Just the way you are

di xLarrysbrave
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Uh aiuto.. ho già scritto due storie che ho poi pubblicato e dopo poco eliminato perchè non mi convincevano o perchè non sapevo come continuare. Non riesco a scrivere per più di due mesi la stessa fan fiction ma questa volta ho deciso che mi impegnerò.
Mi impegnerò a finire questa storia che sto per iniziare e se anche sta volta andrà male giuro(forse ahah) che non scriverò più.
Per questa ff mi sono preparata un’idea generale dello svolgimento quindi spero che andrà tutto bene e che riesca finalmente a mettere l’opzione ‘sì’ sotto a ‘Completa’
Detto questo mi scuso se vi ho fatto perdere tempo ma ci tenevo a dire queste cose.. quindi, buona lettura! c;


Capitolo 1.

Io e il mio migliore amico Niall stavamo chiacchierando del più e del meno mentre ci avviavamo in classe.
Prendemmo posto in fondo all'aula e subito arrivò il professore che fece l’appello cominciò a spiegare cose a cui non davo molta importanza. Dieci minuti dopo la porta si spalancò ed entrò un ragazzo castano con due occhi azzurri come il cielo. Avrei giurato su qualunque cosa che quel ragazzo io l’avevo già visto, quello sguardo mi era troppo familiare.. ma certo!
“Ah, lei dev'essere Lewis Tomlinson, giusto?” il ragazzo lanciò un’occhiata storta al professore.
“Louis” disse stizzito. Ne avevo appena avuto la conferma: quello era il ragazzo che due anni prima, in vacanza in Spagna, mi aveva quasi baciato. Niall notò il mio disagio e sottovoce mi chiese se andasse tutto bene, io mi limitai ad annuire.
“Si.. Louis, c’è un posto laggiù, nel banco vicino al ragazzo riccio” Louis si voltò e sentii i suoi occhi puntati nei miei. Mi aveva riconosciuto? Impossibile, ero troppo cambiato da quando avevo sedici anni. Lui invece no, a parte i capelli e il modo di vestire era rimasto uguale.
Continuò a fissarmi finchè non arrivò al suo posto e Niall, sempre sottovoce, mi chiese di nuovo
“Harry sei sicuro che vada tutto bene? Sei rigido come un bastone” ma io non gli risposi, avevo mille pensieri che mi vorticavano nella testa ed ebbi paura che potesse scoppiare da un momento all'altro.
“Lo conosci?” quella domanda mi riportò alla realtà.
“CHI?!” forse avevo alzato un po’ troppo la voce perchè tutta la classe si girò verso di me, compreso Louis, e il professore disse
“Styles, se non le dispiace io starei spiegando” probabilmente arrossii perchè avevo le guance in fiamme
“Ehm.. si.. ehm.. posso uscire un attimo?”.
Non appena il prof annuì mi fiondai fuori dalla classe, Louis era arrivato da due minuti ed io già stavo impazzendo. Non so cos’avesse quel ragazzo, ma ogni volta mi faceva venir voglia di scappare.
Arrivai in bagno tutto sudato, mi sciacquai la faccia per cercare di liberare la mente ma era impossibile, i ricordi di quella vacanza si stavano facendo sempre più vividi.



“Harry sono contento che tu abbia trovato un amico” mi disse mia madre, e io non potei trattenere un sorriso. Mi piaceva stare con Louis e, dato che aveva due anni in più di me, mi insegnava un sacco di cose fiche. Eravamo sempre in giro, in hotel ci tornavamo praticamente solo per dormire. Lui era molto bravo a giocare a calcio e aveva provato a spiegarmi qualche cosa ma io ero troppo imbranato, quindi ci ritrovavamo sempre per terra a ridere. Louis era anche bravo a cantare, aveva una voce bellissima e a volte cantavamo insieme oppure facevamo le gare di acuti – anche se lui la riteneva una cosa da gay, io ritenevo più da gay certi suoi movimenti – . Quando ero con lui provavo emozioni strane e i suoi occhi avevano qualcosa di magnetico, erano così belli e perfettamente azzurri che a guardarli ti incantavi. Ed era esattamente quello che facevo io, ma anche lui ogni tanto guardava i miei di occhi. Passavamo minuti interi a fissarci senza dire niente, poi tornavamo a ridere e scherzare come niente fosse.
A volte quando eravamo in piscina o a fare il bagno in mare pensavo che Louis fosse un proprio un bel ragazzo e che avesse anche un fisico perfetto, e in quei momenti cercavo di scacciare quei pensieri che mi facevano venire seri dubbi sul mio orientamento sessuale. Ma che ci potevo fare? Avevo sedici anni, ero un adolescente nel pieno della crescita e nella scoperta di sè stesso. I dubbi però diventarono addirittura soffocanti quando, l’ultima sera prima di partire, io e Louis stavamo guardando le stelle sdraiati in spiaggia.
“Sai Harry, tu mi piaci davvero” mi tirai su sui gomiti per guardarlo meglio, perchè in realtà non avevo capito cosa intendesse per ‘mi piaci’.
“Anche tu mi piaci molto, mi sono divertito un sacco con te queste due settimane” lui rise, poi si mise seduto.
“No riccio, forse non hai capito” continuava a ridere e io continuavo a non capire “Tu hai qualcosa di speciale.. saranno i tuoi stupidi occhi, o i tuoi odiosi ricci però mi piaci” lo guardai perplesso.
“Ma in che senso ti piaccio?” Louis continuava a ridere e sinceramente mi irritava, anche se la sua risata era bellissima.
“In questo senso” disse, poi si avvicinò sempre di più al mio viso e quando le nostre labbra stavano per sfiorarsi io d’impulso mi buttai indietro.
“Lou scusami.. n-non so cosa dire.. non so c-cosa provo per te però a-anche tu mi piaci” con la voce che tremava riuscii a dire solo questo, poi scappai via come una femminuccia senza dargli spiegazioni. Inutile dire che dopo quella sera non vidi mai più Louis. Continuai a mandargli messaggi per mesi, ma lui non rispose neanche ad uno.



Riuscii a rivivere tutti quei momenti, uno ad uno, e non mi accorsi che era già passato un quarto d’ora da quando ero uscito. Quando arrivai davanti alla porta della mia classe esitai un momento sperando che tutto quello che era appena successo fosse stato solo un sogno – o un incubo? – , che Louis non fosse veramente un mio nuovo compagno e che entrando mi sarei svegliato. Mi passai una mano tra i capelli, poi afferrai la maniglia e spinsi avanti la porta.. Tutti gli sguardi erano rivolti a me, di nuovo, e lui era ancora lì.
“Tutto bene Styles?” mi chiese il professore, notando la mia faccia sconvolta
“S-si..” dissi avviandomi verso il mio banco, e l’uomo sulla sessantina riprese a spiegare.
Feci il giro largo passando dietro a Niall pur di non avvicinarmi a Louis, e mi sentii così stupido e patetico.. magari neanche si ricordava di me o semplicemente non gliene fregava niente.
Passai il resto della lezione con la testa bassa e lo sguardo fisso sulle mie mani che si stringevano incessantemente per la tensione. Quando finalmente suonò la campanella misi tutte le mie cose nello zaino perchè volevo andarmene da quella stanza il più velocemente possibile, ma mentre stavo lasciando il mio banco, una mano mi afferrò il polso. Mi girai di scatto e trovai gli occhi di Louis puntati nei miei, il suo sguardo era freddo e spento, non sembrava quello che avevo visto due anni prima. Cercai Niall con lo sguardo ma il ragazzo che mi stringeva un braccio fino a farmi male l’aveva già cacciato via
“Non ti azzardare a dire in giro di quello che è successo tra di noi”.



 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Prima che cominciate a leggere vi lascio qualche informazione utile sulla storia e sui personaggi, perchè sono cose che non verranno menzionate c;
I ragazzi frequentano il college e, chi abita vicino, non deve necessariamente stare in alloggio.
Harry e Niall sono al secondo anno ed hanno 18 anni, Zayn e Liam sono al terzo anno ed hanno 19 anni invece Louis è al secondo anno come Harry e Niall ma ha 20 anni(e poi scoprirete perchè).



“Non ti azzardare a dire in giro di quello che è successo tra di noi”


La voce di Louis aveva qualcosa che mi metteva in soggezione, o forse non era la sua voce. Forse era lui. Appena entrò in classe notai che non sembrava affatto cambiato e beh, mi sbagliavo.
Ma questo l’avrei capito troppo tardi.
Louis mollò la presa sul mio polso lasciandomi il segno della sua stretta, poi mi lanciò un’occhiataccia e uscì dalla classe. Quasi contemporaneamente entrò Niall preoccupato
“Harry tutto bene?! Cos'è successo?! Cosa ti ha detto quello lì?!” mi tempestò di domande e la mia unica risposta fu
“Stai tranquillo, lo conosco.. ora andiamo o perderemo la prossima lezione” ma il biondino non fu contento
“Andiamo Haz, sai che puoi fidarti di me! Ci conosciamo dall'asilo e ci siamo sempre detti tutto!” probabilmente capì che non avevo voglia di parlare, così stette zitto per tutte e due le lezioni successive.
Durante la pausa andammo alle macchinette per prendere uno snack e Niall notò il segno che Louis mi aveva lasciato sul polso
“Harry cos'è quello?” stava per prendermi il braccio per vedere meglio ma io lo tirai da parte
“Niente.. poi va via” ovviamente non mi ascoltò neanche, ci conoscevamo da così tanto tempo che gli bastava guardarmi in faccia per capire se qualcosa non andava.
“Senti, sono tre ore che sei strano quindi adesso mi dici cos'hai” a quel punto trascinai Niall in un corridoio vuoto dove non potessero sentirci e lui sembrò quasi sollevato
“Ti ricordi che ti avevo raccontato di aver incontrato un ragazzo in Spagna, due anni fa?” il biondo annuì, così io proseguii
“Ecco, quel ragazzo è Louis Tomlinson, il nostro nuovo compagno di letteratura” vidi il mio amico sgranare gli occhi come se avesse visto chissà che cosa
“Ed è stato lui a farti quello?” disse posando lo sguardo sul mio polso con aria preoccupata
“Sì.. mentre stavo uscendo dalla classe mi ha fermato per dirmi di non dire a nessuno quello che è successo tra noi e diciamo che mi ha stretto un po’ troppo” ora Niall sembrava una via di mezzo tra il furioso e il preoccupato
“Se prova a toccarti di nuovo giuro che non so cosa gli faccio!” parlava con i pugni stretti e sembrava quasi un bambino arrabbiato, ma era così dolce da parte sua cercare di proteggermi
“Harry aspetta, Louis ti ha detto di non dire niente a nessuno, ma ormai a me l’hai raccontato” il suo sguardo s’incupì un po’
“Non credo che lo sappia quindi ti prego, Niall, non fare niente di stupido” gli risposi in tono rassicurante e lo abbracciai
“Grazie di tutto, davvero” non mi vergognavo a mostrarmi affettuoso con Niall, il nostro rapporto era così. Ci consideravamo fratelli, passavamo un sacco di tempo insieme e ci dicevamo tutto, in più lui mi aveva sempre sostenuto quando avevo dichiarato apertamente di essere gay.
Proprio mentre stavamo sciogliendo quell'abbraccio rassicurante suonò la campanella, segno che dovevamo tornare a lezione
“Ora tu che lezione hai?” mi chiese Niall mostrando il suo bel sorriso
“Trigonometria, tu?” risposi ricambiando il sorriso e facendo spuntare sulle mie guance due fossette
“Inglese.. ci vediamo a pranzo? Ci sono anche Liam e Zayn” disse lui, sempre sorridendo
“Certo, a dopo Nialler!” ci salutammo velocemente e poi io andai nella mia classe.
Liam e Zayn erano due ragazzi che avevamo conosciuto il primo anno, al corso pomeridiano di canto. Insieme avevamo formato un bel gruppetto, anche se a volte Zayn aveva le sue giornate ‘no’ avevamo capito che era meglio lasciarlo solo e aspettare che tornasse lui da noi.
Zayn aveva un carattere deciso e Liam invece era il contrario, gentile e premuroso. Non che Zayn fosse maleducato, ci mancherebbe, però diciamo che aveva un modo tutto suo di relazionarsi con la gente. La quarta ora sembrò passare piuttosto velocemente e non appena finì mi diressi verso la mensa dove mi stavano aspettando i miei amici, infatti li trovai proprio all'entrata.
“Ehy Hazza!” tutti e tre mi sorrisero e io feci lo stesso ricambiando il saluto.
Prendemmo da mangiare e poi ci andammo a sedere ad un tavolo su un lato della grande sala; i tavoli erano tutti uguali, tranne uno più grande degli altri al centro della mensa.
Lì di solito ci pranzavano i ragazzi della squadra di calcio, quelli ‘fighi’, infatti li riconobbi subito per il casino che stavano facendo. In mezzo a quel gruppo però scorsi una figura nuova.. Louis Tomlison. Che diavolo ci faceva lui con i Rovers?
“Ehm Zay, conosci per caso quel ragazzo con i capelli arruffati e gli occhi azzurri che sta al tavolo con i Rovers?” chiesi subito spiegazioni a Zayn dato che lui era il capitano della squadra
“Mh, si. E’ un tipo nuovo.. è venuto ieri a fare una prova e il coach l’ha subito voluto dentro” mi limitai a borbottare un ‘capito..’ e inevitabilmente mi beccai un’occhiata da Niall.
“Perchè tu non mangi con loro?” chiese Liam rivolto al moro
“Perchè sto bene con voi, e poi quelli sono tutti dei coglioni” scappò una risatina a tutti e quattro, poi continuammo a parlare delle solite cose. Quando la mensa cominciò a svuotarsi mi girai un secondo per vedere se Louis era ancora al suo tavolo, ma erano rimasti solo un paio di ragazzi che ci provavano spudoratamente con una cheerleader. Qualcuno urtò la mia sedia così mi girai di nuovo
“Levati, frocio” riconobbi subito quella voce.. Louis.
“Tomlinson  modera i toni” Zayn intervenne subito a mia difesa ma io gli feci segno di lasciar stare, intanto il ragazzo si era allontanato con aria seccata.
“Harry ti ho già detto mille volte di non farti mettere i piedi in testa, okay?” quando avevo rivelato la mia omosessualità non c’erano stati problemi a scuola tranne che con la squadra di calcio – solo perchè erano tutti teste di cazzo che si davano un sacco di arie – ma fortunatamente Zayn li mise a tacere e se qualcuno mi avesse comunque detto qualcosa voleva che tirassi fuori le palle. Ma io sono sempre stato troppo gentile per trattare male le persone, anche quando erano loro a cominciare.
“Ragazzi voi che corsi pomeridiani avete scelto quest’anno? Io canto e football” la voce allegra di Niall mi distolse dai miei pensieri e tornai ad ascoltare i miei amici
“Il solito, canto e calcio” disse per primo Zayn poi a ruota rispose Liam
“Canto e scrittura” ed infine io
“Canto e ceramica” tutti scoppiarono a ridere.. che c’era di strano?
“Ahahahahah Harry ti prego ahahah ceramica?” Niall cominciò a ridere rumorosamente e quando quel ragazzo comincia a ridere vi assicuro che non smette più. Guardai l’orologio appeso alla parete della mensa e notai che mancavano cinque minuti alla lezione di ceramica che faceva tanto ridere i miei amici
“Cazz.. ragazzi devo andare, ci vediamo in giro!” mi alzai e corsi verso i corridoi per non arrivare in ritardo. Mentre correvo in mezzo agli studenti fui talmente preso che andai a sbattere contro qualcuno facendo volare fogli ovunque
“Merda! Scusa, davvero, non volevo venirti addosso è che..” alzai lo sguardo per vedere chi fosse il malcapitato e trovai quegli occhi azzurri che tanto mi stavano tormentando. Sì, era Louis, di nuovo. In quel momento avrei voluto sprofondare.






