The Sound of Nightwish Reborn: The Dream Goes On

di CrystalRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Uno ***


TSONR cap1

THE SOUND OF NIGHTWISH REBORN:

 THE DREAM GOES ON

 

Kitee, Casa Holopainen, 29 Agosto 2012, ore 16.49

-Allora questo top bianco una sera potrei metterlo con questi pantaloni neri- ed appoggiai il top sul letto sopra ai pantaloni.

-Se la lavassi la sera stessa la potrei rimettere la sera dopo con quella mini di jeans, che… dove l’ho messa?-.

Mi voltai a cercarla, in mezzo al marasma di vestiti del vecchio tour sparsi un po’ a terra, alcuni addossati su una Korg e gli altri sul letto.

-Ah eccola qui- le abbinai e storsi il naso.

Non c’entravano una mazza.

Perché nell’altro tour mi mettevo su la prima cosa che trovavo e ora non trovo nulla?!

Semplice perché qualcuno ha voluto che fossi un po’ più seria ed ho perso il mio smalto nell’abbinare le cose.

Per il tour finlandese ed europeo di Imaginaerum mi ero organizzata con dei vestiti scuri che però mi avevano stufata subito. Sembravamo ad un funerale. Tutti vestiti di scuro.

Quindi per i festival estivi mi ero riappropriata dei miei deliziosi vestiti floreali e cianfrusaglie varie.

Tuomas aveva brontolato perché dovevo essere più seria nel vestire, che non avevo più vent’anni come nell’altro tour.

Grazie ne avevo 26 ora.

Ma con un’occhiataccia l’avevo messo a tacere, almeno per l’estate.

Dovrei chiedere consiglio a Simone Simmons o a Sharon Den Adel.

Non voglio portarmi queste tuniche nere negli States. Non se ne parla.

O mi lascia rimettere i vestiti del vecchio tour o me li faccio fare a tema Imaginaerum da una sarta.

-Eva, cucciolotta, che ne dici se mamma…?- chiesi voltandomi.

La piccola non era più in camera.

-Eva?-

Ma dov’è sparita?!?

Da quando ha imparato a gattonare va via come una scheggia.

-Eva?- la richiamai dal corridoio.

Sentii un “ghe” provenire dalla stanza Disney di Tuom.

-Oh eccoti qui! Mi hai fatta…..oh santo cielo!-

-Ghe- disse ridacchiando e mostrandomi fiera il pasticcio che aveva appena combinato.

Teneva tra le mani una copia di Paperino, che evidentemente il furbone di suo padre aveva lasciato a terra, in una manina e nell’altra la copertina della stessa. Strappata.

-Eva…dimmi che non l’hai rotta tu…-

Oddio ora ci fa fuori appena torna!

M’inginocchiai a terra per toglierle la copertina dalle mani.

Fa che sia il numero di questa settimana!

Lo presi in mano e guardai la data: 1980.

Sbiancai.

-Ok, Eva, dammi il resto del fumetto- cercai di toglierglielo dalla mano ma lei lo afferrò con l’altra frignando.

-Eva!- la rimproverai.

Tirai con più forza. La piccola lo teneva dal lato dove le pagine erano unite.

-Eva, non farmi arrabbiare….molla l’osso-

Lei si arrese mollando la presa di colpo

Notai che avevo strappato un’altra pagina.

Nooooo.

Presi la piccola in braccio e corsi al piano di sotto a cercare scotch e colla.

In qualche modo lo avrei riparato e messo in libreria.

Non se ne sarebbe mai accorto. Mai.

Mollai la piccola sul divano.

Cercai nel mobile lo scotch.

Intanto i due micioni di casa mi osservavano perplessi.

Anzi, Nauskis mi guardava male.

-Bè che hai da guardare?- dissi al gatto, tirando fuori lo scotch.

Sentii l’auto di Tuomas sgommare fuori sul selciato ghiaioso.

Richiusi il cassetto con un colpo secco.

Che faccio?!?

La disperazione era al massimo.

Guardai Eva. Stava tirando la coda a Kournaus.

-Cucciolotta lascia stare quel povero gatto!-

Idea!

Andai dietro al divano e cacciai i resti del fumetto e lo scotch sotto allo stesso.

Mi voltai e trovai Nauskis che continuava a fissarmi torvo.

-Sei peggio del tuo padrone. Azzardati a venire vicino al divano o non ti do più da mangiare!-

Mi avvicinai per prenderlo in braccio per metterlo sul divano col suo compare ma mi soffiò contro e se ne andò.

Alzai gli occhi al cielo.

 

Tuomas aprì la porta d’ingresso.

-Soph dovevi vedere che paradiso! Non avevo mai visto tante tastiere in un posto solo-

Se ve lo state chiedendo, sì, aveva gli occhi a cuoricino.

-Tuom, eri al negozio della Korg, non poteva essere altrimenti!!-

-Lo so! Avrei voluto prenderci la residenza!-

Mi abbracciò e mi fece volteggiare.

-Tuomas?-

-Sì?-

-Quante ne hai comprate?-

Mi rimise con i piedi per terra.

-Due- rispose mogio guardando il pavimento.

-Due?!? Ne abbiamo cinque in casa!!-

-Emmaeranocosìbelle!- disse d’un fiato.

-E a che ti servono?-

-Devo comporre!-

-Io invece ti scompongo, se non ne ricicli qualcuna!-

-Ma mi servono!- mi supplicò.

-Tutte e sette?-

-Sì- disse incrociando le braccia.

-Bene- dissi con un ghigno malefico- Ora chiamo Tero e gli dico che sul palco avrai 7 Korg-

-Sei matta? Che me ne faccio di sette tastiere??-

-Visto? Lo dici anche te che non ti servono!-

-Ma non vale!!-

 

Qualche ora dopo…

 

Mi misi a riordinare i giochi di Eva in salotto, quando mi accorsi di Nauskis che continuava a strusciarsi e a graffiare il divano.

Mi avvicinai al gatto.

-Ehi, che hai?- allungai una mano per attirarlo a me, si avvicinò e si strusciò contro di me.

-Ma lo sai che sei un tenerone??- gli dissi sedendomi a terra.

Nauskis però tornò al divano e cercò di infilare le zampe sotto.

-Hai perso qualcosa? Eva ti ha nascoso la pallina colorata, eh?- mi accovacciai ed infilai una mano sotto al divano.

Quello che tastai non era una pallina! Era un qualcosa simile ad una circonferenza.

Lo tirai fuori e mi ritrovai con un rotolo di scotch in mano.

Che ci faceva sotto al divano?

Il gatto continuava nella sua ricerca e così feci anch’io.

Tastai bene sotto il divano, cercando di non incastrarmi con il braccio, e tirai fuori un fumetto.

Di Paperino.

Con una spalla spostai leggermente il divano e vidi spuntare la copertina del suddetto fumetto e una pagina strappata.

Tragedia!

Assassinio!!

Attentato!!!

