Frozen

di Nialler_07
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** September ***
Capitolo 2: *** La palestra ***
Capitolo 3: *** Lough Ennell ***
Capitolo 4: *** Il compleanno di Niall ***
Capitolo 5: *** Conseguenze ***



Capitolo 1
*** September ***


E’ il 1 Settembre 2008. L’autunno è ormai alle porte, lo si capisce perché inizia a tirare quel bel venticello fresco, la gente a Mullingar ha già iniziato a tirare fuori le giacche a vento e finalmente le ragazze hanno abbandonato i pantaloncini, quindi posso smetterla di depilarmi le gambe, un sollievo. Mancano pochi giorni all’inizio della scuola e questo significa che ogni mattina dovrò vedere Michael ed Eleonor sfilarmi davanti con il loro fare da “coppietta prossima al matrimonio” mentre io resterò in un angolo. Davvero non capisco come Michael abbia potuto lasciarmi! Ok, ammetto di non essere una vera e propria bellezza, sono bassina e formosa ma almeno me la cavo con i capelli biondi e gli occhi azzurri e poi sono simpatica a quanto mi dicono, anzi, a quanto mi dice Niall, il mio migliore amico. Lui mi somiglia molto, alcuni ci scambiano per fratelli perché abbiamo entrambi capelli biondi ed occhi azzurri ma soprattutto per il suo modo di fare sempre scherzoso ed affettuoso. In effetti anche io lo considero come un fratello. Ci conosciamo da quando siamo piccoli e non riuscirei ad immaginare una vita senza di lui, ne abbiamo passate davvero troppe insieme.

La cosa che mi spaventa di più però del ritornare a scuola è studiare. Questa estate devo ammettere di non aver aperto libro, o meglio, di non aver aperto neanche un libro di scuola, perché di libri ne ho letti fin troppi, tanto che mia madre ha minacciato di nasconderli se non fossi uscita almeno per un giorno. Quella donna non capisce la mia situazione, ho bisogno dei libri per vivere in una vita all’altezza delle mie aspettative e soprattutto per sapere che alla fine c’è sempre un “happy ending”. In ogni caso ho promesso a me stessa di impegnarmi quest’anno e di fare nuove conoscenze perché quando Niall ha le lezioni di chitarra e mia madre mi caccia di casa non so davvero dove andare e mi ritrovo sdraiata sul prato della vicina che mi fissa dalla finestra. E’ una ragazza carina ma non so come fare conoscenza. Si sono trasferiti da poco dall’Italia, lei si chiama Clarissa, ha i capelli rossi e lunghi, grandi occhi ambrati e tantissime lentiggini, la trovo molto dolce ma fin quando continuerà a fissarmi dalla finestra credo che non riuscirò a parlarle per l’imbarazzo. Dovrebbe avere la mia età e probabilmente pensa che io sia matta a sgattaiolare nel suo giardino.

Sono le 20.32 e decido di entrare su Facebook per controllare le notifiche, una nuova richiesta di amicizia, mh, chi sarà? Un certo Mark, non ho idea di chi sia ma decido di accettare perché sembra carino ed abbiamo 321 amici in comune. Faccio un giro sul suo profilo, abbiamo molti interessi in comune e mi accorgo che… FREQUENTA LA MIA STESSA SCUOLA. Cosa? Come ho fatto a non accorgermi di lui? Insomma è davvero carino, avrei dovuto notarlo prima di, bhe, conoscere Michael. Comunque spargo qualche “mi piace” a qualche canzone sperando si accorga di me e vado a dormire.

 
I giorni passano veloci ed in un lampo arriva il primo giorno di scuola. Non so davvero cosa mettere ed il primo giorno di scuola bisogna arrivare presto per accaparrarsi i posti migliori. Colta dal panico chiamo Niall affinché venga a casa mia per aiutarmi a decidere.
-Pronto?
-Niall!
-Beth?
-Sei a casa? Ti prego dimmi di sì, devi correre da me!
-Veramente… Ok 2 minuti e sono lì.
-Grazie al cielo, ciao.
Riaggancio il telefono e sento subito suonare il citofono “Wow, veloce il ragazzo” penso. Apro la porta e mi ritrovo davanti Niall con il fiatone, il casco del motorino ancora in testa e un sorrisone da togliere il fiato.
“Ho fatto più in fretta che ho potuto!” dice affannosamente.
“Va benissimo, sali in camera, presto” replico.
“Uuuh, e me lo chiedi così Beth?” alza il sopracciglio con fare ammiccante, ancora non ha capito che le sue mosse sexy non funzionano con una che lo ha visto girare per casa sua in mutande mangiando un panino come se fosse l’ultimo panino del mondo.
“Non fare il cretino, è una questione seria” e lo spingo su per la scale.
Ci mettiamo dinanzi all’armadio e lui si butta sul mio letto sbuffando: “Ma Beth, mi hai fatto correre dalla piazza fin qui per aiutarti a scegliere cosa mettere domani? Sul serio?”
“Certo”  
“Ah, voi donne, non vi capirò mai, vai bene con tutto”  
“No, è il primo giorno di scuola ed il mio look deve dire ‘sarò la prima della classe’ ma anche ‘c’è una festa? Certo che puoi chiamarmi’”
Niall ride fragorosamente e poi dice “Tu sei pazza Beth, metti la camicetta blu e i jeans però, fidati”.
 
Decido di fidarmi e indosso la camicetta blu, devo dire che Niall ha sempre avuto buon gusto per i vestiti, probabilmente è merito di Maura, sua madre, la donna più dolce dell’intero pianeta. La mattina del 9 settembre, mi vedo con Niall al nostro solito bar, facciamo colazione e poi andiamo verso scuola.
“Alla fine l’hai messa la camicetta eh” mi dice sorridendo.
“Bhe si, era l’ultima cosa che mi rimaneva” rispondo acida.
“E dillo che l’hai messa perché te l’ho detto io” aggiunge.
“Non ti darò mai questa soddisfazione Horan” lo guardo con occhi di sfida e con il sorriso sotto i baffi.
“Eddai Beth, daaaaaaaaai” inzia a farmi gli occhioni dolci ed io come posso continuare a fare la stronzetta con lui? Lo abbraccio, gli scompiglio i capelli e ce ne andiamo dal nostro bar.
 
