I segreti di Notting Hill

di SameGioeCa1D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Ritorno a Notting Hill ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Un nuovo caso per la squadra di Notting Hill ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - La scomparsa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Ritorno a Notting Hill ***


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E' necessario leggere 'Un nuovo mistero' prima di questo capitolo.

 

"And being here without you is like I’m waking up to only half a blue sky"

Sto tornando per vari motivi. L'incontro con l'avvocato per l'eredità che mi ha lasciato il nonno e, sicuramente, Connie. Si, è certamente lei il motivo principale del mio ritorno a Notting Hill perché, sinceramente, dell'eredità del vecchio e caro parente non mi importa molto.
Osservo il paesaggio che si scorge e fuori dal finestrino del treno e, intanto, stringo una foto che ritrae me, Connie e gli altri, nella mano destra.
Non dovevo partire, non dovevo.
Il treno si ferma ed una voce metallica mi risveglia dai miei pensieri. Sono arrivato a destinazione.
Afferro il mio bagaglio, ripongo i miei occhiali spessi e neri, sostituiti da delle lenti a contatto, nella tasca della giacca, ed esco dal treno.
Mi guardo intorno e noto che tutti corrono ad abbracciare i loro parenti.
"Hey"
Mi volto.
"Non è venuta?", chiedo.
"Non le ho detto del tuo ritorno", sentenzia Louis, venendo verso di me.
"Perché non lo hai fatto?", domando ancora, leggermente alterato.
"Harry, lei non vuole vederti. L'hai abbandonata, non sarebbe mai venuta qui con me in stazione".
Allento la presa sul manico della valigia ed annuisco.
"Si, credo che tu abbia ragione", ammetto.
Mi da una pacca sulla spalla.
"Sono felice che tu sia tornato", sentenzia.
Accenno un sorriso.
"Anche a me fa piacere essere di nuovo qui".
Terminati i saluti, ci dirigiamo verso l'uscita dell'edificio.
Notting Hill, sono di nuovo qui.

Connie's pov.
"Niall, i cioccolatini sono per i clienti, non devi finirli", affermo, togliendo la ciotola dalle mani del biondo e riposandola sulla mia scrivania.
Il ragazzo sbuffa.
"Ti prego, ho fame, nutrimi", sentenzia.
"Smettila, vieni ad aiutarci!", gli urla Zayn, intento a reggere la scala su cui si trova Liam.
La porta dell'agenzia si apre, lasciando comparire la figura di Louis.
Il castano si toglie giacca e sciarpa e le appende all'attaccapanni.
Saluta tutti e va a sedersi alla sua scrivania.
"Dove sei stato?", chiedo, andando verso di lui.
"Sono andato a prendere un amico alla stazione", risponde.
Annuisco.
"Come vanno i lavori?", domanda, guardandosi intorno.
"Benissimo, Zayn e Niall ci stanno dando una mano a sistemare tutto".
"Tu non stai facendo nulla", mi fa notare il biondo.
"E tu nemmeno", affermo.
"Beh, io... Si, hai ragione", ammette.
Il ritorno di Niall e Zayn ha dato un tocco di colore alla mia vita.
"Carotina, ti va se pranziamo insieme oggi?", chiede il moro.
Mi siedo sulla sua scrivania.
"Beh, non ho nulla da fare, quindi va bene", rispondo.
Lui sorride.
"Finiamo di sistemare qui ed andiamo", afferma, alzandosi.

Harry's pov.
Estraggo le chiavi dalla tasca del cappotto ed apro la porta.
Tutto in perfetto ordine, tipico di Connie.
Poso la valigia sul pavimento e vado verso il soggiorno.
Mi siedo sul divano ed afferro la foto posta sul tavolino accanto ad esso.
Ritrae me e Connie durante la cerimonia del diploma al liceo. Indossavo ancora i miei occhiali e, a quel tempo, ero davvero felice.
Accanto alla foto c'è un album.
Lo afferro ed inizio a sfogliarlo.
Il compleanno di Louis, l'estate nella casa al mare di Niall, Zayn ad una partita e Liam intento a realizzare un pupazzo di neve. I miei amici mi sono mancati terribilmente, ma lei più di tutti.
Rimetto l'album al suo posto e, dopo essermi tolto le scarpe, mi stendo sul divano.
Aspetterò qui l'arrivo di Connie.

