This isn't real.

di Emilyyyy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** capitolo 1. ***


Era una calda giornata d'estate, e io decisi di fare una doccia in spiaggia. Fu una pessima idea.

                                                                                        ***

Vado con la mia migliore amica, Mary. Lei è diversa da me, io sono magra, lei no; io sono alta, lei no; io ho sofferto di depressione… lei no. Alle docce delle ragazze c’era lui: Chad.
Chad è il figlio di una cara amica di mia madre. Mia madre è una famosa attrice, mio padre, invece, è un ingegnere. Io ho gli occhi di papà: castani, alla luce dorati, ma ho il naso e la bocca di mamma, un naso lungo (ma non troppo) e dritto, e una bocca rosea con il labbro inferiore un po’ più pieno del superiore. Ritornando a Chad; lui è il cocco della mamma, ma senza di lei si trasforma. Avete presente Hulk? Ecco. Peggio. Molto peggio. Riuscirebbe a mettere k.o. chiunque. Io non ci ho mai provato e mai lo farò. Ho sentito dire che un giorno dello scorso anno lui fu preso in giro da una bambina di cinque o sei anni e le spezzò il collo. A pensarci mi vengono i brividi. Come può un ragazzo di soli sedici anni mandare in coma una bambina? Non lo so, e non voglio saperlo. Lui ha la ferocia di suo padre. La madre sembra così buona e gentile, ma è una dannatissima perfettina del cazzo. Fa sempre la ‘so tutto io’, non è affatto gentile.
Cerco di allontanarmi da lui e svoltare senza guardarlo ma mentre abbasso lo sguardo lui mi chiama.
- SCARLEEEEEEEETT! – sembra ubriaco – cavolo se quella ragazza è magra! Per caso sei bulimica? – scoppia a ridere insieme a due suoi amici. Lui lo sa, e il fatto che lo abbia reso pubblico davanti a tutti mi fa infuriare, tanto da sferrargli un pugno in faccia. Non mi pento di averlo fatto. Ma dopo qualche secondo si. Mi afferra per le spalle e me le schiaccia facendomi sentire piccola, lo sono. Lo sono ma non voglio pensarci.
- Come ti sei permessa… - quasi ringhia, ha la faccia così vicina alla mia che riesco a sentire il suo alito di birra. Si, è ubriaco.
- Tu, eri mio amico. Hai divulgato il mio problema, non dovevi. – dico debolmente.
Mi lascia andare e cado a terra. Mary mi auta ad alzarmi anche se non c’è bisogno. Chad si strofina gli occhi.
- Scusa… non volevo, davvero, solo… che non so cosa mi sia preso… - continua a strofinarli come se non riuscisse più ad aprirli. Mi avvicino a lui e gli accarezzo la spalla.
 – non...non fa niente – lo lascio e giro nel corridoio delle docce. Lì ci sono delle mie amiche: Mayra, Sherley, Faith, Alexia, Ariana, Lauren e altre. Mi guardano e mi abbracciono con un volto compassionevole. Sono peggiorata. Lo so.

                                                                                         ***

Entro nella doccia con  il mio costume nero con disegnati schizzi di sangue. E’ il mio preferito. La doccia è talmente grande che ci entrano più di due persone, ma voglio entrarci da sola. Per ogni doccetta c’è una porta opaca. Apro la doccia, mi lego i capelli biondi e castani in una piccola cipolla lasciando cadere sulle spalle alcune ciocche ribelli. Guardo il mio riflesso sulle piastrelle di marmo che luccicano. Sono magra, alta, eppure non sono così bella. Per questo ho bisogno di una risposta. Tolgo lo sguardo dal muro e lo poso sui miei polsi. Polsi pieni di tagli che in estate non si possono nascondere, ma in inverno si, mettendo maglioni larghi e maniche lunghe fino alla punta delle dita. Mi accascio a terra a singhiozzare. Con il rumore dell’acqua fredda che scorre sulla mia pelle calda, non riesco a sentirmi. Rimango a terra per qualche minuto e quando alzo di nuovo lo sguardo sul marmo vedo il mio viso rigato di lacrime color mascara, cerco di togliere il nero dagli occhi ma peggioro solo le cose. La porta si apre ed entra Mayra, con i capelli neri e ricci lunghi fino alla schiena, sono zuppi, segno che ha appena finito di farsi la doccia. Ha un sorriso stampato sulla faccia, ma quel sorriso se ne va appena mi vede a terra. Corre verso di me e mi aiuta ad alzarmi, ho le gambe che tremano. Sono debole. Mi abbraccia e io ricambio stritolandola e nascondendo il viso nello spazio tra il collo e la spalla.

