Little Dove

di eltanininfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Questa è la traduzione di “Little Dove” di prettylittlerockstar su fanfiction.net. L’autrice mi ha autorizzata, NON L’HO RUBATA! Se avete dubbi o volete dei chiarimenti, vi lascio il link dell’autrice così potete chiedere direttamente a lei.

Link storia (primo capitolo): https://www.fanfiction.net/s/10229762/1/Little-Dove

Link autrice: https://www.fanfiction.net/u/4733300/prettylittlerockstar

 

-Miss Blackburn?- chiamò a voce alta Amanda Waller, guardandosi attorno nel laboratorio stipato di oggetti ed esaminando la stanza. Pile di documenti, schizzi e strumenti incompleti, armi e altri oggetti vari adornavano le pareti, i banchi da lavoro e persino il pavimento.

Amanda si spazientì. Questa ragazza era probabilmente la persona più disordinata che avesse mai conosciuto, ma era estremamente abile, specialmente per qualcuno della sua età comunque, così lei non poteva davvero lamentarsi.

Dopo una serie di colpi, cadute e qualche lamento, una giovane ragazza di circa vent'anni corse fuori dalla stanza sul retro, i capelli neri come l'inchiostro che cadevano disordinati lungo le spalle, alcune ciocche pendevano davanti ai suoi occhi, nascondendo le iridi verdi. A differenza della maggioranza dei lavoratori dell’ARGUS indossava un abbigliamento casual, una t-shirt con scollo a V grigia e nera e jeans scoloriti, più appropriati per il suo lavoro rispetto ad una gonna o un vestito. Posò i vari pezzi di metallo e di attrezzature che aveva tra le braccia su un tavolo già ingombro con un forte tonfo, facendo cadere un paio di schemi sul pavimento.

Amanda fece una smorfia al rumore, e la ragazza sorrise timidamente.  -Mi dispiace, colpa mia-

La donna agitò una mano nella sua direzione.  -Dov'è la tua assistente, Kaelie?-

La ragazza aggrottò la fronte, passandosi una mano tra i capelli neri come l'inchiostro e infilando un paio di ciocche dietro le orecchie.

-Dovrebbe star controllando le statistiche della Task Force X, mi pare che lo faccia tutti i giorni a quest’ora-

-Solo che non c’è, non si è proprio presentata al lavoro-

Kaelie strinse le labbra. –La chiamerò, oggi potrebbe essere al campus- suggerì, cercando il suo cellulare.

-Non pensi che non ci abbiamo già provato?- disse severamente Amanda. Kaelie rimise il suo telefono sulla scrivania incrociando le braccia.

-Cosa vuoi che faccia, allora?-

Amanda sospirò.  Possiamo sfruttare la situazione, ci puoi aiutare svolgendo il suo lavoro e raccogliendo quelle statistiche e poi continuare lo sviluppo-

-Va bene, altro?-

Amanda si fermò, pensando.

-Prova a riordinare-

-Okay-

-Questo è tutto, Kaelie- Amanda scosse la testa e lasciò la bottega.

Kaelie cambiò le sue lenti a contatto con un paio di spessi occhiali neri incorniciati e si raccolse i capelli sciolti con quelle che sembravano due bacchette d'argento. Raccogliendo il suo tablet fece un passo tra il disordine sul pavimento e lasciò il laboratorio, digitando una combinazione di numeri sulla tastiera, bloccando la stanza durante la sua assenza. Una guardia di sicurezza era in attesa fuori dalla stanza, in attesa di scortarla alle celle.

-Così Lola manca?- chiese e Kaelie si strinse nelle spalle mentre lo seguiva lungo una serie di corridoi.

-Così sembra-

La guardia di sicurezza annuì.   -Quindi ti stai occupando del suo lavoro per oggi, allora?-

-Sì-

-Che schifo-

Kaelie sorrise.  -Niente affatto, voglio dire quale ragazza non vorrebbe trascorrere qualche ora in una cella con un gruppo di cattivi ragazzi?-

-Fai comunque attenzione con questi ragazzi, sono dei criminali-

Kaelie gli posò una mano sul braccio.  -Sono cresciuta con i 3 fratelli, non può essere molto diverso-

La guardia di sicurezza ridacchiò scuotendo la testa.

