I Soprannaturali di Rondley

di Miakuzz
(/viewuser.php?uid=403050)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La prima cosa che attirò la mia attenzione appena attraversai la soglia della nuova casa, fu la finestra a vetro grande quanto una parete dall'apertura scorrevole. Per me, che adoravo i luoghi ben illuminati e sdraiarmi  comoda sul divano per leggere, quello era il paradiso.
Senza attendere un minuto mi fiondai, come una bambina contro un gelato, sul divano affondando in esso e annusando il suo odore di nuovo, di oggetto non ancora vissuto. I miei genitori non avevano traslocato anche i mobili con noi   preferivano portarsi dietro il minimo indispensabile, il che stava a significare che il bel divano rosso della nostra vecchia casa sarebbe rimasto lì, ma ciò non era rilevante, mi sarei presto abituata a questo nuovo di un bel grigio scuro.
"Fay già sul divano?" Mi sgridò mia madre senza però trattenere un sorriso, il fatto che mi fossi già appropriata di un oggetto era un buon segno, mi sarei presto abituata.
"Perchè non prendi i tuoi scatoloni e non vai a vedere la tua nuova camera?" Mi  domandò invece mio padre  mentre finiva di trasportare in casa gli ultimi scatoloni.
Alzai di scatto lo sguardo dalla fodera del divano per guardare mio padre,  e senza farmelo ripetere due volte afferrai una scatola con su scritto il mio nome e corsi su per la scala in legno.
La mia nuova stanza non era enorme come la vecchia ma molto più accogliente: la parete opposta alla porta  era di un bel verde acqua e al centro di essa vi era una grande finestra con un balcone interno dove stazionava un divanetto e dei cuscini, un armadio a muro bianco occupava la parete di destra, mentre alla parete di sinistra c'era un letto raggiungibile solo con una scaletta e con sotto una scrivania e un computer. Rimasi incantata qualche minuto prima di poggiare lo scatolone a terra e raggiungere la finestra. Spalancai  le ante ammirando la foresta che si stagliava dietro la casetta dalla parte opposta della strada e inspirando a pieni polmoni l'aria pulita di questa cittadina sperduta. Non dovevo nasconderlo, Un pò mi mancava la mia vecchia città, la mia vecchia scuola, e quell'enorme parco dove ero solita passare le ore a rilassarmi, ma la possibilità di cambiare aria non mi dispiaceva, una nuova avventura mi aspettava e non potevo  sentirmi più elettrizzata.  Ero rimasta appoggiata con le mani sulla finestra, le palpebre abbassate mentre questi pensieri mi affollavano la mente fin che il presentimento di essere osservata fu così forte che aprii di scatto gli occhi ma l'unica cosa che vidi fu l'ombra di una figura scomparire dalla finestra della casa di fronte.  Non gli diedi molto peso e con l'idea di sfruttare quella bella giornata afferrai un libro e la borsa per  poi scendere le scale con l'intento di trovare un luogo che potesse sostituire il mio parco, un luogo dove potessi dedicarmi senza problemi alla lettura . Arrivata all'ingresso trovai  i miei genitori indaffarati a sistemare i piatti e le posate in cucina.
"Dove vai tesoro?" Mi chiese mio padre dopo avermi notata.
Mio padre, George Wilson, era un uomo sulla trentina, alto e forte, dai capelli castano scuro e gli occhi color del ciccolato mentre mia madre,Andy , anche lei giovane e dalla corporatura slanciata, possedeva chiari occhi azzurri incornicati dai boccoli biondi.
 " Volevo trovare un luogo per poter leggere tranquillamente, conoscete qualche parco qui vicino?" Chiesi afferando un mandarino e lanciandolo in aria più volte per poi riprenderlo a volo.
"Qui non ci sono parchi, c'è solo una foresta-A quelle parole mi illuminai(cosa che notò subito mia madre), se c'era un luogo che amavo quella era la foresta peccato che nella mia vecchia città non ce ne fosse una.- Mi raccomando se mai vorresti andarci, prudenza!"
"Si,si tranquilli, ci vediamo dopo" E detto ciò  riposai il mandarino e sparii  dietro la porta.
Il sole rischiarava il cielo quel tardo pomeriggio e il cinguettio degli uccelli faceva da sottofondo mentre  camminavo spedita verso la foresta con le cuffie nelle orecchie. Le strade erano stranamente deserte tanto che non mi preoccupai  neanche di controllare prima di attraversare e non feci così caso alla porsche rossa che si avvicinava spedita verso di me. Quando me ne accorsi era troppo tardi e per la paura chiusi gli occhi senza riuscire a fare altro e sarei stata investita se due braccia forti non mi avessero afferrata per i fianchi spingendomi via.
La caduta mi sembrò avvenire a rallentatore :dapprima sentii il vento intrufolarsi all'interno della mia maglietta e scompigliarmi i capelli  poi la dura  terra e i muscoli doloranti e infine l'erba acarezzarmi le braccia nude. Aspettai non so quanto tempo tenendo le palpebre chiuse e quando fui sicura di essere tutta intatta  mi arrischiai finalmente ad aprire gli occhi ritrovandomi a fissarmi  due pozzi verde inchiostro appartenenti ad un ragazzo dalla bellezza mozzafiato, quest'ultimo aveva folti capelli color miele che ricadevano in ciocche corpose sul volto abbronzato come continuamente baciato dal sole, le labbra erano rosee e carnose e gli zigomi morbidi, giovanili, non sembrava dimostrare più di diciasette anni. Ero rimasta così concentrata a studiare i suoi  lineamenti che non mi accorsi della posizione in cui eravamo: lui si teneva sui gomiti per non schiacciarmi una gamba tra le mie, e una mia gamba alzata poggiata sul suo fianco; cio mi fece arrosire violentemente.
"Mi spieghi perchè prima di attraversare non guardi?" Aprì bocca lui con voce pacata  e  un'espressione pensierosa mentre il suo respiro caldo mi solleticava le guance.
"E  tu perchè non ti togli da sopra?" Risposi cercando di assumere un tono alterato che parve invece agitato.
Il ragazzo non si mosse,  anzi  si strinse maggiormente avvicinando le sue labbra al mio orecchio  e provocandomi brividi lungo la schiena.
"Non si risponde ad una domanda con un'altra, non te l'hanno mai detto?" Mi sussurrò con voce suadente  strofinando il naso sul mio collo.
A quel contatto mi sentii avampare, i brividi si intensificarono e rischiai di finire in iperventilazione.
  "Anche tu hai risposto con una domanda" Riuscii a dire ritrovata la facoltà di parlare.
Lui in risposta rise mostrando i denti candidi poi si alzò in piedi porgendomi la mano ed aiutandomi ad alzarmi.
"Io sono lex" Si presentò poi.
"Faith"
"Allora Faith non ti ho mai visto da queste parti, sei nuova?"
"Si mi sono trasferita oggi "
"E già tenti il suicidio? Aspetta almeno qualche giorno questo posto non è così male!" Mi disse Lex allargando il sorriso, la voce divertita.
"Non volevo tentare il suicidio volevo solo trovare un posto per leggere tranquillamente" Risposi  alterata dalle frecciatine di quel ragazzo , indicando la  foresta dietro di me.
Lex alla  vista di ciò che indicavo si rabbuiò divenendo di punto serio.
"La foresta non è il luogo adatto, torna a casa"
Quel repentino cambiamento in lui mi lasciò parecchio perplessa e poi non mi aspettavo certo una risposata del genere , chi era lui per decidere dove potessi o non potessi andare?
"Scusa, ma deciderò da me se è adatto o no" Risposi dandogli le spalle e inoltrandomi nella vegetazione.
Non riuscii a fare neanche tre passi che Lex mi  afferrò il braccio facendomi voltare.
"Ho detto torna a casa!"
Questa volta il suo tono era alterato e una sorta di ringhio si sentiva provenire dalla sua gola, quando mi girai potei chiaramente  notare gli occhi d'apprima verdi perdere colore per acquistare poi delle sfumature giallo ocra. Dinanzi quella visione il  mio cuore perse un battito per la paura e tutti i miei  muscoli si irrigidirono. Il ragazzo mi  si avvicinò tenendomi stretta per non farmi indietreggiare e mi sussurrò  nell'orecchio una semplice parola.
" Corri"
Non me lo feci ripetere due volte, lo superai e corsi verso casa con la paura che cresceva ad oni passo. Entrai in casa come una furia e mi chiusi la porta alle spalle, al mio fianco c'era uno specchio e potei notare che il mio aspetto era raccapricciante: avevo il volto pallido, i capelli castani scompigliati e i vestiti sporchi di terra. I miei genitori che in quel momento stavano preparando la cena,alla vista di come ero conciata cominciarono a farmi domande su domande ma io in risposta me ne andai di sopra. Dopo una bella doccia mi ficcai sotto le coperte ma quella sera faticai ad addormentarmi con in testa solo i ricordi di quegli occhi. 


