Seven Days

di Cucciolo_Di_Occhi_Blu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Seven Days 1 ***
Capitolo 2: *** Monday ***
Capitolo 3: *** Tuesday ***



Capitolo 1
*** Seven Days 1 ***


 
La campanella trillò, e Bakura si ritrovò a sopprimere un sospiro di sollievo. Odiava il lunedì con tutto se stesso. Durante tutte le lezioni del giorno si estraniava ed evitava di ascoltare, nonostante fosse al quinto anno di liceo e di lì a un mese avrebbe dovuto sostenere gli esami. Si fiondò fuori dall’aula e stava per tornare a casa sua, quando si ricordò di aver promesso a Yuugi e Anzu che quel pomeriggio avrebbero ripassato la tesina insieme. Sbuffò e si diresse verso la biblioteca in tempo per assistere ad uno spettacolino alquanto stupido: Yuugi implorava pietà, stando in ginocchio ai piedi di Anzu, perché questa pareva volerlo picchiare.

-Ehi, tappo, che è successo?- domandò a Yuugi, che però farfugliò qualcosa a bassa voce e poi riprese le sue suppliche, che diventavano sempre più imbarazzanti.

-Ha gettato il mio libro giù dalla finestra per provare a colpire Jonouchi ed Honda, ed ora non sappiamo come riprenderlo.-

-È solo questo?- rise l’albino –Vado io, ma tu fai in modo che smetta di implorarti, è imbarazzante solo vederlo.-

-Comunque, Bakura…- fece Anzu –stai ancora con quella ragazza… com’è che si chiamava… Momoe?-

-Quella? Naah, mi ha mollato.- rispose lui

-Ti mollano tutte, è assurdo! Ma come fai?- ridacchiò Anzu

- Beh, dicono tutte che non sono come si aspettavano. Immagino mi credessero una specie di angelo sceso dal cielo. Si fanno ingannare dalla mia faccia, probabilmente.-

-Ora vai a recuperare il libro, e muoviti!- gli urlò Anzu

-Va bene, Capitan Rompiballe!-

Uscito dall’aula, Bakura si diresse al cancello, dove sperava di trovare il libro di Anzu. Le ragazze lo additavano, facendo commenti sul suo fisico, sui suoi occhi rossi, su quanto fosse misterioso… Bakura non ci fece caso, si limitò a rispondere ai loro saluti con dei semplici cenni, facendole andare in brodo di giuggiole, e scatenando in lui una crescente voglia di ridere. Di loro, s’intende.
Di fronte al cancello, stava per andarsene dopo aver raccattato il libro di Anzu ( che ormai sembrava una specie di giornale vecchio e da buttare, non aveva nemmeno più la copertina), quando una voce alle sue spalle chiamò:
-Ehi, Bakura-senpai!-

Si voltò e scorse Malik Ishtar, della IV sezione, correre verso di lui.

-Ehilà, Malik!- lo salutò. Malik faceva il terzo anno e non si erano parlati molto prima di allora, ma entrambi frequentavano il club di Duel Monster, e Bakura aveva avuto a volte occasione di sfidarlo, e comunque lo trovava simpatico, anche se un po’ strano per una sua abitudine. Già, strano, perché Malik Ishtar aveva l’abitudine di uscire con qualunque ragazza glielo chiedesse, per una sola settimana al massimo, per poi mollarla la domenica e ricominciare il lunedì, con un’altra. A volte Bakura si era chiesto cosa lo spingesse a comportarsi così, ma aveva sempre accantonato la domanda ricondandosi quello che spesso gli avevano detto: “ fatti gli affari tuoi e camperai cento anni”.

