Caro amico ti scrivo

di aelfgifu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caro Stefan ***
Capitolo 2: *** Caro Tomeya ***



Capitolo 1
*** Caro Stefan ***


Caro amico ti scrivo

 

1. Caro Stefan

 

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’

e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò […]

Lucio Dalla, L’anno che verrà (1979)

 

Colonia, febbraio 199*

 

È difficile da credere.

Non ho mai cercato di avvicinarmi ai nostri tifosi, non ho mai avuto per loro una parola di simpatia, preso com’ero dalla rabbia che mi mangiava dentro, e qual è il risultato? Uno scatolone colmo di biglietti di auguri e piccoli regali di compleanno.

Uno scatolone che Timo, il responsabile della nostra Fanbetreuung, regge alto davanti a me con entrambe le mani, ridendo.

“Da parte dei tifosi dell’Effzeh!”

Io rispondo, completamente incredulo:

“Sul serio?”

“Certo. Allunga le braccia ché pesa...”

Automaticamente obbedisco all’ordine e Timo deposita il grosso cartone tra le mie mani.

“Ma non è vero, non pesa...”

“Però impiccia” replica lui fulmineo.

“E ora che devo fare?”

“Niente. Leggi le lettere. Conserva tutto. Sarà un bel ricordo. Tra vent’anni andrai a rovistare in soffitta per cercare qualcosa, ritroverai questa roba e ti commuoverai ripensando ai bei tempi di Kölle” Timo mi strizza un occhio. “Ah, a quelli che ti hanno scritto lasciando un indirizzo puoi mandare un bigliettino di ringraziamento, li renderai molto felici!”

 

***

 

La sera, a casa, tanto per passare il tempo, rovescio il contenuto dello scatolone sul mio letto e, sdraiato a pancia in giù, mi diverto come un bambino a passare in rassegna tutte le piccole manifestazioni di simpatia dei miei tifosi.

Un minuscolo portachiavi con un ciondolo portafortuna.

Diversi peluche, tutti in forma di animali: un orsacchiotto, una capretta (no, due), un leoncino, una piccola renna con un cappellino giallo e azzurro sul capo.

Qualche e-mail.

Un mare di biglietti: quelli delle tifose si riconoscono immediatamente, scritti come sono con grafie tondeggianti e cuoricini al posto dei puntini sulle i, su cartoncini colorati, glitterati e profumati.

Se i messaggi dei ragazzi sono sobrie, franche, dirette dichiarazioni di ammirazione sportiva, con commenti tecnici sul mio stile di gioco e sui miei exploit (e infatti le mail sono soprattutto dei tifosi maschi), le ragazze invece si lasciano andare ad apprezzamenti estetici e a slanci sentimentali più o meno esagerati. Sei bello, mi scrivono. Ti voglio bene, mi scrivono. Mi fai battere il cuore. Cerca di non farti male in campo. Sei così dolce.

Sono dolce io? dico tra me e me a mezza voce. Hanno così poca memoria queste ragazzine infatuate a cui bastano una testa bionda, due occhi celesti e un nome scandinavo per entusiasmarsi. Chiedete a Müller del VfB Stuttgart, chiedete a Genzo Wakabayashi: loro l’hanno sperimentata direttamente la mia dolcezza.

Ma no, ti eri solo smarrito, obietta una voce allegra e carezzevole in fondo alla mia testa.

Ci sono anche alcune lettere, ancora sigillate. Sono poche, cerco di leggere i timbri postali per capire da dove vengono. La maggior parte è stata spedita da Colonia e vicinanze; su una busta però trovo due francobolli con la scritta REPVBBLICA ITALIANA e l’immagine di una donna che indossa una corona turrita.

Sullo stesso lato della busta, in basso a destra, leggo il nome del destinatario, non ci sono dubbi, è il mio nome:

 

Mr. Stefan Levin

c/o 1.FC Köln 01/07 e.V.

 

Una lettera dall’Italia? Non sapevo di avere tifosi anche lì. Non vedo mittente sulla busta. Prendo il tagliacarte e apro con precauzione, quando ho finito di tagliare il lato più lungo infilo due dita nell’apertura e ne tiro fuori un foglio ripiegato in quattro.

Dispiego il foglio, da cui cade una cartolina con quattro immagini di quella che sembra un’antica città marittima. Volto la cartolina: non c’è scritto nulla. Sul lato interno del foglio, invece, sono state scritte alcune righe in inglese, con una penna dall’inchiostro blu e in grandi caratteri a stampatello.