Angolo Autore 
Ciao a tutti, scusate in anticio per probabili errori, spero recensiate e mi facciate sapere cosa ve ne sembra. spero a presto ciao <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quella mattina venni svegliata dal rumore di risate provenienti dal piano inferiore. Che bel risveglio, pensai  mentre mi stiracchiavo per poi allungare le coperte fino alla base del naso rilassata dal quel caldo tepore . Il letto era molto comodo e come prima notte non avevo dormito poi tanto male tralasciando le ore insonni in cui avevo pensato a Lex; quel ragazzo mi nascondeva qualcosa e io volevo scoprirla nonostante l’atteggiamento dello scorso pomeriggio mi avesse lasciato parecchio terrorizzata, in più poi dovevo ringraziarlo mi aveva pur sempre salvato la vita. Ero così persa nei miei pensieri e intenta a rotolarmi nelle coperte che mi dimenticai per un attimo la lontananza del pavimento dal letto e con un tonfo finii dritta dritta per terra schiacciandomi il naso, il mi povero naso, interrompendo così le risate.
"Fay si sarà svegliata, Adrian potresti controllare cortesemente, la sua stanza è la prima a destra" Si sentì chiaramente pronunciare mia madre.
"Certo signora"
La voce che aveva risposto non la conoscevo, non ebbi tempo di chiedermi chi fosse Adrian e se quella voce appartenesse a lui che un ragazzo dalla carnagione chiara e dai capelli biondi fece il suo ingresso nella mia stanza. Rimasi un attimo a guardare la sua figura slanciata, prima di ricordarmi che per dormire avevo usato una maglietta che a malapena mi copriva l'ombelico perciò  Mia alzai  svelta e afferrai le coperte cercando di coprirmi dinanzi quel ragazzo sconosciuto mentre quest'ultimo arrossiva violentemente.
" Tu chi saresti?" Urlai allarmata da quella improvvisa comparsa.
"Io sono Adrian, piacere" Rispose lui impacciato portandosi una mano dietro la nuca.
Ora che lo guardavo meglio mi accorsi che non era male: era molto alto, magro ma con un leggero accenno di muscoli, per non parlare degli occhi che erano di un verde acqua acceso, il volto serafico,la sua bellezza  tale che dovetti trattenermi dal saltargli addosso, come se esercitasse una forte attrazione in me.
"Dovrai cambiarti... ti aspetto di sotto" E detto ciò Adrian come era apparso da quella porta scomparve.
Afferrai un paio de jeans corti e una canotta blu vestendomi quanto più velocemente mi era possibile  desiderosa di avere risposte sulla presenza di quel ragazzo ma quando scesi di sotto mi mancarono le parole alla visione che mi si presentò davanti: i miei genitori erano seduti sul divano assieme ad Adrian, Mia madre gli faceva gli occhi dolci e, dura da credere, anche mio padre sembrava flirtarci.
"Oh Fay tesoro, hai visto che bel vicino abbiamo!" Mi disse mia madre senza volgermi neanche un occhiata troppo impegnata a contemplare il biondo.
"Si , ho saputo che vi siete trasferiti e allora sono voluto venire per dare una mano" Disse lui.
"Quanto sei caro"
Mia madre gli si avvicino accarezzandogli il braccio, papà allora la raggiunse e le scanso la mano in quello che sembrava un impeto di gelosia per accarezzargli l’altro braccio,ciò mi lasciò ancor più esterrefatta come in quei cartoni in cui ai personaggi cadono la mascella dalle assurdità della situazione.
Cosa gli aveva fatto Adrian ?
Mi avvicinai a quel biondino con passo pesante, lo afferrai  per un braccio e lo trascinai  fuori per poter parlare senza essere sentiti o interrotti.
"Che cosa hai fatto ai miei genitori!" Gli urlai poi.
"Perché credi che gli abbia fatto qualcosa?" Rispose lui calmo e pacato.
" Ma li hai visti? Mia madre tra poco ti salta addosso e persino mio padre ti fa gli occhi dolci"Mancava poco che mi strappasi i capelli. 
"Ti giuro che io non gli ho fatto niente!" Adrian alzò le mani arretrando poi fin verso il muro mentre io mi avvicinavo minacciosa.
"Li hai drogati vero?vero! " 
Ero ormai arrivata a pochi centimetri dal suo volto con l'indice puntato quando lui, come fosse la cosa più  normale del mondo, mi annusò il collo.
" sai di lupo" Rimasi perplessa a quell'affermazione e dal suo tono stranamente più duro.
"Prego?"
"Ti ha marchiata"
Marchiata?Un lupo?
"Senti non ho incontrato nessun lupo che mi abbia fatto la pipì addosso" Me ne uscii io. Adrian mi guardò perplesso per poi ridere di gusto.
"Sei davvero simpatica Fay ti va se ti faccio fare un giro in centro?"
Ero parecchio arrabbiata per la questione dei miei genitori ma poi lui mi guardò negli occhi e una strana serenità mi invase e senza accorgermene annuii.

Il centro come lo intendeva Adrian era una piccola piazza con al centro una fontana e sul perimetro una quantità infinita di negozi, bar, strip club e ristoranti. Molti ragazzi erano lì riuniti: chi era seduto a bar, chi parlava in gruppetti accanto ai loro veicoli fumando e ridendo, chi passeggiava solo o in compagnia. Il centro distava parecchio dalla mia nuova casa, questa si trovava in periferia vicino alla foresta, e per raggiungerlo avevamo usato la macchina azzurra di Adrian. Stavamo camminando tranquillamente parlando del più e del meno quando mi tornarono in mente quegli occhi giallo ocra e l'idea che lui potesse conoscerlo si fece strada nella mia mente, così mi arrischiai a domandarglielo.
"Adrian conosci un certo Lex?" Adrian si bloccò per strada e mi guardò con gli occhi sbarrati.
"Come fai a conoscerlo?" "Ieri ho rischiato di essere investita e lui mi ha salvata" Risposi evasiva senza entrare in particolari. Lui rimase così perplesso che potei notare gli ingranaggi della sua mente mettersi in azione mentre pensava chissà a cosa.
"Non mi spiego il perché di ciò.." Continuava a borbottare tra se ma io lo lasciai perdere e mi guardai intorno,tanto per fare qualcosa, quando il mio sguardo ricadde sulla porsche rossa che ieri aveva rischiato di investirmi.
Non so cosa mi prese in quel momento, so solo che presa da un attimo di follia e messa a tacere la mia parte razionale mi diressi alla macchina e le diedi un calcio provocando una leggera ammaccatura sul cofano, non c'è bisogno di dire che suonò l'antifurto. Dal bar di fronte uscì una folla di ragazzi e tra questi un ragazzo alto, dalla carnagione diafana,volto perfetto, giacca di pelle e capelli castani corti si avvicinò minaccioso fulminandomi con gli occhi, da ciò dedussi che dovesse essere il proprietario della macchina.
"Testa di cazzo cosa stai facendo!" Mi urlò contro. Questo non doveva neanche pensarlo, la mia rabbia stava sfiorando i limiti .
"Io testa di cazzo? Ma se tu ieri hai rischiato di investirmi e non ti sei neanche dato pena di controllare se fossi ancora viva" Gli risposi a tono inviperita.
"Ah eri tu! Pensavo che a quest'ora gli animali della foresta ti avessero già divorato!" Rispose sarcastico facendomi un sorrisetto.
Non ci vidi più dalla rabbia, non ero mai stata una persona manesca ma quando mi partivano i cinque minuti nessuno poteva fermarmi o farmi ragionare , e in quel momento senza pensarci mi fiondai addosso a lui ma venni prontamente bloccata da Adrian. Il ragazzo della porsche mi guardò stranito alzando un sopracciglio.
"Cosa volevi fare ragazzina contro di me" Disse allargando il sorriso e indicandosi con una mano come volesse farmi notare la differenza tra la sua corporatura e la mia troppo esile mentre tutti i suoi amici ridevano di me.
"Fatti avanti vedi come ti rompo quella faccina da cazzo che ti ritrovi"Risposi sempre più incazzata mentre mi dimenavo tra le braccia del mio vicino con tutta la forza che possedevo, ma contro di lui era inutile, non pensavo fosse tanto forte.
Il ragazzo castano si era visibilmente infuriato ed era visibile dai suoi movimenti che fosse pronto a scattare, sembrava un felino in attesa che la sua preda facesse solo qualche mossa falsa per saltargli addosso .
"Non toccarla o te la dovrai vedere con me!" Lo intimò Adrian lasciando la presa sulle mie braccia e mettendosi davanti a me che continuavo a dimenarmi come una forsennata.
"Uhm vedo che hai l'angioletto a proteggerti, peccato che non servirà a niente" Sul volto del ragazzo si dipinse di nuovo un sorriso spavaldo e con due falcate ci fu vicino  ma il suo sguardo venne attirato da qualcosa dietro di noi, resto immobile annusando l'aria per poi fare qualche passo indietro .
"Questa volta te la cavi ragazzina-disse con disprezzo -ma prega il cielo di non incontrarmi di nuovo"
E sarebbe finita lì se io in risposta non gli avessi sputato qualche centimetro dalle scarpe.  Il ragazzo non riuscì a sopportare il mancato rispetto e ci fu quasi addosso ma gli amici riuscirono a bloccarlo in tempo .
"Non ne vale la pena"  Sussurrò una ragazza bionda all'orecchio del castano.
"é meglio andarcene" Mi sussurrò invece Adrian all'orecchio ma io ero troppo infuriata per lasciar perdere e continuavo a dimenarmi.
"Non ho finito con lui!" Continuavo ad urlare.
Adrian mi prese di peso su una spalla e mi condusse nella macchina per poi poggiarmi sul sedile e allacciarmi la cintura, neanche fossi una bambina di cinque anni. Fissai per un attimo quel ragazzo castano che mi fulminava con lo sguardo, ma quando Adrian fece retromarcia potei notare che il suo sguardo cambiava direzione fissandosi su un altro ragazzo dagli occhi verdi,Lex, che se la rideva sotto il portico di un pub.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Quel pomeriggio ero intenta a leggere un libro in veranda comodamente seduta sul nuovo dondolo color crema  cullata solo dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. Dopo quello che era accaduto ieri l'idea di tornare in centro mi spaventava, non perchè fossi intimorita da quella testa di cazzo castana, sia mai, avevo solo paura di non riuscire a controllarmi e passare per l'omicida di turno , perchè ero sicura che se Adrian non mi avesse bloccato a quest'ora quello lì giaceva in una bara.
Adrian era passato quella mattina per invitarmi a fare un giro ma io avevo rifiutato chiudendogli letteralmente la porta in faccia,avevo paura, paura che mi guardasse di nuovo negli occhi facendomi cambiare idea come era accaduto ieri o che i miei genitori potessero di nuovo comportassi in quel modo strano; ero fermamente decisa  che non gli avrei più parlato fin che non ne avrei capito di più sul suo conto.  La testa mi girava per tutti quei pensieri che mi impedivano persino di leggere una riga del libro ma la voce squillante di mia madre mi ridestò dalle mie riflessioni.
"Fay tesoro devi farmi un favore, vieni subito qui."
Dal tono si capiva che non ammetteva repliche; sbuffai infastidita, posizionai il segna libro, e la raggiunsi in cucina a passo lento. Quando mi trovai nel campo visivo di mia madre questa mi consegnò dei fogli compilati per poi tornarsene ai fornelli.
"Cosa dovrei farci con questi?" Chiesi cercando spiegazioni.
"Sono i fogli d'iscrizione per la Rondley School, ho bisogno che tu li consegni altrimenti dopodomani non potrai andare a scuola."
Non è che ci tenessi tanto ad andare a scuola,soprattutto in questa strana città, ma ormai ero all'ultimo anno tanto valeva togliersi anche quel peso,  l'idea di tornare però in centro solo per consegnare dei fogli non era molto allettante.
"Perchè proprio io!" Sbuffai nuovamente come una bambina capricciosa.
" Fay non fare storie. Papà è andato a sistemare lo studio e io sto preparando una torta quindi datti una mossa, anche perchè la segreteria dovrebbe chiudere tra quaranta minuti." Fece lei guardando l'orologio.
Mio padre era un pediatra e aveva deciso di aprire uno studio qui a Rondley e questo era uno dei motivi del nostro trasferimento, gli altri, beh avevamo bisogno di cambiare aria, io più di tutti.
"Allora ti decidi ad andare o vuoi rimanere qui imbambolata?" Mi ridestai dai ricordi che si stavano facendo strada nella mia mente e mi decisi a muovermi.
"Ma pure tu non potevi avvertirmi prima- le urlai mentre mi cambiavo velocemente- in quaranta minuti neanche ci arrivo in centro e poi dove sta la Rondley School?"
"Chiedi ad Adrian." Il tono di mia madre divenne più dolce e sul suo volto si dipinse  un sorriso ebete mentre pensava sicuramente a quel biondino.
"No, mi arrangio." E detto ciò uscii di casa.
Aspettai per una decina di minuti l'autobus e quando questo arrivò chiesi indicazioni all'autista su dove si trovasse la scuola scoprendo che questa si trovava al capolinea; sbuffando mi sedetti all'ultimo posto e mi portai le cuffie all'orecchie sperando solo che il viaggio che mi attendeva fosse breve e senza brutti incontri.


