Only Love You When I'm Drunk

di Scemafranci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fighting for women is something for men! ***
Capitolo 2: *** Love is love and kissing is cannibalism ***
Capitolo 3: *** Only Love You When I'm Drunk ***
Capitolo 4: *** Only Love You When I'm Drunk - The Awakening ***



Capitolo 1
*** Fighting for women is something for men! ***



Fighting for women is something for men!
 

Ok, ammetto che il titolo sembra una frase di Elfman :3 ma lui nella fic non compare proprio. (scusa Elfman... q.q Nda)
Spero che vi divertiate a leggere, che critichiate tutto quello che non va (anche se poi piangerò tanto tanto ;D ) e... non c'è altro. Bye!




 

Ehi tu, lo so che hai saltato l'introduzione è.é e hai fatto bene perchè ti saresti annoiato/a. Muahah ora smetto di annoiarti.


- Erzaaa! -
La ragazza si voltò esasperata.
- Basta... -
Ma Mira, troppo presa dal “carinissimo bimbo” di Erza, non si accorse o mise in secondo piano la sua capacità di sopportazione ormai al limite.
- Facciamo così: tienitelo finché vuoi. Non venire a prenderlo e ridarmelo ogni quattro secondi. -
Mira non rispose nemmeno, prese in braccio Ariel e se lo portò a spasso mentre serviva ai tavoli.
- Spero che ce lo riporti vivo. - disse Erza a Gerard, che fece schioccare la lingua sul palato e rispose: - io spero ce lo riporti pulito e profumato. Non mi va di cambiarlo ancora. -
In quel momento entrò Laxus nella gilda e la prima cosa che fece fu cercare Gerard con lo sguardo per lanciargli segnali d’odio, ai quali quest’ultimo rispose testardamente (ma prima si assicurò che Erza fosse girata). Per chi non abbia capito il motivo di questo astio, ecco una spiegazione molto più dettagliata del necessario: erano due idioti.

- Io ho ragione e tu hai torto. -
Erza mise le mani sui fianchi per rimarcare il concetto.
- Ma ha iniziato lui. -
- Cos’hai, quattro anni? Significa solo che lui è idiota, non che tu sei intelligente. Sistema le cose con Laxus. -
Gerard rise divertito, - Altrimenti cosa fai? - chiese, come a dire che non aveva armi di ricatto.
Erza ci pensò su per qualche secondo, incrociò le braccia sotto il seno e disse la cosa più meschina e disonesta che esista:
- Niente sesso. -
- Niente sesso?! -
Lei sbatté il piede a terra, decisa.
- Niente sesso finché non fai quello che ho detto. -
- Ti prego... -
- No. -
- Dai… - sporse le labbra in un tentativo penoso di chiedere un bacino, ma quando riaprì gli occhi Erza non c’era nemmeno più.

Quella sera Gerard andò alla gilda a bere per stare lontano da casa dove Erza aveva deciso di riesumare l’antica e consunta cintura di castità, cosa che lui riteneva alquanto divertente e improbabile ma si sa che la gente non bada all’improbabilità quando c’è di mezzo la testardaggine, cosa che al momento stava tenendo freneticamente occupati i neuroni di Erza dal primo al penultimo, mentre l’ultimo serviva a ricordarle quanto fosse importante non cedere alle proprie pulsioni sessuali. Per quanto riguarda il cervello di Gerard metà delle cellule erano decise a tenere il suo sedere appiccicato allo sgabello dietro al bancone e bere birra, l’altro 50% era disoccupato e così tornava continuamente, tra i pensieri disordinati, a quanto odiasse Laxus e ancor più di frequente ai ricordi della notte precedente quando la cintura di castità dei suoi incubi era dimenticata in fondo a un pozzo.
Ma i suoi pensieri vennero (fortunatamente?) interrotti:
- Che diavolo ci fai qui? Pensavo stessi tutte le sere a casuccia a farti massacrare a letto da Titania Erza. -
Accanto a lui c’era Laxus con un drink in mano. Lo svuotò in un secondo chiedendosi il motivo per cui si era seduto accanto a StupiGerard.
- Stronzo. -
- Represso. -
- Vorrei starci, a casa, ma non posso. -
- Perché hai scoperto di essere dell’altra sponda? -
- È una proposta? -
- Ti piacerebbe. -
Gerard bevve un lungo sorso di birra.
- Erza mi nega il sesso perché ti odio. -
Laxus arricciò le labbra in un sorriso compiaciuto.
- Condoglianze. -
- Non mi serve il tuo finto dispiacere. Convincila che andiamo d’accordo, così...-
- Ti farà inzuppare il biscottino? -
- Che espressione orribile. -
- Per una volta sono d’accordo. -

