Tempo di vacanze…

di MiaBlack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 la città è un forno ***
Capitolo 2: *** capòitolo 2: Bora bora ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: sole, spiaggia e bisticci ***
Capitolo 4: *** capitolo 4: cena ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ome mia amica, come mia partner e come mia... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 la città è un forno ***


Ammetto che solitamente non pubblico in agosto, siamo tutti in vacanza io sono fuori casa, quindi solitamente non pubblicavo, ma ovviamente mentre ero in viaggio con la mia migliore amica discutevamo sul fatto che avessi pubblicato il primo capitolo della storia del pargolo poco prima di partire e che quindi avreste dovuto attendere settembre per leggere il seguito. Mi ha dato della stronza ç_ç per averlo fatto. Agosto è sempre stato un mese arido per la pubblicazione visto che la maggior parte delle persone non è a casa e non segue le storie, questo ovviamente era un motivo validissimo prima dell'avvento dei nuovi cellulari super tecnologici che hanno la connessione. Ammetto che avevo rimosso questa possibilità, non pensavo che anche se siamo tutti al mare possiamo leggere e recensire col cellulare, così abbiamo deciso di pubblicare questa storia, che era già pronta da qualche tempo aspettavo solo il momento giusto per metterla. La storia è divisa in 5 capitoli più o meno lunghi tutti uguali La pubblicazione sarà UNA volta a settimana OGNI VENERDI' così da tenervi compagnia per tutto il mese di agosto mentre aspettate il secondo capitolo della storia del pargolo.

Quindi ora vi lascio alla storia e vi chiedo di commentare, sfatiamo il mito che in agosto il sito è morto!

 

Ultima cosa, sono una persona che scrive a tema, questa storia è stata scritta in una giornata brutta, che anche se il calendario segna luglio assomiglia di più ad un dicembre, vento, tuoni e fulmini. e ovviamente acqua a catinelle, con un mix del genere non poteva che uscire questa storia.

 

Tempo di vacanze…

 

Capitolo 1 la città è un forno

 

Quella era una giornata calda, caldissima, quasi torrida, era una di quelle giornate d’agosto in cui il caldo toccava livelli intollerabili.

Il caldo si era insinuato anche nel sottosuolo della vecchia fonderia. Erano i primi d’agosto e le stanze segrete sotto al Verdant erano silenziose, o quasi. Un grugnito si propagò per le pareti un attimo prima del rumore della barra di ferro che cadeva rumorosamente a terra.

Una ragazza bionda sedeva sulla poltrona davanti al computer lanciando fugaci occhiate al ragazzo che incurante del caldo asfissiante si stava allenando. Prese una cucchiaiata di gelato e se lo portò alla bocca, il refrigerio del fresco alimento durò poco. Felicity continuava a mangiare il gelato in silenzio cercando qualcosa da fare, era andata al covo sperando di trovare un po’ di fresco, essendo sotto terra quel posto doveva respingere il caldo, invece anche li si soffocava dal caldo.

Felicity sospirò annoiata, non aveva niente da fare, la Queen Consolidated era chiusa per ferie e anche i cattivi sembravano essersene andati scappando dal caldo della città.

Quel posto era stranamente vuoto, erano andati tutti in vacanza: Diggle con Layla, Thea e Roy e anche Sarah era andata in vacanza con sua sorella, insomma tutti avevano lasciato quella dannata città che si era trasformata in un forno, anzi era diventata l’inferno. Felicity guardò lo schermo del computer dove la foto di una spiaggia bianca e di un mare cristallino faceva bella mostra sullo schermo. Sospirò ammirando quella foto.

-Cosa hai? – Oliver era sceso dalla trave al soffitto ed era ricaduto a terra poco lontano da lei con un rumore sordo.

-Niente.- sibilò in risposta. Lui la guardò socchiudendo gli occhi e scrutandola attentamente, era chiaro come il sole che c’era qualcosa che non andava.

-Cosa c’è da guardare?- chiese irritata, lei odiava il caldo, il caldo la faceva sudare e i vestiti si attaccavano addosso e la pelle diventava appiccicosa.

-Okay, sarò anche lento a capire determinate cose, ma Felicity che ti prende?-

-Ho caldo. – rispose lei alzandosi dalla sedia e andando a prendere una bottiglia d’acqua fresca nel minifrigo che avevano messo. Oliver la guardò, quando era arrivata era intento ad allenarsi e non aveva notato come era vestita o meglio svestita: portava una canottiera rossa e un paio di shorts in jeans veramente corti, troppo corti per i suoi gusti; da quando Felicity aveva vestiti del genere nel suo armadio? Okay che faceva caldo, ma in quel modo stava attentando alla sua sanità mentale. La vide piegarsi per prendere la bottiglia da dentro il minifrigo, un imprecazione uscì dalle sue labbra, se non fosse arrivato preso il freddo avrebbe fatto qualcosa di veramente stupido.

-Okay… e poi? – chiese, cercò di guardare qualcos'altro che non fossero le gambe della ragazza, ma nonostante tutto il suo impegno l’occhio continuava a cadere li.

-Niente, mi annoio, sono qui da sola e sto morendo di caldo! Sono andati tutti in ferie e io sono qui a Starling city a cuocere in questa dannata città che si è trasformata in un forno. – continuava a non capire il problema, lei non lo guardava, il suo sguardo era puntato su qualcosa dietro di lui, seguii la direzione in cui guarda e capì, stava guardando lo schermo del computer dove una bellissima spiaggia troneggia su tutto lo schermo.

-Primo: non sei sola, ci sono anche io qui. – gli regalò uno sguardo di ammonimento, certo lui era li, ma a parte per lavoro loro non erano mai usciti insieme, nemmeno come amici, le poche volte che capitava c’era sempre Diggle con loro e parlavano di lavoro per la maggior parte del tempo.

-Secondo: Cos’è quella una spiaggia di Tahiti?- chiese indicando col capo lo schermo del pc.

-Bora Bora. – rispose lei con un piccolo broncio di disappunto, erano anni che voleva andare a Bora Bora e tutto per colpa di uno stupidissimo film che aveva visto con il suo ex ragazzo, dove il protagonista non faceva altro che dire che voleva andare a Bora Bora, così alla fine era diventato il suo chiodo fisso. Chiodo che non si era mai potuta permettere di soddisfare visto il prezzo del volo.

-Okay, andiamo. – Oliver lo disse con un tono così disinteressato e ovvio che spiazzò Felicity. La ragazza si voltò a guardarlo con la bocca leggermente aperta. Oliver le aveva appena proposto di andare a Bora Bora insieme? Si pizzicò il braccio, no, decisamente era sveglia. Se non stava dormendo allora c’era solo un'altra spiegazione a quello che avevano sentito le sue orecchie: il caldo le doveva aver danneggiato le orecchie o il cervello.

-Oliver tu non mi stai realmente proponendo di andare a Bora Bora insieme? – anche se la domanda le suonava stupida doveva farla, era ovvio che non glielo aveva proposto, non era in uno dei suoi soliti sogni, quella era la realtà.

-Si invece. – per la seconda volta in meno di due minuti Felicity rimase di nuovo a bocca aperta.

-Oliver, io… come… quando? Ma, non possiamo! – balbettò lei in modo sconclusionato, quella frase non aveva il minimo senso logico.

-Con l’aereo aziendale. Quando, beh dipende quante tempo ci impieghi a preparare la valigia. – le rispose lui guardando il suo orologio erano dieci del mattino, se fossero riusciti a partire entro un ora sarebbero riusciti ad arrivare per le otto la sera.

-Oliver non possiamo usare l’aereo aziendale, Isabel ci ha già accusato di volerlo usare per spassarcela. – gli ricordò lei, il ricordo di quello che disse la mora prima di imbarcarsi con loro per andare a Mosca era rimasto impresso a fuoco nella sua mente.

-Isabel è in vacanza e non tornerà prima di due settimane, se torniamo prima di lei non lo scoprirà mai.-

-Tu sei pazzo! E poi, vuoi veramente venire con me a Bora Bora? –

-Che c’è di male?-

-Oliver, non siamo mai andati da nessuna parte da soli. –

-Non è vero.- la corresse lui accigliandosi.

-Hai ragione, in missione quando Dig non ti parlava. Ma a parte in quell’occasione non siamo mai stati soli se non per lavoro. Tu vuoi passare veramente dieci giorni con me? Da solo? Non sai niente di me e se ti stanchi o non mi sopporti che fai? Sali sull’aereo e parti lasciandomi li? –

-Non essere assurda non ti lascerei mai li, tu sei mia amica, sei la mia partner, sei il mio braccio destro non posso fare a meno di te. E se dovessi irritarmi troppo con la tua parlantina assurda ti affogherò! –

-Tu..- iniziò indignata.

-Stavo scherzando. Forza a preparare la valigia io prenoto un bungalow e faccio preparare il piano di volo.- la spinse verso l’uscita del covo, incitandola a tornare a casa a preparare le valigie.

-Vuoi che me ne occupi io? – Felicity si fermò lei guardandolo, solitamente affidava a lei il compito di prenotare e di far preparare i piani di volo.

-No, tu vai a fare le valigie, ho esperienza di ragazze, ci starai una vita e voglio partire presto così da arrivare presto. –

-Okay…- Felicity uscì lanciando un ultima occhiata a Oliver.

 

Un ora dopo Felicity era all’aeroporto con Oliver, le valigie erano già state portate dentro l’aero. Stavano aspettando Oliver che aveva appena ricevuto una telefonata. Felicity continuava a guardare l’aereo e lanciava fugaci occhiate a Oliver, come se tutto dovesse finire male.

-Eccomi, scusa. Pronta? – Oliver aveva chiuso la chiamata e aveva rimesso il cellulare in tasca, Felicity smise di fissare l’aereo e spostò lo sguardo sul ragazzo accanto a lei.

-Oliver sei ancora in tempo. – esclamò mettendosi davanti a lui, bloccandogli così la strada per raggiungere l’aereo, lui si accigliò a quella frase.

-In tempo per cosa?- chiese cercando di guardarle il viso e non il seno che era praticamente fuori dalla canottiera.

-Se ci hai ripensato non ci sono problemi, io.. capirei. Voglio dire è un idea… -

-Geniale. Saliamo forza. – le passò un braccio attorno alle spalle e la fece girare puntando dritti verso le scalette dell’aereo. Lei stava per dire “folle” quella era realmente un idea folle, ma Oliver sembrava tranquillo e per nulla interessato a cambiare idea sul viaggio.


Le ore di volo parvero interminabilmente lunghe, Felicity lanciava sguardi fugaci ad Oliver il quale guardava fuori dal finestrino e sorseggiava da bere.