Arriviamo a scuola e vedo tanto persone quante non ne avevo mai viste. Non credevo che ce ne potessero essere davvero così tante in una contea piccola come quella del Westmeath. Mi giro intorno e osservo un po’ di visi familiari. All’entrata del portone ci sono i secchioni, con le loro camicie e i loro pantaloni alti fino all’ombelico. A destra ci sono gli sportivi, con le loro divise da fighi e tra di loro ci sono, ovviamente, le cheerleaders. A sinistra tutti gli altri, i musicisti, i lettori, i ragazzi normali per così dire e quindi chi siamo anche io e Niall. In lontananza però riesco a vedere Clarissa, mi fissa anche qui, forse dovrei avvicinarmi a lei, non so. Niall si accorge di questo mio disagio e tenta di rompere il ghiaccio:
“E’ lei Clarissa?” mi chiede.
“Sì ma non so cosa fare” rispondo.
“Bhe, andiamo lì e ci parliamo semplice”
“Tu fai sembrare tutto così facile, Nialler”
“Perché lo è” mi interrompe lui “Andiamo”

Lo seguo e ci dirigiamo da Clarissa, Niall le rivolge un mega sorrisone e lei lo fissa divertita, probabilmente gli piace, Niall dovrebbe piacere a tutti, io lo trovo perfetto, non solo esteticamente che mi ricorda un cucciolo ma anche interiormente, è la persona migliore che conosca.
Iniziamo a parlare con Clarissa e lei ci racconta un po’ dell’Italia e della sua famiglia e decidiamo di metterci d’accordo per approfondire le conoscenze nel pomeriggio a casa sua.

Mi allontano un secondo per vedere l’orologio grande, un ultimo sguardo a Niall e Clarissa e…
BOOM
Mi ritrovo con il culo per terra e con tutti i libri sparsi per il marciapiede, inizio ad urlare “Grazie mille razza di i…”
“Ti sei fatta male?” mi dice una voce suadente. Alzo lo sguardo e vedo un viso non nuovo “Mark!” grido.
“A quanto pare mi conosci” risponde lui.
“No, cioè, oddio scusa, sono così sbadata, ti ho visto su Facebook, scusa” sembro matta a ripetere continuamente scusa.
“Non ti preoccupare, può capitare” mi sorride e se ne va.
Perfetto, ho appena incontrato un ragazzo che ritenevo carino e che ora dovrò evitare sistematicamente a scuola a causa della mia goffaggine. Mark non era poi così alto come sembrava in foto ma era carino come me lo ero immaginato. Ha i capelli neri, ricci, occhi grandi e scuri, non sembrava originario dell’Irlanda, sono rari i ragazzi con quelle fattezze, eppure mi aveva colpito e non solo nel senso letterale del termine.
 
 
 






PICCULO SPAZIO NOSENSE
Alllllllors AHAHAHAH ciao, io sono Ilaria e mi è preso a scrivere una ff spero che ti piaccia u.u Ti voglio bene in ogni caso se stai leggendo... Lasciami una piccola recensione e dimmi cosa ne pensi, plis :3 Bacioniiii
<3

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Capitolo 2
*** La palestra ***


In poco tempo riesco a riprendermi dall’incidente appena avuto con Mark e raggiungo Niall e Clarissa che mi guardano come se uno tsunami mi avesse appena investito ma subito li tranquillizzo dicendo loro che non mi sono fatta niente. Suona la campanella, corriamo per raggiungere il più in fretta possibile la nostra classe per accaparrarci i posti migliori. Eccola lì, in fondo al corridoio, la terza aula a destra, il II B. Arriviamo e riusciamo ad avere tre banchi vicini, ci sediamo e subito entra la professoressa della prima ora, la Morgen, l’insegnante di biologia, che barba. Niall inizia sin da subito a chiamarmi:

“Beth”
“Nialler che c’è?” rispondo.
“Guarda che ti ho vista prima” mi dice bisbigliando.
“Prima quando? Cosa stai dicendo?” chiedo stupita.
“Con quel tipo, che figuraccia” sussurra mentre accenna una risata per prendermi in giro.
“Tutta colpa della goffaggine” cerco di distrarlo.
“Oh guarda chi arriva” mi interrompe.
“Chi?”
“Signorina Elizabeth” mi sgrida la Morgen “vuoi essere tu la prima a dare il benvenuto al nostro nuovo compagno di classe Mark?” sposto lentamente lo sguardo da Niall alla professoressa con una faccia pallida come quella di un fantastma, come se quel nome mi avesse shockata e non appena alzo lo sguardo vedo affianco a lei un ragazzo riccio con gli occhi scuri, non ci posso credere, di nuovo lui, è Mark.
“Mi scusi professo… cosa?” esordisco come un’imbecille. Mark mi sorride ed accenna un saluto con la mano.
“A quanto pare voi due già vi conoscete” dice la Morgen “quindi non ti dispiacerà accompagnare il nostro nuovo studente per un giro esplorativo della scuola, giusto?”
“Veramente…” cerco di tirarmi via da questa situazione. Insomma due figuracce nel giro di mezz’ora, questo sì che è un record.
“Non glielo sto chiedendo signorina Elizabeth” mi interrompe, di nuovo, la professoressa. Ma come dirle di no? Se solo decidessi di sottrarmi al compito la punizione sarebbero compiti extra per tutto il semestre perciò annuisco e la Morgen riprende:
“Come dicevo, questo è Mark, si è trasferito dalla Spagna in Irlanda 3 mesi fa con suo padre e starà con noi per un bel po’, siate gentili con lui.”

Perfetto, penso, ora non solo avevo fatto una figuraccia con il tipo nuovo che dovevo evitare sistematicamente ma la professoressa mi aveva anche incastrata come guida turistica della scuola, la giornata di questo passo si sarebbe conclusa con la mia morte o quasi.
 

Fortunatamente le ore passavano in fretta ed in un lampo arriva l’ora del pranzo. Io, Niall e Clarissa usciamo dalla casse in un batter d’occhio e ci dirigiamo verso uno dei tavolini all’aperto perché nonostante il vento, il sole rende ancora piacevole lo stare all’aperto senza giacchetto e qui iniziamo a mangiare i nostri pranzi. Io resto con la mente sospesa nel vuoto a pensare a cosa poter dire durante il giro perlustrativo con Mark, credo di essere davvero una delle persone meno adatte per questo ruolo. Perché non Niall? Riesce a trovare qualcosa di buono in tutto e tutti, probabilmente avrebbe fatto appassionare Mark alla nostra scuola ma no, io.
Mentre sono assorta nei miei pensieri non mi accorgo che Niall e Clarissa mi fissano, li guardo e dico:

“Vi siete imbambolati?”
“Veramente quella imbambolata sembri tu” mi dice Niall.
“Stavo solo pensando…”
“A Mark?” dice Clarissa. Probabilmente per distrarmi da Niall, sembra che lo mangi con gli occhi, anche se con me non c’è pericolo, praticamente sono sua sorella.
“Certo che pensa a Mark, non hai visto con che occhi lo guardava all’entrata?” ribatte Niall.
“Ehi” gli do una spintonata “sono ancora qui se non te ne fossi accorto” dico fingendo di fare l’offesa.
“Ma sembra che tu non ci sia cara Beth, a proposito non dovevi fare da guida adesso?” risponde Niall guardandosi intorno.
“Sì, dovevo, ma Mark fortunatamente non si è presentato”
“Forse ti sbagli” mi dice Clarissa indicando il distributore di merendine “guarda laggiù”.

