Bug's Island - Do you still believe in love?

di Robin__and__Nami98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - A tribute to Usop ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il sole splendeva luminoso e caldo nel cielo estivo e le onde sciabordavano pigre sui fianchi della Thuosand Sunny. La Ciurma di Cappello di Paglia era in viaggio verso una nuova avventura e intanto si dedicava alle attività di tutti i giorni.
Robin e Nami erano distese sulle sdraio e parlavano allegramente insieme a Sanji, bevendo un the freddo che il cuoco aveva portato loro.
Usop stava intortando Chopper, raccontandogli le imprese che aveva compiuto e la renna ascoltava estasiata.
Rufy si introdusse furtivamente nella dispensa della nave alla ricerca di barili di carne sotto sale. Era sicuro che Sanji non si sarebbe accorto di nulla perché, sotto sua richiesta, Robin lo stava distraendo. Finalmente trovò quello che cercava: sei meravigliosi ed enormi barili di succulenta carne. Rufy fece un sorriso a trentadue denti, si sfregò le mani e incominciò a ingurgitare un barile dietro l'altro. Quando ebbe finito (cioè circa dieci secondi dopo) sospirò soddisfatto massaggiandosi la pancia divenuta enorme. Si alzò a fatica e fece per imboccare la porta, ma non riuscì a passarci, si era incastrato. Si dimenò nel tentativo di liberarsi, ma con scarsi risultati, così si aggrappò allungando le braccia all'albero che era di fronte alla porta e tirò con forza. Sentì la parete allontanarsi da lui e partì a gran velocità verso l'albero, sul quale si schiantò, portandosi dietro la cornice della porta. Tutti i membri della ciurma, sentendo quel fracasso, corsero a vedere.
Nami lo squadrò con occhi fiammeggianti,lo afferrò per il colletto della maglia e urlò -Tu...! Cos'hai fatto! Hai distrutto mezza nave!-
Robin ridacchiò, complice di quel disastro.
Sanji corse a controllare cosa mancava nella dispensa e, quando si accorse che tutta la carne era sparita, tirò un calcio a Rufy dicendo -Ti sei mangiato tutti i sei barili di carne! Ora come faremo finché non arriveremo alla prossima isola?-
Poi tornò trotterellando da Robin e Nami e disse sottovoce -Non preoccupatevi, ho una scorta di carne di riserva apposta per queste evenienze, vi preparerò pranzetti squisiti!-
Franky constatò che i danni alla nave erano di poco conto e in circa trenta secondi riparò tutto.
Usop,Chopper e Brook  osservarono sbalorditi il carpentiere e gli fecero numerosi complimenti. L'altro rispose che aveva fatto solo il suo dovere.
In quel momento arrivò Zoro con aria assonnata che disse, grattandosi la testa -Cos'è successo?-
Usop lo guardò con la bocca spalancata fino a terra e disse incredulo-Non ti sei accorto di nulla? Possibile che tu non abbia sentito tutto quel rumore!?-
-Quale rumore?-
Tutti lo guardarono malissimo.
-La solita testa di muschio- disse Sanji scuotendo le spalle.
-Hey, tu, come ti permetti?- urlò di rimando Zoro.
I due iniziarono a battibeccare in disparte.
Nami e Robin si diressero verso le loro sdraio e dopo essersi messe comode,Nami sfoderò una rivista di moda nuova di zecca.
-Rifatti gli occhi, cara Robin-
-Uh, hai sempre delle risorse nascoste tu!-
L'altra fece un'espressione furbetta e spalancò la rivista.
Il tempo trascorse tranquillo finchè, qualche ora dopo, Usop chiese -Avete visto Rufy? Non lo trovo da nessuna parte!-
-Probabilmente è andato a cercare qualcosa da mangiare- disse Nami.
Tutta la ciurma perlustrò la nave alla ricerca del capitano, ma non lo trovarono.
-Quel babbeo potrebbe essere caduto in mare- disse Sanji.
-Già, magari è morto- aggiunse Robin.
Nami ebbe un brivido-Ma sei sempre così pessimista tu?-
-Bisogna prendere in considerazione tutte le ipotesi...- rispose l'archeologa.
-Hey, aspettate, io sono una renna, posso trovarlo con il mio fiuto!-
-E non potevi pensarci prima!?- urlò Zoro.
Chopper iniziò ad annusare l'aria e corse fino alla polena, seguito da tutta la ciurma.
-Non vedo nessuno...non che io abbia gli occhi! Yohoho!- disse Brook.
-Eppure sento il suo odore...- mormorò Chopper sconsolato.
-Aspettate- disse Robin -Ojos fleur-
La ragazza fece fiorire degli occhi sulla polena per vedere se c'era Rufy.
-L'ho visto, è appeso a testa in giù-
Nami si mise in piedi sulla polena e, cercando di mantenere l'equilibrio, raggiunse Rufy e gli urlò -Si può sapere che ci fai qui!? Ti abbiamo cercato ovunque!-
L'altro aveva le braccia incrociate e un'espressione imbronciata.
-Mi sto annoiando- si lamentò, poi alzò le braccia -Voglio delle avventure!-
-Abbi pazienza, tra poco arriveremo da qualche parte, anzi guarda, c'è già un isola all'orizzonte!-
Rufy si mise in piedi e, tenendosi il cappello, urlò -Siii, isola misteriosa, stiamo arrivando!-
Finalmente attraccarono sulla spiaggia dell'isola Misteriosa. La sabbia era candida e fine, il mare si infrangeva leggero sul bagnoasciuga, poco più avanti si vedeva una foresta cupa e scura, che poco aveva da spartire con la spiaggia paradisiaca. Rufy si fiondò giù dalla nave e si guardò attorno esaltato.
-Ihihi! Guardate che roba!-
-Ma se non c'è niente!- disse Franky.
-Già, ci sono solo piante e alberi- concordò Nami.
Tutta la ciurma scese dalla neve, eccetto Usop.
-Io non mi sento tanto bene, penso che resterò qui a fare la guardia alla Sunny-
-Sei sicuro di voler rimanere... tutto solo?- disse Zoro.
-A pensarci bene mi sento già meglio, aspettatemi!-
-Ora che siamo qui cosa facciamo?- chiese Brook.
-Che ne dite di restare sulla spiaggia a pescare...- propose Usop.
-...e a prendere il sole?- aggiunse Nami.
-Nah, ho voglia di avventure- urlò Rufy -potremmo esplorare la foresta!-
E senza aspettare risposta corse verso il bosco.
-Rufy, aspettaci!- lo chiamò Zoro, ma ormai il ragazzo di gomma era già partito per la sua strada.
La ciurma si rassegnò e lo raggiunse nella foresta. Gli alberi erano fitti e scuri, la luce del sole filtrava tra le chiome disegnando ombre sul suolo.
-Brrr,che atmosfera inquietante -disse Nami sfregandosi le braccia per scaldarsi.
Continuarono a camminare addentrandosi sempre di più nell'isola.
-Ehiii! Man mano che si va avanti gli alberi diventano sempre più grandi!- disse Rufy sorridendo.
Nami si girò verso Robin e le sussurrò -Non trovi che ci sia qualcosa di strano?-
L’archeologa ci pensò su un attimo, poi rispose –Hai ragione, non sono soltanto gli alberi che diventano più grandi, anche i sassi, l’erba, i cespugli, persino gli insetti. Non sono loro che diventano più grandi man mano che si procede verso il centro dell’isola, siamo noi che ci stiamo rimpicciolendo!-
L’altra sussultò- Ne sei sicura!? Ehy,voi!-urlò chiamando gli altri -Fermi!!!!-
Robin spiegò la sua teoria al resto della ciurma.
-Sono d’accordo con te, guardate, siamo stati fermi eppure gli alberi sembrano più grandi di prima!- disse Sanji.
All’improvviso tutti rimpicciolirono in modo sempre più evidente fino a diventare alti un centimetro.
-Aaaaah! Siamo... siamo minuscoli!- disse Nami guardandosi le mani come se le vedesse per la prima volta.
-Siamo finiti! Non riusciremo mai ad andarcene da quest’isola- piagnucolò Usop.
-Ihiii! Mi sto divertendo un sacco!!- esclamò Rufy al settimo cielo.
-Ma come fai a divertirti in un momento come questo!?-
-­­Non avete l’impressione di essere osservati?- cambiò all’improvviso discorso Zoro.
-Uh? No, non mi pare... Io non mi sono accorto di nulla- commentò Franky.
-Nemmeno io!- aggiunse Brook.
Sanji fumava in silenzio e pensieroso la sua sigaretta, quando l’ebbe finita la buttò a terra e la spense col piede.
-Anch’io, in verità, ho avuto questa impressione...-
Si guardarono attorno e videro uno strano movimento dietro a dei fili d’erba, allora Robin fece fiorire una mano e smascherò un bambino che vi si nascondeva dietro. Il poveretto, sospeso per aria, si spaventò e cominciò ad urlare e a dimenarsi, finché Robin non lo lasciò cadere. Il bambino balzò subito in piedi e iniziò a scrutarli uno per uno, con aria scioccata, soffermandosi particolarmente su alcuni membri della ciurma. Avrà avuto all’incirca sette anni, aveva i capelli scuri un po’ mossi e gli occhi vispi e indossava una tunica bianca.
-Chi..chi siete?? Che..che cosa ci fate qui??- domandò balbettando.
La ciurma si scambiò qualche occhiata, perplessa. Quello strano bambino era già abbastanza terrorizzato e bisognava fare attenzione a non peggiorare la situazione.
-Beh ecco, noi...- provò a iniziare Nami, ma fu subito interrotta da Usop.
-Eheh, ebbene, io sono il grande, il coraggioso, l’intrepido e l’affascinante Capitano Usop! E sono, per l'appunto, il capitano di questa ciurma di pirati!-
Il ragazzino spalancò ancora di più gli occhi, sconvolto.
-Non dargli retta!- si intromise Rufy scaraventando Usop da un parte, poi si accucciò all’altezza del bambino e disse con un sorriso a trentadue denti –Il capitano sono io! Mi chiamo Rufy, sono fatto di gomma e diventerò il futuro Re dei Pirati!!- e dicendo questo si tirò la guancia sinistra, allungandola a dismisura.
Il nuovo arrivato rimase per un attimo impietrito, con un’espressione traumatizzata sul volto, poi cacciò un urlo e se la diede a gambe veloce come un fulmine.
-AIUTO! AIUTO! ALLARME! ALLARME!-  continuò a strillare agitando le braccia come un pazzo, per poi sparire tra la vegetazione.
-No fermo, aspetta! Non vogliamo farti del male!- lo chiamò il capitano della ciurma.
Allungò un braccio per cercare di acchiapparlo, ma il bambino era già scomparso dalla visuale.
-Inutile, ormai è andato- commentò Zoro.
-Razza di idioti!- sbraitò Nami, tirando un forte pugno sia a Rufy che ad Usop -Ma vi sembra il modo!? Quel bambino avrebbe potuto darci delle informazioni utili e voi lo avete spaventato a morte! Babbei!-
I due malcapitati si accasciarono a terra, con un enorme bernoccolo sulla testa.
-Chissà chi era...- mormorò Chopper guardando verso la direzione che aveva preso il bambino.
-Mh...- mormorò l’archeologa, pensierosa.
-Cosa c’è, Robin?- domandò Franky.
-Ecco...stavo pensando...se c’era un bambino qui, sicuramente non può essersi allontanato molto dai suoi famigliari, quindi da queste parti ci devono essere altre persone, forse c’è un villaggio-
-Si è vero...Hai ragione!- esclamò Nami.
-Beh, allora direi che sia il caso di andarlo a cercare! Di sicuro i suoi abitanti sapranno dirci qualcosa di più su questo posto e del perché siamo diventati minuscoli- disse Brook.
-Si, ma come facciamo a trovarlo?- chiese Usop.
-Già... qualcuno si ricorda da che parte è andato il bambino?- disse Zoro.
-No, però sento ancora il suo odore... basterà seguirlo e arriveremo a destinazione- sorrise Chopper.
-Grande Chopper, andiamo!- esclamò Sanji.
I pirati si incamminarono al seguito della renna, attraversarono parte della foresta e giunsero infine in vista del villaggio.
La cosa che spiccava di più del centro abitato era un grande tempio di marmo bianco posto al centro della città, su un’altura. Intorno c’erano altre costruzioni monumentali e man mano che ci si allontanava dal centro le abitazioni diventavano sempre più modeste.
-Wooow, incredibile!- esclamò Rufy guardandosi intorno entusiasta.
-Questa città sembra provenire direttamente dall’antica Grecia!- disse Robin colpita.
Mentre la ciurma ammirava il borgo, arrivò un gruppo di abitanti, dall’aria tutt’altro che amichevole, e li circondarono.
-Chi siete? Cosa volete?- domandarono minacciosi.
-Aaaah, vi prego, non fateci del male!- frignò Usop nascondendosi dietro a Rufy.
-Tranquilli, non vogliamo farvi niente di male, siamo capitati qui per caso- cercò di rassicurarli il ragazzo di gomma.
-No... non mi convince affatto questa storia! Qui c’è qualcosa di losco- grugnì un abitante.
-Stiamo dicendo la verità, dovete crederci!- rincarò Nami.
-Aaaah ,si, sono loro! Li riconosco! C’è anche il tizio che si allunga di cui vi parlavo prima! Sono pericolosi!- disse lo stesso ragazzino di prima, nascosto dietro una ragazza.
-Eheh, guarda chi si rivede!- lo salutò Rufy.
Il bambino si nascose ancora di più.
-Bah... io direi di farli subito fuori e di levarci il pensiero- disse un uomo.
-Già! Il cervo lasciatelo a me, ci farò un succulento arrosto!- sorrise una donna in carne, sfregandosi le mani soddisfatta e fissando Chopper.
-Io non sono un cervo! Sono una renna!- urlò il dottore.
-Fa lo stesso! Più o meno avranno lo stesso sapore!-
-Ma cosa dice!! Non se ne intende proprio di cucina!- sbraitò Sanji.
-FERMI TUTTI!- urlò una voce maschile, interrompendo le discussioni.
Gli abitanti, al suono di quell’ammonimento di azzittirono e si scostarono, lasciando passare un ragazzo.
Quest’ultimo aveva i capelli rossi e gli occhi verdi, sembrava reduce da una cruenta battaglia, infatti zoppicava ed era ricoperto di bende.
-Che sta succedendo qui?- chiese quello che si rivelò essere il capo del villaggio.
-Beh, ecco, il fatto è che... Insomma...- cercarono di spiegare gli abitanti.
-Questi pirati sono arrivati qui sull’isola, Aethalas- disse una ragazza dai capelli lunghi blu, la stessa dietro cui era nascosto il bambino.
-È vero! Sono pericolosi e cattivi!- piagnucolò il ragazzino –E pure brutti!- aggiunse guardando Usop.
-Hey!- esclamò il cecchino indignato.
-In base a cosa dici questo, Ciril?- chiese Aethalas.
-Io... io...- mormorò il bambino, non sapendo cosa rispondere.
-Devi smetterla di ingigantire le cose- lo ammonì la ragazza di prima.
Ciril abbassò lo sguardo, mortificato.
-Scusateci per la pessima accoglienza- disse Aethalas –Comunque...potete dirci chi siete e come mai siete venuti qui?-
-Mi chiamo Rufy e sono il capitano di questa ciurma di pirati. Stavamo navigando quando abbiamo visto quest’isola e abbiamo deciso di attraccare e di esplorare la foresta. Poi, all’improvviso, mentre stavamo camminando, ci siamo rimpiccioliti e poco dopo abbiamo incontrato lui- spiegò il ragazzo di gomma indicando Ciril.
-Capisco... –rispose il capo del villaggio.
-Voi avete idea del perché ci siamo rimpiccioliti?- chiese Nami.
Aethalas fece per rispondere, quando fu preso da una tosse convulsa, forse dovuta alle gravi ferite, che lo fece piegare in due.
-Oh, no!- accorse la ragazza dai capelli blu, sorreggendolo prima che cadesse a terra.
-Tranquilla, Daphne, sto bene- ansimò Aethalas.
Chopper si avvicinò preoccupato al ragazzo dicendo –Le tue ferite sono molto gravi, hai bisogno di cure e subito!-
-No, non preoccupart...- non riuscì nemmeno a finire la frase, poiché crollò a terra privo di sensi.
-Ah, presto un dottore! Ci vuole un dottore!- farfugliò Chopper girando su se stesso, poi si ricompose -Oh, ma sono io!-
Daphne afferrò la renna per le corna e iniziò a scuoterlo forte –Presto fai qualcosa! Fai qualcosa! Ti prego!-
-Si, dobbiamo subito metterlo a letto!-
-Ci pensiamo noi!- dissero gli abitanti, andando a soccorrere Aethalas e sollevandolo, dirigendosi poi verso una casa.
Chopper e gli altri li seguirono.
 













 






Note delle autrici

Ciao a tutti, ecco il primo capitolo della storia, fateci sapere cosa ne pensate! Fate tutte le considerazioni che ritenete necessarie, così potremo migliorare nel corso della storia! ^^

Robin                                                      Nami

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Gli abitanti del villaggio adagiarono il loro capo privo di sensi sul letto.
-Adesso ci penso io, fidatevi è in buone mani- li rassicurò Chopper.
Pian piano se ne andarono tutti, tranne Daphne, Ciril e gli altri pirati, i quali si accomodarono su delle sedie.
La renna non perse tempo e si mise subito a curare Aethalas.
-Come mai è ridotto così?- chiese Robin a Daphne.
-Ecco, vedete...è una lunga storia- mormorò la ragazza rabbuiandosi – In quest’isola vive un pirata di nome Paciano, egli ha mangiato il frutto del mare Rat Rat che gli permette di trasformarsi in un topo...-
-Che frutto demente!- la interruppe Rufy.
-Taci!!- esclamarono gli altri in coro.
La ragazza riprese il racconto- Lo svantaggio del frutto è che si assumono anche le dimensioni di questo animale, così Paciano decise di trasferirsi in quest’isola e di inventare una macchina che facesse rimpicciolire tutti coloro che sbarcano qui. Anche noi, che già da prima vivevamo tranquillamente in questo luogo, siamo diventati piccoli rispetto al resto. Così abbiamo dovuto ricostruire il villaggio, poiché  quello di prima era enorme. Non solo: Paciano ha assoldato tutti gli insetti dell’isola, gli ha dato un marchingegno che permette loro di parlare, e ci hanno attaccato per derubarci delle nostre ricchezze e del nostro cibo. Fu allora che Aethalas decise di ribellarsi e provò, insieme agli altri abitanti, a combattere e sconfiggere Paciano e i suoi una volta per tutte, ma erano troppo forti. E così venimmo sconfitti -
Alla fine del racconto una lacrima sfuggì a Daphne.
Ci fu un lungo momento di silenzio, in cui i pirati assimilarono le informazioni ricevute.
-Ma quindi... questo Paciano oltre che un pirata è una specie di inventore?- si informò Franky.
-Si...credo di si- mormorò Daphne.
-Interessante-
-Daphne...- iniziò Robin rivolgendosi alla ragazza –Come mai Paciano ha deciso di stabilirsi proprio su quest’isola e non su un’altra? Per caso sai se c’è un motivo?-
Daphne rimase per un breve istante spiazzata dalla domanda –No...non che io sappia- rispose poi, vagando lo sguardo altrove.
-Mh, capisco...- commentò l’archeologa poco convinta.
Rufy si alzò di scatto in piedi, tenendosi il cappello di paglia.
-Ehy, dove vai?- chiese Sanji.
-A eliminare Paciano- rispose Rufy, serio.
-Cooooosa!?- strepitarono tutti.
-Si, proprio così- sorrise semplicemente il capitano.
-Ma Rufy, sei pazzo! Ritorna in te! Sarà pericoloso, rischieremo la vita!- cercò di farlo ragionare il povero Usop.
-Il tuo amico dal naso lungo ha ragione!- si infervorò Ciril –I nostri migliori uomini sono stati sbaragliati dai suoi tirapiedi, voi non avete speranze contro di lui!-
-Non preoccuparti moccioso, noi siamo dei pirati fortissimi, pensa che il nostro capitano ha una taglia di 300.000.000 di Berry sulla testa- disse Zoro.
Ciril e Daphne sgranarono gli occhi.
-Sul serio??- esclamò Ciril, incredulo.
-Ihih,si, proprio così!- sorrise il ragazzo di gomma.
-E tieni presente che Rufy non è il solo ad aver mangiato un frutto del mare...- aggiunse Robin facendo fiorire una mano sulla spalla del bambino e dandogli un piccolo buffetto sulla guancia.
-Incredibile...-mormorò Ciril con ancora più stupore.
-Bene! Allora è deciso- disse Sanji,alzandosi.
-Oh no,Sanji! Pure tu! Ma possibile che qui non mi ascolti nessuno?- si lamentò Usop.
-Rassegnati nasone, ormai la decisione è stata presa- disse Franky,poggiandogli una mano sulla spalla.
Usop sospirò –E va bene! Darò anch’io il mio contributo e combatterò con grande coraggio!- dichiarò con le gambe che tramavano.
-Io..io non so cosa dire...Grazie, grazie infinite!- mormorò Daphne, con le lacrime agli occhi.
-Figurati, per noi è un piacere!- esclamò Rufy.
Uno alla volta i pirati uscirono dalla casa, tranne Rufy e Chopper. Quest’ultimo si era soffermato ancora un attimo per lasciare delle medicine da somministrare ad Aethalas.
-Mi raccomando, dovete fargliele prendere e, cosa più importante, deve restare a letto!-
-D’accordo, sarà fatto!- sorrise Daphne.
-Ti prego, fai attenzione Chopper!- disse Ciril.
-Non preoccuparti, ci rivedremo presto!- lo rassicurò la renna e detto questo uscì.
Anche Rufy fece per varcare la soglia dell’abitazione, ma venne fermato dalla voce di Aethalas.
-Tu...ragazzo col cappello di paglia...-mormorò a fatica.
-Si?-
-Perché lo stai facendo?-
Rufy fece un enorme sorriso –Ma che domande! Perché non sopporto gli oppressori. Paciano vi ha portato via tutto e io voglio dargli una lezione!-
Aethalas rimase un attimo a guardarlo,senza parole, poi mormorò, stremato –Grazie...- e cadde di nuovo privo di sensi.
Il ragazzo di gomma salutò ancora una volta Ciril e Daphne, poi raggiunse i suoi compagni.
-Molto bene!!- urlò –Andiamo a stanare Paciano!!!- e partì come un razzo verso una direzione a caso.
-Fermo! Prima dobbiamo farci dare un minimo di indicazioni...ASPETTA!- lo chiamò Nami, sull’orlo di una crisi isterica.
-Lascia perdere...sarà meglio inseguirlo o rischiamo di perderlo- disse Zoro.
La ciurma si mise a correre dietro al capitano.
-Ci risiamo! Ma cos’è oggi, una moda?- disse Usop.
-Speriamo proprio di no!- rispose Chopper col fiatone.
Quando Rufy finalmente si fermò ormai il villaggio non era che un minuscolo puntino.
-Allora...Qual’ è il piano?- domandò Sanji accendendosi una sigaretta.
-Troviamo Paciano e lo prendiamo a calci- rispose Rufy.
-Bravo! E come lo troviamo se non sappiamo dove andare?- domandò Nami, sarcastica.
-Seguiremo il mio istinto- sorrise Rufy, soddisfatto.
-Questa poi...-
Camminarono a lungo nella foresta senza incontrare, almeno per il momento, nessun ostacolo, fino a quando udirono in lontananza uno strano rumore.
-Avete sentito?- disse Robin
-Si...- rispose Franky, serio.
Il fracasso divenne ancora più forte, che si distinse in un rumore fortissimo di passi.
-Che c...cos’è?- chiese Usop tremando.
-Mi fa gelare il sangue nelle vene...non che io abbia il sangue...o le vene! Yohoho!-
Tutti iniziarono a guardarsi attentamente intorno, in allerta, quando all’improvviso videro apparire un esercito di formiche rosse, che si presentavano enormi visto che ora i pirati erano minuscoli.
-Aaaah! Che schifo,orrore,raccapriccio!-urlò Nami disgustata.
-Speravo di trovare una situazione simile- disse Zoro sorridendo con aria di sfida.
Rufy, Zoro e Sanji si fiondarono sui nemici colpendoli e facendone fuori un sacco, però erano tantissimi e sembravano sbucare da ogni parte. Si fecero avanti anche Franky e Brook per aiutare i compagni in difficoltà. Un gruppo di formiche riuscì a raggiungere Robin, Nami, Chopper e Usop.
Tutti urlarono terrorizzati, tranne Robin che rimase composta e iniziò a difendersi, seguita subito anche dagli altri.
Purtroppo però ne arrivarono ancora e i pirati di cappello di Paglia non riuscirono più a tenergli testa.
-Non ce la facciamo! Sono troppi- urlò Sanji.
-Dobbiamo scappare!- rincarò Usop.
-No- rispose il capitano –Non ho alcuna intenzione di arrendermi!-
-Rufy non dire idiozie! Vieni via!- urlò Nami trascinandolo per un braccio.
Corsero lontano dai nemici e quando furono sicuri di essersi allontanati abbastanza,si fermarono.
-Dove sono gli altri?- chiese Franky col fiatone; con lui c’erano solo Usop, Chopper e Brook.
-Non ne ho idea, forse sono fuggiti nella direzione opposta- rispose Chopper.
-Oh no, i più forti sono tutti da altre parti! Siamo spacciati!-frignò Usop.
-Cosa dici, noi siamo fortissimi, ce la caveremo benissimo!- dissero Brook e Franky.
-Sì,però questo posto è pericolosissimo!- aggiunse il cecchino.
-Beh, non ha importanza. Non ci resta altro da fare che continuare a cercare Paciano-  rispose Franky.
-Ma è un suicidio! Da soli non avremo speranze contro di lui!- insistette Usop con il suo solito pessimismo.
-Abbiamo promesso alla gente del villaggio che li avremmo aiutati e così faremo- disse Brook, serio.
Usop rimase qualche istante in silenzio, poi annuì.
E così il gruppo riprese il cammino.

