Stretti come le dita intrecciate.

di tanky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il modo in cui mi ami...Harry/Draco ***
Capitolo 2: *** Momenti di primavera. Hermione/Fred ***
Capitolo 3: *** Questione di destini.-come una farfalla- Neville/Ginny ***



Capitolo 1
*** Il modo in cui mi ami...Harry/Draco ***


Se tu fossi qui, invece che a New York,
le tue curve sarebbero sdraiate sopra di me.
Ti direi che ti amavo da prima di conoscerti,
perché amavo il semplice pensiero di te.
Se i nostri cuori non si spezzassero mai, non ci sarebbe la gioia
nel guarirli,
c'è così tanto che questo dolore può insegnarci.
C'è la distanza e c'è il silenzio, le tue parole non mi hanno mai lasciato,
sono la preghiera che dico ogni giorno.
 
Forza, esci fuori, vieni qui, vieni qui.
 
Se tu fossi qui, invece che a New York,
nelle braccia che avevi detto non avresti lasciato,
Ti direi che è semplice e che è sempre stato così,
non c'è nessun altro posto al quale io appartenga.
 
Dammi solo un segno che c'è una fine ma anche un inizio,
nel caos silenzioso che mi sta riportando indietro.
 
Traduzione testo: New York, Snow Patrol
 
 
Il modo in cui mi ami...
 
 
La stanza vorticava spaventosamente.
 Se Harry volgeva lo sguardo al soffitto le luci brillavano come stelle, come piccoli fari abbaglianti nella notte che non riusciva a mettere fuoco.
Voleva solo scappare da quelle quattro mura opprimenti, ritornare a respirare.
C'erano pochi passi di distanza fra di loro, ma se lo guardava negli occhi poteva vedere l'autostrada infinita che  li divideva, lo sguardo si perdeva in chilometri e chilometri di silenzi e assenze.
La sua lontananza lo spezzava in due.
I suoi capelli erano oro colato, nel riflesso della luce sulla finestra. E i suoi occhi l'oceano. Grandi come l'oceano.
"Penso non ci sia più nulla da dire, Potter."
"Draco, Draco vieni qui..."
Lo disse e fu un sussurro, come una richiesta d'aiuto, come una preghiera.
Il Serpeverde si fece più vicino e sfiorò una mano di Harry.
Potter non riusciva a staccare gli occhi dalle sue labbra. Se non l'avesse baciato subito sarebbe impazzito.
Il Grifondoro tirò a sé Malfoy e lo strinse mettendo le sue braccia all'altezza delle sue spalle, nascose il suo viso accanto al collo di Draco e iniziò a baciarlo lievemente sotto il mento, baci bagnati come lacrime.
"Harry, ne abbiamo parlato così tante volte, non possiamo più andare avanti così..." Disse il biondo e il suo tono era dolce sull'orecchio di Harry.
"Sssh Draco, non parliamone più allora, le parole fanno sempre così male."
Draco fu costretto a trattenere un gemito al contatto della bocca del compagno sulla sua pelle. Chiuse brevemente gli occhi e strinse impercettibilmente il pugno.
Non sarebbe finita neanche quella volta, e probabilmente neanche quella dopo, e quella dopo...
Troppe cose li legavano e li allontanavano al contempo.
Non erano bastate le sfuriate e dirsi mille e mille volte ancora che era finita per sempre, che faceva troppo male amarsi, troppo male volersi.
Non era servito ripeterselo ai tempi della scuola dove la stanza delle necessità era stato il rifugio della loro passione nascosta e ingenua, quel sentimento che crepava il cuore e che era noncurante di niente e di nessuno se non di se stesso.  Non era servito dirselo, persuadersi e inciderselo sotto la pelle che quell'amore era tutto sbagliato. Come non era stato utile cercare di tenersi lontani dopo la fine della scuola, non era stato utile allontanarsi, tenersi a distanza,  perché si ritrovavano sempre, ogni partenza un ritorno, ogni addio un nuovo inizio. Ed erano perfettamente coscienti che era inutile dirsi addio ancora nella loro camera da letto, del loro appartamento: comprato insieme, costruito insieme, dove tutto ciò che li circondava parlava di loro con un insistenza che prendeva a pugni il cuore.
Harry non l'avrebbe lasciato andare via per nessuna ragione al mondo e Draco non se ne sarebbe andato.
Solo che amarsi come si amavano era faticoso, doloroso e incessante. Ti consumava dentro.
"Il modo in cui mi ami mi fa male" aveva detto una volta a Harry, Draco.
...
"Resta questa notte Draco, ormai è tardi, resta solo questa notte."
Malfoy si concesse il tempo di guardare Harry dritto negli occhi, anche se sapeva che non ce ne era bisogno dato che conosceva a memoria ogni piccola imprecisione di quel volto e il colore dei suoi occhi c'è l'aveva macchiato sotto la pelle, si mescolava col rosso del suo sangue che era parte di lui.
Baciò Harry sulla fronte e poi baciò la sua cicatrice.
"Va bene, riparliamone domani..."
Potter liberò un sorriso e prendendogli la mano lo condusse sul loro letto dove Draco si mise a spogliarlo lentamente.
Harry fece intrecciare le loro dita e fecero l'amore tutta la notte.
La mattina li sorprese ancora immersi in una sorta di dormiveglia. Malfoy si accoccolò sul petto del moro che iniziò a giocare stancamente con i suoi capelli, lievemente, senza disturbarlo.
"Non esiste un domani per noi Draco." Sussurrò Harry più a se stesso che al suo compagno. E intendeva che sarebbe stato difficile come morire continuare a stare insieme, ma anche che il prossimo giorno non si sarebbero detti addio. Che mai si sarebbero separati.
 
