Inizio un'altra avventura con te. ♫

di yellowloid
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ♫ ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo. ♫ ***
Capitolo 3: *** Secondo capitolo. ♫ ***



Capitolo 1
*** Prologo. ♫ ***


 Inizio un’altra avventura con te. |

 

Prologo.

 

Un uomo sulla quarantina, dai corti capelli verde chiaro, sedette svogliatamente sulla sua comodissima poltrona in pelle, in un ufficio che più che altro era un enorme attico facente parte di un palazzo di sette piani, in pieno centro della capitale nipponica.

Sfogliò senza troppo impegno un catalogo di qualche prodotto venduto all’ingrosso da qualche industria, senza chiedersi nemmeno come ci fosse arrivato quel catalogo sulla sua scrivania. La luce del sole di metà mattina gli offuscava leggermente la vista, ma non gli dava troppo fastidio; dalla finestra aperta da cui filtrava, poi, arrivava un leggero venticello fresco.

L’uomo si rilassò sulla poltrona, come se chissà quale dispiacere fosse sparito. Oppure, più semplicemente, stava ripensando a quel che era accaduto in quei mesi. Ricordava come se fosse stato il giorno prima il fatidico momento in cui i due ragazzi di casa Rune avevano fatto coming out, rivelando di essersi messi insieme. Ricordava persino di averli accettati, chissà perché!, in fondo voleva bene al figlio e l’avrebbe seguito in qualsiasi pazzia avesse fatto. Sì, perché mettersi con quell’albino ambulante era una pazzia bella e buona, ma contento Fei…

L’incredulità di Asurei stava nel fatto che proprio la spia assunta da lui stesso, Rune Senior, per sorvegliare Fei, si fosse invaghita di quest’ultimo. I casi della vita…!

In fondo al cuore dell’uomo, però, rimaneva comunque uno strano senso di sbagliato, che  non l’aveva più lasciato scappare; purtroppo, nessuno abbandona mai completamente una vecchia convinzione, e nemmeno il quarantenne faceva eccezione. Quel sentimento che la moglie gli aveva imposto di odiare, lo conosceva benissimo. Eppure stava cercando di dimenticarlo.

Qualcuno bussò alla porta dell’enorme ufficio di Asurei, e quel qualcuno si permise perfino di aprirla - anzi, spalancarla con un calcio - prima che l’uomo potesse pronunciare la classica formula “avanti”.

- Le ho portato il caffè, visto? Io, Saryuu Evan, sono un perfetto segretario! -. Il ragazzo albino fece la sua solita entrata teatrale, per poi camminare svelto verso la scrivania e poggiarci su il bicchierino colmo di espresso senza zucchero.

Il capofamiglia corrugò la fronte, perplesso e leggermente stizzito. Ancora si chiedeva come diavolo gli fosse venuto in mente, quella mattina, di portarsi dietro il figlio e l’albino a lavoro. Seriamente, era una domanda che si poneva da più di due ore.

- Grazie. - si limitò a dire, senza scomporsi più di tanto. - Piuttosto, dov’è Fei? -

- In giro per l’edificio, fino a poco fa eravamo assie- -

- Cosa stavate facendo? -

- … Non sono così depravato, Rune-san. -

Asurei sospirò, imponendosi di credere a quel ragazzo che lo inquietava un poco. Non si sapeva mai cosa avrebbe fatto, da un momento all’altro. Era imprevedibile, e all’uomo non piacevano le persone imprevedibili.

Saru si sedette senza tante cerimonie sulla scrivania di Rune Senior, accavallando le gambe come era solito fare. - Allora, Rune-san, ho saputo che ha intenzione di aprire trattative con una famosa industria che ha bisogno dei suoi container. Come va quest’ affare? -.

L’uomo dai capelli verdi - che poi, era un verde tendente più che altro al grigio - ci pensò per un momento e rispose, senza nascondere una punta di nervosismo. - Diciamo che, purtroppo, il possessore di quell’industria ha imposto alcune condizioni… Originali, non c’è che dire. Per il resto, penso andrà tutto bene. -

- Che tipo di condizioni? - chiese Evan ingenuamente, vedendo la fronte dell’uomo corrugarsi sempre più.

- Non penso di potertelo dire, almeno per ora. Avviserò prima mia moglie, ma ne parlerò anche con i miei impiegati. -.

Saryuu alzò un sopracciglio, non troppo convinto della risposta appena ricevuta. La porta si spalancò nuovamente, rivelando un ragazzo dai capelli verdi, leggermente più basso dell’albino, che corse verso i due presenti nell’ufficio.

- Papà, Saru! - era leggermente ansimante, ma sprizzante di energia. - Finalmente vi ho trovati! Dove ti eri cacciato, Saru? -.

Fei Rune era cambiato tanto in quei mesi. Aveva imparato a resistere alla tensione, e a battersi per i propri ideali, come mai aveva fatto. Ultimamente, poi, era molto meno tsundere.