Connie's pov.
"Una torta alle carote?", domando, guardando il dolce nel piatto.
Il moro annuisce.
"La prossima volta ordino io", affermo.
Lui sorride.
"Ti piacerà, è buonissima", sentenzia.
"Non mi fido", dico.
"Oh, andiamo, provala!", esclama.
Scuoto il capo ed avvicino a lui il piatto.
Il castano afferra una forchetta e la infilza in un pezzo del dolce. Successivamente, l'avvicina alla mie labbra.
"Apri la bocca, coraggio", dice.
"Sei un pazzo".
Il castano muove la forchetta nell'aria e poi la riporta vicino alle mie labbra.
"Arriva l'aeroplano, fallo entrare, su".
"Louis, ci guardano tutti...", mormoro, coprendomi il viso con una mano.
Lui scoppia a ridere.
"Va bene, mangio io", afferma.
Tolgo la mano dal volto e la poggio sul tavolo. L'allegria di questo ragazzo è contagiosa.
"Che buona, che ti stai perdendo!", esclama, continuando ad ingurgitare il dolce.
Scuoto il capo, sconsolata.
"Non c'è nulla da fare con te", sentenzio.

Harry's pov.
Il rumore dei freni di una macchina mi fa sussultare.
Lascio l'impasto della torta che stavo preparando e corro verso la finestra che mostra il vialetto di casa.
Louis e Connie.
Alla sua vista, il cuore inizia a battere velocemente.
Si stringe nella sua sciarpa e, dopo aver salutato il moro e chiuso lo sportello dell'auto, si dirige verso casa.
Corro all'ingresso.
Il rumore delle chiavi a contatto con la serratura e, subito dopo, la porta si spalanca, lasciando comparire la mia ragazza e la sua espressione sconvolta.

Connie's pov.
Le chiavi mi cadono dalle mani, ma non accenno a raccoglierle.
Sono pietrificata sul posto.
Forse è la mia immaginazione, non può essere davvero lui.
"Amore mio..."
Ha parlato, non sto sognando.
Una lacrima mi scende lungo il volto ed un misto di delusione e rabbia mi assale.
"Cosa ci fai tu qui?!", gli urlo contro.
"Sono tornato per te", afferma, venendomi incontro.
"Non avvicinarti!", esclamo, indietreggiando.
"Non fare così, l'ho fatto solo per dare un futuro ai nostri figli".
"Noi non avremo una famiglia, io non voglio più vederti!"
Detto questo, afferro le chiavi ed inizio a correre via, lontana dall'abitazione.
"Connie!", le urla del riccio rimbombano nelle mie orecchie, ma non tornerò indietro per nulla al mondo.
La pioggia inizia a scendere giù dal cielo. In pochi minuti, mi ritrovo completamente fradicia.
L'agenzia non dista molto da me. Affretto il passo e la raggiungo. Una luce, all'interno, è ancora accesa.
Corro e, con le chiavi, apro la porta.
"Connie, che ci fai tu qui?", mi domanda Louis, sorpreso, lasciando la matita con cui stava scrivendo e venendo verso me.
 "H-Harry...", singhiozzo.
Il castano mi abbraccia e inizia ad accarezzarmi i capelli.
"Non piangere", dice.
Mi allontano leggermente da lui.
"Sono bagnata, ti bagnerai anche tu", affermo.
Sorride.
"Non preoccuparti", sentenzia.
Scioglie l'abbraccio e si dirige verso la scrivania.
Afferra un mazzo di chiavi, se lo mette in tasca e poi indossa il suo giubbotto.
"Andiamo a casa".
"Anche io?", chiedo.
Ride.
"Vuoi forse dormire in agenzia?"
"L'idea era quella".
"Non fare la sciocca, andiamo", afferma, circondandomi le spalle con un braccio.