Mi volto, lo vedo, appoggiato al distributore come se fosse appena uscito dal film Grease, con un look decisamente più moderno. Cappellino da baseball con la visiera piatta, giacca con manica di pelle, jeans stracciati, sneakers e sguardo seduttore. Non appena mi volto mi sorride e mi viene in contro, allora mi giro e mi siedo verso di lui perché per un primo momento non sapevo se davvero guardasse me.
Si avvicina e mi dice “Ehi”
“Ciao” rispondo timida.
“Allora questo tour della scuola me lo vuoi fare o no?” mi accenna un sorriso ed io per poco muoio. E’ davvero bello.
“Non so se lei lo reggerà” esclama ridendo Niall. Mi volto e lo fulmino con lo sguardo.
Mi rivolgo a Mark “Lascialo perdere, è sempre così…”
“…fantastico?” interviene Niall.
“Cretino” aggiungo io.

Ma Mark sembra non degnare Niall e Clarissa di un solo sguardo ed anzi mi guarda con fare insistente, come se si aspettasse qualcosa da me. Alla fine dice “Ok andiamo, ciao ragazzi” e li saluta come se fossero suoi amici e non miei.
“Da dove iniziamo?” chiede.
“Bhe, dalla mensa dato che ci siamo” tento di nascondere l’imbarazzo “qui mangiamo”.
“Fino qui ci ero arrivato”
“Oh scusami signor so-tutto-io” rispondo acida.
“Ehi tranquilla, scherzavo”
“Mh” concludo.

In poco tempo faccio fare a Mark il giro di tutta la scuola finché non arriviamo in palestra, dove siamo soli.
“Wow, questa palestra è enorme, nella mia vecchia scuola in Spagna giocavamo solo all’aperto” mi dice lui.
“Sei uno sportivo?” chiedo curiosa.
“Diciamo di sì, me la cavo a basket”
“Me la cavo non è sufficiente” intervengo.
“Vuoi una dimostrazione?” chiede in tono di sfida.
“Se proprio ci tieni” dico cercando di essere il più distaccata possibile. Non posso provarci con un tipo che ha conosciuto di me praticamente il lato che tento di tenere nascondere da una vita.
“Ti avverto però, sono dannatamente sexy mentre gioco” aggiunge lui con fare spavaldo.
“Oh ma davvero?” mi volto per guardarlo ma lui sbuca alle mie spalle, mi fa ruotare su me stessa ed in un attimo siamo faccia a faccia.

Credo che il mio cuore stesse esplodendo in quel momento. E’ una cosa così stupida, da quanto ci conosciamo? Mezz’ora? Escludendo le ore di lezione frequentate assieme. Eppure sento il suo respiro su di me, vedo i suoi grandi occhi neri a 20 cm di distanza dai miei così diversi dai suoi, così troppo chiari, ed il mio cuore inizia a battere. Perché? Attrazione fisica, in fondo Mark è un ragazzo carino, non c’è altra spiegazione. Iniziano a frullarmi milioni di idee per la testa, credo di aver immaginato più scene in quei 10 secondi che in tutta la mia vita. Era caldo e profumava di mare. Non so precisamente quale sia l’odore del mare ma stare così con lui mi ha fatto sentire come ci si sente in una calda mattina di una domenica d’estate sdraiati al sole con il vento caldo che scorre sulla pelle.
 

Nel frattempo Niall e Clarissa sono rimasti soli a parlare.
“Clarissa”
“Dimmi”
“Posso chiamarti Clary? E’ più corto e più semplice” chiede Niall timidamente.
“Certo! Posso farti una domanda?” chiede a sua volta lei.
“Dimmi pure” risponde.
“Cosa c’è tra te e Beth?”
“Amicizia, una grande amicizia. Se fosse possibile una parentela” sorride “Perché?” domanda.
“Per sapere” risponde e sorride Clarissa.
 
 
In palestra eravamo solo io e Mark, faccia a faccia, i 10 minuti più lunghi della storia. Quando ad un certo punto:
“Beth!” sento gridare da una vocina stridula sul corridoio.
Mi scosto da Mark per vedere a chi appartenesse quella voce, anzi, per confermarlo perché sapevo benissimo chi mi stava chiamando: Eleonor.
“Elizabeth per te, Beth è per gli amici” dico rivolgendole uno sguardo tra il ‘non mi importa della tua esistenza’ ed il ‘se muori fa un favore al mondo’.
“E noi non siamo amiche?” chiede lei con il suo muso da chihuahua.
“Certo che no. Mark andiamocene” riprendo io.
“No aspetta , volevo solo dirti…”
“Non mi importa cosa volevi dirmi, dopo quello che hai fatto per me conti meno di zero ed ora me ne vado, ciao Eleonor.” Concludo scocciata e me ne vado.

Mentre siamo sulla strada del ritorno verso le nostre aule però Mark mi ferma e mi dice:
“Ti è piaciuto?”
“Cosa?” chiedo incredula.
“Il nostro sguardo ravvicinato” risponde lui.
“Carino” dico distogliendo lo sguardo.
“Ah sì? Carino? E’ per questo che non mi guardi e sei rossa?”
“Devo andare” fuggo in classe salvata dalla campanella e tento di coprire il rossore poggiando le mani sul volto.