 
 
 
Autrice:
 è da molto che volevo sperimentare una raccolta sulle coppie più disparate della saga :)
Così si parte per questa avventura aprendo con una Flashfic della mia coppia preferita Harry/Draco che non poteva proprio mancare, ma vi avverto che vi stupirò, ho in mente di trattare certe coppie davvero inusuali, (per esempio sto già lavorando su una Hermione/Blaise (coppia che mi intriga)) poi ovviamente tratterò di Hermione/Ron e Remus/Sirius che non mancheranno in quanto sono coppie assolutamente perfette ai miei occhi...ma vi assicuro che varierò molto nei paring quindi non smettete di seguirmi e commentate, commentate, commentate, ditemi i vostri pareri e le vostre perplessità, ogni pensiero è ben accetto :D grazie a alla prossima stroriella :)
 

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Capitolo 2
*** Momenti di primavera. Hermione/Fred ***


 
 
Ci siamo diretti a ovest per trovare qualche verità,
Cosa stai aspettando?
Abbiamo contato tutte le nostre ragioni, tutte le scuse che abbiamo usato,
abbiamo trovato un tesoro e lo abbiamo buttato via tutto
Quando ballo da sola e il sole scende giù pallido,
la colpa è mia.
 
Traduzione, George Ezra Blame it on me
 
Momenti di primavera.
 

 
La stanza era affollata, tutto il salotto della Tana era ghermito di parenti lontani e vicini, amici e conoscenti...
Molly aveva voluto con grande insistenza fare una festa di primavera.
...
 
Hermione girò svelta la testa e i suoi capelli si mossero come una grande gonna lunga, quando fai un passo di danza vorticando su te stessa.
Fred era dietro di lei, le sorrise e gli fece un breve occhiolino, un gesto impercettibile che nessuno a parte la ragazza notò.
La musica era alta e tutti ballavano stretti.
La ragazza si era buttata in mezzo alla pista insieme a Ginny, così tanto per scherzare, tanto per vedere cosa succede se ti spingi un po' a giocare e non fai attenzione se ti dimentichi in giro il cuore, magari lo perdi intanto che sei distratta a non pensarci...
I loro sguardi si cercavano nello splendore generale della sala.
I loro sguardi si cercavano e si trovavano sempre.
Hermione non faceva altro che ridere e Fred ne era incantato.
...
 
