Lavinia's Story di Lord Vincios (/viewuser.php?uid=42923)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quello che è stato ritorna ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 3: *** Strane Manifestazioni ***
Capitolo 4: *** Una grande Verità ***
Capitolo 5: *** Sogno o son Desta? ***
Capitolo 6: *** Il Momento di Una Risposta ***
Capitolo 1 *** Quello che è stato ritorna ***
Cap. 1
Quello
che è stato ritorna
La luce del giorno era vaga e appena visibile. Le belle di notte
cominciavano a chiudersi in piccoli boccioli. Niente era mai stato
così perfetto. Il sorriso della donna era costante nel suo
meritato riposo. La sua pelle candida e i suoi capelli neri e lucidi
erano l’insieme di quella che era la più bella
donna di Narnia. La regina,guarda caso. Stava dormendo serenamente in
attesa del grande momento. Fuori dalla porta della sua camera,nel
castello di Cair Paravail,Aslan aspettava preoccupato.
“Questa è la seconda volta” pensava
“La seconda volta che sto qui fuori impotente ad aspettare
che si svegli e la quarta che si trova lì per lo stesso
motivo”
Il dottore uscì dalla stanza. Aveva un aspetto a dir poco
anormale. Con le corna e le zampe di pecora al posto delle gambe ma
comunque con un’ aria molto rispettabile,ma,in
quell’occasione,preoccupata. “Per ora non posso
fare molto. La bambina è in pericolo e sua maestà
sta combattendo per lei” Disse sottolineando le ultime
parole. La notte si era fatta calante da un po’,ma i tre
bambini volevano assolutamente vedere la loro sorellina nonostante le
continue insistenze del padre di andare a dormire(che erano cessate
già dalle 3 del mattino). Le doglie cominciavano a diventare
pesanti. Il viso della bella regina cominciava a sbiancare. Ansimava in
modo irregolare senza svegliarsi,come se stesse sognando il parto.
Aslan cercava a tutti i costi di comunicare con la moglie attraverso la
telepatia,anche se la situazione lo rendeva difficile “Ti
sono vicino,amore mio. Vorrei poterti stringere così da
proteggerti in questa sfida. Non capisco come possa essere
così difficile per te,sei sotto la protezione
dell’Imperatore d’Oltre-Mare…”
Di colpo il dottore uscì. Un silenzio di tomba
c’era nel corridoio dove Aslan e i tre bambini attendevano
sue notizie. Soffrivano in silenzio e questo rendeva ancora
più insopportabile l’attesa. Il dottore
esitò,ma,dal momento che tutti lo guardavano con uno sguardo
misto di speranza e preghiera,dette le notizie “Sua altezza
ha reagito peggio del solito al parto” Niente di
nuovo,pensava il maggiore dei bambini “E ho scoperto il
motivo”
Un’ombra osservava la scena da dietro una colonna. Si
scorgeva solo una cosa di quella piccolissima sagoma nascosta:aveva
degli splendidi occhi azzurri “La bambina che deve nascere
non è esattamente come tutte le bambine che ci sono a
Narnia…”
***
Di colpo la sveglia suona.
“Era tutto un sogno…” Una ragazza dai
lunghi capelli rossi si stiracchiò sul suo letto a
baldacchino “12 Settembre:è finita la
pacchia” Si infilò le pantofole-ballerine e
andò verso la parete dove c’erano dei dispositivi
di sicurezza. Poggiò gli occhi sonnacchiosi alla parete dove
si trovava un dispositivo di rilevazione dello sguardo,poi
digitò un codice al dispositivo vicino al primo e
così via. Una porta si aprì. Accese la luce solo
orinandoglielo. Davanti a lei c’erano tanti di quei vestiti e
accessori da far invidia a un centro commerciale. Ci mise meno del
solito a scegliere cosa mettersi,si era preparata i vestiti il giorno
prima,ma non fece in tempo a decidere le scarpe e questo le fece
perdere una buona mezz’ora.
Al piano di sotto i suoi fratelli stavano già facendo
colazione. “Mio Dio,speravo che questo giorno non arrivasse
mai” disse il primo.
“Ma sapevi che questo era cronologicamente impossibile,vero
Jackson?”
“ ‘Crono-che’?”
“ ‘Cronologicamente’:è un
avverbio,vuol dire ‘secondo l’ordine
cronologico’”
“Ah,ora sì che ho capito” disse
ironicamente Jackson,un ragazzo dai capelli
“lunghi” e neri.
“Ma dove sono Fiamma e Sole?” chiese una vecchia
signora.
“Eccoci,signora Wilkox…” Fiamma stava
scendendo le scale correndo con Sole dietro di lei.
“Sbrigatevi,non vorrete cacciarvi nei guai il primo giorno di
scuola?”
“Certo che no signora Wilkox…” Fiamma
non fece in tempo a finire la frase perché Sole la tirava da
un braccio “Non ti preoccupare,nonna,la controllo
io” esclamò sorridendo di sfuggita Sole
trascinando l’amica fino alla porta di casa.
“Perfetto…”la signora Wilkox fece un
sorriso forzato e quando tutti uscirono di casa disse fra sé
“Poveri noi!…”
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Capitolo 2 *** Il primo giorno di scuola ***
Cap. 2
Il primo giorno di scuola
La “New York High School” era immensa. Il cortile
ne occupava 1/3 e il resto era occupato dal un edificio a dir poco
spettacolare(dal esterno,s’intende).
C’erano un sacco di corridoi in cui era molto difficile
perdersi. Soprattutto a una matricola come
Fiamma,puntualizzò Diego,il fratello maggiore. “Ma
che dici,Diego?La cosa più importante ora è la
reputazione che si farà” strepitò Sole.
“Non sarà un problema. Non devo far altro che
immaginare che la scuola sia una passerella e che io sia una
bellissima-e sottolineo bellissima- modella che deve sfilare per tutto
lo spazio necessario in modo da diventare la più invidiata e
ammirata di tutte”
“Ma perché la signora Wilkox ti ha fatto vedere
una serie stupida come Bratz da piccola…?”
“Come se mi avessero fatto male!…”
protestò Fiamma a quello che aveva detto il fratello
maggiore “Non riesco a immaginare cartone più
adatto a me”
“Ecco perché è stupido”
Intervenne Jack.
“No,il primo passo per assicurarti un futuro da
‘Super Star’ è entrare a far parte delle
ragazze pon-pon. Metterò una buona parola per te con il
capitano della squadra”
“Grazie,Sole. Sei un mito” urlò di gioia
Fiamma abbracciando l’amica.
