CONTRO (TE)MPO

di Newtmasinmyveins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo. ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo. ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo. ***
Capitolo 7: *** Sesto Capitolo. ***
Capitolo 8: *** Settimo Capitolo. ***
Capitolo 9: *** Ottavo Capitolo. ***
Capitolo 10: *** Nono Capitolo. ***
Capitolo 11: *** Decimo Capitolo. ***
Capitolo 12: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo. ***
Capitolo 14: *** Dodicesimo Capitolo. ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo Capitolo. ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo Capitolo. ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo Capitolo. ***
Capitolo 18: *** Diciassettesimo Capitolo. ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo Capitolo( EPILOGO) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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PROLOGO

 Weilà :D

E' la malata di mente che vi parla. xD
( So che le emoticons non si possono usare nel capitolo e le uso solo in this prologo ) :D

La mia storia ha molte situazioni bizzarre. Non mi sono sprecata. Venivano spontanee. ^^

Ringrazio la scuola per avermi indotto a scrivere ( la depressione massima ) xD

Finalmente si volge al termine, ma non posso dire lo stesso della mia storia. Anzi: E' APPENA INIZIATA.

Inizio col dirVi, che ci saranno altre efp di continuo es: UNA SAGA :)
La protagonista non è altro che una nuova me. La ME che mi piacerebbe ESSERE.  Beh. . .Viene travolta in un nuovo mondo e. . .Credo che sarete più bravi di me a capire cosa accade leggendo.


Informazioni principali: 

La storia è narrata in prima persona. Situata  nel Nord Carolina, ma dato che è sovrannaturale si sposterà su un pianeta inesistente chiamato Micenesis. Qui, ci sono anime buone che in vita umana hanno scoperto di avere poteri e quello fondamentale è quello di controllare il tempo. Il tempo però, è positivo e negativo e difatti chi lo comanda può diventarne anche schiavo. Nemico del tempo è l’eternità e infatti abbiamo : GLI IMMORTALI, coloro sfuggiti alla morte come i vampiri etc. ..La protagonista è una ragazza trasandata di nome Jane , è una molto stufa della vita e vuole che venga stravolta . . .Ebbene si un giorno sarà catapultata in questa nuovo mondo e sarà l’unica scelta per  la salvezza del pianeta dei buoni. LOTTA TRA BENE E MALE . AMORE, PASSIONE E SOPRATTUTTO. . .SUSPANCE. 

Ho fatto tanti trailer , ma quello che vi posto  è quello che reputo decente.

BUONA VISIONE E SPERO LA STORIA VI PIACCA :)

Saluti dalla vostra psicopatica Alessia xD

Spero che non mi ucciderete come alcuni lettori hanno promesso di fare per un finale che non potrebbe piacervi x3


https://www.youtube.com/watch?v=CAIdDovCajU&list=HL1401126914&feature=mh_lolz
 

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Capitolo 2
*** Primo capitolo. ***


Capitolo Primo.


Salve, sono Jane Foster , ho 17 anni e frequento il quarto anno del liceo di arte e tecnologia del Nord Carolina. Sono una ragazza normale, non tanto alta, un fisico esile , capelli mossi e rossi e due occhi abbastanza grandi color verde scuro.Sono figlia unica anche se ho sempre desiderato di non esserlo . . .Nonostante tutto, posso dire che mi manca un fratello , una sorella, ma non l'affetto dei miei. Mia madre Kessy è maestra di asilo ed ecco spiegata la sua dolcezza, mentre mio padre Carl  è imprenditore di una piccola azienda produttrice di alluminio, niente male...Soprattutto nel 2012 c'è stato un forte incremento e per questo ci siamo trasferiti in North Carolina decisamente migliore rispetto a dove abitavamo prima. Non ho molti amici  perché non mi va. So che l'amicizia quella vera  è un dono prezioso e capita solamente a chi è davvero fortunato, per me sono sicura che quella vera non è riservata; Non me ne faccio un problema, fin quando ho il mio mp3 posso stare tranquilla. Nonostante come vi dicevo prima non ho molti amici, ho un buon rapporto con i miei compagni di classe, anche se non sono mai gli stessi, cambio compagni ad ogni lezione...Soprattutto le lezioni di storia e filosofia.Come alunna sono una delle migliori  e sto studiando sodo per ottenere una borsa di studio che mi permetta di andare direttamente all'università. Adoro questo del North, SALTARE GLI ANNI!Non so come sia cambiata la mia vita, fatto sta che è stata travolta... Credo che sia iniziata una sera mentre tornavo a casa ,sul pianerottolo stufa guardando una stella che luccicava enunciai:

- Ho una vita troppo monotona! Non esiste nulla per stravolgerla?- sbuffai e aprii la porta di casa. Non c'era nessuno. Accompagnai il portoncino con il calcio, le mani  tenevano le buste della spesa. Avevo comprato bacon. Niente bacon, niente colazione l'indomani.

-Come sempre,nessun messaggio o chiamata che mi avvisi del ritardo dei miei...Mi fanno preoccupare inutilmente! - Mi spaparansai sul divano e iniziai a mangiare del bacon con una brioches , ero annoiata. . .Accesi la tv , era in onda un documentario sull'accoppiamento dei pinguini.  Sgranai gli occhi:
-Diavolo! Domani ho il test di scienze e non l'ho preparato su nulla...Sarebbe stupido prepararlo sull'accoppiamento dei pinguini...- Sembrava stupido, ma intanto quell'idea aveva occupato la mia mente.

-No! Il mio test di scienze sarà... cognizione tra spazio e tempo! E' interessante e non credo che un altro alunno abbia avuto la mia stessa idea perché è impensabile E MALEDETTAMENTE GENIALE ! Devo accendere il pc e prendere appunti...Posso anche introdurre concetti chimici. - Così dicendo, accesi il pc e trovai delle cose straordinarie, rimasi affascinata , sembrava essere un altro mondo, ma poi lessi la fonte...ed era magiacartonianimati.com , mi cadde il mondo addosso e se avessi accettato di appuntare quello,avrei beccato un 2 o un 3.Esasperata ed esaurito tutte le forze mi addormentai. Al mio risveglio , vidi il pc spento, segno che i miei erano tornati, lo avevano sicuramente spento loro; Inoltre, avevo una coperta sulle spalle. . . Che ore erano?

-Jane, piccola mia, stai bene ? - domandò mia madre dolce e premurosa come sempre. 

Strizzai gli occhi. Sbadigliai...-Mami quante ore ho dormito? Una o due ? - domandai grattandomi la testa.

- Beh piccola più una direi undici...Tra pochi istanti suonerà la sveglia. Allora, ti va succo d'arancia bacon e uova? - domandò sorridente , già indossava il tellaieur.

- No mamma, cosa ? Mi stai dicendo che è mattina?- domandai spalancando gli occhi e cadendo dalla sedia.

- Attenta...Si sono le 08:20... -  Lo sguardo stranito di mamma poteva anche farmi ridere, ma non quel giorno e in quella situazione.

- Ti rendi conto? Tra esattamente un'ora  ho il test di scienze e non...so su cosa farlo! Non ho preparato nulla...-

-Prova..Mmm... l'allineamento dei pianeti? - suggerì mia madre, ma sembrava banale e poi chi sa quanti avevano avuto la stessa idea.

- Sai che ti dico? Lo preparo sulla cognizione del tempo e dello spazio...Insomma una volta ho visto il film di Thor e posso dire che un secolo fa uno scienziato ha previsto che più mondi di diverse origini entrassero in allineamento e comunicassero tra loro, ma purtroppo i nostri satelliti sono abbastanza sottosviluppati per registrarli, che ne pensi?... -  pronunciai tutto d'un fiato, riaccesi il pc e mi documentai meglio su magiacartonianimati.com , non mi interessava se era una finzione...Non lo era se lo avessi reso realtà. Il professore aveva fiducia in me e questo mi bastava...Mangiai come una porca , scrissi molti appunti e cercai un nesso, appena lo trovai corsi a prepararmi...Era strano avevo scritto tutti quegli appunti , avevo mangiato ed erano solamente le 08:30...Lavai i denti, pettinai i capelli , indossai un jeans una maglia a v blu e le converse...Infine , il giubbino di pelle nero.- Scesi di corsa le scale e mamma era alla fine di queste...

-Hey, qualcosa non va ?- Domandai preoccupata , di rado mamma aveva un'espressione tesa.

-Sono solamente preoccupata per te, ti vedo sempre così di sfuggita, stai crescendo e ...-La troncai.

-Ma dai mamma, sto benissimo, è lo stress scolastico, ma passerà...Anche se siamo solo a novembre...- pensandoci anche io ero rattrista , novembre si volgeva al termine...Ma comunque la scuola sarebbe durata per altri 7 mesi. Finsi di star bene e le sorrisi, poi le baciai la guancia e uscii di casa. Poteva benissimo accompagnarmi lei con l'auto, ma preferivo fare da me , essere autonoma. Arrivai in anticipo a scuola, trovai l'occasione per rivedere gli appunti...Provavo una profonda attrazione per quei corpi celesti inesistenti...Appena suonata la campanella mi precipitai nel corso di scienze , mi sedetti in un banco e li lessi ancora una volta...

-Foster, già in classe?- il mio professore di scienze entrò senza fare rumore  ecco perché sobbalzai...

-Scusa se ti ho spaventata, ma neanche tu sei rumorosa...- mi sorrise , rilassai i muscoli facciali e ricambiai.

-Non si preoccupi prof...Ero a ripetere gli appunti per il compito. - Appena pronunciai questa frase , iniziarono ad entrare i miei compagni di lezione, anche loro sottoposti al test.

- Mi fa piacere Jane. Noi insegnanti siamo lieti di avere alunni che vogliono dare sempre il meglio di sé...- Le parole del professore Jason Brown mi tranquillizzarono, intorno a me c'era abbastanza aria di sicurezza , abbastanza per far sì che il test riuscisse bene. Il tempo sembrava sempre scorrere lentamente, credevo che la batteria del mio orologio si stesse fottendo , ma diedi uno sguardo anche a quello della classe ed era lo stesso orario. . .Entrati tutti in classe, il professore ci consegnò dei fogli bianchi, ed era la traccia che avevo realizzato.

 
" PARLA DI UN FENOMENO DI CUI SAI AMPLIARE LE TUE CONOSCENZE .FENOMENI NATURALI O ASTRALI 
 
Iniziai a scrivere, cercando di non uscire fuori traccia, si notava che ero presa, alzai poche volte lo sguardo, ma ogni volta che lo alzavo notavo che il professore Brown mi guardava sorpreso non che le altre volte facevo schifo, ma avevo l'impressione che avrebbe letto per prima il mio tema...Ad essere sincera ero sorpresa di me stessa; Tra tanti argomenti  studiati che erano interessanti, avevo deciso di cambiare e svolgere un test su cui mi ero documentata solo una mattina...Che fuorilegge che ero! ( E sono). . .Impiegai due ore per quel test, fui una delle ultime a consegnarlo, avevo perso tempo a rivederlo, ma volevo fosse impeccabile...Mi era uscito tutto così normale come se fosse qualcosa che mi appartenesse. Dopo aver consegnato il compito, uscii dall'aula e mi scontrai con una ragazza..

-Scusa, non volevo, sono sempre distratta...- le dissi mortificata. L'urto aveva fatto volare i fogli che aveva in mano, mi abbassai a raccogliergli e rimasi scioccata  nel vedere strani disegni.

-No tranquilla, Foster...Faccio io. Oggi non è proprio giornata.- Mi conosceva? Non l'avevo mai scontrata nei vari corsi che frequentavo. Più bassa di me, capelli neri legati non troppo lunghi, gli occhiali da vista...e lentigini...Era strana.

-Mi conosci? - chiesi interrogativa.Chi cavolo era ? Sapeva solo il mio cognome o anche il mio nome?

- Non essere terrorizzata. Ho sentito stamane il professore Brown chiamarti  e scusa se ho origliato...- sorrise , fece per andarsene ma la rifermai.

-Qual è il tuo nome?...- chiesi curiosa, non so cosa ma quella ragazza aveva qualcosa di strano.

Si girò verso me e sempre con quel sorriso brillante esclamò -Mi chiamo Alyson .- e andò.  Mi sembrava una brava ragazza , ma i suoi disegni mi insospettivano, erano strane circonferenze e rappresentavano l'asse terrestre e anche il meridiano di Greenwich , forse era di Londra e si era da poco trasferita? La mia testa captò svariate ipotesi,ma...STOP CON I PRESENTIMENTI, meglio tornare a casa . .. Uscii da scuola, non c'era un raggio di sole, l'aria era gelida ...Ero a Benxon Strett quando decisi di intraprendere un vicolo per scorciatoia, si stava preparando un brutto temporale, i granelli dell'asfalto e la polvere erano fastidiossisimi negli occhi...Una folata di vento mi costrinse a mettere le mani agli occhi e speravo di non scontrarmi con qualcun altro.

-Meglio correre!- dissi tra me e me...Non comprendevo ciò che stava accadendo.
Spazio autrice
Carissimi lettori, questa è la prima storia che scrivo basata sul sovrannaturale. Accetto critiche anzi mi aiuteranno sicuramente a migliorare. Solo un piacere vi chiedo: RECENSITE! Grazie :)

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo. ***


Spazio Autrice:
Carissimi lettori, siamo solo all'inzio e ho deciso di farvi una sorpresa...Un piccolo trailer che potete gustare e così avere  una figura ben precisa dei personaggi; Ho pensato che per il mio racconto la coppia più appropriata fosse quella di shadowhunter , ma la storia non è basata su Clary e Jace (personaggi della città di ossa) Ho avuto problemi nel caricarlo su youtube e l'ho pubblicato solamente su fb , copiate e incollate questo sito -https://www.facebook.com/photo.php?v=10201098252493269&set=vb.1677515462&type=2&theater Scusate per gli errori del precedente capitolo spero che nel corso della storia svaniranno, ma per favore RECENSITE! Ho bisogno di voi! Buon proseguimento :)



Capitolo Secondo.

Le folate di vento non smettevano, anzi aumentavano...Dovevo fare presto se non volevo prendere un bell accidenti.Iniziai a correre ,quel vicolo sembrava non finisse mai, approfittai che il vento fosse ridotto per iniziare  a dare il mio meglio nella corsa...Non avevo mai praticato sport eppure il mio fisico non era da buttare, ero il tipo di ragazza "fannullona,pigra". . . Mi affannai a pochi passi compiuti, il che era ovvio...Cosa potevo pretendere da un corpo sempre sdraiato sul divano? Erano le 12:00, quel brutto temporale faceva pensare di essere già nel tardo pomeriggio...

-Dai Jane manca poco!- cercavo di incoraggiarmi... Alzai lo sguardo in avanti e vidi qualcuno,era un uomo, non si era accorto della mia presenza , ero dietro di lui ed ero totalmente paralizzata perché era un ladro; Stava rompendo con una strana ascia il vetro della portiera di un auto a cui subito scattò l'antifurto , io che ero l'unica ad averlo scoperto, cosa dovevo fare ? Rimasi in silenzio, senza muovermi...Avevo il cuore in gola...O la va o la spacca, pensai.

-Hey tu, che stai facendo?- sbottai. .  Me ne pentii subito.Si voltò lentamente, era incappucciato e non mi rendevo conto che età potesse avere...Avanzò verso me, ingoiai...
La borsa di scuola la portavo sempre a tracollo, ma la presi tra le mani , potevo sempre difendermi con quella e diventare la salvatrice della città. Per quanto si avvicinò rimase nell'ombra, eravamo distanti, ma se avesse voluto uccidermi con quello strano aggeggio ci sarebbe riuscito senza problemi...Gettò l'ascia o come si chiama quello strano oggetto, e si precipitò verso me...Non capii più niente ,ero in preda al panico, mi avrebbe fatta fuori? Iniziai a correre, non era mia impressione, ma davvero quel vicolo  non finiva mai...Correvo a perdi fiato ,chiedevo aiuto, ma non c'era nessuno, mi voltai ed era ancora dietro di me, mi avrebbe sicuramente raggiunta, ero sfinita, quando mi voltai avanti andai a sbattere contro qualcosa, dalla forma che avevo intravisto attimi dopo, la paragonai ad un auto...E ammetto che mi feci anche un po' male...

-Sali! Presto!- esclamò  qualcuno aprendomi la portiera. Non avevo la minima idea di chi fosse...Esitai, non mi abbassai neanche per vederlo in volto...L'auto era gialla, tonalità come quella dei taxi, ma se non erro , non aveva la targa di servizio pubblico...Non riuscivo a vedere ancora il viso del guidatore perché non avevo abbassato lo sguardo ,ero talmente terrorizzata che fissavo nel vuoto.

-Vuoi morire per caso?- quelle quattro parole mi fecero trasalire ancor di più  l'angoscia,rimasi immobilizzata...Sentii strani rumori, anche un dolore al fianco, ma non avevo nulla.Non sanguinavo.Quando tornai alla realtà, spalancai gli occhi, come se attimi prima avessi dormito o peggio ,  tipo in coma. . . L'uomo che mi aveva inseguita era accasciato a terra e quando fissai il suo corpo dopo poco,sparì. Terrorizzata da quel malefizio mi voltai per cercare colui che aveva tentato di aiutarmi,  ma non c'era...Erano spariti entrambi...
Non c'era nessuno, mai possibile che avessi immaginato tutto? Mi voltai intorno più volte, ma ero sola...La mia mente si era soffermata sulle immagini di quell'uomo incappucciato, lì, a terra, morto...Volevo urlare, ma era sparito...Misi le mani nei capelli, ero sudata.

E se ero impazzita ? Mille erano gli interrogativi che mi percuotevano. Decisi di tornare a casa e fare un bel bagno caldo. Così ,mi diressi per la via di ritorno, impressionandomi a tutto ciò che vedevo svolazzare, un pezzo di carta, una foglia...
Arrivata a casa tirai un sospiro, sbattei la porta e lanciai con noncuranza la cartella di scuola sul divano, ma la mia scarsa mira la fece finire a terra provocando un lieve botto; I miei, come sempre sarebbero tornati nel tardo pomeriggio e non sapevo se fosse stato meglio o no. Avevo lo stomaco chiuso e decisi che l'unica cosa indispensabile da fare era un bel bagno caldo;Preparai la vasca assicurandomi che l'acqua fosse bollente, tanto da dimenticare quelle scene...Mi denudai , e mi sdrai in quella delizia, avrei voluto rimanerci per sempre... Il caldo dell'acqua seppe calmare il dolore delle mie gambe,  stanche dalla corsa, ma non fece lo stesso con i miei pensieri.Ero sfinita e una delle tante domande che mi ponevo era chi fosse il ragazzo dell'auto. Dopo circa 45 minuti decisi di uscire dall'acqua sembrava che fossi in ammollo, indossai l'accappatoio e mi diressi in camera; Aprii la porta, avevo uno sguardo distratto...Beh, troppo. . .
Mi ci volle più del dovuto quando alzai lo sguardo e terrorizzata mi coprii, 

-Tu...Tu c-chi sei? - balbettavo,dal terrore impugnai l'asta prendi-abiti , tremavo peggio di una foglia, ma trovarmi in casa un maschio, con me solo in accappatoio e tra l'altro anche in quella giornata, mi faceva impazzire...Non ragionavo più.

-Potrei dirtelo...Se solo togliessi questa mazza.- sorrise di gusto, riconobbi la voce sublime e delicata , era il ragazzo dell'auto! Non avevo dubbi.Avanzò e sfiorò l'asta e con mio stupore la frantumò...

-C...Cosa?- Sgranai gli occhi...Avevo bisogno di una visita (?) Vedevo cose sovrannaturali.

-Non ci vuole niente...- disse come se per lui fosse stato uno scrocchio di dita e continuò,-Le cose che costruiscono qui, non durano per sempre...- abbassò lo sguardo e indietreggiò . Tra le mie mani non rimase neanche un piccolo pezzo di asta, era sparita, anche questa come il corpo di quell'uomo.Mi spaventava ciò che aveva appena fatto...Aveva ucciso lui il mio inseguitore?

- Va bene ...Sto calma,  oh Jane non farti prendere dal panico- dicevo a me stessa, se non mi incoraggiavo io ,chi lo faceva ? Nessuno...

-...Facciamo così...Io vado di la , mi cambio e dopo ho un sacco di cose da chiederti, mi aspetti?- Domandai ancora impaurita da quel gesto che mi aveva bloccato la respirazione. Fece cenno di si con la testa, presi  qualcosa dall'armadio senza neanche abbinarlo e corsi in bagno. Inspiravo ed espiravo,aveva frantumato la mia asta solo toccandola...Come diamine c'era riuscito? Era durissima. Come aveva fatto ad entrare in casa mia? A sapere il mio indirizzo?...Beh, probabilmente mi aveva seguita. Molte cose non avevano un nesso  e la testa mi scoppiava. Stavolta l'avevo visto bene, aveva qualche anno in più rispetto a me, occhi da gelare il sangue, color blu intenso che   non avevano fine, capelli biondi mossi, camicia, giacca ,pantaloni e scarpe tutto nero...Molto vivace il ragazzo! Lavai i denti e ritornai in camera, ma delusa non lo trovai...

-Perfetto, parlo da sola ...-  controllai sotto al letto, dietro le tende, sotto la scrivania, ma niente;Così decisi di scendere giù e preparare un the caldo, non reggevo quella situazione. Dovevo parlarne con qualcuno e avrei fatto ricorso a  una decisione anche drastica,ma dovevo capire cosa mi stesse accadendo. Poggiai il pentolino sul fuoco, nello stesso istante vidi mamma parcheggiare l'auto  nel viale...Dovevo dirglielo. Mi feci trovare seduta al mio posto , e per MIO  intendevo la sedia su cui poggiavo il popò dall'età di 11 anni sia per colazione, pranzo e cena. Mia madre aprì il portoncino di casa e rimase meravigliata nel  vedere sua figlia assorta in diversi pensieri...

-Potresti aiutarmi Jà anziché rimanere lì imbambolata(?)- era una domanda senza punto interrogativo, quindi...Una pretesa, il tono non era dei migliori ...
Scossi il capo per tornare alla realtà.-Si mamma, certo che ti aiuto , ma dopo devo dirti una cosa importante...- pronunciai quelle parole con un  nodo alla gola,mi sentivo un caso perso. Vedevo del male in tutto. Sistemammo la spesa nella dispensa e  nel frigorifero e dopo ciò ci sedemmo ,e continuando  a prendere la tazza di thé, mi preparavo mentalmente...

-Allora Jane...dimmi?...E' per caso andato male il test di scienze? - mamma poggiò la sua mano sinistra sulla mia destra , tremavo...

- No , mamma! - esclamai -Anzi è andato benone, la traccia era quella che avevo previsto.- sorrisi per un istante , poi il sorriso si invertì in  broncio, ero davvero angosciata.

-Jane, ti vedo strana e non è la prima volta...Mi spieghi cosa sta accadendo? - Volevo dirglielo, dovevo sfogarmi e volevo iniziare dalla ragazza che avevo scontrato in mattinata a scuola, neanche lei me la raccontava giusta...

-Beh mamma io. . .- Con immensa sorpresa alle spalle di mia madre apparve il ragazzo biondo soprannominato da me come mr. Sconosciuto, gli feci segno di andarsene , ma lui portò l'indice alla bocca come "ssh" e fece l'occhiolino. Giuro che se avrebbe fatta qualcosa a mia madre gli avrei spezzato i paesi bassi...Se li aveva.

-Beh mamma...io...- balbettavo, mi distraeva e non se ne andava. Mamma capì che stessi guardando dietro lei e si voltò. Coprii gli occhi, tremavo...
-Uffa Jane! Sai che con me puoi parlare di tutto.- affermò sorridente , si alzò dalla sedia e si mise ai fornelli per preparare il pranzo, papà sarebbe arrivato per le 14:00-14:30.
-Beh mamma, qui a scuola mi trovo molto...bene.- Il biondone si tranquillizzò, non capivo perché i muscoli facciali di mr.Sconosciuto  da rilassati divennero tesi, poi di nuovo rilassati quando dissi a mamma che si trattava di cose scolastiche.

-Non è questo quello che vuoi dirmi, ho sbagliato in qualcosa?- Ed  ecco che  si sentiva colpevole come la stessa mattina...Non era colpa sua. Neanche la mia, pensandoci...

- Ma mamma che dici...Sei fenomenale! Solo che adesso sono un po' stanca,ho bisogno di andare in camera mia...Scendo per il pranzo, tranquilla.- l'abbraccia e salii.

- Va bene ,anche se vorrei capire cosa ti sta succedendo figlia mia...-Ero già a metà scala quando mamma mi disse questo, le sorrisi, ero turbata sì, ma volevo che non si preoccupasse più di quanto lo fosse già. All'ultimo gradino salito, sentii il rumore di un'altra auto, sicuramente mio padre...Non mi interessava.Dovevo stare da sola. Chiusi a chiave la mia stanza ed ecco lì , la mia immaginazione sdraiata sul mio letto.

- Devi smetterla...Non migliori le cose apparendo quando diamine vuoi.- sbuffai , congiungendo le mani al bacino. Ero già stufa.

-Pensi che sono la tua immaginazione? Fammi sparire...- mi sfidava ,e questo era ancora più irritante.

Volevo farlo sparire, infondo a tutto c'è una soluzione, no? Ma era come se la mia mente fosse controllata da lui. Non riuscivo a cacciarlo.

- Dimmi chi sei...Sto impazzendo e non so se il tuo scopo è proprio questo, ma abbi pietà.Spiegami chi diamine sei e cosa è successo oggi.- enunciai tutto d'un fiato, ero in preda al panico...

- Quella che dovrebbe spiegare...Sei tu.- Non mi aveva mai dato del 'tu', fu una strana sensazione, come se mi avesse sfiorato  l'anima.

- I...Io? Sono stata aggredita da un tizio  che improvvisamente è morto e si è dissolto nell'asfalto, sei apparso dal nulla , hai tentato di aiutarmi e ora sei nella mia stanza...Sicuro che devo spiegare io?- Iniziai ad alterarmi, la mia pazienza era arrivata al limite...

Sentii bussare qualcuno alla mia porta, feci segno al biondone di nascondersi , ma non si muoveva...Intanto , mio padre continuava ad insistere...Aprii.

-Scusa pà, è che ho  male alla testa e volevo riposare un po'...- dissi non aprendo del tutto la porta.

-Ti ho sentita parlare, eri  con qualcuno al telefono? - domandò mio padre curioso.

- Ah..EH..Si, parlavo con Alyson è una mia amica, l'ho conosciuta qualche giorno fa...L'ho chiamato al cellulare perché...Oggi a scuola non stava bene...- balbettavo, ma mio padre mi credette.

- Sei ancora occupata con lei?...Vorrei parlarti, però, fammi entrare...-  A differenza del    rapporto che avevo con mamma ,io e papà non avevamo molto tempo per parlare;La sua attività produttiva lo teneva impegnato 6 giorni su 7 e a volte anche la Domenica, era stressante , ma non scaricava mai lo stress del lavoro sulla famiglia.Era il mio eroe.  Gli dissi che con "Alyson avevo appena riagganciato " e a malincuore lo aprii, si sedette sulla sedia  ,io sul letto, il biondo era con noi...

-Piccola mia non voglio portarla alle lunghe, ma io e tua madre... crediamo che tu stia cambiando...- Ti pareva, nessuno mi vedeva come la Jane di sempre? Intanto, il mio stomaco si contraeva,era un dolore continuo , papà non vedeva il ragazzo...Perché lo vedevo solo io?

-Papi, ma siamo soli in questa stanza? Guardati intorno...- non so perché, ma gli feci quella stupida domanda. Ignorando la sua affermazione di prima, non gli avevo dato molto retta, volevo solo che mi dicesse -Oddio! Ma che ci fa questo ragazzo in camera - oppure - Ma chi è questo - e tentava di ucciderlo...Beh...Invece...

- Jane...-Si girò come gli avevo detto, ma  turbato...-E' ovvio...A me sembra di si, perché c'è qualcuno? - Il capellone biondo era seduto di fianco a me sul letto, ed entrambi eravamo seduti di fronte papà. . .

-Ahahahaha no, papà certo che no.- Finsi di ridere con gusto e di essermi presa gioco di lui.

- Aaaah...- Tirò un forte sospiro di sollievo e sorrise -Mi hai dato la dimostrazione che la tua allegria non è svanita con gli anni,va bene, ne sono contento cucciola...Ora che me lo hai fatto capire, vado a fare una bella doccia  nel frattempo riposati .- Mi baciò in fronte come  se volesse darmi il bacio della buona notte e andò chiudendo la porta.

- Bene ora che siamo da soli mr. immaginazione di Jane, spiegami un paio di cose.- Ero determinata . Nessuno, neanche quell'essere strano mi avrebbe fatto cambiare idea.
Si alzò dal letto e tolse il cappuccio nero...Potei notare  meglio i suoi riccioli d'oro , le sue labbra abbastanza carnose si aprirono , buon segno, stava per parlare...

- Tu mi vedi...- avanzò verso me, e solo allora notai che dietro le spalle aveva una spada, ma non come quella dei cavalieri, era una spada strana , tipo spada-laser...Era a pochi passi da me,  avevo come l'impressione  che si stesse per fermare e cercavo di incoraggiarlo, volevo farlo parlare  - Esatto! Io ti vedo...Gli altri no...- arricciai la fronte.

- I tuoi non mi vedono, ma non solo loro...Se oggi al vicolo fosse passato qualcuno, tu per quel 'qualcuno' non saresti stata neanche in pericolo, anzi, se fossi umana come credi non avresti proprio visto quell'uomo e il suo furto...- Enunciò impegnandosi a farmi capire, il suo sguardo era pensoso e indecifrabile. Sono tonta ragazzi, che ci devo fare(?)

-Sia io che l'uomo che ti inseguiva siamo invisibili all'occhio umano...- Invisibili all'occhio umano? Come frase poteva anche piacermi, se non ero in una situazione tanto drastica l'avrei sicuramente annotata, ma  io che li avevo visti , chi ero?...

Non ero umana ? Ma stiamo scherzando. Lui avanzava e io alzandomi dal letto, indietreggiavo...

- No, no! Allora, entrambi siete la mia immaginazione...Mi stai facendo capire che non sono umana , e allora chi sono?- Cercavo di capacitarmi che fosse solo un brutto scherzo...Ero spaventata, lo notò...

- Se te lo dicessi, non mi crederesti...- Divenne serio, voleva farmi capire in tutti i modi che aveva ragione, ma continuavo a ripetere nella mia testa che era solamente un gioco di cattivo gusto.

- L'immaginazione non dovrebbe toccarsi...Avanti, toccami...- Mi invitò a toccarlo  sorridendo era come se mi stesse dimostrando di aver ragione ,spalancai le labbra, ero sorpresa e allo stesso momento  timida, arrossii, per fortuna non avevo uno specchio, dallo stupore avevo di sicuro la faccia da pesce lesso... Mi sentivo cosi impacciata e stupida!

-Possibilmente verso l'alto...-Già ero abbastanza tesa, quella frase non calmò le acque...Sospirai...Alzai la mano, tremavo, credevo di perforarlo, pensavo fosse uno spirito;Mi feci coraggio e lo toccai, lo sfiorai con l'indice della mano destra, mi limitai al viso, era liscio, splendeva quasi...Non c'erano segni di barba, viso delicato come quello di un bambino ed era un piacere sfiorarglielo, era come toccare la seta...Morbida e vellutata, toccai la sua guancia destra, e mi bastò per constatare di non essere matta, perchè...
ESISTEVA. . .Non era uno spirito o qualcosa  di strano, se non per il fatto di essere visto, era come ogni persona normale...

-Non capisco, sei concreto...- Mi allontanai subito, meravigliata e felice al tempo stesso.

-Beh...Dato che sei l'unica a vedermi, dovresti darmi tu qualche spiegazione...- Lo guardai , mi strinsi nelle spalle...Non sapevo da dove iniziare. Notò la mia difficoltà e decise di venirmi  incontro chiedendomi se avevo mai fatto sogni strani, se mi era capitato di trovarmi in un luogo mai visto, aver dimenticato quello che avevo fatto durante la giornata...Risposi di no. Era la verità.

- La situazione è più delicata di quanto sembri...Non hai mai avuto questi problemi  eppure mi vedi...- aggrottò le sopracciglia, era un misto tra arrabbiato e confuso...Un tipo davvero  molto suscettibile...

- Se mi vedi ,puoi aiutarmi...- alzò lo sguardo verso me,eravamo seduti , io  sul letto abbracciata al cuscino, lui sulla sedia dove poco prima era accomodato mio padre.

- Aiutarti in cosa?...- Sgranai gli occhi...Come poteva una come me aiutare uno che solo sfiorando un oggetto di ferro lo frantumava ?

- Tu sei la chiave per colmare tutte le divergenze che ci sono tra i vari mondi.-Sbottò sicuro, continuavo a non capire, la chiave , le  divergenze e soprattutto di che mondi stava parlando?

- Prima di farti una domanda ben precisa, mi presento, sono James Wright e tempo fa ero come te, solo che quando hai dei poteri non puoi mai giocarci troppo, dopo ne diventi schiavo e  se non sei capace, diventi quello che sono ora. Un'anima che viaggia in diverse ere senza essere vista...-

Il suo interloquire era preciso , lineare, sobrio, elegante e anche breve , in un breve periodo riusciva a riassumere tutto quello che io , avrei detto in due o più capitoli.

- Sei umano a tutti gli effetti, per aver un nome e un cognome...- sorrisi, volevo sdrammatizzare, ma la sua espressione era ancora tesa e severa, mi pentii di averlo detto, forse lo avevo ferito...Si alzò e con la sua aria seria pronunciò:

- Abbiamo altro a cui pensare , adesso che Malkfoc avrà la notizia che la sua guardia è stata uccisa ci cercherà di sicuro , e in questo mondo non sei protetta. - Si recò verso la porta della mia camera, voleva andare fuori,   e magari condurmi in un luogo sconosciuto...

- Chi è...Malkfoc? - Rabbrividii, non mi suonava come un nome umano ,non lo avevo mai sentito in vita mia, anche lui era teso e decisi di non farglielo pesare, mi mostravo disinvolta  e tenace...
- E' padrone dei mali...E anche lui un tempo era umano, ora, invece, comanda le anime dei morti, sembra che si diverta a fare dei malefizi sulla Terra  non essendo visto da voi umani ,non posso raccontarti tutto adesso .Saluta i tuoi e digli che parti per una crociera.- Nell'ultima frase si presentava del sarcasmo, si voltò verso me e i suoi occhi brillavano, nei miei c'era paura, non riuscivo a nasconderla.Ma nonostante tutto continuavo a ripetermi:

- Tranquilla Jane è un brutto sogno e sicuramente prima o poi ti sveglierai...-

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Capitolo 4
*** Terzo Capitolo. ***


Spazio Autrice:
Carissimi lettori, ecco a voi il terzo capitolo! Perdonate se ci sono errori, mi saranno di sicuro scappati :D Buona lettura e fatevi sentire nelle recensioni :3
 
Capitolo terzo

Ero ancora lì, seduta sul letto, imbambolata, James era in piedi vicino la finestra, senza il mio consenso aprì la porta dell’armadio e non trovando ciò che stava cercando la richiuse. Tutto senza mia autorizzazione. Cosa stava cercando(?) Glielo chiesi, ma non mi diede risposta. Intanto, sentivo papà che  mi chiamava per il pranzo. Il biondone  era preoccupato glielo si leggeva negli occhi, cupi e spenti ,decisi di alzarmi dal letto e di avvicinarmi …

Non volevo apparirgli distaccata, ma neanche una zecca, quindi mantenni le distanze, stavo per parlare, quando mi si avvicinò e mi toccò le labbra. Rimasi stupefatta, il suo era un gesto alla ‘ssh’ 

-Foster , rimani in silenzio … - sussurrò guardandomi negli occhi … Eravamo vicini, volevo allontanarlo, ma decisi di evitare ed  abbassare  lo sguardo.

-Come sai il mio cognome? Non mi sono presentata … - Arricciai il naso, volevo chiedergli perché mi fosse cosi vicino e perché non mi togliesse quelle mani dalle labbra per impedirmi di parlare, ma mi ristoppò,

- Prendi le tue cose, e andiamo … - insospettito camminava sulle punte, come sei miei  potessero sentirlo,

- E' inutile che cammini sulle punte ,i miei non ti sentono.- Sembrava lo avesse dimenticato.

- Ora scendo a pranzo, non sparire.-  Gli raccomandai ;Avanzai , strinsi la maniglia della porta per poi aprirla e scendere, ma il contatto con James fu letale. Mi si gelò il sangue, la sua temperatura corporea ero come qualsiasi umano .Mi strinse il braccio, non tanto da farmi male , ma tanto da impedirmi di uscire dalla stanza.

- Ai … - Finsi che mi facesse male per poi cosi lasciarmi libera, ci cadde e così fece.

- Mi dici cosa diavolo ti prende(?) – lo guardai sdegnata mentre  massaggiavo il braccio stritolato...

 - Non aprire la porta...- Rabbrividii appena udite la parole di James . Estrasse quella specie di spada-laser dal fodero da dietro le spalle, la impugnò … Era bellissima, e sicuramente impugnarla  rendeva possente, come rendeva James …

- Stammi dietro! Saremo noi ad andargli incontro, non aspetteremo  che arrivino nella tua stanza  …- James, sicuro di sé,  padroneggiava abbastanza bene la spada, ma non aveva ancora attaccato nessuno. Da quel che potei capire c’erano delle anime nere in casa mia , e non riuscivo a capire come diavolo comportarmi con i miei di sotto, lo fermai prima che fosse troppo tardi.

- Ehy , ci sono i miei di sotto , mi prenderanno sicuramente per matta … - Deglutii, ero terrorizzata, volevo trovare una soluzione a tutto. James mi guardò con l’aria da “ho già un piano” , mi rinvitò a scendere … Stavolta decisi di starlo a sentire .Scendemmo insieme, lui mi affiancava. Spalancai gli occhi e la bocca nel vedere i miei bloccati … Mia madre che riempiva i piatti per il pranzo e papà che accendeva la tv .Erano immobili. . .Come era successo? Gli andai vicino e potei percepire il loro freddo, come  corpi senza vita. Domandai a James se fosse stata opera sua e mi rasserenai sentendo che era così .Mentre soffrivo per i miei in quella posizione, non mi accorsi che mr. Sconosciuto  mi stava avvisando per qualcosa di imprevisto, un attacco non riuscito dal nemico stava per farmi fuori, fortunatamente non mi prese neanche di striscio per i riflessi pronti di Wright.

- Che succede? – domandai terrorizzata. Tremavo peggio di una foglia.

- Succede che dobbiamo andare;Lasciare questa abitazione e provare ad arrivare a Micenesis. – Si diresse verso l’uscita, mi tirò senza farmi male , uccidendo al tempo stesso anime nere che ci impedivano di  scappare, di vivere …

- Dobbiamo andare lontano ,non abbiamo tempo- Riconobbi panico nelle parole di James,  tra i tanti poteri che aveva, mancava il razzo o il teletrasporto , e questo era un gran problema … Con il terrore che mi percuoteva ,il cervello funzionava di rado, ma i miei occhi quando caddero sull'auto di mamma parcheggiata nel viale , subito si accese la lampadina.

- Sai guidare un auto? – domandai frettolosa.

- Credo di si … - Strizzò gli occhi , non si aspettava quella domanda, ma sembrava eccitato.

- Proteggimi le spalle, entro dentro a prendere le chiavi. – Sfrecciai dentro, senza importarmi che James mi avesse messo i bastoni tra le ruote per difendere la mia insignificante vita. Finsi di non vedere quelle anime che continuavano ad assalirmi, cercavo di non urtarle , fingendo che fossero INVISIBILI AI MIEI OCCHI. Le chiavi erano dove mi aspettavo, sul davanzale della finestra della cucina, uscii come entrai, fingendo di essere umana, infondo era quello che avevo sempre creduto ... James ed io eravamo stati fortunati le anime che ci avevano attaccato erano nere quanto deboli, sembravano telecomandate, il peggio sarebbe stato qualcuno di grosso e pericoloso come mi suonava quel Malkfoc … All’uscita vidi mr. Sconosciuto sempre più agitato, aprii l’auto, mi accomodai di fianco al guidatore, lui al posto di guida;Seppe accendere l’auto e così mettere il piede sulla frizione e sfrecciare via ;Era uno scarso pilota,  capace di prendere le poche e uniche buche di via Lopost street, ma non mi lamentavo, io l’avrei sicuramente portata peggio … Tramite lo specchietto retrovisore entrambi vedemmo le anime che continuavano a perseguitarci, ma stavolta era peggio … Tra i tanti spiriti c’era un uomo simile a quello che mi aveva rincorso, lo feci notare a James , ma lui sembrava già saperlo. Rimase indifferente.  Portava quell'auto a cavolo,per lui non esistevano le frenate, fortunatamente non c’erano pedoni … Ci dirigemmo in una via contenente abbastanza curve e vicoli che non avevo mai visto. Venimmo fregati. Via senza sbocchi. Un muro.

-Perfetto! – Enunciai sbuffando;Saremo sicuramente stati divorati da quelle anime senza cuore.

- Perfetto, si! – James a mia differenza sorrise, mi invitò a scendere. Prese qualcosa di abbastanza grande dalla tasca. Strano, come faceva a stare un oggetto più grande della tasca nella tasca stessa? Borsa di Mary Poppins. Stranita da ciò , lo affiancai, mi voltai, e TADA ,le anime oscillavano verso noi. ERAVAMO FOTTUTI. Chiamai James più volte, ma non mi prestava attenzione, sembrava che si divertisse nel giocare a premere strani tasti.

- Foster, poggia la tua mano qui … Sei l’unica salvezza.-  Poggiai la mano dove mi aveva chiesto, ovvero sull’aggeggio a forma di proiettore , ed ecco. . .Qualcosa di strano stava per avvenire tra pochi istanti. . .
 Il muro che prima ci aveva impedito di passare stava svanendo, la cosa strana era che non ci fosse una strada per continuare a camminare e rifugiarsi, non c’era nulla … Da strada si era tramutato in un precipizio. Il biondo sorrise di gusto.

-Ma sei impazzito? – Chi sa come , ma avevo intuito il suo gesto folle ;Gli mancava  decisamente qualche rotella.

Mi sporsi per vedere cosa c’era se ci fossimo buttati e non sbagliai a pensare che la parte settentrionale del Carolina, ma anche quella meridionale comunicavano con l’oceano Atlantico e quello che c’era sotto noi, sembrava essere proprio quello. Lo sguardo soddisfatto di James mi faceva capire che dovevamo gettarci. Ero tra due fuochi. Anime che volevano uccidermi , e l’altro … LA MORTE LANCIANDOMI NEL VUOTO, e se non sarei morta nel volo, sicuramente dopo nell’ oceano. In poche parole dovevo CREPARE.

- James, - lo chiamai per la prima volta , un nodo mi stringeva in gola, numerose fitte attorcigliavano il mio stomaco,si voltò meravigliato, forse erano secoli che qualcuno non lo chiamava...

- Dobbiamo buttarci, - continuava a ripetere senza farmi finire di parlare.

- Ma moriremo! - sbattei i piedi a terra, le mani si muovevano da sole, volevo trovare un appiglio per arrampicarmi, e volevo che ne so...Volare (?) Non gli chiesi se sapeva volare o cose del genere, mi sembrava troppo banale e poi sicuramente ci avrebbe pensato prima...

- Decidi tu, - disse rivolgendosi a me, -  O ci gettiamo con i corpi o con l'auto...- 

- Ma sei impazzito? Non c'è l'opzione di non buttarsi ? - Non finii di continuare la frase che qualcosa o qualcuno mi trascinava da dietro, come se non volesse farmi  buttare...Lo apprezzavo. Quando mi voltai, rabbrividii era un uomo simile a quello che in mattinata mi aveva seguito. James andò all'attacco, con tutta la sua forza puntò la sua spada-laser al cuore di quell'uomo, che cadde, senza vita, ai nostri piedi...

 - Perché non voleva farmi buttare? - chiedevo coprendomi dietro il biondone , le anime avanzavano e non ci avrebbero risparmiate.

- Perché tramite l'oceano, accediamo a Micenesis, la realtà si ferma,ci troveremo nel mio mondo e saremo protetti ! -
Sembrava impossibile, ma credevo a quelle parole. Wright  si era arreso, non insisteva più nel buttarci, stava affrontando quelle anime una ad una, ma decisi di aiutarlo. Feci una breve rincorsa, l'adrenalina pulsava nelle vene, e il sangue...Non sapevo quanto freddo fosse dalla paura...Feci un sospiro abbastanza lungo da farmi calmare e mi buttai, senza avvisare James,  chiusi gli occhi.Mi tappai il naso, quel precipizio era un trampolino abbastanza alto, ma dovevo superare quella prova che la vita mi stava ponendo... Avevo un vuoto allo stomaco e a metà viaggio sembrava che i timpani mi si fossero otturati , forse perché scesi molto rapidamente.Non avevo ali. Il volo durò pochi istanti, mentre ero in caduta libera, i pensieri si fermarono.Non ero capace di intendere. Il vento sembrava giocare con i miei capelli, avevo freddo. Il terrore scorreva nel sangue, e non avevo coraggio di aprire le palpebre , temevo di cadere nelle mie stesse gambe una volta annegata, ma con mio stupore , aprendo piano gli occhi notai che era tutto diverso da come avevo  immaginato...

James era al mio fianco,e  l'acqua sembrava essersi prosciugata...Che mondo strano era ? Una strada buia si presentava dinnanzi a noi, toccai le  parti del corpo assicurandomi di non essermi spezzato nulla, e con stupore constatai che ero viva e vegeta. Quel mondo era qualcosa di spaventoso...Troppo buio per poterci abitare umani...
James stava bene, ma non mi rivolse la parola neanche per chiedermi come fosse andato il viaggio...Io per rompere il ghiaccio esclamai,
- Figo! Sono ancora viva e mi trovo in un luogo...Sconosciuto...- Cercavo di essere simpatica, aveva ragione, non eravamo morti, ma non ci volle molte  a notare che sul viso del biondo ci fosse rabbia.Mi arresi, una come me continuando con battute sarcastiche avrebbe sicuramente peggiorato la situazione.  Il luogo dove eravamo era tipo un atrio, un'introduzione  , come il soggiorno di casa nostra (?)
Per un nano secondo avevo pensato fossero mondi sottosviluppati , come la povera Africa, ma lì era tutto diverso e troppo uguale a noi umani.James continuando a tacere, mi fece cenno di seguirlo , lo seguii. Mi guardavo intorno, come era possibile che nell'oceano fosse intrappolato quel mondo simile al nostro e cosa ancora più impossibile, come aveva fatto l'enorme massa d'acqua  a sparire completamente?
James non faceva attenzione a me, ogni tanto mi fermavo per poter ammirare meglio, ma col terrore di perderlo di vista mi sbrigavo...
Alzai lo sguardo e conggiunsi le mani per coprirmi la bocca spalancata dallo stupore ,  era qualcosa di magnifico , ma allo stesso tempo sembrava spaventoso...Era un cancello  abbastanza alto, come se proteggesse una villa di persone benestanti, era ancora tutto scuro e non vedevo una ceppa!Decisi di non toccare, di non aprire, infatti fece tutto mr. Biondo. Wright  era dinnanzi a me , pronunciò qualcosa di strano e permise che il cancello si aprisse, inoltre ,cosa inaspettata , il pavimento iniziò a dividersi in piccoli pezzi,  tramutandosi in una scala. Avevamo due scelte:SALIRE O SCENDERE?

Ovviamente seguii James che decise di scendere, ci muovevamo sempre in massimo silenzio. Lo odiavo. Iniziavo a pentirmi di averlo seguito, avrei potuto continuare  la mia vita da umana,era la miglior scelta, ma io no...Volevo essere avventuriera, ed ecco che l'avevo preso a quel posto !Proseguimmo, ma l'imbarazzo del silenzio era troppo, e il luogo scuro , tenebroso e in alcuni tratti davvero lurido non migliorava i miei nervi.

- Diamine! Vuoi parlarmi? - sbottai, quasi urlando, finalmente!Non ce la facevo più a trattenere quelle tre parole. Si fermò. Si voltò verso me, i suoi occhi blu ghiaccio splendevano in quel buio e provavo profondi brividi...Avevo freddo.

- Quando vai al cimitero , stai in silenzio? - mi domandò con voce soffusa; Esitai, capì il mio sguardo e mi rese le cose più semplici.

-Beh...questo è un cimitero...Ti pregherei di stare in silenzio, i morti qui sono abbastanza suscettibili, sono persino  capaci di uscire dalle loro catacombe e divorarti.- Da che era serio, sorrise, aveva notato il mio terrore. Da quella risatina capii che era una balla , i morti  non erano capaci di uscire  dalle catacombe , ma comunque c'avevo creduto...Stupida come sempre! Lo affiancai , mi guardò sott'occhio ,gli sembrava strano che camminassi a pari passo con lui? Bah... Dopo una decina di metri, iniziavo a intravedere un altro cancello fu allora che mi disse, 

- Bene, aspettami qui...devo annunciarti. - Si  diresse all'interno di un luogo che sembrava buio e tenebroso, ma improvvisamente , quasi per magia,  tutto si illuminò, non sembrava più di essere in un cimitero e così fu, era una finta entrata (?) Stavolta c'era un cancello enorme dalle ferrate dorate, in alto a questo in una lingua a me comprensibile c'era scritto MICENESIS , nome del mondo al quale stavo per accedere...Udii  dei passi ,mi distolsero dai pensieri , il tremolio iniziò...Non era James lo sentivo. Chi era dietro me voleva farsi notare, faceva colpetti di tosse sospettosi. Mi voltai timorosa, alzai lo sguardo , e rimasi sorpresa dal vedere un ragazzo...Alto, corporatura esile, riccioli castano scuro, occhi dorati, occhiali ; Come abiti, invece, era uguale a James solo che il color era un blu notte...Rimasi stupita, non pensavo ci fossero altri...maschi...o spiriti...

- Tu sei? - mi sorrise, e che sorriso! A differenza del biondo era un simpaticone , lo sentivo!

- Ah...Beh...Io sarei...Jane, un'umana...- Ero impacciata, ma perché sembravano tutti dei?

- Io sono Elijah piacere di conoscerti...Come sei finita qui? - sembrava impacciato anche lui, avevamo caratteri simili...

- Semplicemente perché ti vedo...- gli risposi, davo per scontato che fosse come James. Indossava le stesse armature, poche , ma efficaci.

- Si, ma come ci sei finita? - domandò interessato, lo sguardo di Elijah era come quello di mamma e papà quando stavo male, era  preoccupato, dedito a scoprire come fossi giunta lì. Gli importava,e stavo bene con lui  nonostante fossero pochi secondi  che lo conoscevo...

- Sulla terra, ho visto cose strane e mi ha trov - non finii di pronunciare la frase che Elijah mi anticipò,

- James...-

- Si esatto, lui... - sorrisi, si conoscevano? Infondo io sulla terra non conoscevo tutti gli umani, forse loro ne erano pochi...

- Parlavate di me ? - Il biondone piombò  alle mie spalle, come un uragano inaspettato, solo allora  capii che Elijah quando aveva detto il nome di mr. Sconosciuto  era perché lo aveva visto e non  per aver continuato la mia frase; Mi voltai verso James, sembrava infastidito...

- James non iniziare ad alterarti, mi spiegava come è arrivata qui.- Ed ecco che Super Elijah era partito con il suo razzo della pace, aveva iniziato a difendermi, non del tutto esplicitamente, ma...Almeno non teneva il muso come James.

- Non mi sto alterando! - rispose James alzando le sopracciglia e arricciando la fronte...Ah no? Non si stava alterando? A me sembrava l 'incontrario. Stetti in silenzio, quella situazione era tanto buffa...Ad essere sincera era tutto buffo: Il luogo, James, Elijah, le anime, i miei bloccati, la morte inesistente lanciandomi nell'oceano, l'intera acqua prosciugata...IT'S IMPOSSIBILE! pensai...Ritornai alla realtà.
- Ora non ho tempo per discutere con te Elijah, e tu, - James si rivolse a me con quel ' e tu'   ,
 - vieni con me- Salutai con la mano Elijah, lui, invece, si inchinò, non sapevo se era per far colpo su di me, o perché erano le tradizioni di quel mondo, fatto sta che arrossii , quel gesto così regale mi faceva sentire qualcuno di importante.

- Pensavo fossi antipatico soltanto con me...- Affermai imbronciata, congiungendo  le braccia e continuando a seguirlo...

- Sono me stesso e il fato ha voluto che ti trovassi io. Fine della storia. - Odiavo questo di James, stoppava subito. Non sbatteva in faccia la realtà. Non lottava. Si arrendeva subito, volevo dirglielo, ma era troppo presto, lo conoscevo da pochissimo...Forse conoscendoci meglio , mi sarei corretta... Chi sa...

Continuai a seguirlo, era fin troppo nervoso, o io o Elijah non gli stavamo  a genio, oppure entrambi e insieme; Era chiaro.Per tutto il tragitto non dissi una parola e neanche lui si sprecò , dopo aver varcato la soglia del cancello dorato con su scritto Micenesis notai la bellezza di quel luogo , alberi altissimi, tantissime lucciole, tanto verde, colline... L'incanto finì quando iniziai ad intravedere  dei troni che ad ogni mio passo erano sempre più vicini  , c'erano  centinaia di corpi , anime, e spiriti ...La loro natura mi era ancora conosciuta , ma a breve l'avrei sicuramente scoperta. Ogni trono era  uguale all'altro : Altezza, colore, dimensione,grandezza. Non sembrava vigilare la regola della supremazia...D' un tratto ci fermammo, un trono si spostò per volontà di un'anima femminile, era anziana ...Avanzò verso noi, ero insicura, ma stavolta non avevo paura.Notai subito che quell'anima che avanzava  versa me,  non aveva gambe come James ed Elijah e non sembrava concreta, si spostava fluettando nell'aria come se volasse. Non so perché , ma ebbi l'impressione che fosse un angelo...I suoi capelli erano color argento, la sua pelle era bianca, e non vi erano rughe , ma potevo intuire che fosse anziana dal suo sguardo stanco, come se stava a poco a poco perdendo le forze.

