I'll take care of you.

di Evil_Regal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu sei mia sorella ***
Capitolo 2: *** Daniel ***
Capitolo 3: *** Cora ***
Capitolo 4: *** La scelta giusta. ***
Capitolo 5: *** Il tempo vola ***
Capitolo 6: *** Il compleanno parte 1 ***
Capitolo 7: *** Il compleanno parte 2 ***
Capitolo 8: *** Partenza ***
Capitolo 9: *** Henry ***
Capitolo 10: *** Un momento di forte impatto emotivo ***
Capitolo 11: *** Ritorno ***
Capitolo 12: *** Ruby VS Robin ***
Capitolo 13: *** Fiocco blu in casa Mills ***
Capitolo 14: *** Boston ***
Capitolo 15: *** Nuovo inizio ***
Capitolo 16: *** Siamo una famiglia ***
Capitolo 17: *** Broken ***
Capitolo 18: *** Casa dolce casa ***



Capitolo 1
*** Tu sei mia sorella ***


Regina Mills era una ragazza bellissima.Aveva la pelle chiara e i capelli scuri. Gli occhi grandi e dolci e le labbra carnose e rosse di natura. Era intelligente,simpatica,la prima della classe e il capo cheerleader.Era tutto quello che qualsiasi sedicenne desiderava di essere.

O magari non proprio tutto.

Perché Regina oltre ad essere bella e intelligente,era incinta.

Già,incinta. Ed era nei guai,grossi guai. Non sapeva come affrontare questa situazione che la terorizzava da morire. Erano due settimane che si svegliava al mattino con la nausea e che le dava fastidio qualsiasi cosa mangiasse. Aveva fatto due più due e aveva deciso di comprare dei test. Per sicurezza. Non credeva di essere incinta,era solo per tranquillizzarsi.

Ebbe un colpo quando si rese conto che il test,anzi che tutti e tre i test erano positivi.

Ed eccola lì. Ancora in bagno con il terzo test in mano mentre Ruby,la sua migliore amica,la aspettava di fuori.

Uscì con aria sconfitta.

“Allora?” chise Ruby nervosa e agitata.

Regina le mostrò il test quasi sul punto di piangere e Ruby lo prese in mano. Lo guardò e si sentì afflitta. Se lei si sentiva così,come si sentiva Regina?

“Cazzo Regina!” Ruby disse frustrata

“Cazzo Ruby!Cosa faccio ora?” chise Regina che si abbandonò sul letto

“Devi dirlo ai tuoi e,Dio,devi dirlo a Daniel” disse Ruby “Ma dico,potevate usare un contraccettivo o qualcosa. Non siamo nel medioevo in cui queste cose non esistevano Regina!”

“RUBYNON HO BISOGNO DELLA TUA PREDICA GRAZIE!Ne ho già una lì che mi aspetta da parte dei miei genitori,e sarà la più lunga e grande della mia vita. Abbiamo sbagliato e ora ne paghiamo le conseguenze.E non farmi proprio tu la predica. Non ci credo che tu l’hai usato sempre. Hai solo avuto culo!”

“Ehy,cosa c’entro io ora!Si tu quella che è rimasta incinta”

“RUBYYYY” Regina gridò friustrata e sconfitta

“Okay scusa,scusa”

“Dio,ora che faccio?

“Ora aspetti di diventare grande quanto una casa per poi sgonfiarti dopo 24 ore di dolore insopportabile”

“Non mi sei d’aiuto” Regina la guardò sconfitta “Sai essere una migliore amiche terribile,lo sai?”

“Scusami,so che dovrei essere seria ma se lo fossi cadresti in depressione quindi sto solo cercando di tenerti su l’umore così che puoi cadere in depressione quando lo dirai ai tuoi”

“Dovrebbe farmi stare meglio?”

“Si,è solo che sei talmente incasinata che è difficile trovare qualcosa che riesca sul serioa farti stare meglio”

“Okay,senti,facciamo una cosa. Vammi a fare una tazza di tea,io cerco di liberarmi di questi cosi e poi cerchiamo di parlare,seriamente,di come dirlo ai miei genitori e a Daniel.Okay?” Ruby la guadò e le accennò un soriso triste.

Poi,senza dire niente l’abbracciò. Prese la sua migliore amica tra le braccia e la strinse forte

“Regina,qualsiasi cosa accada,io sono qui con te. Te lo prometto” Regina chiuse gli occhi e si rilassò tra le braccia di quella che per lei era una sorella.

“Grazie” disse Regina stringendo Ruby e trattenendo le lacrime. Un attimo dopo Ruby era scomparsa in cucina a preparare del tea. Regina prese un respiro profondo e mise i test in una borsa e poi li nascose nella sua borsa.

Qualche minuto dopo Ruby rietrò con due tazze di tea.

“Dove li hai messi?”

“Nella borsa. Li butterò da qualche parte dopo” disse prendendo la tazza “Quindi,cosa si fa ora?”

“Credo che tu prima debba parlarne con Daniel”disse Ruby sedendosi a gambe incriciate sul letto della sua migliore amica mentre quella faceva lo stesso.

“Dici?” Regina bevve un sorso di tea

Ruby annuì “Ho la sensazione che i tuoi genitori vorranno ucciderlo dopo che glielo avrai detto,penso che abbia il diritto di sapere perché all’improvviso i genitori della sua ragazza si presentano alla porta di casa sua infurati e con la voglia di ucciderlo” disse e per quanto potesse sembrare assurdo,il discorso di Ruby,nella testa di Regina,aveva senso.

“Bhe si,potrei dirgli che voglio andare al cinema stasera e dirglielo a fine serata” disse Regina

“Regina,non gli stai dicendo che gli hai comprato dei biglietti per una crociera. Gli stai dicendo che ti ha messa incinta. Non puoi farlo andando al cinema. Devi dirgli che devi parlarli urgentemente e che devi farlo anche se in quel momento è in bagno”

“E’ assurdo quanto tu possa essere seria e per niente seria,nello stesso momento”

“Si lo so” disse Ruby soddisfatta

“E’ un casino” disse Regina mettendosi le mani tra i capelli

“Lo è,ma vedrai che alla fine andrà tutto bene”

“Se i miei genitori non mi uccidono il fidanzato e non mi cacciano di casa,posso dire che non è andata male” disse Regina con l’umore a terra.

“Quando glielo dico?” chiese Regina cercando in Ruby le risposte che non riusciva a trovare da sola,cercando soluzioni a problemi che di soluzioni non ne avevano,cercano disperatamente qualcosa a cui aggrapparsi mentre le cadeva la terra da sotto i piedi.

“Appena puoi,magari domani prima o dopo scuola. Non ti consiglio stanotte. E’ già statauna giornata lunga per te,è meglio che ti riposi così da averele forze per affrontare la giornata di domani” le accarezzò il braccio e le sorrise tristemente.

“Puoi essere lì con me quando glielo dirò?” chiese Regina con le lacrime agli occhi. Ruby dispiaciuta l’abbraccio “Oh Regina. Lo farei volentieri. Lo farei davvero. Ma non credo che sia opportuno che io sia lì. Daniel potrebbe arrabbiarsi anche per il fatto che magari io l’ho saputo prima di lui”

“Lui è il mio ragazzo,tu sei mia sorella. Saresti stata la prima anche se fossimo stati sposati e trentenni” disse Regina asciugandosi le lacrime che non riusciva più a trattenere.

“Sono tua sorella e starò con te tutto il tempo. Ti prometto che ci sarò quando lo dirai ai tuoi genitori,ma a Daniel devi dirlo da sola” alzò una mano per asciugarle le lacrime che lei non stava più asciugando da sola.

“Okay?” chiese appoggiando la fronte contro quella di Regina e guardandola negli occhi. Regina annuì debolmente. Se Ruby non le avesse tenuto le mani sulle guance in quel momento non si sarebbe accorta del lieve e impercettibile movimento del capo della sua amica.

“Okay” sussurrò con un filo di voce Ruby. 

Rimasero lì per molto tempo. Fino a che Regina non prese sonno tra le braccia di Ruby. E così,cercando di muoversi il meno possibile per non svegliare Regina,Ruby si allungò per prendere il telefono e inviare un messaggio a sua nonna dicendole che sarebbe rimasta da Regina.

La sua migliore amica aveva bisogno di lei e di certo non l’avrebbe lasciata sola nel momento più difficile della sua vita. Mandato il messaggio si stese per stare più comoda e Regina si sistemò meglio tra le sue braccia,mentre domiva profondamente.

Dopo poco la madre di Regina bussò alla porta per dire alle ragazze che era pronta la cena ma quando non ottenne risposta aprì la porta e notò le due brune,sua figlia e quella che per lei era un’altra figlia,dormire serenamente,così spense la luce e richiuse la porta lentamente. Per non svegliarle. Sorrise dolcemente  e tornò di sotto. Era strano cenare da sola,perché le ragazze dormivano e Henry non c’era quasi mai a casa,perché viaggiava per lavoro,ma non aveva il cuore di svegliare le ragazze. Quindi lasciò un bigliettino con su scritto che aveva lasciato la cena nel mocronde se si fossero svegliate durante la notte e avessero voluto mangiare qualcosa.

Cenò e poi se ne andò in camera sua a dormire,ignara di tutto quello che stava succedendo in quel momento nella vita di sua figlia. 

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Capitolo 2
*** Daniel ***


Ruby quella mattina venne svegliata da rumori che,appena aperti gli occhi,la ragazza non riuscì a definire immediatamente. Era come se la notte le avesse fatto dimenticare tutti gli avvenimenti del giorno precedete infatti scattò sorpresa e svelta non appena si ricordò che Regina era incinta e che probabilmente quei rumori dovevano essere lei in bagno che rimetteva.

“CAZZO” disse scendendo in fretta dal letto e correndo in bagno “REGINA!” disse allarmata. Si chinò vicino a lei mentre l’amica rovesciava l’anima fuori dal suo corpo.

Le tenne i capelli e le massaggiò la schiena. Regina poi alzò la testa e strisciò con il sedere a terra fino al muro per appoggiarvisi.

“Fottuta nausea” si massaggiò le tempie

“Passerà presto” disse Ruby mettendole una mano sul ginocchio in segno di conforto. Improvvisamente il viso di Ruby si contorse in una smorfia di confusione e panico perché vedeva Regina fare strane smorfie e emettere strani rumori. Poi la sua espressione si trasformò in espressione disgustata non appena l’amica rovesciò di nuovo.

Le diede dei colpetti sulla schiena “Butta tuuuutto fuori” cercava di consolarla anche se non serviva a molto.

“Come se ci fosse qualcosa” disse cercando di alzarsi. Ruby le diede una mano e la tenne stabile per la vita mentre si lavava i denti.

Poi sentirono bussare alla porta. Regina emise un grugnito infastidito.

“Vado io,tu mettiti a letto e fai finta di dormire,così tua madre non ti sveglia e magari…” la guardò enotò il suo pessimo stato “magari non ti vede in queste condizioni” disse

“Quali condizioni?Le mie condizioni sono perf-“ fu interrotta da uno strano rumore del suo stomaco. Si guardò la pancia e si morse il labbro “Va’ ad aprire” ci ripensò e si mise a letto.

Non appena fu sotto le coperte Ruby si spettinò un po’ i capelli e mise su la migliore faccia da persona che si è appena svegliata e che non è stata accanto alla sua migliore amica che vomitava,possibile.

“Buongiorno” disse Cora con un sorriso

Ruby chiuse lentamente le palpebre per mostrarsi più assonnata e sorrise “Buongiorno” finse una voce impastata dal sonno.

“Regina dorme ancora” disse indicando verso la sua compagna dormiente “La sveglio e scendiamo”

“Benissimo” disse la donna per poi riscendere.


“Regina” la chiamò ma quella non rispose “Regina” riprovò. Si avvicinò al letto e notò che aveva preso sonno di nuovo “REGINA SVEGLIATI” la strattonò fortemente per svegliarla

“SI,SONO PRONTA. ECCOMI. SONO SVEGLIA. SONO IN PIEDI” disse scattando seduta tra le coperte.

“Sei riuscita a prendere sonno in meno di trenta secondi” disse Ruby

“Ruby,mi sono svegliata all’alba perché non mi sentivo bene,ho vomitato l’inferno fuori dal mio corpo e sono incinta.E come se non bastasse ieri ho avuto una giornata di merda e quella che mi aspetta sarà anch’essa una giornata di merda. Mi sono bastati 5 secondo per prendere sonno”

“Hey,ora non giocarti sempre la carta della gravidanza per vincere”

“RUBY!SEI SERIA?!”

“Si scusa hai ragione,devo solo abituarmici un attimo”

Regina si alzò dal letto troppo in fretta per non avere forze e per un attimo si sentì svenire. Ruby se ne accorse e accorse a reggerla per il braccio “Hey,tutto okay?Stai bene?” chiese seriamente preoccupata

“Si,mi sono solo alzata troppo in fretta” Regina sorrise grata “Grazie”

“Okay,ora scendiamo. Tua madre ci aspetta”

E insieme scesero le scale in silenzio,Regina era troppo tesa e nervosa per parlare. Prima di entrare in cucina tirò indietro una affamata e con l’acquolina in bocca Ruby

“heyyyy” protestò non appena venne tirata indietro

“Glielo devo dire adesso?”

“No,te l’ho detto,prima a Daniel e poi ai tuoi” disse sistemandosi la maglia stropicciata “Ora andiamo. Sto morendo di fame” disse entrando.

“Buongiorno” annunciò Cora non appena le vide. Le due ragazze scambiarono i saluti e si sedettero.


Cora aveva preparato un’abbondante colazione. Ruby guardava tutto con la bava alla bocca e gli occhi che luccicavano. Regina guardava tutto con aria disgustata,come se stesse sul punto di rimettere ancora.

Cora notò l’espressione sul volto di sua figlia.

“Regina?Tutto okay?” la fissò confusa e incuriosita. Regina scacciò via i pensieri che aveva in testa e tornò sul pianeta Terra.

“Ehm?Si,si,tutto okay” disse “E’ solo che non ho molta fame”

“Come non hai molta fame?Ieri non avete nemmeno mangiato” disse indicando sia lei che Ruby che aveva già la bocca piena di bacon.

“Non so perché ma ultimamente non ho molto appetito. Sarà lo stress per gli esami finali”

“Oh tesoro,vedrai che andranno alla grande” disse Cora facendole segno di stare tranquilla perché sarebbero stati una sciocchezza per lei che era la prima della classe.

“Ora mangia qualcosa”

Ruby si girò verso la sua amica che la guardava cercando disperatamente aiuto

“Un toast asciutto,senza niente. Non dovrebbe farti male” sussurrò Ruby allungando la mano per prendere un paio di toast per l’amica.

“Okay ragazze,io vado in ufficio. Regina non torno per pranzo,oggi ho dei meeting importanti e rimango in ufficio. Ci vediamo direttamente stasera. Non so a che ora torno,comunque sia nel frigorifero c’è dell’insalata e degli affettati” disse correndo avanti e dietro per prendere ciò che le serviva.

“A stasera”

“Ciao mamma” disse Regina ributtando il toast nel piatto e buttandosi contro lo schienale della sedia

“Ciao Cora” sorrise Ruby agitando la mano verso la direzione in cui era scomparsa Cora.

Sentita la porta chiudersi Regina si alzò in fretta dal tavolo e corse in bagno

Ruby la seguì e si appoggiò alla porta guardando l’amica carponi sul pavimento del bagno

“Baaaaastaaa” piagnucolò Regina.

“Altro tea?” chiese Ruby. Regina,con le lacrime agli occhi,annuì.

Era sabato quindi non dovevano andare a scuola e probabilmente sarebbe stato il sabato più brutto della sua vita.

Ruby prese la mano di Regina e la accompagnò in salotto. Regina si stese sul divano e Ruby le diede una coperta di lana sotto la quale Regina si nascose fino al collo.

“Vado a fare il tea,tu cerca di contattare Daniel per dirgli che devi parlargli,okay?” Regina annuì debolmente.

Dopo circa cinque minuti Ruby tornò con il tea e Regina aveva inviato un messaggio a Daniel e lui le aveva detto che sarebbe passato in mattinata,appena poteva.

“Ruby,sei sicura di non poter rimanere?” Ruby sospirò e guardò Regina “Okay,ho capito,ho capito. Ma quando lo dirò a mia madre ci sarai,vero?”

“Quando lo dirai a lei,si. Ma con Daniel no” disse Ruby “Anche perché devo raggiungere mia nonna. Mi aveva chiesto di darle una mano oggi” disse e Regina annuì

“Okay,salutamela” disse con voce debole

“Sarà fatto” Ruby si chinò le diede un bacio sulla fronte e le scompigliò i capelli “Ciao mammina” e saltellò via.

Regina,annoiata,accese la Tv in cerca di qualcosa di interessante. Era come se la vita la stesse punendo. In Tv facevano solo programmi su mamme disperate che avevano bisogno dell’aiuto di super baby sitter oppure programmi su donne incinte che hanno affrontato travagli lunghi più di ventiquattro ore. Alla fine Regina trovò un film. Non le interessava più di tanto,ma era per avere compagnia e cercare di distrarsi e non pensare che a breve avrebbe dovuto dire al suo ragazzo che aspettava un figlio.

L’ansia non si fece sentire poi così tanto,o almeno fino al momento in cui la ragazza non sentì il campanello bussare. Quando sentì quel tintinnio il cuore le salì in gola. Sentì di nuovo la sensazione di nausea e le tremavano le gambe.

Si alzò,come per miracolo,dal divano e andò alla porta.

Daniel le fece un gran sorriso “Heyy” la baciò dolcemente e Regina sorrise facendolo entrare

“Vieni” si incamminò verso il salotto,dove stava prima.

“Regina,non ti senti bene?Sei un po’ pallida” disse preoccupato. Regina si sedette e aspettò che si sedesse anche lui per rispondere

“E’ di questo che voglio parlarti?” sospirò all’espressione confusa e preoccupata di Daniel.

Regina si schiarì la voce e lo guardò con le lacrime agli occhi.

“Hey Regina!” la prese tra le sue braccia “hey” le accarezzò i capelli e le diede un lungo bacio sulla fronte

“Non può essere così terribile. Che succede?” chiese stringendole le mani

Regina sorrise tristemente tra le lacrime guardandolo e pensando che probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto così.

“Sono incinta” disse serrando gli occhi. Daniel spalancò la bocca e non rispose per  molto tempo.  

“Daniel?” Regina cercò di farlo parlare,di sentire cosa aveva da dire. Daniel aprì la bocca per parlare ma la richiuse immediatamente. Non usciva nulla.

“Sei-sei sicura?” disse finalmente.

Regina annuì debolmente mentre altre lacrime le rigavano il volto. Daniel cominciò ad annuire freneticamente,come per convincersi che era una cosa assolutamente normale.

“Okay” la strinse a sé “okay,ce la caveremo. Vedrai. Andrà tutto bene” disse cercando di tranquillizzarla,ma in realtà non sapeva se cercava di tranquillizzare lei o se stesso.

“Cosa facciamo?” chiese Regina dopo molto silenzio

“Suppongo che lo diciamo ai nostri genitori e poi…” sospirò “E poi ci prepariamo e aspettiamo che il bambino nasca”

“Daniel” Regina disse con la voce spezzata. Daniel la guardò “Ho paura” disse Regina alzando lo sguardo.

Daniel le baciò la fronte “Lo so amore,ho paura anche io”

E poi,di nuovo silenzio.

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Capitolo 3
*** Cora ***


Regina e Daniel aveva trascorso il resto del pomeriggio a parlare di come sarebbero andate le cose,di come si sarebbero organizzati e cosa avrebbero fatto.

Poi arrivò il momento in cui Daniel se ne dovette andare.

“Hey,devo andare.Il mio turno sta per cominciare” disse mentre era seduto sul divano e Regina affondava il viso nella sua maglia,quasi come per tenerlo lì con le ancora un po’ di tempo.

“Devi proprio?” disse in un sussurro. Daniel le baciò la fronte “Per quanto io non voglia,devo proprio” disse. Regina alzò la testa e lo guardò dolcemente “Okay” gli stampò un bacio sulle labbra

“Ti chiamo stasera,per…..raccontarti” disse Regina quasi rimettendo all’idea che doveva parlare con sua madre. Per fortuna Ruby sarebbe stata lì con lei.

“E ti racconto anche io” disse Daniel mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Regina annuì.

“A dopo allora” disse Regina

“A dopo” lui le diede un altro bacio e si alzò. “Hai bisogno di qualcosa?Vuoi che ti porti qualcosa?” chiese prima di andare via. Regina sorrise alle premure di Daniel.

“No,sto bene. Grazie,ora va’ che altrimenti fai tardi. Tra poco viene Ruby quindi non preoccuparti,la tua fidanzata sola e incinta tra poco sarà solo incinta” Regina fece un po’ di autoironia per titarsi un po’ su il morale,e un po’ aveva funzionato. Che le piacesse o no,era incinta e doveva anituarsi all’idea.

“Okay allora” Daniel sorrise e si chinò. Prese il viso di Regina tra le mani e glielo baciò interamente.

“DAAANIEEEL” Regina rise “Smettila” Daniel rise con lei “Ciao amore mio” poi solleticò la pancia ancora piatta di Regina e disse “Ciao piccolino” e corse via.

Regina sorrise. Daniel l’aveva presa bene. E questo la rassicurava. Avere Ruby e Daniel dalla sua parte significava molto per Regina perché sapeva che a prescindere dalla reazione di sua madre e in seguito di suo padre,lei e suo figlio non sarebbero stati soli.

Ruby venne circa mezz’ora dopo. E come sempre,entrò direttamente,senza bussare quindi trovò Regina addormentata sul divano,sotto le coperte. Non avendo il cuore di svegliarla perché sapeva che quella mattina,e probabilmente tutte le mattina,stava dormendo poco e si stava svegliando molto male,la lasciò dormire e se ne andò in cucina per uno snack.

Improvvisamente si sentì nervosa. Stava per assistere alla scena della sua migliore amica che diceva a sua madre,che equivaleva ad una madre anche pr Ruby,che era incinta. Che sarebbe successo?Se l’avesse presa male?Se si fosse arrabbiata?

Non aveva idea di quello che sarebbe successo,sapeva solo che non importava niente,se non Regina e questo significava che lei sarebbe stata dalla sua parte,sarebbe stata lì per lei a qualunque costo. Anche se significava dover trasferirsi in un’altra città o paese,o perfino pianeta. Lei l’avrebbe seguita in ogni dove,perché era la sua migliore amica,era sua sorella,era la sua famiglia. Era tutto. E le  voleva un bene dell’anima.

Poco dopo vide Regina con i capelli spettinati e gli occhi rossi entrare in cucina.

“Hey” disse Ruby non appena la vide

“Hey” Regina disse con la voce impastata dal sonno. Poi si ritrovò avvolta da due forti ma magre braccia.

“Ruby?” chiese confusa.

“Scusa”Ruby si allontanò “Avevo solo voglia di abbracciarti e di dirti che ti voglio così bene Regina”

Regina la guardò addolcita “Ti voglio bene anche io Ruby e grazie per quello che stai facendo per me”

“E’ il minimo” sorrise “Allora,come è andata?Tutto bene?Come l’ha presa?”

Regina si sedette su uno sgabello e Ruby la seguì.

“Credo bene. Voglio dire,mi ha detto qualcosa solo dopo credo cinque minuti,ma ha detto che sarebbe andato tuto bene e che lui c’è quindi…si credo sia andata bene” annuì sperando che fosse davvero andata come credeva

“Bene no?Voglio dire,meglio per lui…se avesse detto o fatto qualcosa di sbagliato,se la sarebbe dovuta vedere con me”

Regina rise “Con te?”

“Si,probabilmente lo avrei picchiato o magari un solo pugno…lì” Ruby rise allungando un braccio per avvicinare il pacchetto di patatine che stava mangiando prima che Regina si svegliasse.

“Come ti senti?” chiese Ruby dientanto seria tutto ad un tratto.

Regina prese un lungo e profondo respiro “Nervosa,insomma…sto per dire a mia madre che ho sedici anni e ch sono incinta. Non è proprio il tipo di cose che immagini di dire a tua madre e nemmeno che ti succedano,ma devo dirglielo. Non le ho mai tenuto nascosto niente e questa cosa mi sta uccidendo. Lei pensa che vada tutto bene e che io sia solo stressata per gli esami,ma non è affatto così. Al momento gli esami sono l’ultimo dei miei pensieri e lei non lo sa,e sento il bisogno di farglielo sapere,perché è mia madre…e deve saperlo perché…perché ho bisogno di lei in questo momento” disse con le lacrime agli occhi. Ruby la avvicinò a sé e lasciò che Regina piangesse sulla sua spalla.

Le massagiò la schina “Lo so Gina. Lo so” disse con voce triste. Cazzo era davvero un casino quello.

“Che ne dici se ce ne andiamo di là e ci vediamo un bel film divertente?” propose Ruby. Regina annuì.

“Okay,vediamo The Heat-corpi da reato?Ti prego ti prego ti prego ti prego” implorò la ragazza

Regina ridacchiò “L’abbiamo visto miliardi di volte”

“Lo so ma ridiamo sempre così tanto quando lo vediamo e quindi è la cosa migliore da vedere al momento” disse Ruby quasi in ginocchio. Regina la guardò cercando di resistere a quegli occhi da cucciolo e quel broncio tenero. Ma non ci riuscì. In fondo quel film le piaceva tanto quanto piaceva a Ruby e la sua amica aveva ragione,ridevano sempre tantissimo quendo lo vedevano. Quindi perché no?

