa?-
domandò, non molto convinto di quello che la ragazza aveva
intenzione di dirgli.
-Non
me ne importa niente.-.
-Come?-.
-Può
essere sbagliato quanto vuoi, magari in futuro me ne pentirò,
ma non ha importanza, non ora, non per me. Voglio vivere il mio
peccato- sussurrò, prima di baciarlo.
-Devo
dire che come idea non mi dispiace per niente...- le sorrise, alzando
maliziosamente un sopracciglio.
-Mi
stai provocando?- gli chiese, guardandolo fisso negli occhi.
-Dipende...-
rispose, con la voce roca.
-Da
cosa?-.
-Ehi
ragazzi! Come va oggi?- Blaise entrò in infermeria, seguito da
Harry, e cominciò a fissarli.
-Andava
meglio prima Blaise- Draco lo guardò con odio e sbuffò.
-Perchè?-
domandò Harry, senza riuscire a capire il comportamento degli
altri ragazzi.
-Perchè,
caro il mio Harry, io e te abbiamo interrotto qualcosa...- gli spiegò
Blaise, sorridendo di fronte all'ingenuità del Grifondoro.
-Cosa?-
domandò il moro, scatenando l'ilarità del principe
delle serpi che cominciò a ridere.
-Tu...
tu non... non... com'è possibile?- riuscì a chiedere,
tra una risata e l'altra.
-Per
lo stesso motivo per il quale tu non hai capito un'altra cosa
altrettanto ovvia- spiegò Blaise, sorridendo.
-Tu...
tu... tu vuoi dire che è così ovvio?- gli domandò
Hermione, arrossendo violentemente.
-Sì,
è così ovvio- Blaise le sorrise con dolcezza, mentre
lei sospirava e andava a sedersi sul suo letto.
-Un
momento...- li interruppe Harry -Ma Hermione cosa ci facevi accanto a
lui?- indicò Draco, che, anche se nemmeno lui capiva la metà
delle cose che erano state dette, non rinunciò a una bella
risata.
***
-Quindi
Violet questa è la sua classe, ovvero quella in cui terrà
tutte le sue lezioni, da qui alla fine dell'anno- il preside spalancò
la porta.
-Mi
dia del tu... non sono necessarie tutte queste formalità...-
la donna sorrise, portando un ciuffo di capelli verdi dietro
l'orecchio.
-Allora
anche tu, Violet, sei pregata di darmi del tu- Silente sorrise, di
fronte allo stupore con il quale Violet osservava ogni parte
dell'aula.
-Posso
farle...- cominciò, prima di correggersi di fronte allo
sguardo di leggero rimprovero che le aveva rivolto l'uomo -Farti una
domanda?-.
-Parla
pure-.
-Quella
ragazza... in infermeria... oggi non verrà alla mia lezione,
vero?-.
-Credo
di no, anche se potrebbe domandare a Madama Chips, la nostra
infermiera, se può farla uscire prima... perchè ti
interessa?- la scrutò attentamente.
-Quando
le ho stretto la mano... ho sentito una forza non comune in ragazze
della sua età e volevo accertarmi che fosse vero e non un mio
abbaglio...- spiegò, osservando la cattedra.
-Già...
non sempre è facile capire se l'istinto ha ragione- la guardò
di sbieco, curioso.
-Già...-
mormorò lei, sospirando, convinta di non aver preso un
abbaglio. Avrebbe tenuto d'occhio quella ragazza.
***
-Dracuccio!-
Pansy entrò come una furia nella stanza, saltando addosso al
povero ragazzo steso nel letto -Oh tesoro mio come stai? Amore hai
bisogno di qualcosa? Con un bacio potrebbe andare meglio vero?- la
ragazza si sporse in avanti, Hermione sgranò gli occhi, mentre
una morsa le strinse il cuore.
-Pansy,
cara... credo che Draco abbia solo bisogno di riposo, perciò...-
disse Blaise, che aveva notato l'espressione della Grifondoro e aveva
deciso di intervenire.
-Staccati
da me e smettila di rompere i coglioni!- concluse Draco per lui,
girandosi di lato, per togliersela di dosso.
-Drachino-ino-ino...
ma...- il suo labbro inferiore cominciò a tremare -Tu non mi
ami?-.
-No-
rispose, sincero come mai prima -Non vedo come portei farlo- Hermione
sospirò di sollievo, sorridendo.
-Cosa
ti avevo detto?- domandò Daphne all'amica, avvicinandosi a
Blaise -Ciao- lo salutò, sorridendogli e spostando indietro i
capelli.
-Ciao-
rispose lui, ricambiando il sorriso, mentre Harry lo osservava -Come
va, Daphne?-.
-Oh...-
gli si avvicinò pericolosamente, fino a far sfiorare i loro
corpi -Be'... io...-.
-Blaise...-
Hermione lo chiamò, facendo girare tutti nella sua direzione.
Daphne e Pansy erano seccate, visto che lei aveva interrotto i loro
preziosi tentativi di conquista, che loro credevano sarebbero andati
a buon fine. Harry era sollevato, la ragazza aveva catturato la sua
attenzione, distogliendo lo sguardo dalla Serpeverde che ci provava
con il suo ragazzo. Blaise e Draco, invece, la guardavano sorpresi
-Blaise...- ripetè lei, senza sapere come continuare.
-Sì,
Hermione?- il Serpeverde la guardò negli occhi e vide il suo
smarrimento, decise di sorriderle e di accorrere in suo aiuto -Sì,
insomma mi va bene... sai trovo che sia una cosa veramente importante
ed interessante... quindi...-.
-Quindi?
Questo significa che accetti?- Hermione deglutì,
ringraziandolo mentalmente.
-Certo,
accetto- rispose Blaise, senza nemmeno sapere cosa stava accettando,
ma in quella situazione importava poco: nessuno lo sapeva.
-Ne
sono veramente felice!- la Grifondoro sorrise e Daphne si strinse a
Blaise, abbracciandolo -Non... non è che potresti... insomma
sai... venire qui.- lo guardò negli occhi, cercando di fargli
capire che non doveva ribattere -Per discutere i dettagli- gli indicò
la ragazza con gli occhi, per poi spostare lo sguardo a Harry, che
sembrava sul punto di inveire contro la Serpeverde.
-Certo,
ovviamente- guardò Daphne -Non è che potresti
spostarti?- le chiese -Devo andare a parlare con l'unica ragazza con
il cervello in questa stanza-. La ragazza si staccò da lui,
come scottata, e gli permise di andare dalla Grifondoro.
-Hermione,
tesoro!- Lavanda fece un plateale ingresso nell'infermeria, a
braccetto con Ron.
-Ron,
Lavanda!- la ragazza fece un sorriso tirato. Ci mancavano solo loro!
-Come state?-.
-Io
e il mio tesoruccio Ronnuccio... be'... ci siamo messi insieme...-
Lavanda sorrise felice, mentre tutti provavano pietà per il
povero Ron.
-Tesoruccio
Ronnuccio?- Pansy cominciò a ridere -Dracotesoro? Hai sentito
che soprannome stupido?- Tutti si trovarono d'accordo con questa
infermazione, tranne Lavanda, che si strinse al braccio del ragazzo,
stritolandolo e Ron, che arrossì fino alla punta delle
orecchie.
-Pansy
devo dire che per una volta ti devo dar ragione: quel soprannome non
è molto normale...- concordò Draco, sorridendo -Però...
non lo trovo certo peggiore dei tuoi.- la guardò, e lei,
offesa, scese finalmente dal letto.
-Ah,
è così? Mi hai profondamente offesa e ti informo che
devi farti perdonare se vuoi tornare a parlare con me!-.
-Chi
ne ha intenzione?- le domandò lui, stufo della sua presenza.
-Oh,
Dracuccino, tenerone mio... è perchè stai male che mi
parli così. Io so che mi ami.- gli sorrise, mentre tutti
aspettavano con ansia la reazione di Draco, che però non
arrivò.
-Parkinson
lui ti ama? Ne sei convinta?- le domandò, Hermione guardandola
negli occhi.
-Sì,
perchè? Problemi, Mezzosangue?- chiese, con odio.
-Oh...
no, nessun problema... solo... mi chiedevo una cosa: sai cos'è
l'amore? No perchè mi sembra che quello che prova lui nei tuoi
confronti sia ben altro. L'amore non è così, sai?- per
un attimo provò pietà per lei, che non sapeva nemmeno
cos'era l'amore, il sentimento che per lei era il più puro e
più importante.
-E
tu cosa ne sai?- le domandò acida, mentre tutti si giravano a
guardarla, per poi tornare con lo sguardo dalla Grifondoro.
-Io...
mi sono innamorata...- rispose la ragazza, fiera dei suoi sentimenti.
-Di
chi? Di tesoruccio Ronnuccio?- chiese, guardando il rosso e facendo
una smorfia di disgusto.
-No.-
rispose, distaccata -Del peccato.-. Tutti la guardarono senza capire,
quasi tutti veramente: Draco sorrise, guardandola ed ammirandola di
nuovo.
-Del
peccato?- le domandò poi il biondo, per avere una conferma.
-Del
peccato.- confermò lei, mentre i loro occhi si incontravano.
-Com'è
amare il peccato?- le chiese, senza distogliere lo sgardo.
-Wow...
amare il peccato è la cosa più strana del mondo, ma è
anche la più bella...- sorrise, sognante.
-Tutte
sciocchezze!- esclamò Pansy, sbuffando.
-E
il peccato? Lui ti ama?- le domandò Draco, senza badare alle
parole della Serpeverde.
-Non
posso dirlo. Insomma il peccato è mistero... quello che prova
è confuso... e non mi ha mai detto di amarmi. E non mi sento
in grado di dire che mi ama, non con certezza... e non ho la
presunzione di averlo ammaliato- sorrise a Draco, che, provocando lo
stupore di alcuni ragazzi presenti, ricambiò il sorriso.
-Credo
che quando sarà pronto ad accettare quello che prova... sarà
pronto ad ammetterlo ad alta voce- a guardò e lei arrossì
violentemente -Anche il peccato commette errori.-.
-Provare
dei sentimenti lo chiami errore?- domandò lei, curiosa.
-Non
intendevo quello... l'errore è il dar ascolto
all'orgoglio...-.
-Basta
essere in grado di metterlo da parte- gli sorrise.
-Fosse
facile, Granger... fosse facile...-. Tutti cominciarono ad uscire
dall'infermeria, salutandoli e lasciandoli soli.
-Ci
riuscirai...- sussurrò lei, prima di sdraiarsi, dandogli le
spalle.
Note
dell'autrice: spero che questo capitolo vi piaccia! Grazie a tutti e
mi scuso ma oggi non ho proprio tempo e non riesco a salutarvi
singolarmente, mi dispiace. Grazie, grazie, grazie. Le vostre
recensioni sono importanti per me. Spero di riuscire ad aggiornare
presto, alla prossima, baci, Hermione92.
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Capitolo 18 *** Dentro ***
18.
DENTRO
Da
quando Hermione si era sdraiata, e girata dall'altra parte, Draco non
aveva smesso di fissare la sua schiena. Era rimasto stupito dalle
parole che aveva detto e soprattutto dalla fiducia che lei sembrava
riporre in lui. Ma lui non credeva di meritarselo. Lui era un Malfoy,
era Draco Malfoy, un Serpeverde Purosangue. Ed Hermione aveva fiducia
nel fatto che prima o poi lui avrebbe provato dei sentimenti ed... ed
ammesso di farlo. Lui che si sentiva attratto dal peccato, lui che
era peccato... sarebbe mai riuscito ad amare? Ed a confessare quello
che sentiva? Non ne aveva idea, anche perche' non aveva neanche la
minima idea di come era cominciata quella strana storia con Hermione
Granger, la So-tutto-io Mezzosangue. Strano, vero? Lui non aveva idea
di quello che era successo e di quello che sarebbe accaduto e lei...
lei si limitava a fidarsi incondizionatamente, dando retta al cuore.
Il biondo si alzo' lentamente e si avvicino' al letto di Hermione,
senza curarsi che sarebbe potuto entrare chiunque, e si sedette
accanto a lei, cominciando ad accarezzare la sua schiena.
-Se
ne sono andati...- sussurro' lei, socchiudendo gli occhi.
-Gia'
da un po'.- concordo' lui, senza smettere di sfiorarle la schiena con
il dito.
-E'
stata una mattinata pesante, molto pensante- mormoro' avvicinandosi a
Draco.
-Ma
ora e' tutto finito- il ragazzo si piego' in avanti e le diede un
bacio sulla guancia,
-La
prossima volta strangolo qualcuno!-.
-Chissa'
perche' ma credo di avere intuito chi...- il biondo sorrise,
facendole mettere il broncio. -Ehi...- le accarezzo' leggermente una
guancia e le diede un bacio a stampo -Se vuoi una mano... posso
aiutarti. Dev'essere una cosa interessante.-.
-Dai
sdraiati. Ho voglia di sentire il tuo calore.- bisbiglio' con una
voce che gli sembro' dannatamente provocante.
-Il
mio calore, eh?- le chiese, alzando maliziosamente un sopracciglio.
-Dai...
non fare...- lui catturo' le sue labbra, interrompendola e si sdraio'
al suo fianco, su quel letto dell'infermeria.
***
-Cosa
c'e' alla prima ora?- chiese Ron.
-Difesa.
Con la nuova professoressa.- rispose Harry.
-A
'ova 'rossoressa?- domando' il rosso, tra uno sbadiglio e l'altro.
-Speriamo
non sia come la McGranitt.- sospiro' Lavanda, stringendo maggiormente
il suo ragazzo, Ronnino tesorino.
-Se
no sara' una tragedia!- si lamento' Harry.
-Si',
ma... il problema e' anche con chi la facciamo questa lezione!- Ron
guardo' di sbieco i verde-argento che camminavano poco distanti dal
gruppo dei Grifoni.
-Non
sara' tanto male- sorrise Harry, incrociando lo sguardo di Blaise.
-Cos'hai
bevuto Harry?- gli domando' l'amico, scatenando l'insopportabile
risata della sua ragazza. -Oltretutto ce l'hanno ancora con te per la
colazione!-.
-Gia'
Harry... non ci hai ancora detto cos'e' successo oggi! Ron-Ron ci
tiene cosi' tanto!- Lavanda diede un bacio al suo ragazzo, mentre il
moro faceva una smorfia di disgusto e alzava gli occhi al cielo.
-E'
stato un malinteso- rispose lui, quando i due piccioncini disgustosi
si girarono per avere la risposta.
-Tipico
da Serpeverde: - sbuffo' Ron -Cercare ogni pretesto per tormentare
noi Grifondoro-.
-Gia'...
mi chiedo cosa sarebbe successo se...- bisbiglio' tra se' Harry,
pensando alle parole di Blaise.
-Se
cosa?- gli domando' Lavanda.
-Niente...
pensavo ad alta voce, tutto qua.-.