- James forse hai portato la soluzione ai nostri problemi.- accennò un sorriso lieve e dolce.

La voce della " donna " era delicata, sublime, pacata e...come avevo ben intuito , stanca. La mia attenzione cadde alla " soluzione", che soluzione sarei mai potuta essere?
Stetti in silenzio. Aspettavo che la " donna" mi ponesse qualche domanda, non volevo risultare scorbutica e maleducata, già i terrestri non sono visti di buon occhio.     Ecco che come mi aspettavo,pose il suo  sguardo su me, mi sorrise e ricambiai con un po' di insicurezza.

- Benvenuta nel nostro regno ...Tu sei Jane...- disse guardandomi negli occhi e ripetendomi il sorriso. Aveva gli iridi diversi. L'occhio destro era verde, e l'altro azzurro...Inizialmente poteva essere impressionante, ma mi affascinava...Ennesima cosa che mi piaceva!

- Si...Sono Jane Foster...- precisai, giusto per riempire l'aria. Tutte le anime  che avevo visto all'entrata erano ancora lì, in silenzio, ognuno seduto al proprio posto che ascoltava  la nostra conversazione; Erano a migliaia e i loro occhi puntati addosso non miglioravano  la  mia socializzazione.

- Lo so, e stranamente tu ci vedi...Vieni, facciamo una passeggiata in giardino...-Quella  " donna" che fluttuava nell'aria mi trasmetteva calma, serenità. Guardai James, non sembrava preoccupato...Evidentemente ero  in buone mani.

Seguii quella sottospecie di angelo che mi condusse in uno splendido giardino, decorato da rose rosse e bianche.
Non potevo soffermarmi sull'ambiente, la donna mi tartassava con le domande e dovevo stare attenta alle risposte...Volevo essere impeccabile.
- Sai... - disse iniziando una lunga storia...
- Abbiamo avuto un problema nel controllare il tempo e tra i tanti abitanti di Micenesis è rimasto fregato James, è caduto sulla terra,  e così lo hai trovato tu  o meglio lui ha trovato te...- ci spostavamo per il giardino ,era un luogo rilassante , assomigliava ad un labirinto, c'erano fontane di diverse forme, e un profumo incredibilmente DOC!

- Come... Problema nel controllare il tempo?...- Ero stranita, forse per questo  James era stato capace di bloccare i miei...

- Si...- sorrise ancora.

- Mi dispiace, ma continuo a non capire...- Cercavo di sforzarmi, ma nulla...

- E' ovvio cara...Non è il tuo mondo, per fortuna;Essere qui Jane è una dannazione...Per quanto possiamo avere quest' aspetto giovanile, la nostra anima invecchia.- enunciò tristemente, fece delle pause e poi riprese,

- Tutti quelli che sono qui, compresa me ,un tempo vivevano lassù...- con l'indice indicò il cielo, ma era qualcosa di magnifico, come quando andiamo ad uno studio di astrologia, vi erano tutti pianeti con le loro galassie, era un cielo magnifico, tra i tanti pianeti rappresentati,  la donna indicò la terra...

- Eravamo umani, capisci Jane? Solo che ad una certa età , scoprendo di aver poteri sovrannaturali   ad esempio:controllare il tempo.  L'incompetenza a non saper padroneggiare questo dono...Ci ha portato alla rovina...-

- Il tempo ci ha catturati, e da padroni ne siamo diventati schiavi. Il dolore che proviamo è atroce, in voi umani, invecchia il corpo , l'anima rimane immutabile a noi è viceversa e questo logora dentro i nostri cuori, ormai freddi da tempo...- 

- Capisco, non immagino il vostro dolore, ma cosa siete di preciso? - domandai interessata e delicata, ero super curiosa...

- Siamo anime associate ad angeli, ma purtroppo angeli dannati...-  Inutile descrivere l'espressione sul suo volto nel ricordare chi era davvero...Decisi di abbracciarla! La perforai.

- Oh scusami, devo ancora adattarmi. - Che stupida !

- Tranquilla, non mi hai fatta male.Chi ti deve chiedere scusa siamo noi...Ti abbiamo strappata dal tuo mondo, ma  è solo per  SALVARCI! -Sembrava supplicarmi, salvarli da cosa?

- Devi sapere  di Malkfoc è padrone del regno Cabret, le sue anime hanno il nostro stesso problema, ma a nostra differenza loro sfruttano a non essere visti dagli umani per commettere atti impuri come ad esempio...- La stoppai, avevo capito quello che  stesse per dire...

- Furti?...- 

- Esatto, tu sei stata aggredita da un uomo di Malkfoc? - 

- Si, se non fosse stato per James...- abbassai lo sguardo, nonostante fosse stronzo, mi aveva salvata. Non potevo negarlo.

- Già...E dato che sei la nostra speranza non ti lasciamo andare via, spero ti troverai bene qui.Sulla terra, non sei al sicuro.Seguimi, ti mostro la tua stanza. - Rimasi sorpresa, non riuscivo a dormire fuori casa, infatti non amavo le gite,inoltre dormire in un altro mondo ,non era il massimo.

Uscimmo dal giardino, ma il verde non si fermava, su una collina intravidi un piccolo lago nato da una sorgente di medie dimensioni, paesaggio che toglieva il fiato! Da non lontano si intravedeva   una struttura,appena giunte a questa, vi  entrammo, era  staccata dalla corte del regno, sembrava un dormitorio, per il resto era simile alla terra; Anche lì c'erano porte, finestre, letti, comò, bagni...L'anima attraversò le mura e questo mi ibernò , mi aprì la porta e le scappò una risatina.

- Ah ah ! Jane dovresti  vedere la tua faccia...Ti terrorizzi facilmente...- Le sorrisi, quella stanza era enorme, per non parlare del letto, era quello matrimoniale...Le finestre erano giganti e le tende erano un bel rosso scuro, il bagno era in stanza ed era tutto quello che potessi desiderare!

- Da ora in poi sei una pacifista! Dovrai uccidere le anime nere...Ma il coraggio non ti manca. - Mi diede un bacio a vento , e andò...

- Mi scusi, ma non mi ha detto il suo nome...-

- Perché dirtelo Jane (?)  Se già ci siamo presentate?- Sorrise e andò. Ok, era misteriosa, ma a me sembrava di non esserci mai presentate. Già sapevo che se avessi impiegato a pensare  chi fosse , mi si sarebbe scoppiata la testa; Decisi di non pensarci,solo il tempo avrebbe portato risposta.  Chiusi la porta, ed estrassi il cellulare dalla tasca destra del mio jeans ...

- Ma cavolo,porca miseria !Come si è rotto? - mi arrabbiai,decisi di  uscire da quella stanza e vedere se era solo scarico, aprii la porta,

- James...che ci fai qui? - Ero sorpresa, il biondone  era fuori dalla porta della mia camera, chi sa da quanto...

- Ti avrei bussata, volevo darti questa...- porse una spada simile alla sua, un po' più piccola e leggera, ma efficace.

- Ah...grazie, ma non so come si usa...- dissi aprendo le braccia e prendendo la spada.

- Tranquilla, abbiamo una " palestra-allenamento" domani ti faccio vedere...- Indietreggiò e poi esclamò un "Ah" come se avesse ricordato di dirmi qualcosa,

- Se oggi ero nervoso dopo essere " atterrati" qui, è stato perché ti sei buttata senza dirmelo...Poteva finire male...per Te...- enunciò guardandomi negli occhi, la sua voce sottile e bassa mi penetrò nel cuore... Gli importava di me (?)

- Sono qui, sana e salva, tranquillo...-  Gli sorrisi , fingendo di non dare peso al suo comportamento del pomeriggio. Non volevo che sapesse che c'ero rimasta male.Mi sentivo bene adesso che si era spiegato. Avrei potuto ricredermi...

- Meglio così , vado...- Riabozzai un sorriso, girò le spalle e andò, pentita che stesse andando via senza una cosa che gli apparteneva , lo fermai ...

- James...- si voltò...

- Grazie per avermi salvata  al vicolo, a casa e sul precipizio...- Bofonchiai quelle parole, una dietro l'altra, senza rendermi conto che ringraziandolo sentivo una gioia che esplodeva nel cuore. Ero felice, e pensandoci,mi aveva salvata bene 3 volte in una giornata. Stette in silenzio, né un prego, né un " di nulla", mi sorrise e mi bastò. Colmò il vuoto in me, si voltò e non gli tolsi lo sguardo di dosso finché non sparì svoltando all'angolo del corridoio...Decisi di entrare in camera e rovistare meglio...Ogni stanza aveva la sua storia.

JAMES POV:

Mi diressi in camera mia, per quanto mi potesse sembrare strano, quel giorno avevo avuto paura; Paura di  rimanere bloccato sulla terra, ma non solo, anche quello di aver coinvolto un'umana anche se tanto tale non era. Il GRAZIE di Jane era suonato  come melodia nelle mie vene pulsando sino al cuore e quasi riattivarlo...Posai la spada sulla sedia dove spesso mettevo anche gli abiti ; Mi sdraiai sul letto e pensai a quella giornata, non  tanto orribile se non fosse stato per l'intervento di mio cugino Elijah.Pensando al diavolo ,ecco che apparve...

- Cuginetto, che prepotente che eri oggi!- rise di me. Glielo lasciai fare.

- Come hai permesso che un' umana venisse qui? Vuoi per caso farla morire? - Non avrei mai lasciato morire Jane, non poteva dirmi questo.

-E' lei quella che stiamo cercando, è coraggiosa. - Affermai con tono deciso. Lo sentivo, lei avrebbe cambiato tutti.

-  Suvvia James, siamo tutti coraggiosi . -Mi istigava.Ennesima cosa che odiavo di mio cugino.

- Lei è diversa...- Riaffermai. Non mi era mai capitato di difendere qualcuno così tanto.

Elijah abbassò il capo, era spalle a muro, quando dicevo cose di quel genere ,sapeva che doveva lasciarmi stare. Ero pericoloso.

- Perché la difendi in sua assenza ? - Ritornò all'attacco, dalla rottura mi alzai dal letto, e mi avvicinai. Petto a petto.

- Perché lascio ai deboli il ruolo di "ruffiani"-  Scandii bene le parole e noncurante uscii dalla stanza. Non avevo mai sopportato i ruffiani e averlo in famiglia era ancora peggio...

JANE POW:

Decisi di andare a letto, su questo ben piegato trovai una camicia da notte che indossai senza pormi troppe domande ;Alzai le coperte  e appena le lanciai in aria uscì fuori un profumo inconfondibile:L'odore di rose del giardino! Mi sdraiai su quel letto morbido,  mi coprii tutta,avevo freddo...Inutile dire che mi mancava il mio mini-lettino.Nonostante quel bed fosse comodissimo, ero nervosa e  non smettevo di rigirarmi. Mi alzai diverse volte a frugare nel comò per decidere quale abito avrei indossato l'indomani e ve n' erano tanti, l'unica cosa da vedere era se mi calzassero bene o no; Notai senza tanta meraviglia, l'inesistenza delle gonne. Solo pantaloni , tra l'altro  di colori spenti. Iniziò a venirmi  un mal di stomaco, lo riconobbi subito; Ogni volta, sin da piccola quando dovevo andare con i miei in un posto che mi piaceva tanto, mi si attorcigliava lo stomaco, e sembrava che avessi un mal di pancia procurato solamente dalla curiosità e dall'eccitazione, e non dal bacon andato a male. Girai per tutta la stanza, accarezzando le mura ,erano ben salde, forse antisismiche. Chi sa se anche quel mondo ogni tanto era colpito da  calamità naturali (?)La curiosità era troppa. Viaggiai anche in bagno, mai visto uno così grande, aveva una bella vasca. Sul bordo del lavandino vi era un piccolo vaso con tre rose: una rossa , una blu e un'altra bianca. Il simbolo di quel mondo sembrava proprio essere la ROSA...Bella, ma con le spine. Poi ovviamente, c' era il wc...
Un po' assonnata ,ritornai a letto intenta a dormire e a sognare mamma e papà ...Volevo avere loro notizie,mi mancavano...Le palpebre iniziarono ad appesantirsi segno che tra poco sarei crollata...E cosi fu.

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Capitolo 5
*** Quarto Capitolo. ***


Spazio Autrice:Ecco a voi il quarto capitolo pubblicato il giorno seguente al terzo. Mi raccomando recensite!

Capitolo quarto


Mi svegliai alla luce smorzata dalle tende che la coprivano. Ero sdraiata in quel letto enorme , con un braccio a nascondermi il viso, intontita. Qualcosa, un sogno che chiedeva di essere ricordato, si faceva largo nella mia coscienza. Sbadigliai e mi girai sul fianco sperando di riaddormentarmi. Appena richiusi gli occhi, sentii dei rumori provenienti dal corridoio, capii che gli altri erano già svegli e mi alzai di scatto. Scalza giunsi al comò, il pavimento era freddo e i miei piccoli piedi cercavano qualcosa di caldo, un tappeto ad esempio, ma non c'era...Aprii il piccolo armadio senza far rumore, cosa avrei indossato? Decisi di essere semplice, tirai fuori un pantalone nero aderente, un top nero  e un giubino nero, per fortuna vi erano anche degli scarponi sempre dello stesso colore. Mi recai in bagno dove mi denudai dalla camicia da notte e mi immersi nell'acqua calda; Il sapone non c'era, ma potevo sempre ricorrere al profumo delle rose. Stetti poco tempo in quella delizia, mi asciugai e infilai gli abiti. Che fortuna! Mi calzavano a pennello, tranne gli scarponi;Mi andavano larghi. Pettinai i capelli con il pettine  trovato nel cassetto sotto il lavandino, decisi di lasciarli sciolti, ribelli...Il mio stomaco brontolava, era quasi da un giorno che non toccavo cibo...Chi sa se lì mangiavano....Ne dubitavo, erano tutti scheletrici. L'ansia iniziò a percuotermi, il ticchettio degli scarponi mi rendeva instabile, l'attesa era snervante...Agitata andavo avanti e indietro finché qualcuno fortunatamente bussò alla mia porta. Diedi un'ultima sistemata ai capelli ,sospirai ed aprii.

- Ma buongiorno! - un sorriso radioso riscaldò la mia stanza, era Elijah. . .

- Buon giorno anche a te! - ricambiai il sorriso alzando la mano quasi per salutarlo.

- Sei già pronta? Strano... Ricordo che quando ero umano e avevo un appuntamento, qualsiasi ragazza si faceva aspettare.- Grazie ad Elijah risi a prima mattina, mi ci voleva proprio, mise a tacere tutte le paure.

- Beh, qui non siamo ad un appuntamento...- precisai e gli feci una smorfia.

- Ho una sorpresa per te...- appena disse ciò, notai un sacchettino, cosa poteva essere (?)

-Dato che il cibo di qui sicuramente non ti piacerà, stamattina all'alba  ho fatto un giro sulla terra e ti ho preso qualcosa al fast-food...- mi porse la busta con un sorriso a 32 denti.

- Oh...Non dovevi...- Ero lusingata, ma meglio così,avevo una fame...

- Lo mangerò stasera, ora lo poggio sul comodino e prendo la spada che mi ha dato James, dobbiamo iniziare con l'allenamento!- mi incoraggiai da sola. Era un buon inizio. Elijah sorrise anche se , quando pronunciai il nome di James era come  infastidito...Sembrava proprio che tra loro non scorreva buon sangue. Entrai senza chiudere la porta, feci subito, uscii e insieme ad Elijah ci recammo all'allenamento; Camminavo disinvolta, e notavo che  appena mi distraevo Elijah puntava gli occhi addosso.

- Stai davvero bene!- mi disse accennando un ennesimo sorriso e facendo il segno dell'ok'. Gli risposi 'Anche tu' nonostante fosse vestito come il giorno precedente. Uscimmo dal dormitorio, e oltrepassammo il giardino, a quanto potei capire la palestra era a pochi isolati...Il nervosismo ritornò e lo manifestai iniziando a mordere il labbro inferiore, Elijah mi guardava stranito, ma non c'era nulla da fare. Ero tesa.

- Stai calma, tanto sarò io il tuo insegnante e avversario.- Rimasi dubbiosa a quelle parole.La sera precedente avevo capito che fosse James il mio maestro, vabbe' , insomma, non mi cambiava nulla.

Varcammo la soglia della porta di ingresso, migliaia di AD ( angeli dannati) si fronteggiavano tra loro, era un vero e proprio combattimento; Trasalii , fui ancora più agitata alla vista di James che avanzava lentamente e incerto verso me, dopo quello che era accaduto la sera precedente, sembrava che tra noi fosse nata una tregua, senza punzecchi ,ma...Evidentemente mi sbagliavo...

- Pensavo ti fosse accaduto qualcosa!- esclamò adirato , i suoi muscoli facciali non erano per niente rilassati. Elijah stava per difendermi, ma lo interruppi.

- Se fosse per te, James, a quest'ora già sarei morta. Parli sempre come se tra un momento all'altro dovessi morire!- sbottai. Odiavo chi mi rimproverava quando non avevo torto ,odiavo anche chi mi difendeva. Sono abbastanza autonoma e indipendente per cavarmela da sola!
- Mi scusi miss. Ieri sembrava che ci fossimo messi d'accordo per venire insieme qui , all'allenamento. - mi corresse. In parte aveva ragione.

- No James, calmo, non prendertela con lei...Stamane l'ho bussata.- Elijah così dicendo si assunse la colpa, ma in gran parte era mia. Dovevo rifiutarlo e dirgli che aspettavo James, ma ero così strana e confusa...Quel mondo non mi faceva bene. Ancora non mi ero adattata.

- Oh Elijah anche se non ti assumevi la colpa, l'avevo capito. Da quando  è venuta non le stacchi gli occhi di dosso.- Volevo precipitare. Credo anche James ,sembrava pentito da quello che aveva appena detto. Elijah lo guardò incredulo, io abbassai lo sguardo...Era una situazione imbarazzante. Silenzio tombale.

- Meglio che vada, buona lezione. - Così dicendo , James se ne andò e sparì quasi subito...Elijah era imbarazzato,io non ero da meno, temevo di guardarlo in viso. Mai possibile che non riuscivo a trovare qualcosa in comune con James ? Sembrava che parlassimo lingue diverse.

- Jane...ci sei? Sei pensierosa...- La voce delicata di Elijah mi distolse dai pensieri e ruppe anche quell'aria tesa che James aveva creato pochi attimi prima.

- Scusami è così strano stare qui, ma tranquillo. Ora va tutto bene. Insegnami. - Abbozzai un sorriso forzato. Seguii Elijah che mi fece posizionare su un tappeto azzurro, come quelli che ci sono nelle nostre  palestre servono  a fare addominali, spaccate , cose varie...Lì, ovviamente niente di tutto questo...Elijah mi insegnò a puntare la spada dritto al cuore dell'avversario. Il cuore era l'unica cosa preziosa che  era rimasto a tutti in quella dannazione.Prima di fare una prova entrambi indossammo delle  armature per evitare di farci male. Elijah mi aiutò a metterla, ero incapace di muovermi con quella cosa.

- No...Non mi dire che anche nei combattimenti dovrò indossarla? - Chiesi buffa, non riuscivo a reggermi in piedi. Pesava più di me.

- Beh...No, anche se non è proprio fortuna, ad esempio...Un nemico più lesto di te può finirti. - Trasalii, ma  la lealtà di Elijah era impeccabile, sapeva dire le cose con tono calmo e non farti preoccupare tanto, anche se bisognava preoccuparsi. La situazione era più critica di quanto immaginassi. Mi posizionai come il maestro mi aveva mostrato pochi attimi prima , ma la mia concentrazione fu distolta di nuovo da James, non era tanto lontano, ma mi fissava interessato e compiaciuto.


- Dai Jane, attacca. - Mi incitava Elijah..

- Si! - risposi determinata. James continuava a guardarmi, dovevo dimostrargli di essere tosta. Così feci un bel respiro, rilassai i muscoli e mi preparai all'attacco. Usai tutte le tecniche  che pochi attimi prima Elijah mi aveva mostrato. Divaricai le gambe, impugnai la spada con entrambi le mani, la reggevano saldamente, portai la gamba destra in avanti alzandola fino ad arrivare all'altezza del petto di Elijah, feci roteare la spada molto velocemente e appena questa smise di vagonegiare nell'aria, mi precipitai su Elijah, oppose resistenza, ma poi cadde sfinito, stetti attenta a non cadergli addosso e riuscii a mantenere perfetto equilibrio , puntai al cuore,

- STOP ! - implorò il maestro stremato. 

- Bravissima. - era sudato, ed io ero fiera di me stessa.Mi voltai nella direzione dove prima c'era James, ma nulla...Sembrava sparito. D'altronde, a lui piacevano questi giochetti.

- Jane, ci stiamo allenando da tre ore. Io sono esausto.- bofonchiò Elijah con il fiatone  , mi sarei arresa anche io se non fosse stato per James, apparso dal nulla.

- Se  non sei stanca, il prossimo rivale sono io.- James si mise tra me ed Elijah, non riuscivo più a vedere il mio ex maestro. Trasalii, il biondone era più alto di me e la sua aria sicura mi faceva sentire inferiore...Ero stanca, ma se avessi rifiutato non gli avrei dato lo schiaffo morale. Accettai, dovevo dimostrargli di che pasta ero fatta.

Applicai tutte le mosse, i consigli , le regole di Elijah ,ma sembrarono nulli. James era forte...I suoi occhi  blu intenso, mi distraevano... Ripetei la mossa che avevo fatto ad Elijah stendendolo a k.o , ma con James non ebbi gli stessi risultati, anzi mi fece cadere  a peso morto,sfinita. Avevo ancora strada da fare.James era troppo in gamba per me. Rise notando il mio disagio; Risposi con una linguaccia.
Intanto, Elijah ci aveva lasciato dicendoci che aveva urgente bisogno di una doccia. Asciugai con la mano destra, il sudore sulla fronte, James mi porse la mano per alzarmi e l'accettai. Presi la spada e la impugnai sicura.

- E' inutile che pavoneggi! Ho combattuto tre ore con Elijah , sono stanca.- Rimanevo sulle difensive, non volevo si abituasse al pensiero  che fossi debole.

- Oh si certo...- se la rideva di gusto. Prendeva in giro (?) Sbuffai.

- Comunque...Abbiamo da fare delle ricerche o meglio tu...Non sei curiosa di sapere come ci vedi? Beh, colmerai le tue insicurezze qui.- James mi diede una pianta , c' era una grande x su un edificio, ero sicura che era una biblioteca perché come simbolo vi erano un sacco di libri, subito  notai che era localizzata  a pochi passi dal dormitorio.

- Bene, grazie...Vado al dormitorio, mi do una ripulita e poi vado in biblioteca.-Detto questo, mi allontanai da James, uscii dalla palestra, e mi recai al dormitorio. La curiosità di scoprire chi ero vedendoli non mi lasciava in pace. Decisi  di darmi una ripulita veloce, entrai in camera ,chiusi a chiave la porta.
Posai la spada sul letto e il mio sguardo cadde sul fagottino di Elijah. . .

-Vorrei tanto mangiarti, ma vado prima in biblioteca. Non resisto a sapere chi sono.- A malincuore dovetti lasciar scorrere l'idea di mangiare, mi diedi una sistemata , feci il letto che in mattinata avevo dimenticato di sistemare; Prima di uscire osservai bene la mappa, cercando di memorizzarla; così magari non avrei dovuto camminare tutto il giorno con la cartina sotto al naso; D'altronde avevo anche deciso di non portala. Dopo ciò uscii fuori dalla stanza e la chiusi .Infilai la chiave nella tasca destra e mi avviai. Borbottavo la direzione;Uscita dal dormitorio ricordavo che dovevo andare dritto e poi girare a sinistra, e con immensa gioia non fu difficile trovarla. Timorosa bussai due volte, nessuno apriva.Spinsi in avanti la porta, era socchiusa, mi azzardai ad entrare...Avete mai visto la bella e la bestia, quando la bestia mostra la biblioteca a Belle ed è enorme ? Esatto, quella biblioteca le somigliava: Scaffali ovunque, alti, irraggiungibili, dorati, niente polvere, un tavolo lungo di legno levigato con sedie della stessa materia mi attendevano. Ero sicura, ci sarei stata per ore. Non sapevo da che sezione cominciare, fin quando decisi di affidarmi al cuore, salii la scala che mi permetteva di arrivare agli scaffali più alti e li presi tutti; Alcuni erano proprio dei mattoni...Scesi cauta e iniziai a sfogliarli: Molte pagine erano dedicate ai demoni e subito trasalii. Passò  mezz'ora, poi  decisi di cambiare libro, nel precedente non c'era nulla d'interessante.

- Da quanto sei qui?- enunciai a quel qualcuno che mi fissava dalla porta principale.

- Da un po' ...- rispose sorridente.

- Oddio! E' un oltraggio vederti sorridere. Stai bene ? - domandai spalancando gli occhi.Ero incredula.

- Non sono un E.T...O forse si - fece spallucce. Era in vena di battute? Meglio cosi. James scese le scale con molta rapidità e in pochi nani secondi apparve al mio fianco.

- Trovato niente ? - domandò prendendo i libri sul tavolo e iniziandoli a sfogliare.

- No, purtroppo...-  risposi imbronciata. Per James potevo risultare una buona a nulla.Non sapevo né combattere né cercare libri.

- Beh...hai preso tutti libri sulla nostra trasformazione, sull'origine di questo mondo...- Aggrottò le ciglia e massaggiò la tempia. Sembrava stanco.

- Hai sbagliato sezione...Ora ti aiuto. - James si offrì ad aiutarmi. Un palo dritto in fronte. Non mi era del tutto antipatico, ma i nostri caratteri non fiorivano bene insieme...Finsi di essere contenta, non volevo che si offendesse e magari chi sa ...Col tempo saremo diventati amici.

- Beh ...Se vuoi vedi sull'altro scaffale- indicai col pollice lo scaffale più vicino dove lui stava guardando.

- Io continuo a leggere questo, è interessante.- Caddi in quella lettura, mi attraeva;Improvvisamente però , rabrividi; Ingoiai...Non era possibile!

- Tutto bene ? - James s' avvicino lesto, quasi preoccupato; Era curioso...

Posai il libro.Mi alzai, non riuscivo a rendermi conto.James notò il mio sguardo perso nel vuoto, ma non facevo attenzione a lui. Ero disconnessa da quella realtà.Fissavo un punto preciso, talmente tanto da farlo diventare inesistente alla mia vista stanca di quelle tante ricerche.

- Jane...- James mi chiamava dolce, ma con le buone maniere non ottene nulla, avevo ancora l'aria pensierosa; Eco che mi scosse, aveva capito che mi ero fissata; Tramite lui ritornai alla realtà , anche se ancora intontita.

- Scusami, ma ho letto...Una cosa a me familiare...- Bofonchiai grattandomi la testa; Forse stavo sognando.

- Ho dato un'occhiata, ma non sembra nulla di che.E' ovvio che trovi temi sulla cognizione di spazio e tempo. -

- No, James non è ovvio.- Mi alterai , - Il giorno prima che ci incontrassimo stavo preparando un argomento per svolgere il compito di scienze e decisi improvvisamente senza un nesso di farlo sul tempo e lo spazio; Inoltre, la mattina quando ero a casa a concludere il tema, il tempo non passava mai. Tutto è iniziato prima dell'attacco dell'uomo di Malkfoc... - Giunsi a quella conclusione senza saperlo .Volevo piangere, era una favola stare in quel mondo, sì! Ma la paura iniziava a farsi sentire. Se non fossi uscita viva? Quando avrei rivisto i miei? 

- Calmati...Se sei qui non è perché finirà male, è solo per aiutarci. Se è come hai detto vuol dire che il dono di vederci ce l'hai sin da piccola, per questo è importante che scopriamo chi sei...- James mi convinse , il suo tono rassicurante prometteva a qualcosa di positivo.

Passarono due ore, ma nulla... Continuavo a ripetere - La speranza è l'ultima a morire...-

James stufo diede l'ultima occhiata allo scaffale meno curato degli altri; Mensole  piuttosto isolate  dalle altre e dalla polvere che vi era non riusciva neanche a immaginare da quanti secoli fosse lì. Il biondo lo pulì, e s'azzardò ad aprilo. Le pagine gialle, invecchiate, promettevano bene , la scrittura per fortuna non si era sbiadita. Io, intanto, ero seduta e mi documentavo , esattamente il quindicesimo dove non vi era nulla che mi interessasse, ma al paragrafo: UMANI E CREATURE SOVRANNATURALI, la speranza si accese:Lessi che tra questi due mondi c'era sin da sempre stata pace, un'alleanza, ma non c'era quello che cercavo...

- Foster forse ho trovato...- James smorzò un sorrisino. Era quello che stavo cercando.

Il mio occhio cadde subito al grassetto del libro che James mi aveva poggiato sul tavolo.


"Se agli umani capita di vedere gli angeli dannati, cosa rara, vuol dire che saranno loro i salvatori di Micenesis ed ereditieri al trono, se , invece, saranno incapaci di salvare questo mondo dal dominio maligno di  Cabret diverranno anime dannate e Micenesis soccomberà."

- Non può essere. - Incredula, balbettavo. Dipendeva tutto da me ? Inoltre, se avrei sbagliato qualcosa ci sarei rimasta pure...Oddio!

- Non è colpa tua. - James notò il mio panico, i miei occhi lucidi non avrebbero resistito a lungo.

- Scusa, non ce la faccio...- 

 Uscii di sbotto, correvo sperando di non sbagliare direzione,scoppiai a piangere nella mia lesta corsa.
Ero in panico.Timorosa. Entrai in dormitorio, certi mi guardavano con aria  stranita . Velocemente estrassi dalla tasca destra la chiave, aprii la porta della mia stanza  e mi chiusi dentro.Mi sdraiai sul letto, non capivo un cavolo, la mia vita aveva presa una svolta incredibile. Non immaginavo che fine avessi potuto fare. Ero stanca già in partenza; Decisi di nutrirmi.  Presi il fagottino che in mattinata mi aveva regalato Elijah. Sapevo benissimo che adesso avrei trovato un cubetto di ghiaccio, ma non importava. Era un'insalata russa con  un panino, ingoiai: All'interno del panino c'era una bistecca abbastanza dura, ma ingoiai lo stesso...

Improvvisamente dopo 15 minuti dall'aver assaggiato il panino ,iniziò a girarmi la testa vertiginosamente . Avevo l'impressione di strozzarmi; Mi accasciai a terra, su un fianco, tossivo senza interruzione, con la guancia contro il pavimento ghiacciato, a occhi chiusi. Ero debole. Non capivo più nulla. Persi i sensi.
D'un tratto non sentivo  più il pavimento ghiacciato sotto di me. Aprii gli occhi sorpresa.James mi aveva presa tra le braccia di slancio e mi aveva poggiato con calma su una superficie morbida, un letto (?) Mi voltai bene intorno e notai Elijah e anche la donna che mi aveva raccontato la storia degli angeli demoni.

- Jane ? Mi senti-  La voce di James suonava come melodia, era bassa, calma...Un'eccezione.

-No.- , Bofonchiai. -Vattene.-

Rise.

- Mi scoppia la testa...- Brontolavo. Mi alzai di scatto, ma ecco che una massa di vertigini mi provocarono uno sbando.

- Attenta Jane, non devi mai alzarti di scatto- consigliò Elijah avvicinandosi.

- Calma cara ti metto questa benda sulla fronte...Ti tranquillizzerà.- La donna anima si avvicinò , mi sorrise e poi affermò...

- Il mio nome è Alyson...- risorrise. Alyson...quel nome già l'avevo sentito.

Il biondo diede una brutta occhiata al panino che nello svenimento avevo lasciato sul comò...

- Chi ti ha portato questo, Jane?...- domandò sospettoso.

- Io...Glielo ho preso dalla terra,- rispose Elijah indifeso.

- Non senti che puzza strana c'è(?)- James annusò , allungò il panino verso Elijah anche lui fece una smorfia disgustata.

- Quando glielo ho portato non puzzava! Giuro. - Elijah, aveva ragione non era maleodorante, anzi un irresistibile profumino usciva dal sacchetto...

- Qualcuno è stato qui.Qualcuno che sa di Jane e vuole... - James non continuò la frase. Trasalii. Chi era stato? Malkfoc? Troppo scontato. . .


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Capitolo 6
*** Quinto Capitolo. ***


Capitolo quinto

Stordita, aprii meglio gli occhi e c'erano i tre che avevo conosciuto. Alyson, Elijah e James.Erano ai piedi del mio letto, ognuno di loro aveva la stessa espressione preoccupata, persino James che cercava di fare sempre l'indifferente...

- Come va , adesso? - chiese Alyson avvicinandosi.

- Insomma, mi sento intontita.-  proferii con voce debole e flebile.

-  Non dovete mica trascorrere tutta la serata a vedere me? - Arricciai le sopracciglia .Dissi ciò con tono tra lo scherzoso ed il rimprovero;Mi tirai su, sentivo che stavo sprofondando nel letto. 

- Infatti io vado. - proferì James abbassando lo sguardo e dirigendosi verso la porta per uscire. Senza neanche un ciao.Lo odiavo.

- Anche io Jane, non voglio affaticarti. Ti prometto che scoprirò chi è stato. - l'anima dolce mi si avvicinò e mi toccò la guancia, ovviamente mi perforò, ma quella misera carezza fu capace di regalarmi gioia e tranquillità. Alyson uscì con James.

- Perché non vai anche tu? - Domandai imbarazzata.

- Non ci penso proprio ,Jane.Non sei nelle migliori condizioni, poi...Chi ha provato ad ucciderti, ci riproverà senza nessuna esitazione. - Determinato e pacato come sempre, Elijah mi convinse.

- Hai ragione ...- mi rimboccai le coperte, Elijah era di fronte a me, in piedi.

- Vieni, siediti...- Lo invitai a sedersi accanto a me, ovviamente lui sul letto e io nel letto. Non fatevi strane idee.

- I...Io?...- esitò  imbarazzato, anche se non se lo fece ripetere la seconda volta. Gli sorrisi. . .

- Per fortuna ti ha trovato James, altrimenti a quest 'ora poteva davvero essere finita male. - Era teso, poggiai la mia mano destra sulla sua, gliela strinsi sorridendogli. Non riuscivo a capire perché con chiunque parlavo ad esempio Alyson ed Elijah sottolineavano la prontezza di James. 

- Sei tu quella da rassicurare, non io...- smorzò un sorriso non voluto.

- Elijah non mi abbatto per uno svenimento. Ora però parliamo di altro...Ti va di raccontarmi come sei finito fin qui?...-  

Era da un po' che volevo chiederglielo ,  anche se il tasto era abbastanza delicato.Dovevamo pur sempre riempire il silenzio, no (?)

- E' delicata come faccenda, ma visto che sei tu...Te la racconto.- Sospirò come se dovesse iniziare a parlarmi della seconda guerra mondiale. Mi misi comoda, la curiosità vinceva sempre; Anche in quella situazione. . .

- E' accaduto pochi mesi fa, il ricordo è ancora vivo nella mente... - alzò lo sguardo verso il soffitto, stesso mio gesto quando volevo vietare che una lacrima mi bagnasse le guance.

- Se non  ce la fai...- Gli sussurrai dispiaciuta;Mi sentivo in colpa e non volevo che continuasse se questo significava farlo star male.

- No Jane, hai ragione, - mi guardò sorridente e speranzoso - Devo sfogarmi.Solo così starò bene! - era incoraggiato. Mi dava ragione anche se non avevo fatto nulla.

- Beh...Pochi mesi fa...- Continuò, ma sempre con le pause,- Ero  a casa con i miei...Erano le undici di sera, io  stavo già dormendo, i miei no;Inaspettatamente  bussarono alla porta, mio padre andò ad aprire , mia madre credo che lo affiancò...Non so chi fosse, io ero rimasto a letto sveglio...- deglutì, stava male.

- Ehy...se non te la senti...Fermati qui, ok? - Lo incoraggiai, dandogli una pacca sulla spalla.

- No, Jane...Fammi continuare...- singhiozzò. Annuii con il capo. Si schiarì la voce e continuò,- Passò circa  mezz'ora,  sentivo voci che non conoscevo, sembravano  essere due sconosciuti : Una donna con un bambino.I miei genitori li rassicuravano, ma dopo poco non sentii più nulla; Scesi le scale cauto, entrai in cucina...- Dall'espressione di Elijah capii che quello era il momento più doloroso; Gli ristrinsi la mano e feci un sorriso tra il comprensivo e compiaciuto.

- Jane...Quel terrore non lo dimenticherò mai...Trovai i miei a terra, senza vita...E tanto sangue... - scoppiò a piangere, mi uscì qualche lacrima. Per quanto sapevo che era un bravo ragazzo e per quanto fosse debole non riuscivo a capirlo: Da solo, di notte, con degli sconosciuti che erano entrati, i suoi genitori morti, il sangue. Io, mi sarei ammazzata...Che coraggio aveva avuto? Beh, sicuramente indescrivibile...

- Iniziai a trovare l'arma con la quale i miei erano stati uccisi...Ma non vi era...Chiamai la polizia, inutile dirti che appena vidi i loro corpi a terra mi gettai nella pozzanghera di sangue, inutilmente controllavo il polso sia a mamma che a papà...- si asciugò frettolosamente le lacrime con la manica della maglia.

- E il collo? Hai controllato anche quello?...- chiesi delicata, volevo farlo calmare, ma con immensa sorpresa capii di aver solamente peggiorato le cose.

- Il collo?! Il collo?! - ripeteva guardando nel vuoto come se fosse impazzito. 

-Era lì che scendeva il sangue, due cavità...due buchi. Non capivo nulla...Finchè qualcuno bussò alla mia porta, presi un coltello nel caso fossero stati quei disgraziati di prima, ma , invece, era un'anima serena che mi calmò subito il cuore...- Sorrisi....In quella storia tanto drammatica qualcosa di positivo c'era.

- Quell'anima era Alyson ,mi disse che ero troppo speciale per vederla e mi portò con sé... - Credevo che il racconto fosse finito, ma dato che ero un'umana, lacuriosità mi tormentava;Iniziavo a chiedermi chi fossero coloro che avevano ucciso i genitori di Elijah, ma non avevo il coraggio di farlo stare di nuovo male.

- Non so l'identità di quei mostri, ma se li troverò gli strapperò il cuore pezzo a pezzo! - esclamò determinato. Io ingoiai. Solo a immaginare la scena provavo terrore.

- Sono anche loro esseri sovrannaturali?...- domandai arricciando la fronte. Volevo trovare un nesso e aiutarlo.

-  Mostrai le ferite ad Alyson  prima di venire qui a Micenesis, ma ...Non le riconobbe. Trascorrevo ogni giorno della mia insignificante vita in biblioteca a cercare un perché, e sono giunto solamente ad una razza di creature capaci di commettere questi atti disgustosi e orribili. - corruggò la fronte. Era adirato, ma lo capivo. 

- Chi...?-dissi con un filo di voce. Ero ibernata e mi coprii bene, avevo freddo ancora prima che mi dicesse chi erano quelle orrende creature.

- ...- Alzò lentamente lo sguardo verso me, i nostri occhi si fissarono per lunghi secondi.

- Vampiri, Jane. - scandì da farmi ibernare.

- No...non è possibile. Non esistono. - scossi il capo di continuo a destra e sinistra  indicando  un no incredulo.

- Se loro non esistono...Non esistiamo neanche noi. Angeli dannati, vampiri e noi? Noi li vediamo ,Jane.- sbottò sicuro di sé . Mi prese per le spalle come se volesse scuotermi. Lo allontanai, ero spaventa nonostante doveva essere lui  ad aver così paura avendo vissuto quella merda, io ero totalmente traumatizzata.

Mi alzai dal letto. Tremavo e non volevo nessun contatto con Elijah , neanche un abbraccio, anche se ne aveva bisogno. Ero scossa. Pensavo : Se un giorno dovessi confrontarmi con una creatura simile(?) Mi farebbe in mille pezzi. Andavo avanti e indietro per tutta la stanza.

- Dai Jane, calmati.-  Trovai Elijah dietro di me che mi abbracciò, non decisi nulla io, tutto lui.Fu il nostro primo contatto...Ci conoscevamo solamente da due giorni e sembrava così affezionato a me.Ricambiai il gesto affettuoso stringendolo e sussurrandogli che 'lo avrei aiutato'. Ci staccammo presto l'uno dall'altra e sorridendomi decise di lasciarmi un po' da sola...

- Ti ho raccontato questa storia perché vedo in te una ragazza speciale, non parlarne con nessuno. Ora vado , riposati...- Se ne andò sfiorandomi la guancia segno di una delicata carezza che a differenza di quella di Alyson non mi perforò, era concreto come James...Appena uscì dalla stanza , chiusi la porta, e caddi a terra sfinita.Avevo percepito tutta la tensione. La situazione mi stava sfuggendo dalle mani come se fosse sabbia.Temevo il mio nemico ancora prima di incontrarlo. Ero e sono una fifona unica!

Mi addormentai, lì ,a terra, stanca. Con gran sorpresa il sogno che avevo fatto la notte precedente apparve...

" Ero nella mia camera del dormitorio, quando un uomo vestito di nero e d'oro s'avvicinava verso me , con uno scettro o un tritone, non riuscivo a distinguerlo. Mi parla come se mi conoscesse da piccola e continuava a ripetermi che non ero né un'umana né un abitante di Micenesis."

Il sogno era molto confuso e venne interrotto da qualcuno che bussava bruscamente alla porta. Mi alzai assonnata. Aprii. Spalancai gli occhi e mi mancò il respiro vedendo James,

- E-Ehy...- con voce soffusa lo salutai.

-  Sei sola in camera ? - Domandò  irrequieto.

- Si, pensavi ci fosse Elijah? - Corrugai la fronte e mi misi a braccia conserte. L'atteggiamento di James mi era sempre meno chiaro.

- Si. - sbottò sicuro di sé - Ho visto che tardavi ad aprire e pensavo vi avessi colti in flagante...- Arricciò il naso, sembrava una scenata di gelosia; Ma non poteva essere...

- No, ero addormentata, anche se...Non avrei dovuto dirtelo. Non sei nessuno per cui debba dare spiegazioni. - Guardavo a terra, gli occhi di James color cielo e ghiaccio mi avrebbero come sempre catturata vietandomi di ribellarmi a lui.

- Hai una cotta per Elijah per caso? - Domandò appoggiandosi al muro della porta con la sua aria da sbruffone e imitandomi nel tenere le braccia conserte. Aveva un 'aria che andava dallo stufo all'arrogante. Come sempre.

- Toglimi tu una curiosità...Ma sei sempre così sfacciato? - mi adirai, sciolsi le braccia e decisi di entrare in camera. Stavo per sbattergli la porta in faccia. Lo feci, ma quel gesto fu nullo. Bloccò la porta con un piede impedendomi di chiuderla.

- Quella sfacciata qui sei tu. - scandì. Era sempre calmo anche se le frecciatine erano abbastanza pungenti.

- Smettila Wright, non sei nessuno di chi sa chi per sapere i miei fatti. Sei solo un prepotente. - Sbottai, stavolta lo guardai fisso fisso negli occhi. I miei muscoli facciali erano tesi, ma ogni secondo che trascorrevo a guardare i suoi occhi, i suoi capelli arruffati lunghi e color biondo cenere, le sue labbra dalle quali uscivano solamente insulti per me...Mi indebolì. Tutto ciò che vedevo  in lui mi indeboliva.

- Un prepotente che ti salva. - Sorrise. Capì il mio imbarazzo nel fissarlo. La sua voce non tremava di rabbia, anzi era divertito.

Riabbassai lo sguardo. Quello che mi accadeva con James non mi accadeva con Elijah, forse perché anche da umana ero il solito tipo 'asociale'. Non sapevo vivere relazioni amichevoli o semplici conoscenze. Era un blocco. Ero in difficoltà.
Con quel 'un prepotente che ti salva' mi azzittì definitivamente. Non potevo negarlo, mi aveva salvato ben tre volte in un giorno e forse mi avrebbe salvato ancora, pensandoci mi aveva salvato anche per lo svenimento...

- Non ti ho chiesto di salvarmi.- Non so perché , ma glielo dissi.Fui una stronza lo so. Ma stronzi con stronzi.

- Si, hai ragione. Ma non contare sul tempismo di Elijah. Tieni ,questa è roba tua...-

Abbassò il capo e trascinò una valigietta, era la mia! Come l'aveva avuta? La trascinò  accanto a me e senza dire nulla poi, se ne andò. Rimasi fulminata per brevi istanti poi decisi di prenderla e vedere cosa ci fosse dentro; Poggiai la valigietta sul letto e l'aprii; All'interno vi era tutta la mia cameretta: lo spazzolino, bagnoschiuma all'estratto  di ciliegia , shampoo al miele, il mini peluche  che mi aveva regalato mia nonna per la sua gita in Canada, l'intimo, le magliette e i pantaloni, e solamente due paia di scarpe. Rabrividii nel vedere a me un oggetto caro,

- Gioia mia!- Lo baciai. Si, posso sembrare una cogliona, ma diciamocelo ragazzi...Quante volte la musica ci ha salvato (?) Era proprio azzeccato per quella occasione, soprattutto adesso che la mia vita era in grandi casini. Indossai immediatamente le cuffiette e iniziai con pezzi rock, il mio gruppo preferito: LINKIN PARK.

JAMES POV:
La situazione con l'umana stava leggermente degenerando. Cosa mai potevo fare ? Mi sembrava abbastanza chiaro che ci schifassimo a vicenda, o meglio lei preferiva Elijah , mio grandissimo rivale.

- James oggi sei sparito, tutto bene? - chiese Elijah . Sempre in mezzo stava. Aveva gli occhi rossi.

- Hai l'aria di uno che ha pianto ,cosa c'è...Le tue tecniche di seduzione sono fallite? Jane ti ha respinto?- Lo stuzzicavo. Amavo quando era debole.

- Hai voglia sempre di scherzare. Le ho raccontato come sono finito qui...- si pulì gli occhiali , guardava a terra.

- Colpo basso fratello. Ovviamente dico fratello per chiamarti in un modo, beh...Sei finito in basso, potevi approfittare di tutt'altro, eravate in camera da soli .- enfatizzai ERAVATE IN CAMERA DA SOLI.Volevo farlo scoppiare e poi, dovevo pur sempre  sfogare  la mia rabbia con qualcuno .

- James sembri geloso...- Aveva osato sfidarmi? Mi sdraiai sul suo letto non curante con tutti gli scarponi. Doveva pagarla.

- Potresti metterti a sedere da persona normale e civile?- Sembrava che adesso fosse lui a stuzzicarmi, peccato che non gli conveniva. Non mi mossi neanche di un centimetro.

- Non sono una persona, Eli, e neanche normale e civile. Vuoi che ti rinfresca la memoria?Tu piuttosto...Hai proprio una brutta cera. Sei andato in cancrena quando hai visto un'altra ragazza qui, a parte tua sorella(?)- Ridevo di lui. Era squallido. Non aveva un minimo di personalità.

- Guarda che io nella mia vita umana ero pieno di ragazze. Non chiamarmi Eli, mi fa sembrare una donna...- bofonchiò infastidito.

- In effetti Eli pensavo che ti piacessero uomini poi improvvisamente viene Jane e pouff le salti addosso come un gatto in calore. Strano individuo.- Assunsi un'aria da pavone. Stavo pavoneggiando.

- Eli? Ancora? Ti ho detto di non chiamarmi così e poi non sono saltato addosso a Jane.- Smentiva tutto, anche se non era saltato addosso a Jane non significava che non voleva...

- Sei così idiota Elijah. Credo profondamente che ti approfitti della bontà di Jane e della sua debolezza per raccontare la tua storia drammatica... Non sei l'unico. Migliaia di anime avranno vissuto il triplo del tuo terrore e non lo spifferano. - Mi alzai dal letto, il divertimento si stava tramutando in rabbia.

- Compresa la tua, eh James ? Sempre pronto a fare il moralista. - Ok, lo avrei strangolato tra...3...2...1

- Ti avviso Elijah , non fare troppo il bravo ragazzo. Non lo sei. - Glielo dissi a denti stretti. La rabbia scorreva nelle vene insieme al sangue. Era odioso. Dovevo stare attento, altrimenti l'avrei fatto male. Uscii dalla stanza sdegnato e non curante come sempre, mi diressi verso il giardino. L'aria che c'era nella mia stanza era troppo inquinata dalla falsità di Elijah.

JANE POV:

I miei pensieri fluttevano accompagnati dalla base di " in the end "del mio gruppo preferito mi rispecchiavo troppo in quella canzone , d'altronde si può benissimo capire dal titolo " nella fine";Ottimo incoraggiamento per iniziare a combattere contro demoni e forse anche vampiri.Rabbrividii un paio di volte, ero timorosa e l'unico modo per stare meglio era ascoltare la musica e cercare il meno possibile di pensare a quelle cose. Chiusi gli occhi, cercando di immaginar la mia vita a Micenesis, quanto tempo sarei rimasta lì? E se fossi rimasta lì per sempre? Presi il mio Oscar, e lo strinsi forte. L'abbraccio con il mio peluche mi ricordò l'abbraccio del pomeriggio con Elijah, era stato un semplice contatto...Nei film avevano sempre narrato un abbraccio come un'emozione che io, stranamente non avevo provato. Mah...che dico (?)Faccio affidamento ai film? Sono tutte cazzate. Non è la vita reale.
Era sera...Il secondo giorno a Micenesis volgeva al termine, mi addormentai, ma nella notte l'incubo del giorno si fece vivo. 
"Lo stesso uomo vestito di nero, con scarponi dalle fibie dorate s'avvicinava verso me, ero a letto e mi accarezzava la guancia. " 
Mi alzai di scatto, soccombi l'urlo. Non era un incubo, c'era davvero un uomo lì, era uguale all'uomo del sogno.
Anzi no.Era l'uomo del sogno. Presi la spada e mi dimenai a scendere immediatamente dal letto per difendermi; Come avevo sognato nel pomeriggio aveva uno scettro con una palla nera, qualcosa di malefico. Deglutii, era notte fonda , nessuno mi avrebbe salvata . Non ora. Sarei sicuramente morta. No. Stop brutti pensieri.
Il mio corpo era rigido e i miei pensieri confusi e lenti. Nella testa si muoveva un groviglio di sogni, sogni e incubi e quella...purtroppo era REALTA'.
Le mie mani tenevano rigidamente la spada-laser, il panico mi aveva paralizzata.
Tremavo e la spada si muoveva al ritmo del mio tremolio. Dovevo calmarmi e agire.
L'uomo avanzava sorridente verso me , non ci volle molto a capire che era mio nemico. Aveva dei capelli scuri, gli occhi di un marrone scuro, corporatura abbastanza potente da farmi fuori. ERO FREGATA. Cercavo di non mostrargli il mio terrore, ma bastava che mi guardasse negli occhi per intuirlo tutto per intero.

- Ciao Jane...Tranquilla, vengo in pace.- si schiarì la voce. Metteva i brividi. Aveva un serpente sulle spalle. Profondo ripudio.

Ero ammutolita. Non gli risposi.

- Perché non mi parli? Che fine ha fatto la tua bella linguetta?- si avvicinò per darmi un pizzico sulle guance. Mi scostai immediatamente, aveva tanti anelli.

- Allontanati o ti ammazzo! - gridai sdegnata.

In un batter baleno apparve alle mie spalle, come aveva fatto? Era stato super veloce.

- Non mi provocare ragazzina.- sorrise dispettoso.Spalancai più volte gli occhi; Era un essere mostruoso.

- Chiamo i miei amici.- dissi con  voce tremante di paura.

- I tuoi amici? Piccola Jane, tu non hai amici. Hai solo due ragazzi che morirebbero per te.- enunciò sicuro di sé.

- Ma cosa dici?...- Mi confondeva non capivo dove voleva andare a parare.

- Elijah e James.Mi riferisco a loro. - La sua convinzione mi spaventava.

- Ti piace vederli entrambi ai tuoi piedi? Beh, sei crudele...Soprattutto con James. - toccava il suo scettro; Dovevo essere cauta.

- Non sono affari tuoi. - Mi ribellai, stavolta anche io sicura di me.

- E' triste non sapere chi si è davvero...- Quell'uomo mi stava facendo perdere le staffe. DOVEVO STARE CALMA.

- Io lo so Jane e voglio dirti che...Questo mondo non fa per te.- Rise, notai dei denti strani. I canini erano abbastanza sviluppati.

- Oh mio Dio! - Indietreggiai inciampando. La spada mi cadde. - So chi sei...- deglutii. La mia voce era dominata dal terrore, dalla paura, dal disgusto.

- Sai chi sono io? Perspicace. E tu... chi sei? - mi guardò , mi irrigidii ancora di più.

- Ho messo io una cosa nel tuo panino, beh se sapresti cos' era, mi ammazzeresti di sicuro.- Rise di gusto. Ringhiai dalla rabbia.

- Lo scoprirai da sola Jane. . .Io e te non siamo diversi come credi...- Sorrise , si aprì nel mantello e sparì: lui, il suo scettro e il suo serpente che metteva i brividi. Respiravo ancora affannata, ero a terra, completamente immobilizzata dal terrore di quell'uomo...Cos'aveva inteso per: Io e te non siamo diversi come credi" (?) E quale era la sostanza che aveva messo  nel mio panino?

