It's time for a change

di Lunatica95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***



 
Eccomi con la mia solita routine, come ogni anno, il primo giorno di scuola mi alzo dal letto e mi do la forza per andare avanti. E così una volta uscita di casa faccio di tutto per togliere il suo pensiero dalla mia testa.
Il pensiero di quella faccia adorabile e quel carattere meraviglioso.
Ok, sono a scuola, questo posto odiato dalla gente, e mi viene in mente lui, lui che non la odiava per niente, lui che veniva a scuola per incontrare i suoi amici, per uscire da casa e stare lontano dalla famiglia ma non da me.
Io e lui eravamo diversi, non eravamo come tutti i fratelli e sorelle che si stuzzicano e litigano, no noi ci volevamo un gran bene lui era il mio migliore amico, ci dicevamo tutto fino a quando non ebbe quell’incidente, che me l’ha portato via.
Quella meravigliosa creatura era ferita in fin di vita, non capisco come le cose belle devono sempre finire.
Lui un dono della natura è stato rovinato dalla natura stessa.
Per colpa di quell’incidente lui finì in coma e dopo poco tempo morì. Io mi sentii persa senza di lui, e mi ci sento ancora.
Il professore ha cominciato a parlare non so da quanto ed io non ho capito neanche come si chiama, qui in questa classe io mi sento sola, anche con altri ragazzi intorno a me, io sono sola.
Una ragazza davanti a me si gira e si presenta, ha una voce bassa, non so se per non farsi sentire o se è proprio il suo tono di voce. Comunque non capisco come si chiami e la ignoro, allora lei continua a parlare ma io faccio finta di seguire la lezione. Quando esco dalla classe per prendere un po’ d’aria la ragazza strana mi segue e con un tono un po’ arrabbiato mi dice: "Ei tu non mi hai sentito?"
Io che mi giro e mi tolgo la cuffietta dall’orecchio (anche se non ascoltavo niente mi piaceva far credere alla gente che lo stessi facendo) e la guardo confusa.
"Scusa non sapevo che stavi ascoltando la musica comunque io sono Martina tu sei?"
Io rimanendo seria dico semplicemente "Hope".
Mi rimetto la cuffia, che copro bene con i miei capelli lunghi color biondo chiaro, come i suoi, lui li aveva biondi e tutti li avrebbero voluti avere biondi come i suoi ma io no. Mi ricorda lui e fa male.
E’ entrata una professoressa, penso sia quella di matematica. Infatti, inizia a scrivere numeri alla lavagna, ho sempre amato la matematica è l’unica materia che mi fa stare bene, quando finisco un esercizio, rimango lì compiaciuta di esserci riuscita, di riuscire ancora in qualcosa, di non essere una delusione totale.
Si dopo la morte di Niall la mia vita è stata una delusione, io sono stata una delusione per la mia famiglia. Quando c’era lui era tutto diverso, lui mi difendeva, lui andava bene a scuola senza impegnarsi e quando io sembravo una delusione davanti agli occhi di mio padre lui era sempre pronto a guardarmi con i suoi di occhi pieni di fiducia e di amore con quel loro colore ghiaccio che rispecchiava il cielo.
I suoi occhi, uguali ai miei, solo che i miei da quando lui non c’è più si sono spenti, e
il cielo che era al loro interno è scomparso.