Spazio autrice c:
Eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole ahah
Scherzi a parte, volevo dirvi che i primi capitoli non saranno
molto significativi per quanto riguardano i Larry, ma nel
quarto o quinto capitolo ci sarà un colpo di scena, se così
possiamo chiamarlo. Quindi vi chiedo di non abbandonare
subito questa ff perchè sembra pesante ma di aspettare
che ingrani un po'. E se volete farmi sapere cosa ne
pensate a me fa piacere!

Bisous e alla prossima. xx c;

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Louis raccolse le sue cose e se ne andò sbuffando, io rimasi lì per terra con gli occhi di tutti puntati addosso poi presi il mio zaino e me ne andai anch’io, diretto al laboratorio di ceramica.
Le due ore di lezione sembrarono volare, appena suonò la campanella uscii da scuola e andai a prendere la metro. Casa mia era ad una decina di fermate di distanza così mi misi le cuffiette ma i miei pensieri erano così forti che mi dimenticai di premere ‘play’. Pensavo a tutto e a niente, alla vacanza in Spagna, all’incontro con Louis di quella mattina, all’episodio in mensa.. mi passava tutto davanti come fossero immagini ben definite.
Quella sera riuscii a concentrarmi un po’ sullo studio ma Louis saltava sempre fuori nella mia mente, così decisi di andare a dormire cercando di pensare ad altro.
 
“Harry svegliati” la voce dolce e tranquilla di mia madre continuava a risuonarmi nella testa, poi un lampo di luce mi colpì dritto in faccia.. aveva aperto la finestra. D’istinto misi la testa sotto al cuscino e mugugnai qualcosa di incomprensibile
“Su, dormiglione, alzati o arriverai tardi a lezione”
Quella mattina andare all'università e rivedere Louis era l’ultimo dei miei desideri ma buttai i piedi giù dal letto, andai a fare una doccia veloce, mi misi i soliti jeans neri aderenti, la solita maglietta bianca e i soliti stivaletti marroni consumati e scesi per la colazione. Mangiai in fretta un toast e uscii di casa
“Harry, tesoro, stai dimenticando qualcosa?” mia madre sbucò dalla finestra della cucina così camminai nell'erba bagnata del giardino e mi avvicinai a lei per stamparle un bacio sulla guancia
“Bravo, ora vai e divertiti!”
“Sicuramente mamma!” probabilmente notò il mio tono ironico perchè la sentii sbuffare.
Camminai calciando un sassolino di tanto in tanto fino alla stazione della metro. Avrei potuto prendere la mia moto per andare all'università ma quella mattina preferii non guidare.
Rimasi a chiacchierare un po’ con Niall nel cortile e prima di andare nelle rispettive aule mi diede appuntamento come di routine per mangiare insieme a Zayn e Liam in mensa.
Le ore sembravano non passare più e senza che me ne accorgessi stavo disegnando Louis Tomlinson sul mio libro. Senza pensarci due volte strappai la pagina e la accartocciai, sperando di accartocciare anche i pensieri rivolti a lui.. con poco successo, ovviamente.
Subito dopo riaprii la pagina stropicciata e disegnai due corna e un forcone da diavolo al disegno, poi la riaccartocciai e feci un sorrisetto compiaciuto. Il mio compagno di banco mi lanciò un’occhiata di compatimento
“Che hai da guardare? Pensa per te” sbuffai e appoggiai la testa ad una mano, cercando di seguire la lezione. Appena uscii dalla classe vidi Louis entrare e andare verso il banco dove ero seduto io poco prima e dove avevo lasciato il mio schizzo ‘creativo’. Mi precipitai dentro per riprenderlo ma lui stava già scartocciando la pallina.. quando vide il disegno fece un sorriso sbilenco e si girò verso di me. Il cuore mi saltò in gola, cos'avrebbe fatto adesso? La sua risata risuonò amara nella stanza
“Disegni bene, frocio” non sapendo cosa dire uscii dalla classe a testa bassa.
Ma che problemi aveva?! E poi senti da che pulpito viene la predica! Mi chiamava frocio quando lui era stato il primo a provarci con me.. Dio, era così irritante! Non lo sopportavo già più.
Però non riuscivo a smettere di pensare a quegli occhi azzurri, così profondi che mi ci sarei perso dentro.

“Ragazzi vi va di venirmi a vedere domani? Abbiamo un’amichevole con i Redbears” chiese Zayn, dando un morso al suo sandwich                                                                                                                                                 “Certo!” Niall e Liam risposero insieme, neanche si fossero organizzati. Io aspettai un attimo prima di rispondere.. andare alla partita significava anche vedere Louis e io non ero sicuro di voler vedere quello stronzo                           “Harry?”
“Mhh?”
“Tu non vieni?”
“Non lo so Zayn, ho un sacco di roba da studiare e..” non finii la frase che mi ritrovai davanti tre facce da cucciolo imploranti, e alle facce da cucciolo non si può dire di no
“E va bene, verrò anch'io” scoppiai a ridere.
Dopo pranzo andammo tutti insieme al corso di canto e appena entrammo in classe rimasi sorpreso della cosa che vidi.. O meglio, della persona che vidi. Louis era seduto nel grande cerchio di sedie lontano dagli altri ragazzi, con le braccia strette al petto. Zayn si andò subito a sedere vicino a lui
“Ehi Louis, anche tu qui” mentre parlavano si diedero un pugno
“A quanto pare” rispose con la sua solita voce da acidella
“Uhm.. loro sono i miei amici. Niall, Liam e Harry” tutti risposero con ‘Piacere’ ma io mi limitai ad annuire.
Cercai con lo sguardo un posto possibilmente lontano da Louis ma vidi Niall che sogghignando si andò a sedere vicino a Liam. Inutile dire che l’unico posto rimasto era quello alla destra della persona che volevo evitare come la peste. Diedi un’occhiataccia a Niall che continuava a ridersela sotto i baffi e mi andai a sedere anche io.
Mentre scaldavamo la voce cercai di prestare meno attenzione possibile a Louis ma quando cominciammo a cantare sul serio, beh.. il suo solito tono brusco venne rimpiazzato da una voce dolce e leggera, così bella che potresti ascoltarla per ore senza stancarti. Ogni tanto andavo in oca, perdendomi nei movimenti delle sue labbra sottili, ma ad un certo punto se ne accorse perchè mi diede una gomitata dritta nelle costole. Cercai di soffocare un gridolino
“Ahi! Ma sei fuori?!”
“Smettila di guardarmi e pensa a cantare” okay, mi aveva scoperto
“Non ti stavo guardando” cercai di sviare l’imbarazzante situazione ma Louis scosse la testa, accennando un sorriso. Perchè ha sorriso? Prima mi insulta e poi mi sorride? Magari era un sorriso di compatimento  – magari avrei dovuto smetterla di preoccuparmi tanto per Louis Sonounostronzo Tomlinson –.
Alla fine delle lezioni rimanemmo tutti e cinque fuori dall'edificio a parlare, e con mia sorpresa Louis si mostrò allegro e simpatico, ma non con me ovviamente. Quando decidemmo che fosse arrivata l’ora di andare mi ritrovai a fare un pezzo di strada insieme a Louis, io per andare in stazione e lui per tornare al campus.
Camminammo uno di fianco all’altro, senza dirci niente e senza salutarci quando lui cambiò strada.
Dopo quel pomeriggio non vidi più Louis fino al lunedì successivo, alla lezione di letteratura della prima ora. Non aveva neanche giocato la partita contro i Redbears ma Zayn disse che era perchè non si era sentito bene.

Anche quella mattina si sedette in fondo all’aula, nel banco vuoto di fianco al mio, e mentre il professore spiegava lo vedevo giocherellare con un braccialetto di nastro bianco
“Bene ragazzi, per la settimana prossima voglio che facciate una ricerca su un poeta Inglese a vostra scelta. Le coppie sono in ordine alfabetico” non prestai molta attenzione fin quando non chiamò il mio nome
“..Horan e Irwin.. Morgan e Mitchell.. Styles e Tomlinson” mi voltai di scatto verso Louis e vidi che anche lui aveva fatto lo stesso
“NO!”






Spazio autrice c:

Ragazze scusate tantissimo se aggiorno
solo ora, ma sono stata in vacanza tre
settimane e quando sono tornata dovevo
mettermi avanti con i compiti..
Comunque spero di riuscire ad aggiornare
in 4-5 giorni anche se adesso ricomincia
la scuola *sparatemi vi prego*
Volevo dirvi anche che nel prossimo capitolo
ci sarà un altro colpo di scena eheh

ps. Se volete potete seguire la storia anche da
Wattpad: http://www.wattpad.com/69808361-just-the-way-you-are

   

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"C'è qualche problema" chiese il professore, con aria turbata
"Sì.. cioè no! Nessun problema" mi girai verso Louis forzando un sorriso
"Giusto" lui fece lo stesso, ma appena l'uomo alla cattedra riprese a chiamare dei nomi per le coppie mi fulminò con lo sguardo e fece dei gesti con le mani che intuii volessero dirmi 'Dopo dobbiamo parlare'. Come pensavo, appena finì la lezione mi prese per un braccio e mi trascinò in un angolo dove potessimo parlare tranquillamente. Questa volta però non mi strinse fino a farmi male, anzi, il suo tocco era delicato.
"Senti finocchio, non possiamo fare questa ricerca insieme. Inventati qualcosa, va a parl-"
"Perchè no?"
"Perchè tu abiti lontano, io sono sempre impegnato con gli allenamenti e poi perchè no"
"In metro ci mettiamo dieci minuti, con la mia moto cinque e poi possiamo farla anche qui in biblioteca" le parole mi uscivano dalla bocca senza controllo, decisamente..
"No. Trovati un altro compagno"
"Va bene.. e smettila di chiamarmi così" risposi in modo secco e me ne andai sbattendo di proposito contro la spalla di Louis. In un certo senso le sue parole mi ferirono.. ci tenevo a fare quella ricerca con lui, non so perchè.

Più tardi, in mensa, Louis non smetteva di guardarmi. Non riuscivo a capire cosa volesse.. mi guardava e io guardavo lui con aria interrogativa
“Harry? Uooh ci sei?” ero talmente preso dai miei pensieri che non stavo più ascoltando la conversazione con i miei amici
“Sì, sì scusatemi” sorrisi e mi appoggiai con i gomiti al tavolo bianco della mensa, ma il mio sguardo andava sempre a finire da un’altra parte
“E tu Harry cosa ne pensi?” la voce di Niall attirò la mia attenzione
“Ma che hai?” 
“Niente Niall, scusatemi..” Zayn, Liam e Niall mi guardarono in modo strano, poi continuammo a parlare come se niente fosse.


Stavo facendo un compito al computer quando sentii vibrare il cellulare sulla scrivania proprio di fianco a me. Lo sbloccai e vidi che c’era un messaggio da un numero sconosciuto

Da: Unknow
Ehi, scusa per oggi.. quando vuoi farla la ricerca? Louis.
 
Cercai di mantenere la calma ma il cuore mi martellava nel petto  per uno stupido messaggio. Di Louis. Perchè diamine mi faceva quest’effetto?! Era solo un ragazzo, e per di più lo odiavo.. Forse.

A: Unknow
Domani pomeriggio dopo il corso di canto a casa mia? J Harry. xx

Non feci in tempo a finire di salvare il suo numero che mi arrivò un altro messaggio

Da: Lou
Okay.

A: Lou
Aspetta, come hai avuto il mio numero?

