Dimensione Parallela di Nikki Potter (/viewuser.php?uid=51144)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'altro mondo ***
Capitolo 2: *** Scoperte sconcertanti ***
Capitolo 3: *** Sei dentro ***
Capitolo 4: *** La riunione ***
Capitolo 5: *** Conversazione notturna ***
Capitolo 6: *** Potter senior VS Potter junior ***
Capitolo 7: *** Colpo di fulmine ***
Capitolo 8: *** Mezze verità e incontri (1^ parte) ***
Capitolo 9: *** Mezze verità e incontri (2^ parte) ***
Capitolo 10: *** Decisioni e cambiamenti ***
Capitolo 11: *** Dubbi, sorprese e appuntamento (1^ parte) ***
Capitolo 12: *** Dubbi, sorprese e appuntamento (2^ parte) ***
Capitolo 13: *** Il peggiore incubo di Sirius ***
Capitolo 14: *** Sei solo tu...sei dentro me ***
Capitolo 15: *** Non lasciarmi...ho bisogno di te ***
Capitolo 16: *** L'erede di Grifondoro ***
Capitolo 17: *** Tutti in azione (Operazione a Villa Malfoy) ***
Capitolo 18: *** Ora tutto comincia a farsi più chiaro ***
Capitolo 19: *** Le scelte difficili della vita ***
Capitolo 20: *** Merry Christmas and happy new year with love ***
Capitolo 21: *** Memorie e furto alla Gringott ***
Capitolo 22: *** L'ultimo Horcrux ***
Capitolo 1 *** L'altro mondo ***
Dimensione parallela
Eccomi
con un'altra ff!! Questa però è una long-fic per cui non
saranno solo due o tre capitoli, ma molti di più. Spero che
anche questa vi piaccia!!!
Buona lettura!!!
Dimensione Parallela
Harry aprì gli occhi e vide un cielo grigio. Ricordava, era a Hogwarts, c’era stata una battaglia…
Si mise a sedere di scatto e si guardò intorno…erano
tutti morti, corpi ovunque. Ron…Hermione…Ginny…i
signori Weasley…la McGranitt…Lupin…
Tonks…Hagrid…non era più rimasto nessuno a parte
lui. I suoi occhi verdi si posarono sul cadavere di Voldemort, gli
occhi rossi spalancati e sulla faccia l’accenno di un ghigno
malefico.
All’improvviso un canto si elevò dalle macerie del
castello, un canto malinconico che esprimeva tutto il dolore di Harry
ma anche tutta la dolcezza che era possibile. Dagli occhi verdi di
Harry cominciarono a sgorgare delle lacrime irrefrenabili, sempre
più copiose e dolorose, cominciò a singhiozzare.
Fanny interruppe il suo canto, volò intorno a quello che rimaneva del castello e si posò davanti ad Harry.
Harry la guardò intensamente senza smettere di piangere
“Non mi è più rimasto nessuno, sono di nuovo
solo…”
Non pensava veramente che la fenice lo potesse capire, era più
che altro uno sfogo, era come parlare con Silente, quella fenice era
l’unica cosa che lo legava ancora a quell’uomo che stimava
con tutto il cuore, l’unico uomo che sapeva leggergli
l’anima solo con uno sguardo.
“Se prenderai una mia piuma potrai andare in una dimensione
parallela a questa, dove tu però non esisti, sei morto, ma
Voldemort è ancora vivo e la comunità magica vive nel
terrore. Potresti rincontrare le persone che hai perso,
pensaci…” era la fenice che parlava, ma la sua voce era
molto simile a quella di Silente.
Harry la guardò confuso per un attimo, ma poi il pensiero che
avrebbe potuto vedere tutti i suoi amici di nuovo, che tanto lì
non gli era rimasto nulla presero il sopravvento.
“Accetto” disse Harry afferrando la bacchetta che era caduta lì vicino.
Gli sembrava quasi che quello fosse un aiuto di Silente, ma lui sapeva
che era morto…lanciò un ultimo sguardo alla lapide di
marmo bianca di Silente vicino al lago e poi prese una piuma scarlatta
di Fanny. Subito fu avvolto da una luce dorata, quando aprì gli
occhi era sera e si trovava in quella che riconobbe essere Diagon
Alley. A quell’ora nessuno girava ancora per strada, c’era
un silenzio tombale.
Di fianco a Harry comparve subito un baule con tutte le sue cose.
“Baule locomotor!” il baule si sollevò in aria, intanto pensò al da farsi.
Convenne subito di prendere un aspetto differente, chiuse gli occhi concentrandosi come gli aveva insegnato Tonks.
Il solo ricordarla gli faceva male…i capelli restarono neri ma
leggermente lunghi e leggermente mossi, gli occhi azzurro cielo. Era
molto simile a Sirius ma non uguale.
Pensò anche a un nome fittizio, gli venne quasi spontaneo, Ted
Evans. Ted come il nome del suo figlioccio e Evans come sua madre.
Cominciava ad avere freddo, non aveva il mantello e il vento autunnale
gli stava entrando nelle ossa. Fu con sollievo che entrò al
Paiolo Magico, si sentì avvolto da un lieve tepore.
Tom, il barista, con aria un po’ diffidente lo raggiunse “Buonasera signore, cosa posso fare per lei?”
Ovvio, non sapeva se era un Mangiamorte o no.
“Sono Ted Evans, vorrei una stanza per una settimana se è possibile” rispose Harry.
“La numero 11 è libera. Mi segua,
l’accompagno” Tom afferrò la chiave e
cominciò a salire le scale.
Harry non si accorse di due occhi ambrati che lo guardavano con
sospetto. Seguì Tom su per le scale e con un grazie entrò
nella sua stanza. Era la stessa in cui aveva passato l’estate
prima del suo terzo anno. Sospirò.
Il giorno dopo decise che si sarebbe fermato alla biblioteca più
grande di Diagon Alley a consultare le vecchie Gazzette del Profeta per
sapere cosa era successo in quel mondo.
Si coricò sul letto e con un lieve sorriso si addormentò.
*
Remus Lupin si materializzò davanti alla casa del suo migliore
amico, Sirius Black. Percorse il vialetto e suonò il campanello.
“Chi è?” domandò una voce bassa e profonda.
“Sirius sono io, Remus, il tuo amico Lunastorta, giuro
solennemente di non avere buone intenzioni” disse Remus per farsi
identificare.
Sirius aprì subito la porta con un sorriso “Rem, che ci fai a casa mia a quest’ora?”
“Lasciamo perdere, una giornataccia” rispose Remus
dirigendosi automaticamente verso il salotto mentre Sirius chiudeva la
porta.
Appena mise piede in salotto vide una testa di capelli neri sparati spuntare dal divano.
“Jamie, anche tu qui?” disse Remus.
James Potter si mise a sedere di scatto e lo guardò sorridendo “Rem, ciao, è successo qualcosa?”
La sua voce era leggermente preoccupata, da quando diciassette anni
prima suo figlio Harry era morto aveva il terrore di poter perdere
anche le altre persone importanti che gli erano rimaste: Sirius, Remus
e Lily.
“No, tutto bene, piuttosto direi che è successa una cosa
bizzarra. A proposito, dov’è Lily?” domandò
Remus.
“Sono qui Rem, ho preparato del tè per tutti” Lily
entrò in salotto con un vassoio con quattro tazze, una ciotola
di biscotti e una teiera fumante.
“Proprio quello che ci vuole, fa un freddo fuori…” commentò Remus.
“Allora Rem, che è successo? Come mai piombi a casa mia a
quest’ora? Non è da te…” disse Sirius
raggiungendoli e sedendosi di fianco a James.
Lily versò il tè e si sedette vicino a Remus che aveva
preso la sua tazza senza dire una parola e stava fissando il liquido
ambrato al suo interno.
“Allora?” domandò Lily sorseggiando la sua bevanda.
“Prima sono stato al Paiolo Magico e ho visto entrare un tipo sospetto” rispose Remus.
“Un Mangiamorte?” domandò James.
“Non lo so, avrà avuto massimo diciotto anni e per di più…” rispose Remus.
“E per di più cosa? Ha fatto del male a Tom? Ti ha minacciato?” domandò Sirius preoccupato.
“No, niente del genere, solo che…potrebbe essere tuo
figlio Sirius, è quasi identico a te” rispose Remus.
Sirius sgranò gli occhi sorpreso “Cosa?!”
“Te lo giuro, sono rimasto impressionato, l’unica
differenza erano gli occhi azzurri, per il resto sembravi tu”
aggiunse Remus ancora turbato.
“Sirius, non è che hai messo incinta qualcuna diciotto o diciannove anni fa, vero?” domandò James.
“No, cioè non lo so” rispose Sirius confuso.
“I Black hanno figli illegittimi sparsi per tutta l’Inghilterra” commentò Remus.
“Hai sentito come si chiamava?” domandò Lily.
“Mi pare Ted Evans” rispose Remus.
“È un tuo parente?” domandò James a Lily.
“No, ma del resto ci sono tanti Evans…” rispose Lily riflettendo.
“Già” convenne Remus.
“Senza contare che il nome potrebbe essere fittizio, molti se ne
inventano uno per proteggersi credendo di essere più al
sicuro” disse James.
“È come cercare l’ago in un pagliaio” commentò Remus sospirando.
“Cosa dovrei dire io che non so nemmeno se ho un figlio illegittimo?” sbottò Sirius.
“Alloggerà per una settimana al Paiolo Magico, domani
possiamo seguirlo così Sir lo potrai vedere” propose Remus.
“Okay, io, te e Jamie domani lo seguiamo” concordò Sirius ora più rilassato.
“Per me va bene” acconsentì James.
“Io allora vado da Molly e Tonks, pomeriggio per sole donne” disse Lily con un sorrisetto.
“Perfetto allora ci vediamo domani davanti al Paiolo Magico alle otto e mezza” stabilì Remus.
“Okay a domani” James e Lily sparirono con un crac a casa
Potter a Godric’s Hollow mentre Remus sarebbe rimasto a dormire a
casa di Sirius nella stanza degli ospiti, cosa che ormai succedeva
spesso.
Tuttavia quella notte Remus non riuscì a dormire, aveva visto
qualcosa in quegli occhi azzurri, ma cos’era? Sembrava quasi
dolore, sofferenza, sembravano vuoti, senza più nessun
scintillio. Tutto questo lo turbava più di qualunque altra cosa.
Mi lasciate una recensione per sapere se vi è piaciuta???
Nikki Potter
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Capitolo 2 *** Scoperte sconcertanti ***
Dimensione Parallela2
Harry si svegliò verso le otto
e mezza. Per un momento si chiese dove fosse, poi ricordò tutto.
Si alzò di scatto e iniziò a vestirsi. Doveva
assolutamente andare alla biblioteca, era curioso di sapere cosa era
cambiato.
Si pettinò i capelli e scese le scale per fare colazione.
“Signor Evans, si è svegliato, cosa vuole per colazione?” domandò Tom cordiale.
“Del porridge e del pane tostato, grazie” rispose Harry sedendosi a un tavolo e guardandosi intorno.
Era nervoso, gli sembrava che qualcuno lo stesse fissando, ma non vide nessuno.
Aveva appena iniziato a mangiare la sua colazione quando Tom disse “Buongiorno signor Potter!”
Harry si girò di scatto e rimase sorpreso. A cinque metri da lui
c’era suo padre, James Potter, e non era solo, c’erano
anche…
“Signor Black, signor Lupin, cosa posso fare per voi?” aggiunse Tom sorridendo.
“Puoi prepararci la colazione, Tom? Del tè e del pane tostato” rispose James.
“Certo, subito” rispose Tom.
Harry ritornò a guardare il suo porridge con una strana
espressione, suo padre, Sirius e Remus erano ancora vivi…suo
padre…non riusciva ancora a crederci.
“Come sta la signora Potter?” domandò Tom portando la loro colazione verso il loro tavolo.
“Sta benissimo, oggi è da Molly Weasley con Ninfadora Tonks, giornata di sole donne” rispose James.
Harry era sempre più sconvolto, anche sua madre era viva?
Finì in fretta la sua colazione resistendo alla tentazione di
voltarsi verso di loro e poi si alzò.
“Io vado Tom, grazie della colazione” disse Harry.
“Di niente signor Evans” rispose Tom.
Poteva sentire lo sguardo dei tre amici addosso. Indossò il
mantello e uscì diretto alla biblioteca, a questo punto era
ancora più curioso di sapere cos’era successo. Con la
bacchetta aprì il passaggio segreto ed entrò a Diagon
Alley.
Notò che c’era molta gente in giro a quell’ora,
nessuno da solo, tutti in gruppetti in modo da potersi difendere in
caso di attacco.
Vide il negozio di Quidditch, Madama McClan, la gelateria di
Fortebraccio, la Gringott e finalmente arrivò alla biblioteca.
Ora avrebbe potuto sapere cos’era successo, cosa gli era
successo…
*
Alle otto e mezza passate i tre malandrini erano davanti al Paiolo Magico.
“Lo vedi?” domandò Sirius a Remus che stava spiando dalla finestra.
“No, sarà ancora a letto. Era a pezzi quando l’ho
visto, sembrava quasi che fosse scampato a una battaglia” rispose
Remus.
“Continua a guardare” disse Sirius.
“Magari è già uscito…” proruppe James.
“Forse, ma se è figlio di Sirius sarà ancora a letto di sicuro” commentò Remus con un sorriso.
“Ah ah, divertente! Guarda piuttosto” replicò Sirius.
“È quello che sto facendo…un momento…eccolo, è appena sceso!” esclamò Remus.
“Cosa?!” Sirius si mise vicino a lui e guardò all’interno.
“È quello che si è appena seduto al tavolo” disse Remus.
Sirius spalancò la bocca stupito, era la sua fotocopia a parte gli occhi, Rem aveva ragione.
“Allora? Posso vedere anch’io?” domandò James.
Remus si spostò per fargli posto e James lo vide.
“Sir, sembra proprio tuo figlio, insomma è identico a te quando avevi diciotto anni!” commentò James.
“Sirius? Sei ancora vivo?” domandò Remus.
“Oh cazzo!” esclamò Sirius.
“Sì, è ancora vivo” disse Remus scuotendo il capo.
“Beh, entriamo no?” propose James.
“Giusto, andiamo” disse Remus.
I tre amici entrarono nel bar.
“Buongiorno signor Potter!” disse Tom. “Signor Black, signor Lupin, cosa posso fare per voi?”
James, Sirius e Remus avevano visto Evans girarsi di scatto e guardarli
con una strana espressione. Andarono a sedersi al tavolo lì di
fianco per poterlo guardare meglio.
“Puoi prepararci la colazione, Tom? Del tè e del pane tostato” rispose James.
“Certo, subito” rispose Tom.
Evans tornò a guardare la sua colazione con una strana espressione, sembrava turbato da qualcosa.
“Come sta la signora Potter?” domandò Tom portando la loro colazione.
“Sta benissimo, oggi è da Molly Weasley con Ninfadora Tonks, giornata di sole donne” rispose James.
Remus notò che il ragazzo aveva assunto un’espressione
sempre più sorpresa. Notarono che finì in fretta la sua
colazione e che poi si alzò senza guardarli minimamente.
“Io vado Tom, grazie della colazione” disse Evans.
“Di niente signor Evans” rispose Tom.
Evans indossò il mantello e uscì.
“Tom, che ci dici di quel ragazzo?” domandò Sirius.
“Nulla, non lo conosco, è arrivato qui ieri sera tardi e
ha prenotato una camera per una settimana. Non mi sembra un Mangiamorte
però, è sempre molto educato. La cosa che mi ha colpito
sono gli occhi” disse Tom.