"Non hai già utilizzato tutte le scuse che avevi per tenerti alla larga da me?"
Hermione si era isolata solo un momento intanto che suonavano una canzone lenta, troppo romantica per sapere con chi ballarla.
Era appoggiata allo stipite della porta della cucina e aveva sentito una voce molto famigliare parlare alle sue spalle.
"Forse ne ho ancora qualcuna Weasley."
"Mi sa che non ti basteranno Hermione, il mio fascino ti attrae." aveva soffiato lui impercettibile all'orecchio della ragazza, da dietro le sue spalle.
La Grifondoro teneva ancora lo sguardo fisso sugli invitati intenti a piroettare. "Non dovresti flirtare con me Fred Weasley." Sorride lei, senza guardarlo.
"Non dovresti stare qui a fissare quel fessacchiotto di mio fratello aspettando che ti inviti a ballare" disse improvvisamente lui, sentendosi un po' colpito sul vivo.
"Non sto aspettando proprio nessuno..." Si girò Hermione risentita, ma quando si voltò Fred non c'era già più.
...
 
"Allora Granger, che si dice dal mondo della noia?" Si era avvicinato Fred con un sorriso sghembo, disturbando Hermione che era intenta a leggere un libro su una poltrona del salotto della Tana.
Era sera e la festa era finita da qualche ora.
"Ma allora mi perseguiti? Comunque niente che tu possa, anche solo lontanamente capire, Weasley." Aveva risposto lei non alzando lo sguardo dalla lettura ma accennando lo stesso un sorriso divertito.
"Forse, che ne dici, potresti spiegarmelo?"
"Si, Forse potrei..."Hermione staccò gli occhi dal libro per guardare il suo interlocutore.
"Ci conto allora, non vedo l'ora..." Il rosso si stava alzando dalla poltrona posta di fronte a quella della ragazza, lasciando Hermione da sola, ma lei lo afferrò per un braccio repentina e i loro sguardi si scontrarono intensamente. Nessuno scherzo.
"A che gioco stai giocando Fred?" la Grifondoro si fece seria. Il ragazzo le sorrise, di un sorriso aperto, colpevole e divertito e se ne andò.
Nei successivi momenti la mente della giovane fu piacevolmente invasa dal pensiero di una chioma rossa e di un viso stracolmo di lentiggini.
E nel corso della serata i loro sguardi si trovarono sempre.
...
 
Prima di andare a dormire e ritirarsi nella sua stanza Hermione incontrò Fred sul pianerottolo.
I loro occhi si incrociarono e di riflesso i due ragazzi sorrisero.
 Semplice e naturale come i battiti del cuore. Facile come ridere fino a sentire male alla pancia.
C'era tutto nello sguardo limpido di Fred.
Naturale come stare bene.
"Buonanotte Fred."
"Buonanotte Herm"
"Stai vicino alla porta della tua camera, fra mezzora precisa..."
"Ma c-cosa...Fred?"
"Fidati di me."
...
 