Arrivati alla soglia della scuola,Jack e Diego vollero subito
specificare che Fiamma doveva stargli il più lontano
possibile “Con piacere!” rispose a sua volta la
ragazza mentre andava per la sua strada. Faceva sentire i tacchi delle
scarpe sul pavimento per far capire ai Fratelli Ottusi che era
arrabbiata.“Non avercela con loro” le disse con
tono saggio e calmo la sorella per i corridoi “il tipo di
‘società’ che c’è
qui gli ha fatto montare la testa”
“Wow,è la prima volta che dici una cosa negativa
verso la scuola,Mosely!…” esclamò Sole
sorpresa,ma lo disse soprattutto per distrarre Fiamma che camminava a
testa bassa.
“Ok,questo è il mio armadietto. Ci vediamo a
lezione ragazze” le salutò Mose.
“Vado anche io,Tarah ci aspetta per gli allenamenti
supplementari,a dopo” aggiunse Sole alzando gli occhi al
cielo.
Fiamma fece un cenno con la testa per salutare la sorella e altrettanto
fece con Sole. Dava l’impressione di pensare ancora a quello
che era successo al cancello,ma in realtà le era tornato in
mente il sogno che aveva fatto. Non è la prima
volta,pensava,ho sognato altre volte quelle cose strane… Mi
domando quale sia il loro significato;come dice Jack:niente avviene
senza un motivo…
Crash
Uno scontro la fece cadere.
“Ma perché non guardi dove…”
ancora a terra non fece in tempo a finire la filippica che,alzando gli
occhi,vide un bellissimo ragazzo biondo che le tendeva la mano.
“Scusa,stai bene?”
Fiamma arrossì facendosi aiutare dal misterioso ragazzo
“Mai stata meglio…”
***
I due giovani si conobbero meglio. Chiacchierarono e passeggiarono per
i corridoi della New York High School.
“Allora:quindi tu saresti una matricola?Non sembra”
commentò il ragazzo.
“Grazie. Ma i miei fratelli Jack e Diego non la pensano
così…”
“Cosa? ‘Pirate’ e ‘Tripla
D’ sono tuoi fratelli?”
“Chi e chi?!” Fiamma era confusa.
“Oh,sono solo i soprannomi che gli danno qui”
cominciò a spiegare il ragazzo tremendamente carino
“Jack(che è guarda caso il mio migliore
amico)viene chiamato ‘Pirate’ perché
è il leader della O.S.S.P.(l’Organizzazione Super
Segreta dei Pirates) e Diego viene chiamato ‘Tripla
D’ perché ha invitato tre diciottenni da urlo alla
festa di fine anno quando aveva 14 anni”
“Bleah,e quanto le ha pagate per
venirci…?” ci scherzò Fiamma ridendo e
disgustandosi allo stesso tempo.
“Sei libera di dire quello che vuoi ma la reputazione da Play
Boy,Jack l’ha avuta grazie a Diego”
“Jackson ha la reputazione da Play Boy?Per favore,indossa
ancora boxer con le paperelle…e Diego dorme con un
orso:Bo-bo”
“Wow,sai che questo lo rinfaccerò per sempre a
Jack,vero?”
Fiamma rideva.
“Ed è proprio per questo che te l’ho
detto…”
La campanella suonò e Fiamma tornò
“sulla Terra”.
Le caddero i libri e lui l’aiutò a raccoglierli.
Mentre si chinava per prenderli le si tolse da sotto la maglietta un
ciondolo. Il ragazzo sbarrò gli occhi. “Dove
l’hai preso quello?!”
“Oh,questo?Ce l’ho da sempre,me lo ha regalato mia
madre quando è morta,è l’unico ricordo
che mi rimane di lei” Fiamma alzò gli occhi al
ragazzo “Ti senti bene?”
“S-sì,è solo
che…è davvero bello!…”
Suonò la seconda campanella. Di colpo una marea di rumorosi
studenti uscirono dalle aule e cominciarono a dirigersi verso le altre.
“Devo andare,ci vediamo” disse di sfuggita Fiamma.
“Aspetta…” la fermò il
ragazzo prendendola delicatamente per un braccio “Dimmi
almeno come ti chiami”
Lei gli rispose dolcemente “Fiamma”
“Io sono Alex. Allora ciao…”
“Ciao…”disse tra sé
“…Alex!”
Musica era alla prima ora. La classe non era molto grande. Tutti si
sedettero nei posti che preferivano perché era il primo
giorno. Fiamma sperava di arrivare prima di tutti per scegliersi
comodamente il compagno di banco,ma la discussione Alex le aveva fatto
perdere tempo,quindi si sedette in seconda fila vicino ad una ragazza
dallo sguardo simpatico,i capelli lunghi e ricci,e quello che
più contava:con la divisa delle ragazze pon-pon.
“Ciao,io sono Tarah,il capitano delle ragazze
pon-pon” appunto!
Non ci voleva molto per capire che la sua nuova compagna di banco era
una a cui piaceva vantarsi:il modo in cui parlava da snob,il
“fare” gentile e tranquillo,lo sguardo da super
star,il fatto che portava la divisa da cheerleader durante molte delle
lezione erano l’insieme di quello che era per
Fiamma…l’amica ideale.
“Io mi chiamo Fiamma,anche io ero una ragazza pon-pon nella
mia vecchia scuola”
“E perché l’hai cambiata?”
“Qui ci sono i miei fratelli e la mia migliore amica e mi
sono finalmente allontanata da quella odiosa di Glacia
Tomson…”
Tarah indicò a Fiamma con lo sguardo una ragazza dai vestiti
aderenti,i capelli corti e neri e lo sguardo…di ghiaccio
“Vuoi dire quella Glacia Tomson?”
Le due ragazze si girarono a guardarla. “Sparrow?Che ci fai
qui?” domandò l’odiosa ragazza.
“Io ci studio qui!” le rispose secco Fiamma.
“Stai scherzando?Io ho cambiato scuola proprio per
allontanarmi da te!…”
“Idem!” disse alzando la mano per sdrammatizzare.
Sapeva bene che con Glacia non contava ciò che dicevi,ma
come lo dicevi.
“Beh,con i tuoi standard farai amicizia solo con quella
perdente di Bartleth” esclamò con tono amaro
indicando Tarah,che si sentì messa in mezzo,per non dire
offesa,ma da Glacia se l’aspettava.