-Sophieeeeeeeeeeeeee!!!- urlai.

Dei passi concitati scesero le scale.

-Che succede?- chiese spaventata.

Le mostrai il fumetto, ancora inginocchiato accanto al divano.

Lei sbiancò.

-Posso spiegare!- si difese lei indietreggiando.

-Ah ma davvero? Mi pare evidente…-

-Io non c’entro! È stata tua figlia…-

-Dai la colpa ad una povera bambina innocente??-

-Innocente…è una piccola peste. A dirla tutta è colpa del tuo disordine!!-

-Ora è colpa mia?-

-Anche di quel gatto!- disse indicando Nauskis – Mi odia!-

-Soph- sospirai – Vieni qui-

-Non rischio la vita?-

Chiusi gli occhi e feci no con la testa.

-Ok-

Si avvicinò a me.

-Lo sai che sei sexy con questi shorts? Non vorrai mica metterli sul palco?-

-L’idea era quella…-

-Lo sai che sono geloso-

Lei alzò lo sguardo.

-Certo che lo so. ed è per questo che li metterò!- si divincolò da me e scappò al piano di sopra.

Ridendo feci nuovamente no con la testa.

L’amavo anche per questo.

spazio autrice:

Ciao!! Vi ricordate di me? Lo so, è un bel po' di tempo che non mi faccio vedere da queste parti ma...tempo fa vi avevo promesso un'OS come terza parte di TSONR. Solo che l'ispirazione è arrivata tipo qualche settimana fa (e sono in ritardo di quasi due anni). Invece di una One Shot è venuta fuori una mini fic da quattro capitoli, massimo cinque (non ho ancora diviso il file). Come avrete letto dalla trama tratterò il "famoso" caso Denver, che sarà molto angst. Soprattutto per Sophie. Questo inizio è molto Fluff invece, era per farvi riabituare alla coppia Tuomas/Sophie.

Dopo questa FF, archivierò devinitivamente questa storia che è la migliore che io abbia scritto in questo fandom e ci sono affezionata. Anche perché vi ho tediato un sacco con quasi novanta capitoli.

Per adesso nulla da aggiungere...Ah sì, aggiornerò due volte a settimana, perché poi parto e a inizio settembre torno ergo....

Per chi sta seguendo "Only for her" nel fandom di Thor, abbiate pazienza sto scrivendo l'altro capitolo a rilento ma lo sto scrivendo :D

Un bacio, 

CrystalRose.

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Capitolo 2
*** Due ***


TSONR cap2

Denver, Stati Uniti, Imaginaerum World Tour,  28 settembre 2012, camera 419, ore 15.50

 

Era da mezz’ora che ero abbracciata alla tazza.

“Ora crepo” pensai.

Stavo rimettendo l’anima.

Colpa di Emppu e del suo sushi del cavolo, che mi aveva consigliato per pranzo e che mi era rimasto sullo stomaco.

-Soph, tutto ok?- chiese Tuomas da fuori.

-No- mugolai – Chiama un medico-

Sentì che tentava di aprire la porta.

-…guarda che è chiuso…-

-Apri- ordinò.

Mi trascinai verso la porta e aprii.

Mi guardò sbarrando gli occhi.

-Tu non sali sul palco stasera!-

-Sì, invece-

-Scordatelo-

Mi prese in braccio e mi mise sul letto.

-Vado a cercare un medico-

Mi diede un bacio sulla punta del naso.

Odiavo stare male in generale, per di più se ero in tour mi faceva arrabbiare.

“Non sei Iron Man” mi ripeteva Tuomas.

Ultimamente avevo acquisito una certa mania di perfezionismo, probabilmente dovuta al fatto di vivere con Tuomas.

Non prendevo più un gig come un gioco, era una cosa seria.

Sentivo che non ce la facevo più a reggere un ritmo così serrato e così perfetto come lo desideravo io.

I concerti andavano a meraviglia, ero riuscita a potenziare la mia voce, riuscendo a fare molte canzoni della vecchia era che mi erano precluse. Tipo quelle di Wishmaster e Oceanborn.

Avevo studiato molto con Michelle, allenando la mia voce per arrivare là dove facevo più fatica. E credetemi riuscire a fare Sleeping Sun era una soddisfazione.

In più mi mancava Eva.

Sentivo la sua mancanza ogni giorno di più. Non capivo se per Tuom fosse lo stesso, forse sì. Io ero sua madre, l’ho portata nove mesi con me, la cosa più bella dopo lo sfacelo sentimentale da cui uscivo. E da un tour massacrante.

In questo tour il ritmo serrato era concentrato solo in determinati mesi. Ora avevamo ripreso lo stesso ritmo qui negli States e sarebbe stato peggio. Da qui alla premiere del film, che ci sarà intorno a novembre, il ritmo sarà di un concerto al giorno. Poi faremo una settimana di pausa per poi volare in Sud America fino a metà dicembre.

La cosa mi spaventava.

Stavolta sentivo di più il fiato sul collo. Se prima ero considerata una “dilettante” ora dovevo dimostrare a tutti che ero una professionista, che non abbandonava il palco in lacrime e che potevo cantare in modo accettabile anche il resto della discografia. E soprattutto: dimostrare che non avevano preso la cantante sbagliata.

Mi ero ripromessa che non avrei mai fallito e finora ha funzionato.

Ogni show era perfetto, la mia voce usciva limpida e cristallina come sempre ma con un qualcosa in più. Più potenza nelle corde vocali unita alla passione di sempre.

Il mix perfetto.

Stare male ora significava che la mia corazza da Iron Lady stava scricchiolando e che prima o poi sarebbe crollata e non doveva succedere.

 

Cercai di alzarmi ma Tuomas ritornò nella stanza, cogliendomi sul fatto.

-Dove vai? Sdraiati!-

-Devo scendere per il soundcheck-

-Non ora- mi mise una mano sul viso, il che mi fece rilassare.

-Tommi- mormorai puntellando i gomiti sul letto.

-Vuoi stare sdraiata?-

Sbuffai.

-Voglio cantare stasera-

-Non con questa cera-

-Sto benissimo. Mi serve solo qualcosa per non rimettere e sono a posto-

-Sei bianca come un cadavere-

Poco dopo in camera entrarono Ewo e il medico che ci seguiva in tour.

Ultimamente eravamo un po’ tutti influenzati, quindi da Kitee ci seguiva un medico amico di Jukka.

Sami, il medico, si avvicinò a me per visitarmi.

-Come ti senti?- chiese mentre mi oscultava la schiena.

-Bene- mentii.

Venni fulminata con lo sguardo da Tuomas e Sami entrò nel mio campo visivo con una faccia perplessa.

Sbuffai sonoramente.

-Ho solo fatto indigestione-

-Facciamo un salto al pronto soccorso per stare più tranquilli- consigliò il dottore a Tuomas.

-Senti, dammi un paio di aspirine e non ne parliamo più-

-Sophie- mi rimproverò Tuomas.

