I Quattro Doni

di m o o n l i g h t
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Prologo ***
Capitolo 2: *** II. I bambini del bosco ***
Capitolo 3: *** III. Salmoni a pranzo ***
Capitolo 4: *** IV. Fuochi fatui ***
Capitolo 5: *** V. Adiuva ***
Capitolo 6: *** VI. Accento nordico ***
Capitolo 7: *** VII. C. A. V. A. ***



Capitolo 1
*** I. Prologo ***


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*  *  *


Prologo



 

-Papà papà mi racconti ancora la storia dei quattro doni? Ti preeeeego- la bambina ormai la sapeva a memoria, la storia, ma la adorava, la sua parte preferita era la filastrocca, che ogni tanto canticchiava come fosse una canzonetta. 
-Ma Merry te l'avrò raccontata almeno cento volte! Non vuoi che ti racconti qualcosa di nuovo? Magari la storia dell'orso che invase una città, oppure quella del cavaliere con le sette pietre incastonate nel busto d'acciaio, quelle non te le racconto mai- dice il padre, ma sapeva che era inutile, la figlia non si sarebbe addormentata finchè non avesse sentito per l'ennesima volta la storia, ed infatti -Papà ti supplico, raccontamela un'ultima volta, poi giuro che domani sera mi racconti quella dell'orso cattivo!- il padre non riusciva a capire cosa in quella fiaba riuscisse ad affascinare la figlia a tal punto da volerla sentire ogni sera, sapeva che la sua parte preferita era la parte della filastrocca, così gli disse -Oggi ho lavorato molto Merry, e sono molto stanco, ma ti propongo una cosa, ti dirò solo la filastrocca e domani mattina ti racconterò tutta la storia, compresa anche la parte in cui il ragazzo della Gioia bacia per sbaglio una rana- era vero, era davvero molto stanco, quel giorno il sole era stato particolarmente caldo e il lavoro molto duro e ora sentiva tutto il corpo indolenzito, quindi quel compromesso lo avrebbe messo a letto prima del solito.
-Ahahahah si quella scena è troppo divertente! Ok va bene, però voglio che la dici bene, la filastrocca, deve farmi venire i brividi! Capito?- alla bambina piaceva quando il padre ci metteva enfasi nel dire la filastrocca, era divertente vedere le sue espressioni mutare con il tono della voce e le rughe che si spostavano prima sugli angoli della bocca poi sulla fronte, in realtà gli piaceva quando la sera suo papà le raccontava le sue storie, era come se tutto il mondo intorno sparisse e c'erano solo loro due con le loro storie.
-Okay, allora comincio...mhmh....
Solo la luce
 intensa che sia
 può cacciare il buio
 oscura follia- con le mani fa un gesto ampio, la bambina guarda le grandi mani del padre come fossero intrise di magia;
- la luce è speranza
 il buio paura
 la prima innalza
 il secondo cattura- e con le forti braccia fa un movimento come ad acchiappare e stringere qualcosa di invisibile, è molto bravo a recitare ciò che racconta, e Merry lo sa, e le piace;
 -se il nero imprigiona
 con tentacoli neri
 della luce brillante
 ferma i poteri
 solo chi ha il dono
 gli innocenti potrà salvare
 e nelle loro vite
 la speranza riportare- l'uomo si avvicina al letto della figlia e si siete sul bordo, così continuano insieme
 -i doni son quattro
 rari e potenti
 e quattro le creature
 che li portano incoscienti
 il primo è la gioia
 il gioco, l'ebrezza
 quando nel buio
 questa si spezza
 il secondo è la bontà
per saper curare
di qualunque natura sia
qualsiasi male
 il terzo è la saggezza
 potente mistero
 colui che la possiede
 sa sempre il vero
 il quarto è il coraggio
 di cambiare il fato
 di fare ciò che è giusto
 e anche ciò che è sbagliato
 non so se tu creda
 che sia leggenda o realtà
 ti dico solo questo :
 osserva ciò che accadrà- la bimba batte le mani contenta, non sa perchè ma ogni volta che ascolta questa filastrocca è come se qualcosa in lei si accendesse, come una scintilla.
-Ok ricciolina, ora devi dormire però, come promesso-
-Ma papààààà la mattina è così lontaaaanaaa, non riesco ad aspettare così tanto!- ecco, il padre l'aveva immaginato, gli era sembrato troppo facile convincerla, ma sapeva come farla smettere -Merry, se non ti metti subito a dormire chiamo la mamma e le dico che hai digerito senza nemmeno mettere la mano davanti e chiedere scusa- ahah! L'aveva incastrata.
-Okay Okay giuro che ora dormo, ma non dire nulla alla mamma ti prego!- la bambina si era già messa rannicchiata sotto le coperte guardando il padre con sguardo pentito -Va bene non la chiamerò...per questa volta- e scoccandole un bacio sulla fronte spegne la candela di fianco al letto e va verso la porta, prima di chiuderla sussurra un -Buona notte ricciolina- alla figlia, che per tutta risposta sussurra -Spero che il cielo si svegli prima perchè voglio sentire la storia- -Ti prometto che il cielo si sveglierà prima solo per te- le dice con tono dolce il padre.
Quella fu l'ultima volta che Merida sentì una storia da suo padre. 


 




Note : Volevo dirvi che questa è la mia prima fanfiction, o meglio, la prima che pubblico, perchè in realtà di storie su personaggi che mi piacciono particolarmente o di mia invenzione ne ho scritte a palate, la maggior parte incomplete, ma tralasciamo i dettagli xD Appunto perchè è la mia prima storia seria, vi prego di essere clementi per i possibili errori, sia ortografici che sullo stile di scrittura. Mi è sempre piaciuto scrivere, ma ogni volta mi tenevo tutto per me e mi metteva ansia solo il pensiero di qualcuno che stesse lì i minuti a leggere qualcosa di mio per poi rimanere deluso o annoiato, per cui questa è una prova, non mi aspetto che riscuota successo, anzi, non sono nemmeno certa che qualcuno la leggerà, ma io ci ho provato, vedremo come andrà ;)
Probabilmente il primo vero e proprio capitolo uscirà domani, visto che questo era il prologo, ma per i capitoli normali la distanza tra uno e l'altro sarà di circa tre giorni credo (spero), tranne eventuali intoppi/imprevisti, s'intende.
Spero vi abbia stuzzicato e che la storia vi piacerà, non è chissà cosa, non sono Oscar Wilde, J.K. Rowiling, J.R.R. Martin o compagnia bella, sono una ragazza che ama le storie e che crede fermamene nell'importanza di esse nella vita di ciascuno, non ho pretese nè obbiettivi, quindi niente, a domani (si spera)!
S.
P.s :
La filastrocca è stata una tortura! D:
P.P.s : Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell'immagine d'inizio, l'ho fatta io e volevo sapere se era il caso di tenerla o eliminarla ^o^"

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Capitolo 2
*** II. I bambini del bosco ***


II. I bambini del bosco

Merida

L'aria è calda e afosa, sul suo viso si sono formate tante piccole goccioline di sudore che ricordano la rugiada che accompagna l'erba al mattino; ormai è mezz'ora o più che sta seduta lì, sulle radici di quell'albero, a guardare il vuoto.
Nel cielo compare un'uccello, un'aquila, e lei alza lo sguardo, adora le aquile, le invidia, le teme e le rispetta, sono animali liberi, potenti e arguti.
'Se fossi un'aquila sarebbe di certo tutto più facile, niente mariti da dover sposare, niente madri che ti obbligano a indossare corpetti soffocanti, forse mi porterei dietro i miei fratellini però, loro mi servirebbero per cacciare' pensa, con un sorriso sulle labbra.
In lontananza sente una voce di donna chiamarla -Merida! Devi sbrigarti! Gli spasimanti saranno qui a momenti, e tu non sei ancora pronta!- Gli spasimanti, si, non se n'era scordata, come potrebbe.
-Arrivo...madre- dice; vorrebbe solo scappare, lei, ma sa che sarebbe inutile; ha un cavallo, ma al castello ne hanno centinaia, ha un'arco, ma loro hanno mille asce, sa che è inutile scappare, e una lacrima calda le attraversa la guancia.
'Papà, perchè non ci sei tu?' pensa, e un'altra lacrima che le solca il viso.
Il padre.
Erano ormai undici anni che non vedeva il padre.
Che non ascoltava le sue storie o che non si sentiva chiamare "ricciolina", quel soprannome che tanto le piaceva, che non vedeva quella buffa barba cremisi, come i suoi capelli.
C'era una favola in particolare che le piaceva sentir raccontare da suo padre, con quella filastrocca...'Come faceva...aspetta...ah si!
Solo la luce
 intensa che sia
 può cacciare il bu...'
-Signorina! La vuoi piantare di sognare ad occhi aperti! Al castello sono già arrivati due dei quattro contendenti e tu sei qui a...a guardare il vuoto pensando a chissà cosa! Hai diciassette anni ormai Merida! Non puoi permetterti di perdere ancora tempo così!-
Sua madre era entrata nel bosco e ora la stava strattonando per un braccio, negli occhi si leggeva disperazione ma anche delusione, tanta delusione, ma Merida era abituata a quell'espressione.
-Mamma mi vuoi lasciare! Mi stai facendo mal..-
-Senti Merida, io PRETENDO che tu ora prenda quel tuo..coso con le frecce e venga subito con me al castello! Non riesci proprio a capire che questa è l'occasione più importante della tua vita?!- Elinor aveva cominciato ad alzare la voce.
-uff...okay- sbuffa Merida, ormai si è rassegnata a combattere con la madre, Elinor non la ascolta, non le interessa minimamente di quello che la figlia pensa, ma ormai ci è abituata, ormai è abituata a troppe cose in realtà, e questo non va bene.
-Bene, finalmente mi ascolti- dice la madre sorridendo dolcemente, è pazzesco come riesca a cambiare umore così in fretta.
La rossa si china a prendere l'arco e la faretra.
Sì, ormai si era decisamente abituata a troppe cose, e questo non le piaceva.

•  •  •

-Ma come siamo carine oggi e? Ci siamo fatte belle per Macintosh, giusto?-
In quella frase c'erano due cose profondamente sbagliate, primo, Merida non si riteneva affatto carina, secondo, di certo non si era preparata per Macintosh, o chiunque altro quel giorno sarebbe venuto per chiederle la mano.
Appena arrivate al castello sua madre le aveva detto di salire in camera a prepararsi, e così aveva fatto; indossava un vestito blu, con uno di quei corpetti stritolaossa, e un copricapo bianco, uno di quegli imbarazzanti copricapo che ti fanno sembrare un fagiolo.
Uscita dalla stanza c'era un ragazzo che la stava aspettando, lo conosceva, era quel Macintosh, un pallone gonfiato che le ragazzine tanto amavano per quei suoi capelli.
'Non riesco a capire come faccia ad avere tanto successo tra le ragazze' ma lei infondo cosa ne capiva di ragazzi, l'unico che aveva conosciuto nella sua vita era stato un bambino, il suo migliore amico, si erano conosciuti quando avevano quattro anni, insieme giocavano sempre, il loro passatempo preferito era intufolarsi nel bosco di nascosto per cercare draghi, orsi feroci e tesori nascosti; ma due anni dopo, quando il padre della ragazza e quello del ragazzo partirono, loro furono costretti a separarsi, ma l'unica a soffrire era stata Merida, perchè il bambino se ne era andato senza storie; dopo di lui non aveva avuto nessun'altro amico, non voleva soffrire più così.
-Aah si, tu devi essere quel pallone gonfiato dei Macintosh, quale onore conoscerla, vostra bruttezza- dice la rossa.
Sa che probabilmente facendo così peggiorerà la situazione, ma tanto che cambierebbe? Nessuno si interessa della sua opinione, quindi che lo insulti o meno, se il fato vuole che lo sposi lo dovrà sposare, e lei non può di certo cambiare il fato.
-M-ma come ti permetti?! Ragazzina viziata e insolente! Sappi che sarò io a sposarti, e ti conviene fare la brava con me, o stai sicura che non passerai una bella vita- dice Macintosh, le afferra un polso e la spinge contro il muro, così da immobilizzarla
-Hai capito rossa?- la sta guardando come si guarda un dolce, lei vorrebbe tirargli un calcio piazzato in mezzo alle gambe, ma sa che quel pallone gonfiato ha ragione, e non vuole di certo passare il resto dei suoi giorni peggio di come saranno già.
-Si- dice abbassando lo sguardo e strattonando il polso per liberarsi dalla presa, 'Papà, perchè non sei qui'; in quei giorni continuava a pensare a suo padre.
Le mancava, le mancava sempre.
'Non è vero che il tempo guarisce le ferite, il tempo le allontana, ma quelle restano'.
-Così va meglio, ricciolina-
Come l'ha chiamata? Ricciolina...Come si permette di chiamarla ricciolina?! Quello è il soprannome con cui la chiamava suo padre, nessuno la doveva chiamare così, nessuno!
-TU BRUTTO BASTARDO! Non permetterti più di chiamarmi ricciolina! Non permetterti mai più!- tuona la ragazza, gli afferra il colletto e lo sbatte sul il muro di fronte, facendogli scappare un gemito di dolore
Lo lascia e se ne va, girando a sinistra del corridoio, la strada per scendere al salone.
Sa che quel che ha fatto le procurerà una marea di guai, ma non le importa, nessuno, nessuno si deve permettere di chiamarla così.
Nessuno.

•  •  •

Le fitte allo stomaco non la abbandonano, è perchè l'ansia cresce, lo capisce da come sta torturando un ricciolo rosso.
Sua madre, Elinor, è seduta su un trono simile al suo ma leggermente più alto; tiene la schiena dritta e il viso in alto, lei è una regina a tutti gli effetti, mentre Merida è seduta con la schiena ricurva e le braccia appoggiate sui braccioli del trono, un ciuffo di capelli le spunta dal copricapo.
Come può pretendere che anche sua figlia sia come lei.
Le divide un'altro trono, più alto dei loro e più grosso, quello era, anzi, è il trono di Fergus, il re, ma sono ormai undici anni che è vuoto.
'Non posso credere che mamma lascerà il posto del trono a uno di quei bamboccioni figli di altri bamboccioni'.
Di fronte a loro non c'è ancora nessuno, stanno aspettando che la regina li faccia entrare.
Elinor si alza, sempre mantenendo un portamento regale, si schiarisce la voce e, con le mani giunte davanti a lei dice a voce alta -I contendeti per la mano di mia figlia e le loro casate possono entrare-
Li precede un suono di tromba, e il portone d'entrata si spalanca lentamente.
I primi ad entrare sono i MacGuffin, il figlio è un armadio vivente, un ciccione che suo padre fa passare per "un'uomo muscoloso e massiccio", ma in realtà è solo grasso.
Sono seguiti poi dal fascinoso Macintosh, che appena vede Merida le lancia un'occhiataccia, ma lei lo ignora completamente.
Subito dopo entrano i Dingwall, il figlio è un ragazzetto distratto e molto, molto strano; Merida l'ha sempre trovato inquietante.
Manca solo una casata, Elinor non le ha mai voluto dire quali erano le famiglie che si erano offerte per la sua mano, e lei era riuscita a prevedere solo i Macintosh, quel tipo le faceva il filo da quattro anni ormai; sapeva comunque che erano quattro le casate, quindi ne manca una.
Ed infatti, dopo i Dingwall si fa largo un'uomo alto grande e grosso, una morsa le prende lo stomaco, lei conosce quell'uomo.
Per molti versi è simile a suo padre, ma solo d'aspetto.
Si sporge dalla seduta per vedere meglio, 'Si, è lui ne sono sicura, ma che ci fa q..' il pensiero si blocca perchè a rispondere è la comparsa dietro all'uomo di un ragazzo.
Capelli castani e spettinati, lentiggini e quel naso a patata che riconoscerebbe tra mille; un ragazzo mingherlino e alto come lei, quindi non molto.
'Lui. Perchè lui'
Era il bambino del bosco.
Quello delle caccie ai draghi e delle ricerche dei tesori.
Era il bambino che senza rancori l'aveva abbandonata, lasciandola sola con la madre,
Era...
-Hiccup-.

 
♦  ♦  ♦
Hiccup
'Ecco, perfetto, mi ha riconosciuto'.
Sperava che non lo avrebbe fatto, ma è successo.
In fondo non poteva farci niente, lui l'avrebbe riconosciuta e anche lei lo ha fatto.
Abbassa lo sguardo, perchè rivedere quei due occhi color zaffiro gli rammenta troppi ricordi.
La notizia gli era stata data una settimana prima, dal padre; avrebbe preferito non saperlo, così da non stare tutti quei giorni con le fitte allo stomaco e la mente che continuava a ritornare a undici anni fa, a quella criniera rosso fuoco, a quegli occhi zaffiro.
-Figliolo, ti ho chiamato perchè oggi è un grande giorno-
A quelle parole il ragazzo ebbe un sussulto, ogni grande giorno per il padre è un pessimo giorno per il figlio, dalla prima volta con l'ascia, alla prima lotta corpo a corpo, alla partenza... si, si ricordava alla perfezione la partenza, quando fù costretto ad abbandonare tutto quello che si era creato in sei anni, tutto, anche Merida.
Il modo in cui lei lo guardava dall'entrata del castello, del fatto che fosse la prima volta che la vedesse piangere e di come volessere scappare e tornare da lei all'istante, ma non poteva, dovevano andarsene.
-Perchè dovrebbe essere un grande giorno, padre?- chiese Hiccup con tono annoiato
-Ma perchè mi è appena arrivata una lettera da Elinor Dumbrok, il messaggio diceva che, fra una settimana esatta, nel suo castello si sarebbe svolta la cerimonia per la mano di sua figlia, Merida!-
Quel nome.
Non poteva essere, non lei.
Lui l'aveva abbandonata, da sola con la madre, si era sentito un mostro e non poteva sopportare di rivedere quegli occhi.
-N-non vorrai che io..- non riuscì a finire le parole perchè terminò il padre per lui
-Prenda in sposa Merida! Si esatto! In realtà sono anni che ne disscuto con Elinor e sappiamo che è la cosa migliore per tutti, quindi prepara i bagagli, carica un po' di fascino e fra sette giorni partiremo!- disse radioso il padre, come se Hiccup potesse davvero essere felice.
Il ragazzo stava per ribattere ma il padre era già uscito dalla casa l'asciando il ragazzo con le parole in bocca.
'No, perchè lei, perchè?', sapeva che sarebbe stato inutile combattere col padre, non aveva mai avuto voce in capitolo lui, era sempre stato lo "sfigato", lui era bravo solo ad aiutare Skaracchio ogni tanto in bottega e, bhe, la cosa lo imbarazzava un po', ma adorava disegnare.
Era una passione che si portava dietro fin da piccolo; tutto quello che gli piaceva lo disegnava, ed era anche abbastanza bravo, ma, come diceva il padre "non puoi pretendere di diventare un grande re facendo queste cose da mammolette".
Così adesso era lì, con davanti la bambina delle scampagnate nel bosco alla ricerca di tesori e draghi, e che il giorno seguente potrebbe diventare sua moglie.
Hiccup abbassa lo sguardo e segue il padre, si posizionano di fianco ai Macintosh.
Ha sempre odiato quel tipo, lo vedeva spesso per via dei legami commerciali che univano le loro casate, ma gli è sempre sembrato un casanova da quattro soldi, buono solo a pettinarsi i capelli e null'altro.
Ma questo sentimento è reciproco, poichè anche Macintosh, appena si accorge del mingherlino vicino a lui lo guarda torvo e gli dice sotto voce -Ciao smilzo, come va?- tutto detto in tono beffardo
-Tutto bene Merdintosh, tu? Ti sei pettinato stamattina vero?- odiava parlare con lui e di solito non dava corda alle provocazioni, ma parlare con quel cretino lo avrebbe ditratto per un poco
-Devi finirla con quel nome! Mi chiamo Macintosh, ma-cin-tosh. Comunque tutto a meraviglia, prima ho parlato con la rossa e ha detto che sceglierà me! mi trova maledettamente affascinante- dice scostandosi un ciuffo nero di capelli 
-Oh, beh, spero che sappia a cosa va incontro almeno- dice Hiccup, non è sicuro che le parole del ragazzo fossero vere, anzi, è quasi certo che se l'è inventato, ma non vuole cominciare a parlare di Merida, e così si gira a guardare Elinor, che comincia a parlare.
-Benvenuti a voi, MacGuffin ,Macintosh, Dingwall e Haddock. Sono onorata che voi e le vostre casate abbiate accettato il nostro invito, il castello Dumbrok vi ringrazia di cuore. Sicuramente saprete già il motivo per cui siete stati invitati, ma vi illustrerò comunque ciò che vi attenderà; in quattro avete accettato il nostro invito, ma solo uno avrà la mano della mia amata Merida- a quelle parole la rossa fa un'espressione disgustata, Hiccup non sa se sorridere o abbassare di nuovo lo sguardo, opta per la prima, la ragazza lo vede e distoglie subito lo sguardo, 'Che razza di casino'.
-E il modo in cui si deciderà chi sarà il fortunato sarà...con una sfida! Essa sarà scelta da Merida stessa- e detto questo Elinor guarda la figlia con fare apprensivo.
Hiccup ha un sospetto su quale sarà la scelta della ragazza, da piccola gli diceva sempre che adorava guardare il padre tirare con...
-L'arco!- dice Merida, il tono convinto e gli occhi raggianti indicano che non aspettava altro.
'Ecco, sarà contenta ora, Macintosh di sicuro vincerà' pensa Hiccup, con tono amareggiato.
Di certo non avrebbe mai voluto diventare suo marito, ma sapere che avrebbe passato la vita con quel fantoccio "fascinoso" lo rendeva ancora più irritato.
-Bene, e tiro con l'arco sarà!- annuncia Elinor con voce raggiante e sorridendo.

 

•  •  •
 

La sfida si sarebbe svolta al tramonto, nel giardino dietro il palazzo; ci sono quattro centri, uno per ogni contendente, quattro archi e quattro frecce.
'Perfetto! Non so nemmeno come si tenga in mano questa roba', diciamo che Hiccup non era molto propenso per lo sport e cose così.
Dopo l'annuncio della regina era scoppiato un grosso applauso e tutti erano usciti, affermando convinti che il loro ragazzo avrebbe vinto.
Hiccup non aveva ancora visto Merida dopo l'annuncio, probabilmente era andata a cambiarsi d'abito o giù di lì, ma l'espressione della regina diceva diversamente : si guardava in giro di continuo con aria preoccupata, cercava la figlia, ma doveva rimanere al suo posto.
-B-bene signori! Che la sfida possa iniziare!- dice con voce poco convinta
-Ma dov'è la principessa? Non si può continuare senza di lei!- afferma uno dei presenti
-Infatti eccomi-
La voce proviene da dietro i quattro giovani posizionati davanti agli archi; è Merida, ma non indossa più il copricapo bianco e la criniera cremisi si muove leggermente col vento.
Ha un'arco in mano e una faretra a tracolla, indossa lo stesso vestito di prima.
'Ma che cos..'
-MERIDA NON OSERAI..- Elinor si è alzata di scatto e sta fulminando la figlia con lo sguardo, il ragazzo teme quello che sta per succedere.
-Ooh, eccome se oserò invece. Io sono Merida Dumbrok, figlia di Fergus Dumbrok ed Elinor Dumbrok, della nobile casata Dumbrok, e con il vostro permesso, regina- fa un piccolo inchino rivolto alla madre 
-Chiedo la mia mano-
Elinor sta per scendere dalla seduta su cui stava, ma prima che possa raggiungerla, la figlia ha tirato fuori una freccia e l'ha incoccata nell'arco.
'Oh no, ma che sta facendo. Così non ne uscirà nulla di buono'
Il ragazzo si avvicina alla rossa e le poggia una mano sulla spalla -Non farlo, peggioreresti solo le cose-
-Parli davvero tu di peggiorare le cose?- dice lei girandosi di scatto e guardandolo con odio profondo negli occhi.
In quel momento si sente piccolo e insignificante, sa cosa intende Merida, sa che ha ragione e sa che non potrà fare nulla per fermarla.
Di fatti con un movimento brusco si libera dalla mano del ragazzo, prende un bel respiro e lancia la frecca.
Centro.
Passa al secondo centro.
'Smettila Merida, ti prego'
Incocca la freccia e tira, centro di nuovo.
La madre si sta avvicinando sempre di più alla figlia, a cui sembra non importare nulla.
Un'altra freccia incoccata e, tac, centro.
Si avvicina all'ultimo centro, 'Merida..no'
La freccia si conficca nel mezzo esatto del cerchio rosso.
La madre è dietro di lei.
-Tu, tu la pagherai grossa per questo ragazza. Tuo padre sarebbe deluso, e anch'io lo sono-
'Ecco. Perchè l'hai fatto rossa?'
-Tu non ti permettere di mettere in mezzo papà! Se lui fosse ancora vivo stai sicura che nulla di tutto questo sarebbe successo!-
Suo padre, Hiccup sa perchè ha reagito così, sa quello che sente la ragazza, è lo stesso che sente lui pensando a sua madre.
Quel maledetto giorno di undici anni fa, quella maledetta guerra aveva portato via una parte di entrambi, a lei il padre e a lui la madre.
Se non fosse successo ora sarebbe tutto diverso, lei aveva ragione.
-Perdonate moltissimo la maleducazione sfacciata di mia figlia, la sfida comunque continuerà tra poco..- così prende per il braccio la figlia e la strattona fino al castello.
'Tutto sarebbe stato diverso, tutto'.

 

 

♦  ♦  ♦
Merida

-Tu piccola insolente, come ti sei permessa!-
Erano nella camera della figlia, sapeva che quello che aveva fatto era stato uno sbaglio enorme, ma non sopportava più che tutti si prendessero gioco di lei, che nessuno chiedesse il suo consenso, che fosse sempre obbligata a fare cose che non voleva.
-Si mi sono permessa! E allora? Forse se mi ascoltassi di più quand..-
-Non dovevi farlo questo! Non ti dovevi permettere! Cosa penseranno ora eh? Cosa?-
-Visto? Non mi ascolti! Non mi fai nemmeno parlare! Perchè non mi stai a sentire una buona vol..- ancora viene interrotta dalla madre
-Non ti ascolto? Tu non mi ascolti! Ti dico una cosa e ne fai un altra! Sempre! Non puoi andare avanti così per sempre Merida! Io ho bisogno d'aiuto per governare e tu devi crescere!-
-Se hai bisogno d'aiuto sposati tu allora! E posso crescere anche senza dovermi sposare! Quando fai una decisione non mi chiedi mai quello che penso, decidi sempre tu fregandotene di tua figlia! Non sai cosa penso, non sai cosa mi piace e cosa no! Non mi conosci tu! Papà mi conosceva! Lui...Alcune volte penso che sarebbe stato meglio se fossi stata tu al posto di papà-
Si, è vero, alcune volte le era capitato di pensarlo, ma si obbligava sempre a smettere, perchè sapeva che era sbagliato.
Ma ora l'aveva detto, e non si tornava più indietro.
-C-cosa...i-io non...tu...- Elinor è sconvolta, guarda la figlia con occhi pieni di tristezza, spera in delle scuse da parte della figlia, ma queste non arrivano.
La donna sapeva che lei e suo padre erano molto legati, la sua scomparsa l'aveva traumatizzata, ma non pensava che sarebbe arrivata a pensare quelle cose.
La regina si guarda intorno ,in cerca di un aiuto che non arriva, non vuole credere alle parole della figlia, non vuole e non può; per terra trova l'arco.
Quell'arco è un regalo del padre, l'aveva intagliato lui, comprese la faretra e le frecce; era decorato con adorni che gli davano un tocco regalie e maestoso.
Elinor sapeva quello che doveva fare, sapeva che doveva smuovere la figlia dal passato per portarla finalmente e definitivamente nel presente, e per poi poter avere un futuro.
Si china e prende in mano l'arco e la faretra.
-No, cosa vuoi...non farlo..NO!- ma ormai era troppo tardi, la donna aveva buttato l'arco nel camino.
Merida si avventa a riprendere l'arco ma appena avvicina la mano il fuoco la attacca.
Il suo arco, l'ultimo ricordo di suo padre.
Sua madre le aveva tolto anche quello.
La ragazza si alza e fissa intensamente la madre, non c'è tristezza nei suoi occhi, ne rabbia, ne rancore, niente di niente.
La fissa e basta.
-Ho dovuto farlo Merida, non mi hai lasciato altra scelta. Se non l'avessi fatto saresti rimasta inchiodata al passato per sempre-
La mente della ragazza è offuscata, non riesce a ragionare lucidamente.
Distoglie lo sguardo dalla madre e avanza verso la porta, la apre ma, prima di uscire si gira verso la madre e dice -Sappi che ora non la penso diversamente- ed esce chiudendosi la porta dietro.

 

♦  ♦  ♦

Hiccup

Ormai è buio, le due sono dentro da un'ora circa, tutti sono entrati nel salone perchè l'aria comincia a diventare fresca, ma Hiccup è rimasto fuori.
E' in piedi a fissare l'orizzonte, vorrebbe scappare, vorrebbe andarsene per sempre, vorrebbe lasciare quel mondo che odia, pieno di divieti, di obblighi e di genitori egoisti.
Si guarda intorno e nota il bosco.
Si, proprio quel bosco di quand'erano bimbi, riconosce gli alberi, le foglie, l'erba, tutto.
Comincia a camminare verso quel bosco, prima lentamente, poi velocizzando il passo e prima che se ne accorga sta correndo.
Arriva all'inizio del bosco, con la mano sfiora la corteccia di un albero e i ricordi lo investono come acqua fredda, le corse, i giochi, le cadute e le chiaccherate innocenti, tutto ha un sapore amaro però.
Appoggia la schiena e si lascia scivolare giù, fino a toccare terra.
Tira le gambe a se e le stringe con le braccia, appoggiando la fronte sulle ginocchia.
'Mamma, se fossi ancora..perchè non sei qui? Perchè?'
In lontananza sente rumore di zoccoli, veloci e leggeri passi di cavallo; alza la testa e si gira verso il castello.
Tutto quello che riesce a scorgere nel buio è una figura scura indistinta...e una cascata di riccioli rossi.
Si alza e riduce gli occhi a due fessure, per guardare meglio, un sussulto lo fa smuovere e comincia a indietreggiare confuso.
Quando la massa riccia è di fronte a lui ne ha la conferma
-Merida?-
La ragazza frenza di colpo, rischiando di cadere dal destriero.
-C-cosa ci fai tu a quest'ora nel bosco?- dice sotto voce la rossa
-Cosa ci fai tu su un cavallo?-  risponde sempre sotto voce lui
-Q-questi non sono fatti tuoi- risponde lei distogliendo lo sguardo.
Al buio i suoi occhi luccicano con fossero acqua di ruscello; in quel momento nella mente di lui si fa strada un pensiero
-Stai scappando- dice, più come affermazione che come domanda
-Si e quindi? non sarai di certo tu a fermarmi, Hiccup- Pronuncia quel nome con tale lentezza da farlo sembrare una parolaccia
-Certo che ti fermerò! Sei già abbastanza nei guai con tua madre, non puoi peggiorare ancora di più le cose!-
-Tu non ti immischiare negli affari miei e di mia madre-
-Okay, come vuoi; ma stai pur certa che non ti lascerò scappare da sola per il bosco, so quello che provi, non pensare che sia uno di quei bamboccioni, capisco che preferiresti non sposare uno di noi, ma non hai scelta, e non puoi andartene-
-Allora se non vuoi che me ne vada da sola vieni con me- dice con tono deciso, sa che tanto quello non accetterà mai, non può essere talmente folle da accettare di...
-Okay, vengo anch'io-
Hiccup non era sicuro di quello che aveva appena detto, sapeva solo che in quel momento probabilmente era la cosa più giusta da fare, o forse quella più sbagliata.
-C-cosa..no aspetta...n-non dicevo sul serio...- ma ormai il ragazzo stava cercando goffamente di montare il cavallo.
Salito, sporge lievemente la testa da un lato e le dice -Beh, quando partiamo?-
Lei lo guarda confusa, poi stringe le redini e le tira, partono al galoppo.
'Ma che stai facendo Hiccup? Dovevi fermarla e riportarla a casa, non scappare con lei', si sta già pentendo della scelta presa.
Appena partiti il ragazzo rischia di cadere, così stringe d'istinto la vita della ragazza, che ha un sussulto.
-Dove siamo diretti?- chiede lui
-Via da qui- risponde la rossa.
Tutto ha un che di irreale, ma sa che non è un sogno, o non si sentirebbe avvampare ogni volta che un movimento del cavallo gli fa sfiorare i fianchi della ragazza.
Sta scappando.
Sta scappando con la bambina del bosco.