PICCULO SPAZIO NOSENSE
Allorssssssss lo so che sono le 2 ma noi artisti siamo matti AH (?) Ora mi do anche dell'artista, sono folle. Spero che questo secondo capitolo vi piaccia e che stiate capendo un po' u.u Anche perché poi vi faccio un casino che non immaginate nemmeno AHAHAHAH tanto love a tutti
Bacioni :*

P.S. Recensite mi raccomando u.u E ditemi anche se dovrei cambiare qualcosa o se volete qualcosa di approfondimento tipo, sono aperta a tutto :) Anche alle critiche!
<3

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Capitolo 3
*** Lough Ennell ***


Entrata in classe mi immergo in un mare di pensieri. Perché Mark mi ha presa in quel modo? Insomma da quanto ci conosciamo? Qualche ora? E’ troppo presto, almeno per me. Voglio prima sapere che genere di persona è, anche se ammetto che una certa attrazione la provo per lui. Quel look da ‘cattivo ragazzo spavaldo’ che ci prova con tutte, ammettiamolo dai, gli stronzi sono sexy alla fine. Quindi per necessità sarò più stronza di lui. Se poi invece a lui piacciono le ragazze da coccolare? Quelle indifese?
Mentre mi ritrovavo in questa confusione entrano in classe Niall e Clary con lo sguardo di due che stanno insinuando e tramando qualcosa.
“Allora?” esordisce Niall.
“Allora cosa?”
“Non ci racconti niente?” interviene Clary. Io la guardo storto, ci conosciamo da poco, questi dettagli li voglio raccontare a Niall, non a te.
“Voi piuttosto, piccioncini?” ribbato io e Clary arrossisce visibilmente mentre Niall sembra non preoccuparsene.
“Piccioncini di cosa Beth, quella cotta a puntino sei tu!” aggiunge poi.
Ma non riusciamo a finire la nostra conversazione che entra il professore in classe ed iniziamo a fare lezione.
 
La giornata volge al termine velocemente e nel pomeriggio decido di uscire per un giro in bici, porto con me un buon libro, un blocco note ed il mio i-pod. Salgo sulla mia due-ruote ed inizio ad ascoltare Viva La Vida dei Coldplay. Quella canzone mi ha sempre fatto sentire bene, sentire come se non ci fossero barriere né confini, che tutto si può realizzare e che ci si può davvero sentire padroni del mondo.
Pedalando arrivo fino al Lough Ennell, un lago di modeste dimensioni poco distante da Mullingar, un luogo magico. Quando eravamo piccoli io e Niall venivamo sempre qui a tirare pane ai cigni, ora però sono scappati tutti, forse per colpa nostra che iniziavamo a ricorrerli. Non so come ma piano piano abbiamo perso l’abitudine di ritrovarci qui e forse ne ho un po’ di nostalgia… Ma, un momento, oggi pomeriggio dovevo proprio vedermi con Niall e Clary, oh miseriaccia, manderò un sms.
“Niall sono Beth, scusatemi ma questo pomeriggio non posso proprio, ci vediamo domani al bar, baci” inviato e questione risolta. Parcheggio la bici vicino un cespuglio e mi metto in riva al lago a leggere uno dei miei romanzi strappalacrime perché voglio sempre fare la dura ma in fondo mi sciolgo con poche parole dolci. Il problema dei ragazzi è che sanno perfettamente quali parole vogliamo sentirci dire ma non ce le dicono mai. Apparte Niall ma lui non conta.
 
Contemporaneamente da Niall e Clary…
“Clary, Beth mi ha appena mandato un messaggio dicendo con non può venire, per te è un problema stare solo con me?”
“No, no certo che no” risponde Clary senza nascondere un notevole imbarazzo.
“Allora che si fa?” chiede prontamente Niall.
“Non so, tu cosa vuoi fare?”
“Parliamo”
“Ok, parliamo, mmm… cosa ne pensi di Mark? Ti sembra un tipo apposto per Beth?”
“Non lo so” dice vagamente il biondino “non è che mi convinca troppo, è molto sicuro di sé e forse non è adatto a lei” alza gli occhi al cielo ed inizia a pensare a cosa la sua amica stia facendo in quel preciso istante.
“Perché no? A me sembrano carini ma forse tu la conosci meglio di me” tenta di persuaderlo.
“Sì, staremo a vedere”
I due proseguono la loro chiacchierata spaziando dalla musica al cinema allo sport, poi Niall da una rapida occhiata all’orologio e decide di salutare l’amica per avviarsi verso casa ma un pensiero lo tormenta: Beth. Non sa perché ma è preoccupato per la sua amica, sente che le sta per accadere qualcosa dalla quale non uscirà molto facilmente e lui si sente in dovere di aiutarla. Rivolge lo sguardo alla finestra di Beth ma non vede alcuna luce e si inizia a chiedere dove si sia cacciata.
Subito gli salgono alla mente i ricordi delle avventure passate insieme ed in particolar modo quando un giorno erano tornati al Lough Ennell dopo tanti anni e Beth gli aveva confessato di voler trasferirsi non appena compiuti i 19 anni e lui si era sentito come se lei avesse voluto abbandonarlo. Preso dallo sconforto decide di recarsi al lago.
In 10 minuti riesce a raggiungere il luogo stabilito e subito scorge l’amica vicina ad un cespuglio.
“Sapevo di trovarti qui” sussurra teneramente. Si siede di fianco all’amica senza guardarla negli occhi ed inizia a parlare. “Sai oggi con Clary abbiamo parlato dell’Italia e della musica che ci piace, è una tipa apposto, ti saresti divertita. Io mi sono divertito, poi la mamma ci ha preparato dei biscotti favolosi, sai quanto mi piaccia mangiare e poi stavo pensando che questo fine settimana io e te…?” si ferma per un momento per guardare l’amica “Beth?” la sgrulla e le cade di mano il libro che prima teneva sulle gambe, si era addormentata e Niall stava parlando al vuoto. Non appena si accorge del fatto il ragazzo scoppia a ridere “Sei sempre la solita Beth, che tu abbia cinque anni o ne abbia quindici!” la carica sul motorino e la riporta a casa.
 
 
Mi sveglio a causa di un ronzio insopportabile, come il rumore di un… motorino!
“NIALLER!” grido. Niall si spaventa e frena il motorino in maniera talmente brusca che per poco non ci ammazziamo.
“Ben svegliata!”
“Perché sono qui? Ero al lago e…”
“…e ti sei addormentata, tanto per cambiare” mi sfotte.
“Riportami a casa” rispondo infastidita
“Ai suoi ordini”
E non appena finisce di parlare mi abbandono di nuovo sulla sua schiena, non più morbida come un tempo. Ora Niall sta diventando muscoloso, quando era più piccolo era così soffice ed ora l’unica cosa soffice del suo corpo sono rimaste le guance che, tra l’altro, adoro mordicchiare. Nonostante tutto con lui mi sento a casa. Il suo profumo mi fa venire in mente la felicità, la voglia di vivere, di correre e di giocare come se non ci fosse un domani. La sensazione opposta a quella che avevo provato con Mark. Niall era quel tipo di persona con la quale stavi bene in ogni momento e con la quale non ti saresti mai annoiato. Se lui fosse un colore probabilmente sarebbe il giallo, così solare e allegro, ma volendo anche il rosso, passionale, diciamo che Niall sarebbe un’intera tavolozza di colori. Mentre Mark sarebbe blu, così tranquillo e pacato.
 