La ragazza si presentò all'appuntamento in perfetto orario e vide il ragazzo avvicinarsi a lei senza far rumore ma con in tasca già un sorriso.
"Cosa ci facciamo qui?" disse Hermione ed era divertita, divertita da matti.
Sarà stata l'eccitazione di non farsi beccare, nel cuore della notte, da sola con un gemello Weasley.
Sarà stato che dopo il ballo, passato a concedere tutta l'attenzione a Fred, la serata era passata monotona e noiosa.
Sarà stato il battibecco con Ron.
Sarà che davanti a lei c'era Fred e d'improvviso dimenticò tutte queste cose.
"Mi devi un ballo." decretò lui serio ma con una punta di malizia e di divertimento che lo contraddistinguevano da qualunque persona Hermione conoscesse, perfino dal gemello George.
Fred era frizzante come correre con il vento fra i capelli. Come bere dieci bicchieri di burrobirra senza stancarsi.
Anche nel buio del corridoio Weasley notò l'imbarazzo e l'emozione della ragazza.
Non ci voleva un genio per immaginare il rossore sulle sue guancie.
Ci fu un attimo di silenzio fra i due dove Hermione decise di essere abbastanza coraggiosa da godersi il momento.
Prese la mano di Fred e fece intrecciare le loro dita nel buio.
"Io non so ballare."
"Basta che segui il maestro"
Il ragazzo le strinse delicatamente la vita come per paura di rompere l'incantesimo.
La ragazza si lasciò cullare e appoggiò la sua testa sulla spalla di lui.
Iniziarono a dondolarsi lievissimamente ed era tutto così fragile, semplice e bello.
Si guardarono sorridendosi a lungo.
Fred iniziò a sussurrare una melodia lenta e Hermione rise di quanto era stonato.
In quel ballo, anche se loro non si muovevano, Hermione sentì che tutto girava nel verso giusto.
Tutto era bello fra le sue braccia.
Dopo istanti lunghissimi si congedarono con un breve e timido bacio sulle labbra.
La mattina successiva Fred non riusciva a staccare gli occhi da Hermione. E la ragazza aveva stampato un sorriso in viso come se fosse stato sempre primavera.
 
Fine, ma Continua con un'altra storiella....

Autrice: Spero vi sia piaciuta e che non ci siano troppi errori di scrittura e distrazione, commentate in tanti e ditemi cosa ne pensate ;)
Intanto lavoro ancora sull'Hermione/Blaise e su tante altre fantastiche coppie...a presto :D

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Capitolo 3
*** Questione di destini.-come una farfalla- Neville/Ginny ***


Questione di destini
-come una farfalla-
 
 
 
"è molto bella..."
"Si, lo è!" Rispondi piano e continui a fissarla, mentre volteggia in mezzo alla sala. Davvero, non smetti di guardarla e senti il sangue che ti arriva al cervello, troppo, tutto in una volta.
Forse non avresti dovuto rispondere, dopotutto quella di Harry non suonava davvero come una domanda, forse più come un affermazione ripetuta fra sé e sé...
Anche lui la stava guardando.
E sentivi che lui aveva il diritto di farlo.
Forse sarebbe stata sua, più avanti, finita la scuola...Le cose sarebbero andate così, traspariva velatamente dallo sguardo di Harry, che lei era il suo destino, che in fondo le voleva già bene come si fa con la ragazza che vorresti avere a fianco per il resto della vita. Non era una cosa esplicita o dichiarata, ma solo una questione di destini.
Come i genitori di Harry. Come anche i tuoi Neville, in fondo.
Solo che tu di strade già tracciate non ne sapevi nulla. Di sentieri stretti, quelli si. E buche nel terreo.
 