“Che vuoi dire?” domandò James.
“Sono vuoti” rispose Remus e Tom annuì.
“Cioè?” domandò Sirius.
“Ho la sensazione che quel ragazzo abbia sofferto parecchio nel
suo passato, non c’era nessun scintillio, niente. Sembravano
quasi gli occhi di un morto” rispose Remus.
“Beh Tom, noi andiamo, grazie della colazione” disse James turbato.
Si alzarono e uscirono di corsa cercando Evans per non perderlo di vista.
Lo trovarono davanti al negozio di Quidditch, stava guardando la scopa in vetrina.
“Adora il Quidditch, potrebbe davvero essere tuo figlio Sir” disse James.
“Già, e questo mi preoccupa” rispose Sirius per niente tranquillo.
“Ma dove sta andando? Sembra conoscere Diagon Alley molto bene” notò Remus.
“Già, me ne sono accorto anch’io” disse James.
Lo seguirono e rimasero piuttosto basiti quando lo videro entrare nella biblioteca.
“Il figlio di Sirius non metterebbe mai piede in una biblioteca” disse James.
“Ricordati che non ha mai conosciuto Sirius se è veramente
suo figlio, magari ha preso dalla madre” lo contraddisse Remus.
“Hai ragione, andiamo” disse James.
I tre malandrini entrarono nella biblioteca.
“Non pensavo che un giorno l’avremmo fatto veramente” proruppe Sirius.
“Cosa?” domandò Remus.
“Entrare tutti e tre in una biblioteca” rispose Sirius sorridendo.
“Hai ragione, io e te non ci abbiamo mai messo piede” notò James con un sorriso.
“Tu sì, ma solo per vedere Lily, non per studiare” disse Remus con disapprovazione.
“Eri tu il secchione no?” replicò James.
“Già, seguiamolo” rispose Remus.
*
Harry stava sfogliando diverse Gazzette del Profeta. Quella del 1
novembre 1981 diceva che un bambino di un anno, Harry James Potter, era
stato rapito da Peter Minus e portato da Voldemort. Quella del 3
novembre diceva che il piccolo Potter era stato ritrovato morto, ucciso
da Voldemort in persona. Sul 5 novembre era riportata la notizia della
morte di Minus piuttosto misteriosa.
Era arrabbiato, quel bastardo di Minus…
Gli altri giornali riportavano strane morti, distruzioni di villaggi, terrore…
La Gazzetta del profeta del 20 gennaio 1989 diceva che suo padre e
Sirius era rimasti gravemente feriti per un agguato dei Mangiamorte.
Aveva scoperto che era l’8 settembre 1998. Esattamente il giorno
prima, il 7 settembre 1998 nella sua dimensione i suoi amici e le
persone a cui voleva più bene erano morte.
Si alzò e rimise i giornali al loro posto, per quella mattina
aveva saputo abbastanza. Era così arrabbiato che mentre usciva
non si accorse nemmeno di James, Sirius e Remus che lo guardavano
confusi e curiosi.
“Perché guardava i vecchi giornali?” domandò Sirius.
“Non ne ho idea” rispose Remus.
“Andiamo” disse James seguendo Evans.
Harry uscì ma notò subito che qualcosa non andava, la gente scappava e urlava, degli scoppi in lontananza.
“Signora, che succede?” domandò Harry fermando una vecchietta.
“Sono loro, scappa ragazzo finché sei in tempo” detto questo la vecchietta corse via.
Harry strinse forte la bacchetta, nella mente solo una parola: vendetta.
Grazie per le numerose
recensioni, non mi aspettavo che questa ff piacesse così tanto e pensare che non volevo nemmeno pubblicarla...
pum:
tranquilla che sicuramente Harry sarà più felice in questa
dimensione visto che nell'altra erano morti tutti. Posso solo dirti che
sarà più felice con gli altri e con se stesso un po'
più avanti quando avrà superato quello che gli è
successo.
Lexie89:
spero che ti sia piaciuto il "pedinamento". Spero di essere stata
abbastanza veloce a postare...grazie mille per i complimenti!!
Cassandra, bb1, Rose_White, Summers84, chichetta99, Lussissa e Isabel Lupin:
grazie mille per i complimenti, vi giuro che ci sono rimasta quando ho
visto tutte queste recensioni, non mi aspettavo che questa ff facesse
questo effetto!! Grazie e spero recensiate anche questo capitolo!!
Baci!!
marcolp: sinceramente non so se ci sono altre ff tipo questa, comunque sono contenta che ti piaccia!!
capra tibetana: contenta di aver esaudito il tuo desiderio!! Tranquilla che la continuo!! Ciao baci!!
Padfoot_07:
tranquilla che Sirius non ci rimane troppo male, non si reputa ancora
all'altezza di fare il padre. Poi James non scoprirà subito chi
si nasconde dietro Ted Evans quindi sarà ancora tutto più
incasinato! Ciao ciao bax!!
Ciao ci vediamo al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 3 *** Sei dentro ***
Corse nella direzione opposta
della gente che scappava urlando. Si fermò solo quando vide una
decina di uomini incappucciati che distruggeva tutto.
“Stupeficium!” Harry ne schiantò due in un colpo solo.
Uno si girò verso di loro “E tu chi saresti, moccioso?”
Harry lo riconobbe, era Dolohv, l’assassino di Lupin. L’odio gli ribollì nelle vene.
“Non credo siano affari tuoi Dolohv” replicò Harry.
“Ma allora mi conosci, del resto sono molto famoso…” commentò Dolohv con un ghigno.
“E ricercato” completò Harry arrabbiato.
“Già, sparisci pivello, torna dalla tua mammina” disse Dolohv canzonatorio.
“Crucio!” Harry lo colpì.
Dolohv urlò come un pazzo. Gli altri Mangiamorte si accorsero in questo modo di Harry.
Uno alzò la bacchetta “Avada…”
“Stupeficium!” disse una voce di fianco ad Harry.
Non si dovette neanche girare,
sapeva già che era suo padre. Si era accorto subito che lui,
Remus e Sirius lo stavano pedinando.
Harry interruppe la Cruciatus e Dolohv si alzò.
“Ti è bastato per farti
capire che faccio sul serio o ne vuoi un altro po’?”
replicò Harry freddo.
“Come hai osato…Avada Kedavra!” disse Dolohv infuriato.
Harry si scansò “Expelliarmus!”
Dolohv parò l’incantesimo “Avada Kedavra!”
Harry si spostò di nuovo “Avada Kedavra!”
Il getto verde colpì Dolohv in pieno che cadde a terra morto.
James, Sirius e Remus intanto
stavano combattendo con degli altri Mangiamorte e avevano avvertito con
delle scintille rosse l’Ordine della Fenice. Dopo un paio di
minuti si materilizzarono Moody e Kingsley che iniziarono subito a
combattere con un Mangiamorte a testa.
Harry intanto duellava con Macnair e Jugson ed era leggermente ferito al braccio sinistro.
“Avada Kedavra!” Macnair cadde a terra morto.
“Sei in gamba ragazzino” commentò Jugson.
“Stupito?” replicò Harry gelido.
“Curioso, curioso di scoprire chi sei” rispose Jugson.
“Non credo ti possa interessare, combatti bene piuttosto se non vuoi finire come il tuo compare” rispose Harry.
“Crucio!” disse Jugson.
Harry si spostò “Stupeficium!”
“Imperio!” Jugson lo colpì.
Moody, Kingsley e James che aveva schiantato il loro avversario li guardarono.
“Ora mi aiuterai a sconfiggere quei babbei” disse Jugson.
Harry ghignò “Non credo proprio”.
“Cosa?!” Jugson era sorpreso e confuso.
Moody era meravigliato, quel ragazzo sapeva contrastare la maledizione Imperius!
“Stupeficium!” Harry
schiantò Jugson con così tanta violenza che andò a
sbattere contro il muro della farmacia.
Gli avversari di Sirius e Remus sparirono con un crac.
Harry sentì degli sguardi
addosso e si girò alla sua destra. I tre Malandrini, Moody e
Kingsley lo guardavano sorpresi.
Remus fu il primo a riprendersi e lo raggiunse “Tutto bene?”
“Sì, ho solo una ferita al braccio” rispose Harry.
“Di un po’ ragazzo, ma
sei impazzito? Affrontare da solo così tanti
Mangiamorte…” lo rimproverò Moody.
“Sapevo che loro tre mi stavano seguendo” Harry indicò i tre Malandrini che rimasero sorpresi.
Allora se n’era accorto!
“Perché lo stavate seguendo?” domandò Kingsley.
“Noi pensavamo potesse essere figlio di Sirius…” rispose James.
“In effetti vi somigliate molto” notò Kingsley.
“Impossibile, i miei genitori sono morti tanto tempo fa quando ero ancora piccolo” rispose Harry.
“Ah” rispose Sirius.
“Beh, io me ne vado” disse Harry.
“No, adesso vieni a casa mia che ti sistemiamo il braccio” disse Sirius.
“Non ce n’è bisogno, sono stato molto peggio di così” rispose Harry guardandolo.
Cazzo, quegli occhi erano dannatamente vuoti!
“Insisto” disse Sirius.
“Va con lui ragazzo, senza fare tante storie” disse Moody.
Harry sospirò “D’accordo”.
“A proposito, come ti chiami?” domandò Kingsley.
“Ted Evans” rispose Harry.
“Kingsley Shackebolt” si strinsero la mano.
“Allora a presto Evans” Kingsley gli fece l’occhiolino e sparì con un crac seguito a ruota da Moody.
“Bene, ora vieni a casa mia” Sirius gli prese un braccio e scomparvero con un crac seguiti da James e Remus.
Harry si ritrovò in una casa
a lui del tutto sconosciuta. Doveva essere il luogo dove Sirius viveva
prima di finire ad Azkaban. Quello non era il Sirius che conosceva lui,
non aveva fatto dodici anni di solitudine in un luogo pieno di pazzi e
Dissenatori, non aveva perso James…
“Allora, vediamo questo braccio” disse Remus con in mano già delle bende e dei disinfettanti.
Harry si tolse il mantello e il
maglione. Aveva un taglio che partiva dalla spalla e arrivava fino al
gomito che sanguinava abbastanza copiosamente.
“Accidenti, meno male che era solo un graffietto” commentò Sirius.
“Ho sopportato di peggio” commentò Harry asciutto senza fare una smorfia mentre Remus lo medicava.
“Tipo?” domandò Sirius.
“L’essere torturato con la maledizione Cruciatus” rispose Harry con tranquillità.
James lo guardò e notò
che aveva delle cicatrici sulle braccia, delle leggere scottature e una
strana bruciatura dalla forma ovale all’altezza del cuore.
Evans ne doveva aver passate di brutte.
Sirius non replicò alla risposta del giovane.
“Scusa, non ci siamo ancora
presentati, io sono Remus Lupin, lui è Sirius Black e
l’occhialuto è James Potter” disse Remus stringendo
bene le bende.
“Piacere, Ted Evans” rispose Harry.
“Conosci mia moglie? È figlia di babbani, si chiama Lily Evans…” disse James.
“No” rispose Harry. “Mio padre era un mago, mia madre una figlia di babbani”.
“Davvero?” proruppe Sirius.
“Sì, non sono di certo
quello che si può definire un Purosangue doc. come lei Black e
anche lei Potter” rispose Harry.
“Ti prego chiamaci James e
Sirius, altrimenti mi sento più vecchio di quello che
sono” disse James. “Comunque a me del sangue non me ne
frega nulla”.
“A me nemmeno, io odio la mia famiglia” disse Sirius mesto.
“Io non posso proprio parlare” commentò Remus.
“Da dove vieni?” domandò Sirius.
“America” rispose Harry.
“Cosa ti ha spinto a venire qui che c’è la guerra?” domandò Remus curioso e leggermente confuso.
“Vendetta” rispose Harry secco.
James lo guardò negli occhi che ora mandavano lampi.
In quel momento suonò il campanello.
“Vado io” Sirius andò ad aprire e si trovò davanti Albus Silente in persona.
“Buongiorno Sirius, Alastor mi
ha appena riferito cosa è successo, vorrei parlare con Ted
Evans, è ancora qui?” domandò Silente con un
leggero sorriso.
“Certo preside, è di
là con Remus e James, venga che l’accompagno” Sirius
lo guidò in salotto.
“Ecco fatto” Remus aveva appena finito che la porta si aprì facendo entrare Sirius e Silente.
“Buongiorno Preside! Come va?” domandò James allegro.
“Tutto bene, grazie James” rispose Silente sorridendo.
Gli occhi di Harry incrociarono
quelli azzurri di Silente. Subito chiuse la mente per impedire a
Silente di scoprire la sua vera identità.
“Lei deve essere Albus Silente, la sua fama è internazionale” disse Harry indossando il maglione.
Silente aveva notato le ferite sul
corpo di Evans ma per il momento sorvolò. “Da dove vieni
ragazzo? Alastor è rimasto molto impressionato dal tuo modo di
combattere…”
Harry sospirò “Dall’America”.
“Cosa ti ha spinto qui Ted?” domandò Silente diretto.
“Voglio unirmi all’Ordine della Fenice” rispose Harry.
James, Sirius e Remus erano sorpresi, conosceva la loro organizzazione segreta.
Silente lo guardò con uno strano sguardo “Perché? Hai al massimo diciotto anni…”
“So cosa vuol dire se è
questo che intende. Tuttavia sarò sincero, voglio farla pagare a
Tom Riddle” rispose Harry.
Silente era stupito, come faceva a sapere il suo vero nome?
“Chi è Tom Riddle?” domandò Sirius.
“È il vero nome di Voldemort” rispose Harry.
Gli altri quattro lo guardarono
sorpresi, aveva pronunciato il nome del più potente stregone del
male di tutti i tempi senza il minimo tremore.
“Sei sicuro?” domandò Silente. “Non preferisci tornare dai tuoi amici?”
Harry scoppiò a ridere, una
risata vuota e amara “Io non ho amici, non più. Ci hanno
pensato lui e i suoi Mangiamorte, io sono l’unico
sopravvissuto”.
Silente lo guardò sempre più incuriosito “D’accordo, sei dentro”.
Si stupiva anche lui delle sue
parole, ma quel ragazzo era prezioso e sembrava conoscere Tom molto
bene oltre ad essere un bravo Occlumante; aveva bloccato con
facilità tutti i suoi tentativi di penetrare nella sua mente.
James, Sirius e Remus lo guardarono
piuttosto sorpresi, del resto aveva solo diciotto anni, ma le decisioni
di Silente non si discutevano e lo sapevano bene.
Harry guardò Silente con un ghigno “Perfetto, quali sono le sue condizioni?”
Silente lo guardò stupito per un attimo, non si era nemmeno accorto che gli aveva letto la mente.
“Dovrai vivere qui con Sirius,
al Paiolo Magico è troppo pericoloso, potresti mettere in
pericolo troppe persone” disse Silente.
“Ok, se a Sirius va bene…” rispose Harry.
“Nessun problema” acconsentì Sirius ancora un po’ confuso.
“Perfetto, allora ci vediamo mercoledì a mezzanotte per la prossima riunione, al solito posto” disse Silente.
“Va bene, arrivederci” disse James.
Silente fece l’occhiolino e sparì con un crac.
Anche questo capitolo
è finito e spero che vi sia piaciuto, anche se non ne sono
pienamente soddisfatta...fatemi sapere cosa ne pensate voi!
Ringrazio le 28 persone che hanno aggiunto questa ff tra i preferiti, mi fa enormemente piacere!!!
sonia87: come vedi in
questo capitolo Harry mette in chiaro di non essere figlio di Sirius
tuttavia i Malandrini non sono convinti...ti ho già detto fin
troppo!! Grazie per i complimenti!! Ciao bax!!