Felicity aveva provato a fare conversazione, ma non sapeva di cosa parlare con Oliver, lui era sempre così serio e riservato, così alla fine aveva deciso di lasciar perdere e si era messa a sentire un po’ di musica, mentre guardava il mondo sotto di lei passare.

 

La bionda si svegliò indolenzita, non si era nemmeno accorta di essersi addormentata, si stiracchiò, quel movimento fece scivolare la coperta che aveva addosso, non si ricordava di averla prima.

 

Oliver si era perso a guardare fuori dal finestrino, stava ancora cercando di capire per quale motivo le avesse proposto di andare li insieme, non che non volesse passare del tempo con Felicity, il problema non era assolutamente lei, il problema era il luogo, non Bora Bora di per se, ma l’idea di andare su un isola, anche se non era un isola sperduta nel nulla, era comunque una dannata isola circondata dal mare, dopo aver passato cinque anni su Lian Yu si era ripromesso di non andare più su un isola per il resto della sua vita, ma quando aveva visto l’espressione della ragazza le parole erano uscite dalla sua bocca prima ancora di poter collegare la lingua al cervello.

L’aero ebbe un piccolo scossone dato sicuramente da un vuoto d’aria, fu una frazione di secondo, Oliver non si spaventò, era abituato a volare, ma quello lo fece riscuotere dai suoi pensieri. Si voltò verso Felicity, non era stato molto carino con lei, le aveva proposto il viaggio e poi si era perso nei suoi pensieri ignorandola completamente. Quando la individuò gli scappò un sorriso, era seduta sulla sua poltrona dall’altra parte dell’aereo, era leggermente voltata verso il finestrino, aveva le cuffie e gli occhi chiusi, si doveva essere addormentata. Si alzò e prese una coperta coprendola attento a non svegliarla.

Diverse ore dopo la vide svegliarsi guardò la coperta e poi si voltò verso di lui. Si alzò e si avvicinò a lui.

-Grazie. – semplice e diretta, sorrise, non si aspettava niente di diverso da lei.

-Prego. – si sorrisero, lei lo guardava mordicchiandosi il labbro, indecisa su cosa fare.

-Siediti. – le fece Oliver indicando il seggiolino vuoto davanti a lui, era inutile che stesse dall’altra parte dell’aereo erano solo loro e c’erano tanti posti liberi. Felicity si accomodò davanti al ragazzo sorridendogli, dopo qualche minuto di silenzio sospirò rassegnata, non sarebbero riusciti a parlare.

-Quanto manca? – chiese cercando di rompere il ghiaccio, doveva pur esserci un modo per riuscire a parlare con Oliver senza che ci fosse di mezzo il lavoro.

-Un'oretta. –

-Che bello, non vedo l’ora di arrivare. – si avvicinò al finestrino e guardò giù, una distesa d’acqua infinita con qualche isola sparsa qua e la, quello a suo parere era il paradiso. Il ragazzo non poté fare a meno di sorridere vedendola così felice.

 

Continua...

 

agosto siamo tutti (o quasi) in ferie quindi mi sembrava giusto mandare anche loro in vacanze, alla fine a natale lavorano, per l'ultimo dell'anno lavorano, lavorano sempre poveretti almeno agosto lasciamoli riposare! ^.^

Perchè Bora Bora? Lo dice Felicity stessa, per via di un film, ovvero “xXx” Vin Diesel ripete per tutto il film che vuole andare a Bora Bora.

Più o meno o detto tutto ci vediamo VENERDI'!!

un bacione buone vacanze!

Mia

 

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Capitolo 2
*** capòitolo 2: Bora bora ***


Capitolo 2
 
Un ora e mezzo dopo i due ragazzi atterrarono, Felicity fu la prima a scendere dall’aereo: prese un profondo respiro, anche se l’odore puzzolente della benzina era forte, poté sentire il profumo del mare.
-Andiamo! – Oliver la precedette sorridendole, era proprio buffa alle volte.
Usciti dall’aeroporto una macchina era ferma ad aspettarli, caricarono i loro bagagli e salirono in auto.
Dopo un breve viaggio i due arrivarono al resort che li avrebbe ospitati.
-Benvenuti! – ad accoglierli c'era una ragazza molto carina che parlava un inglese fluido, sorrideva rivolta ai due.
-Buona sera, ci dovrebbe essere una prenotazione a nome Queen.- la ragazza scorse lo sguardo sul registro davanti a lei annuendo, li fece cenno di seguirla mentre un ragazzo prendeva le loro valigie. Uscirono dalla struttura e si ritrovarono su una passerella di legno che dava direttamente sulla spiaggia.
-E’ fantastico… - disse Felicity fermandosi un attimo a contemplare lo spettacolo davanti ai suoi occhi, il sole stava tramontando e tingeva tutto di rosso, la sabbia bianca era appena rosastra e il mare azzurro aveva preso i colori del tramonto: uno spettacolo da togliere il fiato.
-Andiamo, non ti fermare. – Oliver la prese per mano e la tirò dolcemente, camminarono su una passerella di legno che collegava i vari bungalow alla spiaggia, dove c'era la reception.
-Questo è il vostro. Venite. – la ragazza li fece entrare in una piccola casetta di legno sospesa sopra l’acqua. L’interno era sobrio ed elegante, non c’era niente di più dell’essenziale, un piccolo salotto che fungeva da ingresso, sulla destra c’è la cucina e sulla sinistra si poteva intravedere la camera da letto.
-La cucina è la, la camera è dall’altra parte il bagno è in camera e di qua c’è il terrazzo.- la ragazza aprì la porta finestra di vetro davanti a loro lasciando vedere lo spettacolo, il sole stava tramontando proprio davanti a loro.
-Bene buona permanenza… - si congedò la ragazza.
-Aspetti. Ha detto la camera? Una? Oliver? – ci aveva messo un po’ prima di capire cosa c’era che non andava in quella frase, ma il panorama l’aveva distratta.
-Avevo detto con due camere… - intervenne Oliver.
-Mi dispiace, forse ci sarà stato un problema con la prenotazione. Non abbiamo più bungalow con due camere. – la giovane li guardò dispiaciuta, anche se non riusciva a capire perché la coppia volesse due camere.
-Purtroppo ora siamo in alta stagione, non troverete posto…- i due si guardarono, c’era poco da fare a meno che non volessero dormire sulla spiaggia dovevano arrangiarsi.
-La ringrazio. -  la ragazza uscì scusandosi ancora per il disagio.
-Dai Felicity, pensa  al lato positivo... Sei a Bora Bora. – le fece notare lui sorridendole.
-Non pensiamoci ora, io ho fame e devo farmi la doccia.- quello era un problema più urgente, aveva fame, durante il volo aveva mangiato qualcosa, ma le era tornata fame ed ora più che sicura che anche Oliver avesse fame.
-Ci sarò qualcosa in cucina?-
-Non credo.-
Lasciarono il salotto e con lui anche il problema delle camere, in cucina trovarono solo un cesto di frutta, ma poi non c'era altro.
-Che facciamo?- chiese Felicity scoraggiata, non aveva voglia di uscire a cena, anzi non aveva proprio voglia di uscire a caccia di cibo, voleva farsi la doccia e rimanere li, il viaggio l'aveva distrutta.
-Tu fatti una doccia io vado a vedere se trovo qualcosa di commestibile. – propose Oliver.
-Okay. – se ne andò in camera tutta contenta, se quello era un sogno non voleva essere svegliata, era a Bora Bora con Oliver poteva desiderare di più? No. Si cibo, ma a quello ci stava pensando Oliver in quel momento.
Uscì dalla camere indossando un abito di cotone celeste, aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle  ad asciugarsi all'aria e camminava scalza alla ricerca di Oliver.
Oliver era appena tornato dalla sua caccia al cibo, era in cucina e dava le spalle alla porta, nonostante il suo super udito, non sentì i passi della giovane avvicinarsi.
-Ehy.- Oliver si girò e rimase immobile a fissarla, era veramente carina.
-Ehy. – rispose lui imbambolato.
-Cibo? – chiese lei cercando di sbloccare la situazione, avere lo sguardo di Oliver fisso su di lei la imbarazzava notevolmente, si sentiva come un animale allo zoo.
-Dovremmo accontentarci…- disse recuperando l’uso della parola e mostrandole una confezione di pizza surgelata, non era esattamente quella l’idea di cena, ma almeno non sarebbero morti di fame.
-Vai a farti la doccia, io intanto la metto in forno. –
 