Appena una manciata di secondi più tardi, sentendoti parlare, Potter si risveglia appena dal suo incantesimo, dal suo incanto. Dall'incanto di lei. Dei suoi capelli rossi stregati.
"Cosa Neville, hai parlato?"
Tutto il nervosismo, che sai già di non riuscire a controllare, sale fino alla bocca dello stomaco e sai di esserne così succube che ti invade il panico.
Tutto stringe.
<< Dai Neville, è una stupida domanda, rispondi per diamine. >>
"No, niente Harry, tranquillo!"
In sala comune Grifondoro, la musica suona forte che ti gira un po' la testa.
I ragazzi della squadra avevano vinto, Harry aveva preso il boccino, per essere precisi.
E adesso lei, Ginny, stava danzando scatenata proprio su un piccolo tavolino di fronte al camino, dove la luce poteva illuminarla meglio.
Era sudata e la sua pelle brillava.
Rideva come una matta.
Ma lei era fatta così.
Ti ritorna alla mente che una volta nel grande parco l'avevi vista volare sulla scopa, fare un po' la scema con delle altre sue amiche, ti eri spaventato perché da quanto si agitava sembrava avesse mille rospi in corpo, sembrava che dovesse cadere dalla scopa da un momento all'altro...Allora tu, come un vero stupido, ti eri messo in linea d'aria con lei che piroettava sopra la tua testa, con le braccia spalancate pronte a prenderla, sempre.
Ginny si era intenerita, era scesa dalla scopa e ti aveva dato un bacio sulla guancia e con la bocca ancora appiccicata alla tua pelle aveva mimato "grazie Nev" con le labbra, poi era corsa da Harry, sotto il grande albero, seduta vicino a Hermione.
Dannazione se ci sapeva fare.
Era una farfalla, una maledettissima farfalla, di quelle che vivono un giorno e per questo vivono tutto in una volta.
Senza neanche respirare, senza neanche guardarti Neville. Innamorarti di lei era stata la cosa più stupida e più vera che potessi fare.
 
La musica cambia e lei viene incontro a te e Harry e si mette proprio in mezzo a voi.
"Quale, dei due Grifondoro più coraggiosi che esistono, vuole concedermi un ballo?"
Le tue guancie si avvampano mentre Harry sorride aperto.
"P-er per quanto riguarda il ballo, Harry è sicuramente più temerario di me..."accenni, timido e impacciato, quasi balbetti.
Potter ti appoggia una mano sulla spalla e la sua stretta è quella di un amico.
"Si, ma solo su questo Nev..La verità è che sono talmente masochista da voler farmi sbeffeggiare da tutta la casa!"
Ginny aveva riso alla battuta, Harry anche e nessuno dei due si accorgeva di te.
Ma tu in fondo volevi bene ad entrambi e forse era meglio così.
Sei rimasto a guardarli mentre si avviavano verso la pista improvvisando un lento, poi per apparenza, avevi aspettato  fino alla fine della canzone. Avevi bevuto qualcosa, fatto due parole con Ron sulla partita, obbligando il tuo sguardo a non guardarli e alla fine eri entrato nel tuo dormitorio chiudendoti la porta alle spalle, sperando di non far rumore, come sempre: poco rumore.
 
 
Nel cuore della notte un ticchettare leggero sul pavimento ti aveva svegliato.
Era Ginny, si era avvicinata al tuo letto piccola, piccola e si era accucciata all'altezza della tua testa.
Aveva i piedi nudi.
E poi un po' piena di vino, con le guancie rosse, dove risaltavano le lentiggini come puntini lontani di una costellazione, o come la varicella, aveva sussurrato interrotta sempre dalle sue risate.
Ogni sforzo di essere silenziosa era stato vano ma per fortuna nessuno dei tuoi compagni di stanza era rientrato dalla festa ed eravate soli.
"Nev, Nev sveglia, vieni, devi venire, ti devo portare in un posto."
Rideva anche se i suoi occhi erano un po' lucidi.
Tu ti eri svegliato di fretta e furia e saresti voluto morire sapendo che lei ti avrebbe visto con il pigiama comprato da tua nonna, ma per fortuna Ginny era abbastanza sveglia anche da brilla per capire il tuo imbarazzo e si era girata mentre recuperavi i tuoi vestiti e malamente te li infilavi. Eri davvero lontano da essere presentabile per lei, ma Ginny non si fece troppi scrupoli e tirandoti per una manica si era messa a correre per tutto il castello fino alla torre di astronomia. La festa era ancora in corso mentre ci correvi dentro come una furia e ogni volto era una luce indistinta, non te ne eri preoccupato.
 