                                                                                       ***

Quando esco dalla doccia con Mayra che mi tiene una mano sul fianco incontro colui che avevo visto già una volta ad una delle tante cene dei miei genitori. Non so il suo nome. E’ bello. Molto. Una risata nervosa mi nasce in gola e mi scappa dalla bocca. Imbarazzante. Tutte le mie amiche mi guardano con espressione assente. Lui si incammina nella mia direzione. Mi batte forte il cuore, tanto forte da poterne sentire i battiti… uno, due, tre, quattro… quattro battiti e lui si avvicina. I nostri occhi si incontrano per un momento, un momento dopo lui distoglie lo sguardo e sorride al ragazzo dietro di me, lo conosco, si chiama Dylan. All’inizio mi dimentico delle guance rigate di nero, degli occhi gonfi per il pianto, della mia magrezza, dei tagli sui polsi che non sanguinano ormai da tempo. Poi sento una fitta improvvisa allo stomaco, una fitta così dolorosa da farmi accasciare a terra e annebbiarmi la vista. Mi manca il respiro, boccheggio. Ho solo qualche ricordo sfocato. Mayra che grida e scoppia in lacrime, Mary corre verso di me ma viene bloccata da Dylan che cerca di calmarla e le altre con le mani portate alla bocca come per trattenere un urlo. Poi qualcuno di forte mi mette un braccio sotto le ascelle e uno sotto le ginocchia. Mi tiene in braccio, è alto, muscoloso. Giro la testa per guardarlo in faccia. E’ lui. Il ragazzo bello. Poi ricordo un suono, la sirena di un ambulanza. Poi il  vuoto.
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2. ***