-Ehy,che fine hanno fatto gli altri?- domandò Zoro.
-Gli ho visti scappare, ma poi forse hanno preso un’altra strada- rispose Sanji.
-Ah,fantastico. E ora che facciamo?-chiese Nami.
-Loro se la caveranno, noi adesso pensiamo a cercare Paciano- disse Robin.
-Tu sei sempre così saggia Robin!- rispose il cuoco adorante.
-Da che parte andiamo?- disse Nami.
L’archeologa scrollò le spalle- A caso-
-Grandioso, ci toccherà seguire Zoro...- disse Sanji ironico.
-Ehy, cuoco, non ti permettere!-
-Lo sanno tutti che ti perdi sempre!-
-Non è vero! Io non mi perdo, è solo che prendo direzioni alternative!-
Nami diede a entrambi un pugno ben assestato,poi disse -Basta litigare! Non serve a niente, piuttosto pensiamo a un piano!-
-Non c’è alcun modo di sapere dov’è Paciano, non ci resta che andare per tentativi, a forza di camminare arriveremo pur da qualche parte- disse Robin.
La navigatrice sgranò gli occhi-Vuoi dire che dovremmo andare alla cieca in questo postaccio!? Alti solo un centimetro e col rischio di incontrare qualche altra bestiaccia!?-
-Si- risposero in coro i tre.
Nami sospirò sconsolata e disse -Siete irragionevoli, comunque va bene-
-Se hai qualche idea migliore...- disse Robin fredda.
-No non ho nessuna idea, okay? Ho detto che faremo come dite voi! Vi basta?-sbraitò l’altra.
Robin e Sanji si misero in cammino, mentre Zoro si soffermò un attimo e sussurrò a Nami, guardando altrove – Non ha senso arrabbiarsi, ti prometto che non ti succederà niente...-
La navigatrice rimase un attimo sorpresa; arrossì leggermente e spostò lo sguardo imbarazzata,poi annuì.
Sanji si rivolse a Zoro -Secondo te da che parte dobbiamo andare?-
Lo spadaccino si grattò la nuca imbarazzato e indicò una direzione -Di là-
-Okay, allora andiamo dalla parte opposta- disse incamminandosi senza dare a Zoro il tempo di ribattere.

"Dove saranno finiti gli altri?" pensò Rufy "Evidentemente sono scappati da un'altra parte"
Il ragazzo di gomma camminò un po' in lungo e in largo, ma non trovò nessuno. All'improvviso vide una rana gigantesca oscurare la luce del sole con la sua mole.



 



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - A tribute to Usop ***


Chopper,  Franky,  Brook e...non mi ricordo chi c’era...ah, Usop camminarono a lungo nell’enorme foresta. Procedendo, si lasciarono alle spalle il bosco di prima per un panorama di montagna; gli alberi diedero spazio alle rocce e il terreno si fece man mano sempre più scosceso. 
Purtroppo gli enormi massi impedivano ai pirati di vedere l’ambiente circostante.
-Così è impossibile orientarsi... da qui non si riesce a vedere niente- constatò Chopper.
-Hai ragione. Potremmo arrampicarci su quella rupe: sicuramente da lì riusciremo ad orientarci meglio- propose Franky.
-Ottima idea!- approvò Brook.
-Ma è altissimo...non è che poi cadiamo?- iniziò a lamentarsi Usop, ma nessuno lo ascoltò.
E così con non poca fatica i tre...ah no, c’era anche Usop, i quattro si inerpicarono su quello che in realtà non era altro che un macigno.
Quando finalmente giunsero in cima si misero attentamente a scrutare l’orizzonte. Appena i loro occhi si abituarono all’abbacinante luce del sole, videro che sotto ai piedi del masso si erano schierate una mezza dozzina di coccinelle, che ai pirati apparivano giganti, e stavano aspettando proprio loro.
-OH NO, guardate! Siamo circondati!- si disperò... come si chiamava? Ma si, quel tizio col naso lungo, avete capito...
-Si, ho notato- disse Brook.
-Cosa facciamo??- domandò Chopper, agitato.
Franky lanciò un’occhiata agli insetti, i quali si stavano preparando per attaccare.
-Ci difendiamo- rispose infine, con un ghigno.
A quel punto le coccinelle spiccarono il volo e si avventarono contro i pirati di Cappello di Paglia.
-Tre passi in leggerezza: colpo cocca di freccia!- esclamò Brook, il quale si rivelò quello dai riflessi più pronti, e qualche istante dopo una coccinella cadde al suolo stecchita.
Chopper dal canto suo si mangiò una Rumble Ball e attaccò con “Zoccolo bisturi incrociato”, facendo fuori un altro insetto.
Franky bruciò una coccinella con “Fresh Fire” e, lì... Cosop, Nasop, Iusop...ah, si...Usop attaccò con “Stella esplosiva del cactus” eliminandone così una quarta.
Le ultime due coccinelle rimaste, nel vedere le loro compagne ferite, diventarono ancora più violente e si scagliarono sul cacchino cecchino e sul carpentiere. I due, colti alla sprovvista, vennero colpiti in pieno e furono scaraventati giù dalla roccia, lontano.
-Nooo! Usop! Franky!- urlò Chopper preoccupato.
-Accidenti!- imprecò Brook, poi si voltò con rabbia verso i nemici e, con un paio di colpi di spada ben assestati, li abbatté.
A combattimento finito i due si affrettarono a sporgersi dalla rupe, per vedere dove fossero finiti i lori compagni, ma con sgomento si resero conto che non si trovavano da nessuna parte.
-Dove possono essere andati a finire?- chiese la renna allo scheletro.
-Non lo so Chopper...- mormorò Brook guardando l’orizzonte –Non lo so...-


Il gruppo composto dal cuoco, dallo spadaccino, dall'archeologa e dalla navigatrice stava camminando da molte ore, ma ancora non vi era nessuna traccia di Paciano.
Stavano giusto per fermarsi un attimo a riposare, quando sentirono strani rumori provenire dal folto della foresta.
-Che cos'è questo suono inquietante?-domandò Nami tremando.
-Assomiglia molto a quello che abbiamo sentito poco prima che arrivassero quelle odiose formiche...- ragionò Robin.
-Quindi questo vuol dire che potrebbero arrivare altri insetti...-aggiunse Zoro.
-Dobbiamo stare all'erta: se sono forti come quelli che abbiamo incontrato prima ci toccherà scappare di nuovo- commentò Nami.
-No...questa volta non ci arrenderemo tanto facilmente- disse Sanji, preparandosi già alla battaglia.
Appena il cuoco ebbe finito di parlare, all'orizzonte apparvero delle sagome, le quali si rivelarono poi una ventina di scorpioni giganti, dall’aria molto minacciosa.
-Che schifo!- urlò Nami nauseata.
-Se fossi in te mi preoccuperei di restare in vita- consigliò Zoro mettendosi la bandana e sguainando le spade.
Non appena gli scorpioni si accorsero di loro, accelerarono, sbattendo forsennatamente le chele. Quando furono abbastanza vicini Sanji e Zoro gli corsero incontro pronti ad attaccare, si scambiarono un'occhiata di sfida e urlarono contemporaneamente -Non ti immischiare!-
Nonostante gli scorpioni fossero molto forti e numerosi, per un po' riuscirono a tenergli testa, ma presto vennero accerchiati. 
A quel punto si fece avanti uno scorpione molto più grande degli altri. Squadrò con attenzione i pirati, assottigliando i piccoli occhi rossi.
-Ah, eccovi qui, intrusi!- esclamò soddisfatto.
-Ha...ha parlato!- mormorò Nami incredula.
-Proprio come ci aveva detto Daphne...- rincarò Robin.
Lo scorpione irruppe in una grossa risata –Scommetto che siete molto sorpresi, vero? E
vi domanderete come faccio a parlare. Ebbene, io posso comunicare nella vostra lingua grazie a questo!-
Estrasse un braccialetto luccicante rosa.
-E ci sarebbe da vantarsi!- dissero in coro Sanji e Zoro.
-Voi non potete capire, questo è un prezioso marchingegno, costruito dal mio Capo, che permette agli insetti di parlare la lingua degli umani e...-
-Sappiamo già la storia, grazie!- lo interruppe Sanji.
L’insetto tremò di rabbia, molto infastidito.
-Non vi conviene fare gli impertinenti con me, umani, sappiate che...-
-Piuttosto, potresti dirci chi sei?- questa volta fu Robin a interromperlo.
Lo scorpione parlante la guardò con superiorità -Io sono Beolder, il capo dell'armata degli scorpioni. Il nostro Capo ha intercettato la vostra presenza e...-
-Con “Capo” ti riferisci a Paciano?- chiese Nami.
L’irritazione di Beolder dell’essere stato interrotto per l’ennesima volta fu sostituita dalla sorpresa.
-Come fate ad essere a conoscenza di Paciano!?- esclamò.
-Ne abbiamo sentito parlare...- rispose distrattamente Zoro.
-Ah, si...Devono essere stati quegli straccioni del villaggio...Beh, mi dispiace solo che non avrete mai l’onore di conoscere il Grande Paciano, poiché sarete eliminati prima!-
-Come, come!?- esclamarono Sanji e Zoro, guardandolo con odio.
-Proprio così, Paciano mi ha dato l’ordine di farvi fuori perciò...Scorpioni, attaccate!- urlò Beolder.
Gli insetti non se lo fecero ripetere due volte e si avventarono contro la ciurma.
Nami assemblò rapida il Clima Attack, pronta alla battaglia, e si schierò al fianco di Robin. Insieme iniziarono a difendersi e ad attaccare alcuni scorpioni. L’archeologa li bloccò con “Cient fleur genziana” , mentre la navigatrice li fulminò facendo “Thunder Ball Tempo”. Purtroppo subito dopo venne attaccata alle spalle da uno scorpione, che la fece cadere a terra. Per fortuna Robin intervenne.
-Trienta fleur clutch!-
Il potente attacco dell’archeologa neutralizzò l’insetto e così Nami ebbe il tempo di riprendersi.
-Ti ringrazio, Robin!- 
-Figurati, è stato un piacere!- e così le due ripresero a combattere.
 Sanji e Zoro invece combatterono separatamente: Sanji attaccò con “Deuxième Acher” e Zoro sconfisse molti scorpioni che lo circondavano utilizzando la tecnica ad estrazione a due spade: “Rashomon”. 
In breve tempo tutti gli scorpioni furono messi al tappeto, tranne Beolder, il quale aveva osservato con attenzione tutto il combattimento, però senza mai prendervi parte.
-Vi avevo sottovalutato, ma non mi do per vinto: tornerò e questa volta non avrete speranze!- dichiarò e fece per andarsene.
-Non ti lascerò andare via!- esclamò Zoro, poi lo raggiunse e provò ad attaccarlo con le “108 passioni demoniache della fenice”, ma Beolder schivò con una velocità sorprendente e, prima che lo spadaccino potesse reagire, lo attaccò mordendogli la spalla. Zoro gemette, ma prima che gli altri potessero fare qualcosa, lo scorpione se ne andò velocemente e svanì nella foresta. 
-Zorooo!- lo chiamò Nami correndo a soccorrerlo.
-Tranquilla, non è niente- rispose lo spadaccino allontanandola.
Nami ci rimase un po' male, in fondo voleva solo aiutarlo. 
Sanji si guardò un po' intorno -Direi che non ne è rimasto nessuno..non ci resta che proseguire-
-Sono d’accordo, anche se prima credo sia il caso riposarci un attimo- disse Robin.
Gli altri acconsentirono e, dopo aver fatto una pausa, ripresero il cammino; Zoro si bendò la ferita con la bandana.
Camminarono nella foresta mastodontica ancora per qualche tempo, senza incontrare altri nemici, quando, all’improvviso, Robin e Sanji, che camminavano a fianco, udirono uno strano rumore, come di uno scricchiolio. Si bloccarono e si lanciarono un’occhiata all’armata.
-Ma cosa...?- iniziò Sanji, ma non fece in tempo a finire la frase poiché il terreno cedette improvvisamente sotto i loro piedi, formando un profondo buco. Il cuoco e l’archeologa non riuscirono a realizzare cosa stesse succedendo e precipitarono nel buio senza un urlo.
Nel frattempo Nami e Zoro, che non si erano accorti di nulla, proseguirono, quando, un po’ di tempo dopo, si accorsero che i loro compagni erano spariti.
-Ma dove sono Robin e Sanji??- esclamò la navigatrice.
-Non ne ho idea, erano qui fino a un momento fa- le rispose Zoro.
-Ma com’è possibile!? Non possono essere scomparsi nel nulla!- farfugliò Nami.
-ROBIN! SANJI!- urlò, ma non ebbe risposta.
-Dannazione...dove possono essere finiti?-
-Non lo so! Li abbiamo persi! Dobbiamo tornare subito indietro!- disse la navigatrice e fece per fare dietro-front, ma Zoro la bloccò.
-Non ha alcun senso ritornare indietro- disse –Perderemmo solo tempo, dubito che se ci mettessimo a cercarli adesso li ritroveremmo, è troppo tardi-
-Ma non possiamo abbandonarli! E poi in due le possibilità di sopravvivenza si riducono!-
-Non abbiamo altra scelta, Nami, dobbiamo proseguire. Anche loro avrebbero fatto lo stesso-
La navigatrice ci pensò su, indecisa, poi decise di seguire il consiglio di Zoro.


Rufy e la rana gigante si scrutarono a lungo.
“Che fame...” pensò il pirata.
“Che fame...” pensò a sua volta l’anfibio.
Si guardarono ancora per un po’, poi all’improvviso Rufy fece "Gear teard", le tirò un pugno sulla testa e la rana cadde al suolo stecchita.
-Yuuuuppie aheeee!-esultò il ragazzo di gomma e dopo aver acceso un fuoco se l’arrostì e se la mangiò di gusto.
Dopo il gradito “pranzetto”, Rufy si sentì un po’ pieno.
“Mmmm non riesco a muovermi...Credo che farò un riposino!”.


Robin si sentì precipitare e frenò la sua caduta con un “Cient fleur wing”, atterrò su della terra smossa e scoscesa e, prima che potesse reagire, cominciò a scivolare. Si trovava in un tunnel sotterraneo che scendeva sempre più in profondità. Infine raggiunse la fine dello scivolo e si ritrovò in uno spiazzo di terreno piano. Non riusciva a vedere niente e fu costretta ad avanzare a tentoni. Camminando inciampò in qualcosa che si lamentò.
-Sanji?-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Robin!-
Il cuoco si alzò.
-Tutto bene?- chiese alla ragazza.
-Si e tu?-
-Direi che sono ancora tutto intero-
All'inizio i due pirati non vedevano nulla, ma man mano che gli occhi si abituavano all'oscurità si accorsero che un po' di luce filtrava dall'esterno attraverso un sottile strato di terra oppure altri buchi come quello in cui erano caduti, lasciando i tunnel immersi nella penombra.
-Dove sono Nami e Zoro?- chiese il biondo.
-Credo che siano ancora su...anzi...mi sa che non si sono accorti di niente-
-Dannazione, non era il caso di dividerci ancora!-
-Sbrighiamoci ad uscire di qui, magari siamo ancora in tempo a raggiungerli- soggiunse la ragazza.
Robin non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che da ogni cunicolo uscirono grilli talpa dai lunghi pungiglioni e dai corpi tozzi, i quali, dopo essersi accorti degli intrusi, si scagliarono su di loro con grandi salti. Robin e Sanji si scambiarono un’occhiata spaventata e si prepararono a combattere.