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Capitolo 7
*** Sesto Capitolo. ***


Capitolo sesto

Ero in camera, irrigidita, toccavo inconsapevole la guancia dove l'uomo mi aveva sfiorato.I canini, la velocità...Non poteva altro che essere un vampiro. Si, ma perché proprio me (?) Perché quella frase: ' Io e te non siamo diversi come pensi.' Pensavo, ma era da un po' che ero stufa di pensare, di adattarmi alle nuove regole, non oltrepassare i limiti e piangere. Ero stufa da me. Di me stessa. Sbattei i piedi a terra dalla rabbia, se solo avessi avuto più coraggio avrei provato seriamente ad ucciderlo. Mah no, sarebbe stata una mossa azzardata e pericolosa, con il potere e la velocità che si trovano quei mostri...SAREI STATA LA SUA CENA.
Rabbrividii, ero stanca,ma  non pensavo proprio a ricoricarmi. Era così che veniva a me ? Tramite  un sogno per poi divenire realtà? No ,grazie. Avrei rinunciato a dormire, ma con quello lì non avrei mai avuto nulla a che fare. Inoltre, Elijah è stato ben chiaro ODIA I VAMPIRI e anche io.  Crollai nelle mie stesse gambe e  piansi , come no mai. Non potevo far parte dei cattivi. Non era nella mia natura.
Improvvisamente mi si accese una lampadina.
Chi meglio della biblioteca poteva darmi risposte (?) Era notte e sicuramente non vi era nessuno. Così dicendo, aprii silenziosa la porta della mia stanza e la richiusi allo stesso modo. La piantina per giungere all'edifcio interessato  l'avevo fissa nella mente e ci arrivai in men che non si dica. La biblioteca era aperta , spinsi in avanti adaggiamente la porta e la socchiusi. Avanzavo cauta, dovevo cercare nella sezione giusta. Non avevo tempo per sbagliare. Mi arrampicai facendo attenzione a non cadere . Ero  sospesa a mezz'aria  su quella scala cigolante ,iniziai a leggere le copertine dei libri . - Dal titolo si capisce tutto- pensai. Cercavo qualcosa sui vampiri. Volevo vederci chiaro. Grazie alla luminosità del mio cellulare lessi meglio l'indice dei vari libri per vedere se almeno un po', i libri presi accennavano il vampirismo. Niente. IL VUOTO DESERTO. Avevo sempre più ansia...Speravo solamente che qualcuno non mi avrebbe scoperta. Continuai; Senza interruzione. Mi accorsi di essere alla G, più scorrevo verso destra più l'alfabeto si volgeva al termine. Dopo un quarto d'ora giunsi alla U, i miei occhi erano pieni di speranza. Ebbene si, trovai il libro dedicato ai vampiri. Non sapevo se portarlo in stanza o leggere lì di fretta e furia. Decisi di leggerlo lì. Sfogliai le pagine, mi fermai all'indice, c'erano vari argomenti:
  • Come si diventa vampiri
  • Da cosa nasce la maledizione
  • Di cosa si nutrono
  • Allontanare i vampiri, indebolirli.
  • Bloccare la loro eternità
  • Paletti che possono trafiggergli il cuore
  • Vampiri sinonimo di eternità
Non sapevo da che punto iniziare e così iniziai da quello più sospettoso. Come si diventa vampiri e come allontanarli.Di cosa si nutrono,lo sappiamo tutti.

" Dei vampiri si pensa che siano  creature mitologiche, ma esistono ed è una vera e propria maledizione. Non possono riprodursi, ma possono vivere eternamente. Sono maledetti e quindi l'al di là non gli accetta. Possono diventare tali in diversi modi: 1) Al punto di morte umana possono essere salvati da un morso di un  vampiro che tramite il suo veleno nel corpo del moribondo gli permette di gelargli le cellule e farlo vivere in una vita eterna. 2) Modi sconosciuti che solo i vampiri sanno...

Non mi fu di grande aiuto quel paragrafo ciò che, invece, trovai più interessante fu come allontanare i vampiri.
"Credenze credono che bisogna allontanarli con l'aglio e tante altre dicerie...Ma non è così. Ciò che gli allontana è  la verbena. Una pianta che se va a contatto con loro li brucia e se , invece, viene diluita nell'acqua o data al vampiro in un cibo, può provocargli rossore, ustioni, soffocamenti e brutte conseguenze come stordirli e quindi svenire."
Trattenni il fiato. Avevo sicuramente sbagliato a leggere.Rilessi e no. Non avevo sbagliato. Portai i capelli  all'indietro, forse ero solamente stanca. Avevo letto ciò che eventualmente mi avrebbe potuto interessare;Posai il libro su uno scaffale, ma non su quello da dove lo avevo preso. Uscii silenziosa e grazie alla luce del mio cellulare mi muovevo senza neanche spostare una foglia. Rientrai al dormitorio, poi nella mia stanza...I ricordi di poche ore prima si riaffiorarono...Quell'uomo, le sue parole, il libro dei vampiri...Avevo completamente paura. Non volevo dormire anche perché non riuscivo, così decisi di mettere a posto gli abiti che avevo nella valigia.
 L'indomani per il mancato sonno avrei avuto sicuramente un aspetto mostruoso, ma non potevo addormentarmi; Per tenermi impegnata, decisi di andarmi a fare un bagno e portare la spada con me, nel caso qualcuno avesse potuto approfittare in un momento meno oppurtuno.


JAMES POV:

Ero al giardino; Mi alzai dal muretto vicino la piccola sorgente e decisi di tornare al dormitorio. Speravo tanto che Elijah si fosse addormentato o meglio che fosse sparito. Ma  ahimé era lì , nella nostra stanza e tra l'altro anche sveglio. Guardava al di fuori della finestra con uno sguardo perso nel vuoto...

- Non dormi? - chiesi fingendo di essere interessato. Tolsi gli scarponi e la camicia.

- No...Non riesco a togliermi una cosa dalla testa.- Disse quasi preoccupato, si girò verso me che ero a petto nudo.

- Se vuoi esco...-arrossì. Questo davvero diceva?

- Guarda che non devo ... Ma sei maschio anche te.- gli risposi stranito.

- Il fatto è che oggi...Ho abbracciato Jane e non riesco a togliermi dalla testa questo gesto...Sciocco.- Ammise timoroso, a me non era chiaro chi aveva abbracciato...

- La stai seducendo bene, bravo. Non pensare che io sia geloso , anzi...Vi auguro il meglio.- Gli raccomandai bevendo la vodka che avevo preso sulla terra, nello stesso viaggio in cui avevo preso le cose della ragazza.

- Sembra molto affezionata a me, James.- Iniziò a confidarsi. Era ancora più fastidioso.

- Mi raccomando sbottonale prima il cuore e poi i vestiti.- Bevvi un altro sorso di vodka . Era quasi finita. La vista iniziava ad offuscarsi.

- James io e te abbiamo sempre iniziato col piede sbagliato...Possiamo rimediare, infondo hai augurato il meglio per me e Jane...- Era speranzoso. Odiavo i tipi che facevano inutili affidamenti; Poi su me, tra l'altro...

- Era sarcasmo Eli. Vi auguro il meglio, si. Ma non insieme. Tu sotto un tram e lei a svolgere una vita normale. Notte.- Soddisfatto da quello che gli avevo appena detto, mi addormentai e le sue parole erano nulle. Volevo sognare qualcosa...Q    ualcosa che l'indomani mi avrebbe fatto svegliare col sorriso sulle labbra.


JANE POV:

Approfittai per fare anche lo shampoo.  Persi  la cognizione del tempo stando in quella vasca ricoperta da innumerevoli bolle di sapone, ma almeno il mio piano aveva funzionato. Non avevo chiuso gli occhi.
Quando uscii dalla vasca decisi di indossare sempre abiti scuri e legai i capelli in una coda alta. Dopo ciò pulii il bagno e stetti circa mezz'ora a fissarmi allo specchio.Sembravo dimagrita.Buon per me.Asciugai l'acqua che durante il bagno avevo fatto sgocciolare al di fuori della vasca e mi sedetti sul letto. Era l'alba, potevo capirlo da quel sole rossastro, simile al tramonto. Sorrisi. Avevo scampato la notte , la tentazione di dormire c'era sempre...Decisi di sciacquare bene il viso. Non volevo che James doveva rompere anche quella giornata. Dopo essermi lavata il viso, bussarono bruscamente alla mia porta: Era James.

- Fammi entrare. - con il suo tono arrogante mi fece quasi tremare. Per via di quell' uomo misterioso ero in allerta su tutto. Anche stupidità.

- Buon giorno anche a te.- Sorrisi sarcastica. Entrò, chiusi la porta. 

- Devi spiegarmi una cosa.- disse, e quel 'devi' non faceva altro che farmi pensare quanto fosse sempre più prepotente.

- Dimmi caro. - Dovevo mostrargli più sfacciataggine possibile. Non doveva sospettare nulla.

- Cosa facevi a notte inoltrata nella biblioteca? - Scandì tutte le parole. Nascondeva qualcosa per caso?

- Io. In biblioteca. Di notte?- Risi. Come faceva a saperlo?

- Non negare. Ti ho vista. Ero al giardino...- Mi guardò in cagnesco. Dovevo inventarmi qualcosa.

- Non riuscivo a dormire. Ma non ricordi? -  dissi sbuffata - Ti ho già detto:Non sei nessuno per cui dovrei dire le mie cose.- Lo guardai dritto negli occhi. Non poteva indebolirmi.

Con mio stupore estrasse dalla tasca un libro. Mi era familiare.

- In una biblioteca, di notte a leggere un libro vampiresco. Oh Jane,sei la figlia dell'orrore!- Rimasi stupita. Ma non glielo diedi a vedere.

- Come spieghi questo libro?- fece un sorriso malizioso con aria vittoriosa.

- Prima di tutto annoterò che mi spii e me la pagherai , secondo è per la storia di Elijah.- Non poteii essere troppo superficiale, avrebbe capito che era una cosa mia.

- Ci tieni così tanto a lui?- Era amareggiato.

Ingoiai. Non gli risposi. Poi con il suo sguardo fisso addosso dissi,

- Tengo ad entrambi. Lui è dolce con me e tu sei protettivo. Non so quante volte mi hai salvato e non voglio che continui a farlo. - Nella mia voce era presente rabbia che non mise nulla a tramutarsi in panico e tristezza.

- Jane...- deglutì. Gli costava tanto dire il mio nome? I muscoli facciali erano tesi. 

- Tu saresti disposta a morire per Elijah...- Ero intontita. Non capivo a cosa si riferisse , infondo la notte passata non avevo neanche dormito. Era difficile connettere. S'avvicinò...Non capivo perché , ma arrossii fortemente. Avevo caldo e temevo che capisse quanto fossi debole ai suoi maledetti occhi. Si sporse in avanti , s'abbassò curvandosi in avanti per arrivare al mio orecchio; Potei percepire il suo fiato caldo sul mio collo freddo. Ero tesa. Paralizzata. Lo sguardo era basso. Fissavo la moquette. Sorrise beffardamente rimanendomi ancora vicino e sussurrò,

- Ma Elijah è disposto a morire per te?...- Rabbrividii. Lo scansai indietreggiando.

- Certo che no, Jane. Vi conoscete da tre giorni. Non pensi che abbia doppi fini?- domandò quasi adirandosi.

- Ma...Che dici? Ma cavolo, James. Vedi del male in tutto.- Balbettavo , dovevo ancora riprendermi dal suo vicinissimo contatto.

- Hai sempre visto me come il cattivo della situazione. Se fosse lui?- Non lo capivo. E non volevo.

- Esci da questa stanza, ora. - gli ringhiai contro. Ero arrabbiata. 

Non andò. Si recò in bagno. Ritornò con la mia spada.

- Chi è stato qui ieri sera, Jane?- domandò preciso, impeccabile.

Deglutii. Respiravo si e no.Come l'aveva capito? Continuai a negare. Quell'uomo mi aveva detto di non dire a nessuno della sua visita , altrimenti l'avrebbero pagata loro stessi.

- Nessuno.- sbottai sicura.

- Certo...- rise malizioso,-Tu credi che me la beva?...Nessuno si porta la spada quando va in bagno.- Era scocciato. Più furbo di quanto immaginassi.

- L'ho poggiata lì, non sapevo dove metterla...- Continuai a mentire. Guardavo a terra.

Avanzò di nuovo verso me. Stavolta decisi di non allontanarlo. Avrebbe sicuramente capito che gli stavo nascondendo qualcosa di pesante.
Le sue mani mi alzarono il mento. Mi stava costringendo a guardarlo negli occhi. Di nuovo vicino. Il mio respiro si fermò.  

- Chi è stato qui?... Jane.- Anche i miei occhi avevano potere? Sembrava calmo , delicato, e sì. Dolce.Sembrava pregarmi. Adesso quella amareggiata ero io.

- Non posso dirtelo...- A malincuore, mi arresi. I suoi occhi ardevano per la verità...

Lasciò la presa e si allontanò bruscamente da me.

- Lo scoprirò, sappilo. - Stavolta era lui a ringhiare pieno di rancore.

- Non voglio farti morire. James! - Gli urlai contro, si voltò verso me,

- Non sono umano. Sono già morto. E la tua presenza  a Micenesis sta solamente appesantendo la mia pena...- Sdegnato mi guardò , aprì la porta e sparì via.Mi sentii vuota e iniziavo ad avere freddo. Mi voltai...
Non era possibile; Di nuovo quell'uomo. Trasalii. Appariva quando voleva...Era inutile essere rimasta sveglia. Chiusi a chiave la porta. Non dovevo avere paura di lui, anzi dovevo fargli domande.

- Oh, piccola Jane.Mi sei mancata così tanto.Eccomi qui da te.Ti ringrazio per aver mantenuto il segreto.- Il suo sorriso maligno, mi gelò il sangue.

- Senti io non so chi tu sia. Lotterò contro te con le unghie e i denti.- Quelle parole tremavano di paura e rabbia allo stesso tempo.

- Cosa intendevi per 'Io e te non siamo diversi come credi' ?- La mia era una domanda, ma già sapevo la risposta. Avevo un legame con un  vampiro. Magari proprio lui. Beh, arei fatto di tutto per spazzarlo via.

-Lo sai Jane, e se non lo sapevi ...L'hai capito.- sorrise. Era il male personificato. Rabbrividii.

-Taci. Ora farai quello che dico io.- Mi sentii strana come se mi stesse ipnotizzando. Forse stava facendo proprio quello. Sentivo che dovevo fare quello che mi diceva. Era troppo confusionale, ma dovevo farlo. Il mio istinto diceva di farlo. Si avvicinò veloce, e sentii un lieve dolore al collo;Come fosse un morso; Poi, subito dopo inconsapevole di cosa stesse accadendo mi toccai il collo. Sentivo un liquido caldo, con la mano lo toccai ed era...il...MIO SANGUE.


-Bene cara, ora vieni con me.- Improvvisamente mi trovai sulla terra. Tra gli umani. Inizialmente sorrisi, ma non ci volle molto a ricordarmi nella strada dov'ero...Era il vicolo dove con James ero caduta nell'oceano Atlantico. Il muro ancora doveva richiduere la strada.

Quell'uomo che mi aveva morso era lì con me . Pioveva.  Mi guardò negli occhi , come se fosse intenerito. Percepivo il mio sguardo spento, cupo  e ipnotizzato.Disse una frase tipo,

- Qui, piccola Jane si termina quello che è iniziato...- rifece il sorriso.Cosa terminava? Ero stordita. Debole.

La pioggia furiosa mi scompigliava i capelli, non sapevo come , ma adesso erano sciolti. I miei vestiti erano già inzuppati dall'acqua piovana. Mi piegai sulle caviglie.Inspiegabilmente sorridevo, stesi le braccia in avanti. Mi gettai dal precipizio. Senza un perché.
Urlai, saltando nel vuoto come una meteora.Il vento non cedeva,cercava invano di combattere contro la gravità invincibile, mi si abbatteva contro costringendomi a roteare a spirale, come un razzo che si schianta a terra. Caddi a peso morto nell'acqua. Era ghiacciata. Più affondavo nell'acqua nera e gelida, più ero fiera di me. La corrente mi catturò. Le onde sembravano sbattermi in tutte le direzioni. Temevo di prendere scogli e picchiare la testa. La marea s'alzò; Era furiosa. La corrente continua a sbattermi in tutte le direzioni come fossi una bambola di pezza.Mi sforzai di trattenere il respiro,stavo annegando. Il freddo m'intorpidiva braccia e gambe.Non sentivo più nemmeno il tremore.Avevo le orecchie tappate dall'acqua ghiacciata. I polmoni bruciavano , a corto d'aria, e le gambe immobilizzate dal freddo erano incapaci di nuotare. In quel momento la corrente ebbe la meglio e mi scaraventò con forza contro qualcosa di duro, una roccia nascosta nell'oscurità.
Qualcosa mi colpì il petto facendo così sprigionare il poco respiro che trattenevo. La barra d'acciaio mi trascinava via, lontano da tutti; Eppure, quando ero con James, ero a Micenesis perché , invece, ora stavo annegando? La realtà aveva dominato sulla fantasia?

Il mio ultimo pensiero fu  James.Provava tanto odio per  Elijah da dire che  non mi avrebbe mai salvata , ma neanche lui adesso c'era...Chiusi gli occhi, l'acqua salata era fastidiosa.Sentii toccare il fondo. Era finita.
Il cuore invece di decelerare, accelerava. Correva sempre più svelto. Avevo caldo. Il cuore galoppava verso il suo ultimo battito. Il fuoco che c'era al mio interno si fece più circoscritto e si concentrò nell' unico organo ancora umano, con uno slancio finale insopportabile. Uno slancio cui rispose un battito profondo, un suono cavo. Il mio cuore balbettò due volte, poi emise un ultimo battito sordo. Non respiravo più. Per un attimo, l'unica cosa che riuscii in quella fase di trans fu l'assenza di dolore.Poi aprii gli occhi e mi trovai in un luogo a me sconosciuto

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 Non ero sul fondo dell'oceano. Ero in un vicolo. Pioveva.Piangevo interrottamente. Ero sola. Le mie piccoli esili ,spalle ,erano appoggiate malconcie ad  un muro, anche questo zeppo.

Udii dei passi, qualcuno nell'ombra si stava avvicinando, paura che fosse quell'uomo che inspiegabilmente mi aveva fatta gettare nel vuoto;Mi alzai , ma crollai nelle mie stesse gambe. Ero debole e avevo fame. Pian piano che costui avanzava  tremavo sempre più fino a desiderare di morire; Quando però ,conobbi la sua identità grazie ad un lampione  che illuminava quel vicolo senza uscita;piansi ancora più forte abbattendo la mia corazza di forte e coraggiosa. Non lo ero mai stata.Si abbassò sulle ginocchia per guardami negli occhi.

- Va tutto bene, Jane. - Non credevo ancora ai miei occhi. Ma quello a pochi cm da me era James.

- Non credevo fossi in pericolo e avessi bisogno di me,-  La sua voce era bassa,amareggiata... Conteneva rancore.Mi aiutò ad alzarmi, ma con scarsi risultati. Ricaddi per l'ennesima volta nelle mie stesse gambe. Mi sentivo debole e forte allo stesso istante.Forte perché non ero da sola.

- Ho sempre bisogno di te.- sussurrai con voce flebile fissando i  suoi occhi color ghiaccio.Persi i sensi. Mi prese in braccio dolcemente.Percepivo ogni singolo battito del suo cuore.


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Spazio Autrice:
Carissimi lettori, ho pubblicato il sesto capitolo il giorno seguente alla pubblicazione del quinto perché sono più che certa che aggiornerò di rado. 
Mi raccomando , fatevi sentire tramite le recensioni e siate clementi.
Grazie di tutto ^^

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Capitolo 8
*** Settimo Capitolo. ***


Capitolo Settimo

Mi sentii poggiare su una superficie morbida.Non percepivo nessun suono. Alcun respiro. Neanche il mio. Per un attimo, l'unica cosa che riuscii a comprendere fu l'assenza di dolore. Poi aprii gli occhi e guardai in alto, sorpresa.

Tutto era così limpido.

Nitido. Definito.

Nonostante la luce sul soffitto fosse accecante, riuscivo a  distinguere le scie luminose dei filamenti all'interno della lampadina. Vedevo i colori dell'arcobaleno nel bianco della luce. Nell'aria, vedevo distinti e separati granelli di polvere sia nella zona illuminata che in ombra. I miei polmoni non si aspettavano l'aria.Non ne avevo bisogno. 
Restai in quella posizione per un altro ottavo di secondo e osservai la scena davanti a me.
Ero nella mia stanza, quella del dormitorio. Squadravo attentamente l'arredamento che  potevo scorgere dal  letto. Tutti mobili in legno: comò, un piccolo armadio, uno scrittorio, un appendiabiti però, ero da sola. Non era un sogno:Il morso del vampiro, lanciarmi nel vuoto, il soccorso di James.Era tutto vero. Ma sentivo tutto spento. Sembrava non fosse accaduto nulla. Perché James non c'era(?) Mi aveva salvata lui;Toccai la testa, sempre più intontita. Vedevo meglio e riuscivo a percepire le voci calme delle anime  che sussurravano nel corridoio, ma anche  rumori più lontani.Il mio udito sembrava sviluppato. Udii dei passi nel corridoio, poi subito bussare alla mia porta, mi alzai di scatto. Questa volta, non era come le altre:Nonostante mi fossi alzata di scatto non avevo provato il giramento vertiginoso. Sembravo una nuova me. Gli abiti erano asciutti, come poteva essere? Ero nervosa, ma decisi di non pensarci; Andai ad aprire la porta .C'era James.  Dovevo ringraziarlo.

- Finalmente sei qui!-  esclamai sorridente. Si, lo so; Era la prima volta che ero felice nel vederlo.  Ma solo perché lui mi avrebbe dato delle spiegazioni.

- Mi aspettavi? - Smorzò un sorriso , era calmo quanto indifferente.Sembrava fosse all'oscuro di tutto.

- Volevo sapere cos'è successo oggi pomeriggio...- chiesi non appena mise piede nella mia stanza. Chiusi la porta.

- Oggi, quando?...- Aggrottò le ciglia. Faceva il finto tonto (?)

- Ti prego...Non fingere che non sai nulla. Io e te sotto la pioggia...Mi hai presa.- Facevo pause perché non ricordavo abbastanza bene. 

-  Cosa abbiamo fatto sotto la pioggia?- Disse quasi strillando .Guardò divertito. Non mi meravigliavo se stava pensando a tutt'altro.

- Eravamo in un vicolo, pioveva, poi mi hai sollevata.-  La testa continuava a farmi male.

- Ero ubriaco?...- domandò spalancando gli occhi. Sembrava incredulo.

- Forse lo ero io. Scusa, ma volevo solo capire che mi era accaduto...- Mi sedetti sul letto amareggiata.

Sorrise.

- Sono arrivato prima io che Elijah?- Continuava a ridere con gusto.

- Si, mi hai salvata tu.- Precisai. 

Avevo lo strano presentimento che...Aveva capito qualcosa di sconcio.

Rimase sorpreso. La mia intuizione non aveva fatto cilecca.

- Non ti ho salvata, Jà. Ci siamo visti solo poche ore fa  e abbiamo avuto una discussione. Come sempre.- Enfatizzò le ultime due parole e continuò,

-Se sono venuto qui... è perché non voglio darti problemi con Elijah , Alyson e tutti gli spiriti di Micenesis.- disse pensoso. L'espressione sul suo volto divenne seria.

Ero lontana da lui, decisi di avvicinarmi anche perché il timbro della sua voce non era tra i migliori. Sentivo di sprofondare. Sicuramente stava per dirmi qualcosa di brutto. Mi avvicinai; Non passò il minimo frammento di tempo fra il pensiero e l'azione. Il cambiamento fu istantaneo, quasi in assenza di movimento. Ero lì a pochi passi da lui. Ero stata veloce.
Io fui sorpresa. Lui no.

-Co...Come sono...arrivata qui?...-  balbettai  spaventata e curiosa allo stesso tempo.

- Beh...- il biondo esitò. - Se ero in vena di scherzi avrei risposto con i piedi, ma...Ho avuto la dimostrazione che la mia ricerca non ha sbagliato...

- Ricerca? Hai fatto indagini su me ? ...- Sgranai   gli occhi. Su cosa di preciso aveva indagato?

- Sul tuo panino . Jane si sapeva che non eri umana, ma non mi aspettavo che avessi origini del genere...-

- Che origini? - Spalancai ancora di più  gli occhi. Improvvisamente ebbi un dolore alle gengive.Lo sottovalutai.

- Devi sapere che nel tuo panino c'era una sostanza anti vampiri.- Deglutì. Ero incredula. Ferma. Immobile.

- Lascia che continui...Se eri umana o una buona creatura...Non provavi il soffocamento per poi concludersi con lo svenimento, e dato che non hai avuto incontri con Malkfoc prima dello svenimento...L'unica soluzione plausibile è che tu sei sin da sempre legata all'altro mondo.-

-  Di che sostanza si tratta? - gli chiesi flebile. La mia voce era straziata dal dolore. - Non ce la faccio più- pensai toccandomi le labbra.

- Verbena...- mi rispose ingoiando.

- Tradotto? - Domandai. Non sapevo cosa fosse.

- E' un 'erba contro i vampiri.- 

- C...Cosa? - domandai sbigottita. Il mondo sembrava essersi fermato.

- Si...Stai diventando un vampiro...Se un vampiro ti morde prima che tu muoia da umana lo diventi definitivamente. -

 James era all'oscuro. Non sapevo che dirgli e così aprii la bocca. Mi erano spuntati i canini,percepivo lo stesso dolore di quando ero piccola e perdevo i denti di latte.
Aprii la bocca tremando e le lacrime scesero interrottamente.

- Sei già...morta...?- sull'ultima parola esitò. Era strano.

- C...Credo di si...- 

- Cos è successo Jane ?- Si precipitò verso me, sembrava preoccupato. Inutile parlare di me , della mia reazione, dei canini...James mi guardava rincuorato. Adirato com'era mi immaginavo un suo urlo e , invece, in quegli occhi blu come il cielo vedevo solo pena e preoccupazione.

- Un uomo, credo Malkfoc mi ha morsa e mi ha soggiogata...Mi sono gettata dal precipizio...E poi tu mi hai salvata.- James sembrava non seguirmi. Non mi credeva.

- Io non ti ho salvata...- Ribadiva preoccupato, era confuso quanto me.

- Ti giuro...C'eri tu...Mi hai presa in braccio.- Cercavo di non annegare nel suo sguardo limpido.  I suoi occhi erano  troppo profondi.

Mi prese per le spalle delicatamente e mi costrinse a fissarlo meglio. Eravamo faccia a faccia. Più vicini di quanto immaginassi.

- Hey...Davvero, non ti ho salvato io.- Era: serio, teso, curioso, confuso. Incazzato.

Mi allontanai. Non sopportavo quella vicinanza. Motivo? Non lo so.

- Strano...Io ho visto te...- Abbassai il capo e riprovai a toccare i canini.

- Jane...vieni.- Mi porse la mano, gliela strinsi dolcemente e lo seguii...Che intenzione aveva ?

So solo che le mie mani temevano di sfiorarlo troppo. Mi sentivo in soggezione. Con Elijah non avevo questi problemi.

Mi trascinò dinnanzi lo specchio del bagno ,lui era dietro di me...Notai in me qualche stranezza: GLI OCCHI. Erano diversi:La pupilla si era dilatata.

- Jane...Quell'immagine che vedi nello specchio...Beh sei tu.La nuova te.- Entrambi alzammo lo sguardo verso lo specchio. 

Mi voltai  agitata  verso lui, liberandomi dalle sue mani che sembravano abbracciarmi.

- Tu sei contento.- Iniziai ad aggredirlo. Senza una logica...Ero spaventata.

- Che centro io? -

- Sei contento perché starò lontana da Elijah!- Sbottai. Troppo sicura di me. La convinzione non riserva mai cose positive.

- Che mi interessa di te ed Elijah?- strillò adirato.

- Volevo aiutarti...Ma come tutti gli stupidi esseri pensi che ci sia un doppio fine.Se proprio vuoi saperlo ad Elijah non avrei detto NULLA del mostro che sei.So che ti saresti odiata di più di quanto già fai.-

- Mostro? James l'unico mostro qui sei tu. Sempre freddo, indiscreto. Salvi qualcuno e sembra che hai fatto un piacere. Se mi devi salvare per poi negarlo oppure per dire che te ne sei pentito:
NON SALVARMI PIU'.

- E' mai possibile che dobbiamo sempre litigare ?- Era scocciato. Di me. E io di lui.

- Esci da questa stanza e non metterci più piede.- Gli ringhiai contro .Sentii tipo come se mi stessi immobilizzando. La faccia mi divenne ceramica . Era dovuto sempre al vampirismo?

- Guardati. Sei pa-te-ti-ca. Me ne vado...Al vederci il meno possibile baby-succhia sangue.- Mi sfidò con quel viso istigatorio. Avrei potuto spaccargli la testa in men che non si dica, ma non ero quel mostro e non lo sarei mai diventata.


JAMES POV:

Era patetica. Ma un mostro? L'avevo considerata tale...Che idiota! Ero sceso talmente cosi in basso da sfidare  una ragazzina?  Infondo però ,avevo fatto bene. Se lo meritava. Anche se mi iniziai a sentire una merda. Nel corridoio che mi era di passaggio per poi accedere al giardino mi scontrai con Elijah. MERDA DOPO MERDA.

- Ciao...James...- Mi guardò sottocchio...Era imbronciato perché la notte precedente gli avevo detto di volerlo sotto un tram. Ero stato sincero.

- Elijah comunque mi volevo scusare...- Sussurrai senza perdere il mio IMMANCABILE ORGOGLIO.

- Di cosa James?...- Faceva il finto tonto. Sapeva troppo bene a cosa mi riferivo.

- Per ieri sera, scusa per essere stato sincero. - Gli sorrisi dispettosamente e gli voltai le spalle .Se lo meritava .


JANE POV:

Per James ero :un mostro, una baby-succhia sangue. Appellativi migliori non esistevano. Mi rilassai, o almeno ci provai...Chiusi gli occhi, mentre ascoltavo e respiravo l'odore dell'aria. Avevo fame. Un attacco di sete cocente s'intromise nei miei pensieri e al''improvviso la fragranza calda e penetrante non era più così detestabile. Sgranai gli occhi. Doveva esserci un umano. Mi lasciai trasportare dalla scia, appena consapevole dei miei movimenti mentre mi avvicinavo alla porta della stanza per uscire. Era vicino. L'odore mi dominava senza scampo. Non riuscivo a pensare ad altro mentre ne seguivo le tracce, consapevole solo della sete e della scia che prometteva di placarla. La sete peggiorò e divenne così dolorosa da confondere tutti gli altri pensieri e ricordarmi il veleno che mi era bruciato nelle vene. Persa nell'immaginazione di una vittima da sbranare; Di colpo fui consapevole che qualcuno mi stava osservando. Sobbalzai...

- Ma no cara, continua a immaginarti quanto è buono il sangue...- Eccolo. Quello stupido di Malkfoc con il suo amico serpente e scettro maligno.

- Tu...-  Dalla gola mi uscì un suono straziante.

- Si, io.Beh...Morirai se non ti nutrirai.- Doveva fare una brutta fine. Mi stava istigando.

-  Preferisco morire. Odio essere questa creatura che tu mi hai permesso di essere.- Proferii  a denti stretti. Volevo spezzarlo in due.

- No piccola, è inutile che ti metti contro di me.Non ne esci viva; Piuttosto...Perché ringrazi James se ti ha salvata Elijah?- sorrise. Non capivo.

- Inanzitutto: Non chiamarmi piccola. Due: Mi ha salvata James.- affermai sicura.

- No, no...Ero io lì  ed è stato Elijah a salvarti anche se lui non sa la verità...-

- Lui sa che sei umana . Pensa che ti sei buttata o qualcuno ti abbia spinto. L'acqua gelida dell'oceano hanno sanato i buchi dei miei canini sul tuo delizioso collo.-

- E' stato James a salvarmi.E poi...Perché al mio risveglio Elijah non mi era vicino?- Non capivo più una ceppa.

- L'ho soggiogato per lasciare la stanza , ma non per dimenticare l'accaduto... Noi vampiri abbiamo questo potere.- sorrise . Odiavo quel sorriso a idiota e maligno.

- Non dire Noi. Non c'è nessun noi. Troverò qualcosa per liberarmi da questa maledizione.-

Gli sputai in faccia quelle quattro parole e...Tanto per la cronaca: NON AVEVO PAURA DI LUI.

Mi si avvicinò e mi strinse il braccio, il dolore era insopportabile. Le lacrime sarebbero uscite a breve tempo.

- N O N    S F I D A R M I- Ad ogni lettera mi stringeva di più, e si armava sempre di più rabbia.

- E' stato Elijah colui che  ti ha salvata...Se hai visto James è perché nel periodo della morte...I neo -  i vampiri vedono quello che desiderano.- Si chiuse nel mantello come Malefica della bella addormentata e sparì. Rabbrividii pensando al 'I VAMPIRI VEDONO QUELLO CHE DESIDERANO.'

Per mia fortuna il dolore al braccio svanì entro qualche minuto, giusto il tempo che qualcun altro bussasse alla mia porta.Aprii,

- Oh Jane...Stai bene! -  Era Elijah.  Si  gettò addosso abbracciandomi . Stavo soffocando.  Mi limitai a  dargli delle leggere pacche sulle spalle.

- Perché hai  fatto quella ca****a? -

- Non lo so Elijah...- Scoppiai a piangere. Lo strinsi più forte. Ora sì che lo abbracciai. Avevo tanta ansia e paura. Malkfoc aveva inteso che desideravo James ? Come era possibile? Era un bleff. Come potevo volere una persona così odiosa e meschina?

- Va tutto bene Jane...Tranquilla.- Mi accarezzava la testa e giocava con i miei capelli. Mi sentivo bene.

- Grazie di esserci...- gli sussurrai all'orecchio senza lasciarlo andare.

- Grazie a te che quasi sul punto di morire - 

- Mi hai detto che hai sempre bisogno di me.- Mi allontanai. Di scatto. Delusa.Quella frase per quanto impossibile poteva sembrare, l'avevo detta vedendo il volto di  James, sentendo la sua voce...Mi aveva davvero salvato Elijah?

- Jane...Ho fatto qualcosa di sbagliato? Beh se è per la frase...Hai sconvolto  il mio  cuore.- Ecco . I battiti accelerati che sentivo come melodia. Dovevo capirlo prima. James era e sarà sprovvisto di cuore.

- Si...Spero  non ti sia dispiaciuto...- sussurrai imbarazzata. Il mio cuore e tutta me stessa appartenevano ad Elijah?Ma quelle stupide parole le avevo dette a James...Che inutile confusione! 

- Jane sembri turbata...Vuoi che passo dopo? - pronunciò tristemente. Volevo stare da sola. Sembrava impossibile. Qualcun altro busso alla porta. Feci cenno ad Elijah di stare tranquillo e rimanere, intanto, aprii la porta.

- Alyson!- Esclamai sorpresa. Aveva scoperto chi ero diventata?

- Piccola Jane...Devo dirti una cosa a proposito di un foglio. Mette i brividi.- Era dolce e tranquilla come sempre. Non c'era nulla da preoccuparsi. Non era venuta per rimproverarmi o per mettermi sul rogo.

- Elijah ti dispiacerebbe uscire? - L'anima  si rivolse ad Elijah quasi scocciata. Il giovane la stette ad ascoltare anche se nell'uscire non mi toglieva gli occhi di dosso. Una volta fuori,  Alyson chiuse di fretta e furia la porta.

- Va tutto bene ?- Domandai quasi  impaurita.

- A me si...Ma   a te non credo.-Ingoiai.

- Guarda questo disegno e dimmi a chi somigliano i personaggi...- Mi porse il disegno . La guardai di sfuggita ,  poi posai subito lo sguardo subito  al foglio.

- D...Direi che...Siamo io e James...- Balbettavo. Quel disegno era qualcosa di indescrivibile.

- Questo disegno cara Jane , è stato fatto millenni fa...Tu e James siete coloro che possono cambiare Micenesis...E' sin da sempre stato tutto scritto.- 

Mi sedetti sul letto. Ero angosciata...Perché James e non Elijah? Perché l'acido e non il dolce? Perché il cattivo e non il buono?

- Jane...Forse tu e James siete l'esatta congiunzione di due anime.-

- No!  E' vero,io somiglio alla ragazza raffigurata e lui a quello, ma non centra nulla. La mia vita non è scelta da un foglio di mille anni fa.- Sbottai arrabbiata. Alyson era il capo?! Me ne fregavo.

- Ti prego, lasciami sola, questa giornata è stata abbastanza faticosa.- 

Mi sdrai sul letto non curante. Troppi interrogativi. Ora che sentivo di provare qualcosa per Elijah ,qualcosa più di  una semplice amicizia, mi dicevano che io e James ...? Oh mio Dio!

- Fa' come vuoi Jane.Ma ricorda: Tu salvi lui e lui salva te.- Se ne andò.

 Mi pentii subito di come l'avevo trattata, era sempre stata gentile con me. Quel carattere vampiresco mi faceva schifo. Mi alzai dal letto pentita,  il dipinto era sulla moquette, lo raccolsi e stetti a fissarlo per circa un quarto d'ora...E poi a malincuore affermai,

- E' proprio vero...- Abbozzai un sorriso...

- Siamo io e James...-


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Spazio Autrice:
Carissimi lettori, purtroppo sono impegnata con la scuola, ma comunque...Ho mantenuto la promessa! ^^
Mi rendo conto di aver scritto questo capitolo con i piedi, ma per farmi perdonare ho fatto un video con la coppia
Janes ( James + Jane) ed Eline ( Elijah + Jane) Fatemi sapere nelle recensioni qualche coppia vi piace di più. Siate clementi :D


https://www.facebook.com/photo.php?v=10201107554605816&set=vb.1677515462&type=2&theater

 

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Capitolo 9
*** Ottavo Capitolo. ***


Capitolo ottavo

 Non riuscii a dormire. Tutto normale. Un intero mondo si fidava di me. Una vampira in transizione. La felicità di quel pianeta dipendeva da me e ...Non ero capace di portare un fardello così pesante. Il cielo si oscurò prima del solito. Il tempo scorreva inesorabile.
Esausta caddi a peso morto sul letto, il dipinto era ancora tra le mie mani. Com 'era possibile? Nonostante avevo indefiniti interrogativi, decisi di non pensarci e provai a dormire.  Poggiai il ritratto sul comò tracciando delicatamente con l'indice i confini del mio volto e quello di James, trasalii.
Mi sdraiai sul letto, sospirai...E chiusi gli occhi.
La mia mente rivisse tutte le scene della giornata: Il mio risveglio, il vampirismo, la solita lite con James, l'abbraccio caloroso di Elijah, Alyson e il ritratto...Tutto ruotava intorno a quell'insignificante disegno. Cercai di non pensarci più, mi concentrai su qualcosa di inesistente e mi addormentai o almeno provai. Stranamente...Mi addormentai...
Nel sogno era buio pesto,e c'era solamente una luce fioca. C'era qualcuno abbastanza distante da poter raggiungere, il volto non lo vedevo, mi dava le spalle...Lasciandomi nell'oscurità. Per quanto veloce corressi, non riuscivo a raggiungerlo; per quanto chiedessi aiuto, non si voltava. Dal terrore spalancai  gli occhi . Era appena l'alba...

- Col cavolo che mi addormento! Ieri già è stata una giornata rilassante poi...Ci si mettono anche gli incubi.- Mi grattai la testa come usanza per dimenticare ciò che avevo sognato, ma nulla...Persisteva nella mia mente. Il buio totale. I passi silenziosi di quell'uomo, il mio grido straziato dal dolore e dalla paura; Trasalii.

- Meglio farsi un bel bagno caldo...- Suggerii a me stessa e senza troppi ripensamenti aprii l'acqua; Raccolsi i miei capelli in una coda, mi denudai dei mie vestiti e mi gettai nell'acqua fredda; Provai brividi , ma svanirono subito. Usai il bagno schiuma  che mi aveva portato James. Per quante volte riusciva a salvarmi, c'era un'altra di litigio. Non gli ero debitrice di nulla ?Perché ci istigavamo a vicenda? E sembra il caso dirlo...Perché provavamo rancore l’uno per l’altra?
Credevo che come sempre … Il bagno mi avrebbe calmata, ma non fu così. Cos’, agitata più di prima uscii dalla vasca e una volta essermi asciugata , indossai : un pantalone nero, una maglia verde a scollo V, e degli stivali neri. Rimasi i capelli legati e mi diressi verso il comò. Quel disegno era capace di terrorizzarmi eppure, lo fissavo … Mi concentravo sui due soggetti: James ed io.

- E’ impossibile!-

- Non abbiamo mai posato per un ritratto.-  Sbuffai. Troppe cose che non quadravano.Inaspettatamente , qualcuno bussò alla porta; Era difficile sbagliarsi, di sicuro era Elijah. Percepivo il sangue scorrergli nelle vene, il cuore che pulsava più forte che mai. Aprii,

- Jane, scusa se ieri non sono passato, ma Alyson era nervosa e non volevo peggiorare le cose … - entrò e chiusi la porta.

- Come ti senti? Spero meglio, è  un miracolo che sei viva … Da quell’altezza era morte certa, ma … Che dico! Sono proprio scemo! E’ per questo che sei speciale! –Arrossì , avanzò e m’abbracciò.

 
♠♠♠

Adoravo i suoi  abbracci.
 
- Sai … -  sussurrai mentre lo abbracciavo -Credo che siano i tuoi abbracci a darmi la forza di andare avanti … - Mi allontanai per vedere la sua espressione facciale. 
Le sue guance erano rosse fuoco, le mie non lo erano più. In me non pulsava più il sangue , ed è inutile nascondere che avevo fame.
 
- Jane io sono molto affezionato a te , non avrei pace se ti accadesse qualcosa. Non ti lascerò farti del male o che altri te lo facciano. Sei la chiave per questo mondo e anche la mia, grazie a te , una volta sconfitto il male ritorneremo alle nostre vite: quelle vere, quelle da umani … -Potrei dirvi che le parole di Elijah mi riscaldarono il cuore, ma la mia testa era concentrata solo ad una cosa: DOVEVA ESSERE MIO. Ogni parola, gesto che faceva, ampliava l’odore del sangue che bramavo .

- Cos hai? –  mi domandò impaurito. Sentii i miei muscoli contrarsi , stavo male, ma anche bene.Sentivo sotto gli occhi, qualcosa di diverso.  AVEVO TANTA FAME.
 
Iniziò a correre per la stanza, ma era tutto inutile ,era una preda facilissima. Come previsto lo bloccai, mi avvicinai al collo, cercava di dimenarsi … Non volevo farlo, ma non ero io a decidere, bensì  un mostro dentro me.  Cattivo senza scrupoli, senza ripensamenti. La fame era più forte di tutto: i canini squartarono il punto croce del collo, la vena era mia. Urlava, ma col passar del tempo sempre di meno... Era qualcosa che inizialmente mi faceva schifo, ma era la mia salvezza; Se non lo avessi fatto, sarei morta a breve tempo … Succhiavo da quella vena, incontrollabile. Elijah stava cedendo lo sentivo. Sembrava non importarmi. Nella mente si fece viva l’immagine del ragazzo dell’incubo nell’ombra aveva scritto : “ IL TUO AMICO STA MORENDO”.
Mi staccai di scatto e il dolore mi fece tornare in me. Pentita. Schifata da me stessa, cercavo di svegliare Elijah, ma aveva perso i sensi.
Con la forza che  di certo non mi mancava, lo presi in peso e lo poggiai delicatamente sul letto, cercai di sanare il morso, ma non feci in tempo che si svegliò. Lo soggiogai.

-Elijah, va tutto bene …  Stavamo parlando e improvvisamente è entrato Malkfoc  , ti ha attaccato. Non dirlo a nessuno altrimenti ci uccide.-  ripeté meccanicamente quello che gli avevo appena detto. Tornò cosciente.

- Jane … Stai bene? – Si alzò di scatto la sua espressione sofferente,  mi indicò che gli avevo fatto male.

-Io si … Tu? -  Tremavo più di lui, mi facevo letteralmente SCHIFO.

-  Dai Jane è tutto passato.- Si alzò e mi diede delle pacche sulla spalla destra. Mi incoraggiava. Ero io il mostro … Forse anche più di Malkfoc. 
 
I suoi occhi caddero sul comò  e lì la sera precedente avevo poggiato il ritratto. Elijah prese il ritratto sgranando gli occhi, aveva l’impressione di non piacergli.
 
- Lo hai fatto tu? – domandò rattristito con un filo di voce.

- No. - Ammisi.

- L’ha fatto … James?- ingoiò, sembrava che stesse trattenendo le lacrime.

- Neanche … -

- Si, invece! Lui è molto bravo a disegnare e … Te l’avrà regalato!- Alzò la voce, sembrava un’altra persona.

- Ma quale regalo?!  Questo disegno me lo ha portato ieri Alyson  mi ha detto che è un disegno di millenni fa … -

- Se dai, ci credo.- Si alzò , allontanandosi completamente da me.

- Elijah aspetta!- Lo pregai prendendogli il braccio e stando attenta a non stringerglielo troppo. La mia forza non era da sottovalutare. – Io e James ci odiamo , spiegami come due che si odiano si fanno regali? -

- Forse tu odi lui ...- mi fece nascere un minuscolo dubbio che, subito svanì. 

- Si, e lui odia me! – Risposi certa. 

- Scusami, ma vado nella mia stanza. – Aprì la porta e sparì. 

In un primo momento non sapevo cosa fare … Aveva lanciato il disegno in aria ed era sulla moquette, di nuovo … Non lo raccolsi. Seguii Elijah. . .
La porta della sua stanza era aperta con sorpresa notai che c’era anche Alyson con qualche altra anima che discutevano; Temevo che si accorgesse del morso sul collo di Elijah, ma nonostante l’accaduto, il ragazzo si coprii con una sciarpa.

- Alyson … Va tutto bene ? – mi avvicinai e notai sul suo volto rugoso  molta tristezza. Sembrava spaventata.

- Piccola Jane , non direi … James è  partito,senza avvisare.- mi fissò negli occhi. Io non ci credevo. 

 
♠  ♠  ♠ 
 
- Ah … - Ammetto che rimasi scioccata. Non me lo aspettavo. Ero impietrita.

- E’ andato via … Non sappiamo quando  ritornerà , ma soprattutto se ritornerà … - Alyson era tesa.        Elijah si avvicinò, era neutro , anzi sembrava essersi calmato e anche sereno.

- Speriamo che non gli accada nulla.- Dissi fingendo di essere preoccupata, ma era meglio … Mi dava sempre addosso. Perché se n’era andato? Il mostro lo terrorizzava? 

- E’ strano non è da James … - Alyson era turbata, non se lo aspettava. 

- Dai tranquilla, ritornerà … - La incoraggiavo. Elijah mi fece segno e lo seguii … 

Eravamo appena uscita dal dormitorio , mi prese le mani e mi fissò. Lo guardai timorosa.
 
- Scusami Jane … Davvero. Non meriti che ti faccio del male. – Si avvicinò lentamente e poggiai la testa sul suo petto, al lato del cuore … 

- Grazie a te , la mia vacanza a Micenesis così possiamo chiamarla … HA SENSO! – Elijah era senz’altro un poeta. Uno di quelli che ti fanno vibrare il cuore  e  accelerare i battiti cardiaci … Ma le sue erano soltanto parole. 
 
- Tranquillo, capita di perdere la ragione. – Lo strinsi forte, i suoi abbracci erano incredibili. Mi rendevano felice. Non so perché , ma gli chiesi … 

- Perdona se ti faccio questa domanda inopportuna, ma ho perso la cognizione del tempo … Che giorno e che mese di quale anno siamo? – 

- L’anno è quello terrestre, mentre per i giorni e i mesi avanziamo … Siamo al 13 dicembre. – Il 13 dicembre? Di già? Il tempo scorreva inesorabile senza importarsene se rimani indietro. 

- Tutto bene ? – Mi sorrise e sfiorò il viso. Credevo di provare brividi, ma non era così… 

- Si, grazie. Ora conviene che vado ad allenarmi … - Sentivo di stare da sola. 

- Ricordati che sono ancora il tuo maestro. – Sorrise. 

- Si signor ! Chiedo di avere l’onore di ricevere una vostra lezione. – Enunciai con tono simpatico, Elijah mi tenne il gioco. -

 L’ onore è tutto mio , nell’avere un’alunna speciale.- Entrambi sorridemmo. Volevo stare da sola, ma era soltanto peggio. Dovevo imparare a controllarmi .Dovevo sfidarmi. 
Non riuscivo a crederci, erano passati pochi giorni e , invece, lì a Micenesis era passata un’eternità. Mi mancavano i miei genitori. Chi sa quante centrali di polizia avevano contattato...
 
- Jane non ci crederai, ma ho deciso una cosa per farmi perdonare! – Elijah interruppe i miei pensieri …  SUO  SOLITO.

- Dimmi.- Risposi sorridente e disponibile. 

-Che ne dici di andare in un club sulla  terra … Mi  mancano così tanto! – 
 
-Un club? Sei impazzito? – Sgranai gli occhi. Non vedevo un tipo come lui adatto a quello stile di vita. 

- Dai Jane che sarà mai! – Elijah non si rendeva conto che stava decidendo la mia pazzia e la morte di centinaia di persone. In un club sai quanti corpi si muovono? I  battiti dei loro cuori? Il sangue che pulsa nelle vene ? La brama di sangue che accresce sempre più … 

- Va bene … Andiamo!-  Cogliona che ero , accettai. Se andava male lo ipnotizzavo. 
A pochi isolati dalla biblioteca c’erano tre vortici: Uno azzurro a destra, fucsia a centro e verde a sinistra.

-Wow … - Ero incredula. Pura magia.

- Possiamo accedere a quello fucsia, è la terra.- Elijah mise un piede nel vortice ed era divertentissimo. Lo aveva risucchiato. Senza pensarci due volte mi gettai anche io…

 
♠ ♠ ♠ 

Era la mia terra. La riconobbi subito.

- Dai Jane non ti imbambolare abbiamo un club da spaccare. –  Mi prese la mano e iniziammo a correre. Ero felice. Pensai di fare un salto dai miei, mi era di strada. Amavo il vento che giocava con i miei capelli. Sulla terra dovevano essere circa le 21:00. Odiavo il cambio di orario.

- Jane eccolo! – Non sto qui a scrivervi dove si trovava perché era sperduto, ma da fuori si percepiva il silenzio … Il mio orecchio abbastanza sviluppato sentiva anche il minimo rumore. 

Il pub era quasi sottoterra; Scendemmo le scale e c’era davvero tanta gente. Non riuscivo a respirare. Scherzo, non avevo bisogno di  aria. Elijah mi trascinò dolcemente in pista chiedendomi di ballare e così scaricare tutta la tensione. Lo stetti ad ascoltare e piano pian mi lasciai andare … Si assentò per prendere delle bevande; In sua assenza notai molta agitazione in un angolo lontano dalla pista … Mi avvicinai cauta, intravedevo diverse sagome. Non riuscivo a vedere nulla, mi ero abbastanza allontanata dalla folla .Iniziavo ad avere paura. Venni bloccata da qualcuno, era alle mie spalle e mi tappò la bocca. Mi dimenavo, ma sembrava essere più forte di me. Nessuno si accorgeva che ero in pericolo nemmeno Elijah. Che fine aveva fatto? Colui che mi aveva presa mi portò in uno stanzino. Voleva approfittare di me?
Il cuore sembrava essersi riacceso. Quell’ uomo chiuse la porta e rimanemmo da soli. Si tolse il cappuccio. . .


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Spazio Autrice
Carissimi lettori perdonatemi, ma anche questo capitolo l'ho scritto con i piedi...Tutta colpa della scuola, credetemi...Mi sta uccidendo!
Spero vi piaccia! Mi raccomando fatevi sentire nelle recensioni. Chi è quest uomo con il cappuccio? Idee? 
Un abbraccio forte :)


 

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Capitolo 10
*** Nono Capitolo. ***


Capitolo nono


-  Chi sei ?… - Ero a terra, non avevo intenzione di alzarmi ; Lui, era a pochi passi da me, in piedi. Alto e forte com’era perdevo ogni speranza. Sarei di sicuro morta. Sapevo che se avessi provato ad alzarmi si sarebbe voltato come una furia e mi avrebbe fatta fuori.

- Parla, diamine.- Alzai il tono, ma non il mio corpo.

- Ti vuoi voltare ? – Insistevo . Ero infastidita .

Non mi ascoltava. Sbuffai.

Era nel pieno dell’ombra, anche se aveva tolto il cappuccio, mi era impossibile vederlo. Continuava ad essermi di spalle. Mi alzai silenziosamente, la porta era più vicina  a me che a lui, con la velocità che mi ritrovavo l’avrei potuto seminare. La curiosità però, era troppa; Un gesto inspiegabile e stupido mi fece avvicinare alle sue spalle, lo stanzino era abbastanza piccolo. Appena mi avvicinai per capire chi fosse, si voltò in un batter baleno. I nostri nasi erano capaci di sfiorarsi. C’era troppa vicinanza.

- Tu? – La mia era un’affermazione. Sgranai gli occhi.

- Potrei dire lo stesso di te … Tu? – sorrise nel suo solito modo beffardo.

- Che ci fai qui?- Non mi fece neanche finire che mi pose la stessa domanda.

- Te l’ho chiesto prima io. -  dissi alzando le sopracciglia e mettendo le braccia conserte.

- Non sono affari tuoi. – Sorrise. Che idiota.