Mephisto: grazie per il consiglio, vedrò di tenerlo presente. Sì, la mia originalità non ha limite... :P scherzo!! Ciao bax!!!
Isabel Lupin:
tranquilla qui non è morto nessuno, cioè sono morti due
Mangiamorte quindi tutto bene. Cmq non ti posso garantire che non
morirà nessuno dell'Ordine, del resto siamo in periodo di
guerra. Ciao ciao bax!!!
marcolp: spero che questo chap ti sia piaciuto!! Ciao!!!
capra tibetana: sono contenta che ti sia piaciuto il "pedinamento". Spero che ti sia piaciuta anche la battaglia...ciao ciao bax!!!
Summers84: mi disp ma
James non capirà molto presto che quello è Harry anche
perchè lui è convinto che è morto quindi...beh
fammi sapere se ti è piaciuto! Ciao ciao bax!!!
Deidara e bulmettina: grazie 1000 per i complimenti!! Spero che vi sia piaciuto anche questo chap!! Ciao ciao!!!
Rose_White: sì,
povero Harry!! Sicuramente la vicinanza di Sirius, visto che ora sono
coinquilini, lo aiuterà parecchio. Ho detto fin troppo mi
sa...vabbé ciao ciao!! Bax!!!
Lussissa: Sirius ora
è sollevato ma non tanto, perchè non è convinto
che quello che Harry ha detto sia la verità...mah!! Ciao ciao!!
Bax!!
Padfoot_07:
grazie, grazie e ancora grazie!! Spero di aver esaudito il tuo
desiderio anche se non sono affatto convinta del capitolo...fammi
sapere cosa ne pensi!! Ciao ciao!! Baci!!!
bb1:
spero di aver aggiornato abbastanza presto per te!!! Voglio
assolutamente sapere cosa ne pensi (grazie per l'eroina
:P)...ciaoooooo!!!
Lexie 89:
grazie per il complimento, sono contenta che ti sia paciuto lo scorso
capitolo!! Fammi sapre cosa ne pensi invece di questo!!
Ciaooooooooooo!!!!
chichetta99: accidenti
a Minus veramente, anche qui ha rotto le uova nel paniere...cmq adesso
è fuori gioco visto che è nel mondo dei morti...ciao!!!
Bax!!!
Al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 4 *** La riunione ***
Dimensione Parallela4
Sirius, nei giorni che precedevano la
riunione, notò lo strano comportamento di Evans, non che questo
cercasse di nasconderlo. Restava chiuso nella sua stanza tutto il
giorno dicendo che doveva lavorare o usciva presto la mattina e
ritornava alla sera molto tardi. Sia lui che Remus si chiedevano se
mangiava e dormiva anche se non sembrava proprio dalle occhiaie di
Evans e dalla sua magrezza.
Alle 23,30 del mercoledì Harry scese le scale e raggiunse Sirius
e Remus in salotto. Aveva deciso di rimanere scostante, non voleva
soffrire di nuovo se qualcuno di loro fosse morto. Cercava di sforzarsi
di pensarla così, ma più ci parlava più loro
entravano nel suo cuore già a pezzi e non lo poteva
permettere…tuttavia questa era un’altra chance per
conoscerli, cosa doveva fare? Non lo sapeva nemmeno lui. Poi
ricordò gli occhi vuoti di Ron, Hermione e Ginny…doveva
sfruttare questa nuova occasione anche se questo avrebbe potuto
comportare ulteriore sofferenza, doveva rivivere di nuovo, piano piano.
E sarebbero stati loro ad aiutarlo, Remus, Sirius, suo padre e sua
madre. Harry abbozzò un sorriso nel vedere il suo padrino e
Remus aspettarlo.
“Eccoti Teddy, fra poco saremmo venuti a chiamarti” disse Remus sorridendo.
“Dove si tiene la riunione?” domandò Harry anche se aveva già qualche sospetto.
“A Hogwarts, non credo tu ci sia mai stato” rispose Sirius.
“Già, beh allora andiamo no?” replicò Harry.
“Prendi il mio braccio” disse Sirius.
Harry sospirò e gli afferrò il braccio. Dopo la solita
sensazione di compressione si ritrovò con Sirius e Remus davanti
ai cancelli di Hogwarts.
Harry con una fitta al cuore guardò il castello di Hogwarts, quella che per lui era stata una casa, la sua casa.
I cancelli si aprirono ed entrarono. Camminarono e raggiunsero la Sala
d’Ingresso dove ad aspettarli c’era Minerva McGranitt.
Harry trattenne a stento la felicità di vederla sana e salva.
“Professoressa, buonasera! Come sta?” la salutò Sirius sorridendo.
“Tutto bene Black. Tu devi essere Ted Evans, non è così?” domandò la McGranitt.
“Sì, sono io, piacere” Harry le strinse la mano.
“Il piacere è mio. Bene, ora andiamo” la McGranitt li condusse fino al settimo piano.
I sospetti di Harry erano stati confermati, stavano andando nella Stanza delle Necessità.
La McGranitt passò per tre volte davanti al muro dove comparve una porta. Minerva entrò seguita dagli altri tre.
Harry vide molte sedie, una era su una pedana: probabilmente lì avrebbe dovuto sedersi Silente.
Erano già arrivate anche molte persone: Malocchio Moody,
Ninfadora Tonks, i signori Weasley, Bill, Charlie, Percy, Fred, George,
Fleur Delacour, Kingsley, Dedalus Lux e…Harry sbatté le
palpebre incredulo, c’erano anche Rufus Scrimgeour, Gideon e
Fabian Prewett, Edgar Bones e sua sorella Amelia, Marlene McKinnon e
Andromeda e Ted Tonks.
Remus e Sirius salutarono gli altri con la mano e poi si sedettero vicino a Kingsley, Moody e Tonks.
Harry si sedette di fianco a Sirius guardandosi intorno. Intanto
entrarono anche Lily e James Potter. Harry sorrise nel vedere sua madre
per la prima volta, aveva proprio gli occhi uguali ai suoi.
Un’emozione indescrivibile lo pervase, lei si era sacrificata per
lui, per salvarlo da morte certa…nessuno avrebbe dovuto osare
torcerle un capello o l’avrebbe pagata cara.
Lily e James vennero verso di loro.
“Ciao, devi essere Ted Evans, vero?” gli domandò Lily sorridendogli e sedendosi di fianco a lui.
“Sì, tu sei la moglie di James?” chiese Harry.
“Sì, Lily Potter, piacere” si strinsero la mano.
Al contatto con quella mano ricordò vagamente le carezze che sua
madre gli faceva da piccolo…quando sciolsero la stretta Harry
notò che la sua mano tremava leggermente per
l’emozione…la nascose subito incrociando le braccia.
“Ehi Jamie, lo sai che Minnie ci ha condotto qui di persona stasera?” disse Sirius.
“Davvero?” proruppe James.
“Già, scommetto che voleva vedere Teddy” rispose Sirius.
“Probabile” concordò James sorridendo.
“Ciao Alice!” disse Lily.
Harry guardò nella sua direzione e quasi gli venne un colpo:
Alice e Frank Paciock si sedettero sorridendo di fianco a James.
“Come va?” domandò Frank.
“Tutto bene, e Neville come sta?” domandò Lily.
“Stasera voleva venire ma glielo abbiamo proibito. Non so ancora
per quanto ci riusciremo, è così testardo…”
Alice sbuffò.
“Dimentichi che ha anche diciotto anni” aggiunse Frank.
“Ho saputo che anche Molly ha avuto il suo daffare con Ronald, se
non sbaglio ha l’età di Neville, no?” domandò
Lily.
Al sentire “Ronald” Harry ebbe un tuffo al cuore.
“Già, erano in dormitorio insieme. Non capiscono che questa è la realtà” disse Alice.
“A scuola non ti insegnano cosa vuol dire vedere morire un amico,
cosa si prova” disse Harry atono guardando fisso davanti a
sé.
Lily, Sirius, Remus e James lo guardarono con una strana espressione, Alice e Frank sembravano soltanto curiosi.
“Hai ragione, sembri molto giovane, quanti anni hai?” domandò Frank.
“18” rispose Harry inespressivo senza guardarlo.
“E Silente ti ha ammesso? Ma i tuoi genitori non hanno detto niente?” domandò Alice sconcertata.
“Sono morti, quindi sul versante della famiglia che ostacola non ho nessun problema” rispose Harry.
In quel momento entrò Silente seguito da Vitious, Lumacorno, la Sprite e Piton.
Harry rimase spiazzato quando vide suo padre salutare Piton in modo
cordiale e lo fu ancora di più quando questo ricambiò il
saluto con un cenno.
Che era successo tra suo padre e Severus Piton?
Non appena Silente si sedette Harry notò che era molto nervoso e agitato.
“Silente, cos’è successo?” domandò Arthur Weasley.
“Presto lo saprete. Per prima cosa volevo presentarvi il nuovo
membro dell’Ordine della Fenice, Ted Evans” Silente lo
indicò con una mano.
Harry si alzò in piedi “Buonasera”. Poi si sedette di nuovo.
“Ma è troppo giovane!” esclamò Molly Weasley contrariata.
“È un fenomeno a combattere, te lo assicuro” disse Moody convinto e guardando Teddy compiaciuto.
“Questo non vuol dire, avrà circa…” iniziò Molly.
“18 anni, sono maggiorenne e vaccinato e inoltre voglio combattere” rispose Harry deciso.
“Fate come volete” sbuffò Molly spazientita.
“Allora Silente, cos’è successo? Sembra molto inquieto…” disse Edgar Bones.
“Proprio questo pomeriggio la nostra professoressa di
Divinazione, Sibilla Cooman, ha fatto una profezia” rispose
Silente.
“Cos’ha detto?” domandò Remus improvvisamente agitato.
James e Lily erano impalliditi, era per colpa di un’altra profezia che loro figlio era morto.
Silente si alzò, si avvicinò a un armadietto, lo
aprì e prese quello che Harry riconobbe subito come un
Pensatoio; lo appoggiò sul tavolo davanti a lui. Poi prese la
bacchetta, la puntò alla tempia estraendo un filo argenteo e
deponendolo nel Pensatoio. Da esso emerse la figura argentea e
leggermente sfocata di Sibilla Cooman.
Con voce rauca la professoressa parlò:
“Colui che ha il potere di
sconfiggere l’Oscuro Signore è tornato. Sotto mentite
vesti si nasconde per portare a termine il suo compito. Il segreto
dell’Oscuro Signore conosce e ha un potere a lui sconosciuto, un
potere offuscato dalla morte e dall’odio, un potere che
dovrà essere ritrovato per sperare. Colui che ha il potere di
sconfiggere l’Oscuro Signore è tornato e l’Oscuro
Signore tremerà davanti al suo potere, nessuno dei due
può vivere se l’altro sopravvive”.
La figura di Sibilla Cooman scomparve. Per la stanza regnava un
silenzio tombale, la McGranitt era molto preoccupata. Harry intanto
rifletteva, la profezia parlava di lui senza dubbio…
“Silente, che vuol dire?” domandò Severus Piton.
“Non ti ricorda un’altra profezia James?” domandò Silente mostrandosi tranquillo.
Harry tuttavia riusciva a vedere la sua agitazione.
“Assomiglia a quella che si riferiva a mio figlio” rispose James scosso e pallido.
“Ricordavo bene allora. La parte che più mi ha fatto
riflettere è che colui che poteva sconfiggere Voldemort,
cioè Harry Potter, è morto. Non riesco a capire cosa
voglia dire quel “è tornato”…” disse Silente riflettendo.
“Potrebbe riferirsi a qualcun altro” propose Amelia Bones.
“Già, potrebbe, ma in questo caso a chi?” disse Silente.
“Di che potere pensate parli?” domandò Gideon.
“Credo si tratti dell’amore, esattamente come l’altra
volta” rispose Silente aggiustandosi gli occhiali a mezzaluna sul
naso.
“Pensa che questo ragazzo, chiunque sia, sappia di essere il prescelto?” domandò Andromeda.
“Qualcosa mi dice che lo sa” rispose Silente con espressione indecifrabile.
“Avete idea di quale sia il segreto di Voldemort?” domandò Bill.
“Ho qualche teoria, ve ne parlerò alla prossima riunione
di domenica, quando avrò qualche elemento in più”
rispose Silente. “Intanto pensateci anche voi mi riferirete le
vostre teorie domenica. Bene, ora potete andare”.
Silente si alzò a tutti lo imitarono.
“Giuro sul nome di mio padre” disse Silente.
“Giuro sul nome di mio padre” risposero tutti.
Questo era il giuramento segreto dell’Ordine della Fenice e firmava sempre la fine di ogni riunione.
Dopodiché tutti uscirono. Harry seguì Sirius continuando
a pensare e sicuro che nemmeno quella sera sarebbe riuscito a chiudere
occhio.
Seguì Sirius fino alla Sala d’Ingresso. Lì li raggiunsero James, Lily e Remus.
“Ragazzi, andiamo a casa mia? Dobbiamo parlare” disse James.
“Ok” dissero Sirius e Remus.
“Teddy, ovviamente vieni anche tu” disse James.
“D’accordo” rispose Harry.
Camminarono tutti in silenzio fino a quando non oltrepassarono i cancelli.
Salutarono gli altri con la mano poi Sirius disse “Prendi il mio braccio Teddy”.
Harry obbedì e dopo una manciata di secondi si ritrovò davanti a casa Potter, casa sua.
Ora spazio alle risposte delle recensioni!!
capra tibetana:
ora ti spiego tutto!! Sì, Harry aveva già ucciso prima
anche perchè non prendo in considerazione la fine del settimo
libro. Infatti è arrivato in questa dimensione il 7 settembre
1998, quindi non sarebbe congruente con quello che c'è scritto
alla fine sulla battaglia. Quindi è successo qualcos'altro che
scoprirai più avanti. Per quanto riguarda Silente ha accettato
che Harry entrasse nell'Ordine perchè ha capito che gli sta
nascondendo qualcosa e in questo modo può farlo tenere d'occhio
dagli altri membri. Penso che la mancanza di emozioni di Harry ti sia
stata spiegata in questo capitolo, se hai ancora dei dubbi chiedi pure,
sono qui apposta!!! Ciao ciao bax!!!!
kia88oc: grazie 1000 per i complimenti!! Bax!! Ciao ciao!!
Padfoot_07: grazie
grazie grazie!!! Non pensavo che lo scorso chap ti piacesse così
tanto!! Per quanto riguarda l'identità di Harry si
scoprirà molto in là. I suoi migliori
amici invece li vedrà e conoscerà piano piano, tranquilla che
nemmeno qui è da solo. Spero che ti sia piaciuto anche questo
chap!! Ciao ciao!!! Bax!!
PikkolaGrandefan: ovvio
che prima o poi incontrerà Ron ed Hermione!!! Non posso lasciare
il mio Harry qui tutto solo, povero!!! Ciao ciao bax!!!
Isabel Lupin: grazie 1000!! Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo capitolo!! Ciao!!! Baci!!
Deidara: il momento in
cui Harry incontrerà i suoi amici, alias Ron e Hermione, non
è molto lontano ma nemmeno troppo presto. Sono cmq contenta che
lo scorso chap ti sia piaciuto!! Fammi sapere cosa ne pensi invece di
questo!!! Ciao!!!!
cinderella87: grazie
mille!!! Cmq Harry non poteva mostrarsi imbarazzato, doveva far finta di
niente anche se ti assicuro che per lui restare fermo invece che
correre ad abbracciare suo padre è stata dura. Inoltre
deve dimostrarsi più naturale possibile per non far aumentare i
sospetti!! Beh grazie per la recensione!! Ciao!!!!! Baci!!!
mora878: grazieeeeeeeee!!!!! Ciaooooo!!!
marcolp: grazie!!! Harry
deve farsi vedere scostante da suo padre, Sirius e Remus per non far
vedere che li conosce già, deve sembrare come uno che non li ha
mai visti in vita sua, per questo si comporta così. Spero di
averti spiegato. Grazie per la recensione!! Ciaooo!!!