 

 

In ospedale, non mi calcolarono molto, mi diedero una pastiglia per smettere di vomitare e mi sentii subito meglio.

Tant’è che partecipai al soundcheck posticipato alle 18.

Ma il peggio stava per arrivare.

 

Denver, backstage, ore 20.30

 

Ero pronta per salire sul palco.

Salutai Elize e Alyssa che stavano per salire sul palco con i Kamelot e tornai dai ragazzi.

Ci mettemmo in cerchio, seduti per terra, come eravamo soliti fare.

Marco ed Emppu imbracciavano le chitarre, Jukka era seduto sul suo cajon.

Iniziammo a cantare The Islander tutti insieme, era il nostro nuovo modo di sconfiggere la tensione.

Tuomas chiese a Jussila di non scattare foto ed evitare le riprese on the road che stavamo facendo per il dvd. Dovevamo apparire perfetti.

Delle macchine.

Ma la macchina principale si stava inceppando di nuovo.

-….for long forgotten, light at the end of…- repressi un conato di vomito, tacendo un secondo.

-…So long ago…- continuai a cantare.

Mentre gli altri suonavano, respirai profondamente.

-…horizon crying, the tears he left behind…-

Non terminai di cantare che mi alzai di corsa diretta in bagno, urtando Jukka.

-Hey!- esclamò il batterista.

-Sophie!- era Tuomas che mi stava correndo dietro.

Dopo che tirai l’acqua mi asciugai stizzita le lacrime che mi stavano scendendo per il nervosismo.

Accusavo anche delle fitte allo stomaco.

Quando tornai in me, Tommi mi prese il viso fra le mani.

-Tu torni in ospedale-

Scossi la testa e mi divincolai.

Mi diressi verso il palco, per cercare i miei auricolari.

-Che fate lì impalati?- domandai.

-Sophie cara, non è il caso che ti riposi?- consigliò Marco avvicinandosi.

-Sto bene- dissi.

Neanche il tempo di dirlo che un’altra fitta mi colpì facendomi quasi piegare in due.

-Ewo, sospendi il concerto. Portiamola in ospedale-

-Sto bene- mormorai.

-Ewo vuoi chiamare quest’ambulanza?!- sbraitò Tuomas.

Un’altra fitta allo stomaco.

Mi abbandonai nelle braccia di Tuom, affondando il viso nella sua maglietta, respirando il suo profumo profondamente.

Lo scansai con forza al successivo conato e m’inginocchiai davanti al cestino dell’immondizia.

La mano di mio marito mi accarezzava la schiena, mentre l’altra mi teneva i capelli.

Iniziai  a tremare, non solo perché stavo male ma perché avevo paura.

Che diamine avevo?!

 

Poco dopo l’ambulanza mi portò all’ospedale, Tero venne con me.

Tuomas doveva annunciare l’annullamento del concerto e fare delle chiamate alla Nuclear Blast.

 

Denver, ospedale cittadino, ore 22.47

 

Intossicazione alimentare.

Certo che potevano anche arrivarci questo pomeriggio i medici.

Tero mi aspettava fuori dall’ambulatorio con un’espressione mista di rabbia e lutto.

-Ehi, guarda che sono viva-

-Oh Soph! Come stai?-

-Intossicazione alimentare- risposi stringendomi nelle spalle- mi hanno fatto una flebo e mi hanno dato degli antibiotici, domani sarò sul palco- sorrisi appena.

-Mmh certo-

-Si può sapere cos’hai?-

-Il concerto c’è stato-

-Stai scherzando?-

-Mi ha chiamato ora Erno, mi ha detto che hanno ridotto la scaletta e fatto una specie di karaoke con Elize e Alyssa-

-Karaoke? Con Elize e Alyssa?-

-Era per non perdere i soldi della serata-

-I soldi? Santo cielo io sono in ospedale!!!- strillai.

-Shhhh sei matta? Evita di urlare-

-Portami in albergo-

  

Denver, camera 419, ore 23.19

 

Sentii Tuomas aprire la porta della nostra camera, io l’aspettavo subito dietro con un cuscino in mano, la luce accesa.

-Rakkaus, come…- non gli lasciai finire la frase, gli buttai il cuscino addosso e lo spinsi fuori.

Mi guardò malissimo e gli chiusi la porta in faccia senza fiatare.

A volte non lo capivo ma stavolta l’aveva fatta grossa. Questo era troppo.

Lo sentii bussare deciso alla porta.

-Aprimi! Soph, fammi spiegare-

-Non c’è nulla da spiegare- dissi a denti stretti, il giusto per farmi sentire.

-Aprimi!-

Non risposi.

Un altro colpo alla porta.

-Apri questa cazzo di porta- il tono era infuriato. Non l’avevo mai sentito così arrabbiato.

-Vattene!- ringhiai con le lacrime che scorrevano sulle mie guance.

Andai a dormire ficcando la testa sotto il mio cuscino per impedire che sentisse i miei singhiozzi.

 

La mattina dopo non mi sentì meglio, emotivamente parlando.

Presi il mio portatile e pubblicai un nuovo post sul blog, che avevo creato l’anno prima, e lo riempii di parole al vetriolo.

 

 

Cari fans,

mi spiace per l’accaduto. Volevo davvero esserci sul palco ieri ma purtroppo un’intossicazione alimentare mi ha tenuta al pronto soccorso tutta la sera.

Voglio solamente dirvi che mi dispiace per lo show patetico che avete dovuto assistere.

Nemmeno l’ultima delle band, avrebbe proposto un karaoke.

Io non ho preso parte a quella decisione né tanto meno ne sono stata messa al corrente.

Mi spiace che abbiano costretto Elize e Alyssa a cantare al posto mio con dei fogli in mano. Le ringrazio per lo sforzo e chiedo loro scusa per essere state tirate dentro a questa situazione.

Al momento sono infuriata con i ragazzi, suppongo che si debba parlare del mio ruolo nella band che pare essere pari a quello di una ruota di scorta.

In ogni caso, risolveremo tutto non preoccupatevi!

Ci vediamo stasera!

Un abbraccio,

Sophie F. Holopainen

 

 

 

Mi feci una doccia, scesi a fare colazione, presi l’antibiotico. Tornai in camera a fare la valigia e per portarla al tour bus. Stavo richiudendo la valigia quando la porta della camera si aprì sbattendo e si richiuse ancor più forte se è possibile.

Alzai lo sguardo e Tuomas stava a pochi passi da me.

-Una ruota di scorta eh?- disse visibilmente alterato, lanciando il suo iPad sul letto, schermo illuminato sul mio blog.

-Bè sembra il mio nuovo ruolo qui- risposi calma.

-Pensi che io sia contento?-

-Non lo so, dimmelo tu-

-Sophie io non ho mai voluto tagliarti fuori!-

-Ah ma davvero? È proprio quello che hai fatto-

-È stata la Nuclear-

-Ma io sono la tua cantante e prima ancora tua moglie- replicai alzando la voce.

