Cucinare Per Amare

di Rain e Ren
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. Punizione in cucina! ***
Capitolo 3: *** 2. Doppia punizione - Biscotti d'amore. ***
Capitolo 4: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Eccomi di nuovo qui con un’altra storiellina, questa volta un po’ più lunga (4 cap in tutto, contando prologo ed epilogo)

Eccomi di nuovo qui con un’altra storiellina, questa volta un po’ più lunga (4 cap in tutto, contando prologo ed epilogo).

Una nuova JadenxAlexis tutta frizzante e, soprattutto, esilarante, anche se non mancheranno i momenti dolci e significativi.

Ora…partiamo dal presupposto che io, la quarta stagione, me la sono vista solo in GIAPPONESE, quindi…non c’ho capito na mazza!!!! L’unica cosa chiara, che ho visto, è stato uno schiaffo di Alexis a Jaden, quindi sono partita dal presupposto che i due non vadano molto d’accordo.

Detto questo…l’ho messa abbastanza sul ridere ad essere sincera!

Ma ora vi lascio al divertimento (spero)!

Baci Baci…Rain!!!

 

 

Prologo

 

Poteva tollerare tante cose, dall’altro canto era una persona paziente, niente da dire.

E che quella punizione se la meritassero entrambi era vero.

Che dovessero trovare un modo per sanare quella crepa tra di loro pure.

Ma a tutto c’era un limite!!!

Santa Madonna…ma non c’era proprio un’altra soluzione?

Parlare, per esempio?

Discutere da persone civili?

Che ne sapeva, anche chiuderli in una stanza finché non chiarivano era un’idea, non di certo la geniale trovata che aveva avuto il Cancelliere Sheppard quella mattina!!!

Tra tutte le cose che potevano passargli per la testa…proprio quella???

Che poi, diciamocelo, sarebbe stato meglio chiedere ad un demolitore di buttare giu la cucina, forse c’erano più speranze che resistesse.

Invece, con quei due lì dentro, era assicurato il disastro.

Ma che razza di punizione era???

Dove diavolo l’aveva trovata???

E così quella mattina l’aveva convocato e gli aveva detto:

“ Voglio che Jaden e Alexis preparino i biscotti per il buffet di domani sera. Quindi passeranno il pomeriggio in cucina; proprio una bella punizione per come si sono comportati, no?”

Certo!!!!

Meravigliosa!!!!

Ok, mettersi a gridare in quel modo per i corridoi della scuola era stato sbagliato.

E quando il ceffone di Alexis era partito le cose erano degenerate, giusto anche questo.

Ma che diavolo centrava quella punizione con tutto quello???

“ Devono trovare il modo di tornare ad andare d’accordo!”

Questo aveva detto Sheppard.

Cosa centrasse quella punizione, Crowler ancora non lo sapeva.

Solo di una cosa era certo:

Non avrebbe mangiato niente quello che avrebbero cucinato quei due, per nessuna ragione al mondo!!!

Mica voleva finire avvelenato!!!

 

 

Allora??? Divertente come inizio????

Spero di si, e ora…al prossimo capitolo!!!!

Baci Baci…Rain!!!

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Capitolo 2
*** 1. Punizione in cucina! ***


Sono subito qui con il prima cap (anzi, tutta la storia verrà postata in una sola volta a dirla tutta)

Sono subito qui con il prima cap (anzi, tutta la storia verrà postata in una sola volta a dirla tutta).

Vi prego, solo, di perdonarmi gli errori di ortografia fatti nella distrazione, e che ho il problema di non rileggere una volta scritto.

Baci Baci…Rain!!!!

 

 

1. Punizione in cucina.

 

Gettò malamente i vestiti sul letto.

Buttò i libri sulla scrivania con un tonfo incredibile.

Sbatté la porta talmente forte che tutti quelli che erano in corridoi si voltarono.

“ Alexis…tutto bene?” le chiese una sua compagna avvicinandosi. “ Mi sembri un po’ nervosa.”

Un po’ nervosa???

Un po’ nervosa???

“ Io non sono nervosa.” Disse piano scandendo bene le parole. “ SONO SOLAMENTE FURIOSA!!!

