Fragments Of Light Scattered in Darkness

di Kamelye
(/viewuser.php?uid=124097)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1; 5 Mesi Dopo: la Fiducia della Dolce Camelia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2; La Luce della Stella Nera ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3; Riunione Familiare? ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4; Buona fortuna, Stellina! ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Un nuovo inizio, o l'inizio della fine? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Fight or Die ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1; 5 Mesi Dopo: la Fiducia della Dolce Camelia ***


FOLSID 1
Fragments of Light Scattered in Darkness
 Capitolo 1:
 5 Mesi Dopo: la Fiducia della Dolce Camelia
 


Una ragazza dai capelli biondi stava scrivendo qualcosa su una lavagna, di fronte a tante testoline che la guardavano con occhi ammirati. 
-Hei Soul! vieni! è l'ora della dimostrazione pratica!- Gridò, per farsi sentire.
Niente da fare, l'aveva sgamato anche sta volta. Si era nascosto dietro la porta, ma era impossibile sfuggire al potere di percezione della Prof.ssa Maka Albarn.
Entrò ciondolante nella classe, dove un - oooh- di meraviglia lo accolse. Dopotutto, lui era Soul Eater, falce della Meister che aveva sconfitto il Kishin. Lanciò uno sguardo supplichevole alla ragazza, che però stringeva convulsamente un librone di minimo cinquemila pagine con un'espressione a dir poco assassina.
L'arma lasciò perdere e sempre con quel suo tipico sorrisino alzò lo sguardo verso la sua Meister, guardandola storto. 

-Tsk. D’accordo. Ma questo è molto poco figo.- disse il ragazzo, ormai rassegnato. Sospirando tese la mano a Maka, che la prese soddisfatta.
Voleva fare il duro, Soul, ma alla fine soddisfava sempre ogni suo capriccio. Sotto gli occhi sbrilluccicanti di tutti quei bambini, l'albino si trasformò in una lunga e affilata falce. 

-Bene bambini, ora fate come noi. Chi la possiede, usi la propria arma. Per chi ancora non ne possiede una, si alleni da solo. Oggi impareremo e basi per la tecnica delle “anime in risonanza”. State a vedere.-
Ormai la risonanza era una cosa che gli veniva naturale come respirare. Le mani unite trasmisero una scossa elettrica che risalì il braccio fino a congiungere le loro anime.
 Un 'oooh' meravigliato salì in coro dai bambini.

-Cavolo Maka, certo che ti viene molto bene la parte della maestrina- disse la falce, sorridendo sotto i baffi.           
-Ah-ah, davvero molto divertente, Soul- 
Percepì la sua arma fare il suo ormai classico sorrisetto sghembo, prima di tirare una corda che pendeva a poca distanza da lei. Si sentì un meccanismo cigolare sotto il pavimento, mentre la ragazza perfettamente composta iniziò a mettersi in posizione. 
E' incredibile. vero Soul? E pensare che sono passati cinque mesi... Solo conque mesi, da quando abbiamo battuto il Kishin... 
Vero, Maka. Questa normalità non fa proprio per i tipi cool come me...
Ahah, ma sentiti, parli come 
Black*Star 

Tsè, ma sentiti, parli come una senzatette...
Soul! Brutto...
La Meister non riuscì a terminare la sua lista di improperi.
Improvvisamente, dei bersagli iniziarono a spuntare ovunque: dal pavimento, dal soffitto, dalle pareti, tutti diretti verso la sua esile figura, che non si scompose minimamente. Aumentò la stretta sulla falce e iniziò a farla roteare con maestria.  La lama nera e rossa si ingrandì a dismisura, diventando splendente. Una scarica di energia pura attraversò le due anime fuse alla perfezione.
MAJINGARI!- disse, e con un solo fendente, spazzò via tutti quei bersagli. Alzò lo sguardo, senza trattenere un’espressione soddisfatta alla vista dello stupore dei suoi alunni. 
-Bene ragazzi, ora pro... –
Maka si interruppe:
un brivido le scosse tutta la schiena.
Sgranò gli occhi e si concentrò di più, coinvolgendo anche Soul. Aveva avvertito l’onda di un’anima. Un’anima particolare. Molto particolare.
No, ti prego, non di nuovo, non ora che abbiamo un po' di pace! 

- Ehi Soul, l’-l’hai sentita anche tu?? Santi kami, è... è un’anima spaventosamente potente!!-
 Ma chi potrebbe mai contenere un’anima così potente in un solo corpo?!
Pensò la Meister, visibilmente sconvolta.
-Soul! Dobbiamo avvertire subito Shinigami-Sama!-
L’arma annuì, e ritrasformata in forma umana, corse subito fuori. La ragazza disse ai suoi alunni che la lezione era finita, e che i compiti erano scritti alla lavagna. Poi si precipitò dietro la sua arma.
- Soul! Vado io da Shinigami -Sama, tu vai ad avvertire Black*Star e gli altri!-
- Umpf, d’accordo, ci vediamo la…- 


Vide la sua Meister arricciare il naso a quella risposta secca, ma non ci fece troppo caso. Facendo attenzione a non investire nessuno nella sua folle corsa, il ragazzo si precipitò nella palestra, dove sapeva avrebbe trovato quel pazzo di Black*Star. Ciò che aveva visto, grazie alla percezione dell’anima di Maka, era davvero inquietante. Perso nei suoi pensieri, nemmeno si accorse di essere arrivato davanti alla porta della palestra della scuola. Sperando che ci fosse anche Kid, la spalancò senza tanti complimenti, irrompendo nella sala, incurante di avere ancora un braccio trasformato in falce.

***

Un ragazzo dai capelli azzurri se ne stava in piedi al centro della sala, completamente immobile. Sembrava quasi che non respirasse.
Di fronte, invece se ne stava con una posizione molto più tranquilla e rilassata, un ragazzo dai capelli neri, con delle curiose
strisce bianche solo su metà della testa. Era evidente, si stavano fronteggiando.
-Tsubaki, Modalità Lama Incantata, subito!- Disse, con una voce profonda, che quasi non ti aspetteresti. Percepì la sua arma annuire e concentrarsi, fino a cambiar forma. Da una piccola lama, veloce e maneggevole, si era trasformata in una lunga katana completamente nera. Senza nemmeno dare il tempo all'arma di trasformarsi completamente, si scagliò contro il suo nemico urlando. Sarebbe sicuramente andato a segno, se prima di partire non avesse sbraitato dicendo:
-Kid, maledetto! Io ti batterò! Io sono, Black*Star e supererò anche gli dei!! YAHHOOO!!-
Infatti, per il suo avversario non fu poi tanto difficile schivare quegli attacchi, seppur velocissimi e precisi. Per un po’ si limitò ad indietreggiare. Poi, quando Black*Star pensava di averlo messo con le spalle al muro, Kid ribaltò subito la situazione, sparando vari e potenti colpi con le sue due pistole. Andarono a segno con una precisione chirurgica, spedendo l'altro a terra. 
-Black*Star, stai bene??-
Disse Tsubaki, sciogliendo la trasformazione. Cercò di sorreggere il suo Meister, guardandolo con occhi apprensivi e un po’ contrariati.
-Ma certo che sto bene, Tsubaki, con chi credi di parlare?! Diamine, io sono Black*Star, colui che supererà anche dio! Secondo te una carezza del genere può mettermi KO? Andiamo, ho combattuto anche il Kishin! Allora, ricominciamo?-
Disse, con uno sguardo deciso. La sua arma lo guardò con uno sguardo rassegnato, ma che mutò subito con uno d’incoraggiamento. Annuì, fiduciosa.
Kid, dalla sua postazione, osservava attentamente la scenetta che gli si presentava davanti. Era sempre la stessa, da quando, solo cinque mesi prima, avevano affrontato e sconfitto il Kishin. Black*Star si era convinto di non essere stato abbastanza forte, ed era da cinque mesi a questa parte che si allenava ininterrottamente, tutti i santi giorni. Inconsciamente, sorrise.
Quel ragazzo ha una volontà incrollabile,quasi quanto l’infinita pazienza che ha la povera Tsubaki nei suoi confronti. Ancora non riesco a capire come fa a sopportarlo. E' così… asimmetrico!!
Oh Kid, ma ancora non l'hai capito? 
Disse una Litz stupita. 
Perchè, cosa dovrei capire?
Il giovane shinigami percepì Litz darsi una sonora manata sulla fronte, sospirando sconsolata. Fece le spallucce, e tornò a guardare i due ragazzi che aveva davanti. 
Ogni volta che li vedeva insieme, combattere per i propri amici, per i loro ideali o per la libertà, Kid si sentiva orgoglioso dei suoi compagni. Si, anche se erano terribilmente asimmetrici.
-Litz, Patty, ora basta, riposiamoci un po’.- disse Kid,  avvicinandosi a Black*Star. D'un tratto, vide il ragazzo irrigidirsi e deglutire.
-Kid,  la senti ache tu? Questa presenza...- Disse il ragazzo, sconvolto.
-Hei, Black*Star, cosa ti succede? Ti ho colpito trop- non finì nemmeno la frase, ora conscio anche lui di cosa stava succedendo.
Un'aura si stava avvicinando lentamente alla scuola.
 
Oddio. Che sia... No, 
non è l'aura di follia emanata da un Kishin. Eppure, ha un che di oscuro... ma non sembra malvagio...  
Ma ciò che lo sconvolse di più, furono le parole dell'amico:
- Io la conosco. Ha qualcosa di familiare, ma non riesco a ricordare chi sia...-
 

Kid avrebbe pensato chce lo stesse prendendo in giro se non fosse stato serio, terribilmente serio. In quel preciso momento, la porta si spalancò, e i due ragazzi scattarono in piedi pronti a respingere un'attacco. Quando videro Soul sulla soglia, sudato ed ansimante per la corsa, abbassarono le armi, ma non Black*Star che teneva ancora alzata la sua Kusarigama stringendola convulsamente. 
-Hei Soul, si può sapere che diamine succede?-
- Non lo so, Kid. - disse ansimando per la corsa. -Maka ha avvertito un'anima spaventosamente potente avvicinarsi. L'ha fatta vedere anche a me, poi mi ha detto di correre ad avvertirvi. Dobiamo andare alla Death Room, subito!-
- D'accordo, andiamo. E speriamo bene- 
Disse, prima di avviarsi velocemente verso la stanza di Shinigami-Sama. Fu raggiunto in un batter d'occhio da Kid, mentre Black*Star rimase indietro, con un'espressione stranamente pensosa.
-Hei Kid, ma si può sapere cosa succede a Black*Star? Ha una faccia per niente cool.-
- Non lo so Soul. Ha percepito quell'anima prima di me. Sostiene di riconoscerla, ma non ricorda dove l'abbia conosciuta.-
L'albino si girò verso l'amico, preoccupato. Il ragazzo stringeva con forza il manico della Kusarigama, cercando di trarre forza dala vicinanza della sua arma. 
Non è possibile. sono sicuro di aver conosciuto quest'anima. ma dove? perchè non riesco a ricordare? Aaah, basta, non ci devo pensare. Il grande Me non ha pauradi niente. Se è un altro nemico, beh, se la dovrà vedere con il sottoscritto. Tsubaki, ci stai?
SI!
E ALLORA ANDIAMO! YAHOOO!! 
Con nuova sicurezza, aumentò l'andatura, superando velocemente i suoi amici
- NON MI FREGA ASSOLUTAMENTE DI QUANTO E' FORTE, QUANDO ARRIVERA', COMBATTERÀ CON IL SOTTOSCRITTO, E CAPIRA' CON CHI HA A CHE FARE!! IO SONO BLACK*STAR, E SUPERERO' ANCHE GLI DEI!! AMMIRATEMI, YAHHOOOOOO!!-
E partì a razzo, con una Tsubaki tornata umana che continuava a chiedere scusa a tutti coloro che la furia del suo Meister investiva senza pietà. Si voltò verso Kid, poi verso Soul.
Chi sarà il possessore di questa anima? E perchè Black*Star sostiene di conoscerla? Sarà amica o nemica? 
Sospirò. Poi sorrise, guardando la shiena del suo Meister che correva avanti a lei, deciso e implacabile. 
La sento, Black*Star. La tua determinazione, il tuo coraggio... li sento... Le trasferisci anche a me, facendomi sperare. Camminiamo insieme, Black*Star. Verso questa nuova avventura. Io ti seguirò.
Sempre.



Angoletto dell'autrice!
Halleluja, ecco finalmente il nuovo capitolo, revisionato e corretto! ho già gli altri pronti, quindi finalmente potrò aggiornare con una regolarità perlomeno umana!
Spero che vi piaccia, mi raccomando lasciatemi un commentino :D

-Kamelye

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2; La Luce della Stella Nera ***


FOLSID 2

Fragments of Light Scattered inDarkness
Capitolo 2:
La Luce della Stella Nera




Camminate l'uno accanto all'altra. Insieme, come sempre. Ti giri a guardarla. La ammiri per il suo coraggio. Sa perfettamente che per lei potrebbe essere pericoloso. Molto pericoloso. 
-Sei sicura di volerlo fare?-
le chiedi. 

-Si, sono sicura. E' da quando mi hai trovato che cerco delle risposte. Ora abbiamo trovato una traccia, e non ho alcuna intenzione di lasciarmela scappare. Voglio sapere, anche se sarà doloroso-
Sorride. La guardi, cercando una traccia di paura o insicurezza nei suoi occhi blu cobalto. Sorridi anche tu, non trovandone. Lei tira fuori una mappa. Controlla attentamente la carta, facendo scorrere le lunga dita fasciate
sulla superfice ruvida. Vi incamminate, insieme. Dopo circa un'ora di cammino arrivate ad un villaggio, abbandonato da anni. E' la vostra destinazione. Alla fine, dopo tanti sforzi e ricerche, ce l'avete fatta. Le sfumature dei suoi occhi hanno cambiato colore. Blu e verde si mescolano alla perfezione, sincronizzati con le sue emozioni. Pensi che sia bellissima, ma non glielo dirai mai. Sai che può essere pericoloso per la sua anima, già abbastanza compromessa. E sai anche che questa è solo una scusa. La verità è che hai paura, paura. Una paura folle. Ti riscuoti, non appena noti che si irrigidisce improvvisamente. Inizia a correre e tu la segui. Varchi il cancello in rovina di quel villaggio, rosso di sangue e ruggine, un brivido i percorre la schiena quando intravedi una stella nera.

-
Dannazione, l'ho persa di vista!! AKIRA?! dove sei! AKIRAAA!-
Poi accade. Un'onda dell'anima che aumenta a dismisura. La terra trema. Alcune case intorno a te stanno per cedere. Corri. Veloce, più veloce, anche se ti scoppiano i polmoni, e la polvere ti entra negli occhi.  Eccola li. E'
dentro una casa, parzialmente crollata. In ginocchio, la vedi stringere convulsamente qualcosa. Corri verso di lei. La prendi per le spalle, la scuoti, cercando di farla reagire. Poi incontri i suoi occhi.  Ogni speranza dentro di te svanisce. Sono vacui, come in trance. Un'idea ti attraversa la mente, come un lampo. Sta ricordando. Ce l'avete fatta. Era quello il vostro obbiettivo: farle recuperare la memoria. Improvvisamente la tua gioia sparisce, e si tramuta in terrore. Le fasciature sulle braccia si disintegrano, rivelando un arabesco nero che le attraversa tutta la lunghezza delle braccia. Era illuminato da una luce sinistra. Sulla spalla sinistra, ora scoperta, spicca il tatuaggio di una stella nera.

Un urlo disumano scuote la sua esile figura. Poi un altro, e un altro ancora. -
No, Akira, NO! Non puoi cedere! non adesso!-
Niente da fare. La sua anima è completamente impazzita. Ti scaglia via. Ti rialzi, incurante del dolore, e la raggiungi. Ti chini su di lei, la abbracci forti, le dici che andrà tutto bene. Preghi che sia così. Ma ormai la sua anima è completamente fuori controllo. Sta per morire. E tu non puoi permetterlo. 
Non vuoi. Stringi ancora di più quel corpo, dall'anima distrutta dal dolore. Liberi il tuo potere. Soffrirà, ma è l'unica soluzione. -Anime in Risonanza!!-

Appena entri in contatto con l'anima distrutta di lei, un dolore straziante ti investe. La sua sofferenza si riversano della tua mente, insieme ai suoi ricordi. In un attimo, vedi le sue memorie passarti davanti, come in un film. Memorie che qualcuno aveva celato, ma che ora ritornano alla luce. Tuttavia, a volte, la luce può anche accecare.

 

***

 
Sette ragazzi entrarono di corsa nella Death Room, dopo che una furia dai capelli blu aveva dolcemente sfondato la porta urlando. 
-FATE SPAZIO AL GRANDE ME!! ALLORA, CHI E' QUESTO NUOVO NEMICO CHE VUOLE RUBARMI LA SCENA?! IO GLI SPACCO IL CULO, YAHOOOOO!- 
Dei goccioloni stratosferici si materializzarono sulle teste dei suoi compagni. 
-Eccovi qua ragazzi miei, sapevo che sareste venuti qui senza neanche avere bisogno che vi chiamassi. Non è vero, Maka-chan?♪-

disse il Sommo Shinigami con la sua strana voce. La ragazza, seppur imbarazzata, si riscosse subito. Allontanato il padre Spirit a furia di Maka-chop, disse, apprensiva.
- Shinigami sama, ho percepito un'anima spaventosa!- 
-L'abbiamo avvertita anche noi, che non abbiamo il potere di Maka della percezione delle anime! Dicci Padre,  è per caso un nuovo nemico? Un Kishin si è forse risvegliato? Avanti, parla!- rincarò Kid
-oh, no no ragazzi, avete preso un granchio!- disse il Sommo, agitando le grosse mani bianche. -E' vero, l'anima che avete percepito è anomala. Ma non è malvagia, anzi, appartiene a uno studente della Shibuseeen♪ state pure
tranquilli- 
Si sentì un sinistro rumore di mascelle crollate, insieme a numerosi respiri di sollievo.
-Questo studente, o meglio, studentessa, è partita un anno fa insieme alla sua arma per capire come spezzare il sigillo che occultava la sua memoria♪- disse con la sua curiosa voce. 
Poi si girò, richiamato da un trillo proveniente dal grande specchio che aveva di fronte. La superficie liscia diventò nera e si increspò, ondeggiando più volte.  Dopo pochi secondi, il nero lasciò il posto alla figura di un ragazzo, seduto su un tappeto davanti ad una ragazza stesa a terra vicino a lui. Il ragazzo aveva delle occhiaie spaventose, come se non riuscisse a dormire da giorni.
-Allora Ryan-kun, come sta la piccola Akira-chan?-
-Scusi se la interrompo, Shinigami-sama. Ha per caso detto "occultati", poco fa? -
chiese una Litz piuttosto nervosa. 
-Si mia piccola Litz. Voglio dire che Akira-chan non riusciva a vedere i suoi ricordi perchè qualcuno li aveva "bloccati". Non è così, Ryan-kun?-

Il ragazzo allo specchio annui. 
Non sembra un tipo di molte parole, eh Maka?
Vero Soul. Inoltre, questa storia non mi convince per niente. Non mi fido molto. L'hai sentita anche tu la potenza di quell'anima. Non può appartenere ad un semplice studente. Qui c'è qualcosa che non quadra...
Mah, stiamo a vedere...
-
ALLORA PLEBEI!! VOLETE FAR CAPIRE QUALCOSA ANCHE AL  GRANDE ME O DEVO ASPETTARE A LUNGO?!- 

-Black*Star ti prego, smettila, ora vedrai che ci piegheranno tutto...- disse piano Tsubaki, diventando rossa per l'imbarazzo.
-Ragazzi, per favore, fate un po’ di silenzio... non posso vivisezionarvi, qui davanti a tutti...- 
L'intero gruppo si irrigidì all'istante, ragazzo allo specchio compreso. Si girarono lentamente tutti insieme, con delle facce terribili, pregando i kami che non fosse lui.
-Oh, andiamo caro, non devi spaventare i ragazzi in questo modo.-
Disse un'altra voce, molto più dolce. 