-Mi hanno costretto. Non volevano perdere la percentuale per una data quasi sold out-

-Io ero in ospedale!!- strillai.

-Lo so!-

-E poi non ti hanno costretto con una pistola alla tempia-

-No, ma…-

-Ma cosa, Tuomas? Cosa? La verità è che voi quattro e Ewo fate sempre come vi pare. Le cantanti stanno male, chissene frega, andiamo avanti-

-Non tirare in ballo Tarja, adesso-

-E invece sì! Ora la capisco, povera donna. Siamo sempre state le ultime nella lista delle persone che contano. Pensavo che con me sarebbe stato diverso, perché io e te siamo sposati, che ci tenessi un minimo a me come cantante, come persona-

-Dopo tutto quello che abbiamo passato pensi davvero questo?-

-E di chi era la colpa?-

-Mi stai dando la colpa per quello che è successo nell’altro tour?-

-Direi di sì- sputai acida.

-Non sono io quello che ha accettato una proposta di matrimonio dalla persona che non amava-

-E non sono io quella che si è portata a casa un’oca australiana!-

-Certo, perché ovviamente sono sempre io il cattivo della situazione-

-Non fare la vittima. Dovevi impuntarti ieri sera e dire di no-

-Non avevo scelta-

-C’è sempre un’altra strada- afferrai la valigia e mi diressi alla porta- Ci vediamo sul bus-

 

Salt Lake City, 30  Settembre 2012, Imaginaerum World Tour, ore 13.37

 

Il concerto andò bene, cantare dopo esser state male non era il massimo ma fu un bel gig.

Con i ragazzi sul palco abbiamo finto di essere uniti come sempre, le solite macchine della perfezione, in realtà tra di noi c’era il gelo.

Erano arrabbiati per il post sul mio blog. Certo, perché loro sono sempre dalla parte del giusto e mai del torto.

Il giorno successivo, sabato, era libero e lo trascorsi con Tero era l’unico che mi rivolgeva al parola insieme a quelli della crew.

-Forse dovresti parlare con loro- mi consigliò Mika Jussila, il fotografo, mentre pranzavamo ai tavolini esterni di un bar.

Scrollai le spalle.

-Tuomas sta meditando qualcosa e non mi piace- mormorò Tero

-Cosa?- domandai bevendo un po’ d’acqua.

-È tutta la mattina che è al telefono. Ha l’amante?- chiese sdrammatizzando.

-Ci deve solo provare- ridacchiai io.

-Dai, vacci a parlare, almeno con lui-

Sospirando mi alzai e lo raggiunsi sul marciapiede davanti al tour bus, dove stava fumando nervosamente.

Appena mi vide salì, buttando prima la sigaretta e non mi avvicinai ulteriormente.

-Dagli tempo- mi consigliò una voce alle mie spalle.

Mi voltai e mi trovai Emppu sorridente.

-Perché mi parli?-

-Perché sei mia amica e mi sono stufato dei litigi all’interno della band-

-Oh Emppu- lo abbracciai singhiozzando.

-Soph, ora non piangere, su! Sei la nostra Iron Lady-

-Mi si è spezzata l’armatura-

Lui rise.

Stare così distante da Tuomas mi faceva malissimo.

 

Seattle, 1 ottobre 2012, backstage, ore 23.00

 

Anche questo era fatto. La mia voce si stava riprendendo e anche le forze erano tornate, uscii dal bagno del backstage, avevo bevuto un sacco d’acqua che a fine concerto volai quasi letteralmente in bagno. Ne approfittai anche per struccarmi.

Dopo due passi vidi Tuomas ancora al telefono e origliai l’ultima parte della conversazione.

-Ok, Floor, grazie a domani. Buon viaggio-

Floor? Quella Floor? Floor Jansen? Domani?

Mi si ghiacciò il sangue.

Tero mi venne incontro.

-Tutto ok?- la sua domanda fece voltare Tuomas.

-No, pare che non sono più gradita in questa band- dissi offesa.

-Sophie, aspetta, fammi spiegare-

-Basta mi sono stancata, me ne torno a Kitee- sbottai.

-Lo faccio per te- si giustificò mio marito.

-Grazie ma non ce n’è bisogno-

-Sei stanca-

-So fare il mio lavoro e non sono stanca-

-Sophie…-sospirò mentre lo superavo.

-Non ho bisogno della tua costante ala protettrice ma del tuo supporto. Non ho più vent’anni come all’inizio-

-Sophie cerca di capire-

Gli altri si erano radunati intorno al tastierista.

-Bene, visto che siete tutti d’accordo e nessuno osa obiettare. Tolgo il disturbo, torno in Finlandia e salutatemi Floor- detto questo mi chiusi in camerino.

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti!!

Nuove tensioni fra le nostre colombelle ma che portano a galla i classici problemi di comunicazione interna alla band.

Nel prossimo vedremo Sophie nella sua terra adottiva che cerca di rimettere a posto i pezzi della sua carriera e cercherà di chiarire con Tuomas (permalosetto, Tuom qui, eh? :D)

Volevo ringraziare coloro che sono passati a leggere il primo capitolo, se volte lasciare un commento non ci sono problemi, sapete che accetto anche le critiche.

Lunedì arriverà la terza e penultima parte.

Buon weekend!!!

Lalla.

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Capitolo 3
*** Tre ***


TSONR cap3

NdCrystalRose: le ultime date della leg SudAmericana sono state variate per motivi di narrazione, la data peruviana è slittata ultima e so perfettamente che era prima delle due di Buenos Aires, ma serve ai fini della storia.

Ah, dimenticavo: la storia non è scritta a fini di lucro, i personaggi non mi appartengono tranne Sophie, Eva e Michelle.

 

Helsinki, Munkkiniemi, 2 ottobre 2012, ore 16.54

 
Quando arrivai alla stazione dei treni di Helsinki, per proseguire il mio viaggio fino a Kitee, decisi di sostare un po’ di più nella capitale e decisi di andare a trovare un mio vecchio amico a Munkkiniemi. Ville Valo.

 

Bussai alla porta del cantante degli HIM, avvolta nella mia sciarpona rossa e degli occhiali da sole che coprivano gli occhi gonfi di lacrime.

Valo apparve mezzo assonnato.

-Sophie?-

Non dissi nulla e, dopo che mi tolsi gli occhiali da sole, lo abbracciai piangendo. Lui tenendomi abbracciata mi portò dentro, richiudendo la porta.

-Hey piccola, cosa succede?- chiese preoccupato facendomi accomodare sul divano della sua torre-museo.

-Non lo sai ancora?- tirai su col naso.

-La sostituzione con Floor?-

Annuii.

-Bè sul vostro sito, c’era scritto “sostituzione consensuale”-

Sbuffai sarcastica –E dallo stato in cui sei, mi sembra l’ennesima palla di Holopainen- continuò.