“Prendi il film,io prendo un’altra coperta” Regina si arrese

“Facciamo che io salgo di sopra a prendere la coperta e tu prendi il film che è vicino alla tv”

“Ruby,non sono invalida o sul punto di morire” disse Regina

“Lo so,ma così non ti stanchi. Non mangi nulla da ieri sera e Regina,seriamente,dovresti mangiare qualcosa”

Disse andando di sopra. Regina mise il film nel lettore Dvd e lo mise in pausa,aspettando che Ruby tornasse. Dopo quelli che sembrarono secoli,la brunetta tornò con una coperta gigante e una grande ciotola di pop corn.

“Okay,pronta. Metti play” disse Ruby sistemandosi la coperta.

Regina si accucciolò al fianco dell’amica e insieme cominciarono a vedere il film.

A circa metà Cora tornò a casa. E Regina andò in panico.

“Tranquilla,le parli dopo. Ora non pensarci. Meno ci pensi meglio è. Sta tranquilla” Ruby la rassicurò e Regina prese un respiro profondo. Poi si concentrarono di nuovo sul film.

“Ragazze,sto preparando la cena. Ho finito prima del previsto e quindi sono passata al supermercato,per comprare una vera cena” rise Cora

“Vi chiamo appena è pronto”

“Vuoi una mano mamma?” chiese Regina,comportandosi come avrebbe fatto in circostanze normali.

“No no,non preoccupatevi. Voi continuate a fare le vostre cose” Cora lasciò la stanza e tornò in cucina.

Circa venti minuti dopo le due ragazze furono chiamate in cucina per cenare. Regina aveva il cuore in gola. Era nervosa e in pieno panico. Non riusciva a respirare e le girava la testa. Aveva voglia di fuggire e tornare indietro nel tempo,per non far succedere nulla di quello che era successo. L’ansia saliva a mano a mano che i secondi passavano.

Cora mise i piatti a tavola con un gran sorriso “Buon appetito”

Loro ripeterono lo stesso con una voce un po’ meno felice.  Cora notò che entrambe erano particolarmente silenziose. Ciò che non sapeva era il motivo.

“Ragazze,tutto okay?” Ruby diede una gomitata a Regina sotto il tavolo per dirle che era il momento. Regina si schiarì la gola.

“Ehm,mamma” Regina cominciò. Aveva lo stomaco sotto sopra “Devo-devo parlarti” disse cercando di evitare lo sguardo della madre.

Cora la guardò e pensò ‘Qui gatta ci cova’. “Oh,dimmi tesoro” disse.

Regina raddrizzò la schiena,prese un respiro profondo e si rischiarì la gola. Erano tutti modi per prendere tempo. Ma sapeva che ormai doveva finire quello che aveva cominciato. Quindi guardò la madre.

“Ora ti dirò delle cose ma tu devi promettermi che non mi interromperai,che ti tratterrai e che parlerai solo quando io ti dirò che puoi farlo,perché se mi interrompessi potrei non dire più quello che ti devo dire e potrei morirne.Okay?” disse Regina. Cora,pur essendo preoccupata,annuì.

“Okay. Allora,tu e papà siete i genitori migliori che potessi desiderare di avere. Tu ci sei sempre stata per me,per qualsiasi cosa e in qualsiasi occasione. Papà di meno,ma non perché non volesse,ma per motivi di lavoro. Eppure quando era ed è qui lui riesce,chi sa come,a recuperare tutto ciò che si è perso. E vi sono grata perché voi mi avete sempre supportata,mia vete sempre lasciato vivere la mia vita,mi avete sempre lasciato il mio spazio e mi avete dato ciò di cui avevo bisogno. Non mi avete mai deluso e probabilmente io l’ho fatto con voi,eppure voi mi avete sempre dato una seconda possibilità” Ruby guardava la sua amica  e ascoltava ogni singola parola che diceva.

“E so che quello che sto per dirti sarà probabilmente la delusione più grande che io ti abbia mai dato,perché credimi,lo è. Voglio solo dirti che mi dispiace di aver creato tutto questo casino irreparabile e che ti voglio bene,ti voglio bene da morire e ho bisogno di te,ho bisogno di te accanto a me a dirmi che andrà tutto bene e che,per quanto sia possibile,tutto tornerà come prima” disse con le lacrime agli occhi.

Era il momento di scanciare la bomba. Era il momento di dirglielo. Prese un respiro che sembrò durare ore e poi guardò la madre. Sentì la mano di Ruby stringere la sua sotto il tavolo. La guardò velocemente e poi si riconcentrò su sua madre. Strinse la mano di Ruby e disse “Sono incinta” strinse forte gli occhi per non guardare la reazione della madre. Ruby,mentre stringeva la mano di Regina,vide la bocca di Cora aprirsi e gli occhi spalancarsi. Era rimasta senza parole. Ma a Ruby non sembrava furiosa,solo scioccata.

Regina aprì gli occhi e guardò la madre in completo shock.

“Mamma?”  Regina cercava disperatamente una risposta negli occhi nella madre. Era quasi un deja vù,stava rivivendo le stesse cose che aveva vissuto il pomeriggio,quando lo aveva detto a Daniel,solo che questa volta erano centomila volte peggio.

“Ehm,mi serve un minuto. Soltanto un minuto” disse Cora alzandosi e uscendo fuori per prendere una boccata d’aria.

Regina vide la madre allontanarsi e si sentì morire. L’aveva fatta grossa,troppo grossa. Non riusciva a dire niente,nemmeno a piangere. Era completamente sconvolta. Le girava la testa,si sentiva persa e frastornata. L’unica cosa che sentiva era una pressione alla mano. Ruby. Non l’aveva lasciata. E in quel momento si sentì meglio. Vedere la sua migliore amica tenerle la mano così stretta,starla accanto,la fece sentire meglio. Si sentì meno persa e meno sola.

Dopo un tempo che Regina non riuscì a definire,Cora rientrò in cucina. Non sembrava arrabbiata,ma nemmeno felice.

Guardò Ruby “Ruby,tesoro,puoi lasciarci un attimo?” Regina guardò Ruby in panico,stringendo la sua mano più forte che mai. Ruby la guardò e sorrise

“Ehy,sono in salotto. Non preoccuparti. Va tuto bene” sussurrò “Sto di là” disse e Regina lasciò la presa della mano. Ruby lasciò la cucina e Cora si sedette accanto alla figlia.

Le prese le mani e Regina si aspettava qualcosa come “Sei la più grande delusione di tutta la mia vita,fai i bagagli e vattene” ma non arrivò nulla di tutto ciò. Cora le sorrise dolcemente,come per rassicurarla. E poi cominciò a parlare

“Non sono arrabbiata,se è questo che ti stai chiedendo. E si,hai ragione,non sono nemmeno al settimo cielo. Sono un attimo scombussolata,ma abbastanza lucida e stabile per dirti che non sono arrabbiata,che non ti sbatterò fuori di casa,nemmeno se mi puntassero una pistola alla fronte,e che andrà tutto bene. Non è quello che mi immaginavo,non era quello che avevmo immaginato per te e con te,questo è ovvio,ma un bambino è una benedizione in qualsiasi caso. Quindi,Regina,ti prometto che andrà tutto bene. Ti avverto,però. Molte cose dovranno cambiare,molte cose cambieranno senza che tu possa controllarle o fermarle. Ti dovrai adattare. Dovrai abbandonare le cheerleader per molto tempo,la scuola non sarà la priorità,ma tuo figlio,quindi per lungo temponon potrai andare a scuola. Non potrai uscire quando vorrai,dovrai rinunciare a molte cose tesoro”  A Regina non importavano tutte le cose a cui doveva rinunciare. In quel momento era solo grata. Grata che la madre non l’odiasse.

“E’ una responsabilità,la più grande e non puoi fuggirne. Devi prenderti le tue responsabilità tesoro. E’ vero,io sarò qui con te,ma ci saranno cose che non posso fare per aiutarti,cose che solo tu devi fare e puoi fare” Regina annuì mentre le lacrime scendevano lungo le guance.

“Vieni qui” disse e prese la sua piccola tra le braccia. “Andrà tutto bene”

Regina rimase tra le braccia della madre a lungo fino a che poi non si staccò “Dovremmo fare shopping. Diventerai grande come una mongolfiera” disse Cora per alleggerire un po’ il momento. Regina rise asciugandosi le lacrime. Si sentiva come se un gran peso le fosse stato tolto dallo stomaco.

“Ora andiamo di là,quella poveretta si starà chiedendo se sei una povera adolescente incinta e senza casa” Rise cora abbracciando sua figlia e raggiungendo Ruby in salotto.

Non appena entrarono Ruby tirò un sospiro di sollievo nel vedere la sua amica e sua madre abbracciate e sorridenti. Il cuore le cominciò a battere di nuovo nel petto. Prese lunghi respiri

“Whoaa” disse Ruby fingendo di asciugare il sudore sulla fronte. Regina rise
“Voi-voi due me l’avete fatta fare addosso” disse Ruby esagerando. Le due sorrisero “Non esagerare”

“Non esagerare!Ero qui a pensare ‘Ommioddio la sta uccidendo?Vuole uccidere Daniel?Domani quel ragazzo potrebbe essere uno scheletro’. Non avete idea!”

Regina si lanciò su Ruby e l’abbracciò. La ragazza era ancora visibilmente sconvolta. Regina le sussurrò all’orecchio “Grazie” disse “Grazie Ruby,grazie di tutto” sussurrava con tutta la sincerità che potesse esserci al mondo. E Ruby l’avvertì e strinse la sua amica.
 

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Capitolo 4
*** La scelta giusta. ***


Ormai Regina era al quintomese di gravidanza. Lo aveva detto a suo padre,che dopo un attimo di furia in cui voleva uccidere Daniel,ebbe la stessa reazione di sua madre. La pancia cresceva e quindi ormai si vedeva. Così Regina aveva abbandonato qualsiasi capo d’abbigliamento che fosse un po’ più aderente e cominciò ad indossare solamente maglioni e felpe. Erano comodi e caldi e a Storybrooke i vestiti caldi erano sempre l’opzione migliore.

Non era più una cheerleader. La sua coach,essendo molto giovane,si preoccupava per lei e spesso l’andava a trovare per controllare che stesse bene,non sono fisicamente ma anche interiormente. Le sue amiche cheerleader erano felici per lei e parlavano dei bambini come se fossero bambolotti. Regina non le biasimava,non erano loro che stavano per diventare madri e quindi non capivano che era tutto più difficile di quanto potessero immaginare.

Avevano scoperto che aspettavano un maschio così Ruby aveva cominciato a comprare cose su cose. Regina era già sommersa da miriadi di tutine e giocattoli di tutti i tipi. Aveva comprato cappellini,guanitini e scarpine. Regina adorava tutto ciò che Ruby le aveva comprato. Ogni tutina,ogni giocattolo,ogni cosa. E Ruby sembrava non riuscire a fermarsi. Era ossessionata dal comprare cose per il piccolino che sarebbe stato il suo nipotino.

Le cose però non erano tutte rose e fiori. Il rapporto con Daniel si stava facendo sempre più difficile.
C’era poco,parlava poco e quando parlava nominava mai il bambino. Si comportava come se non fosse successo nulla e come se nulla stesse per cambiare radicalmente.

Usciva spesso e a Regina non avrebbe dato fastidio,se lui fosse stato presente almeno un minimo quando non usciva. La cosa però scoppiò prima di quanto avesse immaginato.

Un sabato mattina,dopo una grande e abbondante colazione a base delle cose più disparate,ricevette un messaggio da Ruby.

“Appena puoi chiamami,è urgente” diceva. Regina,che poteva,la chiamò subito.

“Hey” disse Regina “Che è successo?Hai trovato una tutina e c’era solo rosa?” rise pensando che non fosse una cosa importante.

“E’ successo,ma non è questo il motivo per cui ti ho scritto” disse Ruby con voce stranamente seria. Regina si allarmò

“Ruby,tutto okay?”

“Sai che ieri c’era la festa di compleanno di Peter,vero?” chiese lei seriamente.

“Si,lo so. Ruby,è il tuo ragazzo,so quand’è il suo compleanno. Gli hai detto che mi dispiace di non poterci essere stata?”

“Si Regy,lo sa che se le cose fossero state diverse” si riferì alla gravidanza “saresti venuta. Sa una ragazza incinta non è l’ideale ad un party in cui la gente si spinge e fa cose assurde” disse “ma la cosa non è questa”

“Okay,allora cos’è?” chiese Regina

“Okay,senti. Io lo so che le cose tra te e Daniel non sono bellissime ora. Lo so e non voglio peggiorare la situazione,ma penso di dovertelo dire perché sono la tua migliore amica e certe cose le devi sapere e se io le so non posso tenertele nascoste. Anche se volessi,non ci riuscirei. “

“Ruby,di che stai parlando?” Regina era seriamente preoccupata.

“Okay,l’ho visto…” disse con voce incerta “In realtà tutti l’hanno visto”

“RUBY CHE COSA HAI VISTO?”

“Regina mi dispiace così tanto….” Disse Ruby triste. Regina aveva le lacrime agli occhi,probabilmente anche la gravidanza la portava a essere più emotiva e fragile.

“Ruby ne seri sicura?” Regina aveva la voce rotta dal pianto. Il silenzio dell’amica rispose alla sua domanda. Ne era sicura.

“Regina forse aveva bevuto e non si era reso conto”

“No Ruby,non si fanno queste cose a prescindere. Non si fanno quando hai una ragazza e a maggior ragione non si fanno quando hai una ragazza che è incinta e che ti ripete costantemente che sei assente e a cui tu dici che proverai a fare andare le cose meglio. Non si fanno Ruby. Non me ne fotte un cazzo se era ubriaco o sobrio. Se avesse avuto un po’ di buon senso a quella festa non ci sarebbe nemmeno andato,perché sa quanto io sto predicando sul fatto che si sta comportando male e che fa finta che non sia successo niente” Regina era infuriata. Nera dalla rabbia.

“ Mi dispiace”

“Già..senti,tu ti sei divertita?O hai pensato tutta la sera a quello che hai visto?”

“Sono stata bene…ma mi mancavi,non sono abituata a stare senza di te” risero entrambe.

“Senti,devo lasciarti. Ci sentiamo dopo” disse Regina e attaccò il telefono dopo che l’amica ebbe ricambiato i saluti.

Poi si mise il cappotto e usci fretta di casa. Attraversò tutta la città a piedi. Era nera dalla rabbia.

Arrivò a casa di Daniel. Bussò energicamente alla porta. Dormiva,ovviamente. I suoi genitori lavoravano quindi doveva per forza svegliarlo.

Dopo molto tempo passato a bussare alla porta con tutte le forze che aveva,Daniel scese. Si vedeva che si era appena svegliato.

“Ehy,che ci fai qui a quest’ora?” chiese lui aprendo la porta per farla entrare,senza sapere che Regina era una bomba a orologeria.

“MI FAI SCHIFO!” gridò lei “SONO VENUTA QUI PER DIRTI CHE MI FAI SCHIFO!SEI UN VERME SCHIFOSO. UN CRETINO” gli diede uno schiaffo.

“Ma sei pazza?!” esclamò lui tenendosi la guancia.

“IO SONO PAZZA?!. NO,IO SONO SOLO LA STUPIDA CHE SI E’ FATTA METTERE INCINTA DALLOS TRONZO CHE VA ALLE FESTE E BACIA LA PRIMA CHE GLI CAPITA SOTTO GLI OCCHI. ECCO COSA SONO. E TU MI FAI SCHIFO” ripetè ancora. Era rossa in viso.

“MI FAI SCHIFO,MA IL BACIO E’ SOLO LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO. MI FAI SCHIFO PERCHE’ NON TI STAI ASSUMENDO LE TUE RESPONSABILITA’ IN QUANTO PADRE. MI FAI SCHIFO PERCHE’ FAI FINTA DI NIENTE E PERCHE’ TUTTO AD UN TRATTO TI PIACE USCIRE,TI PIACE BERE E FARE IL FARFALLONE! PROPRIO ORA!” Daniel la guardava incredulo e sapeva che erano cose che si stava tenendo dentro da tanto. La conosceva.

“MI FAI SCHIFO PERCHE’ VAI AD UBRIACARTI ALLE FESTE,BACI CHIUNQUE MENTRE IO SONO A CASA A PENSARE ‘DOBBIAMO ANDARE A PRENDERE LA CULLA E IL FASCIATOIO’” gli puntò il dito contro “MA SAI COSA TI DICO?NON CI SEI MAI VOLUTO ESSERE. SIN DA QUANDO TE L’HO DETTO. QUINDI SAI COSA TI DICO?NON TI PREOCCUPARE. NON DEVI FARE IL PADRE,NON DEVI FARE IL FIDANZATO. PUOI FARE LO STRONZO A TEMPO PIENO ADESSO,NON CHE PRIMA NON LO FACESSI,MA ADESSO PUOI FARLO LIBERAMENTE. E NON FARTI VEDERE UN’ALTRA VOLTA. STO MEGLIO SENZA DI TE…STIAMO MEGLIO SENZA DI TE”

“Regina,non puoi! E’ anche figlio mio!”

“Oh,adesso è figlio tuo?ADESSO?Adesso che ti sto lasciando?Adesso che ti sto lasciando ti stai facendo sotto dalla paura che tua madre o tuo padre si incazzino come le bestie per essere stato un totale stronzo. E’ quello che ti meriti,non ti meriti niente. E non ti meriti questo bambino. Non ti permetterò di rovinargli la vita con le tue cretinate e con il tuo essere indifferente. E’ meglio che tu non ci sia piuttosto che ci sia e faccia solo danni. Addio Daniel” disse e corse fuori da casa sua. Daniel sapeva che aveva fatto un casino.

Regina forse era stata un po’ avventata a lasciarlo dopo il bacio. Ma doveva proteggere il suo bambino. Daniel era completamente assente,non voleva esserci per lui,non c’era per lei quindi che senso aveva continuare a stare con lui se quella vita non gli andava bene?Gli aveva fatto un favore…lo aveva fatto a tutti e tre.

Non appena chiuse la porta di casa si abbandonò alle lacrime. Era distrutta.
Aveva fatto bene?Aveva fatto la scelta giusta?

Portò la mano sulla pancia e sentì il suo piccolo muoversi. Si guardò la mano e senza nemmeno rendersene conto,sorrise.

Aveva fatto la scelta giusta,per lei ma soprattutto per suo figlio.

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Capitolo 5
*** Il tempo vola ***


Le ansie e le preoccupazioni per la povera Regina,non finivano mai.
Ora doveva dire a sua madre che aveva lasciato Daniel e soprattutto doveva spiegarle il perché.
Avrebbe capito perché anche a lei dava fastidio il fatto che non fosse presente e che si stesse comportando non adeguatamente,sapeva che la storia del bacio l’avrebbe mandata su tutte le furie e ciò significava che l’avrebbe capita. Ma il doverle dire che sarebbe stata una madre single le metteva comunque ansia.

Dopo circa dieci minuti passati sul pavimento in una posizione più che scomoda,Regina si alzò per il mal di schiena e andò a stendersi sul divano. Prese tre lunghi respiri profondi e aspettò che sua madre tornasse a casa. Nel frattempo decise di chiamare Ruby.

“Hey” disse Ruby con voce dolce,quasi come se Regina le facesse tenerezza.

“Hey” rispose Regina “Sono andata da Daniel”

“Ci sei andata?Come stai?Che è successo?” chiese lei apprensivamente

“Ci siamo lasciati”

“COSA?”

“Ruby,era la cosa migliore sia per me che per il bambino. Voglio dire,non c’era mai,non si faceva sentire e quando ci sentivamo era perché lo chiamavo io e parlavamo solo di cretinate,non voleva mai affrontare l’argomento più importante.
Ci ho riflettuto e preferisco che mio figlio non abbia un padre piuttosto che ne abbia uno che odia essere padre e non vuole stare con lui” disse Regina.

Ruby non l’aveva vista da questo punto di vista ma ora che Regina le aveva mostrato la situazione in questo altro modo pensò che aveva ragione lei. Aveva fatto la cosa giusta.

“Bhe,a pensarci hai ragione. Intendo dire che è meglio che non abbia un padre piuttosto che ne abbia uno terribile che tradisce la madre”

“Quest’ultima potevi risparmiartela” disse Regina

“Scusa,Dio mio,scusami. Sono terribile. Scusa” Regina rise “Hey,non preoccuparti” la rassicurò

“Ora che abbiamo stabilito che hai fatto la cosa giusta,come stai?”

“Oh,a me fa solo male la schiena da morire”

“Regina…”

Regina sbuffò sconfitta. Di certo non stava bene,ma non stava nemmeno così male.

“Io sto…bene.”

“Sei sicura?”

“No,però sento che le cose andranno meglio ora. Mi sento come se avessi risolto un problema. Certo,non era quello che volevo. Volevo una famigliola carina e felice,ma suppongo che questo significa che la famigliola carina e felice sarà soltanto più piccola”

“Si,sarete tu e il piccolo e vedrai che starete alla grande senza di lui”

“Si,ne sono convinta”

“Anche io Regina…e poi ci sono anche io!La favolosa e meravigliosa zia” disse e Regina rise “A proposito ho comprato un completino troppo carino. Devo portartelo. Ti scioglierai quando lo vedrai” disse

“Ruby” disse Regina lamentandosi

“Cosa?Non vuoi vederlo?” Ruby disse. Sembrava quasi che stesse per piangere.

“Ho fame”

“Oh grazie al cielo.Pensavo che non volessi vedere il completino e se fosse stato così ne sarei morta perché Regina è belli-“

“RUBY HO FAMEEEEEEE” Regina gridò interrompendola. Ruby scoppiò a ridere.
“Ti faccio portare qualcosa?”

“Da quanto fate consegne a domicilio?”

“Riformulo la domanda. Vuoi che finga che sia successo qualcosa di grave così mia nonna mi lascia il permesso per venire da te e di nascosto ti porto qualcosa da mangiare?”

“Lo faresti per me?”

“Non per te,ma per mio nipote si. E poi così ti faccio vedere anche il completino che è-“

“Ruby muoviti a portarmi quel cibo”

“Cosa vuoi?”

“Haburge,come lo prendo sempre. Patatine e poi una coppetta di gelato al cioccolato”

“Oka-“

“Ah e anche un milk shake alla fragola”

“Va bene miss pozzo senza fondo,ci vediamo tra poco”

“Grazie miss migliore migliore amica dell’universo”

Attaccarono e appena Regina mise giù il telefono entrò sua madre.

“Ciao piccola” disse Cora

“Mamma,sei venuta prima” disse Regina

“Si,ho pensato che fosse il caso di ornare prima che perché voglio portarti dal falegname”

“Falegname?”

“Si,voglio far fare culla e fasciatoio personalizzati,e per farlo devi farlo sapere al falegname con qualche mese di anticipo. Mesi di anticipo che noi abbiamo” indicò la pancia ancora piccola di Regina.

A Regina vennero le lacrime agli occhi. Era un pensiero così gentile. Corse ad abbracciare sua madre.

“Tesoro,tutto bene?” Regina annuì sulla sua spalla “Grazie” disse tirando su col naso “Grazie di tutto” disse e si staccò.

“Di nulla,piccola” le asciugò le lacrime “Ormoni eh?” chiese Cora accennando ad una risata.

Regina annuì e agirò le mani vicino agli occhi a mo’ di ventaglio,come per asciugare le lacrime.

“Andiamo?”

“Si,si certo. Andiamo” disse Regina entusiasta “Ma devo prima aspettare Ruby. Mi sta preparando hamburger e patatine”

“Regina…..” Regina la guardò colpevole “Lo so,ma è che avevo fame e volevo proprio un hamburger” disse lei. Cora rise notando gli occhi di Regina brillare mentre pensava al suo panino.

“Okay intanto vado di sopr-“

“No aspetta mamma!” la fermò e Cora si fermò e si girò

“Devo dirti una cosa” disse lei avvicinandosi alla madre

“Io e Daneil ci siamo lasciato. L’ho lasciato” disse lei

“Che ha fatto?” disse lei irritata.

“Era alla festa del fidanzato di Ruby e lei lo ha visto baciare un’altra…lo hanno visto tutti” Regina disse con sguardo basso.

“Oh tesoro” disse Cora abbracciando Regina. La strinse più forte possibile e Regina si lasciò coccolare dalle braccia sicure della madre.

“I-io sto bene però. Davvero,sto bene” disse Regina mentre una silenziosa lacrima le rigò la guancia.

“Amore” Cora si allontanò un po’ per accarezzarle le guance e guardarla negli occhi “Quel ragazzo non ha idea di cosa ha buttato all’aria. E’ un immaturo e irresponsabile. Lo vedevo e te l’ho detto. E’ meglio così,starai meglio. Con delle preoccupazioni in meno. Già ce l’hai un bambino a cui badare,non hai bisogno di dover badare anche al padre” chiaro riferimento al fatto che si stava comportando come un bambino infantile e irresponsabile.

Regina annuì “E’ quello che ho pensato anche io,voglio dire…se non ci sarà a causare problemi dato che in questi mesi è stato l’unico problema,le cose andranno meglio”

“Le cose andranno meglio” annuì Cora per poi riabbracciarla. Si allontanò e le diede un bacio sulla fronte

“Vado di sopra,chiamami appena viene Ruby e sei pronta. Chiedile se vuole venire con noi”

“Va bene” disse Regina e se ne riandò sul divano. Accese il televisore e fece un po’ di zapping. Trovò un programma abbastanza interessante.

Sentì il campanello bussare dopo poco tempo “CIBO” esclamò e Ruby da fuori la sentì e rise.

Regina corse ad aprire la porta. Prese la busta dalle mani di Ruby così velocemente che la ragazza non sia accorse di nulla. Regina abbracciò la busta.

“Felice di vederti anche io,amica cara” disse Ruby sarcasticamente

“Grazie Ruby! Ti adoro. Vieni entra” disse e Ruby entrò “Stiamo andando dal falegname. Mamma vuole far fare culla e fasciatoio personalizzati. Vuoi venire?”