NemoTheNameless: eccoti il nuovo chap!! Fammi sapere cosa ne pensi. Ciaooo!!!!
Summers84: sono contenta che ti sia piaciuto il combattimento!! Fammi sapere cosa ne pensi di questo!! Ciao!!! Bax!!!
littledancer89: grazie
1000 per i complimenti!! Cmq Harry non deve mostrare particolari
reazioni a James, Lily, Sirius e Remus perchè deve sembrare che
non li conosca. Spero che questo chap ti abbia aiutato a capire cosa
intendo! Ciao ciao bax!!!
chichetta99: per il
momento quelli che sanno qualcosa in più su Harry...pardon su
Ted, sono James, Remus ma in particolare Sirius che ci vive insieme.
Cmq anche Silente ha i suoi interrogativi su Teddy...beh fammi sapre
cosa ne pensi di questo chap!!! Ciao!! Baci!!
bulmettina: ti posso
garantire che Silente più di chiunque altro si chiede chi sia
quel ragazzo misterioso comparso all'improvviso e che cercherà
in tutti i modi di scoprire chi è...che sia proprio lui a capire
che è Harry Potter non te lo posso dire. Ciaoooo!! Bax!!!!
Al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 5 *** Conversazione notturna ***
Dimensione Parallela5
Casa sua era uguale a quando
l’aveva vista con Hermione, la differenza era che il prato era
curato e che il piano superiore era intatto. Era tutto così strano…non
era mai entrato in casa sua eppure tutto ciò gli procurava un
brivido…lì la sua vita era cambiata per sempre, tutto era
cominciato da lì.
James aprì con la bacchetta il cancelletto e attraversarono il
vialetto. Harry si guardò intorno fissando ogni particolare. Sua
madre doveva avere il pollice verde visto il giardino ben tenuto.
Arrivarono davanti alla porta e, con gran sorpresa di Harry, James
l’aprì normalmente senza nemmeno usare la bacchetta.
Entrarono e Harry seguì gli altri verso quella che presupponeva
fosse la cucina. Infatti ci aveva azzeccato. Harry tremò
leggermente al pensiero che aveva appena attraversato il corridoio in
cui suo padre era morto. Non appena era entrato era stato investito da quel
senso di famigliarità e calore che non provava da tanto tempo.
Si sentiva tranquillo e in qualche modo al sicuro anche se era una cosa
stupida da pensare visto che erano nel bel mezzo di una guerra,
eppure…
Lì suo padre e sua madre erano morti per
salvarlo…fu scosso da un altro brivido a quel pensiero.
“Teddy hai freddo?” domandò James.
“No, tranquillo” rispose Harry.
“Io invece sto gelando, fuori c’è un vento gelido” disse Lily. “Volete qualcosa di caldo?”
“Magari” rispose Remus.
“Tu James il solito, vero?” domandò Lily.
James annuì sedendosi.
“Per me e Rem una Burrobirra” rispose Sirius sedendosi di fianco a Teddy.
“Tu Teddy?” domandò Lily.
“Tè col limone” rispose Harry.
James lo guardò sorpreso, era raro trovare qualcuno in
Inghilterra a cui piacesse il tè al limone e lui lo sapeva bene
visto che era tra quelle poche persone. Ovviamente James Potter doveva
sempre distinguersi.
“Come James” commentò Lily sorridendo e mettendo a bollire l’acqua.
Remus si schiarì la voce “Sono molto preoccupato, anche Silente non era per niente tranquillo”.
“Già, solo poche volte l’ho visto così
agitato e questa non è una buona cosa” concordò
James.
“Secondo voi cos’è il segreto di Voldemort?” domandò Sirius.
“Non ne ho idea” rispose Remus.
“Potrebbe essere qualsiasi cosa” disse James.
“Già ma cosa? Accidenti” imprecò Sirius.
“Tu Teddy hai qualche idea?” domandò James.
“Sì, spero solo di sbagliarmi” rispose Harry serio.
Lily diede a tutti le rispettive bevande e poi si sedette vicino a Remus.
“Allora? Che cosa hai in mente?” domandò Sirius.
“Beh, visto che Voldemort ha il terrore della morte sono
dell’idea che abbia cercato un modo per poter rimanere in
vita” rispose Harry.
“E cioè?” domandò Remus.
“Horcrux” rispose Harry sorseggiando il suo tè.
James che stava per bere abbassò la tazza di scatto mentre invece gli altri assunsero un’espressione sconvolta.
“Bisogna dire che a lui i morti non mancano, ne ha fatti fuori parecchi” disse Remus.
“Appunto, io sono convinto che, per sentirsi più sicuro, ne abbia più di uno” aggiunse Harry.
“Però, sei un genio, non ci avevo pensato” disse James.
“Spero vivamente di sbagliarmi anche se ho il presentimento che non è così” Harry sospirò.
‘Io stesso ero un Horcrux…’ pensò sarcastico.
“Cambiamo argomento, Teddy ti piace il Quidditch?” domandò Sirius.
Lui e Remus avevano intenzione di scoprire chi era veramente e perché si comportava in modo così strano.
“Sì molto, giocavo anche” rispose Harry.
“Davvero? In che ruolo?” domandò James.
“Ehm…Cercatore, ma mi hanno detto che sono bravo anche come Battitore” rispose Harry.
Sirius rifletté che anche lui era Battitore quando frequentava
Hogwarts…che gli avesse mentito quando aveva detto che i suoi
genitori erano morti quando era piccolo? Era possibile, sentiva come di
conoscerlo…
Ne aveva proprio parlato il giorno prima con James a lavoro (erano
entrambi due Auror molto conosciuti), aveva espresso i suoi dubbi e
quello che provava. Anche lui aveva detto che gli sembrava di
conoscerlo da sempre ma che non l’aveva mai visto prima…era tutto così strano…
“Anch’io sono stato Cercatore a scuola!” esclamò James sorridendo.
“Davvero? Beh comunque è da più di un anno che non volo” disse Harry.
“Come mai?” domandò Remus.
“Diciamo che avevo altro da fare” rispose Harry vago.
“Cioè?” domandò Remus.
“Una missione” rispose Harry inespressivo.
“Ma non hai finito la scuola?” domandò Lily.
“No, ho saltato l’ultimo anno, anche se fino a 15 anni mi
ha insegnato il mio padrino. Tempo di compiere 17 anni e sono andato in
missione” rispose Harry.
Gli faceva male, ma doveva mentire…
“Che genere di missione?” domandò Remus.
‘È sempre stato quello
più perspicace, ha capito che sto nascondendo
qualcosa…cavolo Rem! Riesci ancora a leggermi nel pensiero’ pensò Harry un pochino divertito e un pochino malinconico.
“Non posso dirlo, di certo comunque non giocavo a Quidditch” rispose vago.
“Allora ti sfido, Cercatore contro Cercatore, che ne dici?” propose James.
Harry lo guardò sorpreso “Ok, ma non ti sarà facile battermi”.
James vide Teddy per la prima volta sorridere, sentì uno strano
peso togliersi dal cuore, si stava affezionando a lui, gli venne
spontaneo ricambiare il sorriso.
“Dove?” domandò Harry sorridendo.
“A Hogwarts, chiederò il permesso a Silente e poi ti faccio sapere tramite metropolvere” rispose James.
“Ok” Harry sorrise, avrebbe gareggiato contro suo padre, l’aveva sempre sognato…
“Che scopa hai?” domandò Remus.
“Firebolt” rispose Harry.
Sirius fischiò “Però, mica male per avere 18 anni”.
“Questa volta avrai del filo da torcere Jamie” commentò Remus.
“Non si vince in base alla scopa, ma alla bravura” disse
Harry memore della vittoria contro Serpeverde del secondo anno in cui
tutte le serpi avevano delle scope migliori offerte da Lucius Malfoy.
“Vero” concordò James.
“Allora ci conto” disse Harry.
“Non vedo l’ora” commentò James sorridendo.
“Bene, andiamo Teddy, è tardissimo” disse Sirius.
“Sì mamma” rispose Harry canzonatorio.
Era tremendamente divertente prendere in giro Sirius anche solo per sentire la sua risata simile a un latrato.
Lily aveva sentito una strana sensazione quando lo aveva sentito pronunciare mamma…però non ci diede molto peso.
Sirius rise leggermente “Ciao ragazzi, ci si vede”.
Harry li salutò con la mano prima di sparire con Sirius,
“Teddy è strano” commentò Remus.
‘Sta nascondendo qualcosa di importante, me lo sento…’ Remmy ne era convinto.
James e Lily annuirono.
“Sembra conoscere Voldemort molto bene, ma come?” aggiunse Remus confuso.
“Non lo so” rispose James.
“Inoltre sembra non provare emozioni” proruppe Lily.
“Spero che il Quidditch lo aiuti, per un attimo mi è sembrato contento” proruppe James fissandosi le mani.
Faticava a dimenticare quegli occhi vuoti, spenti.
“Hai avuto una bella idea James. Speriamo solo che funzioni” commentò Remus.
James sperava con tutto il cuore che accadesse.
Finito anche questo chap!!! Per me è una mezza schifezza, voi cosa dite??
Risposta alle recensioni:
bulmettina: grazie 1000
per i complimenti!!! Cosa ne pensi di qst chap?? Cmq mi sembrava ke ci
stesse bene una nuova profezia, visto ke la Cooman ne ha fatta una anke
per il ritorno di Voldemort nel 3° libro perchè non una anke
per il ritorno di Harry??? Tu che dici?? Fammi sapere!! Ciao ciao bax!!!
Summers84: mi è
piaciuto veramente molto scrivere il momento in cui Harry e Lily si
incontrano, sono contenta che ti sia piaciuto!! Cosa ne pensi di questo
chap??? Ciaoooo!! Bax!!!!
cinderella87: Harry prima o poi verrà scoperto anke se non subito. Grazie per i complimenti!!! Ciaooo! Baci!!!
rosy90: contentissima di
avere una nuova lettrice!!! Grazie!!! Voglio assolutamente un tuo
commento su questo chap!! Ciaooooo!! Baci baci!!!
Deidara:
allora...userò di sicuro la coppia Harry/Ginny perchè
Harry sinceramente non ce lo vedo con nessun'altra a parte la rossa.
Ginny entrerà in scena prima di quanto pensi...non posso dirti
altro!! Aspetto una tua recensione! Ciao ciaooooooo!!!
Isabel Lupin: grazie!! Eccoti il chap!!! Fammi sapere cosa ne pensi! Ciao baci!!!!
bb1: grazie 1000!!! Se
ti sentisse la mia prof di italiano chissà cosa penserebbe...non
sono così brava, è solo il magico mondo di Harry Potter
che fa esprimere le mie qualità come scrittrice (molto
inesperta!), quindi ancora grazie per i complimenti!! Fammi sapere cosa
ne pensi di questo chap invece!!! Ciao ciao bax!!!
littledancer89: grazie per il brava!!! Cosa ne pensi di questo chap??? Ciao ciao bax!!!!
chichetta99: in effetti
molti si chiedano chi sia Teddy, ma ci vorrà un po' prima che
qualcuno faccia due più due...capirai meglio cosa voglio dire
nei prox chap!! Ciao ciao bax!!!
kia88oc: per la profezia
ho preso un po' spunto da quella nel 5° libro, il resto tutto
inventato cercando di farle assumere un tono un po' particolare.
Contenta che ti sia piaciuta!!! Voglio assolutamente una tua
recensione su questo chap per sapere cosa ne pensi!!! Ciao ciao!! Baci
baci!!!
Padfoot_07: wow!!! Mi
ripeto wow!! Non sapevo ke la mia ff facesse questo effetto sui
lettori!!! Sono stracontenta che la mia ff ti piaccia sempre di
più. Come dice Harry in questo chap è tutto così strano
sia per lui che per gli altri. Anche lui non ha la minima idea di cosa
fare, te lo assicuro. Se gli altri non prendono le decisioni per lui
(come la ricerca degli Horcrux decisa da Silente) lui non sa proprio
che fare. Poi adesso non ha i suoi amici che lo consigliano quindi
è ancora più incasinato!! Beh, grazie per le tue
recensioni che mi fa sempre piacere leggere!! Ciaooooooooooooo!!! Baci
baci!!!!
NemoTheNameless: solo tu
hai capito che tra James e Severus c'è uno strano rapporto???
Non l'ha notato nessun altro...si spiegherà tutto molto avanti,
diciamo solo che non sono proprio amici, c'è qualcosa di più complesso sotto, ma almeno non si insultano
a vicenda! Ovvio che farò entrare in scena gli amici di Harry e
affinchè tu lo sappia ci sarà la coppia Harry/Ginny!!!
Cosa ne pensi di questo chap?? Ciao ciao!!!!
marcolp: eccoti accontentato!!! Spero che ti piaccia ciaooooooo!!!
Nana92: grazie grazie grazie per i complimenti!!! Eccoti il nuovo chap, che ne pensi?? Ciao!! Bax!!!
Lally_the best: sono
contenta che ti piaccia la mia ff!!! Per quanto riguarda la somiglianza
con "The world without me" sono andata subito a leggerla tutta, se non
me lo dicevi tu mi sarei persa una storia veramente bellissima!! Cmq
non l'avevo mai letta prima perchè è da poco che ho
scoperto efp, cmq era proprio bella, l'ho letta tutta ieri e oggi anke
se ti posso assicurare che ci sono enormi differenze. Per prima cosa
qui i signori Potter sono vivi, Harry ha un solo Patronus e non parla
più serpentese perchè non è più un Horcrux
di Voldemort, non ha nessun famiglio e il rapporto che avrà con
Ron, Hermione e Ginny è molto diverso da quello dell'altra ff!!
Lì tutti sembrano avere un particolare timore verso di lui e i
suoi poteri, qui viene considerato come un ragazzo normale, solo un po'
strano e misterioso. Spero di averti spiegato e che il nuovo chap ti
piaccia!! Ciao!! Bax!!!
jaily: altra nuova
lettrice!!! Me molto contenta :)!!! Tranqui che prima o poi si
scoprirà la verità su Harry, ovviamente a un certo punto
entreranno in scena anche Ron, Hermione e Ginny!!! Ci sarà anche
la coppia Harry/Ginny, non posso dirti di più!! Spero di aver
risposto alle tue domande!! Aspetto una tua recensione!! Ciao ciao!!
Bax!!!
pum: grazie 1000 per i complimenti!! Che ne pensi di questo chap?? Ciao ciao bax!!!
Ci vediamo al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 6 *** Potter senior VS Potter junior ***
Dimensione Parallela6
Sirius notò un leggero
cambiamento in Teddy, sembrava più rilassato e tranquillo. Non
spariva per tutto il giorno, spesso chiacchieravano o giocavano a
Gobbiglie o a scacchi. A scacchi Teddy vinceva sempre, chissà
come mai…
“Evvai, scacco matto! Ho vinto di nuovo Sir!” esclamò Harry vittorioso.
‘Sei stato un bravo insegnante Ron’ pensò Harry sorridendo dolcemente.
“No, non è possibile! È la quinta sconfitta consecutiva!” si lamentò Sirius.
“Rassegnati, non mi batterai mai” commentò Harry sorridendo e facendo la linguaccia.
“Prima o poi ci riuscirò” replicò Sirius.
