Quando non si cerca, si trova

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ancora un po' ***
Capitolo 2: *** Punto e a capo ***
Capitolo 3: *** I mostri sotto il letto ***
Capitolo 4: *** Anche un falò non è che fuoco ***
Capitolo 5: *** Quel che fa la differenza ***
Capitolo 6: *** Attenzione per i particolari ***
Capitolo 7: *** Bambini viziati ***
Capitolo 8: *** Un intricato disegno semplice ***
Capitolo 9: *** L'innocenza del sentimento ***
Capitolo 10: *** Un indizio solo ***
Capitolo 11: *** Un piano che riempia gli occhi ***
Capitolo 12: *** Abbagliati ***
Capitolo 13: *** Non si teme niente, come le delusioni ***
Capitolo 14: *** La lingua blu ***
Capitolo 15: *** In fondo, era abbastanza palese ***
Capitolo 16: *** Trasportata oltre ***
Capitolo 17: *** Una finestra di troppo ***
Capitolo 18: *** Un momento di silenzio ***
Capitolo 19: *** Il futuro è quel che vedi attraverso una nuvola ***
Capitolo 20: *** Tutta l'intenzione di subire ***
Capitolo 21: *** Di sale e gelosia, ne serve sempre qb ***
Capitolo 22: *** Un raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri ***
Capitolo 23: *** Morbido e spaventoso ***



Capitolo 1
*** Ancora un po' ***




Tabella rossa, prompt: cuore





Ancora un po'



Sakura ha il fiato corto e la testa leggera per il livello di chakra che si abbassa di secondo in secondo, trema per lo sforzo, ha gli occhi pesanti e la sua pelle è punta da un freddo che le fa battere i denti. Il fascio di luce intorno alle sue mani si affievolisce sempre più, ma lei serra gli occhi e immette altro chakra. Ancora un po'.
Quando li riapre e si concede un'occhiata in giro, giusto per distrarsi dalle fitte acute alla testa, trova Naruto a fissarle le mani, immerso in una palpabile preoccupazione che lo ammutolisce. Sasuke, poco distante, la sta guardando in volto, invece, serio e attento come se gli stesse parlando di Itachi.
Kakashi respira piano, sotto di lei.
Attraverso i palmi e il flusso del suo chakra, Sakura può sentire quanta fatica ancora faccia a espandere il torace. Si concentra sul polmone perforato, una volta rimesse le costole a posto, ma nel cambio di obiettivo una fitta più forte la fa gemere di dolore.
“Sakura chan!” starnazza Naruto, il suo volto è una maschera di preoccupazione.
Lei si concentra sul proprio battito cardiaco, così forte nelle sue orecchie, e su quello del maestro, più flebile poiché la ferita è sulla parte destra del costato. Si concentra sul paziente, sull'energia vitale di entrambi per sincronizzarsi e far durare il suo chakra il più possibile.
Quando abbassa gli occhi scopre che Kakashi li ha chiusi, questo le ricorda del suo coprifronte, perso durante lo scontro. Successivamente sposta lo sguardo tutt'intorno, alla sua ricerca, e lo trova stretto nelle mani di Naruto.
In quel momento Kakashi sospira, come se si fosse appena svegliato, e con voce altrettanto roca si rivolge a lei, distraendola.
“Basta così, Sakura,” dice, “sto bene.”
Il medico scuote la testa, ma poco dopo si allontana, cessando il flusso curativo.
“Kakashi sensei! Come stai? Ti aiuto ad alzarti?”
“Naruto,” lo riprende Sasuke.
Quando il jinchuuriki si volta verso il compagno di squadra, lo trova a guardare oltre la sua spalla, poi fa appena in tempo a seguire istintivamente lo sguardo che deve lanciarsi a sorreggere Sakura.

Lei si riprende lentamente un paio d'ore dopo e la prima cosa di cui ha coscienza è un suono stabile e dolce, che la culla, la fa sentire serena e protetta. Il forte odore d'umidità le fa pensare subito a una grotta, ma è distratta da quel suono. Sospira. Poi, colpita da realizzazione, alza la testa e scopre di aver dormito contro il fianco del maestro. Il suono che l'ha tanto dolcemente destata ora le tambura sotto le dita della mano ancora inconsciamente adagiata sul petto dell'uomo, mentre lei contempla il suo volto dormiente.
Da fuori arriva la voce di Naruto che parla con Sasuke, pensando probabilmente di sussurrare.
Lei rimane un attimo indecisa, poi si appoggia nuovamente al petto del jounin.
Il battito del cuore di Kakashi rimane stabile sotto e dentro il suo orecchio, chiude gli occhi e pensa che fingerà di dormire un altro po'.



500 parole






I personaggi e i luoghi eccetra eccetra... Non penserete davvero che sia roba mia, su.


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Capitolo 2
*** Punto e a capo ***




Tabella rossa, prompt: prima cotta





Punto e a capo



Dopo quell'ennesima missione disastrosa, Sakura ha finalmente indetto una riunione nella stanza d'ospedale del maestro. Ha parlato principalmente lei, ma Sai annuiva di tanto in tanto, Sasuke ha fissato un punto della stanza tutto il tempo e Naruto aveva sempre la mano alzata, dopo aver preso un paio di sberle per averla interrotta. Kakashi e Yamato hanno ascoltato con attenzione e hanno pure incassato un velato riferimento all'età che avanza.
Nonostante abbia vietato eroismi inutili, mentre il nemico guadagna terreno, Sakura non fa che gettare occhiate preoccupate verso il compagno di missione. Da sopra la divisa stringe il rotolo che hanno recuperato a Kiri e aumenta la velocità.
Sono in svantaggio: l'aria fredda e rarefatta delle alture gli impedisce di tenere il loro solito passo, la neve rende precario l'atterraggio e attutisce i rumori del nemico.
Kakashi non pare accorgersi della sua agitazione e quando finiscono per essere accerchiati, combatte come ha sempre fatto.
L'inferiorità numerica non contribuisce a metterli in difficoltà, perciò rimane un attimo scioccata quando, dopo aver ucciso il suo avversario ed essersi voltata verso Kakashi, vede un uomo arrivargli alle spalle. Ignorando l'istinto di gridare, concentra invece il chakra nei piedi per darsi una potente spinta.
La lama del nemico si conficca nel suo fianco e, con una punta di fastidio, solo allora capisce che fin dall'inizio era lei, il bersaglio. Per fortuna il ninja di Kiri è tanto stupito dalla riuscita del suo piano da darle il tempo di rompergli l'osso del collo con un gesto secco.
L'arma non pare essere avvelenata, quello che risulta dal tampone proveniente dal proprio kit è un semplice sonnifero, potente, ma innocuo.
Quando l'ultimo nemico tocca il suolo innevato, può vedere i piedi di Kakashi avvicinarsi, poi le ginocchia toccare la neve sporca di sangue accanto a lei.
Alza gli occhi, vede la maschera incresparsi, ma l'udito è qualcosa di lontano, quando parla anche la sua voce è distante.
“È sonnifero... devo solo dormire... un po'...”
Non sa se è riuscita a dirlo davvero, ma quando si risveglia lo fa di soprassalto, ingoia il panico e si guarda intorno; il fuoco illumina la grotta così come la distesa di cani intorno a loro e, dal basso, Kakashi la guarda con preoccupazione.
Imbarazzata dall'essere nuovamente addosso a lui, e più di tutto dall'averci in fondo sperato, vuole distogliere lo sguardo, ma proprio quando sta per farlo lui le sorride.
È un sorriso vero che lei ricambia senza pensarci, l'occhio rimane aperto, s'illumina, può leggerci quel calore che lui riserva a loro, ai suoi allievi, e in quel momento Sakura capisce una cosa importante: quello che le sta nascendo dentro non è come la sua prima cotta, farà un sacco più male.
Contro ogni logica e buon senso, torna a poggiare la testa sul petto del maestro e a godere della tranquillità che il battito del suo cuore le trasmette. Tutt'intorno ha un branco di cani, pelosi, soffici e caldissimi, ma non sono quelli, né il fuoco, a scaldarla così tanto.



500 parole







Lo so che il mio profondo disprezzo per Sasuke emerge sempre - notare come fissare un punto della stanza sia il massimo della sua partecipazione - ma, nonostante lui si comporti spesso da bambino speciale, mi sforzo di coinvolgerlo e fargli pure fare una figura più dignitosa di quel che, mh, si merita. Voglio un più. u.ù

Questa cosa del battito del cuore mi tocca più di quello che traspare da queste storielle; da piccola, fino a quando sono stata di una misura e di un peso consoni, mio padre mi faceva addormentare sulla sua pancia, con l'orecchio sul petto. La sensazione di pace e sicurezza mi è rimasta e, ogni volta che ascolto il cuore di qualcuno, torna a galla.



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Capitolo 3
*** I mostri sotto il letto ***




Tabella rossa, prompt: primo bacio





I mostri sotto il letto



Il sole le brucia il fianco mentre allunga la mano per fare una carezza sul volto dell'uomo. La maschera è leggermente ruvida, ma la stoffa ha comunque una consistenza morbida, ne traccia il contorno, arriva sul naso e poi scende sull'altra guancia.
Kakashi rimane immobile con gli occhi chiusi, l'aria rilassata.
Sakura sposta i capelli che coprono lo sharingan e passa un dito sulla cicatrice verticale con reverenza, fin quando non viene distratta dalle labbra.
La maschera non toglie ogni tipo di riferimento, è elastica ed è facile da quella distanza distinguere contorni. Due dita passano distrattamente su quelle labbra, mentre lei si perde in elucubrazioni sul come, quando e perché. Ma non fa domande, percorre invece il naso al contrario in un'altra carezza.
Il jounin sposta il piede, il peso viene ridistribuito e il lettino d'ospedale su sui è seduto scricchiola, questo incrina l'incantesimo e lei riprende coscienza dei loro confini. Ritira l'arto, con la testa piena di pensieri gonfi d'aria come palloncini.
Sakura si perde nell'iride scura quando, privato di quel contatto, lui dischiude l'occhio. L'aria tutt'intorno ha una patina lucida, il sole del tardo pomeriggio palesa pulviscolo dovunque e rende l'atmosfera delicata, surreale.
Allunga ancora la mano, poggia due dita sul bordo della maschera e, chiudendo gli occhi, tira la stoffa.
Si avvicina, poggia la fronte sulla sua e piega la testa di lato. Avverte Kakashi fare altrettanto, il suo naso le sfiora la guancia e lei accenna un sorriso, intenerita, il cuore le batte furiosamente. Poi le loro labbra si toccano. Sakura può sentire la consistenza di un bacio leggero caderle nello stomaco come un sasso sul fondo dell'oceano: un viaggio infinito e ovattato.
Improvvisamente non avverte più il sole addosso e subito altre cose le sembrano fuori posto. Alzando gli occhi si scopre nel mezzo di un campo di battaglia. Impaurita, si volta e trova Kakashi nell'erba con la gola squarciata, la maschera impregnata di sangue, gli occhi aperti, vitrei; lo sharingan fisso e lucido è scoperto.
Sakura non riesce a gridare, l'angoscia e il dolore le congelano il cuore, la vista le si appanna e, avvicinandosi a lui, soltanto un flebile no le sfugge dalle labbra.
I tomoe iniziano a vorticare e lei si sveglia di soprassalto.
Il lettino geme quando si tira a sedere di scatto, il suo respiro è affannato e la sua mente, ora lucida, le ricorda di essere al sicuro nell'ospedale di Konoha. Scosta le coperte, scende, afferra la tenda divisoria e tira.
Kakashi riposa nell'altro letto, il viso coperto e il coprifronte sul comodino. Sakura si chiede se stia davvero dormendo, poi un macabro flash torna a galla e con mano tremante gli accarezza la fronte senza pensare. Lui non si muove, il suo respiro non muta e lei scopre d'essere indifferente al suo stato. Si china e poggia le labbra sulla sua fronte.
Dopo torna a sdraiarsi con le guance che scottano.
Crede possa contare come primo bacio; di sicuro lei non aveva mai baciato nessuno, prima. Sorride.