Mentre aspettava che le pizze si cuocessero e che Oliver finisse di fare la doccia Felicity andò sul terrazzo, il mare era calmo e il sole era quasi scomparso  del tutto, era rimasto solo una piccola striscia rossa nel cielo ancora leggermente tinto di rosa. Le prime stelle iniziavano a comparire, Felicity si sposto su un lato della terrazza dove c’erano delle scalette e una piattaforma per tuffarsi. Si sedette immergendo i piedi in acqua, l'acqua era fresca: una piacevole sensazione, dopo il caldo che aveva patito in città, quel posto era il paradiso.
-Eccoti.- Oliver era comparso e si era fermato sulla soglia.
-Pensavo fossi scomparsa. – commentò lui sorridendole.
-Dove vuoi che vada? Oddio le pizze! – si alzò di scatto e corse dentro scansando Oliver che la guardava sorpreso, sperava con tutto il cuore di non averle bruciate.
-Per fortuna! – esclamò dopo aver tirato fuori le pizze, erano un po’ abbrustolite, ma ancora commestibili tutto sommato.
-Mangiamo in terrazza? – propose Oliver prendendo due bicchieri e una bottiglia di vino.
-Ci sto. - 
Felicity tornò dove era prima mettendo nuovamente i piedi in acqua e lasciandoli dondolare.
-Vieni qui? – chiese lei invitandolo a sedersi vicino a lei, si avvicinò e le si sedette accanto, tra di loro c'erano i pi atti con le pizze e i bicchieri.
-Brindiamo? – chiese Oliver passandole il bicchiere col vino.
-Brindiamo! – rispose lei facendo toccare i due bicchieri, cenarono silenziosamente ammirando il cielo riempirsi di stelle.
-Inizia a far fresco, forse è meglio se rientriamo. –
-Okay. Ci guardiamo un film? – propose, era ancora presto e poi Felicity aveva dormito per gran parte del viaggio, non aveva sonno.
-Okay, però il film lo scelgo io!- Oliver prese possesso del telecomando e iniziò a guardare cosa c’era in televisione. Iniziò a scorrere i vari canali mentre si sedeva sul divano accanto alla bionda.
-Non ci pensare neanche! – esclamò la bionda cercando di recuperare il telecomando, non avrebbe lasciato la scelta del film a lui.
-Iron Man! – esclamò, lo zapping si era fermato sul canale con quel film con orrore di Felicity.
-Oddio no! Cos’è una specie di modo per autocelebrarsi? - gli chiese lei sarcastica sedendosi sul divano senza però cercare di recuperare il telecomando.
-No! Mi piaceva il fumetto e da quando sono tornato non ho ancora avuto il piacere di vederlo. Ricordi? Quando è uscito io ero sull’isola. – Felicity roteò gli occhi scocciata.
-Come vuoi, uomini tutti uguali, non c’è niente da fare.- borbottò lei, più a se stessa che a Oliver.
-Perché? –
-L’avrò visto un milione di volte, il mio ex lo adorava, anche se poi credo l’abbia odiato.- gli spiegò stiracchiandosi e accomodandosi meglio sul divano. Oliver la fissava sorpreso, non si aspettava che Felicity avesse avuto un ragazzo, non che non fosse carina, lo era e anche molto, ma non riusciva a vederla fidanzata, da quando la conosceva aveva avuto un mezzo flirt con Barry, ma poi non l’aveva mai vista in compagni di un ragazzo. Il pensiero che qualcuno l’avesse toccata lo irritava.
-Ex? – chiese cercando di non apparire scontroso, quella parola gli lasciava l’amaro in bocca, non sapeva nemmeno lui per quale motivo.
-Si ex. A dire il vero entrambi i miei ex avevano una passione per questo film. –
-Entrambi? – la cosa ora era veramente irritante.
-Si, due. Quelli prima non saprei non era ancora uscito il film.-
-Okay, questo discorso non mi piace. – ammise lui facendo sollevare un sopracciglio a Felicity.
-Cosa non ti piace per l’esattezza? Il fatto che io abbia avuto dei ragazzi? Perché se è così ti faccio presente che tu, cambi una ragazza al mese e prima del tuo naufragio la media era una alla settimana e vuoi farmi la predica perché ho avuto dei fidanzati? – chiese lei, era veramente allibita dalla faccia tosta del ragazzo.
-Non ti sto facendo la predica, solo.. non mi piace ecco tutto. – rispose lui, quella conversazione stava prendendo una piega alquanto strana e pericolosa.
-Invece a me è piaciuto da morire vedere Isabel uscire dalla tua stanza in Russia. – sibilò lei, se ci ripensava sentiva ancora la rabbia montagli in petto.
-Te l’ho già detto, non voleva dire niente.- le ricordò lui, ogni volta che ci pensava si dava dell’idiota, il dolore che aveva letto negli occhi della ragazza lo faceva sentire in colpa, sporco come se avesse fatto qualcosa che non doveva fare.
-Appunto! Okay basta, non mi farò risucchiare in questa conversazione da te. – i due si zittirono e tornarono a guardare il film.
Quando sullo schermo comparve Pepper Potts, segretaria personale di Tony Starks, Felicity non potè fare a meno di sorridere, la scena dove i due ballavano era veramente dolce secondo il suo punto di vista.
-Cosa sorridi? –
-Non te lo dico. Non voglio discutere con te.- rispose lei cercando di smettere di sorridere, senza ovviamente riuscirci.
-Non mi arrabbierò promesso. -  l’attenzione del ragazzo di era spostata completamente su di lei.
-E’ imbarazzante. – ammise evitando di guardarlo.
-Perché? -
-Perché si… -
-Felicity, voglio saperlo, dai. –
-Sei maledettamente insistente. E va bene, ma non commentare okay? Non so come sia saltato fuori, ma ad un certo punto, il mio ex disse che tu eri un po’ come Tony… - iniziò lei, le guance si erano tinte di rosso e parlava senza staccare gli occhi dallo schermo.
-E’ assurdo.. io… -
-Ricco, playboy, sexy. Scomparso e poi riapparso.. – con questa frase stroncò le obbiezioni di Oliver sul nascere.
-Okay, si. Messa così mi somiglia un po’ ma non capisco. –
-Inizialmente ridevo e dicevo che Tony era un eroe che cercava di fare la differenza, mentre te eri solo interessato a spassartela. –
-Carina. – quella frase lo ferì, non gli piaceva che lei pensasse questo di lui, non gli era ben chiaro perché, ma non doveva vederlo in quel modo, lui era molto di più di quello che molti vedevano.
-Non sapevo ancora della tua doppia vita e tra l’altro non ti avevo mai visto ancora. Comunque il mio ex diceva anche che io gli ricordavo Pepper Potts l’assistente di Tony. – Oliver sorrise, effettivamente quel cretino del suo ex aveva ragione, per molti versi Felicity poteva ricordare Pepper Potts.
-Quando gli dissi che eri passato nel mio ufficio per chiedermi un favore è andato fuori di testa… Blaterava cose sconclusionate, litigavamo per qualcosa che non esisteva, alla fine ci siamo lasciati e dopo poco ho scoperto che eri Arrow.- Oliver si accigliò era rimasta sul vago e non aveva capito perché si erano lasciati.
-Cosa? Vi siete lasciati per un film?-
-Più o meno. Si era così fissato sul fatto che tu fossi Tony e io Pepper che si era convinto che tra noi sarebbe nato qualcosa… - spiegò lei imbarazzata, si era promessa di non raccontargli mai di questa cosa e invece eccola li a spifferare tutto.
-Ma che cavolo di ragazzi ti trovi? – chiese lui trattenendosi dal ridere.
-Beh scusa se non sono tutti perfetti come te.- rispose lei sarcastica e infastidita dal commento.
-Non intendevo questo, ma come si fa a lasciare qualcuno perché lo associ ad un film. – aveva detto qualcuno ma in realtà avrebbe voluto dire te, come aveva fatto a lasciare lei, lui non ne sarebbe stato capace.
-Non lo so.. –
-Beh mettiamola così, non ti sei persa nulla, uno che fa questi ragionamenti non vale molto.
-Già, e poi per essere Tony Stark ti manca una cosa essenziale. –
-Cosa l’armatura? – chiese lui sarcastico.
-No, l’audi R8!- rispose lei ridacchiando per la faccia di Oliver, mentre gli indicava lo schermo dove si vedeva Tony guidare la suddetta macchina,  inutile negarlo, aveva una vera passione per quell’auto.
-Mi spiace deluderti ho quella macchina. – rispose lui candidamente.
-CHE COSA? –
-Si nel garage. – rispose lui come se fosse ovvio che lui possedesse quell’auto.
-Vuoi farci un giro?- aggiunse.
-SI!-
-Quando torniamo a casa ti ci porto allora, contenta? –si morse il labbro sorridendo, quello era l’uomo perfetto, come faceva a impedire a se stessa di innamorarsi di lui.
-Grazie. – disse per poi allungarsi e dargli un bacio sulla guancia lasciandolo sorpreso ma felice.
 
I due si addormentarono sul divano mentre guardavano il film. Fu Felicity la prima a svegliarsi, nel sonno era scivolata addosso a Oliver. Si tirò su, il film era finito ed era tardi, dovevano andare a letto  se avessero passato la notte sul divano il giorno seguente si sarebbero alzati doloranti.
-Oliver… Oliver svegliati, andiamo a letto. – lui borbottò qualcosa nel sonno, ma non si svegliò.
-Oliver, dai. – lo scosse leggermente sperando di svegliarlo.
-Cosa? – chiese, la voce era leggermente impastata e gli occhi erano ancora chiusi.
-Andiamo a letto. – ripete lei osservando il ragazzo.
-Vai tu, io dormo sul divano…- si posizionò meglio e torno a dormire.
-Non ci pensare. Domani ti sveglierai a pezzi, non puoi dormire qui. Andiamo. –
-Felicity, ho dormito in posti più scomodi…-
-Oliver, non mi interessa se hai dormito su un letto di chiodi, il letto è abbastanza grande per entrambi, non vedo cosa ci sia di male se due amici dormono insieme. E poi non sono il tuo tipo quindi non corro rischi. – si alzò e se ne andò verso la camera così da nascondere il rossore sul suo viso. Oliver la guardò allontanarsi, le gambe scoperte dall’abito corto, i capelli sciolti: lei era decisamente il suo tipo: sexy e intelligente, quella era l’accoppiata che gli faceva perdere la testa.
-Felicity… - provò ancora.
-Muoviti o ti ci trascino con la forza. – la sentì dire dalla camera, sorrise: sexy, intelligente e determinata un mix perfetto.
 
Nel frattempo fuori, sulla terrazza accanto due persone parlavano a bassa voce.
-Che ne pensi? – chiese il ragazzo appoggiando le mani sulla balaustra di legno imprigionando così la ragazza tra le sue braccia.
-Che sarà divertente… - rispose la giovane guardando la luce del bungalow accanto spegnersi.
-Iniziamo domani? –
-Perché perdere tempo fratello. Quello è un bel bocconcino. – rispose lei divertita girandosi per poter guardare il volto del ragazzo che come lei stava sorridendo.
-Hai visto lei? Ancora meglio gli hai visti insieme? – sorrise divertito.
-Sei veramente perfido Gabriel.- gli passò le braccia attorno al collo continuando a guardarlo negli occhi senza smettere di sorridere.
-Andiamo a letto sorellina domani iniziano i giochi.-
-Lo farò cadere ai miei piedi. – fece la ragazza con un sorriso malizioso.
-Oh mi dispiace, sarò io il primo che riuscirà a far cadere ai miei piedi la biondina…-
-Una settimana…- i due fratelli rientrarono ridacchiando.
 
Continua....
 
Questa ha tutta l'aria di essere una scommessa!
Ammetto stavo guardando Iron man mentre scrivevo! ^.^ però è vero Oliver e Tony potrebbero anche assomigliarsi per certi versi!
Comunque a quanto pare la vita coniugale appena iniziata è già destinata a finire male, però forse saranno abbastanza intelligenti da non cascare nella trappola dei due fratelli.... o forse no! Speriamo in una botta di intelligenza!
Spero che vi sia piaciuto! Ditemi un po' come vanno le vostre vacanze?
Un bacione
Mia & compagna! XD (voleva salutarvi anche lei!)
 
Ricordo a tutti che su facebook mi potete trovare con il nome di MiaBlack EFP
Mi sebra superfluo dirlo ma Commentate mi raccomando!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: sole, spiaggia e bisticci ***


BUON FERRAGOSTO!!
 