Da: Lou
Zayn.. ci vediamo domani allora. xx

A: Lou
Ci vediamo domani. xx

Quella sera non riuscii a togliermi il sorriso dalla faccia e sia mia madre che mia sorella Gemma lo notarono
"Mamma domani pomeriggio viene un mio compagno del corso di letteratura, dobbiamo fare una ricerca"
"È il tuo ragazzo?" mi chiese Gemma ridacchiando
"Eh?! No, no quasi ci odiamo"
"Allora perché continui a sorridere? Eheh"
"Gem smettila.. Se proprio vuoi saperlo è Louis Tomlinson, quello che abbiamo conosciuto in Spagna"
Mia sorella e mia madre si scambiarono uno sguardo complice poi in coro dissero
"È il suo ragazzo" e cominciarono a ridacchiare tra di loro
"NO, okay? Non è il mio ragazzo!" rimanemmo tutti e tre in silenzio per tutto il resto della cena. Forse ero stato un po' troppo brusco, ma non mi piaceva l'idea di alludere a qualcosa che non sarei mai potuto essere.. perché ripensandoci ero stato davvero stupido a scappare via da Louis quella sera in Spagna.

 

Il giorno dopo a scuola andò tutto alla grande, vidi Louis al corso di canto e poi andammo insieme a casa mia per la ricerca
“Mh.. hai già in mente un poeta?” chiesi per rompere il silenzio mentre eravamo seduti in metro
“Cosa?”
“Per la ricerca, hai già in mente un poeta?” 
“Ah. No..” il tentativo di chiacchierare un po’ era fallito. 
Dopo pochi minuti eravamo già in casa. Appena entrati Louis si guardò intorno un po’ spaesato
“Mamma siamo a casa!” lanciai un grido di avviso a mia madre che subito dopo sbucò dalla cucina alla destra della zona d’ingresso
“Ciao tesoro! E tu devi essere Louis, piacere di rivederti” mia madre si avventò su Louis e gli stampò un bacio sulla guancia come se si conoscessero già, e in effetti era così
“Il piacere è anche mio, Anne” wow, si ricordava il suo nome..
“Bene, noi andiamo a studiare adesso” congedai mia madre che tornò in cucina a fare non so che e indicai a Louis le scale per salire in camera mia.
La mia era una stanza semplice: il letto, una scrivania contro al muro, un grande armadio e tante foto appese con lo scotch al muro sopra al letto.
“Bello.. ti piace fare foto a quanto vedo”
“Già, ogni tanto.. se vuoi puoi cominciare a cercare qualcosa al computer mentre vado a fare un the caldo, ti va?” Louis annuì e si andò a sedere alla scrivania, io scesi e tornai cinque minuti dopo con due tazze fumanti in mano. Poco dopo arrivò anche mia madre con in mano un vassoio pieno di biscotti
“Haz, tesoro, vi ho preparato dei cookies. Sono ancora caldi!” lei era sempre stata un’esperta nel mettermi in imbarazzo. Louis allungò una mano verso il vassoio per prendere un biscotto e sorrise dolcemente a mia madre.. era così carino il modo in cui gli angoli della sua bocca si alzavano e due rughette si formavano ai lati dei suoi occhi. Presi un biscotto anch’io e la ringraziai, poi sparì dietro la porta. Per un’ora buona riuscimmo a fare la ricerca senza venire interrotti poi, senza pensarci, chiesi una cosa di cui mi pentii subito
“Louis.. perchè vuoi che non dica a nessuno di quello che è successo in Spagna?” probabilmente lui rimase spiazzato perchè smise di colpo di scrivere al computer, poi ci fu un attimo di silenzio prima che rispondesse
“Perchè altrimenti tutti crederebbero che io sia un frocio come te.. e non lo sono”
“Ma per favore, questa è una scusa del cazzo! Essere gay non è un difetto!” per poco non gli urlai contro, e finalmente Louis alzò lo sguardo dalla tastiera
“Ora posso chiederti una cosa io, Harry? Cosa si prova a succhiare un cazzo?” fece un sorrisetto sbilenco e tornò a guardare il computer. Questa volta aveva proprio esagerato, avevo le guance in fiamme e mi stavo trattenendo dal tirargli uno schiaffo dritto in viso
“Puoi spiegarmi qual’è il tuo fottuto problema?! E’ da quando sei arrivato qui che non fai altro che chiamarmi frocio! Ma qui quello che ha cercato di baciare un ragazzo sei tu!” mi alzai di scatto dalla sedia e quando vidi che Louis stava per ribattere parlai io
“Sta zitto.. sai cosa ti dico, Tomlinson? Vaffanculo, okay? Vaffanculo!” presi la mia giacca e uscii dalla camera sbattendo la porta, scesi le scale di corsa e mi fiondai fuori. Stava diluviando ma non ci diedi troppo peso. Le lacrime che mi scendevano sul viso si confondevano con la pioggia che ormai mi aveva bagnato dalla testa ai piedi. Cominciai a camminare senza meta tra vialetti costeggiati da alberi che sembravano formare un ponte di foglie; la luce fioca dei lampioni illuminava la strada e la pioggia continuava a cadere a secchiate. Dopo un po’ che camminavo sentii dei passi dietro di me e subito dopo qualcuno mi afferò una mano, facendomi fermare. Mi girai e trovai Louis bagnato fradicio con una faccia sconvolta, tirai via di scatto la mano
“Harry ti prego scusami! Possiamo ricominciare tutto da capo?”




Spazio autrice c:

Waaa ce l'ho fatta! Volevo assolutamente
aggiornare entro stasera e ce l'ho fatta ahah
Comunque, spero davvero che questo capitolo
vi piaccia quanto è piaciuto a me scriverlo aww
Louis sembrerà una sassy mestruata ma sotto
sotto ha il suo lato dolce, e lo vedrete anche
prossimamente.

Bisous e alla prossima. xx c; (sì, questo è il mio saluto di rito ahah)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Mi passai una mano sul viso come per asciugarmi le lacrime, ma fu inutile perchè la pioggia continuava a cadere incessante. Non riuscivo a credere alle parole di Louis. Davvero era dispiaciuto? Davvero voleva provare a ricominciare tutto da capo? Forse mi stavo solo illudendo, come sempre, ma a vedere Louis in quello stato mi si strinse in cuore. Non riuscii a trattenere un sorriso e il ragazzo di fronte a me, che continuava a fissare le sue scarpe, alzò la testa e giuro di aver visto i suoi occhi brillare. Era così bello, tutto fradicio con i capelli bagnati che gli gocciolavano sul viso.. sentii una strana sensazione al centro del petto ma cercai di non farci caso
“Piacere, Harry Styles” tesi una mano verso Louis che si lasciò scappare una risata
“Louis Tomlinson, il piacere è tutto mio” quando mi strinse la mano sentii una lieve scossa percorrermi tutto il braccio. Non riuscivo a capire perchè solo lui mi faceva sentire così.. strano.
“Sarà meglio che torniamo a casa prima di prenderci un brutto raffreddore” dissi a Louis e lui annuì sorridendo. Camminammo insieme sotto la pioggia, per poco le nostre mani non si sfioravano e io continuavo a sentire qualcosa nel petto ma anche sta volta cercai di pensare ad altro. Arrivati in casa mia madre ci vene in contro
“Ragazzi! Dove siete stati? Mi avete fatto preoccupare!” la solita mamma apprensiva..
“Mamma tranquilla, avevo solo bisogno di un po’ d’aria fresca, Louis mi ha seguito ma ci siamo dimenticati l’ombrello”
Feci segno a Louis di andare di sopra e mia madre non fece in tempo a rispondere, meglio evitare i dettagli. Andammo in bagno ad asciugarci e gli diedi una salvietta, quindi andai in camera mia a prendere dei vestiti asciutti. Quando tornai in bagno Louis si stava strofinando i capelli, sembrava un piccolo pulcino bagnato.. gli porsi i vestiti sorridendo
“Tieni, forse ti andranno un po’ larghi”
“Harry.. non serve” lui ricambiò il sorriso e continuò a strofinarsi i capelli
“Sei bagnato fino alle mutande, eccome se serve” Louis non riuscì a trattenere una risata e due rughette comparvero ai lati dei suoi occhi. Era così bello. Scossi via quei pensieri dalla testa e andai in camera a cambiarmi. Mentre mi infilavo gli stivaletti sentii dei passi fermarsi dietro di me e girandomi trovai Louis davanti alla porta, con le braccia aperte: la mia felpa gli era enorme e i pantaloni della tuta gli coprivano i piedi. Mi misi le mani davanti alla bocca per non scoppiare a ridetgli in faccia, ma era troppo dolce e divertente allo stesso tempo
“Smettila di ridere! Non è colpa mia se sei un gigante” fece una faccia da finto imbronciato
“Ma sei tu che sei piccolo!” cominciò anche lui a ridere, mi passò di fianco sbuffando e mi tirò un pugno sulla spalla
“Su, abbiamo una riderca da finire” ora faceva pure la maestrina?
Passammo un’ora e mezza filata a cercare informazioni e scrivere appunti, poi Louis guardò l’orologio ed erano già le 19:07
“Cazz.. è tardissimo, possiamo continuare un altro giorno?”
“Certo. Ti accompagno in moto, andiamo”
“No, no vado con la metro” Louis sembrava una trottola, si alzò dalla scrivania e cominciò ad infilare libri alla rinfusa nello zaino
“Non se ne parla, a quest’ora la metro non è sicura” forse stavo mentendo
“Cosa te ne frega a te?“
“Niente, però non voglio che ti rapiscano.. se no cosa racconto al professore di letteratura quando devo presentare la ricerca?” forse stavo mentendo di nuovo. E stavo pure facendo il sarcastico.
Louis finse di ridere ma alla fine accettò il passaggio.

“Mamma accompagno Louis al campus, torno tra poco” avvertii mia madre che stava giocando a Ruzzle sul suo cellulare
“Ciao Louis! Torna presto, okay?”
“Certo Anne, ci rivedremo sicuramente” ma che carini mia madre e mio marito Louis. Una volta fuori diedi a Louis il casco, montai sulla moto e feci salire lui dietro
“Ti prego Harry vai piano, non sono mai andato in moto” gli dissi di stare tranquillo perchè in ogni caso io ero un motociclista attento prudente ma lui si mise a ridere. Questa sua ‘debolezza’ mi faceva sentire il bisogno di proteggerlo..
Inizialmente Louis si tenne stretto ai lati del sedile ma quando accelerai un po’ – di proposito – strinse le braccia intorno al mio corpo, tanto strette che potevo sentire il battito irregolare del suo cuore contro la mia schiena. Rallentai perchè alla fine mi dispiaceva che Louis fosse così spaventato, ma lui non tolse le braccia dalla mia vita finchè non fummo arrivati nel parcheggio della casa dello studente. Smontai dalla moto e aiutai Louis che essendo in difficoltà non riuscì a scendere da solo(lol). Rimanemmo lì fermi a fissarci e a giocherellare con le mani per istanti che sembrarono infiniti, nessuno sapeva cosa dire, quindi Louis fece una cosa del tutto inaspettata: mi venne in contro e mi buttò le braccia al collo. Subito non capii cosa stava succedendo, poi ricambiai l’abbraccio stringendolo più forte. Restammo così per non so quanto tempo, Louis con il viso incastrato nell’incavo del mio collo e io che per poco non lo sollevavo da terra
“Scusa” quelle parole, sussurrate nel mio orecchio, mi fecero venire la pelle d’oca “per tutto”
In quel momento capii che potevamo davvero ricominciare tutto. Lo stavamo già facendo.






Spazio autrice c:


Ehii bellissime lettrici, scusate se
non ho aggiornato entro i tempi stabiliti
e se il capitolo è un po' corto ma dovevo 
un po' ingranare con i tempi della scuola e 
in più c'era anche la fiera qui dove abito io eheh
Comunque, questo capitolo è molto fluff e Louis
e Harry decidono di lasciarsi finalmente il passato
alle spalle. Spero vi sia piaciuto e se volete
lasciatemi una recensione per farmi sapere
cosa ne pensate.

Bisous e alla prossima c;

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il suono fastidioso della sveglia mi rimbombò nelle orecchie e mi costrinse a tirare manate alla cieca sul comodino per spegnerla. Tirai la coperta fin sopra le orecchie e mi girai su un fianco tornando a dormire. La pace però non durò a lungo perchè poco dopo mi piombò addosso qualcosa
“Svegliati dormiglione! La tua sorella preferita è tornata!” Oh Gesù. Mugugnai un ‘ciao’ e cercai di scrollarmi Gemma di dosso
“Non ti sono mancata neanche un po’?” chiese lei con una punta di tristezza nella voce
“Certo che mi sei mancata.. vieni qui scema” mi girai e la abbracciai facendola rotolare di fianco a me. Io e mia sorella avevamo da sempre un rapporto bellissimo, lei e mia madre sono sempre state le mie migliori amiche e i miei sostegni maggiori. Quando avevo capito di essere attratto dai ragazzi, loro non mi abbandonarono mai, anzi, mi aiutarono e mi accettarono così com'ero.
Rimanemmo abbracciati per un po’, poi Gemma rovinò il bel momento
“Harry sei un puzzone! Fatti una doccia!” si alzò in fretta dal letto e scappò via ridendo, aveva 22 anni ma a volte si comportava ancora come una bambina.
Dopo dieci minuti decisi finalmente di alzarmi. Feci una doccia – come mi aveva consigliato Gemma – e mi preparai per andare all'università. Quel pomeriggio avrei saltato il corso di ceramica per andare a vedere l’allenamento di Louis e dopo saremmo andati in biblioteca a finire la nostra ricerca. Mi aveva proposto lui di andare a vederlo e ovviamente non riuscii a dire di no. Mi stava dando la possibilità di ricostruire un rapporto con lui, di amicizia o.. altro, non importava. Mi bastava stargli vicino. Ne sentivo il bisogno.

