Destiny's cross

di Jeade__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** 1- ***
Capitolo 3: *** 2- ***
Capitolo 4: *** 3- ***
Capitolo 5: *** 4- ***
Capitolo 6: *** 5- ***
Capitolo 7: *** 6- ***
Capitolo 8: *** 7- ***
Capitolo 9: *** 8- ***
Capitolo 10: *** 9- ***
Capitolo 11: *** 10- ***
Capitolo 12: *** 11- ***
Capitolo 13: *** 12- ***
Capitolo 14: *** 13- ***
Capitolo 15: *** 14- ***
Capitolo 16: *** 15- ***
Capitolo 17: *** 16- ***
Capitolo 18: *** 17- ***
Capitolo 19: *** 18- ***
Capitolo 20: *** 19- ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Prologue

-Gotta go my own way-

-Devo andare per la mia strada-
 

“ Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.

E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati! ”


 

Non voleva restare nemmeno un secondo di più in quella piccola città.
Se lo sentiva. Lo sapeva per certo. Il destino ci aveva messo lo zampino. In qualche modo era riuscita a completare gli studi.

 

Non era quel genere di persona a cui piaceva stare seduta ore ed ore a studiare.
Una delle poche cose che la faceva andare avanti, era sapere che alla fine della maturità se ne sarebbe andata via, letteralmente.

 

-So che mi avete accudita e seguita sin da quando io ne ho memoria. Siete stata come una madre per me, Rose. E ve ne ringrazio. - disse all'assistente sociale.- Ma qui,mi sento prigioniera. Succube del mio passato.-
 

La signora Rose Cheltenham, donna affidabile e pacata, sorrise a quelle parole indirizzando lo sguardo all'esile figura, che sedeva di fronte a lei.
Il suo piccolo ufficio, dalle pareti di un verdino alquanto triste era oramai un luogo conosciuto da Ysabel.

Rose, fece una completa radiografia della ragazza, prima di proferire parola.

Quel viso ovale, accoglieva due splendidi occhi da felino, di un marrone nocciola intenso. La carnagione olivastra metteva in risalto le sue piccole labbra rosate, mentre una cascata di capelli mori ricopriva la spalla destra, scendendo fino all'altezza del seno.
 

La donna abbassò lo sguardo, sospirando. Un ricordo felice si fece spazio nella sua mente.
Ricordò i tempi in cui, Ysabel scorrazzava per i corridoi dell'orfanotrofio. Quelle notti insonni, in cui la piccola bambina dai capelli mori, si rivolgeva ad ella dopo un brutto sogno, o durante una notte tempestosa, in cui i tuoni e i lampi incutevano timore e solitudine.



Sedici anni.

Eppure, sembrava essere passato così poco tempo.

 

-Cara, sono io che ringrazio te. La tua felicità è anche la mia. Lo sai.-

Rose, rivolse lo sguardo alla bambina, oramai donna, che le si proponeva davanti. Notò un velo di tristezza, mischiato a della speranza... forse anche a della felicità, negli occhi della giovine. Troppe emozioni per soli due occhi. Eppure, Ysabel in quel momento proponeva emozioni impossibili da poter esprimere uno alla volta.

-Sei stata come una figlia per me.- ammise la donna.

 

La signora Cheltenham, sentì i propri occhi inumidirsi, quando un sorriso comparve sulle piccole labbra a forma di cuore della ragazza.

-Comprendo pienamente, che tu voglia andartene.- continuò cercando di non far notare la piccola lacrima, che le stava scorrendo sulla guancia e che tolse immediatamente con il suo fazzolettino ricamato a mano. -Hai tutto il diritto di scoprire la tua storia. Ora che hai finito gli studi potrai andare via da Dublino, e andare a Londra. Giusto?-

-Si.- affermò con un tono di voce al quanto emozionato. -E' li che troverò mio fratello, Jawaad.-

-Oh, il piccolo Jawaad.- disse la donna ricordando i tempi in cui anche il fratello, faceva parte di quell'orfanotrofio.

Purtroppo il destino volle che i due fratelli presero strade differenti. Il piccolo Jawaad, lottò con tutte le sue forze -benché avesse solamente tre anni in più di lei ,capì la situazione immediatamente. Perchè lo stavano portando via dall'unica sua famiglia?

 Da lì, i due fratelli non si videro mai più. Presero strade diverse. Lui, andò ad abitare a Londra e non si seppero più sue notizie.


 

Sono passati sedici anni da allora.
E a quanto pare il destino della giovane Ysabel (ormai diciottenne), ha voluto condurla -finalmente- a conoscere il suo passato.

-Dopo dieci anni, ora che ho la completa responsabilità delle mie azioni, ho deciso di partire. Voglio scoprire perché sono finita qui.
Perché mi hanno divisa da mio fratello. E sapere chi erano i miei genitori.- la ragazza mora, sospirò.

Era da troppo che aspettava questo momento. Ed era più entusiasta che mai.

-Vedo che l'ambizione e il coraggio non molleranno mai la tua anima.- disse Rose alzandosi dalla sedia raggiungendo la ragazza. -Hai faticato tanto e sofferto troppo, ed ora potrai realizzare ciò per cui sei prediletta.-
 

Ysabel si alzò, avvicinandosi a quella donna che oramai era centro della sua vita. Un punto di riferimento.
L'unica amica. L'unica persona a cui teneva più della sua anima.

 

Improvvisamente gli occhi di entrambe le donne si inumidirono, e contemporaneamente le braccia dell'una e dell'altra si intrecciarono in un affettuoso e materno abbraccio.

-Sapevo che questo giorno sarebbe giunto presto. Pensavo di essere pronta mentalmente e fisicamente a dire addio all'unica creatura che abbia mai considerato come una vera e propria figlia...- disse Rose, con un nodo alla gola. Il bene che voleva a quella ragazza era troppo da descrivere. -non dimenticarti mai di me, tesoro.- disse prima di iniziare a piangere.
 

-Ti ricorderò per sempre....mamma.- a quel punto la voce strozzata dal pianto, di Ysabel si fece sentire.
 

Bensì fosse una semplice parola, di sole cinque lettere, essa seppe come aumentare la frequenza cardiaca della signora Rose, la quale di rimando strinse ancor di più tra le sue braccia quell'esile figura che la stava per lasciare.
 

E questa volta, per sempre.






_______________________

Jeade's point of view:


Eccomi qui dopo tanto tempo.
Mi dispiace di essere mancata per così tanti mesi...
Tutto quello che posso dire è che non ero ancora, psicologicamente pronta per tornare a scrivere.
Troppi problemi e pensieri...

Bando alle ciance!


Probabilmente molte di voi mi hanno abbandonata, prendendomi per morta o dispersa.

PERDONATEMI!


Detto ciò, spero che come inizio della storia vi sia piaciuto. So che non è molto su cui basarsi... forse nulla.
Questo è ovviamente il prologo, di quello che avverrà nei capitoli successivi.

Il "bello" e che dovrete essere voi, a scoprire i personaggi. Eh già!
Questo avverrà solamente nei primi capitoli,tranquille.
Ma di questo.. ve ne parlerò meglio la prossima volta.


Sperando di riuscire ad aggiornare presto.
......Anche se ciò dipende da voi hahah!



Basta, direi che ho già rotto le scatole abbastanza!


 vi voglio bene xx.

Jeade__

 

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Capitolo 2
*** 1- ***


Capitolo 1-

 

Fuck the love.

Fanculo l'amore.



-Sono a casa!- urlò.

-Come se non ti si sentisse già nell'aprire la porta..- urlò di rimando il fratello.
-Stai facendo iniezioni di insulina brother? No perché sei dolce quando mi saluti.- rispose con un tono alquanto sarcastico, lei.


Un sorriso divertito apparve sulle labbra carnose di lui, mentre si avvicinò ad abbracciare quella rompiscatole, lunatica e adorabile sorella che gli era capitata.

-Ma ciao sorella malvagia, ma lo sai che ti voglio tanto bene?- le ricordò stritolandola in un abbraccio più vendicativo, che amorevole.
-Se volevi uccidermi potevi farlo benissimo alla mia nascita, ma NON OGGI!- rise lei cercando di liberarsi e precisando il “non”.
-Perché mai di grazia?- chiese lui lasciandola, finalmente, libera.

La scrutò, cercando di capire che cosa nascondessero quegli occhi furbi.

Sembravano proprio quelli di un felino.

 

Una volpe. Una volpe dai capelli castano ramato, e dalla pelle candida ricoperta da un'impercettibile manciata di miliardi di lentiggini.

 

-Beh, perché oggi..-
-oggi..?- cercò di incitarla il fratello, leggermente curioso.
-esco.- rispose lei cercando di deviare gli occhi di lui.

- e?... con chi?- sorrise maliziosamente.
-con un ragazzo.- disse lei non nonchalance.

Le mani del fratello si rinchiusero in due pugni.
-E questo ragazzo ha un nome? Lo conosco?- sibilò a denti stretti.


-Non vedo come te ne dovrebbe importare.- sibilò lei, alquanto infastidita da lui. Come si permetteva?
Erano cazzi suoi, la sua vita privata! Lui non c'entrava nulla!


La reazione del fratello, non tardò di certo.
Iniziò ad irritarsi a quelle parole taglienti.

Ma lei lo sapeva. Lo sapeva benissimo che questa , non era la risposta che lui si aspettava.
Non era mai corso buon sangue tra gli spasimanti della sorella e il fratello eccessivamente protettivo.

-Un altro ragazzo? Stiamo scherzando? Sarà il quinto questa settimana! Ma che ti sta saltando per la mente?!- il volto del fratello si era ormai tramutato in un cipiglio, e lo sguardo era di fuoco.

C'era rabbia, delusione all'interno dei suoi occhi.

-Perché te la prendi tanto? Sono fatti miei come, perché, quando, dove e quanti ragazzi voglio frequentare.
Tu, non c'entri nulla.- disse lei irritata sdraiandosi sul divano, posando i piedi sul tavolino in mogano, sottostante.

-C'entro e come! Sono tuo fratello maggiore, per la miseria!  Ma tanto a te non te ne importa niente, no? Sai che ti dico? Che le persone penseranno che sei una troia! Una a cui no frega niente degli altri, una che usa la gente per poi gettarla. Sei un ipocrita!- Il fratello la raggiunse piazzandosi davanti ai suoi occhi, furioso.

Non le aveva mai detto quelle cose. Eppure, era da troppo che stava in silenzio. Era o no il fratello maggiore? Pretendeva del rispetto no?

 

-Quello che pensa la gente o che pensi tu, Liam?- disse lei bloccando il suo sguardo sulla figura del fratello, mutando il tono di voce, che si alzò di qualche decibel.
-Non ti sto dando della troia, ma dell'incosciente!- si difese lui, cercando di mantenere la calma. -Ti useranno e poi? Cosa rimarrà?-

Sul volto di lei apparve, un sorriso compiaciuto mentre incrociava le braccia al petto -Ovviamente,il piacere di una bella scopa..-

-Scarlett!- urlò esasperato Liam.
-sai che ti dico Liam? Tu fai la parte del romantico depresso. Io di quella che si sta godendo la vita secondo per secondo.- disse alzandosi dal divano, per dirigersi all'attaccapanni e recuperare un giacchetto nero in pelle.-Non starò di certo lì, ferma come te nell'attesa che mi venga ad aprire alla porta il principe azzurro a cavallo!- disse dopo aver indossato il capo e aver recuperato le chiavi di qualche mezzo.

-d-dove vai?- chiese lui ,titubante.
-via. Non vedo come tu, possa stare con un ipocrita in casa.-
-Andiamo Scarlett, non dire sciocchezze..- disse lui cercando di convincerla a rimanere. Non poteva perdere anche lei.
-Vaffanculo Liam.-

E detto questo sbattè la porta con violenza uscendo.
Chissà dove sarebbe andata.. gli vennero i brividi solo a pensare che potesse essere in compagnia di quel beota, di Dave.

 

Non era possibile.
Perché non la finiva di recitare la parte della dura e non ritrovava se stessa?

Liam rimase davanti alla porta, dopo che venne chiusa da sua sorella.
Vi si appoggiò, scivolando fino a toccare il pavimento bianco lucido.

Perché doveva fare la parte dell'uomo di casa assillante?
Forse perché il ruolo di uomo principale della famiglia, aveva deciso di lasciare l'intera scena per andare con un'altra donna.
E magari lasciando tutto. Tutto quello che aveva costruito.

Una lacrima, una fottutissima lacrima scese per la guancia di quel ragazzo dal cuore enorme.
Un cuore che aveva bisogno di amore.

Un cuore che doveva tener carico anche dei problemi degli altri.
Eppure.. non c'era nessuno che si occupava dei suoi problemi.

Perché non poteva essere tutto più semplice?
Non era semplice. Niente è semplice.

Un brivido gli passò lungo la schiena quando, mettendo la mano all'interno della tasca della sua felpa, trovò un oggetto che conosceva perfettamente.

Anche se piccolo, era unico punto di conforto per lui.  Unico punto di sfogo.

Fece scivolare la punta della lama sulla pelle calda all'estremità inferiore della mano.

Cosa stai facendo Liam? Avevi smesso. Smettila. Fermati.

 

Non amerò mai più come ho amato lei. Fanculo a lei, Fanculo all'amore.”




 

 

<>

 

Era il suo primo volo. Era tutto così emozionante.

Prese posto al sedile 26 corsia A. Biglietto, passaporto e documenti ancora in mano. Dalla fibrillazione s'era dimenticata di riporli nell'apposito taschino della valigia.
Guardò al di fuori dell'oblò. L'intero paesaggio artificiale dell'aeroporto di Dublino, scorreva sempre più velocemente ai suoi occhi.


Se ne stava andando. Finalmente.

Probabilmente l'emozione della partenza, la paura del volo, l'emozione del primo viaggio da sola e della miriade di domande a cui non sapeva se dare risposta, portarono Ysabel a trovare pace, nel sonno.

Il viaggio sarebbe durato almeno due ore belle e buone. Aveva tutto il tempo di concedersi un meritato riposo.


-Scusa?-

o almeno.. ci provò.


_____

Jeade's point of view:

Ehi dolcezze! Wow, non pensavo che dopo tanto che non scrivevo ricevessi così tanta attenzione, da parte vostra.
Più di 36 visite e anche se era solo il prologo, (parlando ovviamente della prima pubblicazione) la recensione ricevuta da
Rery

Grazie mille tesoro :)

Bene, passiamo al capitolo. Se notate, si stanno unendo due storie diverse, ed era quello che intendevo nel prologo.

Troviamo, Liam (eh già, proprio il nostro Liam) e la sua esuberante sorella, Scarlett. Un vero e proprio peperino.
E infine vediamo la nostra Ysabel, alle prese con un'avventura che le cambierà la vita. Cosa le terrà in serbo questa nuova città?

Spero che abbiate già un idea sui personaggi che sto elencando, anche se siamo solo all'inzio.

Recensite, facendomi sapere la vostra opinione.
Secondo voi chi è che sveglia Ysabel, mentre stava per prendere sonno?

Un abbraccio, Jeade__


 

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Capitolo 3
*** 2- ***


2 Capitolo-

 

-This is my life, not your.-

 

            
Era tornata a casa da solo pochi minuti dal lavoro e si era dedicata a sistemare al meglio quel piccolo, ma semplice abitacolo nei pressi della periferia di Londra.


Adagiò delicatamente la borsa sul grande tavolo in legno nella piccola sala da pranzo, e si diresse in cucina.
In ogni ambito della sua vita, era una persona posata, equilibrata, e ragionevolmente brillante. Ed è inutile dire che gli studi, finirono in grande bellezza. Prese il massimo dei voti. Terminò con successo, il suo primissimo ruolo nel mondo dell'istituzione, come rappresentate d'istituto, diretto per tre anni consecutivi.
Tipica ragazza posata, gentile e servizievole.

I suoi genitori, due noti miliardari londinesi, disposti a mostrare il loro bene materiale donandolo alla loro unica primogenita.
Non che a Margot, dispiacesse tutto questo. Ma non era una tipa vanesia, ecco perché se n'era andata da quel clima troppo altezzoso che le donava la famiglia.

Ora era indipendente, benché i genitori le inviassero una bella somma ogni mese, si era sistemata bene anche da sola.
Purtroppo, i genitori non entusiasti della sua sistemazione, costrinsero la quasi diciannovenne, Margot, a mentire sul suo conto.

Loro, non sapevano che stava trascorrendo i suoi anni più belli in una piccola casetta rustica insieme alla sua nubile amica. E non sapevano nemmeno che aveva distrutto il modulo di iscrizione per la nota università di Yale, comprato dal padre in persona. E non sapevano nemmeno, che stava lavorando come cameriera in un piccolo bar all'angolo della strada NewDaily, accanto casa sua. Una ragazza, con miliardi di dollari da poter ereditare, trovarsi a fare un lavoro come cameriera? Non gliel'avrebbero mai permesso.

Per loro, Margot era la tipica ragazza, che amava immergersi in vasche piene di soldi, andare a fare shopping ogni giorno e scorrazzare per le vie più chic di Londra, con la sua Jaguar nera laccata.

No.

Margot amava la vita di campagna, amava passare le serate a divorare libri, avvolta nella sua calda coperta di pail sorseggiando tea alla cannella. Era una tipa disponibile, sempre pronta ad aiutare il prossimo.

Praticamente, la ragazza della porta accanto. Ragazza che non voleva essere giudicata in base al suo stato monetario, ma per quella che era veramente.

Un tipo peperino -uno dei geni, sicuramente ereditati dalla madre-. Non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa a nessuno.
La determinazione era dalla sua parte.

-Marghe? -

La ragazza si voltò mentre era presa nei preparativi del suo famosissimo tea alla cannella.

-Si?-
-Sei tornata tardi oggi. Doppio turno?- disse la ragazza mora che la guardava da dietro il cornicione della porta.
-Magari... mi hanno chiesto se potevo sostituire tre turni consecutivi, così mi avrebbero detratto ore i prossimi giorni.- rispose la diretta interessata appoggiandosi accanto al lavandino, stropicciandosi, gli occhi. Segno di pura stanchezza.

 

-povera la mia Marghe- disse l'amica avvicinandosi e circondandola in un abbraccio affettuoso.-So io quello che ti serve..- disse staccandosi per poi posare le mani sulle sue spalle e guardandola negli occhi.

Margot osservò quel viso tondo che accoglieva due occhioni color cioccolato e un sorriso mozzafiato.
Era bellissima. Quei capelli lunghi ondulati e castani le delineavano il volto, risaltando la vivacità dei suoi occhi.

-e sentiamo cosa sarebbe?- chiese l'amica divertita.
-una bella giornata insieme. Niente faccende, niente lavoro, niente volontariato. Solo tu ed io, una bella passeggiata sul lungo mare, foto, sclero e divertimento! Che ne dici?- chiese l'altra, entusiasta.

Apparvero dei sorrisi sulle labbra di entrambe e le braccia dell'una e dell'altra non tardarono ad intrecciarsi.

-Oddio Emma, ne avrei proprio bisogno! Ma quando?-
-Io direi che domani mattina potremmo già partire, ho già visto le previsioni e un tempo così bello domani non si ripeterà... quindi.. dobbiamo affrettarci!-

Una risata avvolse l'aria di quella piccola casetta.

Era bello poter condividere questi momenti insieme. Sapere che non si è mai da sole.
Sapere che c'è sempre qualcuno su cui contare.

Ecco, quella era amicizia.
Emma e Margot si conoscevano oramai da anni. Frequentarono le medie e le superiori insieme, e adesso sono più unite che mai.
Si sono sempre sostenute a vicenda.
Certo, qualche litigio di tanto in tanto poteva avvenire, ma non ci sarebbe stato nulla che questa amicizia non poteva superare, se non insieme.

 

 

 

 

-E' libero questo posto?-

Ysabel si girò di scatto al suono di quella sconosciuta voce. Alla sua destra vi era una ragazza, ne troppo alta ne troppo bassa. Una via di mezzo.

Aveva una carnagione chiara, che le evidenziava gli occhi color ghiaccio, che al contrario della gamma di colore a cui appartenevano, risultavano vivaci e caldi. La chioma era apparentemente liscia e di un biondo cenere, sistemata in una treccia improvvisata.

-Oh, si certo.- rispose Ysabel con uno dei suoi miglior sorrisi.

-Grazie mille, ero andata al bagno, ma appena ho raggiunto il mio posto un maleducato ha ben pensato di fregarmelo.- disse con aria seccata.
-oh, che cafone.-

-e non è tutto! Ci sta pure schioccando un pisolino!- spiegò questa volta, accennando un sorriso divertito che contagiò immediatamente la ragazza mora alla sua sinistra.


-parliamo di maleducazione ed io non mi sono ancora presentata, che sbadata! Piacere, Havanna- disse lei porgendo alla nuova compagna di viaggio, la mano.
-Non preoccuparti, piacere Ysabel.-
-che nome particolare! Sei straniera?-
-No, sono nata a Dublino.- spiegò la diretta interessata.
-Anche io! E ora, come mai vai a Londra?- chiese Havanna con un accenno di curiosità.
-Ho appena finito gli studi e ora voglio aprire i miei orizzonti e vedere cosa ha da offrirmi questa città.-

La nuova amica la guardò sorridente, ascoltando interessata -Che coincidenza, anche io ho appena finito gli studi a Dublino. Ho deciso di frequentare il liceo lì, ma ogni tanto torno a Londra dall'altra parte della famiglia.-

-L'altra parte?- chiese Ysabel, non comprendendo.

-Si, ho una famiglia alquanto numerosa. I miei, hanno divorziato quando ero piccola. Ma mantengo i contatti con entrambi. Solo che la famiglia di mia madre abita in Irlanda, quindi resto con lei durante l'anno scolastico, facendo qualche tappa a Londra per le feste, e in estate.. infatti.. eccomi qui!- disse lei sorridendo.

Ad Ysabel piacque subito, Havanna. La trovava una tipa solare, estroversa e inoltre era molto carina sia d'aspetto che d'animo.

-Quindi tu hai, un fratello maggiore e quattro sorelle, che abitano a Londra con tuo padre?- chiese Ysabel alquanto sconvolta dal numero dei familiari.
-Beh si, in realtà mio padre è sempre in viaggio e molto spesso lascia le sorelle dai miei nonni oppure le porta con se. Infatti, escludendo le feste io sono sempre a casa da sola con il mio fratellone.-
-Che bello deve essere avere così tanti fratelli- disse Ysabel più a se stessa, che alla sua nuova amica.

-Già, non te l'ho chiesto! Ma tu sei figlia unica?-

 

Il gelo.

 

Tutta quella disinvoltura che aveva acquistato parlando con Havanna, svanì immediatamente.

E adesso?

Non voleva fare la parte della piccola orfanella smarrita.
Se c'era una cosa che l'aveva spinta ad andarsene dalla sua città natale, è stata anche la decisione di cambiare stile di vita.

 

Avrebbe finto.
Solamente recitato, ma per una buona causa.

Avrebbe, comunque, intrapreso le ricerche di suo fratello.
Senza andare nell'occhio.

 

-Si, sono figlia unica.- disse lei sicura. O quasi.


 

Leggete,please E' IMPORTANTE!


Jeade's point of view:

Hey hey hey eccomi qui!

Prima di parlare del capitolo, volevo ringraziare due ragazze : Rery e Red_Bow  , che mi stanno aiutando con la storia.
Grazie ragazze, siete fantastiche!

Bene, parliamo del capitolo.
Avete visto? Ho introdotto un'altra storia nella storia! Wuoho! (?)
Margot ed Emma. Due tipe inseparabili, no?
E poi, abbiamo scoperto chi era la voce sconosciuta del capitolo precedente! Ve lo aspettavate?
Havanna, anche lei nuovo personaggio. Che ne pensate? Avete un giudizio sul suo conto? Fatemi sapere!
Ed infine la nostra Ysabel, che alla fine del capitolo prende una grande decisione.

Dopo avervi rotto un pò le scatole, chiudo il discorso.
Un abbraccio, vi prego recensite e RISPONDETE!!  ;)

Jeade__




 

 

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Capitolo 4
*** 3- ***


3 Capitolo-
 

                                             

                                           

-This is just the beginning-

Questo è solo l'inizio.

 

 

Da Dave non ci sarei andata. Mi sarei inventata una scusa. Quel morto di figa avrebbe atteso.
Non sono il giocattolo di nessuno, se voglio stare con un ragazzo per una notte è una mia decisione.

Di certo, Liam non avrebbe capito.
No, lui era più tipo da “amore eterno”.
Non sa nemmeno cosa voglia dire “una botta e via”.

I pensieri di Scarlett continuavano a propagare, vaghi in quella sera estiva.



Toccò le tasche del suo giacchetto in pelle e vi trovò un pacchetto di Marlboro rosse.
Prese l'accendino nella tasca opposta e se ne accese una.

 

Non era di sua consueta abitudine fumare, ma nei momenti di nervosismo o di ansia era la cosa migliore.

La rilassava.

Lasciò che una scia densa, grigiastra di fumo, le uscisse dalle sue labbra sottili, facendola scorrere lentamente per poi immergersi in quella tiepida sera di giugno.

Continuò la sua passeggiata, fino a quando non raggiunse un parco non molto distante da casa sua.


Abitava con suo fratello oramai da quando lui, compì diciott'anni.
Lei, sorella minore di soli due anni, decise di seguire le tracce del fratello, andandosene definitivamente via di casa.

 

Erano cresciuti da soli in questi ultimi anni. Senza più una figura materna, ed un padre completamente assente, l'appoggio di un adulto non era più ricercato dai due.


Per entrambi non fu facile proseguire una vita “tra le righe”.

Era come se il destino di entrambi i fratelli, fosse stato deviato.
Come se non fosse più naturale essere se stessi.
Come se tutto quello che ti eri costruito, lo dovessi vedere bruciare. Senza poter fare altrimenti.

 

Scarlett, si sedette su una delle panchine in legno del parco. Osservò la sigaretta che teneva tra le dita della mano destra.


Perché?
Perché, rovinarsi così?
Perché non poteva semplicemente essere se stessa?

Ritornare come una volta. Eppure, ogni tentativo sembrava un salto di una centinaia di metri.
Non voleva saltare. Cosa ci sarebbe stato in fondo ad attenderla?


Se avesse trovato il vuoto?
“Oramai la mia vita è vuota.” pensò.

 

Faceva paura. Troppa paura.

Aveva perso se stessa.
Non aveva uno scopo nella vita.

Da quando sua madre l'aveva lasciata, e suo padre se n'era andato, aveva perso ogni suo obbiettivo.


Aveva chiuso tutte le amicizie. Qualsiasi contatto col mondo esterno.
Tranne, ovviamente, il piacere del sesso.


"Amore. Che insulsa parola."

L'amore. L'amore è un empatia. Un'empatia che c'è tra due persone e che sfocia in qualcosa di più.

Perché era così difficile crederci?
Perché probabilmente, oltre che essere un sentimento inutile... fa paura?

“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto.
Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
"

Una lacrima. Una stupidissima lacrima bagnò il viso dalla pelle candida, di Scarlett.


No. Non ci avrebbe mai creduto. Mai più.
Non avrebbe mai atteso.

Non avrebbe mai amato.

 

 

Ad un tratto, sentì il telefono vibrare. Sbloccò il touchscreen e lesse il messaggio:

Da Dave:

"Ti vengo a prendere. Fatti trovare pronta, ho in mente grandi cose per stasera."

 

 

Perché credere ad un insulso sentimento, quando puoi avere di meglio?
Il piacere.
Quello si che era magnifico.
Niente sentimenti o preoccupazioni.
Solo piacere.

E a lei andava benissimo così.

 

Rispose a chiuse il telefono.
Spuntò un sorriso amaro sulle sue labbra.

Le andava bene così.

 

 

 

 

 

-E a Londra, starai da parenti?- chiese Havanna
-Ehm.. n-no, cercherò un albergo in cui alloggerò per qualche giorno, alla ricerca di un lavoro. Prima di riuscire a stabilirmi definitivamente, preferisco mettere da parte qualche soldo.-

-Quindi tu, dovresti stare in un lugubre albergo per una settimana o per chi sa quanto nell'attesa di trovare un lavoro, in una città che non conosci senza nemmeno un aiuto?- disse lei scettica.
-beh...l'idea sarebbe questa. Non avrei altre alternative.- affermò Ysabel, rassicurandola.
-No! No, no no no.. NO!- disse la bionda, puntandole un dito contro. -Non lascerò che marcirai in un lugubre hotel e a chiedere l'elemosina per strada, tu verrai a vivere da me.- disse lei risoluta.

Ysabel sgranò gli occhi -C-cosa?-

-Hai capito bene tesoro. Non ti lascerò da sola! Ti darà una mano la vecchia Havvy- disse lei facendo l'occhiolino.
-ma, non saprei mai come ripagare la tua gentilezza. C'è, ecco io.. insomma. Non ci conosciamo nemmeno da mezz'ora e tu sei così caritatevole con me.. non dovresti- disse Ysabel con tono saggio.

Havanna non sentì scuse, prese entrambe le mani di Ysabel, la quale la guardava incredula e con tono calmo, disse:

-So che è strano affezionarsi subito ad una persona, ma sappi che tu mi ispiri dolcezza e in più sei simpatica. Lo so, sono strana, matta, deficiente... quello che vuoi! Sono fatta così!

Ti considero già un'amica. Ysa, voglio solo darti una mano.

Ho una casa enorme, e non voglio scuse! Non avrò sulla coscienza il pentimento di non aver voluto aiutare una ragazza indifesa quando ne avevo benissimo l'opportunità!- Disse lei lasciandola di stucco.

 

Nessuno era stato mai così gentile nei suoi confronti. E non pensava che una persona potesse arrivare a fidarsi di un altra, in così poco tempo.

 

Eppure era successo.
Ed era piacevole.

Era piacevole sentirsi apprezzati ed aiutati.

-Ti prego, ti prego dimmi di si!- disse Havanna mostrando un'espressione da cucciolo bastonato per niente convincente che fece sorridere la mora.

Ci fu un momento di silenzio, nel quale ambedue le ragazze si scrutarono a vicenda.

-Va bene- disse.
-Va bene??-
-Si- affermò Ysabel sorridendo.

A quel punto Havanna la circondò in un abbraccio che non tardò ad essere ricambiato.


" AVVISIAMO I GENTILI VIAGGIATORI CHE SIAMO ATTERRATI ALLE ORE DICIANNOVE E QUARANTADUE ALL'AREOPORTO DI LONDRA.
VI AUGURIAMO BUONA PERMANENZA E ARRIVEDERCI. BRITISH PLANE VI RINGRAZIA PER AVER SCELTO LA NOSTRA COMPAGNIA.
"

Le ragazze si staccarono immediatamente nell'udire l'annuncio.