-Ben tornato, Prof. Stein. Marie-chan! Non ci credo, sei tornata tutta intera dalla luna di miele! ♪- 
disse il Sommo. La dolce Death Schyte e l'inquietante professore, infatti, erano partiti subito dopo le nozze, avvenute qualche settimana prima. Ma la cosa più sensazionale, era che Marie era tornata tutta d'un pezzo. L'ex professoressa si esibì in una risata nervosa, quando la voce profonda del marito richiamò tutta la marmaglia all'ordine.
-ahem, se non vi dispiace, ora che ci siamo allegramente salutati, io vorrei sentire la storia che ha da raccontarci il nostro giovanotto, li di fronte.-
Ricordandosi il motivo per cui si erano precipitati li, tutti i ragazzi si piazzarono davanti allo specchio, attenti.

-Forza caro, parla. Ti ascoltiamo. - 
Il ragazzo allo specchio annuì, e iniziò a parlare.
- Grazie signorina Marie. Come tutti avrete capito, il mio nome è Ryan, Ryan Aikage. Sono l'arma di Akira Kurohoshi*, Meister della Shibusen.-
Al pronunciare di quel nome, tutti i presenti si girarono verso Black*star, che aveva assunto un colorito marmoreo. 

Non è possibile. No, non può essere vero. 
Pensò il ragazzo, sgranando gli occhi.

-Io e Akira abbiamo seguito il vostro consiglio, Shinigami-Sama. Abbiamo viaggiato molto, ed alla fine abbiamo incontrato la strega. Come avevate detto voi, è ancora una bambina, ma il suo potere di tracciamento è potente. Prima però abbiamo dovuto combattere con un certo Mifune.-
Tutti, tranne il Sommo Shinigami sobbalzarono. 
-Esatto ragazzi, sta parlando della piccola Angela, la strega bambina♪ A quanto pare i suoi poteri si sono rivelati♪-

-Precisamente Shinigami-Sama. Ed è anche molto potente! Per non parlare della sua guardia del corpo. Aveva un'anima straordinaria. Abbiamo dovuto usare il nostro attacco migliore per metterlo KO. Comunque, la piccola strega ha tracciato il Percorso dell'Anima** di Akira senza nemmeno aver visto il tatuaggio sulla sua spalla. Ha dato una mappa e ci ha indicato la via per questo villaggio abbandonato. Li, appena arrivati, la mia Meister haavuto un'altra delle sue crisi... E' entrata in una specie di trance, e credo che stesse recuperando la memoria. Poi... deve aver vesto qualcosa che l'ha sconvolta perticolarmente, e i sigilli hanno ceduto...- 
Il ragazzo strinse i pugni così forte da ferirsi le mani. Abbassò lo sguardo, frustrato. Tutti quanti rivolsero uno sguardo interrogativo e preoccupato verso Shinigami-sama, che per la prima volta quel giorno, parlò con una voce seria e affranta.

- Ragazzi miei, è molto brutto ciò che capita alla povera Akira-chan. Vedete, lei ha un bel problema. La sua anima è troppo potente, e il suo corpo e la sua mente non riescono a contenerla. Infatti, a volte, perde il controllo, e libera tutta la sua potenza. Ecco perchè l'avete percepita anche voi, fino a quaggiù... ed è una cosa molto, molto pericolosa. Se non viene fermata in tempo, l'anima consuma il proprietario, uccidendolo.Tuttavia, qualcuno che Akira-chan non riesce a ricordare le ha apposto dei sigilli sulle braccia che limitano la sua anima... E' un processo che tuttavia non basta. Ma vedo che comunque Ryan-kun è riuscito a salvarla, no?♪-
-Si ma... questa crisi è stata più violenta delle altre. Molto più violenta. Non si è ancora svegliata. Penso che stia ancora assimilando i ricordi. E' stato terribile, mi creda Shinigami-Sama e io non sono riuscito a fare niente per evitarle quella sofferenza-
disse nuovamente Ryan, con lo sguardo mesto.
-Mal l'importante è che ora si sia stabilizzata, giusto? Non dovresti incolparti, le hai salvato la vita...- disse Marie, con un sorriso incoraggiante.
-Grazie, signorina Marie, ma... per fermare la sua crisi, ho attivato la Risonanza. E' stato veramente terribile.
Nel momento in cui eravamo in contatto, sono venuto anche io a conoscenza dei suo passato. Sono rimasto sconvolto. Non mi stupirei se questa volta lei non... non...-
Non riesce nemmeno a finire la frase. Pensò Stein, sbuffandoL' anima di quella ragazza è terribilmente instabile. Se non ci fosse quella della sua arma a sostenerla, impazzirebbe. Forse, sta volta non ha retto e si è sfaldata. Non mi stupirei se questa volta, lei non tornasse indietro. Non è improbabile.
- Cosa ne pensa, professor Stein?-
-Ti dirò, Soul. Penso che questa volta, potrebbe veramente essere stata decisiva, per l'anima di quella ragazza.
Tuttavia, credo che il legame che la lega alla sua arma e viceversa, sia così forte da essere un mezzo per "tornare indietro".-
Tutti i presenti deglutirono pesantemente. Ryan sorrise, con un sorriso spento, tirato. Poi, l’illuminazione. -Professore-  disse, attirando l'attenzione di Stein - Non cacciamo anime da quasi otto mesi... Potrei riuscire ad assorbire la sua energia in eccesso!- Il professore si rigirò la sigaretta tra le dita, pensoso. Poi, piano, annuì.
-Ehi, che vuoi fare?! Così rischi di essere risucchiato anche tu! -
Urlò Maka a Ryan, avendo capito tutto. 
-Fermo, non lo fare!- disse Kid. 

- Zitti. Lasciatelo perdere. E' l'unico che può salvarle la vita. Devi solo darle una ragione per continuare a vivere.- disse Stein, con un sorrisetto poco rassicurante, mentre si accendeva una sigaretta. 
-Ma così si farà ammazzare!-

All'ennesima protesta, il Professore estese la sua Onda dell'Anima verso tutti i presenti, che attraverso i suoi occhi furono in grado di vedere le anime dei due ragazzi attraverso lo specchio. Uno Ying e uno Yang,
perfettamente fusi tra loro, uguali ed opposti.
-Vedete? Lui è pronto a morire.- 
Disse, ammiccando prima verso Soul, che sosteneva una Maka un po’ scossa per le anime di quei due, poi verso Ryan.
Lui sorrise, mesto ma sincero.

-La riporto indietro...-

Ringraziò tutti per poi allontanarsi dallo specchio, andando vicino alla sua Meister. Lo videro prenderle la mano, e
Stein e Maka videro l’anima del ragazzo attivare la sua Onda dell'Anima.

Un urlo, una luce accecante, poi la comunicazione saltò. Per la sorpresa, tutti si erano alzati di scatto, e ora erano immobili, come delle statue. 
-DANNAZIONE!! VEDI DI TORNARE INDIETRO, COMUNE MORTALE! NON PUOI SCHIATTARE SENZA PRIMA AVER VISTO LA MIA IMMENSA GLORIA ED ESSERE BATTUTA DAL SOTTOSCRITTO!! SONO STATO CHIARO?!-
- Bravo Black*Star, è così che si parla!- 
- MA OVVIO SOUL!! ehehe- i due si batterono il cinque, complici della stessa stupidità. Dopo essere stati annullati da alcuni Maka-chop, finalmente tornò un po' di quiete.

-Kid, figliolo, vai a prendere dall'archivio segreto della scuola le schede di Akira-chan e Ryan-kun. C'è una cosa che vorrei mostrarvi. Soprattutto ad uno di voi♪-
-Certo Padre. Vado subito.-
Otto minuti spaccati dopo era li davanti, con due schede in mano. 
-Black*star, ragazzi, venite qui un momento per favore - 
Disse il Sommo, perdendo di nuovo il suo tono scherzoso.

Quando furono tutti intorno a lui, il Sommo tese la mano con la scheda di Akira a Black*star. Lui la prese, e senza dire una parola, la aprì, e lesse. Tsubaki, che era accanto a lui e poteva leggere, si mise una mano sulla bocca, sconvolta.

Oh mio dio.

Il ragazzo teneva in mano la scheda che Shinigami-sama gli aveva passato. No, non era possibile. Non poteva essere vero. Lui era solo, non c'era nessuno come lui. Erano tutti morti. 
Eppure, la scritta su quel foglio era chiara.



AKIRA KUROHOSHI
del Clan della Stella

 

***

*Kurohoshi= In giapponese vuol dire Stella Nera
** Percorso dell'Anima= E’ il potere (assolutamente inventato)che ho attribuito alla piccola strega Angela, che nell’anime non ha ancora sviluppato i suoi poteri. Permette di trovare il  “ percorso” che un’anima ha svolto nella sua vita, attraverso qualcosa di particolare di chi si vuole rintracciare. Ad esempio, in questo caso la piccola ha trovato il luogo di nascita di Akira.

 

Angolino piccino picciò!

Ecco finalmente il secondo capitolo, riveduto e corretto! fra una settimana esatta pubblicherò il prossimo :D Spero che vi piaccia! In caso ci sia un qualsiasi errore, fatemelo sapere con una recensione <3 :*

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3; Riunione Familiare? ***


FOLSID 3
Fragments Of Light Scattered in Darkness

Capitolo 3:

 Riunione familiare?




Buio. Tutto ciò che i tuoi occhi distinguono è Buio. Un buio denso, quasi palpabile. D'un tratto, riesci a vederla. E' li,  davanti a te. Le prendi una mano. Una luce ti abbaglia. Ora non sei più nel buio, ma circondato da un enorme prato d'erba. Davanti a te, lei ti guarda con occhi tristi. Cerchi di parlare, ma nessun suono ti esce dalla gola. Lei ti mima qualcosa con le labbra, ma non riesci a capire. Si incammina, e tu la segui. Lo scenario sfuma, cambia, diventa indefinito, fino a scomparire. Poi, un villaggio. Lo riconosci, è proprio il villaggio abbandonato dove il suo incubo è cominciato, il villaggio del Clan della Stella. Tuttavia, ora le case sono perfette. Nessun rampicante, ne crepe, nulla. Bambini corrono spensierati per le vie, nessuno sembra accorgersi di voi. Camminate per le strade, tra la gente, invisibili. Poi però un bambino si avvicina, correndo. Ti sta venendo addosso, cerchi di spostarti. Ma non c'è bisogno.Ti passa attraverso. Stupito, ti giri verso di lei, che ti sorride, ma di un sorriso spento, come se sapesse che qualcosa di brutto sta per accadere e continua ad andare avanti, verso una meta precisa. Poi capisci.
"Sto vedendo i suoi ricordi."
Appena hai questa consapevolezza, lo sfondo inizia a vorticare velocemente. Si sfoca e si sforma, si incupisce poi si illumina, un immenso caos di immagini, apparentemente prive di senso
Rivivi con lei, in prima persona, il suo passato. Come se fossi tu a compiere le azioni e scegliere le decisioni. Tutto in un millesimo di secondo, o in una vita intera. Non lo sai. Hai perso la concezione del tempo. Molte cose ti rimangono impresse a fuoco nella memoria, altre scivolano via. Poi, tutto si ferma, come è iniziato. Resti sconvolto da ciò che hai visto. Ti guardi intorno, ma lei non c'è. E' sparita. Che sia stata inghiottita dalla Follia? No, non lo permetterai. Non di nuovo. Non come allora. Corri, come mai prima d'ora, ma non sai se stai andando avanti. O indietro. Destra, Sinistra, Alto, Basso, Indietro... Avanti...
Non sai più dove stai andando. Non sai nemmeno se stai andando. E dove. E come. Allora ti fermi. Ma non sai dove andare. Allora si, perché no, scegli una direzione a caso.
E avanzi
.
Non sai come, ma avanzi. L'oscurità perpetua si apre come un velo. Eccola li,  distesa sul "terreno", priva di sensi. Corri da lei, e questa volta vai avanti. La raggiungi, la scuoti, la chiami, ma niente, non si sveglia. E la sua mente è sempre più debole. Lo sguardo corre sulla sua figura esile, soffermandoti sulle braccia. Gli arabeschi neri si sono ingranditi, fino a cingerle tutte le spalle lasciate scoperte dal vestito nero. Ti fa male vederla così. Alcuni arabeschi si separano dalle sue braccia, e la tengono ancorata a quella sorta di oscurità solida. 