Arrivando al blocco di celle fermò Kaelie. -Sto per prendere tutte le armi che hai, per precauzione-

Kaelie annuì, già tirando fuori varie armi dalla cintura e sciogliendo il filo elettrificato dal braccio.

-Tutto fatto?- chiese la guardia, dopo che numerose armi si erano accavallate sulle sue braccia.

Kaelie annuì sorridendo.  -Non giudicarmi, questo fa parte del mio lavoro, ricordati-

-Giusto, tu sei la ragazza delle armi-

-Esattamente-

La guardia di sicurezza sbloccò la porta di una delle celle e Deadshot si appoggiò allo stipite, guardando fuori e oltre Kaelie. Si accigliò fingendo delusione.

-Cos’è questo? Hai portato un bambino a lavorare oggi*?- Cercò di infastidire Kaelie, ma lei, in tutta risposta, alzò gli occhi. Era consapevole del fatto che sembrava molto giovane, era uno dei più giovani dell’ARGUS dopotutto, ma ciò non la disturbava affatto.

-Divertente- Alzò un sopracciglio, facendo un passo verso di lui, e Deadshot si spostò dal telaio della porta, lasciando Kaelie all'interno della sua cella.

-Dov'è la cara Lola?-

-La sto sostituendo-

-Bene, non mi piaceva comunque, era una cagna**-

-Non è una grande fan dei ragazzi cattivi-

-Ho avuto questa sensazione dai suoi costanti sguardi truci-

Egli rivolse un ghigno malvagio a Kaelie. Rimasta in silenzio, Kaelie aveva iniziato ad impostare il suo tablet.

-E tu, tesoro?-

-Hmm?-

-Sei una fan dei ragazzi cattivi?- le chiese ironicamente, usando le sue stesse parole. Kaelie lo ignorò, e cominciò a digitare.

-Non parli molto, vero, Dove***?-

-Kaelie- disse lei con forza, non gradendo i termini affettuosi che lui stava usando.

-Bel nome, non si trovano molte Kaelie-

Spingendo verso l'alto gli occhiali, lei alzò gli occhi e tirò fuori uno dei bastoncini dai capelli, voltandogli le spalle, e lesse qualcosa sul tablet. Deadshot sbirciò da sopra la spalla, cercando di guardare quello che stava facendo.

-Che cos'è?- domandò lui.

Kaelie cliccò all'inizio della bacchetta e un piccolo ago spuntò fuori dall'altra estremità. Deadshot spalancò gli occhi e poi iniziò a ridere.  -Ragazza cattiva, non sono permesse armi qui dentro-

-Dammi la mano- Kaelie prese la mano rigirandola in modo tale che il palmo fosse in alto. Conficcò l'ago nel centro del palmo, prelevando del sangue.

-Ouch- Deadshot trasalì, flettendo la mano e pulendo il sangue sulla sua camicia.

-Povero bambino, ti ho fatto male? Mi dispiace- lo prese in giro Kaelie prima di tornare al suo lavoro. Cliccò la parte superiore della bacchetta e l'ago coperto di sangue si ritrasse. Mettendola sul suo tablet, premette alcuni tasti e una linea blu scannerizzò la bacchetta, che si mise a levitare. Afferrandola, Kaelie se la fece scivolare di nuovo nei capelli, fissandola al suo posto. Leggendo i risultati sul suo tablet, annuì a se stessa.

-Sembra che qui abbiamo finito, Deadshot-

Lui mise il broncio.  -E noi stavamo appena iniziando ad andare d'accordo-

La porta della cella si aprì e Kaelie uscì.

-Vieni a farmi visita presto, Dove***- disse scherzosamente Deadshot, soffiandole un bacio e agitando le dita nella sua direzione. Scuotendo la testa, Kaelie nascose il piccolo sorriso divertito.