- Erza! -
Gerard era tornato a casa, bisognava correre ai ripari! Prima che lui facesse in tempo a dire altro o muoversi di un solo passo, Erza si riempì le orecchie di cotton fioc e sedette su una sedia qualunque a gambe e braccia incrociate con gli occhi chiusi e una pila di libri in testa.
- Io e Gerard andiamo d’accordo - esordì Laxus entrando dietro di lui. - Perché hai dei libri in testa? -
- Si sta concentrando per non ascoltarmi - sussurrò Gerard, - parla più forte. -
- IO E GERARD ANDIAMO D’ACCORDO! -
Erza aprì lentamente gli occhi, si stappò le orecchie e continuò a concentrarsi sul tenere in bilico i libri.
- Davvero? -
- Certo. -
- Vi odiate ancora. - non era una domanda.
- No, per niente! Guarda… -
- Vi odiate ancora. -
- Non mi crede! - Laxus si rivolse a Gerard.
- Me n’ero accorto. -
- Non è stupida, hai visto? E mi devi un favore, idiota. -
- Un favore? Non mi hai aiutato, deficiente. -
- Ma ci ho provato! E mi sono scomodato a venire fin qui, mi devi un dannato favore! -
- Neanche per sogno, io… - schivò un pugno - Non ti devo… - bloccò un calcio - niente! - cercò di colpirlo ma venne scagliato via da Erza che dopo aver sistemato lui prese a calci Laxus.
- Fuori, tutti e due! Non voglio che distruggiate la casa! -
- Ci hai appena pensato tu… - Laxus si beccò una scarpata in faccia per aver osato parlare.
Erza puntò l’indice verso la porta - Fuori! - e i due batterono in ritirata.

Gerard dovette studiare una nuova strategia per riavere la sua donna, e Laxus si divertì a stuzzicarlo criticando ogni idea. Dopo una notte passata ad arrovellarsi, il primo era pronto all’azione mentre l’altro confidava nella non riuscita del piano.
- Non può funzionare, Erza ha una capacità di autocontrollo invidiabile. -
- Levati di torno. -
- Non funzionerà. -
- Sta’ a vedere. -
- Se entro oggi ce la fai ti pago da bere per una settimana, altrimenti paghi tu per me. -
- Non faccio scommesse su Erza. -
- Hai paura di perdere? -
- No, semplicemente sono meno degenere di te. - Se ne andò fiero di non aver risposto alla provocazione e, già intento a fissare Erza da un paio di minuti, si diresse deciso verso di lei. Mise su il sorriso più gentile e innocente che poté (dire che piuttosto sembrava malizioso è un eufemismo) e fece la domanda più innocente che gli passò per la testa:
- Che fai? -
- Stavo pensando di scegliere una missione. -
- Vai con Natsu e Lucy? -
- Non sono in vena di fare la terza incomodo. -
- Gray? -
- è in missione per conto suo. -
(- E non ha chiesto a Juvia di andare con lui! - si sentì piagnucolare in lontananza.)
- Allora vengo io. - allargò il sorriso ed Erza non poté fare a meno di reagire con espressione beata (o beota, il divario non è poi così grande).
Gerard stava per attuare il piano, poi ricordò una cosa di vitale importanza:
- Ariel chi lo tiene se andiamo tutti e due? -
- Mira, come l’altra volta. Potremmo venderglielo sai? È con lei anche ora. -
- Mh-mhh. -
Momento perfetto per attuare il piano. Gerard abbracciò Erza senza un motivo apparente, sapendo che i suoi neuroni l’avrebbero messa in stato di allerta-nondevocedereallepulsionisessuali, ma non si sarebbe tirata indietro per dimostrare di avere un fantastico autocontrollo.
- Non vuoi sorvolare sul mio odio per Laxus? - le sussurrò a un orecchio
- Aspetta e spera. - era un no.
Gerard la baciò accorgendosi che aveva il viso in fiamme, sorrise e la strinse a sé mentre l’armatura spariva involontariamente.
La ragazza si separò da lui appena se ne rese conto e indossò nuovamente l’adorata, protettiva armatura.
- Non cederò alla tentazione. No. -
- Ne sono certo. -
- Davvero. -
- C’è uno stanzino di là... -
- No! -
Gerard ridacchiò e le diede un bacio sulla guancia, abbastanza vicino alla bocca da irritarla perché lei sapeva, sapeva che l’aveva fatto apposta.

- Non ce l’hai fatta, visto? - Laxus gongolava.
- Questo lo credi tu. -
- Se ce l’avessi fatta saresti impegnato in qualcosa di diverso dal parlare con me. -
- Stai zitto e sparisci. -
- Volentieri, andrò il più lontano possibile dalla tua stupida faccia. -
- Grazie Dio, ora so che esisti. -