Tornando alla dolorosa realtà è finita anche quest’ora e io l’ho passata pensando a lui, vado al mio armadietto a posare i libri e vi trovo un ragazzo. Lo ignoro come faccio con il resto del mondo, lui mi si avvicina e mi prende il viso con una mano, così da guardarmi negli occhi, i miei occhi spenti che si specchiano nei suoi marroni, non posso sopportare quello sguardo vedo lui, e non riesco a guardarlo perché quando lui aveva bisogno di me, io sono scappata, mi sono chiusa in me stessa.
Non merito di guardarlo, i miei occhi non reggono più il peso delle lacrime e per non cominciare a piangere lì davanti a tutti scappo. Mi rifugio nel bagno, il mio rifugio personale, prendo da sotto il lavandino un cartello con scritto “NON ENTRARE LAVORI IN CORSO” e lo appendo fuori la porta. Nessuno entrerà ed io sarò libera di sfogarmi lì da sola, a pensare a quanto possa essere stupida non potevano essere i suoi occhi lui non c’è più ed io non riesco a farmene una ragione.
E’ colpa mia, se gli fossi stata vicino forse gli avrei potuto dire addio.  
Lui che ormai vive solo nei miei pensieri, in quei pensieri che non mi fanno dormire la notte che mi lasciano girare per la città come un fantasma, proprio quei pensieri che mi hanno portato qui, rinchiusa in un bagno a piangere.
Mi pulisco bene la faccia per non far sembrare che ho appena pianto, ma è inutile, esco e quando sto per tornare in classe vedo un gruppetto di ragazzi insieme al ragazzo di prima, e sento delle parole, una frase “è proprio pazza ma cos’ha che non va? Forse non gli piacciono i ragazzi” io faccio finta di niente e torno a pensare a lui, che se fosse ancora vivo sarebbe qui con me e magari avrebbe già preso a pugni quel gruppetto, perché per lui io ero perfetta e se qualcuno osava dire qualcosa su di me lui se lo mangiava. Io ero la sorellina piccola che era difesa, è sempre stato così lui era il mio principe azzurro io non avevo bisogno di amici o amiche io avevo lui, e lui era il mio tutto.
Non m’importa più niente della scuola di impegnarmi per prendere bei voti, non capisco perché ci vengo ancora, qui tutto mi ricorda lui. E’ un posto felice, mi ricorda l’anno scorso quando sono entrata per la prima volta in questa scuola e lui che era lì già da due anni mi ha fatto fare il giro completo, mi ha mostrato i suoi posti segreti, è stato lui che mi ha insegnato come poter rimanere soli nel bagno, come non far entrare nessuno. Lui lo faceva quando stava con le ragazze ed io per piangere. Lui faceva parte del gruppo più popolare della scuola, quel gruppo che da quando è morto non è cambiato per niente all'incontrario di me.
Io sono completamente diversa, prima ero forte e non mi importava niente degli altri perché sapevo che per qualsiasi cosa c'era lui. Lui era la mia forza ora senza di lui sono una pecorella inseguita da un lupo inesistente.
Nessuno riuscirà a scacciare quel lupo, perché il lupo è dentro di me.
Torno a casa e come al solito non c'è nessuno, i miei dopo la sua morte si sono buttati nel lavoro e la sera l'unica cosa che fanno è sgridarmi, quindi sono sempre sola e questo mi porta a pensare a lui. Un'altra giornata finisce e io continuo a pensare a lui. Lui oramai è un punto fisso nella mia testa.



