Follie quotidiane al Santuario di sakura2480 (/viewuser.php?uid=83844)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Evviva la neve!!!!! ***
Capitolo 2: *** Benvenuti al cinema ***
Capitolo 3: *** Ritorno a scuola ***
Capitolo 4: *** La terribile scoperta ***
Capitolo 5: *** Compito in classe ***
Capitolo 1 *** Evviva la neve!!!!! ***
comico
Visto
che finalmente posso godermi un po' di riposo ringraziando le feste di
Pasqua, ho pensato di cimentarmi in una cosa che a suo tempo (molto
tempo fa) mi riusciva bene, ossia prendere un po' giro questi
fantastici personaggi come ho già fatto in passato.
Mi è sempre piaciuto scrivere storie divertenti e ora ci voglio
riprovare, naturalmente sono parecchio arruginita e non so che cosa sia
uscito fuori, ma di solito parto sempre con cose calme per poi arrivare
al delirio come è successo su altre storie che ho scritto su
questo genere :)
Questo primo capitoletto è abbastanza corto, giusto per riprendere la mano, poi verranno allungati.
Buona lettura.
Era una fredda giornata
d'inverno al Santuario, i primi fiocchi avevano cominciato a scendere
rendendo tutte le interminabili scalinate viscide, infide e generose
nel regalare tanti biglietti di sola andata per il pronto soccorso.
Milo camminava su quelle scale affrontandole come se fossero un nemico
implacabile, Camus, invece, le percorreva tranquillo come se niente
fosse e il suo silenzio serio e pacato si scontrava col gran baccano
che stava facendo Milo rimasto indietro di una rampa.
L'artropode dorato aveva già lasciato lo stampo dei denti su una
decina di scalini e ogni volta che si rialzava imprecava nascondendo le
imprecazioni a tutti gli dei dell'Olimpo con falsissimi colpi di tosse.
Giunto all'esasperazione Camus si voltò.
<< Dovremmo arrivare dal Gran Sacerdote...sempre se la cosa ti interessa. >> disse Camus.
<< Perchè non fanno venire qualcuno a spalare questa
merda? Così rischiamo di romperci qualche gamba. >> disse
l'altro acciaccato in tutte le sue parti.
<< Voi rischiate...voi. >> rispose Camus con un sorrisetto
sarcastico che fece drizzare i capelli in testa a Milo per i nervi.
Erano partiti da Rodorio circa un'ora prima e l'unica distanza che
avevano percorso era quella dalla Casa di Mu fino a quella di
Aldebaran, ma già era stato fatto un passo avanti verso la Terza.
Arrivati sullo spiazzo della Terza, Camus dimostrava come sempre di
avere un grande amore per la neve e il gelo, tanto che Milo si era
chiesto se fosse stato lo stesso se lo avesse infilato nudo dentro la
fontana del Santuario con la temperatura a -10.
Mentre Camus dimostrava la sua signorilità quasi irritante, Milo
si trascinava a quattrozampe come se qualcuno lo stesse prendendo a
bastonate.
<< Sto perdendo la pazienza. >> cantilenò Camus.
Cercando di mantenere un po' di orgoglio Milo provò a tirarsi in
piedi ma più ci provava e più scivolava, più
scivolava e più boffonchiava in una lingua che sapeva solo lui,
si aggrappò con le mani all'ultimo gradino per evitare di
rifarsi tipo slitta tutti i gradini fino alla Seconda.
<< Camus, aiutami un po'! >>
<< Bhà! >> disse l'altro avviandosi alacramente verso la Terza Casa.
<< Sei un infame! Te l'ha mai detto nessuno questo? No? Allota te lo dico io, infame infame e ancora infame! >>
La voce tipo ratto isterico dello Scorpione fece uscire Saga dai suoi lugubri e labirintici domini.
<< Che c'è? >> chiese a Camus.
<< Nulla, solo un semplice Cavaliere che riesce ad ammazzare
qualcuno senza sforzo ma che ha grandi difficoltà a salire le
scale con due centimetri di neve. >>
Saga guardò Milo che era riuscito a prendere una posizione a carponi, poi guardò Camus.
<< Ma perchè non lo aiuti? >>
<< Provaci e capirai. >>
Saga mise un piede fuori dal colonnato e subito si accorse che
l'impresa non sarebbe stata facile, a differenza di Camus che poteva
addirittura camminare sulla neve e non affondare, Saga si avvide che
il suo equilibrio sulla patina ghiacciata era diventato incredibilmente
instabile.
Un passetto alla volta cercò di avvicinarsi a Milo, sotto lo
sguardo sgranato di Camus che vedeva il Cavaliere di Gemini allargare
le braccia e camminare abbassandosi sempre di più mentre i piedi
svirgolavano pericolosamente.
Camus non sapeva se Saga fosse stato colpito improvvisamente da lombosciatalgia o voleva leccare il ghiaccio.
Non disse nulla limitandosi a guardare mentre l'altro, con il coraggio della
disperazione, si avvicinava a Milo, arrivato a destinazione
allungò un braccio verso l'artropode.
<< Dammi la mano. >>
Milo lo guardò esasperato.
<< Senti! Ho visto come ti sei trascinato anche tu fin qui e pretendi di aiutare me? >>
<< Tu dammi la mano. >>
Cercando di riporre un po' di fiducia nel prossimo Milo allungò
la mano, il che non era facile visto il soggetto in questione che lo
voleva aiutare e che riusciva a cambiare personalità cinque
volte al minuto.
<< Allungati! >>
<< Aspetta eh... >>
Saga cercava di allungarsi il più possibile, più che
altro cercava di sfidare le leggi della fisica che dominavano la
gravità.
<< Acchiappa sta mano! >>
<< Guarda che non ho il braccio allungabile! >>
A furia di allungarsi verso Milo Saga l'equilibrio lo perse del tutto
caracollando in avanti, l'eco dell' epocale capocciata
rieccheggiò quasi per tutto il Santuario.
<< Che cazzo! >> gridò Milo massaggiandosi la testa.
Ora Camus guardava la pietosa scena dei due Gold Saint entrambi
sdraiati a terra come se fossero finiti sotto un rullo compressore, si passò la mano sulla fronte e si diresse
verso i due.
<< Avanti su, un braccio per uno e facciamola finita. >>
Saga e Milo si aggrapparono alle braccia di Camus come se fossero
l'ultimo scampolo di vita e riuscirono faticosamente a mettersi in
piedi.
<< Ma guarda tu! >> esclamò.
<< Fai pure il sorpreso? Se tu questo gesto lo avessi fatto prima...vabbè, non farmi parlare. >>
Ritornando verso la Casa di Gemini Camus veniva prepotentemente
strattonato prima da un braccio e poi dall' altro, quei due lo stavano
praticamente smembrando.
<< Davvero, non siete normali. >> esclamò tra una fitta di dolore e l'altra.
Non appena furono arrivati dentro alla Terza Casa ecco che i due figuri
dall'equilibrio più precario di un 98enne col parkinson
riacquistarono le loro facoltà fisiche e mentali.
<< Bhè...naturalmente ce l'avrei fatta lo stesso
ma grazie per l'aiuto. >> disse Saga cercando di
riguadagnare un
po' della dignità perduta in cinque minuti.
Anche Milo stava per replicare quando uno strano rumore fatto di tonfi sordi rieccheggiò tra le colonne.
Tutti e tre si girarono di scatto verso il rumore ed ecco apparire dal
fondo una figura di identità ignota vestita in maniera
improbabile che sembrava uscita da un fumetto horror.
Saga inarcò il sopracciglio chiedendosi chi mai con così
poco senso del gusto avesse potuto violare i suoi domini,
<< Salve. >> disse la cosa strana.
<< Oddio! Parla pure! >> esclamò Milo.
La "cosa" era vestita in una maniera piuttosto bizzarra, indossava una
tuta da neve che sembrava presa in prestito da Aldebaran poichè
era almeno 10 taglie più grossa, ai piedi portava doposci con il
pelo bianco che lo facevano assomigliare a uno squoiatore impazzito, le
mani erano protette da un paio di guanti che sembravano rubati al volo
a qualcuno di obeso, il cappello di lana con pon pon calato sulla
fronte e la sciarpa che ricopriva interamente bocca e naso sembravano
usciti dal corredo della nonna di Shion, il tutto contornato da un paio
di occhialoni da neve con le lenti gialle.
Saga si avvicinò pian piano, incredibilmente cauto come se
stesse per toccare un cane rabbioso, aveva visto qualcosa di famigliare
in alcuni ciuffi di capelli che uscivano dal cappello visto che il
resto della chioma era fagocitata dalla tuta extra large.
Sempre come se si trattasse di un cobra velenoso alzò leggermente gli occhiali.
<< Kanon? Ma come...ma come sei conciato? >> disse sbarrando gli occhi.
Milo e Camus guardavano il gemello di Saga che non faceva nemmeno una piega alle loro facce disgustate.
<< Kanon davvero! Cioè... >>
Milo non aveva parole.
Kanon sembrava fosse in procinto di partire alla conquista del K-2.
Saga lo guardava schifato.
<< Andiamo? >> disse al fratello.
<< Dove? >> chiese l'altro.
<< Andiamo in su. Guardate che ho qui. >>
Da dentro le tasche tirò fuori delle buste di plastica il cui futuro utilizzo non era difficile immaginarlo.
Andiamo in su...andiamo in su...oltre al gusto terribile nello
scegliere l'abbigliamento da neve, Kanon aveva anche problemi per
descrivere dove volesse andare e se fosse stato al posto del navigatore
di Cristoforo Colombo quest'ultimo l'America non l'avrebbe mai scoperta.
Andiamo in su...che voleva dire?
Il Tempio?
Il Paradiso?
<< Dai ragazzi, divertiamoci un po'. >>
Milo, Camus e Saga non avevano telepatia ma pensavano tutti la stessa
cosa, ossia perchè per Kanon il divertimento significasse
andarsi a frantumare la scatola cranica contro qualche colonna.
<< Scusa, Kanon... >> cominciò Saga.
<< Ma che vuoi andare a caccia dello Yeti? >>
La realtà era di gran lunga peggiore e i tre si sentirono quasi
svenire quando udirono la folle impresa che il matto voleva attuare.
Kanon voleva arrivare su su su fino alla statua di Atena, il che fece
deglutire Milo poichè se si era trasformato in un lombrico solo
per fare due scale forse avrebbe avuto buone possibilità di
giungere lassù all'inizio di una nuova, ipotetica Guerra Sacra.
Dopodichè si sarebbero messi le buste per l'immondizia sotto il
sedere e a folle corsa avrebbero attraversato tutte e 12 le Case
giungendo fino all'arena di addestramento e molto probabilmente
avrebbero trasformato tutti i Cavalieri che avessero incontrati in
birilli da bowling diventando campioni a furia di strike.
La velocità sarebbe stata sicuramente al di fuori dei limiti
umani
e questo avrebbe permesso di scivolare pure dentro le Case dove il
ghiaccio non c'era ma trasformando i pavimenti di marmo in grattugie
ustionanti per via dell'attrito che avrebbero bruciato e sbucciato le
statuarie natiche dorate.
<< No, no e poi ancora no. Tu sei fuori. >> esclamò
Saga mentre sperava che Nettuno risorgesse e se lo riprendesse.
<< Ma tanto su ci dovete andare, no? >>
Era incredibile, Kanon non era proprio capace di dare un nome alla destinazione e ora il Tempio era diventato "su".
Camus era sul punto di congelare tutti e stavolta per sempre, ma
respirò profondamente e cercò di darsi un contegno, quel
contegno che rischiava vergognosamente di perdere.
<< Si, "su" ci dobbiamo andare, ma abbiamo intenzione di scendere
a piedi. Prima che tu insista te lo dico subito che mai nessuno
vedrà Camus di Acquarius scivolare giù per le scale con
un saccone dell'immondizia sotto il sedere. >>
<< Va bene, fate come volete. >>
Il fatto che Kanon non avesse insistito insospettì non poco il fratello che conosceva quanto poteva essere petulante.