Le sue grida raggiunsero un tono di voce che prima d’allora non era mai stato creduto possibile.

La ragazza davanti a lei impallidì e istintivamente indietreggiò prima di darsela a gambe.

Cribbio se non era nervosa!

Alexis fece un bel respiro tentando di calmarsi almeno un po’.

Sapeva benissimo di aver esagerato, ma non era proprio riuscita a trattenersi.

Era esplosa come una bomba ad innesco; bastava un minimo e…BUM!

A volte si chiedeva se la gente aveva gli occhi.

“ Mi sembri un po’ nervosa.”

Ma era cieca o cosa?

Certo che era nervosa!

Prese a camminare con passo deciso e veloce, talmente veloce che in pochi minuti arrivò davanti alle cucine.

Si bloccò un attimo quando la sua immagine venne intrappolata nel vetro di una finestra e si osservò con fare scettico: era davvero lei?

Le sembrava che il vetro le rimandasse indietro l’immagine di una sconosciuta.

Certo, il viso e tutto il resto erano suoi, ma il suo abbigliamento la faceva sembrare quasi un’altra.

Un paio di vecchi e consumati jeans a zampa con le ginocchia, gli stinchi e i polpacci strappati in più punti.

Scarpe da ginnastica che avevano di certo visto tempi migliori, con buchi in più punti e sporche.

Una maglia di almeno due taglie in più bianca e blu, con il collo che aveva completamente perso l’elastico, tanto che se non la metteva indietro le si vedeva l’incavo dei seni.

I capelli legati in una coda bassa da cui sfuggivano più ciocche completava il tutto.

Sbuffò poco convinta prima di entrare nelle cucine preparandosi psicologicamente a quella che prevedeva essere un lungaaaa giornata.

“ A volte mi chiedo se Sheppard ci fa o ci è.” Borbottò controvoglia.

Appena arrivata e gia ti lamenti?” chiese una voce. “ Cominciamo bene.”

Lei lo fissò con fastidio.

Era seduto sul piano di lavoro con le gambe che dondolavano e le mani appoggiate dietro.

Indossava un paio di vecchi jeans sporchi di terra ed erba, una canotta rossa larga e con un buco proprio sul petto e un paio di scarpe da ginnastica che da bianche che dovevano essere, ora erano grigie.

“ Non mi stavo lamentando della punizione di per se, ma per l’assurdità dell’idea che il nostro caro preside ha avuto.” Disse acida incrociando le braccia al petto.

Jaden saltò giu da piano di lavoro e si appoggiò a questo con fare annoiato.

“ Di che ti lamenti? Infondo è stata colpa tua.” Le disse con voce quasi dolce, ma che sapeva di accusa.

Ma davvero?” chiese lei inarcando un sopraciglio. “ A me pareva che fosse colpa tua e del tuo onore del cavolo.

Jaden la guardò male e le si avvicinò fino a trovarsi e pochi centimetri da lei che sostenne tranquillamente il suo sguardo.

“ Vuoi sfottere su cose che nemmeno sai?” le chiese con rabbia mentre lei rimaneva tranquillissima.

E tu vuoi continuare a comportarti come un bambino infantile ed egocentrico?” chiese a sua volta.

Il castano sbarrò gli occhi e strinse i pugni per trattenersi dal darle uno schiaffo.

“ Ripeti se ne hai il coraggio!” la istigò digrignando i denti.

Lei si fece ancora più vicina, tanto che i loro fiati si mischiavano e i nasi si sfioravano.

“ Bambino infantile ed egocentrico!” disse decisa senza abbassare lo sguardo.

Jaden era pronto per incollarla al muro dietro di lei quando la porta si aprì e loro si voltarono di scatto.

Entrò Sheppard con un sorriso sul volto.

Ma bene, vedo che vi state gia chiarendo. Mi fa piacere.” Disse l’uomo guardandoli con gli occhi che sorridevano come quelli di un bambino a cui si da una caramella.

“ Veramente…” tentò di dire Jaden, ma il preside lo bloccò.