“Wow!Ci sto” disse Ruby “Così poi mi fermo a vedere qualche giochino” disse dandole la busta con il completino.

“Ruby,non c’ bisogno che tu spenda tutti questi soldi per fare tutti questi regali.Sei la sua zia preferita in qualunque caso. Anche perché sei l’unica ma anche se non fossi stata l’unica,saresti stata lo stesso la preferita”

“Lo so. Lo so che non devo prenderli per forza,il fatto è che io voglio fargli tutti questi regali. Mi piace” e fece una smorfia di disgusto quando vide Regina dare un morso gigantesco al suo panino. La sua guancia diventò enorme perché piena di cibo.

“Eri proprio affamata eh?!” Regina annuì con un gemito di piacere sentendo il deliziose gusto del suo panino.

Ne offrì un morso a Ruby  “No grazie,sono le cinque del pomeriggio. Non mi va proprio un hamburger” disse Ruby rifiutando.

“Più cibo per me” disse Regina.

Ruby rise. Poco dopo scese Cora “Ciao Ruby” la salutò “Sei corsa in soccorso per sfamare la belva?” risero

“Si,sembra che non mangiava da mesi” disse Ruby guardando Regina mangiare una patatina dopo l’altra.

“Sei disgustosa” rise Ruby. Regina rispose ma non si capì. Aveva la bocca troppo piena.

Ruby e Cora scambiarono due chiacchiere mentre Regina mangiava tranquillamente. Quando ebbe finito il gelato prese il suo milk shake e annunciò di essere pronta.

“E quello?”

“Lo bevo mentre andiamo” disse lei e si incamminò verso la porta. Le due la seguirono.

Salirono in macchina.

“Ma come fai a personalizzarla se non hai ancora pensato ad un nome?”

“CAZZO IL NOME. E’ VERO!Mamma come faccio a personalizzarla se non ho il nome”

“Punto uno. Modera il linguaggio. Punto due. Il nome non è un problema,è una piccola incisione sul legno. Ha detto che lo aggiungerà quando lo avrai,non è un problema. Ora devi pensare a tutto il resto della culla”

“Ovvero?”

“Non lo so,ti aiuterà lui a pensarci. Penso che ti farà delle domande che ti mostrerà dei modelli sui quali basarti. Non so Regina,sono un sindaco,non costruisco culle”

Le ragazze risero “Pensi che dovrei cominciare a pensare ai nomi?” chiese Regina guardando la madre.

“Sei al quinto mese. Potresti. E non potresti. Certamente non arrivare al parto che non hai un nome. Prima o poi dovrai fermarti e pensarci. Non rimandare sempre con la scusa che hai ancora tanto tempo. Il tempo passa più in fretta di quanto tu possa pensare” disse Cora.

Aveva ragione,il tempo volava e doveva fare ancora tantissime cose.

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Capitolo 6
*** Il compleanno parte 1 ***


Regina era ormai al settimo mese di gravidanza. La pancia era gigante e pesante,e Regina se ne lamentava spesso. Era sempre stanca e le faceva sempre male qualcosa. O la schiena,o le gambe,o i piedi,o tutto insieme.

Cora e Ruby stavano dando il meglio di loro stesse nello shopping. Cercavano le migliori offerte su cose come pannoini,saliviette per comprarli all’ingrosso. Regina ne avrebbe avuti abbastanza anche per i suoi pronipoti. Avevano comprato così tante cose che Regina non sapeva dove metterli,anche perché la stanza per il bambino non era ancora pronta,anzi dovevano ancora cominciarla.

Regina aveva detto a sua madre che avere il piccolo nella sua camera non sarebbe stato un problema,ma Cora aveva insistito perché il bambino avesse una nursery tutta sua,perché dividere la stanza di Regina le sembrava come se non ci fosse spazio per il bambino nelle loro vite,quando di spazio per lui ce n’era in abbondanza.

Quando la madre glielo disse, Regina pianse. Si commosse perché sentirsi dire queste cose era sempre bello,e gli ormoni aggiungevano le lacrime.

Per quanto riguarda Henry,c’era sempre meno. A Regina mancava molto,ma le aveva promesso che ci sarebbe stato alla nascita.

Regina ci sperava davvero tanto.

E invece,per quanto riguarda Daniel…Regina non lo sentiva da quando si erano lasciati. Non si era fatto sentire,nemmeno per sapere se stava bene e se la gravidanza proseguiva bene…infondo era pur sempre suo figlio.
Ma questo confermò solo l’idea che Regina si era fatta di lui,infatti non rimase sorpresa dal suo comportamento.

Era il diciassettesimo compleanno di Ruby e per quanto Regina fosse stanca,per quanto le facesse male tutto,per quanto odiasse dover stare in un posto pieno di gente che la fissavano,non poteva mancare.
Non si era nemmeno fatta pregare. Quando Ruby le aveva detto “Se non ce la fai non preoccuparti”
Regina non la lasciò nemmeno finire che subito le disse che per lei aveva fatto così tanto e il minimo che lei potesse fare era esserci alla sua festa di compleanno. Non le interessava se le faceva male tutto,se era stanca,se odiava doversi mettere un vestito elegante. Ci sarebbe stata,perché quello era il suo giorno.

Per evitare scenate del tipo “No questo non va bene” “Mi fa più grassa di quel che sono” “E’ orrendo” “Non mi sta” “Non mi sta niente” Regina era andata qualche giorno prima della festa,a fare shopping con la madre. Per comprare un vestito nel quale si sentisse a suo agio,anzi si sentissero a loro agio…lei e la sua pancia.

Dopo lunghe ore di “no” Regina trovò il vestito perfetto. Era un vestito Rosa pallido,a fascia. Che era stretto sul seno e poi scendeva morbido e fluente sulla pancia,fino ad arrivare alle ginocchia. Era di un tessuto molto sottile e delicato ed era questo che lo rendeva così elegante e fluente.

Aveva deciso di metterli i tacchi,perché aveva programmata di stare seduta vicino al buffet per tutta la sera. Solo al momento della foto con la festeggiata si sarebbe dovuto alzare,e con i tacchi avrebbe fatto la sua bella figura.

Era una festa in piscina,probabilmente qualcuno sarebbe stato buttato in acqua,e in quel momento Regina avrebbe ringraziato di essere incinta..nessuno si sarebbe mai permesso di farlo con lei.

Durante il pomeriggio si preparò e alle sette e trenta,mezz’ora prima,era da Ruby. Doveva aiutarla per gli ultimi preparativi.

“Le scarpe da ginnastica sono favolose sotto questo vestito” disse Ruby non appena aprì la porta

“Sta’ zitta. Ho i tacchi nella busta” Ruby rise “Sei bellissima” poi aggiunse “Il vestito ti sta da dio”

“Si,e tu in pantaloncini e t-shirt sarai sicuramente al centro dell’attenzione” Ruby la fece entrare “MANCA MEZZ’ORA RUBY!PERCHE’ NON SEI ANCORA PRONTA?”

“Sono pronta,devo mettermi solo il vestito”

“E PERCHE’ NON HAI ANCORA IL VESTITO ADDOSSO”

“ME LO STAVO METTENDO,MA POI SEI ARRIVATA TU”

“MUOVITI!SALI!METTITI IL VESTITI E FAI PRESTO”

“Vieni anche tu

“No,non ce la faccio a fare le scale. Sono troppe” disse Regina e andò in cucina “vado a prendere qualcosa da mangiare,ti aspetto e poi andiamo” e si,gli ultimi preparativi per Regina erano mangiare tutto ciò che riusciva a mangiare mentre Ruby si finiva di preparare.

Si era data al gelato. “Mmmm,quanto sei buono”  disse in estasi “Dio Mio” disse. Poi sentì una risata. Ruby.
Era sulla soglia della porta.

“PORCA PALETTA” Regina spalancò la bocca e lasciò cadere il cucchiaio nella vaschetta “DIO RUBY SEI BELLISSIMA”

Aveva un vestito rosso fuoco,stretto in vita,quasi come un tubino,ma poi la gonna era a palloncino. Arrivava un po’ più sopra delle ginocchia.

“QUANDO LE HAI FATTE QUELLE TETTE?” Regina aveva ancora gli occhi spalancati. Ruby rise

“Anche tu le hai fatte enormi”

“Si,perché sono incinta” disse Regina

Ruby fece cenno con la testa come per dire che ciò che aveva detto aveva più che senso “Comunque è tutto merito dei reggiseni e di questo vestito che è così stretto che non respiro” disse cercando di alzarselo.

Regina la guardò e sorrise “Sei stupenda”. “ohhh” Ruby corse ad abbracciarla ,ma c’era qualcosa che non andava.

“Okay,perché sei così bassa?” chiese Ruby. Regina rise. “Uno,perché tu sei più alta di me,due perché tu hai i tacchi e io no”
“ahhhhhhhhh” risero “Su,mettiteli così andiamo”

“Okay,ma questo lo porto” prese il gelato

“Regina,ci sarà tantissima roba da mangiare”

“Lo so,ma tra me e lui c’è intesa ormai. Non posso lasciarlo ora. Verrà e poi vedrai che quando arriveremo sarà già finito”

“Alla faccia dell’intesa”

“Stai zitta”

E così uscirono di casa e si diressero verso il posto che Ruby aveva prenotato per la festa. Erano le sei e dieci. Ma che festa è se la festeggiata è puntuale?

Non appena arrivarono,Ruby fu travolta da persone che l’abbracciavano e le davano gli auguri e i loro regali. Regina si fece da parte e  guardò l’amica sorridere a tutti,in tutto il suo splendore.

Avvistò una sedia molto vicina al buffet e vi si precipitò a capofitto.


“Il tuo primo compleanno”  disse sorridendo e appoggiando una mano sul suo pancione “E sono felice che il tuo primo compleanno sia quello di tua zia,e sai perché?”

Regina aveva preso questa dolce abitudine di parlare al bamino.

“Perché è una delle persone più importanti nella vita della mamma. Non vedo l’ora che tu la conosca. E’ una persona speciale…unica”

Regina era davvero felice e grata di avere una persona come Ruby nella sua vita e lo era ancora di più perché avrebbe fatto parte anche della vita di suo figlio e non poteva esserne più felice.

E poi Regina sentì un colpo proprio dove aveva la mano. Spalancò gli occhi. Era un calcio?Si,era proprio un calcio. Il primo calcio. Sentì le lacrime agli occhi e poi si accorse che aveva un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Alzò lo sguardo in cerca di Ruby. La vide. Stava posando le buste con i regali,e  non aveva nessuno attorno. Regina ne approfittò per condividere con lei il nuovo avvenimento.

Si alzò,anche se con difficoltà,e camminò verso la sua amica.

“RUBY!” gridò e Ruby si girò di scatto sentendo la sua voce pensando che ci fosse qualcosa che non andava

“COSA?E’ SUCCESSO QUALCOSA?STAI BENE?IL BIMBO STA BENE?” chiese in panico.

“Va tutto bene,sta’ tranquilla” la calmò “Dammi la mano”

“Cosa?”

“Fidati,dammi la mano” . Ruby allungò la mano che Regina prese nella sua e poi la appoggiò lì dove aveva sentito prima il calcio.

“Di’ qualcosa” disse Regina sorridendo.

“Cosa?!” esclamò Ruby

“Parla col bambino” disse Regina tenendo stretta la mano di Ruby. La bruna la guardò un po’ strana.

“Ehm,ciao piccolo” cominciò e Regina le fece segno di continuare “Sono felice che ci sei anche tu alla mia festa” Regina ridacchiò “Si,sono felice che ci sia anche tu perché non vedo l’ora di conoscerti e incontrarti e accarezzare le tue manine minuscole” sussurrava dolcemente “e di farti vedere che zia fantastica sono” e poi ecco di nuovo.

Ruby alzò lo sguardo di scatto verso Regina. Si guardarono negli occhi ed entrambe risero dalla felicità.

“OMMIODDIO” esclamò Ruby “OMMIODDIO MIO NIPOTE MI HA DATO UN CALCIO”  Regina rise

“Prima gli stavo parlando,lo faccio da un po’ ora e ho sentito il calcio e…è stranissimo ma anche bellissimo”

“AHHHHH” Ruby gridò per la felicità

“Penso che sia il suo regalo per il compleanno” poi non riuscirono più a parlare perché alzarono la musica al massimo. Era il momento di aprire le danze.

“Vado a sedermi” gridò Regina nell’orecchio di Ruby

“Okay,vuoi che venga con te”

“No,non ti permettere. Tu sta’ qui e divertiti. E’ la tua festa. Non voglio che la passi col sedere su una sedia vicino alla tua amica rompiballe incinta che non può fare nulla”

“Regina-“

“RUBY!DIVERTITI!” esclamò e Ruby le sorrise grata “Vado prima che mi arrivi una gomitata da qualcuno” gridò e si incamminò di nuovo verso il suo posto. Ma non si sedette prima di prendere qualcosa,molta roba,da mangiare.

Se era col cibo,Regina era felice. Ma quel giorno sembrava che non potesse mangiare in santa pace. Ogni volta che ci provava qualcuno la interrompeva.

“E’ libero quel posto”

Regina rispose di si,pur avendo la bocca piena.

“Piacere,Robin” disse il ragazzo che si sedette accanto a lei.

Regina lo guardò e ingoiò,si pulì la mano sporca di cibo con un fazzoletto e poi strinse la sua. “Regina” disse.

“Si lo so-“

Regina  “Perché tutti sanno che Regina Mills è incinta e io sono l’unica ragazza con un pancione che vedi anche dall’Europa,che è qui. Vero” disse lei finendo al posto suo

“No,in realtà stavo per dire che sapevo che eri Regina perché sono un amico di Peter e mi ha detto che eri la migliore amica di Ruby e non mi ha detto ‘ la troverai perché è incinta’. Ti ha descritta e così ho capito che eri tu”

“Oh” Regina era rimasta sorpresa e anche un po’ imbarazzata per la figuraccia “Scusa. Scusami i-io”

“Non preoccuparti,lo capisco” disse Robin. Regina lo guardò negli occhi e si perse nel suo blu intenso. Non aveva mai visto degli occhi così belli. ‘Ti prego pallino,vieni dalla mamma con degli occhi così belli’. Pensò.

“Non sei di qui,vero?” chiese Regina

“No,mi sono trasferito da poco. Vengo da Boston” rispose Robin gentilmente.

“Ommioddio,vivevi in una città!Voglio dire,una città vera e propria,una città!Perchè sei venuto qui”

Robin rise “Bhe,le città spesso possono essere posti troppo grandi e dispersivi. Qualche volta,hai solo bisogno della tranquillità che solo posti come questi sanno darti”

“Bhe,se sei in cerca di tranquillità sei davvero venuto nel posto esatto. Pensa che in circa un anno,la cosa più sconvolgente che è successa sono stata io che sono uscita incinta e ho rotto con il mio fidanzato” disse Regina “E’ senza dubbio un posto tranquillo”

“Allora ho scelto bene” sorrise lui. Dio,aveva un sorriso bellissimo. ‘Hai davvero pensato che ha un sorriso bellissimo?Smettila Regina’ disse tra sé e sé.

“Hai la stessa età di Ruby e Peter?” chiese lui

“Sono più piccola di Ruby di qualche mese” disse lei un po’ imbarazzata “Tu hai la stessa età di Peter?”

“Sono più grande” disse “Di qualche anno”

“Oh,e quanti anni hai?”

“Diciannove compiuti da poco” disse lui e lei annuì. “Bhe,auguri”.

Dio,era tutto così teso. Perché. C’era tanto imbarazzo. Era una persona normale,perché Regina non riusciva a comportarsi come in qualsiasi altro caso.

Piano piano però riuscirono a rompere il ghiaccio e la conversazione si sciolse. Regina si stava divertendo,era davvero un ragazzo simpatico che la trattava bene e  non squadrava il suo pancione.

Dopo circa un’oretta Ruby venne a controllare che Regina stesse bene.

“Ohh,vedo che vi siete già conosciuti” disse mentre loro due ridevano a crepapelle “Si,stavo morendo e lui si è trovato nei paraggi e ha salvato la mia vita e quella di mio figlio”

“COSA?” disse Ruby in totale panico. Robin e Regina scoppiarono a ridere

“REGINAA!”

Regina cercò di riprendere fiato “Scusa,scusami Ruby. Mi dispiace tantissimo” perse il controllo quando sentì Robin ridere di nuovo “Dovevi vedere la tua faccia”

“Regina,non farmi mai più uno scherzo del genere” disse Ruby seria. Regina tossì e prese fiato.

“Si,scusami. Okay,non lo farò più. Te lo giuro”

“Bene” si sedette al tavolo

“Come va la festa?” Regina si allungò per togliere una fogliolina dai capelli di Ruby. “Ti stai divertendo”

“Oh,si. Anche se ballare stanca” disse Ruby “Direi che voi vi state DECISAMENTE divertendo”

“Si e siamo seduti,quindi non siamo stanchi. Oddio,io sono sempre stanca ma Robin non lo è. Sei stanco Robin?” si voltò verso di lui.

“No,per niente. Le sedie sono comode soprattutto quando ridi”

“Io vi odio,entrambi” disse Ruby alzandosi e allontanandosi. I due risero ancora “Okay,scusami,ma mio figlio ha appena imparato a prendermi a botte e mi sta picchiando la vescica. Devo andare in bagno. Vengo subito” si alzò e si allontanò.

Non appena si alzò per Robin fu come avere un’illuminazione. Era bellissima. Il sorriso dipinto sulle labbra rosse. La pelle chiara che brillava sotto le luci della festa. Gli occhi dolci e sorridenti. Il vestito che le stava d’incanto. Le stava a pennello. Era bellissima,sotto tutti i punti di vista.

Dopo circa cinque minuti Regina fu di ritorno e notò che al tavolo c’erano due piatti riforniti di cibo

“Oh,hai preso da mangiare” disse Regina sedendosi. Anche sedersi era difficile.Diamine.  Passarono il resto della serata a chiacchierare del più e del meno a ridere e a raccontarsi storie su storie. Robin le raccontò della vita a Boston e del perché aveva deciso di andare via e Regina le raccontò la sua di storia. Di quanto Ruby fosse importante per lei e della sua mania per lo shipping per il bambino.

“Ehi Robin” sentirono qualcuno gridare “vieni un po’ in pista” Robin si girò e salutò con un cenno della mano.

“Robin,credo tu debba andare” disse Regina “Sei seduto qui con me dall’inizio della festa. Ti sto praticamente tenendo in castigo. Dovresti andare e divertirti un po’ con loro” disse lei sorridendo dolcemente

“Ma mi sto divertendo con te” disse lui “non preoccuparti”

“Robin,va’. Non preoccuparti per me”

Robin la guardò incerto “Io non voglio andarci,ma vado perché tu mi stai cacciando”

“Non ti sto cacciando” disse subito lei “E’ solo che sto cominciando a sentirmi come se sentissi obbligato a stare qui con me,solo perché ti sei avvicinato prima  e io non posso andare lì in mezzo a ballare. Quindi ti prego,non ti sto cacciando. E’ solo che…”

“Ehi,lo capisco” disse Robin “Non mi stai cacciando,non vuoi che io mi senta obbligato. Sappi che non mi sento obbligato. Stavo qui perché volevo stare qui e voglio stare qui,ma se hai bisogno di vedermi stare con altre persone per non sentirti un peso,quando non lo sei….per me va bene. Sappi solo che te ne pentirai” sorrise lui maleficamente “perché ti mancherò da morire”

Lei rise e gli diede uno schiaffo sul braccio per giocare “Allora a dopo” la guardò “A dopo” disse lei in un sussurro.

Lo vide allontanarsi e già le mancava. Quando fu più lontano,in mezzo agli altri,Robin girò la testa verso di lei e le sorrise. Lei ricambiò il sorriso imbarazzata.

“Allora,pallino ora ha un padre?” sentì Ruby piombare sulla sedia accanto alla sua.

“COSA?NO!” disse Regiina “Assolutamente no!Mi faceva solo compagnia”

“E ti guardava con gli occhi dolci e tu lo guardavi con gli occhi dolci” disse Ruby

“Non ci guardavamo con gli occhi dolci,ci guardavamo…e basta. E poi ti sembro nelle condizioni di poter avere un ragazzo?”

“Regina!”

“Cosa c’è?E’ la verità!” disse Regina “A parte che non mi piace” bugia “Poi se mi piacesse,se ci piacessimo,non gli permetterei mai di stare con me”

“E perché?”

“Perché stare con me significa stare con qualcuno che ha un figlio,e che quindi non può fare un casino di cose,che ha altre priorità e altri bisogni. Praticamente per stare con me dovrebbe smettere di vivere,e non è quel che voglio. Siamo solo due persone che si sono appena conosciute che parlano e si divertono durante il compleanno di un’amica in comune” disse Regina

“Come vuoi,ma sappi che ti sbagli. E poi secondo me gli piaci,sul serio. Sapeva che eri incinta e si è avvicinato a te lo stesso. Evidentemente sa cosa comporta ma è pronto ad assumersi le responsabilità e ad affrontare le conseguenze delle sue azioni” a Ruby dispiaceva che Regina si vedeva come un disastro,come un pericolo da allontanare,per le altre persone. Perché non lo era affatto.

“E poi perché dovrebbe voler stare con qualcuno che ha un figlio con qualcun altro?Voglio dire,perché voler crescere il figlio che la tua ‘ragazza’ ha avuto con un altro?”

“Perché i figli sono di chi li cresce,non di chi li fa…Regina” e Regina non potè più dire niente.

Il non poter rispondere però non le fece cambiare idea. Poteva essere che il passare più tempo con Robin l’avrebbe davvero portata a provare dei sentimenti per lui. Ma lei non avrebbe perso messo che nulla accadesse tra di loro. Sarebbero stati semplicemente amici. Non voleva caricarlo di responsabilità che non dovevano essere le sue.

“E poi Ruby,ci siamo appena conosciuti!Ci stiamo solo facendo un film mentale assurdo”

Ruby sapeva che non era un film mentale,ma decise di darle ragione “Si,probabilmente hai ragione” rispose.

“Poi ne riparliamo quando stasera si offrirà di accompagnarti a casa,si fermerà con la macchina fuori al tuo vialetto,ti dirà che è stato molto bene con te e per questo vuole riuscire con te. Ti chiederà il tuo numero e poi ti aprirà la portiera. Ti aiuterà ad uscire dalla macchina perché tu sei impedita”

“EHYYY!NON SONO IMPEDITA”

“Dicevo…tu sei impedita,ti accompagnerà alla porta e tu dirai roba tipo ‘allora buonanotte’ e lui se ne starà lì col sorriso imbarazzato e dirà tipo ‘ buonanotte’ e prima che tu possa infilare la chiave nella porta,BAAAAAAAAM,ti starà baciando e tu starai pensando ‘ommioddio,devo dirlo a Ruby. Cazzo bacia davvero bene,devo dire anche questo a Ruby’ e poi buonanotte e arrivederci entrerai e mi chiamerai”

Regina aveva gli occhi sgranati. Era sconvolta “OMMIODDIO,tu hai seri problemi Ruby”

“Quanto scommettiamo che si offre per accompagnarti a casa”

“Non lo farà”

“Lo farà”

“No”

“Magari non ti bacerà e non farà tutte le cose che ho detto e bla bla bla,quelle erano tutte cose che ho visto in praticamente tutti i film,però si offrirà di accompagnarti”

“No,lui n-“

“Ehyy Robiiin” Ruby la interruppe quando Robin si avvicinò. Regina si tappò la bocca e si girò verso di lui.

“Ehy” salutò con la voce tremante. Ruby l’aveva sconvolta.

“Eccomi di nuovo” guardò Regina come per dirle ‘sono tornato.ti avrei detto che lo avrei fatto e avrei preferito che fossimo stati soli’

“Okay,sentite…vi lascio. Vado a vedere un po’ cosa succede in giro. Ci si vede per la torta” si alzò poi si chinò per dare un bacio alla pancia di Regina “Ciao pallino” e corse via.

“Pallino?”

“Si,lo chiamiamo così perché non ho ancora deciso un nome e quindi pallino è il suo soprannome dato che si muove molto e sembra una pallina pazza” disse Regina e Robin rise.

Sarebbe stata una serata davvero molto lunga.

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Capitolo 7
*** Il compleanno parte 2 ***


“Direi che pallino,in questo caso,è un nome davvero appropriato” rise Robin

“Bhe già,ma credo che ora dobbiamo cambiarglielo”

“Intendi con un nome vero?”

“No,ora mi prende a botte,non è più una pallina pazza”

“Ah” Robin rise ancora e Regina giurò di poter essere capace di rimanere lì ad ascoltare quella risata,per tutta la vita “Quindi come vorresti chiamarlo?” chiese

“Non ne ho idea,e quando ti dico non ne ho idea mi riferisco sia al suo nomignolo da picchiatore,che a quello che sarà il suo nome” anche lei rise.

Poi rimasero per un po’ a guardarsi. Si persero uno negli occhi degli altri. E questo fu fino a quando una musica lenta non arrivò alle loro orecchie.

“Ehm” Robin si grattò la nuca “Ti va-Ti va di ballare?” chiese un po’ imbarazzato.

“Davvero vuoi ballare con questo elefante?” chiese Regina. Lui rise ma poi si fece serio.

“Oh,vuoi davvero ballare con me” disse Regina. Lui annuì. La bruna deglutì e poi,a fatica,si alzò.

“Si può fare” lo guardò e lui sorrise. Le prese la mano e la portò   in uno spazio libero attorno alla piscina circondata da persone che ballavano sulle note di quel lento.

Regina avvolse le braccia attorno al suo collo e lui appoggiò le mani sui suoi fianchi. Erano tutti e due incredibilmente imbarazzati. Si guardavano qualche secondo e poi uno dei due abbassava lo sguardo. Poi improvvisamente,Regina scoppiò a ridere e lui la seguì.