“Contaci, devi solo crederci davvero anche se la vedo difficile” ribatté Harry.
“Vedremo se riuscirai a battere James a Quidditch…” disse Sirius ghignando.
“Non lo so, ma sono molto bravo, ho quello che si chiama talento
naturale, non so se lo conosci, anche se non credo visto come giochi a
scacchi” rispose Harry ghignando divertito.
“Ma mi stai sfottendo?” domandò Sirius ironico.
“Dipende dai punti di vista e il mio dice di sì” rispose Harry sorridendo con aria furbetta.
“Vieni qui moccioso” disse Sirius divertito cominciando a rincorrerlo.
Harry corse facendosi poi prendere di proposito. Sirius lo spinse a terra e cominciò a fargli il solletico.
Harry rise come un pazzo come non faceva ormai da molto tempo.
Sirius udì per la prima volta la sua risata cristallina, avrebbe voluto sentirla molto più spesso.
“Ehi ragazzi, che fate?” disse una voce maschile che entrambi riconobbero subito “James!”
Il viso di James faceva capolino tra le fiamma del camino della cucina.
“La stavo facendo pagare a Teddy per avermi sfottuto”
rispose Sirius sorridendo e lasciando Teddy libero dalle sue grinfie.
“Non è colpa mia se a scacchi sei una frana”
replicò Harry sorridendo assumendo un’espressione angelica.
James ridacchiò “Teddy, Silente mi ha concesso il campo domattina per la nostra sfida”.
“Fantastico, non vedo l’ora” commentò Harry entusiasta.
James sorrise vedendolo così contento “Ci vediamo alle 10,30 davanti al portone di quercia”.
“Ok, ci sarò” rispose Harry.
“Io e Remus verremo ad assistere ovviamente” aggiunse Sirius.
“Questo mi pareva ovvio Sir, allora a domani Teddy” il volto di James scomparve con un leggero pop.
“Io allora vado a dormire, devo essere bello carico domani” disse Harry. “Buonanotte Sir”.
“Buonanotte Teddy” rispose Sirius sorridendo.
Harry salì eccitato le scale, gli si prospettava un sabato
mattina davvero interessante, non se lo sarebbe scordato per tutta la
vita, questo era poco ma sicuro. Si infilò a letto e, con
espressione beata sul viso, si addormentò sognando un cervo, un
grosso cane nero e un lupo correre per i prati di Hogwarts.
*
Il mattino dopo Harry si svegliò e si guardò intorno. Un
sorriso gli spuntò sul viso quando pensò a suo padre. Di
buonumore si alzò, si lavò e vestì e scese per
fare colazione. Stranamente Sirius era già in piedi ed erano le
9,30, un orario che nei suoi standard era catalogato come “troppo
presto”.
“Che ci fai già in piedi?” domandò quindi Harry sorpreso.
“Ti ho preparato la colazione” rispose Sirius sorridendo.
“Grazie, ma non dovevi” rispose Harry sedendosi.
“Adesso mangi tutto, devi essere in forma oggi, James è un
osso duro, nessuno è mai riuscito a batterlo”
replicò Sirius mettendogli davanti un piatto con dentro di tutto.
“Ehm…non sono mica un maiale” proruppe Harry.
“No, ma sei troppo magro” rispose Sirius sedendosi di fianco a lui.
“Sai Sirius, secondo me saresti un bravo padre,
com’è che non ti sei mai sposato?” domandò
Harry bevendo del tè.
Sirius lo guardò sorpreso, quasi come se fosse impazzito
“Scherzi? Beh mi piacciono tutte le donne carine, non saprei
scegliere”.
Harry ridacchiò, Sirius era sempre il solito.
In quel momento suonò il campanello.
Sirius, con un sorriso malandrino, si alzò e andò ad aprire.
Harry aveva quasi finito il suo porridge quando Sirius ritornò accompagnato da remus.
“Ciao Teddy, come va? Agitato?” domandò Remus con un sorriso.
“No, per niente” rispose Harry tranquillo. “Beh adesso vado a preparare la mia roba”.
“Ok, ci vediamo dopo” disse Sirius.
Harry ritornò in camera sua e prese il suo borsone nero.
Aprì la cerniera e prese in mano la sua divisa di Grifondoro. La
guardò bene e fu sommerso dai ricordi di tutte le partite
giocate per la sua Casa; un sorriso triste gli comparve sul volto. Con
un colpo di bacchetta fece diventare la sua divisa nera e oro e poi la
rimise nel borsone.
Col borsone in spalla e in una mano la sua fedele Firebolt ritornò in salotto. Erano già le 10,15.
“Possiamo andare” disse Harry.
“Ok” rispose Sirius.
Tutti e tre si smaterializzarono con un crac e comparvero davanti ai
cancelli di Hogwarts. Li oltrepassarono e attraversarono il parco fino
a trovarsi davanti al portone dove ad attenderli c’era già
James, spettinato come al solito e con il sorriso sul volto.
“Ehilà! Finalmente…Teddy sei pronto?” domandò James.
“Sì, devo solo cambiarmi, tu?” chiese Harry.
“Anch’io, vieni andiamo negli spogliatoi di Grifondoro. Non
metterò mai un’unghia del mio piede in quello di
Serpeverde” rispose James.
Harry sorrise, suo padre era un Grifondoro in tutto e per tutto.
“Io e Rem intanto andiamo in tribuna” disse Sirius.
James fece un gesto con la mano come per dire che aveva capito e si
incamminò con Teddy verso gli spogliatoi. Harry aveva fatto
quella stessa strada centinaia di volte, soprattutto quando era stato
nominato Capitano.
“Chi è quest’anno il Capitano della squadra di Grifondoro?” domandò Harry curioso.
“Ginny Weasley, ha preso il posto di suo fratello Ron. È
una Cacciatrice veramente formidabile” rispose James sorridendo.
Harry sorrise, lì Ginny era felice…
“Perché sorridi?” chiese James.
“Perché voglio che Grifondoro vinca” rispose Harry.
“Bravo! Lily direbbe che Sirius e io ti contagiamo” disse James divertito.
“Ma voi non mi avete influenzato, è che i miei antenati
erano tutti Grifondoro, quindi un po’ lo sono
anch’io” rispose Harry.
“Bene! Lo stesso vale per me, non c’è un Potter che
non sia andato a Grifondoro! Eccoci arrivati” James aprì
la porta ed entrò negli spogliatoi di Grifondoro.
Harry notò che non erano cambiati una virgola da come se li ricordava lui.
Le pareti erano rosse e oro, su quella opposta alla porta c’era
il gigantesco Leone di Grifondoro. C’erano delle panche con
armadietti e in fondo da una parte le docce.
“Bello, vero?” domandò James osservando incantato quel luogo che non aveva più visto da 20 anni.
“Fantastico” rispose Harry con un sorriso enorme sul volto.
Appoggiarono i loro borsoni sulle panche e cominciarono a cambiarsi.
James notò ancora una volta le cicatrici e le strane bruciature sul corpo di Teddy ma non disse niente.
Alla fine Harry, con la sua divisa nera e oro guardò suo padre con una divisa rossa e nera.
“A noi due!” commentò James scherzosamente.
Harry sorrise.
Entrambi presero in mano le scope e si avviarono al campo.
Lo sguardo cadde sulle tribune dove, oltre a Sirius e Remus,
c’erano anche Tonks, Frank Paciock, la McGranitt, Silente e un
piccolo gruppetto di studenti che Harry notò essere di
Grifondoro; probabilmente ammiratori di James.
James aprì la cassa disposta al centro del campo e liberò
il Boccino. Entrambi montarono, James liberò un Bolide con la
magia e…si alzarono in volo nello stesso istante.
Harry fece alcuni giri della morte tanto per riprendere confidenza con
la scopa poi cominciò a guardarsi intorno proprio come faceva
James. Cominciò a salire di quota sempre di più, poi a un
certo punto sentì un fischio: il Bolide.
Si chinò appena in tempo per evitarlo ma quello continuò
a inseguirlo. All’improvviso gli venne un’idea,
chissà se era ancora così bravo…piegò il
manico verso il basso e cominciò a scendere in picchiata con
sempre maggiore velocità; il Bolide era dietro di lui.
Quello che gli spettatori videro fu una freccia nera avvicinarsi sempre di più al suolo seguita dal Bolide.
“Si schianterà!” esclamò Frank alzandosi in piedi.
Remus e Sirius erano impalliditi. Severus, che si era appena seduto
vicino a Silente si chiedeva chi potesse essere così stupido per
fare una cosa simile.
Harry vide il terreno avvicinarsi sempre di più, gli parve di
sentire le urla della McGranitt…raddrizzò il manico di
scopa all’ultimo secondo e lo puntò verso l’alto
raggiungendo una quota di 10 metri. Il fragore gli comunicò che
il Bolide si era conficcato a terra, proprio quello che
voleva…ghignò leggermente.
Sirius fischiò “Ammazza, bravo il ragazzino”.
“Già, mamma che spavento…” commentò Remus sollevato.
Harry guardò le tribune, notò che Severus lo stava
fissando con interesse…per un paio di secondi si guardarono
negli occhi. Il primo ad interrompere quello sguardo fu proprio Severus
che si guardò le mani sconvolto. Quegli occhi erano riuscito a
metterlo in soggezione, sembrava che avessero scavato nel profondo
dentro di lui. Era una sensazione così strana…
James l’aveva guardato ammirato, era proprio bravo…
Cominciarono entrambi a sorvolare il campo e lo videro nello stesso
istante, era vicino alla McGranitt. Volarono verso di lei alla massima
velocità, entrambi con un ghigno divertito sul viso, le
avrebbero fatto prendere uno spavento coi fiocchi e i
controfiocchi…
‘Povera Minnie’ pensò James ridendosela.
La McGranitt vide che si avvicinavano in maniera sempre più
pericolosa a lei…quando furono a meno di 10 metri
impallidì non riuscendo nemmeno a urlare.
Harry allungò la mano e suo padre lo imitò.
Era lì davanti a loro…
Entrambi sterzarono verso l’alto nello stesso istante evitando di
arrivare addosso alla povera McGranitt che era bianca come una statua
di cera.
Nessuno capiva cos’era successo.
Harry guardò James. Sorrise e aprì la mano da cui uscì il Boccino d’Oro.
Sirius era incredulo, per la prima volta in vita sua James aveva perso…
James come lui guardava Teddy incredulo. Era stato battuto. Ancora non riusciva a crederci…
“Ho vinto io” Harry sorrise senza però presunzione e superiorità nella voce.
James si riscosse e sorrise. Teddy gli aveva sorriso apertamente, un
sorriso e una felicità che per una volta animava anche i suoi
occhi.
“Bravo” James allungò la mano.
Harry felice la strinse. Entrambi furono scossi da un brivido anche se pensarono di averlo solo immaginato.
Qualcuno applaudì. Lui e James si voltarono e videro Silente in
piedi attere le mani sorridendo. Subito a lui si unirono tutti gli
altri. Harry e James sorrisero, non si erano mai divertiti così
tanto a giocare a Quidditch.
James si voltò verso di lui e si unì all’applauso.
Harry lo guardò emozionato e con gli occhi leggermente lucidi,
non sapeva cosa dire…
Gli fece un cenno e James capì che quel gesto era ricco di significati.
Poi entrambi scesero a terra e smontarono dalle scope.
Harry fece per avviarsi agli spogliatoi quando una voce lo bloccò.
“Ehi, sei veramente bravo”.
Quella voce…
Finito anche questo chap!!! Spero vi sia piaciuto!!!! Chi sarà il nuovo personaggio che entra in scena??? Sono proprio curiosa di vedere cosa dite...
Ora spazio alle risposte delle recensioni!!!
Isabel Lupin: sono contentissima che lo scorso chap ti sia piaciuto?? Che te ne pare di questo??? Ciaoooo!! Bax!
bulmettina: grazie per i complimenti, sono contenta di far felici i miei lettori!!! Che ne pensi di questo chap??? Ciaooo baci!!!!
NemoTheNameless: i
caratteri dei personaggi sono quelli che noi conosciamo solo con alcune
differenze...non essendoci Harry era Ron il leader del gruppo e quindi
è più sicuro di sè e anche Neville avendo
l'appoggio dei suoi genitori non è più insicuro come
invece era in tutti i libri tranne il settimo. Gli altri
fondamentalmente sono uguali, a parte Piton, ma questo sarà
spiegato più avanti!! Ciaooooo!!
Nana92: eccoti il nuovo chap!!! Spero che ti piaccia!! Fammi sapere! Ciao baci!!!
Simply_Switz: beh...non
so dov'eri mentre pubblicavo...devo dire che mi ha fatto molto piacere
leggere la tua rcensione, alla fine avevo un sorrisone sulla
faccia...sono contenta che ti piaccia così tanto, spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto!! Cmq prima o poi verrà
fuori la verità anche se sarà tutto molto complicato come
capirai tu stessa nei prossimi capitoli. Ciaoooo!! Bax!!!
Deidara: fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo!! Ciaoooo!!!
kia88oc: spero di aver
acontentato la tua curiosità con questo capitolo!! Secondo te
chi è il personaggio che entra in scena??? Aspetto una tua
risposta...ciaooooo!! Baci!!
Summers84: Remus
è intelligente, ma sarà lui a scoprire la
verità??? Per il momento non dico altro, spero che il capitolo
ti sia piaciuto!! Ciaooo! Baci baci!!!
Beverly Rose: wow
un'altra lettrice!!! Mi fa enormemente piacere che tu abbia gradito la
mia fic!!! Pensa che è già da una settimana che
Harry...pardon Teddy è nella nuova dimensione e sta cominciando
solo ora a sciogliersi un po'...mah, spero che ti sia piaciuto anche
questo chap!!! Ciao!! Baci!!!!
Padfoot_07: grazie, le
tue recensioni mi emozionano sempre!!! Cmq non è colpa mia se
riesco ad emozionarti (me molto contenta! :P)...spero che la partita ti
sia piaciuta...secondo te a chi appartiene la voce??? Sono curiosa di
leggere la tua risposta!!! Ciao!! Baci baci!!!!
Lally_the best: tranqui,
no problem, anzi sono io che ti ringrazio perchè mi hai fatto
scoprire una bellissima ff che è "The world without me" (si
scrive così???). Per quanto riguarda il piccolo Teddy Lupin non
posso dire niente...vedrai cosa ho in mente....(così sembro una
sadica!!! ahahah!!). Ciao!! Baci!!
cinderella87: eccoti il nuovo capitolo!!! Per te a chi appartiene la voce misteriosa??? Ciao baci!!!
PikkolaGrandefan: eccoti
tutta la partita, spero che ti sia piaciuta!! Harry vorrebbe dire a
lily e James chi è ma non può perchè non vuole
metterli in pericolo...chissà magari col tempo cambierà
idea...Ciao baci!!!
ragazzasilenziosa: che ne dici di questo chap??? Chi pensi che sia la new entry??? Ciao bax!!!
chichetta99:
eh...povero Jamie...solo suo figlio è riuscito a batterlo, solo
che lui questo non lo sa...povero!!! Spero ti sia piaciuto il chap!!
Ciao!! Bax!!!
erikappa: allora...lui
incontrerà Ron e Hermione e diventeranno ancora amici, poi ci
sarà la coppia Harry/Ginny anche se tutto sarà più
complicato perchè lui adesso è Ted Evans!! Spero di aver
risposto a tutte le tue domande e ancora grazie per i complimenti!!
Ciao baci!!!