***
Hermione
senti' il respiro di Draco sul suo collo, quel calore che le
provocava dolci brividi lungo tutto il corpo. Era spaventoso come
quel ragazzo era in grado di farla sentire bene, protetta. La faceva
sentire se stessa nonostante tutto quello che aveva passato,
nonostante l'inquietudine che agitava il suo animo da quando la sua
vita era stata completamente sconvolta. Ma con lui, con Draco, le
cose sembravano andare perfettamente, andare nel modo giusto per la
prima volta da tanto, tanto, tempo. Hermione sorrise e si strinse
maggiormente nell'abbraccio del suo peccato preferito. Si sentiva al
sicuro, protetta da quel calore che sembrava venire direttamente dal
cuore del ragazzo di cui si era innamorata, quel calore che era
riuscito ad oltrepassare il ghiaccio.
-Sei
bollente...- gli sussurro', con un sorriso che le curvava le labbra.
-Se
hai troppo caldo posso spostarmi...- le disse, iniziando ad
allontanarsi.
-No.-
gli si rannicchio' contro, per sentirlo ancora accanto a se', per
sentire la pace in ogni singola fibra del suo corpo.
-Ok,
ok... ho capito... non mi sposto- sposto' il braccio che le cingeva
la schiena e lo porto' di fronte al suo viso per accarezzare ancora
quel volto che sembrava fatto di porcellana.
-Bravo-
disse, in un sussurro', mentre la pelle che lui sfiorava sembrava
andare a fuoco.
-Avevi
dubbi?- chiese, maliziosamente, prima di baciarla. Sarebbe potuto
entrare chiunque in quell'infermeria, ma a loro non importava, per
niente.
-Ti
amo, Draco- gli sussurro', guardandolo negli occhi.
***
La
donna si guardo' allo specchio, per gli ultimi ritocchi del suo
aspetto, che doveva essere perfetto, sempre e comunque. Era ancora
turbata dalla visita di quell'uomo che aveva chiesto la mano della
sua unica nipote e tentava ancora di trovare un modo per evitare quel
matrimonio. Certo ovviamente la sua dolce nipotina aveva bisogno di
un buon partito, di un marito sensibile, ma... pieno di soldi e
fama. Si', era quello che ci voleva per la sua piccola nipotina. E
nessuno le assicurava che quell'uomo aveva un figlio ricco e famoso.
Non si sarebbe mai permessa di fare un errore facendo sposare la
nipote con uno straniero senza soldi.
-Sara'
ricco...- cerco' di convincersi. -Lo deve essere.-.
-Ha
detto qualcosa, signora?- le chiese la dmestica, sorridendo in modo
palesemente forzato.
-Pensavo...
la mia dolce nipotina dovra' avere la sua stanza perfetta. La devi
preparare, ora!- ordino'.
-Certo,
signora- rispose la giovane, facendo un inchino. Usci' dalla stanza e
si chiese com'era possibile pensare ancora ad una ragazza di ormai
diciassette anni, come ad una dolce nipotina... si' sa... certe cose
sono inspiegabili. Oltretutto
doveva ancora trovarla e conoscerla... la giovane domestica non
credeva che la cosa fosse tanto facile.
***
Draco
sbianco', ancora di piu', se possibile. Hermione l'aveva detto, aveva
ammesso che l'amava, di fronte a lue, guardandolo negli occhi. Ok,
lui lo sapeva gia', ma... sentirselo dire in quel modo non... be'...
non era preparato, tutto qua! Gli
aveva gia' detto che era innamorata, ma... parlando del peccato, in
mezzo ad altre persone e... forse non aveva dato il giusto peso alla
cosa. Hermione era innamorata di lui e Draco non era certo di star
facendo la cosa giusta, di non star prendendo in giro lei e se
stesso. Non era pronto, il suo cuore, il ghiaccio che lo attorinava
non avevano la minima intenzione di vivere veramente e di dargli
quella opportunita'. Hermione era dolce, pura... era un angelo, la
sua dolcezza. Ma... lui non era niente, lui era solo uno stupido
insensibile, per non dire stronzo. Non sapeva cosa fare, cosa dire...
lei era li', di fornte a lui, che aspettava una sua reazione, ma
sempre con il solito sorriso dolce sulle labbra. Cosa doveva fare?
Cosa doveva rispondere? Non lo sapeva, per la prima volta non aveva
la battuta pronta, non aveva la frecciata sarcastica. Per una volta
era lui ed era indifeso, totalmente indifeso.
Hermione
si strinse maggiormente a lui, abbassando lo sguardo e dandogli un
dolce bacio sul collo. non le servivano risposte, forse piu'
semplicemente non ne voleva, perche' temeva in qualcosa di negativo.
Non si aspettava una risposta, non si aspettava niente. Sapeva di
avere di fronte Draco Malfoy e per questo preferiva il silenzio, quel
dolce silenzio.
-Io
non merito il tuo amore, io non merito l'amore di nessuno.- le parole
di Draco fecero alzare la testa della ragazza che lo guardo' negli
occhi, sorpresa. -Io non lo merito.-.
***
Violet
era seduta alla sua scrivania e guardava i posti ancora vuoti. Di'
li' a pochi minuti sarebbero entrati gli studenti del settimo anno di
Grifondoro e Serpeverde, insieme... e lei non era certa di essere
pronta. Oltretutto continuava a pensare a quella ragazza, quella che
aveva incrociato in infermeria, la cui forza l'aveva travolta. Non
sapeva chi era, ne' da che famiglia proveniva, ma... la cosa certa
era che doveva assolutamente parlarle, doveva assolutamente capire se
quella forza la possedeva veramente o se era stata solo una sua
svista. Doveva scoprirlo e voleva farlo il prima possibile, anche il
giorno stesso.
-Gia'
pronta per la prima giornata di lavoro?- il preside entro' nella sua
aula e si sedette al primo banco di fronte alla cattedra.
-Esatto.-
assenti' lei, ancora pensierosa.
-C'e'
qualcosa che ti turba?- chiese, scrutandola dai suoi occhiali a
mezzaluna.
-Volevo
solo sapere se... se posso far seguire la mia lezione anche ai due
ragazzi in infermeria...-.
-Be'...
questo lo deve chiedere alla nostra infermiera... oltretutto...
ritiene che la lezione sia cosi' determinante da non poter essere
saltata?- domando', senza smettere di sorridere.
-Io...
penso di si'...- annui' lentamente, chiedendosi se per quella ragazza
valeva veramente la pena mentire.
-Allora
ha il mio permesso di domandare a Madama Chips cosa ne pensa della
situazione- si alzo' e si avvicino' alla porta.
-Grazie.-.
-La
avverto che non sara' facile convincere l'infermiera...-.
-Nessun
problema, posso tentare...-.
***
Hermione
rimase immobile, senza sapere come ribattere. Cosa doveva dire a
Draco? Che non era vero? Che lui meritava ogni cosa? Cosi' avrebbe
solo aumentato a dismisura il suo ego e... non lo sapeva, per niente.
Quella frase l'aveva colpita come un fulmine a ciel sereno, come una
stilettata di ghiaccio direttamente conficcata nel suo cuore. Guardo'
ancora Draco, che sembrava aspettare una risposta. Cosa doveva fare?
Dire che non si trattava di una cosa che doveva decidere lui? Dire
che lui non aveva il diritto di scegliere quello che meritava e
quello che non meritava? Cosa doveva dire? Doveva fingere di non
avere sentito? Doveva fingere che quella era una cosa che non
importava minimamente? Non sarebbe stato giusto e lei lo sapeva bene.
Doveva dire la verita', solo quello.
-Non
te lo meriti, eh?- chiese una conferma, abbassando lo sguardo.
-E'
cosi'- disse lui, con la voce ridotta ad un sussurro.
-Come
fai a saperlo?- domando', trovando finalmente il coraggio di
guardarlo.
-Sono
Draco Malfoy- rispose semplicemente -Io non merito l'amore...
soprattutto se si tratta del tuo, Hremione.-.
-E'
perche' sono una Grifondoro? E' perche' sono una Mezzosangue? Qual'e'
il problema?- chiese, alzandosi di scatto a sedere.
-E'
per quello che sono io... o meglio per quello che non sono: non sono
il principe azzurro, non sono un ragazzo dolce e gentile... non lo
saro' mai! Sono Draco Malfoy! Un Malfoy, te ne rendi conto?-.
-Credi
che non lo sappia, credi che questo per me sia uno scherzo?-
-Temo
che sia un mio scherzo- rispose, tenendole il polso.
-Cosa
importa?- chiese, mentre una lacrima le solcava una guancia.
-Se
fosse tutto un gioco?-.
-Gioca...-
rispose semplicemente.
-Non
posso.- disse, scuotendo la testa.
-Chi
te lo dice? Sei tu che decidi per la tua vita, Malfoy! Cosi' come io
decido per la mia!- Hermione lo guardo'.
-Ti
faro' del male, distruggero' il tuo cuore e... e tu mi dai carta
bianca?- domando', sbuffando.
-Io
mi fido di te.- disse semplicemente.
-Come
fai? Io non me lo merito!-.
-Ma
io ti amo e basta! Non posso decidere chi o cosa amare! Non posso
decidere l'identita' della mia anima gemella! Non posso decidere chi
mi fa diventare le ginocchia molli, chi mi fa tremare, chi mi fa
sentire bene. Non posso, ok?- le lacrime scendevano ancora sulle sue
guance -Ok, forse e' vero che non ti meriti il mio amore, vuoi sapere
perche'?- domando', portando le mani sui fianchi.
-Dimmelo,
so-tutto-io- sibilo' freddo.
-L'amore
non e' una cosa che meriti o che non meriti. L'amore e' amore.-
scosse la testa, rassegnata, mentre le lacrime non smettevano di
scorrere e si alzo' dal letto.
-Finisci
la frase, Granger... dimmi che io non ho ancora capito cos'e'
l'amore... dimmi che ho sbagliato.-.
-Ti
posso dire solo una cosa: non puoi capire cos'e' l'amore... perche'
e' tante cose insieme, troppe per essere contate. Se ti stai
chiedendo come puoi amare una persona... be'... lo sai e basta... lo
senti... tutto qua.-.
-L'amore
e' amore giusto?- chiese, alzandosi dal letto.
-Mi
dispiace solo che tu non abbia il coraggio di provarlo.- si giro',
tremando, per non guardarlo, per non piangere ancora, per sembrare
forte anche quando tutte le sue difese sembravano essere crollate.
-Ti
amo.-.
***
-Si
tratta solo di un'ora di lezione!- protesto' per l'ennesima volta
Violet, guardando l'infermiera della scuola e supplicandola con lo
sguardo.
-E'
comunque troppo!- Madama Chiips sembrava irremovibile.
-Non
faranno niente! Solo seguire una lezione che sara' la piu' importante
dell'intero programma!-.
-Non
se ne parla!- incrocio' le braccia e sbuffo'.
-Solo
per questa volta! Non sara' la fine del mondo!-.
-No!-.
-Potra'
passare un'ora tranquilla senza ragazzi da guardare!-.
-Non
m'importa!-.
-Si
vendichera' per quello che hanno fatto oggi a colazione.- tento' con
la sua ultima spiaggia, ormai rassegnata al fatto che avrebbe dovuto
aspettare chissa' quale giorno per valutare la forza della ragazza.
-Non
li faccia stancare.-.
-Scusi?-.
-E'
un si'!- l'infermiera sbuffo', alzando gli occhi al cielo -E ora se
ne vada... prima che io cambi idea!-.
***
il
cuore di Hermione manco' di un battito. Draco le aveva appena detto
che l'amava. A questo non era decisamente preparata.
-Scusa-
le sussurro' all'orecchio, una volta avvicinato a lei.
-Sei
un idiota- disse lei, lasciandosi stringere in un abbraccio e
sentendo la sua schiena a contatto con il petto del ragazzo.
-L'hai
sempre saputo, vero Mezzosangue?- sorrise maliziosamente, consapevole
di non essere visto.
-Certe
cose si sentono, dentro- si giro', senza interrompere l'abbraccio e
si trovo' con gli occhi immersi in quelli del ragazzo, il suo
adorabile idiota.
-Non
si sa come, ma sono li', dentro di noi...- Draco si abbasso'.
-Dobbiamo
solo scovarli.- concluse lei, prima di sentire le labbra del ragazzo
posate sulle sue. Ricambio' il bacio con passione, dimenticando la
discussione, dimenticando praticamente tutto. Ma una cosa, una sola,
continuava a risuonare nella sua mente. Una voce bassa e roca,
maledettamente sensuale, che diceva quelle parole, quelle che sapeva
non sarebbero mai state dimenticate.
-Ti
amo.-.
Quelle
parole di Draco, che le avevano riempito il cuore. Erano vere, dette
con sincerita'. Non ne era certa, ma lo sapeva.
Lo
sentiva, dentro.
Note
dell'autrice: mi scuso immensamente per il ritardo con cui ho
aggiornato e spero vogliate perdonarmi. Commentate e fatemi sapere
cosa pensate di questo capitolo! Sono bene accette anche le critiche
costruttive ed i consigli! Grazie a tutti coloro che leggono ed a
potterina_88_, a titti6493, ad Hanon, a mars, a juju210, ad *Eirene*,
a lepty, a Fujiko92 ed a tery91. Grazie 1000 per i vostri commenti!
Sapere il vostro parere e' molto importante per me! Spero
continuerete a seguirmi! Alla prossima, bacioni, Hermione92.
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Capitolo 19 *** Lezione di difesa ***
19.
LEZIONE DI DIFESA
Si
erano appena detti che si amavano.
E
sembravano non avere la minima intenzione di smettere di baciarsi.
Quel
bacio era come il voler cancellare l'imbarazzo, interrompere la
sensazione di avere appena detto una cazzata. Quel bacio era... un
bacio. Un vero, meraviglioso bacio.
Come
descrivere due labbra unite, due lingue in sincronia? Come descrivere
un momento perfetto che a volte puo' darti la sensazione di essere in
paradiso?
Un
bacio, punto.
Hermione
sentiva la paura svanire, mentre l'incredulita' del momento (ovvero
il primo impatto che avevano avuto le parole di Draco con il suo
povero cervello) aveva lasciato spazio alla felicita'.
Draco...
Draco doveva ancora elaborare le parole che lui stesso aveva
pronunciato. Non si era mai trovato in una situazione del genere e,
sinceramente non aveva nemmeno lontanamente ipotizzato di poter
arrivare a viverla. Lui era Draco Malfoy! E aveva appena messo da
parte il suo orgoglio per dire a Hermione che la amava... una cosa a
dir poco improbabile. Ma era successa veramente.
***
-E'
in ritardo!- Ron sbuffo', appoggiando la testa sul banco.
-Non
male come suo primo giorno!- gli fece eco Lavanda.