Heilààààà
Questo è un piccolo prologo giusto per sapere se la storia interessa...
Continuerò se la storia viene seguita e recensita se no la cancellerò perché ho altre storie e non posso continuare una storia che non importa a nessuno..
Spero vi intrighi... 
Vi lascio una fotina di Louis 

Quant'è bello... Casco sulla mia bava... Emm scusate
Allora vi lascio il link delle mie altre due insulse storie..
su Harry : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2698176&i=1
Storia originale:
 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2655902&i=1

Non so che altro dire... Spero che vi piaccia... Perfavore recensite.
Kiss Kiss 
E.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***





Louis
Un altro anno scolastico è iniziato e ovviamente io con i miei migliori amici siamo il gruppo più popolare della scuola, siamo i più fighi. Tutte le ragazze vorrebbero passare nel nostro letto e tutti i ragazzi vorrebbero essere come noi o nostri amici.
Sembrerebbe un sogno, ed infatti lo era prima che un membro del nostro gruppo morì, noi sempre con la nostra corazza dobbiamo tenere in alto il nostro nome di fighi e ribelli dell’istituto ma anche noi soffriamo come tutti coloro che l’hanno conosciuto, si perché lui era un tipo allegro e tutti lo conoscevano e rispettavano, come la sorella.
Hope era una ragazza molto interessante, con un bel caratterino. Si parlo al passato perché oramai lei non è più così, si è chiusa in se stessa e questo mi dispiace perché quando c’era il fratello lei aveva legato un po’ anche con noi, era quasi diventata parte del gruppo. Niall però tentava di allontanarla sempre da noi perché aveva paura che l’avremmo fatta soffrire e forse aveva fatto bene.
Eccola li, sembra così fragile e indifesa ma io so che non lo è, cammina verso il suo armadietto e come al solito, avendo la testa rivolta verso il basso, non mi vede. Un ragazzo gli prende la faccia e l’avvicina con le spalle all’armadietto e solo ora riesco a vedere i suoi occhi. Anche se l’unica cosa a cui penso è che se quello stronzo non gli toglie le mani di dosso potrei andare li e spaccargli la faccia. Si perché stando con Niall ha creato un bisogno di protezione verso quella biondina, tutto il gruppo la proteggerebbe anche solo per lui. Per fortuna lei se lo toglie di dosso e scappa, forse non è proprio una fortuna visto che mentre corre via la vedo, e i suoi occhi mostrano tutto il suo dolore, Niall era davvero per lei la vita ed il sorriso.
Dopo neanche dieci minuti dall’inizio della lezione sono già finito fuori dalla classe, non mi andava di rimanere ad ascoltare quel pazzo che parlava di chimica facendo metafore surreali. Sono fuori e vedo un gruppetto nuovo, perché come tutte le scuole che si rispettino anche nella nostra ci sono i soliti gruppi come le “brave ragazze”, i secchioni, gli sfigati che non fanno parte dei secchioni e noi, ovviamente ci sono anche altre suddivisioni ma queste sono quelle più importanti. Ma questo gruppo non l’avevo notato, sono tutti vestiti di nero hanno jeans aderenti appunto neri canottiere bianche e sopra giacche di pelle nere o felpe nere, sembra quasi che vogliano ricopiare lo stile di Ryan quello di The O.C. per intenderci. E in mezzo a questo gruppo vedo proprio lo stesso ragazzo che si era avvicinato a Hope prima.
A bloccare i miei pensieri è Liam che di sicuro è stato sbattuto fuori come me.
“Ehi bro, anche tu fuori? Scommetto avevi chimica, lo odi quel tizio” come mi conosce bene il mio migliore amico.
“Si, avevo proprio lui” faccio una pausa spostando lo sguardo di nuovo su quel gruppetto dopo che lo avevo spostato per rispondere a Liam “ma sai chi sono quelli li?” glieli indico con un cenno del capo e dopo che lo vedo pensarci un po’ ricevo la sua risposta.
“Non ne ho idea ma penso che vogliano rubarci il ruolo di più fighi della scuola” mi guarda e ride.
“Perché ridi?”
“Perché noi siamo troppo belli per essere battuti così” comincio a ridere anch’io per l’intelligenza del mio amico, però non ha tutti i torti quei ragazzi non sono belli neanche la metà di noi, e di sicuro noi siamo più grandi quindi è meglio se abbassano la cresta.
Eccola di nuovo, sta camminando verso la classe di sicuro in ritardo, avrà pianto lo vedo dalle sue guance e il naso rossi e sento anche il suo respiro un po’ accelerato, forse anche un po’ per il passo veloce, ma non è l’unica cosa che sento. I ragazzi che guardavo prima stanno facendo commenti su di lei e non sono per niente bei commenti, come si permettono a dire qualcosa su di lei, dovrebbero lavarsi la bocca con la varecchina prima di pronunciare solo il suo nome. Guardo Liam che è rimasto dietro di me e sono sicuro che in testa abbiamo lo stesso pensiero. Fargliela pagare. Poi mi ritorna in mente lei,
“Non la vedi è cambiata, a me piaceva com’era prima” si piaceva, nel senso che avevo una cotta per lei, ma era la sorellina del mio migliore amico non ci avrei mai provato. Ed ora non sopporto di vederla così triste, così fragile “lei non era così, e io la farò tornare in se”.
Mi guarda un po’ confuso anche se non del tutto, lui sapeva che mi piaceva, non ho avuto nessun problema a raccontarglielo mentre se l’avrei dovuto dire agli altri penso che Harry e Zayn mi avrebbero preso in giro e Niall menato, anche se Liam diceva che lui sarebbe stato d’accordo ora non lo sapremo mai.
“Dobbiamo stargli accanto, o almeno difenderla da quei poveri stupidi” sempre a fare il super eroe il piccolo Liam, perché in fondo tutti teniamo a quello scricciolo.
“Ovvio che lo faremo super Liamo, e sono convinto che anche gli altri due ci aiuteranno per lui, ma anche per lei perché sotto sotto anche loro ci tengono” oramai niente può farci cambiare idea, niente e nessuno.
 