 
Note delle Autrici

Questo capitolo è un piccolo tributo ad Usop XD speriamo solo di non aver offeso nessuno dei suoi fan, era solo per fare un po' di ironia sul fatto che, specialmente negli shipping, Usop non lo considera nessuno. Comunque non preoccupatevi: la nostra vena comica si è esaurita in questo primo e ultimo capitolo demenziale, da ora in poi la storia ritornerà all'interno del genere cui appartiene ^^
Con la speranza che, nonostante tutto, abbiate apprezzato

          Robin                        Nami   

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Robin e Sanji si trovarono davanti i grilli talpa schierati in assetto da guerra.
-Stai indietro!- disse Sanji -Me ne occupo io-
-Aspetta, voglio aiutarti!- replicò Robin.
Con un "Trienta fleur clutch"  l'archeologa spezzò i pungiglioni a tutti i grilli talpa.
-Fantastico, ora sarà molto più facile- ringraziò Sanji.
Poi il cuoco si scagliò contro i nemici dando calci con la sua solita agilità. Li intontì tutti, poi li finì con "Extra Hache". Gli insetti, feriti, cominciarono a saltare da tutte le parti come impazziti, sbattendo con forza contro le pareti di terra che in parte crollavano. Robin e Sanji si buttarono a terra, nella speranza di non essere colpiti. Dopo un po' i grilli smisero di saltare, spossati dalle ferite, e si accasciarono a terra. I pirati si rialzarono, quasi stupiti di essere ancora illesi.
-Ora pensiamo a uscire di qui- disse Sanji.
-Non sarà tanto facile, guarda, la terra caduta dal soffitto ha bloccato il tunnel da cui siamo entrati-
-Già, ci toccherà cercare un'altra uscita. Proviamo a prendere una delle gallerie che sono ancora aperte-
L'archeologa e il cuoco si incamminarono in silenzio per le vie sotterranee, senza avere idea della direzione da prendere, poi sentirono dei rumori sospetti provenienti da un tunnel e decisero di andare a vedere di che cosa si trattasse. Nella penombra di una galleria scorsero una figura scarlatta, proseguirono ancora un po' e si trovarono davanti una donna attraente, vestita di rosso e con i capelli ricci corvini. Sembrava vestita per ballare e portava vertiginosi tacchi a spillo. In mano teneva delle nacchere nere. Quando Robin la vide fece alcuni passi indietro, scioccata.
-Belinda?-
-Nico Robin!- la riconobbe l'altra, pronunciando il suo nome con sdegno e rancore.
-Voi due vi conoscete?- chiese Sanji che non aveva mai visto quella tizia.
-Si, lei è una cacciatrice di taglie, parecchi anni fai ha cercato di catturarmi per consegnarmi alla marina, ma sono riuscita a scappare-
La donna iniziò a battere un ritmo irritante con il piede destro.
-Già, nessuno mi è mai sfuggito! Me la pagherai per questo affronto!- disse facendo suonare le nacchere con stizza.
-Piuttosto, che ci fai qua?- chiese Robin.
-Sono venuta per riscuotere la taglia su Paciano, ma poi sono caduta in questa orribile tana-
-Allora anche tu stai cercando lui...- commentò Sanji
-Si, ha una bella taglia sulla testa, ma ora Paciano passa in secondo piano, devo prima risolvere il conto in sospeso che ho con te, Robin! E se non sbaglio sia tu che il tuo amico avete delle taglie sulla testa!-
-Non dirmi che mi hai riconosciuto guardando il manifesto?!-
-Certo, Sanji Gamba nera-
-In ogni caso, Robin, non è quel bamboccio a interessarmi, sei tu la mia avversaria-
-Bamboccio a chi!- esclamò il cuoco, ma le ragazze non ci fecero neanche caso.
-Come vuoi- rispose Robin decisa.
Si scagliò contro l'archeologa, saltando agilissima sui suoi rumorosi tacchi. Robin riuscì a immobilizzarla con "Doce fleur", ma Belinda si liberò con una giravolta e tornò a scagliarsi contro la piratessa. L'archeologa la costrinse a terra con "Ocho fleur clutch" e la cacciatrice di taglie si contorse cercando di liberarsi dalla morsa di Robin, ma così non fece che peggiorare la situazione e farsi ancora più male. Quando la piratessa mollò la presa, però, Belinda si riprese in fretta e ripartì alla carica. Saltò e colpì Robin con un velocissimo calcio, trafiggendole la spalla con un tacco appuntito. La ragazza urlò cadendo all'indietro. Un attimo dopo Belinda sbatté con forza contro la parete e ricadde a terra. Sanji l'aveva colpita con un calcio, repentino e potentissimo, al viso. Il ragazzo rimase immobile, con ancora la gamba alzata, non riuscendo a capacitarsi di ciò che aveva fatto.
Non aveva mai colpito una donna prima di allora.
Dopo alcuni secondi di immobilità fece alcuni passi indietro, gli occhi sbarrati, il passo incerto e l'incapacità di capire se avesse fatto bene o male.
-Sanji!- lo chiamò Robin con disperazione e affetto.
Il ragazzo non si mosse. L'archeologa si rialzò e si avvicinò all'amico, lo scosse finché non dimostrò di ascoltare le sue parole.
-Non avresti dovuto farlo- gli disse piano.
Per l'ennesima volta Sanji non rispose.
Robin decise di concentrarsi sulla sua avversaria che si stava rialzando, passò una mano sulla guancia di Sanji, come saluto e poi si volse verso la donna. Gli occhi di Robin fiammeggiavano di rabbia e le sopraciglia corrugate dimostravano quanto odiasse la sua avversaria.
-Il tuo amichetto gioca brutti scherzi, non è certo un cavaliere- disse la donna con disprezzo.
Sanji trasalì.
-Mi hai stufato, Belinda, Trienta fleur cluch!- urlò Robin.
La cacciatrice di taglie si contorse e poi ricadde a terra priva di sensi. Nico Robin decise di andarsene subito di lì, trascinò Sanji per una mano e si incamminò in una direzione casuale.
I due camminarono per un po', in silenzio, poi finalmente Sanji sembrò riprendersi. Si fermò improvvisamente. Robin gli mollò la mano e si voltò verso di lui, in attesa. Il ragazzo non disse nulla, pose una mano sulla spalla di Robin, giocherellando con i suoi capelli neri e sfiorandole il collo. Lei non distolse lo sguardo dal suo volto serio.
-Sai...a volte ci si accorge delle cose più importanti proprio quando non ce lo aspettiamo...- rifletté ad alta voce Sanji.
Sorrise e Robin ricambiò, poi gli stampò un bacio sulle labbra, leggero e veloce, ma dolce e profondo. Dopodiché si voltò e riprese il cammino.

Franky e Usop si ritrovarono, un po’ ammaccati, ai piedi di un albero.
-Ehy, ma dove siamo finiti?- domandò il cecchino rialzandosi.
-Non ne ho idea- rispose il cyborg, controllando di non aver perso qualche pezzo a causa del brusco atterraggio.
Si guardarono attorno, rendendosi conto che erano lontani da dove si trovavano i loro compagni. Qualche istante dopo, si accorsero però che poco più in la si intravedeva una gigantesca grotta dall’aria alquanto misteriosa.
-Guarda là! Chissà cosa c’è li dentro...- commentò Franky ad alta voce.
-Già, ma a noi non interessa saperlo, veeero?- si affrettò a chiarire Usop.
-Beh, visto che siamo qui, potremmo anche andarci a dare un’occhiata-
-Ma no! Può essere pericoloso, non bisogna fidarsi delle grotte! Ti ho mai raccontato di quella volta in cui mi sono ritrovato...- iniziò a blaterare Usop.
-Si, si...Io vado!- esclamò Franky incamminandosi.
-No, non lasciarmi qui tutto solo! Aspettami!- lo chiamò il cecchino.
Raggiunsero l’imboccatura della grotta e vi entrarono. La caverna doveva apparire enorme anche ad un visitatore proporzionato all’isola, ma per i due pirati si trattava davvero di un ambiente mastodontico. Dal soffitto pendevano inquietanti stalattiti corrisposte da altrettante stalagmiti. Tutta la roccia era violacea e un po’ striata, ricca di riflessi dati dalla luce che entrava da fuori, la quale si rifletteva anche in uno specchio d’acqua cristallina. 
I due rimasero estasiati, mentre si addentravano all’interno della grotta.
-Ma che posto è questo?- domandò quasi a se stesso il carpentiere.
-Senza dubbio un luogo molto inquietante!- rispose Usop nascondendosi dietro a Franky.
-È bellissimo...-
-Si, vero. Comunque ora lo abbiamo visto e possiamo anche andarcene. Arrivederci!- esclamò Usop e fece per uscire, cercando di trascinarsi dietro anche il cyborg.
-Aspetta- disse Franky, il quale non si era mosso di un millimetro nonostante i tentativi di Usop –Cos’è quella roba la?-
-Uh? Di che parli, scusa?- domandò il cecchino, non capendo a che cosa si riferisse il compagno.
-Vedi quella cosa luminosa? Laggiù in fondo...- rispose Franky.
Usop assottigliò lo sguardo, per vedere meglio.
-L’ho vista!- esclamò –Chissà di che si tratta...-
-Avviciniamoci...- propose il carpentiere.
I pirati avanzarono dentro la caverna e, arrivati a destinazione, rimasero a bocca aperta: davanti a loro, sulla parete, si trovava una strana sostanza vischiosa viola, luminescente.

Ormai era da più di un paio d’ore che Nami e Zoro si erano divisi dall’archeologa e dal cuoco e da tutto quel tempo vagavano senza meta in quella immensa foresta, nella speranza di trovare il covo di Paciano. Una speranza molto fioca, considerando che era come cercare un ago in un pagliaio.
Nami stava in testa e controllava in continuazione il Log Pose, ostinandosi a seguire un percorso logico, concentrandosi al massimo e sfruttando anche in quella difficile situazione le sue doti di navigatore, ma con scarsi risultati dato che in quel posto era impossibile orientarsi, il paesaggio era molto simile, ma lei non aveva intenzione di darsi per vinta. Non sapeva bene cosa avrebbero fatto se fossero riusciti effettivamente a trovare Paciano, l’unica cosa di cui era certa era che quello era un postaccio, che erano già stati attaccati troppe volte e che se fossero rimasti lì ancora a lungo sarebbe finita male.
Zoro invece era poco più indietro di lei e si limitava a seguirla, in quel caso era l’unica cosa che potesse fare. Non si erano parlati molto, al massimo giusto per litigare come al solito.
-Vuoi cercare di non rimanere indietro!? Ci manca solo che tu ti perda...- disse ad un certo punto la navigatrice, seccata.
-Ancora con questa storia!? Non è assolutamente vero!-
-Cooome nooo...Invece che negare l’evidenza raggiungimi!-
Zoro sbuffò infastidito affrettando il passo e l’affiancò.
-Non vuoi che mi perda perché hai paura di rimanere sola soletta nella foresta, vero?-le disse rivolgendole un ghigno.
-No- mentì Nami fulminandolo con lo sguardo – Il fatto è che se ti perdi chi ti ritrova più?-
In realtà non era assolutamente quello il motivo, la verità era che aveva una fifa assurda di quel posto e sarebbe stato un vero problema se si fosse imbattuta in qualche altro disgustoso insetto gigante.
-Certo, certo...-commentò lo spadaccino.
Continuarono a camminare per un po’, fino a quando Nami non inchiodò bruscamente. Le pareva come se tutto si fosse ghiacciato, il cuore le batteva a mille e stringeva spasmodicamente i pugni.
Zoro, non accorgendosi di nulla, proseguì, poi notando che Nami non era più vicino a lui, si voltò indietro e vide che era rimasta completamente immobile.
-Perché adesso ti sei fermata?- domandò confuso, raggiungendola.
-Il fiore...-mormorò la navigatrice come se fosse in trance.
- Eh? Di che fiore parli?- 
-QUEL fiore- rispose Nami quasi urlando, ribadendo il concetto e indicandogli col dito qualcosa sulla sinistra.
Lui spostò lo sguardo dove lei gli stava mostrando e vide che si trattava di un tulipano multicolore che ai loro occhi pareva altissimo.
Zoro tornò a guardare la navigatrice –Sì e quindi?-
-Io l’ho già visto! Il che vuol dire che siamo già passati di qui e che stiamo girando intorno e che non stiamo andando dritti!- farfugliò Nami, iniziando a camminare avanti e indietro.
-Ah. Davvero lo abbiamo già visto? Io non ci ho proprio fatto caso...-mormorò Zoro grattandosi la nuca.
-Perché non ti guardi mai attorno! Ecco perché poi ti perdi sempre!- urlò Nami, isterica.
-E basta! E poi tu ti guarderai anche intorno, ma comunque ci siamo persi lo stesso!-
Nami tremò di rabbia e rimase in silenzio. Era vero, nonostante lei si sforzasse si erano persi ugualmente. Altro che trovare Paciano e aiutare gli abitanti del villaggio, avrebbero vagato all’infinito in quella stramaledetta isola! E poi come se non bastasse era stanchissima, chissà da quante ore erano che camminava.
Zoro intanto la guardava con un ghigno vittorioso sul volto, era riuscito a farla stare zitta, ma il suo sorriso scomparve in fretta perché la navigatrice lo guardò in un modo che non preannunciava niente di buono.
-Comunque è davvero da un secolo che camminiamo...-esordì Nami con una strana voce.
-Si... abbastanza...- le rispose poco convinto e intuendo quello che stava per chiedergli.
-... e comincio davvero ad essere molto stanca...-continuò la navigatrice.
Zoro rimase in silenzio.
-...per cui, portami in braccio!- gli ordinò.
-Che cosa!? Ma scordatelo! Non ci penso proprio!- le rispose andando a sedersi contro una enorme palma.
-Cosa!? Perché no?-
-Perché no e basta- disse lo spadaccino mettendosi le mani dietro la testa e chiudendo gli occhi.
Anche lei si appoggiò contro l’albero, ma rimanendo in piedi.
-Uffa, sei insopportabile! Sanji di certo non avrebbe fatto tutte queste storie...- disse lei, sbuffando.
Al nome di Sanji, Zoro digrignò i denti.
-E adesso mi dici cosa c’entra il cuoco?-disse, geloso.
-Semplice, perché lui lo avrebbe fatto!- rispose Nami incrociando le braccia.
Zoro aprì un occhio e la squadrò innervosito.
-Tsk, allora è un vero peccato che non ti sia persa tu con lui nella foresta... così almeno avrebbe esaudito ogni tuo desiderio, no?-
Nami rimase spiazzata.
-Che!?-
-Mi hai sentito...-
La navigatrice si morse un morse un labbro. Si, forse avrebbe esaudito ogni sua richiesta, ma in realtà a Nami le cose andavano benissimo com’erano in quel momento. Ma poi che razza di discorsi erano!?
-Non è affatto vero- rispose lei. Poi aggiunse, con un sorriso malandrino - Scusa, ma anche se fosse a te che interessa?-
-C..come?- esclamò lo spadaccino, in imbarazzo.
-Mi hai sentito...-
-Guarda che era tanto per dire. Lascia perdere...-
Nami sgranò gli occhi ed esclamò –Va beh, lasciamo stare, è impossibile parlare con te! Persino con Rufy si riesce a conversare meglio!- borbottò rassegnata.
-Strega...- mormorò Zoro infastidito.
-Che hai detto, scusa!?-
-Niente...-
Rimasero per lungo tempo in silenzio, ognuno a pensare agli affari propri, quando Nami, completamente assorta nei suoi pensieri, sentì Zoro urlare il suo nome.
-ATTENTA NAMI!-
La navigatrice si voltò di scatto e in preda al panico, non capendo cosa accidenti stesse succedendo, poi si sentì afferrare per la vita e buttare di lato e udì un grande tonfo.
Si alzò una grossa nube di polvere, che la face tossire.
-Ohi, che botta- si lamentò.
 Aprì gli occhi per capire cosa fosse stato e vide che un’enorme noce di cocco, ora completamente spaccata a metà, era caduta nel punto in cui si trovava lei prima. Aveva davvero rischiato di lasciarci le penne, ma Zoro l’aveva salvata. Come sempre,del resto.
-Tutto bene?- le domandò lo spadaccino.
-Si...direi di si...- rispose guardandolo e rendendosi conto che si trovava sopra di lei. I loro volti erano vicinissimi, quasi si sfioravano. Entrambi arrossirono un po’ e rimasero immobili a guardarsi.
Zoro le contemplò ogni dettaglio del viso: gli occhi nocciola, le labbra rosa, il volto arrossato, la sua espressione sbigottita, assaporando e lasciandosi avvolgere da quel suo profumo che lo stava facendo letteralmente impazzire, non riuscendo a distogliere lo sguardo. Non era mai capitato di trovarsi così vicini...
Si riscosse, ma che gli stava succedendo? Doveva spostarsi da lì e subito.
Nami intanto non diceva una sola parola e fissava con gli occhi sgranati lo spadaccino, col cuore che batteva a mille.
C’era un silenzio innaturale e, anche se stavano passando pochi secondi, a loro parevano ore. Cosa stava succedendo?
-Scusa...- disse infine Zoro, alzandosi.
-No, va beh, non importa...- rispose Nami, alzandosi pure lei e cercando di ricomporsi un po’ -Comunque grazie per avermi salvata...- aggiunse.
-Si beh, di niente- le rispose lui guardando altrove.
Rimasero qualche istante fermi evitando di guardarsi, in silenzio.
-Penso che sia il caso di proseguire- disse poi Nami.
-Si credo anch’io- concordò Zoro e ripresero il cammino.











 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


-Ecco...adesso proviamo a girare a sinistra. No, no...l’altra sinistra!-
-Ma da quando ci sono due sinistre, scusa!?-
-Non sono due! Dipende dalla posizione in cui ti trovi...ma è inutile che te lo stia a spiegare, troppo complicato...- disse Nami scrollando la testa.
Dopo aver vagato ancora per un bel po’, Nami e Zoro erano finalmente riusciti ad arrivare in un’altra zona della foresta, caratterizzata dalla presenza di numerosi funghi molto alti e dagli svariati colori.
I momenti di silenzio e di imbarazzo causati da quel piccolo “incidente” erano durati abbastanza poco. Era bastata una stupidaggine perché i due riprendessero a battibeccare e lei lo aveva preso a pugni in testa già per due volte, ma per quanto cercassero di far finta di niente, i due non facevano che ripensare a quello che era successo, in particolare Zoro. Ogni volta che chiudeva un attimo gli occhi gli sembrava di risentire quel dolce profumo e il respiro di Nami mescolato al suo...
“Maledizione! Ma che mi prende!?” pensò Zoro sussultando, esterrefatto per quello che lui stesso stava pensando.
In fondo non era successo niente di che, ma non se risvegliava sentimenti a lungo repressi...
-Che noia...- borbottò poi ad un certo punto lo spadaccino per cercare di smetterla di pensare e distrarsi.
Nami si voltò lentamente verso di lui e gli indirizzò uno sguardo assassino.
-Eh?-commentò acida.
-Non sta succedendo niente di interessante. È un secolo che girovaghiamo e non abbiamo incontrato nemmeno un nemico o qualcuno contro cui combattere...-
Nami non parlò subito, cercando di contenere il nervoso.
- Quindi con “interessante” intendi rischiare la vita?- domandò  poi la navigatrice sempre più irritata.
-Beh, perlomeno succede qualcosa- rispose lui, convinto.
A questa affermazione Nami perse la pazienza e gli tirò un terzo pugno in testa.
-Ahi! Maledetta! Perché mi hai colpito!?-  esclamò Zoro massaggiandosi il capo.
-Per caso trovi divertente rischiare la vita ogni momento?- urlò lei.
-Non ho detto che lo trovo divertente, ma che almeno succede qualcosa!-
-È la stessa cosa! Io proprio non capisco perché tu, Rufy, Sanji... prendiate la vita con così tanta leggerezza!- 
-Come!? Ma che accidenti stai blaterando?-
-Quello che penso! Anche prima ti sei fiondato a inseguire Beolder senza riflettere un secondo e sei rimasto ferito- disse la navigatrice stringendo i pugni e spostando lo guardo a terra.
-Ma non è successo niente!- le rispose Zoro sempre più infastidito, ma soprattutto confuso, non capiva come mai Nami avesse tirato fuori quel discorso senza senso e che cosa volesse dire.
 -Non è questo il punto...-
-No, infatti. Il punto è che stai dicendo un mucchio di sciocchezze-
Nami rimase in silenzio. Incredibile come Zoro non ci arrivasse,possibile che non capisse che lei era semplicemente preoccupata per lui? Che non voleva che mettesse a repentaglio la sua vita ogni volta?
-Tanto è inutile, non capisci...!-
-Eh!? Che dovrei capire, scusa?- domandò Zoro sinceramente perplesso.
L’ennesima discussione fu interrotta da un sinistro fruscio di erba e piante.
-C.. che è s..stato?- balbettò Nami.
-Non lo so...ma qualunque cosa sia, se ha intenzioni negative, non farà una bella fine...- rispose lo spadaccino, poggiando le mani sulle spade e guardandosi intorno in allerta.
Sentirono quel solito rumore di passi, lo stesso che avevano udito quando erano appena arrivati sull’isola e quando avevano incontrato Beolder, anche se questo era leggermente diverso, infatti a provocarlo sembrava un solo individuo.
-Credo di sapere a chi appartengano- disse Zoro digrignando i denti e parandosi istintivamente davanti a Nami -Stai attenta-
Lei annuì e trattenne il fiato, pronta al peggio.
Proprio in quel momento videro un ciuffo d’erba poco lontano muoversi velocemente, come se dietro vi fosse qualcosa nascosto e infatti, dopo qualche istante, uscì allo scoperto la figura Beolder. Lo scorpione, appena li vide, ghignò soddisfatto. Sembrava malignamente contento.
-Finalmente, vi ho trovati!-rise diabolico.
-È lo scorpione parlante di prima! Belder!-esclamò terrorizzata Nami.
-BEOLDER! Il mio nome è BEOLDER piccola stupida!-
-Non ti permettere- ringhiò Zoro -Che cosa vuoi ancora?-
L’insetto rise di nuovo e disse -Domanda molto sciocca, direi. Non vi era forse chiaro la prima volta che ci siamo incontrati? Sono qui per eliminarvi- e batté forte le chele, poi aggiunse riflettendo fra sé e sé –Oh, ma non eravate in quattro? Beh, tanto meglio, evidentemente gli altri due li hanno già tolti di mezzo-
-Dobbiamo scappare!-sussurrò Nami.
-No- rispose secco Zoro, scuotendo forte la testa -Ho un conto il sospeso con Braccialetto Rosa. Tu cerca di metterti in salvo-
-Ma...-cercò di ribattere Nami.
–Sto qui lo faccio fuori in tre secondi- tagliò corto lui.
-Come vuoi...- rispose Nami altrettanto tagliente, poi, veloce come un fulmine, se la diede a gambe e sparì in mezzo all’erba.
Zoro la guardò allontanarsi, dopo tornò a fissare Beolder con odio. Non voleva realmente essere così tanto scontroso, ma sapeva che altrimenti Nami avrebbe continuato a questionare. 
“Almeno lei sarà al sicuro” pensò.
-È inutile, non andrà lontano...- disse Beolder soddisfatto.
-Che vuoi dire?? Spiegati!-
-Semplice...ho chiesto un piccolo aiuto. La tua amica non avrà speranze contro di lei... È spacciata!- e fece l’ennesima grossa risata.
“Oh, no! Nami!"


Usop e Franky fissarono stupefatti la misteriosa sostanza.
-Cosa pensi che sia?- domandò il cecchino.
-Non ne ho idea- rispose il cyborg, poi aggiunse –Potremmo prenderne un po’ e portarla a Chopper per fargliela analizzare-
-Buona idea!- rispose l’altro –Nella mia sacca dovrei giusto avere il contenitore adatto-
E così Usop prelevò un po’ della materia misteriosa.
-Bene, non ci resta altro che uscire di qui- disse Franky.
Quando i due furono fuori dalla grotta decisero di mettersi in cerca dei loro amici, i quali, a loro volta, si stavano dando da fare per ritrovarli.
Finalmente, dopo aver vagato un po’, si rincontrarono.
-Oooh, Usop! Franky! Per fortuna state bene!- esclamò Chopper correndo incontro ai compagni.
-Si, tranquillo, grazie al mio coraggio e al mio valore non è successo niente di grave- disse Usop, vantandosi.
-Sei mitico!!- si complimentò la renna, con gli occhi luccicanti.
-A proposito, abbiamo trovato una strana sostanza mentre eravamo separati...- disse il carpentiere.
-Una strana sostanza?- disse Brook, perplesso.
-Si, aspettate un attimo...- disse Usop armeggiando nella sua borsa e mostrò ai compagni la provetta contente il materiale rinvenuto.
-Forse tu Chopper puoi scoprire di che cosa si tratta- disse Franky, mentre la renna e lo scheletro guardavano estasiati la boccetta.
-Okay, ci studierò su...- rispose Chopper, afferrando l’ampolla. 