 






Note : Ecco il primo capitolo, ci ho messo anni per finirlo, l'avrò riscritto migliaia di volte ma per fortuna ce l'ho fatta. Non pensavo sarebbe venuto così lungo! Ma spero non lo troviate noioso, so che è stata una scelta strana il fatto di "cambiare protagonista" ,inizialmente volevo usare solo Merida come voce narrante, ma tutti i quattro protagonisti hanno una storia e una psicologia molto diversa e interessante, così ho deciso di azzardare e fare le cose un po' a modo mio >.<
Sono partita con Merida perchè è il personaggio in cui mi rispecchio meglio, ho anche deciso di utilizzare parte della storia originale e cambiare un po' le cose, vi confesso che l'inizio è cambiato completamente almeno due volte o più xD Anche se è già il primo vero e proprio capitolo rimane sempre una prova e niente più, primo perchè so che il mio stile narrativo è particolare, lento e per alcuni potrebbe essere noioso, se l'avete trovato un mattone vi prego di scrivermelo in una recensione o messaggio privato, qualsiasi tipo di messaggio, positivo o negativo sarà ben accettato perchè ho preso io la decisione di pubblicare le mie storie, per una crescita soprattutto e non per ricevere tutti complimenti ^-^
Vi avverto già che nel prossimo capitolo arriveranno gli altri protagonisti, ve lo prometto xD Sono un po' lentina con la trama ma non ci posso fare nulla >_>
Se vi va, una piccola recensione non guasterebbe ^o^ Riuscireste a rendere felice una piccola autrice (°)
Spero che anche questo capitolo vi abbia stuzzicato e che leggiate anche il prossimo! :3
S.

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Capitolo 3
*** III. Salmoni a pranzo ***


III. Salmoni a pranzo

 

Merida

Corre.
E' l'unica cosa che può fare in questo momento,
Può solo correre, perchè non ha speranza di batterlo.
Ha il respiro affannato e gocce di sudore le scivolano su tutto il viso. Sente i muscoli tendersi ad ogni suo movimento, i capelli sono spinti indietro dal vento che sferza forte contro di lei, quasi volesse buttarla contro quell'orrenda creatura.
Si gira per capire se ce l'ha ancora alle calcagna, ed infatti è proprio dietro di lei, qualche metro più in là.
Sono minuti, o ore, o giorni interi che scappa dal quel mostro inferocito. 
Un orso.
E' inseguita da un orso e non sa perchè, o come sia finita lì, sa  solo che deve correre, perchè non può fare altro.
Sta aumentando la velocità per poterlo seminare quando...
-MERIDA!-
Quella voce.
Si gira e si ritrova davanti ad una scena agghiacciante.
Suo padre è tra le fauci dell'orso.
-PAPA'!- fa per avvicinarsi, ma appena avanza di un passo il mostro stringe ancora di più l'uomo e si avventa su di lei.
Riesce a schivarlo per un soffio e si rialza.
-Papà che devo fare? Aiutami! Qualcuno mi aiuti!-
Grida ma sembra che nessuno sia nei paraggi, anzi, sembra che nessuno sia lì.
'Non di nuovo papà, non di nuovo' 
Non sa che fare, non può avvicinarsi o l'orso ucciderà anche lei, ma non può lasciar morire suo padre, non di nuovo.
La creatura apre le fauci e lascia andare l'uomo, che si riversa a terra senza vita.
-No...NO!-
La ragazza corre verso il padre, è morto.
L'ha lasciato morire di nuovo, incapace di aiutarlo. Perchè era sempre troppo debole per aiutare?
-E così l'hai lasciato morire ancora eh? Quanto puoi essere inutile, ragazzina?-
Era l'orso a parlare. Una voce profonda e oscura, malvagia.
-Perchè l'hai fatto?- dice con un filo di voce lei, il volto solcato da una cascata di lacrime.
-Perchè l'hai ucciso...non di nuovo...non lui..-
-Non lui dici? Aah stanno così le cose...vediamo un po' se la mettiamo in questo modo allora-, un lampo di luce colpisce il corpo senza vita dell'uomo e lei è obbligata ad allontanarsi per non rimanere accecata.
Quando il bagliore scompare, il corpo del padre non c'è più; al suo posto una donna, rannicchiata in posizione fetale.
Due lunghe trecce la avvolgono, un viso dai lineamenti regali ed eleganti.
-Mamma- dice solamente la ragazza.
Di fronte a lei ora, al posto del padre c'è la madre, anche lei senza vita.
-C-cos'hai fatto?...D-dov'è lui ora?-, Davanti ha la madre morta, ma ora come ora le importa più del padre, lo ha già perso una volta, e adesso c'è una speranza.
-E' morto. Sono entrambi morti, e sono morti per colpa tua-
-C-che...no! non per colpa mia! NO!- altre lacrime le rigano le guance e gli occhi cominciano a bruciare.
Piange perchè sa che è vero, sa che è colpa sua il dolore causato a entrambi.
-Ooh, si che è vero, e tu lo sai meglio di me, non è così? Lui è morto perchè eri troppo debole per aiutarlo, lei perchè eri troppo debole per adempiere ai tuoi doveri di figlia. Sei troppo debole...troppo debole...-
'Sono debole...sono debole...sono debole...SONO DEBOLE'

Si alza di scatto.
Ha la fronte madida di sudore e il fiato corto.
Ha appena urlato e lo capisce da come la guarda Hiccup, che è rannicchiato di fianco a lei con una mano poggiata sulla sua spalla.
-Incubo?- dice lui con un sorriso amaro sulle labbra.
Al buio non gli vede bene il viso, l'unica cosa che riesce a distinguere perfettamente sono gli occhi, color erba.
Annuisce debolmente, ancora col fiatone.
-Capisco. Beh...mhmh, vuoi parlarne?- dice lui.
'Perchè gli interessa così tanto? Poteva starsene lì a dormire e fare finta di nulla. Che vuole?', infondo erano undici anni che se ne stava lì a fare finta di nulla.
La ragazza fa cenno di no con la testa e distoglie lo sguardo.
-Okay, non ti preoccupare, capisco. Sai quanti ne ho fatti io di incubi? Tantissimi! Ogni volta mi svegliavo che piangevo o urlavo, ma appena finito il sogno ero felice perchè sapevo che era tutto nella mia testa, quindi ormai ci sono abituato- sulle labbra sempre quel sorriso amaro.
Lei lo guarda, la fa facile a dirsi.
Vede che lui le poggia anche l'altra mano sulla spalla e la guarda con fare apprensivo. 'Ma che diavolo vuole adesso...'
-Stai tremando-
Ma che cos...alza lentamente la mano e vede che trema come fa una foglia mossa dal vento.
'Ma che cavolo faccio ora? Tremo anche?!'
-Sarà il freddo- dice lei con tono pacato, ma sa che non è così
-Mh, forse- risponde lui poco convinto, si rialza e va verso la posizione in cui si era messo a dormire prima, ma quando sta per abbassarsi si ferma di colpo, si gira e ritorna da Merida.
'Oddio, ora che c'è...'
-Senti, s-se non ti infastidisce, potrei...emh...si insomma...mettermi qui di fianco a te...- chiede lui con la voce leggermente spezzata dall'imbarazzo.
La rossa si sente avvampare. 'D-di fianco a me? Ma che cosa ha nel cervello questo?' è il primo pensiero che la attraversa, e abbassa lo sguardo, imbarazzata. Questa proprio non se la aspettava.
Ma quando sta per pronunciare un no secco si accorge che sta ancora tremando, il pensiero di chiudere di nuovo gli occhi e rivedere i genitori stesi a terra senza vita la spaventa.
'I-in fondo è lui che l'ha chiesto per primo, no? Un po' di compagnia ora non guasterebbe...'
-Emh...se proprio devi...insomma...tanto non credo dormirò ancora- dice lei evitando lo sguardo del moro e con le gote ancora arrossate.
-Okay, fantastico. Allora mi metto qui- e si posiziona a qualche centimetro dalla ragazza.
'Uff, bene, ora chi dorme più' pensa scocciata lei, anche se sa che non si sarebbe riaddormentata comunque dopo quell'incubo.
-Allora notte- dice lui con uno sbadiglio
-Si, notte- risponde la rossa.
E, al contrario delle sue aspettative, si riaddormenta in fretta.

 

♦  ♦  ♦
 

Hiccup

-Ahi...ma che diavolo...e staccati!-
E' la prima cosa che sente al risveglio.
Apre gli occhi e vede una massa informe verde sopra di lui.
'Ma che cavolo...' dopo qualche secondo realizza che non è a casa sua, in un letto, e che quella massa informe verde è in realtà la chioma di un albero.
E' scappato, se n'era dimenticato.
-No dai ti prego staccati! Uff-, il ragazzo si strofina gli occhi e si gira dove proviene la voce.
Merida sta sbraitando mentre cerca di staccare i capelli dal tronco su cui hanno dormito.
-Io ti consiglierei di tagliarli- dice lui con tono beffardo e sorridendo alla rossa.
-Comunque buongiorno- conclude
-No che non li taglio! Solo che...non si staccano! Che rottura- borbotta lei, ancora intenta a tirare la ciocca di capelli impigliata.
-Dai, aspetta che ti aiuto- e si avvicina, i capelli sono incastrati tra una radice e il terreno sottostante.
-Ma come diavolo hai fatto?- ride lui
-E che ne so io! Dormivo!- 
-Okay dai, aspetta...- e prova a tirare la ciocca insieme alla ragazza. Dopo qualche secondo i capelli si sbloccano all'improvviso e i due ragazzi cadono contemporaneamente all'indietro.
Il moro atterra su qualcosa di morbido, si siede e si tocca la testa appena sbattuta.
-Ahi, non sei un peso piuma eh, potresti...spostarti- dice la ragazza.
Il ragazzo si gira di scatto e realizza che è atterrato sulla rossa, si sente avvampare e diventa completamente rosso.
-Oddio, emh...scusa, non..non l'ho fatto apposta. Scusa- dice lui imbarazzato alzandosi subito.
'Ma che cavolo sto facendo' dice a sè stesso.
-Non fa niente- risponde lei alzandosi e spolverandosi il vestito.
Ancora un po' imbarazzato, cerca di cambiare discorso.
-Allora, che si fa stamattina?- chiede
-Beh, ieri ci siamo allontanati parecchio dal castello, e probabilmente nessuno si sarà accorto della nostra assenza fino a stamattina-
-Si, ma sicuramente appena l'hanno fatto avranno mandato dei soldati a cercarci, quindi credo che per questa mattina dovremmo allontanarci ancora dal castello, per mettere tra noi e loro ancora più distanza, non credi?-
-Si, hai ragione, Allora andia...-la ragazza si blocca improvvisamente.
'Che le prende ora?' ma la risposta gli arriva subito quando nota la rossa che si guarda in giro con aria preoccupata e la imita.
Il cavallo è sparito.
'Oh grandioso! E ora come diamine facciamo?!' pensa nervoso Hiccup.
-Oh no Angus! Angus dove sei? Vieni fuori!- Comincia a urlare Merida, mentre corre da una parte all'altra in cerca dell'equino.
-Anguus! Dove ti sei cacciato?- la imita il ragazzo, ma è inutile, il cavallo non si trova da nessuna parte.
-No, il mio Angus. Accidenti!- impreca lei
-E ora che facciamo? Non possiamo cercarlo o rischieremo di essere trovati- dice pensieroso il moro, infatti rischierebbero di tornare indietro per sbaglio e finire dritti nelle braccia di chi li sta cercando.
-Hai ragione. Non ci resta che andare avanti a piedi, saremo più lenti di loro forse, ma abbiamo almeno un paio di leghe di distanza, e se non ci fermiamo potremo allontanarci ancora molto-
Ieri sera, da quando sono partiti, hanno galoppato a tutta velocità senza mai fermarsi, volevano mettere quanta più distanza potevano tra loro e il castello.
Non hanno parlato un  granchè durante il tragitto; solo quando si sono fermati, a notte fonda, hanno detto qualche parola, ma non molto, la rossa sembrava voler evitare qualsiasi tipo di discussione, e alla fine il ragazzo ci ha rinunciato.
Quella notte lo aveva poi svegliato un urlo, si era alzato subito in piedi, terrorizzato che stesse succedendo qualcosa, quando poi si è accorto che era solo la ragazza, probabilmente stava facendo qualche incubo.
Aveva poi deciso di dormire di fianco a lei, sapeva come ci si sentiva dopo un brutto sogno, e, oltretutto, aveva paura di farne uno anche lui.
In quel periodo ne faceva molti di incubi, o almeno più del solito.
Aveva cominciato a farne dalla scomparsa di sua madre, undici anni fa; sognava di vederla morire proteggendolo da un drago, e lui non poteva fare nulla per aiutarla. Era spossante stare lì a guardarla proteggerlo senza poterla aiutare. 
Ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
-Okay allora andiamo- e così si incamminano.

 

•  •  •

 

 


Sarà una mezz'ora abbondante che marciano, senza essersi mai fermati.
L'aria ha cominciato ha cominciato a farsi calda e, dalla posizione del sole, Hiccup capisce che più o meno dovrebbe essere mezzogiorno, o giù di lì.
E' da quando sono partiti che cerca un'argomento, una frase o anche solo una parola per poter rompere il ghiaccio con Merida, ma dopo l'evidente disappunto del giorno prima da parte della ragazza, aveva deciso di smettere.
Ora invece, speranzoso che lei avesse voglia di fare quattro chiacchere, si stava scervellando in cerca di qualcosa da dire, ma non riusciva proprio a trovare nulla di interessante che potesse attirare l'attenzione della rossa.
Scoraggiato, si volta verso di lei, silenzioso e senza farsi notare la guarda per qualche secondo.
I mille riccioli rossi le incorniciano il viso, dandole un tocco maestoso e impavido, gli occhi color acqua cristallina fissi davanti a lei, coraggiosi, determinati e potenti. Sono di un colore profondo, intenso, bellissimo. 
D'improvviso, facendo sussultare il moro, Merida si ferma, lo guarda e dice 
-Ho fame-, e come a confermare ciò appena detto, dallo stomaco di lei esce un gorgoglio. Imbarazzata, si compre il ventre con la mano e arrossisce vistosamente.
-Non preoccuparti, siamo in due. Allora, cos'hai portato di buono dal castello?- dice Hiccup, cominciando a sistemarsi seduto sull'erba.
-Oh...emh...si, ovvio, le provviste...si, insomma...- comincia a farfugliare Merida, evidentemente ancora più imbarazzata di prima
-Non mi dire che ti sei dimenticata le provviste?!- esclama sconcertato il ragazzo, scattando in piedi e guardando lei con occhi sgranati
-No! Cioè, si ma...insomma...ero di fretta, non credevo nemmeno che sarei seriamente riuscita a scappare! Poi ero arrabbiata, così non ci ho pensato! Non è colpa mia!- esclama la rossa infuriata
'Perfetto, sono scappato in un bosco senza cibo nè acqua e con una rossa sclerata, fantastico' pensa sarcastico il ragazzo, ma preferisce tenersi il pensiero per sè, soprattutto l'ultima parte.
-Okay, okay, non cominciamo a litigare tra di noi o sarà peggio. Allora, siamo in un bosco, quindi o troviamo qualche frutto o...- sta per dire qualche animale, ma qualcosa lo ferma, non sa spiegarsi perchè ma non riesce a pronunciare quelle parole, e si blocca con la bocca a aperta e la frase in gola
-...O qualche animale, ma non ho il mio arco con me, ci dovremo accontentare della frutta- dice amareggiata la ragazza, finendo la frase per lui.
-Già! Allora ci dividiamo. Ma non allontaniamoci troppo, per non rischiare di perderci, okay?- dice sollevato lui
-Okay, a fra poco allora- risponde lei, voltandosi e camminando verso sinistra.
-A dopo- dice Hiccup, andando per la parte opposta di Merida.
'Che cavolo mi prende...' pensa confuso lui.

 

♦  ♦  ♦

 

 

Merida

'In fondo non è così male quel tipo' si scopre a pensare Merida.
'Ma che diamine dici? Ti sei già dimenticata quello che ti ha fatto?'

'Ovvio che non mi sono dimenticata, ma sono passati tanti anni, potrebbe anche essere cambiato...'
'Ma che cavolo stai farneticando? Si fa vivo dopo undici anni e tu dici che non è così male?!'
Sbuffa sonoramente, esasperata dai pensieri che si sovrappongono, schiacciandola.
E' abituata a queste guerre interiori, le capita spesso di pensare come se stesse parlando con un'altra persona. Da una parte c'è la Lei forte, testarda e orgogliosa, mentre dall'altra quella più sensibile e sincera.
-Vediamo se qua c'è qualcosa- dice tra sè e sè, si china per guardare da vicino un cespuglio, ma non trova nulla. 
Si avvicina a un'albero, ma niente; un'altro cespuglio, un'albero, e continua così per qualche minuto, finchè, spazientita, sbuffa e comincia a camminare.
'Ma com'è possibile che non ci sia neanche una stramaledetta bacca!' pensa irata la rossa.
Continua a camminare, presa dalla rabbia, quando sente uno splash. Il piede è bagnato. 
-Ma che diavolo...-, china la testa per vedere cosa succede e si accorge di aver appena immerso il piede nel corso di un fiume.
-Oh, perfetto! Ci mancava solo un bel piede inzuppato!- borbotta.
Alza il piede, bagnato e gocciolante, quando poco più avanti vede un salmone saltare fuori dall'acqua, poi un'altro, e un'altro ancora.
-Ma certo! Pesce!- esclama felice Merida.
Si toglie le scarpe nere, alza la gonna del vestito e riimmerge il piede nel fiume, poi fa lo stesso con l'altro.
L'acqua è tiepida e trasparente, il fondo è formato da tanti ciottoli sovrapposti.
-Bene, bene, ora state in guardia bei pesciolini, arriva Merida- esclama eccitata la rossa; lascia la gonna, che si inzuppa immediatamente, e comincia ad avanzare verso il centro del fiume.
Quando è vicina a dove ha visto il primo salmone, un pensiero la attraversa.
-Come faccio a prenderli?- borbotta lei, non ha portato nessun coltellino, nemmeno una spada, nulla, e l'arco...
-Vorrà dire che farò a modo mio- dice con aria di sfida, arriva al centro del fiume, dove l'acqua le arriva alle ginocchia e aspetta che un pesce le passi vicino.
Questo non si fa aspettare, e appena Merida lo vede apre le mani e allunga di scatto le braccia, immergendole nell'acqua, ma, per qualche secondo di ritardo, lo fa scappare.
-Maledetto pesce! Ma non succederà più- esclama convinta la rossa, ripetendo la stessa azione, e perdendo di nuovo il salmone.
Va avanti così per qualche decina di minuti, ottenendo sempre e solo acqua tra le mani.
-Così non combinerai nulla di buono, rossa-
Una voce proveniente da dietro di lei la fa sussultare, facendola cadere dritta nell'acqua.
-Chi ha parlato?!- chiede un po' spaventata Merida, che si gira di scatto per cercare la fonte della voce.
-Io, capelli di fuoco-, dal ramo di un'albero ciondola a testa in giù un ragazzo, appeso per le gambe. 
Un ragazzo della sua età probabilmente. Capelli mori e spettinati, indossa una camicia bianca, pantaloni marroni legati con della corda all'estremità, stivaletti neri e un corto gilet scuro.
Gli occhi sono nocciola, brillanti come stelle e profondi come l'oblio.
-C-chi sei?! E non chiamarmi in quel modo, scimmia!- ribatte furiosa Merida, scioccata dalla sfacciataggine del moro.
-Ooh, scimmia io? Era solo uno scherzo- dice falsamente dispiaciuto, con un salto scende dall'albero e si avvicina alle sponde del fiume.
-Comunque sono Jack, e tu rossa?- dice con un tono sbruffone e un sorriso enigmatico il ragazzo
-I-io sono Merida, primogenita del clan Dumbroch. E il tuo cognome?- chiede curiosa ma ancora diffidente la ragazza
-Cognome? Oh...non credevo che avrei dovuto averne uno...- dice lui cambiando di colpo espressione e diventando serio
-Beh, non so da dove tu venga, ma tutti hanno un cognome, serve per identificarsi, per non essere scambiato con altri- dice convinta Merida
-Sai, in realtà non so nemmeno io da dove vengo- dice ironico Jack, ritrovando quell'espressione sbruffoncella
-M-ma che diavolo...va beh, lasciamo perdere- dice confusa la ragazza.
Poggia le mani in modo da tirarsi su e uscire dal fiume, ma quando si sta per sollevare da terra, una mano scivola, facendola sbattere pesantemente sul fondo ciottoloso.
-Ahi!- geme lei, di nuovo immersa nell'acqua
-Aspetta rossa, ti aiuto io- dice sicuro il moro, immergendo i piedi nel corso del fiume e avanzando verso Merida. Arrivato di fronte a lei la prende per una mano e la tira su.
Lei, leggermente imbarazzata per la situazione e infastidita dal modo di fare sicuro del ragazzo, cammina impettita verso la riva del fiume.
-Un grazie sarebbe stato gradito- dice sarcastico il ragazzo, che la segue verso la terra ferma.
-Nessun grazie faccia da schiaffi, è solo colpa tua se ora sono completamente bagnata!- esclama irata Merida, che si sta strizzando i capelli lasciando una pozza sull'erba
-Non è colpa mia se un ragazzo riesce a farti cadere soltanto parlandoti- dice sarcastico Jack, alzando un'angolo della bocca e assumendo di nuovo la sua espressione sbruffona
-N-non è così! Mi hai fatto spaventare perchè sei sbucato fuori all'improvviso! Pensavo che io ed Hiccup fossimo soli!- esclama la ragazza, ormai furibonda dal modo di fare del moro
-Hiccup? C'è qualcun'altro qui?- dice curioso lui
-Si! E stavo giusto prendendo qualcosa da mangiare per noi! Ma poi sei venuto te e hai rovinato tutto il mio lavoro!- esclama sempre più irata lei, guardando con astio Jack e incrociando le braccia
-Ah, ecco che stavi combinando! Non so da quanto voi siate qui, ma ti assicuro che in quel modo non prenderai nemmeno un pesce rossa- dice sempre sorridendo il ragazzo.
Si avvicina di nuovo al fiume e immerge ancora i piedi, arrivando fino a dove erano prima. Dopo qualche secondo un salmone salta fuori dall'acqua, Jack con grande rapidità allunga le braccia davanti a sè e lo afferra.
-Visto? Devi aspettare che saltino fuori, senza nessun'arma non puoi prenderli da sott'acqua- dice orgoglioso il moro, mostrando il pesce a Merida, che ora è, se possibile, ancora più imbronciata e infastidita.
-E' stata solo fortuna, sbruffone!- urla lei
-Fortuna dici? Allora vediamo quanta fortuna ho a disposizione- risponde Jack, senza perdere il sorriso e il tono sbruffone.
Aspettando che altri pesci saltino fuori, ripete l'azione precedente per cinque volte, procurandosi cinque bei salmoni, con sottofondo gli sbuffi infastiditi della rossa.
-Ma quanta fortuna che è dalla mia parte oggi! Non credi?- dice ironico il moro, uscendo dall'acqua e raggiungendo la ragazza, che nemmeno lo guarda.
Questa si limita a sbuffare.
'E' arrivato il pescatore vagabondo ora! Che qualcuno ci aiuti' pensa infastidita Merida.
-Allora, credo che adesso possiamo andare dal tuo amico no? Ti starà aspettando- dice convinto Jack, incamminandosi dalla parte opposta al fiume
-Possiamo? No, aspetta, non puoi anche tu...- ma ormai il moro è avanti, si gira e la guarda alzando un sopracciglio
-Allora? Non vieni?- chiede lui
-Uff, aspetta- sbuffa lei, guardandolo scocciata.
'Ora che si è aggiunto il ragazzo sperduto siamo la combriccola perfetta' pensa scocciata la rossa.

 


♦  ♦  ♦

 

Hiccup

-Penso che ci dovremmo accontentare della frutta oggi- dice sconsolato Hiccup.
Da quando si sono divisi per cercare qualcosa da mettere sotto i denti, è riuscito a raccimolare solo qualche bacca e una mela marcia.
-Speriamo che almeno Merida abbia trovato qualcosa di più commestibile-.
In quel momento un rumore lo fa sobbalzare, facendogli cadere tutta la frutta dalle braccia.
Un fruscio seguito da un piccolo gorgoglio, così lieve che Hiccup a stento l'ha sentito.
Il ragazzo si gira di scatto, guardandosi intorno e aspettandosi il peggio, come una bestia inferocita pronta a sbranarlo.
'Hiccup Horrendus Haddock III, scappato dal matrimonio e mangiato vivo, che bellezza' pensa lui, coi nervi tesi e pronto al peggio. Ma non succede nulla. Nessuna bestia assetata di sangue esce allo scoperto.
-Me  lo sarò immaginato. Magnifico, sto anche impazzendo- borbotta Hiccup, chinandosi per riprendere la frutta.
Dopo qualche minuto arriva al punto di ritrovo dei due, ma della ragazza ancora non c'è traccia.
In attesa che arrivi, stende un fazzoletto che teneva in tasca sull'erba e ci posa le bacche e la mela rancida, così da renderli almeno un po' più presentabili.
Quando si siede osservando il suo operato, sente dei passi davanti a lui 
-Ehi Hiccup! Da quanto sei qui?- dice Merida.
Lui alza lo sguardo e le risponde -Non da molto, ho fatto in tempo solo a mettere qui quello che ho trovato, so che non è molto ma...- si interrompe nel mezzo della frase, sgranando gli occhi 
-E-e quello chi è?- esclama incredulo
-Emh...stavo per arrivarci in realtà! Lui è Jack, in verità si è auto aggiunto al gruppo, ti giuro che non lo volevo!- esclama la rossa, guardando Jack con astio, che nel frattempo ha già raccolto qualche ramo e li sta posizionando in un mucchietto.
-Prima di tutto si dà il caso che vi abbia rifornito di cibo, senza di me la rossa non avrebbe preso nulla, secondo, tu dovresti essere Hiccup giusto? Piacere!- dice sorridente il moro, che ora sta cercando di accendere un fuocherello sfregando tra le mani un ramoscello, in pochi secondi qualche scintilla schizza dal mucchietto di legno e una fiamma si fa posto al centro.
-Emh...si, p-piacere mio Jack- dice poco convinto Hiccup, si gira e guarda confuso Merida, che gli risponde con un'alzata di spalle e un'occhiataccia a Jack.
Lei si fa strada verso Hiccup e gli si siede di fianco, continuando a fissare Jack con astio, che è di fronte a loro a soffiare sulla fiammella appena accesa.
Il moro porge due rami ai ragazzi con conficcati due salmoni
-Buon appetito!- dice contento Jack, avvicina il suo bastone al fuoco e guarda il pesce arrostirsi.
Merida lo imita subito, evidentemente affamata.
Hiccup li segue dopo poco, ancora confuso dalla nuova recluta.
'Almeno ci ha procurato da mangiare' pensa il castano, rassegnato all'idea di un trio.

 


♦  ♦  ♦

 

 

Jack

-...e così siamo scappati- dice con noncuranza la rossa.
-Capisco, genitori oppressivi, una realtà che vi stava stretta e così siete fuggiti, una storia d'amore coi fiocchi direi- afferma Jack.
-S-storia d'amore? No! Ma che ti salta in testa?!- esclama imbarazzato Hiccup.
Quei due tipi non sembravano poi così male.
La rossa era una ragazzina orgogliosa e testarda, il ragazzo invece timido e insicuro.
Jack si era aggregato al gruppo, non sapeva con certezza cosa lo aveva spinto a farlo. Forse la rossa ribelle che tanto gli ricordava se stesso, oppure il fatto che fosse stufo di stare da solo.
Ormai erano giorni che vagava in solitudine nel bosco. Si era ritrovato lì circa tre settimane fà, senza sapere come ci era finito o perchè, senza ricordarsi nulla e nessuno, sapeva solo il suo nome, Jack.
Solo quello.
Aveva camminato per il bosco in cerca di qualcuno che gli dicesse cosa ci faceva là, ma le prime persone incontrate sono stati questi due ragazzi.
-Okay, okay, solo amici, capito- dice il moro, mettendosi le mani dietro la testa e guardando i due ragazzi di fronte a lui
-E invece tu, scimmia?- chiede curiosa Merida.
'Non posso dirgli la verità, mi prenderanno per pazzo'.
Dopo mangiato avevano camminato ancora per tutto il giorno, nessuno aveva fatto domande all'altro, ancora non sapevano come comportarsi con la nuova situazione.
Poi Jack, per rompere un po' il ghiaccio, aveva cominciato a chiedere notizie sui capelli di Merida, suscitando la rabbia di quest'ultima e portandola a chiamarlo "scimmia" per il resto della camminata.
Lungo il tragitto erano riusciti a procurarsi qualche bacca, due mele e tre salmoni.
Quando il sole aveva cominciato a tramontare, colorando il cielo di tutte le sfumature del rosso e dell'arancio, si erano fermati e avevano divorato tutto il cibo raccolto.
Aveva chiesto ai due ragazzi spiegazioni sulla loro presenza nel bosco.
Da quanto aveva capito, entrambi erano degli individui importanti nella loro comunità; lei era la primogenita della famiglia a capo di quattro clan, di cui uno era quello di Hiccup, anche lui primogenito del capo clan, il Lord.
Gli avevano raccontato tutta la loro storia fino a quel momento, ed ora volevano sapere la sua.
Cercando di mantenere la calma, cerca una scusa plausibile
-Sono scappato anch'io- dice infine, con tono pacato
-Anche tu? Perchè?- chiede curioso Hiccup
-Beh, insomma, anche io genitori che mi opprimevano, non che sia anch'io di famiglia nobile, solo che volevo scappare- si inventa lì su due piedi, sperando che i due se la bevano. E così è.
-Oh, capito. Beh, direi che adesso dovremmo dormire- dice il castano, concludendo con un sonoro sbadiglio. Imitato subito dopo dalla rossa, che allunga le braccia verso l'alto per stirarsi
-Si, hai ragione- dice con voce assonnata lei.
Il cielo è blu, un blu così profondo da far credere che in realtà sia un'immensa distesa d'acqua, piena di pesci luminosi, le stelle.
Non c'è nemmeno una nuvola, il caldo si è dissolto, lasciando il posto a un'aria fresca e profumata d'erba.
-Allora buona notte, fuggitivi innamorati- dice scherzoso Jack
-La vuoi piantare con questa storia scimmia!- esclama arrabbiata la ragazza
-Okay okay, la smetto, capelli di fuoco- dice sorridendo con l'angolo della bocca il moro e guardando Merida con aria di sfida.
In risposta riceve un sonoro sbuffo e una gomitata nei fianchi da parte della rossa, troppo stanca per ribattere ancora il ragazzo.
Ognuno si posiziona sdraiato sulle radici dello stesso albero, un faggio centenario.
Dopo qualche minuto la rossa ha già cominciato a respirare regolarmente, seguita poco dopo da Hiccup.
'Buona notte fuggitivi' pensa divertito il moro, guardando di sottecchi Hiccup già addormentato di fianco a lui.