Hope
Ed inizia un altro giorno, vedo il sole sorgere, anche questa notte non ho dormito molto bene, lui occupava i miei sogni e io non ce la facevo a vederlo con quegli occhi tristi e devo dire che avevano anche un po’ di delusione, non avrei mai voluto essere una delusione anche per lui e forse ora lo ero.
Cerco di togliere i pensieri dalla testa buttandomi in doccia, anche se non funzionava per niente, ogni volta che entro in doccia penso a lui che cantava a squarciagola tutte le canzoni possibili e immaginabili da Dragonball a i grandi della musica, a volte le inventava anche, e io dalla mia camera sentivo la sua splendida voce che mi cullava dolcemente.
Velocemente mi vesto, non facendo neanche caso a quello che indosso basta che sia largo, e truccandomi cerco di coprire queste occhiaie, che mi seguono, senza successo. Alla fine mi arrendo e mi dirigo a scuola come sempre a piedi, ci impiego mezz’ora ad arrivare ma con la musica nelle orecchie, ascoltando i Paramore, passa in fretta. Arrivata mi dirigo verso il mio armadietto facendo finta di dover prendere qualcosa giusto per non sembrare la sfigata che non ha amici, la quale invece sono. Poco distante dal mio armadietto riesco a vedere il ragazzo di ieri con il suo gruppetto hanno qualcosa di diverso, ora che li guardo meglio noto che hanno diversi lividi e qualcuno cammina male. Avranno pestato i piedi a qualcuno di potente per essere in quelle condizioni, peggio per loro. In questa città non ci sono molte cose da sapere se vuoi rimanere sano e salvo, ma le più importanti sono ‘Non pestare i piedi a quelli più forti e non mettergli il bastone tra le ruote’. Normalmente quando accadono queste cose è sempre per colpa di qualche ragazza, mi chiedo chi possa essere. Dopo poco suona la campanella e mi rendo conto che per poco i miei pensieri mi avevano fatto distrarre dal pensiero fisso di lui, mi giro per andare in classe e proprio quando chiudo l’armadietto mi passa davanti il gruppo più popolare dell’istituto, quello di mio fratello. Non so se sto vaneggiando o davvero Liam Payne mi guarda e sorride leggermente, devo ammettere che lui è quello nel gruppo che mi è stato più vicino quando mio fratello era ancora vivo, era più dolce e affettuoso diciamo, forse era anche per colpa di Niall che gli altri non si avvicinavano, ma di Liam ci si può fidare o almeno io mi fido di lui anche dopo tutto. Ed infatti quel suo sorriso è la dimostrazione che anche senza mio fratello lui è dalla mia parte.
Guardandolo bene anche lui ha un livido sullo zigomo destro, forse sono stati loro a menare l’altro gruppetto, ma perché avrebbero dovuto?
Forse è solo una coincidenza e hanno litigato con persone diverse, o forse avevano paura che gli rubavano il posto come i più popolari, anche se questo altro gruppo non si conosce, non si sa nemmeno il loro nome. Con questi dubbi mi dirigo in classe a fare finta di seguire l’ennesima lezione.



Heilààà
Allora questo è il secondo capitolo, non so spero vi piaccia... Se volete lasciate una recensione grazie mille a tutti coloro che leggono...

Louis vi dice I love you da parte mia... E' così carino con questa faccia buffa <3.<3 occhietti a cuoricinooooo...

Lo dice anche lui si è figo :D non so cos'altro dire quindi diròòò

Si ora me ne vado è ufficiale... Scusate ma è strafigoooo... Ci vediamo nel prossimo capitoloooo
Baciii 
E
Ah ps cambio il nome della storia perché.... Non so non mi piace più... Ma solo il nome tranquilliiii..



 