La Rondley School era un edificio enorme di un bel rosso acceso, con uno spazioso cortile alberato. Percorsi la poca strada che mi separava dalla fermata alla scuola per poi addentrarmi in quell'enorme edificio dal numero infinito di corridoi alla ricerca della segreteria che riuscii a trovare poco dopo, fortunatamente.
"Desidera?" Mi chiese la vecchia che stazionava dietro al bancone; aveva lunghi capelli bianci tenuti indietro da una crocchia, il volto rugoso e indossava degli occhiali dalle piccole lenti.
"Sono venuta qui per consegnare i fogli d'ammissione" Risposi atona mentre la segretaria mi guardava con un sopracciglio alzato.
" Le schede di ammissione sono state consegnate mesi fa" Disse con fare saccente.
" Beh io mi sono appena trasferita e.."
"Aspetta, tu sei Faith Wilson?" Annuii sbrigativa, in quel momento volevo solo tornarmene a casa.
"Mi avevano avvertito della tua iscrizione in ritardo" Disse afferrando i fogli e dandogli una veloce occhiata per poi congedarmi con un gesto della mano. 
Non aspettai altro e senza tante cerimonie girai i tacchi per addentrarmi nuovamente in quell'intricato labirinto. Se c' era una cosa che odiavo di me quella era sicuramente il mio scarso senso dell'orientamento: era da un quarto d'ora che camminavo in tondo ritrovandomi sempre nello stesso punto, in più mancava poco alle sei e se non mi sbrigavo la segretaria mi avrebbe chiuso dentro. Il panico si faceva strada in me mentre correvo a destra e a  sinistra come un animale in gabbia sempre più convita che avrei passato la notte lì quando addentratami nell'ennesimo corridoio notai una figura appoggiata agli armadietti. Da quello che riuscivo a vedere, essendo la figura in ombra, si doveva trattare di un ragazzo su per giù della mia età poco più alto di me che ,a giudicare dal suo volto inchiodato al pavimento, non aveva ancora notato la mia presenza. Qualcosa dentro mi diceva di non avvicinarmi ma la mia testa continuava a ripetere fatti accompagnare all'entrata e tornatene a casa! Decisi allora  di seguire la mia testa e mi avvicinai rimanendo però vigile, pronta a scappare in caso di pericolo.
Più mi avvicinavo e più particolari potevo notare in lui: la pelle era bianca, più che bianca sembrava quasi trasparente e ciò metteva ancor più in risalto il giaccheto di pelle e i jeans neri,  capelli scuri e lunghi gli coprivano il volto.
"Hey scusa mi potresti ind.." Non riuscii a finire la frase poiche rimasi troppo colpita dai suoi occhi viola, il volto tanto trasparente da metterli in risalto come due pietre preziose.
Lasciai che il mio volto vagasse sul suo corpo perfetto fino ad essere attirato da un pugnale conficcato appena sotto lo sterno, a quella visione indietreggiai bocchieggiando, aveva un pugnale conficcato nel corpo eppure non sanguinava e non sembrava neanche farci caso, chi era quel tizio o meglio cos'era?
Il ragazzo mi guardò  con una faccia sorpresa poi su suo volto si dipinse un ghigno e una potente forza, come una violenta raffica di vento, mi scaraventò di schiena contro gli armadietti tenendomi stretta senza lasciarmi possibiltà di movimento  mentre il suo volto si faceva più vicino, sempre più vicino poi... il buio.
Non era buio come quello che crea la notte o quello che si trova in una stanza con la luce spenta, era un buio nero come la pece che non  mi permetteva di vedere niente, mi sentivo incorporea come se io facessi parte di quel buio e non avessi un corpo , mi sentive  come se la mia mente si fosse spenta lasciando però accesa la coscenza che qualcosa stava succedendo; tutto ciò durò un attimo, un batter di ciglia, e quando potei nuovamente sentire il peso del mio corpo e vedere la luce mi accorsi di non trovarmi più a scuola: davanti a me c'era una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro che sanguinava dal naso, gli occhi azzurri fissi su di me come a volermi incenerire.
Che cosa avevo fatto per essere guardata in quel modo?
Solo allora notai di avere la mano alzata a pugno sporca di sangue e che ero stata accerchiata da un gruppo consistente di ragazze dagli abiti attillati e scuri che mi fissavano minacciose. Non sapevo come ero finita lì ne perchè avessi attaccato quella ragazza che neanche conoscevo il mio unico pensiero era "corri" , peccato quelle ragazze non sembrava volessero accontentarmi.
"Come hai osato infangare il nome della nostra gilda e picchiarne un componente."
La ragazza che aveva parlato era molto più alta di me, la pelle chiara, i capelli biondi che le ricadevano liberi sulle spalle, gli occhi azzurri puntati su di me appesantiti da chili di trucco.
"I-io non so d-di cosa tu sti-stia parlando" Risposi balbettando; non ero il tipo che si faceva mettere i piedi in testa ma qualcosa mi metteva in guardia, mi urlava di scappare. La ragazza rise.
"Speri di cavartela così? Beh mi dispiace ma ora te la vedrai con me"
Mi sorrise perfida poi alzò una mano davanti a sè e qualcosa si strinse attorno alla mia gola strozzandomi, continuavo a toccarmi il collo cercando di liberarmi ma qualunque cosa mi stringesse  era invisibile e incorporea. La ragazza cominciò a sollevare la mano e come se la stretta reagisse a quel gesto mi sollevò per aria rendendomi ancora più difficile respirare.
"Forza Abby falla fuori e basta" Intervenne quella che dalla voce sembrava una ragazzina.
"Zitta Kelly fammi divertire" E detto ciò quella che doveva essere Abby chiuse la mano a pugno e lasciò ricadere il braccio lungo il fianco, a quel gesto qualcosa colpì il mio petto con la stessa forza di un incudine lasciandomi senza fiato, l'impatto fu così violento che venni scaraventata per aria. 
Chiusi gli occhi spaventata prima di atterrare in quello che a primo impatto mi sembrava un albero:  le foglie mi solleticavano la pelle mentre i rami invece la graffiavavano e si impigliavano nei miei vestiti strappandoli;muovevo le mani intorno a me cercando di aggrapparmi a  qualunque cosa per evitare di cadere e rompermi le ossa riuscendo all'ultimo secondo ad aggraparmi a un ramo abbastanza robusto, non riuscii però a definirmi salva poichè  una qualcosa mi afferrò per il colletto della maglietta spingendomi con forza per terra provocandomi un urlo di dolore. Ogni centimetro della mia pelle pulsava, bruciava  come fuoco ma il mio istinto, forse quello di sopravvivenza, mi diceva di alzarmi prima che quelle ragazze mi raggiungessero purtroppo non fui abbastanza svelta: Abby mi raggiunse e con un movimento della mano mi ritrovai in ginocchio davanti a lei.
" La prossima volta prima di insultare un gilda pensaci due volte"
Mi sussurrò in un orecchio prima che un forte mal di testa mi facesse stramazzare al suolo e urlare di dolore:non si trattava di una violenta emicrania o cose del genere era come se il mio cervello si stesse spaccando in più pezzi. Lacrime mi bagnavano il viso mischiandosi  con il sangue che mi colava dal naso e dalla bocca e con  la terra umida mentre il mio corpo si muoveva convulsamente cercando in qualche modo di evitare quella sorte.
"Abby falla finita, se la uccidi con i tuoi poteri le 12 streghe ti puniranno."
A quelle parole il dolore scomparve lasciandomi cadere al suolo mentre il mio corpo continuava ad avere degli spasmi.
"Hai ragione Miriam- Disse Abby,ma dal suo tono capii che non era ancora finita - La sua sarà una morte accidentale."
E detto ciò mi afferrò per i capelli trascinandomi non so dove. Non riuscivo ad opporre resistenza, per quanto il mio istinto mi urlasse di farlo io non riuscivo a muovermi, ero stremata.
"Divertiti nel regno dei morti."
Quelle furono l'ultime parole che riuscii a sentire prima che il mio corpo cominciasse a ruzzolare; non riuscivo a distinguere dove mi trovassi sapevo solo di star rotolando, vedevo azzurro, poi verde, poi marrone ma più di questo non riuscivo ad identificare niente, sentivo la terra appiccicarsi al mio volto e coprire le mie ferite, sentivo i sassolini penetrarmi nella pelle, poi il vuoto.
L'aria mi entrava prepotentemente nei vestiti, mi fischiava nelle orecchie, animava i miei capelli che mi colpivano come fruste il volto, solo allora capii che stavo precipitando  e il mio unico pensiero era: sarebbe meglio guardare la terra avvicinarsi o il cielo allontanarsi.
Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare da quel senso di vuoto nello stomaco, non riuscivo a pensare a niente di concreto, eppure dicono che quando stai per morire dovresti essere invasa dai ricordi della tua vita, dovresti provare angoscia perchè non vorresti abbandonare tutti quelli che ami,  io in quel momento speravo solo di non provare dolore. Delle braccia forti mi strinsero e un forte odore di cannella invase le mie narici; non stavo più precipitando qualcuno mi stava portando via di lì, mi stava salvando. Aprii le palpebre alzando il volto ed incontrai gli occhi verde acqua di Adrian.
"Tu...cosa...io.."
"Riposati Fay, è tutto finito"  Mi sussurrò dolcemente; a quelle parole le mie palpebre divennero pesanti e l'ultima cosa che vidi furono delle grosse ali bianche.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Pov Faith
Cadevo, cadevo nel vuoto.
Sangue, ferite, bruciore.
Delle ali, ali bianche come la neve mi venivano incontro.
Un solo volto: Adrian
.
Mi svegliai di scatto respirando a fatica con la gola secca, neanche avessi fatto una gita nel deserto del Sahara. I ricordi mi investirono come un filmino proiettato all'interno della mia mente: rividi quello strano ragazzo, Abby e la sua "gilda" , le ferite.. a quel ricordo mi guardai le braccia esaminandole per bene ma non trovai segni di tagli o cicatrici, niente di niente. Come potevo essere guarita così velocemente? Continuavo a chiedermi per poi rendermi conto che non sapevo neanche per quanto fossi stata incosciente, magari era passata una settimana ed ero completamente guarita. Quell'idea però non mi convinceva per niente, c'era dell'altro sotto, ne ero sicura. Ricordavo cosa fosse successo eppure sentivo un vuoto nella mia testa come se avessi dimenticato qualcosa. Lasciai che il mio sguardo vagasse per la stanza ormai tutta sistemata prima di notare la figura appisolata sul balconcino interno della finestra; non impiegai molto tempo a capire che quello era Adrian. Non so cosa mi prese in quel momento fatto sta che presi il cuscino del mio letto e glielo tirai addosso colpendolo in pieno viso; lui spalancò gli occhi guardandosi intorno allarmato poi il suo sguardo ricadde su di me e un dolce sorriso increspò le sue labbra.