 


♦  ♦  ♦

 

 

Hiccup

Si alza di scatto a sedere, colto di sorpresa da una strana sensazione.
Prova a sdraiarsi di nuovo, ma tutto il suo corpo freme, senza alcun motivo apparente.
Non sa cosa fare, potrebbe svegliare Merida, ma non avrebbe nessuna scusa, se non l'irrequietezza che lo ha avvolto.
Decide di alzarsi in piedi, sempre più nervoso.
Non vede niente di sospetto intorno a lui. Si gira per guardare i due compagni, stanno ancora dormendo.
Decide di andare a controllare la zona circostante, uno strano presentimento lo coglie.
'Darò solo un'occhiata qui in giro, per sicurezza' pensa sicuro il ragazzo. Comincia a incamminarsi tra il folto degli alberi, ancora preso da quella sensazione che lo pervade.
Il buio della notte non gli permette di vedere dettagliatamente, ma distingue le forme degli alberi.
Sta ancora camminando, incespicando tra le radici sul terreno, quando in lontananza un ombra nera attraversa il tratto tra due alberi.
Si ferma, bloccato dal terrore di quella figura scura. Vorrebbe tornare indietro, dai due ragazzi, avvertirli del pericolo e scappare, in salvo; ma qualcosa lo spinge a non arretrare.
Sente una forza, dentro di lui, una sensazione che non aveva mai sentito prima. Curiosità, forse, ma è così grande da sembrare qualcosa di più potente, qualcosa al di fuori di lui.
Spinto da questo sentimento decide di proseguire, seguendo l'ombra.
Arriva nel punto in cui ha visto la figura nera, vuole tornare indietro, lo vuole davvero, la sua testa implora la salvezza, ma il suo corpo continua a camminare.
Comincia a correre, senza volerlo, ormai preso dal panico dalla situazione. In lontananza scorge di nuovo l'ombra, che con rapidità svolta a destra, poi a sinistra, poi ancora a destra.
Con agilità si muove tra il folto degli alberi, ignara della presenza del ragazzo.
Lui la segue, il panico lo assale, il petto si muove incostante su e giù, in cerca di aria.
La figura scura avanza sempre più veloce, fino ad arrivare davanti a un masso grande quanto una casa.
Lì l'ombra si ferma, imitata da Hiccup. La figura si volta verso il ragazzo.
Questo percepisce un brivido percorrergli la schiena, sente acqua gelida piovergli addosso.
Due grandi occhi verdi lo fissano, emanando una potenza e una fierezza mai vista dal ragazzo.
Un drago.
Hiccup vuole correre, scappare da quella creatura feroce, ma il suo corpo ancora si rifiuta di obbedirgli. Al contrario, lo spinge ad avvicinarsi alla creatura.
E' nera, nera come le notti più buie, un corpo sinuoso e agile, coperto da due ali piegate sulla schiena. Una lunga coda lo avvolge. 
E' interamente ricoperto da squame lucenti.
I due occhi sono ancora fissi sul ragazzo, questo ricambia lo sguardo.
'Un...drago' pensa sconcertato il castano, ormai separato dalla creatura da qualche centimetro.
Così vicino all'animale riesce a scorgere tutte le fattezze del viso : i due occhi verdi predominano su tutto, la bocca schiusa un un debole ringhio, sulla sommità della testa due orecchie si muovono a scatti.
Lo sguardo di Hiccup si sposta sul corpo dell'animale, potente e agile, forte e rapido, quando nota un movimento sotto al dorso del drago.
Una figura violetta, circondata completamente da una cascata d'orata, capelli.
'Ma che diavolo...'
Era una ragazza.



 






Note : Eccomi con il terzo capitolo! Scriverlo è stato più difficile di quello che mi aspettavo, ma ce l'ho fatta ;)
In questo capitolo compare Jack, e alla fine anche qualcun'altro...vorrei farvi una sorpresa, ma so che è più che ovvio chi sia la misteriosa figura vicino al drago x'D
Come sempre, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato ^-^
Jack qui è com'era prima di diventare Jack Frost, ho fatto questa scelta per un motivo che verrà fuori più avanti...
Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare anche quello fra tre giorni circa, ma non do sicurezza di nulla, dato che in questi giorni ho abbastanza cose da fare >.<
Vorrei anche aggiungere...MERICCUP IS THE WAY *^* Questa storia sarà piena zeppa di mericcup, dato che è la mia otp preferita, ma ovviamente ci saranno altre coppie, imprevisti e sorprese...eheheh vi tengo sulle spine >:)
Concludo col ringraziare tutti quelli che hanno letto, leggono o leggeranno questa storia, dato che senza di loro non avrei scritto nulla ;)
Sapere cosa ne pensate in una piccola recensione mi farebbe un'enorme piacere :3
Spendete qualche minuto della vostra esistenza scrivendo una recensione, riuscireste a rendere felice e contenta una piccola autrice 3°)
Allora ci vediamo al prossimo capitolo,
Ciao!
S.

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Capitolo 4
*** IV. Fuochi fatui ***


IV. Fuochi fatui

 

Hiccup

Un pensiero agghiaccante lo attraversa.
'Oh no
...l'ha...uccisa' pensa, terrorizzato.
A questa idea il ragazzo comincia ad indietreggiare, fissando l'animale di fronte a lui.
Per un'attimo sposta di nuovo lo sguardo sulla figura violetta, e, con sua sorpresa, questa si muove leggermente, facendo spostare anche qualche ciocca d'orata di capelli.
'Grazie al cielo' pensa, tirando un sospiro di sollievo.
Vuole avvicinarsi alla ragazza, ma l'animale davanti lo continua a guardare.
Hiccup allora prende una decisione.
Folle, completamente folle, ma qualcosa gli dice che è la cosa giusta da fare.
Lentamente si avvicina al drago, che lo continua a fissare. Mentre avanza allunga piano una mano, vicino al muso dell'animale.
Hiccup arriva con la mano ad un palmo dall'animale, che non ha smesso un secondo di fissare il castano.
-Non voglio farti del male, credimi- dice semplicemente il ragazzo, mosso da uno strano sentimento. Lo stesso che l'ha spinto a seguire l'animale.
'Che cosa mi prende?' chiede a sè stesso, è come se qualcosa, dal profondo del suo cuore, stesse risalendo.
Il ragazzo, ancora con la mano sospesa vicina al muso del drago, lo guarda, ma l'animale non mostra cambi di posizione.
Allora chiude gli occhi, girando la testa verso il bosco.
Il drago inizialmente rimane scombussolato, non aspettandosi questa mossa dal ragazzo, poi il suo sguardo si addolcisce.
Gli occhi si spalancano, dando all'animale un'aria arzilla e vivace.
Per un attimo guarda ancora il ragazzo, col capo voltato e la mano davanti al suo muso.
'Morirò, morirò, morirò, mori...' ma il pensiero si ferma di colpo.
Sente qualcosa di caldo e ruvido.
Subito si gira, e vede che il drago ha posato il muso sul dorso della sua mano.
-Tu...mi credi?- chiede sorpreso Hiccup, ancora toccando il viso del drago.
Quest'ultimo allontana lentamente il capo, guardando di nuovo il ragazzo.
Infine, annuisce.
Gli occhi del castano si spalancano per l'incredulità.
Si aspettava che il drago gli tranciasse via la mano di netto, invece gli ha creduto sulla parola.
-Beh, grazie- dice sollevato il ragazzo, ancora con gli occhi sgranati a fissare l'animale, mentre le labbra si incurvano in un sorriso.
Il drago lo guarda per qualche secondo, incuriosito dalla faccia del ragazzo.
Poi comincia a schiudere le labbra, prima un'angolo e poi l'altro, fino ad ottenere una strana smorfia sul muso.
Hiccup ride divertito, guardando l'espressione buffa dell'animale, ma dopo qualche istante si accorge di un particolare a dir poco incredibile.
Il drago era...
-Sdentato!- esclama incredulo il ragazzo, fissando la bocca dell'animale.
Al posto delle zanne aguzze e dei canini affilati che si era immaginato, nella bocca del drago c'erano solo gengive nude.
Il castano scoppia in una risata ancora più fragorosa, tutto si aspettava tranne che un drago sdentato.
A quel punto l'animale, capendo il movente della risata del ragazzo, acquista un'aria seria, e, spalancando la bocca, piccoli denti affilati guizzano fuori dalle gengive.
-Oh mamma! S-scusa, non volevo offenderti!- dice ancora più sbalordito Hiccup.
Il drago, soddisfatto dell'effetto avuto, fa di nuovo scomparire la dentatura, guardando il ragazzo con aria di sfida.
-Ahi, la testa. Ma dove diavolo sono?-
Una voce viene dal fianco del drago, una voce femminile.
'Oh cavolo! Mi ero dimenticato di lei!' pensa preoccupato Hiccup.
-Che cosa diavolo è questo sasso nero- dice curiosa la bionda, toccando il drago.
Questo volta subito il capo verso di lei, guardandola con i suoi occhioni verdi.
-Un...DRAGO!- urla sorpresa lei, togliendo subito la mano dalla schiena dell'animale e indietreggiando un po'.
Un viso dai lineamenti graziosi e morbidi è incorniciato da una lunghissima cascata d'orata. Due grandi occhi verde smeraldo guardano l'animale, spalancati. Il naso sottile è segnato da leggere lentiggini, la bocca carnosa schiusa in un espressione sorpresa.
E' una ragazza della sua età più o meno.
-No, aspetta! Non è come pensi!- cerca di tranquillizzarla il castano, avvicinandosi alla ragazza.
-Perchè? Cosa dovrei pensare?- chiede confusa lei, inclinando leggermente la testa
-E' così carino!- continua gioiosa, riavvicinando la mano al drago e cominciandolo ad accarezzare
-E' vero cucciolone?- chiede all'animale mentre lo riempie di coccole, lui fa cenno di sì e si lascia accarezzare.
-T-tu...non hai paura?- chiede sorpreso Hiccup, guardando la scena con occhi sgranati
-Perchè, dovrei?- chiede lei fermando per un attimo i buffetti e guardando il ragazzo
-S-si! Cioè, no ma...ooh, va beh lasciamo stare- dice esasperato lui.
-Okay!- risponde la ragazza ricominciando con le coccole.
Il drago si butta per terra a pancia in su e si lascia accarezzare dalla bionda.
-C-come ti chiami?- chiede titubante il ragazzo, ancora gli occhi fissi sui due
-Rapunzel...credo. Tu?- chiede curiosa la bionda
-Hiccup. Senti, ma come mai sei qui? Quando vi ho visti tu eri già svenuta, non so se quando il drago ti ha trovata eri sveglia, tu ti ricordi qualcosa?- chiede il castano
-In realtà no. Non...non mi ricordo nulla. Solo il mio nome- dice pensierosa Rapunzel, bloccando ancora una volta le carezze al drago e toccandosi il mento con pollice e indice
-Come non ti ricordi nulla?! Quindi non sai come sei finita qui, o chi ti abbia portata?- chiede preoccupato il ragazzo
-Emh...no, assolutamente nulla- risponde lei ancora pensierosa e con lo sguardo perso nel vuoto.
Poi, evidentemente presa dal panico, comincia a camminare avanti e indietro lisciandosi una ciocca di capelli e borbottando tra sè e sè parole incomprensibili a Hiccup.
'Perfetto! Un'altra isterica dalla mole dei capelli spropositata' pensa esasperato il ragazzo.
-S-senti, Rapunzel, qui con me ci sono altri due ragazzi. Insieme magari potremmo riportarti da dove sei venuta. Loro dovrebbero essere da questa par...- ma si blocca quando, indicando col dito la direzione dietro di lui, vede solo tronchi d'alberi e buio.
Seguendo il drago non aveva fatto attenzione alla strada percorsa.
'Sono uno stupido!' pensa irato dentro di sè.
-Cosa succede Hiccup?- chiede confusa la bionda guardando la direzione indicata dal castano
-Emh...si, insomma...diciamo che...mi sono perso- risponde il ragazzo abbassando il dito e guardando preoccupato la ragazza
-Oh! E ora che facciamo?- chiede lei sgranando gli occhi ed avvicinandosi a Hiccup
-Beh, dobbiamo cercarli, si preoccuperanno quando non mi vedranno con loro- risponde pensieroso il castano
-Però credo che sia inutile camminare per il bosco ora che è buio. Direi che la cosa giusta da fare sarebbe fermarsi a dormire qua per il resto della notte: Domani al risveglio, invece, andremo a cercarli- conclude Hiccup guardando la bionda di fronte a lui
-Okay- risponde semplicemente lei, sorridendo dolcemente. Probabilmente per tranquillizzare il ragazzo.
Insieme si avvicinano alle radici di un albero, seguiti dal drago, e si accucciano sopra di esse.
Il calore del corpo dell'animale li riscalda.
-Allora buonanotte, Hiccup- dice tranquilla Rapunzel
-Buonanotte- risponde lui, evidentemente non tranquillo come lei.
Il drago sbuffa, nel tentativo di farsi notare dai due.
-Buonanotte anche a te, sdentato- dice dolcemente Hiccup al drago, che sorride contento e si accuccia di fianco ai ragazzi.
'Il quintetto dei ragazzi sperduti e il loro drago è riunito, c'è un sesto elemento che si vuole aggregare?' pensa sarcastico il castano, prima di addormentarsi.

 

♦  ♦  ♦

Jack

-Jack!- 
Il risveglio del moro inizia con una voce che lo chiama, evidentemente nervosa.
-JACK! Maledizione, svegliati!- si sente scuotere e, con suo grande disappunto, apre lentamente gli occhi. Sbatte un paio di volte le palpebre e si ritrova sommerso da una cascata di riccioli cremisi.
Ci mette qualche secondo a realizzare che quei riccioli appartengono alla rossa incontrata ieri.
-Merida, ma che ti prende?- chiede assonnato lui, richiudendo gli occhi e sdraiandosi di nuovo su un fianco.

-Hiccup!- urla lei impaziente, tirando un lembo della camicia del ragazzo
-E' sparito!- continua la ragazza.
Jack riapre gli occhi, per verificare ciò appena detto dalla rossa, ed infatti, di fianco a lui, dove la sera prima si era sdraiato Hiccup, il posto è vuoto.
-E dov'è andato?- chiede lui in uno sbadiglio, cominciando a stirarsi
-Come faccio a saperlo io?! E' per questo che ti ho svegliato, scimmia!- urla spazientita lei, terminando con un sbuffo.
-Ehi calma, capelli di fuoco. Sarà andato a prendere qualcosa da mangiare- dice con noncuranza lui, anche se un brutto presentimento gli dice che non è così.
-Sarà, ma credo che dovremmo andarlo a cercare. E non chiamarmi capelli di fuoco!- dice lei con aria preoccupata, tirando per un braccio il moro e guardandosi in giro nervosa
-Okay, okay, d'accordo. Andiamo a cercarlo- dice lui facendosi tirare su da Merida.
Sorride divertito dalla sceneggiata della ragazza.
'Non credevo che ci tenesse così tanto al suo amichetto' pensa sorpreso Jack, ma decide di tenersi il pensiero per sè, evitando sceneggiate dalla rossa.

Ormai è un'ora che camminano per il bosco urlando il nome dell'amico, ma di lui non c'è traccia.
-Dove sarà finito quel cretino?- sbuffa lei cercando di sembrare infastidita, quando in viso ha solo un'espressione preoccupata
-Sta tranquilla, rossa, credo sia da queste parti. Non mi sembra un tipo avventuroso o spericolato- afferma il moro cercando di tranquillizzare la ragazza
-Sì, hai ragione- risponde lei pensierosa.
-Allora, ieri mi hai detto che sei scappata perchè tua madre ti obbligava ad una vita di prigionia e robe così, ma tuo padre? Non si opponeva a tutto questo?- chiede curioso Jack, per cercare di smorzare la tensione creata dall'assenza di Hiccup
-Mio padre è scomparso, da undici anni- dice secca lei, distogliendo lo sguardo.
'Idiota. Sei un'idiota Jack' 
-Scusa! I-io non volevo...scusa- farfuglia lui mortificato
-No, non preoccuparti, non potevi saperlo. Comunque mi piace parlare di lui, era un grand'uomo e un padre fantastico- risponde lei sorridente, ma il moro vede in quel sorriso una grande tristezza, velata dal corso degli anni
-Allora, se vuoi puoi parlarmene- dice lui, ricambiando il sorriso
-Era davvero un uomo magnifico. Era forte e saggio, scelto dai cinque clan come loro capo- comincia lei, con le labbra incurvate in un sorriso amaro
-Ma oltre a questo, era un padre meraviglioso. Mi faceva sempre ridere, era l'unico che mi capiva fino in fondo. Ogni sera mi raccontava delle storie, era bravissimo sai?- dice lei ridendo leggermente al ricordo.
Jack la guarda, preso dalle parole intrise di amarezza e rancore.
-Mi aveva fatto anche un'arco, perchè prendevo sempre il suo. Me lo intagliò lui stesso, lo fece per me, ed ora quell'arco è...- ma si ferma perchè gli occhi cominciano a diventarle lucidi.
Jack decide di non chiedere ulteriori informazioni sull'arco, lasciando la rossa libera di continuare.
-Poi un giorno, undici anni fa circa, mio padre partì. Nessuno mi disse precisamente perchè, o dove. Non lo so nemmeno ora in realtà, non con certezza. So solo che partì per una guerra, una guerra molto grande. Non lo rividi mai più- conclude lei, gli occhi velati da lacrime  in procinto di uscire, corrugandole il viso. Abbassa il capo, cercando di nascondersi dallo sguardo di Jack.
-Mi...mi dispiace. Non pensavo...-riesce solo a dire lui.
Merida, accorgendosi dell'atmosfera creata, tira su il viso, si passa un braccio sugli occhi e guarda il ragazzo. La bocca si incurva in un sorriso palesemente falso.
-Ma adesso basta col mio romanzo drammatico, dimmi un po' di te. Ieri non mi hai raccontato molto- dice lei, ritrovando un tono allegro.
Jack viene preso alla sprovvista da quella domanda, di nuovo. 
Si trova nella stessa situazione di ieri.
'Potrei dirle la verità, infondo anche lei l'ha fatto' pensa il ragazzo;
'Ma, d'altro canto, non credo che starebbe ancora con me sapendo di essere in compagnia di qualcuno che molto probabilmente ha problemi di sanità mentale' conclude.
La ragazza lo guarda, confusa dallo sguardo nervoso del moro.
Questo si gratta nervosamente la testa.
-Emh...si insomma...- comincia lui, ma un rumore improvviso sposta la loro attenzione altrove.
'Grazie al cielo' pensa, riconoscente.
Il rumore è un suono acuto, come una voce di bambino. 
-L-l'hai sentito?- chiede spaventata Merida, guardandosi in giro.
-Sì- risponde Jack, imitandola.
Il rumore si ripete, più forte. Sembra pronunciare parole, ma incomprensibili alle loro orecchie. La voce ha un leggero eco, come qualcosa di spettrale, per così dire.
I due, che cominciano visibilmente a preoccuparsi, continuano a guardarsi in torno, in cerca della fonte del rumore misterioso.
All'improvviso qualcosa stringe il polso del moro.
Lui si volta di scatto, e si accorge che è Merida che richiama la sua attenzione.
La ragazza, con l'altra mano, indica col dito davanti a sè, e Jack segue con lo sguardo la direzione.
In mezzo a due tronchi qualcosa si muove appena, rimanendo sospeso in aria.
Una piccola fiamma blu.
La fiammella si muove leggermente, oscillando, e sembra voglia invitarli a seguirla.
'Ma che diavolo è?' pensa preoccupato il ragazzo, gli occhi fissi su quell'oggetto strano.
La risposta viene direttamente da Merida, che, come Jack, fissa la fiamma, ma con aria affascinata.
-Un...fuoco fatuo- dice lei, la voce mossa da meraviglia e stupore.
A differenza del moro, non sembra spaventata, solo sorpresa.
Improvvisamente, la rossa comincia a strattonare il braccio del ragazzo, tirandolo con sè verso la fiamma.
-Ma che ti prende?! Non credo dovremmo...- comincia lui, con tono preoccupato
-Dobbiamo seguirla- dice semplicemente lei, continuando a tirare Jack.
E' un fuoco fatuo, la fiamma del destino.

♦  ♦  ♦

Rapunzel

Una sensazione piacevole di calore sulla pelle la sveglia dolcemente.
Si sente cullata da quell'aria calda e dal profumo d'erba intorno.
Decide di restare sdraiata ancora per un po', non vuole svegliarsi e uscire da quell'atmosfera.
Ma, a riportarla alla realtà, è un colpo alla gamba.
Qualcosa sbatte contro il suo polpaccio, facendola sussultare e obbligandola ad aprire gli occhi.
Una lunga coda nera l'ha colpita, alza lo sguardo per capire da dove provenga.
Davanti si ritrova una grande macchia nera, accucciata e con gli occhi chiusi.
Ancora un po' ovattata dal sonno, la ragazza si volta.
Di fianco, un ragazzo sta dormendo, anche lui accucciato.
Qualche istante e tutto riappare nitido nella mente di Rapunzel.
La risata fragorosa che l'ha fatta svegliare di soprassalto la notte precedente, i grandi occhi verdi del drago che la fissavano, il ragazzo, 'Hiccup' si ricorda mentalmente lei, che le dice di averla trovata svenuta.
Anche la sensazione di vuoto a pensare a ciò che è accaduto prima di tutto questo.
'Ma com'è possibile che non mi ricordi nulla?' impreca a se stessa.
Tutto quello che ricorda inizia dalla risata del ragazzo, ciò che la precede è buio totale.
Alza lo sguardo verso il cielo, il sole splende alto.
Le piace la sensazione di calore che i raggi del sole le danno, la fa sentire meglio.
Uno sbuffo la spinge a guardare davanti a sè.
Il drago scuote leggermente la testa, ed infine apre lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte.
Lei si alza e si avvicina all'animale, poggiandogli dolcemente una mano sul muso.
-Ciao, bel cucciolone!- dice gioiosa, sorridendo all'animale, che ricambia con una smorfia buffa.
Un movimento dietro di lei la fa voltare, anche il ragazzo si sta svegliando.
Prima si gira, guardando confuso per qualche secondo Rapunzel e il drago.
Improvvisamente spalanca gli occhi e scuote il capo, come a risvegliarsi completamente.
-Buongiorno anche a te, Hiccup- dice sempre con tono sereno la bionda, rivolta al castano.
-'Giorno, Rapunzel- risponde lui mentre si strofina gli occhi, la voce ancora assonnata.
Appena il drago si accorge di Hiccup, si fionda su di lui, cominciandolo a leccare.
-Ehy...f-fermo bello...così mi riempi di bava- cerca di protestare il ragazzo, ma invano.
La bionda scoppia a ridere, divertita.
-Questo è il suo buongiorno- dice tra una risata e l'altra lei.
Infine l'animale si stacca dal ragazzo, guardandolo con occhi spalancati.
-Contento ora, Sdentato?- dice Hiccup sarcastico.
-Sdentato?- chiede confusa Rapunzel
-Sì, mi sembrava il nome più adatto, data la sua mancanza di...denti- risponde il castano, sorridendo imbarazzato.
In effetti non se n'era accorta, era troppo presa dai suoi occhioni verdi e non ci aveva fatto caso.
-Mi sembra perfetto!- afferma lei, sorridendo a Hiccup.
Quel ragazzo le sta simpatico. 
Lo conosce da poco, ma non da l'impressione di essere uno sbruffone o un bamboccio. Sembra un tipo a posto, è stato gentile con lei e lo è anche col drago.
-Non dovevamo andare a cercare i tuoi amici?- chiede lei, impaziente di incontrare gli altri ragazzi.
-Sì, è vero- risponde lui, diventando serio e cominciando a guardarsi in giro.
-Cominciamo a camminare qui in torno, magari per miracolo li troviamo in giro- dice sarcastico, sorridendo alla bionda.
-Va bene- risponde lei, ricambiando al sorriso.

-Così non li troveremo mai!- dice scocciata Rapunzel, uno sbuffo di Sdentato mostra il suo consenso verso la bionda.
-Lo so, ma cos'altro possiamo fare?- risponde esasperato Hiccup, guardandola preoccupato.
E' passata un'ora o più da quando sono partiti, ma ancora non hanno trovato i due ragazzi.
Il clima tra i tre è nervoso, il drago si muove a fatica tra il folto degli alberi, la bionda ha cominciato a lamentarsi dopo dieci minuti di camminata e Hiccup è visibilmente più preoccupato ogni minuto che passa.
-Non lo so- risponde rassegnata lei.
-Tu non ti ricordi ancora niente vero? Non ti è venuto in mente nulla?- chiede Hiccup, cercando di smorzare la tensione creatasi.
-No, mi dispiace- risponde triste lei, guardandolo.
-Non preoccuparti, non è colpa tua. Ti prometto che ti aiuteremo a ritrovare la tua casa- dice deciso lui, infondendo sicurezza anche a Rapunzel, che gli sorride grata.
-Grazie- dice contenta, sorridendo al ragazzo.
-Dimmi un po' di te invece, ieri non mi hai raccontato nulla. Come mai eri qui?- chiede curiosa lei. In effetti ieri non si erano detti molto.
-Io? Sono scappato- risponde Hiccup, guardando la bionda e sorridendo con l'angolo della bocca.
-Scappato?!- chiede scioccata lei. 
-Sì, sono scappato con una dei due miei amici, Merida- risponde il castano, portando lo sguardo davanti a sè.
-E perchè siete scappati?- chiede, sempre più curiosa.
Anche Sdentato si volta a guardare Hiccup, incuriosito quanto la bionda.
-Perchè eravamo obbligati a fare cose contro il nostro volere. Siamo primogeniti di famiglie nobili, e perciò siamo tenuti a fare ciò che dev'essere fatto. Ma quell'ambiente non faceva per noi, così siamo scappati. Ma ora non sono più così sicuro che sia stata la cosa più giusta da fare- dice lui,  terminando con un sospiro preoccupato.
-Talvolta si devono prendere scelte sbagliate, per seguire il giusto cammino- dice la bionda, cercando di tirare su di morale il ragazzo.
-Spero tu abbia ragione- risponde Hiccup, sorridendo amaramente a Rapunzel.
Sdentato guarda il castano dolcemente e lo sfiora con la coda con fare apprensivo.
Il ragazzo risponde al drago con un'altro sorriso.
-E invece l'altro?- chiede la ragazza.
-L'altro chi?- risponde confuso Hiccup, fissando la bionda.
-L'altro tuo amico? Erano due, no?- dice lei curiosa, ricambiando lo sguardo del ragazzo.
-Ah, Jack. L'abbiamo incontrato ieri, anche lui ha detto di essere scappato, è un tipo a posto, anche se gli piace scherzare- dice il castano, sorridendo.
-Capisco- risponde semplicemente lei.
'Quindi sono l'unica che non si ricorda nulla?' pensa triste Rapunzel, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Il pensiero di dover incontrare altri due ragazzi la rallegrava, ma la spaventava al tempo stesso.
Hiccup è stato gentile e le aveva offerto aiuto, ma gli altri due potrebbero rifiutarsi di aiutare una ragazza che non si ricorda assolutamente nulla, l'avrebbero presa per pazza probabilmente.
'Perchè non mi ricordo? Perchè io?' chiede amara a sè stessa, lisciandosi una ciocca di capelli con fare nervoso.
Mai in suoi pensieri si bloccano e la sua attenzione, come quella di Hiccup e Sdentato, viene portata altrove.
Un suono stridulo ma per niente fastidioso si propaga intorno a loro, con un leggero eco.
Una voce, come di bambino, sembra dire parole incomprensibili.
Tutti e tre cominciano a guardarsi in giro.
Sdentato sbuffa nervosamente, Hiccup e Rapunzel  girano su sè stessi cercando la provenienza della vocina.
Improvvisamente, di fronte a loro una piccola, strana fiammella blu sospesa in aria li coglie di sorpresa, facendo uscire un gemito di stupore da entrambi i ragazzi e un movimento d'orecchie dal drago.
La fiammella sembra muoversi come per invitarli, come per farsi seguire.
Hiccup è titubante di fronte a quell'immagine surreale, Sdentato indietreggia di qualche passo, spaventato.
Rapunzel invece guarda la fiamma con meraviglia, avvicinandosi ed allungando una mano verso essa.
-Credo che voglia che la seguiamo- dice infine la bionda, in un sussurro.
-Non sono sicuro che seguirla sia la cosa più giusta da fare- risponde il castano, la voce leggermente spezzata da nervosismo.
-Talvolta si devono prendere scelte sbagliate, per seguire il giusto cammino- dice lei, citando sè stessa.
Il ragazzo risponde con un leggero sbuffo, ma lentamente si avvicina alla ragazza, seguita da uno Sdentato visibilmente spaventato.
Appena tutti e tre si avvicinano alla fiamma, questa scompare, e appena davanti a lei ne compare una identica.
-Andiamo- dice sempre in un sussurro Rapunzel.