“ Sapete gia cosa dovete fare e anche il motivo. Disse tranquillamente come se fosse la cosa più naturale del mondo una punizione del genere. “ Se ne avete bisogno, il libro lo trovate in uno dei cassetti. Buon lavoro!” e se ne andò sempre sorridendo.

Alexis aveva ancora gli occhi spalancati dalla sorpresa per l’avere un preside tanto pazzo.

“ Ormai Sheppard sta diventando vecchio. È fuori come un balcone.” Borbottò più per se stessa che per Jaden che era vicino a lei.

Sospirò profondamente ormai conscia del fatto che non c’era modo di sottrarsi a quella punizione e si voltò verso il ragazzo che aveva ancora la bocca aperta dello stupore.

“ Dato che non c’è modo di aggirare la situazione e che dovremmo passare insieme un intero pomeriggio, direi di mettere gia da adesso alcune regole, così potremmo vivere felici entrambi senza rischiare di ammazzarci a vicenda, ti pare?” chiese con voce rassegnata e lui annuì.

E quali sarebbero queste regole?” domandò poi incrociando le braccia al petto.

“ Oh, sono molto semplici.” Ammise lei con un sorriso di sfida sul volto. “ Io sto da una parte e tu dall’altra e ognuno si fa i cavoli propri, così non dovremo aver problemi, no?”

Si squadrano per alcuni istanti.

Occhi negli occhi, come in una guerra.

Infine, fu Jaden a capitolare abbassando lo sguardo e annuendo.

“ Molto bene.” asserì lei dirigendosi verso i cassetti e iniziando ad aprirli tutti finché non trovò il libro che cercava, anzi, i libri; c’è n’erano due e uno lo lanciò a Jaden che lo prese al volo per un pelo prima di guardarla con sufficienza.

“ Guarda che io non ho bisogno di ‘sta roba per fare dei biscotti. Le disse secco rilanciandole il libro.

Lei lo prese e sospirò prima di rimetterlo dov’era.

“ Affari tuoi.” Disse alzando le spalle e apprendo quello che aveva in mano alla ricerca della ricetta che le serviva.

Jaden rimase ad osservarla per alcuni istanti chiedendosi perché aveva la sensazione di aver gia vissuto qualcosa di simile.

Ed era impossibile, a rigor di logica, dato che era certo di non aver mai preso una punizione del genere, tantomeno insieme ad una ragazza,e ancora meno insieme ad Alexis dato che la conosceva solo da quando era arrivato all’Accademia.

“ Hai intenzione di restare li ancora per molto?” gli chiese la bionda risvegliandolo dai suoi pensieri.

“ Guarda che stavo solo pensando a tutti gli ingredienti che bisogna usare.” Disse difendendosi da quella che, si rese conto dopo, non era un’accusa.

Perché?” chiese lei sorpresa. “ Tu sai pensare?”

Jaden la fulminò con lo sguardo per poi andare a prendere posto il più lontano possibile da lei.

Accidenti, con quella ragazza ci voleva un autocontrollo impressionante!

Come cavolo aveva fatto Atticus a sopportarla per tutti quegli anni?

Lei sembrò intuire i suoi pensieri ma non disse nulla.

Iniziarono così a cucinare, o perlomeno ci provavano.

Così scoprirono in seguito, non erano molto portati per la cucina, e quando fu il momento di tirare fuori dal forno i biscotti i risultati furono deludenti.

“ Complimenti!” disse Jaden sghignazzando. “ Bei biscotti.”

“ Non mi pare che tu possa sfottere più di tanto. ribatté acida. “ Più che biscotti i tuoi sembrano sgorbi.

Perché i tuoi no?”

“ Almeno i miei hanno la forma di biscot…” ma non riuscì a finire la frase che si ritrovò completamente coperta di farina.

“ BRUTTO IDIOTA!!!” urlò cercando di scrollarsi di dosso la polvere bianca mentre lui rideva a crepapelle.

Proprio in quello, un bel ovetto lo prese in pieno iniziando a scivolare imbrattandolo tutto.

Fu il turno di Alexis di scoppiare a ridere.

La piccola sfida degenerò ben presto in una guerra senza quartiere in cui volava di tutto.

Farina, uova, acqua, l’impasto dei biscotti, latte e quant’altro.

