Only You

di smile_shine
(/viewuser.php?uid=418849)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo ***
Capitolo 2: *** Mullingar ***
Capitolo 3: *** "Piacere Charlotte" ***
Capitolo 4: *** "Sono banali occhi verdi, Dan" ***
Capitolo 5: *** "Ti piace stare tranquilla.." ***
Capitolo 6: *** "Oh Niall, quanto sei sciocco!" ***
Capitolo 7: *** "Se questo è un sogno vi prego, non svegliatemi mai più" ***
Capitolo 8: *** "Ti svelo un piccolo segreto." ***
Capitolo 9: *** L'Amprex ***
Capitolo 10: *** "Ripeti biondo.." ***
Capitolo 11: *** "Vuoi venire al ballo con me?" ***
Capitolo 12: *** "Non farti rivedere più. Ti odio!" ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo ***


Eccomi ragazze! Sono tornata con la Terza TeenFiction. Non pubblicherò oggi il primo capitolo della storia, ho intenzione di farlo domani alle cinque, giusto quando farò un anno di EFP. Ho trovato carino fare così.
La prossima storia è intitolata "Only You", ambientata in diversi luoghi, situazioni quotidiane vissute tra la realtà di una comune diciottenne e con un pizzico di magia del mondo di Escoban, La Storia è Fantasy, mi è sempre piaciuto questo tema perciò ho dato libero sfogo alla mia mente. Ho scritto già un bel pò della storia,posso dire di essere arrivata quasi alla scena finale. Pubblicherò i capitolo ogni tre/quattro giorni. Ho scritto la storia sia qui che su Wattpad *Fantasy_Lfe00*
Vi voglio ricordare che non do peso al numero di recensioni, mi basta sapere she siete in molte a leggere la storia e che continuate ad esserlo. Mi farebbe piacere, anzi, essere conttattata tramite messaggio o stesso recensione per riprendermi su probabili errori, on tanto grammaticali ma più di frase e/o periodo. Detto questo vi pubblico il cast della storia. Giusto per avere un volto per ogni personaggio.

Cast:
Charlotte Clarissa Styles  interpretata da Mary Kate Olsen (età 18)
Niall James Horan    interpretato da Niall James Horan (età 19)
Daniel James    interpretato da JJ Hamblett  (età 19)
Harry Edward Styles   interpretato da Harry Edward Styles (età 18)
Zayn Jawadd Malik  interpretato da Zain Jawadd Malik (età 18)
Louis William Tomlinson interpretato da Louis William Tomlinson (età 19)
Liam James Payne interpretato da Liam James Payne (età 19)
Giustiziere interpretato da Ed Sheraan 
Saggio di Escoban interpretato da Jarred Harris
Sally Watson interpretata da Ariana Grande
Eleonour Waely interpretata da Elounor Calder

(per probabili inserizioni, modificherò questo elenco :) 

Vi aspetto domani :D

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Mullingar ***


Start Flashback:

“Sei stato scelto per affrontare una missione di vitale importanza” dissero i Guardiani, disturbando la melodia che il giovane ragazzo stava riproducendo con il flauto di legno        intrecciato, proprio come i rami dell’Albero Maestro sul quale era solito adagiarsi ogni giorno. “Ma perché proprio io? Ci sono tanti altri Elfi guerrieri che vorrebbero affrontare questo genere di missioni ” brontolò il ragazzo biondo aprendo le sottili ali per volare fino al suolo, era deciso a non partire di nuovo per quello che, qualche anno prima, era il suo mondo. “Sei stato scelto tu dal Saggio, perciò ci sarà un motivo, spetta a te capirlo. Adesso prendi ciò di cui hai bisogno e va sulla Terra, il male non deve trionfare”. Sbottò ancora un altro Guardiano . “Niall, figliolo –si sentì la voce del Saggio comparso dal nulla appoggiato al bastone di legno intrecciato come i rami dell’Albero Maestro in cui abitava- se ho scelto te ci sarà un motivo, ricordalo” sbuffando il biondo fece cenno di sì all’anziano, pronto per spiccare il volo e andarsene. “Ricorda anche l’Accordo” gli ricordò l’anziano fermandolo. “Elfi e mondani non sono destinati a stare insieme, non bisogna commettere lo stesso errore del passato. Questa è solo un’altra stupida missione vecchio mio” L’elfo prese con sé il necessario e si teletrasportò nella galassia della Via Lattea, sul Pianeta Terra. Arrivato nel suo vecchio mondo, il ragazzo biondo non perse tempo e si precipitò nella città che non dorme mai in cerca della ragazza misteriosa, che ha custodito con sé l’equilibrio del suo mondo, non essendone a conoscenza. Fino a poco tempo fa l’Amprex, il ciondolo magico, era al sicuro al collo della ragazza ma da quando il male aveva scoperto che non si trovava più nel Regno del Bene si trovava in pericolo. Finalmente il ragazzo dagli occhi di un celeste limpido, come d’altronde la sua anima, sentì il forte potere che emanava il ciondolo, si precipitò nella casa ritrovandosi a poca distanza una ragazza alta quanto lui, una cascata di ricci biondi che scivolavano giù per le spalle e infine ciò che lo incatenò a lei, due occhi color smeraldo, erano bellissimi, le si poteva leggere l’anima al loro interno, erano così chiari e puri che non meritavano il male. Peccato fosse invisibile ai mondani altrimenti non sarebbe riuscito a dividere il legame dei loro occhi. La ragazza dai capelli biondi si sentì invadere da una nuova e strana sensazione, improvvisamente il cuore prese a pompare il sangue più veloce, si fermò guardandosi in giro ma non vedendo nessuno continuò ciò che stava facendo. Prima che la ragazza uscisse da casa, il ragazzo vide il ciondolo penzolare al suo collo. Doveva solo proteggere il ciondolo affinché non gli fosse detto cosa farne..

 Finish Flashback

. Svegliarsi dopo una notte passata a ballare e scatenarsi in pista non è il meglio. Ho la testa che mi scoppia, sento ancora l’odore della sala del Pandemonium,il mischiarsi tra di loro del fumo e degli alcolici. Quella di ieri sera doveva essere la serata “su i bicchieri e giù i pensieri” ma non ha fatto altro che aumentare il disordine che avevo nella testa.

Forse è meglio se inizio dal principio altrimenti, cari lettori, non capirete granché da questo inizio improvvisato.
La mia vita è un continuo muoversi da una parte all’altra del mondo senza mai una meta precisa, non trovo mai il tempo di ambientarmi in una città e anche se lo trovassi i miei genitori sarebbero già pronti a traslocarsi in altri quartieri di città che per loro sono ricchi di lavoro, che equivale alla presenza di finanziatori famosi nel mondo dell’economia. I miei sono i tipi che sembrano non fregarsene più di tanto di avere dei figli ma quando ci ritroviamo nella stessa stanza la sera, dopo una giornata di duro lavoro per loro e stancante per noi nel college, sembriamo una famiglia così affettuosa da fare invidia a tutte le altre. Mia madre nutre molto affetto nei miei confronti, ci tiene, non avrei mai immaginato di avere un bel rapporto madre-figlia e invece mi ritrovo lei come migliore amica. Sa, quasi, tutto di ciò che ho vissuto in questi miei anni di adolescenza, ma più delle volte è Harry a sapere per filo e per segno che mi succede. Harry è mio fratello gemello e sì, esatto ho un fratello gemello ma state certi che ci differenziano solo la lunghezza dei capelli e gli abiti che indossiamo, anzi neanche più quelli dato che quando giro per casa indosso le sue felpe, lentamente la maggior parte stanno diventando mie. Abbiamo entrambi due smeraldi al posto degli occhi e una cascata di ricci castani, o meglio anche io li avevo prima di tingerli di diversi colori, adesso ad esempio sono biondi. Mi piace tingere i capelli, cambiare pettinature in continuazione, sono il tipo di ragazza che non sa cosa sta cercando finché non lo trova. Ho sempre pensato che la nostra vita è un libro dalle pagine bianche che attendono impaziente di essere riempite dalle nostre avventure causate dalle nostre scelte, possono essere quelle giuste come possono essere quelle che ci fanno cambiare totalmente argomento della storia che stiamo scrivendo sul libro. Io non so neanche che storia sto scrivendo. Cambiare Paese tre o quattro volte all’anno non mi aiuta molto. Posso considerarla una cosa positiva se parla il mio lato da fotografa, così facendo posso fotografare i numerosi paesaggi del mondo. ma se a parlare è me stessa posso definirmi una persona infelice. Non posso avere vere amicizie, né tanto meno avere quelle vere “storie d’amore” che tutte le diciottenni aspettano da tutta la vita.
Mi accontento, se così posso definire il mio pensiero, di mio fratello. Mi basta lui per sentirmi a casa. Anche se siamo testardi quando vogliamo, si può ben vedere che siamo gemelli anche dalla nostra personalità.. non siamo opposti come tutti i gemelli, siamo duri fuori, vogliamo sembrare il più forti possibile ma se accade qualcosa ci ritroviamo uno nella stanza dell’altro a consolarci. A volte l’uno sente le sensazioni dell’altra ed è subito pronto a intervenire per rallegrare la situazione! Beh che potevo chiedere di meglio di un fratello gemello così unito a me?
Viaggiare però, abitualmente ogni due mesi per il lavoro dei propri genitori non lo consiglio a nessuno.
a sera precedente è stata l’ultima nella città di New York, adesso siamo diretti in un paesino dell’Irlanda meridionale. Doveva essere per l’appunto una serata che mi sarebbe dovuta servire per non pensare e invece mi sono sentita molto peggio. È da un po’ di mesi che mi sento diversa, o meglio non mi sento sola ma come se ci fosse qualcuno sempre al mio fianco. Ho provato a raccontarlo ad Harry ma lui mi dice semplicemente che è una sensazione che tutti abbiamo dato che un angelo custode, che ci sorveglia sempre, ci protegge dai pericoli. Beh io non ho mai creduto agli angioletti custodi che ti proteggono, altrimenti saremo tutti in grado di prendere sempre la strada giusta senza sbagliare nemmeno una volta, non saremo liberi di fare le nostre scelte,seppur sbagliate. La storia dell’angelo custode va eliminata; ma dopo di questa non so proprio che opzione scegliere o a cosa pensare.
Sono atea ed è più forte di me non credere nell’angelo custode. Quindi convivo con questa sensazione, ormai è un’abitudine anche se a volte è insistente, fin troppo.
Finalmente siamo atterrati all’aeroporto di Dublino, nuovo appunto per la sottoscritta: svagarsi due giorni prima della partenza. Sono in breve distrutta e se non ci fosse Harry ad aiutarmi a stare in piedi starei già dormendo sul pavimento gelido dell’aeroporto.
“Mamma in che città siamo diretti?” chiedo entrando nell’auto che mio padre ha noleggiato.
Mullingar, si trova a due ore di macchina dalla capitale quindi puoi riposarti per un po’” mi risponde con la sua gentilezza che ammiro ancora oggi a diciotto anni dalla mia nascita. Guardo Harry che capisce al momento cosa voglio.
“Su forza, appoggiati pure!”
Il quartiere? Carino, sembra più un quartiere americano che irlandese,ma mi piace davvero.
 cittadini? Altrettanto gentili e sempre disponibili, siamo stati persino invitati per l’ora del tè dalla nostra nuova vicina, Maura se non sbaglio.
Dopo aver sistemato le valige, e ovviamente fatto la gara a chi prendeva la stanza più ampia, io ed Harry siamo andati al Mullingar Town Park, dei giardini comunali vicino al nostro quartiere indicatoci dalla signora Maura.

Avendo origini americane non sono proprio abituata all’ora del tè, ma c’è sempre la prima volta. Devo ammettere che la signora Maura ha proprio una bella casa, l’ingresso sembra un tipico ingresso stile inglese, sulla destra ci sono le scale in legno che portano al piano superiore e sulla sinistra di un gradino più basso si trova un ampio soggiorno con divanetti e televisione a plasma posizionati al centro di esso. Ai piedi un tappeto persiano che ricopre tutto il parquet della stanza e che si abbina ai numerosi sopramobili curati nei minimi dettagli, con diverse fantasie per ognuna.. perché perdermi nel descrivere questa casa magnifica invece di assaggiare questo delizioso tè fumante che mi ha appena offerto?! Mi sento l’intero della bocca riscaldarsi molto data la bevanda ancora scottante ma è delizioso, saporito e completamente diverso da quello che si acquista negli Starbucks. Mentre una risatina risuona tra le pareti , entra nella stanza un ragazzo, abbastanza alto, con gli occhi azzurri e capelli scuri.
Ah.. Georg, Marta, questo è mio figlio Greg. Greg questi sono i nostri nuovi vicini, e loro sono Harold e Charlotte” ci presenta Maura e dopo aver stretto le mani a tutti Greg proferisce parola
Mamma, Denise è andata dal pediatra con Theo, stasera ceniamo qui!”
“Va bene.. ah Denise è la moglie di Greg e Theo è il mio piccolo nipotino”ci chiarisce la signora con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso.
“Uh che dolce” mi lascio sfuggire, amo i bimbi piccoli o qualsiasi cosa di piccolo e affettuoso.
“Che ne dite di cenare con noi stasera? Così vi presento mia cognata e potrai giocare con Theo, è un simpaticone seppur ha soli sei mesi” domanda Maura rivolgendosi a me con l’ultima frase. “Oh mi spiace Maura ma abbiamo una cena di lavoro ed i ragazzi dovranno venire con noi” spiega mia madre con tono dispiaciuto. Dispiace tanto pure a me, volevo conoscere Theo, sarà per una prossima volta.

A casa mi sono distesa sul letto nella stanza di mio fratello. Harry ancora una volta è riuscito ad occupare la stanza più spaziosa della casa. A me invece è capitata la stanza di fronte, seppur più piccola a confronto della sua è graziosa. Un lato della stanza è occupato dal letto di una piazza e mezzo a ponte, di fronte c’è la scrivania e infine c’è la porta finestra che affaccia su di una stanza della casa della signora Maura. Gli occhi mi si sono chiusi dando libero sfogo alla mia testa.

§ Perché mi trovo in una stanza vuota? È tutto bianco qui, non si distingue una parete dall’altra. No aspetta una parte è bianca mentre l’altra nera.
“C’è nessuno?” Grido, ma sento solo l’eco della mia voce.
“Vieni con me Charlotte” sento improvvisamente, subito dopo una forte luce compare nella parte di stanza chiara, svelando la figura di un ragazzo col volto coperto o meglio non lo riesco a distinguere. “Chi sei?” dico a mia volta ma di nuovo una luce, questa volta nella parte di stanza nera, irrompe scoprendo un altro ragazzo.
“No vieni con me Lottie ” dice quest’ultimo abbreviando il mio nome, di solito Harry mi chiamava così. La differenza tra i due era il colore della luce che si trova alle loro spalle. Ero capace solo di distinguere il colore degli occhi dei due ragazzi, il primo aveva gli occhi di un azzurro fortissimo come i cristalli, il secondo invece aveva degli occhi molto scuri quasi penetranti, simili alla pece. Man mano si avvicinano, non so cosa fare né dove mi trovo.“Cosa volete da me?” 
"Il potere
 si impossessa di te, il ciondolo deve essere distrutto” risponde il ragazzo ‘oscuro’ allungando la mano verso di me. Nel momento esatto in cui mi giro verso di lui l’altro ragazzo si materializza tra me e lui. “Lasciala stare! Deve rimanere al sicuro. Il ciondolo rimarrà intatto” irrompe facendo in modo che qualcosa simile a due ali di fate spuntassero dietro le sue spalle ingrandendosi mentre lampi chiari attraversano la stanza.
Lottie, tu verrai con me!” tuonò la voce cupa del ragazzo “Lo giuro sulla Nostra Signora delle Fate, tu verrai con me!” dopodiché scompare in una nube nera. L’altro ragazzo si gira per pochi secondi nella mia direzione, i suoi occhi sono ancora più chiari di quando li avevo visti prima. Quel contatto, seppur solo visivo, mi sta facendo sentire diversa dal solito... §


-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** "Piacere Charlotte" ***


“Lottie.. su svegliati” sento dirmi dalla fievole voce di mio fratello.

“Mm cinque minuti Harry!” voglio sapere cosa succede dopo. Voglio rivedere quei cristalli che mi hanno attratta. Voglio vedere il volto del ragazzo misterioso.

“Devi cambiarti, dobbiamo andare alla cena con mamma e papà”. Pigramente apro gli occhi affrontando la forte luce che emana la brochure posizionata sul comodino vicino al letto, ma il mio sguardo rimane basso.

“Forza sputa il rospo,che succede?” dice con tono fraterno Harry sdraiandosi al mio fianco.

“Quella sensazione è ancora più forte, e.. non capisco assolutamente il senso del sogno che ho appena fatto”

“Che genere di sogno?”

“Strano, molto strano! C’erano due ragazzi, non riuscivo a vederne il viso ma uno emetteva luce bianca e l’altro una luce nera. Dicevano di andar con loro.. Harry sto iniziando ad avere paura” mormoro rannicchiandomi  al suo petto.

“Lottie non preoccuparti ci sono io al tuo fianco, non può accaderti nulla” mi tranquillizza accarezzandomi la schiena e lasciando uno dei suoi baci sui miei capelli. Lottie anche quel ragazzo mi aveva chiamato così, come faceva a conoscere il nomignolo che usava solo Harry?

“Harry, Charlotte siete pronti? Il signor James aspetta noi!” la voce di nostra madre ci fa sciogliere l’abbraccio e ognuno si cambia nell’ assoluto silenzio.

 

“Wow Lottie stai d’incanto!” si complimenta Harry nel momento in cui sono entrata nella sua stanza per guardarmi meglio allo specchio.

“è il vestito dell’altra sera.. non ho ancora disfatto la valigia”

“Stai bene lo stesso” mi bacia una guancia dopo aver detto ciò.