Pallino aveva dato un calcio,proprio dove Robin aveva la mano.

“Scusa” rise lei “No,non scusarti” sorrise “E’ una cosa  bella” aggiunse. Un altro calcio

“E’ solo un giorno che sa dare i calci,e già mi ha uccisa”

Robin rise “Bhe,manca poco no?”

“Già” e Regina perse il suo sguardo nel vuoto. Mancava davvero poco. Tra poco sarebbe stata madre. Ed era terrorizzata.

“Ehi,tutto okay?” Robin notò il suo sguardo. Regina tornò alla realtà “Mmm?Si,si sto bene” rispose.

Finirono di ballare come iniziarono. Si guardavano,sorridevano e poi distoglievano lo sguardo.

La canzone finì “Grazie per aver ballato con me” disse Robin togliendo le mani dai suoi fianchi

“Grazie per avermi chiesto di ballare” anche lei tirò giù le braccia.

Qualche secondo dopo sentirono un pianoforte suonare. Stava arrivando la torta.

“Oh,la torta” disse Robin

“LA TORTA” esclamò Regina e si fece spazio tra la gente per vederla arrivare. Era più facile di quanto pensasse. La gente le faceva spazio per paura di colpirla e farla male.  Dall’ingresso un uomo portava la torta. Non appena entrò tutti applaudirono. La torta era enorme e bellissima. Era a tre piani. Il primo era rosso,quello al centro era rosso a pois bianchi e l’ultimo era bianco e al di sopra c’erano tanti fiori tridimensionali,rossi e bianchi. La misero su un tavolo e aggiunsero la candelina col numero 17. Ruby si mise dietro al tavolo e subito dopo tutti cominciarono a cantarle tanti auguri. Alla fine spense la candelina e tutti le fecero un  grande applauso. Era diciassettenne ormai.

Tutti si fecero le foto insieme a lei. La prima che Ruby chiamò,fu Regina. Nemmeno Peter,il suo ragazzo. Regina.

Alla fine Ruby tagliò il primo pezzo di torta e uno dopo l’altro ognuno ebbe il suo. Regina mangiò la torta assieme a Ruby “E’ buonissima”

“Il tuo giudizio non conta”

“Perché?”

“Perché potrebbe essere buonissimo qualsiasi cosa”

“Stai dicendo che sono un pozzo senza fondo che ingoia qualsiasi cosa?”

“No”

“Si,stai dicendo questo”

“No”

“Si”

“No”

“E comunque vieni un attimo con me” Regina posò la torta sul tavolo e trascinò Ruby dove non c’era nessuno.

“Perché qui dietro?Regina!” disse

“Devo darti il tuo regalo” disse Regina. E tirò fuori dalla sua borsa,una busta. Una di quelle per le lettere.

E gliela diede. Ruby la guardò confusa

“Apri” disse eccitata.

Ruby lo fece e trovò dei biglietti aerei e un foglio con stampato un programma.

“Regina,cos’è?” chiese Ruby.  Ma in realtà sapeva cos’erano.

“E’ il tour Europeo. Quello che abbiamo sempre sognato di fare insieme” disse Regina mentre vedeva le lacrime negli occhi di Ruby.

“C-cosa?” chiese

“Spagna,Francia,Ighilterra,Italia e Grecia”sorrise Regina “Ti ricordi?Abbiamo sempre detto che volevamo farlo. Tre giorni ciascuno. Saranno due settimane bellissime,vedrai. Ti divertirai tantissimo”

“Si,me lo ricordo. Ma…non capisco” disse Ruby “Dovevamo andarci insieme”

“Dovevamo…” disse Regina “Ma è evidente che non possiamo più Ruby. Ho dovuto mettere da parte il mio sogno,ma solo perché ho dovuto io,non significa che devi anche tu. E’ comunque per due. Puoi portarci  Peter o chiunque altro” disse Regina.

“Regina…” Ruby aveva le lacrime agli occhi.

“Ti prego non piangere,altrimenti piango anche io”

“Ma,perché?”

“Perché ti voglio bene Ruby” disse Regina con la voce spezzata. Ecco,stava per piangere “Perché tu hai fatto tanto per me e per” si mise una mano sul pancione “per noi…e te lo meriti. Meriti di vivere un sogno,perché sei una persona grandiosa. La più importante della mia vita,e voglio regalarti qualcosa che non è grandioso quanto ciò che tu hai regalo a me,ma che si avvicina almeno un po’. Perché sei mia sorella,e voglio realizzare il sogno di una vita”

“Regina,io non so come ringraziarti” pianse Ruby e tirò dolcemente Regina a sé. La abbracciò e Regina scoppiò a piangere.

“Non devi. Non devi ringraziarmi di nulla. Questo è il mio ringraziamento per ciò che tu hai fatto per me” rispose tra le lacrime.

“Ti voglio bene,tantissimo” disse Ruby

“Anche io” e poi si staccarono. Regina si asciugò le lacrime. Ma non servì a nulla,perché Ruby non lo fece. Continuò a piangere e questo fece continuare anche Regina.

“Parti tra cinque giorni” disse Regina

“In Italia mangia  anche per me,e fatti un bagno al mare anche per me. Qualsiasi cosa tu faccia,falla anche per me” Regina cercò di controllare le lacrime mentre Ruby annuiva senza provare a controllare le sue.

“E chiamami,sempre,ogni sera. Dovrai raccontarmi tutto. E fai tante,tante,tantissime foto…non ti trattenere,fai qualsiasi cosa ti senta di fare. Vivi il tuo sogno Ruby” disse Regina. E Ruby la riabbracciò

“Grazie Regina” sussurrò mentre la stringeva “Grazie”

“Su andiamo,si chiederanno dove sei finita” rise Regina e entrambe si asciugarono gli occhi. Tornarono alla festa dove Peter subito notò Ruby  e Regina.

“Ruby” le andò in contro “Hai pianto?” chiese accarezzandole una guancia. Ruby guardò Regina. “No” riguardò Peter “No,non ho pianto. Va tutto bene”

“Io vi lascio” disse Regina camminando via.

“No Regina aspetta” Ruby l’abbracciò “Non lasciare che le tue paure ti trattengano e condizionino” disse nascondendo il viso sulla spalla dell’amica “Lascia che le cose con Robin vadano come devono andare. Non le fermare,non le evitare…” Regina sentì un’altra lacrime bagnarle il viso “vivile. A prescindere da come andrà,almeno non avrai rimpianti” poi si staccò e la guardò negli occhi. Regina annuì “Vado a casa,ci si vede domani”. Ruby strinse la mano di Regina nella sua “Vuoi che ti accompagni?Ti posso accompagnar-“

“Tu sta qui,è la tua festa,non è ancora finita. Non preoccuparti per me. Posso camminare fino a casa.”

“Sei sicura?” disse lei preoccupata

“Si sono sicura,tranquilla” sorrise Regina e la riabbracciò

“Grazie ancora Regina. Ti voglio bene” in risposta Regina la strinse un po’ più forte e poi salutò Peter “Ciao Pet” lo abbracciò e Ruby l’accompagnò all’uscita. “Notte” si salutarono.

Regina aveva camminato per circa due minuti,e non si era nemmeno accorta delle lacrime che scorrevano sul viso,quando sentì qualcuno chiamare la sua voce.

“Regina!” gridò. Regina si girò e vide Robin correre per raggiungerla

“Robin!”

“Te ne sei andata?”

“Si,sono stanca. Voglio andare a casa”

“Perché piangi”

“Eh?” Regina si asciugò le lacrime in fretta “No,nulla” rispose

“Regina”

“E’ tutto okay Robin,davvero. Grazie” rispose e si girò per continuare a camminare. Ma Robin le afferrò delicatamente il braccio.

“Robin..”

“Ti accompagno” disse lui “Ho la macchina parcheggiata qui vicino”

“Non c’è bisogno davvero”

“Regina,non ti faccio andare a casa da sola. E’ notte fonda,hai i tacchi alti e tu stessa hai detto che sei stanca. Ti accompagno a casa. E non è una domanda” disse lui e insieme a lei cambiò direzione.

“Te l’ha detto Ruby?” rise.

“Si,non voleva farti andare da sola. Ma lo avrei fatto anche se non me lo avesse chiesto. O meglio,avrei potuto farlo se tu fossi venuta a salutarmi prima che te ne andassi”

“Mi dispiace…è che è successa una cosa con Ruby”

“Avete litigato?”

“No,no!Anzi,tutt’altro..le ho dato il suo regalo e abbiamo pianto e questa cosa mi ha sfinita,non sapevo dove eri e non avevo le forze di cercarti in mezzo a quella folla” disse Regina. Arrivarono alla macchina. Robin la aiutò a sedersi.

Partirono “Non devi giustificarti sai?” disse.

Continuarono a chiacchierare un po’. Regina gli raccontò del regalo di Ruby e del perché avevano pianto e poi parlarono di altro. Prima che potessero rendersene conto,arrivarono a casa.

“Grazie mille” disse Regina “E’ stata davvero una bella serata” si allungò e gli diede un bacio sulla guancia

“Buonanotte” disse lui

“Notte” e aprì la portiera e si incamminò per il vialetto. Robin se ne andò solo quando Regina ebbe chiuso la porta di casa.

Non appena chiuse la porta Regina si tolse le scarpe e sorrise. Era davvero stata bene con Robin e le parole di Ruby le ronzavano in testa. Aveva ragione ma aveva ragione anche lei quando diceva che non poteva condizionare la vita di Robin a causa del fatto che lei stesse per avere un bambino. Non poteva caricarlo di responsabilità che non erano sue,non poteva obbligarlo a condurre un tipo di vita completamente diverso dal normale. Non poteva essere così egoista.

Ma non voleva pensarci,così scacciò via quei pensieri e pensò che era stata bene,che Ruby si era divertita,che il suo regalo le era piaciuto e che sarà felicissima di fare quel viaggio. Pensò che le era distrutta dalla stanchezza e che i piedi le facevano male da morire. Così decise di andare a letto e riposarsi.

Non appena la sua testa colpì il cuscino,prese sonno immediatamente.

Più tardi Cora andò a controllare e la trovò sotto le coperte che dormiva serenamente. Voleva chiederle come si sentiva e se andava tutto bene,ma immaginava quanto potesse essere stanca,quindi decise di non farlo. Avrebbe aspettato l’indomani. 

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Capitolo 8
*** Partenza ***


“Farà caldo lì,quindi devi portarti tutti vestiti leggeri,e qualcosa di più pesante per quando andrai in Inghilterra,ma non portarti molto. Portati tipo una felpa e basta,tanto non è che devi stare tanto”
Erano passati quattro giorni dalla compleanno di Ruby,ciò significava che il giorno dopo sarebbe partita. *

E non aveva ancora fatto la valigia. Regina la stava aiutando. Bhe,più che aiutare,le stava dando un supporto morale e le diceva cosa portarsi,e parlava con lei…perché alzarsi e abbassarsi per mettere le cose in valigia non le risultava troppo facile.

Così Ruby passò tutta la giornata. A preparare le cose per partire. E Regina già era entrata in modalità mammina,prima ancora di avere il figlio.

“Hai preso le medicine?”

“Si,la nonna mi ha praticamente fatto portare la medicina”

“E ti ha detto di n-“

“Non prendere niente prima di chiamare lei,si  me lo ha detto?”

“Il caricabatterie del cellulare,quello lo hai preso?” chiese

“Si,lo tengo nello zaino” disse Ruby

“Quindi hai tutto?”

“Si,ho tutto Regy” Ruby continuava a mettere i vestiti,tra cui molti costumi,in valigia.

“Quando torni i prodotti tipo shampoo e roba varia,lasciali lì,così hai più spazio per le cose che comprerai”

“Regina,Peter non ha portato praticamente nulla.  Metterò tutto nella sua” rise e lo fece anche Regina.

Doveva ammetterlo,era molto preoccupata.Temeva che potesse dimenticare qualcosa di importante prima di partire per l’altra parte del mondo.

Regina era seduta sul letto e per qualche attimo rimase muta. Poi decise di rompere il silenzio “Come ti senti?Voglio dire,domani parti…sei nervosa?Agitata?”

“Sono emozionata” Ruby alzò lo sguardo verso di lei “Sono felice” disse sinceramente guardandola negli occhi “Grazie”

“Smettila di ringraziarmi” disse Regina

“Okay,credo di avere tutto”

“Vestiti leggeri e qualche felpa?”

“Vestiti leggeri e qualche felpa”

“Bene,se poi ti serve qualcosa che non hai la compri direttamente lì” disse Regina.

“Me lo hai già detto trenta volte Regina” disse Ruby

“Si lo so,scusami” abbassò lo sguardo colpevole. Ruby rise e andò ad abbracciarla “Se non ci fossi stata tu di sicuro mi sarei dimenticata qualcosa” disse dandole un bacio sulla guancia.

“Su,andiamo a dormire. Domani devi svegliarti prima dell’alba e dovrai affrontare un viaggio interminabile. Devi essere riposata” disse Regina.

Così le due migliori amiche si misero a letto. Ma nessuna delle due riuscì a prendere sonno.
Può sembrare assurdo,ma per loro quel viaggio era una delle cose più importanti della loro vita. Come potevano mai dormire?

Ruby era felice di partire,ma anche un po’ dispiaciuta perché quello era sempre stato il loro sogno,non il suo e di Peter,ma non poteva viverlo con lei. Lei che glielo aveva fatto realizzare.

“E’ ingiusto” disse Ruby nel buio e nel silenzio. Regina girò la faccia verso di lei e sorrise,come per dirle che andava bene così “Avremo modo di viaggiare ancora,più in là”

“Potevamo farlo più in là questo viaggio. Insieme”

“No,era il nostro sogno per questa età,devi farlo adesso,non più in là”

“E tu?” chiese Ruby

“Io…io sono incinta e mio figlio nascerà tra poco più di due mesi. Non penso molto al viaggio,penso più che devo preparare la sua stanza…devo preparare me” disse queste ultime parole in un sussurro.

“Regina,sarai una mamma meravigliosa”

“Non puoi dirlo”

“Si che posso” Ruby si mise a sedere per guardarla bene “Guarda come ti sei comportata tutta al giornata. Esattamente come si sarebbe comportata una madre che ha una figlia che sta per partire per un viaggio di due settimane in Europa.” Disse Ruby

“E poi sei una persona fantastica,e le persone fantastiche,hanno successo in quello che fanno. Devi crederci,Regina”

“Ho paura”

“Tutti hanno paura,nessuno nasce già sapendo le cose. Nessuno nasce già perfetto genitore. Tutti hanno paura prima di una grande cosa. La paura è normale. E’ la paura a renderci umani,ed è la paura il segreto per riuscire a fare le cose”

“Hai paura di fallire,questo ti farà riuscire….senza che tu te ne renda conto”

Regina le sorrise. Era incredibile,quella ragazza sapeva sempre cosa dirle.

Piano piano le due cominciarono a parlare di quando erano piccole,di tutte le cose che facevano insieme da bambine,di tutti gli episodi divertenti,di quelli importanti. Dei momenti difficili in cui si erano aiutate. Di quelli belli in cui avevano sorriso insieme. Parlarono di tutte le cotte che si erano prese. Parlarono di tutti i giochi stupidi che facevano,ma che all’epoca erano meravigliosi. Pararono delle notti passate a mangiare schifezze e vedere film e parlare. Parlarono e parlarono fino a che Ruby non ottenne più una risposta. Si voltò e vide che Regina aveva preso sonno.

Sorrise e poi prese il suo telefono. Tra i contatti trovò quello di Robin. Gli inviò un messaggio. Era il numero di Regina. Gli disse solamente ‘cercala’ accanto al numero. E poi lo inviò. Era notte fonda,non si aspettava una risposta,ma sapeva che Robin avrebbe avuto un buon risveglio.

Diede un’ultima occhiata a Regina e poi chiuse gli occhi,tempo dopo riuscì a prendere sonno,peccato che dopo soli cinque minuti suonò la sveglia.

Doveva alzarsi,doveva partire.

Era il grande giorno.

Ruby aprì gli occhi e decise di lasciare Regina dormire ancora un po’. Si andò a preparare. L’avrebbe svegliata una volta pronta.

Si lavò,si vestì,controllò un’ultima volta la valigia e lo zaino e poi dolcemente scosse la spalla di Regina

“Regina,svegliati” sussurrò. La bruna balzò sveglia “Sono in piedi,sono sveglia” disse

“Sei già pronta?” notò Ruby tutta sistemata e preparata

“Ho voluto farti dormire un altro po’,così mi sono andata a preparare. La nonna sta preparando la colazione. Lavati e vestiti e poi scendi di sotto,scommetto che pallino ha fame”

“Non hai idea. Sta morendo di fame” rise Regina e poi andò in bagno.

Ruby scese di sotto per aiutare sua nonna con la colazione. Non appena la vide,la nonna l’abbracciò.

“Hai tutto pronto?”

“Si,Regina ha controllato cinquantamila volte tutto,ieri” rise

“Dov’è?”

“Si sta preparando”

“Bhe,vi sto preparando una colazione con i fiocchi. Tu hai un lungo viaggio da affrontare,hai bisogno di forze. E bhe,lei è incinta,deve mangiare il più possibile. Anzi,Ruby,sei sicura che mangi abbastanza?Credo che mangi troppo poco,ha preso poco peso” disse

“Credimi,mangia abbastanza. Forse anche troppo” rise Ruby

La nonna aggrottò la fronte ma scacciò il pensiero. Avrebbe verificato poi.

Poco dopo una grande e molto incinta Regina scese di sotto.

“Buongiorno” annunciò.

“Regina!Hai fame?”

“Direi che sta diventando insopportabile la fame a questo punto. Sono diventata un sacco da box” disse Regina.


“Per fortuna che ho preparato una colazione abbondante”

APRITI CIELO.

Gli occhi di Regina si illuminarono quando vide pancakes,uova,bacon,frutta,biscotti,latte e succhi di frutta vari.

“PARADISO” Regina aveva l’acquolina in bocca.

Fecero colazione e parlarono del viaggio. Ruby disse che le sarebbero mancate molto e promise di chiamare entrambe tutti i giorni. Regina era in altro mondo. Era come se stesse facendo l’amore con il cibo. Non ne aveva per nessuno,se non per il cibo.

“Te l’avevo detto. Mangia abbastanza” rise Ruby. La nonnina sorrise e annuì.

“Okay,ora siamo soddisfatti”

“Si eh?” rise Ruby

“Ehi,devo sfamare un bambino. E poi si sa che i maschi mangiano più delle femmine”

“Ah,non ho dubbi” rise Ruby “Dobbiamo andare,non voglio fare tardi. Peter starà venendo”

Si alzarono dal tavolo “Vado a prenderti la valigia” disse la nonnina

“Sei sicura che non vuoi che venga?” chiese Regina.

“Si,Regina. E’ un viaggio lungo,staresti solo scomoda e probabilmente vomiteresti tutto ciò che hai mangiato,e hai mangiato parecchio” disse

“Okay,ma quando tornerai non sarai qui a fermarmi,quindi verrò” disse Regina

Ruby rise  “Va bene sussurrò” si guardarono. “Mi abbracci?” chiese Ruby e Regina si catapultò tra le sue braccia. La strinse forte “Chiamami,tutti i giorni.Non mi interessa del fuso orario,tu chiamami,risponderò a qualsiasi orario. Sta’ attenta. Divertiti,ma non uscire incinta. Divertiti” disse infine. Ruby la strinse

“Mi mancherai” sussurrò 

“Anche tu,anche se sono solo due settimane”

“Lo so,ma non siamo mai state separate così tanto tempo”

“Passeranno in fretta”

“Già”

La nonna ritornò con la valigia. Peter bussò al campanello. Ruby abbracciò sua nonna che le fece quasi lo stesso discorso di Regina e poi l’accompagnarono alla macchina. Dove c’erano i genitori di Peter e ovviamente…Peter.

Si salutarono  e guardarono la macchina scomparire dietro la curva.

“Tutto questo ha richiesto molte energie. Ora ho di nuovo fame” disse Regina appoggiando una mano sul suo pancione.

La nonna sorrise e l’abbracciò. Era come una nipote per lei. Le diede un bacio tra i capelli “Andiamo,ti preparo qualcosa” e rientrarono.

Non era vero che sarebbero passate in fretta le due settimane.
Sarebbero state molto,molto lunghe. 

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Capitolo 9
*** Henry ***


Erano passati cinque giorni dalla partenza di Ruby e come aveva promesso,chiamava Regina ogni sera per raccontarle ciò che aveva visto,ciò che aveva fatto,ciò che aveva comprato e quanto si stesse divertendo.
E Regina tutte le sere le diceva che era felice che si stava divertendo e che non vedeva l’ora di fare le foto.

Ruby aveva ricevuto la risposta di Robin al suo messaggio. Le aveva scritto semplicemente ‘Grazie’.
Quindi Ruby si aspettava che Regina le raccontasse delle uscite che facevano e di cosa si dicevano.
Ma tutto ciò che Regina le diceva era che si sentiva stanca e dolorante e che non vedeva l’ora che tornasse…e che doveva cominciare a dipingere la nursery. ‘Cosa combini Robin?’ pensò Ruby.

Regina,come diceva a Ruby,doveva cominciare a dipingere la nursery. Ora che Ruby era partita e che sua madre lavorava. Avrebbe dovuto farlo da sola.
Aveva comprato delle riviste e alla fine aveva optato per dipingerla di azzurro scuro per metà parete.Poi avrebbe fatto una sola scritta di bianco dove con degli stancil avrebbe dipinto dei pulcini,e poi tutto il resto della parete,celeste

Una parete,quella dove ci sarebbe stata la culla,sarebbe stata interamente celeste. Lì,grande quanto tutta la parete,ci sarebbe stata una scritta.

Si era creta in testa tutto il progetto e con il tempo poi avrebbe finito di arredarla.

Così,andò dalla ferramenta per comprare la pittura. Trovò tutto quello che le serviva.Compreso gli stancil. E tutto pesava così tanto. Il proprietario si era offerto di farla accompagnare da un dipendente per portarle la pittura,dato che la conosceva. Ma lei aveva insistito di farcela da sola. Ringraziò e si incamminò verso l’uscita.

Stava per mettere piede fuori quando qualcuno entrò.

“Regina!” esclamò

“Robina!” rispose lei sorpresa.

“Che-che ci fai qui?” Robin era sorpreso di vedere una donna incinta dal ferramenta.

“Pittura. Devo preparare la stanza” disse Regina. Robin guardò le buste.”O Dio” Dovevano pesare un casino.

“Dalle a me”

“Robin ce la facc-“

“Regina,non si discute” disse e le prese le borse da mano “Andiamo” fece cenno con la testa di seguirlo fuori dal negozio. Regina rise.

“Ma non dovevi comprare qualcosa?” chiese Regina. “Non è importante” questa fu la sua risposta.

“Oh,quindi portarmi le buste è più importante di quello che dovevi comprare?” chiese lei. Anche se non voleva ammetterlo,Regina si sentiva felice che si fosse offerto e avesse insistito ad aiutarla.

Robin non rispose,la guardò e sorrise. Regina ricambiò il sorriso. Camminando e parlando arrivarono a casa.

“Grazie mille Robin. Sei stato gentile” disse Regina “Vuoi entrare?” chiese sulla soglia della porta.

“Ti porto queste” rispose.

Regina sorrise. Aprì la porta

“Dov’è la stanza?” chiese Robin

“Robin,davvero puoi lasciarle qui”

“Regina,dov’è la stanza?” insistette lui. Non voleva farle portare qualcosa nemmeno per sei secondi.

Regina salì le scale.

“E tu volevi davvero farti tutta questa strada da sola?” Robin disse come se Regina fosse pazza.

“Sono incinta,non invalida” rispose lei fermandosi davanti ad una porta. Doveva essere quella. L’aprì e Robin mise le  buste a terra.

“Oh,nessuno ha mai detto che tu sia invalida,è solo che”

“Solo che?” Regina incrociò le braccia al petto e inarcò un sopracciglio. Robin la guardò e scoppiò a ridere.
“Nulla,nulla” poi si guardò attorno.

“Quindi questa è la stanza di pallino” disse. Regina annuì “Proprio così”

“E come vuoi farla?”

“Metà azzura,poi una striscia bianca con degli stancil,e poi celeste” disse “E questo per queste tre pareti.
“Quella” indicò quella a sinistra della porta “Verrà celeste,con un’enorme scritta”
“E’ la parete dove metterò la culla “

“E cosa vuoi scrivere?” chiese Robin curioso.

“Segreto” rise Regina.

“Daii,dimmelo”

“No” risero

“Senti,devi farlo  tutto da sola?” chiese Robin e Regina annuì pesantemente.

“Se vuoi ti do una mano?”

“Cosa?” disse lei sorpresa

“Si,posso darti una mano. E’ un po’ triste che la mamma si pitturi la stanza del figlio tutta da sola. Ti aiuto io,così è anche meno stancante” disse Robin.

“L-lo faresti sul serio?Cioè,vuoi farlo davvero?” chiese Regina stupita.

“Si” poi aggiunse “se vieni a prendere un gelato con me”

Regina sorrise lusingata e annuì. “E va bene”. Robin fece un piccolo esulto.

“Ma prima devo andare in ferramenta” Regina scoppiò a ridere.

“E io quando la comincio la stanza?”

“Domani. Domani mattina ti prometto che la cominciamo. Oggi pensa solo a rilassarti e divertiti un po’ con me”le prese la mano e la trascinò fuori.

Andarono al negozio di ferramenta e Robin comprò qualcosa che Regina non aveva idea di cosa fosse. Poi Regina si incamminò nella direzione che portava da Granny’s,ma Robin non lo fece.

“Dove andiamo?” chiese Regina raggiungendo di nuovo Robin.

