Vale The MoNStEr - le origini

di ValeTheMoNStEr
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il passato ***
Capitolo 2: *** La fuga verso un altro mondo ***
Capitolo 3: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 4: *** The MoNStEr ***
Capitolo 5: *** Chi trova qualcuno con i suoi stessi disturbi psichiatrici trova un tesoro ***



Capitolo 1
*** Il passato ***


“Ehi mocciosa serpente tocca a te! Fai il tuo spettacolo o niente cena!” l’uomo aprì la gabbia e ci fece entrare in scena. I miei compagni ed io eseguimmo quello che ci era stato imposto ricevendo in cambio applausi e commenti di scherno da parte da quel pubblico che ormai ci considerava il miglior pezzo di quel circo.
Credo di essere qui da qualche settimana, il proprietario mi aveva visto mentre stavo riposando sotto l’albero del giardino di casa e interessato al mio aspetto, ma soprattutto a quanto ci poteva guadagnare, ha chiesto ai miei genitori se poteva comprarmi e loro accettarono felici. Non mi avrebbero mai più rivista, cancellando la voce figlia dalla loro mente.

Forse è meglio ora che prima

Non ero considerata un essere umano, solo un essere dalle sembianze simili ad un mostro da trattare come feccia e isolare come se fosse una creatura dell’Inferno, in alternativa un animaletto strano per attirare gente e farsi pagare per vedermi e deridermi.

"Se avessi saputo che fosse nata così, avrei abortito…”

I miei genitori avrebbero preferito che non fossi mai nata, frequentavo la scuola elementare solo per loro obbligo, loro non volevano farmi vedere dagli altri, far vedere il mostro che avevano come figlia.

Faccia di serpente!

Quello era il nome che mi avevano affibbiato per il mio aspetto.
Non ero molto diversa da loro, ero una bambina dal fisico minuto con lunghi capelli bruni leggermente mossi, ma erano gli occhi dalle iridi gialle, la lingua rosea biforcuta e la pelle con qualche squama argentata a spaventarli.

“Ho preso una lucertola!”
“Attento! Quella è la zia di faccia di serpente! Ahahahahah!”


Avevo una specie di affinità con i rettili, come se mi riconoscessero come loro sorella, riuscivo a capire le loro parole silenziose e parlarci condividendo i miei sentimenti.
Ora nel circo sono amica di molti serpenti che utilizzo nel mio numero, sono gli unici amici che io abbia mai avuto. Gli unici che mi abbiano mai voluto bene.

“Sei un mostro!”

Un giorno durante l’intervallo trovai un serpente ramato di campagna vicino all’albero dove mi sedevo di solito, parlai un po’ con lui. Dopo un po’ di tempo arrivarono dei bambini che cominciarono a prendermi in giro come al solito, sembrava che fosse diventato il loro passatempo preferito. Iris , mi ha detto che si chiamava così il serpente, morse uno di loro per difendermi e poi passò al collo cercando di strangolare uno di loro.
Non riuscivo a capire ma…era bello vederli impotenti, il terrore della morte nei propri occhi e il sangue colare dalla loro pelle. Probabilmente avevo sorriso perché dissero che ero io a controllarlo, sussurrai a Iris di smetterla e lui mi ubbidì, lasciando la presa. Volevo ringraziarlo per quello che aveva fatto, guardai i suoi occhi con sincera gratitudine finchè non furono schiacciati da un sasso assieme al suo cranio.
Cominciarono a lanciarmi sassi e a urlarmi contro mostro, rimasi lì ferma ad ascoltarli e a subire quella punizione per nulla pentita, svenni poco dopo per la perdita eccessiva di sangue e fratture multiple.

Rimasi in ospedale una settimana, i dottori dissero che avevo un sistema genetico che mi consentiva una rapida guarigione e una resistenza al dolore decisamente superiore alle persone normali. I miei genitori decisero di non farmi andare più alle elementari, optando per fare venire un insegnate privato o farmi studiare da sola. Ero una bambina piuttosto matura e indipendente da capire cosa fare così studiai le materie principali da sola, le nozioni base che avrebbe dovuto sapere una bambina di undici anni.Poco dopo mi arrivò un computer portatile per continuare meglio gli studi.
Mi piaceva molto leggere ma in casa non avevo molti libri, così cercai qualche racconto online. Mi piacevano molti generi ma ero attratta particolarmente da una categoria: il sovrannaturale. Poltergeist, demoni, spettri, creature vendicative e maledizioni, cose che riuscivano a farmi immergere in un mondo diverso, qualcosa di orrido e meraviglioso che non faceva altro che accrescere la mia curiosità si saperne ancora e ancora su questi fenomeni inspiegabili dalla scienza. Dopo un mese ero a conoscenza del mondo delle ombre, delle creature che lo dominavano alle scomparse e morti misteriose di numerosi individui. Uno degli argomenti principali era una presenza nei boschi e avvistata da pochi, la descrivevano come un essere umanoide molto alto, senza faccia e dalla pelle bianchissima, indossa uno smoking nero e ha tentacoli neri sulla schiena fatti della stessa materia delle ombre. Si diceva che attirasse i bambini e li uccidesse, stesso caso negli adulti ma meno frequente, avevo scoperto che due ragazzi erano diventati suoi “aiutanti” nell’uccidere, si chiamavano proxy. Avrei davvero voluto andare nel bosco qui vicino a incontrarlo, non avrei avuto paura di lui, magari mi avrebbe ucciso ma sarei stata felice perché voleva dire che quel mondo esisteva, che l’Underworld, il mondo delle ombre, non era un’illusione, che quelle creature simili a me esistevano davvero e io non ero sola.
I miei genitori mi venderono lo stesso giorno, rinunciando a testa bassa al mio sogno.

Terminato lo spettacolo ritornai nella gabbia assieme ai miei compagni, silenziosamente in attesa della nostra porzione di cena.
Ma la sera successiva sarebbe cambiato tutto.