  
Robin e Sanji continuarono a vagare a casaccio nelle gallerie sotterranee finché finalmente non trovarono un'uscita. I due tirarono un sospiro di sollievo vedendo che, finalmente, sarebbero tornati all'aria aperta.
Sanji, che ancora non riusciva a credere di aver appena ricevuto un bacio da Robin, era impaziente di baciarla ancora e fremeva nell'attesa. Non era tanto che si era reso conto che l’archeologa non era una ragazza qualunque, ma la gioia irrazionale che aveva provato, unita al dispiacere che si trovasse in pericolo, quando aveva visto che era caduta insieme a lui nella tana, era un indizio importante. Non voleva più perdere tempo ora che finalmente aveva capito che ciò che provava era ricambiato e che lui stesso aveva compreso meglio i suoi sentimenti.
Robin, al contrario, si chiedeva cosa sarebbe successo da quel momento in poi: il timore di avere, con quel gesto, rovinato l'affiatamento che aveva con i suoi compagni di ciurma la rendeva inquieta. L’amicizia incondizionata che c’era tra i pirati di Cappello di Paglia era un sentimento troppo prezioso, aveva davvero il diritto di chiedere di più?
-Cient fleur delphinium! Chi va per primo?- chiese Robin, una volta giunti sotto l’uscita, dopo aver fatto fiorire due file di braccia aggiuntive sull'orlo del buco, in modo che potessero risalire.
-Prima le signore- rispose Sanji.
Robin lasciò che i suoi poteri la portassero fino in superficie. Quando giunse il turno di Sanji, egli si trovò di fronte un enorme grillo talpa sbucato da chissà dove.
-Ne è rimasto ancora uno...- disse il cuoco scocciato.
-E non uno qualunque- rispose l'insetto.
Robin uscì dalla tana dei grilli talpa e chiamò il pirata:-Ehi, Sanji, io sono arrivata, vieni tu ora!-
-Solo un attimo, Robin, devo prima dare una lezione a questo pallone gonfiato- rispose Sanji dall'interno della tana senza distogliere gli occhi dal nemico.
-Sei sicuro? Se vuoi vengo a darti una mano-
Dalle spalle di Robin si levò una risata malefica.
-Ahahahah, dove credi di andare?-














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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Nami continuò a correre finché fu sicura di essersi allontanata abbastanza, poi si fermò e si appoggiò al tronco di un immenso albero per riprendere fiato.
-Accidenti... quel Beolder è veramente agghiacciante, beh, almeno qui sarò al sicuro- disse fra sé e sé.
-Ne sei proprio sicura?- le domandò una voce molto irritante da dietro le spalle.
La navigatrice si voltò lentamente per vedere chi aveva parlato e si ritrovò faccia a faccia con una mantide religiosa che la scrutava minacciosa con degli occhi grandi e tondi. Nami, per lo spavento, cadde a terra seduta.
-E tu...tu chi saresti?- domandò inorridita.
-Il mio nome è Amneris. Mi manda Beolder perché, sai, aveva paura che ti sentissi trascurata e mi ha chiesto se potevo venirti a fare compagnia- le rispose la mantide assottigliando lo sguardo.
Tremante, Nami si rialzò in piedi e disse -Davvero, non c’era bisogno di disturbarsi! Io sto bene anche da sola...durante la giornata ci vuole un po' di calma e silenzio, no?-
-Nessun disturbo, anzi, per me sarà un vero piacere...- e detto questo l’insetto si avventò sulla navigatrice.
Quest’ultima si buttò di lato e, per un pelo, non venne colpita. Si alzò una nuvola di polvere e terriccio.
“Maledizione! Questa non scherza mica...devo fare attenzione se non voglio finire male” pensò Nami prendendo il Clima Attack.
Amneris tornò all’attacco, ma la ragazza riuscì a schivare facendo un ”Mirage Tempo ”.
-Cosa sono questi trucchetti? Basta giocare, ragazzina- ringhiò l’insetto, guardandosi attorno spaesato.
-Hai proprio ragione...- disse Nami con un sorriso scaltro -“Thunder Ball Tempo!”-
Purtroppo il suo attacco fu del tutto inutile, in quanto la mantide lo schivò facendo un solo passo.
-Accidenti...- mormorò Nami e, troppo occupata a pensare a come il suo tentativo di far fuori la mantide fosse fallito miseramente, non si accorse che Amneris le era apparsa da dietro e le tirò un calcio che la fece volare di qualche centimetro.
Nami si rialzò con fatica, tossendo; quella mantide era davvero potente e in più era molto più grande di lei. Riprovò a fare un “Thunder Ball Tempo”, ma di nuovo fu del tutto vano.
Amneris le tirò un altro calcio, ma questa volta Nami fu più veloce dell’insetto e riuscì a schivare con facilità.
-Non sai fare altro che schivare e fare nuvolette?- la schernì la mantide.
-Non mi pare che tu sappia fare di meglio!- le rispose di rimando la navigatrice.
Amneris tremò di rabbia e provò a colpirla con una delle zampe anteriori, molto appuntite e taglienti. Nami schivò con un po’ di ritardo e fu ferita di striscio a una gamba. Gemette per il dolore, ma per fortuna non era una ferita grave.
“La situazione è davvero critica...Lo scontro è iniziato da poco e sono già stata colpita due volte. Come se non bastasse il mio “Thunder Ball Tempo” non mi serve a nulla e poi... non sono nemmeno riuscita a scalfirla un po’- rifletté, guardando di sottecchi la mantide.
-Cos’è, ce la stiamo prendendo comoda? Vuoi una tazza di the?-disse Amneris con una risata acutissima.
Per tutta risposta Nami l’attaccò con un”Cyclone Tempo” e la nemica finì scaraventata contro un albero. Si rialzò poco dopo, ma era molto stordita.
Il combattimento proseguì a lungo e, anche se Nami era riuscita finalmente a ferire un po’ Amneris, la navigatrice si trovava comunque in netto svantaggio.
-Sarai anche riuscita a colpirmi un paio di volte...-disse la mantide ansimando -Ma rassegnati e accetta la tua fine!-
-No!- esclamò Nami -Ho promesso a Daphne e alla gente del villaggio che li avremmo aiutati, non posso arrendermi!- e detto questo corse veloce verso la nemica.
L’attaccò con ”Cyclone Tempo” che, dopo vari fallimenti dalla prima volta che lo aveva usato, andò a buon fine e, approfittando del fatto che in quel momento Amneris era inebetita, l’attaccò con “Thunder Lance Tempo“ e finalmente la centrò in pieno.
La mantide urlò e, sconfitta, cadde a terra con un tonfo.
Nami era completamente sfinita, infatti le cedettero le gambe e si buttò per terra a fianco al corpo della nemica. Chiuse gli occhi e sorrise: ce l’aveva fatta.
“Chissà come se la starà cavando Zoro, spero che vada tutto bene. Invece gli altri dove saran...” i suoi pensieri furono interrotti da un dolore lancinante partito dal fianco, che le strappò un urlo di dolore.
La zampa affilatissima della mantide era conficcata proprio lì e l’aveva perforata.
Gettò uno sguardo ad Amneris che le ghignava malvagia, poi l’insetto sussultò e non si mosse più.

Maledizione! Non era riuscita a farla fuori subito!

Nami con uno sforzo enorme estrasse la zampa della nemica e si guardò scioccata la ferita, dalla quale sgorgava tantissimo sangue.
Le scese una lacrima sulla guancia.
“È la fine” pensò, poi buio totale.



Chopper osservò attentamente la provetta, dopodiché si sedette per terra e iniziò a trafficarci con i suoi attrezzi da dottore portatili. Brook guardava incuriosito la renna all’opera, mentre Usop e Franky discutevano tra loro.
Ad un certo punto il carpentiere urlò –Geniale, in questo modo gli altri ci potranno trovare facilmente!-
-Grandioso!- sorrise Usop, approvando l’idea.
-Di che cosa state parlando?- domandò lo scheletro, interessato.
-Abbiamo trovato il modo per ricongiungerci a Rufy e al resto dei nostri compagni!-
-Veramente!? E come?-
-Stavamo pensando che potremmo costruire dei fuochi d’artificio da sparare in aria, così gli altri li vedranno e sapranno dove ci troviamo- spiegò Usop.
-Questa si che è un’ottima idea!- esclamò Brook entusiasta –Ma...non avete i materiali adatti, come farete?-
-Non ti preoccupare, per noi niente è impossibile! Ci arrangeremo con quello che troveremo qui- rispose Franky.
-Va bene, però non allontanatevi troppo, altrimenti corriamo il rischio di perderci di nuovo- disse Chopper interrompendo un istante il suo lavoro, per poi ritornare subito ad armeggiare con la sostanza.
-State tranquilli, ci vediamo dopo!- dissero il cecchino e il cyborg e così si incamminarono, lasciando la renna e lo scheletro soli ad aspettarli.
Il tempo trascorse tranquillo, finché i due non udirono uno strano ronzio provenire da dietro un cespuglio.
Chopper e Brook si scambiarono un'occhiata interrogativa, non capendo cosa stesse succedendo. Il rumore divenne man mano sempre più forte e poco dopo, dal cespuglio, sbucarono due vespe.
I due pirati trasalirono, sorpresi.
-Aaaah, chi siete voi?!- urlò Chopper.
-Vesvesvesvesves- risero in coro le due vespe -Noi siamo le vespe gemelle, le migliori combattenti di quest'isola!-
-Io sono Nida...- disse la prima.
-...E io Nadia...- continuò l'altra.
-...E insieme vi distruggeremo!-
-Sbucando in quel modo mi avete fatto venire il cuore in gola, anche se io non ho il cuore! Yohohoho! Ma adesso vi faremo vedere noi!-
-Ben detto Brook, non vi permetteremo di eliminarci!-
-Vesvesvesvesves! Lo vedremo!-
Le due vespe presero il volo, salirono in alto e poi scesero in picchiata mostrando i pungiglioni acuminati. Brook scattò in avanti un attimo prima che le due vespe atterrassero e fece"Due passi in leggerezza colpo cocca di freccia". Così quando lo scheletro rifoderò la spada le due vespe vennero ferite. Contrariamente a quanto si aspettavano i due, gli insetti si rialzarono subito e sembrarono non aver accusato il colpo.
-Non male, ma ci vuole ben altro per farci fuori! Attacco simultaneo!-
Le vespe si scagliarono contro i due pirati e li colpirono con i loro pungiglioni. Chopper fu colpito alla spalla e Brook alla gamba. Caddero a terra doloranti.
-Vesvesvesvesvesves, tutto qui quello che sapete fare?- li derisero le avversarie.
-Ehy, Chopper, ci sei?- sussurrò Brook.
-S...si- rispose la renna -Non possiamo lasciarci sconfiggere!-
-Già, dobbiamo vincere a tutti i costi! Dobbiamo farlo per gli abitanti del villaggio, abbiamo fatto loro una promessa!
-Ben...ben detto! Coraggio-
I due si rialzarono a fatica e Chopper attaccò subito Nida con “Zoccolo bisturi roseo”. La vespa, colta alla sprovvista, venne colpita, cadde a terra e non si mosse più.
-Nooo! Nida! Maledetti, me la pagherete!- ringhiò Nadia.
-Lo vedremo!- disse Brook e l’attaccò con “Quinto tias fantasia” e così anche l’altro insetto fu sconfitto.
La renna e lo scheletro sorrisero vittoriosi, per poi lasciarsi scivolare a terra, esausti.



-Ahahahah, dove credi di andare?-
Robin si voltò di scatto udendo la voce alle sue spalle e si trovò davanti un ragno nero e peloso, con una macchia gialla sulla schiena. La ragazza indietreggiò di qualche passo, spaventata e sorpresa.
-Ah, una ragazzina, questa volta sarà più facile del previsto! Mi annoierò a morte- disse l'insetto deluso.
-Non sottovalutarmi!- replicò Robin preparandosi a combattere.
-Tsk, non illuderti, non hai alcuna speranza, poiché al contrario di te, che hai solo due misere braccine, io possiedo otto robustissime zampe!-
Robin sorrise enigmatica.
-Non potresti essere più in errore! Ocho fleur clutch!-
Ogni braccio dell'archeologa immobilizzò una zampa dell'animale e al “clutch” le torsero. Il ragno grugnì, Robin sorrise, sicura che ormai l'avversario non sarebbe più riuscito a muoversi, ma l'insetto sembro non aver accusato il colpo.
-Non so come tu abbia fatto, ma non ha importanza. Non solo le mie zampe mi avvantaggiano, ma tutto il mio corpo è superiore al tuo. Il mio esoscheletro mi protegge dai tuoi attacchi e la mia forza è senza paragoni- disse sicuro di sé.
-Per quanto tu sia forte io ho dalla mia parte l'intelligenza!- replicò Robin -Doce fleur!-
La ragazza lo immobilizzò, ma il ragno, dimenandosi con forza, riuscì a liberarsi. Robin colpì ancora e ancora, ma molti dei suoi attacchi, che avrebbero spezzato le ossa a una persona, sembravano non aver alcun effetto sul quell'insetto. Dopo un po' il ragno si stufò di quella situazione e si scagliò su di lei sollevando le zampe anteriori mentre le sue mandibole bavose si aprivano e si chiudevano in continuazione. Robin non fece in tempo a schivare e l'insetto la morse al braccio, la ragazza cadde in ginocchio e il ragno ne approfittò per lanciare una ragnatela vischiosa e immobilizzarla.
-Ahahahahah, e adesso come la mettiamo?-
Il ragno si preparò a pungere Robin con il suo pungiglione letale.
-Ocho fleur flip!-
L'aracnide venne capottato dalle braccia di Robin e si ritrovò a pancia in su. Per quanto si agitasse non poteva fare niente per rimettersi in piedi, così la ragazza ebbe tutto il tempo di liberarsi dalla ragnatela, con l'ausilio delle sue braccia aggiuntive.
-L'intelligenza ha sempre la meglio sulla forza! Mil fleur gigantesco mano!-
Due grandi mani ognuna formata da cinquecento braccia di Robin schiacciarono il ragno proprio come se si trattasse di un insetto qualunque. La ragazza si sedette un attimo, sfinita. La ferita al braccio le faceva male, ma non era così grave. Adesso doveva pensare a tornare da Sanji: poteva essere in pericolo.






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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Beolder continuò a ridere di gusto, soddisfatto del suo piano, dopodiché si fermò e si concentrò su Zoro, il quale aveva già sguainato le spade, pronto a combattere.
Lo scorpione lo squadrò dall’alto in basso, poi disse con sarcasmo –No, fammi capire.. vorresti forse batterti con me?-
-Proprio così e non solo voglio battermi, ma ti eliminerò pure- rispose il ragazzo.
Vedo che sei molto sicuro di te, ma questo non ti servirà! Nessuno può sconfiggermi perché io... sono imbattibile!-
-Questo è tutto da vedere! Invece che continuare a farneticare, fammi vedere quello che sai fare, Braccialetto Gigante...- disse Zoro con un sorriso di sfida.
L’insetto tremò di collera –Te la sei cercata!- urlò e si scagliò con rabbia contro lo spadaccino, cercando di colpirlo con le sue chele. Zoro riuscì a respingere il suo attacco usando le spade come scudo, ma Beolder ricominciò subito ad attaccarlo ripetutamente e senza tregua.
Zoro schivò ogni volta senza problemi, poi provò a colpire lo scorpione con "Onda del Falcone", ma Beolder riuscì ad evitarlo con facilità. Nonostante fosse molto grosso, era incredibilmente agile.
Lo scorpione colpì Zoro con le sue chele, ferendolo di striscio, Beolder sorrise, convinto che l’entità del danno fosse maggiore e che Zoro fosse ormai fuori combattimento.
-Taglio dell'Orco!- Urlò all’improvviso Zoro e questa volta riuscì a colpire Beolder, ma con grande sorpresa dello spadaccino l’insetto non accusò il colpo.
-Dannazione, ma come ha...- mormorò tra se e se.
-Ahahaha, sei sorpreso vero? È meglio che ti rassegni: come vedi, la corazza che ricopre il mio corpo è indistruttibile!- ghignò Beolder, spavaldo.
-Questo è tutto da vedere!- ringhiò Zoro -Doppio Taglio Possente-
Proprio quando l’attacco sembrava stesse per centrare in pieno lo scorpione, Beolder schivò all’ultimo secondo con una velocità eccezionale, per poi ricomparire alle spalle dello spadaccino.
-Ma cosa...?- esclamò Zoro sgranando gli occhi, ma non riuscì nemmeno a finire la frase, poiché venne ferito al fianco da un repentino colpo di Beolder.
Zoro si rialzò qualche istante dopo, barcollando un po’.
Il combattimento riprese e, nonostante lo spadaccino cercasse di scalfire lo scorpione con i suoi attacchi più potenti, Beolder continuava a rimanere illeso.
Ad un certo punto l’insetto riuscì nuovamente a colpire Zoro con una delle chele e lo spadaccino finì scagliato contro un gigantesco albero, ma questa volta fu costretto a rimanere a terra più a lungo. Proprio mentre si stava rialzando, Beolder lo raggiunse e lo scorpione, vedendo che il suo avversario non aveva alcuna intenzione di arrendersi, decise di toglierlo di mezzo una volta per tutte utilizzando il suo temibile pungiglione.
Zoro rotolò prontamente di lato evitando così di essere ferito, poi colpì con "Notte Insonne" del Demone un punto preciso della corazza dell’insetto, quella un po’ più lesionata.
Questa volta la corazza di Beolder non fu sufficiente per proteggerlo dal potente attacco e così lo scorpione venne centrato in pieno. Emise un verso disumano di dolore, mentre il sangue di colore nero iniziava a colare copioso dalla ferita.
-Maledetto! Come hai fatto!??- urlò accecato dall’odio e iniziò a colpire a casaccio con il pungiglione, mancando tutte le volte il bersaglio.
Zoro approfittò di quel momento e colpì col scorpione con "Colpo Segreto dei Tremila Mondi" dandogli il colpo di grazia, e così Beolder crollò a terra, sconfitto una volta per tutte.
Lo spadaccino poté finalmente riposarsi un attimo e riprendere fiato. Adesso non gli restava altro che raggiungere Nami, così avrebbero potuto poi ricominciare a cercare Paciano.
-Ora che ci penso...Come faccio a trovare Nami? Non mi ricordo da che parte è andata...- mormorò, guardandosi attorno spaesato. Poi notò qualcosa nel terreno poco più avanti e si avvicinò per controllare. Questa si che era fortuna! Nella terra fangosa erano rimaste impresse le impronte della navigatrice, perciò bastava seguirle e sarebbe arrivato da Nami. Si mise a correre.
Di sicuro è andato tutto liscio, in fondo è già capitato che Nami dovesse combattere da sola contro dei nemici forti...” pensò.



Dopo lo scontro avvenuto trai pirati e le vespe gemelle, Brook e Chopper erano ritornati alle loro attività: la renna trafficava con la sostanza trovata da Usop e Franky, mentre lo scheletro lo guardava curioso.
Dopo una buona mezz’ora Chopper scattò in piedi, trionfante.
-Finalmente! Sono riuscito a scoprire di che cosa si tratta!- annunciò esaltato.
-Ottimo! Yohohoho! Che cos’è??- chiese Brook.
-Praticamente questa è una sostanza che ha la facoltà di far rimpicciolire, ma funziona solo sulle persone, perciò credo che sia questa la causa per cui siamo diventati così piccoli...Non mi era mai capitato di vedere una cosa del genere...-spiegò il dottore.
-Questo si che ha dell’incredibile...Ma se si trovava solo in quella caverna, come ha fatto ad avere effetto su di noi?- ragionò lo scheletro.
-Mh, non lo so...forse non si trovava solo lì, ma si è diffusa...Anche se non so come- commentò pensieroso Chopper, poi si riscosse ed esclamò all’improvviso –Ad ogni modo... credo che potrebbe tornarci utile!-
-E come?- domandò Brook, confuso.
-Se ci lavoro ancora un po’ su, forse potrei riuscire a renderla efficace non solo sulle persone, ma anche sugli animali e di conseguenza sugli insetti- sorrise la renna.
-Geniale, così potremo difenderci meglio- approvò lo scheletro.
-Bene, allora mi rimetto subito al lavoro!-



Ora che Robin era fuori di lì, al sicuro, Sanji si sentiva molto più tranquillo. Non gli restava che sconfiggere quell'orribile grillo talpa e poi avrebbe potuto raggiungerla. L'insetto interruppe i suoi pensieri.
-Questo posto non è adatto a un combattimento, è troppo stretto. Andiamo in un luogo più adatto-
-Fa come ti pare, basta che facciamo in fretta- acconsentì Sanji.
Il grillo lo guidò per un paio di cunicoli finché non si trovarono in un grande spiazzo dal soffitto molto più alto rispetto agli altri tunnel sotterranei.
-Questo è il posto perfetto, ora possiamo cominciare- disse l'insetto.
-Bene, non vedevo l'ora! Collier shot!-
Il grillo saltò con le sue potentissime zampe posteriori schivando istantaneamente il calcio di Sanji.
-Cotelette! Selle!-
L'insetto schivò ancora, senza alcuna difficoltà. La sua agilità era impressionante e i suoi salti molto più alti di quelli del cuoco. Dopo alcuni attacchi andati a vuoto Sanji si fermò per riprendere fiato e trovare un modo di colpire l'avversario.
-Cricricricricricricri!- rise il grillo -Sei già stanco?-
-Adesso ti faccio vedere io! Diable Jambe!-
Sanji girò vorticosamente su se stesso fino a rendere la sua gamba incandescente.
-I tuoi trucchetti non mi fanno paura- replicò il grillo convinto.
-Diable Jambe Premier Hache!-
Il colpo di Sanji, più veloce e potente dei precedenti andò a segno proprio mentre il nemico stava per spiccare un salto. Il grillo venne scagliato contro la parete e ricadde a terra, ma si alzò senza troppe difficoltà stupendo Sanji.
-Non male, ma non basta certo a mettermi fuori gioco. Adesso mi metto a fare sul serio-
Il grillo talpa saltò fino al soffitto e si aggrappò a testa in giù, poi dandosi la spinta con le sue possenti zampe si fiondò contro Sanji schiacciandolo a terra. L'impatto fortissimo mozzò il respiro del cuoco e lo costrinse a terra per un po'. Quando si rialzò il suo avversario lo stava aspettando, pronto a colpirlo di nuovo con dei potenti calci. Sanji schivò con difficoltà un paio di colpi, poi venne colpito e scagliato contro la parete. Cadde a terra, ma si sforzò di rialzarsi subito per non trovarsi impreparato al prossimo attacco. Il grillo si avvicinò con un paio di balzi prima che Sanji potesse riprendersi del tutto e, con il suo affilatissimo pungiglione, gli trafisse la mano, conficcandogliela nella parete.
Sanji strinse i denti e si sforzò di non muoversi per non peggiorare il danno. Non poteva credere che quello stupido insetto l'avesse ferito alla mano. Da sempre evitava di utilizzarle in combattimento proprio perché temeva di essere ferito, le sue mani erano preziose per lui perché gli servivano per cucinare. Diede un ultimo sguardo alla sua mano bucata da parte a parte prima che il grillo estraesse il suo pungiglione, poi, infuriato, si scagliò sul nemico.
-Anti-manner kick course- esclamò attaccando.
L'insetto riuscì ancora una volta a schivare saltando e, mentre Sanji mancava il suo bersaglio, lui gli cadde addosso schiacciandolo al suolo. Si mise sopra il cuoco per impedirgli di muoversi.
-Cricricricricri! Ti aspetta una fine lenta e dolorosa!-
Il grillo si preparò a trafiggere il pirata con il suo pungiglione. Sanji, d'istinto, nascose la mano sana dietro la schiena.
-Vedo che ci tieni molto alle tue mani! Vorrà dire che ti ferirò in punti ancora più dolorosi-
L'insetto colpì Sanji al braccio alla spalla, alla coscia poi al fianco e al ventre, trapassandolo ogni volta da parte e parte. Le urla del cuoco sembravano divertirlo. Alla fine si allontanò un po', lasciando il ragazzo sanguinante disteso a terra, come per ammirare la sua opera da più distante. Sanji sentì un dolore lancinante attraversargli tutto il corpo. Pensò che quella volta non ce l'avrebbe fatta, ma poi si ricordò di Robin che era da sola in quella foresta piena di insidie. Non poteva lasciarla, doveva andare ad aiutarla, proteggerla, anche se forse non avrebbe avuto bisogno lui, voleva esserci. Con il respiro mozzato dal dolore si rialzò barcollando.
-Ancora non ti arrendi, stupido pirata?- chiese il grillo sprezzante.
Sanji tossì sputando sangue.
-Mai- rispose.
Nella sua voce vibrava la forza della disperazione. Saltò sulla schiena del grillo e si aggrappò, in questo modo l'insetto non poteva attaccarlo, poi chiamando a raccolta le ultime energie che gli erano rimaste lo attaccò alla testa con "Concasser". Il colpo era mirato proprio al punto debole, che Sanji aveva individuato durante il duello, quindi il grillo cadde immediatamente a terra privo di sensi. La sorte di Sanji non fu però molto diversa: pochi secondi dopo svenne anche lui.





