Una doppia punizione per
Jaden e Alexis!!! (insomma, ma vanno proprio a
cercarsele, eh?)
Come se la caveranno dopo il castigo di Crowler???
Riusciranno a non ammazzarsi a vicenda???
Baci Baci…Rain!!!
2. Doppia
punizione-Biscotti d’amore.
“ Dovrete…
Alexis e Jaden stavano ancora
aspettando di sapere.
“ Dovrete star qui
finché non riuscite a fare dei biscotti.”
Disse Crowler ghignando. “ E io starò qui fuori a controllare che
sia tutto apposto.”
L’uomo
potè giurare, in seguito, di aver sentito due mascelle cadere per terra
con un tonfo.
Si girò per andarsene mentre i due ragazzi ancora lo guardavano come se
fosse pazzo.
“ E ricordatevi che al
minimo rumore entrerò e, se troverò di nuovo ‘sto macello,
state pur certi che non sarò così
clemente.” E uscì con ancora quel ghigno
dipinto sulla faccia.
Clemente?!
Clemente?!
Che diavolo ci trovava di clemente in quello che aveva
appena fatto?
Jaden e Alexis avevano le
facce di due condannati a morte anche se, vista la
situazione, quello che rischiava di finire all’altro mando era Crowler.
“ Io quell’uomo
lo odio.” Sbottò Jaden dando un calcio ad un brico del latte che
era finito per terra chissà quando durante la battaglia appena finita.
Alexis, invece, si limitò
a sospirare e andò verso il castano.
“ Sei soddisfatta
ora?” le chiese lui, ma lei lo ignorò e gli passò oltre per
dirigersi verso il lavandino.
Si slegò i capelli,
aprì l’acqua e ci tuffò dentro la testa.
La pasta e tutto il resto che
aveva sui capelli piano piano andò via.
“ Ehi, tu.” La
chiamò Jaden. “ Mi hai sentito?” ma anche stavolta non
rispose.
Il ragazzo si avvicinò
e le scostò malamente la testa da sotto il
lavandino, tanto che a lei sfuggì un gemito.
“ MI VUOI
RISPONDERE?” le chiese furioso prendendola per
le spalle e scuotendola.
Alexis aprì di scatto
gli occhi, prima chiusi perché aveva la testa sotto l’acqua, e lo
guardò intensamente, tanto che lui mollò
la presa.
“ Sono
soddisfatta?” chiese sibilando. “ Ebbene
si, sono soddisfatta. E tu sei soddisfatto del tuo
comportamento, del tuo far soffrire le persone?”
“ Di che stai parlando?
Io…” tentò di dire balbettando davanti alla sua furia.
“ ZITTO!!” lo ammonì lei con gli occhi che bruciavano
di rabbia e dolore. “ Non osare dire che non hai
fatto nulla. NON OSARE! Con tutto il male che hai fatto e continui a fare a Syrus, a Chazz, a Blair e a tutti gli altri…
Passi per me, tanto ci sono abituata, ma loro che diavolo centrano? Cosa ti hanno fatto per meritarsi di essere ignorati o maltrattati
quando si preoccupano per te?”
Jaden non seppe rispondere.
Rimase li,
fermo, immobile, con la bocca
aperta e le mani ancora a mezz’aria.
Le domande di
Alexis gli rimbombavano nella testa e sembrava che non avessero una
risposta.
O meglio, LUI non era capace di dare una risposta.
“ Vedi,
non sai cosa rispondere.” Fece lei sospirando di
nuovo calma. “ Allora, per favore, smettila di lanciare sentenze e
colpe su chi non ha alcuna colpa se non quella di
volerti bene.”
Dopodichè non
parlò più.
Riprese il libro che prima
era caduto e si rimise a fare i biscotti, o almeno ci provava.
Jaden decide, quando si fu ripreso, di imitarla.
Rimasero in silenzio a
cucinare per almeno un paio d’ore e, dopo l’ennesimo tentativo
fallito, Alexis era davvero sul punto di mandare tutto al diavolo.
“ Perché hai detto che ci sei abituata?” le chiese
all’improvviso Jaden prendendo la parola dopo quelli che sembravano
secoli.
Lei alzò brevemente lo
sguardo su di lui ma non rispose.
Il ragazzo la guardò
stranito per un momento, chiedendosi cosa ci fosse sotto, ma poi decise di
passarci sopra.
“ Nessuno ti ha mai
insegnato che non si mescola così l’impasto?” le chiese poi mentre lei tentava, ancora una volta, di preparare i
biscotti.
“ Non ho mai fatto
biscotti prima di oggi.” Ammise lei senza alzare
lo sguardo e Jaden lesse nella sua voce una nota di dolore e rimpianto.
“ Tua madre non ti ha
mai insegnato?” domandò curioso.
Lei si bloccò improvvisamente mentre sentiva gli occhi inumidirsi.
Le mani presero a tremare e
lei sperò che il ragazzo che aveva davanti non se ne rendesse conto.
Quella era una cosa sua, un suo dolore.
Suo e di
nessun’altro.
Jaden la vide bloccarsi
all’improvviso e capì di aver toccato un tasto dolente.
Eppure, si rendeva conto in
quel momento, sapeva così poco di Alexis e
della sua famiglia.
Lei non né parlava
mai, e Atticus sviava l’argomento, soprattutto quando
lei era nei paraggi.
Le si
avvicinò silenziosamente,
sicuro che non l’avesse visto muoversi.
E infatti
lei sussultò quando sentì le braccia del ragazzo chiudersi intorno
a lei in un abbraccio e le sue mani raggiungere le sue e aiutarla a impastare.
“ Guarda, si fa
così…” le disse piano e con voce dolce.