Angolo dell'Autrice

Buonsalve a tutti e sopratutto grazie per aver aperto la prima ff di me stessa medesima, grazie di cuore! Era da un po' che avevo in mente questa storia e se qualcuno si sta chiedendo cosa centrino i creepypasta e gli SCP rispondo che arriveranno con il loro tempo :)
Chi ha capito chi era la creatura misteriosa? 

 

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Capitolo 2
*** La fuga verso un altro mondo ***


Finalmente il sole decise di nascondersi oltre l’orizzonte, l’oscurità dominava su tutto contrastata solo dalle colorate luci dell’insegna del mirabolante Circo Anastasia, la mia prigione ma ancora per poco.
I trapezisti volteggiavano nell’aria, il lanciatore di coltelli sfiorava la sua assistente con le lame, il giocoliere si destreggiava con i numerosi oggetti, l’equilibrista camminava leggiadra sul filo e il fantino si esibiva con i suoi eleganti cavalli. Lo spettacolo era sempre stato piuttosto vario ma ero io che attiravo la maggior parte delle persone, chi mai si sarebbe perso una faccia di serpente come me?
“Ohi mocciosa tocca a te!” finalmente mi aveva chiamato.
Gli altri ed io ci eravamo avviati alla tenda mentre Saul, un giovane Boa Argentino, andava alla ricerca del contatore che non sarebbe dovuto trovarsi molto lontano da qui. Ringraziai mentalmente quel mio caro amico.
La voce del proprietario ci aveva annunciato, entrammo lentamente sulle note di una musica ipnotica che metteva in risalto il mistero di questi meravigliosi rettili. Io stessa rimanevo affascinata da loro, erano creature regali, misteriose e potenti. Potente, quello che non ero mai stata, ero quella che subiva e tollerava anche quando il mio istinto mi diceva di ribellarmi, ma io sopprimevo quella voce pensando che il solo sforzare di muovermi per zittire quelli idioti come loro sarebbe stata solo una fatica e che molto probabilmente il loro istinto di autoconservazione non si sarebbe fatto vedere comunque lasciando che la loro lingua sputasse ancora insulti su quello che ero.
Loro si avvinghiarono al mio corpo strusciandosi lentamente per poi stringere le spire alle braccia, al torace e al collo facendo sorprendere gli spettatori di come fossero “ammaestrati”, intanto li osservavo per l’ultima volta, questo circo stava avendo l’ultimo spettacolo dell’ammaestratore di serpenti. Improvvisamente sentì la voce di Saul, lo aveva trovato.
“è con grande gioia che vi annuncio che io, Valentina, vi lascio per sempre. Addio”con un inchino teatrale conclusi la mia scena. Il sipario oscuro si abbassò sulle nostre teste mentre lo splendore della luna mi richiamò verso l’uscita, verso quell’impenetrabile bosco. Non pensai più a nulla, corsi verso quella pallida luce che illuminava il sentiero di quella libertà che avevo sempre desiderato, lontana da tutti coloro che mi schiacciavano con le loro parole e i loro sguardi di disgusto.
Grazie Saul, grazie a tutti voi amici miei per aver permesso tutto questo!
Sentì la terra umida sotto i miei piedi, la brezza notturna accarezzarmi il viso, il silenzioso fruscio delle fronde scure che nascondevano i rapaci notturni, quanto avevo aspettato tutto questo? Mesi…anni!
Mi arrampicai su una quercia secolare, arrivai fino in cima e rimasi stupita per il panorama meraviglioso, una dolce lacrima tagliò la mia guancia arrossata dall’emozione. Ero troppo felice, ma allo stesso tempo mi cominciai a preoccupare per i miei amici, dovevano essere già arrivati e invece nessuno di loro aveva raggiunto il bosco.
Scesi dalla secolare con un balzo silenzioso, persi un battito pensando che loro....no…NO!
Ripercorsi la strada al contrario sperando di incontrarli ma invece di proseguire degli uomini armati mi accerchiarono, indossavano un’uniforme simile alla SWAT ma sembrava molto più evoluta e se si osservava bene si poteva notare un simbolo all’altezza del cuore. Lo riconobbi subito spalancando gli occhi dallo stupore. Se erano veramente loro significava che…
I miei pensieri furono interrotti da un anestetico potente che mi fece perdere i sensi all’istante.
Lentamente riaprì gli occhi, le immagini erano ancora sfocate ma percepì chiaramente che ero in una palla di vetro…non mi feci domande sulla stranezza della cosa.
“Il Soggetto si è svegliato” commentò atono uno dello squadrone.
“Il Soggetto ha un metabolismo particolare in grado si smaltire velocemente gli anestetici, è davvero impressionante che abbia ridotto le 3 ore a 8 minuti.” Disse un uomo dal camice bianco seduto di fronte a me. “Non c’è bisogno di riaddormentarlo, è un Safe, inoltre lo vogliono sveglio per farlo interagire con SCP-3001. “ Concluse guardandomi di sfuggita, non gli diedi molto peso. Dovevamo essere su un aereo perché non percepivo più il terreno, avevo idea dove mi stessero portando e sapevo anche il perché. Se mi avevano classificato Safe ovvero solo una curiosità, significava che mi avrebbero registrato solo per il mio aspetto ed eventuali caratteristiche anomale. Non potei fare a meno di sorridere, l’SCP, lo Special Container Protector, esisteva davvero. Sembrava che loro lo avessero notato perché mi guardarono straniti.
“Certo che ne avete presi di fenomeni per essere arrivati a 3000! Potrei sapere che numero sono o è un’informazione solo vostra?” chiesi, mi interessava davvero saperlo.
I due si guardarono e decisero che non c’era niente di male a dirmelo. “SCP-3801” mi rispose il dottore, credo.
“Oh, ok.” Passarono alcuni secondi “Mi tenevate sottocontrollo vero? Non credo che gli unici interessati a me fossero quelli che mi prendevano in giro.” Erano abbastanza sorpresi per le mie parole ma non quanto per la mia iniziativa, magari gli avevano detto che ero silenziosa. “Suppongo di si. Spero che non mi iniettate nulla, mi danno fastidio le punture.” Come quelle che mi facevano fare i miei genitori per cercare di rendermi normale. “Sapete, fino alle vostre prossime analisi io sono considerata una bambina di 11 anni…insomma sto dentro a una bolla fell like criceto cosa potrei farvi?”
Finalmente il medico prese la parola. “Ci hanno detto che sei piuttosto intelligente anche non lo dimostri, non vogliamo darti informazioni che non dovresti sapere” disse col tono più gentile e comprensivo che poteva, ovvero quello di un professore del liceo.
“Siamo arrivati, alzati e comincia a camminare.” Sbottò il tizio della SCP SWAT aprendo la bolla. Si spezzò in due metà che poi, non so come, scomparirono.
“Con calma, sono fancazzista militante dalla nascita.” Lentamente mi alzai, venni subito affiancata da Tizio cazzuto e il suo amico. Non ricordai di sentire l’aereo atterrare ma di ritrovarmi direttamente in un lungo corridoio illuminato, completamente bianco. Un gruppo di studiosi ci venne subito incontro dicendo qualcosa ai due, l’unica cosa che capì del discorso è che mi avrebbero portato nel luogo di contenimento di SCP-3001, ne avevano già parlato prima sull’aereo, chissà di che cosa si tratta.
Attraversammo numerosi corridoi fino ad arrivare ad una sola porta, isolata da tutte le altre con la scritta