 

“Signori Styles eccovi finalmente” afferma un signorotto sulla mezza età, alzandosi dalla sedia mostrandosi robusto, con tanto di baffo e smoking.

“Siamo puntuali come un orologio svizzero signor James!” sorride papà all’uomo “Questi sono i nostri figli, Harold e Charlotte” passa subito alle presentazioni. Il signor James ci tende la mano, subito dopo si scosta scoprendo la figura di un ragazzo moro. Il suo sguardo si posa su di me lasciando un forte bruciore impossessarsi del mio intestino.

“Mio figlio Daniel” lo presenta il signore.

Il ragazzo si alza e viene verso di me, mi bacia la mano con delicatezza.

“Dan, molto piacere signorina Charlotte” dice stringendo ancora la mia mano nella sua . In quel preciso momento il sogno fatto nel pomeriggio si fionda nella testa ritraendo la scena in cui il ragazzo ‘oscuro’ si avvicinava lasciando intravedere le sue pozze scure come pece. Lo guardo perplessa ma lui al contrario mi sorride legando le sue iridi simili al nero alle mie chiari. Sento tutte le mie emozioni più forti, come amplificate, lo sguardo di Harry fisso sulla scena, il battito del mio cuore che aumenta, i brividi causati da quel minimo contatto e quella presenza al mio fianco più insistente. Qualcosa ha tolto bruscamente la mano di Dan dalla mia, ma lui sembra non curarsene, nel frattempo sento quest’ultima riscaldata.

Se non credessi nella magia mi definirei pazza. Forse leggere troppe volte la saga di Harry Potter e i libri di Cassandra Clare mi sta facendo credere in cose presenti solo nella mia testa.

“Piacere mio, Dan”. Sorrido, e lui ricambia. Non so ma appena mi ha lasciato la mano e distolto lo sguardo il bruciore allo stomaco si è placato.

“Charlotte sei incantevole con questo abito!” si complimenta lasciando che le mie gote si impadronissero di un colorito bordeaux.

“Non azzardarti a fare il cascamorto con mia sorella” mormora a denti stretti Harry fingendo un sorriso mentre stringe forte la mano di Dan che ricambia al momento.

“Sono solo educato Styles, tua sorella è al sicuro”

“Uh.. e quale sarebbe il pericolo?” chiede sarcastico mio fratello.

La vita. È  pericolosa, un susseguirsi di sfide mortali. Questo tizio è poetico! “Leggere i libri fa bene sai? Beh se non vi dispiace tolgo il disturbo, ho da fare!” continua Dan prendendo la giacca e salutando il padre con una pacca sulla spalla. Esce dal locale scomparendo nell’ombra della notte.

Ceno in silenzio, non faccio neanche caso a ciò che dicono i miei genitori con il signor James.

 

Appena tornati a casa, dopo essermi cambiata, mi fiondo sul letto di Harry abbracciando uno dei tanti cuscini sparsi per esso.

“Quel ragazzo non mi piace, sorellina” dice Harry entrando nella stanza a petto nudo. Devo ammettere che ha un bel fisico mio fratello. Pettorali ben scolpiti, neanche l’ombra di un po’ di pancetta, petto completamente liscio. Beh se non fosse stato mio fratello sarebbe diventato il mio futuro marito. Viva la modestia!

“Che ti ha fatto di male, sentiamo?”

“Sai che considero le persone dal modo in cui si presentano?!” annuisco conoscendo il suo modo di fare.  “Bene, quel Dan non mi piace.”

 “Ma sta zitto, è stato solo ..ehm poetico? Beh Harry a me non fa né caldo né freddo. Buonanotte riccio” gli auguro scompigliandogli i capelli per poi andare nella mia stanza.

 

Il rumore della sveglia irrompe nella stanza interrompendo il mio sonno. Stranamente quella è stata la prima notte passata senza incubi. Le ultime notti le passavo sudate svegliandomi due o tre volte ma dimenticando subito ciò che mi aveva disturbato durante la notte. Solo una scena rimaneva impressa nella mia mente per pochi secondi, il tempo di memorizzarla: il ciondolo che trovai tempo fa nel portagioie di mia madre al centro di un enorme corteccia robusta, con disegnati sopra in chissà che lingua antica una leggenda.

“Buongiorno ragazzi” ci saluta la mamma vedendo me ed Harry scendere le scale. Dopo aver lasciato un delicato bacio sulla guancia di entrambi si siede vicino a papà per fare colazione.

“Oggi andiamo ad iscrivervi a scuola, preferenze per i corsi?”

“Io voglio fare teatro!” affermo subito non lasciando Harry rispondere prima di me, se avesse proposto qualcosa prima lui i miei avrebbero iscritta anche me al suo corso.

“E tu Harry?”

“Direi cheerleader se potessi far parte del corso ma teatro mi va bene”. Rimasi del tipo l’urlo di Munch.

“Allora teatro ad entrambi. Beh dovremo andare caro, altrimenti faremo tardi al colloquio” avverte mia madre alzandosi per poi sparecchiare quel poco che mangiavamo a colazione. Non siamo i tipi di bacon e uova fritte al mattino, piuttosto un cappuccino e dei biscotti.

“Bene, mattina libera sorellina! Che facciamo?” mi domanda Harry quando mamma e papà escono di casa.

“Per primo vado a togliere il pigiama poi.. lascio a te!” dico per poi andare in camera. Spalanco le finestre e mi rendo conto che le finestre di fronte, solitamente chiuse, sono aperte e da dentro si sente la voce della signora Maura e subito dopo la vedo sistemare le lenzuola sul letto. Non perdo tempo e decido di darle il buongiorno. “Buongiorno signora Maura!”

 “Oh buongiorno anche a te Charlotte!” si ferma un attimo sorridendomi dolcemente come è solita fare poi guarda nella stanza. “Ti dispiacerebbe raggiungermi un attimo. Voglio presentarti una persona”

“Mm va bene. Il tempo di cambiarmi.” Rispondo con un sorriso, mentre sto per rientrare nella stanza mi sento richiamare: “Vieni con Harry”

 

“Forza Harry, la signora Maura ci sta aspettando!”grido dal piano inferiore mentre quell’idiota è ancora di sopra  a prepararsi. “Quanto ci metti?”

“Ehi con calma! Se vuole presentarci una ragazza dovrò essere affascinante il più possibile” si pavoneggia scendendo le scale con calma, io sinceramente l’avrei mandato a quel paese!

Bussiamo alla porta accanto aspettando di venire aperti. “Eccovi, entrate pure!” esclama Maura facendosi da parte per farci entrare.

“Niall scendi, sono arrivati i ragazzi”. Detto questo vedo scendere dalle scale un ragazzo biondo, alto quanto noi, è di spalle e non riesco ancora a vedere il suo volto. Oltre l’ansia per vederlo in quei pochi secondi sento nuovamente tutto più amplificato. E quella presenza poi, che ne parlo a fare, era come entrata in me e decisa a rimanerci. Rimango immobile, non riesco a fare nulla, sono al momento incapace di agire.

Diamine! Guardarlo negli occhi mi ha resa come vulnerabile. Sul suo viso chiaro spiccano i due occhi celesti, come quelli del fratello.

“Niall, loro sono Harry e Charlotte. Ragazzi lui è Niall mio figlio. È spesso in viaggio perciò l’altro giorno non l’avete visto” sorride amorevole Maura mentre Niall ed Harry si stringono la mano guardandosi fissi negli occhi, stranamente seri in volto. Ancor più strano è che non mi sembra affatto uno sconosciuto vicino di casa, ma sento di conoscerlo già da molto ma solo adesso lo stessi vedendo per la prima volta. Come quando leggo i libri di Harry Potter, prima del film avevo dato dei volti completamente diversi ai personaggi. Ron l’avevo immaginato più alto e con una cresca al posto del caschetto.

“Allora saremo vicini di casa. Piacere Niall”. Ho detto che i suoi occhi mi hanno lasciato senza fiato? Beh la sua voce è altrettanto mozzafiato. “Piacere Charlotte” sorrido ridestandomi dai mille pensieri. Ci stringiamo la mano e indovina l’indovinello?! Vedo passarmi dinanzi agli occhi il sogno del pomeriggio precedente, a differenza dell’episodio di ieri sera, adesso vedo solo il momento in cui il ragazzo della ‘luce’ si materializza tra me e l’altro. Mi sento invasa da una forte scossa che mette i brividi.

La giornata inizia proprio bene!

“Io avrei un appuntamento tra una decina di minuti, quindi piacere di avervi conosciuti” si dilegua il biondo facendo svanire quella presenza. Mi è sembrato come gli angeli che descriveva Harry quando ero più piccola, con la pelle candida, bianca come la porcellana e due cristalli al posto degli occhi. 

“Non meravigliatevi del suo comportamento nei giorni seguenti. È sempre stato così, gli piace stare solo.. anche il Saggio lo dice” dice Maura guardando la figura del figlio camminare sempre più velocemente. 

“Non si preoccupi.. esiste un saggio in questa città?” chiedo perplessa, comprendendo solo in un secondo momento le parole della signora Maura.
“Ehm.. no! Scusami volevo dire il padre”

 

“Adesso noi andiamo, dobbiamo ancora disfare per bene le valigie” interviene Harry.

--

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** "Sono banali occhi verdi, Dan" ***


"Lottie dobbiamo andare a scuola.. svegliati" sento bofonchiare da Harry con la voce impastata dal sonno. Ecco l'ennesimo primo giorno di scuola.

"Neanche tu hai voglia di alzarti" dico a mio fratello sapendo che sta ancora con la testa nel mondo dei sogni. Ieri sera abbiamo dormito nello stesso letto, da precisare nel suo letto.

"Ragazzi sveglia! Dovete andare a scuola"sentiamo la voce della mamma e ci alziamo dal letto. Con più calma possibile scendiamo per fare colazione.. siamo pigri ecco un altro lato della nostra personalità.

Siamo arrivati davanti al cancello della nostra prossima scuola per i prossimi mesi. Ci dirigiamo insieme in segreteria per ritirare le combinazioni degli armadietti e l'orario dei nostri corsi. Sento troppi occhi puntati su di me, mi sento posta al centro dell'attenzione, diamine è un'intera scuola irlandese a guardarci. "Harry facciamo il più presto possibile" gli sussurro tenendo lo sguardo fisso davanti per non guardare gli studenti.

Odio essere messa al centro dell'attenzione. Odio essere guardata per un tempo lungo da qualcuno. L'ho sempre odiato, piuttosto preferisco quando mi accarezzano i capelli, anche se sono praticamente intoccabili come quelli di Harry.

"Buongiorno, siamo venuti per ritirare gli orari e le combinazioni" dice Harry appena entriamo nella segreteria.

"Siete Harry e Charlotte Styles?" chiede la signora anziana da dietro la scrivania. Dopo aver annuito ci consegna il tutto e usciamo in cerca dell'armadietto.

"Harry ecco il mio!" esclamo trovando il numero 76 tra i numerosi armadietti. Il tempo di aprirlo e posizionarci dei quaderni all'intero che sento qualcuno appoggiarsi al fianco. Chiudo lentamente l'armadietto, sentendo il mio gemello nervoso, e mi sorprendo ritrovando Dan appoggiato agli altri. Contemporaneamente quella presenza al mio fianco si fa sentire più che mai!

"Lottie, anche tu in questa scuola?" chiede retorico sfoggiando un sorriso mozzafiato.

"Per i prossimi mesi saremo qui" rispondo gentile, l'agitazione che mi trasmette Harry non mi è di certo d'aiuto.

"Ah buongiorno anche a te, Harry" dice non degnandolo di un solo sguardo ma fissando me per tutto il tempo. "In che corso stai la prima ora?" domanda di nuovo togliendomi il foglietto dell'orario dalle mani per leggerne le materie. "Oh bene siamo insieme per le prime due ore" sorride. Ancora. Rimango io a fissarlo adesso. I nostri sguardi erano come incatenati, non riuscivo a guardare altro che quel paio di occhi così profondi.

"Dobbiamo andare James, non voglio fare tardi il primo giorno di scuola" cerca una scusa Harry. Si che non gli piaceva ma poteva almeno cercare di essere gentile in sua presenza.

Entriamo nell'aula trovando ognuno a gruppi interessati a far ciò che immagino faccino gli altri giorni.

"Venite, quei posti sono liberi" ci avverte Dan attirando l'attenzione di parte degli studenti. Harry è osservato da tutte le ragazze, chi si mette in mostra e chi lo guarda di nascosto. Mi stringe più a sé facendomi arrivare sguardi accattivanti. Il tempo di sederci che entra il professore richiamandoci al silenzio.

"Vedo che sono arrivati i due nuovi studenti, io sono il professore Smith, ditemi velocemente i nomi così da appuntarli" chiede con gli occhi fissi sul registro.

"Harry e Charlotte Styles" dice Harry seguito da un "oh" di piacimento da parte delle ragazze mentre dei ragazzi tossiscono.

È ora di pranzo, voglio assaggiare il cibo della mensa della scuola. In molte scuole americane era buono se si mangiava a stomaco vuoto.

"Harry dov'è?" chiedo a Dan. È stato gentile nei miei confronti per tutta la giornata, anche se non avevamo corsi in comune ad ogni cambio mi aspettava vicino al mio armadietto, o meglio spuntava all'improvviso facendomi sussultare un paio di volte dall'inizio delle lezioni. Però dovevo ammettere che era stato carino da parte sua tutte quell'attenzione.

"Ha detto di andare nel giardino con dei suoi amici" m' informa quando stavamo per sederci

"Strano! Di solito mi avvisa..".

"Dai, mica può stare sempre con te, oggi per voi è il primo giorno di scuola quindi, è meglio conoscere altri" conferma Dan sorridendomi.

"Capito.. " dico solamente. Poteva anche avvisarmi però, come la presenza al mio fianco poteva avvisarmi di andarsene chissà dove, lasciandomi.. beh diciamo.. vuota!

"Non mi piace quell'espressione. Che ne dici se ti mostro la scuola?! D'altronde il cibo della mensa non è una priorità, te lo assicuro!" mi chiede sorridendo. Rimango a fissare quelle due file di denti perfettamente bianchi, diamine sembravano brillare. Fatto sta che mi convinse a saltare il pranzo per girare per la scuola.

Punto di vista di Niall

Dan sta facendo troppo il cascamorto con Charlotte e la cosa non mi piace. Mi preoccupa dato che ha visto più di una volta il ciondolo al collo di Charlotte e non abbia fatto ancora nulla. Che sta tramando?! Ma in parte mi sta aiutando, gli sono grato di questo suo perder tempo, in tal modo posso stare con Charlotte. Sì, lei non mi può vedere ogni qualvolta io le volo al fianco evitandole i pericoli ma mi può sentire, perché ne sono sicuro che sente in sé qualcosa quando le sto al fianco. E a dirla tutta quel qualcosa c'è pure in me anche se non lo ammetterò né adesso né mai! La coerenza!

Sono stato al suo fianco per un paio di ore stamattina, diciamo il tempo che Dan ha avuto gli stessi corsi con la bionda. Poi sono tornato a casa, avevo ancora da dare delle spiegazioni a mia madre.

"Finalmente eccoti. Sei riapparso. Ti avevo chiesto di chiarire e tu che hai fatto?! Sei scomparso per tutta la notte. Spiegami il perché quando sei tornato ti sembrava che fossi stato via solo per poche ore invece di due lunghi anni. Spiegami il perché figlio mio!" Ecco, appena riappaio nel salotto di casa, mia madre mi accoglie con questa domanda.

" Mamma, come ti dice il saggio io non posso andare e venire da un mondo all'altro senza problemi. Ci sono delle conseguenze."

"Ma sono passati due anni da quando sei venuto l'ultima volta. Il saggio mi ha detto che sei venuto solo per una missione affidatati qualche mese fa!"

"Vago sulla Terra da tre mesi.."

"Perché figlio mio? Perché parli della Terra come se fosse un mondo sconosciuto? Ricordati che questo mondo ti ha visto crescere, quattro anni fa per te esisteva solo la Terra, non sapevi neanche l'esistenza dell'Escoban"

"Mamma ormai il mio mondo è un altro, non appartengo più alla Terra. Non ho nessun motivo per rimanerci."So che la mamma sta per piangere ma devo essere più forte di me stesso, sono due anni che me la cavo e non posso rinunciare proprio adesso. Mi sono ripromesso che dopo la storia di Sally non mi sarei lasciato trafiggere dai sentimenti.. e voglio mantenere questa promessa.

"Almeno spiegami il perché ti trovi qui, a Mullingar e non in chissà quale altro paese del mondo, dopotutto come mi disse il saggio dovevi sorvegliare una situazione"

"Non posso dirti troppe cose, ma devo tenere d'occhio Charlotte" dico lasciando un sorriso scappare al pronunciare quel nome. Non so neanche il perché, è stato un impulso.

"La figlia dei vicini?"

"Si mamma"

"Cosa succede?"


"Non posso dire niente mamma..". Dopodiché sentii un forte dolore pulsarmi al centro del petto, capii al momento che riguardava Charlotte. Dan avrà sicuramente fatto qualcosa. Senza pensarci due volte mi materializzai, ovviamente invisibile agli occhi umani, nel centro della scuola cercando di seguire l'istinto che però era soppresso da qualcosa di più pesante. L'istinto, facendosi sentire a tratti mi conduce al giardino sul retro della scuola. Li trovai seduti sotto un albero, quasi soli, quasi abbracciati. Qualcosa si strinse ancor di più nel mio stomaco non lasciandomi neanche l'aria per poter respirare. Perché mi faceva sentire strano vedere Charlotte abbracciata a Dan? È solo la mia protetta.

Punto di vista di Lottie

Dan mi stava facendo da guida turistica quel giorno. Non abbiamo smesso neanche un attimo di ridere, spesso per cose immature. Sto seduta accanto a lui sotto uno dei tanti alberi del giardino.