Guardando le altre celle si rivolse alla guardia di sicurezza.  -Va bene, chi è il prossimo?-

 

Note della traduttrice: spero che questa storia vi piaccia come piace a me. Anche se in inglese, l’ho amata dalla prima all’ultima parola.

*Cos’è questo? Hai portato un bambino a lavorare oggi?= in inglese era “What is this? Bring a kid to work day?” e “work day” non è il giorno in cui si fa vedere al figlio/alla figlia che lavoro fa il genitore, ma è la giornata lavorativa comune. Perciò l’ho tradotta come “Portare un bambino a lavorare”

**era una cagna= in inglese era “she was a bitch”, quindi è tradotta letteralmente (bitch significa proprio cagna. In teoria, nel vocabolario, non sarebbe spregiativo. Lo diventa quando è rivolto alle persone, soprattutto donne). Mi scuso se urta la sensibilità di qualcuno

***Dove= letteralmente sarebbe stata “Colomba” o “Colombina”, ma sinceramente in italiano non mi piaceva, allora l’ho inserita in originale (e così da anche più senso al titolo)

 

Note dell’autrice: spero solo che vi piaccia :)

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Capitolo due

Note iniziali della traduttrice: ho notato che molti di voi (ben 168 ad ora) hanno letto il primo capitolo e ciò mi – ci, a me e all’autrice – ha fatto molto piacere. Gradiremmo se ci lasciaste anche una piccola recensione, giusto per sapere cosa vi ha colpito di questa storia. Vi lascio al capitolo.

Baci

 

CAPITOLO DUE

Rovistando tra le pile di carte, Kaelie si guardò intorno per trovare il suo cercapersone, che stava emettendo continui segnali acustici negli ultimi 10 minuti. Seguendo il suono, si lasciò cadere in ginocchio, trovandolo tra un mucchio di rottami metallici. Proprio appena fermò il “bip”, Lyla apparve sulla soglia.

-Kaelie, dovresti pulire questo posto, in questo modo non spenderesti 10 minuti per trovare il tuo cercapersone-

-Lo so, lo so, ma il pasticcio mi aiuta a lavorare. Comunque, dove dovrei essere?-

-Amanda ti vuole nella nuova sala corsi, e porta anche la nuova apparecchiatura per la prova-

Gli occhi di Kaelie s’illuminarono e lei sorrise, alzandosi dal pavimento e asciugandosi le mani sporche sulla sua camicia. –Finalmente! Mi chiedevo quando sarebbe stata usata-

Lyla sorrise. –Hai bisogno di una mano?-

Kaelie annuì e scavalcò un mucchio di bicchieri di caffè buttati via, accompagnando Lyla verso una parete con appese una serie di armi che sembrava fossero fatte di vetro. Sganciandole delicatamente un paio dal muro, ne consegnò alcune a Lyla, e prese altre apparecchiature per i test.

-Quindi queste sono le nuove armi a cui stavi lavorando?-

-Sì-

-Sembrano stupefacenti- le elogiò Lyla e Kaelie sorrise ampiamente. -Aspetta di vederle in azione-

La donna le sorrise di rimando. -È meglio avere qualcosa di nuovo per me-

Kaelie ridacchiò prima di tornare seria. -Hai sentito niente di Lola?-

Lyla aprì la bocca e pensò per un momento prima di parlare. -Abbiamo un paio di piste su cui stiamo lavorando, ma ancora nulla di certo-

La ragazza aggrottò la fronte sapendo che le stava nascondendo informazioni.

-Non guardarmi così, sai che mi piacerebbe dirti di più se mi fosse permesso-

Kaelie sospirò. -Lo so, solo odio essere lasciata all’oscuro il più delle volte-

Il cipiglio di Kaelie si trasformò in confusione quando vide diverse guardie pesantemente armate agli ingressi della nuova sala di formazione. Era davvero necessario? Girò la testa verso Lyla per chiedere di cosa si trattasse, ma la donna scosse la testa, insistendo a non dire nulla. Le porte della camera di formazione si aprirono e le due entrarono.