-Che bello siamo arrivate!- disse la ragazza dai capelli biondi guardando fuori dall'oblò, entusiasta.
Erano oramai atterrate, e una miriade di persone munite di borse, valige e valigiotti si diresse alle uscite principali dell'aereo.
-Già- rispose Ysabel eccitata. Quella mezz'ora era volata in un batter d'occhio.
Era arrivata. Finalmente.

-Beh cara mia..- disse voltandosi verso l'amica. -Benvenuta a Londra-
disse sorridendo, per poi circondare l'amica in un nuovo abbraccio affettuoso.

I passeggeri che potevano vederle, avrebbero di sicuro affermato che erano amiche di vecchia data.
Nessuno, avrebbe mai sostenuto, che si conoscessero si e no da un'ora e mezza.

E nessuno poteva sapere tranne i loro presentimenti... o i loro destini, che quello era solo l'inizio.



Jeade's point of view:

 

Ehilà! Eccomi qui!
Wow, un'altro capitolo... in così poco tempo!

Prima di riepilogare il capitolo soprastante, ci tengo a ringraziare le ragazze che mi stanno aiutando con le recensioni.
Siete dolcissime e gentilissime!
Grazie davvero!



Bene bene. Che dire? In questo capitolo, finalmente, le due nuove amiche raggiungono la città dei sogni: Londra!
Sinceramente, ve l'aspettavate che le ragazze legassero così in fretta?
Parlando della piccola Scarlett.
Avrete ormai capito, che ha un passato non più di tanto felice, alle spalle.
Secondo voi, potrà cambiare nel corso nella storia? Riuscirà a far sciogliere il suo cuore di ghiaccio?

Potrete scoprirlo benissimo continuando la lettura, sempre che riesca ad aggiornare così in fretta come in questi giorni..

Beh che dire? Vi lascio in pace ahah!

Grazie ancora per l'appoggio che mi state dando :) Lo apprezzo veramente!

Un abbraccio, Jeade__

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Capitolo 5
*** 4- ***


 

4 Capitolo-


 

-Home sweet home-

Casa dolce casa.


 

 

L'orologio, appeso nella grande cucina, segnava le 19:00.

“sarà meglio andare a prenderla.” pensò.


Si avviò all'ingresso dell'enorme villa. Recuperò la sua giacca sportiva in jeans e le chiavi dell'auto e di casa.
Uscì chiudendosi alle spalle la possente porta in legno, dirigendosi verso il garage alla sua destra.
nfilò le chiavi e accese il motore, per poi partire in tutta fretta verso l'aeroporto.

 

Le mancava. D'altronde, era da Natale che non la rivedeva.
Aveva finalmente completato gli studi, e adesso poteva ritornare e passare un po' di tempo con il suo fratellone.

 

La loro casa, nei pressi dei quartieri più ambiti nella periferia di Londra, distava solamente quindici minuti dall'aeroporto. Infatti, non tardò a raggiungere l'immenso parcheggio e dirigersi all'ingresso principale.

 

L'immagine che gli si presentò davanti era alquanto caotica.

Si guardò in torno.

Una marea di persone, tra cui stranieri, residenti, turisti, parenti, amici, che provenivano da chissà dove.
Chi andava a destra, chi a sinistra, chi abbracciava una persona che non vedeva da molto tempo, chi salutava, chi diceva addio. Gente che ritornava a casa dopo una giornata di lavoro, chi parlava, chi rideva... c'era gente di tutti i tipi.


Sorrise, e si avvicinò alla zona d'arrivo.

 

Lesse sul tabellone elettronico, gli orari d'atterraggio di ogni singolo aereo, leggendo ogni singola provenienza.
“New York.... Italia... Brasile... ah ecco, Irlanda... aeroporto di partenza... Dublino!”

Sorrise, riconoscendo l'aereo, che aveva accompagnato sua sorella fino a qui.

 


Finalmente.
Non vedeva l'ora di circondarla tra le sue braccia.

 

Non lo avrebbe mai ammesso... ma ci teneva davvero a quella testolina bionda. Benché spesso fosse insopportabile, lunatica, troppo espansiva, le voleva un bene dell'anima.

A distrarlo dai suoi pensieri fu il rumore delle porte automatiche, da cui provenivano i passeggeri.

Un fiume di gente, sorpassò il varco. Chi salutava, chi trascinava carichi pesanti di valige, chi correva, chi era al telefono.


“Dai Hav, fatti vedere” pensò.

 

Ed ecco che finalmente, i suoi occhi scrutarono la minuta figura dai capelli biondi, varcare la porta.
Lo sguardo di lei e di lui si incrociarono, e in una manciata di secondi si ritrovarono nelle braccia dell'uno e dell'altro.

-Louis!!- disse lei in preda alla gioia.

-Eccola la mia rompiscatole!- disse lui poggiando il mento sopra la chioma bionda di lei, stringendola sempre di più tra le sue braccia.
-Mi sei mancato anche tu!- disse con un velo di sarcasmo, divertita.

I due fratelli sciolsero l'abbraccio, ridendo, entrambi felici di essersi rivisti.
Finalmente quei sei mesi, erano passati ... e
non riuscivano ancora a crederci.


-ehi ma sei andato in palestra?- disse la sorella sgranando gli occhi, tutto d'un tratto, alla vista di quei bicipiti massicci, evidenziati dalla giacca di jeans.
-Beh, si ...un pochino- rispose lui imbarazzato.

Louis non era mai stato un ragazzo che prestava attenzione all'aspetto fisico. Era più un tipo con la testa sulle spalle, e di certo non era il genere di persona che frequentava palestre.

 

C'era solo una risposta a tutto ciò.

-Aspetta ma.. tu..- disse la sorella scioccata. All'improvviso un sorriso si aprì sulle sue labbra. -hai una ragazza?-

Il volto di Louis, cambiò immediatamente colorito, a quelle parole.

-Ma che dici! Smettila!- rispose di rimando lui, dandole una spinta amichevole.
-Ma lo sai che a me puoi dire tutto- ammise lei con sguardo di chi la sa lunga.

-Si si cert.. ehi ma...- Louis voltò lo sguardo dalla sorella e lo posò sull'esile figura che osservava i due, divertita.

-Hav..?- sussurrò il fratello, facendo segno alla sorella di voltarsi.

Havanna si girò e vi trovò Ysabel, la quale quando si accorse di essere osservata da entrambi, in preda all'imbarazzo, le guance le si tinsero di rosa.

-Oh, perdonatemi. Non volevo darvi fastidio- disse quest'ultima scusandosi.
-Ma di che scemina! - disse Hav venendole in contro, afferrando la sua mano. -Ysabel, lui è mio fratello, Louis.- disse portandola dinnanzi a quel ragazzo dai capelli castani e gli occhi blu mare.

 

Appartenevano alla stessa gamma di colore di quelli della sorella, solo che questi erano più profondi. Di un blu particolare. Erano meravigliosi.

Ysabel, non perse tempo ad ammirare l'intera figura che le si proponeva davanti.
Louis, non era altissimo. Il giusto. Corporatura non eccessivamente muscolosa.

Insomma, era un bel ragazzo.

-Piacere Ysabel.- disse lui all'improvviso porgendole la mano.
-Oh, piacere. Havanna, mi ha parlato molto di te.- disse con un velo di timidezza.
-Ah si? Sicuramente per prendermi in giro- sorrise lui divertito.
-Non è vero! Sempre questi pregiudizi, tsk! - disse la sorella, recitando la parte della finta offesa.

I tre iniziarono a ridere, divertiti da quel'affermazione.


Chiaccherarono ancora per un po', lungo il tragitto che li avrebbe condotti all'auto, parcheggiata.
E le chiacchere non cessarono nemmeno quando Louis accese il motore della sua auto, sfrecciando verso casa.

 

-Quindi tu, hai deciso di trasferirti a Dublino- affermò Louis dopo la spiegazione della ragazza.
-Si- confermò lei.

-E starai da parenti.. o amici?- chiese lui.


La ragazza guardò l'amica imbarazzata.
Non poteva arrivare e dire “beh si in realtà vivrò a casa tua. Stai tranquillo le estranee possono essere molto ospitabili.” No no, non era proprio il caso.


-Ah giusto!- esclamò Havanna. -Ecco.. beh si.. Louisino volevo chiederti..-
-...Che hai combinato?- chiese il fratello scettico, alzando un sopracciglio.
-Io? Nulla! Come puoi pensare una cosa simile!- disse lei agitando le mani come un'ossessa. -volevo solo dirti che Ysabel starà da noi d'ora in poi. Ti va bene no? Ok, sapevo che avresti accettato!-
-..Cosa?- domandò lui strabuzzando gli occhi.
La sorella sospirò.-Louis, per l'amor del cielo, abbiamo una casa enorme, le stanze ci sono, i bagni ci sono e lei starà bene. Papà accetterà di sicuro e non dirmi di no perché avrei il coraggio di farti stare IO fuori casa.- disse lei puntandogli un dito contro.


La scena era alquanto comica. La figura del fratello benché fosse più slanciata di quella della sorella, in quel momento sembrava essersi fatta piccola piccola.

Ysabel guardò divertita i due, benché si sentisse in colpa ad aver creato questa piccola discussione tra fratelli. Non voleva essere un peso per nessuno.

 

-Ma quello non è il problema!- Louis si voltò verso il finestrino retrovisore, finchè non incrociò lo sguardo con quello di Ysabel, sorridendo -Tranquilla Ysabel, sappi che se questa pazza non mi avesse interrotto- disse alludendo alla sorella che le stava accanto- sarei stato io, il primo ad ospitarti.- finì.

Rallentò la velocità della macchina, fino a farla fermare.

Evidentemente erano arrivati a destinazione.

 

-E quale sarebbe il problema?- chiese Havanna curiosa.
-Già!- Louis si voltò di colpo, nuovamente. -Ti piace la pizza no? - chiese rivolgendosi ad Ysabel la quale rimase interdetta per qualche minuto.

- S-si - disse lei accennando un sorriso imbarazzato.
-Oh menomale, perché non so cucinare e non sapevo se ti andasse bene come “cena improvvisata”- affermò ridendo, il ragazzo.

Entrambe le ragazze scoppiarono a ridere.

-Oh, beh eccoci qui!- disse Havanna accorgendosi di essere arrivata, aprendo la portiera della macchina.

Ysabel fece altrettanto, richiudendo poi, la portiera alle sue spalle. Recuperò la valigia e seguì i due fratelli verso un portone.
Doveva, di sicuro, essere l'entrata principale.


Louis, infilò la chiave nella serratura ed aprì la porta.

-Beh Ysabel- disse Havanna trascinandola dentro. -Benvenuta in famiglia Tomlinson! - esclamò lei, posando un braccio sulla sua spalla.


Ysabel, ricambiò il sorriso. E poté giurare di sentire un nodo alla gola. Era felice. Dannatamente felice.

 

Per la prima volta in vita sua, si sentì a casa.




LEGGETE SOTTO, E' IMPORTANTE

Jeade's point of view



Salve a tutte, mie lettrici! :)


Innanzi tutto, voglio scusarmi se il capitolo è un po' corto. Il fatto è che volevo concentrarlo solamente sull'arrivo a Londra.
Ma non temete, arriveranno anche altri personaggi. Questo è solo un capitoletto.

Fatemi sapere cosa ne pensate sul fratello d'Havanna, Louis.
Eh si il nostro Louis! Ve lo aspettavate?
Chi pensavate che fosse il fratello di Havanna prima di scoprirlo in questo capitolo?

So che non è molto su cui basarsi, ma è comunque un inizio.
Non dico che per ora è uno dei capitoli meglio riusciti, lo ammetto! Ma è comunque un advance verso quello che accadrà dopo.

Eh si, perchè dopo si fa sul serio.
Ma non vi anticipo nulla haha!

Prima di chiudere ci tengo a ringraziarvi.
Grazie per far si che questa storia possa proseguire e crescere. Ve ne sono eternamente grata.
E visto che ci sono, vi ringrazierò citandovi una per una.

Ringrazio le ragazze che hanno messo tra i "preferiti" la storia:
Ringrazio per aver messo la storia tra le "seguite":
 
claudia1DDream
Rery
(Quest'ultima ha messo la storia anche tra le "ricordate")

 
Grazie infinite a tutte voi, per tutto.

Spero di ricevere ancora vostri giudizi, tramite recensioni.
Un abbraccio grande, Jeade__
 

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Capitolo 6
*** 5- ***


Capitolo 5-

 

-Wrong number-

Numero sbagliato

 

 


Era mezzanotte passata.
Dove era finita?


Il panico stava prendendo il sopravvento del suo corpo.
Sapeva dov'era ma non voleva nemmeno pensarlo.


Perché doveva rovinarsi in tale modo?

 

Aveva bisogno di sentirla a casa. Sapere che lì poteva proteggerla.
D'istinto prese il telefono e cercò con lo sguardo, qualche notifica proveniente da parte sua.


Ma niente.

 

Ripeté questa azione innumerevoli volte. Aprì e riuchiuse il touch screen troppe volte.

L'orologio presente sul suo cellulare, segnava le ore 1:30

 

Scarlett... dove sei?”

 

Basta. Doveva contattarla.


Aprì d'impulso l'icona dei messaggi e scrisse nella barra per il mittente, il numero di sua sorella.
Dopodiché digitò:


Dove sei finita? E' tardissimo, ti prego ritorna.

 

Richiuse il telefono.

 

Doveva rispondere.
Doveva.

Anche un “vaffanculo lasciami in pace” sarebbe stato meno doloroso, rispetto ad una totale indifferenza.


Cliccò il tasto esterno del cellulare.

 

Ore 1:31

 

Il tempo sembrava essersi fermato. Ed era straziante.

 

Ad un tratto una notifica improvvisa, lo fece scattare dallo spavento.
Aprì il telefono e cliccò velocemente sull'icona dei messaggi e sulla stessa conversazione notò una risposta.

 

Mi dispiace deluderti, ma non sono la persona che stai cercando...

Numero sbagliato

 

 

Numero sbagliato?
Com'era possibile?

 

Controllò il numero scritto precedentemente, e notò con orrore che non era quello di sua sorella.
Si poteva essere più stupidi?

 

Decise così, di inviare subito delle scuse adeguate.

 

No, perdonami tu.
Purtroppo nella fretta ho sbagliato a digitare il numero.. scusami xx

 

Si sentiva ridicolo.
Quei due cuoricini in fondo alla frase erano ridicoli.

E se fosse un ragazzo?


Che figura di merda.
Che doppia figura di merda.

 

Da: Numero sconosciuto

No problem ;) Capita spesso di commettere errori

 

A: Numero sconosciuto

Ehi, era una frecciatina? Haha

 

Da: Numero sconosciuto

Nah, non direttamente. Ahahah

 

A: Numero sconosciuto

Oh bene, ho appena conosciuto uno sconosciuto
che mi reputa coglione. Ottimo!

 

Da: Numero sconosciuto

Oh mi dispiace haha
Comunque... 'sconosciuta'

 

Oh ma allora è una ragazza. Tripla figura di merda.” pensò.

 

Beh, una ragazza.
Una ragazza che non aveva mai visto.

Con cui non aveva mai parlato.

E che... conosceva da soli cinque minuti. Assurdo!

 

A: Numero sconosciuto

 

Ti perdono haha!
Oh, quindi sei una ragazza, posso sapere come ti chiami, se

non sono troppo invadente?:)

 

Da: Numero sconosciuto

Eh si sono una ragazza haha
Comunque, chiamami Em.

 

Non si aspettava che avesse risposto dandole il suo nome.
Si sentiva ridicolo e forse anche un po' stronzo, ma aveva scelto di non rivelare il suo nome.

 

Da quando sua sorella a scuola aveva acquistato un'orribile reputazione, anche lui iniziava ad essere considerato della stessa pasta.

 

La ragazza che aveva sempre amato, iniziò a snobbarlo, dandogli del puttaniere.
E questo solo a causa di sua sorella.
Era tutto una merda.


Magari, cambiando immagine...creandosi un'altra identità.. tutto sarebbe cambiato.

 

 


 

 

-Ysabel sta già dormendo?- chiese Louis vedendo sua sorella avvicinarsi a lui e sedendosi al suo fianco sul divano ad angolo, presente nel loro immenso salotto.

-Si, è crollata- rispose Havanna, sorridendo.

Benché si conoscessero solo da un giorno, si era particolarmente affezionata a quella ragazza.

Louis ricambiò il sorriso, e riportò lo sguardo alla televisione.

-Dunque... è stata adotta.-

-Si- rispose la sorella osservando anche lei il programma che stava guardando il fratello -ma ti prego, non ripeterlo più. E' venuta qui per cambiare vita.
Non per sentirsi ripetere il suo passato.-

-Certo, hai ragione. Ti sei particolarmente affezionata a lei.- disse il fratello voltandosi verso di lei.

-Incredibile vero?-

-Perché? E' un bene che abbiate legato subito. Sembrate amiche di vecchia data.- disse Louis sorridendo.

 

Havanna si voltò verso di lui, ricambiò il sorriso e lo abbracciò.


Ad un tratto, in quel momento di silenzio, il fratello scattò e disse : -Perché non uscite domani?-
-Ottima idea bro!- disse la sorella superando di qualche decibel il suo tono di voce.

Il fartello le fece segno di fare silenzio ed entrambi scoppiarono a ridere.

-Okay okay, esulta silenziosamente andando a letto.- disse ridendo, facendole segno di alzarsi

-Agli ordini, allora domani usciamo-

-Va bene, buona notte Hav- disse il fratello sorridendole. -ben tornata a casa.-

 

La sorella ricambiò il sorriso, dirigendosi al piano superiore, passando per le scale.

 

Aveva già in mente cosa fare domani.
Era entusiasta.

Così, dopo essersi preparata per andare a dormire, sollevò le lenzuola del suo letto matrimoniale e si addormentò beatamente.

 

 

 

 

 

 

A: Numero sconosciuto

Em? Carino ;)
Comunque io mi chiamo Matthew, ma puoi chiamarmi Matt :)

 

Si sentiva un verme.
Non voleva mentire.

 

Guardò il messaggio appena inviato.

Bah.. sono ridicolo”

 

Guardò il numero soprastante alla chat. Cliccò e lo salvò immediatamente nella rubrica.

 

Da: Em

Carino anche Matthew xx

 

Oramai era troppo tardi. Ci era dentro e non poteva ritornare più indietro.
Stava per rispondere quando un ulteriore messaggio lo bloccò.

 

Scusami se chiudo la conversazione in questo modo, ma è tardi e domani
ho degli impegni familiari.

Mi ha fatto piacere “conoscerti”, Matt ;) xx

 

A: Em

Oh, allora buona notte Em xx

 

Da: Em

Buona notte Matt xx

 

Guardò per un ultima volta quel messaggio ed istintivamente sorrise.


Era un'esperienza nuova.
Non che non fosse mai stato a conversare con una ragazza.. ma era la prima volta che conosceva una ragazza in questo modo.
Ma, il tutto.. era piuttosto piacevole.

 

 

Si sedette sul divano e accese la televisione.
Ad un tratto, uno squillo proveniente dal suo cellulare lo fece scattare.

 

-Scarlett! - esclamò.

Corse e riprese il telefono rispondendo senza guardare il mittente.

-Pronto Scarlett?-
-Ehm, no.. non sono Scarlett- disse una voce, evidentemente maschile, dall'altra parte del telefono ridendo.
-Oh.. Harry.- disse Liam sospirando frustrato.
-Ehi bro, tutto okay?- chiese la voce dalla parte opposta del telefono.
-Nulla nulla. Dimmi tutto-
-Oh, okay. Volevo chiederti se domani ti andrebbe di uscire. Dovrebbe venire anche gli altri.-
-Okay va bene. Avevi in mente qualche posto?-
-Si, avevo in mente lungo mare.. ti va?-
-Certo.-
-Perfetto!- esultò Harry, dall'altra parte del telefono.- allora ti passo a prendere domani insieme agli altri.-
-Okay, notte bro!-
-Notte!-

 

Forse uscire era un modo per distrarsi.
Si, aveva bisogno di distrarsi.


Sentì la porta di casa aprirsi, per poi sbattere.
-Scarlett!- esclamò vedendo la figura della sorella avanzare verso le scale.

-Ti prego Liam, risparmiami. Sono stanca e non ne ho voglia di parlare.- disse fredda continuando il a salire verso il piano superiore.


Abbassò lo sguardo. Prese uno dei cuscini presenti sul divano.
Lo afferrò e lo lanciò violentemente contro il tavolo. Purtroppo il cuscino colpì a sua volta un vaso, il quale si scaraventò sul pavimento.


-Vaffanculo!- urlò


Basta, non poteva stare così. Sua sorella non voleva parlare? Okay. Non avrebbe parlato.
Fanculo. Non poteva passare il resto della sua vita incolpando se stesso, per ogni cosa che sua sorella commetteva.


Voleva cambiare.

E questa volta sarebbe cambiato.

 


LEGGETE TUTTO QUI SOTTO, E' IMPORTANTE!


Jeade's point of view:

Hey hey hey!
Eccomi qui, finalmente il quinto capitolo! Alèè!

Okay, scusatemi per questo piccolo sclero.


Dunque, dunque.
Questo sembra decisamente più lungo del quarto, no?
Ah.. a proposito, riferendomi al capitolo precedente... MI DISPIACE. Ma in questo periodo -come penso molte di voi- sono impegnata a causa dello studio e dei rientri pomeridiani a scuola.
Quindi, quel poco che mi è riuscito scrivere, ho ben pensato di pubblicarlo.. anche se mi dispiace avervi deluso.


Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei elencarvi qualche domanda, a proposito di questo capitolo.
Avete visto? Il nostro Liam, per via di un frutto del destino conoscerà dopo tanto (troppo) tempo, una ragazza.
Anche se.. questo incontro, non si è ancora realizzato.

Ma diamogli tempo a questi due!

Come andrà a finire?
Mi direste la vostra?

Oh! E poi qui, appare un nuovo personaggio! Il nostro Harry. Eh già!
Ma di lui, ne parlerò nel prossimo capitolo ;)

Fatemi sapere tramite recensione cosa ne pensate. Voglio un vostro giudizio e sopratutto sapere cosa vi aspettate nel prossimo capitolo!


Adesso passiamo ai ringraziamenti:

 

 

21 RECENSIONI?!
 

No c'è. WOW. Io vi amo.

Ringrazio le ragazze che hanno messo la storia tra i preferiti:

 

Better_Than_Words
MissMalikDirectioner
payphoran
Red_Bow
_Dreamer_Girl_xx

 

Ringrazio le ragazze che hanno messo la storia tra le ricordate:

Better_Than_Words
Rery


Ed infine, ringrazio le ragazze che hanno messo la storia tra le seguite:

Better_Than_Words
claudia1Dream
Cla_1D
Rery

grazie mille tesori!


 

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Capitolo 7
*** 6- ***


Capitolo 6-

 

-Ysabel has escaped-

Ysabel è scappata

 

Era mattina presto.


Il cielo era sereno e nella via New Even -perpendicolare alla New Daily-.
Si poteva ammirare perfettamente, una serie di casette rustiche immerse nei propri giardini.

 

Il sole, in quell'orario, baciava perfettamente le prime finestre e le verande, donando un tocco accogliente all'intera zona.


Orario perfetto per trascorrere una mattina a fare jogging.
O almeno, era quello che si era impostata di fare dall'inizio dell'estate la nostra Margot.
E oramai, aveva acquistato la sua falcata.

 

Cuffie alle orecchie, e Ipod impostato sui suoi numerosi brani, preferiti, della sua playlist.
A farle compagnia c'era la dolce voce di Ed , che l'accompagnava rendendo l'atmosfera intorno a se, tranquilla e piacevole.

 

If we take this bird in,
with his broken leg,
we could nurse it, she said.
come inside for a little lie down with me,
if you fall asleep, it wouldn't be the
worst thing...

 

All'improvviso una frenata di una macchina la fece ritornare alla realtà.

Solo quando si tolse le cuffie, realizzò che la macchina, da qui proveniva quel acuto rumore, era proprio la macchina che aveva di fronte.

“Che diamine?”  pensò.
Solo in quel momento si rese conto che poteva essere messa sotto dal veicolo che le si presentava, dinnanzi.

 

-Ma che diavolo!- si sentì una voce ovattata, proveniente dall'interno della macchina.

-Ma cosa..- Era ancora shoccata. Stava per essere vestita e non se n'era accorta?

 

Ad un tratto, la portiera dell'auto nera, ferma dinnanzi a se, si aprì.

Rimase confusa. Ma chi diavolo era.. quel..

-Ma che diavolo! Ti stavo per investire! Stai più attenta!- un ragazzo.
Un ragazzo, probabilmente della sua età.
Un ragazzo.. alto. Snello.

Corporatura perfetta.
Troppo perfetta per i suoi gusti.
Ne troppo muscoloso, ma nemmeno poco.

Il giusto.

Salì con lo sguardo, fino ad arrivare al volto.
Occhi chiari. Di un verde sfumato. Non sapeva nemmeno lei definire, a quale gamma potessero appartenere.

L'incarnato era di un colore chiaro, quasi un rosato pesca.
Il mento accoglieva una leggera barbetta, non molto pronunciata.

 

-Hey..? - la sua voce si fece più dolce. Quasi preoccupata.

Le labbra.
Delle labbra perfettamente rosate, a forma di cuore.


-..Ti sei fatta male?-
-cos..?- era completamente andata.
-Ti ho colpita con la macchina?- potè notare un velo di preoccupazione nei suoi occhi.

Aspetta.
Macchina.
Incidente..

 

-Colpita?.. macchina..- continuava a non capire. Non che fosse stata colpita.

Anzi.. una bella botta in testa l'aveva presa, ma non per l'incidente. -tu..-

 

Il ragazzo continuò a fissarla.

-Mi dispiace non ti avevo vista. E' che sei spuntata all'improvviso quand-
-TU! - esclamò... infuriata?

-..io?- disse il ragazzo, alquanto confuso.
-Mi stavi per investire! Ma che diamine! STAI PIU' ATTENTO.-
-Ma cos- okay, era alquanto strano.
-Ma chi te l'ha data la patente un tubero?  Io mi chiedo come possa esistere certa gente!-
-Ma, tu sei appars- lo interrupe.
-Non si può più correre in santa pace, con voi pirati della strada.- disse girando attorno all'auto, cercando di riprendere il suo percorso.

Nessuno poteva interrompere la sua corsetta mattutina. Nessuno.
Un momento di relax, poteva averlo anche lei , o no?

-Oh, mi scusi tanto Miss, ma si da il caso che non è questa la pista da jogging-
-Come se ci si potesse fidare di uno che stava per investire una ragazza in pieno!-
-Hey! Sei spuntata all'improvviso e in realtà questa è zona privata, di normale accesso alle auto se non te ne sei accorta, Carina.- Lo avrebbe ammazzato.

Oh si. Lo avrebbe ammazzato seduta stante.

 

-Non chiamarmi carina.-
-Come vuoi, carina, ma si da il caso che sei tu dalla parte del torto.-

Il ragazzo allora, le indicò il cartello esposto all'infuori del cancello.

Solo in quel momento realizzò che era l'entrata di una villetta esposta proprio ad una svolta della strada.

-Oh..-

oh? Bella risposta Marghe.
Si poteva definire, una figura di merda. Una figura di merda coi fiocchi.

Ma mai. Mai l'avrebbe fatta franca , quell'idiota.
Lui, doveva stare attento.

 

-Esigo comunque delle scuse.- ribatté lei, incrociando le braccia al petto.
-Come scusa?- sibilò lui, alquanto infastidito.

-Hai sentito.-
-Certo che ho sentito, infatti ho sentito una figlia di papà non ammettere di aver commesso una cazzata. E comunque, mi dispiace. L'ho già detto.-
-Ti dispiace? Oh si certo, metti sotto una ragazza e poi le dici mi dispiace. E di cosa, sentiamo?- doveva sentire quel mammalucco che aveva torto.

-Mi dispiace di aver frenato-
Un sorriso beffardo, apparì immediatamente su quella faccia da schiaffi.


-IDIOTA.- furiosa era dire poco. Era incazzata nera.

E detto questo mise play sull'icona apposita del suo cellulare, e finalmente, continuò la sua corsetta.

 

Idiota.” pensò, aumentando la velocità della corsa.
Ripensò all'intera figura, che fino a poco fa stava ammirando, e non poté credere che un ragazzo potesse raggiungere quegli apici di bellezza fisica..e toccare il fondo, conoscendo la sua “bellezza” interiore.

 

Dall'altra parte della strada, ancora fuori dalla macchina c'era il ragazzo dalla chioma bruna, che stava ancora guardando l'esile figura con cui si era appena imbattuto in un'accesa conversazione.

Pensò solo ad una cosa.

Come può una ragazza tanto carina, potersi rivelare in qualcosa di così odioso?
-Stronza- sibilò, per poi chiudere la macchina e dirigersi verso l'ingresso della villetta che aveva di fronte.


Insomma, come dice il grande Jim Morrison, il buon giorno si vede dal mattino.

 


 

 

 

 

La luce che trapassava dalle persiane, era un ottimo metodo per farla svegliare dolcemente.
Non era luce potente, ma nemmeno debole. Era una luce delicata, che si appoggiava sul viso come una carezza.


Decise di alzarsi.
Si guardò in torno, cercando di realizzare dove fosse.
oh.. non è l'orfanotrofio” pensò sospirando, felice.


Si era trovata bene sin dall'inizio con Havanna, e non vedeva l'ora di conoscerla ancora meglio.


Se lo sentiva. Sarebbe stata un'amicizia che nessuno avrebbe mai abbattuto.

Si alzò dall'enorme letto che l'aveva accolta, nella sua prima notte a Londra.
Si avvicinò alla finestra, aprendola per poi sbloccare le persiane verde scuro.

Una luce abbagliante la sovrastò, portando una luce intensa in tutta la camera.
Poté ammirare un perfetto panorama periferico.

C'erano della villette a schiera, che delineavano le strade e la luce del mattino, abbelliva l'intera paesaggistica rendendo il tutto, piacevole alla vista.

Adorava, ammirare ogni singolo dettaglio di ciò che la circondava. C'era silenzio, e poche erano le persone sveglie in quell'orario.

Chi correva, chi accompagnava il proprio cane in una passeggiata e chi ritornava a casa propria con una busta di carta oleata, contenente chissà quale pietanza.

Era tutto piacevole qui.

Dopo essere rimasta a bearsi per un po' l'intero scenario, decise di sistemare il proprio letto.

Si sentiva in dovere di ringraziare Havanna e suo fratello, per l'ospitalità.
La sera precedente, avevano ordinato una pizza.

Nessuno dei due sapeva cucinare.

