Il ritorno del passato

di WindWater
(/viewuser.php?uid=728717)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ombre ***
Capitolo 2: *** Un "errore" fatale ***



Capitolo 1
*** Ombre ***


Harry era lì, al rifugio dell'Ordine. Seduto nella penombra e nella polvere, teneva le braccia distese sulla poltrona e guardava fisso davanti a sé.
 Erano passati due mesi dalla morte del Signore Oscuro, ma lui, ovviamente, ripensava a tutto quello che era successo ogni volta che poteva, era diventata quasi un'ossessione. Le immagini di morte e di felicità gli scorrevano in una danza eterna davanti agli occhi, vedeva Remus disteso privo di vita, vedeva se stesso privo di vita, ma allo stesso tempo ricordava l'abbraccio di Ron ed Hermione ed il caldo bacio di Ginny.
Ogni volta che ne aveva bisogno si recava in quel posto, per stare con i suoi pensieri, per stare in solitudine, nella calma più totale, aveva bisogno di tempo, tempo per riprendersi, erano successe tante cose, anche terribili, e lui non aveva ancora metabolizzato il tutto. 
Aveva trascorso gli ultimi mesi a casa Weasley, ma neanche tra il calore di coloro che lo amavano, era riuscito a liberarsi dalle tenebre, che continuavano a popolare cuore e mente, quasi il chiacchiericcio dei suoi amici cominciava ad infastidirlo. 
Un raggio di sole attraversava il suo corpo, entrando da una finestra più in alto. Per un momento, un breve istante, si sentì rilassato. Poi, improvvisamente, il freddo, brividi percorrevano il suo corpo e poi dei passi. Passi pesanti, che percorrevano lentamente, ma rumorosamente, il corridoio che dava sul salotto. Harry sfoderò la bacchetta senza pensarci un secondo di più ed andò nel corridoio. Non sapeva chi poteva essere, temeva di avere qualche sorpresa, e nel profondo era arrabbiato di essere stato disturbato. Erano ciascuno alle due estremità. Harry lo intravide davanti a sé, un'ombra nulla di più e gridò:<< Stupeficium >>.
L'incantesimo, con gran stupore del mago, attraversò l'essere. Potter continuò, ma era tutto invano. 
L'altro avanzava, senza timore, sicuro di sé, la sua presenza era forte, antica e maligna. Allora il giovane mago curioso e preoccupato, quasi spaventato disse: << Lumos >>. 
A quel punto lo vide, pizzetto nero, barba ben curata, capelli neri, alto, immobile nel corridoio, illuminato a distanza dalla sua bacchetta. 
Era sicuro di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava dove, ed aveva qualcosa di fortemente familiare. 
Lo vide aprire la bocca per dire:<< Buon pomeriggio "nipote", grazie ad una tua "sconsiderata" azione commessa sessanta giorni fa, subito dopo aver ucciso il mago oscuro, mi hai permesso di essere qui oggi... >>. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un "errore" fatale ***


Ore sette. Quartier generale dell'Ordine della fenice, se poteva ancora essere definito tale. Corridoio principale, nella penombra e nella polvere. C'é solo il Lumos di Harry che gli sta mostrando l'essere che ha davanti a sé. Un uomo alto, abbastanza giovane, sicuro di sé, barba curata e pizzetto, ma soprattutto incorporeo, visto che a sorpresa del giovane mago i suoi incantesimi l'hanno attraversato. 
Ed ora questa figura, quest'ombra l'ha chiamato nipote. Harry é confuso, ma allo stesso tempo sorpreso e così domanda:<< Nipote? >> e l'altro: << Ti facevo più sveglio, ma dopotutto discendi da mio fratello Ignotus, un uomo che ha preferito una vita lunga ed insignificante ad una vita breve, ma intensa, caratterizzata dalla gloria e dal potere>>. 
Harry pensava di sognare, non poteva credere alle parole che aveva appena udito, ma il peggio doveva ancora arrivare, così chiese:<< Sei Cadmus Peverell? >>.
L'uomo spazientito esclamò: << Ma come! >> e continuò: << Io ti parlo di una vita passata nella gloria e nel potere, e tu mi associ ad un debole che perse la sua vita con quella pietra della resurrezione? Io sono il grande ed unico possessore della bacchetta di Sambuco ... Antioch Peverell! >>.
A queste parole, Harry non sapeva come reagire, era immobile ed ascoltava, desideroso di scoprire cosa stava accadendo e soprattutto a cosa andava incontro, i fantasmi erano imprevedibili, se di un fantasma si trattava, e non bisognava fidarsi, perché potevano essere spietati e crudeli. 
Antioch interruppe i suoi pensieri: << Ovviamente ti starai chiedendo come io sia qui, domanda lecita, eppure dovresti saperlo. Due mesi fa hai commesso un errore, un errore gravissimo, senza il quale, tuttavia, io non sarei qui. Hai distrutto l'unica cosa a cui io tenevo, l'hai spezzata in due come un ramo, come una semplice bacchetta, perché sei un debole Potter, hai rifiutato la gloria ed il potere. Come hai osato? Ma non preoccuparti perché i miei ci stanno già lavorando >>. 
Harry irritato da quelle parole domandò come il suo "errore" fosse collegato al suo ritorno ed il mago gli rispose: << Sei anche sfacciato oltre che debole! É molto semplice, quando fui assassinato, nel momento in cui la mia anima veniva strappata dal mio corpo, si legò all'unica cosa a cui tenevo, l'unica cosa che strinsi in petto, come un bambino, ovvero la bacchetta di Sambuco. Un processo unico, direbbero i più dotti, un evento non scritto in nessun manuale, direbbero gli studiosi, é vero fu inaspettato, fu un qualcosa a cui pensai nell'ultimo istante della mia vita, l'unico modo per vincere la morte, così creai quello che amo definire Xurcroh, proprio perché il procedimento é quasi l'inverso dell'Horcrux.
 Così ho vissuto come presenza costante al fianco di coloro che possedevano la bacchetta, senza che potessero vedermi o sentirmi, ho visto il mondo mutare, così come ho visto crescere te, crescere come un debole, un degno erede di Ignotus, fino a quando non hai spezzato la bacchetta di Sambuco ed il mio spirito ne é uscito fuori, ero molto debole, ma ogni giorno che passa assumo forza e potenza, ma per tornare in vita bisogna che accada un'unica cosa e per fare che ciò avvenga mi servirò dell'Ordine dei Custodi dei Peverell, che in questi anni ci hanno venerato e hanno agito per impossessarsi e proteggere i doni della morte, potrebbe sorprendenti quanto l'Ordine possa essere responsabile della morte dei tuoi genitori e di quanto siano stati in grado di influenzare il Signore Oscuro, pur di arrivare al Mantello, ma questa é un'altra storia >>
Il giovane Potter stava per venir meno, ma c'era una cosa che lo incuriosiva e così gli chiese: << Cos'é che deve accadere affinché tu possa ritornare in vita? Non l'hai specificato...>> e l'altro rispose: << Oh ma che sbadato! Pensavo fosse chiaro: deve morire chi ha spezzato la bacchetta>>. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2742275