Boulevard of broken dreams

di Lost In Donbass
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Punizione ***
Capitolo 2: *** Frienship ***
Capitolo 3: *** Nuovi amori e covi segreti ***
Capitolo 4: *** La vendicatrice e le vespe ***
Capitolo 5: *** ... e una bottiglia di rum! ***
Capitolo 6: *** scommesse e rivelazioni ***
Capitolo 7: *** La festa di KAte - parte 1 ***
Capitolo 8: *** La festa di Kate - parte 2 ***
Capitolo 9: *** TROUGH THE MONSOON, JUST ME AND YOU ***
Capitolo 10: *** The match ***
Capitolo 11: *** SCHIARITE ALL'ORIZZONTE ***
Capitolo 12: *** Here comes the rain ***
Capitolo 13: *** L'evoluzione di Calpurnia ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Punizione ***


CAPITOLO PRIMO : PUNIZIONE

Il grande edificio di mattoni sorgeva maestoso e inquietante, attorniato dai piccoli palazzi colorati così caratteristici di Edimburgo. Il college era forse il luogo più severo della città, specialmente per i ragazzi, costretti lì dentro per un tempo che a loro pareva interminabile. Hope Drew non avrebbe certo voluto essere al cospetto della preside in quel momento. La donna dal viso arcigno la scrutava con occhietti maligni e porcini, soppesando silenziosamente la situazione. “Ha un che di animalesco” pensò Hope, tenendo lo sguardo fisso sui piedi.
-Signorina Drew, è in punizione.
La ragazza ebbe un tuffo al cuore. Perché diavolo si era messa in testa di fare un graffito sul muro della palestra? Ora sarebbe diventata lo zimbello della scuola!
-Ora andrà nell’aula di detenzione e ci starà tutto il pomeriggio. Non è possibile che abbia compiuto questa indecenza. Vada e non faccia più danni all’edificio scolastico.
Con un gesto della mano la preside la liquidò e la ragazza venne scortata nell’aula di detenzione dalla bidella. Aveva gli occhi gonfi di lacrime. La sua carriera scolastica sarebbe stata rovinata! Una ragazza brava e posata come lei si era lasciata sorprendere a insozzare il muro della scuola. Arrivarono davanti alla piccola stanza su cui campeggiava il cartello “aula di detenzione”. Una lacrima rischiò di caderle lungo la guancia. La bidella sospirò e aprì la porta. Era sciatta, con le pareti scrostate, una lavagna senza gessi, tre banchi e dieci sedie rotte, una cartina dell’ Africa con ancora segnate il Congo belga e la Rhodesia. La porta venne chiusa alle sue spalle e si ritrovò sperduta nell’aula più terribile del college. Fece vagare lo sguardo nella stanza e notò che con lei c’erano altre sette persone. Una ragazza mora con gli occhi azzurri che sedeva sconsolata in un angolo, un biondo sudaticcio con l’uniforme della squadra di rugby, un ragazzo depresso con un libro in mano, un riccio con la camicia sbottonata e ricoperto di tatuaggi, uno con le occhiaie e i capelli spettinati, una ragazza rossa con i piedi sul banco e un’aria strafottente e … oh! Un super fico con il ciuffo nero e un pacchetto di Marlboro in tasca. Hope arrossì quando gli occhi dei sette internati si posarono su di lei.
-Ciao- la salutò il biondo
-Ci … ciao- balbettò lei in risposta, cercando di riconoscere i ragazzi nella sala. Il fico altri non era che Zayn Malik, il ragazzo che le faceva battere il cuore a mille. Il ricciolo era sicuramente Harry Styles, lo sciupa femmine della scuola.
-Mi chiamo Niall Horan, molto piacere. Si può sapere come hai fatto a finire qui?
La ragazza si morse il labbro:
-Ehm, piacere mio, Hope Drew.
-Liam Payne- intervenne il depresso munito di libro con la faccia da cucciolo. Gli altri tacquero ma dai loro sguardi Hope intuì che volevano che parlasse. Li accontentò raccontando la sua breve storia. Si vergognava da morire. Quando finì, abbassò il capo pronta a sentir rimbombare risate cattive ma nessuno fiatò.
-Io ho sporcato un libro della biblioteca con la pasta d’acciughe del mio panino- balbettò Liam, arrossendo e guardando altrove.
-Io ho fumato una sigaretta in bagno- confessò Zayn. La sua voce faceva venire i brividi a Hope che si sentiva così fuori posto … e poi chissà perché sentivano il bisogno di raccontare il perché erano lì. Quello non lo sapeva.
-Mi hanno beccato mentre mi truccavo durante matematica. Però non è possibile! Sono il capo delle cheerleader! Le ragazze come faranno senza di me?! E la nuova coreografia? Oddio! A proposito, mi chiamo Kate Hamilton-  la mora sfiorava l’isteria.
-Ho scoperto che farsi una del secondo anno in bagno non è tra le priorità della scuola- ghignò Harry.
“Maniaco!” pensarono simultaneamente Hope e Kate.
-Ho carpito le risposte alla verifica di biologia decriptando la password del computer scolastico- mormorò quello con le occhiaie.
“Louis Tomlinson!” esclamò mentalmente Hope. Come aveva fatto a non capire subito che quello altro non poteva essere che il misterioso tipo che si infiltrava liberamente in ogni sistema? Però se lo immaginava diverso … più bello, più bel tenebroso, per intenderci.
-Io ho semplicemente fatto trovare un ragno nella borsa della signorina Hawkins e il finestrino della macchina ricoperto di gomme da masticare- la rossa sogghignò. -Comunque, mi chiamo Eli O’Shaughnessy.
“Eli?” pensò Kate “Eli”, la cui pronuncia è Ilai, è un nome solo ed esclusivamente maschile!
-Come mai ti chiami con un nome da maschio?- chiese un incauto Zayn.
-Non sono affari tuoi, Malik- fu la gelida risposta.
-Io invece ho mandato l’allenatore a quel paese- disse Niall, alquanto abbattuto, come tutti del resto, in quella prigione. Si guardarono, chi impacciato (Niall, Kate e Zayn), chi timido (Hope e Liam) o chi semplicemente menefreghista(Louis,Harry,Eli).
-Io gioco nella squadra di rugby!- sorrise Niall, forse per attaccare bottone.
-Cheerleader- sbuffò Kate, legandosi i lunghi capelli castani.
-Biblioteca- aggiunse Liam.
I ragazzi osservarono gli altri che non sembravano averli ascoltati. Hope si era persa dietro a Zayn, finalmente ce l’aveva sotto gli occhi ed era veramente stupendo. Cercò inutilmente di pettinarsi la chioma bionda ma continuava a impappinarsi.
Harry e Eli giocavano a scala 40, Louis dormiva. Quelle occhiaie facevano capire che almeno le ultime tre notti le aveva passate ad hackerare il sistema scolastico. Presto però si stufarono delle proprie occupazioni. Kate si avvicinò a Hope e iniziò a parlare, siccome la ragazza le ispirava simpatia.
-Mi spiace che ti hanno beccato. Sei brava a disegnare? Mi fai vedere? Quanti anni hai?
Hope osservò la ragazza. Era molto bella, sembrava simpatica e disposta a fare amicizia.
-Ehm, beh, abbastanza... a disegnare, intendo. Ho 17 anni, beh mi dispiace anche per te … bella la coreografia che avevate ideato l’anno passato voi cheerleader … 
-Grazie! L’avevo inventata io insieme a Perrie.
A quel nome Hope si irrigidì. Acciderbola, Perrie Edwards era la ragazza che lei più odiava al mondo. Non perché fosse antipatica o perché la prendesse in giro. Solo perché prima ci provava spudoratamente con Zayn e ciò a Hope non andava giù.
-Sei amica di Perrie?
-Si! E’ brava sai? Un po’oca ma è una pasta di ragazza.
Hope fece un sorriso accomodante ma meditò vendetta.
-Sei fidanzata Hope?
-No e tu?
-Lo ero, si chiama Frederick, ma mi ha mollato. Schifoso!-
-Ah, se la metti così allora io stavo con Francis ma mi ha tradita. Lo odio!
Kate annuì comprensiva.
-‘Sti maschi … 
-Puoi dirlo...
Kate guardò gli occhi verde oliva dell’altra e qualcosa le disse che sarebbero divenute amiche. Qualcosa di antico e arcano si mosse nelle due ragazze. Non avrebbero mai pensato che i migliori amici si possono scovare anche in detenzione.
-Ti sei fatta beccare eh, O’Shaughnessy?-  ghignò Harry, scrutando la ragazza dai lunghissimi capelli rosso fuoco e dai penetranti occhi verdi come la brughiera smeraldina irlandese. Era bella, dannazione, bella come poche. Anche le altre due non erano da buttar via ma in confronto a Eli … la rossa dal magico fascino irlandese era il nuovo obbiettivo di Harry.
-Perché, tu? Se non ti avessero scoperto non saresti qui a deliziarci della tua insopportabile presenza.
Aveva un caratteraccio e questo eccitava Harry da morire.  
-Ti stai arrugginendo dolcezza.
-Potrei dire lo stesso di te, Styles.
La ragazza andò a sedersi sul banco dove Louis fingeva di dormire. Un fremito lo scosse ma fortunatamente nessuno notò il rossore che gli imporporò le guance alla vista della sua amatissima Eli. Louis e Harry erano entrambi in contemplazione di fronte alla loro musa irlandese quando un vocione li distolse.
-Qualcuno ha qualcosa da mangiare- Niall guardò speranzoso gli altri che scossero la testa.
Zayn si avvicinò a Kate e a Hope e quest’ultima per poco non svenne. Zayn le stava per parlare! Misericordia, e ora? Cominciò a tremare. Come doveva apparire? Seria e distaccata? Brillante e arguta? Intrigante e seducente? Era il suo momento! Cristo era lì! Sentiva il suo profumo! Stava per parlarle!
-Ciao Kate, senti … -
E il sogno andò in mille pezzi.
Si allontanò dai due, che avevano intrapreso una bella conversazione e passò a scrutare gli altri. Liam leggeva un libro, o meglio, usava il libro come paravento per fissare Hope. “Che bella” pensò il ragazzo per riprendersi subito dopo e ricordarsi che era fidanzato. La bionda continuò l’ispezione. Niall giocherellava con un elastico perso in chissà quali pensieri. Quello lì la ispirava. Sembrava una persona simpatica e a modo e Hope non disdegnava mai un’amicizia con quel tipo di persone. Lo oltrepassò e notò che Zayn faceva dei sorrisi a Kate assolutamente inequivocabili. Le si strinse il cuore e si voltò. Harry aveva la fama di donnaiolo e in effetti … bello era bello, osservò Hope, ma non il suo tipo. Troppo materiale e aveva una luce maniaca negli occhi verdi. Non come Zayn che però sembrava ignorarla. Passò a Louis. Tipo strano quel Tomlinson. Correva voce che fosse in grado di penetrare anche nel sistema dei servizi segreti. Ma forse erano solo storie. Comunque sapeva che era intelligentissimo, un vero e proprio genio, una testa matta. Di sicuro non le piaceva. A parte che era disordinato come pochi e poi a lei le teste geniali non piacevano. Erano instabili e lei voleva serietà, sentimento e stabilità. I rapporti burrascosi li lasciava agli altri. Ultima della serie era Eli. Hope era sicura di una cosa : quella non sarebbe mai divenuta sua amica. Era tutto meno una persona che andava a genio a Hope. Punk (lei odiava i punk), teppista (cosa ci trovavano poi a dar fastidio alla comunità?), terribilmente sterile dal punto di vista sentimento. Assolutamente out per lei.
Le ore trascorsero lente, infinite, noiose. Alla bidella sembrò di entrare in un obitorio quando aprì la porta per farli uscire. Otto ragazzi la guardarono stravolti e poi si precipitarono fuori, finalmente liberi dai rigori scolastici (se togliamo le note sul registro) e liberi di assaporare la fredda aria primaverile scozzese. Fuori li aspettavano Michelle (ragazza di Liam), Perrie (amica di Kate), Frederick (amico di Zayn) e Eleanor (amica di Eli) che li accolsero festanti. Liam si avviò a casa con Michelle, Perrie e Frederick dopo averli salutati si diressero per mano verso la Holyrood House. “Bastardo! Mi ha mollato per Perrie!” pensò Kate, prima di avviarsi in compagnia di Niall, Zayn e Hope verso casa. Niall era molto simpatico e carino ma Zayn … wow che ragazzo affascinante! Bello e divertente. Lo stesso stava pensando Hope. Kate notò che forse non aveva fatto così male a truccarsi durante la lezione. Aveva conosciuto tre persone che minacciavano di diventare suoi amici …
Dall’altra parte avevamo invece Harry, Louis, Eli e Eleanor. Quest’ ultima si era incollata all’amica raccontandole fatti e aneddoti del pomeriggio senza fermarsi un secondo. Una vera macchinetta! Louis scrutava torvo Eli, perdendosi dietro a vari trucchi ed espedienti per avvicinarla ma ognuno veniva cassato in quanto troppo idiota. Pensò poi all’innesto di certe funzioni psicofisiche che si attivavano quando provavi attrazione per qualcuno ma la scienza non lo aiutò a trovare un piano migliore. Harry stava facendo gli stessi ragionamenti. Cavolo, se fosse riuscito a conquistare la ragazza più temuta della scuola la sua carriera di Casanova avrebbe raggiunto l’apice! L’unico problema era quella Eleanor che intralciava i piani dei due ragazzi, sempre appiccicata a Eli. Bisognava levarla da mezzo e anche in fretta.
Quando videro che la macchinetta intralciona si infilava in una casa, tirarono un sospiro di sollievo che si trasformò in sbuffo quando Eli li salutò e seguì la ragazza.
I due proseguirono per un po’ in silenzio e attiravano gli sguardi della poca gente che girava. Un ragazzo spavaldo, tatuato, con la camicia sbottonata e gli skinny assolutamente stretti e uno curvo, avvolto in un cappotto troppo grosso e con una sciarpa esagerata per quella stagione.
-Senti, Tomlinson ... ma veramente hai carpito le risposte della verifica o è uno scherzo?
-No … Non è vero- borbottò.
-E allora cosa hai fatto?
Louis alzò gli occhi al cielo : tanto con Styles era così, o parlavi o parlavi.
-Ho manomesso il computer del professor Mackenzie, inserendo al posto delle slide che avrebbe utilizzato per la prossima lezione di fisica delle immagini psichedeliche del festival di Woodstock. Immaginati la prossima lezione.
Harry sorrise e commentò:
-Lo sapevo che stavi mentendo perché sei troppo intelligente per non sapere le risposte della verifica. Comunque bravo Louis, sono fiero di te. Ottimo lavoro!
Gli mise un braccio attorno alle spalle ridendo e Louis cercò di scostarsi grugnendo. Non voleva essere toccato in pubblico. Non voleva contatti fisici con le persone. Tirò il secondo sospiro di sollievo quando giunse davanti a casa sua e poté rintanarsi nella sua camera piena di aggeggi computerizzati.

***
Buongiorno! Eccoci qui con un’altra storia … sempre frutto degli scleri miei e delle solite due amiche. Che ne dite del primo ultra penoso capitolo? Andiamo avanti o ci diamo all’ippica? Speriamo che a qualche disperata/o piaccia e che ci dia la forza per continuare. Siamo tre malate mentali quindi siate clementi e leggete. Grazie alle anime pie e anche ai naufraghi di EFP che inciampano in questa storia.
 

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Capitolo 2
*** Frienship ***


CAPITOLO SECONDO : FRIENDSHIP
La mattina seguente Hope, durante l’intervallo, si guardò intorno alla ricerca dei ragazzi del giorno prima e vide Kate che discorreva animatamente con Zayn. Ringhiò e girò lo sguardo. Niall era in compagnia della sua squadra e non le sembrava il caso di andare a disturbare. Incrociò lo sguardo di Liam che le si avvicinò sorridendo.
-Ciao, Hope.
-Ciao Liam, dov’è la tua ragazza?
-Ah … eh, beh, senti Hope io volevo dirti che …
-Ciao tesoro!- una ragazza dai capelli neri e gli occhiali arrivò saltellando e gli stampò un bacio sulla guancia.
-Ciao Mishi … - Liam sembrava demoralizzato dall’arrivo della ragazza che parve non farci caso perché urlò:
-Ciao, io mi chiamo Michelle!
-Molto piacere … Hope.
-Vieni Liam, devo farti vedere una cosa!
-Ma io veramente …
Liam venne trascinato via e lanciò a Hope uno sguardo apologetico. La bionda sbuffò e continuò la ricerca. Intravide dall’altra parte del cortile Eli,Louis e Harry. Siccome altro non le rimaneva, decise di andare da loro, ma avvicinandosi notò che l’avevano vista e che stavano ridacchiando. O meglio, Harry e Eli ridacchiavano, Louis si limitava a fissarla con insistenza e questo Hope lo trovava oltremodo offensivo. Cambiò quindi rotta e raggiunse Kate che la accolse urlando:
-Zayn è una persona meravigliosa, lo sai?
L’interessata annuì ingrugnita.
-Ehi tutto ok?
Kate sembrava sinceramente preoccupata.
-Si si certo, scusa ero soprapensiero.
Vennero interrotte dall’arrivo di Niall.
-Ciao, ragazze! Volevo dirvi una cosa. Vi andrebbe di fare un gruppo su Whatsapp? Con me, voi due, Zayn, Eli,Louis, Harry e Liam?
-Che idea fantastica!- approvarono le due.
-Perfetto, perché gli altri sono tutti d’accordo. Stasera lo faccio e si chiamerà The Sing-Sing ’ s boys!
Kate alzò un sopracciglio
-Ma che nome cretino è mai questo?!
Niall le fece un sorriso accattivante, le strizzò l’occhio e tornò dai suoi amici. Lo squillo della campana li fece rientrare. Proprio mentre erano in classe sentì il cellulare vibrare e vide un messaggio sul gruppo appena fatto di Niall “Ciao!” Stava per rispondere al saluto quando arrivò un secondo messaggio, non sul gruppo, però.
Ehi, Kat, dove sei? (cuoricino)”
Senza accorgersene arrossì. Zayn …
Aula di inglese (cuoricino)”
 “Io arti plastiche (cuoricino)”
La cheerleader sospirò, meritandosi un’occhiata stranita da parte di Hope, sua compagna di banco.
Dall’altra parte Louis era rimasto imbambolato di fronte a Eli. Non si sa come era riuscito a sedersi in banco con lei. Eleanor fortunatamente si era seduta in un altro banco e lui si sentiva molto eroico ad aver conquistato la vicinanza della rossa.
-Ehi, Louis, che hai?
Si risvegliò dalla sua contemplazione mistica e tossicchiò.
-Ehm, nulla, davvero.
Gli occhi gli caddero involontariamente sulla pancia di Eli, e una serie di pensieri molto poco casti gli attraversarono la mente. Lei lo guardava strano ma lo ignorò. Louis non sapeva se sentirsi bene o uno schifo per essere stato beccato così miseramente a fissarla. Dopo poco sentì una vibrazione contro la gamba e guardò il messaggio sul gruppo dei “The Sing-Sing ‘s boys”
-Ciao ragazzi! Ci vediamo oggi davanti al parco del castello?!
Siccome c’erano già risposte affermative, scrisse anche lui “Si”. Perlomeno Eli ci sarebbe stata. La osservò dopo un po’ che scriveva stani messaggi su dei foglietti di carta con strani disegnini e fu assalito dalla voglia irrefrenabile di leggerli. Evidentemente era un linguaggio segreto e lui adorava decodificare. Anzi, uno gli era caduto sotto gli occhi. Semplice, pensano che sia impossibile da decifrare ma è una cavolata assurda. Eli, accortasi dell’occhio lungo del compagno di banco, fece grande attenzione a non fargli vedere nulla. Quello lì sarebbe stato capace di capire anche un linguaggio alieno. Era strano quel tipo,e a Eli andava particolarmente a genio (se no non lo avrebbe fatto sedere vicino a lei. Povero illuso,che pensava di esserci riuscito da solo!). Gli sfiorò la mano apposta e ghignò quando lo vide arrossire. Poi tornò a dedicare la sua attenzione ai bigliettini criptati da mandare a Eleanor.
°°°°°°°°°°°°°
Il pomeriggio Niall si ritrovò da solo davanti ai giardini sotto al castello di Edimburgo. “Ecco” pensò “sta a vedere che non viene nessuno!”
Sbuffò innervosito, quando vide finalmente sbucare un trafelato Liam.
-Ciao Niall … scusa il ritardo … ma … la mia ragazza non mi mollava!
-Ma potevi portarla, Liam! Bevi un goccio di Coca cola.
Liam scosse la testa e si attaccò alla lattina. Intanto arrivò una biondina che stringeva una borsetta. Liam arrossì non appena la vide.
“Possa essere fulminato se Liam non è cotto marcio di Hope!” pensò Niall sorridendo. Nel frattempo giunsero anche Zayn e Kate a braccetto che ridevano di gusto.
“E possa essere fulminato due volte se quei due non tarderanno a mettersi insieme!” questa volta però Niall sentì qualcosa che bruciava dentro. Scacciò quel brutto pensiero perché stava arrivando un figuro curvo, avvolto in un pesante cappotto che gli arrivava fino ai piedi e con una sciarpa troppo grossa. Louis, chi altro? Niall si ripromise di far qualcosa per quel ragazzo. Per ultimi, dal cimitero del parco Harry e Eli, saettanti sugli skateboard. Niall non riuscì a reprimere un brivido alla vista della sua connazionale. Ricordava che aveva sabotato una partita di rugby e che portava sempre addosso un coltello a serramanico. Era pericolosa quella, esattamente come Harry. Ma a Niall stavano misteriosamente simpatici.
-Ok, ci siamo tutti!- sorrise il pakistano.
-Che ne dite di un gelato?- propose Hope, avvicinandosi con finta nonchalance a Zayn. Liam sorrise convinto e si trattenne dal mettere un braccio attorno alle spalle della bionda. Si avviarono verso il chiosco dei gelati e Niall esclamò:
-Ehi, la prossima settimana c’è la partita di rugby contro quelli di Glasgow. Mi venite a vedere?
-Ci venite, vorrai dire!- soggiunse Kate – Noi cheerleader apriremo il match con un nuovo balletto.
I ragazzi annuirono entusiasti, a parte Louis che borbottò una cosa molto simile a “che gran perdita di tempo”. Ma quando si rese conto che Eli ci voleva andare, annuì vigorosamente come fosse la cosa più bella del mondo.
-Vi faccio vedere- annunciò Kate e improvvisò la coreografia nel bel mezzo dei giardini. 1-2-3-4, 1-2-3-4 … sbadabum! La ragazza scivolò su di una buccia di banana e volò per terra, ammaccandosi il fondoschiena.
-Ahia maledizione!
Uno scoppio di risa invase Edimburgo, a parte Zayn che la tirò in piedi e si sincerò che stesse bene e Louis che si limitò a lanciarle un’occhiataccia di rimprovero. Kate sbuffò, fece un inchino, si rassettò i jeans e si diresse tutta impettita verso il chiosco dei gelati. Gli altri la raggiunsero ma Eli e Harry scapparono immediatamente siccome avevano spiattellato (apposta)i gelati sulla giacca di tweed di un tizio, che aveva come unica colpa quella di avere una faccia antipatica.
I ragazzi si avviarono verso il castello che dominava il parco, arroccato sulla collina. Louis osservò con rabbia malcelata Harry che teneva Eli stretta in un abbraccio, lo stesso facevano Hope e Niall verso Kate e Zayn a braccetto. Hope virava sul furioso, Niall più sulla malinconia. Liam si era fatto prestare la sciarpa da Louis per nascondersi da Michelle e per osservare di nascosto Hope.
-Senti, - cominciò la mora, avvicinandosi a Hope –Domani ci vediamo davanti agli armadietti a ricreazione? Devo dirti una cosa importante.
-Certo! Allora alle 10, dal tuo armadietto.
Zayn, non visto, aveva ascoltato la conversazione e un’idea gli balenò in testa.
“Perfetto. Domani alle 10 attuerò il mio piano e nessuno mi fermerà” sorrise, compiacendosi del piano perfetto.
Liam fu sfortunato perché venne intercettato da Michelle e dovette seguirla mentre Hope dovette andare a far la spesa. Kate e Zayn si avviarono lungo il Royal Mile chiacchierando del più e del meno. La ragazza si rese presto conto di essere … cotta marcia! La vicinanza di quel ragazzo la mandava al settimo cielo. Che strano, da quando aveva rotto con Frederick pensava che per trovare il ragazzo ideale le ci sarebbero voluti anni e invece … ecco Zayn!
Niall e Louis erano scesi dall’altra parte.
-Ehi Lou, che sport fai?- disse Niall, tanto per intavolare una conversazione.
-Nessuno.
-Ah, ok, che sport hai fatto allora?
-Nessuno.
-Non hai mai fatto sport?!
-No.
“Mamma mia!” pensò il biondo “ Un becchino è più allegro”.
-Allora vorresti provare a fare una partita di rugby? O di calcio se preferisci. O possiamo andare in piscina insieme…
-No.
-Guarda che non puoi vivere attaccato ai computer, Lou! Ti rovini! Hai 17 anni e non hai ancora fatto nulla di ciò che tutti gli adolescenti fanno! Vuoi capire che ti fa male?
Louis si limitò a grugnire e Niall decise di cambiare argomento.
-Ti piace Eli, vero?
Louis si bloccò e spalancò gli occhi a palla provocando le risate di Niall.
-Colto in fallo, Tommo! Beh, dai, a me piace Kate.
Louis annuì pensieroso e si produsse in quello che poteva essere un sorrisino. Era stranito da tanta confidenza. Salutò l’amico e si chiuse in casa ad hackerare qualcosa.
Contemporaneamente Harry aveva deciso di accompagnare Eli a casa. Non c’era nessuno tra i piedi e lui avrebbe potuto agire indisturbato. Camminarono in silenzio fino alla casa della rossa e lì Harry pensò di attuare il suo piano. Vicoletto, nessuno a rompere le scatole. Avvolse la ragazza in un abbraccio e la baciò con serio trasporto. Si era già preparato alla sua ferma opposizione che invece … non trovò assolutamente, anzi. Eli sembrava assolutamente decisa a non mollarlo dato che gli si appese al collo e cominciò ad approfondire il bacio. Dopo un tempo che parve interminabile si decisero a scollarsi e si fissarono negli occhi. Perenne aria di sfida che brillava negli occhi troppo verdi. Perenne competizione bruciava le loro pupille troppo nere. Si baciarono di nuovo con più calma.
-Non so se odiarti per quello che hai appena fatto, Styles.
-Pondera le due cose e vedi quella più favorevole ai tuoi interessi O’Shaughnessy.
La rossa lo squadrò un po’ e poi sorrise diabolicamente.
-Allora, mi uccidi o no?- ghignò Harry.
-Per questa volta no- Eli gli infilò le dita tra i ricci e gli diede un bacio sul naso.
-Bene, allora posso venire a casa tua?
-Muoviti.
Eli aprì la porta e Harry scomparve nell’atrio buio e disordinato trascinandosi dietro la sua “ragazza” se così si poteva definire. La missione era compiuta. Eli era sua.
 
***
Eccoci qui con il secondo capitolo! Niall non è indifferente al fascino di Kate e Louis comincia a delinearsi come personaggio strano e irrequieto. Eli che cede le armi al mitico Harry? Mah, qui c’è qualcosa sotto … se volete scoprire come andranno a finire le cose continuate a seguirci. Grazie e alla prossima puntata.
 