"Tu!- gli urlai io prima che potesse fiatare puntandogli l'indice contro -Tu sei un angelo!"
La mia voce non esprimeva alcun tipo di sorpresa o incredulità  bensì rabbia, rabbia dell'irrazionalità della situazione in cui mi trovavo.
" Tu non sei reale! Esci subito da casa mia!"
Alle mie urla sbucò una ragazza da sotto il mio letto, lì dove era la scrivania, e mi sorrise dolce facendomi saltare dallo spavento; aveva gli occhi blu come l'oceano e lunghi capelli ricci color miele.
"Chi cazzo sei tu!" Urlai con il cuore che batteva a mille dallo spavento e la testa che pulsava.
"Calmati Faith" Disse Adrian avvicinandosi a me.
"Tu non mi devi toccare almeno fin che non mi spieghi che cosa sei, chi erano quelle ragazze, cosa ci fa lei qui, da quanto sono incosciente , come hanno fatto le ferite a non lasciare segni e perché  i miei genitori non sono ancora accorsi dopo aver sentiti tutte queste urla!"
Marcai bene quelle ultime parole sperando che i miei genitori sbucassero dalla porta cacciando quei due dalla mia camera ma non fu così .
Adrian mi guardò perplesso. "Qual era la prima domanda?"
Saltai giù dal letto come una furia e lo spinsi contro l'armadio.
"Cosa cazzo sei tu?"
La ragazza rimasta in silenzio fino a quel momento mi raggiunse da dietro senza che io la sentissi, leggera come una piuma, e mi abbraccio forte; quel gesto sciolse i miei muscoli contratti e una profonda serenità si impossessò di me facendomi cedere le gambe, fortunatamente Adrian mi afferrò prima che colpissi il pavimento.
"Che ne dici di parlarne davanti una tazza di the?" Mi domandò quella ragazza prendendomi la mano e accarezzandola.
Volevo rifiutare, controbattere, prenderla a parolacce, qualsiasi cosa per non sentirmi così vulnerabile tra le loro braccia. Adrian mi prese in braccio come una bambina insonnolita e mi condusse di sotto adagiandomi delicatamente poi sul divano e sedendosi accanto a me mentre la ragazza trafficava in cucina intenta forse a preparare il the.
"Dove sono i miei genitori?" Chiesi fissando Adrian torva per quanto mi riuscisse in quello stato di serenità incondizionata.
" Sono andati a sistemare gli ultimi oggetti nello studio di tuo padre per l'inaugurazione"
Annuii impercettibilmente, almeno sapevo che non li avevano drogati,legati e rinchiusi dentro lo stanzino l'unico problema era che non ricordavo i miei avessero uno studio, uno studio di cosa poi? Adesso però avevo altro a qui pensare ci avrei riflettuto più tardi.
"Cosa mi ha fatto quella ragazza?" Dissi mentre cercavo di muovere un braccio e Adrian giocava con una mia ciocca di capelli sovrappensiero.
"Beh avrai capito che noi siamo angeli e questo è uno dei nostri doni: riusciamo a calmare gli animi delle persone infondendo serenità con la nostra aurea anche se Hannah è stata forse un pò troppo eccessiva ti ha praticamente immobilizzato."
Chiusi più volte le palpebre notando solo in quel momento di star di nuovo acquisendo sensibilità nel corpo ma era ancora troppo presto per cantar vittoria considerando che dal collo in giù ero ancora immobilizzata.
" Quella ragazza, Abby non era un angelo giusto?"
Lui continuò a giocare con i miei capelli arrotolandoli intorno al dito con fare svogliato, quel tocco non mi dava fastidio in un certo senso mi rassicurava, che fosse l'aurea di Adrian a tenermi buona?
"Lei beh.. è una strega. Vedi Faith non ci sono solo gli umani a popolare questo mondo" Cominciò lui abbassando il volto, gli occhi verde acqua vacui. "Esistono anche i soprannaturali: creature pericolose che di umano non hanno niente se non l'aspetto. Se ne conoscono cinque categorie: angeli, licantropi, vampiri, fantasmi e streghe, ovviamente in ogni categoria poi ci sono delle varianti"
In quel momento la ragazza, che identificai come Hannah ci raggiunse porgendoci due tazze fumanti per poi accomodarsi sulla poltrona di fronte.
"voi angeli non dovreste stare..che so in paradiso?"
Chiesi mentre soffiavo sul the, loro in risposta si guardarono prima di rivolgermi la parola.
" Un tempo ci stavamo ma ciò risale millenni orsono: dopo che Dio creò la terra e l'uomo,decise di creare dei sudditi che lo avrebbero aiutato a condurre le anime dei morti nel paradiso, questi erano gli angeli : creature dalla bellezza quasi paragonabile a quella del creatore, portatori di pace e di amore, pronti a perdonare ogni peccato. Tra questi però  alcuni angeli si fecero condizionare dalle anime più avide ed egoiste abbandonando i sani principi con cui erano nati, divennero anche loro avidi, crudeli, egoisti, pieni di se e questi vennero chiamati i disertori. Tra i disertori ce n’era uno,Lucifero, il più accanito di tutti ,lui voleva spodestare il creatore,e chiese aiuto ai suoi compagni. iniziò così una guerra tra quest'ultimi e gli angeli che durò secoli e secoli fin che il creatore riuscii a segregare Lucifero nell'inferno incaricandolo di accogliere le anime corrotte mentre i disertori vennero esiliati sulla terra prendendo il nome di angeli caduti. Questi però diffusero il male, e unendosi agli umani procrearono i Nephilim, creature metà angeli e metà umani dai poteri senza controllo. Il Creatore decise allora di mandare anche noi angeli sulla terra in modo che potessimo difendere l'amore che gli angeli caduti diffamavano e di aiutare i Nephilim che non riuscivano a controllare il loro potere-Disse hannah fissando il liquido scuro con uno sguardo freddo come se questo evento l'avesse segnata e questa cicatrice non si fosse ancora risanata- E questo è tutto"
Si riprese poi porgendomi un sorriso dolce. Rimanemmo tutti in silenzio,io soprattutto dovevo assimilare ciò che mi avevano appena raccontato, quando poi riuscii a ritrovare la parola mi arrischiai a continuare con le domande.
"Cosa intendevano quelle ragazze per gilda?" Questa volta fu Adrian a parlare rianimandosi anche lui dalle sue riflessioni mute.
" Quelle che ti hanno attaccato erano streghe, streghe nere. gilda è un termine che utilizzano le streghe per indicare il gruppo di cui fanno parte. La gilda in cui sei incappata è quella di Abby, la rosa nera, una delle gilde più pericolose; è un miracolo che tu sia ancora viva."
Disse l'ultime parole con un tono di rimprovero rivolto più a se stesso che a me. Bevvi un sorso del the sentendo il mio corpo reagire a quel liquido rianimandosi lentamente.
"Mentre cercavano di uccidermi una ragazza ha detto ad Abby che se mi avesse fatta fuori con la magia avrebbe dovuto fare i conti con 12 streghe"
"Le 12 streghe è un consiglio formato da streghe bianche e streghe nere che hanno il compito di tenere equilibrate queste due fazioni e di controllare che gli umani non perino a causa della loro magia."
Volevo approfondire quell'argomento che via via si faceva più interessante, mi sembrava di essere la protagonista di un libro per quanto tutto ciò fosse surreale.
"Come si sono create le streghe?"
"Vacci piano Faith sono un angelo non mi interesso delle origini degli altri soprannaturali, passiamo alla prossima domanda"
Lo guardai attentamente  per poi cambiare argomento.
"Ricordo di essere stata ferita, che fine hanno fatto quelle ferite?" Adrian fissò Hannah sorridendo flebilmente.
"Tutto merito di Hannah, è un angelo guaritore è stata lei ad evitare che tu morissi, quelle streghe hanno rischiato di spappolarti il cervello "
Gli occhi di Adrian si oscurarono, la mascella contratta, le mani serrate a pugno tanto da avere le nocche bianche.
"Adrian cos'hai?"Gli chiesi avvicinandomi  e poggiando una mia mano sulla sua,lui però non accennava a volermi rispondere.
" Adrian è il tuo angelo custode il fatto che tu sia quasi morta mentre lui non c'era lo fa sentire inutile. Vedi, quando un angelo si lega ad un umano e ne diventa custode un profondo senso di protezione si instaura in lui e il fatto che tu ti faccia male provoca dolore anche al suo corpo"
Guardai il profilo di Adrian, il suo naso aquilino, la mascella, gli occhi fissi sul pavimento, i capelli biondi; non capivo come potesse coesistere questo legame tra noi quando ci conoscevamo da... Aspetta non ricordo, quando ci siamo incontrati io ed Adrian?
"Adrian io ricordò cosa mi è accaduto ieri e che tu mi hai salvato ma a parte questo non ho ricordi di chi sei o come ci siamo conosciuti"
Sussurrai mentre la mia testa forse alla ricerca di quei ricordi sepolti girava provocandomi una forte emicrania. In quel momento sentii le mie forze scemare, la vista annebbiarsi, la gola seccarsi e senza rendermene conto mi trovavo per terra e non più sul divano, come fossi caduta ma non me ne fossi accorta. I due angeli mi furono subito a fianco o almeno era quello che credevo visto che non riuscivo a vedere niente, tutto era sfocato. Delle dita fredde mi toccarono le tempie.
"Ha sforzato troppo la mente e questa non è ancora guarita del tutto, questo spiega il suo vuoto di memoria" Disse una voce femminile preoccupata.
Sentii delle forti braccia prendermi in braccio e un petto caldo sfiorarmi la guancia, poi dei passi e delle coperte morbide accogliere il mio corpo immobile. Una ragazza bionda mi si avvicino occupando tutta la visuale del mio sguardo.
"Faith cercherò di addormentarti e di guarire meglio che posso la tua testa ma non ti assicurò che ciò sarà indolore e speriamo tu recuperi i ricordi." Queste furono le ultime parole che sentii prima che la ragazza sfregasse le sue mani e una polverina argentea scivolò sul mio voltò spedendomi nelle braccia di Morfeo.
"Io sono lex"
"Faith"
"Allora Faith non ti ho mai visto da queste parti, sei nuova?"
"Si mi sono trasferita oggi "
"E già tenti il suicidio ? Aspetta almeno qualche giorno questo posto non è così male!"