"Sai, sei stata guardata da molti ragazzi della scuola"dice fermando la sua risata.

"Ma per favore! Non attiro tanta attenzione!"

"Beh sei stata anche invidiata da molte ragazze"
 continua con un accenno di modestia nel suo tono di voce.

"Ah e come mai?"

"Ma hai visto chi hai accanto?! Dan James, il nuovo studente che ha tolto il titolo di 'miglior ragazzo' a Chris Bronx" si pavoneggia ancora guardando dinanzi a sé come se stesse rivolgendo sguardi di fuoco a qualcuno.

"Sei anche tu un ragazzo nuovo in questa scuola?"

"Ehm.. ho iniziato a frequentare questa scuola due mesi fa. Sono stato trasferito da poco"

"Anche tu per il lavoro dei tuoi?"chiedo sapendo che suo padre si occupava di marketing riguardante il globo come i miei genitori.

"Si.. proprio per il lavoro dei miei genitori"dice turbato.

"Comunque devo ammettere che sei un ragazzo carino, per oggi ti sei guadagnato quel titolo!"confesso unendo le mie iridi chiare alle sue gemme nere. C'era qualcosa che si celava dietro quelle gemme nere.. erano così profonde che sembravano inumane.

"Devo ammettere che hai degli occhi bellissimi, piccola!" dice usando le mie stesse parole.

"Sono banali occhi verdi Dan"

"Mm, per me no. Confesso di amare le tue gemme verde speranza Charlotte Styles"continua facendomi arrossire, perché me lo sentivo che le guancie stavano andando a fuoco. Dan poggia una sua mano sul mio zigomo tenendo lo sguardo fisso sui miei occhi.

Quell'attimo? Semplicemente confusione fuori e dentro di me.

Che stavo facendo? Diamine stavo osservando le labbra di Dan, le stavo bramando! Ma qualcosa in quel momento si scaraventò su di Dan facendolo sbattere contro un albero poco distante da noi.

Cosa era successo?

Punto di vista di Dan

Quel bacio poteva far in modo da portare Charlotte dalla nostra parte. Ed invece chi doveva rovinare tutto? Horan. Ha sempre rovinato tutto.

Da quando il saggio del villaggio scelse lui come prediletto, come colui che avrebbe affrontato grandi missioni, il mio odio nei suoi confronti ha superato ogni limite predefinito nei scorsi tre lunghi anni, da quando era arrivato dalla galassia della Via Lattea.

I primi tempi riuscivo a sopportare essere il secondo ma poi qualcosa in me scattò quando anche Sally, che mi aveva promesso che sarebbe rimasta dopo il viaggio mortale di mia madre, l'unica a cui tenevo più di me stesso, che lei ci sarebbe sempre stata per me, mi ha abbandonato per starsene con lui.

Lo odio dal giorno in cui sentii pronunciare il suo nome.

Non volevo lasciargli Sally perciò lo sfidai, lui non perse il tempo di mettersi in mostra accettando. Ovviamente vinse essendo il prediletto, guadagnandosi oltre l'amore dell'unica donna che ho amato nella mia vita anche l'ammirazione del popolo di Escoban. Dopo codesto mi rifugiai nelle tenebre lasciando che l'oscurità si impossessasse del mio corpo, non lasciando neanche una briciola di bene in me. Il bene mi aveva fatto star male, seguire le regole mi aveva fatto star male, il bene non faceva per me. Da quel momento cambiai.

Scoprii il mio incantesimo, l'incantesimo che tutti quelli del popolo scoprono quando affrontano la situazione ideale, la situazione nella quale superi il limite di te stesso, il limite di sopportazione e l'incantesimo in te si incide nella tua mente finché non viene utilizzato. Per noi ragazzi è un dono scoprire il nostro nuovo incantesimo, ma per i più grandi è roba da nulla.

Fui grato al mio nuovo mondo, mi avevano reso migliore.

Ero diventato il contrario del Dan che mio padre conosceva. Pian piano mi ripresi tutte le vendette che aspettasse ad ognuno mi avesse fatto del male.. due erano le vendette più grandi che avevo in serbo come le più crudeli, quelle che avrei vinto crudelmente. Dovevo far soffrire come loro avevano fatto soffrire me, dente per dente occhio per occhio. Ad Horan ci stavo già lavorando, soprattutto con l'aiuto di Sally che, senza esserne a conoscenza, mi aveva anticipato un po' di tempo ferendolo come non mai.

Mi rimaneva dedicarmi pienamente alla vendetta del ciondolo Amprex, aspiravo al potere per poter vendicare la sua morte.

Mi rialzo puntando lo sguardo su quello incandescente di Horan.

Era diventato un po' più grande del solito lasciando delle piccole vene ingrossate trasparire sulla sua candida pelle bianca. Non potevo mettere a conoscenza Charlotte del nostro mondo, non adesso. Devo far finta di nulla perciò fermo il tempo. Sì, questo era il mio potere, avevo la libertà di fare di tutto e di più

"Horan non intrometterti, diamine!" urlo per poi scagliargli contro una fiamma incandescente che lo avesse seguito finché non lo avrebbe colpito. Con questo sarebbe stato fuori gioco per un po'.

"Non azzardarti a toccare Charlotte.." dice prima di fuggire.

Faccio ripartire il tempo e..

"Dan tutto bene? Cosa è successo?" sento subito la voce della mora che, prima di essere fermata, stava correndo verso di me.

"Si, tutto ok. Non so proprio cosa sia potuto succedere" rispondo fingendomi la vittima. Quanto è facile mentire a questa ragazzina.

Sento appena in tempo la campanella suonare, una scusa in più per non affrontare l'argomento.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** "Ti piace stare tranquilla.." ***


Punto di vista di Harry

Spero solo che quel Dan non metta balle in testa a mia sorella. Quel tipo non mi è piaciuto fin dall’inizio e la mia idea rimane la stessa.

 

 “Harry vieni, ti faccio conoscere Liam!” mi richiama il moretto che cammina al mio fianco. Dopo la prima ora con Lottie ho conosciuto Zayn con il quale ho avuto il resto delle ore in comune. Era stato gentile, e carino nei miei confronti. Mi era stato accanto, mi aveva fatto fare un giro veloce della scuola specificandomi, oltre le varie aule e laboratori, anche le persone da evitare. Aveva degli occhi che ti incatenavano non appena i vostri sguardi si sarebbero uniti. Il ciuffo lo descriveva come “io-senza-lui-perfetto-non-esco-di-casa”; era atletico e simpatico. Il ragazzo perfetto!

Ei aspetta un attimo, Harry cosa sono tutti questi dettagli? Eppure da quando sei arrivato qui on fai altro che mettere in primo piano i ragazzi anziché le ragazze.

“Liam, lui è Harry, un nuovo studente, Harry lui è Liam un mio amico!” ci presenta Zayn. I suoi occhi mi rapirono subito. Erano come caramello.

“Louis dov’è?”

“Oggi non gli andava di venire. Beato chi lo capisce!” risponde alzando gli occhi al cielo Liam. “Louis è mio cugino, deve ripetere l’ultimo anno, ma non ha intenzione di terminarlo bene.” Continua prontamente vedendomi confuso

“Harry! Finalmente” sento in lontananza la voce di Lottie. Girandomi la vedo corrermi incontro, apro le braccia e l’abbraccio.

“Ragazzi lei è mia sorella Lottie”gli dico.  “Piacere, io sono Zayn, e lui è Liam.”

 Punto di vista di Lottie

 

Appena esco dalla porta sul retro mi distendo sull’erba fresca e volgo lo sguardo al cielo osservandolo. Da quando ci siamo trasferiti, di nuovo, la sera è diventata il momento più rilassante della giornata. A confronto delle città rumorose in cui sono stata questa cittadina è tranquilla, si sentono addirittura i versi dei gufi tanto del silenzio che regna.

Anche se ho trascorso solo una settimana a Mullingar, sento che qualcosa mi ci incatena qui. Sembra come se ci vivessi da una vita, come se ci fosse qualcosa che mi trattiene. La presenza al mio fianco la sento più sicura a tratti nervosa, sembro una pazza a pensare queste cose, ma devo scoprire cosa si trova in mia compagnia. Cosa o chi è a seguirmi in ogni momento della giornata.

“Potresti ammalarti lì fuori, sai?” sento una voce interrompere i miei pensieri. Mi giro innumerevoli volte ma non capisco chi sia stato a parlare. “Sono qui” continua, una piccola luce si accende per poi scomparire nel nulla. Vedo il ragazzo biondo affacciato alla finestra della casa della signora Maura. Niall se non sbaglio.

“Come mai ancora sveglio? È notte fonda oramai!” affermo vedendolo appoggiarsi alla ringhiera del balconcino poco distante da quello della mia camera. Adesso avevo capito di chi era quella stanza.

“Potrei farti la stessa domanda..”dice per poi saltare giù dal balcone. Se non l’avessi visto poco dopo aggrapparsi ad una sporgenza sarei diventata bianca dalla paura di essere assistita ad un suicidio.

“Ma sei pazzo? Ti volevi suicidare?!” domando retorica non appena salta la staccionata che divide le due proprietà. Con un sorriso soddisfatto si avvicina sedendosi accanto a me e solo dopo noto che ha tra le mani una coperta che prontamente ci avvolge le spalle.

“Sono cose da nulla, tutti lo sanno fare”

“Beh allora sono l’unica a non saperlo fare” dico mettendo il broncio.

“ Mi correggo, tutti i ragazzi sanno fare”

“Sé va beh, fammi il piacere”

“Però potresti imparare!” fa una piccola pausa mentre osserva il cielo “Il cielo stanotte è coperto, non si vedranno tante stelle”

"Non dò peso a questa cosa.."                                                                                                                      

“Ti piace stare tranquilla, avere quel luogo dove i tuoi pensieri siano liberi di invadere la tua mente; forse a qualcuno dai più peso e invece, altri li rimani in disparte. Vuoi ripensare ai bei momenti, e chiederti il perché si verificano quelli brutti che poi non riesci a cancellare dalla tua mente..”

 

Lo guardo stupita, ho il fiato corto. Diamine! Mi ha letteralmente letta dentro.

“Come fai?”riesco  a dire riprendendomi.

“A fare cosa?” dice lui facendo comparire un piccolo sorriso sul suo volto. I suoi occhi celesti sembravano ridere anche loro.

“Sai, è proprio questo che faccio ogni sera.. tutti dormono ed io scendo ad osservare, non so neanche di preciso cosa!”

“Mm sai, quando vivevo ancora qui, era questo che facevo ogni sera, oppure al termie di una brutta giornata passavo la notte sulla veranda a suonare la chitarra.. mi tranquillizzavo.” Pronuncia quelle parole con occhi sognanti, era come se stesse rivivendo quei momenti.

“Non vivi più qui?”

“No.. mi sono trasferito l’anno scorso a.. Londra”

“Quanti anni avresti ?” dico squadrandolo con quella, che pensavo assumere, una faccia buffa.

“Diciannove, tu ne hai..” dice non completando la frase lasciando che lo facessi io “Diciotto! Ma ti raggiungerò, tra un po’ compiremo gli anni” affermo soddisfatta parlando al plurale e rendendomene conto solo dopo che lui domandò “Faremo chi?”

“Io ed Harry siamo gemelli, spesso mi capita di parlare al plurale” esordisco imbarazzata.

“Infatti vi assomigliate. Però i tuoi occhi tendono al celeste”. Ok, adesso mi doveva spigare 1. Il perché di tutti questi dettagli 2. Come faceva a saperli se ci eravamo visti si è no due volte da quando sono qui.

“..” presi fiato per domandargli come faceva, ma rimasi come ipnotizzata da quelle due sfere celesti. Vedendo la mia reazione sorrise. Era come se stessi sorridendo anche la mia anima. Mi sentivo bene con Niall accanto, mi sentivo protetta come quando stavo con Harry,  mi sentivo come in pace con me stessa. L’equilibrio nel mio corpo si era ristabilito.

Sapete le guerre che si verificano all’interno del proprio corpo quando si è confusi? O le seghe mentali che si hanno quando non si capisce il perché di una cosa? Bene con il biondo al mio fianco erano come vaporizzate. Regnava la pace dentro di me.

“Forse è meglio se vai a dormire. È tardi ormai” mi distoglie dai pensieri la voce di Niall.

“Ma io non ho sonno, sto bene qui!” protesto rassegnata a rimanere ancora fuori, magari con lui accanto.

“Non fare i capricci, domani hai scuola”

“Sembri mia madre quando parli così”

“Ma fammi il piacere! È già troppo sopportare la mia figurati diventarne una”. Scoppiai a ridere. Per essere un semplice vicino diciannovenne era buffo, mi piaceva averlo accanto.

“Notte biondo!”. Fermo la risata sentendo la sua risuonare ancora nell’aria che ci circonda. La sua risata, così cristallina. Mi ridestai dai pensieri e gli baciai una guancia.

“Ci vediamo in giro” gli dico aprendo la porta del retro. “Buonanotte Charlotte” mi saluta prima di arrivare al suo balcone con qualche salto.

Incredibile, mi sorprendeva sempre di più, eppure ci conoscevamo da soli due giorni!

 Punto di vista di Harry

 

“Harry puoi andare tu ad aprire la porta?” mi chiede Zayn troppo occupato a specchiarsi davanti al televisore spento. Liam e Zayn mi avevano invitato a passare del tempo con loro quest’oggi e senza pensarci due volte ho accettato ritrovandomi nel loro appartamento.

“Sarà Louis, di certo!” sento la voce di Liam provenire dalla cucina. Mi avvicino alla maniglia, mi sistemo alla meglio i ricci, voglio far bella figura, a chiunque creerebbe confusione entrare nel proprio appartamento ritrovandosi dinanzi un nuovo volto. Apro la porta e come se fossi invisibile mi vedo passare davanti un ragazzo moro un po’ più alto di me “Finalmente avete aperto idioti! Sarei potuto congelare lì fuori!” esclama andando in cucina.

“Ma se ci sono più di diciotto gradi oggi” contraddico facendo finalmente incrociare per la prima volta i nostri sguardi. Il suo spaesato e confuso e il mio deciso e sdegnato.

“E tu chi saresti?”. Capisco che quella era casa sua ed era strano ritrovarsi uno sconosciuto all’entrata ma la tonalità che aveva utilizzato nel rivolgermi la parola era tutt’altro che cordiale.

“è un nostro amico, e un tuo nuovo compagno di corso. Avrete molti corsi in comune”. Oh bene, avrei dovuto stare in compagnia di quell’insolente anche durante l’orario scolastico. Fantastico proprio!

“Io dovrei passare del tempo con questo ragazzino ? Ma fatemi il piacere”. Harry calmo, Harry tieni i pugni stretti e cerca di trovare la tranquillità. Stringo così forte il pugno che l'unghia premono nella pelle da far rimanere il segno.

“Io devo andare ragazzi, ho promesso a mia sorella di accompagnarla a fare compere.” Dico vedendo lo sguardo confuso e infuriato di Louis.

“Vai, nessuno ti obbliga a rimanere qui, ragazzino!” sbotta Louis buttandosi letteralmente sul divano dove prima si trovava Zayn.

“Dai, ci avevi promesso di rimanere per tutto il pomeriggio” si lamenta Malik cercando di intrattenermi con loro. Non avevo intenzione di rimanere lì in compagnia di Louis.

“è mia sorella, Zayn! Ci vediamo.” Li saluto con un sorriso mentre non rivolgo nessuno sguardo al castano.

Lo odio!

È la prima volta che ci vediamo e in due minuti è riuscito a farsi odiare dal sottoscritto, eppure cerco sempre di capire certe situazioni. Questa volta però quel ragazzo è riuscito a farmi andare su tutte le furie, anche se ho trattenuto potrei scoppiare la prossima volta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** "Oh Niall, quanto sei sciocco!" ***


Punto di vista di Harry

Tornando a casa ho visto il ragazzo biondo della casa affianco saltare dalla staccionata al balcone di casa sua, come diamine aveva fatto? Bah. Appena entrato vedo Lottie uscire dalla cucina per poi correre al piano di sopra con un sorriso stampato sulla faccia.

“Sorellina..”la richiamo. Scatta sull’attenti e facendo rigidamente, tre passi indietro mi chiede “Si? Successo qualcosa?”

“Tutto bene? Sembri..”rimango la rase in sospeso, so già che essendo nervosa incomincia a fare varie ipotesi, dicendo infine ciò che è successo.

“Come sembro? Strana? Nervosa? Spaesata? Felice? Fottutamente bene come non mai.. dai vieni!” ecco come immaginavo.

“Harry si nota tanto?”

“Si nota subito il tuo sorriso a trentadue denti sul volto. Si tratta del biondino?”

Sembra un cadavere tanto che è impallidita al sentire il nome che avevo affibbiato al figlio di Maura.

“L’ho visto prima uscire dal nostro giardino per andare in camera sua. Forza dimmi tutto!” la incoraggio mettendomi comodo appoggiato alla testiera del letto nella mia stanza.

Dopo essersi sistemata sul pouf ai piedi del letto inizia a raccontarmi come da quasi una settimana a venire dal loro incontro si vedono spesso nel giardino sul retro, lei con la scusa di starsene da sola rimane lì e lui come se l’avesse sentita la raggiunge iniziando a parlare del più e del meno, conoscendosi e scherzando tra di loro.

“E questo ragazzo ha fatto colpo, sorellina” dico dandole un pizzicotto sul braccio, aveva gli occhi da sognatrice.

“Non è vero Harry! Cioè è simpatico, è dolce, ha degli occhi stupendi, mi sento lo stomaco in soqquadro quando mi sta accanto, mi sento vuota non appena ci salutiamo la sera..”

“Ehi ehi sorellina, ti stai innamorando?” le chiedo retorico vedendola diventare rossa in viso.