Capitolo 3
 
Il mattino seguente Felicity si svegliò, il sole filtrava nella stanza attraverso le tende bianche che si muovevano a causa della leggera brezza. Aprì un occhio e vide qualcosa che la fece sorridere: Oliver dormiva pacificamente accanto a lei, sembrava tranquillo e rilassato, non l’aveva mai visto così sereno, solitamente aveva sempre quell’espressione seria e cupa, era così strano vederlo senza. Si alzò stando attenta a non svegliarlo e se ne andò a farsi una doccia veloce.
 
Uscì dalla camera chiudendosi la porta alle spalle così da non disturbare il ragazzo che ancora dormiva, uscì sul terrazzo, il sole era alto, il cielo era limpido non c’era nemmeno una nuvola e una leggera brezza le solleticava il volto.
-Buongiorno. – era talmente presa dallo spettacolo davanti a lei che non si era accorta di non essere sola, si voltò nella direzione della voce, sulla terrazza accanto alla sua c’era un ragazzo, gli occhi percorsero tutta la figura del giovane: pelle abbronzata, fisico muscoloso, capelli biondi e occhi di un azzurro intenso.
-Un angelo…- bisbigliò lei, il ragazzo le fece un sorriso bellissimo, ma non commentò.
-Sono Gabriel. – si presentò lui, il nome da angelo ce l’aveva.
Gabriel era fuori a osservare il mare e pensava a come procedere con la ragazza accanto quando lei era uscita, era stata una visione: i capelli sciolti si muovevano con la leggera brezza, gli occhi fissavano il mare davanti a lei, le labbra piene erano piegate in un sorriso, scese osservando il collo lasciato scoperto dai capelli, indossava una camicia bianca di lino che le lasciava scoperte le gambe lunghe e toniche.
-Ciao, sono Felicity.- rispose lei. La ragazza allungò la mano per stringere quella che il giovane le porgeva, ma invece di stringerla Gabriel la portò alle labbra baciandole il dorso.
-Oh… - commentò lei sorpresa da quel gesto così inusuale.
-Il piacere è tutto mio milady. Posso invitarti a colazione? – chiese lui sfoderando un magnifico sorriso.
-Ecco, veramente… - balbettò impacciata Felicity.
-Ehy Felicity?- sentendosi chiamare la bionda si voltò trovandosi faccia a faccia con Oliver ancora mezzo addormentato.
-Buongiorno. – lo salutò lei sorridente perdendosi a contemplare Oliver, il ragazzo indossava solo il paio di pantaloni con cui aveva dormito e aveva l'espressione più adorabile che potesse esistere, le ricordava vagamente un bambino.
-Buongiorno a te. E lui chi è? – chiese notando il ragazzo che continuava a guardare le gambe scoperte di Felicity, Oliver roteò gli occhi scocciato serrando la mascella infastidito dalla situazione, che problema aveva quella ragazza, perché non poteva coprirsi. Represse l'imprecazione che stava per uscire dalle sue labbra e decise di non fissarle le gambe nude non sarebbe stato una mossa intelligente se non voleva che i suoi istinti avessero la meglio sulla ragione.
-GABRIEL? Che fine hai fatto?! – la voce di una ragazza fece voltare il gruppetto, dalla porta fece capolino una ragazza che guardò i due come un predatore fissa la sua preda.
-Oh, vedo che hai fatto conoscenza. – gli occhi neri brillarono divertiti mentre scivolavano sul torace nudo di Oliver. Il ragazzo alzò un sopracciglio scrutando con interesse la nuova arrivata, la pelle leggermente abbronzata, i capelli erano lunghi e scuri, indossava un paio di pantaloncini e il pezzo superiore del costume.
-Lei è Natasha! – la presentò Gabriel passando lo sguardo da Oliver e Natasha.
-Fratellone io vado a farmi la doccia tu devi preparare la colazione. Ci vediamo in giro. – fece rivolta a Oliver lanciando un occhiata di superiorità a Felicity che la guardava infastidita.
-Si si ci penso io alla colazione… Povero disgraziato chi ti sposa! – urlò Gabriel per farsi sentire dalla ragazza che era ormai rientrata in casa, la risata di quest’ultima arrivò fino a loro.
-Beh credo che sia il caso di andare, dobbiamo fare colazione. – Oliver passò un braccio attorno alle spalle di Felicity spingendo quest’ultima in casa lontana dagli occhi maliziosi del ragazzo, il quale continuava a guardarle le gambe.
-Ci vediamo Felicity. –
-Ciao Gabriel. – rispose lei scomparendo in casa spinta da Oliver.
Oliver chiuse la porta della terrazza e guardo male Felicity.
-Mi spieghi che ti è passato per la testa? – chiese lui arrabbiato.
-Perché? Che ho fatto? Sono solo uscita in terrazza.- Felicity era sorpresa dalla reazione di Oliver, quando l’aveva visto uscire si era accorta di qualcosa di strano, ma non ci aveva dato peso, ora invece era furioso con lei per un motivo che lei non comprendeva.
-Conciata così? – chiese cercando di trattenere la rabbia, Oliver guardò la giovane guardarsi e arrossire paurosamente.
-Oddio, non ci avevo pensato! – nella fretta di farsi la doccia si era completamente dimenticata di prendere qualcosa da mettere così aveva afferrato la camicia di Oliver ed era uscita, la camicia chiara lasciava intravedere le mutande nere ed era tanto corta da coprirle a malapena il sedere, non poteva credere di essere rimasta a parlare con Gabriel praticamente nuda.
-Okay, vai a vestirti. – Oliver sospirò rassegnato dal comportamento di Felicity, la vide entrare in camera e chiudersi la porta alle spalle, quando era uscito e l’aveva vista parlare con quel ragazzo vestita in quel modo il sangue gli era andato alla testa, per un attimo l’idea di conficcargli una freccia nel torace di quel tipo gli era salita alla mente, poi doveva ammettere che l’arrivo della sorella l’aveva distratto, non era niente male, ma il pensiero di Felicity mezza nuda accanto a lui era difficile da allontanare.
 
Oliver si fece una doccia cercando di non pensare alla ragazza con addosso solo la sua camicia bianca.
Uscì dalla camera pronto per andare a fare colazione con Felicity.
-Pronto? – chiese lei sentendo la porta aprirsi.
-Si, andiamo? – Felicity uscì dalla cucina lasciando Oliver a bocca aperta, quella ragazza non avrebbe mai smesso di sorprenderlo. Felicity si era messa il costume e sopra aveva usato un pareo come un vestito legandolo dietro al collo, lasciò scivolare il suo sguardo sul suo corpo, da quando quella ragazza era diventata tanto carina, sentì la bocca asciugarsi e una fitta nelle parti basse, doveva smettere di squadrarle le gambe e anche il seno, doveva rimanere concentrato sul suo viso, ma anche li trovava difficile resistere alle sue labbra.
Nel frattempo anche Felicity squadrò Oliver, approvando mentalmente la scelta degli abiti, portava un paio di pantaloni al ginocchio marroni, maglietta e mezze maniche bianca e gli immancabili occhiali da sole, decisamente sexy, anche se avrebbe preferito vederlo come dire, meno vestito.
I due uscirono silenziosamente dal bungalow ognuno preso a gestire i sentimenti che l'altro aveva suscitato. Si incamminarono verso il bar vicino alla spiaggia, il bar aveva le pareti in vetro e si affacciava sul mare, i due si sedettero ad un tavolo che aveva una magnifica vista sulla sabbia e sul mare cristallino. Una cameriera lasciò loro il menù e si allontanò per lasciargli il tempo di decidere cosa ordinare.
-Okay, tutto questo è assurdo.- disse Felicity ad un tratto chiudendo il menù e guardando Oliver dritto negli occhi.
-Fare colazione è assurdo? – chiese lui alzando un sopracciglio.
-No, il fatto che non riusciamo a parlare. – rispose lei irritata cosa c’era di sbagliato in loro due, perché non potevano parlare tranquillamente del più o del meno come due persone qualsiasi.
-Noi parliamo. –
-No, tu solitamente parli e la maggior parte delle volte mi parli per dirmi cosa devo fare sia a lavoro che al covo. – ribatte lei. La cameriera arrivò e prende le loro ordinazioni interrompendo quella imbarazzante conversazione.
-Per me un caffè e dei pancake.. – ordinò Oliver tranquillamente.
-Per me solo un caffè. – chiese invece Felicity, la fame le era passata, ogni volta che si arrabbiava le passava l’appetito.
-Devi mangiare qualcosa. –
-Non ho fame Oliver. –
-Felicity… - disse usando il suo nome come un avvertimento, cosa che scocciò la ragazza.
-Oliver. – rispose con lo stesso tono, non doveva cedere, i due si guardarono un attimo dritti negli occhi, mentre la cameriera si allontanava per preparare il loro ordine.
-Non ti fa bene saltare la colazione. –
-Vuoi parlare delle mie abitudini alimentari? – chiese sorpresa, per poi aggiungere.
–Perché se è così staremmo avendo la nostra prima conversazione al di fuori del lavoro. – lo vide sbuffare.
-Anche ieri sera abbiamo parlato. – le fece notare lui, non gli piaceva quell’accusa.
-Ah già è vero, mi ero dimenticata, allora è la nostra seconda conversazione. –
-Felicity sei impossibile! –
-Impossibile è il mio secondo nome. – ribatté lei con un sorriso sarcastico.
-No quello è Megan. – Felicity lo guardò sorpresa, non si aspettava che lui lo sapesse.
-Come… - balbettò.
-L’hai detto una volta…- i due si studiarono in silenzio. La cameriera portò le loro ordinazioni e poi se ne andò lasciandoli soli a contemplarsi.
-Quindi mi ascolti quando parlo.-
-Si, so anche che: non sei bionda naturale… - iniziò lui sorridendole divertito mentre lei lo fulminava con lo sguardo.
–Ti intendi di vini. Ti sei laureata al MIT. Sei ebrea. Sai contare le carte. Soffri di vertigini. Sei allergica alle noci e odi gli aghi. – elencò lui cercando di ricordare tutte le cosa assurde che diceva nei momenti meno opportuni.
-Okay, sai qualcosa su di me, tutte cose molto profonde.- ribetté non si aspettava di aver parlato così tanto di se stessa, ma soprattutto non si aspettava che lui la stesse realmente ad ascoltare mentre parlava a vanvera.
-Perché non puoi semplicemente accettare il fatto che io ti conosca? –
-Perché sai tutte queste cose per io dico le cose mentre tu stai zitto e non racconti nulla di te.- sibilò lei sospirando.
-Senti finiamola qui è chiaro come il sole che ti sei pentito di avermi proposto questa vacanza.- sibilò lei.
-Okay, si va bene hai ragione, quando ti ho proposto di venire qui ho aperto bocca senza riflettere. – ammise lui, inutile continuare a mentire non sarebbe servito a niente.
-Ecco, ora possiamo fare colazione e tornare a casa, non voglio costringerti a passare le vacanze con me.-
-Non sei tu il problema. – ammise sospirando, al diavolo ormai erano li tanto valeva vuotare il sacco.
-E quale sarebbe il problema se non sono io?-
-Io… Non voglio tornare a casa. –
-Come vuoi… Io vado in spiaggia, quando ti sarai chiarito le idee sai dove trovarmi. – scocciata e molto dispiaciuta da quella situazione Felicity raccolse la borsa e fece per lasciare i soldi per pagare.
-Lascia stare.-
-Oliver non voglio che tu paghi per me. – non si sarebbe fatta pagare quella vacanza, era più che determinata a ripagarlo, ogni mese gli avrebbe dato qualcosa fino a che non avesse pagato la sua parte, non gli aveva detto di Bora bora per approfittarsi di lui.
-La spesa verrà messa sul nostro conto… -
-Come vuoi.- si allontanò senza guardarsi indietro, era stanca di quella situazione, stanca di Oliver che non le dicesse le cose, stanca soprattutto di se stessa e delle sue stupide aspettative nei suoi confronti, lui le aveva detto che erano amici, partner, poi l’aveva definita come la sua ragazza, anche se non nel senso letterale del termine, eppure non si comportava nemmeno come suo amico, si okay, se era in pericolo lui correva ad aiutarla, ma solo perché si sentiva responsabile nei suoi confronti, perché era stato lui a trascinarla in mezzo ai pericoli.
Felicity scese in spiaggia e prese una sdraio, si stese a prendere il sole ascoltando la musica, cercò di liberare la mente da Oliver e da tutti i problemi che a lui legati.
 