-Verrai oggi alla riunione del club?- gli chiese Bakura, credendo già di conoscere la risposta. Malik non andava spesso alle riunioni perché di salute cagionevole, o almeno questo è ciò che si diceva in giro. Quanto a Bakura, pur essendo quasi sempre neutro, pensava che Malik non si presentasse alle riunioni semplicemente perché aveva da fare con la fidanzatina della settimana, ed era convinto di non essere l’unico a pensarla così. Perciò rimase un po’ di stucco quando Malik gli rispose così:

-Certo che verrò! Oggi mi sento bene!-

-Bene- gli rispose Bakura –Allora ci vediamo lì. Scusami se non resto a parlare con te, ma di sopra c’è Anzu che aspetta il suo libro.-

-Anzu Mazaki? Quella che è famosa per picchiare chiunque faccia qualcosa che non le va bene? Oh, non vorrei essere te!- rise Malik –a dopo, senpai!-

-A dopo!- Lo salutò Bakura, poi si allontanò ridendo. Quel ragazzino gli stava decisamente simpatico.

Rientrato in biblioteca, si aspettava di ricevere una sfuriata da Anzu, ma lei si limitò a dire:

-Ho visto che parlavi con Malik, eh? Ti ha mica detto chi è la ragazza della settimana?-

-No, e io non gliel’ho chiesto.- ribattè lui, troncando sul nascere quella conversazione.

Studiarono per circa tre quarti d’ora, poi Bakura andò via per aprire l’aula in cui si teneva la riunione del club. Davanti alla porta, però, c’era già qualcuno, seduto per terra. E quel qualcuno era Malik. Teneva in grembo un libro e leggeva con aria rilassata, voltando di tanto in tanto la pagina.

- Ehi, Malik!- lo salutò Bakura

-Bakura- senpai!- rispose lui –Non è un po’ presto per aprire il club?-

-In effetti lo è. Ma ti va se entriamo lo stesso?-

Malik annuì e Bakura aprì la porta, prendendo poi posto su una sedia. Il ragazzo biondo gli si sedette accanto, riprendendo a leggere il suo libro.
-Di che parla?- gli chiese Bakura. Doveva essere bello, a giudicare da come Malik lo divorava.

-Oh, parla di una ragazza che durante una festa conosce un ragazzo, di cui si innamora. I due iniziano ad uscire, ma poi lui la lascia e… beh, questo e tutto ciò che ho letto io- sorrise lui cordiale.

-Oh! A proposito, Malik, qualcuna ti ha già chiesto di uscire?- chiese Bakura, stupendosi subito dopo di come stava parlando

-Beh, no.- rispose Malik confuso.  E quel che disse Bakura subito dopo lo confuse ancora di più:

- Allora perché non esci con me?- 

 

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Capitolo 2
*** Monday ***


Malik guardò stupito il suo senpai. Aveva davvero capito bene? Bakura voleva che uscissero insieme? Lo osservò per un po', cercando di carpire qualche emozione del ragazzo che gli stava accanto, ma lui non lasciava trapelare nulla. Non sembrava pentito, nè tantomeno stupito di quel che aveva detto. Perchè non lo era. Oh, no... Bakura era semplicemente terrorizzato. Terrorizzato da quello che stava pensando di lui Malik, terrorizzato dalla risposta che avrebbe dato, terrorizzato per quello che sarebbe stato il loro rapporto futuro e, faticava ad ammetterlo, anche da quel che gli altri ragazzi avrebbero pensato di loro se davvero avessero cominciato ad uscire insieme. Mentre Bakura si poneva questo genere di interrogativi, Malik aveva deciso. Sorrise dolce a Bakura e gli rispose:

-Certo, senpai. Usciamo insieme.-

Il cuore di Bakura perse un battito. Quel ragazzino aveva davvero detto di sì. Non sapendo esattamente cosa avrebbe dovuto dire, si limitò a sussurrargli un grazie sommesso, che Malik ricambiò con un altro sorriso.

"Ha proprio un bel sorriso" si ritrovò a pensare Bakura, e prima ancora di rendersene conto si ritrovò a fantasticare su quel che avrebbero fatto durante quella settimana, ma poi si riscosse quando Malik gli prese il cellulare di tasca.