-Datele
tregua... e' pur sempre la nuova professoressa di Difesa!- obbietto'
Harry, con un sospiro -Avra' le sue buone ragioni per non essere
ancora qui!-.
-Certo,
come no?- il rosso sbuffo' ancora.
-Weasley
hai finito di rompere?- la voce di Blaise li fece sussultare, mentre
tutti gli alunni si giravano sperando in una rissa interessante da
guardare.
-Zabini
nessuno ti ha chiesto niente.- sibilo' Lavanda.
-Nemmeno
a te, cara...- disse, calcando sull'ultima parola.
-Ragazzi
non litighiamo. Non oggi.- Harry sembrava tranquillo e non smetteva
di fissare Blaise.
-Lo
difendi?- chiesero i Grifoni in coro.
-Non
lo difendo.- disse, come se fosse stata la cosa piu' ovvia del mondo.
-Sei
strano Harry, te ne rendi conto, vero?- gli domando' il suo migliore
amico.
-Se
sapessi quanto...- mormoro' Blaise, stando bene attento che nessuno
lo sentisse, ma accertandosi di avere gli occhi di Harry puntati
sulle sue labbra, pronti a captare quello che aveva sibilato.
***
Le
mani di Hermione erano immerse tra i capelli di Draco. Sfiorava piano
i fili d'oro, attenta a non fargli male. Le braccia del ragazzo la
sorreggevano dolcemente, cingendole i fianchi.
Si
baciavano. Ancora e ancora.
Non
volevano fermarsi, non volevano tornare alla realta', non volevano
lasciare quel luogo che ormai era diventato il loro nido d'amore, il
loro piccolo rifugio isolato dagli ostacoli delle loro vite. Li' non
avevano problemi, li' non avevano rimpianti. Erano solo loro. Con le
loro paure, le loro gioie e i loro dolori. Le esperienze che avevano
condiviso e quelle che li rendevano totalmente diversi. Non volevano
uscire da quella infermieria, ma erano consapevoli di doverlo fare,
prima o poi.
Chi
ha detto che i sogni sono destinati a finire?
Potevano
continuare a vedersi, di nascosto. A scambiarsi baci sfuggenti in
corridoi deserti, a incontrarsi in luoghi sicuri ad orari altrettanto
sicuri. Ma avrebbero dovuto affrontare l'argomento, lo sapevano bene.
Pero' non volevano farlo.
-Scusate...!-
la porta si spalanco' all'improvviso, mentre quella voce
s'interrompeva bruscamente. Hermione e Draco si staccarono di scatto
l'uno dall'altra, come se si fossero scottati -Io... non... non
sapevo che...-.
-Non...
non si preoccupi...- si affretto' a dire Hermione, guardando la nuova
professoressa.
-La
signorina Granger, giusto?- domando' la donna, squadrando la ragazza
dalla testa ai piedi.
-Esatto...-
la Grifondoro annui'.
-Il
signor Malfoy...- aggiunse poi, guardando Draco.
-Sono
io...- rispose lui, calmo.
-Dovete
seguire la mia lezione.- disse solo, mentre il rossore sulle sue
guance diminuiva -Po... potete vestirvi in maniera piu' consona...-
prese in mano il pomello della porta e, prima di chiuderla aggiunse:
-La prossima volta... cercate di fare piu' attenzione, ok?- detto
questo usci' dalla stanza, lasciandoli ancora soli.
***
-Albus
sei certo che permettere a Tonks ed a Violet di insegnare qui... sia
la cosa migliore?- Minerva guardo' Silente negli occhi, cercando di
capire quello che voleva fare con i suoi gesti e con le sue
decisioni.
-Si',
Minerva.- rispose lui, calmo, accarezzando Funny.
-Ma...
ma... la signorina Granger... lei potrebbe scoprire quello che le e'
stato tenuto nascosto e...-.
-E...?
Sappiamo entrambi che non sara' facile per lei accettare anche questo
dopo quello che ha passato. Abbiamo visto come si e' comportata dopo
che le ho dato quella terribile notizia e...- s'interruppe,
sospirando -Ora che si sta riprendendo siamo gia' preparati per
sconvolgere ancora la sua esistenza...-.
-Non
credi che sia meglio aspettare per comunicarle altre cose che
potrebbero farla stare male?-.
-Ha
perso coloro che credeva i suoi genitori in un attacco di Mangiamorte
unicamente rivolto alla sua uccisione. La volevano uccidere, l'ho
messa sotto shock per questo. Non credere che la cosa mi faccia
piacere, Minerva. Sai benissimo che non mi piace per niente vederla
triste, vedere come si lascia andare. Ma ha il diritto di sapere a
che famiglia appartiene. Ha il diritto di sapere com'e' il suo
sangue.-.
-E
suo padre?-.
***
-Draco...
non e' successo quello che e' appena successo, vero?- chiese
Hermione, fissando la porta chiusa.
-Temo
di doverti deludere: e' successo quello che e' successo.- disse
Draco, con un ghigno stampato sul viso.
-Come
fai ad essere cosi' tranquillo? Ci ha appena... lei... e' la nostra
professoressa di Difesa!- la ragazza comincio' a camminare avanti e
indietro, preoccupata.
-Ci
ha visti mentre ci baciavamo. Ringrazia che era lei e non uno dei
tuoi cari amichetti...- sibilo' lui, calmo -Oltretutto non e' la fine
del mondo, no?-.
-Non
e' la fine del mondo? Non e' la fine del mondo, dici?- chiese,
sgranando gli occhi -Mi cataloghera' come... come un'oca stile...
stile...-.
-Stile
Brawn? O stile Pansy?- propose, cercando di aiutarla.
-La
mia media e' totalmente compromessa!-.
-Hermione...-
la chiamo', cercando di tranquillizzarla.
-La
mia media perfetta...- disse lei, senza ascoltarlo.
-Hermione...-
la chiamo' ancora.
-Sono...
sono... sono...- Draco la interruppe, posando le sue labbra
sulle sue.
-Sei
intelligente...- le disse, prima di darle un bacio a stampo
-Brillante...- le diede un altro bacio -Stupenda...- la bacio' ancora
-E... tra un po' sara in ritardo...-.
-In...
in ritardo?- si allarmo', arrossendo ed allontanandosi da lui.
-E
saro' in ritardo anch'io...- concluse la serpe.
-Meglio
andare, giusto?- gli chiese la riccia.
-Giusto.-
e, mentre Hermione si allontanava dirigendosi in bagno senti' la
familiare voce del biondo che diceva una frase che era fin troppo
nella sua indole: -E' una cosa intollerabile! Andare a lezione con la
febbre! Ma appena lo diro' a mio padre...!-.
***
-E
suo padre?- ripete' ancora la professoressa di Trasfigurazione,
guardando il preside, che non le aveva ancora risposto.
-La
cosa e' piu' complicata di quello che sembra...- disse lui, spostando
gli occhiali a mezzaluna e spingendoli maggiormente indietro.
-Piu'
complicata?- domando' lei, preoccupata.
-Esatto...-.
-Ma
Remus...-.
-La
cosa non e' sicura... era il suo promesso, ma...-.
-Ma
ama Tonks? Potrei sapere cosa c'entra la cosa?- domando', cominciando
ad alterarsi.
-Il
problema non e' quello. E' Violet... amava un altro uomo...-.
-Oddio!-
esclamo', portandosi una mano davanti alla bocca.
-Allora
chi...?-.
-Nessuno,
Minerva. Non lo puo' sapere nessuno. Tranne loro, ovviamente.-.
***
Draco
apri' piano la porta dell'aula, spalancandola, mentre Hermione,
dietro di lui si sforzava di mantenere la calma.
-Oh,
buongiorno ragazzi...- Violet sorrise.
-Buongiorno
professoressa.- dissero i due in coro. Hermione abbozzando un sorriso
e Draco manteneva la sua espressione inperturbabile.
-Aspettavo
giusto voi due...-.
-Noi
due?- chiesero, guardandosi confusi.
-Esatto.
Dovrete provare il Protego avanzato.- rispose Violet,
sotto lo sguardo sorpreso di tutta la classe.
-Protego
avanzato?- domando' il biondo, alzando un sopracciglio -E
sarebbe?-.
-E'
come eseguire un protego,
solo che riflette l'incantesimo rilanciandolo a chi ti ha attaccato.
Solo pochi maghi ci riescono.- spiego' calma Hermione -E io non
capisco...-.
-Perche'
voi due?- chiese la professoressa. Hermione annui' -Credo che abbiate
delle potenzialita'...-.
-In
questo momento abbiamo solo la febbre, per non dire altro...- sibilo'
Draco, facendo scoppiare a ridere tutti, tranne, ovviamente, Violet
ed Hermione.
-Anche
se avete la febbre... potete benissimo essere in grado di fare questo
incantesimo...- disse, semplicemente, senza perdere la calma.
-Quindi...?-.
-Quindi
ora venite qua accanto alla cattedra ed eseguite quell'incantesimo.-.
***
-Samantha...-
la donna si sedette sul divano di pelle, chiamando la domestica.
-Mi
dica, signora...- rispose la giovane, entrando nella stanza.
-Vorrei
il mio album di foto, quello rosa...-.
-Quello
del suo primo marito?- domando' lei ingenuamente.
-Corri
senza fare domande.- sibilo', fredda. Da quando i domestici erano
cosi' poco rispettosi? Solo una era stata degna della sua fiducia, la
madre di Samantha, quella domestica che aveva visto Violet nascere,
quella domestica che conosceva il suo piu' grande segreto.
-Mi
scusi, signora. Vado subito.-.
Violet
non era sua figlia, Violet non era una Black.
***
Hermione
si avvicino' alla cattedra e si mise di fronte a Draco. Dovevano solo
lanciarsi degli incantesimi, una cosa elementare... almeno doveva
sforzarsi di pensare una cosa del genere perche' doveva andare tutto
bene.
-Ok.
Ora Draco devi lanciarle un incantesimo, senza vedere Hermione come
una ragazza, come un persona piu' debole di te, senza vederla
come...- gli lancio' un occhiata eloquente.
-E'
una Grifondoro.- si limito' ad affermare il biondo.
-E
tu un Serpeverde.- ribatte' Hermione.
-Tu,
invece, Hermione... devi semplicemente pronunciare Protego
tenendo bene in mente lo scudo
e... lasciando perdere il fatto che lui e' Draco Malfoy.- si sedette
sulla cattedra, e si fermo' per pochi secondi a guardarli entrambi
-Quando volete potete iniziare... Draco... a te la prima mossa...-.
-Stupeficium!-
esclamo', facendo un rapido movimento di bacchetta.
-Protego!-
un debole scudo avvolse la ragazza.
-Bene...
non ci siamo ancora, almeno non con l'incantesimo completo. Dovete
impegnarvi di piu'. Voglio vedere piu' potenza in quello Stupeficium,
Malfoy! E tu, Granger, immagina che ti stia prendendo in giro, ti
stia dicendo che lui e' migliore di te... che si sta per sposare
mentre tu rimmarrai per sempre sola. Arrabbiati. Lui ti odia...-.
-Stupeficium!-
l'incantesimo di Draco era visibilmente piu' forte del precedente.
-Protego!-
esclamo' Hermione, con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Una
voce bianca illumino' la stanza.
***
-No,
questi fiori non mi piacciono!- Narcissa Malfoy era ferma di fronte
al tavolo, che, per l'occasione, era cosparso da bouquet floreali di
vario genere. -Non sono degni per abbellire ed addobbare la sala per
la festa di compleanno di Draco!-.
-Ma
signora...- si lamento' la povera fioraia -Sono i migliori fiori che
ho e...-.
-A
quanto pare non e' abbastanza.- la voce di Lucius Malfoy fece
sussultare la povera donna.
-Lucuis,
caro...-.
-Narcissa...-.
-Come
mai gia' a casa? Non dovresti essere al ministero?-.
-Ho
riflettuto. Draco si dovra' sposare, ma... ho deciso di sciegliere
gia' adesso la moglie perfetta. Che ne dici della Parkinson? I suoi
genitori sono a modo e...-.
-Ma
Lucius...- Narcissa impallidi' -E la festa?-.
-Sara'
in onore del loro fidanzamento. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare
nel mio studio...-.
-Plinky?-
Narcissa chiamo' un elfo domestico -Portami pergamena e piuma. Ho una
lettera urgente da scrivere.-
-Subito
signora- l'elfo s'inchino, prima di uscire dalla stanza.
-E
lei...- aggiunse la donna, guardando la fioraia -Puo' anche andare. I
suoi servigi non sono piu' richiesti.-.
***
Un
tonfo precedette la sparizione della luce accecante. Cosa diavolo era
successo?
Presto
detto: Draco Mafloy era caduto rovinosamente per terra, dopo aver
sbattuto contro il muro.
-Cazzo,
Granger!- sbotto' contrariato.
-Scusa...-
azzardo' lei, abbozzando un sorriso.
-Scusa?
Mi hai quasi ucciso! Il mio povero fondoschiena regale!- si lamento'
alzandosi in piedi.
-Non
faccia tante storie, signor Malfoy!- lo rimprovero' Violet, tra le
risate dei Grifondoro.
-Mi
scusi professoressa.- disse, melodrammaticamente, inchinandosi di
fronte alla donna -Non e' un mio problema se, lei...- indico'
Hermione con un cenno del capo -Ha deciso improvvisamente di
uccidermi con un Protego-.
-Ehi!-
sbotto' la riccia -Ho fatto solo...!-.
-Quello
che le ho chiesto io.- Violet fini' la frase per lei.
-Certo,
certo...- Draco ando' a sedersi ad un banco in fondo all'aula.
-Vai
pure anche tu, Hermione.- Violet le sorrise.
-Ok,
grazie...- fece un paio di passi per avvicinarsi all'unico banco
libero, quello accanto a Draco. Arrivo' a pochi passi da lui, ma le
sue gambe cedettero.
-Granger!-
esclamo' Draco, alzandosi in piedi ed afferrandola al volo -Cosa stai
facendo?-.
-Io...-traballo'
leggermente, reggendosi a lui -Devo... devo...-.
-Devi
sederti.- fini' la frase per lei.
-Esatto.-.
-Forse...-
Violet si avvicino' a loro -Non avrei dovuto farvi uscire
dall'infermeria prima del tempo...-.
-Ci
e' arrivata!- sbuffo' Draco, facendo sedere Hermione.
-No...-
disse invece la riccia -E' tutto ok... sto bene...-.
***
A.,
Siamo
nei guai. Ha scelto la Parkinson. Temo che il piano debba essere
modificato.
Non
possiamo permetterci di sbagliare.
N.
B. M.
***
-Stai
bene?- sussurro' Draco, guardando Hermione. Violet aveva ricominciato
a spiegare, parlando della teoria di quell'incantesimo.
-Si'...-
bisbiglio' lei, sorridendo debolmente.
-Sicura?-
avvicino' la sua mano a quella della ragazza, che stringeva
convulsamente la piuma.