Con una camminata che assomigliava a quella di un bigfoot con i
reumatismi, Kanon fece dietrofront e sembrava proprio che volesse
dirigersi verso la Quarta Casa e solo quando il resto della truppa non
udì più i suoi "tomp" sul pavimento Camus e Milo si
sentirono così sicuri da proseguire verso il Tempio e rispondere
così alla chiamata di Matusalemme Shion.
Continua...
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Capitolo 2 *** Benvenuti al cinema ***
comico 2
Dopo la parentesi assurda della Terza Casa, Milo e Camus si rimisero in
marcia non senza provare una punta di timore nei confronti di Kanon.
Milo era rimasto aggrappato al braccio di Camus in perfetto stile koala
e l'altro si trascinava pietosamente cercando di tirarsi dietro lo
Scorpione ormai trasformato in perfetta zavorra.
<< Mi stai lussando una spalla. >> strillava uno.
<< La tua spalla si rimette a posto, la mia testa se casco no. >> rispondeva l'altro stizzito.
Arrivati allo spiazzale delle Quarta videro una cosa che li
rallegrò enormemente, un'intero plotone di soldati reclutati dal
Santuario ci stavano dando giù di ramazza e la strada da
lì fino al famoso "su" era libera.
Milo, sentendo di nuovo i suoi piedi che facevano presa cominciò
a saltellare dalla gioia ma venne momentaneamente steso da una pallata
di neve che sembrava lanciata da un giocatore di baseball e che lo
colpì alla tempia facendolo stramazzare al suolo in due nani
secondi.
Camus prima lo guardò, poi guardò Death Mask che con un
sorrisetto cattivo come sapeva fare solo lui già ne aveva preparata
un'altra nel caso la prima avesse fallito la sua missione.
<< Mi stava dando sui nervi.>> disse il Cancro.
Camus era abbastanza contrariato ma non per le condizioni di Milo che
quasi aveva le convulsioni, bensì per il ritardo immane che
avevano accumulato.
Per fortuna di Death Mask la tempra di Milo era molto forte e
riuscì a rimettersi in piedi nel giro di una decina di minuti
buoni, non appena si sollevò e prese coscienza si scagliò
contro Death Mask.
<< Io ti ammazzo! >>
<< Provaci. Oh mamma che paura, mi trema l'orlo della gonna! >>
E sarebbe stato un duello senza precedenti se il Munificentissimo Matusalem Gran Sacerdote Shion non fosse apparso.
Shion calmò subito i bollenti spiriti dei due contendenti
facendo delicatamente calare i suoi pugni su entrambe le teste,
operazione che quasi li ammazzò essendo più violenta
della pallata ricevuta da Milo.
<< Vi ho chiamati tre ore fa, quindi adesso voglio una spiegazione del perchè ancora siete qui. >>
Camus, impegnato com'era a strapparsi il labbro inferiore con i denti
per la rogna che se lo stava mangiando, non era in grado di parlare.
<< Stavo giusto andando a chiamarli. Sa com'è, Sacerdote,
io ci tengo a... >> sentenziò Death Mask per fare bella
figura.
Death Mask non finì la frase poichè lo sguardo
inceneritore di Shion fu peggio di una qualsiasi minaccia di morte
tanto che pensare di buttarsi dentro allo Yomotsu Hirasaka con un
triplice carpiato olimpionico pareva molto allettante.
<< Non dire altro. E per quanto riguarda voi due... >>
Milo e Camus strabuzzarono gli occhi per la fifa.
<< Siccome voi siete peggio del gabinetto sempre occupato quando
serve sul serio, ho deciso di affidare la missione
direttamente a Kanon visto che è quello più libero e...ma
come si era vestito? La sciarpa e il cappello sembrava li avesse fatti
mia nonna ai ferri.
>>
Dopo la parentesi fatta da Shion sull'ex Generale tutti videro il Gran
Sacerdote respirare profondamente prima di attaccare con una sega
mentale di cui non si capì nulla.
<< Ecomunquevogliochelaprossimavoltachevichiamosiatevelocicomelepriscattanticomegiaguari... >>
<< Ma che sta dicendo? >> esclamò Death Mask ascoltando la frase che fu pronunciata in un nanosecondo.
<<...e...basta. >> concluse.
Senza aggiungere altro Shion trascinò tutta la sua persona nelle
sacre vesti nere fino su al Santuario lasciando gli altri con le pive
nel sacco.
Cioè...aveva affidato a Kanon una missione di chissà
quale importanza e già se lo immaginavano mentre chiedeva
informazioni a destra e a sinistra con la cartina in mano poichè Capitan Orientamento non aveva
propriamente una bussola in testa e se si fosse perso e mai più
tornato destinato a vagare in tutta la Grecia avrebbe fatto la somma
gioia di Saga.
Ora si capiva perchè era sparito e non aveva nemmeno insistito per usare le buste, era stato furbo lui!
Death Mask guardava Shion allontanarsi poi guardò Milo
e Camus che avevano l'aria di cani bastonati e vedere il perfetto Camus
in preda a sindrome depressiva per non essere apparso perfetto come
sempre dava un'immensa gioia maligna ma i suoi pensieri vennero
interrotti da un braccio irruento che quasi gli staccò di netto
il collo.
<< Hola ragazzi! >>
Quell' "hola" poteva appartenere solo ad una persona, a un morone mui
caliente che non aveva fatto altro che arrivare dalla Spagna qualche
anno prima proclamandosi il favorito di Atena e facendo incazzare tutti
nel giro di due chilometri.
Milo guardava i capelli di Shura e si chiedeva in quale epoca futura
avrebbe scoperto l'uso di quell'oggetto arcano chiamato pettine.
<< Come mai tutta questa allegria? >> chiese Camus.
La capra dorata si era dimenticata che stava strangolando Death Mask e
solo dopo che questi cominciò pericolosamente a rantolare si
accorse che stava aggiungendo una seconda vittima alla lista dei
Cavalieri d'Oro periti per mano sua, si perchè Aiolos, dopo che
furono tutti tornati in vita, non gli aveva ancora rivolto la parola.
Dopotutto Shura non aveva fatto nulla di male, lo aveva solo
tagliuzzato con la sua Excalibur e abbandonato a morire dissanguato, cosuccie da niente.
In più la spada che lo aveva accoppato era stata donata nientedimeno che da Atena in
persona e Shura voleva rifilare una spadata allucinante pure a lei per non averla
riconosciuta.
Ma come poteva riconoscere la propria dea in quella marmocchia sbavante
che rigurgitava di continuo e spaccava i timpani a suon di frignate?
Comunque il novello Artù l'aveva pensata proprio bella.
<< Ho pensato una cosa divertente. >>
<< Aspetta non me lo dire... >> esordì Death Mask.
<< Vuoi fare un regalo a Saga, una bussola da regalare a Kanon
che lo ricondurrà tra le braccia di Nettuno e che sicuramente non
vede l'ora di ringraziarlo come si deve. Il tutto per la gioia del
nostro schizofrenico. >>
Shura fece un grattino sulla testa del granchio che avrebbe strappato
la pelle di un elefante per quanto le sue nocche sembravano cosparse di
pezzi di vetro.
<< Assolutamente no, però pensavo che una bella serata
tutti quanti in compagnia poteva essere divertente, che ne dite?
Dopocena perchè non venite tutti nella mia Casa? Ci guardiamo un
film. >>
Per un paio di minuti nessuno rispose, anche se nemmeno Camus non
poteva non pensare che una serata di svago sarebbe stata divertente, la
sua paura era solo il pensiero di quello che sarebbe successo.
Nel giro di tre quarti d'ora subito la voce si sparse in tutto il
Santuario ed era un'occasione che non si poteva perdere visto che il
cornuto non faceva mai entrare nessuno nella sua Casa, era molto geloso
della statua di Atena che c'era dentro e cominciavano a girare voci
insistenti sul fatto che qualche soldato lo aveva pizzicato addirittura
a parlarci di cosa lo sapeva solo lui.
Comunque non era facile convincere tutti, per Aiolia convincere suo fratello era un'impresa.
<< E dai! >>
Il gattino dorato cercava di convincere il fratellino arciere ad unirsi
alla serata, ma l'altro era tosto più del marmo e non ne voleva
sapere.
<< Forza, Aiolos, e basta ripensare al passato. >>
Aiolia riuscì a farla finita solo quando sentì la freccia dell'arco di Sagitter solletticargli la gola.
<< Va bene, va bene, prendo le mie cose e tolgo il disturbo.
>> disse pian piano e trattando suo fratello come si tratta uno
psicolabile.
<< Dovranno passare almeno due secoli prima che Shura mi veda nella sua Casa. >> rispose con voce da indemoniato.
Chi prima chi dopo pian piano tutti arrivarono all'appuntamento che mai
avrebbero pensato potesse avere realmente luogo e lo fecero lasciando
nelle proprie Case le due tonnellate di peso cadauna delle Sacre
Vestigia.
Avevano preferito un abbigliamento più consono all'occasione,
chi in tuta da ginnastica, chi direttamente in pigiamone felpato tanto
nessuno si scandalizzava, Aldebaran si presentò addirittura con
un plaid a quadri.
<< Non si mai, magari a qualcuno viene freddo. >>
Il Santo torero, nella sua smielata bontà, aveva preso quello
che secondo lui era il plaid più comodo, questi misurava quasi
sette metri per cinque e aveva una capacità di tenere caldo pari
al sole dello zenith nel Sahara.
Quella sera si scoprirono tutti i modi in cui i Cavalieri andavano a
letto la sera, nessuno sapeva che Mu e Milo si legavano i capelli col
mollettone, ma quello di Mu era l'essenza della pacchianaggine,
trattavasi di una farfalla gigante coperta di brillantini che lo faceva
apparire come una Drag Queen e che avrebbe fatto cadere nel disonore
tutta la nobile casata proveniente dal Pamir.
Camus pregava tutti gli dei che nessuno il giorno dopo si fosse
ricordato delle sue ciabbatte con pon pon e della sua t-shirt da notte
con su scritto "I love you Syberia".
Naturalmente Camus era in buona compagnia e il suo partner ideale
sarebbe stato sicuramente Shaka con la sua mascherina per gli occhi da
notte contornata da pizzo bianco che adesso teneva sulla testa e gli
tirava su la frangia.
Stranamente, quello a cui poteva spettare maggiormente il titolo di
"Mister Appariscenza", ossia Aphrodite, era arrivato in semplice tuta e
ai piedi semplici calzettoni lunghi fino al ginocchio e andava a
braccetto con un Saga che in tuta ci dormiva proprio, peccato che fosse
rosa e bianca facendolo apparire come una coppa di fragole con
panna alta 1,90 per 87 Kg di peso.
Shura arrivò portando sulle braccia una pila di custodie
contenti dvd di ogni genere, si andava dal fantasy passando all'azione
per poi finire alla fantascianza e tutti questi generi erano
intermezzati da dvd che recavano titoli fatti apposta per non lasciare
nulla all'immaginazione e che potevano essere i graditi compagni di
alcune particolari serate da passare in completa solitudine.
Il capra Artù aveva trasformato il suo tempio in una sala
cinematografica quasi perfetta, quattro divani comodissimi li
accoglievano tutti e in più c'erano pure qualche cuscino, bibite
di ogni genere e patatine.
<< Bene a voi la scelta. >>
A questa frase seguì una lite furibonda poichè ognuno
voleva vedere un film diverso, tanto che alla fine bisognò
procedere per votazione, tutti i titoli vennero scritti su pezzetti di
carta e messi in una scatolina, Shaka venne eletto a "Smorfia"
ufficiale per l'estrazione poichè teneva gli occhi chiusi e non
sbirciava, però tutti si chiesero se almeno durante il film li
avesse aperti.