- Se non sono affari miei, non vedo perché dovrei dirti il motivo per cui sono qui. Sei sparito, sono tutti preoccupati per te , e tu , invece,  sei a spassartela in un pub. – Il buio migliorava le cose. I suoi occhi facevano un altro effetto. Non li vedevo tanto.

- Siete preoccupati?...- Sembrava aver abbassato la testa. Quasi arreso.

- Si! – Esclamai. – Alyson era a pezzi … L’hai delusa. – Non volevo andarci giù pesante, ma una ramanzina la doveva pur avere.

- Che strano modo di ragionare , siete preoccupati e ve ne andate in un pub. Nel pub solitamente ci si diverte … Direi che più preoccupati siete euforici. – Mi aveva fregato. Era così furbo che sapeva in qualsiasi occasione ritorcere il tutto a suo favore. Lo odiavo.

- Tu capisci sempre male! – Sbottai. Ero alle strette.

- No, Jane … Io capisco la realtà. Capisco quello che vedo. Vuoi che indovini … Qui ti ha portata sicuramente Eli, non è così? – Sorrise e poi, i suoi muscoli facciali ridivennero rigidi,tesi.

- Si … - Abbassai il capo. Sapeva tutto. Era impossibile fregarlo.

- Festeggia in modo così esplicito. E’ patetico. – Sembrava deluso, come se ci fosse rimasto male. Aveva ragione. Elijah era cambiato appena aveva sentito che James era sparito, ma   perché?

Mi sistemai i capelli, ero così impacciata. Guardavo a terra. Non riuscivo ad andarmene.

- Perché sei andato via? – Domandai ; Non mi importava se per lui ero un mostro. Volevo sapere cosa lo straziava .

- Ho da fare con una ragazza … - Voleva dimostrarsi come sempre: FORTE E MENEFREGHISTA. Dimenticavo … STRONZO.

- E ti sembra questo il modo per sparire? Non dirlo? – Continuavo ad essergli vicino, sembrava che ci sfiorassimo. Le litigate mi erano mancate , anche se era stato via per poco tempo.

- Ho i miei bisogni di maschio … - Sorrise malizioso. Misi le mani alle orecchie segno che non volevo sentire quelle cose.

- Fai proprio schifo! – sbottai disgustata. BLEAH!

- E’ ovvio piccola, non mi hai mai visto nudo! –

Sbattei i piedi a terra.

- Sei un idiota! – digrignai a denti stretti.

- Lo so … Ma devi smetterla di fare la santa, Jane. Non ti si addice. – Sorrise. Era davvero rimbambito. A che si riferiva?

- Ho già vinto piccola Jane. – Sorrise di gusto.

– Durante la  transizione . . .Hai visto me , qualcosa vorrà dire. – Mi sussurrò questa frase all’orecchio e inspiegabilmente nacque un brivido che scese per tutto il braccio e si estese  per tutta la schiena. Aprì la porta e sparì prima che mi rendessi conto del significato della sua frase …
 
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 Uscii anche io . Impietrita. Fissa su quella frase. Pregavo che tra tutta quella gente vedessi Elijah. Fortunatamente il caos sembrava essere diminuito,e mi ci volle poco per beccarlo.

- Jane , ma dove eri finita? – Elijah era più arrabbiato che preoccupato … Non volevo sospettasse dell’incontro con James. Aveva le mani occupate : 2 drink color rosso e una fettina di limone. Pregavo che fosse sangue, ma era impossibile.

- Ero in bagno … - Balbettai.

- Ah … Va bene , ti senti meglio? – Domandò preoccupato. Era più rilassato.

– Tieni … - Mi porse un bicchiere,

- Grazie, sei molto gentile … - Sorrisi, Elijah si toccò il collo.

- Fa ancora male? –

- Un pochino , ma passerà. – Si avvicinò e mi abbracciò, ma stavolta non l’abbraccio innocuo, amichevole … Fece passare la mano destra dietro la mia testa per poi poggiarla sulla mia spalla destra … Sembravamo una coppia. Rimasi immobile.

- Allora … Ritorniamo a casa ? – Sorrise e bevve un sorso del succo.

- V … Va bene … - Balbettai. C’era qualcosa in quel succo? Era diverso … Più del solito. Era un finto timido? Pensando al finto timido,  nella mia mente si presentarono le parole di James:  - Lo so … Ma devi smetterla di fare la santa, Jane. Non ti si addice. –

Io una santa ? Ma scherzava. .. E poi. . . Cosa interessava a me che aveva da fare con una ragazza? Non immagino neanche.

- Jane … Ogni tanto mi abbandoni. – Elijah smorzò un sorriso, ricambiai.

- Scusa … Ma sono stanca. –

- Ti sento triste. – Si fermò, mi bloccò la strada. Mi prese dolcemente per le spalle. – Jane cosa ti succede? –

- Nulla. Voglio solo tornare presto a Micenesis … Venire qui non è stata una buona idea … E’ la mia terra. – Ero dispiaciuta e glielo feci notare. Troppa nostalgia: della terra, scuola, famiglia …

- Sono uno stupido! Volevo farmi perdonare e ho peggiorato la situazione. Saremo a Micenesis in un batter d’occhio. -  Era mortificato. Non doveva sentirsi così , non se lo meritava … Era tutta colpa mia.

- Hey, no! – Stavolta fui io a mettermi davanti a lui. Gli bloccai la strada.

- Infondo sono stata bene. – Sorrisi. Si avvicinò … Quella scena l’avevo vissuta pochi attimi fa con James. Non provavo la stessa sensazione. Ero indifferente.

- Credo sia tardi , andiamo? – Ruppi quell’attimo imbarazzante. Elijah  voleva baciarmi . Il suo avvicinamento e movimento delle labbra, faceva capire quello.

- Si. Scusa. – Aveva avuto proprio una doccia fredda. Credevo che per lui fossi un’amica , ma gli amici non si baciano. Proseguimmo in silenzio  , la strada dinnanzi a noi era dritta , poi svoltammo a destra . . . La via non era illuminata, ma mi saltò all’occhio il vortice : uguale a quello di Micenesis. Guardai di sfuggita Elijah, sorrisi e mi gettai. Mi seguì.

Atterrati a Micenesis, l’imbarazzo svanì. Lo abbracciai e gli augurai buona notte,

- Grazie … Per la splendida serata – Abbozzai un sorriso. Tanto vero quanto finto.

- Grazie a te che hai accettato … E’ stato un onore! – Sembrava calmo, come se non lo avessi mai rifiutato.
 
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Sorrisi come un ebete. . . L’avevo scampata.

- Buona notte! – Mi augurò accarezzandomi la guancia, presi la sua mano e gliela strinsi dolcemente facendogli capire che per qualsiasi cosa poteva contare su di me.

- Ti voglio bene Elijah . Notte anche a te. – Sorrisi , gli lasciai la mano, ma inaspettatamente sentii molta energia in lui. Mi tirò a sé e non capii nulla.

Le sue labbra sfiorarono le mie. Ricambiai il bacio. Sentivo la sua bocca aprirsi per entrare in contatto con la mia lingua, ma feci in modo che non accadesse. Ci riuscii.  Ci staccammo l’uno dall’altra dopo pochi istanti. Elijah sembrava tanto innocuo, ma … ERA TUTTA APPARENZA!

- Cosa hai fatto?. . . – Domandai sfiorandomi le labbra. Non ero contenta.

- Scusami , è stato l’istinto. . . – Ma che scusa? Che istinto? Era tutto programmato. Stetti zitta.

- Tranquillo, notte …. – Gli sorrisi. Ero un po’ felice … Non avevo mai baciato anche se…Quello di Elijah non lo reputavo un bacio; Era solamente un modo di sfiorarsi le labbra. Mi rifermò …
 Fui colta da un capogiro ed ebbi la sensazione di essere sul punto di svenire.

 
Elijah mi guardò stranito, preoccupato
 
-Va tutto bene? Hai l'aria di una che potrebbe cadere a terra da un momento all'altro.-
 
Sbattei gli occhi, continuava a guardarmi.

 -Cosa? No, sto bene.- Cercai di rassicurarlo.

Lui non sembrava intenzionato a lasciar cadere la questione.

– E’ per via del bacio? Non dovevo … Perdonami. –

- No, tranquillo … Sono sorpresa, tutto qui – Abbozzai un sorriso. Ero incredula. Era così strano quell’atteggiamento di Elijah. Risi. Sorrise.

- Tutto bene ? Perché ridi? – Domandò affiancandomi con la sua risata. Anche se ero morta. Anche se ero una vampira, sentivo delle vampate di calore che mi arrossivano le guance.

- E’ ... – Cercai di calmarmi. I polmoni e lo stomaco stavano per esplodermi. Ridevo tanto. Senza senso.

- E’ cosi strano. Lascia stare. Ora vado che sto morendo dal sonno.- Lo lasciai lì , su  due piedi. Correvo. Ero felice. I miei capelli, come sempre giocherellavano con il vento.  Il dormitorio si trovava a sud mentre il vento batteva nella direzione opposta. Mi sentivo una selvaggia. Una ribelle. Opponevo resistenza al vento. Giunta in camera mi  tuffai sul letto. Il mio corpo leggero non aveva provocato cigolii. Ero felice, ma lo sentivo dentro. . . NON ERA PER IL BACIO.

Più che bacio lo consideravo un gesto di affetto . Uno sfiorarsi di labbra e STOP.
Stranamente il ritratto in cui eravamo raffigurati James ed io, era sul letto.

- Non era sulla moquette ? – Sgranai gli occhi, ma non diedi troppa importanza. L’unica cosa che pensavo era la frase di James. Non si arrendeva a cosa ? Non ditemi che anche lui sapeva quello che mi aveva raccontato Malkfoc? Se fosse stato così, che imbarazzo! Tutte dicerie. Non sono né attratta da lui, né lo voglio. Per l’ennesima volta però, mi aveva salvata. . . Avrei potuto soprannominarlo il “Biondone Salva-Vite che ti rovina l’esistenza”. Appoggiai la testa sul cuscino, iniziando a immaginare delle cose senza senso e non sapevo perché , ma ridevo. Forse quando si è vampiri ogni emozione è ampliata?
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JAMES POV:

Elijah era un idiota. Quel ragazzo soffriva di disturbi psichici . Portare Jane in un pub dove avrebbe potuto riscontrare demoni? ( C’era quasi …) Fortunatamente esisto io. Modestia a parte. Mi trovavo in Carolina per sbrigare una faccenda. Avevo bisogno di lei: alta, fisico Ok, bionda capelli lunghi lisci, un naso perfetto, vanitosa, solare, piena di vitalità e amante della moda. Tutte queste caratteristiche erano sinonimo di Rebekah Lockwood. Era da anni che non avevo sue tracce. Ora avevo l’obbligo di ritrovarla. Il mio piano prevedeva i suoi aiuti.
Dato che con Rebekah avevo vissuto un quarto della mia vita, potei immaginare dove fosse. Sicuramente in South Carolina. Nonostante vivesse da un’eternità sembrava non avere tanti amici. Era schietta e questo faceva di lei un mostro da allontanare. Non per me. Le persone sincere le ho sempre ben accette.
Mi recai in un grill; Era che lì che Rebekah fissavamo un incontro. Un luogo isolato e con poca gente. Quattro ubriaconi straziati dall’amore non corrisposto.

Il mio istinto non si sbagliava.

Ero sulla soglia del grill da lì ammiravo tutti i volti amareggiati. Era passato circa un anno e non era cambiato nulla. Lei era lì. Al banco che portava un bicchiere di liquore alla bocca; I suoi capelli biondi erano raccolti in uno chignon e indossava un abito rosso con dei tacchi dello stesso colore. Che sorpresa appena mi avrebbe visto. Mi sedetti allo sgabello affianco. Sembrava non avermi notato. La fissai; Distrattamente alzò lo sguardo verso destra, dov’ero io.

- James! – Esclamò meravigliata. Portò le mani alla bocca come se avesse visto un uomo nudo che correva per la città gridando “ Sono Barbie”

- Reby! Sapevo che eri qui – Le sorrisi maliziosamente.

- Sembri un miraggio , idiota! – Sorrise e mi diede un colpetto.

-  Ti trovo splendida … A parte qualche bicchierino. – Non volevo sbilanciarmi troppo. Era molto suscettibile.

- Va al diavolo. Quale vento ti porta qui ? – Portò un altro bicchiere alla bocca. Le toccai il braccio.

- Non se ne parla proprio. Adesso andiamo. –
Le vietai di portare il  bicchiere di una vasta serie. Barcollava, il barista si era assentato. Scappai veloce e usciti fuori, in una via abbastanza tenebrosa cercavo di far svegliar Rebekah. Dormiva e blaterava qualcosa nel sogno.

- Rebekah svegliati. Diamine. Dove cavolo abiti? – La reggevo. Si afflosciava nelle gambe.

- Abito in street 53 Angels – Aveva ragione. Era la stessa villa dove abitava anche un anno fa. Che fortuna! Sapevo dov’era. Rebekah era figlia di un importante assessore: morto quando aveva solo 13 anni insieme a sua madre e suo fratello in un incidente stradale. Una strage. Aveva ottenuto il permesso di vivere la sua adolescenza in una comunità. Una volta mi raccontò che erano abbastanza severi  ed erano capaci di frustare per ogni banalissima cosa. Questo aveva fatto di lei una stronza senza pietà.
Arrivai nella villa, fontane e giardino rendevano un’idea a  cosa stavo per accedere. Un lusso indescrivibile. Come usanza di tutti, la copia delle chiavi era sotto il tappeto. Aprii e  poggiai la stordita delicatamente sul primo divano che trovai.

Si svegliò e sembrò leggermente lucida.

- Che stupidone che sei!- Sorrise. Sembrava che la sbronza fosse svanita. Impossibile.

- Non sei ubriaca? – Domandai perplesso, accomodandomi sulla poltrona vicino al divano.

- Sono una vampira , James. Immagini dei morti ubriachi? – Rise e l’affiancai. Dopo poco ritornai in me.

- Mi era sfuggito, ma meglio così. Sei ancora più indispensabile. Importantissima. – Sorrisi e lei, si sentiva lusingata. Si sporse in avanti verso me e mi baciò con foga. . . Era il suo saluto. Ci staccammo dopo lunghi minuti. Sorridemmo divertiti.

- Ritorniamo a noi . . . Cosa ti serve Bad boy  che trasudi tanto sesso? – Arrossii. Non era da me. Rebekah era sempre troppo esplicita.

- Dai scherzo! – Sorrise e assunse un’aria interessata a quello che stavo per raccontarle.

- Beh … - Balbettai. Ero mezzo scioccato.

– Ho incontrato una ragazza che era in pericolo in North Carolina , l’ho salvata e l’ho portata a Micenesis. Litighiamo in continuazione e molte volte non avrei mai voluta coinvolgere … Anche perché il merito se lo prende giorno dopo giorno un deficiente che le lecca il didietro. Pensa che l’ho salvata poche ore fa. Sono andato via da Micenesis e lui l’ha portato in un pub pieno di demoni. Non capisco se voleva festeggiare la mia sparizione o la morte di Jane. – Sbuffai, Elijah era un perfetto idiota, me ne capacitavo sempre più.

Rebekah sembrava infastidita. Non immaginava che parlassi di una ragazza. ERA TROPPO EGOCENTRICA. Voleva essere l’unica donna al centro della mia vita.

- Jane. . .E’ quella che hai salvato? – Rispose irritante.

- Non l’ho salvata solo una volta. La salvo spesso. E’ strano. Qualcosa che parte da dentro. Tu sai che ho sempre pensato a divertirmi e  lei . . . –

- E’ diversa? – Rebekah stava male. Non era la persona migliore per cui confidarsi.

- No.  . .Lei ha stravolto tutti i miei piani. – Ammisi.

- Cos ha di speciale? –

- Nulla. E’ piccola, rossa e ha un brutto carattere. – Rebekah rise, lo feci anche io. Le nostre risate erano un  dolce e acuto frastuono . Sul tavolino di vetro vi era una bottiglia di liquore e due bicchieri di vetro pregiati.

- Brindiamo? – Chiesi con un sorriso accattivante.

- Si James. A noi e alla nostra entrata come coppia a Micenesis.- sorrise e aggiunse. – Ti amo .- 


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Spazio Autrice:
Carissimi lettori, ecco pubblicato il nono capitolo.
E' stato davvero impegnativo e  non mi meraivlgio se trovate errori, 
perdonatemi e fatevi sentire nelle recensioni.
La ragazza di sopra è Rebekah. Dite cosa ne pensate. Spero di non aver deluso le vostre aspettative.

Baci!


 

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Capitolo 11
*** Decimo Capitolo. ***


Capitolo Decimo

JANE POV:

Mi sembrava aver dormito per un’eternità. Il mio corpo era rigido, come se per tutta la notte fosse rimasto immobilizzato, e i miei pensieri confusi e lenti. Nella testa si muovevano un groviglio di sogni- sogni e incubi- strani e variopinti.

Vividissimi. Il terrore e il paradiso congiunti in una mescolanza bizzarra. Impazienza pungente e paura riempivano la mia mente. Dubbi.
Aprii gli occhi ; Spaventata  mi alzai di soprassalto. . .

- Maledetti incubi! – Grattai gli occhi e qualcosa vicino le dita mi fece male la palpebra che avevo appena strofinato.

- Che diamine è?. . . Un anello? – Un anello con una pietra blu particolare  occupava il mio indice destro. Non era troppo grande neanche stretto o largo. Sembrava appositamente inventato per me.
Mi  grattai la testa facendo una smorfia disinteressata.

- Non è che. . . Il bacio con Elijah? . . .Ci sposiamo? – Sbarrai gli occhi, tolsi l’anello e aprii le tende. Dovevo vedere se era sorto il sole, dopo ciò mi sarei recata in camera di Elijah e avrei chiarito tutto: SOLO AMICI.

Qualcosa di strano accadde. Appena entrai in contatto col sole la mia pelle iniziò a bruciare. Le ustioni erano incredibili. Non sapevo dove ripararmi. Urla strazianti uscivano come gemiti dalla mia bocca. Chiusi le tende, ma fu un gesto fatto per fare eppure. . . la tortura svanì. Lentamente. . .Le ustioni sparirono e con esse anche il dolore.

- Che diamine mi succede? – Fissavo terrorizzata le mie mani ,  le giravo e rigiravo. Ero vittima di un incantesimo?

- Nulla di che.- Una voce familiare parlò alle mie spalle, mi girai di scatto.

- Che bel buongiorno! – Esclamai sbuffando.

– Sempre nei momenti meno opportuni. . .Malkfoc. . .- misi le braccia conserte e annoiata lo fissavo da sfidante.

- Che brutto modo di ospitare chi ti ha permesso di essere immortale.- Si sedette sul letto giocherellando con il suo scettro.

- In questo mondo non mangiate ? . . .- Domandò istigante; Alzai un sopracciglio tenendo la faccia da annoiata e spavalda.

- Ah già,Tu. . . Sei un vampiro. . .Come procede con la tua alimentazione? – Sorrise a 34 denti , potei notare i molari dorati. Mmh. . . Interessante.

- Tu forse non hai capito caro Malkfoc. . . Io mi libererò dalla tua maledizione.- Digrignai a denti stretti.

- Jane, vuoi fare tanto la guerriera, ma sei debole. . .Ho notato qualcosa di diverso nel tuo amico. – Stuzzicava .Che dite: Si sarebbe lamentato se a breve gli avrei spezzato il collo?

-  Elijah?. . .- Aggrottai le ciglia. Il mio viso divenne imbronciato, preoccupato . . . Avevo paura di quello che stesse per dirmi, lo avevo anticipato.

- Esatto, che gruppo sanguigno è? . . . – Rise. Una risata davvero insopportabile. Squallida. Malefica.

- Non lo so. – Abbassai lo sguardo. Delusa per essere  ignara del gruppo sanguigno dell’ umano.

- Hai molta strada da fare piccola Jane. . .- Rise di nuovo. Stoppai la sua risata come il vento. Un soffio freddo. Rapido.

- Non permetterti di chiamarmi piccola. –  Fui irritante. Si  alzò dal letto e non me ne resi neanche conto fu a un palmo da me : mi strinse il collo, ma non provavo dolore; Non sentivo l’aria che mi mancava semplicemente  perché i morti non hanno bisogno di respirare.  Tutto grazie a lui.

- Oggi attaccheremo e sveleremo a tutti la tua identità.- Non mi preoccupava l’attacco, quello prima o poi ci sarebbe stato. . . Ciò che mi preoccupava era quel ‘ attaccheremo’ , quanti ne erano? Che esseri? Tutti vampiri?. . .

- Se fossi in te piccola Jane, non sarei tanto incosciente, quell’anello  è  un mio piccolo regalo. . .- Lasciò la presa.

L’aria non mi era mancata, ma il collo era indolenzito. . .Lo toccai cercando di placare il fastidio. Faceva male.

- A cosa serve l’anello? – Domandai agitata .  abbassavo la testa.

- A proteggerti dal sole stupidina. Sei una creatura della notte, ormai. . . – Sorrise e come suo solito sparì nel suo mantello color nero pece.

- Stupidina a chi? – Non  feci in tempo , era già sparito. Dovevo avvisare Alyson o Elijah. Dovevo avvisarli per l’attacco. Mi catapultai fuori dalla stanza e sbattei la porta ; A passo veloce giunsi fino la stanza di Elijah; La porta era aperta. . . Entrai.

- Elijah ci sei?. . .- Domandai avanzando cautamente. La sua stanza era più interessante della mia. . .Ops.  La “loro “dato che la condivideva con James. Le pareti  erano  di color blu notte, le mensole di legno sostenevano i libri ben curati anche se qualcuno. . . Un po’ ingiallito. I loro letti piegati e un profumo di pulito vagheggiava per la stanza,  due armadi medi,  e finestre con tende identiche alle mie: stessa tonalità di rosso.  Su una mensola  meno curata dalle altre vi era  una cornice. La mia curiosità mi spinse a prenderla e cercare di riconoscere i soggetti, ma con un tempismo da far paura … Elijah uscì dal bagno.

-  Jane. . . Non ti avevo sentito.- Era a petto nudo. Il suo corpo smagrito faceva intravedere le costole. Con l’asciugamano bianca asciugava i capelli.

- Non credo sia normale.  . . – Aggrottai le ciglia. Era strano.

- Cosa Jane?. . .Vuoi che mi copra?-

- Non dico questo, ma lavarsi  e lasciare la porta della stanza aperta. . .- Non continuai. Non volevo pensare che l’ingenuo e dolcissimo Elijah aveva doppi sensi. Non poteva essere.

- Jane sarà per quello che è successo ieri. . .  Sono un po’ rimbecillito.– Sorrise beffardo.  Mi leccai le labbra. Ero nervosa.

- Ecco. .  . Appunto per quello che è accaduto ieri. . .- Pronunciai queste parole titubante, sapevo che quello che gli stavo per dire lo avrebbe turbato e forse avrebbe cambiato il nostro rapporto radicalmente. Ma dovevo. Non potevo illuderlo.

La porta dietro di noi sbatté, ma non gli diedi importanza. . .Non mi girai. Ero troppo concentrata a non fare guai. Fissavo a terra. Non riuscivo a incrociare lo  sguardo di Elijah.
Un po’ di coraggio scorse nelle vene che adesso erano futili. A cosa servivano ad una vampira? Alzai lo sguardo. Elijah era sbiancato. Aveva visto un fantasma?  Guardava dietro me con la bocca spalancata, mi voltai. . .

- Fate pure! – La sua voce suonò fredda nelle vene ( che non avevo). Indifferenza. Brividi. Paura. Salvezza. James mi fissò come se avessi ucciso qualcuno, come se avessi provato ad uccidere LUI. Come una mamma di un bambino  senza vita sul ciglio della strada guarda il guidatore, l’assassino. Rabbia. Dolore. Irrigidì la mascella.

- James che ci fai qui? – Elijah era a dir poco irritato. Infastidito senz’ altro dalla presenza del biondo.

- Ti ricordo caro Elijah, che questa è ANCHE la mia stanza. . . – Sorrise. Non reagì alla provocazione che in modo indiretto Elijah gli aveva posto.

- Si, ma non eri partito? – Continuava ad insistere. Si mise dinnanzi  a me. James mi guardava e ad Elijah dava fastidio.

- Se parto o rimango sono affari miei. Non sei nessuno per  cui debba dare spiegazioni.- Parlava con Elijah, ma sembrava riferirsi a me. Con la coda dell’  occhio , lo sguardo si posava SEMPRE su me.

- Va bene , allora fai quello che devi fare. – Elijah suggerì frettoloso. Mise distratto una maglietta e mi tirò con lui. Mi prese per il braccio destro, in modo delicato e si diresse verso la porta. Passai dinnanzi a James e lui mi tirò l’altro braccio, quello sinistro.

- Ma che avete ? – Domandai nervosa. Elijah mi lasciò , proseguì da solo. Sembrava distratto. James ed io rimanemmo soli per alcuni istanti.

Si avvicinò al mio orecchio, la sua presa era INDESCRIVIBILE. Il suo fiato caldo sul mio collo freddo mi fece rabbrividire. Sussurrò:

- Deve essere bello avere un ragazzo dal quale ottieni i due piaceri. – Sorrise, ma sembrava infastidito.

- James lasciami.- Arrabbiata cercavo di liberarmi.

- Toglimi una curiosità: E’ meglio come pasto o nei baci e  anche di più (?)- Mollò la presa e mi liberai.

Lo colpii al volto con uno schiaffo che lo fece sobbalzare.

Lui si portò una mano alla guancia, più per la sorpresa che per il dolore.

- Credo che ti vada bene come risposta. – Lo fissai negli occhi , me ne andai. Era chiaro che non gli avevo fatto nulla, ma era sorpreso. Doveva iniziare a temermi.

Corsi da Elijah. . . Stava male. Lo sentivo. Speravo solamente che non avesse percepito prima del previsto quello che stavo per dirgli. Non avevo il coraggio. Nel corridoio che mi conduceva in giardino, mi scontrai con Alyson: sorridente, allegra, piena di vita come sempre. . .Dovevo dirglielo o no? Mi fermò . . .Bene. . .

- Piccola guerriera. . . Non stai frequentando le lezioni di combattimento? – Esitai. Ero impacciata come quando un’alunna non fa i compiti per casa.

 - Ehm no . . . Però. . . ho fatto un brutto sogno.- Cercai di inventare il come, il resto avrei detto soltanto la verità.

- Ah … E cosa piccola? – Sorrise, ma era preoccupata.

- I nemici attaccavano. . .Dobbiamo metterci in salvo. I miei sono sogni premonitori. Credimi Alyson. – Non facevo sogni premonitori, ma cosa dovevo dire? Non potevo di certo dire sono una vampira.

- Perché menti Jane, non è da te. . .-  Per cosa, secondo Alyson stavo mentendo?

- Alyson io . . .Non capisco . . .- Facevo la finta tonta, non mi riusciva bene, però . . . Potevo pur sempre tentare.

Mi indicò di entrare nella stanza più vicina a noi, la seguii. Concentrandosi su uno dei suoi poteri chiuse la porta e pronunciando delle frasi , fece in modo di non far sentire la nostra conversazione a corpi al di fuori della stanza.

- So cosa sei. . . E avrei tanto voluto che me l’avresti detto. – Volevo morire per la seconda volta e stavolta però, non avrei continuato a vivere. Ero colpita. Delusa da me stessa e so per certo che avevo deluso anche Alyson.

- Mi dispiace Alyson. . .- Scoppiai a piangere e crollai nelle mie stesse gambe. Il pavimento non era freddo come quando mi sdraiavo da umana. Eravamo entrambi freddi.

- Jane , io sono un’anima riconosco e soprattutto sento un cuore che batte e un altro , invece, morto. – Sorrise nonostante la situazione fosse abbastanza drastica. Cercava di non farmelo pesare.

- Non volevo dirtelo Alyson perché sapevo. . . – Bloccò le mie parole,le mie lacrime, i miei singhiozzi, sussulti.

- Tornerai umana Jane, te lo prometto. – Rabbrividii. Alyson non stava dicendo per davvero.

- Tutto dipenderà da te. . .- fece una pausa. Prestai molta attenzione alle sue parole

. – Malfkfoc, colui che ti ha reso immortale vuole da te la chiave, ma non ha capito che la chiave sei tu. Tu sei la chiave per riaprire il mondo dei vampiri e nelle leggende solitamente è un’umana. Lui ha fatto un grosso errore con te OVVERO QUELLO DI TRASFORMARTI, non solo perché molto probabilmente non potrà accedere al suo vero mondo e quindi non farne più ritorno con il suo esercito, ma soprattutto perché ti ha impedito la tua vita da comune mortale.-

- E se, invece, l’ha capito ? – Domandai spaventata. Perché  solo io vedevo quel mondo invisibile ? Inesistente?

- E’ impossibile. Si sarebbe ucciso da solo. Io combatterò per farti ritornare la creatura deliziosa che eri e che il cielo ha voluto che tu nascessi.- Sorrise e mi accarezzò. Stavolta percepii la sua mano calda che mi sfiorava la guancia destra, fredda.

- Alyson stavolta ti sento.- Sorrisi e allo stesso tempo ero spaventata.

- Si, adesso sei una mia simile. Entrambe siamo. . . MORTE.- Accennò un sorriso che poi svanì. Approfittai per abbracciarla e poi me ne andai. Dovevo migliorare la situazione tra me ed Elijah. Non volevo perderlo.

Uscii di fretta e furia con una voglia di vivere alle stelle. Potevo ritornare la Jane di sempre ? L’umana. Magari ritornare anche sul mio pianeta, continuare la mia vita e dimenticare tutto. Stare con i miei.
Mi recai in giardino. Era lì che i miei sensori di vampira avevano percepito Elijah. Dovevo chiarire con lui. Lo trovai seduto su un gradino, avvolto da diverse specie di fiori: allegri e di tonalità vivaci. Mi sedetti accanto a lui e gli sorrisi, non mi volse né lo sguardo e né la parola per i primi 5 minuti. Iniziai io. . .

- Tutto bene?- chiesi timorosa fissandolo senza soggezione .

- Si, Jane … - Continuava a non guardami, delicatamente presi il suo viso e lo girai verso me.

- C’è qualcosa che non va, se è per ieri. . .Io neanche. . .- Gli si accesero gli occhi. Stava male e non volevo ferirlo più di quanto lo fosse.

- Tu cosa , Jane? Per me è importante. – I suoi occhi dorati brillavano di luce vera. Era sincero . Non volevo ferirlo. Avrei sofferto anche io.

- Beh. . . – Non so perché ma gli dissi,

- Io neanche ci sono rimasta male. . . Mi è piaciuto. –

 Sorrisi anche se non ero certa che fosse la verità. Ero stanca di far soffrire le persone. Già, sulla terra avevo deluso i miei sparendo, poi Alyson, e non avrei commesso lo stesso errore con Elijah.

- Jane io ho solo un desiderio. Stare qui a Micenesis nulla mi fa sentire vivo, tranne te. . . Solo tu puoi aiutarmi. . . – Ero stranita. Elijah era capace di farmi sentire sempre l’eroina, quella che lo avrebbe aiutato. Salvato. Non sapeva che l’avevo quasi ucciso.

- Come posso aiutarti? – Domandai stringendogli le mani. Volevo aiutarlo.

- JAAAAAAANE, ELIJAAAAAAAAAH siamo per essere attaccati ! – Alyson era abbastanza lontana, ma urlava a più non posso. Ci alzammo di scatto. Elijah mi prese la mano e mi condusse nella palestra dove tutti si stavano allenando. Dovevamo sbrigarci prese due elmi : uno per me , uno per lui, delle spade angeliche ( con il laser)  . Erano poche armi , ma efficaci. Decisi di dividermi da Elijah. Non volevo che sapesse  che ero una vampira, Malfkfoc glielo avrebbe detto di sicuro.

- Elijah, vado in camera mia. . . Faccio subito. – Gli sorrisi , lui non velava lasciarmi andare . . .

- No Jane, può essere pericoloso. – Lo sguardo di Elijah era spento e perso nel vuoto.

- Fidati di me.- Corsi e della velocità che potevano godere i vampiri fui in camera mia in men che non si dica. Decisi di prendere la spada che mi aveva affidato James, sentivo che mi avrebbe portato fortuna.

Aprii la porta e poi la richiusi, mi diressi in bagno. La spada, nonostante fossero passati svariati giorni era ancora lì, dove l’avevo poggiata. Un rumore provenne dalla porta che improvvisamente esplose verso l’esterno permettendo a sconosciuti di entrare nella mia  stanza.

Un urlo predominò in me. Mi armai senza troppi dubbi, ma non sapevo del tutto padroneggiare la spada. Un uomo  si avvicinava,  enorme, come il gigante di una favola. Era largo come una quercia e in una mano mastodontica e bianca come quella di un cadavere stringeva una grande ascia. La sua pelle grigiastra era coperta di stracci luridi e laceri e i suoi capelli erano una specie di groviglio impastato di terra. Puzzava di sudore putrido  ecarne marcia. Sentivo nelle orecchie un ronzio sordo.
Una lama scattò fuori dalla bacchetta.  La mia forza a confronto della sua era il tremolio di una foglia; Mi prese in peso e mi sbatté a terra, urtai la testa. Ero stordita. Non ero capace di tenergli testa.

- Rotola verso destra.- sentii una voce a me familiare. Volevo dargli retta, ma non riuscivo quel gigante mi teneva bloccata. Improvvisamente, appena persa tutti le forze e le speranze , sentii il rumore di una spada.

Riuscii anche a vederla. Era strana, mai vista prima d'allora: trasparente come vetro,con l'elsa luccicante, incredibilmente affilata, e lunga quasi come l'avambraccio di James . Il ragazzo tirò una sciabolata e colpì il braccio del gigante,che arretrò con un urlo.
James si voltò di scatto e corse verso me. Mi  prese per un braccio, mi sollevò in piedi , mi spinse davanti a sé uscendo dalla stanza attraversammo il corridoio. Sentivo quel mostro che ci inseguiva: i suoi passi sembravano prodotti da blocchi di piombo gettati sul pavimento, ma erano anche veloci.

 Non avevamo via di uscita . L’unica scelta era una porta socchiussa, spinsi in avanti e James si sbrigò a chiudere la serratura.
 Lo guardavo spaventata, il suo sguardo , invece, era rassicurante. Sentii il clic della serratura automatica e tirammo entrambi  un sospiro di sollievo. La porta tremò sui cardini quando un colpo tremendo la investì. Arretrai ,ma non c’era via di uscita. James mi guardò. Aveva gli occhi illuminati da un'esaltazione folle.


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- Deve esserci un passaggio segreto dietro quella libreria. -  mi sussurrò . Provai a fare  come avevo detto, nonostante non riuscivo a camminare bene. La testa era come se fosse spezzata in mille pezzi.

Un altro colpo, più forte del primo. Questa volta i cardini cedettero e la porta volò via: avrebbe colpito James se questi non si fosse mosso tanto velocemente che io riuscii a malapena a vederlo.

All'improvviso era sulla libreria , la spada che gli ardeva in mano come una stella caduta.  Io  non riuscivo a far girare la libreria e mi arresi , mi rannicchiai in un angolo della stanza , incapace di muovermi.

Non avevo forze.

James mi guardava e  mi urlava qualcosa, ma non riuscii  a sentirlo per il ruggito della creatura gigantesca che era schizzata fuori dalla porta sfondata e si dirigeva dritta verso di lui.  Mi appiattii  contro la parete mentre la creatura mi passava davanti lasciandosi dietro un'ondata di calore e fetore... James  fece ruotare la spada angelica, compiendo un arco perfetto e affondando la lama fino all'elsa nella spalla del gigante. Per un istante la creatura restò ferma, barcollando leggermente. Poi si tuffò in avanti, le mani tese e pronte ad afferrare l'avversario. James  si spostò di lato velocemente, ma non abbastanza:
l'enorme mano lo afferrò, mentre il gigante cadeva a terra, trascinandolo con sé.Il ragazzo lanciò un urlo, poi vi fu una serie di colpi sordi, e infine... il silenzio.

 James era a terra, io presi le forze e a denti stretti mi misi in piedi nonostante il dolore del ginocchio destro.   Corsi verso James. James era disteso, il braccio piegato sotto di sé in una posizione innaturale.

Il gigante era caduto sopra le sue gambe, con l'elsa della spada di James che gli usciva dalla schiena. Non era morto, ma si muoveva appena, e dalla sua bocca usciva una schiuma sanguinolenta. James era immobile. Gli appoggiò una mano sulla spalla e sentì che aveva la
camicia intrisa di sangue. Era suo o del gigante?
 
- James. . . –  Sussurrai affannata.
 
Il ragazzo aprì gli occhi. - È morto?-
 
-Quasi-  dissi tetra.
 
- Diavolo.- Fece una smorfia. - Le mie gambe...-
 
 -Stai fermo- Girai  attorno alla sua testa, gli misi  le mani sotto le braccia e tirai.   Grugnì per il dolore e le sue gambe scivolarono da sotto la carcassa tremante della creatura.  Lo lasciai andare e lui si rimise faticosamente in piedi, il braccio stretto al petto.

Spaventata gli domandai . - Come va il braccio?-

-Rotto- tagliò corto lui. - Mi puoi infilare una mano in tasca?-

 Esitai un po’ e poi annuii. -Quale?-

-Quella interna della giacca. A destra. Prendi la  spada angelica e dammela.-

Restò immobile, mentre  gli infilavo nervosamente le dita nella tasca. Ero così vicina che riuscivo a sentire il suo odore: sapeva di sudore, di sapone e di ragazzo. Il suo alito mi faceva il solletico alla nuca.

- Cosa devi fare ? – domandai perplessa.

- Tramite questo mini-scettro il  braccio e le gambe staranno sicuramente meglio.- Fece dei movimenti strani e pronunciò delle parole strane, come incantesimo e subito potei udire degli scrocchi di ossa.

- Sto bene.- sorrise.

 Si alzò. Non sapevo che dirgli.

- Siamo sicuri che sei una vampira?- chiese sfacciato. – Sai, solitamente sono belle e forti. –

Corrugai la fronte. - Mah guarda te. – Quella frase non centrava. Il mio orgoglio era irritante per lui, ma anche per me.

- Adesso dobbiamo andare dagli altri. – James mi guardò la ferita e mi promise che a breve l’avremo risanata. Il nostro avanzarsi venne impedito da  Malkfoc che sorprese entrambi. Sia James che me. Tirai un sussulto.
-Credi davvero di poter vincere questa battaglia? Anche se tu hai una spada angelica e io sono disarmato? Non sono solo più forte di te, ma credo anche che tu non abbia il fegato per uccidermi -
Il cattivo si riferì a James che  strinse più forte la spada angelica dicendo,

  - Io posso...-

- No, non puoi.- allungò una mano attraverso il Portale, afferrò il polso di James  e lo tirò verso di sé, finché la punta della spada angelica non gli toccò il petto. Nel punto in cui erano passati attraverso il Portale, la mano e il polso di James  scintillarono come se fossero coperti d'acqua.

- Fallo, allora – incoraggiava Malkfoc,

 - Infilami dentro quella lama. Dieci centimetri, o anche di più, ma sappi che con me morirà anche lei...Ha il mio sangue.-  Strattonò la lama in avanti e la punta tagliò il tessuto della sua camicia. Un cerchio rosso come un papavero sbocciò appena sopra il suo cuore. James  sussultò, si liberò il braccio e barcollò indietro.

- Come pensavo- disse Malkfoc- Troppo debole- E con una velocità sconvolgente tirò un pugno in direzione di James.


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- No! – urlai. James riuscì a schivarlo, ma venimmo travolti da neve , vetro e ghiaccio. Volammo per la stanza, l’energia che Malkfoc usò contro noi ci strattonò verso il muro facendoci poi cadere sfiniti sul pavimento freddo.
Ennesimo urto.
Ennesima debolezza.
Aprii gli occhi e persi ancora di più la cognizione del tempo. Mi voltai verso James , era a terra e tra le mani rigirava uno dei cocci di vetro più grandi. Era debole. Malinconico.
- Perché non l’hai ucciso? Distruggerà tutto. – Toccai la testa. Vedevo gli oggetti della stanza che oscillavano compreso James. Era una visuale divertente. Non potevo ridere però, in una situazione drammatica come quella.

 James alzò lo sguardo da terra e fissandomi dritto negli occhi che brillavano di paura disse con voce tremolante. . .

- Avrei ucciso anche te.- 
Spazio Autrice:
Cari lettori la scuola si fa sempre più sentire, inoltre ho avuto anche problemi di cuore , ma credo si risolverà tutto. 
Spero che vi farete vive e ringrazio MitchieeWill scusa se ho scritto male, BeautifulNana, Scrittrice_Senzafine per la vostra costante presenza.
GRAZIE ! Recensioniii!


   

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Capitolo 12
*** Undicesimo Capitolo ***


 Capitolo undicesimo

Eravamo ancora seduti a terra, con le ossa quasi tutte rotte, le spalle appoggiate al muro in modo malconcio. James rigirava tra le mani i cocci di vetro; Ne prese uno abbastanza grande e lo strinse nel suo pugno possente :  Lo frantumò in altri piccoli pezzi e per fortuna, non si  ferì.  I suoi capelli color biondo ossigenato erano più ribelli che mai, aveva del sangue sulla tempia a lato sinistro, ma sembrava secco e innocuo. Aveva sconfitto il mostro anche se aveva riportato delle ferite. L’enorme creatura non era del tutto “sconfitta”. Sbatteva sul pavimento a ritmo di respiro, mi lanciò un ‘occhiataccia. Sembrava non arrendersi.  James l’anticipò. Si alzò di scatto nonostante le tante ferite e gli diede il colpo di grazia: con la sua spada mirò al petto dritto al cuore ed ecco che al contatto della perforazione udii uno schizzo di liquido spruzzare fuori.

- Ci conviene chiamare i rinforzi. – Sussurrò mentre mi prendeva per le braccia e  attentamente cercava di mettermi in piedi. Era delicato.

Odiavo ogni singolo contatto con lui eppure. . .La frase che aveva detto attimi prima mi aveva rimasta di stucco.

- Malkfoc ritornerà e con un esercito più addestrato. Non sei al sicuro qui.- Bofonchiò quasi preoccupato. Misi le braccia intorno al suo collo e le sue mani erano  intorno ai miei fianchi. Mi sorreggeva.

-  Cos’ ho al ginocchio? – Sussurrai flebile. Non avevo forze.

- Stai perdendo sangue e i vampiri non hanno sangue proprio. . .-  La sua frase non aveva senso.

Notò il mio sguardo perso nel vuoto cercando di capire quello che aveva appena detto , ma si limitò ad un

- Ti spiegherò quando starai meglio.- Chiusi gli occhi stordita , camminavo  guidata da lui. Non sentivo urla. Non sembrava che si stesse combattendo. Chi sa chi aveva vinto e  soprattutto, come stava Elijah? L’unica cosa che mi pareva udibile era un fastidioso ticchettio ,ma chi poteva essere ? Non avevo ancora conosciuto chi in quel mondo indossava tacchi.

- James, eccoti qui.- Una voce femminile altrettanto sensuale si riferì al biondo. Aprii piano gli occhi , nonostante fossi stordita notai immediatamente la bellezza di quella donna: Alta, bionda, capelli lunghi mossi quanto ribelli, occhi grandi e dorati ,fisico da paura, formosa al punto giusto. Pantalone e maglia aderente di color blu cielo. Era bellissima, ma chi era ?

James continuava a sorreggermi e non mi lasciò.

- Come vedi sono occupato. Mi aiuteresti? – domandò di risposta e lei mi affiancò.

- Mmh. . . . Ha  un’aria familiare questa fanciulla. –  disse la bionda assumendo un’aria pensosa e strafottente allo stesso istante. Chiusi gli occhi. Ero troppo stanca. Crollai nelle mie stesse gambe.

Mi poggiarono sul letto e al mio risveglio mi ritrovai  da sola con Elijah.
♠♠♠

Ero stanca di quella situazione. Ogni cavolo di volta ero in pericolo. Perché  i cattivi volevano me?

- Jane. . .Come stai? – domandò rincuorato.

- Bene. Molto bene.- Mi alzai di scatto. Dovevo essere una guerriera non una pappa molle.

- Okkei … - Elijah era titubante, ma accennò comunque  un sorriso.

- Abbiamo vinto noi. Non è stata una battaglia difficile. Non erano tanti … – mi aggiornava sull’accaduto.

 Tirai un sospiro ,

-  Per fortuna. . .Tu hai delle ferite? –  domandai preoccupata, si scoprì il braccio e mi fece vedere,

- Si, beh … spero non sia nulla. Un vampiro si è cibato di me. . .Ma Alyson mi ha salvato uccidendolo.- Deglutì. Quando pronunciò VAMPIRO digrignò i denti. Schifato.

Ero seduta sul letto e anche lui. Eravamo l’uno accanto all’altra. Facevo smorfie per il dolore che tirava il ginocchio medicato. Elijah poggiò la sua mano sulla ferita. Mi sentii stranamente meglio. Il dolore si era alleviato e mi spuntò immediatamente un sorriso.
- Come hai fatto?- Domandai incredula e meravigliata. Aveva superpoteri?

- Me li ha tramandati Alyson. Per difendermi dai vampiri. Li indebolisco.- sorrise e allontanò la mano. Rimasi perplessa.

- Cosa c è, Jane?-  domandò sorridente . Io mi sentivo male. Senza nessuna spiegazione.

- So chi sei. –
 
 
♠♠♠
Aprii gli occhi sperando fosse un sogno e fortunatamente lo fu.
 
Balzai a sedere sul letto ansimando, i capelli erano  incollati al collo dal sudore freddo. I miei polsi  erano stretti in una presa salda: cercai  di liberarmi prima ancora di rendermi  conto di chi mi stesse tenendo.
 
- James!  –
 
-Sì- Il ragazzo era seduto sul bordo del letto .
 
-Lasciami.-
 
-Scusa.-Le sue dita scivolarono via dal mio polso.
 
- Hai cercato di colpirmi quando ti ho chiamata.- si giustificò,
 
- Mi sa che sono un po' nervosa ... –                                  
 
Ero in una piccola camera da letto con mobili di legno scuro. Dalla qualità della luce fioca che entrava dalla finestra semichiusa immaginai  che fosse tardo pomeriggio.. -Come sono arrivata qui? Non ricordo...-
 
- Siamo stati attaccati e  hai  riportato ferite gravi al ginocchio.-
 
- Cavoli. Non mi ricordo niente.- Mi passai le mani tra i capelli, levandomi dei ciuffi rossi che mi coprivano la vista.
 
- So solo che ho fatto un brutto sogno, nel quale Eliijah era consapevole di chi fossi.- Toccai la testa. La paura era ancora viva.

- Oh... Elijah!- portai le mani alla bocca preoccupata.
 
-No, sono James – il biondo  finse di spazientirsi. Sbuffai e riportando la mano alla bocca spaventa continuai,
 
- Intendo … Come sta ? – domandai ansiosa.
 
– Elijah è quello sfigato con la faccia da cammello, i capelli orrendi e un gusto per l'abbigliamento davvero imbarazzante.-
 
-Piantala- risposi , ma era stata una reazione automatica più che sentita.
 
-  Spero che non gli sia successo nulla.-  pensai tra me e me, ma dicendolo ad alta voce.
 
James scosse il capo e levò gli occhi al cielo come se potesse aprirsi e svelargli i segreti dell'universo.
 
-Con tutto quel che sta succedendo tu ti preoccupi di Faccia di cammello? –
 
- Non chiamarlo così. Non assomiglia a un cammello.-
 
- Forse hai ragione -disse.
 
-Mi è capitato di vedere dei cammelli che non erano male. Lui sembra più un topo. -
 
- Non … - Stavo per continuare quando qualcuno ci zittì. La donna che avevo vista prima di collassare completamente, si presentava  sempre più elegante e sexy.

- Si è svegliata? – domandò a James, ignorandomi completamente. Varcò la soglia e volgeva solamente lo sguardo a James.

- Puoi vederlo con i tuoi occhi. – Il biondo sorrise, la guardò per un istante  e poi , posò di nuovo lo sguardo verso me.

Era troppo bella. Bella da far invidia. Io a suo confronto ero una bambina capricciosa con capelli rosso fuoco ed enormi occhi verdi. La fissai, ma la sua bellezza mi faceva stare male. Mi sentivo inferiore. Abbassai lo sguardo, fissando il bianco delle lenzuola sulle quali ero seduta. James era seduto accanto a me. Mi sentivo totalmente a disagio. Insieme erano due dei. Avrei tanto voluto chiedergli “ Chi sei?” , ma non avevo il coraggio di guardarla, figuriamoci parlarle.

- Ho incontrato il vostro capo nel corridoio e ha detto che vuole la ragazza e te, James. . . – I suoi denti erano perfetti, impeccabili. . . Le sue labbra erano ricoperte da una giusta quantità di rossetto rosso con un po’ di gloss che metteva in evidenzia il lucido. La sua pelle era chiara e brillante. Nessuna imperfezione. Le sue gambe slanciate e dritte. Sembrava una bambola. Una ninfa.

- Alyson?  - domandò James voltandosi verso lei. Era sorpreso.

- SI.. . Ha detto che è importante. – La bionda si mise  a braccia conserte. Mi alzai tenendo sempre la testa abbassata. Sentivo gli occhi della cerbiatta puntati addosso, sicuramente scoppiava dal ridere e aveva tutte le ragioni del mondo. Ero una formica rispetto a lei.

- Beh se così ha detto Alyson , cosi faremo. Andiamo.- James si riferì ad entrambe, ma come richiesto da Alyson solo io e lui ci recammo nello studio. Cosa voleva da noi? Nel tragitto tenni la testa abbassata e James non parlò. La sua camminata era da invidiare, ma anche insopportabile. Si sentiva il Dio sceso in terra.
♠♠♠
Quando arrivammo allo studio di Alyson  ,la porta era chiusa. James bussò una volta.
 
Vi fu  un momento di silenzio, prima che sentissi la voce di Alyson:
 
 -Avanti.-
 
Le lampade della biblioteca erano spente. La stanza era illuminata solo dal bagliore lattiginoso che filtrava attraverso le finestre del soffitto a volta.
 
Alyson era seduta dietro la sua enorme scrivania, e accanto a lei vi era una donna .Era molto silenziosa.
 
I peli delle braccia e della nuca mi  si rizzarono in modo quasi doloroso.
 
 - Jane –  Il suo tono di voce era molto gentile.
 
 -  Ti ho chiamato per il tuo vampirismo.  – accennò un lieve sorriso che svanì appena pronunciò “ vampirismo”.
 
Rimasi stupefatta, ma non urlai o altre reazioni isteriche. . . mi mordicchiai solamente l'interno del labbro.
 
 -  È molto probabile che puoi salvare la tua umanità. Dimenticandoti del vampirismo. Non voglio spaventarti, ma se questo esperimento non dovesse funzionare, moriresti e intendo per sempre.- Alyson arrivò al sodo e diedi un sussulto.
 
-  Jane non deve fare niente che non voglia fare- disse all'improvviso James. Un suo intervento del tutto inaspettato.
 
-Vero?- continuò , aspettando che lo ascoltassi.
 
Intervenni prima che Alyson potesse replicare.
 
 - Va bene. Lo farò .-
 
- James sei qui solo per supporto morale. Tu hai trovato Jane e tu stai qui. Se ti senti padrone di scegliere per lei, quella è la porta … - Alyson pavoneggiava la sua aria da capo e non riportava nessun segno della battaglia che vi era stata il pomeriggio. Meglio così; Adesso dovevo pensare solamente a me e ad eliminare quel brutto mostro che Malkfoc mi aveva permesso di essere.
 
 La donna che affiancava Alyson mi fece segno di avvicinarmi, era strana. Aveva la pelle color blu indaco. Gli occhi senza pupilla. Era qualcosa di disgustoso e sovrannaturale. Era coperta da un abito lungo blu.  Con un nodo in gola che arrivava fino allo stomaco.Le chiesi,
 
 - Farà male?-  Non ebbi risposta,  ma le sue mani bianche affusolate si sollevarono a toccarmi il volto. La pelle delle dita era sottile come pergamena.
 
Chiusi gli occhi, non prima di aver colto un'espressione ansiosa sul volto di Alyson.
Un vortice di colori si scatenò dietro le mie palpebre chiuse. Sentii una specie di pressione, come se qualcosa mi tirasse la testa, le mani e i piedi.
 
Strinsi i pugni e cercai  di oppormi a quel peso, a quell'oscurità. Mi sentivo come se venissi spinta contro qualcosa di duro e inamovibile, come se venissi schiacciata molto lentamente. Ebbi un sussulto, e all'improvviso sentì freddo, come in una giornata d'inverno. Tremavo, ma non riuscivo a percepire nulla se no la paura e la mia seconda vita, quella di vampira man mano cedere. Il battito del mio cuore decelerava. Non avevo possibilità. Stavo morendo , non ero abbastanza forte per quella magia nera. Stavo combattendo contro qualcosa di innaturale. Non potevo farcela. Non era nelle regole della vita.
 
- Basta così. -La voce di James lacerò la coltre di gelo invernale e la neve scomparve in una spruzzata di scintille bianche.
 
Spalancai gli occhi.
 
Lentamente la stanza tornò a fuoco: le pareti costellate di libri, la luce fioca che filtrava dall'esterno, i volti ansiosi di Alyson  e James.
 
Crollai, ma James  mi prese , prima di  farmi toccare il freddo pavimento. Di nuovo senza forze.
 
- Nel combattimento ha perso sangue? -  domandò quella donna dell’incantesimo rivolgendosi ad Alyson. Il nostro capo fece spallucce. Lei non sapeva nulla per questo rispose James.
 