-Si'...-
mormoro' ancora, con un tono leggermente seccato.
-Vedrai
che quando mio padre...!-.
-Lo
so, lo so...- soffoco' una risata, girandosi a guardarlo.
-Gia'...-
sorrise, avvicinando ancora la mano.
-Sei
prevedibile...- disse, tornando a girarsi verso la professoressa, per
ascoltare la lezione.
-Tu
credi?- mormoro', ghignando.
La
ragazza sussulto', sorpresa, sforzandosi di non girare la testa e di
continuare a seguire da brava So-Tutto-Io.
Draco
aveva preso la mano di Hermione e la stringeva nella sua.
Note
dell'autrice: Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo.
Non nascondo che e' stato particolarmente difficile, ma... alla fine
sono riuscita ad inserire parecchi particolari importanti e,
oltretutto, finalmente tutti gli elementi del segreto di Hermione
sono svelati. So bene di aver aggiunto parecchie cose, ma... questo
capitolo e' venuto cosi'.
Ringrazio
tutti coloro che leggono e, in modo particolare, chi commenta: a
Nausicaa212, ad *Eirene*, a Shavanna, a potterina_88_, ad *AqUa
PrInCeSs*, ad Hanon, a juju210, a laguna, a mars ed a lepty. Grazie
mille per i vostri commenti, spero di non avervi delusa con questo
capitolo.
Commentate
e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo, alla prossima, baci,
Hermione92.
|
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Capitolo 20 *** Lo specchio ***
20.LO
SPECCHIO
Hermione
camminava silenziosamente, accanto ai suoi migliori amici. Continuava
a massaggiare la mano che Draco aveva preso nella sua, quasi per
cercare di sentire ancora quella piacevole sensazione che il gesto le
aveva provocato.
-Hermione
stai bene?- le domando' Ron, squadrandola.
-Certo,
Ronald... sono solo sovrappensiero...-.
Si
stavano dirigendo alla prima lezione di Metamorfologia. La prima
lezione di Ninfadora. Hermione, anche se, molto probabilmente, aveva
ancora la febbre, aveva deciso di seguirla.
-A
cosa pensi?-.
-Alle
lezioni che devo recuperare.- menti' prontamente. Insomma... non
poteva certo dire a Ron che pensava al ragazzo di cui si era
innamorata! Che oltretutto portava il nome di Draco Lucius Malfoy!
-Si'...
potevo arrivarci...- guardo' l'amico, che teneva lo sguardo fisso di
fronte a se' -Harry? Tutto bene?- il moro non rispose -Harry...?- gli
sventolo' una mano di fronte al viso -Harry?-.
-Che
vuoi Ron?- il grifondoro sbuffo'.
-Volevo
solo chiederti se stai bene. Scusa se mi preoccupo per te!- il rosso
si giro', per tornare a guardare di fronte a se', offeso.
-Guarda
chi si vede...- Hermione si giro' di scatto, per niente sorpresa di
vedere che Harry aveva fatto lo stesso.
-Malfoy...-
la riccia, sorrise impercettibilmente.
-Granger...-
disse lui, tranquillo -Potter, Weasley...- aggiunse con disprezzo -Mi
state impedendo di passare...-.
-Ascolta
Malfoy anche noi dobbiamo andare...- comincio' Ron.
-Weasley
non m'importa niente dove state andando, a fare cosa, con chi...
forse non ti e' chiaro il fatto che non m'importa niente di voi...-
l'interruppe Draco.
-Effettivamente
dovrebbe essere chiaro...- aggiunse Pansy.
-Parkinson
tappa quella fogna.- Hermione sorrise soddisfatta, Draco aveva detto
una cosa veramente intelligente e lei era perfettamente d'accordo.
-Ragazzi...-
la voce di Tonks fermo' le risate -Cosa succede?-.
-Niente
professoressa...- rispose Hermione, con un sorriso.
-Hermione
non e' un po' troppo formale?- chiese lei, arrossendo.
-No,
non lo e'...- i Grifondoro sorrisero -E' il modo giusto di chiamare
una professoressa...-.
-Che
discorsi melensi! Mi verra' il diabete!- esclamo' il biondo, cercando
di nascondere il fatto che quella professoressa, sua cugina, lo
incuriosiva parecchio, cosi' come la materia che insegnava.
-Volete
entrare in classe o...?- Tonks non bado' minimamente alle sue parole,
e gli sorrise, mentre lui varcava la soglia dell'aula.
***
-Chi
e' il padre?- domando' lui, guardandola negli occhi -Io o...?-.
-Io...-.
-Non
lo sai? Resti incinta e non ti preoccupi nemmeno di scoprire il nome
del padre di tua figlia!-.
-Tu
sapevi gia' chi e'!-.
-E
anche se fosse?-.
-Sono
sua madre! Non credi che abbia il diritto di saperlo?-.
-Se
tu non l'avessi abbandonata avresti sempre saputo che ragazza
speciale e dolce e'! e' intelligente, sveglia! E tu non ti sei
preoccupata per lei per quanto... diciassette anni?-.
-Io
mi sono preoccupata!- escalmo', con le lacrime agli occhi.
-Abbandonandola
a se stessa.- rispose lui, freddo.
-Mi
hanno costretta. Non potevo permetterle di vivere in una famiglia del
genere! Mia mamma che mi odia senza motivo, mia sorella che cerca in
tutti i modi di evitarmi. Solo Samantha sembra avere un briciolo di
rispetto per me!-.
-Ti
sembra un buon motivo per abbandonarla?-.
-Ascolta
io...- ormai le lacrime le scorrevano lungo le guance, senza sosta.
-Hai
anche tentato di ucciderla!-.
-Non
sono stata io, lo capisci?- si aggrappo' a lui, con tutte le sue
forze -Non sono stata io...-.
-Cosa...?-.
-Mia
mamma... lei... lei odiava la piccola, odiava me... e ha tentato di
far ricadere ogni colpa su di me. Sono solo un capro espiatorio,
nient'altro.-.
-Non
sei stata tu?-.
-No...-
scosse la testa, abbracciandolo e nascondendo il viso nel suo petto.
-Devi
dire ad Hermione che sei sua madre.-.
-Mi
odiera'-.
-Lei
ha il diritto di saperlo.- si allontano' da lei.
-Dove
vai?-.
-Ho
una faccenda da sbrigare...-.
-Ma...?-
si asciugo' le lacrime. Troppo tardi. Lui era gia' sparito.
-Remus...-.
***
La
classe si riempi' poco a poco. Tonks guardava sorridendo tutti i
ragazzi seduti al loro posto. Sfoggiava un sorriso, anche se non
aveva dormito quella notte. Aveva passato il tempo a cercare la
figlai di sua sorella, sua nipote. Ma niente. Sembrava non esistere
nessuno con le caratteristiche adatte per essere sua parente.
-Bene.-
si sforzo' di non lasciar trasparire la sua stanchezza e la
preoccupazione -Buongiorno ragazzi.-.
-Buongiorno.-
risposero in coro.
-Come
ben sapete questa e' la vostra prima lezione di Metamorfologia. So
bene che credete che in questa pratica siano bravi solo i
Metamorfomagus, ma ogni singolo mago e' in grado di modificare una
piccola parte di se stesso. Certo non con la mia stessa precisione,
ma...- il suo naso cambio' una decina di forme in pochi secondi,
lasciando tutti a bocca aperta -Ma credo che siate comunque in grado
di cavarvela. Alcuni di voi saranno meno abili in questa pratica e
piu' in altre, ma tutti, con l'uso adeguato della bacchetta, potrete
imparare a cambiarvi il colore edi capelli.-
-Oh...
Dracuccio che colore preferisci?- chiese Pansy, con la sua solita
voce irritante.
-Signorina
Parkinson... non siamo qua per discutere di questo... oltretutto
dalla faccia che ha fatto il nostro caro Malfoy...-.
-Caro?-
Ron sbuffo', contrariato.
-Credo
che la cosa non gli interessi minimamente...- Tonks ignoro' il
Grifondoro.
-Ma...-.
-Non
credo tu debba farne una questione di stato, insomma...- per cercare
di consolarla meglio avanzo' di pochi passi e si ritrovo',
immancabilmente, stesa per terra.
-Sta
bene, professoressa?- chiese Hermione, sforzandosi di non ridere,
cosa che stava facendo tutta la classe.
-Si',
diciamo che ci sono abituata.- si alzo' in piedi -Ok. Credo sia ora
di iniziare la lezione vera e propria.- disse, dimenticandosi
completamente di Pansy -Di fronte a voi, sotto quel panno, c'e' uno
specchio, ma non e' uno specchio qualsiasi. Per il momento dovete
solo ascoltarmi, non togliete quel pezzo di stoffa.- ammoni' i
ragazzi che, curiosi, stavano gia' sbirciando lo specchio -Come stavo
cercando di dire... questo specchio riflette le vostre idee, ovvero:
voi pensate di volere i capelli azzurri e quello specchio vi mostra
come stareste...-.
-Ohhh.-
le ragazze, tranne Hermione, ovviamente, avevano iniziato a
parlottare fra loro.
-Certo,
e' uno specchio stupendo... peccato solo che con me non funzioni...-.
-Perche'?-
chiese Hermione, attenta.
-Con
i Metamorfomagus quello specchio mostra l'identita' del
Metamorfomagus che l'ha resa cosi'... in alcuni casi la madre o il
padre... in altri un nonno...-.
-Be'...
potete...- Tonks stava per finire la frase, quando la porta venne
spalancata.
***
-Perche'
hai mentito?- Remus Lupin guardava la donna con disgusto da almeno
venti minuti, da quando era entrato in quella stanza.
-Mentito,
io?- lei bevve un sorso di te' -Sai bene che Violet e' pazza.-.
-Non
e' pazza. Qui l'unica squilibrata e' lei!-.
-E
ti aspetti che qualcuno ti creda. Anche la ragazza... credera' alla
nonna disperata per non averla potuta vedere per anni o alla madre
che l'ha abbandonata?-.
-Non
e' stata Violet, e' stata lei. Non credevo che la famosa Andromeda
Black fosse cosi'.-.
-Non
lo credevi? Il mio primo marito, un Purosangue, perfetto in tutto...
be'... vuoi sapere com'e' morto?-.
-Cosa...?-.
-L'ho
ucciso io.-.
-Non
hai il diritto di portarle via sua figlia!-.
-Io
ho tutto il diritto di farlo. E' mia nipote.-.
-Allora
perche' hai tentato di ucciderla?-.
-Ma
non sono stata io, Remus... e' stata Violet.-.
-Perche'
ce l'hai con lei...-.
-Posso
dirtelo io...- Samantha entro' nella stanza -Io so il motivo.-.
***
-Ciao
sorellina.- Violet sorrise di circostanza, andando accanto a
Ninfadora.
-Ciao
Violet.- sibilo' lei.
-Continua
pure... volevo solo vedere cosa succede alla prima lezione...-.
-Ok...-
si sforzo' di sorridere e di rimanere impassibile -Come vi stavo
dicendo... potete togliere il panno che copre lo specchio. Pensate a
come vorreste essere e guardate.-.
Hermione
tolse lentamente lo straccio, tenendolo tra il pollice e l'indice.
Guardo' lo specchio, che rifletteva la sua immagine. Come poteva
immaginarsi? Vedeva le facce degli altri ragazzi che avevano gia'
iniziato le prove, l'unico che sembrava fissare la sua immagine era
Draco, probabilmente occupato a guardare il suo riflesso perfetto. La
riccia sospiro' ancora, tornando a fissare lo specchio.
Improvvisamente la sua immagine scomparve.
Quello
che vide la lascio' senza fiato.
***
N.,
Sapevo
che avrebbe scelto la Parkinson. Lucius e' parecchio prevedibile e io
lo conosco bene, ma non preoccuparti: nostro figlio sposera' chi
abbiamo deciso. Ho gia' un piano, andra' tutto come previsto.
A.
***
Un'immagine
di Violet Tonks la fissava sorridendo. Cosa ci faceva Violet nel suo
specchio? Alzo' lentamente lo sguardo e la vide accanto a Tonks.
Riabbasso' la testa di scatto. Tonks aveva detto che quello specchio,
in caso di Metamorfomagus rifletteva...
-Oddio!-
sibilo', lasciando cadere il panno.
Lei
era una Metamorfomagus. Lei era figlia di Violet.
Sposto'
la sedia all'indietro e si alzo' in piedi. Tutti gli occhi si
posarono su di lei, ma Hermione non ci fece caso. Afferro' la borsa
con i libri e usci' correndo dall'aula.
-Ma
cosa...?- Tonks guardo' la porta chiudersi con uno scatto, sorpresa.
-Malfoy...-
Violet guardo' il Serpeverde -Vai da lei e riportala in questa
stanza. Lui non rispose, si limito' ad alzarsi ed a uscire con calma
dalla classe.
-Non
capisco cosa...- Tonks s'interruppe di nuovo.
-Hermione...-
disse Violet, a bassa voce -Hermione...-.
***
-Samantha...-
la donna la guardo' con gli occhi sgranati.
-Non
puoi rovinare ancora la vita di Violet e non puoi rovinare quella di
sua figlia! Le hai messo contro sua sorella Ninfadora, le hai messo
contro l'uomo che ama e tutte le persone che le volevano bene. Ora e'
cambiato tutto. Per colpa tua.-.
-Non
oseresti...-.
-Dici?-
la domestica sorrise, provocatoria -Qui dentro l'unica che mi ha
trattata come un essere umano e' stata Violet.-.
-Questo
cosa c'entra! Non puoi andare in giro a spifferare i segreti della
famiglia per cui lavori! Verrai licenziata!-.
-No.
Sono io che mi licenzio!-.
-Come...?-
chiese, allibita.
-Violet...-
aggiunse, guardando Remus -Violet non e' una Black, Violet non e' sua
figlia.-.
-Eh...?-
il licantropo era incredulo -Lei... lei lo sa?-.
-No.-
rispose Samantha.
-E
non lo deve sapere.- s'intromise Andromeda.
***
Hermione
correva, senza sapere dove andare. Molto probabilmente tutti i
professori sapevano che Violet era sua madre. Allora perche' nessuno
le aveva detto niente? Le lacrime gli scorrevano lungo le guance,
senza sosta.
-Granger!-
nemmeno la voce di Draco la fece fermare -Granger! Cazzo fermati!-.
Hermione appoggio' la schiena al muro e si
sedette. -Hermione...- le si sedette accanto, aveva il fiatone, le
era corso dietro dalla classe fino a quel corridoio deserto
-Cosa...-.
-Io...
lei... io...- comincio' a dire, senza rigor di logica e senza
riuscire a finire la frase -Io...- pianse ancora, nascondendo il viso
tra le mani.
-Shhh...-
la abbraccio' e le fece appoggiare la testa sul suo petto -Va tutto
bene, ora ci sono qua io... va tutto bene...-.