500 parole









Mi è partito un embolo a scrivere quella scena E NON CHIEDETEMI QUALE! Mi sono dovuta leggere una ff di wari per riprendermi... Cosa ci fate qui? Andate tutte a leggere le ff di wari, ché adesso scrive su Full Metal Coso e io non ne so niente, forza!



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Capitolo 4
*** Anche un falò non è che fuoco ***




Tabella rossa, prompt: fuoco di bivacco





Anche un falò non è che fuoco



E poi c'è il culo di Kiba!”
Ino ha le guance vagamente imporporate e Sakura si chiede se sia per via del fuoco, così vicino, o se l'imbarazzo non se ne vada mai davvero.
“Perché ci sarebbero Gaara, Sasuke e il culo di Kiba? E il resto, di Kiba?” chiede Tenten, ritirando dal fuoco il suo bastoncino.
“Povero Kiba...” geme Hinata.
Ino raddrizza la schiena, ancora intenta a mettere un pezzo di carne sul suo bastoncino.
“È un esagitato e puzza di cane! Però ha un bel culo,” risponde, e questa volta il rossore è ben visibile sulle sue guance.
“Ma dai!” ridacchia Tenten, masticando.
Perdere Neji l'ha cambiata. Sakura la sente sempre un po' distaccata, come se non facesse differenza, e si chiede se provasse qualcosa di più profondo per il compagno scomparso. Si chiede se faccia così male da estraniarsi, se sia naturale e, rispetto al dolore, niente faccia davvero più differenza.
Lei non ha mai temuto per la vita di Sasuke; ha sempre avuto paura che si perdesse, ma mai che morisse.
“Povero Kiba...” bisbiglia Hinata, prima di accigliarsi per essersi ripetuta. Sospira; il suo pezzo di carne pare avere i suoi stessi tempi e non cuoce mai.
Ino intanto si agita e sbraita, mentre rimette il suo bastoncino al fuoco, ma sono rumori di sottofondo.
Sakura posa lo sguardo sulla legna che arde, si concentra sul suo crepitio, sul calore, e per un momento le fiamme si tramutano in quelle nere, cieche e vischiose come l'oblio, che Sasuke spara dagli occhi con naturalezza e sangue. Lui l'ha avvelenata e non è il fatto che abbia tentato di ucciderla, di ucciderli tutti, o di essersene andato quando gli aveva offerto tutta se stessa, a non potergli perdonare, bensì l'averla costretta ad associare angoscia e pesantezza all'amore.
Arriccia le labbra al pensiero che fa dopo. Kakashi le ha riportato addosso le giuste sensazioni, qualcosa forse infantile, ma certamente di una dolcezza soffice e rassicurante. Sente le guance scottare al ricordo della pelle calda della sua fronte sotto le labbra.
“Sakura, diglielo anche tu... Sakura!” urla Ino, all'improvviso.
Lei salta sul posto.
“Oh, ma che hai, ultimamente? Devo chiedere a Kakashi sensei di tenerti d'occhio.”
Il volto di Sakura prende la stessa tonalità dei suoi capelli e balbetta di non capire cosa c'entri l'uomo.

Kakashi smette di dondolare il piede che tiene ciondoloni dal ramo e poggia la testa al tronco, dietro di sé. Sospira. Se aveva dei dubbi, adesso è sicuro che Sakura stia covando qualcosa nei suoi confronti. Di riflesso abbassa gli occhi e si guarda le mani, quelle mani sempre sporche di sangue.
Poi Ino ride, effettivamente distogliendolo da quei pensieri cancerogeni, e il suo sguardo si posa nuovamente sull'ex allieva, seduta a diversi metri di distanza.
Il suo colorito è tornato normale. Il ricordo di quelle guance rosse lo costringe ad analizzare il motivo per cui nel profondo, dove ci sono cose strane che tiene ben nascoste, abbia sperato che stesse pensando a lui.



500 parole







Vi comunico che questa raccolta mi piace ufficialmente. u.ù Non vado matta per questa in particolare o per quel che io stessa scrivo, ma me ne piace l'idea, ecco.

E il titolo - spero qualcuno lo abbia intuito da sé - si riferisce a Kakashi che è il suo caro maestro, ma è pur sempre un uomo. Heads up, Sakura!
Sono molto bravi in questo, nel travestirsi e ingannarci, quando ci accorgiamo di quanto ci siano già entrati in profondità è ormai troppo tardi.



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Capitolo 5
*** Quel che fa la differenza ***




Tabella rossa, prompt: san Valentino







Quel che fa la differenza



Sakura esce di casa con un sacchetto in mano e si dirige alle porte del villaggio, dove ha appuntamento con il resto della squadra.
I ninja non hanno bisogno di festività simili, ma c'è, in realtà, un giorno dedicato agli innamorati, nel loro calendario. Era una festa pagana, tramandata oralmente e rispolverata in tempi più moderni per addolcire i dopoguerra. Si usava offrire dolci, col passare degli anni più specificatamente cioccolato, alla Dea dell'amore, venerata da tutti nonostante venisse raffigurata con sei braccia, una testa di leone tra i capelli e un terzo occhio verticale in mezzo alla fronte. Dopo l'ultima guerra la tradizione è cambiata: il cioccolato si regala tra innamorati, amici, colleghi. Si festeggia l'amore, non una semi divinità sanguinaria.
Quello è il terzo anno e la cosa sembra funzionare.
Quando atterra sulla strada le guardie le fanno un cenno di saluto, Naruto sta parlando con Sasuke e Sakura spera non si stiano accapigliando di prima mattina. Avvicinandosi scopre che non è così; quasi le dispiace interromperli.
Saluta, uno strilla e l'altro muove a malapena la testa, poi lei tira fuori dal sacchetto due pacchettini e glieli consegna.
È un tipo di cioccolato che si compra apposta per i colleghi, niente di compromettente, è solo una gentilezza per qualcuno a cui si vuole bene. Lo fa tutti gli anni.
Prima si comprava il cioccolato più consono al legame con la persona per cui si faceva l'offerta, quelli fatti in casa esprimevano ovviamente qualcosa di più profondo. I significati attribuiti sono rimasti gli stessi.
Naruto pare entusiasta, ha persino gli occhi lucidi, lo scarta e lo mangia subito. Sasuke si lamenta che lui non mangia dolci, mentre se lo mette in tasca, Sakura si volta invece alla sua sinistra e tende la mano con un altro pacchettino.
È felice di non tremare, deve farci attenzione, concentrarsi, ma è comunque soddisfatta.
Quel cioccolato lo ha preparato lei, a casa, ci ha messo molte ore per fargli avere un buon sapore, continuava a essere troppo dolce o troppo amaro, una volta ha pure confuso lo zucchero con il sale. Ha scartato uno dei tre cioccolatini precedentemente comprati e ha usato la carta per confezionare quello fatto in casa, cosicché sembrassero uguali.
Kakashi scende dall'albero, fiero che l'allieva lo abbia sentito arrivare, sorride con l'occhio socchiuso e prende il pacchettino, poi iniziano la missione.
Non ne parlano più, ma il jounin lo sa che il suo è diverso. Lo sente dall'odore, un po' per il confronto con gli altri due, un po' perché Sakura ne ha ancora addosso, nonostante, immagina, si sia fatta una doccia, segno che ha provato più volte a preparare qualcosa di buono, piuttosto che accettabile.
Una cosa lo stupisce: un tempo lei avrebbe voluto far sapere a Sasuke della premura perché la sua felicità dipendeva dal giudizio del ragazzo, in quel gesto invece non c'è aspettativa, Sakura lo ha fatto per sé, perché voleva farlo. È cresciuta, è più forte e Kakashi è felice di questa sua conquista.




500 parole









Questo è quanto:
Aizen-Myoo
Divinità giapponese dell’amore, adorata dalle prostitute, dai signori feudali, da cantanti e musicisti. Nonostante il suo aspetto feroce (aveva un terzo occhio verticale in mezzo ai due normali, una testa di leone tra i capelli, sei braccia e il volto corrucciato) era considerata come un benefattore della razza umana: le si attribuiva il potere di calmare le passioni e di stimolare sentimenti di benevolenza e di pietà. Originariamente rappresentava l’amore che cambiava in illuminante desiderio.

Potrebbe come non potrebbe essere una delle divinità che ha ispirato per il personaggio di Kaguya. Se non altro è l'unica dea dell'amore che ho trovato con un occhio in mezzo alla fronte e l'unica con cui potessi gingillarmi per questa flashettina. Kishimoto potrebbe aver preso qualcosa anche da lei, ma per quanto mi riguarda credo abbia preso spunto da Kannon, comunque da divinità indiane, induismo e buddismo.

Vi consiglio di farvi un giro tra la mitologia shintoista e quella induista, rimarrete scioccati dalla quantità di cose che riconoscerete.



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Capitolo 6
*** Attenzione per i particolari ***




Tabella rossa, prompt a scelta libera: rating rosso.