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***








"Hope" una voce mi chiama "Hope ho bisogno di te, dove sei?" Solo ora la riconosco, è Niall.
"Niall quanto mi è mancata la tua voce, dove sei? Non vedo niente" Urlavo per capire dove si trovava, volevo stringerlo a me, volevo risentire il calore della sua pelle, del suo corpo.
"Sono qui, sono sempre qui. Ma ora ho bisogno che tu faccia una cosa" ha bisogno che faccia qualcosa per lui, cosa? Farei tutto per lui.
"Dimmi" continuo ad urlare mentre mi muovevo cercando di trovarlo in quella nube buia.
"Tu devi- devi" silenzio, il silenzio mi circonda.
"Signorina Horan, le sembra il caso di dormire in classe?" La voce della professoressa, di cui non avevo neanche imparato il cognome.
"Niall" mi alzo velocemente dal banco urlando il suo nome. Solo dopo realizzo che tutti mi stanno fissando "scusi professoressa non mi sento molto bene, vado in infermeria" e senza lasciarle il tempo di rispondere prendo la mia borsa a tracolla dirigendomi lontano da quella classe.
Penso che andrò davvero in infermeria, la testa mi gira ma penso sia per il risveglio movimentato, almeno lì potrò riposarmi.
La stanza è vuota. L'infermiera non c'è e forse è meglio così, se no avrei dovuto dirle il motivo per cui ero lì e non mi andava proprio, quella donna di cinquant'anni era tutta energia e vita, sembrava una scolaretta che voleva sapere i gossip di tutti e tutto.
Tutto quello che volevo è dormire, si perché anche se sognarlo mi recava dolore almeno potevo stargli vicino.
Mi stendo sul letto bianco, le lenzuola sono bianche, la federa è bianca. Tutto in questa stanza è bianco. Mi verrebbe voglia di andare a prendere della vernice e dipingere tutto, tutto di celeste. Come i suoi occhi, come i miei.
La porta si apre e faccio finta di dormire, di sicuro è l'infermiera. Dopo pochi secondi di silenzio sento una mano posarsi sulla mia faccia e spostarmi una ciocca di capelli.
Di sicuro questa non è la signora Jones, ovvero l'infermiera. Aveva un profumo dolce ma allo stesso tempo forte, emanava calore. Al minimo tocco tra le sue nocche e il mio volto sentivo il corpo andare a fuoco, e probabilmente anche la mia faccia ci andò.
E' quasi improbabile che non avesse capito che ero sveglia, poi la curiosità di sapere chi era mi portò ad aprire gli occhi. Quello che vidi fu un colpo al cuore.
Due grandi occhi celesti e dei capelli castani mi si presentarono davanti. Conoscevo quegli occhi e anche quel tocco,  solo che l'avevo rimosso, come tutto il resto d'altronde.
Spostai lo sguardo, non ce la facevo. I miei occhi che si stavano riempiendo di lacrime, lui porta troppi ricordi.
"Cosa ci fai qui, Louis?" Chiesi senza guardarlo minimamente e cercando di fare una voce forte. Non volevo che capisse quanto stavo male, non volevo che provasse pietà per me.
Anche se forse tutti sapevano che stavo male, che piangevo nel bagno e che non dormivo la notte. Tutti avevano pietà per me.
"Niente" si gratto la testa mentre faceva un passo indietro, forse imbarazzato "io ho semplicemente visto che entravi qui e ho pensato che stavi male.." fa una pausa, ma cosa vuole da me? Lui e i suoi amici mi hanno ignorato per tutto questo tempo e ora mi si avvicina così? Solo uno di loro potrebbe farlo e di sicuro non è lui, è Liam. Perché Liam è buono e non vede pietà nei miei occhi ma mi capisce, l'ho visto dal sorriso che mi ha dedicato quella mattina e da come ogni tanto nell'intervallo mi cerca con gli occhi e quando mi trova e vede che sono ancora viva torna a chiacchierare con i suoi amici. Liam è semplicemente Liam.
"Bhe non c'era bisogno che entrassi sto bene" urlo. L'ho appena aggredito, senza una ragione senza un perché. Forse semplicemente volevo rimanere sola.
"Volevo solo assicurarmi che stavi bene, scusa se qualcuno ogni tanto si preoccupa per te" urla anche lui. Quanto lo odio, sa farmi innervosire con la minima parola, mi fa saltare tutto il sistema nervoso anche solo respirando.
"Non devi preoccuparti per me!" Urlo di nuovo "Io sto bene cazzo" non ci crede nessuno, neanche io, perché non è la verità. Come fai a stare bene dopo che tuo fratello è morto? Dopo che il tuo cuore si è rotto? Dopo che tutta la tua vita si è sgretolata? Dopo che diventi sola?
"Tu non stai bene e io lo so, e non è l'unica cosa che so di te" cosa vuole dire? Cosa sa di me?