Arriviamo davanti casa del moro in pochi minuti.
Mi posa la sua giacca sulle spalle e solleva il cappuccio per coprirmi.
"E tu?", domando.
"Anche la mia felpa ha un cappuccio, non preoccuparti", sentenzia.
Lo ringrazio e, dopo essere scesa dall'auto, inizio a correre verso l'ingresso della sua abitazione.
Louis estrae le chiavi dalla felpa e le infila nella serratura.
Apre la porta e mi fa entrare.
"Non c'è nessuno?", chiedo.
"Sono tutti fuori città. Staranno una settimana a Doncaster dai nonni", mi spiega.
Annuisco.
"Il bagno è l'ultima porta a destra infondo al corridoio. Vai pure ad asciugarti, io ti cerco dei vestiti".
Lo ringrazio e corro verso il piano superiore.
Entro nel bagno, mi tolgo la giacca e la poso su un mobile alle mie spalle.
Dopo aver trovato il phon, inizio ad asciugarmi i capelli.
Passano alcuni minuti prima che Louis possa bussare alla porta.
"Avanti", dico.
Il castano entra nel bagno e mi porge una maglietta a righe con le maniche lunghe e dei fuseaux.
"I pantaloni sono di mia madre e la maglia è mia. Ti staranno un po' larghi, ma almeno sarai asciutta", afferma, sorridendo.
Sorrido a mia volta.
"Beh, allora esci che mi cambio", affermo.
"Potrei anche restar...", inizia a dire.
"Fuori!"
Ride ed esce.
"Ti aspetto in camera", sentenzia.
"Devo dormire con te? Non posso stare in un'altra stanza?", domando.
"No, starai con me perché ho paura dei temporali e non voglio stare solo", risponde.
Roteo gli occhi.
Mi cambio ed esco dal bagno.
Mi dirigo verso l'unica stanza con la luce accesa e trovo Louis intento ad osservare il soffitto.
Mi stendo accanto a lui e, con i palmi delle mani, stringo le maniche della maglietta che mi va molto larga.
"Sai, è strano", afferma.
"Cosa?", domando.
"Dormire con te", risponde.
"Abbiamo dormito insieme altre volte", gli faccio notare.
"Si, ma mai su questo letto", sentenzia.
"E cosa cambia?", chiedo.
"Qui, di solito, quando sono con una ragazza, ci faccia cose sporche".
Emetto un verso di disgusto e rotolo lontana da lui.
Il castano inizia a ridere e mi blocca prima che possa scendere dal materasso.
"Scherzavo", afferma, circondandomi il torace con le braccia e posando la testa sulla mia spalla.
"Sei un idiota", commento, ridendo.

Spazio autrice:
Per chi non ci sperava più, ecco qui il primo capitolo del sequel de '
Il mistero di Notting Hill'
E' passato un anno da quando ho postato il prologo di questa storia, mi sembra incredibile! Spero che il sequel riesca a coinvolgervi come la prima parte della storia.
Honnie tornerà? Chi lo sa.
Quale sarà il nuovo mistero? Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Vi do qualche anticipazione:
-"Bene, abbiamo finito".
La porta dell'agenzia si spalanca. Una ragazza dai lunghi capelli biondi fa il suo ingresso. Ha il fiato corto, dovuto, probabilmente, ad una lunga corsa.
"Dovete aiutarmi!", esclama, agitata.
"Caspita, abbiamo appena aperto e già c'è una cliente", fa notare Louis.-
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo. Spero vivamente che vi piaccia :)

Avviso:
Aggiornerò
' Una casa per due' nel corso della settimana, non dovrete aspettare molto per leggere il nuovo capitolo. Inoltre, volevo dirvi che le altre storie che sto scrivendo sono temporaneamente sospese e che, fra pochissimo, posterò la nuova che ho intenzione di continuare insieme a questa.
Per qualsiasi domanda mi trovate su Twitter o su Ask:
@peacenlou
http://ask.fm/gomezsvojce

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Un nuovo caso per la squadra di Notting Hill ***


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Importante
Bene, prima di tutto mi scuso per il ritardo nel postare e vi faccio gli auguri per il nuovo anno, anche se in ritardo. Volevo solo dirvi che ho postato una nuova storia e che mi farebbe piace se qualcuno passasse. Si chiama: Prisoners of paper world
Ora vi lascio al capitolo, ciao ciao