-Ti ho salvato il mio numero di cellulare e anche quello di casa, ora mi dai il tuo?- gli disse Malik restituendogli il maltolto.

Bakura gli prese il cellulare e in un attimo glieli salvò. Poi, spinto dalla curiosità, gli chiese:

-Nessuna delle ragazze con cui sei uscito ti ha più richiamato?-

-Beh, non lo so.- sorrise Malik - Di solito cancello i numeri alla fine della settimana, e non rispondo a numeri che non conosco.-

-Oh, capisco.- d'un tratto Bakura si ritrovò a non sapere cosa rispondere, cosa rara per lui, che aveva sempre qualcosa da dire. Non sapendo cosa dire, si limitò a tacere e iniziò una partita a flappy bird, trovandosi molto presto a bestemmiare mentalmente contro quell'uccellino che non riusciva proprio a far arrivare oltre il decimo paletto, e Malik nel frattempo continuava a leggere quel romanzo, tirando su col naso di tanto in tanto. Attesero per più di un'ora che si presentasse qualcuno, ma nessuno arrivò, perciò Bakura decise di tornare da Yuugi e Anzu. 

-Certo che vengo con te!- esclamò contento Malik quando il ragazzo lo invitò ad andare in biblioteca con lui, chiundendo il libro con uno scatto e seguendolo come un cagnolino con il padrone.

Com'era prevedibile, nel corridoio le ragazze li additavano. Un paio di ragazzine del primo anno si fecero avanti e chiesero a Malik di uscire con loro, ma lui, gentile e tranquillo, rispose loro che era già occupato. Le ragazzine non credettero però che stesse uscendo con Bakura, pensarono fosse uno scherzo, e risero di gusto, per poi allontanarsi. Bakura le considerava a dir poco seccanti.
Arrivarono in biblioteca molte occhiate e risolini dopo.
-Yuugi!- chiamò Bakura. Nessuna risposta.

-Yuugi!- riprovò. Niente di nuovo. Sembrava che il tappo non ci fosse, ma il sesto senso diceva a Bakura che c'era qualcuno lì, e che stava per succedere qualcosa.

-Non c'è nessuno.- disse a Malik, poi gli fece l'occhiolino. Il biondo parve capire. -Andiamo.-

Finsero di allontanarsi  e poi...

-Secondo te se ne sono andati davvero?- disse Yuugi

-Penso di sì.- rispose una voce a Bakura assurdamente familiare.

Bakura si affacciò appena e li vide. Tra gli scaffali, Yuugi e Yami, il ragazzo con cui da anni era in competizione,  si stavano baciando.

Malik tracciò nell aria un punto interrogativo, ma Bakura lo spinse via facendo più piano che potevano. Una volta che furono al sicuro, Bakura descrisse tutto quel che aveva visto al compagno. A costo di togliergli l'innocenza, aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno, e Malik era la persona più adatta. La cosa più strana fu come il compagno la prese.
Stava per dirgli qualcosa, ma sopraggiunse una bidella rompiscatole, che li cacciò fuori minacciando di colpirli con la scopa se non fossero andati via subito.

-Mi accompagni fino a casa?- domandò Malik- non è lontano.-

Bakura annuì e accompagnò Malik per un bel po'.

-Wow, alla faccia del "non è lontano", Malik! ci abbiamo messo mezz'ora per arrivare.-

-Ho preso la strada lunga per stare un po' di più con te, senpai!- confessò Malik facendogli una linguaccia e un occhiolino.

Se fosse stata un'altra persona, di certo Bakura l'avrebbe mandato a male, ma trattandosi di Malik non potè fare altro che sorridergli di rimando.

-Chissà perchè lo immaginavo.- rise Bakura

Il ragazzo varcò il portone della villa in cui viveva e stava per aprire l'uscio, quando Bakura si ricordò e gli chiese:

-Che cosa volevi dirmi prima?-

-Che al cuore non si comanda.- rispose Malik con un sorriso enigmatico e dolce allo stesso tempo, un sorriso che rimase impresso in Bakura a lungo, -e che a volte, basta poco per innamorarsi- dopodichè aprì la porta e si infilò dentro.