 

♦  ♦  ♦

Merida

-Dove siamo finiti?-
-Vedi cosa succede a seguire i tuoi cavolo di fuochi fatuli-
-Fuochi fatui, scimmia-
Per una decina di minuti avevano seguito le fiammelle zaffiro.
Ogni volta che si avvicinavano a una, questa spariva, lasciando il posto a un'altra fiamma uguale poco più avanti.
'Sono sicura di non essermi sbagliata' pensa decisa lei, guardandosi intorno.
Sono finiti in una specie di piccola radura circolare, delimitata da degli alti massi posizionati verticalmente.
'Quelli erano fuochi fatui!'.
Li conosce grazie a sua madre, lei era quella che nella famiglia le aveva tramandato l'amore per la magia e per tutto ciò che la riguardava.
Le raccontava spesso leggende tipiche della loro popolazione, tra cui i fuochi fatui.
Diceva che queste fiammelle portassero al proprio destino, al proprio fato, e lei ci aveva sempre creduto.
Ma si aspettava qualcosa di diverso dal proprio destino, non un mucchio di grossi sassi.
-C-ci deve essere qualcosa qua, ne sono sicura- dice Merida, avanzando verso una delle grandi rocce.
-Rossa, non voglio distruggere i tuoi castelli, ma qui, oltre che a un mucchio di rocce, non sembra esserci nulla- risponde Jack, poggiando una mano sulla spalla della ragazza.
Lei si libera dalla presa del ragazzo con uno strattone e avanza verso il centro della radura a passi decisi e rapidi.
-Merida, dobbiamo andare a cercare Hiccup, non possiamo stare qui!- dice il moro alla ragazza cercando di attirare la sua attenzione, ma lei ora è ferma al centro del cerchio formato dai massi.
-C'è qualcuno qui?- urla la rossa a scuarciagola, mettendo le mani sui lati della bocca per propagare al meglio la voce.
-Ma che fai capelli di fuoco? Così attirerai...- ma viene bloccato da un'altro urlo della ragazza, più forte del primo.
-I fuochi fatui mi hanno portato qui! Se c'è qualcuno venga avanti!- grida ancora Merida, guardandosi in torno in cerca di qualche movimento.
-Hai visto rossa? E' inutile, saranno state qualche scherzo della natura, quelle fiammelle- dice sconsolato Jack, avvicinandosi alla ragazza.
-Dai, vieni- continua, facendo per prenderle il braccio, quando una voce lo blocca improvvisamente.
-Merida?-.
Di fronte a loro, dal folto degli alberi esce una figura.
Un ragazzo non tanto alto, capelli castani spettinati e fisico mingherlino.
-Merida, sei tu?- chiede questo, mettendo una mano sopra gli occhi per schermare i raggi del sole.
'Lo sapevo' pensa serena lei.
-Hiccup- dice solamente.
Senza pensarci, si fionda sul ragazzo, buttandogli le braccia al collo.
L'abbraccio prende di sprovvista il castano, facendolo avvampare visibilmente, ma ricambia stringendola a sua volta, contento di averla ritrovata.
Rimangono così per qualche secondo, con Jack che che sorride malizioso.
Improvvisamente, rendendosi conto del gesto appena compiuto, la rossa arrossisce (bel gioco di parole eh?) furiosamente, e subito scioglie la presa.
Colta dall'imbarazzo, distoglie lo sguardo da Hiccup, rosso in volto anche lui.
Intanto Jack si è avvicinato ai due, sempre guardandoli maliziosamente.
Merida si accorge dell'espressione del moro e lo fulmina con gli occhi.
A spezzare l'imbarazzo creatosi, è una voce proveniente da dietro Hiccup.
-Visto Hiccup? Li abbiamo trovati!- dice gioiosa la voce.
Dopo qualche attimo dagli alberi esce una giovane ragazza, della loro stessa età.
E' completamente circondata da dei capelli lunghissimi, i più lunghi che Merida abbia mai visto.
Due vispi occhi verdi la guardano.
Indossa un vestitino viola, più corto di quello della rossa.
'Chi è questa?' pensa leggermente infastidita Merida.
-S-si, ho visto. Lei è Rapunzel, l'ho incontrata questa notte- dice lui, cercando di nascondere l'imbarazzo.
-Piacere di conoscervi! Non sapete che fatica abbiamo fatto per trovarvi!- dice contenta la biondina, ormai arrivata di fronte a loro.
-Ma dov'è Sdentato?- chiede leggermente preoccupato Hiccup, voltandosi nella direzione da dove sono sbucati entrambi.
Come risposta, due alberi si scuotono, facendo cadere svariate foglie verdi, e dal mezzo dei due tronchi una coda nera sbuca, muovendosi nervosa.
E' subito seguita da un corpo nero, grande circa tre volte loro, completamente ricoperto di squame lucenti.
Infine, dagli alberi esce anche la testa, che subito si volta verso i ragazzi, spalancando gli occhi e guardandoli con aria contenta.
'N-non può essere...quello è un...' ma a terminare la frase è la voce di Jack, di fianco a lei.
-D-DRAGO!- urla scioccato il moro, arretrando di qualche passo e guardando con occhi sgranati l'animale.
-P-perchè avete portato un d-drago?!- chiede terrorizzata la rossa, indietreggiando come l'amico e guardando turbata Hiccup.
-In realtà ci stavo per arrivare! Lui è Sdentato- dice il castano con tono tranquillo, cercando di calmare i due amici presi dal panico.
-S-sdentato?!- esclamano in coro i due, fissando perplessi Hiccup.
-Emh...sì....poi vi spiegherò. Sdentato, vieni a salutare i ragazzi!- urla il ragazzo rivolto al drago.
Questo subito comincia a correre felice nella loro direzione, aprendo la bocca in una strana espressione, probabilmente un sorriso mal riuscito.
Merida si accorge subito dell'assenza dei denti nella bocca dell'animale.
'Ecco perchè Sdentato' pensa leggermente divertita, ma senza smettere di stare in allerta.
Il drago, arrivato a qualche metro dai ragazzi, si fionda su Jack e Merida, buttandosi sopra di loro.
-Ma che cavolo...togliti di dosso, bestione!- urla infastidita la rossa, mollando un cazzotto sul muso dell'animale.
Questo inizialmente si allontana, preso alla sprovvista dal gesto violento e lasciando il tempo ai due di rialzarsi, poi si riscuote e la sua espressione diventa improvvisamente infuriata.
Ringhia feroce e si avventa sulla ragazza.
-FERMO!- urla Hiccup, allungando una mano verso il drago.
Questo si blocca di colpo, sbuffando fumo dalle narici.
Il drago fissa intensamente Merida, che ricambia lo sguardo con altrettanta intensità.
-Lei non voleva farti male, bello. Vero, Merida?-chiede alla rossa guardandola con rimprovero.
Lei si limita solo ad un'alzata di spalle non curante e a un'ultima occhiataccia all'animale, per poi distogliere lo sguardo.
'Stupido animale' pensa infastidita lei.
-Avete fatto subito amicizia, eh?- dice sarcastico Jack, avvicinandosi ai due litiganti.
-Stai bene? Ti sei fatta male?- chiede preoccupata Rapunzel, si avvicina velocemente alla rossa e la guarda coi suoi occhi verdi.
'Ci mancava la figlia dei fiori' pensa Merida, ha i nervi a fior di pelle.
-Sto bene- risponde secca.
-Menomale- dice sollevata la biondina, incrociando le mani davanti al petto.
Merida risponde con un sorriso palesemente falso rivolto alla ragazza e si allontana dal gruppo.
Si sente arrabbiata e tremendamente infastidita, forse per l'animale troppo vivace, oppure per la biondina premurosa.
Tutta questa situazione le da fastidio.
'Stavamo così bene noi due soli' pensa irata.
'Ma in cinque ci potrebbe essere più possibilità di scappare lontano da qui' risponde a se stessa.
'Forse è vero, ma ci rallenteranno sicuramente, soprattutto la biondina'
'Era solo preoccupata per me. In più Jack ci procurerà il cibo necessario'
'Uff. A me non...' ma il pensiero muore sul nascere.
Mentre stava riflettendo,senza accorgersene, si è messa a camminare nella radura, fino ad arrivare all'estremità opposta.
Di fronte a lei, più avanti di qualche metro, un'avvallamento nel terreno è riempito da una piccola casetta.
Le pareti sono formate da sassi sovrapposti, il tetto è quasi completamente ricoperto da uno spesso strato di muschio.
Una piccola fiammella zaffiro è situata davanti alla porticina.
'Che sia a questo che volevano portarci in realtà i fuochi fatui' realizza Merida.

♦  ♦  

Hiccup

-Quindi anche voi avete seguito quelle fiammelle?- chiede il castano, curioso.
-Sì, ti stavamo cercando, e improvvisamente questa fiamma ci compare davanti, Merida l'ha chiamata fuoco fatuo- risponde Jack, posando una mano sul fianco.
-Fuoco fatuo...ma certo! Però pensavo fossero solo una leggenda del nostro popolo- dice sorpreso Hiccup, grattandosi la testa perplesso.
-Cosa sono?- chiede Rapunzel, inclinando la testa per incontrare lo sguardo del castano.
-Mia madre, quand'ero piccolo, mi raccontava di questi fuochi fatui. Diceva che portassero al proprio destino- risponde lui sorridendo.
-Al proprio destino...mmh...quindi loro due erano il nostro destino?- chiede la bionda, guardando Jack.
Questo, incontrando lo sguardo della bionda, arrossisce impercettibilmente.
'Oh oh' pensa divertito Hiccup.
-Probabilmente volevano farci incon...Merida?- dice perplesso il castano.
-Dov'è finita ora?- chiede esasperato Jack, cominciando a guardarsi intorno, subito imitato dagli altri due.
Il primo a trovarla è Hiccup. Ferma lo sguardo su di lei e subito dopo la chiama.
-Merida! Che ti prende?- urla alla ragazza.
Lei si limita a guardarlo e fargli cenno di venire.
Lui subito comincia ad avanzare verso di lei, seguito dai due ragazzi, che si guardano confusi, e dal drago, ancora non del tutto sereno.
Arrivato vicino alla rossa le posa una mano sulla spalla.
-Merida che c...- ma le parole gli si fermano in gola.
Davanti a loro c'è una casetta, visibilmente molto vecchia e trasandata.
Sta per dirle che è sicuramente abbandonata, quando nota la fiammella blu davanti alla porticina dell'abitazione.
'E' la stessa che abbiamo visto prima' pensa confuso, strizzando gli occhi per vedere meglio.
-C-credo che voglia che entriamo- dice Rapunzel, superando di un passo Merida e Hiccup.
-Penso di sì- risponde la rossa, avanzando anche lei.
-Non so ragazze, dentro potrebbe esserci qualche tipo losco. In fondo è una casa mezza diroccata sperduta nel bosco- dice titubante Jack, accostandosi di fianco a Hiccup.
Ma è come parlare al vento, perche le due cominciano ad avvicinarsi alla casetta.
-Che bello quando la gente ti ascolta, non trovi?- chiede il moro rivolto all'amico, che sorride.
Poi insieme imitano le ragazze e cominciano ad avvicinarsi.
Dietro il drago è titubante invece, quelle fiammelle non gli piacciono per niente.
Appena Hiccup se ne accorge, torna indietro dall'animale e gli posa una mano sul muso.
-Tu resta fuori, se succede qualcosa ti vengo a prendere, okay?- dice rassicurante il castano.
L'animale lo guarda preoccupato e annuisce.
Allora il ragazzo lo lascia e si aggrega agli altri tre.

-Apro?- chiede spaventata Merida, una mano poggiata sulla porta di legno.
Sono tutti e quattro raggruppati davanti alla porta.
-Apri- risponde Jack.
La rossa annuisce e comincia a spingere lentamente l'entrata.
Un leggero scricchiolio accompagna il movimento.
Davanti a loro milioni di statuette intagliate nel legno riempiono la casa.
Ci sono sculture di ogni tipo e di ogni dimensione; giochi, persone, animali.
Ci sono anche tanti, tanti orsi. Appena Merida se ne accorge, un brivido la percorre.
Il castano si avvicina ad un giocattolo : Due orsi, posizionati uno di fronte all'altro, sono seduti su un'altalena, che si muove ininterrottamente su e giù, mentre una pallina nel mezzo passa da un'estremità all'altra.
Sta per toccare lo strano oggetto, quando una voce dall'altro lato della casetta attira la sua attenzione e quella degli altri ragazzi.
-Oh, guardatevi pure in giro! E chiamatemi se trovate qualcosa che vi piace. E' tutto a metà prezzo- dice questa con tono vivace.
E' una voce stridula e leggermente raschiata.
Tutti e quattro si girano per guardare chi ha parlato.
Nell'altro lato della casa un'anziana signora sta spolverando con una scopa il pavimento.
E' molto bassa, quasi la metà di loro, la schiena è piegata in una gobba pronunciata. Lunghi capelli bianchi e crespi sono raccolti all'indietro.
Due grandi occhi nocciola sporgenti seguono il movimento della scopa, naso adunco e un sorriso con qualche dente mancante.
Indossa una mantella verde marcio con i bordi sciupati.
Sull'estremità superiore del manico della scopa un corvo è appollaiato, gli occhi sui ragazzi.
Loro rimangono qualche secondo a guardare la vecchietta, che ancora sta spolverando.
Il primo a farsi avanti è Hiccup, attirando gli sguardi confusi degli amici.
-S-scusi, lei chi è?- chiede titubante il ragazzo.
-Un'umile intagliatrice- risponde vivace la donna.
-Oh. P-però noi non siamo venuti qui per comprare...insomma...ervamo nel bosco e...- ma si blocca, non sapendo se fidarsi nel dirle delle fiammelle blu.
Merida decide per lui, e si fa avanti, prendendo la parola.
-I fuochi fatui ci hanno portati qua- dice sicura la rossa, i ragazzi la guardano preoccupati.
La signora si blocca improvvisamente a quelle parole.
Dopo qualche secondo gira la testa verso i ragazzi, squadrandoli uno per uno.
Non dice nulla, continua solo a guardarli, ma il corvo parla per lei.
-Fuochi fatui! Sono loro! Sono looro!- gracchia l'animale.
-I-il corvo...p-parla?!- chiede incredula Rapunzel, avvicinandosi a Merida e Hiccup con occhi sgranati.
Anche Jack si avvicina.
-Stupido uccellaccio! Chiudi il becco!- urla l'anziana, tirandogli una sberla sul muso e facendolo cadere a terra.
Tutti e quattro guardano la scena sconvolti.
-Scusatelo, è solo uno stupido animale- dice lei, guardando prima i ragazzi dolcemente, poi lanciando un'occhiataccia all'animale.
'Prima un drago sdentato, poi un corvo parlante. Ci manca un coniglio palestrato e siamo a posto' pensa esasperato Hiccup.
-Comunque, stavamo dicendo- continua la vecchietta, avvicinandosi a passo svelto ai ragazzi.
Arrivata davanti a loro ricomincia ad analizzarli per bene.
-I fuochi fatui ci hanno portati qui! Io so che lo hanno fatto per un motivo!- dice convinta la rossa, guardando l'anziana davanti a lei.
-E infatti è così, Merida Dumbroch- risponde calma la vecchietta, guardando la ragazza negli occhi.
-C-come fai a sapere il suo nome?!- chiede sconvolto Jack.
-Ooh, so tante cose io. Tu dovresti essere Jack invece, giusto?- chiede sempre con tono calmo al moro, che la guarda con occhi sgranati.
Alla fine questo fa un lieve cenno d'assenso.
-Questa bella fanciulla invece dev'essere la dolce Rapunzel- dice rivolta alla biondina, che la guarda coi suoi occhi verdi.
-S-si, signora- risponde titubante la ragazza.
-Allora per esclusione, questo bel giovanotto è Hiccup Horrendus Haddock- continua, ora rivolta invece al castano.
'La situazione diventa sempre più inquietante' pensa nervoso.
-T-terzo. Haddock terzo- risponde lui, cercando di celare la paura.
-Vero- risponde l'anziana, sorridendo al ragazzo.
Questa, dopo averli squadrati un'ultima volta, si allontana un po', per vederli completamente.
-Ce ne avete messo di tempo però! Ma meglio tardi che mai- dice gioiosa, un'altro grande sorriso si disegna sulle sue labbra.
-Tanto tempo! Taanto tempo!- gracchia di nuovo il corvo, che si è posato sulla spalla della padrona.
-Tanto tempo per cosa?- chiede curiosa Rapunzel.
-Per cosa? Davvero non sapete niente? Oh! Mi ero dimenticata che avrei dovuto dirvelo io! L'età comincia ad avere i suoi effetti collaterali- dice sarcastica la signora, portandosi i pugni sui fianchi.
-Non mi sono preparata nessun discorso però! Pazienza, ve lo dirò senza girarci troppo intorno- continua lei, ora incrociando le braccia secche davanti a sè.
-Dirci cosa?- chiede, leggermente spaventato, Jack.
-La filastrocca? Non vi dice nulla?- chiede sorridente la donna, guardandoli.
La filastrocca...non intenderà quella che sua madre gli raccontava da bambino.
'Ma che c'entra ora?' pensa innervosito dal fare misterioso della vecchia.
E, come a leggergli nel pensiero, Merida dice
-E adesso che importa?-, nel suo tono si avverte una punta di nervosismo.
Hiccup sa che anche lei ha capito a che filastrocca la signora si riferisce.
Quando erano bambini la canticchiavano sempre.
Loro due guardano l'anziana con occhi nervosi, invece Rapunzel e Jack si guardano confusi.
Probabilmente la bionda e il moro nemmeno la conosco la filastrocca.
-Ooh, ve lo dirò senza giri di parole. Le quattro creature, quelle coi doni, quelle che salvano gli innocenti dall'oscurità. Quei quattro siete voi. Non è solo una leggenda, è una previsione- dice lei, gli occhi fissi sui ragazzi.
'N-non può essere' riesce solamente a pensare Hiccup, sta cominciando a tremare.
Merida invece, di fianco a lui, ha il fiato corto.
-Voi siete i Quattro doni-.




 




Note : E anche il quarto capitolo è finito.
Sono in ritardo di un paio di giorni, lo so, ma scriverlo è stato più difficile di quanto credessi >_<
Non avevo ispirazione, e il testo non mi convinceva mai. In realtà non mi soddisfa del tutto nemmeno ora, so che non è uno dei capitoli migliori, ma vi giuro che mi sono impegnata al massimo x'D
Gestire quattro personaggi, anzi, cinque (povero Sdentato ;P) per me non è semplice, sono abituata a storie con massimo due protagonisti, invece sviluppare i dialoghi cercando di non escludere nessuno, lo ammetto, per me non è una passeggiata D:
Oltretutto, quando stavo per pubblicarla ieri, non so per quale motivo mi si è chiuso internet, e ho perso tutte le correzioni del testo (Maledetto pc! Sono sempre più convinta che mi odia >.>)
L'aggiunta dei fuochi fatui, palese citazione di Ribelle-The Brave, è stata fatta perchè è uno degli elementi che preferisco di questi quattro film.
Invece, nel pensiero di Hiccup (
'Prima un drago sdentato, poi un corvo parlante. Ci manca un coniglio palestrato e siamo a posto' pensa esasperato Hiccup) il coniglio palestrato si riferisce a Bunnymund, de Le cinque leggende.
Boh, volevo aggiungerlo xD

Ripeto che questo capitolo mi convince meno degli altri tre, diciamo che è uscito abbastanza di getto, senza averci riflettuto troppo. Di errori ce ne saranno sicuro, sia grammaticali che ortografici, e chiedo venia già da adesso >.<
Concludo ringraziando con tutto il cuore tutti quelli che hanno recensito, seguito, messo tra i preferiti o tra le ricordate o solo letto la mia storia (^-^)
Non mi stancherò mai di dire che per me è una soddisfazione enorme.
Vi chiedo di recensire anche questo capitolo se vi va, rendereste felice una piccola autrice3°) *fa gli occhioni da gatto con gli stivali*
Allora niente, ci vediamo al prossimo capitolo :3
S.

 

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Capitolo 5
*** V. Adiuva ***


V. Adiuva
 

Merida

Voi siete i Quattro doni.
Quelle parole risuonano nella mente della ragazza.
-C-che significa?- chiede allibito Hiccup, occhi sgranati fissi sulla signora e mani tremanti.

-Vi facevo più svegli giovanotti- dice l'anziana.
Lentamente, si avvicina ai ragazzi, guardandoli uno per uno con aria indagatrice.
-Significa che voi avete i poteri per salvarci tutti- dice in un sussurro mentre punta un dito nella loro direzione.
Li scruta per qualche minuto attendendo una risposta, ma i quattro non accennano a parlare.
Rapunzel e Jack si guardano confusi, sicuramente non conoscono la filastrocca e non sanno di cosa stia parlando la signora; Merida e Hiccup, invece, hanno un'espressione ben diversa.
Il castano ha ancora gli occhi fissi sulla vecchia, la fronte imperlata di piccole gocce di sudore e le mani lungo i fianchi tremanti.
La rossa invece fissa il vuoto, anche lei tremando.
'Ma che cavolo sta blaterando questa vecchia pazza?' 
'Pazza mica tanto, ci conosce tutti'
'Sì, ma come può dire che noi siamo i quattro doni? Insomma...è solo una stupida leggenda...o no?'
-Emh emh...scusate, ma qualcuno potrebbe gentilmente spiegarci di cosa state parlando?- chiede titubante Jack, visibilmente confuso.
Subito Rapunzel annuisce, anche lei con aria estraniata.
'Ma come diavolo fanno a non conoscere la storia?!' si chiede Merida, guardandoli di sottecchi. La vecchia la pensa allo stesso modo.
-Non conoscete la filastrocca? Oh dei del cielo, ma dove vivete?- chiede sconcertata la signora, guardandoli con un sopracciglio alzato.
La bionda e il moro si scambiano uno occhiata perplessa, per poi tornare a guardare l'anziana e alzare le spalle.
-Vorrà dire che ve la dirò io. Anzi, ce la racconterà il nostro Hic- dice gioiosa avvicinandosi al castano e battendogli la mano sulla schiena come segno di incoraggiamento.
-C-co...no, io non...ma che vuol dire che noi...è impossibile...quella è solo una filastrocca...e poi è inconcepibile che...- comincia a farfugliare lui,
gesticolando con le mani.
-Ehi ehi, le domande dopo, ragazzo. I tuoi amici non conoscono la storia, raccontagliela tu- dice la vecchia, continuando a spingere il ragazzo per spronarlo a parlare.
Lui la guarda con fare interrogativo per qualche secondo, poi, non riscontrando nessun cenno di risposta, avanza di qualche passo. Si schiarisce la voce e sposta per qualche secondo lo sguardo si Merida, che per tutta risposta gli lancia un'occhiata spaventata e alza le spalle.
Hiccup si gira di nuovo verso gli altri due ragazzi e comincia.
-I-in pratica questa è una leggenda del nostro popolo, è molto famosa e tutti la conoscono e la trasmettono ai propri figli. Io la so da quando ho memoria, mia madre me la raccontava sempre- il castano abbassa per qualche istante lo sguardo, per poi ritornare a guardare i due amici.
'Hiccup, non sei l'unico a cui la raccontavano' pensa Merida anche lei abbassando lo sguardo, qualche attimo dopo si riscuote e ricomincia ad ascoltare l'amico.
-La storia parla di quattro ragazzi, chiamati appunto i Quattro doni. Il nome deriva dal fatto che ognuno di loro possiede un dono, un potere.
Il primo dono è quello di portare allegria e gioia ovunque vada, di riuscire a scacciare la paura e la tristezza sempre; il secondo è la bontà, la capacità di curare il male nelle persone, fisico o morale che sia; il terzo invece è la saggezza, questa riesce sempre a trovare la risposta a tutte le domande; l'ultimo è il coraggio, si dice che chi abbia questo dono riesca a...cambiare il proprio fato- conclude con un lungo sospiro e passandosi nervosamente una mano fra i capelli.
Il silenzio cala nella casa per qualche minuto.
Rapunzel e Jack, anche dopo la dettagliata spiegazione di Hiccup, hanno ancora uno sguardo leggermente spaesato, ma almeno sanno di cosa stanno parlando.
Il castano indietreggia di qualche passo, ancora la mano sulla testa e lo sguardo basso.
La signora è di fianco al ragazzo, lo guarda con fare apprensivo, una mano nodosa poggiata sulla sua schiena.
Merida è separata dal gruppo da un paio di metri, anche la sua fronte luccica per le gocce di sudore. Le braccia ciondolanti lungo i fianchi. Sta ancora fissando Hiccup, ma con sguardo assente. Ricordi amari stanno lentamente ripopolando la mente della rossa, distruggendo le barriere che aveva costruito in tutti quegli anni.
Improvvisamente, la voce della signora la riporta bruscamente alla realtà, e la ragazza gliene è grata.
-Mh...quindi, stavo dicendo...oh, sì! La profezia, quella appena illustrata dal nostro Hic- con la mano secca da una pacca sulla schiena del castano, questo si riscuote leggermente e alza lo sguardo verso la vecchia. Lei gli sorride.
-Parla di quattro creature con dei doni, poteri capaci di infondere serenità nell'animo impaurito della gente, di rischiarire ovunque il buio si divaghi. Queste quattro creature sono la salvezza che riuscirà a portare la pace dove la guerra si dilagherà, voi siete l'ultima nostra speranza- detto questo si allontana di qualche passo, avvicinandosi a Merida.
La rossa la guarda confusa. L'anziana le prende un polso e la comincia a tirare verso il resto del quartetto, che le guarda spaesato.
La ragazza strattona malamente la mano per liberarsi dalla presa della signora, che arretra di qualche passo e li guarda, di nuovo, con occhi lucidi.
Congiunge le mani con fare fiero e felice.
'O-ora mi sono stancata di tutte queste stupidaggini!' pensa irata Merida, chiudendo le mani in pugni.
-Senti, signora veggente, io non so perchè il tuo corvo parli, o come facevi a conoscerci, ma non puoi blaterare simili sciocchezze e sperare che noi ti crediamo! Come puoi pretendere di pensare che ti creda dicendomi che sono una dei quattro doni?! Andiamo, è una stupida leggenda, tutti sanno che è una storiella inventata per divertire i marmocchi!- urla la rossa sbraitando e facendo scuotere violentemente i riccioli cremisi.
'Eppure non la pensavi così una volta', una parte di lei la scopre alla verità, ma lei la rifiuta.
-Però quando chiedevi a tuo padre di raccontartela tutte le sere, non dicevi così. O sbaglio?- dice quasi in un sussurro la vecchia, incrociando le braccia, sorridendo con un angolo della bocca e mettendo in mostra tutte le rughe che le solcano il viso cadente.
'C-come...NO! Come fa a sapere...'.
Le mani hanno ricominciato a tremare, ma questa volta per rabbia.
Le sopracciglia si inclinano disegnando sul suo viso un espressione demoniaca, le mani strette in pugni sono alzate all'altezza dei fianchi, la bocca schiusa mostra i denti.
Rapunzel spalanca gli occhi e si porta le mani sulla bocca, con fare preoccupato.
Hiccup, invece, si avvicina alla rossa allungando le mani verso di lei per cercare di calmarla, ma, ovviamente, è tutto inutile. Anche Jack prova ad avvicinarsi, ma appena muove un passo, Merida comincia a marciare furiosa verso l'anziana.
Arrivata di fronte alla signora si china alla sua altezza, le punta un dito impertinente contro il petto e la fissa con i suoi occhi color acquamarina.
-Tu, brutta strega, come diavolo fai a conoscere mio padre? Come ti permetti di parlare di lui, di avere la faccia tosta di venirmi a raccontare di lui?- dice in un ringhio, sempre lo sguardo sugli occhi nocciola della vecchia.
-Te l'ho già detto, signorina, io so molte cose. Più di quante voi immaginiate- risponde pacata lei, per niente intimorita dalla rossa di fronte.
Quest'ultima, sconcertata, abbassa lentamente l'indice. Distoglie lo sguardo dall'anziana e si alza, indietreggiando di qualche passo.
Hiccup subito si precipita da lei, poggiandole una mano sulla spalla.
Lei lo guarda per un attimo, non sa cosa dire.
Anche Rapunzel e Jack si avvicinano. La prima preoccupata ma senza capire il movente della reazione di Merida, il secondo guardandola anche lui apprensivo. Ha ricollegato tutto al racconto che gli aveva fatto nel bosco.
'C-chi è?'.