[SCP-3001 / KERTER]

Kerter? KERTER?! GLI ESEMPLARI LETALI CHE NEMMENO LA SCP RIUSCIVA A CONTROLLARE COMPLETAMENTE?!
"Nonono voi ve lo scordate che ci entro!” Cercai di fare retrofront ma due soldati mi bloccarono e in un nanosecondo mi ritrovai buttata in quella stanza completamente bianca, la porta venne richiusa e sigillata immediatamente, mentre io bussavo alla porta per dirmi di farmi uscire sentì qualcosa di grande muoversi alle mie spalle.
Mi girai lentamente e un enorme ombra incombeva su di me.



Angolo dell'Autrice
Buonsalve a tutti! Spero che uesto capitolo vi sia piaciuto 
Ringrazio ValentinaMisa94 SIS <3 per aver recensito e _Windurin_  per averla messa tra le seguite :D
al prossimo capitolo 

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Capitolo 3
*** Nuovi incontri ***


L’enorme figura nera mi sovrastava con la sua enorme mole, non riuscivo a distinguere con certezza la sua forma in penombra ma doveva comunque essere una creatura dell’Underworld con dei bellissimi occhioni gialli. La vidi avvicinarsi a me, qualcosa cominciò a circondarmi fino a non lasciarmi nessuna possibile via di fuga, cominciò a stringere il mio corpo tra le sue spire, chiusi gli occhi per quasi per timore pensando a cosa mi sarebbe accaduto in quel momento. Potevo essere inglobata, utilizzata come ospite, fatta scoppiare o semplicemente un possibile pranzo per il Kerter, dovevo ammettere che potevo morire con fantasia. Sentì il suo respiro sulla mia pelle, era piuttosto piacevole quella, forse stavo per morire ma non avevo per niente paura o altre cose simili quindi decisi che era inutile oscurare la mia vista così schiusi gli occhi per vedere la creatura che mi stringeva a sé. Incrociai ancora una volta le sue iridi, mi sorpresi nel scoprire quanto fossero simili alle mie, oltretutto in quel momento tutt’altro che pericolose, sembravano in attesa di qualcosa, che cosa dovevo fare? Spiegatemelo!
“Ciao…” avvicinai lentamente la mia mano fermandomi a pochi centimetri da lei, l’illuminazione mi venne solo dopo, poteva staccarmi tranquillamente la mano con un morso. Sono un genio.
Rimasi immobile aspettando la sua mossa, ci fu e fu quella che cambiò TUTTO.
Appoggiò la sua fronte alla mia mano, con totale fiducia, lasciandomi entrare nella sua mente, sentivo il suo cuore e il suo respiro nitidamente, potevo percepire i suoi pensieri, le sue emozioni. La confusione che c’era nella mia mente scomparì, il dolore lasciò posto alla certezza di avere trovato qualcuno ad accettarmi e restare con me, di aiutarmi a trovare il mio mondo, il nostro mondo .
È così che incontrai SCP-3001, il Basilisco.
Passai la notte nella sua stanza, accoccolata fra le sue comode spire d’ardesia con sfumature scarlatte, per la prima volta mi addormentai felice e ansiosa di un nuovo giorno che non tardò ad arrivare.

I ricercatori dell’SCP mi svegliarono nelle prime ore del pomeriggio ed era un bene che sapessero quanto io odi svegliarmi la mattina, mi trattarono molto bene, gentili e pazienti, non mi fecero sentire a disagio i nessun momento come se fossi davvero una persona normale. Dopo un pranzo con una bisteccona al sangue grigliata, ahhh carne….mi chiesero come mi sentivo, se mi piaceva il luogo, se mi trovavo bene con il mio compagno di stanza e cose simili, risposi tranquillamente a tutto con loro soddisfazione. Mi fecero solo un prelievo del sangue promettendomi che sarebbe stato l'ultimo e che non mi avrebbero mai iniettato nulla di strano, meglio per me no?

Ritornai nella stanza 3001 dove Basil, suo soprannome, mi accolse in un enorme abbraccio strusciando la testa contro la mia, era un vero coccolone, se non fosse un enorme serpente e le affilate zanne si poteva dire che era un cucciolo da compagnia ideale e per me lo è eccome. I giorni passarono velocemente e scoprì numerose cose che non avrei mai detto a quei ricercatori, io e Basil avevamo un legame empatico e telepatico, riguardo a questo dovevo ammettere che la sua voce era veramente bella, maschile e profonda, credo che se la usasse per tentare qualcuno ci riuscirebbe benissimo. Lui era una di quelle creature che esistevano fin dalla creazione della Terra, aveva vissuto in tutte le epoche e visto tutto dell’intero mondo, poteva cambiare le proprie dimensioni e respirare sott’acqua inoltre poteva pietrificare con lo sguardo qualsiasi cosa ma solo se lui lo voleva altrimenti quando avrei guardato quei due bei occhioni sarei diventata immediatamente una statuetta da giardino. Era stato ritrovato in Amazzonia mentre nuotava nel Rio, braccato dalla migliore squadra d’azione degli SCP, i soldati erano stati muniti di occhiali che neutralizzavano l’effetto dei suoi occhi, aveva funzionato, in parte almeno, non venivano pietrificati all’istante ma dopo 5 secondi.
Solo due ritornarono con il soggetto, sempre chiuso in una bolla, classificato poi SCP-3001, Kerter.  