Stordito, Bakura si avviò verso casa sua, pensando alle parole di Malik. Fece la strada meccanicamente, ed era talmente immerso nei suoi pensieri che si accorse di essere arrivato a casa sua solo quando sbattè la testa contro la porta, provocando una crisi isterica in suo fratello minore, ragazzino molto pauroso.

-Ryou, sono io!- gli strillò per calmarlo -Aprimi, non ho le chiavi!-

La porta si aprì di scatto poco dopo, e un ragazzino molto simile a Bakura apparve sulla soglia sorridendo.

-Fratellone!- il ragazzino, quindici anni a occhio e croce, gli si gettò addosso e quasi lo buttò a terra -Sei tornato tardi oggi, eh? Dai, entra, abbiamo visite!-

Chissà perchè, Bakura si illuse di trovare Malik. perciò rimase stupito quando, in salotto,  trovò sua sorella Amane.

Amane era stata a lungo via a causa di un torneo nazionale di ginnastica ritmica,sport che la ragazza praticava da anni, e ben presto la felicità di riaverla lì prese il sopravvento.

i tre fratelli si abbracciarono e per molto tempo non fecero altro che parlare e mangiare i manicaretti di Ryou, poi Amane accese la televisione su uno di quei noiosi telefilm argentini che Bakura detestava tanto. Non vi prestò molta attenzione, finchè una ragazza non disse:

-Non posso dimenticarti. Mi sono innamorata di te e al cuore non si comanda. Basta poco per innamorarsi, ma nessuno è mai in grado di dimenticare del tutto una persona amata.-

Quelle parole gli riportarono alla mente Marik e il sorriso, così dolce, che il compagno gli aveva rivolto mentre tornava a casa, e si ritrovò ad arrossire prima ancora di accorgersene. Per non farsi notare dalla sorella e dal fratello finse di avere sonno e si rintanò in camera sua. Solo dopo essersi infilato sotto le coperte si rese conto di quanto fosse effettivamente stanco, e si addormentò ben presto, sempre col sorriso di Malik stampato in testa.


Angolo Autrice: Il secondo capitolo è terminato! Ringrazio molto Sophie 88 e yamigiulia93 per averla messa tra le preferite e sunburst per averla messa tra le seguite. Grazie anche a tutti coloro che hanno anche solo letto la storia :) a breve posterò il terzo. A presto!

Occhi_Blu

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Capitolo 3
*** Tuesday ***


Tuesday

Driin! Driin!

Bakura mugolò e si girò dall’altra parte. Non aveva proprio voglia di alzarsi. Ignorò la sveglia e si rimise a dormire.

Driiin! Driin!

“Certo che quella cosa è insistente…” pensò, decidendo di ignorarla ancora. Non ricordò, però, la particolarità di quella sveglia, ovvero…

DRIIIN! DRIIIN!

…Che il volume aumentava man mano che il tempo passava finché qualcuno non la spegneva e/o rompeva. E in più al frastuono si aggiunsero Ryou e Amane, che si misero a gridare ad altissima voce il suo nome. E in più il suo telefono si mise a squillare. Rassegnatissimo, si buttò giù dal letto, spense la sveglia buttandola giù dal comodino, zittì i fratellini con un urlo ancora più forte e rispose. Era Malik.

-Senpai!- gli urlò lui nel telefono –Ma insomma, si può sapere dove sei? Il treno parte tra dieci minuti e ti sto aspettando!-

Bakura ammutolì. Il suo treno partiva alle otto e dieci. Il che voleva dire…

- Senpai?-

-Malik… Sono ancora a casa mia.-

-Ma sei matto? Muoviti!-

Sapeva di doversi dare una mossa, ma per qualche motivo non voleva. E poi si ricordò. Il test di matematica. Per il quale non aveva studiato.

-Malik…- lo chiamò.