Prima di uscire salutai mia madre e diedi un buffetto sul naso a Gemma che stava mangiando un croissant ripieno e aveva le guance sporche di zucchero. Quella mattina decisi di prendere la moto, il che mi ricordava l’accaduto della sera prima. Le ore sembrarono volare, quando incrociavo Louis per i corridoi ci scambiavamo sempre grandi sorrisi. Quelli che facevano spuntare le fossette a me e le rughette vicino agli occhi a lui. Anche durante la pausa pranzo, in mensa, continuammo a lanciarci occhiatine di soppiatto. Raccontai ai miei amici dell’invito di Louis e tutti rimasero stupiti, poi sembrarono contenti per me, invece Niall sembrò turbato. Storse il naso e continuò a guardarmi in modo strano finchè non finì la pausa e mi avviai con Zayn al campo da calcio.
Quando il mio amico andò negli spogliatoi io andai a sedermi sugli spalti, un paio di file più in su del bordo campo. Aspettai tranquillo e finalmente cominciarono ad arrivare tutti i ragazzi quindi cercai Louis con lo sguardo e quando lo trovai sul mio viso si formò un sorriso spontaneo. Louis si girò e alzò un braccio in segno di saluto, io feci lo stesso e vedendo che si stava avvicinando agli spalti scesi fino in prima fila
“Allora sei venuto” disse sporgendosi oltre la transenna che ci divideva
“Già” complimenti a me per la brillante risposta! Non sapendo cos'altro dire mi limitai a sorridere, ma probabilmente sembrai ebete o qualcosa del genere perchè Louis piegò la testa di lato e si fece scappare una risata. Vidi arrivare due ragazzi, credo fossero Tiger e Jason. Ci avevo parlato qualche volta, diciamo che non erano dei tipi troppo svegli
“Ehi finocchio!” Tiger si rivolse a me ridacchiando e io sentii il viso andarmi in fiamme, strinsi i pugni per mantenere la calma ma Louis si girò di scatto e
“Chiamalo un’altra volta così e finisci male” disse bruscamente al ragazzo di fronte a lui
“Ma se fino a ieri anche tu lo chiam-“
“Ti dà fastidio perchè anche tu sei come lui?” Jason interruppe il suo compagno e fece un sorrisetto compiaciuto
“Sentite brutti coglioni, se non lo lasciate in pace vedrò di darvi un aiuto io.. con un calcio in culo. Ora sparite” Louis mi stava difendendo. Il ragazzo che fino ad una settimana prima ce l’aveva con me stava minacciando due ragazzi perchè mi avevano insultato. Se non fosse stato per la transenna gli sarei saltato addosso e l’avrei abbracciato, ma cercai solamente di contenermi.
Quando Tiger e Jason se ne andarono spiazzati, Louis si girò di nuovo verso di me con aria mortificata. Stava per dire qualcosa ma io parlai per primo
“Louis, non ce n’era bisogno..” dissi cercando di rassicurarlo “..però, grazie” lui sorrise e sembrò sollevato
"Scusa, pensavo di aver fatto una cazzata" scossi la testa sorridendo e Louis si guardò intorno, poi mi toccò il braccio facendomi venire la pelle d'oca
"Beh, ora vado.. ci vediamo dopo" si girò e corse al centro del campo insieme ai suoi compagni, io tornai a sedermi al mio posto. Mentre facevano riscaldamento Zayn mi salutò agitando entrambe le braccia in aria, io ricambiai il saluto in modo altrettanto caloroso e tutti i ragazzi in campo si girarono a guardarmi. Imbarazzante. Mi ricomposi e feci finita di niente ma sentii ugualmente la risata di Zayn fino alle tribune. Mentre facevano riscaldamento seguii tutti i movimenti di Louis e beh.. aveva un gran bel di dietro e certe cose non passano proprio inosservate, ecco. Stavo cominciando ad annoiarmi ma finalmente cominciarono a fare una partitella. Louis giocava veramente bene, i suoi piedi si muovevano intorno alla palla come se quelli fossero i movimenti più naturali del mondo. Poi uno scatto, la palla passò tra le gambe dell’avversario, Louis lo superò riprendendola e con un calcio deciso la spinse in rete. Aveva fatto gol! Stranamente non si mise a correre ed esultare come un pazzo, ma mi cercò tra le tribune e sorrise. Non potei fare altro che ricambiare il gesto. Mi aveva dedicato il gol? Dopo un’ora, tre partite e cinque gol di Louis finì finalmente l’allenamento. Andai ad aspettare il mio amico – potevo chiamarlo così? – davanti agli spogliatoi e mentre uscivano, molti ragazzi della squadra mi salutarono. Per ultimo uscì Louis a petto nudo, con la maglietta in mano
“Scusa se ti ho fatto aspettare, non sono molto svelto” colsi una punta di provocazione nel suo sorriso e persi un battito, cercando di distogliere lo sguardo. Quando si infilò la maglia ringraziai il cielo, Dio e tutti i santi.
Qualche minuto dopo eravamo nella biblioteca della scuola, era deserta e le nostre voci rimbombavano nella grande sala centrale. Ci sedemmo tra le lunghe file di tavoli, le luci soffuse creavano un’atmosfera calda e rilassante. Tirai fuori il mio portatile dalla borsa e cominciammo a cercare altre informazioni per la ricerca; all'inizio andò tutto bene, poi Louis cominciò a distrarsi e a giocare con i miei capelli
“Quindi, se Bridges ha fatt-“ mi venne da ridere perchè Louis non smetteva di guardare ogni tratto del mio viso invece di ascoltare quello che stavo cercando di dire
“Che c’è?” chiesi un po’ ironicamente
“Sei cambiato così tanto dall'ultima volta che ci siamo visti.. sei così.. bello” sentii una stretta all'altezza dello stomaco e inevitabilmente arrossii alle parole di Louis. Cercai di fissare un punto qualsiasi che non fosse il ragazzo che mi stava di fronte
“Louis cosa stai dicendo?” continuai a sorridere tenendo lo sguardo basso
“Sto dicendo che i tuoi occhi hanno qualcosa che.. non lo so, mi fanno cascare il cuore ogni volta che mi guardi” fece una pausa e si morse un labbro, facendo fare le capriole al mio di cuore “Due anni fa ho corso troppo, forse lo sto facendo anche adesso ma tu mi fai sentire fottutamente bene e non voglio perderti di nuovo” sarei potuto svenire da un momento all'altro, mille emozioni diverse si stavano mischiando nella mia testa e non capii più niente. La mia vocina interiore continuava a dirmi ‘Bacialo, bacialo, bacialo’ ma il mio cervello preferiva che dicessi qualcosa in risposta. Per una volta decisi di seguire la mia vocina interiore. Senza pensarci troppo mi sporsi verso Louis appoggiandomi ai braccioli della sua sedia, quando le nostre labbra stavano per sfiorarsi lui buttò la testa indietro ridendo
“Ora tocca a me scappare prima del bacio.. Styles, prendimi se ci riesci”
Louis mi scansò e si mise a correre tra gli scaffali di libri peggio di un bambino. Accettai subito la sfida e gli corsi dietro, feci cadere qualche libro e la cosa mi rallentò
“Harry sei lento” tutti e due non riuscivamo a smettere di ridere finchè non riuscii a prenderlo. Era a mezzo metro da me quando feci un passo più lungo riuscendo ad afferrarlo per i fianchi, lui cercò di dimenarsi ma essendo quasi la metà di me ebbe scarsi risultati.
Lo feci girare verso di me, appoggiandolo contro al muro
“Preso” dissi sottovoce e Louis rispose a sua volta con un “Preso” incrociando le braccia dietro al mio collo. I nostri nasi quasi si toccavano e potevo sentire il suo respiro sul mio collo. Mi abbassai lentamente e in un attimo le nostre labbra si incontrarono in un bacio semplice. Dentro di me sentii scoppiare i fuochi d’artificio, quelli che all'inizio ti sorprendono per il rumore ma quando alla fine si aprono in cielo tra mille scintille colorate ti lasciano senza parole e potresti stare a guardarli per tutta la notte.







Spazio autrice c:

Ragazze eccomi con il nuovo capitolo!
Come avete letto, questo si conclude
davvero bene per Harry e Louis aw
Personalmente a me piace molto,
e mi piacciono anche i capitoli successivi
ma non voglio svelarvi nulla.
Se avete dei commenti o delle critiche
da fare ditemi pure, accetto tutto ahah

Bisous e alla prossima c;

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Nei giorni successivi Louis sembrò voler evitarmi. In realtà già da quella sembrò più distaccato; dopo il primo bacio ce ne furono altri, sempre discreti, ma lui sembrava pensieroso. A scuola a malapena mi parlava e sinceramente non capivo perchè.. non mi sembrava gli avessero fatto schifo le mie attenzioni.
Durante la lezione sentii la tasca dei miei pantaloni vibrare, senza farmi notare sfilai il cellulare e sbloccandolo trovai un messaggio

Da: Lou♥
Devo parlarti. Pausa pranzo, sgabuzzino di fianco alle macchinette.

A: Lou♥
Okay..

Non sapevo cos’avesse in mente, ma quel “Devo parlarti” non mi diceva niente di buono, soprattutto dopo gli ultimi giorni. Per le successive due ore provai a concentrarmi sulle spiegazioni dei professori ma l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era Louis. Il suo messaggio mi turbò parecchio.

Come d’accordo, all’ora di pranzo andai ad aspettare Louis davanti allo sgabuzzino. Non vedendolo arrivare cominciai a guardarmi intorno ma sentii la porta dietro di me aprirsi e una mano mi afferrò la maglietta trascinandomi dentro al piccolo ripostiglio. Nonostante la poca luce riuscii a vedere Louis alzarsi sulle punte e agitare una mano per aria. Sbuffando tornò giù
“Potresti accendere la luce? Io non ci arrivo..” feci un sorrisetto sarcastico e senza fatica allungai una mano trovando una cordicella che intuii fosse quella della luce; la tirai e una lampadina tremolante si accese sopra le nostre teste
“Allora, di cosa mi devi parlare?” Louis sembrò esitare, continuava a guardarsi le punte delle scarpe e a giocherellare con le mani
“Beh.. Vedi Harry.. ci ho pensato su e.. noi siamo sbagliati. Il bacio che c’è stato è sbagliato. Tutto ciò che non è amicizia tra noi è sbagliato. Due ragazzi non possono stare insieme, non è così che funziona” ora i suoi occhi erano puntati nei miei. Quegli occhi che prima erano riusciti a salvarmi, ora mi stavano distruggendo. Mi sentii crollare dentro. Tutte le idee – forse è meglio dire illusioni – che mi ero fatto stavano svanendo. Sperai con tutto me stesso che quello fosse uno scherzo, ma quando mi resi conto che Louis voleva dire davvero tutte quelle cose desiderai solo di non vederlo mai più, di dimenticarmi di lui. Ma a quel punto era impossibile, il mio cuore non poteva più tornare indietro.
“Harry non dirmi che..” Louis sembrò sconvolto, probabilmente non riusciva a credere che fosse possibile innamorarsi di qualcuno in così poco tempo. Però io lo stavo facendo, e la colpa era solo sua. Dei suoi occhi, del suo sorriso, dei suoi capelli arruffati, della sua altezza che in confronto a me lo faceva sembrare un bambino. Era colpa sua, sì, perchè aveva preso il mio cuore, l’aveva fatto a pezzi, ora me lo stava restituendo e a me toccava rimetterlo a posto.
“Senti, lascia stare..” mi passai una mano tra i capelli e mentalmente cercai di trattenere le lacrime, feci per andarmene ma Louis allungò un braccio per trattenermi
“Harry, ti prego, non fare così” la sua voce si spezzò a metà frase. Ma come dovevo fare allora?! Sprizzare gioia da tutti i pori perchè il ragazzo di cui mi stavo fottutamente innamorando mi aveva appena spezzato il core?
Feci un passo indietro evitando la sua mano e me ne andai da quell’opprimente sgabuzzino. Louis non cercò più di fermarmi.

Attraversai la mensa con le lacrime che mi rigavano le guance ma in quel momento non mi importava. Sentii i miei amici chiamarmi e tutti i suoni intorno a me arrivavano ovattati alle mie orecchie, mi sembrava di essere in una bolla di lacrime e dolore. Spinsi la porta di vetro e uscii nel cortile, mi accasciai contro una panchina di pietra sedendomi sull’erba bagnata e una sensazione di freddo si espanse lungo le mie gambe; mi presi il viso tra le mani cercando di trattenere i singhiozzi. 
Non passò molto tempo e sentii una mano posarsi sulla mia spalla, poi qualcuno si sedette a terra di fianco a me. Era Niall. Fui sollevato di trovarlo lì perchè avevamo litigato e da un po’ di giorni non ci parlavamo più.
“Louis.. è uno stronzo. Avevi ragione tu” Niall mi cinse le spalle con il suo braccio
“Non vorrei dirti che te l’avevo detto, ma te l’avevo detto”

-Pronto? Niall!
-Ciao Haz, che succede?
-Ti ricordi che oggi io e Louis dovevamo finire la ricerca?
-Mh.. sì, Tomlinson..
-Louis. Beh, oggi sembrava strano.. continuava a guardarmi e poi mi ha detto delle cose bellissime. Ci siamo baciati, Niall! Ancora non ci credo
-Harry.. sai cosa penso di lui
-No, non lo so..
-Non mi convince affatto.. Harry, ti prego, non fare cazzate. Louis è uno stronzo e sta solo giocando con i tuoi sentimenti
-Ma cosa ne sai tu?! Lo conosci? No, quindi non sai com’è fatto davvero
-Fai come vuoi, ma dopo non venire a piangere da me!
-Dio mio, Niall! Non puoi essere felice per me una buona volta?! Pensavo fossi il tuo migliore amico
-Lo sono, per questo ti sto avvisando!