Chissà da quanto non gustavano una colazione fatta in casa, al posto delle solite cose confezionate?
Così, in men che non si dica, decise di vestirsi e raggiungere il bagno per darsi una rinfrescata al viso.


Si legò i lunghi capelli mori, in una coda disordinata, per poi dirigersi al piano inferiore.

Passò davanti alle camere dei padroni di casa, e poté confermare che entrambi stavano dormendo profondamente.
Erano solo le otto di mattina, eppure lei si sentiva pimpante e pronta per una nuova giornata, all'interno della sua nuova vita.

Scese le scale e si diresse in cucina.
Benché era nuova di lì, e non conosceva gran parte degli spazi di quell'enorme casa, si seppe orientare bene e in meno di un'oretta, riuscì a preparare una colazione con i fiocchi. Riscaldò il latte e il caffè , apparecchiando la tavola nel migliore dei modi.

Aprendo la credenza, si accorse che non c'era nulla da poter gustare. Quindi decise di riporre le cose già pronte sul tavolo, al caldo, e di uscire per trovare qualcosa. Non conosceva nemmeno l'ambiente fuori. Ma se la sarebbe cavata.

Prese dei soldi, precedentemente cambiati in banca, e si diresse al di fuori dell'abitazione.

Si sentiva in dovere di ringraziare Havanna.

E questo era solo l'inizio, di ciò che aveva in mente di fare.

 

 

 

-Louis -
Si sentì un mugolio.

-...Louis-

Silenzio.

-LOUIS!- urlò lei.
-eh? Cosa chi?.. Hav!-
-Oh, finalmente.-
-Ma ti pare di potermi svegliare così nel bel mezzo della notte?- rispose lui imbronciato, rigirandosi nel letto.
-veramente, è piena mattina.- ribadì lei.
-Appunto. Dammi cinque minuti.- sbuffò lui.

-Louis, sii serio. Ysabel è scappata.-





leggete qui sotto
(probabili spoiler e domande per voi!)


Jeade's point of view

Ehilà bellissima gente!

Lo so lo so, ho aggiornato presto questa volta, anche se le recensioni nel capitolo precendente non erano molte.
Ma va bene così, dai!
Lo sapete perché?  Perché non vedevo l'ora di proseguire e farvi scoprire al più presto gli inediti della storia.

Passiamo al capitolo soprastante.
Avete visto? Qui c'è un nuovo incontro! Tra Margot e..? Il nostro Harry , ovviamente.

Ditemi, ve lo aspettavate?
E in più.. la nostra Ysabel? Dove sarà andata?

Vi lascio, avvisandovi che spero di ottenere molte più recensioni in questo capitolo :)

ps: il settimo è già pronto! E aspetta solo voi!

 

pps: 24 RECENSIONI?  Mi volete far venire un infarto? Vi amo troppo.

Vi ringrazio. Davvero. Siete fantastiche, e dolcissime.
Adoro leggere le vostre recensioni, sapere che vi piace la storia e conoscere le vostre opinioni.

Parlando delle recensioni, molte di voi non si aspettavano che il fratello di Havanna fosse Louis, ma si aspettavano fosse Harry. Beh, mi dispiace deludervi ma il vostro Harry entrerà in scena nel prossimo capitolo!
Poi, molte di voi stanno già pensando a come possa essere l'incontro tra Ysabel e suo fratello, ma anche lì mi dispiace dirvi, accadrà in capitoli successivi.
Poi vediamo.. ho letto che molte di voi, shippano la coppia Ysabel+Louis.
Beh mi dispiace deludervi ma non penso che sboccerà come coppia. Sorry!

Prima di dileguarmi, vi lascio -come sempre- una domanda:

Quali altre coppie creereste?

Fatemi sapere, sono curiosissima!!

A presto bellissime!
Jeade__



 

 

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Capitolo 8
*** 7- ***


Capitolo 7-

 

-Coincidence?-

Coincidenza?

 

 

 

 

A quel punto Louis scattò, alzandosi col busto dal letto.

Notò che sua sorella era comodamente piazzata sulle sue gambe, con aria preoccupata.

-Come scappata?- disse lui confuso.
-In camera sua non c'è! E nemmeno in mansarda, o in questo piano!- disse lei gesticolando, preoccupata.
-Hai provato a vedere al piano inferiore?- propose lui.
-No.-
-..andiamo a cercare- sospirò, per poi alzarsi
-si, ma se non.. Oh cristo santissimo, Louis!- urlò lei, infastidita
-cosa c'è?- chiese confuso
Lei sospirò. -Sono tua sorella e va bene, ho visto cose che di te, gli altri non hanno mai visto e va bene, ma puoi avere la decenza di indossare delle mutande? La mattina, mi pare il caso non ti pare?- affermò, voltandosi dalla parte opposta.
-ma che stai.. oh. Cazzo.-
-eh già. Oh, cazzo.-
-falla finita e passami le mutande e i pantaloni.-

Hav, fece come richiesto. E appena Louis, seppe indossare gli appositi abiti, entrambi si diressero al piano inferiore.

 

Dopo un po' di ricerche..

 

-trovata?- chiese il fratello.
-No..- affermò lei, preoccupata.
-Dove potrebbe essere andata?- chiese lui avvicinandosi a lei.
-Non lo so..-
-Hai già controllato in cucina?- chiese nuovamente, avviandosi verso la stanza in questione.
-Certo che ho già controllato- disse affranta. -Louis, non c'è. Se n'è andata.-

-beh, non può essere lontana- disse lui dalla stanza.
-Come puoi dirlo?- chiese la sorella raggiungendolo.


Non lo avrebbe mai detto.

La tavola era apparecchiata, nel migliore dei modi. Il caffè era fumante e il latte era già pronto da servire.
Un vaso contenente dei fiori, bellissimi era postato al centro del grande tavolo.

-..è opera sua?- chiese lei, meravigliata.
-già- rispose il fratello, sorridendo.

-..ma perchè?-

Ad un tratto, la porta di casa si aprì.

Havanna, scattò verso di essa e vi trovò la faccia sorpresa di Ysabel.

-Ysa!- esclamò lei, felice, circondandola in un abbraccio.
-Hav, ma tu non stavi dormendo?- chiese la diretta interessata
-Si, ma ho sentito la porta di casa chiudersi e sono andata a controllare. Non c'era nessuno, così ho controllato se tu fossi sveglia, ma non eri più in camera tua. Dov'eri finita? Stai bene? Perché te ne sei andata?-

La scena era alquanto comica.

Havanna teneva tra le mani le guance di Ysabel, la quale non sapeva se ridere o preoccuparsi della sua amica e di tutta la preoccupazione che le stava mostrando.

-Hav, lasciala respirare- disse il fratello, ridendo alla scena.

Ysabel sorrise, mostrando poi un sacchetto che teneva tra le mani, contenente delle paste appena sfornate.

-Mi sono svegliata presto e ho pensato di preparare una colazione per tutti- disse sorridendo imbarazzata -volevo cercare di ringraziarvi per la vostra enorme ospitalità. Siete stati gentilissimi nei miei confronti, e ci tenevo a fare qualcosa per voi.-
-Ohw, tesoro ma tu non devi niente a noi! - disse Havanna commossa da quelle parole.
-Ha ragione, non ci devi nulla!- disse Louis sorridendole, per poi avvicinarsi a lei e circondarla con un braccio, le spalle.
-E, visto che non ho trovato nulla da preparare, ho pensato di uscire a prendere delle paste. Ma non sapendo i vostri gusti, ho preso un po' di tutto- affermò ridendo.

La stanza venne riempita dalle risate dei tre, i quali dopo poco si riunirono intorno al tavolo, guastandosi una perfetta colazione.

-Tu, mi devi spiegare come fai a cucinare così bene- affermò Havanna, a bocca piena, mentre si gustava il suo cappuccino fatto in casa e la sfoglia appena comprata.
-Ma non penso di essere così abile ai fornelli.. comunque.. grazie- affermò lusingata
-Non dire fesserie, è tutto ottimo- ribadì il fratello anche lui a bocca piena.

Sembravano tutti amici di vecchia data. Un'allegra combriccola, finalmente riunita.


Ad un tratto, suonò il campanello.

 

-oh, saranno i ragazzi.- affermò Louis alzandosi dalla sedia, ancora con una pasta in mano.
-i ragazzi?- chiese Ysabel ad Havanna.
-Oh, degli amici di mio fratello.-

Ysabel potè sentire da fuori della porta di cucina, diverse voci, tra cui alcune sconosciute.


-Oh, Harry! Come stai bro?- questo era Louis.
-Lou, bene bene. Ehi, ma sei ancora in pigiama?-
-Eh si, mi sono svegliato da poco. Perdonatemi!-
-Lou, amico!- un'altra voce.
-Ehi amico irish!-
-Allora sei pronto?-
-Datemi cinque minuti e ci sono-
-Tua sorella?-
-è in cucina-
-Oh la vado a salutare allora-

 

All'improvviso sulla porta di cucina, spuntò un ragazzo biondo.

-Havv!- esclamò lui sorridendo.
-Niall!- esclamò a sua volta lei.

I due si avvicinarono e si abbracciarono.
La scena era dolcissima.

-Dio, da quanto non ti vedevo.- disse lei tenendolo stretto.
-Non mi hai nemmeno avvisato del tuo arrivo, che razza di migliore amica sei?- disse lui con tono finto offeso.
-Perdonami tesoro- disse lei ridendo.
-Uhm, perdonata- disse lui, contagiato dalla sua risata.


E che risata.

 

Ysabel, osservò la scena, sorridendo come un ebete. Erano dolcissimi.
Improvvisamente, si trovò a fissare la figura del ragazzo, che abbracciava Havanna.

Alto e snello. Dalla chioma bionda. O almeno.. sembrava bionda.
Occhi color ghiaccio, ma anch'essi come l'amica, non si potevano definire freddi e minacciosi. Tutt'altro. Erano caldi e accoglienti.


Meravigliosi.

 

-Oh, devo presentarti una persona- affermò Havanna voltandosi verso l'esile figura di Ysabel, che sedeva impacciata su una delle sedie della cucina.
-Lei è Ysabel- disse lei sorridendo.


Non saprei definire se il destino possa controllare anche questo.

Non saprei definire nemmeno, cosa può accadere con lo scontro tra ghiaccio e fuoco.

Il fuoco si gela, o è il ghiaccio a sciogliersi?

 

-Piacere- affermò quest'ultima timidamente, alzandosi.
Il ragazzo impacciato, non riuscì a controllare il rosso che apparve sulle sue guance. E anche lui impacciato, si avvicinò alla ragazza dai capelli bruni che stava dinnanzi a sé.

-Il piacere è tutto mio, Ysabel.- disse lui, cercando di lasciarle il sorriso migliore che gli potesse venire, in quel momento di disagio.

 

Il destino, controlla anche certi fatti, dell'avvenire? O è solo frutto delle nostre scelte?

Come fa il destino ad incrociarsi nelle vite di diverse persone?

 

Esiste veramente, l'amore a prima vista?

 

 

 

 

-Sono a casa!-
-oh, com'è andata la tua corsetta-relax?- Chiese Emma, riponendo il cellulare sul comodino, ponendo successivamente lo sguardo verso l'amica.
-...hai una domanda di riserva?- chiese retoricamente, Margot, non volendo affrontare l'argomento.
-che è successo?- chiese l'amica alzando un sopracciglio.

L'altra sospirò.

-Ho avuto un incontro ravvicinato con un tizio che ha cercato di investirmi.-
-Cosa?- chiese l'amica allibita.
-Hai capito benissimo..-
-Si ma, come? Com'è successo?-
-Stavo correndo tranquillamente, quando ad una svolta della strada, mi ritrovo improvvisamente una macchina a pochi centimetri dalle mie gambe. Ti pare normale?-

Emma ascoltava allibita l'amica, mentre quest'ultima gesticolava come un'ossessa, in preda al nervoso.

-e alla fine dalla macchina è uscito un ragazzo che continuava ad imprecare.-
-..e alla fine.. che è successo?-
-Beh, gli ho dato dell'idiota e ho alzato i tacchi.- disse l'amica, dando fine alla spiegazione.

-Wow.- commentò ancora più allibita, l'amica.
-Già..-
-Dai tesoro, non ci pensare, adesso andiamo a prepararci!- disse Emma, avvicinandosi all'amica convincendola ad avviarsi al piano di sopra a cambiarsi.
-Per cosa?-
-Come per cosa?- chiese Emma tornando seria. -oggi è una giornata meravigliosa, e non staremo di certo a casa! Sù su, vai di sopra vestiti carina e ricordati di indossare il costume!-
-Oh, già! Che idiota, me n'ero completamente dimenticata.- fece Margot, sorridendo.
-Eh, appunto. Allora muoviti, alle nove in punto dobbiamo essere a casa Tomlinson!-
-Viene anche Havanna?- chiese dal piano di sopra l'amica.
-Si- rispose l'altra, per poi essere richiamata da un suono familiare. Si diresse verso il suo cellulare notando dei messaggi.

Il primo era da parte di Havanna:

Tesoro, vi aspetto a casa mia. Siate puntuali!
Si va con la tua macchina come pianificato ;)
Ah! e vi presenterò una persona! Xxx
A dopo. Hav xxx

 

-Hav, dice che ci presenterà una persona!-
-Oh, va bene!- rispose dal piano superiore, Margot.

Successivamente, nel guardare l'ultimo messaggio ricevuto, puntò per caso lo sguardo verso il piccolo orologio digitale, soprastante alla schermata.

E con orrore, lesse l'orario. 8:55

-Porca miseria!  Marghe! Muoviti!- urlò la proprietaria del cellulare, correndo verso la cucina e recuperando la borsa frigo e un telo da mare poggiato su una delle sedie intorno al tavolo.
-Arrivo arrivo!- si sentirono dei passi veloci, provenire dalle scale.

Entrambe davanti alla porta iniziarono a fare mente locale di tutto l'equipaggiamento.

-Chiavi della macchina?- chiese Margot
-Ci sono.-
-Borsa frigo?-
-C'è-
-Crema solare?-
-C'è!-
-Chiavi di casa?-
-Le ho in mano..-
-Oh..-

-Bene perfetto, non penso manchi nulla.-
-Okay, allora andiamo!-

Così entrambe, uscirono dalla porta d'ingresso richiudendola successivamente a chiave.
Salirono in macchina e posarono i bagagli nell'apposito bagagliaio.

I motori della meravigliosa jaguar nera di Emma, si accesero e in men che non si dica le due ragazze erano già dirette verso casa Tomlinson.

 

 


Intanto Havanna e Ysabel si stavano organizzando per il viaggio.

-Non vedo l'ora di presentartele, sono due ragazze meravigliose.- esclamò Hav, tutta eccitata.
-Oh, ed io non vedo l'ora di conoscerle.- rispose Ysabel, entusiasta.

-Senti ma.. Niall ?- chiese Ysabel di punto in bianco.
L'amica la guardò, osservandola incuriosita. -..si?-
-No no nulla, era così per chiedere.- la precedette sul tempo, quest'ultima, sapendo già dove volesse andare a parare.

-Ti piace.- affermò l'altra , mostrando il mega sorriso che le era spuntato sul volto.
-No! No, assolutamente no.- affermò categorica.
-Uhm.. va bene. Dai su dimmi.-
-Come vi siete conosciuti?-
-Oh, beh eravamo amici dalle elementari e questa amicizia l'abbiamo portata avanti fino ad oggi. Ed è bellissimo. Perché anche se abbiamo preso strade diverse, siamo rimasti più uniti che mai.-
-Oh, che cosa bella- disse Ysabel, veramente commossa.
-Si è vero.. però sai che, se mai ti dovesse piacere Niall, me lo puoi tranquillamente dire.-
-Hav, certo che te lo direi. Ma visto che non è questo il caso non c'è né bisogno.-
-Uhm. Sarà, ma ho visto gli sguardi che c'erano tra di voi. E credimi, non erano semplici sguardi- disse abbassando e alzando le sopracciglia come una maniaca.

Ysabel di tutta risposta le dette una spinta amichevole, facendo scoppiare dal ridere l'amica.
-Stai pur tranquilla che non è tra le mie priorità trovare l'amore.- affermò.
-Ah si? E quale sarebbe?- chiese Hav, curiosa.
-Ritrovare mio...- si bloccò.

Che stava facendo?

Doveva mantenere il segreto.

Per sino con Havanna.

Non l'avrebbe scoperto nessuno. Nessuno.


-Ritrovare..?- la incitò Havanna sorridendo. Non se n'era accorta.

Non avrebbe mai dubitato della sua amica.

-Ritrovarmi un lavoro. Sai, a Dublino avevo dei piccoli lavori, ma non guadagnavo un granchè..- mentì.
-Oh, ma dai! E' estate, ci potrai pensare più in là, stai tranquilla.- sorrise quest'ultima.-
-Oh, si hai ragione..- cercò di far spuntare un'espressione pacata e felice. Ma l'unica cosa che riuscì a far spuntare era tutt'altro che un sorriso.
Come biasimarla?

 

-Ehi ehi. Ma guarda chi c'è qui! Havanna Tomlinson!- Dalla porta di cucina spuntò, improvvisamente un ragazzo altissimo. Dalla chioma bruna e riccia.

Occhi verde smeraldo, e un sorriso fantastico piantato sul volto.

-Harry!- esclamò Havanna, vedendolo.
-Come stai?- chiese l'amico abbracciandola.

-Io bene e te? Come va con ..-
-Ehi ma non mi presenti la tua amica? Scusala, è sempre così maleducata con gli ospiti.- disse lui scompigliandole la chioma bionda.
-Oh, ma non è vero tranquillo- sorrise Ysabel – comunque, Ysabel piacere-
-Harry, Harry Styles molto piacere. Ehi ma vi serve una mano con i preparativi?- chiese sedendosi sulla sedia accanto alle due amiche.
-Se vuoi, volentieri- affermò Ysabel.

E così i tre iniziarono a preparare panini su panini, fino a quando il suono del campanello non li interruppe.


-Haroldo, andresti tu ad aprire?- Chiede Havanna facendogli gli occhi dolci.
Quest'ultimo sospirò e rivolgendosi ad Ysabel, la quale li osservava divertita, disse: -Vedi come tratta gli ospiti?- disse ridendo. Ysabel di tutta risposta rise, notando le frecciatine tra i due. Erano troppo carini.

-Oh, andiamo fai parte della famiglia da anni, di che ti lamenti!- disse Havanna, contagiata dalla risata dell'amico.

 

Harry, così si alzò dalla sedia, avviandosi verso la porta di ingresso.

-Emma!- esclamò quest'ultimo.
-Cuginetto mio!-

-Cuginetto un par di palle, sono più grande di te di due mesi- disse lui abbracciandola affettuosamente.
-Certo certo, rimarrai comunque il mio ricciolo rompiscatole- rise lei.

Quest'ultimo rise di gusto dopo il commento della cugina. Fino a che non scrutò dietro le sue spalle, una figura voltata di schiena, dalla chioma bionda, che parlava al telefono.

-Ehi, ma fai entrare anche la tua amica.- la rimproverò, lui.
-Oh, si.- Si voltò verso l'amica richiamandola -Marghe..?-


La diretta interessata, chiuse la chiamata in corso con un “Si okay, ciao” alquanto seccato.

Ma si ritrovò davanti l'ultima cosa che avrebbe mai voluto vedere.
O meglio, l'ultima persona che avrebbe mai voluto vedere.

 

-Tu?- esclamarono all'unisono, allibiti.

 

Chissà, se il destino non decida prima dell'avvenire, quali incontri accadranno ad ognuno di noi.




LEGGETE QUI SOTTO.


Jeade's point of view

Hey Hey Hey! Amori miei!

Stasera non vi tratterrò più di tanto, poichè dopo quasi una settimana di febbre, dovrò ritornare alla mia solita routine e ripartire prediligendo le mie mansioni da studente. 

Uhmpf!


Bene bene bene. Ecco il settimo capitolo tanto richiesto!
Innanzi tutto io come sempre, vi ringrazio infinitivamente per tutto.

29 recensioni? Sono morta.
Siete sempre dolcissime, quando mi scrivete. In più mi fa veramente piacere, che mi rispondiate alle domande che vi lascio ad ogni "Jeade's point of view".
Mi rende veramente felice.

Volevo informarvi di alcune cose:
Ho letto che molte di voi (come ho già scritto precedentemente), shippano la coppia Ysabel Louis. Mi dispiace davvero, non avevo mai pensato di metterli insieme.
Però, visto che siete così in tante a richiedere questa unione, potrei pensarci un pò su. Ovviamente, ve la vedrete voi e le nuovissime sorprese che vi riservano i prossimi capitoli! Perciò non vi rivelerò nulla.

Adesso vi lascio e vi attendo con ansia (eh già), sperando che qualcuna di voi abbia da darmi un giudizio a proposito del capitolo.

ps: Parlando del capitolo -velocissimamente- vi lascio solamente tre domandine:

-Che impressione vi ha dato il nuovo personaggio, Niall? (Il nostro "amico irish" hahah)
-Cosa ne pensate del precedente incontro tra Harry e Margot? Ce li vedete come coppia?
-Come vi aspettate che entri in scena, il  fratello di Ysabel?

Purtroppo, adesso vi devo lasciare sul serio. Domani sveglia "pimpante" per le sei e mezza! Help.

Un abbraccio enorme, tesori miei.
Jeade__

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Capitolo 9
*** 8- ***


Capitolo 8-
 

 

-He's my cousin-

-Lui è mio cugino-

 

 

 

 

-Sono stata da Dave ieri sera-
-Di nuovo?-

-Già, forse è l'unico che mi aiutI a sfogarmi.-
-Ah beh, grazie tante ed io chi sono?- fece lui, finto offeso.
-Oh, tesoro scusami, non volevo- disse lei abbracciandolo. -Tu sei oramai acquisito come mio psicologo personale- disse lei sorridendo
-Uhm, in effetti non sarei male come psicologo.- disse lui pavoneggiandosi.
-Ma falla finita- rispose lei, dandole una spinta amichevole, ridendo.

Era piacevole passare del tempo insieme.
Lui si che la capiva. L'aveva sempre capita.
Conosceva bene, il rapporto che c'era tra lei e Dave. Sapeva cosa stava succedendo tra lei e Liam e anche cosa era successo prima di tutto questo.

Era come il suo angelo custode.
E lui, ci sarebbe sempre stato.

-Ehi che ne dici di andarci a bere qualcosa su lungo mare?-
-Mi pare un ottima idea-

Intrecciarono le loro mani, come solito fare, e si avviarono verso casa di lei.
Bussarono alla porta ma nessuno gli aprì.

-Mi pare che in casa non ci sia nessuno- fece il ragazzo guardando tra le fessure delle persiane, della finestra presente poco più lontana dalla porta.
-Quello stronzo! Poteva almeno dirmi che se ne usciva con i suoi amichetti del cazzo.-
-Dai, non importa. Passiamo da casa mia-
-Si ma che due coglioni!- disse lei con tono acido.

Lui rise di gusto. -Andremo con la mia macchina, su.-  Lei annuì, e sempre con le mani intrecciate si avviarono verso il veicolo.


 

 

 

 

 

 

-Che cavolo ci fa lui qui!?- sbottò Margot adirata alla vista del riccio.
-Vi conoscete?- chiese l'amica al quanto confusa dalla reazione dei due.
-Più o meno..- rispose il ragazzo fulminando la biondina che le si proponeva davanti.
-Si da il caso, che sia lui sia il tipo che stamattina ha tentato di investirmi!- accusò lei.
-Peccato sia stato un guidatore prudente.- sibilò lui lasciandole un altro sguardo fulminante
-C-Cosa?- chiese Emma cercando di trattenere una risata, ma con scarsi risultati.
-Non c'è nulla da ridere Emma.- rispose acidamente l'amica.
-Scusami- disse oramai tra le risate -ma è troppo assurdo!- finì continuando a ridere.

-Assurdo?- chiesero in coro i due, non capendo la ragazza dai capelli mori, per poi incrociare i loro sguardi interrogativi.
-Assurdo è il fatto che lui, Marghe, è mio cugino.- disse l'amica divertita.- Mio cugino, Harry-
-Cosa!? - chiese l'amica, allibita .
-E che lei, Harry- disse la cugina, voltandosi verso il ragazzo -sia la mia coinquilina, nonché amica di vecchissima data.-
-Cosa!? - chiese, quest'ultimo, altrettanto scioccato.-questa snob? Te le cerchi proprio bene le coinquiline!-
-Cugino? Non mi hai mai parlato di avere un elemento così raccapricciante nella tua famiglia!-
-Attenta a come parli biondin..- affermò il riccio prima di essere interrotto da Emma, la quale in quel momento, pareva essersi tramutata in un arbitro. -Bene! Ora che avete avuto modo di presentarvi, io andrei a salutare il resto della troup. Voi..- disse per poi riprendere a ridere - .. perché non fate conoscenza?- disse per poi entrare in casa Tomlinson, evitando completamente gli sguardi fulminei da parte di entrambi i piccioncini.

Se era divertita? oh si.
E non si poteva definire una situazione divertente, benché era letteralmente esilarante.

 

 

La nostra Margot, intanto era ancora imbambolata davanti alla porta d'ingresso insieme a quello spilungone di Harry, nonché cugino della sua migliore amica.
Possibile?
Dopo tutti questi anni, conosceva oramai tutta la sua famiglia a memoria, tutta la sua storia, ma dell'esistenza di un cugino non ne era al corrente.

Impossibile.

 

-Immagino che mia cugina non ti abbia mai parlato della mia esistenza.-
-No.- rispose lei, seccata.

-Come mi aspettavo- disse lui trattenendo una risatina.
-Non è affatto divertente.-
-No per niente, l'unica cosa divertente è la tua faccia.- la stuzzicò lui.

Lei si voltò di scatto con aria alquanto minacciosa -Falla finita. Non sono qui in vena di presentazioni, ho già avuto modo di conoscerti stamattina... quando hai cercato di investirmi!-
-Occristo! Non ho mai tentato di ucciderti stamattina, ma credimi se vuoi iniziare da ora... hai la mia approvazione, Carina.- disse lui ammiccando.
-Vaffanculo.- disse lei. -E non. Chiamarmi. CARINA!-

 

E detto ciò, varcò la soglia dell'enorme casa dirigendosi alla ricerca di pace e tranquillità sperando che il ragazzo dietro non l'avesse seguita.
Ma le sue preghiere non vennero esaudite, poiché il riccio aveva appena chiuso la porta d'ingresso, raggiungendola poco dopo all'interno del grande salotto.
Quel ragazzo aveva la capacità di far fuoriuscire il suo lato peggiore.
Non era mai stata acida fino a questo punto. Con nessuno.
Tranne che..con lui.

 

Ad un tratto una voce familiare fece eco nell'enorme stanza.
-Marghe!- La diretta interessata si voltò per poi aprire un grande sorriso sul volto.
-Havanna!- esclamò quest'ultima.

Le due si abbracciarono dolcemente. -è da un po' che non ti fai viva! Come stai?- chiese l'amica
-Diciamo che potrei stare meglio- sorrise malinconicamente, lei.

Si sentì commento di disprezzo in fondo alla stanza, e Havanna scrutando dietro le spalle dell'amica, vi scorse la figura di Harry, seduta sul divano.

-Harry! Tu conosci già Margot?- chiese lei sorridendogli.
-Si, abbiamo avuto già modo di presentarci- rispose quest'ultimo all'amica, lasciando riferimenti decisamente allusivi alla bionda, la quale assisteva alla scena.
-Oh, perfetto! Mi fa piacere!- sorrise Hav, ignara di tutto.

Dopo di che si riavvicinò a Margot, e vi scostò qualche ciocca dall'orecchio per poi sussurrarle:“dopo parliamo con calma, da sole.” Havanna, la scrutò a fondo con i suoi occhi color ghiaccio fino a quando Margot, annuì sorridendole.

Benchè la voglia di sorridere era poca.

Non pensate che l'umore, si era tramutato solo per causa del riccio. Malgrado anche quest'ultimo avesse preso parte sul condizionamento dell'umore della nostra Margot, egli era solo un piccolo neo a differenza del gran caos che aveva in testa. La precedente telefonata, aveva tramutato il suo animo pacato e pacifico in una rissa tra emozioni contrastanti. E il risultato era solo una grande paura interna.


-Bene, vedo che ci siamo tutti, allora possiamo anche partire.- affermò Havanna scrutando la gente che c'era in cucina.
-Ah, no mancano ancora Liam e Scarlett.- affermò Niall vedendola affacciarsi, facendo successivamente altrettanto verso il grande salotto.
Quest'ultimo scrutò la figura di Margot e non esitò a venirle in contro e salutarla

-Bionda, non mi salutare eh!- disse lui in tono finto offeso.
-Horan, perdonami ma non ti avevo visto.- disse lei sorridendo e schioccandole un bacio sulla guancia.

-Mando un messaggio a Liam, non penso che Scarlett avrà intenzione di aggregarsi.- affermò Havanna con un velo di malinconia.

Ad un tratto si sentirono dei colpi alla porta. Havanna aprì immediatamente -Non penso proprio. Non sarebbe da Scarlett..- il ragazzo aldilà della porta, fece voltare tutti -Scusate il ritardo- sorrise.
-Liam!- sorrise Hav, per poi abbracciarlo. -dai ora che siamo tutti al completo dividiamoci per il viaggio, chi va con chi?-
-Io ho quattro posti nella macchina, chi si aggrega?- chiese Louis, scendendo dal piano di sotto, dalle scale.
-Io!- disse Emma.
-Anche io- affermò Niall
-Perfetto, nessun altro? Ysabel?-

Dalla cucina, si affacciò un'Ysabel, alquanto imbarazzata. -Se non disturbo, per me va bene- sorrise timidamente.
-Ma che! Stai tranquilla- le sorrise Emma -Marghe! Vieni, ti presento la famosa persona che ci aveva tenuto nascosta la nostra Havv!- disse facendo cenno a Margot, di raggiungerla.
-Molto piacere.- sorrise Ysabel, vedendo la figura snella della bionda dagli occhi scuri avvicinarsi con un sorriso.
-Io sono Margot.- disse Margot precipitandosi verso la ragazza nuova -Scusami ero a chiacchera fino a poco fa e non ho avuto modo di presentarmi ancora come si deve.- sorrise la bionda.
-Oh, non fa niente, mi fa piacere avervi conosciute, finalmente. Havanna mi ha parlato molto di voi.-
-Solo cose belle, solo cose belle!- si intromise Havanna da dietro le amiche con fare teatrale.
Le ragazze risero alla scena.

Ysabel non potè fare a meno di provare una grande felicità in quel momento. Era felice di poter essere lì, e condividere questi momenti rari ed unici. 
Solo ora capiva di ciò che si era persa per tutti questi anni. La possibilità di conoscere persone meravigliose.