Rimase in spiaggia per tutta la mattinata cuocendo lentamente al sole spalmandosi spesso la crema per evitare di ustionarsi.
-Dovresti metterti all’ombra se non vuoi ustionarti…. –
Felicity sobbalzò visibilmente sentendo una voce al suo orecchio, spalancò gli occhi trovandosi seduta sulla sdraio, accanto a lei con un sorriso divertito c’era Gabriel che la guardava.
-Gabriel… mi hai spaventato. – fece togliendosi anche l’altra cuffia
-Scusa non volevo… Che ci fai qui tutta da sola? – le chiese lui continuando a guardarla con quel sorriso disarmante.
-Ecco io… prendevo il sole… -
-E il tuo ragazzo dove l’hai lasciato? – continuò lui chiedendolo con tono causale, come se non gli interessasse particolarmente quella risposta.
-Io non sono fidanzata. –
-E chi è il ragazzo con cui condividi il bungalow? –
-Un amico… - rispose, quella parola le lasciava l’amaro in bocca, amici, certo come no.
-Ah, pensavo foste fidanzati.- insistette lui, lei fece una smorfia risentita, non voleva parlare di Oliver, non voleva pensare nemmeno al ragazzo.
-Senti visto che sei single che ne pensi di fare un bagno con me? – lei sorrise era quasi pronta a declinare l’invito quando sentì in lontananza la risata di una ragazza, guardò dietro le spalle di Gabriel e vide qualcosa che la ferì profondamente: Natasha era in spiaggia e stava tirando Oliver per un braccio, le rideva e gli si strusciava addosso e lui non sembrava particolarmente scocciato dalla situazione.
-Va bene! – rispose lei prendendo la mano che Gabriel le porgeva, se Oliver poteva farsi tutte le ragazze che voleva davanti ai suoi occhi, lei poteva divertirsi con quel bel ragazzo.
Gabriel sorrise il loro piano stava andando a gonfie vele, la prese per mano e la tirò a se passandole un braccio intorno ai fianchi e iniziarono a camminare sulla spiaggia verso la parte opposta di dove erano Oliver e Natasha.
-Vieni prendiamo la mia maschera ti porto a vedere la barriera corallina. –
-Si, ho sempre voluto vederla. – esclamò lei sorridendogli raggiante.
-Fratellino dove vai di bello? – la voce da gatta morta della mora arrivò alle loro orecchie irritando Felicity, anche se aveva accettato l’invito solo per far vedere a Oliver che a lei non interessava nulla di lui, non voleva che lui la vedesse con Gabriel.
-Facciamo un tuffo, volevo mostrare a questo splendore la barriera corallina. – spiegò lui sorridendo alla sorella, lo sguardo di Gabriel era vittorioso, come se con quella mossa si fosse guadagnato la vittoria.
-Beh allora divertitevi. Noi invece andiamo a fare un giro, vero Ollie? – il ragazzo annuì sentendosi tirare in causa, ma i suoi occhi aveva studiato centimetro dopo centimetro tutto il corpo di Felicity coperto solo da un misero costume verde, alla fine però lo sguardo si era posato sulla mano ferma su i fianchi, se non la toglieva velocemente quel ragazzo si sarebbe ritrovato senza una mano,.
Felicity invece si mordeva l’interno del labbro per non commentare a quello stupido nomignolo con cui la mora aveva chiamato Oliver: Ollie, lo usavano anche le sorelle Lance e lei lo odiava, partendo dal fatto che sembrava parlassero di un bambino e non di un adulto di 29 anni, quel nome usato da Natasha gli provocava un ondata di rabbia, lo conosceva da poche ore e già si era presa la libertà di chiamarlo in quel modo, lei che invece lo conosceva da quasi due anni e che gli aveva anche salvato la vita ci mancava poco che lo chiamasse ancora Mr Queen.
-Gabriel andiamo? – chiese Felicity voltandosi verso il biondo con sguardo malizioso, al diavolo Oliver Queen e al diavolo i suoi addominali, gli avrebbe fatto vedere lei chi era e cosa si stava perdendo.
-Certo! Ciao ciao sorellina! Ti mostrerò la barriera corallina e molto altro ancora… - i due si allontanarono sotto lo sguardo di Oliver. Quella cosa non gli piaceva, il tono che il ragazzo aveva usato lasciava ben intendere le sue intenzioni.
-Andiamo, mi hai promesso che saremmo andati a fare un giro. –
 
Continua
 
Eccoci! Sono stata brava! Oggi la connessione a collaborato più dell’altra volta!! ^.^ Non sapete che gioia!
 
Gabriel e Natasha si sono già messi all’opera per rovinare le vacanze ai nostri due tesori, ma se i due avessero un po’ di intelligenza forse riusciranno a liberarsi di loro!
chi sarà più intelligente Oliver e Felicity o Natasha e Gabriel?
 
Spero che vi sia piaciuto!
Scappo a iniziare i preparativi per la festa che si tiene qua dove siamo noi!!
Baciiiiii
Mia

Ps La storia del pargolo sta proseguendo!!

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Capitolo 4
*** capitolo 4: cena ***


Capitolo 4
 
Entrambi passarono una giornata piacevole in compagnia dei loro vicini di bungalow.
Felicity aveva visto la barriera corallina, Gabriel si era rivelato un bravo cicerone, le aveva mostrato tutto ciò che c’era sotto l’acqua e Felicity era stata più che felice di passare del tempo con lui. Aveva passato una bella giornata e per qualche ora era riuscita a non pensare a Oliver e al suo comportamento.
-Stasera ceniamo insieme? – le chiese Gabriel davanti al bungalow, si stavano salutando anche se lui non sembrava intenzionato a mollare.
-No, stasera no. Sono stanca. – quella era la scusa più vecchia del mondo, la verità era che le sarebbe piaciuto passare un po’ di tempo con Oliver, sempre se lui si fosse degnato di tornare a casa.
-Okay come vuoi.- si vedeva chiaramente la delusione di Gabriel dipinta sul volto.
-Grazie per avermi accompagnato a fare la spesa. –
-Di nulla, un giorno mi preparerai qualcosa di buono vero? –
-Può darsi… - si salutarono poi Felicity entrò.
Nel bungalow non c’era nessuno Oliver non era ancora tornato, sicuramente era ancora fuori insieme a Natasha. Decise di non pensarci e di farsi una doccia veloce prima di preparare qualcosa da mangiare.
 
Anche Oliver aveva passato una bella giornata, anche se al contrario di Felicity, la ragazza era stata il suo chiodo fisso, qualsiasi cosa facesse o dicesse non riusciva a non pensare a lei che era chissà dove con quel Gariel a fare chissà cosa. Natasha era stata una buona compagnia, gli aveva mostrato l’isola e l’aveva intrattenuto fingendo di non accorgersi che con la testa era tutta da un'altra parte. Quando finalmente si lasciarono Oliver tornò al bungalow, il sole stava iniziando a tramontare e illuminava di rosso il salotto, si guardò attorno sperando di individuare Felicity.
-Ehy. – Felicity era sulla soglia di cucina che lo fissava imbarazzata.
-Ehy. – si sentiva stupido, possibile che loro due non sapessero dirsi altro? Forse Felicity aveva ragione, lui non era capace di fare un qualsiasi discorso non inerente al lavoro con lei.
-Sei qui. – riuscì a dire lui suonando patetico anche alle sue stesse orecchie.
-Già, stavo preparando la cena. – rispose indicando il tavolo in salotto apparecchiato per due.
-Ah… Allora… -
-Se vuoi farti una doccia e cambiarti, c’è tempo, ancora non ho buttato la pasta. Sempre che tu non abbia qualche impegno con Natasha. – il nome della ragazza fu accompagnato da una smorfia di disgusto, chiaro segno del fatto che non apprezzasse la giovane.
-Vuoi… Pensavo… - balbettò, Felicity sorrise divertita, non aveva capito nulla di quello che voleva dire, ma sentire Oliver Queen balbettare era un evento più unico che raro.
-Se hai già impegni non c’è problema, capisco… - fece per tornare in cucina a spegnere l’acqua era inutile continuare a cucinare, se doveva cenare da sola, quello che aveva già preparato le sarebbe bastato.
-No… Cioè, non ho impegni, pensavo cenassi con Gabriel. – scosse la testa, l’idea a lei non l’aveva nemmeno sfiorata, aveva passato una bella giornata con lui, ma avrebbe preferito passare con Oliver.
-No… Non ci ho nemmeno pensato. Fatti la doccia io finisco di preparare. – lui annui e se ne andò in camera sorridendo, era raro vederlo sorridere e quando lo faceva, lo faceva perché era Felicity a farlo sorridere.
 