-Una non può permettersi di star male-

-Sei stressata…-

Alzai lo sguardo:-Ville, anche tu sei un cantante dovresti capirmi-

-Io ti capisco perfettamente, l’unica cosa che non capisco è perché fate questi tour massacranti. Sei un usignolo e la tua voce vale oro ormai, non come la mia massacrata dalle sigarette e che a volte sembra che arrivi dall’oltretomba-

Scoppiai a ridere: -Non sei il signore delle tenebre?-

-L’ultima volta che ho guardato sul passaporto non c’era scritto Lestat de Lioncourt-

-Strano…-

-Seriamente, pulce,- mi prese il viso fra le sue mani- Torna a Kitee, riposati, stai con la bambina e poi torna a riprenderti quel palco-

-Ma è già mio…forse…-

-Ecco è quel “forse” che deve sparire. Qual è il vostro prossimo concerto più importante?-

-L’Hartwall il 10 novembre. C’è la premiere-

-Allora tu fai così, ora vai a Kitee e per questa settimana ti riposi, poi scendi a Helsinki settimana prossima e vedo di prenotarti uno studio al Finnvox per le prove. Al massimo ti faccio provare qui, su all’ultimo piano- Quando terminò mi diede un bacio sulla fronte, liberandomi il viso dalla sua presa.

-E con Tuomas?-

-Se lo conosco un po’ lascialo sbollire, che magari ci scappa qualche nuova hit…Ahio!- protestò quando lo colpii giocosamente a un braccio.

Helsinki, 9 Novembre 2012

 
Per una settimana dopo il mio abbandono quasi forzato non sentii Tuomas e stavo male. Portavo Eva da suo fratello Petri per quando chiamava con Skype, ma era ancora arrabbiato per parlare con me.

Poi un pomeriggio, al posto di Petri mi presentai io con la bambina in braccio.

-Mi dispiace, Soph, io ti amo e mi manchi tra questi pazzi…- mormorò lui, facendomi scoppiare a piangere.

 

Decidemmo che Floor mi avrebbe sostituito fino alla fine della leg sudamericana.

Il dubbio rimaneva sulla data dell’Hartwall.

Il pubblico era in visibilio per Floor, l’adoravano. E io usavo quella adorazione per lavorare sodo.

Valo al Finnvox mi aiutava a provare qualcosa di acustico con l’aiuto di Linde, il suo chitarrista. Altrimenti Michelle mi aiutava con le basi che avevo sul mio pc.

 

Ad inizio Novembre al Finnvox ci furono delle prove speciali. C’erano un po’ di artisti che erano lì a registrare, così gli HIM si prestarono gentilmente a suonare canzoni non loro, presi in prestito Tony dei Sonata per le parti di Marco e replicammo la potenziale scaletta dell’Hartwall. A metà entrarono in sala gli elementi mancanti dei Sonata Artica, non ci stavamo dentro a quella stanza a suonare a cantare ma ci divertimmo un sacco. Tre cantanti, due chitarristi, due bassisti, due tastieristi e due batteristi che suonavano a turno perché la batteria era una sola. Le prove non le finimmo perché alla fine ci mettemmo a suonare di tutto e di più.

Finimmo con io alle tastiere di Burton insieme a Tony, Valo che suonava la batteria con Gas che gli urlava di non rovinargli le pelli, Migé che cantava e stava rischiando il linciaggio perché era stonato ma gli altri erano tutti seduti sul pavimento a bere birra. Non credo che si sarebbero alzati veramente per farlo.

 

La sera prima del concerto all’Hartwall incontrai i ragazzi per chiarire la situazione.

La prima cosa che feci fu abbracciare Tommi.

-Ahem voi due, prendetevi una camera- scherzò Jukka.

-Voglio cantare- affermai, staccandomi dalla mia metà.

-Non se ne parla- replicò lui.

-Senti, ho lavorato sodo in questo mese che tra un po’ non mi vorranno più vedere al Finnvox, sono riposata e rilassata. Almeno domani, lasciami cantare-

-Floor ha già preso accordi con la sarta- intervenne Marco per stuzzicarmi.

Mi voltai guardandolo malissimo.

-E allora? Li userà dopo. Io ho speso anima e corpo per il film, l’album e tutto il resto. Se ti fossi scordato ero pure incinta quando abbiamo registrato Imaginaerum! Quindi io domani canto, voi fate come credete. A costo di dividere il palco con Floor, io non cambio idea-

Tommi mi guardò con un sorriso furbo.

-Roar- rispose Marco –Graffi mia cara, che gente hai frequentato?-

-Gli HIM e per un giorno intero i Sonata-

-Frequenti brutta gente- ridacchiò mio marito, abbracciandomi da dietro.

-Mai come quella che frequento tutti i giorni-

-Hey!- fu il coro di protesta degli altri tre, quattro con Ewo.

-Ma vi voglio bene anche se mi ritenete inferiore perché sono una donna-

-Questo mai- disse Jukka.

-Cos’è, Floor vi ha messi in riga?- scherzai.

Guardarono tutti il pavimento colpevoli.

-Cosa?- voltai la testa per incrociare gli occhi indaco del moro –State scherzando?!- non sapevo se ridere o meno.

-Ci ha cazziati quando ha saputo di Denver e di come ti avevo trattata. Tero ha rincarato la dose, in più mi ha rotto di proposito gli auricolari e ho usato i tuoi viola che mi cascavano in continuazione. Ha anche nascosto le bacchette della batteria e i plettri.-

Scoppiai a ridere.

-Non credevo che Kinnunen fosse vendicativo-

-Vi sta soltanto bene!-esclamai.

 

Più tardi quella sera chiamai Floor e le dissi che avrei cantato io. Lei era contenta che avessimo fatto pace e così la invitai sugli spalti per la sera seguente.

 

Helsinki, Hartwall Areena, 10 novembre 2012, backstage, ore 23. 47

 

Il concerto fu un successo, vi erano molti fan che avevano preparato striscioni per il mio ritorno, chiesi a Ewo di farmeli avere tutti. Mi ha guardata malissimo perché erano troppi.

Quindi si trascinò dietro Tero e alcuni della security per incamminarsi fra le tribune e il parterre per raccoglierli tutti.

In più, durante il mini-break dell’encore, tutta l’arena ha iniziato a cantare il mio nome. Sono uscita sul palco da sola piangendo e continuavo a ripetere “Kiitos”, mandando baci qua e là.

 

Assistetti alla proiezione di parte del film, finché Tuomas non mi prese per mano e mi trascinò nel backstage.

-Dove mi porti?-

Non mi rispose, si voltò soltanto ammiccando.

Arrivammo in fondo al corridoio deserto, dove c’erano gli spogliatoi chiusi della squadra di Hockey su ghiaccio della capitale.

-Dove hai preso la chiave?- chiesi mentre apriva la porta, mi mise a tacere mettendomi un dito sulle labbra.

Mi tirò dentro e chiuse la porta.

-E se ci beccano?-

Mi spinse contro la porta e mi ritrovai subito sollevata da terra.