Tutto questo era fantastico...ma un pensiero fisso le martellava nella mente. Un desiderio.
Avrebbe voluto condividere tutto questo con l'unica sua famiglia.
Solo questo desiderava.
Ritrovarla.

 

 

-Anche io ho la macchina, chi vuole aggregarsi?- chiese Harry interrompendo le risate generali.
-Harry, vengo io, sono a corto di benzina .- disse Liam
-Vengo anche io con voi- affermò Havanna -per una volta non dovrò sopportare la guida di mio fratello- affermò facendo ridere nuovamente, tutti.
-Occhio sorella, ti stai giocando il trasporto per i prossimi vent'anni.- affermò con aria minacciosa, fallendo miseramente, suscitando una risata di gruppo.

-Allora chi manca? Margot? Okay, andrai con Harry.-
-NO!- esclamò quest'ultima.

Tutti si voltarono incuriositi verso di lei. L'imbarazzo prese il sopravvento sulle sue gote, che immediatamente cambiarono di colorito.
-N-Non vorrei disturbare...e comunque ho anche io la mia macchina.- disse, cercando di rimediare.

-Oh, non temere principessina, non rechi disturbo.- disse Harry, con aria alquanto divertita ricvendo in cambio, uno sguardo demoniaco da parte della ragazza.
 

-Tranquilla Marghe, Harry è un ottimo guidatore, e non sarai l'unica donna, non temere. E comunque meglio unirsi per il tragitto senza complicarci.- disse Havanna.
-Vedremo..- sibilò Margot, lanciando un ultima occhiataccia al riccio.

 

A quel punto, casa Tomlinson venne evacuata. Gente carica di borse frigo, contenenti chissà quali pietanze era pronta ad imbarcarsi nei veicoli.
-Credi di riuscire ad attraversare la strada, dolcezza?- sibilò Mr. Ricciolo a Margot.
-Credi di riuscire a lasciarmi il tempo di entrare, o mi arroterai non appena apro la portiera?- ribattè lei sarcasticamente. - e poi... principessina?! Come ti è saltato in mente!?-
-Direi che è adeguato come nomignolo, non credi?-
-Oh ma davvero? Ne avrei molti a disposizione per te, sai? Ad esempio Demente, Troglodita, Pirla, Deficiente... devo continuare o ti ho reso l'idea?-

Quest'ultimo, non sapendo come controbattere entrò in macchina senza esitazioni, accendendo il motore.

-Hai intenzione di entrare o ti scarico qui?-
-Hai mai pensato ad eseguire un dottorato sulle buone maniere? Sto aspettando Havanna.-
-Sai, la materia “sopportare le figlie di papà” non è nei miei corsi.- sorrise sfacciatamente.

Margot, non ebbe tempo di controbattere che Havanna gli raggiunse.

-Eccomi! Possiamo partire!- esclamò Havanna raggiungendo la macchina. -dove ti metti te, Marghe?-
-Dietro con te.- disse seccata, o meglio, adirata.

L'amica alquanto confusa, la seguì sedendosi al suo fianco.
-Possiamo partire?- chiese Harry.
-Si- dissero entrambe.


Sarebbe stato un viaggio decisamente lungo.

 



 

LEGGETE E' ESTREMAMENTE IMPORTANTE

Jeade's point of view

 

Non ho ancora trovato delle scuse appropriate.
Mi dispiace sul serio di questa incredibile assenza.

Purtroppo la scuola in questi ultimi mesi -come penso a motli di voi- mi ha tenuta estremamente occupata e solo pochi giorni fa ho avuto la completa pace e tranquillità di inizio vacanza.

Mi dispiace terribilmente, ecco perché per scusarmi avevo in mente, di rimanere più collegata e pubblicare più capitoli alla volta.
Eccovi la prima parte delle mie più squallide scuse.
Mi dispiace da morire, non potete capire quanto.

Motivazioni? Un periodo di merda. Letteralmente. Mi riferisco sia alla scuola che nella vita sociale.

Menomale che le cose si stanno sistemando... almeno... spero!

 


Passiamo al capitolo.
Bene bene, qui abbiamo alcuni indizi che ci porteranno a capire, decisamente molti aspetti che riscontreremo nei capitoli successivi.
Come al solito vi lascio delle domande, spero che almeno qualcuna di voi mi consideri ancora.. io non so come scusarmi. Davvero.

..Ecco le domande.

 

Chi sono per voi, i due tipi che aprono l'inizio del capitolo?

E con chi parlava Margot al telefono?

Vorrei anche sapere che ne pensate del “rapporto” tra Harry e Margot.

Io mi ri-scuso per l'ennesima volta. Spero che qualcuna di voi riesca a perdonarmi..

 

 

Un abbraccione, la vostra Jeade__

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Capitolo 10
*** 9- ***


 

Capitolo 9-


 

-It's a joke, right?-

-E' uno scherzo, vero?-

 

 


-Non ci credo, anche io sono Irlandese!-
-Davvero? Che coincidenza- sorrise lei.

Niall era un ragazzo fantastico, semplice, socievole e.. dalla risata estremamente facile. Era piacevole stare in sua compagnia.

-Sai, non si direbbe che sei irlandese- continuò lui, soffermandosi con lo sguardo fuori dal finestrino.
-Immagino.. non ho come dire, le caratteristiche fisiche adeguate per essere considerata irlandese- rise la ragazza abbassando lo sguardo verso i piedi.

Certo che non era irlandese, non lo sarebbe mai stata.

Gli occhi attenti di Louis, si soffermarono sul volto della nuova amica. Lui lo sapeva.
Ripensò immediatamente alle parole della sorella.

E' venuta qui per cambiare vita. Non per sentirsi ripetere il suo passato.”

Non l'avrebbe permesso, benché non la conoscesse ancora bene, si era affezionato tanto a quella testolina mora e di certo, l'ultima cosa che avrebbe voluto, era farla soffrire.

-Posso farti una domanda? Non vorrei però.. sembrare troppo invadente..- le parole di Niall, interruppero i pensieri di Louis, il quale lo portarono a seguire le parole dell'amico.

-Certamente- rispose Ysabel, cordiale.
-Per caso i tuoi genitori sono..-

Al pronunciare di quelle parole, Louis fermò in tempo l'auto facendo distrarre i due dalla conversazione.
Niall non sapeva nulla, e non lo avrebbe saputo aldilà della volontà di Ysabel.

-Siamo arrivati!- esclamò Louis. E in effetti, erano giunti a destinazione.

Scesero dalla macchina sia lui che Niall che Ysabel, i quali non sospettavano di nulla.

-Emma scendi o dobbiamo aspettare l'illuminazione divina?- disse Louis, vedendo ancora l'amica in macchina.
-Sto cercando il telefono, ma non lo trovo.- disse quest'ultima.
-Dove l'hai visto l'ultima volta?-
-Se lo sapevo non ero qui a cercarlo, non credi?- sbuffò lei spazientita.
-Magari l'avrai lasciato a casa mia.. non ti allarmare- la rassicurò l'amico.
-No, non l'ho mai tolto dalla bors..- si bloccò. -..Ho lasciato la borsa in macchina di Marghe...Grandioso.-
-Come mai tutta questo allarme per un telefono?- chiese l'amico curioso
-Oh..beh..nulla.- disse per poi dileguarsi dal veicolo e raggiungere il resto del gruppo.

-Donne. Non le capirò mai.-

 

 

 

 

 

 

-Due birre, alla spina.-
-Subito-

Scarlett si voltò verso il ragazzo moro che la attendeva ad uno dei piccoli tavolini in metallo, del grande bar del lungo mare.
Lo studiò dettagliatamente.
Alto, dai lineamenti quasi mediorientali. Carnagione olivastra e occhi di un marrone castagno in cui potevi perderti. Essi avevano la capacità di scrutarti ed estirpare i pensieri più profondi della persona che poteva avere di fronte.

Magnifici.

Capelli, di un color pece e un fisico, snello e uniforme.  Si, era veramente un bel ragazzo.
Ma al di fuori dell'aspetto fisico, era una persona frastornata, incasinata e dall'animo tormentato. E Scarlett lo sapeva. Lo sapeva bene.

-Ecco le birre, dolcezza-

La ragazza sbiascicò un 'grazie' e dopo di che, si diresse con entrambe le birre in mano, verso l'amico.

-Il barista non ha fatto altro che guardarti il culo mentre venivi in qua.-
-E' solo un morto di figa.-
-Decisamente- rise lui.
-Si è rifatto gli occhi, su- sorrise maliziosamente, Scarlett
-Oh oh, quanta modestia. Si da il caso che il culo più bello in circolazione sia del sottoscritto, mia cara.- disse lui alzando il colletto della camicia con fare altezzoso.
-In effetti, controbatti bene Malik- disse lei alzando un sopracciglio per poi scoppiare a ridere, contagiando pure l'amico.


-La senti più Havanna?- chiese Scarlett di punto in bianco, facendo rimanere di stucco quest'ultimo.
-Si, qualche volta quando passo da Louis, la vedo-
-e.. com'é..?-
-Beh, è cambiata molto..nel senso.. di aspetto. E' carina..- disse Zayn sorseggiando un po di birra dal calice.
-E' sempre stata carina. Anzi.. bellissima..- disse Scarlett sorridendo inconsciamente.
-Ehi, che ti prende?- disse a quel punto l'amico.
-Cosa?- chiese lei osservandolo
-..ci stai ripensando.-
-Tsk..no-
-Non c'è nulla di male, sai?-
Sapeva verso cosa andava contro.

-Zayn, non ci sto ripensando. Non scassare.-
-Come vuoi. Ma lo so che ci ripensi. Ti si legge negli occhi. E non pensi solo ad Havanna e all'amicizia che c'era e che hai voluto chiudere, ma anche al resto del gruppo tipo a Louis.-
Sapeva le motivazioni dell'amica, ma non si lasciava abbattere.

-Lo sai Zayn. E' inutile che ritenti. Non funziona.- disse lei fredda, per poi sorseggiare la bevanda che aveva dinnanzi.
-Sei testarda..-
-Io sarei testarda?-
-Si. Tu. Ti arrendi al primo ostacolo. Quando si fanno errori e si vogliono rimediare basta avere solo un po' di coraggio e pazienza.-
-Chi ti dice che voglio rimediare.- lo sfidò, lei.
-Lo so.- disse il ragazzo risoluto.
Posò il calice sul tavolo e guardò negli occhi l'amica -E lo sai anche tu.- sospirò. -Solo che sei intrappolata ancora in un'idea sbagliata che hai di te e di chi ti circonda.-

Gliel'aveva detto.
Le aveva mostrato sul piatto d'argento la verità.

-Hai finito?- sibilò lei, fredda, incastonando i propri occhi su quelli dell'amico.

Zayn la scrutò per un ultima volta prima di appropriarsi del suo pacchetto di sigarette ed estrarne una, per poi trattenerla tra le labbra. La accese e dopo aver espirato, una nuvola di fumo, si disparse nell'aria a loro circostante.

-Si direi di si. E tu?- sorrise beffardamente, lui.
-Sei incredibile...- disse lei, scuotendo la testa. Prese altrettanto una sigaretta dal pacchetto e l'accese.
-E te testarda. Eppure siamo una coppia perfetta- sorrise lui
-Così perfetta che non c'è nemmeno un minimo di speranza tra di noi- disse ridendo lei.
-Esattamente.- sorrise nuovamente lui. -ma probabilmente, qualcuno ha in serbo per te, una persona migliore di me-
-Tu dici?..- domandò Scarlett quasi ironicamente.
-Si-
-E sentiamo chi sarebbe?- domandò nuovamente, lei divertita.

Ad un tratto la porta d'ingresso del bar, si aprì. Due ragazzi alti entrarono e si posizionarono al bancone ad ordinare qualcosa.
I due catturarono l'attenzione del moro il quale, alla vista di uno dei due, aprì un sorriso perfetto sul viso, delineato da un leggero accenno di barbetta.

-Louis!- lo chiamò quest'ultimo.
Il ragazzo in questione, si voltò alla ricerca di quella voce, troppo riconoscibile alle sue orecchie, e appena gli sguardi dei due amici si incrociarono, il sorriso del ragazzo dagli occhi blu apparve immediatamente.

Scarlett, che in quel momento stava tranquillamente aspettando una risposta dal suo amico, nell'udire quel nome iniziò a ridere divertita.
-Bella battuta, bro ma non credo proprio che..- una scarica elettrica le passò per tutta la colonna vertebrale.
-Zayn, che ci fai qui?- rispose il diretto interessato, raggiungendo l'amico.


Era uno scherzo vero?

-Oh beh ero qui con..-
-Zayn!-
-Liam! Anche tu qui?-

Scarlett, all'udire quel secondo nome scattò in piedi dimenticandosi di quella strana sensazione e immediatamente i suoi occhi si scontrarono con quelli color cioccolato del fratello.

-Liam!-
-Scarlett?.. ma tu.. che?-
-Mi hai chiuso fuori casa- lo accusò lei, irritata.
Liam cambiò immediatamente sguardo. Riducendo la sua espressione, in una serietà assoluta.-Oh.. beh, ero fuori- rispose lui con aria del tutto indifferente. Cosa che fece rimanere di sasso la sorella.
-Grazie al cazzo Liam, ci sarei anche arrivata da sola! Ma tu per...-
-Ehi Zayn, perché non ci raggiungi insieme agli altri? Siamo tutti sulla spiaggia a fare un pranzo. Ti andrebbe?- la interruppe Liam.

Si era rotto.
Si era rotto di tutto, era arrivato il momento di dimostrare alla sorella che cosa significasse venire trattati come una pezza.

-Oh, beh mi farebbe piacere- disse Zayn. Aveva capito a che gioco stava giocando Liam, ma ne voleva rimanere fuori. -casomai più tardi passo-
-Va bene, ci sentiamo più tardi allora-
-Ciao ragazzi-
-Ciao Zayn- fece Louis lasciandogli una pacca sulla spalla. -..ciao Scarlett-

Quest'ultima ancora stupita dalla reazione del fratello, non ebbe il tempo di realizzare nient'altro, fino a quando l'amico accanto non la richiamò.
-Che vuoi fare?.. se non vuoi andare da loro possiamo anch..-
-Hai visto come mi ha trattata?- quasi urlò lei in preda alla rabbia
-..Scarlett, ascolta..-
-Che cazzo gli ho fatto? Lo vorrei proprio sapere!-
-Allora, vagli a parlare.- propose l'amico,con ovvietà.
-Certo che gli vado a parlare!- disse lei alzando la voce
-..con calma- l'ammonì, lui.
-Sto cazzo, mi sentirà! Eccome se mi sentirà-

L'amico, sospirò arrendendosi alle dinamiche azzardate, dell'amica e così disse:-dai, raggiungiamolo-.

 

 

 

 

 

 

Intanto sulla spiaggia il gruppo, si era radunato sotto gli ombrelloni a pranzare.

-Ma quanto ci sta mettendo mio fratello?- domandò sbuffando Havanna
-Dai, tranquilla a momenti arriverà- le disse Ysabel
-E infatti eccolo lì insieme a Liam- disse Harry

Da lontano le due figure di Louis e Liam avanzavano verso la postazione del resto del gruppo.
-Ecco qui, ho preso le bibite- disse Louis sedendosi su una dei tanti teli, posando il contenuto della busta di plastica che teneva in mano, nella borsa frigo.
-Finalmente!- esultò Havanna -Ragazze venite?- urlò quest'ultima, rivolgendosi alle tre amiche che sedevano sulla riva del mare.
-Arriviamo!- le tre si alzarono e gli raggiunsero.
-Bene ci sono diversi panini.. quali volete?-
-Io prendo questo-
-C'è n'è uno alla mortadella?-
-Si-
-Okay io prendo quello-
-Io questo-
-Liam? Tu che prendi?- chiese Havanna mentre distribuiva i panini. -Liam..?-
-Cosa?- chiese lui distogliendo lo sguardo dalla schermo del proprio telefono.
-Con chi messaggi?- chiese maliziosamente Niall
-Nessuno nessuno... Havv passami un panino qualsiasi-
-E' una ragazza?- chiese Louis all'amico
-Può darsi- rispose lui con non chalance.
-Grande bro! Così sei ripartito in pista eh?- fece Louis
-E questa ragazza chi è?- chiese Harry incuriosito, avvicinandosi agli amici.

Liam decise di non proferire parola, nemmeno con i suoi amici. Insomma, aveva solamente mandato un messaggio di buon giorno alla misteriosa ragazza dei messaggi.
Non era successo niente di male.

ù-Mi passate la lattina..?- chiese lui cercando di rimanere indifferente alle domande degli amici.
-Oh andiamo non ci vuoi raccontare nulla di nulla?- chiese Louis
-Eh dai!-
-Non c'è nulla da raccontare, davvero. ..Mi passate la latt..-
-Em! Tu che panino vuoi?- chiese Havanna

Liam alzò di colpo lo sguardo.

Em?

-Prendo quello vegetariano- rispose Emma, sedendosi accanto agli amici.

Em come Emma?
Liam scrutò la ragazza.

No non può essere lei” pensò


Aprì immediatamente la rubrica del telefono, e si soffermò sulla lettera E . L'unico contatto di cui aveva salvato il numero era di quest'ultima.
Em

Lo sguardo, lo portò alle precedenti conversazioni. E vi trovò un tralcio di una conversazione che catturò la sua immaginazione.

 

A:Em

Ti perdono haha!
Oh, quindi sei una ragazza, posso sapere come ti chiami, se
non sono troppo invadente?:)

 

Da:Em

Eh si sono una ragazza haha
Comunque, chiamami Em.


-Em- sussurrò lui.
-si?- rispose una voce femminile

Il ragazzo alzò lo sguardo immediatamente e vide la ragazza che aveva nominato sorridergli.
-Oh.. ehm..- gli aveva risposto. Era lei. - m-mi passeresti la lattina..?-
-Certo!- sorrise quest'ultima passandogli l'oggetto.


-Che ne dite, si fa una partitella a pallavolo?- propose Havanna
-Ci sto- rispose Louis
-Anche io- risposero in coro Margot e Ysabel
Anche il resto del gruppo si alzò per andare a giocare.

-Liam tu non vieni?- la stessa voce di prima.

Liam alzò lo sguardo e si scontrò con gli occhi marroni della ragazza che aveva di fronte.

-Uhm?-
-A giocare- spiegò la ragazza, lasciandogli un altro sorriso.
-No.- rispose freddo.
-manchi solo tu-sorrise lei -dai, vieni che ci divertiamo- disse lei incoraggiandolo.
-Ho detto no.-

-..oh.. okay..- Emma, percepì il clima freddo che sembrava emanare quel ragazzo. Un ragazzo che conosceva da anni, ma con cui non aveva mai legato alcun tipo di rapporto. -scusami..- e detto questo se ne andò.
Che si aspettava? Era sempre stato un ragazzo chiuso e freddo. Non sarebbe mai riuscita a legare.

Solo conoscenti, ecco cos'erano. Niente più.
Liam, seguì quella figura femminile, che fino a poco fa era accanto a lui. Si rese conto che era stato troppo freddo. Provo ad aprire bocca per richiamarla ma qualcosa lo bloccava.

Era lei, la misteriosa ragazza?

 




Jeade's point of view:

Ragazze, eccomi qui. So che molte di voi mi hanno abbandonato.. e mi dispiace. Sul serio.
Io in tal caso continuerò la storia, con o senza recensioni.. come andrà andrà..

Un bacio.

Jeade__

ps: spero comunque nel ritorno di qualcuna di voi. Mi mancate, voi e le nostre chiaccherate. Mi mancate, si.


 

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Capitolo 11
*** 10- ***


Capitolo 10-
 

-Who's that girl?-

-Chi è quella ragazza?-

 

 

 

 

-Bene ora che è arrivata anche Emma, possiamo formare le squadre- disse Louis
-No non possiamo, Liam non gioca e saremo dispari.-

-Ehmbè? Sono equilibrate le squadre, io che sono una schiappa conto come 0 giocatori. Va bene così- affermò Havanna, suscitando delle risate di gruppo.
-Bene allora la squadra da quattro è composta da: me, Margot, Emma, Ysabel mentre quella da tre è dei soli maschi. Ci state?- chiese Havanna con tono di sfida
-Uhm, maschi contro femmine. Mi piace- fece Niall sfregandosi le mani
-Su ragazzi, mostriamo alle signore di cosa siamo capaci.- disse Harry posizionandosi sotto rete.

-Marghe, tu vai sotto rete.- disse Emma -mentre tu Ysabel al centro. Havanna tu stai in fondo, mentre io starò alla battuta.-
Le ragazze obbidirono. Margot si posizionò sotto rete. Alzò lo sguardo e in un istante si scontrò con quello del riccio.
-Principessina, quanto tempo- sibilò ironicamente Harry -pronta a perdere?-
-Lo sai che a darsi troppe arie, si diventa palloni gonfiati?- ribattè lei con un sorrisino sarcastico.
-Ehi dolcezza, attenta a tirare fuori le unghie, ti si potrebbero spezzare-
Margot non ebbe tempo di controbattere, che Emma dette il via alla partita.

I ragazzi ricevettero la palla, eseguendo quattro passaggi consecutivi. Harry schiacciò sul campo avversario, ma Ysabel prontamente la spedì a Margot tramite bagher. La palla venne catapultata sul campo dei ragazzi i quali si lanciarono a terra in contemporanea pur di rimandarla in aria. Ma essa cadde rovinosamente sul terreno sabbioso e questo portò la squadra delle ragazze ad assegnare un punto.

I ragazzi si guardarono e impettiti si rialzarono da terra. Non avrebbero perso così rovinosamente.


Poco dopo..

 

-Ragazzi ci stanno stracciando- disse Louis con il fiatone indicando il gruppo di ragazze che esultavano abbracciandosi.
-No Louis siamo in testa noi.- disse, convinto Harry
-Harry, sono 24 a 3. Fai tu i calcoli..-
disse Niall

-Ragazzi? Vi arrendete?- ululò Havanna dall'altra parte del campo.
-Oh ma fateci un piacere, vi abbiamo fatto vincere- disse Louis risentito.
-Certo certo-
-Che ne dite allora di una rivincita?- propose Ysabel

I ragazzi si guardarono e incrociarono i loro sguardi esausti.
-Ehm, e se ci andiamo a fare un bagno?- propose Niall
-Perdenti!- ululò nuovamente Havanna suscitando le risate delle altre.
-Ma state zitte.- grugnì Harry -vi possiamo battare anche seduta stante.- disse suscitando il disaccordo dei suoi alleati.
-Ah si, e gareggeresti anche da solo?- lo sfidò Margot.
-Non sono sol..- il ragazzo cercò con lo sguardo i compagni, ma li trovò beatamente in acqua. -..merda.- sussurrò.
-Si caga addosso- disse ridendo Emma
-No! Ci sto-

La partita ri-iniziò. Harry vedendosela da solo contro quattro ragazze, venne messo ad una dura prova.

-Haroldo, dicci se sei esausto. Così chiudiamo questa tua sconfitta- disse Havanna all'amico.
-N-no- disse lui cercando di riprendere fiato.
-Ragazze, dai non c'è la fa più – disse con voce timorosa Ysabel
-Ysa, è tutta scena.- la rassicurò Margot.
-E se mentre il vecchietto riprende fiato, noi ci andiamo a fare un bagno?- propose Emma
-Concordo pienamente-
-si, andiamo-

Le ragazze così si dileguarono entrando in acqua, raggiungendo Niall e Louis.

-Andiamo Harry vieni qui con noi!- gli urlò Niall

Il ragazzo scrutò i suoi amici in acqua e le ragazze.
Quando vide la testolina bionda di Margot, sorrise malignamente.
In fondo al suo cuore e ai suoi più profondi pensieri, gli piaceva stuzzicare quella ragazzina viziata. Era un bello passatempo.

Non c'erano emozioni.
Solo puro divertimento. Tanto era così che avevano trattato lui? No?

Divertendosi.
Avrebbe avuto la sua vendetta. E perché non su Margot Evans?








-Scarlett rallenta.. non risolvi nulla reagendo in questo modo!- le urlò l'amico, da dietro.
Come aveva potuto trattarla in questo modo?
Non che lei fosse un angelo, o un fiorellino nelle buone maniere, ma... Liam? Che gli aveva fatto a Liam?
Niente. Assolutamente niente.

-Liam!-
Il ragazzo in questione, distolse lo sguardo dall'orizzonte e si voltò di scatto verso quella voce del tutto familiare.
Restò a fissare la piccola figura della sorella avvicinarsi a passo spedito verso di lui.
Quando questa lo raggiunse, fu come azionare una bomba a mano.
Liam poté solamente alzare lo sguardo, e vedere quella furia scatenata di sua sorella urlargli contro.


Il ragazzo, pur avendola a pochi centimetri di distanza, sentiva la sua voce come ovattata, come se fosse protetto da una bolla.
Era una sensazione, in un certo senso piacevole. Come se avesse trovato la sua pace interiore.

Quando quel rumore di sottofondo cessò, egli decise di proferire parola.
-Scarlett, sarò chiaro con te. Se sto prendendo questa decisione, lo faccio solo per il tuo bene-
-Oh si certo, quando mai te né importato a te di come sto veramente?- gli urlò contro risentita.
Il fratello si alzò, puntò i suoi occhi in quelli della sorella.
-Credi veramente che non me ne importa nulla di te? Quando invece, tutte le volte che ho tentato di aiutarti o di starti accanto ti sei rinchiusa, sfoderandomi tutte le tue armi pur di farmi allontanare da te. Qualche volta Scarlett, le persone possono aiutarti. Mostrarti affetto. O amore. Ma se continuerai a respingerle e non provare a lasciare uno spiraglio della vera te stessa, allora cara mia, ti ritroverai da sola. E non sto scherzando Scarlett.- disse il fratello con fermezza.


Scarlett rimase spiazzata da quelle parole.
Eppure una parte di sé tentò ulteriormente di nascondere le emozioni che stava provando.

-Te lo ripeto Scarlett. Io non cambio di posizione.- e detto questo, Liam prese i suoi averi e dando un'ultima occhiata al resto degli amici che aveva assistito all'intera scena, si allontanò dalla spiaggia.

Scarlett era ancora lì. Ferma immobile dove il fratello l'aveva lasciata.
Sentì le mani tremare. Segno che da un momento all'altro sarebbe scoppiata.
Gli occhi iniziarono ad inumidirsi ed istintivamente, decise di fare fronte retro e di andarsene via.

-Scarlett!- Havanna che aveva assistito alla scena, cercò di raggiungerla, ma quest'ultima iniziò a correre allontanandosi da tutto e da tutti.
L'amica si bloccò poco più indietro di Zayn il quale era rimasto immobile tutto il tempo.
Quest'ultimo notò la figura di Havanna. Si avvicinò a lei.
-Non mi vuole proprio vedere..- sorrise tristemente, lei.
-E' solo impaurita.-
-Ma da cosa, Zayn? Cosa? Cosa è successo, cosa le ho fatto? Io non..-
Zayn la zittì -Tu non hai causato nulla Havv.. Nulla..- il ragazzo, incrociò instintivamente i suoi occhi con quelli della bellissima ragazza che aveva di fronte.
E non poté fare a meno di notare quanto fosse bella.
-Sarà.. meglio che io, si. Che vada a riportarla a casa..-
-..si-

Così il moro, si voltò scrutando il resto del gruppo che era presente. E vi notò di sfuggita, una nuova presenza.
Ma non ci fece più di tanto caso, e proseguì il tragitto.

 

 

 

 


-Dov'è finito Liam?- chiese Niall cercando la figura dell'amico
-Non ne ho idea.. andiamo a cercarlo- fece Harry, il quale venne immediatamente seguito da Niall e da Louis.

Emma, Margot ed Ysabel vedendo Havanna ancora sulla spiaggia, da sola, le si avvicinarono.

-Havv, tutto okay?- chiese Ysabel poggiandole una mano sulla spalla.
La ragazza in questione alzò il capo, e si voltò con un sorriso.
-Certo tutto apposto- rispose tranquillizzandole, mantenendo un sorriso estremamente sforzato sul volto.

Le tre si scambiarono degli sguardi corrisposti e decisero di non aggiungere commenti evitando ogni collegamento a quello che era appena accaduto.

-Sentite, io sarei un po stanca, che ne dite se raggiungiamo gli altri e si ritorna a casa?- propose Havanna.
-Oh, va bene. Ma per stasera che ne dite se si esce un po' tutte insieme?- propose Margot
-Si! C'è una festa dalle nostre parti, a casa di un mio amico- esclamò Emma
Havanna disse -Io, stasera preferirei rimanere a casa.-
Emma e Margot sgranarono gli occhi.
Havanna non era tipa da rimanere a casa, tutt'altro. Era una forza della natura, e nessuno l'avrebbe potuta trattenere a casa. Amava la compagnia e non di certo rinchiudersi in casa a vedere film, ammuffendo sul divano.

-Sicura?- chiesero le amiche all'unisolo.
-Sicurissima, andate voi e divertitevi.- sorrise tristemente quest'ultima
-Oh.. okay-

Ysabel per tutta la conversazione non fece altro che scrutare Havanna. C'era qualcosa che non andava, e non riusciva a rimanere indifferente come le altre due. Non ce la faceva proprio. Doveva arrivare in fondo a questa faccenda, e ci sarebbe riuscita.


Doveva chiarire solo un dubbio.

Chi era quella ragazza?

 

 

Jeade's point of view:

Rieccomi qui con un nuovo capitolo.
Grazie ancora a Better_Than_Words che mi sta ancora seguendo, dopo tanto tempo. Grazie di tutto tesoro! E ringrazio anche il resto delle ragazze che continuano a leggere la storia.
Un bacio a tutte.
Fatemi sapere se volete che ne pensate della storia.

Jeade xx

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Capitolo 12
*** 11- ***


Capitolo 11-

 

-I'll find the light in the dark-

-Troverò la luce nel buio-


 

 

Poco dopo Louis e Niall raggiunsero le ragazze, e insieme sbaraccarono l'intera postazione sulla spiaggia riportando ogni loro avere ai veicoli.

Lì gli aspettavano Harry e Liam, il quale era rimasto tutto il tempo nel parcheggio sa solo.

 

Aveva bisogno di pensare, riflettere e stare da solo per un po'. Di certo, l'accesa discussione con sua sorella, lo aveva alquanto scombussolato. Ma era felice, felice di essersi liberato un peso del genere sulle spalle, che oramai trasportava da anni.

 

Il tragitto di ritorno, fu alquanto silenzioso. Sembrava che l'arrivo di Scarlett, avesse riaffiorato nelle menti di tutti i presenti, diversi pensieri e ricordi.

Il gruppo di amici si divise nelle macchine di Harry e Louis i quali riaccompagnarono a casa ognuno dei componenti.