Note delle autrici
Ecco a voi il settimo capitolo! Speriamo che vi piaccia e vi invitiamo ancora a recensire ^^
Purtroppo potrebbe presentarsi l'eventualità che non riusciamo a pubblicare regolarmente o comunque non settimanalmente i prossimi capitoli perchè, mentre questi erano già quasi pronti da molti mesi, i prossimi necessitano di più modifiche e per noi è molto difficile trovare il tempo, visto che dobbiamo esserci entrambe per scrivere.

Grazie a tutti!
Robin                            Nami

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Accidenti! È da un secolo che sto seguendo le impronte, ma quanto si è allontanata Nami!?- disse Zoro fra sé e sé. Ormai era da un bel po’ che correva, ma di Nami non vi era alcuna traccia.
Corse ancora per qualche minuto, svoltò un po’ di volte intorno a degli arbusti, per poi arrivare, finalmente, alla fine delle impronte.
Per un attimo gli parve di non essersi mai allontanato, infatti l’ambiente circostante era quasi uguale a quello precedente a differenza che li era tutto distrutto, segno che si era appena svolto un combattimento.
C’era un’insopportabile odore di bruciato e del fumo che si stava ancora disperdendo.
-Questa è sicuramente opera di Nami-
Zoro si avvicinò e iniziò a guardarsi attentamente intorno, quando notò due figure poco distanti.
La prima cosa che gli saltò all’occhio fu un’enorme mantide mezza abbrustolita accasciata al suolo, poi... la vide e per un attimo credette di essersi dimenticato come si respira.
Nami era lì, vicino al corpo della mantide. Era stesa al suolo, il viso contratto in una smorfia di dolore, gli occhi chiusi e intorno a lei una pozza di sangue.
-Oh no... NAMIII!-
Corse fino dalla navigatrice e le si buttò a fianco, così poté finalmente vederla bene da vicino: era piena di graffi e lividi e aveva un lungo taglio sulla gamba sinistra, ma la cosa peggiore era la ferita sul fianco, profonda e sanguinante.
-Nami! Nami, riesci a sentirmi? Sono io!- la chiamò Zoro, ma non ebbe nessuna risposta.
A quel punto prese delicatamente la navigatrice fra le braccia, sollevandola da terra, e provò a sentire se respirava. Tirò un sospiro di sollievo, constatando che era ancora viva, dopodiché si guardò un po’ attorno e notò che poco più in la vi era un piccolo ruscelletto, al quale prima non aveva fatto caso. Perlomeno poteva cercare di lavarle le ferite.
La prese in braccio facendo il più attenzione possibile, la portò vicino all’acqua e l’adagiò piano sulla riva. Fece per sollevarle appena il fondo della canotta, impregnato di sangue e ridotto a brandelli, ma bastò che lo sfiorasse perché questo si sbriciolasse.
Le lavò con cura tutte le ferite, poi quando ebbe finito si strappò un pezzo della camicia e gliela fasciò intorno alla vita. Infine assicurò il tutto lega
ndola con la sua bandana.
Non era un granché, ma era il meglio che potesse fare.
Buttò uno sguardo alla mantide che era poco più in la.
“Non è sicuro restare qui, sarà meglio portare Nami da un’altra parte”.
La prese nuovamente in braccio e vagò per un po’ senza meta fino a quando non arrivò vicino a un mastodontico albero caduto. Decise che si sarebbero fermati li.
Appoggiò piano Nami contro il tronco dell’albero e poi si sedette vicino a lei. La guardò un attimo e, nel vederla ridotta così, non poté fare a meno di pensare ad una cosa: non era riuscito a proteggerla. Sapeva che non era colpa sua se Nami era rimasta ferita, ma sapeva anche se ci fosse stato per difenderla tutto questo non sarebbe successo. Si era ripromesso che non le sarebbe mai accaduto nulla di male e invece questa volta aveva rischiato la vita.
Strinse forte i pugni per la frustrazione, ma ormai non poteva fare più niente, era inutile continuare a pensare... doveva solo aspettare e sperare che Nami si riprendesse.
Si appoggiò anche lui contro l’albero e rimase a fissare il nulla.

Quando Nami finalmente si riprese era ormai giunta la sera. Aprì lentamente gli occhi, sbattendo più volte le palpebre e si guardò attorno, non avendo la minima idea di dove si trovasse. L’unica cosa che sapeva era che le faceva malissimo il fianco.
Ricordò poi in un lampo tutto quello che era successo, ma come era arrivata fino a li? Qualcuno doveva avercela portata.
Rivolse lo sguardo alla sua sinistra e vide che Zoro era vicino a lei e che guardava verso un punto indefinito della foresta.
-Zoro?- lo chiamò.
Lo spadaccino si voltò di scatto verso di lei.
-Nami!-
-Che.. che ci facciamo qui? Dove siamo!? E come hai fatto a trovarmi?-
- Ho seguito le tue impronte, erano rimaste impresse nel terreno, e ti ho trovata ricoperta di sangue vicino ad una mantide religiosa. Ho cercato di medicarti e ti ho portata qui, ma non ho la più pallida idea di dove potremmo essere...-
Nami lanciò uno sguardo sulla fasciatura di fortuna.
-Oh, grazie...- poi si riscosse – Ma tu come stai? Sei ferito!-
-Non è nulla, solo un graffio- rispose Zoro liquidando la faccenda.
-E Beolder? Che fine ha fatto?-
-L’ho sconfitto...-
La navigatrice rimase un attimo perplessa dal tono di voce dello spadaccino. Aveva qualcosa di strano, anche se non riusciva a capire bene cosa. Va beh, l’importante era che entrambi fossero vivi, il resto poco importava.
Calò il silenzio.
Nami iniziò a guardarsi un po’ giro, ragionando sul da farsi, e nel frattempo cercava in continuazione di trovare una posizione abbastanza comoda, mentre Zoro se ne stava con le braccia dietro la testa e la sua solita espressione impassibile, senza proferire una sola parola. Sembrava che stesse pensando a qualcosa.
La navigatrice gli lanciò di tanto in tanto qualche occhiata. Si stava comportando in maniera strana. Più del solito.
-Allora...- esordì Nami tanto per rompere il silenzio – Adesso la situazione è ancora più complicata del previsto, al momento non posso nemmeno più camminare per cui sarà veramente impossibile metterci in cerca di Paciano, non che prima fossimo messi tanto meglio, comunque siamo davvero in guai seri senza contare che sta calando la notte e se ci attaccano siamo vulnerabili per cui...- si interruppe, rendendosi conto che Zoro non aveva ascoltato una sola parola, per essere precisi non la stava nemmeno guardando.
Si sentì montare il nervoso.
-EHY! Ma mi stai ascoltando si o no!?- esclamò seccata, già pronta ad iniziare un’altra discussione.
Lui sembrò fare finta di non sentirla, infatti rimase li a farsi gli affari propri, senza degnarla un minimo.
-Mi rispondi??-
-Ma la vuoi smettere di sbraitare?- rispose finalmente Zoro, irritato.
-Ah, ma allora ci senti- commentò lei sarcastica.
-Certo che ci sento-
-E allora perché non mi rispondevi? Vorrei davvero capire che ti prende...-
-Di che stai parlando?- domandò lo spadaccino, squadrandola.
-Non lo so! è da quando mi sono ripresa che ti comporti in modo strano...-
-Non mi sto comportando in nessun modo, te lo sei sognata. Piuttosto invece che continuare a dire sciocchezze pensa a riposare- le rispose sempre più infastidito.
Nami incrociò le braccia e proseguì, imperterrita –No, finché non mi dici che ti sta succedendo-
-Ti ho già detto che non c’è niente!- si scaldò Zoro.
-E io ti ho già detto che non ti credo!-
La navigatrice non aveva alcuna intenzione di mollare, voleva capire, e infatti continuò con ostinazione, fino a quando Zoro non perse del tutto la pazienza.
-Dannazione, Nami! Vuoi sapere che c’è!? Vuoi che te lo dica?-
-Si, di grazia!-
-Beh, è da quando ti ho trovata che non faccio che pensare che quello che è successo è anche colpa mia!-
Nami rimase immobile, con gli occhi sgranati e non convinta di averci sentito bene.
-Come?- mormorò flebilmente.
-Ricordi cosa ti dissi quando arrivammo su questa maledetta isola?- continuò lo spadaccino, cambiando leggermente il tono.
Nami rimase in silenzio.
-Ti promisi che non ti sarebbe successo nulla, che ci sarei stato io a difenderti come sempre e invece... non sono riuscito a impedire che ti facessero del male...-
-Ma quello... quello che è successo è solo colpa di quell’insetto! È lei che mi ha ferito!- esclamò Nami esterrefatta, non credeva alle proprie orecchie.
-Tu non capisci- ringhiò lo spadaccino, stringendo della terra fra le mani -Quando ti ho trovata li, distesa a terra, svenuta e ricoperta di sangue... mi sono sentito morire! Credevo di essere arrivato troppo tardi, credevo di averti perso per sempre, di aver perso la nostra navigatrice, temevo che non avrei più potuto litigare con te, difenderti dai nemici , vedere te, il tuo viso, i tuoi capelli, sentire la tua voce...-
-Zoro...- mormorò Nami spalancando gli occhi e arrossendo appena.
Lo spadaccino si inchiodò all’istante, rendendosi conto in quel momento di tutto ciò che le aveva detto. Si era esposto decisamente troppo. Ammutolì, voltando la testa completamente da un’altra parte.
Nami invece rimase imbambolata al suo posto, per una volta senza parole; mai avrebbe immaginato che in realtà Zoro tenesse così tanto a lei.
La voce dello spadaccino la riscosse.
-Senti Nami, ciò che ti ho detto sono solo pensieri miei...Lascia perdere-
Ma la navigatrice non lo ascoltò neppure, così si spostò lentamente, trascinandosi un po’, e senza pensarci due volte gli si sedette in braccio, così da poterlo guardare dritto negli occhi.
-Ma cosa...!?- esclamò Zoro voltandosi di scatto e irrigidendosi, imbarazzato.
-Ah e così pensi di potermi liquidare in questo modo, eh?-
Lui non rispose.
-Adesso vedi di ascoltarmi attentamente- iniziò Nami con voce ferma -Come ti ho detto prima la colpa è di quella mantide e, anzi, ad essere precisi la colpa è anche mia, soprattutto mia, ho abbassato la guardia credendo ormai di aver vinto e ciò mi è costato caro. Tu non potevi farci assolutamente nulla, sono io che non sono stata in grado di difendermi...-
Fece una breve pausa, per accertarsi che Zoro la stesse seguendo, poi riprese, ingentilendo il tono –Oggi mi hai protetto tantissime volte, prima dai vari insettacci in cui ci siamo imbattuti , poi anche da quella noce di cocco gigante e non solo... tu ogni volta mi hai salvato da qualsiasi pericolo o nemico, sin da quando ci siamo conosciuti e da allora...sempre-
Ci fu un po’ di silenzio.
Zoro l’ascoltava, senza perdersi una sola parola.
- E poi...- disse ancora Nami, avvicinandosi a un soffio dal volto dello spadaccino.
A quest’ultimo venne naturale indietreggiare, al culmine dell’imbarazzo, ma inutilmente dato che era già appoggiato contro il tronco.
-...Che dovrei dire io? Mi fai preoccupare ogni volta, perché vuoi sempre spingerti al massimo e metti continuamente a repentaglio la tua vita, è da quando ti ho conosciuto che rischi...- sussurrò dolce, passandogli delicatamente il dito lungo la cicatrice che gli attraversava tutto il petto, gesto che fece arrossire incredibilmente Zoro.
-Lo so che poi te la cavi ogni volta, ma sto in pensiero lo stesso perché anche se ti sbraito spesso contro o ti prendo a pugni, anche io...insomma... tengo a te!- concluse, questa volta abbassando lei lo sguardo, e allontanandosi un po’.
Calò nuovamente il silenzio.
Zoro non sapeva davvero cosa dire, Nami lo aveva lasciato senza parole, per cui decise infine di lasciarsi guidare dal suo istinto, sperando che fosse la cosa giusta da fare.
La guardò ancora per un attimo, poi, titubante e senza nemmeno sapere dove trovò il coraggio, le prese delicatamente il viso fra le mani e la tirò a se, poggiando le labbra sulle sue e baciandola con incredibile dolcezza.
Nami rimase un istante immobile a causa della sorpresa e dello stupore, poi lasciò andare i pensieri e ricambiò.
Si allontanarono tempo dopo, appena di pochi millimetri, per poi ribaciarsi immediatamente, con sempre più foga.
Lei gli cingeva il collo con le braccia, mentre lui le sfiorava appena la schiena, non voleva rischiare di farle male, ma per Nami, in quel momento, tutto era passato in secondo piano, Paciano, gli insetti e persino il dolore della ferita.
-Niente ti farà più del male, Nami...- le sussurrò ad un certo punto Zoro, sfiorandole il collo con le labbra e baciandolo piano.
-Si...- sussurrò a sua volta la navigatrice sorridendo dolcemente – Di questo sono più che sicura...-

 

 

Chopper stava ancora trafficando con il liquido luminescente, ormai prossimo al raggiungimento del suo obbiettivo, ovvero trasformare la sostanza in modo che fosse efficace anche sugli animali.
Brook, nel frattempo, alleggeriva il lavoro di Chopper suonando le sue melodie.
In quel momento sentirono una improvvisa folata di vento alle loro spalle e il sole si oscurò.
Lo scheletro smise immediatamente di suonare, stonando l’ultima nota e la renna interruppe il suo lavoro. I due pirati di scambiarono un’occhiata allarmata e si voltarono lentamente . Videro, a quel punto, un enorme tucano, che li scrutava con fare non proprio amichevole. Tutti rimasero a fissarsi per qualche istante senza emettere un solo suono, quando all’improvviso il volatile gracchiò assordando i presenti.
Chopper e Brook si riscossero dallo shock e cacciarono un urlo.
-Aiuto siamo finiti!- gridò Brook.
-Non abbiamo speranze, è la fine…anzi, no! C’è ancora una possibilità di salvezza!- disse Chopper in fibrillazione.
-Di che parli?-
-Tu tienilo occupato, io devo fare una cosa!- rispose la renna, tornando rapidamente al suo lavoro.
-Eh?? E come!?- domandò Brook, poi ebbe una illuminazione e corse verso l’animale saltando di qua e di là, mentre questo cercava di beccarlo invano.
Andarono avanti così per un po’ di tempo quando lo scheletro, spossato da quegli attacchi repentini, urlò –Chopper! Non ce la faccio più! A che punto sei?-
-Ci sono!- rispose di rimando la renna, scattando in piedi e lanciando addosso al pennuto una boccetta contenente un liquido luminescente arancione.
La fiala di sbriciolò sul becco del tucano, rovesciandone il contenuto. Passarono pochi istanti e all’improvviso l’uccello si rimpicciolì, tornando proporzionato alla dimensione dei due pirati.
-Hey uccellino, non fai più tanto lo spavaldo, vero?- ridacchiò Chopper, anche se ancora un po’ scosso.
-Grandissimo Chopper! Hai salvato la situazione!- disse Brook ammirato.
-Oh, grazie mille! Ma lo sai che non mi piacciono i complimenti!-

 

 

 

Robin, dopo aver sconfitto il ragno parlante, sentì delle urla provenienti da sotto terra e si precipitò di nuovo nella tana del grillo talpa.
Mentre scendeva il suo cuore prese a battere più veloce, pensava a Sanji ed era certa che gli fosse successo qualcosa. Quel suo dannato pessimismo fece sì che alla sua mente si affacciassero mille visioni di disgrazie e sciagure che avevano come protagonista Sanji. Un freddo glaciale la pervase.
Si ritrovò nello spiazzo dove era stata prima: era deserto. Davanti a lei si apriva un bivio, ma non aveva modo di sapere dove si trovasse Sanji. Guardò in fondo ad ogni tunnel facendo fiorire degli occhi dove necessario. Ci mise un po', ma alla fine riuscì a scorgere il cuoco: era disteso a terra e sembrava ferito, poco distante giaceva un grosso grillo talpa: probabilmente era l'avversario che lo aveva conciato così. Il cuore della ragazza perse un colpo, poi, senza aspettare oltre, Robin si mise a correre nella direzione che aveva individuato grazie ai suoi poteri. Giunse nell'ampia cavità dove aveva visto Sanji. Si affrettò a soccorrere il ragazzo: sembrava avere ferite molto gravi ed era privo di sensi. La ragazza si sforzò di mantenere la calma nonostante fosse terribilmente preoccupata e constatò che il cuoco aveva immediato bisogno di cure.

"Se solo ci fosse Chopper!" pensò Robin.
Bendò le ferite come poteva e nel mentre Sanji si svegliò.
-Sanji! Stai molto male?-
-No- rispose il cuoco d'istinto.
Il ragazzo si guardò un po' in torno e si accorse che Robin lo aveva medicato, ma anche il minimo movimento gli causava fitte di dolore dappertutto.
-Grazie per avermi curato- disse -però ora è meglio che ce ne andiamo da qui-
Prima che Robin potesse dire qualunque cosa, il cuoco si alzò in piedi a fatica, poi all'improvviso fissò per un istante un punto alle spalle dell'archeologa.
-Attenta!-
Sanji la spinse via, proprio un attimo prima che il grillo talpa saltasse in quella direzione per poi andarsi a schiantare contro una parete e stramazzare nuovamente al suolo, probabilmente la ferita alla testa aveva alterato le sue percezioni e ora non era più in sè.
Robin si trovò a terra con Sanji al suo fianco, che sembrava molto affaticato.
-Grazie, mi hai salvato la vita- disse Robin mentre lo aiutava ad alzarsi.
-È stato un piacere- disse sforzandosi di sorridere -Andiamo, non vorrei si svegliasse di nuovo-
Sanji sembrava preoccupato, sofferente e non vedeva l'ora di andarsene, per quanto ostentasse tranquillità anche Robin se ne accorse.
I due tornarono all'uscita e finalmente furono fuori da quel postaccio. Sanji continuava a perdere molto sangue per via delle ferite e si stava indebolendo sempre di più.
-Sanji...Penso che sarebbe meglio se cercassimo di tornare alla nave, ormai anche se trovassimo Paciano non penso che potremmo essere di molto aiuto...-
-No. Non possiamo rinunciare. Abbiamo fatto una promessa agli abitanti del villaggio: dobbiamo liberarli dai soprusi di quel furfante!-
-Ci penseranno sicuramente gli altri, c'è Rufy con loro...-
-Se tutti ragionassero così ci ritroveremmo alla nave senza aver fatto niente...-
Robin si alterò.
-Smettila! È inutile che tu vada alla ricerca di Paciano! Guarda come sei conciato! Come pensi di poter affrontare un'altro combattimento?-
-Sono più forte di quanto pensi- disse quasi offeso -e comunque finchè mi reggerò in piedi non mi arrenderò-
-Sanji...-
Robin lo guardò triste. Non le piaceva quello che era costretta a fare: appoggiò una mano sul petto del cuoco e gli diede una spintarella. Il poverino, sorpreso e indebolito dalle ferite, cadde seduto per terra.
-Tu non ti reggi in piedi, infatti- disse fredda.
Sanji sembrò arrabbiarsi, strinse i pugni, incapace di ribattere. L'archeologa capiva che doveva essere orribile per uno orgoglioso come lui essere umiliato in quel modo, ma non aveva avuto altra scelta. Nonostante questo non ce la faceva a vederlo così. Gli si avvicinò, si mise di fronte a lui e lo guardò negli occhi. Ora la sua voce era più dolce.
-Per questa volta lascia fare agli altri, hai già fatto abbastanza. Non voglio che tu rischi la vita inutilmente!-
Sanji non disse nulla, evitando lo guardo di lei.
-Ti prego! Vedrai che ci penseranno i nostri compagni e se così non fosse sarò io la prima a cercare quei farabutti!-
Sanji abbasso lo sguardo, arrendendosi all'evidenza delle sue parole.
L'archeologa, sollevata, gli saltò al collo e lui la baciò. Sanji sentiva sotto le mani il suo collo esile ed elegante, mentre l’archeologa gli accarezzava la nuca, e pensò che per lei valeva la pena di rinunciare a combattere, per una volta.
Robin avvertiva il pizzo appena accennato di Sanji graffiarle lievemente il mento mentre lo baciava e il suo corpo aderiva a quello di lui. Si sentiva completa e sicura, accettata come non mai, qualche pensiero molesto si agitava in fondo alla sua mente per venire a galla, ma in quel momento nulla avrebbe potuto turbarla. 
-Ho attraversato mezzo mondo per cercare la donna della mia vita, ho cercato tra gli angeli e tra le sirene e invece era qui accanto a me, quanto tempo ho sprecato! Ma ora che l'ho trovata non ho intenzione di rinunciarvi, per nulla la mondo- disse Sanji sussurrando all'orecchio della sua archeologa.
Robin sorrise felice, finalmente; si voltò rimanendo tra le braccia di Sanji e lui questa volta le cinse la vita e le baciò il collo quando lei inclinò la testa da un lato.
-Tremi?- chiese il cuoco.
-No!- rispose Robin.
-E allora cos'è quest'oscillazione?-
La ragazza restò immobile, in ascolto, e lo sentì: la terra tremava.
-Un terremoto?-  ipotizzò.
-Dannazione, mai un attimo di pace!-  esclamò il biondo, scocciato, ma Robin non fece in tempo a rispondergli perché, proprio sotto di loro, sbucò una gigantesca talpa nera e paffuta. 
I pirati si sollevarono per un po' insieme a lei, mentre usciva dal terreno, in equilibrio sulla sua testa, poi però scivolarono, precipitando a terra. Robin frenò la propria caduta con “Spider Net”, ma non poté fare lo stesso con Sanji poiché lo aveva perso di vista. La talpa non li vide neanche e si rituffò nel terreno un po' più avanti, scavando una nuova buca. Robin tirò un sospiro di sollievo:  sarebbe stato impossibile combattere contro quell'animale. Si guardò subito intorno alla ricerca di Sanji, non le ci volle molto per capire che la caduta aveva decisamente peggiorato le sue condizioni. Il cuoco aveva perso i sensi. 