 
Tornata a casa mi butto sul letto ed accendo il computer.
Nuovi messaggi: 1 - Mittente: Mark
Mi scrive su facebook ed iniziamo a parlare:
“Ehi! J”
“Ciao”
“Come stai?”
“Tutto bene te?”
“Benissimo, domani hai da fare?” chiede lui.
WAIT, COSA STA SUCCEDENDO? Ora cosa vuole da me Mark? Stiamo correndo, entro nel panico e non so cosa rispondere. Provo a calmarmi e dico:
“Nulla perché?”
“Ho bisogno di ripetizioni di matematica, sono indietro dall’anno scorso…”
“Sono la persona meno adatta di questo mondo, chiedi a Catherine, è lei la secchiona della classe”
“Non la conosco, puoi aiutarmi?”
“Va bene, se ci tieni”
“Ci tengo quanto ci tieni tu” mi dice lui.
COSA? Penso dentro di me, ma chi si crede di essere? Insomma è carino ma non starò al suo gioco se è così che vuole giocare. Poi prima che io possa rispondere aggiunge:
“Ci vediamo domani all’uscita, aspettami, baci Mark”
Non mi ha dato neppure il tempo di rifiutare l’offerta, bha.
 
Chiamo Niall e gli racconto tutto.
Lui interviene scocciato: “Un po’ prepotente il tipo”
“Forse ha solo bisogno di ambientarsi”
“Ora ho sonno, notte Beth”
“Notte”
E ci salutiamo dopo aver avuto la conversazione più corta che abbiamo mai avuto.






PICCULO SPAZIO NOSENSE
Alllllllllllllors (si è la mia parola) vi vedo che leggete i miei capitoli eh u.u il secondo eravate 42 persone io lo so u.u AHAHAH e lasciatela una piccola recensione almeno so come migliorare la storia :( Vi avverto che sarà molto infinita, mi scuso per le fan di Mark (AHAHAH) se in questo capitolo non c'è stato ma il protagonista qui era Niall, nel prossimo che pubblicherò probabilmente domani o stanotte (per i lettori notturni) ci sarà una sorpresina e le cose si movimenteranno un po'! Per chi shippa già i Bethiall (Elizabeth e Niall) vi farò soffrire, per chi shippa di Bethark (Elizabeth e Mark) ... farò soffrire anche voi AHAHAHAH Mi sento cattiva :( Ma le storie che fanno soffrire vi piacciono di più, io lo so :* Questo è un capitolo un po' di passaggio ma se riuscite a leggerlo bene vedrete che ci sono dei picculi indizi... DETTO QUESTO
baciottini da Ilaria e recensite u.u
<3

P.S. Ho cambiato il colore per una richiesta ahahah

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Capitolo 4
*** Il compleanno di Niall ***


Quella notte ovviamente non sono riuscita a prendere sonno, troppi pensieri nella testa. La freddezza della chiamata di Niall mi aveva spiazzato, non era mai stato così, per non parlare poi delle proposte così dirette di Mark, che voglia davvero che nasca qualcosa tra di noi? Bè non sono riuscita a venire a capo a niente in ogni caso, perciò decido di ingannare il tempo pensando all’imminente compleanno di Niall e a cosa organizzargli. Dato che si era ricordato del nostro lago potevo organizzare qualcosa lì ma se poi avesse piovuto? Meglio affittare un capanno. Quindi mi metto di impegno al pc e trovo un locale davvero carino e spazioso e decido di prenotarlo per il 13 settembre, festa a sopresa naturalmente.

La mattina dopo mi sveglio con un gran mal di testa e due occhiaie per le quali serviranno barattoli di fondotinta, non va bene non dormire la notte, anche perché poi è davvero difficile nasconderlo. Arrivo a scuola e  racconto tutto anche a Clary, non solo di ciò che era successo con Mark e Niall ma anche di cosa ho in mente per il compleanno di quest’ultimo e lei ne sembra entusiasta quanto me, spero che riesca a mantenere il segreto!
“Ma è fantastico Beth” esclama “ne resterà sbalordito”
Ma in quell’istante si avvicina a noi Niall e chiede prontamente “Chi?”
Per cercare di sviare la domanda invento una scusa “Mark, ho comprato un vestito nuovo e volevo metterlo oggi pomeriggio”
“Ah” risponde freddamente e distoglie lo sguardo “quindi hai deciso di andare da lui”
“Si, ti da fastidio?”
“Nono fai pure” conclude e ci avviamo verso la nostra classe.
 
Perché si comporta così? Mi chiedo per tutta la lezione. Niall non è mai stato così freddo con me, insomma, ok Mark può non piacergli però non dovrebbe bastare il fatto che piaccia a me? Ah perché adesso mi piace? Bene, arrivo a delle conclusioni senza neanche pensarci, andiamo molto bene.
 
La priorità in questo momento però è la festa di Niall. Quindi anziché fantasticare nell’ora di storia su Mark, penso ad un modo per portarlo con me. Ma certo, gli dico di venire da me per prendere una pizza e poi lo porto lì.
“Nialler” urlo.
“Beth, abbassa la voce”
“Ops, scusa, sabato vieni da me? Pizza, film e scorrazzate con la bici urlando per il tuo compleanno?” chiedo.
“Hai sempre le idee migliori, ovvio!” riesco a strappargli un sorriso e mi sento felice anche io.
Però potrebbe non essere male se lui restasse a dormire da me dopo la festa e ce ne andassimo davvero a scorrazzare con la bici fino al lago. Magari ci faccio un pensierino.
 
 
La giornata procede come al solito finché non suona la campanella dell’ultima ora. Ciò significa che manca un’ora all’ora X. Quando ci sistemiamo tra i banchi per l’ultima lezione Clary si siede affianco a me per discutere di Mark ma io sono più interessata allo stato d’animo di Niall, perciò mentre lei mi elenca tutte le tattiche per potermi avvicinare al moretto e per poterlo rimorchiare io la interrompo
“Stai con Niall oggi pomeriggio, per favore”
“Certo Beth, perché?” chiede lei stupita.
“Lo vedo di cattivo umore”
Ma non faccio in tempo a finire di parlare che lei riprende con i suoi discorsi ed io sorrido e annuisco rendendomi sempre di più conto che non ci so davvero fare con i ragazzi e che non riuscirò mai a ricordare tutte quelle nozioni in così poco tempo.
 