-E' la sua anima.- pensi. 
Un sussurro. Ti ha accarezzato per un secondo, troppo flebile per essere udito. Poi un altro, e un altro ancora. 
Perché... Perché...
- Akira! Ti prego svegliati!!-
Perché...Perché dovrei?
Sussulti. E' la sua voce. Eppure, lei è immobile, tra le tue braccia, con il viso contratto in una smorfia di dolore, che respira appena. 
Perché... Dammi un motivo... Io ho...
- Akira! Akira! Ti prego apri gli occhi!!-
Io ho... Mio padre... Ma-madre..
- No Akira non è vero! Non sei stata tu!!-
Io ho ucciso. Tutti loro. Sono stata io.
- No Akira. Non è stata colpa tua. E lo sai. Non è per questo che si è sacrificata.-
Perché dovrei... Perché dovrei tornare a vivere... A soffrire... Dammi un solo motivo...
- Perché non sei l'ultima Akira! Non sei più sola... lui è sopravvissuto. Perché l'abbiamo trovato, Akira... tuo fratello... è ancora vivo!-
E'...  vivo? Mio... mio... 
Una lacrima scivolò sul viso della giovane, prontamente asciugata da una mano del ragazzo che la sorreggeva.
Due occhi di un blu fosforescente si spalancarono. Il ragazzo sentì i sigilli stabilizzarsi. Una luce potente scaturì dall'anima della ragazza, che si espanse, fino a purificare tutta la Follia che li circondava. L'oscurità venne sostituita da un bianco abbacinante, puro. Il ragazzo vide l'anima di lei alzarsi, ora ferma sulle gambe. I sigilli sulle braccia non si erano ritirati, anzi, ora sembravano più forti. Le sue labbra erano piegate in un sorriso, su un volto ora sereno. Era ancora incatenata, e il dolore era terribile, ma ora aveva una ragione per andare avanti. Anzi, due. L'unica cosa che il ragazzo riuscì ad udire e a vedere in quel bianco che oscurava la vista, il sorriso di lei che lo aveva tanto stregato, e un sussurro:
Grazie
***
-Black*star? Black*star cos'hai? Avanti, rispondi!- 
Niente da fare, il ragazzo era paralizzato. E con lui Tsubaki, che si teneva una mano sulla bocca, stupita. Kid gli prese il foglio dalle mani, ed iniziò a leggere. Poi sconvolto, lo passò a Maka, che lo passò a Soul. Che lo passò a Marie, ed infine a Stein. Tutti contemporaneamente alzarono lo sguardo verso Shinigami-sama, sconcertati.
-Ebbene si ragazzi miei. La nostra piccola Akira-chan, assieme a Black*star, appartiene al Clan della Stella. E c'è anche un'altra cosa, che però non sta a me rivelarvi. -
Tutti si girarono verso Black*star, in attesa di qualcosa. Un gesto, una parola uno urlo, uno sclero, qualunque cosa. Ma niente. il ragazzo non accennava a muoversi. Tsubaki allora si mosse e si avvicinò al suo meister, mettendogli una mano sulla spalla. Tremava. Il tremore diventò evidente, e alla fine...
...
...
-AHHAHHAHAHHAHHAHHAHHAHHAHHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAAHAHAHAH!!
 CHISSENE FREGA, TANTO NON RIUSCIRA' MAI A RUBARMI LA SCENA BWAHAHHAHAHHAHHA!!!
La risata sguaiata del ragazzo si propagò per tutta la Death Room, accompagnata dai goccioloni stratosferici dei presenti con annessa caduta.
Questo tizio è assolutamente pazzo. Pensò Stein.
La risata di Black*Star contagiò anche gli altri, che si ritrovarono con le lacrime agli occhi, tenendosi la pancia.
Guarda come li ha tirati su di morale. Prima le loro anime erano tese come corde di violino. Vorrei... vivisezionarlo... 
Una mano gli accarezzò la spalla, trasmettendogli una piccola scarica elettrica, che ebbe il potere di calmarlo nel profondo.
-Stai bene, caro?-
disse Marie, preoccupata. L'uomo annui, lanciandole un'occhiata di profonda gratitudine. Quella donna era capace di tirarlo fuori dalla follia più profonda. Si girò verso di lei e le prese la mano.
Ma guardati, arrossisci come una bambina alla prima cotta. 
E' una piccola vendetta, per caso, signor scienziato?
Ma certo signorina. Per il fatto che mi salva sempre dalla follia, ma mi fai impazzire. 
Ma è proprio questo che amo di te, svitato
E quello fu il turno di Stein di arrossire.
-ora che ci penso, Black*star, potrebbe essere questo il motivo per cui conoscevi l'anima di Akira...-
-mmh, si, penso che ti abbia ragione, Maka-chan- s'intromise Shinigami.
-Shinigami Sama, cosa avete pensato di fare con Akira e Ryan? L'anima della ragazza è incontrollabile, è troppo potente per tenerla qui alla Shibusen! E' troppo pericoloso per la mia Makina!- disse Spirit, attaccato alla gamba di sua figlia, che lo spedì lontano con un calcio.
-Ma proprio perché è così instabile che dobbiamo tenerla qui. Potremmo aiutarla noi!-
- GIUSTO TSUBAKI!! POI AVRA' BISOGNO DI RECUPERARE TUTTO IL TEMPO CHE HA PERSO PER ADULARMI!! AHHAHAHAHAHA!!-
E di nuovo ci fu una risata generale. Shinigami si girò verso Black*star.
E' davvero incredibile, ha mandato giù la notizia con una presenza di spirito ammirevole. Ooh, ma che bravi ragazzi che abbiamo alla Shibusen!Ha anche detto che voleva sfidare la piccola Akira-chan! Ihih, spero che non si faccia troppo male! 
Maka si era allontanata momentaneamente dal gruppo, e ora si stava concentrando. Aveva sentito le anime di Ryan e Akira fondersi perfettamente, per poi diminuire di colpo.
-ehi Maka, tutto bene?-
-uh, si Tsubaki, è tutto a posto. Solo... -
-Dai dimmi. -
-Uff senti... Lo so che ora siete tutti molto contenti, perché Black*star ha trovato un altro esponente del suo antico clan, ma... Proprio per questo mi preoccupa... Insomma, il Clan della Stella era rinomato per le sue malefatte... Io non mi fido per niente di quella ragazza, ecco. Poi la sua anima... Rabbrividisco solo al pensiero! Era... Mostruosa.-
Tsubaki si prese un attimo per riflettere, valutando con attenzione le parole dell'amica.
In effetti Maka ha ragione. Black*star è un conto, quando il clan è stato sterminato lui era troppo piccolo... E noi non sappiamo niente di questa Akira. Eppure, Shinigami ha detto che fa parte della Shibusen da più di un anno...  
- Ora che mi ci fai pensare, anche a ma sembra strano, ma Shinigami-Sama ha detto che fa parte della Shibusen da parecchio tempo. Se avesse avuto intenzioni bellicose, avrebbe agito molto tempo fa, non credi anche tu?- disse infine la ragazza sorridendo. Maka sorrise di rimando, leggermente tranquillizzata.
Forse Tsubaki ha ragione, mi sto preoccupando per niente... Ma qui c'è qualcosa che non mi convince...Comunque è un bene farla rimanere qui alla Shibusen. Potremo controllarla meglio e più efficacemente.
La bionda ri accarezzò il codino destro, annuendo fra se' e se'.
- Shinigami-Sama, anche io voto per tenere qui alla Shibusen Akira. Sarebbe più pericoloso lasciarla, se è così instabile. Potrebbe farsi male: nonostante abbiamo eliminato il Kishin, la Follia è ancora in agguato...-
-Beh, vedo che siete tutti d'accordo♪- disse, spendendo lontano uno Spirit supplicante con un devastante Shinigami-chopp.
Tutti i ragazzi annuirono contemporaneamente, e in quell'esatto momento la superficie dello specchio che avevano di fronte si increspò, rivelando l'immagine di Akira. 
Tutto si aspettavano, tranne che una ragazza dai lineamenti dolci e due grandi occhi blu. 
- Salve Shinigami-Sama, come va? E' un anno che non vi sentiamo!.- disse la ragazza sorridendo.
Tutti trasalirono, tranne Shinigami e Stein.
Ha una voce molto dolce! E chi se lo aspettava, da un membro del Clan della Stella! Beh, con Black*star come esempio, ci aspettavamo qualcosa di completamente diverso...pensò Soul, sghignazzando
-Akira-chan, vedo che stai bene! Oh, che sollievo♪Allora, quando pensi di tornare?-
-Al più presto, Shinigami-Sama, non appena questo dormiglione si sarà svegliato- rispose la ragazza, indicando con un sorriso divertito Ryan, che se la ronfava alla grande.
Deve essersi stancato parecchio, per trattenere la sua anima... pensò Stein, pragmatico come sempre.
-Piccola Akira-chan, appena tornerete vi metterò al corrente di tuuutto ciò che vi siete persi. Inolte farete parte della squadra dei qui presenti ragazzi. Su, forza, presentatevi!♪-
-Ciao, io sono Death The Kid, o anche Kid, e queste sono le mie armi, Litz e Patty Thompson-, disse lui, cercando di non essere sconveniente e perdere sangue dal naso per l'asimmetricità di Akira.
-Ah, tu devi essere il figlio di Shinigami sama! Molto piacere!
-Maka Albarn, piacere.
-Io sono l'arma più figa del mondo, Soul Eater Evans, piacere
-Albarn? allora tu sei la figlia di Spirit! Tuo padre mi parlava sempre di te, sono felice di incontrarti-
disse, con un sorriso così genuino che Maka si sentì un po' in colpa, per aver dubitato di lei.
-AMMIRAMI, IO SONO BLACK*STAR,COLUI CHESUPERERA' ANCHE GLI DEI E LEI E' TSUBAKI, LA MIA ARMA!! ANCHE SE SEI DEL CLAN DELLA STELLA, DOVRAI ADULARMI COME UN DIO, YAHHOOOOOOO!!-
B-Black*star?! 
Tutti videro la ragazza diventare più rigida di un pezzo di marmo.
Black*star, ma sei idiota?! Speriamo non perda il controllo...pensò Kid.
- Ehm... piacere, io sono Tsubaki. Mi fa piacere sapere che il mio meister abbia trovato un altro esponente del Clan della Stella. Spero che ti troverai bene nella nostra squadra...-
disse timida, guadagnandosi la stima di tutti i presenti in un colpo solo.
Tsubaki, sei un genio. Pensò Maka, rivolgendo uno sguardo pieno di gratitudine all'amica.
Akira, dopo un attimo di sbigottimento e di farfugli, si rilassò, riscossa dalla dolcezza della ragazza.
- Grazie Tsubaki. Lo spero anch'io. E Black*star, qualcuno mi ha riferito che volevi una sfida...-
-OH SI, APPENA SARAI ARRIVATA ALLA SHIBUSEN, COMBATTERAI CON IL GRANDE ME! DOVRESTI ESSERNE ONORATA!! NON HAI SPERANZE, COSA PUOI FARE TU CONTRO COLUI CHE SUPERERA' ANCHE DIO  AHHAHHAHAHHA!  -
E' esattamente come tanti anni fa... Non è cambiato per niente...Pensò la ragazza, sorridendo commossa.
-E sia, allora!-
disse contenta. I presenti fecero non poca fatica a collegare quella figura che ora sorrideva divertita allo show di Black*star all'anima che avevano percepito prima.
Poi un mugugno richiamò la loro attenzione. Akira si girò in fretta verso il ragazzo accento a lei, che si stava svegliando.
- Uhn... A-Aakira... eh?! Akira, sei tu? Stai bene? -
disse, trafelato. La ragazza fece una risatina e scambiò qualche parola con il ragazzo che gli spettatori non afferrarono, poi annuì.
-Allora Shinigami-sama noi arriveremo tra qualche ora. A presto!-  disse, per poi chiudere la conversazione.
-Molto bene ragazzi, avete sentito? Akira e Ryan arriveranno a breve. Accoglieteli calorosamente! Bene, ora potete tornare alle vostre occupazioni♪-
Il gruppo annui, e fece per uscire.
Nella stanza rimasero solo Stein, Marie, uno Spirit ancora malconcio e Shinigami. Si era creato un silenzio piuttosto pesante, che fu proprio il Sommo a rompere.
- Allora, cosa ne pensate?-
- Le dirò, Shinigami sama- disse Stein, mentre si accendeva una sigaretta. - Secondo a quanto ho potuto vedere in questo anno, quei due si sono allenati moltissimo per contenere l'anima di Akira.-
L'uomo iniziò a girare la vite che gli attraversava la testa, facendo alcuni calcoli. Poi fu Spirit, nuovamente lucido, a prendere la parola.
- Inoltre Shinigami, come lei sosteneva, pare che l'aver recuperando la memoria abbia rinforzato i sigilli che contengono la sua anima... non dovrebbe avere più quel tipo di problemi, se non sollecitati, almeno.-
- Si, hai ragione, Spirit. Poi, stare vicino a quei ragazzi non può farle altro che bene.-
-Tuttavia, Shinigami... C'è ancora qualcosa che possiamo fare, per evitare che faccia danni a qualcuno...-
-Ah si? E di cosa si tratta? Dicci pure, Stein...-
 ***
-RYAN!! Oh per l'amor del cielo, stai bene?!-
-S-si, credo... E tu??-
-Io BENONE! Non mi sono mai sentita meglio! Posso controllare la mia anima! O quasi...- Ridendo, corse fuori, godendosi il calore del sole che la riscaldava.
-Su, avanti dormiglione, esci fuori, c'è un sole meraviglioso!- E iniziò a correre. Sopra le pietre, aggirando le colonne spezzate, le case in rovina. Lentamente il ragazzo uscì, e rimase sbigottito.
Ma come diamine fa ad essere così allegra e pimpante, lo sanno solo i kami. Disse fra se e se, dandosi una manata in fronte.
La ragazza gli passò davanti, ridendo come una bambina, e lui la fermò mettendole una mano sulla testa.
- Ehi nanetta, fermati, per cinque secondi...-
Lei lo guardò negli occhi, gonfiando le guance.
-Brontolone- disse, con un tono da bambina che lo fece scoppiare a ridere. Poi Akira gli tese e mano e Ryan la afferrò, trasformandosi in naginata. Ed iniziò.
Con la sua arma roteava e falciava nemici immaginari con precisione chirurgica, quasi stessero danzando ad ogni fendente. Il corpo flessuoso della ragazza
si muoveva fulmineo da una parte all'altra dello spiazzo erboso, sopra una tappeto di foglie secche. Ogni passo, ogni movimento, era una musica, accompagnata dallo scrosciare delle foglie,in un turbinio di colori. Poi, come a rallentatore, la ragazza vide una foglia volteggiare davanti ai suoi occhi. Pochi attimi dopo, le due parti si accasciavano al suolo. Gli occhi della ragazza brillavano come due zaffiri, incorniciati dai capelli neri e blu. Si muoveva agile tra le macerie del villaggio, la lama della sua arma che fischiava alla luce del tramonto che li inondava di una luce calda. Quando si fermarono, le foglie rese ancora più rosse dal sole calante, continuarono a vorticare per un po', volteggiando fino ad accarezzare la terra.
Il ragazzo si ritrasformò in forma umana con un sorrisetto ironico sulle labbra, e di nuovo poggiò la mano sulla testa della sua meister, patpattandola come un cagnolino.
-E brava nanetta, va molto meglio a quanto vedo.- disse.
-NANETTA A CHI?!
Urlò lei, cercando di picchiarlo. Il ragazzo non trattenne una risata sguaiata: Akira, per quanto si impegnasse, non riusciva ad arrivare al suo viso, dato che come altezza la sovrastava di una buona manciata di centimetri.

-Uffaaaa ahahah- rise lei, prima di perdere l'equilibrio e rovinare addosso alla sua arma.
oddio
...
...
...
-TOGLITI DA LI SOTTO, BRUTTO PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO!! TOGLITIIIII-
Ed iniziarono a rincorrersi, mentre Akira gli tirava dietro le peggiori imprecazioni ed epiteti possibili. Montarono sulla moto, che iniziò subito a rombare. Destinazione: Death City, Nevada.
***
-Ma si può sapere quando arrivano?! IL GRANDE ME E' STUFO DI ASPETTARE!!-
-Oh, andiamo, Black*star, ci metteranno qualche ora ad arrivare, hai sentito il sommo Shinigami...-
disse Tsubaki, cercando di calmarlo almeno un po, ma niente, il suo Meister era iperattivo.
Cavolo, non so davvero più che fare per calmarlo. 
-Ehi ragazzi, perché non andiamo a fare una partita di basket al campo?-
disse Kid, salvando Tsubaki dalla sua prima possibile crisi isterica e Black*star da un Maka chopp già pronto a colpire, implacabile.
-Perché no, grande Kid!!- disse Soul, sghignazzando perché Maka non era riuscita a sfogare la sua furia. Ma la ragazza lo capì, e un Maka chopp dritto in fronte non glielo tolse nessuno.
Così, tra le urla eccitate di Black*star, Maka che trascinava un Soul ancora agonizzante con una graziosa fontanella di sangue, Litz che si lamentava che si sarebbe sicuramente spezzata un unghia e Patty che correva in groppa ad una giraffa gigante, il gruppo si avviò verso il campo.
Poco dopo, erano già ansimanti e sudati, mentre cercavano di togliersi la palla a vicenda. Entrambi i capitani delle squadre erano molto motivati a vincere: Black*star (capitano per autoelezione) aveva promesso che se avesse perso non avrebbe sfidato Akira, mentre Soul, che aveva accettato solo per far giocare anche Maka, se avesse perso avrebbe suonato il piano davanti ai due nuovi arrivati come benvenuto.
Che poi in teoria sono nella Shibusen da più tempo di noi...
Pensò in seguito il ragazzo.
Tsubaki, rimasta in disparte, continuava a fissare Black*star, in cerca di uno sguardo, un atteggiamento che le rivelasse qualcosa. Ma niente. Il suo Meister non soffiva alcun cedimento o sconcerto. Era perfettamente normale.
Da una parte sono contenta, pensò, ma dall'altra non sono per niente tranquilla... mi chiedo se abbia dei dubbi, delle domande... e soprattutto, se si fida abbastanza di me da rivelarmeli...
Litz, quando la vide così abbattuta, le sia avvicinò preoccupata.
-Ehi Tsubaki, cos'hai? Tutto bene?-
-Uh? Oh, Litz, sei tu. Scusa, ero sovrapensiero. Dimmi, c'è qualcosa di cui volevi parlarmi?- disse tornando a guardare distrattamente la figura di Black*star.
-Beh, questo dovresti dirmelo tu.-
-Eh? Oh... Sai sinceramente non lo so neanch'io... -
-Cara, cara... sei impantanata anche tu nella palude dei problemi di cuore...
-M-MA CHE DICI!! No, no hai capito male!!- cercò di giustificarsi la ragazza, comunque tradita dal rossore delle sue guance, vicine al pomodoro maturo.
-Aha, d'accordo. Allora sentiamo, qual'è il tuo problema?- le chiese l'amica, che ci aveva visto giusto ma fece finta di crederle.
-Beh... io mi chiedo se Black*star abbia qualche problema... Non so... Domande, o anche dubbi, dato ciò che è successo oggi... Ho paura che non abbia abbastanza fiducia in me per aprirsi o...-
-E allora perchè non glielo chiedi?- disse Litz, sorridendo, interrompendo Tsubaki a metà della frase.
La ragazza la guardò riconoscente, annuendo.
- Grazie Litz, ci proverò-
In quel momento, un rumore di ruote fece irrigidire tutti i presenti, e zittì anche Black*star. 
Comparve un professor Stein, con una faccia da far invidia ad un bradipo tanto era stanco, completamente stravaccato sulla sua inseparabile sedia girevole, e senza nemmeno girarsi, disse
-Stanno arrivando...-
Black*star partì subito a razzo, ma si bloccò appena percepì il tocco, seppur lieve, di Tsubaki.
Black* star, sei sicuro di stare bene? Per qualsiasi cosa, lo sai che a me puoi dire tutto, vero?
Ehi Tsubaki, è vero che devi adulare il Grande Me, ma tranquilla, io sono colui che supererà Dio, e non mi faccio mica scombussolare a cose così, ahhahhahahahahha!!!
La ragazza allora sorrise, sollevata. Fece per andarsene, ma la presa ferrea del suo Meister la bloccò.
Grazie, Tsubaki.
La ragazza si trasformò in lama ninja, con il cuore a mille.
Intanto Kid di era portato avanti, seguito subito da Litz, Patty, Soul e Maka, che aveva mille domande che le ronzavano per la testa. Ad un certo punto sentirono un Black* star piuttsto alterato dal fatto di essere stato lasciato indietro, gridare:
-SPEED STAAAAAAAAAAAAAAAAAR-
E venire superati in un batter d'occhio.
Tse, che razza di esaltato...pensò Soul, col suo solito sorriso sghembo.
Cinque minuti dopo tutti erano alle porte della Shibusen. Ormai tutti gli studenti erano andati via, ed erano li presenti solo il sommo Shinigami, Black*star, Tsubaki, Stein e Marie. 
- Shinigami, chiedo scusa, posso sapere dov'e' mio padre??- disse Maka, che forse gia' intuiva la risposta.
- Ehm... Mi spiace Maka chan, ma Spirit è andato via... Ehm...-
Disse il Sommo, leggermente imbarazzato per la riprovevole condotta di Spirit. Un rombo di motore interruppe sul nascere le imprecazioni della ragazza.
Eccoli!
Si poteva quasi udire distintamente i cuori dei ragazzi rallentare, e Black*Star sentì una strana stretta allo stomaco.
Chissà come saranno...pensò Tsubaki.
Speriamo che non porti problemi con se...Mi sento terribilmente inquieto... Speriamo bene... penso' Kid, che si stava letteralmente torturando le mani.
Il rombo del motore si fece sempre più intenso, fino a che una moto nera e bianca luccicante non comparve come un punto all'orizzonte. La moto si fermo' sgommando proprio sotto la scalinata della scuola, rivelando una chioma nera e blu che ondeggio' al vento, prima di fermarsi e ricadere morbidamente sulle spalle. La figura della ragazza a cui appartenevano salto` giù dalla moto, e subito si giro' verso la piccola folla in cima alla scalinata. 
Eccoli, sono loro!!
Il suo sguardo venne catturato da un'evidente chioma blu.
Black*star... Come sei cresciuto...
Fratellino.

-YAHHOOO AKIRAAA VIENI A SFIDARMI SE SEI UN UOMO!!-
Una quantità di gocce stratosferiche fecero crollare quell'aria di tensione che si era creata, mentre le risate si levavano alte.
Non sembra poi cosi terribile come la descriveva Shinigami... Pare una ragazza assolutamente normale... Ed e' anche molto carina...
penso' Soul, malizioso, mentre fissava Akira. Cambio' subito traiettoria del suo sguardo, non appena venne intercettato da quello gliaciale di Ryan. Un brivido passo' per la schiena del ragazzo.
Ugh, e' lui che mi fa paura.
- Shinigami-sama, ci sono riuscita, ho quasi completamente risolto il problema della stabilita' della mia anima!- disse, contenta, senza un minimo di fiatone dopo aver salito di corsa la scalinata.
-Oh, Akira-chan, sono contento!♪- 
Kid fece un profondo respiro di sollievo, un po meno preoccupato.
Tuttavia... C'e' ancora questa sensazione spiacevole che mi attanaglia lo stomaco. Sara' lo sguardo della sua arma? E' assolutamente glaciale, come volesse annientare chiunque guardi la sua meister. Eppure e' lui che appartiene alla luce... o forse no... percepisco... come una persenza... inoltre la lunghezza d'onda di questa ragazza assomiglia terribilmente a...
-Ehi, tu devi essere Death the Kid, giusto?? Piacere- disse  Akira, con un sorriso a dir poco smagliante.
-Uh, ehm, si, s-sono io, piacere...-
-ahaha! Timidino, eh?- disse lei, prima di voltarsi verso Tsubaki.
-E tu devi essere la famosa Tsubaki! Sono davvero felice di conoscerti! Immagino che quel matto te ne faccia passare di tutti i colori, eh?-
disse, rivolta a Black*star che sbraitava come un matto.
- Ahaha beh, ehm... non mi lamento... piacere!-
disse lei, un po impacciata.
-EHI TU, CREDI DI POTERMI IGNORARE COSì? IO SONO BLACK*STA-
Un librone da millemila pagine si schiantò con violenza sulla testa del ragazzo, che stramazzò a terra, sotto gli occhi scandalizzati di Akira.
-Oh, non badarci troppo... piacere, io sono Maka Albarn- disse la ragazza, togliendosi il guanto per  dare la mano ad Akira. Appena si sfiorarono, Maka cercò subito di trarre più informazioni possibili, e rimase basita dalla potenza di quell'anima.
- Eheh, piccola Maka, non si spia nelle anime altrui... - disse Akira, sorprendendo non poco Maka.
-Uuhm, capacità di percepire le anime e lunghezza d'onda esorcista... e cosa abbiamo qui... sei dotata di grande coraggio, angioletto*-
Ma si può sapere come diavolo ha fatto? pensò Maka, colta di sorpresa.
-Vedi... anche lei può percepire le anime, anche se in modo leggermente diverso dal tuo. E può capire se qualcuno cerca di leggere nella sua anima, Maka. - si intromise Stein.
La ragazza si scusò, imbarazzata per la figura appena fatta. Finirono le presentazioni. In quell'esatto momento, Black*star, di nuovo cosciente, urlò
-EHI TU, DONNA, VIENI QUI E COMBATTI! TI ORDINO DI SFIDARE IL GRANDE ME!! ALLORA, ACCETTI?!?-
-Uuuh, davvero Black*star vuole sidare la piccola Akira-chan? Speriamo che non si faccia troppo male♪- disse il Sommo Shinigami.
La ragazza invece lo guardò con uno sguardo di sfida.
-Accetto-
Silenzio tombale.
Ryan fece per avvicinarsi ad Akira per traspormarsi, ma la ragazza lo fermò.
-Non vedi? Vuole combattere senza armi-
Infati Black*star si stava riscaldando, mentre Tsubaki era rimasta un po' in disparte.
-Sarà dura, mooolto dura per Black*star. Si è andato a cercare l'unico avversario a quattro stelle che non fosse una Death Schyte.- disse Stein, avvitandosi meglio la vite sulla tempia per niente preoccupato.
Tsubaki rabbrividì, mentre Maka e Kid condividevano lo stesso pensiero:
Ma chi diavolo è quella li?!
I due sfidanti si misero l'uno davanti all'altra, mentre i presenti si scostavano dal campo di battaglia, sedendosi sul muretto che cingeva la piazzola in pietra della scuola.
Ryan si andò a posizionare vicino a Maka, che si sentì estremamente a disagio.
Akira e Black*star si sorrisero.
-VEDIAMO CHE COSA SAI FARE, STELLINA!!-
-STELLINA A CHI?! IO SARO' COLUI CHE SUPERERà ANCHE DIO!! AMMIRA LA MIA POTENZA, YAHHOOOOO-
E si lanciò all'attacco.