“Harry è una cosa nuova”

 “E Daniel?”

“Dan.. beh Dan è un amico di scuola, il figlio del socio di mamma e papà. È solo un amico..”

“Vorresti dire che il vostro starvene abbracciati sotto la quercia della scuola per tutta la ricreazione, o il suo modo di salutarti ogni volta che ti accompagna a casa dopo scuola e quando ti viene  a prendere la mattina è un comportamento da semplici amici? Perché se è così io sono il figlio di Zeus” le dico osservandola. “Ammettilo ti piace quello stronzo di James”

“Ti ho detto più di una volta che Dan non è come l’hai conosciuto tu la prima volta, è un bravo ragazzo!” mi contraddice facendo riemergere la discussione che abbiamo su di lui ogni volta che si apre l’argomento.

“Non voglio parlare sempre dei miei problemi, quindi adesso sono io quella  a fare domande” sbotta cambiando argomento. Ah non cambierà mai! “Come mai quando sei entrato avevi quell’espressione? Con chi hai litigato?”

“Ho conosciuto un nuovo ragazzo, è stato stronzo nei miei confronti, tutto qui” le rispondo sfoggiando uno dei miei miglior sorrisi.

“Per questa volta passi solo perché sono arrivati mamma e papà e devo correre a salutarli”. Fiù ringrazio mentalmente i miei genitori, se avesse continuato a fare domande sarei morto sul posto!

Quella ragazza mi sembra stia cambiando. Non si comporta così da un po’. Non si apriva subito con qualcuno dopo essersi conosciuti solo il giorno prima. Quei due ragazzi sono diversi, devo tenerli sotto controllo, devo tenere sotto controllo tutta questa nuova situazione.

 Punto di vista di Lottie

 Era da un bel po’ che non trascorrevamo una bella serata in famiglia, sono noi e loro. Senza chiamate di lavoro, senza un limite di tempo. Infatti la stanchezza di ieri sera si fa sentire, non riesco a tenermi in piedi, però devo alzarmi, la sveglia sta risuonando per la quarta volta.

“Charlotte, c’è Dan di sotto che ti sta aspettando” sento la voce di mia madre mentre infilo velocemente un jeans ed un maglione grigio con sparsi qua e là dei piccoli cuori rossi. Era il mi indumento preferito, forse perché era il regalo di compleanno che Harry aveva fatto per me.

“Il tempo di truccarmi” dico sorridendo più a me stessa che a lei.

“Signorina, mi state per caso nascondendo una cotta?” mi chiede retorica mia madre sedendosi sul bordo del letto ancora disfatto.

“Mamma! Cosa insinui?”. Ieri Harry, adesso lei. Si notava così tanto una cosa non vera? Dan era solo premuroso.

“Sono tua madre e queste cose le noto Charlotte” ecco il suo tono dolce e curiosa, ha voglia di saperne di più.

“Se mai ci sarà qualcosa, sarai la prima a saperlo” le rispondo facendole l’occhiolino per poi scendere in salotto e salutare Dan con un bacio sulla guancia. “Buongiorno” gli sorrido.

“Giorno, andiamo splendore?!” Okay le mie guancie saranno sicuramente diventate rosse. Avrei dovuto dirgli che non mi piacevano i complimenti dato che mi facevano arrossire, e odiavo arrossire!

“Le parole di quella sera valgono ancora” dice Harry comparso dal nulla superandoci per andare a scuola.

“è protettivo, dopotutto è il mio gemello” risolvo con gentilezza la figuraccia. Un giorno avrei ucciso il mio gemello, me lo sentivo; come avrei ucciso quel bruciore di stomaco ogni qualvolta Dan mi stringeva a sé avvolgendo il suo braccio sulle mie spalle. Mi sentivo lo stomaco in confusione, completamente soqquadro. Eccola come sempre quella piccola presenza che sento mi sta affiancando in questo momento, quando sono con Dan compare. Eh piccola presenza sarai mica gelosa? Mettendo da parte gli scherzi devo capire cosa o chi sta al mio fianco, proteggendomi. Sarà la centesima volta che lo dico ma non ho mai capito nulla.

“Stasera ti va di uscire?”una domanda improvvisa del ragazzo al mio fianco mi fa ritornare alla realtà abbandonando il mio monologo interiore.

“Mm sì, perché no” rispondo non pensandoci troppo, d’altronde che potrei perderci, mi farebbe bene uscire e svagarmi un po’.

“Speravo in questa risposta Lottie”mi sorride arruffandomi leggermente i capelli.

“Ehi i capelli non si toccano”mi lamento allontanandomi di poco ma subito mi riunisce a lui con una spinta arrivata da non so chi dato che sul marciapiede camminavamo solo noi due. Ero petto contro petto con Dan

“Davvero? I capelli non si toccano?!”

Il suo sguardo è una sfida, era facile lasciarsi ingannare da quelle due pozze nere simili alla pece. Non ne avevo mai viste di così scure.

“No i capelli proprio non si toccano” siamo  così vicini che pochi millimetri avrebbero permesso il contatto diretto delle nostre labbra..

Sposta il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e nuovamente agli occhi..

Prontamente gli scombino i capelli sporgendomi quel poco che permise alle nostre labbra di sfiorarsi.

“Questo non dovevi farlo” OPS! Inizia a rincorrermi finché, una volta presa, mi tiene stretta abbracciandomi da dietro. Un bambino avrebbe di sicuro detto che sembravamo due fidanzatini. 

“Okay hai vinto tu, adesso mi lasci?” gli chiedo con voce affannata per la corsetta.

“Nah tanto abbiamo le prime ore insieme, comunque non potresti separarti da me” afferma lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia, meglio ancor all’angolo della bocca lasciando che i brividi si impossessino di me.  Stomaco, che sta succedendo al tuo interno? Che danza strana stai facendo ballare a quegli elefanti troppo cresciuti? Ormai non guardo più Dan come un amico, sono passate quasi due settimane e già l’attrazione sta maggiorando. Come quello che sento verso il biondino. Non mi è mai capitato di ritrovarmi così attratta da due persone completamente diverso allo stesso tempo.

 Punto di vista di Niall

Charlotte è distesa sul prato del giardino sul retro, di sicuro starà aspettando me e già so che quello che mi dirà mi farà sentire una merda, ma devo andarci, so che sta aspettando me.

“Oh ciao biondo” mi saluta sollevando lo sguardo puntandolo nel mio, quelle due pozze verdi smeraldo mi facevano sentire al settimo cielo ogni volta che mi inchiodavano.

“Ehi, come mai già qui?”

“Ho bisogno di un consiglio” sbotta dopo averci riflettuto un po’ di secondi.

“Su cosa?”

“Beh Dan mi ha chiesto di uscire questa sera ed io ho accettato”. Le lacrime minacciavano veramente di uscire, le lacrime erano agli angoli degli occhi pronte ad uscirvi e sciare sulle mie guancie. Il sorriso che compare sul mio viso rappresenta di tutto tranne che un sorriso. Racchiude sentimenti, troppi sentimenti che mi pesano al centro del petto. Sento quest’ultimo pesante, respiro con difficoltà.

“E mi stavo chiedendo se potresti aiutarmi nello scegliere l’abbigliamento”chiede con occhi da cucciola. Come si poteva non resisterle?!

Senza accorgermene le avevo detto di si e mi trovavo nella sua camera da letto. Quando non riesco a dormire prendo il flauto di legno e appoggiandomi sul davanzale le suono dolci melodie. Il suono dello strumento è udibile solo a creature come il sottoscritto ma faccio in modo da poterle far sentire anche a lei mondana, mi piace vederla sorridere appena anche una sola nota esce dal flauto.  Conoscevo ogni singolo oggetto della stanza, dalle foto sulla scrivania ai poster dei The Script affissi alle pareti ai Cd di vari cantanti pop. Amava il mondo dello spettacolo, con una vita come la sua era anche possibile scoprire sempre più artisti internazionali, quella ragazza mi attraeva sempre di più.

“So che a voi maschi piace la prima impressione e per non arrabbiarmi con Harry ho chiesto a te di consigliarmi, ecco tutto” la sua voce così delicata mi distoglie dai miei pensieri riportandomi alla realtà.

“Come mai si arrabbierebbe? È geloso di te?” le chiedo. “Magari, è solo che Dan non gli piace e se gli chiedo aiuto per un’uscita con lui mi rimarrebbe segregata in casa” Oh non gli do tutti i torti, Dan è un tipo a cui non riporre troppa fiducia. Harry saresti un cognato perfetto. Oddio non ditemi che l’ho pensato veramente!

“Beh che ne dici di un vestitino del genere?”Chissà dove ha intenzione di portarla, o chissà cosa vorrà ottenere in quest’uscita.

Mi alzo diretto al suo armadio, dopo aver visto e rivisto dei vestiti, tirati fuori per poi messi di nuovo al loro posto decido un semplice abitino celeste con le maniche ricamate e lo scollo a cuore, adatto a lei. Le presi le decolté della stessa tonalità di blu e poi la giacca nera. Ho una carriera assicurata come stilista, lo so!

“Hai scelto meglio di me biondo. Grazie mille” si complimenta guardando il completo con gli occhi che le brillano. Peccato che quegli occhi brillano perché quella sera sarà stupenda agli occhi di Dan. Adesso più che in altro qualunque momento l’avrei voluto uccidere, avvolgere le mani sul suo collo e fargli mancare l’aria.

D’improvviso mi abbraccia. Lottie mi sta abbracciando. I pensieri su Dan e delle probabili pianificazioni per il suo omicidio sfumano lasciando spazio al piacere e la tranquillità che la bionda mi infonde con un semplice abbraccio.

“Allora ti lascio preparare, buona fortuna!” le auguro con un sorriso amaro dipinto sul volto.

 

“Cosa è successo? Da quando sei tornato da scuola stai male” mi chiede la mamma vedendomi riapparire nella cucina dove le stava preparando la cena.

“Non ho voglia di parlarne” le rispondo velocemente per poi prendere dei biscotti dalla dispensa ed iniziarli a mangiare.

“Sono pur sempre una madre, ed una madre capisce quando il proprio figlio è afflitto da qualche sentimento. Si tratta di lei?” Nessun nome detto, nessun fatto raccontato, infinite scosse percorrono il mio corpo. Come faceva? Aveva anche lei dei poteri nascosti? Aveva centrato in pieno.

“Chi lei ma?”

“Andiamo Niall, sai benissimo di chi parlo. Che succede con Charlotte” Colpito ed affondato!

Mi guardo prima intorno per vedere se qualcuno stesse ascoltando ciò che stavamo dicendo e poi guardo mia madre sospirando. “stasera esce con un ragazzo che viene dal mondo degli elfi, ma è un elfo che ha deciso di far parte del male. È venuto sulla Terra per impossessarsi del ciondolo che possiede Charlotte e trovo strano che in queste due settimane non abbia fatto ancora nulla. Starà nascondendo qualcosa, forse vorrà portarsi con sé Charlotte, ma lei non c’entra nulla con tutto questo e lei ne dovrà rimanere fuori, non può storcerle neanche un capello altrimenti io.. io potrei andare contro il patto e ucciderlo prima del tempo.  Non ho idea di dove potrà portarla stasera né di cosa avrà in mente, è capace di tutto e ci sono già passato..” ecco mi sono sfogato, parlavo tanto veloce da sembrare un robot. Ho lasciando andare fuori tutto ciò che ne pensavo della situazione. Era strano potermi sfogare di nuovo con mia madre proprio come quando avevo tredici anni, in crisi alle prime cotte d’adolescente, negli ultimi anni avevo sempre tenuto dentro tutto, mi circondavano solo creature magiche sconosciute.

“Oh Niall! Quanto sei sciocco!” questa affermazione mi sta facendo creare più confusione nella testa. Come potrei essere sciocco nel preoccuparmi della mia protetta “Metti in moto il cervello”continua sorridendo sotto i baffi. Mi fermo riflettendo sul dunque, sciocco nel preoccuparmi della MIA protetta. Ecco la soluzione! Io ero un elfo Diamine! Potevo fare cose che gli umani non potevano fare, potevo sorvegliare Charlotte, anzi io DOVEVOsorvegliarla, starle accanto e proteggerla. Questo avrei fatto quella sera!

“Grazie mamma!” la ringrazio dandole un bacio sulla guancia facendola sorridere. Sorrisi anch’io salendo in camera. Dan questa sera non la scorderai facilmente!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** "Se questo è un sogno vi prego, non svegliatemi mai più" ***


Punto di vista di Dan

Busso alla porta di casa Styles notando come il piccolo folletto irlandese si materializza sulla staccionata poco distante dal punto in cui mi ritrovo.

“Buonasera anche a te, Horan” sussurro, so che mi può sentire dato che le sue orecchie, non più come quelle umane, sono tornate alla normalità: appuntite verso l’alto anziché di forma circolare.

“Qual è il tuo piano in questo momento? L’ultima volta, se non erro, ho disturbato il tuo bacio”dice da santarellino svolazzando di qua e di là.  Gli lancio uno sguardo di sfida che lui ricambia prontamente. Oh Horan, sei proprio sciocco nel credere che questa volta potrai far qualcosa, questa volta sono pronto a tutto.

“Ehi!” la voce di Charlotte mi fa distogliere lo sguardo dal biondo per poi ammirarla dal basso verso l’alto. Quella ragazza mi faceva uno strano effetto, poi vestita in quel modo non parliamone proprio.

“Wow Lottie, sei a dir poco fantastica” mi complimento sentendo subito due voci maschili. Harry che mi dice di tener le mani a posto! Che fratello rompiscatole. Poi Horan che compare al mio fianco dicendo “non chiamarla Lottie, tu non puoi”. Ignoro entrambi e mi concentro sul piano da effettuare quella sera. Noto subito la timidezza di Charlotte quando avvicino le mie labbra al suo orecchio dicendole “sei bellissima, e non smetterò mai di dirlo” stampandole subito dopo un bacio sulla guancia diventata rossa.

 

Punto di vista di Niall

Il complimento di Dan non era nulla in confronto alla vera bellezza di Charlotte. Il vestitino che avevo scelto per lei quel pomeriggio le stava d’incanto.

 Okay Niall, adesso concentrati su di loro e non sbavarle dietro, devi concentrarti.

E tu chi saresti?

Il tuo pensiero, idiota?! Forza muoviti, prima di perderli di vista!

Ma perché dovrei dare ascolto a te? E poi non posso.. oddio dove sono andati?

Che ti avevo detto, forza fiutali!

Non sono un cane, non posso..

Sei una creatura magica, svegliati e raggiungili.

Okay, adesso parlo anche con me stesso, se qualcuno mi sentisse mi darebbe del pazzo!

 

Mi spiegate cosa sta succedendo?

Sei in un parco giochi, idiota.

Proprio per questo, cosa avrà in mente di fare, soprattutto in un parco giochi. Dan aveva un’idea strana del mondo Terra, non sapeva che un parco giochi è proprio il luogo in cui tutti vedendo tutto?! Chi razza d’idiota avrebbe voluto fare qualche magia proprio in un parco giochi.

Ma chi ti dice che ha in mente di fare qualcosa?

Sta zitta e fammi concentrare su di Charlotte.

Stargli dietro è difficile. Dan continua a correre su varie attrazioni del parco giochi, mi è quasi impossibile riconoscerli in mezzo a tutte le persone  presenti.

 

È inutile! Devia ogni mio attacco, riesce a schivarli e contrattaccare, eppure Charlotte non dubita nulla.

Ecco l’ennesima attrazione su cui prendono posto, avevo un’idea fantastica del parco giochi ma dopo questa serata ne rimarrò distante per molto tempo.

Mi materializzo nella loro cabina della ruota panoramica. Dan circonda i fianchi di Charlotte con un braccio attirandola a sé.

Niall, mantieni a freno i tuoi sentimenti. Non dare peso alla gelosia.

IO. NON. SONO. GELOSO.

Spiegami allora il perché del tuo cuore che batte velocemente, ci vedi tutto rosso e il tuo potere cerca di evadere al più presto perché tu non ragioni con il cervello ma con il cuore. Sta calmo ed evita, semplicemente, questa scena.

Per una volta do ascolto al mio pensiero e lascio concentrare tra le mani una sfera di potere per poi indirizzarla a Dan. Lo colpisco in pieno ma lo vedo rialzarsi e colpirmi con una saetta di fuoco. Mi sposto veloce dietro di lui ma più furbo mi colpisce in pieno viso.

ADESSO BASTA” grida facendo comparire intorno a sé un’aura scura. Con una piccola esplosione magica ci teletrasporta altrove; riconosco di essere nella foresta vicino alla città ma per il mio essere distratto Dan mi colpisce. Noto solo dopo che ha lasciato andare il modo di vestirsi dei mondani e si è trasformato nell’elfo che è sempre stato. La sua magia aveva fatto in modo da rendermi visibile a chiunque, come lui, rendendo visibile anche le mie sembianze elfiche.

Le piccole ali dietro le nostre scapole cambiavano in base al nostro essere creature della luce o creature del buio. Siamo creature della luce?! Le ali sono sottili strati di polvere magica che formano ali come quelle della farfalle; non voglio sembrare una femminuccia ma erano comode, belle e soprattutto veloci. Nel caso fossimo creature del buio come Dan, le ali erano piumate e nere, come la loro magia.

I nostri abiti erano semplici foglie che intrecciatesi tra loro ci coprivano dalle spalle alle ginocchia.  I piedi rimanevano il più delle volte nudi, dopotutto eravamo figli di Madre Natura. Essendo elfi le punte delle nostre orecchie erano appuntite e grazie a loro potevamo sentire cose anche da centinaia di metri di lontananza. Le ali ci aiutavano a volare il più veloce possibile, spesso gli elfi rimasti sulla Terra uscivano durante le giornate piovose e saettavano nel cielo solo per far credere agli umani che il temporale era alle porte.