-Si?-

-Non vado a scuola. Voglio assentarmi.-

- Ma senpai…-

-Vado al parco. Vuoi venire?-

-Io… Ok. Ci vediamo lì.-

-Bene- sorrise lui – arrivo subito.- e chiuse la chiamata

Malik, dall’altro lato della cornetta, quasi si pentì. Vicino al parco c’era il museo, e nel museo ci lavorava… no, decisamente era stato abbastanza stupido accettare. Ma passare la mattinata con Bakura era molto meglio di una sprecata a scuola a parlare di favole e fiabe e leggende. Doveva solo stare attento a non farsi beccare da lei… il che era tutto dire. Quella donna aveva occhi da falco e un sesto senso incredibile. Corse a casa sua entrando dall’ingresso nascosto che solo lui conosceva e si cambiò i vestiti, poi si mise un cappello in testa sperando che ciò bastasse a confonderla. Poi corse a rotta di collo verso il parco. L’albino lo aspettava poggiato ad un albero,  anche lui senza divisa scolastica. Ghignò quando lo vide arrivare e gli si avvicinò.

-Senpai!- lo salutò Malik

-Ehilà!- rispose Bakura sorridendo –Dove ti va di andare?-

- Ovunque tranne al museo!- rispose il biondo schietto

-E perché?- l’albino era stupito

-Beh… diciamo solo che se mi beccano sono fritto. I tuoi genitori non dicono nulla?-

-I miei? Non li vedo da un pezzo!- Bakura rise forte, poi vedendo la faccia di Malik si affrettò a spiegare –I miei genitori sono separati. Mio padre è andato via per lavoro, credo che viva in Europa. Io e i miei fratellini siamo stati affidati a mia madre, che però è andata a vivere a Okinawa con il suo nuovo compagno, perciò io vivo con io fratello e mia sorella minori.-

-Beato te. Io non ho genitori ma c’è mia sorella, e se sapesse che ho marinato la scuola mi ucciderebbe. Lei lavora al museo, perciò non voglio andare lì.-

- Perché hai tanta paura di tua sorella? Insomma, sei pur sempre l’uomo di casa, e sei tu che comandi, no? Falla stare zitta e basta.-

-Non diresti così se la conoscessi di persona. È… è… un… un mostro! Mi costringe a fare quel che vuole lei, quando lo vuole lei!- Malik sembrava sul punto di piangere.

- Secondo me esageri, ma sorvoliamo. Ti va se andiamo in centro o temi che qualcuno che conosci possa vederti?-

- Certo, senpai! Andiamo!- il ragazzino aveva recuperato il sorriso e sembrava molto contento.

Dopo aver evitato più volte di essere beccati da diversi loro professori, giunsero in centro e, passando davanti alla Kaiba Corporation, gli parve di sentire un casuale ragazzo di loro conoscenza urlare ai suoi dipendenti “vi getto tutti in pasto al Drago Bianco Occhi Blu, incapaci!”.

 Ridendo come matti e scherzando sulla sanità mentale del ragazzo, i due si infilarono nel centro commerciale di Domino, dove trovarono un’indaffarata Anzu (sembrava non fossero gli unici ad aver saltato le lezioni, del resto un compito di matematica è pur sempre un compito di matematica)  che andava per negozi con la carta di credito rubata presa in prestito dal portafoglio del padre, e un ormai rassegnato Yuugi stracarico di pacchi di ogni genere che si guardava intorno disperato. Anzu li scorse proprio mentre si avvicinavano e, facendo cenno a Yuugi di seguirla, gli corse incontro.