Rimasero in
silenzio per un po’, poi, finalmente, Alexis si decise a parlare.
“ Mia madre è
morta alla mia nascita.” Disse con voce
spezzata. “ Non l’ho mai conosciuta.”
Lui guardò le sue
spalle scosse ad intermittenza e capì che stava per scoppiare a
piangere.
“ Immagino che nessuno all’Accademia
sappia.” Disse piano e lei scosse la testa.
“ Io…io non
voglio più essere compatita. Quando hanno scoperto che io ero la sorella
di Atticus Rodher, tutti hanno iniziato a volermi come
amica e facevano finta di consolarmi. Io…io li ho odiati tutti per
questo.” Raccontò sfogandosi per la prima volta dopo tanto tempo.
E pianse, per la prima volta, alla luce del sole, e non
nascosta dalla notte al molo.
Jaden si bloccò e
spostò le braccia intorno alle sue spalle stringendola a se.
Lei rimase interdetta per un
momento, ma poi si lasciò andare e appoggiò il capo
nell’incavo del collo del ragazzo continuando a piangere.
Era
cresciuto, si trovò a
pensare in quel momento.
Rimasero li
a lungo, finché lei non si calmò.
Jaden non disse nulla, la
tenne solo stretta a se, e quel contatto, per Alexis, fu meglio di mille
parole.
Perché per una volta aveva trovato qualcuno che non la
compativa, o la consolava per avere qualcosa, ma lo faceva solo perché
le voleva bene.
“ Grazie!” gli disse quando si fu calmata e le lacrime avevano smesso di
sgorgare dai suoi occhi.
“ Di cosa?”
chiese lui sorpreso.
“ Di essere
qui…nonostante tutto…” sussurrò girandosi a guardarlo.
Lo vide abbassare gli occhi
per non incrociare i suoi.
“ Io…mi
dispiace…!” disse infine ammettendo, anche a se stesso, che la
ragazza aveva ragione.
Lei scosse la testa e si
asciugò un’ultima lacrima fuggiasca.
“ So come ti
senti.” Gli disse piano e con dolcezza. “ Credimi!”
E lui, effettivamente, le credette.
Perché nei suoi occhi era riuscito a leggere la stessa
sofferenza che anche lui sentiva dentro continuamente.
“ Io sono cresciuta in
quel mondo fatto di misteri e bugie, so cosa vuol dire temere per la vita di
altri, di persone a cui tieni.” Raccontò
piano e con tristezza.
“ È
terribile!” disse lui quasi disgustato.
“ Lo so, ma devi
imparare a conviverci.” Disse con rassegnazione. “ Non
c’è altra soluzione.”
“ Ma
io…” lei lo bloccò prima che potesse protestare su quello
che aveva detto.
“ Vuoi combattere, ti
capisco, e vuoi che tutti quelli a cui tieni siano al
sicuro, ma questo non deve impedirti di voler bene a qualcuno. Non puoi isolarti
dal mondo, non è giusto nei tuoi confronti né in quelli degli
altri; se davvero vuoi lottare, allora devi farlo come hai sempre fatto.” Gli accarezzo dolcemente la guancia e sorrise.
“ Non sei solo, Jaden!”
E lui le si
aggrappò.
Si aggrappò a lei come
un naufrago alla deriva su un pezzo di legno.
Si aggrappò a lei che,
ora lo sapeva, era la sua forza.
“
Perché?” le chiese piano con la testa nascosta tra i suoi capelli.
“ Eh?” fece lei
senza capire.
“ Perché
continui a sorreggermi nonostante tutto? Dopotutto quello che ti ho fatto mi sei rimasta accanto, perché?”
Alexis sorrise nella sua
spalla.
“ Perché
so come ci si sente!” rispose semplicemente. “ Sono cresciuta in un
mondo dove l’affetto dei genitori era inesistente.”
Raccontò con calma. “ Come gia ti ho detto, mia madre è morta quando sono nata io, e con mio padre era come stare in
caserma. Lui dava ordini, noi dovevamo rispettarli.
Tutto qui, queste erano le regole. Lui…andava più d’accordo
con mio fratello…”
“ Bhè, credo che
avere una figlia ribelle non rientrasse nei suoi piani.”
Commentò Jaden conoscendo bene il carattere della ragazza.
Lei rise un po’.
“ Lo credo
anch’io.” Ammise chiudendo gli occhi e stringendosi di più
al ragazzo.
“ Alexis…”
la chiamò lui ma non ottenne risposta.
“ Non voglio mai
più dover vedere qualcuno soffrire.”
Disse infine con la voce che tremava.
“ Alexis…”
lui la sentì tremare fra le sua braccia e
cercò di rincuorarla stringendola di più a se. “ È
per questo che non avevi detto a nessuno che eri la
sorella di Atticus? Perché volevi cavartela da sola?”
Lei annuì piano.
“ Era mio
fratello.” Disse decisa. “ Non potevo metterli in mezzo ad una
storia che probabilmente non avrebbero nemmeno
capito.”
Rimasero in silenzio per un
tempo che parve loro infinito.
Stretti in quell’abbraccio
che sembrava non avere fine.
“ Allora, che ne dici
di provare a fare ‘sti biscotti?” chiese lei staccandosi piano.
Jaden annuì
sorridendo.
Chissà, forse stavolta
sarebbero riusciti a farcela!
Siamo quasi alla fine dell’assurda avventura che ho fatto
vivere hai nostri eroi (ho paura della loro vendetta ad essere sincera… T-T)….
Cosa ci spetta nell’epilogo solo un tantino esilarante (come
no?) cho ho immaginato???
Baci Baci…Rain!!!!