“ ‘Perdente’?Sei tu che non sei stata
ammessa nella squadra delle ragazze cheerleader”
Glacia cercò di sembrare il meno “messa al
muro” possibile “Tzh,voi ragazze pon-pon non
riconoscete il vero talento” poi disse allontanandosi prima
di esplodere per i nervi “A mai più
rivederci…nullità!”
“Lasciala stare quella…” Tarah
capì dal modo in cui respinse quella vipera di Glacia che
lei e Fiamma si capivano perfettamente “Parliamo di cose
importanti:hai già incontrato qualche ragazzo
carino?” in quel momento entrò in classe Alex e
dalla sua faccia preoccupata si aspettava di trovare già la
professoressa. “Questo risponde alle tue
aspettative?” domandò sottovoce Fiamma alla nuova
amica.
“Uao,Alex Monskowiz è un tale
fico…”
“Buon giorno,ragazzi” disse la professoressa
entrando.
Tutti in coro le risposero “Buon giorno professoressa
Giunoni…”
La New York High School era una scuola un po’
all’antica,infatti lì non c’erano
sezioni,ma gli alunni anche di età diversa andavano nella
stessa classe alla stessa ora se si erano iscritti;Sole,Mose,Jackson e
Diego erano in quella classe,infatti. La prof. iniziò a
parlare.
“Allora,per iniziare ‘in bellezza’
l’anno scolastico faremo un test di prova. Per alcuni
sarà una novità;per altri,invece
servirà a rimisurare le proprie
capacità…”
Jack accavallò le gambe e si mise comodo sulla sedia con
sguardo disinvolto “Ma prof.,io so già quali sono
le mie potenzialità e sono molto alte”
“Non ne dubito,ma dai suoi precedenti voti credo che dovrebbe
metterle di più in pratica queste
potenzialità,signor Sparrow!” tutti risero
“Il compito consiste nel ascoltare attentamente un brano e
dirmi a cosa vi fa pensare”
Fiamma si offrì volontaria a farlo per prima.
L’idea la divertiva e credeva che sarebbe stato un buon
inizio per Farsi Simpatica Un’Insegnante. La professoressa
mise il disco. La musica era lenta e dolce,un’armonia di
suoni perfetti. Non l’aveva mai sentita,ma già le
piaceva. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio.
“Vedo…vedo due donne,tre bambini e…un
leone”
La professoressa sgranò gli occhi “Un leone? E
questo leone…” disse cercando di capire.
“…è buono,li accompagna!”
Mose,Jackson e Diego chiusero gli occhi anche loro. Non capivano se la
loro sorella stesse scherzando o se fosse irritantemente sincera,in
ogni caso sapevano già che si sarebbe presa una bella
strillata dall’insegnante. Jack si sorprese nel accorgersi
che riusciva a vedere cose nella sua mente che corrispondevano a quelle
di cui aveva parlato Fiamma. Istintivamente descrisse ciò
che vedeva,continuando al suo posto “Ad un certo punto una
donna che è alzata in cielo scaglia una saetta che sfiora il
più grande dei bambini”
Mosely continua pensando,come suo solito,che era del tutto illogico che
riuscisse a vedere quelle cose “Poi una delle donne trascina
in un angolo la più piccola dei
bambini…”
“…E le porge un oggetto:un regalo”
continua Diego “A quel punto la donna che fluttua sta per
colpire la bambina,ma la donna che le ha dato il
ciondolo…”
Fiamma di colpo apre gli occhi “…Si sacrifica per
lei!”
Tutti,compresa la professoressa Giunoni,rimasero a bocca aperta. La
situazione imbarazzante fu resa ancora più spiacevole da un
intervento di Sole che si trovava vicino a Mosely “Dopo
questo:Addio voto più alto della classe!,si può
sapere come avete fatto?”
“Non lo so” rispose subito Mose “A rigor
di logica è impossibile…”
“Come sempre hai ragione,Margareth. Questo è
già un fatto raro tra gemelli…ma è del
tutto irreale che sia successo a quattro fratelli”
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Capitolo 3 *** Strane Manifestazioni ***
Cap. 3
Strane
manifestazioni
Non credo v’interessi cosa successe alle lezioni seguenti,per
ciò andiamo avanti:Il pomeriggio stesso ognuno dei quattro
fratelli andò per la sua strada:Diego aveva hokey,Mose la
pallavolo,Jack si godeva gli ultimi giorni di spiaggia assieme ad Alex
e Fiamma andava a casa a studiare con Sole.
Alla lezione Mose veniva sempre con Fiamma,visto che lo facevano
insieme,ma era prevista un’eccezione per il progetto di
scrittura creativa che la prof. Zem,l’insegnante di
italiano,le aveva dato per il giorno dopo. Arrivava sempre puntuale e
super preparata per gli allenamenti che la sorella avrebbe voluto tanto
non dover perdere. Niente era cambiato dall’anno
scorso,quando le due sorelle avevano lasciato quel campo di pallavolo
con tutti i suoi valori,le sue aspettative e i suoi ambiziosi
obiettivi. La partita che avevano giocato lo scorso anno era rimasta
solo nella bacheca dei trofei e nei cuori pieni di gloria di ognuna
delle giocatrici. Lory e Maddie erano sempre le stesse sbruffone,ma
sapevano bene di non aver fatto avere nemmeno un punto alla loro
squadra “Non fosse stato per noi,Frankye,Sarah e Charlotte
avremmo perso la finale estiva” le ripeteva sempre Fiamma
“E Quelle Due Stupide servivano solo a scaldare la loro
posizione”
Nonostante questo in quel allenamento Mose dovette rimanere in panchina
per ordine del coach. “Guarda e impara invece di
lamentarti,Sparrow” la diceva Lory “Lancia la
palla,Maddie”
Ma il suo ego non servì a saltare così in alto da
prendere la palla che stava andando dritta verso Mose. Presa dal panico
per la palla che si avvicinava alla velocità di una palla di
cannone,tese le mani aspettandosi di sentire un tonfo che le avrebbe
rotto il polso incredibilmente delicato,invece non vide altro che una
barriera trasparente che le si era formata davanti.
***
Diego stava avanzando verso il campo di hokey con i pattini ai piedi
annunciando il suo arrivo e sentendosi urlare “Alla
buon’ora…Sei in ritardo,Diego…Ma sai
che ora è?”
Il campo ghiacciato era ormai tutto rigato dalle lame dei pattini dei
suoi compagni di squadra. Ma nonostante a lui piacesse molto pattinare
su una superficie perfettamente liscia,la ruota rotta del suo skate lo
fece arrivare con quindici minuti di ritardo.