- Si, ha perso molto sangue. . . Non è normale. – Quella donna silenziosa si sprecò solo a questo poi serrò di  nuovo la bocca.
 
-  Vi prego.- supplicai, liberandomi dalla stretta di James.
 
- Non voglio essere questo mostro.- Scoppiai in lacrime, cadendo sul pavimento inginocchiata. Dovevo ritornare la me di sempre.
 
- Jane … Il tuo cuore stava cedendo. Non possiamo correre questo rischio … La tua vita è importante. – Sussurrò Alyson avvicinandosi e facendomi alzare con un suo sorriso di conforto.
 
- Ci dispiace per … Averti tolta dal mondo degli umani, ma neanche lì eri al sicuro. – Alyson prese posto sulla poltroncina di velluto nero del suo studio, accese un’altra luce.
 
- Possiamo fare l’IBRIDISCAM. . . – suggerì la donna silenziosa dalla pelle indaco.
 
Io e James guardava introspettivi, Alyson aveva capito quello a cui si stava riferendo l’anima blu, ma sembrava non approvare.
 
- Ci ho pensato anche io, ma meglio evitare … Non possiamo coinvolgere anche i suoi genitori, poi. . . Loro non ci vedono. –
 
Incurvai le sopracciglia e attorcigliavo le mani con un filo della giacca che si era scucito. Ero stufa di quella situazione. Inoltre, James non mi toglieva gli occhi da dosso. Avrei tanto voluto dire “ Lasciatemi andare nel mio mondo umano e cancellatemi la memoria.”
- Bene!- disse Alyson sorridente o almeno fingeva di essere felice.
 
- Potete andare ragazzi e mi raccomando Jane. . .Riposa. – Aly si raccomandò, feci un cenno per farla tranquillizzare, ma mai come adesso sarei potuta essere più nervosa. Uscii insieme James. Insieme non stavamo proprio bene .Ci facevamo la guerra anche per uscire dalla porta dello studio di Alyson , entrambi a precipitarci sulla soglia ed ecco che rimaniamo bloccati. Sbuffo e James mi lascia via libera. Per quanto inizialmente me ne facevo un problema, adesso no. Per alcune persone o “ sottospecie” la chimica non appare. TRA ME E JAMES NON ESISTEVA.
 
- Buona notte. – mi augurò freddo come sempre.
 
- Anche a te. – risposi spacciata e strafottente.
 
- Non metterti nei guai. – si rassicurò. Mi voltai verso lui imbestialita.
 
- Io non mi metto nei guai! – Sbottai ,
 
– E carissimo James mi sembra che ne abbiamo già parlato. Se devi aiutare controvoglia o per poi rinfacciarlo , evita. Notte. –
 
- Mi ricorderò di te in questi aggettivi: piccola, rossa e un brutto carattere. – Arricciò il naso, sembrava più scherzoso che serio e imbronciato.
 
- Sei solamente uno sbruffone. – Lo lasciai indietro e mi diressi in camera mia. Chiusi la porta e non badai al freddo e alle finestre che. . . Stranamente erano aperte.
 
- Che palle! L’anima delle pulizie si stanca di chiudere le finestre. –
 
Appena detto ciò, starnutii. Di male in peggio. Ti pareva Jane. Jane = La più sfigata della terra. Solo io mi posso trovare qua. Vedo cose anormali che alla fine saranno  sicuramente un sogno: Tipo come la fiaba di Alice nel paese delle meraviglie, l’autore si era fatto delle canne o come Dante. . . la divina commedia. SOGNO E STOP. 0 REALTA’.
 
Tolsi  gli scarponi neri e notai una chiazza di sangue. Questo lo ricordavo: Era il sangue di James che si era azzeccato quando l’avevo tirato da sotto l’omone puzzolente. Che orribile odore che aveva il biondo, speravo per lui che si lavasse altrimenti … povera  BIONDA. Mi tuffai sul letto, sperando che l’indomani sarebbe stato un giorno migliore. . .

 JAMES POV:


Io e Jane non saremo mai andati d’accordo. Ma l’idea che lei stesse bene mi rendeva felice o almeno mi sentivo bene e sicuro. Non che fosse la mia protetta, ma nonostante tra noi non scorresse buon sangue, non volevo che stesse in pericolo o che si sentisse male, così ogni volta che lei non ce la faceva da sola. . .Lo sentivo e la salvavo.
 
- E’ tua quella topa che girovaga nel corridoio solamente con un reggiseno push-up e un perizoma ? – chiese Elijah sdraiandosi in modo malconcio al letto. Io stavo togliendo la divisa.
 
- Perché mai topa? Ha fascino, lasciaglielo fare. – sorrido malizioso. Elijah mi dà un’occhiataccia per dire “ non cambi mai” e appoggia i suoi occhiali sul comò affianco al proprio letto.
 
- Cosa c’ è ti togli gli occhiali per non vederla. . .Paura di essere tentato? O. . . Paura che tradisca la tua adorabile Jane? – Lo istigavo. E’ vero. Ma un essere come quello non doveva nascere né tanto meno vivere. Mi stava sulle palle.
 
- Non ho problemi di questo genere, semplicemente perché tra me e Jane c’ è un’intesa. Invidiabile a molte coppie. Soprattutto a te e quella topa di fuori. –
 
- Non ho nulla da invidiarti se non che. . . I tuoi calzini rosa. – gli sorrisi dispettoso.
 
- Non i calzini color rosa. Sono viola. – rispose Elijah imbronciato e voltandosi dalla parte opposta per non guardarmi. Spense la luce.
 
- Ehm. . .  Parli come se ci fosse differenza. Comunque potresti andare sai com’ è. . .Io e la topa. – sorrisi malizioso e beffardo. Non volevo fare chissà cosa con Rebekah, ma da quando ero entrato avevo notato che Elijah aveva nascosto qualcosa sotto il letto.
 
- Fai schifo! – esclamò – Fate schifo! – si alzò adirato, mise a volo le scarpe e una camicia e uscì sbattendo la porta.
 
Assicurandomi che fosse andato via, mi precipito sotto il letto e non riesco a credere ai mie occhi. Scostai  le coperte , le aprii , e cercai di non urtare con la testa vicino la rete del letto. Incredibile. Paletti di legno?
 
Utensili per l’uccisione di un vampiro.  Scosto meglio e rimasi ancora più meravigliato. Erba religiosa. . . Verbena. Udii dei passi, misi tutto a casaccio e mi precipitai verso il letto. Come mia solita sfiga urtai con il mignolo del piede all’angolo del piede del letto ed ecco viste tutte le galassie. Falso allarme. Chi aprì la porta fu Rebekah. Innocente. Non era in intimo. Indossava una camicia da notte del tutto trasparente ma non era in intimo.
 
- Ho sentito i tuoi pensieri. – Rebekah era una vampira e a differenza di Jane aveva il dono di  captare i  pensieri  degli angeli o umani.
 
- Bene.  Sicuramente non sono per l’esercito di Malkfoc. . .Altrimenti stavano in armeria . Sembrano scolpiti da lui e quindi il SUO nemico è più vicino. Devi stare attenta Re, forse ha capito che sei una vampira. . .- la fissai, ma lei sembrava tranquilla.  Accennò un sorriso.
 
- Io non mi preoccupo tanto. . .- rifece il sorriso.        
 
- E se fossero per la tua amica? Piccola , rossa e brutto carattere? – Rebekah giocava con le sue unghie affilate. Io non potevo crederci.

 
 
 

Spazio Autrice:
Carissimi lettori, ho pubblicato prima del tempo stabilito. Spero siate attivi con le recensioni e i vostri pensieri.
Vedete anche il trailer nuovo e originale di CONTRO TEMPO messo nel prologo.

 

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo. ***


Capitolo Tredicesimo


La notte fu una tremenda e folle agonia. Agitazione. Rabbia. Pentimento. Sentimenti che non avevo mai provato tutti insieme. Era tremendo. Le ore scorrevano inesorabili. Non guardavo in direzione del letto, mi faceva orrore. Completamente. [. . .]

Il mattino dopo mi sentivo un vero schifo. Non avevo dormito bene, infondo. . . Il pavimento quale comfort aveva? Nessuno. Sentivo tutte le ossa rotte e come mio solito ,  il dolore alla testa. A peggiorare tutto, furono i ricordi della giornata precedente: il mio compleanno, l’assalto che avevo fatto  a quell’uomo che rideva di me ,solo perché era una brutta reazione nell’aver visto James e Rebekah non degnarmi neanche di uno sguardo e augurio. . .Per concludere la serata in maniera impeccabile, caso di dire “ la ciliegina sulla torta” ho trovato i due biondini sbaciucchiarsi sul mio letto una addosso all’altro. Inoltre, mi aspetto un rimprovero da Alyson . . .

- Non ce la faccio più! – mi alzai  scombussolata e inspiegabilmente presi tutti i miei abiti e li posi nella valigia; Feci  lo stesso con il dentifricio, lo shampoo e il bagnoschiuma. Tutti i miei oggetti li posi nel sacco. Fui sorpresa dal bussare di qualcuno; Tirai un forte sospiro e mi recai verso la porta, strinsi la maniglia. . .Era Alyson con una faccia desolata e di una che la notte non aveva dormito. . .

- Alyson . . .- Iniziai per scusarmi, ma sembrava non volesse sentirmi, mi stoppò. . .

- No Jane, non . . .- abbassò lo sguardo fissando nel vuoto. Era distaccata, ma lo meritavo. . .Ero stata un’ingrata.

- So di averti delusa, ma  lui. . . – ero dispiaciuta.

- Lo so rideva di te, ma. . . Aveva fatto qualche bicchierino e non capiva nulla. . . Potevi sorvolare , no? -  mi fissò facendomi capire come avrei dovuto comportarmi.

- Loro adesso . . .Mi odieranno di più. – lo dissi, ma non pensavo fosse vero. . .Non volevo che fosse vero. Lo dissi per puro dire.

- E’ per questo che. . .- Alyson faticava nel continuare la frase. . .Ingoiai. Non poteva essere quello che avevo capito.

- Devi andare, mi dispiace. . .Loro non proteggono una che . . . – Ero scombussolata. Delusa. Persa. Ferita. Sembrava che tutto si fosse fermato in quell’istante, Alyson mi stava cacciando. . . Se il bene mi cacciava, facevo parte del male?

-  Anche se sono rimasta di stucco,avevo già intenzione di farlo . . . – dissi con voce tremolante.

- Jane sia ben chiaro: Non ti sto cacciando, voglio che per un periodo di tempo stai lontana da chi. . . Potrebbero farti del male. . .Nonostante saremo distante mi occuperò del tuo vampirismo , indagherò per portarti alla vera Jane. So che sei pentita, ma io non devo mostrare favoritismi altrimenti mi sarà tolto  l’incarico e dopo  non posso più esserti d’aiuto … -Accennò un sorriso lieve, sapevo che comunque era risentita nei miei confronti. Decisi di eliminare quel lato e ricambiai il sorriso.

- Jane.  . .Ti rispedisco a casa dai tuoi genitori.  . . Reputa come una vacanza da Micenesis. Hai tutto il tempo per prepararti, continuare la scuola se vuoi e . . . Distrarti. Avrai di sicuro molto stress da scaricare. Ti accompagnerà James. –

- C … Cosa? Io voglio Elijah! – Arrossii . Ero infuriata. Non potevo condividere  il mio ritornoa  casa con quell’energumeno.

- Mi dispiace Jane, ma il tuo body guardia è piuttosto. .  .Spaventato dall’impulso di ieri sera. – Aly continuava a guardare a terra.

- Cosa? Elijah ha paura di me ? – Sgranai gli occhi, sbattendo i piedi per terra. Era impossibile. Che palle stava sparando la vecchia Alyson?

 Non poteva essere vero.

- James ti accompagnerà solo e poi tornerà qui. Tranquilla.- sorrise e mi voltò le spalle per andarsene.

-  Preferisco andarmene da sola , è possibile? –

La vecchia si voltò,

- Jane ma sei impazzita ? Lì fuori vogliono tutti ucciderti o prenderti con loro.- urlò. La prima volta che Alyson alzò il tono di voce con me.

- Anche qui dentro eppure dormo da sola. Trascorro istanti da sola e migliaia di volte mi sono trovata di soppiatto Malkfoc alle spalle, ma continuavo a ripetermi : Jane calma e sangue freddo.  Alyson , almeno per una volta fammi decidere. Me ne vado DA SOLA. – enfatizzai le ultime due parole.  Avrei sicuramente odiato il tragitto con quel biondo pervertito e ossigenato.

- Jane non ti riconosco più. – Alyson era stremata senza forze. Se teneva davvero alla mia esistenza non mi esponeva ai pericoli. Sia terreni che malkfosisti.

- La verità ,Alyson è che. . . nessuno mi ha mai conosciuto. – Presi la valigetta, avevo messo tutto , l’anima  era fuori la porta, ma dato che era uno spirito la oltrepassai senza troppi problemi. Infuriata uscii. Dovevo tornare a casa. Mi mancava il mondo terreno. Dovevo sparire da Micenesis. Avrei voluto chiederle di cancellarmi la memoria, ma era troppo straziante. . . Corsi via, lasciandomi alle spalle solamente fantasia ,brutti ricordi , ma anche belli. . . Tutti volevano uccidermi o volevano avermi  con loro solo perché. .  .Gli servivo. Appena davo problemi anziché aiutarmi, mi cacciavano . . .

Mi veniva da piangere, ma dovevo resistere.

I vampiri non piangono e forse.  . .Adesso avrei dovuto imparare ad accettarmi  per quello che ero. Nessuno lo faceva. Dovevo iniziare a farlo io. Spalancai l’enorme cancello di Micenesis, ma non sapevo con precisione dove mi stessi dirigendo. Ero confusa fin quando . . . Non vidi i tre portali. Ricordai  in quale entrare, ma.  . .Era come se fosse chiuso ,bloccato.
♠ ♠ ♠
- Dove credi di andare? – Tono freddo. Premuroso. Nobile. Giovane. Familiare. Un essere stupido mi aveva fatto sobbalzare.

- Torno a casa. – affermai sicura. Era alle mie spalle. Io fissavo il vortice dinnanzi a me. Ciò che lui  stesse  facendo mi era ignaro. Non avevo intenzione di voltarmi per guardarlo.

-  Non puoi. – avvertii dell’ironia  nel suo tono che fino a pochi istanti fa ,era freddo e distaccato.

Mi voltai. Non l’avessi mai fatto. Era a pochi palmi da me. Il suo petto un po’ più in alto del mio, mi sfiorava lievemente. Fottuta vicinanza.

- Devi sapere che non siamo tanto stupidi , Jane.  . .E’ ovvio che anche per i portali ci siano delle chiavi o comunque. . . Oggetti che li permetta di aprirsi e permettere il passaggio. – La sua aria da professore mi permetteva di odiarlo ancora di più. Lo guardai negli occhi, ma per esserne capace lo fissavo con sguardo spento, se dovevo fissarlo con la consapevolezza di uno come lui con gli occhi blu . . . Sarei morta!

- Alyson ha incaricato me. Ti accompagno, mi assicuro che va tutto bene e ritorno qui. –

Sembrava convincente. Lo speravo . Sarei finita nel cerchio più basso dell’inferno se avessi trascorso dei giorni o persino mesi con lui. Lo odiavo. Era: irritante, egocentrico  a tal punto di sentirsi un Dio.

Prese un aggeggio dalla tasca e fece strani movimenti che permisero al vortice di illuminarsi e aprirsi, il biondo mi fece segno di buttarmi ,lui mi avrebbe seguito. Venimmo travolti dal vortice e in pochi istanti ci trovammo sulla terra. Nord Carolina. Il tempo non era dei migliori e lì il tempo, scorreva più lentamente. Tardo pomeriggio. Che scombussolamento. Micenesis a Carolina , Carolina a Micenesis. Non ne potevo più. Quando mi sarei svegliata da quell’orribile incubo? . .  Purtroppo il portale era  abbastanza lontano da casa,e fummo costretti a prendere un bus.
 Sul pullman vi erano due ragazze e  il loro essere non mi è mai piaciuto. Tutte chiccose e tanto che se la credono , alla “Rebekah” per intenderci.


 Ridevano , ma per me ? Guardando meglio la traiettoria dei loro sguardi sembravano rivolti a James.
 
Le ragazze hanno sempre quell'espressione, quando pensano che un tizio è carino.
 
Con tutto quel che era successo, mi  era quasi dimenticata che James era davvero carino. Aveva dei tratti abbastanza interessanti e alla  luce del giorno, i suoi occhi avevano il colore dello sciroppo d'acero e... mi fissavano.
 
James sollevò un sopracciglio.
 
- Posso fare qualcosa per te?-
 
Mi trasformai  immediatamente in una traditrice del proprio stesso  sesso:
 
 -Quelle ragazze laggiù ti stanno fissando.-
 
James  assunse un'espressione vagamente gratificata.
 
 - Ma certo-gongolò.
 
- Sono incredibilmente attraente.-
 
- Non hai mai sentito dire che la qualità più attraente in una persona è la
modestia?-  lo fissai in cagnesco.
 
- Vale solo per le persone brutte- rispose James,
 
- Forse un giorno gli ultimi saranno i primi, ma per ora sono i vanitosi a divertirsi di più.-Strizzò l'occhio alle ragazze, che ridacchiarono e si nascosero dietro i capelli.
 
Sospirai. Manca poco Jane, pochi minuti e poi non lo rivedrai più. Era l’unica felicità che mi permetteva di fare sorrisini scherzosi e di continuare la conversazione.

 
♠ ♠ ♠
- Com'è che ti possono vedere? –
 
- Gli incantesimi sono una rottura di scatole. A volte li lasciamo perdere.-
 
La faccenda delle ragazze  dell’autobus sembrava averlo messo di umore un po' migliore. Quando scendemmo dal bus iniziammo a salire la collina che portava verso casa mia ,  James trasse dalla  tasca una spada angelica e iniziò a rigirarsela tra le dita, canticchiando tra sé.
 
-Devi proprio farlo?- chiesi.-Mi dà fastidio.-
 
Il ragazzo si mise a canticchiare più forte. Era una specie di via di mezzo tra Tanti auguri a te e una marcetta militare.
 
- Va bene resisto. – Sbuffai. – Tanto non ti vedrò più. –

- Ti mancherò?- domandò tra il divertito e il serio.

Fui lieta di rispondergli molto schiettamente,

- No. – Arrivammo verso casa mia, e mi bloccò.

- Aspetta. . .Devo controllare. –

- Dove credi di andare(?)- Ripetei la sua frase, ma non era una domanda bensì un’affermazione.

- Non hai usato l’incantesimo, adesso i miei ti vedranno. – Mi faceva male guardarlo dritto negli occhi. Lo reputavano un traditore senza neanche sapere il perché.

- I tuoi non ci sono . . .- sussurrò.

- Sono a lavoro?. . . -  iniziavo a temere la sua risposta.

- Sono partiti. . . Sono andati da tua nonna per festeggiare il Natale.- disse sorridendo. Speravo che fosse quella la verità e non una sua bugia per non ferirmi.

- Ah. .  .-

 Pensandoci non era una bugia. I miei avevano l’abitudine di partire il 15 dicembre per poi tornare direttamente il 1° gennaio. Tutti gli anni festeggiavo il compleanno a casa di mia nonna e con la sua adorabile compagnia, le vacanze passavano velocemente. James mi fece cenno di seguirlo, ma non di entrare. Visionò tutte le stanze dalla cucina al salotto, alle camere da letto , il bagno e il piccolo studio di papà. .  .Nella mano destra aveva un rilevatore che avvisava se ci fossero anime nere o,maligne., ma per fortuna tutto a posto. Entrai e solo allora scoppiai completamente a   piangere. Casa, dolce casa. Tutto era in ordine. Ricordai l’ultimo giorno vissuto lì: c’era James , i miei bloccati, le anime maligne. . . Toccavo ogni cosa. Il divano, il mobile di vetro, i vasi contenenti i fiori che mia mamma amava . . .Le finestre un po’ polverose, la televisione, il computer. . . Quel famoso compito sulla cognizione del tempo. Mi era mancato tutto. La nostalgia che solo in quel momento era andata via. Avevo abbattuto la mia corazza  da forte e magari anche un po’ coraggiosa. Mi sentivo persa nella mia stessa casa; Forse, era una reazione di  ritorno. Uno scombussolamento di mondi, ma no . .  .Erano le mie emozioni ad essere scombussolate. La mia vita da vampira continuava anche sulla terra , anzi soprattutto lì. . . Avevo più umani da sbranare e sarei diventata Jane il Killer. Vedevo tutto in maniera molto diversa. . .

Forse ero io che ero diversa.

- Tutto bene ? – James si presentò con una domanda da idiota. I miei occhi erano lucidi e non potevo crollare definitivamente.

- Se vuoi rimango. . . – chiese sottovoce,

- No.  Devi andartene. Non ti voglio qui, come non voglio quelli della tua specie. – digrignai i denti e con il gomito mi pulii gli occhi. Freddi . Spenti. Persi nel vuoto.
Il ragazzo si voltò verso l’uscita, fece qualche passo verso la porta e poi si voltò. . .Era intenzionato a dirmi qualcosa, ma non m’importava, mi gettai sul divano , mi rannicchiai in me stessa  cercando di trattenere più lacrime possibili.

- Stai così male perché volevi che al mio posto ci fosse Elijah. – disse freddo. Risentito e fissandomi. Alzai lo sguardo,

- Volevi  lui anziché me. – La sua voce era piena di rabbia o un sentimento che lo logorava. Non era passibile a ciò che diceva.

Rimasi in silenzio.

- Chi tace acconsente. Non era questo che  volevo. . .  – Terminò il discorso e aprì la porta. Fuori diluviava. Non avrebbe raggiunto il prossimo pullman entro due ore.

 Cacciò dalla tasca lo stilo , ovvero l’aggeggio che avrebbe riaperto il portale e lo avrebbe fatto ritornare a Micenesis.

-  Ci mancava anche lo stilo! – lo sbatté a terra come a volte a noi “umani” viene da sbattere un cellulare quando si intacca.

- Cosa c è? – domandai distaccata e frivola.

- Qualcuno a Micenesis ha bloccato il. . . Portale. –

Volevo sgranare gli occhi. Sapevo cosa significava:doveva rimanere sulla terra.

- Beh. . .Non sono problemi tuoi . Vado. . .Arrangerò in qualche hotel. – fece un passo fuori e il cielo tuonò.

Il freddo e la neve che sarebbe scesa a pochi istanti lo avrebbero ibernato. Il mio cuore però aveva la peggio. Il distacco da Micenesis era stato più disastroso dal distacco che ebbi dalla mia casa per esplorare quel nuovo mondo . . .James si allontanava, accennò un lieve sorriso e chiuse la porta. Avrei tanto voluto chiedergli “ Vuoi un ombrello?” , ma ero tirata nei suoi confronti. Per giungere ad un hotel gli sarebbe servito un bus che però passavano di rado. . . Passati  15 minuti, il cielo era davvero spaventoso e sentivo che quello che avevo appena fatto non era la cosa giusta: mi alzai di scatto dal divano, presi un ombrello , aprii la porta e sfrecciai via. Ovviamente non sapevo dove andare, ma provavo a  farmi guidare dall’istinto. Non poteva essere andato lontano. Eccomi al punto iniziale: correre nel freddo, invece, di scappare però stavo cercando di recuperare qualcuno. . .James. Che cosa stupida e insensata , ma dopotutto. . .Non avevo il coraggio di lasciarlo nella cattiva Carolina. Non aveva problemi nel difendersi , però. . .Era pur sempre di un altro mondo. Non riuscivo a correre senza bagnarmi , gettai l’ombrello che nel tragitto si era rotto  per via delle folate di vento. Il vento mi spingeva indietro. Ero affannata e la sabbia che cadeva dal cielo mi offuscava la vista. Dovevo correre. Dovevo trovarlo.  Correvo a perdifiato , a breve sarebbe scesa la neve. Era perso. Mi curvai, toccai le gambe sembravano staccarsi, come ?Una vampira stanca?. . .Beh, forse. . . io ero l’eccezione. Ero fradicia. La pioggia insieme la neve mi coprivano gli abiti che da neri erano divenuti bianchi. . .Mi accovacciai a  terra su un marciapiede. . . Ero sfinita.

 
♠ ♠ ♠

- Signorina le serve una mano? – una voce maschile che non avevo mai sentito prima , si fece viva al mio fianco.

- No. . .Sto bene, grazie. – Mi tenni bene a terra e cercai di alzarmi.

- Cosa fa , scappa? – l’uomo mi guardò torvo. Aveva una cicatrice che iniziava dalla fronte e si concludeva alla fine dell’occhio destro. La sua età poteva essere 45-50. . . Barbuto e robusto.

- Fa troppo freddo. Si metta a riparo. – gli suggerii e scappai via. Non aveva un bell’aspetto e non sembrava una persona ‘per bene’. Iniziai a correre, ma le gambe non mi erano di aiuto. Iniziai a pensare alle liti con James, e alla frase che circa mezz’ora fa aveva detto sulla porta di casa mia,

- Non era questo quello che volevo. . . – Che senso aveva ? A cosa si riferiva? Tornai sfinita a casa , una domanda che porrei a me stessa : “ Come diamine hai fatto, Jane? “ Strano, ma vero . . . Ero tornata a casa. Da non lontano vidi qualcuno dinnanzi alla mia porta. Non riuscivo a vedere bene chi fosse, presi un pezzo di legno che stranamente era a terra e lo maneggiai, potevo difendermi con quello, sempre meglio della cartella di scuola. Ad ogni mio passo il cuore accelerava dalla paura. “Perché ero così stanca se ero una vampira?” Ero a pochi passi da lui, bussava alla porta. . . Come aveva fatto a scoprire dove abitavo? Un’anima oscura di sicuro.  Dovevo attaccarlo. In modo coraggioso gli colpii la schiena con tutta la forza che avevo,

- Aaaaaaaaaaio!-  urlò ,si voltò sofferente. . . Avevo esagerato?

- James ? –domandai stupita . Era fradicio quanto me.

- Che vigliacca! Colpire alle spalle. . . – si toccava la schiena sofferente e sembrava stesse morendo. Gettai  il pezzo di legno,aprii la porta  e lo feci entrare.

- Come mai eri fuori? – domandò con tono più calmo.

- Ero venuta a cercarti. – ammisi con lo sguardo abbassato.

- Stai scherzando? Salendo la collina mi avevi detto che NON TI SAREI PROPRIO MANCATO. – sorrideva, si stava illudendo.

- Infatti non mi sei mancato, ho solamente provato pietà nel sapere che eri lì fuori ,al gelo.  . .-  gli sorrisi sfacciata. James mi vietava di crollare. Ero ostile non solo nei suoi confronti, ma anche nei miei.

- Non ti sono mancato perché adesso sono qui con te nella stessa casa. – sorrise e ogni volta vinceva lui. Avrei dovuto arrendermi,

- Dovremmo asciugarci. – suggerì lui  abbassando lo sguardo e trattenendo una risata,

- Prima però. . .- gli posi una semi-condizione

- Devi dirmi: perché sei ritornato? –

- Voglio romperti l’anima e far rodere il tuo ragazzo. –sorrise beffardo. Mi nascondeva la verità.

- Se ti riferisci ad Elijah ha paura di me. .  . –abbassai lo sguardo e lui rise di gusto.

- Beh . . Questo immagino te lo ha detto Alyson, Elijah non ha paura di te, lei lo sta proteggendo, ma lui non sa nulla. . . Anche se, attaccare  il vecchio Magnus  è stato un atto da incosciente, una mossa azzardata. . . – smorzò un’espressione contrariata e accennò brividi di freddo.

- Magnus? – domandai stupida.

- Già, l’unica cosa che non riesco a capire è cosa diamine ti è preso. . . – Per la prima volta James era in difficoltà. Non fingeva di capirmi o come sempre fingere di sapere la risposta. Stavolta si era fregato da solo.

- Non lo so neanche io. - Bofonchiai qualcosa di cui non ero certa fosse vero, ma quale spiegazione poteva giustificare il tutto?

- Beh. . .Non ti credo.- disse schietto.

- Neanche io. Suvvia.  . .Che ti costa dirmi il motivo per cui sei ritornato?- intrecciai le braccia. La pioggia mi aveva fatta fuori. Ero fradicia al massimo.

- Te l’ho detto. Voglio romperti , poi tu mi vieni a cercare e quindi.  . .Devo pensare che ti piace.- sorrise, come sempre beffardo e molto convinto di sé.

- Ma piantala. Asciughiamoci. – sbuffai e mi recai in bagno, presi degli asciugami e tornai in salotto dove avevo lasciato James.

- Ma che! Rimettiti la maglia! – La mia espressione stupita e totalmente arrossita assistette allo spogliarello di James. Non aveva la maglia. Non era tanto muscoloso, ma era ben formato al punto giusto. Un modello , un divo del cinema. . .Si vedeva che non era umano.

Scoppiò a ridere, io scoppiavo ad arrossire.

- Che ho detto di male? – Abbassai lo sguardo non riuscivo a guardarlo.

- Beh.  . .Ora capisco perché tu ed Elijah. . . State insieme. Anche lui è praticamente terrorizzato quando sono senza maglia. . .  – sorrise e poi non dimenticò la sua immancabile precisione.

- Hai detto tu che dobbiamo asciugarci, no? Come posso rimettere la maglia se  è zeppa? – sorrise.

- Tieni. – Gli lanciai l’asciugamano che afferrò in modo controllato e impeccabile.

- Ti darò dei vestiti di papà, ti va bene? – domandai , non mi interessava della risposta. Era obbligato a prendere quelli. Ricordai, come colpo di fortuna che mamma aveva messo uno scatolone sotto il suo letto che racchiudeva  i vecchi vestiti di papà. Presi lo scatolo e lo portai in salotto da James , gli consigliai di andare in bagno e provare un maglione con un pantalone abbinato. Uscii.

Ridevo. Non riuscivo a smetterla.

- Oh mio Dio! Sembri un vecchio pensionato. – Incurvò le sopracciglia e si guardò allo specchio.

- Nah, non sono tanto male. . . Mi va come pigiama. – arricciò il naso e girava su sé stesso.

- In effetti ti va molto largo. –Assunsi un ‘espressione pensierosa. Volevo che gli calzasse meglio.

- Mah tranquilla, tanto chi mi vede.  Certo. . . Potrei essere sexi per te, ma sei fidanzata. –fece l’imbronciato, ma l’aria era scherzosa, o almeno così avevo capito.

- Tu hai Rebekah . . . Ieri eravate molto infuocati. – Abbassai lo sguardo e mi recai in cucina. Dovevo sgranocchiare qualcosa.

- Io e Rebekah, siamo amici . . . Lei è molto sola. – La sua voce divenne rauca per un istante, il tempo che diceva ‘Lei è molto sola’, ma questa che aveva passato(?) Le pene dell’inferno? A me tutto sembrava tranne che una Santa.

- Oh. . . Capisco. – Feci la falsa comprensiva, un tono d’ironia si presentava molto vivo nella mia voce. Era patetico , credeva che ero tanto stupida che . . .
Interruppe i miei pensieri.

- Ho una gran fame. –proferì toccandosi lo stomaco.

- A Micenesis non vi ho quasi mai visto mangiare. . . –

- Non hai mai trascorso il tempo con me. Sono un umano, Jane. – mi seguì in cucina e con un cenno indicando la sedia, capii che voleva sedersi. Acconsentii.

- Beh, i miei per evitare che il cibo vada a male portano tutto da mia nonna. Frigo vuoto. – Risbuffai. Cosa c’ era di peggio?

- Possiamo ordinare una pizza, no? – suggerì il biondo ossigenato.

- Va bene, ma dato che ancora non mi sono data una pulita , sfoglia la rubrica . . . Se non sbaglio è sul davanzale della finestra e chiama . . .Per me ordina una patatine e wurstel .- Così dicendo, salì sopra, andai in bagno e finalmente mi rilassai nella delizia più totale. Ovviamente non ero al totale agio sapendo che sotto c’era un antipatico sbruffone con il quale litigavo ogni 5 secondi, però . . .Poteva andare peggio; Infondo, non c’è mai fine al peggio.

Arrossivo ancora al pensiero della scena di qualche attimo prima, James senza maglia. Perché non mi era indifferente? E chi era l’idiota che aveva bloccato il portale? Per quanto sarebbe rimasto da me ? Oddio!

- Jaaane! – Lo sentivo urlare dal corridoio , era salito al piano di sopra. Il mio corpo era ricoperto dalle deliziose e profumate bolle di bagnoschiuma, ma non doveva entrare. Non poteva.

- James non ti azzardare ad aprire la porta! – con tono minaccioso proferii queste parole, sperando con tutta me stessa che gli avrebbe dato retta.

- Tranquilla, volevo chiederti. . . Posso ipnotizzare il fattorino?- Saltai dalla vasca, uscii e mi coprii con l’accappatoio senza però, aprire la porta.

- Ipnotizzare, ma sei scemo? – sgranai gli occhi. Era un vero e proprio pazzo.

- Insomma non abbiamo soldi e non credo che i tuoi, partendo. . . Li abbiano rimasti qui. – come sempre le sue riflessioni erano impeccabili. Come faceva ad essere più intelligente di me, se in realtà era un perfetto idiota?

- Hai ragione, ma. . .Molto probabilmente è Luke, l’unico mio amico. . . Delle elementari.-

- Ma che ti frega, Jane! – Aprii la porta. Sembrava azzeccato a questa.

- Lo faccio io. – Suggerì.

- Ma perché?- insistetti.

- Perché sei una vampira e potresti sbranarlo? – Mi sputò in faccia la verità.

- Giusto. . .Dimenticavo. ..-

Stemmo in silenzio, poi qualcuno suonò alla porta. James scese meccanicamente, senza dirmi nulla.

Volente o nolente dovevo convivere con quell’umano-anima fin quando qualcuno. . . Non mi avrebbe salvata.

Sentii James che ipnotizzò il fattorino, dalle poche parole che il giovane consegna-pizze disse, mi accorsi che sì, era Luke. . .Aveva accettato il lavoro di fattorino per continuare gli studi, la sua. . . era una vita difficile.

Mi diressi in camera, mi asciugai per bene e indossai il pigiama. Mi andava molto largo  e speravo che James non avrebbe fatto qualche battutina fastidiosa. Scesi e il ragazzo ossigenato, aveva apparecchiato tutto in modo impeccabile. . . Sembrava una cena romantica.

- Madame, vi aspettavo con un vestito elegante non un pigiamone. – sorrise e sì, mi stava prendendo in giro.

- Taci, Wright. Complimenti ,hai apparecchiato da far schifo.- volevo stuzzicarlo , le sue prese in giro mica me le tenevo.

-  Mangiamo che si fredda.- Suggerì il mago ipnotizzatore.

- Avevo dimenticato anche questo, James. . . E tu con me. – abbassai lo sguardo, fissando quella pizza che da umana, mi avrebbe fatta impazzire e adesso . . . Mi era indifferente.

- Per me non sei mai diventata una vampira, semplicemente perché. . . L’umanità in te non è morta. . .-

- Wright non me lo aspettavo. . .- sorrisi e mi resi conto che stavo meglio.

- Stasera dormirai sul divano? – gli domandai, cercando di addentare la pizza. Le mie papille gustative non disprezzavano.

- Come vuoi. Non pretendo dormire nel tuo letto. – sorrise, portando un bicchiere di coca cola sopravvissuta ai miei.

- Squallido. Come osi pensare che potremmo condividere il letto. Non sono Rebekah. – Ecco, ritornavo sull’argomento. Mannaggia con quell’essere non potevo proprio riappacificare.
- Ancora(?) !. . . Sembri una fidanzata gelosa. – sbuffò beffardo e scoppiando in una risatina appena visto la mia faccia.

Ero un misto tra” uccidetemi e strozzarmi” .

- CoOoOsa? . . . – Mi strozzai con un trancio di pizza. Gentilmente, mi versò la coca cola e bevvi tutto d’un sorso.

- Stai meglio? . . .-

- Sembri preoccupato e sì. . . Sto bene. – Mi alzai  e sparecchiai  ciò che  avevo messo in disordine.

- Ora. . . Vado a dormire, il divano si trasforma in letto, te lo apro e poi salgo. . . – accennai un sorriso, nonostante odiassi quel ragazzo, sapevo benissimo come ci si sente in un luogo dove sei completamente a disagio. . .

Aprii il divano-letto, sistemai le lenzuola , le coperte e gli augurai la buona notte. Salii esausta al piano di sopra, chiedendomi invano quando avrebbe sbloccato il portale e se avessi fatto qualche pazzia, come: ritornare a Micenesis di nascosto o suicidarmi.

Mi sdraiai sul letto, sfinita e pensierosa.

- Quando finirà tutto? – i miei occhi caddero sull’orologio che indicava le 23:15 del 15 dicembre . . . I miei erano partiti stesso in mattinata e. . . L’indomani sarebbe venuto il mio VERO compleanno.

- Che palle, le cose brutte si vivono sempre più volte. – Chiusi gli occhi cercando di dimenticare che ero da sola, nella mia casa con il biondo ossigenato. [. . .] Riaprii gli occhi, credendo fosse già mattina, ma con mio stupore constatai che. . .

- Come ? Sono appena le 23:22? Non ce la farò mai. . . – Ero agitata e decisi di scendere a prendere un bicchiere d’acqua, ovviamente in punta di piedi. . . Mi metteva terrore pensando che sarei passata per il salotto dove vegliava biondo sexi.

Scesi le scale in punta di piedi facendo attenzione.

Dormiva, non si vedeva bene perché era sommerso dalle coperte e stranamente : NON RUSSAVA.

Bevvi un po’ d’acqua anche se avevo bisogno di quintali di camomilla. Non accesi la luce, al buio ci vedevo benissimo, qualcuno , però lo fece al mio posto.

- Anche tu sveglio? – Domandai sbigottita.

- Non riesco a dormire fuori “CASA” –

Mi veniva da dire :ti piace dormire con Rebekah? Ma avevo già fatto troppi danni in un solo giorno.

- Ti va di parlare?- suggerì, ma sembrò pentito appena chiesto.

- Di cosa? – incurvai le sopracciglia. Stupiva sempre.

- Bah...  Generale, del più del meno. . . Allora ci stai? –

Avrei tanto voluto dire: No, quando parli con una persona di notte rischi per innamorartene, ma it’s impossible !

- Va bene.- Accettai sfacciata. Infondo, cosa poteva mai essere?
 
Spazio Autrice:
Bellissimi lettori, sono molto delusa , il precedente capitolo non ha ricevuto tante recensioni e ciò vuol dire che non siete più attivi! C'è una sorpresa, un altro trailer, ma questo ve lo garantisco è LA FINE DEL MONDO! :3 Fatevi vivi in questo capitolo e lo pubblicherò :3 Recensiteeeeee *-*
 
 
 

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Capitolo 14
*** Dodicesimo Capitolo. ***


Spazio Autrice: Carissimi lettori, eccovi il dodicesimo capitolo! Spero più lungo. . .Molto probabilmente dopo aver letto questo capitolo mi vorrete morta e vi capisco. . .Ma forse vi riserverò delle sorprese ;) Continuate a seguire e a farvi sentire nelle recensioni è troppo importante per me. Ricordate: Siete la mia forza! :D

Capitolo Dodicesimo

Jane Pov:

Mi svegliai nel mio letto, la luce fioca entrava dalla finestra con una strana inclinazione. Sembrava quasi pomeriggio. Sbadigliai e mi stiracchiai; La stanchezza iniziava a sentirsi e anche la voglia di tornare a casa. Mi sedetti sul letto, ma mi girava la testa. La luce entrava nella stanza da ovest.

- Mi mancano i miei. . .La scuola.-  A nessuno mancherebbe la scuola? Beh, se voi foste nella mia situazione fareste lo stesso.

Scrollai via i pensieri negativi e cercai di trovare del positivo, anche se era INESISTENTE.

Mi alzai e ondeggiando mi diressi verso il bagno. Impiegai circa 20 minuti per darmi una sciacquata e indossare una maglia e un pantalone decente. I capelli rimasero sciolti. Lavai bene i denti, volevo essere un po’ impeccabile nonostante quello schianto mi schiantava. In tutti i sensi. Non conoscevo ancora il suo nome, ma sicuramente aveva un nome aristocratico che la rispecchiava completamente.

Sbuffai.

- Di male in peggio.- pensai.  Risbuffai.

- Già non voglio stare qui e adesso … Mi sento ancora più a disagio per via di bellezza mozzafiato. – Poca autostima, anzi zero. Non sentirsi mai abbastanza, a chi non è capitato? Ditemi un nome di un umano che ha avuto sempre attimi positivi: NON ESISTE. Ogni brutto periodo porta a uno bello ,e viceversa. Insomma, come lo YING E LO YANG . Bene e male. Il male è dentro il bene , ma anche il bene è dentro il male. Ok, stop! Non ho intenzione di diventare poetessa anche perché. . .Non è uno dei miei ideali. Perfetto come un orologio svizzero qualcuno bussò alla mia porta. Mi precipitai eccitata, qualcuno si ricordava di me. Avevo sempre il terrore che qualcuno potesse dimenticarsi di me. . .Non avevo amici e i miei comunque con gli anni sarebbero invecchiati. C’ è la paura di rimanere da soli e la paura di sentirsi dimenticati. Per me sono quasi la stessa cosa.

Aprii la porta e spalancai gli occhi e la bocca. Ero stupita. C’era Elijah versione ridicolo. Un abbigliamento fluorescente che andava dal giallo al verde evidenziatore e anche alcuni accenni di arancio e viola, il naso rosso dei clown e un cappello e tanti palloncini di colori vivaci.

- Buon compleanno , Jane! – Esclamò muovendosi allegramente.
Portai le mani alla bocca. Volevo piangere.

- Oh mio Dio , Elijah! Ma che giorno è  oggi? – sorrisi e mi scappò qualche lacrima. Troppa emozione. A parte mamma e papà e mia nonna quando si ricordava di chiamare … Non avevo nessuno che mi facesse gli auguro se non qualche amico di famiglia.

- Il giorno del tuo compleanno! 16 dicembre- Sorrise un po’ dubbioso. Temeva di aver sbagliato.

-  Oddio! Oggi davvero compio gli anni! – Scoppiai a piangere e  gli spalancai le braccia. Si gettò senza troppi problemi e mi strinse come se fossi un pupazzo. Amavo gli abbracci più dei baci. I baci li paragono alla passione, mentre. . .Gli abbracci quelli che durano più di 20 secondi ti trasmettono gioia e sicurezza. Ci staccammo dopo circa due minuti. Stavo meglio, Elijah era capace di darmi una carica di protezione nonostante mi avesse salvato solamente una volta, ma meglio di niente.

Continuò col sorriso sulle labbra ed enfatizzò

- Stasera ci si diverte. Torta, dolci, biscotti e. . .REGALO! Che compleanno è senza regalo? – Rideva . Aveva gli occhi dorati che si erano trasformati in argento dalla brillantezza. Era unico. Allegro, timido, solare. A me piacciono queste persone. Non i musoni che sanno tutto loro.

Volevo bloccarlo, ma era così euforico che non volevo si imbronciasse. Non sapeva che . . .Non mi piacevano i compleanni. Soprattutto il mio. Gli sorridevo, gli ero grata. . .Cercava di non farmi pesare la presenza lì, in quel nuovo mondo . ..  Cercava di farmi sentire adagio , ma non riusciva; Non perché dipendesse da lui, ma da me. Il mio brutto carattere mi estraniava da tutti ,tranne la mia camera. Unico spazio dove mi sentivo libera di pensare ciò che volevo.

- Jane , non ti preoccupare! Ho già parlato con Alyson e . . .Organizziamo tutto noi! Dobbiamo anche festeggiare per il ben riuscito della battaglia di ieri. Faremo 2 in 1 ! – Era eccitato. Chi sa da quanto non festeggiavano un compleanno. . .Gli avrei tanto voluto dire:

- Elijah ma che cavolo di compleanno dovrei festeggiare ? Sono praticamente MORTA. – Non potevo e ciò mi logorava ancora più il petto fino a scavare una voragine che mai e poi mai avrei colmato. Sorrisi, fingendo per l’ennesima volta di essere felice.

- Sei come le altre volte! Assente! Almeno il giorno del tuo compleanno. –Si innervosì, ma passo subito al tono scherzoso.

- Scusami, ma . . .Ho dei dolori incredibili. – Replicai con tono flebile.

- Vuoi che ti porti in infermeria? – si prestò immediatamente. C’era anche un’infermeria? Non ne sapevo nulla.

- No … Ho un po’ di nausea.. .Passi tra un po’? – Sembrava che dovessi scaricare lui anziché la nausea. Mi guardò in cagnesco, ma era preoccupato. Dovetti insistere per farlo allontanare. Ci riuscii e una volta chiusa la porta mi diressi al wc. Fortunatamente in quel mondo esisteva. Vomitai e fui profondamente scossa nel vedere gettare via orale : sangue. Il liquido rosso schizzò in modo interrompibile dalla bocca e fui costretta a lavare più volte  il wc e  la mia bocca maleodorante.

- Che diamine ho! –

Cercai di mantenere più calma possibile, senza questa sarei caduta nel panico più totale e mi sarei fatta scoprire. Adesso avevo bisogno di qualcuno esperto. James, ad esempio. Ma che dico!  Alyson era quella appropriata, ma non volevo rovinarle i preparativi per la mia festa. . .Era la prima volta chissà dopo quanti secoli che preparava un compleanno.
Misi a pulire tutto, ma fu davvero straziante. La paura era accesa e il nervosismo mi stava facendo consumare il pavimento. Non mi fermavo. Andavo continuamente avanti e indietro. La nausea era incessante. Avrei rigettato? Oh mio Dio. Mi si rizzarono i peli delle braccia e del collo solo al pensiero di quel terribile odore di vomito e  nel vedere COSA avevo vomitato. Ero spaventata. Una pappamolle . Ingrata. Stupida Vampira. Così mi reputo. Una buona a nulla. Speravo che la soluzione venisse  a me, ma no. Non funzionava così. Le cose o  le prendi tu o non le avrai. Non fare affidamento sugli altri. Incoraggiavo me stessa a pensare, a trovare una via di uscita. . .Ma c’era? Non mi sembrava. Mi sdraiai sul pavimento. Il contatto con la moquette sembrava placare il vomito. Speravo che si bloccasse. Respiravo affannata come se avessi  affrontato una corsa ad ostacoli o  una fuga di sopravvivenza. Deliravo.
♠♠♠
- Jane, resisti.- Mi alzai lentamente , se avessi fatto il contrario, il vomito sarebbe arrivato in gola e poi uscito. Odiavo vomitare e nonostante mi facesse bene , volevo reprimerlo .Mi faceva schifo.
Mi aggrappai alla porta. Strinsi la maniglia. Avevo bisogno di aiuto. Serrai le labbra mancava poco. . .

- Non aprire quella porta.- Una voce maschile e già potete capire chi fosse ,mi ibernò.  Era alle mie spalle. La sua voce proveniva dalla localizzazione della finestra. Tirai un sussulto e di comando lasciai la presa. Mi voltai. . .

- Posso aiutarti io … Come regalo del tuo compleanno- Lo guardai indignata. Per colpa sua ero in quell’inferno. Appena avrei avuto addestramento, forza e coraggio l’avrei fatto fuori senza neanche un’esitazione.

- Jane, piccola e cara Jane! – enfatizzò il mio nome che sembrava ripetere spesso. Lo evidenziava e mi innervosiva.

- Perché non vuoi essere vampira? Non ti piace l’immortalità? Non ti piace essere ribelle? Infrangere le regole? E’ più eccitante se quelle infrante sono i limiti della vita umana. Vita stupida e senza senso. – Istigava come suo solito e intanto, dentro me scoppiavo.

- Basta.- digrignai a denti stretto. Strinsi i pugni come resistenza, ma non servì a niente.

- Jane, ma li tratti tutti così? Beh … Uno ti vuole aiutare e sei così scorbutica. Ti ci vuole un po’ di educazione. – faceva l’offeso. Non ne potevo proprio più. Furtivamente arrivai fino al comò , lì era poggiata la spada angelica; La impugnai. Dovevo farla finita.

- Cosa stai facendo? Non hai mai combattuto.- Portò le mani alla bocca. Stava ridendo di me. Non sapevo tenere bene la spada. Tremavo, ma l’importante è provarci e poi non ero tanto stupida. . .Da quello che mi aveva detto Alyson servivo a Malkfoc non mi avrebbe uccisa.

- Sperimento adesso. Quali sono le tue ultime parole? – Non padroneggiavo la spada. Stavo sudando freddo. Scostai i capelli rossi e ribelli dalla fronte, la mia doveva essere una visuale impeccabile che mi avrebbe dovuto permettere la giusta mira. Non potevo sbagliare, ma avevo una possibilità su 100 e molto incerta.

- Perché mi sfidi? – disse placito e tranquillo mentre giocherellava come sempre con il suo scettro. Accennava smorfie di sorriso e profonda noia. Mi sottovalutava.

- Jane pensi davvero che non posso ucciderti?- Fu talmente sicuro che mi procurò qualche dubbio  che però , non gli feci  notare. Volevo mostrarmi determinata.

- Sai … Secondo le cose più impossibili al mondo è più probabile che si muoia il giorno del compleanno.- Rise. Quella ca**ata la sapevo anche io. E allora ? Non significava che dovevo morire.

- Ma hai ragione Jane io non posso ucciderti , sai. . . a me piace giocare. . .Se proprio dovessi uccidere qualcuno toccherei il tuo amichetto Elijah. –

- Non oseresti. – Sgranai gli occhi. Non poteva farlo.

- Jane mi temono tutti. Inizia a farlo anche tu .- Sorrise beffardo, io ero ancora intenta a soccombere il vomito.

- Accetta la nuova te, solo così ti passerà la nausea. La magia nera non serve a nulla, se non ti accetti diverrai di nuovo umana , ma vivrai col vomito e strane sensazioni, diverrai volubile e non capirai più cosa vuoi. Spegni i sentimenti ,Jane. – sembrava un consiglio che non avrei mai seguito.

- Non sarò come te ,senza sentimenti. Vivere in eterno per cosa ? Per essere invisibili all’occhio umano e derubarli? Per fare cattive azioni? Per uccidere? Per rovinare l’esistenza altrui? No. . .Io non sarò mai così. Mi avrai anche trasformata in questa orribile creatura, ma non sarò mai completamente un vampiro. Non spegnerò i sentimenti semplicemente perché sono l’unica cosa che mi rimangono. La mia vita ormai è persa. Ma sul mio nome Jane Foster giuro Malkfoc  che morirai per mano mia. Solo allora spegnerò i sentimenti e sai perché ? NON AVRO’ PIETA’. – Enfatizzai queste tre parole a denti stretti . Speravo che gli erano arrivate: FORTI E CHIARE.

- Sei così giovane. Non sai ancora qual è il bene e il male. . .E poi se lo giuri su Jane Foster, posso stare tranquillo. – Sorrise beffardo. Metteva in dubbio che Jane Foster non esisteva ?

- Senti. Ti consiglio di andartene altrimenti finisce male.- Ma che diamine dicevo? Non ragionavo più. Lo sfidavo sempre con più sfacciataggine e sapevo benissimo di non farcela. Andavo controcorrente.

- Jane non fare cose di cui ti penti. . . Come hai ordinato tolgo il disturbo, ma solo perché ho delle faccende davvero delicate. Au revoir. – Mi salutò alla francese senza eliminare il suo sorriso beffardo e malizioso. Stava architettando qualcosa. Ma cosa ? Intanto ,la rabbia aveva fatto sbollire il vomito; Non sapendo cosa fare , mi sdraiai sul letto aspettando che qualcuno si fosse ricordato di me. . .


JAMES POV:

Non credetemi colpevole. Non ho fatto nulla con Rebekah o almeno così ricordo. Eravamo ubriachi fino all’estremo e ho perso la logica. Oh! Se mi vedesse Alyson mi caccerebbe in ben  che non si dica. Stordito indossai la divisa nera: pulita, fresca e profumata. Uscii dalla stanza e Rebekah non c’era, decisi di trovare per i corridoi , ma come mia solita fortuna mi scontrai con Elijah che precisiamo: NON VEDEVO DALLA SERA PRECEDENTE. Chi sa dove aveva dormito. E il suo abbigliamento era da urlo. Stavo per scompisciarmi dalle risate. Dovevo resistergli.

- James , eccoti! – Cercava me ? Incurvai le sopracciglia.

- Non ti lascerò mai più la camera. Sia ben chiaro. – con aria diplomatica nascose un pacchetto. Lo strinse al petto come le liceali tengono i libri. Le sue scarpe gialle erano il massimo.

- Ti sei vestito al buio? Beh se è così. . .Mi sento  in colpa e scusa per essere stato l’assassino di un tuo abbigliamento normale e decente! – Non tenevo troppo a vestirmi bene , ma almeno . . .Decente.

Elijah era un misto tra ridicolo e psicopatico.

- Non cambi mai! – esclamò sbuffando ed esausto. Con me perdeva tutte le forze.

- Mi amo così come sono. Stavi andando da Jane? – Il mio pensiero cadde a lei.

- Jane? – sbalordito, aprì le braccia e gli cadde il pacchetto.

Feci spallucce.

- Che ho detto di male? Mi riferisco alla piccola rossa con il brutto carattere.- Smorzai un sorriso. Era rosso di rabbia.

- E’ strano.  . .Ja. . .Jam non l’hai mai chiamata per nome! Anzi sembrava non importarti di lei. . . –balbettava, era arrabbiato ed era cosi FOTTUTAMENTE DIVERTENTE!