Felicity torno in cucina felice, Oliver non era andato a cena con Natasha, era tornato a “casa” anche se era convinto che lei non ci sarebbe stata, questa era una piccola vittoria ottenuta su quella gatta morta di Natasha, odiava quel nome, le ricordava la sua ex compagna di stanza all’università, poteva un nome determinare una persona? A quanto pareva si, visto che entrambe le ragazze erano pronte a saltare addosso ai ragazzi che interessavano a lei.
Presa dai suoi pensieri omicidi non si accorse dell’arrivo di Oliver in cucina, il ragazzo la osservò per un po’, lei gli dava le spalle e affettava i pomodori con un gesto deciso e pericoloso, come se fossero la testa di qualcuno che le stava particolarmente antipatico.
-Sei pericolosa con quel coltello in mano. –
La voce di Oliver la strappò via dai suoi pensieri spaventandola, il coltello le scivolò dalla mano ferendola.
-Ahi! – esclamò portandosi la mano sana su quella ferita.
-Felicity! – in due passi Oliver la raggiunse controllandole la mano, il coltello le aveva aperto il palmo con un taglio che partiva dal pollice e arrivava fino all’indice.
-Come diavolo hai fatto? – chiese lui arrabbiato, possibile che si dovesse sempre far male, le mise la mano sotto l’acqua fresca. La guardò in viso, gli occhi erano chiusi, serrati dal dolore, il viso era cereo. Le esaminò rapidamente la ferita.
-Ascoltami… non è niente di grave, è solo un taglio nemmeno profondo.- afferrò il canovaccio posato sul ripiano della cucina e lo avvolse attorno alla mano ferita.
-Vieni a sederti. – Felicity continuava a tenere gli occhi chiusi, lei odiava il sangue, ogni volta che ricuciva Oliver si chiedeva come facesse a non svenire. Oliver l’accompagnò sul divano e la lasciò a sedere mentre lui andava a prendere l’occorrente per il primo soccorso; la medicò con attenzione e cercando di farle meno male possibile, per fortuna il taglio non era profondo, lo pulì e poi le fasciò la mano, il tutto venne fatto in silenzio, Felicity continuava a tenere gli occhi ben chiusi.
-Fatto… Puoi aprire gli occhi, non c’è più nemmeno una goccia di sangue. - 
-Grazie.-
-Meglio se mangi qualcosa prima che svieni per terra. –
-Si è meglio… -
L’aiutò ad alzarsi e se ne andarono in cucina dove Felicity aveva già apparecchiato la tavola. Iniziarono a consumare la cena in silenzio.
-Sei veramente brava. – commentò Oliver dopo un po’. Il silenzio tra i due era diventato pesante soprattutto dopo l’accusa di quella mattina, era vero, lei aveva ragione, loro non parlavano se non di lavoro, quelle poche cose che lui sapeva su di lei le aveva sapute perché lei se le era lasciate scappare durante la pianificazione delle loro missioni.
-Esigenze di sopravvivenza. Non tutti si possono permettere un cuoco. – rispose lei divertita, il viso finalmente aveva ripreso un po' di colore.
-Anche io ho imparato a cucinare per il tuo stesso motivo… - rispose Oliver guardandola, non sembrava infastidito solo divertito.
-Non sei simpatico Queen. –
-Però stai sorridendo. E’ già qualcosa. –
-Ho imparato all’università, ero lontana da casa. – spiegò lei gustandosi un altro boccone di pesce.
-Inutile dirti che ho imparato sull’isola, sono bravo a cucinare il pesce. –
-Beh dovrò crederti sulla parola, solitamente se mangiamo insieme andiamo a mangiare un panino da Belly burger. –
-Detto così non ci faccio una bella figura. – commentò lui.
-Abbiamo cose più importanti da fare… Dobbiamo salvare la città. – rispose lei, ci mancava solo che Oliver si sentisse in colpa perché non l'aveva mai portata a cena fuori.
Continuarono a cenare tranquillamente, l’imbarazzo iniziale passò, i due continuarono a chiacchierare di tutto e di niente.
-Che vuoi fare dopo cena? – chiese Oliver sparecchiando, Felicity aveva provato ad alzarsi, ma Oliver glielo aveva impedito, lei aveva cucinato e si era anche ferita, non le avrebbe lasciato riordinare.
-Mi piacerebbe un bagno al chiaro di luna, ma credo che dovrò rimandare. – rispose mostrando la fasciatura alla mano.
-Non è divertente come puoi immaginare, non vedere cosa c’è sotto rende il tutto molto ansioso. – spiegò lui mentre caricava la lavastoviglie suscitando un sorriso divertito alla ragazza.
-Cosa c’è? –
-Tu che metti i piatti in lavastoviglie è una cosa che… troppo strana. – spiegò lei alzandosi per aiutarlo.
 
Finito di riordinare se ne tornarono sul divano, Felicity era stanca, dopo una giornata in mare sentiva gli occhi pesanti e la stanchezza stava avendo la meglio su di lei.
Quando aveva proposto di guardare la televisione Oliver non aveva battuto ciglio, si erano buttati sul divano e avevano messo un film, questa volta a sceglierlo era stata Felicity.
-Perché the avengers? – chiese Oliver osservando il film.
-Perché piace a me. – spiegò lei mettendosi più comoda sul divano accarezzandosi la mano ferita.
-Ti fa male? – le chiese lui prendendola tra le sue.
-No.-
-Meno male.- rispose senza lasciare la presa sulla sua mano.
-Sono proprio un impiastro. – commentò lei appoggiandosi al divano, teneva gli occhi chiusi godendosi la sensazione della mano di lui che le accarezzava la sua.
-Almeno non ti sei fatta niente di serio. Un paio di giorni e sarai come nuova. –
-Grazie. –
-Per una volta ho potuto ricambiare il favore. –
-Beh senza offesa ma… Preferisco che tu non lo faccia… - quando si rese conto di quello che aveva detto spalancò gli occhi e lo guardò, era dispiaciuto ed era ben chiaro perché.
-Cioè non che tu non sia bravo a fare l’infermiere… No aspetta. Nel senso, che preferisco non affettarmi di nuovo. – aggiunse rapidamente diventando rossa come un peperone.
-Siamo d’accordo… - rispose lui sorridendole.
-Quanto è geniale Tony Stark! – esclamò Felicity tornando a guardare il film.
-Mi spiegate come potete voi ragazze andare dietro a uno del genere? – chiese lui roteando gli occhi infastidito.
-Perché che ha di male? È un gran figo. Certo non so se mi farei una famiglia con uno che cambia ragazza con la stessa frequenza con cui io mi cambio i vestiti. – spiegò lei, quella era una piccola frecciatina diretta a Oliver che sicuramente era andata a segno, ma non era ancora soddisfatta, sapeva fare di meglio.
-Certo che però ragazzi come quelli non vanno dietro a quelle come me, preferiscono quelle facili da portarsi a letto, che puntano solo ai loro soldi o alla loro fama... Squallide.-
-Sembri gelosa… - commentò lui, aveva socchiuso gli occhi e stava studiando la sua reazione, la sentì irrigidirsi, ma il suo volto era una maschera di indifferenza, sarebbe stata molto più brava di lui a poker.
-Non vedo perché? Tony Stark non esiste… - rispose semplicemente sfoderando un sorriso beffardo, non era caduta nella trappola. Oliver aveva appena provato a far ammettere alla ragazza che lei era gelosa di Natasha, ma quella biondina era troppo furba.
-Invece di ragazze facili ce ne sono tante… - commentò lui, non sapeva bene nemmeno lui perché continuasse quella discussione.
-Ne è pieno il mondo. – concordò lei tenendo gli occhi puntati sullo schermo della televisione.
A metà film Oliver si alzò dal divano e uscì sulla terrazza, aveva sentito dei rumori ed era andato a vedere cosa fosse. Appoggiata alla balaustra della terrazza di fianco trovò Natasha vestita solo con una camicia bianca semitrasparente.
-Ollie! – esclamò lei tutta sorridente vedendo il ragazzo fuori.
-Natasha. – rispose lui sorridendo.
-Non sei uscito?-  chiese sbattendo i suoi occhioni in modo languido, Felicity aveva ragione, le ragazze facili erano ovunque, ma qual tipo di ragazze erano meglio di loro per fa ingelosire le ragazze giuste.
-No, abbiamo preferito rimanere a casa questa sera. –
-Che peccato, ci sono un sacco di locali carini dove andare. Perché domani non uscivamo insieme! –
-Io…- per quanto l’idea di far ingelosire Felicity lo attirasse, l’idea di passare del tempo con Natasha non lo attirava più di tanto.
-Eddai, Gabriel mi ha detto che domani ha deciso di andare in barca con Felicity, perché vuoi stare qui da solo? – non era affatto vero, i due non avevano alcun programma per il giorno seguente, ma quello era il modo più facile per far si che il ragazzo accettasse il suo invito così che il suo piano andasse a buon fine.
-Va bene.-
 
Continua
 
Povero il nostro Oliver è caduto completamente nella trappola di Natasha. Però è stato carino e coccoloso a non andare a cena con la mora, guadagna quasi punti!! ^.^
un bacione ci vediamo venerdì prossimo con l’ultimo capitolo… anche agosto è ormai finito e arriva Settembre chi ha voglia che arrivi settembre io no per nulla!
Un bacione
mia

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ome mia amica, come mia partner e come mia... ***


capitolo 5

 

Passarono cinque giorni dal loro arrivo sull’isola i due ragazzi si parlavano a malapena, Felicity era arrabbiata per essere stata abbandonata per Natasha, il fatto di essere andati li insieme non voleva dire che dovevano passare tutto il tempo insieme, ma oltre quelle due cene i due ragazzi non avevano fatto niente, si incontravano nel bungalow giusto per cambiarsi, Oliver aveva passato le notti sul divano così da non disturbare Felicity con la sua presenza.

Il piano di Oliver era semplicemente quello di far ingelosire un po’ la ragazza, ma la situazione gli era sfuggita di mano e il piano gli si era ritorto contro. La bionda non solo sembrava disinteressata da quello che faceva, ma le sue azioni l’avevano spinta tra le braccia di Gabriel, finendo per essere lui quello geloso.

 

-Un soldino per i tuoi pensieri! - Gabriel si sedette sulla sdraio di Felicity porgendo alla ragazza un bicchiere pieno di un liquido colorato con fette di frutta con tanto di ombrellino su un lato.

Il cielo era pieno di stelle e il mare calmo rifletteva la luce della luna.

-Grazie.- rispose lei regalandogli un sorriso un po’ stiracchiato.

-Allora? – la incitò lui sorseggiando la sua bevuta. Felicity osservava il mare davanti a loro con un piccolo broncio, quella non era esattamente la vacanza che si era immaginata mentre preparava la valigia.