Una figura autoritaria e con un “che” di
presuntuoso gli si avvicinò. “Vedi di arrivare in
tempo ‘Tripla D’ o sei fuori dalla
squadra” lo minacciò Bob Collins,il capitano della
squadra di hokey della scuola con un tono di sfida. Non era mai
piaciuto a Diego e neanche Bob sembrava provare molta simpatia per
lui,tanto che cercava in tutti i modi di metterlo in cattiva
luce,così da avere un motivo per buttarlo fuori a calci
dalla sua squadra. Sapeva bene che,anche se era il capitano,non poteva
cacciarlo senza un motivo valido. Almeno non senza che la Preside lo
venisse a sapere e lo sospendesse.
“Come vuoi…
‘Capitano’” rispose Diego indifferente.
Era fin troppo evidente che lo diceva per dar fastidio a Bob,ma
quest’ultimo si limitò a girarsi bruscamente sui
pattini.
Diego si accorse che a pochi metri a destra da Collins c’era
un disco da hokey non utilizzato in quel momento. Cominciarono a
venirgli in mente pensieri così scorretti che quasi sembrava
che gliel’avesse suggerito Jack. Non sapeva il motivo ma
desiderava con tutte le forze che quel disco si spostasse verso
sinistra così da far inciampare Bob… E
così fu. Prima che lui potesse fare qualcosa (se avesse
voluto) lui era a terra.
***
In spiaggia Jackson e Alex erano sdraiati sugli asciugamani e cercavano
di rilassarsi,ma erano piuttosto seccati.
“Maledizione” si lamentò Jack
“Uno dei pochi giorni in cui non abbiamo compiti e possiamo
rilassarci…e il mare è piatto come un foglio. Non
c’è nemmeno un’onda. Neanche una
sola-maledetta-onda”
“Dai,non ci pensare” Alex aguzzò gli
occhi “Cerchiamo di distrarci dal surf… Hey,Pupe
Universitarie a ore 12”
“Ora sì che parliamo la stessa lingua”
Jack si mise seduto “Ma col surf le avremmo
sbalordite”
“Uao,Pirate…Non ti ho mai visto così a
terra”
“Lo so,è che…mi fa uno strano effetto
avere Fiamma nella nostra stessa scuola. Dopo quello che è
successo all’ora di musica,poi…”
“Senti Jack:ti devo dire una cosa. Io e tua
sorella…”
“Aspetta!” Lo interruppe il suo amico che si
spostò i capelli neri dal viso. Un’onda si stava
alzando,o almeno così sembrava. Si riabbassò
lentamente,dando a lui tutto il tempo di lamentarsi.
“Mannaggia” Aggrottò le sopracciglia e
incrociò le braccia “Andiamo” pensava
“Alzati…”
In quel momento,davanti a lui un’onda di 3/4 metri si
alzò improvvisamente. Il ragazzo spalancò gli
occhi. Non c’era un filo di vento lì. Si fece
scappare un “Woah!”
***
Intanto Fiamma era a casa con Sole che la stava aiutando a finire il
suo progetto di scrittura creativa,dandole qualche consiglio. Intanto
parlavano dei fatti loro. Erano amiche del cuore da sempre e,abitando
sotto lo stesso tetto, passavano un sacco di tempo insieme.
Stranamente,trovavano sempre qualcosa di cui parlare.
Sole si arruffò la frangia bionda per spargerla bene su
tutta la fronte.
“Secondo te Jack ricomincerà a chiedere a Mose di
fargli i compiti?”
Fiamma alzò le spalle “Probabile”
“Secondo me prima o poi lei si stufa e non glie lo permette
più”
“Mah,mia sorella è molto paziente e
tollerante,soprattutto con Jackson… Come faccia non lo
so”
“Forse è una santa” le due amiche si
misero a ridere.
“Ti dirò:io non credo molto a queste Sciocchezze
Cristianeee…” Fiamma cadde nel bel mezzo del
salotto
Sole sbarrò gli occhi “T-ti senti
bene,Fiamma?”
“Sì sì,sono solo inciampata nel
tappeto”
“Non per quello” Sole tese il dito verso
l’amica “La-la tua mano…”
Fiamma posò gli occhi sulla mano destra. Si accorse di
averla poggiata al centro del camino acceso,per alzarsi,incurante di
cosa avrebbe usato come sostegno. Tutte e due rimasero senza parole e
senza neanche pensarci un attimo chiamarono la signora Wilkox.
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Capitolo 4 *** Una grande Verità ***
Cap. 4
Una grande
verità
In quel momento rientrarono gli altri tre e si misero a parlare tutti
insieme;ciò rendeva impossibile che la signora Wilkox
capisse qualcosa.
“Uno alla volta,per favore” disse la nonna di Sole
“Diego,sentiamo te”
“Non so come spiegarmelo,tanto meno spiegarlo a lei,signora
Wilkox. Bob Collins mi aveva fatto arrabbiare e d’un tratto
un disco di hokey gli si è spostato davanti a lui come per
magia”
La signora Wilkox diede la parola a Mose.
“Un pallone mi stava per colpire e all’improvviso
mi è apparso davanti una specie di campo di forza”
La signora Wilkox aveva lo sguardo preoccupato,ma prima che lei potesse
dire qualcosa Jackson aveva già attaccato a parlare.
“Avete mai sentito parlare di onde che si alzano a
comando?Perchè è quello che è successo
a me”
“Fiamma..?”
Fiamma se ne stava seduta pensierosa sul bracciolo del divano e teneva
la testa bassa. Lieve fu il suo tono di voce quando disse “Ho
messo una mano nel fuoco e non mi sono bruciata”
alzò la testa “Signora
Wilkox…”
Continuarono tutti in coro “Cosa ci sta succedendo?”
Il silenzio avvolse il salotto di casa Wilkox per pochi minuti,poi
l’anziana signora si tolse gli occhiali da riposo e disse
“Ok,è arrivato il momento di dirvelo:la scena a
scuola,le vostre esperienze…sono tutte prove evidenti che i
vostri poteri sono tornati a galla”
I quattro fratelli Sparrow si guardarono e fecero eco
“‘Poteri’?”
“Sì. A te,Diego,per proteggere i tuoi fratelli
è stato dato il potente dono della Terra. Jack è
indomabile e senza regole come l’Acqua del mare”
continuò “Mosely quando danza è
leggiadra come l’Aria…” Poi
carezzò con le nocche la guancia di Fiamma “E
tu,Fiamma:il tuo nome deriva dal fatto che il tuo elemento è
il Fuoco!”