- Stavo parlando con tuo padre, Fei. Dovevi dirmi qualcosa? - chiese Evan, accennando un sorriso alla sola visione del suo ragazzo, così strapazzabile che avrebbe tanto voluto abbracciarlo, ma si trattenne solo perché era presente il padre.

- Ora dobbiamo andare, ricordi? Yuuichi e Taiyou ci hanno invitati a pranzo. -.

… Un momento.

Saru non era stato avvisato di quest’evento. E odiava con tutto il cuore arrivare in ritardo.

Saltò giù dalla scrivania e afferrò la mano di Fei, senza nemmeno ascoltare il suo urlo di sorpresa, e corse verso la porta. - Arrivederci, Rune-san! - esclamò, per poi fuggire con il ragazzo.

Asurei sospirò sconsolato.

Il sole batteva forte sulla città di Tokyo, mentre i due ragazzini camminavano svelti per le strade della città. Non stavano parlando semplicemente perché ci sarebbe stato tanto da dire a pranzo, dato che avrebbero rivisto dopo qualche settimana i loro due amici, appena tornati da Kyoto e dalla visita al fratello di Yuuichi. Chissà se si erano divertiti!

Una volta arrivati davanti alla villa degli amici, i due ragazzi ebbero modo di rilassarsi, consapevoli di essere in perfetto orario. Fei suonò al campanello, e in un attimo si ritrovò stretto in un abbraccio assieme al fidanzato.

- T-Taiyou! - esclamò il verde, riconoscendo la bizzarra acconciatura arancione del migliore amico.

- Ragazzi, ci siete mancati tanto! - singhiozzò Amemiya stringendo ulteriormente i due malcapitati.

- Come va? - Yuuichi raggiunse sulla porta l’allegro trio, salvando Fei e Saru da quella stretta letale. - Venite, il pranzo è già in tavola! -

- Abbiamo cucinato piatti speciali proprio per voi, neeeh! -.

Evan e Rune sorrisero ed entrarono in casa, sussurrando un leggero “con permesso”.

 

In quella casa Yuuichi si occupava praticamente di tutto: dalla cucina all’arredamento, dalla lavanderia alla cura del giardino; in fondo, Taiyou era molto più piccolo di lui, e non sarebbe riuscito a gestire tutte le faccende di casa. Però…

- Questo ramen è fantastico! - esclamò soddisfatto Saru, complimentandosi con l’arancione. Quella era l’unica portata preparata da lui, mentre le verdure bollite, le salse e il pesce erano opera di Yuuichi, e Fei non poteva far altro che bearsi di tutte quelle bontà.

- Ora, raccontateci un po’ quel che è successo durante la nostra assenza. La permanenza a casa di Kyousuke è stata molto piacevole, ma ci siete mancati molto! - disse l’universitario dai capelli blu, seduto accanto al proprio ragazzo.

- Uhm… Beh, direi che va tutto bene con mio padre, sembra averci accettati completamente. Invece, a scuola… - Fei si rabbuiò improvvisamente.

- Il problema - intervenne Saryuu - sta nel fatto che le dicerie di Meia e Gillis continuano a venir trasmesse anche dopo aver raccomandato a quei due di smettere. -.

La litigata tra lui e i due ex- amici era un ricordo che sarebbe rimasto per sempre impresso nella mente dell’albino.

- Beh… Dovrete aspettare un po’ prima che i nostri compagni capiscano, lo stesso è stato per me e Yuuichi - commentò Taiyou, stranamente serio; la questione gli stava davvero a cuore, in fondo si trattava del suo migliore amico!

- E inoltre, - disse l’universitario: -voi due dovete capire che certa gente non è abituata ad avere compagnie gay. E’ tutta questione di mentalità. -.

I quattro passarono la serata a discutere su quell’argomento. Fei era ancora ignaro di tutto, ma Saru non riusciva ancora a dimenticarsi di quel che gli era stato detto da Rune Senior quella mattina. Che tipo di condizioni erano quelle imposte dal proprietario di quell’industria? Aveva uno strano presentimento, eppure ancora non capiva cosa stesse succedendo. Era preoccupato, e sentiva che presto sarebbe accaduto qualcosa di spiacevole.

 

 

 

-  Mari’s corner -

Ok, questa volta non darò nomi idioti al mio angolo. Seriamente, mh mh.

Salve! Come avrete capito, questa long è il sequel di Non essere così gentile, altrimenti cosa dovrei fare?, mia precedente long SaruFei di cui avevo annunciato un probabile seguito. Ed eccolo qua!

Questa volta il titolo prende spunto dal primo verso della opening della seconda stagione dell’anime, che vi ricordo essere Oreimo; seguirà la linea della prima long, quindi solo prendendo spunto dalle opening dell’anime e qualche idea dall’animazione stessa. Ancora non ho tutte le idee chiare riguardo la trama che voglio stendere, o meglio, non ho troppo tempo per pensarci, ahah. Sì, lo so, ho avuto mesi per pensarci da quando ho finito la fiction, ma vbb (?)

