Minuetto

di Psiche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/EB27C94F/Prologo.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" - Prologo - = =20

        =             &nb= sp;            =       -  Prologo  -        =             &nb= sp;            =      

 

Il mio ragazzo mi guardava sorridendomi, la mano destra appoggiata sulla mia spalla e il pollice della mano che mi sfiorava delicatamente il collo e io = che non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. Non dopo = quello che era successo, e soprattutto non davanti all'artefice delle mie disgrazi= e! Ero letteralmente sconvolta, gli occhi sgranati e la bocca a corto di parol= e, mentre tentavo di assumere un espressione neutra= nel vano tentativo di darmi un minimo di contegno. Com'era potuto succedere? Com'era potuto accadere?! Io…mi…mi e= ro lasciata baciare da colui che credevo essere il = mio migliore amico! Ma evidentemente non lo era, altrimenti non mi avrebbe dato prova di tanta mancanza di rispetto nei miei conf= ronti e nei confronti del mio ragazzo (nonché suo migliore amico!)che, poco prima, era stato da lui elogiato come "un ragazzo che meritava tutta la sua stima"

E chi se lo sarebbe mai aspettato? Non so né come, né perch&eac= ute; successe! Eravamo lì, l'uno di fronte all'altro che parlavamo di qua= nto amassi Goten e di quanto fossi gelosa di lui, di quanto mi facesse piacere una sua carezza, dell'imbarazzo che stranamente n= on provavo nel comportarmi da "volpina" con lui= , nel provocarlo, nel provarci spudoratamente nonostante fossi pienamente consape= vole di non essere pronta per un simile passo, e che a una sua eventuale richies= ta di andare a letto con lui avrei detto di no…perché sapevo benissimo che poi non sarebbe successo nulla avendo come garanzia la consapevolezza dell'enorme rispetto e stima che lui provava per me. Perché "il rispetto viene prima di tutto" mi aveva sempre detto, fin dalle prima settimane in cui ci frequentavamo, dopo che io, ricordando una brutta esperienza, gli avevo chiesto senza tanti complimenti= se a lui non interessasse solo ciò che avevo fra le gambe! Parliamoci chiaro: per me il sesso in una relazione conta il 50% e lo ammetto senza ta= nti complimenti! Ma riesco a vedere il sesso solo come atto di amore e non come azione fine a se stessa. Io non sono il tipo che si scandalizza e con quella domanda volevo solo essere sicura che se un giorno mi fossi ritrovata a letto con lui sarebbe stato per amore. Ma a parte questo…torniamo al discorso del rispetto. Rewind please!

Mi aveva promesso il suo rispetto e io gli avevo giurato il mio. Poi molte vol= te mi ritrovavo a soffrire per lui: per la sua distrazione, e per quel suo modo di trascurarmi inconsapevolmente. "Cos'è il rispetto?" mi chiedevo in pieno attacco di orgoglite acuta"qu= ello che mi sta dimostrando?" e giuravo e spergiuravo a me stessa che alla prima occasione presentatami l'avrei tradito, avrei baciato "senza impegno&q= uot; un altro ragazzo…e forse, non mi sarei limitata a quello, nonostante tutto questo fosse in forte contrasto con i miei ideali. L'orgoglio era così forte che gli ideali li mandava tutt= i a fanculo! Poi, mi si presentava l'occasione e l'amore = che nutrivo per lui, la tenerezza che mi faceva quando capivo che non era consapevole di avermi trascurata erano più forti = del mio orgoglio e mandavo in bianco il povero "amichetto" di turno.<= span style=3D'mso-spacerun:yes'> 

No. lui non mi aveva mai tradito e io non avevo mai tradito= lui. Fino a quel giorno…E TUTTO PER COLPA DEL NOSTRO MIGIORE AMICO! <= span class=3DSpellE>Trunks, me la pagherai cara, te lo giuro. =