Rimasero tutti a bocca aperta. Inizialmente credevano che stesse
scherzando,ma con tutte le cose successe quel giorno,la confusione era
ormai padrona delle loro menti.
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Capitolo 5 *** Sogno o son Desta? ***
Cap. 5
Sogno o son desta?
Ognuno andò nella propria stanza. Sembrava una cosa da
romanzo,pensava Fiamma. Niente l’aveva mai spaventata e
sorpresa tanto.
“Secondo me è una scemenza”
commentò Sole nella stanza sua e di Fiamma “Ma hai
notato come il tuo ciondolo si sia illuminato mentre la nonna parlava
del tuo ‘potere del Fuoco’?”
“Già… Potrebbe aver ragione. Io ho
sempre creduto a queste cose un po’ strane”
“E questo rendeva te strana,per questo ti ho
‘disintossicato’ durante
l’estate,perché non avessi un comportamento da
stramba nella nuova scuola”
Fiamma si sentiva offesa e se ne andò dicendo ironicamente
“Grazie tante…”
Sole si pentì di averlo detto e seguì
l’amica che si stava allontanando dirigendosi verso il
corridoio,quindi la prese per un braccio “Senti,mi
dispiace…è che questa storia mi ha
scombussolata”
Per un attimo entrambe rimasero in silenzio “Anche a
me” disse poi Fiamma abbracciando Sole “Ma io non
so se crederci,invece tu sei convinta che non sia vero”
“Forse ci credo… Può darsi che abbia
detto quelle cose perché ci ero rimasta male ad essere stata
esclusa da questa ‘cerchia di eventi
paranormali’”
“Tesoro…secondo me anche tu hai dei poteri
strani”
“Sì,solo se si tratta di chi mangia più
budini al cioccolato”
“Non è vero,l’ultima volta ho vinto
io…”
Le due amiche si misero a ridere,quando squillò il telefono.
Rispose Fiamma “Pronto?”
“Pronto,salve. Sono Alex…”
Fiamma arrossì. Sole aggrottò le sopracciglia in
modo confuso come per chiederle “Chi è?”
“Ciao,ti passo Jack?” chiese la ragazza non facendo
caso a Sole.
“Fiamma,ciao…no,veramente volevo parlare con
te”
“A dire il vero questo non è un buon
momento” disse ad Alex guardando Sole,che stava scrutando i
suoi occhi e le sue parole (e anche il rossore del suo viso) per capire
con chi stava parlando.
“Va bene,che ne dici se parliamo domani a casa mia?”
Fiamma era sorpresa e arrossì ancora di più,poi
sorrise dicendo “V-va bene…”
“Mitico,ci vediamo domani. Ciao”
“A domani…” con lo sguardo fisso nel
vuoto non le sembrava vero:il primo giorno di scuola e ho
già rimorchiato,pensava.
Sole sorrise come per dire “Ho capito tutto”
“Aaaah,ho capito” infatti “Quella faccia
la conosco:Lui chi è?”
“Alex Monskowiz. Mi ha invitato da lui domani” la
sua voce era lieve e tremolante,come parla un bambino sapendo di aver
ricevuto un cucciolo per Natale.
Era facile capire cosa passava per la testa di Fiamma solo dai suoi
atteggiamenti,per chi la conosceva. Il fatto che si fosse preparata i
vestiti da mettere il pomeriggio di prima mattina, indicava che non
voleva arrivare in ritardo al suo appuntamento con Alex. Quello che lei
non sapeva è che per Alex non era un vero appuntamento.
“Mio dio,non vedo l’ora. Scommetto che ha una casa
favolosa” diceva lei per i corridoi della New York High
School “Pensa,potrebbe essere il pomeriggio
più… particolare della mia vita”
“Tzh,tutto ieri è stato
‘particolare’…” Mose
scherzava,ma sapeva bene che Alex Monskowiz era uno dei ragazzi
più desiderati della scuola dalle ragazze delle medie.
Fiamma non badava alle parole di sua sorella,era nel suo mondo a
fantasticare…
***
La mattinata volò e Fiamma passò intere ore a
pensare al suo pomeriggio. Era evidente che Alex le piaceva. Quando la
campanella della sesta ora suonò quasi le veniva da urlare.
Non le importava neanche che la Zem l’avesse richiamata
più di una volta perché non stava attenta,tanto
che all’orecchio di Diego arrivò,durante la terza
ora,il nuovo soprannome di sua sorella: “Mente Assente
Formosa Sparrow” e si capiva subito che non era riferito a
Mosely. Non ne fu molto contento,ma era meglio lasciar correre,almeno
per il momento,visto che la Zem non perdonava le risse in classe (come
qualsiasi altro insegnante,d’altronde).
Tutti uscirono dal cancello della scuola. Si sentivano ad un miglio di
distanza le voci degli studenti per le strade di Manattan. Fiamma si
diresse subito a casa,si fece una doccia,s’infilò
i jeans con gli strass,la canotta di Trussardi e le ballerine
brillanti. Il trucco tutt’altro che leggero metteva in
risalto i suoi grandi occhi verde-smeraldo. Le labbra carnose erano
sere brillanti dal lucida labbra alla fragola e la borsa della Pinko
Bag rendeva il suo look da vera New Yorkese.
Arrivata a casa di Alex suonò il campanello e ad aprirle la
porta trovò una signora dall’aspetto alquanto
signorile,con uno sguardo severo e accogliente allo stesso tempo.
“Salve,sono Fiamma. Sono qui per vedere Alex”
“Ah,sì. Mio figlio mi aveva detto che arrivavi.
Entra pure”
Fiamma varcò la porta di casa Monskowiz. Subito entrata,la
signora le disse di accomodarsi in salotto e che avrebbe subito detto
ad Alex di scendere. Il camino sembrava molto antico ed era
l’unica cosa vagamente pittoresca lì,almeno per
quanto aveva visto fino a quel momento Fiamma. Notò che
sopra di esso c’era un davanzale con sopra molte foto di
famiglia. “Alex era carino anche da piccolo”
pensava lei “Mi piace la sua
famiglia,sembra…amichevole”
Era scontato che a lei potesse piacere qualsiasi famiglia,anche solo
vedendola in foto,non avendone una sua.
“Mmmh… Questo mi pare di
conoscerlo…” rifletteva guardando la foto di un
uomo alto,biondo e molto somigliante ad Alex.