- Quando ero piccolo scoprii che se ripetevi all'infinito e abbastanza velocemente una parola qualsiasi, perdeva ogni significato. Jane deve perderlo. –Feci per andarmene , mi stoppai e mi rivoltai verso lui . Il suo viso era ancora segnato dall’espressione meravigliata. Lo guardai e dissi con tono pungente,

- Non chiamarmi più Jam. . .In inglese significa  ‘confettura della marmellata , e l’unica marmellata qui sei tu con tutti questi colori da nausea. Ci si vede. – Sorrisi e come sempre me ne andai lasciandolo a bocca aperta. Che pesce lesso. Entrai in camera e trovai Rebekah spaparanzata sul mio letto. No problem. Sembrava abbastanza adirata.

- Qualcosa è andato storto? – domandai sorridente , lei mi guardò sottocchio poi ritornò all’aria da annoiata.

- La tua amica là. . . Il capo, mi ha dato una sistemazione. Dovrei condividere il letto con la tua piccola. – Smorzò un’espressione contrariata. Non potevo crederci. Abbassai lo sguardo , quante me ne capitavano. Smorzai un sorriso.

- Beh. . .Jane con te abbasserà la testa , tranquilla. . . – la rassicurai , ma non era questo il problema.

- Mah figuriamoci. Ha paura di me e ancora non le ho detto nulla. E’ una vigliacca , abbassa lo sguardo per non guardami ,mi teme. Il problema è che devo condividere la stanza con lei , …Io sono abituata a tutt’altro James. Una villa mia , un castello e non metà del letto, di stanza, di bagno! – Rebekah era vanitosa, fanatica ed egoista. Si capisce, no?

- Puoi sempre andartene. –

- James ma ti rendi conto di quello che mi hai appena detto (?) Sei sparito per anni e ora ti fai vivo perché ti servo e mi tratti così. Non posso accettarlo. – Si alzò furiosa e si volse verso la porta.

- Voi donne fate sempre così? – domandai inopportuno e insensato.

- In che senso?- Rebekah sembrava aver già sbollito la rabbia. Si voltò verso me , con un espressione leggermente rilassata.

- Scappate per poi essere prese (?). . .- La fissai e lei fece lo stesso. Tornò verso me accarezzandomi il viso,

- E tu segui quelle che scappano ?  – domandò  a Rebekah .

- Ho fatto prima di te la domanda. . . – Sorrisi imbarazzato. Rebekah mi metteva in difficoltà. Era una vampira vissuta e difficilmente la fregavi.

- Si, ma non sono autorizzata a risponderti.- mi fissò e ricambiò il sorriso. Cambiai discorso,

- Vai tu a parlare con Jane ? – domandai sperando che dicesse di si, anche se . . .Toccava a me. Loro non si conoscevano e dato che io conoscevo entrambe dovevo io presentarle , infondo avrebbero condiviso la stanza quindi ¼ della loro vita insieme.

- No, ci penserai tu e per stasera. . .Voglio tutti i miei abiti nella stanza della ragazza. Guai se non ti muovi. Ora devo andare a fare il mio adorabile pranzo. A dopo biondino. – con il suo sguardo da cerbiatta Rebekah mi diede l’ultima occhiataccia e sgattaiolò via rapida senza neanche che riuscissi  ad  individuarla. L’avevo già fatta arrabbiare troppo e con  un vampiro di oltre 400 anni è meglio andarci piano. Sbuffai lanciando un’occhiata furtiva alle valige di Rebekah. Come avrei fatto a caricarle?


JANE POV:

La nausea sembrava svanire, finalmente! Mi alzai barcollando, dovevo chiedere aiuto! Cedevo. Per fortuna qualcuno venne da me e non sapevo chi ringraziare se “le pure coincidenze” o una presenza “ Divina”. Aprii immediatamente la porta al minimo tocco.

- Oh Jane! Non mi aspettavo che aprissi così presto. . .Che brutta cera che hai. . .- Elijah era ancora vestito in quel modo allegro ( si fa per dire), era inguardabile.

- Beh. . .Forse per non averla dovrei indossare i tuoi colori fluorescenti. – Sdrammatizzai anche se sembrava offeso. Ti pareva: anziché migliorare peggioravo, come sempre.

- Ah ah! Si. . .Beh . . .Oggi è il tuo compleanno ed è anche per questo che. . .Ta da! – Cacciò da dietro l’angoletto della porta di color legno levigato un sacco ben sistemato che conteneva qualcosa di morbido e lungo.

- Cos è? – Spalancai gli occhi. Aveva l’aria di essere un regalo.

- Lo scoprirai aprendolo .  Io vado, ma promettimi che lo avrai stasera. Tanto ti starà benissimo. Adesso scappo. – Mi sorrise , si sporse in avanti e mi accennò un bacio sulla guancia. Sembrava non volersi staccare più. Le sue labbra premettero con forza e delicatezza sulla mia guancia bianca vellutata; Si staccò, un altro sorriso  e  poi,sparì.

Non ci voleva un filosofo o un matematico per dedurre che: ERA UN ABITO.

Lo poggiai sul letto.

Aprii la cerniera e si presentò : lungo di color giallo ocra, tanti risvolti arancioni e azzurri, gonfio, tanti fiorellini e. . .ERA ORRIBILE. Più che il mio compleanno sembrava carnevale. Come scontato . . . Venne presto sera, Elijah durante il pomeriggio era rivenuto e avevo finto enorme stupore e attrazione per l’abito da lui regalatomi, mi aveva fatto promettere di non uscire dalla stanza altrimenti tutto sarebbe andato perso; Ma che sfizio c’era non uscire dalla stanza se sapevo già che uscita ci sarebbe stata la sorpresa? Non immaginavo che disastro sarebbe stato la serata. Elijah venne svariate volte  per assicurarsi che stessi bene.
 
Era tardi . . .Dovevo prepararmi . Cosa orribile fare qualcosa contro la propria volontà. Lo lasciai a sistemare le cose che “ secondo lui dovevo indossare” e mi recai in bagno, chiusi la porta. . .
Durante la giornata non avevo fatto nulla se non vomitare sangue e una delle mie milionesime liti con Malkfoc. Prima o poi l’avrei ucciso. Legai i capelli in un codino, aprii l’acqua e aspettai che uscisse calda dopo ciò mi denudai e mi gettai senza troppi ma o però. Ormai quello era il mio mondo. Dovevo accettare tutto e meravigliarmi se in un certo senso ero ancora viva; Mentre mi rilassavo senti la voce allegra e pimpante di Elijah che mi diceva:

- Jane ho finito di sistemare! Vado. . .Ricorda tra 40 minuti scendi nell’aula magna. – Urlai di risposta,

- D’accordo Elijah. – Stetti interminabili minuti e poi , però. . .Dovetti staccarmi. Ritornare alla realtà o meglio “quella sottospecie” . Uscii dalla vasca , l’odore di ciliegia predominava  sulla mia pelle liscia e bianca. Mi avvolsi nell’asciugamano, sciolsi i capelli ed aprii la porta.

- Ma è mai possibile che devi sempre apparire quando sono in asciugamano? – Strizzai gli occhi. A pochi passi da me c’era James con tante valige e un’aria stremata , ma con la mia reazione si trasformò in aria divertita.

Era curvato, si alzò lentamente e accennò colpetti di risata.

- Per fortuna che hai l’asciugamano. – Ero imbarazzata.

- Come hai fatto ad entrare? - Domandai perplessa.

- La porta era aperta. . .- si giustificò. Gli credevo. . .Era vizio di Elijah lasciare le porte aperte. . .

- Anche tu vestiti? – domandai stufata.

- Ehm . . .Rebekah è già passata ? –

La mia faccia era tipo : What the fuck. . . Chi era Rebekah(?)

- Rebekah è la ragazza che. . . – Non sapeva farmelo capire e io , però avevo capito.

- Lo schianto, immagino.- Scostai i capelli ribelli dalla fronte e sbuffai.

- Beh. . .Alyson non ha stanze. . . ha pensato di mettervi insieme dato che avete qualcosa da condividere a parte il letto, l’armadio, il bagno. . .-

- Co. . .Cosa?  E’ mai possibile che non posso decidere nulla? Mi avete strappato dal mio mondo, dalla mia famiglia, dai miei interessi, dalla mia vita . . .E ora devo dormire anche con qualcuna che mi sta simpaticissima. Non so cosa ho fatto di male .Non ho mai rotto l’anima a nessuno. . . Uff.- Non riuscivo a parlare , intrappolavo rabbia, angoscia e nostalgia del Nord Carolina. Mah no Jane, non puoi crollare davanti agli occhi del biondone. Tu sei forte.

- Jane lei è una vampira come te. – sussurrò.

- Ma che me ne frega! E poi non lo sarò a lungo, lo volete capire tutti o no? Mi avete stufata e ora esci di qui. – Mi avvicinai senza troppi problemi e buttai tutte le valige fuori dalla stanza.

- Con Alyson ci parlo io. – Strattonai le valige noncurante nel corridoio, intanto qualche anima passava e sbigottita se la filava. Quando mi arrabbiavo ero temibile.

- Jane ti calmi? – Si avvicinò e mi prese i polsi. Aveva una presa salda nonostante i miei polsi fossero ancora bagnati. Quella vicinanza ogni volta mi faceva morire.

- Non trattare male Rebekah. Ha avuto una vita difficile . . .Forse peggio della tua. – Mi lasciò andare. Rude e freddo come sempre.

Abbassai il capo. Un mio grande errore era giudicare l’apparenza. Quando avrei imparato che le persone si conoscono a fondo solamente frequentandole?

- Si.  . .Scusami. – Ma cosa mi prendeva ?Per la prima volta chiedevo scusa a mr. Sbruffone. Cosa mi stava accadendo(?) Dalla sua reazione sembrò sorpreso anche lui.

- Tranquilla, cerca di fare battutine e vedrai che diventerete  amiche . . .Raccontatevi le storie. . .- Uscii fuori e prese le valige le sistemò affianco al comò. Fissava il vestito giallo poggiato sul letto.

- Ehm .  . .Anche quello è di Rebekah? Non mi sembra che l’ho portato io. – Si grattò la testa . Era scioccato.

- No, è. . .mio. . . – Arrossi. Tale squallore era mio. Che vergogna!

- Beh. .  .Credo che stasera Rebekah dormirà qui. . . Quindi mi raccomando. Ora vado, ciao . . .- Non potevo crederci la prima volta che avevamo litigato e avevamo fatto pace. . .Un suo ciao. Wow. Che miracolo era ? Sapeva del mio compleanno? Nah. . .Altrimenti mi avrebbe fatto gli auguri.
♠♠♠
Chiuse la porta e fissai le mura come se potessi vederlo oltre queste. Era così strano. . .Sembrava più maturo, discreto , ordinario. . .

- Bah! Chi sa quale è la storia di Rebekah. . . Sono così curiosa. – Mi denudai dell’accappatoio e come ragazza discreta non frugai tra le cose della nuova arrivata. Le cose nelle quali frugai, erano le mie. . .Un jeans e una maglia andavano più che sufficienti. Non mi interessava se Elijah fosse rimasto deluso. Quell’abito era osceno. Cercai di apparire diversa. Era un compleanno del tutto diverso. In un nuovo mondo ed era il primo della mia vita da morta. Misi un po’ di gloss che trovai dopo una montagna di abiti che James tempo fa mi aveva portato. Ero semplice e naturale. Stop.
Sbuffai dinnanzi lo specchio. Ogni volta mi vedevo sempre più brutta. Perché non mi accettavo?

- Meglio non pensarci. – Ricordai quasi meccanicamente che all’interno della valigia che James mi aveva portato c’era il mio mp3 chi sa e avrei scavato meglio avrei trovato la mia macchina fotografia. Amo le fotografie e ogni volta sin da quando ero piccola fotografavo le cose anche più stupide. Le foto sono momenti impressi che rimangono e non spariscono come fa il tempo. . .
Mi precipitai sulla valigia e come mio sogno apparve, la strinsi con cura tra le mani. . .

 Decisi di scendere giù. . .Aula magna , 40 minuti erano passati.

Mi avvicinavo alla meta. Il corridoio era abbastanza scuro. Che sfizio c’era essere sorpresi o felici se già sapevo della festa a “sorpresa”? Apprezzavo il minimo sforzo . . .
Spiccava una fila di lanterne giapponesi, il cui bagliore si rifletteva delicato sugli enormi cedri che circondavano l’edificio. Grossi vasi di fiori, rose,  decoravano la scalinata di fronte la porta principali. Ero scesa. L’aula magna era parallela alla mia stanza, ma era al piano di sotto. Sospirai. Era tutto buio. Feci un passo che sembrò coordinato con degli scoppiettii e degli applausi e dei canti. Le luci si accesero e mi trovai una mandria di anime che urlarono,

- Buon compleanno, Jane!-  a occhi abbassati arrossii.  Qualcuno, probabilmente Alyson con qualche decoratrice , aveva coperto ogni centimetro libero di candele rosa e dozzine di vasi di cristallo colmi con centinaia di rose. Su un tavolo enorme, vicino ad un pianoforte che non avevo mai visto, sopra una tovaglia bianca spiccavano un’altissima torta di compleanno simile a quella nuziale , altri fiori, una pila di piatti di vetro e una piccola montagna di regali avvolti in una sottospecie di carta da regalo. Alyson avanzò, Elijah l’affiancò e sembrò molto deluso. Feci un espressione amareggiata.

- Piccola. . .Scusa per tutto questo, ma non sono riuscita a frenarmi . . . E’ così raro festeggiare un compleanno. – Era come immaginavo e poverini. Peccato però, che la vittima ero io. Elijah mi guardò sottocchio e gli chiesi scusa con tutto il cuore.

- Jane non capisco. . .- La sua espressione era tesa e amareggiata, mi sentivo profondamente in colpa.

- Non fanno per me gli abiti Eja. . . Il fatto è che. . .Sono semplice. – gli fui sincera. Non c’è cosa più giusta dell’onestà , no?

- Si, scusa. . . Avrei dovuto chiederti un parere … -

- Tranquillo ti restituirò tutti i soldi. – Accennai un sorriso. Cosa dicevo quella sera? Avevo perso la ragione?

- Ma Jane! Che dici! – Era imbarazzato, mi scusai subito . Per sdrammatizzare mi avvicinai e lo abbracciai dopo di che gli sussurrai divertita,

- Se sviluppo questo rullino – e indicai la macchina fotografica,

- Vi si vedrà nelle foto? –risi ed Elijah mi affiancò; Non smettemmo per interminabili minuti.

- Ma certo. . . Quando non usiamo gli incantesimi siamo visibili agli umani. – Sorrise  e mi fece cenno di seguirlo. Camminammo per la grande stanza, il tavolo con la tovaglia bianca era enorme. Non gli avevo mai visti mangiare. . . Poi, sia Elijah che James erano scheletrici.

C’erano volti che non avevo mai visto. Li sorridevo e loro ricambiavano inchinandosi. Che onore!

Elijah mi strinse la mano e camminammo per tutta la stanza con le mani intrecciate, come fanno gli innamorati. . .Io, inspiegabilmente. . . Cercavo James. Nel mondo umano quando ci si camminava mano nella mano vuol dire che si è fidanzati , lì , invece, lo interpretarono in modo diverso. Era un atto prima del matrimonio. Scossa mi staccai da Elijah, grazie ad un’anima viandante scoprì in che tranello Elijah mi stesse conducendo. Avevo appena compiuto 17 anni . . . Non avevo intenzione di sposarmi e poi Elijah è. . .Insomma, lo conosco da poco.

- Jane, scusa. . . Sai, io sono stato uno degli ultimi ad arrivare a Micenesis e quindi “mano nella mano” è per . . . Fidanzati? – chiuse gli occhi, spaventato. Io non lo ascoltavo.

- Si. Fidanzati. . . – Non ho mai capito i miei sentimenti e avere qualcosa che non volevo, mi innervosiva. Ero intorpidita. . .Stanca. Confusa.

- Jane lo sapevo. Siamo lo specchio l’uno dell’altra. Facciamo delle foto. –  Non era nella pelle. Io annuivo , inerme.Prese la macchina fotografica e posizionò l’obiettivo. Sorrise e io come sempre, finsi il sorriso. Dopo una decina di foto, le rivedemmo e le cancellammo quasi tutte. Di 10 foto se ne salvarono solo 3.

James e Rebekah non si facevano vedere. Vedevo, incontravo anime che non avevo mai viste . . .Altri assomigliavano ad umani proprio come James ed Elijah, ma non mi davano retta. Mi reputavano un pericolo per Micenesis . . . Perché i vampiri volevano me e mettevo in pericolo anche loro. . .Nonostante fossi in tutt’altro mondo e tutti i pericoli che riscontravo, gli dovevo essere debitrice. Se ero sulla terra, già sarei morta e non da vampira , ma da umana. Non avrei avuto la chance di una seconda  vita. A me fu riservato il posto a capo tavola, il disagio era indescrivibile. Migliaia di occhi puntati addosso. Tirai un sospiro. Una lunga fila presa posto per  mangiare l’enorme torta  chiedeva il discorso. Oh no!
♠♠♠
Insistevano .. . Nonostante non ero nelle miglior condizioni , mi alzai controvoglia  e abbozzando uno dei miei falsi sorrisi sfoggiai il mio talento nel dire le cosiddette “palle”. Elijah che sedeva alla mia destra mi sfiorò la mano e accennò un sorriso di incoraggiamento. Balbettavo,

- Premetto che non sono brava nei discorsi. . . Io, ho solo 17 anni  e. . . Non so bene comprendere il vostro dolore nell’essere diventati anime, ma posso provarci. Prima di tutto voglio ringraziarvi singolarmente per essere qui stasera a  festeggiare il compleanno di una che neanche conoscete. . . Beh, sappiate che lo apprezzo molto. Ho sempre temuto di non essere quelle perfetta , la figlia sbagliata, il disastro e quella discriminata da tutti.  . .Ma qui stasera, con voi. . . E con questo calore che mi state trasmettendo nei vostri caldi sguardi io sto bene, anche se so che per voi sono un problema. I cattivi vogliono me e per questo vi dico . . .–

Dalla porta principale, udii avanzare il rumore fastidioso dei tacchi che sapevo benissimo di chi fosse. Entrarono due sagome, focalizzai subito erano : Rebekah e James . Divertiti, ridevano senza vergogna e senza fermarsi. Sembravano un po’ brilli.

Fermai il mio discorso. Mi bloccai su loro due. A braccetto. Come una coppia felice. Erano una coppia.

Alyson fissava stupita sia me che i due. Si girava verso me e poi verso loro e l’incontrario, e così tutti gli altri. Elijah sembrava rilassato e accennava un senso di felicità.

- Su dai, continua. . . Non ti curar di loro, ma guarda e passa– Alyson citò Dante e  sembrava piuttosto  in imbarazzo.

James guardò stupito e insieme a Rebekah si avvicinarono ad un’anima -corpo alla quale chiesero informazioni. Poi con la testa abbassata se ne andarono. Senza dire nulla.

-  Dai umana. . . Non tenerci sulle spine ,  cosa ci dici? – Uno alla quale non stavo molto simpatica si alzò facendo questa domanda, molti altri ripeterono la stessa domanda fin quando stufa e accendendo i miei occhi con un lampo di nervoso dissi,

- Voglio Malkfoc.  Dovete lasciarmi lui.-

Creai attimi di silenzio. Stupore potrei dire se non fosse stato per un idiota che credendo che stessi scherzando scoppiò a ridere. Mi sottovalutava. Come tutti.
La rabbia salì alle stelle, non la smetteva. Alyson non interveniva. Neanche Elijah. Lo temevano? Era un omone alto circa  1, 90, un fisico palestrato e la barba nera lunga. Poteva anche farmi paura, ma non in quell’istante. Adirata e fuori controllo saltai sul tavolo ,  dimenticandomi di tutte le cose smielate dia ttimi prima. . . Divenne la guerriera, sfoderai la spada della divisa variopinta di Elijah e la puntai contro il collo dell’uomo divertito. Provocai scalpore, terrore, si alzarono tutti impietriti e si allontanarono, qualcuno accennò anche uno strillo.  Alyson era quella più delusa. Elijah era spaventato. Io, invece, ero completamente impazzita. L’omone orribile smise di ridere Abbassò il capo appena notò i miei occhioni da vampira. Era in silenzio e respirava affannato. Avevo vinto io.

- Bene. Se non lo hai capito te lo ripeto. A me lasciate Malkfoc. –Non rispose.

- Hai capito? – Dissi urlando. Tremò. Io minuscola e piccola come ero, facevo tremare un omone come quello? Nah, forse era spaventato solo perché. . . Lo avevo preso alla sprovvista.

Annuii intimorito. Allontanai la spada.  Saltai con eleganza  dal tavolo. Tutti guardavano all’ incognita. Ruppi il silenzio,

- La torta mangiatela voi, a me è passata la fame. . . Notte.- Salii le scale , allontanandomi dalla stanza magna. Non m’importava di Alyson o Elijah. . .Avrebbero capito. Ennesima prova da affrontare. Rebekah nella mia stanza. Strinsi piano la maniglia, la spinsi in avanti. .  . Era buio. Sentivo qualcuno ansimare, fortunatamente Elijah aveva posizionato una lanterna giapponese anche in camera vicino la porta, accesi.

Colsi inflagante Rebekah su James che si sbaciucchiavano. Sul mio letto.

Si fermarono appena videro la luce accesa. La mia bocca era spalancata.

La vampira volò via. Era in piedi dinnanzi a  me. Che situazione. Ero nervosa, arrossita e a disagio.

- Jane. .  .- James aveva la faccia nella merda. Per fortuna erano vestiti e non avevano avuto atti sessuali sul mio letto.

Le parole non volevano uscire . Erano intrappolate.

Rebekah si sistemava i capelli. Io volevo sistemare la ragione. Non capivo nulla.

- Vorrei dormire. – dissi meccanica, fredda e assente.

- Forse è meglio che stanotte non dormo qui. . .- Rebekah parlò con James e sembrava riferirsi anche a me.

Stetti  ferma e muta. Il mio sguardo spento vagheggiava nel vuoto alla ricerca di un angolo dove potessi stare da sola. I due se ne andarono insieme. James mi passò affianco , le nostre braccia si sfiorarono. Credo che lo fece cosciente e intenzionalmente. Feci un passo avanti, il suo leggero urto mi aveva fatto perdere l’equilibrio. Volevo dormire o almeno cercare di non pensare. Uscirono dalla stanza e lui chiuse la porta. Decisi di dormire a terra, l’indomani avrei chiesto ad Alyson delle nuove lenzuola. Mi sedetti sulla moquette , poi mi sdraiai . Chiusi gli occhi e non smettevo di pensare a ciò che pochi attimi fa avevo assistito. . .

 

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Capitolo 15
*** Quattordicesimo Capitolo. ***


Spazio Autrice: Carissimi lettori sarò breve perché  molto probabilmente neanche adesso il pc mi farà pubblicare. Questo capitolo mi è costato davvero tanto tempo. Ho impiegato molti giorni per rivederlo, ma sicuramente troverete errori. Siate clementi. Ecco il trailer che vi avevo promesso. Copiate e incollate: https://www.youtube.com/watch?v=2AKOFbScsdo
ALCUNE SCENE APPARTENGONO ALLA SECONDA STAGIONE. Scusate per piccoli problemi che potreste riscontrare nel racconto del film " La foresta dei pugnali volanti" di sè il film è abbastanza articolate. Godetevi il capitolo e il video. Fatevi sentire :3 

Capitolo Quattordicesimo

C’era tensione e imbarazzo da parte mia, lui, invece, sembrava rilassato come sempre. .. Non avevo previsto niente di tutto quello: né che rimanesse sulla terra, né a casa mia, né tantomeno parlare di notte con lui, l’essere che odiavo così tanto. Di cosa avremmo mai parlato? Beh. . .Dovevo stare tranquilla, lui aveva proposto, lui iniziava il discorso, io avrei agito di conseguenza. Posai il bicchiere dal quale avevo bevuto pochi istanti prima e a piedi di piombo avanzai verso lui.
Fece una risatina e poi sdrammatizzò,

- Tranquilla, non voglio ucciderti. Non lo farei mai.- Nonostante lo reputassi un bastardo cronico, sapevo benissimo che l’idea di uccidermi non gli aveva mai sfiorato il pensiero.

- Lo so!- Sbottai sicura e mi sedetti sul divano, dove lui pochi attimi prima aveva finto di dormire. Eravamo vicini, ma distanti.  . .Lui continuava a fare espressioni sorridenti cercando di tranquillizzarmi, io continuavo a fingere che tutto andasse bene.

- Allora, di cosa dovremmo parlare? – Feci la menefreghista, ma volevo dargli l’impressione di una sicura  anche se. . . Era sprovvisto di maglia; Cercavo di non far cadere il mio sguardo sul suo petto limitandomi a guardare solamente il  volto. Un’altra parentesi difficile : gli occhi. Un colore intenso da imprigionarti e farti impazzire.

- Beh Jane, ci conosciamo poco e tu di me non hai afferrato proprio nulla. – Sorrise malizioso, ma divenne serio appena pronunciò “ tu di me non hai afferrato proprio nulla” , il tono e la frase mi fecero trasalire, quelle parole dette nel buio della notte erano paragonabili al copione di un film  horror.

- Cosa intendi? – deglutii.

- Beh. . . Pensi che sia un altro, non mi conosci davvero. – Specificò rilassandosi.

-  Beh… dal primo momento mi hai dato l’aria di uno indipendente, ma talmente orgoglioso che non accetterebbe mai l’aiuto degli altri. –

- E’ così Jane, qui  hai visto bene.  . .- Ammise accennando un lieve sorriso. Ultimamente sorrideva spesso, ma io volevo Elijah, mi mancava! Nella testa le parole di Alyson rimbombavano come  martellate fastidiosissime. Elijah aveva paura di me? Che razza di mostro ero diventata?

- Non ti ho mai detto chi sono davvero, a parte il mio nome e cognome. . . – Fece una giusta riflessione, io ero curiosa di ascoltarlo.

- Vorrei saperlo, infondo. . . Non posso odiare una persona di cui conosco solo il nome , devo conoscerne anche la storia. –Frase da poetessa, ma che fece colpo;Accennò un sorriso e  a mia insaputa lo invogliai a parlarmi di lui. . .

- Beh. . . Ti basta sapere che sono cresciuto sotto regole abbastanza SEVERE. . .Una delle tante è:  MEGLIO ESSERE TEMUTI CHE AMATI.-

Era poco per poter giudicare la sua vita, ma sarebbe bastato per un animo buono intento a  comprenderlo.  Adesso ero più sicura  che James era cresciuto in un ambiente severo e serio , ma la mia curiosità non era soddisfatta, dovevo chiedergli qualcosa.

-  I tuoi erano severi? – gli domandai, anche se come frase era piuttosto dettagliata e abbastanza profonda per suscitare probabili orrori.

- Un po’. .. –Abbassò il capo. Quel “ un po’” era sarcastico.

Fuori pioveva a dirotto. Lampi e tuoni marchiavano il cielo di colori giallastri per illuminare la pallida luna.

Avrei dovuto capirlo prima che. . . James era quel tipo di eroe sarcastico, cinico , spiritoso , vanitoso, arrogante,ma allo stesso tempo pieno di angoscia.  Dà l’impressione di tenere la maggior parte delle persone a giusta distanza da se, ma è anche del tutto cavalleresco con le donne,  Rebekah  ad esempio. Non si lega emozionalmente mai a nessuno, a meno che non sia per un periodo molto breve. . .

- Questa sarebbe una giustificazione per quello che ho visto ieri sera tra te e Rebekah sul mio letto? – Ritornai all’attacco ,più avventata che mai. Non provavo rispetto per James. Non capivo. Avrei dovuto camminare a piedi di piombo e , invece, avevo invaso i  suoi sentimenti. Si irrigidì. Era il minimo.

- Non uso giustificazioni né tantomeno chiedo perdono. Non prego i Santi figuriamoci umani o succhia sangue. –  la sua espressione ridivenne seria.

Mi alzai di scatto e in contemporanea un fulmine si scagliò violentemente contro noi, quella luce giallastra e il tuono che venne poco dopo, mi spaventarono. James era ritornato quello di sempre : teso,  distaccato e stronzo.

Sbattevo i piedi a terra al ritmo del nervosismo.  Le mani mi cingevano i fianchi. Ero stufa.

- Ti fa star bene vedere che gli altri soffrano? – domandai urlando anche se infondo ,la mia era un’affermazione.

- Come , scusa. . .? – si girò verso me e noncurante si alzò e s’avvicinò. Mi dimenavo, non volevo mi fosse vicino.

- Si! Hai sentito bene. A te fa star bene sapere che gli altri soffrano altrimenti non mi avresti ricordato chi sono adesso. – Era un orrore ricordare chi ero, meglio dire un trauma. La cosa più spiacevole al mondo. .  .Una sensazione che non prova mai nessuno. . .Quando le persone muoiono,non vivono più. . .Forse ne rimane solamente l’anima, e , invece, io sono morta, ma continuo a vivere. . . Un peso che mi logora dentro.

- Tu non sai niente di me. Da quando mi hai visto mi hai messo la targhetta : dell’antipatico, stronzo, egoista, bastardo, idiota, stupido – Mi urlò contro e mi fece  tacere. Aveva ragione. . . NON SAPEVO NULLA.

- Ti odio, James… Mi hai dato del mostro, della succhia sangue e ogni volta che trovi occasione me lo ripeti di continuo. Vuoi farti odiare. . . Ma non sai che ti odio già. – Feci per andarmene, ma lui mi tirò forte a sé. . . Era un diavolo? Un angelo? Eppure il suo cuore batteva a più non posso. Il suo petto scoperto freddo era contro il mio. . . Cosa voleva fare? Quella giornata tutto mi era andato storto, tutto mi era sfuggito di mano.


NO! NO! NO! JANE NON PUO’ ACCADERE A TE!

Feci per allontanarmi, ma il suo viso era vicinissimo al mio.  .Non era orribile, anzi era bello da perdere il fiato. Un angelo senza ali. Ero impietrita.  Avevo freddo , poi caldo e infine. . . Di nuovo freddo.

La maglia del pigiama mi andava enorme e con le sue mani candide mi scoprì leggermente la spalla. Si avvicinò come se volesse padroneggiare il mio collo, scostò delicatamente i miei capelli. . .  Mentre  io fissavo le pareti intorno a noi, il divano a pochi passi. . .

Avremmo fatto qualcosa? OH MIO DIO! Non riuscivo  neanche a  immaginarlo …

 Ecco, il suo fiato freddo e profumato sul mio collo caldo, fece  suscitare profondi brividi che mi percossero  tutto il corpo. Azzeccato all’orecchio scandì in modo sublime,

- Ci sono persone che si odiano perché temono di amarsi.- 

Aprii gli occhi, doveva essere un incubo e stranamente mi trovai nel letto di camera mia.

Mi toccai la testa. . . Io e James. . . NO!

Mi voltai verso sinistra e notai il biondo nel letto con me, con la camicia nera di papà quasi tutta sbottonata .Mi sorrideva malizioso.

Spalancai gli occhi. Meccanicamente mi alzai dal letto e gli tirai il cuscino contro, lo parò in ben che non si dica.

- E’ troppo bello. . . – fece una pausa e poi accompagnato da una risatina pronunciò,

 - Controllare i tuoi sogni.- Aveva quell’espressione sorridente che avrei voluto ammaccare con un pugno.

- Sei stato tutta la notte a farmi vivere un sogno? – Ero incredula. Troppo strano per essere finto.

- Sì e ho captato tutte le tue emozioni da buon angelo. – sorrise e poi si alzò dal letto.

- Non ho emozioni James. . .Sono un vampiro e  me lo hai ricordato anche in uno stupido sogno. – Sbottai aprendo la porta della camera per andare a lavarmi. Stette in silenzio come se fosse dispiaciuto.
Ruppi il ghiaccio, tanto per riempire l’aria.

- Davvero sei cresciuto con la frase “ Meglio essere temuti che amati”? –  chiesi stufata scendendo le scale , arrivata in cucina mi voltai dietro dove c’era  il biondo ossigenato che si abbottonava molto comodamente la camicia.

Aprii la dispensa , ma non c’era nulla. Avevo dimenticato che i miei erano partiti e avevano portato con loro tutto, ci mancavano le mutande.

- Si . . .è più che vera,e comunque è inutile che cerchi cibo . Oggi dobbiamo allenarci, se proprio vuoi mangiare dopo l’allenamento. – mi invitò a combattere e la risposta era più che ovvia. . .Con lui.

- Te lo scordi, ormai ho chiuso con Micenesis  e anche con i combattimenti , mi chiedo perché non ho ancora chiuso con te. – risbuffai come mio solito, e mi spaparanzai sul divano accendendo la tv. Mi affiancò.

- Ma dai!  Non dirmi che sei così risentita nei miei confronti perché ho dormito con te o meglio, tu dormivi e io gestivo il sogno. . . –

- Grrr James. Che nervi. Punto primo. Non dovevi essere nel mio letto. Due. Mi comandi i sogni?  Tr. . . – mi interruppe,

- Volevo che. . . Al tuo compleanno avessi un bel risveglio: Un modello come me, ad esempio. . . – Sorrise e strizzò l’occhio, segno dell’occhiolino. Lo guardai in cagnesco, il mio sguardo stava per fulminarlo.

-  Pensa alle tipe del bus, quanto pagherebbero per stare al tuo posto.- pavoneggiò e fece qualche passo verso me.

- Sempre più modesto. – Assunsi un’espressione annoiata , ma anche  meravigliata. Ricordava il mio compleanno.  Quanto avrei voluto pagare io, invece, per non essere con lui, bensì all’aperto dove tutto aveva un’aria diversa e affascinante. . .

La giornata si prospettava migliore di quella precedente, ma solo dal punto di vista meteorologo , non tra me e James.

C’era luce. Il vialetto era sempre del consueto grigioverde, come in una foresta sotto il cielo coperto, ma appariva più limpido del solito. Fuori dalla finestra non c’era il velo di nebbia a cui mi ero abituata. Il cortile era ricoperto da un sottile strato di neve , il viale era imbiancato. . .C’era di peggio. La pioggia del giorno prima si era ghiacciata,disegnava ghirigori fantasiosi e splendenti tra aghi dei pini e aveva trasformato il vialetto in un lastrone mortale. . . Con i miei che erano partiti e il condividere la casa con un essere che odiavo . . . Lungi  dal sentirmi abbandonata.

- Jane ormai sei il bersaglio di tutti. . .-  Il biondo cercava di convincermi a iniziare l’allenamento, ma se con Elijah non mi trovavo. . . Figuriamoci con lui. Insisteva in continuazione e la mia pazienza cesse .

- Eh va bene, ma appena sono stanca finiamo. – Gli posi una condizione che sembrò accettare.

Indossai abiti casual che permettevano più movimenti possibili  ,mentre lui indossava vecchi abiti di mio padre. Spostammo il divano per avere più spazio, tolsi tutti i vasi che avrebbero potuto rompersi e prendemmo posizione.

- Bene! Per prima cosa : SPALLE DRITTE,  dimostrano più sicurezza e soprattutto ti aiutano a coordinare i movimenti.- Feci come lui aveva detto, fin qui non era difficile. Mi prestò la sua spada-laser o meglio,spada angelica e mi venne dietro. Strinse le sue mani alle mie e mi insegnò a padroneggiarla. Ogni contatto con James non mi aiutava affatto  anzi, peggiorava tutto. Era la massima distrazione: Aveva il fascino di un angelo e la tentazione di un diavolo, come poteva avere sia bene che male? Beh, pensandoci ovunque c’è il bene e il male come lo YING E lo YANG.

- Bene, una volta imparato l’uso della spada , attacchi. Mi raccomando: UN PASSO AVANTI E DUE DIETRO. Quando attacchi, il nemico risponderà per questo tu lo scansi indietreggiando. Proviamo . . .- 

James aveva prestato la sua spada a me, mentre lui si arrangiava con un mestolo. La scena sarebbe stata  divertente se ci fosse stato Elijah e , invece, no. .  .James che mi ostacolava in ogni suo gesto, parola e sguardo.Cercai di concentrarmi anche se sapevo che ormai era tutto inutile e  ridicolo. Feci come da lui insegnatomi e mi concentrai. Feci il primo attacco,  rispose bene  nonostante avesse il mestolo, stava per rendermi disarmata.

- Wow ! – un’espressione del tutto inaspettata fuoriuscì dalla mia bocca. Mi aveva stupita. . .

- Quando ti alleni, qualunque oggetto va bene. La bravura è in te non nelle cose. – Aveva ragione, nonostante io fossi armata con l’oggetto opportuno facevo cilecca. Non ero minimamente brava come lui.
Cercai di concentrarmi, dovevo riuscirci anche per dargli uno schiaffo morale. . . Puntai il nemico e sprigionai tutta la forza  e la rabbia che c’era in me. Gli puntai al cuore, sfiorandogli il petto. . . I piedi erano divaricati, uno avanti ,l’altro indietro.  Lui era fermo poi, soffocò una risata.

- Complimenti. – Con le sue dita sfiorò la punta della spada vicino al suo petto e la scostò lontano da lui, fece un applauso più ironico che vero e prese a sedersi sulla poltroncina accanto al divano.

- Per oggi, basta così. . .  –  disse divertito. Si preoccupava perché  avrebbe potuto affaticarmi il giorno del mio compleanno?

-  Di già? Ma non abbiamo fatto nulla. – Replicai, quasi quasi ci avevo preso gusto.

- I combattimenti sono la ripetizione di queste mosse, se continuiamo a ripetere finirà  che dimentichi. – Accavallò la gamba destra su quella sinistra e sospirò.

- Va’ a farti una doccia, io esco a prendere qualcosa da mangiare.-  Gli scappò una risatina , s’ alzò alla velocità della luce e uscì di casa. La porta si chiuse dietro sé.

- Finalmente da sola ! – Legai i capelli e come mio rito spirituale mi diressi in bagno per lavarmi e scrollare via i pensieri. Riempii la vasca con abbastanza sapone da provocare tante bollicine al gusto di ciliegia e mi immersi. Avevo una strana sensazione. . . Sentivo che pensare Elijah fosse un obbligo o meglio un’ancora per non essere catapultata nella voragine di James il tentatore. Le emozioni dei vampiri sono sicuramente più forti altro che spente. . . Un peso sullo stomaco di una morta, faceva più male che sullo stomaco di un’umana. I morti non possono fare più nulla e io … ERO una morta.

A quanto avevo potuto capire James era metà angelo e metà umano dalla frase che gli era scappata sul letto. . .

“Ho captato tutte le tue emozioni da buon angelo. “ Ad avere fascino , beh. . . Sì.  Ma gli angeli non sono  stronzi, per questo lo reputavo più un diavolo. Ogni contatto con lui, mi faceva rabbrividire, quasi ansimare. . . Temevo che James non mi fosse indifferente del tutto. Provavo timidezza anche solo a pensarlo, sapere che fosse distante da me, ma sentirlo comunque vicino. Tutto molto strano.
 Non avevo mai provato sentimenti, cotte o amore per nessuno e mi era difficile capirne i sintomi. Elijah non mi attraeva, mi era simpatico, un amico , ma basta. . . Quel bacio, ho sempre saputo che non aveva abbastanza significato da farci stare insieme come due felici innamorati.
James,  invece, aveva la differenza che non era il ragazzo  che stava simpatico ai tuoi, piuttosto di uno che ti brucia casa. Due caratteri diversi eppure si riscontravano in un punto: IL MIO CUORE. James, ogni volta che mi era vicino mi permetteva di stare bene e male allo stesso tempo. Elijah , invece, voleva farmi stare solo bene. . .  farmi ridere mettendosi in ridicolo, ma avrebbe fatto davvero di tutto per me? Ero confusa. . .Cercavo di reprimere ogni contatto e ogni momento trascorso con James, ma non era una cosa da sottovalutare. Mi  faceva sentire viva da morta e nonostante  mi insultasse ricordandomi quello che ero, lui mi aveva  sempre accettata a differenza di Elijah, che se avrebbe  saputo cosa ero realmente ,avrebbe potuto provare persino ad uccidermi. La testa mi scoppiava, il mio problema : CREARE PROBLEMI DOVE NON VI ERANO. James, aveva l’aria di bello e dannato con l’unico intento di  farti provare qualcosa e poi andarsene, magari in punta di piedi. . . Insomma, sparire dalla tua vita. Elijah, invece, nonostante mostrasse ridicolezza , non ti avrebbe mai tradito, avrebbe costruito una vita con te , dei figli e  la vecchiaia sicuramente l’avremmo trascorsa insieme.
Iniziavo a temere  NOI. James e me insieme. Un suo passo falso, sarebbe stato anche il mio. Lavai anche i capelli, volevo affondare nella vasca, ma ero già morta. Non avevo bisogno di aria da respirare. Iniziai  a pensare agli angeli, alla loro misericordia, ad eccezione di qualcuno( JAMES). Sono capaci di fare tutto, forse se  James occupava i miei pensieri  era per un incantesimo , tipico del sogno. . . Con quell’essere tutto era possibile. Speravo che come qualità di mezzo angelo, il biondo non aveva  la lettura del pensiero, altrimenti ero davvero nei guai. Pensieri dopo pensieri erano già mezzogiorno e mezza. . . Nessuna traccia di James. Aveva combinato qualche guaio? Perché tardava? Anziché colazione avremo dovuto pranzare. . . Che diavolo era  successo? Cercai di tranquillizzarmi ,James era stupido, ma non tanto da cacciarsi nei guai con degli umani.

Cercando di non pensarci,iniziai a riordinare la casa: rimisi il divano e i vasi ai loro posti, spolverai il davanzale della finestra , la tv , il pc, feci il mio letto  e spazzai  in cucina. La casa, del resto era uno splendore. Mi sedetti sulla poltroncina dove ore fa si era acconciato James e lo  aspettavo sperando che non gli fosse accaduto nulla. Poi però. . .  Qualcosa di diverso, un pensiero che non mi aveva mai sfiorato mi indusse a visitare  lo studio di papà; Da piccola non mi era mai permesso di accedervi. Salii le scale, lo studio era situato accanto alla camera da letto, un piccolo stanzino sempre chiuso a chiave; Strinsi la maniglia e anche allora mi era impossibile.
- Cosa mai può tenere? – mi domandai senza avere alcun risposta. La mia curiosità spesso superava il limite ed ero capace di fare cose mai fatte, un esempio: scassinare. Ormai il pallino in testa martellava, DOVEVO SCOPRIRLO. VOLEVO. Se non ci fossi riuscita avrei chiesto al mago che ha tutte le risposte o pensa di averle(James). Stringevo la maniglia, ma ovviamente la porta non si apriva, sarebbe stato troppo bello per essere vero. Il mio buon udito da vampira mi permise di  captare i suoni di  qualcuno in casa.Era James. Scesi giù e il mio occhio cadde sull’orologio appeso a metà muro della cucina.

- Sono le 2:00- ovviamente  p.m , ma non era possibile che avessi impiegato due ore  per fare lavori domestici arronzati. Troppo lenta. . .Beh, non c’era da stupirsi, io e il tempo. . . Un conto in sospeso.

- Si . . . Lo so , ho fatto tardi. – si assunse le colpe , nelle mani aveva due buste belle cariche e non sembravano essere la colazione.

- Ti sei messo a guardare qualche bella fanciulla? – domandai con aria imbronciata. Gli avrei voluto dire tanto per la cronaca: Avvisa, uno squillo di telefono. Ma perché, porco cane anche lui aveva il vizio di non avvisare? Insomma, un po’ era umano.
- No, ho aiutato una signora anziana ad attraversare la strada. – alzò lo sguardo, io non ci credevo. Scoppiai a ridere.

- Ah James, se non ti conoscessi forse me la berrei, mah no. Bravo comunque per il tentativo.-  Gli tolsi le buste da mano e le poggiai sul tavolo della cucina.

- Cos è? – domandai senza aprire le buste.

- Beh. .  .Sushi. . . – sorrise a 32 denti.

- Sushi? Stai dicendo quello schifo di pesce crudo tipica usanza dei  francesi? – Spalancai gli occhi. Il mio stomaco brontolava e io avrei dovuto ingozzarmi di quello schifo?

- Giappone, Jane , ma  tranquilla . . . Ci sono  le bacchette. – Risorrise e stavolta, gli avrei di sicuro spaccato la faccia.

- Sono andato da un HING KONG “Only fish everywhere fish” . . . Dal nome mi ha incuriosito. – Risorrise , si avvicinò e aprì le buste.

- Sto schifo, lo mangi tu .- sbottai,  spaparanzandomi  con noncuranza  sul divano.

- Ehi , assaggia. . . Non è tanto male. -  aveva un boccone e sembrava armeggiare bene persino le bacchette. Io minimo, le sapevo mettere nel naso.

Si avvicinò e si sedette al mio fianco. Mi porse la vaschetta di alluminio e mi ricordò il mio adorabile papà,

- Mangia bella addormentata. Non fa tanto schifo. – mi rassicurò, me lo porse insieme a due bacchette.

Come previsto non sapevo usarle.

- Se vuoi. . . Ti aiuto.- Sembrava serio, non divertito come chiunque alla vista di quello spettacolo.

- No. So mangiare da sola. –Puntualmente avvenne la figura di merda. Il sushi  POOF. Caduto.

- Te lo avevo detto, ma tu sei  sempre orgogliosa. – Lo troncai,

- Piantala. Ne ho assaggiato un pochettino e devo dire che mette la nausea. Hai dei gusti di merda. . . Permetti se te lo dico. – Mi allontanai, il divano era abbastanza grande, volevo essere all’estremità non azzeccata al biondo.

- Va bene dato che a volte il tempo è bastardo. . .Che ne dici  di vederci  un film? – suggerì. James non era da film romantici o supernatural, era semplicemente per gli horror. Lo rispecchiava. Io , invece, nonostante volessi sembrare una tosta, piangevo davanti un film romantico e mi eccitavo con quelli sovrannaturali. Beh, adesso nel sovrannaturale c’ero io.

- Beh ne ho tutti i tipi, che generi ti rispecchiano? – domandai anche se già sapevo la risposta.

-  Potrei dirti horror , ma sarei troppo prevedibile. – Come faceva a fregarmi sempre(?) Forse. . . Ero troppo superficiale.

- Quindi mi piacerebbe azione. – Fece un sorriso che ricambiai. Infondo, l’azione piaceva anche me, certo non avrei mai potuto mettere  ORGOGLIO E PREGIUDIZIO anche se molto significativo. Sfogliai il porta DVD in sua compagnia.
- Posso scegliere io? – domandò con voce cauta.

- Sì. Tanto tutti i DVD che ho , mi piacciono un sacco. – continuai a sfogliare, ma la sua voce pronunciò,

- Questo. – e toccò con l’indice il dvd che aveva scelto.

- Q … Questo? – domandai sbigottita. Incredula.

- Se non ti piace…. –

- No, va bene. . . Tranquillo.- Arrossita gli risposi con un filo di voce. Non dissi nulla, ma quello era l’unico film d’azione che mi aveva segnato l’infanzia e anche l’adolescenza. Il mio film preferito.  Lo avevo visto migliaia di volte e non mi sarei mai stancata di vederlo. La storia, come me era molto articolata e a base di tutto c’era anche l’amore. Un amore ingiusto, un triangolo d’amore e non voglio svelarvi il finale.

- Dal titolo potrei dire che è giapponese , almeno questo mi fanno pensare le facce dei tizi. Il titolo mi incuriosisce: “ La foresta dei pugnali volanti”. –  Un’ottima riflessione di Wright.

Misi il dvd nel lettore, mi sedetti sul divano e mi armai di un cuscino nel caso mi sarebbe uscita una lacrima che James non doveva assolutamente vedere.

La trama non è niente altro che. . . La Cina del IX secolo , il gruppo rivoluzionario dei Pugnali Volanti si oppone alla corrotta dinastia imperiale Tang. Due capitani dell’ esercito dell’imperatore organizzano un piano  per seguire la danzatrice cieca di corte, Mei presunta figlia del defunto capo del movimento anti-imperiale. Uno dei due, Jin sotto l’ordine dell’altro capitano porta la ragazza lontano , Leo il capitano che aveva ordinato il tutto, li segue di nascosto. Il viaggio di Jin e Mei comincia, ma  non tutto va come preventivato. Sboccia l’amore, trattenuto e consapevole e costretto a non crescere.
Il film  durò circa 2 h e 30 e le lacrime erano indispensabili. James non sembrava proprio annoiato anzi, cercava di capire il significato e di vivere quel film che a me aveva insegnato tanto. Scoppiai nella scena  dove si scopre tutta la verità: Leo e Mei avevano messo in piedi tutta la messa in scena per far fuori Jin, ma lei però trascorrendo il tempo con lui se ne era innamorata. Inoltre, Leo era il fidanzato di Mei e lei non era né cieca né figlia dell’imperatore.
Da ordini più alti, Mei venne costretta a uccidere Jin , ma non lo fece; Lo liberò e in mezzo i campi fioriti sbocciò la loro passione. Dopo ciò Mei  fece scappare Jin cercando di far tacere  il forte desiderio di seguirlo.  Jin  andò via , ma Mei  sellò il suo cavallo e partì per riprendersi il suo vero amore ;Mentre cavalcava , la ragazza venne attaccata  da ben 2 pugnali, lanciati da Leo  non rassegnato  al pensiero  di averla perduta : uno lo riuscì  a scansare , ma  l’altro le arrivò al cuore, segnando la sua fine. Cadde , ma Jin non molto lontano percepì  di ritornare dalla sua amata, e cosi fece.  Tornò sui suoi passi  e là trovò; Mentre il ragazzo addolorato piangeva il corpo di Mei moribonda, venne attaccato di spalle da Leo e iniziò un’interminabile lotta tra i due  che durò  mesi. Nevicò e la ferita di Mei si sanò quasi, Leo avrebbe ucciso Jin che riportava più ferite di lui, Mei però con la forza dell’amore si alzò da terra, impossibile come fosse ancora viva, Leo stava per lanciare l’ultimo pugnale quello che avrebbe preso il cuore di Jin, ma Mei nonlo permise. Leo  finse di lanciare il pugnale, Mei cascandoci completamente , tolse il  pugnale dal petto e lo lanciò con l’intenzione di deviare il pugnale di Leo, il sangue dal suo cuore sporcò la neve candida e pura. Cadde. Stavolta era davvero finita. Jin corse da lei , la strinse tra le braccia e le cantò la canzone del loro primo incontro. Strano, come scherzando ci si possa innamorare per davvero.

Ero una fontana. Una vampira che piangeva (?). I  miei occhi erano lucidi. Stavolta James, avrebbe potuto mettermi in ridicolo. Guardai nella sua direzione e lo vidi pensieroso, aveva uno sguardo spento.

- E’ finito. – pronunciai con un filo di voce.

- Molto  bello. . . – sussurrò , sembrava che non riuscisse a parlare.

- Mi ha colpito, Jane. – ammise. Ero incredula.

- Anche a me. . . E’ come se fosse la prima volta, è il mio film preferito. Non so quante volte l’ho visto. – ammisi arresa. James era più simile di quanto immaginassi, persino nel carattere; Forse per questo non andavamo d’accordo.

- Beh. . . Mette in risalto la fugacità della vita. Se vuoi una cosa falla, sii egoista. Adesso, però stop con la tristezza. Oggi è il tuo compleanno e non è giusto che tu sia triste. – Era totalmente cambiato. Effetto “ I pugnali volanti?” Ero incredula e stupefatta. James riusciva sempre  a farmi ricredere sul suo conto.

Come il tempo osava ingannarci erano le 7:00 p.m . Lo scorrere inesorabile del tempo mi spaventava minuto dopo minuto.

- Jane ti dispiace se vado a fare una doccia e se  soprattutto mi prepari dei vestiti di tuo padre? – domandò premuroso, avrei voluto fare la battutina: Così piangi per il finale tragico sotto la doccia per evitare che io ti senta?

- Si, tranquillo non c’è problema. Accanto alla vasca c’è un cassettone dove trovi l’asciugamano. – Ci alzammo dal divano, lui per recarsi in bagno, io per prendere i vestiti di papà.

Salì le scale , entrò in bagno e chiuse la porta. Io mi recai nella stanza dei miei per prendere un altro scatolone dei vestiti di papà, lo aprii e c’era un bel completo che sicuramente a James sarebbe piaciuto. Uscii e passai dinnanzi al bagno, sentivo lo sgocciolio dell’acqua della doccia scendere, bagnava il corpo nudo e scolpito di James. Ma che diamine pensavo?

- Adesso mi spii anche?- fece una risatina smorzata.

Sobbalzai. Era nudo. Beh non completamente. L’asciugamano copriva il basso, e il petto , invece, era scoperto. I capelli biondo oro erano bagnati e anche loro erano indescrivibili. Non capivo cosa mi accadeva.

- N…No. Sc..scusa . Diamine.  Beh, tieni. – Gli porsi i vestiti di papà che avevo tra le braccia e corsi in camera mia. Piena di vergogna.

Chiusi la porta a chiave. Tirai un sospiro lungo. Mi lanciai nel vuoto per poi cadere a peso morto sul letto. James occupava sempre la mia mente, mi faceva male. Nel pensare quelle cose mi veniva da ridere. Ero così impacciata certe volte. . .Era bello, ma non mi piaceva. Sono sincera almeno.

Bussò alla mia porta e il mio cuore riprese a battere.


- Jane. . . Tutto bene ? -  domandò angustiato.

- Sì! Si! Ora apro. – Mi catapultai dal letto e aprii la porta.

- Bene, ti va di uscire?. . . – smorzò un sorriso e si scostò dalla porta quasi come se volesse scendere le scale.