Sulla torre Ginny tirò fuori una scopa ben nascosta in un angolo e con un sorriso furbo aveva semplicemente detto: "Adesso, ti devi solo fidare di me!" E per come la conoscevi, era davvero così. Non avrebbe accettato contestazioni, allora semplicemente ti sei aggrappato alla schiena di lei che partì a tutta velocità in picchiata... era atterrata sullo stesso punto del giardino di qualche anno prima.
Il suo sorriso si era trasformato in una piccola, impercettibile, smorfia di dolore in quel suo sguardo fiero, determinato.
"Qua, è dove hai provato a prendermi per salvarmi l'ultima volta...non è che lo faresti anche ora, Nev, per piacere?"
 Era determinata a farsi salvare da te e i suoi occhi improvvisamente si gonfiarono come una diga che è così piena che qualche goccia le sfugge.
Tu eri così stordito, dal viaggio, da lei, dalle sue lacrime, dalle sue lentiggini, dal suo dolore e questo prato e i ricordi e la tua inadeguatezza, la tua paura e i suoi capelli, la notte e il vento e qualcosa come tutto il monto che girava sotto i tuoi piedi.
"Gin, Gin che succede?" ti sei avvicinato a lei che nel frattempo si era accasciata a terra, l'avevi guardata negli occhi e avevi preso la sua mano nella tua, facendo intrecciare le vostre dita. Da fottuto eroe.
"Harry stasera mi ha detto che non c'è un futuro per noi, che sarebbe troppo pericoloso per me stargli accanto, che gli piaccio, mi vuole bene e per questo non vuole espormi a questo rischio." lo disse tutto d'un fiato per togliersi il coltello che aveva nel cuore e che la faceva sanguinare.
Poi si era alzata di scatto e si era messa a correre per tutta la lunghezza del prato, velocissima.
Tu avevi provato a stragli dietro, ma con fatica, colto alla sprovvista da quel gesto impulsivo.
E mentre correva Ginny gridava, incurante di tutto e di tutti, si curava solo di vivere, lei e ora.
 Mentre correva urlava: "Possiamo fare quello che vuoi." "Possiamo fare quello che vuoi."
Quando fu troppo stanca per continuare si piegò sulle ginocchia al riparo sotto un grande albero, ancora con il fiatone disse mentre ti vedeva raggiungerla: "Io come te non ho paura di nulla, come quella volta che mi avresti salvato dalla caduta dalla scopa, tu sei il Grifondoro più coraggioso, tu combatti i draghi, Harry mi ha lasciato sola, ma tu mi salverai, vero Nev?"
Dannazione se era vero e sarebbe stato vero sempre.
 
 
 
Autrice:
 storiella confusa che è uscita da sola...ho provato lo stesso a pubblicarla per vedere l'effetto che fa. Diciamo che un po' la amo e un po' la odio. Era una Ginny/Neville che si è costruita tutta sulla frase che grida Ginny alla fine "Possiamo fare quello che vuoi".
 Mi sembra di aver fatto un pò di casini con alcuni verbi al "presente e passato", perché come dicievo si è scritta da sola e chissà come ha scelto questo stili di narratore esterno che è come se raccontasse quello che accade a Neville, a Neville stesso :) da pazzi proprio! Quindi ho provato a controllarla e spero non ci siano troppi errori, in caso contrario siate clementi..è più che altro un esperimento!
Come autrice mi sento di dire però che in questa piccola storia (è uscita un pochino più lunga di una flashfic) non ci buoni e cattivi, ma anzi, con le loro ragioni e i loro sentimenti sono tutti buoni in qualche modo..l'ho voluta scrivere così e mi è sembrato il modo più vero per rendere i loro sentimenti.
Come in ogni storia che scrivo trapela che sono dannatamente innamorata di Harry,vero? Harry in tuttele salse! (ovviamente anche di Draco, anche se qui non c'è LOL)
Se commenterete in tanti mi farete davvero felice, grazie mille a tutti :) COMMENTATE ;)

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