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Capitolo 3
*** Nuovi amori e covi segreti ***


CAPITOLO TERZO : NUOVI AMORI E COVI SEGRETI
 
Louis pensò di non essersi sentito così male come quella mattine, quando vide Harry e Eli baciarsi appassionatamente davanti a tutta la scuola. Lo pervase un senso di rabbia e di vertigine quando sentì un coro di voci fare commenti del tipo “Eh, cavolo, Styles è riuscito a conquistare pure la O’Shaughnessy, chi l’avrebbe mai detto?”
Louis andò sedersi accanto a Niall alquanto sconsolato.
-Si è messa con Harry …
-Stai tranquillo Lou, ti posso assicurare che non dura.
-E come fai a saperlo?
-Fidati. A parte che Haz l’ha fatto solo per potersi vantare di essersi fatto Eli … e comunque sono due caratteracci, tanto uguali e tanto diversi da esplodere per auto combustione. Più di tanto non possono stare insieme, vedrai. Hai ancora chance Tommo!
-Grazie Lally, sei un amico.
Lo squillo della campana e le turbolente ore di lezione distolsero un poco Louis dai suoi cupi pensieri. Forse Niall aveva ragione. Harry e Eli non potevano avere una relazione duratura. Sperava che Niall avesse ragione.
Kate aspettava Hope di fronte al suo armadietto ripensando a Harry e Eli. Appena li avesse visti avrebbe loro fatto i complimenti. Lo sapeva che erano uguali! Incominciò a truccarsi per ingannare il tempo, quando una voce profonda la fece sobbalzare.
-Ciao Kat!
-Oh Zayn, ciao! Io …
Nella fretta di girarsi il mascara le scivolò di mano, cadendo con un leggero tonfo al suolo. Zayn glielo raccolse sempre sorridendo e lei lo ringraziò rossa e impacciata. Diamine, Kate che ti succede? Che sia la vicinanza di Zayn? In effetti l’aveva bloccata con le spalle all’armadietto …
-Ehm, Kate, sei sporca qui …
Il ragazzo tese una mano verso la sua bocca per toglierle una traccia invisibile di rossetto e invece … la baciò sussurrando:
-Ti amo Kate.
La ragazza volò nello spazio e ritorno nel tempo del bacio.
-Cristo, Zayn, anche io!
Si abbracciarono e la mora sentì un sussurro:
-Vuoi essere la mia ragazza?
-Che domande, certo!
Un ulteriore bacio a rinsaldare la loro promessa. Hope sbucò in quel momento, pronta a scusarsi per il ritardo ma … una gorgone non avrebbe potuto fare statua migliore. Tutta la vita le passò davanti agli occhi come un film e fuggì via con le lacrime che le rigavano le guance. La sua nuova amica e il ragazzo che amava da sempre, fidanzati. “Hope, sei proprio sfigata!” pensò prima di andare a cozzare contro Liam.
-Ehi bella, che hai?
-Nulla Liam, grazie io …
- Hope, se è successo qualcosa di grave, non esitare a dirmelo. Voglio aiutarti come posso. Sicura di stare bene?
-Si grazie Lee. Davvero.
Eluse l’abbraccio del ragazzo e fuggì in classe. La mattinata non fu delle migliori per certe persone ma la vita va avanti e i ragazzi in qualche modo tirarono avanti. Usciti da scuola Kate e Zayn corsero dai loro amici per comunicare la splendida notizia e trovarono Hope rigida sul posto e dall’aria dolorosamente afflitta, Liam che leggeva un libro lanciando occhiate preoccupate alla bionda, Louis raggomitolato stile guscio che lavorava su di un tablet, Niall che gli raccontava a ruota libera i fatti suoi e Harry con Eli tra le gambe che parlottavano incessantemente.
-Ragazzi, stiamo insieme!- annunciò Zayn sfoderando un sorriso da copertina imitato da Kate che ci aggiunse mossa da cheerleader. Non sortirono l’effetto sperato. Hope li fissò addolorata, Niall seriamente boccheggiante, Liam si congratulò, Louis manco si accorse del loro arrivo e Harry e Eli applaudirono ( Kate e Zayn non capirono mai se quei sorrisini e applausi fossero sarcastici oppure no. Conoscendo i due, probabilmente sarcastici). Niall si sentì improvvisamente svuotato e rivoltato come un calzino. No, no, no! Fissò Hope che annuì come a dirgli “Non è un sogno”. Deglutì. Ora capiva come si sentiva il suo amico hacker. Con l’unica differenza che Harry e Eli erano incompatibili mentre Kate e Zayn … le possibilità di separazione scendevano al 20-30%. Il cuore del biondo cominciò a macinare idee di vendetta. Louis proprio allora alzò gli occhi.
-Niall che è successo?
-Non hai sentito quello che hanno detto Kate e Zayn?
-Sono arrivati Kate e Zayn?
Niall non potè fare a meno di sorridere davanti a quel ragazzo tutto matto e gli raccontò in breve la scottante faccenda.
-Oh- fu l’unico suono che uscì dalla bocca di Louis, però i suoi occhi così blu, così malinconici, così nostalgici esprimevano un vero dispiacere e la voglia di aiutare l’amico. Ma Niall aveva capito che Lou non era in grado di esprimersi a parole quindi quello sguardo gliene valse più di mille.
-Che si fa oggi?- disse Liam.
-Andiamo al cinema a vedere “Il pianeta delle scimmie?”- propose Zayn.
-Ma no, che brutto!- esclamarono la bionda e la mora.
-E se andassimo a ricalcare le antichi lapidi del Canongate?- tentò Eli suscitando le occhiate raccapricciate delle ragazze e del pakistano che subito pensò a come si sarebbe potuto ridurre il suo ciuffo  con l’umidità del cimitero.
-Potete venire a vedere gli allenamenti della squadra!- Siccome non trovarono nulla di meglio da fare seguirono il consiglio Niall e alle 4 si rividero tutti sulle gradinate a vedere Niall e squadra che si allenavano.
-Dovremo trovarci un covo- commentò Eli.
-In che senso “un covo?”- Hope assunse un’espressione di genuino stupore. Eli alzò gli occhi al cielo : possibile che quella lì fosse così inetta?
-Nel senso che dovremo trovare un posto dove possiamo riunirci semi indisturbati, o, perlomeno, un luogo di incontro, un luogo che marchiamo come nostro, un luogo dove gli altri devono rispettare le nostre leggi.
Hope la fissò sconcertata. Le idee della rossa non le piacevano.
-Tipo “I ragazzi di Via Pal”, giusto?- intervenne Louis.
-Esatto, Lou.
Intanto anche gli altri cominciarono a prestare attenzione alla conversazione e Liam propose:
-Che ne dite della biblioteca?
-No, Lee, non è sicura.
-Parco?- disse Kate, già pregustandosi loro otto a prendere il sole sul prato ma anche il parco venne cassato in quanto poco sicuro. E poi, beh, il sole non era poi così frequente da quelle parti …
-E se cercassimo un rifugio a Calton Hill?- interruppe Zayn.
-No Zee, troppo frequentato. E poi ci avevo già provato io qualche tempo fa e non avevo trovato nulla.
-Io direi Blackfriars - fece Harry, pettinando Eli con le dita. Anche l’idea di Harry venne accantonata. Hope e Kate non volevano far sede nel cimitero più inquietante della città.
-Se volete stiamo a casa mia- mormorò Louis.
-Casa tua?!
Il ragazzo annuì timidamente.
-Ma no dai, poi disturbiamo, non è il caso …
-Non disturbate nessuno. Vivo praticamente solo.
Harry gli posò una mano sulla spalla guardandolo preoccupato, Eli lo fissò spalancando gli occhi. Aveva un’espressione quasi tenera, venne da pensare a Louis. Tra i ragazzi calò un silenzio quasi innaturale in cui tutti osservavano Lou. Poi la rossa prese parola, perché aveva notato quanto all’hacker desse fastidio essere al centro dell’attenzione.
-Ci sarebbe un pub sul Royal Mile … possiamo nasconderci in soffitta. È sicuro.
Gli altri la guardarono storto.
-Che pub?- si informò Liam.
-Il World’s end. Lo conoscete?
-Certo! Che bel pub!- esclamò Zayn.
-Comunque- continuò Eli, giocherellando con gli anelli di Harry, mordicchiandogli le nocche delle lunghe dita –Se vi va domani sera andiamo a vedere. Il figlio del barista è mio amico.
Agli altri parve una splendida idea. Riferirono tutta la conversazione a Niall, di ritorno dagli allenamenti e ovviamente lui era più che entusiasta. Si avviarono verso casa e Niall disse:
-El, conosci il figlio del barista? Conosci Prest O’Connor?
-Assolutamente! È praticamente il mio migliore amico da sempre. Veniamo entrambi dallo stesso paese - poi continuò a bassa voce, nell’orecchio del biondo –E prima magari era anche qualcosa di più …
Niall scoppiò a ridere e le diede una pacca affettuosa sulla spalla.
-Sembra la mafia irlandese- sussurrò Harry a Louis.
Il suddetto brontolò un “si”impastato.
-Niall e Eli hanno appoggi da tutte le parti.
Questa volta Louis si limitò ad annuire e a mugolare infastidito quando il riccio gli prese di mano l’I-Pad, lo spense e se lo mise nella giacca dicendo:
-Questo via adesso. Ti fa male, occhioni belli- e poi continuò a parlargli di cose che Louis non si prese neppure la briga di ascoltare, continuando invece a fissargli la giacca dove giaceva il suo I-Pad. Intanto Kate stava indagando sul passato delle altre due ragazze.
-Allora Hope, di dove sei?
- Edimburgo, nata e cresciuta qui.
La biondina era un poco arrabbiata con la cheerleader, anche se sapeva che lei non ne aveva colpa.
-Anche io! Tu, Eli?
- Irlanda.
 Kate sorrise : quella lì era di poche parole, perciò se la voleva come amica doveva farla parlare.
-Bella, l’Irlanda! Di dove precisamente?
- Connemara.  A ovest- Eli sbuffò.
-I cavalli bianchi!- Hope non riuscì a trattenersi pensando a quegli splendidi pony.
-A che età sei venuta in Scozia?
-13 anni.
-Se sei irlandese allora avrai sicuramente fratelli e sorelle, vero?
-Si- Eli pensò “questa fa troppe domande, non mi piace”.
-Io ho una sorellina di sei anni! Si chiama Sophie. Tu Hope?
-Figlia unica.
-E i tuoi fratelli o sorelle che siano come si chiamano?
-Hector, Archie, Douglas, Jaime e Murdo Iain. Tutti più grandi di me.
Kate deglutì:
-Mi spiace, sai che vita con 5 fratelli maggiori…
L’occhiata gelida della rossa la fece tacere.
-Una cosa, amici, la partita non è più tra una settimana ma fra 9 giorni, ok? Presentatevi quindi il 18 alle 8 P.M. – avvertì Niall.
I ragazzi presero nota e si diressero verso casa. Hope si ritrovò a chiacchierare con Liam e si rese che la vicinanza del ragazzo non le faceva altro che bene. Kate e Zayn erano la tipica coppia normale. Chiacchieravano, si baciavano, il ritratto della normalità. Niall aveva deciso di autoinvitarsi a casa di Louis per studiare ma anche per fare una piccola indagine per conto suo. La casa non presentava nulla di strano, anzi era carina e ben tenuta ma qualcosa stimolava il sesto senso del biondo. Non riuscì a fare un’indagine approfondita perché Louis lo trascinò quasi di peso nella sua stanza buia, illuminata solamente da almeno 5 computer. Niall scoprì che mentre studiava Louis diventava loquace e a suo modo divertente e trasse vantaggio dalle sue spiegazioni di storia. Quando uscì, continuò a scervellarsi sul perché lo aveva colto un brutto fastidio in casa Tomlinson. Ma nulla gli venne in mente, solo che la prossima volta avrebbe invitato lui Louis perché in quella casa non voleva tornarci. Altra cosa strana: perché Louis non voleva farlo girare per l’appartamento? Sospetto …
Harry e Eli tornavano verso casa parlando del più e del meno, fin quando Harry disse
-El, ce l’hai Resident Evil 7?
-Certo!
-A che livello sei?
-Terzo e tu?
-Quarto.
-Ci scommetto che io ci metto meno a finire il quinto livello.
-Si, nei tuoi sogni dolcezza.
Eli si piantò a braccia incrociate davanti al riccio.
-Fammi arrivare al 4 livello e poi vediamo.
-Va bene bambola. Ci punto £8.
Eli soppesò la situazione con occhio critico.
-£6.
-Paura di perdere?
-£10, prendere o lasciare.
-Prendo, tanto non puoi battermi.
-Questo è da vedere.
La ragazza si sputò sul palmo della mano e la tese al ragazzo che la imitò. Il patto fu saldato. Ora l’unica cosa che interessava alla rossa era superare il 4 livello per pareggiarsi con il suo “adorabile fidanzatino”, come era solitamente chiamato Harry in casa sua. Sinceramente, odiava suo fratello Douglas per aver affibbiato a Harry un soprannome così idiota. E odiava anche Jaime e Murdo Iain che non la lasciavano in pace per superare il 4 livello. Si, odiava i gemelli. E per giunta aveva fatto una linguaccia a Archie, il suo fratello preferito. No, dai, in realtà amava i suoi fratelli. La casa dei fratelli O’Shaughnessy non si può dire fosse ordinata, dato il caos che regnava sovrano. Però non ci si poteva aspettare molto da cinque ragazzi e una ragazza trapiantati brutalmente da un piccolo e sperduto villaggio dell’Irlanda più selvaggia nella capitale scozzese. Non se la passavano tanto male economicamente parlando dato che lavoravano tutti e cinque. Eli no ovviamente. Era l’unica cosa bella rimasta ai cinque e bisognava preservarla. Dopo la morte della mamma la situazione era andata precipitando fino alla morte del padre. Eli aveva 11 anni quando era successo e due anni dopo erano andati a Edimburgo. Hector, il maggiore, aveva trovato lavoro e la famiglia, o quel che ne rimaneva (5 mocciosi che parlavano praticamente un misto di inglese e gaelico) lo aveva seguito. Ora stavano bene, ma la vita non era facile. Specialmente per Eli.
*****
Ciao, eccoci qui con il terzo … ma a qualcuno piace o no?! Scopriamo qualcosa su Eli e i nostri Kate e Zayn stanno insieme! Evviva!!!! E Lou ci nasconde qualcosa … e poi che succederà? Cosa combineranno i nostri eroi? Sperando che la curiosità vi convinca a continuare a leggere, mi inchino solennemente e mi disciolgo come il sale nel mare. 

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Capitolo 4
*** La vendicatrice e le vespe ***


CAPITOLO QUARTO : LA VENDICATRICE E LE VESPE
Il giorno seguente Kate andò in bagno a truccarsi e a sistemarsi tra una lezione e l’altra. Si stava guardando allo specchio quando una voce gutturale la fece voltare di scatto.
-Ehi, Hamilton, sai che sei proprio una bella ochetta?
Davanti a lei stavano tre ragazzi, o meglio tre troll che la osservavano con sorrisi che non promettevano nulla di buono.
-Che volete da … da me? Uscite subito! Questo è il bagno delle ragazze …
-Davvero? Su, vogliamo solo giocare un po’…
Il ciccione le avvicinò una mano unta al volto e lei lo scacciò pigolando. Si guardò nervosamente attorno nella speranza che qualcuno entrasse e la aiutasse o almeno andasse a chiamare qualcuno ma ovviamente il bagno era deserto. In più la voce non voleva proprio saperne di uscire. La presenza dei tre masnadieri si faceva più pressante su di lei, le loro risate arrochite dal fumo rimbombavano nel bagno femminile.
-Chiama Malik, che ti venga a salvare- nitrì quello con la faccia cavallina.
Kate sentiva le gambe molli come mozzarelle. Queste scene le aveva viste solo nei film, e lì di solito arrivava l’eroe a salvare la ragazza in pericolo ma qui non si vedeva nessuno, anzi. Panico. Terrore. Mano butterata che si avvicinava pericolosamente. Risate. Lacrime agli occhi. Sguardi malefici. E una voce dal pesante accento irlandese che ordinava perentoriamente:
-Lasciatela stare.
Kate  spalancò gli occhi e i tre sobbalzarono. Eli era dietro di loro con un coltello troppo affilato in mano e uno sguardo troppo vendicativo per poter appartenere a una diciassettenne. “Grazie al cielo” pensò Kate.
-Cosa fai, O’Shaughnessy, la paladina della giustizia?- rise il ciccione. Ma a Kate parve che qualcosa incrinasse la sicurezza del bestione.
-Lasciatela stare!- le fece il verso il più basso.
-Che paura!- ridacchiò il cavallo. Ma c’era una nota nervosa che a Kate non sfuggì e che le fece aumentare la speranza che Eli l’avrebbe salvata davvero.
Neanche il tempo di rendersi conto, Kate vide il bassotto con una mano torta dietro la schiena, la testa tirata all’indietro e il terrore negli occhi. Un gorgoglio.
-Ok … ok, scusate, scusa … - gemette il ragazzo ma Eli non mollava la presa.
-Se ci provi un’altra volta sai che ti rompo il braccio, vero?
Il ragazzo annuì boccheggiando e venne spinto via.  Kate lo vide correre via in lacrime. Poi fu il turno del cavallo. Fu tutto così veloce che Kate rimase quasi scombussolata. Il ragazzo aveva la lama del coltello alla gola, lama che cominciava a incidere la pelle.
-Ahia, ahia, smettila, mi fai male. Chris …
-Non ci provare, Robertson, o al tuo amico qui rimarrà un bello sfregio sul collo.  Chiedi scusa faccia da cavallo, avanti.
Intanto Kate cercava di divincolarsi dalla presa ferrea del grasso ne ma senza risultati.
-Chiedi scusa!
-Scusa, scusa, scusa! Non volevo, io … scusami. – piagnucolò faccia da cavallo.
Eli gli assestò una spinta e lo sbattè fuori dal bagno.
-O’Shaughnessy, lo sai che sei proprio un maschiaccio?- ma il ciccione era sconvolto, la voce che tremava, gli occhi vacui impauriti. Poi fu un attimo. Eli tirò un pugno sul naso al ragazzo e lo sbatté sotto al getto d’acqua del rubinetto. Essendo stato colto alla sprovvista il ragazzo lasciò andare Kate che guizzò da un lato. La rossa gli bloccava il collo con la lama. Versi e singulti dopo, il grassone venne tirato su e tenuto per i capelli.
-Lo sai che ti succede se ci riprovi. Non finirà bene la prossima volta.
-Si, scusate, scusa Hamilton, per favore lasciami andare.
Eli mollò la presa e lui fuggì piangnucolando.
-Tutto bene Kat? – Eli rinfoderò il coltello nella tasca dei jeans e sorrise all’amica come se non fosse accaduto nulla.
-Si … grazie El, senza di te, io … grazie.
Le due tornarono in classe e Kate chiese titubante:
-Ehm, ma perché li hai lasciati andare? Non rischi che dicano tutto alla preside?
-Volevi che tagliassi la gola a tutti e tre? – la rossa sogghignò all’espressione di puro orrore che si dipinse sul viso di Kate e proseguì con noncuranza -Se glielo dicono sanno cosa gli succede, non si azzarderebbero mai. Comunque tranquilla, non ti toccheranno più.
La mattinata trascorse come nulla fosse successo. Kate pensò che forse avere Eli come amica ti risparmiava un sacco di guai e inconvenienti spiacevoli  però … mah, non era sicura di approvare del tutto i suoi metodi. Ma beh, tanto l’aveva salvata, meglio dimenticare in fretta l’accaduto e non dire nulla agli altri. Durante l’ora di pranzo andò con Hope dalle cheerleader e quello le sollevò decisamente il morale. Insieme ai baci di Zayn, ovvio!
Eli era come al solito seduta in braccio a Harry sotto la quercia che dominava il cortile del college. Edimburgo era in fondo una bella città ancora con una splendida dose di mistero e magia.
-Allora bambola, finito il 4 livello?-
-Certo che sì! Da oggi inizia la sfida, semmai poi faremo vedere a Louis sulle memory card il tempo effettivo. Tanto vinco io.
-Lo dici ora.
I ragazzi cominciarono a baciarsi finché un qualcosa cadde pesantemente vicino a loro. Niall si asciugò il sudore dalla fronte e li guardò. Non sembravano essersi accorti di lui, perciò pensò di farsi sentire.
-Ehi, ci siete?
I due si voltarono e sorrisero alla vista di un Niall ancora duramente provato dalla lezione di chimica.
-Scusate se vi ho interrotto nella vostra più che interessante attività ma ho bisogno di essere considerato. Sbaglio, o ho sentito che parlavate di Resident Evil 7?
-Esatto! Ce l’hai?
-No, lo volevo ma devo aspettare ancora un po’ prima che me lo comprino. A che livello siete?
-4.
-Dicono che sia difficile …
Eli alzò le spalle:
-In effetti non è per nulla semplice. Il più macchinoso è l’ospedale, vero?
Harry scosse i ricci.
-Per me la chiesa. Diamine, gli zombie dai confessionali non me li aspettavo.
-Ma Hazza! Era scontato!
Niall spalancò gli occhi azzurri colmi di stupore.
-Gli zombie dai confessionali?! Caspita!
-Occhio quando arrivi al 2 livello, perché devi ricordarti di prendere la fialetta gialla dal laboratorio- consigliò Eli.
-E quando sei in città prendi sempre i camion e non le macchine perché fidati che poi nelle macchine trovi sempre qualcosa di indesiderato- continuò Harry.
-Grazie raga, prendo nota- Niall prese il quaderno di inglese e cominciò a prendere nota dei consigli.
-E nel 5 livello non prendere la Colt 45 ma la Katana.
La vocina di Louis li fece voltare. Il ragazzo li fissava con in mano un panino che fungeva da pranzo.
-Eccoti Lou, vieni qui con noi!- Harry gli fece segno di sedersi sull’erba con loro e il ragazzo si sedette. Eli gli levò di scatto la grossa sciarpa.
-E toglietela! È primavera inoltrata, non è inverno! Vedi? Hai anche un bel collo, niente di cui vergognarsi.
Louis tremolò come una foglia e cercò inutilmente di riprendersi la sciarpa, rosso come un peperone per il complimento che gli era appena stato fatto.
-Dicevi comunque del 5 livello … - disse Harry, restituendogli la sciarpa con la promessa che non se la sarebbe rimessa.
-Tu a che livello sei?- interruppe Niall.
-L’ho finito.
I tre ragazzi lo fissarono esterrefatti.
-Me se è uscito sul mercato solo 5 giorni fa e sono 12 livelli complicatissimi?!
Esclamò Harry staccando le labbra dal collo di Eli. Louis alzò le spalle:
-Complicatissimi non direi, anzi è semplice.
-Ma quanto c’hai messo?
-10 ore. Dalle tre a mezzanotte. Serve solo un goccio di sagacia, un minimo di astuzia, una buona dose di strategia, un pizzico di malizia e sangue freddo.
-Ok, fai paura- risero gli altri. Louis non era normale ma aveva un fascino unico che attirava Eli, Harry e Niall come calamite.
°°°°°°°°°°°°°°°°
I ragazzi uscirono da scuola accompagnati dalla mandria di compagni d’istituto.
-Avete sentito Tommo?! Finito Resident Evil 7 in 10 ore!- urlò Harry, buttando un braccio attorno alle spalle di Louis.
-Grande Louis! Forza, ditelo ragazzi! W Louis!!- gridò Eli, imitando Harry.
Il diretto interessato arrossì violentemente, stupito da quel contatto così stretto tra persone e arrossì ancora di più quando gli altri applaudirono il suo record.
-Andiamo a festeggiare il nostro geek al pub!- Niall scoppiò in una risata fragorosa.
-Ma al pub non dovevamo andarci stasera?- fece Hope.
-E allora andiamo al Blackfriars, ok?- sbuffarono Harry e Eli.
-Forza, tutti al Blackfriars!- annuì Zayn.
I ragazzi si diressero ridendo verso il piccolo monumentale cimitero. Louis si sentiva stranamente felice da quando aveva conosciuto quei ragazzi che oramai si erano fatti largo nella sua esistenza solitaria e di cui, faticava ad ammetterlo, avrebbe potuto difficilmente fare a meno. Beh, i computer erano sempre e comunque TUTTO per lui. Poi c’erano i ragazzi. Forse. Oramai non ne era più tanto sicuro. Perlomeno però non pensava alla mamma malata mentale in ospedale, mamma che a volte neanche lo riconosceva. Sospirò, finalmente una piccola parte di lui si sentiva viva. Viva e degna di poter essere classificata come giovinezza. Una cosa che dovrebbe essere una cosa naturale per tutti ma che per lui non lo era mai stata. Ma d’altronde lui era Louis Tomlinson, il geek. Era un ragazzo speciale.
Saltellarono attorno al cimitero, urlando e strillando a parte Louis che trovò più utile tenere una lezione a un bambino di cinque o sei anni sulla decomposizione dei cadaveri. Il bambino non capì nulla ma lo stette ad ascoltare lo stesso.
-Perché devi sapere che nell’ istante in cui la vita finisce il nostro corpo inizia ad auto consumarsi con la massima efficienza. I nostri stessi batteri ci trasformano speditamente in sacche contenenti metano, diossido di carbonio, acido solfidrico e metilmercaptano per non parlare degli altri gas. È uno studio estremamente interessante, sai?
Harry dovette intervenire e salvare il bambino dalle grinfie di Louis.
Dopo un po’ i nostri otto si fermarono stanchi ma felici vicino al cancello del cimitero riprendendo fiato. All’improvviso però Eli sbiancò e cominciò a tremolare producendosi in uno strillo acutissimo.
-HARRY!!!-
Tutti si voltarono a fissarla mentre lei balzava in braccio al riccio che fortunatamente, svelto di riflessi com’era, riuscì ad acchiapparla stile sposa. Era terrorizzata e continuava a strillare:
-Oddio, ti prego fai qualcosa! Fai qualcosa, ti scongiuro! Portami via Harry, portami via! Aaaah, oddio Harry!
-Ma bambola vuoi spiegarmi cosa c’è?! Tesoro stai calma che succede?!
Gli altri si fecero più vicini e le urla della rossa aumentarono mentre si aggrappava ai capelli del povero Harry che cercava inutilmente di calmarla.
-Porca miseria ladra, Eli che hai?!
Eli riuscì a indicare tremando … Kate.
-Ma Eli, che ho fatto? Io …
Kate abbassò lo sguardo sulla sua maglietta e un altro strillo scosse Edimburgo.
-UNA VESPAAAA! Aiuto, Zayn! Schiacciala!
La ragazza cominciò a schiaffeggiarsi nel tentativo di scacciare la grossa vespa che cercò di fuggire spaventata dal baccano. Zayn cominciò a sua volta a sventolare le mani intorno alla fidanzata e ...
-Cavolo, Hope!- l’urlo di Liam scosse tutto. La bionda si era buttata in mezzo alla strada per sfuggire all’insetto che ignaro si era diretto verso di lei. Se non fosse stato per l’intervento di Liam un tir l’avrebbe tirata sotto. Niall sghignazzava senza pudore e filmava il tutto con il cellulare. Louis osservava la scena con aria vacua, perso nei suoi calcoli balistici per abbattere il Barone rosso (vespa) che creava scompiglio tra i suoi amici, continuando a ronzare tra i corpi di tutti. Pensò poi che sarebbe stato bello se Eli fosse saltata in braccio a lui, ma la voce della ragione gli fece notare che sicuramente non l’avrebbe presa ma avrebbe lasciato che cadesse per terra. Ma … aspetta un secondo … c’era una vespa?! Lui aveva una  paura matta delle vespe!
-NIALL!!!!- e Niall divenne il quarto cavaliere con l’unica differenza che invece che una bella fanciulla quali Hope, Kate e Eli aveva tra le braccia l’avvenente Louis dagli occhi blu.
Gli avventori del vicino pub ridevano come dei matti osservando il “film” che si stava girando davanti a loro. La povera vespa che girava impazzita tra Hope che correva urlando in cerchio inseguita da Liam; Kate che ululava e si schiaffeggiava aiutata da Zayn; Eli che era letteralmente impazzita e stava uccidendo Harry che provava in tutti i modo a calmarla cercando che non gli strappasse di dosso la camicia; Louis in braccio a Niall che strillava e il biondo che lo provava a proteggere in qualche modo sventolando il braccio che non teneva Louis. Finalmente la povera vespa riuscì a fuggire e i ragazzi provarono a calmarsi. Fecero tutti 4 respiri profondi sotto la guida di Liam guru e poi Niall disse ridendo:
-Stasera tutti davanti al World’s End alle 8. avremo bisogno di più di una pinta dopo tutto questo …
Gli altri annuirono e dopo essersi salutati si dispersero per la città. Liam e Zayn si avviarono insieme giù per la strada che portava in centro chiacchierando animatamente di pallone, Hope e Niall si allontanarono dalla parte opposta parlando di Zayn e Kate che avevano rotto il cuore a entrambi mentre Kate, che aveva appena incontrato la sua amica Perrie, si avviò con quest’ultima a ciangottare di questo e di quello camminando verso casa.
-Ehi Kat, tra poco è il tuo compleanno! Farai la festa come l’anno scorso?- chiese Perrie, leccando con voracità un ghiacciolo alla menta.
-Penso proprio di si, Pez! Sai che amo le feste! Inviterò … te e le ragazze ovviamente, Zayn, Niall, Hope, Liam, Louis, Harry, Eli, Frederick e poi ci penso. Comunque di sicuro molta gente come al mio solito.
- Hope non è antipatica. Ma occhio, perché è cotta di Zayn.
-Stai scherzando?!
-No, fidati bella, è persa del tuo Zayn.
-Oh…
Kate scosse la testa e sorrise. Perrie alzò le spalle e continuarono a discorrere di altre scemenze.
Eli, Harry e Louis erano rimasti a parlare davanti al vecchio cimitero quando videro arrivare Eleanor che come suo solito iniziò a parlare a ruota libera ancora prima di raggiungerli.
-Dovresti metterti con Niall, lo sai? Parlate tanto uguale- rise Harry.
Louis si spaventò perché sapeva già che a Niall piaceva Kate ma fortunatamente Eleanor ribatté:
-Nah, Niall non mi piace tanto. Preferisco altri tipi. Volete?
Senza attendere risposta sbatté nelle mani di ognuno qualche caramella estratta da un sacchetto per poi riattaccare la sua tiritera.
-Smettila, Elly. Louis non è abituato a sentir parlare così tanto! Lo spaventi.- scherzò Eli. La ragazza dai capelli castani si voltò verso Lou con sguardo apologetico.
-Scusami, a volte mi lascio prendere la mano … ma non ci siamo nemmeno presentati! Eleanor Calder, molto piacere!- tese la mano, che Louis strinse giusto meno di un millesimo di secondo borbottando:
- Louis Tomlinson, piacere mio.
- Louis Tomlinson?! L’hacker più mistico della città?! Il mito della scuola?!
Il suddetto annuì cupo, grugnendo qualcosa.
-Caspiterina puzzola! Sono onoratissima di averti conosciuto! Però mi aspettavo fossi più … tipo uno con i dredlocks, i piercing, tatuato … uno più ganzo insomma!
Louis fece tanto d’occhi e si trattenne dallo svenire lungo disteso.
-Eleanor, piantala!- disse Eli.
La ragazza annuì soprapensiero, poi si congedò affettuosamente per dirigersi verso il supermercato. Prima di entrare però urlò a Louis:
-Comunque tranquillo, sei figo anche così!!
Harry dovette tenere per un braccio l’hacker per tutto il tragitto che li separava da casa di quest’ultimo per evitare svenimenti indesiderati.
****
E ritorniamo con il quarto capitolo! Niente di particolarmente esaltante a parte la povera Kate sopraffatta e la paura nascosta di Eli … il discorso di Louis sulla decomposizione è esatto, sono tutte nozioni scientificamente provate. Resident Evil 7 esiste sul serio e anche gli zombie dai confessionali. Il resto non lo so. Leggete per favore * autori in ginocchio con sguardi supplichevoli * Le descrizioni di Edimburgo sono tutte veritiere, posti che esistono e descritti uguali.
 