“Ti prego Niall scusami, sono un coglione. Sbaglio sempre tutto”
“Non è vero.. Su, vieni qui” mi strinse forte a sè, io mi rannicchiai contro il suo petto e cominciai a singhiozzare come un bambino. Niall era fatto così, riusciva sempre a far uscire il mio lato debole.
“Scusa, ti sto bagnando tutta la felpa” mugolai alzandomi ma lui mi sussurrò un ‘Non fa niente’ e mi mise di nuovo un braccio intorno alle spalle, stringendomi un po’.
“Stasera a casa mia, pizza e videogiochi. Ti va?” accennai un sorriso e mi asciugai le guance con le maniche del mio maglione
“Certo che mi va” ci scambiammo un sorriso e d’istinto abbracciai il mio migliore amico
“Grazie, Niall. Di tutto” lui ricambiò l’abbraccio
“Harry ricordati che sei e sarai sempre come un fratello per me”

**

Cercai di evitare Louis per due settimane e anche lui non sembrava interessato ad avere alcun tipo di rapporto con me. O almeno questo è quello che vedevo io. Ogni volta lo vedevo fare il cascamorto circondato da stupide ragazze del gruppo delle cheerleader. Un giorno però non riuscii a trattenermi. Zayn, Liam e Niall stavano chiacchierando amorevolmente con Louis che abbracciato ad una ragazza – di poco più alta di lui, vorrei sottolineare – non smetteva di ridacchiare e di darle baci leggeri.
“Ehi Harry! Vieni qui con noi!” Zayn mi chiamò e io mi trascinai come un cadavere fino agli armadietti dove stavano i miei amici
“Lei è Eleanor, la fidanzata di Louis! Non sono carini?” proprio non capivo tutta l’esuberanza di Zayn.. non potei fare a meno di lanciare un’occhiata omicida a Louis che sembrava piuttosto teso
“Ciao.. sì, sono adorabili” cercai di essere più gentile possibile ma dentro stavo scoppiando. Non potevo stare lì a guardare senza fare nulla, così presi coraggio e
“Louis, possiamo parlare un momento?” presi il ragazzo di fronte a me per un polso e lo trascinai via dalla sua fidanzatina. Quando arrivai in un corridoio vuoto non riuscii a non gridare
“Stai scherzando, vero?!”





Spazio autrice c:

Ehii ragazze, so che questo non è l'orario
per aggiornare però proprio non ce la
facevo a farvi aspettare.
Questo capitolo l'ho scritto in pochissimo
tempo, non so come mai, le parole mi uscivano
dalla testa e finivano sul foglio così.. puff ahah
Comunque in questo capitolo le cose per i Larry si
complicano, anzi, peggio. Louis ha fatto una grandissima
cazzata ma per fortuna c'è Niall pronto a consolare
Harry. Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo 
domenica così avrete un doppio-aggiornamento c:

Bisous e alla prossima ♥

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


“Una ragazza? Una RAGAZZA?!” scandii incredulo la parola ‘ragazza’
“Non vedo dove sia il problema” Louis sembrava tranquillo, quasi come se non gli interessasse quello che stavo dicendo
“Il problema sta nel fatto che a te non piacciono le ragazze!” continuavo a parlare con un tono troppo alto
“Io non sono gay e tu sei geloso” disse divertito, poi si allungò verso il mio viso stampandomi un bacio sulla guancia
“Ciao bello!” se ne andò sghignazzando e io rimasi lì confuso
“Non sono geloso” dissi, anche se Louis era già troppo lontano per sentirmi, forse solo per rincuorare me stesso. Ero geloso?

Quel pomeriggio raccontai l’accaduto a Niall e anche lui rimase stupito del comportamento di Louis e mi chiese se volessi che andasse a parlargli, ma rifiutai subito perchè non volevo complicare di nuovo la nostra amicizia.
Da un po’ di giorni Louis e Eleanor si sedevano a pranzare al nostro tavolo, con mio immenso piacere, e ogni volta ricevevo delle occhiate divertite da parte di Louis, che di solito sedeva di fronte a me. Un martedì, però, si sedette di fianco a me e non smise un attimo di stuzzicarmi.
Sentii la sua mano poggiarsi sul mio ginocchio e lo guardai sgranando gli occhi, non capendo le sue intenzioni. Mi rivolse un sorrisetto compiaciuto e cominciò a far salire la mano lungo la mia coscia mentre chiacchierava tranquillamente con Zayn. Quando raggiunse il cavallo dei miei pantaloni, premendo leggermente, sentii il viso andarmi in fiamme e mi alzai di scatto dalla sedia
“Qualche problema, Harreh?” chiese Louis sempre compiaciuto – evitai di rispondere ‘sì, tu!’ –
“Mhh.. vado in bagno” mi avviai frettolosamente verso le toilettes e quando fui lì aprii un rubinetto lasciando scorrere l’acqua per un po’, mentre la mia testa si incasinava ancora di più. Mi sciacquai il viso un paio di volte per assicurarmi di essere lucido, poi cercai di calmare il problema che si era formato nei miei pantaloni. Qualche minuto dopo mi decisi ad uscire dal bagno e sospirai notando che Louis non era più al tavolo. Davvero non capivo i suoi comportamenti.. perchè continuava a provocarmi? Probabilmente voleva solo illudermi per poi andare a deridermi con i suoi compagni di squadra, quindi decisi di non stare ai suoi stupidi giochetti.
Cercai in tutti i modi di evitare Louis e per un paio di giorni ci riuscii. Venerdì sera stavo guardando la maratona di American Horror Story alla tv con Gemma quando il mio cellulare squillò, era Zayn
-Pronto, Zay.. che succede? E’ quasi l’una
-Harry! Harry mi senti?!
– Zayn stava urlando e dalla musica in sottofondo capii che si trovava in una discoteca
-Sì ti sento, non urlare!
-Harry sono al Mystic, devi venire qui subito!
-Perchè? Che succede?
-Louis è ubriaco fradicio, si è quasi beccato un pugno e continua ad urlare ‘Voglio Harry! Chiamate Harry!’ –
cazzo.
-Oh.. sì, arrivo subito
Non potevo crederci, ora Louis mi tirava anche in mezzo ai suoi casini?! Avvertii Gemma che stavo uscendo e ovviamente mi riempì di domande
“Harry perchè esci a quest’ora?”
“Un mio.. amico, è nei casini e devo aiutarlo” non sapevo come chiamare Louis. Era un mio amico, un mio conoscente o cosa?
“Ma stavamo guardando AHS!” Gemma fece la faccia imbronciata
“Dai, tanto abbiamo registrato tutta la serie. Ah, prendo la macchina della mamma”
“Va bene.. ciao Haz, guida piano” le mandai un bacio al volo, poi uscii di casa e mi precipitai in macchina. Fortunatamente a quell’ora le strade erano deserte, così in cinque minuti arrivai davanti alla discoteca e parcheggiai nel primo posto che capitò. Scesi velocemente dalla macchina e quando entrai nel piccolo locale, la musica altissima mi rimbombò nelle orecchie travolgendomi insieme all’odore di alcol e fumo che si mischiavano nell’aria. Quello non era decisamente il mio posto. Sentii qualcuno toccarmi un braccio e tra le luci intermittenti riuscii a riconoscere Zayn che subito dopo mi fece segno di seguirlo. Mentre strisciavo tra le persone per cercare di non perdere di vista il mio amico, un paio di ragazze mi si strusciarono addosso ma le allontanai subito. Arrivammo in un angolo del locale pieno di divanetti e tavolini bassi su cui erano appoggiate varie bottiglie di birra, bicchieri mezzi vuoti e delle sigarette. Seduto su un divanetto Niall cercava di tenere a bada Louis ma appena mi vide si alzò barcollando e si gettò a peso morto verso di me
“Fidanzato!” lo afferrai tenendolo stretto per non farlo cadere, mentre cercava di baciarmi
“Harry sei venuto! Grazie Harry, ti amo!” era completamente ubriaco e non capiva neanche quello che diceva o faceva
“Louis, su, andiamo a casa” cercò di staccarsi da me ma per poco non cadde
“No, no stiamo qua! Dai Harry ci divertiamo!” cominciò a ballare in modo imbarazzante, continuando a rifiutare di andare via.
Dopo un po’ non ne potei più di vederlo delirare, così lo presi in braccio e lui si aggrappò alle mie spalle
“Harry sei il mio principe!” si strinse al mio petto e mi stampò un bacio sulla bocca
“E tu sei ubriaco marcio, Louis smettila” non che mi dispiacessero le sue attenzioni, ma quello non era il vero Louis. Lui non avrebbe mai fatto quelle cose e non mi avrebbe mai detto ‘ti amo’.
Lo feci sdraiare sui sedili posteriori della macchina e cominciai a guidare verso casa mentre l’ubriacone continuava a parlare di cose senza senso. Parcheggiai e ripresi Louis in braccio, pregandolo di fare silenzio. Anche Gemma era andata a letto e tutte le luci di casa erano spente
“Louis! Louis stà zitto!” bisbigliai mentre Louis continuava a ridacchiare con il viso nascosto contro la mia giacca, intanto salii le scale e lo feci sedere sul pavimento del bagno
“Vado a prenderti dei vestiti. Se devi vomitare, vomita, però non fare disastri.. ti prego” annuì sorridente e seduto a gambe incrociate, con quel faccino, sembrava un cucciolo.
Presi una maglia bianca che a me andava larga e che quindi a Louis sarebbe andata enorme, tipo una camicia da notte. Tornai in bagno e lo trovai con la testa infilata nel gabinetto, mi inginocchiai vicino a lui strofinandogli una mano sulla schiena
“Tutto bene?” domanda idiota
“Ora va un po’ meglio, grazie” si sforzò di sorridere e mi si strinse il cuore, anche se mi aveva ferito mi dispiaceva vederlo star male. Lasciai i vestiti sul mobiletto vicino a lui e andai a prendere un bicchiere d’acqua poi tornai in bagno a portarglielo e lo trovai con la mia maglia bianca addosso che gli copriva appena il sedere
“Okay, forse ho preso la maglietta sbagliata.. vado a prendert-“
“Non fa niente, questa mi dona” Louis fece finta di mettersi in posa e io cercai di non ridere
“Sì, stai bene così” dissi scherzando, anche se in realtà lo pensavo davvero
“Lo so” fece una smorfia, poi si mise a canticchiare
“Io vado a ninna, io vado a ninna” sembrava un bambino, con i capelli scompigliati e la maglia troppo grande, che camminava in punta di piedi sul pavimento freddo per non far rumore.
Uscì dal bagno dirigendosi verso la mia camera ma lo raggiunsi e mettendogli le mani sulle spalle lo indirizzai verso la porta in fondo al corridoio
“Tu vai a ninna nella stanza degli ospiti” imitai la sua canzoncina e lo accompagnai nella camera nonostante i suoi sbuffi.
Louis si infilò nel letto e io gli rimboccai le coperte
“Buonanotte Lou” mi sembrò strano chiamarlo così, ma in quel momento non mi importava del nostro rapporto o non-rapporto. Sempre perchè non mi importava, mi chinai su di lui e gli diedi un bacio leggero sulla fronte
“Notte notte” disse stropicciandosi gli occhi ed ecco che sembrava di nuovo un cucciolo.
Spensi la luce e andai nella mia camera, mi spogliai e mi misi solo i pantaloni del pigiama poi mi misi anch’io a letto e cominciai a tutto quello che era successo quella sera. Ripensai al ‘ti amo’ e ai baci a cui non dovevo dare alcuna importanza perchè Louis era ubriaco e non si rendeva conto di quello che faceva.
Neanche venti minuti dopo un lembo della mia coperta di alzò e Louis si infilò nel mio letto accucciandosi di fianco a me
“Lou cosa..?” non sapevo cosa fare, come reagire
“Non voglio stare solo” e dopo questa frase non potei lasciarlo andare. Louis si accoccolò con la testa contro il mio petto e le gambe incrociate con le mie, misi il braccio intorno alle sue spalle e lo strinsi forte a me
“Neanche io Louis, neanche io” dissi talmente piano che probabilmente non mi sentì, e forse era meglio così.
Restammo così tutta la notte e per un attimo dimenticai le cose che mi aveva detto, perchè quella situazione mi sembrò giusta. Dannatamente giusta.






Spazio autrice c:
Ragazze vi prego perdonatemi, è un sacco
che non aggiorno ma era da domenica pomeriggio
che non andava internet perchè qui a Parma
c'è stata l'alluvione e molte linee, tra cui la mia,

non hanno funzionato per giorni.
Comunque finalmente ce l'ho fatta ed ecco qui
il capitolo che spero davvero vi piaccia aww
A breve posterò anche il capitolo 9.