Avevano entrambi i vestiti sporchi e i capelli gli si erano appiccicati gli uni agli altri a causa dell’impasto.

In quello entrò Crowler, incaricato di controllare come se la cavavano i due.

Quando mise piede nelle cucine, quello che si trovò davanti fu un vero e proprio campo di battaglia con tanto di piccole trincee per ripararsi.

“ SI PUÒ SAPERE CHE CAVOLO AVETE COMBINATO???” sbraitò con tutta la voce che aveva.

I ragazzi, che non lo avevano né visto né sentito arrivare, si bloccarono all’istante.

Alexis con in mano una scatola di uova.

Jaden con un terrina piena d’impasto.

Guardarono l’uomo come se fosse il loro carnefice ed entro pochi secondi li avrebbe sgozzati o qualcosa di molto simile, e forse non avevano tutti i torti.

Nascosero quello che avevano in mano dietro la schiena e fecero un sorriso che d’innocente non aveva nulla.

“ ESIGO SAPERE CHE HA COMINCIATO!!” disse Crowler con voce acuta e stridula.

I due ragazzi s’indicarono a vicenda e l’uomo si batté una mano sulla faccia.

Che razza di domanda aveva fatto?

Era ovvio che si sarebbero incolpati a vicenda.

“ Molto bene.” disse più calmo. “ Visto che il colpevole non salterà fuori è il caso di darvi una punizione extra.”

Alexis e Jaden lo guardarono impauriti: che diavolo aveva in mente???

E conoscendolo, nulla di buono.

Rimasero in attesa finché un ghigno non comparve sul volto dell’uomo.

Ora si che avevano paura!!!

“ Dovrete…

 

 

 

Quale sarà la richiesta di Crowelr???

Cosa spetta ai nostri due poveri (?) protagonisti????

Al prossimo cap…

Baci Baci…Rain!!!

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Capitolo 3
*** 2. Doppia punizione - Biscotti d'amore. ***


Una doppia punizione per Jaden e Alexis

Una doppia punizione per Jaden e Alexis!!! (insomma, ma vanno proprio a cercarsele, eh?)

Come se la caveranno dopo il castigo di Crowler???

Riusciranno a non ammazzarsi a vicenda???

Baci Baci…Rain!!!

 

 

2. Doppia punizione-Biscotti d’amore.

 

“ Dovrete…

                    

Alexis e Jaden stavano ancora aspettando di sapere.

“ Dovrete star qui finché non riuscite a fare dei biscotti. Disse Crowler ghignando. “ E io starò qui fuori a controllare che sia tutto apposto.

L’uomo potè giurare, in seguito, di aver sentito due mascelle cadere per terra con un tonfo.

Si girò per andarsene mentre i due ragazzi ancora lo guardavano come se fosse pazzo.

“ E ricordatevi che al minimo rumore entrerò e, se troverò di nuovo ‘sto macello, state pur certi che non sarò così clemente.” E uscì con ancora quel ghigno dipinto sulla faccia.

Clemente?!

Clemente?!

Che diavolo ci trovava di clemente in quello che aveva appena fatto?

Jaden e Alexis avevano le facce di due condannati a morte anche se, vista la situazione, quello che rischiava di finire all’altro mando era Crowler.

“ Io quell’uomo lo odio.” Sbottò Jaden dando un calcio ad un brico del latte che era finito per terra chissà quando durante la battaglia appena finita.

Alexis, invece, si limitò a sospirare e andò verso il castano.

“ Sei soddisfatta ora?” le chiese lui, ma lei lo ignorò e gli passò oltre per dirigersi verso il lavandino.

Si slegò i capelli, aprì l’acqua e ci tuffò dentro la testa.

La pasta e tutto il resto che aveva sui capelli piano piano andò via.

“ Ehi, tu.” La chiamò Jaden. “ Mi hai sentito?” ma anche stavolta non rispose.

Il ragazzo si avvicinò e le scostò malamente la testa da sotto il lavandino, tanto che a lei sfuggì un gemito.

“ MI VUOI RISPONDERE?” le chiese furioso prendendola per le spalle e scuotendola.