In questo prologo ho provato a ricordare qualcosa riguardante la precedente fiction, giusto per rinfrescarvi un po’ la memoria, cari lettori c: E soprattutto, ho voluto provare una sottospecie di introspezione di Asurei, che ha una caratterizzazione un po’ complessa nella fiction: ricapitolando, lui cerca seriamente di accettare suo figlio per quel che è, ma non ci riesce completamente e purtroppo troverà difficoltà durante tutta la fiction. Saru e Fei, invece, sono maturati rispetto al prequel e sperano di non trovarsi più in guai seri, eppure io sono qua proprio per far sì che questo non accada ^^ Per cui aspettatevi il flangst a cascate, ‘k?~

Nel caso vogliate ascoltare l’opening della seconda stagione di Oreimo, eccovi il link, sperando riusciate ad immedesimarvi nella fiction. (?)

Se avete voglia recensite, che mi fate tanto contenta. E nessuno si farà male. Donate una recensione a questa specie di fanwriter. Ringrazio in anticipo chi lo farà, chi metterà la storia nelle preferite/seguite/ricordate - se ci sarà qualcuno che lo farà, obv - e niente, ora vi saluto.

Chu!

- shinkin~

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Capitolo 2
*** Primo capitolo. ♫ ***


Primo capitolo.

 

Le giornate passavano tranquille in casa Rune, come se la solita spensieratezza della famiglia fosse tornata a regnare sovrana. Fei e Saru si erano abituati a quella routine quasi noiosa, tra casa e scuola, scuola e casa. Di certo le acque si erano calmate, eppure man mano che il rapporto tra i due si approfondiva Fei percepiva una strana tensione nello sguardo del suo ragazzo. Aveva già provato innumerevoli volte a domandargli quale fosse il peso che si portava da ormai molto tempo sulle spalle, eppure l’albino dagli occhi ametista non sembrava volergli dare una risposta concreta.

Quella mattina il coniglietto percepiva la tensione di Saru così forte che non riusciva nemmeno a seguire la lezione. Era talmente preso nell’osservazione del convivente che in poco tempo il professore di matematica lo riprese e lo sbatté fuori dalla porta.

… Fantastico. - borbottò il verde, poggiandosi al muro del lungo corridoio che dava su un’altra decina di aule. Mi chiedo solo cosa gli sia successo, pensò preoccupato Fei, non accorgendosi delle due presenze accanto a lui.

- Guarda un po’ chi abbiamo qua, Meia. - esclamò altezzoso un ragazzo biondo.

- Il professore l’ha mandato fuori, poverino! - commentò la ragazza al suo fianco, i lunghi capelli viola che svolazzavano per aria ad ogni suo più piccolo movimento. Rune non diede troppa attenzione alle parole della coppia, che sembrò imbronciarsi.

- Ehi, hai intenzione di ignorarci? -

- Coniglio? Guarda che io e Gillis non ti stiamo affatto prendendo in giro! -

- Non dovreste rientrare in classe? - chiese il verde. - L’intervallo è finito da un pezzo. -.

Gli amanti lo squadrarono dalla testa ai piedi. La divisa scolastica gli donava un’aria piuttosto seria, se non fosse stato per la punta di preoccupazione che persisteva nelle sue parole. Meia e Gillis si scambiarono un’occhiata veloce e scoppiarono a ridere.

- Tu, coniglietto da compagnia, - cominciò il ragazzo con gli occhiali, trattenendo le risate - pensi davvero che noi due rispettiamo l’orario della fine dell’intervallo? Ridicolo! -

La fidanzata lo supportò: - Noi due, Meia e Gillis, siamo talmente popolari che possiamo permetterci anche di saltare le lezioni e di venire scoperti senza passare alcun guaio! -

- Di certo non siamo feccia come te. - continuò il biondo.

Ma chi si credono di essere? C’è davvero qualcuno in grado di definire simpatici due soggetti del genere?

- Cosa hai det- - Fei non fece in tempo a controbattere che sentì il respiro mancargli e il suo corpo piegarsi automaticamente in avanti, le braccia a sostenere la pancia appena colpita da un pugno da parte di Gillis.

- Questo, coniglietto, era per ripagare il pugno che mi ha dato qualche mese fa il tuo amichetto. Ci vediamo! - esclamò il ragazzo, tirandogli una lieve pacca sulla spalla e lasciando Fei inginocchiato a terra, dolorante. Si lasciò scappare un gemito soffocato, bisbigliando piano il nome di Saru. I due amanti erano ormai scomparsi dalla parte opposta del corridoio.

Forse le acque non si erano proprio calmate. Forse era solo la calma prima della tempesta, ma in fondo Rune Junior ci era abituato. La cosa che lo faceva innervosire, però, era la sua inutilità in qualunque situazione: non era di certo la prima volta che veniva malmenato e non riusciva a ribattere. Ricordava perfettamente gli schiaffi ricevuti dal padre al suo ritorno a casa, qualche mese prima. Continuava ad essere così inutile, si faceva costantemente difendere da Saru.