Eravamo in classe, e stavamo parlando della mia storia con Goten quando lui app= rofitta della vicinanza dei nostri visi  e mi bacia proprio mentre stavo parlando! Di scatto mi infila la lingua in bocca e con le mani sulle miei spalle mi tiene stretta a lui c= on forza, tanto da farmi male. Poi mi lascia e allontana il suo viso dal mio, = mi sorride…e un bel cinquino in faccia non g= lielo leva nessuno! lui con il viso girato, io rimango immobile, con gli occhi fissi e la mano ancora alzata e soprattutto con la soddisfazione di avergli levato quel sorrisetto= del cazzo dalla faccia. Già, perché infatti era diventato serio, furioso, incazzato a bestia…come se fosse stata tutta colpa mia! Ha sempre fatto così, fin dai tempi delle elementari, quando io provavo per lui un affetto particolare, un attrazione che, a quell'epoca, chiamavo "amore".

Non gli rivolsi la parola per tutta la giornata. Ero furiosa, sconvolta, insicu= ra, incazzata e soprattutto avevo paura di perdere Goten. E' vero: non ci aveva visti nessuno perch&eacu= te;, essendo ancora presto, nessuno era arrivato di classe mia, eravamo solo io = e Trunks, e di certo Trunks= non avrebbe raccontato al suo migliore amico di aver baciato la sua ragazza!

Alla fine delle lezioni, ci trovavamo fuori dalla scu= ola. Goten (che avendo un anno meno di me e Trunks, che frequentavamo la seconda superiore, frequent= ava la prima) stava parlando con Trunks, poi vedendomi= mi venne incontro baciandomi innocentemente sulla bocca e miagolandomi dolceme= nte un "ciao". Io ero imbarazzata, soprattutto perché Trunks mi stava guardando. Riuscii a ritrovare il dono della parola e piano piano mi misi a parlare co= n Goten del più e del meno cercando di sfruttare= al massimo ciò che avevo imparato al corso serale di teatro, e cercando= di mettere in pratica un'improvvisazione più o meno= credibile ad un occhio inesperto e ignorante in fatto di palcoscenico. Poi gettai un occhiata dietro di lui, e non potei cr= edere ai miei occhi! Sicuramente mi ero sbagliata, avevo vist= o male, ma d'altronde ero troppo giovane per avere la cataratta. Purtroppo ci&ograv= e; che avevo visto era la realtà: Trunks si= era baciato con un ragazza…che fra l'altro non= era nemmeno la sua fidanzata. Va bene, infondo lo sapevo che lui era il tipo "le bacio tanto per far numero" ma il fatto che avesse baciato un'altra cinque ore dopo aver baciato me, mi fece sali= re un nervoso incontenibile che però dovetti per forza contenere. Adesso <= span class=3DSpellE>Trunks non mi guardava più. Rideva, scherzava = con quella ragazza e con altri amici e non sembrava nemmeno accorgersi che a po= chi metri da lui c'ero io.

Stetti male tutta la sera. Per tutto il tempo aspettai = invano una telefonata, un messaggio in cui lui mi faceva le sue scuse. Ma non successe nulla di tutto questo. Troppo orgoglio= so per chiedere scusa….

Mi misi a pensare ai dieci anni passati insieme. Al primo giorno di scuola in prima elementare, quando per la prima volta i miei occhi incontrarono i suo= i e mi innamorai perdutamente (per quanto una bambina delle elementari potesse innamorarsi perdutamente). Dopo due ore di lezione, all'intervallo mi prese da parte e mi disse con naturalezza: -mi piaci-

Io per vergogna risposi: -a me no-

Gli anni delle elementari furono pieni di litigi fra di noi, ma anche di bellissimi momenti di amicizia. Io però, rimasi sem= pre innamorata di lui. Lunga è la strada che ci ha portato ad essere migliori amici (o almeno così credevo!). Giocavo spesso con lui e co= n Goten e arrivati alla prima media, i sentimenti che n= utrivo per Trunks svanirono piano piano lasciando il posto a un curioso interesse nei confronti di Goten. Non fui capace di confessar= gli il mio amore fino a che io non andai al liceo, lui frequentava ancora l'ultimo anno delle medie. Solo a quel punto fui capace di dichiararmi, forse perché fino ad allora, non avevo capito d= el tutto cos'era quello strano tremore che mi sorprendeva quando parlavo con lui, op= pure quella voglia matta di accarezzargli i capelli, di sfiorargli il viso…forse, avevo solo paura di ammettere che LO AMAVO.