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Capitolo 5
*** ... e una bottiglia di rum! ***


CAPITOLO CINQUE: ... E UNA BOTTIGLIA DI RUM!
La sera si ritrovarono tutti davanti al World’s end, uno dei molti pub che punteggiavano il Royal Mile. La facciata era di legno, dipinta di un vivido azzurro cielo, con rifiniture dorate. Dall’interno si sentivano i rumoreggiamenti degli avventori. Era di certo un pub di buon livello, buone birre e ottimo cibo. “Non a caso i proprietari sono irlandesi” pensò Niall con orgoglio aprendo la porta e inondando la strada di tiepida luce. I ragazzi entrarono, ritrovandosi in una grande sala di legno dove un numero imprecisato di persone rideva sguaiatamente, beveva, mangiava e urlava. Hope rabbrividì nonostante il calore della sala; non era mai stata una tipa da pub, lei. Piuttosto da graziose sale da the o da moderne e luccicanti caffetterie dove non si vendevano alcolici. Spintonando di qua e di là, i ragazzi guadagnarono il bancone dove una signora era impegnata a sostituire un fusto di birra borbottando. Sopra il banco erano appese banconote di tutto il mondo, insieme a vecchi quadri anneriti dal fumo. Qualcuno apparve come un folletto da sotto dei fusti di birra e si precipitò a servirli, inciampando nei suoi stessi piedi. Appena vide Eli spalancò gli occhi a palla.  
-Callie?! Sei proprio tu?!
-La sola e unica, fratellino! Vieni qui!
In meno che non si dica i due erano abbracciati urlandosi qualcosa di incomprensibile.
-Quanto è che non vieni qui a trovarmi, Callie?
-Troppo tempo, Prest, troppo tempo. Ti presento i miei amici. Kate, Zayn, Liam, Hope, Louis, Harry e …
- Niall Horan di Mullingar!- gridò Prest sorridendo. Niall gli si fiondò tra le braccia tuonando:
- Prest O’Connor di … diavolo, non mi ricorderò mai il nome di quel buco!
-Sei ingrassato dall’ultima volta, Niall.
-E tu ti sei abbruttito, Prest.
Il ragazzo gli fece una linguaccia e poi strinse vigorosamente le mani degli altri presentandosi. Kate lo scrutò attentamente. Bassotto, muscoloso, chioma biondo scuro spettinata, occhi verde limpido tendente all’azzurro, sorriso affabile e contagioso, mani callose … era certamente affascinante ma non il suo tipo. Troppo rude e di maniere ruvide. Più un tipo da Eli, a dirla tutta. Il ragazzo servì loro otto birre scure e riuscì a piazzarli a un tavolo sbattendogli davanti un pacchetto di scratch che mangiò solo Niall, alla fine. Eli e il suo amico erano impegnati in una lunga conversazione in una strana lingua, gesticolando e ridendo.
-Ma in che lingua stanno parlando? Tu li capisci, Niall?- chiese Hope che guardava perplessa la pinta schiumeggiante che aveva davanti.
-No, comunque stanno parlando in gaelico. La lingua irlandese per eccellenza. Ma la parlano solo i vecchi ormai, e i paesani dell’Irlandadell’ovest, quella ancora selvaggia, tipo … loro.
I sette tesero le orecchie e Zayn commentò:
-Speriamo solo non ci stiano prendendo in giro. Non mi fido tanto di quelle due pesti.
Aveva notato che di tanto in tanto i due guardavano nella loro direzione.
La voce di Louis giunse puntuale e tombale:
-In questo momento stanno facendo commenti poco carini sul tuo ciuffo Zayn. Ora Prest sta chiedendo se Kate è libera ma Eli nega facendogli presente che è occupata con Zayn. Lui allora le dice che  se Kate fosse disposta a fare uno strappo alla regola magari … ma Eli gli tronca ogni possibilità.
Kate fece una smorfia indignata. Tradire Zayn? Figurarsi!
-Ora stanno dicendo cose che preferisco non ripetere. Ah, Hope, ti hanno appena dato della vecchia bacucca. Ora Prest dice che se tu, Harry, mollassi Eli, lei potrebbe sempre ripiegare da lui.
-E lei che dice?- Harry assunse un’espressione agitata.
-Non capisco, parlano troppo veloce.
In realtà Louis capiva benissimo, ma volle evitare che scoppiasse una mezza rissa nel pub. Si risedette composto sul divano, schiacciato tra Niall e Harry.
-Ma Lou, come fai a sapere così bene il gaelico?- Liam lo guardò ammirato.
-L’ho studiato una volta che ero a letto malato. Non sapevo che fare. In questo momento stanno parlando di cose, fatti, persone e luoghi relativi alla loro terra d’origine. Un discorso molto profondo e oserei dire carico di malinconia.
Gli altri si fissarono sconvolti : Tommo non era normale, era un alieno! Nel contempo Prest era scomparso di nuovo tra la folla e Eli si era lasciata cadere vicino a Harry sorridendo:
-Allora Hazza, come ti sembra il tutto?
Harry non disse nulla, si limitò a stringersela contro con possessività. “Ma che mi sta succedendo? Non ho fatto così con nessuna ragazza prima di lei! Che diavolo mi sta facendo questa stramaledettissima morrigan irlandese?! Che mi stia innamorando sul serio per la prima volta? Nah, Harry che vai pensando” lo scosse un brivido dopo questi pensieri. Come per magia il secondo giro era arrivato e con lui le lamentele della bionda e le risatine brille della mora. Bisognava ammirare Zayn per la sua signorilità anche al pub. Bere tutte quelle pinte invece poteva essere un po’ destabilizzante per persone come Liam e Kate, non abituate all’alcol, che infatti cominciavano a dare segni di squilibrio.
Notando che Hope non si decideva a bere, Harry pensò bene di farsi sentire.
-Bevi, Hope! Che ci sei venuta a fare se non ne bevi almeno due?!
-Dai, che è buona!- berciò Niall, alitandole nell’orecchio una risata.
-Ma io veramente … non sono abituata … più di una … sinceramente…anzi, è già troppo una ….
-Ma figurati!- Eli le strisciò vicino sul divano e sollevò la birra avvicinandogliela alla bocca -Devi bere, se no si offendono! Tu non vuoi offenderli, vero? Dai, Hope, non ti fa niente, fidati!
La bionda provò ad opporre resistenza ma la rossa gliela rovesciò praticamente in bocca sghignazzando incitata dagli altri due. Presto la povera Hope si ritrovò con due birre nel sangue e un’evidente sbornia triste. Si perse presto il conto delle birre ingerite e i riusltati si videro presto. Zayn un po’ rideva e un po’ piangeva; Liam   ululava e cercava di confortare Hope. Niall rideva di gusto e dispensava pacche sulla schiena e barzellette sconce. Kate pensò bene di saltare in piedi sul tavolo e iniziò la coreografia, forse pensando di essere alle prove, ma cadde dal tavolo all’urlo “Ragazze, prendetemi!” convinta che sotto ci fossero le sue amiche cheerleaders . Per fortuna non si fece nulla, si rialzò traballante e continuò la sua danza imperterrita.  Louis, appoggiato con aria sognante al tavolo, teneva una lezione ad alcuni operai ubriachi sulla letteratura anglo-irlandese declamando pezzi dell’ “Ulisse” di Joyce con insospettabile piglio drammatico mentre Eli e Harry giocavano a freccette litigando come due cani rabbiosi. In più si aggiunse Prest con un pacchetto di “roba che sballa”.
-La buona vecchia Mary Jane non tradisce, vero?- ridacchiò Niall confezionando quattro spinelli per sé, Lou, Haz e Eli. Gli altri declinarono, Kate strillando che “fa … hic, male alla … hic salute hic!”
Al culmine della serata, Louis e Harry si ritrovarono abbracciati a volteggiare per il pub sulle note di una giga popolare, con Niall che teneva il tempo battendo le mani e Kate appoggiata alla sua spalla che lanciava acuti strilli di incoraggiamento. Il biondo irlandese, lui era abituato a farsi parecchie pinte dopotutto, ne approfittò per passare un braccio attorno alle spalle della mora, concedendosi di sognare che fosse la sua ragazza. Eli era seduta sul bancone e suonava un violino in maniera talmente ubriaca da risvegliare i morti mentre Prest  cantava a squarciagola talmente stonato che era una danno per l’udito. Nonostante la sbornia, o forse proprio per quello, Liam approfittò dello stato semi-confusionale di Hope per tenersela abbracciata sul divanetto, anche se la bionda non faceva che piangere su come fosse ingiusta la vita e su come in realtà fosse lei la ragazza giusta per Zayn. Il povero Liam cercava di consolarla, invitandola a guardarsi attorno, perché c’erano molte persone che avrebbero fatto carte false per avere la sua attenzione e il suo amore. Ma Hope sembrava non capire nulla di quanto lui intendesse dirle. Persino l’irreprensibile Zayn si era lasciato andare e cantava con Prest, il ciuffo che gli pendeva spettinato su un occhio. Ma bisogna dire che conservava una certa dignità e il suo canto era straordinariamente intonato.
Ormai era ora di chiusura, e i nostri eroi si ritrovarono per strada. L’aria fredda della sera li scosse brutalmente come una secchiata d’acqua. Louis non ricordava molto di cosa avesse fatto nel pub, nemmeno lui era così avvezzo a bere tutte quelle pinte, e si rese conto solo a posteriori di essere stato a braccetto con Eli e Zayn a ballare quello che poteva sembrare un can-can molto scoordinato lungo il Royal Mile. La strada era occupata da una fila di otto ragazzi ubriachi marci che si tenevano a braccetto, occupando tutta la carreggiata, e saltellavano strillando, ondeggiando pericolosamente, assolutamente immemori della strada che ognuno di loro avrebbe dovuto percorrere per tornare a casa propria. Ok, forse non era molto decoroso, anzi, non lo era per nulla ma in quel momento, sotto il benevolo sguardo delle luna tutto sembrava essere possibile, tutti i sogni esaudibili e tutto sembrava giusto. E per conservare una sensazione del genere erano disposti a fare tutto. Proprio di tutto.
***
Eccoci qui con il quinto! Belli ubriachi e fatti … complimenti! Che dire? Le parole mi sfuggono di bocca come un uccellino troppo astuto. Ma in fondo c’è poco da dire, no? Quindi vi lascio liberi di scegliere la vostra via e scompaio in un battito di ciglia. Ecco, non ci sono più. Se leggete il sesto e recensite bene, se no … bene lo stesso.  

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Capitolo 6
*** scommesse e rivelazioni ***


CAPITOLO SESTO: SCOMMESSE E RIVELAZIONI
Il pomeriggio seguente Louis dovette, oltre a combattere una cefalea  terrificante, salvare Harry dalle grinfie di Eli.
Era un fresco sabato pomeriggio e Lou era stato chiamato a casa del riccio per stabilire chi avesse vinto la scommessa sul videogioco. Aveva controllato le memory card e detto con tono incolore, molto da centralinista:
-Harry un’ora e 25 minuti. Eli un’ora e 27 minuti. Ha vinto Harry.
A quel punto una furia rossa si era scagliata contro il vincitore strepitando. Louis era rimasto a fissare perplesso i due che si picchiavano schiamazzando sul tappeto per poi intervenire e dividerli. Si era sentito eroico, non c’è che dire, a frapporsi fra i due litiganti cercando di salvare il salvabile. Harry aveva approfittato del suo intervento ed era balzato in piedi, arrampicandosi sul davanzale della finestra aperta.
-Ok, se mi tocchi ancora, cara la mia Eli, io volo di sotto e ci rimango. Tu non vuoi che muoia,vero? Bene, non toccarmi- Il ragazzo ghignò e quindi si rivolse a Louis –Grazie mille, Lou del salvataggio in extremis! La mia rossa sembra più un’arpia che una leggiadra fanciulla …
Eli ringhiò ma non si mosse dal tappeto su cui era seduta. L’hacker si sedette composto sul letto mettendosi a posto occhiali e capelli e rivolgendo quello che secondo lui era un sorriso a Harry. Siccome sorrideva molto di rado più che un sorriso fu una smorfia. Passarono qualche minuto così, come statue di cera, studiandosi l’un l’altro, quasi si sfidassero ad attaccarsi di nuovo. Poi la rossa allungò le £10 a Harry.
-Tieni.
-No, dai, non le voglio.
-Prendile.
-Ti ho detto che puoi tenertele. Non mi interessano.
-Prendi questi  maledettissimi soldi.
-Rinuncio alla scommessa in tuo favore. Avanti, Eli …
-Smettila, Harry! Te li caccio in bocca se non li vuoi. Così era la scommessa e non puoi ritirarti. Abbiamo fatto un patto, se ben ricordi. E io i patti li rispetto. Sempre.
-E va bene, come vuoi. Mettimele nella scatola di latta, allora.
-Non sono la tua schiava.
-Senti, ti ho dato la possibilità di tenerle. Non hai voluto e ora me le metti a posto dove dico io.
Le £10 si adagiarono svolazzando sulla scrivania. Altro momento di silenzio teso. Poi Louis si decise a prendere la parola:
-Ehm, che ne dite di un buon the? E magari fate anche pace, già che ci siete. D’altronde sono solo due minuti di uno stupido gioco … su Eli, non ti arrabbiare così … avrai altre occasioni di vincere scommesse! Non ti costa niente fare pace con Harry …
Caspita, quello era stato il discorso più lungo e  articolato di Louis! Se escludiamo le cose scientifiche e di studio ovviamente. Il discorso più lungo che veniva dal cuore.
La ragazza squadrò i due che la fissavano speranzosi e poi …
-Va bene, pace. Ma solo perché me l’ha chiesto Louis!
I ragazzi tirarono un evidente sospiro di sollievo e il riccio si azzardò a scendere dalla finestra. Come consigliato, bevvero un buon the alla lavanda che calma gli animi adirati e poi, dopo qualche chiacchiera sui giochi preferiti, Lou e Eli scomparvero nella sottile nebbiolina, ognuno per la sua strada. Una volta a casa Eli si rese conto di essersi comportata da stupida e, seppur con fatica, decise di mandare un messaggio di scuse a Harry. Ciò le costò molto perché lei non chiedeva mai scusa a nessuno. Erano gli altri che chiedevano scusa a lei. Tuttavia, questa volta si sentì obbligata a fare il primo passo. Mentre digitava il messaggio si chiese cosa le stesse succedendo. Uscire con Harry era divertente, a parte le litigate. O, forse, proprio per quello. Certo, quando aveva accettato di essere la sua ragazza, aveva scommesso con se stessa che avrebbe fatto capitolare Mr. Styles, noto per essersi fatto praticamente tutte le ragazze della scuola (escluse le racchie, ça va sans dire). Lui credeva di aggiungere in cima alla sua chilometrica lista il suo nome, magari come ciliegina sulla torta. Ma era lei a condurre il gioco. Di questo era sicura; ormai il ragazzo era quasi cotto a puntino. Lo capiva da come la guardava quando pensava che lei non lo vedesse. Allora cos’era che la disturbava? Lei non si stava innamorando. Da qualche parte magari avrebbe voluto, ma sapeva con incredibile certezza che non era lui quello giusto. Ma adesso che lo conosceva non voleva fargli del male. A suo modo, gli voleva bene davvero. La ragazza sospirò, non voleva addentrarsi troppo in questi pensieri per paura di dover ammettere con se stessa cose per le quali non era pronta. Finì di digitare il messaggio, assorta.
Intanto il suddetto riccio era stravaccato sul divano intento a guardare “Criminal Minds” in tv, con il gatto in braccio. Imprecò quando il telefonino pigolò perché no, maledizione. Non potevano interromperlo quando c’era il discorso chiave di Spencer a Emily. No. Afferrò l’aggeggio pronto a maledire chiunque fosse ma … era un messaggio di Eli e Harry si rimangiò tutti i suoi propositi assassini verso il mittente del sms, che citava scritto:
-Ciao, scusa se prima mi sono comportata da stupida ma … non sono abituata a perdere. Scusa.
Sospirò e guardò il gatto. Qualunque ragazza che avesse osato trattarlo così sarebbe stata mollata seduta stante. Eli no. Perché? Perché lei no?!
-Non ti preoccupare. Non sono arrabbiato.
Il gatto fece un miagolio che il ragazzo interpretò come un “scrivigli che la ami cretino”. Il suo era un gatto intelligente. Obbedì e aggiunse:
-Ti amo.
-Anche io.
Harry guardò il gatto, che gli strizzò l’occhio giallo.
-Pensi sia successo?
Il gatto miagolò e si strusciò sui suoi pantaloni.
-Lo interpreto come un si!
Scoppiò a ridere insieme al gatto. Ok, Harry Styles si era ufficialmente, per la prima volta innamorato. Non ci poteva ancora credere.
°°°°°°°°°°°°°°°°°
Il lunedì i ragazzi si ritrovarono nel giardino della scuola all’ora di pranzo e  Zayn borbottò, scocciato:
-Uffa, mi servirebbero tanto delle ripetizioni di matematica … ma quelle in città costano un occhio della testa.
-Potrei aiutarti io- si offrì Hope con aria speranzosa.
-Davvero?! Lo faresti?!
-Ma certamente, Zayn. Io sono brava in matematica!
Il ragazzo sorrise gioioso. Ripetizioni di matematica gratis fatte da un’amica. Grandioso!
-Grazie Hope, non sai che favore mi stai facendo!
La bionda sorrise felice “E tu che piacere mi fai” …
-Possiamo cominciare domani ti va? Alle quattro a casa mia. Abito davanti alla St. Andrew  Square.
-Perfetto. Allora domani alle quattro. Ti chiamo quando sono davanti alla piazza.
Kate vide Hope particolarmente euforica quel giorno e se ne rallegrò alquanto, dato che era un po’ che la vedeva giù di corda.
Finalmente poterono uscire da scuola e tornare ai divertimenti che offriva la primavera.
-Caspita! Non mi sono mai reso conto dell’altezza di questa cancellata- commentò Liam, osservando l’enorme recinto d ferro nero con punte acuminate che circondava lo splendido college dei ragazzi.
-Io non ci riuscirei di certo a scalarla!- sorrise Kate – Nemmeno se così facendo avessi la possibilità di evitare le lezioni di Mr. Sullivan.
-Ma chi vuoi che scali ‘sto mostro ?- Zayn le diede un affettuoso buffetto sulla guancia. – Nemmeno un gatto!
-Io ce la farei.
Tutti si voltarono a guardare Eli strabuzzando gli occhi.
-Non farlo. Nemmeno per scherzo!- Hope intimò, ammonendola con un dito.
-E’ pericoloso- annuì Niall.
- Eli, non ci provare. Stai qui- Harry le strinse un braccio preoccupato.
Louis era troppo impegnato a calcolare l’altezza approssimativa della recinzione, per prestare ascolto agli altri. Infine disse:
-Altezza approssimativa : 5 metri e 89 centimetri
Eli si tolse la giacca e la sbattè in mano a Niall.
-Ho scalato cose più alte.
Harry la afferrò per la vita:
-Ti ho detto di stare qui.
-Secondo te non sono in grado di farlo?!- sbraitò lei, divincolandosi.
-Già, proprio così! Non ce la puoi fare.
-Invece si!
-Sei una stupida testa di legno!
-E io ti dimostrerò il contrario. Ci scommetto £3 e due canne.
-E va bene, £3 e due canne che non ce la fai.
Harry provava a fregarsene ma in realtà stava pregando tutti i santi e i diavoli di Paradiso e Inferno che non si facesse niente.
-Ma è vietato!- pigolò Hope, nella speranza (vana) che non rischiasse così la testa.
-E secondo te io faccio quello che mi viene detto?! No, mai!
E la scalata cominciò. Tutti fissavano la ragazza che saliva e si tirava su lungo le inferriate scivolose.
-C’è esattamente il 49% di probabilità che sopravviva senza farsi nulla, il 16% di probabilità che cada ma non si faccia niente di grave, il 25% di probabilità che cada e si faccia male e il 10% di probabilità che cada e muoia.
Puntualmente Louis si fece sentire, rallegrando gli animi e rassicurandoli come suo solito …
-Maledizione, Louis! Stai zitto!- urlò Harry. Avrebbe voluto aggiungerci “Non portare sfiga che se la mia ragazza muore probabilmente ci resto secco anche io” ma non lo disse perché non gli sembrava il caso.
Intanto Eli scalava con perseveranza l’inferriata. Aveva le mani tagliate e doloranti e i muscoli tesi nello sforzo. Ma doveva farcela. Doveva farcela assolutamente. Si isolava completamente dai rumori che la avvolgevano. Fingeva di essere a casa sua, in Irlanda, intenta a portare su l’agnello dalla scogliera. Oppure a tirare giù la vela della barca. Saliva sempre di più finché … riuscì ad aggrapparsi alle punte in cima e a issarsi sulla cancellata. Di sotto coro di applausi. Sorrise felice e guardò il cielo grigio così diverso da quello di casa ma pur sempre bello. Aveva le mani tagliate ma non le importava, leccò via il sangue in eccesso e si calò di nuovo per terra in scivolata.
-Brava!!!- tuonò Niall, abbracciandola – W l’Irlanda!!!
-Complimenti!!!- gli fece eco Zayn impressionato.
Liam applaudì esultante, Hope scosse la testa, Kate si produsse in strilli vari mentre Harry la abbracciò felice, anche se aveva perso la scommessa.
-Hai vinto. Ecco il premio. E per la prima e unica volta … sono contento di aver perso.
Eli sorrise compiaciuta intascò le £3 e le due canne e poi baciò Harry:
-Una volta per uno …
Louis si limitò a commentare:
-Hai dimostrato una considerevole forza fisica e un’eccellente resistenza al dolore. Perciò non posso che farti i miei più sentiti complimenti e consigliarti di prenderti cura delle tue mani.
Eli decise di abbracciare anche lui e così fece, ma il ragazzo rimase fermo come un merluzzo congelato e anzi cercò quasi di scostarsi. La rossa lo lasciò andare e lo guardò con aria avvilita:
-Volevo solo …  Ma perché non vuoi che ti tocchiamo, Lou?
-Ehm, io … non … non voglio co … contatti fisici con … la  … gente- balbettò lui- Scusa.
Eli annuì mogia e si avviò insieme agli altri.
-Perché non vuoi? E poi … era Eli, Louis!- Niall era rimasto indietro con lui e lo guardava di sottecchi. Louis avrebbe voluto sprofondare.
-Mi … mi dispiace, ma … credo che … che in questi anni io abbia sviluppato una sorta di …
-Di?-
-Di … chiraptofobia?
-Di che ?!
-Chiraptofobia : irrazionale ed eccessiva paura di essere toccati. È un’alterazione di quella che potrebbe essere una normale risposta, collegata da un semplice meccanismo evolutivo: il contatto di un altro essere umano potrebbe essere pericoloso in quanto “attacco”. Il chiraptofobico, spesso in seguito a un evento traumatico, non riesce però a distinguere tra contatti innocui e aggressioni. Ecco, sì. Più o meno.
Niall spalancò gli occhi. Sembrava che Louis avesse imparato a memoria “Pagine Mediche”.
-Ehi Lou, si può sapere come mai?
-Senti Lally, è una lunga storia …
-Abbiamo tutto il tempo Tommo. Ti accompagno a casa.
E l’irlandese si trattenne a stento dal prenderlo sotto braccio. Ma era deciso ad andare a fondo a quella strana storia.
-Avanti, Tommo. Credo sia giunta l’ora che mi racconti qualcosa di te. Cristo, Mr. Geek. Lo vuoi capire, sì o no, che sono tuo amico e ti voglio bene?!
Louis strascinò i piedi per terra, imbarazzato. Era così strano avere degli amici che si preoccupavano per lui. Beh, non che non ci avessero provato … ma lui aveva sempre respinto tutti. La sua vita era abbastanza incasinata così, non c’era bisogno di aggiungere altre complicazioni. Lui era sempre stato molto riservato e restio ad esprimere in pubblico le proprie emozioni, anche quando la sua vita era tranquilla e felice. Dopo gli incidenti, era peggiorato e aveva chiuso tutto il mondo fuori. Fino alle ultime settimane quando questo gruppetto di ragazzi si era affacciato con prepotenza nel suo mondo ordinato e ben controllato. Perché aveva permesso loro di entrare? Forse era semplicemente troppo stanco di portare il peso della sua storia da solo. Così alzò lo sguardo troppo azzurro su Niall e cercò di spiegare all’amico qualcosa della sua triste esistenza.
-Sono figlio unico. Mia madre, dopo la mia nascita, iniziò a soffrire di depressione. Ma nessuno della famiglia prese la cosa sul serio. I suoi pensavano fosse solo stanchezza, mio padre … beh, lui era troppo impegnato col suo lavoro e con le sue amanti per vedere qualcosa. Per i primi anni comunque le cose andarono avanti abbastanza normalmente. C’erano i nonni a badare a noi. Ma poi la nonna si ammalò e morì e il nonno si lasciò andare e la seguì l’anno dopo. Io avevo sei anni. Mia madre … tentò il suicidio. Si imbottì di tranquillanti e psicofarmaci. Non morì ma andò in coma. Restò così per quasi un anno. Mio padre si sentiva in colpa e per quel periodo rimase a casa con me. Andavamo tutti i giorni all’ospedale nella speranza che la mamma si risvegliasse. Ma non succedeva mai. Poi, un giorno, mio padre ebbe un incidente d’auto. Era ubriaco, pare, e senz’altro esausto. Finì fuori strada e rimase ucciso sul colpo. Venni affidato a una famiglia dove rimasi finchè finalmente mia madre si risvegliò dal coma. Quella famiglia … beh, diciamo solo che non fu una bella esperienza.
Louis si interruppe e guardò lontano. Una smorfia gli contrasse il volto e Niall non riuscì a non abbracciarlo. Il ragazzo si irrigigidì ma poi, lentamente e con gesti impacciati, ricambiò l’abbraccio.
-Sediamoci qui nel pub, Lou. Credo che ci voglia una birra. A tutti e due.
Louis seguì l’amico dentro al pub e si sedettero a un tavolo appartato. Davanti alla pinta e allo sguardo affettuoso di Niall, il ragazzo continuò.
-Mia madre tornò a casa e io con lei. In realtà le cose non andavano bene per niente ma per evitare di essere di nuovo mandato da qualche famiglia affidataria mi impegnavo perché quando l’assistente sociale veniva a farci visita trovasse tutto in ordine. Un giorno, circa due anni fa, l’assistente sociale che venne a casa si avvide di come stavano le cose. Era un vecchio nigeriano. Gli bastò un’occhiata per vedere quello che i suoi colleghi non avevano notato. Ma capì anche che volevo stare a casa mia. Così giungemmo a un compromesso. Mia madre sta delle settimane in ospedale e poi torna a casa. Io e Amar ci prendiamo cura di lei.
-Dannazione, Lou. Non potevo immagnare .. io, scusa, amico – il biondo irlandese si passò una mano sugli occhi ma poi sorrise, uno di quei suoi stupefacenti sorrisi che avrebbero riscaldato anche l’Antartide – Ma ora ci sono anche io. E gli altri ragazzi. Non sei più solo a combattere, Lou. Hai già patito anche troppo.
Louis sorrise. E questa volta riuscì a sorridere davero.
-Grazie. Ma Niall, non dire …
-Muto come una tomba, Lou. – gli strizzò l’occhio Niall. Poi terminò la sua birra e si alzò – Andiamo a casa, Lou.
E mentre accompagnava l’amico, pensò che avrebbe chiesto a sua madre di preparare qualcosa da mangiare anche per Lou e sua madre. E magari, anzi ne era sicuro, sua madre sarebbe andata a casa di Lou a fare un po’ di pulizie e certamente, sarebbe andata anche a trovare la mamma del ragazzo all’ospedale. Era ora che Louis avesse una vita normale.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 
Hope era molto agitata. Da lì a non molto Zayn sarebbe arrivato  a casa sua e lei non sapeva assolutamente come comportarsi. Insomma, lo sapeva che si trattava di un semplice incontro per motivi di studio, tuttavia temeva di fare comunque qualche brutta figura, o di tradirsi in qualche modo. Appena sentì il suono del campanello, la ragazza si precipitò di sotto per aprire ma prima si guardò allo specchio appeso nell’ingresso per assicurasi di essere a posto e darsi un’ultima sistemata ai capelli. Fece un profondo respiro nel tentativo di calmare l’ansia che le stringeva la gola ed aprì la porta. Zayn le sorrise e la povera Hope, non appena lo sguardo del ragazzo si posò su di lei, avvampò.
-Ciao, Hope! Grazie per esserti offerta di aiutarmi con la matematica!
-Ciao … Zayn. – balbettò la ragazza scostandosi per lasciarlo entrare. – Prego … accomodati.
Dio, quanto era bello! Hope sentì un groppo in gola e cercò di asciugarsi i palmi sudati delle mani sulla gonna.
Zayn si guardò attorno sorridendo:
-Hai una casa davvero deliziosa.
-Oh… Io … grazie! Io … io vado a prendere qualcosa da bere, tu intanto sali pure e accomodati in camera mia. Arrivo subito.
Hope scappò in cucina augurandosi con tutto il cuore che Zayn non si fosse accorto del suo rossore e del suo imbarazzo. Versò dell’acqua in due bicchieri e cercò di calmarsi prima di salire e affrontare il ragazzo.
Zayn, ignaro di quello che aveva scatenato nella povera Hope, salì le scale ma ignorava quale fosse la stanza della ragazza essendo la prima volta che andava a casa sua e quindi si guardò attorno disorientato. Quindi entrò nella prima stanza che vide, presumendo che fosse quella di Hope. Appena aprì la porta, però si rese conto di aver sbagliato senz’altro camera. Le pareti di questa stanza erano infatti piene di bellissimi graffiti e sul pavimento e su un tavolino basso erano sparpagliate bombolette di vernici spray di vari colori, stracci e rulli. Zayn si guardò attorno colpito e affascinato. Anche lui aveva una passione per i graffiti anche se a dire il vero aveva provato a farne solo qualcuno con risultati che non lo avevano soddisfatto. Ma questi … questi erano davvero fantastici. Zayn li studiò attentamente e scosse la testa … che strano, non avrebbe mai pensato che una ragazza dall’aria timida, riservata e perbene come Hope potesse nascondere una passione così forte. In effetti, si disse, non sapeva molto di lei.
Intanto Hope era salita e si era diretta in camera sua ma non trovando il ragazzo, lasciò il vassoio coi bicchieri sulla scrivania e andò a cercarlo. Appena si rese conto che era entrato nella stanza dei graffiti, arrossì violentemente. Nessuno era mai entrato lì, nemmeno sua madre. I suoi genitori le avevano concesso l’uso della stanza visto che non serviva a nessuno della famiglia ma lei aveva sempre pregato tutti perché non entrassero. Era molto gelosa del suo lavoro e non poteva fare a meno di vergognarsi a mostrarlo per paura di commenti negativi che sicuramente l’avrebbero ferita e forse anche bloccata. Così ora rimase imbambolata a fissare Zayn con le guance in fiamme e incapace di dire alcunché. Che proprio lui dovesse essere il primo a vedere la sua opera la imbarazzava da morire … ma una piccola parte di lei non poteva fare a meno di pensare che in fondo era proprio a lui – e a nessun altro - che avrebbe voluto mostrarla.
Zayn le sorrise:
-Sono fantastici, Hope! Li hai fatti tutti tu?
-Sì … io …- lei sorrise timidamente – Veramente tu sei il primo che li vede. Io … non faccio mai entrare nessuno qui.
Il sorriso di Zayn si spense lasciando il posto a un’espressione preoccupata:
-Oh. Mi dispiace, Hope. Non volevo, davvero! solo che non avevo idea di quale fosse camera tua.
-No … non fa niente. Non devi scusarti – Hope era sempre più rossa – Non li faccio mai vedere a nessuno perché … beh, mi vergogno un po’, sai …
-Non devi vergognarti. Sei davvero bravissima, sai? – il ragazzo tornò a sorriderle e lei si sentì sciogliere e prima di rendersi conto di cosa stesse facendo continuò:
-Sono contenta che tu li abbia visti. Tu, per primo, intendo.
Arrossì ancora di più e abbassò lo sguardo.
Zayn pensò che fosse deliziosa come i suoi lavori e le prese istintivamente la mano. Sentì come una piacevole scossa, una sensazione molto piacevole, come se la mano della ragazza fosse fatta apposta per stare nella sua. Una cosa che non aveva mai sentito prima, nemmeno con Kate.
-Beh, grazie. Sono davvero belli, Hope. Devi andarne fiera.
Hope pensò che avrebbe voluto morire lì, con la mano in quella di Zayn ma si riscosse e tossicchiò imbarazzata:
-Grazie, davvero. Sei troppo gentile …  Adesso, che ne dici di andare di là a studiare?
Zayn le lasciò la mano, vagamente perplesso per quello che aveva appena provato e annuì.
-Certo, - disse seguendola fuori nel corridoio – dopotutto sono qui per questo, no?
  •  
Appena Niall se ne era andato, Louis si era sentito stranamente leggero. Avere un amico era una cosa meravigliosa. Anche Amar era suo amico, ma averne uno della sua età …. Beh, e poi c’era Harry. Anche lui era stato straordinariamente gentile con lui. E anche gli altri. Si mise a pulire la casa fischiettando. Quando si rese conto di star fischiettando si bloccò stupito da se stesso. E osò sperare, per la prima volta da secoli, che forse la sua vita avrebbe potuto prendere una piega inaspettata. Quasi senza rendersene conto iniziò a pensare a Eli. Aveva notato i suoi meravigliosi capelli appena lei era arrivata a scuola. E l’aria ferita dei suoi occhi ben nascosta dietro all’espressione fiera e sprezzante. Ma lui era un segugio e non si era fatto ingannare. Ora però la ragazza stava con Harry e nonostante quello che diceva Niall a lui pareva che Harry ci tenesse davvero a lei. E Louis Tomlinson non poteva certo sperare di poter competere con Rubacuori Styles. E poi, non lo trovava nemmeno giusto. Non voleva ferire Harry, no davvero. Però … però non poteva fare a meno di sentire una fitta all’altezza del cuore ogni volta che vedeva la rossa. Eli … che nome strano, pensò. Poi ricordò che Prest la chiamava Callie. E allora gli venne in mente che qualche mese prima l’aveva incontrata al Tesco mentre faceva la spesa con due ragazzi simili a lei, i suoi fratelli probabilmente, che la chiamavano Callie. Cosa c’entrava Callie con Eli? Niente. Eli, inoltre, era un nome maschile. Lasciò perdere le pulizie e andò in camera. Entrò nel sistema della scuola e iniziò a cercare. Presto avrebbe scoperto come si chiamava la bella irlandese.
  •  
Il giorno dopo i ragazzi si ritrovarono in quello che ormai era il loro angolo di giardino. Zayn arrivò abbracciato a una Kate in forma smagliante e quando vide Hope, compostamente seduta sul muretto, che parlava con Liam provò una strana sensazione. Una specie di gioia segreta nel vedere come la luce giocasse con i capelli biondi della ragazza e, allo stesso tempo, una fastidiosa sensazione nei confronti di Liam.
Appena lo vide Hope si illuminò, suo malgrado.
-Ciao Zayn! Come è andata l’interrogazione di matematica? Ciao, Kate!
-Bene, grazie a te Hope! Non ti ringrazierò mai abbastanza. – il ragazzo si aggiustò il ciuffo con noncuranza.
-Davvero, Hope! – strillò Kate saltellandole incontro – Credo che dovresti aiutare pure me!
Harry arrivò allacciato ad Eli e i due si sedettero appoggiati al tronco del grande frassino e si accesero due sigarette dopo averne offerta una a Zayn che l’accettò grato. Niall arrivò di corsa gridando:
-Ehi, bellezze! Come vi è andata? Mi sono salvato per un pelo da quel tricheco di Sullvan!
E così dicendo si accomodò sul muretto accanto a Liam.
-Beato te. – fece quest’ultimo, sospirando. – Nella prima ora mi ha beccato … e ora mi tocca recuperare la prossima settimana …
 -Dov’è Louis? – fece Niall.
-Già, – gli fece eco Harry guardandosi attorno – non si è ancora visto?
-Eccolo, sta arrivando. – Eli si alzò e gli andò incontro.
-Ehi, Tommo, dove eri finito?
Il ragazzo arrossì e si sedette vicino a Niall.
-Ero nell’aula di chimica … e non ho sentito la campanella. Stavo facendo un’esperimento piuttosto interessante.
Tutti risero –Sei impossibile, Tommo!
Poi Kate strillò:
-Tutti attenti! Sabato sera siete tutti invitati alla mia festa di compleanno! – e vedendo l’espressione spaventata di Louis concluse puntandogli un dito contro – Tutti, Louis, nessuno escluso. E guai a chi osa rifiutare!
-E’ il tuo compleanno, Kate? Bene, grazie. Io verrò senz’altro! Dove la fai la festa?- chiese Hope.
-A casa mia. I miei vanno fuori per il weekend. Sarà una festa fantastica, non ve ne pentirete! – Kate sprizzava gioia da tutti i pori. – Eli, verrai, vero?
La rossa ridacchiò:
-Mi sembra di capire che se non vengo verrò .. tipo, radiata a vita, no?
Kate l’abbracciò e le sussurrò all’orecchio:
-La mia vendicatrice non può certo mancare.
Eli sorrise –Certo che verrò, Kate.
-Ci sarà un sacco di gente! – continuò la mora saltellando eccitata. Poi rivolse le sue attenzioni a Zayn, senza notare l’occhiata affranta di Hope e di Niall. 
 