In un baleno finisce anche l’ultima ora mi precipito all’uscita di scuola ed aspetto Mark. Lo aspetto per 10 minuti e niente, non si presenta.
Dai, cosa ti aspettavi Beth? E’ troppo carino per te. Perciò decido di allontanarmi amareggiata e delusa. Delusa da me stessa, perché ogni volta ci credo, anche per le minime stronzate. Dovrei smetterla di fidarmi così delle persone, di buttarmi a capofitto nelle relazioni. Mi allontano lentamente dal portone ormai vuoto della scuola, sperando in un ultimo ritardo come nelle scene dei film che proprio mentre la protagonista se ne va viene presa alla sprovvista dal suo amato, ma non è così, non stavolta. Non so più cosa pensare.
 
Torno a casa ed apro la mia pagina Facebook, vedo Mark online. Adesso mi scrive per scusarsi, penso o almeno spero, invece niente, quindi mi faccio coraggio e gli scrivo io.
“Grazie per avermi lasciato sul ciglio della porta.”
“Quindi ci sei andata davvero?”
“E no guarda” rispondo secca.
“Allora ti interesso ;)”
“No”
“Ah davvero? Perché ho già 2 prove che dimostrano il contrario”
“Sei davvero un pallone gonfiato”
“Un pallone gonfiato che ti piace però” conclude lui.
Decido di non rispondere, non starò ai suoi giochetti. Piuttosto mi impegno per la festa di Niall.
Informo mamma e Maura della mia iniziativa e loro la approvano perciò mi danno una mano con i preparativi contattando cartolerie per gli addobbi e catering per il cibo. Io mi occupo della musica, fortunatamente ho un cugino DJ perciò potrà portare la sua apparecchiatura e allietarci con le danze, gli passo qualche CD con le canzoni preferite di Niall e qualche lento per far sì che tutti si divertano e magari rimorchino, perché alla fine questo si fa alle feste.

Spargo la voce agli amici di Niall attraverso un gruppo segreto su Facebook, caspita, quel ragazzo conosce un mucchio di persone. Sarà per la sua vivacità e per la sua gioia di vivere che sta davvero simpatico a tutti, è impossibile non amarlo.

In breve tempo arriva sabato ed entro nel panico, devo scegliere un look che sia da festa ma che non dia nell’occhio altrimenti Niall si accorgerà della sorpresa dal momento in cui aprirà la porta.
Decido di indossare delle calze fine nere, pantaloncini di jeans chiaro a vita alta, cropped top di pizzo nero e le mie amate converse bianche e poi un varsity jacket grigio da mettere sulla spalle per uscire, semplice ma d’effetto, almeno Niall non sospetterà nulla.
Poco prima del suo arrivo chiamo Clary per assicurarmi che tutti gli invitati siano arrivati e che sia tutto pronto per l’effetto sorpresa, mi assicura che va tutto bene e non appena riaggancio il telefono sento suonare al citofono.

Vado ad aprire e mi ritrovo davanti Niall, pantaloni stretti fino alla morte stracciati, magliettona bianca, gilet di jeans e sneakers.
“Quanta eleganza!” affermo.
“Ehi, è o non è il mio compleanno?”
“Certo che lo è!”
Lo invito ad entrare e lo informo che mio padre di lì a poco ci avrebbe accompagnati a prendere la pizza.
“Possiamo andarci con il mio motorino” esclama lui.
“NO! Cioè…” balbetto “papà deve fare delle commissioni quindi ci può portare tranquillamente lui” non sono molto convincente ma alla fine cede alle mie suppliche.

Saliamo in macchina e tento di distrarlo in ogni modo, facendogli appoggiare la testa sulla mia spalla come quando da bambini si appisolava su di me fingendo che io fossi il suo piccolo cuscino date le notevoli diversità di altezza. In poco tempo arriviamo al luogo prestabilito.
“Dove siamo?” chiede curioso.
“Adesso chiudi gli occhi” gli sussurro.
“Beth, dai!” mi sorride ed io fingo una faccia offesa “Va bene!” dice infine e chiude gli occhi.
Apriamo la porta e
“Adesso puoi aprirli” gli dico.
“SORPRESAAAAAAAAAAA!” gridano tutti in coro.
Vedere la reazione di Niall in quel momento credo sia stata una delle più belle che abbia mai visto. Sembrava che il cuore gli stesse per scoppiare dal petto. Subito aveva mostrato un sorriso a 32 denti ed era visibilmente felice. I suoi occhi brillavano.
Non appena aveva realizzato cosa stesse succedendo mi prende in braccio e:
“Grazie Beth, grazie, è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me, non mi sentivo così felice dal giorno in cui prima che i miei divorziassero andammo tutti e 4 al luna-park” mi praticamente urla in un orecchio mentre le lacrime inondano il suo viso.

Poi mi rimette con i piedi per terra, restiamo per un momento occhi negli occhi e, mentre tutti iniziano a dar vita alla festa ed a scatenarsi, si avvicina a me cautamente, mi porge i capelli dietro l’orecchio, una mano sulla nuca e l’altra dietro la vita e mi bacia.
Mi sento completamente investita dal suo profumo, le sue labbra morbide sopra le mie. Istintivamente ricambio il bacio e sento la magia di quel momento pervadermi. Mi piace quello che sta succedendo, mi piace davvero ma al tempo stesso sento che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato in ciò che stiamo facendo. Niall, il mio amico d’infanzia, il mio compagno di banco, mio fratello, l’unico amico che vorrei non se ne andasse mai, adesso in che cosa si trasformerà? Ecco spiegata la sua riluttanza nei confronti di Mark, il suo cattivo umore ed il suo essere schivo ogni qual volta che quello veniva menzionato, era perché voleva che nessuno prendesse il suo posto.
La mia mente inizia a viaggiare mentre il mio corpo continua a sentire forti le palpitazioni del suo cuore e le equilibra con le mie che quasi vanno all’unisono, i nostri corpi combaciano alla perfezione e le nostre labbra sembrano aver cercato in maniera smaniosa per tutto il tempo quel momento di pace. Perché è così che mi sento in questo momento, in pace. Baciare Niall è come correre su una radura in fiore e poi cadere ma non sentire dolore perché i fiori attutiscono l’impatto.
Ma resta la sensazione di caduta, di vuoto, come può una cosa così bella essere al tempo stesso così sbagliata?