" Tu chi saresti?" 
"Io sono Adrian, piacere"
" sai di lupo" 
"Prego?"
"Ti ha marchiata"


"Testa di cazzo cosa stai facendo!"
"Io testa di cazzo? Ma se tu ieri hai rischiato di investirmi e non ti sei neanche dato pena di controllare se fossi ancora viva" 
"Ah eri tu! Pensavo che a quest'ora gli animali della foresta ti avessero già divorato!"


Mi svegliai di colpo urlando il nome di Lex. Avevo perso ogni ricordo su quel ragazzo ma adesso ricordavo ogni suo tratto del volto, ricordavo anche quella testa di cazzo che aveva rischiato di investirmi e la rabbia che avevo provato ma ciò più importante ricordavo come avessi incontrato Adrian e della mia paura nei suoi confronti, paura che adesso era svanita perché sapevo chi fosse, il vuoto di prima era scomparso. Mi voltai incontrando il volto di Hannah che mi sorrideva sincera anche se potevo leggere una certo affaticamento nel suo sguardo.
"Lex è un lupo vero?" Le chiesi con la voce rauca; lei annui.
"Cosa significa che mi ha marchiata?" Continuai.
" Di solito in un branco di lupi i maschi impregnano il loro odore sulla pelle delle femmine come segno di proprietà in modo che gli altri maschi non rischino di avvicinarsi ad esse. Non capiamo però perché Lex ti abbia marchiato."
"Me lo chiedo anch'io" Risposi guardando verso il soffitto della mia camera.
"Potresti chiederglielo" Se ne uscì Hannah dopo minuti di silenzio.
" E dove posso incontrarlo scusa?" Lei mi sorrise complice.
" Domani inizia scuola, te ne sei dimenticata?"
Da un lato provavo noia perché non mi andava di passare nove mesi sui libri, da un altro lato invece ero entusiasta perché avrei potuto chiedere spiegazione da un altro ancora avevo  paura che la scuola fosse piena di soprannaturali e che non ci fosse neanche un umano.
"Andrà tutto bene" Mi disse l'angelo sorridendo come se mi avesse letto nella mente. "Anche se  i soprannaturali non dovrebbero legare con gli umani noi ti rimarremo al fianco"
"Grazie Hannah" Le sorrisi anch'io notando solo in quel momento che Adrian non c'era, era sparito.

Pov Adrian

Il sole stava tramontando dietro gli alberi di pino e l'aria era satura di resina. Era da circa un'ora che mi stavo allenando con un sacco da boxe pensando solo al volto di Faith ferito e della mia inutilità in quella situazione. Io dovevo proteggerla invece avevo lasciato che venisse attaccata, aveva rischiato di morire mentre io me ne stavo a casa sul divano mi era bastato sentire un forte mal di testa per capire che fosse in pericolo. Quanto ero stato inutile e sentirmi così faceva più male di un’arma da taglio. Ricordo la prima volta che l'ho vista, lei affacciata alla finestra di casa sua,gli occhi chiusi i capelli castani che le sfioravano il volto come animati da vita propria, avevo subito capito che ci fosse un legame tra noi. Avevo sentito un forte dovere nei suoi confronti, l'esigenza di proteggerla, e sapevo che ciò nasceva solo quando un angelo trovava il suo protetto. Io ero un angelo, una creatura piena d'amore e bontà ma quando avevo visto come quelle streghe l'avevano ridotta il desiderio di ucciderle era forte, ma non potevo farlo; per difenderla avrei ucciso, ma solo per difenderla e non per vendicarla, ciò era il mio dovere. Questi pensieri mi affollavano la mente durante il mio allenamento quando una figura sbucò da dietro un albero; lo riconobbi subito, era Lex.
"Ti alleni angioletto?" Mi chiese con un sorrisetto sul volto.
"Cosa vuoi Lex?" Gli chiesi io senza degnarlo di uno sguardo e continuando a colpire il sacco.
"Niente voglio solo ricordarti di eseguire bene il tuo lavoro, custode, se non sbaglio Faith ha rischiato la vita ieri"
Il suo tono non esprimeva nessun tipo di emozione mentre mi guardava con i suoi occhi attenti. Lascia perdere l’allenamento e mi sedetti per terra sospirando.
"Ho fatto un errore ma questo non si ripeterà"
Lui mi guardò per un pò prima di sorridere nuovamente scrollando le spalle.
"Lo spero" Si voltò per tornare sui suoi passi ma a metà strada si bloccò come se si fosse ricordato di qualcosa.
"Ah, e non ti preoccupare per le streghe-disse- c'ho già pensato io"
Fece per andarsene ma io mi alzai urlandogli dietro.
"Perché l'hai fatto, cos'è Faith per te?"
Lui si arrestò nuovamente per alcuni attimi ma poi se ne torno nella foresta senza proferire parola. Gli corsi dietro, avrei avuto risposte costi quel che costi, ma quando mi inoltrai anch’io nella vegetazione Lx era scomparso lasciando appesi su un albero i corpi di tre streghe impiccate.


Angolo Autore
Ciao a tutti. Scusate se ho pubblicato il capitolo solo adesso ma ho avuto parecchio da fare e non sono riuscita a fare prima. Secondo me questo capitolo fa schifo e forse è un pò troppo lungo ma spero vi possa piacere. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno recensito i capitoli scorsi, vi adoro, e ringrazio anche chi ha messo la storia tra le ricordate, le seguite e le preferite. Vi amo tutti! Spero di pubblicare presto il prossimo capitolo , se così non fosse vi do l’autorizzazione per uccidermi. Ahahah scherzo, alla prossima. spero di riuscire a pubblicare anche le foto dei personaggi ma non so come si fa se qualcuno gentilmente mi può dare una mano mi farebbe comodo. ciaooo<3 <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