Note delle Autrici
Buon Salve a Tutti! ^^
Scusate il ritardo nella pubblicazione, ma non ce l'abbiamo davvero fatta prima.
Questo capitolo è dedicato in particolare alle storie d'amore tra i protagonisti, speriamo vi piaccia. Continuate a recensire numerosi!
Grazie di tutto!

Robin                                         Nami



P.S. di Robin
Quella frase in corsivo è dedicata a un mio amico, quando l'ho scritta mi è venuto in mente lui e così ho deciso di metterla! ^^

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Rufy si svegliò dopo un bel po'. Si sentiva molto meglio e pieno di energie, così riprese il cammino alla ricerca di Paciano. Camminò a lungo, seguendo una direzione a caso, senza incontrare nessun nemico.
Mentre procedeva ammirava il paesaggio circostante, esaltato, quando intravide tra la folta vegetazione uno strano luccichio. Incuriosito, decise di andare a vedere che cosa fosse. Avvicinandosi, si accorse che si trattava di un'enorme struttura di vetro, contente uno strano liquido violaceo luminescente, che risplendeva alla luce del tardo pomeriggio. Rimase incantato ad osservare quello strano marchingegno.
"Che cos'è?" pensò Rufy estasiato. 
In quel momento il pirata sentì la terra tremare sotto di lui con un ritmo cadenzato di passi. Dalla foresta, infatti, arrivò un uomo che, anche se era proporzionato agli alberi, a Rufy appariva gigantesco. Era molto alto e robusto, aveva i capelli solo ai lati della testa, sopra invece era pelato ad eccezione di ciuffo grigio che partiva dal centro del capo e si intonava con il monociglio.
-Tu devi essere Cappello di Ppaglia!- disse lo strano tipo enfattizando tanto la "p" da sputare addosso al povero ragazzo di gomma.
-Hey, stai attento Ciuffo Gigante, mi hai sputato addosso!-
-Pahahaha pahahah!- rise l'uomo -Non dovresti ppreocuparti di simili sciocchezze dato che stai pper morire-
-Cooosaaa? Io sono in ottima salute, non sto certo per tirare le cuoia!-
-Sciocco moccioso, sarò io stesso con le mie mani a farti fuori!-
-Come come? E tu chi saresti per volermi sconfiggere?-
-Io sono Ppaciano e questa è la mia isola. Tutti gli insetti che hai incontrato finora sono al mio servizio. Sono uno scienziato e ho inventato un arnese che fa rimpicciolire chiunque attracchi qui. Vedi quel liquido viola contenuto in quella macchina?- disse indicando il congegno che Rufy aveva notato poco prima – È una sostanza ppresente solo su quest’isola ed è quella che fa diventare ppiccoli gli esseri umani. La macchina ppermette di diffondere la sostanza pper mezzo di speciali tubi sotterranei...- 
-Ecco spiegato il motivo per cui io e la mia ciurma siamo diventati minuscoli!- lo interruppe Rufy.
-Ed adesso, grazie al mio marchingegno, anche tu verrai sconfitto, come i tuoi compagni!-
-Ma che dici? I miei compagni non possono essere stati battuti!- ringhiò Rufy scaldandosi.
-Abbiamo la coda di ppaglia, eh?-
-Ti sbagli, io ho solo il cappello di paglia, inoltre mi fido dei miei amici!-
-Smettila di blaterare e di farmi pperdere tempo, ho altre cose di cui occuparmi. Combattiamo, così io ppotrò finalmente sottomettere quegli stupidi abitanti e trovare il tesoro! – esultò Paciano.
-Quale tesoro?- domandò Rufy, confuso.
-Ehm...Coff Coff...Niente, ppreparati a combattere, ppiuttosto-
-Non aspettavo altro!-



-Secondo te come mai ci stanno mettendo così tanto?- esordì Chopper,  con aria pensierosa.
Sia la renna che lo scheletro  si trovavano seduti  per terra, con lo sguardo rivolto verso il cielo ormai stellato, in attesa. Erano in quella posizione da quando avevano “sconfitto” il tucano gigante e da allora non si erano più mossi.
-Non saprei proprio, in effetti è da un bel po’ che Franky e Usop si sono allontanati...- commentò Brook, sospirando.
-E se gli fosse successo qualcosa?? Magari sono pericolo! Forse dovremmo andare a cercarl…-  iniziò il dottore, agitato, ma venne interrotto da uno  strano fruscio di piante e proprio dalla voce di Franky.
-Usop, ti vuoi muovere?- esclamò seccato il carpentiere, riemergendo dalla fitta vegetazione.
-Si si arrivo!- esclamò trafelato il cecchino, subito dietro al cyborg.
La renna e lo scheletro si voltarono di scatto e videro che i due compagni erano proprio alle loro spalle. Franky teneva in mano una indefinibile quanto assurda macchina, mentre Usop trasportava  una moltitudine di strani oggetti la cui forma ricordava dei piccoli razzi.
-Usop! Franky! Siete tornati finalmente!- esclamò Chopper, al settimo cielo.
-Si, ci abbiamo messo un po’, ma ce l’abbiamo fatta- rispose il carpentiere, facendo cadere la strana macchina praticamente addosso a Brook.
-Yohoho! Attento!- esclamò quest’ultimo, scansandosi appena in tempo, poi disse –Ma che cos’è  quest’ affare?-
-Già, di che si tratta?- rincarò Chopper, molto curioso e osservando con occhi sgranati il marchingegno.
Il cyborg fece per rispondere, ma venne subito interrotto da Usop.
-Ma che domande! Questa è la mia fantastica lancia-razzi, inventata proprio dal sottoscritto!- affermò spavaldo, e picchiettandosi il petto con la mano –Forte, eh?-
-La TUA lancia-razzi!? Ma se ho fatto io tutto il lavoro, praticamente!-  esclamò Franky, infervorandosi.
-Va bene, va bene...La nostra lancia-razzi- gli concesse il cecchino, poi aggiunse a bassissima voce verso Chopper –La mia lancia-razzi…-
-Come avete fatto a costruirla?- domandò Brook.
-Non ce lo chiedere, è stato un lavoraccio, soprattutto abbiamo perso un sacco di tempo a racimolare i materiali, per questo ci abbiamo messo così tanto- spiegò Franky, poi aggiunse –E invece voi? Cos’è successo mentre non c’eravamo? E tu Chopper hai scoperto infine cos’era quella sostanza?-
-Si, si trattava di un materiale che aveva la facoltà di far rimpicciolire le persone. Vi spiego, appena siete andati via siamo stati attaccati da due vespe parlanti...-
-VE...VESPE PARLANTIII??- urlò Usop, terrorizzato.
-Proprio così, ma siamo riusciti a sconfiggerle, dopodiché ho scoperto che cos’era quella sostanza e mi sono messo a modificarla per far si che avesse affetto anche sugli animali e poco dopo siamo stati attaccati da un tucano gigante...-
-UN TUCANO GIGANTEEE??- urlò nuovamente Usop, spalancando la bocca fino a terra.
-Già, ma grazie al liquido modificato da Chopper siamo riusciti a renderlo innocuo: glielo abbiamo lanciato addosso ed è ritornato alle sue normali dimensioni- finì di raccontare Brook.
-Bravi ragazzi, siete stati grandi, ma ora è meglio sbrigarci, dobbiamo ricongiungerci agli altri- esclamò il cyborg e detto questo si mise ad armeggiare con la macchina e infilò nella cavità un razzo.
-Però c’è un problema...-  constatò lo scheletro - Dato che siamo diventati minuscoli, lo è ovviamente anche la macchina che avete costruito e di conseguenza i razzi... per cui come faranno gli altri a vedere i fuochi da lontano? Saranno grandi quasi come una fiammella e sarà impossibile notarli!-
-Tranquillo fratello, ho pensato anche questo! Quando li spareremo si ingrandiranno in aria e avranno le dimensioni dei fuochi d’artificio normali- 
-Bene, ottimo allora- sorrise Brook.
Il carpentiere azionò la macchina e infine accese la miccia. 
-Bene,teoricamente... Non dovrebbe esplodere...-commentò il carpentiere facendosi calare gli occhiali neri sul naso a facendo un ghigno soddisfatto.
-Cosa!?-esclamò Chopper.
L’apparecchio iniziò a scuotersi e fare dei rumori molto sospetti e per niente rassicuranti, poi si fermò e per un attimo non successe nulla.
Tutti rimasero col fiato sospeso, poi all’improvviso partì a gran velocità verso il cielo un razzo, che emise un fischio assordante e scoppiò. Era come un fuoco d’artificio, azzurro. 
Franky si mise nella sua solita posizione ed urlò -SUUUUUPEEEER!!!-
-Forte!-commentò Brook.
-Grandioso! Stupendo!-ripeteva in continuazione Chopper con stupore e con gli occhi che brillavano.
-Certo... che ti aspettavi? Le cose create dal Capitano Usop sono sempre meravigliose- disse il cecchino con un sorriso compiaciuto.
-Forza, Usop, passami tutti gli altri razzi e spariamoli in aria!-lo riscosse Franky.
-Si, subito!- si affrettò l’altro.
Si fecero avanti anche Brook e Chopper per aiutare il cecchino.
“Speriamo che così  Rufy e gli altri ritrovino la strada, coraggio ragazzi!”pensò Franky mentre un altro fuoco rosso esplodeva nel cielo stellato.



Ormai era scesa la notte e il cielo si era dipinto di un blu cobalto. Proprio nel centro brillava un’enorme falce di luna, circondata da tante piccole stelle.
Nami dormiva profondamente, ancora stretta tra le braccia di Zoro, con il capo adagiato sulla spalla di lui. Non si sentiva alcun rumore, se non il respiro un po’ affannoso di lei.
Lo spadaccino invece era sveglio e vigile e nel frattempo  rifletteva un po’ sulla situazione: Nami era ferita gravemente e sapeva che, nonostante avesse dato segno di una ripresa, non avrebbe resistito ancora a lungo. Aveva bisogno di cure immediate, perciò l’unica cosa da fare era cercare di ricongiungersi a Chopper: solo la renna sarebbe stata in grado di medicarla come si deve. L’unico inconveniente era che non avevano la più pallida idea di dove si trovasse e lo stesso discorso valeva per il resto dei loro compagni, potevano essere ovunque. Inoltre non si era di certo dimenticato di Paciano, dovevano ancora dare una lezione a quel farabutto, ma al momento la priorità era quella di portare Nami al sicuro, al resto avrebbero pensato dopo.
All’improvviso udì un forte fischio, che lo distrasse dai suoi pensieri, e una assordante esplosione e vide, un po’ nascosto dalle chiome degli alberi, come un enorme fuoco d’artificio scoppiare nel cielo. Zoro si mise subito in allerta, cercando di capire cosa stesse succedendo e se significasse altri guai.
Si udì un altro botto e a quel fracasso si svegliò anche Nami.
-Che..che succede?- mormorò fatica e aprendo appena gli occhi; si sentiva molto peggio di prima.
-Non lo so-
La navigatrice alzò la testa per vedere meglio e si mise a scrutare attentamente verso l’alto, quando vide scoppiare altri fuochi dagli svariati colori.
-Ma sono... fuochi d’artificio!?- esclamò, perplessa.
-Così sembrerebbe...- commentò Zoro.
Nami ci ragionò un attimo su, poi disse –Penso che sia opera di Usop e Franky... Chi altri sparerebbe fuochi d’artificio fabbricati dal nulla nel bel mezzo della foresta?-
-Sì credo anch’io- rispose lo spadaccino, sollevandola appena e facendola sedere piano a terra, dopodiché si alzò e si allontanò di un poco per controllare meglio.
-Evidentemente sarà un modo per indicarci...- Nami non riuscì nemmeno a finire una frase, poiché sentì una stilettata di dolore allucinante provenire dalla ferita -...la loro posizione...- riprese poi, col respiro più affannato.
-Già, sarebbe l’unica spiegazione possibile...- concordò Zoro.
La navigatrice fece per aggiungere ancora qualcosa, ma il dolore le impedì nuovamente di parlare. Si sentì incredibilmente debole, era così da quando si era svegliata, ma ora la situazione era anche peggiorata. Si portò istintivamente una mano sulla ferita poi si guardò il palmo, completamente ricoperto di sangue.
Un’altra fitta la fece piegare in due, poi cadde di lato.
Zoro nel frattempo continuava a osservare il cielo, non essendosi ancora accorto di nulla.
-... si decisamente sono loro, dobbiamo andare verso quella direzione così li raggiungeremo. Fortunatamente non sono neanche tanto lontani, no?-
Non gli arrivò nessuna risposta.
-Hey Nami, mi hai sentito?- disse voltandosi verso di lei e vide che la navigatrice era accasciata a terra e che tremava convulsamente.
Sgranò gli occhi e si precipitò da lei.
-No, Nami, no maledizione, non adesso!- mormorò. Fece scivolare un braccio sotto il capo di lei, sollevandola leggermente da terra, poi guardò la ferita, che sanguinava copiosamente. Aveva completamente inzuppato la fasciatura.
-Dobbiamo seguire quei fuochi...è la nostra unica occasione per riunirci agli altri...Non so quanto riuscirò...a resistere- mormorò la navigatrice con fatica.
-Si hai ragione, dobbiamo muoverci. Non preoccuparti, ti porto io, ma tu devi resistere, d’accordo?-
Nami annuì e si aggrappò a lui, dopodiché Zoro, cercando di fare il più piano possibile, se la issò in spalle. Fece per imboccare una direzione, ma si bloccò e si guardò intorno, spaesato: non aveva, guarda caso, la minima idea da che parte dovesse andare.
-Ti guiderò io...- gli sussurrò Nami, spostando lo sguardo verso il cielo e attendendo un altro razzo.
-Di là!- esclamò poi non appena ne vide uno e indicandogli la giusta direzione.
Zoro non se lo fece ripetere due volte e si mise a correre nella direzione mostratagli dalla navigatrice.
-Hai...hai visto che alla fine mi ci hai portato in braccio?- mormorò Nami, abbozzando un piccolo ghigno.
-Si, a quanto pare...- le rispose guardandola con la coda dell’occhio e facendo un sorriso amaro.
Proseguirono per un bel po’; fortunatamente la luce della luna illuminava l’ambiente circostante, permettendo ai due pirati di vedere la strada da percorrere, e senza incontrare nessun tipo di ostacolo, fino a quando non intravidero un enorme formica nera.
Quest’ultima, accortasi della loro presenza, si avventò subito contro i due pirati.
Zoro schivò prontamente l’attacco, dopodiché sguainò una spada con una mano, mentre con l’altra reggeva la navigatrice.
La formica tornò nuovamente all’attacco e alla fine lo spadaccino, con un paio di colpi ben assestati, riuscì ad eliminarla.
Ripresero il cammino e lungo la strada si imbatterono in molti altri nemici. Zoro riuscì ogni volta ad eliminarli tutti, sentendosi man mano sempre più debole e affaticato, sia per il precedente scontro con Beolder, sia perché il dover trasportare Nami lo penalizzava molto dal punto di vista dell’agilità e quindi, a causa di ciò, era già stato ferito numerose volte. Ma nonostante questo alla fine di ogni scontro non si fermava nemmeno un istante per riposare, non voleva assolutamente perdere tempo, ne valeva la vita di Nami.
E tutto questo non era sfuggito alla navigatrice, che nel frattempo lottava per rimanere lucida. Aveva visto lo spadaccino indebolirsi sempre di più e tutto solo per causa sua. Non potevano continuare così, Zoro non poteva sia trasportarla sia difenderli dagli insetti, non avrebbe retto ancora per molto. E poi sapeva che ormai per lei era finita; stava perdendo troppo sangue e la ferita si era anche infettata. Perciò rimaneva solo una cosa da fare...
-Lasciami qui...- mormorò infine, stremata. 
-Cosa!?- esclamò lo spadaccino fermandosi di colpo. Quella che stava parlando non era la Nami che conosceva.
-Hai capito benissimo...Voglio che tu mi lasci qui- ripeté la navigatrice, con voce rotta, ma decisa.
-Il dolore ti sta dando alla testa, Nami. Non sai quello che dici- replicò Zoro, guardandola con la coda dell’occhio.
-Si che lo so invece ed è l’unica soluzione...-
-Non so cosa ti sia preso, so solo che mi stai facendo arrabbiare- disse lo spadaccino, iniziando ad innervosirsi.
Ma la navigatrice proseguì imperterrita –Sai anche che tu che per me ormai è finita, non cercare di mentire a te stesso!-
-Adesso piantala...- ringhiò Zoro.
-Sono solo un peso! Non lo capisci??-
-Sei tu che non capisci!- esplose lo spadaccino, facendo sussultare appena Nami.
-Ma ti rendi conto di quello dici? Mi stai chiedendo di lasciarti qui a morire! Come pensi che possa vivere sapendo che ti ho abbandonata?? E secondo te che cosa dovrei dire agli altri!? Se non vuoi farlo per me, allora fallo per Rufy e tutti gli altri, fallo per il tuo sogno...-
-Zoro...-
-Rassegnati Nami...-  la interrupe lo spadaccino –Non ho alcuna intenzione di lasciarti- e detto questo riprese a correre, considerando la questione chiusa.
Nami sospirò, poi abbozzò un sorriso, decidendo di non insistere più.
Proseguirono ancora per un po’, senza incontrare altri nemici. Ormai mancava davvero pochissimo al punto in cui si trovavano loro compagni, erano vicini, ma Nami, per quanto si fosse sforzata, non ce la faceva davvero più. La vista iniziò pian piano ad annebbiarsi e la navigatrice fu costretta ad appoggiare la testa sulla spalla di Zoro, non riuscendo più a tenerla ritta. Sentì un’altra fitta che le mozzò il respiro.
Ripensò un istante a tutti i suoi compagni, a Rufy, a Robin, Sanji, Usop, Chopper, Franky, Brook... probabilmente non gli avrebbe più rivisti.
Si strinse più forte che poté a Zoro, volendolo sentire ancora più vicino, mentre le forze la abbandonavano.
-Quanto avrei voluto vederli...un’ultima volta...- sussurrò sfinita, per poi perdere i sensi.
-No, Nami! Nami!- la chiamò Zoro, ma inutilmente. Si rese poi conto di essere spacciato, senza le indicazioni della navigatrice non sarebbe mai riuscito ad arrivare dagli altri. C’era quasi, stava solo da scegliere se andare a destra o a sinistra. Si guardò attorno spaesato, ma questa volta non doveva sbagliare. Scelse infine una direzione che, per la prima volta, fu quella giusta.
Arrivò in uno spiazzo, dove si trovavano Brook, Franky, Usop e Chopper. Il primo a vederli fu proprio la renna, che gli corse incontro.
-Zoro! Per fortuna siete riusciti ad arrivare! Ma...Che cosa è successo a Nami?? È ferita!- esclamò il dottore, agitatissimo.
-Ti spiegherò tutto dopo, ma adesso devi aiutarla Chopper! È allo stremo-
-Si, si subito!- esclamò la renna, senza perdere tempo e mettendosi subito a medicarla, con i suoi attrezzi da dottore portatili.
Ora che Nami era sotto le cure di Chopper, lo spadaccino si sentì molto più tranquillo. Ormai non gli restava altro che aspettare.