 

♦  ♦  ♦

Jack

Il moro si gira subito verso l'anziana, che non ha mai smesso di guardarli.
'Come diavolo fa a sapere tutte queste cose su di noi?' pensa spaventato. Sa chi sono, sa come si chiamano, sa della loro vita.
Mentre guarda ancora la signora, nota un movimento nero sul pavimento.
Il corvo si riscuote, facendo volare da tutte le parti piume scure. Apre gli occhi tondi e lucidi e si posa sulla spalla della padrona, che lo guarda sorridente.
-Adiuva! Devi dargli gli Adiuva!- gracchia l'animale aprendo le ali. Si alza goffamente in volo per poi posarsi su uno scaffale nell'angolo destro della casa.
-Oh! Perbacco, hai ragione uccellaccio!- esclama l'anziana, battendo le mani nodose e dirigendosi velocemente verso il volatile.
'E ora che diavolo vuole fare?' pensa sconsolato Jack, si gira verso i suoi compagni.
Rapunzel lo guarda con gli occhi strabuzzati, i suoi occhi verde primavera.
Ancora una lieve fitta allo stomaco lo prende.
Si riscuote leggermente e sposta lo sguardo su Hiccup, che ha la stessa espressione della bionda. Merida è ancora immobile a fissare la signora con pugni stretti.
Questa, arrivata dall'animale, comincia a cercare qualcosa nello scaffale, spostando e lanciando statuette di legno e utensili vari.
-Che facciamo?- sussurra infine il moro, guardando i ragazzi.
-Andiamocene- risponde ferma Merida, finalmente spostando lo sguardo e fissando l'amico.
Borbottii proveniente dall'angolo dell'abitazione distraggono per un attimo il quartetto.
-Non possiamo! Infondo sa chi siamo, non può essere una vecchia pazza qualunque- esclama sempre a bassa voce Hiccup, indicando col pollice l'anziana.
-Lo so...ma non mi fido- dice ancora la rossa.
-Secondo me dovremmo restare, non sembra cattiva- sussurra la bionda.
-Ma Rapunz...- Merida viene interrotta da un urlo eccitato della signora. Gli occhi di tutti si spostano su quest'ultima.
In mano tiene alcuni oggetti.
Li guarda soddisfatta e poi fissa i ragazzi con occhi lucidi colmi di felicità.
-Li ho trovati!- esclama.
-Li ha trovati! Li ha tro...- un altra sberla dalla vecchia stordisce nuovamente il corvo, buttandolo a terra stecchito.
-Prima o poi mi dovrò decidere a darlo in pasto ai lupi- borbotta guardando scocciata l'animale.
I quattro guardano confusi la scena, a Rapunzel scappa una risata soffocata.
La vecchia comincia ad avvicinarsi a passi veloci, facendo un gran rumore dati gli oggetti che porta fra le braccia ossute.
Hiccup tira una gomitata leggera a Jack, guardandolo con aria interrogativa. Questo si limita ad un'alzata di spalle altrettanto confusa.
-Ecco qua i vostri Adiuva!- esclama contenta l'anziana, guardando i ragazzi.
Loro si scambiano occhiate confuse e preoccupate, infine la loro attenzione viene attirata dalla stessa signora.
Questa lascia cadere delicatamente gli arnesi a terra. Si china e ne raccoglie uno.
Lentamente, avanza verso Jack, che, spaventato, arretra di qualche passo.
-La profezia narra di quattro doni. Prima fra tutti è la gioia. Colei che riesce sempre a spezzare le tenebre della paura- dice con voce profonda la vecchia e guardando intensamente il moro.
Questo alza un sopracciglio. Gli altri ragazzi guardano la scena confusi.
Davanti a lui, l'anziana tiene stretto fra le mani un bastone di legno.
La punta superiore e incurvata, simile ad un uncino pronto a catturare qualsiasi cosa. Bitorzoli si dilagano sulla sua superficie, facendo intuire che non sia opera della signora.
'U-un bastone? Che centra ora un bastone?' pensa spaesato Jack, guardando prima gli amici, poi la vecchia e infine l'oggetto.
Lei avvicina quest'ultimo verso il ragazzo, gli occhi speranzosi.
Il moro, confuso sul da farsi, allunga lentamente una mano verso l'arnese.
Appena lo sfiora con la punta del dito, una sensazione di freddo lo attraversa per intero. Un grande brivido lo percorre, facendolo indietreggiare boccheggiando.
-Ma come...- sussurra sbigottita Merida. Il moro si gira dalla sua parte, ansimando ancora, e li vede tutti con occhi spalancati e bocche aperte.
Ancora scosso dalla sensazione appena provata, non riesce a capire la reazione degli amici, così si gira verso il bastone di fronte a lui. Appena lo fa, assume la stessa espressione degli altri tre.
'Non è possibile...' pensa esterrefatto. L'oggetto che fino a qualche attimo fa era di semplice legno marrone scuro, ora, dove lo ha sfiorato, è ricoperto di un sottile strato di ghiaccio cristallino.
La vecchietta sembra la meno sorpresa, continua a guardare Jack sorridendo a trentadue denti. Avvicina ancora un po' il bastone verso il moro, che indietreggia.
-Forza Jack, prendilo- lo incita la signora, porgendoglielo davanti al naso.
Il ragazzo si gira verso gli amici, questi lo guardano ancora con occhi spalancati. Infine, Hiccup annuisce, in segno di consenso.
Allora il moro ritorna a guardare il bastone e, con mano tremante, lo afferra lentamente. Lo sfiora di nuovo con un dito, Un'altra volta quella sensazione di freddo acuto e il ghiaccio si forma ancora. Avvicina un'altro dito e poi un'altro, fino a schiudere delicatamente tutta la mano.
Appena lo afferra completamente, il sottile strato di ghiaccio si divampa, fino a ricoprire tutta la zona intorno alla mano.
Lo avvicina lentamente verso di sè.
'Non ci credo...' pensa estremamente confuso.
-Gli Adiuva sono coloro che vi aiuteranno nella vostra impresa, coloro su cui potrete sempre contare. Ma non sta a me spiegarvi a cosa servono- e detto questo si allontana da Jack per avvicinarsi al mucchio abbandonato a terra poco prima.
Il moro rimane immobile, come gli altri ragazzi, a fissare il bastone.
L'anziana si gira verso di lui e lo guarda con un sopracciglio alzato.
-Forza, provalo- dice ansiosa.
-Oh...s-si certo...ma come si usa?- chiede titubante, senza smettere di fissare l'arnese.
-E come faccio a saperlo io?!- esclama convinta la vecchia.
Jack rimane per qualche secondo interdetto da quella risposta. Infine, dopo qualche attimo, si riscuote.
'A cosa potresti servire...' pensa curioso.
Non sapendo come farlo funzionare, si limita a toccare con la punta ricurva una statuetta di legno intagliata lì di fianco. 
Subito sulla scultura si formano piccoli ghirigori ghiacciati, che si divampano velocemente.
-Oh!- esclama lui, ritraendo subito il bastone.
'Wow!' pensa dentro di sè. Un'enorme sorriso gli si disegna sulle labbra, gli occhi sprizzanti di gioia. Comincia a saltellare da un piede all'altro, preso da una sensazione magnifica.
Subito tocca un'altra scultura, che si ghiaccia all'istante.
Corre dall'altra parte della casa e tocca tutto quello che trova, ghiacciandolo.
-Woah!- urla eccitato, senza smettere di saltellare.
-Ehi ehi, calmati giovanotto. Così rovini tutto il mio lavoro!- esclama leggermente infastidita la vecchia, tirando per la mantellina il moro e riportandolo di peso dai suoi amici.
Tutti e tre continuano a guardarlo, senza saper cosa dire.
-Avete visto?!- chiede euforico ai ragazzi.
-S-si- risponde titubante Hiccup, con aria confusa e leggermente spaventata.
Merida non smette di fissare il bastone, mentre Rapunzel annuisce debolmente.
-Allora- dice la signora, catturando l'attenzione di tutti.
Lentamente, si avvicina ai quattro, per poi avanzare vero la bionda.
Questa, leggermente spaventata, indietreggia, per poi essere bloccata da una statua di legno dietro di lei. La signora sembra non farci troppo caso.
-Il secondo dono, invece, è la bontà. Chi possiede questo potere, è capace di rischiarire gli animi delle persone, cacciando via il dolore, che sia fisico o morale-dice con voce profonda.
Lentamente, prende una mano di Rapunzel e la avvicina alla sua, chiusa a pugno. Con delicatezza, la apre, mostrando una piccola boccetta di vetro appesa a una catenina d'orata. Poggia l'oggetto nel palmo della bionda, che non si oppone.
La ragazza avvicina la mano a sè, scrutando curiosa la piccola ampolla.
E' grande quanto metà del suo pollice, lucida e chiusa da un piccolo tappo di sughero. Dentro, un liquido dorato sembra brillare di lieve luce propria. La catenina, anche lei dorata, è formata da minuscoli anelli legati fra loro.
Confusa, si gira verso gli amici, che fanno spallucce e alzano le sopracciglia.
Infine, decide di legarla al collo. 
Appena chiude il gancetto, il liquido d'oro comincia a brillare intensamente, obbligando tutti i presenti a chiudere gli occhi. Tutti tranne Rapunzel.
Subito la bionda apre la bocca in un ampio sorriso, guarda di nuovo gli amici con occhi spalancati ed eccitati.
Appena il suo sguardo incontra quello di Jack, questo si sente avvampare leggermente. 
-Magnifico- dice contenta la vecchia, battendo le mani soddisfatta.
Di nuovo, si avvicina al mucchio, che ora è formato solo da un paio di oggetti.
-Non ha ancora finito?- borbotta nervosa Merida, incrociando le braccia.
-No, non ho ancora finito- risponde leggermente infastidita l'anziana, tirando un'occhiataccia alla rossa. Questa distoglie lo sguardo.
La signora tira su un'altro oggetto e si avvicina nuovamente ai ragazzi, per poi avanzare verso Hiccup.
Anche questo indietreggia spaventato.
Lei lo prende per il polso e lo ferma.
-Il terzo dono è la saggezza. La capacità di saper sempre scegliere la retta via, la scelta giusta. E' un potere prezioso e al contempo misterioso. Conservalo con cura, giovanotto- dice la vecchia, porgendo lentamente verso il castano un taccuino e una matita. Il ragazzo lo prende delicatamente, per paura che succeda qualche altra strana cosa. Ma il quaderno non da segni di vita.
Sollevato, lo avvicina a se e lo scruta. La copertina è di liscia pelle marrone, sul fronte è inciso un lungo drago attorcigliato su sè stesso. La matita è un semplice bastoncino di legno alla cui estremità è legato un piccolo pezzo di carbone appuntito.
La signora lo guarda pensierosa per qualche istante, poi si riscuote e ritorna dall'ultimo oggetto rimasto.
Lo raccoglie e si avvicina a Merida, ancora con braccia incrociate e sguardo ostile. L'anziana porge l'oggetto alla rossa.
Un'arco.
Appena Merida capisce cos'è, spalanca occhi e bocca.
-Il quarto ed ultimo dono è il coraggio. Tu, mia cara, ne possiedi molto. Questo arco sarà il tuo fedele compagno. Qualora scoccherai una freccia, se tirata per la giusta motivazione, questa non sbaglierà il colpo. Mai- dice profonda la signora, fissando dritta negli occhi la ragazza, che lentamente allunga la mano verso l'arco.
Lo afferra e lo avvicina a sè, scrutandolo.
E' grande quasi quanto metà di lei, molto ricurvo. Le due estremità sono formate da piccoli corni d'avorio, che si inarcano verso l'esterno. E' di un legno marrone non troppo intenso, mentre l'impugnatura è rossa scura, con decorazioni d'orate.
-Questa, invece, è la faretra con le frecce- dice serena la signora, porgendole il contenitore.
Un grosso corno d'avorio cavo con diverse incisioni, che lo rendono elegante. All'interno, frecce sottili marrone chiaro con la punta superiore ricoperta da piume rosse.
Gli occhi di Merida cominciano a diventare lucidi, ma, per sua fortuna, la vecchia incomincia a parlare.
-Bene! Ora non resta che portarvi da lui- dice sorridente.
I quattro si guardano confusi, infine Hiccup prende parola.
-L-lui chi?- chiede con voce tremante.
-Oh oh, lo vedrete- sghignazza la signora, sfregandosi le mani secche.
Si avvicina alla porta e la apre. Guarda il castano.
-Forza, vai a prendere il tuo animaletto- dice noncurante, facendo segno a Hiccup di uscire.
Questo, titubante, si avvicina alla porta, fino ad arrivare a Sdentato.
Il drago, appena vede l'amico, spalanca i grandi occhi verdi e corre verso di lui, leccandolo dalla testa ai piedi.
-Sdentato...ehi...così mi sporchi...no dai- protesta il castano, inutilmente. Dopo qualche minuto, l'animale smette di sbavarlo.
-Grazie tante- sbuffa esasperato.
-Vieni dentro- dice infine, poggiandogli una mano sulla testa.
Dopo una decina di minuti passati a cercare di far entrare il drago nella casa, la signora chiude la porta. Si allontana di qualche passo. Schiocca le dita. Si riavvicina alla porta e la riapre.
'Che diavolo...'.
Fuori il paesaggio è cambiato.
La radura, i sassi enormi e gli alberi non ci sono più. 
Al loro posto una vasta collina giallastra. Erba non troppo alta la ricopre interamente. Qualche piccolo alberello si intravede qua e là.
Ma, dalla porta sembra intravedersi come una pellicola trasparente. Come se una specie di barriera semi invisibile dividesse loro e l'ambiente fuori.
-Non è possibile- sussurra Hiccup.
-Tutto è possibile, giovanotto- risponde fiera l'anziana.
Questa si avvicina al gruppo e lo comincia a spingere verso l'uscio. Tutti si oppongono.
-N-no, aspetti! Ci deve dire dove siamo! E a cosa ci servono questi cosi?! Poi da chi dobbiamo andare?!- balbetta contrariato il castano.
'Non possiamo andarcene! Lei...lei potrebbe sapere perchè ero lì, nel bosco! E da dove vengo!'.
-Cosa ci devo fare con questa roba? Devo berla? Sembra buona!- dice entusiasta Rapunzel, osservando ancora incuriosita la boccetta.
Merida si limita a dimenarsi, muovendo furiosamente l'arco.
'Devo sapere, lei potrebbe aiutarmi'.
-Sentite, vi ho già detto che non sono io a dovervi spiegare tutto. Saprete quello che volete da lui. Ora andate- dice scocciata l'anziana, continuandoli a spingere.
Arrivati ad un palmo dalla porta, Jack si libera dalla presa della vecchia.
-Mi devi dire perchè ero lì!- urla, aprendo le braccia.
Lo ha detto senza pensaci due volte. Ma, dopo essersi accorto dello sbaglio, si gira a guardare i compagni. Questi lo fissano confusi.
-Saprai tutto a tempo debito- risponde calma la signora.
Infine prende il polso del moro, lo tira verso gli altri ragazzi e, con un movimento di mano, lancia una scopa contro il quartetto.
Questo arretra spaventato, e, prima di rendersene conto, hanno tutti attraversato la barriera.
Uno strappo allo stomaco prende Jack.
Questo cerca di muoversi, ma è come se non avesse più un corpo. Non riesce a respirare e non vede nulla. Sente solo una voce, un eco lontano.
-Buona fortuna, doni!-.
E poi buio.

 

♦  ♦  ♦

Rapunzel

-Mia cara Rapunzel, cosa ti turba oggi?-.
Davanti a lei una donna, alta ed elegante, la guarda.
Una chioma riccia e corvina. Occhi scuri e gelidi. Viso spigoloso.
-Madre, lo sai- risponde lei, lisciandosi una ciocca d'orata di capelli.
-Lo so, mio piccolo fiorellino. Ma non posso lasciarti- risponde con voce calma e tranquilla la donna, chinandosi all'altezza della bimba.
Allunga una mano affusolata e le accarezza il viso paffuto.
-Perchè no? Perchè non posso uscire?- risponde la biondina, una piccola lacrima le riga il viso.
-Perchè il mondo la fuori è crudele e infame. E tu sei un povero piccolo innocente fiorellino che verrebbe schiacciato dalla sua cattiveria- risponde la riccia, posando anche l'altra mano sul visino della bimba.
Questa si limita ad annuire.
-Forza, Stasera ti ho preparato il tuo piatto preferito!- dice gioiosa la donna, alzandosi in piedi e cambiando subito umore.
-Zuppa di nocciole!- esclama contenta la bambina, saltellando a pugni chiusi e sorridendo. I due occhi verdi spalancati per la gioia.


-Ahi...mi stai schiacciando...e togliti-.
Viene svegliata dalla voce infastidita di Merida.
Comincia ad aprire gli occhi, sbattendo un po' di volte le palpebre.
D'improvviso, si ricorda il sogno, se così si può definire, appena fatto.
'Che cosa significa?' pensa confusa.
A riportarla alla realtà è una strattonata ai lunghi capelli.
-AHI!- urla Rapunzel, stringendosi la chioma.
-Scusa! E' che...ti vuoi spostare, capelli di fuoco?- esclama nervoso Jack, spingendo via la rossa.
-Mi piacerebbe, ma se il bestione non si toglie!- risponde irata, guardando sia Hiccup che Sdentato.
-Forza bello, spostati- dice il castano, preso alla sprovvista dalla rossa.
Il drago ubbidisce subito e fa un balzo indietro.
-SPOSTA QUELLA MANO, PERVERTITO!- urla con tutto il fiato in gola che ha Merida, tirando una sberla al castano.
-N-non volevo! Lo giuro! S-scusa...oh cielo- farfuglia disperato lui.
Rapunzel scoppia in una risata divertita, seguita a ruota da Jack.
-Correte un po' troppo voi due, eh?- dice sarcastico il moro, facendo l'occhiolino ai due. Loro si limitano a distogliere lo sguardo e alzarsi in piedi.
-Oh mio dio! S-siete...- dice sgranando gli occhi la bionda, indicando Hiccup e Merida.
-NO!- rispondono in coro.
-Ah. Comunque sareste perfetti insieme!- sussurra gioiosa, con occhi sognanti.
La rossa sbuffa sonoramente e si allontana, il castano va dal drago.
-Sono pienamente d'accordo con te- dice Jack, che intanto si è rialzato e ora è davanti a lei.
Rapunzel fa un'altra risatina. Lui allunga una mano e lei la prende, tirandosi su.
-Grazie- dice gentile.
Lui arrossisce leggermente e si limita a sorridere, per poi raggiungere gli altri due.
'Bah' pensa confusa.

-Bene, solo non riesco a capire una cosa...-
-Merida, è la decima volta che ti rispiego tutto! Non mi è chiaro nemmeno a me, ma non sappiamo altro-.
Dopo essere stati catapultati' in quel posto, erano indecisi sucosa fare, cosi avevano optato per l'unica possibilità, camminare.
La collina si stende per moltissime leghe, talmente tante che non si riesce a vederne la fine. Il sole è ormai alto in cielo e il suo calore si fa sentire. Nessuna nuvola lo copre.
'Che cosa voleva dire quel sogno?' pensa Rapunzel, ricordando la visione avuta.
-Cosa facciamo? Non possiamo andare avanti a camminare fino all'infinito- osserva nervoso Jack, guardandosi intorno.
'Sembrava tutto così reale. E chi era quella signora?' continua a rimuginare.
-E allora cosa proponi? Vuoi anche tu schioccare le dita e far ricomparire il bosco? Magari ci puoi portare anche in una reggia se ti va!- dice infastidita Merida.
'Non mi voleva far uscire...ma da cosa?'.
-Non dico questo! E' solo che con questo caldo insopportabile...non ce la faccio più- dice ansimando leggermente il moro, indicando il sole.
-Allora mettiti nudo, cosa devo dirti!- risponde sempre più irata la rossa.
'Oh! E mi piaceva la zuppa di nocciole, chissà che sapore ha'.
-Ehi, calmati. Siamo tutti nervosi- dice tranquillo Hiccup, cercando di calmare Merida.
-Tu cosa ne pensi?- chiede poi rivolto alla bionda.
'E se fosse un pezzo della mia vi...' ma viene interrotta dalla voce dell'amico.
-Rapunzel, sei tra noi?- chiede lui, sventolando una mano davanti al viso della ragazza.
-Oh, sì! Che...stavamo dicendo?- chiede lei, mettendo le mani dietro alla schiena.
-Mh...stavamo discutendo sul da farsi- le risponde.
-E sul fatto che la scimmia ha troppo caldo, e che vorrebbe mammina a a fargli il bagnetto- scimmiotta Jack la rossa.
-Usa il bastone- risponde pacata Rapunzel.
-I-il...bastone- ripete lui, guardando l'oggetto che tiene in mano.
-Hai ragione! Tienimi questi- esclama infine eccitato. Le porge la mantellina e l'arnese.
Si toglie velocemente il gilet e la camicia, rimanendo a torso nudo.
Il fisico è atletico, muscoloso ma agile e snello. La pelle lucida per il sudore.
La bionda avvampa visibilmente, a differenza degli altri due che stanno ancora parlando. Subito distoglie lo sguardo.
-Grazie mille!- dice tranquillo lui, riprendendosi la roba. Poggia la camicia a terra, la tocca col bastone e questa si ghiaccia all'istante, per poi sciogliersi e rimanere bagnata.
-Sei un genio, Punzie!- esclama contento, dando una pacca sulla spalla della bionda.
-Punzie?- chiede confusa Merida -Sembra più il nome di un cane- dice gesticolando con una mano.
-A me piace- afferma convinta Rapunzel, sorridendo al moro.
-Ah ah! Uno a zero, capelli di fuoco!- esclama vittorioso lui, passandosi la camicia bagnata sul corpo.
-Pff, se a te piace- dice con finta noncuranza la rossa, girandosi.
'A me piace' pensa contenta lei, sorridendo.
-Allora, che si fa?- chiede Hiccup, guardando gli amici.
-Camminiamo. Camminiamo finchè non troviamo un villaggio o qualcosa di simile- risponde Merida convinta.
-Per me va bene, adesso- afferma sorridente Jack.
-Anche per me!- Esclama gioiosa la bionda.
-Allora, andiamo- dice calmo il castano, poggiando una mano sulla schiena del drago, che sbuffa contento.
'Uff. Perchè non riesco a ricordarmi nulla'.

Dopo aver preso la decisione di incamminarsi, l'avevano fatto per tutto il giorno, fino al tramonto.
Erano sfiniti, e avevano deciso di fermarsi lì per quella notte. Si erano posizionati vicino alle sponde di un profondo lago blu. Jack era riuscito a pescare qualche pesce e avevano mangiato quello per cena.
Merida si era addormentata all'istante, stringendo a sè l'arco.
Hiccup era rimasto a osservare per un sacco di tempo il taccuino, parlottando con Sdentato, finchè non si era addormentato sul dorso di quest'ultimo.
Jack era andato in giro a congelare tutto quello che gli capitava sotto tiro.
Rapunzel, invece, era andata verso la riva del fiume. Questo è qualche metro più in basso, così lei è seduta con le gambe a ciondoloni. Le mani giunte posate sulle gambe.
'Sono sicurissima che quello era qualcosa che riguardava la mia vita. Ma...non ha senso. Zuppa di nocciole...' rimugina tra sè e sè.
Fa dondolare leggermente le gambe per alleviare la tensione. E' tutto il giorno che ha aria assente, perchè continua a pensare allo strano sogno.
-Tu non dormi?-.
Una voce la fa sobbalzare, rischiando seriamente di cadere dentro il fiume. Si rimette seduta.
Dietro di lei Jack è in piedi, ungamba incrociata davanti all'altra, la testa posata al bastone che non ha mollato per l'intera giornata.
-Non ho sonno- risponde evasiva lei, accennando un sorriso palesemente falso.
Improvvisamente, un'illuminazione la folgora.
-Mi devi dire perchè ero lì!-.
La frase che aveva detto Jack appena prima di essere catapultati in quel posto.
Quindi...nemmeno lui si ricorda?
Il ragazzo si avvicina alla bionda e le si siede di fianco, incrociando le gambe.
-Tu...tu hai detto una cosa in quella casa. Hai chiesto perchè eri lì, nel bosco- dice con aria indagatrice.
-Nemmeno tu ti ricordi?- chiede, avvicinando il viso a quello del moro.
Questo subito arrossisce e indietreggia, rischiando anche lui di cadere. Alla fine, dopo aver visto l'irremovibilità della ragazza, sospira esasperato e alza le spalle.
-No. Non ricordo nulla- dice, quasi in un sussurro.
-Oh cielo! Allora non sono l'unica!- urla eccitata, sollevando le mani in aria.
-Non urlare!- la richiama lui, posandole una mano sulla bocca.
Entrambi voltano il capo verso Merida e Hiccup. 
La prima non sembra essersi svegliata. In realtà non sembra nemmeno viva. Il castano invece si muove appena, ma subito ritorna a dormire tranquillo.
La bionda schiude gli occhi sorridenti e toglie la mano del ragazzo.
-Scusa. E' solo che credevo di essere la sola strana, e invece anche tu lo sei!- sussurra gioiosa.
-A quanto pare...- risponde pensieroso Jack, passandosi la mano fra i capelli.
-Per tutti i fiori magici, i tuoi capelli!- esclama spaventata, indicando la testa del ragazzo.
-Che c'è?- chiede nervoso, toccandosi la chioma.
-G-guarda- risponde lei, facendo cenno verso l'acqua sotto di loro.
Il ragazzo si china per scorgere il suo riflesso, e quello che vede lo lascia allibito quanto la bionda.
I capelli, una volta totalmente mori e spettinati, ora hanno una piccola ciocca bianca nel lato destro.
-Invecchio velocemente, a quanto sembra...- osserva sarcastico, anche se la cosa lo ha lasciato nervoso.
-Ecco a cosa ti servirà quello- dice lei indicando l'oggetto ancora in mano a Jack -Lo userai come bastone da passeggio- conclude, ridendo divertita.
-Probabile- risponde sorridente il non-più-totalmente-moro.
Infine, sul viso di tutti e due il sorriso si spegne, per lasciare il posto ad un'espressione pensierosa.
'Zuppa di nocciole...dev'essere buona'.

 

♦  ♦  ♦

Hiccup

Uno sbuffo lo fa girare sull'altro fianco.
Qualcosa sotto di lui si muove costantemente su e giù, brontolando leggermente e sotto la testa qualcosa di lievemente appuntito lo infastidisce, così apre gli occhi.
Sbatte un paio di volte le palpebre.
Davanti a lui buio pesto.
'Sarà ancora notte' pensa sollevato, richiudendo gli occhi. Quando all'improvviso, una forte luce bianca si para davanti a lui, obbligandolo a coprirsi gli occhi.
Una volta abituatosi, li riapre.
Davanti a lui una vasta ed infinita distesa verde.
Dopo qualche secondo tutti i ricordi riaffiorano, un peso lo coglie. Il peso di tutto ciò che ha assimilato il giorno prima.
'Lo sapevo che non avrei dovuto venire con lei' si riprende da solo, scuotendo la testa.
Sotto di lui Sdentato sta ancora dormendo. Il dorso che si muove costantemente su e giù.
-E anche tu saresti stato meglio- sussurra, sfiorando con una mano l'animale e accarezzandolo. Dopo qualche secondo, si gira verso i compagni.
Rapunzel è rannicchiata per terra, i lunghi capelli dorati la avvolgono come una morbida coperta.
Jack, anche lui rannicchiato sull'erba, stringe il bastone ghiacciato. Sorride lievemente mentre muove appena le braccia.
Anche Merida sta dormendo, stesa a terra a pancia in su con braccia e gambe spalancate, l'arco in una mano e la faretra nell'altra.
Lui alza lo sguardo al cielo, osservando il sole alto sopra di lui. Si alza e raccoglie il taccuino e la matita. 
A brevi passi, si avvicina alle sponde del lago, osservando l'orizzonte. Il paesaggio è identico a quello che vede dietro di sè, un'immensa distesa verde e nient'altro.
Rimane qualche manciata di minuti ad osservare in silenzio il panorama monotono quando...
-BUH!-.
Una voce lo fa saltare, vacilla qualche secondo rischiando di cadere, ma una mano lo afferra in tempo e lo raddrizza.
Subito si volta verso lo scellerato che lo ha fatto quasi ammazzare. Chi altri, se non Jack.
-Sei un cretino! Stavo per cadere, accidenti- esclama contrariato Hiccup.
-Non prendertela, stavo solo scherzando- risponde con finta aria dispiaciuta il moro, o almeno quello che una volta era moro.
-I-i tuoi capelli?!- dice spalancando gli occhi il castano, liberandosi dalla presa di Jack.
-Sì, lo so. A quanto pare invecchio velocemente, io- risponde con noncuranza, toccandosi la testa.
-Penso sia un'effetto del bastone, del potere- afferma convinto Hiccup, avvicinandosi incuriosito dalla chioma dell'amico.
-Probabile. Ma mi rende molto più fico- dice sarcastico il quasi-moro.
-Certamente- risponde divertito il castano.
-SVEGLIATI! Sono spariti!-.
Una voce cristallina attira la loro attenzione, facendoli girare contemporaneamente.
-Mi vuoi lasciar dormire?- risponde in uno sbadiglio Merida.
-Non posso! I ragazzi sono scomparsi!- urla spaventata Rapunzel ,scuotendo ancora più forte la rossa.
-Ehi, biondina, siamo qua. Lascia l'orso in letargo a dormire- urla divertito Jack, facendo segno con la mano per farsi notare dalla ragazza.
-Oh dei del cielo! Per fortuna! Pensavo foste scomparsi e...- comincia a borbottare cose incomprensibili mentre si alza in piedi e si avvicina a loro.
-A chi hai dato dell'orso in letargo, brutta scimmia pulciosa!- urla una voce stridula.
Merida si è messa a sedere e sta fissando con sguardo truce Jack. Questo le si avvicina.
-Sai, ti sta a pennello il nome capelli di fuoco. Sembra che la tua testa sia in fiamme- dice sarcastico, posando una mano sul capo della rossa. Hiccup e Rapunzel scoppiano a ridere.
In effetti, i capelli della ragazza sono completamente spettinati e gonfi.
Questa arrossisce e tira giù il ragazzo per il braccio.
Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito appena nota la ciocca albina nei capelli di lui.
-Un uccello ti ha defecato sulla testa? Che ti è successo?- chiede sorpresa.
-Nulla. Una regina del freddo, mentre stava facendo una magia con la neve, mi ha ghiacciato il cuore- risponde divertito.
-Ho avuto un'idea magnifica! Perchè non facciamo un bagno?- urla eccitata Rapunzel ,saltellando con i pugni stretti.
'Oh no' pensa nervoso Hiccup, guardando preoccupato la bionda.
'Ti prego, no'.
-Sì! Io ci sto!- urla dall'altra parte Jack, alzandosi in piedi e tirando su anche Merida.
-E anche lei è d'accordo!- parla per la rossa.
Questa sbuffa, ma infine annuisce e sorride.
-Tu, Hic?- chiede contenta Rapunzel, inclinando la testa per incontrare lo sguardo del castano.
-Siamo in vena di soprannomi in questo periodo, eh?- dice sarcastica Merida.
-Infatti, Mer- risponde gioiosa la bionda, sorridendo.
-I-io preferirei passare, oggi- dice titubante Hiccup, distogliendo lo sguardo e grattandosi la testa nervoso.
-Perchè? Sarà divertente!- esclama contenta Rapunzel, mentre comincia a sfilarsi il vestito lilla.
-Non saprei...l'acqua...emh...mi sembra sporca- si inventa al momento.
'No, non posso' pensa nervoso.
-Coraggio, Hic. Abbiamo tutti l'odore di una scarpa di Merida, dobbiamo lavarci!- esclama Jack, sfilandosi la camicia.
-Ehi!- dice contrariata la sopracitata, tirando un pugno sul braccio del quasi-moro.
-Lo so, ma...- prova a sottrarsi il castano.
'Non ce la faccio'.
-Mi tuffo?- chiede sorridente Rapunzel. Sia lei che Merida indossano una canottiera larga bianca e dei pantaloni lunghi fino alle ginocchia pieni di volant, probabilmente indumenti che si devono mettere sotto i vestiti.
-Vai- risponde sicuro Jack. La bionda si tappa il naso con le dita e salta. I lunghi capelli si scuotono nell'aria, e, dopo un attimo, un sonoro 'splash' conferma che è arrivata alla meta.
-L'acqua è perfetta Hic! E' tutto a posto- la voce cristallina della bionda proviene dal basso.
-WOOH!- urla il quasi-moro mentre si lancia verso l'acqua, arrivando di fianco al Rapunzel con un paio di bracciate.
'Come faccio...'.
-Forza, vieni- dice una voce sicura dietro di lui. Due mani gli prendono la maglia che indossa e la tirano su, lasciandolo a torso nudo. Lui, d'istinto, si copre il petto con le braccia.
-Che c'è? Hai le tette e non me l'hai mai detto?- chiede divertita Merida, lanciando l'indumento di lato. 
Di colpo afferra sotto braccio il ragazzo e insieme saltano.
-No, Merida!- urla lui mentre sono in aria, ma si blocca quando finisce sott'acqua.
Inizialmente, chiude gli occhi, per l'impatto. Poi, lentamente li riapre, tutt'intorno è blu scuro e bollicine.
Preso dal panico, comincia a muovere furiosamente braccia e gambe, ma non riesce a spostarsi di un millimetro.
Non sa nuotare.
I polmoni cominciano a richiedere ossigeno, il petto si muove furiosamente. Senza accorgersene apre la bocca, e, pensando di aspirare aria, inghiotte solo acqua. 
La gola gli brucia, la vista comincia ad appannarsi. Pallini neri compaiono ai lati della sua visuale.
'Maledizione' è il suo ultimo pensiero, prima di perdere il controllo.
E' come se il suo corpo non esistesse più. Non riesce nemmeno ad aprire gli occhi, o a muovere le dita. La gola continua a bruciare.
Improvvisamente, qualcosa lo afferra per un braccio e lo tira. Riesce a schiudere appena un occhio, e tutto quello che vede sono una massa informe rossa. 
Poi, buio totale.




 






Note :SONO IN RITARDO. RITARDO MOSTRUOSO.
Lo so, ma l'ispirazione è mancata più che per lo scorso capitolo. In più sono stata via quattro giorni, durante i quali non ho avuto neanche mezza illuminazione D:
Spero che almeno il capitolo sia decente, praticamente l'ho scritto tutto ieri e oggi, viva la puntualità! ^.^''
Alcune parti potrebbero essere confuse, perdonatemi in anticipo :P E vale lo stesso per i possibili errori, io rileggo i capitoli mille volte ma quei birbantelli mi sfuggono sempre! >:/
Allora, volevo anche fare alcuni appunti, cominciando dal titolo. Adiuva è il nome degli oggetti dati ai quattro ragazzi, ho scelto questo nome perchè in latino significa ''Aiuto'', in più mi piaceva il suono.
Finalmente Jack ha detto a Rapunzel che nemmeno lui si ricorda un tubo, yee! Viva gli strani! ^o^
Ah, un'altra cosa, nella frase che Jack a un certo punto dice a Merida  (
-Nulla. Una regina del freddo, mentre stava facendo una magia con la neve, mi ha ghiacciato il cuore- ), per chi non l'avesse capito, è un riferimento a Elsa. Eheheh, mi piacciono questi mini-cameo >.<
Mmh...volevo dirvi tante cose, ma me le sono dimenticate x'D Ah!
L'ultima parte, quella dove Hiccup sta affogando (non sapete come è stato difficile scrivere una cosa così brutta sul mio amato singhiozzo :'( ), ovviamente non è un modo per aggiungere un'altra piccola scena mericcup alla mia collezione, che andate a pensare? è.è *fishietta noncurante*

Concludo ringraziandovi, come sempre, di tutti i complimenti che mi fate, se non fosse per voi probabilmente questa storia sarebbe terminata col prologo
Ringrazio anche quelli che leggono rimanendo in silenzio, solo il fatto che spendiate tempo per le mie cretinate è una cosa stupenda :3
Infine, vi chiedo di lasciare una piccola recensione anche per questo capitolo se volete. Non mi stancherò mai di dire che leggere i vostri commenti mi riempie il cuore ^-^
Quindi nulla, al prossimo capitolo (°3°)


S. 