Il titolo estratto dalle virginee mani fu "Vendetta al Corral", un film
western che sembrò incuriosire i più, ma non sapevano i
tapini che si trattava di un pippone madornale di tre ore e mezza con
una trama in stile Casa nella Prateria e alcune sparatorie che
sembravano uscire direttamente dalle battaglie galattiche di Star Treck.
Dopo una mezz'ora di film ancora nessun commento poichè ognuno
cercava di capire e poi di spiegare al vicino una cosa non capita e
apparire più intelligente di lui.
Cominciava a fare un po' freddo quindi Aldebaran srotolò il
plaid che li coprì tutti e dodici senza problemi e che li fece
cadere nel paradiso del tepore, almeno questo per i primi cinque minuti
poichè il plaid era fatto di lana e la temperatura da cinque
gradi stava velocemente raggiungendo i trenta e passa.
Saga, intollerante al caldo in maniera imbarazzante se lo buttò
praticamente via di dosso e siccome si stava anche indolenzendo
sollevò le gambe e le sdraiò sulle cosce di Dohko seduto
accanto a lui.
L'ex jedi sopportò per un paio di minuti quello spaparanzamento ai suoi danni.
<< Scusa eh! Potresti togliere le tue sacre gambe dalla mia sacra persona? >> chiese.
<< Si si. >> rispose l'altro.
Dohko cominciava davvero a spazientirsi.
<< Saga... >>
<< Si si, un attimo! Adesso spara, adesso spara...vai idiota cosa
aspettiiiiiiiiiii! >> gridò Saga ormai immedesimato
completamente nel personaggio e urlandogli consigli come se quello gli
potesse dare retta.
<< Potresti per favore ascoltarmi... >>
<< Nooooooo! Te l'avevo di sparareeeeeeee! >>
Dohko, la cui età aveva fatto anche raggiungere una certa saggezza, respirò profondamente contando fino a cinque.
<< TI PUZZANO I PIEDI! ALLONTANALI DALLA MIA FACCIA! >>
Senza distogliere lo sguardo dallo schermo Saga mise giù le gambe.
<< Punto primo, li ho lavati poco fa col bagnoschiuma e c'ho
messo pure il borotalco indi per cui non inventarti cazzate. Punto
secondo, a te puzzano le ascelle ma sono stato tanto signore da non
dire nulla. Terzo punto, se non vuoi ritrovarti a fare una bella
passeggiata in un'altra dimensione non mi scassare i maroni. >>
Pochissime parole ma siccome il punto tre era stato detto con un tono
che tutti, purtroppo, ricordavano bene era meglio non farlo innervosire
poichè era già teso come una corda di violino nel portare
sostegno morale al suo beniamino pistolero.
Ma Dohko ebbe ben presto la sua vendetta, vicino a Saga c'era un Death
Mask che si era addormentato impietosamente, russando quasi come un
ippopotamo e sbavandogli poco finemente tutta la spalla.
Saga lo guardò schifato poi con una mano cercò di tirarlo
su ma quel gesto fece scattare qualcosa di poco ortodosso nel sacro
granchio.
<< Ma come...mi stai respingendo...prima ti piaceva...dai non
fare così bella... >> disse mentre sorrideva come un ebete
e cominciava ad accarezzare i capelli di Saga in maniera equivoca.
<< Ma senti che roba...belli...morbidi... >>
Saga cercava di toglierselo di dosso con un certo disgusto.
<< Camus. >> chiamò Saga.
<< Vieni qui. >>
Camus aveva udito la voce di Gemini che si era trasformata in uno
squittio di sorcio, si tolse la coperta di dosso con immenso sollievo e
a quattro zampe per non passare davanti agli altri pena la
decapitazione, si avvicinò a Saga.
<< Che c'è? >>
<< Dagli una botta ghiacciata così gli calmi i bollenti
spiriti. Mi ha scambiato per una femmina in un sogno nella quale io non
voglio stare. >> disse l'altro quasi supplicando.
<< Bella...bella...>> diceva Death Mask continuando a sbavare sulla spalla di Saga.
Ora lo aveva anche abbracciato.
<< Ti prego Camus... >> disse squittendo sempre di più.
<< Aspetta eh...momento. >>>
Mentre Camus gli stava per afferrare una mano e fargli sentire quanto
gli piaceva il freddo, Death Mask in maniera davvero poco delicata si
girò di lato per abbracciare neglio la sua preda e la sua mano
si andò a chiudere in maniera poco ortodossa sulle parti ancor
meno ortodosse di Saga.
Quest'altro si morse il labbro e guardò Camus implorante mentre sprofondava nell'abisso della disperazione.
<< Camus! Sveglialo! Altrimenti gli do una cricca in testa e lo stendo! >>
Ma Camus sapeva che ora bisognava andarci piano, se lo avesse svegliato
all'improvviso quella mano avrebbe potuto stringersi in maniera davvero
preoccupante precludendo a Saga la possibilità futura di
condividere il suo patrimonio genetico.
Death Mask continuava nel suo sogno folle, però si sa, anche nel
sogno si avvertono delle piccole differenze che fanno, appunto, la
differenza.
<< Oh bella...ma...non è che mi dovevi dire qualcosa eh?
Qui più che una bella gnocca...bella sembri proprio un gran bel
gnoccone! >>
Camus non ce la fece più, tanto siccome i testicoli che venivano
stritolati erano quelli di Saga e non i suoi, dette uno schiaffo sulla
testa del Cancro che pareva una fucilata e quello si svegliò di
soprassalto, i primi cinque secondi fu totalmente rincoglionito, poi il
suo sguardo cadde dove doveva cadere e quando si accorse di dove la sua
mano si era chiusa sgranò gli occhi e fece un salto all'indietro.
<< Che schifo! Saga! Te ne stavi approfittando! >> disse con disgusto.
<< Si, non cercavo altro, sai? >> rispose Saga mentre si
passava una mano sulla fronte respirando profondamente per lo scampato
pericolo.
Ma loro due non erano i soli che avevano problemi di vicinato.
Shura era seduto vicino ad Aiolia, il leoncino si era appena
appropriato di una busta di patatine e cominciava ad armeggiarci per
aprirla, il casino che ne derivò dal frusciare della busta
è noto solo dai frequentatori di cinema che in quei momenti si
augurano sempre che il soggetto col suddetto pacco di patatine muoia
per soffocamento.
Dopo vari "strap strap" ecco che cominciò il momento "crunch
crunch" il tutto nell'orecchio di Shura che si stava davvero
innervosendo.
<< Senti speriamo che ti sazi presto così la finisci di mangiarmi nell'orecchio! >>
<< Fefchè? >> chiese l'altro a bocca piena?
<< Te l'ho detto, mi stai masticando nell'orecchio e la cosa mi da fastidio. >>
<< Eh quanfe stovie pef due pafafine. >>
<< Parli pure a bocca piena così non solo non si capisce una mazza ma sei pure un gran cafone. >>
Per evitare di litigare visto che tra i due c'erano ancora vecchi
drammi famigliari irrisolti, Aiolia gettò la busta di lato e
questa andò a finire per terra sparpagliandosi tutta.
Dopo due ore di film la maggior parte degli indomiti guerrieri era
già partita per un lunghissimo Safari in compagnia di Morpheo,
dopo altri cinque minuti cominciarono le pose stravaccate che
prevedevano, dita negli occhi, pollicioni nella bocca del vicino, fiumi
di bavetta colante che furiusciva dalle care boccuccie semi aperte.
Il plaid di Aldebaran era fradicio del sudore di ben dodici
persone e lui medesimo si era delicatamente adagiato sul divano
schiacciando indecorosamente Mu che stava soffocando e Shaka che venne
praticamente sbalzato fuori e rimase addormentato per terra
russando senza ritegno.
L'unico che stava sveglio a forza era Death Mask, continuava a guardare
la televisione con occhi quasi spiritati ma non avrebbe ceduto, onde
evitare di cadere un'altra volta in inganno e di dare una seconda mega
palpata a Saga.
Quando il film finì si svegliarono tutti e rincoglioniti
più che mai fecero tutti ritorno alle loro Case, erano solo le
dieci e mezza ma per quanto erano rintronati sembravano le tre del
mattino.
Nessuno aveva visto la fine del film e l'unico che parlò fu Camus che esordì dicendo.
<< La prossima volta però organizzo io. Mica voglio morire per voi! >>
Continua...
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Capitolo 3 *** Ritorno a scuola ***
comico 3
Per una settimana non successe niente di particolare, ognuno rimase per
i fatti propri a cercare di espletare i loro doveri nel migliore dei
modi e soprattutto quando e se ne avevano voglia.
Quell'incredibile pace che non sembrava essere fatta per un covo di matti come il Santuario stava comunque per finire.
La parola fine arrivò in concomitanza con un mandato del
Sacerdote che li convocava TUTTI nessuna eccezione al Grande Tempio
per un comunicazione urgentissima, naturalmente la banda dei dodici si
chiedeva per quale infausto motivo fossero stati tutti convocati.
Tra un commento e l'altro, sbuffi, pigrizia immane nel salire le scale
e l'augurio che Shion potesse sprofondare di nuovo nel regno di Hades ma stavolta da solo,
i baldi guerrieri tutti in Armatura e bianchi mantelli si presentarono al cospetto del
Sommo.
Tutti ordinatamente in fila sembravano soldati in attesa del Colonnello
che gli avrebbe sfilato davanti con aria pomposa e faccia da minchia mandando a fare in culo
anche quello che aveva un solo capello fuori posto.
Shion, seduto sul suo trono li guardava serio, poi si alzò, fece
una passeggiatina chilometrica prima a destra e poi a sinistra con le mani dietro la schiena,
tornò a guardarli e alla fine, dopo due ore di sguardi strani e
anche cattivelli il redivivo della precedente Guerra Sacra prese la
parola.
<< Ordunque...vedo che almeno siete stati puntuali. La cosa di
cui voglio parlarvi è della massima importanza ed è una
cosa che vi riguarda mooooooolto personalmente. >>
Cominciarono tutti a guardarsi dubbiosi.
<< Mo che abbiamo fatto? >> domandò Milo.
<< Niente, è proprio per questo. >> rispose Shion.
Tutti continuarono a guardarsi, Shion aveva questo maledettissimo vizio
che prima di arrivare al punto interessante faceva sempre dei giri di
parole più lunghi della Muraglia Cinese, rimaneva equivoco quel
tanto che bastava per far saltare la mosca al naso a tutti o forse,
semplicemente, si divertiva a fare la guerra psicologica.
Sembrava di stare ad uno di quei maledetti giochi a premi televisi dove
dalla frase "il vincitore è..." passavano tipo due ore
devastando chi era in attesa del verdetto.
Shion in questo era un campione.
<< Siccome durante l'ultima Guerra Sacra ho potuto vedere personalmente
che siete diventati delle pippe immani, posso anche dirvi che temo per
la sicurezza di codesto Sacro Loco, indi per cui d'ora in poi le cose
cambieranno. E ho pensato una bella cosa. >>
Questa era la parte più brutta, le trovate di Shion
significavano sempre catastrofe perchè solo una mente che
soffriva di demenza senile come la sua poteva inventarsi quelle
assurdità che coinvolgevano sempre tutti.
<< D'ora in poi farete un giorno di allenamenti regolari e un giorno di... >>
Le orecchie di tutti si appizzarono.
<< ...teoria. Semplice teoria su tecniche combattive che dovrete
apprendere con la stessa facilità con cui pronunciate il vostro
nome. Per vostra fortuna ho trovato un ottimo professore che insegna le
tecniche ai semplici soldati e non vi farò male se anche voi lo ascolterete. >>
Le facce di tutti presero un'espressione da funerale.
<< Cioè...dobbiamo tornare a scuola? >> chiese Aiolos incredulo.
Shion si mise seduto sorridendo un po' malignamente.
<< Se vogliamo metterla su questo piano...si. Avrete anche i
compiti a casa, le interrogazioni e tutto il resto e soprattutto, pena
la morte, non voglio sentir volare una mosca, non voglio diserzioni
conosciute anche come "faccio sega" e tutto il resto. Qualche domanda?