************
Salve a tutt*, 
cosa ne pensate? I ragazzi sembrano un po' confusi (per lo meno Zayn ed Eli) e Niall ha scoperto cosa si nasconde dietro la stranezza di Louis. Cosa succederà alla festa di Kate? Se continuerete a segurici lo scoprirete! Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto. Ringraziamo chi ci segue con eterna gratitudine. Buon proseguimento di vacanze a tutt* e .... continuate a leggerci, mi raccomando ;). Baci  

 

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Capitolo 7
*** La festa di KAte - parte 1 ***


CAPITOLO SETTE : LA FESTA DI KATE - parte 1

Il sabato tanto atteso giunse, e con lui la festa di compleanno di Kate. Louis sapeva di non poter mancare perché altrimenti i suoi nuovi amici si sarebbero offesi e lui sarebbe stato estromesso dal consorzio civile per l’eternità. Sua mamma era di nuovo ricoverata all’ospedale perciò, se non altro, non doveva preoccuparsi di starle dietro. Si infilò la camicia più decente che aveva ma non poté rinunciare al cappottone e alla sciarpa. Controllò accuratamente che tutto fosse in ordine, prese sottobraccio il computer dove c’era il regalo per la festeggiata e si avviò verso Roxberry Avenue. Tremò nella fredda brezza della sera, si strinse meglio nel cappotto e proseguì affrettando il passo. I suoi passi risuonavano sull’acciottolato del vicoletto che stava percorrendo. Era una scorciatoia che aveva scoperto qualche tempo addietro; di solito non trovava mai nessuno nel percorrere quel viottolo e sobbalzò quando una voce chiara e squillante chiamò:
-Ehi, Louis, aspettami!
Si voltò terrorizzato aspettandosi di vedere chissà cosa sbucare dall’ombra ma si rese conto che era solamente Eleanor, l’amica chiacchierona di Eli. La salutò con un grugnito.
-Stai andando anche tu alla festa di Kate?
-Si.
-Ci scommetto che sarà una festa grandiosa! Ehm, tutto ok?- la ragazza guardò stranita Louis che continuava a mantenere la sua facciata di pietra.
-Si.
-Tu che regalo le hai fatto? Io le ho comprato una maglietta stupenda! Sai quelle camicette con lo jabot color pesca e i bottoni che sembrano piccole farfalle?! Ecco ne ho presa una così perché adesso vanno molto di moda!- non diede neanche il tempo a Lou di proferire parola perché cambiò subito argomento:
-Senti, non voglio essere invadente ma … fai il filo a Eli, vero?
Louis sobbalzò di nuovo e annuì brevemente. Quella aveva una faccia furba, quelle che è inutile ingannarle perché tanto indovinano sempre e quindi tanto valeva dire la verità. Eleanor sorrise con aria saputa:
-Ti voglio dire una cosa, Louis. Ci scommetto tutto quello che vuoi che anche tu non le sei del tutto indifferente …
Il ragazzo deglutì rumorosamente, alzò le sopracciglia e articolò un:
-Mi stai prendendo in giro, per caso?
-Non ti sto prendendo in giro, giuro! Vedi, io la conosco abbastanza bene da cinque annetti. Dico “abbastanza” perché nessuno conoscerà mai veramente bene Eli … ma questo non c’entra- fece un respiro profondo e continuò:
–Harry è cotto perso marcio di lei ma … il problema è questo : lei non è innamorata di Harry. E fidati, perché ho intuito in queste cose! Sono tipo la Sherlock Holmes di Cupido, più o meno. Sono arrivata alla conclusione che lei veda Harry come un fratello, un migliore amico, non come un fidanzato. Non so se hai notato quanto malato, squilibrato e competitivo sia il loro rapporto. Continua a essere una gigantesca scommessa. E, credimi, loro si molleranno a breve. Rimarranno amici per la pelle, perché sono esattamente identici. Se lei è il fuoco, lui è la benzina che lo alimenta; se lei è una bomba, lui è colui che la farà detonare. Troppo simili e troppo arrabbiati per poter stare insieme. Ricordalo, troppo simili e troppo arrabbiati. Se mi credi sulla parola, Eli potrebbe essere tua prima di quanto immagini!
Louis era rimasto scombussolato da tutte quelle parole. Termini forti ma realistici. Guardò i grandi occhi di Eleanor e decise di crederle sulla fiducia. C’era serietà e sicurezza nel suo sguardo. E forse in questo avrebbe potuto aver ragione, perché anche lui si era accorto di molte cose tra i due che stonavano. Ora che tutto sembrava aver assunto una piega inaspettata, una piega talmente strana che forse avrebbe potuto cambiare la sua vita, era il momento di crederci, di buttarsi senza guardare in quel mare di stelle cadenti che era la sua nuova esistenza. Era il momento di rischiare tutto. Il ragazzo sorrise a Eleanor che fece un commento sul suo “splendido sorriso raggiante e luminoso come il sole d’agosto”. Seriamente, ma dove li trovava dei paragoni così?! Continuarono a camminare verso la casa di Kate, un bel palazzo alto e stretto di una delicata tinta verde pastello. Suonarono al campanello che venne aperto con uno strillo e si fecero tre piani di scale ripidissime a piedi. Arrivati davanti all’appartamento vennero accolti da un coro di urla, risate, musica da spaccare i timpani. Kate era sulla porta con un sorriso smagliante stampato in volto e un vestito turchese chiaro lungo poco sopra al ginocchio senza spalline. La cintura panna  le cingeva i fianchi, in pendant scarpe panna col tacco alto. I capelli sciolti al naturale le ricadevano morbidamente sulle spalle. I grandi occhi azzurri incorniciati da un leggero tratto di matita nera con le lunghe ciglia impreziosite dal mascara, brillavano di gioia.
-Benvenuti!! Avanti cari!
Vennero introdotti con un bacio sulla guancia in una sala gigantesca, che pulita sarebbe stata uno splendore ma in quel momento era disordinata come non mai. I soffitti alti da cui pendeva un lampadario di cristallo erano decorati da stucchi, sul pavimento faceva bella mostra di sé un tappeto di sicura provenienza araba, una statua neoclassica era strategicamente piazzata accanto all’arco che introduceva nel salotto. Kate li spinse dentro ridendo. La sala era calda e in un angolo un impianto stereo di ultima generazione faceva risuonare le note  di “I got you” di Duke Dumont. La televisione al plasma era coperta da un telo, il divano era già monopolizzato da quattro ragazze (cheerleader, ovviamente della banda di Kate) e Louis vedeva già male i vasi e i quadri e le chincaglierie del salotto. Stava già per andare in soccorso di un uovo di cristallo che venne sepolto dall’abbraccio di Niall che urlava come un indemoniato felice che il geek si fosse fatto vivo. Poi fu il turno di Harry che lo prese in braccio, poi di Eli che praticamente lo soffocò (Lou pensò a quando quegli abbracci sarebbero diventati normale routine e arrossì al solo pensiero), quindi degli altri che almeno lo risparmiarono da abbracci da piovra (se escludiamo Prest, il ragazzo del pub, che lo trovava particolarmente *gleoite*e *lach* 1.  Quando riuscì a isolarsi di nuovo, corse in aiuto della cristalleria mettendola in salvo.
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Nel contempo Liam era andato a prendere Hope a casa per portarla alla festa di Kate. Hope … diamine, solo a sentire quel nome il suo cuore perdeva un battito. Si, certo, era il suo migliore amico ovviamente, ma non poteva nascondere a se stesso di essere anche innamorato della biondina. Ma tanto lei amava Zayn e lui aveva Michelle, che in fondo era un’ottima ragazza. Mise in moto la sua macchina e si diresse verso casa Drew. Suonò al campanello, mettendosi a posto la camicia e ravviandosi i capelli con una mano. La porta si aprì, rivelando una signora sulla quarantina.
-Buonasera, tu dovresti essere Liam, vero?
-Ehm, si, signora, piacere di conoscerla- Liam tese formalmente la mano.
-Ma chiamami pure Charlotte, caro. Ti chiamo Hope.
La signora scomparve su per le scale e Liam rimase in salotto tormentandosi il labbro inferiore fin quando … corbezzoli! Come un angelo (si sentiva poetico) vide apparire Hope dalla cima delle scale. Portava un vestitino nero sopra il ginocchio impreziosito da brillantini sul corpetto. I capelli biondi sciolti sulle spalle e un leggero strato di trucco che rendeva ancora più splendente il suo sorriso. Le scarpe con i tacchi neri la alzavano di altezza senza renderla ridicola. Charlotte li ricoprì di raccomandazioni e poi li lasciò finalmente andare con un sospiro.
Salirono in macchina e si diressero verso Roxberry Park.  Il viaggio fu straordinariamente silenzioso e Liam si sentiva un po’ a disagio notando l’ostinato silenzio della sua amica. Con una frenata perfetta (perché se Liam fa una cosa la fa perfetta) il ragazzo posteggiò sotto casa. Hope si morse il labbro e piagnucolò:
-Lee, non voglio entrare.
-Cosa? Hope che ti prende?
-Non voglio vedere Zayn e Kate abbracciati tutto il tempo. Perché ogni loro bacio per me è una frecciata nel cuore …
-Senti bella, per piacere guardami- le voltò il viso triste verso il suo –Se Zayn non ti guarda vuol dire che è un’idiota che dorme d’in piedi. Quindi tu non puoi farti abbattere da questo perché oggi non devi far altro che divertirti, ballare e non pensarci. Ok? Me lo prometti?
-Forse … No, anzi, hai ragione. Non devo farmi abbattere da tutto ciò. Grazie Liam, sei un amico vero, ti voglio bene.
Lo abbracciò forte e il ragazzo le sussurrò nei capelli:
-Anche io ti voglio bene, Hope.
I due salirono in casa Hamilton e vennero accolti da una Kate smagliante:
-Ciao cari!- li abbracciò e li portò dagli altri.
Zayn appena vide Hope per poco non si strangolò con la birra. Ma chi era quello splendore? Caspita, ma che andava pensando?! Kate era il suo splendore! (altroché J).  Un qualcosa però nel suo cuore si stava muovendo come un verme nella mela. Perché era geloso di Liam che la teneva sottobraccio? Perché ogniqualvolta la vedeva il cuore accelerava? Meglio non addentrarsi in questi pensieri. Il ragazzo si alzò e si diresse verso il bagno. Una rinfrescata non gli avrebbe fatto che bene.
 Dall’altra parte del salotto Kate era impegnata a sgridare Frederick, il suo ex, colpevole di aver fatto cadere il vaso Ming della nonna. Il grande vaso di porcellana bianca e blu era caduto per terra riportando una brutta sbeccatura. La colpa era di Frederick e di Perrie che mentre si baciavano lo avevano accidentalmente scontrato. Kate era giunta stile angelo della morte e aveva cominciato a sgridare il suo ex urlando e strepitando.
-Ehm, Kat, ma non è solo colpa mia … - balbettò il ragazzo indietreggiando fino a trovarsi con le spalle al muro e una gran fifa addosso.
-Ma si, è anche uno sbaglio da parte mia- intervenne Perrie tentando di calmare l’amica che si voltò verso di lei ringhiando:
-No, Pez! È solo colpa sua. Tua, capito brutto cafone senza cervello?!- schiamazzò Kate puntando un dito accusatore. Un secondo dopo però, vedendo che le sue amiche stavano richiamando la sua attenzione decise di lasciare perdere e si diresse lontano a passo di carica. Prima di scomparire in sala però fece un eloquente gesto di avvertimento a Frederick che, colto alla sprovvista, balzò sull’attenti. Kate sorrise compiaciuta e svanì. Louis era raggomitolato per terra, con una sigaretta tra le labbra, stretto tra Niall che parlava di qualche stupidata tipo la partita imminente e Eli che … oddio santissimo, no… che diavolo, maledizione… accidenti… caspiterina… acciderba!!!!! Gli aveva appoggiato la testa sulla spalla! Tremolò come una foglia secca scossa dal vento e si impose di non far aumentare il battito cardiaco.
-Ehi Lou, dicci qualcosa anche tu!- la voce roca di Harry lo risvegliò dal suo stato di trance. Erano rannicchiati in un angolo del salotto, tutti e quattro, con le sigarette in bocca e una bottiglia di birra che si passavano. “I soliti emarginati” li aveva etichettati amichevolmente Zayn. “Summer” di Calvin Harris rimbombava per tutta la casa. Louis pensò che i suoi timpani erano messi a dura prova dal volume esagerato dello stereo. Guardò i suoi tre amici e cercò di farsi venire in mente un argomento di conversazione tanto per non fare la solita figura da morto in piedi.
-Ehm … lo sapete che ho scoperto una cosa interessante?
-Davvero?!- esclamarono curiosi Harry e Niall.
-Diccela … - Eli gli soffiò una risata sul collo, che lo fece rabbrividire da capo a piedi.
-Sapete, ho scoperto attraverso una serie di facili esperimenti che la stricnina, il comune veleno,ha la capacità di cambiare forma e colore. In presenza dell’ossigeno questi cristalli bianchi dapprima diventano blu oltremare, per poi passare in successione attraverso il porpora, il viola, il cremisi, l’arancione e il giallo.
Poi ho scoperto che nella sua forma di ossido arsenioso, l’arsenico è solubile nell’acqua ma non nell’alcol o nell’etere. Il cianuro è solubile nell’acqua alcalina e nell’acido idroclorico diluito, ma non nell’alcol. La stricnina è solubile nell’acqua, nell’alcol etilico o nel cloroformio ma non nell’etere.
-Ok, basta Tommo, la lezione è finita per oggi!- rise Niall –Sei  proprio senza speranza, sai?
-Ma no, aspetta. Lo sapevate che nell’Italia seicentesca a Napoli viveva una certa Giulia Tofana che mescolò l’arsenico, la belladonna, il grasso di maiale e il piombo e creò l’ Aqua Tofana, un veleno incolore, inodore e insapore in grado di uccidere senza lasciare traccia?- Lou si stava appassionando al suo resoconto chimico.
-Ma davvero? Interessante … - ghignò Eli, guardando Harry che assunse un’espressione leggermente spaventata.
-Che vai pensando Haz? Non ti ucciderei mai!
-Siamo sicuri?
Il quartetto rise insieme quando la squillante voce di Kate li fece voltare:
-Tutti attenti! È il momento dei regali!!
La sala si alzò e una mandria di ragazzi andò a recuperare pacchi, pacchetti, sacchetti e fagotti vari da consegnare alla festeggiata che si era accomodata sul sofà come una sultana che viene sventolata dai suoi paggetti.
Pian piano, tutti i regali vennero scartati e commentati con gridolini di felicità. Rimase un po’ perplessa di fronte al regalo di Eli, che consisteva in un bracciale d’argento con due zampe di lupo che si artigliavano. Cercò di far buon viso a cattivo gioco davanti al regalo di Prest, uno spaventapasseri a molla che diceva “Viva Kate”. Il ragazzo sembrava così orgoglioso che di ferirlo davanti a tutti non le sembrava giusto. Splendido il vestito regalatole da Zayn, e gli orecchini di Niall. Tutti regali molto carini (esclusi il bracciale e il pupazzo) ma poi si vide davanti Louis con un computer in mano.
-Ehm … Louis, mi hai regalato un computer?- tentennò. Il pubblico trattenne il fiato.
-No- fu la risposta secca. Il computer venne acceso e un dischetto venne inserito. Un video cominciò a proiettarsi sul muro. Apparve il viso di Kate incorniciato di farfalle con la scritta “Buon diciottesimo compleanno da parte di Louis, il ragazzo geek” poi immagini cominciarono a ruotare con varie frasi e una musica in sottofondo. Le foto ritraevano Kate in varie pose, con varia gente e … terribilmente imbarazzanti autoscatti di Kate con smorfie di ogni tipo.
-Ma … Lou!- balbettò lei, mentre la gente cominciava a ridere sguaiatamente. Foto in bagno, foto in costume, foto in pigiama, foto cretine … tutto il cellulare di Kate dato in pasto all’opinione pubblica. Smorfie esilaranti, ritratti modificati con Flipagram e tante cavolate di ogni genere. Kate divenne rossa come un pomodoro a causa della foto che si era fatta quando era seduta sul gabinetto ma che fortunatamente non ritraeva troppo bene l’ambiente.
-Ehi, Lou, ma ti rendi conto di che affronto le hai fatto?- la voce di Harry lo fece sobbalzare. Si votò e vide il suo amico che sorrideva e che gli raddrizzava gli occhiali
-Ma …in effetti non mi sembra entusiasta del regalo …
-Nel mondo odierno far vedere i propri autoscatti è … imbarazzante? Sono cose private e magari non pensi che a una ragazza non faccia propriamente piacere essere messa a nudo sulla pubblica piazza?
-Oh … pensi sia arrabbiata?- Louis era un po’sorpreso dalla complicazione della mente umana e pensò di far studi al riguardo.
-No Tommolino, nessuno potrebbe arrabbiarsi con te- lo rassicurò Harry.
Finalmente il video si concluse e un coro di applausi esplose. Kate gli sussurrò
-Senti Louis, apprezzo il regalo ma – si trattenne dal dire “so che queste cose tu non le capisci” –Come le hai prese tutte quelle foto?
-Dal tuo telefonino. Ci sono entrato dentro e ho preso tutte le tue foto- rispose il ragazzo con semplicità.
-Ma la mia privacy?! Pervertito!- strillò la ragazza.
Louis la osservò al di sopra delle lenti senza capire cosa c’era di strano e si limitò ad alzare le spalle e a cambiare direzione per salvare un pezzo d’argenteria. Kate scosse la testa. In fondo Harry aveva ragione: nessuno avrebbe potuto arrabbiarsi con Louis.
Hope era temporaneamente rimasta con Zayn, siccome Liam era scomparso e la sua amica anche.
-Senti Hope … riguardo a quei graffiti … - iniziò il ragazzo notando lo sguardo fisso di lei su di lui.
-Dimmi- aveva una voce soave, a ben vedere. Non stridula come Kate, non roca e strascicata come Eli. Lei aveva una voce decisamente soave.
-Ecco … ti andrebbe di … oddio, non so come dirtelo … di provare a fare un progetto assieme? Sul giornale hanno detto che i ragazzi che fanno i graffiti possono andare al parco a sud e decorare un certo muro per renderlo più allegro. Parole del sindaco, tranquilla. E potremmo andarci insieme. Ti va?- Zayn arrossì leggermente perché temeva un secco rifiuto o, peggio, una borsettata sul ciuffo. Non arrivò nulla.
Hope era semplicemente estasiata. Capperi, Zayn la stava invitando a fare dei graffiti con lui! Le sue gote si tinsero di un lieve rosa e si passò la lingua sulle labbra. Pessima idea, perché il lucidalabbra aveva un sapore orribile.
-Ehm … volentieri, Zayn! Poi … ci mettiamo d’accordo?
-Certo!- il ragazzo sorrise felice, poi vide un suo amico che lo chiamava e si alzò, congedandosi da Hope. La bionda si accasciò sul divano. Era un sogno ad occhi aperti. Splendido.
Dall’altra parte Eli e Harry facevano scommesse su quanti drink Niall sarebbe riuscito a ingollare.
-Ci scommetto 5£ che ne beve sette- disse Haz, accarezzando il collo della ragazza.
-5£ che ne beve solo cinque- ribatté Eli raggomitolandosi sulle gambe del ragazzo. Niall si era preparato davanti una schiera di bicchierini pieni di vodka alla fragola e si preparava a ubriacarsi ben bene. Incominciò con il primo, la vodka che scorreva bruciante e deliziosa lungo il suo esofago. Dopo aver visto quelle strepitose foto di Kate era veramente estasiato. Louis gli aveva fatto un regalo mitico, mettendogli davanti la sua amata in ogni versione. E anche con le smorfie era un gran bel pezzo di ragazza. Nonostante il rumore indicibile, Eli sentì però distintamente un urlo che ben conosceva. Kate chiedeva aiuto.
-Aiuto!!! Eli, vieni ti prego!!!
 Ehi, non perché l’avesse salvata una volta voleva dire che ogni volta avrebbe dovuto salvarla! Comunque, siccome le urla non accennavano a smettere, decise di alzarsi e andare a “strapparla al pericolo”. Zigzagò tra i corpi sudati di una miriade di persone e finalmente trovò la mora schiacciata contro il muro e … Prest ubriaco fradicio che ci stava spudoratamente provando con lei.
-Eli!! Vieni!- strillò Kate appena la vide emergere, cercando di scacciare le mani del ragazzo. La rossa sbuffò sonoramente e acchiappò Prest per la collottola.
-Piantala, cretino! Te l’ho già detto che non ti vuole.
-Ma Callie, dai … convincila!
- Vai da Eleanor, tanto lei sta con tutti e lascia stare Kate!
-No, io voglio …
-Giù le zampe!- berciò Kate schiaffeggiandogli una mano che aveva intrapreso un viaggio lungo il suo corpo non proprio casto.
Eli urlò al suo amico qualcosa di incomprensibile, e lui rispose con qualcosa d’altro altrettanto incomprensibile. Kate osservava a occhi spalancati i due che urlavano in gaelico e finalmente Prest la guardò e biascicò.
-Scusa Kate …
-Scuse accettate, Prest. Ma non ci riprovare!
Eli borbottò ancora qualcosa e il ragazzo fece uno strano ghigno e scomparve di nuovo tra la folla. Kate si asciugò al fronte.
-Grazie El, mi salvi sempre la vita!
-Figurati. Comunque non ti avrebbe fatto niente di strano, tranquilla.- le mise una mano sulla spalla e Kate ne approfittò per abbracciarla.
-Va beh, dai, ora vado che stavamo scommettendo e …
-No, aspetta Eli – la interruppe Kate –Prima Prest mi ha detto una cosa in gaelico che non ho capito cosa volesse dire. Me la puoi tradurre?
La rossa annuì, immaginando già cosa avrebbe potuto tirar fuori quel degenerato del suo migliore amico.
-Ha biascicato una cosa tipo … “pòg mo thòin” o una cosa molto simile. Che diavolo significa, si può sapere?- Kate non era molto sicura di volerlo sapere ma la curiosità prevalse come al solito.
Eli scoppiò a ridere, si accese una sigaretta e , con un gesto molto teatrale soffiò una nuvola di fumo e disse:
-Pòg mo thòin vuole semplicemente dire …
-Cosa?!- Kate non stava più nella pelle dalla curiosità.
-Baciami il culo!- la rossa continuò a ridere di fronte all’espressione sconvolta di Kate che boccheggiava come un pesce fuor d’acqua. Continuando a sghignazzare scomparve di nuovo tra la folla.
Quando ritornò da Niall si avvide che nessuno dei due aveva vinto. Il biondo ne aveva bevuti solamente tre e Harry gli stava urlando di tutto.
-Mi sono persa qualcosa?- chiese Eli
-Ne ha bevuti solo tre … - borbottò Harry.
-Ahahah! Vi ho fregati!- rise Niall.
Louis osservava il tutto continuando a cercare cose astruse sul computer. Forse aveva bevuto troppo. Obiettivamente, scolarsi un bicchiere di whiskey come fosse acqua non era stata una furbata. 