 




PICCULO SPAZIO NOSENSE
Allllllllllllorsssssss inizio dicendo che mi dispiace un botto aver aspettato così tanto per pubblicare questo capitolo, avevo bisogno di una pausa però perché ero in vacanza al mare e sono successe taaaaante cosine :3 HoWever... spero che questo capitolo vi piaccia perché a me è piaciuto tanto u.u Non fatevi troppe illusioni però eh u.u vi stupirò! E prometto che non aspetterò così tanto pure pubblicare un altro capitolo! Recensite sempre, spargete la voce e bacioni!
ADIOS
<3

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Capitolo 5
*** Conseguenze ***


Niall mi ha baciata, sì, proprio così, mi ha baciata e a me è piaciuto? Sinceramente non so esprimermi a riguardo.
L’unica cosa positiva è che quasi nessuno degli invitati si è accorto della scena e mi sono così risparmiata i gridolini e i fischi a mo’ di pecorari che i ragazzi sono soliti fare non appena vedono due anche solo sfiorarsi minimamente.

Subito dopo il fatidico bacio ho deciso di rintanarmi nel guardaroba per pensare, sommersa dalle giacchette di pelle e di jeans, fin quando non ho visto la porta aprirsi con cautela e sono saltata in piedi fingendo di cercare il mio cellulare. Presa dalla fretta non ho neanche notato chi entrava in quel momento.

“Hai perso qualcosa?” subito mi chiede una voce calda, una voce di quelle che ti entrano dentro e che ti fanno fare il giro del mondo solo con 3 parole, una voce tuttavia non sconosciuta.
“No, no, sto solo cercando il cellulare” ho risposto in fretta.
“In realtà…” si è apprestato a dire “in realtà cosa? Aiutami piuttosto!” ho risposto secca. “… ce l’hai in mano” ha concluso lui, visibilmente divertito mentre cercava di trattenere le risate con una mano sulla bocca.

Perfetto, subito ho pensato, di nuovo, non ti stupisci mai Beth. In poco tempo le mie guance si erano fatte completamente rosse, i miei occhi imbarazzati tentavano di sfuggire ai suoi cupi ma mai annoiati e in realtà neppure mai così interessati. Mi ero portata una mano alla testa e con il maggior sarcasmo possibile ho detto “Certo lo so, controllavo solo che non sparisse da un momento all’altro dalla mia mano”. E lì avevo davvero toccato il fondo. Lo avevo capito soprattutto perché il suo essere galante cercando di fingere che andasse tutto bene aveva raggiunto il limite ed era scoppiato in una fragorosa risata. Quella risata così contagiosa e così bella anche esteticamente, con quei denti di un bianco quasi accecante, la sua risata perfetta, la risata di Mark.
Non c’era comunque nulla da dire, Mark era elegantissimo. Portava una camicia bianca leggera di certo di una taglia in meno al necessario, mossa strategica per far colpo su qualche ragazza evidenziando i bicipiti scolpiti; un paio di jeans neri strettissimi ed una giacca morbida a righine grigie che si sposava perfettamente con le scarpe dello stesso colore, tutto perfetto se non fosse che le scarpe fossero da ginnastica e non più adatte al resto del look.

“Perché ti nascondi?” indaga lui.
“Io non mi sto nascondendo, cercavo davvero…”
“davvero?” mi rivolge uno sguardo dubbioso misto ad un sorrisetto ammiccante tra le labbra.
“Ok volevo starmene un po’ da sola, tu invece? Non ci sono prede appetibili per te?” rispondo con finto disinteresse.
“Ne ho trovata una proprio ora.” Mi sussurra avvicinandosi lentamente alla mia figura che resta rigida, immobilizzata come un palo, notevolmente a disagio.
“Ehi, rilassati, non mordo mica” aggiunge lui dopo aver percepito le mie sensazioni.
“Non mi rilasso affatto invece, vieni qui, con questa aria da bellimbusto che fai l’amico galante e poi invece ti dimostri sempre il solito spaccone” sbotto io improvvisamente “e non continuare ad avvicinarti a me in quel modo.”

“In quale modo?” ansima lui “in questo?” e la sua camicia si avvicina più di quanto avrebbe dovuto al mio top superaderente che stavo seriamente iniziando a non sopportare più.

In un attimo mi ritrovo spalle al muro con Mark che preme il suo corpo contro il mio, eppure nessun contatto, o meglio, nessun bacio, almeno per ora. La sensazione che provo è di eccitazione mista alla paura, come ci si sente poco prima di fare un giro sulle montagne russe al buio, si ha paura naturalmente ma si sente anche l’adrenalina che pompa viva sotto la pelle. Nel frattempo fa scorrere una sua mano attorno al mio braccio sinistro, paralizzato, sfiorandolo appena e facendomi inspiegabilmente salire un brivido lungo la schiena, poi poco a poco dal braccio passa alla spalla dalla quale scosta delicatamente alcune ciocche di capelli, fino ad arrivare alla nuca con le sue dita affusolate attorno ai miei capelli con un movimento lento ma allo stesso tempo deciso che riesce a farmi trasalire. Si avvicina, cauto ma con tutta la sicurezza del mondo, ecco, sta per accadere mi dico, sento il suo respiro su di me, di nuovo, come in palestra. Il cuore che batte a mille, sentimenti contrastanti si scontrano dentro di me: la voglia di respingerlo fa a cazzotti con quella di prenderlo e baciarlo come se niente al mondo contasse più di quello ma non è così. Al mondo c’è qualcosa di più importante, c’è Niall. Nonostante tutto il pensiero del mio amico non riesce a distrarmi da quelle labbra carnose, vive, che piano piano si avvicinano al mio collo e vi si premono fugacemente ma allo stesso tempo morbide. Il calore della sua pelle che freme si schianta sulla mia quasi di ghiaccio come un’onda anomala contro un sasso ma è proprio in quello stesso momento che tutto si ferma. Alza lo sguardo e riesce a rovinare anche il miglior momento di sempre, con la sua spavalderia.

“Ti piace così?” mi sussurra piano in un orecchio.

Ma che faccia tosta, penso, se devi fare le cose falle fino in fondo, perché ti trattieni? Perché indugiare con queste frasi ad effetto? Istintivamente mi stacco ed inizio ad urlare.