Kaelie emise uno sbuffo vedendo la squadra di cui faceva parte. Amanda era in piedi tra due dei membri della Suicide Squad, che avevano le braccia conserte e l’aria annoiata. Stringendo le labbra, Kaelie guidò Lyla verso un tavolo ad un’estremità della stanza e cominciò a organizzare le armi e le attrezzature poste sulle scrivanie.

-Ti sei presa il tuo tempo, Dove, non come noi che ti stavamo aspettando tutti-

Kaelie si guardò alle spalle e Deadshot la salutò.

-Lawton, ora basta- lo avvertì Amanda e lui alzò gli occhi, ma si fermò, incrociando le mani dietro la schiena.

Kaelie e Lyla vennero raggiunti dagli altri intorno al tavolo e Amanda cominciò a parlare. –Siete tutti qui per testare questa nuova struttura e le nostre nuove armi-

Si voltò verso i membri della Suicide Squad, rivolgendo loro le successive parole.

-Questa è un'opportunità fortunata e rara per voi di lasciare le vostre celle. Se andrà tutto bene, vi sarà definitivamente permesso di lasciare le vostre celle e di utilizzare la struttura-

Deadshot ridacchiò in direzione di Kaelie, che si era seduta a gambe incrociate sul tavolo e lanciava un pugnale in aria per poi riafferrarlo con la mano sinistra.

-Lei pensa veramente che sia saggio lasciare che un bambino giochi con i nostri nuovi giocattoli?-

Kaelie aggrottò la fronte, poi infantilmente puntò il pugnale in direzione di Deadshot. Amanda scoccò ai due uno sguardo decisamente non divertito e Kaelie lasciò cadere il pugnale sul tavolo, imbronciata. Saltando giù, si avvicinò a Deadshot.

-In realtà, non solo io sono più in grado di voi nell’utilizzo di questi strumenti, ma io sono colei che li ha creati-

-Kaelie anche creato l'intero centro di formazione- aggiunse Lyla, e ognuno si prese il tempo di guardare l’intero posto. Era molto moderno, tutto metalli lucidi, vetro e forme asimmetriche.

Deadshot sembrava indifferente. -Dovrei essere impressionato?-

Amanda si rivolse a Kaelie. -Miss Blackburn, penso che ora una dimostrazione sia d’ordine-

Kaelie annuì, togliendosi i tacchi e mettendoli sul tavolo, rimanendo a piedi nudi. Passò le mani sulla gamma di armi, per decidere quale prendere. Allontanando le armi dal tavolo, fece scattare il polso, e gli anelli della frusta elettrificata scivolarono lungo il braccio e poi nella sua mano. Si avvicinò a una delle porte scorrevoli di una delle poche camere di vetro all'interno del centro di formazione, e premette la mano libera contro di esso. Una linea blu la scannerizzò e, riconoscendola, aprì un menu.

-È abbastanza semplice in realtà, si prende solo un’arma, quindi ci si fa scannerizzare la mano, dovrebbe uscire un menu come questo e basta scegliersi un programma- spiegò Kaelie e scorse le opzioni, scegliendo alta velocità, 50 persone e ambiente difficile.

Una volta che lei ebbe scelto il programma, le porte si aprirono e lei entrò. Gli altri nella stanza si spostarono, guardando come lei stesse entrando nel bel mezzo di un grande podio. Le luci all'interno della stanza di vetro si oscurarono, e una serie di laser arancioni apparvero in ogni angolo, creando persone olografiche. Il conto alla rovescia l’avvertì che erano passati cinque secondi, e Kaelie prontamente schioccò con la mano la frusta elettrica, che baluginava di un brillante colore freddo quando rifletteva la luce. Una delle persone olografiche caricò in direzione di Kaelie e lei fece crepitare la sua frusta, tagliandogli il torace con un movimento rapido. Una brillante luce arancione eruttò dalla ferita e l'ologramma esplose come schegge di vetro prima di scomparire.

Un’altra persona olografica corse verso la ragazza, questa volta affiancato da diversi altri, e Kaelie agitò la frusta in avanti, che si avvolse intorno alla caviglia di uno degli ologrammi. In un altro movimento fluido lei tirò il polso e l’ologramma che era stato catturato cadde, mandando gli altri a terra come birilli colpiti da una palla da bowling. Esplosero tutti in un mare di luce arancione, fino a scomparire.