“Cambiamo posto” offrì il suo braccio e Regina vi intrecciò il suo.

Andarono in un piccolo chiosco che vendeva gelati nel parco. Regina ne prese uno al cioccolato e alla vaniglia,Robin nocciola e pistacchio.

Poi si sedettero su una panchina

“Dio,è buonissimo” disse Regina non appena lo assaggiò.

“Non lo avevi mai assaggiato?” chiese Robin. Regina scosse la testa,non volendosi staccare dal gelato.

“Come è possibile che io sia qui da una settimana e lo abbia assaggiato,e tu sia qui da una vita e non sappia l’esistenza di questo chiosco?”

Regina rispose “Io e Ruby ci conosciamo da una vita,abbiamo sempre e solo preso in considerazione il ristorante di sua nonna”

“Bhe,però fa bene cambiare ogni tanto.” Disse Robin gustando il suo gelato.

Regina lo guardò. Negli vivo blu dei suoi occhi. Occhi che non smettevano mai di sorriderle e di catturarla.

Poi,persa in quei due grandi occhi bellissimi e blu come il mare,annuì debolmente.

Finito il gelato,con dispiacere di Regina,cominciarono a parlare. Era incredibile quanto quel ragazzo le rendesse facile aprirsi con lui.

Robin le raccontò che i suoi genitori si erano separati e che poi sua madre era morta qualche anno dopo. Non aveva contatti col padre da quando aveva quindici anni.

Regina gli disse che gli dispiaceva e poi lui le chiese della sua famiglia. Regina gli disse di suo padre e del fatto che c’era molto poco per motivi di lavoro e quindi praticamente sua madre l’aveva cresciuta da sola.

Poi ci fu qualche attimo di silenzio.

“Sto pensando al nome Henry” Regina fu la prima a romperlo “Sai,per pallino” portò la mano sulla pancia lì dove sentì il bambino darle l’ennesimo calcio.

“Come mai il nome di tuo padre?”

“Probabilmente non avrà mai un ricordo concreto e reale di lui,non c’è mai…” si girò verso di lui e notò che la stava guardando attentamente,cercava di guardarla negli occhi anche se lei aveva il viso basso,ora che si era girata gli rese il compito decisamente più facile.

“Non voglio che pensi che suo nonno non c’è per lo stesso motivo per cui non c’è il padre. Mio padre farebbe di tutto per esserci di più,ma non può. Suo padre ha deciso di non esserci. Voglio che sappia che suo nonno non è come suo padre e se gli do il suo nome credo di rendere tutto abbastanza chiaro” si fermò un attimo,per poi continuare “voglio che mio padre sappia che non sono arrabbiata con lui per la sua assenza e voglio che sappia che lui,pur non essendo a casa,è parte della vita di mio figlio” Robin le sorrise. Era sempre più catturato da lei.

“Voglio dargli il nome di un esempio da seguire,voglio dargli un nome che per me abbia importanza. E non c’è nome che sia più importante di questo”

Robin continuò a guardarla e a sorriderle “Credo che Henry sia un nome bellissimo” disse infine in un sussurro. Regina lo guardò e sorrise.

“Ho bisogno di un abbraccio” disse Regina sul punto di scoppiare a piangere. Robin la guardò “cosa?”

“Ho bisogno di un abbraccio” ripetè “Momenti con un forte impatto emotivo mi sconvolgono e per calmarmi ho bisogno di essere abbracciata”

Robin sorrise e la prese tra le sue braccia. Non appena Regina sentì le braccia di Robin attorno a sé si sentì al sicuro. Era una sensazione favolosa. Nemmeno Daniel l’aveva mai fatta sentire così. Si sentì protetta e al sicuro,e forte. Robin sorrise quando si rese conto che la tensione che dominava il corpo di Regina svanì dopo poco.

“Grazie” disse Regina tirando su con il naso. Robin si staccò e le asciugò le lacrime “Meglio?” chiese. Regina annuì.

“Scusami,non mi capitava mai prima della gravidanza” disse Regina . Robin le sorrise “E’ tutto okay” rispose. Regina annuì debolmente.

Robin si alzò e si mise di fronte a lei tendendo le braccia,perché lei afferrasse le sue mani per alzarsi.

“Dai andiamo a comprare  una ciambella ricoperta di cioccolato” Regina lo guardò  come per dire ‘ o mio Dio,come fa a sapere sempre di cosa ho bisogno?’ e prese le sue mani.

“Cioccolato” ripetè lei

“Tanto cioccolato” rise Robin. Dopo la ciambella che senza dubbio tirò Regina su di morale,Robin la riaccompagnò a casa con la promessa di ritornare la mattina dopo per cominciare a pitturare la nursery.

Regina aspettò con ansia che arrivasse la sera,per parlare con Ruby. Aveva appena finito di cenare e la madre le stava dicendo che la culla era pronta e Regina le stava per dire che potevano aggiungere il nome perché ormai lo aveva scelto,ma il cellulare squillò.

“E’ RUBY!” disse e fuggì via. Cora rise “Salutamela” gridò per farsi sentire.

Regina scappò nella sua stanza “RUBY!”

“Regina?Mi senti?”

“Si,tu?”

“Si”

“DIO RUBY DEVO RACCONARTI UNA COSA” e Ruby rise. Tutto si aspettava tranne ciò che Regina stava per dirle.

“Ero al negozio di ferramenta per comprare la pittura per la stanza. Stavo uscendo e ho incontrato Robin che mi ha preso le buste da mano dicendo che erano troppo pesanti e mi ha accompagnato a casa. Mi ha voluto portare le buste nella stanza,così che le avessi già pronte”

“OMMIODDIO REGINA!”

“E non è finita. Mi ha detto che poteva darmi una mano a pitturare,così non avrei dovuto farlo da sola”

“E tu?”

“E io gli ho detto che per me andava bene. Cioè gli ho chiesto se voleva davvero farlo”

“E lui?”

“E lui mi ha detto che l’avrebbe fatto se fossi andata a prendere un gelato con lui”

“Dimmi che hai preso un gelato con lui”

“Ho preso un gelato con lui. E abbiamo parlato e siamo finiti a parlare di mio padre,di Daniel e di pallino”

“o Mio DIO! Non dirmi che è stato un di quei momenti”

“E’ stato uno di quei momenti. Alla fine sono andata in panico e mi ha dovuto abbracciare”

“AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH” sentì Ruby urlare dall’altro capo del telefono. Scoppiò a ridere.

“REGIINAAA!” gridò e Regina pensò che Peter stava facendo una faccia del tipo’come al solito’

“Lo so. E mi ha abbracciata ed è stata la cosa più bella del mondo. Non mi sono mai sentita così bene e così….al sicuro. Nemmeno con Daniel” disse Regina “E poi mi ha comprato una ciambella al cioccolato”

“DIO REGINA!” gridò Ruby “Sono felice. Sono davvero felice che alla fine abbia deciso di aprirti con lui e di dargli una possibilità”

“Non l’ho deciso io. Parlare con lui mi viene spontaneo. Cerco di controllarmi e di non raccontargli tutti gli intrighi della mia vita,di non aprirmi,ma non ci riesco. Lui mi guarda e io mi sciolgo”

Ruby ridacchiò “Te lo avevo detto che sarebbe finita così”

“E ora raccontami un po’ tu!Che state facendo?Dove siete?” chiese Ruby

“Noi stiamo pranzando in un McDonald’s  a Disneyland”

“COSA?”

“Si,abbiamo deciso di venire qui per un giorno. Domani mattina andiamo a vedere la Torre Effeil e a fare un giro per la città,poi abbiamo il volo per Londra stasera” disse

“Sei stanca?”

“Per niente. Credevo che il dovermi spostare così tanto mi avrebbe fatto in fretta a pezzi,ma non è così. Abbiamo il tempo per riposarci e per divertirci e per vedere ciò che vogliamo vedere e fare ciò che vogliamo fare. Hai organizzato una vacanza con i fiocchi Regina,grazie”

Regina sorrise felice di aver fatto qualcosa di importante per la sua migliore amica. Ruby capì che stava sorridendo anche se non era lì. “E’ tutto bellissimo” disse Ruby “Poi ci torniamo Regina. E ci torniamo insieme così vedrai tutto anche tu. E anche pallino. Portiamo anche lui ovviamente. Appena si fa abbastanza grande. Ce ne torniamo tutti e tre insieme” disse Ruby.

“Ho scelto il nome Ruby” disse Regina dopo qualche attimo di silenzio “Anzi,credo di averlo sempre saputo”

Ruby aspettava impaziente.

“Non te lo dico” disse “Lo scoprirai quando tornerai”

“COSA?”

Regina rise “Voglio che sia una sorpresa per te”

“Per me?” chiese indispettita “LO HAI DETTO A ROBIN!” non ci volle molto perché Ruby ci arrivasse.

“Si ma non voglio dirlo a te perché ti ho detto che voglio che sia una sorpresa. Ti prometto che appena ci rivediamo te lo dico. Te lo prometto”

“Meglio per te,stronzetta” disse ma non era realmente arrabbiata. Regina lo capì dalla risata che ne seguì.

“Devo lasciarti Regy” disse Ruby dispiaciuta “Ti scrivo appena posso”

“Ciao,ti voglio bene” disse Regina.

“Anche io” e attaccarono.

Regina si mise sotto le coperte “Buonanotte Henry” disse prima di prendere sonno.

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Capitolo 10
*** Un momento di forte impatto emotivo ***


Quel mattino Robin sarebbe andato a casa di Regina per aiutarla a pitturare la stanza del bambino.
Regina si era alzata alle cinque del mattino perché Henry scalciava e aveva fame. Così Regina disperata scese di sotto per prendere una scatola di biscotti. E non riuscì più a prendere sonno.
Accese la tv e aspettò che la madre si svegliasse così che potesse prepararle una vera colazione. E non miseri biscotti.

Guardò un film che non le interessava più di tanto,ma erano le cinque del mattino…non c’era molta scelta. Finì anche il film e così optò per dei cartoni animati. Le venne da sorridere,perché erano  i cartoni che guardavano sempre lei e Ruby.

Ruby.

Ora era chi sa dove a fare chi sa cosa e a divertirsi un mondo. Controllò il telefono,non c’erano né messaggi né chiamate.

Così decise di mandarle un messaggio. Aveva ancora tutte le foto che le aveva mandato.

“Hey,che programmi avete per oggi?
Mi manchi. Baci”

Era meno di una settimana che Ruby era partita,ma le mancava come se fosse passato un mese. Stavano sempre insieme e ora che non potevano il tempo passava molto più lentamente e più faticosamente.

Almeno c’era Robin. Non che Regina avesse intenzione di usarlo per rimpiazzare Ruby.Assolutamente no. Le piaceva trascorrere del tempo con lui quindi probabilmente l’avrebbe fatto anche se Ruby non fosse stata in Europa a godersi il suo bel viaggio.

Robin.

Si ripetè nella testa che erano e dovevano essere solamente amici. In fondo,qualsiasi amico si sarebbe offerto di portare le buste alla sua amica incinta e di aiutarla a pitturare la stanza di suo figlio. Vero?

Regina ci pensò su e decise che qualsiasi amico lo avrebbe fatto.

Tra un pensiero e un altro e cartoni vari,Regina sentì il profumino della colazione che le stava preparando Cora.

Scese di sotto e Cora fu sorpresa nel vedere il viso di Regina sorridente e luminoso come se fosse in piedi da ore.

“Giorno” Regina le diede un bacio sulla guancia.

“Buongiorno tesoro” rispose Cora “Ti sto facendo le uova e il bacon”

“Sei una mammina adorabile,mammina” disse prendendo il succo di frutta dal frigorifero e mettendolo al tavolo.

“Tesoro,oggi non torno a pranzo. Ho una giornata lunghissima. Probabilmente chiamerà il falegname per dirci della culla”

“Non importa,tanto la deve tenere ancora lui”

“Cosa?”

Regina annuì “Ho scelto il nome” sorrise. Cora si bloccò come congelata. Spalancò la bocca. Era decisamente una mattina sorprendente quella.

“C-cosa?Quando?Che nome?”

“Non te lo dico” sorrise Regina maleficamente “No!Non puoi non dirmelo. Io sono tua madre” disse Cora.

“Non giocarti la carta del fatto che sei mia madre. Non lo saprai lo stesso. Entrerai nella nursery e lo scoprirai. Ah,anche la nursery è una sorpresa”

“REGINA!Non è così che funziona”protestò sua madre.

“E come funziona?” chiese lei mentre Cora le portava la colazione “Di solito la sorpresa della nursery si fa alla madre e non alla nonna”

“Bhe,non questa volta. Non mi interessa come si fa di solito. Voglio farla io la stanza di mio figlio” disse Regina.

“Con quella pancia non riuscirai a fare tanto” Cora la prese in giro. Regina le fece la linguaccia e poi risero

“Infatti mi aiuta un amico” disse mentre masticava e apprezzava il bacon.

“Un amico?”

“Si,Robin”

“Non lo conosco.”

“Lo so,perché è nuovo in città. E’ uno dei migliori amici di Peter ed è venuto a stare qui da Boston. Ci siamo conosciuti al compleanno di Ruby e ieri mi ha trovato al negozio di ferramenta. Mi ha portato la pittura a casa perché pesava e si è offerto di aiutarmi con la stanza”

Cora la guardava sospettosa. “mmm un amico eh?”

“Si mamma. Un amico” Regina rispose seria

“E perché lui può vedere la nursery e io no?”

“Voglio che sia una sorpresa per te e per Ruby” Regina si alzò per mettere i piatti sporchi nel lavandino “E come hai detto tu con questa pancia non posso fare molto da sola,perciò mi aiuta lui. E poi tu non avresti potuto aiutarmi lo stesso. Ruby non può”

“E per il resto dei mobili come farai?”

“La sto preparando ora proprio per questo. Ho parecchio tempo dato che ho deciso che anche il resto dei mobili lo farà il falegname”

“Potremmo andare in negozio”

“No,deve essere tutto coordinato alla culla. Non voglio che sembrino tutti pezzi di un puzzle diverso oppure una stanza costruita con i pezzi di scarto di altre stanze. Abbiamo deciso di fare la culla per bene,faremo tutto per bene”

“Okay tesoro,però stai tranquilla” Cora la guardò con la fronte aggrottata. Il tono di voce di Regina era un po’ più duro.

“Scusami” si addolcì “Sono gli sbalzi d’umore e poi ho dormito poco stanotte” disse

“Non ti fa dormire?”

“Avevo fame,così sono scesa a prendere dei biscotti e non sono più riuscita a prendere sonno. E tutto questo è successo alle cinque del mattino” disse esasperata.

“Oh,Regina” Cora le diede dei colpetti sulla spalla “Vedi di non essere così brusca anche col tuo amico” disse e si incamminò verso il salotto “Prendo le chiavi e vado. Ci vediamo stasera” la sentì dire a voce alta dall’ingresso “ Ti voglio bene” e poi sentì la porta chiudersi.

“Cerca di non essere brusca anche col tuo amico” le fece il verso. Poi si girò e lavò i piatti. Mise in ordine la cucina e poi andò a mettere in ordine se stessa. Si fece una doccia e si vestì. Vestiti vecchi,dato che avrebbe sporcato,con molte probabilità,quelli nuovi.

Tra una cosa e un’altra,si fecero le nove e poco dopo sentì il campanello bussare.

Regina scese quanto più velocemente possibile e andò ad aprire. La prima cosa che vide fu il gran sorriso di Robin e i suoi occhi blu.

“Buongiorno” disse “Ho portato le ciambelle”

“CIAMBELLE” Regina rubò la scatola rosa dalle mani di Robin  che si mise a ridere “Si,sono felice di vederti anche io” disse ironicamente.

“Io ti adoro lo sai?” disse facendolo entrare “Bhe si,credo di si” le spettinò i capelli. “Ehi” cercò di protestare ma non ci riuscì perché lui si mise a ridere e vederlo ridere e sorridere le metteva il buon umore.

“Su papera,mettiamoci al lavoro”

“Papera?”

“Si,cammini come una papera”

“Oh sta zitto” Regina lo portò in uno stanzino dove lui prese uno scaletto. Per dipingere la parte più alta della parete.

Poi entrarono nella stanza. C’erano,vicino la porta,i barattoli con la pittura e i pennelli più uno stancil con delle paperelle.

“Sei pronta?”

“Ehm,credo di si. Voglio dire…dobbiamo solo pitturare no?” chise. Già.

“Allora,io faccio la parte più alta,e tu quella bassa,così se vuoi puoi anche sederti a terra”

Lei annuì grata. Poter stare seduta sarebbe stato grandioso.

Robin cominciò a preparare la pittura mentre Regina posava la scatola di ciambelle a terra.

Poi rimase a guardare mentre Robin con delle righe e degli strani strumenti faceva dei segni a matita sul muro. Inizialmente non capiva ma poi si accorse che stava tracciando i punti fino  a dove ci sarebbe stato l’azzurro,dove ci sarebbe stato il bianco e dove sarebbe cominciato l’azzurro. Si guardò attorno e notò la parete dove non aveva segnato nulla.

“Era quella vero?”

Regina lo guardò sorpreso.”S-si” disse “Era quella” annuì.

“Bene. Puoi cominciare” le prese il barattolo di pittura “Tu parti da sinistra e io da destra,così non ci daremo fastidio”

Era assurdo quanto fosse organizzato. “Non è la prima volta che pitturi una stanza,vero?” chiese Regina mentre si sedeva sul pavimento a gambe incrociate.

Lui,dall’altro lato della parete la guardò e sorrise “No” e poi Regina notò che aveva il viso pensieroso. Quasi come se stesse decidendo se dire o meno qualcosa. Regina decise di non portargli pressione. Lasciò perdere.

Così si misero a dipingere e parlarono.  Era così facile per loro parlare. Veniva ad entrambi naturale. Senza paura di essere giudicati,anzi con la certezza che sarebbero stati capiti,si raccontavano le loro storie.

Robin arrivò a metà parete e si mise a ridere quando vide che Regina ne aveva fatta poco più di un quarto.

“Regina,sei una lumaca”

“Ehi,il pennello pesa” Robin rise e scosse la testa e alla fine rise anche Regina “Credo che farò una pausa”

“MA ABBIAMO APPENA COMINCIATO”

“Ma ho fame” disse Regina posando il pennello e andando a mangiare una ciambella.

“Regina,non far asciugare troppo la pittura” disse Robin mentre andava avanti a spennellare. Regina disse qualcosa ma aveva la bocca piena quindi Robin non capì cosa. Alla fine andò di nuovo a sedersi e fece la brava bambina.

Finì di dipingere la sua parte di parete mentre Robin aveva già cominciato la seconda.

“Ehi,ma tu non mi aspetti”

“Se ti aspettassi  la camera non sarebbe pronta nemmeno per il diciottesimo compleanno di tuo figlio”
rise. La stava praticamente prendendo in giro da quando gli aveva aperto la porta ma Regina sapeva che non c’era nemmeno un pizzico di cattiveria. Era per semplice e puro gioco e divertimento. Quindi Regina non riusciva a fare a meno di ridere quando faceva battutine su di lei.

Era talmente incontrollabile che ad un certo punto cominciò a ridere senza potersi fermare. Rise così tanto che le venne da piangere. Robin rideva. Era uno spettacolo divertentissimo.

“Perché ridi?” le chiese da sopra lo scaletto. Regina non riusciva nemmeno a parlare. Così scrollò le spalle mentre cercava di prendere fiato.

“N-non” davvero non riusciva a parlare “uhhhh” prese aria. Mai poi cominciò a ridere di nuovo. Robin era divertito e si trovò a ridere anche lui dietro lei. Era una scenetta comica. Regina seduta a terra con le gambe incrociate che rideva fino a piangere e Robin su uno scaletto appoggiato al muro con un pennello in mano che rideva a più non posso. Entrambi senza alcun motivo.

Era assurdo. Regina riuscì a riprendere il controllo. “Okay,ora devo fare pipì” stava cercando di alzarsi.

Robin scese dallo scaletto e la aiutò “Ecco” disse quando Regina era finalmente su due piedi “Grazie” disse e sorrise. Poi uscì dalla stanza.

Quando tornò sorrise nel vedere Robin che pitturava la stanza di suo figlio. Perché lo faceva?perchè la aiutava fino a questo punto?

Erano domande che Regina non riusciva a togliersi dalla testa. Ma che almeno riusciva ad accantonare nei momenti in cui davvero non doveva averle nella testa.

Stavano pitturando da circa tre ore. Regina era sfinita.

“Ughh” Disse Regina stendendosi sul pavimento con le braccia spalancate. Il pennello ancora stretto nella mano. Robin abbassò lo sguardo e sorrise.

“Sei stanca?”

“Mi sento come se mi avessero fatto la schiena a pezzetti” chiuse gli occhi “Non credevo che pitturare una stanza potesse essere così difficile e stancante”

“E pensa che io sto facendo la parte più brutta” Regina rise “Bhe si,meno male”. Ci fu un attimo di silenzio. Regina lo osservò.

“Perché?”

“Perché cosa?”

“Perché fai la parte più brutta?Anzi…perché lo fai e basta?” chiese Regina.

“Perché voglio” disse Robin senza guardarla. Ma questo non fermò Regina dall’osservarlo attentamente.

“E perché voi?” chiese Regina con un tono più delicato dopo poco.

“Te l’ho detto il perché. Nessuna madre dovrebbe preparare la stanza di suo figlio da sola. E so che tua madre lavora molto. Tuo padre non c’è e che Ruby è fuori città anzi fuori continente. Perciò lo voglio fare”

“Quindi ti faccio pena?Perchè il mio ragazzao mi ha praticamente tradita e lasciata incinta?” Regina si mise a sedere.

“Non ho detto questo Regina”

“A me sembrava che tu avessi detto proprio questo” rispose Regina. Un po’ più brusca.

“No,non ho detto questo. E’ ciò che ci hai visto tu”

“Bhe scusami tanto se so leggere tra le righe”

“Sono tutti film che ti stai facendo tu in mente” Robin smise di dipingere e si girò verso Regina che ora era in piedi. Le mani sui fianchi,nascoste dal pancione. La fronte aggrottata.

“Non sono i film. E’ la verità. Ti faccio pena ed è per questo che al compleanno di Ruby sei stato tutta la notte seduto ad un tavolo. Probabilmente non sapevi nemmeno che ero incinta. Ma ti sei trovato incastrato e dato che sei un bravo ragazzo ti dispiaceva lasciarmi lì tutta sola e triste.Bhe,notizia del giorno. Non ero né sola né triste e non ho bisogno della tua pietà.”

“Regin-“

“No,non voglio sentire nient’altro. Vai pure a fare quello che vuoi,non voglio fare la vittima che fa finta di niente e continua a tenerti incastrato. Puoi andare. Non ho bisogno di te”

“A me sembra di si” disse lui. Adesso anche la sua voce era più brusca.

“No,posso farcela senza di te.Non credere di essere il principe venuto a salvare la principessa. Ci conosciamo da una settimana. E prima di questa settimana ero già perfettamente capace di risolvere i miei problemi da sola. Non mi servi. E i sette mesi,diavolo i sedici anni,prima del tuo arrivo,ne sono la dimostrazione. Mi piaceva trascorrere del tempo con te?Si. Si mi faceva piacere e anche tanto. Ma non voglio la pietà di nessuno,tanto meno quella di uno che si offre perfino di pitturarmi la stanza,solo perchè gli dispiace che io sia una povera ragazza incinta e tradita dal suo ragazzo” disse con gli occhi severi.

“Dio Regina!Non credevo che fossi così testarda. Sei una cosa impossibile”

“Già,è perché ci conosciamo da una settimana”

“Ma ascoltami prima”

“E cosa vuoi dirmi?Che non ti facevo pena ma che sei un ragazzo straordinario a cui piace portare le buste alle donne incinte e pitturarle le stanze?Ti è capitato prima?E’ per questo che sai perfettamente come pitturare una stanza?”

“Okay,ora credo che tu ti stia spingendo un po’ troppo. Stai cominciando ad insultarmi,Regina”

“Tu mi hai insultata per primo. Sei stato gentile e carino con me solamente perché hai dovuto e perché ti dispiaceva per me. Dimmi tu se non è un insulto”

“Okay,è un insulto. Ma non è quello che ho fatto”

“Okay,è vero. Quando mi sono avvicinato a te non sapevo che fossi incinta ma non è stato un grosso problema,perchè voglio conoscerti perché mi interessi. E’ vero,mi dispiaceva per te,ma non era pena. E’ vero,ti ho portato le borse ma non perché mi sentivo in dovere di farlo.L’ho fatto perché mi faceva piacere chiacchierare con te e perché si,non volevo che facessi tutta quella strada con un peso del genere. Regina,tu vedi questa gravidanza come un ostacolo che non fa entrare gli altri nella tua vita e  che ti trattiene dal relazionarti con gli altri.Devi lasciarti un po’ andare” le ultime parole erano un po’ più dolci. Erano sussurri.

“NON  POSSO ROBIN!” disse “Tu non hai idea di cosa significhi. Io non posso. Non posso semplicemente dire ‘devo lasciarmi andare’. Perché ho qualcun altro a cui pensare. E’ vero,penso che sia un problema perché la gente ti guarda storto,perché gli fai pena. E perché si dispiacciono per te. NON SONO MALATA!NON SONO IN FIN DI VITA! Non c’è nulla per cui dispiacersi”

“Ma tutti continuano a comportarsi come se mi fosse capitata chi sa quale disgrazia. Come se con questo bambino dovessi rinunciare a chi sa che cosa. E tu non fai eccezione. Pensi che io sia troppo chiusa,che abbia eretto attorno a me dei muri inutili. La verità è che quei muri sono utili Robin. Devo proteggere me ma soprattutto mio figlio. Per me il fatto che tu ti dispiaccia per me,non è diverso dal provare pena. E’ la stessa identica cosa. Quindi ti sarei grata se ora uscissi da casa mia” disse Regina decisa.