Circa due settimane dopo mi proposero di conoscere un altro SCP, accettai però mi dissero che dovevo conoscerlo da sola e che purtroppo avrei dovuto lasciare solo Basil, avrebbe aspettato ansioso il mio ritorno ma sapevo che avrebbe sofferto per mia mancanza. Lo tranquillizzai promettendogli di tornare presto, lui annuì arrotolandosi su se stesso, così uscì dalla porta dove i soldati palestrati mi stavano già aspettando. La squadra d’azione mi accompagnò verso la stanza di contenimento dell’SCP con cui avrei dovuto interagire. Aveva numerose misure di sicurezza, doveva essere estremamente pericoloso se avevano adottato tutto questo, prometteva bene. Finalmente arrivammo all’ultima porta, sembrava costruita in un materiale indistruttibile che si poteva aprire solo dall’esterno, così quattro soldati attivarono la serratura a riconoscimento digitale e ci fecero entrare. La stanza era piuttosto grande e controllata dall’alto da numerosi soldati di livello 4 o superiore, la cosa che mi sorprese di più era la situazione di contenimento della creatura: la struttura aveva due piani, in quello superiore c’erano guardie cazzute a secchiate mentre quello inferiore era una sottostanza interrata, dalle mura partivano quattro lunghe catene metalliche che terminavano in una bolla scura a prova di tutto sospesa in aria, non riuscivo a vedere cosa ci fosse all’interno, ma sicuramente non era nulla di innocuo e io avrei dovuto incontrarlo. Evvai...
Prendemmo l’ascensore per raggiungere l’SCP, dovevo ammettere che ero curiosa più che spaventata, magari potevo trovare un amico come era successo con Basil, oppure sarei dovuta sopravvivere ad una sua eventuale aggressione. Le porte metalliche si aprirono e finalmente potevo osservare quella sfera oscura, sembrava fosse riflettente, magari per evitare che la creatura al suo interno facesse qualcosa alla mente delle persone o influenzarle in qualche modo il loro comportamento. Le guardie che mi avevano accompagnato lasciarono la stanza serrando ogni eventuale uscita mentre i soldati del piano superiore si armarono, la bolla scura lentamente si sciolse ma mantenendo lo stato protettivo rivelando la letale creatura al suo interno: una bambina dai capelli rossi. Le catene la tenevano legate mani e piedi bloccando ogni suo movimento, teneva la testa rivolta verso il basso lasciando che la frangia le coprisse il viso. Mi avvicinai lentamente a lei, sembrava avesse la mia stessa età, vidi qualcosa brillare sul suo petto, una spilla o magari…oh, wow. Indossava una collana vecchissima e il suo ciondolo rappresentava il pentagono satanico, sulle linee della stella erano incise dei strani simboli, sembravano lettere di una lingua sconosciuta. Che sia….
“E TU CHI CAZZO SEI?!”
“AHHH!” la ragazza mi urlò contro “Pensavo che fossi addormentata visto che non ti muovevi…”
“Fanculo…non stavo dormendo…IO non posso muovermi.” Commentò leggermente adirata.
“Vero, le catene…”
“Già.”
Passarono alcuni secondi di assoluto silenzio se non per i passi pesanti dei Vin Diesel armati sopra di noi.
“Ho visto la tua collana, sei un demone?” le domandai curiosa, magari aveva un legame con Satana o altro.
“Direi di sì. Sono la nipote di Satana.” Mi rispose tranquillamente con una punta di sarcasmo. Ci avevo preso...fin troppo...
“oooh…scusa, ma i demoni non dovrebbero essere creature abbastanza potenti da massacrare milioni di umani? Quindi…come ti hanno catturata?”
“Ho cominciato a fare cose strane e i miei genitori hanno chiamato  questi tizi armati che mi hanno rinchiuso in una fottuta bolla mentre stavo dormendo.” Finì ringhiando qualche insulto abbastanza volgare sulla SCP “Tu come ci sei finita qui?”
“Diciamo che ero scappata dal circo che mi aveva comprata dai miei genitori e sti qui mi hanno rinchiuso in una bolla. Magari si divertono con ste cose.”
“Molto probabile. Beh già che siamo qua, come ti chiami?”
“Valentina, qui sono SCP-3801. Tu?”
“Hellie, o SCP-3002.” Carino il suo nome, però pensavo qualcosa di più….ti ucciderò nel sonno e userò le tue ossa per farmi una bici o robe simili… “Quanti anni hai?”
“11, tu? Hai molti anni?”
“Ne ho 5 miliardi, ma per questa volta ne ho 11.” Eh? No aspetta, ho capito male o è davvero quello che ho sentito?
“Cosa mi dovrebbe significare questa volta?”
“Ti spiego, brevemente, quando mi rompo della mia vita, abbandono la terra sottoforma di anima e dopo un breve soggiorno all’Inferno ritorno con un'altra vita, mantenendo però il mio aspetto.”
“che…strano…”
“Lo so, però è figo. Molto figo.” Si fermò un attimo osservandomi “Ma tu, sei normale? No perché, sai..” molto probabilmente si stava riferendo al mio aspetto e al fatto che sono qui con lei.
“Ahhh capito…no, non lo so perché sono nata così. L’unica cosa che mi potrebbe venire in mente è di essere un mutante o un mostro…” ora che riuscivo ad accettarlo non mi dava più fastidio “Si sono anormale!” Conclusi sorridendo.
“Si, sei anormale…ma in tutti i sensi. Mi hai parlato per 5 minuti e ho già capito che il criceto che hai in testa è morto affogato nella tua materia grigia liquefatta.”
Il tempo terminò velocemente e tornai nella stanza, Basil mi si fiondò letteralmente addosso e mi abbracciò felice del mio ritorno.
Non ero ancora completamente cosciente che quel giorno avevo trovato la mia migliore amica.