Kaelie si girò di scatto, chinandosi sotto e volteggiando intorno agli ologrammi, colpendoli, uno dopo l'altro, in modo creativo e sapiente con la sua frusta elettrica. Infine, una volta che tutte le persone olografiche furono distrutte, le luci tornarono alla normalità e Kaelie fece un passo fuori dal podio. Respirava pesantemente, i capelli color dell’inchiostro erano incollati alla schiena e la pelle era coperta di un sottile velo di sudore. Sogghignando, si voltò verso il suo pubblico, e rivolgendosi a Deadshot agitò i polsi in un regale inchino di scherno.

Lyla batté le mani applaudendole e Amanda annuì con la testa in segno di lode. Kaelie uscì dalla stanza di vetro, avvolgendo la frusta di nuovo intorno al braccio, e raggiunse il resto della squadra.

-Bel lavoro, Dove, ora si che mi hai impressionato-

Kaelie si lasciò sfuggire una mezza risata, accompagnando gli altri al tavolo delle armi. –Ora è il vostro turno di giocare, ragazzi e ragazze-

Si voltò verso Lyla, mostrando la sua pistola e spiegandole i diversi tipi di proiettili che lei doveva provare. Deadshot andò a prendere una lunga lama ricurva, fatta di un materiale simile a vetro trasparente, e vedendolo, Kaelie gli colpì subito la mano.

-Questa non è per te, quindi, se vuoi evitare un brutto colpo, ti conviene tenere le mani a posto-

Deadshot imitò il saluto militare e mise le mani dietro la schiena per tenerle fuori dalla portata della ragazza. Lyla la guardò incuriosita e lei si mise a spiegare.

-Queste armi sono realizzate ognuna con un riconoscimento sensoriale molto specifico, in modo tale che le armi di Lyla sono solo di Lyla, quelle di Deadshot sono solo per lui e così via. Chiunque cerchi di prendere qualcosa non suo avrà una sorpresa piuttosto scioccante-

-Ma tu le puoi usare tutte quante?- chiese Lyla e Kaelie annuì. –Le ho fatte io-

Distribuì il resto delle armi e delle attrezzature alla squadra e agitò la mano, gesticolando verso la stanza di addestramento.

-Avete i vostri giocattoli, ora andate a divertirvi-

 

Note finali della traduttrice: che dire, non sono per niente soddisfatta della parte in cui è descritta la prova di Kaelie, ma, anche se ci ho messo quasi tre settimane per metterla a posto, ancora non mi piace. Non esistono sinonimi di “ologramma” e “olografico”, per cui ci sono un sacco di ripetizioni. Per il resto, invece, sono veramente contenta, perché, anche se è la mia prima traduzione, sono riuscita a renderla abbastanza bene.

Ringrazio chi ha letto la storia e invito a farmi sapere – e a far sapere all’autrice, non preoccupatevi di dire cose negative, al massimo insulta me perché l’ho tradotta male – se vi piace o no e se ci sono cose che dovrebbe cambiare, togliere o aggiungere. È una storia particolare, perché, fino ad ora (non so poi, ma non credo), non ci sono Oliver, Felicity, Roy e nemmeno Diggle. Insomma, è tutta incentrata sulla Suicide Squad. E sono consapevole che Deadshot non è un personaggio molto famoso in Italia (non è nemmeno presente nei personaggi, votatelo se questa storia vi piace!), ma nel resto del mondo è tra i ‘villains’ più amati.

Spero che vi sia piaciuta comunque. Se si, fatemelo sapere!

P.S.: aggiorno un martedì si e uno no, soprattutto perchè la settimana prossima sono in Irlanda per conto mio e non posso tradurre. Ci vediamo il 26, ragazzi!

 

Note dell’autrice: spero che questa storia vi piaccia, mi sono molto impegnata per scriverla. Lasciate una recensione, per favore, solo per farmi sapere cosa ne pensate. Grazie comunque a chi ha letto :)

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