Attenzione per i particolari



Il quartiere rosso di Konoha è famoso; lei c'è capitata poche volte, che fosse per assecondare una comitiva di ninja adolescenti - Kiba - o dover ripescare qualcuno per una missione - Kiba. Nonostante ospiti le cose più disparate, lei ha capito subito cosa attiri l'attenzione: perfino quel quartiere ha volti sorridenti e l'aria leggera di un villaggio che si vuole bene.
Tuttavia, inseguendo un nukenin, sono capitati in un posto che non ha niente da invidiargli.
Sorseggia un drink con aria annoiata, cercando di darsi un tono, poiché una verginella in un posto simile spicca come una foglia nel deserto e il nukenin potrebbe mangiarla. Sasuke non pare in difficoltà, mentre estrae il suo drink dal seno di una cameriera e lo sostituisce con dei soldi, Naruto invece tenta di stimare quanto sarà invidiato da Konohamaru quando gli racconterà dove... e si perde, distratto da un culo.
Kakashi è quello che la allarma di più. Non teme affatto possa farli scoprire, al contrario la sua calma piatta in quel luogo la infastidisce. È sicura sia un ninja troppo esperto per lasciar trasparire il disagio, ma è pure convinta che quel luogo non riservi sorprese per un uomo navigato come lui.
Questo la indispone.
Nella nebbia dei suoi pensieri si sente osservata e alza lo sguardo sugli altri occupanti del tavolo.
Sasuke ha i capelli arruffati da tette enormi poggiate sulla sua testa, Naruto ha il volto verso di lei, ma gli occhi seguono una spogliarellista mora tra i tavoli.
“Sakura,” la chiama, Kakashi, “sembri un po'-”
“Fuori posto,” conclude Sasuke, accigliato.
Lei non fa in tempo a sbuffare che un ragazzo ubriaco le getta un braccio al collo e le chiede cosa ci faccia lì.
“Per esempio,” dice, indicando fra i tavoli, “quella tipa là, ecco, io la solleverei per le cosce e la metterei sul tavolo, poi le metterei la testa tra le gambe finché non si bagna, ma tu! Tu cosa le faresti?”
Ride e ridono anche altri suoi amici. Naruto la guarda con compassione e lei sospira, molto, molto irritata.
“Mh...” commenta, guadagnando l'attenzione del ragazzo. “Credo che la bacerei, le infilerei la lingua tra le labbra e le farei dimenticare il suo nome, poi allora la spingerei sul tavolo. Ma continuerei a baciarla, anche se non solo sulle labbra. Scenderei molto lentamente perché i seni mi fanno impazzire,” dice. Si concentra, attingendo a un mix di arte ninja per non arrossire e studi di anatomia per mantenere distacco. “Non perderei tempo, ma farei in modo di trovarla già umida quando le arrivo tra le gambe.”
Nessuno ride più; il ragazzo si allontana, sconcertato e arrapato.
“Che c'è?” sbuffa Sakura.
Sasuke la fissa come un gufo, con ancora quelle tette premute sul cranio, Naruto ha la bocca aperta e le guance rossissime. Che Kakashi sia voltato altrove la irrita per circa mezzo secondo, poi uno strano senso di soddisfazione la pervade.
Devono passare ancora un paio d'ore prima che si renda conto di cosa ha detto.

500 parole









Erano settecentodieci parole. Mi verrà un ictus che verrà riferito alla mia famiglia con cinquecentouno parole, un giorno.
Scrivere una flash a rating arancione con prompt “rating rosso” è stato come ingoiare una supposta. Cercherò di non rifarlo.



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Capitolo 7
*** Bambini viziati ***




Tabella gialla, prompt: grano







Bambini viziati



Kakashi atterra: sente di averli trovati. Non gli è neanche servito Pakkun, il loro odore - il sudore, il sangue - era forte nell'aria anche dalle porte di Konoha.
Ha corso fin lì, ma è la sua preoccupazione a creargli affanno. Tuttavia non si è fermato per il fiato corto, è sceso dagli alberi perché quella fila è l'ultima; davanti a lui c'è un'enorme distesa di grano, un solo albero, verde e maestoso, si staglia in quel mare giallo.
Si dà una spinta e salta, in aria sposta lo sguardo sul pelo di quel lago di spighe, attento, poiché sente che sono molto vicini. La terza volta che si alza può vedere tre fossette sotto quell'albero e si dirige lì.
Le fronde sono fresche, in tutto quel caldo, sotto di lui i colori delle divise dei kohai vivacizzano il monotono manto giallo.
Apre bocca, sta per chiamarli quando uno “sssh” breve e basso lo interrompe.
Gli occhi blu di Naruto sono bellissimi, così vivaci e vagamente seri, la stanchezza si legge su tutto il volto e i capelli biondi sono di un giallo più vivo di quello del grano. A una decina di centimetri da lui c'è Sasuke, i capelli neri e i colori scuri della divisa standard lo fanno sembrare una macchia di petrolio in mezzo alle spighe, così alte e chiare, mosse dal vento tutt'intorno; lui e Sakura stanno dormendo. Lei è a pochi centimetri da entrambi, chiude il cerchio e li completa con quei colori forti e familiari che fanno sentire il copianinja più sollevato. Non la dà per scontata, anzi; la sua presenza lo rincuora poiché ogni volta teme le ferite di quegli zucconi che si lanciano all'attacco in preda all'onnipotenza e ha imparato a voltarsi in cerca di Sakura, il super medico ninja addestrato da Tsunade sama, ancora prima di vedere il loro sangue.
In quel momento, come se prima fosse momentaneamente nascosto, l'odore del sangue torna a pungergli le narici.
Sakura ha le mani libere dai guanti sporche di sangue, ma addosso non ne ha; Sasuke invece ne ha sui vestiti stracciati, sulle fasciature e anche un po' sul viso. Naruto continua a guardarlo tra le ciglia chiare, quasi in trance per la stanchezza, con la divisa strappata piena di sangue rappreso e nessun taglio presente sulla pelle. La volpe riposa indisturbata nella sua pancia, ma ancora, come quando era ragazzino, gli cura fino a ogni piccolo graffietto.
Kakashi sorride, intenerito.
Hanno un'espressione così stremata che vorrebbe avere una macchina fotografica. Si rende conto di quanto siano cresciuti proprio perché era tanto che non li vedeva così, rilassati e letali come un enorme mastino, e anche quella punta di malinconia data dal fatto che ormai sia ufficiale, sopravvivano anche senza di lui tra i piedi, si perde nel tappeto di spighe gialle, alte e fitte.
Aspetterà ancora due minuti a dire che hanno in programma una missione a Suna, altrimenti Naruto salterà su e comincerà a urlare il nome del Kazekage. E addio magia.

500 parole









Abbiamo cambiato colore di tabella, ma soprattutto questo è il preludio a un nuovo capitolo di questa raccolta - capitolo figurativo poiché qui a un capitolo corrisponde una flash, ovviamente, il capitolo di cui parlo io riguarda la storia nella storia: un capitolo, una tabella.
Sono sempre chiara come un uovo, sì, perché sono sempre io, non è cambiato nulla; in fondo è bello contare sempre su quelle due o tre certezze della vita. Mpf!

I bambini viziati sono gli uomini di Sakura, ovviamente, che sono careless perché hanno un ninja medico cazzuto sempre a loro disposizione.



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Capitolo 8
*** Un intricato disegno semplice ***




Tabella gialla, prompt: mimosa





Un intricato disegno semplice



Naruto non si è zittito un attimo, prevedibilmente, ma Sasuke sembra un muro di gomma che annuisce di tanto in tanto, perciò c'è il loro solito strano equilibrio. Nonostante gli alberi abbiano iniziato a diradarsi, continuano a saltare di ramo in ramo e le ciarle di Naruto li distraggono dal pensiero del monotono paesaggio del deserto che li aspetta.
Sakura non vede l'ora di arrivare al confine, non quello sulle mappe, bensì quello del verde, forte e rigoglioso fino all'ultimo centimetro, e dell'arancio di una sabbia scottata da troppi soli. È uno spettacolo suggestivo di per sé, ma Sakura sa che sulla loro rotta, a qualche misero metro dalla fine della vegetazione, c'è uno splendido albero dai fiori molto piccoli, tondi e giallissimi. Un'acacia dealbata, detta comunemente mimosa.
Appena si rigira il nome sulla lingua, a labbra chiuse, ne vede la chioma. Quando ci passa sotto, invece di proseguire sul successivo, salta in alto su uno dei pochi rami delle giuste dimensioni per reggerla.
Kakashi la vede sparire con la coda dell'occhio, l'incapacità di decifrare l'accaduto nell'immediato gli scatena una reazione istintiva: appena poggia il peso sul tronco dell'albero successivo, può tornare indietro, poi salta su.
Quando la scorge rilassata, con il naso per aria e la bocca aperta, la rabbia lo invade per la paura provata, poi una volta con i piedi sul ramo si rende conto di essere in mezzo alle fronde di quell'albero giallo e, sebbene lui lo avesse ipotizzato con solo un'occhiata veloce, scopre che i fiori sono davvero dei piccolissimi pallini. Si trova improvvisamente a bocca aperta a sua volta perché le fronde verdi sono costellate da quei puntini luminosi, tanto piccoli da farne un manto inafferrabile, e la bellezza soffice di quella perfezione casuale fa spianare le rughe sulla sua fronte.
La similitudine è tale che si volta automaticamente verso di lei, e la trova a guardarlo.
“Bello, vero?”
Lui annuisce, prima di ricordarsi che in teoria ce l'ha con lei e i suoi colpi di testa.
“Sakura,” comincia, poco incline a modificare umore e atmosfera.
“Lo so,” taglia lei, con un sospiro, riportando lo sguardo sulle fronde, “non dovevo sparire in quel modo. È che le mie gambe si sono mosse da sole e mi hanno portata quassù.”
Kakashi annuisce ancora, stupido e stupito, ora che il profilo di Sakura è immerso in giochi di luce e un ciuffo di piccoli fiori gialli le sfiora la testa come un fermacapelli. Gli occhi le brillano quando si volta nella sua direzione e Kakashi per un attimo crede che la bacerà. È un momento surreale, calmo e feroce, in cui si dice “adesso, adesso la bacio”, invece tutto il suo corpo rimane fermo.
Sakura arrossisce, borbotta qualcosa, ma subito l'imbarazzo scompare perché Naruto sale sul ramo e contemporaneamente bercia “che diavolo fate?” a pieni polmoni, mentre Sasuke appare dietro Kakashi e lo fissa come se dovesse annunciargli l'estinzione dei pomodori sul pianeta, giacché per lui Hatake Kakashi non si ferma a osservare fiorellini per strada.

500 parole







Il titolo fa schifio, ma in un qualche suo modo ce la dice lunga. Bah. Sarà.


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Capitolo 9
*** L'innocenza del sentimento ***




Tabella gialla, prompt: spiaggia





L'innocenza del sentimento



Il Kazekage voleva uno scambio culturale. Sakura è stata difatti rapita dai medici, Naruto e Sasuke dall'accademia e Kakashi dagli strateghi. Ma Gaara non vuole trattarla come una missione e li ha portati all'oasi proprio dietro il suo palazzo. Lì l'acqua è limpida, la sabbia ha un colore diverso e ospita bambini, castelli, piste di palline, famiglie intere; proprio come una spiaggia.
Naruto si è denudato per primo, senza nemmeno cambiarsi. Le sue mutande hanno galleggiato nell'acqua dopo il tuffo a bomba e, visto che si era premurato di arraffare l'attenzione di tutti con un urlo, c'è stato un face palm generale.
Sakura allarga le dita dei piedi e un brivido le corre sulla schiena a sentire i piccoli granelli riempire lo spazio in mezzo. Sono così abituati ad associare la sabbia al Kazekage che sentirla cedere sotto il suo peso, sulla pelle, tra le dita, la fa sembrare più innocua. Si guarda intorno e scopre Sasuke con l'acqua alle caviglie che lancia occhiatacce a Naruto, occupato a equilibrare forza e mira per schizzarlo esattamente sul costume, in modo che sembri si sia pisciato addosso. Anche Kakashi è in costume, ha la maschera, ma non il coprifronte e legge il suo libro su una sdraio reclinata. All'ombra.
“Sensei,” lo chiama, “non prende il sole?”
Lui, che aveva alzato gli occhi dal libro, le sorride e scuote la testa, poi deve balzare in piedi perché Naruto voleva rovesciargli un secchio d'acqua addosso, gridando “e il bagno, lo fa?”.
“No. Grazie.”
“Aww, sensei... Smetterò di chiamarla sensei se viene a fare il bagno, eh!”
“Sopravviverò,” sorride Hatake, mentre torna seduto sulla sdraio, ora rinfrescata.
Sakura percorre il pezzo di spiaggia che la separa dall'acqua e pian piano si lascia sommergere completamente. Sotto può vedere le bollicine che le escono dal naso, i suoi capelli fluttuarle davanti, qualche strano pesciolino le passa molto vicino, distraendola, lei lo segue con lo sguardo fino a incontrare il costume arancione di Naruto. Lui agita le gambe come una rana, mentre Sasuke sta un po' più su in modo da toccare con i piedi. Il pesciolino becchetta la gamba di Sasuke e lui lo scaccia casualmente, al terzo tentativo però lo afferra con sicurezza, la mano esce dall'acqua e Sakura può vedere il pesce cadere di nuovo dentro a venti metri di distanza. Ride prima di ricordarsi di essere sott'acqua.
Tossisce quando esce e va a sedersi sulla sdraio accanto al maestro, ma appena si riprende scoppia nuovamente a ridere.
“Tutto bene, Sakura?” chiede lui, voltando pagina.
“Sì, sensei: Sas'ke è buffo,” e continua a ridere.
Kakashi si volta sovrappensiero verso di lei che ridacchia, distesa con grazia sulla sdraio con addosso un bikini di un rosa tenue, e scopre così che Sakura ha le tette. Torna con gli occhi sul libro, ma ormai fa solo finta di leggerlo perché quelle sono decisamente due tette, tette da donna e non da ragazzina. Tette bagnate, a dirla tutta. Kakashi chiude il libro e si stropiccia la faccia, confuso.