Alexis aprì di scatto gli occhi, prima chiusi perché aveva la testa sotto l’acqua, e lo guardò intensamente, tanto che lui mollò la presa.

“ Sono soddisfatta?” chiese sibilando. “ Ebbene si, sono soddisfatta. E tu sei soddisfatto del tuo comportamento, del tuo far soffrire le persone?”

“ Di che stai parlando? Io…” tentò di dire balbettando davanti alla sua furia.

“ ZITTO!!” lo ammonì lei con gli occhi che bruciavano di rabbia e dolore. “ Non osare dire che non hai fatto nulla. NON OSARE! Con tutto il male che hai fatto e continui a fare a Syrus, a Chazz, a Blair e a tutti gli altri… Passi per me, tanto ci sono abituata, ma loro che diavolo centrano? Cosa ti hanno fatto per meritarsi di essere ignorati o maltrattati quando si preoccupano per te?”

Jaden non seppe rispondere.

Rimase li, fermo, immobile, con la bocca aperta e le mani ancora a mezz’aria.

Le domande di Alexis gli rimbombavano nella testa e sembrava che non avessero una risposta.

O meglio, LUI non era capace di dare una risposta.

Vedi, non sai cosa rispondere.” Fece lei sospirando di nuovo calma. “ Allora, per favore, smettila di lanciare sentenze e colpe su chi non ha alcuna colpa se non quella di volerti bene.”

Dopodichè non parlò più.

Riprese il libro che prima era caduto e si rimise a fare i biscotti, o almeno ci provava.

Jaden decide, quando si fu ripreso, di imitarla.

Rimasero in silenzio a cucinare per almeno un paio d’ore e, dopo l’ennesimo tentativo fallito, Alexis era davvero sul punto di mandare tutto al diavolo.

“ Perché hai detto che ci sei abituata?” le chiese all’improvviso Jaden prendendo la parola dopo quelli che sembravano secoli.

Lei alzò brevemente lo sguardo su di lui ma non rispose.

Il ragazzo la guardò stranito per un momento, chiedendosi cosa ci fosse sotto, ma poi decise di passarci sopra.

“ Nessuno ti ha mai insegnato che non si mescola così l’impasto?” le chiese poi mentre lei tentava, ancora una volta, di preparare i biscotti.

“ Non ho mai fatto biscotti prima di oggi.” Ammise lei senza alzare lo sguardo e Jaden lesse nella sua voce una nota di dolore e rimpianto.

“ Tua madre non ti ha mai insegnato?” domandò curioso.

Lei si bloccò improvvisamente mentre sentiva gli occhi inumidirsi.

Le mani presero a tremare e lei sperò che il ragazzo che aveva davanti non se ne rendesse conto.

Quella era una cosa sua, un suo dolore.

Suo e di nessun’altro.

Jaden la vide bloccarsi all’improvviso e capì di aver toccato un tasto dolente.

Eppure, si rendeva conto in quel momento, sapeva così poco di Alexis e della sua famiglia.

Lei non né parlava mai, e Atticus sviava l’argomento, soprattutto quando lei era nei paraggi.

Le si avvicinò silenziosamente, sicuro che non l’avesse visto muoversi.

E infatti lei sussultò quando sentì le braccia del ragazzo chiudersi intorno a lei in un abbraccio e le sue mani raggiungere le sue e aiutarla a impastare.

“ Guarda, si fa così…” le disse piano e con voce dolce.

Rimasero in silenzio per un po’, poi, finalmente, Alexis si decise a parlare.

“ Mia madre è morta alla mia nascita.” Disse con voce spezzata. “ Non l’ho mai conosciuta.”

Lui guardò le sue spalle scosse ad intermittenza e capì che stava per scoppiare a piangere.

“ Immagino che nessuno all’Accademia sappia. Disse piano e lei scosse la testa.

“ Io…io non voglio più essere compatita. Quando hanno scoperto che io ero la sorella di Atticus Rodher, tutti hanno iniziato a volermi come amica e facevano finta di consolarmi. Io…io li ho odiati tutti per questo.” Raccontò sfogandosi per la prima volta dopo tanto tempo.