>>
Nessuno aveva voglia di domandare la benchè minima cosa, perchè nessuno voleva credere ad una cosa del genere.
I grandi guerrieri dorati, i soldati più forti dell'Universo...costretti a tornare sui banchi di scuola.
<< Io non ci credo. Non voglio crederci. >> diceva Milo.
<< Credici perchè se non ci andiamo quello ci ammazza e stavolta per sempre. >> rispondeva Camus.
<< Io nel banco non ci entro, sono sicuro. >> diceva Aldebaran con cognizione di causa.
<< Dai, prendete il lato positivo delle cose, possiamo
ricominciare ad attaccare le gomme masticate sotto il banco. >>
diceva Shura cercando di autoconvincersi senza troppo successo.
Il mattino dopo, alle otto in punto, i baldi scolaretti si avviavano
con aria da funerale verso quella che sarebbe stata la loro scuola a
giorni alterni per un perido di tempo x.
Naturalmente tutti cercavano di nascondere il proprio quaderno e la
propria penna nei luoghi più improbabili, chi nella maglietta,
chi nei calzini...si perchè Shion aveva categoricamente impedito
loro di presentarsi a lezione in Armatura.
<< Così non mettete soggezione all'insegnante. >> aveva detto lui.
Ci mancava solo che apparisse un bidello che li faceva tenere per mano due a due.
Quando entrarono in
quell'aula ricavata in quella che era una camerata per soldati, tutti i
buoni sentimenti caddero in maniera vergognosa sotto le suole dei
piedi, i banchi erano infatti come quelli della scuola elementare
completi di sediucce piccole piccole che non servivano manco a
contenere una chiappa.
Per quanto potevano
vergognarsi, il puro istinto scolastico prese il sopravvento e ci fu un
accapigliarsi e un litigare vergognoso per accaparrarsi i famosi "posti
dietro".
I banchi erano sistemati in
due file da sei per un totale di dodici, ma all'occhio divino del
Sacerdote non sfuggiva nulla quando organizzava queste immani cazzate,
quindi aveva fatto aggiungere un posto in più per Kanon, totale
tredici.
Naturalmente la lotta fratricida cominciò immediatamente.
<< Chiariamo subito le cose, tu in prima fila e io dietro. >> disse subito Saga.
<< E perchè? >> chiese Kanon.
<< Perchè così posso tirarti i pallottolini di carta sbavata in mezzo ai capelli. >>
Siccome era inutile
discutere Kanon si avviò come un cane bastonato nella prima fila
ma scelse il posto più estremo vicino alla finestra da dove
poteva guardare fuori e scoprire quanto poteva diventare interessante
lo statico paesaggio durante le ore di lezione.
Alla fine, dopo un parapiglia che non finiva più, i posti furono predisposti a codesto modo:
Prima fila: Mu, Aiolos, Shura, Aphrodite, Kanon, Camus.
Seconda fila: Aldebaran,
propriamente sistemato per fare in modo che non impedisse la visione al
mondo intero, Aiolia, Death Mask, Milo, Saga, Dohko, Shaka.
Ora, potete immaginare quello che provavano.
Dopo una buona mezzo'ora di
ritardo ecco arrivare il temuto professore, tutti pensavano che per
tenere a bada quella banda di diseredati che avrebbero fatto di tutto
per disertare, Shion avesse scelto qualcuno dalla stazza come quella
del terrificante Docrates, invece si presentò un omino alto come
due barattoli messi assieme, dai capelli unti sistemati con lo
squallidissimo riporto sulla parte destra atto a coprire l'alopecia
galoppante.
Tutti si misero la mano
sulla bocca cercando di non scoppiare a ridere, persino Camus era
diventato tutto rosso e faceva versi terrificanti con la faccia per
cercare di mantenersi serio ma non sapevano a cosa andavano incontro.
Costui era chiamato "gun",
ossia fucile, per l'incredibile facilità con la quale sparava
punizioni e note disciplinari che assomigliavano a delle e vere e
proprie fucilate, i suoi voti erano strettissimi e famosa era la sua
maniera spiccia di spiegare le materie.
C'era un silenzio
terrificante in quella stanza e tutti si chiedevano se il proprio
vicino era atto alla sottilissima arte del "suggerimento" o quella
ancora più indomita della "copiatura" per evitare delle
colossali figura di merda che, sicuro, avrebbero fatto.
Il tipo più
pericoloso di un T-Rex affamato, si voltò verso la lavagna senza
dire nemmeno buongiorno, afferrò il gesso e cominciò a
scrivere sulla lavagna il suo nome.
<< Dunque, io mi
chiamo Tokas, sono un insegnante che grazie alle sue naturali
capacità ha fatto nascere dei grandissimi soldati, spiego molto
bene e mi vanto della mia cultura. >>
<< Alla faccia della
modestia! >> disse sottovoce Shura all'orecchio di Aiolos che,
incredibilmente, gli si era seduto vicino.
<< Allora, per prima
cosa voglio fare la conoscenza con voi, so che siete Cavalieri d'Oro,
siete molto potenti ma a quanto pare vi siete adagiati un po' sugli
allori ed io sono qui per questo. Rimbaldanzirvi è la mia
missione. >>
L'aveva presa addirittura come una missione.
<< So che andremo
sicuramente d'accordo ma per fare in modo che questo succeda davvero vi
metterò a conoscenza di alcune piccole regole che io pretendo, e
ripeto pretendo, vengano rispettate. >>
Il silenzio di tomba continuava.
<< Regola numero uno,
non voglio sentir volare una mosca, chi non è interessato alle
lezioni può uscire oppure fare la mummia ma senza disturbare gli
altri e soprattutto me in primis. Per quelli che preferiscono stare
fuori... >>
Tutti si sporsero leggermente in avanti e a nessuno piacque il sorriso sadico che fece.
<< ...per quelli che
preferiscono stare fuori sappiano fin da ora che mi ricorderò
perfettemente le loro facce quando dovrò dare i giudizi. >>
Già quella era una sentenza di morte.
<< Regola numero due,
avrete solo una possibilità di andare in bagno in tutta la
mattinata, quindi non la gettate via inutilmente solo per andare a
vedere quant'è bello il mondo fuori perchè se dopo vi
scappa per me vi potete piasciare anche addosso, tanto non mi
scandalizzo.
Come se avesse detto le
cose più gentili del mondo fece un sorriso bonario che
già stava facendo nascere istinti omicidi nelle menti dei
tredici disgraziati.
<< Basta un colpo e gli faccio saltare la testa, non se ne accorgerà nemmeno. >> diceva Shura.
<< Fermo, buono, questo ci appende a testa in giù e poi ci scuoia vivi. >> lo fermò Mu.
<< Ora faremo la conoscenza, dunque...vediamo...andiamo in ordine di Casa. Mu dell'Ariete. >>
<< Eh? >>
Mu alzò la faccia all'improvviso terrorizzato nell'aver sentito pronunciato il suo nome.
Tutti si accorsero che quel
maledetto di Shion non aveva tenuto nascosto niente e il capo delle S.S
naziste teneva in mano il fascicolo personale di ognuno di loro dove
c'era scritto vita, morte, miracoli e anche minchiate fatte.
Il perfido lo sapeva e
pareva che si stesse divertendo un mondo a palesare davanti agli altri
le già citate minchiate tra cui parecchie di alcuni dei presenti
erano davvero di proporzioni immani.
<< Mu di
Aries...vediamo...ottimo guerriero, fortissima capacità di
telecinesi, provieni dal Pamir vedo, eccellente riparatore di Cloth
e...visto combattere si e no due volte. >>
Il maestro alzò semplicemente gli occhi.
<< Sei pacifista per caso? >>
<< Ehmm...no ma...>>
<< Eh mamma mia! Questo non da manco il tempo di rispondere! >> disse Mu offeso incrocoando le braccia.
<< Andiamo avanti. Aldebaran di Taurus. >>
<< Presente. >> disse il torone da dietro.
Il curriculum di Aldebaran
non aveva assolutamente niente di brutto e quindi mentre lo leggeva il
sacro Toro guardò Saga li vicino che aveva nascosto la faccia
tra le braccia.
<< Che hai? >> chiese.
<< Non voglio manco pensare a quello che succederà quando adesso leggerà il mio. Catastrofe. >>
Quello continuava mentre
gli veniva da ridere nel leggere che Aldebaran era un ottimo cuoco e
che preferiva non far riparare l'Armatura perchè il corno
spezzato faceva più chic.
Aldebaran si sentì
sprofondare nella vergogna quando il perfido lesse che il suo piatto
preferito erano le lasagne al forno.
<< Continuiamo. Saga e Kanon di Gemini. Chi è Saga? >>
Dalle profondità dell'abisso in cui voleva sparire Saga alzò un braccio.
<< Io. >>
<< Bene, vediamo...accipicchia un curriculum di tutto rispetto questo. Molta forza, dedizione alle cause.... >>
Quella pausa di sospensione
mentre leggeva non preannunciò niente di buono, infatti
alzò un sopracciglio mentre Saga era diventato piccolo piccolo
consapevole che si stava per toccare il tasto dolente.
<< e...ha cercato di uccidere Atena in fasce senza riuscirci, ha ucciso il Gran Sacerdote e ne ha preso il posto? >>
Saga boccheggiava.
<< Ehm...non proprio
preso...cioè...quasi...però sono rinsavito perchè
mi sono beccato una scettrata immane nello stomaco. >>
<< Potrei sapere come ha fatto? No perchè ora sono curioso. >>
<< Si...ero io...cioè non proprio io...ero io ma non ero io... >>
Quello continuava a guardarlo come se fosse un pazzo furioso mentre Aiolos quasi gongolava.
<< Vendetta finalmente! >>
<< E ora con chi sto
parlando? Con lei o con quello che non è lei? >>
continuava il maligno nella sua tortura psicologica.
<< Con me, me medesimo, l'altro non c'è più...credo. >>
<< Va bene, andiamo avanti. >>
<< Ma non è detto che non possa resuscitare. >> disse Saga incacchiato come una iena sottovoce.
<< Buono, calmo. >> lo consolò Shaka.
<< Kanon di Gemini? Ah vedo che siete gemelli. >>
Kanon aveva continuato a
piangere e a ridere con la faccia nascosta nel block notes ma quel
divertimento, chissà perchè, finì subito non
appena sentì il suo nome.
<< Kanon di
Gemini...non è mai stato un Cavaliere però ha giurato di
servire fedelmente Atena. Questa è una cosa buona, però
prima...ha istigato il fratello al tradimento e all'omicidio di Atena,
evaso dalla prigione di Capo Sunion, si è messo al servizio del
dio Nettuno come Generale e...ha provato a prenderne il posto? >>
Il maestro era sempre più interdetto.
<< No, quel curriculum è sbagliato perchè io non
volevo prendere il posto di Nettuno, mica sono un dio! Volevo
semplicemente...usarlo un pochino per soddisfare i miei bisogni. Tutto
qui. >>
<< E meno male
che è tutto qui! Complimenti, bella famiglia. E...nel suo caso
parlo con lei o con un'altro lei? >>
A quella battuta tutta la classe di infami cominciò a ridere a crepapelle.
Kanon voleva morire.
<< No no, io sono sempre stato io. >>
<< Death Mask di Cancer... >>
Il maestro si fermò
subito mentre Death Mask batteva nervosamente il piede a terra, l'altro
sgranò gli occhi mentre leggeva.
<<
Omicida...abbandonato addirittura dalla sua Armatura...colleziona i
trofei delle sue vittime...sapeva che il Gran Sacerdote era in
realtà Gemini ma gli è andato dietro lo stesso! >>
Finì di leggere.