“Ma chi ti credi di essere te? Arrivi mi prendi mi sbatti al muro…”
“Perché non ti è piaciuto?”
Non riesco a nascondere le gote arrossate “non sto dicendo questo!”
“E allora cosa dimmelo” accenna divertito.

“Mi mandi al manicomio Mark!” concludo ed esco dal guardaroba ormai diventato troppo stretto per tutti e due. Appena uscita dalla sala intravedo la mia amica Clary, che fortuna, almeno avrò qualcos’altro a cui pensare.
 
Mi dirigo verso di lei ma la vedo scostante, sguardo assente, spento, quasi deluso, sembra che eviti il divertimento della festa, la raggiungo.
“Clary” urlo sbracciando a destra e a manca ma lei sembra quasi non notarmi, a meno che non lo faccia apposta. “CLARY!” insisto e poco prima che riesca a scappare da me le afferro un braccio.
“Ehi, cos’hai? Ti vedo… abbattuta” neanche il tempo di terminare la frase che vidi dinanzi a me i più grandi occhi nocciola che abbia mai visto così gonfi di lacrime trattenute che per poco sarei scoppiata a piangere anche io.
“Vi ho visti” accenna poi lei “prima, lui era così felice, ti ama Beth” sorride malinconica, come si sorride dinanzi a qualcuno con il quale si vuole dar l’impressione di essere forti; con il sorriso di chi dice ‘va bene così, passerà’. Mentre una lacrima le riga il viso come la pioggia d’autunno riga le finestre appena lavate.
“Di che cosa stai parlando?” chiedo inizialmente stupita ma poi ricordo, l’incontro con Mark mi aveva scombussolata però c’era anche un altro avvenimento inusuale accaduto quella sera… il bacio con Niall.
“Non fingere di non saperlo, io vi ho visti” singhiozza “lui… credevo di potergli interessare ma… il modo in cui ti ha presa… il modo in cui i suoi occhi brillavano… Beth, non mi guarderà mai come guarda te, mai” correndo raggiunge l’altro lato della sala perdendosi tra la folla.

Avevo combinato un pasticcio e non un semplice pasticcio, uno doppio se non triplo. Niall, Mark e ci mancava anche Clary a complicare le cose. Cosa potevo fare? Cosa POSSO fare? Purtroppo niente. Quindi deciso, mollo tutto, si torna a casa, la festa è finita, almeno per me.
Mentre sento sempre di più la musica affievolirsi dal capannone il mio cellulare non smette di vibrare, messaggi in continuazione e non semplici messaggi ma di Niall. Continua a chiedermi dove sono e perché non riesce a trovarmi ma non mi sento in grado di rispondergli perciò decido di spegnere l’aggeggio elettronico e di tornare a casa.
 
Appena varcata la soglia
“Già di ritorno?” mi sento gridare da mia madre. Nessuna risposta, salgo furtiva in camera mia, stesa sul letto, troppi pensieri affollano la mia mente, forse è meglio dormire.
Fai solo casini Beth, fai solo casini.
 
Mi risveglio in un bagno di lacrime ad un orario che non si definirebbe accettabile neanche su Marte, come dice sempre mia madre quando mi trova vagante per casa alle 3 di notte. Non posso farci niente in fin dei conti se non riesco a dormire; e poi sono abituata a dormire poco perciò è naturale che se vado a dormire alle 10.30 mi sveglio alle 03.00 della notte.
Ad ogni modo la notte mi è sempre piaciuta, è misteriosa. Tralasciando le migliaia di leggende riguardo le creature che si aggirerebbero in queste occasioni, dicasi lupi mannari e vampiri, credo che la notte abbia qualcosa di magico, qualcosa che al giorno manca, il silenzio. Non parlo del silenzio totale però, parlo di quello che ci fa sentire meno ma ascoltare di più, ascoltare più forte un pianto sommesso, un cuore che batte o ciottoli che sbattono contro la finestra…

Aspetta cosa? Ciottoli che sbattono contro la finestra? Contro la MIA finestra?
Scosto le coperte e mi affaccio con il cuore in gola. Chi può essere? A quest’ora della notte poi.
Mi affaccio a malapena e lo vedo, lì, in piedi con sguardo speranzoso, non l’ho mai visto così, con quegli occhi. In realtà non credevo neppure che quella scintilla potesse accendersi in tali occhi. Non appena lo riconosco mi abbasso di scatto perché ricordo di avere indosso il mio pigiama blu con un gattino che dorme disegnato.
E adesso che faccio? Spero mi abbia vista così sceglierà se aspettare una mia risposta o andarsene.
Ma niente, ovviamente. Continua a tirare ciottoli. Per questo sono costretta a rispondergli con un gridolino sfiatato per far in modo che i miei non si accorgano della sua venuta notturna.
“Che cosa ci fai qui?”
“Dopo qualche momento ho capito che te ne eri andata dalla festa perciò non avevo più motivo di restare” sorride lui.
“Invece dovevi non era una festa qualsiasi, non potevi andartene”
“Non mi importa, scendi, ti voglio portare in un posto” mi invoglia lui con un cenno della mano destra.
“Faccio per guardarmi attorno e noto la mia condizione attuale dinanzi allo specchio.

Capelli arruffati, pigiama anti-stupro con tanto di ciabattine pelose, trucco colato… Oh no Beth, non ti presenterai ad un ragazzo così, almeno non ad uno dopotutto così carino.






PICCULO SPAZIO NO SENSE
Allllors (il grande ritorno) AHAHAH
Perdono perdono e perdono, chiedo UMILMENTE venia a tutte coloro che seguono la mia storia e che hanno atteso così tanto questo SUDATO capitolo! La verità è che son successe 58493728 miliardi di cose... MI SONO FIDANZATA, AH (fatemi gli auguri) e se ce l'ho fatta io... C'E' SPERANZA PER TUTTE PUPE MIE! Poi sono stata male... Sì, solo io mi prendo la febbre in estate per ben DUE VOLTE DI SEGUITO quindi capitemi (?) Sto iniziando una vita sociale... AHAHAHAH non ci si crede eh u.u
ComunquaH non perdiamoci in ciaspole, voglio sapere che ne pensate u.u quindi RECENSITE UN BOTTOOOOO E VI AMERO' PER SEMPRE NEI SECOLI, BACIONI :*
Perdonate a chi non ho recensito, ditemelo anche nelle recensioni tranzolle! Come sempre, accetto anche le critiche, TANTO LUV
<3

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