Bisous e alla prossima c;

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Mi svegliai e subito sorrisi nel vedere Louis avvinghiato al mio corpo come un koala. Presi il cellulare dal comodino per vedere l’ora: erano solo le 9:17, ma decisi ugualmente di alzarmi. Cercai di spostare piano Louis che decise di non collaborare e di stringersi ancora di più a me, quindi mi staccai le sue braccia di dosso e in cambio gli diedi il mio cuscino che apprezzò subito. Mi alzai dal letto e mi infilai una maglietta a caso, poi scesi di sotto
“Buongiorno amore!” mia madre mi venne in contro mentre stavo prendendo qualcosa da bere dal frigorifero
“’Giorno mamma” le diedi un bacio sulla guancia e mi lasciai cadere su una sedia in cucina
“Harry, cosa avevamo detto sul portare i ragazzi a casa?” per poco non sputai tutto il succo d’arancia che stavo bevendo
“Mamma è solo Louis! Ieri sera era ubriaco e non volevo lasciarlo da solo al campus”
“Ma.. non avete fatto niente, vero?” questa volta il succo lo sputai sul serio
“Mamma, no!”
“Va bene, va bene” mia madre ridacchiò divertita ed uscì dalla cucina, io andai in salotto e mi misi sul divano a leggere il mio libro di Bukowski.
Un’ora dopo Louis non si era ancora svegliato e io cominciavo ad avere un po’ fame, così andai in camera mia e al buio cercai di prendere i miei vestiti. Mi diedi una sistemata ai capelli e avvisai mia madre che stavo uscendo
“Mamma esco a prendere qualcosa per colazione”
“Se Louis si sveglia mentre sei fuori?” cosa molto improbabile
“Mhh.. digli che sono uscito e che torno subito. Ciao Mammina”
Venti minuti dopo tornai con due brioches alla crema ancora calde ma di Lou ancora niente quindi tornai a leggere il mio libro. Alle 11 ancora non si era svegliato, ma pensai che fosse normale visto che eravamo andati a letto alle 2 e che per di più era ubriaco, e intanto mangiai la mia brioche.
A mezzogiorno cominciai a pensare di andare a svegliare Louis, così andai in camera e mi sedetti sul letto di fianco a lui. Gli accarezzai dolcemente i capelli e cercai di chiamarlo piano
“Lou, svegliati. E’ mezzogiorno” continuai ad accarezzargli la fronte mentre aspettavo qualche segno di vita, poi riprovai
“Lou? Dai svegliati, dormiglione” questa volta rispose mugugnando un ‘NO’ e afferrandomi per i fianchi mi strinse a sè
“Okay allora me ne vado” cominciai a liberarmi dalla sua stretta e lui si girò dall’altra parte borbottando
“Mhh.. fottiti” nonostante l’insulto mi venne da sorridere. Tornai in salotto e poco dopo sentii dei rumori provenire dal piano di sopra, una sottospecie di zombie con indosso i miei pantaloni del pigiama sbucò dalla cima delle scale
“Sei un idiota, dovevi chiamarmi prima” quando arrivò giù si buttò sul divano di fianco a me
“Hai ragione.. sono anche andato a prendere le brioches con la crema ma ormai è tardi per fare colazione” ridacchiai vedendo la faccia sconvolta di Louis
“Cazzo. Sono le mie preferite” il silenzio si fece spazio tra di noi e per qualche minuto nessuno disse niente, poi Louis parlò
“Ho.. ho fatto cazzate ieri sera?” si mise a gambe incrociate verso di me
“Già. Non ti ricordi niente, vero?” si portò una mano alla testa
“Niente.. solo qualcosa dopo che ho vomitato” continuava a scuotere la testa e a tenerla con una mano
“Tutto bene?”
“Sì, ho solo mal di testa” mi alzai dal divano seguito dallo sguardo di Louis e andai in bagno a rovistare nel mobiletto dei medicinali. Tornai in salotto con un bicchiere d’acqua e un boccetto di pillole
“Tieni, è aspirina, dovrebbe aiutarti un po’” porsi le cose a Louis che dopo avermi ringraziato prese l’aspirina e il silenzio tornò tra di noi. Quella situazione era parecchio imbarazzante, così cercai di allentare la tensione
“Ehm.. Louis.. che ne dici di andare a mangiare qualcosa?” il suo viso si illuminò alla mia domanda
“Sì, sto morendo di fame” sorrise e io istintivamente feci lo stesso. Cercai di non perdermi nei suoi occhi, e nel suo sorriso così bello.. scossi la testa per distogliermi dai quei pensieri, poi Louis andò di sopra a vestirsi. Dopo una decina di minuti tornò giù con i vestiti che indossava la sera prima
“Ma quanto ci metti a prepararti?” chiesi in tono ironico
“Senti, dovevo rendermi presentabile” fece una smorfia delle sue solite
“Va bene se andiamo da Bob’s Bagels?” Louis sorrise e io sentii una stretta allo stomaco
“E’ il mio preferito” spostai lo sguardo per terra e sorrisi anch’io
“Anche il mio”.

Parcheggiai davanti al bar e poi entrammo; l’atmosfera all’interno era davvero calda e familiare, andavo spesso da Bob’s Bagels perchè lì mi sentivo bene e in più conoscevo Bob.
Prendemmo posto ad uno dei tavolini in legno contro al muro e dopo aver ordinato Louis mi fece la fatidica domanda
“Harry, che cazzate ho fatto ieri sera?” ero evidentemente imbarazzato e non sapevo come raccontarglielo
“Beh.. sei davvero sicuro di volerlo sapere?” si limitò ad annuire deciso, quindi buttai fuori l’aria in un sospiro rumoroso e cominciai a raccontare
“Continuavi ad urlare il mio nome, poi quando sono arrivato mi sei saltato addosso” feci una pausa e notai che Louis stava arrossendo “Mi hai detto ‘ti amo’ e mi hai baciato.. hai cercato di farlo altre volte ma ti ho respinto, poi ti sei messo a ballare come un pazzo perchè non volevi andare a casa” mi scappò da ridere e poi continuai “Alla fine ti ho preso in braccio, mi hai detto che ero il tuo principe e ti ho portato a casa mia, non volevo lasciarti da solo al campus in quelle condizioni..” Louis si stava nascondendo il viso tra le mani dalla vergogna e dopo qualche minuto finalmente parlò
“Dio, Harry, sono così stupido.. non sto facendo altro che illuderti e in questo modo non potremo mai essere amici” in quel momento un masso enorme cadde dritto sul mio cuore e io mi sentii morire dentro. Louis voleva essere mio amico? Amico? Impossibile.
“Lou.. noi.. noi non potremo mai essere amici, indipendentemente da quello che hai fatto” il ragazzo di fronte a me sembrò non capire
“Perchè dici così?” la sua voce si spezzò a metà frase e la sua espressione era chiaramente delusa
“Perchè io provo qualcosa per te, Louis”




Spazio autrice c:
Ehii bellissime lettrici, eccomi come
promesso con il capitolo 9.
Come avete visto non succede molto
perchè questo è, diciamo, un capitolo
di mezzo. Però aspettatevi grandi cose da
questi due ragazzi, okay? eheh

Bisous e alla prossima c;

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Dopo quel giorno io e Louis non parlammo più molto; finimmo il pranzo in silenzio e poi lo riportai al suo dormitorio. Come al solito raccontai tutto a Niall e come al solito lo stressai per un’ora al telefono, peggio di una ragazzina. Alla fine pensai che fosse arrivato il momento di raccontare quella faccenda anche a Liam e Zayn e chiesi a Niall se potesse farlo lui dato che io non me la sentivo.
Una sera mentre ero a tavola il mio cellulare squillò e la foto di Zayn si illuminò sul display ma non risposi. Quando finii di mangiare uscii in giardino e lo richiamai, sapendo già di cosa volesse parlarmi
“Ehi bro”
“Pronto Haz..”
“Che succede?”
“Ti va di vederci domani? Dovremmo parlare di una
cosa..”
“Mhmh, prendiamo un caffè dopo le lezioni?”
“Perfetto, ciao Harry a domani”
“Ciao Zay..”


Il giorno dopo a lezione di letteratura Niall non c’era e mentre stavo scrivendo arrivò Louis. Si avvicinò a me e chiusi velocemente il diario foderato in pelle che tenevo tra le mani
“Posso?” disse indicando il banco vuoto di fianco al mio, feci spallucce e cominciai a guardare ovunque tranne che alla mia destra.
“Va bene che non vuoi essere mio amico, ma non devi per forza ignorarmi” mentre parlava mi sfiorò un braccio
“Hai ragione, ma se non ti vedo sto meglio” feci un sorrisetto forzato e prima che potesse rispondere entrò il professore.
Louis, quindi, si avvicinò al mio orecchio facendomi venire la pelle d’oca
“Se mi metto un sacchetto in testa possiamo parlare?” mi scappò un sorriso e scuotendo la testa tirai fuori il mio libro, tornando ad ignorarlo.
Alla fine dell’ora, mentre stavo rimettendo le mie cose nella borsa, Louis esitante disse
“Beh.. Ciao Harry” mi limitai ad alzare una mano in segno di saluto e poi uscii anch’io dall’aula.
Il resto della mattinata passò in fretta e all’ora di pranzo, in mensa, Louis continuò a guardarmi con aria dispiaciuta, e Zayn se ne accorse.
Alle 16, dopo il corso di ceramica, mi avviai verso la caffetteria dove il moro mi aveva dato appuntamento e infatti appena arrivai là, lo trovai seduto ad uno dei tavolini rotondi in metallo con due caffè vicino. Subito si alzò e mi diede un abbraccio con tanto di pacca sulla spalla
“Harry eccoti, finalmente” ci sedemmo tutti e due
“Ti ho preso il tuo preferito.. caffè nero con poco zucchero” mi sorrise e io gentilmente lo ringraziai
“Beh.. credo tu abbia già capito di cosa voglio parlarti” mi irrigidii sulla sedia ma cercai comunque di comportarmi il più normalmente possibile
“Già..” Zayn continuava a giocare coni tappo de suo bicchiere di caffè
“Niall mi ha detto tutto e.. Dio, scusami. Quella volta ho fatto l’idiota con Louis e la sua ragazza, ma ancora non sapevo nulla di questa storia”
“Zay, tranquillo.. non importa, neanche io sapevo niente” Zayn sembrò sollevato e anche lui, come Niall, mi chiese se dovesse parlare a Louis di questa cosa e io di nuovo gli dissi che non era il caso.
Continuammo a parlare per tutto il pomeriggio come non facevamo da tempo; Zayn era sempre stato un ragazzo piuttosto riservato, ma quando si affezionava a qualcuno riusciva ad aprirsi e a dare davvero il meglio di sè.
“Grazie bro, sono stato davvero bene oggi pomeriggio” dissi al moro mentre stavamo uscendo dal bar
“Anche io Harry, era da tanto che non passavamo del tempo insieme” Zayn mi battè un pugno e mi diede un abbraccio, poi ci salutammo e ognuno andò per la sua strada.

Il giorno dopo Niall arrivò in mensa con un’aria esuberante e quando si sedette, per poco non cadde. Diede un morso al suo panino e con la bocca ancora mezza piena tentò di parlare
“Ragazzi, come ben sapete, venerdì è il giorno di Halloween e come ogni anno ho organizzato una festa a casa mia” Liam sembrò allarmato
“Niall non vorrai mica fare una cosa come l’anno scorso, vero?” il biondo fece di no con una mano mentre dava un altro morso al suo panino
“No, no tranquilli.. questa volta solo pochi intimi” l’anno prima Niall aveva fatto una mega festa a casa sua invitando praticamente mezza scuola e aveva sfondato il lampadario del suo salotto.
“Cosa intendi per ‘pochi intimi’?” Zayn chiese un po’ dubbioso
“Beh ovviamente voi, poi Perrie, Louis, Ed, Lynn, Josh, Ava, Mike, Cal, Madison, Austin, Jade e magari Summer” Niall aveva sempre avuto molti amici grazie al suo carattere estroverso, io invece no; ero più per il ‘pochi ma buoni’, infatti dei ragazzi che aveva nominato ne conoscevo solo la metà.
“Wow ti sei contenuto” disse Liam ironicamente e il biondo annuì convinto con la bocca piena.
Un pensiero mi balenò nella mente e quasi senza accorgermene chiesi
“Eleanor non viene?” forse me ne pentii un po’, ma ero con i miei migliori amici e in ogni caso sapevano tutto..
“No, non mi sta simpatica e così faccio anche un favore a te” Niall sorrise soddisfatto ma io mi sentii in colpa
“Niall, davvero, non mi dà fastidio”
“Harry te l’ho già detto che non sai mentire? Stai anche giocando con le mani” era vero, non sapevo mentire per niente e quando provavo a farlo cominciavo a toccarmi le mani. Sospirai mentre i miei amici ridacchiavano tra loro.