-No...
io...- i singhiozzi aumentarono, mentre lei appoggiava le mani sulle
sue braccia, per sostenersi e per sentirsi maggiormente protetta
-Lei... io... me... e... loro...-.
-Shhh...-
ripete', cullandola.
-Ma...-.
-Non
devi preoccuparti. Si sistemera' tutto...-.
-Draco...-
sussurro', tra le lacrime e i singhiozzi.
-Dimmi...-.
-Ho
paura, ho... ho tanta paura...-.
-Non
devi. Tira fuori il coraggio... andra' tutto bene...-.
-Non
e' vero...-.
-Come...-
si stacco leggermente da lei, per poterla guardare negli occhi -Come
puoi pensare che le cose andranno male? Tu... tu sei forte, sei
coraggiosa... ce la farai...-.
-No.-
scosse la testa -Ho paura, ho troppa paura. Non posso. Non posso
andare avanti io...- scosse la testa -Non ce la faccio.-.
-Ti
arrendi cosi'.-.
-Io...
e' che...-.
-E'
che...? parlane con me...- mormoro', preoccupato.
-Lei
e'... mia... mia madre...- disse, finalmente.
-Lei
chi?- chiese, confuso.
Hermione
alzo' ancora il viso. Violet era la sorella di Tonks, era... era...
era una...
-Io...
io...- si alzo' di scatto, allontanandolo da se' -Io non... non ci
credo! Io...-.
-Ma
cosa...?- troppo tardi, Hermione era corsa via.
***
Andromeda
sorseggiava ancora del te', era seduta sul divano. E pensava. Da quel
momento in poi sarebbe stato piu' difficile fare passare dalla sua
parte la nipote... visto che avrebbe saputo di non essere sua
parente. Remus Lupin aveva appena lasciato casa sua con Samantha, e
lei sapeva bene che erano diretti da Violet a dirle quello che lei
aveva sempre cercato di tenere nascosto.
-Salve
signora...- questa voce la fece sussultare.
-Salve...-
era l'uomo che le aveva chiesto la nipote come moglie per il figlio.
-Il
matrimonio deve essere fissato.-
-Temo
che la cosa non sia piu' possibile. Lei non e' mia nipote.-.
-Lo
so bene. Per questo voglio che sposi mio figlio...- l'uomo si tolse
il cappuccio e la guardo.
-Ma
cosa...?-.
-Mio
figlio sposera' quella ragazza, costi quel che costi.-.
-Ma
lei e'...- impallidi' -No... e' impossibile...-.
-Invece
sono proprio io, signora.- ghigno' -Sono proprio io...-.
***
Hermione
si aggrappo' alla tazza del water, per vomitare ancora. Poi appoggio'
la schiena contro la parete e socchiuse gli occhi. Aveva baciato
Draco Malfoy... che aveva sangue Black nelle vene, aveva baciato un
suo... un suo parente. Vomito' ancora, poi mise la testa fra le mani.
-Oh...
tu devi essere l'amica di Harry... come mai non viene piu' a
trovarmi?- la riccia non rispose, non aveva quasi per niente
ascoltato il fantasma -Ehi...-.
Draco
era suo parente... Draco, Draco, Draco, Draco, Draco...
Hermione
vomito' ancora e ricomincio' a piangere.
E
lei lo amava... si era innamorata di lui e... e...
-Va
tutto bene?- le chiese allora Mirtilla.
-Scusa
io...- riusci' a sibilare, prima di alzarsi traballando.
-Non
ha importanza...- disse il fantasma -Me ne vado...-.
Hermione
pianse, pianse e pianse ancora. Perche' diavolo non le avevano
impedito di innamorarsi di Draco!
L'amore
non si puo' controllare, i sentimenti non si possono controllare.
Ma
lei avrebbe tanto voluto poterlo fare.
Note
dell'autrice: questo capitolo lo avevo in mente da un po', era in
programma da quando ho iniziato a scrivere questa fic. Hermione ha
finalmente scoperto che Violet e' sua madre. Spero vi sia piaciuto.
Grazie a tutti coloro che leggono ed a Shavanna, ad HermyKitty, a
Dark_angel, a Nikoletta, a juju210, a MissMalfoy1, a SiLvIeTT4
(Violet e' la madre di Herm e no Blaise non e' arrabbiato con
Harry... per le altre domande credo che dovrai aspettare un po'), a
potterina_88_, a _AqUa PrInCeSs_
(L'albero genealogico? Potrei metterlo quando svelero' anche il padre
di Herm, per il momento meglio di no, svelerebbe troppo), a
laguna (Blaise intendeva la storia tra Draco ed Hermione, che lui ha
scoperto mentre Harry non ha la piu' pallida idea che i due provino
qualcosa l'uno per l'altra) e a mars. Grazie mille per i commenti, mi
fanno sempre molto piacere.
Commentate
e fatemi sapere cosa ne pensate, spero di riuscire ad aggiornare presto, baci, Hermione92.
|
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Capitolo 21 *** Verita' ***
21.
VERITA'
La
testa di Hermione pulsava terribilmente, oltretutto il mal di testa
aumentava la sua intensita' ogni istante che passava. La ragazza si
aggrappo' al muro e, non senza fatica, riusci' ad alzarsi in piedi.
Barcollo' lentamente avanzando verso i lavandini. Apri' il rubinetto
e lascio' scorrere l'acqua, prima di prenderne un po' tra le mani e
di bagnarsi il viso.
Rimase
immobile ad osservare l'acqua che scendeva, ma solo per qualche
istante.
Poi
usci' dal bagno di Mirtilla e comincio' a camminare per i corridoi.
Il suo sguardo era perso nel vuoto. Ancora. Le tornavano in mente
attimi dolcissimi, che avrebbe tanto voluto eliminare dalla sua
mente.
Ma
da un altro lato, quelli erano gli unici ricordi che era certa di
voler conservare per sempre.
***
-Dra...
ma che hai?- Blaise guardo' l'amico, preoccupato.
-Niente.-
mormoro' lui, continuando a fissare un punto imprecisato del tappeto.
-Niente?-
il moro alzo' un sopracciglio -E' da piu' di tre ore che sei immobile
a fissare il tappeto. Potrei cominciare a pensare che hai intenzione
di aprire un'industria tessile!-.
-Ah,
ah...- sbuffo' Draco.
-A
me puoi dirlo: sono il tuo migliore amico.-.
-Migliore
amico che... che mi tiene nascoste cose che lo riguardano
direttamente?-.
-Scusa?-
Blaise arrossi'.
-Dovresti
saperlo. E meglio di me.- il biondo si alzo' in piedi -Hai qualcosa,
che io non so.-.
-Oh...-
trasse un sospiro di sollievo -Non e' niente, assolutamente niente.-
studio' ancora l'amico -Ma tu: tu hai qualcosa.-.
-No.-
si limito' a sibilare, con tono freddo.
-Per
caso c'entra una Grifondoro?- ipotizzo', sedendosi accanto a lui.
-Mpf...-.
-Una
ragazza figlia di due Babbani?- ipotizzo' ancora.
-Mpf...-.
-Una
ragazza... magari riccia? Intelligente? Insopportabile...- ma non
fece in tempo a finire il suo elenco.
-Dove
vuoi arrivare, Blaise?- l'interruppe Draco, seccato.
-Cos'e'
successo con la Granger?- domando' il moro, lanciando uno sguardo
eloquente all'amico.
-Assolutamente
niente.-.
-Niente?
Qual'e' il tuo concetto di niente?-.
-Non
sono affari tuoi, Blaise?-.
-Ti
ha colpito nell'orgoglio? Ti ha mostrato che non e' come le altre
ragazze?- chiese -Sono preoccupato per te, Draco.-.
-Non
sono affari tuoi.-.
-Scusa,
se cerco di fare l'amico.- si diresse alla porta -Scusa davvero.-.
***
-Dove
dovremmo trovarla?- Samantha alzo' lo sguardo, guardando l'imponente
struttura di Hogwarts.
-E'
li' dentro.- rispose Lupin, calmo.
-Li'
dentro?- la donna alzo' gli occhi al cielo -Come se trovare una
persona “li' dentro” fosse facile!-.
-Oh...
e' lo e'... se sai a chi chiedere.- disse, sfoggiando un sorriso.
-Ma...
come...?- lei era sempre piu' confusa.
-E'
semplice, in modo relativo certo. Ci bastera' trovare Harry.-.
-Harry,
certo. Come mai non ci ho pensato prima!- si batte' una mano sulla
fronte -Quindi per te e' piu' facile trovare Harry... che Violet?-.
-Violet
non e' seguita da praticamente tutta la popolazione femminile della
scuola.- rispose, come se fosse stata la cosa piu' normale del mondo.
-Ah,
certo. Ovviamente.- Samantha stava seriamente pensando di continuare
le ricerche da sola, visto che credeva che avrebbe fatto prima.
***
-Tu
sai perche' Hermione e' uscita dalla classe correndo, vero?- chiese
per l'ennesima volta Ninfadora.
-Io?-
Violet alzo' le spalle.
-Tu.-.
-Ok.
Lo so.-.
-E
allora...- Tonks si blocco' di colpo -E' lei...-.
-Non
e' questo il problema... almeno non il suo principale problema...-
Violet sospiro'.
-E...
il suo problema principale sarebbe?-.
-E'
innamorata.-.
-E
quindi?- Tonks scosse la testa, senza capire.
-Quindi...
si deve sentire uno straccio.- Violet si alzo'.
-Dove
vai adesso?-.
-A
comportarmi come dovrei.- rispose solo, uscendo dalla stanza.
***
-Dov'e'
Hermione?- domando' Ron , rivolto al suo migliore amico.
-Guardato
in biblioteca?- rispose Harry, alzando lo sguardo dal libro sul
Quidditch che teneva aperto sulle gambe.
-Non
c'e'- il rosso sbuffo'.
-Perche'
la cerchi?-.
-Deve
aiutarmi! Il tema per Piton...-.
-Deve
aiutarti... o deve farlo lei?- domando', ridacchiando.
-Ok,
lei non c'e': posso ditelo.- fece un respiro profondo.
-Farlo
lei.- si rispose Harry -Ricevuto.-.
-Come
mai oggi sei... sei... cosi'?-.
-Cosi'
come, scusa?- chiese, alzando un sopracciglio.
-Sembri
innamorato...-.
-Eh?-
chiuse il libro con uno scatto.
-Chi
e' la fortunata?-.
-Nessuna.-
rispose, sincero. Tirando un respiro di sollievo.
***
-Violet...
per favore...-.
-Tu
sapevi che e' Hermione. E non me l'hai detto.- disse, guardandolo
negli occhi.
-Violet...-.
-No.
Non voglio ascoltarti.- scosse la testa.
-Devi...
e'... importante...-.
-Non
m'interessa quello che vuoi dirmi. Per niente.-.
-Violet...-
la donna riprese a camminare -Violet...-.
-Ho
da fare.- sibilo', fredda.
-Ascoltami...-.
-Ho
da fare, Remus.- mormoro', senza smettere di allontanarsi da lui.
-Violet...-
l'uomo fece un respiro profondo -Tu... non sei una Black...-.
-Come?-
sussurro', confusa.
-Tuo
padre... il primo marito di Andromeda... aveva messo incinta una
donna, tua madre. Sei nata e tua madre e' morta. Ne ho le prove: tu
non sei una Black.- il licantropo sospiro' -So che non e' il modo
migliore per scoprirlo, ma...-.
-Devo...-
la donna sbatte' piu' volte le palpebre -Devo... devo andare...-.
-Come...?-
Lupin la guardo', mentre correva.
Ma
correva per cosa?
***
Hermione
si appoggio' alla parete. E trasse un sospiro di sollievo. Chiuse gli
occhi e le apparve l'immagine di Draco. E sorrise. Si rimise a
camminare, ancora debole.
Ma
questa volta la sua destinazione era diversa.
***
-Cos'
ho fatto di sbagliato?- domando', stringendo le mani in due pugni.
-Di...
di sbagliato?- Blaise si fermo' e si giro' verso l'amico.
-E'
corsa via...- mormoro' Draco.
-Quando?
Parli della lezione?- chiese il moro, confuso.
-No.
Dopo. L'ho trovata... e piangeva. Ho cercato di farmi spiegare cosa
le era successo, ma... ma e' corsa via.-.
-Oh...-
Blaise guardo' l'amico, comprensivo.
-Perche'?-.
-Cosa
le hai detto?- chiese, tranquillo.
-Cosa
intendi?- Draco alzo' lo sguardo, fino a guardare l'amico negli
occhi.
-Cosa
le hai detto alla “Malfoy'?-.
-Niente!-.
-Ci
dev'essere qualcosa che l'ha fatta titubare in quel modo. E' sempre
cosi'.-.
-Come
ha potuto titubare di me? Della mia magnificenza?- esclamo', colpito
nel profondo del suo ego maschile.
-Non
credo che abbia titubato di te.- il moro scosse la testa -Sai che
dall'inizio dell'anno non era piu' lei...-.
-So
anche cosa le e' successo, ma...-.
-Ma?-
domando' -Non credi che sia un motivo valido per sentirsi insicura?
Per star cosi' male? Draco... ti ricordo' che anche tu non hai
passato bei momenti...-.
-Bei
momenti?- il biondo rise amaramente -Io mi sono sempre ripreso.-.
-Se
il non avere affetto e fregarsene altamente e' un segno di
ripresa...- lascio' la frase in sospeso e diede una pacca sulla
spalla all'amico.
-Sai
che...-.
-Che
non intenedevi quello?- sbuffo' -Lo so, certo. Tu intendevi che non
ti metti a piangere, che non dimostri di essere ferito. Ma credimi:
l'indifferenza e' peggio.-.
-E
tu che ne sai?- sbotto'.
-Ti
conosco.- disse solo -E, se vuoi accettare un mio consiglio, credo di
sapere che tu non vuoi lasciarti scappare quella ragazza...-.
-Cosa
te lo dice?- chiese, freddo.
-Il
tuo comportamento, Draco.- alzo' le spalle -Con lei il tuo muro
d'indifferenza crolla miseramente. Hai trovato il fuoco che ha saputo
sciogliere il ghiaccio della tua anima...-.
-Oh,
certo...- sbuffo', seccato.
-E...-
continuo', senza badare all'interruzione -Ora non puoi piu' farne a
meno.-.
-Cosa
ti e' saltato in testa?- si alzo' di scatto.
-Guardati.
Lo sai benissimo anche tu, Draco. E per questo sei arrabbiato, sei
furioso con te stesso... per aver permesso a qualcuno di scavare
dentro la tua anima...-.
-Ti
sbagli, Blaise.- sibilo', a denti stretti.
-Allora
spiegami il tuo comportamento.- incrocio' le braccia al petto
-Sentiamo. Sono curioso di vedere cosa sei in grado di inventarti.-.