“Quella ragazzina verrà con me nel mondo oscuro” scandisce la voce roca del moro riportandomi al mondo reale, se così si può definirlo.

“Lei non c’entra nulla, non farle niente” grido a mia volta. Non avevo intenzione di lasciarla nelle sue mani; io l’avrei protetta a prescindere da ciò che mi era stato detto di fare.

Entrambi posizioniamo le mani uno contro l’altro per scaraventare un altro colpo ma una voce ci ferma facendoci rimanere immobili, Dan in aria ed io a pochi metri dal suolo.

“Che diamine sta succedendo? Chi o c-cosa siete voi?”

Diamine il patto con Dan! Quest’ultimo scompare dopo avermi lanciato un’occhiata di fuoco, colma di odio e vendetta. Mi affretto a rimettere i piedi a terra, ho altro a cui pensare, di Dan me ne sarei occupato in seguito. Cerco di avvicinarmi alla riccia ma indietreggia ad ogni mio passo. I suoi occhi trasmettono paura e confusione, la capivo, all’inizio anche io lo ero.

“Lottie! Sta tranquilla.. calma, lasciami spiegarti” le dico cercando di trasmetterle sicurezza ma capisco che è tutto inutile quando la vedo voltarsi per iniziare a correre nella foresta inciampando più volte.

“Charlotte, fermati” le dico alzando il tono della voce raggiungendola subito dopo, poggio le mani sulle sue spalle. “è tutto okay, non succederà nulla, non avere paura di me”. Alza finalmente lo sguardo incrociando il mio, le sue iridi verdi si fondono alle mie chiare, ogni qualvolta incrociavo il mio sguardo al suo infiniti aghi mi punzecchiavano la schiena, miliardi di farfalle senza controllo svolazzavano nel mio stomaco senza fine, il mio cervello andava in tilt e non riuscivo a pensare ad altro se non ai suoi occhi così affascinanti.. incatenantiChe il saggio mi punisca per quello che sto per fare ma non riesco a trattenermi. Poggio con delicatezza una mano sulla sua guancia, leggermente arrossata per la breve corsa, sposto lo sguardo sulle sue labbra per poi riportarlo nei suoi occhi, adesso non tremano più, sembravano decisi, la paura era scomparsa dando spazio alla speranza. Non so per cosa sperava ma non voglio dar peso. Poggio le mie labbra sulle sue, sono delicate come le ho sempre immaginate. Una forte ma al tempo stesso delicata luce bianca compare intorno ai nostri corpi non appena ricambia il bacio decisa portando una mano tra i miei capelli scombinandoli mentre io l’attiro a me mettendole una mano sui fianchi. Quello che provavo per Sally forse non era vero amore come credevo, ci sono stato male così tanto solo per un motivo, mi aveva fatto affezionare, mi aveva fatto credere di aver trovato una seconda famiglia dopo aver lasciato la Terra, quando non era così.

Era delusione.

Perché star male per una stupida cotta, ho dei sentimenti e non posso spegnerli come le altre creature sovrannaturali, provo qualcosa di forte per Charlotte e non posso lasciarmela scappare per una stupida elfa maligna. Quella stupida promessa non vale.

Al momento avrei voluto avere altri tipi di poteri magici che mi avrebbero permesso di far durare quel momento per sempre. Tenendola salda per i fianchi, senza staccarmi neanche un attimo dalle sue candide labbra, inizio a volare girando su noi stessi, piccole lucciole ci fanno compagnia standoci attorno attirate dalla mia forte luce. Emano sempre più luce quando sono felice, e una cosa del genere non succedeva da tempo. Charlotte si stacca delicatamente dalla mie labbra guardando verso il basso ma subito dopo si stringe a me.

“Hai paura delle altezze?” le chiedo accarezzandole la schiena lasciandomi sfuggire un piccola risatina.

“Potremo cadere, biondo” risponde alzando di poco il viso dall’incavo del mio collo per potermi guardare. Un sorriso a trentadue denti compare sul mio viso pensando al tono della sua voce. Era contenta di tutto ciò, ed il mio cuore fece un salto nel mio petto. La feci girare su se stessa pronunciando il nome di un incantesimo, due ali come le mie ma temporanee le compaiono sulle scapole. Il suo sorriso si allarga di più e gli occhi sembrano spruzzare felicità ovunque.

Se questo è un sogno vi prego non svegliatemi mai più”. A quelle parole sento il cuore pompare il sangue più velocemente. Raggiunsi la ragazza poco distante da me ed unii nuovamente le mie labbra alle sue.

Se baciandola dovessi poi andare all’Inferno lo farei, così posso vantarmi con i diavoli di aver visto il Paradiso senza esserci mai entrato.

 

Punto di vista di Charlotte

“Mica sei un angelo custode?” gli domando con tono scherzoso. “Tu mi definisci un angelo? Mi offendi così sai?” risponde alzandosi dal prato verde sul quale eravamo distesi da un’oretta.

Il bacio? Stupendo.  Lo stomaco? Pieno di farfalle svolazzanti.  La verità? Sconcertante.

Vedere creature volanti che lottano lanciandosi a vicenda strane sfere di energia non è cosa da tutti i giorni, ma ammetto che ho sempre creduto nelle magie ed oltre ad essere strano è stato meraviglioso poter essere stata lì ad assistere ad una dimostrazioni di ciò in cui credo.

“Perché? Non fate le sesse cose?” chiedo alzandomi anch’io incontrando subito i suoi due cristalli. La sensazione delle mani di Niall sui miei fianchi mentre mi infondeva fiducia e tranquillità, la sicurezza che i suoi occhi mi davano mentre mi immergevo al loro interno, l’esaltazione del mio cuore quando le sue labbra si sono unite alle mie erano state le protagoniste della mia serata.

“Stai scherzando? Noi siamo elfi non angioletti, siamo due cose opposte. Modestamente siamo i migliori”eccolo che si pavoneggia ancora. Avevo un tale disordine nella mia testa quando ho visto Dan cadere a terra nella cabina della ruota panoramica, ancor di più quando mi sono ritrovata nella foresta a guardarli volare mentre lottavano. La confusione sta andando via man mano che il biondo al mio fianco mi spiega cosa sono loro veramente. Adesso ho capito anche chi mi osservava, chi mi stava accanto ogni giorno, soprattutto quando ho conosciuto Dan. Niall mi ha detto che era stato mandato dal suo mondo, Escoban, qui sulla Terra per proteggere una pietra preziosa.

“Noi possiamo fare tante di quelle cose che neanche puoi immaginare” continua poggiando un mano sulla mia guancia. Per non parlare di quando l’aveva fatto poco tempo indietro per tranquillizzarmi. In quel momento stavo per svenire.

“Queste cose sarebbero?”

“Beh.. non proprio grandi cose. Finché non scopriamo nuovi incantesimi siamo, diciamo limitati”

“Ohoh piccolo Horan, qualcosa mi dice che preferirò presto un angioletto custode”dico intenzionata a fingere di andarmene ma mi sento trattenere da un polso per poi ritrovarmi distesa nuovamente sull’erba fresca.

“Davvero lasceresti un piccolo elfo indifeso in un mondo che non gli appartiene?” Dice retorico sistemandosi sul mio corpo facendo leva sui gomiti ai lati del mio capo.

“Bisogna specificare di che elfo si tratta!” sorrido poggiando un amano su una sua guancia accarezzandola lentamente.

“Un elfo che deve riportarti al momento a casa” Afferma premendo per una frazione di secondi le sue labbra sulle mie.

 

“Domani stai con me come sempre?” gli chiedo prima che ritorni nella sua stanza.

“Soprattutto domani” Gli sorrido, mi giro per rientrare ma mi chiama.

“Il bacio della buonanotte?” chiede sporgendo il labbro. L’afferrai la maglietta per attirarlo a me facendo combaciare le nostre labbra. Brividi su brividi, lungo la mia schiena. Mi ero innamorata del biondo vicino di casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** "Ti svelo un piccolo segreto." ***


Punto di vista di Harry

“Lottie.. allora passata bene la serata?” Le chiedo non appena mette piede in cucina. 

“Oh si.. tutto alla grande” Certo perché uscire con un ragazzo e rientrare baciandone un altro è la cosa migliore di questo mondo.

“Cosa è successo ieri sera a Dan?”

“Niente!-risponde immediatamente- Ci siamo divertiti” Povera illusa di una sorellina.

“Divertiti così tanto da farti accompagnare in camera dal biondino?!”

Un rumore di ceramica in frantumi si infonde nella cucina. Mi alzo prontamente aiutando a raccogliere i cocci dei piatti caduti, una volta sistemato la alzo per i fianchi facendola sedere sul banco della cucina accarezzandole la guancia, so che la fa calmare. Spesso quando litigava con qualche ragazzo o quando discuteva con i nostri genitori le andavo vicino e le accarezzavo la guancia tranquillizzandola.

“Cosa è successo ieri sera?”

“Sono andata al parco con Dan, ma lì abbiamo incontrato Niall.. a quando pare avevano una discussione in sospeso … e beh hanno discusso.. Dan se ne è andato e Niall mi ha riaccompagnata”. Per una discussione non si arriva a lasciare da sola la ragazza con cui si esce. 

“Che gentiluomo! Beh qualcos’altro?”

“No no.. ma più che altro, tu come lo sai?” 

“Ti sei preoccupata così tanto da farmi svegliare, vedendo che ancora non eri tornata ho preferito aspettarti. Adesso andiamo a scuola”. Le lascio un delicato bacio sulla guancia e l’aspetto all’entrata.

 

Vedo Zayn in lontananza che mi fa un cenno di mano così decido di andare da lui con Lottie al mio fianco. La mia opinione su quella sottospecie di ragazzo di nome Dan rimane la stessa, stronzo. 

“Ehi Zayn” lo saluto facendo toccare leggermente le nostre spalle. 

“Ciao Harry. Giorno, Charlotte giusto?” domanda subito il moro indicando mia sorella. Ad esempio vedrei bene loro due insieme, e non con 

Niall né tantomeno Dan. 

“Si, Zayn. Harry io vado a lezione, ci vediamo a pranzo” mi saluta per poi dirigersi al secondo piano. Spero non abbia ore in comune con Dan, farebbero meglio a stare distanti dopo quello che mi ha raccontato.

“Harry è successo qualcosa?” sento un’altra voce che mi porta a girare subito il capo verso di lei. È Liam, sarà arrivato mentre ero troppo immerso nei miei pensieri.

“La vita sentimentale di mia sorella. Niente di preoccupante” li rassicuro portandomi una mano nei ricci scombinandoli e tirandone le punte, come facevo sempre; le ragazze lo credevano sexy.

“Porta solo problemi, lo so purtroppo” commenta subito Liam poggiandomi una mano sulla spalla.

“Successo qualcosa di cui non so nulla?!” interviene il moro dopo aver salutato in lontananza una ragazza bionda. Eppure mi chiedo ancora il perché sia ancora single, col suo aspetto fisico, la simpatia che infonde non è difficile trovare qualcuna da amare. 

È pure sexy il ragazzo!

Harry cazzo dici? Riprenditi!

“Un altro litigio con Molly, sempre la solita. La lascerei se non fosse per il padre” sbuffa buttando la testa all’indietro. “in che senso?” chiedo non capendo cosa stessero dicendo. Dopo essersi guardati negli occhi Liam inizia a spiegarmi tutto.

“I nostri genitori si conoscono da quando erano piccoli e hanno deciso loro per noi. hanno stabilito che dobbiamo stare insieme ma nessuno dei due ama veramente, il primo sono io. Ma è inutile provare  a  convincerli, hanno fatto la loro scelta. Litighiamo spesso perché non possiamo vivere la vita che vogliamo e ci prendiamo colpe che non sono nostre. Non ce la faccio a vivere una vita del genere!”

“E invece dovreste parlare con i vostri genitori, mettere in chiaro le cosa. Dopotutto i genitori vogliono il bene e la felicità dei propri figli” consiglio tenendo lo sguardo fisso sul suo viso. Sento gli occhi di Zayn addosso, non ha smesso neanche un attimo di guardarmi, che gli sarà preso?

“Come Harry? Non c’è modo” 

“Tipo quando una coppia di adolescenti deve dire alla propria famiglia che è in arrivo un bambino ed organizza una cena con i genitori e arrivati al dolce arriva anche la notizia. Di solito la tollerazione è maggiore” alzo lo sguardo incrociandolo con quello di Zayn, non avevo sbagliato.

“Giusto! Così ci potranno ascoltare non avendo impegni per la fine della serata. Grazie Harry!” mi ringrazia Liam abbracciandomi con gli occhi che gli brillano. Lo stingo forte, ma Zayn ci interrompe subito avvertendoci della campanella appena suonata.

 

Prima ora:storia. Non ero nel corso né con Zayn né con Liam, mi toccava starmene all’ultimo banco da solo, almeno non avrei avuto problemi. L’ora è iniziata da una decina di minuti, tutti siamo tranquilli seduti ai propri posti quando la nostra attenzione ricade sul ragazzo appena entrato nell’aula senza proferir parola e con i cappuccio della felpa alzato sulla testa, come a coprirlo. 

“Tomlinson, non ammetto ritardi nella mia ora” lo richiama il professore  interrompendo la spiegazione per concentrarsi sul ragazzo. Mi sembrava familiare l’aspetto del ragazzo, anche se non avevo ancora visto il volto.

“Non è giornata prof” dice, la sua voce.. l’avevo già sentita, ma dove? 

“Vada a sedersi, si tolga il cappuccio e presti attenzione” lo rimprovera con il tono di voce tanto alto da non sentire i suoi “fottiti”. A passo deciso si dirige verso gli ultimi banchi, l’unico posto libero era il banco affianco al mio. Si ferma davanti al sottoscritto e finalmente si toglie il cappuccio. Ecco perché la conoscevo quella voce, come conoscevo anche la corporatura del ragazzo. Mi avevano avvertito di avere ore in comune con quel soggetto ma non credevo di prima mattina. “Riccio questo è il mio posto, spostati” mi ordina non dando peso allo sguardo di tutti i compagni di classe puntati su di noi con in sottofondo le spiegazioni del prof.

“Proprio qui affianco c’è un altro banco, Louis” rispondo non muovendomi di un centimetro. Chi credeva di essere? Solo perché era un anno o due più grande non poteva pretendere qualsiasi cosa.

“Ti ho detto di spostarti, perché questo è il mio posto” scandisce bene le parole senza alzare troppo la voce. Io non mi sarei mosso da lì.

“Ti ho detto che di fianco c’è un posto libero, tutto tuo” gli sorrido usando le sue stesse parole. Gli stronzi dovevano essere trattati da stronzi, quindi caro Louis ti conviene ammonirti e sederti comodo in un altro banco.

In un momento sento l’aria muoversi più velocemente intorno a me e una mano di Louis che mi tiene stretta la maglietta scura che indosso. Il suo viso si avvicina al mio, che strano non mi ero mai resa conto che i suoi occhi erano celesti, un celeste molto acceso, catturavano l’attenzione subito. 

“Tomlinson, faccia poche storie e vada a sedersi, altrimenti sono costretta a mandarla dal preside” lo richiama ancora una volta il professore. “Non vorresti trovarti nei casini già alle prime ore della giornata” gli sussurro per far in modo che senta solo lui. Un sorrisetto divertito e compiaciuto compare sul mio volto quando la sua stretta diventa sempre più flebile fino a scomparire dalla mia maglia e lo vedo andarsi a sedere dove gli era stato indicato. Piccole risatine escono dalle labbra dei ragazzi presenti nella classe facendo stringere più forte il la stretta in cui aveva chiuso la sua mano Louis.

 

Harry: 1 – Louis: 0

Forza Harry puoi superare la paura di ritrovarti nei guai.

 

L’ora è finita e cerco di raggiungere velocemente la mia prossima aula. Mi alzo ma Louis mi blocca prontamente il polso facendo fermare subito la mia fuga. Tutti erano già usciti dall’aula, anche il professore era uscito per prendere un caffè ai distributori, eravamo soli. Deglutisco faticosamente e sposto il mio sguardo in preda al panico in quello di Louis deciso. 

“Potrai anche essere tra le lodi di Zayn, dopotutto è il mio migliore amico..” inizia col dire facendomi sbattere contro la parete della classe stringendomi di più il polso “.. ma fa succedere solo un’altra volta ciò che hai fatto oggi e potresti dire addio al visetto d’angelo che ti ritrovi”

Il suo viso era sempre più vicino al mio. I suoi occhi erano quasi immersi nei miei mentre io mi stavo già tuffando all’interno. Era possibile che due iridi celesti avessero attirato così tanto la mia attenzione? Ero come ipnotizzato da quelle pozze celesti. 

“Ci siamo intesi, riccio?” sposta lo sguardo sulle mie labbra e poi di nuovo nei miei occhi. “Si, Tomlinson” confermo utilizzando il suo cognome, a me infastidiva a lui molto di più. Mi spinge di nuovo contro il muro afferrando la mia maglietta “E non chiamarmi per cognome, nano da giardino”

“Altrimenti che succede, Tomlinson?” lo stuzzico ancora, era divertente, anche se il nomignolo che mi aveva affidato non lo era.

Fa vagare il suo sguardo sul mio volto e poi si dilegua uscendo dalla classe. Prima ora insieme passata. Speriamo non sia sempre così!

 

Punto di vista di Charlotte

“Niall, ci sei?” lo richiamo sapendo che mi sta volando intorno, lo sento sempre più vicino.

“Forse” sento la sua voce ma non lo vedo comparire. Mi dirigo al giardino sul retro, lontana dagli sguardi degli altri.