Quella sera era il turno di Erza a stare lontana da casa dato che Gerard era passato all’offensiva e, messo a letto il bambino, aveva pensato bene di mettere in mostra i pettorali seguendola per la casa in mutande. E aveva pure l’ardire di sorridere innocuo mentre Erza cercava di guardare ovunque tranne che a lui, addominali, spalle e faccino cuccioloso compresi in un solo pacchetto di irritante maschietà (fa più maschio di mascolinità u.u Nda).
- Erzaaa! - qualcuno interruppe i suoi pensieri - sei passata al lato oscuro? -
Guardò Kana perplessa. - Il lato oscuro? -
- Il club degli ubriaconi. Sei qui a quest’ora di notte… a bere… un succo di frutta? -
- Sono le nove di sera. -
- Oh. Ah, sì? Notte fonda, notte fonda. Te l’avevo detto. - la sua voce era strana, impastata e a volte acuta per poi tornare bassa tra una parola e l’altra.
- Sei ubriaca. -
- Ma cosa dici, eh? Come puoi affermare una cosa del genere, non sai nemmeno come sono da sobria perché non mi ci hai mai vista, come fai a sapere se sono ubriaca? -
- Intendevo più ubriaca del solito. -
- Già, più del solito. Hai ragione sai? Sono più ubriaca del solito, sì! Adesso vado a disubriacarmi. -
Si alzò barcollante e stava per cadere quando qualcuno la prese al volo. Laxus.
- Cosa le hai fatto? - chiese Erza guardandolo storto, - Se riesce a bere abbastanza da ubriacarsi è colpa di un uomo. - e c’erano buone probabilità che fosse Laxus, visto che era capitato lì per caso.
- Lasciami in pace donna. -
Siccome Kana si stava addormentando in braccio a lui, fu costretto a portarla a casa.
“Com’è che sa dove abita, mh?” si chiese Erza maliziosa.
Poi sentì un pizzicore dietro la nuca, brutto presentimento, qualcosa di spregevole stava per accadere…
- Erza. -
Saltò in aria. Infarto vattene via, infarto vattene via, infarto vattene via, pensò con una mano sul cuore e gli occhi spalancati.
- Gerard. -
Respirò profondamente e riprese colore mentre lui le sedeva accanto.
- Ti sei vestito. -
- Oh, scusa. Se vuoi mi spoglio… -
- NO! -
Lui sorrise.
- Sai che non l’avrei fatto. Sono lusingato a sapere che mi trovi irresistibile. -
- N-non è quello! -
- Ah no? - Si avvicinò a lei con espressione maschia e, soluzione nefanda, le baciò la guancia. Erza si chiuse in un riccio di depressione.
- Cosa ti aspettavi? Mi neghi il sesso. - disse lui con naturalezza bevendo un sorso della cosa che gli avevano messo sotto il naso, qualunque cosa fosse, mentre metà della gilda (e dico metà perché il resto non si trovava lì in quel momento) si girava a fissarli in modo inopportuno.
- Non cerchi più di sedurmi? -
La gilda li guardò con occhi spiritati.
- Ci sono già riuscito, vero? Ma farò il bravo e ti rispetterò. -
La gilda borbottò delusa e tornò ai fatti propri.
Erza accavallò le gambe e sospirò, poi si alzò in piedi, guardò corrucciata Gerard, fece per andarsene, tornò indietro, lo guardò di nuovo corrucciata ed espresse la sua opinione:
- Fai pace con Laxus. Vai a casa di Kana, dovrebbe essere lì… -
- Così quei due… -
- Non ti do il permesso di fare una cosa a tre, nemmeno se ti invitano in modo esplicito. Sistema soltanto le cose con Laxus. -
Gerard sorrise. - Se non riesco a convivere civilmente con lui? -
- Fallo e basta! -

Il giorno dopo Laxus aveva un occhio nero e Gerard un labbro spaccato, molto spaccato. Una scusa per farsi coccolare e abbracciare amorevolmente da Erza, il  cui senso materno si faceva vedere più quando lui era ferito di quando loro figlio frignava.
Eza gli afferrò la mascella per tenerlo fermo.
- Accidenti, è proprio un brutto taglio. -
Le labbra di lui si sporsero per avere un bacino ma vennero ignorate.
- Almeno ho provato a civilizzare con Laxus, togli la cintura di castità? - così dicendo fece segno di toglierle una cintura e le slacciò il gonnellino blu… per poco tutta la gilda non la vide in mutande.
- BRUTTO IDIOTA! -
- Scusa - rispose lui con le lacrimucce agli occhi,  prese Ariel in braccio e lasciò che gli circondasse il collo con le piccole manine di neonato per poi girarsi a guardare la madre masticando aria.
- Non è bellissimo questo bambino? Sì che è bellissimo! Sei bellissimo. - disse Gerard cominciando l’odierno delirio di papino. Prese a sbaciucchiare Ariel e fargli il solletico.
Erza sorrise e si godette il momento di pace assoluta, ma… le arrivò un piatto addosso.
Si girò parecchio irritata, poi il suo bimbo fece un versetto stupido e catalizzò di nuovo la sua attenzione. Finché… uno sgabello quasi colpì Ariel, e fu la fine.
No, Erza dovette restarsene seduta con il bambino in braccio perché Gerard, incazzato nero, glie l’aveva mollato e si era buttato nella mischia.

- Ti sanguina di nuovo il labbro. -
Erza gli accarezzò la guancia e poi gli fece un pizzicotto.
- Ahia! -
Ridacchiò mentre Gerard la guardava cercando di chiederle telepaticamente: “perché?”
- Perché mi andava. -
“Cosa? Mi legge nel pensiero? Prendimi da bere.”
- Prenditelo da solo. -
“D: D: D: D:”
- Mira ha rapito Ariel? - chiese, questa volta a voce.
- Sì. -
- Vogliamo andare in missione? -
Andarono a scegliere qualcosa davanti alla bacheca. Mentre stavano lì in piedi Erza sentì un braccio cingerle la vita, Gerard sembrava non averlo fatto apposta… ma lei sapeva che era parte di un malefico piano.
La mano malvagia si spostò più giù sui fianchi di Erza e lei cercò di non farci caso… non era disperatamente bisognosa di contatto fisico dato che lo negava a Gerard, no. Solo che in quel momento era distratta, e faceva caldo, molto caldo, e quella mano le scendeva fino alla coscia e poi su e giù di nuovo, con una lentezza esasperante.
- Questa? -
- Cosa? -
- Questa missione. -
- Oh, certo. Sì. -
- Qualcosa non va? -
La mano malefica si fermò lasciandole respiro.
- Niente. Questa missione è perfetta, andiamo. -
- Erza? -
- Mh? -
- Sei calda. -
- Cosa? -
- Calda. Hai la febbre? -
- No, tutto bene. -
- Non andiamo in missione finché non ti passa. -
“Allora non ci andremo mai”, pensò lei sentendo la mano fresca di Gerard sulla guancia e poi sulla fronte.
Se ne tornò a casa da sola, categoricamente sola, per allenare il neurone anti-pulsioni-sessuali con una bella doccia gelida sperando intensamente di non morire assiderata.