"Harry, vieni, accomodati pure".
Sposto con una mano la sedia e prendo posto di fronte all'avvocato che, un tempo, era un vecchio e caro amico del nonno.
Si solleva appena dalla sua poltrona per stringermi la mano in segno di saluto e, subito dopo, prende di nuovo posto.
"Come sai, ti ho contattato perché George aveva inserito il tuo nome nel testamento".
Annuisco e poso le mani sulla scrivania in legno.
L'uomo mi porge una piccola scatolina di metallo ed una chiave.
"Ecco, questo è quello che ti spetta", sentenzia.
Curioso, apro il piccolo contenitore, ritrovandomi davanti ciò che mai avrei potuto immaginare.
Bene, la mia eredità è questa. Una piccola chiavetta legata ad un laccio di cuoio nero.
Porto al collo la collana e mi alzo dalla sedia.
"Beh, ora posso anche andare", sentenzio.
L'avvocato annuisce ed io esco dallo studio.
Una volta in strada, inizio a rigirarmi fra le mani la chiave che ho ricevuto in eredità.
Non mi aspettavo molto, ma nemmeno così poco.
Perso nei miei pensieri, mi scontro con qualcuno.
Una ragazza cade al suolo.
"Ehi, vuoi stare un po' attent...", inizia a dire, prima di soffermarsi a guardarmi.
Ha qualcosa di familiare.
La riconosco e sul mio viso compare un grande sorriso.
"Emily!", esclamo.
"Harry!", sembra riconoscermi anche lei.
L'aiuto ad alzarsi.
Emily era la mia vecchia vicina di casa. Giocavamo spesso insieme da bambini. Un giorno, però, lei e la sua famiglia partirono per andare a vivere a Londra a causa del lavoro del padre.
"Cosa ci fai qui?", domando.
"Beh, Notting Hill mi è sempre mancata, così, sono tornata a viverci", risponde lei.
Annuisco.
Noto che sta osservando il mio ciondolo.
"Questa chiavetta è la mia eredità", sentenzio, togliendomi la collana e mostrandogliela.
La bionda se la rigira fra le mani.
"Cosa apre?", chiede.
"Nulla, credo", rispondo.
"E' molto carina", commenta.
Rido.
"E' solo una stupida chiave. Te la darei, ma è l'unica cosa che mi resta del nonno", sentenzio, togliendogliela dalle mani e rimettendola al collo.
La bionda annuisce.
"Beh, secondo me serve a qualcosa. Se vuoi, potremmo cercare insieme la serratura che apre, come quando giocavamo alla caccia al tesoro da bambini".
Guardo l'orologio. Sono in terribile ritardo. Liam mi aspetta per prendere insieme un caffè al bar.
"Emily, se devo essere sincero, non mi interessa molto", ammetto.
Lei annuisce.
"Ora scusami, ma devo andare. Mi aspetta un mio amico", dico.
"Allora ci vediamo in giro", sentenzia.
"Si, a presto", la saluto, correndo via.

Connie's pov.
Apro lentamente gli occhi e tento di abituarmi alla luce della camera. Scosto con una mano le coperte dal mio corpo e, dopo aver infilato le ciabatte e aver constato che Louis non è più al mio fianco, esco dalla stanza e mi dirigo verso il piano inferiore.
Entro in cucina e vedo il moro con un vassoio colmo di cibo fra le mani.
"Giorno", saluto, accennando un sorriso.
"Ehi, Carotina, buongiorno", mi saluta a sua volta, allegro.
"Cosa fai con quel vassoio?", domando.
"Stavo per portarti la colazione", risponde.
Sorrido.
"Oh, che carino", commento.
"Ma, visto che sei qui, puoi anche mangiare in cucina".
Scuoto il capo e, sorridendo, corro di nuovo al piano di sopra.
"Connie!", urla il ragazzo dagli occhi azzurri.
"Ti aspetto su", urlo a mia volta, cercando di farmi sentire.
Rientro nella stanza di Louis e mi lancio sul materasso.
Il mio amico, con il vassoio della colazione, arriva subito dopo.
"Sciocca, potevi mangiare giù", sentenzia, sedendosi accanto a me.
Afferro un cornetto e gli do un morso.
"Tu sei ancora più sciocco perché mi hai portato davvero in camera il vassoio".
Sembra pensarci e poi ammette che ho ragione.
Afferra una fetta di pane tostato e l'addenta.
"Ehi, è tutto mio", dico, scherzando, avvicinandomi il cibo.
"Ho fatto due rampe di scale, sono stanco ed affamato", protesta lui, prendendo anche un biscotto.
E' uno sciocco.
"Stai meglio?", domanda.
"Meglio?", chiedo.
"Beh, ieri sera eri tutta bagnata, triste...", inizia a dire.
"Oh, si, sto meglio", affermo.
Sorride.
"Che hai?", chiedo.
"Sapevo di essere l'unico in grado di far star bene la mia Carotina", sentenzia, ridendo.
Rido anche io e gli do dell'idiota.
Il suo cellulare, posto sul comodino accanto al suo lato del letto, inizia a squillare e, subito, Louis risponde.
Inizialmente non dice nulla, ascolta solo le parole di chi gli ha telefonato, ma, dopo un po', sbuffando, dice: "Liam, amico, come sei noioso. Arrivo fra poco".
"Che cosa è successo?", chiedo.
"Dobbiamo andare a lavorare, il nostro socio si sta lamentando del ritardo".