-Avranno un bello spettacolo, meglio del concerto-

-Tuom!-

-Perché sei arrossita?-

Invece di rispondere lo baciai.

Tenendomi in braccio, con le mie gambe avvolte alla sua vita, si sedette su una panca lì vicino. Nel tragitto cercai di togliergli la cintura dei jeans.

-Non fai più la timida, eh…- sussurrò col fiato corto, prendendo l’orlo della gonna del mio vestito per sfilarmelo dalla testa.

-Quanto parli…- mormorai, riuscendo finalmente a liberarlo dei jeans grazie alla sua collaborazione.

-Queste?- chiese guardando le mie mutandine nere di pizzo.

Feci per alzarmi per poterle sfilare ma il braccio sinistro che mi avvolgeva la vita mi trattenne. Con la destra le strappò via.

-Erano le mie preferite!- protestai.

-Stasera comando io- sorrise sornione.

-E quando mai…- sorrisi a mia volta.

 

Backstage, ore 00.04

 

-Ma dove diavolo eravate finiti?- chiese Emppu inquisitore, quando io e il moro facemmo il nostro ingresso mano nella mano nel grande camerino.

-Io un’idea ce l’avrei- ridacchiò Jukka, notando che la mia treccia era piuttosto disordinata e che entrambi apparivamo accaldati.

-Basta che non eravate sulle casse dove riponiamo il palco smontato…- questo era Marco.

-O sulle casse dei controller audio- ci riprese Tero mentre arrotolava alcuni cartelloni.

-I fatti vostri?- replicò Tuomas.

-Per lo meno avete fatto pace- disse Ewo continuando a scolarsi una birra sul divano.

-Ehi Soph, non ce lo stancare, noi abbiamo ancora un tour da fare!!- ululò Marco facendo ridere tutti.

-Avete finito?- chiesi imbarazzata.

 

Helsinki, Finnvox Studios, 15 dicembre 2012, ore 15.35

 

-Non ci credo…- mormorai davanti alla nostra pagina youtube.

-Cosa pulce?- chiese Ville.

Sobbalzai spaventata.

-Non dovresti essere al mastering del tuo album?-

-Pff, mi annoiavo. Volevo vedere cosa combinava la mia amica- rispose spettinandomi.

-Guarda tu stesso-

Feci partire il video per la terza volta.

-Ghost Love Score Official Video, Live in Buenos Aires?-

-Così pare-

Un video ufficiale, con Floor. Cosa si erano bevuti?

Ville non parlò per tutti i dieci minuti del video, lo osservava pensieroso e la fronte corrugata.

-Non fa per lei- sentenziò.

Sospirai –Me ne sono accorta. E devi vedere i commenti, molti fan vogliono che io sia licenziata-

-Tu, quante volte l’hai cantata?-

-Non più di cinque, sei volte-

-Hai la base?-

-Certo-

Sorrise malefico.

-Vai in saletta e fammi sentire-

Mi alzai senza capire cosa volesse fare. Non l’avevo mai provata dalle registrazioni di Imaginaerum.

Secondo i miei standard venne piuttosto male ma Valo non sembrava della stessa opinione.

-Bè c’è qualcosina da aggiustare ma nulla di che…-

Lo guardai male.

-Ok c’è da lavorare un bel po’. Prima di tutto sulla ripetizione di “Bring me home or leave me be…” sbagli la respirazione e non riesci ad andare avanti. E i vocalizzi prima di “Redeem me into childhood”, sembra che tu stia morendo-

-Gentile…-mormorai.

-È la verità-

-Andiamo io non sono una soprano-

-Lo so ma faremo un video migliore-

-Cheeee?!?!?-

-Dobbiamo fare un bel botta risposta, tra tre giorni la canterai divinamente e il video metterà a tacere tutti-

-Valo non mi pare il caso…-

-Tu e coso mi avete aiutato a non naufragare e io ti aiuterò  a mettere a tacere gli haters. In più questa canzone è stupenda, devo ammetterlo, quindi ho un’ideuzza…-

-Ho paura-

-Bè non ti farò fare gli urli di Floor o mi scoppi come quell’usignolo che voleva tenere una nota lunga-

-Splatter…- commentai arricciando il naso.

 

Passai tre giorni a lavorare con lui e il fonico degli HIM.

Al terzo giorno, stile resuscitati, montammo il video che mi vedeva assoluta protagonista dietro al microfono. Per un tocco di stile, lo girammo in bianco e nero.

Quando partì la base per la registrazione ero agitata ma presi tutto il coraggio che avevo e mi concentrai.

Le prime due strofe e ritornelli andarono  decentemente come al solito.

Adattammo il “My fall will be for you” del ritornello alla mia estensione vocale.

 

“Bring me home or leave me be. My love in the dark heart of the night
I have lost the path before me.
The one behind will lead me.”

 

Riuscii a ripetere la sequenza respirando a dovere.

I vocalizzi prima di “Redeem me into childhood…” erano migliorati.

Per l’ultima parte dei ritornelli avevamo preparato la sorpresa da gran finale col botto.

Invece del My fall will be for you che copriva tutto il coro, cantai io tutto il ritornello.

 

My fall will be for you
My love will be in you
You were the one to cut me
So I'll bleed forever.

 

Così cantai fino alla fine della base, invece di copiare Floor, mi attenni al testo.

 

Mi tolsi le cuffie e saltellai contenta, salvo poi fermarmi per un capogiro.

Evitai di cadere solo grazie a Ville che era entrato nella saletta per congratularsi.

Pubblicammo il video sul mio blog, sul sito ufficiale degli HIM, le nostre pagine Facebook e Twitter ufficiali e profili personali. Anche sulla pagina web e FB del Finnvox.

“Ghost Love Score, Official Video, Live @ Finnvox” divenne virale nel giro di poche ore.

Una pioggia di complimenti inondarono le nostre pagine.

Aspettavamo che qualcuno dal Sud America chiamasse infuriato.

-Oh se si incavolano facciamo anche il video per “Kuolema Tekee Taiteilijan”- ridacchiò Ville.

-Ora non ti allargare…-ridacchiai io.

 

Lima, Perù, 17 dicembre 2012, ore 9.31, Residence “ El deseo nocturno”

 

Ewo arrivò infuriato nel giardino del residence dove noi stavamo facendo colazione.

-Sophie ne ha combinata un’altra delle sue…-

-Cioè?- chiesi incuriosito.

Mi passò l’iPad aperto sul sito ufficiale degli HIM.

-Un duetto?- chiesi salvo poi sgranare gli occhi leggendo ad alta voce il titolo del post: “Ghost Love Score, Official Video, Live @ Finnvox”

Tutti mi si fecero intorno per guardare il video.

-Tero se non mi tirassi i capelli, mi faresti un favore- protestò Erno.

-Scusa se sei tappo, mi appoggio-

-Fate silenzio- protestai.