Quando Gerard tornò a casa, la trovò pulita e profumata con la solita pila di libri in testa.
- Guarda chi c’è? - disse e si spostò per lasciar entrare Laxus.
- Sono qui, - esordì lui con espressione funerea, - Perché questo eunuco mi ricatta. -
Erza li guardò seria.
- Così devo fare un discorso per convincerti a sfilare la cintura di castità e metterti a gambe all’aria… -
- Hai sbagliato tutto! Se non rimedi dico a tutti quello che ho visto! -
- E io ti denuncio per violazione di proprietà privata! -
- Tanto finisci peggio tu! -
- E tu non fai sesso per il resto della tua vita! -
- Bastardo sentimentale! -
- Idiota ricattatore! -
- Voglio fare sesso. - disse Erza interrompendo il litigio tra innamorati.
- Sì ma non riuscirò mai ad andare d’accordo con questo animale! -
- Animale a chi, brutto mezz‘uomo? -
- Voglio fare sesso ora. -
Gerard ebbe l’illuminazione.
- Ora? -
- Ora. -
- Sono invitato anch‘io? - domandò Laxus poco prima che Gerard lo calciasse fuori dalla porta e chiudesse a chiave, ci mettesse il tavolo davanti, corresse a razzo in camera da letto e chiudesse anche quella porta sbattendola in faccia a Erza che stava per entrare. Riaprì - Scusa, - disse, e la tirò dentro.

- Come mai ti sei arresa? -
Gerard la abbracciò, nudo come mamma l’aveva fatto.
- Non l’ho fatto. -
- Sei sicura? - chiese lui malizioso, - Allora ho soltanto immaginato di… -
- Intendevo dire - lo interruppe Erza - che ho vinto comunque: tu e Laxus avete passato un bel po’ di tempo insieme - ridacchiò - senza che nessuno vi obbligasse. -
Gerard sporse il labbro inferiore come un bambino.
- Hai vinto… -
Erza rise.
- Vinci sempre… -
Dopodichè pretese un extra come consolazione per la sconfitta.



Spero vi abbia fatto scappare almeno un sorriso :3 altrimenti contemplerò il fallimento di un'ora spesa a scrivere scemate :D
Recensite e ditemi se è stata un'ora sprecata ^-^

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Capitolo 2
*** Love is love and kissing is cannibalism ***


Love is love and kissing is cannibalism
 
~ Ecco un'altra piccola oneshot, forse più corta e più nonsense :D
Poi ditemi come vi sembra, bon voyage xD
~
 
Lalaith se ne stava accovacciata dietro la gilda tra due enormi vasi con  enormi piante per un motivo di importanza vitale: i pomodori. La sua disgrazia, i suoi nemici di sempre. Quelle orribili verdure rosse, tonde e maledettamente lisce, che quando le mordi senza una mascherina di precauzione ti inzuppano la faccia d’acqua; e dall’altezza dei suoi cinque anni lei sapeva che lo facevano apposta. Così era fuggita a gambe levate quando aveva sentito di doverli mangiare, e tanti auguri a chi doveva ritrovarla.
La bambina pensò di aver miseramente fallito quando vide arrivare Alzack e Bisca.
Tutta intenta a concentrarsi per diventare invisibile, chiuse gli occhi convinta che, se lei non vedeva loro, loro non vedevano lei. Quando li riaprì assistette a uno spettacolo raccapricciante: i due maghi si stavano mangiando la faccia!
Rimase profondamente turbata, l’immagine dei pomodori si sovrapponeva a quella dei due mangia-faccia in un mix di orrore e disgusto. Aspettò che finisse quella tortura, poi riuscì a scappare di nuovo.