“Quello era mio padre” una voce a lei familiare
interruppe i suoi pensieri. Si girò e vide Alex.
“Perché ‘era’?”
Il suo amico abbassò lo sguardo “Lui
è…morto. Un paio di anni fa”
Un attimo di silenzio “Alex…mi dispiace
tantissimo” Fiamma cercò di attutire il colpo ad
Alex “I miei sono morti tutti e due”
“Lo so…”
“Umh?”
Il ragazzo aveva uno sguardo strano,d’un tratto era come se
si fosse tradito. “Come se mi stesse nascondendo
qualcosa” pensava Fiamma con sguardo sospettoso.
“No,il fatto è che…me l’ha
detto Jack!”
Decidette di crederci,almeno finché non le fosse stato tutto
chiaro.
“Questa ragazza ti assomiglia molto,sai?Ma chi
è?”
“Forse ti riferisci a me!” Nella stanza
entrò una ragazza che poteva avere
l’età di Sole e aveva anche la stessa smisurata
lunghezza di capelli,solo che erano neri e lei non aveva la frangia.
Portava una t-shirt nera e larga di Star Wars,le Converse e il rossetto
nero sulle labbra “Sono Roxèn,la sorella di
Alex,ma puoi chiamarmi ‘Roxy’”
“Ciao,sono Fiamma” lei dava una
possibilità anche alle ragazze che
trovava…terrificanti.
“Aaaah,quindi tu sei Fiamma. Alex non fa altro che parlare di
te…” suo fratello le lanciò
un’occhiataccia. Lei continuò “Ma non mi
aveva detto che ti vestivi…così!” Alex
era davvero arrabbiato,ma era troppo imbarazzato per dire qualcosa.
“Scusami?” disse Fiamma mettendosi sbilenca con una
mano su un fianco e uno sguardo un po’ da snob “
‘Così’ come?”
“Oh,non importa. Vi lascio soli” Alex credeva fosse
finita lì,ma… “A
dopo…piccioncini!”
Tutti e due erano rossi in viso come pomodori. Rimasero immobili
finché Roxy non se ne fu andata. Fiamma stringeva il
ciondolo fortissimo. Nonostante non fosse mancina ogni volta che
c’era tensione lo stringeva sempre con la mano sinistra.
Quando udì la porta chiudersi dietro la
“Panket”,tornò a respirare.
“Mi dispiace…mia sorella non conosce
limiti”
“Non preoccuparti” Fiamma lasciò andare
il ciondolo a forma di cuore leggermente inclinato,con una perla dorata
al centro. I due si guardarono negli occhi per un attimo.
“Oh,quasi dimenticavo” Alex interruppe il silenzio
“Devo farti vedere una cosa. Seguimi”
La guidò fino ad una stanza al secondo piano. Nessuno
parlava. Non c’era nessuno lì apparte loro.
Evidentemente la signora Monskowiz è uscita,pensava Fiamma.
Lui aprì una porta. Dopo di essa c’era una stanza
dalla forma rettangolare,due finestre e…un armadio. La
seconda cosa che aveva trovato pittoresca in quella casa e ormai ne
aveva vista una gran parte. Mio
dio…è…è
bellissimo”
“Già. Era del mio bis-nonno. Lui lo
lasciò in eredità a mia nonna che a sua volta lo
diede a mia madre quando si trasferì in un’altra
casa più o meno 12 anni fa e in più è
stato fatto a mano,sai?”
Sembra strano,ma Fiamma era affascinata da quelle parole e la cosa
ancora più strana è che non era perché
erano parole uscite dalla bocca di Alex,ma per
qualcos’altro…
“Ti piace?”
“Tantissimo”
“Entraci!”
“Come scusa?!” Fiamma credeva stesse scherzando,ma
poi vide che il suo amico era più serio che mai.
“Dai,entra. C’è
una…sorpresa”
“I-io…”
Alex la guardò dritta negli occhi “Fiamma,fidati
di me!”
Un minuto di silenzio.
Fiamma era confusa,ma fece un cenno con la testa per dire sì
ed entrò dentro a quell’armadio di legno pieno di
vecchi cappotti il cui profumo le ricordava tanto la sua infanzia.
“Va’ avanti. Al di là di questo
c’è molto più di una serie di
cappotti” per sicurezza Fiamma cammina all’indietro
(e anche perché in questo modo ha una scusa per guardare
Alex)
Altri tre passi:cappotti.
Altri due passi:ancora cappotti.
Un altro passo…sente con la punta delle dita qualcosa.
Qualcosa che non è stoffa né pelliccia
né legno. Degli aghi. Si gira. Il cuore le batte a
mille,è stupefatta e spaventata. Davanti a lei
un’immensa foresta di pini. Un bosco in piena estate.
Un’atmosfera tranquilla e serena c’era in quella
foresta desolata. Il suo ciondolo s’illumina per la seconda
volta. Sente salirgli su per la schiena un brivido apparentemente di
freddo,ma che all’ultimo secondo diventa caldo come il fuoco.
Come se fosse sul punto di bruciarsi,ma lei non conosceva tale
sensazione,ovviamente. Alex sorrideva soddisfatto e Fiamma era rimasta
senza parole.
“Com’è possibile?” chiese lei.
“Benvenuta a Narnia”
“Narnia?Che cos’è?”
Alex rise sorpreso “Possibile che non ti ricordi?Tu qui ci
sei nata”
“Cosa?Io…”
“Credevo che ti saresti ricordata di tutto.
Dell’accampamento,del castello di Cair
Paravail…dei tuoi genitori”
Fiamma pose di scatto lo sguardo su Alex “I-i miei
genitori?Non è possibile. Sono morti molti anni
fa…”
“Questo non è del tutto esatto. La signora Wilkox
vi ha detto così,ma…l’ha fatto per
volere di tuo padre”
“Mio padre?”
“Sì. Lui mi ha mandato a cercarti,mi ha detto di
portarvi qui tutti e quattro. Tu e i tuoi fratelli,ma io volevo che
prima vedessi da sola tutto questo”
Fiamma non sapeva che dire,se non che doveva essere tutto un sogno.