"So molte cose di te e volevo anche parlarti di quello che è successo" ovvio che sa molte cose di me, Niall. Lui parlava in continuazione di me, si lodava con tutti di avere me come sorella.
"Non è successo niente" non riesco più ad urlare, l'energia che sembravo avere prima è scomparsa, disintegrata.
"Non parlavo di Niall" il suo nome, da quanto non lo sentivo pronunciare da qualcun altro, è come un pugnale in pieno petto, è come se mille spilli mi trapanassero. Rialzo inaspettatamente la testa e poso i miei occhi nei suoi. Questo scontro di celesti mi fa girare un po' la testa ma non ho intenzione di riabbassarla.
"No-non.." non riuscivo a parlare anche se mi sforzavo "nominare il suo nome" una lacrima scende dal mio viso. Non ce la faccio proprio a parlare di lui.
"Scusa" sussurra, come se volesse che io non lo sentissi, ma per mia e sua sfortuna il mio udito sembra essere fuori dal normale.
"Di cosa parlavi allora?" Sembra che la mia voce sia ritornata normale, non è rotta dal pianto e neanche roca, era semplicemente impassibile, fredda e distaccata. Ed era giusto così, non dovevo prendere confidenza con questo ragazzo che di sicuro da un momento all'altro sarebbe sparito, come fanno tutti.
"Quello che è successo con quel gruppo di ragazzi" quale gruppo di ragazzi? Penso che abbia notato la confusione nel mio viso perché si affretta a precisare "quel nuovo gruppetto che si è formato a scuola, quelli che hanno fatto dei commenti su di te" allora li ha sentiti anche lui.
In quel momento mi sento un po' in imbarazzo, se sono arrivati a lui chissà chi altro li ha sentiti. Magari tutta la scuola.
Distolgo lo sguardo, non so che dire. Non so dove vuole arrivare, perché me lo dice, perché ne vuole parlare? Come sempre la mia testa, se non è piena dal pensiero di mio fratello, è affollata di domande, le quali forse non troveranno mai risposta.
 "Noi volevamo dirti che non ci importa se tuo fratello non c'è più, c'è si ci importa perché anche se non sembra anche noi soffriamo" ma dove vuole arrivare? "Volevamo dirti che per noi fai parte del gruppo, noi ti capiamo" faccio parte del gruppo. Faccio parte del gruppo.
Non pensavo che ne facevo parte, ho sempre pensato che loro mi reputassero come la sorellina rompiscatole del migliore amico, che preferivano che non ci fossi ma che mi tenevano con loro per Niall e ora non c'è più. Io pensavo che non gli importava niente di me.
Forse mi sbagliavo, Liam non è l'unico che mi capisce, alla fine tutti hanno perso uno degli amici più cari.
Lo guardo, Louis ha lo sguardo basso.
E' strano.
Tutto è strano.
Non lo riconosco.
Un Louis che mi segue e mi parla in quel modo, per dirmi che lui e gli altri c'erano per me. E' questo che voleva dire no? Quel "fai parte del gruppo" era questo che voleva dire.
Voleva dire che è stato lui, sono stati loro, a fare a botte con l'altro gruppo? Per me?
 Non ci posso credere.
"Siete stati voi vero?" chiedo, fissandolo. Noto la barba incolta, forse non è stata tagliata da qualche giorno se non settimana, le occhiaie per il poco sonno e il livido anche lui sotto l'occhio, proprio nello stesso punto dove avevo visto quello di Liam.
"A fare cosa?" Solleva anche lui lo sguardo. Indico il suo livido e capisce.
"Anche se fosse? A seconda della risposta decidi se fidarti di noi?" Ecco di nuovo il suo lato sfacciato, l'odio ancora di più quando fa così.
"No, già mi fido di voi" cerco di ignorare la sua provocazione e gli confesso questa verità, che
neanche sapevo di pensare.
"Bene, ora devo tornare in classe" fa un respiro, forse non sa come concludere la conversazione con un 'a dopo' o un 'ci sentiamo più tardi' oppure addirittura con un 'ti chiamo'. Sono tutte cose che non succederanno.
"Tu riposati, ci vediamo in mensa" non ci do molto peso, perché lo so che è stato detto tanto per, ma forse lui vuole davvero che mi unisca a loro. Mentre se ne va sento che bisbiglia un "comunque si siamo stati noi" e sbatte la porta.
Quei ragazzi mi sorprendono sempre di più.
Forse dovrei davvero provare a stare con loro, ma cosa succederebbe poi?
Il dolore per  la perdita non scomparirebbe, anzi, stando con loro non farei altro che pensare a lui, cosa che già faccio. Ma forse possono farmi svagare, divertire. Forse posso trovare qualche ora di serenità.