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Capitolo 8
*** La festa di Kate - parte 2 ***


CAPITOLO OTTO: LA FESTA DI KATE – 2
-Uhm … Eli, qui c’è troppo casino per i miei gusti … andiamo di sopra?- Harry fece un ghigno assolutamente inequivocabile. La ragazza annuì con uno strano sorriso e tirò il riccio in piedi. Poi, scomparvero al piano di sopra.
-Che ci vanno a fare di sopra?- chiese Louis stupito.
-Niente Tommo, lascia stare e bevi- sorrise Niall infilandogli in bocca la bottiglia di vodka alla fragola che Lou gli sputò in faccia nauseato.
Il tempo passò e solo allora Kate si rese conto che magari un’occhiata alla sua sorellina Sophie rinchiusa in camera al piano di sopra non sarebbe guastata. Magari siccome erano le 10.30 stava dormendo della grossa ma sempre meglio controllare. Saltellò su per le scale evitando il via vai dai gente e cercò la camera di sua sorella. Eccola laggiù in fondo. Senza curarsi di bussare spalancò la porta dicendo:
-Sophie, come stai?
La stanza era semibuia e la ragazza si avvide semplicemente di qualcosa che si agitava sul letto. Però a ben vedere non sembrava molto sua sorella. Contando che sua sorella non aveva i capelli rossi. Proprio in quel momento realizzò che magari quelli sul letto non erano Sophie ma semplicemente Harry e Eli impegnati in atti non proprio casti.
-Ragazzi!!!- ululò Kate. I due sobbalzarono e si girarono verso di lei con aria alquanto interrogativa.
-Mia sorella!- continuò la mora, convinta che Sophie fosse nella stanza. –Come potete … davanti alla mia sorellina!!
-Tua sorella?! Che diavolo … - esclamò Harry.
-Per piacere Harry mettiti qualcosa addosso- lo interruppe Kate.
Eli sbuffò e sbatté in mano al riccio i jeans e i boxer, infilandosi il reggiseno.
-Kate, ti vuoi spiegare?
-Ma … questa è la stanza di mia sorella Sophie e pensavo che fosse qui a dormire ma evidentemente …
-Qui non c’è e non c’era nessuno- disse Harry, abbottonandosi gli skinny.
-Ma ne siete certi al 100 per 100?- insisté Kate.
-Secondo te scopiamo se c’è una bambina tra i piedi?- sbottò Eli.
-Beh no … spero e … venite con me, per favore.
I due terminarono di vestirsi e la seguirono.
-Quindi mia sorella non c’era?
-Ma non Kat, fidati! Sarà in un’altra camera.
Kate li guardò agitata con gli occhi già un po’gonfi. Haz e Eli la abbracciarono tanto per consolarla un po’.
-Tranquilla, ora noi tre la cerchiamo e la troveremo subito. Poi se non la trovassimo lo diciamo a tutti, va bene?
-Si … si … grazie, siete degli amici.
La piccola squadra cominciò a guardare nelle varie camere e nei tre bagni, in cucina e in cantina ma Sophie sembrava scomparsa.
-E’ scomparsa!- Kate scoppiò a piangere.
-No, stai buona la ritroveremo, non è scomparsa- la rassicurò Eli.
Harry balzò sul divano, prese una bottiglia di vodka vuota e urlò con quanto fiato aveva in gola (e la voce non gli mancava …) lanciando la bottiglia contro il muro:
-EHI PLEBAGLIA! STATEMI A SENTIRE!!!
Tutta la sala si voltò sconcertata a fissare il caro Mr. Styles in cima al divano.
-LA SORELLA DI KATE E’SPARITA NEL NULLA E VOI DOVETE AIUTARCI A CERCARLA! SI CHIAMA … EHM …
-Si chiama Sophie … - piagnucolò Kate.
-SOPHIE! QUINDI ORA SGUINZAGLIATEVI ALLA SUA RICERCA.
Gli invitati, impressionati, obbedirono e si sguinzagliarono alla ricerca di Sophie. Chi nelle camere, nei, bagni, in cantina, in cucina, in soffitta, chi chiese ai vicini di casa e chi in giardino. La piccola sembrava scomparsa nel nulla e Kate piangeva senza più ritegno consolata dalle sue amiche.
-Se voi foste una bambina di sei anni che vuole fare uno scherzo di cattivo gusto alla sorella dove vi nascondereste?- chiese Louis.
-Uno scherzo?!-  trentasei persone lo fissarono, perché quando l’hacker parlava tutti ascoltavano ciò che aveva da dire.
-Ovvio che è uno scherzo architettato dalla bambina verso di noi. Rapita è matematicamente impossibile, che sia rimasta prigioniera in qualche luogo altamente improbabile. Non rimane che la beffa. Qualcuno ha qualche idea?- Louis era talmente controllato e serio che Kate quasi non lo prese a pugni.
-Ma abbiamo cercato dappertutto!- disse Niall.
-E’ vero!- gli fecero coro gli altri invitati.
-Eliminato l’impossibile, quel che resta, seppur improbabile, è la verità. Cito per l’evenienza Sir Arthur Conan Doyle -  pronunciò Lou, per poi continuare –Quindi, se avete delle idee non esitate a pronunciarvi. Indi per cui, opteremo una divisione in due squadre che saranno a loro volta suddivise in altre due squadre ognuna con nove persone. Lei, signorina, nome di grazia- l’hacker indicò una ragazza bionda che abbracciava Kate.
-Ehm … Perrie … perché?
-Bene, Perrie tu sarai a capo della squadra che si occuperà di setacciare l’appartamento, intesi?
Perrie annuì e si alzò dal divano, scegliendo i membri della squadra tra cui Kate e Liam.
-Lei, laggiù con la maglietta nera. Nome, prego.
-Io sono Zayn, Louis! Manco mi riconosci?- esclamò il ragazzo raggiungendolo.
-Ti riconosco, ma non tutti sanno chi sei. Zayn, ti nomino capitano della squadra che controllerà il palazzo. Scegli i membri della squadra.
Zayn sorrise e scelse anche Hope .
-Quindi, ora le squadre esterne. Signorina, si, lei, con la gonna amaranto. Si presenti.
-Che ridicolaggine!- la ragazza rise –Mi chiamo Eleanor.
-Ottimo. Eleanor, tu comanderai la squadra del giardino esterno e dintorni. Passa alla scelta della squadra.
Eleanor scelse tra cui Eli, Harry e Niall.
-Ora non ci rimane che la squadra che batterà le cantine e il giardino più interno. Lei, con la felpa verde e i capelli biondi. Ci renda a conoscenza della sua identità.
-Signorsì, signor capitano! Prest al vostro servizio!
-Bene, Prest tu comanderai tale plotone. Signori, si da il via alle ricerche- Louis si sedette per terra quando la voce di Niall risuonò.
-E tu che fai Lou? Non sei in nessuna squadra!
-Tabellina del nove!- la sala tratteneva il fiato.
-Ehm … nove, diciotto, ventiquattro …
-Ventisette
-Giusto, ventisette, trentasei …
-Ecco! Siamo in trentasette, numero primo, quindi quattro squadre di egual numero sono di nove persone. La matematica non è un’opinione Lally. Uno è scartato per forza e quel qualcuno sono io, che mi occuperò di coordinare le indagini e seguire la psicologia della piccola Sophie. Andate.
Le quattro squadre partirono alla ricerca sotto il comando di capitan Louis.
Il resto della serata lo passarono a frugare alla ricerca della sorellina. Kate oramai non faceva altro che piangere, distrutta dalla sparizione. Louis aveva una cefalea incredibile dopo aver ragionato come un pazzo per un’ora dirigendo una massa di gente. Quelli in giardino erano seduti sul muretto sconsolati quando una coppia di signori ben vestiti li raggiunse. L’uomo chiese:
-Ehm, ragazzi, si può sapere che ci fate qui?
-Sapesse … stiamo cercando una bambina scomparsa- disse Niall.
-Oh, poverina!- esclamò la signora –E chi è questa bambina?
-Si chiama Sophie Hamilton- rispose Eli.
-E’ la sorella minore di una certa Kate Hamilton, residente al quinto piano- continuò Eleanor.
-Siete i vicini di casa?- indagò Harry, notando i visi lividi della coppia.
-No. Siamo i genitori- ringhiò l’uomo, trascinando la moglie nel palazzo.
-Oh cavolo, Kate la vedo male- i ragazzi si fissarono e poi corsero tutti in casa per vedere lo svilupparsi della vicenda. Arrivarono e videro una sala gremita delle squadre di casa che circondavano una Kate in lacrime e i genitori che la stavano sgridando.
-Maledizione Kate! Ti avevamo permesso di fare la festa con i tuoi amici purché controllassi tua sorella!- stava urlando Mr. Hamilton.
-Ma io … andavo a vedere come stava e giocava tranquilla e poi … è scappata!
-Dio santo! E ora?! Dobbiamo chiamare la polizia! La mia piccola!- strillò disperata la signora Hamilton.
-Ecco, non ci possiamo fidare di te! Sei la maggiore eppure l’hai lasciata sola!- il padre era sempre più rosso e Kate sempre più bianca quando …
-Permesso, scusami, permesso. Ciao mamma, ciao papà!
Tutti si ritrovarono a fissare una bambina sui sei sette anni, bionda che sorrideva.
-So … Sophie … - balbettarono i familiari.
-Oh, bella festa ma avrei un po’ di sonno … notte mami, notte papi, notte sorellina- la bambina diede un bacio ai genitori e alla sorella ancora impietriti dallo stupore e scomparve su per le scale.
-Tu … tu … vieni qui!!! – Kate si riprese e corse su per le scale fino alla porta chiusa della camera della sorellina. Cominciò a battere i pugni sulla porta urlando:
-Brutta schifosa inutile vermiciattolo! Stavo morendo per te! Che scherzo è mai questo?! Si può sapere dov’eri lurido bruco?!
I suoi amici la trascinarono via dalla porta e la sbatterono in salotto dove i genitori erano ancora piuttosto alterati.
-Per favore, non sgridate Kate! È la bambina che ci ha giocati- disse la sala intera.
Mr. Hamilton brontolò qualcosa ma smise di sgridare la figlia maggiore mentre la signora cominciò a sventolarsi sorridendo, quindi salì per andare a vedere la figlia minore.
-Ci sono!- uno strillo acuto e squillante fece voltare tutti verso Louis.
-Che dici ragazzo?!
- Kate, Sophie era nascosta nel sottoscala! Nessuno ci ha guardato perché c’erano troppi ragni morti e non pensavamo …
Venne interrotto da una vocina di bambina:
-Giusto, ragazzo con gli occhiali! Ero nel sottoscala. Notte!
Lo shock regnò per alcuni minuti fin quando Kate annunciò:
-Bene, ragazzi vi ringrazio di tutto ma … temo che ormai la festa possa dirsi conclusa.
Un mormorio lungo e tutti e trentasei salutarono e se ne andarono a casa, nella fredda aria della notte, ancora scossi  dagli avvenimenti inaspettati  della serata e piuttosto alticci. Tutti però furono d’accordo nel dire che era stata una gran bella festa.
 

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Capitolo 9
*** TROUGH THE MONSOON, JUST ME AND YOU ***


 
CAPITOLO NOVE : TROUGH THE MONSOON, JUST ME AND YOU
Ormai erano passati due giorni dalla festa e i ragazzi avevano ripreso le solite attività quotidiane tra cui ritrovarsi al parco il martedì pomeriggio.  Avrebbero potuto usare anche il loro “covo segreto” al pub, perché Prest aveva dato loro le chiavi di riserva ma dopo le urla di Kate e di Hope per colpa delle ragnatele e della puzza avevano desistito dall’idea di crearsi un covo segreto, e avevano optato per semplici incontri al parco. I cirri grigio piombo si rincorrevano nel cielo di un tenue color perla. “Il vento soffia da sud ovest. E’ in arrivo una tempesta. E guai.” aveva pensato Eli, occhieggiando il cielo. A volte, quando guardava il cielo sentiva una nostalgia acuta per il Connemara. Quel pomeriggio, per esempio, avrebbe dato qualunque cosa per essere nella brughiera col vento che la spingeva e i capelli che le frustavano il viso. Ma invece era lì, e non poteva farci niente.
Hope osservava Zayn di sottecchi, discutendo con Liam di animali, perché erano entrambi animalisti convinti. A Liam non sfuggirono le  occhiate dell’amica verso il pakistano ma fece finta di niente. Chissà che il momento non fosse giunto …
Kate parlava a ruota libera con Zayn, che annuiva distrattamente accarezzandole i capelli. In realtà era concentrato su Hope, e pensava che non riusciva a decidersi. Kate era una splendida ragazza ed era anche allegra e simpatica oltre che molto popolare a scuola. Ma c’era qualcosa nella tranquilla dolcezza di Hope che gli faceva sentire un sentimento profondo, qualcosa che non aveva mai provato prima. Niall parlava con Louis e come da copione veniva ignorato, siccome l’hacker era impegnato a creare scompiglio a scuola cambiando le tabelle degli orari. Il biondo sapeva che parlare con un albero gli avrebbe dato forse maggior soddisfazione ma Lou era Lou e parlargli gli sembrava una cosa carina da fare. Harry e Eli litigavano furiosamente per qualche futile motivo, come al solito. Louis era sempre più convinto che Eleanor avesse ragione. Bastava aspettare, attendere nell’ombra, starsene quieto in un angolo finché non fossero crollati e poi raccogliere le macerie … Ma che andava pensando? Lui voleva bene a Harry, non poteva desiderare che si mollassero! Eppure era proprio quello che sperava … sbuffò e guardò Niall impegnato a cercare qualcosa sul cellulare. Il biondo esultò in silenzio. Aveva trovato il modo di movimentare quel mortorio di pomeriggio con una delle sue trovate geniali. E in più era certo che con quel mezzo avrebbe conquistato la piena attenzione di Kate e sarebbe riuscito una volta per tutte a staccarla da Zayn … si sentiva importante in quel momento.
-Ehi, guarda un po’ … qui su Ask mi chiedono se posso far loro un poema sulla deliziosa Kate Hamilton … cosa rispondo? Uhm, il video della vespa mi pare appropriato – il ragazzo agitò il cellulare e i suoi amici si girarono terrorizzati verso di lui.
-Non farlo … - balbettò Hope.
-Niall Horan, se lo fai ti uccido!- sibilò Eli.
-Non osare!!!- tuonò Kate, balzando in piedi.
Niall fece un sorrisino provocatorio e si mise una mano sulla bocca:
-Ops! Pubblicato!
A parte Louis che non stava ascoltando tutti gli altri rimasero a bocca aperta, increduli che lo avesse fatto sul serio.
-No!- pigolò Hope, nascondendosi il viso tra le mani.
Eli si lasciò andare in una serie di imprecazioni molto colorite in gaelico, usando la spalla di Harry come “muro per le testate”. Poi fece per slanciarsi a picchiare l’irlandese ma Harry la trattenne.
Kate invece, non perse tempo e si slanciò verso Niall con un urlo di battaglia. Il ragazzo balzò in piedi a sua volta e cominciò a correre agitando il telefono inseguito dalla cheerleader.
-Kate, per piacere … - iniziò Zayn, alzandosi ma venne fermato da Hope che mormorò:
-E’ inutile, lasciali andare.
Niall correva veloce per il parco, con una già mezza spompata Kate alle calcagna. Girò a sinistra e si trovò davanti al muro dei bagni pubblici. Perfetto, quello che ci voleva. Kate arrivò schiamazzando e gli saltò addosso nel tentativo di strappargli il cellulare. Niall fece un mezzo sorriso e la voltò spingendola con violenza contro il muro, tenendole i polsi serrati.
-Ehm, Niall, che diavolo stai facendo? Ok, non ti prendo il cellulare però lasciami andare … Niall, ti prego ….
Il ragazzo aveva stampata in volto un’espressione tra lo scemo gnorri e il passionale. Kate si avvide che gli occhi blu del biondo erano piantati sulle sue labbra. Che diavolo voleva fare? Perché non la mollava? Niall fece un respiro profondo e finalmente si decise. La baciò appassionatamente e in quel moneto Kate pensò di svenire. Fu tentata di rispondere al bacio perché sentiva che quelle labbra erano fatte apposta per lei, ma al contrario le serrò. Per quanto le piacesse, non poteva tradire Zayn. Con forza spintonò via il biondo, gli strappò (finalmente) il telefonino dalle mani e scappò via. Niall, dal canto suo, sentì come una scarica nel cervello. Da quanto aveva cominciato a correre aveva “staccato la spina” ma ora … “Stupido, brutto deficiente, che hai fatto?!” si maledisse in silenzio per aver mandato tutto a rotoli. “Dovevi farle capire il tuo vero amore, non dovevi spaventarla facendo anche una pessima figura!” Una lacrima di rabbia e delusione gli solcò il viso. Ora doveva andare a chiederle scusa. Si mosse lentamente, come un condannato che viene scortato al patibolo. Quando arrivò dagli altri, vide Kate che cercava sul suo cellulare con un’espressione stupita dipinta sul volto ancora arrossato.
-Ehm, senti Kate … - iniziò
-Si può sapere che ti è preso?- sbottò lei –Nessuno ha chiesto niente su di me.
-Io … io non lo so, non riesco a capacitarmi di quello che ho fatto e … senti, per piacere scusami!
-Ho capito, tranquillo, ti perdono e tieni il tuo telefono. Ma se ti fai promettimi di non venire più con noi, ok?- la ragazza lo strinse in un abbraccio sorridendogli teneramente. Niall appoggiò il mento nell’incavo della sua spalla odorando il profumo di miele che emanavano i suoi capelli. Ok, ci aveva fatto la figura del cannato perenne, ma l’importante era che fosse di nuovo con lei. Sorrise. Anche questa volta, gli era andata bene.
Eli, una volta sicura che il video non fosse finito in pasto a tutti, si alzò dal muretto dove stava seduta e con un breve saluto lasciò la compagnia. Era arrabbiata senza sapere nemmeno bene il perché. Forse era il vento che soffiava sempre più forte ad averla fatta innervosire. Forse era il modo in cui aveva sorpreso Louis a guardarla mentre stava litigando con Harry perché non l’aveva lasciata andare a picchiare Niall. Già, Harry e Louis … perché si sentiva così strana? Aveva pensato che stare con Harry avrebbe potuto essere molto divertente, e in un certo senso lo era davvero, insieme facevano scintille. Ma il più delle volte più che scintille facevano divampare degli incendi. Lei era già altamente infiammabile di suo. Stare con Harry non faceva che peggiorare la sua rabbia, la sua voglia di distruggere tutto. Si chiese se anche per lui fosse così. Diede un calcio a una lattina vuota. Si era accorta che ultimamente lui la guardava in modo diverso. Come se gli importasse davvero di lei, come se si stesse innamorando. E questo la faceva stare male perché ormai era piuttosto sicura che quello che provava per lui era un forte affetto ma non era amore. Le sarebbe piaciuto poter riavvolgere le ultime settimane e tornare indietro fino al momento in cui si era messa con lui per cambiare quello che era successo. Non poteva negare che andare a letto con lui fosse stato molto eccitante, ma ormai si rendeva conto che Harry meritava di essere qualcosa di più di uno scopamico … forse, se fossero stati solo amici avrebbero anche litigato di meno.
-Ehi, Eli! Ti vuoi fermare, dannazione?!
La voce di Harry la fece fermare. Prese un profondo respiro e si voltò verso di lui. Gli occhi verde smeraldo la fissavano fiammeggianti e lui la prese per un braccio e la strattonò.
-Che diavolo ti prende? Perché te ne sei andata a quel modo?
Lei scosse la testa.
-Senti Hazza … io … - cominciò. – Ho bisogno di aria, capisci?
Il ragazzo socchiuse gli occhi e la sua bocca assunse una piega amara.
-Cos’è, un modo alternativo per mollarmi, Eli?
-Forse. – la ragazza abbassò gli occhi. Non riusciva a guardare quegli occhi troppo verdi per paura di leggervi un dolore che non avrebbe mai voluto causargli.
Harry le lasciò il braccio e con un breve sospiro le tirò su il mento con due dita.
-Eli, guardami, per favore.
Gli occhi della rossa erano stranamente lucidi e quando parlò la sua voce di solito graffiante e strafottente era sommessa e incrinata.
-Harry. Sei un ragazzo speciale. Io … io ti voglio molto bene ma … non posso stare con te.
-Fammi capire … mi vuoi bene ma mi lasci?
Eli dovette far forza su se stessa per non dargli una spinta e scappare a gambe levate. Invece tirò un profondo respiro e continuò.
-Esatto, Harry. Io … non ti amo Harry. Ti voglio molto bene ma non ti amo. Per me sei il mio migliore amico, Haz. Potresti essere mio fratello …
-Tuo fratello?! Perché, tu scopi anche con i tuoi fratelli, rossa? – Harry la prese per le spalle e la scosse.
La ragazza gli tirò un ceffone e sibilò:
-Come osi dire una cosa simile?
Harry la lasciò andare, improvvisamente svuotato da ogni sentimento di rabbia. Si passò una mano sulla faccia e tirò indietro i ricci che gli erano ricaduti sugli occhi.
-Scusa. – disse.
Rimasero in piedi l’uno di fronte all’altra, imbarazzati. Poi Eli allungò una mano e accarezzò il viso del ragazzo con una dolcezza insolita per lei.
-Non ti biasimo se mi odi. – disse – Ma io continuerò a volerti bene, Haz. Siamo troppo simili per poter stare insieme, lo sai? Bruciamo come due tizzoni, e io non ho bisogno di questo. E nemmeno tu, credo. Non abbiamo bisogno di sommare altra rabbia alla nostra, di aggiungere un ulteriore fuoco al nostro. Al contrario però possiamo esserci sempre, l’uno per l’altra perché nessuno può capirci quanto ci capiamo noi. Siamo troppo uguali, Haz.
Eli si morse il labbro e ad Harry sembrò di non averla mai vista così vulnerabile, così trasparente. Aveva ragione lei, ovviamente. Si rese conto che il suo sentimento per lei era tinto da troppa competizione, da qualcosa che assomigliava troppo alla voglia di rivalsa. In effetti era qualcosa che l’avrebbe distrutti e non avrebbe portato mai a costruire nulla. Un incendio che avrebbe continuato ad infuriare lasciando solo cenere.
Si sentì stranamente leggero e sorridere gli riuscì facile, sebbene una piccola parte di lui invece volesse urlare di rabbia e frustrazione. Ma, per una volta, la luce che brillava negli occhi di Eli spense l’incendio invece di farlo deflagrare.
-Non potrei mai odiarti, sorellina. Hai ragione. Sentirtelo dire mi ha fatto capire che è quello che provo anch’io.
Eli lo abbracciò stretta e nascose il viso nell’incavo del suo collo. Lasciò che la forte emozione che provava sbiadisse un pochino prima di staccarsi da lui e sogghignare:
-Edimburgo, trema. I fratelli terribili sono di nuovo in pista!
Harry la prese per mano e si misero a correre sempre più veloci finchè non arrivarono ai piedi dell’Arthur Seat. Iniziarono ad inerpicarsi su per la collina brulla e ventosa che dominava la città finché non furono in cima, ansanti e con le gambe che gli facevano male per lo sforzo.
Si sedettero al riparo di una roccia e guardarono le vie della città srotolarsi come una mappa tridimensionale ai loro piedi e, verso nord est, videro il fiordo e le navi come barche giocattolo.
-Eli, - ansimò il ragazzo – lo sai che Louis è cotto di te, vero?
Lei scrollò la testa.
-Chi? Louis?! Figurati. Non pensa ad altro che ai suoi computers … sarà attratto da me come lo sono la maggior parte dei ragazzi della scuola. Nien’altro.
-Modesta, eh? – la stuzzicò Harry.
-Realista, Harry. Come del resto tutte le ragazze della scuola ti sbavano dietro. E’ il fascino dei cattivi ragazzi, fratello. – ridacchiò lei.
-Beh, ok. Ma devi ammettere che lui non è proprio uno dei soliti ragazzi … quindi, le cose potrebbero essere molto diverse da quelle che immagini tu.
Harry allungò le lunghe gambe e si stirò come un gatto.
-Avanti, Harry. Louis che si innamora è già una cosa contro natura. E di me, poi!
Eli si sdraiò appoggiando la testa sulle cosce del ragazzo.
-Non sto scherzando, sistah. Basta guardare come ti guarda quando pensa che nessuno lo stia osservando. E poi, me lo ha detto Niall.
Eli scattò di nuovo seduta. Era rossa in viso e si morse il labbro.
-Dio. – mormorò – Ci manca solo Louis, adesso.
Harry si mise a ridere meritandosi un pugnetto sulla spalla.
-Sei ridicola, O’Shaughnessy. Non ti farà mica paura?
Lei sospirò e corrugò la fronte.
-Ma no. E’ solo che … dannazione, Harry. Ho appena risolto le cose con te e ora dovrei di nuovo cadere in un qualche casino amoroso? Ma perché non vi innamorate di qualcun’altra?! O’Shaughnessy è una ragazza molto cattiva, non lo avete ancora capito?
-Ragazza cattiva e crudele! Attenzione, gente! State alla larga! – si mise a gridare Harry ai quattro venti mentre iniziava a farle il solletico finchè la rossa non lo implorò di smettere con le lacrime agli occhi dal troppo ridere. Un gruppetto di ragazzi seduti sotto un altro roccione li fissava stranito. I due si alzarono e iniziarono a scendere verso il centro.
-Sul serio, Eli. Louis è innamorato di te da … boh, tipo da sempre?
-E allora? Devo portarmelo a letto come opera buona? – sbuffò la ragazza saltellando da una roccia all’altra. In realtà si sentiva scombussolata. Anche a lei piaceva Louis. Da quando era arrivata in quella stupida scuola. Solo che le era sembrato davvero troppo strano, fuori portata. Su un altro pianeta. In realtà una volta aveva anche pensato di provarci ma chissà quale strano pudore l’aveva fermata.
Harry la prese sottobraccio.
-Naaa. Però puoi pensarci. Io credo che … beh, se io e te siamo un incendio distruttivo, non credi che lui potrebbe essere la forza tranquilla che ti potrebbe aiutare a domare le fiamme?
La rossa  sospirò.
-Vieni, Harry. Ti offro la cena. In questa versione miglior amico/fratello sei terribilmente saggio, lo sai? Ma non azzardarti a fare da agente matrimoniale!
I due si incamminarono scherzando verso la casa di Eli e si imbatterono in Niall che stava rientrando dagli allenamenti.
-Ehi, cosa vi è successo? – il biondo li salutò con una pacca sulle spalle – e’ un po’ che non vi vedo così di buon umore!
Harry rise:
-Ci lasciamo lasciati, Niall …
Ridendo per la faccia basita dell’amico, Eli terminò abbracciata ad Harry:
-Per esserci ritrovati come migliori amici!
Il biondo irlandese scosse la testa vagamente perplesso ma poi scoppiò a ridere.
-Siete grandiosi, ragazzi! In effetti, vi vedo molto meglio come fratelli che come fidanzati … beh, a domani!
I tre si salutarono e proseguirono verso le rispettive case.
Niall tirò fuori il cellulare e digitò il numero di Louis.
-Ho una notizia, grandiosa, amico mio! – esordì – Tieniti forte.

*****
E dopo secoli e secoli di quiescenza i nostri tornano a colpire, più forti e inesorabili che mai. lo so, siamo ritardatarie croniche ma l'importante è che abbiamo pubblicato questo capitolo in cui tutto succede e le sorti della partita si invertono. chi riuscirà a fare poker? lo scoprirete nella prossima puntata.

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Capitolo 10
*** The match ***