Mia moglie mi mancava tantissimo, così come la mia piccolina e rivedere almeno Sophie in video mi faceva sentire sollevato. Fortuna che era l’ultima data.

 

Quando il video terminò eravamo tutti sbalorditi.

-Tuomas, guarda! Ha quasi cinque milioni di visualizzazioni, più del live di End of An Era!!- esclamò Jukka.

-Ho visto, ed è stato pubblicato qualche ora fa…-

-Com’è possibile? La Nuclear mi sta tartassando perché non ne sapevano nulla- esclamò Ewo.

Ridacchiai alzandomi e porgendo il tablet al suo proprietario.

-Semplice: perché è Sophie. La nostra cantante-

-Cosa dovrei fare?-

-Pubblicalo sul nostro sito ufficiale, ovvio- risposi mentre mi dirigevo a bordo piscina per fare una Skypecall con mia moglie e congratularmi con lei per avermela fatta sotto al naso.

Come al solito.

 

 

Spazio autrice:

Ciao a tutti!!

Sì, lo so, dovevo pubblicare ieri ma mi sono scordata ^^’.

Sophie da oltre oceano si è imposta come cantante ufficiale mettendo a tacere le critiche, rimettendo in funzione la sua armatura da Iron Lady.

Cosa accadrà per Natale e l’anno successivo? Lo scoprirete nell’ultima parte che verrà pubblicata venerdì. (Se non vedrete nulla, dovrete aspettare settembre, perché poi parto per le vacanze e i preparativi mi tolgono tempo per scrivere!).

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, lady_cat per aver commentato e anche Giulia che è passata in volata, leggendolo quasi in anteprima XD

Spero vi sia piaciuto!

Un bacione

Lalla.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Cap 4 TOFNR

Joensuu, Finlandia, Ilosaarirock, 13 luglio 2013, ore 16.43

 

Me ne stavo seduto su una cassa di strumenti nei pressi del backstage, con una perfetta visuale laterale del palco. I Within Temptation si stavano esibendo in quel momento.

-Come butta Holopainen?- esordì una voce maschile accanto a me.

Mi voltai e incrociai lo sguardo con quello verde smeraldo di Ville Valo.

Mi limitai a sospirare e a riportare gli occhi sul palco.

-Ti vedo sbattuto…- constatò sedendosi accanto a me, sfilandomi l’accendino dalla mano sinistra per accendersi una bionda - …e preoccupato- ridacchiò, accennando alle cicche di sigaretta ai miei piedi.

-Guardala!- sbottai indicando il palco.

-Oh sì, la vedo- sorrise lui- Sembra che si stia divertendo con Sharon…-

-Ti prego falla scendere- lo implorai.

-Guarda che Sophie non è una malata terminale-

Sbuffai.

-Si sta agitando troppo-

-Sta cantando- affermò come se fosse una cosa ovvia.

-Potrebbe farle male-

-Guarda che non è la prima che sale sul palco nelle sue condizioni-

- Infatti è colpa di Simone se Sophie è sul palco ora!-

-Ora non dare la colpa agli altri…-

-Io volevo sostituirla di nuovo con Floor- biascicai.

La testa di Valo scattò verso di me con uno sguardo minaccioso: -Non dirmi che la tua testa bacata lo ha esternato a Sophie-

Mi voltai lentamente. –Sì- mormorai, spegnendo la sigaretta a terra.

Lui scattò in piedi: -Sei un’idiota. Lo sai che più vieti una cosa a quella donna più lei fa il contrario!- esclamò lanciando a terra la sua sigaretta a metà con un gesto stizzito.

Mi nascosi il viso tra le mani.

-Certo che tu, Tuomas, non impari mai-

-Cristo Valo, è incinta di sei mesi!- sbottai indicandola sul palco.

-Vabbè, lo sai che dal mese prossimo sarà a riposo-

-Non voglio che si stanchi. È già tanto che abbia acconsentito a farle fare i festival-

-È un’artista, è ovvio che voglia stare sul palco. Tu, però, potresti evitare di pressarla, non è una bambina-

-È in-cin-ta! Vi è così difficile da capire?! Mi preoccupo per lei e per il bambino-

-Eri così schizzato quando aspettava Eva?-

-Eravamo in pausa-

-Bè lo sarete fra un mese- ripeté ridacchiando dandomi una pacca sulla spalla e allontanandosi.

 

Wacken, Germania, Wacken Open Air, 3 Agosto 2013, ore 15.47

 

-Non glielo hai detto?!?!?- urlarono Emppu e Tero in coro con due facce allucinate.

Feci spallucce: - Lo avete visto quant’è schizzato?- mi giustificai per la mia “piccola” omissione.

-Sophie ma ragiona! Si vede che sei già una mongolfiera a sette mesi- esclamò Tero indicandomi.

-Ehi! Non sono una mongolfiera!- O forse si? Mi guardai allo specchio del camerino con la coda dell’occhio…effettivamente sembrava avessi mangiato un’anguria intera. Oddio Soph, pensa ad altro, pensa ad altro, pensa ad altro!! Dove la vai a scovare un’anguria ora?! Maledette voglie!

-Glielo devi dire- mi consigliò Emppu con fare diplomatico.

-No, no. Non se ne parla-

-Ma che problemi di coppia avete che non parlate mai?!- riprese il folletto, stavolta esasperato.

-Soprattutto, dal ginecologo non se n’è mai accorto?!- intervenne Tero.

-Accorto di cosa?- domandò Tuomas entrando in camerino, avvicinandosi al frigobar per prendere una bottiglia d’acqua.

-Nulla! Non parlavamo di te- affermai frettolosamente. Gli altri due mi guardarono male.

Il tastierista si voltò avvicinandosi.

-Diventi sempre più bella, Soph!- mentre si chinava per darmi un bacio dietro potevo vedere Tero ed Emppu che facevano finta di impiccarsi dal nostro troppo essere smielati.

Trattenni una risata.

-Ciao piccolino- salutò poi accarezzandomi il pancione.

- -ni- precisarono i due dietro.

Io li fulminai con lo sguardo.

-Cosa?- domandò mio marito voltandosi.

-Niente. Io non ho fiatato- si giustificò Emppu.

-Io non ho aperto bocca!- esclamò Tero.

-Uh ok…mi sembrava che…vabbè non importa. 10 minuti e tocca a noi- e se ne andò.

-Sophie devi parlargli-

Negai vigorosamente con la testa.

-Gli prenderà un infarto in sala parto, quando vedrà che nasceranno due neonati-

-Sciocchezze- minimizzai.

Non potevo dire a Tuomas che aspettavo due gemelli, due maschi per giunta. Mi avrebbe chiusa in casa e legata al letto. E io non potevo… dovevo cantare.

-Sophie, lo diciamo per te-

-Dai mancano ancora due date, non fate i noiosi-

-Speriamo non partorisca sul palco-

-Tero!- esclamò Emppu.