“Ti assicuro di no. Tutto questo è reale. Vorrei
tanto poterti far vedere il resto,ma…tuo padre non sa che
sei qui e non deve saperlo. Almeno per ora”
“Aspetta,se qui c’è davvero mio padre lo
voglio vedere”
“Non posso,mi dispiace. Dovete vederlo tutti insieme. Ti ci
riporterò,te lo prometto. Ma ora andiamo”
Uscirono tutti e due. Proprio sulla soglia della stanza dove si trovava
l’armadio,trovarono Roxy che stava impalata con le braccia
conserte e uno sguardo accusatorio. Come se li stesse aspettando.
“La mamma ha detto che stiamo per uscire” disse,poi
pose lo sguardo diffidente su Fiamma,sempre parlando con suo fratello
“Ti conviene salutare la tua amica”
“Sì!” rispose Alex
“Fiamma,è meglio che vai ora”
Lei era sconvolta dalla maleducazione di Alex,ma mantenne la calma
perché,dal suo sguardo,capì che lui non aveva
alcuna intenzione di essere scortese,ma il fatto era che la sorella gli
doveva parlare e probabilmente più avrebbe aspettato
più lei si sarebbe arrabbiata. Disse solo “Conosco
l’uscita” e,dopo aver squadrato Roxy dalla testa ai
piedi come per dire “Spero di non rivederti
più,strega”,si allontanò-come piaceva
dire a lei-a passo di modella.
Prima di chiudersi la porta dietro le spalle ascoltò le
prime parole di Roxy,per capire se sarebbe stato un discorso o un
litigio e,di conseguenza,se avesse fatto bene ad andarsene.
“Alex,le hai fatto vedere L’Armadio?”
“Perché non avrei dovuto?”
“Perché lei è una Babbana”
“Non è vero. Tu non c’eri a lezione ieri
e poi…corrisponde alla descrizione di Aslan”
“Aslan?Ma…è il nome che sento nella mia
mente ogni notte…” pensava Fiamma. Non
poté sentire altro,ma nella strada del ritorno camminava a
testa bassa pensierosa
“Aslan…Aslan…Perché questo
nome non mi è nuovo?”
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Capitolo 6 *** Il Momento di Una Risposta ***
Cap. 6
Il
momento di una risposta
Arrivata a casa,Fiamma riunì nuovamente tutti in salotto per
raccontargli del suo pomeriggio.
“Uao:particolare è stato
particolare…” commentò alla fine Mose.
“Vuoi dire che ci credi?!” chiese Jackson sorpreso
alzandosi di scatto dalla sedia su cui era seduto.
“Ma ti pare?Non è possibile”
“Oh,perché tutti gli eventi di ieri erano
possibili,vero?” polemizzò ironicamente Fiamma
“Vi dico che Alex mi ha condotto attraverso un armadio magico
e…”
“Hey hey,frena sorellina!” la interruppe Jackson
“Il mio Alex?Il mio migliore amico ti ha accompagnata in un
mondo misterioso e fantastico?”
“Esatto” solo dopo averlo detto Fiamma si rese
conto di aver fatto il gioco di suo fratello,intenzionato a dimostrare
che non diceva il vero “è così,vi
dico” aggiunse.
“Certo,certo…ma la prossima volta mettici anche un
vampiro nelle tue storie inventate”
“Già,Fiamma. Siamo già confusi per
quello che è successo ieri. Non renderci le cose
più complicate” disse Diego,ma con un tono meno
accusatorio del fratello.
“Dico la verità,santi numi” rispose
Fiamma con tono disperato ma sincero “Forse in questo modo
scopriremo qualcosa sui nostri genitori. Se andiamo da lui ve lo
dimostro”
“Aaah,ora ho capito:ti piace Alex” concluse Jack
con quello che a lui piaceva chiamare “Il Ghigno Soddisfatto
Tipico degli Sparrow” che indicava la loro vittoria in una
qualsiasi occasione.
“Cosa?Non è affatto vero”
“Sì invece. Ti sei inventata tutto questo per
rivederlo” insistette lui.
La signora Wilkox era a fare la spesa e,se fosse stata
lì,non avrebbe mai permesso che si dicessero certe cose.
Ovviamente per Jack era un vantaggio,quindi non si trattenne
“Devi rassegnarti,sorellina:i nostri genitori sono morti e
questo non cambierà mai. Per quanto tu lo speri non
c’è niente da fare e prima te ne rendi
conto,meglio sarà per tutti. Cresci una buona
volta!”
Jack era così preso a farle il terzo grado che non si
accorse nemmeno che sua sorella aveva le lacrime costanti che le
scendevano lungo le guance.
“Sai una cosa Jackson?Io non lo farò. Se crescere
vuol dire dimenticare tutto quello che siamo stati per le persone che
ci hanno voluto più bene al mondo,io non lo farò
mai. Non dimenticherò,come voi,i tempi
passati,perché la vita è fatta di
ricordi…e te ne accorgeresti anche tu,ma sei troppo ottuso e
ingenuo per farlo!”
Corse via ancora con le lacrime agli occhi.
Mosely e Diego erano grossomodo d’accordo con Jack,ma non gli
sarebbe venuto mai in mente di dirlo così. Tutti e due le
andarono dietro per consolarla e,nella corsa,Diego diede uno spintone a
Jack che lo fece cadere sul divano,per dire “Questa volta
l’hai fatta grossa”.
Mose trovò Fiamma sdraiata sul letto a pancia sotto e col
cuscino sulla faccia.
Si sedette sul letto accanto alla sorella.
“Dai,non fare così. Non…”
“ ‘…Avercela con
loro’?” si alzò di scatto
quest’ultima “Lo dici sempre. Ogni volta che mi fa
arrabbiare uno di loro tu sempre lì a difenderli. Mi parli
da Sorella Saggia e io li perdono,ma questa volta no” si
risedette bruscamente sul letto a baldacchino con le braccia conserte e
le sopracciglia aggrottate “Non perdonerò mai Jack
per quello che ha detto” concluse.
Mose le si avvicinò e mostrò Il Ghigno
Soddisfatto Tipico degli Sparrow.
“Perché mi guardi così?”
chiese Fiamma preoccupata. Sapeva che Mose era la tipica ragazza che
metteva pace tra le persone e che per riuscirci era disposta a
utilizzare qualunque mezzo. Anche essere subdola come il suo gemello.
“Ma dai,secondo me si è pentito”
continuò,sempre con il famoso ghigno “Lo sai come
è fatto Jacky:dice una cosa e ne pensa
un’altra”
Fiamma aveva capito a che gioco giocava la sorella e,alzandosi
nuovamente di scatto,disse che con lei non attaccava e che questi
giochetti di coscienza non funzionavano.