500 parole









Credo che le donne ninja se le fascino; almeno di non essere Tsunade e non poter fisicamente intrappolarle in nessun modo, ecco. Perciò Kakashi cade dal proverbiale pero. Ho indugiato molto col pensiero sullo scrivere qualcosa di Sakura che vede il maestro in costume, considerato anche come lui ci tiene a essere sempre tutto coperto, ma mi sembrava una solita solfa sterile e invece questa si collega molto di più alla storia. Volevo che si capisse quanto fino a ora il jounin abbia preso la crescita di Sakura in modo leggero e che lei sia molto più pericolosa di quel che lui abbia pensato originariamente.

Se ci pensate ha più che senso che Suna sia stata costruita vicino a un'oasi. Insomma, va bene che non ci piaccia vincere facile, ma oltre un certo limite si chiama idiozia.



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Capitolo 10
*** Un indizio solo ***




Tabella gialla, prompt: pallina da tennis







Un indizio solo



Sakura si sveglia di soprassalto e intorno a lei è tutto completamente buio, ma non ha fatto un incubo: qualcosa l'ha svegliata.
La giornata è stata estenuante, ed è andata a dormire con il sole morente che si infilava fin sotto al letto. Quel sole l'ha accompagnata tutto il giorno poiché, contrariamente alle altre sessioni, svoltesi nell'ospedale, questa volta è stata nel settore delle serre, praticamente in mezzo al deserto.
Ancora abbagliata, Sakura apre a tentoni la portafinestra e l'aria fredda la fa rabbrividire, mentre raggiunge la balaustra.
Una delle cose più belle dei loro alloggi è che sono tutti comunicanti, si affacciano sulla stessa terrazza.
“Non dovresti stare fuori vestita così.”
La kunoichi sobbalza e si volta nella direzione da cui proviene quel sussurro; Kakashi è in ginocchio, davanti a lui c'è il corpo di un uomo.
“Sensei,” esclama, allarmata, “cos'è successo?”
Si costringe a tenere un tono basso, ma sente il cuore batterle forte nelle orecchie finché non riesce ad assicurarsi che lui stia bene.
Kakashi la lascia fare un momento, poi sospira, cercando di far uscire un po' di stanchezza. Sakura intanto passa al corpo dell'uomo e lo scopre senza vita.
“L'ho trovato che forzava la porta del tuo alloggio,” dice lui, “non avevo intenzione di ucciderlo, stavo cercando di non farlo scappare, ma lui si è...”
“Si è ucciso,” conclude lei.
Un kunai sporge dal fianco dell'uomo, in quella posizione Sakura immagina abbia reciso l'arteria brachiale e sia morto dissanguato in una trentina di secondi.
“Perché in questo modo, perché non tagliarsi la gola?”
“Sakura.”
Il suo tono è così basso e funereo da farle alzare il volto e lo sguardo sul suo.
“Ci sono occhi che ci seguono da quando siamo arrivati,” indica il corpo con un gesto della mano, “questo è un incidente diplomatico che Gaara non riuscirà a risolvere facilmente.”
Come se li avesse richiamati, gli ANBU di Suna li circondano e una luce intensa li colpisce, Sakura abbassa la testa per sottrarre i suoi occhi a quel supplizio. Grazie a tutta quella luce vede una cosa strana uscire dalla tasca di quello che si accorge adesso essere un ragazzo più o meno della sua età.
Ci mette le mani sopra quando la costringono ad allontanarsi e la fa sparire dentro la sua veste.
Qualcuno grida ordini, un ninja medico accerta le condizioni del ragazzo, due ANBU tengono fermo Kakashi, Sasuke e Naruto, attirati dal baccano, sono altrettanto placcati. Gaara arriva in quel momento, la sua voce alterata blocca tutti sul posto tranne Naruto, che gli urla di aiutare il maestro.
Un ANBU gli spiega la situazione e Gaara è costretto a farli tenere in custodia. Per quando arrivano Temari e Kankuro sulla terrazza non c'è che una pozza di sangue.
Sakura viene portata in una stanza piccola, senza finestre se non fosse per un oblò saldato alla parete. Nella penombra del lampione proprio fuori da quella finestra, tira fuori l'oggetto. Aggrotta la fronte, girandosi tra le dita una pallina gialla, vagamente flessibile.

500 parole









C'è anche un po' di trama... Oh, wow! *sviene*

Questa è la prima delle tre che avevo promesso, le posterò a poca distanza proprio perché il tempo che intercorre tra gli eventi dell'una e dell'altra è troppo breve.



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Capitolo 11
*** Un piano che riempia gli occhi ***




Tabella gialla, prompt: sole





Un piano che riempia gli occhi



Sono stati rilasciati per insufficienza di prove contro di loro. Sasuke è ammanettato a Naruto, ma possono andare dove vogliono poiché le manette prevengono un sacco di cose, dalla fuoriuscita del demone per la presenza dello sharingan all'impossibilità di indagare individualmente. Sakura, ancora una volta sottovalutata perché donna, è libera.
Gaara è andato a seguire personalmente le tracce del ragazzo ucciso e queste lo hanno portato fuori dal villaggio. In sua assenza un anziano del consiglio a cui gli eroi che si credono sopra la legge stanno sullo stomaco, ha fatto legare Kakashi nella piazza principale, sotto quel sole cocente, e c'è voluta tutta la forza di Sasuke per tirare Naruto nella direzione opposta.
Accanto al maestro non potrebbe concentrarsi, così Sakura si infila in un vicolo qualsiasi per far rimbalzare la pallina contro il muro e pensare.
Non è caduta dalle nuvole quando Kakashi le ha detto che li stanno osservando, anche lei ha avvertito qualcosa fuori posto. Inoltre sa benissimo che alcune persone influenti hanno perso molto, con la pace. Ciò che non ha ben chiaro è perché architettare un piano del genere, quando ci sono metodi più veloci e meno intricati per incastrare qualcuno. Sembra il piano di un burocrate.
Il sole si è spostato, come se quel giorno la stesse seguendo, per ricordarle oltretutto che uno dei suoi preziosi uomini è legato sotto di esso. Si sposta, quindi, cammina per le strade aride di Suna fino a incontrare il grande edificio dell'accademia.
Qualcosa di piccolo e chiaro attraversa il suo campo visivo, lo segue con gli occhi fin quando non atterra e può vedere che è una pallina come quella che sta stringendo in mano. Un cane la rincorre e un bambino lo incita a portarla indietro.
“Ehy, tu!”
Sakura non si volta, afferra un'altra pallina tirata per colpirla alla testa e ode il verso sorpreso del bambino.
Lui scappa, lasciando il cane indietro a ringhiarle, ma lei è ovviamente più veloce e lo blocca per un polso. Lancia una delle palline tanto lontana da confondere il cane, che sceglie di andare a recuperarla.
“Lasciami! Mio fratello ti spaccherà la faccia!”
“Chi è, tuo fratello?”
“È un ninja figo! È al servizio di uno dei consiglieri e tu hai avuto il coraggio di rubargli la pallina che gli avevo regalato!”
Sakura lo lascia andare come se si fosse scottata, gli lancia la pallina e salta via. Il sole le picchia addosso tanto forte da stordirla, ma lei salta di tetto in tetto, in direzione della piazza: deve parlare con Kakashi.
La struttura in legno a cui lo avevano legato c'è ancora, ma due ANBU stanno trascinando via il jounin. Lei si appiattisce sul tetto.
Si rammarica di non poter cercare i compagni, ma deve seguire il maestro, altrimenti sarà dura rintracciarlo giacché tutti i nasi della loro squadra ce li ha Hatake.
Sakura scende in strada e passa per il mercato dove ruba una mantella color sabbia: quel sole impietoso la terrà nascosta invece di mostrarla.

500 parole








Ho detto un po' di trama, non UNA trama. Se questa cosa fa acqua da tutte le parti è interamente colpa mia che non ho un cervello fatto per i complotti. Oltretutto qui c'è KakaSaku solo se strizzate gli occhi e fate tre giri su voi stessi. Oh, e il titolo fa cacare!
Spero almeno di azzeccare i prompt.