***

Una ragazza con una lunga treccia era seduta su una grande poltrona di broccato nero, davanti ad un enorme specchio.
Vedeva due ragazzi combattere, sprigionando una forza straordinaria.
-Devono essere mie! Quelle anime... con la loro potenza, posso farLo tornare in vita... e nessuno mi paragonerà più alle mie sorelle...
io vi supererò, maledette... parola della Strega degli Scorpioni...-
Una risata sguaiata riempì la stanza, suggellando un giuramento. Un giuramento degno di essere temuto.
Perchè gli scorpioni sono piccoli, ma possono avere un veleno molto, molto potente. 
A volte anche più dei ragni o dei serpenti...

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4; Buona fortuna, Stellina! ***


folsid 4
Fragments of Light Scattered in Darkness
Capitolo 4:  Buona Fortuna, Stellina...

-KYAAAAAHHAAAAAAAAAAAAAA- 
Con un sorrisetto poco rassicurante, un ragazzo dai capelli blu sparati in aria fece un salto stratosferico, nascondendosi con la luce del sole.
La ragazza guardò d'impulso verso l'alto, rimanendo accecata.
Tse, furbo il nanetto!    
Akira chiuse gli occhi, sapendo che non sarebbe riuscita a vedere, e si concentrò sui rumori. Fortunatamente non ne ebbe bisogno, perchè Black*star le si avventò addosso urlando 
-AKIRAAA TI BATTERO' E TI FARO' VEDERE QUANT' E' POTENTE IL GRANDE ME AHHAHAH-
La ragazza si ritrovò a dover schivare una cascata di colpi da ogni direzione:  faceva giusto in tempo a schivarli. Black*star attaccava con una velocità ed una precisione straordinaria, ma anche lei non era da meno. Anche se ad occhi chiusi, scansava tutti i colpi, con una grazia tale che pareva stesse danzando. Si limitava a scostarsi all'ultimo minuto, risparmiando energie. Poi il ragazzo scomparve. 
Ma dove diavolo?!...Eccolo!!
Da dietro, Black*star aveva caricato una potentissima onda dell'anima, ed era pronto a scagliarlo contro la ragazza. 
-BLACK*STAR BIG WAVE!!-
E ci fu uno scoppio tremendo. Si alzò un polverone gigante, che costrinse gli spettatori a coprirsi gli occhi.
Maka guardava allibita la scena
Oh mio dio, l'avrà fatta fuori!!
Come se l'avesse letta nel pensiero, Ryan le toccò una spalla e ammiccò verso il centro del campo di battaglia, sempre con quello sguardo gelido che fece rabbrividire Maka. 
Oddio, fa paura! Ma che diavolo ha al posto della faccia, una maschera?
La polvere si stava diradando velocemente, ed ora era possibile intravedere una sola figura all'interno. 
Aspetta un attimo, dov'è Akira?!
La ragazza era li, alle spalle di Black*star, con un'espressione rilassatissima. Quasi divertita. Di punto in bianco, poco prima che lui si rendesse conto che la sua onda dell'anima era stata schivata, Akira compì uno scatto verso il ragazzo, che d'istinto mise un braccio davanti al viso. Ma non era uno sprovveduto, e nonappena sentì il colpo della ragazza infrangersi sulla sua guardia con inaspettata potenza, fece un salto, anticipandola.
Infatti la ragazza molto velocemente si era accucciata e girando sui talloni, con uno slancio cercò di colpire il ragazzo sotto il mento.

Black*star riuscì ad evitarlo e usò le spalle di Akira come trampolino per saltare ancora più in alto, e riprendere così la distanza di sicurezza. 
Senza lasciargli il tempo di reagire, la ragazza si scagliò contro il ragazzo, inanellando una serie di colpi velocissimi, a cui però Black*star rispondeva prontamente.
Lo scontro si era trasformato in un botta e risposta, colpo, contrattacco, colpo e contrattacco.
-AKIRA, NON BATTERAI L'ONNIPOTENTE ME! NON TE LO PERMETTERO', CHIARO?!-
Black*star, prendendo coraggio, si gettò in un'attacco con più decisione. Ormai però la fatica iniziava a farsi sentire, e piccole gocce di sudore brillavano scostandosi dai due sfidanti. Il ragazzo aveva ormai messo Akira con le spalle al muro. Dietro di lei si ergeva la struttura grigia della scuola. Con un grido, Black*star raccolse le sue onde dell'anima, e vedendo che la ragazza si era accucciata per schivarlo, all'ultimo momento corresse la traiettoria del colpo. Che però non andò a segno. 
Il braccio del ragazzo affondò nel terreno fino al polso, sollevando un cumulo di pietre. La ragazza era riapparsa subito dietro di lui, e Black*star, con un impeto di furia, iniziò a cercare di colpirla con le sue onde dell'anima a ripetizione. Akira le schivava a fatica, ma i colpi si stavano facendo via via più regolari e prevedibili, come se...
Dannazione! Ma quanto è potente?! E' praticamente instancabile! Aspetta un'attimo...
La ragazza si riscosse appena in tempo. Black*star aveva cambiato tattica e la stava assalendo con una scarica di affondi micidiale. Akira riuscì a pararli, ma sentiva le ossa scricchiolare ad ogni colpo deviato. 
Il ragazzo la caricava a testa bassa, con una potenza inaudita. D' un tratto, la ragazza riuscì a scorgere i suoi occhi, ed impallidì.

La pupilla aveva preso la forma di una stella. Una stella nera.
Sta per essere assorbito dalla Via del Demone!!  
Dolorose immagini le passarono per la mente come un lampo a ciel sereno.
-No Black*star! non devi cedere, capito?! NON DEVI CEDERE!-
-Professor Stein, cosa sta succedendo?- chiese Tsubaki, allarmata dalle grida di Akira, mentre guardava i due sfidanti darsele di santa ragione.
Akira dal canto suo, cercava in tutti i modi di fermare la devastante carica di Black*star. I colpi che non andavano a segno si schiantavano al suolo, sollevando il terreno della piazzola.
Aah, adesso basta!!
La ragazza afferrò il braccio di Black*star, torcendolo. lo bloccò tra il corpo e il braccio, e usando lo slancio del ragazzo, gli piazzò un colpo della mano sotto il mento, facendogli perdere l'equilibrio. Poi l'afferrò per la collottola, e ruotando il bacino lo proiettò a terra con tutta la forza che aveva. 
-SVEGLIATIIII!!-
Il ragazzo rimase li, immobile, con la testa dento alla conca causata del colpo e le gambe all'aria. Si sentì appena il sussulto di Tsubaki, che rimase a bocca aperta. 
E' un debole. Pensò Akira, delusa.
Fece per girarsi, ma un suono soffocato la fece voltare. Black*star aveva la sciato cadere le gambe come un peso morto, sollevando una nuvoletta di polvere che si dissolse subito. Il rumore soffocato si fece più forte, fino ad esplodere. Era una risata, forte e sguaiata, che prorompeva dal ragazzo, e si mischiò con i sospiri di sollievo dei suoi amici, che osservavano sollevati. Sul volto di Akira si apri un grosso sorriso, e si avvicinò al ragazzo ancora a terra. 
-AHAHAHAHA GRAZIE! IL GRANDE ME SI ERA LASCIATO PRENDERE LA MANO!! MA DA ASPIRANTE DIO, AVEVO TUTTO SOTTO CONTROLLO!!- Disse.
Questo è mio fratello!! 
Akira gli tese una mano, sorridendo, e Black*star la afferrò volentieri. Si guardarono negli occhi.
Grazie al cielo, gli occhi sono tornati come prima. Menomale!!
Ripresero subito le distanze, e squadrandosi a vicenda, si slanciarono l'uno contro l'altra, con rinnovato entusiasmo. 
Però... ora che ci penso... Non sembrava posseduto dalla Via del Demone, anzi... Ne usava la forza, ma era cosciente. Possibile che riesca a dominarla?! Dev'essere per forza così... Quando successe a papà invece...
Akira scosse la testa con decisione, liberandosi di quei brutti pensieri.
Devo concentrarmi! Black*star è un combattente formidabile!!
Fece appena in tempo a pensarlo, che subito il fratello le fu addosso. 
Beh, mica posso sfigurare!! 
 
Riprendendo la distanza con una serie di salti all'indietro, si posizionò sopra un cumulo di macerie create dai precedenti colpi di Black*star e urlò:
-PREPARATI BLACK*STAR!! SAPPI CHE NON FACCIO FAVORITISMI!! SE VUOI SUPERARE DIO, DEVI SUPERARE PRIMA ME!! E NON TI FACILITERò IL COMPITO! ARRIVOOOO!!- (Hehehe, vi ricorda qualcuno questa sclerata? beh, dopotutto sono fratelli^^ chissà, l'avranno ereditata dal padre NdMe Eh si ^^ Nd White*star E TU CHE CA**O CI FAI QUI?! 0__0 NdMe)
E si lanciò all'attacco.
-HA! STOLTA MORTALE!! L'ONNIPOTENTE ME NON HA BISOGNO DI ALCUN AIUTO!! PREPARATI!! YAHHOOOO!!-
La battaglia procedeva senza sosta. Le teste di Maka, Soul, Kid e Tsubaki facevano avanti e indietro nel tentativo di seguire le tecniche dei due avversari, che si susseguivano con una velocità spaventosa,  sollevando folate di vento e seminando macerie ovunque, con gran dispiacere della sanità mentale di Kid, in preda ad una delle sue nevrosi. 
Gli spettatori guardavano incuriositi lo stile di combattimento di Akira. 
Non mira ai punti vitali, è veloce ed estremamente precisa, ma non riesco a riconoscere uno stile definito. E' come se fosse fatta d'acqua, raccoglie la forza dell'avversario per usarla contro di lui, senza fare una piega. Ma chi diavolo è?!
Come se gli avesse letto nel pensiero, Shinigami-sama disse:
-Vedi figliolo,- e tutti si girarono verso il Sommo, sperando di capire qualcosa in più.
-La piccola Akira-chan ha una tecnica di combattimento piuttosto particolare. Sin dalla tenera età infatti ha ricevuto l'addestramento dal clan della Stella, che non è come dire "leggero". Tuttavia, essendo una ragazza, la potenza fisica non poteva essere il suo punto di forza. Quindi, oltre l'addestramento da assassina, ha appreso varie altre arti marziali e le ha perfezionate secondo i suoi bisogni, ottenendo uno stile tutto particolare. La maestra della Naginata è davvero piena di sorprese! Guardate, ora.-
Incredibile, è un giunco! Pensò Soul, vedendo Akira schivare con una serie di torsioni i colpi di Black*star. Balzava avanti e indietro, senza mai prendere l'iniziativa. Si limitava a parare i colpi, con una calma glaciale. 
Fa paura! è cadaverica, sembra un f-fantasma!! e devo assolutamente sottoporla ad uno dei miei trattamenti speciali, o tutti i colpi che sta prendendo da Black*star le rovineranno la pelle!! pensò Litz, leggermente impaurita
Improvvisamente però, il ritmo dello scontro cambiò. Adesso era Akira che incalzava Black*star, muovendosi così velocemente da essere appena visibile. Lo attaccava da tutte le direzioni, sfruttando la sua grande agilità. Tuttavia l'assassino non si fece prendere dal panico.
Diavolo, è veloce!! ma non riuscirà mai ad essere più veloce di me, che supererò gli dei!! 
Respinto l'ennesimo assalto della ragazza, Black*star si fermò, e chiudendo gli occhi, iniziò a concentrarsi. Akira, incuriosita, lo lasciò fare. 
Grosso errore cara!! Black*star ti farà a pezzi! sta tirando fuori il lato da vero assassino... pensò Soul, sghignazzando. Inaspettatamente, Akira ripartì all'attacco, ma Black*star la anticipava. Aveva smesso di pensare e si era abbandonato all'istinto.
Prima regola dell'assassino. Nasconditi nell'ombra.  
E sparì.
Diamine, è scomparso! no... riesco a percepire la sua presenza, ma non riesco a metterla a fuoco. 
Sul viso della ragazza di aprì un sorriso poco rassicurante.
Ma io non ho bisogno ne di vederti, ne di sentirti, mio caro fratellino... Mi basta capire il ritmo della tua Anima...
Improvvisamente, Black*star sbucò alle sue spalle. sferrò un colpo potentissimo con la mano aperta, e stavolta, andò a segno. I presenti videro il corpo della ragazza schiantarsi con tale forza su una colonna da frantumarla.
Tsubaki sussultò.
Aaah, Black*star, non potevi essere un po più delicato?? 
Oh diamine, stavolta l'ha fatta fuori sul serio. Pensò Maka.
Gli sguardi di tutti si girarono contemporaneamente verso Ryan, che appariva totalmente impassibile. 
Ma quanto cavolo mi da sui nervi questo tizio!!
-Ehi tu!! ma si può sapere cosa diavolo hai al posto del cuore?? La tua Meister sta combattendo contro Black*star e tu stai li impassibile come se stesse facendo una scompagnata? Ma non ti rendi conto di che pericolo corre??-
-Mmph. Maka, giusto? Beh, prima di giudicare e di darla per spacciata, io guarderei di fronte a te. E poi, io mi preoccuperei per il vostro amichetto. E' forte, certo, ma a volte la mia Akira tira fuori un lato... come dire... sadico, ecco. E non vorrei davvero trovarmi nei panni di quel ragazzo, quando succederà.- disse lui, sorridendo affabile. Tutti si girarono verso il luogo dell'impatto.
Il gruppo trattenne il fiato. Ryan sghignazzò più forte.
-Tsè, non la sottovalutate. E' magrolina, ma sa essere davvero letale. Maka, Kid, guardate un po'. La vedete la sua anima?-  Disse Stein, che nel frattempo si era acceso una sigaretta e stava girando con tutta calma la sua vite.
La ragazza si concentrò, e subito dopo la seguì anche Kid. Rimasero sconvolti. La polvere sollevata dallo schianto si diradò tutta insieme, sospinta via da.... 
Oh mio dio. 
L'anima della ragazza si allargò a dismisura, alzando un vento innaturale e illuminando l'ambiente con una prepotente luce blu elettrico, proprio come gli arabeschi sulle braccia che ora divenivano visibili anche sotto le strette bende.
E Black*star non se ne era ancora accorto.
Maka afferrò la mano di Soul, trasmettendogli ciò che aveva appena visto, e il ragazzo già pallido sbiancò ancora di più.
Non è possibile! 
-AHAHAH VISTO? NON AVEVA SPERANZE!! NON CONTRO IL GRANDE MEH!!! AMMIRATEMI E PROSTRATEVI AI MIEI PIEDI, O MORTALI, IO SONO COLUI CHE HA BATTUTO LA FAMOSA AKIRA E CHE TRASCENDERA' TUTTI GLI DEI, MUAHAHHAHAHHA!!-
-BLACK*STAR, ATTENTO!!-
La distrazione gli fu fatale. Il ragazzo si ritrovò Akira che correva verso di lui ad una velocità spaventosa. Se ne accorse appena in tempo, ma sta volta l'istinto non lo aiutò. La ragazza vece una finta e poi di alzò in verticale. Ruotanto con il peso sui palmi delle mani, bersagliò Black*star con una serie di calci rotanti, che lo spedirono a gambe all'aria. Ma ovviamente non era abbastanza, e il ragazzo si rialzò con un semplice colpo di reni. Si aspettava un altro attacco, che però non arrivò. Akira era ferma, e aveva gli occhi chiusi. Sembrava quasi in trance. Una luce azzurrina la avvolgeva, molto flebile. Black*star la osservava da lontano, indeciso se attaccarla o lasciarle la prima mossa. Dopo un po' Akira si riscosse, ma rimase con gli occhi chiusi e ferma. Strinse le mani. Qualche goccia di sangue iniziò a scendere.
Deve essersele ferite quando ha iniziato a girare sui palmi... aspetta un attimo. Cos'è quel coso sul pal... eh? Ma che diavolo...
la ragazza aveva iniziato a battere un piede a terra, come se prendesse il tempo. Ryan sogghignò.
Cosa diavolo ha intenzione di fare?!  Pensò Kid
Ooh, ma che bella melodia, fratellino. La tua anima ha un suono così... Vivo... ora so tutto di te... perfino la più piccola pausa della tua anima, ogni scala del tuo spirito. E mi complimento, sei quasi al mio livello. Quasi...
E partì. Black*star si preparò all'imminente scontro.
Questo è l'ultimo. O la va, o la spacca.
Si concentrò al massimo.
Poi, si lanciarono l'uno contro l'altra.
Akira, rapidissima, si chinò e sguisciò via dalla traiettoria del pugno del ragazzo, che sarebbe stato senza dubbio devastante. Con le nocche delle dita, lo colpì nei tre punti di pressione principali. Al punto di pressione dello sterno, mozzandogli il respiro, e alle clavicole, colpendo i nervi e bloccandogli le braccia. Ma Black*star, con le ultime forze, facendo leva sul ginocchio le assestò un calcio alla bocca dello stomaco, spedendola dall'altra parte della piazzola.
Shinigami si guardò intorno. Il ragazzo era bloccato a terra e non riusciva a rialzarsi a causa dei colpi ai nervi che lo bloccavano a terra, mentre Akira era a terra con il fiato corto, e teneva le mani sulle costole. Doveva essersene rotte alcune.
.
- Beh, io direi che è un pareggio ♪-

*****

Dannazione, mi ha rotto due costole! Che potenza!! eheh, che posso dire, buon sangue non mente! Però, fa un male cane...
-
Hei, ce la fai ad alzarti?- Akira aprì gli occhi, trovandosi faccia a faccia con gli occhi neri di Ryan. Con il viso in fiamme e il vapore dalle orecchie si alzò di scatto, balbettando qualcosa, ma appena si mise in piedi, un dolore lancinante la fece ricadere pesantemente a terra. Alzò lo sguardo verso Ryan, che la guardava con uno sguardo a metà tra il divertito e lo scocciato. 
-Uff, no, non ce la faccio.- Disse lei gonfiando le guance per il disappunto ancora un po' rosse.
Che bambinona... Pensò Ryan, ridacchiando.
-Su, andiamo, dobbiamo liberare il porcospino.-
Disse, e la ragazza scoppiò a ridere, fermandosi subito per il dolore. La prese in braccio, avviandosi verso il gruppo che si era radunato intorno a Black*star. Il quale non doveva stare troppo male, da come se la rideva alla grossa.
Appena li videro arrivare, si scostarono. Black*star sogghignò, vedendola in braccio a Ryan. Akira captò il suo sguardo e divenne più rossa di un peperone. 
-  AHAHA SPERO CHE IL GRANDE ME NON TI ABBIA FATTO TROPPO MALE!-
-No, tranquillo, mi hai rotto due costole, niente di piu. Sono sana e forte, sa!- Gli rispose, ridacchiando.
-Ryan, puoi lasciarmi scendere.-
Lui la depositò a terra con estrema cautela. Akira si sentì gli sguardi di tutti addosso. Cercò di non farci troppo caso, e si concentrò. Posò la mano sul braccio sinistro di Black*star, che era sostenuto da Tsubaki. 
Con un movimento molto rapido, colpì con le nocche il nervo. Si sentì come uno schiocco, e il ragazzo iniziò subito a muovere la mano, sorridendo. Anche la sua arma si rilassò, sollevata.
Akira  fece lo stesso procedimento anche con l'altro braccio.
E' incredibile, si è liberato dal colpo allo stero da solo!! di solito l'effetto si esaurisce dopo almeno un'ora!
Black*star si rialzò, sotto lo sguardo contento dei compagni.
-ora ti dobbiamo portare in infermeria, Akira! Hai due costole rotte, giusto? Però, Black*star, potevi essere un po' più delicato! ti chiedo scusa, a volte non sembra, ma è un bravo ragazzo. - disse Tsubaki, sorridendo mentre faceva un mezzo inchino.
-Oh, grazie per l'interessamento... Tsubaki, giusto? Tranquilla, posso fare de sola...- disse e ammiccò verso Ryan. Lui annuì, e si trasformò in arma. 
Caspita, è bellissima!!
Pensò Maka. Strano pensare che sia così antipatico!!
 