Anche se apparentemente tutti uguali,i ghigni dei quattro fratelli
Sparrow erano,per chi degli altri tre li guardava,perfettamente
comprensibili e quello di Mosely di solito volevano dire “Ne
sei davvero sicuro?”
“Va bene,potrei anche perdonarlo. Ma lui deve venire a
scusarsi”
Mos lo andò a riferire a Jackson,ma quest’ultimo
non fu molto entusiasta dell’idea.
“Nemmeno per sogno” strepitò,infatti
“Per cosa mi dovrei scusare?Di averle detto la
verità una volta per tutte?”
Mose era inorridita dalle parole del fratello
“Jack,è giusto che tu le abbia detto la
verità,ma non c’era bisogno che lo facessi
così”
Fiamma era dietro la porta ad origliare.
“Mi sono solo sfogato,è lei che ha
esagerato” mi correggo:ora Mose era inorridita dalle parole
del fratello “Sai come sono i ragazzini al giorno
d’oggi:non sanno quando è ora di smetterla con le
fantasie…”
Fiamma non ce la fece più a trattenersi e,aprendo la
porta,andò in salotto e strepitò come una
ragazzina viziata “Mio dio,Jack:non potresti essere
più in torto di così” Diego
cercò di trattenerla dal mollare a Jack un destro in piena
faccia “Ti dimostrerei che ho ragione se andassimo tutti da
Alex…”
“Ammesso che quello che dici fosse vero,non possiamo
presentarci così a casa di Alex e dire: ‘Ciao,ci
fai controllare se il tuo armadio ha qualcosa di
magico?’” puntualizzò Diego lasciando
andare la sorella che si era calmata.
“Dobbiamo trovare un modo per andarci:ora!”
Dal ciondolo di Fiamma apparve un lampo di luce,più grande e
caldo di quelli che erano apparsi in passato e in un secondo tutti e
quattro scomparvero dal loro salotto.
“Ma che è successo?” chiese confusa
Mosely.
Fiamma pensava di saperlo.
“Siamo a casa di Alex,la riconosco”
esclamò Jack guardandosi intorno “Fiamma che hai
fatto?”
“Io non ho fatto niente…almeno credo”
Diego guardò fuori dalla finestra e vide Alex,Roxy e la
signora Monskowiz che stavano salendo in macchina.
“Allora è vero che dovevano uscire”
pensò Fiamma.
Diego non sembrava preoccupato “Meglio,così
possiamo andarcene tranquillamente”
“Hai detto bene,Di-di:
‘tranquillamente’” si girò
verso i fratelli Fiamma sorridendo “Vediamo
l’armadio e ce ne andiamo”
“No,non se ne parla. Dobbiamo tornare a casa” Mose
era determinata,ma la sorella ancora di più.
“Avanti,finalmente ve lo posso dimostrare”
“No!” conclusero tutti e tre in coro.
“Ragazzi” Jack guardò dalla finestra
“Roxy torna dentro casa”
Erano presi dal panico. Dopo pochi secondi Diego chiese “Cosa
facciamo?”
D’istinto tutti posarono gli occhi su Mosely,era lei il genio.
“Meglio che per ora ci nascondiamo,poi quando lei se
n’è andata torniamo a casa”
“Ma dove ci nascondiamo?” chiese Jackson
“Potrei intrattenere io la
‘Sexy-Sorellina’ di Al”
Mosely lo tirò per il colletto “Non abbiamo tempo
per la tua voglia di rimorchiare,andiamo!”
Corsero senza meta per ben sette minuti. Nessuno,neanche Jack aveva mai
percorso quegli angoli di casa Monskowiz. Erano tutti eccitati e
spaventati allo stesso tempo per quella tensione,anche Mose in fondo.
La casa di Alex sembrava immensa. Molte porte erano chiuse a chiave.
Fiamma si chiedeva perché. Per la fretta non si
ricordò nemmeno che in quel corridoio c’era
già stata il pomeriggio stesso. Diego era in testa ai suoi
fratelli. Si fermò di colpo perché sentiva dei
passi. Fece segno agli altri di fare dietro front. Aprì la
prima porta che trovò aperta dal fondo delle scale per
andare in soffitta. Fiamma si ricordava di che porta si trattava,ma
preferiva non dire niente o sapeva che qualcuno avrebbe obbiettato.
Si bloccarono tutti non appena videro il famoso armadio. In tutta la
sua orgogliosità Jackson ruppe il silenzio “Questo
non dimostra che sia magico”
“Entriamo!” disse Diego aprendo la porta
dell’armadio ascoltando quanto erano distanti i passi di Roxy.
“Oh,ma vorrai scherzare?!” Mose era sorpresa dalla
irrazionalità di Diego. Essendo il fratello maggiore doveva
averne almeno un minimo. Si ricredette quando si rendette conto che
Roxy stava per aprire la porta. Tutti e quattro entrarono
nell’armadio. Diego rimase un attimo indietro per constatare
se la sorella di Alex sarebbe entrata proprio in quella stanza.
“Ahi,mi hai pestato un piede” sussurrò
Mose.
“Scusa,ma…se Fiamma si muovesse” rispose
Jack.
“Ragazzi,fate silenzio!” ordinò Diego.
“Ahi,la smetti di pestarmi il piede,Jack?”
insistette Mose.
“Non sono stato io questa volta”
“Invece
sìììì…”
Diego inciampò,facendo cadere Mosely,Jack e Fiamma che si
trovavano davanti a lui. Caddero su…
“Erba?” in coro Jackson,Mose e Diego erano confusi.
“Non preoccupatevi,di sicuro è solo la vostra
immaginazione” ironizzò la sorella minore.
Rimasero tutti e tre senza parole.
“Impossibile!” esclamò Mose sotto voce
alzandosi.
Silenzio.
“Ci dispiace,Fiamma” si rassegnarono i due fratelli
più grandi.
“Jack,è meglio se chiedi scusa a tua
sorella” gli ordinò Diego da solo,puntando Fiamma.
Silenzio.
“Chiedile scusa!…” fece un passo per
spaventarlo.
“D’accordo” grugnì
“Scusa ‘Brooke’”
Brooke è il soprannome che Jackson dava sempre a sua
sorella,alludendo alla modella Brooke Shild.
“Non importa” sorrise lei “Certi
ragazzini non capiscono quando è ora di smetterla con le
fantasie”
Lui fece un sorriso ironico.
“E ora?” balbettò Mosely.
La discussione per decidere cosa fare si trasformò in
un’esplorazione per i boschi di…Narnia.
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