 

 

Nightwish Summer Camp, somewhere near Kitee, 23 luglio 2014, ore 20.32

 

Guardavo dal portico Eva che giocava con Tero ad acchiapparella. Ha  quasi tre anni e mi sembra ieri di aver scoperto di aspettarla in un tiepido mattino parigino. Ricordo ancora quel giorno di settembre quando invece nacque, il terrore sul volto di Tuomas quando guidava a tavoletta per portarmi in ospedale.

Per non parlare della faccia che fece l’estate scorsa a Wacken quando dopo il concerto presi coraggio a quattro mani, ok le quattro mani erano quelle di Tero ed Emppu che mi spinsero letteralmente verso di lui e mi minacciarono di non farmi salire sul tour bus a costo di venire denunciati al Tribunale dell’Aia per violazione dei diritti umani, e gli dissi che aspettavamo due gemelli.

Diventò bianco come un cencio, cercò un appoggio che non trovò. E il grande Tuomas Holopainen svenne davanti ai miei occhi per l’emozione.

Marco e Jukka risero per una settimana intera appena vedevano il tastierista spuntare all’orizzonte.

Mi beccai la filippica…ok cazziatone…da parte di mio marito, minacciandomi di rispedirmi a Kitee di volata ma dato che mancavano due date lo convinsi senza troppi sforzi. Il risvolto della medaglia fu che mi seguiva ovunque chiedendomi ogni 7 minuti e 15 secondi come mi sentissi. Dopo quattro giorni meditavo di imbavagliarlo con un cavo delle luci.

Però alla fine, quando il 18 0ttobre Lauri e Johannes sono nati tutto è cambiato per noi.  Avere a che fare con tre bambini così piccoli e portare avanti una band di fama mondiale nel suo genere non è e non sarà facile.

Tuomas, però, è al settimo cielo e non ha intenzione di scendere.

Vi state chiedendo perché li abbiamo chiamati con secondo e terzo nome di Tuomas? È la mia punizione per aver taciuto sul fatto che fossero due e per il fatto che il tastierista del mio cuore è un megalomane.

Rientrai in casa con un sorriso, andando a controllare i monelli di sopra.

Con mia meraviglia notai che dormivano nel letto matrimoniale e che Tuomas li guardava a vista seduto a gambe incrociate sul fondo del letto mentre era impegnato a terminare l’ultima canzone del nuovo album, scribacchiando sul suo taccuino con la destra mentre con la sinistra teneva un biberon di latte mezzo pieno e su una spalla una salvietta.

Senza fare rumore mi sedetti accanto a lui e gli diedi un bacio sulla guancia.

-Come va?-

-Bene, si sono addormentati subito. Lauri non ha finito il latte- sussurrò mentre continuava a scrivere porgendomi il biberon, che presi in mano.

Guardai i miei paffuti bambini che dormivano sereni. Avevano 9 mesi e già volevano buttarsi a gattonare. Precoci come il padre.

-Veramente parlavo della canzone-

Finalmente alzò lo sguardo: - Oh, l’ho quasi finita- sorrise.

-Mami- mi chiamò una vocina femminile entrando.

-Eva, hai fatto le scale da sola?-

-No, tio Tero mi ha portata poi mi ha detto di entrare sola-

-Vieni qui- le dissi mentre si arrampicava sul letto- Sei tutta sudata, dopo andiamo a farci un bel bagnetto-

-No!- piagnucolò lei.

-Non lo vuoi fare insieme alla mamma?-chiesi.

Acconsentì controvoglia.

-E il papà quando fa il bagno con la mamma?- Per tutta risposta gli diedi una gomitata.

-Sei pronto per andare in tour l’anno prossimo?-

-Non vedo l’ora. Anche se mi mancheranno tutti e tre- affermò col sorriso di un padre innamorato dei figli, un sorriso che si portava dietro da tre anni.

Appoggiai la testa sulla sua spalla, sospirando felice.

-Ti ricordi il primo giorno?-

-L’audizione?-

-Mmmh- mmmh- confermò.

-Ero terrorizzata-

-Io ero già innamorato di te ancor prima di vederti. Mi ero innamorato della tua voce. Poi ti ho vista e non ho capito più nulla-

-In effetti i risultati si sono protratti per anni- ridacchiai dei nostri anni di incomprensioni.

-Io ho capito di amarti quella sera sul tour bus- continuai- quando mi regalasti Paperino- conclusi guardando per un secondo il vecchio pupazzo sul mio comodino che mi seguiva in ogni viaggio. Poi mi accorsi che Eva si era addormentata stravolta nel mio grembo.

-Sembra passato un secolo-

-Sono passati 7 anni- risposi.

-Oddio siamo alla crisi del settimo anno?!-

-Non mi pare. E poi ci siamo sposati molto dopo-

Mi diede un bacio.

-Sei il mio miracolo- dissi.

-Sei il mio Élan- mormorò sorridendo.

-Cosa?- chiesi spaesata.

Con la testa mi indicò il quaderno. Osservai la pagina scarabocchiata in più punti. In alto c’era scritto a caratteri cubitali blu: ÉLAN.

 

L’album era finalmente finito.

La nostra vita insieme era solo all’inizio.

Loppuun.

(Fine)

 

Spazio autrice:

Lo so, sono in ritardo clamoroso.

Non sapevo più come concludere la storia. E dato che è l’ultimo capitolo di questa saga, volevo che fosse qualcosa di carino.

Sophie e Tuomas resteranno per sempre nel mio cuore e spero tanto anche nel vostro.

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto questa storia fin dall’inizio. Chi ha commentato e mi ha sempre dato spunti per continuare, chi l’ha messa nelle seguite/preferite/ricordate ecc.

Kiitos, davvero!

Non c’è bisogno di fare l’elenco di tutti gli utenti, perché voglio che siano ringraziamenti generici anche per chi leggeva silenziosamente (lo faccio anch’io, eh!) sappiate che anche voi mi avete dato lo stimolo per andare avanti.

The Sound of Nightwish Reborn è stata ed è la mia storia di successo ed è grazie a tutti voi.

Grazie anche a quei 5 pazzi finnici, ok 4 finnici e una svedese e poi l’olandese, per aver offerto inconsapevolmente la storyline della mia AU LOL

Eh sì, temo che questa sia l’ultima FF in questa meravigliosa sezione che mi ha fatto conoscere tantissimi fan meravigliosi.

Grazie per aver seguito le mie storie qui, davvero, ancora grazie.

Un abbraccio, un bacio a tutti voi. Sì va beh anche un pacco di gocciole a tutti ;) A Natale siamo tutti più golosi…ah non era così il detto? XD

A proposito buone feste miei caVi lettori!!

CrystalRose.

 

Ps: poi vabbé magari quando esce l’album e lo ascolterò per intero e mi verrà in mente un’altra storia o OS e sarò di nuovo qui. Mai dire mai. Ma per il momento, la mia avventura qui nel fandom, finisce così. *oddio mi viene da piangere!*

 

Ps2: Keep hepping! *se ne va facendo Hep – hep*

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