Di sera, quando i suoi genitori tornarono a casa, la trovarono strana ma non insistettero più di tanto. Aveva cinque anni, cosa poteva esserle successo? Si era seccato il pongo? Poi dopo una notte in bianco Lalaith si decise finalmente a chiedere spiegazioni e a colazione introdusse il discorso nel modo a suo parere più delicato:
- I cannibali mangiano i bambini? -
Ariel sbuffò e si sedette a tavola.
- Non ci sono i cannibali a Fiore -, rispose Erza.
- O Bisca o Alzack sono cannibali. - replicò seria la bambina.
La faccia di Jeral era perplessa.
- Chi te l’ha detto? -
- Li ho visti mangiarsi la faccia. Poi mangiano anche la mia? -
Erza aggrottò le sopracciglia, Jeral le inarcò.
- Devo andare alla gilda. -
In un secondo la madre si defilò trascinandosi dietro Ariel.
Prima di rendersene conto, Jeral rimase solo.
- Allora? La faccia ricresce se la mangiano? -
Il mago sospirò.
- Non si mangiavano la faccia. Nessuno è cannibale e nessuno ti farà nulla. A proposito, chi ti ha parlato di cannibalismo? -
- Natsu-san. Lui è un drago, non mangia le persone. Ha detto che mangerà Gajeel. -
- Quando Natsu ti dice qualcosa, chiedi a Mira se è vero. -
Un attimo di silenzio.
- Papo? -
- Eh. -
- Quindi Alzack non mangiava Bisca? -
- Non mangiava niente, si stavano baciando. -
La bambina ostentò un’espressione tanto sbalordita da lasciare Jeral interdetto.
- Non dire bugiole papo, quando bacio la mamma e Ariel non faccio così. -
- Sono baci diversi. -
- Perché? -
Jeral appoggiò il mento sul palmo della mano.
- Sai cosa vuol dire essere innamorati? -
- Me l’ha detto Mira-chan. Però non è che ci ho capito molto eh papo. -
- Dobbiamo considerare l’idea di trovarti una baby-sitter. -
Lalaith mise il broncio - Voglio restare con Mira-chan e gli altri. Non la voglio una baby-sitter, Mira-chan mi racconta le cose divertenti. -
- Appunto. Comunque Bisca e Alzack si baciano così perché sono innamorati. -
Lalaith sbuffò.
- Anche io sono innamorata della mamma e Ariel, ma non li mangio. -
Suo padre ridacchiò. - Non hai capito proprio quello che ti ha detto Mira, vero? Tu vuoi bene ad Ariel e alla mamma, non ne sei innamorata. -
- Non è vero! Gli voglio tantissimissimo bene, tantissimissimissimo! -
- Non è questo essere innamorati, di’ a Mira di spiegartelo meglio. -
Lalaith si pizzicò una guancia.
- Tu e la mamma? Vi volete bene o siete innamorati? -
- Entrambe le cose. -
- Uffa! Perché tu sì e io no, pà? Non è giusto. E tu e Ariel? -
- Ci vogliamo bene. -
- E tu e io? -
- Lo stesso. -
La bambina fece un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
- Dimmelo che mi vuoi bene, papo. - E fece la linguaccia.
Jeral la prese in braccio per mettersela sulle spalle, - Ti voglio un mondo di bene. - rispose.
Lalaith usò i suoi capelli come redini e si fece portare a spasso.

Un paio d’ore dopo, alla gilda, la bambina non si era ancora rassegnata al cannibalismo così si avvicinò di soppiatto ad Alzack e gli tirò la giacca per farsi notare.
- Tu sei innamorato di Bisca? -
L’uomo arrossì in modo indecente e rispose:
- Sì -
- Per questo la mangi quando le dai un bacio? -
Dalla faccia di Erza che aveva sentito tutto, Lalaith si chiese se non avesse detto qualcosa di stupido. Ripassò mentalmente la conversazione e decise che no, non aveva sbagliato nulla.
Comunque arrivò Jeral a salvare Alzack prendendo la figlia per la collottola e portandola al cospetto di Mira.
- Spiegale cos’è un bacio, io non ci riesco. -
Dopo cinque minuti di spiegazione Lalaith iniziò a ridere e correre per la gilda senza aver capito un‘acca. Mira la rincorse in lungo e in largo rischiando di uccidere qualcuno lungo la strada, alla fine mise la bambina in braccio a chi di dovere insieme a un sorriso e la frase:
- Meglio ritentare tra qualche anno. -
Erza, con un enorme punto interrogativo in testa, guardò in faccia sua figlia e sbuffò. - Almeno c’è qualcuno disposto a spiegarti le cose imbarazzanti al posto mio. -
Lalaith ridacchiò. - I cannibali sono imbarazzanti? -
- Tu non stai proprio a sentire quello che ti si spiega, vero? -
- Sono una bambina brava. Ascolto tutto. -
- Falla finita con la storia dei cannibali. -
- Ok. Mami? -
- Sì? -
- Posso giocare con Akito? -
- Certo. Non farla piangere. -
Lalaith diede un bacio sulla guancia alla madre, poi si mise le mani sul petto e disse: - Giuro. -
Erza sorrise, mise giù la bambina e non fece in tempo a girarsi che era già scomparsa.
Dove andava a fare danni ora?