"Oltre al potere di calmare gli animi con la vostra aura che altre caratteristiche possedete?"
Chiesi quella mattina ai due angeli mentre ci dirigevamo verso l'istituto scolastico con la macchina azzurra di Adrian. Presto avrei affrontato un altro anno di scuola e il mio umore non era dei migliori(la realizzazione che presto sarebbero cominciati nove lunghi mesi di studio e l'idea degli esami mi faceva venir voglia di tornare da quella Abby e farmi uccidere) così passavo il tempo che ci divideva dalla Rondley school parlando con i due biondini.
" Beh sappiamo volare" Mi rispose Adrian con un alzata di spalle mentre io lo guardavo con un'espressione che sembrava voler dire " non l'avrei mai detto, pensavo gli angeli avessero le ali per nuotare"
"Sappiamo volare si, ma abbiamo anche una maggior forza rispetto agli umani, sappiamo leggere le aure, possiamo con un tocco vivere i ricordi altrui, possiamo comunicare con le piante e gli animali e infine la nostra bellezza è così serafica che provochiamo una forte attrazione in entrambi i sessi. " Mi rispose Hannah dai sedili dietro sorridendo dolce come suo solito rivolgendo però un' occhiataccia ad Adrian per la sua risposta insoddisfacente.
A quelle ultime parole nella mia mente balenò il ricordo dei miei genitori il primo giorno che Adrian si era presentato a casa nostra, il loro atteggiamento insolito e le loro attenzioni verso il biondo.
"é per questo che i miei ci provavano con te?" Chiesi.
"Esattamente. In più essendo uniti in un matrimonio religioso e devoti quindi al creatore l'attrazione è ancora più forte "Disse Adrian ridendo forse anche lui al ricordo di quel giorno.
" Spiegami allora, perché io invece non ti sono saltata addosso?"
Ricordai il momento in cui era entrato nella mia camera come se mi conoscesse da una vita e l'irrefrenabile voglia che avevo di toccarlo per capire se fosse reale e non frutto della mia immaginazione tanto sembrava di una bellezza irreale.
"L'attrazione di solito è più debole quando si è già attratti da qualcun altro." Mi rispose questa volta Hannah.
Da chi potevo essere attratta ? Mi chiesi più volte nella mente senza trovare risposta, poi degli occhi verdi occuparono i miei pensieri e capii che si trattasse di Lex. Quel ragazzo era davvero bello ma l'attrazione che provavo non era certo fisica, più che altro volevo approfondire più cose sul suo conto, o almeno questa era la scusa che accampava la mia mente perché era impossibile non provare attrazione fisica per uno come Lex. Al ricordo del suo volto a pochi centimetri dal mio sentii le guance imporporarsi, mi voltai quindi verso il finestrino cercando di non farmi vedere, non volevo mi facessero domande, eppure potei chiaramente sentire la risata cristallina di Hannah che in quel momento mi guardava intenerita; forse era meglio continuare con il discorso.
"Quindi sono solo questi i vostri poteri?"Cercai di informarmi.
"Sì,sono quelli principali, poi in base alla categoria di qui facciamo parte possediamo anche altre capacità"Mi rispose adrian facendo ricadere i suoi occhi verde acqua sul mio volto per un attimo prima di continuare. "Ad esempio io faccio parte degli angeli guerrieri, posseggo perciò maggior forza fisica , l'abilità di saper padroneggiare ogni arma e in più posso diventare invisibile"
Non riuscivo ad immaginarmi Adrian un guerriero, pensavo gli angeli fossero portatori d'amore non che facessero guerre,eppure quei due mi avevano raccontato dello scontro durato secoli tra loro e i disertori e forse Adrian faceva parte di quell'esercito.
"Io invece posso guarire ogni tipo di malattia e posso leggere nella mente" Intervenne invece Hannah.
Dopo quella rivelazione mi maledii più volte ricordando tutti i pensieri che avevo avuto, dai più stupidi ai più imbarazzanti,nel lasso di tempo trascorso insieme. Doveva pensare che fossi una decerebrata quanto i miei fili logici mentali non avessero alcun senso. Forse era meglio continuare con altre domande invece di rimuginarci sopra rendendomi conto che sicuramente la bionda stava leggendo anche questi pensieri.
" Che altre categorie ci sono?" "Oh beh ci sono gli angeli rivelatori, che leggono nel futuro; gli angeli messaggeri, che fanno da tramiti con il mondo degli umani e il paradiso, gli angeli maestri che insegnano a padroneggiare i poteri ai nephilim e molti altri" Elenco Adrian.
"E queste categorie siete voi a deciderle?"
"No, crescendo sviluppiamo delle capacità e in base a queste capitiamo in una categoria" Mi rispose Hannah.
Feci per girarmi nuovamente verso il finestrino quando mi tornò in mente una domanda che la sera prima mi ero posta.
"Voi due avete l'aspetto di liceali ma in realtà quanti anni avete?"
I due angeli si guardarono per poi scoppiare a ridere come se avessi fatto chissà quale battuta.
"Fidati se te lo dicessimo non ci guarderesti più allo stesso modo" Mi disse Adrian mentre continuava a ridere neanche ci fosse gas esilarante nell'aria.
"Quanti anni avrete mai, due secoli, tre..quattro?"
A quelle mie parole risero ancor più sonoramente tanto che cominciavano a darmi fastidio. Li guardai scettica fin che loro non si calmarono gli occhi lucidi per le troppe risa.
"Beh vedi -Sussurrò Hannah riprendendo fiato- Io ho tre milioni di anni mentre Adrian se non sbaglio quattromilioni e cinquecentomila, giusto?- Fece lei pensierosa portandosi un dito al mento ricevendo una risposta affermativa dal biondo.
Rimasi basita a quelle risposte sentendomi in un certo senso immatura ai loro occhi che avevano visto il cambiamento della specie umana di epoca in epoca.
"Abbiamo dimenticato di dirti che noi siamo degli angeli originali ovvero eravamo presenti nella guerra contro i disertori" Si scusò Hannah poggiandomi una mano sulla spalla. "Certo non ti aspettavi fossimo così vecchi."
"E in tutto questo tempo non vi è mai venuto in mente di non so? procreare?"
Chiesi pensando che quei due come coppia non erano male. Hannah e Adrian ricominciarono a ridere come dei deficienti e non potei fare altro che aspettare loro si calmassero per ricevere risposta.
"Vedi Faith noi non procreiamo come gi umani, gli angeli vengono creati dal creatore, in più noi angeli ci amiamo tutti allo stesso modo non abbiamo relazioni. "
A quella risposta rimasi più basita della scoperta della loro età.
"Come vi amate tutti allo stesso modo, uno di voi non ha mai provato un senso di appartenenza ad un'altra persona, il bisogno di proteggerla e di rischiare la vita per lei?" Entrambi gli angeli sembrarono pensarci su.
"No non abbiamo relazioni, ci consideriamo tutti fratelli e ci amiamo in egual modo ma quei sentimenti che tu hai descritto sono quelli che in un certo senso provo per te"
Mi svelò Adrian con nonchalance come se esternare i propri sentimenti non gli creasse problemi.
Cos'era quella,una dichiarazione d'amore? Non potei evitare di spalancare gli occhi e arrossire cosa che notò subito il biondo mentre Hannah sorrideva avendo sicuramente ascoltato i miei pensieri.
"Faith, io sono il tuo angelo custode è normale che provi questi sentimenti per te, anche se tu fossi stata un maschio avrei provato questi sentimenti, per me è normale,-poi notando che non cambiavo espressione aggiunse sospirando- non sono innamorato di te"
Il peso che si era venuto a creare sul mio cuore scomparve facendomi sospirare di sollievo. Non prendetemi per pazza, Adrian era un ragazzo fantastico in tutti i sensi ma guardandolo trovavo in lui solo un buon amico, una persona di cui fidarmi e nient’ altro .
"Cosa mi dite degli angeli caduti invece?" Continuai a domandare.
"Gli angeli caduti non hanno ali tranne gli originali, ovvero quelli a capo della ribellione, in quel caso però le hanno nere. Vedi nel paradiso possedere le ali bianche è un simbolo di purezza, averle nere è simbolo invece di contaminazione. Che dire di loro? Posseggono un'aura putrida,morta, averli vicino ti provoca agitazione e rabbia, sono anche ottimi tentatori,possono convincerti a fare qualsiasi cosa, con un tocco possono scovare ogni tua paura ed usarla contro di te e in più anche essendo angeli caduti non hanno perso la loro bellezza e sono il sogno erotico di ogni ragazza, mentre noi esercitiamo attrazione loro esercitano erotismo, lussuria, violenza. Anche loro prima di cadere sulla terra facevano parte di una categoria  quindi continuano a possedere  i loro poteri mentre quelli di base li perdono. Ah,infine mentre noi angeli veniamo creati dal creatore e che quindi il nostro numero può rimanere invariato in caso di perdite, gli angeli caduti son un tot. di numero e se uno di loro muore non può essere sostituito anche perchè i nephilim, loro figli, non sono angeli appieno" Mi disse Adrian con un tono neutro. 
"Se non possono essere sostituiti gli angeli caduti potrebbero essere sterminati" Azzardai io, non che mi piacesse l'idea di far fuori tutti gli angeli caduti, ma se questi avevano portato una guerra perché gli angeli non li uccidevano mettendo fine a possibili ribellioni?
"Anche se c'è stata una guerra noi siamo angeli Faith non potremmo mai attaccare dei nostri fratelli imbattutisi nel sentiero sbagliato almeno che non ci sia bisogno di difenderci" Precisò Hannah scandalizzata all'idea di fare fuori qualcuno per prevenire questioni che forse neanche si sarebbero ripetute.
Feci tesoro di tutte quelle informazioni , accorgendomi solo in quel momento che Adrian stava parcheggiando e che quindi eravamo arrivati.
"Sentite a parte voi due non vorrei avere approcci con altri soprannaturali...consigli per riconoscerli ed evitarli?" Adrian ed Hannah si guardarono parlandosi con non so quale linguaggio muto poi entrambi si voltarono verso di me.
" Ci sono cinque regole che devi seguire per poter sopravvivere qui dentro-comincio ad elencare Hannah tenendo il conto con le dita-
uno, non chiedere informazioni su un aula ai ragazzi in corridoio, se ti capita un vampiro o un lupo mannaro non sa mai dove possono condurti e cosa potrebbero farti, ricordati quindi di chiedere informazioni sempre e solo in segreteria;
due, in una classe almeno che non sei certa ci sia un umano come te cerca di non fare confidenze con nessuno e siediti sempre al primo banco vicino alla porta in modo di poter essere la prima ad uscire ed evitare che qualcuno ti fermi;
tre, alla mensa cerca sempre un tavolo vuoto e in disparte e cerca di non finire nel tavolo riservato ai licantropi, ci tengono parecchio al loro territorio;
quattro, non andare mai e ribadisco  mai in bagno da sola, potresti essere attaccata;
infine cinque, all'uscita da scuola devi tornare subito a casa e non trattenerti altrimenti potrebbero rapirti e ucciderti."
"Mi spieghi come fanno a sopravvivere gli umani in questa scuola non conoscendo i soprannaturali?"
Adrian mi si avvicinò mettendomi un braccio intorno alle spalle. "La preside sa dell'esistenza dei soprannaturali quindi si preoccupa sempre di affidare agli umani novellini un tutor che gli spieghi un pò come funziona e lo tenga lontano da loro. Di solito ad ogni gruppo di soprannaturali viene affibbiata una gerarchia sociale ma poi ti spiegherà meglio il tuo tutor. "
Annuii impercettibilmente troppo presa in quel momento a notare gli sguardi carichi di invidia che alcune ragazze mi lanciavano forse per il modo in qui io e Adria ci abbracciavamo, l'imbarazzo era tale che affondai il volto nel petto del mio angelo custode come a cercare di nascondermi mentre lui mi trascinava via... forse alla segreteria.