-Mi
da fastidio che lei scappi dalla mia perfetta persona...- inizio',
sicuro -Insomma: io sono stupendo. Come puo' andarsene cosi'?-.
-Ti
da fastidio che ti lasci solo... senza spiegarti nulla, facendoti
stare in pensiero, e... con la voglia di rivederla immediatamente.-
tradusse le parole dell'amico, dicendo le cose come stavano.
-Mi
da fastidio che non sia con me in questo istante, a contemplare la
mia bellezza.-.
-Ti
da fastidio che lei non sia con te... e ti manca da morire.- tradusse
ancora, calmo.
-Mi
da fastidio che stia con Weasley e con Potter...- a questo nome il
moro abbozzo' un sorriso -Invece che con me. Lei e' mia...-.
-Sei
geloso. E ti da fastidio.-.
-Blaise!-
sbotto' -Come fai a smontare ogni mia singola teoria?- chiese,
sedendosi e prendendosi la testa fra le mani.
-E'
semplice: so che sei innamorato e che non lo vuoi accettare.-.
-Non...
vero... ecco... detto... infermeria...- sussurro' con voce talmente
bassa che queste furono le uniche parole capite da Blaise.
-Ovviamente...-
finse di concordare -Draco...- disse poi -Ripeti, per favore.-.
-Non
e' vero che non lo accetto.- ripete', sbuffando.
-Ah,
no?- domando', scettico.
-Le
ho detto che la amo.-.
E
questo lascio Blaise Zabini letteralmente senza parole.
***
N.,
Il
mio piano avra' inizio tra poco. Non ti preoccupare: nostro figlio
avra' la moglie che merita.
A.
***
-Hermione...-
la ragazza si fermo' in mezzo al corridoio -Hermione fermati...-.
-Sono
ferma.- sibilo', fredda.
-Hermione...
so che in questo momento stai scegliendo il modo piu' opportuno per
odiarmi... ma...-.
-Ha
sbagliato. Sto cercando di non mettermi ad urlare.-.
-So
che e' dura e, credimi: lo e' piu' per me che per te. Io non sapevo
che tu... che tu...- s'interruppe, imbarazzata.
-Che
io fossi tua figlia?- chiese, gelida.
-So
che dobbiamo parlare...- disse, guardandola negli occhi -Ma so anche
che ora... ora preferisci vedere Draco...-.
-Be'...-
arrossi'.
-Devi
dirgli che non sei una Black.- sorrise amaramente -Sai...- Hermione
la guardo' finalmente in faccia -Sono sollevata. Ti ho trovata e ho
scoperto che non avrei dovuto soffrire...-.
-Cosa
intendi?- domando' la ragazza, confusa.
-Ti...
ti devo spiegare tante cose...- rispose -Perche' ho deciso di
abbandonarti, perche' non ti ho mai cercata...-.
-Sarebbe
il minimo...-.
-Si',
ma prima...- il suo sorriso si allargo' -Devi occuparti di una cosa
piu' importante.-.
-Quale?-
scosse la testa, confusa -Di cosa...?-.
-Di
cosa sto parlando?- Hermione annui' -Di Draco...- spiego' -Ed ho
intenzione di aiutarti. So che mi odi, ma... voglio fare qualcosa per
te, per vederti sorridere... per capire che il mio gesto non e' stato
vano...-.
-Io...-
avrebbe voluto far domande su domande, ma la sua lingua era come
paralizzata.
-Non
dire niente. Andiamo. Nella Sala Comune dei Serpeverde, vero?-
Hermione annui' ancora -Perfetto...-.
-Violet
Tonks...- sibilo' Piton a denti stretti, quando le due arrivarono di
fronte al ritratto che avrebbe aperto il passaggio per la Sala Comune
-Ed... Hermione Granger...-.
-Esatto.-
Violet annui' -E dobbiamo entrare.- aggiunse, indicando il ritratto
con un cenno del capo.
-Temo
di non aver capito...- disse il professore.
-Dobbiamo
entrare.- ripete' la donna -E... subito...-.
-Io
dovrei farvi passare?- domando' l'uomo.
-E'
quello che ha detto Silente...- oso' Violet, mentre Hermione si
sforzava di non sembrare sorpresa -Quindi immagino di si'.-.
-Oh...-
l'uomo disse la parola d'ordine e le lascio' entrare.
***
-Draco...
tu le hai... detto cosa?- chiese Blaise, sgranando gli occhi.
-Che
la amo...-.
-Oddio.-.
-Oddio?
Ma ti sembra una cosa da dire?- chiese, nervoso.
-Si'.-
rispose con un filo di voce.
-Si'?
Si'? Blaise ma...-.
-Disturbo?-
Hermione apri' piano la porta.
-Io
me ne stavo andando...- Blaise usci' dalla stanza e li lascio' soli.
-Granger.-
sibilo' Draco, freddo.
-Draco...-
comincio' lei, titubante -Mi dispiace. Ero sconvolta...- la sua voce
s'incrino' leggermente -Ho scoperto che Violet e' mia madre... ho
pensato che fosse una Black e...- una lacrima le scese lungo una
guancia -Mi dispiace. Ho avuto paura. Pensavo che... io e te...
quindi...- lo guardo' negli occhi -Sono scappata.-.
-Io...-.
-Aspetta...-
l'interruppe -Poi... ho scoperto che Violet non e' una Black, che non
siete parenti e... e sono corsa qua...-.
-Granger...-.
-Mi
dispiace, lo so, ma...- si scuso' un'altra volta, imbarazzata.
-Granger...-.
-Scusa.-
abbasso' lo sguardo.
-Lasciami
parlare. Devo dirti una cosa...-.
-Dimmi.-
mormoro', preoccupata.
-Granger...-
comincio'.
Note
dell'autrice: Lo so, lo so. La fine di questo capitolo lascia tutte
le strade aperte. Secondo voi cosa dira' ad Hermione? Spero che
questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a coloro che leggono ed a
SiLvIeTT4, a HermyKitty, ad *Eirene*, a Dark_Angel, a potterina_88_,
a Nikoletta, a Shavanna, a juju210 ed a _AqUa PrInCeSs_. I vostri
commenti mi hanno resa felicissima, spero di non avervi deluse con
questo capitolo.
Commentate,
alla prossima, baci, Hermione92.
|
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Capitolo 22 *** Fiducia ***
22.
FIDUCIA
-Granger.-
comincio'.
-Dimmi.-
ripete' lei, cominciando a preoccuparsi.
-Sei
un'idiota.- disse, guardandola negli occhi.
-Scusa?-
la riccia scosse la testa, confusa.
-Hai
sentito benissimo.- sibilo' seccato.
-Ma...-
tento' di protestare lei.
-Niente
ma.- l'interruppe Draco -Potevi parlarmi prima, invece di scappare e
di... cazzo! ti rendi conto che mi sono preoccupato?-.
-Pre...
preoccupato?-.
Se
c'era una cosa che Hermione Granger non si sarebbe mai e poi mai
aspettata era il vedere Draco Malfoy ammettere di essere preoccupato,
ed esserlo veramente.
-Preoccupato.-
sbuffo' sonoramente.
-Preoccupato.-
ripete' lei, con un sorriso ebete stampato sul viso.
-Granger...
smetti di ripeterlo.- mormoro', girandosi e dandole le spalle.
-Ti
da' cosi' fastidio?- chiese, facendo un passo verso di lui.
-Si.-
bisbiglio', quasi impercettibilmente.
-Stai
provando un sentimento, Draco...- sussurro' dolcemente, prendendogli
la mano tra le sue -Hai finalmente permesso a qualcuno di... di
raggiungere il tuo cuore...-.
-E
forse non avrei dovuto farlo.- con uno scatto libero' la sua mano
dalla leggera presa della ragazza e si giro' a guardarla -Io sono
Draco Malfoy, io non posso provare nessun sentimento diverso
dall'odio, chiaro?-.
-Draco...-.
-No.
Io non ho permesso a nessuno di arrivare al mio cuore, tu non mi hai
colpita e...-.
-Perche'
vuoi negare l'evidenza?- gli domando', mentre una lacrima le scendeva
lungo una guancia.
***
Andromeda
fissava l'uomo come se si fosse trovata di fronte ad un fantasma. Era
morto, quell'uomo era morto. L'aveva visto lei stessa. Era sparito,
sparito nel nulla. Tutti sapevano che era morto, tutti lo credevano.
Quando Lucius Malfoy gli aveva lanciato un incantesimo contro il
volto, contro la sua cicatrice.
Ma
lui era li', di fronte a lei.
La
sua cicatrice inconfondibile, e la perfetta somiglianza con il
fratello.
-E'
impossibile...- ripete', sconvolta.
La
tazza cadde sul pavimento, e si frantumo' in mille pezzi.
-Sono
io. Sono Augustus Malfoy.-.
-Tu...
tu sei morto...-.
-Il
mio caro fratellino ha fatto male i calcoli...- ghigno', mentre una
luce sinistra gli illuminava gli occhi -Credeva di potersi liberare
di me. Di me, di suo fratello. Sono sempre stato migliore di lui...
in tutto e per tutto...-.
-Come...?-.
-Mi
sono salvato, ero solo svenuto dopo quell'incantesimo da quattro
soldi...-.
-Avrei
dovuto immaginarlo. Un Malfoy non si sconfigge tanto facilmente.-.
-Stavo
solo aspettando il momento migliore per agire... il momento migliore
per dire la verita' a Draco...-.
-Quindi...-
la donna impallidi' -Quindi...-.
-Credo
che stasera... sia opportuno fare una visitina ad Hogwarts. E' tempo
che i segreti della famgilia Malfoy siano svelati.-.
-Ma...-.
-Lei
non si preoccupi. Se c'e' una cosa certa... e' che Draco non puo'
sposare la Parkinson.-.
Aveva
un piano. Ed era sicuro che avrebbe funzionato.
***
-Io
non nego l'evidenza, Granger.-.
-Tu
hai solamente paura.- sospiro' -Lo so bene.-.
-Io
non ho paura. Io non ho paura di niente e di nessuno.- sibilo',
ferito nell'orgoglio.
-A
volte i sentimenti possono fare paura.- rispose -Ne ho anch'io, sai?
La paura... la paura... tutti hanno paura.- alzo' il braccio, per
arrivare ad accarezzare la sua guancia, con la punta delle dita
-Tutti...-.
-Non
un Serpeverde, non un Malfoy... non io.- nei suoi occhi Hermione
pote' leggere un misto di rassegnazione e di determinazione.
-Allora
e' questo il problema?- domando' -Allora il problema e' che ti hanno
imposto, ti impongono, di non aver paura?-.
-Non...
non...- s'interruppe. Non sapeva cosa dire.
-Non
devi permettere che... non devi permettere a nessuno di dirti cosa
fare o cosa non fare, Draco. Tu hai tutto il diritto di avere paura.
In questo mondo che, la paura, la nasconde in ogni luogo.-.
-Io
non voglio aver paura.- sibilo', abbassando lo sguardo.
-Non
devi sentirti debole, Draco.- guardo' il suo viso, le sue labbra
semiaperte, i suoi occhi che per la prima volta esprimevano tutto
quello che lui sentiva -Non sei debole.-.
-Non
lo sono, perche' non ho paura.- affermo', continuando a sostenere la
sua tesi.
-Hai
passato la tua vita a nasconderti dietro una maschera, ad impedire a
te stesso di esprimersi... a tenere chiuso dentro di te tutto il tuo
mondo, tutte le tue sensazioni. Hai crercato di cancellare i tuoi
sentimenti, di non provare paura, di non essere debole. Draco...- si
asciugo' una lacrima, che era sfuggita dal suo controllo -Hai passato
la tua vita cercando di essere cio' che non sei, cercando di
reprimere... di reprimere tutto, ogni cosa.-.
-Io...-
la guardo' negli occhi.
-E'
stato uno sbaglio, un grandissimo sbaglio. Mi hai permesso di
guardare dentro di te, di passare quel muro di ghiaccio... ed e'
stato stupendo.-.
-Granger
io... non credo che tu debba...-.
-Mi
sono innamorata di quello che sei, Draco. Non di quello che cerchi di
essere.- sospiro' -So che tu credi che nessuno possa cercare di
comprenderti, di analizzare come sei... ma permettimi di farti capire
che... per me sei importante, sei veramente importante. Cosi' come
sei. Senza maschere. Con la tua strafottenza, la tua sicurezza che
puo' anche vacillare.-.
-Granger
la mia sicurezza non vacilla, chiaro?-.
-Ti
amo anche per la tua testardaggine. Ovviamente... ovviamente di
quella non potrai mai fare a meno...- sorrise dolcemente -Non ti
chiedo di farlo per me, per tuo padre... o per qualcun altro,
chiunque sia. Ti chiedo di farlo per te. Ti chiedo di ammettere
quello che sei veramente. Tue paure comprese. Solo questo.-.
-Ammetterlo?-
alzo' un sopracciglio.
-Ammetterlo.-
annui' dolcemente -Lo sapro' solo io, Draco. Non uscira' da questa
stanza.-.
***
-Hey...-
Blaise sorrise a Harry.
-Hey...-
il Grifondoro si stacco' dal muro, si guardo' intorno e, visto che
non c'era nessuno, diede un dolce e veloce bacio alla serpe.
-Ciao.-.
-Ciao.-.
Si
sorrisero. Poi iniziarono a camminare.
-Hai...
hai visto Hermione?- domando' Harry, mentre percorrevano un corridoio
deserto -Sono preoccupato, seriamente preoccupato.-.
-L'ho
vista.- rispose Blaise, con un sospiro.
-L'ho
cercata per ore e...- si blocco' improvvisamente -L'hai vista?
Dove?-.
-Nei
sotterranei. E' una ragazza speciale, veramente. Non credevo che
fosse cosi', insomma... a guardarla “dall'esterno” non
sembra...-.
-Nei
sotterranei? E... certo che e' speciale, ma...-.
-Draco
e' innamorato di lei.-.
-Malfoy
innamorato? Di... di Hermione? Ma...-.
-Draco
innamorato. Di lei. Non sto scherzando. Lui... e' veramente rimasto
colpito...-.
-Ma
come?-.
-E'
successo. L'amore e' imprevedibile.-.
Harry
lo guardo' negli occhi ed annui'.
L'amore
e' veramente imprevedibile.
-Ma...
Malfoy non la fara' soffrire, vero?-.
***
-Sono
Draco Malfoy...- comincio' -Sono un Serpeverde... cos'altro devo
ammettere? Che non so provare sentimenti?-.
-Tu
li provi, Draco. Lo dimostra il fatto che... ti sei preoccupato per
me...-.
-Era
solo una questione di...- cerco' di giustificarsi, ma non riusci' a
trovare niente di “non_compromettente” da dire.
-Di
cosa, Draco?-.
-E'
questione che... nessuno, ripeto nessuno, si puo' permettere di
piantarmi in asso. Io sono perfetto, sono un dio in terra e...-.