- Lucy-chan, Lucy-chan! -
La maga sentì qualcosa aggrapparsi alla propria gamba e guardò in basso.
- Lalaith! - sorrise - Stai cercando Aki? -
- Sì! -
- È al piano di sotto con gli altri bambini. -
- Ciao! -
Riprese a correre senza nemmeno guardare dove andava e sbatté contro qualcuno.
- Ahia! -
Alzò la testa, ad aver osato fermare la sua corsa era il fratello Ariel.
- Stai attenta. -
Aveva le mani affondate in tasca e un’espressione annoiata in volto.
- Tu stai attento! -
- Ero fermo. -
- Anche io ero ferma! -
Ariel sbuffò.
- Sei la solita rompina. -
Lalaith mise il broncio, incrociò le braccia e lo guardò male.
- Sei un non-gentile. -
- Non esistono i non-gentili. -
- Invece sì perché ci sei tu. -
- D’accordo. Come devo farmi perdonare? -
- Portami in braccio giù da Aki. -
Ariel la sollevò e se la mise in spalla come un sacco di patate.
- Ehi! - ti pareva se non aveva da lamentarsi, - Non così! -
Lui non rispose, continuò a ignorarla anche quando lei iniziò a tirargli i capelli con tutta la forza possibile. A un certo punto la mise giù senza troppe cerimonie e se ne andò.
Lalaith si sistemò il vestito, si guardò intorno e corse dagli altri bambini. Vide Natsu seduto per terra, così gli saltò addosso da dietro rischiando di spezzargli il collo.
- Ehy Erza-Junior! Che fai cerchi di accopparmi? -
- Non accoppio nessuno io. Voglio giocare! -
- Yahaha d’accordo, scommetto che Jace non vede l’ora di condividere i suoi soldatini con te. -
Il bambino alzò la testa, il viso corrucciato.
- Neanche per sogno! -
Natsu fece per ribattere come da eterno rivale del padre di Jace ma Lalaith non gli diede tempo:
- Non ci gioco io con quel cattivone! Mi sta antipatico! Voglio giocare con Aki. -
Espressa in modo autorevole la sua opinione, andò a sedersi vicino alla figlia minore di Lucy e Natsu e finalmente smise di correre ovunque.
Il Dragon Slayer di fuoco si alzò e levò le tende dopo aver scompigliato i capelli alle proprie tre bambine, che una dopo l’altra lo guardarono imbronciate.

- Mamma, papà. -
Ariel spuntò come sempre dal nulla. Erza, seduta a un tavolo di fronte a Jeral, se lo trovò accanto.
- Sì? -
- Vado in missione con Asuka, Wendy e Romeo. -
- Quanto durerà? -
- Fino a domani, al massimo torno tra due giorni. -
- Va bene, stai attento. Ti voglio bene. -
- Mh. -
Sorrise pigro ai genitori e si dileguò.
- Non fa un po’ troppe missioni per la sua età? - domandò Jeral,
- Sì, beh… forse. Per fortuna va insieme a Romeo e Wendy. -
- Già, comunque sa badare a sé stesso. -
- Cosa? È un bambino! -
- Non un bambino comune. -
- E se si facesse male? -
- Non succederà nulla. -
- E se si perdesse? -
- È con Wendy e Romeo, no? -
- E se lo perdessero di vista? -
- Erza, non è un po’ presto per la preoccupazione? Di solito ti ci vogliono almeno due ore per iniziare ad angosciarti. -
- Non mi angoscio. Penso solo che potrebbe trovarsi in pericolo. -
- Si è ferito solo una volta. -
- Non c’entra niente. -
- Ti stai preoccupando. -
- Non mi sto preoccupando. -
Jeral si alzò e si sporse oltre il tavolo verso Erza.
- Ti stai dannatamente preoccupando. -
- Non è vero. -
Tentò di baciarla ma lei si ritrasse.
- Lo sai cosa penso, è giusto che ti preoccupi per lui. È nostro figlio. -
Erza adorava sentirglielo dire, adorava avere qualcosa in comune con lui e adorava i loro figli. Si rilassò alla carezza di Jeral sul viso e poi dietro la nuca.
- Mi stavi prendendo in giro. - replicò con espressione offesa cercando di non cedere, - E poi l’unica differenza tra noi è che tu riesci a nascondere l‘angoscia. -
Jeral ridacchiò e, dopo averle sussurrato a un orecchio quanto trovasse divertente la sua permalosità, premette le labbra sulle sue.
Accanto a loro Lalaith si fermò sgranando gli occhi.
Anche i suoi genitori erano cannibali!


~ Weila, ecco qua c: spero di non essere caduta nella banalità con questa cosa D: grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo e a chi recensirà questo :3 Bye babes ~

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Capitolo 3
*** Only Love You When I'm Drunk ***


Only Love You When I'm Drunk


Questo capitolo sarà seguito da uno o due altri :3 è una storiella piuttosto incasinata (non ho ancora idea di come continuerà, è una specie di delirio momentaneo) ispirata da questa canzone: https://www.youtube.com/watch?v=1K4RtYxXAzw
Super-duper Gruvia (ma ovviamente non vi risparmierò Jelly e Erza è.é e ci metterò pure un bel po' di Nalu e altri millemila pairings)
Enjoy :D




Caldo.
Mosse un piede alla ricerca di una parte di materasso più fresca.
No, cercò di muovere un piede: qualcosa lo bloccava.
Aprì gli occhi di scatto, sentì distintamente il sangue affluire alla testa per un secondo. La luce era esageratamente fastidiosa, fece fatica a tenere gli occhi aperti.
E quello non era il soffitto di casa sua.
Spostò lo sguardo verso il basso, senza muovere la testa... era nudo, completamente nudo.
Beh, non che fosse una novità: gli capitava spesso di svegliarsi così. Ma quel solletico al collo...
Lo sguardo appannato cadde alla sua sinistra. Dei capelli lunghi...
Era.
Fottuto.


- Gray-sama! -
Si era voltato verso Juvia sospirando.
Quella ragazza era impossibile. Doveva dirle una volta per tutte ciò che non voleva ascoltare...