 

Caro Stefan,

tanti auguri di buon compleanno.

Ho dato un’occhiata all’andamento del tuo campionato e ho visto che la tua squadra guida la classifica, addirittura davanti al Bayern, e che momentaneamente sei capocannoniere. Congratulazioni e continua così!

Tra qualche giorno inizia il Carnevale e so che a Colonia cè unantica tradizione che prevede festeggiamenti fin troppo allegri ed esagerati. Beato te, spero che tu abbia occasione di divertirti come si deve :-) Anche qui dove sto io durante il Carnevale ci sono feste, mascherate, sfilate di carri allegorici eccetera. È molto simpatico, anche se non credo sia così sentito come a Colonia.

Per la mia squadra il campionato sta andando abbastanza bene, non abbiamo tante possibilità di lottare per lo scudetto ma cerchiamo di rientrare nella zona UEFA. Per ora ho giocato solo qualche partita nella prima squadra. Non sono bravo come te, purtroppo :-), ma ce la metto tutta! Sono disposto a lavorare duro, e poi... amo il calcio!

Ho pensato che forse non sai molto di Genova, perciò ti invio anche una cartolina con gli scorci più caratteristici della città. Nel Medioevo e nella prima età moderna era uno dei porti più importanti del Mediterraneo ed è stata a lungo una repubblica indipendente. Il centro storico è un labirinto di vie strette e una sfilata di grandi palazzi aristocratici. Nel 1992, per festeggiare i cinquecento anni dalla scoperta dell’America, è stato costruito un magnifico acquario, uno dei più grandi al mondo. Se durante le vacanze hai voglia di passare a conoscere la mia città, fai un fischio!

Intanto buon lavoro, sta’ bene e in bocca al lupo per tutto.

Akai Tomeya.

 

Rigiro il foglio tra le mani, sorridendo. Qualcuno lassù deve amarmi, per far sì che questo ragazzo così schietto e buono abbia per me pensieri di amicizia, dopo che ho tentato letteralmente di ammazzarlo. Kati era solita dire che nessuno poteva fare a meno di volermi bene, ma Kati era di parte, e per sua fortuna non ha visto quello che ero diventato – io, ad Akai, ho provocato una frattura al naso e l’incrinatura di una costola, e lui mi scrive per il mio compleanno, addirittura mi invita a Genova per le vacanze.

Sì, lassù qualcuno deve amarmi davvero di un amore sconsiderato, che non solo ha cancellato con un enorme colpo di spugna tutto il male di cui sono stato responsabile, ma lo ha addirittura trasformato in affetto degli altri nei miei confronti.

Pensi di rispondergli? chiede la voce allegra e carezzevole che abita nella mia testa.

Certo che gli rispondo. Mi ha anche lasciato il suo indirizzo in fondo alla lettera, Tomeya.

 

***

 

Note al testo. 1) La storia si svolge nella seconda metà degli anni Novanta, quando Internet era appena nato, i social network non esistevano e i tifosi usavano ancora mezzi tradizionali per comunicare con i loro beniamini (lettere, biglietti eccetera). 2) Kölle: è il nome di Colonia in dialetto renano. 3) Effzeh (pronunciato efzé): è il nome affettuoso con cui i tifosi del 1.FC Köln chiamano la loro squadra (letteralmente, la pronuncia tedesca delle due lettere FC = Football Club). 4) Kati è la sempiterna, dolce e sfortunata Katarina Karen, l’amatissima ragazza di Levin morta a causa di un incidente stradale. 5) Come i conoscitori di Captain Tsubasa ricorderanno, in World Youth Levin cerca letteralmente di ammazzare a pallonate Akai, giovane difensore giapponese della Sampdoria, prima di ritrovare sé stesso :-)

Disclaimer. Stefan Levin, Katarina Karen e Tomeya Akai appartengono al maestro Takahashi.

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Capitolo 2
*** Caro Tomeya ***


Caro amico ti scrivo

 

2. Caro Tomeya

 

Caro Tomeya,

innanzitutto devo dirti che i tuoi auguri mi hanno molto sorpreso e commosso. Non me li aspettavo, non me li sono meritati, e a maggior ragione ti ringrazio.