<< Chi è questo baldo giovane? >>
<< Sono qua dietro, nella fila dei dementi e degli psicopatici. >>
<< Bhè...non
c'è che dire...complimenti vivissimi anche a lei. Comicio a
pensare che il lavoro con voi non sarà facile. >>
Death Mask avrebbe voluto
ucciderlo all'istante però non lo aveva torturato come aveva
fatto con Saga quindi ci passò sopra.
<< Aiolia di
Leo...coraggio, forza d'animo...bhè anche questo è
ottimo. Ti sei lasciato soggiogare mentalmente da...Saga di Gemini.
>>
<< Ehmmm...era un
colpo abbastanza potente, praticamente per farti passare l'effetto devi
uccidere qualcuno. >> rispose Aiolia con la massima
semplicità mentre Aiolos si copriva la faccia con la mano.
<< Shaka di Virgo...riesce a parlare con Buddha ed è il Santo più vicino alla dea Atena. >>
Shaka era rimasto impassibile, il maestro scese dalla cattedra e si avvicinò a lui.
<< Facciamo
così, per quanto riguarda che parli con il Buddha...se mi
prometti che cambi spacciatore ci passo sopra. >>
Nella mente di Shaka
stavano cominciando ad affollarsi le immagini del detestabile omino
inutile privato di tutti i sensi, ma siccome chi ha più prudenza
la usa era meglio starsene, per il momento, buoni.
Il folletto dovette quasi
saltare per rimettersi seduto sulla scrivania ma la sua faccia
diventava sempre più seria, forse perchè pensava cha a
tutti serviva più uno psichiatra che un professore.
<< Dohko di Libra...Cavaliere d'Oro anche nella precedente Guerra Sacra? Stiamo scherzando? >>
Dohko si affrettò a mettersi in piedi.
<< Vede, io e il Gran
Sacerdote Shion eravamo compagni e abbiamo vissuto a lungo
perchè avevamo entrambi un'importantissima missione data da
Atena, cioè lui era stato nominato Gran Sacerdote e io...va
bene, basta. >>
<< Ecco appunto. Voglio chiedere conferma al Gran Sacerdote. >>
<< Faccia come vuole,
ma è lui che ha scritto quella roba la sopra. >>
continuò Dohko che era partito in quarta con la sfida al
professore.
Il professore
afferrò il gesso e lo lanciò indelicatamente verso Dohko,
questi lo evitò e guardò il prof a occhi spalancati.
<< Non tollero quando qualcuno mi tratta con superficialità, è chiaro? >>
Prese ad urlare come un
ossesso sull'educazione che a loro mancava, cominciò con un
sermone terribile, alla fine, come se niente fosse, ricominciò
con i curriculum e tutti si guardarono cercando di capire perchè
stava dando dei matti a loro quando lui ne meritava il titolo di capo.
<< Milo di
Scorpio...mi scusi, perchè qui c'è scritto che quando lei
combatte è un po' sadico? In che senso? Me lo spieghi
perchè io non riesco proprio a capire. >>
Milo si alzò contento di essere stato l'unico alla quale il prof avesse fatto una domanda sensata.
<< Vede, è il
mio colpo, si tratta della Scarlet Needle, è un colpo che ti fa
prima quindici buchi e poi ti uccide lentamente, non sono io ad essere
sadico. >>
Il maestro lo ascoltava ad
occhi chiusi come se stesse frugando nei recessi della sua testa e a
Milo questo infastidiva, infastidiva molto.
<< Però lei...il colpo lo lancia. >>
<< E per forza! E' il mio colpo, dovrò lanciarlo per forza, no? >>
Quella risposta così
ovvia come per prenderlo in giro non piacque al folletto che aggiunse
una regola alle altre citate prima.
<< Regola numero tre, mi ricorderò anche la faccia di tutti quelli che vogliono farmi passare da stupido. >>
Milo si era condannato a morte da solo.
<< Così t' impari a rispondere meglio. >> lo sgridò Camus.
<< Aiolos di
Sagitter...per questo voglio una spiegazione veramente convincente, che
significa "ha salvato Atena, etichettato come traditore, rimasto morto
per tutto il tempo? >>
Aiolos si alzò guardando Shura e già pregustando la seconda, agognata vendetta.
<< Dunque, il signor
"ero io ma non ero io" qua dietro si è fatto scoppiare la brocca
che c' ha al posto della testa e quindi voleva pugnalare Atena ma io
l'ho impedito, ora siccome a lui non è andato giù mi ha
fatto etichettare come traditore e il qui presente vicino a me Shura di
Capricorn è stato ben felice di eseguire l'ordine dato dal matto
che diceva di impalarmi alla prima occasione. Il resto non glielo so
spiegare, non so perchè sono l'unico a essere rimasto sempre
morto. Bhò! >>
Tokas ascoltò la spiegazione poi cercò di fare mente locale e alla fine fece la sua conclusione.
<< Saga, lei è sempre in mezzo come l'erba cattiva! >>
<< Vero? >> rispose l'altro da dietro.
<< Shura di Capricorn...lei è quello che ha...insomma ha fatto fuori il suo compagno di banco Aiolos? >>
Shura si guardò attorno.
<< Si, però io come Cavaliere ho eseguito l'ordine dato da... >>
<< Aspetti, glielo leggo nella mente...l'ordine dato da Saga? >>
<< Bhè si. >>
<< Che novità! >>
Alle orecchie del maestro non sfuggì la battuta di Death Mask ai danni di Saga.
<< Uh uh uh...quello che voleva dominare il mondo...hi hi hi. >>
<< Signor Death Mask,
leggendo il suo curriculum lei è forse peggio del mancato
dominatore del mondo quindi taccia! >>
Saga lo guardò e
poi, senza un minimo di ritegno disse "tiè" facendo un gesto con
un dito poco ortodosso e aggiungendoci anche la linguaccia.
<< Camus di Acquarius...è francese. >>
<< Si. >> disse Camus freddo.
<< E' anche un bravo maestro. >>
<< Si. >> gelido.
<< Ha sacrificato la vita per permettere ad un suo allievo di raggiungere lo zero assoluto. >>
<< E allora? >>
Il maestro scese dalla cattedra.
<< Sia un pochino più caloroso quando parla con me, e poi la vita per questo la sacrificano i tonti. >>
Il maestro si voltò
per mettersi di nuovo seduto e Camus esplose, cominciò ad
afferrare tutto quello che trovava nel tentativo di lanciarglielo
contro.
<< Maledetto...come osa? Come osa? >>
Mu e Aphrodite che gli
stavano vicini gli toglievano dalle mani tutto quello che lui afferrava
e alla fine furono costretti a spingerlo a forza sotto il banco per
cercare di calmarlo a furia di pedate, il tutto nell'indifferenza del
professore.
<< Naaaa lasciate
stare, prima o poi si calmerà. Anzi, regola numero quattro, le
sbroccate all'indirizzo del personale docente verranno punite con una
nota di demerito su questi curriculum già fin troppo...strani.
>>
Camus si rimise seduto sul banco ma sbuffava come un muflone, tutto rosso in viso e coi capelli spettinati.
<< Finalmente l'ultimo di voi...Aphrodite di Pisces. >>
E lì nessuno potè risparmiarsi la risatina, soprattutto Death Mask.
<< Si, dunque...prima di tutto vorrei capire una cosa...del tipo a che sesso appartieni. >>
Aphrodite lo guardò
scandalizzato mentre Death Mask, precipitato nell'abisso dell'indecenza
non la smetteva più di ridere.
Il professore continuava a
parlare con Aphrodite che cercava di giustificare il suo aspetto che
era sempre stato bellissimo per quanto riguarda il Saint dei Pesci, ma
mentre parlava andò all'ultima fila, afferrò Death Mask
per il collo e gli fece dare una craniata sul banco.
<< Non vi dovete
approfittare di me perchè sono basso, ricordate che sono un
insegnante e conosco anche io tecniche che possono farvi molto male.
>>
Il professore scandiva ogni
parola sottolineandone l'importanza con una capocciata di Death Mask
sul banco, non appena fu contento lo lasciò semitramortito
tornando alla cattedra.
<< E ora ragazzi,
faremo cinque minuti di pausa e poi torneremo qui tutti allegri e
spensierati perchè arriva il momento di spiegarvi come si
svolgeranno le lezioni.
Vista la presentazione le stesse lezioni cominciavano a rappresentare per tutti un pericolo mortale.
CONTINUA....
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Capitolo 4 *** La terribile scoperta ***
5
UN
PICCOLO CAPITOLO PER RIDERE SUI NOSTRI AMATI PERSONAGGI CHE VENGONO A
CONOSCENZA DELL'ESISTENZA DELLE STORIE YAOI, DOVE LORO SONO,
NATURALMENTE, GLI ASSOLUTI PROTAGONISTI :)
Era
ormai mattina inoltrata nel nuovo giorno che baciò il Santuario, ma già
nell’aria vi era l’odore della sventura che aveva già colpito, lenta ed
inesorabile, i guerrieri più forti della terra.
Chiusi
nei lugubri domini della Terza Casa, un Milo esasperato, sventolava con uno
scottex stropicciato un Kanon devastato fino all’ultima molecola del suo corpo.
Il
disgraziato se ne stava sdraiato sul divano, con una pezza bagnata sulla faccia
che altro non era che uno strofinaccio per pulire la cucina, mentre mugugnava
parole incomprensibili ai più.
Le
frasi che uscivano strascicate dalla bocca di uno dei Santi più forti, erano un
concentrato devastante di improperi, lamentele, colpi e accidenti mandati a chicchessia,
conditi da qualche bestemmione irrepetibile nei confronti di Athena, del tutto
dimentico che la Divina Bambolotta gli aveva già salvato il sedere due volte.
Aldebaran
cercava di tenere lontano dai suoi artigli alcuni fogli sospetti che sembravano
essere la causa del suo malessere mentre Saga, dopo aver buttato al vento ogni
parvenza di dignità, continuava a ridere fino a quando non rimbalzò per terra in
preda a convulsioni isteriche, assomigliando a una pallina matta schizzata via
dal distributore a gettoni.
Mu,
era l’unico ad avere un’espressione affranta, mentre tutti i presenti
continuavano a guardare Kanon come se fosse l’ultima volta nell’attesa che
esalasse, per l’ennesima volta come tutti, il suo ultimo respiro.
Saga
ormai non rideva più, ululava come un lupo mannaro, in preda ad un pianto
isterico e a dei crampi addominali che manco ottomila piegamenti gli avrebbero
fatto provare.
Il
Buddha ossigenato della Sesta casa, era stato chiamato per fare in modo che,
con il suo potere illusorio degno del più grande spacciatore di ecstasy mai
esistito, potesse mandare la mente di Kanon in un posto per lui idilliaco e
farlo calmare, ma tutto era stato vano, aveva anche provato a rimandarlo in
fondo al mar ad ammirare le belle sirenette con due pocce come cocomeri che, a
sentir dire, deliziavano non poco la vista dell’ex Generale del Nord Atlantico.
<<
Si può sapere da dove è saltata fuori quella roba? >> chiese Shaka interessandosi
ai fogli tenuti da Aldebaran.
Il
torone dorato, ogni tanto gettava un occhiata su quello che vi era scritto, e
se ne fuoriusciva con “hu hu hu” e “hi hi hi”, dissimulati da colpi di tosse.
<<
Il Sommo Shion ha detto che gli sono stati consegnati da alcuni insegnanti
nella scuola e che…bhè, sarebbe meglio che non girassero troppo per evitare…
>>
<<
Posso leggere un attimo? >> chiese Camus.
Aldebaran,
guardandolo male come se fosse chissà quale pericolo, gli consegnò i fogli e
Camus, toccandoli come se fossero un detonatore pronto a esplodere, cominciò a
leggere…leggere…leggere..
Lesse
fino a quando tutti gli astanti, con un’espressione di terrore sul volto, lo
videro diventare paonazzo prima di passare al blu dopo aver attraversato una
vasta gamma di colori e sfumature.