Ed eccolo lì, il suo albino, che probabilmente aveva sentito i suoi gemiti. Fei non era mai stato troppo muscoloso, aveva una corporatura nella norma, ma per quanto fosse simile a quella di Saru la sua resistenza era di grado molto più basso.

- C-Cosa vuoi, Saryuu? - chiese freddo, rialzandosi lentamente. L’albino lo guardò perplesso. Fei non lo chiamava mai col suo nome completo, cosa era successo esattamente?

- Ti sembrerà strano, - disse: - ma gemevi così forte che ti ho sentito da dentro l’aula. Che è successo? -. Gli posò una mano sulla spalla, ma sentì immediatamente uno schiaffo colpirla.

- N-Non mi toccare. Non voglio essere aiutato proprio da te, ancora e ancora! Lasciami in pace! - urlate le ultime parole, il coniglietto fuggì via per il corridoio, lasciando Saru solo a riflettere.

♫ 

Il suono della campanella che segnava la fine delle lezioni invase i lunghi corridoi della scuola, mentre gli studenti lasciavano l’istituto per recarsi finalmente verso le proprie case. Leggere sfumature arancioni tingevano dolcemente il cielo colmo di nuvole rosee. Saru si aggirava come un’anima in pena all’interno dell’edificio scolastico, intento a cercare in qualunque angolo il suo amato coniglietto. Purtroppo di quest’ultimo non vi era nemmeno l’ombra, e dopo un po’ persino la pazienza dell’albino scemò completamente e decise di tornarsene a casa, con o senza il fidanzato. Persino Taiyou sembrava scomparso nel nulla.

Saryuu ripercorse i corridoi ormai invasi dall’oscurità e scese numerose rampe di scale, fino ad arrivare - finalmente - all’uscita dell’edificio. Assorto nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni, percorse l’intero cortile scolastico e finalmente si ritrovò sulla strada di casa, che percorse come da abitudine; l’unica cosa che mancava era la presenza di Fei. Al solo pensiero del verde, Saru scosse con decisione il capo e cercò di non dare troppo peso alla scenata di quella mattina, anche perché altrimenti sarebbe stato assalito da infiniti dubbi.

Finalmente arrivò a casa. Suonò al campanello e ad aprirgli fu Kinako, raggiante come sempre, che lo salutò calorosamente. Saru ricambiò, togliendosi le scarpe una volta entrato e lasciando la borsa all’entrata, troppo preso dalla foga di controllare che il coniglietto fosse al sicuro. Entrò in soggiorno, ignorando i continui richiami della Nanobana, ma del ragazzo dai capelli verdi non c’era traccia. Gli stava sorgendo un drammatico dubbio: dove diavolo era finito Fei?

Corse verso la cucina, spalancando la porta e richiamando il suo ragazzo.

… Ah. - fu l’unico verso che uscì dalla sua bocca alla vista di un Rune Junior seduto al tavolo nella più completa catatonia. Appena si riprese, a stento Saru si trattenne dall’urlargli contro. - D-Dove eri finito? - chiese invece, chiudendo la porta e appoggiandovisi.

Fei lo degnò di una risposta dopo svariati minuti di silenzio. - Sono tornato a casa prima. Ora scusa, ma voglio andare a dormire. - si alzò lentamente, avvicinandosi alla porta. Appena i loro volti si trovarono a pochi centimetri di distanza, la freddezza delle parole del verde colpì Saryuu come una decina di lame affilate. - Levati e lasciami aprire la porta. -

Uhm, no. -

- Come no? - Fei corrugò la fronte risultando tremendamente carino agli occhi del compagno, che mantenne una certa serietà ignorando l’istinto di baciarlo, vista la distanza praticamente nulla.

- Ora tu mi spieghi perché ce l’hai con me e che cosa ti ho fatto. Poi, forse, ti lascerò andare a dormire.(*) -

L’esitazione di Rune fu subito evidente agli occhi dell’altro, che quasi senza rendersene conto fece scivolare il braccio sinistro attorno alla vita del fidanzato. Le guance di Fei si imporporarono dolcemente, mentre andava a coprirsi il volto con le mani.  Passarono interminabili attimi di silenzio.

… Staccati. - mormorò piano Rune, visibilmente imbarazzato, e a Saru quasi cascò la mandibola quando con uno spintone l’altro lo sbatté alla porta chiusa della cucina. Il vecchio livido dell’albino pulsò impercettibilmente. - Mi fai uscire o ti devo picchiare? -

- Da quando sei diventato così manesco, coniglietto? - chiese Saryuu scansandosi, mentre l’altro apriva la porta e fuggiva in camera sua. Non ottenne nessuna risposta, ma oh, quando fa così vorrei solo baciarlo e dirgli quanto lo amo.