Al prossimo chappy
Nikki Potter
|
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Capitolo 7 *** Colpo di fulmine ***
Dimensione Parallela7
Harry si girò di scatto incontrando quegli occhi marroni…Ginny…
Nella sua testa solo quel nome…
Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…Ginny…
James lo guardò di striscio e notò che la guardava fisso
con la bocca spalancata, come se fosse rimasto folgorato. Sì,
Ginny Weasley poteva fare questo effetto. Tuttavia notò che
anche lei lo guardava negli occhi senza nemmeno sbattere le palpebre.
James considerava tutto questo come un colpo di fulmine…
Ginny fu la prima a riprendersi “Piacere, io sono Ginny Weasley”.
Harry chiuse la bocca e deglutì. Non si aspettava di trovarsela davanti così…
“Teddy Evans” Harry le strinse la mano.
Era proprio come la ricordava, piccola e calda…fu inebriato dal suo profumo floreale unico.
Ginny nel stringere la sua mano sentì una strana sensazione allo
stomaco…sapeva solo che non voleva lasciargli andare la mano,
non voleva che se ne andasse…
“Ginny sbrigati, dobbiamo tornare a scuola!” Luna Lovegood li raggiunse.
Ginny ritornando in sé grazie alla voce dell’amica lasciò la mano di Harry.
“Ciao Teddy Evans, io sono Luna Lovegood” Luna gli afferrò la mano.
“Beh noi adesso andiamo, ciao!” Luna si voltò.
“Ciao Teddy” lo salutò Ginny guardandolo negli occhi.
“Ciao Gin” rispose Harry ricambiando lo sguardo.
Ginny seguì Luna verso il castello pensando che solo lui l’aveva mai chiamata Gin, che preferiva decisamente a Ginny. Sorrise e arrossì un po’ leggermente compiaciuta.
*
James e Harry entrarono negli spogliatoi.
James ghignò “Colpo di fulmine?”
Harry si voltò verso di lui arrossendo “Ma cosa dici?”
“Andiamo, si vede” disse James.
“Ok, mi piace” rispose Harry sempre più rosso.
James ridacchiò “Guarda che non c’è niente di male”.
Io non posso innamorarmi, devo proteggerla…
Poi gli vennero in mente le parole di Ginny poco prima che morisse…
“Abbiamo sprecato il nostro
tempo stando divisi, non posso farci niente, ti amo. Dobbiamo vivere
questo sentimento prima che sia troppo tardi…”
Doveva lasciarsi possedere da quel sentimento e vivere di nuovo o
scappare ancora facendo finta di niente, negare l’evidenza?
Lui non avrebbe mai amato nessun’altra all’infuori di lei
anche se era pienamente consapevole che quella Ginny era diversa da
quella che aveva perso. Poi lei adesso conosceva Ted Evans, non Harry
Potter…
Decise che ci avrebbe pensato un po’ su, doveva prendersi del tempo per riflettere su cosa era meglio e giusto fare.
Quando uscì con James trovò subito Sirius e Remus che gli
battevano le mani e gli davano pacche sulla spalla complimentandosi.
Non sentì nemmeno una parola, continuava a pensare a una ragazza dai capelli rossi e gli intensi occhi marroni…
*
Luna aveva osservato la sua amica per tutto il giorno e poteva dire di
essere più che sicura che si comportasse in modo strano.
Era seduta al suo tavolo di Corvonero e si era messa in una posizione
perfetta per poterla osservare. Lei che di solito mangiava per tre
persone aveva in mano la forchetta e guardava il soffitto con aria
assente, sembrava totalmente sulle nuvole e questo non era mai successo.
Luna, esasperata per la visione, si alzò e si diresse a passo
sicuro verso il tavolo di Grifondoro e si sedette vicino a Ginny che
non si accorse nemmeno della sua presenza.
“Ginny?” proruppe Luna toccandole la spalla.
Ginny sussultò “Oddio! Luna sei tu, mi hai fatto prendere uno spavento…”
“A chi stavi pensando?” domandò Luna senza tanti giri di parole.
“Eh…cosa?? Ma che dici…” tentò Ginny diventando però rossa.
“Avanti, non dirmi che sei rimasta abbagliata dalla bellezza di
quel bel ragazzo incontrato oggi al campo di Quidditch…”
insinuò Luna con un sorriso beffardo.
“Io…ma…uffa! E va bene, mi ha colpito diciamo” ammise Ginny arrossendo furiosamente.
“Solo colpito eh? Se lo dici tu…” commentò Luna.
“E va bene, un pochino mi piace, ok?” disse Ginny ormai rossa come i suoi capelli.
“Beh, in effetti è un bel tipo…però non
è decisamente il mio genere…” commentò Luna
sorridendo.
“Sì, a te piacciono altri tipi, come Scamandro di Tassorosso o sbaglio?” insinuò Ginny ghignando.
“Ehi, così non vale!” protestò Luna arrossendo leggermente.
“Davvero? E chi lo dice?” replicò Ginny ridacchiando.
“Lo dico io” rispose Luna.
Si guardarono ed entrambe scoppiarono a ridere.
Ginny, nonostante le risate, non poté smettere di pensare a
Teddy, che l’aveva in qualche mondo affascinata. Tuttavia era
convinta che quegli occhi avrebbero dovuto essere verdi non
azzurri…chissà perché. Forse perché
fin da piccola aveva sempre sognato di sposare un uomo dai vivaci
occhi verdi…
Sospirò immaginando ancora il viso sorridente e anche un
po’ imbarazzato di Teddy quando l’aveva visto, eppure aveva
avuto la sensazione che la conoscesse…mah, forse era lei che si
faceva troppi film!
Sì, era così, del resto glielo diceva sempre anche suo
fratello Ron…era da tanto che non lo vedeva e gli mancava
così tanto prenderlo in giro…
Sorrise a quel pensiero e ritornò alla realtà con la voce di Luna.
“Ehi, stai pensando ancora a lui?” chiese.
“Un po’ sì e un po’ no” rispose Ginny.
All’espressione perplessa di Luna aggiunse “Un po’ a
lui e un po’ a Ron. Mi manca sai, chi l’avrebbe mai
detto…”
“Beh, è sempre stato il tuo fratello preferito, quello a
cui sei più attaccata, è ovvio che ti
manchi…comunque ho saputo da Neville giusto poco fa con una
lettera delle cose parecchio interessanti…” disse Luna
misteriosa.
“Cosa? Dai racconta” la implorò Ginny.
Luna spiegò tutto in brevi parole mentre l’espressione di Ginny era sempre più sorpresa.
“Wow! Beh allora dovrò farmi trovare pronta” disse Ginny.
Luna assentì “Io non ti ho detto niente eh”.
“Sì, non ti preoccupare. Chi l’avrebbe mai detto…” Ginny era contenta.
“Già, beh ti lascio alla tua cena, ci vediamo dopo”
Luna si alzò ritornando al tavolo di Corvonero mentre Ginny
pensava a quello che le aveva detto.
“Interessante” commentò prima di iniziare a mangiare veramente.
Luna guardò Ginny contenta,
era da tanto che non la vedeva così felice. precisamente da
quando si era lasciata con Dean Thomas, cioè quando lui l'aveva
lasciata per un'altra che non era nient'altro che Lavanda Brown, la ex
di suo fratello Ron.
Che cosa squallida...
Poi Ginny l'anno passato si era molto attaccata a Ron e quest'anno
senza di lui era un po' persa...però era fortunata ad avere un
fratello come lui, l'aveva sempre protetta da quel farabutto di Thomas
e dalla Brown che anche lui non poteva sopportare.
Hermione poi l'avrebbe bruciata volentieri quella vipera, come continuava a ripetere lei...
Diceva così perché aveva avuto realmente paura che le
potesse portare via Ron al sesto anno, ma questo non era successo.
Si erano messi insieme l'anno precedente dopo la vittoria contro
Serpeverde a Quidditch. Ron al culmine della felicità l'aveva
sollevata in aria e poi baciata in mezzo al campo e davanti a tutti che
comunque erano troppo presi per notarlo, a parte ovviamente lei, Ginny
e Neville che li avevano guardati felici.
Ma forse Ginny avrebbe rivisto Ron prima di quel che pensava, doveva solo tenersi pronta...
Sorrise e ringraziò mentalmente Neville per la lettera e anche
Teddy Evans che aveva stregato in qualche modo la sua amica iniziando a
farle battere di nuovo il cuore.
Beh, devo dire che molti di
voi hanno indovinato sulla misteriosa voce che apparteneva a
Ginny...questo capitolo è molto dedicato a lei e a Luna
perchè mi sembrava giusto cominciare a introdurla nella storia e
spiegare un pochino cos'è successo a Hogwarts quando non c'era
Harry...spero che vi piaccia! Chissà cosa ha detto Luna a Ginny che le ha detto Neville (scusate il giro di parole!)...voi cosa dite???
Risposta alle recensioni numerosissime:
Nana92: spero che questo chap ti sia piaciuto!!! Fammi sapere cosa ne pensi! Ciao!! Baci!!
erikappa: avevi
indovinato, era Ginny!!! Comunque Harry non si confida con Silente
perchè teme che lo possa ostacolare e poi non vuole che succeda
quello che è successo alla torre di Astronomia...insomma vuole
proteggerlo esattamente come gli altri. Spero che ti piaccia questo
capitolo!! Ciao!!!! Bax!!!!
Deidara: ci avevi
azzeccato questa volta, era proprio la rossa!! Ron, Hermione e Neville
hanno già finito la scuola e Ginny è al settimo anno con
Luna. Che ne dici di questo capitolo?? Ciaooooo!!!
Lally_the best: hai indovinato!!! Secondo te cosa ha detto Luna a Ginny??? Sono curiosa di vedere cosa rispondi!! Ciaooo!! Baci!!
Summers84: è la piccola Ginny!!! Ti è piaciuto questo chap??? Ciaoo!! Baci!!!
kia88oc: eccoti il chap
prima di venerdì...sono stata brava?? Comunque è Ginny!!!
Spero che ti sia piaciuto!! Ciao e buone vacanze!!! Bax!!
Isabel Lupin: ho
saziato la tua curiosità con questo chap?? Per me no :D,
perchè adesso ti chiederai cosa ha detto Luna alla
rossa...XDXDXDXD lo so, sono perfida!!! Ciao!!! Baci!!!
jaily: spero che il capitolo ti sia piaciuto!!! Fammi sapere!! Ciao! Baci!!
Simply_Switz: grazie
1000 per i complimenti sul serio!! Sono contenta che la fic ti
piaccia...pensa che all'inizio non volevo nemmeno pubblicarla, tutto
merito di mia sorella che mi ha convinto...beh, che ne pensi di questo
chap??? Ciaooo!! Baci baci!!!
vickyN: wow, grazie per il fantasticaaaaa!!! Ti piace questo chap??? Ciao baci!!!
bulmettina: devo dire
che mi sono divertita un mondo a scrivere la parte del quasi scontro
con la mitica Minnie!! Spero che questo capitolo si sia rivelato
altrettanto interessante!! Per te cosa ha detto Luna a Ginny?? Ciao
bax!!
NemoTheNameless: prego,
non c'è problema!!! La parte della Minnie per me è troppo
divertente...hai pure azzeccato di chi è la voce!! Che ne pensi
di questo capitolo?? Ciaoo!!
la scrittrice: avevi indovinato??? Beh mi farai sapere!! Ciaoo! Baci!!
Elia950: grazie 1000!!!
Beh, Harry non dice chi è a Silente perchè non vuole
metterlo più in pericolo di come è già...comunque
se hai domande chiedi pure!!! Ti è piaciuto questo capitolo???
Ciaooooo!!!
Lily_Snape: wow grazie!!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, fammi sapere cosa ne pensi assolutamente!! Ciaoo! Baci!!
ragazzasilenziosa:
sì, Harry comincia ad aprirsi sempre di più...del resto
è inevitabile visto che vive con Sirius e vede praticamente
tutti i giorni James, Remus e Lily. Che ne dici di questo chap??
Ciaooo!! Bax!
Padfoot_07: grazie!! Ma
sul serio mi adori??? Mi fa sempre molto piacere leggere le tue
recensioni, mi fanno sempre sorridere!! Comunque tranqui, ank'io ho
dovuto cacciare mia sore per pubblicare il capitolo quindi ti capisco
benissimo!!! Adesso ti faccio una domanda scema...per te quanti anni
ho??? Sono curiosa di vedere cosa dici...ciaoo!! Baci baci!!!!
Beverly Rose: hai indovinato!! Spero che questo chap per te sia stato bello e emozionante come l'altro! Fammi sapere ciaoo!!! Bax!!
chichetta99:
già, il bello è proprio quello, quando verrà a
sapere che in realtà è stato battuto da suo figlio :D!!!
Che ne dici di questo chap??? Ciao baci!!!
cinderella87: povero
Jamieeeee!!! Beh, almeno è suo figlio che l'ha sconfitto, ma lui
questo no lo sa ahahah!!! Certe volte sono proprio perfida!!! Che ne
dici di questo chap??? Ciaooo! Bax!
Mirwen: wow!! Un'altra lettrice!! Sono contenta che ti piaccia la mia fic!!! Ti piace questo capitolo?? Ciao!!
Al prossimo chappy che sarà ricco di avvenimenti!!
Nikki Potter
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Capitolo 8 *** Mezze verità e incontri (1^ parte) ***
Dimensione Parallela8
Harry, per aver sconfitto James fu
trattato quel giorno da Sirius come un re. Inutile dire che trovava
questa cosa davvero divertente.
Il giorno dopo, una domenica dove il sole splendeva su tutta
l’Inghilterra, lui, Sirius e Remus andarono a pranzo da James e
Lily. Si divertì un mondo, James e Sirius continuavano a fare
gli scemi e a farlo ridere…
Per un momento si dimenticò di essere Harry Potter, il
Prescelto, per un momento si considerò un ragazzo normale. Stava
bene, erano poche le volte in cui si era sentito così con altre
persone che non fossero Ron, Hermione, Ginny e Sirius prima che morisse.
Verso le nove di sera, dopo aver cenato insieme, lui e Sirius tornarono a casa.
“Sir, io vado a riposarmi, chiamami quando dobbiamo andare alla riunione” disse subito Harry.
“Ok Teddy, ci vediamo dopo” Sirius andò in salotto e lui invece salì le scale.
Gli era tornato in mente lo sguardo di Silente, sapeva che aveva dei
dubbi su di lui e che voleva saperne di più e lui aveva trovato
un piano per distrarlo e per smuovere le acque.
Nessuno avrebbe più fatto attenzione a lui, troppo presi da qualcos’altro di decisamente grosso…
Indossò una veste nera col cappuccio, sembrava proprio un Mangiamorte…
Ghignò e prese il Mantello dell’Invisibilità di suo
padre. Scese silenziosamente le scale, le orecchie tese a captare
qualsiasi rumore, poi aprì la porta e uscì.
Camminò per un po’ poi si smaterializzò con un crac
in un vicolo deserto.
Comparve in una delle vie buie di Diagon Alley, davanti a un negozio
con una piccola luce ancora accesa. Da una tasca prese i suoi occhiali
rotondi e li indossò. Poi aprì la porta ed entrò.
Un leggero scampanellio segnò il suo ingresso. Il negozio era in
penombra, cinque candele galleggiavano dando un po’ di luce.
Dagli scaffali comparve un uomo abbastanza vecchio e dagli occhi gialli che sapevano metterti in soggezione.
“Sì?”
“Salve, vorrei una bacchetta nuova, la precedente che avevo si è rotta” rispose Harry.
Olivander non riusciva a distinguere il suo volto, vedeva solo un naso
dritto e uno strano luccichio, segno che quell’individuo portava
gli occhiali.
“Certo, lasci che le prenda le misure…”
“Non ce n’è bisogno, so già qual è la mia bacchetta” rispose Harry sicuro.