Ringrazio profusamente la mia cara beta, Aya88! *___* Non lo avevo ancora fatto perché sono un somaro. -.-



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Capitolo 12
*** Abbagliati ***




Tabella gialla, prompt a scelta libera: deserto







Abbagliati



Solo sabbia per miglia. Quando scende la notte Sakura è contenta che la mantella rubata sia termica.
Tuttavia non si ferma, non ha intenzione di perdere Kakashi, tanto meno di fermarsi e morire assiderata. Un piede davanti all'altro e si trova presto nelle vicinanze di una struttura in pietra. Sale sulla parete priva di finestre ed entra nel sottotetto. Alcune assi scricchiolano, ma per fortuna sotto ci sono shinobi che festeggiano, bevono e ululano, che non la sentirebbero nemmeno se starnutisse. Hanno catturato Hatake Kakashi, dopotutto.
Le basta continuare ad avanzare per trovare il maestro. Kakashi è sdraiato su un lettino, di lato c'è una lampada scialitica e un carrello con dei bisturi sopra. Vogliono lo sharingan, prevedibilmente.
Un uomo con il camice entra e quello di guardia esce, la prima cosa che l'altro fa è scostare il coprifronte e puntare una luce in quell'occhio. Poi si volta verso il carrello dove giace una boccetta di sedativo.
Kakashi apre gli occhi, fissa il punto in cui si trova lei e fa l'occhiolino. Sakura rimane un momento imbambolata, poi sorride, nel petto l'ansia le si scioglie, e si dà pure della cretina; come ha potuto pensare che un piano simile, gente simile, potesse fregare il suo maestro?
Finisce tutto in pochi minuti, uno dei nemici mette le mani avanti e urla che confesserà se lo lasceranno vivere. Sakura e Kakashi hanno già eliminato gli ultimi suoi compagni, perciò lui è la spia designata. Il jounin lo stordisce con un pugno allo stomaco.
Sakura ha cercato di tenere la mente lucida durante quelle trentadue ore, ma a ogni pensiero razionale si legava a doppio filo una paura irrazionale e tutto si focalizzava su Kakashi; è stata brava a mantenere la calma, nessuno glielo dirà, così se lo dice da sola. E senza fare movimenti affrettati abbraccia il maestro.
Il jounin rimane un attimo abbagliato da quel gesto e sul momento pensa che lo stia proteggendo da un nemico a lui invisibile, ma presto realizza che quello è solo un abbraccio, fatto di sollievo. Mette il volto tra i suoi capelli, il naso le sfiora il collo, e ispira. Lei ride, piega la testa di lato per sfuggirgli.
“Non sapevo soffrissi il solletico,” dice, l'ilarità palpabile nella sua voce, “lo terrò presente.”
“No!” esclama lei, tornata padrona dei suoi spazi.
Kakashi si carica il nukenin in spalla e ridacchia.
“Allora lo dirò agli altri due.”
“Sensei!”
“Facciamo che se riuscirai a dirmi qualcosa che non so, manterrò il segreto.”
Sakura si lamenta debolmente; la verità è che le sfide le piacciono e per tutto il tragitto pensa a termini medici che scarta perché ha un solo colpo e non è sicura che il jounin non sappia niente di medicina.
Il nukenin si sveglia in tempo per puntare il dito contro uno dei consiglieri e, con le prove raccolte dal Kazekage, l'anziano e il suo entourage vengono rinchiusi nelle prigioni in attesa di giudizio.
Sakura sta ancora pensando a cosa lui potrebbe non sapere.

500 parole









Questa è l'ultima di questa sessione veloce, ora si torna ai santi vecchi. Ma! Siccome cambiamo tabella, cambieremo anche aria. *ride* Non quell'aria...

Comunque questo prompt è strano, poiché è meno immediato degli altri; se penso al deserto mi vengono in mente colori caldi, soprattutto il giallo. La sabbia, i cammelli, il sole, le abitazioni tendono al giallo poiché sono fatte con pietre e sabbia.
Spero che sia preso per buono, ché è il sesto e quindi a scelta, l'unico nella tabella che non è stato dato dall'organizzatrice della challenge.



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Capitolo 13
*** Non si teme niente, come le delusioni ***




Tabella blu, prompt: occhi





Non si teme niente, come le delusioni



È cambiato qualcosa da quell'abbraccio e Kakashi è in difficoltà.
Che siano a un corso d'aggiornamento, in missione o nell'ufficio dell'Hokage, Sakura ha sempre un posto accanto a lui e a nessuno verrebbe in mente di rubare il suo accanto a lei. Le loro mani sono calamite e sfiorarsi è diventato un gioco, a chi lo fa in modo più casuale.
Sai li osserva più del solito e prende schiaffi anche per gli altri; Naruto è contento di non essere più il sacco designato. Sasuke alza un sopracciglio, ma fondamentalmente se ne sbatte.
Kakashi crede che potrebbe avere nuovamente diciott'anni, ma non ne è sicuro perché era già Capitano ANBU, a quell'età. C'è una dicotomia tra come si sente quand'è da solo e quando invece è con lei. L'agitazione che sente sottopelle durante il giorno gli fa aggrottare la fronte a casa, mentre apre una scatoletta per Pakkun che chiede regolarmente una bistecca, inascoltato.
Sakura lo guarda come se lui fosse voltato altrove, con tutto quello che lei vorrebbe scritto negli occhi verdi, e Kakashi impazzisce sempre un po' di più.
Dall'altra parte, la kunoichi è sicura ci sia qualcosa a separarli, ma non sa bene cosa sia. La verità è che o lei ha letto male tra le righe oppure uno dei due ha tanta paura da non riuscire ad avvicinarsi. Non ha ancora capito se sia proprio lei.
Sa solo che si sente addosso un sacco di occhi. Le sembra di essere osservata minuziosamente e non le piace, come ninja la rende tesa, come donna la fa incazzare terribilmente. Oltretutto non si sente osservata a casa sua o quando compra scarpe con Ino, bensì quand'è con Kakashi. E si preoccupa perché, ogni volta che i loro occhi s'incontrano, lei non fa più caso a quello che ha intorno: novantanove su cento, è così che un ninja muore o si trova in guai seri.
Sarebbe bene parlarne con il diretto interessato se solo non ci fosse questa cosa invisibile di mezzo che sembra enorme, invadente e la spinge lontana.
È al campo sette che scopre qualcosa di entrambi i suoi problemi. Alla fine di un allenamento, mentre Sasuke tenta di far mangiare a Naruto la foglia di una pianta velenosa che “sembrava la testa di Itachi”, Kakashi la affianca.
Parla senza guardarla.
“Sono ANBU,” dice.
Lei volta la testa e lui le sorride, facendole capire che anche in quel momento li stanno osservando. La maschera cela solo le sue labbra, perciò Sakura deduce che non siano abbastanza vicini anche per udirli. Tornano a guardare avanti, verso un Naruto che sputacchia fogliame, una pianta sradicata e un Sasuke soddisfatto.
“Gli occhi che senti addosso, sono ANBU,” continua Kakashi, facendole battere forte il cuore.
Ha in testa tante domande, sulla questione, ma sul momento è sopraffatta dalla rivelazione dell'ostacolo tra di loro che non è né rifiuto né paura e le palesa di non essere sola, in quell'attrazione.
Quando torna su Naruto però, i suoi occhi blu la stanno osservando attentamente.

500 parole







Prima o poi si baceranno, eh, ANBU permetten- Che diamine vogliono questi, ora? … Ah, aspetta, io lo so! Giusto. uu



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Capitolo 14
*** La lingua blu ***




Tabella blu, prompt: mirtillo





La lingua blu



Kakashi incontra Sakura sulle scale del palazzo dell'Hokage, ha in mano un sacchetto di mirtilli che divide con Ino. Si salutano, proseguono.
Gli ANBU gli rimangono distanti perché pensano di non potersi avvicinare troppo ad Hatake Kakashi senza che lui se ne accorga, però mica sanno quanto sia, questo troppo. A infastidirlo è piuttosto il fatto che quella sia la Radice.
Kakashi entra nell'ufficio dell'Hokage con l'intenzione di fare domande, ma si trova gli occhi di Tsunade puntati così in profondità nel suo da sentirsi vagamente a disagio. Appena apre bocca, la donna lo interrompe.
“È maggiorenne, Kakashi, non mi interessa,” risponde lei, “non starò a dirti cosa potrei fare se le facessi male: l'abbiamo addestrata noi e sappiamo benissimo che non le serve aiuto.”
Non sa di preciso quando abbia smesso di essere acuto, sa solo che riconoscere in quell'argomento le origini di molte delle sue ansie lo folgora sul posto più del non aver realizzato quanto quella sua attrazione coinvolgesse l'Hokage. Una strana sensazione, vagamente piacevole, lo solletica nel petto e un lieve sorriso gli nasce spontaneo.
Tsunade tossisce disappunto per la sua mancanza di attenzione.
“Sono qui per altro...” dice, tornando velocemente serio.
“Lo so,” dice lei, “era la scorta di Utatane e Mitokado, suppongo siano ancora le loro orecchie e i loro occhi.”
Lui sospira, spostando il peso da una gamba all'altra per l'imbarazzo che gli crea l'argomento prole, a cui i vecchi consiglieri sono sempre stati attaccati. Improvvisamente l'ufficio sembra molto piccolo. Il suo peso si sposta nuovamente senza che lui ci abbia pensato.
Tsunade sorride, un sorriso furbo che fa corrugare le sopracciglia del copianinja.
“Puoi andare, Kakashi,” dice la donna, sopprimendo malamente il sorrisetto, “Vai, Kakashi.”
Fuori dall'ufficio, la sua fronte si spiana quando esattamente nel posto in cui stavano le ansie appena dissipate scopre il forte desiderio di vedere Sakura.
La trova al piano di sotto dove le chiede un momento in privato, lei saluta la collega e lo guida in un ufficio vuoto. Lui chiude la porta, si volta e, nel mezzo della sua frase, la bacia.
È un bacio candido, nonostante l'impeto che lo aveva colto, dura un immenso attimo e quando finisce non finisce davvero.
Le labbra di Sakura hanno il sapore dei mirtilli, gli occhi verdi sono grandi e lucidi, ha le guance rosse e può sentirle la giugulare pulsare velocemente sotto il palmo. Abbassarsi la maschera e metterle le mani sul volto è stata una cosa sola, tanto che lei ora gli fissa le labbra perché non è riuscita a vedergliele prima. Kakashi si sente sfiorare il mento, quando ancora è impegnato a osservare la sua espressione e presto un dito di Sakura percorre quel che rimane scoperto della cicatrice.
Sorride intenerito dalla reverenza che sente in quel contatto, placa gran parte dell'inadeguatezza che sente col volto scoperto e aumenta contemporaneamente il numero di farfalle nel suo stomaco. Poi lei lo stupisce ancora: fa pressione con le dita dietro al suo collo e chiede un altro bacio.

500 parole









Aya88 mi ha suggerito di ricordare qui, nelle note, che Utatane e Mitokado sono i consiglieri. Koharu Utatane è la donna, Homura Mitokado l'uomo, sono i rimanenti due terzi del team di Hiruzen Sarutobi; i vecchi decrepiti che rompono sempre, fanno illazioni fuori luogo e trattano tutti come fossero strumenti esattamente come fa Danzo. Ecco, loro! Gli odiosi.