Milo
ebbe l’impressione che gli occhi gli stessero per schizzare fuori dalle orbite,
prima di scoppiare a ridere con un pernacchione tale che lo trasformò in un
idrante, irrigando allegramente e generosamente le facce e gli occhi dei
compagni davanti a lui.
<<
Ma qui c’è scritto…che Kanon…che Kanon… >>
Non
c’era niente da fare, non riusciva a controllarsi e alla fine si unì agli
ululati di Saga, creando l’effetto di un branco di licantropi affamati.
Kanon
si tolse con uno scatto lo strofinaccio da cucina dalla faccia e gridò come un
posseduto in attesa dell’esorcista.
<<
C’E’ SCRITTO CHE KANON DI GEMINI, OSSIA IO, LO PIGLIO IN CULO CONTINUAMENTE DA
QUEL COSO DELLA VIVERNA CHE NON RICORDO NEMMENO PIU’ COME SI CHIAMA! >>
Kanon
aveva un’espressione da psicopatico mentre Milo, pur continuando a sventolarlo,
aveva talmente spalancato gli occhi da farlo sembrare un rospo.
<<
Voglio sapere chi si è inventato sta cosa, lo voglio uccidere, stritolare con
le mie mani. >> disse Kanon mentre cercava di rimettersi seduto.
<<
Nessuno può attentare al mio deretano. Nessuno! >>
Camus,
dopo gli ululati, trovò un nuovo piano esistenziale, trasformandosi in ghiaccio
completo senza possibilità alcuna di tornare alla sua forma umana originale.
Venne
sostituito nella lettura da Aiolos che, senza particolari problemi, si mise a
fare la telecronaca del nuovo manoscritto ufficiale del Santuario.
<<
E i due amanti, ormai in preda ai fuochi
della passione, unirono i loro corpi come se fossero un’unica cosa…alla
faccia! >>
<<
Non ci credo. Quel “coso” mi faceva ribrezzo! Aveva due sopracciglia orribili. >>
continuava a piagnucolare Kanon.
<<
Dai Kanon, consolati, qui c’è scritto che non lo pigli sempre sempre. Ogni tanto
lo dai anche. >>
<<
Grazie Aiolos, saperlo mi risolleva davvero molto. Prendo e piglio,
giustamente. >>
Kanon
aveva già letto quella storiella scritta da ignoti, dove si raccontava di lui
che lo pigliava a destra e lo dava a sinistra, dall’alto verso il basso e
viceversa facendo anche qualche deviazione sulla tangenziale all’ora di punta.
Ma
proprio mentre Aiolos stava ancora malignamente gongolando, ecco che il pallore
si impadronì di lui mentre guardava, con uno sguardo allucinato che manco Hades
sarebbe stato in grado di fare, in direzione di un Saga che era riuscito a
rimettersi in piedi arrampicandosi su una colonna come se fosse un bradipo.
Il
centauro, sempre assenteista nelle migliori occasioni, si avvicinò al Cavaliere
di Gemini che tirava su col naso come se fosse in preda alla più violenta
rinite allergica esistente.
Guardava
lui e guardava il fogli, i fogli e lui e via così all’infinito.
<<
Che c’è? >>
Con
il suo fare recitativo, il novello Moliére brandì i fogli davanti a lui come se
fosse la già troppo famosa Excalibur.
<<
E così il Sagittario, ormai in preda alla
passione più sfrenata, si avvinghiò al suo affascinante amante dai lunghi
capelli blu, sperando che lo possedesse subito. >>
Saga
lo ascoltò, poi scoppiò di nuovo a ridere ma ecco che dopo due secondi non
rideva più.
Quel
“amante dai lunghi capelli blu” e il modo come Aiolos si era diretto verso di
lui, avevano un presagio troppo funesto.
Saga
gli strappò i fogli dalle mani e si immobilizzò come una gargolla ulteriormente
colpita dal mefitico occhiolino di Medusa.
<<
Fammi capire, qui io e te…cosa stiamo facendo di sbagliato? Perché è sbagliato
quello che stiamo facendo, non è vero? Tu non lo metti in culo a me e io non lo
metto in culo a te. Vero? Rispondi, per favore. >>
<<
A me pare che la cosa sia reciproca. >>
Saga
lesse la sua parte, condita di dettagli talmente raccapriccianti che gli veniva
da vomitare.
A
differenza del fratello, lui faceva anche le capriole, mentre ballava certe
macarene con Aiolos capaci di far impallidire i re del porno internazionale
<<
Ma come diavolo fai a rimanere così calmo? >> inveì Saga contro un Aiolos
che ormai rassegnato, si era appoggiato alla colonna annuendo e guardando da
un’altra parte.
Fu
in quel momento che Sua Magnificenza Logorroica Shion fece la sua comparsa.
Aveva
la faccia più incazzata di un babbuino mentre si alzava il sottanone nero per
impedire di ruzzolare a terra avvolgendosi come un involtino.
Senza
dire una parola strappò i fogli dalla mano di Aiolos e li guardò tutti uno per
uno.
<<
Che è? Vi siete riuniti qui per fare un ripasso delle cose indegne scritte qua
sopra? >>
A
quelle parole tutti si portarono una mano alla bocca, Kanon ancora ridacchiava
mentre gustava la sua vendetta contro il gemello ma Shion lo sentì e gli si
piazzò davanti.
<<
Tu…devi solo ringraziare il cielo che i tuoi ex colleghi Generali non fossero
famosi quanto te, perché sennò tu i Sette Mari te li ricordavi eccome! Piantala
di ridere o ti assicuro che ieri ho ricevuto una letterina dalla prigione di
Capo Sunion dove il custode scrive che gli manchi tanto! >>
Kanon
si ammutolì all’istante.
Shion,
deglutendo per lo schifo e arrotolandosi le maniche della palandrana sacerdotale
pesante kg 10, brandì ancora quei fogli come se fossero i sigilli di Athena che
avevano la capacità di appiccicarsi sulle cose peggio delle gomme americane.
<< Allora, visto che sono qui,
cominciamo proprio con te. Queste…storielle, chiamiamole così, sembra che
vadano molto di moda. >>
Kanon
voleva sprofondare nell’abisso più nero, perché lui aveva letto solo la parte
in cui si sollazzava allegramente facendo il trenino con Rhadacoso, e questo
era già peggio della morte, ma non aveva letto il resto.
Cominciò
a sudare mentre il verdetto divino si sarebbe abbattuto sulla sua testa sotto
forma dell’arietone Shion.
<<
Dunque Kanon, tu fai coppia fissa con Mister Sopracciglio ma stando a quanto
c’è scritto qui non disdegni la compagnia di quell’altro Generale…come si
chiama… >>
<<
Ma chi? >> chiese un Kanon sempre più emaciato.
<<
Come chi? L’amico tuo, il Pifferaio Magico. >>
<<
Il Pifferaio… >>
Poi
si ricordò all’istante.
<<
Volete dire…Sorento? >>
<<
Si, quello là. >>
Quest’altra
rivelazione shock dette un altro duro colpo alla sua mascolinità, qualcuno si
era davvero divertito a scrivere che i Generali degli Abissi si
inchiappettavano allegramente tra di loro?
Le
Sette Colonne erano in realtà un set pornografico e lui non se ne era mai
accorto o lo avevano drogato apposta?
Facevano
il trenino di Capodanno con a capo Nettuno?
Poi
però un barlume di coscienza sporca si fece largo in lui, ricordandosi che
Nettuno…lui si che avrebbe avuto i suoi buoni motivi per inchiappettarselo e
nemmeno si poteva dire che fosse ancora al sicuro, perché il viziatissimo stramegaultramiliardario
ancora vagava per il mondo in compagnia del suddetto Pifferaio Magico.
Con
questa prospettiva, Kanon pregò che la gomma americana sul sigillo di Athena, tenesse
ancora a lungo per la salvezza delle sue chiappe.
Ma
Shion Inquisitore non aveva ancora finito.
<<
Oltretutto, caro Kanon, tu sei anche esperto di adescamenti di fanciulli
innocenti, manco fossi il lupo di Cappuccetto Rosso travestito da nonna, come
testimoniano… >>
Il
tridente di Nettuno…ma dove lo aveva messo?
Un’altra
bella botta in petto più forte della precedente avrebbe risolto tutto in due
minuti.
Adesso
gli avrebbe fatto davvero comodo per cavarsi tutte le budella, impiccarsi con i
suoi intestini e non sentire altro.
<<
…come testimoniano…ah ecco. Tutte le grandissime pomiciate che ti sei fatto con
Shun di Andromeda. >>
<<
Cosa? Io non ho mai ficcato la lingua in bocca a un ragazzino! Per di più
ambiguo come quello! Devo ancora capire se è maschio o femmina e non lo capirò
mai! >> protestò.
Lo
sguardo di Shion gli fece capire che era meglio stare zitto.
<<
Saga e Aiolos. Voi due avete proprio superato i limiti della decenza a parer
mio. Abbiamo un Saga che riesce a diventare un mostro del sesso quando cambia
tinta ai capelli e un Aiolos che, poverello, non fa altro che subire. Senza
contare i momenti in cui formate l’Allegra Trinità assieme a Mu. >
Il
tonfo che si sentì apparteneva proprio a Mu, mentre Shura cercava di rimetterlo
in piedi.
Saga
guardò Aiolos con il più grande ribrezzo di cui era capace e si allontanava
pian piano come se fosse un appestato.
<<
Tu non solo mi hai già ammazzato. Infierisci anche! >> disse ritrovando
una parvenza di dignità il quadrupede dorato.
Fu
in quel momento che Shion si erse in tutta la sua statura, respirando
profondamente per apparire più grosso, buttò via i fogli e quello che sarebbe
uscito dalla sua bocca sarebbe stata la mazzata finale, diretta ai due che, a
quanto pare, erano considerati i migliori attori protagonisti delle migliore
scene di sesso, di gelosia, e di perversione.
Erano
coloro che sembravano essere pervasi da un sentimento di amore eterno e
sincero, almeno a giudicare dai manoscritti su di loro dove erano descritte
posizioni di sandwich, alla bersagliera, trenini a due e momenti appassionati
condivisi sotto la doccia, sulla lavatrice in centrifuga, sul tappeto d’orso,
nello scantinato, nella cantina, dentro Capo Sunion nascosti nel buco provocato
da un Kanon a quell’epoca totalmente flippato peggio del fratello, e in ogni
altro luogo abbordabile e perverso esistente in tutto l’Universo.
Shion
li abbracciò fraternamente.
<<
Miei cari, avete proprio superato voi stessi. >> disse sorridendo con un
sorriso che più tirato non si poteva.
Camus,
che aveva appena iniziato a scongelarsi, subito precipitò di nuovo nell’abisso
dell’ibernazione, mentre Milo, sadico come mai era stato, puntava
pericolosamente la sua adorabile unghietta laccata contro il santo deretano
sacerdotale.
Fu
allora che il redivivo Kanon, in preda all’istinto di sopravvivenza più acuto
che potesse esistere, saltò giù dal divano, afferrò i manoscritti strappandoli
di mano ad uno Shion allibito e cominciò a strapparli a morsi.
Poi
scappò via di corsa mentre mordeva e sputava pezzetti di carta incollati di
bava tutt’ intorno.
Sembrava
che volesse fare il remake della favola di Pollicino che disseminava di
briciole la strada verso casa per ritrovarla.
<<
Acchiappate quel disgraziato! >> sentenziò Shion indicandolo come avrebbe
fatto un santo Inquisitore.
Saga,
sentendosi in parte colpevole per essere stato protagonista delle storielle a
luci rosse, in parte perché sentiva la responsabilità di dover condividere il
suo patrimonio genetico con la reincarnazione di Pollicino, cominciò a
inseguirlo come se non ci fosse un domani.
<<
Fermati! >>
<<
Fossi matto, a costo di mettere a soqquadro tutto il Santuario, distruggerò
tutto quello che trovo di compromettente. Ci tengo al mio culo, io! Poi voi…non
ne ho idea. >>
L’Onnisciente
Shion, devastato dall’idea di cosa il folle poteva combinare vista la sua lunga
lista di precedenti, rinnovò l’invito a tutti i suoi Cavalieri.