“Ah, davvero?” domandò Olivander incredulo.
Ma chi diavolo era quel tipo? Era un Mangiamorte o no?
“Sì, undici pollici, agrifoglio e piuma di fenice. Le dice
qualcosa?” Harry lo guardò curioso di vedere la reazione.
Certo, conosceva bene quella bacchetta, era LA bacchetta…
“Vado subito a prendergliela” Olivander sparì tra gli scaffali.
Harry nel frattempo si guardò attorno, non c’era niente lì dentro che gli potesse interessare…
“Ecco a lei, la provi” Olivander prese in mano la bacchetta e gliela porse.
Era curioso, sarebbe stata la sua bacchetta o no?
Vide la mano del giovane prendere la bacchetta, notò che sul
dorso della mano c’erano delle scritte incise nella pelle: Non
devo dire bugie.
Quel tizio lo incuriosiva, chi era??
Harry prese la bacchetta e sentì la famigliare sensazione di
calore sulle dita. La agitò e uscirono delle scintille rosse e
oro.
La luce delle scintille permise a Olivander di vedere per un secondo il
suo viso…capelli neri, occhiali rotondi e occhi verdi, lo stesso
verde dell’Avada Kedavra. Rabbrividì istantaneamente.
Eppure gli sembrava di averlo già visto da qualche parte…
“Bene, la prendo” disse Harry.
“Sono 20 galeoni” rispose Olivander.
Harry prese il denaro e lo mise sulla scrivania.
“Come si chiama?” domandò Olivander.
Harry lo guardò con un sorriso beffardo “Il mio nome è Harry. Arrivederci signor Olivander”.
Harry…quel nome gli diceva qualcosa….
Decise di mandare subito una lettera a Silente per informarlo della vendita di quella bacchetta.
*
Harry era ritornato in camera sua ed era seduto sul letto. In mano
aveva le due bacchette perfettamente identiche, non fosse stato che su
quella vecchia erano riportare le sue vere iniziali: HP.
Avrebbe avuto due bacchette, quella nuova di scorta e nascosta nella
manica destra, non si sapeva mai, magari gli sarebbe tornata utile.
Dopodiché si addormentò e si svegliò alle 11,30 quando Sirius venne a chiamarlo per la riunione.
“Andiamo dormiglione!” lo prese in giro Sirius.
Harry in risposta sbadigliò sonoramente “Arrivo”.
Si materializzarono a Hogwarts e raggiunsero la Stanza delle
Necessità alle 11,45. James, Lily e Remus erano già
lì ad aspettarli. Harry notò piacevolmente che Remus
stava parlando con Ninfadora, chissà se…
Si sedette tra James e Sirius e notò che stranamente i signori
Weasley non erano ancora arrivati e nemmeno Alice e Frank Paciock.
“Jamie hai visto qualcuno dei prof? Come mai non c’è ancora nessuno?” domandò Sirius.
James alzò le spalle “Non ne ho idea, abbiamo incrociato
prima Lumacorno e sembrava molto agitato, tanto che no ha nemmeno
salutato Lily…”
“Strano” commentò Sirius.
“Già” concordò James.
“Alice!” esclamò Lily. “Guardate, c’è anche Neville”.
Harry si girò e vide l’amico di fianco alla madre, erano davvero molto simili…
“Neville, finalmente ce l’hai fatta a convincere tua madre…” James gli strinse la mano sorridendo.
“Buonasera signor Potter. Sarò pure riuscito a convincerla
ma non è affatto contenta…” rispose Neville con un
ghigno.
“Ciao, io sono Teddy Evans” Harry allungò la mano.
Neville la strinse e gli sorrise “Piacere, Neville Paciock. Mio padre mi ha detto che sei bravissimo a Quidditch”.
Harry arrossì leggermente “Non esageriamo, ho solo ereditato il talento di mio padre”.
“Non esagerare un corno, mi hai battuto e nessuno c’era mai
riuscito. Questo vuol dire che sei dannatamente bravo” lo
contraddisse James.
“Non c’è motivo di essere così nervosi
Herm” disse una voce che Harry riconobbe all’istante.
“Ron piantala!” replicò Hermione.
“Sembrate proprio una coppia di sposini quando litigate” commentò Fred.
George di fianco a lui rideva come un matto.
“Neville!” esclamò Hermione abbracciandolo.
“Ron, Hermione, anche voi qui” disse Neville una volta libero dall’abbraccio.
“Già, papà è riuscito a convincere in qualche modo mamma…” spiegò Ron.
“Beh Ronnie, io un’idea ce l’avrei su come è riuscito a convincerla…” disse Fred con un ghigno.
“Fred!” esclamò Hermione capendo subito cosa intendeva dire.
“Oh andiamo, sono sposati da quasi trent’anni, che c’è di male?” replicò George.
Hermione li guardò col cipiglio severo tipico della McGranitt
“Tutti uguali voi maschi, pensate sempre a quello, che
squallore…”
“Neville, perché non ci presenti il tuo amico?” chiese Fred indicando Harry per cambiare discorso.
“Lui è Teddy Evans. Teddy loro sono Fred, George e Ron
Weasley mentre lei è Hermione Granger” elencò
Neville.
Harry strinse la mano a tutti in particolare con più forza quella di Ron e Hermione.
“Piacere” rispose Harry.
James e Sirius ridevano ancora per le parole di Hermione. A James
quella ragazza ricordava un po’ sua moglie quando era giovane e
ancora non lo calcolava proprio.
“Teddy vieni a sederti qui con noi” disse George.
Harry guardò James.
“Vai” gli disse con un sorriso.
Harry sorrise in risposta e andò a sedersi tra Fred e Ron.
Un paio di minuti dopo entrò anche Silente seguito dalla McGranitt, Sprite, Vitious, Lumacorno e Piton.
La prima cosa che traspariva dai loro volti era preoccupazione.
Silente si sedette sul suo scranno “Ci sono nuovi membri
dell’Ordine della Fenice. Ron Weasley, Hermione Granger e Neville
Paciock”.
I tre ragazzi citati si alzarono in piedi e si risedettero quasi subito.
“Silente che è successo stavolta?” chiese Malocchio.
“Poco fa ho ricevuto una lettera di Olivander e lui stesso è arrivato nel mio ufficio” rispose Silente.
Harry mentalmente ghignò, era andato tutto come previsto…
“Come mai? È stato minacciato dai Mangiamorte?” chiese Bill.
Silente scosse il capo “Questa sera è entrato un individuo misterioso per comprare una bacchetta”.
E allora? Cosa c’è di strano?” chiese Sirius.
“È stato lui a dire la bacchetta che voleva che poi alla
fine si è rivelata essere quella giusta. Il fatto è che
ha preso quella bacchetta, la gemella di quella di Voldemort”
rispose Silente.
Alcuni spalancarono la bocca.
“Ma allora il Prescelto potrebbe essere lui…” ne dedusse Remus.
Silente annuì “È quello di cui sono convinto anch’io”.
“Olivander le ha detto chi è?” chiese Kingsley.
Silente guardò Moody “Hai fatto quello che ti ho chiesto?”
Moody annuì “È vuota”.
Il cuore di Silente aumentò i battiti, allora era davvero lui…
Tutti guardavano da Silente a Moody senza capire a parte Harry che li guardava invece con interesse.
“Olivander ha fatto una descrizione generale. Capelli neri,
occhiali e occhi verdi” rispose Silente con la gola
improvvisamente secca.
“Capirai, ce ne sono a miliardi così…” sbottò Gideon.
“Io gli ho fatto vedere una foto e mi ha detto che era uguale a parte gli occhi” aggiunse Silente.
“E di chi era questa foto?” chiese Percy.
“Era tua James” rispose Silente guardandolo.
Tutti lo guardarono a parte Harry che fissava Silente.
“Che vuol dire?” domandò James con la gola secca.
“Olivander mi ha detto il suo nome, l’unica informazione
che è riuscito ad ottenere…” aggiunse Silente.
“Allora?” proruppe Sirius.
“Harry” rispose solo Silente.
James e Lily si guardarono.
“Vuoi dire che era lui? Che è vivo?” domandò James.
Aveva un disperato bisogno di sapere…
“Sì James, sono sicuro che era lui” rispose Silente abbozzando un sorriso.
Lily si portò le mani alla bocca felice e abbracciò il
marito sul cui volta stava nascendo un sorriso. Un sorriso commosso, un
sorriso luminoso e sincero.
“Quindi la profezia si riferiva a lui, “è tornato”, giusto?” domandò Kingsley.
“Esattamente” rispose Silente.
“Ma come ha fatto?” domandò il signor Weasley.
“Non ne ho idea” rispose Silnte accarezzandosi la lunga barba argentea.
“Ma perché non si è mostrato a nessuno di noi?” domandò Sirius confuso.
“Non lo so, noi potremmo aiutarlo…” rispose Silente pensieroso.
“Magari non vuole forsi aiutare…” disse Fleur.
“E perché?” domandò Sirius confuso e stupito da quelle parole.
“Forse non vuole metterci in pricolo” rispose Harry.
Era così, questa volta li avrebbe protetti a qualsiasi costo…
“Non dire sciocchezze, siamo comunque tutti in pericolo visto che
facciamo parte dell’Ordine” lo contraddisse Sirius.
‘Sempre così impulsivo…’ pensò Harry.
“Ragiona, se lui è il Prescelto la sua missione è a
diretto contatto con Voldemort, non vuole mettere in pericolo altre
persone…” disse Harry al limite dell’esasperazione.
“Noi moriremmo per lui…” proruppe James con gli occhi leggermente lucidi.
“E se lui non volesse proprio questo? E se lui non volesse la
nostra intromissione?” disse Harry guardandolo negli occhi.
James lo guardò senza rispondere.
“Oh andiamo, è assurdo! Perché affrontare tutto da
solo quando può avere noi con lui? È da
sciocchi…” sbottò Sirius.
Harry si alzò in piedi di scatto. Tremava per la rabbia.
L’ultima volta che si era sentito così era poco prima di
uccidere Voldemort, quando aveva visto il corpo di Ginny cadere a terra
senza vita.
Stranamente la sua voce aveva un volume normale, aveva imparato a controllarsi un minimo.
“Tu parli così perché nessuno è mai morto
per colpa tua. Non hai mai sentito il senso di colpa su di te, che ti
opprimeva. Non ti sei mai isolato dal resto del mondo col solo
desiderio di farla finita e di non soffrire più. Non hai mai
sentito rimbombare nella tua testa le parole ‘è colpa mia’. È peggio della morte fisica perché è una cosa che non ti lascerà mai più, ti senti morto dentro.
Arrivi al punto di chiederti che senso abbia vivere, se ne valga ancora
la pena. Ti rialzi una volta, due, tre, fino a quando ti stufi e ti
chiedi perché tu sei ancora vivo e i tuoi amici e i tuoi parenti
no. È allora che cominci a capire che sei tu un pericolo per gli
altri e fai di tutto per proteggerli, per tenerli fuori, lontano dal
pericolo, da te. No Sirius, tu non sai cosa si prova perché
altrimenti non diresti così. Non sai cosa significa vivere
nell’incertezza che sia colpa tua, non hai più pace. Lei
sa cosa voglio dire, vero professor Silente?” Harry si
voltò a guardarlo.
Silente lo stava fissando con gli occhi lucidi rispecchiandosi in
quelle parole dette con rabbia e dolore. Fece un piccolo cenno che solo
Harry colse.
“Io vado fuori, devo prendere una boccata d’aria” senza aspettare una risposta Harry uscì.
Non sarebbe potuto restare un quella stanza un secondo di più.
Uscì cominciando a girovagare senza meta per il castello che conosceva a memoria, la mente vuota da ogni pensiero.
Aveva fatto la prima scenata in vita sua a Sirius…
Sorrise leggermente a quel pensiero. Quelle parole dette erano vere,
venivano dal suo cuore e dirle gli aveva provocato dolore ma era
essenziale che lui capisse, che lo capisse.
Aveva appena imboccato un corridoio del quinto piano quando
sentì dei rumori nel corridoio in fondo a sinistra. Prese il
Mantello dell’Invisibilità nascosto sotto la veste e che
ormai portava ovunque e lo indossò.
Con sorpresa vide Ginny sbucare nel corridoio e correre inconsapevolmente verso di lui.
Ecco
un altro capitolo che ho appena notato è più lungo degli
altri. Scusate per il ritardo ma sono stata molto impegnata!!
Risposta alle recensioni:
Elia950: sì, in effetti Harry ha fatto molte cazzate in passato...mah forse qui si darà una svegliata!! Ciao!!
Lally_the best: per il momento sanno che Harry è vivo ma non che è Teddy....poveri un po' mi disp...vabbè! Ciaoo!! Baci!!!
erikappa: beh, credo che
questo capitolo abbia dato risposte ad alcune tue domande!!! Per quanto
riguarda quello che ha detto Luna si scoprirà nel prossimo
capitolo!! Cosa ne pensi di questo?? Ciaoo!! Baci!!
ragazzasilenziosa: ecco la tanto sognata entrata in scena di ron e Herm!!! Che te ne pare?? Ciaoo!! Baci!!!
Deidara: quello che ha
detto Luna viene fuori nel prossimo capitolo insieme a quello che
deciderà Harry riguardo a Ginny...si darà una svegliata o
no?? Ciaoooo!!!
Simply_Switz: spero di
aver arginato un po' la tua curiosità con questo capitolo!!!
Anch'io ce le vedo molto bene Luna e Ginny come amice per la
pelle...beh ciaooo! Bax!!
alemalfoy: ecco
Ronnie!!!! Povero Harry, magari qui si da' una mossa...quello che ha
detto Luna si scoprirà nel prossimo capitolo!! Grazie per i
complimenti!! Ciaooo! Baci!!!
Beverly Rose: grazie!!
In effetti era da un po' che mi immaginavo quella scena del bacio fra
Ron e Herm. Sono molto contenta che ti sia piaciuta!! Ciaoo! Baci!!
bulmettina: hai molto indovinato, mperò non tuttissimo!!! Lo so, a volte sono parecchio enigmatica:P!!! Ciaoo!! Baci!!
vickyN: anche a me
alcune volte la coppia Harry/Ginny mi annoia, ma qui ho cercato di non
farla troppo sdolcinata e comunque anche un po' incasinata!!! Ciaooo!
Baci!!!
la scrittrice: ecco che
Harry/Teddy e Ginny si incontrano di nuovo!!!! Che succederà???
Qui ti ho lasciato parecchi indizi su quello che ha detto Luna...vedi
un po' tu cosa ne pensi. Ciaooo! Baci!!!
Mirwen: nel prossimo capitolo vedremo se Harry deciderà qualcosa riguarda a Ginny...mah!! Ciao! Baci!!
Lussissa: contenta di
averti fatta felice con cinque capitoli!!! Cmq la tua ff "A
metà" è fantastica!! Finalmente l'ho detto!! Ciaooo!
Baci!!!!!
cinderella87: ecco che
Ron e Hermione entrano finalmente in pista!!! Per quanto riguarda quelo
che ha detto Luna che gli ha detto Neville sei sulla strada giusta
anche se c'è ancora qualcos'altro...ciaoo! Baci!!!
Padfooot_07: non farci
caso sulla mia domanda, sono io che sono scema:D!!! Cmq 17. Forse con
questo capitolo sei riuscita più o meno capire quello che
ha detto Luna che gli ha detto Neville...ciao!! Baci!!
Isabel Lupin: ti piace questo capitolo?? Prima litigata con Siri, povero Harry!!! Ciao!! Baci!!!
chichetta99: e
sì, Harry si innamora di niovo, ma stavolta seguirà il
cuore o la testa??? Tutto nella seconda parte che ho dovuto dividere a
metà perchè era troppo lungo. Ciaooo! Baci!!!