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Capitolo 6
*** VI. Accento nordico ***


A Dalia, che ci sarà sempre.

 

VI. Accento Nordico

 

Merida

'Ma che cavolo gli prende' pensa scocciata, mentre Hiccup cerca di liberarsi dalla sua presa.
Lei, stufa dello strano comportamento del ragazzo, lo prende sotto braccio e lo tira.
'Al diavolo'.
Stanno per toccare l'acqua quando il castano urla
-No Merida!- e poi acqua.
Bollicine di tutte le dimensioni la circondano, tutt'intorno il blu profondo del lago la stordisce per qualche attimo. Ma subito comincia a muovere gambe e braccia per risalire in superficie.
Davanti a lei ciuffi cremisi le coprono la visuale, ma dopo qualche secondo è fuori dall'acqua a respirare affannosamente in cerca d'aria.
-Siamo qua!- urla Jack, sventolando la mano in aria per richiamare Merida.
Questa, agile e veloce, si avvicina ai due amici.
-L'acqua è stupenda!- esclama entusiasta Rapunzel, la bocca aperta in un sorriso enorme. Il moro e la rossa annuiscono vivacemente, sorridendo a loro volta.
'Ci voleva proprio un bel bagno' pensa, serena.
Improvvisamente, la bionda assume un'espressione confusa.
-Aspettate. Dov'è Hic?- chiede, nella voce una punta nervosa.
Un colpo al petto fa trasalire Merida. Subito si guarda in torno, scuotendo i riccioli bagnati.
-Starà facendo il cretino- dice tranquillo Jack -Forza, vieni fuori! Non è divertente!- urla, girando in tondo per cercare il castano.
-Ragazzi, non credo che...- comincia Rapunzel, ma Merida non riesce a sentire il resto, poichè si affretta a riimmergersi in acqua.
Intanto, da fuori, sente un ovattato -Oh no- di Jack.
'Come ho fatto ad essere così idiota?' pensa, irata con se stessa.
Lo sapeva, lo sapeva ma se n'è dimenticata.
Improvvisamente un fiotto di ricordi amari le attraversa la mente.

-Allora, questa volta conti te!-
-Ma Merry, conto sempre io!-
-Eh dai, devi essere un cavaliere! Sono una femmina!-
-Sembri più un maschio, in realtà-.
Un pugno amichevole da parte della rossa fa partire una risata divertita da entrambi.
Infine, il bimbo si decide ad andare dall'albero-tana e contare.
-Uno...due...tre...-comincia, un braccino piegato sugli occhi.
-Ah ah, non mi troverai mai, Singhiozzo!- urla convinta la bimba.
-Vedremo- sussurra Hiccup, sorridendo.
-Diciotto...venticinque...quarantatre...ottantanove...CENTO!- urla contento, aprendo gli occhi e girandosi verso il bosco.
-Pronta o no, io arrivo- grida, rivolto alla bimba.
-Tanto non mi trovi!- risponde questa. Di certo non è una cima a nascondino.
Avendo capito da dove proviene la voce, comincia ad avvicinarsi ad un faggio vicino alle rive del fiume.
Un piccolo riccolo rosso si muove dietro il tronco dell'albero.
-Ooh, ma dove potrà mai essere la signorina Merry- dice, falsamente confuso, Hiccup, grattandosi i capelli castani.
Una risatina divertita viene da dietro il faggio.
Il bambino si avvicina silenziosamente a quest'ultimo e, con un balzo, tocca la ricciolina.
Questa, colta di sorpresa, cade rovinosamente a terra, sbattendo la faccia sull'erba.
-Oh no! Ti sei fatta male?- chiede preoccupato il bimbo, chinandosi su Merida.
Questa fatica a tirarsi su, ma, con un movimento veloce, lo afferra per i fianchi e comincia a fargli il solletico.
-No...ti prego...basta...ora vedi!- dice il castano tra una risata e l'altra.
Subito allunga anche lui le braccia verso l'amica, che comincia a ridere di gusto.
-Non lì...no, dai...basta...- balbetta anche lei tra un solletico e l'altro.
Cominciano a rotolarsi, e, senza accorgersene, finiscono pericolosamente vicino al fiume.
-Bambini! ATTENTI!- urla una voce poco più indietro, ma, prima di poter evitarlo, cadono in acqua.
Subito Fergus si precipita ad aiutarli. Merida esce senza problemi, ma Hiccup fa più fatica e l'uomo è obbligato ad immergersi.
Una volta che entrambi sono fuori, il castano trema visibilmente. La rossa lo guarda preoccupata.
-Ehi, tranquillo. Siamo fuori adesso- gli dice con voce rassicurante, passandogli un braccio sulle spalle minute.
-I-io...non so...n-nuotare- farfuglia il bimbo, guardandola con gli occhioni lucidi.
-Allora, niente più acqua quando giochiamo. Ci stai Singhiozzo?- chiede ,con quel suo tono fiero, la bimba.
-Okay- risponde lui, ritrovando il sorriso.
L'uomo sorride divertito.


Lo sapeva, ma lo ha obbligato a tuffarsi comunque. In quel momento, una sensazione di panico le prende il petto, così nuota più veloce possibile.
Improvvisamente, in lontananza, vede una figura dimenarsi furiosamente.
'Hiccup' pensa sollevata. Subito comincia a sbracciare veloce verso il ragazzo. Questo dopo qualche secondo smette di muoversi.
La sensazione di panico riprende il cuore della rossa.
Ormai davanti al castano, gli afferra un braccio e lo trascina in superficie. I polmoni della ragazza cominciano a richiedere ossigeno, ma a lei non interessa.
'E' tutta colpa mia' pensa, il senso di colpa si fa sentire feroce e senza inesorabile.
Dopo qualche attimo l'aria le riempie la bocca, si affretta a tirare su con sè l'amico.
-HICCUP!- urla Rapunzel, appena uscita dall'acqua.
-Vieni, ti aiuto io- dice Jack, la voce preoccupata.
Insieme i due ragazzi, prendendolo per le braccia, portano il castano a riva, seguiti a ruota dalla bionda, che comincia ad avere gli occhi rossi per il pianto trattenuto.
'Ti prego. Ti prego' pensa Merida, gli occhi cominciano a bruciarle e le lacrime a rischiare di scivolare fuori. In pochi minuti arrivano alla riva. 
Di peso, tirano Hiccup, ancora privo di conoscienza. Rivoli d'acqua scivolano dai corpi dei ragazzi.
Rapunzel, in fretta e furia, esce correndo dal lago, per fiondarsi subito dagli amici.
Insieme, stendono il castano a pancia in su. Questo fa cadere la testa da un lato, nessun cenno a svegliarsi. La bionda subito si inginocchia vicino al viso del ragazzo, togliendogli delicatamente un ciuffo di capelli dal viso.
-Che dobbiamo fare?- chiede lei, guardando gli amici con occhi spalancati e preoccupati.
-N-non...non lo so- balbetta spaventato Jack, affrettandosi a inginocchiarsi di fronte a Rapunzel.
Merida, invece, è ancora in piedi. Boccheggia, gli occhi sgranati fissi su Hiccup.
'Scusami. E'...è colpa mia. Scusami'.
La sua mente si annebbia, il senso di colpa la stravolge, lasciandola immobile coi pugni stretti e tremanti.
-Maledizione! Pensa Jack, pensa- dice nervoso il quasi-moro, battendosi una mano sul capo. 
La soluzione arriva puntuale.
Pesanti passi si avvicinano alle loro spalle, un respiro affannato seguito da una voce possente e profonda.
-Shostakovich!-.

 

♦  ♦  ♦

Hiccup

Non riesce a respirare.
Cerca in tutti i modi di muoversi, di prendere aria o di parlare, ma il suo corpo sembra non esistere più. Braccia e gambe formicolano furiosamente, anche ad occhi chiusi vede un'esplosione di luci colorate.
La testa è pesante e annebbiata, cerca di formulare qualsiasi tipo di pensiero, ma questo sfuma prima di crearsi.
Si sente stanco, ma non quella stanchezza che ti prende dopo una giornata spossante. Un stanchezza strana, più forte. Come una mano possente che lo prende e lo tira con tutte le sue forze verso sè.
Improvvisamente, tutta la sua vita gli passa velocemente davanti, le storie ascoltate della madre, i rimproveri del padre, i pranzi senza sapore del suo clan, i giochi fatti al bosco con quella bimba ricciolina...
Merida.
L'immagine della ragazza gli si impone davanti agli occhi, con i riccioli cremisi e le guance rosate. Con il suo arco e la sua postura forte e fiera. Con i suoi tremiti dopo l'incubo.
No. Non può lasciarsi andare così.
Una lievissimo colpo al petto lo riscuote appena. Subito dopo un'altro botto, poi un'altro ancora.
Non può, ora che ha quasi scoperto qualcosa di così importante. Non può, ora che ha trovato qualcuno a cui tenere davvero.
I tre ragazzi sembrano un ricordo lontano ormai, Jack con le sue battutine rivolte a Merida, lei che risponde infastidita, la risata contagiosa di Rapunzel e gli sbuffi divertiti di Sdentato. Tutto sembra sfumarsi lentamente.
Poi, qualcosa lo ripercuote completamente. Un'altro colpo, ora però più forte, fa muovere qualcosa nel suo petto.
Sente come se la sua essenza stessa stia strisciando fuor dai suoi polmoni, fino a risalire alla gola, per poi uscire furiosamente dalla bocca.
-Mio dio, GRAZIE!-.
Hiccup sente delle voci ovattate. Alcune che ringraziano, altre che piangono.
Altra acqua risale veloce, e lui è obbligato ad appoggiarsi su un gomito, sputando fuori tutto quello che lo stava per trascinare verso l'oblio.
Lentamente, comincia a risentire tutto il corpo, ancora intorpidito però. Ad ogni fuoriuscita di acqua alterna una enorme boccata d'aria, interrotta dallo sputo seguente.
Le voci cominciano a farsi più limpide e chiare, riconosce i singhiozzi di Rapunzel, gli sbuffi sollevati di Jack e alcuni ordini da una voce profonda e possente, che non riconosce. Però non sente Merida.
Questo lo obbliga ad aprire piano gli occhi. Un fortissimo fascio di luce bianca lo colpisce, spingendolo a richiuderli per qualche secondo.
-H-Hiccup-p...M-mi sen-nti?- la voce della bionda, spezzata dal pianto, gli fa aprire finalmente del tutto le palpebre.
Davanti, si ritrova una cascata di capelli d'orati, due grandi occhi verdi arrossati lo fissano e delle grosse lacrime le rigano gli zigomi.
Prova a schiudere le labbra per rispondere, ma annaspa ancora in cerca di tutta l'aria persa prima. Quindi, si limita ad annuire.
-Santo cielo! T-ti prego, non fare mai più una cosa del genere!- urla felicissima la bionda, stringendolo in un abbraccio fortissimo.
-Questa volta però hai esagerato con lo scherzo, ci hai fatti spaventare un po' troppo- dice Jack con tono gentile, senza però riuscire a mascherare del tutto l'ansia.
Ancora stretto nell'abbraccio caloroso di Rapunzel, si gira verso il moro. Gli sorride, e subito si guarda in torno per cercare la rossa.
La trova a qualche metro di distanza, in piedi a fissarlo. Gli occhi spalancati ed arrossati, il viso rigato da lacrime silenziose. I pugni stretti lungo i fianchi. Lei non dice niente, sembra che, anche se lo sta guardando, non lo stia davvero vedendo.
Jack, accorgendosi della direzione in cui Hiccup è rivolto, si gira verso Merida. Senza dire nulla, si alza e va verso questa. Appena lei se ne accorge, si riscuote e cammina a passo svelto verso la riva del fiume. 
'Che le prende?' pensa confuso il castano, da una parte anche ferito dal comportamento della rossa.
Il moro rimane a guardarla per qualche secondo, per poi ritornare dall'amico.
-Per tutte renne volanti! Ci ha fatto spaventare tu, testolina bagnata-.
La stessa voce che ha sentito poco fa. Una voce maschile, profonda ma allo stesso tempo dolce, con un forte accento nordico.
Una grossa mano gli fa qualche bufetto gentile sul capo.
-Biondina, lascia stare ragazzo, se no lo farai soffocare tu!- dice scherzoso l'uomo camminando davanti ad Hiccup. Subito Rapunzel si allontana dall'amico, imbarazzata.
La prima cosa che vede il castano sono due grossi scarponi di pelle marrone, logori e sbiaditi. Alza lo sguardo.
Davanti a lui, un grosso uomo, alto e muscoloso, lo guarda con dolcezza. Lunghi capelli bianchi, come la barba, incorniciano un viso dai lineamenti paffuti. Due grandi occhi blu cielo sono separati da un grande naso dalla punta arrotondata. Le gote lievemente arrossate.
Indossa una grossa camicia a mezzemaniche rossa, i pantaloni neri e larghi sono sostenuti alla vita da una spessa cintura verde.
-Io sono North. E tu?- chiede curioso l'uomo.
-H-Hiccup- risponde nervoso il castano.
Questo rimane a fissarlo per qualche secondo, lo confonde la diversità tra l'impressione che il fisico da confronto agli enormi occhi azzurri. Pieni di dolcezza e meraviglia.
L'uomo si china e porge una manona verso il castano, questo accetta l'aiuto e si lascia tirare su.
-Tu stai tremando, mio caro ragazzo. Non avete vestiti voi?- chiede gentilmente ai due ragazzi, che nel frattempo si sono alzati.
Senza essersene reso conto, ha cominciato a tremare. Ed ora che ci fa caso, lo sta facendo furiosamente.
-Vado io a...- comincia Jack, offrendosi per andare a prendere i vestiti e tutto quello che hanno lasciato dall'altra parte del lago, ma viene interrotto bruscamente dalla voce di Merida.
-Faccio io- borbotta la rossa, congedando il moro con un gesto della mano e immergendosi nell'acqua.
'Perchè fa così?' si chiede amareggato il castano, guardando la ragazza allontanarsi a grandi bracciate.
Dopo qualche minuto, Merida è di ritorno. Fra le braccia gli Adiuva, mentre dietro, uno Sdentato nervoso, la segue volando e stringendo fra le zampe gli indumenti dei ragazzi.
-S-Sdentato!- dice, ancora scosso da piccoli tremiti, Hiccup, correndo verso l'animale. 
Questo, alla vista del compagno pallido come un cencio, si affretta ad atterrare. Arrivato sull'erba, corre verso di lui.
-Calmo bello, va tutto bene- dice, cercando di tranquillizzare il drago, il castano, accarezzandolo.
Dopo qualche minuto sono tutti vestiti.
Hiccup,con la mano poggiata sul capo del drago, cammina verso North, che è intento a spiegare l'importanza delle sensazioni nella pancia a Rapunzel.
-Senta, North, noi dovremmo...sì, insomma...diciamo che...una signora ci ha mandato qui. Ma non sappiamo dove andare- balbetta imbarazzato il ragazzo, grattandosi la nuca.
-Signora ha mandato voi qui? Che signora?- chiede confuso l'uomo, sfregando una manona sul ventre.
-Allora, è un po' difficile da spiegare. Aveva tipo un sacco di anni! E...e poi parlava con un corvo! E lui le rispondeva! Ma poi le gli ha tirato una sberla e quello è schiattato. Spero stia bene in realtà...ah! Abitava in una casetta tutta rovinata, tipo vicino a un mucchio di sassi enormi...- comincia a borbottare Rapunzel, parlando veloce.
-Ehi, sta buona biondina- cerca di calmarla Jack, che si è avvicinato al gruppo.
Hiccup lo guarda, poi, si gira nella direzione dov'era il moro prima, e ci trova Merida seduta a gambe incrociate sull'erba. Sta strappando nervosamente ciuffi d'erba dal terreno.
Il castano si gira verso l'amico, guardandolo confuso e facendo cenno col capo verso la rossa. Il moro risponde con un ''non me lo dice'' disegnato con le labbra.
-Corvo che parla...- borbotta pensieroso North, lisciandosi la folta barba bianca con la manona rosa.
-Casetta rovinata...- continua a sussurrare sovrappensiero. Tutti e tre lo guardano confusi.
-Mucchio di sassi...-.
Improvvisamente, i grandi occhi blu si spalancano, subito imitati dalla bocca. Un luccichio di gioia pervade le iridi dell'uomo, che batte le mani creando un sonoro schiocco.
-Rostropovič!- esclama su di giri. Subito si volta verso i ragazzi, fissandoli con sguardo febbricitante.
-Voi essere...- ma si blocca, scrutando le mani vuote del trio.
-Dove stare Adiuva?- chiede con tono quasi di rimprovero. Li guarda accigliato.
Loro si scambiano occhiate sempre più confuse.
-Ma sapete quanto tempo ci avere messo io per farli?- chiede sempre più irato, posando i pugni sui larghi fianchi.
-Eccoli- dice una voce alle loro spalle. Tutti si girano, davanti a loro Merida ha fra le braccia gli Adiuva .
-Per tutte renne!- esclama gioioso North, andando incontro alla rossa.
L'uomo spalanca le braccia, lei lo guarda diffidente. Si gira verso gli amici. Hiccup annuisce, così lei da tutti gli oggetti a North.
-Io sapevo! Lo sentivo...in mia pancia!- dice, battendosi delle pacche sul ventre rigonfio.
Contento, spinge con una manona Merida verso il resto del gruppo. Questa va a sbattere contro il castano. 
-S-scusa- borbotta, distogliendo lo sguardo.
Lui la fissa per qualche secondo, cercando di capire lo strano comportamento della ragazza, ma la vociona di North attira l'attenzione di tutti.
-Bene, ora che voi essere riuniti, andiamo tutti in mia casa!- esclama, porgendo gli Adiuva ai ragazzi.
Questi prendono ognuno il suo rispettivo oggetto.
-Basta che non ci sia un'altro pennuto parlante...- borbotta ironico Jack, facendo sorridere i ragazzi.

 

♦  ♦  ♦

 

Rapunzel

-Piace voi?- chiede North, ancora il sorriso stampato sulle labbra.
-Squisito!- esclama gioiosa Rapunzel, bevendo un'altro sorso di latte.
Gli altri tre ragazzi la guardano torvi.
-Ma sei seria?- sussurra contrariato Jack, le labbra sporche di bianco.
-A me piace- risponde la bionda, sorseggiando di nuovo dalla tazza.
Hanno camminato per almeno un'ora in mezzo all'erba, seguendo l'uomo.
Merida e Jack non erano molto d'accordo sul fatto di continuare, non conoscendo North. Ma Hiccup aveva chiuso il discorso dicendo che se conosceva gli Adiuva, significava che doveva essere a conoscenza anche di tutta la loro faccenda.
In fine, erano arrivati davanti a una casupola nascosta nel fianco della collina.
L'aria nell'abitazione è calda e sa di muchio. Nessuno, evidentemente, ci mette piede da un pezzo.
C'è un'ampio letto con sopra una pelle d'orso, un caminetto di pietra, vuoto ovviamente, e un vecchio tavolo di legno, intorno a cui ora sono seduti. 
Le pareti sono coperte da scarponi da neve, canne da pesca, piccozze, archi, frecce e due lunghe ed affilate sciabole. Al soffitto è appeso un'assortimento di trappole, insieme a casseruole e padelle di varie fogge e dimensioni. 
E' solo una casetta, certo, ma ben tenuta, e ogni cosa di cui si possa aver bisogno è a portata di mano.
Ora, i quattro ragazzi sono seduti sugli sgabelli ntorno al tavolo, mentre North è in piedi, guardandoli con un sorriso soddisfatto.
Di fronte a Rapunzel, Merida sta sorseggiando assente dalla ciotola legnosa. La bionda la richiama sfiorandole la gamba con un piede.
La rossa si riscuote, alzando lo sguardo incontra quello preoccupato dell'amica. 
Anche Jack la guarda confuso.
Merida guarda di sottecchi Hiccup, che è intento ad osservare tutti i marchingegni appesi al soffitto.
Quando il ragazzo si accorge di essere osservato, posa gli occhi su quelli acquamarina della rossa, che distoglie lo sguardo e ricomincia a sorseggiare.
Il castano si gira verso Rapunzel e Jack. Questi gli rispondono con un'alzata di spalle confusa.
-Che le prende?- sussurra la bionda al moro.
-Non lo so...- risponde, sempre a bassa voce, lui.
-Bene, voi avere finito vostro latte?- chiede eccitato North.
Loro annuiscono, anche se l'unica che ha terminato tutta la bevanda e Rapunzel. L'uomo si affretta a prendere tutte le tazze e le ciotole e buttarle in un angolo della casa.
Veloce, prende uno sgabello, lo posiziona a capotavola, e ci si siede goffamente sopra, poggiando i gomiti sul tavolo e guardando impaziente i ragazzi.
Riamangono per qualche secondo così, lui con occhi sprizzanti di gioia, e loro con espressioni perplesse.
-Su, raccontate me tutto!- dice l'uomo, spostando i grandi occhi blu da un ragazzo all'altro.
-C-cosa dovremmo raccontrarle?- chiede titubante Hiccup.
-Ma è ovvio! Modo in cui vi siete incontrati! Forza, dite tutto...- eclama North, riassumendo quell'espressione curiosa.
I ragazzi si lanciano occhiate confuse, ma poi, partendo da Hiccup per poi passare la voce a tutti e quattro, cominciano a raccontare tutta la storia, cambiando narratore di tanto in tanto.
In una mezz'oretta, anche l'uomo è a conoscenza di tutto.
-Per tutte renne! Avete passate di tutti colori!- esclama sorpreso North, fissando il quartetto.
Questi si guardano, poi sulle loro labbra si disegna un sorriso.
-Già- dice calmo Hiccup.
-E lei?- chiede curiosa Rapunzel. Tutti la guardando perplessi.
-Che c'è? Noi gli abbiamo detto la nostra storia- dice convinta, guardando i ragazzi ed arrossendo leggermente.
-Biondina ha ragione! Anche io devo raccontare voi! Devo dirvi tante cose...- nell'ultima frase il tono s'incrina leggermente, diventando più cupo. I ragazzi si scambiano occhiate preoccupate.
-Bene, seguite me- dice infine l'uomo, senza perdere quel tono sovrappensiero. I quattro si alzano e lo seguono fino ad una porta, parallela a quella da cui sono entrati.
Con una spallata, North apre l'uscio e un'ondata di polvere li investe, provocando starnuti collettivi. La manona dell'uomo vaga nel buio sul muro di fianco alla porta, in cerca di qualcosa.
Jack richiama l'attenzione di Rapunzel con una gomitata.
Lei si volta e si trova gli occhi nocciola del moro addosso, un sopracciglio alzato. 
Sente le guance imporporarsi appena, guarda ancora il ragazzo e nota che anche le sue guance sono lievemente rosee. Lei lo guarda, sul viso di lui si è disegnata un'espressione lievemente imbarazzata.
'E' davvero carin...' ma il pensiero le muore in testa, interrotto da un sussurro dietro di lei.
-Ma che ti prende?- la voce è di Hiccup.
In risposta riceve uno sbuffo contrariato da parte di Merida, che avanza e si ferma di fianco a Rapunzel. Anche il castano cammina avanti, ma mettendosi vicino a Jack, che subito si volta verso di lui.
-Te l'ha detto?- sussurra il quasi-moro.
-No- risponde Hiccup, in viso un'espressione infastidita.
-Stravinskij! Ho trovato te finalmente!- esclama contento North.
Fra le dita stringe una lampada ad olio nera. Questa, dopo un sonoro schiocco di dita dell'uomo, si illumina. Dentro una piccola fiammella gialla ondeggia leggermente.
-C-come hai fatto?!- esclama sconvolta Merida, indicando la lampada.
-A schioccare dita?- chiede confuso North.
-N-no...a-a fare quello!- risponde sorpreso Jack, gli occhi sgranati.
-Tu spari ghiaccio. Non mi sembra cosa strana mia fiammella- osserva tranquillo l'uomo. Si volta verso la stanza buia e ci immerge la lampada, provocando un'alone di luce.
Tutto quello che riescono a vedere per colpa dell'oscurità sono le assi di legno del pavimento e alcuni angoli di casse a terra.
North entra nella camera, facendo cigolare il legno sotto i massicci scarponi. I ragazzi lo seguono perplessi, lanciandosi occhiate confuse.
L'uomo comincia a camminare per il perimetro della stanza, che si rivela molto più ampia di ciò che sembra, e, a suon di schiocchi di dita, ad accendere torce appese alle pareti.
In pochi secondi tutto l'ambiente è illuminato. North si avvicina alla porta e la chiude lentamente.
La prima cosa che i ragazzi notano è la quantità di casse di legno poggiate a terra in modo disordinato e casuale. Il numero elevato di questi oggetti rende quasi difficile camminare.
Ai muri, oltre che le torce, sono appese mensole, piene di oggetti di qualsiasi genere. Da armi a vestiti, da lampade a strofinacci, da bastoni a sassi e così via.
Il tutto è rigorosamente coperto da uno spesso strato di polvere che, al passaggio di chiunque, si alza, provocando starnuti e colpi di tosse.
-Bene, credo sia tempo di dire voi tutto...- afferma con tono cupo North.
Si siede lentamente a terra, incorciando le gambe e portando vicino a sè varie casse di legno. I ragazzi, dopo ulteriori occhiate, lo imitano, e si accomodano sul pavimento.
L'uomo li scruta un'ultima volta con i suoi occhi blu, per poi distogliere lo sguardo e posarlo su una cassa.
Allunga una mano verso essa e la stringe per afferrare qualcosa, nascosto dalle assi di legno.
-Tanto tempo fa, molto prima di vostre nascite, mondo era posto desolato. Posto buio e triste, dove tutte persone erano spaventate da quello che circondava loro- dice North fissando intensamente il quartetto. D'improvviso, tira fuori rapido la mano, lasciandosi dietro una scia di sabbia dorata.
I ragazzi guardano i granelli gialli perplessi, quando questi cominciano a spostarsi nell'aria, fino a formare una figura.
L'immagine di una cittadina, un paese molto antico, con gente che cammina per le strade, guardandosi attorno diffidente.
L'intera figura è monocromatica, ma i contorni sono ben definiti e si distinguono perfettamente le facce spaventate delle persone.
-Tutto era pericoloso e misterioso, perchè nessuno provava a conoscere. La paura mangiava animi di gente, che non riusciva a fermarla. Quella li divorava, mente per mente, fino a dominare intero mondo- e, con un movimento veloce di palmo, smuove tutta l'immagine. Subito, una nuova si crea, formando il  disegno di bambini rannicchiati sotto un grande masso, tremanti e spaventati a morte.
-Nessuno sapeva causa di questa folle paura, perchè troppo spaventato da essa. Ma un giorno, precisamente centoundici anni fa, qualcuno ebbe coraggio- ancora lo stesso movimento fugace di palmo, e di nuovo la sabbia si sfalla completamente, per poi riposizionarsi in modo differente. 
Questa volta, i granelli si fermano a formare l'immagine di una donna.
Lunghi capelli per metà raccolti indietro incorniciano un viso ovale e allungato, lineamenti fini e molto eleganti, quasi maestosi. Occhi leggermente obliqui puntati verso l'orizzonte e labbra carnose, schiuse in un'espressione concentrata.
Indossa una lunga tunica dalle maniche lunghe aperta davanti e sopra di essa un bustino lucido, di pelle probabilmente. Le gambe sono coperte da lunghi pantaloni grigi, pesanti. 
Ai piedi, alti stivali anch'essi di pelle, dalla punta lievemente arrotondata.
Dal gomito fino alla parte superiore della mano, un polsino sempre di pelle dalla fine appuntita.
Fra le mani, stringe due piccole spade perfettamente uguali. La lama lucente e leggermente incurvata è decorata da vari disegni. L'elsa di legno semplice e minimale, ma anch'essa lievemente ricurva.
Il vento le fa andare alcune ciocche sul viso, ma lei continua a tenere le iridi fisse su un punto invisibile a loro.
-Chi è?- sussurra, quasi impercettibilmente, Rapunzel, allungando un dito verso la donna.
-Lei è Axía, la valorosa- dice con voce profonda North, guardando l'immagine davanti a lui.
-Colei che per prima volta non ebbe paura, ma che afrontò essa. Ma non era sola in viaggio- continua lui, senza spostare le iridi blu dalla sabbia dorata.
Di fatti, pochi attimi dopo, dietro la donna si fa strada un'altra figura, fino ad arrivarle di fianco.
Un'uomo, poco più alto della compagna. Capelli scuri lunghi fino alla spalla. Una barba corta gli dona un'aria leggermente selvaggia, anche se i lineamenti sono dolci e gentili. Due grandi occhi, fissi verso la donna, sono sotto a due folte sopracciglia piegate in uno sguardo concentrato e pensieroso.
Indossa una lunga giacca con del pelo sulle estremità, sovrastata da un cinturone che passa obliquo dalla spalla al fianco, ornato da fili intrecciati. Spessi guanti gli coprono le mani, anche i piedi sono chiusi in pesanti e tozzi stivali.
Nella mano destra una lunga spada rozza, dalla lama usurpata.
-E lui?- chiede, sempre in un soffio, Hiccup.
-Lui è Pistós
, il fedele- risponde fermo North.
Le due figure sabbiose si fissano per svariati secondi, dopodichè, allungano le braccia uno verso l'altra per stringersi le mani.
Spostano gli sguardi sull'orizzonte, sempre restando vicini.
-Colui che rimase sempre fedele a sua donna, sfidando tutte difficoltà che capitarono- continua North, spostando finalmete gli occhi e guardando i ragazzi.
Questi, invece, non smettono di fissare i due individui, quasi incantati da essi.
-Sono bellissimi- sussurra Merida, gli occhi lievemente lucidi.
-Vero, bellissimi- afferma North, guardando dolcemente i protagonisti della scena.
-Ma bellezza è fragile, per quanto essa possa essere potente- e con questa frase muove di nuovo la mano, spostando nuovamente la sabbia.
I granelli questa volta vanno a formare un'altro individuo, ma completamente diverso dai precedenti.
Ricoperto unicamente da una lunga tunica scura, che lascia scoperte solo le mani. Il viso, di un pallore disumano, è segnato da lineamenti duri e spigolosi, mento appuntito e allungato. Due occhi freddi fissano, dritti davanti a loro, un punto impreciso, con un espressione soddisfatta.
I capelli, anch'essi scuri come l'indumento, sono completamente riportati indietro, come mossi da una fore folata di vento.
-Quello contro cui i due combattevano aveva nome. Nome malvagio e oscuro, come colui che lo porta. Questo è Pitch Black- dice con voce profonda North, fissando intensamente la figura sabbiosa.
-Picth Black?- chiede confuso Jack, guardando l'uomo.
-Esatto, quello è suo nome- risponde fermo questo, ricambiando lo sguardo del quasi-moro.
-C-come è? Vuol dire che è ancora vivo?- chiede spaventata Rapunzel, fissando la figura.
-Pitch non è essere umano. Non vive, non cresce e non muore. Lui esiste, esiste da sempre. Lui è paura, è terrore, è quello che ti ferma davanti a posto sconosciuto. Lui si nutre di tutti sentimenti brutti in nostri cuori. Ma animo di persone era sempre riuscito a contrastare Pitch, o almeno a non lasciarsi divorare da esso. Però, creatura oscura cresceva, cresceva sempre di più, nutrendosi di urli terrorizzati, di pianti disperati e di sangue improrio. E' continuata a crescere, finchè sua forza è diventata insormontabile per umani, e così è riuscito a sovrastare tutto e tutti-.
I quattro non spostano nemmeno un secondo gli occhi da North, troppo presi dalle sue parole.
-E così è cominciato periodo chiamato 'Era Mávro'. Periodo che vi ho detto prima, in cui tutti erano spaventati da tutto. Ma dopo vent'anni di terrore, Axía e Pistós hanno avuto coraggio, e sono parititi per viaggio. Pitch ovviamente sapeva di guerrieri in cerca di lui, e più volte aveva cercato di ucciderli, ma invano. Loro erano sempre pronti a combattere, e a vincere, perchè mossi da sentimento più fore di creatura oscura. Mossi da amore. Amore per loro, amore per famiglie, amore per mondo. Loro erano le 'Ultime luci'- continua North.
-Le ultime luci?- chiede Jack, fissando i due guerrieri combattere nel bosco.
-Sì. Luci sono coloro che dentro hanno sia luce che oscurità, ma che sanno quale seguire. Axia e Pistos erano luci in mezzo a oscurità di quell'era, loro erano sopravvissuti a dominio di Pitch. Erano sopravvissuti perchè parte delle Otto profezie. E nessuno sfugge a profezia- afferma sicuro l'uomo, scrutando i ragazzi di fronte a loro.
-Anche voi fare parte di profezia- conclude, accennando un sorriso.
-Axìa e Pistòs erano parte di Terza profezia, chiamata, appunto, Mávro. Voi, invece, siete in profezia
 Oi tésseris dó̱ra, Quinta profezia- dice sorridente North.
-Non ci sto capendo nulla...- afferma stordito Jack, fissando l'uomo con sguardo confuso.
-E' normale ragazzo. Capirai bene più avanti. Comunque, alla fine ultime luci trovarono Pitch, che stava provando a ucciderli, e lo distrussero. Almeno era quello che credevano due guerrieri- dice cupo.
-Anni successivi sono stati pieni di gioia, allegria e feste. Due continuavano ad amarsi follemente, si sposarono e rimasero insieme per molto tempo. Ma, a loro insaputa, oscura creatura ritornava, non potente come prima, ma colma di odio e vendetta. Un giorno, Axia era in giro per paese, Pistos era a lavoro, e lei stava passeggiando. Quando pianto di bambino cattura sua attenzione, spingendola ad avvicinarsi verso bosco. Voce cristallina rendeva annebbiata mente di donna, bloccando suoi pensieri e obbligandola solo a camminare verso alberi. Ma, arrivata a fonte di voce, qualcosa la colpì in pieno petto, qualcosa simile a fumo nero. Compaesani cercarono di salvarla, ma suo cuore aveva smesso di battere all'istante. Pitch aveva ucciso Axia, la valorosa. Pistos, distrutto da dolore, andò di nuovo a cercare oscura creatura. Viaggio durò giorni, settimane, mesi, ma il fedele continuava a cercare e cercare assassino. Questo gli si presentò di colpo, solo quando suoi poteri erano tornati stabili, ma, invece che combattere, propose accordo. Disse di potergli donare immortalità e forza, in cambio della fedeltà più assoluta. Gli disse che mondo avrebbe sempre avuto paura in sè, che buio sarebbe sempre esistito e che guerriero non poteva nulla contro esso. Pistos era accecato dal dolore per perdita di moglie, e, con mente offuscata, accettò patto di Pitch. Così diventò compagno di oscura creatura- dice North, facendo cambiare nuovamente la figura sabbiosa. 
-No! Non è possibile! Lui l'amava!- esclama convinta Rapunzel, sgranando gli occhi.
-Luci possiedono sia luce che oscurità dentro loro, ma basta poco a cambiare equilibrio- afferma convinto l'uomo.
-E com'è andata a finire?- chiede curiosa Merida, sporta leggermente in avanti per assorbire meglio le parole di North.
-I due non hanno più attaccato popolo, ma sono rimasti in ombra, continuando a crescere e diventare più potenti. Cent'anni hanno passato nascosti in buio, a guardare mondo andare avanti senza loro, cambiare e muoversi sotto loro occhi malvagi. Hanno aspettato fino a inizio di Quarta profezia, Pólemo skotádi, più conosciuta come guerra buia. Se calcoli sono giusti, in quell'anno quattro piccoli furgoletti avevano sei anni- e sulle sue labbra si disegna un'ampio sorriso, gli occhi blu fissi sui ragazzi.
-So che alcuni di voi non ricordano passato- e detto questo sposta lo sguardo su Jack e Rapunzel.
-Ma in quell'anno avete tutti perduto persona voi cara- dice con voce triste.
Gli occhi di Hiccup e Merida si spalancano improvvisamente, subito seguiti dalle bocche.
-C-come...vuoi dire...- farfuglia il castano, preso dall'ansia.
-Sì, intendo tua madre. E anche tuo padre- afferma North guardando prima Hiccup e poi la rossa.
-Loro andati a combattere per causa di profezia. Per guerra che incombeva spietata- continua sempre con tono cupo l'uomo. Smuove la sabbia, e questa volta si forma l'immagine di centinaia di uomini con armature e armi di ogni genere.
-Guerra troppo grande per essere vinta da esseri umani. Esseri mortali. Perciò, anche altre creature sono venute a combattere contro oscurità. A fianco di umani hanno combattuto elfi, spiriti, maghi e maghe. Tra loro c'ero anche io- e si batte forte un pugno sul petto con fare fiero.
-Certo, contro creature oscure abbiamo avuta la meglio, ma molte vite sono andate perse in battaglia. Vite innocenti e che non meritavano morte. Io ho conosciuto Fergus, e ho anche conosciuto Valka- a quei due nomi, Merida e Hiccup si smuovono, abbassando lo sguardo.
-Erano persone valorose e forti. Sagge e giuste. Non meritavano morte, ma nessuno sfugge a profezia- a quella frase anche l'uomo abbassa o sguardo.
Due lacrime cadono dagli occhi del castano.
-I-io non vorrei sembrare maleducata, ma, cioè, non ricordo nulla, e volevo chiederle...beh, insomma...chi è la persona che ho perso?- chiede titubante Rapunzel, guardando con tristezza i due amici.
-Questo ancora non puoi saperlo. Tutto si conoscerà a tempo debito- risponde calmo North.
-Quarta profezia si è terminata con quattro morti. Ma la Quinta si apre con quattro vite. Quattro doni. Voi- afferma l'uomo, guardando intensamente i ragazzi.
-Ora, nessuno conosce fine di profezia nel corso di essa, poichè viene svelata quando ormai terminata. Quindi, nessuno sa cosa succederà, sappiamo solo inizio. Adesso sta a voi scrivere la fine-.