CAPITOLO DIECI – the match
Louis aveva dormito poco e male. Si alzò e strisciò in cucina a prepararsi la colazione ma era talmente sfasato che riuscì a bruciare tre fette di pane prima di poterne mangiare una che non fosse eccessivamente carbonizzata. Aveva passato buona parte della notte sul computer (beh, questa non era una novità) a leggere stupide fan fiction nel tentativo di capire come si dovrebbe comportare un ragazzo che vuole invitare una ragazza ad uscire con lui. Ovviamente non ne aveva ricavato nulla. Allora si era messo ad hackerare i computers di casa O’Shaughnessy per cercare di scoprire qualcosa di più sulla donna dei suoi sogni, così, giusto per evitare di parlare di qualche gruppo pop a una che magari era una punk convinta. Alla fine aveva scoperto parecchie cose su Eli e la sua famiglia ma chissà perché si era sentito a disagio e aveva chiuso tutto provando la sgradevole sensazione di essere un lurido stalker. E il resto della notte, di quel poco che ne restava, lo aveva trascorso in preda agli incubi.
Si chiese se era il caso di andare a scuola quella mattina ma l’idea di vedere Eli lo spinse a infilarsi addosso i vestiti e ad uscire.
Si trovò davanti Harry che saltellava sfregandosi le mani davanti alla porta.
-Harry! – esclamò sorpreso –Cosa ci fai qui?
-Cristo, Louis, finalmente! Stavo congelando qua fuori!
Il ragazzo si soffiò sulle nocche –Che tempo del cazzo! Vorrei che vivessimo nel sud della Francia! Lì almeno non ti congeli il culo mentre aspetti un amico.
Louis si strinse nelle spalle. A lui Edimburgo piaceva proprio perché era umida, fredda e un po’ lugubre. Anche se, a onor del vero, era una splendida città.
-Come mai qui? – ripetè seguendo l’amico sul marciapiede.
-Niente di speciale … volevo solo raccontarti un paio di cose. Sai, prima di arrivare a scuola. Anche se, conoscendo trogolo Horan, saprai già la cosa più importante …
Gli occhi verde smeraldo di Harry si piantarono in quelli troppo blu di Louis e l’hacker abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente per l’imbarazzo.
-Beh … - farfugliò –Ho sentito che … tu e Eli vi siete lasciati … mi dispiace.
-Balle, Tommo! – rise Harry dandogli una pacca affettuosa sulle spalle –Credo proprio che invece la notizia ti abbia fatto piacere!
Louis borbottò qualcosa di poco carino indirizzato ad un certo irlandese biondo che non teneva mai la bocca chiusa.
-Dai, Lou. Intanto me ne ero già accorto da solo … e poi, se questo ti consola, ho scoperto che io e la rossa stiamo molto meglio come amici. Anzi, oserei dire, migliori amici.
Louis camminava in silenzio, il volto arrossato seminascosto dalla sua solita sciarpona nera, le mani affondate nelle tasche del cappotto. Non aveva la più pallida idea su cosa dire ad Harry. Il quale stava continuando a parlare allegramente a ruota libera. Beh, anche Style in quanto a parlantina non era da meno di Horan.
-Sì, ok, il sesso è stato grandioso. Ma … ops, scusa… - Harry si interruppe rendendosi conto che il ragazzo al suo fianco era un po’ troppo taciturno. –Ehi, cosa c’è che non va? Sei preoccupato?
A Louis venne da ridere. Gli stava chiedendo se era preoccupato! Lui era Mr. Preoccupazione, non lo sapeva? Era quotidianamente preoccupato per sua madre, per il loro stato finanziario, per i suoi hackeraggi, per la sua inettitudine a interagire normalmente coi i suoi coetanei … e ora, Eli era disponibile e ormai probabilmente tutta la scuola – lei compresa – sapeva che lui …
-Beh – iniziò – cosa vuoi, Hazza, è solo che … dannazione, tutta la scuola mi guarderà oggi!
Harry provò una gran tenerezza per questo suo amico tanto geniale quanto incapace. Lo abbracciò e gli disse cercando di infondere tutto il calore possibile nelle sue parole:
-Ci sono io, Lou. Non devi preoccuparti. Ti insegnerò tutto quello che c’è da sapere. E poi, detto tra noi, la nostra bella rossa non è affatto dura come vuol far credere …
***
Kate si asciugò il sudore sulla fronte con una salvietta e si lasciò cadere sul prato accanto alla sua amica Perrie. Avevano appena finito di provare la coreografia che avrebbero ballato il giorno dopo, alla partita, ed erano esauste.
-Dio, Kate, - ansimò Perrie scompostamente sdraiata sull’erba del campo –Sto morendo … passami un po’ d’acqua!
La ragazza le passò la bottiglietta e sorrise:
-Dai, Pez … mi sembri mia madre quando va a fare jogging … Piuttosto, cosa ne pensi? Voglio far sfigurare le cheerleaders dell’altra squadra!
-Se non ci uccidi prima ce la farai senz’altro! – fece l’altra restituendole la bottiglietta.
Kate si era alzata e la stava tirando in piedi.
-Andiamo a farci una doccia, sfaticata! E poi, voglio che i ragazzi guardandoci si gasino ben bene …
Perrie la fissò assorta per un attimo prima di esclamare:
-Cosa ti frulla in quella testolina malata, Kate? C’è qualcosa che devi dirmi? Qualcuno di cui devi parlarmi?
La mora la guardò con aria maliziosa mentre entravano nello spogliatoio femminile.
-Uhm … può darsi, Pez.
A Perrie brillarono gli occhi. Adorava i pettegolezzi.
-Sono tutta orecchie, Hamilton. Spara!
Più tardi mentre si trasferiva nell’aula di Inglese con scarso entusiasmo, Kate allungò il collo per vedere se incrociava qualcuno dei suoi amici ma non individuò nessuno. A parte Harry e Eli che fumavano tranquillamente, seduti sul davanzale della finestra del corridoio con le gambe a penzoloni nel vuoto. Aveva sentito dire che si erano lasciati ma a vederli adesso sembravano andare d’amore e d’accordo. Bah… più tardi avrebbe indagato. In quel momento avrebbe voluto solo incrociare Zayn ma di lui non c’era traccia. Mentre stava per entrare nell’aula, si sentì prendere per un braccio.
-Ehi, Kate! E’ pronta la coreografia?
Niall la stava fissando con un sorriso tutto denti e lei non potè fare a meno di pensare che fosse davvero carino.
-Sì, capitano, mio capitano! – esclamò scattando sull’attenti e facendo una specie di saluto militare.
Niall scoppiò in una fragorosa risata. Sì, pensò Kate. E’ proprio carino …
-Mi chiedevo se non potevi darmi un piccolo anticipo …
La mora scosse i lunghi capelli sorridendo.
-Eh, no, mio caro. Sarà una sorpresa. Ma ti assicuro che lasceremo tutti a bocca aperta.
-Non ho difficoltà a crederlo – disse lui. Poi si chinò a darle un bacetto sulla guancia e sparì nella folla di studenti che affollavano il corridoio.
Kate prese posto accanto ad Eleanor che si stava smaltando le unghie di un improbabile color lampone.
-Ehi, El … secondo te com’è stare con Horan?
La brunetta mugolò.
-Cribbio. Questo pennellino fa schifo. Eh? Ah, … boh, non ne ho idea. Immagino ci sia da divertirsi. Horan riderebbe anche a un funerale. Ma perché ti interessa? Hai mollato Zayn per caso?
-No! – Kate si rese conto che i suoi pensieri avevano preso una china pericolosa. –Era così, tanto per dire … l’ho visto poco fa e nonostante domani sia il giorno della partita più importante della stagione era bello allegro.
-Te l’ho detto, tesoro. C’è senz’altro da divertirsi con uno così…. Oh, ecco. Ora va meglio. Guarda, che ne dici?
E Eleanor piazzò le unghie rosso lampone con venature bianche davanti al naso dell’amica.
-Ehm … assolutamente … ehm … fantastiche.
Kate cercò di mascherare l’espressione di puro orrore fingendo un colpetto di tosse.
Il resto della lezione passò senza che la signorina Hamilton avesse ascoltato neppure una parola di quello che aveva spiegato Mr. Greenvoe. Pensò distrattamente che si sarebbe fatta passare gli appunti da qualcuno. In realtà era stata tutta l’ora a fantasticare su Zayn salvo pensare che lui era davvero un po’ troppo controllato. Certo, doveva conservare la sua nomea del più cool della scuola, ma a volte era così perfettino, così misurato che la faceva sentire in imbarazzo. Perché lei era una tipa piuttosto esuberante, dopotutto. Si alzò, si avvicinò ad August Linholm, il secchione della scuola, sbattendo le lunghe ciglia e si fece dare tutti gli appunti. Poi andò in cortile alla ricerca di Zayn e degli altri.
Li vide nel solito angolo, sotto il grande albero vicino al muro di cinta che circondava i terreni della scuola e li separava dal mondo esterno. Eli e Harry si erano seduti per terra ai lati di Louis e stavano guardando qualcosa sul computer del ragazzo. Liam non c’era e neppure Niall era ancora arrivato. Ma c’erano Zayn e Hope che chiacchieravano animatamente guardando il cellulare della ragazza. Kate si chiese se quello che le aveva detto Perrie una volta a proposito di Hope potesse essere vero. Si avvicinò e baciò Zayn sul retro del collo facendolo sussultare.
-Kate! – il ragazzo si girò e l’abbracciò ma il bacio che si scambiarono fu piuttosto tiepido per i gusti di Kate.
-Ciao a tutti! – esclamò lei sedendosi in braccio a Zayn –Tutti pronti per la grande partita di domani? Guai a voi se non venite!
Hope scosse il capo. Sembrava improvvisamente triste.
-Beh .. veramente io … non so, a me non piace il rugby.
Zayn le sorrise e Kate notò come all’amica brillassero gli occhi e si colorassero le guance.
-Dai, Hope. Anch’io non sono un grande appassionato… Ma ci sarà il balletto di Kate e poi Niall ci tiene …
In quel momento Niall piombò in mezzo a loro, con un enorme panino in mano.
-Ehi, chi è che non vuole venire? Domani dovete esserci tutti! Abbiamo bisogno di tutto il sostegno possibile!
-Ma certo, Niall! – Kate gli scoccò un sorriso radioso – Verranno tutti! Noi saremo fantastiche e voi vincerete!
Eli alzò gli occhi verdi dal computer e sorrise, facendo l’ occhiolino al biondo.
-Non mancheremo, Nialler! Verranno anche Prest e i miei fratelli. Dopotutto, la squadra è per metà irlandese!
-E poi tu sei il miglior mediano di mischia che si sia visto negli ultimi anni. –la voce di Louis aveva un’inconsueta sfumatura di simpatia che Niall non mancò di notare con un moto d’affetto.
-Ehi, - Zayn guardò stupito l’hacker – Non sapevo che ti piacesse il rugby!
Lui si strinse nelle spalle. –Beh, non proprio … ma da quando ho conosciuto Niall non ho potuto fare a meno di imparare un bel po’ di cose …
Scoppiarono tutti a ridere immaginando le lunghe conversazioni monotematiche, anzi i monologhi a cui Niall aveva sottoposto il suo amico.
***
Kate, Perrie e le ragazze si inchinarono, sorridenti e sudate a ricevere le ovazioni del pubblico che agitava festante i colori della loro squadra. La mora era soddisfatta. Avevano fatto una coreografia assolutamente fantastica, e tutto era andato alla perfezione.
I ragazzi della squadra entrarono in campo tra le urla del pubblico e loro corsero negli spogliatoi a farsi una doccia e a cambiarsi per poter poi uscire di nuovo e continuare a sostenere la squadra da bordo campo.
Sulle gradinate spiccavano le teste rosse dei fratelli O’Shaughnessy al completo. Eli era seduta tra Prest e Harry che si erano dipinti la faccia coi colori della squadra e cantava a squarciagola l’inno insieme a buona parte dello stadio. Louis, che per l’occasione aveva sostituito la sua solita sciarpona nera e il cappello nero con quelli della squadra, sembrava un po’ fuori posto ma ogni tanto Harry si girava a sorridergli e gli strizzava l’occhio e uno dei fratelli di Eli, che gli sedeva accanto dall’altro lato si era impegnato a insegnargli la canzone. In realtà si conoscevano da anni, via computer, ma con i rispettivi nicknames ed era la prima volta che si incontravano dal vivo. Per Louis era stato un colpo scoprire che Cuchullain era il fratello di Eli. Pregò che il suo collega hacker non avesse capito che era stato lui a violare il computer di sua sorella …
-Ehm … Louis, - fece all’improvviso il ragazzo –La prossima volta che vuoi informazioni su Callie… chiedilo a me, ok?
-Er .. sì, certo. Scusa. Io … era solo che … sì, beh …
-Ehi, tranquillo. Sappiamo bene che effetti ha quella scalmanata di nostra sorella – rise l’altro. Poi lo guardò bene e sorrise. –Non mi dispiacerebbe affatto che si mettesse con uno come te. Magari si calmerebbe un po’.
Louis sprofondò nel cappotto e fece un verso strano. Per sua fortuna la squadra avversaria segnò una touche e il boato di fischi e urla che seguì gli evitò ulteriori discorsi imbarazzanti.
La partita andò avanti piuttosto accesa. La squadra avversaria stava vincendo di stretta misura e il nervosismo aveva cominciato a farsi sentire. Harry e Prest erano venuti alle mani con altri tifosi avversari e Eli aveva tirato fuori il coltello.
Hope sedeva rigida in mezzo a Liam e Zayn. Liam era venuto allo stadio con Michelle. Sembrava che si fosse rassegnato all’idea che con Hope non aveva alcuna speranza. Alla biondina un po’ dispiaceva perché trovava che Liam fosse davvero un bravo ragazzo col quale aveva anche molte cose in comune. Ma, nonostante fosse anche lui piuttosto attraente, quando era con lui non provava assolutamente nulla di più di un affetto fraterno. La ragazza sospirò, e lanciò un’occhiata di soppiatto a Zayn. Quando si accorse che anche lui la stava fissando arrossì.
-Allora, ti stai annoiando? – le chiese il ragazzo, avvicinando la bocca al suo orecchio per superare il frastuono.
-Beh … non ci capisco nulla, a dire la verità. Ma le coreografie di Kate e delle ragazze sono davvero fantastiche e il pubblico è divertente. – lei sorrise e si animò indicandogli un gruppetto di tifosi che sventolavano un’enorme stendardo dipinto. – E’ tutto così colorato e … ci si potrebbe ispirare per dei bellissimi graffiti!
Zayn la guardava con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
-Hai ragione! A proposito di graffiti … dobbiamo vederci per discutere di quel progetto.
Intanto la partita volgeva al termine e la squadra di Niall era sempre sotto di un punto. Gli O’Shaughnessy e Prest intonarono un canto di battaglia in gaelico conosciuto da diverse persone che li seguirono unendosi al canto.
Sembrò funzionare perché un Niall stravolto e sudato fradicio alzò la testa verso di loro e partì all’inseguimento di un avversario in possesso di palla. Si slanciò in un placcaggio da manuale e recuperò la palla ovale. Si rialzò agilmente e prese a correre come un indemoniato, inutilmente seguito da tre avversari. Lo stadio ruggiva a una sola voce. Il ragazzo venne placcato a pochi metri dalla linea di meta ma riuscì lo stesso a slanciarsi in avanti e a segnare.
-MEEEEEEETAAAAA!!!!
L’urlo scosse l’intero stadio. Le cheerleaders presero a danzare scatenate il balletto che Kate aveva inventato per quell’occasione. Eli fu stritolata dall’abbraccio di Prest e di Harry prima di venir sepolta dalla massa dei suoi fratelli urlanti. Alla fine si ritrovò abbracciata a Louis, più rosso della sciarpa che lei gli strappò dal collo e iniziò a sventolare strillando dopo essergli saltata sulle spalle.
Poi tutti tacquero aspettando il momento in cui Niall avrebbe potuto aumentare ancora il punteggio lanciando la palla e cercando di farla passare tra i pali. L’operazione riuscì perfettamente e poco dopo il fischio dell’arbitro decretò la fine della partita. Niall fu portato in trionfo dai suoi compagni in giro per tutto lo stadio e ricevette i complimenti anche dal capitano della squadra avversaria. Sugli spalti i suoi amici avevano sfoderato uno striscione lungo più di sei metri con scritto: “Niall è il nostro re! Come lui non ce n’è!” e lo sventolavano urlando.
Sul campo, Kate gli corse incontro rossa e sudata e assolutamente fuori di sé per la gioia.
-Abbiamo vinto! Niall!!!!!
La ragazza gli si slanciò addosso e lui la prese al volo facendola volare per il campo. Quando la mise giù lei gli si appoggiò, incerta sulle gambe.
-Sei stato fantastico!
-Beh, grazie! Anche tu, se è per questo!
Niall la guardava al colmo della felicità ma proprio in quel momento tutti i suoi amici piombarono sul campo per congratularsi con lui. Quando vide Zayn abbracciare Kate e baciarla, buona parte di tutta la gioia che provava evaporò in un istante. Appena in disparte, Hope lo guardava immaginando di avere la stessa identica espressione di lui dipinta sul volto. La biondina si disse che erano due stupidi. Quei due non si sarebbero lasciati e in più erano anche loro amici: non era certo una cosa onorevole desiderare che si lasciassero. Sospirò. Eppure era proprio quello che entrambi speravano con tutto il cuore.
Mentre Niall e Kate con gli altri componenti della squadra andavano negli spogliatoi, i ragazzi si sedettero su un muretto fuori dallo stadio ad aspettarli.
Eli si avvicinò a Hope e le sorrise.
-Dai, Hope. Vedrai che le cose gireranno per il verso giusto. Hai visto cosa è successo con Harry … Evidentemente abbiamo sbagliato tutti bersaglio, all’inizio. Ma sono assolutamente sicura che le cose andranno al loro posto.
Le fece l’occhiolino e tornò a sedersi tra Harry e Prest con i suoi fratelli e Louis.
Hope la guardò trasecolata. Già era strano che Eli O’Shaughnessy le rivolgesse la parola … e per rassicurarla, poi! Guardò la rossa che stava cantando una canzonaccia con i ragazzi. Pensare che era così carina … se solo l’avesse piantata di andare in giro conciata a quel modo! Ma allora, se lei pensava che …
I suoi pensieri vennero interrotti da Zayn che le si avvicinò. Sembra imbarazzato e a disagio.
-Bella partita, no?
Lei sgranò gli occhi, sorpresa. Ma se gli aveva già detto che non capiva un accidenti di rugby!
-Ehm, sì, immagino di sì. Mi fa piacere che la nostra squadra abbia vinto.
-Già. E … sì, già. – Zayn si passò le mani tra il ciuffo, scompigliandolo leggermente. Segno che era davvero stressato, pensò la ragazza. Forse quella pazzoide di Eli aveva ragione … Si fece coraggio e sorrise.
-Senti, Zayn, a proposito del progetto sui graffiti ….
Lui la guardò grato e iniziarono a discorrere fittamente. Almeno, parlare di graffiti era qualcosa che potevano fare senza destare sospetti né sentirsi in colpa.
Il ruggito di Niall scosse l’aria e tutti risposero urlando e battendo le mani.
-Andiamo tutti al pub! – urlò Prest – Il primo giro lo offre la casa!
La proposta fu salutata da una serie di urla sguaiate e fischi e un folto gruppo di giovani schiamazzanti si riversò per le strade per raggiungere il Royal Mile.
Niall riuscì a dribblare abilmente amici e conoscenti e si ritrovò in coda con Kate che saltellava allegramente con Perrie. Zayn era rimasto davanti con Hope, Liam e Michelle e quindi bastava allontanare Perrie…
Per sua fortuna una delle ragazze del gruppo cheerleaders aveva dimenticato una cosa negli spogliatoi e chiese a Perrie di accompagnarla, così lui e Kate rimasero soli in coda al gruppo.
-Sei stata favolosa stasera, davvero! Eri talmente fantastica che rischiavo di distrarmi … - iniziò a dire. Vai, Horan, pensò, è il tuo momento. O adesso o mai più!
Lei si schermì e sorrise sbattendo le lunghe ciglia sapientemente truccate.
-Oh, dai … sei tu l’eroe stasera, Niall! Comunque, grazie. Ci ho messo l’anima in questa coreografia. Ci tenevo davvero tanto. Sono molto felice che tu l’abbia apprezzata.
Niall si fece coraggio e la prese sottobraccio. Lei lo lasciò fare, anzi le sorrise radiosa.
-Moltissimo. – disse il ragazzo. – Le tue coreografie ti somigliano, sai? Sono spumeggianti e vivaci e mettono voglia di ballare ed essere felici. Sono fantastiche, davvero. Proprio come te.
Kate arrossì. C’erano un’intensità e un ardore tali nelle parole di Niall e nel suo sguardo che lei si sentì la ragazza più bella dell’universo. Nessuno l’aveva mai fatta sentire così, in effetti. Sembrava che per Niall esistesse solo lei.
-Oh, Niall … sei dolcissimo, sai? Mi fai arrossire con tutti questi complimenti!
Il ragazzo vide gli occhi di lei brillare di una luce diversa e sentì dentro di sé una fiducia nuova che lo spronò a continuare.
-E’ che te li meriti tutti, Kate. Non ho mai incontrato una persona solare come te. Sei … semplicemente perfetta! In tutto quello che fai … hai una grazia speciale con cui ti muovi e con cui parli che irraggia felicità e voglia di vivere. Quando arrivo a scuola e sono morto di sonno e non ho studiato e piove pure, mi basta vederti nel corridoio perché la giornata cambi e diventi bellissima.  
Kate si stava crogiolando nelle parole che le stava dicendo Niall. Non avrebbe mai sospettato che fosse così … così poetico.
-Niall, ma hai appena detto delle cose bellissime. Mi farai commuovere se continui così!
Niall stava per ribattere ma vide sopraggiungere Perrie e l’altra ragazza a passo di carica. Così raccimolò l’ultimo coraggio di cui disponeva e mormorò: 
-Non sai quanto coraggio ci voglia ad amare una persona che è innamorata di un altro.
Quindi le accarezzò il volto e corse in avanti dove scorgeva le teste rosse degli O’Shaughnessy.
Kate rimase immobile, con la bocca aperta.
-Ehi, Kate! Tutto a posto? Sembra che tu abbia visto un fantasma! – Perrie le saltò addosso.
-No. Peggio – mormorò la bruna ancora sconvolta. Poi appena ebbe metabolizzato le ultime parole di Niall le sue labbra si curvarono in un gran sorriso:
-No, anzi. Credo che ci saranno degli sviluppi molto interessanti … dai, muoviamoci. Stiamo rimanendo indietro!
*** 
Alla fine era ormai quasi l’alba quando i tifosi rochi e piuttosto alticci fecero ritorno alle loro case.
Kate era stata tutta la sera seduta con le sue amiche a rimirare Niall che cantava, beveva e mangiava patatine circondato dai ragazzi della squadra. Non fece nemmeno tanto caso a Zayn che invece passò la serata a parlare con Hope. Quando rientrò a casa, cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare i suoi, Kate aveva deciso che Niall Horan meritava una possibilità.
 

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Capitolo 11
*** SCHIARITE ALL'ORIZZONTE ***


CAPITOLO UNDICI SCHIARITE ALL'ORIZZONTE 
Eli si alzò che era mattina inoltrata. Aveva dormito male e il dolore pulsante alla testa le ricordava che la sera prima aveva davvero esagerato con la birra. Si guardò allo specchio del bagno e fece una smorfia. Aveva gli occhi gonfi e arrossati e due occhiaie da far paura. Si sciacquò il viso e scese in cucina. I suoi fratelli dormivano ancora e non era il caso di svegliarli. La ragazza intrecciò i lunghi capelli rossi e si preparò una tazza di the. Di mangiare non aveva proprio voglia anche perché aveva un leggero senso di nausea. Si affacciò alla finestra e rimase a guardare una coppia di grossi corvi affaccendata a costruire un nido su uno degli alti comignoli del palazzo di fronte. Aveva voglia di camminare e di stare da sola. L’idea del vocio che di lì a poco avrebbe invaso la casa le fece aumentare il mal di testa. Aveva scoperto che Douglas e Louis in realtà si conoscevano da tempo in rete e si era parecchio innervosita quando suo fratello, prima di andare a dormire le aveva detto che Louis era davvero un tipo figo, schiacciandole l’occhio con fare allusivo e gli altri si erano messi a ululare come un branco di lupi impazziti. Che si facessero un po’ i cazzi loro, dannazione!
Eli si infilò la giacca di pelle, si calcò un berretto in testa e uscì nella mattinata ventosa. Le strade erano semi deserte, essendo domenica, e lei camminò di buon passo verso Calton Hill. Quando arrivò in cima si sedette su una panchina da dove il panorama spaziava su tutta la città e rimase lì immobile, con i Linkin Park che le urlavano “Numb” a ripetizione nelle orecchie.
***
Louis era andato a trovare sua madre all’ospedale. Avevano dovuto ricoverarla di nuovo perché il suo stato mentale era ancora peggiorato e il loro medico temeva che la probabilità che la donna potesse compiere atti autolesionistici fosse piuttosto elevata. Era ormai tardo pomeriggio e la giornata iniziata grigia e ventosa stava avviandosi alla conclusione avvolta in una spessa nebbia giallastra. Louis si strinse nel vecchio cappotto e rabbrividì. Si sentiva rabbioso e impotente. Sua madre, imbottita di tranquillanti, sulle prime non lo aveva nemmeno riconosciuto. E dopo, aveva continuato a scambiarlo con suo padre. Camminava a testa bassa, negli occhi l’immagine di sua madre con gli occhi spenti e vuoti e una smorfia disperata sulle labbra screpolate, e non si accorse di lei finchè non andò a cozzarle contro. Nemmeno lei l’aveva visto, altrettanto impegnata a districare le sue sensazioni perennemente ingarbugliate.
-Merda! – esclamò la ragazza –E stai un po’ attento a dove vai, idiota!
Non ebbe bisogno nemmeno di guardarla per capire chi fosse.
-Scusa, Eli. Ero soprapensiero.
Lei arrossì violentemente e fece un passo indietro.
-Louis! Oh, Cristo … scusami, non ti avevo visto. Scusa, non volevo insultarti … Io …
-Tranquilla, O’Shaughnessy.
Il ragazzo era talmente depresso per la situazione della madre che non si impappinò neppure. La guardò con gli occhi vuoti dietro gli occhiali, poi fece un piccolo cenno con la testa e proseguì. Lei lo rincorse.
-Ehi, Louis … stai bene?
Lui annuì.
-Sì, tutto ok. Scusami ma ora devo andare a casa.
La rossa rimase un attimo ferma a guardarlo allontanarsi nella nebbia, poi gli corse dietro.
-Louis, aspetta! – arrivò accanto a lui, leggermente ansante. –Scusa ma non mi sembra che tu stia bene.
Il ragazzo si morse il labbro screpolato e sembrò rimpicciolirsi dentro al vecchio cappotto. Sentiva le lacrime bruciargli dietro agli occhi e cercò di trattenerle. Non voleva piangere davanti a lei. Cercò di ingoiare il groppo che gli chiudeva la gola e disse con voce roca:
-Niente. Non è niente. Non preoccuparti per me. Non è il caso. Sono solo un po’ stanco.
Eli scosse la testa:
-No. Non posso lasciarti andare così. Vieni a casa con me. Dougie lo conosci già e anche gli altri, più o meno. Non puoi stare da solo, Louis. Non così.
Lo prese per mano e sentì una fitta di tristezza nel sentire quanto gelida fosse.
-Vieni, - ripetè, tirandolo con delicatezza verso l’attraversamento – Se vuoi, puoi anche restare a dormire. Non so cosa ti sia successo, ma riconosco i demoni, Lou. E se stai da solo, ti ingoieranno. Lo so bene. Vieni, non manca molto.
Il ragazzo non riusciva a parlare. Sentiva che se avesse aperto bocca, avrebbe pianto. La mano di Eli era calda e piano, piano il calore della ragazza penetrò dentro di lui, allontanando il gelo che lo artigliava. Si lasciò condurre verso la casa di lei in silenzio.
Quando lei aprì la porta, fu investito da una luce calda, dai Pogues a tutto volume e dalle voci dei fratelli O’Shaughnessy. E fu immensamente grato alla ragazza dai capelli rossi che era arrivata a salvarlo.
***
Hope chiuse la comunicazione e rimase ferma per un po’, giocherellando distrattamente col cellulare. Sapeva benissimo che Liam era attratto da lei e la cosa non le piaceva perché era consapevole del fatto che tra loro non ci sarebbe mai stato nulla. Per fortuna, sembrava che ormai l’avesse capito anche lui e infatti era tornato insieme a Michelle. Così adesso poteva parlare con lui senza quel velo di imbarazzo che provava prima. Ne era felice, perché lui le era davvero simpatico e in più la capiva bene. Come ora. La sera prima mentre tutti erano impegnati a sbronzarsi come un gruppo di barboni lei aveva osservato bene Kate. Come lei non avesse staccato mai gli occhi da Horan, nemmeno quando era con Zayn. Come avesse continuato ad elogiarlo e a bisbigliare nell’orecchio di Perrie con gli occhi brillanti fissi su di lui. Zayn doveva averlo notato anche lui, ma sembrava non averci dato peso. Tutto questo le faceva sperare che le cose avrebbero potuto cambiare a suo favore. Se Kate aveva perso interesse per lui, innamorandosi di Niall, beh, allora lei … aveva campo libero. Il solo pensiero le fece avvampare le guance. Doveva pensare … doveva dare una piccola mano al destino … Avrebbe parlato con Niall. Dopotutto lavoravano per lo stesso scopo.
Si alzò e indossò la vecchia maglietta slabbrata che indossava per dipingere e si chiuse nella stanza dei graffiti. Un sorriso beato le si era stampato in faccia mentre spruzzava la vernice sul muro.
***
Niall aveva trascorso la domenica beandosi della vittoria. Tutta la sua famiglia lo aveva festeggiato ed ora se ne stava spaparanzato beatamente sul letto. Aveva provato a chiamare Louis  ma aveva il telefono staccato e si era augurato che il ragazzo stesse bene e che non fosse successo nulla a sua madre. Afferrò il cellulare e si mise a rimirare per l’ennesima volta le foto di Kate. Sospirò. Era bellissima. Ripensò alla sera prima, a quello che era riuscito a dirle, a come lei lo avesse guardato tutta la sera. Chissà … forse, forse Kate aveva capito che lui l’amava disperatamente.
I suoi pensieri furono interrotti dallo squillo del telefono, pensò che fosse Louis e rimase leggermente stupito nel vedere che si trattava di Hope. Strano, pensò mentre si accingeva a rispondere.
Man mano che la ragazza parlava, il sorriso sulla faccia di Horan si allargava.
-Grandioso, Hope. Sono sicuro che questa volta funzionerà! Buona notte, stellina. Domani sarà una grande giornata!
***
Lunedì mattina un inconsueto sole splendeva nel cielo azzurro smalto e l’aria era insolitamente tiepida. Hope si truccò e si vestì con cura, prese la borsa con i libri e si avviò verso la scuola. Era piuttosto elettrizzata al pensiero di cosa sarebbe successo di lì a poco. Se i suoi conti erano giusti, quel giorno stesso Kate avrebbe lasciato Zayn e si sarebbe messa con Niall. E lei … beh, a quello preferiva non pensarci altrimenti iniziava a sudare e i battiti acceleravano troppo. Un passo alla volta, si disse. Ora togliamo Kate da mezzo, poi …
Si sentiva un po’ in imbarazzo ad aver architettato la messinscena che di lì a poco avrebbe recitato ma era per una buona causa. In fondo, lo faceva anche per Kate. Era evidente che la sua bruna amica aveva preso una cotta per Niall. Lei e Zayn insieme non funzionavano poi così bene, questo era un fatto. Altrimenti Kate come avrebbe potuto anche solo pensare di innamorarsi di un altro quando aveva Zayn?
Arrivò davanti alla scuola e si diresse sotto il grande albero dove si riunivano di solito. Niall era già lì e la ragazza notò che indossava una felpa e una giacca nuovi. I due si sorrisero e lui le fece l’occhiolino. Ma Hope riusciva a vedere che anche lui era molto nervoso. Harry era poco più in là in compagnia delle gemelle Thomas che gli si erano appiccicate addosso una per parte. Liam invece le venne incontro sorridendo.
-Ehi, Hope! Sei particolarmente bella oggi. Cos’è, un qualche anniversario?
Lei scosse la testa, imbarazzata. –No. Beh, chissà … potrebbe diventarlo – si lasciò sfuggire, arrossendo subito dopo.
Per sua fortuna arrivo Michelle che attaccò a parlare a ruota libera su come aveva passato la domenica, così lei potè far finta di niente.
Poco dopo arrivò Zayn che le dedicò un sorriso smagliante.
-Hope, sei uno splendore stamattina! Proprio come questa bellissima giornata!
La ragazza dovette appoggiarsi al muro di cinta perché si sentiva le gambe molli.
-Grazie … ehm, sei … molto gentile ..- balbettò.
In quel momento si sentì il familiare strillo di Kate:
-Buongiorno a tutti! Avete visto che giornata fantastica?!
La mora saltellò allegramente a baciare tutti. Quando fu il turno di Niall però si limitò ad un abbraccio veloce anche se lo sguardo che gli lanciò valeva più di mille parole. Con Zayn si scambiarono un bacio che a Hope sembrò piuttosto freddo.
-E’ ora di entrare. – fece Liam guardando l’orologio. Dove sono Louis ed Eli? Qualcuno li ha visti?
-No. – Niall allngò il collo –Là c’è Harry con le gemelle … ma del Tommo e della mia compatriota non c’è traccia … magari oggi marinano …
-Sì, Louis …. –Zayn lo guardò con aria scettica.
Si avviarono verso l’ingresso e proprio mentre entravano dal cancello spuntarono Eli e Louis sullo skateboard di lei. Niall scoppiò a ridere: Louis aveva gli occhi sbarrati dietro alle lenti e il cappello di lana che teneva perennemente in testa era sul punto di scivolare giù. Eli stava dietro e lo teneva stretto, guidando con perizia lo skate in mezzo ai ragazzi. In un attimo i due saltarono giù dallo skate che lei si fece saltare in mano con un colpo di tacco.
-Cavolo, Lou! Che ingresso! – Niall si stava tenendo la pancia dal ridere e si beccò uno scappellotto da parte di Eli che lo fulminò con lo sguardo.
-Ehi, sorella! Tommo! – Harry aveva mollato le gemelle ed era venuto a salutarli.
Louis si stava riprendendo dallo shock di essere stato abbracciato alla ragazza per tutto il tragitto. Eli abbracciò Harry e gli sussurrò all’orecchio:
-Ehi, Haz, tra mezz’ora ai bagni del terzo piano. Devo parlarti.
Entrarono tutti e si separarono per dirigersi ognuno alle rispettive  aule. Harry seguì Louis nell’aula di informatica. In realtà lui non faceva informatica ma voleva parlare con il suo amico. Si imboscò in fondo con l’hacker e mentre il ragazzo accendeva il monitor cominciò il suo personale terzo grado.
-Ieri sera non eri a casa, Lou. E’ successo qualcosa?
L’altro mugolò qualcosa e si calcò il berretto in testa. Harry sorrise e glielo levò.
-Questo non ti serve, Lou. Cristo, hai dei capelli bellissimi e li tieni sempre nascosti. Allora? Come mai stamattina sei arrivato con Eli sullo skate?
Louis arrossì e borbottò:
-Eravamo in ritardo. Fare colazione a casa O’Shaughnessy è un’impresa titanica.
-Hai dormito in casa di ELI?! E me lo dici così? Dai, Lou, dettagli! Dettagli!
-Non c’è niente da dire, Harry. Ieri … beh, è una storia lunga e non mi va di parlarne qui. Comunque, ho dormito in camera di Cuchul .. cioè, Dougie.
-COSA?! E perché? Ma ti sei bevuto il cervello? Cioè, dico, eri lì con lei e hai dormito con suo fratello?!?
Louis fece per ribattere ma una voce furiosa li interruppe.
-Allora, STYLES! – ruggì la professoressa MacGregor – COSA CI FAI NELLA MIA AULA?!
-Volevo migliorare il mio punteggio.- Harry sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori, con tanto di fossette.
La donna emise una sorta di ruggito.
-FUORI DI QUI! IMMEDIATAMENTE!
Harry sgusciò fuori dall’angolo, fece un inchino, una piroetta e fuggì tra gli applausi della classe intera.
Louis sorrise e guardò la professoressa veleggiare verso la cattedra, paonazza dalla rabbia. Bene, si disse, movimentiamo un po’ questa giornata … E, entrato nel suo sistema, iniziò a infettare il sistema della scuola. Di lì a dieci minuti tutti i monitor mostravano a ripetizione Billie Joe Armstrong che si tirava giù i pantaloni mentre cantava King for a day. Louis si rimise il cappello in testa e se lo calcò bene. Poi si appoggiò allo schienale della sedia e attese. Di lì a pochi minuti il preside entrò come un tornado nell’aula.
-Tomlinson! Fai finire immediatamente questo … questo orrore!
Il ragazzo lo guardò con gli occhioni sgranati.
-Io? Ma cosa posso farci … chiamate qualcuno della sicurezza …
-TOMLINSON! ADESSO BASTA! FAI SPARIRE QUEL BRUTTO PERVERTITO DI ARMSTRONG DAGLI SCHERMI!
-Oh, preside, conosce i Green Day?
L’uomo era sull’orlo di un collasso.
La MacGregor venne in soccorso del collega.
-Louis, avanti. Per piacere ….
Il ragazzo si strinse nelle spalle, si alzò lentamente e si avviò verso la porta.
-Andiamo, preside. Devo lavorare dal computer centrale.
Appena lui uscì, seguito dal preside e dalla MacGregor la classe scoppiò in ululati e applausi. Dalle altre classi si affacciavano studenti e professori, i primi esaltati, i secondi – a parte qualche rara eccezione – sconvolti.
Louis vide Harry e Eli che si sbracciavano fischiando. Li salutò con un cenno e proseguì serafico. Magari questa volta lo avrebbero sospeso, ma almeno si era divertito. Era un po’ che non succedeva.
Harry e Eli guardarono l’amico allontanarsi e si sorrisero.
-Cosa c’è, sistah? Ho sentito che Lou ha dormito da voi .. con Douglas?!
La ragazza rise:
-Avanti, Haz, Louis è un gentiluomo …
Harry alzò un sopracciglio con aria critica e la corresse:
-No, tesoro. Louis è un cagasotto. E’ diverso.
-Harry! Dai, poverino … secondo me non ci è mai stato con una ragazza. Un po’ di comprensione, bro.
Harry le sorrise:
-Bene, allora dovrai educarlo. Sei brava in quelle cose, se non ricordo male.
-Tempo al tempo, bro. E poi chi ti dice che io voglia stare con lui?
-Lo  guardi in un modo … tipo, un bel gelato?
-Piantala, Haz. Sei peggio dei miei fratelli. E poi ti avevo detto di non fare l’agente matrimoniale!
Harry scoppiò a ridere e fece uno scatto di lato per evitare la spinta della ragazza.
***  
 