Ci fu un "ooh" di sorpresa generale. In effetti, la forma di arma di Ryan era davvero bella. Il corpo della naginata era lungo, molto elegante, e completamente nero. In effetti, metteva un po' di inquietudine. Era completamente liscio e privo di ogni ornamento, e sembrava che non riflettesse la luce. La lama era anch'essa lunga e piatta, leggermente incurvata e, al contrario del corpo, rifletteva così tanto la luce che sembrava emetterla lei stessa. Vi era una bellissima incisione: un drago che aveva nelle sue fauci il simbolo dello ying e dello yang. 
Sembra quasi come loro due... Pensò Kid
All'estremità inferiore della naginata, vi era una punta metallica, che riluceva mortale.
All'attaccatura della lama con il corpo, però, saltava molto all'occhio un piccolo dettaglio: un piccolo nastro rosso, che svolazzava al vento. 
-Hei, sembra quasi lo stuzzicadenti di Ox! Non è lo stesso tipo si arma? Immagina quante storie farebbe! Sarebbe poco figo-
-HEI EVANS! STUZZICADENTI A CHI?! MA TI SEI VISTO?-
-Harvard! Ox, Kim, Kirkou! che ci fate qui?-
-Beh, vedi Maka, il casino che fanno quei due si sente chilometri di distanza! Siamo appena tornati da una missione, e si vociferava di uno studente nuovo alla Shibusen. Quindi ci siamo precipitati e abbiamo visto quei due che se le davano di santa ragione.- Disse Kirkou, indicando Akira che era ancora seduta a terra e stava cercando di rialzarsi.
-Comunque, Evans, io non sono uno stuzzicadenti! SONO UNA LANCIA!! UNA LANCIA, CHIARO!!- Disse Harvard.
-Ehi ehi, non ti scaldare, era solo una battuta- Disse Soul, sghignazzando.
-Comunque Complimenti, ottimo combattimento! Il mio nome è Ox. Lui è la mia arma, Harvard. Questo ragazzo invece è Kirkou. A proposito, dove sono Fire e Thunder?- 
-Sono con Jaqueline, arriveranno tra poco. Comunque lei è Kim.-
-Piacere!- disse Kim, sorridente, mentre le tendeva la mano. Akira la afferrò, e sentì una scossa elettrica passargli attraverso il braccio e arrivare fino alle costole. Un attimo dopo, il dolore era sparito. Si rialzò, incredula, tastandosi il fianco.
Ma come diavolo ha fatto? Questa melodia... Ma è una strega*!! Tuttavia... no... non è cattiva. E' dalla parte della Shibusen. 
-Devi sapere, Akira-chan, che la nostra piccola Kim è una strega!♪ Lo abbiamo scoperto dopo la sconfitta del Kishin, sisi♪.Ma non una strega cattiva, no no! Possiede dei poteri curativi, ed è il nostro asso nella manica♪-
Kim guardò Akira con uno sguardo un po' preoccupato.
-Ma è FANTASTICO!! Ho sempre sognato di vedere una strega, e questa è la mia prima volta!! Piacere, molto onorata di conoscere tutti voi! Io sono Akira, e lui è Ryan- Disse, stringendo la mano di Kim e agitandola con fin troppa veemenza, e dopo indicando verso la sua arma, che nel frattempo era tornato in forma umana. Che si limitò a lanciare uno sguardo.
Kim rimase un po' spaesata dalla reazione della ragazza, mentre un gocciolone le cadeva dalla testa. Ma dopo, sorrise, sinceramente contenta.
E' gentile. Strana, ma gentile. Almeno non giudica. 
-Ah, comunque sono duecento dollari.-
-Uh? per cosa?-
Disse Akira, ch esi era lanciata a stringere mani a destra e a manca, stupendo tutti per la sua giovialità. Vedendo la faccia incuriosita e un po' stupita della ragazza, Kim fece una risatina.
-Per averti curato.- Rispose ridacchiando. 
Tra le risate generali, Maka si avvicinò ad Akira.
-Abbiamo dimenticato di dirti che Kim ha una piccolissima mania per i soldi, ahahahah!!-
-HEI VOI!! STATE CERCANDO DI RUBARMI LA SCENA??- 
Disse Black*star, che si avvicinò sorretto da una Tsubaki piuttosto imbarazzata. Con un sorriso a millemila denti, il ragazzo si avvicinò a Soul e Kirkou, che stavano parlando fra loro. Battè il pugno a Kirkou, che iniziò a sfotterlo.
-Amico, stai cadendo in basso! Ma guardati, ridotto così da una ragazza!-
-HEI, SCIOCCO MORTALE! GUARDA CHE IL GRANDE ME AVEVA TUTTO SOTTO CONTROLLO, AHAHAHAHA!!-
Nel frattempo, Akira si era staccata dal gruppo, ed era tornata ad affiancare Ryan, che le cinse le spalle con un braccio, facendola arrossire. Kim, che aveva visto la scena, interruppe il vociare caotico del gruppo. 
-Oooooox! Dai, andiamo, sono stanca mooorta...- disse, prendendo il ragazzo sotto braccio, guardandolo maliziosamente, facendolo arrossire al punto che gli si appannarono gli occhiali.
Quando le risate si calmarono, Kirkou prese la parola
-Kim ha ragione: siamo tornati da poco, e abbiamo bisogno di recuperare. inoltre c'è Jaqueline che ci aspetta. Noi dovremmo andare. Akira, Ryan.- Salutò i ragazzi con un segno del capo, e battè il pugno a Black*star e Soul, e salutò con la mano gli altri, seguito da Harvard e Ox che aveva ancora Kim appiccicata al braccio. Che all'ultimo si girò, e fece un eloquente occhiolino ad Akira.
Buona fortuna con quello, stellina...
 
Una volta che se ne furono andati, anche Stein e Marie salutarono il gruppo, e si allontanarono col tramonto. Il Sommo Shinigami tornò alla sua Death Room, salutando i ragazzi con le sue manone enormi.
-Akira-chan, se per te non è un problema, vorrei affidarti subito una missione, dato che hai portato a termine questa♪-
-Ma certo Shinigami sama, dica pure.-
-Ragazzi, vorrei che ascoltaste anche voi. E' una missione che affido solo ad Akira-chan, ma vorrei che qualcuno di voi la accompagnasse. E' un compito piuttosto difficile, e non vorrei che succedesse nulla di spiacevole.♪-
-Andiamo noi! Per te va bene, Akira?- Chiese Maka, con un grosso sorriso.
Così posso tenerla d'occhio. 

Maka, cos'hai intenzione di fare?
Tranquillo Soul, Niente di particolare. Solo capire un po di più su di lei.
Mmh. Va bene, mi fido di te. 
-Ma certo! Nessun problema!!- Disse Akira, entusiasta. 
-Shinigami, cosa dobbiamo fare?- disse Ryan.
Litz sobbalzò. Non aveva mai sentito la voce di Ryan, profonda, quasi troppo per un ragazzo così giovane.  
-E' un compito apparentemente semplice. Un uovo di Kishin si sta sviluppando molto velocemente. Ha completamente raso al suolo due villaggi e si sta avvicinando sempre di più a diventare Kishin. Ecco qui i dettagli.♪-
Disse con quella sua voce così stridula, e passò ad Akira un biglietto, dove c'erano tutti i dati per la missione. La ragazza lo passò a Maka.
-Bene, allora partiremo la prossima settimana. Perfetto!!- Disse.
-Va bene. Allora alla prossima. Ciao ragazzi, buona fortuna per la missione! Chiamatemiiiiiiii ♪- e se ne andò. Alla piazzola, rimasero solo Akira, Ryan, Maka, Soul, Litz, Patty e Kid.
-Ragazzi, che ne dite di organizzare una bella festicciola per i nuovi arrivati??- 
-Perchè no, Litz. Tutti a casa mia, d'accordo?- disse Kid. 
Il gruppo annuì, entusiasta. Maka parlava animatamente con Patty, mentre si avviavano verso le scale che portavano al viale principale. Improvvisamente, Tsubaki si girò e chiese ad Akira:
-Akira, tu hai dove stare? Se vuoi, puoi venire a stare da noi, abbiamo tanto spazio...-
-Ti ringrazio molto Tsubaki, ma un posto ce l'abbiamo. Ci sarebbe il vecchio appartamento che avevamo prima del lungo viaggio. Grazie ancora!- Rispose la ragazza, sorridendo contenta. Il gruppo, camminando e scherzando, 
percorse tutto il viale, fino ad arrivare all'incrocio del Chupa Cabras, dove Maka e Soul si separarono dal gruppo.
-Allora ci vediamo questa sera a casa di Kid.-
-Si! A dopo!-
-A dopo!-
Poco dopo, il gruppetto rimasto si fermò davanti ad un piccolo e grazioso condominio, color avorio, e con le imposte bianche. 
-"VIALE DEI GIGLI" EH? BEH, E' UN POSTO DEGNO DI UN MEMBRO DEL CLAN DEL GRANDE ME!! CI VEDIAMO, STELLINA, AHHAHAHAHA!!-
-Ehm... stellina? vabeeene... A dopo!! ah, a che ora ci dobbiamo presentare?- chiese Akira, divertita dal chiassoso commento di Black*star.
-ASSOLUTAMENTE ALLE 8 IN PUNTO! CHIARO??- Akira sobbalzò, non abituata alle nevrosi di Kid, che stava avendo una crisi isterica a causa dell'asimmetricità del palazzo, che pendeva 0,07 mm a sinistra. 
-Non farci caso, ti prego...è fatto così... allora a dopo!- disse Patty, salutando tutti con Kid sulle spalle, seguita da Litz che si stava limando le unghie. Black*star salutò con uno dei suoi show, mentre Tsubaki salutava chiedendo scusa con vari inchini
per il comportamento del suo meister. Quando tutti se ne furono andati, finalmente Akira e Ryan entrarono della loro vecchia casa.
I gradini, il corrimano impolverato... E' tutto come prima... non è cambiato niente. 
La ragazza assaporò ogni ricordo che quel posto le faceva tornare in mente. Le forti porte di legno, le pareti bianche, con l'intonaco scrostato qua e là, l'anziana e affabile vicina di casa, che apena la vide la stritolò con un abbraccio portentoso ,per i suoi 90 anni suonati. Il tintinnio delle chiavi, lo scatto della serratura e il cigolio della porta che si apriva, i mobili impolverati. Il loro viaggio era finalmente finito. Per ora.
- Lo senti anche tu? Questa presenza...-
-Non molto. E' come celata da qualcosa...-
-Una cosa è certa. Non siamo soli...-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5: Un nuovo inizio, o l'inizio della fine? ***


FOLSID 5
Fragments of Light Scattered in Darkness
Capitolo 5: Un nuovo inizio, o l'inizio della fine?







Il trillo di un telefono distrasse Maka dalla sua lettura. O meglio, lei non l'aveva nemmeno sentita, tanto era immersa nelle righe di Guerra e Pace, ma Soul urlò dalla sua stanza:
-MAKAAAAAAAAAAAAA RISPONDIIIIIIIIIIIIIIIII!!-
Riscossa dal tremendo rumore, la ragazza si alzò dal divano borbottando qualcosa di incomprensibile. Si avvicinò all'apparecchio e alzò la cornetta di malagrazia.
-Pronto?-
-Ciao Maka! Sono Tsubaki!! Mi ha appena chiamato Shinigami Sama, e mi ha chiesto di avvertirti: ha bisogno di incontrare te e Soul alla Death Room. Ci saremo anche io, Black*star e Kid con Litz e Patty. Vi aspettiamo li, fate in fretta, Shinigami deve darci una comunicazione importante!-
-D'accordo, arriviamo subito! A dopo!-
E riattaccò. 
Pochi minuti dopo, la giovane Meister uscì trascinando Soul fuori dall'appartamento del condominio Chupa Cabras. Percorse tutta la strada di corsa, con il ragazzo alle calcagna che la pregava di fermarsi. Arrivarono ai cancelli della scuola in meno di cinque minuti, dove vennero raggiunti da Black*star e Tsubaki. Insieme andarono alla Death Room, dove Shinigami sama stava già parlando con Kid e le sue armi. Appena li vide avvicinarsi, li salutò con le sue mani gigantesche, poco prima che una sottospecie di proiettile dai capelli rossi si avventò su Maka. 
-UUUUUUUUUUUUUUUUH la mia Makina è venuta a fare visita al suo papàààààààà ^w^- 
disse Spirit, strusciandosi contro a gamba di sua figlia in preda ad un attacco filiofilo di rara intensità... Poco prima di essere messo a tacere con un Maka chop lanciato dalla ragazza che lo guardava quasi disgustata, con la vena pulsante sulla fronte.
Soul si guardò intorno, e notò l'assenza dei due "nuovi arrivati".
-Shinigami sama, perchè Akira e Ryan non sono qui?-
-Ottima domanda Soul! E'  proprio per parlare di loro, e non solo, che vi ho chiamato tutti qui!- e il suo sguardo spaziò da Kid a Maka, a Tsubaki, e a tutti i presenti. C'era un silenzio carico di attesa e di domande, nella stanza. Anche le nuvolette fluttuanti parevano immobili, in attesa.
- Vedete ragazzi: di recente, stiamo registrando un aumento esponenziale di Anime diventate malvage. Il timore mio e dei miei colleghi, è che sia sempre più difficile combattere i nuovi nemici da soli. Per questo, per la salute e l'incolumità degli studenti, ma anche per dare sicurezza e per permettere di accumulare esperienza ai nuovi alunni, abbiamo deciso che per ogni missione di un certo livello, si debba andare in squadre. Per esempio, come forse sapete, di solito Akira-chan e Ryan-kun hanno sempre lavorato da soli, da quando sono entrati alla Shibusen, e nonostante siano molto forti, temo per la loro incolumità. La missione che gli ho assegnato insieme a Maka-chan e Soul-kun, è diciamo una "prova". Cosa ne pensate?-
un mormorio pensieroso si diffuse nella sala. 
E' una buona idea ma... cosa vuol dire che le anime malvage stanno aumentando?
Le squadre saranno permanenti?
Perchè lo ha chiesto a noi? vuole il nostro parere?
Nella sala, il chiasso stava man mano diventando sempre più forte. Improvvisamente, la voce dolce di Tsubaki diede voce ai pensieri di tutti
- Shinigami sama, in che senso le Anime malvage stanno aumentando?? Dobbiamo preoccuparci? -
-No, mia piccola Tsubaki, per ora preoccuparsi sarebbe precoce. Non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. E' un andamento un po' anomalo, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi, per ora. Terremo sotto controllo la situazione e vedremo come si evolverà- disse lui, cercando di mantenere il tono scherzoso di sempre. Tsubaki sembrò rilassarsi, ma Black*star non era molto convinto. C'era una velo di preoccupazione negli occhi scuri della bella Camelia. 
-Hei Tsubaki! Puoi stare tranquilla! Finchè ci sarà il grande ME a vigilare, non succederà nulla di male!!- sussurrò il ragazzo, con un sorrisone a millemila denti.
-Grazie, Black*star. - disse la Buki, distendendo il viso in un sorrisetto.
Kid e Maka erano silenziosi. La loro mente viaggiava veloce, i loro pensieri formulavano ipotesi a velocità impressionante. 
-Susu ragazzi, ora è meglio che andiate! avete una festa, e non penso che vogliate far tardi♪-
Subito in Litz si risvegliò lo spirito festaiolo, e urlando in preda ad una crisi isterica da unghia rotta, prese sottobraccio un Kid ancora frastornato ed una Patty che stava costruendo un origami gigantesco a forma di giraffa, e li trascinò di peso fuori dalla Death Room.
-DANNAZIONE, E' TARDISSIMOOOOOOOOO!! SONO LE CINQUE E MEZZA!! FRA DUE ORE E MEZZA INIZIA LA FESTA E DEVO ANCORA PREPARARE TUTTOOO! E MI SI E' PURE ROTTA UN'UNGHIA!!-
Tsubaki e Black*star uscirono dalla sala mentre il ragazzo urlava 
-HEI BOSS, SE LE COSE SI METTONO MALE, NON ESITI A CHIAMARE IL GRANDE ME PER RISOLVERE LA SITUAZIONE, YAHHOOOOOOOOOO!!-
Tutto questo è molto poco figo.
Pensò Soul, guardando la scena, e lanciando un'occhiata preoccupata verso Maka.
E' molto pensierosa da quando sono arrivati Akira e Ryan. Mi chiedo cosa le passi per la testa... Non è che per caso sospetta di loro? 
Si fermò un attimo a guardarla. Si soffermò sui tratti del viso, ancora leggermente tesi. Poi sul sorriso, che era spuntato mentre rideva sotto i baffi nel vedere Kid nel pieno di una delle sue nevrosi. E arrossì di botto.
Scosse la testa, deciso, aggiustandosi la fascetta nera che lei gli aveva regalato. 
Da quando, io, Soul Eater, mi metto a fissare quella secchiona di Maka SENZATETTE Albarn?! Bah, sto cadendo davvero in basso...
Si avvicinò alle sue spalle, allungando la mano e mettendole sulla sua spalla. Lei si girò di scatto, quasi spaventata. Si rilassò subito, quando vede quei familiari occhi rossi.  
-Andiamo?-
Maka annui, e salutando educatamente Shinigami Sama e lanciando un'occhiataccia al padre che aveva ripreso quel poco di lucidità che possedeva, e si avviò insieme all'albino. 
-C'è qualcosa che non va, Maka?-
-No, tranquillo, va tutto bene Soul.- rispose la ragazza, comunque tradita dal suo viso, ancora leggermente contratto in una smorfia di preoccupazione. Il viso del ragazzo si aprì in un ghigno sarcastico.
-Tse, non sai mentire. Dai, sputa il rospo. Quel broncio è molto poco figo.-
La ragazza sbuffò, gonfiando le guance. Poi sorrise.
-Davvero non è niente di preoccupante. E' solo che... Non vorrei fare l'uccello del malaugurio, ma... Oh, andiamo, non sembra anche a te che i nuovi arrivati abbiano qualcosa di strano? Casualmente, poco dopo il loro arrivo, scopriamo che la situazione con le anime malvage si sta aggravando. Secondo te è una coincidenza? A me non pare!Io ho visto l'anima di Akira, Soul. E ti posso assicurare che non è normale. E nemmeno quella di Ryan lo è. E' come se fosse... vuota!-
Soul ci pensò un po su. 
In effetti non ha tutti i torti, potrebbe essere così. E' strano che tutti questi eventi stiano capitando proprio adesso... Tuttavia...
-Maka, io credo che non sia così. Dopotutto, se avessero voluto farci fuori, l'avrebbero potuto fare anche molto prima... A quanto ho capito, sono qui alla Shibusen da più tempo di noi... E se Shinigami sama avesse notato qualcosa di strano, avrebbe sicuramente preso dei provvedimenti, non ti pare?-
La ragazza annuì, anche se non era del tutto convinta. 
-E poi, l'hai vista combattere, no? Era poco superiore a Black*star. In caso ce ne fosse bisogno, noi siamo in sette- 
concluse Soul, scoprendo i denti in un gran sorriso che Maka, anche se non l'avrebbe mai ammesso, lo trovò più rassicurante di tutto il discorso che le aveva fatto. La ragazza annuì e sorrise di rimando. Avevano raggiunto il cancello principale, senza nemmeno essersene accorti. Scesero le scale lentamente, ognuno, perso nei propri pensieri. In silenzio, attraversarono i viottoli della città, concentrati sullo scalpiccio delle scarpe sui sanpietrini mentre passavano tra quei palazzi antichi resi rosso sangue dal tramonto. Arrivarono nei pressi del Campo di basket, entrambi persi nel flussi di ricordi che quel posto rievocava.
- Vedremo come andrà la missione della settimana prossima... Speriamo bene!-
disse una voce li vicino. Soul e Maka si guardarono e silenziosamente si avvicinarono avendo cura di non essere visti.
- Tranquilla, andrà benissimo. è da quando hai tre anni che ti alleni costantemente, prima con i tuoi e poi con il vecchiaccio.- disse una voce più profonda, sicuramente maschile.
-Non chiamarlo così, è stato come un padre per me! Senza di lui ora non sarei qui!- disse l'altra voce, con una punta di rimprovero nella voce. Maka e Soul si avvicinarono ancora, nascondendosi dietro un cespuglio. Per non farsi vedere, il ragazzo le prese la mano e la strinse a se per rimanere entrambi coperti dal fogliame.
MA MA MA CHE DIAVOLO STA FACENDO?!?
Pensò una Maka più rossa del tramonto. Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Soul le mise una mano sulla bocca, e le indicò la ragazza che stava picchiando amichevolmente una figura più alta di lei che cercava con scarso successo di nascondere quanto gli piacesse ricevere attenzioni. Gridando, la ragazza colpiva il petto del ragazzo con i pugni stretti, che sembravano quelli di una bambina, tanto erano piccoli. Nonostante si stessero "picchiando" entrambi sorridevano sornioni, incapaci di mantenersi il broncio a vicenda. Dopo un po' che andavano avanti così, si fermarono di botto, lui che la teneva a debita distanza con un braccio e lei che cercava di allungarsi per colpirlo senza successo. Si guardarono e... scoppiarono a ridere intrambi. La risata cristallina di lei si contrapponeva con quella bassa e un po' roca di lui. Passato l'attimo di euforia, lui si avvicinò a lei, la prese e se la caricò in spalla. 
- Ehi! EHI TU!! METTIMI GIUUUU'!! LASCIAMIIIII!!- Disse lei, battendo i pugni sulla sua schiena, ma senza ottenere alcun risultato.
-Andiamo, non fare l'eroina. Puoi darla a bere a loro, ma non a me. Hai il ginocchio lussato, e se lo sforzi peggiorerà. La magia di quella ragazzina deve fare ancora effetto, evidentemente.- Disse lui. Poi la guardò per un attimo, ma voltò subito lo sguardo, per nascondere il rossore che gli stava imporporando le guance. 
-E poi, con quel sorriso ebete stampato in faccia, di certo non mi convinci...- 
-BAKA!!- disse lei, ridendo.
Oh no, non le avrebbe MAI detto, quanto amava vedere quel sorriso.
                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                                                               *** 
Maka e Soul guardarono Akira e Ryan allontanarsi ridacchiando. Uscirono fuori dal loro nascondiglio, facendo frusciare alcune foglie. Maka aveva lo sguardo vacuo, fisso ad osservare quelle due figure che si allontanavano lentamente.
Ora un piccolo sorriso le increspava il viso. 
Forse mi sto davvero preoccupando per niente. 
Per un solo, brevissimo istante, ebbe un flash.
Soul che se la caricava in spalla mentre rideva...
 Diventò rossa come un pomodoro e abbassò la testa per non farsi vedere da Soul. 