“Che ne dici di comparire e fare poco l’idiota?” dico in tono scherzoso guardandomi intorno. Mi sento afferrare per i fianchi e appena mi giro mi ritrovo le labbra del biondo che combaciano alle mie. Un giorno le avrei mangiate tanto che erano dolci. Mi infondevano un piacere così immenso che non avevo mai provato. Passa con delicatezza la lingua sul mio labbro inferiore e faccio incontrare le nostre lingue che iniziano ad unirsi tra di loro. Mi stacco delicatamente da lui per riprendere fiato. “Buongiorno anche a te splendore” gli dico lasciando intrecciare i nostri sguardi, un giorno ci avrei annegato lì dentro. 

“Vorrei far iniziare più mie giornate così” commenta lasciandosi sfuggire una risatina. 

“Niall.. sai mi hai attratta come nessun altro” Okay non so come ho fatto ma l’ho detto, eppure volevo lasciarlo dentro di me quel pensiero. 

Attendevo una sua risposta, almeno un segno. “Scusa, non era mia intenzione dirlo..” mi poggia l’indice sulle labbra facendo fermare la mia voce.

“Ssh! –sposta lo sguardo nel mio- ti svelo un piccolo segreto. –prese fiato- Quando scoprii le mie origini, un’elfa mi aveva completamente affascinato, mi consideravo innamorata di lei. Però per lei i miei sentimenti erano inutili, proprio come un tappeto nella foresta, così mi disse. Mi  deluse. Da quel giorno non mi volli aprire più con nessuno, i miei sentimenti erano gelati. Ma da quando mi affidarono te come mia protetta quello strato di ghiaccio che intrappolava il mio cuore si è finalmente sciolto”

Le lacrime presero a scendere sulle mie guance trascinando con loro il poco trucco messo quella mattina. Non erano lacrime di dolore, ma di gioia. Era bello sentirsi dire “Ehi dal tuo arrivo la mia vita è cambiata”. Ti fa sentire viva, ti fa sentire speciale per qualcuno, ti fa continuare a lottare solo perché grazie a te qualcuno è felice. 

Mi fiondo sulle sue labbra facendo nascere un altro bacio. Il suono della campanella ci divide, sono la prima a lamentarmi per l’interruzione. 

“Devo andare, la prima ora non accettano ritardi” sbuffo rimanendo ancora un po’ tra le sue braccia.

 

Chiudo il mio armadietto dopo aver posato i libri di biologia e presi i copioni per l’ora di teatro. Ma non riesco a chiudere la porta di esso, sembra bloccata. Girandomi vedo tutti intorno fermo, immobili. I ragazzi della squadra di football bloccati alle loro risate, le cheerleader ferme a mezz’aria mentre provano le coreografie di nuovi balli. Sono spaesata, non capisco cosa possa essere successo. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** L'Amprex ***


Chiudo il mio armadietto dopo aver posato i libri di biologia e presi i copioni per l’ora di teatro. Ma non riesco a chiudere la porta di esso, sembra bloccata. Girandomi vedo tutti intorno fermo, immobili. I ragazzi della squadra di football bloccati alle loro risate, le cheerleader ferme a mezz’aria mentre provano le coreografie di nuovi balli. Sono spaesata, non capisco cosa possa essere successo.

“Sconcertata Lottie?”. Quella voce. Solo un pensiero. Lui.

“Da ieri sera non mi è nuovo niente” Lo vedo comparire ad una decina di metri da me in mezzo al corridoio, con le possenti ali piumate ad occupare lo spazio attorno a sé.

“Ah, è stato un sollievo farci uscire allo scoperto, sai?” scompare per poi ricomparire a pochi metri più avanti. “Amo fingere, ma con te. Troppo stupida, credevi a tutto” una risatina riecheggia tra le mura di quelle che dovrebbero essere una scuola ferma nel tempo.

“Come scusa?” chiedo sperando stia dicendo un montagna di cretinate.

“Ogni singola cosa fatta per te o con te era finzione. Il mio obiettivo è solo uno” si materializza subito vicino alla sottoscritta. Nessuno si è mai preso gioco di me, io ero sempre stata una persona buona quando bisognava esserlo e cattiva quando tutti portavano ad esserlo. Con lui sono sempre stata me stessa senza fingere, e avevo in cambio solo una presa per culo.

Lo guardo stranita non riuscendo a capire il suo obiettivo quale fosse ed il motivo di dirlo a me.

“E quale sarebbe il tuo obiettivo?”

“..Il potere! Chi malvagio con poteri sovrannaturali non vorrebbe governare il proprio mondo?” Era sempre così!

“E una volta avuto il potere, cosa farai?” chiedo con sguardo di sfida, non avevo intenzione di farmi vedere debole davanti ai suoi occhi. Soprattutto dopo le raccomandazioni che mi aveva detto Niall. Scompare per comparire alle mie spalle.

“Questi non sono affari tuoi” risponde irritato, ovviamente non si aspettava una risposta del genere, si aspettava paura. Si aspettava di leggere paura nei miei occhi, ma la mia sicurezza gli ha rovinato parte dei piani.

“Ma pensaci, hai il potere, il controllo su tutto e poi? Che ti rimane, di vero?”

“Tu non.. io..” Ecco, rimasto senza parole, rimasto con l’idea che tutti affermeranno prima o poi. A volte mi riusciva bene far allontanare le persone da un pensiero fisso.

“Dan.. questo non è ciò che vuoi veramente. Potresti fare tutte le cose di questo mondo, hai fascino, talento, sei simpatico.. e anche senza magia hai popolarità”  Ricompare al mio fianco.  “Pensaci Dan”

Incomincia ad indietreggiare lasciando il tempo al mio stomaco di ricomporsi.

“Pensa tu Lottie. Senti ancora la presenza di Niall al tuo fianco? Aveva detto di stare con te quest’oggi e invece poof! Polverizzato” cambia argomento riprendendosi dallo stato di trance in cui l’avevo fatto entrare con le mie parole.

“Avrà avuto un’emergenza. Io non ho paura Dan, specialmente di te” Facendomi pensare, veramente non sentivo la presenza di Niall al mio fianco, e un gran malore si stava facendo spazio nel mio stomaco, e questa volta la causa non era la vicinanza di Dan.

“Sta attenta Lottie, ricorda la vita è pericolosa, un susseguirsi di sfide mortali In un batter di ciglia scompare lasciando tutto ricominciare a muoversi, continuare ciò che stavano facendo prima. Il tempo stava ritornando a scorrere.

Con quella frase Dan mi ha fatto ritornare con la mente alla sera in cui i nostri sguardi si unirono per la prima volta. Aveva ragione! Quella sera non avrei mai immaginato di ritrovarmi catapultata in una nuova realtà. Nei miei profondi sogni.

 

Punto di vista di Harry

“Zayn.. ahah, tu sì che fa ridere” Tre ore passate a ridere con un moro bello e divertente era il meglio che mi era capitato dopo l’ora con Louis.

“Per attrarre le persone bisogna esserlo” si pavoneggia disordinandomi i ricci sistemati con tanta cura quella mattina. Di solito non permetto a nessuno di toccarli, solo Lottie e la mamma hanno il permesso. Però con il moro era diverso, non mi sono infuriato.

“E sentiamo chi hai nel tuo mirino?”

“Un ragazzo conosciuto da poco” Zayn mi aveva già rivelato tutto di sé. Aveva detto che si fidava e mantengo la mia promessa, gli unici che sanno della sua attrazione verso il suo stesso sesso siamo io, Louis e Liam dato che questi ultimi convivono con lui da molto tempo. Un giorno forse ammetterò anch’io che provo attrazione verso i ragazzi, ma finché non arriverà quel giorno continuerò a vivere la mia vita da etero.

“Così non vale! –mi lamento- voglio sapere altro” dico con la faccia da cucciolo, dopotutto riuscivo a convincere sempre tutti.

“Beh.. dal primo momento che il mio sguardo ha incrociato il suo il mio cuore si è fermato. È stata una sensazione nuova, è simpatico ed è bello da morire” ammette guardando altrove, ogni volta che cerco di incrociare il suo sguardo lo evita.

“Lo conosco?” ne voglio sapere di più ma nel momento in cui il moro sta per aprire la bocca  sento una voce alle mie spalle che fa scomparire subito la mia tranquillità.

“Oh il ricciolino mangia al nostro stesso tavolo?”

“Da quando è arrivato che si siede con noi” replica Zayn in mia difesa. Da quando si è avvicinato al tavolo non l’ho degnato neanche di uno sguardo.

“Ma tu hai pensato ad assentarti o preferito una scopata nei bagni del terzo piano” puntualizzo rivolgendogli la parola prima di bere un sorso dal mio succo di frutta.

“Di quello che faccio non sono affari tuoi” mi urla contro sbattendo una mano sul tavolo della mensa facendo girare parte degli studenti presenti in essa.

“Infatti, ho solo specificato caro Tomlinson” lo sfido ancora una volta nell’arco della giornata con gli occhi di Malik fissi su di noi.

“Fottiti Styles” impreca allontanandosi dal tavolo.

“Da quando tutto questo affetto?” chiede il moro con lo sguardo esterrefatto.

“Da stamattina, la prima ora con lui è uguale all’ inferno” sbuffo per ritornare al mio pranzo.

 

Punto di vista di Niall

Erano dieci minuti buoni che continuavo a camminare sulla stessa linea, avanti e indietro, nella foresta vicino la città, con quel fottuto pezzo di pergamena stropicciato fra le mani. Come avevo previsto il Saggio mi ha tenuto d’occhio dall’inizio della mia missione. Mi ha convocato nel nostro mondo per affrontare la legge che avevo disubbidito in quei pochi giorni in cui avevo conosciuto Charlotte. Eppure non ricordavo che il saggio fosse un tipo che rispettava le leggi alla lettera, ricordavo che era il primo a non seguirle.

Non mi rimane che tornare ad Escoban e spiegare la mia versione dei fatti.

 “Come hai osato? TU prescelto, come hai osato disubbidire a tutte le nostre severi leggi, portando a conoscenza della nostra esistenza ai mondani?” tuona la voce del Giustiziere del villaggio non appena faccio un passo in più nel regno. Si erano riuniti tutti ai piedi dell’albero maestro, nel quale viveva il Saggio del villaggio. A proposito del Saggio, non doveva essere lui ad ospitarmi per farmi la ramanzina?

“Dovevo proteggere la mia protetta”

“Non mostrandole le tue vere sembianze, né raccontandole la tua missione” alza il tono della voce ancor di più. Avevo gli occhi di tutto il popolo addosso.

“Non può continuare a rimanere fuori, ormai è coinvolta in questa faccenda!” contraddico facendo un passo in avanti ma prontamente i guardiani mi puntano contro le loro lame infuocate.

“No invece! È stata la malcapitata in questa spiacevole avventura. Anche se volesse non potrebbe tornare indietro. Se il male riuscisse a prendere il ciondolo il suo destino sarebbe  segnato!” continua il Giustiziere facendosi spazio tra i guardiani fermandosi a pochi metri dal sottoscritto. I nostri sguardi erano sfide di fuoco.

“Se viene preso solo l’Amprex lei non sarebbe più coinvolta in questa fottuta situazione!” cerco di farli ragionare mantenendo a freno la rabbia che cerca di fuoriuscire dal mio corpo.

“è qui che ti sbagli! Non servirebbe a nulla distruggere l’Amprex senza risucchiare l’energia vitale di chi l’ha posseduto”

“Cosa intendete dire?”

“Il ciondolo deposita la sua energia giorno dopo giorno nel suo possessore. Se venisse distrutto solo il ciondolo non succederebbe nulla dato che, parte della sua energia, è ancora viva in una persona. Per far in modo che il male regni è necessario distruggere il ciondolo nel proprio regno e nel momento stesso risucchiare l’energia vitale del possessore con l’incantesimo proibito. Per il regno del bene invece è tutto più semplice, basta rimettere l’Amprex al suo luogo d’origine: nel cuore dell’albero maestro. Nel momento in cui il ciondolo ritorna al suo posto d’origine anche la sua energia ritorna in esso. Adesso capisci la vera storia?”

Il mio cuore perse vari battiti. Questa era completamente diversa dalla verità che mi era stata detta all’inizio della mia missione. Charlotte era in pericolo, se solo mi fossi distratto un secondo Dan non avrebbe perso l’occasione per trascinarla nel loro mondo. Non posso permetterlo.

“Allora proprio per questo motivo devo stare al suo fianco. Metterla al corrente del pericolo che sta correndo”

“No! Nessun mondano deve essere a conoscenza del nostro mondo, ad eccezione dei mezzosangue” e con quel termine mi offende. Io sono un mezzosangue, figlio di padre elfo e madre mondana, ed era orrendo essere chiamati così. Sottolinea il tuo “non essere puro”.

“Beh, prendetevi l’Amprex e mettetelo al loro posto!”

“Ti sembra così semplice? Il ciondolo si trova sulla Terra nella galassia della Via Lattea, noi nella galassia di Andromeda. Fa due più due”

“Trasportare una pietra di tale potere da una galassia all’altra comporterebbe un risucchio universale che equivale alla fine dell’universo” Ammetto sbuffando mentre ricordo le ore di lezioni di controllo del potere passate con il Saggio al mio arrivo ad Escoban. Era dura doverlo ammettere ma per il momento non c’erano soluzioni.

“Ma come diamine è arrivato l’Amprex sulla Terra? Se prima il suo potere era maggiore?”  chiedo perplesso dato che mi mancava questo punto da collegare.

“A quanto pare non hai appreso molto dalle lezioni di storia Horan. Per poter trasportare quel potere c’è bisogno di sacrificare un elfo, colui che  affronti il viaggio portando con sé il ciondolo sotto grandi incantesimi, ma che sarebbe defunto all’arrivo nel pianeta stabilito dato che il ciondolo gli avrebbe risucchiato l’energia vitale” rimane con le labbra aperte e la voce morta in gola, sembrava stesse dicendo qualcos’altro ma non uscì niente altro da quella bocca.

“E chi si offrì due anni fa?”

“Troppo impegnato a suonare quello stupido flauto con i sentimenti gelati per pensare all’attualità del proprio regno vero? Fu la signora James ad intraprendere questo viaggio, Eleonuor Waesly per l’esattezza” a quel nome mi si gelò il sangue nelle vene. Eleonuor Waesly, la madre di Dan James. Non era morta in un incidente stradale del mondo reale ma si era sacrificata per il nostro regno. Finalmente tutti i punti nella mia testa si collegarono tra di loro facendo ordine. Dan voleva quel ciondolo per vendicarsi della morte di sua madre, lui rimpiange la sua morte perciò vuole distruggerlo. Non solo per diventare il governatore di entrambi i regni ma anche per vendicarsi di sua madre.

Devo assolutamente andare sulla Terra, Charlotte è in pericolo senza la mia protezione.

“Dove credi di andare?” chiede duro il giustiziere facendo un cenno alle guardie che prontamente mi accerchiano. Che significa ciò?

“A casa. Lei ha bisogno di me”             

“Non puoi cavartela così dopo quello che ai fatto. Attrai problemi per il nostro popolo”

“Lottie non è un pericolo. Lei è innocua” spiego, non voglio perderla per quegli egoisti, che d’altronde erano la mia seconda famiglia.

“I mondani sono un pericolo per noi. I mondani sono sacrificabili per la nostra salvezza”

“Cazzo Lottie non deve morire e non morirà. Io la proteggerò con o senza il vostro consenso” mi rendo conto di star lacrimando solo quando gocce di acqua salata mi bagnano le guance arrossate.

“Come la proteggerai senza i tuoi poteri? –sono perplesso, in che senso senza poteri?- prendetelo!” ordina. I guardiani si fiondano su di me ma, agile spicco il volo allontanandomi dall’albero. Pronuncio velocemente l’incantesimo che mi avrebbe portato sulla Terra e mi ritrovo nel giardino di casa mia. Il mio pensiero si riferì direttamente ad una persona sola: Charlotte

 

“Niall!” urla la bionda appena mi vede seduto sul suo letto. Apro le braccia subito facendola rifugiare all’interno.

“Piccola” le sussurro all’orecchio mentre le accarezzo i soffici ricci tinti,forse anche più di una sola volta.

“Dove sei stato? La tua assenza, Dan, la confusione..” incomincia a parlare dicendo parole disconnesse tra di loro.

“Calma, calma.. cosa è successo mentre non ci sono stato?” dopotutto ero stato via solo qualche ora.

La vedo fremere un po’, chiude gli occhi per un manciata di secondi dopodiché parla “Niente, ho solo notato la tua assenza, tutto qui” tira un sospiro. Il legame trai nostri sguardi non vuole cessare, e a quanto pare neanche quello delle nostre labbra vuole spezzarsi dato che quest’ultime si attraggono fino a far nascere un dolce bacio.

“Tutto okay?”dico per rassicurarmi. “Adesso molto meglio” risponde lasciandomi un altro bacio sulle labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** "Ripeti biondo.." ***


Punto di vista di Niall

Devo cercare di capire quali siano le intenzioni di Dan. Perché non agire subito invece di prolungare la conquista del potere? Almeno così Charlotte è ancora al sicuro. Quest’ultima settimana siamo stati uniti molto, potevamo considerare che stavamo distanti solo quando doveva farsi la doccia. Ieri inoltre Dan si è fatto vivo mentre non ci sono stato.

“Niall stasera Denise lascia Theo da noi, io devo andare da Clara, quindi prenditi cura di lui finché non torno” la voce di mia madre disturba i miei pensieri. “Ah se non sbaglio Charlotte voleva conoscerlo, che dici di invitarla stasera? Così avrai compagnia”

“Mamma, ma io ti amo! No aspetta, io amo solo Charlotte, ma tu hai un posticino nel mio cuore” scherzo correndoad abbracciarla. 

“Dovete tenere d’occhio Theo, solo questo, capito?”

“Sissignora!” esclamo uscendo dalla stanza e aprendo le ali salto dal mio balcone a quello della mora. Anche se faceva un freddo cane e la neve stava cadendo sulla città, non sentivo il freddo, anzi.