-Lascia stare. – rispose lei con una piccola smorfia, Oliver era arrivato accompagnato dall’immancabile Natasha.

-Non mi dire… ti piace Oliver? –

-No! – rispose subito lei voltandosi verso di lui. Gabriel puntò i suoi occhi azzurri su di lei.

-Okay, allora non ci sono problemi se faccio questo. – commentò lui. Gabriel le accarezzò la guancia e si avvicinò per baciarla.

-Gabriel… - bisbigliò a fior di labbra, non sapeva nemmeno lei cosa volesse, era combattuta una parte di lei diceva di no, che in quel modo stava tradendo Oliver, ma un'altra parte di lei diceva di mandare Oliver a quel paese e di reclamare un po’ di felicità. Chiuse gli occhi per assaporare quel bacio, ma così facendo l’immagine dell’amico si sovrappose a quella di Gabriel, non c’era niente da fare Oliver non voleva proprio uscire dalla sua testa. Felicity fece per tirarsi indietro, non voleva baciarlo mentre pensava ad un altro.

-Io no… -

-Shhh! – Gabriel ignorò le lievi proteste di Felicity, la strinse per i fianchi avvicinandola a lui e la baciò.

-MMHH! NO! – fece lei cercando di spingere via il ragazzo.

-Lasciala! – la mano che la teneva i fianchi la lasciò e la pesante presenza del corpo del ragazzo su di se scomparve. Aprì gli occhi per vedere cosa era successo, rimase a bocca aperta, non si aspettava di vedere una scena del genere.

-Oliver! – urlò lei cercando di bloccarlo. Oliver era andato in suo soccorso, aveva tirato due pugni in faccia a Gabriel e non sembrava intenzionato a fermarsi.

-Se una ragazza dice di no, è no! – sibilò infuriato.

-Oliver così lo ammazzi. Lascialo stare! – Felicity gli afferrò il braccio prima che potesse colpire nuovamente Gabriel. Provò a trascinarlo via, ma era più difficile del previsto: Oliver era veramente arrabbiato e sembrava non accorgersi della bionda aggrappata al suo braccio.

-Oliver! – urlò lei. Finalmente l’attenzione di Oliver si riversò sulla ragazza che lo guardava spaventata.

-Ti prego lascialo stare. – mormorò quasi implorante, tremava leggermente, spaventata dalla furia che Oliver aveva dimostrato.

-Andiamocene. – il braccio di Oliver si avvolse alla vita di Felicity tirandola vicino a se e allontanandosi dai due.

Rientrarono nel bungalow in silenzio, Oliver l’accompagnò in camera, dopo essersi assicurato che stesse bene, rimase li per un po' aspettando che si calmasse e riuscisse ad addormentarsi. Quando finalmente Felicity si addormentò, Oliver se ne andò in salotto a dormire sul divano che negli ultimi tempi era diventato il suo letto.

 

Era notte fonda, Oliver si svegliò infastidito da alcuni rumori provenienti dalla camera da letto, la vita sull'isola l'aveva reso particolarmente sensibile ad ogni rumore, si mise seduto sul divano già vigile, il rumore era leggero, ma persistente, si alzò e si avvicinò alla stanza. Felicity dormiva, si lamentava borbottando qualcosa di incomprensibile, rigirandosi nel letto.

-No… TI prego no… Oliver… - si accigliò ed entrò. Felicity dormiva, stava sognando e lo stava chiamando nel sonno.

-Oliver no, non farlo. Non per me… - si accigliò chiedendosi cosa stesse sognando la giovane.

-Felicity, ehy, è solo un sogno svegliati.- le accarezzò il viso cercando di svegliarla dolcemente. La vide aprire gli occhi e cercare di mettere a fuoco il suo volto.

-Oliver?! –

-Ehy, hai fatto un brutto sogno. – le spiegò lui spostandosi.

-Che stavi sognando? – chiese.

-Non ricordo… - mentì, ricordava bene cosa stesse sognando: lei che si metteva in pericolo e Oliver che andava a salvarla rischiando la sua vita.

-Ehy, è tardi riposa. –

-Rimani qui con me? – chiese ringraziando mentalmente il buio pesante che c’era in quella stanza.

-Felicity…-

-Ti prego. Io, so di essere un impiastro che finisce solo nei guai, ma…- Oliver azzerò le distanze tra loro, si sedette sul letto e l’abbracciò stretta.

-Ehy, non sei un impiastro.. Okay forse un po’, ma sei il mio impiastro… –

-Rimani qui. –

-Ti terrei sveglia io… -

-So che fai brutti sogni… e non sei l’unico, rimani qui. – Felicity lo stava praticamente pregando di rimanere con lei, non voleva dormire da sola, non aveva più la forza di affrontare i suoi incubi da sola era stanca di combattere tutte le notti con la paura di perderlo.

-Fai spazio. – si spostò lasciandogli lo spazio per stendersi accanto a lei, Oliver l'abbracciò stringendola tra le sue braccia cercando di proteggerla dai suoi incubi.

 

Il sole sorse e illuminò la stanza, i due ragazzi dormivano tranquilli abbracciati, il primo a svegliarsi fu Oliver che si trovò Felicity accoccolata al suo petto, i capelli le coprivano leggermente il viso, le labbra erano appena aperte, il tutto le regalava un espressione angelica.

Oliver rimase a letto a coccolare la ragazza per un po’, era un momento così tranquillo e pacifico che raramente si sarebbe ripetuto, avrebbe voluto che il tempo si fermasse che i suoi problemi rimanessero fuori da quella porta per sempre, ma la realtà reclamava la sua attenzione. Lentamente senza svegliare la bionda Oliver uscì dalla stanza prendendosi ancora un momento per osservarla beatamente addormentata.

Quando Felicity si svegliò trovò l’altra metà del letto vuoto, il materasso era fresco segno che Oliver doveva essersi alzato già da un po’. Uscì dal letto indossando la camicia che Oliver aveva lasciato appoggiata all’armadio, adorava indossare la sua camicia, profumava di lui ed era come se la stesse abbracciando.

Usci dalla stanza in punta di piedi guardandosi attorno, la portafinestra che dava sul terrazzo era aperta, le tende bianche erano mosse dal vento sbirciò fuori sperando di trovarlo a contemplare il panorama, ma lui non era li, dei rumori dalla cucina attirarono la sua attenzione. Attraversò il salotto e si affacciò in cucina dove trovò Oliver intento a ripulire il disastro che aveva appena combinato.

-Avevi detto che sapevi cucinare.- lo prese in giro lei, Oliver era chinato a raccogliere qualcosa che gli era caduto mentre i pancake sul fuoco bruciavano.

-Non volevo svegliarti.- ammise lui spegnendo i fornelli e buttando il cibo bruciato.

-Non l’hai fatto. Che stavi combinando? – chiese avvicinandosi.

-Volevo prepararti la colazione. –

-Per me? – chiese lei sorpresa, ma felice di ricevere quelle attenzioni dal ragazzo. Sul tavolo c’era un vassoio di legno con sopra due bicchieri con il succo.

-Grazie! – lo abbraccio e gli diede un bacio sulla guancia.

-Ti do una mano!- si propose lei.

Iniziarono a cucinare insieme ridendo e scherzando come due qualsiasi amici, non c’era tensione, non c’era imbarazzo, qualunque cosa li avesse bloccati fino a quel momento era scomparso.

-Credo che quello che mi hai raccontato l’altra volta sia stata una bugia. – commentò Felicity sedendosi al tavolo apparecchiato e imbandito di cose da mangiare.

-Stai mettendo in dubbio che io sappia cucinare? – chiese Oliver fingendosi offeso, ma sorridendole comunque.

-Cosa dovrei pensare hai bruciato metà della colazione. – rispose lei divertita.

-Okay va bene, non ho fatto bella figura con la colazione… ma potrei sempre riscattarmi con la cena? –

Felicity alzò gli occhi dal suo piatto per fissare Oliver, il quale però non la stava guardando, si fingeva particolarmente interessato al suo caffè.

-Mi stai invitando a cena? – chiese sorpresa lei.

-Solo se accetti. –

-Accetto. Quindi? -

-Allora te lo chiedo, ceniamo insieme? – si sorridevano divertiti.

-Va bene. Ma non è che mi avveleni? –

-Hai molta fiducia in me!- le fece notare lui risentito.

-Io mi fido di te. So che posso fidarmi e me lo hai dimostrato in più di un occasione. Solo che non ispiri fiducia in cucina! – ridacchiò lei indicando la cucina dove gli esperimenti falli di Oliver giacevano nel secchio dell’immondizia.

-Donna di poca fede.-

 

***

 

 

-Oliver tutto questo è assurdo. Che stai combinando! – chiese Felicity.

Oliver le aveva vietato di entrare in casa per tutto il pomeriggio e così lei si era limitata a stare sul terrazzo e a nuotare attorno a casa, non voleva andare in spiaggia, non voleva rischiare di incontrare Gabriel o Natasha.

Ad una certa ora Felicity si era fatta la doccia e si era cambiata. Oliver era entrato in camera e le aveva chiesto se si fidava di lui sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.

-Manca poco.- la rassicurò lui.

-Non è divertente Oliver, non mi piace essere bendata e portata chissà dove.-

Oliver le aveva legato una benda scura attorno agli occhi e l’aveva portata fuori dal bungalow guidandola attento a non farle fare male.

-Siamo quasi arrivati. Ancora pochi passi. – Oliver sorrise mentre si fermava e le slegava la benda permettendole così di vedere. Erano sulla passerella a pochi metri dal mare, davanti a loro un tavolo apparecchiato con due bottiglie di vino, attorno al tavolo c’erano fiaccole accese che illuminavano la zona.

-Oh mio Dio. Oliver! – esclamò lei a bocca aperta, non poteva credere a quello che vedeva, nemmeno nei suoi sogni più romantici e fantasiosi si sarebbe mai aspettata una cosa del genere.

-Vieni sediamoci… Ho pensato che… Beh te lo dovevo. – spiegò lui mentre le spostava la sedia aiutandola a prendere posto.

-Me lo dovevi? –

-Tu fai tantissimo per me. Mi hai aiutato non solo a salvare Walter o a depennare i criminali dalla mia lista, ma anche a migliorare la città. Me la cosa per cui di dovrei veramente ringraziare è perché grazie a te ho trovato un altro modo di fare quello che volevo fare. –

-Oliver, ti aiuto non perché voglio qualcosa in cambio. Ti aiuto perché lo voglio fare.-

-Lo so. E io… ne sono felice. Ma questo non vuol dire che non ti meriti un ringraziamento come si deve. –

Un cameriere si avvicinò ai due sorridente.