- Beh. . .Se non piove e non ho un’altra alternativa. . . Okay. –

Lo squadrai dall’alto verso il  basso e come avevo captato , i vestiti di papà non gli stavano niente male. Da galantuomo mi stava dietro, uscimmo ed ero del tutto ignara di dove ci stessimo dirigendo.  D’un tratto il biondo mi sorpassò e gli stavo dietro, prendemmo il bus. Stemmo più di un’ora nel veicolo e solo dopo , lanciando uno sguardo furtivo al finestrino, mi resi conto che era tutto verde. Tanto verde. I miei occhi vedevano giusto. Era IL PARCO NAZIONALE DELLE GREAT SMOKY MOUNTAINS, questo comprende :le Great Smoky Mountains e parte delle Blue Ridge Mountains ,che fanno parte dei monti Appalachi e si trova al  confine tra Tennessee ad ovest e Carolina del Nord ad  est; Quando avevo 7 anni , ogni fine settimana ,mamma faceva lo sforzo di portarmi lì per respirare aria buona, non lo  smog con il quale oggigiorno tutti conviviamo. James scese e io feci lo stesso. Perché mi aveva portata lì? Lo seguii cauta , il pericolo era sempre dietro l’angolo. Nonostante avessi capito dove mi aveva condotta, c’era un’altra domanda a cui volevo risposta: Perché?

Il parco si spandeva in un labirinto sconfinato di alberi secolare, e iniziavo a temere che non avremmo più ritrovato la via d’uscita. James era perfettamente a suo agio, nel verde della vegetazione e non mostrava alcuna esitazione, neppure il minimo problema di orientamento. La candida luna filtrava la propria luce  tramite le foglie degli alberi. Raggiunsi i posti di vegetazione fitta, entrai in un posto fantastico, tantissime felci e fiori di qualsiasi colore: viola, giallo, rose. . .Camminavo lentamente, a bocca aperta, tra l’erba soffice e i fiori che dondolavano, sfiorati dall’aria fredda. James si girò e mi fissò con aria circospetta.

- Mi sembrava il posto più adatto per una vampira . . . Nel bus sei stata bravissima. – strizzò l’occhio, era rilassato. Eravamo l’uno di fronte all’altra. Al vertice di una collina. Il buio era nostro amico, il cielo sembrava sereno. C’erano persino le lucciole. Il tempo sembrava essersi fermato.

- Jane … Devi nutrirti, altrimenti ti indebolirai. – mi consigliò con aria dedica.

- E’ questo il problema , James. Non voglio sangue. –

- Beh forse ne hai uno preferito . – Abbassò lo sguardo, ancora non capivo dove volesse parare.

- Quello di Elijah ti è piaciuto tanto, vero? –  nel suo tono si presentava ira leggera.

- James non iniziamo. E’ stato l’unico che ho assaggiato. . .- Mi faceva schifo quello che dicevo eppure, era vero. Mi ero cibata di Elijah ed era solamente il primo di tanti. Avrei dovuto mettere fine alla mia vita da morta.

- Non l’unico. – obbiettò.

- Nutriti da me. – Serio. Fermo. I suoi occhi da gelare il sangue su di me. Io. Immobilizzata. Sorpresa.

- Jane , fallo.- La mia bocca era spalancata, e avevo un’espressione da pesce lesso. Quello era il regalo  per il mio compleanno?

- Se ti nutrirai da me, la sete di sangue si calmerà. Sono metà angelo. –

-  Che diamine dici? James io non ti riconosco più. Io sono una creatura vittima del male e tu. . . fai parte del bene. Posso sporcarti l’anima pura che hai da buon angelo. Posso dannarti. Non voglio. – Ero in preda al panico. Ero nervosa e non volevo nutrirmi da lui. Era stato un errore già con Elijah.

- Non hai nulla da temere. Ti sei pentita per esserti nutrita da Elijah che ami, perché ti spaventi di nutriti da me che sono l’essere che tanto odi? – Mi strinsi nelle spalle. Non capivo nulla. James era molto bravo a confondermi i pensieri , a scombussolarmi i sentimenti, le emozioni. La situazione poteva essere vista da diversi lati, ma. . .Io lo vedevo solo da uno: JAMES ERA IMPAZZITO. TOTALMENTE CAMBIATO.

- Ti sentirai meglio, Jane. Non vorrai più sangue e la tua parte da umana vivrà in te  senza cessare di combattere. – Insisteva . . .Era una tentazione del diavolo? Beh, ero comunque un’umana. Mi sentivo un’umana, ed errare è umano. Con un nodo in gola e un peso sullo stomaco, mi avvicinai al suo collo, mi sorrise, trovai il punto cruciale e godetti a più non posso. Il suo sangue dolcissimo quanto agro , era di un’ottima qualità. Era un controsenso: mi saziava, ma non ne avevo mai abbastanza. Lo desideravo. Era buono. La bontà di un angelo, la bellezza di un angelo. Era felice. Eravamo naturali. Mi accarezzava i capelli  non glielo impedivo.Non voleva che mi fermassi. Ritornai alla realtà. Mi staccai immediatamente. Mi pulii lelabbra. Il sangue si era fermato appena staccata, non aveva fuoriuscite incessabili.

- Mi sarei lasciato prosciugare da te. - ammise con una risata. Non riportava gravi danni.

- Spero che non me lo rinfaccerai. –Ritornai “ Jane l’antipatica.”

- Figurati. . .per così poco. – sorrise e quel sorriso  era irresistibile.

- Mi sento strana. – confessai.

- Ti senti bene. – sbottò sicuro. Era molto determinato.

- Si.  . .Forse. Ultimamente è cosi strano sentirmi bene. –

Si sdraiò sull’erba noncurante di sporcarsi e lo feci anche io  mantenendo però ,la giusta distanza.Stemmo in silenzio per circa 10 minuti. Le nuvole sembravano promettere pioggia tra pochi istanti, eppure le piccole stelle si intravedevano . .  .Brillavano molto.
- Ti ricordano qualcosa le stelle? – domandò James  senza voltarsi verso me, manteneva il suo sguardo al cielo.
- Beh. .  .sì. - Come potevo dimenticarlo?  Ma come lo sapeva?

Si girò su un fianco verso me, si poggiava la testa con il braccio e mi fissò.

- Meglio essere temuti che amati, a quest’ora dovresti essere senza cuore. –

-  Infatti lo sono. In tutta la mia vita ho pianto solo una volta.  Mio padre mi fece rimanere senza amici, e con il consenso di mia madre mi spedirono  a Micenesis. Non volevano che provassi sentimenti infrenabili ,  desideravano solo che combattessi . Erano padroni della mia vita. – James abbassò lo sguardo, quel posto faceva miracoli? Mi parlò di sé stesso con tanta disinvoltura,  come se fossi un’amica di vecchia data.

- Quanti anni avevi? – domandai premurosa.

- Nove. – sospirò, guardò il cielo e poi mi rifissò.

-  Beh. .  .Guarda il lato positivo. Sei forte e ti chiamerò il ragazzo che non ha mai pianto. – abbozzai un sorriso di incoraggiamento che seppe apprezzare.

- Ah ah sì. Niente male. – incurvò le sopracciglia, sembrava stanco.

- Jane. . . chiudi gli occhi.-  Mi obbligò.

Replicai, ma come sempre mi convinse. Feci come aveva ordinato, il vento giocava con i miei capelli sciolti. Percepii il freddo di un tocco, qualcuno mi sfiorava leggermente i capelli. . .Sapevo chi era, ma non volevo allontanarmene. Sembrava piacermi; Mi scostò i capelli e si avvicinò leggermente al collo, ero in estasi e sapevo che stavolta non era un sogno.

La sua voce candida e sublime sul mio collo provocò piccoli  brividi piacevoli e inaspettati.

- Buon compleanno, Jane. –  disse il mio nome a sfumature, come se stesse leggendo una poesia. Aprii di scatto gli occhi e c’era un panorama FANTASTICO. Miliardi di lucciole ruotavano intorno a noi, una forte aurea ci avvolgeva. Questo era un bel compleanno. Roba semplice. La natura, il vento, le lucciole. . .Le stelle.. . E anche James, l’ artefice di tutto. Risi per la prima volta , la mia risata non conteneva ironia, non era sarcastica. ERA VERA.

- Questo è per te. . . – dalle spalle come per magia apparve un piccolo dolce con una candelina. Un cupcake. Sorrisi. Era strano sentirsi bene in compagnia di quell’essere che pensava soltanto a ferirmi. Mai come allora stetti meglio.

- Esprimi un desiderio. – suggerì.

- Non credo di averne. . . – abbozzai un sorriso smorzato.

- Giusto! Lo hai davanti. -  gongolò.

- Sarebbe? – stetti al gioco. Non volevo attaccarlo, infondo quella giornata non era stata tanto male.

- Io, però.  . .Non mi offendo se esprimi un desiderio diverso da me, basta non sia per Elijah. –pronunciò il nome di Elijah schifato e la sua espressione facciale faceva molto ridere.

- Decido io. – sbottai rimanendo in me. Chiusi gli occhi . 3, 2 , 1 ESPRESSI IL DESIDERIO.

-   Jane. .. che desiderio hai espresso? –  domandò il biondo abbastanza preoccupato. Aprii gli occhi,

- Non sono affari tuoi.- 

- Jane, diamine. . . La terra trema! – esclamò. C’era panico nella voce del ragazzo che non aveva mai pianto, io me ne resi conto troppo tardi…

- Se sopravviviamo ricordami di non farti più esprimere desideri. –  urlò sarcastico. Gli avrei spaccato la faccia. Non dipendeva da me. Ci mancava che avessi il potere di controllare la terra.

- Moriremo!- esclamai.

- Sei già morta, Jane. – cercava di sdrammatizzare , ma gli avrei comunque rotto  la faccia. Il cielo quasi limpido si oscurò e da questo vi scese un uomo che inizialmente sembravo non riconoscere. Al suo avanzare, la figura mi era familiare.

- Ma quello è Malkfoc! – affermò James, mentre tra noi la terra si spaccò. Lui a sinistra , io a destra. Ero più esposta all’oceano.

- Porca miseria, Jane . . .Prova a saltare. –

- Non ci riesco! – urlavo odiando me stessa per non riuscire a saltare e a mettermi a riparo. James era distratto da Malkfoc. Combattevano.

- Avete interrotto il ciclo della natura. La pagherete entrambi. – Malkfoc strattonò James. Il cattivo era molto allenato, James era debole  per l’attacco inaspettato. Io, invece, venni colpita al fianco fortemente dallo scettro del cattivo.
Caddi nel vuoto.

Quella sensazione sbarrò il mio stomaco.
Simile  a quella di quando si dorme e poi POUFF si cade nel vuoto  svegliandosi sobbalzando.  
Non era un sogno.  
Ricordavo  solo che mentre cadevo  rivolta a pancia all’insù, James mi urlava stanco,

- Promettimi che ce la farai. Combatti Jane. – 

Erano dolci parole che  sentivo a rallentatore. Stavolta, sarei morta per davvero.

A bassa voce , con il poco fiato che avevo, prima di toccare il fondo e chiudere definitivamente gli occhi , gli risposi. . .

- Si. . .James, te lo prometto. – Sperando che potesse ancora sentirmi.

 
 

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Capitolo 16
*** Quindicesimo Capitolo. ***


Capitolo quindicesimo

Io salvavo Elijah, ma James salvava me.
 
 
Ero sicura di essere all’inferno. Dopotutto, è quella  la destinazione riservata ai vampiri, no?

Aprii gli occhi e sicuramente riportavo ferite gravissime al cranio. Ero morta di nuovo?  La confusione occupava la mia mente. Non distinguevo nulla. Zero orientamento. Provai ad alzarmi, ma con scarsi risultati.

Cercavo di sorreggermi ad un  ramo a pochi passi da me ; Era ricoperto da ghiaccio e neve. Tentai ad alzarmi  e applicai ciò che avevo pensato , ma le mani divennero ghiacciate al punto di lasciare la presa. Caddi di nuovo , mi  raggomitolai , non avevo né la forza di chiedere aiuto, né di piangere. Ero cadaverica, uno scheletro con la pelle trasparente e le vene blu sulla fronte e le mani. Sembrava che accanto a me fosse scoppiata una bomba. Suoni assenti, voci lontane, la vista annebbiata, il buio sempre più vivo, e il dolore che mi spezzava le gambe e mi faceva crollare su una superficie sconosciuta.
 Non so quando aprii decisamente gli occhi, ma non avrei mai voluto farlo. Li chiusi di sbotto.

- Ti rimetterai. – Molto probabilmente ero su un letto, le pareti erano nere e la stanza era infestata da un puzzo disgustante. Malkfoc era seduto accanto a me.

Mi alzai di scatto senza tener conto delle vertigini che avessi potuto provare. Mi allontanai da lui.

- Almeno tu. . . – sospirò.

Avrei voluto fargli altre domande del tipo: “Cosa ci faccio?” ,”Cos è accaduto?”, ma tutta me stessa era abbastanza traumatizzata da essersi fermata sulla frase pronunciata dall’uomo malvagio.
Toccai la testa, scostai i capelli appiccicati sulla fronte. In che senso? “Almeno tu. ..“

Ero curiosa e al tempo stesso spaventata da quell’orribile frase. Decisi di mettere da parte le divergenze con Malkfoc e gli chiesi:

- In che senso almeno io?. . .-  Un nodo mi stringeva in gola , lo stomaco si contraeva.Non osavo pensare al peggio. Scrocchiai le dita dal nervosismo. Non poteva essere vero. Nella mia mente, si facevano vive immagini impensabili, disastrose;  Non avevo perso la memoria. Forse, non tutto era perduto: Ero ancora viva ( in un certo senso).

- Il tuo amico non ha avuto abbastanza fortuna. – con tono naturale , un po’ a voce bassa enunciò quelle parole che mi perforarono il cuore. Rimasi bloccata, scioccata per alcuni minuti, il mio cervello non connetteva.

-  Quale amico? – domandai a tratti balbettando. Non poteva essere vero.

- Il biondo che ha trascorso gli ultimi istanti della sua vita con te. – sorrise beffardo e quel sorriso lasciava a pensare a qualcosa di sconcio. Non gli diedi retta. Il cuore sembrò spaccarsi in mille pezzi, ad ogni pezzo che si frantuma volevo urlare grida di dolore che però , erano  soffocate dal mio orgoglio.

Caddi nelle mie stesse gambe. Avevo uno strano dolore al petto, mi importava così tanto di James? Ecco, la disastrosa verità : apprezzi qualcuno solo quando lo perdi.  Lo avevo perso per sempre ?
No! Non poteva essere morto. Era una bugia! Malkfoc godeva a vedere quella scena dolorosa. Me a terra  con le mani congiunte al petto. Il cuore non era solo l’organo vitale che avevo perso dopo la trasformazione in vampira, adesso era vivo e pulsava battiti di panico per la notizia di James.

- Se lo è meritato. – affermò accennando un lieve sorriso; Mi alzai di scatto e lo colpii con sdegno, schivò facilmente.

-  Mi ha messo i bastoni tra le ruote.- affermò adirato e dopo una pausa enunciò,

-Ha permesso che diventassi di nuovo umana. – digrignò i denti e io . . non potevo crederci.

- Io? Umana? – sbarrai gli occhi e spalancai la bocca.

- Cosa non si fa per amore.  Adesso grazie a lui, sei umana.–  digrignò con rabbia” umana”.

Ignorai la frase “ Cosa non si fa per amore” semplicemente perché reputavo impossibile che James provasse quel sentimento per me. Andai all’attacco,

- James non è morto, e io non sono un’umana. – Guardai attentamente il mio corpo: le mani, le braccia, le gambe , non erano diverse. Identiche alla maledetta vampira di sempre.

- Guarda qui.- prese uno specchio abbastanza polveroso . Mi specchiai e. . .Aveva ragione; Qualcosa in me era cambiato. Il mio riflesso era diverso. I canini non vi erano più e le pupille non erano dilatate.

ERO  NORMALE. Quanto mi suonava strano la parola: NORMALE.

Deglutii un po’ spaventata da quel cambiamento radicale. Avevo un misto di emozioni: incazzata e triste per James, felice per essere ritornata umana e spaventata per essere nell’ultimo posto al mondo in cui volevo essere.

- Avete  fatto fallire tutti i miei piani. Se fossi in te mi sentirei in colpa, piccola Jane. – col suo tono pungente mi fece trasalire, adesso a cosa si riferiva?

- Non capisco, cosa ho fatto? – domandai impaurita. Indietreggiavo , lui avanzava.

- Il tuo biondo è morto per te. Ancora non lo capisci? Tu nutrendoti da lui gli hai dato la morte certa .Gli angeli hanno animi buoni , noi no. A tua volta lo hai reso una creatura del male e  al tempo stesso  lui ti ha convertito nella tua vera natura: umana.- incurvò le sopracciglia. Il concetto era abbastanza complicato e con la testa che mi ritrovavo non ero  in vena di capirlo. Temevo me stessa. Mi sentivo un mostro, avevo permesso io la morte di James. 

- Questo è l’amore che non esiste più. Sembra una favola , vero Jane? – Confusa. Ero sconnessa come sempre. Non capivo. Non volevo capire. Come era possibile che James provava sentimenti talmente forti da perdere la sua stessa vita per farmi ritornare quella che ero?

- Povero James …  Bah  James, è un nome che piaceva a lui, non si chiamava così. – continuò Malkfoc. Il biondo era morto e io volevo conoscerlo. Non era lo stronzo che si prospettava inizialmente. Era diverso e forse migliore di tutti. Peccato che me ne ero accorta tardi. Stetti in silenzio. Delusa per  tutte quelle volte che l’avevo trattato male. Mi odiavo. Ero tornata umana perdendo una persona che. . .

Non ho mai saputo quanto valesse per me. James era importante, oh sì che lo era. Volevo piangere ,ma non davanti all'uomo che gli aveva tolto la vita.

- Da ora in poi Jane, tu combatterai contro il bene nonostante sei una stupida umana, ma provvederò . Hai una stanza sul ponte, è un piccolo castello. . .Spero che ti troverai bene almeno lì non c’è questo puzzo. –  

Il cattivo mi distolse dall’odio profondo che provavo per me stessa. Adesso, ero un’umana e mi odiavo lo stesso. Avrei preferito una stupida succhia sangue , ma l’importante  è che potessi contare su James. Le anime buone tra cui  Alyson , Elijah e tutti mi avrebbero dato la caccia appena saputo che ero stata io a condurre James alla morte. Il più grande dubbio : James sapeva che se mi nutrivo da lui sarebbe morto? Volevo affondare e non riemergere mai più. Mi dimenticai del mondo esterno , Malkfoc   notò il mio sguardo assente, ripeté la domanda , ma io  non avevo la minima intenzione di accettare.

- Te lo scordi, io non combatto contro il bene. Ora che non sono una tua cattiva creatura, posso fare quello che voglio. – Corsi, ma era vero. Il vampiro che c’era in me poche ore prima, adesso . . .Era inesistente.  Malkfoc con un colpo secco mi prese, cercavo di divincolarmi, ma era forte.

- Tu rimani qui che ti piaccia o no. Va’ nella stanza che ti ho detto e troverai tutti i vestiti che DEVI indossare, se non fai come ti ho detto fuori uno. . .fuori due. Ucciderò anche l’altro. – Trasalii al pensiero della seconda morte. Anche Elijah , no! Che gioco sporco, era l’unico modo per tenermi in pugno. Il mio punto debole. Abbassai il capo segno che avevo acconsentito, ma non sarebbe stato per troppo. Uscii dalla stanza, sarei voluta scappare, ma c’erano un sacco di guardie che  inoltre, non erano di bello aspetto. Avevano gli elmi, ma dalla fascia degli occhi scoperti scrutavo la loro bruttezza; Altre guardie, invece, erano  simili a degli zombie ( solo un po’ più svegli ), indossavano tuniche bianche e nere. Pensandoci, non mi interessa dove ero finita. Il nemico non era Malkfoc o il suo esercito né tanto meno Alyson e il mondo dei buoni, il nemico ero IO.IO NEMICA DI ME STESSA. Che vita di inferno! Ero stordita, ma le parole di James suonavano come rintocchi di campane di una processione. Gli  avevo promesso che avrei combattuto, lui me lo aveva chiesto. Non potevo tornare indietro, eppure. . . Ero flebile. Un misto di emozioni tutte con fascio negativo :dolore, angoscia, debolezza, mancanza, sfiducia in me stessa, malinconia, stordimento.

- Stai attenta! –  Urtai contro qualcuno. Non chiesi scusa.

Alzai gli occhi.

- J … James? –

- Che dici? – il ragazzo incurvò le sopracciglia e spalancò gli occhi.

- James sei tu . – Era lui, ne ero sicura. Non stavo delirando. Non ero impazzita.

- Il mio nome è Sirius e hai dei gravi problemi, fanciulla.- Dopo questa frase non ricordo più nulla, forse ero svenuta.

Al mio ennesimo risveglio, mi trovai in una stanza, probabilmente la mia. Non puzzava. Una ragazza mi era vicino. Ero sicura di conoscerla. L’avevo vista da qualche parte, mai suoi occhi non erano umani. Non era della Terra. Adesso, c’era il misto di confusione tra: Sì la conosco e no, è solo impressione.

- Va tutto bene.- mi rassicurava. Era dolce, una sua copertura? O anche lei vittima del male? Mi sfiorò la mano e stranamente il mio impulso non mi fece allontanare. Stavo bene con lei. Potevo fidarmi.

- Ti ha portata qui il guardiano di turno. . . Hai la febbre, sei svenuta. –

- Ti prego. Io sento che di te posso fidarmi, fammi andare via. – le scongiurai a cuore aperto, piangevo.

- Non posso mi dispiace. Hai la febbre molto alta, morirai di sicuro. – con tono flebile, abbassò lo sguardo , si alzò dalla sedia e prese una tazza contenente un liquido.

- Tieni, è una tisana allevierà i dolori.- me la porse delicatamente, mi alzai lentamente e mi sedetti sul letto, presi la tisana e la portai alla bocca.

- Sei umana? – domandò accennando un lieve sorriso.

- Adesso si. Beh sono nata umana, poi Malkfoc mi ha resa vampira e adesso di nuovo umana. – era un grattacapo, ma raccolsi i punti basi per farlo capire alla ragazza.

Era : alta qualche cm in più rispetto a me, fisico esile, gli occhi strani, ma belli, capelli non tanto lunghi, ma neanche corti di tonalità rame. . .Mi suscitava ricordi. La mia mente scavava nel passato.

- Beh sei davvero speciale. .  .Dopo il vampirismo è quasi impossibile diventare umani a meno che Malkfoc non lo permetta. –

- No, a me non è stato Malkfoc. –sbottai sicura. Quella tisana faceva miracoli, mi sentivo meglio.

- Beh, qualcuno della sua specie. . .- non si mostrò insicura. Era determinata su ciò che stava dicendo.

- Mi dispiace deluderti, ma a me ha salvato una persona sicuramente non appartenente a Malkfoc. – eravamo entrambe sicure su contrapposte teorie.

- Ci ha rimesso la vita. – abbassai il capo e l’angoscia m’invase. Una lacrime cadde fredda sulla guancia calda.

- Credimi, in qualche modo anche lontano appartiene a Malkfoc , non sapendo di avere questo potere e non sapendolo gestire … -fece una pausa temeva di pronunciare quello che sentivo,

- E’ impossibile che sia morto davvero! – esclamai, strinsi i pugni e  li sbattei con tanta rabbia sul letto.

- Fanciulla, sono Sirius. –  Una voce inaspettata parlò. Si rivolse a me. Era il tizio che avevo scambiato per James, ne riconobbi la voce.

Guardandolo attentamente constatai di aver delirato abbastanza . Non assomigliava minimamente  al biondo. Il suo fisico robusto portava a dei sicuri pettorali che sarebbero stati anche belli se non per le brutti espressioni del suo volto; Rigido, ma giovane. I suoi occhi color grigiastro come i suoi capelli. La chioma abbastanza folta e piccoli boccoli scendevano sulle spalle racchiusi in un fermaglio.

Lo fissai, ma non accennai nessun segno di saluto.

- Ha detto il capo che devi indossare gli abiti che ti saranno dati e poi devo accompagnarti da lui. – serio e con tono duro mi fece tremare. Acconsentii con il capo meccanicamente; Uscì, lasciando nella stanza un odore maschile. Un profumo che mi fece starnutire.

- Non si bussa, qui? Siamo donne e un uomo che entra senza bussare. . . – sbottai adirata, mentre la fanciulla che mi aveva “ salvata” scoppiò a ridere . Una risata familiare, allegra e piena di gioia.
- Sono fatti così e non puoi ribellarti.- ridivenne seria.

- Io non riesco a capire come una ragazza buona come te sia finita qui. –

Cercavo di eliminare il tasto James, avrei pianto di sicuro. I misteri iniziavano ad ingigantirsi  e non volevo fermarmi su quelli che mi straziavano. Il mio cuore che grazie a James era ritornato a battere, sapeva che il mio salvatore era vivo.

- E’ iniziato tutto anni fa , ma non riesco a parlartene. Tu piuttosto sei fortunatissima e amatissima. – sorrise e notai benissimo che aveva cambiato argomento. Non volevo insistere, forse aveva brutti ricordi, ma seguendo il suo filo logico adesso stava per toccare i miei flashback e la stoppai,

- Non riesco neanche io. – feci una smorfia rattristita e si stoppò subito.

- Vi amavate? – Avrei voluto rimproverarla, ma era buona d’animo e poi. .  .Quella domanda mi aveva spiazzato.

Non volevo rispondere, ma qualcosa dentro me mi obbligò a farlo.

- Beh. . . Ci odiavamo , ma soprattutto MI ODIA!  L’ho condotto alla morte. Ricordo che quando l’ho conosciuto  mi sentivo la classica ragazza normale. La mia vita è cambiata radicalmente da un ladro che in un vicolo stava fregando un’auto , ho dato l’allarme , in quell’istante la paura era alle calcagna . Ero impacciata e allo stesso tempo mi sentivo  la salvatrice della città, poi James. . .Mi ha salvata e mi ha fatto capire che quell’uomo lo vedevo soltanto io. Ho iniziato a vedere tutto sotto un’altra prospettiva, ho conosciuto persone speciali, storie diverse e anche stronzi come James. –

- Stronzo che ti ha permesso di riavere la tua vita. – mi corresse, le lacrime facevano tutto loro. Piangevo ,singhiozzavo . Quanto  è brutto ricordare. E’ più brutto ricordare i bei momenti che quelli difficili. I difficili nel momento in cui li hai affrontati sono stati una piccola vittoria, ma. . . ricordare quelli belli fa male; Sai che non ritorneranno più e questo basta per rovinarti metà vita con rimpianti e rimorsi.

- Non credo che ti odia, nonostante appartiene  all’ordine di metà angeli rimane comunque umano. . .Avrebbe potuto benissimo non aiutarti .Se lo ha fatto è perché lo voleva, e a questo punto cara umana, ti dirò di più: NON TI HA MAI ODIATA. –

Ingoiai, da sempre mi aveva spaventata l’idea di me e James racchiusi nella parola NOI, preferivo analizzare singolarmente JANE E JAMES. Due persone separate. Ultimamente però, i dubbi erano più vivi che mai. Sentivo che James mi appartenesse e se non andavamo d’accordo era per il semplicemente motivo che forse, eravamo più simili che mai. Con il polso della maglia asciugai le lacrime che interrottamente scivolavano sulle mie guance paffute.

- No, James non è in grado di amare. – le sbottai, ma non ne ero tanto sicura.

- Tutti sono capaci di amare, però. . . A causa di delusioni fingono che non gli importa più nulla.- affermò calma, con un altissimo tasso di determinazione.

- Beh, forse è ora di prepararmi … Malkfoc si adirà e ha già un’altra vittima nel mirino.- mi alzai lentamente dal letto.

- Come ti sentivi con James? – quando pronunciò il suo nome il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. I battiti erano talmente assordanti da rimbombare nelle orecchie e amplificare il loro pulsare.


FLASHBACK

- Mi sento strana. – confessai.

- Ti senti bene. – sbottò sicuro. Era molto determinato.

- Si.  . .Forse. Ultimamente è cosi strano sentirmi bene. –


RETURN

-Tutto bene ?- domandò con tono preoccupato la ragazza che mi aveva sostenuto.

- Sì, sto bene. – accennai un sorriso finto  e come sempre finsi di stare bene.

- Ancora non mi hai detto il tuo nome. –cercai di cambiare discorso.

- Mi chiamo Nicole. – sorrise e strizzò l’occhio.

- Hai un nome familiare. –  Incurvai le sopracciglia, cercando di sfogliare nella mia mente.In effetti il suo nome lo avevo già sentito in famiglia e se non erro soprattutto quando avevo 5 anni. I miei litigavano spesso e ogni tanto saltava fuori il  nome Nicole. Beh, nella mia famiglia non è sempre andato tutto liscio come l’olio, ma l’importante è che i brutti momenti passino.

Lei tacque. Io aprii l’armadio. Vi erano abiti pomposi e uno che mi piacque fu uno bianco.

-Se metti questo sembri una sposa. – sorrise e mi aiutò a prenderlo.

- Devo trovare un modo per scappare, il problema è che non so orientarmi. –

- E’ difficile scappare, Jane. Ho provato un sacco di volte, ma senza nessun risultato. –

- Come sai il mio nome?. . .- domandai perplessa e con aria circospetta.

- L’ho intuito.- sorrise maliziosamente. Mi nascondeva qualcosa. Finsi di crederle. Affermai,

- Beh…questo abito pesa, non mi sarà di aiuto. – un’ottima riflessione. Dovevo tornare a Micenesis, anche se non mi volevano. Dovevo permettere il ritorno di James. Non doveva finire così.
- Non pensarci, anzi meglio. . .Può camuffarti di più. In questo piccolo stanzino, -

 Nicole indicò con l’indice una porta

- c’è il bagno , lavati e poi ti aiuto con il corsetto. – sorrise e la stetti a sentire. Aprii la porta del bagno, era abbastanza piccolo rispetto a quello di Micenesis. Mi denudai degli abiti sporchi e mi immersi nella vasca di legno. Sulle pareti vi erano disegnati teschi che mettevano profonda soggezione a una stanza come il bagno. Come facevano a fare i bisogni con quei disegni sul muro(?) Provai a non pensarci e così, i miei pensieri caddero puntualmente su James. Dov’ era? Non era morto. Volevo stringerlo tra le braccia. Gli ero riconoscente, ma non ero egoista. Se lui doveva rinunciare alla sua vita per far sì che ritornassi umana, non ci stavo.

[…]

Fuori dal bagno sentivo che Nicole stava parlando con qualcuno molto probabilmente Sirius soprannominato da me “il vecchio” per i capelli argentati. Uscii veloce dalla vasca  come un fulmine e chiamai Nicole .
La fanciulla subito interruppe la conversazione con il vecchio e venne da me con l’abito prescelto.
Mi cambiai dietro ad una tendina, la giovane fanciulla mi aiutò solo con il corsetto. Mi mancava l’aria, era da pochi secondi che indossavo il corsetto e già mi sentivo un pesce fuor d’acqua; Per non parlare delle scarpe.

Nicole mi aggiustò i capelli, sembrava che dovessi sposarmi. Che pagliacciata! Uscii dal bagno e a pochi passi c’era Sirius. La sua età poteva essere 20 massimo 25. Lo guardai meglio negli occhi e non aveva nulla di James.

-Sta meglio?- domandò e non ero diventata cretina, ma mi aveva dato del lei.

- Dici a me ? – sgranai gli occhi.

- Si ,dico a lei. – perseverò il vecchio.

- Si. Andiamo.- Non so perché dissi “ andiamo” , forse per incoraggiamento a  me stessa. Sentivo l’adrenalina scorrere nelle vene.

L’uomo mi precedeva, io lo seguivo.

La stanza in cui ero , era una delle tante che formavano  il castello. Attraversammo il ponte e se quello non fosse stata la dimora dei cattivi, avrebbe anche potuto piacermi. C’erano molti alberi neri, ma comunque. . . La natura c’era.

Il castello dov’ ero stata con Nicole non era niente rispetto  a quello che i miei occhi stavano scrutando. Era lì che eravamo diretti. Sirius ogni tanto era costretto a fermarsi, rallentavo tutto con quelle maledette scarpe. La dimora dove ci stavamo recando era di sicuro un palazzo. Un palazzo spaventoso. C’erano animali volatili come civette, corvi e ogni piccola cosa metteva i  brividi. Entrammo e vi erano tante sale. Sirius con passo deciso avanzava , lo seguivo senza guardare attentamente cosa mi circondava. Tutto  incuorava terrore.
Mi aveva portata da Malkfoc. L’uomo crudele mi attendeva al centro della sala. Sirius dopo un inchino sparì nel nulla e  l’enorme porta venne chiusa .Malkfoc ed io rimanemmo da soli.

-Piccola Jane, sono onorato che non hai ancora tentato di evadere. – sorrise beffardo.

-Il pensiero di perdere anche Elijah ha messo a freno la tua ribellione, vedi. . .Devo minacciarti. – era ipocrita. Sapevo benissimo che poteva fare del male ad Elijah nonostante facessi tutto quello che mi dicesse.

- Ho voluto chiamarti perché adesso hai 16 anni e. . .Sei abbastanza cresciuta per sapere la verità.-

- Di che verità stai parlando?-  mi irrigidii.

La stanza dov’eravamo ,era illuminata da una leggera luce fioca, il sole su quel pianeta non splendeva e,la notte non si distingueva dal giorno. La maledizione predominava su tutti.

-Guarda  quanti   libri.- la luce illuminò la parte indicata da Malkfoc e notai scaffali strapieni e colmi di libri.

- Visto? Questa è la storia delle mie origini.- indicò migliaia di scaffali. Era impossibile.

- Si parla di me, delle mie origini, delle dinastie  , dei miei posteri. Non meravigliarti. . . Il bello deve ancora venire. – Si avvicinò e mi toccò le spalle. Volevo scrollarlo, ma dovevo stare attenta. Sapeva il mio punto debole.

- Tu sei una dei posteri. – affermò  sorridendo. Sbarrai gli occhi.

- Io non centro nulla! – esclamai adirata. Mi allontanai.

- Da dove pensi che Alyson abbia preso il tuo ritratto? O meglio “il vostro “? – sorrise e mi tolse l’anello che stesso lui, tempo fa mi aveva dato.

- Ti riferisci a quello di cui i soggetti sembravamo io e James? – domandai perplessa. Questo filava.

- Esatto, ma credo che ti scioccherebbe sapere questa triste verità. . . Quindi aspettiamo. – sorrise. Mi stuzzicava. Gli avrei voluto spaccare la faccia. Intanto, i miei piedi mi maledicevano per le scarpe.


- Cosa devo sapere? Malkfoc parla. – con tono deciso lo implicavo a parlarmi di tutto. Volevo sapere la verità.

- Per ora, preferisco la suspance. Puoi far ritorno nella tua camera. – Non potevo insistere e finsi di dargli retta. Volevo “ recarmi da sola in camera”, non volevo guardie .Volevo provare la fuga , d’altronde se non tenti non sai mai come finirà. Abbassai il capo spaventata , ma allo stesso tempo  felice , mi illudevo di scappare.

Stavo lottando per James. Non dovevo darmi per vinta.

Come immaginato , accanto alla porta vi era Sirius, mi fece cenno di seguirlo; Stavolta, mi guardavo intorno, alla ricerca di un oggetto o arma per difendermi quando ci saremo allontanati dagli zombie. Dovevo scappare. Dovevo trovare James, qualcosa mi diceva che era vivo e aveva bisogno di aiuto.  La guardia cambiò il tragitto o più normale pensare, mi stava conducendo a tutt’altra parte. Era una foresta, con una vegetazione abbastanza sviluppata nonostante il sole non ci fosse mai, sicuramente usavano luce artificiale con qualche incantesimo. Temevo che Sirius mi stesse conducendo alla morte senza che neanche Malkfoc lo sapesse. Senza dare nell’occhio tolsi le scarpe, adesso i piedi respiravano e avrei avuto più possibilità di darmela a gambe. Eravamo coperti da oscurità , neve e ghiaccio. L’umidità mi ricordava poche ore prima, quando ero atterrata su una superficie a me sconosciuta. Lì, da qualche parte c’era un portale che mi avrebbe condotto in Nord Carolina, ma dove ?Mi guardavo intorno sempre di sfuggita, interrotta dalle improvvise occhiate  di Sirius , preoccupato che scappassi. Il furbacchione aveva capito bene. Lo avrei fatto fuori. Poco distante vi era un ramo , il piano era pronto.

-  Ai. . .- creai un gemito abbastanza convincente e mi toccai la pancia.

Sirius si girò di scatto, io assunsi un’espressione abbastanza malandata, sofferente.

- Cos avete? – domandò sbigottito.

- Ho bisogno di un bagno. – enfatizzai bagno.

- Mi dispiace, ma qui non vi è. Problemi di pancia? –

- Si, che domanda. Sto male. Posso farla dietro un albero. –

- Dietro un albero? – guardò sbigottito. La scena sembrava divertente.

- Una principessa che fa i suoi bisogni dietro un albero? – ripeté  e  rise. A me non era chiaro “ principessa”.

- Grazie per avermi dato della principessa, ma sono una comune mortale. – specificai.

- La figlia del mio capo è una principessa. –

Cosa?

Figlia del capo?

Io principessa, figlia di Malkfoc?

Come è possibile?

 E’ uno scherzo.

Sono terrorizzata.

Il panico mi sta travolgendo.

Non può essere vero. Anche adesso devo fingere che va tutto bene e continuare il piano.

- Si,  che c è di strano. Sorvegliami. - Cercai di mantenere la calma, al resto avrei pensato dopo.

- No, potreste tentare di scappare.-

- Ma cosa ? Sto benissimo qui.- sorrisi.

- Ah, davvero? –

-  Ovvio, sorvegliami.- avanzai lentamente, l’enorme vestito gonfio e bianco nascondeva i piedi che sprofondavano nella neve. Sirius accettò. Non potevo sbagliare. Mi recai all’albero più lontano e fitto. Il guardiano era distante pochi metri, mi tolsi l’enorme vestito bianco , lo appoggiai all’albero  così  in qualsiasi momento Sirius si sarebbe voltato avrebbe creduto che io fossi lì. Ecco il momento cruente: SCAPPARE. Mi guardai intorno , una volta immaginato il mio cammino mi diedi alla fuga. Inizialmente strusciavo, avrebbero potuto vedermi. Sentivo di non farcela. Qualcosa sarebbe andato storto. Scappare, va bene , ma non sapere dove andare? Che stupidaggine! Il mio orientamento era -1, mi sarei ritrovata di nuovo nella tana del lupo. Il freddo era cruciale. Il mio corpo era coperto solo da una sottoveste, ero scalza e avevo fame. Il  cuore batteva all’impazzata, da non lontano sentii qualcuno urlare e dare l’allarme. Sirius si era accorto di tutto. Io ero ancora vicina.
Correvo, ma adesso ero umana. Non potevo andare lontano. Quanti orrori. James che forse era morto ed io come una pazza mi spingevo a cercarlo nel nulla, e Malkfoc che forse era mio padre. Era impossibile. Io ero  figlia di Kassy e Carl. Umani. Non potevo  appartenere al male. Avanzavo con cautela, mi giravo spesso su me stessa. Temevo un attacco  alle spalle. Mi rifugiai dentro una piccola caverna. Il buio ostacolava la mia fuga. Il respiro era affannato, se qualcuno fosse passato per di lì mi avrebbe scoperta. Pregavo il Cielo di trovare qualcuno che potesse aiutarmi, ma non potevo fidarmi di nessuno. Volevo James più di ogni altra cosa. Mi accovacciai,mi stringevo in me stessa, tremavo. Scoppiai a piangere, abbattei così la mia corazza. La forte, la coraggiosa, la spavalda non valeva niente se James era morto. Mi odiavo. Dovevo morire io, non lui. Quanti sensi di colpa, quanti rimpianti. Sapeva di morire facendo una cosa stupida come quella? Io cretina che l’avevo morso. Come avevo potuto(?) Il freddo mi stava ibernando. Sarei morta. Era quello che volevo. Per quanto ne sapevo avevo ancora la febbre e il mio corpo da umana non sarebbe riuscito a passare qualche ora. Una cosa mi rasserenava: Avrei raggiunto mr. Antipatia. Cercavo di  dormire sperando di  passare dal sonno naturale a quello eterno, senza percepire una spada che mi trafiggesse il petto o la sottoposizione al patibolo. Tutta me stessa desiderava ardentemente raggiungere JAMES. Chiusi gli occhi e rivissi tutti i momenti con lui.
L’inizio di tutto: Il vicolo, lui sul mio letto, nella mia stanza, la partenza per Micenesis, l’amicizia di Elijah, James nel pub a salvarmi la vita per la millesima volta, l’attacco a Micenesis e come sempre l’aiuto di James. L’aiuto di Alyson per far sì che diventassi di nuovo umana, e le dolci parole di James nel dire: Jane non deve fare cose che non si sente, o una cosa del genere.
Le lacrime scendevano interrottamente e mai come allora avevo paura: del buio, del rumore di passi che non sarei mai riuscita a scrutare e  di qualsiasi animale.

Mi rannicchiai , mi strinsi le gambe al petto ricordando ogni piccolo particolare , mi scesero delle lacrime che sulla guancia si immobilizzarono forse, l’indomani non avrei aperto gli occhi.


Chiusi gli occhi, dormivo. . .O forse, ero morta. Vedevo una luce bianca e candida come la neve che si posa sulle fredde foglie a Dicembre. Ero felice e qualcuno con delle ali avanzava verso me. Un angelo, senza dubbi. Era impossibile intravedere il suo volto, la luce me lo impediva, ma quando conosci e tieni a una persona la riconosci anche se fosse uguale ad altri cento. La sua voce suonò  nel mio cuore come le parole della mia canzone preferita. Era James. L’avevo raggiunto?
Appena sicura che fosse lui , iniziai a correre più veloce per raggiungerlo. Nn capivo, ma ad alcuni tratti si avvicinava e altri si allontanava. Urlavo cercando di farlo tornare indietro.
Si fermò e si voltò verso me, in un attimo fu vicino e notai il suo bellissimo volto angelico, sorridente, felice.

- Jane, - sussurrò. Partirono i brividi.

- Nonostante è accaduto tutto questo, ti sarò vicino e volevo che sapessi che quando hai morso Elijah. . . Il ragazzo che ti ha frenato sono stato io. – Rise.

- Non sono tanto stronzo, vedi? – Cercavo di non piangere, ma dentro scoppiavo. La sua voce candida e profonda mi attivò il cuore facendolo battere più forte che mai. Mi accarezzò la guancia, glielo lasciai fare perché con lui. . .
MI SENTIVO PROTETTA.

Spazio Autrice:
Non uccidetemi, doveva andare così! Quello di Jane, non è nient'altro che un sogno di incoraggiamento. James nonostante non può essere lì con lei, le è vicino. Prendetela per una morale ;) Ho cambiato scrittura per il discorso tra Jane e James perché la reputavo più adatta. Fatevi sentire!^^
 

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Capitolo 17
*** Sedicesimo Capitolo. ***


ATTENZIONE ATTENZIONE!
Dopo aver letto il capitolo, leggete lo spazio autrice(che si trova alla fine del capitolo) ^^.

 

Capitolo Sedicesimo


Piccole linee sfocate dividevano il sogno dalla realtà. Con il cuore ghiacciato, lo guardavo mentre si preparava ad andarsene , a sparire per sempre dalla mia vita. Era tutto molto puro. Ecco la differenza tra me e James; se io fossi stata al suo posto, ovvero morta …  Lo  avrei odiato con tutta me stessa, anzi … Forse non sarei mai morta, semplicemente perché non avrei messo in salvo la sua vita per perdere la mia. Molto egoista, lo so. Ma almeno mi vantavo di una dote che non molti avevano:la Sincerità.

Lo fissai per un minuto interminabile, senza parole. Non sapevo cosa dire. Temevo che qualunque cosa avessi detto, avrei sbagliato.
Parlò lui e cercai con la mente di ridurre i battiti del mio cuore , dovevo stare attenta ad ogni singola parola pronunciata; Il pulsare del cuore non doveva continuare ad essere un rumore rimbombante nelle orecchie.


-Vorrei chiederti un favore, se non è troppo- disse. Il mio viso aveva assunto un’espressione indecifrabile, ma anche disponibile.

- Tutto quello che vuoi … - balbettai e sembravo ridicola. Ridicola perché lo avevo sempre odiato, e adesso. . . Piangevo al pensiero di non vederlo più.

-Sta ‘ attenta.-  scandì dolcemente.

 Non avrei mai voluto svegliarmi.

- Ora mi tocca andare. – La sua voce candida era sommersa dall’amarezza.

- No!- esclamai – Aspetta, ti prego.-

 Accennò un lieve sorriso. Un vento leggero e innaturale si alzò. Spalancai gli occhi, e. . . Era un maledetto sogno.

James non c’era più.

Mi alzai, ero ancora in quella grotta buia e umida. Sin da piccola avevo paura del buio e quella, era la circostanza giusto per tremare e cercare riparo, ma dove ? Ero intrappolata, nonostante per l’attuale momento nessuno ancora mi aveva trovata.


- James, non è affatto divertente. Non sono una bambina, so che sei qui. . . – Non parlavo con lui, in un certo modo cercavo di convincere me stessa all'idea che James fosse sopravvissuto. Una piccola parte di me sapeva che non era uno scherzo, un gioco, una finta. . .Era reale. James non c’era. Ma il 60 % sperava che apparisse e magari dicesse “ Bubù settetè”. Ero una povera illusa.

Era un sogno, avevo visto lui e mi chiedeva di stare attenta, nonostante fossi stata io ad ucciderlo pensava ancora a mettermi in salvo?Era un sogno o l’immaginazione? Sentivo, che il mio salvatore era vivo. Doveva vivere. Dovevo cercarlo, se avrei smesso. . . Sarebbe stata la fine.

Il tempo, il buio continuo, il giorno che non si distingueva dalla notte non importavano nulla. Forse il tempo si era fermato, perché ovunque andassi il bosco era sempre  uguale. Iniziai a temere di aver girato a vuoto sullo stesso breve tragitto, ma non mi fermai. Incespicavo di continuo, e più oscurità vi era, più cadevo. Alla fine inciampai in qualcosa, faceva buio, non avevo idea di cosa fosse e restai a terra. Mi sdraiai su un fianco per respirare, e i polpastrelli stringevano le felci umide.

Fui vittima di un incubo, stavolta non era James. Lo riconobbi subito, era lo stesso che mi terrorizzò a Micenesis. Correvo nel buio, forse scappavo da qualcuno o meglio, cercavo di raggiungerlo , senza riuscirci. Quando aprii gli occhi, la desolazione abitava il mio cuore, ma Cabret. . . Il pianeta di Malkfoc era più chiaro, e il buio era divenuto un colore blu notte, somigliante al nero, ma leggermente più chiaro. Ora dovevo cercare una via d’uscita. Pregavo l’aiuto di James, come i credenti ( non che io non lo sia).

Il tragitto dinnanzi era abbastanza lungo, ma nulla di impossibile; Nonostante fossi umana, correvo. Avevo la volontà e sapevo che ciò che stavo facendo era per una valida motivazione. Con la paura in gola, speravo che nessuno mi avesse visto.

A tratti correvo, altri. . . Per il fiato corto camminavo a passo veloce. I miei piedi piccoli, sprofondavano nel bianco della neve. Ero ghiacciata, ma non sentivo il freddo, più che altro il fastidio. Iniziò a piovere e ciò non prometteva nulla di buono. Dovevo trovare una via d’uscita. In fretta.

James è vivo? Sapeva a cosa andava incontro ridandomi la mia umanità? Perché l’ha fatto? Voleva qualcosa in cambio? Il suo essere prepotente era una maschera?
Tante domande. Nessuna risposta. Solamente stanchezza e voglia di farla finita. Non avrei mai trovato nessuna via d’uscita. Ma come tutti sappiamo, non c’è mai fine al peggio.

I miei piedi scalzi trovarono un intoppo. Un dolore e poi una ferita che iniziava a sanguinare.Una scheggia aveva colpito la pianta del mio piede destro, rendendolo infermo e non stoppando la fuoriuscita di sangue.

-Aia- urlai. Mi abbassai , scostai la sottoveste. La neve, non era più bianca , era rosso sangue. Bruciava e non avendo nulla per stoppare la ferita, spingevo il piede nella neve ghiacciata. Doveva fermarsi. Mi alzai, il piede ferito rallentava tutto. Ora, ero debole. Mi voltai , e. . . Ero in paradiso, forse. O meglio, ero già morta e questa era la vera vita.
James , a pochi metri era seduto  a terra, sulla candida neve. Il suo sguardo incantato nel vedermi lo portò ad alzarsi e a correre verso me. Non potevo fare lo stesso, il piede me lo impediva. Era una fiaba?
 Chiudevo e riaprivo gli occhi. Era impossibile.

- James, sei proprio tu?- sgranai gli occhi.

- Non eri morto? Io ti vedo dappertutto ,sei un ossessione. – domandai stupida. – Ma che dico? Meglio così. . . Sapevo che non eri morto. – mi uscì una lacrima e non la nascosi. Non me ne vergognavo.

- Ero morto fino a pochi istanti fa, ma ora che ti ho vista. . .- La sua voce. Nient’altro di più dolce.

Piangevo. Ero felice.

-Malkfoc, mi ha detto che eri morto. . .- cercai di calmarmi e tornare alla “Jane pugno di ferro”. Senza emozioni. Fingendo che il suo ritrovo mi fosse indifferente.

- Lo ero. Non so come sono sopravvissuto. La terra su cui ero si è spaccata in due e sono caduto nell’oceano, non avevo le chiavi dei portali e sono caduto nelle acque fredde. Il cervello mi si è gelato, ma sono sopravvissuto.- era calmo, nonostante avesse passato l’inferno.

Eravamo nella tana del lupo, dovevamo pensare a scappare insieme e , invece, raccontavamo le brutte cose che ci erano capitate.

- Jane  ,dovevi morire tu .- affermò. Voce roca, James era sparito o meglio la sua figura non vi era più. Era Malkfoc. . . Come aveva fatto ad indossare l’aspetto di James?

- Sorpresa, beh. . . Immagino che i tuoi amichetti  magici elfi buoni non lo sanno fare. Chi ti dice che James non sia mai esistito?

Non sia mai esistito? Frase dolorosa. Rimbombava nella mente. Toccai la tempia, ero sfinita e James e Malkfoc che erano la stessa persona. Impossibile. Li avevo visti insieme ed erano due persone assolutamente diverse.

- NO. Smettila con queste idee assurde. James  è esistito. – Col capo abbassato, fissavo la neve . Non ero tanto coraggiosa da guardarlo negli occhi. Lo odiavo e al pensiero che potesse tramutarsi in qualsiasi persona mi faceva rabbrividire ancora di più.

 E’ esistito. – mi imitò , ma non riuscì minimamente. La scena era paragonabile al copione di un dramma.

- Giusto, piccola Jane. E’ ESISTITO, NON “ESISTE”.- digrignò a denti stretti le ultime due parole.

- Malkfoc sei l’essere più crudele di questo mondo … Anzi, di tutte le galassie. – le lacrime scoppiarono, uscivano da sé. Ero stata beccata, e ingannata, ma ciò che mi rendeva uno straccio. . . Era il fatto che avevo rivisto  James . Illusa , delusa. Mi voltai. Tesi le mani, come un malvivente scocciato si consegna al poliziotto.

- Ti semplifico tutto. E’ questo ciò che desideri?  Avermi con te per usarmi a farti prendere potere su tutto?Tieni, non oppongo resistenza.-

Sembrava strano eppure, quelle parole uscivano dalla mia bocca. Non ero soggiogata, ero solamente STANCA. Vi è mai capitato di lottare per qualcosa, e solo quando constatate di non riuscirci, mollate tutto (?) Sfiniti, senza ideali, senza forze. Le mie  lacrime potevano sostituire le cascate del Niagara. Malkfoc mi guardava impietrito. Distante. Se ero una stupida, potevo pensare che  gli facessi pena, ma chi cattivo se ne dispiace. . . Forse esiste, ma solamente nelle favole.

- Non devi essere mia prigioniera. –bofonchiò, voltando lo sguardo verso il nulla. Non mi guardava negli occhi.

Respiravo affannata. Era tutto perduto.

- Sirius mi ha detto che ti ha riferito che siamo parenti … - si irrigidì, serrò la mascella e continuava a fissare nel vuoto.

- Non ci credo, minimamente. Non è possibile. Non riesco a pensare quello che mi ha detto perché per me risultano come bestemmie. – dissi sputandogli tutto ciò che credevo. Era impossibile che fossi figlia di quell’uomo spregevole.

-  Mi dispiace deluderti, ma  sono tuo padre.  Dai, abbiamo caratteri simili. . . – se la rideva.

- I nostri caratteri non si sfiorano minimamente , sono buona e sarò per te “ la creatura più bastarda” quando ti trafiggerò il cuore con un pugnale di argento, caro vecchio vampiro.- Una cosa che avevo imparato da quel viaggio sovrannaturale: MAI MOSTRARSI DEBOLI, ANCHE SE TE LA STAI FACENDO SOTTO, SII SPUDORATO.


- Non ho mai incontrato creatura più coraggiosa , è per questo che ti lascio libera. – Era serio, ma l’ultima frase era stupida. Era falsa.

- Tu credi che me la beva ? Beh, se pensi che sia tua figlia, non puoi avermi tramandato tale stupidità. – sorrisi agguerrita.

 - Dico davvero, anche se può sembrare strano. – abbassò lo sguardo e lanciava lo scettro  quasi come se giocasse , da una parte all’altra, molto veloce.

- E’ strano.!- sbottai  -Suona di presa in giro. Prendimi, e falla finita. – tesi di nuovo le braccia in avanti, le fissò per pochi minuti e poi distolse lo sguardo.