Mi risveglio in un letto con lenzuola bianche, cuscino bianco, e indosso un camice anch'esso bianco. Sono in una stanza vuota molto illuminata, non dal sole, ma dal neon sul soffitto che mi acceca. Alla mia destra c'è un computer a scatola che emette un BIP credo ogni secondo. Sono ancora un pò confusa, cerco di mettermi seduta ma proprio mentre sto per alzarmi noto un ago nell'incavo del gomito, bloccato con un cerotto, che porta ad una sacca appesa sopra la mia testa. Sono in un ospedale. La porta si apre ed entra un'infermiera con un camice bianco e con in mano una cartella, dietro di lei spuntano i miei genitori che mi vengono incontro a passo svelto.
- Oh dio santissimo, grazie, tesoro stai bene...- dice la mamma con voce tremante.
- Scarlett come stai?-
Non li penso. In effetti sto guardando fuori la finestra che porta al corridoio. Ci sono tutte le mie amiche, ma c'è anche lui insieme a Dylan. I nostri sguardi si incontrano ancora una volta, ma non è per un momento... iniziamo a fissarci, sembriamo due bambini che giocano a chi chiude per primo gli occhi, saranno due minuti, credo, alla fine faccio un cenno con la testa come per dirgli 'grazie' o 'hai fatto la cosa giusta'. Lui risponde al cenno ripetendolo. Il mio cuore inizia ad accelerare e la macchina che emette il BIP va allo stesso ritmo. I miei genitori iniziano ad allarmarsi chiedendo all'infermiera cosa stesse succedendo, anche perchè ho un espressione abbastanza serena, ma lei riece a tranqullizzarli capendo che è per un'altra cosa...ma non lo dice...mi guarda e mi fa un occhiolino e io sorrido.
                                                                         ***
Sono rimasta in ospedale tutto il giorno e finalmente sono ritornata a casa, di sera, ma sono ritornata. Il dottore ha detto che ho avuto un piccolo attacco di tachicardia e la fitta allo stomaco è stata causata da un indigestione forte. Ho smesso di vomitare da giorni, perchè ho capito finalmente che non mi sarebbe servito a nulla ma il mio stomaco si deve ancora abituare al cibo. Adesso sono nel mio letto a cercare di addormentarmi ma non ci riesco, lo stomaco mi brontola. Ho fame..cosa molto strana. Fa caldo quindi ho solo una maglia lunga fino alle cosce. Ho le gambe e i piedi nudi e cammino scalza sentendo sotto di me il pavimento freddo. Scendo le scale molto silenziosamente per non svegliare i miei che dormono e arrivo alla cucina. Mi appoggio alla cornice della porta e guardo attentamente mio padre che rovista nel frigorifero. E' così concentrato a svuotare il frigo che ancora non si è accorto di me.
- Psssh..! - cerco di attirare la sua attenzione ma niente, non mi sente e non mi vede - Heii!- dico a voce più alta, ed ecco che si accorge di me e va a sbattere la testa contro la porta del frigo. Li' inizio a ridere come una matta. Inizia a ridere anche lui, e finisce che ridiamo insieme. Gli vado incontro e appoggio un braccio sulla sua spalla mentre guardiamo in silenzio il frigorifero aperto che illumina il cibo, fino a quando..
- Scar.. che ne dici di svaligiarlo?- dice a voce bassa. Mi ritrovo ad annuire senza rendermene conto. Ho davvero tanta fame.
- Aspetta ma non, non lo stavi già facendo..?- chiedo ironica.
- ha-ha divertente... - ironizza -..ehi, però non dirlo alla mamma.- dice puntandomi il dito contro mentre io faccio segno di chiudere la bocca.
Rimango sveglia fino a tardi con mio padre e stranamente..mi risveglio molto presto.
                                                                      ***
Sono sveglia ma dormo, non elaboro facilmente ciò che vedo, ecco. Squilla il cellulare, è Mary.
- Maary -
- Scarlett, come stai? Ti senti meglio?- è come nervosa...
- Si sto...sto molto meglio, ma cos'è successo?-
- Scar.. puoi venire da me? E' urgente..-
- Certo arrivo subito.- detto questo la telefonata finisce.
Mi lavo, metto un pantaloncino di jeans e una canotta che lascia scoperta la schiena, mi lego i capelli in una coda e mi trucco un po'. Metto le converse nere e prendo le chiavi della macchina. Ho sedici anni e ho la patente, eh giá. Appena esco di casa trovo due o tre fotografi pronti a scattare foto e disturbare la privacy delle persone. Corro subito verso la macchina che è parcheggiata di fronte casa. Metto in moto e in meno di cinque minuti arrivo a destinazione. Trovo Mary già sulla soglia della porta con il fiatone. - ti ho vista arrivare... Dai entra - Entro in casa e le trovo tutte lì, tutte le mie amiche.
- Cosa...dovevi esattamente dirmi?- dico sedendomi lentamente su una sedia.
- Scar, ricordi ieri in spiaggia quando è successo l'inconveniente?-
-Quale dei due?- 
-Quando Logan ti ha presa in braccio..- dice alzando gli occhi al cielo. Logan, ecco come si chiama. Annuisco leggermente. 
- Ecco tu hai fatto una promessa...-
- ...niente più ragazzi- finisco io con un sospiro - arriva al dunque!!-
- Okay.. Quando Logan ti ha portata all'ambulanza, è arrivato Chad... E gli ha dato un pugno.- rimango a bocca aperta a queste parole.
- cosa?! - sbotto.
- si e quando hanno avvisato la madre di Chad, lui si è giustificato dicendo che...-
- Che..?!-
- Che è il tuo ragazzo.. E che ha avuto un attacco di gelosia-
- Cosa?!- sbotto.
- Hai sentito bene...-
- E Logan? Lui che ha fatto?- ma non ho una risposta perchè..
- Scusate..- ..si intromette Sherley - mi sa che Scar ha una cotta per qualcuno di nome Logan- dice sorridendo e inarcando le sopracciglia.
Divento rossa come un peperone, e tutte scoppiano a ridere.
- Vediiiii non puoi sfuggire all'amore!- grida Mayra. Annuisco tenendo lo sguardo basso.
- Sapete dove posso incontrarlo?- mi tappo subito la bocca, era una cosa che avevo pensato e non avevo intenzione di dirla.. che imbarazzo. Le altre ridono e alla fine rido anch'io.

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