Harry's pov.
"Non ha dormito a casa dei suoi genitori", affermo, sbattendo il cellulare sulla scrivania del mio amico.
"Harry, non temere, Connie sarà andata a stare da Louis", cerca di tranquillizzarmi Liam.
"Oh, ora si che sono agitato. Cosa ci fa Connie a casa sua?", chiedo, preoccupato.
"E' solo un'ipotesi...", mormora il castano, tranquillo, sedendosi sulla sua sedia girevole nera.
"Beh, non può assolutamente essere così.", dico, convinto del mio pensiero.
"Sono amici, non c'è alcun male se ha dormito da lui".
"E invece si che c'è del male! Louis è un ragazzo e, anche se sono amici, potrebbe averla baciata o esserle saltato addosso...", affermo, nervoso, stringendo una matita fra le mani.
Liam scoppia a ridere fragorosamente.
"Sei terribilmente geloso!", esclama.
"Io non ci trovo nulla di divertente", sentenzio, incrociando le braccia e sbuffando.
Improvvisamente, la porta dell'agenzia si apre e Louis e Connie, ridendo, fanno il loro ingresso.
Hanno dormito insieme. Connie era a casa di Louis. Sono stati sotto lo stesso tetto. Stanno ridendo e sembrano felici.
"Harry, che ci fai tu qui?", domanda il moro dagli occhi azzurri, sorridendo.
Infuriato nel vederli insieme, senza dare una risposta, mi alzo, afferro la giacca, li sorpasso ed esco dall'agenzia.

Connie's pov.
La scia del profumo di Harry invade le mie narici. Se da una parte non sono pronta a perdonarlo e sono infuriata, dall'altra vorrei abbracciarlo e tornare a giocare con i suoi ricci, stesa accanto a lui sul divano della nostra casa.
Sospiro e chiudo gli occhi.
Connie, devi restare lucida.
"Perché non mi ha salutato?", domanda Louis a Liam, triste.
"E' arrabbiato, ma non preoccuparti, gli passerà", risponde il castano.
"Ed ora, finiamo di preparare questo posto", aggiunge.

Dopo circa due ore, l'agenzia è pronta per essere aperta.
I quadri e le scrivanie sono al loro posto. E' tutto in perfetto ordine.
"Bene, abbiamo finito", afferma Liam, soddisfatto.
La porta alle mie spalle si spalanca.
Sorpresa, sussulto e mi volto.
 Una ragazza dai lunghi capelli biondi fa il suo ingresso.
Ha il fiato corto, dovuto, probabilmente, ad una lunga corsa.
"Dovete aiutarmi!", esclama, agitata.
"Caspita, abbiamo appena aperto e già c'è una cliente", fa notare Louis.

Spazio autrice:
Salve!
Il capitolo è noioso, parecchio, ma non preoccupatevi perché vi assicuro che più si andrà avanti con la storia e più i capitoli saranno interessanti e ricchi di avvenimenti.
Ora vi lascio, come al solito, le anticipazioni:
-Un uomo scomparso. Beh, è la situazione è grave, non c'è che dire.
"Dobbiamo trovarlo alla svelta", afferma Liam, avvicinandosi a me.
"Non voglio spaventare la ragazza, ma c'è la possibilità che il suo fidanzato sia stato ucciso e abbiano fatto sparire il corpo", sentenzia Louis.
Improvvisamente, bussano alla porta.
La donna, con passo rapido, va ad aprire.
Spalanco gli occhi, notando chi è appena arrivato.
"Cosa ci fai tu qui?", domanda Liam, sorpreso tanto quanto me e Louis.-