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Capitolo 15
*** In fondo, era abbastanza palese ***




Tabella blu, prompt: ghiaccio





In fondo, era abbastanza palese



C'è qualcuno nella tua vita e io scoprirò chi è!” dice Ino, con quella determinazione che non mette nel lavoro.
Sakura rinuncia a leggere la circolare, giacché Yamanaka non ha intenzione di darle pace.
In quel momento Naruto spalanca la porta dello studio con un piede e trascina Kakashi dentro.
“Sakura chan!” urla, contemporaneamente.
“Cos'è successo?”
Sakura li raggiunge, mentre il jinchuuriki fa sedere il maestro.
Ino accavalla le gambe e sbuffa, indolente e insolente, Sasuke si appoggia allo stipite della porta e nessuno fiata.
Sakura appiattisce la mano sui capelli grigi insanguinati e applica chakra sulla ferita.
“Insomma, cos'è successo?” ripete, adesso con un tono più duro.
“Naruto ha una pessima tempistica,” dice Sasuke, scrollando le spalle.
Lui sbuffa.
“E tu dov'eri, Sas'ke?” ringhia lei.
Sasuke quasi cade da fermo, poi si acciglia, più seccato con se stesso per quel nuovo timore di una Sakura arrabbiata che per la mancanza di una legittima scusa.
Ino comunque gli risparmia il disturbo.
“Vado a prendere del ghiaccio, frontespaziosa,” sospira, prima di alzarsi e uscire. Naruto e Sasuke la seguono.
Sakura si allontana da Kakashi per sbirciarne l'espressione, ma lo trova a fissarle il seno. Lui sorride, lei arrossisce.
“Testa di rapa...” la sente borbottare, appena le cinge la vita.
È lei a tirargli giù la maschera e ad avvicinarsi, lui alza soltanto il volto. Non sa se sia colpa della botta alla testa, ma quelle labbra sanno ancora di mirtillo.
La porta si spalanca nuovamente ed entrambi s'irrigidiscono all'udire quel gemito sorpreso.
Sulla porta, Ino ha un'aria sconvolta e gli occhi brillanti di malizia; Sakura prova a fermarla, ma lei le lancia la borsa del ghiaccio e scappa.
Cammina a due metri da terra: uno scandalo tale è capace di risollevarle settimane di giornatacce e la soddisfazione aumenterà appena avrà facce stupite davanti. Nella nebbia dell'eccitazione, va a sbattere contro qualcosa.
Una volta, scontrarsi con il petto di Uchiha le sarebbe piaciuto, ma adesso le espressioni, sua e di Uzumaki, la turbano.
“Yamanaka,” comincia Sasuke, “potresti voler cambiare villaggio.”
Ci mette un po' per afferrare quelle parole, quando lo fa si volta incredula verso Naruto.
“Non hai visto niente, e se hai visto qualcosa faresti meglio a tenerlo per te!” bisbiglia il jinchuuriki, puntandole un minaccioso dito contro.
Lei ridacchia un po', senza fiato.
“State scherzando!” dice, “perché no?” e la sua voce prende una sfumatura petulante.
L'espressione di Sasuke si fa più burrascosa, ma viene preceduto.
“Perché le faresti del male, Ino,” dice Naruto, già più morbido. Il cipiglio severo di Sasuke si sposta su di lui.
“Farebbe del male a entrambi, stupido cretino.”
“Va bene, ok, ma... Ehy, perché adesso te la prendi con me?”
Sasuke lo ignora per tornare a fulminare l'altra.
“Tieni chiusa quella tua boccaccia, Yamanaka.”
“Sì, Ino, niente pettegolezzi!” si acciglia Naruto.
Lei, rimasta a bocca aperta, si riscuote in tempo.
“Ok, ok!” strilla, a disagio, “accidenti, a chi volete che lo vada a dire? Sono la sua migliore amica, sapete?” E si dilegua.


500 parole







Erano 739 parole! Chessstrazio.

Scusate per la lunga attesa! Dovete sapere che non ho pronto nient'altro e che per questo stavo tergiversando, spero che l'ispirazione si rifaccia viva presto. (Stavo scrivendo una SasuSakuIta, intanto... Non chiedete, è meglio. ùù) Il titolo fa cacare, sì, amen.







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Capitolo 16
*** Trasportata oltre ***




Tabella blu, prompt: onde del mare





Trasportata oltre



Oltre il confine sud, nel Paese delle Onde, hanno percorso il ponte Naruto incappucciati e, accompagnati da un po' di nebbia mattutina, sono riusciti a passare inosservati.
Nonostante Sakura sapesse che la segretezza non sarebbe durata per tutta la missione, si scopre sorpresa quando vede il nemico fermare la sua corsa tra botti di combustibile ricoperte di tag esplosivi e portare le mani nel simbolo della pecora.
Il panico la smuove invece di paralizzarla: con lei ci sono Kakashi e Naruto e, anche se è rimasto indietro per raccogliere i rotoli, l'intricata diramazione di cunicoli sotterranei in cui sono può benissimo diventare anche la tomba di Sasuke. Così Sakura si precipita verso la parete, impatta il pugno con la pietra e quella si sgretola come fosse un biscotto.
Le fiamme trovano sfogo verso l'alto, giacché si è premurata di far avanzare la voragine fin sul soffitto, ma l'onda d'urto li sbalza contro i detriti.
Il sole la acceca, poi l'acqua la sommerge.
Appena tornata in superficie prende una grossa boccata d'aria e, con la testa annebbiata dall'adrenalina, si guarda intorno con ansia crescente, chiamando i compagni.
“Sakura chan, siamo qui!”
La voce del jinchuuriki la fa voltare e lo trova in acqua a sbracciarsi nella sua direzione; Sasuke lo raggiunge in piedi sulla superficie e si china con l'intenzione di tirarlo su.
Sakura trova il maestro attaccato alla roccia della scogliera. Subito lo raggiunge a nuoto.
Kakashi si tiene la testa e, quando si volta a guardarla, lei può vedere del sangue sulla tempia.
“Sakura,” dice, frastornato, cercando di non dar peso alla ferita per non farla preoccupare. Stupido idiota.
Lo abbraccia e l'uomo fa altrettanto con un braccio solo per continuare a reggersi. Il suo respiro è veloce e il suo cuore batte forte, Sakura sa che l'adrenalina travolge anche lui, si ricorda però di certi effetti solo dopo avergli portato le gambe intorno ai fianchi. Kakashi le mette il naso tra i capelli bagnati ma non si muove, Sakura invece si preme contro l'erezione. Il braccio intorno alla sua vita si stringe, mentre lei sospira e mette la testa sulla sua spalla.
Le onde del mare gli si infrangono addosso e spostano i loro corpi fornendo un po' di frizione.
“Sakura,” ripete. La sua voce è profonda e ha un colore scuro, intenso, rosso, qualcosa che le fa correre un brivido sulla schiena. Non l'aveva mai sentita così. “Ottimo lavoro, hai salvato la squadra e la missione.”
Lei scioglie quell'abbraccio, si sente tanto accaldata da meravigliarsi che l'acqua tutt'intorno non stia evaporando, ma incontra il suo occhio con orgoglio.
“Mio padre è morto per non essere riuscito a salvare entrambe.”
I suoi occhi verdi si allargano e neanche i due versi sorpresi alle spalle riescono a distrarla da quello nero davanti a lei.
“Haruno Sakura, chuunin, in rappresentanza del villaggio della Foglia ti promuovo al grado di jounin con effetto immediato.”
Sasuke lascia andare Naruto per lo stupore, lui ricade malamente in acqua con un urletto poco maschile.



500 parole







Ancora una volta erano uno sbotto di parole in più, ma vabbè, ormai ho il callo... Non so bene dove, però c'è. *lo cerca*

FERMI TUTTI! *sviene* Che nessuno dubiti della meritocrazia a Konoha! XD Una delle prossime flash sarà incentrata (più o meno) su questo e chi ha dubitato si sentirà molto stupido. AH! In ogni caso Naruto picchierebbe tutti e, a questo punto, persino Sasuke li guarderebbe male a morte, quindi l'onore di Sakura è salvo. *ride*

Grazie Aya88 per l'estremo betaggio! chu



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Capitolo 17
*** Una finestra di troppo ***




Tabella blu, prompt a scelta libera: luce





Una finestra di troppo



Ha una spalla gelata. Sakura fa in tempo a pensare di coprirsi che le coperte vengono su da sole, tuttavia quest'anomalia non la sveglia: sa dove si trova. È nuda sotto strati di coperte calde con Kakashi premuto sulla schiena, un braccio sotto la sua testa e il cuscino, l'altro intorno alla vita. Le dita dell'uomo sono mollemente adagiate dentro la sua mano da quando si è addormentata.
Lì sotto c'è un caldo asciutto, sicuro, che la fa accoccolare di più contro il corpo alle sue spalle. Sospira, mentre Kakashi affonda ulteriormente il viso tra i suoi capelli e il cuscino. Per un momento, Sakura immagina il grigio argenteo di quei ciuffi disordinati mischiarsi con il rosa dei suoi. Sorride pigramente.
Contenta, dischiude le palpebre e riscopre l'esistenza del mondo fuori.
L'atmosfera ha una luce blu, calma, magica, le cose intorno sembrano fluttuare in questo strano limbo mattutino. Tra ciglia chiare ritrova i contorni di un mobilio semplice, le superfici sgombre, il pavimento pieno di indumenti. Le sue mutandine sembrano quelle di un'altra, viste da lì, quindi sospira, appena il braccio intorno alla sua vita si stringe un po', e rimane a contemplare quell'aria blu, sperando che duri.
Poi suona la sveglia.
C'è un grugnito nei suoi capelli, lei chiude gli occhi quando quel braccio si alza, il bicipite le sfiora la tempia e l'allarme cessa.
Sente Kakashi sdraiarsi supino, stirarsi. Dopo, il silenzio le suggerisce che lui la stia guardando. Si volta, sbatte le palpebre lentamente e lo osserva guardarla. Quando le tocca una ciocca di capelli, lei richiude gli occhi.
C'è qualcosa d'insolito nel suo organismo. Sente di essere diversa, ma non riesce a mettere il dito sul motivo; sa solo di sentirsi rilassata e serena come ormai non era da tempo.
Decide comunque di muoversi, lo decide per circa tre, dieci minuti, magari un'ora, perché sembra passare un'eternità prima che la sua mano si muova; all'inizio a scatti, come se esitasse. Sakura tocca il petto del ninja e ascolta il battito cardiaco attraverso il palmo.
Kakashi sorride, la lascia sonnecchiare qualche altro minuto, poi la tira a sé. La bacia sulla guancia, prima di abbracciarla.
Sakura gli si stringe addosso finché non sa più dove finisca lei e inizi lui.
“Devo alzarmi,” le sussurra nell'orecchio, accarezzandole un fianco.
“Non puoi...” mugola lei, “c'è la luce blu.”
Kakashi alza la testa e si guarda intorno, confuso.
“Cosa c'è?”
“La luce blu,” dice Sakura, ora un po' più sveglia, “mia madre diceva sempre che finché la luce è blu, la mattina, c'è ancora tempo per restare al caldo.”
Nel silenzio i sensi le si assopiscono di nuovo, poi lui inizia a tremare.
La sua risata mal trattenuta la sveglia del tutto; Sakura alza la testa, chiede “cosa?”, arrossisce per essere spudoratamente praticamente sopra di lui, ma torna a chiedergli cosa abbia da ridere.
“Tua madre voleva solo tenerti lontana dalla sua camera finché aveva tuo padre nel letto!” trilla.
Lei fa una smorfia schifata, lui le ruba un bacio.



500 parole







Ah, l'amour... Mi è costata un'emicrania, l'amour! uu'

Non so cosa dire! Per questo pleonastico motivo, e per la vostra delizia, per una volta, taccio. Il super evil mal di testa, invece, vuole dirvi che è stato molto difficile scrivere questa flash. Mooolto difficile.