-Sciocchina- fu l'unica cosa che mi disse dopo la mia dichiarazione -perch&eacu= te; me lo dici solo ora? Sai quanti bei momenti avremmo pot= uto passare insieme?-

io lo guardai male pensando "cazzo! Se le cose stavano così poteva anche dichiararsi lui!"

-ma non è mai troppo tardi, giusto?- mi disse come se avesse intuito i m= iei pensieri

Così ci mettemmo insieme e trunks, migliore amico di entrambi, era come l'angelo custode del nostro amore, c= olui che riaggiustava i guasti che a volte si creavano fra noi, il testim= one della nostra relazione.

 

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Capitolo 2
*** capitolo1 ***


MIME-Version: 1.0 Content-Location: file:///C:/14C95629/Passaronoigiorni.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" Passarono i giorni, io non rivolsi la parola a Trunks per settimane anche se, essendo in classe insieme, a volte era inevitabile scambiare qual= che parola

Passarono i giorni, io non rivolsi la parola a Trunks per settimane anche se, essendo= in classe insieme, a volte era inevitabile scambiare qualche parola. Si tratta= vano comunque di cenni con la testa o tutt'al più di monosillabi. Io non riuscivo a perdonarlo. Va bene, era solo un bacio! Ma…ma dato da lui, cazzo!

Poi, dato che le disgrazie non vengono mai da sole, come se non bastasse anche c= on Goten le cose non andavano per il verso giusto. Lo amavo. Giuro che lo amav= o. Ma era tutto così complicato. 

Tuttora non so se le mie paure erano fondate…eppure all'epoca ne ero certa. G= oten mi voleva bene ma, infondo, era interessato ad un'altra. Non ne ho mai avut= o la conferma, spesso mi dicevo che non poteva essere possibile. E la cosa peggi= ore era che la persona che credevo fosse nel cuore di Goten era una mia carissi= ma amica, che studiava con me al corso di canto e soprattutto era la sua migli= ore amica. Eppure non ho mai saputo la verità, eppure tutte le volte che volevo chiedergli spiegazioni ed ero incazzata nera, bastava abbandonarmi f= ra le sue braccia per sciogliere il mio sguardo di ghiaccio e dimenticarmi di tutto. Perché non ero forte, non lo sono mai stata. Nonostante le apparenze ho sempre avuto paura di tutto e di tutti, e soprattutto di me st= essa e delle mie "uscite", dei miei attacchi di rabbia sempre nei mome= nti meno opportuni e della loro infallibile strategia per farmi rovinare tutto o farmi passare istantaneamente dalla parte del torto.

Una sera mi trovavo sola in camera a studiare alla mia scrivania; le candele su= lla mensola sopra di questa creavano sul muro strani giochi di ombre. Mi piaceva stare in camera con la sola luce delle candele. La stanza ne era piena. Sul= la mensola una fila di  28  di candele (28 perché era i= l mio numero preferito) lunghe e affusolate illuminavano una piccola parte della stanza, lasciando l'altra parte, ovvero quella vicino alla porta, nel buio più totale. Poi sul comodino due portacandele a forma di lampioni  e un altro a forma di lanterna contenevano dei piccoli ceri accesi. Solo quell'atmosfera, con l'aggiunta di qualche stecca d'incenso (ah, pensavo di Malboro NdAnnapisa)  accesa, riusciva a ridarmi la calm= a che ormai da giorni avevo perso. Poi, il rumore della porta che si apriva interruppe quella calma. Mia madre irruppe nella stanza con furia ed io rabbrividii per il contrasto creatosi fra calma e nervosismo.