Robin la guardò qualche attimo ancora. Come per dire che non voleva andarsene. Che voleva continuare a parlare. Che aveva altro da dire. Che entrambi avevano altro da dire. Ma aveva sbagliato e probabilmente Regina aveva ragione.

Anche lui si era comportato un po’ come se la gravidanza fosse una disgrazia. Non si sarebbe dovuto dispiacere per lei. E l’errore più grande è stato ammettere il suo dispiacere. Regina aveva ragione,quella gravidanza,quel bambino,era una cosa bella. E lui,tutti la trattavano come se non lo fosse e come se avesse bisogno dell’aiuto di tutti per superare quel brutto momento.

Regina rimase in quella stanza a trattenere le lacrime fino a che non sentì la porta principale sbattere violentemente. Dopo di che si lasciò andare. Cominciò a piangere e a tremare. Si sentiva a pezzi. Come non si sentiva da mesi,da quando aveva scoperto il tradimento di Daniel.

Era stato un momento di grande impatto emotivo e Regina era sola,senza nessuno che potesse abbracciarla.

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Capitolo 11
*** Ritorno ***


Cora rientrò in casa nel tardo pomeriggio. Quando non sentì alcun rumore pensò che Regina stesse dormendo. Sapeva che aveva dormito male e che aveva avuto una giornata lunga e faticosa.
Decise comunque di andare a controllare,quando sei la madre di una ragazza incinta di sette mesi,e torni a casa per non sentire nemmeno un rumore,controlli sempre.

Salì al piano di sopra e notò che la porta della nursery era socchiusa. Non entrò. Sapeva che Regina voleva che fosse una sorpresa. Andrò dritta in camera di sua figlia. Come sospettava,stava dormendo. La tv era accesa,aveva preso sonno mentre vedeva un film e ovviamente mentre mangiava.

Sorrise e si girò per uscire. Era sulla soglia della porta quando Regina la chiamò.

“Mamma?” aveva la voce impastata dal sonno. Cora si girò verso di lei “Si?”

“Potresti” Regina era sul punto di lacrime “Potresti stenderti accanto a me e abbracciarmi?” una lacrima le rigò il viso. Cora la guardò. Cosa diavolo era successo?
Perché piangeva?Perchè sembrava così distrutta?

“Oh tesoro” si avvicinò al letto “certo” si stese accanto a lei e la prese tra le sue braccia. Anche se ormai era un po’ più difficile a causa del pancione.

Le baciò la fronte. Non voleva chiederle cosa era successo perché sapeva che se Regina fosse stata pronta,gliel’avrebbe detto. Così rimase lì ad abbracciarla e cullarla. Aveva pensato che probabilmente l’amico non era proprio uno dei migliori e che qualcosa era andata male con lui.

“Henry” Regina disse in un sussurro. “Ho deciso che si chiamerà Henry”
Che senso aveva che una persona come Robin sapesse il nome di suo figlio e che sua madre,la persona che era stata al suo fianco tutto il tempo e che ormai faceva il conto alla rovescia per l’arrivo del  nipotino,dovesse aspettare così tanto tempo per saperlo?Nessuno. Non aveva nessun senso. Così decise di dirglielo.

Cora sentì le lacrime agli occhi “Oh Regina” sorrise “Tuo padre ne sarà così felice e orgoglioso” esclamò.
E così facendo riuscì a far sorridere Regina che tra una chiacchiera e l’altra prese sonno.

Durante tutto il resto della settimana Regina rimase chiusa in casa. Non aveva tanta voglia di uscire,anche perché Ruby non c’era e al di fuori di lei,Regina non aveva voglia di uscire con nessun altro. Quindi si dedicò completamente a tutto ciò che poteva fare in casa.
Lesse,guardò maratone di film,pitturò la stanza.Appena si sentiva stanca posava il pennello e andava a riposarsi. Era dura ma piano piano proseguiva.

Ovviamente  continuava a sentirsi con Ruby che le mandava sempre delle foto. Le aveva mandato una foto di lei con una guardia della regina sullo sfondo. Una sulla cima della London-Eye. Una foto di una pizza italiana e una in cui Peter cerca di spezzare la mozzarella filante.

Insomma,si tenevano sempre in contatto.Ma Regina aveva deciso di non raccontarle ciò che era successo con Robin,non voleva rovinarle il viaggio. Così quando Ruby le chiedeva di Robin lei,cercando di nascondere al meglio la tristezza,mentiva dicendo che non uscivano spesso perché lei si sentiva parecchio stanca ultimamente ma che quando uscivano si divertivano molto.

Appena Ruby avesse saputo la veritò,l’avrebbe ammazzata. Regina lo sapeva. Le avrebbe detto che non le interessava del viaggio e che tutto ciò che importava era lei. Ma per Regina era più importante che Ruby si divertisse e non si preoccupasse per lei. Aveva già fatto tanto. Meritava un po’ di tempo dedicato solo e soltanto a sé stessa.

Robin aveva provato a rintracciare Regina. L’aveva chiamata al cellulare ed era perfino andato a casa sua. Ma Regina non rispondeva alle telefonate e quando qualcuno bussava alla porta controllava dalla sua finestra chi fosse. Se era Robin non scendeva ad aprire. Quando c’era lasciava che andasse Cora per dirgli che stava dormendo,che si stava facendo la doccia,che non c’era o che semplicemente non aveva voglia di vedere gente.Solo lui.

Alla fine Regina aveva deciso che raccontare alla madre cosa era successo era la cosa migliore,anche perchèa veva bisogno di essere consolata. E sua madre ci era riuscita. Si sentiva un po’ meglio ma ciò che voleva era che Ruby tornasse a casa così che tutto potesse tornare come prima che lei partisse e che Robin entrasse nella sua vita.

Tra una cosa e l’altra arrivò il giorno del ritorno di Ruby. Regina era troppo eccitata e aveva convinto sua madre a lasciarla andare all’aereoporto con la nonna di Ruby. Doveva abbracciarla non appena l’avesse visto. Doveva e basta.

Alla fine Cora decide che andava bene e lei si mise in macchina con la nonna. Era un viaggio lungo e stancante infatti Regina dormì per la maggior parte del tempo. Quando arrivarono si svegliò e raggiunsero l’uscita dell’aereoporto.

Aspettarono un po’ di tempo. Regina si sedette a terra. Non c’era molta gente così decise che non le importava cosa quei pochi presenti avrebbero pensato. Insomma,era incinta!Stare in piedi tanto tempo non era proprio la cosa ideale.

“OMMIODDIO AIUTAMI AD ALZARMI PER PIACERE” disse alla nonnina non appena da lontano scorse una figura alta e snella,con i capelli lunghi e scuri. Ruby.

La nonna di Ruby la aiutò e non appena Regina fu su due piedi,indicò la ragazza che si girava intorno.
C’erano anche i genitori di Peter quindi il gruppo era abbastanza numeroso e visibile.

“Eccola lì” disse la donna non appena vide sua nipote. Erano tutti quanti a sventolare le mani in aria per farsi vedere.

Finalmente i due ragazzi li notarono. Ruby fece una corsa verso sua nonna e Regina. Le abbracciò entrambe. Urlando per la gioia.

Dopo un breve abbraccio di gruppo Ruby abbracciò sua nonna “NONNA!Mi sei mancata così tanto. Ti ho portato dei regali fantastici” si staccò da lei e poi prese le mani di Regina cominciando a saltare e urlare. Regina non saltò ma gridò con lei.

“Dio Ruby non ti ho mai vista così abbronzata” disse “Sei splendida” e poi la abbracciò.

“Mi sei mancata tantissimo”

“Anche tu!Ogni singolo giorno pensavo che volevo che tu fossi lì con me. Ho così tanto da raccontarti e Regina,ti prometto che ci torneremo insieme” disse mentre stringeva la sua migliore amica. Regina aveva le lacrime agli occhi . Annuì . “Va bene” sussurrò “Ci torneremo insieme”

Poi Regina salutò Peter e Ruby i suoi genitori. Dopo qualche chiacchiera veloce si incamminarono verso le loro macchine.

Regina e Ruby parlarono di così tante cose. Sembrava che non si vedessero da secoli. Era assurdo quante cose avessero da dirsi,anche se si sentivano tutti i giorni. Regina non le raccontò di Robin. Decise di farle godere i due tre giorni post viaggio in cui con la testa sei ancora lì,e poi glielo avrebbe raccontato..sempre se non se ne fosse accorta lei da sola.

Per tutto il viaggio in macchina non fecero altro che parlare e ridere e raccontarsi così tante cose che la nonna di Ruby non riuscì a fare a meno di sorridere vedendo di nuovo le due amiche insieme.
Quando erano insieme erano come una bomba. Emanavano un’energia e una luce uniche. Ma quando una non c’era,l’altra non brillava allo stesso modo. Diventava opaca. Si completavano. Erano una cosa sola.

Tornarono a casa in tarda notte. Regina seguì Ruby a casa sua e chiamò sua madre dicendole che avrebbe dormito da lei.

Ruby le raccontò,quella notte,ogni singola cosa che aveva fatto ogni giorno. Le disse quanto si era divertita,quanto tutto fosse così bello e unico. E la ringraziò. Ancora. Perché senza di lei non avrebbe potuto vivere e vedere nulla di ciò. Aprì la valigia e le diede tutti i regali che le aveva preso.

“Ti ho tipo preso qualcosa di tutti gli Hard Rock in cui sono andata. Quindi ora hai tre maglie diverse dell’Hark Rock,due felpe e vari portachiavi e spille” disse Ruby.

“Ruby li adoro!Grazie,ma non dovevi prenderne così tanti”

“Oh,c’è altro. Per fare entrare tutto in valigia ho dovuto lasciare non so quante cose in albergo e poi tutto ciò che  avevo in valigia quando sono partita,è nella valigia di Peter. Non capisco come lui sia riuscito a comprare così poco. Comunque lì ho dei miei vestiti e altre cose che ho comprato. Qui ho i regali per te e..” prese dei vestitini e dei giocattoli

“OMMIODDIO” esclamò Regina “E’ bellssima”. Era una tutina con una coda e un cappuccio. Sul cappuccio c’era la faccia tridimensionale di Simba.

“Poi ho preso dei bavaglini troppo carini e vari souvenir. Tipo tazze e cose del genere”

Passarono tutta la notte ad analizzare tutti i regali che Ruby aveva preso e tutte le cose che aveva comprato. Era assurdo. Secondo quanto le aveva detto,le cose erano economiche ma anche se non lo fossero state,lei le avrebbe prese perché erano troppo belle. Regina non immaginava quante cose ci fossero nella valigia di Peter. Ruby era una maniaca dello shopping. Non riusciva a controllarsi quindi davvero era curiosa di vedere la valigia di Peter. Probabilmente il novanta per cento del contenuto era di Ruby. Probabilmente anche novantacinque.

Crollarono all’alba,stanche e assonnate.Ma felici. Erano di nuovo insieme ed era così bello essere di nuovo insieme tutto quel tempo!

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Capitolo 12
*** Ruby VS Robin ***


Ruby bussò pesantemente alla porta di Peter. Non si fermò un secondo finchè Peter non andò ad aprire.

“Ehy Ruby” disse Peter avvicinandosi per abbracciarla. Lei si scansò

“Robin è qui?” chiese lei con la furia negli occhi

Peter sembrava confuso “Ehm,si perché?”

Ruby entrò in casa e chiamò Robin a gran voce “Robin!” lui uscì dal salone con un gran sorriso “Ciao Ruby”

“TU!” esclamò “RAZZA DI IDIOTA”gli diede uno spintone “CHE DIAVOLO HAI AL POSTO DEL CERVELLO?”

“Ruby!” sentè qualcuno chiamare in lontananza. Regina.

“Ruby,di che stai parlando?” disse Peter spostando gli occhi da Ruby a Regina e da Regina a Robin.

“SEI UN PALLONE GONFIATO!MI FAI SCHIFO” un altro spintone “L’IDIOTA DELL’ANNO”

“Ruby smettila” disse Regina ma lei la fermò con un cenno della mano.

“SEI UN IDIOTA ROBIN!PENSAVO FOSSI UN BRACIO RAGAZZO MA NON LO SEI PER NIENTE”

Robin non diceva nulla. Guardava Regina che teneva gli occhi serrati come per dire che non voleva essere lì in quel momento e guardava Ruby accigliata che gli gridava addosso. Non aveva scuse. Peter invece guardava tutti con estrema confusione.

“Qualcuno può spiegarmi cosa succede?”

“Peter..” Regina provò a dirgli che era meglio di no ma Ruby si girò verso di lui.

“VUOI SAPERE CHE SUCCEDE?Te lo dico io,che succede. Succede che il tuo amico qui è un’idiota patentato che si ‘dispiace’ per Regina e per il fatto che sia incinta e quindi fa tutto il principe azzurro che compare a salvarle il culo che non ha bisogno di essere salvato. ECCO COSA SUCCEDE. Succede che è un cretino che crede di dovere qualcosa a Regina perché pensa che lei non è in grado di fare le cose da sola. SUCCEDE CHE MI FAI PENA ROBIN” stava per dirgli qualche altra cosa ma Regina le tirò il braccio.

“Ruby,basta. Andiamocene”

“LO DIFENDI?” chiese stupida e sconvolta

“No!Non lo difendo è solo che tutto questo è inutile. Stiamo perdendo solo tempo. Una volta che gli avrai urlato in faccia che ottieni?Nulla Ruby,quindi davvero. Andiamo a casa”

“Non ci posso credere! Tu lo difendi e non vuoi che io gli urli addosso” era davvero sconvolta.
“CHE DIAVOLO SUCCEDE A TUTTI VOI?” e così corse fuori di casa.

Robin aveva un’espressione da cane bastonato mentre Peter era ancora più confuso di prima.

“Vado a parlarle” disse Peter

“No Peter.Vado io” disse e stava per uscire quando Robin la fermò.

“Regina” Regina si bloccò nei passi e serrò gli occhi. Non voleva girarsi,davvero non voleva. Ma lo fece. Prese un lungo respiro.

“Cosa c’è?” sospirò.

Robin la guardò. Sembrava sul punto di piangere. Si trattenne le lacrime e disse “Mi dispiace” era un sussurro. Quasi inaudibile. Regina però lo sentì forte e chiaro.

Gli fece un sorriso triste e poi si girò “Dispiace anche  a me” e seguì Ruby.

Fu un’impresa quasi impossibile per Regina. Camminare era sempre difficile. Sembrava una papera con le mani sui fianchi.

“RUBY!” disse quando la vide

“RUBY TI PREGO FERMATI” gridò ma lei non si girò nemmeno.

“RUBY IL BAMBINO!” gridò allarmata. Ruby si girò con gli occhi sgranati e corse verso di lei

“REGINA!STAI BENE?CHE SUCCEDE” ci aveva messo un secondo per arrivare vicino a lei. Quando Regina era sicura di averla stretta a sé smise di fingere.

“Ora che sei vicino a me,possiamo parlare”

“REGINA!NON CI POSSO CREDERE CHE TU ABBIA FINTO. MI HAI FATTO MORIRE!”

“Lo so scusa,ma già non ce la faccio a camminare,figuriamoci a camminare velocemente. Era l’unico modo per farti fermare e farti tornare indietro”

Ruby sbuffò.

“Okay senti. So che sei arrabbiata con Robin e questo significa molto per me,perché è una dimostrazione,l’ennesima,del fatto che  a me ci tieni tanto,così tanto da irrompere nella casa del tuo ragazzo e quasi picchiare una persona” finì con un accenno di risata. Ruby sorrise al pensiero.

“Bhe si,è stata una bella scenetta”

“Lo è stata. Il punto però non è questo. E’ che io apprezzo ciò che hai fatto per me,apprezzo il fatto che tu ti sia sentita in dovere di proteggermi e difendermi. Ma la verità è che io non ho bisogno di essere difesa,è successo ciò che è successo e niente può cambiare le cose. Urlargli contro non ci farà tornare indietro nel tempo e non farà in modo che lui si comporti in un altro modo. Forse è anche meglio che sia finita così. Forse nel mio destino c’è scritto che devo essere sola così posso dedicarmi completamente a mio figlio,perché è giusto che sia così. Voglio dire,non ha chiesto lui di venire al mondo….è stata una mia decisione ho delle responsabilità e meno distrazioni ho,meglio è. No?”

Ruby annuì tristemente “Regina-“

“Ruby,va bene così. Credimi” le strinse le mani. “Okay?”

Ruby prese un respiro profondo e le sorrise “Okay”

“Bene. Ora andiamo a prendere qualcosa da mangiare,tutto questo mi ha stancata e ora ho fame” Ruby rise

“Che vuoi?”

“Mmmmmm,waffles con gelato e frutti di bosco?”

“Che waffles con gelato e frutti di bosco sia” sorrise Ruby e insieme si incamminarono verso il locale della nonna di Ruby.

Quando Regina tornò a casa era davvero esausta. Ruby era con lei,le aveva promesso che le avrebbe mostrato la camera di Henry. Così da scoprire anche il nome.

Era pronta. I mobili erano arrivati la sera prima e Regina aveva fatto aggiungere il dettaglio del nome sulla culla.

Così fece chiudere gli occhi all’amica e la portò di fronte alla porta.

“Sei pronta?”

“Si” esclamò la bruna

“Tieni gli occhi chiusi” disse Regina e aprì la porta. Fecero qualche passo avanti e si trovarono nella stanza.

“Okay,aprili”

Ruby aprì gli occhi e si trovò in quella che era una cameretta adorabile.

La parte bassa del muro era azzurra,quella alta celeste. Le due metà divise da una striscia bianca con dei pulcini gialli.Fatta eccezione per una parete. Quella dove c’era la culla. Era tutta celeste con una grande scritta di un celeste un po’ più scuro.

“Bad dreams,bad dreams go away. Good dreams,good dreams here to stay” era una scritta a caratteri cubitali  che occupava,leggermente inclinata,tutta la parete.

Ruby la guardò e si avvicinò alla culla. Tutti i mobili erano così pregiati,si vedeva che erano fatti a mano. Erano caratterizzati,tutti,da una profonda attenzione per i dettagli.

Arrivata vicino alla culla,con un gran sorriso,vide,sulla testa,un nome inciso. “Henry”.

“Henry” sospirò con un sorriso “Si chiamerà Henry?” si girò verso Regina che si stava mordendo il labbro per l’emozione.

La bruna annuì.

Ruby sorrise con le lacrime agli occhi e abbracciò Regina.

“E’ bellissima. Tutta. Ogni cosa. La sedia a dondolo con i cuscini a forma di paperella,i pupazzi e le ceste per i giochi e i mobili. Tutto.E’tutto bellissimo Regina. Henry” e si sentì soddisfatta nel pronunciare per la prima volta il nome di quello che sarebbe stato suo nipote “la adorerà di sicuro”

“Lo spero tanto” sorrise Regina.

“Tua madre l’ha vista?”

“Mia madre mi ha aiutato a finire di pitturare e ad arredarla e mi ha accompagnato a comprare i cuscini e le tende e cose varie”

“La adoro. Mi trasferirò qui”

“Non penso che vorrai vivere nella stanza dove un neonato piangerà solamente”

“Perché io non ho una stanza così bella?”

“Perché tu hai diciassette anni,non sei un neonato”

“Vero” sorrise.

“Come sei arrivata a voler dargli il nome di tuo padre?”

“Voglio che sappia che suo nonno non c’è non per lo stesso motivo per cui non c’è suo padre. Lo vedrà così poco,e voglio che possa portare con sé sempre qualcosa che appartiene a lui e che gli ricordi che suo nonno farebbe qualsiasi cosa pur di stare con lui,con la sua famiglia”

Ruby annuì “E’ una cosa bellissima quella che stai facendo. Scommetto che tuo padre ne sarà così felice. Glielo hai detto?”

“No,voglio dirglielo quando glielo lo vedrà” Ruby sorrise e la riabbracciò

“Non vedo l’ora che arrivi” disse Ruby

“Anche io. Anche perché più il tempo passa più questa pancia diventa ingombrante. Mi sento un ippopotamo. Non riesco a fare niente”

“Aspetta che arrivi il nono mese” rise Ruby

“Ehy,non mi aiuti”

“Lo so ma è la verità”

“Lo so che è la verità”

“Preferiresti che ti dicessi una bugia?”

“No”

“E allora non lamentarti”

“Ho fame”

“Hai appena mangiato”

“Ma ho fame. Scendiamo a prendere qualcosa da mangiare”

Quella sera Regina andò a dormire con la consapevolezza che le cose sarebbero andate bene comunque anche se era sola. Perché per quanto potesse sembrarle di essere sola,non lo era affatto.

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Capitolo 13
*** Fiocco blu in casa Mills ***


Verso la fine dell’ottavo mese di gravidanza,Regina aveva compiuto diciassette anni. Non aveva dato una festa,aveva mangiato qualcosa con sua madre e Ruby che le avevano fatto una torta. Non le interessava se non aveva avuto la festa più bella dell’anno. Il fatto di essere stata con le persone a cui più teneva,le bastava.

Robin non si era ancora arreso e le aveva mandato un messaggio di auguri al quale lei non aveva risposto.
Non voleva avere niente a che fare con lui e poi se solo ci avesse provato,Ruby probabilmente avrebbe dato di matto. E aveva ragione.

Il tempo passava e ormai la data approssimativa della nascita di Henry era vicina. Più vicina di quanto regina potesse immaginare.

Si era svegliata,quel giovedì mattina,con un forte mal di schiena. Il mal di schiena non le era per niente nuovo,era solo più forte. Ma decise che non era niente di preoccupante,quindi si alzò e affrontò la sua giornata come al solito.

Fece colazione,aiutò sua madre a fare una cosa o due e poi si abbandonò all’ozio totale. La schiena la stava davvero uccidendo,insieme ad un lieve mal di pancia,così aveva deciso che quel giorno davvero non avrebbe fatto nulla. Suo padre era tornato il week end precedente e sarebbe rimasto per tutto il resto del mese.

Arrivata la sera,il mal di schiena e il mal di pancia erano aumentati e,preoccupata,Regina decise di avvertire la madre che subito capì.

“Perché non me lo hai detto stamattina?” chiese Cora

“Perché ho mal di schiena praticamente tutti i giorni. Cosa ne potevo sapere io che significava che molto probabilmente stavo per avere il bambino?COME DIAVOLO SI FA A CAPIRE SE I SINTOMI SONO PRATICAMENTE GLI STESSI DI TUTTA LA DANNATA GRAVIDANZA?” Regina stava andando in panico. Aveva pensato a lungo a questo momento e pensava di essere pronta,o almeno un po’. La verità è che per quanto tu possa prepararti,quando il momento arriva,dimentichi tutto quello che hai letto,quello per cui ti sei preparata,e ti lasci prendere dal panico,dal nervosismo. Soprattutto se sei adolescente.

“I BAMBINI NON POSSONO AVERE UN MICROFONO O UN ALTO PARLANTE O NON LO SO,CON CUI AVVISANO LA MADRE CHE STA PER ARRIVARE?! Sarebbe tutto più facile”

“NO!FACCIAMOLE CAPIRE CHE STO PER NASCERE FACENDOLE SENTIRE LO STESSO FOTTUTO DOLORE CHE HA SENTITO PER NOV-“ a Regina morirono le parole in gola. Il dolore non era lo stesso. Non lo era affatto. Era più forte e più intenso. Regina sgranò gli occhi e battè le palpebre un paio di volte,come per battere via il dolore. Ma,ovviamente non servì a nulla. Dopo una ventina di secondi nello stesso modo in cui era venuto,il dolore passò.

“Mamma?” disse Regina spaventata

“E’ tutto okay Regina. Era una contrazione e-“

“TUTTO OKAY?NON E’ TUTTO OKAY!” disse in panico. Era spaventata

“Regina ascoltami” Cora le si avvicinò e le prese le mani “Lo capisco che sei nervosa e spaventata. E’ assolutamente normale. Tutte le mamme lo sono. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Ora saranno abbastanza distanti una dall’altra. Quando sono più vicine,andiamo in ospedale. Ora,rimanere qui a pensare ‘O mio Dio,quando avrò la prossima contrazione?’ ti farà solamente impazzire”

Regina annuì con le lacrime agli occhi. Non aveva paura,era letteralmente terrorizzata

“Che ne dici se saliamo di sopra e prepariamo le borse?”

Regina annuì freneticamente.

“Okay” Cora le prese la mano e gliene appoggiò un’altra sulla schiena,per sostegno e lentamente salirono le scale.

“Henry,a Regina sono cominciate le contrazioni. Prepariamo la borsa. Tu tieniti pronto per la macchina in qualsiasi momento” disse Cora per le scale.

“O mio-“ Henry non sapeva come gestire la situazione. L’ultima volta era stata diciassette anni prima. “Tutto okay?” chiese a Regina “St-stai bene?”

Regina si girò e sorrise “Si,tutto bene,credo” ma dalla voce si capiva che aveva una paura tremenda.

Quando arrivarono di sopra Henry cercò di calmarsi. Camminava avanti e indietro per la stanza,nervoso e agitato. Sua figlia stava per partorire,e lei stessa era una bambina.E la sua bambina stava per diventare mamma.

Cora e Regina intanto prepararono le borse sia per Regina che per Henry. In realtà Regina era stesa sul letto e rispondeva alle domande di sua madre su cosa volesse portare.

“Okay,ora il vestito di Henry” disse Cora guardando Regina dolcemente. Lei la guadò con gli occhi terrorizzati,ma c’era anche qualcos’altro. Era l’eccitazione. Stava per scegliere la prima tutina che suo figlio avrebbe indossato. Quella con cui l’avrebbe portato a casa.