<<
Portatemi la sua testa, porca di quella miseria zozza miseranda! >>
Tutti
i Cavalieri partirono alla carica, dando il via ad una tremenda caccia alla
volpe mentre Kanon saltava le colonne, ruzzolava dalle scale, e buttava a gambe
all’aria tutti quelli che incontrava.
<<
Torma indietro, maledetto! >> gridò Saga.
<<
Ma nemmeno per sogno. >>
Aldebaran
schiantò una colonna nel correre come un indemoniato, Milo la
prese in pieno, Shaka inciampò su Milo e partì
come un razzo colpendo con una capocciata aberrante Camus direttamente
nelle
schiena, con la forza di un ariete da sfondamento.
Shura
incespicò da solo cadendo in avanti seguito da Death Mask, Aphrodite, Mu, Aiolia,
Ailos e Dokho, creando una montagna umana di Cloth destinate al riciclaggio.
Agli
occhi di un ipotetico spettatore la scena appariva così: Kanon in prima
posizione, Saga con uno stacco di un solo secondo che provava ad artigliarlo
per i capelli senza successo, Camus che lo stava raggiungendo a razzo con
ancora Shaka appiccicato alla schiena intento a dare la spinta propulsiva, Milo
incastrato fra le macerie, montagnola umana messa quasi fuori combattimento ed
uno Shion che guadagnava posizioni correndo mentre si alzava il sottanone,
dimostrando un agilità notevole per la sua età bicentenaria.
Kanon
correva come un ossesso, schiantando due ignare guardie, fino a che non si
ritrovò di fronte una leggiadra ancella che reggeva in mano un foglio sospetto
e ridacchiava.
Con
l’intento di strapparle i fogli di mano rallentò e Saga, partendo con un
placcaggio degno del miglior pilone rugbista, lo acchiappò per le gambe ma non
riuscì a trattenerlo poiché ricevette un calcio epocale sui denti che lo mandò
a vagare per qualche secondo nella sua famosa Dimensione Oscura.
A
causa dell’impaccio, Kanon caracollò addosso alla donnina e la povera si beccò
87 kg di peso per un 1,88 di altezza in pieno.
L’ancella
si schiantò a faccia avanti e Kanon gli finì sopra come la marmellata sulla
fetta di pane mentre tentava di strapparle i fogli dalle mani.
I
cavalieri sopravvissuti alla distruttiva staffetta, si fermarono a guardare l’indegna
scena dove Kanon cercava di spingersi sempre più in avanti per afferrare il
maltolto mentre la poverella, convinta di avere a che fare con uno stupratore
folle, si dibatteva e si divincolava nel tentativo di scappare.
<<
Ma che cazzo stai facendo? Fermati! >> le gridò lei con una grazia che
ben poco si addiceva al suo faccino delicato e fresco.
<<
Voglio quei fogli! Dammeli! >>
<<
Ma tu sei fuori! Che ci vuoi fare con la lista della spesa? >>
Ma
Kanon non aveva sentito di cosa si trattava, perché tutti quei movimenti,
quelle strusciatine e quegli affondi di bacino sulle sode natiche femminili,
impiegarono davvero poco a risvegliare gli istinti dell’ex Generale che, con la
scusa di acchiappare i fogli sospetti, si stava esibendo sempre di più in un
macabro samba con tentativo di trivellazione annesso.
La
disgraziata, non appena sentì il terzo incomodo che gli premeva inesorabilmente
sulle chiappe, spalancò gli occhi aumentando i suoi tentativi di divincolamento,
cosa che peggiorò la situazione.
E
di parecchio anche.
Kanon,
ormai persa ogni concezione di redenzione che aveva nel cervello, fece un’espressione
da assatanato, mandando in pappa tutte le sue neonate buone intenzioni.
<<
Ammazza che gnocca! Ma dammi quei fogli. >>
<<
Lasciami pervertito! >>
Saga
si precipitò sul fratello che ancora tentava di prendersi i fogli e
contemporaneamente soddisfare i suoi istinti che premevano sempre di più sulle
perfette chiappe ancellari, con la chiara intenzione di fare una bella gita
speleologica ai danni della ragazza che inveiva contro di lui peggio di un
bovaro incazzato.
<<
E molla! >> disse Saga acchiappandolo per i polpacci.
Kanon
venne tirato via da Saga e Shion che lo acchiapparono una gamba per uno, ma non
avevano fatto i conti con la sua irrefrenabile voglia di speleologia che non
aveva chiara intenzione di lasciar andare la sua voglia di esplorazione.
Si
scagliò su Saga afferrandolo per i capelli con il chiaro intento di affondare i
suoi denti sulla nuca del gemello e cercando di infilare le dita nell’occhio
sacerdotale.
<<
Ti piglio a mozzichi sulla capoccia, ti piglio! >>
<<
E sta fermo! >> rispondeva Saga mollando schiaffi epocali sulla faccia
del fratello.
Kanon
venne tirato via, mentre inveiva ancora come un dannato dal Lavello mentre veniva
riportato, strusciante con la faccia a terr,a alla Terza Casa.
Shion
si arrotolò le maniche della palandrana manco fosse un lottatore e acchiappò
Kanon per la maglia.
Le
epocali pappate che ricevette lo riportarono ad una sorta di ragione.
<<
E ripigliati! >> diceva mentre elargiva schiaffoni.
Alla
decima pappata, Kanon dette segni di ripresa.
<<
E basta! >> mugulò.
<<
Ho la faccia come una zampogna! Ho capito, ho capito. Basta che la fate finita.
Posso andare un attimo in bagno? Giuro che non scappo, basta che mi facciate
chiudere un attimo in bagno. >>
Shion
trasformò gli occhi come se fosse lo spioncino di un portone mentre lo guardava
allontanarsi, sbattere la porta e restare chiuso lì dentro.
Dopo
due secondi di silenzio, tutti e dodici i Cavalieri, Shion compreso,
scoppiarono a ridere.
<<
Deve andare in bagno lui! >>
<<
Si, come no! >>
<<
Hi hi hi! >>
<<
Hu hu hu! >>
E
giù commenti a non finire.
Ma
il loro divertimento venne presto interrotto dalla capo inserviente del
Santuario che entrò nella Casa, con carrello delle pulizie annesso, chiaramente
convinta ad entrare nel bagno per tirarlo a lucido.
Shion
strabuzzò gli occhi mentre Saga si precipitò intromettendosi tra lei e il
bagno.
<<
No! >> gridò secco mentre si spalmava sulla porta.
<<
Che c’è? >> chiese lei.
<<
E’…è occupato. >>
<<
Va bene, allora aspetto. >> disse lei tranquillamente.
Cinque
minuti.
Dieci
minuti.
La
donnona delle pulizie folli, cominciò a sbuffare in maniera impietosa,
investendo Saga con dei tornadi di vento assurdi mentre tentava di mantenere la
sua posizione a difesa dell’ingresso peccaminoso, pregando Athena che non si
facesse udire troppo forte la conclusione di quella urgentissima e anche
imbarazzante chiusa nei meandri del gabinetto.
<<
Ma quanto ci mette? Sicuri che sia ancora vivo? >> chiese l’omone con poca
parvenza di femminilità.
<<
Non si sentiva bene e quindi…poverello, lasciamolo tranquillo qualche altro
minuto. >>
Saga
disse questa frase urlando e canticchiando musichette improvvisate di cui
nemmeno lui aveva concezione.
<<
Ma perché stai urlando? >> chiese lei.
<<
Io sto urlando perché…perché…perché sono passati dieci minuti e forse è il caso
che cominci a urlare. >>
La
donnona lo guardava come se fosse un pazzo invasato.
<<
Tu non stai bene, per caso stai avendo una ricaduta delle tue? >>
A
quella frase tutti sghignazzarono divertiti, tutti tranne Saga.
<<
Il fatto è che lui…lui sarebbe mio fratello…in realtà è un uomo…si, è un uomo e
come tutti gli uomini…cioè…lui sta…ha determinati bisogni che… >>
Saga
sembrava diventato completamente dislessico senza riuscire ad articolare una
frase di senso compiuto.
Ma
la donnona, che stupida non era, capì la situazione, uscendosene con una frase
che fece sobbalzare tutti i Cavalieri intorno come palle da tennis.
<<
Ah! Ma tu stai coprendo tuo fratello che è un altro segaiolo! >> disse
ridendo come un vaccaro.
La
grazia dell’omone travestito da donna e pure male, lasciò tutti di stucco.
<<
Ci stanno più pipparoli nelle Dodici Case che in tutta la Grecia! >>
Rideva
come un cercopiteco e mandando furi dai gangheri i presenti.
Shura
alzò la mano in maniera minacciosa, puntualmente placcato da Mu e Aldebaran.
Shion,
non si sa come, si sentì preso in causa e fece finta di cercarsi le doppie
punte nei capelli, cercando di farsi sempre più piccolo e sparire alla vista
del mondo.
Camus
guardava un punto indefinito delle colonne, scoprendosi un critico d’arte
mentre favoleggiava su strane tecniche utilizzate per innalzare i colonnati
delle Case.
Saga,
che aveva ormai assunto color porpora scuro e sudava come un orso polare nella
sauna, tentava di fare finta di nulla mentre ancora montava la guardia alla
porta fino a quando questa si aprì.
Lo
strano essere incrociato con un facocero, guardò Kanon che usciva dal bagno con
un’espressione soddisfatta e rilassata.
<<
Pipparolo, hai pulito tutto si? Tirato la catena, pulito il lavandino o lo
specchio all’evenienza? >>
Kanon
la guardò come se si trovasse di fronte al guardiano degli Inferi e cercando di
passarle il più lontano possibile come se fosse chissà quale demone immondo, si
mise comodamente seduto in mezzo agli altri.
<<
Ah, ora va meglio. Incredibilmente meglio, aggiungerei anche divinamente.
>> disse con un sorrisetto ebete stampato sulla faccia.
Mentre
la donna delle pulizie ci dava giù di ramazza, tirando il cesso e spruzzando
disinfettante ovunque per precauzione dopo la visita di Kanon, Shion prese la
parola, mentre tentavano di riprendersi dalla mazzata di deodorante che quasi
li stese al suolo.
<<
Vorrei avere la vostra attenzione, cosa che non mettete mai in niente. Se mi
aveste lasciato il tempo di spiegare, vi avrei detto che questi scritti sono
già stati tutti requisiti e distrutti. Che pensate? Sono stato per due ore a
vomitare leggendoli, quindi non ce ne sono più in giro e potete stare
tranquilli. >>
Ma
tutti i presenti lo sapevano che se anche i promettenti virgulti venivano
minacciati a scuola, a casa avrebbero potuto fare quello che gli pareva e già
si immaginavano cassetti, cassettini, materassi e cuscini pieni di indegne
schifezze.
Bisognava
fare tabula rasa.
Assolutamente.
I
Cavalieri ebbero così permessi di perquisizione e di pignoramento coatto e
quello che trovarono li lasciò a bocca aperta.
Non
vi era una casa, abitata da adolescenti, dove non esistessero fogli,
fogliettini e hard disk completamente saturi di scene da kamasutra dorato.
Si
amavano, litigavano, facevano pace e per suggellare la loro ritrovata unione
non c’era niente di meglio che una splendida lambada per ritrovare la pace
persa.
Saga
non ci faceva più nemmeno caso, se la faceva con Aiolos, poi appariva il trio
con Mu ma poi lesse una cosa nuova che gli fece mancare le gambe e sarebbe
stramazzato al suolo privo di sensi se Shura e Milo non lo avessero acchiappato
al volo.
<<
No, sopporto tutto ma non questo. Non posso restare inchiappettato da mio
fratello. >>
La
santa capra e lo scorpione folle, fecero una faccia che andava al di là del
disgusto mentre si propinavano in schiaffoni sonanti sulla faccia di Saga per
farlo riprendere.