-Ehi, Bakura!... Oh, che sorpresa, Malik-kun! Hai convinto Bakura a non restare a casa? Beh, sei riuscito a compiere un miracolo!-

-In verità…- Bakura la squadrò da capo a piedi ghignando –Sono io che ho convinto il signorino a marinare la scuola. Tu piuttosto… a tuo padre non verrà un colpo quando scoprirà di non avere la carta di credito nel portafogli?-

-Oh, non parlarmene. Mi ha già chiamata tre volte per sapere se l’avevo preso io!-

-E tu ovviamente hai detto di no.-

-Ho fatto di meglio. Gli ho detto “vai a quel paese, pa’.”- Anzu si strofinò le unghie sulla maglia in segno di superiorità

-Sei fregata, Anzu. Ti ammazzerà- ridacchiò Malik

-Ma che mi frega!- sbottò lei

-Ehm… ragazzi?- chiamò Yuugi

-Sì?- sbottò irritata Anzu

-La prof di matematica…- sibilò piano Malik

-Oh mio… nel negozio! Quello lì vicino!- disse Yuugi nervoso- Se ci vede è la fine!-

Corsero nel negozio più vicino, un emporio di oggetti per neonati, e si nascosero tra i giocattoli e le culle, sperando che tutto filasse. E tutto filò. La prof si guardò intorno incavolata, beccò un paio di ragazzini del secondo anno (non erano nemmeno suoi alunni) e poi li trascinò fuori dal centro tra gli sguardi attoniti degli altri. Appena si fu allontanata i quattro ragazzi schizzarono fuori dal negozio (Bakura fu quasi tentato di mandarla a qual paese ad alta voce, ma si trattenne) e furono trascinati da una certa persona (indovinate chi?) a fare shopping. La ragazza in questione si aggregò al gruppo formato da Mai, Jonouchi e Shizuka, e i ragazzi (anche Jono carico di pacchetti vari, tra cui un fragilissimo Neko di vetro di Mai, pericolosamente in bilico) andarono al terzo piano, dove speravano di mollarle. Quello che non sapevano è che il terzo piano era adibito al negozio di vestiti e accessori più grande della città. Mai, Shizuka e Anzu ci passarono circa tre ore dentro, spendendovi la modica cifra di 460.000 yen (tutto dal conto del signor Mazaki ovviamente) e affidando a loro tutti i loro pacchetti. E mentre Yuugi si lagnava e Jono meditava di buttare tutto per aria, Bakura tentava di apprezzare lo sforzo e di considerarlo un ottimo esercizio fisico, ma più che altro perchè sennò le avrebbe ammazzate tutte e tre seduta stante. Malik invece si divertiva molto a vedere la faccia di Yuugi e rideva tutte le volte che Jonouchi sbraitava qualcosa riguardo Anzu o sua sorella Shizuka (il ragazzo, usando per una volta un po’ di cervello, non osò parlare male di Mai finché lei fu a portata d’orecchio). Senza dubbio se la stava godendo parecchio, quella giornata. E a Bakura piaceva vederlo così felice. Usciti finalmente da quel negozio, Yuugi tirò un sospiro di sollievo e poi sbuffò di fatica quando Anzu gli poggiò in mano altri pacchetti. Ormai il ragazzo era coperto da una montagna alta tre volte quanto lui.

-Ehi, Yuugi, come te la passi? Di certo meglio di me!- scherzò Jono, che aveva mollato molti dei suoi pacchetti al povero Malik.

Yuugi provò a dargli un pugno, ma perse l’equilibrio e cadde a terra. Si limitò quindi a guardarlo storto, mentre il resto della comitiva rise. Poco dopo incontrarono Honda e Ryuji davanti al negozio di giochi per neonati mentre litigavano furiosamente su chi di loro avrebbe conquistato Shizuka.

“Possano ammazzarmi seduta stante” pensò Bakura “Se Shizuka alla fine non li deluderà entrambi.”

In quel mentre Malik sbuffò. Jono gli aveva dato altri vestiti di Mai da portare e lui sembrava reggersi in piedi per miracolo.
L’albino, temendo che cadesse davvero, gli tolse tutto di mano e poggiò i pacchi in braccio a Jono.

-Noi dobbiamo andar via.- spiegò con un falso fare innocente. Gli era appena venuto in mente un posto in cui portare il compagno.