-c'è Trunks, amore. Posso farlo entrare?-

rimasi un attimo in silenzio. Lui qui? E per quale motivo poi? 

Il fumo che la stecca d'incenso sulla mia scrivania creava bruciandosi formava davanti ai miei occhi strani cerchi profumati. Feci un respiro profondo qua= si per immagazzinare tutto il profumo e assaporarlo a poco a poco. Mi alzai

-no, vado io da lui- dissi a mia madre

Mentre uscivo dalla mia stanza buia mi salì un cerchio alla testa, forse pe= r il nervosismo, forse per tutto quell'odore d'incenso immagazzinata durante quel respiro.

-ciao- mi disse Trunks mentre io tentavo ancora di abituarmi alla luce della sala.=

-ciao, cosa c'è?-

-vorrei parlarti- mi sussurrò

ci pensai un attimo

-vieni- gli dissi -mamma, andiamo un attimo fuori- gridai

una volta fuori ci sedemmo sulla soglia del portone. Faceva freddo. Cominciai inevitabilmente a tremare. Gli scroccai una sigaretta e la accesi. dopo qua= lche tirata fatta nel più assoluto silenzio interrotto solo dal mio respi= ro affannoso a causa del freddo, con la sigaretta tenuta nella mano destra gli chiesi tremando

-allora?-

sorrise

-sai che le macchie di rossetto sulle cicche sono incredibilmente attizzanti?-

guardai la sigaretta e vidi il segno lasciato dal mio rossetto, non risposi; appogg= iai di nuovo la sigaretta sulle labbra che non riuscivano a smettere di tremare= . Io tremavo. Il freddo pungente mi penetrava nelle ossa e i muscoli si irrigidivano, mi stringevo sempre più nelle spalle tenendo la mano sinistra fra le gambe.

-sai- riprese lui serio -riguardo a quello che è successo…-

Finalmente si scusava! Finalmente era giunto il momento in cui mi avrebbe detto "facciamo finta che non sia successo nulla!" in cui io avrei potu= to tirarmela da paura e fargliela pagare. Non sarebbe stato facile per lui ottenere il mio perdono e sapevo che adesso avevo io il coltello dalla parte del manico.

-io non sono pentito- mi disse secco lui mandando a farsi fottere tutti i miei = silenziosi progetti di vendetta

I suoi occhi di ghiaccio mi fissavano impassibili, il gelido venticello gli scompigliava leggermente i capelli. Avrei voluto alzarmi e mollargli uno schiaffo. Ma non lo feci.

-sei insopportabile- gli dissi con disprezzo

-lo sei pure tu- mi rispose severo -quanti problemi ti fai? Eh? Una marea! E il rispetto per Goten, e i suoi sentimenti, e il tuo amore per lui…- Tru= nks stava urlando con voce bassa per non farsi sentire dai miei. Avevo capito b= ene: mi stava rimproverando! Lui! Lui stava rimproverando me!<= /p>

-come puoi dire di amare una persona? A quest'età! Io non ho mai amato nessuna, lo sai? E sono sempre stato bene, mi faccio chi mi pare senza ness= un tipo d'impegno e sono felice. Guardati: stai con un ragazzo e ogni giorno t= i preoccupi per qualsiasi scemata-

io lo guardavo interrogativo

-"Trunks ho paura che Goten mi lasci" "Trunks ho paura che Goten mi tradisca" "Trunks, secondo te a lui interessa solo portarmi a letto?"- continuò cercando di imitare la mia voce

-ogni mattina è così! soffri per quello e vieni da me a piangere!- = mi disse sprezzante

io ero ammutolita

-Cazzo! Ma se ti devi fare tutti questi problemi lascialo!-

silenzio

-sei un bastardo- dissi gettando il mozzicone di sigaretta a terra e espirando l= 'ultima boccata di fumo bianco

-forse. Ma sto dicendo le stesse cose che pensi tu!-

rimasi attonita: aveva ragione.