Ma che diamine vado a pensare? Soul è la mia arma, ed un grandissimo amico... 
Si mise la mano sul petto, e si stupì nel sentire il cuore battere più velocemente del normale. 
Soul si girò e vide Maka ancora vicino al cespuglio. Pensando che l'avesse seguito, si accorse di non averla dietro solo dopo alcuni passi. Si girò, e vedendola fissare un punto nel vuoto, le si avvicinò. Appena vide l'albino, porgerle il braccio con uno sguardo malizioso, si voltò di scatto e sorrise. 
-Andiamo?- le disse lui, con voce suadente.
La ragazza non rispose, si limitò ad afferrarlo e si avviarono insieme verso il fatiscente condominio del Chupa Cabras.

***

Casa di Death the Kid, ore 19:58

Akira si fermò davanti alla porta un po' interdetta. Si era aspettata una cosa molto più lussuosa e sfarzosa per la casa del figlio di Shinigami, ma sinceramente era meglio così. Quella porta semplice e simmetrica le dava un certo senso di sicurezza. Si sistemò i capelli dietro l'orecchio.
Sento una presenza. C'è qualcosa che non va, qualcosa che non ci dovrebbe essere. 
Scosse la testa decisa. Stava andando ad una festa, doveva pensare a divertirsi. Dopo tutto quello che aveva passato, se lo meritava proprio. Eppure questa sensazione di oppressione non si voleva togliere dall'angolino del suo cervello. 
-Il posto è questo?-
Tirò fuori un bigliettino dalla tasca dei jeans. Si avvicinò ad un lampione, per vedere meglio.  
-Si, credo di si.- La ragazza senti osservata.
Un fruscio. Si giri, ma nel buio della notte, tutto ciò che vide furono due occhi giallo oro, che con un balzo, le saltano addosso. Urlò e di scatto con la guardia alzata e pronta a reagire. 
La risata del ragazzo le arrivò alle orecchie. Si girò e vide i capelli castano chiaro di lui brillare sotto la luce del lampione, scossi dai tentativi di trattenere le risate.
Ma che diavolo ha da ridere?!
Come se avesse captato i suoi pensieri, il ragazzo, pur non smettendo di ridere, alzò il braccio e indicò in direzione dei due occhi sfavillanti che li osservavano sulla difensiva. Pian piano, con eleganza, la figura si spostò e si mise sotto il cono di luce proiettato dal lampione.
Akira si rilassò. La piccola creatura si avvicinò alla ragazza, e le si strusciò sulla gamba.
E' solo un gatto! oh, ma che carino...
Ed iniziò ad accarezzarlo dolcemente, mentre il gatto dal manto completamente nero faceva le fusa. Ryan, la guardò, adesso un po' preoccupato. 
Ha i nervi a fior di pelle. Sarà per la missione? No, ne abbiamo passate così tante insieme... Ormai ha incontrato suo fratello... Sarà per questo? no... Qui c'è qualcosa che non va... 
A farli sobbalzare, stavolta, fu il suono dell'orologio di Ryan che segnava le otto in punto. Subito, conoscendo la... ehm... particolare adorazione per la simmetria del loro nuovo compagno, si fiondarono alla porta e suonarono il campanello.
Akira si sistemò nervosamente i capelli, si sistemò la canottiera nera attillata e si spolverò i jeans. 
La porta si aprì, e la faccia sorniona di Kid gli si parò davanti.
-Otto in punto~ che simmetria perfetta! Su, entrate!-
I due ragazzi entrarono nella casa e Kid li accompagnò in un'enorme sala. Al centro troneggiava un tavolo raso terra di mogano scuro, apparecchiato in modo perfettamente simmetrico, circondato da cuscini. Il tatami era di un verde pallido, che metteva in risalto le meravigliose pareti di carta di riso, in perfetto stile giapponese. Ammaliata e persa nei ricordi che quella vista faceva tornare a galla, Akira si tolse le scarpe e scivolò rapida sul tatami di bambù, complimentandosi più volte con il padrone di casa per l'arredamento. 
Dopo nemmeno dieci secondi, il campanello suonò. O meglio, Kid venne richiamato da un urlo che si poteva sentire distintamente anche dall'altra parte della città
-KIIIIIIID DANNATO, APRI QUESTA PERTA E FAI SCIVOLARE IL TAPPETO ROSSO, E' ARRIVATO COLUI CHE CONQUISTERA' L'OLIMPO DEGLI DEI!!-
Leggermente imbarazzato, Kid andò ad aprire la porta, mentre Litz si avvicinò a Ryan e Akira 
-Coraggio, venite, sediamoci intanto-
Akira annui, e con un sorriso, si fece trascinare da Litz. Ryan  Nel frattempo, Anche gli altri erano arrivati, e dopo i saluti, iniziarono a mangiare.
Fu una serata molto piacevole, trascorsa tra le risate, le nevrosi di Kid,  gli ottimi manicaretti di Tsubaki, i Maka-chop che volavano da tutte le parti e i vari show di Black*star. Akira rideva e scherzava con tutti, come se si conoscessero da sempre.
Ryan la fissava insistentemente, sorridendo sotto i baffi.
Poi ad un certo punto, fu la stessa Akira a prendere parola. 
Si era guardata intorno, e aveva notato una cosa strana. Rigirandosi il bicchiere in mano, disse
-Hei Kid, come mai non ci sono specchi in casa tua?-
Oh no. Ecco che ci risiamo!
Dalla faccia sconvolta di Litz, la ragazza dedusse che forse non era stata una buona idea. Il ragazzo divenne bianco, poi viola, poi verde, poi blu e infine stramazzò a terra, mormorando cose come -voglio morire- e -scarto della natura-, scatenando l'iralità della folla.
Alla faccia sconvolta di Akira, Maka spiegò in quattro e quattrotto
-Vedi quelle stisce che ha solo da una parte dei capelli? Beh, così non è simmetrico, e vedersi allo specchio gli fa sempre quell'effetto.- disse la ragazza, fra le risate. 
-Non è che non ha specchi, li ha distrutti tutti-
In quel momento anche Akira scoppiò a ridere di gusto, finchè il povero Kid non tornò alla normalità.
E' da molto tempo che non la vedo ridere così
Ma alla fine, arrivò il momento che Akira temeva. 
-Allora Akira, parlaci un pò di te!-
Probabilmente, solo Ryan che le era seduto accanto si accorse di come serrò le mascelle. 
Il cuore della ragazza batteva furiosamente. Aveva gli occhi di tutti puntati addosso, e strinse convulsamente la mano destra, dove il ragazzo sapeva esserci qualcosa che assolutamente non voleva mostrare.
Ecco perchè era così nervosa. Dannazione, devo sviarli.
Il ragazzo fece per aprire bocca, ma Akira lo fermò alzando un braccio. Il ragazzo la guardò un po spaesato, indeciso sul da farsi, ma lo sguardo deciso che la sua compagna gli restituì era deciso, e si calmò.
Loro non si fidano ancora di me, lo percepisco chiaramente. Non dirò tutto, solo il necessario per farli stare tranquilli.

Prese un gran respiro. Cercò la mano di Ryan, e la trovò subito. Lo ringraziò mentalmente un migliaio e mezzo di volte, poi si voltò per affrontare gli sguardi attenti dei suoi interlocutori. 
-mah, devo dire che i miei ultimi anni di vita non sono stati poi così interessanti- iniziò, non un sorriso finto. 
-Ho compiuto da parecchio tempo diciotto anni, quindi ne ho circa due in più di alcuni di voi.-
Non è possibile! è così minuta... sembra quasi una bambina! Non glie ne davo più di sedici! pensò Kid, sorpreso.
-Lo ricordo molto, molto bene. Quando io e Ryan ci incontrammo la prima volta, avevo si e no dieci anni. E non è stato un incontro... come dire, "felice", ecco.- disse,  ridacchiando sommessamente. 
-Ero l'ultimo esponente del clan della Stella, oltre a te, Black*star.- Il ragazzo si fece subito più attento, miracolosamente zitto.
-Alla mia età, avevo già imparato tutto ciò che dovevo sapere per essere pericolosa, e il mio stato mentale e psicologico certo non aiutava. Ero sull'orlo della Follia. Diciamo che all'inizio i miei rapporti con la Shibusen non erano dei migliori. In effetti, avevano mandato Ryan a farmi fuori. -La ragazza si godette il sospiro secco e indignato dei suoi spettatori, prima di ricominciare.
-Mi trovò praticamente in trance. tutti i membri della mia famiglia e coloro che conoscevo erano morti. In quel momento non ero assolutamente in grado di nuocere, anzi. Non avevo la forza nemmeno per vivere. E lui non se l'è sentita di uccidermi.- aggiunse, stringendo ancora di più la mano del ragazzo, scoccandogli uno sguardo pieno di gratitudine. 
-Fu così che mi portò alla Shibusen, nella "tana del lupo". All'inizio pensavo che l'avesse fatto perchè se ne voleva lavare le mani, poi che non avesse il coraggio di uccidermi... Avevo una paura folle. Non sapevo se sarei morta, o se mi avrebbero rinchiusa, o peggio. Invece... Ryan fece l'unica cosa che non mi sarei mai aspettata. Chiese a Shinigami-Sama di accettarmi qui alla Shibusen.- 
la ragazza aveva chiuso gli occhi, ma un sorriso tirato le attraversava il viso.
-E poi successe una cosa che mi sarei aspettata ancora meno. Lo ricordo come fosse ieri. Ero ospitata in una piccola stanzetta completamente bianca, quando Ryan e il signor Stein bussarono alla porta. Stein mi sollevò di peso emi portò nella Death Room. Li, mi fece sedere su una sedia rossa, proprio davanti a Shinigami sama. Ormai mi aspettavo di tutto, ero rassegnata. Non avevo niente che mi legava a questo mondo, e la mia anima vagava nella più completa disperazione, e rasentavo la Follia. 
Ricordo che Shinigami disse una cosa a Stein che mi fece molto pensare. "Guarda i suoi occhi. Questa ragazza è morta dentro Stein. Ha perso la sua strada. Perchè lasciarla al suo destino? Qui alla Shibusen non si lascia indietro chi ha bisogno♪". Allora Stein si avvicinò e mi abbracciò. Nessuno l'aveva mai fatto, fino ad allora. Nessuno mi aveva mai rivolto la parola, figuriamoci abbracciato. Quella sera, piansi le lacrime che non avevo pianto in dodici anni. Si può dire che da quel giorno tornai a vivere. Stein fu un vero e proprio padre per me. Mi misero in coppia con Ryan,  poichè dopo poco si manifestò il mio lato di artigiana, e perchè ero l'unica che riusciva a sincronizzarsi con l'onda dell'anima di Ryan- 
-Ma non sapevi che c'era anche Black*star alla Shibusen?- la interruppe Soul.
-No, non lo sapevo. Lo scoprii circa un anno fa. Shinigami sama ci assegnava sempre missioni fuori dal continente, quindi era davvero pochissimo il tempo che passavamo effettivamente alla Shibusen. Ma alla fine me lo rivelò lui stesso durante una missione in Giappone. Tuttavia, prima di incontrarti,- disse rivolge
ndosi a Black*star- Ho intrapreso un viaggio per ritrovare la memoria che avevo perso.-
-E ci sei riuscita?- chiese Litz
-Non del tutto, ancora. Ma la memoria sta tornando lentamente. Ogni tanto ho dei flashback.-
-Certo che hai passate tante, eh?- le disse la ragazza di rimando, buttandola un po li sul ridere, per smaltire la tensione che si era accumulata. Funzionò. Akira si sciolse in una risatina, e anche gli altri si sciolsero un poco. 
- Ma ora dovete raccontarmi qualcosa di voi!- Disse, con un sorriso sornione sul volto. Ryan rimase stupito da come quei ragazzi riuscivano a farla ridere. Per lei, il suo passato era un tabù. Non appena si accennava a parlarne, si chiudeva in se stessa. Eppure in questo momento sembrava che stesse lottando con tutte le sue forze per far diventare quel passato davvero passato.
La serata passò tra aneddoti e racconti, risate e battute di cattivo gusto. 
-Che ffoooooooooooooooorza, Giraffa spazialeeeeeee- Patty con un salto si era gettata sul tavolo, totalmente estraniata dalla conversazione che era in corso, e aveva costruito una gigantesca giraffa in posa da Superman con tanto di mantello rosso. Per un attimo, il silenzio fu totale, interrotto dal frastuono di gente che cadeva a gambe all'aria dalle risate. Tutti ridevano a crepapelle, tutti, tranne Kid. 
Perchè mio Padre avrebbe dovuto tenerle nascosto che Black*star era ancora vivo? Non ne aveva alcun motivo. Poteva risparmiarle chissà quanto tempo e sofferenza. Per me c'è qualcosa sotto.
Osservò molto attentamente la ragazza, mentre rideva e scherzava. Poi il suo sguardo si spostò sulle abbondanti fasce che le stringevano le braccia. Le aveva viste illuminarsi, durante lo scontro con Black*star, ma si chiese cosa la ragazza si ostinasse a nascondere li sotto. Venne però distratto da Litz che, palesemente brilla dopo un solo bicchiere, lo prese sotto braccio e con la mano libera afferrò il bicchierino ricolmo del sakè che Tsubaki aveva portato, lo alzò al cielo, e con tutta la voce che aveva in corpo, sbattendo il povero Kid a destra e a manca, urlò
-FORZA, BRINDIAMO! AI NOSTRI NUOVI COMPAGNI! A AKIRA E RYAN!! CAMPAAAI!-
-CAMPAAAAI- le risposero tutti, e insieme, contemporaneamente, buttarono giù il contenuto trasparente tutto d'un fiato. 
Pochi secondi dopo, Soul teneva la testa ad una Maka caduta addormentata di botto. Akira si era spaventata, ma l'avevano subito rassicurata, dicendo che la loro amica reagiva così alle sbornie!
Ma era davvero ora di andare. Era tardissimo, e la data della missione si avvicinava sempre di più. Dovevano essere in piena forma.
Kid li accompagnò alla porta, salutando Maka addormentata in braccio a Soul, Tsubaki che reggeva a stento Black*star che iniziava a dire frasi senza senso. E meno male che reggeva benissimo l'alcool! Beh, era pur vero che se ne era scolate tre, di bottiglie di sakè. Una persona normale sarebbe andata in coma! Akira e Ryan erano apparentemente sobri. Apparentemente. Barcollavano un po', ma erano grandi e vaccinati, e potevano cavarsela. Quando la porta di casa Shinigami si chiuse, ognuno andò per la sua strada, con il sorriso sulle labbra.
***
Ormai Via dei Gigli si avvicinava. I passi dei due risuonavano nel silenzio denso della notte.
-Perchè gli hai detto quelle cose?-
-Cosa?-
-Perchè gli hai rivelato parte del tuo passato. - 
La ragazza si bloccò, ritrovandosi Ryan davanti che la guardava incuriosito.
-Perchè... sai... sinceramente non ne ho idea, eheheh ^^-
Vedendo lo sguardo assolutamente sarcastico del ragazzo, Akira sospirò ed abbassò lo sguardo. Tirò su un sorrisetto.
-Ho avuto una paura folle, quando Maka ha fatto quella domanda. E la avevano anche loro, Ryan. E' normale, ci conosciamo da poco, ma hanno paura. Paura di me.  Non lo danno a vedere, però. Sono bravi.- Disse con un fil di voce, il viso storto in un sorriso un po sarcastico.
-Io non voglio che abbiano paura, Ryan. Vorrei che si fidassero di me. Alla fine, per quanto tenterò di nasconderlo, vedranno cosa è successo, riusciranno a vedere la parte del mio passato che oggi non ho raccontato. E non voglio che scappino. Non come hanno fatto tutti gli altri. Soprattutto per Black*star. Quando verrà a sapere, e credimi, succederà, non voglio che scappi via. Ho paura che-
-Basta.- Ryan la interruppe bruscamente, facendola sobbalzare.
-Non sono così deboli. Non li sottovalutare. Sta anche a te, ora avere fiducia in loro. E ora andiamo a casa. - 
Non era mai stato così duro con lei. Forse aveva esagerato. Se lo ripetè nella mente per tutto il tragitto che li separava da casa, vedendo che la ragazza camminava strascicando i piedi, con lo sguardo basso.  Ma era convinto di avere ragione. Non poteva continuare a piangersi addosso. Era abbastanza matura per prendere la vita fra le mani ed andare avanti. E stato e sarà doloroso a volte, ma si meritava di avere una seconda occasione.
Non poteva permettersi che la paura prenda il controllo sulla sua vita. Arrivati a casa, nessuno disse una parola. Akira si diresse subito in camera sua, senza nemmeno guardarlo in faccia. Inconsciamente, il ragazzo le fu grato. Non voleva vedere cosa di aggirava in quegli occhi. Si sentiva già abbastanza in colpa con se stesso, sarebbe stato troppo. Odiava vederla triste, ma questa volta, forse, le avrebbe fatto bene. O meglio, lo sperava. Si infilò sotto le coperte, e nel giro di pochi inuti, si addormentò.
Dall'altra parte della casa, al contrario, la ragazza non riusciva a darsi pace. 
Sta anche a me ora, avere fiducia in loro. 
Si rannicchiò su se stessa più che potè, cercando protezione sotto le coperte tirate su fin sopra alla testa. Rimase li sotto ad arrovellarsi il cervello finchè il caldo e la mancanza d'aria non furono insopportabili. Riemerse dal suo piccolo rifugio. Da un recondito angolo della sua memoria, le venne in mente un ricordo. 