La campanella della ricreazione non aveva ancora finito di suonare che un’orda di studenti vocianti si riversò nei corridoi e nel cortile. Harry e Eli andarono in cerca di Louis e lo trovarono mentre usciva dalla presidenza.
-Lou! – urlò Harry correndogli incontro. –Allora? Guai grossi?
-Non ti hanno sospeso, vero? – Eli sembrava seriamente preoccupata.
L’hacker sorrise ed Eli si ritrovò a pensare che aveva un sorriso spettacolare, quanto quello di Harry. Peccato che era più raro di un rinoceronte bianco …
-No. Mi hanno chiesto di mettere a posto alcune cosette e come forma di pagamento mi hanno evitato la sospensione. E’ stato divertente, soprattutto quando, con la loro autorizzazione, ho potuto praticamente vedere tutte le password di tutto il personale docente. Mi sono risparmiato un bel po’ di lavoro a casa…
Harry lo abbracciò ululando. Poi i tre uscirono in cortile. Eli si sentiva stranamente felice in mezzo ai due ragazzi. Si piazzarono sotto l’albero e mentre lei e Harry facevano una gara di tirassegno col suo coltello, Lou trafficava col tablet. Si era tolto sciarpa e cappello e il sole splendeva sui suoi capelli, accendendo bagliori bronzei.
A un certo punto, sollevò la testa e guardò i suoi amici che litigavano per il punteggio e un piacevole calore gli si irradiò nel petto. Fece un piccolo sorriso. Forse era arrivato anche per lui il momento di avere un po’ di felicità.
***
 Kate corse in bagno, si rifece velocemente il trucco e andò in cerca di Zayn. Ormai aveva preso la sua decisione e l’agitazione che l’aveva dominata per tutta la domenica era sparita. Aveva capito che in realtà quello che provava per Zayn era solo un’infatuazione. Certo, lui era uno dei ragazzi più belli della scuola e, sicuramente, era quello più cool con quell’aria un po’ da bel tenebroso. Ma in fondo non era proprio il suo tipo. Niall invece … sentì un’ondata di calore salirle alle guance. Solo pensare a lui le faceva venire le palpitazioni. Vide Zayn accanto al suo armadietto e lo raggiunse di corsa.
-Kate, tesoro. Cosa c’è?
Il moro la guardò con un sorriso.
Lei prese un bel respiro e disse tutto d’un fiato:
-Zayn … ecco, io … beh, non so come dirtelo ma. Penso che le cose tra noi non stiano funzionando troppo bene. Tu sei assolutamente fantastico ma … penso di volere qualcos’altro.
La ragazza prese fiato e si scostò una ciocca di capelli dal viso, mordendosi un labbro mentre attendeva la reazione del ragazzo.
Una piccola parte di Zayn reagì male al discorso di Kate. Insomma, era lui che mollava le ragazze, non il contrario! Ma l’idea che la separazione tra lui e Kate filasse via liscia, senza lacrime e recriminazioni era talmente allettante che bastò a soffocare il moto d’orgoglio.
-Quindi, è finita? – si limitò a dire, fissandola con gli occhi color miele impassibili.
Kate si dondolò sui piedi, leggermente imbarazzata e anche un pochino delusa. Aveva pensato a qualcosa di più passionale… che so, insulti, tentativi di baci violenti … bah, forse era meglio così. Anche se questa conclusione così blanda non era esattamente di suo gusto.
-Direi di sì, Zayn. Penso sia la cosa migliore. Prima di rovinare anche la nostra amicizia. Perché spero che rimarremo amici, vero?
Il ragazzo le sorrise, un sorriso vagamente finto, pensò lei. Evidentemente non ci teneva affatto a lei. Era solo questione di stupido orgoglio da cacciatore.
-Certo, Kate. A dire la verità … beh, volevo dirti anch’io la stessa cosa. Ultimamente, mi ero accorto che quello che provavo per te non era proprio amore. Ma non volevo ferirti.
-Beh, allora va bene così, immagino. – Kate sorrise sollevata e fece un cenno di saluto con la mano prima di allontanarsi a passo spedito alla ricerca di Horan.
Cercò nei corridoi, ma niente. Allora corse in giardino e cercò la testa bionda di Niall nelle vicinanze del grosso albero dove di solito si riunivano. E infatti, lo vide, i capelli che brillavano al sole, nel solito posto insieme a tutti gli altri.
Si rassettò il vestitino turchese, controllò nello specchietto che teneva nella piccola tracolla che il trucco fosse a posto e si avvicinò al ragazzo per dirgli che si era lasciata con Zayn … a causa sua. Ma ciò che vide la fece rimanere impietrita per alcuni secondi.
Niall stava baciando Hope.
Kate emise un mugolio strozzato. Non era possibile! Niall le aveva fatto chiaramente capire di essere perdutamente innamorato di lei! E ora … ora …
-No! – urlò con voce strozzata prima di fare dietrofront e scappare via in lacrime.
Andò a sbattere contro diversi ragazzi nella sua fuga precipitosa verso i bagni delle ragazze ma non sentì nemmeno i vari insulti che le venivano lanciati dai malcapitati travolti. Il cuore le batteva talmente forte che sentiva i battiti rimbombarle nelle orecchie. Mentre stava per raggiungere la porta di ingresso, si sentì afferrare da dietro.
Si trovò davanti Niall, tutto rosso e spettinato per l’inseguimento. Lo fissò boccheggiando, incapace di sillabare alcunché di sensato. Il ragazzo fece per dire qualcosa ma ci ripensò e, presala per i fianchi, la tirò a sé e la baciò con passione. Kate lasciò da parte ogni pensiero che non fosse le labbra del ragazzo e si perse tra le sue braccia. Ma quando si staccarono per riprendere fiato, gli tirò una sberla.
-Come hai potuto?!
Niall sorrise incerto, toccandosi la guancia che si stava arrossando e sempre tenendola ben salda per i fianchi le disse:
-Era solo un modo per attirare la tua attenzione, Kate! Tra me e Hope non c’è mai stato e mai ci sarà niente! Era solo una stupida finta per cercare di sbloccare la situazione … Perché io ti amo da impazzire, Kate Hamilton.
Lei arrossì un pochino, ma poi lo afferrò per il colletto e lo tirò verso di lei:
-E allora baciami, stupido!
I due rimasero incollati l’uno all’altra in un bacio che Kate, più tardi, definì il bacio più fantastico della mia vita. Non sentirono la selva di urla, fischi e battutacce con cui gli studenti lì attorno salutarono il loro focoso bacio. Non sentirono nulla, se non i loro cuori che battevano all’unisono, finalmente a casa.

****
E fuori due! il rugbista e la cheerleader si sono messi insieme! Alè Alè Alè! *coretti da stadio con tanto di vuvuzelas" Eli non è indifferente a Louis e oramai tutto si sta mettendo in ordine. in attesa della resa dei conti, ci inchiniamo solennemente. Buonanotte  

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Capitolo 12
*** Here comes the rain ***


 Capitolo dodici : Here comes the rain
Appena la campanella dell’ultima ora suonò, Hope mise tutti i libri nello zaino e uscì dall’aula di biologia. Mentre camminava lungo i corridoi affollati si accorse che i finestroni erano sporchi di pioggia. Accidenti, pensò, ci mancava solo la pioggia… aveva dimenticato l’ombrello a casa e poi, a dirla tutta, quella mattina non sembrava così brutto. Sarebbe arrivata a casa completamente fradicia. C’era solo da augurarsi di non prendere un bel raffreddore. Uscì dal portone e si guardò attorno per vedere se per caso ci fosse qualcuno di sua conoscenza con un ombrello ma tutta la popolazione del college sembrava essere stata colta alla sprovvista, proprio come lei. Sospirò, si tirò su il colletto della giacca e si decise ad avviarsi verso casa sotto la pioggia. Camminò più veloce che poteva ma la pioggia prese ad aumentare e a diventare un vero acquazzone. La ragazza si rifugiò sotto un portone e aspettò che almeno l’intensità diminuisse un pochino. Mentre aspettava, cominciando a rabbrividire, vide un tipo con il cappuccio della felpa calato sul viso venire verso di lei a passo di corsa. Istintivamente si spaventò. Ecco, ci mancava solo questa! E se fosse stato un ladro, o … un maniaco? La povera Hope era sul punto di correre via sotto il diluvio quando si accorse, con un piccolo sospiro di sollievo, che si trattava solo di uno studente come lei, in cerca di un riparo provvisorio dalla furia dell’acquazzone. Ebbe appena il tempo di rilassarsi quando lo sconosciuto abbassò il cappuccio. Era Zayn! Hope si sentì arrossire e per un folle attimo ebbe di nuovo l’impulso di fuggire. Non voleva che lui la vedesse così, tutta bagnata e in disordine. Ma prima che riuscisse a mettere ordine nei suoi pensieri e a calmare il cuore che batteva impazzito, lui si voltò e la riconobbe.
-Hope! – esclamò. Sembrava sinceramente contento di vederla. Lei arrossì ancora di più e ricambiò il saluto timidamente.
-Ciao, Zayn …
-Accidenti che tempaccio. Non vuol proprio saperne di smettere, eh?
Lei annuì ma non riuscì a nascondere un altro forte brivido. Aveva molto freddo, d’altra parte i capelli erano zuppi e così i vestiti.
-Ehi, ma stai tremando! – Zayn la guardò preoccupato –Hai freddo?
-No…. Davvero, è tutto ok. – balbettò lei.
-Ma Hope! Stai tremando come una fogliolina! Sei congelata! Vieni qui … prima che ti prenda un accidente.-Zayn allungò un braccio verso di lei con la chiara intenzione di abbracciarla. Hope arrossì e fece per dire qualcosa ma Zayn le passò un braccio attorno alla vita e la strinse a sé. La ragazza pensò che le guance le sarebbero andate a fuoco tanto le sentiva bruciare. Zayn le sorrise.
-Va un po’ meglio, adesso?
Hope alzò il viso verso quello di lui e si rese conto di quanto fossero vicini. Si augurò che lui scambiasse il suo brivido per uno dovuto al freddo.
-Si, grazie. – mormorò. Avrebbe voluto sprofondare ma nello stesso tempo non era mai stata più felice di così.
-Di niente – Zayn la strinse a sé ancora di più e si perse negli occhi della ragazza che lo fissavano con un’intensità che lo emozionò profondamente. Era bellissima, e speciale. Desiderava baciarla con tutto se stesso ma temeva che lei potesse rifiutare. Ma lei non staccava gli occhi dai suoi e il ragazzo non riuscì più a resistere. La strinse tra le braccia e la baciò con tutta la dolcezza di cui era capace. Quando si staccarono, Hope era rossa come un papavero. Era stato per entrambi il bacio più bello che avessero mai scambiato con qualcuno.
Zayn le sorrise e mormorò a pochi millimetri dalle sue labbra socchiuse:
-Sei bellissima quando arrossisci.
Hope era rimasta piacevolmente intontita e non riusciva a proferire parola. Riusciva solo a guardarlo, con le guance in fiamme e gli occhi dilatati dall’emozione fortissima che provava. Non riusciva nemmeno a crederci: Zayn Malik l’aveva appena baciata. Il bacio più bello che avrebbe potuto sognare.
Zayn si fece coraggio e tenendo la ragazza tra le braccia come se non potesse più lasciarla andare disse:
-Hope, io … devo dirti una cosa.- prese un profondo respiro. Adesso o mai più, pensò. – Io … mi piaci moltissimo, Hope. Amo tutto di te, i tuoi occhi, il modo in cui porti questi bellissimi capelli, il tuo sorriso, il modo in cui arrossisci, la tua timidezza. Sei bellissima, qualunque cosa tu stia facendo. E tutte le volte che ti vedo insieme a Liam … vorrei prenderlo a pugni anche se è uno dei miei migliori amici e gli voglio bene come a un fratello.
Hope era immobile tra le braccia del ragazzo di cui era innamorata da sempre e credeva di star sognando. Perché, beh, era semplicemente troppo bello per essere vero.
Zayn, incoraggiato dallo sguardo appassionato della ragazza, continuò:
-Non ho mai trovato il coraggio di dirtelo prima, perché temevo che se tu non avessi ricambiato  miei sentimenti, avrei potuto rovinare la nostra bella amicizia. E non potevo permetterlo. Ma adesso … non ce la facevo più, Hope. Dovevo dirtelo. Io ti amo!
La ragazza trovò appena la forza per rispondere, mentre pensava che aspettava quel momento da almeno quattro anni:
-Io … anche tu mi piaci moltissimo, Zayn. Io … 
Ma lui non lasciò finire perché la baciò di nuovo. Hope si perse di nuovo sulle sue labbra, dimenticando la pioggia, il freddo, e tutto quello che la circondava.
Si baciarono a lungo e Zayn sussurrò:
-E’ il giorno più bello della mia vita.
-Anche per me. – Hope sospirò. Ancora non le sembrava possibile. Rimasero abbracciati per un po’ ma Hope non riusciva a togliersi un fastidioso tarlo dalla mente. Ora che si erano baciati e dichiarati, cos’erano lei e Zayn? Una coppia? Ma lui non le aveva ancora chiesto direttamente di essere la sua ragazza …
-Zayn … - sussurrò tra un bacio e l’altro – Ma adesso noi … siamo … beh, cosa siamo?
Lui rise stringendola ancora più forte.
-Una coppia, tesoro. Se tu lo vuoi … Vuoi essere la mia ragazza Hope?
-Oh, Zayn! Certo che voglio esserlo! – Hope era al settimo cielo. I due si baciarono ancora e finalmente, quando le loro labbra si staccarono, si avvidero che aveva smesso di piovere.
Si avviarono abbracciati verso la casa di Hope.
Mentre camminavano, Hope  si fece coraggio e chiese quello che la tormentava già da un po’ di tempo.
-Zayn … ma tra te e Kate ….voglio dire, siete sempre amici, vero?
Zayn le sorrise –Ma certo, Hope. Io voglio bene a Kate. E’ una cara ragazza. Solo … beh, solo non è il tipo giusto per me. E io non sono il tipo giusto per lei, come si è visto. Ma io e lei resteremo buoni amici. Come lo siete tu e Liam. E come sembrano esserlo diventati Harry e quella pazza di O’Shaughnessy.
Hope soffocò una risatina –Certo che quei due sono proprio matti … - Poi ridiventò seria e continuò:
-Mi fa piacere, Zayn. Perché so che anche Kate è affezionata a te.
-Sei un tesoro, Hope. Sei la ragazza più dolce che abbia mai conosciuto. E sei tutta mia!
Zayn la sollevò tra le braccia e la fece girare. Hope pensò che non avrebbe mai creduto possibile essere felici come lo era lei in quel momento.
***
Liam stava litigando con un’espressione particolarmente noiosa quando il cellulare vibrò concedendogli una tregua dalla lotta impari tra lui e quegli stupidi numeri che non volevano saperne di sfilare ordinatamente fino alla soluzione corretta.
La voce eccitata di Hope lo colpì. Era la prima volta, da quando la conosceva che la sentiva così felice. La voce della ragazza, solitamente pacata, vibrava di una gioia contagiosa. Il ragazzo non potè fare a meno di gioire con lei anche se in un angolino del suo cervello, una parte di lui, quella che non aveva mai rinunciato del tutto a lei, si accasciò su se stessa di fronte all’ineluttabile evidenza che adesso non aveva più nemmeno l’ombra di una speranza.
-Hai visto, Hope? Lo sapevo. – si concesse il lusso di esultare insieme all’amica.
Parlò con lei per altri dieci minuti, e poi ritornò a picchiarsi con quella dannata espressione. Quando fosse riuscito a finirla, avrebbe chiamato Michelle. Dopotutto il cielo si stava rasserenando e lui non aveva voglia di stare da solo. E, soprattutto, doveva riuscire a mettere una pietra sopra a quello che provava per Hope. Sarebbe stato il suo migliore amico, come era già del resto. Lo doveva a lei, a Zayn, a Michelle e anche a se stesso.
L’espressione gli si risolse apparentemente davanti agli occhi. Un sorriso gli incurvò le labbra.
***
Kate si affacciò alla finestra della stanza di Niall.
-Guarda, Ni! Ha smesso di piovere!
La ragazza si raccolse i lunghi capelli scuri in una treccia e sorrise al biondo rugbista che la guardava con aria adorante.
-Usciamo? Potremmo andare a fare un po’ di shopping … finiremo i compiti questa sera. A me non è rimasto molto da fare e nemmeno a te, mi sembra.
Il ragazzo se la tirò sulle ginocchia e la baciò dolcemente. Ancora non gli sembrava vero che Kate avesse accettato di essere la sua ragazza.
-Ogni tuo desiderio è un ordine, mia signora! – disse con le labbra a pochi millimetri da quelle di lei. –Ma prima che ne dici di ancora un po’ di coccole?
Kate non aveva nulla in contrario. Il pomeriggio era ancora lungo.
***
Quando Louis uscì dall’ospedale, si bloccò sulla porta girevole come se avesse visto  un fantasma. La donna dietro di lui lo spinse abbastanza rudemente, costringendolo a uscire del tutto e facendolo incespicare nei suoi stessi piedi. Aveva smesso di piovere da poco e il cielo grigio iniziava ad aprirsi verso est, lasciando che qualche pallido raggio di sole si insinuasse tra le nubi e facesse brillare le pozzanghere.
Eli era appoggiata al tronco di un platano, con la vecchia giacca di pelle nera e i lunghi capelli fiammeggianti che uscivano ribelli da sotto la beretta di tweed. Aveva lo skateboard ai piedi e appena lo vide spense la sigaretta che aveva tra le dita contro la corteccia liscia e maculata dell’albero.
Gli sorrise. Un piccolo sorriso incerto come se anche lei non fosse del tutto sicura che essere andata lì fosse stata una buona idea. Lui continuava a fissarla, pensando vagamente di avere molto probabilmente un’espressione idiota stampata in faccia. Poi la ragazza gli fece un piccolo cenno con la mano, come se non fosse sicura di essere stata riconosciuta. Cosa assai improbabile, del resto. Eli O’Shaughnessy non era certo una tipa che passasse inosservata.
Louis si decise a scendere i pochi gradini che lo separavano dalla ragazza e l’unica cosa che gli riuscì di dire fu:
-Cosa ci fai qui? Stai male?
Idiota. Come se non lo sapesse che era lì per lui. Che poi, come diavolo aveva fatto a scoprire dell’ospedale? Che quella fogna ambulante di Niall avesse … ma no, non poteva crederci.
-No. – disse lei con semplicità – Doug mi ha detto … di tua madre. Mi dispiace. Io non l’ho mai saputo. Così .. beh, ho pensato di passare a prenderti. Magari ti va un’altra cenetta al Manicomio Criminale O’Shaughnessy.
Sul viso pallido di Louis passarono  diverse espressioni a velocità impressionante. Paura, sconcerto, rabbia, terrore, speranza …
-Senti, Lou. Dougie non voleva far niente di male. Noi … siamo abituati ai guai. Non abbiamo avuto una vita facile. E siamo lontani da casa. Ma siamo tanti. Ci sosteniamo a vicenda. Tu sei solo e Dougie ti si è affezionato. – non gli disse che anche lei aveva iniziato ad affezionarsi a lui in un modo insolito per lei. Erano in piedi, uno davanti all’altra, un ragazzo troppo magro con un cappotto troppo vecchio e una ragazza con una reputazione da dura che iniziava ad andarle stretta.
Louis fece un piccolo sospiro. Poi, senza nemmeno accorgersene, alzò una mano e tracciò con le dita gelide il profilo del viso di lei.
-Grazie. – aveva la voce roca e bassa. – Vengo volentieri.
Lei sorrise, mise un piede sullo skate e lo prese per mano, facendolo salire davanti a lei.
-Eli … ti dispiace se non andiamo subito a casa? Io … credo di volerti raccontare qualcosa, se vuoi. Su … su mia madre, la sua malattia.
Lei fu felice che lui non potesse vederla perché si sentì arrossire. Dio, era da quando aveva tre anni che non arrossiva…
-Mi piacerebbe molto, Louis. Andiamo all’Arthur’s Seat, ti va? Sta uscendo anche il sole, guarda!
Lui annuì e le strinse una mano. Eli diede una spinta allo skate e si strinse a lui, iniziando a sfrecciare sulle strade della città verso la collina nuda e brulla che torreggiava ai piedi del Royal Mile.
***
Quella sera casa O’Shaughnessy era particolarmente rumorosa. Per fortuna il vicino di casa era un anziano signore irlandese sordo che i ragazzi avevano adottato come nonno aiutandolo con le piccole incombenze quotidiane che ormai per lui erano diventate complicate. Il vecchio li adorava e in più il suo handicap giocava a loro favore.
Eli e Louis avevano chiamato Harry perché si unisse a loro e Hector, il fratello maggiore, aveva deciso di ordinare pizza per tutti per festeggiare il nuovo incarico di lavoro che aveva ricevuto.
Louis aveva gli occhi brillanti, dietro alle lenti e aveva tirato fuori un insospettabile vena ironica della quale Doug era ben consapevole grazie alla frequentazione nella rete. Harry se la stava facendo sotto dal ridere.
Quando ormai si era fatto piuttosto tardi i due ragazzi si avviarono alla porta salutando tutta la tribù O’Shaughnessy.
Duoglas abbracciò l’amico hacker.
-Scusa, bro. Non volevo ficcanasare ma .. beh, non potevo più far finta niente. Non dopo esserci conosciuti di persona.
-Sono felice che tu l’abbia fatto, sul serio.
Eli stampò un bacio sulle guance di Harry scompigliandogli i ricci.
-Vacci piano con le gemelle Hashmi, Hazza … - ridacchiò.
Il ragazzo l’abbracciò a sua volta e le schiacciò l’occhio:
-Tranquilla, sistah … è come dormire tra due guanciali!
-Sei proprio scemo! – rise lei dandogli una spinta affettuosa. Poi la ragazza si avvicinò a Louis. Esitò un attimo, come se abbracciarlo non fosse l’idea migliore del mondo ma poi gli lanciò le braccia attorno al collo e lo strinse.
-Buonanotte, Lou. – sussurrò col naso schiacciato contro il collo di lui. –Sogni d’oro.
L’hacker rimase rigido come un pezzo di legno. Poi sentì qualcuno (Harry, e chi altri?) prendergli un braccio e metterglielo attorno alla vita sottile della ragazza.
-Buonanotte Eli. Grazie di tutto. – riuscì a farfugliare. Per fortuna i fratelli di lei erano già rientrati tutti in casa.
Lei lo lasciò andare. Era tutta rossa.
-E di cosa, - sorrise. – Ci vediamo domani a scuola, fratelli.
Louis e Harry si avviarono lungo la strada che per un pezzetto avrebbero condiviso.
-Hai fatto colpo, Lou. – Harry saltellava allegro al suo fianco. –Non ho mai visto Eli con quell’espressione stampata in faccia … dolce come lo zucchero! Devi avere delle doti extrasensoriali per aver addolcito una come lei, ragazzo mio!
-Piantala, Haz. Non sei divertente.
-Non voglio essere divertente! E’ la verità! Le piaci, Lullino mio. Le piaci proprio un sacco …
Louis si sentì avvampare. Nemmeno tutte le infinite risorse del web l’avrebbero potuto aiutare in quello …
Neanche gli avesse letto nel pensiero, Harry lo prese sottobraccio e gli disse:
-Tranquillo, super Tommo. Primo, ci sono io che, non per vantarmi, ma in materia sono un’autorità. Secondo, beh … Eli non è esattamente una verginella … quindi, saprà lei cosa fare. Andrà tutto a gonfie vele!
Louis gemette. Era proprio il secondo punto a mandarlo in crisi. Cosa avrebbe pensato una come Eli di uno che alla sua età … ma Harry gli diede una pacca sulle spalle e iniziò a raccontargli nei dettagli cosa aveva combinato quel pomeriggio con le sorelle Hashmi.
Alla fine Louis rideva come un cretino. Styles aveva un avvenire davanti come grande attore comico.
***
Fuori due! la timidona e il fascionissimo paki stanno insieme! *campane rintronano l'aria* ebbene, oramai è quasi finito come avrete dedotto. indi per cui continuate a leggere le ultime scene *autrici che ghignano sataniche con in mano dei mitra se non continuate a seguirci* 
 
 

 

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Capitolo 13
*** L'evoluzione di Calpurnia ***