Angolo dell'Autrice 
Buonsalve lettori e lettrici! 
Grazie a chi si mette a leggere sta cosa e a chi recensisce :)
Ringrazio ValentinaMisa95
_Windurin_ per continuare a segiurmi <3
Al prossimo capitolo sperando che non perdi la sanità mentale prima :D

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Capitolo 4
*** The MoNStEr ***


“E smettila di chiamarlo Lizard che poi gli vengono le crisi d’identità!”
“Siiiii Lizard il serpente ahahahhah!”  

Erano in momenti come quelli che mi chiedevo se avevo fatto la scelta giusta a presentarle Basil durante una delle nostre ambigue conversazioni . Quelli dell’SCP porta pure SCP-3001 a patto che sia inferiore ai 30 cm dicevano, non ci saranno problemi dicevano…e ora c’è Hellie che chiamava il Basilisco “lucertola”, non ha senso! Anche se tutte le nostre conversazioni non avevano senso…

SCP-3001 e SCP-3801 il vostro tempo di interazione con SCP-3002 è terminato.
Il personale autorizzato vi accompagnerà nella vostra stanza di contenimento.


Ancora quella fottutissima voce metallica, cominciava davvero a rompermi e non poco. Salutai Hellie, le guardie ci stavano già aspettando alle mie spalle, odiavo davvero tanto quando dovevo lasciare quella ragazza pensando che sarebbe rimasta chiusa in quella fottuta bolla senza potersi muovere con i fucili di precisione delle guardie fin troppo assomiglianti al famoso palestrato protagonista di Fast and Fourios e senza avere nessuno accanto con cui parlare o confidarsi. E sarebbe dovuta rimanere così per sempre.

La Fondazione SCP non libera mai i Soggetti, reclusione a vita o studio e eliminazione.

Il Basilisco formato mini si era arrotolato sul mio collo, strusciava la sua testolina vicino alla mia cercando di consolarmi e farmi passare quei pensieri con la sua voce profonda.
“Dispiace anche a me per la ragazza ma le cose non cambieranno se continuerai a deprimerti per la sua situazione.”
Aveva ragione, se ero dispiaciuta per lei cosa potevo farci? Continuare a essere triste pensando a quanto è brutto stare in quella situazione? Il mio pensiero doveva arrestarsi adesso e pensare ad altro altrimenti sarei stata ossessionata a vita da quella prigione.
Ci fecero strada fino alla stanza di contenimento e una volta entrati chiusero la porta serrandola con un sonoro slash. Ora Basil era libero di ritornare alle sue solite dimensioni,i normalissimi 18 metri…dico “normali” perché le sue dimensioni sarebbero state ben maggiori ma era meglio così, con queste ingannava l’SCP mentre poteva abbracciarmi  e farmi da coperta/letto come piaceva a lui. Mi strinse a sè, circondando il mio corpo con le sue spire, aveva poggiato la sua fronte alla mia e avevamo chiuso gli occhi per sentirci ancora più vicini. Ci addormentammo così mentre con le mie braccia attorno al suo collo ricambiavo l’abbraccio che mi faceva sentire così bene in ogni momento.

Grazie di tutto amico mio.



Quando aprì gli occhi ero in una sala operatoria con tecnologie avanzatissime e numerosi scienziati muniti dei più creativi strumenti chirurgici, bloccata su un lettino metallico grazie a quelle fottutissime catene che mi tenevano polsi e caviglie.
“Il Soggetto si è svegliato.” Vedevo la scintilla nei loro occhi, intervento su Soggetto vivo…davvero bello.
Visto Basil avevi ragione tu.
 
Qualche giorno prima

Stavo dormendo beatamente, sognando di Assassinscreednare demoni e persone random mentre volavo sulla Firenze rinascimentale…era bellissimo :’)
“Vale…” Quella voce così famigliare…così profonda…“Vale…”
“Oh mio Ezio sei tu?”
“VALE!”

Mi svegliai di botto, la sua voce ti faceva implodere i timpani quando urlava telepaticamente. Mi aspettavo uno sguardo di simil rimprovero sul non fare fantasie su l’assassino Ezio Auditore o il mezzo demone Dante o tutti e due insieme ma invece le sue iridi erano tristi, preoccupate che mal celavano un rabbia interiore.
“Basil…” Sussurrai dispiaciuta.
Mi strinse a se nascondendo il mio viso fra se sue spire, facendo sembrare che stessi dormendo e attivò il legame telepatico.
“Meglio se parliamo così, loro non ci devono sentire.”
“Si può sapere che è successo? Perché stai così male?”
“…..ti vogliono vivisezionare. Tra 4 giorni.”
“Ma è scorretto! Loro mi avevano promesso che non mi avrebbero fatto nulla!”
“Ti avevano detto che non ti avrebbero iniettato nulla, non hanno detto nulla riguardo alle operazioni.”
“BASTARDI!”
“Sarai portata in sala ricerche da sola e io non potrò aiutarti.”


“Il Soggetto è pronto, iniziamo l’operazione.” Il bisturi scintillava fra le sue mani impaziente di tagliare la mia carne, di vedere il mio sangue sgorgare e colorare di rosso vivo quel lettino metallico.
Fidati, aggeggio metallico che sarebbe accaduto.

“Devi cercare all’interno della tua anima”

Ruppi con facilità le catene immediatamente con una mano presi in viso del mio esecutore e lo scagliai per terra buttandomi di peso. Il cranio si era spaccato al contatto con le piastrelle scure, il fluido sgorgava da quella che era una testa colorando il pavimento di una tonalità più accesa.