Heilàààà
So che sono quasi passati due mesi e mi dispiace...
Ho dato precedenza a l'altra storia perché ci sono molti più lettori ed è molto più avanti...
Poi oggi ho avuto l'ispirazione e ho passato tutto il pomeriggio a scriverlo... Quindi spero vi piaccia...
I personaggi io li ho immaginati così..

Hope Horan : Claire Holt



Louis Tomlinson





I ragazzi



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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***





“Hope? Hope?” apro dolcemente gli occhi e noto la signora Jones che mi guarda preoccupata.
“Signora Jones, mi scusi non mi sentivo molto bene e sono venuta per riposarmi” dopo un attimo di silenzio in cui l’infermiera mi guardava ancora come una mamma coccia decisi di alzarmi.
“Mi potrebbe dire che ore sono?” chissà se è già passata l’ora di merenda, non che mi interessi, non penso davvero che cambi qualcosa, anche dopo quello che mi ha detto Louis, lui era solo l’amico di mio fratello e io non c’entro niente con loro.
“Sono le 11 meno 10, ti conviene aspettare qui per poi andare subito in mensa” comincia a sistemare il letto su cui mi ero sdraiata e di scatto si gira verso di me “se non hai nient’altro da fare, intendo” mi guarda ancora preoccupata.
È ovvio che non ho niente da fare, non ho amici e lo sanno tutti.
“Va bene aspetto qui se non è un problema” comincio a girarmi intorno, e guardo le pareti della stanza bianca, e noto solo vicino all’armadietto un poster con il corpo umano. Chissà perché la testa dell’umano viene rappresentata da essere quasi disgustosa, mentre dovrebbe essere interessante e meravigliosa.
“Nessun problema” mi distoglie dai miei pensieri particolarmente bizzarri, ultimamente se non penso a Niall penso solo a cose strane, sul perché esistono determinate cose e chi ha deciso come chiamarle o il loro utilizzo. Penso di star impazzire.
Tutto intorno a me non ha senso. Mi avvicino alla finestra e vedo dei ragazzi che fanno educazione fisica giocando a calcio o a pallavolo, si divertono, a me sembra passata un eternità dall’ultima che ho anche solo sorriso. Perché dovrei farlo? Non riesco più ad essere una ragazza normale, non riesco a far finta di niente, non sono così forte.
Il suono della campanella mi risveglia dal mio stato di trance, è ora della mensa e tutti i ragazzi corrono per prendersi il tavolo migliore o semplicemente quello in cui sono abituati a stare, mi avvicino alla porta e l’apro leggermente notando appunto il fluire degli studenti.
Saluto velocemente l’infermiera e anch’io mi dirigo a mangiare, il mio stomaco comincia a reclamare ciò che è suo di diritto così accelero il passo ma una volta aperta la porta della mensa mi blocco sul colpo. Ci sono i ritardatari, come me, che stanno andando a prendere il cibo, i puntuali che si dirigono al tavolo dai loro amici e infine i velocisti, ovvero coloro che fanno le corse per prendersi il tavolo migliore.
Io non ho un tavolo ben preciso, normalmente tendo a prendere il cibo ed andare a sedermi fuori sotto un albero, oppure addirittura porto la merenda da casa e vado a nascondermi nel bagno, il nostro bagno.
Oggi però ho deciso di andare in mensa, anche se avevo portato il cibo da casa e ricordo solo ora di doverlo andare a prendere nell’armadietto, sono così sbadata ultimamente.
Sto per girarmi quando sento chiamarmi in continuazione, fino a quando tra la folla non noto un Liam che si sbraccia per farsi vedere. Mi congelo sul posto non sapendo cosa fare, mentre lui comincia a fare lo slalom tra i tavoli e le sedie.
Le cose sono due, posso girarmi velocemente e fare finta di niente correndo via, oppure posso rimanere ferma e vedere cosa vuole dirmi. Alla fine se mi giro e comincio a camminare non lo noterà nessuno e tutto andrebbe come deve andare.
Nel frattempo che io stavo pensando ad una via di scampo Liam si era avvicinato tanto da non poter più fuggire. L’unica cosa che mi restava da fare era aspettare e vedere cosa aveva da dire.
“Vieni a mangiare con noi?” i suoi occhi dolci mi ricordavano quando litigava con mio fratello e subito dopo gli chiedeva scusa, anche la colpa non era la sua. Mi scappò un sorriso all’immagine dei due che scherzavano e litigavano come bambini.
“Perché ridi?" al suo sguardo si aggiunse un sorriso che avrebbe steso qualsiasi ragazza all’interno dell’istituto, ma non me. Era come un secondo fratello, premuroso e attento.
“Niente” mi decisi infine a rispondere, volendo tenere per me i miei piccoli pensieri.
“Allora vieni con noi?” andare a mangiare con loro non era proprio quello che volevo, avrebbe fatto male, non penso di essere ancora pronta per affrontare tutti i suoi amici.
“Io ho lasciato il pranzo nell’armadietto” non era proprio una scusa, allo stesso tempo però non era un motivo per cui non stare con loro. Avrei fatto finta di andare a prendere la merenda e poi non mi sarei fatta più vedere.