E pianse, per la prima volta, alla luce del sole, e non nascosta dalla notte al molo.

Jaden si bloccò e spostò le braccia intorno alle sue spalle stringendola a se.

Lei rimase interdetta per un momento, ma poi si lasciò andare e appoggiò il capo nell’incavo del collo del ragazzo continuando a piangere.

Era cresciuto, si trovò a pensare in quel momento.

Rimasero li a lungo, finché lei non si calmò.

Jaden non disse nulla, la tenne solo stretta a se, e quel contatto, per Alexis, fu meglio di mille parole.

Perché per una volta aveva trovato qualcuno che non la compativa, o la consolava per avere qualcosa, ma lo faceva solo perché le voleva bene.

“ Grazie!” gli disse quando si fu calmata e le lacrime avevano smesso di sgorgare dai suoi occhi.

“ Di cosa?” chiese lui sorpreso.

“ Di essere qui…nonostante tutto…” sussurrò girandosi a guardarlo.

Lo vide abbassare gli occhi per non incrociare i suoi.

“ Io…mi dispiace…!” disse infine ammettendo, anche a se stesso, che la ragazza aveva ragione.

Lei scosse la testa e si asciugò un’ultima lacrima fuggiasca.

“ So come ti senti.” Gli disse piano e con dolcezza. “ Credimi!”

E lui, effettivamente, le credette.

Perché nei suoi occhi era riuscito a leggere la stessa sofferenza che anche lui sentiva dentro continuamente.

“ Io sono cresciuta in quel mondo fatto di misteri e bugie, so cosa vuol dire temere per la vita di altri, di persone a cui tieni. Raccontò piano e con tristezza.

“ È terribile!” disse lui quasi disgustato.

“ Lo so, ma devi imparare a conviverci.” Disse con rassegnazione. “ Non c’è altra soluzione.”

Ma io…” lei lo bloccò prima che potesse protestare su quello che aveva detto.

“ Vuoi combattere, ti capisco, e vuoi che tutti quelli a cui tieni siano al sicuro, ma questo non deve impedirti di voler bene a qualcuno. Non puoi isolarti dal mondo, non è giusto nei tuoi confronti né in quelli degli altri; se davvero vuoi lottare, allora devi farlo come hai sempre fatto. Gli accarezzo dolcemente la guancia e sorrise. “ Non sei solo, Jaden!”

E lui le si aggrappò.

Si aggrappò a lei come un naufrago alla deriva su un pezzo di legno.

Si aggrappò a lei che, ora lo sapeva, era la sua forza.

“ Perché?” le chiese piano con la testa nascosta tra i suoi capelli.

“ Eh?” fece lei senza capire.

Perché continui a sorreggermi nonostante tutto? Dopotutto quello che ti ho fatto mi sei rimasta accanto, perché?”

Alexis sorrise nella sua spalla.

Perché so come ci si sente!” rispose semplicemente. “ Sono cresciuta in un mondo dove l’affetto dei genitori era inesistente. Raccontò con calma. “ Come gia ti ho detto, mia madre è morta quando sono nata io, e con mio padre era come stare in caserma. Lui dava ordini, noi dovevamo rispettarli. Tutto qui, queste erano le regole. Lui…andava più d’accordo con mio fratello…”

“ Bhè, credo che avere una figlia ribelle non rientrasse nei suoi piani. Commentò Jaden conoscendo bene il carattere della ragazza.

Lei rise un po’.

“ Lo credo anch’io.” Ammise chiudendo gli occhi e stringendosi di più al ragazzo.

“ Alexis…” la chiamò lui ma non ottenne risposta.

“ Non voglio mai più dover vedere qualcuno soffrire. Disse infine con la voce che tremava.

“ Alexis…” lui la sentì tremare fra le sua braccia e cercò di rincuorarla stringendola di più a se. “ È per questo che non avevi detto a nessuno che eri la sorella di Atticus? Perché volevi cavartela da sola?”

Lei annuì piano.

“ Era mio fratello.” Disse decisa. “ Non potevo metterli in mezzo ad una storia che probabilmente non avrebbero nemmeno capito.”

Rimasero in silenzio per un tempo che parve loro infinito.