È vero, non so quasi nulla di Genova. Ho capito però che deve essere un luogo con una lunga storia e grandi tradizioni, un po’ come Colonia. Colonia... è una città meravigliosa che mi ha accolto a braccia aperte, come un figlio, e ha fatto tutto per me. Ho il rammarico di non averla amata abbastanza, di non averle dimostrato abbastanza quanto tenevo a lei, alla nostra squadra, ai nostri tifosi; sono stato freddo e assente, per un anno e mezzo ho giocato come un automa, non riuscivo a vedere niente che non fosse il difensore avversario da superare, la porta avversaria da violare. Certo, l’anno scorso abbiamo giocato un campionato fantastico, e io da esordiente nella Bundesliga sono stato perfino il capocannoniere della stagione, ma se ci ripenso, non riesco a ricordare niente di preciso, come se quei mesi fossero trascorsi, letteralmente, nella nebbia.

In questi giorni, per il mio compleanno, insieme ai tuoi auguri ho ricevuto un mare di regali e lettere da parte dei tifosi del 1.FC Köln, e questo mi ha fatto sentire ancora più in colpa, perché queste persone, che mi sentono così vicino, io non le ho mai trattate con calore, ma solo con distaccata cortesia. E così rimpiango di non aver dimostrato abbastanza affetto a questa città e ai suoi abitanti, sento una specie di buco nel petto se ci penso, una nostalgia che fa male, perché ora so che avrò poco tempo per recuperare: avrò tempo solo fino alla fine della stagione. In estate mi trasferisco al Bayern Monaco, a giorni ci sarà la firma del contratto. È stata un'opportunità fantastica: il club più prestigioso della Repubblica Federale, uno dei più forti in Europa, dei più forti al mondo, se desidero veramente una carriera di prim'ordine a livello internazionale il Bayern sarà il posto giusto dove trovarsi. Ma in fondo mi allontano dalla Renania a malincuore, come quando bisogna separarsi da una persona cara, che prima, stando sempre insieme, non consideravamo come meritava; e solo al momento di perderla ci accorgiamo di quanto l'abbiamo amata. Per questo, prima di andar via, vorrei onorare il debito che ho portando la squadra a terminare il campionato nella maniera migliore possibile.

Hai ragione, qui tra qualche giorno inizieranno le celebrazioni per il Carnevale e la città diventerà una bolgia, peggio di Rio de Janeiro. L'Effzeh, come da tradizione, parteciperà alla sfilata, insieme alla nostra mascotte, un capro di nome Hennes, che credo sia il quarto o il quinto della dinastia. È molto divertente, si canta, si balla e si beve. Credo che quest’anno riuscirò a cantare e a ballare anch’io, senza esagerare :-)

Sono contento di sapere che stai dando il tutto per tutto per migliorare e non ho dubbi che in poco tempo riuscirai a fare il salto nella prima squadra. Dopotutto hai neutralizzato i miei attacchi e respinto il mio tiro, dimostrando di essere non solo forte fisicamente, ma anche molto intelligente sul piano tattico. E di giocatori forti e intelligenti ci sarà sempre bisogno. Sarebbe bello se riuscissimo a incontrarci presto in qualche competizione europea!

Non so ancora come mi organizzerò quest’estate. Potrei decidere di trascorrere qualche giorno a Genova, ma mi sorge il dubbio: tu, in estate, non torni in Giappone? Magari non hai nessuna nostalgia della tua famiglia? O, Dio non voglia, non hai nessuno che ti aspetta? Una delle molte cose che ho imparato nell’ultimo anno è che ognuno di noi ha bisogno di qualcosa che possa chiamare casa: un luogo, una persona, più persone. E non sempre si può agire come se tutto il tempo e tutte le opportunità del mondo ci stessero davanti. Nel dubbio se andartene all’avventura o tornare a casa per rivedere chi ami, scegli sempre chi ami.

Grazie ancora di tutto, tuo

S. Levin.

 

***

 

Nota al testo. La mascotte del 1.FC Köln è un capro di nome Hennes (da Hans “Hennes” Weisweiler, storico calciatore, poi allenatore, del 1.FC Köln). La mascotte attuale è l’ottavo Hennes della dinastia (fonte: www.fckoeln.de).

Sapevo che prima o poi avrei scritto una storia con un duplice omaggio, al mio amato club coloniese e al mio amato Stefan Levin... :-)

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