♫ 

Il fatto incredibilmente tragicomico - Fei non sapeva se ridere o piangere davanti a tutta la sua immensa sfiga e annessi film mentali - era che se la stava prendendo con la persona che non gli aveva mai fatto nulla di male. Farmi innamorare è stata una cosa positiva, giusto?, no perché altrimenti mi chiedo come mai io non abbia ancora mandato Saru a quel paese. Era incredibilmente stupido da parte del verde prendersela col suo ragazzo solo perché ci teneva a proteggerlo, eppure tutti sapevano quanto Fei sapesse essere tsundere quando voleva. Oddio, devo smetterla di leggere manga. (**)

Era ormai da una buona mezz’ora che rotolava sul letto e ancora non aveva trovato la pace mentale adeguata per fare qualsiasi cosa che comprendesse l’uso di un cervello fresco e riposato. Che poi era praticamente impossibile avere un cervello lucido alle nove di sera, dopo una giornata orrenda e soprattutto senza aver toccato cibo dall’ora di pranzo. Eppure non ce la faceva proprio, non aveva la minima voglia di alzarsi dal letto, trascinarsi giù per le scale e subire la tensione e gli sguardi interrogativi del suo ragazzo su di sé. Improvvisamente sentì una fitta di gelosia invadere il proprio corpo al solo pensiero che probabilmente Saru aveva già cenato, in compagnia dei genitori di Fei e magari in quel momento stavano chiacchierando come una normale famiglia. Non che il verde considerasse il suo ragazzo un estraneo, anzi, per lui Saru era parte indispensabile della sua famiglia; la cosa che gli dava veramente fastidio era che forse, forse, non aveva dato nemmeno peso al suo comportamento, non si era fatto nessun film mentale e magari - il pensiero lo terrorizzò - pensava che quello di Rune Junior fosse solo un problema stupido.

Insomma, perché solo a Fei toccava rimuginare sull’accaduto per ore, senza trovare nemmeno la forza di alzarsi dal letto? Perché in quel momento era sdraiato su quel - per fortuna comodo - materasso e stava pensando a Saryuu come se a quest’ultimo non fregasse nulla di lui? Non si fidava di colui che osava definire il suo ragazzo?

Quanto posso essere pessimo, quanto. Dio mio.

Rinunciò categoricamente alla cena e si infilò sotto le coperte, quasi come se il digiuno fosse la punizione migliore al suo egoismo.

♫ 

Saryuu Evan non aveva cenato, non aveva rivolto la parola ad Asurei e Kinako e non aveva intenzione di alzarsi da quel maledetto divano per nessuna ragione al mondo. Era di pessimo umore e per ora quell’interessante televendita che veniva ripetuta alla televisione da più di mezz’ora era un sottofondo adeguato alla sua depressione. Probabilmente è più una punizione mentale che un sottofondo.

Per qualche assurdo motivo ripensò alla litigata che aveva avuto quella sera con il suo coniglietto e il suo volto si incupì più di quanto non fosse già. Non aveva ben chiara la situazione, eppure era ben chiaro che Fei stava cercando di evitarlo e che era arrabbiato con lui. Non che ci volesse molto a capirlo, ma andiamo!, si vedeva a distanza che c’era qualcosa che non andava.

E Saru aveva paura. Aveva molta, molta paura. Non voleva darlo a vedere, ma dal profondo del cuore sentiva che Fei gli nascondeva qualcosa, così come Asurei da quando gli aveva parlato di quella ditta con cui si stava accordando per un affare.

Stava cercando di non pensare a tutti i suoi interrogativi quando la stanchezza si fece sentire, rendendo improvvisamente pesante il suo corpo. Si accoccolò meglio sul divano e rilassò gli arti, cadendo lentamente in un sonno profondo che l’avrebbe tenuto sdraiato sulla morbida superficie del sofà fino alla mattina seguente.

 

 

(*) Giuro che non è un doppio senso. ^^"

(**) Piccolo accenno a Oreimo, non c'entrava niente ma mi diverto, lol. Chi ha visto l'anime capirà. c:

- Mari’s corner -

… Lo so, lo so, non ci credo manco io. Ho aggiornato, YOU BITCHES- Ma omg insomma sono emozionata (?) Intanto buonasera a tutto il fandom, chissà se vi ricordate di me! (chissenefrega, io compaio molto random-) Era tipo da aprile che non mi facevo viva con un aggiornamento, I know, ma sappiate che ero sempre presente. Ho visto lo schifo, ho visto le proteste e ora vedo che stiamo migliorando. O almeno spero. Diciamo chiaro e tondo che mi ero presa una pausa, non dal fandom di Inazuma, più che altro dalla scrittura: ho avuto modo di rivedere un po’ il mio stile, di leggere molto e di migliorare, credo. Improvvisamente, in questi giorni ho sentito il bisogno remoto di continuare questo capitolo, che ormai stagnava sul mio pc da troppo tempo. Ed eccomi qua, in poche ore, stasera, l’ho concluso. Mi sento terribilmente soddisfatta. *A*

Sono successe talmente tante cose in questi mesi che non so proprio cosa dire, boh, un po’ mi era mancato aggiornare, lo ammetto. /sigh Nuovi fandom, nuove fiction da leggere, chi mi segue su Twitter o Ask mi capisce bene (?) e poi beh, è finita la scuola ed io vi auguro - in ritardo - buone vacanze! *A* Probabilmente vegeterò in casa per tutta l’estate, ma fa niente. E nulla, io spero che la storia continui a piacervi nonostante l’aggiornamento in enorme ritardo e che recensiate anche questo capitolo! Le recensioni al prologo mi hanno resa tanto felice, non ho risposto ma sappiate che le ho lette tutte e vi ringrazio tanto! ;W;

Io vi saluto, non so quando sarà il prossimo aggiornamento e quindi basta, passo e chiudo.