Sua madre le accarezzava la testa dolcemente, mentre la piccola testolina della bimba era appoggiata sulla sua pancia. Ogni tanto riusciva a sentire qualcosa, un gorgoglio, un movimento. La piccola alzò la testa, e chiese
-Mamma, non hai paura?-
-Paura di cosa, piccola mia?-
-Del dolore. Papà mia ha detto che quando nasce una nuova vita, la mamma sente tanto male. E' successo anche quando sono nata io?- disse piano, accarezzando con la manina la pancia della mamma. La donna sorrise dolcemente, solo come una mamma può fare. Sollevò la bimba e se la pose al fianco, continuando ad accarezzarle i capelli corvini. 
-Si tesoro. E' vero che quando nasce una vita, fa male alla mamma. Ma la gioia che prova dopo è mille volte più forte di quel dolore.-
-Ma tu non hai paura? Dato che è già successo in passato, non hai paura di rivivere tutto quel dolore?- La donna ridacchiò, facendo scintillare quegli occhi grigi da cui prendeva il nome. 
-Proprio perchè ci sono passata già una volta, so che dopo tanta sofferenza c'è sempre tanta felicità. Non solo quando nasce una nuova vita, ma in tutta la vita. Per costruire il futuro, bisogna guardare al passato, ma non bisogna mai caderne prigionieri. Affronterei quel dolore mille volte, pur di provare di nuovo la gioia di tenerti fra le mani, piccola stella.- 

Si asciugò la lacrima che le cadeva dagli occhi con prepotenza. Strinse convulsamente le bende sulle braccia.
Sono stanca di essere così debole! Tu cosa avresti fatto, mamma?
Si ripetè quelle parole nella mente fino a sentire gli occhi farsi pesanti. Poco prima di cadere in un sonno profondo, sorrise.
Avresti combattuto. E vinto.


***

Una settimana dopo, Alaska.

-Dannazione, ma non hai freddo?- Chiese Maka, stralunata. Erano appena scesi dal treno che li aveva lasciati in una landa praticamente deserta. C'era solo neve, neve ovunque. La ragazza guardava Ryan con tanto d'occhi.
-Mi fai venire i brividi solo a guardarti. Come fai a stare in camicia im mezzo alla neve, si può sapere?- 
Beh, in effetti era una visione alquanto strana. Quattro ragazzi, di cui tre imbacuccati in pesanti cappotti e indumenti da neve adatti al clima rigido del luogo in cui si trovavano, e uno in jeans e camicia bianca. 
-Oh, Maka, ti prego, non farci caso.- Disse Akira, con un sorriso divertito in volto, agitando la mano a mo' di scusa. 
-Lui va SEMPRE in giro così, non importa che temperatura ci sia fuori.- Poi le andò vicino e le sussurrò all'orecchio, cercando di non farsi sentire
-Ti dirò, a volte sconcerta anche me...-
-Guarda che ti ho sentito, Baka.- Disse lui, guardandola di sbieco. Lei per tutta risposta, scoppiò a ridere, seguita da Maka. Fortunatamente, della discussione tra i due di una settimana prima non c'era più traccia. O almeno così sembrava. Il gruppo si avviò, alla ricerca dell'Uovo di Kishin. Poi Maka si fermò.
-Sarà meglio avvertire Shinigami-sama che siamo, arrivati- 
Soul annuì, e si fermò davanti alla finestra di una casa vicino alla stazione che avevano raggiunto.
-42 42 564! ecco fatto.-
Il vetro della finestra si increspò, come fosse fatto d'acqua. Poi, davanti ai ragazzi, si formò l'immagine di Shinigami.
-Ragazziii! Allora, come è andato il viaggio?♪-
-Salve Shinigami Sama! Qui per ora è tutto tranquillo.- 
-Molto bene, molto bene. Ma mi raccomando, fate attenzione! C'è qualcosa che non mi quadra... Beh, in bocca al lupo ragazzi!♪-
***

-Sono arrivati, Milady. I soggetti dell'esperimento sono nelle coordinate designate. I nostri collaboratori sono pronti a dare il via all'esperimento.-
-Molto bene. Iniziate.-
-Subito, Milady.-
La giovane donna era sempre seduta placidamente sul suo seggio di broccato nero, accarezzando con dolcezza quasi materna una creatura che le stava appollaiata sulla spalla. Riluceva nella penombra di un bianco quasi fluorescente.
-Flea.-
-Si, Milady?-
-Prepara il portale. Non posso disattivare il Soul Protect, ma voglio andare a vedere di persona le nostre piccole cavie.- 
Flea si inchinò con riverenza ed uscì.
-E tu, mia piccola creaturina?- disse, ora rivolta al piccolo scorpione albino che aveva sulla spalla. 
-Si, lo so che hai fame, piccola mia. Ma non temere, Shaula ti porterà taaante anime da divorare, appena avrà finito~♥- 
Con un sorrisetto inquietante, si alzò con un movimento sinuoso, facendo frusciare l'elegante veste nera come la notte. Si passò una mano tra i capelli, e lentamente si avvicinò allo specchio che aveva alla sua destra poggiato su una grande cassettiera in mogano nero. Se non avesse avuto una vista fuori dal normale, probabilmente non l'avrebbe vista, nella densa penombra in cui versava la grande sala. Si sedette su una piccola sedia davanti allo pecchio, e attese finchè una delle sue attendenti non entrò a testa china, si inchinò, prese la spazzola ed iniziò a pettinarle i lunghissimi capelli castani, che arrivavano sotto il fondoschiena, liscissimi. La ragazza li acconciò abilmente in una treccia morbida. Soddisfatta, la strega mandò via la ragazza e si alzò con decisione. Uscì sbattendo la porta. 
-Milady, il portale è pronto.-
La donna non rispose. Un sorriso sadico, rispose per lei.


Kame's Corner!

Ecco finalmente il 5° capitolo! sono felicissima di essere riuscita a pubblicarlo, nel trasloco non trovavo più il computer!! Ma ora eccolo qui, e finalmente posso ricominciare a scrivere e pubblicare <3
spero che il capitolo vi sia piaciuto! A presto con il prossimo, recensite numerosi! <3

-Kamelye

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: Fight or Die ***


FOLSID 6
Fragments of Light Scattered in Darkness
-Capitolo 6: Fight or Die


In quel momento, Soul pensò che Maka stesse davvero per esplodere. Durante il viaggio, gliene erano capitate davvero di tuti i colori, e il silenzio pensieroso dei suoi compagni di viaggio lo insospettivano.
Prima il treno che li lasciava alla fermata sbagliata, precisamente in un villaggio praticamente disabitato. E non avevano avuto neanche il tempo di chiedere aiuto a qualcuno che un gruppetto di quattro uova di Kishin li aveva colti di sorpresa. Uno di loro sputava fuoco dalle mani! Lui e Maka, gli unici che erano stati attaccati, li avevano sistemati in neanche cinque minuti ma nello scontro, la mappa che aveva la ragazza era andata bruciata. Tutti insieme avevano deciso di proseguire a piedi, anche se la destinazione era piuttosto lontana. Dopo circa un’ora di cammino, ecco che si alza una tormenta.
 
– Ormai sono due ore che camminiamo in mezzo alla tormenta, ci conviene fermarci!-
– Cosa? Maka non riesco a sentirti, il vento è troppo forte!-
–HO DETTO CHE E’ TROPPO TEMPO CHE CAMMINIAMO IN MEZZO ALLA TEMPESTA, CI CONVIENE FERMARCI!- Gridò l'artigiana, mettendo fuori combattimento il povero timpano di Soul.
– Ah, ok, ma dove?-  chiese Ryan.
– Akira, hai qualche idea?-
–Non saprei, mi pare di aver visto una piccola grotta, ma può essere pericoloso! Non mi è sembrata molto stabile!- rispose la ragazza un po' titubante
–Non fa niente- disse Maka, esausta per la fatica del cammino -andiamo!-
Trovata la grotta, accesero subito un fuoco, cercando di scaldarsi il più possibile. Ryan si tolse subito con aria stizzita il pesante cappotto che Akira l'aveva praticamente obbligato sotto minacce ad indossare, e lo gettò in testa alla Meister. La corvina, fingendo un'aria offesa, glielo lanciò indietro, ridacchiando.
Terminato questo accesso di ilarità, nella grotta cadde un silenzio pesante, rotto soltanto dal fischio del vento sulle rocce. Il crepitio del fuoco era rassicurante, ma il freddo incessante e la fatica della camminata iniziavano a farsi sentire. Maka aveva già le palpebre pesanti e poteva sentire la stanchezza dei suoi compagni. Poi, inaspettatamente, Soul ruppe quel silenzio.

–Secondo me, tutto ciò non è normale.- disse con voce grave.
–In che senso, Soul?-  chiese Akira, ansiosa di sapere se i sospetti del ragazzo erano uguali ai suoi.
–Voglio dire… qui c’è qualcosa, che non va, non vi pare? Scesi alla stazione, invece di trovare un piccolo villaggio a cui appoggiarci, c’era solo una distesa di neve. Decidiamo di andare a piedi, e un gruppetto di uova di Kishin ci attacca. Sono molto deboli, ma stranamente vanno a colpire me e Maka che siamo armati e non Akira che era girata e disarmata. –
– E altrettanto casualmente, un loro attacco va a distruggere la mappa del posto che avevamo. – concluse Maka. 
– Hai ragione.- Disse Ryan -Quasi sembrava che sapessero che saremmo arrivati, e anche il fatto che appena iniziamo ad andare a piedi si scatena una tempesta di neve, non mi quadra. – 
– Inoltre, secondo me, qualcuno ci osserva. – concluse il ragazzo, con uno sguardo torvo, confermando i taciti sospetti di tutti. 
– Soul e Ryan hanno ragione, qui c’è qualcosa che non va. Ma purtroppo ora non possiamo fare niente, per ora. La tempesta li fuori imperversa, e non possiamo avere dei punti di riferimento tranne quello che già sappiamo: a sette chilometri verso est da dove ci ha lasciato il treno – disse Akira, prendendo una pietra vicino a lei e disegnando un puntino sulla parete della grotta, seguito da una linea – C’è il villaggio da dove è partita la richiesta d’aiuto. Ma non sappiamo in che direzione siamo andati a causa della tempesta di neve. Contando che la neve stessa ci arrivava circa al ginocchio, e il vento che avevamo contro… –
La ragazza camminava febbrilmente in circolo intorno al fuoco, facendo calcoli.
–In sostanza, avremmo fatto circa sei chilometri e mezzo, ma non si sa in quale direzione. – concluse, disegnando un piccolo arco vicino alla linea di prima. 
– Quindi? –
–Quindi, ci dovremmo essere quasi, nonostante tutto. – Disse la ragazza sospirando speranzosa.
–Dobbiamo solo aspettare che la tormenta finisca, poi potremmo procedere con più chiarezza.- Disse Maka, decisa. Tutti d’accordo, annuirono, per poi tirare fuori dai loro zaini dei sacchi a pelo che si erano provvidenzialmente portati.
Si  sistemarono tutti il più vicini possibile al fuoco, e si addormentarono subito. Solo Akira non prese sonno.
 
Non riesco a togliermi di dosso questa sensazione. È come se qualcuno ci stesse osservando da quando abbiamo lasciato il treno. Pensò.
Continuò a rigirarsi nel sacco a pelo per ore, senza riuscire a prendere sonno. Ad un certo punto, sentì il fischio del vento diminuire ci colpo. Controllando che tutti fossero addormentati sguisciò fuori dal sacco a pelo, e senza alcun rumore, uscì.
La tempesta si era placata, ma numerosi fiocchi di neve cadevano ancora flaccidamente, per poi sparire anonimi nella distesa di neve che già imbiancava abbondantemente il paesaggio.
Il silenzio era totale, e la luce della luna non era abbastanza forte per forare la coltre di nubi, ma donava comunque una leggerissima sfumatura lattea a quella spoglia vista. Akira inspirò a fondo, finché l’aria gelida non le fece male ai polmoni. Mosse qualche passo nella neve, affondando fino al ginocchio. La pelliccia del cappuccio del cappotto le solleticò il naso, quando si sedette sulla neve gelida. Incrociò le gambe, e si mise a meditare. Si concentrò sul silenzio assoluto che la circondava, inspirando ed espirando lentamente. Piano piano, tutto ciò che la circondava scomparve, lasciandola sola con se stessa.

Improvvisamente, sentì una specie di spillo che le pizzicava la nuca.
Un altro ricordo stava riaffiorando, e lei si lasciò andare.

Quando riaprì gli occhi, si ritrovò in quella piccola distesa d’erba che circondava la sua casa. Era una nottata fredda, ma priva di qualsiasi nuvola. La piccola era stesa sull’erba fresca, e con il dito della mano tracciava le costellazioni che qualche tempo fa, il padre le aveva insegnato. L’aveva presa in spalla, e in pochi secondi l’aveva portata sul tetto della loro casa. L’aveva presa in braccio, ed erano stati ore  a guardare le stelle. Il suo papà le aveva insegnato tuuutte le costellazioni che si potevano vedere in quello spicchio di cielo, ma anche quelle che non si potevano scorgere all’orizzonte. Soltanto perché le sarebbe potuto servire durante le battute di “caccia” o se si fosse persa, certo, ma era stato uno dei giorni più belli della sua vita. Suo padre aveva una voce tagliente, da assassino. Una di quelle voci che, se le senti la notte al buio, ti fa correre i brividi lungo la schiena. Ma era la voce di suo padre, e lei ne andava orgogliosissima. Se lo immaginava la notte mentre guardava con i suoi occhi bianchi i mostri terribili che la volevano portare via mentre dormiva e li combatteva coraggiosamente. Rimasero li sul tetto per molto tempo, finchè un urlo di dolore e un pianto di vita non squarciarono il silenzio-

–Si può sapere che ci fai qui fuori al freddo?- 
Akira sobbalzò e si girò di scatto. Si ritrovò in faccia una coperta di lana.
Quando si fu liberata, Ryan era seduto accanto a lei e la guardava con occhi incuriositi. 

-Beh, facevo il turno di guardia- disse, sebbene sapesse perfettamente di essere poco credibile.
-Perché mi fissi così?- chiese lei, sentendo la pelle del viso formicolare dall'imbarazzo.