"Ciao il mio nome è krystal, ti farò da guida all'interno dell'istituto"
La ragazza che mi aveva rivolto la parola aveva lunghi capelli di un viola accesso che le ricadevano sulle spalle in perfetti ricci, era alta quanto me, possedeva un delicato volto a cuore e dei vispi occhi azzurri che mi studiavano attenti. Pochi minuti fa Adrian mi aveva condotto alla segreteria porgendomi il modulo degli orari e indicandomi l'aula, stavo per incamminarmi quando quella ragazza mi fermò porgendomi la mano in segno di saluto e presentandosi come mia tutor.
"Faith wilson" ricambiai la stretta di mano mentre la studiavo anch'io con sguardo attento: come prima impressione sembrava una ragazza vivace, sicura di se, senza peli sulla lingua.
"Ho già avvertito i tuoi professori che mancherai le prime ore nelle quali ti farò fare un giro turistico, detto ciò possiamo andare."
Non ebbi tempo di rispondere che krystal mi afferrò il polso inoltrandosi nella calca di alunni che sbarravano il passaggio del corridoio. Passai le prime quattro ore a visitare aule su aule a mia detta tutte uguali ma alle quali krystal attribuiva ogni volta differenti funzionalità. Oltre alle aule, visitai anche la biblioteca enorme e dalle alte vetrate ben illuminate ,il portico colonnato affacciato su un ampio giardino dove stazionavano tanti panche per mangiare o anche solo per riposarsi in un ora di buco , il bar dove ritirare il pranzo che fungeva come da mensa, la segreteria, l'infermeria, il campo da rugby, la palestra e un sacco di altri luoghi, penso mi abbia persino fatto vedere lo stanzino.
Krystal, o Krys come preferiva essere chiamata, continuò a parlare tutto il tempo ma io non riuscii a seguirla, i miei pensieri erano rivolti unicamente a Lex e le domande che volevo porgli e il modo in cui lo avrei ringraziato per avermi salvato da quella testa di cazzo castana. Quest'ultimo mi tornò in mente e non potei fare almeno di chiedermi se anche lui frequentasse questa scuola; e se anche quella Abby la frequentava? Ciò era molto probabile ma sperai con tutta me stessa di non ritrovarmi tutti i miei nemici in quelle quattro mura.
Questi pensieri mi affollavano la mente come fossero un tornado portatore solo di preoccupazioni mentre krystal mi conduceva a quello che doveva essere il mio nuovo armadietto. Sollevai lo sguardo guardandomi intorno, cercando di imprimere nella memoria quel luogo quando ricordai di esserci già stata ciò che mi sfuggiva era quando ci fossi stata. La risposta sopraggiunse alle spalle della mia tutor accecandomi con quelle due pietre viola.
"Ciao bambola" Mi disse lui sorridendo divertito. Guardai krystal che continuava a parlare come se non lo avesse sentito nonostante le fosse praticamente accanto a qualche centimetro dall' orecchio.
"Carina la tua amica" Aggiunse con un ghigno mentre le girava intorno.
Come poteva la mia tutor non accorgersi della sua presenza?
Chi era quel ragazzo?
Ripassai nella mente tutti i tipi di soprannaturali esistenti arrivando alla conclusione che dovesse trattarsi di un fantasma, ma gli umani non potevano vederli, ne sentirli o percepire la loro presenza, perché invece io potevo?
Il fantasma continuò a girare intorno a krystal dandole dei pizzicotti che la ragazza neanche percepiva.
"Stammi lontano" Sibilai fulminandolo con lo sguardo.
"Come scusa?" Mi riprese krystal corrucciando la fronte mentre il fantasma se la rideva.
"Non ho detto niente" Dissi imbarazzata io per poi voltarmi verso il mio armadietto concentrandomi sul lucchetto mentre la mia guida se ne stava muta pensando attentamente a non so cosa, comportamento che mi mise ancora più ansia . Fortunatamente suonò la campanella di fine lezioni che distolse l'attenzione di krystal da me il tempo che mi bastò per sussurrare al fantasma:"Voglio risposte ci vediamo dopo"
Non attesi una risposta troppo intenta a seguire la mia guida verso la mensa ma quando stavo per voltare l'angolo potei chiaramente udire la sua voce urlare un : "Mi trovi qui bambola"