Stretti in quell’abbraccio che sembrava non avere fine.

“ Allora, che ne dici di provare a fare ‘sti biscotti?” chiese lei staccandosi piano.

Jaden annuì sorridendo.

Chissà, forse stavolta sarebbero riusciti a farcela!

 

 

 

Siamo quasi alla fine dell’assurda avventura che ho fatto vivere hai nostri eroi (ho paura della loro vendetta ad essere sincera… T-T)….

Cosa ci spetta nell’epilogo solo un tantino esilarante (come no?) cho ho immaginato???

Baci Baci…Rain!!!!

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Capitolo 4
*** Epilogo. ***


Ecco il tanto agognato epilogo (finalmente ndVoi)

Ecco il tanto agognato epilogo (finalmente ndVoi).

Vi dico solo che Crowler non la passerà liscia…

Baci Baci…Rain!!!

 

 

Epilogo.

 

Perché ci fosse quella festa all’Accademia nessuno lo sapeva.

Semplicemente il preside aveva deciso di fare quella piccola festicciola.

Ah, quell’uomo era davvero fuori come un balcone.

La palestra era stata allestita a festa, con palloncini, nastri colorati e festoni che pendevano dal soffitto.

Sulla parete centrale era stato piazzato un piccolo palco su cui, alcuni ragazzi dell’Accademia, cantavano e faceva musica per ravvivare la serata anche se, quella sera, ci sarebbe stato qualcun altro a farlo.

E sulla parete di sinistra c’era un tavolo con sopra un piccolo rinfresco mentre, al centro, i ragazzi ballavano e si scatenavano come pazzi.

Alexis e Jaden stavano raccontando il loro pomeriggio in cucina.

Chazz e Blair erano rossi dalla rabbia mentre Atticus sorrideva sornione alla notizia che la sua sorellina e Jaden stessero assieme.

L’unica cosa strana, era che i due protagonisti continuavano a lanciare occhiate al buffet.

“ Ragazzi, cos’ha di tanto interessante il rinfresco?” chiese Syrus notando le loro occhiate.

“ Bhè…diciamo che ci sarà da divertirsi tra un po’.” Ammise Alexis sorridendo furbescamente.

Proprio in quel momento, Crowler si avvicinò al rinfresco e, notando che c’era un vassoio piano di biscotti con sopra in suo nome, decise di mangiarli.

Cinque secondi dopo correva per tutta la sala con la bocca aperta da cui uscivano fiammate e urlando maledizioni e imprecazioni a tutto il mondo sotto lo sguardo curioso degli studenti.

Poco più in la, Alexis a Jaden ridevano come pazzi a quella scena.

Ma che cavolo c’era là dentro?” chiese Atticus ridendo anche lui.

“ Un po’ di peperoncino.” Ammise Jaden contorcendosi dalle risate.

“ Un po’ quanto?” chiese Zane sospettoso.

“ Circa tutto il vasetto.” Disse Alexis senza smettere di ridere.

 

Ad un paio di metri di distanza, Sheppard se la rideva alla grande.

Si erano proprio superati.

Anche se probabilmente Crowler gliela avrebbe fatta pagare.

Poco importava; se davvero lo faceva sarebbe scoppiata una guerra senza quartiere e allora si che il povero insegnate avrebbe dovuto arrendersi.

Quei due erano proprio pazzi!

 

I ragazzi stavano ancora ridendo alla scena esilarante quando il professore-vittima gli si avvicinò.

“ Ve la farò pagare!” sibilò ai due colpevoli che non lo sentirono nemmeno.

E la serata passò così.

Tra risate, scherzi, balli e tanto divertimento.

Il giorno dopo si sarebbe visto.

E quella sera, il vecchio Jaden era tornato.

Alla minaccia di Crowler ci avrebbero pensato in un altro momento.

 

E pensare che aveva giurato che non avrebbe mangiato nulla di quello che avrebbero cucinato quei due!!

 

Fine!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (alleluia…alleluia… ndVoi)(cattivi…! T-T ndMe)

Spero solo che vi siate divertiti, davvero!!!!

Alla prossima ff…

Baci Baci…Rain!!!!

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