Chu!

- Mari. c: 

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Capitolo 3
*** Secondo capitolo. ♫ ***


Secondo capitolo.

 

Fei era troppo impegnato a chiedersi come diavolo avesse fatto a finire in quel bar per riuscire ad ascoltare chiaramente il suo migliore amico che parlava e parlava. Sentiva di avere già abbastanza problemi a cui pensare, se ci si metteva pure Taiyou allora erano messi proprio male. Mentre il ragazzo dai capelli arancioni sorseggiava visibilmente teso il suo frappè ai mirtilli, il giovane Rune lo osservava senza però dargli veramente attenzione. L’unica cosa che aveva capito in tutta quella conversazione era che Yuuichi era dovuto partire per Kyoto perché suo fratello lo aveva avvisato del fatto che il suo coinquilino si era fatto male giocando a calcio; non capiva perché Yuuichi fosse dovuto andare ad assistere quei due, anche se l’unica conclusione alla quale arrivava era che il misterioso coinquilino fosse in realtà il ragazzo di Kyousuke e che quello si fosse fatto venire un infarto per la preoccupazione, chissà.

Decise di ignorare l’enorme giro mentale appena fatto e portò lentamente alla bocca il bicchiere contenente del succo di frutta all’albicocca.

- Capisci qual è il punto della situazione? - chiese Taiyou, fissandolo in modo inquietante. Il verde quasi si strozzò col succo nel vedere gli occhi dell’altro piantati nei suoi, ansiosi.

- Capis- - mormorò senza nemmeno finire di parlare.

- Mi manca troppo Yuuichi! Voglio andare a Kyoto… E la casa è in condizioni pessime senza di lui, aiuto! E’ da tre giorni che non ci sentiamo o ci vediamo e la cosa mi fa impazzire - Amemiya parlò tanto velocemente che Fei quasi si perse in quel dialogo a senso unico. C’era da dire, però, che si sentiva da come ne parlava che il suo amico era davvero legato allo studente universitario Tsurugi. Sorrise rassicurante, concentrandosi su quel che stava per dire.

- Stai tranquillo, vedrai che tornerà tra qualche giorno - e gli accarezzò il capo, schiacciato contro la superficie dura del tavolo in legno. L’altro mugolò qualcosa di incomprensibile e si alzò di nuovo, sorridente come non mai. Sembrava quasi rinato, wow.

- Gli invio un messaggio~ - esclamò felice, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni uno smartphone e digitando qualcosa al fidanzato. Fei sorrise e finì il suo succo all’albicocca, concentrandosi ancora sui suoi pensieri.

Erano passati due giorni dalla loro quasi-litigata, lui e Saru ancora non si rivolgevano la parola. Non tanto perché arrabbiati l’uno con l’altro, ma solo per imbarazzo. Fei si sentiva in colpa per aver trattato male l’altro, inoltre non riusciva proprio a non pensare a quanto si sentisse inutile in confronto a lui. In un certo senso voleva farsi valere dimostrando a Saru che poteva benissimo cavarsela senza la sua costante presenza, ma al contempo sentiva di aver esagerato. Probabilmente il suo ragazzo era preoccupato per qualcosa, ma Rune Junior non riusciva proprio a capire cosa. Non era mai stato una persona troppo decisa e sentiva di star sbagliando qualcosa. E poi, beh, non so nemmeno se gli interesso più così tanto, ora che l’ho trattato male. Chissà cosa pensa di me.

In quei due giorni aveva avuto modo di pensare alla situazione nella quale si trovava, ed era giunto ad una sola possibile conclusione: in qualche vita passata devo essere stato proprio una cattiva persona, altrimenti non si spiega l’immenso odio di Dio nei miei confronti.

Certo, Fei e Saru si erano scambiati innumerevoli sguardi, ogni tanto si aiutavano nelle faccende quotidiane, ma senza mai rivolgersi la parola l’un l’altro. Erano stati due giorni terribilmente monotoni, scuola-casa, scuola-casa, e solo quel giorno Fei aveva trovato il tempo e la voglia di vedere il suo migliore amico al di fuori dell’ambiente scolastico, sia perché Taiyou l’aveva chiamato sconvolto e preoccupato, sembrava dovesse dirgli qualcosa di importante - e alla fine voleva solo parlargli di quanto gli mancasse il suo ragazzo, in fondo è tanto carino a sentire la sua mancanza, dai -, sia perché era davvero contento di uscire al pomeriggio e di fare quattro chiacchiere in più rispetto al solito.