Il bar che fungeva da mensa era gremito di studenti ma non impiegammo comunque molto tempo a ritirare le nostre ordinazioni( un paio di hot dog) sedendoci poi su una panca vuota un pò isolata rispetto alle altre.
"Ultima cosa su qui devo istruirti prima di lasciarci riguarda un pò la gerarchia degli studenti" Mi disse krys dopo aver sbocconcellato il suo pranzo svogliatamente per alcuni minuti, avvicinandosi poi verso di me come a dovermi rivelare qualcosa di confidenziale.
Eccoci, pensai, era arrivato il momento preannunciato da Adrian, ovvero il momento in cui la mia tutor si sarebbe inventate cazzate su cazzate per non farmi avvicinare a nessun soprannaturale, ero proprio curiosa di sapere come gli avrebbe definiti, sempre che lei sapesse della loro esistenza...
"Prima di tutto ci sono i figli di papà, i ricchi di Rondley, che si credono superiori a tutti qui dentro perciò non accennano spesso a fare confidenza e ti consiglierei vivamente di non avvicinarti perché con gli insulti ci vanno pesante."
Il dito di krystal indicò un gruppo di ragazzi sotto la tettoia, riparati dall'ombra. Da quello che potei vedere a quella distanza tutti avevano la pelle diafana da far invidia a un morto, i capelli leggermente spenti, il volto austero mentre fissavano gli studenti, non con aria di superiorità come ci si spetterebbe da adolescenti viziati, il loro sguardo era quello di un predatore attento alla ricerca della prossima preda da uccidere, lo confermava anche la postura tesa, i muscoli pronti a scattare al minimo movimento.
"Quelle lì invece sono le classiche bulle da qui ti pregherei di stare ala larga se non vuoi ritrovarti in infermeria,si arrabbiano per davvero poco."
questa volta krys indicò un gruppo di ragazze dagli abiti attillati scuri e le giacchette di pelle nere. Non mi ci volle altro per capire che erano streghe, nere per la precisione, e che si trattava dello stesso gruppo che mi aveva attaccata: la gilda della rosa nera. In quel momento non riuscivo ad intravedere Abby però ricordavo quell'altra ragazza alla quale avevo dato un pugno ridere con le altre ragazze. Al ricordo di quello che il loro capo mi aveva inflitto in me era nata una gran voglia di andare lì a spaccare il naso ad Abby e tutto il resto del gruppo.
"Tutto apposto?" Chiese la mia tutor seguendo il mio sguardo fino alle ragazze catalogate come bulle.
"Si certo continua pure" Risposi colta in flagrante facendo un sorriso imbarazzata. Lei mi studiò a lungo, i suoi occhi puntati nei miei ,prima di continuare.
" Quelli lì invece sono gli intellettuali, sono parecchio noiosi e ripetono sempre le stesse cose ,mentre quelli là invece sono i classici ragazzi misteriosi e mia detta parecchio pericolosi"
Mi indicò prima un gruppo nel quale individuai Hannah e Adrian, doveva quindi trattarsi degli angeli , poi un secondo gruppo che identificai come angeli caduti. Trovavo il modo di descrivere questi diversi gruppi da parte di krystal abbastanza stupido, sperava davvero che gli umani non si immischiassero con i soprannaturali solo per questi innocui motivi?
"Infine c'è il gruppo delle cheerleader e dei giocatori di rugby,si credono i migliori e discriminano chi non fa parte del loro gruppo"
Seguii il dito indice di krys fino ad incollare lo sguardo su un tavolo riservato dal quale anche a quella distanza si udivano risate ed gridolini divertiti, tutti avevano la pelle scura, i capelli arruffati, l'aria di chi ottiene tutto senza alcuno sforzo, sicuramente licantropi. I soprannaturali in quella scuola erano davvero tanti e mi chiesi che gruppo occupassero gli umani, quelle delle vittime o delle prede?
"Spiegami una cosa" Mi rivolsi a krystal" Se i due terzi della scuola son off-limits con chi dovrei fare amicizia io?"
Sul volto della mia tutor si dipinse un sorriso e il suo indice mi indicò un altro gruppo all'apparenza normale seduto ad un tavolo isolato come il nostro.
"Quelli sono sicuramente i ragazzi più normali della scuola con qui potresti fare amicizia" In poche parole gli unici umani pensai sempre più convinta dell'idea che i ragazzi "normali" non potessero isolarsi così, non c'era un modo con qui potessero tener testa ai soprannaturali?
"Vieni andiamo a quel tavolo, ti presento qualcuno." Non avevo nessuna voglia di fare amicizia in quel momento, volevo solo parlare con Lex, dovevo scoprire se frequentava quella scuola.
"Tu vai pure krys io volevo prendere qualcos'altro da mangiare al bar, ti raggiungo subito"
Lei annui poco convinta studiando attentamente il mio viso dove spuntava un gran sorriso falso. Mi incamminai verso il bar convinta, ma appena krystal si voltò cambiai direzione dirigendomi ai tavoli privati dei licantropi mentre con lo sguardo cercavo i suoi occhi verde scuro. Lo trovai poco dopo tra due  ragazzi così alti che quasi lo nascondevano, presi due lunghi respiri cercando di calmare i battiti accelerati del mio cuore e mi avvicinai. Quando fui abbastanza vicina perché gli altri si potessero accorgere di me tutte le voci si zittirono e tutti mi guardarono male, come fossi una rosa bianca tra rose rosse, non ci feci comunque molto caso, il mio sguardo inquadrava solo la sua figura.
"Lex posso parlarti?" Domandai con un tono così calmo che non solo sorprese me ma anche il resto del branco.
A quelle semplici parole un ragazzo accanto a me si alzò da suo posto guardandomi male, era alto due spanne in più di me, le spalle ampie e il volto serio , contro luce sarebbe sembrato un armadio.
"Chi ti da il diritto di pronunciare il nome di Lex, umana ?"
Stava scherzando vero?
"E come dovrei rivolgermi a lui? urlandogli hey biondino vieni qui?"
Risposi irritata segnandomi sulla mia lista nera un altro nemico a giudicare dallo sguardo omicida che mi rivolse . Il ragazzo, o meglio l'armadio, ringhiò mostrando i canini appuntiti, pronto a darmi...non so un cazzotto?quando venne fermato da Lex che gli mise una mano sul petto e lo allontanò.
"Lasciala stare Ryan" Disse sorridendomi.
"Cosa dovevi dirmi?" Mi chiese avvicinandosi con pochi passi a me. non posso parlare davanti a tutta questa gente pensai, quindi afferrai il braccio di Lex , la sua pelle scottava, e lo condussi vicino ad una colonna sotto il portico. Dietro i noi si poterono udire le urla degli altri componenti del branco, soprattutto femmine, che ci urlavano dietro
"Oh Lex, un'altra che ti sbava dietro?"
"Mi raccomando non farla soffrire troppo"
"Poverina si illude"
E altre cose del genere.
"Allora? Cosa dovevi dirmi?" Mi chiese con un sorrisetto.
"Ti volevo ringraziare per avermi salvata, non sono riuscita a farlo l'ultima volta"
Dissi con il volto basso mentre le guance mi si coloravano e mi torturavo le dita delle mani, chissà come dovevo apparire stupida ai suoi occhi o agli occhi del suo branco. Di solito non mi comportavo in questo modo, eppure la sua presenza faceva accelerare i battiti del mio cuore , mi faceva sentire ingenua ed immatura.
"Di niente piccoletta- mi fissò a lungo con i suoi occhi impenetrabili prima di continuare- non hai paura di me quindi deduco che sai chi sono?"
Alzai lo sguardo studiando il suo volto stranamente rilassato" Sì. So che sei un lupo mannaro e proprio per questo volevo chiederti...  perché mi hai  marchiata con il tuo odore?"
Sul suo volto comparve il solito sorrisetto candido ma nei suoi occhi potei leggere per un attimo sorpresa, come se non si aspettasse che io lo sapessi.
"Dovresti ringraziarmi, tu sei nuova in questa cittadina e gli altri gruppi avrebbero potuto attaccarti, con il mio odore addosso gli altri ci penseranno due volte prima di aggredirti"
Rimasi un attimo delusa da quelle parole, chissà io cosa mi aspettavo?Magari che fosse interessato a me? Quanto sei stupida Faith.
"Ah allora grazie"
"Figurati piccoletta " Mi disse lui prima di scompigliarmi i capelli per poi tornarsene dal suo branco.
Rimasi per alcuni minuti lì a guardarlo ridere e scherzare quando venni raggiunta da Adrian.
"gliel'hai chiesto?" Mi domandò circondandomi da dietro con le braccia e cullandomi dolcemente.
"Si, in poche parole l'ha fatto perché gli facevo pena non c'è altro sotto" Mi girai e lo abbracciai affondando il volto sul suo petto, avevo bisogno di sentirmi protetta.
"Sei sicura che non ci sia niente sotto?-Mi sussurrò all'orecchio- no perché dal modo in cui ci sta guardando viene da credere il contrario"
Mi voltai anch'io in nella direzione di Lex e vidi che ci stava guardando, le labbra serrate, la mascella contratta e gli occhi due fessure. Quel ragazzo era davvero strano, prima mi marchia e dice che l'ha fatto per rendermi le cose in questa cittadina più semplici e poi mi fulmina con lo sguardo se mi abbraccio con il mio angelo custode. Già è difficile capire i maschi figurarsi poi se sono maschi soprannaturali.
In quel momento suonò la campanella e Adrian fu ben felice di accompagnarmi nell'aula di biologia al piano superiore.
"hannah?" Chiesi mentre camminavamo con lui che mi stringeva a se, il suo braccio intorno alle mie spalle.
"Non lo so, aveva delle cose da fare" Mi rispose lui tranquillo senza approfondire altro.
Stavamo camminando verso la classe quando venimmo bloccati da Krystal.
"Faith non sapevo avessi un amico, perchè non me lo presenti?" Dal modo in cui si guardavano qualcosa mi diceva che si conoscessero molto bene invece.
"non è come pensi Krystal" rispose Adrian. Come volevasi dimostrare.
"conosci le regole"
"Di quale regole sta parlando?" Mi intromisi io rivolta ad Adrian.
I due sembravano essersi dimenticati della mia presenza.
"ti ripeto krys non è come credi" Adrian sembrava calmo mente krystal stava per scoppiare dalla rabbia.
"Niente approcci con gli umani"
"Lei è la mia protetta"
A quelle parole la ragazza si volse verso di me, mi prese per un braccio e mi condusse via dal mio angelo. Cercai di dibattermi ma krys aveva una stretta ferrea e Adrian sembrava non riuscire a muoversi bloccato da una ragazza mora.
"Dove mi stai portando krys?" Le gridai contro irritata dalla situazione assurda.
"Ti porto in presidenza" Cosa centrava adesso la preside in questa situazione? Non dovetti attendere molto per saperlo.
Krystal mi condusse in un ufficio ben illuminato occupato solo da un enorme scrivania. Al suo interno c'erano tre ragazzi con le braccia conserte e una donna di mezz'età dai capelli neri ricci che le ricadevano lunghi sulle spalle, il viso illuminato da un sorriso candido, gli occhi grigi fissi sulla mia figura.
"Ciao Faith"
"Cosa volete da me?" Sibilai arrivando subito al sodo.
La preside rise divertita dirigendosi a sedere sull'enorme poltrona dietro la scrivania.
"Sai Faith , di solito gli umani di Rondley non sanno dell'esistenza dei soprannaturali, soprattutto poi umani appena trasferitisi. Da quello che mi ha detto krystal hai parecchia confidenza con l'angelo Adrian e anche con il capo branco dei lupi rossi,Lex"
Come facevano a sapere tutte queste cose di me?
" Di cosa state parlando?" Cercai di sembrare incredula.
"Faith sappiamo che tu sai non far finta di niente" Mi disse la preside guardandomi negli occhi continuando a sorridere.
"Ripeto, cosa volete da me?" Dissi incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.
"per far si che soprannaturali e umani possano convivere occorrono delle regole, regole che però spesso non vengono rispettate."
La preside si alzò dirigendosi verso la finestra rimanendo qualche minuto a guardare il panorama. "Per far si che le regole vengano rispettate ho creato i cacciatori, incaricati di proteggere gli umani e tenere a bada i soprannaturali"
"Cosa centro io con ciò?"
"Vedi faith tu sai dell'esistenza dei soprannaturali in più hai fatto amicizia con alcuni di loro, ho bisogno che tu ti unisca ai cacciatori,con la tua conoscenza ci aiuterai a salvaguardare la sicurezza degli umani."
Non volevo far parte di nessun gruppo,in particolare di un gruppo di cacciatori, perché non potevo avere una vita normale come tutte le altre diciottenni?
"Grazie ma non mi interessa" Risposi sbrigativa dirigendomi verso la porta.
Feci per aprire ma qualcuno mi precedette entrando nell'ufficio e sbarrandomi l'uscita.
Ero circondata.

pov Hannah

Camminavo a passo svelto per i corridoi cercando Adrian. Il mio istinto continuava ad urlarmi che fosse successo qualcosa e il fatto di non riuscire al trovare il mio amico me lo confermava. Stavo per mettermi a correre quando delle forti braccia mi afferrarono per i fianchi.
"Adrian" Gridai voltandomi e incontrando i suoi occhi verde acqua.
"Hai fatto quel che ti ho chiesto?" Mi chiese respirando affannosamente portandosi una mano sul petto e piegandosi leggermente in avanti
"Si, ma Adrian cos'hai?"Gli chiesi preoccupata non riuscendo a leggergli nel pensiero essendo un angelo originale e perciò più forte
"Cosa ti ha detto?" Mi chiese senza rispondermi.
"Non sono riuscita a leggerE nella mente di Lex, c'è come un muro che mi blocca"Lui annuii forse aspettandosi quella risposta abbassando poi lo sguardo.
"Ora mi spieghi cos è successo?" Lo ripresi aiutandolo a mettersi dritto.
"Faith" Disse prima di cominciare a tossire convulsamente.
Lo aiutai a sedersi per terra e sollevai l'orlo della sua maglietta per cercare di capire cosa aveva. La pelle bianca e liscia di Adrian era attraversata da una miriade di vene bluastre, al centro di esse albergava un pugnale con un simbolo inconfondibile.
"Cacciatori" Sussurrai prima di poggiare le mani sull'addome di Adrian e illuminare di bianco l'intero corridoio.

Angolo Autore
scusatemi per l'enorme ritardo ma parlando sinceramente non avevo ispirazione e quindi ho impiegato parecchio tempo a scrivere questo capitolo. Spero possiate perdonarmi. Questo capitolo è parecchio lungo e a mia detta fa un po schifo ma spero possiate apprezzare. Scusate se non rispondo alle recenzioni ma ho molto da fare e il poco tempo che trovo lo uso per pubblicare. Ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate. un bacio e spero a presto ciaoo<3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2754230