Death
Mask leggeva di lui e Aphrodite, ma ogni tanto lui e Shura si guardavano in
cagnesco come per sottolineare quello che leggevano.
Sembra
che l’ambitissima Trinità non fosse amata solo da Saga, Aiolos e Mu, ma anche
da Death Mask, Shura e Aphrodite.
<<
Fammi capire. >> disse Death Mask.
<<
Perché io devo essere il primo della fila?
E tu l’ultimo? >> chiese più incazzato del solito.
<<
Vogliamo parlare di me che sto in mezzo? >> sentenziò un Aphrodite che si
sentiva la cotoletta impanata tra due fette di pane.
A
fine giornata, al centro dell’arena, si era formata una montagna di fogli alta
30 metri con una circonferenza alla base di cinque.
Con
somma e divina soddisfazione, Shion gli appiccò fuoco gongolando come un
piromane per la gioia dei suoi guerrieri che ballavano, saltavano e brindavano
alla buona riuscita dell’impresa.
Ma
a loro non era bastato.
Dovevano
evitare che tutto questo si ripetesse e quindi tra minacce, sotterfugi,
tangenti e mazzette pagate ai genitori, riuscirono a comprarsi la loro lealtà
con la promessa che avrebbero quotidianamente controllato ogni lugubre pertugio
dove i figli avrebbero potuto nascondere le prove compromettenti.
Quando
la sera calò, nel Santuario sembrava tornata la calma, peccato che Shion lo
sapeva che non sarebbe durata a lungo.
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Capitolo 5 *** Compito in classe ***
comico 4
Di solito l'intervallo
è universalmente riconosciuto come un momento di svago e
rilassamento, dove poveri deportati costretti nelle lugubri Prigioni
dell'Istruzione potevano uscire e cominciare a rosicare per la
libertà altrui.
Codesti momenti erano festeggiati, di norma, da grida ed esultanze in
perfetto stile hooligans, ma per i nostri poveri Gold non era
così.
Uscirono tutti a testa bassa, già devastati da non avere nemmeno la voglia di pensare alle suddette lezioni.
Rimpiangevano i bei tempi quando si allenavano normalmente, dove un
pugno in piena tempia o un calcio nei testicoli erano assai preferibili
a quello che stava capitando loro.
I famosi cinque minuti passarono come una folata di vento e rintrando
si misero tutti seduti guardando con apprensione e sospetto il
mucchietto di fogli che Sua Sadicità aveva tirato fuori e che stava
rigirando fra le dita facendo un sorrisetto subdolo.
<< Quei fogli...chissà perchè sento puzza di guai? >> disse Camus.
Per annullare uno come Camus ce ne voleva, eppure il mostro letterato era riuscito a fare anche questo.
<< Ecco, subito il compito in classe. >> pignucolò Milo.
Il perfido si schiarì la voce per attirare l'attenzione.
<< Siccome io sono un professore completo, dovremo dare un
ripasso anche a tutto il resto. Con la parola "tutto" intendo davvero
tutto. >>
Quel "tutto" preoccupò non poco i baldi cuori dorati.
<< Oltre alla teoria sulla tecniche di lotta, ripasseremo anche
storia, geografia, scienze, matematica e fisica di cui volete sempre
sfidare le leggi. >>
Ognuno di loro aveva sentito il nome della nefasta materia che aveva
dato in passato più problemi del dio Hades durante la guerra.
Chi per la matematica, chi per la storia...ognuno di loro si sentì scivolare sempre più in basso.
<< Mamma mia! La storia! >>
Shura piagnucolava come un poppante nel sentire quella materia,
ricordava perfettamente che l'unica cosa che era riuscito a imparare
bene era solo la preistoria, questo perchè gli uomini delle
caverne ancora non avevano fatto tutti i casini che poveri studenti
sarebbero stati costretti a ricordare perennemente nei secoli dei secoli amen..
<< Scienze? Ma stiamo scherzando? >>
Aiolos aveva addirittura rimosso il periodo buio della vita in cui
tentava senza successo di ricordarsi le basi della genetica con i
famigerati piselli di Mendel, per lui il caso da prendere come esmpio
non erano più i piselli ma Saga, dove il gene recessivo aveva
preso il sopravvento su quello che doveva essere dominante con gli
affetti devastanti che tutti conoscevano.
Geografia, la spina nel fianco di Camus che a furia di vedere panorami
innevati aveva praticamente perso il senso dell'orientamento su tutto
il resto del mondo.
<< Eh no, eh? La matematica no. >>
Saga si mise la mani sulla faccia, ricordava che la matematica
comprendeva l'algebra, la geometria, l'aritmetica e chi più ne
ha più ne metta.
<< Non ti piace la matematica? Io lì sono bravo. >> disse Aphrodite.
<< Buon per te. Io una volta presi -1 al compito in classe. >> piagnucolava l'atro di rimando.
<< Più algebra di così! >>
<< Basta con questi commenti idioti! >> esclamò Tokas.
<< Siccome non conosco per niente il vostro livello culturale, ho
deciso che oggi dedicheremo il tempo che ci rimane alla compilazione di
questo test. Cinque domande per ognuna delle materie elencate
così mi posso rendere conto di quello che sapete e come
impostare le lezioni. >>
Silenzio.
L'atmosfera cominciò ad assomigliare spietatamente a quei
paesaggi che si vedevano nel far-west, con il vento che trasportava i
famosi rotoloni di paglia che, a detta di molti, meritavano l'oscar
come "miglior rotolo non protagonista", onnipresente e immancabile
nella scena delle sparatorie tra il bandito e lo sceriffo.
Tokas Cuore Glaciale, consegnò i fogli che i nostri eroi guardarono come se si trttasse del verdetto della pena di morte.
<< Avete tutto il tempo di questo mondo. >>
Come era solito succedere tutti guardarono l'ora pregando che una
qualche forza misteriosa portasse avanti le lancette, ma l'unico in
grado di farlo era Mu e quest'ultimo non se la sentiva proprio.
L'Ariete doveva essere un gran secchione poichè mentre leggeva le domande rideva e gongolava.
<< Eh ma che facile...ma guarda questa! Ma è una boiata sto compito! Uh mamma mia, le so tutte! >>
I loro sguardi vagavano su quelle domande mentre il loro cervello si annullava arrivando a elettroencefalogramma piatto.
Kanon leggeva e ogni damnda era accompagnata da commenti svogliati.
<< Non la so. Manco questa. Neppure. questa poi...no, questa non so nemmeno di che categoria faccia parte. >>
Si voltò verso suo fratello che aveva di nuovo un espressione da psicopatico.
<< Ehi Saga! La prima la so, leggila che puoi farla addirittura tu. >>
Incuriosito dalle parole del fratello, Saga lesse la prima domanda.
<< Idiota è la casella per inserire il tuo nome! >> rispose stizzito.
<< Appunto, però se non ricordi te la suggerisco io. >>
Kanon sembrava si divertisse un mondo, quel perculamento ai danni del
fratello lo faceva ridere come un matto mentre l'altro avrebbe voluto
strozzarlo, le sue gaie risatine malefiche finirono non appena i suoi occhi
caddero su una domanda a caso riguardante la biologia.
"La fosforilazione ossidativa: "
- porta alla sintesi di glucosio
- non avviene nelle cellule procariotiche
- non richiede l'attività di enzimi
- avviene in assenza di ossigeno
- nelle cellule eucariotiche avviene nelle creste mitocondriali.
Il sorriso gli si fissò sulla faccia come se fosse di pongo, a
questo si univa un'espressione ebete, un senso d'ansia assurdo nel
comprendere che forse, invece di prendere in giro Saga, avrebbe dovuto
prima leggere tutte le domande.
Il sadico tirò fuori una specie di bussolotto che aveva tutta l'aria di un cronometro e lo poggiò sulla scrivania.
<< Duenque, sono domandine facili facili, giusto per rinfrancare lo spirito. >>
A Tokas sembrava non importare assolutamente nulla, aveva messo su quei
fogli delle domande assurde che spaziavano in ogni campo, alcune non
sembravano nemmeno far parte del noto Sistema Solare, ma vagavano nello
spazio infinito e sconosciuto.
<< Prof, mi scusi, ma quanto tempo abbiamo? >> domandò Shura ormai rassegnato.
Tokas ci pensò un attimo.
<< Prima avevo detto che avreste avuto tutto il tempo che
volevate ma...considerando che vi chiedo solo le basi...ma si .facciamo
una mezz'ora. >>
Le teste di tutti si alzarono all'unisono invocando di nuovo la Great
Eclips sul mondo, una mezz'ora per rispondere a delle domande a cui non
erano assolutamente preparati o, nel migliore dei casi, avevano rimosso
dal cervello molto tempo addietro.
<< Naturalmente il tempo diminuirà drasticamente se vedo
anche una sola, folta chioma che si gira dalla parte del compagno o se
vedo sguardi che proprio non vorrei vedere. Pronti? Via. >>
Tutte e tre le suddette teste chimate si chinarono all'unisono sui
fogli maledetti, nessuno fiatava e Tokas sembrava gongolante nel vedere
che dei semplici fogli con domande stupide scritte sopra stavano dando
scacco matto ai tredici guerrieri più forti della Terra.
Solo allora, vuoi perchè il cossidetto "culo" arriva sempre
quando meno te l'aspetti, vuoi perchè Athena doveva aver sentito
la sofferenza dei suoi Santi, il Munificentissimo Shion fece irruzione.
Tokas quando vide il Sommo, si fece ancora più piccolino raggiungendo la statura da record di un bambino Hobbit.
Shion rimase quasi sconvolto nel vedere il silenzio che regnava, si
avvicinò a Kanon sfilandogli il foglio da sotto le mani e
cominciando a leggere.
Tutti i Cavalieri alzarono perlomeno gli occhi per guardarlo e tutto
quello che sentirono furono commenti davvero tristi, almeno per loro,
giungere dalla bocca del Cavaliere Supremo.
<< Uh uh uh...fosforilazione ossidativa...facile, se non ricordo
male avviene nelle cellule mitocondriali. Risolvi l'equazione...un
momentino che qui mi devo ricordare bene. >>
Lo guardavano allibiti perchè dopo cinque minuti di quella
manfrina apparve lampante che il Gran Sacerdote le cose le sapeva
eccome, tanto che Tokas si avvicinò.
<< Mi perdoni Sommo Shion, non vorrei interrompere la sua alta
gratificazione personale ma...se lei dice tutte le risposte a voce alta
questo test sarà inutile. >>
Dopo quell'ammonimento Shion ritornò sulla terra dal Viaggio Stellare a bordo dell'Enterprise della Cultura.
<< Tokas, ma questo è un compito scolastico? >>
<< Si. >>
<< E potrei sapere perchè...insomma...>>
<< Semplicemente volevo vedere quanto i suoi Cavalieri fossero preparati. >>
Il professore nano non sapeva perchè, ma aveva come
l'impressione che Shion non era affatto contento e questo gli
provocò tremori, sudorazione e coliche sospette nel basso ventre.
Ma Shion non era uomo da sfuriate.
<< Apprezzo il suo impegno globale ma...non credo che per
riempire di mazzate un nemico serva sapere qual'è la capitale
del Congo, a meno che non vogliamo farli morire dalle risate. Lei gli
deve solo insegnare teorie di lotta, ha capito bene? Indi per cui
adesso ritirerà questi fogli, li butterà e farà
solo, ripeto solo, quello che io le ho chiesto. >>
Tutta la classe proruppe in applausi, il loro Gran Sacerdote li aveva salvati.
Quando Shion se ne uscì dalla classe tirandosi dietro tutti i
102 chili dei paramenti sacri, i suoi pupilli cominciarono a lanciargli
baci nascosti giungendo le mani in preghiere di ringraziamento.
Ma Tokas, accusato il colpo, li guardò comunque con un sorrisetto e tutti compresero che non era finita lì.
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