Ricordava ancora perfettamente quel momento in cui, la sera prima, Saru l’aveva afferrato per le spalle in mezzo al corridoio e l’aveva fatto voltare verso di lui, poggiando le labbra sulle sue alla ricerca di un minimo contatto fisico. Il bacio era durato pochi secondi, durante i quali nessuno dei due aveva cercato di approfondirlo, eppure Saru non aveva nascosto un adorabile rossore sulle guance e quel paio di occhi viola resi lucidi dall’irrefrenabile voglia di cibarsi ancora delle labbra morbide di Fei. Aveva semplicemente fatto dietro-front e si era chiuso nella sua stanza.

Rune scosse la testa imbarazzato quando sentì la voce del suo amico urlare un “mi ha risposto!” eccitato e lo vide leggere in fretta e furia il messaggio di Yuuichi. Possibile che non si fosse nemmeno accorto del suo stato di mutismo? Probabilmente aveva tenuto gli occhi fissi per interi minuti sullo schermo del cellulare aspettando una risposta da parte del ragazzo più grande. - Oddio- - commentò improvvisamente Amemiya, avendo appena finito di leggere.

Fei gli lanciò un’occhiata interrogativa: - Che ti ha scritto? -

Taiyou alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi lucidi di gioia.

- Allora? -

- Ha detto che il coinquilino di Kyou-chan - “Kyou-chan”…? - dovrà passare qualche giorno in clinica perché la sua gamba ha preso davvero un brutto colpo… Per cui Kyousuke gli ha chiesto di rimanere da lui per qualche giorno. Quindi Yuucchan mi ha chiesto se voglio raggiungerlo a Kyoto! -. Gli occhi di Taiyou brillavano al solo pensiero di rivedere il suo amato Yuuichi; Fei sorrise soddisfatto, sinceramente sollevato per i suoi amici.

- Neh, - chiese poi: - l’amico di Kyousuke-kun sta bene, a parte il colpo alla gamba… Vero? -. Taiyou sorrise rassicurante, poi disse che andava tutto bene e che il coinquilino del blu aveva solo bisogno di riposare e di fare qualche controllo. Il coniglietto tirò un sospiro di sollievo. Lo sguardo dell’arancione si fece improvvisamente serio e Rune lo guardò interrogativo: - Che c’è? -

- Volete venire anche tu e Saryuu? - domandò l’arancione, con un tono tanto ingenuo quanto gentile. - L’appartamento di Kyousuke è davvero enorme, più grande di quello mio e di Yuucchan!, eppure quando siamo andati in visita qualche settimana fa il suo coinquilino era assente per un viaggio di studio e non abbiamo potuto conoscerlo, per cui mi piacerebbe che tu e Saru conosceste sia Kyou-chan che il suo amico- che non ho mai visto, per cui non so che tipo di persona aspettarmi… Ma spero sia simpatico, ecco - concluse il suo monologo con un tenero sorriso, aspettando una risposta da parte di Fei.

Dal canto suo, Rune non aveva la più pallida idea di cosa fare: accettare l’invito o no? Sentiva di essere impallidito solo nel sentire il nome del suo ragazzo, eppure la prospettiva di un viaggio per schiarirsi le idee e cambiare aria lo allettava parecchio. Così decise di accettare.

- Se per te e gli altri non è un problema… Penso che sia a me che a Saru farebbe davvero piacere andare a Kyoto…! - esclamò, una punta di timidezza ad animare le sue parole. Vide Taiyou sorridere, un sorriso a trentadue denti, ed urlargli subito un “ma certo che non siete un fastidio!”, per poi riprendere a picchiettare con le dita lo schermo del cellulare. - Rispondo a Yuuichi e lo informo che venite anche voi, poi torniamo a casa, mh? -.

Rune Junior annuì felice. Ok, forse “felice” non era proprio il termine adatto perché l’amico di Kyousuke era infortunato, il che non era una cosa positiva, ma era sicuro che Saru sarebbe stato contento di fare un viaggio con lui e Taiyou. Magari avrebbero anche risolto la questione che li aveva portati a non parlarsi per due interi giorni,  chissà!, sta di fatto che Fei non vedeva l’ora di partire.

- Ok, fatto! - esclamò entusiasta Taiyou, spingendo all’indietro la sedia sulla quale stava seduto ed alzandosi velocemente. - Torniamo a casa? -

- Va bene - disse Fei, alzandosi a sua volta, pronto a dare la notizia del viaggio a Saryuu.

♫  

Era ormai arrivata l’ora di cena quando il ragazzo dai capelli verdi salutò l’amico davanti a casa sua, aprendo il cancelletto mentre lo vedeva allontanarsi e svoltare l’angolo. Gli aveva raccomandato di inviargli un messaggio appena arrivato a casa, ormai era buio e voleva stare sicuro che Taiyou arrivasse sano e salvo. (*)

Percorse il sentiero piastrellato che lo separava dalla porta di casa, bloccandosi davanti a quest’ultima ed estraendo dalla tasca dei pantaloni un piccolo mazzo di chiavi. Con lentezza infilò la chiava nella toppa ed aprì, entrando finalmente in casa, pronunciando la solita formula di cortesia “tadaima”. Immediatamente vide sua madre sbucare dalla porta della cucina ed accoglierlo calorosamente.