Sbuffai. Ero quasi. . . Indifferente dinnanzi a Malkfoc.Non provavo paura.

- Se pensi che non ti uccido, ti sbagli. . . – disse , incurvando un sopracciglio.

- Ecco, si ripresenta la volubilità che abbiamo in comune. Prima mi vuoi lasciare andare e ora dici che vuoi uccidermi, coerenza al massimo. –socchiusi gli occhi, ero abbastanza stanca, ma non volevo darlo a vedere.

Fece una risata malefica.

- Dai, sono simpatico. – corrugai la fronte. Era ovvio che smentivo. Avrei tanto voluto dire “ Non credo proprio” , ma preferii il silenzio.

- Andiamo al castello, avrai freddo. – sussurrò a bassa voce.

Era buono? Ma fatemi il piacere.

- Io, non voglio. . . – pronunciai con voce tremolante.

- Preferisco morire, come è morto James. . . -  Abbassai lo sguardo , persa nel vuoto della neve. Osservavo i piedi, piccoli e infreddoliti. Il sangue non scorreva più, intanto però si era aperta un’altra ferita, una incolmabile. Mi sanguinava il cuore. I sentimenti rendono un vero schifo, sono capaci di  farti rimettere la faccia, mettendoti strane idee in testa. . .

- Stupida.- digrignò a denti stretti .Era arrabbiato e io, ero debole. A breve, sarei collassata. Prese il mio braccio ,mi  tirò incurante di  farmi male.  Forse, non provavo dolore. Lo strazio lo provocava il mio cuore che sanguinava.

Un dolore ci perforò nel petto. Malkfoc lanciò un grido e lasciò la presa.Io, invece, caddi all’indietro.

[. . . ]

Avevo dormito, abbastanza. . . Quando mi risvegliai. Spalancai più volte gli occhi. Era la mia stanza (?)

Qualcosa non quadrava.

Mi  pizzicai il  braccio. . .

Faceva male .

Era reale.

 Di nuovo sulla terra,  nella mia stanza e tutto era: NORMALE.

L’ultima volta ero a Cabret e avevo parlato con Malkfoc  e ora inspiegabilmente mi trovavo a casa mia.

 Qualcuno aprì la porta della mia cameretta.

Mi sentii male.

 La persona che era entrata ero. . . IO. Fui terrorizzata e l’espressione di terrore svanì solo dopo interminabili minuti.

Cercai di parlare alla me uguale, ma non mi ascoltava. Dedussi che molto probabilmente ero invisibile e stavo viaggiando nel tempo. La “me entrata “ aveva cinque anni. Era delusa.
 Udii una discussione tra Kessy e Carl nell’altra stanza . Li raggiunsi. Non mi avrebbero vista.

- Ce ne andremo in Nord Carolina, Kessy. . . Non possiamo correre questo rischio. – urlò mio padre, era rosso e non capivo se di rabbia o paura.

- Aspetta prima che cresca, io ho un master … Devo specializzarmi. – mia madre era in panico, gesticolava dicendo a papà di calmarsi.

- Vuoi perdere anche Jane? Non ti è  bastata Nicole? – mio padre cadde a peso morto sulla poltrona, sfinito.

Non era possibile. Che diamine stavo vivendo(?) Nicole? Chi Nicole?

- Nicole, sta bene. -mamma teneva lo sguardo abbassato e rigirava le mani.

- L’ha presa un parassita,un essere sovrannaturale, cosa diremo a Jane quando sarà cresciuta?  Hai una sorella   che ti  è stata portata via perché quell’uomo in lei ha visto la salvezza del suo pianeta (?) Non ci crederà mai.  Dobbiamo portarla in un altro stato, dove … Mi auguro non ci troverà. –

Ero ibernata.

 Il nome Nicole.

Mi apparteneva.

Nicole conosciuta a Cabret, regno di Malkfoc . . .

Era mia sorella.


Impossibile eppure. . . Mi si erano schiarite tante idee. Tutte di un colpo.

Volevo sparire e stranamente così fu.

Il tempo che  un po’ controllavo mi obbediva.

Aprii gli occhi .Qualcuno mi schiaffeggiava.

- Jane. . .- una voce esausta e sorpresa mi chiamava disperatamente.

- James? -  Aprii di scatto gli occhi e sobbalzai.

- E’ tutto finito. – mi tirò a sé e mi fece posare il capo sul suo petto, allargò le braccia per darmi un caldo abbraccio. Avvampai. Era lui. Ne ero sicura. Lo sentivo. Il cuore batteva. Malkfoc era sprovvisto di quell’organo vitale,nel vero senso della parola. ( Sembrava che lo racchiudesse in uno scrigno come Davy Jones nei pirati dei Caraibi)
Respirai lentamente, la forte stretta mi faceva mancare il fiato, ma ero felice.
Mi staccai a testa bassa.

- Ti avrebbe uccisa. . . – disse lentamente e con le sue mani mi alzò il mento, incontrai i suoi occhi blu cielo. Chiari e limpidi.

-S-s—sei. . . Il mio angelo? – balbettai emozionata accennando un lieve sorriso.

- No, scema. – sorrise e tolse dolcemente le sue mani dal mio viso.

- Sei davvero tu, il cuore batte. . . – proferii a bassa voce eccitata. ERA VIVO ,NON ERA LA FINZIONE DI MALKFOC.

- Jane, sono metà angelo.  . .Non posso morire. – sorrise e poi si rattristì,

- Ora però, sono un demone. . . – corrugò la fronte e sembrava quasi spaventato nel pronunciare l’ultima parola.

Lo accarezzai in volto. Mossa azzardata per una come me. . .

Soffocò una risata.

- Ora fai la dolce? – domandò stringendomi a lui, mentre venivamo bagnati da piccoli fiocchi di neve che cadevano dal cielo  color blu notte.

- Ho avuto paura di non vederti più. Siamo una squadra. . . – enunciai col capo basso e lui era felice. Vedevo James sotto un’altra prospettiva. Per far sì che ritornassi umana era diventato un demone. Non avrei mai smesso di ringraziarlo.

- Ora . . .conviene alzarci e trovare una via d’uscita. – Aiutò ad alzarmi e insieme ci guardavamo intorno , poi mi prese la mano ed iniziò a correre. Era molto più agile di me e  mi sembrava strano averlo ritrovato in una situazione così squallida, ma a volte funziona proprio così …

Quando meno te l’aspetti, dove meno te l’aspetti. Correvamo  insieme per cercare di vivere, non sopravvivere.. Sfrecciavamo tra gli alberi, cercavo di non appesantirgli il mio peso e correre veloce quanto lui, ma basta fingere. Mi fermai.

- Stiamo correndo da ore. . .- dissi col fiatone.

- Avevo intenzione di fermarmi, ma non ora. – proferì aggiustandosi i capelli.

- James credo che devi. . . – dissi dispiaciuta guardando una cosa sconcertante.

La sua maglia a metà petto era sporca di sangue. La fissavo e una volta che incontrò il mio sguardo l’alzò.

- Ecco, cosa mi bruciava. – digrignò a denti stretti. Sentiva dolore.

- Accampiamoci, cerco di aiutarti. . . Intanto, mi racconti. – suggerii.

Trovammo riparo sotto un albero abbastanza fitto, James era armato almeno così lo reputavo con la spada che solitamente aveva. Quella laser.
Strappò un pezzo di pantalone e  me lo porse, bagnai la pezza nella neve e gliela attorcigliai attorno alla ferita.

Non urlò , buon segno.

- Davvero non ricordi nulla? – domandò sorpreso.

- No. . . – ammisi amareggiata.

- Malkfoc ti stava conducendo in un laboratorio che ha da anni e sinceramente, credo non sia il suo ,semplicemente perché non è  intelligente quanto cattivo. -  proferì fissandomi diritto negli occhi.

- Stai dicendo che è stupido? – domandai sbigottita.

- Probabile,se voleva portarti lì era solo per annullare il legame di sangue e così se ti avrebbe uccisa saresti morta solo ed esclusivamente tu .-

Come sempre James era preciso, elegante e comprensibile al 100 % ciò che mi era difficile da capire era: Come mi aveva trovata?

- Ad un lato però, sarebbe stata una cosa positiva perché quando ho attaccato lui , tu non saresti finita in trans. . .- spiegò rigoroso cercando di non tralasciare nulla.

- Stai dicendo che dato che gli hai evitato che morissi ora, se qualcuno lo uccide . . . Uccide anche me ? – sbarrai gli occhi.

- Ma allora sei proprio rimbambita(?) Non ricordi l’attacco a Micenesis? –

Già. Come ero stata tanto stupida. Malkfoc se non mi aveva ancora ucciso era solo perché morivamo insieme , non per pietà o per altre forme effettive che non sa neanche l’esistenza.

- Si, ora ricordo. Beh,quando hai colpito Malkfoc non mi sono sentita male, sono finita nel passato. –  dissi ricordando l’accaduto strano.

- Cosa hai visto? – si avvicinò probabilmente per sentire attentamente quello che avrei detto.

- I miei litigavano dicendo che dovevamo trasferirci e che . . .Ho una sorella. . . – Lo sguardo era basso e  fissavo qualcosa che non esisteva. Il vuoto.

- Hai in mente dove possa essere questa sorella? – domandò freddo risparmiandosi un “ Ah, mi dispiace … Deve essere stato brutto per te.” Era senz’altro James.

- Ci siamo anche conosciute. . . – sussurrai con un filo di voce.

- E’ in una torre, sono sicura che Malkfoc la tiene sorvegliata 24h su 24. –  dissi con tono flebile.

- Credi che sappia che è tua sorella? – domandò interessato.

- No, ma ci somigliamo tantissimo e. . . Forse lo ha dedotto. – giocherellavo con la neve fredda ma divina.

- Jane, ho da darti una brutta notizia. . .- James irrigidì la mascella. Il fiato si fermò. Spalancai occhi e orecchie.

- Malkfoc non è l’unico tuo nemico. -

- Quanti altri ne ho? – dissi, inizialmente sottovalutavo.

- Diciamo due pianeti. . . Cabret e . . . Micenesis. –morse il labbro inferiore.

- Micenesis? – domandai incredula. Stupita.

- Già. – ammise rassegnato.

- Non può andare meglio, – dissi pensando a  voce alta e ovviamente ero sarcastica.

- Ma sei sicuro? Non può essere? Smettila con gli scherzi, ok? – mi agitai, ma non servì a nulla; Il biondo per tenermi a bada, mi toccò le spalle e fissandomi negli occhi facendomi perdere il fiato sussurrò,

- Finché ci sarò io nessuno ti farà del male. -

 
Spazio Autrice: Eccovi il sedicesimo capitolo!!!^-^ Su microsoft word corrisponde ad 8 pagine, so benissimo che sono poche (rispetto agli altri  dove a volte si arrivava a 14 ) Però NON AVEVO IDEE ecco perché, ho fatto rientrare James avevate ragione: SENZA LUI , NULLA E' COME DOVREBBE ESSERE. Dato che vi stimo una ad una, voglio tenervi informate su una cosa: QUESTA SAGA STA PER CONCLUDERSI DIFATTI CREDO CHE MANCHINO ALTRI POCHI CAPITOLI, OVVIAMENTE CI SARA' IL SEGUITO!^^ Inoltre, da un po' sto pensando di cimentarmi in un romantico col rating ROSSO. . . Non prendetemi per una depravata ( NON LO SONO AFFATTO >.<) però, è una sfida. E' un campo che vorrei solidificare, insomma neanche con il sovrannaturale spacco. Sarà una commedia romantica , RISATE ASSICURATE.  State tranquille che non trascuro CONTRO (TE)MPO, come potrei(?) Fatemi sapere cosa ne pensate e vi darò maggior informazioni. Spero che recensirete e soprattutto siete felici di questo capitolo. SOSTENETEMI SEMPRE! VI BACIO TUTTE :D

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Capitolo 18
*** Diciassettesimo Capitolo. ***


Diciassettesimo Capitolo

Il tempo dissolve il superfluo e conserva l’essenziale.
-A. Jodorowsky
 
Incredibile.

L’unico aggettivo appropriato per quella situazione.

Stavolta, a differenza del precipizio dove Elijah mi salvò ,sapevo che era James.

James mi aveva appena detto :” Finché ci sarò io nessuno ti farà del male”

Ero esterrefatta da quella frase. Il mio sguardo si perse nel vuoti iniziando a fantasticare.James mi chiamava dal pianeta Cabret. Mi scuoteva,


- Jane, Jane che sta succedendo? Sei rientrata di nuovo in trans? -  Domandò preoccupato, io scrollai via i pensieri accennando  un lieve sorriso.

- No, è stato bello ciò che hai detto . . . Beh, almeno stavolta. . . Non sei Elijah. –ripetei il sorriso incerta, ero proprio impacciata.

- Sembri attratta da me. – sbottò sicuro con tono normale, ma investigativo.

- Ma che dici! Piuttosto. . . Come va la ferita? –

- Fa male , ma non è nulla di incurabile … Passerà. – sospirò, mettendosi a sedere( prima era sdraiato).

Alzò uno sguardo al cielo e lo seguii. Lo strato dell’ empireo era nero. Non opponeva limiti.  Ci si perdeva e a stento potevo vedere James.

- Jane, non ti vedo ed è un vero peccato. – soffocò una risata , io mi limitai ad un’espressione facciale annoiata e squallida.

- Però , ho una soluzione anche a questo. – disse reputandosi un genio , dopo ciò entro pochi secondi , eravamo illuminati; Con sé aveva una lucciola, simile a quelle del mio compleanno.


- Bene, ora che posso guardarti negli occhi . . .Come hai fatto a trovarmi?- domandai calma, mettendomi comoda per assistere al suo racconto.

Mi fissava e anche in lui, c’era qualcosa di diverso. Il suo sguardo era più malizioso del solito e non sapevo ciò che era peggio: se io solo con una sottoveste o il buio e non poter scappare.

- Beh, quando siamo stati divisi è come se in petto mi si è spezzato qualcosa. . . Quando sono caduto nel vuoto atterrando in un posto sconosciuto ,ho cercato di usare qualche potere per rintracciarti . . . Inizialmente, non riuscivo, poi però. . . Ho intercettato  i tuoi sogni,  e ti ho trovata in un sogno, ho visto che eri in una grotta. . . La stessa grotta dove io ero stato poco tempo prima di te. – sorrise , stesso lui era meravigliato da quello che raccontava. Io, invece, ero felice. Nonostante fossi con l’essere che sempre avevo odiato, sapevo di potermi fidare completamente di lui e che non sarei mai rimasta sola.
- Ho iniziato a correre cercando di orientarmi il più possibile … E tu lo sai. – disse indicandomi con aria circospetta.

- Io. . . ? – Arricciai la fronte stranita, ma poi … Il lampo di genio arrivò.

- Quindi. . . Sì, sì. . . Ora ricordo. Quando mi sono addormentata  ho sognato qualcuno che correva  nel buio e io lo inseguivo , ma non mi aspettava. – dissi facendola tragica.

- Era un segnale per dire” vengo io da te”, ma non fidarti … Sapevo che Malkfoc avrebbe usato qualche suo trucco per ingannarti. Che vigliacco. –digrignò i denti, schifato da ciò che il cattivo aveva fatto.

- Ovviamente, me la pagherà. – accennò un sorriso di guerra che a me. . . Piaceva.

- La pagherà a me! – sbottai con rabbia che pulsava nelle vene fino al midollo.

- Sei vendicativa, hai il ciclo? – sdrammatizzò e per la prima volta, anziché canzonarlo volevo proprio ridere però. . . Non potevo dirgli che ero la figlia di Malkfoc.

Ehi. . . Aspetta un po’, cosa ho appena detto?


Che scema.

Non sono sua figlia.

- Certo che tu e Malkfoc per essere legati di sangue, dovete essere parenti … Non credi? – James usava il cervello, non era tanto stupido come credevo. Beh, in quel caso, avrei preferito che rimanesse stupido.

- No. Non credo assolutamente … Forse perché, abbiamo origini in comune , ma parenti stretti no. – blateravo quello che capitava, ma avrei fatto di tutto per non destare sospetto. Non volevo che minimante sospettassero che fossi figlia di quella merda.

- Chi sa se il tuo fidanzatino è preoccupato. . .O se la starà spassando con un’altra. . . – Mi urtava il fatto che Elijah avesse potuto dimenticarmi da un giorno all’altro, ma il problema non era di giorni, poteva trattarsi anche di mesi. Avevo perso la cognizione del tempo.

Risposi istintiva, – Beh magari, se la sta spassando con l’adorabile Rebekah. – assunsi un’espressione malvagia e soddisfatta. 1-1

- Ma guardati! Sei patetica. Un umano metà angelo ti salva la vita, riportandoti alla tua umanità, mentre lui anziché angelo diviene un demone e quindi si trasforma in un umano metà cattivo  e tu. . . Mi tratti ancora cosi? – la sua espressione era esterrefatta. Già, sono incredibilmente egoista e .. . stronza aggiungerei.

- Tu mi istighi. .  .Ti ringrazio, ma io volevo solo nutrirmi da te. Poi. . .Se ricordi non ti ho mai chiesto di salvarmi soprattutto se dopo lo avresti rinfacciato. –

Mi alzai adirata, ma mi bloccò per il braccio tirandomi fortemente a sé.

Persi l’equilibrio. Caddi su di lui, a sua volta cadde anche lui e così. . . Ci ritrovammo in una situazione catastrofica. Ci fissavamo dritto negli occhi, i nostri volti come i nostri corpi erano illuminati dalle lucciole. . . Potevamo scrutare benissimo i gesti l’uno dell’altra. Imbarazzo.

Distolsi lo sguardo, i suoi occhi mi scrutavano. Era divertito, smorzò un sorriso  ammaliatore, sensuale, persuadente e forse, il caso di dirlo. . . sexy.

Mi alzai lentamente, sapevo che il petto gli faceva male, mi disse qualcosa.

- Se rimani mi sento meglio . – sussurrò con voce flebile.

Sbarrai gli occhi. Volevo parlare, ma forse.. . La lingua si era attorcigliata dato che sentivo che se avessi aperto bocca, avrei solamente combinato danni con il balbettare.

- Jane, davvero. . . Rimani. – sussurrò dolcemente, facendomi provare brividi per tutto il corpo a partire dalla nuca per fermarsi al fondo schiena.

Ingoiai. Ero immobile. Sotto me sentivo il suo petto a ritmo di respiro, il suo cuore battere e il suo profumo completamente buono. Ero stordita da non capire più nulla.

 Scrollai eventuali pensieri sessuali che avrebbero potuto travolgermi da un momento all’altro,

- Sei un falso. – mi alzai di scatto fingendo di ignorare  tutto come se fossi stata dal primo istante impassibile al suo corpo e alle sue proposte indirette.

- Cosa? – si alzò a sedersi  e il suo tono era pungente.

- James non è il tuo vero nome. . .- Mi aggrappavo sugli specchi, non volevo che si ricreasse quella tensione.

Non mi rispose e sembrò cambiare argomento, per un certo verso. . .

- Se io sono falso, Jane. . . Tu porti la bandiera. – sbottò sicuro di sé , che indignazione! Mi aveva istigata e non ne sapevo neanche il motivo. Mi alzai di soprassalto allontanandomi per qualche centimetro,

- A cosa ti riferisci? – ero tesa.

Mi raggiunse e come suo solito giochino mi riprese per il braccio.

- Provi qualcosa per me, ma non lo ammetti. . .Anzi lo neghi. –

Cosa? Ma stava bene ?

- James, non cambiare discorso. Stavamo parlando del tuo n –

- Sei tu che adesso stai cambiando foglio.- mi interruppe, il suo tono risultava tagliente peggio delle lame.

La sua presa era salda, e i miei polsi iniziavano a maledirlo. I nostri occhi si perdevano in quelli opposti e morivamo lentamente. . .


- Jane. . .sii sincera almeno con i sentimenti. –disse con un filo di voce appuntito che sembrò quasi sfiorarmi l’anima.

- James. . . Non so di che parli io per te … -

Ho sempre odiato questi momenti. Come faccio a dirgli che non provo nulla? O meglio, che sono confusa? O meglio … Che è uno stronzo che però mi emoziona e mi rende la donna più felice del mondo, ma anche la più maledetta?  E’la mia malattia, ma anche la mia cura? Che le sue labbra mi fanno impazzire ogni volta che siamo vicini dimentico il mondo? Che magari. . . Gli strapperei anche i vestiti. Ma no! Non sono sicura di nulla e nel mio cuore, sono sicura che c’è ancora Elijah.

- Tu per me cosa? – domandava irascibile fissandomi dritto agli occhi.

- Io ti sono grata per tutto, ma non credo di provare quello che credi. – bofonchiai  distaccata e distogliendo lo sguardo.

Mollò la presa, era completamente colpito.

- . . .Ho sbagliato. Dovevo immaginarlo. . .- Era ferito, lo sentivo.

James provava qualcosa per me?

Forse non era l’unico. Il battito di cuore accelerato ogni volta che lo vedevo , era un segno, ma non potevo dirglielo.

- Meglio dormire.- suggerì.

- No. .. Voglio sapere il tuo nome. –

- Come sai che il mio nome non è James ? – domandò perplesso.

- Me lo ha detto Malkfoc – risposi sicura, l’unica cosa sulla quale non mentivo.

- O meglio, me l’ha fatto capire. . . – aggiunsi sottovoce.

-  Mi sembra giusto, tu mi hai detto ciò che pensi su quello che ti ho chiesto ed è meglio che ti dica il mio nome. – la rabbia era abbastanza evidente su quel volto di bello e dannato. Non potevo farci nulla, James usava le persone.

- Mi chiamo. . . – si avvicinò all’orecchio, ma non troppo  forse perché temeva  una mia scorbutica reazione e poi sussurrò,

- Drake. –Provai un brivido , non so se per lui o il nome. Magnifico e coinvolgente. Preferivo più quello ad un banale e comune “James”. Accennai un sorriso scadente e prendemmo a sedere , e poi. . .  l’uno di spalle all’altra ci addormentammo o almeno. . . Provammo.

Per qualsiasi essere quella notte dormii, ma non era così. I miei occhi erano chiusi, ma non dormivo né sognavo. La testa riviveva gli orrori degli ultimi giorni, ma senza una soddisfacente motivazione i miei pensieri si fermavano su me e James (Drake). Gli attimi in cui cadendo ero atterrata sul suo corpo esile, ma muscoloso al punto giusto; Pensavo al suo respiro, il suo alito fresco, l’irresistibile profumo e soprattutto alla sottospecie di dichiarazione.  Le palpebre volevano chiudersi. . . Forse, avevo preso sonno. . . L’unica motivazione perché quando mi svegliai, ero in una stanza abbastanza illuminata.  . . e James non vi era.

Ero su un tavolo e avevo la sensazione di essere  un topo da laboratorio. Non mi sbagliavo.

- Ma guarda, la nostra bella addormentata si sveglia. – voce piena di cattiveria. Malkfoc.

Ero stufa. Mi rovinava la vita.

- Che brutta cera che hai . . .Davvero impressionante, perché dormivi con quel ragazzo? – ‘ quel ragazzo’ sicuramente si riferiva a James.

Mi alzai di scatto o almeno tentai, mi accorsi di essere legata a delle catene abbastanza fastidiose e pesanti. Con quegli aggeggi non mi sarei mai liberata.

- Dov’ è James? – digrignai a denti stretti, mentre continuavo a combattere contro le resistenti catene. Feci una smorfia di dolore.

- E’ salvo per mia sfortuna, ma non per troppo . – sorrise malizioso e di un’ intesa di ‘ ho già un piano’.

C’era troppa luce artificiale, come quella nelle abitazioni umane.  . .Sembrava di essere sulla terra. Sarebbe stato un miracolo.

- Dai Jane, un ultimo sforzo e poi vi lascio liberi. – sorrise, che nervi! Quando avrei potuto spaccargli la faccia? Il suo sorriso era peggio di chi ha una paralisi facciale.

- VI? Come mai questo plurale? – domandai  curiosa e confusa.

- Sei così noiosa. Mi dispiace rovinare i momenti romantici. . . Ma la circostanza è abbastanza divertente. – soffocò una risata. Era proprio divertito il vampiretto.

Non volevo desistere, continuavo a credere che se avessi combattuto le catene avrebbero rallentato la presa.

Fece una risata malefica.

Mi arresi. Per il momento, è ovvio.

- Dove siamo? – domandai avvilita.

- In un laboratorio. – rispose annoiato.


- Già . . .Dovevo immaginarlo, è per tagliare il legame di sangue? – domandai anche se già sapevo la risposta.

- Brava, la mia piccola. . .Non sei così stupida. Perspicace. – abbozzò un sorriso di quei deficenti che come sapete, avrei voluto rovinare.

- Oh, ecco il maestro Lauren. . . –

- Malkfoc ti prego, soffrirò. . . – supplicavo quell’essere viscido.

- E’ ovvio che soffrirai , soffriremo insieme, ma io lo reggo bene il dolore. –

Lauren era di sicuro il dottore di cui James aveva sospettato. Quel ragazzo non sbagliava una virgola, abbastanza acuto. Il vecchio-scienziato, era la brutta fotocopia di Einstein, mi guardava strabico e sapevo che non ero in buone mani. In quella situazione paranormale cercavo di trovare qualcosa di positivo: Se fossero riusciti a separarci e … Malkfoc fosse stato colpito io non sarei morta , ma se , invece,  avessero attaccato  me ? Sarei  stata l’ unica a morire.

- Rilassati Jane e au revoir . – sentii gli occhi pesanti, un’improvvisa sonnolenza e poi sentii del liquido scorrermi lungo il corpo. Un liquido caldo. Dolore ad un braccio.

Aprii a malapena gli occhi e stavo morendo dissanguata. Malkfoc era accanto a me, la scena poteva sembrare  un ambulatorio dove un buon padre dona il proprio sangue alla figlia, ma quello era un vero rito malefico  e io temevo che avessi ceduto prima del tempo finale.
Sentii il cuore rallentare, molto probabilmente nel mio corpo non vi era neanche una goccia di sangue.
Sentii di aprire gli occhi, dovevo sapere cosa stava succedendo intorno a me.
Intravidi il volto di Malkfoc amareggiato, proprio vero: Il dolore lo reggeva bene.

- Capo, mi dispiace, ma la mia invenzione ha fallito. –ammise rammaricato il vecchio togliendosi gli occhiali.

Fallito? Come? Chi mi ridava il sangue brutti stronzi?

- Ha fallito? Razza di idiota? Non vedi che sta cedendo … può morire. – Malkfoc urlava isterico e non era affatto buono di cuore, temeva che con la mia morte sarebbe morto anche lui.

- Mi disp.. – il vecchio si scusava e reputava incredibile come stranamente non avessero funzionato le sue invenzioni INFALLIBILI.

- Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. La porterò con me, ma intanto sappi che hai le ore contate e se proverai a scappare , ti troverò in capo al mondo . –

con fare minaccioso , Malkfoc abbatté le catene che mi impedivano di fuggire, mi prese in braccio e ci recammo in un luogo a me sconosciuto.

- Io sarò anche uno scienziato fallito, ma non sarò mai come te. Un padre fallito. -                             

Aprii gli occhi stanchi solo perché avevo udito la parola “ padre”. Mai possibile che tutti sapessero che ero la figlia di Malkfoc? Ma non è vero!

L’uomo malvagio pronunciò parole di incantesimi e il dottore anziano divenne pietra.

Feci un sussulto, ma poi la stanchezza dominò il mio corpo, facendomi chiudere gli occhi e cadere in un sonno profondo.

Il primo dei cinque sensi che si attivò per primo fu il naso che annusava odore di fresco e pulito. La freschezza candida e pura mi fece aprire lentamente gli occhi e al mio fianco vi era la dolce Nicole, era bello vederla, ma nella mia testa avevo  un groviglio di confusione. Dove era James? Avevo bisogno di lui.

- Sei così debole. . . – affermò Nicole imbevendo uno strofinaccio e  appoggiandolo  sulla mia fronte.

- Stavi morendo dissanguata. –confermò e io ne ero perfettamente a conoscenza.

- Lo so. . . – pronunciai con un filo di voce. Ero flebile.

- Tra poco viene l’innominato. . . – disse con un accento acuto.

-  Hai visto un ragazzo: alto, biondo, carino , occhi blu e vestito tutto di nero ? – domandai allarmandomi  al solo pensiero che gli fosse capitato qualcosa.

- Sì, ma sta bene. . . – abbozzò un sorriso e poi strizzò l’occhio in segno di occhiolino.

- Mica male il tuo James. – Quell’espressione così confidenziale, non mi portava ad essere gelosa, ma solo a pensare: CHE BEL RAPPORTO HO CON MIA SORELLA.


Lei sa che  ci apparteniamo?Sento di no.

- Stanno parlando. . . –  aggiunse distogliendomi dai mille interrogativi.

- James e Malkfoc che parlano? – domandai stranita e lei, smorzò un’espressione insicura come se dovevo sapere altro.

- Sono nell’aula magna ad ovest. C’ è una trasfusione di sangue. . . – Non avrei mai voluto sentire l’ultima parola. Ero stanca , come potevo correre per impedirglielo?

Dovevo impedirglielo. Mi alzai lentamente dal letto,

- Cosa vuoi fare, Jane? – domandò preoccupata Nicole, mentre mi aiutava a scendere cauta dal letto.

- Lo può uccidere, e stavolta definitivamente o peggio, può convertirlo in un demone. Non voglio. – Ero in piedi, avevo l’equilibrio e solo allora notai che ero vestita in maniera più comoda: Un pantaloncino nero largo, una maglia dello stesso colore e delle scarpe comode. E. . . Ero attaccata ad un filo, tipo una flebo.

- Perché ho quest’ ago nella vena? – domandai arricciando la fronte. Perplessa.

- Rischiavi di morire e . . . Malkfoc ha pensato di darti il suo sangue, non fare mosse azzardate. Quel sangue ti salva. – si avvicinò e mi strinse le mani con dolcezza. Ero più serena.

- Non voglio il suo sangue, Nicole aiutami. . . James è importante per me. – la supplicavo e lei, non insistette. Mi liberò da quella flebo. Grazie alle sue indicazioni, uscii dalla torre alla ricerca di James.

Dovevo aiutarlo, nonostante le poche forze lottavo con tutta me stessa. Poi. . . Mi fermai, una porta mi era sospetta. Mi girai intorno, non vi erano guardie. “Bene” , pensai. Spinsi in avanti lentamente sperando che la porta si aprisse senza cigolare.

Una stanza cupa e silenziosa si presentava dinnanzi ai miei occhi. Molto simile dove ero  stata tempo fa da sola con Malkfoc. Tutto era di legno ed enormi scaffali facevano intendere che fosse una biblioteca. Libri ovunque e un tavolo enorme e quadrato era al centro della sala. Avanzai cauta , mi bloccai nel sentire delle voci. Provenivano da un angolo. Stavo attenta a non fare rumore, il problema è che vedevo la maggior parte delle cose sfocate e perciò aprivo e chiudevo gli occhi.

- Ma guarda chi c’è , non c’è bisogno che cammini in punta di piedi . – Malkfoc mi aveva scoperto e su un tavolo , simile nella mia condizione vi era James. Non era legato, ma vedevo in volto che era sofferente. Appena mi scrutò, la sua espressione divenne più rilassata come se volesse farmi credere che non soffriva il dolore. Che idiota. Sempre orgoglioso.

- Vedo che ti sei rimessa in sesto, non ti uccide nessuno. – Accompagnò ciò con una solita risata malefica e assordante.

- Cosa vuoi fargli? – domandai dura avanzando senza paura.

- Si è scoperto che Malkfoc Morewood ovvero io, abbia tre discendenti. –disse placido e sorridente.

- E che li abbia tutti molto vicini.  . . Purtroppo, alcuni sono abbastanza stupidi da poter morire da un momento all’altro,  essendo legati di sangue,  la loro morte è anche la mia .–Un essere malvagio che godeva ad ogni parola pronunciata.

Nicole e io, mettiamo caso che eravamo le sue discendenti, ma il terzo?

Grattai il capo confusa e poi Malkfoc si arrese, così, di sbotto.

- Per ora biondo. . . Ti conviene non attaccarmi FLIUSHJUIO . –

Era un incantesimo senza catene, ma permetteva comunque di tenere James in una coperta invisibile che lo stringeva al punto da provocargli  lividi e mancanza di fiato.

- Le porte per uscire di qui sono tutte sigillate, marcirete qui fin quando. . . Non trovo un modo per disfarmi di voi e ricordate: Se siete qui è perché non voglio la vostra morte. O meglio la mia .- un’altra risata malefica e James lentamente scese dal tavolo, scrollando di dosso eventuali residui di polvere.
Uscimmo insieme in silenzio, la situazione era critica. Come potevamo scappare?  Abbastanza lontani da Malkfoc , James provò a parlare,

- Hai idea di chi siano i tre discendenti di Malkfoc? – domandò debole e curioso allo stesso tempo.

- No. – mentii.

- Dobbiamo  stare vicini anche se mi odi anche se.. .Ami Elijah. – abbassò lo sguardo e si schiarì la voce;Era rotta dall’emozione o meglio da quelle cose che non voleva dire.

Mi fermai a guardalo e il mio cuore era partito . . .Chissà dove. James mi faceva impazzire, mi salvava e mi mandava all’inferno e tutto ciò in un solo minuscolo secondo. Mi rendeva debole e forte allo stesso tempo. Mi portava nell’empireo del paradiso  per poi farmi precipitare nel più tenebroso degli abissi.

Accennò un sorriso scadente, e proseguimmo a camminare nel  tombale silenzio.

Sentivo di sbagliare, ma mi aveva fatto troppo male. . . Tutte quelle brutte parole come mostro, succhia sangue mi avevano ferito nell’anima, ma era grazie a lui se adesso potevo accettarmi di più , dato che ero di nuovo umana.


James Pov:

Camminavo in silenzio, le guardie di Malkfoc lanciavano occhiatacce di tutti i tipi, ma poi con il solito “ sguardo incenerente “ li fulminai. Jane, era accanto a me come sempre fissa nei suoi pensieri. Avevo ammesso di provare qualcosa per lei, perché non faceva lo stesso? Avevo sbagliato troppe volte, ma l’avevo salvata e sapevo benissimo a cosa andavo incontro facendola nutrire da me. Volevo darle la mia vita, la libertà che quel giorno di novembre le strappai catapultandola a Micenesis credendo che nel mio mondo fosse al sicuro, che stupido! Sono sicuro che mi maledice e che vorrebbe una vita normale, ma il problema è questo: NON E’ NORMALE. NON APPARTIENE AL MONDO DEGLI UMANI, e per quanto mi riguarda ci credo pienamente. E’ speciale e non può essere la creatura di un mondo dove tutto viene sminuito , dove i valori scarseggiano. Jane è speciale .Pura. Che mi importava che aveva baciato Elijah, che odiava il sushi, che provava invidia per Rebekah, che mi aveva rifiutato? (Tra l’altro. . . Era l’unica ad aver rifiutato un figo come me), ma per questo era maledettamente una FATA.

“Mi  è venuta  a cercare. E’ preoccupata per me”.

 Illuso, il bambino che aveva pianto solo una volta pensava che. . . Non era come diceva lei; Non aveva fiducia in me, ma qualcosa provava. Lo sentivo.
Non avevo mai amato qualcuno e né sentivo il bisogno di farlo, ma lei mi aveva attivato il cuore facendolo impazzire. Perdere il controllo. Ecco, adesso mi sta fissando e non mi sono mai sentito così idiota.


Jane Pov:

James era strano, ma cosa era normale dopotutto? Io che morivo e poi . . . Risorgevo(?) Bah, non so neanche come si dice. Umana, vampira, umana. Nord Carolina, Micenesis e Cabret. Pianeti inesistenti. Quando sarei morta davvero, o almeno. . . Avrei trovato la pace ? Perché tutta quella magia a me ? Cos’ avevo di tanto speciale ?

- James, tutto bene ? – domanda  retorica.

- Potrebbe andare meglio. – rispose freddo, distanziato.

- Credo che morirò di crepacuore se  salta fuori che sono imparentato con Malkfoc, infondo. . . Non so bene le mie origini e poi, non è detto che sia mio padre naturale. E’ una cosa piuttosto strana, quando ero più piccolo Alyson mi spiegò che creature umane nascevano con un valore non nella media situatosi nel sangue e lì era scritto il loro futuro, ma soprattutto se erano in grado di. . . Avere poteri. –

James accennò una riflessione scavando nel passato, se io non ero figlia di Malkfoc nel senso che lui e mia madre , oh … tralasciamo! Molto probabilmente  nel mio sangue c’era qualcosa di sovrannaturale.

- Tranquillo James, di certo non sei  tu quello imparentato. – mi scappò una parola di troppo, credo.

- In che senso? – domandò sospetto e mi riempì di domande – Tu sai qualcosa?-

- Jane parla. –

- No, non so niente, l’ho detto perché tu e lui non vi somigliate proprio. – enunciai titubante.

- Non centra la somiglianza, ti ho appena spiegato che il nesso è il sangue. – sbottò arrabbiato.

- Eh va bene, ma sta  calmo. – irritata cercavo di calmarlo.

- Scusami. – disse poco dopo. Pentito.

- Sei strano più del solito. . . A parte Malkfoc c’è qualcosa che ti turba? – domandai spaventata dalla futura risposta. Adesso, eravamo fuori: il vento giocherellava con i miei capelli e stranamente il cielo sembrava più sereno. James teneva tra le mani la lucciola che ci guidava ed illuminava.

- Mi turba la conversazione di ieri, ciò che ti ho detto. . . Ho sbagliato, Jane. – mi fissò negli occhi e sembrava davvero dispiaciuto.

- Sei divertente. . . – dissi serena e con tono sdrammatizzante.

- Mi hai chiamata mostro, succhia sangue e non mi ha mai chiesto scusa;Ieri, invece, non hai detto nulla di sbagliato e – mi interruppe, mettendo dolcemente il suo indice sulle mie labbra. Perché non mi scostavo(?) Ero terrorizzata al tal punto di aver spalancato gli occhi.

- Invece ieri ho sbagliato tutto.  . .Dovevamo continuare a fingere. Dovevamo continuare a non fregarcene l’uno dell’altra, ma è così bello vedere che appena uno sta male l’altra è preoccupata e viceversa , siamo una forza INSIEME. – gesticolava. Non avevo mai visto così un James così naturale. Era sincero.

- James è bello ciò che dici e credo che . . .-  mi bloccò e per fortuna perché ero in panico.

- Sei l’unica a cui darei ascolto anche se fossi incazzato nero. Sei l’ unica per cui, andando a mare, non guarderei il mare, ma Te. Sei l’unica  per cui io riesca a perdere la concentrazione leggendo un libro. Non importa cosa stia accadendo, o se si tratti del mio libro preferito. Basta vederti o solo sentire il tuo nome che ritorno alla realtà. E per me non è normale tornare alla realtà; E ti giuro. . . Sei l’unica che mi fa andare in paranoia e mi fa passare notti insonni. Tu non sei chiunque. Tu sei l’unica capace di affidarmi alla luce o alle tenebre. Tu sei e per me non c’è  niente di meglio. –

Ingoiai.              

- Lo so, sono un disastro; Volevo scusarmi e ora ho peggiorato, ma non ce la facevo più. Non posso odiare chi.  . .-

- James non dirlo per favore. . . – lo interruppi e piangevo. Avrei tanto voluto  baciarlo e farlo mio, ma non potevo. . . Sentivo che era sbagliato. Intanto, pioveva e a noi non importava.

- Vedi? Non so che pensare, adesso piangi e . . . -  si avvicinò per coprirmi in un suo caldo abbraccio e non lo scostai. Anche lì , sotto gocce d’acqua che scendevano innocue voleva proteggermi.

- E’ sbagliato Jam.  . .- gli diedi un nomignolo. Tempo fa lessi che i nomi abbreviati si davano quando vi era confidenza.

- Sai, - rise  un po’ – Tempo fa. . . Mi ha chiamato anche Elijah così ,gliene ho dette un sacco, ma tu chiamami come vuoi. Sono peggiorato d’amore quando sei caduta nel vuoto , pensavo di averti persa per sempre. – ammise distaccandosi.

- Jane, guardami negli occhi. – dolcemente prese il mio viso tra le sue mani delicate, ma allo stesso tempo forti da poter uccidere 10 demoni tutti assieme.

- Ti aspetterò, perché amare significa anche rinunciare e se ami Elijah come dici, non interferirò.  . .- Ingoiò. Era giusto. Non obbligava. Io, continuavo a denudarmi dalle lacrime. Piangevo ininterrottamente.

- E sappi che. . . Sei stupenda quando sorridi. Dimentica e proseguiamo. – James o meglio dire Drake, aveva segnato in me sia da stronzo che da buon angelo pentito. Stava a me decidere il mio futuro , Elijah e il resto, ma avevo brutti presentimenti e forse io e James non eravamo tanti distanti, ci accomunava qualcosa e i miei presentimenti di rado si sbagliavano.

Sorrisi. Era questo che dovevo mostrare a lui e a chi mi circondava: Un sorriso ,una finta me, una me serena... anche se dentro stavo morendo.


Spazio Autrice: Eccomi!^^ So che è trascorso abbastanza tempo, ma il mio pc ha avuto un virus e prima di farlo formattare la mia mente smemorina ha ricordato per fortuna di salvare il capitolo 17, non è nulla di che , immagino abbiate trovato abbastanza errori, ma credo che non vi aspettavate alcune scenette rivelatorie. Ho introdotto il James Pov di nuovo come l'inizio, c'era bisogno di sapere cosa il nostro James pensava. Beh, tutto qui...A breve pubblico il primo capitolo di Patologicamente Stronzo. Un bacio a tutte e ringrazio ancora per una volta Gigia3, BeautifulNana, Cassiopea, Fofi01 . . . Insomma a chi recensisce, ma anche a chi segue. Siete la mia forza!

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Capitolo 19
*** Diciottesimo Capitolo( EPILOGO) ***


Spazio Autrice: Carissimi lettori, non ho voluto avvisarvi prima altrimenti l’avreste presa male comunque questo più che un capitolo è l’epilogo. Siamo al termine e ho usato anche il presente. Non so quando scriverò LA SAGA , vi terrò aggiornati.Un piccolo piacere se non chiedo troppo: chi ha seguito la storia, ma non l ' ha recensita può sempre farlo qui dato che è l'epilogo. E per una volta sentite i miei ringraziamenti.
Immagino che adesso pensiate che la saga sia durata troppo poco, ma per me è stato uno stress, piacevole , ma comunque stress. Ho fatto un sacco di orrori lo so, ma voi mi avete sempre apprezzata e di questo ve ne sono grata, lo spazio autrice ptoevo metterlo dopo l'epilogo, ma non tutti avreste letto. Vi rignrazio davvero di cuore, mi avete sempre sostenuta  mi riferisco anche a chi improvvisamente è scomparso, o chi , invece, è sbucato dal nulla iniziando ad appoggiarmi. Non smetterò mai di ringraziarVi , continuerò la storia appositamente per voi. Grazie davvero: a chi ha recensito, a chi ha messo la storia tra le preferite, ricordate , seguite, a tutti in pratica :) Baci!!!!

Capitolo diciottesimo


Molte volte ci si sente soli, e si capisce che forse essere soli  non è tanto orribile quanto essere deboli e soli. Sì, perché quando si è soli si impara a vivere . Lottando si diventa forti e quando sei forte si cambia. Tutto si vede sotto un altro punto di vista.

Questa sono io oggi, molto più matura di alcuni mesi fa.

 Sono  su un pianeta sconosciuto, ma cercao di riempire i pezzi della mia insignificante vita.

Ho trovato mia sorella Nicole e per fortuna su Cabret ho la compagnia di James, che. . . Si è dichiarato.

 Mi manca Elijah e non vedo  l’ora di sparire da Cabret;  Ho bisogno di riabbracciarlo, anche se  sono molto confusa.

 Sono  in camera a pensare a come la mia vita fosse cambiata in pochi mesi,  ignara di cosa il domani mi riservi:sono riuscita a raccontare la verità a Nicole e lei mi ha creduto al primo colpo. Siamo due perfette sorelle e nonostante il luogo non è dei migliori ci aiutiamo a vicenda. Mi ha dato dei consigli riguardanti il rapporto con James e lei crede che io sia innamorata di lui, ma non è vero. . .O lo sto negando? Voi che dite?

Il problema è che sentimentalmente non mi sono mai capita, e so di sicuro che James è il classico ragazzo che fa brutta impressione ai tuoi, ma credo che è arrivato il momento di ammettere la realtà: SONO INNAMORATA DI LUI.

Infondo è l’unica spiegazione: lo penso in continuazione, non ho appetito e in situazione catastrofiche penso sempre a come se la caverà e sono sempre ottimista nei suoi confronti. E’ stato lui quello che ho visto per primo, che mi ha salvata la maggior parte del tempo , quello che ho visto durante la trasformazione in vampiro. Lui non ha detto nulla a Elijah riguardo la mia trasformazione. Ha fatto tante cose per me, non si è mai vantato di ciò ecco forse perché la rabbia predominava chiamandomi mostro.

Nicole entra in camera, sono seduta sul letto a pensare , ma lei con il solletico mi distoglie da tutto. Le sorrido, ma è inutile fingere.

-Cosa è successo? – domanda pensierosa, sfiorando la mia chioma folta e rossa.

-Pensavo a James. . . -  mi da un abbraccio , poi staccandosi mi dice che qualcuno mi cerca.

- Sorpresa. . . – sorride e i miei pensieri fanno riferimento a James, ma quando la porta si apre rimango pietrificata.

- Elijah? – sgrano gli occhi, come ha fatto ad accedere  a Cabret?

- Ciao. – il suo tono ghiacciante , mi fa alzare di scatto. N on sembra il ragazzo che ho conosciuto mesi fa a Micenesis.

- Come sei arrivato fin qui? – sorrido sorpresa, avrebbe potuto aiutarci.

- Non importa, è questione di pochi attimi. –afferma allontanandomi.

- Non ti fai neanche abbracciare? – gli dico aprendo le braccia.

- Lasciami finire, Jane-  una sfumatura di affanno ricopre la voce di Elijah. E’ come sta percorrendo un obiettivo.

- Vedevo la vostra complicità, ma sapevo anche come era lui e credevo che ti stesse usando, che per lui fossi solo una stupida ragazzina. All’inizio mi dicevo che eri troppo intelligente per innamorarti di lui, e quando avresti capito chi era nonostante lo “ odiavi” sin da sempre, saresti venuta da me. Poi però ho capito ben altro, non potevo immischiarmi tra voi. Tu hai sempre finto di tenere a me e odiare lui, ma hai tenuto anche a lui. Ricordi quando venisti in camera mia e poi entrò James?. . .-

- Si . . .- mormorai rattristita.

- Lui ti fermò , ma tu ti lasciasti fermare. . . Vuoi che ti ricorda quando. . . Era il tuo compleanno ed entrarono  lui e Rebekah, il tuo sguardo assente ,vuoto, sofferente e io, invece, che mi ero spezzato la schiena per far si che avessi un compleanno decente. –

Sospiro. Mi sento male, non sta succedendo davvero.

-Sono io che ti sono sempre stato vicino, ma i tuoi occhi guardavano troppo avanti per accorgerti di uno come me che avevi lasciato indietro.-

Avanzo esterrefatta, scuotendo la testa a destra e sinistra.

-Non è come dici .- insisto.

- Volevo che una volta spariti da Micenesis vi sareste persi per sempre, ma il destino ha giocato con voi al punto da farvi sempre ritrovare e allora ho capito. . .Lui ti amava davvero e peggio. . . Lo amavi anche tu. Avevi finto con me, non è stato James a usare te, ma tu me. –

Sospiro lentamente preparandomi a piangere.

-Sono stato sempre lo stupido , vero Jane? Quello che non vede, la pezza, la ruota di scorta. . . fa male! Cosa peggiore , credevi che io non sapessi che ero innamorato di una maledetta vampira.  Pensi che me la sia bevuta che quando mi hai morso, mi hai “ soggiogato” dicendo che era stato un attacco di Malkfoc. Mi dispiace piccola, ma ogni giorno prendo piccole quantità di verbena che evitano di farmi soggiogare, ma soprattutto indeboliscono il vampiro, ecco perché stavi male e avresti anche dovuto sputare sangue. –

Tremo.

-Una sera deciso a farla finita, mi procurai dei paletti di legno intento a farti fuori, James entrò improvvisamente in stanza e fui obbligato a nasconderli sotto il letto. Volevo ucciderti.-

Deglutisco.

-E quel bellissimo giorno Jane è arrivato. Sarai anche un’umana, ma ti ucciderò conficcandoti un paletto nel cuore, in memoria dei bei tempi da vampira. – sorride maligno. Non può essere Elijah.
Piango, urlo, scappo , ma non ho via di uscita. Urlo il nome di Nicole, di James, ma non vi sono. Elijah è così vicino che perdo ogni singola speranza, mi accascio in un angolo , perdendo ogni speranza. Quando avevo avuto la speranza ? Mai.

Elijah sapeva tutto ed era riuscito a fingere benissimo, io non avrei mai portato un fardello così grande. Rumori assordanti, urla che sembrano non essere le mie e poi vuoto totale.
Mi sveglio su una sedia kich , antica, è lo studio di Malkfoc . . . E’ lui che mi ha salvata. Al suo fianco vi sono Nicole e James che mi fissano preoccupati.

Questa situazione è cosi bizzarra. Elijah che tenta di uccidermi e Malkfoc che mi salva?

-Vorrei capire come quell’idiota ha fatto ad entrare? – sbottona Malkfoc adirato mentre va avanti e indietro per la stanza.

Silenzio tombale.

-Sono arrivato giusto in tempo prima che ti facessero fuori . – urla come se si preoccupasse per me.

- Erri. Mi hai salvata solo perché se morivo io morivi tu. – lo correggo e a differenza sua sono sincera.

Si azzittisce.

-Elijah dov’è? – domando preoccupata per la fine che ha fatto.

 James mi fissa , poi distoglie lo sguardo.

-Lo hai ucciso? – digrigno a denti stretti a Malkfoc.

-Ovvio, è uno stupido terrestre, vittima di vampiri, che viveva a fare ? –

Scappo e a seguirmi è Nicole che mi ferma e mi abbraccia, cerca di rassicurarmi e a quanto capisco non è dalla mia parte,

-Jane, Elijah voleva ucciderti. . . –

- Sembrava così strano, mi ha sempre voluto bene. . . – piango sulla sua spalla.

- Non devi fidarti molto, anche il diavolo prima era un angelo. – mi tiene ancora stretta a sé e mi accarezza dolcemente i capelli. Intravedo James che mi fa cenno di seguirlo, sciolgo la stretta con Nicole e le sorrido. Seguo James.

Siamo all’aria aperta, una sottospecie di balcone che fa ad angolo, l’aria sembra pura anche se qui nulla è casto ed innocente.

-Non c’è giorno peggiore di oggi. – afferma fissando il vuoto.

Porto i capelli dietro l’orecchio e gli rispondo,

-Perché dici questo? –  sussurro a tal punto da far sembrare la mia voce dolce, come non lo è mai stata.

- Non sono stato io a salvarti e se non c’era quello – si riferisce a Malkfoc.

- Ti avrei persa per sempre.  . .- sussurra al punto di non sentirlo.

Ho un brivido che arriva fino al midollo, non è l’aria aperta, ma è James. Lo abbraccio così,istintivamente, come se non ci fosse un domani. Sto meglio quando sento che la sua stretta ricambia , è più forte e decisa. I nostri corpi sono vicini , ma non oso alzare la testa,so cosa può succedere. Un bacio , ma no, non ora. Mi stacco, ma lui mi ritira a sé. Amo questi suoi giochi.
-Il destino ha giocato troppe volte con noi, vuole noi.  . .Concediamoci un lieto fine, Jane. Non c’è stato giorno in cui non ti ho pensato, giorno in cui non ho smesso di amarti, di desiderarti. . . –

Ingoio. Vogliamo entrambi la stessa cosa, ma perché non ci moviamo? A chi aspettiamo?

Ci fissiamo negli occhi .

James avanza  e incondizionatamente lo  faccio anche io. Le labbra di James sfiorano  le mie .E tutto diventa semplice. Tutte le domande ricevono  risposta, tutte le paure trovano pace, tutti i dubbi spariscono. Ciò che provo  non è semplice passione, ma una tenerezza dolente. Inizialmente, è uno di quei baci casti, ma dopo le labbra di James premono  più forte sulle mio fino a liberare la lingua e farla ballare con la sua in una perfetta sintonia. E’  amore, nient’altro.

Indietreggio senza fiato, non ne avevo abbastanza, volevo lui. Avevo sempre voluto lui.

Non eravamo sazi, è solo uno dei tanti baci che ci saremo dati.

Prende il mio viso tra le mani e mi sorride. Ricambiai. Poi, siamo interrotti.

Una guardia mi cerca a nome di Malkfoc, lascio  a malincuore James e seguo il body gard.

Giunta nella grande sala, le porte si chiudono. Cosa vuole adesso da me ?

-Piccola e cara Jane, vorrei aprirti gli occhi prima che sia troppo tardi. –accenna un po’ di maliziosità nella sua voce.

- Non voglio che tu abbia una bella sorpresa senza essere avvisata. – armeggia il suo scettro come se fosse un giocattolo. Io, non capisco dove voglia andare a parare.

- Ricordi che ti ho parlato dei tre discendenti. . . –incurva un sopracciglio. Faccio cenno di sì col capo.

- Bene il secondo, perché tu sei la terza e la prima è Nicole. . . si chiama.  . .-

Ansia.

Battiti in decelerazione.

Svenimento sicuro.

Panico.

-Drake.-

 

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