Bene, ringrazio coloro che hanno messo la storia fra le seguite, ricordate e preferite e chi ha recensito.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, a presto :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - La scomparsa ***


La serratura non è stata forzata e, da quel che posso notare, nulla, in quest'abitazione, fa pensare ad un rapimento.
La donna, che circa un'ora fa è venuta in agenzia a chiedere il nostro aiuto, è ora seduta sul divano in pelle nera della sua maestosa villa che, fino a ieri, condivideva con il suo fidanzato.
Dalla dettagliata spiegazione della bionda ho appreso che il suo ragazzo, un certo Peter Wilson, non è tornato a casa ieri sera e ha il cellulare spento.
Un uomo scomparso. Beh, è la situazione è grave, non c'è che dire.
-Dobbiamo trovarlo alla svelta- afferma Liam, avvicinandosi a me.
-Non voglio spaventare la ragazza, ma c'è la possibilità che il suo fidanzato sia stato ucciso e abbiano fatto sparire il corpo- sentenzia Louis.
Nel peggiore dei casi, il castano potrebbe avere ragione.
Improvvisamente, bussano alla porta.
La donna, con passo rapido, va ad aprire.
Spalanco gli occhi, notando chi è appena arrivato.
-Cosa ci fai tu qui?- domanda Liam, sorpreso tanto quanto me e Louis.
-Vi conoscete?- si intromette la bionda.
-Harry è un nostro vecchio amico- spiego.
-Io e Emily ci conosciamo da molto tempo, appena ho saputo di Peter sono subito venuto qui.-
 La presenza del riccio mi rende particolarmente nervosa, ma cerco di non darlo a vedere.
Estraggo un pezzo di carta dalla borse e ci scrivo sopra il numero dell'agenzia.
Mi avvicino alla bionda e glielo porgo.
-Ritroveremo il suo fidanzato, può starne certa. Può contattarci su questo numero.-
-Sarà necessario ispezionare meglio l'abitazione e gli effetti personali del signor Wilson. Torneremo  domani mattina, va bene?- interviene Liam.
La donna annuisce.
-Per qualsiasi novità sul caso, potete contattarmi su questo numero- sentenzia, allungandomi un cartoncino.
Passo l'indice sul nome scritto in caratteri gotici. Emily Cooper.
Saluto cordialmente la nostra prima cliente e mi dirigo verso l'uscita dell'abitazione. Liam e Louis fanno lo stesso e danno anche un'amichevole pacca sulla spalla ad Harry prima di seguirmi.
Attraversiamo il cortile e ci dirigiamo verso la macchina di Louis. Mi accomodo nel sedile posteriore e lascio che Liam si sieda accanto al guidatore.
Il ragazzo dagli occhi azzurri mette in moto la macchina e, dopo poco, arriviamo nuovamente in agenzia.
Mi sfilo la giacca rossa e l'appendo all'attaccapanni, così come fanno gli altri due.
Prendo posto dietro la mia scrivania e compongo subito il numero di Zayn dal telefono dell'ufficio.
-Cosa stai facendo?- domanda, curioso, il maggiore dei due.
-Faccio venire qui Zayn e Niall. Abbiamo bisogno dell'intera squadra di Notting Hill per risolvere questo caso, giusto?-
-Giusto- risponde Liam, sorridendo, anticipando Louis.