-io non ho mai pensato di lasciare Goten-

-e invece sì. È che non vuoi ammeterlo…-=

-vaffanculo-

-non hai più argomenti per difenderti e siamo passati alle offese?-<= /o:p>

-togliti quel fottutissimo sorrisetto dal muso o te lo spacco-

-che paura…-

-stronzo…-

Rimanemmo in silenzio. poi notai che Trunks si era fissato sulla capanna in mattoni davanti casa mia

-che ti prende?- gli chiesi

Senza dire nulla mi prese per un braccio e mi trascinò lì dentro. Nonostante avessi capito cosa voleva fare non opposi resistenza…non ne avevo voglia. Per me farmi fare da lui era lo stesso che tornare in camera = mia a studiare. Pensai a come ci sarebbe rimasto male Goten se fosse venuto a saperlo, a quanto gli stavo mancando di rispetto non opponendo nemmeno un briciolo di resistenza a Trunks ma sinceramente non me ne fregò più di tanto. Sorrisi al pensiero che quello che stavo facendo…fino a poco tempo fa la ritenevo la cosa più squallida= del mondo: sesso senza amore.

-vaffanculo- dissi piano mentre Trunks mi stava appiccicando al muro dentro la capanna

-grazie- rispose. Ma quel vaffanculo non era per lui! Era per Goten. Per i suoi disc= orsi del cazzo sul rispetto e per quelle promesse d'amore, sicuramente false, ch= e mi faceva. Per quei suoi "ti amo", per quei suoi "mi manchi&quo= t;, per tutte quelle puttanate che diceva a me ma che erano diretti alla sua migliore amica, per tutti quei fottutissimi momenti di merda che mi stava f= acendo passare.

Trunks mi stava spogliando con violenza ed io mi sentii piccola piccola pensando al fatto che, se un giorno avessi fatto sesso con Goten, sarei stata io a proporlo, a spogliarlo, a prendere il controllo di tutto. Io sotto qualcuno? Mai e poi mai! E invece Trunks mi aveva buttato per terra ed era salito sop= ra di me…io nemmeno ci facevo caso! Stavo pensando ai fatti miei. E ment= re lui mi sbatteva con violenza e veniva dentro di me io sorrisi di gusto pens= ando che quella non era altro che una vendetta cattiva e silenziosa nei confront= i di Goten, che il giorno seguente l'avrei guardato con aria di superiorit&agrav= e; provando per lui pena e allo stesso tempo disprezzo: cazzo bimbo, avevi a svegliarti prima! Io mi lasciavo fare da Trunks gemendo e urlando, prima dal dolore, poi dal piacere in un atto che nulla aveva di amore, ma che sembrava dire da tutte e due le parti: Goten vaffanculo!

 

Tornai in casa. Mi pervase un odore di caldo, di quando si mangia pane arrostito di fronte ad un camino acceso, l'odore che c'è nelle vecchie trattorie dalle pareti in mattone senza intonaco quanto tutti sono andati via. Quella sensazione di forte contrasto fra il caldo dei termosifoni che sa di polver= e e il profumato vento fresco di ottobre. Andai tranquilla in camera mia, la st= ecca d'incenso era finita e aveva lasciato ai suoi piedi un tubicino di cenere marrone. Le fiammelle delle candele continuavano a ballare silenziosamente. Tornata in casa tutto mi sembrava diverso. Io ero diversa, adesso non più vergine; la camera, le stanze…tutto aveva un odore, un col= ore, un'atmosfera diversa. E tutto visto da una diversa prospettiva. Quella notte andai a letto e dopo tanto tempo da un mese a quella parte dormii tranquill= a, soddisfatta…e la mattina seguente mi svegliai con il sorriso sulle la= bbra piuttosto che con un desiderio irrefrenabile di vomitare. 

 

 

 

 

 

 

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