-A domani!- li salutò Jono, mentre Anzu si affrettò a riprendersi i pacchetti salutando con la ma
no. Mentre si allontanavano Bakura sentì un crash di vetro che si rompe e un ragazzo implorare pietà, ma Malik non parve farvi caso.

-Dove andiamo, senpai?- domandò Malik

-Beh… ecco… sai, pensavo...- Bakura era imbarazzato. Come faceva a dire una cosa del genere a un ragazzo?

-Ho capito.- bisbigliò Malik, sorridendo dolce –il ponte-

Bakura annuì senza esitazione, ma comunque un po’ in imbarazzo. Era davvero così prevedibile? Il ponte di Amaterasu, così chiamato per via della statua della dea del sole che vi si trovava al centro, era il posto dove si rifugiavano le coppie, ma loro… potevano davvero definirsi una coppia in piena regola?

Non si accorse che Malik lo aveva preso sottobraccio, poggiandogli. Non si accorse nemmeno di camminare. Tornò alla realtà solo quando si fermarono sul ponte.

-Allora, perché mi hai portato qui?- nel tono di Malik sentì … Speranza? Impazienza? Possibile che fosse davvero così?

Di fronte al suo stordimento, Malik rise. E il suono della sua risata parve scuotere qualcosa dentro Bakura. Un mostro che ardeva dalla voglia di proteggere quel ragazzino, di uccidere brutalmente qualunque ragazza avesse osato avvicinarglisi. Un mostro risvegliatosi solo per Malik. E che lui solo avrebbe saputo placare. Malik, dal canto suo, era combattuto. Stava per fare qualcosa di cui molto probabilmente si sarebbe pentito. Era indeciso se seguire la ragione, che gli diceva di non farlo, o qualunque fosse quella cosa che gli diceva di farlo. Alla fine seguì il suo desiderio e, alzandosi sulle punte,  poggiò delicatamente le labbra su quelle di Bakura, quasi come se non lo volesse spaventare.

Il mostro nel petto di Bakura ruggì, mentre il suo stomaco fece una buffa capriola. L’albino restò con gli occhi sgranati, poi li chiuse lentamente, assaporando le labbra del compagno, mentre il profumo di lui lo faceva impazzire. Malik gli gettò le braccia al collo e Bakura gli circondò la vita con le braccia

Restarono così per un bel po’, ma quando si staccarono, Malik guardò per terra , rosso in volto, e poi corse via, mormorando un flebile “A domani, senpai”

-A domani!- gli urlò dietro Bakura, le gambe che gli tremavano. Si trascinò vicino a una panchina prima che gli cedessero del tutto e si buttò a sedere, lo sguardo perso nel vuoto. Si riscosse quando gli arrivò un messaggio. Era di Malik. Lo aprì in fretta. Era un’unica parola. Scusami

Sorrise. Era proprio da Malik scusarsi per tutto. Tranquillo, non ci pensare , gli scrisse subito. Alzò lo sguardo al cielo e vide che il cielo era già buio, quindi si affrettò a tornare dai fratelli. Una volta a casa, Amane stava per fargli la predica, ma lui la ignorò e si buttò sul suo letto. A quel punto, finalmente, ricominciò a ragionare. Pensò e ripensò a Malik e al suo bacio, ma non riusciva a non pensare che fosse qualcosa che aveva fatto con tutte. Eppure c’era una piccola parte di Bakura che sperava che fosse riservato solo a lui. Pensando e ripensando, le palpebre gli si fecero pesanti e si chiusero presto, cullandolo in un sonno leggero e senza sogni.

- angolo autore-
Mi scuso per l'enorme ritardo! >.< purtroppo ho un'altra long in corso e devo aggiornarla, abbiate pietà! Spero che vi sia piaciuto ^.^ ringrazio vivamente chiunque abbia avuto il coraggio di leggerla, e un grazie speciale ad _Arias_, Alima, Sophie 88, yamigiulia93 e sunburst :) a presto!

Occhi_Blu

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