- Neh Fei, la cena è pronta! Vai a lavarti, dai! - esclamò la donna, i lunghi capelli castani che volteggiavano leggeri assieme a lei.

Il ragazzo sorrise, lasciando la borsa scolastica all’entrata e dirigendosi in bagno per lavarsi e darsi una rinfrescata. Stava arrivando l’autunno, eppure le temperature a Tokyo erano ancora piuttosto alte.

Corse in cucina e si sedette al proprio posto a tavola, notando che Saru e Asurei non erano ancora scesi. Probabilmente ognuno era nella propria camera. Neanche a pensarci, Kinako li richiamò ed in men che non si dica i due erano già seduti a tavola, l’albino accanto a Fei e l’altro accanto alla propria moglie.

La cena si svolse regolarmente, tutti e quattro raccontarono la loro giornata e Fei annunciò ai genitori che Taiyou e i fratelli Tsurugi l’avevano “invitato” a Kyoto. Spiegò la faccenda, come il coinquilino di Kyousuke si fosse fatto male e i due coniugi, sebbene leggermente perplessi, non si fecero troppi problemi. La Nanobana aveva imposto al marito la regola del “dai fiducia a tuo figlio o ti metto l’insetticida nel ramen”.

Con la coda dell’occhio Fei osservava le reazioni di Saru ad ogni sua singola parola, arrivando a chiedersi se l’albino avesse capito o no che l’invito a Kyoto era rivolto anche a lui. Un fatto in particolare lo colpì, colmandolo di dubbi - come sempre -: quando suo padre si mise a parlottare con sua madre di un’azienda in particolare con la quale aveva progettato un enorme affare, Saryuu per poco non si strozzò col cibo. Rune Junior prese a tirargli pacche sulla schiena per aiutarlo a tornare a respirare, sotto lo sguardo preoccupato dei genitori.

- Tutto bene? - chiese, dimenticando per un attimo il loro complice mutismo. Saru prese un gran respiro, cercando di regolarizzarlo al meglio: - S-Sì, tutto bene -.

Cadde il silenzio e Fei tornò ai suoi costanti pensieri. Sua madre prese la parola, iniziando a parlare di fiori e piante col marito impegnato a versare del riso nel proprio piatto. Rune Junior non riusciva proprio a partecipare alla conversazione, troppo preso dai suoi pensieri e da Saru che, intanto, mangiava silenziosamente. Si fece coraggio e, improvvisamente voglioso di attenzioni, fece scivolare sotto al tavolo la propria mano su quella del suo ragazzo. L’albino lo guardò perplesso e leggermente imbarazzato, e in risposta Fei sorrise timidamente. Voleva tornare a parlare con lui, ma ancora non si sentiva sicuro di quella scelta, per cui decise di non proferir parola e di accontentarsi del gesto appena compiuto.

 

“Sono arrivato a casa! Allora, tu e Saru venite a Kyoto? :)”

“Ancora non lo so… Domani avrai conferma. ^^” Buonanotte, Taiyou.”

“ Va bene, va bene! ‘Notte FeiFei. <3”

 

 

 

 

 


(*) Nella mia mappa mentale (?), il palazzo della ditta di Asurei si colloca a separare la casa della famiglia Rune da quella di Taiyou e Yuuichi, ovviamente a diversi quartieri di distanza l'una dall'altra. Considerando che Tokyo è enorme, Taiyou ci mette un bel po' ad arrivare a casa sua dopo essere passato da Fei. Giusto per precisare, neh. c:

 - Mari’s corner -

Macciao amori di mamma (?), dovete essermi grati perché il capitolo non è così ritardatario, AMATEMI- Uhm, magari qualcuno di voi sarà perplesso perché maybe è un capitolo piuttosto inutile, ma no, questo non è il termine adatto!, è un capitolo di passaggio. Ed è più corto dei precedenti perché altrimenti sarebbero uscite come minimo dieci pagine e diciamo che magari nope eh. Dunque dunque, immagino già le vostre espressioni alla WTF mentre leggevate, ma io mi diverto con la TaiFei friend!ship quindi levatevi perché posso scrivere su di loro e nessuno mi dirà niente di male, spero, AH-AH!

Il viaggio a Kyoto mi è balenato in testa per qualche giorno dopo aver pensato al momento fluff tra i piccini best friends forever (cosa-) per cui niente (?), secondo voi Saru accetterà di andare da Kyou-chan e dal suo misterioso coinquilino? Lo saprete nel prossimo capitolo, che è ancora da scrivere e penso ci metterò un po’ perché devo documentarmi su alcune cosette in Giappone per la trama di questa fiction, quindi per ora chapate questo capitolo e ci rivediamo al prossimo. No, per ora non ho intenzione di rivelare l’identità del pg che vive con Kyousuke, fate tutte le ipotesi che volete! E recensite, neh. <3

- shinkin. c: 

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