CAPITOLO TREDICI : L’EVOLUZIONE DI CALPURNIA
Nelle due settimane successive Eli e Harry accompagnarono quasi sempre Louis all’ospedale. Le condizioni della madre del ragazzo sembravano stazionarie ma negli ultimi giorni il dottore aveva lasciato intendere un cauto ottimismo. A Louis piaceva pensare che era grazie ai suoi amici che sua madre aveva uno sguardo meno vacuo negli occhi quando andava a trovarla. Eli aveva portato un libro di poesie di Roberts Burns, quando aveva capito che sua madre aveva studiato poesia all’università e gliene leggeva un paio ogni volta. Louis e Harry l’avevano guardata sinceramente stupiti la prima volta che si era seduta accanto al letto e aveva tirato fuori il vecchio libro dalla borsa. Lei aveva fatto una smorfia:
-Perché? Anche le cattive ragazze leggono. – aveva sbuffato.
Harry raccontava a ruota libera quello che era successo a scuola la mattina, oppure l’ultimo scherzo che aveva fatto a sua sorella Gemma, o ancora qualche pettegolezzo sulle infermiere. Louis si chiedeva come diavolo facesse a sapere certe cose, ma forse se le inventava di sana pianta.
A volte veniva anche Niall, ormai molto impegnato a far da cavalier servente a Kate. Quando lui e Harry attaccavano a raccontare qualche idiozia c’era da tenersi la pancia dal ridere. E beh, magari sua madre non rideva proprio ma aveva gli occhi vivi e brillanti e questo era già una cosa eccezionale.
Quando uscivano dall’ospedale andavano a trovare Prest al Land’s End e poi andavano a casa. A Louis sembrava di essere stato trasportato in un mondo parallelo e una parte di lui si chiedeva con timore quanto sarebbe durato.
Quella mattina aveva trovato Niall ad aspettarlo all’angolo della strada. Il biondo irlandese aveva in mano l’immancabile sacchetto di patatine e un sorriso radioso stampato in faccia. Louis si chiedeva come diavolo facesse a sorridere alle otto del mattino. Lui aveva sicuramente la solita faccia da zombie. Forse doveva davvero darci un taglio con quell’abitudine di stare davanti ai computers fino a tarda notte … 
-Ehi, Lou! – Niall sventolò il sacchetto quasi vuoto – Come va? Ne vuoi una?
Il ragazzo scosse la testa e si tolse gli occhiali per sfregarsi gli occhi arrossati.
-Ciao, Niall.
-Che faccia, Tommo! Dormi la notte, testone! A meno che tu non debba organizzare una rivoluzione nei registri … beh, in tal caso questa faccia da morto vivente avrebbe una ragione …
L’hacker si strinse nelle spalle e si sbottonò il cappotto. Faceva abbastanza caldo, ormai. Ma l’idea di uscire senza il suo cappotto non gli sorrideva proprio.
-E poi togliti quel cappotto, Lou! Manco mio nonno se lo mette più! – Niall lo abbracciò e lo trascinò verso la scuola.
-Niall … abbi un po’ di pietà. Sono le otto … - si lamentò Louis.
-Se tu dormissi invece di smanettare sempre davanti a quel coso … Va beh, fiato sprecato. Oggi venite agli allenamenti? E’ un po’ che non vi si vede e abbiamo bisogno di incoraggiamento.
Louis annuì, sfilandosi la sciarpa. Faceva davvero dannatamente caldo. Avrebbe dovuto cercare qualcosa di più leggero …
-Kate e le ragazze stanno facendo delle grandi cose! – Niall sospirò e guardò il cielo azzurro con aria sognante –Guarda, Lou! Il cielo ha lo stesso colore degli occhi della mia Kate!
-Non ti facevo così romantico, Horan – Louis fece un ghigno.
-Ma Kate è la mia principessa! – Niall prese l’amico per le braccia e lo costrinse a un giro di valzer in mezzo alla strada. L’hacker si scostò con un’espressione inorridita sul bel volto pallido e Niall scoppiò a ridere.
-Non sei un granchè come ballerino, Lou …
-Fottiti, Horan.
-Piuttosto … a proposito di ragazze, come va con Eli?
Louis fu preso da un attacco di tosse. –In che senso, scusa? – fece poi con voce strozzata.
-Beh … glielo hai detto che la ami da … beh, da quando quella sua adorabile faccina da irlandese selvatica ti è apparsa davanti agli occhi?
-Niall … - gemette il ragazzo – Piantala. Siamo amici. Punto.
Gli occhi azzurri di Niall assunsero un’espressione tra l’ironico e l’incredulo.
-Amici?
Louis si richiuse il cappotto e si calcò il berretto in testa.
-Amici. – bofonchiò. Al diavolo, Horan.
-Dai, Lou. Lo so io, lo sa Harry … lo sanno tutti. Lo sa anche lei. Sta solo aspettando che tu le faccia un cenno. – Niall gli strappò il berretto dalla testa e scartò di lato per evitare di essere acchiappato. Ma beh, tra lui e il suo amico hacker non c’era storia.
-Farvi gli affari vostri, no, eh? – Louis tentò senza successo di riprendersi il berretto.
-Ehi, bros! Come butta?
La voce allegra di Styles li fece voltare. Ecco, pensò Louis. Adesso sono a posto.
-Stavo cercando di convincere il Tommo a dichiararsi una buona volta! E anche a togliersi questa roba … ormai fa caldo!
-Lodevole intento, Horan! – Harry gli sfilò la sciarpa con una movimento rapido.
-Al diavolo, Harry. –Louis si piantò in mezzo alla strada. Poi sbuffò e si tolse il cappotto.
-Contenti, adesso? Siete due rompiballe.
In quel momento arrivarono Hope e Liam che li salutarono allegramente.
-Avete visto che belle giornate? – Hope sorrideva giuliva.-Finalmente è davvero primavera! Oh, bravo Louis! Finalmente ti sei tolto l’armatura!
L’hacker scosse la testa. Ecco, appunto. Ma perché non si facevano gli affari loro? Lui mica andava in giro a dire alla gente come doveva vestirsi!
Entrarono nel cortile e poco dopo furono raggiunti da Zayn, impeccabile come al solito. Il ragazzo sollevò gli occhiali da sole e baciò Hope con trasporto.
-Buongiorno, tesoro! Mi dispiace non aver fatto in tempo a passare a prenderti …
I due si appartarono in un angolo nell’attesa di dover entrare nelle aule. Proprio mentre suonava la campanella di ingresso arrivò una trafelata Kate che saltò al collo di Niall ansando.
-Sto morendo … quella disgraziata di Sophie ha disattivato la sveglia … l’avrei uccisa! Dio, non mi sono potuta nemmeno truccare!
-Ma dai che sei uno splendore lo stesso! – Niall la abbracciò e la baciò. Poi la prese in braccio e proclamò: -Ti porto io, mia adorata donzella!
I due sparirono inghiottiti dalla fiumana di studenti.
Harry aveva adocchiato le gemelle Hashmi, diede una pacca sulla spalla di Lou e fece per avviarsi. Poi però si voltò, gli occhi verdi interrogativi:
-Dov’è Eli? Ne sai qualcosa?
Louis scosse la testa. Già, strano. Di solito la ragazza era piuttosto mattiniera.
-No. Forse oggi ha deciso di farsi un giro …
Harry gli strizzò l’occhio e corse dietro alle gemelle urlando:
-Ci vediamo dopo!
Mentre entrava con Liam, l’hacker non potè evitare di provare un po’ di preoccupazione. Se Eli avesse davvero deciso di marinare glielo avrebbe detto. Beh, a lui o a Harry … Forse.
-Io ho storia adesso, e tu?  Cristo, mi sa che mi interroga oggi.– stava dicendo Liam.
-Matematica. Buona fortuna, Payno.
-Grazie. – il ragazzo fece per andarsene ma si fermò: -Ehi, aspetta un attimo, Louis. Eli sta bene? No, perché stamattina mi è sembrato di vederla salire su un’ambulanza.
-Cosa?!
Liam si strinse nelle spalle. –Non sono sicuro .. ero lontano. Ma capelli come i suoi sono rari. Dunque… Però stava salendo da sola, come se .. accompagnasse qualcuno, voglio dire.
-Ah. Ok. Grazie di avermelo detto, Li. Ci si vede – e Louis si affrettò a raggiungere l’aula dove si sedette all’ultimo banco e tirò fuori velocemente il portatile. Douglas avrebbe risolto il mistero.
***
Eli, i gemelli Jaime e Murdo Iain e Douglas passeggiavano nervosamente nella sala d’aspetto del pronto soccorso. Archie e Hector erano dovuti andare al lavoro ma ogni tanto mandavano messaggi preoccupati.
La ragazza si asciugò gli occhi e i suoi fratelli la abbracciarono. Anche loro avevano gli occhi lucidi, comunque.
Il vecchio signor O’Hara aveva avuto un infarto durante la notte. Eli, che tutte le mattine passava a portargli il latte, aveva bussato inutilmente per un po’. Allora aveva tirato fuori il coltello e aveva fatto saltare la serratura. Non che ci volesse molto, in effetti. Aveva trovato il vecchietto riverso sul letto che respirava a fatica. Durante la notte si era sporcato e nella stanza c’era un odore acre. Aveva chiamato l’ambulanza ed era corsa in casa ad avvertire i suoi fratelli. Si erano dati da fare per cercare di pulire il vecchio. Sapevano quanto fosse ordinato e preciso e quanto avrebbe sofferto nel farsi trovare in quelle condizioni da degli estranei. Erano tutti e sei sconvolti. In fondo, il vecchio per loro era diventato l’unica famiglia che possedessero e pensare di perderlo era intollerabile.
Un dottore dalla faccia stanca si affacciò sulla soglia e gli fece un cenno. I quattro si precipitarono verso di lui, i visi segnati dall’angoscia.
-Se la caverà. Ha una fibra eccezionale …- iniziò l’uomo.
Venne interrotto da una serie di grida di giubilo che gli strapparono un sorriso.
-Però lo terremo in rianimazione per almeno due giorni. E probabilmente si dovrà pensare ad un pace-maker. Ma sono certo che supererà tutto agevolmente. Potete andare a salutarlo. Ma uno alla volta per qualche minuto. L’infermiera al piano vi darà i camici, le cuffie, le mascherine e le sovrascarpe.
Eli abbracciò il dottore di slancio. –Grazie! – esclamò stampandogli un bacio sulla guancia. Il medico le sorrise.
-Tuo nonno è una roccia, signorina.
Quando uscì dalla stanza dove il vecchio signor O’Hara stava riposando, Dougie le fece vedere il tablet.
-Ehi, Callie. Lou sta venendo qui. Gli è preso un colpo, povero ragazzo. Uno dei vostri amici ti ha visto salire sull’ambulanza stamattina …
La ragazza arrossì. Si rese improvvisamente conto che in effetti in quel momento la cosa che desiderava di più era rifugiarsi nell’abbraccio di Louis. Anche se, beh … da quel punto di vista era davvero disastroso.
-Callie … - Douglas sorrise divertito –Sei arrossita. Credo sia la prima volta che ti vedo arrossire per un ragazzo.
-Vai al diavolo, fratello – borbottò lei.
-Dai, banshee. Lo sai che saremmo tutti contenti …
-E dacci un taglio, Dougie! Lo shock ti ha bruciato quel poco di cervello che hai?- la ragazza si agitò. Non si era accorta che erano arrivati anche i gemelli.
-E piantala, Callie! – Murdo Iain alzò gli occhi al cielo. –Siamo i tuoi fratelli! Con noi non devi mica continuare a fare la scena della dura, spietata, granitica Eli O’Shaughnessy che gli uomini se li divora a colazione e poi sputa le ossa nel cesso…
-Guarda che lo ha capito anche Mr. Hyde che ti sei innamorata … - Jaime si tenne pronto alla fuga in caso di un probabile attacco da parte della sorella.
-Io non mi sono innamorata! – strillò lei rendendosi conto da sola che la sua voce suonava piuttosto isterica. –E lascia fuori il mio gatto! Lui è l’unico intelligente in   casa nostra!
In quel momento la voce di Louis risuonò nella stanza.
-Oh, siete qui! Come sta il vecchio?
Se aveva sentito la conversazione, non lo diede a vedere. Aveva le guance arrossate e i capelli spettinati. Forse aveva corso. Eli notò che non aveva il cappotto e nemmeno sciarpa e berretto ma solo una vecchia felpa.
Doug si avvicinò all’amico, gli diede il cinque e lo abbracciò, seguito dai gemelli.
-Se la caverà. Grazie di essere venuto, Lou. Ma adesso possiamo andare a casa. Possiamo venire a trovarlo domani. – Doug e i gemelli lanciarono un’occhiataccia alla sorella che era rimasta zitta e immobile. –Ehi, Callie. Noi torniamo all’università. Ci vediamo a pranzo.
-Ok. – Beh, almeno la voce era tornata quella di prima pensò lei facendo un cenno vago con la mano. Louis le si era avvicinato. Sembrava ancora più magro senza il cappottone.
-Come … come stai?
Eli scosse la testa. Ma perché doveva sempre fare tutto da sola? Lo abbracciò e gli prese le braccia per stringersele attorno. Poi, quando sentì che lui finalmente la stava abbracciando, gli posò la testa sulla spalla. E senza che nemmeno se ne rendesse conto scoppiò in lacrime. Forse era la paura di aver potuto perdere il vecchio, forse tutta la tensione che aveva accumulato in tutti quegli anni, forse la paura di riconoscere che era davvero senza difese davanti al ragazzo che la stava abbracciando con qualche difficoltà. Immaginò che Louis dovesse essere sotto shock. Avere una ragazza piangente tra le braccia doveva essere la cosa più terribile mai capitatagli … ma poi sentì una mano di lui salire ad accarezzarle i capelli e la sua voce gentile che le sussurrava.
-E’ tutto a posto, il nonno starà bene.
Lei tirò sul col naso e annuì, senza staccare la testa dall’incavo del suo collo. Non voleva guardarlo. Non voleva fare nulla che non fosse stare lì, con gli occhi ben stretti e il profumo di lui nelle narici. Sospirò, forse  essere Eli era più stancante di quanto avesse pensato.
Fu la voce di un’infermiera a farla staccare dall’abbraccio di Louis. I due ragazzi guardarono imbarazzati la donna e uscirono in silenzio.
-Come hai fatto a venire? – chiese lei mentre camminavano senza meta – Cosa hai detto?
-Che mia madre stava male. A scuola lo sanno … di lei, voglio dire.
-Grazie. Io … beh, davvero. Grazie, di tutto.
Camminavano uno accanto all’altra, le braccia che si sfioravano appena. Eli avrebbe voluto che lui la fermasse e la baciasse lì in mezzo alla strada ma sapeva che sarebbe stato impensabile. Avrebbe potuto farlo lei, ovviamente. Ma qualcosa la tratteneva. Paura? Probabile. Non aveva mai avuto difficoltà con i ragazzi. Se uno le piaceva non aveva mai avuto nessun problema a farglielo capire e a divertirsi, con buona pace degli assurdi romanticismi delle altre ragazze. Ma con lui si sentiva come una bimbetta alle prime armi.
-Beh, ormai non è il caso di tornare a scuola. Vuoi venire con me in cima all’Arthur’s Seat? – la voce del ragazzo la fece trasalire.
-Certo! – esclamò. Uhm … troppo entusiasmo. Datti una calmata, Callie. Dopotutto hai una reputazione da difendere, si disse.
Si avviarono di buon passo verso la collina scabra che a entrambi piaceva molto. Era come un pezzo di Highland trapiantato nel cuore della città. Un luogo perfetto per sognare e isolarsi ma anche per giocare da bambini o per divertirsi da grandi.
Non parlarono molto ma il silenzio tra di loro era sereno, un bel silenzio. Quando arrivarono in cima scoprirono che condividevano lo stesso anfratto in uno dei roccioni come luogo preferito.
-Strano – fece lei, sedendosi nella conca erbosa –Non ti ho mai visto qui.
Lui la guardò con una strana espressione. Sembrava triste.
-Beh .. io sì. Ti ho vista qui spesse volte. Con i tuoi amici. A volte da sola.
La ragazza si sentì arrossire. L’aveva vista con i suoi amici … cioè, tradotto in parole povere, con i suoi occasionali ragazzi … improvvisamente si sentì nauseata. Come doveva considerarla? Una specie di …
-Quando eri sola, avrei voluto venire a parlarti.
Eli lo guardò negli occhi troppo blu. E perché non lo hai mai fatto, idiota … pensò.
-Ma .. non ci sono mai riuscito. – Louis le prese timidamente una mano. –Eri … sei così … bella.
Ecco, lo aveva detto. E ora? Dio, che patetico, stupido, inetto …
-Louis. Devo dirti una cosa …
-Che ti chiami Calpurnia? – oh, dannazione! Ma cosa diavolo gli era saltato in testa di dire una cosa simile?!
Ma lei rise. –Sì. Anche … però se proprio devi, chiamami Callie …. Calpurnia è orrendo.
Poi divenne seria.
-Louis . – ripetè piano. E gli tolse gli occhiali. –Hai gli occhi come l’oceano che vedevamo dalla finestra di casa, in Connemara. – sussurò. E baciami, idiota, pensò. Non voglio essere io a farlo per prima … non con te. Non questa volta.
Louis rimase immobile, sbattendo solo un paio di volte le palpebre. Bene. Adesso o mai più. In fondo .. beh, non doveva essere così difficile, no? No? Oh, dannazione, sì, invece! Lei teneva i suoi occhiali in grembo e lo guardava con quei suoi grandi occhi da cerbiatta, verdi come le foglie delle betulle in primavera, le labbra leggermente socchiuse. In attesa. Cosa aveva detto, Harry? Che avrebbe saputo lei cosa fare? E allora perché stava lì ferma? Eppure l’aveva vista, proprio lì, darsi più che da fare con … l’improvvisa visione di lei arruffata e accaldata tra le braccia del tizio di turno lo scosse come un terremoto. La prese per la spalle e la baciò. Forse con un po’ troppa irruenza ma erano … tipo, secoli che voleva farlo, no? Quando la lasciò andare era rosso e incredulo. Aveva appena baciato una ragazza! No, non una ragazza … Callie O’Shaughnessy!
La rossa lo guardò con una dolcezza che gli scaldò il cuore. Poi gli prese il viso tra le mani e lo baciò. All’inizio con calma, dolcemente ma man mano che le loro labbra si abituavano le une alle altre e le loro lingue prendevano confidenza, con passione sempre crescente. Continuarono a baciarsi per un bel po’ di tempo. Lei gli si era seduta in braccio, con le gambe che gli cingevano i fianchi e aveva affondato le mani tra i suoi capelli.
-Callie … - gli piaceva mormorare il vero nome della ragazza. –Vuoi … essere la mia ragazza?
Lei sorrise. Sembra strano ma aveva il sorriso più dolce del mondo. Ed era solo per lui. Nessuno, ne era certo, aveva mai visto quel sorriso.
-Sì. – Callie lo baciò sulla punta del naso e sugli occhi e sulla bocca. –Sì! La tua. Solo tua.
Louis Tomlison, nuova stella nascente degli hacker del Regno Unito, sorrise a trentadue denti. Non era mai stato così felice in vita sua. In un impeto di entusiasmo saltò in piedi, trascinandola su con lui, e urlò nel vento che li sferzava:
-Callie O’Shaughnessy è mia! Tutta mia!
La rossa rideva e urlava: -Giù le mani dal mio Tommo!
Si calmarono e mentre scendevano verso casa tenendosi per mano, Louis la guardò negli occhi, togliendosi gli occhiali e disse sorridendo fiducioso:
-Ti amo, Callie. Non sai da quanto tempo volevo dirtelo.
-E non sai da quanto ti aspetto …
 
 
E finalmente i due tormentati di turno si sono decisi a mettersi insieme levandoci dalle grane una volta per tutte. sfortunatamente (ma meno male direte voi) la storia st giungendo alla sua naturale conclusione. Ancora un epilogo e poi liberi tutti. 

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


EPILOGO
Hope alzò gli occhi al cielo. Di nuovo. Accidenti, l’avevano beccata di nuovo! Era appena uscita dall’ufficio del preside, seguita a ruota da Zayn. L’avevano beccati mentre rallegravano le insulse pareti della palestra. Secondo Zayn avrebbero dovuto dargli un premio, altro che punizione! Sulle prime lei aveva esitato. Sapeva benissimo cosa prevedeva il regolamento scolastico ma Zayn sapeva essere molto convincente. La biondina arrossì lievemente al pensiero degli argomenti coi quali il ragazzo l’aveva convinta. E poi, che diamine, Zayn aveva ragione. Adesso la palestra era un luogo molto più carino. Ma la preside non era d’accordo. O, per lo meno, non voleva ammetterlo. Perché Hope era certa che i disegni piacessero pure a lei.
-Dai, Hope, non fare quella faccia, tesoro! Sono solo tre ore da passare in detenzione … non influirà sul tuo rendimento scolastico. –Zayn la prese sottobraccio. –E poi, possiamo stare insieme, no? E fuori diluvia …
La bionda sorrise. In effetti sarebbe stato meglio passare il pomeriggio nella stanza dei graffiti insieme a lui ma in fondo che importanza aveva? Potevano stare insieme. E poi, di solito, l’insegnante che teneva d’occhio i ragazzi nell’aula di detenzione era altrettanto stufo e preferiva dormire o stare attaccato ad internet. L’importante era non fare troppa confusione e loro non ne avrebbero fatta. Dopotutto, baciarsi è un’attività silenziosa.
I due ragazzi si salutarono con un bacio davanti alla porta dell’aula di storia dove Zayn aveva lezione per l’ora successiva.
-Ci vediamo tra un’ora davanti alla tua aula. Aspettami lì. – Zayn la baciò di nuovo con dolcezza.
-Va bene, tesoro. A dopo. – e soffiandogli un ultimo bacio sulle punte delle dita, la ragazza scivolò nell’aula.
***
Kate dovette trattenersi per non sbattere la porta della presidenza mentre usciva. Dannazione! E adesso i suoi chi li sentiva? Di nuovo in detenzione! E tutto per colpa di quella oca di Perrie! Va beh … non solo, d’accordo. La povera Pez non aveva poi tutte le colpe, ovviamente. Ma la mora era piuttosto indispettita. Pez l’aveva passata liscia e lei invece era stata miseramente beccata. E messa in punizione. Tre lunghissime, dannatissime ore da passare in quell’odiosissima aula di detenzione! Mentre si avviava piuttosto innervosita verso l’aula di arte lanciò un’occhiata fuori dalla finestra. Pioveva a dirotto. Beh, con quel tempaccio avrebbe comunque dovuto stare in casa. Sospirò. Sì, ma almeno avrebbe potuto stare con Niall … già, doveva avvisarlo che era finita in punizione perché l’avevano di nuovo beccata a truccarsi in bagno nell’ora di chimica. Mentre tirava fuori il cellulare pensò a quando era stata lì dentro l’ultima volta … un sorrisetto le incurvò le labbra. Aveva conosciuto Hope, Eli e tutti gli altri. Umpf, sì, ok … ma adesso stava con Niall e voleva passare il pomeriggio con lui e non con altri sfigati o, peggio, da sola!
-Kate! Tesoro, che ci fai qui in corridoio? – Niall la sorprese alle spalle, abbracciandola e baciandola sul collo.
-Niall! – squittì lei, abbracciandolo stretto e baciandolo.
-Oh, Niall … - riprese poi con espressione affranta –Non sai che pasticcio! Oggi devo stare in detenzione! Dio mio, i  miei mi uccideranno!
-In detenzione?! – Niall strabuzzò gli occhi e poi un largo sorriso gli si dipinse sul volto. Lei lo fissò stranita. Era diventato scemo, per caso? Ma poi lui continuò:
-Stavo venendo a cercarti proprio per lo stesso motivo! Anch’io sono in detenzione oggi!
Lei spalancò gli occhioni azzurri e l’irritazione che provava iniziò a scemare.
-Oh! Beh, allora …le cose cambiano! Ero già arrabbiatissima all’idea di dover rinunciare a stare con te oggi! Cosa hai combinato, Nialler?
Il ragazzo l’abbracciò. –Ho tirato un pugno in faccia a un tizio di quarta.
-Niall! – Kate scosse la testa –Ma perché?!
-Prima di tutto ha detto che come cheerleaders fate schifo … e io non potevo certo fargiela passare liscia. E poi, aveva anche da ridire su come abbiamo giocato all’ultima partita …
Kate gli stampò un bacio sulle labbra: -Mio eroe! – strillò. Poi vedendo sopraggiungere un professore, si portò la mano alla bocca, soffocò una risatina e disse:
-Allora a tra un po’, amore! Mi passi a prendere qui?
-Certo, dolcezza. Ora scappò che dunque invece di tre ore me ne danno quattro!
E il biondo irlandese si dileguò verso l’aula di chimica.
***
Quando Liam si affacciò nell’aula di detenzione, più tardi, l’espressione afflitta mutò repentinamente in un sorriso. Non poteva crederci! Era come la prima volta che ci era finito! Hope, Zayn, Kate, Niall, Harry, Eli e Louis lo salutarono festosamente, ridendo di gusto. La bidella che doveva tenerli d’occhio era troppo impegnata a seguire un programma in streaming sul suo cellulare per fare qualcosa di più che alzare un secondo la testa e borbottare “fate silenzio”.
Il ragazzo entrò e fu accolto da baci e abbracci.
-Mancavi solo tu, in effetti! – Hope lo abbracciò sorridente – Guarda che cosa strana! Proprio come quando ci siamo conosciuti!
Zayn gli schiacciò l’occhio:
-Hai di nuovo sporcato uno dei libri della biblioteca?
Liam ridacchiò un po’ imbarazzato:
-Beh, questa volta ho fatto di peggio … ho fatto cadere un’intera scaffalatura addosso alla Prof. Evans!
Tutti scoppiarono a ridere e a battere le mani.
-Grande, Liam! – Harry gli si avvicinò e battè il cinque.
-E’ morta? –ghignò Eli seduta in braccio a Louis.
Le altre due ragazze la guardarono scandalizzate ma lei scrollò le spalle e sogghignò:
-Scherzavo …. Povera, adorabile signorina Evans. Chi mai le augurerebbe del male?
Kate le agitò un dito davanti alla faccia:
-E va bene, mostriciattolo che non sei altro … in effetti , almeno una piccola frattura non ci sarebbe stata male!
Hope scosse la testa ma ridacchiò.
Liam si accomodò accanto a lei e a Zayn e si informò dei motivi per cui erano finiti lì dentro.
-Immagina un po? – Harry stava facendo la treccia ad Eli. –Avreste dovuto vedere la faccia della vecchia strega quando ci ha beccati nello sgabuzzino! Secondo me, avrebbe voluto unirsi a noi …
-Harry! – una scandalizzata Hope lo interruppe. –Insomma!
Liam sorrise. Harry era Harry, cosa poteva aspettarsi?
-E voi due? – chiese curioso guardando Louis e Eli che stavano sussurrandosi qualcosa all’orecchio. L’hacker, da quando si era ufficialmente messo con la rossa, era cambiato. Era molto meno rigido, e sorrideva di più. Aveva persino lasciato il cappotto e la sciarpa in favore di una vecchia giacca di pelle.
-Veramente Lou non ha fatto niente … - iniziò la ragazza con un sorrisetto malizioso. –Cioè, niente di cui loro si siano accorti, ovviamente. E’ rimasto a farci compagnia.
-In effetti, domani, quando apriranno i loro monitor capiranno che la punizione che mi sono auto inflitto oggi … era meritata. – Louis fece un sorrisetto sbilenco. –A proposito, domani credo che ci faranno uscire tutti prima … quindi se volete organizzarvi la giornata …
-Cosa hai combinato, Lou? – a Zayn comparve un largo sorriso sul volto.
-Uhm … niente di che, ha solo fatto in modo che domani mattina su tutti i computer della scuola si vedano solo ed esclusivamente delle scene del Trono di Spade. Ovviamente solo quelle più violente o spinte – la faccia di Harry era angelica, le sue deliziose fossette ben visibili ai lati del suo largo sorriso.
-E lo stesso sui cellulari dell’intero corpo docente. – concluse l’hacker. –E poi, se non bastasse, ho fatto in modo che l’allarme suoni a intervalli regolari di dieci minuti a tutta forza a partire dalle nove e mezza.
Hope si portò le mani alla bocca e lo guardò preoccupata:
-Ma … questa volta va a finire che ti buttano fuori, Louis!
-Non riusciranno mai a provare che è stato lui. A meno che non intervenga Scotland Yard! – rise Eli stampando un bacio sulla bocca del suo hacker. –E anche fosse … beh, dubito che riuscirebbero a trovare qualcosa…
Louis ricambiò il bacio –Mi hanno dato un piccolo aiuto … le tracce sono troppo confuse perché mi possano beccare. Quindi, tranquilla, Hope.
Niall e Kate improvvisarono un balletto.
-E tu cosa hai combinato, Eli? – chiese Liam.
La rossa fece una smorfia:
-Sono stata stupida … ho cantato una canzonaccia in irlandese rivolta alla nuova supplente. Una canzonaccia di quelle da osteria , sai, quelle con tanti begli insulti e doppi sensi … non credevo capisse. Ma poi salta fuori che è originaria di Limerick e … beh, non ha gradito. Anche perché in classe la maggior parte della gente la conosceva e faceva i cori.
La bidella era impegnatissima col suo cellulare e non li degnava di uno sguardo. A lei che i ragazzi facessero caos o meno non importava. Bastava che non danneggiassero nulla e che la lasciassero in pace. Ai suoi tempi, era finita anche lei in detenzione spesso e volentieri. Ai ragazzi era andata bene che ci fosse lei a tenerli d’occhio. Avrebbe dovuto essere l’arcigno professore di matematica a controllarli ma un impegno provvidenziale glielo aveva impedito. Un impegno di cui un certo Tomlinson sapeva qualcosa … il ragazzo sogghignò con Harry e Eli al pensiero della faccia del Prof. quando fosse arrivato all’indirizzo indicato sulla mail e avesse visto il mattatoio comunale invece che il motel dove una sua fantomatica ex allieva gli aveva dato appuntamento…
Harry tirò fuori dallo zaino una bottiglia di vino frizzante australiano e un paio di pacchetti di salatini.
-Bene, amici miei, direi che possiamo anche festeggiare! – esclamò poggiando il tutto su un banco.
Liam sgranò gli occhi:
-E quelli da dove saltano fuori?!
Il riccio ghignò: -Erano nello sgabuzzino dove mi stavo divertendo con le gemelle … ho pensato che poteva sempre tornare utile. E poi credo che nessuno verrà a reclamarlo!
-Bene! – Zayn sorrise e fece un piccolo cenno con la mano –Aspettate un attimo.
Si alzò e andò dalla bidella che lo ascoltò senza molta attenzione e annuì distrattamente borbottando –Ma sbrigati, Malik.
Dopo un attimo Zayn tornò con dei bicchieri di carta.
I ragazzi si erano sistemati in fondo all’aula facendo un cerchio con le sedie.
-Grande, Styles! – Niall si era già tuffato sui salatini.
Zayn versò un po’ di vino per tutti e gli otto ragazzi alzarono i bicchieri in un brindisi.
-Aspettate … -Eli prese un bicchiere e andò a portarlo alla bidella. La conosceva da anni, abitava non lontano da lei ed era irlandese.
-Ma … -Hope temeva che la donna li sgridasse ma la rossa le schiacciò l’occhio.
I ragazzi guardarono la loro amica dare il bicchiere alla donna che lo accettò sorridendo e lo alzò verso di loro.
-Alle detenzioni! – disse la bidella.
I ragazzi risero e risposero al brindisi.
Eli si riaccomodò in braccio a Louis e gli sorrise prima di brindare con lui e baciarlo.
Hope sorrise. Eli, o Callie come poi sembrava chiamarsi davvero, era sempre la stessa in apparenza ma a loro aveva mostrato di essere una ragazza con sentimenti molto profondi. La biondina ricordava di aver pensato che non avrebbe mai potuto essere una sua amica e, in effetti, erano troppo diverse nei modi e nei gusti per poter diventare davvero amiche. Ma ormai le si era affezionata. E la rispettava profondamente; ed era certa che la cosa fosse reciproca.
-W i “The Sing Sing Boys” – stava urlando Niall mentre sbaciucchiava una Kate dalle guance arrossate che rideva e batteva le mani.
Già … pensò Hope Drew. Ricordava perfettamente quel giorno ormai lontano … poi il suo sguardo si soffermò su Zayn che la teneva in braccio.
Le cose erano cambiate da allora. Sì, erano decisamente migliorate. Lei aveva Zayn. E Kate aveva trovato Niall. Quanto a Louis e Eli, beh, doveva ammettere che non aveva mai visto una coppia meglio assortita per quanto potesse sembrare improbabile.
Quando Kate propose con voce allegra di giocare a obbligo o verità, Hope annuì convinta e alzando il bicchiere proclamò:
-Finire in detenzione è la cosa migliore che potesse capitarmi! E adesso, giochiamo, banda di ubriaconi!
 ***

E' finita!!!!! finalmente i nostri sconclusionati amici sono riusciti a raggiungere l'obbiettivo! Game over! basta, grazie ai coraggiosi che hanno letto e recensito ve ne siamo grati. *inchino* intanto, questa storia l'ho scritta assieme alla mia amica/collega Cla_1D quindi se volete prenderci a botte andate anche da lei. se volete farci i complimenti venite solo da me. no, scherzo dai. Ci eclissiamo

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