-Se siete pronti… -

-Si, iniziamo. – Felicity seguì il ragazzo allontanarsi da loro sicuramente diretto a prendere i loro antipasti.

-Vuoi spiegarmi? – chiese lei osservando il ragazzo tornare con in mano i loro piatti.

-Okay, ammetto. Ci ho provato ma… con scarso risultato. – ammise imbarazzato mentre gli antipasti venivano posati.

-Quindi avevo ragione.. Non sei capace. –

-Vuoi infierire? – chiese lui.

-No. –

Il filing che si era creato quella mattina non si era ancora spezzato. Continuavano a parlare del più e del meno, passavano da un argomento all'altro senza un legame apparente, ridevano e scherzavano come se fosse una cosa normale per loro.

-Questa serata è bellissima. Ti ringrazio. – fece Felicity sorridendogli, grazie a lui il suo desiderio di andare a Bora Bora si era avverato.

-Sono contento. –

-Non voglio tornare a casa… - si lamentò lei con una smorfia facendo ridere Oliver che la guardava.

-Perché? Non vuoi rivedere Dig, Sara, Roy, non ti mancano? –

-Si che mi mancano, ma tornare a casa vuol dire tornare a lavoro… - spiegò lei con un piccolo broncio.

-Lo odi proprio quel lavoro.- chiese dispiaciuto lui.

-Non tanto il lavoro, ormai mi ci sono abituata.. ma il caffè non te lo porto lo stesso. Però Isabel… oddio lei non la tollero. –

-Beh se riesci a non ucciderla come ricompensa potremmo andare a cena insieme. – propose lui con noncuranza. Felicity guardò sorpresa il ragazzo, la stava invitando a cena fuori? No quello era solo un modo di dire.

-Perché, vuoi andare in un ristorante cinque stelle a pianificare come sottrarre soldi, magari al nostro vicino di tavolo?-

-Okay, no detto così decisamente no. Ma potremmo andare a cena da qualche parte solo per cenare.-

-Io, te, Dig, Roy e Sara… un bel gruppetto non c’è che dire. – commentò sarcastica lei, non voleva essere cattiva, ma quella era un’idea completamente folle.

-Anche con meno gente, questa cena sta diventando troppo affollata. Una cena a due, non sarebbe meglio, che ne pensi? – propose lui allungando la mano sul tavolo cercando di raggiungere quella di lei.

-Che il sole ti ha fatto male…- commentò lei sottraendo la mano dalla presa di lui. Quella sera Oliver si stava comportando in modo strano.

-Hai dormito bene stanotte? – le chiese lui sorvolando sul discorso precedente, l’avrebbe portata a cena fuori, che lei ci credesse o meno.

-Si, ti ho svegliato?- chiese preoccupata, negli ultimi mesi gli incubi la tartassavano: vedeva Oliver morire tra le sue braccia perché lei era incapace di curarlo.

-No, pensavo di essere io ad averti tenuta sveglia.-

-No, a malapena mi sono accorta di te. –

-Carina, questo è proprio quello che ogni ragazzo vuole sentirsi dire. – la stuzzicò lui.

-Oliver hai bevuto troppo, stai facendo discorsi strani. – Felicity gli tolse il bicchiere dalle mani.

-Non ci trovo niente di strano in questo discorso.-

-Oliver, che ti prende? –

-Ho solo capito che non posso fare a meno… Del vino. – rispose lui riprendendo il bicchiere. Per un attimo il cuore di Felicity si era fermano, era convinta che avrebbe detto che non avrebbe potuto fare a meno di lei e invece si stava ancora facendo beffa di lei. Doveva smettere, smettere di lasciarsi illudere dai suoi gesti e dalle sue parole, ma soprattutto doveva smettere di farsi illudere dai suoi occhi. Riprese a mangiare senza rispondere, se l’avesse fatto Oliver avrebbe capito quante aspettative lei avesse e quanto quella frase l’avesse ferita.

-Felicity… - la chiamò lui.

-Mmmhhmm.- rispose sorseggiando il vino e guardando il piatto davanti a lei, anche il piatto vuoto era più interessante di lui.

-Facciamo due passi. – le porse la mano, ma Felicity non la prese, si alzò e si avviò verso la passerella dalla quale erano arrivati.

-Felicity, camminiamo sulla spiaggia ti va? –

-Tu odi la spiaggia. – gli fece notare lei, però si limitò a sfilarsi i tacchi e scendere sulla sabbia fresca. Camminarono per un po’ in silenzio sul bagnasciuga, Felicity lasciava che l’acqua le bagnasse i piedi. L’acqua fresca l’aiutava a calmarsi, era inutile e controproducente arrabbiarsi con Oliver Queen.

-Credo che sia meglio se domani torniamo a casa… - fece Felicity disinteressata. Le piaceva stare li e tutto sommato nonostante gli alti e i bassi si era divertita, alcuni momenti di più altri di meno. Ma quella specie di bolla lontana dalla realtà non poteva durare e Oliver era bravo a ricordarglielo, tanto valeva che smettesse di illudersi, che tornasse al caldo torrido di Starling City.

-Non ne vedo il motivo. –

- Io ho realizzato il mio sogno grazie a te, ma tu odi stare qui.-

-E’ vero, non impazzisco per questo posto, ma non Bora Bora di per se… Io…-

-Il fatto che sia un isola? È questo il problema? – Oliver la guardò sorpreso, quella ragazza aveva centrato il problema in un attimo, possibile che fosse così facile comprenderlo?

-Più o meno.. non sono mai stato un amante del mare… e dopo l’esperienza sull’isola l’amore non è certo aumentato. – spiegò.

-Perché allora mi hai proposto di venire qui? Io non ti ho detto di Bora Bora per che mi ci portassi. – una piccola parte del suo cervello aveva preso in considerazione l’idea che Oliver avrebbe potuto permettersi il viaggio, ma questo non voleva dire che lei pensasse che lui ce la portasse.

-Non ho mai pensato a questo. Quando ti ho proposto di partire ero serio, volevo venire qui con te.-

-Perché? –

-Non lo so. Non lo so perché volevo venire qui con te, so solo che ero serio. Credimi. –

-Ti credo, però credo che sia ora di rientrare.-

-No, abbiamo ancora alcuni giorni e li voglio passare qui con te. –

-Perché?-

-Perché ormai non posso fare a meno di te. Se torniamo a Starling City gli impegni ci assorbiranno e non potrò avere tutto il giorno da passare con te.-

-Siamo tutto il giorno insieme e anche la notte. –

-Vero, ma non posso fare questo… - Oliver la bloccò e la tirò a se baciandola. Non era un vero e proprio bacio, le loro labbra si erano appena sfiorate, Oliver aspettava una mossa di Felicity, non voleva fare qualcosa di cui lei non fosse d’accorto.

-Che stai facendo. – chiese, gli occhi chiusi e le labbra a pochi centimetri dalle sue.

-Quello che avrei voluto fare un sacco di volte in quest’ultimo anno. – le braccia di lui si avvolsero attorno ai suoi fianchi e la tirarono verso di lui.

-Se è solo per divertirti io non voglio…- doveva difendersi, anche se il suo corpo tradiva le sue parole, doveva rimanere lucida. Se si fosse lasciata andare e il giorno dopo lui l’avesse liquidata come una delle tante, lei ne sarebbe morta, non poteva rischiare era già troppo vicino alla soglia del non ritorno.

-Felicity, sono lento quando si parla di sentimenti e non so dirti cosa provo, ma so che: vederti accanto a Berry mi infastidiva. Ma vederti accanto a Gabriel in questi giorni mi ha fatto arrabbiare. Non so se quello che provavo fosse gelosia, ma so che non ho mai provato nulla del genere. Ti voglio con me: come mia amica, come mia partner e come mia ragazza in entrambi i sensi. –

-Anche io. – finalmente Felicity si decise ad azzerare la già minima distanza tra le loro labbra.

-Andiamo! – ridendo i due tornarono verso la loro casa.

 

Nel bungalow accanto, più precisamente nella camera da letto, due persone ridacchiavano soddisfatti del loro risultato.

-Oh guarda chi sta chiamando, rispondi.- Gabriel si allungò sul letto premendo il tasto sul computer per rispondere alla videochiamata.

“Come va?” chiese la figura al computer.

-Come vuoi che vada? –

“Non so, mi avevate detto che mi tenevate aggiornato e invece non vi ho più sentito.”

-Sono nel bungalow accanto a darsi alla pazza gioia, siamo bravi lo sai. – rispose Natasha sedendosi sul letto, il suo sguardo soddisfatto non lasciava dubbi all’uomo che li aveva chiamati.

“So che siete bravi altrimenti non ve lo avrei chiesto.”

-Certo, certo. Ora che abbiamo fatto quello che volevi possiamo finirla qui? Sai ho una luna di miele da godermi! – Gabrel afferrò Natasha per la vita tirandola a se.

“Non fare la scocciata Nat, se hai sposato Gabriel di chi è il merito?”

-E’ tuo, ma questo non ti da il diritto di rovinare la nostra luna di miele. – rispose la ragazza intrecciando le mani con quelle del marito.

“Oh ammettilo che ti sei divertita.”

-Quello sempre, Oliver Queen e Felicity Smoak una coppia veramente carina e sono felice di aver aiutato i due a stare insieme, ma vorrei realmente spassarmela con mio marito.-

“Ho capito, ciao ragazzi. Divertitevi!”

-Ehy Dig. Quando tornano a Starling City facci sapere come è andata a finire. Magari potresti farci imbucare al loro matrimonio. –

“Sarà fatto. Ciao ragazzi!”

Spensero il computer, per poi baciarsi dolcemente.

-Siamo stati bravi. – ammise Gabriel stringendola a se.

-Siamo stati favolosi…-

Risero quei due erano veramente fortunati ad avere un amico come Dig che si preoccupava per loro.

 

Fine

 

Eccoci arrivati alla fine, con la fine di agosto è arrivata anche la fine della storia e anche la fine delle mie vacanze! ç.ç *me si dispera* ora passiamo alla storia:

Facciamo santo Diggle? ^-^ che dite se la merita no?

Natasha e Gabriel hanno ripreso punti vero? Hanno sacrificato la loro luna di miele per noi, sono Olicity anche loro! xD

Che altro dire... niente mi sembra di aver detto tutto.

Prima di salutarvi vorrei ringraziarvi per le recensioni grazie per aver letto e recensito e avermi dimostrato che agosto non è più un mese morto! ^.^

Un bacione ci vediamo a settembre con il seguito di “What? really? My .. “

Mia

 

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