“Tu hai la forza per vincere”

I suoi colleghi tentarono di scappare, tentarono ma non arrivarono nemmeno alla porta d’uscita.
Corsi davanti alla porta metallica intrappolandoli, dietro di loro solo un muro che li avrebbe condotti alla fine della loro vita da stronzi. Quanti come me avevano dovuto subire quello? Quanti hanno dovuto soffrire in una prigione come Hellie? Quanti sono stati catturati senza motivo solo perché erano considerati creature pericolose come il Basilisco?  Nei loro occhi c’era il terrore puro, almeno erano perspicaci, sapevano che la loro morte era vicina…tipo adesso.

“Segui il tuo istinto”

In poche falcate li raggiunsi, erano tutti schiacciati contro il muro mentre cercavano una via di fuga inesistente, era fin troppo facile.

“E uccidi”

Con le mie mani distrussi le loro ossa e strappai la loro carne, le loro urla erano qualcosa di talmente atroce e raccapricciante da farmi schifo, per fortuna durarono solo pochi secondi, erano morti troppo velocemente o per trauma cranico o per dissanguamento rapido.
Uscì dalla porta correndo per il corridoio illuminato, la sirena d’allarme era scattata e mi sarei trovata una massa di soldati da sterminio a darmi la caccia, se loro mi provocavano io rispondevo.
Sentì altre urla in lontananza e capì che il mio caro amico si stava occupando della sua area, lo avevo detto che quella stanza era troppo piccola per la sua forma reale. Mi raggiunse molto presto mentre aveva le solite dimensioni se non di qualche metro in più, dovevo ammettere che il sangue ancora liquido sulle sue scaglie d’ardesia gli donava davvero tanto.
Chiunque ci ostacolava veniva distrutto senza pietà, ero testarda, se volevo fare una cosa la facevo, non mi importava di cosa pensassero gli altri e se loro provavano a ostacolarmi avevano fatto una cazzata. Eliminavo guardie, ricercatori, dottori, chiunque era sulla mia strada veniva spazzato via, erano solo dei normali esseri umani che non avevano la forza necessaria per vincere su di me. Finalmente vidi l’inizio della stanza di contenimento, sfondai le porte con facilità aiutata dalla mole del Basilisco e dopo poco arrivai al cuore della prigione bianca. I Vin Diesel ci avevano subito puntato cominciando a sparare, Basil parò i colpi con le sue squame troppo resistenti per dei proiettili e si scagliò contro di loro, arrivai al bordo del primo livello e saltai di sotto prendendo bene la mira. Colpì in picchiata la bolla nera che si distrusse e lo stesso fecero le enormi catene, per fortuna che non l’ho presa, credo che essere menata da un demone faccia male.
“CHE COSA MI RAPPRESENTA QUESTO?!” Forse stava dormendo, era notte dopotutto. 
“Semplice, noi tre ce ne andiamo via da qui.”
“Ah…dov’è Lizard?”
“è su a massacrare Vin Diesel ma credo che abbia finito.”
Infatti Basil arrivò mentre sgranocchiava un braccio soddisfatto, speriamo solo che non ci facciano causa per maltrattamento di guardie somiglianti a lui.
“Come usciamo?”
“Dovrei essere in grado di utilizzare il teletrasporto anche se ci basterà solo per andare all’esterno.”
“Che figo Hellie!”
“Lo so, porta qui Lizard altrimenti lo dimentichiamo qui.”
Il Basilisco ritornò in formato mini avvinghiandosi a me mentre sotto di noi il sigillo del pentagono comparso a random cominciò ad illuminarsi di un rosso acceso, sentì solo una brezza calda ed eravamo già fuori.
Ci girammo verso la struttura mezza distrutta e visto che non c’erano ancora state esplosioni…
Il rombo risuonò prepotente nell’aria mentre il fuoco consumava il palazzo, gli oggetti di tortura e tutti quegli esseri umani dall’animo crudele. Gli SCP con vita propria erano stati liberati da Basil prima di raggiungermi, ora erano liberi e se volevano placare il loro rancore erano liberi di farlo.
Vidi Hellie seduta a terra mentre respirava affannosamente, quella fottuta bolla le portava via anche l’energia. Intorno a lei si stavano formando lingue di fuoco che venivano assorbite dal suo corpo, in poco tempo era in piedi in perfetta forma. I demoni avevano capacità davvero fighe.
“Auguri.” Disse improvvisamente.
“Eh?” La guardai confusa.
“Oggi è il tuo compleanno, 10 agosto.” È..è vero.
“Graaaazieeee!” la abbracciai felicissima, non ci credevo mai che se lo era ricordato!
“Staccati!” Lo feci, i suoi occhi rossi con le fiamme non mi piacevano. “Vieni, ti porto a casa.”
Hellie attivò ancora una volta il teletrasporto, portandomi dove le nostre anime avrebbero ritrovato la pace e ottenuto la libertà che desideravano.

Casa



Angolo dell'autrice
E siamo arrivati all'ultimo capitolo con una conclusione così poetica da meritare una medaglia! Obama dove sei?! (sclero scusate raga, colpa di cause esterne alias bisogno di libertà dai fottutissimi compiti dati dalla dittatura scolastica. UCCIDETEMI) 
Il prossimo capitolo sarà l'inizio di una nuova ff che scriverò e sopratutto da dove è venuta fuori la raccolta di quelle cose che potrebbero essere chiamate Drabble e Flash di dubbia sanità mentale XD
Ringrazio chi ha avuto la forza di continuare a leggere la ff di questa autrice inesperta, grazie a tutti :D

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Capitolo 5
*** Chi trova qualcuno con i suoi stessi disturbi psichiatrici trova un tesoro ***


“Vaaa bene, perché siamo in una foresta?”
“Perchè quella fottuta bolla mi ha mandato a massa i poteri. Che palle dobbiamo camminare.”

Quella foresta era parecchio diversa dalle altre, gli alberi erano inquietanti e la situazione peggiorava di notte, su un tronco vidi qualcosa che assomigliava a un foglio magari un volantino di dove eravamo.
Mi avvinai, non era un foglietto informativo, sembrava una pagina di un diario piuttosto vecchia con la scritta LEAVE ME ALONE disegnata con un carboncino. Bisognava riflettere: eravamo in una foresta inquietante di notte e su alcuni alberi c’erano pagine con scritte e disegni strani…
“Hellie siamo nel Bosco Mezzanotte vero?”
“Già.”