-E
nessuno puo' permettersi di farti preoccupare?- chiese, con un
sorriso.
-Esatto.-
rispose, senza riflettere -No.- si corresse -Assolutamente no. Io non
ero minimamente preoccupato, chiaro?-.
-Chiaro.-
Hermione sospiro'.
Forse
in quello Draco Malfoy non sarebbe mai cambiato.
***
Caro
Draco,
Ti
scriviamo, tua madre ed io, per comunicarti che abbiamo deciso in
comune accordo, l'identita' della tua sposa. La futura signora
Malfoy. Siamo certi che sia la ragazza perfetta e che sara' la donna
perfetta... quella giusta per continuare meravigliosamente la nostra
nobilissima casata.
Sappiamo
benissimo che la conosci, e che il vostro rapporto e' molto bello. E
di questo siamo veramente lieti.
Confidiamo
nel fatto che Pansy
Parkinson sara' una perfetta signora Malfoy. Perfetta.
Verremo
ad Hogwarts per decidere i dettagli del matrimonio, da celebrare
prima possibile.
Lucius
Malfoy.
***
Un
gufo si materializzo' improvvisamente nella camera. Draco sbuffo'.
Era di suo padre che, per far arrivare prima le lettere,
materializzava i gufi direttamente nella scuola, anche se
teoricamente sarebbe stata una cosa impossibile.
Quanto
aveva promesso di donare per permettersi di comunicare con il figlio
in quel modo?
-Cosa...?-
Hermione sussulto', spaventata.
-Il
gufo di mio padre. Prevedo brutte notizie.- prese in mano il rotolo
di pergamena, e lo apri' senza esitazione.
Comincio'
a leggere.
Hermione
lo guardava, cercando di captare qualsiasi cambiamento nella sua
espressione che le potesse far capire quello che era scritto sulla
lettera.
Ma
niente.
Draco
era tornato il solito ragazzo di ghiaccio. Il solito Draco Malfoy.
-Cosa...
cosa dice?- domando' allora la Grifondoro, con un groppo in gola.
-Devo...-
degluti' -Devo sposare Pansy.-.
-Come
scusa?-.
-Mio
padre vuole che io sposi Pansy Parkinson.- ripete', con voce atona.
-Non...
tu non la sposerai, vero?- domando', con le lacrime che cominciavano
a scorrerle lungo le guance -Non lo farai.-.
-Granger...
io...- comincio'.
-Dimmi
che non la sposerai, Draco. Dimmi che non ascolterai tuo padre e gli
dirai che non la vuoi sposare. Dimmelo!- sbotto', stringendo i pugni
e cercando di smettere di piangere.
-Granger...-.
Era
tornato al cognome.
-Dimmi
che non la sposerai...- mormoro', senza riuscire a trattenere le
lacrime -Dimmi che non vuoi sposarla.-.
Draco
abbasso' la testa, per poi rialzarla immediatamente... senza mostrare
nessuna espressione.
Era
un Malfoy.
E
come tale doveva comportarsi.
Hermione
se ne ando'. Senza nemmeno una parola.
Usci'
da quella stanza.
Non
voleva piu' vederlo. Mai piu'.
***
-Lucius...-
Narcissa guardo' il marito -Non credo che tu abbia fatto la cosa
giusta... decidendo di combinare il matrimonio tra Draco e Pansy
Parkinson.-.
-Chi
ha chiesto la tua opinione?- domando', retoricamente.
-Dico
solo che, secondo me, avresti dovuto chiedere anche a lui se Pansy va
bene. Sono certa che sia una brava ragazza, ma...-.
-Ma?-
alzo' un sopracciglio, seccato.
-Ma
magari c'e' una ragazza migliore, che magari Draco ama...-.
-Draco
e' un Malfoy. Draco non si puo' innamorare.-.
-Chi
te lo dice? Lucius... potresti tentare di parlare con nostro
figlio...-.
-Narcissa...
non sono cose che ti riguardano.- obbietto', freddo.
-E'
pur sempre tuo figlio.-.
-Stasera.-
cedette.
-Cosa?-.
-Stasera
io e te andiamo ad Hogwarts.- disse, prima di uscire dalla stanza.
-Oh...-
Narcissa impallidi' -Ok.-.
***
-Allora?-
domando' Violet ad Hermione, quando furono uscite dalla Sala Comune
del Serpeverde -Com'e' andata?-.
-E'
andata.- alzo' le spalle, cercando di trattenere le lacrime, che
avrebbe terribilmente voluto versare.
-Cosa
vuol dire, e' andata?-.
-Sposera'
Pansy Parkinson.- sbuffo' -Ma la cosa non m'interessa.-.
-Invece
ti interessa. E lo sai benissimo.- Violet la guardo' -Non devi
mentire a te stessa. Parlane con me... non saro' stata una buona
madre, ma... vorrei rimediare, in qualche modo...-.
-Parlami
di te. Perche' hai fatto quello che hai fatto?- chiese, fredda -Dopo,
forse, decidero' se parlarti di Dr... di Malfoy.-.
-Non...
non sarei dovuta restare incinta.- disse, con tutta sincerita' -Non
era una cosa programmata.- guardo' il pavimento -Io... ero anche
fidanzata con un altro e...-.
-Non
ero programmata e... cosi' hai pensato di uccidermi?- domando',
mantenendo un tono distaccato.
-Hermione...-
si fermo' -Guardami. Io non ho mai cercato di ucciderti. Mai.- la
scruto' attentamente -Mai, capito?- sospiro', poi prosegui': -Tuo
padre non sa della tua esistenza. Almeno... io non gli ho detto
niente. L'ha scoperto. E non so perche' non sia venuto a parlartene.
Sei nata... e ad Andromeda... a lei non andava bene che tu... che tu
esistessi. Ha sempre cercato di controllare la mia vita, di
manipolarla. Io ho fatto del mio meglio per impedirle di farlo.- una
lacrima le rotolo' lungo una guancia -Un giorno l'ho trovata accanto
alla tua culla, ti stava premendo un cuscino contro al viso. Abbiamo
litigato, urlato. E alla fine e' andata in giro a dire che la colpa
era mia, che lei ti aveva salvato la vita. Non so a chi tu voglia
credere, a chi tu decida di dare ascolto. Ammetto di averti
abbandonata io., ma se l'ho fatto e' stato unicamente per... per
permetterti di avere una vita che con me non avresti mai potuto
avere. Sei stata felice, mi auguro. E non nego di voler tornare
indietro per tenerti con me, per puro egoismo. Non lo nego, Hermione.
Ma sappi che io non ti avrei mai abbandonata se avessi saputo che eri
al sicuro. Non l'avrei mai fatto.-.
-Perche'
non mi hai mai cercata?-.
-Avevo
paura che, se ti avessi trovata, Andromeda avrebbe ancora cercato di
ucciderti. Lo so: potevo scappare, potevo venire a cercarti... avrei
dovuto, ma... ti e' mai capitato di pensare che la cosa che si ha
intenzione di fare non e' la cosa giusta?-.
-E'
capitato.-.
-Mi
dispiace, veramente tanto, credimi. Capiro' se decidi di odiarmi, se
decidi che non vuoi piu' avere niente a che fare con me. Ti capiro'.
Voglio solo che tu sappia che le cose sono andate cosi'.-.
Hermione
rimase in silenzio e non smise di camminare.
-Mi
odi?- le domando' Violet.
-No.
Non ti odio. Ma... ci vorra' tempo... tempo prima che io capisca che
posso fidarmi di te.-.
-Lo
capisco.-.
-Allora
non tradire mai la mia fiducia.-.
-Faro'
del mio meglio.-.
E
l'avrebbe fatto a tutti i costi.
-Mi
fidavo di lui...- comincio' Hermione, dopo un po' -Credevo che fosse
diverso da come... da come vuol far vedere. Ne sono convinta ancora.
Ma... sposera' lei...- sospiro' -Speravo
che lui tenesse a me, speravo che, anche se poco, non volesse
perdermi.- scosse la testa, amareggiata -A quanto pare mi sbagliavo.
A quanto pare non sono abbastanza come vuole lui. Non sono come la
Parkinson.-.
-Sei
mille volte meglio.-.
-A
quanto pare per lui non sono abbastanza.-.
-Puoi
sempre fargli cambiare idea.- Violet alzo' le spalle, tranquilla.
-Come?-.
-Non
avro' molta esperienza come madre... ma come donna... come donna so
qualche trucchetto...-.
-E...?-.
-E...
se tu sei realmente convinta che lui non voglia stare con te perche'
sei come sei... dimostragli... che sai stupire.-.
-Non
e' da me.-.
-Hermione...
in amore e in guerra tutto e' lecito.-.
-Anche
cambiare completamente per lui?-.
-Tu
sarai sempre tu. Tu sei tu. E questo non lo deve cambiare nessuno,
nessuno si puo' permettere di cambiarlo. Solo... per una volta, puoi
far vedere anche l'altro lato di te.- Violet sorrise -Ti
aiuto io. Tieni a lui, vero?-.
-Si.
Lo amo.-.
-L'amore...
il sentimento piu' forte di tutti, ma anche quello piu' bastardo.-
sospiro' -Andra' tutto bene, Hermione. Lo faremo restare a bocca
aperta. E vedra' che la Parkinson non e' assolutamente niente in
confronto a te.-.
Violet
ne era convinta: se lui l'amava veramente non avrebbe voluto
perderla.
Non
avrebbe voluto perdere la sua Hermione, per niente al mondo.
L'avrebbe
voluta cosi' com'era. Lei. Semplicemente.
Ma
a volte, ad un ragazzo, bisogna schiarire le idee.
Note
dell'autrice: so benissimo che ci ho messo secoli a scrivere questo
capitolo. A dire la verita' c'e' voluto molto tempo per pensare agli
elementi da inserire... perche' questa fic sta arrivando alla fine.
Due o tre capitoli e sara' finita (se la mia mente elabora altre idee
potranno essere di piu', ma non credo), due o tre capitoli e tutti i
misteri saranno svelati completamente. Non so ancora se avra' un
happy end o no: devo ancora decidere.
Ringrazio
tutti coloro che leggono e Shavanna, SiLvIeTT4, SlytherinGirl,
juju210, Nikoletta, potterina_88_, Dark_angel, HermyKitty, Diddola,
gre ed hermione94. Con la speranza che non vogliate uccidermi per il
ritardo. Grazie 1000 per i vostri commenti, che mi fanno veramente
molto piacere: e' sempre bello vedere che c'e' qualcuno a cui piace
quello che scrivo.
Spero
di riuscire ad aggiornare presto, ma da adesso al 22/12 ho
praticamente una verifica al giorno, senza contare le
interrogazioni... quindi non garantisco niente. Ancora grazie, alla
prossima, bacioni, Hermione92.
|
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Capitolo 23 *** Un vero amico ***
23.
UN VERO AMICO
Incontriamoci
tra un'ora, al settimo piano. Di fronte alla Stanza delle Necessita'.
Ho bisogno di parlarti.
Hermione.
***
-Forse
ho sbagliato a dirle tutto...- Silente sospiro' -Forse non avrei
nemmeno dovuto chiedere a Harry di escluderla dall'Ordine...-.
-Hai
sempre saputo che e' una ragazza brillante, non si meritava tutto
quello che ha passato...- l'uomo scosse la testa, rassegnato -E se
penso che in parte e' stata anche colpa mia...-.
-Non
incolparti. Tu sei suo padre, sei stato escluso dalla sua vita fin
dall'inizio... poi l'hai scoperto, te l'ho rivelato...-.
-Ma,
Albus... ho scelto di non agire... e ora... ha sofferto...- una
lacrima gli scese lungo una guancia.
-La
vita e' piena di sofferenze. Soffrira' ancora.- si sistemo' gli
occhiali sul naso -Soffrire fa parte dell'essere umani...-.
***
Draco
fissava il frammento di pergamena, quasi a volersi imprimere nella
mente la scrittura di Hermione. Voleva vederlo, e parlargli.
Del
suo matrimonio, presumeva.
-Allora,
Draco... com'e' andata?- Blaise entro' nel dormitorio, sorridendo.
-Quando?-
chiese, sbuffando infastidito.
-Prima,
con Hermione...- lo guardo' negli occhi, studiando la tua espressione
-Stai bene? Sembra che tu abbia appena visto un televisore...-.
-Un
che?- domando', senza essere realmente interessato.
-Un
televisore, Draco.- il moro sorrise, pensando a quando Harry aveva
tentato di spiegargli le sue funzioni -Un aggeggio babbano che...-
s'interruppe -Oh, lasciamo perdere e dimmi cos'hai...-.
-Niente.
Mi sposo.-.
-Cosa?-.
-Mi
sposo.- ripete', affranto.
-Hai
chiesto ad Hermione di sposarti?- domando', sorpreso -E non dovresti
esserne contento?-.
-No,
Bla... non hai capito... non le ho chiesto di sposarmi...- scosse la
testa, passandosi una mano tra i capelli.
-Allora
te l'ha chiesto lei?- chiese, cercando di immaginare il momento in
cui Hermione si era inginocchiata di fronte a Draco, con l'intenzione
di fargli “la proposta”. Forse, pero'... cosi' era un
tantino esagerato.
-Mi
sposo con Pansy, cazzo!- sbotto', tirando un pugno al materasso
-Cazzo...-.
***
-E
ora che gli ho mandato quella lettera?- Hermione guardava Violet, in
attesa.
-Ora
non ti resta che imparare ad ammaliarlo. Sai, cara, una donna non ha
solo abiti scollati e succinti, per colpire un ragazzo... puoi usare
le parole, che, se dette con un tono di voce basso e sensuale...
possono essere migliori di qualsiasi scollatura.-.
-Tu
credi?- le chiese, cercando di sorridere.
-Sei
una bellissima ragazza, Hermione. Ti basta credere in te stessa, per
riuscire.-.
-Mi
sento cosi' stupida!- sospiro', e si sedette sul suo letto -Io non
sono tutta sorrisini, voce mielosa e sensuale. Io... io sono Hermione
Granger... sono libri e interrogazioni...-.
-E
come credi di piacergli?- le domando', sfiorandole dolcemente una
guancia.
-Io...-
la ragazza arrossi' -Non lo so, io...-.
-Hermione...
si vede che gli piaci. E, essendo un Malfoy, e' una cosa piuttosto
rara. Insomma: ha mai mostrato i suoi sentimenti prima d'ora?- la
riccia scosse la testa, in segno di diniego -Nei suoi occhi si legge
il suo amore, Hermione. E... ama te, la vera Hermione. Si e'
innamorato del tuo modo di fare, anche perche'... tu sei sempre
rimasta fedele a cio' che sei, dico bene?-.
-Si',
ma...-.
-Niente
ma, tesoro. Puoi essere te stessa, anche usando qualche piccolo e
semplice trucco.-.