Regina si alzò e si avvicinò ai cassettoni in cui c’erano tutti i vestiti di Henry. Erano davvero tanti per un bambino che non era ancora nemmeno nato.

Rovistando tra tutti quei morbidi tessuti,all’improvviso scelse quale prendere. Era la prima tutina che Ruby le aveva regalato. Quella che aveva comprato non appena aveva saputo che era un maschio.

“Questa” disse spiegandola e guardandola “Decisamente questa” la appoggiò sul comò e la ripiegò per poi metterla nella borsa. Chiusa la borsa,Cora si rese conto che la presa di Regina divenne improvvisamente più forte. Si aggrappò a quella borsa come se la sua intera vita dipendesse da lei. Notò che sia i suoi occhi che la sua mascella erano serrati. Guardò l’orologio. Era passata mezz’ora dalla prima contrazione ed era normale che ce ne fosse una seconda.

Dopo vari secondi Regina rilasciò la presa.

“Era più forte?” Regina prese un respiro profondò e si schiarì la gola “Si”

“Vuoi chiamare Ruby?” Regina aveva le lacrime agli occhi e sapeva che se avesse detto anche solo una parola,la voce non le sarebbe uscita. Quindi annuì.

“Okay,però scendiamo prima.Credo sia meglio stare già giù” Cora doveva essere serena e tranquilla per rassicurare sua figlia. Ma anche lei era emozionata e nervosa. Stava per diventare nonna ma sapeva a cosa Regina stava andando incontro. Sarebbe stata una lunga notte ed erano solo le dieci,ovvero solo l’inizio.

Scesero di sotto e Regina se ne andò in cucina per parlare tranquillamente con Ruby.

“Hey” disse Ruby con voce allegra

“Ruby” la voce di Regina era decisamente diversa. Era incrinata dal pianto.

“Regina” l’amica si preoccupò immediatamente “Tutto okay?Stai bene?”

“Mmm” mormorò Regina poi si schiarì la voce per parlare “Ehm,sono cominciate le contrazioni” momento di silenzio “Sto per avere il bambino” disse.

“AHHHHHHHH” gridò Ruby eccitata  “OMMIOODDIOO!” rise

“Ruby ti prego puoi venire?” dalla voce spaventata Ruby capì che la sua migliore amica aveva bisogno di lei e che doveva starle accanto.

“Corro.Arrivo subito”

“Okay” sussurrò Regina

“Ehy Regy” disse Ruby con un sorriso fiero prima che Regina potesse attaccare “Andrà tutto bene. Sta tranquilla”

Le due attaccarono il telefono e dopo Regina si asciugò le lacrime. Prese un respiro profondo e cominciò ad andare avanti e indietro aspettando che Ruby arrivasse. Quando sentì il campanello,si sentì improvvisamente come se le fosse stato tolto un peso dalle spalle.

“E’ Ruby” gridò dalla cucina. Henry andò ad aprire e dopo due parole le disse che Regina era in cucina. Ruby entrò di soppiatto con un gran sorriso,solo per trovare Regina completamente terrorizzata che aveva le lacrime agli occhi.

“Ehyyy” disse Ruby dolcemente avvicinandosi a lei. Nel momento in cui le portò le mani alle guance Regina crollò. Scoppiò a piangere.

“Regina” Ruby la abbracciò e cominciò a passare le mano su e giù in moto circolare sulla schiena di Regina che aveva cominciato a singhiozzare.

“Regina,Regina” Ruby la costrinse a guardarla negli occhi “E’ normale che tu abbia paura,che tu sia nervosa,ma andrà tutto bene” sorrise asciugandole le lacrime “andrà tutto bene”

“N-non pu-puoi saperlo. Come faccio a sapere di cosa a bisogno?Perchè piange?Come faccio a crescere un bambino se io stessa sono ancora una bambina?” pianse.

“Regina,non sei né la prima né l’ultima ragazza madre. Hai paura perché sai che il tuo bambino sta arrivando e che avrà bisogno di te.So che ora ti sembrerà assurdo,ma vedrai che non appena lo vedrai saprai cosa fare e come fare. Sei la sua mamma.” Queste ultime parole le disse con più dolcezza.

“Sarà un bambino senza padre e con una madre terribile” i singhiozzi si erano fermati,ma le lacrime continuavano a scendere.

“Non sarai una madre terribile. Sarai una madre fantastica.Io lo so” la incoraggiò

“Di nuovo…non puoi saperlo”

“E invece si. Posso saperlo perché ti conosco da un’intera vita Regina. So come ti rapporti con le persone e soprattutto con i bambini. Sei favolosa con i bambini che non sono i tuoi,figuriamoci quando sono i tuoi” sorrise “Andrà tutto bene” e poi la guardò negli occhi

“Andrà tutto bene perché sei una bella persona Regina. Una persona davvero bella. Sei in gamba,in qualsiasi cosa tu faccia. Sei forte e sei coraggiosa. Sei umile e sei intelligente. Sei tutto ciò che una ragazza può desiderare di essere. Sei una persona grandiosa,amica mia. E io ti ammiro. Perché sei una persona buona e riesci a vedere il bene anche nelle pesone più cattive e ad estrapolare un lato positivo anche nella più brutta delle situazioni. Quindi fidati quando ti dico che sarai una grande mamma,che tuo figlio sarà un bambino fortunato e che lo crescerai bene. Fidati” disse e improvvisamente le lacrime di Regina si asciugarono. Tutte. Anzi,smisero di scendere dai suoi occhi.

Regina la abbraccio. Le serrò le braccia alle spalle e vi nascose il viso dentro. “Grazie” sussurò “Grazie,grazie di tutto”

Ruby in risposta la strinse ancora di più.

“Ora andiamo di là,altrimenti i tuoi pensando che stai partorendo sul pavimento della cucina” si incamminarono ma Regina si bloccò nei suoi passi.

“DIO MIO” gridò chinandosi leggermente in avanti e stritolando la mano di Ruby.
Un minuto dopo Regina si mise di nuovo dritta sulla schiena e prese un lungo respiro.

“Tutto okay?” chiese Ruby cercando di ignorare il dolore alla mano.
“Si,tutto okay. Andiamo” ritornarono in salotto dove sua madre si alzò di scatto.

“Tutto bene?”

“Si” Regina sorrise e Cora capì che stava davvero meglio. Guardò Ruby e le disse un grazie muto.

“Ehm,ora che si fa?” chiese Regina quando stavano tutti seduti sul divano tesi ed emozionati.

“Si aspetta”

“Cosa esattamente?” chiese Ruby

“Credo che non ce ne sarà bisogno” Regina disse con gli occhi spalancati dopo poco

“In che sens-“Ruby si fermò capendo subito,dato che era seduta vicino a Regina.

“Ragazze?” chiese Henry

“Mi si sono rotte le acque” disse Regina. Stava andando in panico di nuovo.

“Mi si sono rotte le acque e sto andando di nuovo in panico quindi non mi interessa se è presto o non so che,voglio andare in ospedale” disse Regina alzandosi con le mani che le tremavano.

“Okay” disse Cora alzandosi di scatto “okay,tranquilla tesoro” e poi cominciò a dare ordini

“Henry comincia ad andare in macchina. Ruby tu accompagna Regina,io vado a prendere le borse”

Regina era dolorante quindi camminava davvero molto lentamente. Henry corse fuori e Cora corse di sopra. Regina e Ruby si incamminarono fuori. Quando furono arrivate alla macchina,aiutarono Regina a salire e andarono in ospedale.

“Papà?” disse Regina

“Si tesoro?”

“Sai che puoi andare un po’ più veloce?I pedoni,se ci fossero,ci supererebbero”

“Sto solo cercando di essere prudente”

“Lo capisco,ma se andiamo così lenti,finisco per partorirlo qui il bambino” risero ed era una risata di cui avevano tutti bisogno e Henry accelerò.

Arrivarono in ospedale e diedero una camera a Regina.Lei si cambiò e si mise a letto. Stare in ospedale la faceva sentire più sicura,anche perché le infermiere la rassicuravano molto e le facevano domande simpatiche per farla distrarre ed era carino avere qualcuno attorno che si comportava normalmente,come se tutto fosse normale. Quando non lo era,per la sua famiglia. Ma per le infermiere si,era il loro lavoro. Era normale. E un po’ di normalità in quel momento le faceva bene.

La sua dottoressa arrivò qualche ora dopo,quando Regina era in preda al dolore più atroce che avesse mai sentito. Era terribile. Cominciava una contrazione,finiva,aveva un minuto di riposo e poi riprendeva tutto da capo. Era una vera tortura. In sala parto potevano esserci solo due persone ed Henry aveva insistito che fossero Ruby e Cora. Loro erano state con lei durante tutta la gravidanza. Loro le erano state accanto ed era giusto che le stessero vicino anche in quel momento. Quindi quando la dottoressa dichiarò che era il momento,Henry si prese qualche secondo per parlare con sua figlia. Le diede un bacio sulla fronte e sussurò “Sono fiero di te Regina e ti voglio bene. Davvero tanto bene” e poi la lasciò andare.

Il parto fu un vero inferno. Regina non aveva avuto l’anestesia quindi era i preda al dolore più totale. Stritolava le mani di Ruby e sua madre come se fossero di plastilina ma a loro poco importava. Erano concentrate su Regina. Dovevano darle coraggio e forza anche quando lei le mandava a quel paese.
Era stanca e provata. Gridava e piangeva allo stesso tempo. Piangeva perché faceva male,ma piangeva perché aveva paura,perché era spaventata,perché la sua vita stava cambiando totalmente.

Spinse un’ultima volta con tutta la forza che aveva e quando sentì suo figlio piangere,si lasciò andare sul materasso. La sua testa colpì il cuscino e prese un respiro profondo mentre lavavano Henry.

Ruby lo vide “Regina è bellissimo” aveva le lacrime agli occhi. Cora le diede un bacio sulla fronte “Brava tesoro. Sei stata bravissima.” Le sussurrò mentre anche lei piangeva.

Poco dopo un’infermiera le si avvicinò con un gran sorriso e con un fagottino tra le braccia.

“Ecco la mamma” disse mentre allunga le braccia per posare il bambino tra quelle di Regina.

Regina lo prese e lo strinse al suo petto “Ciao” sussurrò mentre nuove lacrime,di gioia questa volta,le bagnavano le guance. “Ciao piccolo” sorrise prendendo la sua piccola manina stretta in un pugno.

“E’ bellissimo” disse Cora. In quel momento Henry aprì gli occhi e guardò sua madre. Fece un verso strano e Regina rise tra le lacrime.

Ruby sfiorò con un dito il ciuffo di capelli che era sulla sua testolina “E’ così piccolo” sorrise mentre piangeva

Regina lo guadò negli occhi e vide Daniel. Il colore era esattamente lo stesso. Ma il taglio era più come il suo. Erano due grandi occhioni a mandorla blu. E,per quanto potesse essere arrabbiata,Regina desiderò che Daniel potesse vedere quella splendida creatura che avevano creato insieme.
Un’infermiera le disse che aveva bisogno di portare Henry al nido e non appena vide l’espressione spaventata di Regina,le spiegò che era normale e che suo figlio era perfettamente in salute. Ma lei aveva bisogno di riposare e di recuperare le forze,così nel mentre loro si sarebbero occupati del bambino.

Quando uscì dalla stanza si congratulò con lei. Una volta pulita e sistemata,lasciarono Regina dormire. Ruby e Cora andarono ad aggiornare Henry. Senza che se ne fossero accorti si era fatto giorno,così Ruby decise di chiamare sua nonna e Peter per dir loro che era andato tutto alla grande e che Henry era un bimbo bellissimo e in salute.

Regina si svegliò lentamente e notò che qualcuno le stringeva la mano e le accarezzava i capelli. Era una bella sensazione. Si sentiva coccolata ed era una bella sensazione. Aprì gli occhi. Aggrottò la fronte confusa.

“Robin?”

“Hey” lui sussurrò con un sorriso.

Lei rimase confusa.

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Capitolo 14
*** Boston ***


“Robin?” chiese lei cercando di mettersi a sedere,presa dall’agitazione. Robin subito scattò in piedi per aiutarla. La sostenne per un braccio e per le spalle e le sistemò i cuscini dietro la schiena.

“Che ci fai qui?” chiese. La confusione sempre impressa sul suo viso. Lui si sedette di nuovo e sorrise

“Secondo te?Sono venuto a trovarti” .Regina notò dei palloncini vicino la sedia. Robin si chinò di lato e prese un regalo dandolo a Regina. Lei lo prese. Era una paperella gialla con dei fiori di nemophila.
Sorrise stringendo il pupazzo

“Congratulazioni” disse lui con un sorriso. Lei alzò lo sguardo e si asciugò una lacrima “Grazie” sussurrò.

“Allora,come stai?”

“Un po’ stanca,ma felice.Henry è il bimbo più bello del mondo”

“Come la sua mamma” la complimentò e lei arrossì.

“E tu come stai?” chiese lei,anche un po’ incerta.

Lui la guardò e Regina nei suoi occhi vide solo sincerità e premura “Male” disse

“Mi manchi Regina” disse dopo una lunga pausa. Regina abbassò lo sguardo giocherellando con il nastro infiocchettato attorno al collo della papera.

“Ci penso tutti i giorni. Penso tutti i giorni a cosa mi sono fatto scappare,a cosa ho lasciato cadere dalle mie mani. Penso tutto il giorno a ciò che ho perso. A te Regina,penso ogni giorno a te. Al tuo modo di arrossire e abbassare lo sguardo per nasconderti,al tuo modo di arricciare il naso e morderti il labbro.Tutti i giorni sento la tua risata nella mia testa e penso che sia la cosa più bella del mondo. Non riesco a smettere di pensarti e di pensare al fatto che ho combinato un casino e che non mi darò pace finchè-“

“Voglio andarmene” Regina alzò lo sguardò all’improvviso,interrompendolo e scioccandolo.

“C-cosa?” sembrava che a Robin fosse caduto l’intero mondo addosso.

“Voglio andarmene,lasciare Storybrooke. Voglio trasferirmi”

“Cosa?Perchè?” Robin sembrò in totale panico. Davvero era come se tutto il suo mondo gli fosse crollato da sotto i piedi. Si era preparato il discorso da farle,le parole da dirle. Era pronto,ma ora era come se si fosse annullato tutto,come se la sua testa fosse stata completamente svuotata.

“Qui Henry sarà il figlio della sedicenne e non voglio questo per lui. Storbrooke è un posto in cui le persone ci mettono poco a giudicare. E voglio che mio figlio sia felice e che cresca bene in un posto in cui non lo giudicano per via della mia età” prese un respiro profondo “Voglio andare a Boston” cercava una risposta negli occhi di Robin ma non vedeva niente. Non c’era davvero niente nei suoi occhi

“Non l’ho ancora detto a mia madre perché non ho idea di come dirglielo però sono intenzionata a farlo” disse mentre portava una mano alla guancia per asciugare una lacrima. Robin era bloccato,una statua.

Sbattè le palpebre e si asciugò la bocca secca “N-nei sei sicura?” la guardò. Aveva l’affanno come se avesse corso una maratona.

Lei annuì debolmente “Ne sono sicura”  

“O-okay” disse “Ti auguro buona fortuna allora. Sono sicuro che sarai una mamma meravigliosa Regina. Ti auguro il meglio,davvero. Sei una persona strepitosa e lo meriti” annuì retrocedendo verso la porta d’uscita

“Robin aspetta” disse Regina

“No davvero,non c’è bisogno che tu dica niente. Hai ragione,hai bisogno di un nuovo inizio,migliore per te e migliore per Henry. Non devi spiegarmi nulla. E’ tutto okay”  era uscito e pronto ad andare via quando Regina lo fermò

“Grazie Robin” lo guardò”I fiori sono bellissimi” ma dallo sguardo di Regina,si capiva che non lo stava ringraziando solo per i fiori, ma per molto di più. Lui fece un cenno con la testa e poi andò via. Regina sospirò e  sfiorò la superficie delicata e vellutati di quei fiori bellissimi.

Era assurta nei suoi pensieri quando qualcuno entrò in stanza

“Buongioorno” disse l’infermiera che aveva in braccio Henry. Regina la guardò e sorrise con gli occhi spalancati. Distese le braccia perché l’infermiera glielo facesse tenere.

“Ecco la mamma” disse la donna non appena Regina prese suo figlio tra le braccia.

“Ciaao” sussurrò Regina “Ciao piccolino” sorrise. Sentì di nuovo le lacrime. Lacrime di pura gioia,di pura felicità.

“Sei un bimbo bellissimo” disse la neomamma. Abbassò la testa per sfiorare le labbra sulla sua fronte. Poi gli accarezzò la mano stretta in un pugno minuscolo. Henry non distoglieva lo sguardo dal suo viso e improvvisamente afferrò il suo indice. Regina rise. Sembrava che Henry la stesse studiando.

“Allora come ti senti?” chiese l’infermiera. Regina si era completamente dimenticata che stesse anche lei nella stanza,ovviamente non lo aveva fatto con cattivera. Il fatto era che Henry la prendeva totalmente.

“Bene. Sto bene,soprattutto ora che lui è qui” sorrise riabbassando lo sguardo sul piccolo che stringeva ancora il suo dito.

“Dolori?”

“Un po’,ma niente che non possa essere sopportato” sorrise

“Molto bene,c’è la tua famiglia. Vuoi che li faccia entrare?”

Regina annuì l’infermiera uscì “Congratulazioni” disse

“Grazie” e poi scomparve. Regina continuò a coccolare Henry tra le sue braccia poi vide delle figure entrare. Alzò lo sguardo e vide Ruby,sua madre e suo padre con le lacrime agli occhi. Sia avvicinarono chiedendo se fosse sveglio. Lei annuì e fece cenno ci sporgersi.

“Ora me lo dici il nome?” chiese Henry commosso. Aveva la voce rotta. Regina stava quasi per piangere di nuovo.

Lo guardò con tutto l’amore,tutta la gratitudine possibile. “Henry” anche lei aveva la voce rotta. A quel punto suo padre non riuscì più a trattenersi e scoppiò in lacrime. Si chinò in avanti e diede un bacio sulla fronte a Regina “Ti voglio bene bambina mia” le accarezzò i capelli.

“Ti voglio bene anche io papà. Vuoi tenerlo?” chiese. Suo padre sorrise e annuì tra le lacrime.

lo prese in braccio e Cora si appoggiò alla sua spalla. Nessuno aveva parole. Era un silenzio così carico di emozioni e amore. Poi si sentì un singhiozzo. Ruby.

Regina girò la testa verso di lei “Ruby” disse sorpresa

“Scusa” pianse “Scusami,sto bene è che sono così felice. Non riesco a trattenermi,è più forte di me” pianse cercando di farsi aria con una mano. Regina rise e le afferrò una mano tirandola giù per abbracciarla

“Ti voglio bene Ruby,non dimenticarlo mai” disse pensando che se ne sarebbe andata e che lasciarla sarebbe stata la cosa più dura del mondo. La spaventava,Ruby era sua sorella,era un pezzo di lei e perderla la terrorizzava. Ma sapeva che andare via era la cosa giusta da fare.

“Ti voglio bene anche io” singhiozzò lei mentre le stringeva “E quel piccolino lì” disse cercando di asciugarsi le lacrime che scendevano come un fiume “E’ il bimbo più fortunato del mondo perché tu sei fantastica” sembrava essersi calmata “E io sono così felice di essere parte della tua vita” no non si era calmata. Ricrollò di nuovo in un pianto incontrollabile. Regina rise poi la guardò con tutta la sincerità possibile “Anche io sono felice di essere parte della tua e sono felice che tu sarai parte della vita di Henry” Ruby annuì

“Ora calmati,che voglio che tu lo tenga in braccio” Ruby emise un suono che era a metà strada tra un singhiozzo e una risata. Cora,che aveva preso Henry in braccio dopo del marito,si avvicinò a Ruby che si sedette accanto a Regina.

Lo prese in braccio e sorrise “Ciao polpettina” Regina rise con le lacrime agli occhi “o dovrei dire polpettino?Non importa sai,va bene uguale”

“E’ così tranquillo” disse Cora mentre Henry la avvicinava a lui per abbracciarla. Regina la guardò e sorrise. Era un sorriso stanco,esausto. Non si era ancora ripresa dalla notte sfiancante ma allo stesso tempo più bella della sua vita.

“Ragazzi,mi dispiace ma l’orario delle visite è finito” annunciò un’infermiera che si appoggiò alla porta. Regina prese Henry in braccio e tutti la salutarono.

“Rimani questa notte e poi domani mattina puoi tornare a casa. Cerca di riposare” entrò portandole una culletta per Henry

“Hai bisogno di qualcosa?” le chiese gentilmente.

“No no grazie.” Sorrise e la vide uscire dalla stanza. Si rese conto che non le serviva nulla se aveva Henry tra le sue braccia. Era così bello e Regina si chiese come fosse possibile amare qualcuno così tanto in così poco tempo. Non importa come,era possibile e basta.

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Capitolo 15
*** Nuovo inizio ***


Era stato il periodo più duro di tutta la vita di Regina. Era impegnata con Henry giorno e notte e poi il trasferimento le teneva occupato tutto il resto del tempo. Era stanchissima.
Aveva detto ai suoi genitori del trasferimento. Sua madre non l’aveva presa affatto bene ma accettava la cosa perché sapeva che era la cosa giusta da fare,per il bene di Henry. E,quando guardava sua figlia,non poteva fare a meno di essere fiera di lei e di pensare che fosse diventata una grande donna. Era davvero,davvero molto fiera di lei.

Dirlo a Ruby,però era stata una cosa totalmente diversa. Molto più difficile e molto più doloroso. Era come dover rinunciare ad una parte di sé. Era come perdere una parte di vita. E quella notte,tra pannolini e poppate,Regina e Ruby la trascorsero interamente a parlare di quando erano piccole,di tutti i bei ricordi insieme,di tutti i bei momenti. Di quelli belli,di quelli brutti,di quelli dolorosi e di quelli in cui avevano riso fino a piangere. E quella notte era passata troppo in fretta.

“Promettimi che non ci perderemo” disse Ruby in un singhiozzo

“Lo prometto. Saremo sempre io e te Ruby,sempre” pianse Regina “E ti prometto che quando ti vedrà,Henry non si nasconderà dietro di me,ma ti correrà tra le braccia” e arrivarono i singhiozzi anche per lei “Ti voglio bene Ruby” affermò e poi si abbracciarono. E poi continuarono tutta la notte e sembrò di essere tornati a quando erano più piccole e facevano queste specie di pigiama party ogni weekend.

il trasferimento era ormai alle porte.Al mattino un camion avrebbe portato i mobili di Henry all’indirizzo della casa che Cora le aveva trovato e si era offerta di pagare. Era una bella casa,perfetta per crescere un bambino. Era grande,spaziosa,luminosa,con un gran bel giardino e in un quartiere sicuro.

Sua madre dormiva e lei aveva appena messo Henry a dormire. Era un bambino tranquillissimo. Aveva ormai due mesi e non dava alcun problema. Era un angioletto. Tutta la vita di Regina ruotava attorno a lui. La stancava,ovviamente. Ma era anche l’unica che poteva strapparle via la stanchezza dal viso,allo stesso tempo.

Perché Regina si dimenticava della stanchezza quando Henry si addormentava contro il suo petto. Si dimenticava della stanchezza quando le stringeva l’indice,quando le tirava i capelli o la collana o cercava di prenderle il mento o il naso. Si dimenticava di tutto quando reggeva suo figlio tra le braccia.

Era scesa a prepararsi un tè caldo quando sentì qualcuno alla porta. Aggrottò la fronte,chiedendosi chi potesse essere a quell’ora. Posò la tazza e andò alla porta. Aprì e rimase sorpresa.

“Robin?” chiese con gli occhi spalancati “Che ci fai qui a quest’ora della notte?” chiese.

“E perché sei sudato?E perché hai l’aria così sconvolta?Stai bene?”

“Si sto bene” disse con l’affanno

“E perché hai l’affanno?!”

“Non importa” disse lui “Devi ascoltarmi”

“Robin-“

“No Regina,devi ascoltarmi. Senti,io lo so e lo capisco che vuoi andare a Boston per un nuovo inizio,un inizio migliore per te e per Henry” prese fiato “Lo capisco perché io ho fatto lo stesso. Sono venuto qui,da Boston,per un nuovo inizio. Per una vita diversa,per qualcosa di diverso che potesse rendermi felice,che potesse riempire vuoti che non venivano colmati ormai da anni” la guardò e lei sembrò piuttosto confusa. Decise di non farci caso e continuare

“Sono sicuro che lì troverai sicuramente ciò di cui hai bisogno.Ma forse non hai preso in considerazione che molto probabilmente,andando via,lasci comunque qualcosa,o qualcuno di cui hai bisogno”

Regina aveva le lacrime agli occhi “Credi che io non sappia cosa lascio qui?”

“Certo che lo so” disse Robin “Lo so eccome.Il punto è che troverai lì quello di cui hai bisogno,come io ho trovato qui ciò di cui hai bisogno. Vuoi un nuovo inizio?Lo troverai. Io ho trovato il mio qui e sei tu” disse. Regina sgranò gli occhi. Non sapeva cosa dire

“Sei tu ciò che cercavo,ciò di cui avevo bisogno. Sei tu il nuovo inizio che speravo di trovare. E ti ho trovata  e non ti lascerò andare così facilmente. Sai perché?” chiese lui

Lei non rispose,non si mosse. Aveva le lacrime agli occhi

“Perché sono innamorato di te. Sono follemente innamorato di te e di tutto ciò che riguarda te. E voglio essere parte della tua vita e si,voglio essere parte anche della vita di Henry. So che è una responsabilità,so che significa rinunciare a tanto,ma rinuncerei a qualsiasi cosa per stare con te e” sorrise “mi piacciono i bambini” sussurrò felice

“Quindi,ti chiedo di darmi una seconda possibilità e di dare a noi due quella possibilità che non ci è mai stata data,perché è finito tutto ancora prima che potesse cominciare. Ma anche prima che cominciasse,era già bellissimo” anche lui ora aveva le lacrime agli occhi

“E ti dico che senza di me non vai da nessuna parte,perché senza di te,Regina,io sto impazzendo. Sto letteralmente impazzendo. Ho bisogno di te,della tua presenza,del tuo contatto,dei tuoi sorrisi e del tuo sguardo.Ho bisogno di te” Regina alzò una mano per asciugare una lacrima che stava scorrendo sul viso di Robin

Regina,però scuoteva la testa,con un sorriso triste.