Lentamente la foresta si diradò lasciando posto solo a un promontorio dove si ergeva una maestosa villa con annesso cancello stile gotico con piccole torri e fontanella al centro della piccola piazzetta di fronte al portone d’entrata. L’aria salmastra era davvero piacevole e le onde che si infrangevano contro l’altura era qualcosa di meraviglioso. Arrivammo davanti al cancello in ferro nero che si aprì alla nostra presenza, seguì Hellie all’interno , la villa era davvero molto grande e la facciata era davvero stupenda. Passammo vicino alla fontanella dove al suo interno, nell’acqua cristallina, nuotavano placidamente dei piranha con dei bellissimi occhi arancioni. Così poetico.
Salimmo i pochi scalini della rampa in marmo, ci trovammo davanti un enorme portone in mogano con rifiniture in ottone che gli davano un aspetto imponente, era qualcosa di veramente incredibile e…alto?
Si e no ai cinque metri ci arrivava.
Hellie entrò per prima trattenendo gentilmente la porta al posto mio e no, non era per gentilezza ma per non farmi prendere una testata di quelle potenti alla porta, era un peccato rovinare il legno perché il sangue non viene più via. L’arredamento era davvero affascinante, prevaleva su tutto la tonalità del mogano illuminata dalla flebile luce di lampade a olio e un lampadario d’orato all’apparenza molto antico, sul fondo della stanza vedevo l’inizio di una rampa di scale che probabilmente collegava il piano di sopra e le torrette esterne. Il rettile fece uscire la sua testolina dal colletto della tuta arancione per osservare il nuovo ambiente, gli piaceva, inoltre mi ero accorta che la mia amica demoniaca era scomparsa, probabilmente era andata in cucina a mangiare qualcosa e io ovviamente sarei andata a farle compagnia. Entrai nella stanza alla mia sinistra e vidi il tavolo più grande di tutta la mia esigua vita, in questa casa dovevano esserci parecchie “persone” e avrei dovuto conoscerle tutte…speravo che non avessero lo stesso istinto omicida di Hellie o mi conveniva traslocare. Compagnia si, torture no.
Dopo aver circumnavigato  quel continente legno levigato arrivai presso la cucina, sentì che la piccola assassina stava parlando con qualcuno, un demone o altro che ovviamente volevo conoscere, magari ne avrei beccato uno simpatico. Più mi avvicinavo più la voce dell’interlocutore mi sembrava bassa e un po’ distorta ma assolutamente comprensibile, era davvero strana ma poteva essere adatta a un capo o a…
E LO VIDI
CONOBBI CON CHI STAVA PARLANDO HELLIE
NON CI CREDEVO MAI

“Slendyyyy <3 ” lo abbracciai, stavo abbracciando Slenderman! Era la cosa più bella che mi fosse capitata nella mia vita forever!!! Se magari eravamo in un cartone animato molto probabilmente sarei stata circondata da brillantini e arcobaleni, sicuramente.
“ehm…ti puoi staccare?” mi domandò guardando Hellie come se ti dicesse davvero esiste? Davvero esiste un essere del genere?  Ditemi che questo incubo finirà e anche rapidamente.
“Ok Slendy!” smollai il suo corpo snello giusto in tempo per ammirare una nuvola di fumo che stava entrando in cucina.
“Yo Slendy, Yo Hellie” lentamente la nube si diradò rivelando al suo interno un ragazzo biondo con un’espressione molto scialla e occhietti neri con due puntini rossi luminosi al loro interno. Il colore prevalente dei suoi abiti era il verde e sopra la sua canottiera color muschio risplendeva il simbolo dorato della triforza…BEN_DROWNED, l’essere buggato per eccellenza era uno strafatto e probabilmente anche spacciatore. “Yo…sei nuova? Che figata la tua pelle…”
La sua mano dall’essenza Cannabis N*5 si era avvicinata per sfiorare il mio viso ma venne bloccata dalle zanne del Basilisco che con delicatezza stavano per trasformare le vene del bug in vermicelli gommosi della Haribo. Mmm…caramelle…
“Cacchio siamo protettivi…io sono BEN_DROWNED”  mi guardava come dire ehy, ho roba buona.
“Amico mio so chi sei, sei un bug demoniaco di Majora’s Mask e traumatizzi i giocatori con apparizioni a random ossessive portandoli, in ordine, alla pazzia, depressione, suicidio.” Io fottuttissimo genio.
“Non pensavo che una schizzata come te sapesse ste cose, possiamo prenderti al posto degli schiavi.” Commentò atona la rossa addentando un panino alla Nutella.
“Non fa bene alla loro autostima se li chiami così ogni volta, così li fai venire i complessi a quei due.” Non era molto convincete detto da uno che aveva di continuo un sorriso alla Nnoitra Jilga.
Slen doveva aver notato la mia faccia ampiamente confusa. “Si riferiscono a Masky e Hoodie, i miei proxy.”
“Sir ci ha chiamato?” apparve il ragazzo dalla maschera effeminata con un taccuino e una penna.
“Ha bisogno di qualcosa Lord?” seguito dal compagno con una sad face costante disegnata con un gessetto rosso.
“No, ma colgo l’occasione per presentare la nostra nuova ospit-“
“MAAASKYYY HOOOODIEEEEE!” li afferrai in un abbraccio doppio, quel video tributo su loro due con la canzone Everyboy loves me era fottutamente subliminale.
E mentre i due proxy si guardarono confusi il Mr.Suit si spiattellò la sua affusolata mano bianca sul volto vuoto, facendosi consolare dallo sguardo di Hellie che era passata a un pacchetto di Virtual.
“Voi due, ammettettelo…avete una relazione vero?” e anche Yaoista prego.
Ero certa di averli traumatizzati a vita, peccato avessero le maschere avrei voluto vedere il loro cambiamento d’espressione istantaneo e le loro pupille annegate nel terrore. “E ditemi avete già fatt-UHDIUHEFH” Il rettile aveva stretto se sue spire intorno al mio collo per evitare di concludere la frase e fa inabissare definitivamente i due proxy nell’oblio più totale.
La pressione mi costrinse a sciogliere l’abbraccio dando la possibilità ai due discepoli di trovare rifugio dietro al corpo alto di Slender-sama, avevo traumatizzato a vita due proxy che molto probabilmente mi temeranno di più del loro stesso Lord…avevo trovato un senso alla mia vita.