Mia madre aveva capito che io e Charlotte ci saremo attratti dalla nostra prima vera presentazione. Mi ha detto che gli occhi di entrambi brillavano e non cessavano di unirsi a vicenda neanche per un istante.

Mi sento tirare per la maglietta e subito dopo mi ritrovo nella stanza di Charlotte.

“Idiota, lì fuori fa freddo! Entrare dalla porta principale no, eh?”

“Le sorprese sono migliori!” affermo baciandola, sono più dolci, mi viene voglia di mangiarle. “Di gran lunga migliori” dice unendo le nostre iridi chiare.

Dannati brividi!

“Non sapevo dessero compiti per casa in quella scuola, a parte i progetti combinati di biologia” chiedo vedendola tornare alla scrivania per prendere una matita e scarabocchiare su di un foglio. La crocchia alta che ha fatto ai capelli fa capire quanto incasinata sia.

“Infatti non ho compiti” si lascia sfuggire un sorriso per poi buttare la testa all’indietro. “La settimana prossima ci sarà il ballo di Natale per l’inizio delle vacanze natalizie ed io sono stata inserita nel gruppo organizzativo, per di più dovrò riuscire a trovare coroncine adatte per la fine della serata quando verranno votati e incoronati il principe e la principessa della festa..” Mi fiondo sulle sue labbra sentendole ricambiare.

Intreccia le sue mani dietro il mio collo accarezzando i piccoli ciuffetti di capelli sulla basa di esso. La sollevo mantenendola per le gambe e lei come in automatico circonda il mio bacino con le gambe.

Tempo perso con stupide parole, era meglio utilizzarlo in un altro modo. Le nostre labbra non si staccano giusto per prendere fiato. Indietreggio lentamente finché non sento il legno del letto e mi ci sdraio sopra con Charlotte a cavalcioni su di me.

So già che i miei poteri diventano pazzi quando sono felice. Beh adesso è meglio non osservare tutta la luce che fanno comparire, illuminando ogni angolo della stanza.

Come ogni momento magico doveva essere interrotto anche quello!

“So che i vostri ormoni sono a mille ma non voglio casini. Lottie mamma e papà sono di sotto” ci interrompe la voce di Harry.

“Sono le cinque!”

“Sono tornati prima, genia.” dice per poi scendere al pianoterra.

Avvicino Charlotte,che nel frattempo si era alzata, e le lascio un bacio a stampo.

“Stasera devo badare Theo, mi fai compagnia? Sono tutto solo soletto”

“Certo biondo!” risponde baciandomi di nuovo per poi scendere anche lei.

 

Punto di vista di Charlotte

“Mamma, la signora Maura mi ha invitato da lei stasera. Deve badare Theo e ha promesso di farmelo conoscere, ricordi? –annuisce con la testa- beh posso?” chiedo alla mamma dopo aver bevuto un altro sorso d’acqua.

“Certo, però non fare tardi domani hai scuola” mi risponde alzandosi dal tavolo per mettere le stoviglie nel lavello “Ah c’è il ballo di Natale a scuola?”

“Si, io mi occupo dei preparativi”

“E tra i preparativi hai già messo il vestito da indossare?” Mi ha messo in difficoltà con quella domanda. Non avevo ancora pensato al vestito, ero troppo presa dai festoni, Dj o coroncine; inoltre nessuno mi aveva invitata ancora.

“La mia bambina deve essere la più bella!” esclama papà che fino a quel momento non aveva proferito parola.

“Papà ho diciotto anni!” mi lamento  “Non so neanche se ci vado!” confesso poi abbassando lo sguardo. 

“Ancora nessun cavaliere con tutti i pretendenti che hai?” domanda Harry alzandosi dal tavolo per buttarsi letteralmente sul divano e incominciare a fare zig-zag tra i vari programmi televisivi.

“Presto ci vorrà un pomeriggio solo mamma e figlia” afferma mamma venendomi vicina accarezzandomi i ricci. “Così io ed Harry potremo vederci una partita di campionato senza aver problemi o interruzioni” commenta papà raggiungendo Harry sul divano battendogli il cinque.

Sì mi ci vuole un pomeriggio libero!

 

Casa Horan è immersa nell’oscurità, e fortuna che dentro ci abita un elfo creatura del bene! Ahahahah okay questa è meglio se me la tengo in un angolo oscuro della mia testa, è troppo squallida. Dicevo..

Ad ogni mio passo una luce si accende mostrandomi la via da seguire. Qui c’è lo zampino di Niall. 

“Signorina Styles” sento la sua voce, ma di lui nessuna traccia “Segua la via!”. Faccio come mi ha detto finché non arrivo in una stanza vicino alla cucina. Apro la porta e tutto si illumina al mio ingresso. È una sala giochi, piena di giochi per bambini e ragazzi.

Un bimbo di forse neanche un anno si avvicina a me gattonando. Sorridendo lo prendo in braccio. I suoi occhi celesti erano come quelli di Niall.

“Ti stavamo aspettando, piccola” dice Niall alzandosi dal pouf sul quale era seduto venendomi incontro per lasciarmi un dolce bacio. Qualcosa mi dice che avevano già mangiato dolcetti vari, le labbra del biondo sapevano di zucchero. Mi lecco il labbro inferiore. “Mh, cioccolata eh?”

“Come hai fatto a capirlo?” mi domanda baciandomi ancora. “Intuito!” scherzo andando ai giochi con Theo in braccio.

“Che stai aspettando? Qui vogliamo compagnia, ahah”

 

Passiamo tutta la serata a giocare usando tutte le nostre energie, lo dimostra Theo che si è appena addormentato sul divanetto della stanza.

“è un angioletto” affermo sorridendo.  “Ha preso tutto dallo zio ovviamente” si pavoneggia lui.

“Può aver preso tutto da te ma i suoi capelli biondi naturali lo fanno diventare il più bello”

“Vorresti dire che non ti piacciono i miei capelli tinti in modo perfettamente perfetto?” alza di un tono la voce venendomi vicino.

“Quelli di Theo sono migliori” affermo socchiudendo gli occhi, si avvicina di più finché non afferra i miei fianchi ed inizia a muovere le dita velocemente. Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Il solletico è sempre stato il mio punto debole fin da bambina, ricordo che Harry lo faceva solo per farmi dire dove avevo preso le caramelle.

“Allora quali sono i capelli più belli?” richiede fermandosi per un nanosecondo. “Quelli di Theo, piccolo biondo tinto” ripeto per scoppiare a ridere di nuovo. Ma le mie risate vengono fermate di nuovo da due labbra che si posano delicatamente sulle mie. Intreccio le mie dita nei capelli di Niall e lo sento gemere contro le mie labbra, sorrido ma me ne pento subito dopo quando Niall mi morde il labbro inferiore. Si distacca dalla bocca per lasciare una scia umida di baci sul mio collo. Quanto lo posso amare?

“Ehm, ragazzi?” sentiamo dei deboli colpi di tosse e prontamente ci dividiamo girandoci al lato della porta. Alla vista della signora Maura nascondo il viso dietro un cuscino del divanetto, sarò diventata sicuramente bordeaux. “Capisco che state insieme e vogliate dimostrarvi il vostro amore, però Theo non è uno spettatore adeguato” con quella frase mi giro subito verso la poltroncina sul quale il piccolo si era addormentato poco tempo prima. Lo vedo sorridere mentre morde due dita, una piccola risata gli fuoriesce. Piccolo nano malefico!

“Mi scusi signora Maura”

 

“Allora ci vediamo domani” dice Niall lasciandomi un bacio sulle labbra. “A domani”

Arrivo al gradino della porta sul retro di casa coprendomi meglio con la pesante sciarpa di lana che avevo al collo, ma sento qualcosa mancarmi, sopprimo il vuoto ed entro salendo in camera. So che può essere strano o da stupidi ma sento già la mancanza del biondo. Sotto le coperte non c’è lo stesso calore che emana un suo abbraccio. Il freddo si fa sentire anche qui a Mullingar, d’altronde il Natale è alle porte e sta già iniziando a nevicare. L’idea del passare le feste natalizie abbracciata a lui, sotto un grande e caldo piumone a guardare un film a tema mi fa pensare a come non abbia ancora detto a mia madre che, beh io e Niall siamo oramai una coppia; un sorriso spunta sul mio viso. I miei pensieri vengono interrotto da una risatina soppressa. “Harry, lasciami dormire!” dico senza girarmi. La risata si fa sempre più forte e familiare. Mi giro pronta a lanciargli un cuscino ma mi fermo vedendo Niall appoggiato alla libreria mentre si mantiene la pancia dalle risate. “Brutto deficiente che non sei altro!” esclamo lanciandogli ugualmente il cuscino che avevo in mano. Lui e i suoi stupidi poteri! Oltre a farmelo ritrovare improvvisamente nella stanza di notte gli fanno evitare ogni mio lancio.

“Anch’io ti amo, piccola” Mi fermo. Il mio cuore si ferma. “Ripeti biondo”

La distanza dei nostri corpi svanisce in un battito di ciglia, si sporge verso il mio orecchio. Vado in fiamme. Quelle parole sono importanti per me e con lui accanto non riesco neanche a capire quanto possa fare “2+2”

“Hai sentito bene” fa una piccola pausa per tornare di fronte alla sottoscritta. “Ti Amo” Addio mondo!

Mi fiondo sulle sue labbra, non pensando a nient’altro se non il loro dolce sapore. Il mio cuore era partito una volta sentite quelle parole. È la prima volta dopo anni che mi innamoro di nuovo. La prima volta dopo tanto tempo che non penso a nessuno se  non a quella persona che mette radici nei miei pensieri. La prima volta che il mio cuore parte ad ogni singolo bacio. La prima volta dopo tempo che il rossore sulle guance si fa più accentuato anche se solo mi guarda. La prima volta dopo molto che sento di voler rimanere ancorata a lui per sempre, e questo è un per sempre di quelli veri.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** "Vuoi venire al ballo con me?" ***


“Lottie! Dan ti sta aspettando giù in salotto” le grida di mia madre mi fanno svegliare e il nome da lei pronunciato mi fa sussultare facendo svegliare il biondo al mio fianco. “Che ci fa qui?” domanda alzandosi dal letto tutto disordinato. Quanto è bello anche in quello stato!

“Non lo so, ma adesso ho scuola e lui di solito passava a prendermi” Corro in bagno lavandomi e vestendomi il più veloce possibile.

“Tu non andrai con lui” mi dice Niall ostacolando l’uscita del bagno.

“Dai Niall, ci sarà un motivo se è venuto a prendermi dopo tutto questo tempo”

“Appunto, è pericoloso!”

“Non mi farà nulla”

“Non puoi saperlo!” mi grida ma subito gli poggio un dito sulle labbra. “Ssh abbassa la voce. Allora stammi vicina stamattina se non ti fidi di lui” propongo andando a prendere la tracolla sulla scrivania.

 “è che non posso. Ho una faccenda da sbrigare questa mattina” commenta passandosi una mano tra i capelli. Dio e quanto è sexy!

“Beh allora ti prometto che starò attenta e inoltre Harry mi controlla quando Dan mi si avvicina”

“Lottie hai fatto?” sento una voce maschile da fuori la porta, non è né di papà né di Harry, questo vuol dire che.. “Noi abbiamo scuola!” non termino di pensarci che un Dan con un’espressione sfacciata stampata sulla faccia compare nella stanza.

“I piccioncini hanno bisogno di altro tempo?” domanda retorico ma io e Niall cerchiamo di non dargli retta.

“A dopo” mi sussurra baciandomi. “Riguardo a te.. non provare a torcerle un solo capello!”

“Io ho le mani a posto” alza le mani per poi uscire dalla stanza fischiettando.

 

“Ecco Dan,siamo soli” gli dico una volta usciti di casa, sapevo che non avrebbe parlato se non fossimo rimasti soli.

“Vedo che capisci presto le situazioni” scherza rivolgendomi un sorriso. Da quella sera al parco il nostro rapporto era radicalmente cambiato, e ciò mi dispiace. Ho sempre visto Dan come l’amico su cui poter contare, la spalla si cui piangere, l’amico che mi era mancato, forse a volta ero confusa sui miei sentimenti per la presenza del biondo ma nel profondo so che per me è e sarà un amico, senza pensare alla sua vera natura.

“Dan?”

“Okay, era da troppo tempo che non ti vedevo, o meglio parlavo, dato che quando Horan abbassava la guardia io potevo ammirarti ma sono dettagli”

“Tu vorresti dire di avermi spiata dall’ultima settimana a questa parte?” chiedo sbalordita rimanendo con la bocca spalancata.

“Chiudi la bocca che entrano le mosche –commenta poggiando la mano sotto il mento alzandolo di poco- in verità saranno quasi tre mesi che ti osservo di nascosto, ma ti mento dicendo di averti spiato solo due notti”

“DAN!” esclamo dandogli una spinta.

“Non spingermi” protesta mettendo il broncio fermandosi nel bel mezzo del marciapiede.

“Ah no? Altrimenti?” chiedo. Lui velocemente scompare per poi riapparire alle mie spalle. “Dan, non azzardarti!” fermo le sue intenzioni ma ugualmente inizia a solleticarmi i fianchi costringendomi a correre. Arrivata ai cancelli della scuola mi sento afferrare i fianchi e combaciare con il suo petto. Con un piccolo filmino mi passano per la mente delle immagini. Io e Dan una settimana prima..

 

 

“Speravo in questa risposta Lottie”mi sorride arruffandomi leggermente i capelli.

“Ehi i capelli non si toccano”mi lamento allontanandomi di poco ma subito mi riunisce a lui con una spinta arrivata da non so chi dato che sul marciapiede camminiamo solo noi due. Ero petto contro petto con Dan

“Davvero? I capelli non si toccano?!”

Il suo sguardo è una sfida, è facile lasciarsi ingannare da quelle due pozze nere simili alla pece. Non ne avevo mai viste di così scure.

“No i capelli proprio non si toccano” siamo così vicini che pochi millimetri avrebbero permesso il contatto delle nostre labbra..

Sposta il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e nuovamente agli occhi..

Prontamente gli scombino i capelli sporgendomi quel poco che permise alle nostre labbra di sfiorarsi.

“Questo non dovevi farlo” OPS! Inizia a rincorrermi finché, una volta presa, mi tiene stretta abbracciandomi da dietro. Un bambino avrebbe di sicuro detto che sembravamo due fidanzatini. 

“Okay hai vinto tu, adesso mi lasci?” gli chiedo con voce affannata per la corsetta.

“Nah tanto abbiamo le prime ore insieme, comunque non potresti separarti da me” afferma lasciandomi un piccolo bacio sulla guancia, meglio ancor all’angolo della bocca lasciando che i brividi si impossessino di me.

 

 

“Vieni con me” mi dice Dan interrompendo la serie di immagini che stavano passando nella mia mente.

“Dan , abbiamo scuola, ed oggi non posso saltare” rispondo in fretta cercando di non balbettare.

“Ma oggi facciamo una passeggiate insieme, e non accetto risposte negative”

“Va bene, ma adesso entriamo, che proprio le urla della ‘signorina’ Anderson non le voglio sentire!” commento dirigendomi alla sala teatro mentre Dan mi segue lentamente.

“Guarda, ci sarà il ballo di Natale in questa scuola!” lo sento pronunciare con gioia. “Si dà il caso che lo stia organizzando la sottoscritta” affermo girandomi per guardare la sua faccia imbarazzata.

“Ah beh, è da molto che non parlavamo. Non lo sapevo” sussurra passandosi una mano tra i capelli per poi tirarne leggermente le punte. “Già trovato il cavaliere?”

“Veramente ancora no. Dopotutto sono inviati solo gli studenti di questa scuola” commento imbarazzata, continuando a camminare verso il teatro.

 

La rappresentazione della scenografia più noiosa della professoressa Anderson si doveva verificare proprio in mia presenza? Tutti stanno dormendo, ascoltando musica o fissando il forte vento che faceva scuotere i rami degli alberi violentemente contro i finestroni della sala. Apro il quaderno per poter scarabocchiare qualche frase in attesa del suono della campanella, il fruscio dei rami sulla finestra è cessato, come è cessata la voce della professoressa in quella sala.  Girandomi vedo comparire fiori strani sparsi qua e là, ognuno di colori e forme che non avevo mai visto prima, tutto stava uscendo dal mio quaderno per posizionarsi intorno a me. Piccole lettere vengono fuori da esso componendo lentamente una frase “VUOI VENIREALBALLOCONME?”

Mi guardo intorno cercando il moro che, non so come, non si trovava più al mio fianco. Lo vidi ondeggiare in aria, con le sue grandi ali nere piumate che occupavano parte dello spazio, i suoi vestiti di erba intrecciata e le sue orecchie a punta, proprio come quelle di Niall.

I suoi occhi. I suoi occhi brillavano, erano più vivaci del solito scuro di sempre. Brillavano di una strana luce, non li avevo visti così prima se non la prima volta che ci incontrammo e la sera in cui lui e Niall rivelarono la propria natura.

“Dan.. io..”non so che parole usare, né cosa dire. Il suo modo per invitarmi è stato bellissimo oltre che unico. Avevo molte scuse per non andare a quel ballo, soprattutto con lui, che Niall mi aveva chiesto di tenere lontano. Ma dopotutto era solo un ballo e Dan poteva avere un’altra possibilità come amico. “Si Dan, vengo al ballo con te!” esclamo aspettando che si abbassasse per poterlo abbracciare.

Sarei andata a quel ballo, con Dan, come amico, solo ed unicamente amico. Lo vidi sorridere e lo strinsi più forte.

 

Punto di vista di Harry

Lavo velocemente le mani per poi alzare lo sguardo e rimanerlo fisso sul riflesso dello specchio del bagno della scuola. È da quasi una settimana che le mie litigate con Louis continuano, ogni mio piccolo errore è per lui l’inizio di un litigio, che il più delle volte finisce con un tonfo e una porta che sbatte. I pensieri nella mia testa sono così tanti da non farmi sentire che la porta del bagno è stata appena sbattuta e chiusa a chiave. Non mi giro, guardo solo con odio la figura che viene riflessa dallo specchio alle mie spalle.