Si passò una mano sul viso, andando poi a massaggiare le tempie e stringendo forte gli occhi.
Non soffriva postumi simili dalla sua prima sbornia. Questa sarebbe rimasta negli annali.


Alla gilda avevano finito di picchiarsi, quindi si era passati all'alcool. Erano quasi le tre di notte, e in pochi potevano dirsi lucidi.
Gray aveva preso per mano Juvia e l'aveva condotta al bancone. Quando si era voltato l'aveva vista barcollare; un secondo dopo era inciampata per andare a cadere tra le sue braccia...
Braccia che, ancora meno sobrie, avevano comandato alle gambe di cedere in quel momento esatto, così si erano trovati stesi a terra.
- Gray-sama, scusa! -
- Non preoccuparti. -
Si erano rialzati.



Cercò di ricordare meglio come era finito lì. Poi, in un flash, tutto apparve chiaro.
Si girò verso di lei, stesa nuda al suo fianco, con una gamba a bloccare quella che aveva tentato di muovere poco prima.
Si accorse del proprio braccio sinistro avvolto alla sua vita.
Non sarebbe riuscito a toglierlo senza svegliarla.
Imprecò mentalmente.


- Juvia, devo parlarti... -
- Sì... -
Era stranamente poco loquace.
- In realtà te l'ho già detto: non... -
Aveva dimenticato cosa stava facendo nell'istante in cui Juvia si era piegata in avanti, mostrando con la scollatura il seno prosperoso.
- Gray-sama, cosa dicevi? -
- Io... ehm... - aveva distolto più lentamente del voluto lo sguardo dal suo seno - Sono ubriaco - e aveva iniziato a ridere.
Juvia si era lasciata trascinare nella risata come tutti i brilli sanno fare e, quando Natsu con una lieve gomitata aveva fatto cadere Gray, si erano limitati a continuare a ridacchiare come degli idioti.



Decise che l'avrebbe svegliata. Che alternative aveva? Di scappare di soppiatto non se ne parlava: in ogni caso l'avrebbe rivista alla gilda ogni giorno. E comunque non era da lui. E lei l'avrebbe picchiato. E non gli piaceva essere picchiato da lei, no.


- Gray-sama, no! Il solletico no! -
Sì, erano molto ubriachi.
- Ah no? Sì invece! -
Juvia era piegata in due dal ridere, con Gray a torturarla. Quando era caduta a terra, si era sdraiato accanto a lei.
- Juvia vuole sapere cosa dovevi dirle! -
Lui aveva guardato fisso le sue labbra per qualche secondo - Non mi ricordo - e aveva riso.
Poi per un attimo era rinsavito: doveva parlarle seriamente.
- Aspetta, ora ricordo. -
Gli occhi di Juvia erano così dannatamente grandi.
- Io e te non... -
La pelle così chiara.
- Non saremo mai... -
La mano sotto la sua era così piccola...
L'aveva baciata.



Fece un respiro profondo.
Le posò una mano sulla spalla.
- Sveglia. -
Scosse piano la spalla.
- Svegliati. -
Una scossa più forte.
Accidenti se dormiva profondamente.
- Svegliati! -
Lei mosse piano la testa. Girò il busto e aprì gli occhi, lentamente.
- Gray... -
Ci mise un po' a realizzare la cosa.
- GRAY?! -
- Erza... Dormito bene? -


Spero di avervi sorpreso almeno un po' xD
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Only Love You When I'm Drunk - The Awakening ***


Only Love You When I'm Drunk - Il Risveglio



Ecco qua dopo non sto neanche a contare quanti mesi: un nuovo capitolo :D ce l'avevo nel pc da secoli e non ho idea del perchè non volessi pubblicarlo ._. cooomunque ora l'ho fatto - Enjoy :3



Erza saltò via dal letto portandosi dietro il lenzuolo per coprirsi.
- CO-COSA DIAVOLO STAI FACENDO NEL MIO LETTO? -
L'indice puntato alla sua faccia non era molto rassicurante.
- Mi sembra evidente. Senti, non vorrei che questo influisse sulla nostra amicizia... -
- COPRITI, IDIOTA! -
- Sì, scusa... -
Si mise un cuscino sugli attributi.
- QUELLO È IL MIO CUSCINO. -
- Ah, scusa. -
Scese dal letto, completamente a suo agio con le proprie nudità, e afferrò una gonna da una sedia.
- Questa va bene? -
- Beh... -
- Solo perchè non vedo i miei vestiti qui intorno. E non raccontarlo a nessuno. -
- Gray. -
- Sì, Erza? -
- Cosa facevi nel mio letto? -
- Beh, non saprei. La persona con cui ricordo di aver passato la sera, ieri, non sei tu, ma... -
- Perchè non ero io. -
- Sì, ma... -
- Non ero io. -
- Erza... -
- Ti dico che non ero io. Dev'essere uno scherzo. -
- Erza, lo so che è shockante, ma fingere che non sia successo niente... -
- Gray, ti ho detto che non è successo niente! Non tra noi due! -
- Lo so, fa strano anche a me, ma... -
- CHIUDI LA BOCCA, GRAY! -
Lui non solo la chiuse... ma la sigillò a vita.
- Bene. Sono certa che non abbiamo passato la notte insieme. E, fammi parlare o ti eviro -, aggiunse vedendolo sollevare critico un sopracciglio, - lo so perchè ho passato la notte con qualcun'altro. -
Gray sgranò gli occhi.
- Davvero? Allora cosa faccio qui? -
- Bella domanda. -
- E con chi l'hai fatto? -
Erza arrossì visibilmente, spostò improvvisamente lo sguardo sulla porta e vi si diresse a passo deciso.
- Erza, a me puoi dirlo! Mi sono svegliato nudo nel tuo letto! -
- Chiudi la bocca, Gray! -


Nel frattempo, poco distante...