Because I’m happy :D
Clap along if you feel like a room without a roof
Because I’m happy :D
Clap along if you feel like happiness is the truth
Because I’m happy :D
Clap along if you know what happiness is to you
Because I’m happy :D
Clap along if you feel like that’s what you wanna do!


“Anche lui no…” Hellie sembrò angosciarsi  di colpo mentre la melodia canticchiata si faceva sempre più vicina.
“ Sei ritornata e oltretutto ne hai portata una nuova…è finita” la segui Slen, ormai la voce era a portata di orecchio e finalmente il misterioso cantante si rivelò.

“Hellie sei tornata! Zio Splendy è felice! :D” il fratello minore della famiglia Slender si buttò sulla rossina supazzandola come se fosse un tenero orsacchiotto di pelouche.
“ooh fluff moment” commentai dolcissima osservando i due riuniti.
“MUORICI.” Fu la risposta della dolce Hellie accarezzandomi con i suoi occhi che trasmettevano una tranquilla brezza di omicidio colposo e smembramento.

“Abbraccio di gruppo anche per te dolce bambina :D” con il suo lungo braccio lo Slen sempre happy mi portò ad un contatto pieno di calore e affetto assieme alla piccola demone decisamente contrariata.
“Fhiiiiii!” esclamai tutta contenta stringendomi a loro due.
“NOOOO!” Hellie sembrava non gradire affatto l’abbraccio tentando in tutti i modi di liberarsi da quella trappola di colori arcobaleno a pois e sorrisi ebeti da bimbiminkia.
La finestra alle nostre spalle si aprì di colpo facendo entrare in cucina un individuo dai grandi occhiali arancioni e una maschera da cannibale, ecco l’ultimo proxy, Toby Rogers alias Ticci Toby.
“HEEEEEEEEEEEEY!” il saluto è allegro e soprattutto urlato, come previsto dal terzo proxy. “HEEEELLIIIEEEE!” e si unì anche lui nella riunione di creepy a caso facendo alterare ulteriormente la demon.
“Oh guarda Toby c’è Masky!” lei sapeva bene che qualsiasi cosa accadesse Toby dava l’attenzione a due sole cose e visto che i waffles non c’erano…
“HEEEEEEEEEY MASKYYY!” il ragazzo si diresse a rompere le palle alla maschera bianca con le sue chiacchiere inutili e cose del tipo accettalo, tu fai schifo e ricevendo come risposta dalla parte cattiva di Masky, si lui ha una parte cattiva, un ti ucciderò sussurrato spostandosi leggermente la maschera e lasciando intravedere le labbra piegate in un ghigno poco rassicurante.
“Ehi raga, ma qui si fanno le cose a tr-DUHCML!”
“Almeno Lizard fa qualcosa di giusto qualche volta. Non puoi fare pensieri perversi su mio fratello!” mi sgridò altamente arrabbiata Hellie. Ma no, scu…eh?!
“No aspetta…LUI è TUO FRATELLO?!”
“Si e loro sono i miei zii: Zio Slen e Zio Splendy.”
Teoricamente non mi sarei dovuta sorprendere ma questo aveva travolto tutte le mie teorie dei creepypasta e non.

Durante la cena mi spiegò la storia della sua dinastia.
Sua madre era la figlia di mezzo dei cinque fratelli Slender e suo padre era Lucifero, figlio di Satana.
I due diedero alla luce due figli, Toby suo fratello maggiore e lei, Helldot detta Hellie, che pur avendo gli stessi genitori avrebbero dovuto affrontare due destini diversi: Toby sarebbe stato costretto a vivere una vita umana e reincarnarsi dopo ogni sua morte in un altro umano per poi ricordarsi chi è davvero solo rincontrando la sua vera famiglia, Hellie, invece, poteva vivere una vita immortale, decidere la sua morte e rinascere a suo piacimento.
Quel racconto mi aveva fatto aprire gli occhi su un mondo sconosciuto che tra poco avrei dovuto esplorare e vivere con la mia nuova famiglia e i miei nuovi amici.

“Ehi schizzata non fagocitare.”
“Io non fagocito…mmm, carne GNAM!”
“Nooo, stai solo divorando una bistecca con la stessa delicatezza di un T-Rex.”
“BEN…quella è davvero insalata?”
“Mmm…chissà, non condivido”
“Anche io voglio un po’di insalata verde di BEN!”
“No che sei già in botta di tuo e se ti spacchi ammerda diventi anche peggio!”
“WAFFLES!”
“Anche a Slendy piacciono i waffles! :D”
“HEEEEEY MASKY! MASKYYYY! HEYYYYYYY! HEYY MASKYYYYYYY! PASSAMI LO SCIROPPO!”
Prenditelo da solo, tieni pure Toby, strozzati.”
“Voglio un waffle con sopra gli zuccherini colorati!”
“Ecco a te piccola Vale :D”
“Fhiiiiiiiiii! Vuoi un po’ Hellie?”
“No ma spero che i tuoi fottutissimi zuccherini di causino un’embolia polmonare.”

Ed è così che iniziò la mia nuova vita, con loro.

Chi trova qualcuno con i suoi stessi disturbi psichiatrici trova un tesoro.



Angolo dell'Autrice
E così termina la mia prima creepy fanfic, ringrazio tutti i lettori che mi hanno seguito fino a qui 
_Windurin_Angy_Sunne la mia coccolacchiosa sis Usagi <3 
Grazie amiche mie :D









Voi raga credavate che fosse terminato vero? No non vi lascerò così facilmente, vi torturerò la psicosi con un'altra creepy fanfic ancora più demenziale che crederete che la sanità mentale sia un biscotto alla menta peperita. 
Preparatevi, lo sclero ritornerà come uno Sharknado *-*

 

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