 

♦  ♦  ♦

Jack

Il cielo è colorato dalle tonalità più varie di rosso e arancione. 
Le nuvole spezzano di tanto in tanto la distesa piatta. Una leggera brezza estiva smuove i capelli del ragazzo.
Dopo il lungo discorso di North, nessuno ha più aperto bocca.
Sono usciti silenziosamente dalla stanza e si sono divisi.
L'uomo è rimasto in casa, cercando di preparare qualcosa da mangiare, Hiccup si è seduto sul tavolo di legno a scrivere sul suo taccuino, Merida ha cominciato a camminare nella direzione dietro l'abitazione con l'arco a tracolla, Rapunzel si è seduta davanti alla casa ad accarezzare distrattamente Sdentato e Jack è in piedi qualche metro più avanti, a guardare il cielo.
'Sta a noi scrivere la fine...ma se non ricordo nemmeno il mio inizio' pensa nervoso il ragazzo, stringendo le dita intorno al bastone. La paura gli stringe lo stomaco come una morsa.
Troppe informazioni, e tutte troppo importanti e rivelate troppo velocemente.
Oscure creature che si nutrono della paura, guerrieri chiamati 'ultime luci', promesse malvage, profezie, morti e guerre buie.
North ha anche detto che tutti e quattro hanno perso qualcuno di caro.
'Perchè non mi ricordo...era una persona preziosa, e io l'ho dimenticata' pensa irritato il quasi-moro. Esasperato, sbatte il bastone a terra e si siede di botto.
-Perchè non mi ricordo di te...- sussurra, battendosi una mano sul capo.
Allunga il bastone davanti a sè e, con la punta ricurva, tocca dei fili d'erba. Questi si ghiacciano all'istante.
-E' davvero bello-.
Una voce alle sue spalle lo fa sobbalzare.
Si volta, e si ritrova gli occhi verde primavera di Rapunzel addosso. Subito si sente avvampare, e distoglie lo sguardo.
La ragazza sembra non accorgersene, e si siede di fianco a lui, osservando i ciuffi d'erba cristallizzati.
-Quello che sai fare. E' meraviglioso- continua dolcemente la bionda, sorridendo.
Lui non risponde, per mancanza di parole e per l'imbarazzo della situazione.
-So quello che stai pensando, Jack. Abbiamo perso qualcuno di importante, e non ci ricordiamo nemmeno il suo nome- dice con una nota di tristezza la ragazza.
Finalmente, il quasi-moro la guarda.
-Per tutte le corone, non è possibile!- esclama spaventata Rapunzel, sgranando gli occhi.
-Che c'è adesso?!- chiede esasperato Jack, toccandosi il capo.
-N-no, non i capelli. I tuoi occhi!- continua lei, indicando il viso del quasi-moro.
-Che hanno?- chiede nervoso lui.
-Uno è m-metà...azzurro- sussurra quasi inorridita la bionda, avvicinando il viso a quello del ragazzo.
-E' proprio strano...- continua.
Ormai sono ad palmo l'uno dall'altra.
Jack arrossisce subito, seguito a ruota da Rapunzel.
Gli sguardi si incontrano, e rimangono immobili per qualche secondo. I respiri si mischiano e si uniscono insieme.
Ma una voce rompe quell'attimo di pace.
-E' pronto! Venite!- tuona North dalla casa, sventolando un braccio nella loro direzione.
Immediatamente, i due ragazzi si allontanano, diventando, se possibile, ancora più rossi di prima.
Jack si gratta nervosamente la nuca, Rapunzel si tortura la gona lilla del vestito.
-S-sì...arriviamo!- risponde ad alta voce il quasi-moro, cominciando ad alzarsi, facendo leva sul bastone.
Porge la mano verso la ragazza, che la prende e si fa aiutare ad alzarsi. Insieme camminano verso l'abitazione, ancora con l'uomo fuori a guardarli.
Un'ondata di profumo di cibo li sovrasta, obbligandoli ad annusare l'aria. North assume un'aria soddisfatta, e si strofina la pancia con la manona.
-Per voi ho cucinato mia specialità. Tutti amano specialità- afferma contento l'uomo.
Un'ultima occhiata fugace verso Rapunzel, e poi Jack si dirige dall'amico, ancora intento a scarabocchiare sui fogli ingialliti del taccuino.
'Quegli occhi...'.




 






Note : E riecc'me *apre le braccia come segno di benvenuto*
Spero che chi non ha ancora visto Dragon Trainer 2 (meraviglia) non me ne voglia per il mini-spoiler del nome della madre di Hiccup, sono stata obbligata a mettero °o°"
Oltre ad essere noioso, l'aggiornamento è arrivato in ritardissimo. Come la scorsa volta :( Credo quindi che cambierò l'intervallo fra i capitoli da tre giorni ad una settimana circa, perchè tra la scuola e altre cose non ce la faccio ad aggiornare così velocemente ç_ç
Lo so, questo capitolo è completamente statico e non succede nulla di fico. Oltretutto è confuso in una maniera pazzesca ^o^" Ma dovevo per forza raccontare tutta la storia delle profezie ecc...quindi era d'obbligo un capitolo così ;) Spero non vi siate annoiati D:
Comunque, credo abbiate notato il numero spropositato di parole strane, per cui ora farò degli appunti per spiegarle tutte :
Shostakovich, Stravinskij e Rostropovič (Le esclamazioni che ogni tanto North dice) sono nomi di compositori russi, poichè anche nel film ne nomina alcuni;
- PistósAxía, che sono i due guerrieri, significano rispettivamente (rigorosamente in grecofedele valore;
Pólemo skotádi significa, sempre in greco, guerra oscura;

Oi tésseris dó̱ra significa, invece, i quattro doni;
- Mávro, infine, significa nero.
Credo di averle dette tutte, nel caso ne abbia dimenticata qualcuna, ditemelo pure ^-^
Alloora, perchè North? Primo, perchè lo adoro *^* Secondo, perchè è un fottuto figo che va in giro con due sciabole cazzute. Oltretutto, ce lo vedo perfettamente come 'maestro', o simile.
Non me ne vogliate per la storia banalissima, la fantasia non mi vuole molto bene x'D Ah, i due guerrieri sono rispettivamente ispirati a Tauriel e Kili. Per chi non li conoscesse (e dovrebbe implodere da solo su un'albero per questo) sono due personaggi de Lo Hobbit. Libro della saga de Il Signore Degli Anelli (quanto ammore *o*). Boh, li amo alla follia, e ce li vedevo benissimo in questi ruoli.
Poi poi poi...ah, faccio un mea culpa per non aver fatto partecipare molto Sdentato, ma, seriamente, come diamine facevo a farlo entrare nella casa? ç_ç
Giuro solennemente che il prossimo capitolo sarà moolto più movimentato di questo (spoiler allert : C.A.V.A. Corso Velocizzato per Utilizzo di Adiuva) quindi, yee, aspettatevi di tutto.

Mi scuso anche per non aver praticamente messo la scena mericcupposa che (compresa me) aspettavate, ma non ci sarebbe stata bene in questo capitolo, e, oltretutto. ci voleva anche una bella Juckunzel, no?
Mmh...Oh! Sono andata a vedere Dragon Trainer 2...solo una parola...Perchè? T^T Comunque è stato una meraviglia, ha eguagliato alla perfezione il primo film *-*
Ora sono praticamente circondata da Hic e Sdentato (sfondo del cellulare, del pc, maglia ecc...) eheheh...ho bisogno d'aiuto D:
Okay, ora vi lascio alle vostre vite.
Come sempre, vi invito a lasciarmi una piccola recensione, ogni volta vi ripeto di quanto mi faccia piacere leggerle, ma è la verità. Mi stimolate moltissimo!
Oggi volevo anche ringraziare tutti quelli che hanno messo tra le preferite e le seguite la mia storia. Siete tantissimi, sul serio *^* vi bacerei uno a uno! Okay, forse non proprio, ma il concetto è chiaro x'D
Ho finito per davvero adesso, come sempre parlo troppo °-° "
Al prossimo capitolo allora (°3°)


S.






 

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Capitolo 7
*** VII. C. A. V. A. ***


VII. C . A . V . A


Hiccup

-Dove sei?-.
'Già, dove sono?' si chiede.
-Dove sei?- ripete la voce, seguita da svariati echi.
-Non lo so- risponde, confuso dalla situazione.
-Dove sei?- dice per l'ennesima volta la voce misteriosa, propagandosi nel buio che lo circonda completamente.
-Ti ho detto che non lo so! Non vedo nulla!- urla straziato Hiccup.
-Apri gli occhi allora- sussurra una voce vicino a lui. Il ragazzo sussulta e si gira di scatto, ma il buio lo acceca ancora.
-Sono già aperti- risponde esasperato.
-Ma il tuo cuore no- sussurra nuovamente la voce.
Qualcosa sfiora il petto del castano, portandolo a indietreggiare. Ma la mano lo raggiunge ancora, posandogli di nuovo il palmo sulla cassa toracica.
Improvvisamente, un forte calore lo pervade, e tutto si fa completamente bianco. Un'atmosfera afrodisiaca lo travolge.
Momentaneamente accecato dalla luce improvvisa, si guarda intorno, cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
Subito, una figura si fa strada nel suo campo visivo. Inizialmente sfocata, ma pian piano più nitida.
-Mamma- sussurra Hiccup. La voce strozzata.
-Tesoro mio, sono qui- risponde la donna, aprendo le braccia verso di lui.
-No, tu sei morta- dice, sempre con voce rotta, il castano, indietreggiando spaventato.
-Eppure sono davanti a te- risponde calma lei, schiudendo le sottili labbra in un dolce sorriso.
-Vieni da me- continua, le braccia ancora aperte.
-Non posso, non sei reale- risponde sempre più nervoso il ragazzo, fissando intensamente gli occhi verdi della madre, uguali ai suoi.
-Io non me ne sono andata- sussurra, cambiando improvvisamente tono, la donna, avvicinandosi lentamente al figlio.
-C-cosa..- comincia lui, ma viene subito interrotto.
-Non tutto è come sembra- continua la madre, ora ha alzato la voce.
-Cosa intendi?- chiede nervoso il castano.
-Il mondo non è nero e bianco.  Non ci sono solo due facce della vita. Ci sono mille sfaccettature. Talvolta tutto l'universo collabora per farci crede in ciò che è fittizio- risponde seria lei, ormai è praticamente di fronte al ragazzo.
-Non...non capisco- farfuglia lui.
-Ciò che se ne va, ciò che muore, lo fa solo nella vita di tutti i giorni. Il nostro cuore e la nostra mente conservano sempre tutto. E' lì che devi andare a cercare. E' dove troverai tutte le risposte. La vera saggezza è lì dentro, figlio. Non lasciarti abbindolare- sussurra la madre, posandogli una mano affusolata sul petto.
-Tutto ciò che ti servirà, tutto ciò che vorrai, lo troverai qui. Lui non vuole che ti parli, lui non vuole che tu mi veda. Cercami, sarò lì ad aspettarti. Sempre- dice infine, sempre a bassa voce, la donna. Immobilizza le iridi in quelle del figlio per alcuni istanti. Si guardano, scavandosi nell'animo reciproco.
Improvvisamente, del fumo nero avvolge completamente la madre, allontanandola velocemente da Hiccup.
-MAMMA!- urla lui, allungando una mano in direzione della donna.
-Lui non potrà separarci all'infinito!- urla di rimando questa, allungando a sua volta il braccio, ma il fumo nero la continua a trascinare via.
-Fa come ti ho detto! Ti prometto che aspetterò!- conclude infine, per poi scomparire in un'enorme nuvola scura.
Di colpo, tutto l'ambiente ridiventa buio, schiacciando Hiccup, che cade sulle ginocchia.


Si alza a sedere.
Grosse gocce di sudore freddo gli scivolano sul viso, per poi cadere sulla leggera coperta che lo avvolge. Sbatte un paio di volte le palpebre, ma lo sesso buio del sogno lo circonda, lasciandolo cieco.
-Mamma- sussurra impercettibilmente, cominciando a tremare. Si passa una mano fra i capelli scompigliati dal sonno.
Opta per una boccata d'aria fresca, l'oscurità che lo sta opprimendo gli fa mancare quasi il respiro. Tira da parte la coperta, e posa le gambe sul freddo pavimento.
Si alza piano, cercando di non svegliare Jack, che dorme in un materasso come il suo lì di fianco, e cammina sileziosamente verso la porta.
La stanza è piuttosto piccola, e, inevitabilmente, sbatte un piede contro il muro di legno. Subito si volta verso il moro, per vedere se si è svegliato.
Questo si muove appena, farfugliando qualcosa.
-Prendi...stone...Kate...- pero poi girarsi sul fianco e riprendere a russare. Il castano lo guarda confuso, ma poi si volta ed esce dalla stanza.
Cammina, sempre piano, verso l'uscita. Vicino al portone, appollaiato su uno sgabello troppo piccolo per la sua stazza, dorme beato North, stringendo fra le grosse dita le due sciabole.
Hiccup sorride, ed esce dall'abitazione.
La brezza fresca della notte lo avvolge, facendogli tornare il respiro regolare. Inspira profondamente l'aria pulita, alzando lo sguardo al cielo blu.
Le stelle sono tantissime, questa notte. Tutte le nuvole sono scomparse, lasciando in vista anche la Luna. Si guarda intorno. Dovunque si giri vede solo erba e qualche piccolo albero, di tanto in tanto.
Per un attimo si ferma a riflettere su tutto l'accaduto di quei quattro giorni. E' bastato così poco, per cambiare completamente la sua vita.
'Ma in meglio o in peggio?' si chiede. 
Forse non avrebbe mai dovuto seguite Merida. Forse avrebbe dovuto fermarla e riportarla al castello.
O magari sta solo sognando. Insomma, è una possibilità più realistica di tutta la faccenda che stanno vivendo.
Si gratta la nuca, sovrastato da tutti i pensieri che gli affollano il cervello. Ancora con la mente altrove, comincia a camminare, dritto davanti a sè.
Ma vede solo erba alta, quindi inverte la rotta, dirigendosi verso la casa, per poi sorpassarla e camminare dietro essa. Più avanti, vede qualche masso, e di fianco un piccolo rivolo d'acqua.
Continua a marciare verso il fiumiciattolo, gli occhi persi nei pensieri e le braccia incrociate. Stringe al petto il taccuino rovinato.
Tutto ciò che gli era stato rivelato da North e, per quel che gli aveva realmente detto, dalla strega, lo stava confondendo. Quindi, aveva deciso di scriversi tutto sulle pagine ingiallite del suo Adiuva.
Può sembrare strano, ma è l'unico modo per tenere tutto sotto controllo, in più quel libricino così vecchio e logoro lo stimola tantissimo. Mentre scarabocchiava sulla sua carta, sentiva quasi la mano scrivere da sola. Tutte le idee si sistemavano bene nella sua mente, formando un'immagine chiara e nitida.
Ma, appena chiuso il taccuino, la confusione e l'ansia lo aveva preso di nuovo, facendolo rimane in silenzio per quasi tutto il resto della serata.
Dopo mangiato, North ha continuato a ripetere, sempre mantenendo il suo accento nordico, di quanto fosse "Felice di incontrare voi", tirando pacche che buttavano per terra tutti.
Presi dal sonno, hanno deciso di 
comune accordo di andare a dormire. Il padrone di casa ha sistemato quattro materassi, due in una stanza e due in un'altra (quella casa ha più stanze di quante ne dimostri apparentemente) e, dopo nemmeno due minuti, tutti si sono addormentati profondamente.
Una leggera folata di vento gli scuote i capelli castani.
E' ormai a qualche metro dal fiumiciattolo, quando, dietro a un masso vicino ad esso, spunta un ricciolo cremisi.
Un sussulto lo coglie. 
'Che ci fa qui?' si chiede confuso.
'Beh, anche tu ci sei' si riprende da solo.
Durante tutta la giornata, Merida non gli ha rivolto la parola. Solo sbuffi e occhiate fugaci.
Non ha ancora capito se è arrabbiata per qualcosa, ma lui non ha fatto nulla, se non affogare come un'incapace.
Ripensando all'accaduto, avvampa per l'imbarazzo. Non avrebbe mai voluto fare una figura simile. Ha rischiato davvero grosso.
Ma, riscuotendosi, decide di parlare con la ragazza, che ancora non si è accorta di lui.
E' rannicchiata davanti al sasso, le ginocchia strette al petto da un braccio, mentre l'altro tiene un bastone secco, con cui disegna piccoli ghirigori nell'acqua scura del fiumiciattolo.
Hiccup si avvicina lentamente, cercando di fare meno rumore possibile. 
Arrivato a qualche centimetro di distanza, si siede piano sull'erba, di fianco a lei.
Merida non si accorge subito della presenza del ragazzo, che la guarda 
ancora sfiorare l'acqua col ramoscello. Fino a quando Hiccup non parla.
-Che disegni?- chiede questo, alzando un angolo della bocca.
La rossa sussulta, presa alla sprovvista.Ma, appena incontra gli occhi verdi dell'amico, lo guarda e fa per alzarsi.
Lui però la prende per un polso, trascinandola di nuovo a terra. Lei, per qualche attimo, pone una lieve resistenza, per poi arrendersi e buttarsi di peso sull'erba.
-Cosa vuoi?- chiede scontrosa, fissando con astio il castano.
-Ti ho chiesto che disegni- risponde tranquillo lui, indicando il bastone nelle mani della ragazza.
-Nulla- borbotta secca lei, distogliendo lo sguardo.
-Non si può disegnare il nulla- osserva Hiccup, portandosi le ginocchia al petto.
-Eppure lo sto facendo- risponde lei, ricominciando a passare il ramo sul livello dell'acqua.
Rimangono per qualche minuto in silenzio, lei a disegnare strane forme e lui a guardare, in cerca di qualcosa da dire.
Ma, mentre il castano sta ancora scervellandosi per trovare le parole, la rossa si ferma. Si volta verso di lui, e lo fissa intensamente.
Quel contatto visivo persistente fa arrossire il ragazzo, che distoglie lo sguardo, imbarazzato.
La ragazza ride leggermente, per poi alzare gli occhi alla volta celeste. Rimane immobile per qualche istante, prendendo un grosso respiro.
-Scusami- dice lei semplicemente, quasi in un sussurro e sempre mantenendo lo sguardo alto.
-C-come scusami?- chiede confuso lui, guardandola.
-E' stata colpa mia- risponde piano la rossa, guardandolo a sua volta.
Hiccup la guarda per qualche secondo, non riuscendo a capire a cosa si riferisca.
-Lo sapevo, ma ti ho obbligato comunque a tuffarti. E...e tu stavi per...- ma si blocca, incapace di continuare.
Lui la fissa, e lei distoglie lo sguardo, gli occhi le cominciano  diventare lucidi.
-Senti, non è colpa tua. Cioè, non proprio. Insomma, avrei dovuto dirlo e...- comincia a farfugliare lui.
'Allora è per questo che mi evitava' pensa, perplesso. 
-Sì che è colpa mia! Non faccio nulla di buono, io, se non rovinare la vita di chi mi sta vicino! Sono una mina vagante. Tutto ciò che so fare è tirare frecce a destra e a manca e urlare isterica contro la gente!- urla lei. Improvvisamente, un singhiozzo strozzato la prende, seguito poi da altri.
Hiccup la guarda ancora, incapace di trovare parole per confortarla.
-Sono una granata- sussurra infine, fissando l'acqua scura.
Lui rimane in silenzio, ad assorbire a pieno le parole della ragazza.
-Merida- prova a dire, ma è incapace di continuare.
Lei lo imita per qualche minuto, silenziosa e immobile. Poi, volta il capo, e accenna un sorriso. Gli occhi lucidi.
-Scusa. Non volevo renderti partecipe ai miei scleri incontrollabili- dice.
Lui sorride a sua volta.
-Non è vero che rovini la vita a chi ti sta accanto- comincia a dire, senza smettere di guardare la rossa. Questa distoglie lo sguardo, aprendo la bocca per parlare, ma lui la interrompe subito.
-Forse sei impulsiva, e testarda, e alcune volte anche sfacciata- a questa frase il castano ride lievemente, seguito da Merida.
-Ma sei anche gentile, simpatica, e coraggiosa- conclude lui, sorridendo.
Lei lo guarda, gli occhi ancora lucidi, ma le labbra schiuse in un sorriso riconoscente.
-Sai, credevo di averti fatto qualcosa- afferma Hiccup, grattandosi la nuca.
-Tu fatto qualcosa a me?- ride sbalordita la rossa.
-Mi evitavi e qualsiasi cosa ti dicessi mi rispondevi sbuffando. Pensavo di averti offesa o...non so- finisce imbarazzato il castano.
Lei continua a ridere, divertita dall'espressione dell'amico. Lui la segua a ruota, quasi subito.
Dopo qualche minuto, smettono, contemporaneamente. Rimangono in silenzio, a contemplare la volta celeste impregnata di stelle luminose.
Hiccup, cominciando a sentire la stanchezza, fa per alzarsi.
-Credo che ora dovr...- ma viene interrotto bruscamente da Merida.
-Cos'è successo? Undic'anni fa, intendo- dice, quasi in un sussurro, continuando a mantenere lo sguardo alto.
Lui rimane qualche secondo interdetto, poggiato a terra solo sul palmo della mano  e su una gamba.
Si aspettava quella domanda, ma non in questo momento.  Resta immobile, fissando la ragazza. Infine, si lascia in un sospiro e si risiede sull'erba.
-Perchè me lo chiedi ora?- dice, spostando le iridi sul fiumiciattolo.
-Perchè non ora?- chiede di rimando Merida.
Lui sospira nuovamente, arrendendosi all'insistenza della rossa.
-Noi ci eravamo trasferiti, ricordi no? Ci eravamo traferiti nel tuo clan. Siamo rimasti lì per un'anno, l'anno in cui siamo stati insieme. Ma poi ci siamo dovuti spostare. Non mi hanno mai detto il perchè, io non l'ho mai saputo, e non lo so nemmen...- ma si blocca improvvisamente.
Lei lo guarda, confusa. Lui ha gli occhi sbarrati, fissi nel vuoto.
-E invece lo so- sussurra, più a se stesso che all'amica.
Quando North gli ha detto della madre, che l'ha conosciuta, aveva pensato ad un possibile incontro quotidiano.
Ma no, lei...
-E' andata in guerra- dice in un soffio.
Merida continua a fissarlo, più confusa che mai.
-Ma cosa stai blaterando?- chiede.
-Mia madre. E' morta in guerra. Ecco perchè ci siamo trasferiti, per mandarla a combattere. Ma perchè lei, perchè non mio padre? Lui sarebbe stato sicuramente più adatto alla battaglia. Perchè è andata mia madre?- comincia a borbottare, facendo affiorare milioni di domande nella sua mente.
La rossa, cominciando a capire, prova a cercare qualche ipotesi possibile, ma senza successo.
'Ho segnato tutto. Tutto quello che mi hanno detto. Ma non capisco...' pensa, esasperato.
La ragazza, notando l'espressione perplessa dell'amico, gli poggia una mano sulla gamba.
-Non preoccuparti, domani chiederemo tutto a North- dice, sorridendo rassicurante. Lui, pur non convincendosi del tutto delle parole della rossa, sorride a sua volta.
-Comunque, io ho cercato di convincerli a restare lì. Avevo trovato un posto dove stavo veramente bene, dove avevo qualcuno a cui tenere
davvero -, a queste parole, Merida arrossisce appena.
-Ma non mi ascoltavano, continuavano a parlare tra loro, senza rendermi mai partecipe. Infine, me ne sono andato- conclude, con una nota di malinconia nella voce.
-Eppure non sembravi triste- sussurra lei.
-Invece lo ero, ma i miei mi hanno detto che era per una buona causa. Che dovevamo farlo. Ma ti assicuro che non sei stata l'unica a soffrire- risponde calmo il castano.
La rossa lo guarda di sottecchi, incontrando le iridi verdi del ragazzo fisse su di lei.
'Non sei stata l'unica affatto' pensa amaro Hiccup.
Il periodo dopo il distaccamento con quella bimba ricciolina gli ha lasciato un vuoto che lo ha accompagnato sempre, forse assottigliandosi, ma senza mai andarsene del tutto.
Non ha più fatto veramente amicizia con qualcuno.
Non ha più fatto scampagnate nei boschi alla ricerca di tesori nascosti e draghi sputafuoco.
Non ha più provato quel calore della sicurezza di avere una persona sempre pronta a starti vicino.
Eppure ora, quella bimba è davanti a lui.
Certo, è cresciuta. Ma gli occhi, quegli occhi fatti dell'acqua più cristallina, sono gli stessi di undici anni fa.
Quegli occhi che lo guardavano eccitati per un nuovo gioco, e questi occhi che lo guardano adesso, quasi rasserenati dalla confessione appena fatta.
Rimangono silenziosi, a contemplare la profondità delle iridi dell'altro. A cercare di trovare quella serenità di un tempo.
Ma qualcosa li fa sussultare.
Un potente botto, seguito da un'urlo agghiacciante, proveniente dalla dimora di North.
Si voltano verso la casupola, allarmati. Scattano in piedi e si guardano.
-Cos'è stato?- chiede in un soffio preoccupato la rossa.
-Non lo so- risponde il ragazzo, deglutendo.
Subito, corrono verso l'abitazione.
 