“Ti prego” implorò Robin “Ti prego” sussurrò. Regina si avvicinò a lui e sorrise. Le mani sulle sue guance e gli occhi fissi nei suoi,belli e blu “Ce ne hai messo di tempo” ed emise un suono che era a metà tra un singhiozzo e una risata. Lui la guardò un attimo incredulo e poi rise. Rise perché era felice,perché ce l’aveva fatta,perché sarebbe andato tutto bene.

“Questo significa che posso baciarti?” sussurrò. Le sue labbra a pochi centimetri a quelle di Regina. Lei annuì “Puoi baciarmi” affermò e un attimo dopo entrambi furono trasportati in un altro mondo. C’erano solo loro due e il bisogno che avevano l’uno dell’altra. C’erano solo i loro due cuori che battevano all’unisono. C’erano solo loro due. Nient’altro. Nessun’altro.

La notte buia e fredda improvvisamente diventò calda e luminosa. La luna splendeva e illuminava i loro visi premuti assieme. Le braccia di Robin stringevano Regina come se a momenti potesse sparire e Regina era avvinghiata a Robin come se la sua vita dipendesse da lui. Robin sollevò Regina dal pavimento e lei avvolse le gambe attorno alla sua vita mentre lui la stringeva e la stringeva ancora,perché aveva bisogno di sentirla vicina,di sentirla. Aveva bisogno di sentire il suo profumo per rendersi conto che era tutto vero. Le accarezzò i capelli e quando il  baciò finì,ci affondò l’intero viso,perché lei profumava di casa,profumava d’amore. Profumava di tutto ciò che di bello la vita aveva riservato per lui,per loro.

Lui la rimise a terra e Regina si nascose tra le sue braccia,che la avvolgevano proprio come una coperta. Le baciò la punta della testa e lei chiuse gli occhi. Poi si staccò quanto bastava per guardarlo,rimanendo tra le sue braccia,e portò le mani alla base del collo,per accarezzargli i capelli corti e gli sorrise

“Quindi cominciamo la nostra relazione con una convivenza” rise lei

“Se non mi vuoi posso trovare un appartamento”

“No” disse lei guardandolo negli occhi,nel profondo “Non ti voglio da nessuna parte se non vicino a me” e poi sorrise “a noi” aggiunse. Lui la baciò di nuovo

“E poi” lei si staccò “tu” lui le stampò un altro bacio “Devi” ancora un altro “proteggermi” e poi la baciò definitivamente

“E ora?” chiese lei

“E ora tu vai di sopra,vai a dormire e domani mattina ci rivediamo.”

“Ma voglio che resti” disse lei con un broncio. Lui le baciò le labbra imbronciate e poi intrecciò le loro dita “Non credo che sia una buona idea. Se tua mamma mi trovasse in casa sua probabilmente mi ucciderebbe.Devi prima spiegarle le cose,non posso presentarmi così” ammise e rise quando il suo broncio diventò più accentuato

“E va bene” disse,anche se non andava bene. Ma sapeva che Robin aveva ragione.

“Allora buonanotte” disse lui

“Buonanotte” sussurrò lei e poi si baciarono di nuovo. A lungo e con tutto l’amore che avevano.

“A domani”

“Ci vediamo domani” disse lei. Lui la lasciò e Regina si sentì improvvisamente nuda. Voleva stare tra le sue braccia. La facevano sentire bene,protetta,al sicuro. Lo guardò allontanarsi poi lo chiamò.

“Robin” urlò correndogli incontro. Lui la prese tra le braccia stringendola

“Anche io sono innamorata di te” sussurrò e poi lo baciò di nuovo. Lo sentì sorridere contro le sue labbra. Sorrise anche lei e poi lo lasciò andare

Rientrò in casa  e sapeva che adesso sarebbe potuta essere veramente e finalmente felice. Henry avrebbe avuto una bella famiglia e non sarebbe stato solo.

Salì in camera da letto e tolse il cuscino che aveva messo alla sinistra di Henry,lasciando quello a destro. Sostituì il cuscino con il suo corpo e si avvicinò quanto più possibile ad Henry,gli sfiorò la fronte con le labbra e sorrise. Pensando per davvero e per la prima volta,che le cose sarebbero veramente andate bene.

 

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Capitolo 16
*** Siamo una famiglia ***


Il viaggio in macchina era stato incredibilmente lungo,soprattutto perché Henry soffriva la macchina e quindi dovevano fermarsi presto. Cora aveva  detto di chiamarla quando arrivava e quando vide che si era fatto così tardi,e non aveva ancora chiamato decise di chiamarla lei,perché era preoccupata,soprattutto perché era con Robin.

Lei non si fidava di Robin,né della scelta che aveva fatto Regina. Ma se rendeva sua figlia felice,le andava bene.

Chiamò non appena arrivarono e Regina era stanca e frustrata. Henry piangeva ancora mentre lei cercava di calmarlo. Ad arredare la casa,per fortuna,ci avevano pensato prima quindi i mobili erano già lì.

Stava cullando Henry piangente,quando il suo telefonino squillò.

“Diamine” pensò mentre Henry gridava.

“Posso darti una mano?” chiese Robin entrando nella stanza. Regina si girò e tirò un respiro di sollievo “Si,grazie” disse “Puoi rispondere?E’ di sicuro mia madre”. Robin annuì.

“Pronto?” lo sentì dire.

“Robin?Dov’è Regina?Siete arrivati?Tutto okay?Perchè non mi ha chiamata?Aveva detto che mi chiamava. Non siete ancora arrivati?”

“Si,siamo arrivati è solo che-“

Regina gli fece segno di uscire dalla stanza così non c’era alcun tipo di fastidio per Henry. Robin annuì e si incamminò fuori,parlando al telefono.

Henry non si sentiva bene,per via del viaggio in macchina e piangeva.

“Lo so,amore,lo so” sussurrò Regina mentre oscillava sulle gambe per calmarlo. Ma sembrava non funzionare niente. Gli portò le labbra alla fronte mentre camminava per la stanza.

Poi si sedette e strinse Henry al suo petto. Con un braccio lo reggeva mentre con la mano dell’altro gli accarezzava la guancia e la manina stretta in un pugno minuscolo.

Non appena si sedette Henry cominciò a calmarsi,ma non smise di piangere. Così Regina capì cosa fare.
Cominciò a cantare una ninna nanna. Quella che gli cantava sempre per farlo addormentare.

Cantò finchè non si addormentò e poi continuò a farlo anche dopo,mentre lo guardava dormire appoggiato al suo petto e stretto tra le sue braccia. Le scappò un sorriso e poi si fermò di colpo quando vide Robin alla porta.

“Non smettere” sussurrò Robin

“Che fai?Sbirci?”

“Hai una voce bellissima” Robin si avvicinò a lei e le si sedette accanto. Lei lo guardò con la fronte aggrottata. Ci furono lunghi attimi di silenzio poi,quando Robin portò una mano al viso per spostarle una ciocca di capelli,lei parlò.

“Robin,dobbiamo parlare” disse in un sussurro che sembrava più triste di quanto avrebbe voluto che fosse.

“Se è per tua madre le ho detto che va tut-“

“Non di quello” distolse lo sguardo e lui capì “Oh,okay” annuì

“Vado a metterlo un attimo a letto e poi parliamo di tutta questa situazione” si alzò lentamente e Robin la guardò uscire dal salotto e avvicinarsi alle scale per raggiungere la cameretta di Henry.

Scese dopo poco,con in mano un baby monitor,così da poter sentire cosa succedeva in camera di Henry. Lo appoggiò al tavolo e stava per andare a sedersi quando Robin prese parola

“Stai per dirmi che ti sei pentita della tua scelta nel momento in cui hai messo piede in casa?O peggio,in macchina?”

Regina sgranò gli occhi “No!” esclamò “No,assolutamente no” si affrettò verso il divano e si sedette. Lo guardò e sospirò

Dopo qualche secondo interruppe il silenzio “Non è questo il punto Robin. Il punto è…sei tu quello ad essersi pentito?Ti pentirai della scelta che hai fatto quando ti sveglierai nel cuore della notte perché ci sarà un bambino piangente a non farti dormire?Ti pentirai quando la favola della famiglia perfetta verrà sfatata?Ti pentirai quando vedrai che non è una relazione come le altre?Sei sicuro di tutto questo?” chiese

“Perché se non lo sei e hai voglia di fuggire,ma stai rimanendo solo perché vuoi credere di potercela fare anche se in cuor  tuo sai di non potere,non rimanere,vai via…perché io non posso reggerlo” le scappò una lacrima e un singhiozzo “non posso reggerlo di nuovo. E’ stato doloroso la prima volta con Daniel,ancora più doloroso la seconda…una terza mi distruggerebbe. Quindi ti prego,se non sei sicuro di ciò che stai facendo,di cosa stai scegliendo…non cercare di convincerti che mi ami abbastanza per rimanere. Perché se mi ami quanto dici ma non sei pronto,so che non mi lasceresti soffrire solo perché vuoi me ma non Henry” ancora una lacrima

“Quindi ti chiedo,sei sicuro?” pianse.

Robin la guardò sentendosi male. Era assurdo. Aveva solo diciassette anni,ma aveva sofferto già troppo ed era cresciuta tanto. Aveva dovuto. Era così matura.

“Regina” la guardò e le portò le mani al viso. Sfiorò i pollici sulle sue guance asciugando le lacrime che le bagnavano la pelle così liscia e luminosa.

“Non c’è niente che io abbaia voluto più di questo. Sembra assurdo?Si. Ma non mi interessa,è quello che voglio. Sono sicuro di ciò che sto scegliendo e di ciò che sto facendo. Sono sicuro della mia scelta. Voglio prendermi cura di te e di Henry. Voglio che voi siate la mia famiglia. Voglio andare alle feste di paese spingendo un carrozzino con te che ti stringi la giacca che ti ho dato io perché avevi freddo. Voglio tornare a casa e trovare giocattoli ovunque. Voglio svegliarmi la notte e dirti di tornare a dormire e che ad Henry ci penso io. Voglio svegliarmi ogni singolo giorno con te tra le mie braccia e addormentarmi ogni singola notte stingendoti. Siamo giovani è vero,ma essere giovani non significa non poter essere maturi abbastanza per essere una famiglia.” A quel punto Regina piangeva a dirotto,ma aveva anche un sorriso ccosì luminoso che portò Robin alle lacrime.

“So di non essere il padre di Henry” la guardò “ma voglio essere il suo papà,Regina”

Regine emise un suono che era a metà strada tra un singhiozzo e una risata e poi si fiondò tra le braccia di Robin.

Gli avvolse le braccia al collo e lo strinse come se la sua vita dipendesse da lui. Lui la abbracciò stringendo le braccia attorno alla sua schiena. Era così piccina che le mani arrivavano a  stringerle i fianchi che strofinò leggermente  sentendo il tessuto della maglia sposarsi di qualche millimetro,insieme alle sue mani.

“Sono sicuro,Regina” sussurrò con le lacrime agli occhi tra i suoi capelli “Sono sicuro” disse ancora.

Regina indietreggiò solo un poco,quanto bastava per guardarlo negli occhi,rimanendo stretta tra le sue braccia. Portò le mani al suo viso e gli accarezzò le guance,sentendo la barba sotto le sue dita

“Siamo una famiglia Regina” disse lui mentre lei gli asciugava le lacrime. Sorrise e poi si avvicinò per baciarlo mentre lui la stringeva.

La stringeva forte perché era davvero sicuro di ciò che aveva detto. Lo voleva davvero. Voleva una famiglia con Regina. Voleva una vita con lei. Non erano giovani,erano giovanissimi. Ma l’età non conta quando ami qualcuno come Robin amava Regina. Non conta quanto sei sicuro di ciò che scegli come Robin era sicuro della scelta che stava facendo.

Non conta niente quando in ballo c’è qualcosa di forte e potente come l’amore che c’era tra Robin e Regina.

Scusate se non ci sono stata. Ma tra una cosa e l’altra non ho avuto il tempo di fermarmi un attimo a pensare e scrivere. Scusatemi tanto,cercherò di tornare ad aggiornare costantemente come prima. Grazie a tutti per la pazienza 

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Capitolo 17
*** Broken ***


Henry aveva ormai un anno. Balbettava qualche cosa e camminava goffamente tenendosi alla mano di Regina o di Robin.
Andava tutto alla grande.

Regina era una madre grandiosa e Robin era la persona che aveva promesso di essere. Si prendeva cura di loro e trattava Henry come se fosse figlio suo. Ed era così. Per lui era suo figlio e per Henry Robin era suo padre.

Erano una bella famiglia.

Quel pomeriggio erano andati insieme al supermercato.

Regina fece sedere Henry nel seggiolino per i bambini del carrello ma un attimo dopo lui cominciò a piangere e Robin lo fece scendere.

Aveva imparato a camminare quindi ora voleva solo camminare. E non voleva nemmeno tenere la mano di Robin. Voleva andarsene per i fatti suoi. Ma Robin gli stava dietro facendo attenzione che non si facesse male,che non sbattesse da qualche parte e che non cadesse.

Ma c’erano cose che Robin non riusciva a controllare. Henry non aveva paura di Robin quando lo sgridava. Solo di Regina. Quindi se Robin lo sgridava era come non sgridarlo affatto.

E Henry aveva cominciato a correre per i corridoi del supermercato prendendo tutto ciò che le sue manine piccole e paffute potevano prendere dagli scaffali.

Quando se ne accorse,Robin gli andò incontro togliendogli tutto da mano “No Henry” disse riposandoli. Lui rise e prese qualche altra cosa

“Henry mettili a posto” disse Robin disperato ma Henry non lo ascoltava. “Henry!” cercò di sembrare più duro ma con lui davvero non ci riusciva. Gli era impossibile sgridarlo per davvero. Regina li guardò divertita.

“Henry,mettili a posto” disse Regina tenendo il carrello e subito dopo prendendo dei biscotti per bambini. Ma Henry non ascoltò nemmeno lei. E corse via ridacchiando.

“Oh santo cielo” esclamò Regina “Aspetta qui” disse rincorrendo il figlio.Lo afferrò dolcemente ma con una stretta forte,e lo prese in braccio.

“Henry,non si fa” disse “Non mi far arrabbiare” disse dura e lui la guardò con gli occhini dolci di un bimbo che è sul punto di piangere. Regina gli diede un bacio sulla fronte e poi lo strinse a sé,appoggiando la testa del piccolo sulla sua spalla.

“Andiamo da papà” gli sussurrò dandogli un altro bacio. Poco dopo Henry tornò ad essere il bimbo allegro di sempre e cominciò a blaterare qualcosa nella sua lingua incomprensibile e a giocare con la collana di Regina.

Si incamminò di nuovo verso Robin “Robin,nella mia borsa dovrebbe esserci uno dei giocattoli di Henry,puoi prendermelo?” disse. Lui annuì e tirò dalla sua borsa una paperella. Quella che Robin gli portò quando nacque. Regina gli sorrise e la prese. Henry non appena la vide sorrise e la afferrò.

“Andare al supermercato con Henry è un’impresa” disse Regina distratta a cercare qualcosa tra gli scaffali

Robin rise “Lo è eccome”  sorrise ma il suo sorriso svanì non appena vide qualcuno avvicinarsi.

“Marian?” esclamò sorpreso. La donna che lui aveva chiamato si girò e si precipitò ad abbracciarlo. Regina si girò e aggrottò la fronte confusa.

“Robin!” esclamò la donna “Da quanto tempo” rise felice. Regina li guardava. Era un momento alquanto imbarazzante.

“Già” disse lui,ancora scosso e senza fiato. Regina si schiarì la voce e Robin si svegliò dal suo stato di trans.

“Oh,Regina,lei è Marian. Marian lei è Regina,la mia fidanzata” Regina allungò un braccio mentre con l’altro teneva Henry e Marian fece lo stesso”

“E’ un piacere conoscerti” disse Regina.

“E il piccolino chi è” disse grattando delicatamente il braccino di Henry che guardava i tre confusi e anche un po’ spaventato per via della sconosciuta

“Oh,lui è” disse Regina ma Robin non le diede il tempo di dire niente che disse precipitosamente “Suo figlio”

Regina lo guardò sorpresa di quanto poco tempo Robin ci avesse messo per rispondere e di quanto non avesse esitato un attimo a specificare che Henry non era suo figlio. Ma Regina fece finta di niente e sorrise “Già. Lui è Henry,mio figlio” disse Regina “Saluta Henry” disse al bambino ma lui era spaventato quindi nascose il viso tra i capelli della madre. Regina lo strinse a sé ancora di più perché in quel momento sentiva il bisogno di averlo vicino,più vicino possibile.

“Scusa la domanda inappropriata ma…come vi conoscete voi due?” chiese Regina notando gli occhi ancora spalancati di Robin.

“Noi stavamo insieme” disse Marian sorridente “Al liceo” specificò. Regina annuì e sorrise anche se non avrebbe voluto. Henry cominciò ad agitarsi.

“Che ci fai qui?Voglio dire,credevo ti fossi trasferita a New York” disse Robin ancora sorpreso

“Sono tornata a vivere qui. New York mi aveva stancata e poi mi era mancata casa” disse con un sorriso timido e a Regina sembrò che volesse dire qualcosa ma che non potesse,per via del fatto che c’era lei presente.

“Vabbè,credo che sia meglio che io vada” affermò e salutò Robin abbracciandolo e baciandogli prima una guancia e poi l’altra e a Regina non piacque il modo in cui lui la strinse. Poi Marian salutò anche lei ed Henry e in un attimo era andata via.

Regina guardò Robin e scosse la testa,poi gli diede le spalle e fece sedere Henry nel seggiolino e lui capì che non era il caso di fare i capricci. Si mise a giocare con il suo pupazzo e non fece storie.

“Andiamo” disse Regina a Robin e lui rispose che era dietro di lei. Quelle furono le ultime parole che si scambiarono per tutta la durata della spesa. Regina era arrabbiata e ferita. Non aveva voglia di parlare con lui e Robin sembrava assorto nei pensieri,quindi non aveva voglia di parlare nemmeno lui.

Stettero tutto il tempo in silenzio e quando tornarono a casa,Regina preparò la cena,Robin guardò la tv e Henry giocò in cucina dove Regina stava cucinando. Preferiva averlo con sé piuttosto che farlo stare con Robin dato che lui non ci aveva messo niente a dire che non era suo figlio.

Cenarono senza dirsi niente. Regina mangiava mentre faceva cenare anche Henry e così,dopo un anno di cene allegre e di sorrisi,quella fu la prima cena dove il silenzio regnava e dove non si guardavano nemmeno.

Dopo cena Regina si alzò e prese in braccio Henry dal seggiolone “Vado di sopra,puoi lavare i piatti?” chiese tenendo Henry sul fianco.

“Si” rispose lui “Me la vedo io”. Regina annuì e poi uscì dalla cucina ma prima che potesse allontanarsi Robin la fermò

“Regina,riguardo a prima-“

“Lascia stare Robin” disse lei e salì al piano di sopra dove per l’ora seguente Regina giocò con Henry poi lui cominciò a sbadigliare.

“Hai sonno amore?” disse accarezzandogli i capelli. Lui si grattò gli occhi. Regina sorrise e gli diede un bacio sulla fronte.

“Andiamo a nanna,su” disse  portandolo nella camera da letto sua e di Robin. Si stese con la schiena appoggiata allo schienale del letto e Henry steso completamente sul suo petto. Gli accarezzava la schiena mentre gli cantava una ninna nanna e poco dopo prese sonno. Regina gli diede un bacio e poi dolcemente lo sollevò e lo fece stendere accanto a lei,dove di solito dormiva Robin. Alla fine del letto mise dei cuscini così da fare in modo che non cadesse nel caso in cui si fosse girato. E poi lo avvolse tra le sue braccia e lo guardò dormire.

Più tardi Robin salì in camera da letto. Si appoggiò alla porta e guardò Regina e Henry dormire insieme. Sorrise tristemente perché aveva pensato tutto il giorno e si era reso conto che ciò che aveva detto al supermercato non doveva essere stato esattamente carino per Regina. E si sentiva in colpa. Voleva chiarire ma era confuso. Li guardò e spense la luce,prima di scendere in salotto e prepararsi il divano per la notte.

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Capitolo 18
*** Casa dolce casa ***


La mattina dopo Robin salì in camera da letto

“Hey,ho preparato la col-“ le parole gli morirono in bocca quando vide una valigia aperta sul letto e Regina che andava avanti e dietro piegandoci i vestiti dentro

“Che significa?” chiese entrando nella stanza “Dove dobbiamo andare?” chiese confuso. Regina rise ironica.

“Andiamo?” era ancora arrabbiata “Noi,io e te,non andiamo da nessuna parte. Io e Henry andiamo da qualche parte. Tu non vieni” disse Regina indicando Henry che giocava seduto al centro del letto.

“E dove vai?” chiese

“Da mia madre per qualche giorno” disse “Penso che sia meglio per ehm” si schiarì la voce “per tutti  e tre” finì

“Regina se è per ieri-“

“Si Robin,si!E’ per ieri” Regina si fermò e lo guardò,appoggiando una mano sul fianco “E’ per il fatto che tu ti sia comportato come se non avessi visto ME,che sono la tua ragazza per così tanto tempo. E’ per il fatto che tu ti sia appiccicato a lei come se fosse lei la tua ragazza. Ed è per il fatto che mi sono resa conto che mi hai mentito per tutto questo tempo. Hai detto che per te Henry è come un figlio,SEI STATO TU a dire che volevi essere il suo papà pur non essendo suo padre. Non te l’ha chiesto nessuno,l’hai voluto e chiesto tu. Ma non hai esitato un attimo a dire che era figlio mio” disse Regina ferita e arrabbiata.

“Regina ero…” balbettò “sorpreso”

Regina sorrise tristemente “Già” ammise annuendo lentamente poi ritornò a fare la valigia “Lo eri Robin. E lo avrei accettato se ti fossi comportato come una qualunque persona che non vede un’amica da tanto,e capisco che era la tua ragazza e che è importante e tutto il resto…ma in quel momento non sembrava una tua ex ragazza Robin,sembrava la tua ragazza” disse e poi lo guardò

“E’ per questo che penso che forse è meglio che sai…ci prendiamo una pausa. Giusto perché tu possa pensarci bene. Te l’ho detto fin dal primo momento,devi essere nella nostra vita,in quella di Henry,se sei sicuro di volerci essere” un altro sorriso triste “e al momento non lo sei” chiuse la valigia e la mise a terra.

Prese Henry in braccio e con l’altra mano afferrò la valigia e scese di sotto.

“Mia madre sta venendo a prendermi. Arriverà tra circa un’ora e mezza.” Disse Regina andando in cucina.

“Regina,ascoltami ti prego” disse Robin seguendola

“Robin,non sono arrabbiata,non ti sto cacciando,non ti sto lasciando. Ti sto dando la possibilità di pensare,così da non fare le cose alle mie spalle. Quindi ti prego non dirmi quelle cretinate del tipo ti amo e non voglio che tu parta,perché ti conosco e so che sei confuso ed è per questo che ti sto dando del tempo. Sono consapevole che una relazione con me è molto più complicata di una qualunque altra relazione e forse rivedendo Marian ti sei ricordato di come è essere libero da un certo tipo di reposabilità. E non ti biasimo. Quindi ti prego Robin,non dire niente” disse Regina dando la colazione a Henry che,ignaro di tutta la situazione,rideva e giocava allegramente.


Giocando lanciò un po’ di colazione sui vestiti di Regina.

“Heeenryy!” esclamò Regina alzandosi e pulendosi con un straccio.

“Dio mio!” disse

“Va’ a cambiarti,ci penso io” disse Robin un po’ imbarazzato. Regina lo guardò insicura poi annuì “Okay,grazie” e così salì in camera da letto a cambiarsi.

Più tardi sentirono il clacson della macchina di Cora.

“Allora,noi andiamo” disse Regina guardando Robin che annuì.

“Ehm” balbettò lui “Posso-posso salutarti?”

Regina sorrise e annuì avvicinandosi a lui e allargando le braccia. Robin la strinse a sé,inalando il suo profumo e memorizzando con le sue mani ogni singolo centimetro del suo corpo.La strinse e Regina  sentì le lacrime agli occhi e prima che potesse piangere si allontanò evitando il suo sguardo.

“Allora,ciao” disse prendendo in braccio Henry

“Ciao” la guardò “Ciao piccolino” gli accarezzò i capelli e lui appoggiò la testa sulla testa della mamma guardando Robin “Ti voglio bene paperotto” e così Regina prese la valigia e uscì di casa dove la madre le mise le cose in macchina e Regina fece sedere Henry sul seggiolino,stando attenta che la cintura fosse allacciata correttamente

Prima di entrare Regina guardò la casa un’ultima volta. Era tentata di correre dentro abbracciare Robin e dirgli che lo amava alla follia,che voleva passare la sua intera vita con lui e voleva implorarlo di non andare via,di rimanere con lei.

Ma non lo fece.

Entrò in macchina e chiuse la portiera e quando fu abbastanza lontana da casa,lasciò che le lacrime scendessero silenziosamente e di nascosto.

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