Robin si svegliò di soprassalto in preda a inquietanti sogni che si sforzò di non ricordare, un forte botto l’aveva riportata alla realtà. Aveva dormito un paio d'ore, era ancora notte fonda. 
Da quando Sanji aveva perso conoscenza a causa dell’imprevisto con la talpa, non si era più svegliato e sembrava più lontano che mai, disteso a terra immobile. Robin aveva cercato di aiutarlo come poteva, ma il cuoco era davvero messo molto male e la ragazza non aveva avuto altra scelta che aspettare che si riprendesse, approfittandone per riposarsi un po’.
Un altro scoppio risuonò nella notte e Robin vide in cielo un enorme cascata di luce rossa: un fuoco d’artificio. Guardò per un attimo quello spettacolo pensierosa.
“Mh, deve trattarsi dei miei compagni, non penso che gli insetti siano degli esperti pirotecnici”
Robin decise di rimettersi in marcia verso quelli che credeva essere i suoi compagni, visto che ora sapeva in che direzione andare. Non c'era tempo da perdere con Sanji in quello stato ogni secondo era di vitale importanza. Riprese il cammino trasportando il cuoco grazie ai suoi poteri. La luce della luna le permetteva di vedere abbastanza bene per potersi orientare. Camminò alcune ore, poi all'improvviso sentì un rumore fortissimo simile a un ronzio. Capì immediatamente che si trattava di un altro di quegli insetti giganti e si vide perduta. Anche Sanji con quel frastuono si svegliò, ma sembrava stare davvero male e faticava a restare lucido. Alcuni istanti dopo atterrarono davanti ai loro occhi tre enormi zanzare. Robin indietreggiò e si mise al fianco di Sanji, il quale cercava di capire che cosa stesse accadendo.
-Che belle ssscorte di sssangue che vedo!- disse la prima, che pareva essere una femmina.
-Finalmente avremo cibo a volontà!- esclamò il secondo, uno zanzarone rotondetto.
-Calma, calma, ragazzi! Vediamo quello che si può fare- li zittì il terzo con autorità -Mi presento: io sono Zack e loro sono i miei cugini Zarina e Bonzo. Mettiamo subito in chiaro due cose: primo noi siamo zanzare, vogliamo il vostro sangue per nutrirci, secondo noi non apparteniamo a quella marmaglia di insetti che avete incontrato finora. Noi non lavoriamo per Lui...-
Robin lo interruppe sospettosa: -Parli di quel Paciano?-
-Esatto, sto parlando di colui che ha dato agli insetti i bracciali per parlare, il capo dell'isola. Tutti gli insetti hanno tratto vantaggio dal fatto di essere diventati più grandi, ma per noi era meglio essere piccoli in confronto agli umani, ci era più facile nutrirci. Infatti ci siamo ribellati, siamo scappati e ora non abbiamo più niente a che fare con lui. Ciò non risolve il nostro problema con il cibo, c'è solo un piccolo villaggio di uomini sull'isola e ci offrono tutto il sangue possibile in cambio del nostro aiuto nei combattimenti, ma più di tanto non possono fare, quindi appena sbarca qualche umano dobbiamo approfittarne se non vogliamo morire di fame- concluse.
-Dovremmo lasciarci mangiare da voi?- rispose Robin fredda.
-Non esattamente...- provò a spiegare Zack, ma Sanji lo interruppe.
-Prendete me! Ormai non ho più speranze, morirei in ogni caso, ma vi prego lasciate andare la ragazza!-
Robin lo guardò supplichevole nella speranza che rinunciasse da solo al suo folle piano, ma Sanji fuggì il suo sguardo e continuò a blaterare con la voce spezzata cercando di convincere le zanzare. Robin allora capì che doveva intervenire. Fece fiorire una mano che tappò la bocca a Sanji impedendogli di parlare.
-Non ascoltatelo: ha già perso molto sangue e non sta bene, sta delirando, non sa quello che dice. Ho un patto da proporvi, piuttosto-
Sanji si dimenava per liberarsi dalla stretta della ragazza, ma non vi riuscì così morse la mano che lo imbavagliava. Robin fremette e si guardò il palmo sanguinante, ma riuscì a non mollare la presa sul cuoco, il quale stava troppo male e perse di nuovo conoscenza.
-Ti ascolto, se il tuo patto sarà equo sarò felice di accontentarti- rispose Zack.
-Potrete avere tutto il sangue che riuscirete a prendermi senza farmi svenire...- continuò Robin.
-In questo caso la quantità dipende solo da te...-
-Non dubitare. Se ci porterete dai nostri compagni potrete avere buone quantità di sangue senza uccidere nessuno. Vi prego non considerate il mio amico, è già stato ferito dagli altri insetti e ha perso molto sangue, il vostro intervento lo ucciderebbe. Anzi, vi chiedo di fare il prima possibile, proprio perché ha immediato bisogno di cure-
-Mi sembra un buon piano voi che ne dite?- chiese Zack ai suoi cugini.
-Sssi, otterremo tutto il sssangue di cui abbiamo bisssogno!-
-Già, pancia mia fatti capanna!-
-Bene allora è deciso: faremo come hai detto tu. Dacci un po' di sangue e noi ti porteremo in volo fin dove desideri. A proposito, sai dove si trovano i tuoi amici, vero?-
-Certo-
-Allora procediamo-
Robin si avvicinò alla prima zanzara, Bonzo. La ragazza gli porse il braccio e l'insetto la punse. Era molto simile ad un prelievo del sangue se non fosse per il fatto che il pungiglione era molto più grande di un ago e la quantità del prelievo anche. Robin si sentì subito mancare ed impallidì, ma si sforzò di resistere il più possibile. Presero un po' di sangue anche Zack e Zarina, poi lasciarono che si riprendesse un attimo. Robin riuscì a restare in piedi seppur barcollando.
-Tutto bene?- chiese Zack.
-Si, ora possiamo andare-
Come promesso Zack prese Sanji e Zarina sollevò Robin, poi le zanzare si alzarono in volo tra gli alberi immensi della foresta notturna. Il cuoco abbandonato in groppa alla zanzara rischiava di cadere in continuazione e Robin dovette usare i suoi poteri per evitare che precipitasse. Era preoccupata per i suoi compagni e si chiedeva chi avesse sparato i fuochi. Sperava che le zanzare non richiedessero troppo sangue dai suoi amici e, soprattutto, era molto in pensiero per Sanji: non riusciva a immaginare cosa avrebbe fatto se gli fosse accaduto qualcosa. Seguendo le indicazioni di Robin le zanzare giunsero finalmente in vista di una specie di accampamento: in mezzo alla foresta scura come a pece appariva come un'isola per un naufrago, una luce in mezzo alle tenebre. Proprio mentre sorvolavano l’insediamento pirata con Sanji e Robin in groppa le zanzare cominciarono a rimpicciolirsi, come anche tutto il resto. I pirati ritornarono proporzionati all'isola e gli insetti non furono più in grado di sorreggere i due ragazzi. Precipitarono da diversi metri di altezza mentre i loro compagni guardavano esterrefatti. Robin si rese conto che Sanji stava per schiantarsi al suolo e utilizzò "Cient fleur spider net" per frenare la sua caduta, ma non fece in tempo a preoccuparsi anche di sé stessa, per fortuna Franky la prese al volo. Robin corse immediatamente verso Chopper per avvertirlo delle gravi condizioni di Sanji, ma cadde a terra sfinita. Era indebolita dalla perdita di sangue e dall'uso eccessivo dei suoi poteri. Chopper si avvicinò preoccupato, ma quando si accorse che era soltanto svenuta per la stanchezza decise di andare da Sanji. Con l'aiuto di Usop lo portarono su un giaciglio, mentre Franky e Brook cercavano di fare rinvenire la ragazza. Quando Robin riprese conoscenza corse a vedere come stava Sanji e Chopper le disse che era molto grave, ma che forse se la sarebbe cavata. Vide Nami giacere lì vicino: sembrava essere in pessimo stato come confermò anche Chopper. La renna si stava concentrando per curare tutte le ferite del cuoco il prima possibile e Robin cercò in tutti i modi di aiutarlo passandogli gli oggetti necessari. Dopo che il medico ebbe terminato l'operazione sentenziò che ora non potevano fare altro che aspettare. Robin, allora, si sedette vicino sia a Sanji che a Nami, e attese.










Note delle Autrici


Buon Salve! 
Scusate il ritardo, ma siamo a Maggio e come ben saprete è un mese molto impegnativo per tutti: IL MESE KILLER %(
Per fortuna tra poco finirà la scuola e potremo tornare a pubblicare più frequentemente ;)
Al prossimo capitolo!


Robin                                                      Nami




 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Una luce illuminò il cielo, distraendo per un attimo Rufy dal suo avversario. Dei fuochi d’artificio stavano scoppiando tra le stelle proprio in quel momento.
-Ma che succede?- mormorò il ragazzo di gomma incantato.
Anche Paciano guardava verso l’alto, senza capire di che cosa si trattasse.
“E se fossero i miei compagni?” pensò poi Rufy, con un’illuminazione improvvisa “Magari è un modo per farmi ritornare da loro...”
-Hey tu! Vuoi combattere si o no!?- esclamò Paciano, spazientito.
Rufy, improvvisamente serio, fissò il suo avversario negli occhi qualche istante prima di scagliarsi contro di lui.
-Pistola gom gom...in azione!-
Il pugno, solitamente micidiale, colpì la caviglia di Paciano quasi senza che lui se ne accorgesse. Rufy non si diede per vinto e attaccò di nuovo con "Mitragliatrice gom gom" e subito dopo con "Lancia gom gom". 
-Pahahaha pahahahaha! Ragazzino, non vedi che i tuoi attacchi non mi fanno niente? È inutile affaticarsi, non hai speranze! Tu pper me non sei che un moscerino!-
"Dannazione, ha ragione!" pensò Cappello di Paglia "Se continuo così non ce la farò mai. Devo trovare un modo per poter combattere alla pari"
Si guardò intorno pensieroso mentre Paciano continuava a gongolare per il suo successo. Il capitano si ricordò della macchina che faceva sì che chiunque arrivasse nell'isola diventasse piccolissimo: se fosse riuscito a distruggerla tutto sarebbe tornato alla sua dimensione originale.
-Adesso ti faccio vedere io! Gear Third! Gom gom gigant axe!-
-Nooo! Che stai facendo? Non ppuoi distruggere il mio prezioso marchingegno!-
Il piede di Rufy, diventato gigante, colpì con forza inaudita l’apparecchio, il quale si accartocciò su se stesso. Nel medesimo istante il pirata cominciò a diventare sempre più grande finché tutta l'isola non tornò ad avere le giuste proporzioni. Poi Rufy divenne piccolino come ogni volta dopo il Gear Third.
-Non avresti mai dovuto farlo, me la pagherai cara! Ma non credere di avermi sconfitto, tu non hai ancora visto niente del mio ppotere! Ero ppreparato a una simile evenienza: se pper qualche motivo il dispositivo apposito non è utilizzabile pposso usare la ppastiglia che ho inventato. Certo, ha degli effetti collaterali e devo assumerla il meno ppossibile, ma in questi casi di emergenza è pproprio quello che ci vuole: mi ppermette di mantenere le mie dimensioni anche quando sono trasformato. Guarda!-
Paciano inghiottì una pasticca giallo evidenziatore e poco dopo si trasformò in un topo gigante, sicuramente possedeva un frutto del mare zoo zoo.
- Non mi spaventi, Topastro! - esclamò il ragazzo di gomma, che era tornato grande - Gom gom gatlin!-
Paciano, preso alla sprovvista, venne colpito, ma si riprese in fretta e attaccò a sua volta.
-Morso del roditore!-
Con un'agilità sorprendente balzò contro Rufy e lo azzannò alla spalla con i suoi grandi denti affilati. Il capitano urlò mentre il sangue cominciava a gocciolare a terra dalla sua ferita. 
-Pahahahahahah!- rise Paciano -Non dovresti mai sottovalutare il tuo avversario!-
Rufy rimase un attimo immobile, col cappello d paglia calato sugli occhi, poi mormorò –Non posso arrendermi. Non lo farò mai. Ho promesso agli abitanti del villaggio che li avrei aiutati e ti avrei tolto di mezzo una volta per tutte!!-
Alzò lo sguardo, i suoi occhi fiammeggiavano per la rabbia.
-Non ci sperare!- esclamò Paciano, attaccandolo ancora molte altre volte, quando Rufy riusciva malapena a difendersi.
-Adesso basta! Sono stufo di combattere contro di te! Voglio tornare dai miei compagni! Gear second!-
Il ragazzo di gomma divenne incandescente e dal suo corpo uscì del vapore.
-Hey, cos'è quel fumo? Non ti sarai scaldato troppo? Pahahahahah!-
-Adesso ti faccio vedere io! Gom gom jet gatlin!-
Paciano riuscì a schivare tutti i colpi velocissimi di Rufy con movimenti fulminei tipici dei piccoli animali.
-Niente male, sei ppiuttosto veloce- disse il topo -ma non ppuoi niente contro la mia agilità!
-Ti sbagli, ti batterò con le tue stesse armi. Non sei l'unico a saper sfruttare le dimensioni a tuo vantaggio. Gear third! Gom gom gigant bazooka!-
Paciano venne scaraventato lontano, contro un albero e venne schiacciato dalle mani giganti di Rufy.
Il futuro Re dei Pirati poté finalmente riprendere fiato, poi si sistemò il cappello di paglia sulla testa e si allontanò con passo traballante, ma deciso. 
 
 
-RUFY!- urlò Usop entusiasta, quando vide riemergere il capitano dalla vegetazione.
-Heilà! Ciao a tutti!- esclamò il ragazzo di gomma, sorridendo.
-Che cosa è successo? Come mai ci hai messo così tanto?- domandò Franky.
-Sono stato trattenuto, mi sono imbattuto in Paciano. Abbiamo combattuto e l’ho sconfitto- spiegò velocemente Rufy.
-Grande! Allora qualcuno è riuscito a trovarlo e a farlo fuori!- esultò Chopper.
Robin e Zoro sorrisero, soddisfatti che il capitano avesse risolto la situazione, nonostante le loro disavventure.
Brook si mise a suonare un allegra melodia per festeggiare la vittoria.
-Hey, ma dove sono Sanji e Nami?- chiese Rufy, guardandosi attorno perplesso, e subito l’atmosfera festosa svanì, lasciando posto alla preoccupazione.
Chopper spiegò brevemente al capitano ciò che era successo.
-Forse ora che ci siamo tutti sarebbe il caso di tornare alla nave: Sanji e Nami hanno bisogno ancora di cure e le medicine principali sono sulla Sunny- propose Robin.
-Hai ragione, meglio andarsene da questa foresta che fa venire la pelle d’oca, anche a chi, come me, non ha la pelle! Yohoho!-
Fu così che la ciurma si mise in cammino alla ricerca della Sunny, con l’ausilio del fiuto di Chopper. Franky si caricò in spalla Sanji, mentre invece Zoro trasportò Nami.
Quando infine riuscirono a ritrovare la nave, il sole stava spuntando all’orizzonte, illuminando l’acqua cristallina del mare, rendendola di una sfumatura che cangiava sul rosa.
Tutti salirono a bordo dell’imbarcazione sfiniti, ma nessuno poté riposarsi davvero bene.
Chopper si occupò immediatamente di Sanji e Nami, ora che aveva a disposizione tutte le sue attrezzature mediche. Robin rimase al fianco della renna per cercare di essere di aiuto in qualche modo, in quanto non sarebbe comunque riuscita a dormire inquieta com’era per il cuoco. Zoro, invece, non seppe che altro fare se non andare nell’osservatorio ad allenarsi, forse la fatica dell’addestramento sarebbe riuscita a distrarlo dalla sua preoccupazione. Gli altri, distrutti, andarono a riposare, ma i loro sonni non furono dei più tranquilli.









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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Il tempo sembrava scorrere lentamente, ormai Robin aspettava nell’infermeria da ore, ma le parevano secoli. Continuava a spostare lo sguardo preoccupato da Nami a Sanji. Infine l'attesa si fece insopportabile e la ragazza decise di andare a fare un giro fuori: dopotutto era inutile stare lì a torturarsi.
La poppa della nave era silenziosa e si udiva solo sciabordio del mare. L'archeologa vide Zoro appoggiato alla balaustra che fissava, con sguardo perso, il mare al tramonto. Robin gli si avvicinò e rimase lì in silenzio, al suo fianco.
 Dopo un po' Zoro chiese -Cosa ha detto Chopper?-
-Che sono molto gravi, ma forse se la caveranno- asserì l’archeologa.
Lo spadaccino non rispose. Ci furono alcuni interminabili minuti di silenzio. 
-Che vi è successo nella foresta?  Come mai ad un certo punto non eravate più insieme a noi?- domandò poi, destandosi dai suoi pensieri.
-Siamo caduti nella tana di un grillo talpa e, appena arrivati, siamo stati immediatamente attaccati dagli insetti, ma siamo riusciti a sconfiggerli. In seguito abbiamo vagato per un po' nelle gallerie finché non siamo riusciti a trovare l’uscita. Io sono tornata in superficie e ho dovuto battermi contro un ragno mentre Sanji è stato attaccato da un grillo talpa parlante ed è stato ferito gravemente– fece una pausa –Quando ha visto il nemico mi ha detto di andare via e io l’ho fatto. Forse se fossi rimasta con lui le cose sarebbero andate diversamente...- disse Robin con una punta d’amarezza.
 -Non ti avrebbe permesso di aiutarlo, sai com'è fatto quel cuoco da strapazzo: proteggerebbe una ragazza a costo della vita- rispose Zoro, poi aggiunse, irrigidendosi -Almeno lui non ti ha fatto correre rischi...-
Robin lo guardò di sottecchi, pensierosa.
-Che cosa è successo quando ci siamo separati?-
Lo spadaccino sospirò.
-Beolder è tornato ad attaccarci e mentre io lo affrontavo, Nami...- Zoro serrò le mani intorno alla balaustra -...ha combattuto contro una Mantide e, anche se ha vinto, è stata ferita- la balaustra si sbriciolò sotto la sua stretta.
-Ah- rispose Robin, assorta.
Rifletté su ciò che le aveva detto Zoro e sul suo strano comportamento, mettendo insieme tutti i pezzi come in un puzzle capì che probabilmente era successo qualcosa tra Nami e lo spadaccino. Restarono ancora qualche minuto in silenzio, poi Robin sparò a bruciapelo una domanda.
-Perché non vai da lei?-
-Non credo che sia il caso...-
-Se se ne andasse ora, non te lo perdoneresti mai. Se aspetti ancora potrebbe essere troppo tardi- lo interruppe la ragazza.
Zoro strinse i pugni e restò immobile per un po'. 
-Mpf, mi hai convinto- si arrese poi, incamminandosi verso l'infermeria, ma proprio quando lo spadaccino stava per aprire la porta Chopper gliela spalancò in faccia urlando -Nami si è ripresa!!!-
Mentre Zoro si massaggiava la faccia Rufy si fiondò in infermeria, seguito da tutti gli altri, urlando -Ihiii! Nami si è svegliata!-
Zoro rimase imbambolato sulla porta: ci sarebbe andato dopo a trovare Nami. Da solo.



Dopo che Rufy e gli altri ebbero finito di salutare Nami, la navigatrice, con il permesso di Chopper, lasciò l’infermeria, in quanto si sentiva molto meglio, e poté  ritornare nella sua stanza.
Quando non ci fu più nessuno, Zoro decise che quello era il momento giusto per andare un po’ da lei, così si diresse verso la porta della camera delle ragazze. Si guardò un po’ attorno, accertandosi che non ci fossero gli altri nei paraggi, poi, dopo aver indugiato qualche istante, si decise a bussare.
-Avanti...- disse Nami da dentro la stanza e così lo spadaccino entrò.
La navigatrice si trovava seduta nel suo letto, con la schiena appoggiata al muro, tenendo le gambe distese. Aveva il viso fresco e riposato e, non appena vide lo spadaccino, abbozzò un sorriso.
-Ciao...- disse Zoro, avvicinandosi.
-Ciao- rispose Nami, sorridendogli appena.
Lo spadaccino rimase per un istante in piedi,  un po’ imbarazzato, poi si sedette vicino alla navigatrice, che si era spostata un po’ per fargli posto, e si appoggiò anche lui contro il muro.
-Come ti senti?- le domandò.
-Molto meglio, grazie, e tutto per merito di Chopper!- gli rispose Nami, poggiando una mano sul fianco, ora fasciato -Certo, sono ancora un po’ debole, ma la ferita non mi fa più tanto male-
-Bene, mi fa piacere...- disse Zoro.
Rimasero per qualche tempo in silenzio, non sapendo bene come comportarsi. Il clima era carico di imbarazzo e sia la navigatrice che lo spadaccino lo percepivano.
Infine fu Nami a rompere il silenzio creatosi, dicendo -Comunque, alla fine come si sono risolte le cose? Prima Rufy, quando è venuto a salutarmi, ha provato a raccontarmi ciò che è successo, ma non ha spiegato tanto bene, era troppo esaltato. Più che altro ha fatto del soffoco e basta-
-In realtà nemmeno io so bene in particolare come sono andate le cose...- rispose Zoro -Semplicemente ha detto che mentre camminava per la foresta ha incontrato Paciano, che ha combattuto contro di lui e che alla fine è riuscito ad eliminarlo una volta per tutte- fece una pausa, poi aggiunse- Ah e ci ha anche parlato di come abbia fatto per farci ritornare alle nostre dimensioni normali, distruggendo uno strano arnese che aveva costruito quel tizio... Niente di più-
-Si capisco...E invece che cosa è successo quando ho perso i sensi?- domandò  la navigatrice.
-Niente di particolare... Dopo che hai perso conoscenza, ho raggiunto Usop, Franky, Brook e Chopper, che si è messo subito a medicarti. Successivamente ci ha raggiunto anche Robin insieme al cuoco: era conciato veramente male, ma questo credo che lo sappia anche tu-
-Si, si l’ho saputo, l’ho visto in infermeria...- sospirò Nami, poi disse, tanto per cambiare un po’ il discorso -Beh, ad ogni modo...-  esordì –Allora devo farti i miei complimenti- disse, con una punta di sarcasmo.
-Mh? Riguardo a che cosa?- domandò lui, lanciandole un’occhiata.
-Al fatto che tu, nonostante fossi senza le mie indicazioni, infine sia riuscito ad arrivare dagli altri-
-Tsk, hai visto?- rispose lo spadaccino con un ghigno.
La navigatrice fece a sua volta un sorrisetto – Già e devo ammettere che sono particolarmente stupita considerato il tuo pessimo, o dovrei dire, inesistente senso dell’orientamento-
-Mpf, vedo che ti sei ripresa alla grande, stai ritornando la solita strega...- commentò Zoro, incrociando braccia.
-Scusa, a chi hai dato della strega!?- esclamò Nami, fulminandolo con lo sguardo.
-A te-
Calò nuovamente il silenzio, nel quale  Nami, dopo un po’, non poté fare a meno di sorridere. Inutile,  erano davvero impossibili, in qualsiasi momento ogni pretesto era buono per iniziare a litigare e a battibeccare. 
Le scappò da ridere e si voltò verso lo spadaccino, il quale  fino a quel momento aveva continuato a guardare, con la sua solita espressione impassibile,  dritto di fronte a se, pensieroso.
A quel punto Nami gli si avvicinò silenziosamente e, senza dire una  sola parola, gli stampò un leggero bacio sulla guancia. Zoro sussultò, non aspettandosi quel contatto improvviso, e si voltò a guardarla.
–Comunque sì... – esordì la navigatrice – mi hai detto che mi avresti riportato dai nostri compagni a qualunque costo... Lo hai fatto. Perciò grazie- e gli rivolse un sorriso
-Si beh, di niente...- rispose secco lo spadaccino, imbarazzato, voltando la testa leggermente da un’altra parte e cercando così di nascondere il lieve rossore che era comparso sul suo viso.
La navigatrice fece un’espressione divertita, la cosa non le era sfuggita e non perse l’occasione per stuzzicarlo.
-Sei carino quando arrossisci...- commentò, con un sorrisetto.
Lui si voltò completamente da un altro lato, arrossendo ulteriormente.
-Arrossire!? Io!? Ma fammi il favore...- le rispose, irritato.
-Certo,certo...-disse Nami.
Zoro aspettò qualche istante e si girò nuovamente verso di lei, per poi la tirarla verso di se e baciarla, abbracciandola forte e Nami ricambiò immediatamente, non aspettando altro.
Si distesero sul letto abbracciati, senza interrompere nemmeno un attimo il bacio e scambiandosene poi altri.
-Ah, comunque lo sai che intanto continueremo a litigare, vero?- disse dopo un po’ Nami, allontanandosi.
-Beh, questo era scontato- rispose lo spadaccino.  
-E che non ho alcuna intenzione di annullarti i debiti nonostante tutto, vero?-continuò la navigatrice
Zoro rimase un attimo in silenzio e poi disse facendo una smorfia -Tsk,lo immaginavo sei e rimarrai sempre la solita strozzina...-
Lei gli lanciò un’occhiata non molto rassicurante e per un attimo Zoro temette di beccarsi uno dei suoi soliti pugni in testa, ma, per questa volta, la navigatrice non fece niente di tutto ciò.
-Ascolta...- disse poi Nami, seria –Io credo che sia meglio non dire niente agli altri, almeno per il momento...-
-Si...Sono d’accordo con te- rispose lo spadaccino, annuendo.
Rimasero insieme ancora per un po’, fino a quando la navigatrice non si addormentò; in fondo era ancora debole e non si era ripresa del tutto.
A quel punto Zoro decise di  andare a dormire e di lasciarla riposare. Ripensò a come alcune cose fossero da quando avevano sbarcato su quell’isola: sì, decisamente erano cambiate per il meglio.