 

Havanna ed Ysabel, dopo aver riaccompagnato a casa Niall, insieme a Louis, rientrarono in casa.

-Io vado a farmi una doccia- annunciò Louis salendo le scale del piano superiore.

La casa acquistò un silenzio assordante. Entrambe le amiche posarono le diverse borse sul tavolo di cucina, sistemando il contenuto di esse negli appositi scaffali della cucina, senza proferire parola tra di loro.

-Se vuoi andare con Emma e Margot, puoi Ysabel. Non ti sentire in dovere di farmi compagnia solo perché voglio stare a casa- disse ad un tratto Havanna, rompendo il silenzio.
-Ma io ..- provò a dire Ysabel
-Non me la sento molto di uscire. E non voglio di certo rinchiuderti in casa per causa mia - disse nuovamente l'amica.
-Ma per me non è assolutamente un problema Havv, voglio solo farti compagnia.-
-non ti stanno simpatiche le ragazze? Puoi dirmelo tranquillamente- cercò di capire Havanna
-Assolutamente no! Emma e Margot, sono veramente gentili ..- sorrise Ysabel ripensando ai bei momenti trascorsi insieme alle nuove amiche -e trovo che siano molto simpatiche-
-Mi fa piacere che ti siano piaciute..- le due si scambiarono un sorriso. -Non mi dispiace se esci con loro. Sappilo- mise in chiaro Havanna
-No no è che io ecco, non sono mai stata ad una festa. -ammise imbarazzata Ysabel- Non saprei come comportarmi. Lo so sono ridic..-
-Oh ma se quello è il problema allora è risolvibile!- sorrise Havanna -su su! Forza, adesso contatto Emma e Margot e dico che andrai insieme a loro-
-Ma Havv tu starai da sola tutta la sera, mi dispiace troppo lasciarti a casa..- disse sincera Ysabel
-Ma figurati! Starò a casa sola soletta a vedermi un bel film senza quella rottura di mio fratello, cosa può esserci di meglio?- disse con un sorriso smagliante quest'ultima.
-..sicura?- Voleva accertarsi che l'amica fosse serena e tranquilla. Non l'avrebbe mai lasciata a casa da sola se non si fosse accertata che stesse bene.
-Sicurissima! Su forza andiamo al piano di sopra, così avrai tempo per farti una bella doccia- la trascinò Havanna, dalla mano, verso il piano superiore.

Ysabel, la seguì ridendo. Era felice. Felice perché si vedeva che l'amica stesse incominciando a stare meglio, da quando era successo quello scontro al mare, con la ragazza misteriosa. E ne era felice. Felice di aver trovato, finalmente un'amicizia così bella.

 



 

 

 

-Scarlett- bussò l'amico alla porta del bagno. -dai aprimi, parliamo un po'..- cercò di convincerla
-Non c'è niente di cui parlare Zayn.-
-Hai intenzione di rimanere rinchiusa nel bagno ancora per molto?- chiese retorico.
-Non ho voglia di parlare dell'accaduto. Tutto qua.- rispose fredda.
-Nemmeno di Havanna..? Lo sai che mi ha chiesto di te?-

Non si sentì alcuna risposta.

-Scarlett.. andiamo, lo so che vuoi rimediare. Cazzo è passato! Non devi rimanere costantemente a pensare quello che è già capitato. Pensa a come puoi migliorare il presente piuttosto!-

Ad un tratto la porta del bagno a cui Zayn era appoggiato di spalle, fece un rumore paragonabile allo scatto della chiave all'interno della serratura.
La porta si aprì e mostrò una Scarlett, più bella che mai.
Vestitino eccessivamente aderente, che delineava una perfetta figura magra di donna.
Tacchi esageratamente alti, ma semplici. I capelli corti sbarazzini erano stati rivoltati indietro e laccati. Un trucco forte, da sera delineava gli occhi a cerbiatto della ragazza, e un rossetto rosa acceso contornava le sue labbra carnose.

Il ragazzo notando l'eleganza della ragazza, non poté fare a meno di pensare a quanto potesse essere bella.
-Woah.- sussurrò quest'ultimo-sei uno schianto.- ammiccò sorridendo
Lei sorrise di tutta risposta, sorpassando l'amico e dirigendosi nella propria camera da letto.

Nel ritorno a casa dal mare, Zayn l'aveva accompagnata a casa, deciso di volerle tirare fuori tutti quei pensieri che non riusciva ad esternare.. Ma tutto quello che aveva fin ora ottenuto era un silenzio tombale, quasi assordante.

In quel momento a casa di Scarlett non c'era nessuno. Suo fratello era molto probabilmente rimasto con il resto del gruppo e forse era uno di quei pochi momenti in cui a casa Payne, in cui non c'era un clima pesante, dovuto dai continui litigi dei due fratelli.

-Vai a qualche festa?- chiese l'amico
-Si. Devo fare una cosa...- disse cercando la pochette tra la cesta delle borse.
-..Sul serio Scarlett, non credi che puoi lasciar perdere lo svago e pensare a come iniziare a tirarti fuori da questa merda?- disse il ragazzo non capendo le dinamiche dell'amica.
-Ci sto provando se me lo permetti.-
-Si certo..- disse mugugnando. -E andare ad una festa cosa cambierà?-
Lei lo guardò. -Hai intenzione di appoggiarmi oppure no?-
-No. Assolutamente no. Non permetterò che tu perda ancora tempo quando c'è gente che sta male per te. Sembra che non te ne freghi un cazzo.- disse alzando il tono di voce. Si era spazientito. Perché non voleva arrivare a capire?

-Smettila.- rispose lei con lo stesso tono di voce. -Ho intenzione di portare cambiamenti e sembra proprio che tu mi stia venendo contro invece che starmi accanto come avevi promesso!- disse terminando la ricerca della borsa, recuperando una pochette a tracolla che indossò in tutta furia, per poi uscire dalla camera e percorrere le scale per uscire definitivamente da quella casa.

Il ragazzo la fermò per le scale in tempo -No non volevo. Scusami...- le disse.
Lei teneva lo sguardo basso e ciò permise lui di continuare a parlare -Che intendi con portare cambiamenti?- domandò. In quel momento, sperò con tutto il cuore che tutti i suoi sforzi a far ragionare l'amica, iniziassero a dare i loro frutti.

Lo sguardo di lei si incontrò con quello del moro.

-V-voglio finirla con Dave..- ammise lei alquanto sconvolta anche dalle stesse sue parole, tanto quanto l'amico.
-Come mai questa decisione..?- chiese l'amico.

I motivi erano evidenti. Entrambi conoscevano Dave e non si poteva definire un tipo raccomandabile. Quattro anni più grande di Scarlett, ed era di sua consueta abitudine, bere e spacciare.
La relazione nata tra i due era prevalentemente per l'ultimo aspetto del ragazzo in questione.
Aveva trascinato Scarlett in un pozzo senza fine. Il tutto era accompagnato dallo sgradevole atteggiamento che Dave aveva nei confronti di quest'ultima.
Oltre ad essere letteralmente possessivo ,era tremendamente aggressivo e non solo questo era dovuto all'aspetto caratteriale della sua persona, bensì dalle sostanze di cui campava.
Non era la prima volta che Zayn aveva accolto la sua migliore amica, indifesa, dopo un abuso da parte del ragazzo in questione, il quale sapeva dell'amicizia tra i due e spesso era un punto a suo favore per sfoderare tutto il suo male contro la figura di Scarlett.

Scarlett era stanca. Aveva smesso di autoconvincersi che Dave fosse un ragazzo che avesse solamente bisogno di supporto o aiuto. Era letteralmente impazzito e questo era oramai constatato da troppo tempo.
Le aveva impedito di frequentare i suoi amici, di proseguire l'amicizia che c'era tra lei e Havanna, nonché sorella del suo più acerrimo rivale: Louis.
E di questa rivalità molte persone ne erano a conoscenza.

Dovette cambiare non solo nelle modalità di fare, ma di perdere la vera se stessa. Perdendosi in un buio pesto, da cui non trovava più fine.

Era troppo difficile uscire da questa merda.
Non poteva chiedere aiuto, perché temeva di riportare problemi a persone a cui teneva troppo.
Tipo Havanna, o Louis, o Liam.. o Zayn, benché quest'ultimo fosse già a conoscenza di tutto.

-Ho intenzione di chiudere definitivamente questa storia- disse lei con voce tremante. Erano poche le volte in cui si dimostrava indifesa e fragile. Ma si era stancata di tutto questo ed era ora di finirla definitivamente.
-Vengo con te- affermò il ragazzo prendendo le chiavi della macchina dalla tasca posteriore dei jeans.
-No Zayn, non voglio che ti faccia del male- lo supplicò, lei.
-E permettergli di fartene a te? Non credo proprio.- disse il ragazzo prendendo l'iniziativa e incrociando le dita con quelle dell'amica, la quale rimase scioccata dalle dinamiche dell'amico.

-Zayn..-
-No. Non discutere-
-Zayn!- lo richiamò, lei
Il ragazzo si girò. E lei gli prese il viso tra le mani e gli lasciò un affettuoso bacio sulla guancia.
Il ragazzo sorrise, ricambiando il bacio.
-Andiamo-
Lei annuì. Così uscirono di casa e si avviarono alla macchina.

Scarlett sentiva quell'agitazione positiva, quando deve accadere un cambiamento. Ed era così. Sarebbe stato un grande cambiamento, e un inizio per ritrovare la luce nel buio.




Jeade's point of view:

Eccomi qui con l'undicesimo capitolo di questa storia. Innanzi tutto voglio ringraziare Better_Than_Words e HugHazza per tutto il sostegno che mi stanno dando. Lo apprezzo veramente. Siete stupende!
Che dire a proposito del capitolo? Beh qui scopriamo un po di più sul passato di Scarlett e di cosa l'ha portata ad allontanarsi da tutto e da tutti.
Ma è solamente l'inizio delle scoperte!

Spero di riuscire a pubblicare un'altro capitolo, perché sono curiosa di sapere che ne pensate.
Un abbraccio, Jeade xx

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Capitolo 13
*** 12- ***


Capitolo 12-

-It wasn't his real name-

-Non era il suo vero nome-
 

 

L'acqua calda le permise di togliere tutti i rimasugli di sale di mare che si erano depositati da quel pomeriggio, tra la chioma bruna e su tutta la superficie della sua pelle olivastra.
Si insaponò tutto il corpo con il primo bagnoschiuma che trovò. Vi era un'ampia scelta di prodotti. Havanna non badava proprio a spese.
Optò per un bagnoschiuma al latte e miele. Semplice, delicato ma dall'odore quasi inebriante. Proprio come piacevano a lei.
Ebbe modo anche di passare shampoo e balsamo sui lunghi capelli neri, per poi darsi un ultimo risciacquo.

Uscì dalla doccia, avvolgendosi in uno dei suoi asciugamani color lavanda. Si asciugò i capelli e dopo aver indossato la biancheria intima si riavvolse con la stoffa precedentemente utilizzata, per poi avviarsi a piedi scalzi, verso la sua nuova camera.
Aprì l'armadio, precedentemente riempito dai suoi pochi averi. E solo in quel momento realizzò di non aver assolutamente nulla da indossare.

E poi.. come bisognava vestirsi per una festa?

Se fosse stato per lei, avrebbe indossato molto più che volentieri degli shorts e una magliettona a maniche corte. Ma sfortunatamente, il programma di Havanna era un'altro. Quest'ultima, entrò in camera dell'amica e vedendola indossare il suo pigiama la guardò storto.
-Stai scherzando? Non ti lascerò andare ad una festa con un pigiama. Forza su, seguimi- disse trascinandola nuovamente in una stanza decisamente più grande.

Ysabel suppose fosse la sua camera. E suppose bene, benché non avesse mai visto una camera di quelle dimensioni.
Enorme, non poteva essere l'aggettivo migliore per descrivere la grandezza e la magnificenza di quella camera da letto.
Un letto matrimoniale risedeva appoggiato con una possente testiera in legno sul muro principale, il quale era decorato e ornato con scaffali e scaffali pieni di libri e numerose scatole colorate contenenti chissà cosa.
Sul lato opposto, una grande finestra con terrazzo ornata da tende color crema, era posizionata tra due serie di mobili, sia a destra che a sinistra. Sul lato opposto della porta, vi era una piccolo arco che conduceva in un'altra stanza più piccola.

-Questa è la tua camera?- chiese sbalordita l'amica.
-Si ma trovo che sia troppo grande per me. Ma posso sopravvivere- disse ridendo per poi continuare il giro turistico con l'amica a presso.

Le due varcarono la soglia del piccolo arco e benché la stanza fosse stretta e lunga, non sembrava poter essere utilizzabile come ulteriore camera da letto, poiché non possedeva nemmeno di uno spiraglio di luce esterna. Infatti, varcato l'ingresso di quel piccolo abitacolo, Ysabel poté constatare che era stata adoperata come cabina armadio.
Centinaia di vestiti e chissà quante scarpe, erano esposti ad ogni lato della stanza.
Un grande lampadario di carte scendeva dal soffitto, rendendo l'ambiente più magico di quel che era già.
Era una delizia agli occhi della giovane ragazza irlandese, la quale non aveva mai avuto l'occasione di poter ammirare da così vicino, abiti di una certa classe.

-Wow.- disse solamente Ysabel, da quanto era grande il suo stupore.
-Bene. Scegli.- le sorrise Havanna.
-Cosa?- domandò strabuzzando gli occhi l'amica.
Havanna sorrise -Puoi scegliere quello che vuoi, ma ti darò una mano io. Trovare dei vestiti qui dentro è come una caccia al tesoro, e noi dobbiamo sbrigarci!-
Ysabel non poté che ridere notando l'iperattività dell'amica, mentre la trascinò con forza tra gli accumuli di stoffa variopinta.

-Ti renderò irresistibile-

 

 

 


-Usciamo stasera?- chiese Niall sdraiato di schiena sull'enorme letto dell'amico, tenendo in mano una pallina da tennis che lanciava periodicamente, fino a farla raggiungere al soffitto della camera.
-Si, perché no. Danno una festa qui vicino- propose Harry
-Va bene, passo di casa a cambiarmi. Ci troviamo lì per le nove- disse Liam
-Okay, ciao bro!- salutò Niall, sdraiato ancora sul letto.
-Ciao Liam- salutò a sua volta Harry

Il ragazzo in questione fece un saluto con la mano, e successivamente sparì dietro la soglia della porta.

-Allora.. come ti sembra la nuova arrivata?- chiese Harry al biondino.
-Ysabel? Si è simpatica.-
-Già, è anche carina-
-Molto..- commentò inconsciamente Niall.

Da quando aveva incrociato il suo sguardo con quello di Ysabel, era successo qualcosa. Non sapeva descriverlo con precisione nemmeno lui, ma era scattato qualcosa.
Non voleva darci più di tanto peso, voleva fare le cose con estrema calma e quindi l'avrebbe conosciuta più a fondo. Magari sarebbe nata una bella amicizia.
Non voleva partire in quarta, non c'era fretta e non era tanto meno da lui comportarsi così.
Per questo aspetto, Niall era un tipo piuttosto maniacale: si era puntato di conoscere una ragazza apposto questa estate. Era stanco e decisamente annoiato dalle solite storielle 'botta e via'. Aveva avuto numerosissime storielle con ragazze, ma nessuna è durata se non più di un mese. Forse anche meno di due settimane. Probabilmente però non era ancora psicologicamente pronto ad una storia duratura.

Aspetta un momento. Storia duratura? Voleva solo conoscerla come amica, STOP.

-Ti interessa?- domandò l'amico curioso.
-Direi che è pura curiosità. Nulla di più.- ammise lui.
-Uhm. Ma ci hai parlato?-
-Si.. diciamo di si.-
-E..?-
-Non siamo riusciti a reggere una conversazione duratura. Ma ho scoperto che è irlandese!-
-Irlandese?- chiese l'amico perplesso
-Lo so, assurdo.. le volevo domandare se uno dei suoi genitori o entrambi avessero origini mediorientali. Ma non ho avuto modo di completare la domanda, poiché siamo stati interrotti.-
-Capisco. Beh, avrai modo di ultimare la conversazione- disse Harry avviandosi verso l'armadio, facendosi largo tra le camice appese alle grucce.- Stasera verrà anche Louis alla festa, e penso proprio che si aggregherà anche Havanna, e di conseguenza anche il resto delle amiche. Quindi molto probabilmente anche Ysabel-
-Tu dici?- chiese con un tono alquanto speranzoso il biondo.
-Si- disse Harry sorridendo alla domanda dell'amico. -Avrai modo di corteggiare la tua dama- disse prendendolo in giro
-Oh ma chetati- disse tirandogli un cuscino suscitando la risata del riccio, che successivamente contagiò anche lui stesso.

Era bello poter contare su un amico di questo genere. Benchè Harry e Niall si conoscessero solamente dai primi anni del liceo, avevano legato immediatamente. Frequentando la stessa università avevano deciso di convivere insieme nella villetta di Harry e quindi il loro legame di amicizia non faceva che rafforzarsi giorno dopo giorno.

Più tardi il biondino si infilò sotto la doccia, e successivamente si recò nella sua stanza, dove scelse che indossare quella sera.
Optò per una maglietta bianca, semplice dallo a “v” e dei jeans neri a sigaretta, che gli delineavano il fisico asciutto e tonico che possedeva.
Si sistemò i capelli con una passata di gel, per permettere a quest'ultimi di rimanere rivoltati indietro, proprio come piacevano a lui.
Si passò la sua colonia lasciando qualche goccia sulle mani, che poi portò sul collo e sui polsi.
Si dette un'ultima occhiata allo specchio e dopo aver visto che ore fossero, azionando il touch screen del cellulare, si decise a scendere al piano di sotto e preparare qualche piatto pre riscaldato per lui e il coinquilino.

Dalle scale scese un Harry pronto ad uscire. Indossava una maglia a maniche lunghe ultra leggera, di colore nero. Aveva uno scollo leggermente cadente il che mostrava i numerosi tatuaggi che possedeva all'estremità della clavicola. I capelli erano stati riportati indietro, sia all'estremità delle orecchie sia sopra la fronte. In oltre, indossava jeans a vita bassa che evidenziavano il suo fisico atletico e snello.

Si scambiarono uno sguardo sorridendo per poi dirigersi in sala con la cena su due vassoi, a svagarsi guardando qualche programma demenziale, prima di uscire definitivamente di casa.

 

 

 

-Havv non credo che mi stia bene..- provò a dire Ysabel
-Oh, tesoro dai retta a me, sei una favola.- sorrise l'amica.
-Non penso di sentirmi.. ecco.. a mio agio-
-Uhm, possiamo optare allora per questo, che ne dici?- l'amica le mostrò un vestito dai colori pastello tendenti all'arancio e al color pesca. Era di forma e taglio estremamente semplice. Sul davanti possedeva delle spalline non troppo larghe ma nemmeno fini, che slittavano sul retro, incrociandosi sulle scapole per poi lasciare il resto della schiena scoperta fino a poco prima della fine della colonna vertebrale. La stoffa cadeva dolcemente sulle figure della ragazza, accennando un leggero volume grazie alle impercettibili balze che contornavano la parte inferiore al busto.

Era semplicemente bellissimo.


-Questo.- dissero entrambe le amiche guardando l'immagine riflessa allo specchio
-E' meraviglioso- disse Ysabel guardandosi di schiena.
-Ed è tuo- affermò l'amica ammirando ancora la bellezza che essa rispecchiava.
-Cosa? No, Havanna non posso accettare-
-Devi! Ti sta d'incanto e poi non l'ho mai indossato, non sapevo nemmeno della sua esistenza. Molti me li regala mia madre visto che lavora in diverse linee di moda. Prendilo- la incitò nuovamente l'amica sorridendo.
-Io.. non so che dire- disse Ysabel alquanto commossa dalla generosità dell'amica.
-Dì solo grazie- disse Havanna spuntando dietro di lei e abbracciandola.

Ysabel non se lo fece ripetere due volte e saltò addosso all'amica.
Le voleva un bene dell'anima, e non sapeva come ripagare tutte le gentilezze che le aveva dimostrato.
-Grazie, grazie di tutto- disse Ysabel commossa.
-Ehi ehi, mica piangerai eh?- disse l'amica incitandola a sorridere -dai su seguimi, ora arriva la parte migliore!- disse trascinandola al di fuori di quella stanzina. -Ho già in mente come truccarti-

Ysabel aveva ormai capito che ribellarsi non avrebbe servito a nulla, perciò si lasciò andare e si abbandonò a quelle mani estremamente esperte.

 

 

 

 

Liam era beatamente sdraiato sul letto.
Mancava solo un ora alla festa e lui era appena uscito dalla doccia e indossava solamente la biancheria intima.
Sua sorella era probabilmente insieme a Zayn. E si immaginava che dopo la discussione di quel pomeriggio lei, non avrebbe voluto di certo ritornare a casa.
Ma lui oramai aveva preso una decisione, e con tutto il bene che voleva a sua sorella, non avrebbe fatto un passo dalla sua posizione. Si sarebbe mossa lei, per una volta nella sua vita.

Sbuffò guardando l'ora del telefono: 20:01
Il tempo non si decideva proprio a scorrere. Così si alzò e decise di scegliere cosa avrebbe indossato quella sera.

Riuscì a tirare fuori dall'armadio un paio di jeans chiari e una maglia bianca insieme ad una camicia scura. Scelse delle converse blu, in tinta con la camicia e posò il tutto sul letto.
Si voltò e scrutò se sulla piccola scrivania, vi aveva lasciato il suo profumo, ma venne interrotto dalle personali ricerche, da un suono familiare. Si voltò verso il letto, dove aveva riposto il cellulare e si diresse a vedere se il suono apparteneva ad una notifica.

Messaggio da Em:
Ciao Matt! Scusami se stamattina non ti ho risposto, ma non avevo il telefono a presso.
Oramai per ricambiare il 'buongiorno' è troppo tardi! Ahah Ma ti lascio un 'buona serata' che dici? ;)


Era lei.
L'aveva contattato. Non convinto delle sue azioni, rispose ugualmente al messaggio. Voleva arrivare in fondo a questa storia.

Messaggio a Em:
Oh, ciao Em. Non preoccuparti xx

Non sapeva nemmeno lui che cosa fare, come comportarsi. Doveva chiederglielo?
Si? E se fosse stato così, lui si sarebbe sentito un inutile verme ad aver mentito sulla propria identità. Ma come fare altrimenti? Voleva cambiare vita. Riniziare da zero.
Ecco perché aveva preso quella decisione con sua sorella.
Ecco perché aveva mentito sul suo conto.
Ecco perché... si sentiva una persona falsa.. perché si era infilato in questo casino?

Messaggio da Em:
Che hai fatto di bello oggi? :)

Ad interromperlo dai suoi pensieri fu un ulteriore notifica. Era lei.
“Che ho fatto di bello oggi?” pensò il ragazzo “ho scoperto la tua identità ma di cui non sono ancora certo e ho litigato nuovamente con mia sorella”.
Riflettè per qualche decimo di secondo, prima di accorgersi di non aver nulla di bello di cui raccontare.
Così optò per una sana bugia.

Messaggio a Em:
Oh, nulla di che...

Glielo avrebbe chiesto?

Senti..

Le dita scorrevano abili e veloci sulla tastiera. Era la cosa giusta da domandare?

Posso farti una domanda?  Cliccò invio.

L'aveva fatto. Oramai c'era dentro. Non poteva più tirarsi indietro.


Messaggio da Em:
Certo, dimmi :)

“Ecco. Ci siamo” pensò “devo togliermi questo dubbio una volta per tutte.”
Doveva sapere se lei, era veramente colei che lui aveva in mente.

Sarebbe stato imbarazzante scoprire che fosse lei. Una persona con cui non era mai riuscito a legare. E per chissà quale stupido motivo. Forse il suo atteggiamento chiuso aveva portato a non approcciare più di tanto con lei.

Ci siamo.

Glielo avrebbe chiesto, nel modo meno sospettabile possibile.

Messaggio a Em:
Mi hai detto che ti chiami “Em”. Deduco che sia il diminutivo del tuo vero nome, o sbaglio?

Gliel'aveva scritto. E ora?
Che avrebbe risposto?
Si basava tutto sulla risposta di lei.

E se il nome combaciava? Di Emma c'è n'era più di una! No? Era probabile anche che fosse una ragazza non per forza di questa zona no?
La calma si era andata a farsi fottere. Tutto per un ridicolo messaggio.
“Andiamo Liam. E' solo una ragazza che non conoscerai mai di persona. Non devi allarmarti.. e se fosse lei? Che figura dell'idiota ci faccio?”

Ci pensò un attimo.

Lui non aveva dato il suo vero nome.
Se fosse stata la vera Em, che lui intendeva, quest'ultima non avrebbe mai scoperto nulla sulla vera identità. Giusto?

 

 

 

Jeade's point of view:

Eccomi già qui con un capitolo fresco fresco e decisamente LUNGO  rispetto al precedente. Che ne dite?
Fatemi sapere cosa ne pensate. Voglio opinioni! Un bacio

Jeade xx

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Capitolo 14
*** 13- ***


Capitolo 13-

 

-Two years ago-

-Due anni fa-

 
 

 

Messaggio da Em:
E hai dedotto bene, si il mio nome è Emely


Emely.
Emely.. non era Emma.

Uno spruzzo di felicità misto ad una sensazione sollevata e di leggerezza si fece avanti.


Un altro messaggio scorse tra quelli ricevuti:

Perché questa domanda?


Messaggio a Em:
Oh, bello. Davvero mi piace molto. Tranquilla non sono uno stalker hahaha semplice curiosità :))

Era più sereno. Felice. Senza pensieri.
Era meglio così.


Messaggio da Em:
Uhm, il 93 % delle persone che dicono di non essere degli stalker, in realtà lo sono. Mi devo preoccupare? Hahah
...Comunque, grazie xx


Messaggio a Em:
Beh, io faccio parte di quel 7% hahah! :)


Messaggio da Em:
Uhm. Ora passo io dalla parte della stalker. Quanti anni hai?:)

 

Messaggio a Em:
Oddio, non saprei..come si risponde in queste circostanze ad una stalker?
Se ti dico 50 anni?


Messaggio da Em:
Uhm, probabilmente ti risponderei che ne avrei 83 e che sto cercando di beccare degli uomini giovini.
Quindi, ti scarterei immediatamente hahahah!


Un sorriso divertito apparve sulle labbra carnose di Liam. Benché fosse una conversazione insolita da poter essere intrapresa tramite messaggio, gli suscitò simpatia questa Emely.


Messaggio a Em:
Astuta, astuta hahahah Sei divertente sai? Sono qui come un ebete a sorridere ad uno schermo.
Al di là degli scherzi ho 21 anni e tu?


Messaggio da Em:
HAHAH ma grazie!! Io invece 19 ;)


Messaggio a Em:
Penso proprio che dovrai cercarti ragazzi più piccoli allora. Per seguire il tuo sogno! Hahahah


Messaggio da Em:
Ahimè! Mi stavi simpatico, ma per una vecchietta come me mi servono giovini pimpanti!
Hhahah Okay, hai conosciuto la parte più scabrosa di me ahah continuerai a conversare insieme a me?

 

Messaggio a Em:
Perché mai? Sei decisamente spiritosa :) e certo. Molto volentieri.

 

Senza darci troppa importanza Liam scorse l'ora sul telefono e vi notò che erano passate le otto e mezza di sera, ed era ancora sul letto privo di indumenti al di fuori della biancheria intima.

Mandò un ulteriore messaggio prima di iniziare a vestirsi. Era in tremendo ritardo.


Emely, mi ha fatto piacere conversare, mi sono divertito e mi hai fatto ritornare il sorriso :) Grazie davvero!
Ora però scusami ma devo uscire in fretta!
Un bacio! Xx Matt

 

Messaggio da Em:
Wow! Se dicendo cazzate riesco a farti ritornare il sorriso, allora sono proprio brava! :)
Di nulla ha fatto piacere anche a me. Ti stavo per mandare lo stesso messaggio poiché esco anche io.
Buona serata! Xx Emely

 

Liam guardò il messaggio. E per la prima volta in vita sua, fu felice di aver detto una bugia a fin di bene. Perché stava bene.
Si toccò inconsciamente i polsi, tastando dei lineamenti in rilievo. Abbassò lo sguardo e vide che vi erano depositati segni, oramai cicatrizzati.


Magari 'Matt'.. reagirà in modo diverso rispetto a me.  ”
Sorrise. Stava bene. Stava bene a pensare che in quei momenti poteva anche non essere, Liam Payne.

Si vestì in fretta e furia e dopo essersi messo il suo profumo preferito, prese le chiavi della macchina e uscì di casa.

 

 

 

 

-Havv allora te rimani a casa?- chiese il fratello
-Si, non è serata. Starò benissimo anche qui a vedere un bel film mangiando schifezze-
Il fratello la guardò storto -Chiamami se hai bisogno di qualcosa-
-Ma no! Tu esci, vai a quella benedetta festa e divertiti. Okay? Okay. Io sopravviverò su su!- disse lei, buttandolo quasi fuori casa.
-Okay, testona. Ma Ysabel?- sorrise lui divertito.
-Verrà con te.-
-Oh, okay e dov'è?- chiese il fratello non notando l'amica, in compagnia della sorella.
-Arriva- si voltò verso le scale -Ysa?- la chiamò dal piano di sotto l'amica.

Dalle scale scese una figura del tutto nuova agli occhi di Louis.
No, non era nuova.
Era lei.
Ysabel.

Più bella che mai. E lei era già bellissima. Ma cavolo... con quel vestito, i capelli neri e ondulati poggiati su una spalla e quel viso splendido che accoglieva quelle iridi scure contornate da delle lunghissime ciglia.
Beh, sembrava una dea greca. Era magnifica.

-Woah. Ysabel, stai.. benissimo!- commentò Louis.
-Grazie- disse timidamente, lei sorridendo.

I due salutarono Havanna, assicurandosi per un ultima volta se era ancora intenta ad aggregarsi, ma non ci furono cambiamenti. Era irremovibile. Così sia Louis che Ysabel si diressero alla macchina e in meno di pochi minuti, partirono.

Dopo aver chiuso la porta, Hav si appoggiò con la schiena ad essa. Subito dopo si diresse in cucina, dove vi recuperò dalla credenza le prime schifezze che trovò. Si diresse sul mega divano color crema, recuperò uno dei suoi cuscini preferiti, insieme ai telecomandi e dopo aver acceso l'arnese, proseguì per una bella mezz'ora a cercare qualcosa che l'oggetto potesse proiettare, e che fosse di gradimento per la biondina.

E in quel momento le riaffiorarono alla mente le parole precedentemente pronunciate ad Ysabel.

Starò a casa sola soletta a vedermi un bel film senza quella rottura di mio fratello, cosa può esserci di meglio?