- RIVALE IN AMORE! -
Juvia saliva le scale con sguardo infuocato, facendo i gradini tre alla volta.
- RIVALE IN AMORE! -
Si catapultò alla porta dell'appartamento di Erza per spalancarla con un calcio infuriato.
- LUCY! SO CHE SEI QUI! -
E Lucy era lì, in effetti... solo che non ricordava il perchè.


Nella stanza lì accanto, Gray bloccò la porta con un piede.
- Erza aspetta. -
- Cosa c'è? -
- Non uscirò di qui con una gonna. -
- Ti abbiamo già visto vestito da donna, non è una novità. -
- Ma questa è rosa. Ed è stretta. Come fai a starci dentro? -
Si rese conto dell'errore commesso quando lo strano silenzio gli fece alzare lo sguardo su di lei.
Ed era spaventosa.
- Stai forse dicendo... che sono troppo grassa? -
Forse fu la paura o forse perchè stava per farsela addosso (che dipendeva dalla paura, ma dettagli), ma tutto ciò che Gray fece fu scappare a gambe levate tenendo giù la gonna con le mani. Attraversò il soggiorno dandosi giusto un secondo per sorprendersi di quello che ci vide e si chiuse in bagno. A chiave. E se possibile anche a doppia mandata.
E si prese qualche minuto per chiedersi cosa ci facesse tutta quella gente in casa di Erza.


- RIVALE IN AMORE! -
Erza aggrottò le sopracciglia. Quella era... Juvia?
Uscì dalla propria stanza (non senza aver indossato l'armatura) per trovare una scena inaspettata ma in un certo senso familiare.
Non serve dire che sarebbe finita con lei a buttare fuori gente a calci... ma ci arriveremo tra poco.


Juvia aveva fatto irruzione nell'appartamento di Erza senza fare i conti con il fatto che quello era l'appartamento di Erza. E così erano iniziate le sventure.
La prima cosa era stata positiva: Lucy era lì con Natsu, e stavano ancora dormendo. Lui, seduto a terra e poggiato contro la parete, russava come un marinaio ubriaco; lei, seduta tra le sue gambe e poggiata al suo petto, sembrava un angioletto. Ma Juvia non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo (mentre gli altri due si svegliavano straniti dalle le sue grida di guerra) che un Gray in gonnellino rosa le sfrecciò davanti per andare a chiudersi in bagno.
E poi non fece in tempo a mettere su gli occhi a cuoricino che un rumore metallico attirò la sua attenzione: proveniva dalla stanza delle armature di Erza. Ma non fece in tempo a chiedersi cosa fosse che la padrona di casa uscì dalla stessa porta da cui era sfrecciato Gray-sama, linda e pulita, per dare un'occhiata alla situazione e valutare se doveva picchiare qualcuno.
- Juvia... Lucy, Natsu... -
Lucy si riscosse. Accortasi di essere seduta praticamente in braccio a Natsu cercò di svincolare, ma più spingeva e più le braccia del ragazzo si stringevano attorno alla sua vita.
- Lucy... pollo... fame... -, lo sentirono mugugnare.
- Ha appena fatto un collegamento tra me e un pollo?! -
Saltò su e sentì un frastuono infernale di metallo venire da una stanza.
- Che succede? -
Nessuno rispose alla domanda. Non prima che Erza raggiungesse la stanza delle armature in due falciate e, dopo qualche secondo, ne facesse volare fuori un Gajeel sanguinante e apparentemente ancora non del tutto sobrio.
E Natsu ancora non si svegliava.
- COSA DIAVOLO FATE TUTTI QUI? -
Erza appariva più alta, grande e minacciosa che mai.
- NATSU! -
Il Dragon Slayer saltò in aria.
- Cosa? Sì? Dove? Combattiamo? -
- FUORI DI CASA MIA! - e lo lanciò via con un calcio, - Lucy... - continuò, girandosi verso la ragazza completamente immobilizzata dal terrore, - entro sempre in casa tua senza invito, quindi mettiti comoda. Cosa vuoi per colazione? Ho della torta di fragole e... altra torta di fragole. -
- Ah, ehm... niente, grazie... -
- Tu, Juvia? -
- Juvia vorrebbe Gray-sama per colazione. -
- Cosa? -
Vennero interrotti dal mago di ghiaccio che si era affacciato dalla porta del bagno.
- Gray, fuori. -, disse Erza in un tono stranamente calmo. Lui tornò a nascondersi.
- Gray... Fuori, ora. -
E lui uscì, con la coda tra le gambe e la gonna rosa, senza riuscire a guardare in faccia nessuno.
- Gray-samaaaa ♥ -
Sospirò.
Sarebbe stata una lunga giornata.


Io a rileggerlo un po' mi ero divertita, mi auguro abbiate fatto lo stesso :3 a prestooo

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