“Ti accompagno a prenderlo, se vuoi” Liam Payne per caso leggi nel pensiero? I suoi occhi che ancora rimangono incollati nei miei e io non ce la faccio, devo dirglielo, non mi sembra giusto continuare a mentirgli, soprattutto a lui.
“No Liam, io non penso di farcela” abbasso lo sguardo e ritrovo le mie scarpe, le quali non sono molto interessanti, comincio così a spostare lo sguardo a destra e sinistra cercando un’altra via di fuga.
“Ah.. Capisco, ma noi non parliamo di..” fece una pausa facendomi intuire che non volesse dire il suo nome “si hai capito no?” prende un respiro profondo e con una mano mi alza il viso “noi vogliamo solo pensare ad altro e insieme ci riusciamo, forse potresti unirti a noi per provare a non pensare per due secondi, e se c’è Louis sicuramente due risate te le fai anche tu” sorrise di nuovo e non sapevo cosa altro dire quindi annui soltanto.
“Ma ho davvero lasciato la merenda nell’armadietto” dissi prima di cominciare anche solo a muovermi.
“Ti accompagno e poi andiamo a mangiare tutti insieme, tanto non avevo neanche cominciato, sapevo che saresti venuta e volevo aspettarti” con questo sorrisetto e gli occhi che dolcemente mi guardano, capisco che è il solito Liam, e come faccio ad odiarti o semplicemente ad ignorarti quando tu ti comporti in questo modo, è impossibile.
È impossibile odiare Liam Payne o uno qualsiasi degli altri ragazzi, hanno tutti questi visi dolci e stupendi che puoi solo adorarli, chi più o chi meno ovvio ma non ne puoi fare a meno. Quello più adorabile però rimane Niall, quando mangiava e si abbuffava lo vedevi che cercava di far entrare tutto il cibo in bocca ma poi gli colava via tutto, era alquanto disgustoso ma allo stesso tempo più carino che mai.
Mi scende una lacrima e subito la raccolgo cercando di non fargliela vedere, stiamo camminando e nei corridoi non c’è più nessuno, solo io e lui. Scende un'altra lacrima
“Il mi-mio arm-die-tto è que-quello” dico a spezzoni per le lacrime che stanno prendendo il controllo su di me e prima che me ne accorgo Liam mi ha stretto tra le sue braccia e dopo un attimo di confusione comincio a far uscire il fiume di lacrime che sembra non avere fine.
È la prima volta che piango sulla spalla di qualcuno per lui, sono sempre stata sola dopo la sua morte piangevo da sola. Ora non mi ci sento, è confortante piangere con qualcuno.
“Manca anche a noi” dice mentre con una mano mi accarezza i capelli e con l’altra la schiena cercando di calmarmi “molto, ma ci manchi anche tu” continua ad accarezzarmi e piano piano riesco a rilassarmi ed a smetterla di piangere.
“Scusa ti ho fatto perdere tutta la pausa” prendo le distanze e mi asciugo le lacrime sulle guance, prendo velocemente la merenda e mentre sto cominciando a camminare lo guardo confusa in quanto lui rimane fermo. Ci guardiamo negli occhi e noto solo ora che anche lui li aveva lucidi, stava per piangere anche lui.
“Tranquilla ora muoviti però” mi posiziona una mano sulla spalla e cominciamo a camminare a passo veloce. Chissà cosa passa per la mente di questi ragazzi, sono strani, sembra che sia cambiato qualcosa dalla morte di Niall ma allo stesso tempo sono tali e quali a quelli che ricordavo.
Entriamo nella mensa e molti ragazzi se ne erano già andati, ma loro tre erano rimasti per lui, la loro amicizia è veramente forte, scommetterei su di essa, potrebbe succedere di tutto ma loro non si sarebbero mai separati.
“Liam ma quanto ci hai messo?” chiese molto lentamente Harry, tutti avevano finito la loro merenda ma c’era ancora un vassoio pieno che immagino sia di Liam.
“Ma sta zitto Harry avevo una missione e poi ci hai messo più tempo tu per parlare che io” risponde a tono Liam facendo ridere tutti e anche me.
“Hey cosa vuoi fare? Rubarmi il ruolo di burlone del gruppo?” Continua a scherzare Louis mentre Liam si siede sulla panca e mi fa cenno di sedermi vicino a lui.
“Ringraziami invece di fare lo stupido, è venuta solo per me, vero?” Sta ancora scherzando e lo noto dai suoi occhi che sono molto giocosi e divertiti mentre quelli di Louis sono quasi infastiditi, mi viene da ridere e decido di scherzare con lui.
“Oh e quando l’ho detto questo? Perché io non lo ricordo proprio, forse ti immagini le cose piccolo Payne” e tutti cominciano a ridere mentre Liam di fianco a me è quasi sconsolato così mentre tutti gli altri fanno commenti, come “hai capito hope” “te l’ha fatta Liam mi dispiace” oppure “fregato da una ragazza”, io gli do una spallata e gli sorrido sussurrando un ‘grazie’ che solo lui capirà.


Ehi bella gente
Allora so che dall'ultima volta che ho scritto è passato tanto tempo e sono successe tante cose, sia vecchie che nuove, come Zayn che lascia il gruppo o Louis che diventa padre(?)... 
Ma Okay io sono tornata perché ho ritrovato questa storia e leggendola mi è venuta l'ispirazione...
Spero di aggiornare presto e se ci sono errori o consigli io accetto tutto
Grazie mille
E.
P.S.
Vi lascio una foto di Louis?


Certo che ve la lascio

BYEEEEEEE

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