“si certo.” pensò sbuffando.

 

Perché non era uscita? Perché non si era aggregata a tutto il resto della banda andandosi a divertire?

Perché?

Perché benché avesse tanti amici che le volevano un bene dell'anima, c'era un piccolo neo, che non era riuscita ancora a digerire.
E quel neo prendeva nome di Scarlett Payne.

Cos'era successo al loro rapporto?
Che cosa l'aveva portata a chiudere un'amicizia di ben quattordici anni?

Sapeva tutto di lei, e la cosa era corrisposta. Si volevano un bene dell'anima e non passava giorno che non si sentissero.

Era tutto magnifico. Finché due anni fa...

 

*Flash back*

Era l'ultimo giorno di scuola del quarto anno di liceo. Scarlett non si faceva viva da giorni, ed era un atteggiamento strano da parte sua.

Non che si dovesse far sentire ogni santo giorno, per carità. Ma erano passate ben due settimane da l'ultima volta che l'aveva sentita tramite una telefonata.

Una telefonata che aveva fatto insospettire Havanna, di non poco.

-Ragazzi, visto che è l'ultimo giorno di scuola vi avviso che alla fine di questa terza ora, potete anche uscire.- affermò il professore dietro la cattedra.
Uno vociare di persone, esclamazioni, e esulti si fece sentire tra tutti i componenti della classe.

 

-Buone vacanze Havv-
-Grazie- disse ai compagni che la incrociavano per i corridoi.

Ma non dette più di tanto retta al resto dei compagni, poiché voleva andare in fondo a questa faccenda del tutto anormale.

Doveva trovarla. Doveva chiedere spiegazioni a proposito del suo strano comportamento.
Le mandò un messaggio. Ma niente.


Ad un tratto la vide.
I capelli lunghi castani e gli occhi da cerbiatto, catturarono l'attenzione di Havanna, la quale fece di tutto pur di catturare la sua attenzione. Ma questa, sembrava non farci più di tanto caso.


Così la inseguì scontrandosi tra le numerose persone che attraversavano i corridoi.

-Scarlett!- provò a chiamarla. La diretta interessata si voltò di nemmeno tre quarti e proseguì con una leggera fretta il suo percorso, prima di uscire definitivamente dall'edificio.

Havanna la rincorse e finalmente riuscì a raggiungerla e la fermò per un polso.
Questa si rigirò alquanto adirata e strattonò il proprio arto, per far si che la mano dell'amica si scollasse da esso.
-Che cazzo vuoi?- sibilò tra i denti quest'ultima.

Havanna rimase allibita e interdetta dall'atteggiamento dell'amica.

-C-come scusa?- chiese lei sperando di aver capito male.
-Levati dalle palle.- rispose in cagnesco prima di rivoltarsi e proseguire la sua fuga.
-No fermati, aspetta!-
Scarlett si voltò e prendendole un polso stringendolo tra i propri polpastrelli la minacciò -Smettila. Devi smetterla di cercarmi. Smetterla di chiamarmi, devi farla finita. Non ti voglio più sentire o vedere! Esci dalla mia vita!- gli sbraitò contro. Aveva gli occhi arrossati. Ma non seppe identificare se avesse appena smesso di piangere.

-C-come? Ma.. perché che ti ho fatto?- chiese con ormai un nodo alla gola e le lacrime che supplicavano di scendere alle estremità dei suoi occhi.
-Mi hai capito benissimo! Devi smetterla di rompermi i coglioni! Trovati un'altra amichetta io con te ho chiuso! E anche con tuo fratello!- le urlò contro non staccando i suoi occhi da quelli dolenti di Havanna.

In quel preciso momento, ad interrompere lo spettacolino messo in scena da Scarlett, fu Louis.
-ehi ehi che sta succedendo qui?- chiese con estrema calma.
-Non fare l'eroe Louis, non c'entri un cazzo! Levati dai coglioni!-
-Ma Scarlett che stai dicendo?- chiese spiazzato il fratello.

Oltre che Scarlett e Havanna ad essere amiche, Louis e quest'ultima avevano un bellissimo rapporto di amicizia. E per il ragazzo, vedere la propria migliore amica reagire così per la prima volta fu un colpo di scena.
Una scarica dolorosissima colpì al petto entrambi i fratelli.

-Oh ma vai al diavolo! Andate al diavolo tutti quanti!- disse alzando il tono di voce, facendo si che anche il resto della scuola comprendesse.
E detto questo si rigirò e se ne andò.

E questa volta per sempre.

 

* fine flash back *

 

Ripensare a quella vicenda, di soli due anni fa risvegliò in Havanna un dolore allucinante al petto.
Miriadi di lacrime iniziarono a solcare il suo volto.

E degli interminabili singhiozzi risuonavano in tutta la stanza.

Era sola. Voleva stare sola. Almeno per quella sera.

Aveva bisogno di sfogarsi di stare un po' per conto suo.
Magari non era il massimo per la sua condizione emotiva, ma stava bene.

Lei sola e i suoi ricordi.
Lì non doveva far finta di sorridere, rassicurare tutti.

Era lei. Lei stessa.

-Perché Scarlett..- sussurrò tra le lacrime prima di avvicinare le ginocchia al petto e affondare il viso tra di esse iniziando a piangere sempre più forte.

 




 LEGGETE QUI SOTTO. IMPORTANTE!

Jeade's point of view:


Ehi, eccomi qui.
Tosto questo capitolo vero? Ve lo aspettavate questo colpo di scena da parte della nostra Scarlett Payne? O no?
Beh, trovo che in questo capitolo si riescano a riconoscere diversi aspetti, a proposito delle dinamiche di questo personaggio. No?

Comunque, voglio una vostra opinione a proposito.

Bene! Ritorniamo all'inizio del capitolo.
Ci siete rimaste male eh? NON E' EMMA LA MISTERIOSA RAGAZZA! dan dan! (?) E' a quanto pare una nuova conoscenza per il nostro Liam: Emely.
Ve lo aspettavate?
Sincere!

Detto questo, come sempre ringrazio tutte le ragazze che mi stanno sostenendo e aiutando a far si che la mia storia, possa proseguire. E credetemi, non ve ne pentirete, perché ho in serbo per voi moltissimi colpi di scena e sorprese.
Infine ci tengo a dirvi che per qualsiasi cosa potete contattarmi via messaggi privati. Sarò lieta di rispondervi!


Un abbraccio, Jeade xx

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Capitolo 15
*** 14- ***


Capitolo 14-


 

-Do you wanna dance?-

-Ti va di ballare?-

 

 



Lo aveva avvisato.
Dovevano parlare.


Troviamoci alla festa. Dobbiamo parlare, da soli.


Gli aveva scritto per messaggio.

Aveva paura una fottuta paura. Non sapeva come avrebbe reagito alle parole che avrebbe dovuto pronunciare da un momento all'altro.

Un contatto caldo, si posò dolcemente sulla sua mano.

-Stai tranquilla- le disse l'amico. Lui era lì e ci sarebbe stato. Sempre.

-Spero che venga da solo e non porti i suoi amici. Non vorrei che creassero troppi problemi.- sospirò alquanto tesa.
-Non ti preoccupare. La casa è grande e non sarebbe logico alzare una rissa tra così tanta gente.-
-Non lo so Zayn, forse non è il posto adatto per.. dirglielo.-
-Andrà bene-

Lei dopo poco, si convinse. Era l'unica cosa che poteva dargli un po' di speranza.
Così dopo aver recuperato la pochette, scesero entrambi dalla macchina e si avviarono a quella che, già da lontano, pareva essere una gran festa.
Si diressero all'ingresso dell'enorme abitazione.

Sembrava solo un rumore assordante, quello che probabilmente proveniva dalle casse di un DJ, ma man mano che si inoltravano nelle enormi sale di quella casa sconosciuta, si iniziarono a sentire delle note musicali, mischiate agli schiamazzi della marea di gente presente.
C'era gente di tutti i tipi.
Gli emarginati, gruppo composto prevalentemente da ragazze, le quali aspettavano un cavaliere per poter realizzare il loro sogno di danzare almeno per una notte. Poi c'erano le tipiche oche, che non perdevano tempo a sculettare nel mezzo della pista, nell'attesa che qualche cascamorto non si posizionasse dietro, intimando una danza alquanto scabrosa e letteralmente ridicola. In fine c'erano i casinisti, composti pressoché da gente ubriaca fradicia.
E forse erano loro che davano animo alla festa.

Era un ambiente consono per Scarlett, forse anche monotono. Era abituata che la invitassero ad eventi del genere e spesso questi luoghi erano fonte di svago e di sfogo per lei.


-Non è ancora arrivato- disse lei scrutando la gente presente.
-Allora approfittiamone un po' prima del suo arrivo.- sorrise il moro prima che lei potesse dare una risposta.
Così la trascinò alla zona alcolici e disse al tipo dietro il bancone -Due drink. I più forti!-
Lei lo guardò con un sopracciglio sollevato, in cerca di spiegazioni.
Lui se ne accorse e girandosi con un sorriso mozzafiato verso di lei, disse -dobbiamo festeggiare,no?-
-E per quale motivo?- chiese lei ammiccando.
Lui prese i due bicchieri. Le porse il suo, e disse -Sono riuscito a farti ragionare, dopo troppo tempo. E la nostra Scarlett finalmente, c'è l'ha fatta! Un applauso!- imitò, con voce teatrale come se davanti a lui esistesse un pubblico.

Lei lo guardò allibita per poi scoppiare a ridere, donandogli un buffetto sulla guancia -Stupido.- gli disse amorevolmente.
-Stronza- ribatté sorridendole, dolcemente.

Dopo un ulteriore sguardo, i due avvicinarono i due bicchieri scontrandoli esclamando un 'cin cin', per poi sorseggiare il liquido rimanendo appoggiati allo stipite del bancone.

“Ha ragione.” pensò lei, sorridendo.
E con ciò, trascinò l'amico nella sala opposta dove un fiume di gente si mescolava con altra, mantenendo una movenza ritmata, grazie alla musica provenienti dalle enormi casse, che faceva da sottofondo a quell'atmosfera fin troppo caotica.

Il moro le sorrise. Ed insieme iniziarono a ballare, con l'alcool che iniziava già a scorrere imperterrito nelle vene.

 

 

 

 

 

-Eccoci qui- disse Niall, dopo essere sceso dalla macchina.
-Non vedo gente conosciuta, come mi aspettavo- disse Harry scrutando la massa di persone che scorreva come fiumi al di fuori dell'abitazione. -Non vedo nemmeno Louis e Liam-

Il biondino fece spallucce e nel mentre si girava, scrutò una figura a lui oramai conosciuta.
Non seppe spiegare nemmeno a se stesso come e perché ebbe quella reazione.
La gola gli si seccò e si aprì leggermente, dando spazio ad un espressione del tutto stupita e meravigliata.
Dette un colpo con il gomito all'amico accanto, il quale si girò incuriosito e appena il suo sguardo entrò nella stessa visione del biondo, pronunciò -Woah-.

-Ciao ragazzi!- disse la ragazza timidamente, raggiungendo i nuovi amici
-Ysabel, sei uno schianto!- fece Harry, sorridendole sinceramente.

La ragazza arrossì, prima di posare lo sguardo in quello ammaliato del biondo.
-C-ciao Ysabel- fece quest'ultimo -sei bellissima- sorrise.

La ragazza raccolse tutti i complimenti ricevuti, continuando ad arrossire sulle guance. Non era abituata a questo tipo di attenzioni.
E di certo il gioco di sguardi che stava avvenendo tra lei e il biondino, la stava mettendo in enorme soggezione.

-Ma sei venuta da sola?- chiese Harry, interrompendo inconsciamente, quel momento apparentemente intimo.
-No, Louis è con me.- disse la ragazza -è andato a parcheggiare l'auto...oh! Eccolo- disse indicandolo.
Louis si avvicinò agli amici -Buona sera ragazzi- disse sorridendo.

Gli amici lo salutarono a loro volta e successivamente, decisero di entrare nell'enorme abitazione.
Anche ai loro occhi la stessa scena caotica, si presentò. Decisero di inoltrarsi in quella matassa ingarbugliata di gente, andando a prendere posto al banco dei drink.

 

-Quindi Havanna non viene?- chiese Harry al fratello della ragazza in questione mentre rimaneva appoggiato con un gomito sul bancone.
-No..ha detto “non è serata”..- disse il fratello dubbioso, ripensando alle parole della sorella.
-Strano.- commentò l'amico.
-Già-
-Ma Liam?- domandò Niall intromettendosi nella discussione.
-Arriverà a momenti, mi ha mandato un messaggio- spiegò Harry spostando lo sguardo dall'amico allo schermo del telefono, per poi riporre l'oggetto, nella tasca posteriore dei jeans.

-Ragazzi, che prendete?- chiese il ragazzo al di là del bancone.
-Oh, io prendo un Martini. Voi?-
-Malibù.-
-Io prendo un Mohito.. tu Ysabel ?- chiese Niall sorridendole

La ragazza alzò lo sguardo dallo schermo del telefono. Perché Emma e Margot, non si facevano ancora vive? -Oh.. io non bevo- disse imbarazzata.
Pensava fosse stupido avere diciott' anni e non aver ancora mai provato il gusto dell'alcool. Eppure era così.

-Eh dai! C'è sempre una prima volta!- le sorrise Harry facendole l'occhiolino.
-O-okay.- rispose lei provando a convincersi. -Allora..mi potete consigliare voi? Sono inesperta in questo campo-
-Ma certo dolcezza- rispose il tipo che serviva, come se la domanda fosse stata rivolta a lui, suscitando sguardi interrogativi sui volti di tutti e altrettanti poco carini e alquanto infastiditi dal nomignolo a lei attribuito.

-Ecco a voi- disse il tipo, dopo aver terminato il proprio lavoro ed aver servito i quattro bicchieri sul bancone ed aver lanciato un ultimo sguardo all'unica ragazza presente del gruppo, che cercò di deviare voltando lo sguardo.
-Grazie amico- disse Harry, afferrando il proprio bicchiere. -Perdonatemi per questa fuga, ma devo andare a raggiungere la pista con urgenza- disse con fare teatrale suscitando la risata di tutti, per poi portarsi via il proprio bicchiere e dirigersi nella stanza opposta.
-Oh ecco Liam- fece Louis raggiungendo l'amico all'entrata della casa.

 

Rimasero solamente Niall ed Ysabel. E improvvisamente la stanza per il biondo si fece alquanto calda.
Ma che gli stava succedendo? Voleva solo conversare civilmente!

-Allora, ti sei divertita oggi?- chiese il biondo per poi sorseggiare un po' del contenuto dal suo bicchiere. Lo avrebbe aiutato a mantenere i nervi saldi.

-Oh si tantissimo- sorrise la ragazza. -Siete veramente un bel gruppo- sorrise nuovamente, per poi prendere l'enorme bicchiere con due mani, poggiandone una sulla base dell'oggetto e una ad un lato.

Tastò una consistenza differente dal vetro alla base dell'oggetto e vi trovò attaccato un piccolo biglietto, che presentava una serie di numeri.

-Appena riesci a liberarti puoi sempre farmi uno squillo, dolcezza- sentì una voce nuova.
Alzò lo sguardo e vi trovò il ragazzo al di là del bancone. -Mi chiamo Ashton- sorrise quest'ultimo.
E dovette ammettere, che aveva un sorriso niente male.

E anche il resto non era niente male. Era proprio un bel ragazzo. -E tu?- domandò quest'ultimo, sorridendole nuovamente.

Decisamente: proprio un bel ragazzo.

Prima che la ragazza potesse pronunciare quelle sei lettere, che appartenevano al suo nome, il nuovo amico accanto, non aspettò un momento di più.
La prese per la mano, trascinandola in un'altra stanza.

La ragazza rimase interdetta a tale reazione, ma contemporaneamente, provò una nuova e strana sensazione. Come un formicolio alla bocca dello stomaco.
Non sapeva ben definire cosa potesse essere.

 

Quando il 'giro turistico' del biondo terminò, i due avevano ancora le dite incrociate con quelle dell'altro.
Nel medesimo momento, abbassarono lo sguardo nel punto di unione tra di loro e in un momento paragonabile a pochi millesimi, le loro mani si slegarono.
Niall portò lo sguardo lontano da quello della ragazza al suo fianco, posando la mano, che poco fa aveva potuto provare il contatto della pelle morbida e delicata di ella, dietro la nuca.
E con fare decisamente imbarazzato balbettò: -S-scusami, pensavo che volessi andare da Louis e gli altri e così..- disse per poi accorgersi che come scusa, non poteva di certo stare in piedi.

Credeva veramente che non se ne fosse accorta?

-Non preoccuparti- rispose lei con lo sguardo abbassato. Sapeva che non era quello il motivo di tale reazione. Ma non poteva di certo affrontare l'argomento, con non chalance.

No non era da lei. E a giudicare dalle guance esageratamente arrossate del biondo, non era un buon argomento neanche per lui.

Insomma. Che le stava succedendo?

Abbassò lo sguardo verso il bicchiere che teneva in mano, e in un attimo se lo avvicinò alle labbra bevendo il contenuto tutto in un sorso.

“Non è affatto male” pensò.
Sentì l'alcool spargersi lentamente nelle sue vene.
Stava bene. Non si era mai sentita meglio, era come se una scarica di adrenalina avesse preso il sopravvento del suo corpo.

 

Si sentiva libera.
Si girò verso il biondo che le stava accanto. E notò che nel medesimo istante lui si era girato

-Ti va di ballare?- pronunciarono le labbra dell'uno e dell'altro, le quali si aprirono in un sorriso sincero.

Lei annuì con il capo, e dopo poco le loro mani si riscontrarono unendosi nuovamente.
Niall rimase alquanto allibito da tale intraprendenza della nuova amica, ma non ci dette più di tanto peso, poiché anche a lui l'alcool stava svolazzando arrivando dritto al cervello. Una sensazione insolita, ma rilassante benché lo stato in cui era, pareva confusionario.

Così rimasero legati con le dita, per far che il legame non si dividesse passando tra la massa di gente, bloccata nell'enorme sala.
E Niall sperava che quel contatto l'avrebbe potuto risentire. E ancora.
E ancora.

 




 


*NOVITA' A PROPOSITO DELLE COPPIE. LEGGETE PER FAVORE*


Jeade's point of view:

Prima di parlare a proposito del capitolo soprastante, ci tengo a ringraziare le 52 recensioni ricevute fino ad ora. Grazie! Siete magnifiche!
E in più ringrazio ovviamente, tutte le lettrici che sono passate a vedere i capitoli. Grazie mille.

Dunque, ecco qui il capitolo quattordici. Wow speravo tanto di pubblicarlo. Mi sono divertita a scriverlo.
Benché non ho molto presente l'immagine di un "party in grande", ho deciso di dare libero sfogo alla mia fantasia.. anche se il risultato è stato alquanto monotono.
Insomma, è una festa uguale a tutte le altre.

Bene bene, avete visto la nostra Scarlett? Ha deciso di voler cambiare! E ha deciso di iniziare dal tasto più dolente e problematico : Dave.

Cosa accadrà quando glielo dirà?
Fatemi sapere una vostra opinione!

ps: Molte di voi mi hanno scongiurata di far accadere qualcosa tra Louis e Ysabel.
L'unica cosa che posso dirvi è che ci saranno degli intrighi  e non solo tra questa vostra desiderata coppia, ma anche tra le altre.
Eh si, sto parlando anche di Margot ed Harry , i quali arriveranno con una sorpresa nel prossimo capitolo.
Chiudendo il discorso "coppie", ho intenzione di ingarbugliare un pò di cose.. quindi aspettatevi l'inaspettato.

pps: Che dite di Niall?  E del suo comportamento alquanto... bizzarro?
E del nuovo arrivato, Ashton?  COME ANDRA' A FINIRE?


Un bacio, rispondetemi! Sarò lieta di fare altrettanto xx
Jeade


 

 

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Capitolo 16
*** 15- ***


 

 

PREMETTO CHE IN QUESTO CAPITOLO E' PRESENTE UNA SCENA ALQUANTO VIOLENTA DELINEATA DA DEGLI ASTERISCHI ROSSI  " [*] "
LA SCELTA DI LEGGERE QUEL TESTO BREVE E' VOSTRA, GRAZIE DELL'ATTENZIONE.



Capitolo 15-

 

-"I don't need anybody"-

-"Non ho bisogno di nessuno"-

 
 

 

 

Uscirono dalla macchina parcheggiandola dietro una fila lunghissima di veicoli, accostati al marciapiede dinnanzi all'enorme abitazione.
Si poteva udire il pompare delle casse di, sicuramente, il DJ che il proprietario aveva chiamato e come sottofondo contrastante, si sentivano diversi schiamazzi provenienti dagli invitati.


Erano arrivate.

-Marghe abbassati leggermente il vestito dietro- le consigliò Emma dietro di lei.
La ragazza di tastò l'estremità inferiore del suo tubino viola, accorgendosi con orrore che era alquanto sollevato. -Dannazione, evidentemente quando ero seduta alla guida mi si è sollevato.- rispose con agitazione, temendo che qualcuno l'avesse vista in quelle condizioni.
-Vabbhè, non penso avrebbe dato fastidio agli occhi di qualcuno, vederti così- ci scherzò su, Emma.
L'amica, di tutta risposta si voltò sorridendo, dandole una spinta amichevole. -Più che guardare me, si sarebbero sicuramente soffermati ad ammirare il tuo fisico mozzafiato, non credi?- chiese con ovvietà l'amica, indicando il corpo di quest'ultima.

-Oh.. ma smettila- fece l'amica terminando il discorso, abbassando il capo timidamente.
Margot, sorrise all'imbarazzo dell'amica.

“Peccato che non riesci a vedere che bellezza interna ed esterna racchiudi” pensò lasciando che un sorriso le fiorì sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

-Quindi hai deciso di prendere questa iniziativa con Scarlett?- domandò Harry sorseggiando il suo drink.
-Si, voglio che capisca da sola. Sarò indifferente. Non le parlerò fin quando non si deciderà ad aprire gli occhi. Tutto qua-
-Uhm. Potrebbe funzionare..o come no.- commentò Harry
-Speriamo in bene...- sospirò Liam.
-Ehi tu devi raccontarmi una certa cosa, non credi?- disse l'amico con un sorriso beffardo interrompendo il discorso precedente.
-Ovvero?- chiese Liam, non capendo dove volesse arrivare. Dette un sorso al suo drink, precedentemente ordinato mantenendo il contatto visivo con gli occhi del riccio. -Chi era la ragazza con cui messaggiavi?- disse sorridendo beffardamente.
-Oh, beh...- si interruppe -aspetta, ma come fai a sapere che era una ragazza la persona con cui stavo messaggiando?- domandò confuso, Liam.
-Lo so ora- rispose ridendo Harry, ricevendosi una pacca sulla testa dall'amico.
 

 

Il riccio sorrise, aspettandosi il continuo di quello che sarebbe stato una storia avvincente.
-Okay.. ti racconterò..- disse accennando un sorriso.
-Oh, ora si che si ragiona! Non si tengono all'oscuro gli amici sai?- affermò con fare scherzoso.
Liam sorrise ma prima di poter proferire parola, entrambi gli amici furono interrotti dalla porta principale, che si aprì di scatto.

Vi fecero ingresso due ragazze.

Stessa altezza, ma decisamente l'uno l'opposto dell'altra.
Sulla destra vi era una ragazza dai capelli dorati lisci che cadevano come fili di grano sulle spalle, fino all'altezza del seno. Il corpo snello e uniforme per le curve, era avvolto da un vestito in tubino viola dalle maniche a tre quarti e da uno scollo a barca, che mostrava il collo a cigno che possedeva, adornato da una collana argentata che le ricadeva sulle clavicole leggermente evidenti.
Al suo fianco una ragazza bruna. I capelli castani erano stati raccolti in una morbida treccia, che prendeva libera partenza da sopra la fronte, per poi terminare andando a posarsi sulla spalla destra. Il corpo di ella era fasciato, nella parte inferiore, da una gonna nera che giungeva fino a sotto il seno e quest'ultima, era coperta da una maglietta a maniche corte di fantasia etnica, scollata sulla parte posteriore. Un bracciale dello stesso stile della maglia, avvolgeva il suo polso destro, mentre un anello in bronzo, risiedeva sul dito indice della mano opposta.

Appena ebbero accesso nella stanza d'ingresso, una miriade di sguardi maschili si poggiarono su di loro e di rimando loro, non se ne badarono.
Dopo poco, si voltarono scambiandosi uno sguardo reciproco e forse anche qualche parola e in men che non si dica, si stavano già dirigendo in un'altra stanza.

 

-Emma!- si sentì una voce maschile richiamare l'attenzione della ragazza dalla lunga treccia. Ella si girò, scontrando gli occhi verdi del ragazzo che l'aveva distratta dalle chiacchere con l'amica.
-Harry! Allora sei venuto anche te- le venne in contro lei, sorridendo.

Quest'ultimo le schioccò un bacio sulla guancia, affermando -Ma guarda un po' che cugina sexy che mi sono ritrovato- disse sorridendo, facendo spuntare le sue fossette all'estremità delle guance. Proprio come quando era piccolo, pensò lei.

-Oh ma falla finita, più che altro tu. Sei uno strafigo!- affermò lei notando l'abbigliamento del cugino.
-Ovviamente- disse pavoneggiandosi, lui.
-Ma sentilo..- Margot, che era dietro a vedere la scena, alquanto disgustata, commentò a bassa voce dopo l'affermazione del riccio. Ma benché la musica fosse assordante e gli schiamazzi generali alquanto numerosi, le parole della biondina arrivarono dritte dritte alle orecchie di quest'ultimo, il quale si voltò scrutandola dall'alto verso il basso. -Vedo che abbiamo compagnie- affermò con grande sarcasmo.
-Non ti scomodare a salutare, riccio. Tanto dobbiamo andare- disse Margot, prendendo per mano l'amica e trascinandola in un'altra stanza senza dare tempo all'altro di contraccambiare la frecciatina.
Nessuna ragazza aveva avuto la faccia tosta di interromperlo.
Ne tanto meno, di lanciargli frecciatine accusatorie.

-Ma tu guarda che str..- commentò Harry alquanto infastidito dalla bionda.

-Mi dispiace ragazzi, ci becchiamo dopo!- urlò Emma per farsi sentire, voltandosi verso i due. Incrociò lo sguardo con quello dell'amico castano che accostava Harry. Gli lasciò un sorriso e lo salutò con un cenno di mano.

 

Liam rimase impacciato per un istante, ma dopo poco ricambiò il saluto con un altro cenno di mano, guardandola poi svanire in un'altra stanza.

E quella fu la prima sera in cui notò, Emma Collins
.
 

 

 

 

 

 


La musica assordante era oramai diventata parte di se. Era adrenalina pura, ma sopratutto: si stava divertendo.
Niente preoccupazioni, niente problemi. E sopratutto niente Dave.

Muoveva braccia e bacino e gambe all'unisono, mantenendo quel ritmo pompante. Guardò dinnanzi a se, e vi vide una figura maschile non conosciuta.
Per un attimo pensò fosse Zayn, ma si immaginò che fosse andato a spassarsela con qualche ragazza qui presente.
Però dovette ammettere, che non le dispiacque per niente quella nuova presenza. Il ragazzo davanti a se indossava una camicia blu e pallini bianchi a maniche corte.
Provò a guardare il volto, ma gli occhi non glielo permisero, poiché un giramento di testa la colpì improvvisamente.

Forse aveva esagerato con i festeggiamenti.


Ma poi, festeggiamenti... per cosa?

 

Ad un tratto una morsa le circondò il braccio sinistro, facendole mancare il respiro per un decimo di secondo.
Non sapeva definire se era più per il dolore, o per lo spavento.

Si sentì trascinare.
Si scontrò inconsciamente con qualche persona che incontrava lungo quella fuga, non voluta dalle sue gambe.

Gli occhi le permisero solamente di vedere una figura torreggiante, che la teneva dal braccio.

Ecco cos'era che la stringeva fortemente. La trascinava sempre più lontano dalla massa, dagli schiamazzi.

La corsa finì, quando sentì la schiena aderire improvvisamente, con un tonfo su una superficie dura.
Socchiuse gli occhi e vide che non era più all'interno dell'abitazione bensì all'esterno.
Percepì l'aria frizzantina estiva che le inebriò le narici non appena varcò la soglia di ingresso. Notò l'immenso giardino e delle luci lontane. Forse erano lampioni. Ma non poté constatarlo con precisione, poiché gli occhi non avevano nemmeno la forza di mettere a fuoco la figura che aveva a pochi centimetri di distanza.

-E dunque?- tuonò una voce, dal tono grave.

Non ebbe tempo di domandare chi fosse, che percepì una scarica di dolore nuovamente alla schiena. Poté giurare di essere stata spinta nuovamente su quella superficie dura.

Che stava succedendo?

-Mi hai fatto venire qui per beccarti insieme ad un altro? E' questo che volevi?-
-C-come?- chiese lei titubante. Guardò nuovamente la figura che aveva dinnanzi, e provò a mettere a fuoco.

Per un attimo non ebbe un infarto.
-D-dave- pronunciò tremante quel nome.
-Si dolcezza, sono io.- rispose malignamente. -E dimmi: avevi altro da farmi vedere o dirmi questa sera?- domandò, alludendo alla scena con qui si era scontrato, prima di acciuffarla.
-I-io devo parlarti.- prese coraggio lei, benché in quel momento il panico ebbe la meglio.
-Allora parla, cazzo.-

Sospirò.

Ci siamo.

Doveva dirglielo.

Avrebbe chiuso per sempre questa faccenda.

 

-Dave, le cose non vanno più bene come pareva una volta. Io sono stanca di questo rapporto. Stanca di dover essere dipendente dalla droga e sopratutto stanca di essere usata. Perché mi sento usata da te.- Probabilmente l'alcool l'aveva aiutata a far fuoriuscire quelle benedette parole, più fluidamente. Benché sentisse una sensazione di piccolezza e di impotenza, prese un'ulteriore respiro e con la paura accostata alle sue ossa, continuò. -Sono stanca di sentirmi dare ordini da te. E sono stanca di dover mentire o pararti il culo ogni volta, anche davanti alla polizia. Non sono uno zerbino, sono una persona dannazione! Ho anima e corpo e voglio vivere, vivere lontano da te e dal tuo mondo malato. Dai tuoi subdoli giochetti e dal suo modo di vivere: non è vivere! E' sopravvivere e io sono stanca! Stanca di tutta questa merda. Perciò lasciami stare. Non voglio più aver nulla a che fare con te.- disse con le lacrime che rischiavano di uscire da un momento all'altro, e con un enorme rabbia repressa dentro.