Robin si sentì più sollevata sapendo che le condizioni di Nami erano migliorate, ma non era più uscita dall'infermeria dopo averla salutata. Era restata al fianco di Sanji tutta la notte, ad aspettare. Perché nonostante fosse un inguaribile pessimista, questa volta non riusciva neanche ad immaginare la peggiore delle ipotesi. La sua mente così fredda e razionale si rifiutava di figurarsi quella possibilità, la teneva a debita distanza, ai margini più remoti dei suoi pensieri.
Quella notte stava per finire, ormai tutti stavano riposando e la Sunny era immersa nel silenzio, eccezion fatta per il rumore così famigliare delle onde che si infrangevano sulla chiglia. Il Sole sorse, mentre Robin guardava il viso troppo pallido del cuoco illuminarsi man mano con la luce candida che entrava dalla porta.  Forse proprio a causa di quell'indiscreto raggio di sole, Sanji sbatté le palpebre, infastidito. Robin non riusciva a credere ai propri occhi, prese la mano di Sanji tra le sue e attese che si svegliasse del tutto.
-Robin...?-
La ragazza sorrideva.
-Si?-
Sanji si guardò intorno.
-Come siamo arrivati alla Sunny?-
-Ci ha guidato il fiuto di Chopper, dopo che le zanzare ci hanno riportato dai nostri compagni, ricordi?-
-Ah, già! Alla fine hai fatto quel patto...- disse tristemente.
-È andato tutto bene...-
-Hai dovuto pagare con il tuo sangue-
-Non ha importanza. L'unica cosa che conta è che ora siamo tutti qui-
Robin spostò il letto su cui prima riposava Nami di fianco a quello si Sanji e ci si stese, girata verso di lui, mentre il pirata, al quale costava ancora troppa fatica muoversi, rimase a fissare il soffitto di legno dell'infermeria.
-Mi dispiace- sussurrò Sanji.
-Per cosa?- chiese, sapendo che avrebbe ricevuto una risposta insulsa.
-Per averti causato così tanti problemi-
Ci fu un minuto di silenzio.
-Grazie- ribatté Robin.
-Per cosa?- chiese esterrefatto.
-Per avermi fatta sentire così bene- rispose, poi si avvicinò, portando il volto ad un soffio da quello di Sanji -Io non ho bisogno di essere protetta, ma di essere amata-
Sanji sospirò, poi la baciò delicatamente, ad occhi chiusi, come se fosse una timida prima volta.
-Come stai?- gli chiese la ragazza, dopo un po'.
-Meglio, Chopper fa davvero miracoli-
-Rufy è riuscito a sconfiggere Paciano- disse sorridendo.
-Perfetto! E gli altri come stanno?-
-Direi tutti bene, solo un po' ammaccati. Nami era messa male, ma anche lei si è ripresa-
-Chi ha osato picchiare Nami?- chiese alterato.
Robin ridacchiò.
-Sei fortunato che io non sia gelosa... Pare sia stata una mantide religiosa, comunque l'ha sconfitta-
-Insomma è andato tutto per il meglio...-
-Più o meno, forse il meglio deve ancora venire...- sussurrò Robin all'orecchio di Sanji, prima di baciarlo di nuovo.
Dolci baci scaldarono quella stanza che il Sole stava invadendo sempre di più. 
-Cosa faremo d'ora in poi?- chiese piano Robin, appoggiando la testa sulla spalla di Sanji.
-Quello che stiamo facendo adesso-
-Forse è meglio che non diciamo niente agli altri, però-
-Già, non penso che sia ancora il momento di metterli al corrente-
-Temo che potremmo alterare il bellissimo rapporto che c'è tra i nostri compagni...- disse Robin un po' impensierita.
-Non preoccuparti, quando decideremo di dirglielo capiranno. Per ora, però, questo amore sarà solo nostro-
Robin sorrise.
Gli occhi di Sanji brillarono come mai prima di allora.
Sarebbero restati lì ancora a lungo, ma un rumore gli fere capire che stava arrivando qualcuno. Robin lasciò un bacio a stampo sulle labbra del cuoco.
-Vado a dire agli altri che stai meglio- disse uscendo dalla stanza.
Appena fu fuori incontrò Chopper.
-Ciao Robin! Mi sono alzato presto per venire a vedere come sta Sanji- 
-Si è appena ripreso- disse l'archeologa sorridendo -Sei stato bravissimo a curarlo, era davvero messo male-
-Oh, grazie...- disse gongolando -ma lo sai che non mi piacciono i complimenti!- aggiunse poi.
Robin rise.
-Certo! Io ora vado a riposare un po', ci vediamo dopo- salutò Robin andando in camera sua.

















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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Quella mattina i pirati di Cappello di Paglia poterono finalmente rilassarsi e sulla Sunny regnava un’atmosfera festosa e gioiosa.
Dopo tutti i complimenti che avevano ricevuto dai compagni, Usop e Franky avevano deciso di riprodurre i fuochi che avevano creato quella notte e nel frattempo Brook si occupava della colonna sonora dello spettacolo pirotecnico.
Si erano tutti radunati sul ponte per l’evento a parte Sanji, che aveva insistito per tornare subito a cucinare, e Chopper che faceva avanti indietro da Nami al cuoco per pregarli di tornare a letto in quanto erano ancora convalescenti, ma con scarsi risultati. Quando Usop provò ad eccedere il primo fuoco, questo gli scoppiò ignobilmente in faccia, sporcandolo tutto di fuliggine e scatenando l’ilarità dei compagni.
-Era tutto calcolato, questo spettacolo comprende anche un parte comica, non ve l’avevamo detto?- cercò di giustificarsi Usop.
-Si si certo...Ora vi faccio vedere io un bel fuoco!- esclamò Franky, facendo partire un fuoco verde.
Tutti alzarono lo sguardo verso il cielo, mentre Usop cercava di attirare di nuovo l’attenzione su di se.
-Mh, non c’è male... Ma io so fare ancora di meglio, guardate qua!- dichiarò il cecchino e accese la miccia.
Un enorme fuoco d’artificio illuminò tutto con la sua luce arcobalenica, lasciando tutti a bocca aperta.
-Oooh! Che bello! Usop, tu sì che sei il maestro delle luci!- urlò Rufy, esaltato.
-Queste non sono luci! Sono fuochi d’artificio!- sbraitò il cecchino, poi aggiunse, compiaciuto –Comunque sì, sono il migliore!-
In quel momento dalla cucina, Sanji urlò –Hey! È pronto il pranzo, venite!-
Il capitano si fiondò letteralmente verso il cibo, nella speranza di accaparrarsene il più possibile, seguito dagli altri. Nonostante non fosse in piena forma Sanji aveva preparato un delizioso banchetto e il pranzo sipreannunciava allegro e festoso, tutti ridevano e scherzavano.
Quasi non avevano iniziato a mangiare, però, che sentirono qualcuno chiamare.
-Hey, cappello di Paglia!-
-Chopper!- aggiunse la voce di un bambino.
I pirati andarono sul ponte a vedere di chi si trattasse e si trovarono davanti Aethalas, Daphne e Ciril.
-Ihiii, che ci fate qua!?- domandò Rufy, con un sorriso a trentadue denti.
-Siamo venuti a ringraziarvi per tutto ciò che avete fatto per noi...- rispose il capo del villaggio.
-Non ce n’è bisogno!- esclamò il capitano –Piuttosto, unitevi a noi, stavamo giusto per pranzare!-
-Ma… non vorremmo disturbare- rispose Daphne, esitante.
-Non preoccupatevi! Dai venite, ci sarà da divertirsi!- insistette Rufy.
Infine l’entusiasmo del ragazzo di gomma coinvolse gli abitanti del villaggio, che salirono sulla nave e si unirono ai festeggiamenti.
Rufy, Usop, Chopper e Ciril ballavano sulle allegre musiche di Brook; Aethalas, Zoro, Sanji e Franky bevevano per festeggiare. Invece Robin, Nami e Daphne parlavano tra di loro.-Ad ogni modo...Volevo ancora ringraziarvi per tutto ciò che avete fatto- disse Daphne.
-Figurati, per i ragazzi è stato un piacere!- esclamò Nami.
-Mi dispiace di avervi mentito quando ci eravamo appena conosciuti, ma i pirati non hanno una bella fama da questi parti...- mormorò abbassando lo sguardo.
-Intendi il motivo per cui Paciano si è trasferito qui, non è vero?- disse Robin.
-Sì...Come hai fatto a capirlo?- domandò Daphne sorpresa.
-Quando te lo chiesi si capiva che stavi mentendo, dal tuo tono di voce...- rispose l’archeologa.
-Perdonatemi, comunque la verità è che Paciano aveva deciso di stabilirsi in quest’isola perché un’antica leggenda narra di un immenso tesoro che pare si trovi proprio qui-
-Un tesoro!?- esclamò Nami con gli occhi che luccicavano.
-Si, si dice che i nostri antenati abbiano nascosto una montagna d’oro da qualche parte!-
-Molto interessante e voi sapete come arrivarci? Avete qualche indizio?- chiese Robin curiosa.
-Non abbiamo molte informazioni in proposito, l’unica cosa che sappiamo è che si trova nella montagna al centro dell’isola, ma a guardia di tale ricchezza vi è un imponente drago che noi non abbiamo mai osato affrontare-
-Mh, sembra proprio un lavoro adatto ai nostri compagni, vero Robin?- disse Nami con un sorrisetto.
-Già- annuì l’archeologa.
-Hey ragazzi! Venite un attimo tutti qui!- urlò la navigatrice richiamando l’attenzione su di se.
-Pare che ci sia un enorme tesoro nascosto su quest’isola e che per prenderlo basti sconfiggere un drago- spiegò semplicemente.
-Siii! Una nuova avventura!- esultò il capitano al settimo cielo, poi aggiunse –Partiremo subito! Chi viene con me?-
-Vengo io- rispose Zoro.
-Anche noi veniamo!- esclamarono in coro Franky e Brook.
-Io invece me ne resterò volentieri qua, non perché abbia paura sia chiaro - disse Usop.
-Pure io rimango sulla nave, devo controllare che Nami e Sanji non abbiano ricadute, perciò nemmeno loro possono venire-
-Ed io resterò a fare compagnia a Nami- affermò l’archeologa.
-Anche noi togliamo il disturbo- aggiunse Aethalas e ritornò al villaggio assieme a Ciril e Daphne.
Fu così che il gruppetto sbarcò e si incamminò alla volta dell’imponente montagna che si stagliava in mezzo alla foresta verde.

 

Rimaste sulla nave, Robin e Nami si diressero verso il Bar Acquario e, una volta messe comode, iniziarono a chiacchierare sorseggiando un gustoso the servito da Sanji.
-Sai Nami, ho l’impressione che Zoro abbia un debole per te- se ne usci Robin dopo un po’.
-Sì, beh, il fatto è che...Nella foresta, quando siamo rimasti soli, abbiamo scoperto che la cosa è reciproca- rispose la navigatrice con un sorriso malizioso.
Robin ridacchiò.
-Lo avevo sospettato- rispose –A quanto pare quest’isola ha particolari effetti afrodisiaci- aggiunse.
-Che vuoi dire?- domandò Nami.
-Mi riferisco al fatto che a me è successa la stessa cosa con Sanji- spiegò tranquillamente l’archeologa prendendo un altro sorso di the.
-Veramente!?- esclamò Nami con un sorriso –Sono felice per voi!-
A quel punto le ragazze, dette le novità, iniziarono a raccontarsi tutto nei minimi dettagli, complici.

 

 

Rufy, Zoro, Franky e Brook camminavano nella foresta, ora non più infestata da insetti giganti. Raggiunsero la montagna in breve tempo, ma non avevano idea di dove fosse l’entrata.
-Come facciamo a trovare l’ingresso?- chiese Rufy, inclinando la testa, perplesso.

-Non ne ho idea- rispose Zoro, guardandosi intorno –Con questi alberi non si vede nulla-
-Ci penso io!- esclamò Franky, bruciando tutta la vegetazione circostante con “Fresh fire”.
I pirati poterono vedere la nuda roccia della montagna e, in brave, scorsero l’entrata di una buia galleria.
-Yohoho! Mi batte forte il cuore per l’emozione!- disse Brook –Anche se io non ho il cuore!- aggiunse.
Si inoltrarono nella galleria finché non raggiunsero un ampio spazio pieno di tesori e ricchezze inimmaginabili.
-Oooh! Che meraviglia! Con tutto questo oro potrò comprarmi una montagna di carne!- esclamò il capitano elettrizzato.
-Fantastico, non c’è nessun drago qui!- constatò lo scheletro.
-Bene, allora prendiamo il tesoro e andiamocene- disse Franky.
Non appena ebbe finito di parlare udirono uno strano sibilo riecheggiare nella grotta.
Zoro mise le mani sulle spade, pronto a sguainarle, guardandosi attorno circospetto.
-C’è qualcun’altro qui oltre a noi...- disse.
Con uno scatto repentino lo spadaccino si voltò appena in tempo per parare l’attacco del drago, che fino ad un momento prima si trovava appeso a testa in giù sul soffitto in agguato, mentre ora era a un soffio da Zoro, la bocca aperta bloccata dalle spade.
Il drago assomigliava ad una lucertola con le ali ed era poco più grande di una persona, le squame blu viola si mimetizzavano con l’ambiente circostante e il suo corpo, seppur non si così grande, era dotato di una forza spaventosa.
Il rettile si ritrasse, ritornando per un attimo nell’ombra, poi sollevando il suo esile corpo con le sue possenti ali si scagliò contro Brook. Lo scheletro rimase schiacciato dal peso del drago, il quale tentava di azzannarlo con le sue appuntite fauci. Prima che riuscisse nel suo intento, Rufy lo scaraventò lontano con “Pistola Gom Gom”.

Il drago, che pareva non aver accusato il colpo, divenne più inferocito che mai e si scagliò con velocità impressionate verso il ragazzo di gomma, divenuto il suo nuovo obbiettivo. Volando in picchiata verso il capitano, l’animale roteava su se stesso, simile ad un siluro.
Rufy riuscì a schivare solo all’ultimo secondo, guadagnandosi una ferita al braccio.
A quel punto Franky provò a dare una mano sparando verso la creatura, ma essa era troppo rapida e i colpi andarono a vuoto.
Continuando a vorticare sulle loro teste, la bestia cominciò a sputare fuoco. I pirati riuscirono a schivare, riuscendo a cavarsela con pochi danni. Brook, furioso poiché il drago aveva rischiato di bruciargli la capigliatura afro, lo attaccò con “Tre passi in leggerezza: colpo cocca di freccia” . L’essere venne finalmente colpito e rovinò a terra.
In quel momento intervennero Rufy e Zoro, che attaccarono tempestivamente il drago con “Cannone delle 300 passioni demoniache “ prima che esso potesse riprendersi.
Il rettile venne scaraventato contro la parete rocciosa e non si mosse più.
-Super, ottimo lavoro!- esclamò Franky.
Sconfitto il drago, i pirati poterono prendere l’inestimabile tesoro, dopodiché ritornarono alla nave dai loro compagni.

 

Nami stava di vedetta con il binocolo a portata di mano, impaziente di sapere se i compagni avessero trovato il famigerato tesoro. Cominciava già a preoccuparsi quando in sul sentiero in mezzo agli alberi scorse i pirati carichi di sacchi dall'aria pesante. La navigatrice corse giù, chiamando a raccolta gli altri.
-Hey, ragazzi, guardate cosa abbiamo trovato!- urlò Rufy prima di salire a bordo.

Gli occhi di Nami iniziarono a scintillare alla vista di tanto oro.
-Fantastico! Con tutti questi danari per un po' non avremo più problemi economici!- esclamò soddisfatta, cominciando a rovistare tra quelle ricchezze.
-Ma siete sicuri che il drago non si arrabbierà per questo furto?- si intromise Usop timoroso.
-Non preoccuparti, lo abbiamo fatto secco- lo rassicurò Franky dandogli una pacca sulla spalla che per poco non lo fece cadere.
Chopper li guardò ammirato.
-Avete sconfitto un drago da soli? Nessuno è ferito, vero?- chiese.
-No, è stato un gioco da ragazzi- disse Zoro.
Robin diede un'occhiata ai tesori.
-Interessante. Queste monete devono avere centinaia di anni...- considerò, colpita.
-Con tutto questo oro potremo fare scorte di cibo nella prossima isola! Partiamo subito!- ordinò il capitano.
-Come vuoi, tanto qui non abbiamo più niente da fare- acconsentì Sanji, espirando il fumo della sua sigaretta.
-Il vento sembra favorevole! Yohoho!- esclamò Brook -Accompagnerò la partenza con un'allegra melodia!-
-Vado a mettermi ai comandi!- concluse Franky.

 

Le vele si spiegarono docili al vento e la Sunny iniziò ad allontanarsi sempre di piu dalla spiaggia, prendendo in largo.
I membri della ciurma guardavano l'isola rimpicciolirsi man mano, in silenzio, fino a quando udirono svariate voci chiamarli da lontano. Gli abitanti del villaggio si sporgevano da un promontorio, sbracciandosi e urlando per salutare i pirati. Questi ultimi ricambiarono il saluto, sorridenti. Rufy per poco non volò in mare, tanto intento era a sbracciarsi e schiamazzare. La Sunny, però, prendeva velocità, si allontanava dall'isola e presto gli abitanti diventarono niente più che puntini all'orizzonte agli occhi dei pirati.
Presto tutti tornarono alle loro attività, consci dell'esperienza appena vissuta e pronti a nuove avventure.

Per alcuni di loro le cose parevano essere tornate come prima, ma per altri era cambiato tutto.




Note delle autrici

 Allora Robin, e così abbiamo finito la Fan Fiction! Che soddisfazione, eh?

Già, anche un po' di tristezza e di malinconia però. Ti ricordi il giorno in cui ci è venuto in mente di scriverla?

Sì, più o meno era questo periodo, però di un anno fa! Quanto tempo!

XD Siamo down, ci abbiamo messo un'anno a scrivere questa cosa!

Però ne è valsa la pena, dai! ^^

Perlomeno è stato divertente. Speriamo che si siano divertiti anche i lettori! Magari si divertiranno di più a leggere "Le follie" XD

Ah, intendi quel capitolo in cui ci sono gli errori di battitura vari e le prime cose che ci veniavano in mente?

XD Esatto! Avevamo detto che lo avremmo pubblicato

E così faremo, adesso vediamo di finire questo!

Giusto! Volevamo ringraziare tutti i lettori che hanno dato un senso alla nostra storia seguendola capitolo per capitolo...

In particolare michiru93 e Silver sayan che ci hanno aiutato a migliorare e ci hanno dato appoggio con le loro recensioni :)

Se scrivete anche voi sicuramente sapete quanto fa piacere una recensione o anche solo un messaggio breve, quindi vi invitiamo a farci sapere come vi è sembrata la nostra storia, ora che è conclusa.

E...niente, abbiamo detto tutto. Questa storia è nata dalla voglia di vedere comparire nel nostro amato OP le coppie che shippiamo e ci sembra di esserci riuscite.

Esatto, infatti...

*sussurra all'orecchio* Dai, basta, si staranno annoiando...

No, ma io volevo dire che...

*La spinge via* Alla prossima!

*Torna indietro, si affaccia e saluta*

 

 

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