♦  ♦  ♦
 
Rapunzel
Qualcosa le tocca il piede nudo.
Fino ad un attimo fa stava sognando, per l'ennesima volta, la scena con la donna e la zuppa di nocciole. Ormai era dall'incontro con l'anziana signora che sognava la stessa cosa.
Senza, però, capirne il significato.
'Zuppa di nocciole...ma che significa?' si era continuamente chiesta, torturando prontamente le ciocche dorate di capelli.
Ma ora qualcosa l'ha appena destata dall'ormai noto sogno, sfiorandole le dita infreddolite del piede. Subito lo ritira, nascondendolo sotto la coperta.
Si alza di scatto seduta, girando nervosamente il capo e facendo oscillare la lunga chioma.
-M-Merida?- prova a sussurrare, sperando che a toccarla sia stata l'amica. Ma nessuna risposta arriva a rassicurarla.
Si rannicchia sotto le coperte, con gli occhi lucidi spalancati a cercare nel buio qualunque cosa l'abbia svegliata.
-C-chi è là?- dice, cercando di mantenere, senza risultato, il tono fermo.
-Chi è quà, vorrai dire- risponde, in un sibilo maligno, una voce di fianco al suo orecchio.
Terrorizzata, scatta in piedi e indietreggia, andando a sbattere pesantemente e provocando un forte botto.
Anche se nella stanza il buio sembra più pesto che mai, riesce ad intravedere, poco distante da lei, una figura. Ancora più nera e oscura della buia camera.
-Stai calma, mia cara Rapunzel- sibila di nuovo la voce maligna, mentre si avvicina alla ragazza.
Questa è come impietrita. Non riesce a muoversi, nè a parlare. Non riesce nemmeno a respirare.
Improvvisamente, l'uomo davanti a lei le sfiora i lunghi capelli biondi.
Una strana sensazione la coglie. Il vuoto, proprio nella zona del petto, la divora, lasciandola come cadere nel nulla più assoluto.
Non ne è del tutto sicura, ma crede di aver appena urlato, perchè sente ancora l'eco della sua voce rimbombarle nella testa, ormai fattasi troppo pesante.
Si accascia a terra, non riuscendo più a sentire il suo corpo.
Tutto comincia a farsi ovattato, i pensieri non si chiariscono nella sua mente.
Ma, di colpo, tutta questa sensazione di terrore profondo, la abbandona, e la ciocca che fino a pochi istanti fa era stretta tra le dita della figura nera, le ricade leggera sulla schiena.
Sente una voce lontana chiamare il suo nome, ma prima di poter rispondere, tutto si spegne intorno a lei, lasciandola sola.

Una luce abbagliante oltre le sue palpebre le fa strizzare gli occhi.
Fa ricadere il capo di lato, cercando di evitare il fascio chiaro sopra di lei. Coprendosi la vista con un braccio, prova ad aprire piano gli occhi, per poi richiuderli subito.
-Rapunzel, sei sveglia?- chiede un Hiccup visibilmente preoccupato.
Di colpo, tutto le ritorna a mente.
La figura scura, più nera della notte. Il fatto che sapesse il suo nome. E tutto quello che era successo dopo, lo ricorda in modo confuso e frastagliato. Un termito la percorre per intero al ricordo del vuoto provato.
-Lascia riposare ancora biondina, ha bisogno di rimettere in forze- dice la voce rassicurante di North, che posa una mano sul capo di Rapunzel.
Ma questa, più per non far preoccupare gli amici che per altro, cerca di mettersi lentamente a sedere.
Sotto di lei sente qualcosa di morbido, probabilmente l'hanno rimessa sul suo materasso. Apre piano gli occhi, e davanti si ritrova quattro visi preoccupati.
Merida, alla sua sinistra, la fissa con i suoi occhi acquamarina, accennando un sorriso. Ai suoi piedi, Jack la guarda preoccupato. La bionda prova a sorridergli, per rassicurarlo, e questo risponde alzando un angolo della bocca. A destra Hiccup è intento a discutere con North di quacosa che Rapunzel non riesce completamente a capire.
-...ma com'è possibile? Perchè è andato proprio da lei?- esclama confuso il castano, gesticolando.
-Io non so. Ma è Pitch Black, lui è capace di tutto- risponde sottotono l'uomo, girandosi a guardare la ragazza, ancora leggermente intontita.
-Che è successo?- chiede questa, massaggiandosi la fronte sudata.
-Creatura oscura ha trovato voi- risponde, cercando di mantenere la calma, North, guardandola accigliato.
Un leggero sussulto la prende, al pensiero che quella notte ha avuto davanti niente meno che l'assassino di Axìà.
-E-era...- prova a dire, ma il labbro inferiore le trema visibilmente, e cerca di fermarlo trattenendolo coi denti.
Jack, accorgendosi dell'espressione dolorosa della ragazza, allunga una mano verso la gamba scoperta di lei, che lo guarda. North si alza di colpo, seguito a ruota da un Hiccup desideroso di risposte.
-Ma, non riesco a capire. Doveva prendersela con te, tu sei il padrone di casa, e il più forte tra noi. Doveva venire da te- dice nervoso il castano, continuando a gesticolare e camminando dietro all'uomo.
-Hic!- lo riprende Merida, guardandolo accigliata.
-No, ragazzo ha ragione. Tranne su una cosa. Io non essere più forte di voi- dice tranquillo l'uomo, guardando intensamente i ragazzi.
-Ma se sei pieno di muscoli e di tutte quelle armi- dice allusiva la rossa, facendo cenno alle braccia possenti di North.
Questo sorride, soddisfatto dall'osservazione della ragazza.
-Io avere molti muscoli, vero- dice contento, posando i grandi pugni sui fianchi.
-Ma loro non sono vera chiave di forza- aggiunge, ora in un tono più sereno e calmo.
-Punzie, i-i tuoi capelli...- dice, in un soffio nervoso, Jack, indicando col dito un punto impreciso dei capelli della bionda.
Tutti si voltano a guardarla, cercando a cosa si riferisce il quasi-moro, subito imitati dalla stessa Rapunzel. 
Mezza nascosta dal resto dei capelli, si fa strada una ciocca identica alle altre, ma più scura. Castana, e molto più secca e rovinata. Subito spalanca gli occhi e la prende fra le dita, guardandola spaventata. Non è molto grande, ma è in netto contrasto col resto della chioma, chiara e lucente.
-Questo è effetto che fa Pitch. Tu stata fortunata che lui toccato solo capelli- dice a bassa voce North, guardando preoccupato gli occhi verdi della ragazza.
-Ma perchè ha attaccato lei? Siamo in cinque. Eppure è andato solo da lei- dice, con una nota di panico nella voce, Jack.
-Io...io non so. Davvero. Ma siete stati tutti fortunati, poteva finire peggio faccenda- risponde pensieroso l'uomo, lisciandosi la barba con indice e pollice.
-Probabilmente, se non ti avessimo sentito...beh, ora saresti...- osserva cupa Merida, guardando l'amica. Rapunzel la fissa rassicurante, ma al contempo lievemente confusa.
Fino ad un giorno fa quasi, la rossa trasmetteva solo astio nei suoi confronti, mentre ora sembra quasi triste davanti alla bionda che ha rischiato la vita.
Vicino a loro, North cammina avanti e indietro, pensieroso. Prima si massaggia la pancia rigonfia, poi si pettina la barba sbiancata, si gratta la testa, ed infine batte il pugno destro sulla mano sinistra aperta.
-Shostakovich! Perchè non ci avere pensato prima!- esclama eccitato l'uomo, scrutando con sguardo febbricitante i ragazzi.
-Oggi noi faremo C. A. V. A!-.
 
♦  ♦  ♦
 
Jack
-Sta attento con quell'affare spara-ghiaccio!- urla, imbestilita, Merida, fissando corrucciata il bastone in mano al ragazzo e togliendosi un pezzo di ghiaccio dai riccioli cremisi.
-Se tu stessi più attenta, invece di continuare a fissare quel coso di paglia, mi faresti un gran favore!- risponde lui, indicando il "manichino", se così si può chiamare un mucchio di paglia tenuta in cima ad un bastone con dei fili.
All'esclamazione di North, nessuno aveva capito a cosa si stesse riferendo.
Con C. A. V. A. voleva intendere, come lo chiama lui, Corso Velocizzato per Utilizzo di Adiuva.
Ci avevano provato più volte a spiegargli che le iniziali non corrispondevano, ma lui era, ed è, talmente eccitato da non dargli retta.
Ed ora sono fuori dalla casupola, a cercare di capire come usare i rispettivi Adiuva.
Merida è ferma davanti al "manichino", con circa una ventina di frecce impalate tra la paglia. 
Hiccup è seduto, con di fianco uno Sdentato curiosissimo, a scarabocchiare nuovamente sul suo taccuino.
Rapunzel è insieme a North, che le sta spiegando qualcosa che Jack non riesce a sentire.
Mentre lui, è in piedi, gambe divaricate, braccia tese davanti a lui,dita strette intorno al bastone, e ghiaccio che vola a destra e manca.
-Ma fammi il piacere!- urla di rimando la rossa, gesticolando con l'arco in mano.
-Jack- lo chiama Hiccup, che si è appena alzato e sta camminando velocemente verso il quasi-moro, seguito dal drago.
-Che c'è?- chiede nervoso Jack, ancora irritato dalla ragazza. Il castano arriva davanti a lui, e allunga una mano verso il bastone.
-Posso?- chiede gentilmente, alludendo all'Adiuva. Lui risponde con un cenno d'assenso, dando l'oggetto nelle mani dell'amico.
-Per  me stai sbagliando posizione- afferma sicuro Hiccup.
-Posizione?- chiede confuso Jack, alzando un sopracciglio ormai quasi del tutto bianco.
-Sì- afferma convinto il castano. Si posiziona nel modo in cui pochi attimi prima era il moro, ma, invece di aprire le gambe, le tiene unite.
-Secondo i miei calcoli, divaricando le gambe sbilanci il peso, portando i getti ghiacciati fuori dalla tua portata e dal raggio da te richiesto- osserva, con fare convincente, Hiccup, guardando l'amico. Questo ricambia lo sguardo.
'Ecco che stava scribacchiando' pensa, leggermente infastidito dall'osservazione del ragazzo. Il castano, accorgendosi dell'espressione dell'amico, cerca subito di rimediare.
-N-non voglio dire che tu non sia capace di usare il tuo Adiuva! Dico solo che...beh...che così riusciresti a renderlo più efficace- afferma, ridando il bastone all'amico e sorridendo.
Jack annuisce, alzando un'angolo della bocca.
-Okay, amico. Proviamo- dice sicuro, imitando la posizione assunta poco fa da Hiccup. Si concentra il più possibile, canalizzando tutte le sue attenzioni sul bastone.
In realtà non gli riesce troppo difficile, sparare ghiaccio. E' quasi naturale. Come se fosse sempre stato capace di farlo, solo inconsapevolmente.
Chiude gli occhi, respira col naso e stringe le dita sull'Adiuva, fino a rendere pallide le nocche.
Improvvisamente, è come se un fiume in piena scivoli sopra di lui, scorre su tutto il suo corpo, dentro e fuori. Arriva alle mani, ancora strette sul bastone, e si riversa su di esso.
Finalmente, apre gli occhi.
Dalla punta ricurva dell'Adiuva, un getto di ghiaccio è partito, finendo dritto davanti a lui.
Un enorme sorriso compiaciuto si dusegna sulle sue labbra, e comincia a saltellare, sparando ghiaccio da tutte le parti.
-Hai visto?- chiede eccitato Hiccup, sorridendo a sua volta.
-E' fantastico!- urla su di giri il quasi-moro.
-Era meglio che ti tenevi i tuoi calcoli per te. Ora è impazzito- afferma scocciata Merida, ma senza riuscire a trattenere una risata serena.
Senza essersene reso conto, Jack è arrivato vicino a Rapunzel e North, che però non si sono accorti della sua presenza.
-...dovrai usare con cautela tuo Adiuva- dice a bassa voce l'uomo, posando una mano sulla spalla minuta della bionda.
Lei risponde annuendo, indice e pollice stretti sulla boccetta piena del liquido dorato.
-Tuo dono è importante come altri. Solo che ha altro scopo- afferma rassicurante lui, cercando lo sguardo basso della ragazza.
-Ma così sarò inutile. Non potrò fare nulla per aiutare- risponde rammaricata, alzando le iridi verdi su quelle blu dell'uomo.
-Anche tuo amico Hiccup ha dono simile a tuo. Ma non per questo essere meno importante. Forza non è solo colpire o uccidere, forza è anche proteggere. Amare. Vivere- continua, sempre in tono calmo, North.
Jack continua ad ascoltare i due,cercando di non farsi notare troppo.
-Ma...così solo loro rischieranno la vita!- esclama Rapunzel, portandosi le mani unite al petto.
-Non mi sembra. Pitch da chi essere venuto durante notte?- chiede l'uomo.
Lei abbassa nuovamente lo sguardo.
-Io detto te. Tuo potere, come quello di Hiccup, non essere meno importante. O meno forte. Solo essere diverso. Spero tu capirai- termina con un sospiro, per poi andare ad aiutare Merida, intenta a togliere le frecce incastrate nel manichino.
La bionda rimane ferma, con lo sguardo basso e le dita strette intorno alla piccola boccetta.
Lui la guarda, senza però capire il reale motivo di quella discussione.
Lei si lascia sfuggire un sospiro, e si volta per raggiungere gli amici, ma, a guardarla, si ritrova due iridi, una nocciola e l'altra ormai completamente azzurra.
Lui si riscuote, ricordandosi che non dovrebbe essere lì ad origliare le loro conversazioni private.
-Hai sentito tutto?- chiede mogia la bionda, ma cercando di sorridere.
-Emh...in realtà solo l'ultima parte. Non ho capito molto- afferma nervoso Jack, arrosendo imbarazzato e grattandosi la nuca.
Lei continua a sorridere, un sorriso amaro. Si avvicina lentamente a lui, che la guarda perplesso. Poi si ferma. Abbassa lo sguardo sulla boccetta e la alza, mostrandola all'amico.
-Antiliakó- dice in un soffio.
Lui inclina la testa, senza capire a cosa si siferisca la ragazza.
-Gocce di sole. Ecco cos'è questa roba- spiega lei, scutendo leggermente l'Adiuva e facendo oscillare la sostanza dorata al suo interno.
-Tu hai un bastone che spara ghiaccio, Mer un'arco che non sbaglia mai la mira, e Hic un drago sputafuoco. Insieme siete praticamente indistruttibili- afferma, con tono cupo.
Jack la guarda, ancora senza intendere su cosa lei voglia andare a parare.
-Io invece guarisco- spiega secca, battendosi le mani sui fianchi.
-Voi dovrete stare lì, a farvi massacrare e tutto il resto. Io invece rimarrò seduta ad aspettare che vi uccidano, per poi, forse, salvarvi- continua, con un sorriso amaro sulle labbra carnose.
-Ma, hey, il mio dono è diverso. Certo, se diverso è sinonimo di inutile- afferma amareggiata, ciondolando e allontanandosi dall'amico.
Lui, alle sue spalle, la guarda, senza trovare parole per rassicurarla. Da dietro, si vede la ciocca di capelli più scura, ondeggiare insieme alle altre, bionde e lucenti.
Jack si avvicina, mentre lei sta ancora borbottando tra sè e sè parole incomprensibili, e le prende i capelli scuri fra le dita. Lei si volta, presa alla sprovvista da quel gesto, e lo guarda con le sue iridi verde priavera. Il moro ricambia lo sguardo, sorridendo con un angolo della bocca.
'Quel dannato sguardo...' pensa, ma dalla bocca proferisce altro.
-Se Pitch Black, o come diavolo si chiama, ha attaccato te...beh, io penso un motivo ci sia. Probabilmente devi ancora scoprire il tuo vero potenziale. North ha ragione, la forza non sta esclusivamente nel colpire- dice rassicurante, rendendo leggermente imporporate le guance della bionda, che continua a fissarlo.
-Tu credi?- chiede lei, girandosi completamente ed avvicinandosi.
Lui arrossisce. Il cuore comincia a battere qualche volta di troppo, ma non si allontana. Lascia le sue iridi fisse in quelle della ragazza.
-Ne sono certo- risponde a bassa voce.
Si guardano per qualche secondo, sulle labbra di entrambi disegnato un sorriso, a tratti imbarazzato e sinceramente sereno.
Ma un richiamo da lontano lo desta da quel momento ovattato.
-Non ci credo! JACK, ORA TI UCCIDO!- urla Merida, rossa in volto dalla rabbia, avviandosi a passo fermo verso il ragazzo, che la guarda, incerto sul movente della reazione della ragazza.
-Che ho fatto ora?- chiede, guardando prima Rapunzel, ancora lievemente imbarazzata, e Hiccup, che indica una pozza ghiacciata lì dove poco prima era Merida.
Questa, sullo zigomo destro, ha un livido violaceo. Jack spalanca gli occhi.
-Non ci credo...sei...- ma non riesce a terminare, perchè colto da grosse risate. Si tiene la pancia con le mani, enfatizzando di più l'ilarità della situazione.
-CADUTA! SUL TUO STUPIDO GHIACCIO!- urla in risposta la rossa, ormai a pochi metri di distanza.
-M-Mer...non l'ha fatto a posta- prova a calmarla Rapunzel, allungando le mani verso l'amica.
Si  gira allarmata verso il quasi-moro, in cerca di aiuto, ma questo continua a spanciarsi dalla risate, con le lacrime agli occhi e inginocchiato a terra.
-Sì che l'ha fatto a posta! Ora ti ammazzo!- grida prendendo, per il bordo del collo della maglia, Jack, che smette per qualche secondo di ridere, ma senza togliersi quel sorrisetto spavaldo.
-Oh, mia povera fanciulla, non era assolutamente mia intenzione farla ruzzolare in quella maniera così poco dignitosa- afferma, fingendo un tono galante, il ragazzo, mentre la rossa lascia la presa sul colletto.
-Scimmia, ti ricordo che il mio arco non sbaglia nessun colpo. Ti conviene stare attento- sibila fra i denti lei, guardando con astio Jack.
-Non sbaglia la mira, ma solo davanti a buone cause- afferma, sorridente, Hiccup, che si avvicina con di fianco Sdentato.
Questo, con i suoi soliti occhi vispi spalancati, va verso Merida, e le si butta sopra. Lei cerca di respingerlo, ma alla fine si arrende, buttando le braccia sull'erba.
-Cucciolo ha fermato furia rossa- dice, ridendo, North, che si è aggregato al gruppo.
Tutti scoppiano in una sonora risata, e, anche se cerca di mantenere per qualche secondo un'espressione seriosa, vengono subito imitati dalla ragazza, ancora sotto l'animale.
Lui apre la bocca in un sorriso, mostrando le gengive rosee, e sbuffa ritmicamente. Probabilmente un tentativo di risata malriuscito.
 

♦  ♦  ♦
 
Merida
Davanti, in una ciotola di legno scuro, una poltiglia di cibo informe rimane immobile, come a fissarla, obbligandola a mangiarla.
Dopo la C.A.V.A., che è terminata al tramonto, erano sfiniti e spossati. Più di tutti Merida e Jack, che avevano passato tutto il tempo ad allenarsi, cercando di colpire un qualcosa davanti a loro. Dopodichè, entrati a casa, si erano sdraiati ognuno nel proprio materasso.
Dopo l' "incidente" della caduta sul ghiaccio, il moro e Rapunzel si erano scambiati solo sguardi fugaci, seguiti da imporporamenti (?) delle gote.
'Quei due non la raccontano giusta' aveva pensato.
In poco tempo, North ha preparato quello che non può di certo essere chiamato "cena", ma che almeno, forse, è commestibile.
Ora sono seduti intorno al tavolo di legno, la rossa con l'arco tenuto avidamente sulle gambe, Hiccup col taccuino nascosto sotto la maglia, Jack col bastone appoggiato in equilibro sulla sedia e Rapunzel con la boccetta attaccata alla catenina al collo.
-I-io credo che passo 'sta sera- dice la ragazza, spostando con la posata il malloppo biancastro.
-Ma come? E' mia specialità, tu devi mangiare!- esclama tristemente North, seduto, come sempre, a capotavola, e con la bocca piena.
'E' sempre una tua specialità' pensa irritata, poggiando la guancia sul palmo della mano, col gomito sul tavolo.
-Forza, Mer. Mangia tutto. E' la sua specialità- dice, sarcastico Jack, seduto di fronte a lei. La rossa gli tira una calcio sotto il tavolo,  ma senza riuscire a colpirlo.
-Dai, non è così male- dice sottovoce Hiccup, di fianco a lei.
-Detto dall'abitante del clan famoso per le sue prelibatezze vomitevoli, è da prendere sicuramente alla lettera- dice, ironica. Lui sorride, fa spallucce, ricominciando a mangiare la poltiglia nel piatto.
Merida sposta, disperata, lo sguardo su Rapunzel.
Questa non ha proferito parola da quando sono rientrati in casa. Ora ha gli occhi fissi sulla sua porzione di "specialità", mentre la sfiora con la posata, senza aver ancora fatto un boccone.
La bionda, sentendosi osservata, alza lo sguardo, accorgendosi dell'amica che la fissa confusa. Prova a sorridere, ma senza riuscirci in pieno, e ritorna a guardare il suo piatto.
Merida la fissa ancora per qualche secondo, senza capire il comportamento della ragazza, e poi sposta le iridi su Jack, che finora ha addentato solo un paio di volte la poltiglia davanti a lui. Questo ricambia lo sguardo, disegnando sul viso un'espressione peroccupata, guarda di sottecchi la bionda, e poi ritorna sulla rossa.
L'uomo, accorgendosi dell'atmosfera creatasi, si alza di colpo in piedi, facendo spostare in avanti il tavolo e cadere alcuni bicchieri.
-Rostropovič! Non ho cantato voi mia canzone!- esclama, piazzando i pugni sui fianchi larghi. Tutti lo guardano, perplessi. Tranne Rapunzel, che ha ancora lo sguardo fisso sul piatto.
-C-canzone?- chiede titubante Hiccup, guardandolo preoccupato.
-Sì, mia canzone!- esclama l'uomo, sempre più contento.
Merida sbuffa sonoramente, accasciandosi pesantemente sul tavolo. Jack e Hiccup, invece, ridono, mentre l'uomo comincia ad intonare una strana melodia dai toni nordici, russa probabilmente.
Rapunzel, invece, sembra estraniata da tutto e tutti, ancora intenta a guardare la poltiglia biancastra. La rossa se ne accorge, e le posa gli occhi addosso.
Intanto, North a cominciato a volteggiare "leggiadro" nella stanza, seguito dagli applausi dvertiti di Hiccup e dalle battute di Jack.
Di colpo, la bionda si alza, senza però che i tre se ne accorgano, mentre la rossa la segue con lo sguardo. Rapunzel, sempre in silenzio, esce dalla casupola, subito imitata da Merida, che stringe sempre l'arco tra le dita.
Questa, dietro di lei, chiude piano la porta, rendendo ovattate voci e acclamazioni degli amici.
Continua a rimanere alle spalle dell'amica, che cammina dritta, senza fermarsi. Superano anche Sdentato, addormentao di fianco alla dimora. 
Ormai sono a qualche metro di distanza dall'abitazione, quando la bionda si blocca, seguita dall'amica.
Rimane immobile, alza il viso verso l'alto, ammirando la volta celeste sopra di loro.
Merida fa lo stesso. Anche quella sera le stelle splendono distintamente nel profondo blu del cielo.
-Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle- dice la rossa, ad alta voce, senza distogliere gli occhi dagli alti punti luminosi.
La bionda sussulta, presa alla sprovvista, e si volta verso la ragazza.
-C-cosa?- chiede, titubante.
Merida abbassa lo sguardo, incontrando gli occhi lucidi dell'amica.
-Lo diceva sempre mia madre. Sai, a lei piacevano le stelle- risponde, alzando le spalle.
-Anche a me piacciono- afferma Rapunzel, tornando a guardare la volta celeste.
-Anche a me- dice semplicemente la rossa, imitando la ragazza e alzando gli occhi al cielo.
Rimangono così per qualche secondo, ad ammirare la maestosità del manto buio che si stende sopra di loro, illuminato solo dalla luna bianca e dai diamanti luminosi che sono gli astri.
L'aria è fresca e pungente, pur essendo ancora estate.
Alcuni grilli cantano, ispirati dalla poesia che è la notte.
L'odore dell'erba, degli alberi, del cielo, inebria le narici delle due ragazze, lasciandogli una pacevole sensazione di tranquillità.
Improvvisamente, a Merida ritornano in mente gli occhi tristi dell'amica, e la guarda, pensierosa.
-Che avevi prima?- chiede, calma, indicando col pollice la casupola dietro di loro. La bionda, destata da quel momento pacifico, la guarda.
-Niente- risponde solamente, facendo spallucce.
-Non ti conosco bene forse, ma di certo quella di prima non era una faccia da "niente"- afferma sicura la rossa, avvicinandosi a Rapunzel.
-Ho visto che parlavi con North, questo pomeriggio. Che vi stavate dicendo?- chiede, senza preoccuparsi minimamente di essere evasiva o altro.
La bionda distoglie lo sguardo, liciandosi una ciocca bionda di capelli. Sotto la luce lunare, il liquido dorato all'interno della sua boccetta risplende, quasi di una luce propria.
-L'Adiuva...c'entra qualcosa?- chiede ancora Merida, facendo cenno alla catenina dell'amica. Questa la prende, facendola scivolare fra le dita.
-F-forse...non...non del tutto, però- risponde titubante lei, sedendosi piano sul manto d'erba. Subito, la rossa la imita.
-In che senso?- chiede, guardando confusa la ragazza. Questa sorride.
-Ma non ti stavo antipatica, io?- chiede, accenando ad una leggera risata. 
Merida avvampa all'istante, spalancando gli occhi, sorpresa da quell'affermazione.
-N-no! Cioè...forse, ma...non proprio...- farfuglia, cercando scuse realistiche.
-Me ne sono accorta, eh. Non sei molto brava a fingere- afferma, ancora sorridente, la bionda, lisciandosi all'indietro i lunghi capelli.
-N-no...beh, non sono affatto brava- dice la rossa, arrendendosi all'evidenza e sorridendo a sua volta.
-Ma mi sbagliavo- conclude, guardando l'amica.
-Credevi fossi una vipera pronta a rubarti gli amici?- chiede ironica la bionda, ridendo.
-No...beh, forse- risponde, arrossendo appena.
-Non è mai stata mia intenzione, te lo assicuro. Mi sono ritrovata nel bosco con Hiccup, senza sapere come e perchè- dice Rapunzel, cadendo in un tono triste.
-Non riesci proprio a ricordare?- chiede Merida, assumendo a sua volta un'espressione seria.
-Non...non so. Continuo a sognare una donna, e...e la zuppa di nocciole. Ma non sono sicura che sia un ricordo- dice titubante, rammentando l'immagine che la tormenta dall'incontro con l'anziana.
-Probabilmente lo è. Abbi pazienza, col tempo riuscirai a ricordare. Ne sono certa- dice la rossa, in tono rassicurante.
Il rumore di vetro rotto, seguito da forti risate, proveniente dalla casa, le fa voltare entrambe.
-Che staranno combinando?- chiede ridendo Merida.
-Non so, sicuramente North avrà...- inizia Rapunzel, ma si interrompe bruscamente.
'Che diavolo...' pensa spaventata la rossa.
Gli occhi sgranati di entrambe sono fissi verso l'abitazione.
Una figura scura è appostata davanti alla porta, intenta ad aprirla.



 




Note : Vi sono mancata, eh? e.e ... no, okay. Stavate meglio senza di me XD
Eheh, pensavate di esservi liberati delle mie paroline strane, ma no ù.ù

Antiliakó, come sempre in greco, significa "Protezione Solare". So che è strano, ma la traduzione di "Gocce di Sole" era brutta, così ho cercato qualcos'altro, e mi è uscito questo XD
Giuro che prima o poi (poi) smetterò di usare nomi strani ^o^"
Scena Mericcupposa. Alla fine è arrivata ù.ù Non immaginate nemmeno quanto mi sia piaciuto scriverla. Per tutta la durata avrei voluto metterci un bacino, ma no (non ancora, almeno è.è)
Anche la Jackunzel però mi ha intenerita troppo qua, sono cucciolosi loro *^*

Questa volta non devo scusarmi per il ritardo ù.ù Ho fatto un passo avanti, eh? 
I prossimi due capitoli sono già scritti e pronti, ma (per vostra fortuna/sfortuna) aspetterò una settimana a pubblicarli c:
Ah, per chi segue anche la mia raccolta ( You can save me, if you love me ) Il nuovo capitolo è quasi finito, quindi, uscirà a breve ^-^ 
Merida e Rapunzel, finalmente, hanno stretto realmente amicizia *-* Ma quanto sono teneroze

Oh, la frase che dice Merida ( -Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle- ) è una citazione a Oscar Wilde. Spero vivamente che tutti lo conoscano o mi ritroverete sotto casa armata di fucile.
Un'altra citazione, che spero abbiate notato, è stata la frase di Merida ( -Sono una granata- ). Citazione della meraviglia/perfezione che è "Colpa delle Stelle" (domanivadoavederlopossomorirrenonresisterò)
E adesso, diamo il benvenuto all'angolo "I fatti di m o o n l i g h t di cui a nessuno frega niente" ! *inserisci sigla pop*
Ieri sera ho visto, per la prima volta, il film "Io Sono il Numero Quattro". Che dire, la storia mi ha incuriosita un sacco! *-* Il film di per sè non è un granchè, a mio parere. Ma la trama è una ficata assurda (così come l'attore, Alex Pettyfer *^*
Penso propio che comprerò il libro ( lo aggiungerò alla lista de "I duecentoventisei libri che m o o n l i g h t deve comprare". Sì, li ho contati davvero ).

Obviously, ringrazio come sempre tutti quelli che hanno recensito gli scorsi capitoli. Siete tutti fantastici! :3
Ringrazio anche quelli che hanno messo tra le preferite, ricordate e seguite la mia storia
Ringrazio , infine, anche i lettori silenziosi ^-^
Come solito, vi invito a lasciarmi una recensione, anche minuscola, perchè leggerle mi scalda sempre il cuore ^///^
Va buoh, ragazzuoli, vi lascerò così. A caso.
Che la forza sia con voi. *Jedi power*


S.

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