Sentiva come se delle parole, da troppo tempo racchiuse e mantenute all'oscuro, avessero trovato la strada per raggiungere la fine della sua bocca e propagare nell'aria, finalmente libere.
Si sentiva leggera.

Si sentiva libera.

-Ah si..?- domandò sghignazzando. Poté sentire delle altre presenze intorno a sé.
Aveva mentito, non erano soli.
Ma cosa si aspettava?

 

[*]

 

Dave a quel punto alzò la mano e la scaraventò violentemente sul volto di Scarlett.
-Sei solamente una puttana- rise ancora.

Scarlett si ripiegò su un lato, con la guancia oramai violacea per il forte colpo. Passò la mano, sulla guancia e una scarica di bruciore, le fece ritirare le dita a posto.
Un'ulteriore colpo la prese di sorpresa, ma questa volta più in basso, verso lo stinco. Il dolore, passò come una lamina tagliente sulla sua gamba facendole annebbiare la vista.
Si sentì gli occhi inumidirsi. Ma ritrasse le lacrime dentro.
Non avrebbe pianto davanti a quel bastardo. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione.

-Se non ti ricordo male io e te avevamo un patto dolcezza- si abbassò al suolo, dove lei era accovacciata.
Le si avvicinò al volto prendendole il sottile collo, con la sua grande e ruvida mano. -e se non erro, tu hai dei debiti con me- disse con estrema lentezza, sibilando quelle parole, come fa un serpente quando hai i denti carichi di veleno.


-T-ti prego- disse con quella poca aria che le rimaneva in gola.
-Oh, ora preghi?- disse per poi scoccarle un pugno dritto allo stomaco che la fece gemere pesantemente.
Dopo essersi goduto lo straziante dolore che propagava negli occhi di lei e sul suo corpo, le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò -Prega piuttosto per le persone a cui vuoi bene.- si alzò.

 

[*]

 

Scarlett sgranò gli occhi, puntandoli sulla figura mostruosa che ergeva sopra di lei.
Provò a dire qualcosa ma le parole le si bloccarono in gola. Il fiato era spezzato e un dolore lancinante alla testa e allo stomaco non le permise di aggiungere altro.

-Oh già, com'è che dicevi? “Non ho bisogno di nessuno”.-

Rimase lì, per la prima volta indifesa in tutti i sensi. Si sentiva spoglia. Derisa.
Umiliata.

-Ah e hai solo una settimana di tempo per restituirmi il debito. Andiamocene- disse rivolgendosi al resto del suo gruppo, prima di scappare via.
Sentì solamente il rimbombo di alcune moto. Poi, il silenzio.

Si sentiva sola.

Abbandonata.
E dopo tanto tempo Scarlett Payne, poté risentire il calore delle sue lacrime scorrere le sue guance.

 

 

 

 

 

 

 

-Ysabel!- la scosse dalle spalle Emma.
-Ehilà ragazze!- sorrise barcollando sulle proprie gambe, quest'ultima.
-E' ubriaca..- commentò Margot allibita.

Emma scrutò la stanza fin troppo piena, fino a quando un ragazzo dai capelli biondi non le raggiunse -oh, allora era con voi. L'ho cercata da per tutto- disse con aria preoccupata quest'ultimo.

-Ma sei te che l'hai conciata in questo modo?- domandò Margot
-Abbiamo preso solamente un bicchiere, ma per lei è stata la prima volta che toccava alcool.- rispose in sua difesa Niall, il quale guardò mortificato le due.
-Oramai è troppo tardi per poter accusare qualcuno. Niall tu che hai più muscoli, dammi una mano, la portiamo in una stanza a sdraiare.- disse Emma
-Che bello!- esultò Ysabel incosciente suscitando un sorriso divertito sulle bocche di tutti e tre gli amici.

-Marghe, vai a vedere se in questa casa esiste anche dell'acqua. Ci trovi al piano di sopra-
-Va bene- e così mentre i due portavano Ysabel a riacquistare i sensi, Margot si diresse in quella che pareva essere la cucina.

Malgrado era l'acqua che cercava, trovò qualcos'altro.
Un Harry Styles alquanto impegnato in una situazione pressoché intima, con una ragazza dalla chioma rossa e dal vestito che non dava per niente spazio all'immaginazione poiché quello che si poteva benissimo immaginare, era beatamente visibile.

-Oh cristo.- commentò la bionda, distogliendo lo sguardo e continuando la sua ricerca, avviandosi verso quello che sembrava essere, un enorme frigorifero in acciaio.
-Margot Evans. Ma che adorabile sorpresa.-
-Ti vedo occupato Styles, perciò tolgo il disturbo.- rispose, lanciandogli un'occhiata alquanto schifata.
-Oh ma andiamo- disse lui scostandosi di dosso la tipa rossa, che sembrava parecchio priva di sensi. - so che ti piacerebbe anche a te, è inutile che fai tanto la suorina. Ti si legge negli occhi che mi desideri più di ogni altra cosa- disse avvicinandosi sempre di più alla figura minuta di Margot.

A quel punto, quando la distanza non faceva che diminuire. La ragazza sorrise.
-Visto? Non puoi resistermi- sussurrò con un tono alquanto seducente lui, avvicinandosi sempre di più.

Erano a pochissimi centimetri di distanza, e bastava solo che lei si avvicinasse di questa distanza per poter aprire un nuovo contatto con le labbra carnose e rosate del riccio che aveva di fronte.
Margot non perse tempo, e aprì di scatto l'anta del frigorifero, che andò beatamente a spalmarsi sul bel faccino del ragazzo.

-Ops- disse lei sarcasticamente, aprendo un sorriso decisamente compiaciuto sul volto, gustandosi l'espressione dolorante del riccio, agonizzante per terra, tastarsi l'enorme bernoccolo spuntatosi sulla fronte.

-Evans questa me la paghi, brutta stronza!- gli urlò lui tenendosi entrambi le mani sulla fronte.
-Okay Styles, mandami il conto.- e dopo aver detto ciò,si avviò alla porta, prendendo un bicchiere di plastica e la bottiglia che aveva preso precedentemente dal frigo. Uscendo con uno sguardo soddisfatto stampato sul viso.

“Mai, metterti contro Margot Evans”. Pensò tra sé e sé sorridendo compiaciuta.






Jeade's point of view:

Eccomi qui!
Allora? Che ne dite? Otto pagine e mezzo di word. SPERIAMO IN BENE!

Avete visto? Vi ho deluso con i colpi di scena?

Okay troppe domande.
Vi lascio con queste richieste e, con la curiosità per il prossimo capitolo.
Perché... eheh. Succederanno ancora più cose.

Pronte? Ora si inizia sul serio.

PS: Qualcuna di voi andrà al concerto?:)


Bacione, Jeade xx
 

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Capitolo 17
*** 16- ***


Capitolo 16-

 

-It's a promise?-

-è una promessa?-


 

 

 

Ti useranno e poi? Cosa rimarrà?”


Non devi rimanere costantemente a pensare quello che è già capitato. Pensa a come puoi migliorare il presente piuttosto!”


Non permetterò che tu perda ancora tempo quando c'è gente che sta male per te. Sembra che non te ne freghi un cazzo.”


Qualche volta Scarlett, le persone possono aiutarti. Mostrarti affetto. O amore. Ma se continuerai a respingerle e non provare a lasciare uno spiraglio della vera te stessa, allora cara mia, ti ritroverai da sola.”

 


Erano solamente queste le parole, che si sentiva ripetere nella mente. In quella mente fin troppo stanca per poter reggere altro.
Troppo stanca per autocommiserarsi ancora.
Eppure era l'unico modo. L'unico modo per non far entrare nei suoi enormi problemi, persone a cui lei teneva.


Ma stava iniziando a non crederci più come teoria. Poiché, le persone a cui voleva più bene, stavano già rischiando per lei.
E tutto questo per causa sua.

-Sono un idiota.- sussurrò, prendendosi i capelli tra le mani, mentre le lacrime le solcavano le guance lentigginose.

Ad un tratto, la vista si fece meno nitida del normale. Una stanchezza improvvisa, si impossessò del suo gracile corpo, e in un momento poco definibile, la sua testa insieme al busto, finì con lo scaraventarsi sulle mattonelle fredde, di quel giardino esterno, di quella casa a lei sconosciuta.

Toccò con la guancia la mattonella umida. Tentò di aprire lo sguardo, ma non vide altro che una fitta nebbia.

Grigio.

Era completamente avvolta da un grigio. Grigio dentro di se, grigio davanti ai suoi occhi.

Non vedeva più nulla.
Magari era meglio così. Sarebbe finita. L'avrebbe fatta finita.


Eppure c'era una cosa che riuscì a vedere.

Un ombra. Che si avvicinava sempre di più.

 

 

 

 

 

 

-Ecco Ysa, ci siamo quasi, un altro passo e ti portiamo a sdraiarti su un bel letto- disse Emma incoraggiandola a fare un ulteriore passo, su uno dei gradini delle lunghe scale, che conducevano al piano superiore.
-Ho sete- si lamentò quest'ultima, abbassando la testa puntando lo sguardo verso i propri piedi.
-Adesso arriva Margot, con il bicchiere d'acqua- la rassicurò l'amica.

Così grazie all'aiuto di Emma e Niall, Ysabel riuscì a raggiungere una stanza che non fosse occupata da persone, troppo occupate per dare retta a degli intrusi.

Adagiarono l'amica su un letto matrimoniale, alquanto spazioso.

-Niall rimani con lei, vado a cercare una pezza bagnata-. Il ragazzo annuì e dopo che l'amica uscì dalla stanza, si sedette accanto all'esile figura di Ysabel.

 

-Ehi..come ti senti?- le chiese premuroso lui.
-Scombussolata-
-Ti fa male la testa?-
-Si..- sbuffò coprendosi con una mano gli occhi.
Il ragazzo rise -non lo reggi per niente l'alcool- disse
-Dove mi trovo?- chiese, ancora scombussolata.
-Sei sdraiata su un letto.-
-Uhm..- mugolò lei. E dopo di che, sempre sotto lo sguardo curioso del biondino, si sollevò con il busto, staccando la schiena dal morbido materasso. -Ma io devo andare..- farfugliò tastando il letto, cercando di scavalcarlo e poggiare i piedi a terra.

-Ehi, ferma qui..- la fermò l'amico tenendola ferma dalle spalle
-Ma io devo andare!- ribatté contrariata. Il ragazzo rise leggermente, divertito da quell'espressione imbronciata.
-E dove vorresti andare in queste condizioni?- domandò.
-Devo trovare mio fratello- disse cercando di scrollarsi le mani del biondino dalle proprie spalle, provando a mettersi in piedi, con scarsi risultati, ricadendo seduta sul letto.

Niall rimase interdetto.

Fratello?
Non lo sapeva.
In realtà non sapeva quasi nulla di lei, non aveva avuto modo di ultimare il discorso di quel giorno nell'auto.

Si sentiva un verme a chiedere di lei, in quelle condizioni.
Ma la curiosità era più forte di lui.

E così chiese.

-Non è a casa con i tuoi genitori?- chiese.
-Qui ci sono solo io.- disse lei.
-Lo so, ma vedrai che è tutto apposto. I tuoi, sapranno dov'è tuo fratello.- cercò di tranquillizzarla, lui con tono calmo, accarezzandole la schiena.
-No Niall.- lo interruppe lei, spazientita. -come possono saperlo loro?- mugolò lei. Sembrava che da un momento all'altro avrebbe avuto una crisi isterica.

-Beh.. sono i tuoi genitori, gliel'avrà dett..-
-Loro non ci sono più-

I gelo.
Il gelo riempì quella stanza.

Niall rimase scioccato a quelle parole. Non sapeva come scusarsi, o come rimediare a quella situazione disagiata.

-Sono qui per cercare mio fratello- disse lei ad un tratto.
-..ti sei trasferita dall'Irlanda per cercare tuo fratello. Vero?- chiese premuroso, avvicinandosi di più a quella figura esile che sedeva sul letto.
-Si.. so che è qui a Londra- sospirò.
-..Da.. da quanto non lo vedi?- chiese Niall cercando di essere il meno invadente possibile. Non era sua intenzione farla stare peggio.

-Da.. sedici anni..avevo solo due anni quando non l'ho più visto.- disse tirando su con il naso.

Niall prontamente le prese la mano dalla pelle leggermente olivastra, di lei e l'avvolse nelle sue. -Mi dispiace Ysabel..-

La ragazza alzò lo sguardo, incrociando le due iridi azzurre cielo dell'amico.
Gli sorrise, prima di ritornare seria e abbassare lo sguardo.

-Promettimi, che non lo dirai a nessuno..-
Il ragazzo strinse la presa delle sue mani, in segno di conforto.

-A nessuno.- promise.

 

 

 

 

 

 

 

 

Si fece largo tra più gente, fino a che non scorse la porta di ingresso.
L'aprì e vi varcò la soglia, giungendo nell'immenso giardino.

 

Girò per un po' in quella distesa verde, finché non notò il retro della casa, che presentava una struttura in legno, circondata da una pavimentazione.
E fu lì che la vide.
Era lì, per terra distesa su quelle mattonelle fredde. Le corse in contro, inginocchiandosi sul terreno.

La preoccupazione invase il suo corpo.
La scrutò, e le se avvicinò rapidamente al petto per sentire se respirava ancora.

 

C'era battito.
-Scarlett..- provò a richiamarla scuotendole le spalle.

Ma lei, era priva di sensi.

Benché anche lui, quella sera si fosse dato all'alcool, era ancora lucido. Non perfettamente, ma lo era. E non l'avrebbe lasciata lì, in quelle condizioni.

Così, senza ulteriori indugi, la circondò tra le sue braccia e la sollevò portandola al di fuori di quel giardino, e al di fuori di quella casa.

 

In pochi minuti, raggiunse il proprio veicolo. La sedette sul posto accanto al guidatore e le abbassò del tutto lo schienale, per permetterle di stare più comoda.

Chiuse la portiera e aprì quella opposta, sedendosi alla guida.
Accese il motore, e partì verso la propria abitazione.

 

Dopo nemmeno cinque minuti, la macchina venne parcheggiata. La recuperò, adagiandola nuovamente tra le sue forzute braccia.
Aprì la porta d'ingresso e vì trovò solamente la luce ancora azionante, della tv del salotto.

Fece piano, e dopo aver richiuso il portone, salì sempre con la ragazza tra le braccia, al piano superiore.
Varcò la soglia della propria camera da letto e la adagiò sul proprio materasso, facendo attenzione ad essere delicato.

Chiuse le persiane, a vi accese una luce soffusa. Così da non poter dare fastidio.
Le tolse le scarpe col tacco che stava indossando, riponendogliele per terra accanto al comodino di lui.

Alzò lo sguardo, scrutando tutta la sua figura.
Finché non si bloccò.

Si soffermò trattenendo il fiato, ad osservare una macchia violacea che le ricopriva la guancia destra.
Scorse l'intera figura di ella, cercando in preda all'ansia, altri punti lesionati. E vi trovò con orrore, una macchia scura all'altezza dello stomaco, che ricopriva la stoffa del vestito, che poggiava sul punto in questione.

Un senso di preoccupazione ed ansia, invase ogni centimetro del suo corpo, fino in profondità.


"Chi ti ha ridotta in questo stato?" si domandò.

 

 

 

 

 


-Eccoci qui, come sta?- chiese Margot insieme ad Emma, varcando la porta della camera dove vi erano Niall e Ysabel.
-Si è addormentata- disse lui indicando la ragazza completamente abbandonata in un sonno profondo.
-Meglio se la portiamo a casa- disse Emma.
-Si, contatto Louis. Sono venuti inisieme- disse Niall.
Le due annuirono.

Niall digitò il numero dell'amico, e poco dopo azionò la chiamata.

-Non risponde.- disse chiudendo la chiamata, per poi ri-azionarla, attaccando nuovamente l'orecchio allo schermo del proprio cellulare.
-Ma non dovrebbe essere qui?- chiese Emma
-Quando sono andata a prendere l'acqua ho provato a cercarlo con lo sguardo ma non l'ho visto-
-Non risponde, proprio.- costatò Niall.
-Ma Havanna non è a casa?- chiese pensandoci su, Emma
-Starà sicuramente dormendo a quest'ora. Pazienza. Ci organizzeremo diversamente- disse Margot -la portiamo a casa nostra per stanotte.-
Emma annuì -Niall, grazie per averci aiutate-

Il ragazzo sorrise, pensando al momento in cui Ysabel, sebbene non cosciente, si era fidata di lui. -Figurati.- disse.
-Aspettate vi do una mano a portarla alla macchina- disse premuroso.
-Okay, io avvicino la macchina all'entrata. Ci troviamo di sotto.- disse Margot, per poi dirigersi oltre la porta di quella stanza.


Poco dopo uscì dall'abitazione e raggiunse l'auto. Accese il motore della sua jaguar, e la postò proprio davanti all'enorme casa, azionando le quattro frecce.
Aspettò alcuni istanti. Finché non le arrivò una chiamata.

-Pronto?-
-Marghe, Ysabel non si vuole scollare dal letto- sentì la voce dell'amica, dall'altra parte del telefono.
-E quindi che facciamo?-
-Niall ha proposto che rimarrà lui, con lei e la mattina seguente la riaccompagnerebbe a casa. Non è male come idea. Sarà distrutta ora, e ci credo che non ha le forze di alzarsi-
-Si hai ragione, possiamo anche venirla aprendere noi la mattina, così facciamo colazione insieme-
-Perfetto, glielo dico a Niall allora.-
-Okay, muoviti ti aspetto giù con la macchina-
-Arrivo.- disse prima di riattaccare il telefono.





 

 

Aveva giurato che quello era l'ultimo bicchiere.

Si certo.
-Un' altro- fece al ragazzo oltre il bancone.
-Amico, il bar è chiuso.-
Il moro, fece un gesto di stizza con la mano, e decise di alzarsi da quello sgabello. Sebbene con estrema goffaggine.

-Devo andare a cercare Scarlett, devo portarla a casa.- disse farfugliando tra se e se. -Avevo promesso che l'avrei accompagnata a parlare con Dave.- disse parlando ancora tra se e se.
Decise di compiere un'azione a lui, troppo rischiosa in quelle condizioni.
Si appoggiò alla ringhiera della lunga scala.
Ce la doveva fare.

-Scarlett è per forza da questa parte!- disse indicando con il dito un punto oltre il piano superiore, come se si stesse auto-indicando il percorso da proseguire.

Dopo innumerevoli sforzi, riuscì a raggiungere il piano superiore.
Varcò il lunghissimo corridoio.
Gli sembrava di entrare in un vortice infinito.

Vide un ragazzo biondo passare e scendere al piano di sotto.
Ma non vi badò più di tanto.

Aprì le diverse camere -Scarlett?- domandò.
Ma nessuno vi rispose.

Ad un tratto varcò un'ulteriore camera e vì scrutò una figura femminile adagiata su un letto.

-Scarlett!- disse. Ma come risposta ebbe solo un profondo silenzio.
Si avvicinò a quella figura.

Mente e gli occhi, in quello stato, non facevano che mentirgli, e probabilmente fu per questo che assegnò l'identità della sua migliore amica alla figura femminile coricata, sotto le coperte.

-Bene ora che ti ho trovato..- disse per poi interrompere il suo monologo, con uno sbadiglio -.. è ora di andare a parlare..- un altro sbadiglio - ..con Dave.- disse, per poi crollare dalla stanchezza su una poltrona poco distante da dove lui era.



Non saprei dire fino a che punto possa giungere, la particolarità, o l'ilarità, del nostro destino.
Come possa creare momenti, così ovvi, o così stravaganti nella nostra vita.

E come ogni volta riesce sempre a stupirci, lasciandoci assaporare quel misto di irrazionalità e mistero, che vi è celato, nei suoi intrecci.

 

 



 

Jeade's point of view:


Ehi ehi ehi!
Eccomi qui, con un tremendo ritardo sulla mia tabella di marcia. Mi dispiace!

Ecco cos'è successo:

Il 28, è stata una data, molto attesa.
E per la prima volta dopo troppo tempo, sono riuscita a realizzare il mio sogno. Ed è stato il momento più bello della mia vita.
Li ho visti. Erano lì, a pochi metri da me.

Tengo a precisare che questo non è uno sbocco, su cui io voglia esultare a proposito di questo evento. Assolutamente. Sto solamente spiegando, la causa della mia assenza in questi giorni, e molte di voi sapevano già di questa mia partenza, perciò volevo solo raccontare come mi avete chiesto.


Comunque, nel ritorno a casa, ho iniziato a sentirmi male.
E infatti ho avuto per tre, quattro giorni di fila la febbre alta.


Okay, basta rompervi le scatole con la mia vita privata
Passiamo al capitolo!

Vi lascio delle domande e spero di ricere risposte, sono curiosissima!


1) CHI E' SECONDO VOI IL RAGAZZO CHE HA SALVATO SCARLETT?

2) CHI E' LA RAGAZZA CHE ZAYN TROVA IN UNA DELLE CAMERE, E CHE PENSA SIA LA SUA MIGLIORE AMICA SCARLETT?


3) CHE VI ASPETTATE NEL PROSSIMO CAPITOLO? TRA MARGOT ED HARRY, COSA VOLETE CHE ACCADA?
PROPONETE, SONO CURIOSA DI SAPERE LA VOSTRA!



Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacio a tutte!
Jeade xx



 

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Capitolo 18
*** 17- ***


Capitolo 17-

 

-Away (near) from you-

-Lontano (vicino) da te-



 



Una luce prorompente, lo accecò all'improvviso non permettendogli di alzarsi con pace e tranquillità.
Si sollevò di scatto da quella posizione alquanto contorta in cui era rimasto per quelle ore precedenti. Si guardò intorno cercando di realizzare qualche dettaglio a lui cricostante, che lo aiutasse a capire in che luogo di trovasse.


E in un lampo, come in modalità rewind, tutti i fatti accaduti la sera precedente gli comparvero come immagini più che nitide nella mente.
Ricordava, dei bicchieri contenenti chissà quale drink e poi una ragazza dalla chioma rossa. Tra l'altro, niente male.

Nient'altro. Se non un forte mal di testa.

“direi che ho bevuto troppo” pensò, tastandosi la testa.
E nel mentre compié questa azione, ritrasse la mano proprio dopo aver tastato un punto in particolare della fronte.


Riepilogò l'azione e dopo riaver sentito dolore, decise di alzarsi da quell'enorme divano su cui era disteso, per poi dirigersi alla ricerca di un bagno.
Quando si decise a varcare una delle numerosissime soglie dell'abitazione, si soffermò alquanto sconcertato dal delirio e il caos che vi si presentavano all'interno di quella casa.

C'era ancora gente presente -ovviamente meno numerosa della sera precedente- che era beatamente addormentata nei posti più assurdi.
Chi dormiva per terra appoggiando la testa ad una sedia, chi dormiva sopra un grande tavolo tra bottiglie e cibi restanti, oppure chi dormiva persino insieme ad altra gente ammassata tra di loro.

Un vero e proprio lazzaretto.

Finalmente scrutò la porta di quel che sembrava essere un bagno. SI specchiò difficilmente poiché, lo specchio era stato riempito di scritte poco caste e gentili con un.. rossetto?

Si sciacquò il viso asciugandosi con il primo asciugamano che riuscì a trovare.
Poi, pulì con quest'ultimo un angolo dello specchio cercando di specchiarsi, solamente per vedere da cosa provenisse quel dolore alla fronte.

E vi trovò con orrore un bel livido violaceo.

In quel momento, l'immagine di una persona a lui nota gli sfiorò i ricordi.

 

Evans” grugnì tra i denti.

 

 

 

 

 


Le era rimasto accanto tutta la notte. Le aveva medicato tutte le lesioni che presentava sul suo gracile corpo.
L'unico problema era toglierle il vestito per poter medicare la ferita presente all'altezza dello stomaco.
Ma un senso di pudore e rispetto nei suoi confronti, glielo impedì.
Non che se ne sarebbe approfittato.

Mai.
Ma, andiamo. Era pur sempre un uomo.


Così decise di fasciarle la vita con una grossa benda, in modo tale da non permettere al sangue di fuoriuscire più del dovuto, e di rimanere all'interno del suo corpo.
Prese una sedia, posizionandola al lato destro del suo letto, dove l'aveva precedentemente adagiata.

Scrutò la sua espressione, e benché fosse in uno stato dormiente, poté benissimo decifrare le lacrime che le avevano solcato le guance lentigginose.
Istintivamente allungò una mano verso quel candido viso, ma la ritrasse immediatamente.


Che stava facendo? Perché provava compassione per lei, dopo tutto quello che era successo?
Eppure una parte di sé, continuava a ripetergli di proteggerla, di starle vicino. E di non pensare più alle conseguenze o al passato.

 

Si alzò di scatto, facendo sempre un'incredibile silenzio.
Si tolse la camicia blu decorata da delle piccole stampe bianche, per poi poggiarla a bordo del letto, dove terminava il materasso adiacente alla struttura in legno.

La luce proveniente dalla luna, che filtrava tra le persiane, toccò ogni lineamento del suo fisico tonico e snello.
Riabbassò lo sguardo verso la ragazza. Si avvicinò e srotolò il lenzuolo che era stato appallottolato infondo ai piedi di ella, per poi coprire tutta la sua figura femminile da quel colore bianco candido della stoffa.

Sospirò.

Le avrebbe ceduto la camera per quella notte.

Non si sarebbe azzardato a dormire insieme a lei. Troppo imbarazzante.

Così prese il primo cuscino che trovò sotto mano, e uscendo dalla camera chiuse la porta.

 

Si affacciò in camera di sua sorella ma non la trovò. Scese al piano inferiore, intento ad addormentarsi sul divano.
Trovò come quando era rientrato a casa, la tv sempre accesa e una chioma bionda ai suoi occhi troppo riconoscibile, rannicchiata all'angolo del divano, con le braccia raggomitolate sotto il volto.


Sorrise, e dopo averla circondata tra le sue braccia, la portò al piano di sopra.

Si ricordò quando era piccolo. Quelle mattine in cui si ritrovava magicamente sul suo letto dopo essersi beatamente addormentato sul divano della sala. Era pura magia per lui. Ma gli anni felici erano passati. E la magia era svanita da quando prese conoscenza del vero avvenire dei fatti.

Adagiò la ragazza bionda che teneva tra le braccia, nelle morbide curve del letto nella stanza adiacente alla propria. Le accarezzò la guancia sorridendo.


“Come se non sapessi il motivo per cui sei rimasta a casa” pensò guardandola.

Istintivamente puntò lo sguardo verso camera sua. Dove vi era la ragazza che poco prima aveva adagiato tra le sue coperte.
Quella ragazza che quella sera, lui aveva deciso di salvare.

Perché si.

Non l'avrebbe mai ammesso, ma ci teneva.

 

 

 

 

 

 

 

-Jawaad!- Urlò lei, vedendolo.

Un bambino dagli occhi color nocciola e i capelli corvini si voltò non appena udì il suo nome.
Sorrise, salutandola con la manina.

-Jawaad, aspettami!- provò a dire lei. Ma il bambino si era già voltato allontanandosi.

Se ne stava andando, non poteva. No. Non ora che l'aveva ritrovato.

Provò a correre, ma si sentì le gambe come sotterrare nella sabbia. Riusciva a fare pochi spostamenti e la figura del piccolo bambino, era oramai troppo lontana da lei.

Una sensazione di disagio e nervoso la sovrastò

-Ti prego! Aspettami!- provò ad urlare, ma si sentì come se avesse un groppo alla gola. Le parole erano lì pronte ad uscire, ma la sua lingua era come pietrificata.

Non riusciva a pronunciare nemmeno una sillaba.

Gli occhi le iniziarono a pizzicare

perché mi devono allontanare da te?” si chiese in preda all'ansia.

-Jawaad- sussurrò.



 

-Ehi- una voce maschile alquanto grave, fece spazio tra i suoi pensieri. Invadendo quel momento, riponendolo il più lontano possibile.

Provò ad aprire gli occhi. "Era solo un sogno" pensò, sbuffando frustrata.

Ad un certo punto, percepì come una presenza, che le teneva ferma le spalle scuotendola leggermente.
In preda al panico e probabilmente anche grazie alle forze dell'istinto protettivo nei confronti della sua persona, allungò un braccio di colpo, verso l'alto sentendo che il suo pugno aveva colpito qualcosa.


O meglio, qualcuno.

 

Si alzò di scatto, ritrovandosi su un letto alquanto spazioso, benché le sue gambe erano rannicchiate in un angolino e aggrovigliate nel lenzuolo bianco che l'aveva accolta quella strana notte.
“ecco perché non riuscivo a muovermi”  pensò, dandosi immediatemente dell'idiota.

 

Sentì un lamento provenire dalla parte opposta del letto su cui era. Precisamente, quel rumore proveniva da.. per terra?

Si affacciò e vi vide una sagoma scura.
La stanza era abbagliata da la luce fioca, proveniente dalle persiane chiuse e quindi la visibilità era limitata, per poter definire cosa  o chi  fosse.

Il panico prese il sopravvento del suo corpo e così urlò.

-Ehi ehi! Cosa strilli?- disse quest'ultimo alzandosi all'improvviso, tenendosi una mano sul naso.
-Chi sei tu!?- urlò in preda ad una crisi isterica.
-Il ragazzo che hai colpito al naso..- borbottò tastandosi ancora il punto dolente.

Ysabel lo studiò meglio cercando di riconoscere almeno un dettaglio di quella sagoma scura che ergeva in piedi accanto al suo letto.

-Oh...-
-Un “mi dispiace” basterebbe..- sbuffò quest'ultimo sedendosi sulla poltrona adiacente al letto.
-Beh, mi hai spaventata! Non mi era passato per l'idea di essere svegliata all'improvviso da uno sconosciuto.- ribadì lei incrociando le mani al petto.
-Stavo vedendo se stavi male o meno-
-..Cosa?- domandò lei, confusa.
-Ti stavi dimenando nel letto e stavi urlando. Mi hai spaventato tu!- si lamentò.

Okay, era alquanto bizzarra come situazione.
Non capiva una semplice cosa.
Che ci faceva lì in quella stanza, con quel ragazzo?  Un ragazzo che per giunta, non conosceva.

Un immagine di lei insieme al ragazzo sconosciuto, sul letto, da soli, si fece spazio nella sua mente. E il livello di preoccupazione salì alle stelle.


Possibile che non si ricordasse nulla della sera precedente?

 

-T-tu ti ricordi che è successo per caso ieri notte?- domandò titubante.
-Non ti ricordi nulla..?-

Ecco.

Ora si poteva definire terrorizzata.