“Adesso cosa vuoi?” sbotto mantenendo la calma. Non devo certo abbassarmi al suo livello.

“Non si può neanche venire in bagno adesso?” commenta il moro avvicinandosi lentamente. Mi giro per non continuargli a dare le spalle, il mio sguardo diventa più serio e filtrante. Voglio risolvere questa situazione.

“Louis, senti, io non piaccio a te e tanto meno tu piaci a me. Perché continuare a punzecchiarci per cose inutili? Teniamoci distanti, evitiamoci, non guardiamoci, non parliamoci ma ti prego basta con questa situazione!” gli dico cercando un contatto visivo ma ogni volta che incrocio le mie iridi chiare alle sue celesti mi sento invadere lo stomaco da una strana sensazione, come un uragano su di una città. Distolgo rapidamente gli occhi.

Che strana sensazione!

“E chi ti ha detto che tu non mi piaci?” Un battito in meno. Un colpo dritto al cuore. Una coltellata in pieno stomaco. Cosa mi sta facendo respirare irregolarmente? Ha veramente quasi negato ciò che prima ho affermato? Sento i miei occhi diventare lucidi, ma so che la mia espressione è rimasta sempre la stessa.

“C-cosa intend-di?”

“Vuoi sapere la verità? Sapere cosa mi ha spinto a chiudermi qui dentro con te, cosa mi ha spinto in questi ultimi giorni a rovinare ogni tua breve conversazione con quella biondina rifatta? Sapere cosa mi ha fatto rispondere ad ogni tua frecciatina, ad ogni tuo sbaglio. Perché ho cercato di attirare la tua attenzione ad ogni mia risposta, anche se stupida? –si ferma per un attimo avanzando e tenendo lo sguardo fisso nel mio. Eppure sta dicendo cose giuste. Se solo parlava la mia attenzione era rivolta unicamente a lui, in qualsiasi situazione gli ho sempre dato peso, gli ho dato corda quando stavo scherzando come sempre con Zayn, o quando la bionda sbuffando se ne andava infastidita. Ma con ciò dove vuole arrivare- Il perché ti chiamo sempre ricciolino o moretto sexy ,non ti sei mai fatto un’idea di tutto ciò? No, perché eri troppo impegnato ad attrarre Zayn, perché si sa,lui è divertente, bello, l’uomo che tutti vogliono, no?” si è avvicinato fino a farci trovare ad una spanna di distanza. Quel poco di distanza che mi sta facendo fremere dentro.

“Se si conoscesse Zayn sarebbe veramente l’uomo perfetto. Sai com’è, con lui riesco ad essere me stesso, lui non mi fa urlare ogni volta che mi rivolge la parola, lui mi coccola anziché urlarmi contro, lui mi fa ridere invece di insultarmi, lui mi sta accanto tranquillizzandomi anziché farmi arrabbiare. Ma adesso fammi capire cosa ti spinge a dirmi queste cose?” Davvero volevo saperlo? Davvero ero pronto a ricevere altri insulti? I suoi occhi stavano trattenendo, chiaramente, un fiume di lacrime.

“Vattene” sussurra abbassando lo sguardo.

“No, voglio prima capire..” cerco di oppormi ma sento di nuovo le sue iridi chiare penetrarmi con stampato sul volto uno sguardo duro.

“Ti.. ho detto.. di.. Andartene!” mi urla lasciando cadere la chiave della porta per poi abbassare lo sguardo e farlo vagare in un punto indefinito della stanza. Faccio come mi dice ed esco velocemente dal bagno.

 

Fuori mi imbatto in Zayn, prontamente lo abbraccio, le lacrime stanno scendendo velocemente dai miei occhi ormai arrossati. Il moro mi accarezza i ricci con delicatezza, alzo la testa dalla sua spalla. Cerco il suo sguardo che unisce subito al mio. Nessuno dei due dice nulla. Qualcosa in me, spinge ad annullare quella stupida piccola distanza. Non so il motivo preciso di quella mi sensazione ma sento di doverlo fare. Annullo la distanza premendo le mie labbra su quelle del moro, delicate come lui dopotutto. Ricambia intrecciando la sua mano nei miei ricci, sopprimo un gemito causato dai suoi movimenti perfetti. Avevo bisogno di quel bacio, sentivo in me un senso di pienezza, di completezza, come se, dopo molto tempo, fossi riuscito a trovare un altro pezzo del puzzle rimasto incompleto per tutto quel tempo. Mi distacco con lentezza dalle sue labbra, riaprendo gli occhi mi imbatto subito in due pozze scure che mi scrutano attentamente. Gli angoli delle mie labbra si incurvano senza rendermene conto, subito dopo anche il moro sorride baciandomi di nuovo.

Restando con gli occhi aperti scorgo una figura dietro di noi. Louis. Chiudo gli occhi accarezzando una guancia di Zayn, sentendo sotto di essa il filo di barbetta. 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** "Non farti rivedere più. Ti odio!" ***


Punto di vista di Charlotte

“Sei forse impazzita?” sento urlare non appena metto piede nella mia stanza. Facendo vagare lo sguardo noto Niall alzarsi dal letto e venirmi contro.

“Se ti stai riferendo a Dan, ho fatto ciò che mi hai consigliato, o meglio abbiamo bevuto una cioccolata calda e con una scusa me ne sono andata.”

“Non capisci che è solo un pretesto per portare a termine le sue idee oscure?” sbotta Niall venendomi contro.

Nessuno pensava mai ad un cambiamento in una persona, nessuno mai vedeva del positivo in qualcuno che aveva commesso un errore precedentemente? No, nessuno, perché si soffermano troppo sulla prima impressione. Questo è un grosso errore.

“E voi non capite che Dan è un comune bravo ragazzo, lui sarebbe come tutti se non fosse per un suo errore commesso tempo fa. Ormai è dalla parte delle tenebre ma questo non vuol dire che sia realmente cattivo. C’è del buono in lui, e almeno con me lo dimostra” affermo alzando la voce.

“Nessuno può essere buono se si tratta di oscurità, il nostro mondo non è come il vostro. Da noi se si è oscuri anche la nostra anima lo è, non possiamo cambiare” commenta arruffandosi i capelli già scombinati di loro.

“Da buoni si può passare all’oscurità e non si può viceversa? Siete strani ed io non capisco come ho fatto a finire in questa situazione assurda!” sbuffo roteando gli occhi al cielo.

“È complicato capire ciò, ci ho impiegato anni per comprenderne parte, figurati tu che ne sei al corrente solo da un paio di settimane”

“Questo è il fatto, caro Niall. Sono due settimane che sopporto tutto questo e ancora non riesco a comprendere la situazione” alzo la voce con tono ‘so tutto io’.

“Ah, che sopporti tutto questo! Perché ti stressa volare di qua e di là con l’energia di un elfo, perché ti dispiace baciare il sottoscritto. Ti fa schifo fare il doppiogioco con due esseri diversi. Mi dispiace di questa tua grande fatica piccola Lottie, devi sopportare tutto ciò..” stufa gli mollo uno schiaffo in pieno viso. Sento gli occhi pizzicare, le lacrime minacciano di uscire. Il mio sguardo è perso in uno spazio indefinito della stanza, le unghia conficcate nei palmi delle mani così forti  da rimanerci il segno dimostrano la rabbia che sta aumentando man mano in me. Al termine ‘doppiogiochista’ non resisto, posso sembrare molte cose all’apparenza, ma non doppiogiochista! “Charlotte.. “ cerca di dirmi tenendo una mano sulla guancia arrossata.

“TU-dico puntandogli un dito sul petto- doppiogiochista non mi chiami..”

“Lottie ma..” cerca di parlare ma lo interrompo subito continuando ad alzare la voce. “Adesso fuori, e non farti rivedere mai più. Ti odio! indico la porta tenendo lo sguardo fisso su di lui. Dopo un breve sguardo apre la porta-finestra e salta sul suo balcone.

L’aria fredda di pieno tempo invernale entra nella stanza facendo svolazzare le tende nel vuoto, i fogli dalla scrivania volteggiano sparpagliandosi per terra. Poggio la schiena alla porta e lentamente scivolo contro essa fino a toccare terra, con rabbia come scendono le mie lacrime, trattenute più del dovuto. Metto le mani tra i capelli scombinandoli.

In che situazione mi ero cacciata? Elfi, ciondoli magici, altri mondi, galassie lontane, popoli oscuri e del bene.. queste cose, sì che mi appassionano, ma mi stanno rivoltando la vita, e questo cambiamento non ci vuole adesso.

Mi alzo frettolosa da terra e mi dirigo nella stanza di Harry. Appena lo vedo sdraiato sul letto corro da lui e mi corico al suo fianco. La sua aria serena si muta presto in preoccupata.

“Ho sentito le vostra urla, cosa è successo?”  mi chiede voltandosi verso di me e accarezzandomi i capelli.

“Di certo non ci parleremo per un po’, o forse mai più, almeno spero” abbasso il tono della voce nell’ultima parte della frase, non volevo dirgli tutta la verità. “Però non voglio parlarne”

“Sicura?”mi domanda solamente rivolgendomi per un secondo uno sguardo poco sicuro.

“Sicura!” affermo tirandomi su, per poi appoggiarmi alla testiera del letto e accarezzargli i capelli. “..cosa hai combinato con Zayn?” alla mia domanda alza subito il capo guardandomi.

“Ah beh, niente. Cosa dovrebbe succedere?”

“Harry. Voglio sapere solo se il mio fratellino..

“Sei nata prima tu, sono io il più grande!” mi interrompe alzando l’indice cambiando così argomento, dopo un sospiro continuo.

“Styles voglio solo sapere se c’è di più tra te e Zayn, e poi mi parlasti anche di Louis. Posso capire cosa ti frulla in quella testolina riccioluta?”

“Ho baciato Zayn” dice stringendo le palpebre e serrando la mascella, forse si aspetta una mia forte reazione, che invece non arriva dato che applaudisco per poi abbracciarlo.  “Ma in quel momento ero confuso Lottie!” esclama poggiando le mani sulle mie spalle allontanandomi per rivolgermi un sguardo supplichevole. I suoi occhi cambiano spesso richieste.

“Per baciare una persona significa che si è sicuri di qualcosa” commento anche se un grosso punto interrogativo compare nella mia testa facendomi salire milioni di dubbi su quello che ho detto. “Cosa è successo prima del tuo bacio con Zayn?”

“Beh.. avevo discusso con Louis, e in modo pesante”

“Non sei sicuro dei tuoi sentimenti, vero Harry?” dico con tono dolce accarezzandogli di nuovo i capelli. Lui semplicemente scuote la testa fissando il vuoto dinanzi a sé. “Per te è una situazione nuova, non hai mai mostrato ciò che sei veramente, hai sempre preferito farti vedere come il ragazzo etero che tutte lui se le scopa” si gira per darmi un leggero pugno sul braccio, sorridendo. “Vale la pena provare le cose nuove, soprattutto se dimostrano ciò che sei in realtà” per una volta dopo molte ero io a dare giusti consigli a mio fratello. Me lo sento, che, anche dopo molti dubbi, troverà la sua vera felicità, non si accontenterà più.

“Per quanto non lo voglia ammettere, Louis è attratto da me..”

“E tu non provi niente per lui? Ho trascorso poco tempo con voi, ma ho visto il modo in cui cerca la tua attenzione, tu che gli dai sempre corda, lo segui con lo sguardo. Ogni lite per voi è buona per parlarvi. Zayn poi, ti mangia con gli occhi, quel ragazzo è cotto di te Harry. E tu cosa hai intenzione di far?” spiego tutto ciò che ho capito in quelle settimane attendendo una sua risposta sicura, ma tarda ad arrivare.

“È strano parlarne, dato che quella che deve parlare di ragazzi dovresti essere solo tu, ma non so cosa fare. Zayn è dolce, gentile, premuroso, è il ragazzo perfetto sotto ogni punto di vista; ma Louis.. non lo considero solo un arrogante ragazzo con il quale ho ore in comune..” risponde buttando la testa all’indietro mettendo le dita sulle tempie e massaggiarle.

“Ragazzi, siamo tornati!”sentiamo le voci dei nostri genitori dal piano inferiore, ciò mi ricorda che questo pomeriggio lo trascorro solo ed unicamente con mia madre tra negozi, caffetterie e parchi verdi. Mi alzo e mi dirigo alla porta fermandomi sull’uscio.

“L’hai detto Harry. Lo sai cosa vuoi, ma hai scelto la strada più facile, hai preferito andare sul sicuro invece di rischiare, ma ciò non ti rende felice.. capisci fratellino!” gli consiglio per poi scendere in cucina e lasciarlo riflettere.

 

“Ancora non mi hai detto chi sarà il tuo cavaliere” mi rammenta la mamma una volta parcheggiata la macchina e avviate al primo negozio lungo la grande strada occupata su ambo i lati da negozi di tutti i generi. Ci aspetta un pomeriggio impegnato.

“Si è proposto Dan, mamma”

“L’ho detto che quel ragazzo si sarebbe dichiarato presto” a quella frase il colore rosso si impossessa delle mie guance facendomi diventare subito bordeaux, dannata pelle chiara.

“Non ho detto questo. Solo che ha deciso di  accompagnarmi al ballo, tutto qui. Lo sai che se ci fosse qualcosa..”

“.. io sarei la prima a saperlo, capisco” interrompe ciò che sto dicendo per finirlo lei. “Ma Dan non mi convince, voglio sapere di te e il biondino..” dopo di questa avrò sicuramente raggiunto la massima tonalità di bordeaux. Come faceva a saperlo?

“Come fai a saperlo?”

“Credi che non ti senta parlare con lui ogni notte da quando vi siete conosciuti? Anche quando fuori fa freddo sembra che a te non importi, esci lo stesso e parlate fino a notte fonda, del più e del meno. La mattina seguente alla prima volta ti vidi sorridere, non era un sorriso come tutti gli altri, era un sorriso diverso, un sorriso che diceva sto bene davvero. Ho lasciato correre, non volevo confonderti, tra Dan che affrettava di tutto e il biondino sempre più dolce. Ha detto Maura che quando parla di te ha gli occhi che brillano, da sognatore ecco come l’ha descritto. Inoltre mi ha detto di quando vi siete presi cura di Theo insieme, nel video sembravate dei genitori modello..” focalizzando sull’ultima parte del discorso mi rendo conto di ciò che ha detto la mamma.

“Quale video?” domando sbarrando gli occhi.

“Credevo lo sapeste, Maura ha delle telecamere in casa, e in questi giorni mi ha fatto vedere tutta la serata che avete trascorso insieme. I baci che ti rubava quando ti giravi, come facevate ridere Theo. Siete adorabili” ecco il presente, peccato che io e Niall abbiamo litigato poco tempo prima. Mi meraviglia come la mamma abbia preso questa situazione, se sapesse come stanno davvero le cose mi segregherebbe in casa.

“Mi fa piacere che apprezzi questa cosa, ma io e Niall, beh abbiamo litigato oggi” bisbiglio in modo quasi incomprensibile, ma mamma capisce lo stesso accarezzandomi la spalla.

“Oh.. per quale motivo?” mi chiede iniziando a far scorrere le grucce sui diversi porta abiti disposti nel negozio.

“È strano da spiegare” bisbiglio non sapendo le  cose giuste da dire.

“Vai al ballo con Dan” prova sollevando un abitino da sera parandolo dinanzi i miei occhi.

“In breve, sì. Ma non capisce che c’è solo amicizia tra me e Dan”  Prendo il vestito dalla mamma e vado nel camerino per provarlo. Anche se sulla stampella è sembrato solo un pezzo di stoffa in realtà mi calza a pennello. Il candido bianco del vestito e la mia pelle chiara sono in contrasto tra di loro seppur siano chiare entrambe. Il colletto di perle bianche panna danno una tonalità diversa al vestito. Sposto la tendina vedendo la mamma aspettare seduta con in mano altri vestiti, ma che lascia subito dopo avermi vista con il primo. Le si illuminano gli occhi, mi gira intorno un paio di volte, solo dopo finalmente proferisce parola. “Sei stupenda tesoro mio!”

“Lo devo ammettere, mi sta benissimo” modestia a parte, ma quel vestito mi calza a pennello, sembra fatto veramente su misura.

C’è uno scambio di sguardi tra me e la mamma e all’unisono diciamo “Per il ballo!”

 

“Decisa ancora ad andare al ballo con Dan?” mi domanda mamma sorseggiando il suo cappuccino fumante. Il pomeriggio di pieno shopping è appena terminato, e come da rituale ci ritroviamo davanti ad un bar a sorseggiare tipi diversi di bevande.

“Non voglio dar peso alla gelosia di Niall, non sono il suo cagnolino quindi non decide lui per me,  ma Dan non gli sta a genio. Ed io sono completamente confusa dopo questa sua scenata” confesso girando ancora la panna nella mia cioccolata calda facendola mischiare completamente con il liquido.

“Perché dopo non gli parli, dopotutto chi ha detto che devono essere sempre gli uomini a fare la prima mossa. Spesso per orgoglio le migliori relazioni non riescono a sbocciare”

“Mamma, e tutta questa saggezza dove la tenevi nascosta?” mi mostro meravigliata delle sue parole seppur so già dei meravigliosi consigli che riesce a dare in qualsiasi situazione. Ha ragione, devo andare io da lui, chiuderci in stanza e risolvere la situazione. So già che non avrò le forze di parlargli subito, dopotutto non sono solo gli uomini quelli orgogliosi. E se gli andassi a parlare dopo ciò che gli ho detto nel pomeriggio sarei la persona meno coerente del mondo. Per adesso è meglio seguire il consiglio della mamma.  “Grazie di tutto mamma!” 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2572171