Grazie Aya88 per il betaggio! ^^





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Capitolo 18
*** Un momento di silenzio ***




Tabella blu, prompt: cielo stellato





Un momento di silenzio



Un attimo prima la rabbia e il dispiacere formavano un mare di amarezza in tempesta, poi qualcosa le ha portato forza, serenità; cos'era? Sakura si guarda addosso e scopre la sua mano sinistra stretta in quella di Kakashi. Lui sta parlando, urlando, e nel suo occhio, può scorgere la stessa amarezza.
Naruto ha un'espressione terrificante, quasi fosse indeciso se essere dispiaciuto o incazzato. Tsunade urla per farsi sentire, sbattendo ogni tanto il pugno sulla scrivania. Accanto, Shizune squittisce parole che lei non riesce a comprendere. Yamato cerca di placarli, Sai li osserva silente, ma anche i loro occhi, come quelli di tutti, sono puntati su Sasuke.
“Non ci posso credere,” sussurra Sakura.
Lui le lancia un'occhiataccia, ma continua a parlare sopra gli altri. Poi torna il silenzio.
Sakura sospira, mentre ritira la mano. Sasuke rimane voltato, i capelli neri coprono gli occhi e metà della guancia rossa.
“Non ci posso credere,” ripete.
“Sa... Sakura chan...”
“Non ho neanche pensato a tutto questo,” continua lei, ignorando Naruto, “perché ho fiducia in Kakashi.” dice, ha un tono controllato, si sente davvero calma come sembra. “Tu pensi sia solo un traguardo, ma salire di grado significa soprattutto responsabilità maggiore, cosa per cui tremerei come una foglia se non mi fidassi del giudizio di chi mi ha messo quest'onere addosso.”
Tsunade si schiarisce la gola, distraendoli tutti un momento. Sakura fa un passo verso la porta, la mano di Kakashi si stringe più forte prima di lasciarla.
Ha il fiato corto quando raggiunge il tetto. Il vento porta i rumori del villaggio e lei sospira respirando umidità e stelle, appena alza lo sguardo.
Non piove più, il cielo è così terso che le stelle brillano nelle pozzanghere.
Cigolando, la porta alle sue spalle si apre e si chiude.
“A un certo punto, ho pensato che dovrebbe fare un suo team,” dice lei, “uno di gente come lui che ha sempre la risposta in tasca.”
Un sospiro la raggiunge, lei scuote la testa e continua.
“È la prima volta che succede eppure mi sento in colpa,” mormora, “lui invece, così indignato, così ferito da tutti noi idioti vissuti nella serena ignoranza che suo fratello ci ha regalato, non ha bisogno di sentirsi in colpa, è nel suo pieno diritto ferirci.”
Naruto la affianca.
Sakura non era sicura che fosse lui, ma non importa, la sua mente fluttua di nuovo in quell'amarezza e riesce solo a tenere il naso per aria, lo sguardo immerso nel chiarore della notte, per non piangere.
“Non è una buona idea,” dice Naruto, senza guardarla, “pensa che team odioso...”
Sakura emette uno sbuffo divertito tanto improvviso che sputa e deve pulirsi le labbra con il polso.
Naruto le tocca una spalla affinché lei si volti a guardarlo, poi, quando lo fa, la abbraccia.
“In realtà...” farfuglia lui, contro la sua divisa, “brucia terribilmente anche a me che tu sia diventata jounin per prima.”
Lei ride poiché il suo borbottio le suona come il broncio di un bambino, e lo abbraccia forte.


500 parole







Sasuke è un sociopatico emotivo ed egocentrico e non è che voglia sempre far del male agli altri, è solo che per lui è una fatica immane prendere nota di quel che c'è oltre al suo naso, quindi travolge tutto e non s'accorge di niente almeno che qualcuno gli dica “ehy, deficiente, guarda che hai travolto tutto!”, allora si guarda indietro e ha pure la faccia come il culo di spalancare gli occhi, stupito.
Secondo me, eh.



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Capitolo 19
*** Il futuro è quel che vedi attraverso una nuvola ***




Tabella bianca, prompt: nuvola





Il futuro è quel che vedi attraverso una nuvola



Ino ha un cipiglio severo, non è malefico, ma è sicuramente incazzato, e fare questa minuziosa descrizione aiuta Sakura a ignorarla: per un momento, lei fissa il cielo, Ino fissa lei.
“C'è stato un tempo in cui pensavo che la tua fronte spaziosa accogliesse un cervello più grande, inutile dire che quel tempo è trapassato remoto,” gracchia Yamanaka prima di portarsi le mani sui fianchi con enfasi, “Haruno! Dovevamo trovarci al mio negozio un'ora fa, un'ora! Sono vestita e pettinata e truccata e... Sono perfetta da un'ora e tu dove cazzo sei? A dormire sotto un albero!”
“C'è qualcosa di profondamente ingiusto, nelle nuvole,” mormora Sakura.
“Oh Dei, 'ste nuvole...” borbotta l'altra, mentre si sdraia accanto a lei.
“Tu fai un sacco di cose sotto di loro, fai cose assurde e vivi situazioni stranissime, surreali, eppure quelle fluttuano come sempre, non è che vadano più veloce se ti batte forte il cuore o sei depressa, non c'è nessun picco che le faccia muovere in modo diverso,” continua, gesticolando, “però quando piove qualcuno è triste, altri più felici, quando c'è il sole c'è chi si scopre iperattivo...”
Ino sospira, allungando le gambe nude sull'erba fresca.
“Forza, Sakura, dimmi che diavolo ti è successo, così possiamo parlarne sul serio e arrivare a un punto in cui non sarai troppo depressa da guastarmi la serata.”
Ino non è così stronza: si impegna, ma non le riesce, infatti se Sakura si voltasse vedrebbe rughe di preoccupazione su quella fronte poco spaziosa.
Rimane un momento in silenzio, cercando le parole giuste, ma presto si perde nel ricordo dell'accaduto.
Lei aveva appena elencato i suoi impegni, stava dicendo che avrebbero dovuto vedersi nei buchi con l'aria di chi fa una battuta amara, Kakashi invece aveva la maschera giù, l'attenzione sul bento e persino un boccone pronto sulle bacchette, quando le ha proposto di portare le sue cose da lui per avere più ritagli di tempo da condividere. L'ha lanciata lì, nel mezzo del prato dove stavano pranzando, e una nuvola è passata su di loro, oscurando brevemente l'aria intorno. Sakura ha sentito un brivido addosso, come se fosse stato tutto calcolato, come se si trattasse della scena di un film. È stato strano e magico e ha risvegliato i suoi sogni di bambina; solo dopo ha pensato a tutti gli spigoli.
Kakashi ha alzato lo sguardo quando ha cambiato argomento e Sakura è sicura che non lo abbia fatto prima perché sarebbe sembrato che volesse una risposta immediata, invece desiderava che lei ci pensasse seriamente, con calma, da sola.
Sakura ha smesso di dubitare che Kakashi sia un uomo meraviglioso.
“Non so come crede che possiamo starci entrambi, in quel buco,” sospira.
Ino aggrotta la fronte, confusa.
“Buco? Quale buco? Che buco? Il buco dove vive? Lui...” trattiene il fiato e si alza a sedere per guardarla, “ti ha chiesto di andare a vivere con lui?”
“Credo di sì.”
“Credi?” strilla Yamanaka, “Haruno, alza quel culo di lì e vai a traslocare! Ora, per la miseria!”



500 parole







Oooh! Sono cinquecento parole precise alla prima stesura, non supereranno il betaggio e dovrò riadattare venti volte, ma oooh, non mi era mai successo! **
Edit: infatti sono già 550 anche senza la beta... *collassa* 528... *suda* 515... *allenta il tappo dello spumante* 536! Com'è potuto succedereeeh? … 501! AH! Adesso metto un apostrofo dove non dovrebbe andare eeeee... *prende il tappo dello spumante in testa*

Grazie Amens Ophelia per il betaggio dell'ultimo minuto!



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Capitolo 20
*** Tutta l'intenzione di subire ***




Tabella bianca, prompt: piatto di porcellana







Tutta l'intenzione di subire



Svegliarsi con Kakashi quando il lavoro glielo permette, trovare peli di cane ovunque e inciampare in ogni tipo di arma o rotolo sono cose che aveva messo in conto. Conosce Kakashi, anche se le persone spettegolano come se si fossero caduti addosso un bel giorno per copulare dal nulla. Tuttavia, deve ammettere che conoscerlo non le ha impedito di fare congetture simili sulla sua vita privata: un tempo pensava che lui fosse un tipo da nottata con donna sconosciuta. Comparsa uno e due, magari. Ma non si aspettava la monogamia.
Sospira, dopo aver aperto uno degli stipetti della cucina, anche se il suo tentativo si trasforma in uno sbuffo divertito.
Kakashi non ha modificato i suoi orari, le sue abitudini, i cani continuano a essere in giro, i suoi libretti sconci pure. La sera escono insieme se vogliono, altrimenti si lasciano biglietti, mangiano insieme quando possono e si sorridono da lontano quando sono oberati. A lei piace tutto così com'è e lui sa metterla a suo agio.
Prende un piatto e si serve la porzione di okonomiyaki rimasta nella padella. La prima volta che ha fatto colazione da sola ce n'era per tutti i suoi cani, non sapendo quanto lei mangiasse la mattina, il giorno dopo invece era la dose esatta e Sakura non sapeva se ringraziare o ridere.
Ma la cosa è continuata, prima che lei potesse decidere. Le lenzuola del primo giorno non le ha più viste, anche il piumone è cambiato, così come nel tempo è cambiata la marca della carta igienica, sono comparsi spugna e tappetino in bagno, un portaombrelli all'entrata, un copridivano nuovo; persino i cani un giorno si sono presentati con il pelo fluffoso e l'aria centrifugata.
Sorride, adesso, quando succede una cosa del genere, poi invece di ringraziarlo apertamente fa qualcosa di carino anche lei, che sia tradizione a tavola, fantasia a letto o pazienza per andarlo a ripescare davanti alla Lapide.
Afferra le bacchette di ceramica e inizia a mangiare.
Quelle erano di legno, ma in una notte sono diventate bacchette vere, i piatti dentro lo stipetto ieri erano quelli di ferro in dotazione con l'attrezzatura da campeggio per le missioni, ora sono di porcellana. Picchietta con le bacchette sul piatto e il rumore riempie la stanza.
Kakashi è così tenero che a volte il sorriso le si incrina, quando pensa a tutto l'amore che aveva chiuso dentro, alle attenzioni che non poteva sfogare. Sakura non sa molto del passato del jounin, storie di cui non intende chiedere, ma aspetta di sentire, eppure è sicura che lui stia aspettando da tanto tempo di viziare qualcuno. Qualcuno che non abbaia, s'intende.
Sorride. Le ragazze sono venute a trovarla e lei non ha potuto offrire niente, quindi si aspetta di vedere un servizio da tè per la fine della settimana.

Kakashi alza la testa, una volta arrivato davanti all'enorme cancello: finalmente quella stupida casa piena di polvere, ricordi e macchie di sangue serve a qualcosa.
Ora, dove sarà finito quel bel servizio da tè?