In meno di venti minuti, il biondo ed il ragazzo dai capelli corvini ci hanno raggiunti.
Spieghiamo loro la situazione e, subito, accettano di darci una mano.
-Ci aiuterà anche Harry?- chiede, curioso, Niall.
-No- mi affretto a rispondere.
-Ma hai detto che per risolvere il caso c'è bisogno di tutta la squadra.-
-Harry non ne fa più parte- inizio a dire, battendo una matita contro la scrivania.
-Ha preferito Oxford alle indagini- aggiungo.
La punta della matita si spezza e, irritata, la lascio cadere sulla superficie in legno.
Niall mi accarezza il dorso della mano e si scusa per aver toccato un tasto dolente.
-Non preoccuparti, tu non hai fatto nulla di male.-
Bussano, nuovamente, alla porta.
-Abbiamo appena aperto e già siamo molto richiesti!- esclama Louis, andando ad aprire.
-Salve.-
Mi si gela il sangue nelle vene. E' di nuovo qui.
-Harry!- urla Niall, sorpreso.
Lui e Zayn si alzano per salutarlo.
Louis mi osserva con la coda dell'occhio. Si aspetta una reazione che, inaspettatamente, non c'è.
-Perché sei qui?- chiedo, gelida.
-Accomodati- sentenzia, gentile, diversamente da me, Liam.
Il riccio va a sedersi accanto a lui e si toglie il cappotto e la sciarpa.
-Vorrei farvi una proposta.- afferma, deglutendo, passandosi una mano fra i capelli.
I quattro ragazzi lo incitano a parlare.
-Conosco molto bene Emily, siamo amici da parecchi anni e, in qualche modo, mi sento in dovere di aiutarla. Vorrei chiedervi di partecipare alle indagini, potrei esservi d'aiuto.-
Prima che possa rifiutare, con grande entusiasmo e senza il mio consenso, gli altri accettano.
-Non ti sta aspettando Oxford?- mi intrometto, furiosa.
-Sono tornato per te, per noi. Sono qui e ho intenzione di restarci.-
-Se sei tornato per me, mi dispiace, ma lo hai fatto inutilmente. E al 'noi' potevi pensarci prima!- gli urlo contro, furiosa, alzandomi e dirigendomi verso il mio cappotto.
Lo infilo e, senza dare spiegazioni a nessuno, esco.
La porta alle mie spalle si spalanca.
Affretto il passo, notando che Harry mi sta seguendo, ma, per mia sfortuna, riesce a raggiungermi e mi si para avanti.
-Ascoltami, ti prego.-
-Lasciami in pace!-
-Connie, io ti amo.-
La sua frase, per un istante, mi destabilizza, ma, subito, mi riprendo.
-Cosa vuoi che faccia? Che ti abbracci e ti dica che ti amo ancora? Che torni a vivere insieme a te e finga che tu non mi abbia mai lasciata?-
Si ammutolisce, non sa più cosa dire.
-Lo so, ho sbagliato- inizia a dire.
-Oh, ne sei consapevole, mi fa piacere- affermo, ironicamente.
-Ma sono tornato qui e non ho più intenzione di andare via. Prenditi un po' di tempo per pensare, ti aspetto a casa.- sentenzia, prima di andare via.

Harry's pov.
Sono passate quasi tre ore dalla mia discussione con Connie.
Sono qui, steso sul divano, a guardare il soffitto e ad aspettare che la porta si spalanchi e che entri la mia ragazza.
Come per miracolo, risvegliato dal rumore delle chiavi a contatto con la serratura, scatto in piedi.
Connie entra in casa e richiude la porta alle sue spalle.
Un sorriso si fa largo lungo il mio volto e corro ad abbracciarla. Lei, però, mi porta una mano sul torace e mi allontana.
-Ho preso una decisione.-
Inarco un sopracciglio, confuso.
-Passeremo molto tempo insieme per lavorare al caso, quindi, ho pensato di non insultarti ogni qual volta sia possibile e di instaurare con te un rapporto civile.-
-E sei tornata per vivere qui insieme a me?-
Ride.
-No, assolutamente no. Sono venuta per prendere le mie cose, vado a stare da Louis.-
E questa sua semplice frase riesce a destabilizzarmi e farmi crollare il mondo addosso.

Spazio autrice:
Ammetto che questo capitolo è particolarmente noioso, mi sono annoiata anche io a scriverlo!
Visto che ho cancellato la storia che stavo scrivendo, come ho scritto anche nelle mie note dell'autore, perché, dopo la segnalazione di un'altra autrice, ho riscontrato similitudini nella trama della sua storia e non intendo plagiare nessuno, ho deciso di tornare a scrivere questa visto che in molto mi hanno chiesto di continuarla.
Mi scuso tanto per la lunga attesa, sono davvero mortificata, ma la scuola mi ha tenuta impegnata e poi, ispirata, ho deciso di iniziare nuove storie.
Adesso sono tornata e posso assicurarvi che scriverò questa per tutta l'estate.
I prossimi capitoli saranno più interessanti, diciamo che i primi sono soltanto di passaggio. Mi sono serviti per introdurre il caso dell'uomo scomparso, un nuovo personaggio, Emily, che avrà un ruolo fondamentale nella storia, e il ritorno di Harry.
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e perdonate eventuali errori.
A presto!




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