Decise di tirare fuori tutto il coraggio e che poteva possedere per quel momento di panico.
Doveva ricevere una risposta, e immediatamente, o avrebbe dato di matto -Dimmi immediatamente quello che è successo.-

-Woah! Calma. Non è successo nulla tra noi.- chiarì la situazione,  sapendo dove stavano i dubbi della ragazza, alzando le mani a mò di difesa. -penso..- mormorò.
-COSA?-
-Daccordo, daccordo non ti allarmare- tentò di tranquillizzarla, lui compiendo gesta inusuali come se le stesse sventolando un ventaglio davanti al volto. -Non penso proprio che sia successo qualcosa tra me e te. Visto che sono completamente vestito-disse indicando il suo vestiario.

Ysabel poté sentirsi leggermente più sollevata. Almeno, non era successo nulla tra lei e.. quel perfetto sconosciuto.
Ma.. come poteva esserne certa?

-Evidentemente anche tu ti sei data all'alcool ieri sera, e ti sei addormentata qui.-
-E tu che ci facevi qui?- domandò.
-Beh ero stanco. E mi sono addormentato. Molto probabilmente è andata in questo modo-
Spiegò con superficialità.

La ragazza ci pensò su.

-molto probabilmente?- domandò iniziando ad agitarsi, nuovamente.
-Oddio..- mormorò il tipo, esasperato.



Ad un tratto la porta della camera si aprì, permettendo di fare il suo ingresso ad un ragazzo biondo.

-Niall!- lo chiamò Ysabel.

Il ragazzo in questione le lasciò un sorriso, prima di poter realizzare che ella, era in compagnia.
Era in compagnia di un ragazzo. Ma non un ragazzo qualunque. Nel senso, non che fosse verde con gli occhi viola.

Ma perché lui?

Guardò la scena alquanto allibito, per poi pronunciare.


-Zayn?- domandò.

 

 

 


Jeade's point of view:

Okay okay okay, salve a tutte dolcezze, volevo ringraziarvi per le splendide recensioni che mi state lasciando ad ogni capitolo. Grazie davvero, siete stupende.

Bene, passiamo al capitolo.
Allora:
Alcune di voi mi hanno risposto alle domande che avevo posto nello scorso "spazio autrice".
Secondo voi colui che salvava la nostra Scar era Liam? Il suo fratellone?

Wrong answer.
E' il nostro Louis!

Poi chi incontrasse Zayn nella camera, era chiaro che era la sua sorellina, no?
Che ne pensate di questo incontro? Ho voluto accellerare i tempi con questo benedetto incontro tra i due fratelloni e mettere su una scenetta alquanto divertente.
Devo ammetterlo, mi sono divertita molto a scriverla!

L'ultima domanda che vi avevo posto, era riferita a Margot ed Harry.
Sul serio: che volete da questi due piccioncini? Li facciamo litigare ancora un pò? Eddai!


Un bacione, spero di essere stata esauriente, e che il capitolo sia stato di vostro gradimento (benché non fosse lunghissimo)

ps: ringrazio Better_Than_Words per il suo sostegno, grazie mille tesoro. In bocca al lupo per tutto. Spero vivamente che i tuoi sogni si realizzeranno, perché te lo meriti.


Jeade xx

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Capitolo 19
*** 18- ***


 

Capitolo 18-

 

"I'm not that kind of girl"

-"Non sono quel tipo di ragazza"-
 




 

Si svegliò da quella dormiveglia oramai durata per troppo.
Si alzò dal suo materasso, che aveva l'aveva accolta e abbracciata tutta la notte.


Scese al piano sottostante, intenta a prepararsi un buon latte e caffè, leggendo le notizie di quella mattina dal giornale locale, che era stato lasciato a terra, dopo essere stato infilato dalla buca delle lettere incastonata nella porta d'ingresso.

 

Sfogliò qualche pagina, fino a ritrovarsi a leggere un articolo che catturò la sua attenzione.  Poiché quell'articolo prendeva il suo cognome.

 

Lesse solamente le prime due righe, per poi scansare con stizza il giornale. Come poteva dubitarne? I suoi erano di nuovo in prima pagina, e blateravano a proposito della loro magnificenza, del loro successo nel business, dei loro innumerevoli soldi e altre stronzate varie.
Possibile che i suoi vivessero solamente di attenzioni altrui? Di foto stampate e di lode ai loro milioni?

Non capiva proprio come potesse essere stata concepita da persone così caparbie e superficiali.
Cosa c'era di somigliante tra la sua vita e quella dei suoi genitori?

Assolutamente niente.

Ed era stanca di mentire. A tutti e a se stessa.

Stanca di stare dietro alle loro richieste di partecipazione ai loro festeggiamenti -sicuramente per un altro successo di lancio nel mercato dell'industria più prestigiosa di suo padre-. Ecco perché quel giorno l'avevano chiamata, quando stava varcando casa Tomlinson.


-Tesoro come tu sai papà ha vinto un'altro premio per la miglior carriera svolta e ovviamente tu dovrai venire.-
-E perché mai?-
-Margot Bernadette Evans, perché è tuo padre e vuole condividere questa sua felicità con te, sua figlia-
-Sembra che questa "felicità" voglia condividerla anche con a stampa. So benissimo come andrà a finire, gli basterà una stretta di mano con la propria figlia in prima pagina ed io posso anche non essere più reputata unico membro della sua prole. No, non ho intenzione di aggregarmi, e mai lo farò.-
-Margot! Come ti permetti di insultare il successo mio e di tuo padre? Non ti permettere mai più di insinuare che non ti stiamo vicini. Tuo padre ti ha iscirtta ad una delle migliori università e tu ci tratti così? La macchina che ti ha comprato non era gratis! Era opera del suo poderoso lavoro! E..-
-Si, okay ciao.-


[...]


No. Mai e poi mai avrebbe fatto una cosa simile.
Non era il suo mondo, e loro dovevano accettarlo.

Eppure era tutto così terribilmente difficile. Difficile, dover vivere sotto l'immagine della figlia milionaria.

Lei non era così.
Lei era Margot.
Margot Evans, e benché odiava la popolarità derivante dal suo cognome, era una ragazza semplice. Semplicissima.
Ma la gente si atteneva alle voci. E lei era stanca di tutto questo.

Al piano superiore della piccola rustica casetta, Emma stava beatamente sdraiata sul suo letto, con i piedi al posto del cuscino. I capelli bruni e mossi si diramavano attorno al suo volto dolce e spensierato, intanto che era intenta a canticchiare la canzone che proveniva dalle piccole casse del suo cellulare.

-Em, allora andiamo a prendere Ysabel?- chiese Margot varcando la soglia della camera dell'amica.
-Uhm? Oh si si, arrivo..- rispose alzandosi dal letto.

Emma si diresse verso la soglia di camera sua, intenta a dirigersi verso il bagno, ma si scontrò con lo sguardo pensieroso dell'amica.

-Marghe tutto okay?- domandò dubbiosa
-Uhm? Oh..si.. tutto okay- rispose quest'ultima, sbiascicando un “non preoccuparti”.
Emma, non insistette, e detto ciò si diresse in bagno.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Niall, che ci fai qui?- chiese il ragazzo in questione.
-Ero alla festa. E sono rimasto a dormire qui- spiegò il biondo. -E te?- domandò nuovamente.

Ma prima che il ragazzo potesse proferire parola, la ragazza interruppe la conversazione, domandando -Aspettate un secondo, vi conoscete?-
-Si, è passato ieri in spiaggia insieme a Scarlett- spiegò il biondo.

A quel punto Ysabel fece un riepilogo dei fatti, e si accorse grazie alla luce proveniente dalla porta aperta della camera, che il ragazzo in questione, aveva avuto modo di intravederlo il giorno precedente.

-Oh porc..!- esclamò quest'ultimo, suscitando uno sguardo interrogativo sui volti dei presenti. -Scarlett! L'ho lasciata da sola ieri sera!- disse passandosi una mano tra i capelli scuri, oramai scombinati.
-Tutto apposto?- domandò Niall

Il moro voltò lo sguardo verso l'amico e disse -scusatemi ma devo andare- e detto questo, recuperò i suoi averi, lasciati la sera precedente per terra accanto alla poltrona, e si diresse fuori dalla camera. Niall, si voltò verso Ysabel. La scrutò, era messa in ginocchio sul letto, da quel che poteva vedere con la poca luce presente.

-Come ti senti oggi?- chiese. La ragazza incrociò lo sguardo con quello dell'amico e disse -penso molto meglio. Non mi ricordo nulla di ieri sera, se non quando eravamo al bancone insieme- disse abbassando il capo. Continuava a chiedersi cosa avesse fatto, che atti avesse mai potuto commettere, e solamente il pensiero, la spaventava.
Il biondo decise di dirigersi verso le persiane, per permettere di far entrare un po' di luce in quella stanza.
E così una luce prorompente, abbagliò gli occhi di entrambi i presenti sovrastandoli da quel buio precedente.

-Non ti ricordi proprio nulla?- domandò Niall aprendo la finestra facendo cambiare l'aria viziata che era presente in quel piccolo abitacolo. Per poi voltarsi dalla ragazza ancora in ginocchio, sul letto.
-..No.. e tu sei l'unico che può aiutarmi a rinfrescare la memoria, visto che siamo stati insieme per maggior parte della serata- disse.
Il ragazzo partì con l'intento di proferire parola, ma si accorse di un dettaglio della ragazza, che lo fece zittire. Una delle spalline del vestito era caduta oltre la spalla, superando tutto il braccio. La stoffa sottostante era calata abbastanza da riuscire a mostrare una coppa del reggiseno che la ragazza indossava in quel momento.
Ysabel, scrutò lo sguardo del biondo, e vide in che traiettoria stava puntando.
Abbassò lo sguardo e un calore, paragonabile ad un fuoco ardente, le arrivò alle gote, che immediatamente, acquistarono un colorito alquanto vivace.

Situazione era dir poco imbarazzante.

-Sc-scusa- mormorò il ragazzo tossendo, nel mentre si voltò verso destra, permettendo alla ragazza di poter sistemare al guasto. -Comunque, n-non ricordo molto nemmeno io di ieri sera-
La ragazza rivolse lo sguardo all'amico. Era.. delusa? No, non era colpa sua.
Si aspettava delle risposte e lui era l'unico che poteva aiutarla. E non si ricordava nulla nemmeno lui.
-Mi dispiace- disse vedendo gli occhi di Ysabel. Si sentiva un verme, ma allo stesso tempo non avrebbe voluto rivelare quello che accadde ieri sera. La loro promessa.

Se lei non si ricordava nulla, allora non ne valeva nemmeno la pena ammettere di conoscere una parte del suo passato, quando quest'ultima sarebbe rimasta alquanto interdetta e forse spaventata da una dichiarazione simile. Sopratutto, dopo aver saputo di essersi pronunciata quando era senza il minimo controllo delle sue azioni.

Non voleva farla stare male.
Ma non voleva nemmeno mentirle.

Optò per la seconda scelta. -Le uniche cose che mi ricordo, è che abbiamo ballato, tanto... - sorrise ripensando alle luci soffuse che toccavano il volto della ragazza davanti a sé, mentre si muoveva imperterrita al suono delle casse. -...poi tu ti sei sentita male ed io Emma e Margot ti abbiamo portata a sdraiarti. Puoi il vuoto.-

La ragazza gli sorrise. Non era colpa sua. Come poteva attribuirgli la colpa di non ricordarsi quasi nulla, dopo una sbornia tale?
D'altronde, lei, era nella medesima situazione.


-Grazie Niall- disse ampliando il sorriso.
Il ragazzo poté sentirsi più sollevato.

“E' giusto così” pensò il biondo.

-Di nulla-

Ysabel ci mise poco a realizzare che era mattina, e che lei non era a casa insieme ad Havanna e a Louis.

-Oh no!-
-Cosa succede?-chiese allarmato Niall
-Louis! Non l'ho avvisato!- disse preoccupata
-Non ti allarmare, ieri sera ho provato a contattarlo, ma non rispondeva-
-Oh cielo.. non vorrei aver creato problemi..- disse dispiaciuta.
Il ragazzo le si avvicinò sedendosi sul letto -Non penso proprio. Ascolta, chiama Margot ed Emma, vedrai che ti verranno a prendere loro-
La ragazza annuì, e prese il telefono trovando già un messaggio da parte di Emma.


Ehi ubriacona! Ti stiamo venendo a prendere.
Colazione tutte insieme al bar di Marghe? xx


Rise imbarazzata al messaggio, e scrisse la risposta sotto l'occhio attento del biondo.

-Io, vado in bagno- annunciò la ragazza.
Il ragazzo le sorrise e dopo che Ysabel varcò la soglia della camera, si sdraiò sul letto.

Possibile che quella ragazza aveva la capacità di farlo sentire una gelatina al suo interno?





IMPORTANTE, LEGGETE QUI SOTTO!

Jeade's point of view:

Ehi ehi ehi gentaglia!
Scusate pr questa assenza ma ho avuto come un blocco dello scrittore. In più in questi ultimi giorni sono di preparativi, visto che tra poche settimane partirò. Eh già!

Dunque, passiamo al capitolo.. Per ora, non ho potuto creare una scena tra Margot ed Harry come speravo, I'M SO SORRY.
Il motivo? Semplice, ho intenzione di affrontare argomenti che nei primissimi capitoli avevo accennato, e visto che siamo già al diciottesimo capitolo (ah a proposito di questo, grazie di tutto l'appoggio che mi state donando, siete meravigliose non sarei qui senza di voi!) volevo mettere in chiaro o meglio, in luce, fatti e indizi importanti a proposito di alcuni personaggi.
Prendiamo ad esempio la nostra Margot. La sua situazione familiare è alquanto particolare.. non vi pare? In tal caso, voglio vostre opinioni e visto che ci siete proponete: cosa vi aspettate nei capitoli successivi? Sono proprio curiosa: voglio sapere tutto su tutti.

Bene, e infine parliamo di Niall e Ysabel. Eh? Il biondino secondo voi stà già provando qualcosa per l'amica oppure è ancora troppo presto per poder definirlo? E Ysabel? Mi sa che sarà più incentrata in altri dilemmi, come ad esempio trovare il fratello.

Insomma, fatemi sapere tutto tutto tutto.
Io mi scuso ancora per l'assenza, vi mando un bacio e .. a presto! xx

Jeade.

PS: PER QUELLE CHE SI DOMANDONO SE CONTINUERO' A SCRIVERE DURANTE LE VACANZE, RISPONDERO' SI. MI PORTO IL COMPUTER DIETRO ANCHE PER LAVORI SCOLASTICI QUINDI... SI HAHA

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Capitolo 20
*** 19- ***


Capitolo 19-


 

-A blue shirt.-

-Una camicia blu.-



 

Una luce fioca, che si diramava, tenue, attraverso le lunghe tende che si estendevano davanti all'ampia finestra, iniziò pian piano a diffondersi nel piccolo abitacolo in cui si trovava. Benché le palpebre erano ancora sigillate dal sonno, rivolse inconsciamente, lo sguardo all'alto soffitto permettendo alla luce passante, di baciarle e avvolgere quei lineamenti spigolosi del viso leggermente marcati.

La brezza estiva, le dette il buon giorno, facendola stringere e accovacciare di più tra quelle profumate e soffici lenzuola.
Ma nel compiere il movimento di avvicinare le ginocchia allo stomaco, come ero suo solito fare sin da bambina, poté percepire una sensazione inusuale.
Un fastidioso dolore, iniziò a contorcersi al livello del suo ventre piatto.

Poggiò una mano sulla zona dolorante e un'ulteriore scarica, più fastidiosa della precedente, la fece finalmente svegliare. Si alzò, appoggiandosi alla testiera di quel letto gigantesco. Strofinò con le mani mingherline, i propri occhi, scacciando via quel residuo di sonno ancora presente sul suo volto. Voltò lo sguardo verso la finestra, provando a scrutare dalla sua posizione, che tempo ci potesse essere al di là di quei numerosi metri di stoffa pendenti davanti agli unici lucernari di quella stanza. Abbassò gli occhi color nocciola, cogliendo il color bianco di quelle lenzuola perfette. Ma c'era una cosa che non le andava a genio di quella stoffa, così soffice.

Non era sua.
Lei, non era nel suo letto.

Non che non si fosse mai risvegliata in un letto non suo, dopo una nottata particolarmente accesa. Anzi.
Il dato particolare e fondamentale di questa sua osservazione -che oltretutto, aumentò il terrore quel in quel momento la sovrastava- era il fatto che qualsiasi ricordo, riusciva a riformulare nella mente, la riportava a quel volto.

Quel volto maligno, di cui solo nominare il proprietario, le recava un'infernale sensazione di disagio e paura.

Il panico prese il sopravvento del suo gracile corpo, che notò con orrore, ri-tastandosi il ventre, essere abitato da una miriade di lividi violacei e di orribili graffi.

Ma la cosa che le fu più sconcertante vedere, su la lesione che riportava all'altezza dell'ombelico. Era ancora ricoperta di sangue, in parte secco, mentre dell'altro continuava a colare dai punti dove lei portava più dolore.

 

Cercò istintivamente il telefono. Doveva andarsene da lì, ma le gambe non glielo permisero.
Erano come bloccate.
Tolse del tutto il lenzuolo, che l'aveva avvolta in un sonno profondo, quella fatidica notte, permettendo di scorgere quelle gambe dritte e snelle, ma ornate da macchie violacee e arrossate da chissà quali atti di crudeltà. Una sensazione di smarrimento, disagio e paura le si bloccarono alla bocca dello stomaco.
Voleva piangere, piangere come non mai, ma le lacrime erano bloccate come se tutto quel liquido salmastro, che avrebbe voluto far scorrere sulle sue guance lentigginose, fosse esaurito da tempo or sono.

Ad un tratto una suoneria a lei familiare, si fece udire in quel silenzio accompagnato solamente dal battito accelerato e dai respiri affannati, dalla paura.
Scorse finalmente, quello che sembrava essere il suo cellulare, all'altezza di un comodino a lei non familiare, adiacente al letto su cui era ancora immobilizzata.

Senza nemmeno controllare il mittente, rispose. Qualsiasi forma di aiuto o conforto sarebbe stata bene accetta.

 

-p-pronto?- udì la sua stessa voce. Distrutta, impaurita, roca.
-Scarlett! Grazie al cielo mi hai risposto, dove sei finita?!- Una voce, a lei troppo familiare e così voluta accanto in quel momento, fece eco dall'altra parte del telefono.
-Zayn..io..non lo so, non so dove mi trovo, devi aiutarmi i-io son..- l'amico non le permise di continuare a parlare poiché, la bloccò.
-Come non sai dove sei? Non ti ricordi cos'è successo ieri sera? Hai parlato con Dave?- Poteva scommetterci: era preoccupato. Era solito del suo amico, domandare a raffica senza seguire un filo logico del discorso.

Non ebbe nemmeno il tempo di proferire parola, che quel nome, che era stato pronunciato, le lasciò un ricordo alla mente, riportandole alla luce fatti successi la sera precedente. E così una paura incontrollabile fece capolino, non permettendole di formulare una frase a senso completo, se non un pianto interrotto, alternato da singhiozzi strozzati.

-Scarlett, che succede? Ti prego dimmi cos'è successo- Poté vedere lo sguardo dell'amico, accigliato dalla preoccupazione. Ma come faceva a spiegarglielo, se in quel momento non aveva nemmeno a disposizione l'aria per respirare tranquillamente?
-D-dave mi..- lasciò la frase a metà poiché già pronunciare quel nome, le era costato troppo fiato.

Anche dall'altra parte della cornetta poté udire un silenzio tombale, finché la voce di Zayn non si rifece udire:

-Quel figlio di puttana.- sospirò, e l'amica poté immaginare la sua mano chiudersi a pugno, mostrando le nocche bianche per la pressione dovuta alla stretta potente,-non hai idea di dove ti trovi adesso.. vero?- mormorò una voce fin troppo premurosa e spaventata.
-N-no..- balbettò lei tirando su con il naso. -Adesso provo ad uscire dalla stanza.- affermò cercando di tirare fuori dal letto le gambe, per poi tastare la moquet morbida con le dita dei piedi.
-Okay, appena scopri o riconosci qualcosa, dimmi che ti vengo a prendere immediatamente- affermò con fare deciso.
-Grazie..- disse lei sussurrando. Gli era grata per tutto. Si ficcava sempre nei casini, e lui era sempre pronto a salvarla.
Decise di alzarsi in piedi, ma le gambe a quanto pareva, non le permisero di compiere nemmeno un passo poiché cadde rovinosamente a terra.

-Scarlett tutto okay? Cos'è successo?- domandò preoccupato, Zayn dall'altro capo del telefono.
-Sono caduta. Non riesco a reggermi in piedi..-
-...non riesci ad alzarti?- domandò con un timore e una preoccupazione palpabile persino udendolo in quel momento.
-no..- mormorò la ragazza scrutando nuovamente le lesioni presenti sul suo gracile corpo.
Decise di far forza sugli avambracci, prendendo in considerazione quei pochi muscoli che aveva. Si sollevò con il busto poggiando i gomiti sul letto, posando poi il telefono sul morbido materasso.
Non ebbe il tempo di poggiare le doloranti ginocchia sul pavimento, che un oggetto catturò la sua curiosità.

Era un oggetto comune.
Per essere più espliciti, un indumento. Un indumento poggiante sulla possente testiera del letto, posta proprio alla fine del materasso.


Una camicia, blu, a pallini bianchi.

 

 

 

 


-E quindi Marghe lavora qui?-
-Si, da qualche mese. Ha bisogno di mettersi dei soldi da parte.-
-Oh- disse la ragazza per poi poggiare le labbra rosate, sulla tazza di coccio contenente il caffè fumante che aveva precedentemente ordinato.
-Dunque..- pronunciò la bruna che sedeva nel suo stesso tavolo, dinnanzi a lei -tu e Niall..- lasciò in sospeso la frase, ammiccando con uno sguardo birichino, l'amica.

Ysabel interdetta, frenò immediatamente le fantasie dell'amica e domandò -Io e Niall, cosa?- accennò con un sorriso perplesso.
-Oh, suvvia. In tutta una serata non è successo nulla nulla?- chiese curiosa.
La diretta interessata, rise divertita benché imbarazzata dalla situazione bizzarra. Era la seconda persona che dubitava della nuova amicizia con il biondino. Ma che c'era di male?
-Non è successo nulla, Emma. Niall non mi piace.- sorrise sincera.
-Uhm- commentò l'amica, poco convinta -sarà. Ma secondo me gli piaci.- affermò mescolando con la cannuccia rossa, il milkshake che aveva ordinato.
La ragazza dalla parte opposta del tavolino in metallo, potè solamente lasciare l'amica tra le sue fantasie, senza commentare accennando solamente una disapprovazione con il capo.

-Ragazze, il capo mi ha concesso qualche minutino di pausa, visto che non c'è molta gente- affermò una testolina bionda catapultandosi al tavolino, tenendo in mano un succo di frutta e una brioche nell'altra, sedendosi tra le due more.
Le amiche, di rimando, le sorrisero, e insieme iniziarono a chiaccherare del più e del meno. Emma continuò a blaterare a proposito di Niall cercando di dissuadere Ysabel, la quale chiedeva pietà e tregua, mentre Margot mangiava assorta nei suoi pensieri, gustandosi la sua umile colazione.

-.. e stamattina mi ha svegliata uno sconosciuto.- finì di raccontare Ysabel suscitando sguardi interrogativi sui volti delle amiche.
-E poi cos'è successo?- chiese Emma, come se stesse aspettando il proseguimento di una saga epica.
-Beh, istintivamente mi sono rigirata in malo modo..- proseguì Ysabel, che però venne interrotta dalla biondina.
-In malo modo, intendi dire.. l'hai menato di santa ragione?- rise divertita, suscitando le risa delle altre due amiche.
-Diciamo che gli ho tirato un pugno in pieno naso- affermò ripensando alla scena di quella mattina e a quel punto le risate provenienti dal trio, si sparsero per tutto il locale.
-Oddio, non ci posso credere- rise Emma -e poi?- domandò, avvicinandosi a Margot, stringendo la cerchia di conversazione.
-Beh, poi ho avuto modo di vedere meglio chi fosse. Ed era un ragazzo..- disse abbassando lo sguardo, dopo che le due pronunciarono un “uuh” come esclamazione, all'arrivo del personaggio maschile del racconto.
-Che avete fatto nella camera mh?- domandò alzando e abbassando le sopracciglia, Emma.
-Guarda che poi Niall è geloso!- sghignazzò, Margot.
-No! Assolutamente no!- mise in chiaro, facendo intravedere un rossore sulle gote, dovuto al tremendo imbarazzo che provava in quel momento -Non pensate male. Abbiamo parlato, e mi ha aiutato a rinfrescarmi le idee su quello che era successo la sera precedente- affermò, Ysabel.

Le due amiche incrociarono i loro sguardi, che condivisero, poi, con la diretta interessata. Margot a quel punto chiese

-E tu, non ti ricordavi nulla vero?-
-No, se non quando Niall ed io eravamo al bancone degli alcolici insieme..-
A quel punto le raffiorò alla mente quella scena alquanto curiosa.

Tastò una consistenza differente dal vetro alla base dell'oggetto e vi trovò attaccato un piccolo biglietto, che presentava una serie di numeri.
-Appena riesci a liberarti puoi sempre farmi uno squillo, dolcezza- sentì una voce nuova. Alzò lo sguardo e vi trovò il ragazzo al di là del bancone. -Mi chiamo Ashton- sorrise quest'ultimo. E dovette ammettere, che aveva un sorriso niente male. E anche il resto non era niente male. Era proprio un bel ragazzo. -E tu?- domandò quest'ultimo, sorridendole nuovamente.
Prima che la ragazza potesse pronunciare quelle sei lettere, che appartenevano al suo nome, il nuovo amico accanto, non aspettò un momento di più. La prese per mano, trascinandola in un'altra stanza. La ragazza rimase interdetta a tale reazione, ma contemporaneamente, provò una nuova e strana sensazione. Come un formicolio alla bocca dello stomaco. Non sapeva ben definire cosa potesse essere.


-Brava Ysabel, Horan non si tradisce!- affermò Emma suscitando uno sguardo scocciato da parte della narratrice del racconto.
-No.. non è successo nulla..

Nel medesimo momento, abbassarono lo sguardo nel punto di unione tra di loro e in un momento paragonabile a pochi millesimi, le loro mani si slegarono.
Niall portò lo sguardo lontano da quello della ragazza al suo fianco, posando la mano, che poco fa aveva potuto provare il contatto della pelle morbida e delicata di ella, dietro la nuca. E con fare decisamente imbarazzato balbettò un -S-scusami, pensavo che volessi andare da Louis e gli altri e così..- disse per poi accorgersi che come scusa, non poteva di certo stare in piedi. Credeva veramente che non se ne fosse accorta?

...anche perché l'alcool faceva già effetto e mi ricordo solo di essere entrata nella pista da ballo- finì di raccontare Ysabel.

-Scusatemi ragazze se interrompo le chiacchere ma devo tornare a servire- affermò sbuffando.
-Va bene Marghe, a dopo!- le disse Emma scoccandole un bacio sulla guancia.
-Ciao Marghe- pronunciò Ysabel salutandola con la mano.

La bionda salutò altrettanto le amiche, per poi dirigersi verso quello che sembrava essere la sua postazione di lavoro.


Ysabel si voltò verso il ripiano che aveva di fronte, notando che il suo caffè non era ancora finito. Avvolse tra le proprie mani la tazza in coccio e vi poggiò le proprie labbra sorseggiando quella bevanda oramai non così fumante.
Guardò dinnanzi a sé e poté scrutare i lineamenti dell'amica.

Emma era veramente una bella ragazza, aveva una cascata di capelli lunghi e castani. Di un castano ramato, quasi bronzato. Gli occhi avvolti da quelle folte e lunghe ciglia erano sede di due iridi color terra. Erano bellissimi.

La studiò, e vide che il suo sguardo era rivolto allo schermo del suo telefono. Stava messaggiando.

-Con chi parli?-domandò spontaneamente, pentendosi subito di non essere stata troppo invadente nei suoi confronti.
La brunetta, alzò lo sguardo e immediatamente ripose il telefono nella tasca posteriore dei jeans.
-Oh, mia madre. Voleva che passassi da lei più tardi. Giusto per farle un saluto e conoscendola, anche quattro chiacchere- spiegò sorridendo gentilmente. -Anzi, forse è
meglio che vada.-

-Oh, va bene-
-Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese l'amica alzandosi dalla sedia di quel piccolo bar.
-Oh, non c'è n'è bisogno, mi farò una camminata e poi tornerò a casa- sorrise di rimando, Ysabel.
-Come preferisci, io vado. Ciao bella- disse Emma avvicinandosi e lasciandole un bacio sulla guancia per poi salutarla nuovamente con la mano.
-Ciao- sorrise Ysabel.

Si voltò verso il bancone, dove vi erano esposte diverse pietanze e leccornie varie.
Puntò lo sguardo su dei pasticcini.


-Scusi? Mi potrebbe incartare questi?-







IMPORTANTE, LEGGERE!!

Jeade's point of view:

Ehi tesori!
Eccomi qui! Dopo una lunga assenza.. lo so! E mi dispiace.
Purtroppo ho avuto, come dire, un blocco dello scrittore. Non avevo la minima idea di cosa scrivere. Volevo creare qualche colpo di scena, ma in mente avevo solo scenette monotone e alquanto noiose. Infatti, non so per certo come sia risultato ai vostri occhi questo capitolo.
E francamente, ho un pò paura di avervi annoiate.

Dunque, che dire a proposito dei capitoli successivi?
Vi annuncio che stò già buttando giu il ventunesimo capitolo e quindi, non mancherà molto alla pubblicazione del ventesimo (ma ovviamente questo, dipende da voi e dalle vostre bellissime recensioni che spero di trovare. Vi dico, siete stupende e ogni volta che mi scrivete è un emozione unica. Siete gentilisse, spiritose e carinissime nei miei confronti e non so davvero come ringraziarvi per tutto questo appoggio).

Vi spoilero alcuni eventi che spero vi faranno piacere.
Dunque:
Nel ventesimo capitolo usciranno due personaggi (benché non siano personaggi emergenti, saranno uno sbocco per capire diversi fatti che non vi ho ancora del tutto presentato).
In più nel ventunesimo capitolo, come vi ho promesso da troppo tempo, finalmente torneranno alla carica  Margot ed  Harry!  Così riuscirò ad accontare tutte quelle che gli shippano da sempre!
Ps: decidete voi il nome da affidare alle coppie, io non sono molto abile in queste cose haha!

Detto questo vi mando un bacione, buon proseguimento delle vacanze! xx
Pps: tra una settimana, finalmente mollo tutto e parto! Ma non preoccupatevi, riuscirò ad aggiornare la sera.
Tanto il pc lo dovrò portare dietro per continuare le maladettissime mansioni da studente!

Un saluto generale da Jeade xx

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