-Ma
io...-.
-Cosa
ti turba, cara?- le chiese, sedendosi accanto a lei.
***
-Con
Pansy?- Blaise sgrano' gli occhi.
-Esattamente,
la Parkinson.- si alzo' in piedi, ed inizio' a camminare avanti e
indietro.
-Ma...
perche'?-.
-Mio
padre, Blaise... mio padre...- Draco si morse il labbro inferiore.
[Come
faceva sempre Hermione, quando era nervosa.]
-Non
puoi...?- il moro lascio' la frase in sospeso.
-No,
lo sai.- si sfioro' le labbra.
[Quelle
labbra che Hermione aveva baciato.]
-Tu
ami Hermione.- gli disse, sospirando.
-Gia',
ma tu pensi che io possa dirglielo?- scosse la testa -Oh, si', certo:
padre, sai... non posso sposare Pansy Parkinson perche' sono
innamorato... di Hermione Granger...-.
-Effettivamente...
gia' il solo fatto che tu sia innamorato...- il ragazzo sospiro'
-Comunque, Dra... non puoi negare a te stesso che sposarti con Pansy
sarebbe un gravissimo errore.-.
-Non
l'ho mai negato, Blaise. E non ho nessuna intenzione di farlo.-.
-Allora
cosa farai?-.
***
-Hogwarts...-
Augustus ghigno'. Era da tempo che non vedeva quel castello.
-Gia',
esatto.-.
-Mi
e' mancato, sai... vivere come un evaso...- sospiro' -Tutto per colpa
del mio caro
fratellino...-.
-Cos'hai
intenzione di fare ora?- gli domando' Andromeda, osservando la sua
figura debolmente illuminata dalla luce della luna.
-Vendicarmi.-
rispose, con tono piatto e freddo -Dargli finalmente tutto quello che
si merita.-.
-Quindi
fai tutto questo per vendetta?- chiese, rabbrividendo. Quell'uomo era
l'unico in grado di spaventarla.
-Giustiza.-
il suo ghigno si allargo' -Mio fratello, il caro Lucius...- stese il
braccio con la bacchetta -Oh, si'...- fece un rapido incantesimo, ed
inizio' a camminare -Avra' cio' che si merita.-.
Un
albero si accartoccio' su se stesso, come se fosse stato di carta.
Brucio', in una sola fiammata.
Ne
rimase solo un mucchio di cenere.
***
-Quello...-
Hermione fece un respiro profondo -Quello che provo, penso.-.
-Cosa
intendi?- chiese, anche se la capiva benissimo. Anche lei aveva paura
dell'amore.
-Non
mi era mai successo di sentirmi cosi'... non avevo mai sentito le
ginocchia tremare e un groppo in gola ogni volta che lo vedo. Con
lui... sento il cuore battere e... e sono confusa, non capisco... e'
tutto cosi' irrazionale! Ma... ma lo amo... e... non ero preparata.
Non pensavo che mi sarebbe successo, forse... non pensavo che mi
sarebbe successo cosi', con lui. Aspettavo il principe azzurro, come
tutte hanno fatto almeno una volta... e...-.
-E
non pensavi che fosse lui, giusto?- Violet le sorrise.
-Esatto.
Draco Malfoy... e'... e' incredibile...- arrossi', pensando alle sue
labbra, al suo corpo. E a come desiderava stargli accanto.
-Se
lo ami, allora devi andare a quell'incontro, dimostrargli chi sei,
cosa provi...-.
-Ma...
se non andasse bene? Se andasse diversamente da come spero?-
domando', lasciando che una lacrima sfuggisse al suo controllo.
-L'amore
trionfa sempre, deve trionfare...- cerco' di rassicurarla.
-Ma
questa non e' una favola...-.
-Lo
so, purtroppo la vita non sara' mai una favola.-.
***
-Sai
Blaise...- Draco guardo' l'amico negli occhi -Non ne ho idea.-.
-Tu,
Draco Malfoy, non hai idea di quello che devi fare...-.
-Esatto.-
annui', quasi impercettibilmente -Hermione mi ha chiesto di
incontrarla...-.
-E
cosa ci fai ancora qui?- gli domando', andandogli vicino.
-Non
so se andarci...- rispose, alzando le spalle.
-Certo,
l'amore della tua vita ti aspetta e tu stai qua a fare il cretino,
piangendo su te stesso e perdendo tempo con me...- alzo' gli occhi al
cielo -Il comportamento migliore, senza dubbio.-.
-Primo,
io non piango. Secondo, io non sono un cretino. Terzo... cazzo,
Blaise... pensi che sia facile?-.
-Sinceramente?-
Draco annui' -Si', Dra... lo penso. La ami, e non corri da lei...
lasciatelo dire, questo e' un comportamento da vero cretino.-.
-E'
proprio perche' la amo, che non vado...-.
-Ecco,
e io che credevo che niente potesse farti sembrare piu' cretino...-
sospiro'.
***
-Eccoci,
Narcissa...- Lucius guardo' la moglie, piu' pallida del solito.
-Gia'.-
la donna cerco' di sorridere -Buonasera, Silente.-.
-Buonasera
Narcissa, Lucius...- il preside li guardo', cercando di capire il
motivo che li aveva portati ad Hogwarts.
-Dobbiamo
parlare a Draco.- sibilo' Lucius, con voce atona.
-Questioni
di famiglia...- si affretto' ad aggiungere Narcissa.
-Certo,
certo...- l'anziano mago sorrise -Vi accompagno...-.
-Sappiamo
la strada...-.
-Lo
so, Lucius... ma mi piacerebbe comunque accompagnarvi, se
permettete.-.
***
-Ora,
Hermione... penso che tu debba andare...-.
-Ma...-
guardo' la madre, con una punta di paura negli occhi.
-Tranquilla,
so che non ti ho spiegato praticamente niente, ma... devi solo
ricordarti che in te si nasconde una donna molto seducente... devi
solo trovare la forza di mostrarla...-.
-Se
non andasse bene?-.
-Almeno
avrai tentato, Hermione. Non lasciare che la felicita' ti sfugga
dalle mani, non quando hai la possibilita' di afferrarla.-.
-Quindi...
devo solo...- s'interruppe, titubante.
-Essere
te stessa... ed andra' tutto bene...-.
-Posso
tentare... e...- arrossi', ma continuo' a guardarla negli occhi
-Grazie, davvero...-.
-Non
ringraziare. Non sono stata una madre, lo sappiamo entrambe... e
ora... non ho fatto niente se non tentare che tu non faccia gli
stessi errori che ho commesso io...- sospiro' -Hermione... io ti
volevo, volevo prendermi cura di te, amarti come sentivo meritavi...
ma... Andromeda... me l'ha impedito... quando tento' di
ucciderti...-.
-Di
soffocarmi, con il cuscino della culla...- disse, ricordando le
parole di Silente.
-Si'...
riuscii a salvarti, ma per miracolo e... mi promisi che nessuno ti
avrebbe piu' fatto male. L'unico modo che avevo per farlo, era
abbandonarti, lasciare che qualcuno piu'... piu' degno... ti
trovasse...-.
-Io...-
la guardo', stava piangendo.
-Volevo
solo che tu fossi amata...-.
***
-Cazzo!-
sbotto' Draco, serrando le mani a pugno -Cazzo! Cazzo!-.
-Dra...
calmati ora...- Blaise lo guardava, senza sapere come aiutarlo.
-Cazzo!-
tiro' un altro pugno, questa volta contro il muro.
-Draco...
romperti una mano non e' la soluzione, e lo sai...- il moro osservo'
le nocche dell'amico.
-Cazzo!
Pero', cazzo!-.
-Lo
so, sei arrabbiato, affranto... ma non e' la soluzione...- si
avvicino' a lui, e gli prese la mano, per controllare meglio.
-E'
cosi' fottutamente ingiusto...- mormoro', lasciando che Blaise gli
aprisse e chiudesse la mano.
-Non
hai rotto niente, solo un'ammaccatura. Non perdi nemmeno sangue.-
constato', cercando di ignorare le sue parole. Dopotutto, odiava
vederlo soffrire. E, quando succedeva, sapeva benissimo che l'amico
non avrebbe approvato nessuna delle sue parole di conforto.
-Blaise...
io la amo veramente... io...- chiuse gli occhi, li serro'. Li sentiva
bruciare.
-Lo
so, Draco, lo so...-.
-No,
non puoi capire...- tenne gli occhi chiusi -La sto perdendo... la sto
perdendo per sempre...-.
-Allora
cambia le cose, Dra... non permettere che succeda, non perderla...-.
-E'
troppo tardi...- apri' lentamente gli occhi, e giro' la testa, fino
ad incontrare lo sguardo dell'amico.
-Non
e' mai troppo tardi, Draco... mai...- gli sussurro' -Sei ancora in
tempo...-.
-No...-
una lacrima salata gli scese lungo una guancia -L'ho persa...
persa...-.
-Draco...-
Blaise aveva la bocca semiaperta, e fissava quella piccola goccia
sulla pelle del biondo -Draco...-. Il suo migliore amico stava
piangendo. Una sola lacrima, ma era pur sempre un pianto.
-Persa...-.
-Draco...-
Blaise lo guardo' negli occhi, con un'espressione dura dipinta sul
volto -Dove cazzo hai messo il tuo cinismo? La tua freddezza?
Draco... tu la ami, certo... ma il Draco che conosco io non si
comporta cosi'... il Draco che conosco io...-.
-Cosa?-
sbotto', tirando via la mano dalla presa del moro -Cosa? Il Draco che
conosci? Quello che ascolta sempre il padre? Quello che, secondo te,
non e' capace di esternare i suoi sentimenti? Lo preferisci, Bla? Eh?
Cazzo! Tu... dispensi consigli quando non sei certo migliore di me:
anche tu ascolti sempre tuo padre, finirai per sposare chi vorra'
lui, cazzo! E... e vieni qui a... a dare consigli a me? A dirmi dove
diavolo sono finito? Orgoglioso, certo, sono orgoglioso. Arrivista,
egoista... e fottutamente stronzo. Blaise... cazzo! Alla fine, dietro
alla maschera... com'e' che dici sempre? Ah, si': sono un ragazzo
come tutti, semplice e umano.- aveva le guance rosee per la rabbia e
gli occhi di ghiaccio erano tornati quelli di sempre. Rancore,
rabbia.... provava solo questo. Almeno, in superficie. -E... il Draco
che conosci tu... non ama...-.
-Si',
invece... tu ami, Draco.-.
-No,
cazzo! Io non posso amare! Sono un Malfoy!-.
-Calmati...-
lo guardo', preoccupato.
-No,
Blaise. Non dirmi di calmarmi.-.
-Draco...
allora mostrami che sei calmo. Dimostrami che puoi andare avanti...
e, sopratutto... dimostra a te stesso che puoi fare a meno di lei,
avanti...- lo sfido' -Dimostralo.-.
-Posso
farlo, Blaise... e lo sai. Io posso tutto.-.
-Allora
va' da lei.- gli disse -Allora lotta per quello in cui credi, per la
persona che ami. E, se proprio non vuoi lottare, se proprio non vuoi
“dimostrarti debole”- sbuffo', come per sottolineare che
amare e' tutt'altro che una debolezza -Allora... vai da lei, e dille
che non t'importa. Comportati da Draco Malfoy, su... se ne sei
fiero.-.
-Io...-
aveva il fiatone e stava tremando -Io...-.
-Draco...
se non credi di poter amare, allora non illuderla, sarebbe sbagliato.
Ma entrambi sappiamo cosa provi...-.
-Non
posso stare con lei.- disse, sedendosi -E poi... l'ho persa.-.
-La
perdi se resti qui, Draco...- Blaise scosse la testa, ormai
rassegnato -Ma se vuoi perdere l'unica persona in grado di renderti
felice, fai pure. Tu hai la fortuna di avere trovato qualcuno pronto
a lottare per te, pronto a starti accanto. Hai la fortuna di avere
una persona che ti ama, e nemmeno te ne accorgi, tu... sei pronto a
sprecare tutto questo, senza indugi, anche. Ma sai cosa ti dico?
Forse se non sei pronto a lottare non e' vero amore... non e' nemmeno
l'ombra di quel sentimento. La cosa buffa e' che dovrei essere
arrabbiato con te, perche' non capisci la tua fortuna, non la sai
vivere pienamente... ma non lo sono... sono solo... be'...- sospiro'
-La verita' e' che mi fai solo pena...-.
***
Hermione
camminava avanti e indietro, nervosamente. Forse quell'incontro non
era stata una buona idea. Oltretutto, Draco non era ancora arrivato,
era in ritardo.
E
se non fosse andato?
Si
morse il labbro inferiore, nervosamente. Non sopportava l'attesa.
Violet le aveva detto che doveva solo restare calma e sarebbe andato
tutto bene. L'unico problema era che non riusciva proprio a calmarsi.
Lei
lo amava, e l'ultima cosa che voleva era perderlo.
***
-Non
va bene...- Violet sospiro' -Non e' calma...-.
-Scusa?-
un uomo le si affianco'.
-Non
e' calma, ma dovrebbe esserlo.- spiego', cercando di non arrossire.
-La
stai spiando.- constato' lui -E sai che non e' corretto...-.
-Ma
e' mia figlia...-.
-E'
anche mia figlia, Violet. E lo sai benissimo..-.
***
Doveva
stare calma, si'. Peccato che la calma non fosse una delle sue doti
migliori. Era una Grifondoro, ma in quel momento aveva dannatamente
paura. Dove diavolo era finito il suo coraggio? Iniziava persino a
credere che tutte le sue doti, ma prioprio tutte, quella sera
avessero deciso di farsi una vacanza.
Draco
era in ritardo. Un ritardo sempre maggiore.
Non
sarebbe piu' arrivato, lo sapeva.
Allora
perche' aspettava?
Forse,
voleva ancora aggrapparsi ad una speranza sempre piu' fievole...
forse, sperava ancora di poter vivere la sua favola.
Ma
la vita non e' una favola. E non lo sara' mai, giusto?
-Granger.-.
Note
dell'autrice: so che non ho scuse per il mio assurdo ritardo, ma ho
avuto il blocco dello scrittore. Spero di essere riuscita a farmi
perdonare con questo capitolo. Ringrazio chi ha letto fino a qui, che
ha aggiunto la mia fic ai preferiti e: Dark_angel, potterina_88_,
Shavanna, hermione94, mimmaus, anjelina e TINAX86, che hanno
commentato lo scorso capitolo.
Non
ho ancora deciso per il finale (percio' potete dirmi se preferite o
no un happy end) e, sinceramente, non so nemmeno tra quanti capitoli
sara' (infatti ho aggiunto parti che nella mia idea inziale non erano
presenti). Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto e che vogliate farmi sapere cosa ne pensate. Accetto
critiche costruttive e suggerimenti.
Alla
prossima, commentate, bacioni, Hermione92.
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