500 parole







Tanti, TANTI, auguri di buona digestione! E di Natale. <3



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Capitolo 21
*** Di sale e gelosia, ne serve sempre qb ***




Tabella bianca, prompt: sale





Di sale e gelosia, ne serve sempre qb



Sakura si siede finalmente a tavola. Lo fa spostando il suo peso sulle mani all'inizio e lasciandosi cadere dopo, lo fa con uno sbuffo stanco.
Kakashi inizia a mangiare solo quando lei raccoglie le bacchette, tiene la testa bassa così che, tra la gravità e l'assenza del coprifronte, i capelli gli coprono completamente gli occhi. Rimangono in silenzio a lungo, nella stanza si propagano solo rumori provenienti dalla porcellana e dal vetro.
Sakura era ancora arrabbiata, pochi minuti prima, ma improvvisamente tutto le sembra stupido e inconsistente.
Sasuke si è finalmente scusato con lei, a modo suo: le ha fatto un regalo e quando lei lo ha abbracciato, dandogli giustamente dell'idiota, non ha alzato proteste; anzi. L'abbraccio è durato forse un po' troppo per essere un abbraccio Uchiha, però lei era troppo presa dal sollievo dato dal chiarimento per accorgersene. Solo quando ha realizzato cosa Sasuke stesse facendo con quel pacchetto verso di lei, lo sguardo oltre la sua testa e uno sbuffo sulle labbra, si è accorta di quanto le stesse pesando la faccenda. Lo ha stretto forte, gli ha dato dell'idiota sussurrandolo tra quei capelli neri e si è impegnata per trattenere le lacrime; con successo, peraltro.
Kakashi era appena rientrato da una missione e, forse complice la stanchezza, ha dato il via a un'imbarazzante scena di gelosia.
Sakura sospira, mangiando in silenzio e lanciando occhiate di sottecchi all'uomo con una compostezza invidiabile seduto accanto a lei.
Magari non c'entra molto la stanchezza, magari c'entra di più la rivalità che uno tanto territoriale quanto Kakashi deve sentire nei confronti di Sasuke o forse non ha a che fare neanche con quello, forse è solo carattere e voltare l'angolo dopo una missione di due settimane per trovarsi la propria metà avvinghiata al suo primo amore non avrebbe fatto piacere a nessuno.
Be'. Pensandoci...
Alza il volto dal piatto e lo fissa apertamente. Lui continua a far finta di niente.
Sakura si perde nel ricordo della presa decisa che ha avvertito sul polso, della propria sorpresa, quando un momento dopo Kakashi l'ha fatta collidere contro il suo petto. È stato un attimo, uno molto lungo, in cui Naruto è passato da contento a confuso a preoccupato e lei ha potuto osservare l'espressione dura che il jounin stava rivolgendo a Sasuke. Ha creduto che sarebbe finita lì, che quello sguardo raggelante fosse l'inizio e la fine dello strano episodio, poi Kakashi ha cambiato l'atmosfera, sciogliendo la postura rigida e l'espressione per assumere un tono scocciato: “Devo tatuarle il mio nome addosso?”, ha detto.
Sakura è diventata tutta rossa, più d'ira che d'imbarazzo, ha pure cominciato a divincolarsi, scagliandogli contro parole indignate, ma adesso le scappa da ridere e, porca miseria, adesso quella scena le rimescola lo stomaco in modo totalmente diverso.
Alza di nuovo lo sguardo su Kakashi, posando le bacchette, lui si irrigidisce e lei sbuffa.
“Che cretino!” ridacchia, scuotendo la testa, seria, indignata, eccitata. Felice. Lo prende per il collo della maglia e lo bacia con foga.
Stupido cretino.

500 parole








Stupido cretino! *bacia con foga il suo peluche*
Ok, no, non funziona senza un Kakashi... uu'


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Capitolo 22
*** Un raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri ***




Tabella bianca, prompt: fiocco di neve





Un raffreddore a Konoha, una polmonite a Kiri



Sakura è preoccupata. Sasuke la guarda un po' di più, Naruto le si para davanti appena si muove una foglia, Kakashi è nervoso. C'è qualcosa che non va in lei, lo sente, ma il comportamento della sua squadra è ancora più fastidioso.
Il Paese dell'Acqua è un posto ostile, il freddo che si può trovare in quelle lande apparentemente tutte uguali, così coperte dalla neve, sembra insidioso esattamente quanto gli abitanti del posto; ben due volte sono stati attaccati e in entrambe le occasioni ha potuto avvertire spossatezza e affanno dove non avrebbero dovuto essere. Il Daimyo è ancora indeciso tra la voglia di lamentarsi per i rischi corsi e il compiacersi della squadra scelta per la sua sicurezza. È vero che i ribelli sono organizzati, le loro incursioni sono supportate dal clima ostile a cui sono abituati, ma il peggio è causato dalla tensione che rende tutto meno fluido, facendo singhiozzare gli ingranaggi, così Naruto cade su Sasuke, Kakashi scivola da un ramo, lei è inspiegabilmente più lenta del solito.
Per fortuna che il Daimyo si ferma solo un paio di giorni perché quel nervosismo fa ringhiare tutti e, mentre Sakura si concentra sui fiocchi di neve che si accumulano fuori dalle finestre, nessuno sembra prendersela con qualcuno in particolare.
È effettivamente singolare il suo stato fisico. Quando pensa ai giorni passati può ricordarsi della stanchezza, dell'insofferenza per gli allenamenti, Ino, i suoi soliti fastidiosi mal di testa, ma niente che spicchi o che le sembri la causa di quell'agitazione.
Al ritorno mantengono un passo più sostenuto perché a quanto pare il Daimyo vuole essere a casa per il pranzo della domenica, lo ordina serafico, come se non avesse intenzione di sgridarli a intermittenza per lo sballottamento che dovrà subire nella portantina. Sakura è così presa dalla sua situazione che inizia a essere irritata dalle lamentele del nobile solo quando sono ormai alla sua residenza.
Sulla strada verso casa Naruto le sorride più spesso, camminandole a fianco, Kakashi rimane un po' indietro, Sasuke va troppo avanti.
Sakura è preoccupata e stufa di esserlo. Appena l'attenzione di Naruto scivola su qualcos'altro, lei si porta una mano sul petto e lascia scivolare del chakra dentro di sé. Sta covando qualcosa, sicuramente. Sono stati tutti nervosi perché lei è il medico, la sua squadra d'assalto con i deficienti che si buttano negli scontri in preda all'onnipotenza ha bisogno di un medico funzionante perché sono troppo abituati ad avere due vite per sopravvivere con una sola. Senza contare che il freddo acuto di Kiri non è adatto a chi sta covando un'influenza.
Sakura deve fare un grande sforzo per non mostrare tutto il suo shock. Lascia ciondolare il braccio lungo il fianco e mantiene lo stesso passo, grata alla distrazione di Naruto. Guarda davanti a sé. Deglutisce lentamente.
I fiocchi di neve cristallizzati sulle finestre le tornano in mente, immobili e silenziosi, come se avessero saputo che in poco tempo lei avrebbe dovuto trovare un nome al suo parassita e farsi chiamare mamma.

500 parole









Cinquecento parole, un ictus. Odio i titoli... Ayaaaaaah, odio i titoli! Ma adoro te, quindi Tanti auguri a teee, tanti auguri a teee, tanti auuuguriii dolce Ayaaaaa, tanti auguri a teeeeeeeee! Avevo perso il filo, ma l'ho ripreso velocemente per postare questa cosa che continua a fluttuarmi in mente da mesi. Grazie di avermi dato l'occasione per sbloccarmi e speriamo di non inciampare più. Chu

Ringrazio annamariz per il betaggio estremo!



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Capitolo 23
*** Morbido e spaventoso ***




Tabella bianca, prompt a scelta libera: bugia (bianca)



Nelle puntate precedenti: XD

Non sapevo soffrissi il solletico,” dice, l'ilarità palpabile nella sua voce, “lo terrò presente.”
“No!” esclama lei, tornata padrona dei suoi spazi.
Kakashi si carica il nukenin in spalla e ridacchia.
“Allora lo dirò agli altri due.”
“Sensei!”
“Facciamo che se riuscirai a dirmi qualcosa che non so, manterrò il segreto.”

Ep. 12





Morbido e spaventoso



Il suo parassita è stato prima un pensiero morbido e spaventoso, dentro la sua testa, poi un virus allo stomaco, appena le nausee hanno destato domande, e poi un gamberetto che ha visto su un monitor al buio, in un ufficio vuoto, di notte.
Il gamberetto fluttua nella sua pancia travestito da virus per diverse settimane, lei passa dall'euforia all'ansia apocalittica in pochi secondi, e quando ci sono missioni fa in modo di essere oberata all'ospedale; con operazioni quando può e con scartoffie arretrate, lasciate lì apposta, quando non ha alternativa.
Si sente bene quando discute di medicina, mentre cerca un modo per curare un paziente con una patologia rara, è nel suo ambiente e si sente a suo agio. Per questo Tsunade la coglie di sorpresa.
La donna porta invece un foglio sulla scrivania e sorride. O, meglio, sogghigna.
“Shizune, indovina chi di voi due è incinta?” dice, sventolando l'esame.
Sakura spalanca gli occhi, Shizune si volta verso di lei con un'aria commossa.
“Sakura, questa gente lavora per me, pensavi davvero che mi avrebbero tenuto all'oscuro di una tale notizia?” ridacchia. Shizune è incredula ed emozionata, la stritola mentre si congratula.
Lei non sa cosa dire, Tsunade si alza e le va incontro, la abbraccia, ride, le accarezza la testa.
Poi Shizune legge l'esame, mentre Sakura balbetta che c'è dell'altro.

Kakashi si blocca a metà passo, appena entra. Il suo appartamento puzza di paura e lui si guarda intorno circospetto.
“Sakura?”
Lei è sul divano con la testa tra le mani, lui si siede sul tavolino basso davanti.
“Kakashi, devo parlarti.” Poi sospira, chiude gli occhi e respira lentamente.
“Sei incinta,” piagnucola lui subito, fintamente agitato, facendole spalancare gli occhi. “Mi dispiace non avertelo detto prima, ma avevo paura che tu scappassi con un uomo che non sta per diventare padre.”
Lei boccheggia, rossa e agitata. Lui ride e la abbraccia di slancio.
La sua spalla è un po' ossuta, ma odora di casa, Sakura ci si struscia contro.
“Da quanto te l'eri preparata?” borbotta, contro la divisa, chiedendogli in realtà da quanto lo sappia.
“Da Kiri.”
Sakura geme al pensiero che il suo team ne sia al corrente da così tanto.
“Non l'ho detto a nessuno, sono stato bravo, vero?” sorride.
“Mi dispiace,” mugola lei. Non si era accorta di averlo privato di qualcosa.
Kakashi le dà un bacio sulla tempia e continua a stringerla.
“L'importante è che tu abbia avuto il tempo che ti serviva.”
Sakura vorrebbe dirgli che, se lui non fosse stato così gentile e premuroso, lei avrebbe avuto meno attacchi di panico a matrioska, considerato che-
“Ti ricordi la nostra scommessa?” dice, colta da un flash di ricordi.
Lui non deve nemmeno pensarci, è un uomo paziente ma curioso e aspetta da molto che lei faccia la sua mossa.
“Hai ancora da dirmi qualcosa che non so?” celia.
Sakura annuisce, strofinandosi ancora sulla sua divisa, giacché sono ancora abbracciati.
“Sono due, i bambini.”
Kakashi spalanca gli occhi. Deglutisce. Sorride, teso.
“Meeh... Hai vinto.” ridacchia.

500 parole







Eccomi qui! Sono in un super ritardo tale che quasi quasi sono in anticipo per la volta dopo. Però meglio tardi che mai, ecco. Poi non è stata tutta colpa mia: Sakura non voleva saperne, di dirlo a Kakashi! Mica potevo obbligarla. Uu

Grazie Ila per il betaggio. <3



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