–Cosa c'è che non va?- disse Ryan di rimando, leggendo alla perfezione i sentimenti della sua Meister.
–Niente, perché?-
Balla.
Il ragazzo fece una faccia che dire sarcastica è un eufemismo. Akira rispose con un’espressione colpevole, ma comunque non rispose. 
–Akira, hai Ao attivato. – 
Oh. Merda.
La ragazza si guardò le braccia e si inquietò nel vedere le venature che le attraversavano accese di una luce blu elettrica. Si sbrigò a ritirare il sigillo, preoccupata che qualcuno li avrebbe potuti rintracciare. Tornò a guardare Ryan un po’ sconsolata.
Fece un lungo sospiro, poi con fatica disse:
–Mi è tornato in mente un altro ricordo. Ero con mio padre sul tetto di casa e... – 
Di colpo si ritrovò la sua naginata in mano. Sorrise. Trasmise tutto alla sua arma, senza bisogno di parole. Trovò conforto nello stringere quel manico nero come la notte, e ringraziò infinite volte la sua Buki che comprendeva quanto fosse difficile per lei parlare di quelle cose. La shinogi al centro della lama ricurva riluceva di una luce inquietante, ma per lei familiare, nonostante la pochissima illuminazione.
-Tu credi che qualcuno ci stia seguendo? - chiese Akira, sfruttando il legame mentale che li univa quando Ryan era nella sua forma di arma.
-Ne sono sicuro. - rispose lui.
-Quando prima ho attivato Ao,- riprese la ragazza - ho sentito una presenza… era strana, ma non sembrava cattiva. O almeno, non aveva cattive intenzioni nei nostri confronti. Ma era vicina, Ryan. Credo che anche Maka se ne sia accorta. Non pensi che ci avrebbe attaccato prima, se avesse voluto?-
-Non lo so, Aki, non lo so. Non ci capisco più niente. Ma hai ragione, se avesse voluto attaccarci, lo avrebbe già fatto. Tutte queste stranezze però... Non so perchè, ma sono convinto che non siano solo coincidenze. Credo... Credo che la persona che ci sta seguendo abbia architettato tutto questo.-
Akira rabbrividì, un po' per il freddo e un po' per l'inquietudine.
-Si, lo credo anche io. Tuttavia, a questo punto ci conviene aspettare domattina, e vedere cosa succede.- disse la ragazza.
-Dici che con Ao riesci a comunicare con Maka e Soul senza la risonanza a catena? - le chiese ancora Ryan.

-Non lo so, ma credo di potercela fare-
-D’accordo, allora ci penseremo domani. -
Ryan tornò in forma umana e si alzò, seguito da Akira. Di scatto, la ragazza allungò il braccio e afferrò il lembo della giacca di lui che svolazzava per il vento. Il ragazzo si fermò subito, osservandola con espressione interrogativa.
-Giuralo- sussurrò lei a bassa voce.
-Cosa?-
-La promessa che mi hai fatto prima che partissimo. Te la ricordi? -
Il ragazzo fece un sorriso amaro. Si girò e piantò i suoi occhi color ossidiana in quelli di lei.
-‘Promettimi che li proteggerai. Proteggili quando io non potrò farlo. Anche da me se necessario.’-  Recitò lui.
-Esatto. Giurami che la manterrai. Ti prego. -
Ryan ebbe una stretta allo stomaco, nel vedere lo sguardo della ragazza. Si passò nervosamente la mano nei capelli, scompigliandoli ancora di più.
-L'ho promesso, lo farò. Ma ad una condizione. - disse infine, prendendo il piccolo viso della ragazza fra le mani-
-Quale?- chiese lei, con il cuore che batteva all'impazzata. Ryan la guardava intensamente, come se potesse sparire fra le sue mani.
-Promettimi che combatterai. Che non ti arrenderai, quando le cose si faranno davvero difficili. Dio, promettimi che non avrò bisogno di proteggerli da solo. -
E con uno scatto quasi disperato la abbracciò.
Avvicinò la bocca all'orecchio di lei.
-Ho paura di perderti. -
La ragazza sussultò, e sentì le guance bruciarle. Si strinse ancora di più in quella stretta, sentendo il cuore batterle forte nelle orecchie e le lacrime pungerle gli occhi.
Sensa pensare appoggiò la testa sul suo petto, percependo nient'altro che le braccia di lui che la stringevano forte, e quel Tum, Tum, Tum, del suo cuore che la tranquillizzava oltre ogni dire.
Rispose alla stretta più forte che potè.

-Prometto.-
***

Alla Shibusen c’era una calma irreale. Shinigami era da ore davanti al suo specchio, con uno Spirit stranamente in silenzio. Aveva congedato Kid e Black*star già alcune ore prima, ma quel silenzio non faceva solo che dilatare l’attesa. Era così concentrato a captare qualche movimento nella superficie riflettente che sobbalzò, quando la porta della Death Room si aprì, e Stein entrò accompagnato da Marie.
–Alla fine quelle bestie se ne sono andate. Facevano un tale rumore…–
–Cerca di capirli caro, i loro amici sono in pericolo, è normale che siano preoccupati…– disse la donna, con il sorriso sempre presente un po’ più tirato del solito.
–Ed hanno ragione ad essere preoccupati. È da quando sono partiti che ho uno strano presentimento. È vero che il numero di uova di Kishin sta aumentando considerevolmente– disse l’uomo, aspirando una boccata dell’immancabile sigaretta mentre si rigirava nervosamente la vite – eppure… i livelli di follia che registriamo e che teniamo sotto controllo da quando è stato sconfitto Ashura, sono assolutamente regolari, se non sotto la media. – 
Shinigami si grattò la maschera con le sue enormi mani bianche. Fissò le sue orbite scure negli occhi di Stein.
– Cosa hai scoperto, amico mio?- disse, terribilmente serio. 
– Purtroppo nulla, Shinigami. Ma di una cosa sono sicuro. Quei ragazzi sono in pericolo, e non possiamo fare assolutamente niente.-
Sospirò pesantemente. 
– Dobbiamo avere fiducia nei nostri ragazzi. Poi, tu meglio di tutti noi conosci Akira. Non rischierebbe di mettere in pericolo gli altri perdendo il controllo♪–
–E’ proprio questo che mi preoccupa, Shinigami.- disse, espirando l'ennesima boccata di fumo.
-La mia preoccupazione è che per non ferire gli altri non combatta nel pieno delle sue capacità e ci rimetta le penne–

–Non dimenticare che li con loro ci sono Maka e Soul. Tranquillo Stein, andrà tutto bene. Abbi fiducia.-
Disse lo Shinigami, questa volta più serio che mai. Ma anche lui sapeva che le sue parole erano poco credibili. Stein aspirò una lunga boccata dalla sigaretta ed espirò, come se questo potesse risolvere la situazione. Poi lo schermo dello specchio si mosse. L’uomo scattò in piedi, facendo cadere la sedia girevole su cui un secondo prima si era seduto. 

Maka e Ryan stesi a terra, privi di sensi. Akira che combatte impugnando Soul, circondata da una prepotente luce verde. 
Una creatura gigantesca che la incalza senza sosta, forse consapevole della sua superiorità. Ormai la ragazza è alle strette, non riesce più a tenere la falce in alto. 
Un poderoso calcio la prende in pieno e la scaraventa addosso alle macerie. È rimasto solo Soul. 
La creatura si gira lentamente verso Maka e Ryan, ancora svenuti. Alza il braccio, carica il colpo. Soul è troppo lontano. Corre più che può, ma non arriverà mai in tempo.
Un artiglio parte dal braccio teso della creatura. 
Una figura si frappone tra i due e il colpo. 

Ci fu uno schianto, una porta sfondata, e la voce inconfondibile di Black*star che urlò:
–CHE CAZZO SUCCEDE?! –  
Nessuno rispose. Erano tutti intenti a fissare quello specchio inerme, che ora trasmetteva solo un’immagine: uno scorpione bianco che si stagliava sullo schermo nero come la notte.

                                                                                                                      ***

Un refolo di vento gelido penetrò nella caverna e fece correre numerosi brividi sulla schiena di Maka, che istintivamente cercò riparo nelle braccia di Soul, che la strinse a se. Sorrise, e gli si strinse ancora di più. Si sentiva come un pulcino, calda e protett–
ASPETTA. ASPETTA UN ATTIMO.
…  

L’urlo che cacciò fece rimbombare tutta la grotta fin nel profondo. Soul fece un salto di circa un metro e mezzo per poi essere schiantato al suolo da un Maka-chop che lo lasciò agonizzante in una pozza di sangue..
-MA SI PUO’ SAPERE CHE TI PRENDE?? PERCHE’ DIAVOLO MI HAI COLPITO?!? –
Chiese il ragazzo, paonazzo e scandalizzato. Maka non riusciva a spiccicare parola, troppo scioccata.
– ma che cribbio avete da urlare a quest’ora del mattin...YAAAAWN- disse Akira, con ancora la coperta di Ryan addosso e due occhiaie da far paura. I capelli che aveva tentato di raccogliere erano sparsi in tutte le direzioni, e la faccia ancora intontita dal sonno. Osservò i due ragazzi che le stavano davanti. Maka era scattata in piedi ed era rossa quanto un pomodoro maturo, i capelli scarmigliati e alla ricerca di qualcosa da dire, mentre il povero Soul si teneva la testa dolorante senza aver capito cosa diamine stava succedendo.
–ppf.. pfff… BWAHAHAHHAHAHAHA oddio ragazzi- disse Akira- ridendo senza ritegno -dovreste vedervi AHAHAHAHAH, siete esilaranti AH AHAH AHAHHAHAHAHH–
Ormai non riusciva più a trattenersi dalle risate. Le lacrimavano gli occhi e le doleva la pancia, a tal punto che anche gli altri si misero a ridere. Ci misero un po' a prepararsi, a causa del caos che avevano seminato Soul e Maka rincorrendosi, ma la parte più impegnativa fu svegliare Ryan. E si può dire con certezza che lui non collaborava di certo, anzi, se la ronfava alla grande!
Non ne voleva proprio sapere di svegliarsi. Avevano provato di tutto: urla, strilli, minacce, provocazioni, padellate, secchiate di neve sciolta, spintoni, calci e ovviamente risate a non finire.

Questo ragazzo è davvero un danno, quando si tratta di dormire…aspetta! Ho un idea… pensò la sua Meister, tirando su un ghigno sadico che fece rabbrividire Maka  e Soul.
Che diamine avrà in mente?
Akira fece il gesto di rimanere in silenzio, e con cautela si posizionò vicino al ragazzo, più precisamente alle sue spalle. Quatta quatta, si avvicinò e… iniziò a fargli il solletico.
–WAAAAAAAAAH!!-
–Beh, che dire, almeno si è svegliato– disse Soul, sghignazzando, mentre Ryan rincorreva inferocito Akira che se la dava a gambe, correndo agile fra le rocce.
–Ok, adesso basta ragazzi, dobbiamo andare– disse Maka, ancora con il sorriso sulle labbra. Raccolte tutte le loro cose, uscirono dalla caverna, chiudendo gli occhi accecati dal riflesso del sole sulla neve.
Appena si furono abituati  alla luce, ci mancò poco che non cascassero a tutti le mascelle.
–No, non può essere. Ditemi che è uno scherzo, per favore.-
Akira rovistò nello zaino, fino a trovare una piccola foto.
–No ragazzi, non è affatto uno scherzo… quello è proprio il villaggio che è stato attaccato!-
Probabilmente con la tormenta non l’abbiamo visto e ci abbiamo girato intorno…
–Ragazzi dobbiamo sbrigarci! Ieri notte ho sentito una presenza, potrebbe esserci qualche superstite...- disse Akira.
–Si, l’ho sentita anche io, andiamo!- Disse Maka, sorpresa per la percezione di Akira.
E adesso si comincia!
Spinti dalla speranza e dalla curiosità, corsero nonostante la neve che gli arrivava alle ginocchia.
Arrivarono alle porte del villaggio e una sensazione di gelo gli attanagliò. Macerie annerite dal fuoco si stagliavano sul bianco violato della neve, sporcata dalla cenere che continuava a cadere inesorabile, spinta da un alito di vento che era l’unico suono udibile nello spazio di chilometri. Il silenzio era devastante, incorniciato da quella visione. I corpi non carbonizzati erano riversi a terra, ormai della stessa consistenza dei sassi. La desolazione era totale. Poi un guizzo. Akira si fermò di botto.

–C’è qualcuno – disse solo. Soul corse subito da Maka e si trasformò, pronti a reagire. La ragazza attivò la percezione dell’anima.
–Dannazione, non ci capisco niente… –
–Che succede, Maka?! –
– E’ come se ci fosse un’interferenza… percepisco numerose anime, ma non capisco ne di chi siano, ne dove siano… sono come sfocate. È tutto così… Caotico. – Disse, con il volto contratto nello sforzo di captare qualcosa. Akira le mise una mano sulla spalla e sorrise. Poi si voltò subito verso Ryan, che annuì e si trasformò subito in naginata.
– Dovete sapere – Disse, piantando bene i piedi nel terreno– Che i miei genitori sono morti quando ero piccola, ma io sono stata addestrata anche da Stein. Lui mi ha insegnato come ribaltare a mio favore questi sigilli che limitano la mia anima. –
Piantò Ryan davanti a sé, la lama rivolta verso il cielo. Chiuse gli occhi. Poi sussurrò qualcosa che Maka udì appena.
– Tecnica dei Nove Sigilli! Sesto Sigillo, Ao! Attivazione!–
Un forte vento si alzò all’improvviso, spazzando via la neve che si era depositata da poco. Sulle braccia della ragazza comparvero quegli strani arabeschi che si illuminarono prepotentemente di una luce blu.
Oddio. Ora la vedo. Riesco a vedere… la sua anima.
Di colpo, il vento si fermò, come era iniziato. Akira si girò lentamente e fece qualche passo avanti, scandagliando con gli occhi le macerie circostanti.
Maka, mi senti? Soul? Mi sentite?
La meister sobbalzò.


S –Soul, ti prego dimmi che la senti anche tu e che non sono pazza.
Si, la sento anche io, e la cosa mi inquieta non poco.
Tranquilli, sono Akira! È il potere del sigillo che ho attivato, che mi permette di mettermi in contatto mentale con ciò che mi circonda.
Capisco. Ma non potevamo fare una risonanza a catena?
Purtroppo no. O meglio, potremmo, ma la mia anima è instabile, e anche con Ryan che mi sostiene, connettermi con tante anime insieme potrebbe scatenare situazioni spiacevoli. Ve lo dico per esperienza personale…
Il volto di Akira si rabbuiò d’un tratto. Maka e Soul ritennero giusto non fare altre domande, e proseguirono.
Maka, riesci a sentire questo suono?
Si…
Questa è… diciamo… la mia versione di ‘percezione dell’anima’. Ora tu riesci a sentirla grazie ad Ao.
La ‘Melodia delle Anime’?
Precisamente. Le varie increspature e onde che emette un anima producono dei suoni, che si accordano creando una melodia. Essa varia e si trasforma a seconda delle emozioni che quella persona sta provando. La senti questa, Maka?
È così… strano… sembra inquieta.
Si, lo è. È sola e spaventata, e non vede via d’uscita. Non sa cosa fare, non sa cosa pensare. È persa.
Maka deglutì. Poteva percepire tutte quelle cose soltanto ascoltando una canzone?
– Ehi piccola… guarda che puoi uscire da li… non siamo qui per farti del male.-
La bionda si ridestò dai suoi pensieri, notando che Akira si era chinata verso un piccolo cumulo di macerie che probabilmente prima costituivano una casa. Ma con chi diavolo stava parlando?? Accelerò il passo e la raggiunse, posizionandosi dietro di lei, falce pronta a colpire dato che la compagna aveva adagiato Ryan sulla neve e alzava le mani in segno di resa. Vide qualcosa muoversi fulminea verso la ragazza, colpirla con qualcosa di affilato al volto e atterrare sulla neve. Maka stava per calare la sua arma, ma fu fermata da un braccio di Akira.
–NO! FERMA!- Disse, premendosi con la mano il taglio sulla guancia, che fortunatamente era piuttosto lieve. Davanti, una piccola figura ammantata di bianco e incappucciata che si sforzava di tenere dritto davanti a sé un piccolo coltellino a serramanico, che però tremava violentemente.
–N–non osate a–a–avvicinarvi o–o…– non riuscì a terminare quella frase. Akira era davanti a lei, in ginocchio per arrivare all’altezza della piccola, col cappuccio che le era scivolato via e le mani avanti. Appurato che fosse tutto a posto, anche Maka abbassò Soul, che subito si ritrasformò nella sua forma umana, imitato a ruota da Ryan.
– Tranquilla piccolina, non vogliamo attaccarti.- disse la bionda per tranquillizzarla.
– Siamo stati mandati qui dal sommo Shinigami per scoprire cosa è successo a questo villaggio.- disse Ryan, subito pragmatico, beccandosi un’occhiataccia da Akira. Alzò le spalle, come per dire ‘ma che ho fatto?’ ma la ragazza scosse la testa, tornando a concentrarsi sulla bambina terrorizzata che avevano davanti.
–Come ti chiami?- chiese Akira, cercando di sciogliere il ghiaccio.
–M–Mayou.-
– Ciao Mayou. Puoi dirci cos’è successo? Il villaggio è stato attaccato, vero?-
La bimba piantò i suoi grandi occhi nocciola in quelli blu elettrico di Akira, che ancora brillavano per l’effetto del sigillo. Passò in rassegna anche tutti gli altri, e finalmente, depose la sua arma.
–Q–quei mostri… cos’erano? E–e cosa sono venuti a fare qui? Cosa volevano da noi?- chiese tremante, con gli occhi grandi dallo spavento.
– Non lo sappiamo, Mayou, siamo venuti qui apposta per scoprirlo. Sappiamo solo che sono delle uova di Kishin, persone che hanno compiuto atti malvagi e che hanno ceduto alla Follia.- disse Soul.
–Puoi raccontarci nei dettagli cosa è successo? Se vuoi, intendo– disse Akira, cauta. Non voleva che la bambina ricordasse cose che non voleva ricordare. Lo sapeva, lei, che poteva essere molto doloroso.
–N–non c’è molto da raccontare, in e–effetti. Sono apparsi dal nulla ed hanno u–ucciso tutti. Poi sono spariti.-
Akira guardò Maka, inquieta. –Non ricordi qualche altro dettaglio? Anche la più piccola cosa più esserci utile.-
La bimba si fermò un attimo a pensare, ma l’unico ricordo ricorrente era la disperazione, il sangue, la paura…
–Una cosa c–ci sarebbe. Ma potrei e–essermela immaginata. Avevo t–tanta paura, e non ho guardato b–bene. Ma poco prima dell’attacco… mi sembrava di aver visto uno scorpion- –
Una presenza fece guizzare Akira, che si gettò addosso a Mayou, urlando – ATTENTI!!-
Ci fu un esplosione colossale. I ragazzi, colti di sorpresa, vennero sbalzati via ed atterrarono nella neve. Si alzarono, ancora rintontiti.
–MA CHE DIAVOLO E’ STATO?!- Urlò Akira. Aveva ancora Mayou in braccio, che tremava convulsamente in preda al terrore. La ragazza cercava disperatamente Ryan con lo sguardo, e appena lo trovò, si alzò e con uno scatto lo raggiunse. Il ragazzo si trasformò immediatamente in naginata.
–Mayou, non preoccuparti, andrà tutto bene. Ora mettiti sulla mia schiena e tieniti più forte che puoi, va bene?-
Sentì la piccola annuire e la aiutò a montarle sulle spalle. Individuò Maka e Soul, che erano stati scaraventati poco più la. Stava per raggiungerli quando una risata acuta le fece gelare il sangue nelle vene.
–Chi sei?! Fatti vedere!-urlò Maka, con la sua arma in pugno.
–Oh, ma come, la famosa Maka Albarn, colei che sconfisse il Kishin Asura, non riesce a percepire l’anima di una come me? Mi stupisco… credo di avervi sopravvalutato.-
Lentamente, il fumo causato dall’esplosione si diradò, rivelando due figure. Una bella, alta e slanciata, con uno sguardo sicuro, strafottente, i capelli corvini raccolti in una treccia ed avvolta in un lungo cappotto di velluto nero, ed un’altra, sempre vestita di nero, ma che teneva la testa bassa, con atteggiamento referenziale. La figura slanciata sorrise sadica.
–Allora mi presento. Il mio nome è Shaula. Shaula Gorgon. –

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2544292