**

Quando arrivai davanti alla casa di Niall riuscii a sentire la musica provenire dall’interno, accompagnata da voci e risate. Suonai il campanello e appena il mio migliore amico aprì la porta mi mise un braccio intorno alle spalle e mi invitò dentro
“Harry finalmente, qui si cominciava a chiedere di te” lanciò una rapida occhiata a Louis che stava seduto sul divano a sorseggiare un cocktail. L’idea che Louis avesse chiesto di me mi dava un senso di speranza, ma mi convinsi a non dare peso a ciò che aveva detto Niall.
Tutti erano in costume tranne me, che decisi di non travestirmi; Liam aveva un costume da Batman fantastico, Zayn era vestito da Joker, Niall aveva una dentiera da vampiro e Louis era truccato come Paul Stanley dei Kiss: aveva tutto il viso bianco e una stella nera sull’occhio sinistro. Io  mi sentivo fottutamente fuori luogo, come al solito ad una festa. Detestavo le feste e le discoteche, sarei rimasto più volentieri a casa a leggere con una bella coperta e un thè caldo.
Mi andai a sedere su uno dei due divani in pelle nera al centro del salotto, proprio di fronte alla poltrona su cui era seduto Louis; dopo aver scelto un film, rigorosamente horror, Niall infilò il DVD nel lettore e lo fece partire. Scegliemmo di vedere “The Conjuring”, un film dove la solita famiglia si trasferisce nella solita casa infestata e qualcuno viene posseduto dal solito demone. La storia in sè non metteva molta paura, erano più che altro gli effetti speciali a turbarmi, ad esempio quando la ragazzina veniva trascinata giù dal letto da qualcosa di invisibile.
Ogni tanto feci cadere lo sguardo su Louis, che ad ogni scena inaspettata sussultava sulla poltrona. Quando il film fu finito, Niall decise di fare vari giochi da festa come chubby bunny, 20 domande o ‘Hai mai..?’.
“Oh mio Dio ragazzi, non abbiamo ancora giocato a obbligo o verità!” in quel momento ringraziai mentalmente Ava per aver dato un’idea così geniale.. per tutta la sera ero riuscito ad evitare quello stupido gioco. Tutti esultarono e dopo aver spostato un po’ i divani, ci mettemmo seduti per terra; Liam prese una bottiglia mezza vuota di CocaCola e la mise al centro del cerchio.
Ava allungò una mano per girare la bottiglia
“Io ho dato l’idea, io comincio!” – ah sai che grande idea – la bottiglia girò e lentamente si fermò puntando su Josh, e da lì cominciarono le domande infantili come ‘Chi ti piace?’ ‘Sei vergine?’ ‘Quando l’hai fatto l’ultima volta?’ perchè tutti volevano evitare gli obblighi. Per fortuna per un paio di giri non toccò mai a me, mi interessai al gioco solo quando la bottiglia lanciata da Niall si fermò davanti a Louis che scelse di fare l’obbligo
“Oh, finalmente!” il biondo fu entusiasta della scelta di Louis e dopo essersi consultato con Josh e Zayn disse il suo obbligo
“Louis, ti obbligo a passare sette minuti nella stanza dell’amore con..” Niall allungò una mano e fece girare di nuovo la bottiglia che sembrava voler girare per sempre. La bottiglia si fermò davanti a me e io non ebbi neanche il tempo di rendermi conto di cosa stesse succedendo che Niall mi stava già trascinando per un braccio dentro ad uno sgabuzzino in corridoio
“No! Niall non puoi obbligarmi! Mollami!” Louis entrò nella stanza senza fiatare
“Ohh sì che posso!” mi spinse dentro e chiuse la porta con un ghigno che la sapeva lunga. Andai a sbattere contro a Louis che mi fermò, poggiando le mani sulle mie spalle
“Beh, immagino che ora dovrei sbatterti per sette minuti.. non è così che funziona il gioco?” il suo tono sembrava serio, poi si lasciò scappare una risata
“Sto scherzando, tranquillo”.
Mi appoggiai con la schiena contro al muro incrociando le braccia al petto e Louis si mise di fronte a me, contro al muro opposto
“Andiamo Harry, hai intenzione di non parlarmi mai più?” non dissi niente, non tanto perchè non volessi parlargli, ma perchè non sapevo cosa rispondergli. Forse in fondo aveva ragione
“Senti, okay che non vuoi avvicinarti a me perchè.. perchè provi qualcosa, però-“
“Louis hai ragione, è che io sono un disastro. Non faccio altro che cazzate e quando qualcuno prova ad avvicinarsi a me e ad essere mio amico lo allontano!” cominciai a parlare a raffica, inciampando nelle parole
“Davvero, vorrei essere tuo amico ma ho paura di rovinare tutto come al solito, e poi tu.. tu mi piaci da morire quindi farei ancora più casini e-“
“Smettila di blaterare” in un secondo Louis mi fu davanti, poggiò le mani sulle mie spalle spingendomi appena contro al muro e stampò le sue labbra sulle mie. Il mio cuore fece una capriola e nel mio stomaco cominciò a muoversi uno zoo, altro che farfalline. Louis mi aveva zittito con un bacio, ma noi non eravamo amici, lui non era gay e solo io ero interessato.
Quando si staccò la mia espressione era a metà tra lo sconvolto e il confuso, poi lo guardai negli occhi. Quegli occhi azzurri e profondi. Il mio cuore fece un’altra capriola.
Louis mi baciò di nuovo, ma questa volta la sua lingua cercò la mia e non riuscii più a tirarmi indietro. Le mie mani si posarono sui suoi fianchi e Louis si aggrappò al mio collo facendomi abbassare un po’, la sua gamba incastrata fra le mie.
Mentre quel bacio continuava e il ragazzo dagli occhi blu infilava le mani tra i miei ricci, tirandone qualche ciocca, nella mia testa stava succedendo un casino.
“Ragazzi! Sbrigatevi a finire i vostri lavoretti, sto arrivando!” la voce di Niall seguita da risatine arrivò ovattata dentro allo sgabuzzino, Louis lasciò le mie labbra con uno schiocco e mi sorrise timidamente. Quando la porta si aprì, il biondo ci trovò immobili contro al muro, mi scrutò per qualche secondo e poi ridacchiò
“Ha! Lo sapevo” cosa sapeva? Aveva sbirciato dalla toppa? Impossibile. Eppure, anche quando tornammo a sederci nel cerchio, tutti continuavano a guardarmi e perfino Louis mi lanciava occhiate ambigue.
Verso le quattro del mattino la casa di Niall cominciò a svuotarsi e la mia macchina a riempirsi di gente ubriaca da portare a casa
“Ehi, mi dai un passaggio?” la voce di Louis e la sua mano posata sul mio braccio mi fecero voltare di scatto
“Uhm.. certo” le sue labbra si alzarono in un sorriso e io ricambiai, seppur in modo un po’ forzato. Non riuscivo a capire cosa volesse quel ragazzo da me, e questo mi metteva in paranoia.
Prima mi bacia, poi mi dice che è sbagliato e si trova una ragazza, poi mi bacia di nuovo. Non è così che funziona. No.
Trascinai Liam, Zayn e Josh fino ai sedili posteriori della mia macchina, poi salii al volante di fianco a Louis.
“Perchè dopo che siamo usciti dallo sgabuzzino mi guardavate tutti? E perchè continuavi a farmi dei gesti?” chiesi in tono stizzito prima di mettere in moto l’auto. Louis si allungò sopra di me per tirare giù il mio specchietto
“Guarda tu stesso” appena vidi il mio riflesso nello specchio notai un intero ciuffo di capelli sporco di bianco e subito collegai tutto
“Cazzo..” dissi cercando di levare la polvere bianca
“Quando ci siamo, ehm.. baciati, ti ho lasciato del trucco addosso”
“Ma non potevi travestirti da qualcos’altro? O almeno non truccarti come un pagliaccio?” il mio tono era sempre più stizzito e Louis mi tirò un pugno sulla spalla
“Stà zitto che ti sei vestito da te stesso”
“Sicuramente più originale di te” soffiai.
Mentre parlavamo tranquillamente, dietro di noi c’era qualcuno che non era ancora crollato e aveva ascoltato tutto.
 
“Grazie del passaggio e.. beh, ci vediamo domani” nel giardino del campus si gelava
“Di niente.. ma domani è sabato, non c’è lezione” dissi confuso
“Ah, ancora non lo sai?” Louis fece una smorfia strana “Beh, lo scoprirai domani, buonanotte Harry”
“Ma cosa?”
“Chiedi ad Anne!” sentii le sue risate allontanarsi dietro il portone del dormitorio e me ne andai anche io, confuso.

**

“No! Mamma no! Ma sei fuori?! Ti offri di ospitare un ragazzo che neanche conosci?! E poi l’appartamento che ha va già benissimo!” non potevo crederci. Mia madre aveva incontrato Louis e gli aveva detto che se voleva poteva venire a stare da noi invece che da solo al campus, così avremmo avuto compagnia tutti e due e avremmo potuto studiare insieme
“Ma pensavo fosse tuo amico! E poi che problema c’è? Lui sta nella stanza degli ospiti”
“Sì, ma no!” non volevo crederci.
“Senti signorino, fino a prova contraria questa è casa mia e qui decido io. Louis arriverà questo pomeriggio quindi vedi di calmarti entro quell’ora” sbuffai e mi diressi a grandi passi verso le scale
“Ah, Harry” la voce di mia madre richiamò la mia attenzione, così mi girai
Sii gentile".

 

Spazio autrice c:
Waaa ce l'ho fatta ahah
Scusatemi tantissimo, so che sono
tremendamente in ritardo ma ho avuto
un sacco di impegni con la scuola e
non ho avuto proprio tempo.
Durante le vacanze di Natale riuscirò
a pubblicare più spesso e non vedo
l'ora. Spero che questo capiolo vi piaccia

Bisous e alla prossima ♥

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Smut alert!

Quando quel pomeriggio andai ad aprire la porta mi trovai davanti Louis con due enormi valigie
“Ehi! Hai saputo la novità” il sorriso stampato sulla sua faccia mi irritava parecchio
“Ciao.. sì..” girai i tacchi e tornai a sedermi sul divano con una faccia totalmente disinteressata
“Grazie Harry, bell’accoglienza”
“Prego.. mia madre è andata a fare la spesa, tornerà tra un’ora. La tua stanza sai già dov’è. Se hai bisogno, il bagno è di fronte alla mia camera” gli diedi tutte le informazioni senza staccare gli occhi dalla tv. Louis salì di sopra senza dire niente e, dopo un quarto d’ora abbondante, ricomparve in salotto e si sedette di fianco a me
“Che guardi?” il suo tono curioso mi sciolse un po’. Ero deciso a mantenere le distanze, ad essere persino scortese se fosse servito, ma Louis ogni volta riusciva a far crollare tutte le mie barriere. Anche con un semplice sorriso
“American Horror Story.. lo conosci?” il suo viso si illuminò
“Oh, certo! È la mia serie preferita! Lo guardo sempre in streaming” non potei fare a meno di sorridere
“È anche la mia preferita”.
Continuammo a parlare di AHS e a fare apprezzamenti sui vari personaggi finchè la porta non si aprì con uno scatto ed entrò mia madre
“Ah, Louis! Finalmente! Scusami se arrivo solo adesso ma stavo facendo un po’ di compere, così almeno trovi qualcosa nel frigorifero” fece una pausa e dopo aver appoggiato tutte le borse per terra continuò “Harry, vedo che hai cambiato idea sull’avere un ospite fisso a casa!” Louis mi guardò con aria interrogativa prima di alzarsi e andare a salutare calorosamente mia madre.
Dopo averla aiutata a mettere via la spesa andammo tutti e due di sopra; prima che entrassi in camera mia Louis mi prese per un braccio facendomi voltare
“Harry, in che senso ‘hai cambiato idea sull’avere un ospite fisso a casa’?” la sua espressione cupa mi fece stringere il petto
“Nulla.. semplicemente non volevo vederti anche qui” rispose solo con un ‘ah’ e poi andò nella sua stanza.
Louis non mi parlò più molto dopo quello che gli avevo detto, così dopo cena decisi di andare a scusarmi. Anche se erano solamente le 22, la luce della stanza degli ospiti era spenta, quindi aprii piano la porta e infilai dentro la testa. Louis era già a letto, girato su un fianco
“Louis, sei sveglio?” sentii un grugnito, poi la voce coperta dalle lenzuola
“Sì.. che vuoi?” entrai nella stanza e chiusi la porta dietro di me
“Lou, scusa. Mi dispiace non volevo che ci rimanessi male”.
Non sentendo alcuna risposta mi avvicinai al suo letto abbassandomi un po’
“Ehi..” sussurrai piano e prima che potessi rendermene conto Louis mi afferrò un polso tirandomi verso di lui
“Vieni qui scemo” in un attimo mi ritrovai avvolto dalle coperte e dall’abbraccio caldo di Louis, cercai di oppormi ma fu inutile perchè il ragazzo dagli occhi blu mi stringeva da dietro
“Louis, cosa-“
“Ti prego, resta” ed ecco che sentii scoppiare tutto dentro di me. Sussurrai un ‘okay’ e strinsi le sue braccia contro il mio petto, poi mi addormentai. Restammo così tutta la notte, appiccicati l’uno all’altro, io con il respiro caldo di Louis che soffiava sul mio collo.
La mattina dopo mi girai sull’altro fianco trovandomi davanti, addormentato, il ragazzo più bello che avessi mai visto. Louis dormiva tranquillo, il petto che si alzava e abbassava al ritmo dei suoi respiri, le ciglia lunghe che gli accarezzavano le guance arrossate e i capelli scompigliati che gli ricadevano sulla fronte. La tentazione di svegliarlo con un bacio era tantissima, ma dovetti trattenermi. Dopo neanche dieci minuti i suoi occhi azzurri si aprirono e io persi un battito; si strofinò la faccia con i pugni chiusi e mi sorrise
“Buongiorno, sei sveglio da tanto?” scossi la testa e Louis fece un’altra cosa inaspettata. Mi strinse in un abbraccio e posò la testa sul mio petto,
tranquillamente, come fossimo una coppietta felice
“Lou, dovrei andare a fare la doccia.. tu però puoi rimanere ancora a letto se vuoi” fece una smorfia di disapprovazione, poi però si staccò da me.
Come premesso andai in bagno e aprii l’acqua della doccia lasciandola scaldare per qualche minuto; l’unica cosa che volevo fare in quel momento era stare sotto il getto caldo per un’ora intera a pensare. Mi spogliai ed entrai nella doccia, l’acqua mi scorreva addosso e anche i miei pensieri fecero lo stesso, così cominciai a cantare. Mi piaceva cantare, riuscivo a scaricare tutte le tensioni e in quel momento, di tensioni, ne avevo parecchie.
Dopo neanche cinque minuti sentii dei rumori strani ma non ci feci troppo caso e continuai a cantare. Quando la tendina azzurra della doccia si tirò e dietro comparve Louis per poco non morii per lo spavento, infatti gridai. Solo dopo mi resi conto che Louis era completamente nudo e stava entrando nella doccia con me. Rimasi paralizzato, vederlo lì davanti a me in quello stato..
“Canti bene Harry” non riuscivo a staccare gli occhi da.. ehm.. dal suo corpo perfetto?
“Porca troia Louis, mi hai spaventato a morte.. Ma cosa cazzo stai facendo?!” il mio sguardo terrorizzato diceva tutto
“Faccio la doccia con te, cosa vuoi che stia facendo?”

“Perchè?!” in quel momento sarei voluto scomparire<
“Perchè devo farla anch’io e così risparmiamo tempo” lui sorrideva come se fare la doccia con un altro ragazzo fosse una cosa normalissima.
Louis si allungò per prendere lo shampoo sul porta-oggetti dietro di me e praticamente mi si spiaccicò addosso. Anche quando avevamo dormito insieme era spiaccicato contro di me, ma in quel momento era diverso.. era NUDO. Il suo corpo contro al mio, e mille scariche elettriche lungo la schiena. Ma soprattutto niente mutande a nascondere il mio imbarazzo.
Louis tornò al suo posto ridacchiando sotto i baffi, e capii perchè
“Mhh, senti.. siamo un po’ stretti, ti dispiacerebbe-“
“Veramente sì. Harry smettila di fare la lagna e lavati” quel ragazzo riusciva sempre a zittirmi. E a mettermi in imbarazzo. E a farmi sentire bene. E a incasinarmi la vita.
Mi lavai cercando di mantenere la calma, poi Louis mi chiese
“Harry potresti insaponarmi la schiena? Da solo non ci arrivo” il divertimento nella sua voce mi fece capire che lo stava facendo apposta e la tensione continuava a salire, anche nel mio basso ventre
“Eh.. Uhm.. S-sì” quando si girò mi trovai davanti il suo fondo schiena e, per Dio, era perfetto.
Mandai giù con fatica il groppo che mi si era formato in gola e cominciai a muovere la spugna sulle spalle di Louis, cercando di non distrarmi
“Harry, se continui a passare la spugna solo sulle spalle va a finire che non mi lavo proprio.. puoi andare un po’ più giù?” purtroppo captai solo le ultime parole e rimasi impietrito
“Cosa?!”
“Puoi passare la spugna su tutta la schiena? Harry ma che hai?!” – che ho? Che ho?! Guarda, sto solo condividendo uno spazio minuscolo con il ragazzo di cui sono follemente innamorato. E siamo nudi. Ma niente di che, figurati – . 
Mi sforzai di passare la spugna in fondo alla sua schiena, cercando di non soffermarmi troppo a guardare il suo culo perf.. il suo sedere. 
"Grazie Harreh, sei molto gentile" Louis si voltò verso di me con un sorrisetto; il modo in cui aveva pronunciato il mio nome, la sua voce dolce, mi aveva fatto venire la pelle d'oca. Dopo essersi sciacquato tirò la tenda ed afferrò il suo accappatoio
"Questa cosa mi piace parecchio, dovremmo rifarla" disse ed uscì dalla doccia, e io per poco non soffocai
"Ma anche no.." dissi tra me e me, forse a voce troppo alta
"Perché no?" Louis, che stava beatamente gongolando davanti allo specchio si rabbuiò alle mie parole. L’atmosfera nel bagno si stava facendo opprimente, e non solo per il vapore caldo. Scossi la testa ed uscii dalla stanza, sperando che Louis capisse; non volevo passare un attimo di più in quella situazione.
Andai in camera ancora gocciolante e quando vidi il mio letto perfettamente intatto sentii una morsa al petto. Decisi che fosse arrivato il momento di chiamare Niall.
Selezionai il suo numero nella rubrica e una nostra fotografia comparve sul display che squillò per un paio di volte prima che il mio migliore amico rispondesse
“Pronto, Mr. Styles, cosa posso fare per lei?” una voce solenne mi entrò nelle orecchie e sorrisi spontaneamente
“Salve, Mr. Horan. Ho bisogno di aiuto per risolvere dei problemi di cuore..” mi morsi il labbro per la tensione. Mi dispiaceva stressare Niall con i miei problemi da ragazzo gay e confuso
“Louis?” la sua voce si addolcì
“Mhmh..”
“Che ha fatto stavolta?”
“Beh.. ieri abbiamo discusso e quando sono andato a scusarmi mi ha trascinato nel letto con lui e mi ha pregato di restare..”
“COSA? Stai scherzando?”
“No, e non è tutto.. prima sono andato a fare la doccia ed è entrato pure lui. Dio, Niall, è stata la cosa più imbarazzante che abbia mai fatto”
mi stampai una mano in faccia
“Non ci posso credere.. e poi cos’ha fatto?”
“Sembrava molto divertito e mi ha chiesto di lavargli la schiena. Ha detto che gli piace parecchio e che dovremmo fare la doccia insieme più spesso.. io non gli ho risposto”
ci fu silenzio per qualche secondo, probabilmente Niall stava trovando le parole
“Sono.. sconcertato. Harry, quel ragazzo è gay”
“No, no, no lo sai che ha una fidanzata”
“Eleanor? Sarà una finta fidanzata per nascondere la sua vera sessualità”
“Ma dài Niall, non siamo in una soap-opera.. però davvero non capisco il suo comportamento: un attimo prima è divertito e un attimo dopo sembra turbato. È la persona più difficile che abbia mai conosciuto”
“Harry io non trovo ‘parecchio piacevole’ fare la doccia con un ragazzo e non ho mai dormito abbracciato a te, per quanto ti voglia bene”
oh.. forse aveva ragione
“Non lo so.. ora mi fai venire ancora più dubbi” sospirai e feci una pausa “Grazie per avermi ascoltato anche questa volta.. mi dispiace di romperti sempre le palle con le mie paranoie”
“Harry ma figurati! Sono il tuo migliore amico, come potrei non ascoltarti?” anche se non potevo vederlo, capii che stava sorridendo
“Okay, grazie Niall. Ti voglio bene”
“Anche io, ciao Haz”
chiusi la telefonata e vidi un’ombra muoversi dietro la porta socchiusa della mia camera. 
Un senso di panico si fece spazio dentro di me. Louis aveva sentito tutto? Era stato ad origliare tutto il tempo?

 

**

 

Io e Louis tornammo a non parlarci di nuovo, solo due parole in presenza di mia madre o degli amici. Continui alti e bassi. E come se non bastasse Nick, un mio vecchio quasi-fidanzato, continuava a dirmi di stare lontano da Louis, che lui era uno stronzo, che mi avrebbe ferito e altre cazzate del genere. Ogni volta a lezione di letteratura si sedeva di fianco a me prima che arrivasse Niall e si beccava gli sguardi freddi di Louis.
Una sera il mio ‘coinquilino’ decise di rompere il nostro silenzio e venne in camera mia per parlarmi. Entrò tranquillamente senza chiedere permesso e, con i piedi piantati per terra, si appoggiò alla porta
“Cosa vuole Grimshaw? È il tuo nuovo fidanzatino geloso per caso?” cominciò a parlare senza sosta, chiaramente irritato, poi fece passare gli occhi su tutta la mia stanza
“E magari avete anche scopato qui” un ghigno di disgusto si fece spazio sul suo volto. Io, parecchio divertito, alzai una mano davanti a me
“Hai finito?” lui accennò un ‘sì’ con la testa
“Beh, non che ti riguardi, ma la risposta è no.. e anche se fosse, a te cosa importa?” Louis entrò in camera chiudendo la porta e si sedette sul mio letto. Sospirò e la sua espressione si addolcì un po’, continuava a passarsi le mani sulle cosce e a stringerle

“Harry.. contrariamente a ciò che pensi, m’importa di te. Molto” oh. Quella dichiarazione mi lasciò spiazzato.
“Sei arrabbiato?” decisi di seguire il mio istinto e mi andai a sedere sul letto accanto a Louis
“No, no, non sono arrabbiato.. è solo che tu prima mi respingi e un secondo dopo vuoi fare la doccia con me. Non riesco a capirti, non so mai come comportarmi con te. Sei un ragazzo difficile, Louis Tomlinson” accennai un sorriso e sentii le mie guance andare a fuoco.
“Lo so Harry, ma devi sapere che uhm.. io ho avuto un’adolescenza difficile. Quando ho capito di essere gay, l’estate in cui ci siamo conosciuti, l’ho subito detto a mio padre” fece una pausa, gli occhi arrossati e il viso contratto; di nuovo decisi di seguire il mio istinto: gli presi una mano e la strinsi forte nella mia
“Avevo sempre avuto un rapporto fantastico con mio padre. Sai, le giornate a pesca, le mie partite di calcio, le serate a guardare i Rovers in tv.. il tipico rapporto padre-figlio. Lui mi voleva bene. Per questo pensavo che avrebbe capito.. invece non l’ha fatto” continuai a stringergli la mano mentre sentivo il mio petto stringersi un po’ di più ad ogni sua parola
“Appena gliel’ho detto è rimasto scioccato e per cinque minuti non ha fatto altro che fissare il vuoto, poi ha cominciato ad urlarmi contro e a prendermi a pugni..” lo vidi cercare di trattenere una lacrima che però gli scivolò lenta sul viso, così allungai una mano e passai il pollice sulla sua guancia
“Lou, non devi dirmi queste cose se non te la senti”
“No, va tutto bene” si fermò un attimo prima di ricominciare a raccontare
“Mia madre ha cercato di proteggermi in ogni modo, ma dopo un anno di continui abusi da parte di mio padre si sono separati.. ed è stata tutta colpa mia. Me l’ha sempre detto, mio padre, che io sono sbagliato, che tutto quello che faccio è sbagliato.. che sono la delusione della sua vita. Avrebbe preferito che fossi morto piuttosto che frocio” Louis scoppiò a piangere coprendosi il viso con le mani, io automaticamente lo abbracciai stringendolo forte a me, le sue lacrime
mi bagnarono il collo

“Mio Dio, Louis, mi dispiace così tanto” i suoi singhiozzi non accennavano a diminuire, le sue braccia strette intorno al mio corpo, gli accarezzai dolcemente la schiena
“Tu non sei sbagliato, non sei una delusione. Sei un ragazzo fantastico e non importa se ti piacciono i ragazzi, l’amore è amore. Per tutti” cercò di calmarsi un po’ ma finì solo per piangere più di prima, stringendosi forte a me
“No Harry.. io sono un disastro.. non mi merito nessuno. Ho fatto soffrire tutte le persone care che avevo.. non ti merito, davvero, puoi trovare qualcuno mille volte meglio di me” non ce la facevo più a sentirlo parlare così; lo staccai da me e posandogli una mano sulla guancia gli alzai il viso per guardarlo negli occhi
“Lou, Lou ascoltami. Tu sei perfetto e a me piaci così come sei. Tu meriti tutto il bene del mondo e io.. beh, io potrei provare a dartelo”.
Louis smise di piangere e i suoi meravigliosi occhi azzurri si incastrarono con i miei.
Verde e azzurro.
Gli presi il viso tra le mani e passando i pollici sulle sue guance asciugai le lacrime che ancora scivolavano giù. Feci un respiro profondo e mi avvicinai piano a Louis dandogli il tempo di capire quali fossero le mie intenzioni, ma lui non si spostò, anzi, mi venne in contro.
Le nostre labbra si unirono in un bacio fantastico, dolce, tutta la disperazione scivolò via insieme alle lacrime di Louis. Le nostre lingue si cercarono e il bacio andò avanti a lungo, le sue mani infilate nei miei capelli. Ci fermammo solo per riprendere fiato, ma io sarei stato lì tutta la vita.
In un attimo mi ritrovai sdraiato sotto a Louis mentre lui mi lasciava baci leggeri sull’angolo della bocca, sul profilo della mascella e sul collo. Quando infilò le mani sotto alla mia maglia sussultai, ma mi rilassai subito sotto il tocco delle sue carezze; dopo essersi tolto la maglia, Louis mi aiutò a sfilarmi la mia e per secondi o forse minuti restammo incantati a guardarci. Ci eravamo già visti nudi, ma questa volta fu diverso.
Tra di noi si era creata un’attrazione fortissima, come una calamita, e Louis si ributtò sulle mie labbra, cominciando a far scendere le mani verso i miei pantaloni.
Con un movimento del bacino fece scontrare le nostre erezioni e io mugolai sulle sue labbra
“Lou, aspetta.. sei sicuro di quello che stiamo facendo?” dissi ansimando, lui si chinò su di me e mi stampò un bacio sulla guancia
“Sicurissimo Harry” mi slacciò i jeans e una scarica di adrenalina mi attraversò tutto il corpo.
Louis mi tirò giù i pantaloni e i boxer insieme e si morse un labbro, cosa che mi fece impazzire, così lo presi per le spalle riportandolo sopra di me e spostai le mani sul suo sedere, infilandole sotto la sua tuta grigia e tirai giù tutta quella stoffa che lo impicciava.
Louis si ingarbugliò con i pantaloni nei piedi e scoppiammo a ridere tutti e due; per aiutarlo mi ritrovai sopra di lui e dopo averlo liberato cominciai a riempirgli di baci il collo, il petto, scesi giù fino agli addominali e infine presi a baciare tutt’intorno al suo membro. Con la lingua salii fino alla punta e iniziai a succhiare. Sentire Louis ansimare e mugolare di piacere fu meraviglioso, perchè sapevo che quel piacere glielo stavo provocando io.
Continuai a succhiare e a giocare con la lingua intorno alla sua erezione finchè, un attimo prima di venire, Lou non si spostò e mi bloccò sotto di lui. Mi guardò come per avere una conferma e io annuii convinto.
Mi allungai verso il comodino alla destra del letto e dai cassetto presi una bustina di lubrificante e un preservativo
“Vedo che sei attrezzato” disse Louis scherzoso
“Non si sa mai” gli risposi ammiccando
Si accucciò in mezzo alle mie gambe e si spalmò un po’ di lubrificante sulle dita, poi sentii freddo proprio lì.
Mentre infilava un dito dentro si chinò su di me e cominciò a baciarmi; un altro dito e una fitta mi investì il basso ventre. Il fastidio si trasformò in piacere quando Louis cominciò a girare e ad arricciare le dita
“Sei pronto”
“Sì, Lou, ti prego”
Louis si infilò il preservativo ed entrò piano dentro di me, le sue mani ai lati delle mie spalle per sorreggersi e le mie strette nelle lenzuola.
“Harry, guardami. Stai tranquillo. Ti fidi di me?”
“S-sì, mi fido di te” Louis mi diede un bacio e cominciò a dare delle spinte leggere contro il mio bacino, poi prese il ritmo e aumentò le spinte.
Bastarono tre colpi in quel punto per farmi venire copiosamente sul mio petto, e Louis insieme a me
“Cristo, Harry” gridolini di piacere uscivano dalle bocche di entrambi.
Uscì da me e togliendosi il preservativo si lasciò cadere alla mia sinistra, esausto
“Wow” dissi, quasi in un sospiro
“Wow” ripetè Louis.
Ci infilammo sotto alle coperte, ancora nudi, e ci stringemmo l’uno all'altro
“Questa cosa mi piace parecchio, dovremmo rifarla” sorrisi, ricordando le parole di Louis
“Ma anche no..”.


Spazio autrice c:
Ciao ragazze! Scusatemi tantissimo
per questa lunghissima attesa ma
ho voluto cambiare qualche cosa nel
capitolo e in più sto scrivendo anche una
OS che a breve pubblicherò.
Come avete visto, all'inizio ho messo
uno 'smut alert': in ogni capitolo in cui
ci sarano delle scene appunto smut, metterò
questo piccolo avviso per le lettrici che
magari vogliono saltare quella parte.
Comunque è la prima volta che scrivo una
scena del genere e spero sia andata bene ahah
Grazie mille a tutte per le visualizzazioni,

Bisous e alla prossima ♥

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