NemoTheNameless: che ti
pare di questo capitolo??? Gradissimo Ron, lo adoro come personaggio
anche se a volte è un po' tonto...ciaoooo!!!!!!
A presto con un altro capitolo
Nikki Potter
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Capitolo 9 *** Mezze verità e incontri (2^ parte) ***
Dimensione Parallela8/2
Ma che ci faceva Ginny in giro per i corridoi a quell’ora? E perché stava correndo?
Capì un po’ di più cosa stava succedendo quando la sentì dire “Cazzo! Gazza!”
Infatti poi sentì anche la voce sgradevole del custode “Dove sei? Lo so che sei qui…”
Harry istintivamente quando le passò vicino la prese per un
braccio e la trascinò dentro l’aula vuota di fianco a lui
mettendole una mano sulla bocca per impedirle di urlare.
Harry rimase intontito nel sentire il suo profumo floreale ma si riprese subito.
“Shh. Voglio salvarti dal custode. Ti fidi di me?”
Stranamente Ginny sentì di potersi fidare di quella voce dolce e annuì.
Harry le tolse la mano dalla bocca e la coprì col Mantello.
“Dove sei?” sentirono i passi del custode farsi sempre
più vicini e poi sempre più lontani fino a sparire, se
n’era andato.
Harry le tolse il Mantello.
Ginny si voltò ma all’inizio non vide nessuno. Poi comparve e lo riconobbe all’istante.
“Teddy?” proruppe confusa.
“Ciao Gin” rispose Harry sorridendo e mettendo via il Mantello.
“Che ci fai qui?” chiese curiosa.
“Riunione dell’Ordine. Sono uscito prima per prendere una boccata d’aria” spiegò Harry.
Era felice di rivederla e di averla potuta stringere ancora una volta…
“Ah, beh allora grazie per avermi salvato da una punizione certa” disse Ginny arrossendo leggermente.
Ma che le prendeva? Più lo guardava e più capiva che
quegli occhi non dovevano essere azzurri ma verdi, di un verde
brillante come quelli visti nel sogno…
“Di niente, sono sempre a tua disposizione” Harry le fece l’occhiolino.
Le piaceva, le piaceva da morire con quei capelli rossi un po’
scompigliati per la corsa e quelle guance leggermente rosse per la
mancanza di fiato (almeno era quello che pensava lui).
“Beh io adesso vado prima che mi sgamino di nuovo. Ciao Teddy” lo salutò Ginny con un sorriso luminoso.
“Ciao Gin” rispose Harry col cuore che batteva all’impazzata.
Ginny uscì e lui rimase con lo sguardo fisso nella direzione in cui era sparita.
Ora ne era più che certo: l’amava.
Non centrava niente il fatto che anche nell’altra dimensione era
innamorato di Ginny, questa Ginny che poco prima aveva quasi
abbracciato era diversa.
Lui amava quella Ginny, ora ne era sicuro. Forse l’amava
addirittura di più, gli aveva fatto completamente perdere la
testa e questo non gli era mai successo. Alla fine aveva avuto ragione James, per lui era stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Qualcosa scattò dentro di lui, aprì la porta e si
guardò intorno. Poi cominciò a correre a destra,
svoltò l’angolo e la vide.
“Ehi Gin!” esclamò raggiungendola.
Ginny si fermò e si voltò “Teddy?”
Harry si fermò davanti a lei e la fissò…dio era bellissima…
“Ehm…voi uscire con me? Perché io voglio uscire con te…”
“Sì” rispose Ginny all’istante arrossendo leggermente.
Harry la guardò incredulo “Sul serio?”
“Sì, mi piacerebbe tanto” rispose Ginny sorridendo.
“Ok, quando va bene per te?” chiese Harry.
“Sabato c’è una gita a Hogsmeade, per te va bene?” propose Ginny.
“Va benissimo, vengo a prenderti verso le 10,30?” chiese Harry.
“Ok, perfetto. Ehm, non farne parola alla mia famiglia e
soprattutto a Ron, non so come potrebbe prenderla...” disse Ginny.
“Ok. A proposito, tu stai aspettando per incontrarli, vero?” chiese Harry.
“Sì, Neville mi ha fatto sapere tramite Luna che stasera
anche lui, Ron e Hermione si sono uniti all’Ordine, così
volevo salutarli. Solo che non so dove si tengono le riunioni, nessuno
me l’ha mai voluto dire…” rispose Ginny.
“Settimo piano, statua di Barnaba il Babbeo, ma io non ti ho detto niente eh” Harry le fece l’occhiolino.
Ginny sorrise “Ok, grazie”.
“Beh, io sto andando lì, se vuoi ti accompagno” propose Harry
“Ok”.
Entrambi si incamminarono verso la Stanza delle Necessità mentre
Harry ascoltava Ginny parlare della sua numerosa famiglia.
“Sai i gemelli e Ron mi stanno molto simpatici…” disse Harry.
“Oh sì, i gemelli sono dei grandi combinaguai, mentre Ron
è il mio fratello preferito, non so cosa avrei fatto senza di
lui…” rispose Ginny sorridendo.
“Credo che saranno felici di vederti” disse Harry.
“Lo so, non vedo l’ora…” Ginny sorrise.
“Beh, io ora entro, tu nasconditi dietro l’arazzo. Ci
vediamo dopo o al massimo sabato” Harry si fermò davanti
alla porta.
“Ok, ciao Teddy” lo salutò Ginny.
“Ciao Gin” Harry aprì la porta ed entrò.
Tutti si voltarono a guardarlo e lui, senza degnare di uno sguardo nessuno, si sedette nuovamente tra Ron e Fred.
Ora era giunto a una conclusione: lui voleva stare con Ginny.
“Bene, ora direi di partire con la seconda parte della riunione,
quella riguardante il segreto di Voldemort” disse Silente
riprendendo come se niente fosse.
Tutti si fecero immediatamente attenti.
“Qualcuno ha un’idea?” chiese Silente.
Harry alzò la mano.
Silente lo guardò con curiosità. Quel ragazzo continuava
a sorprenderlo, sembrava conoscerlo bene dal discorso fatto poco prima.
Fece un cenno per indicargli che poteva parlare.
“Chi conosce Voldemort come lo conosco io sa qual è il suo
punto debole: ha paura della morte. Per questo motivo credo che abbia
trovato il modo per diventare immortale…” iniziò
Harry.
Alcuni lo guardavano a bocca aperta, altri solo con paura e timore nello sguardo.
“Voldemort immortale? E sentiamo, come avrebbe fatto? Non conosco
nessuna pozione in grado di…” iniziò Scrimgeour
piuttosto scettico.
“Ovviamente non usato una pozione” Harry respirò
profondamente, quell’uomo riusciva ad irritarlo parecchio anche
lì.
“E cosa allora?” domandò Scrimgeour.
Non si fidava per niente di quel ragazzino che si credeva chi sa chi.
Harry lo guardò con occhi che sembravano mandare lampi “Horcrux”.
Alcuni sobbalzarono a sentire quel nome, altri invece non ebbero nessun tipo di reazione.
“Come fai a sapere degli Horcrux?” chiese Scrimgeour sospettoso.
“Questo non credo che siano affari suoi. Io ho espresso solo il
mio parere, spetta a voi capire se ho ragione o no” rispose Harry
impassibile.
Scrimgeour fece per ribattere ma fu bloccato da Silente “Credo
che Teddy abbia ragione, anch’io sono del parere che Voldemort
abbia degli Horcrux, anzi ne sono convinto”.
“Sì ma quanti? Più di uno?” chiese Ted Tonks.
“Non lo so, non ne ho idea” rispose Silente.
Harry lo guardò per la prima volta in quella sera spiazzato. Ma come, Lumacorno non glielo aveva detto?
Beh, infondo era meglio così, loro non sapevano né quanti né cosa fossero. Doveva occuparsi da solo di questa faccenda fino a quando sarebbe stato possibile.
“Bene, direi che ci possiamo incontrare per la prossima riunione
domenica se non succede nulla” disse Silente alzandosi.
“Giuro sul nome di mio padre” dissero tutti alzandosi.
Harry prese per un braccio Ron “Qui fuori c’è tua
sorella nascosta dietro l’arazzo, l’ho vista prima quando
sono tornato. Credo che voglia salutarvi”.
“Grazie” rispose Ron sorridendo contento e uscendo seguito dai gemelli, Neville e Hermione.
Harry sorrise nel vedere Ron così felice. Tra lui e Ginny
c’era sempre stato un rapporto speciale, forse perché
erano i più piccoli; tendeva sempre a proteggerla.
Sirius gli si avvicinò “Teddy…ehm…senti mi dispiace per…beh per prima…”
“Non ti preoccupare, è tutto ok. Ero un po’ troppo
nervoso” rispose Harry sorridendo nel vedere per la prima volta
il padrino imbarazzato.
Del resto era merito della loro litigata se aveva incontrato Ginny.
“Andiamo a casa?” chiese Sirius.
Harry annuì. Salutarono James, Lily e Remus poi uscirono.
Lo sguardo di Harry si fermò sull’arazzo dove vide Ginny abbracciare stretto Ron.
I loro occhi si incontrarono per un istante che a loro parve
un’eternità. Si sorrisero poi lui seguì Sirius
verso le scale.
Si disse che sabato avrebbe passato una giornata interessante. Cavolo, le mancava già tantissimo…
“Ci vediamo presto Gin…” pensò prima di smaterializzarsi con Sirius per tornare a casa, lontano da lei.
*
Ginny non riusciva a dormire, lo sguardo fisso sulle tende scarlatte
del suo letto; pensava a lui, gli aveva chiesto di uscire e le aveva
detto sì…
“Se è un sogno non svegliatemi” sussurrò
pianissimo prima di chiudere gli occhi e cadere tra le braccia di
morfeo sognando il suo principe azzurro che ora aveva un volto e un
nome: Teddy Evans.
Un altro capitolo è
finito!!! Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto ma
sono stato super impegnata in questi giorni...spero che il capitolo vi
piaccia!!! Ringrazio anche le 80 persone che hanno aggiunto questa ff
tra i preferiti!! Grazie a tutti queli che mi seguono!!!
Ora risposta alle recensioni:
erikappa: ha
ragione su quello che Moody ha visto su ordine di Silente. spero che
questo capitolo ti sia piaciuto e che abbia risposto alle tue domande.
Ciaooo!! Baci!!!
Padfoot_07: la tua
recensione mi ha fatto molto piacere e anche morire dal ridere!!! Ti
ringrazio 1000 volte per i complimenti...comunque non scopriranno molto
presto che Teddy è Harry, anche perchè succederanno
parecchie cose e molti casini...beh buone vacanze!!! Ciaooo! Baci!!!
Lally_the best: non uccidermi per il ritardo please!! Spero che il chap ti piaccia!! Ciaooo!! Bax!!
Deidara: sì, Harry si è dato una bella svegliata stavolta e diciamolo, ci voleva proprio! Ciaoooo!!
malandrina_potter: wow!!! Un'altra lettrice...me molto contenta :D!!! Ciaooo!! Baci!!!
ragazzasilenziosa: in
effetti Silente ha ancora molti più sospetti su di lui e
farà qualcosa che scoprirai nel prossimo chap!!! Ciaooo!! Baci!!!
cinderella87: scusa per
il ritardo!!! Cmq sì, Silente ha molti sospetti su Teddy e
infatti farà qualcosa che ci sarà scritto nel prossimo
capitolo! Ciaoooo!! Baci!!!
bulmettina: hai ragione,
Silente ha capito che Teddy/Harry sa molto della sua vita e quindi ha
molti sospetti e dubbi e farà qualcosa nel prossimo capitolo!!!
Ciaooo!! Baci!!!
Beverly Rose: beh,
Silente è l'unico che ha capito alla perfezione il discorso di
Harry anche perchè era un po' riferito a lui...ha così
capito che Teddy/Harry lo conosce molto bene e quindi il nostro albus
farà qualcosa nel prossimo chap!!! Ciaoooo!!! Bax!!!
TheBestLady: una nuova
lettrice!!! Sono molto contenta che la mia ff ti abbia colpito...Harry
col suo travestimento ha nascosto anche la cicatrice che però
gli farà male quando Voldemort è vicino o prova emozioni
particolarmente intense...per il momento tutto tranquillo anche se non
per molto...spero che ti piaccia anche questo chap!!! Ciaooo! Baci!!!
jaily: diciamo che Harry
grazie a Tonks riesce a cambiare il viso a suo piacimento, quindi
può tornare con facilità al suo aspetto naturale e
trasformarsi con altrettanta facilità nel misterioso Teddy
Evans. Spero di aver risposto alla tua domanda!! Ciaooo! Baci!!!
la scrittrice: aveva
ragione sul discorso di Luna a Ginny??? Beh me lo farai sapere e dimmi
anche se questo chap ti è piaciuto! Ciaooo!! Baci!!!
kia88oc: grazie grazie e ancora grazie!!!! Che ne dici di questo chap??? Ciaoooo!! Baci!!!
chichetta99: finalmente
Harry seguirà il suo cuore!! Alleluia!!!! Diciamo che qui
è un pochino più sveglio...meno male!! Ciaoooo!! Baci!!!!
Mirwen: wow...addirittura senza parole?? Me molto contenta :D!!!! Che ne dici di questa seconda parte??? Ciaooooo!! Baci!!!!!
Al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 10 *** Decisioni e cambiamenti ***
Dimensione Parallela10
Silente era seduto nel suo ufficio.
Era da tre giorni, precisamente da quando era terminata la riunione,
che pensava alle parole di quel ragazzo.
Si vedeva dai suoi occhi che aveva sofferto molto, forse troppo per la sua giovane età. Sì ma perché?
Cosa centrava in questa guerra? Che ruolo aveva? Certo ora era un membro dell’ordine ma prima?
E tutte quelle strane cicatrici e bruciature? Come se le era procurate?
Come faceva a conoscere così bene Tom Riddle?
Come poteva conoscere lui e il suo passato? Era impossibile che sapesse
della sua profonda amicizia con Gellert Grindewald eppure aveva capito
che le sue parole si riferivano al suo senso di colpa per la morte di
Ariana…
C’erano troppe domande e nessuna risposta…
Cosa più strana Harry Potter che ricompare così all’improvviso dopo 17 anni…
Eppure sia lui che Severus, i Potter, Remus e Sirius avevano visto quel corpicino senza vita.
Non sapeva più cosa pensare, eppure era sicuro che Teddy Evans
fosse la chiave di tutto. Scoprire i suoi segreti forse lo avrebbe
portato alla soluzione di quella situazione ingarbugliata e confusa.
Qualcuno bussò alla porta.
“Entra Severus”.
Severus Piton entrò nell’ufficio del Preside con la
curiosità celata sul viso “Mi hai fatto
chiamare…è importante?”
Domanda stupida, ovvio che lo era…
“Severus siediti, devo chiederti una cosa importante, direi fondamentale”.
Severus obbedì e lo guardò con curiosità crescente.
“Cosa pensi di Teddy Evans?” chiese Silente unendo i polpastrelli delle mani e guardandolo negli occhi.
Severus rimase un po’ spiazzato, non si aspettava questa domanda…
“Beh, da come ho sentito parlare Moody di lui deve essere parecchio abile nel duello…”
“Io non mi riferivo a quello, io intendevo come persona, come ti sembra?” lo interruppe Silente.
“È un ragazzo molto maturo per la sua età, che si
porta dietro i segni del suo passato che da quello che ho capito deve
essere stato piuttosto doloroso. E poi…” Severus
esitò.
Doveva dirlo? Avrebbe trovato le parole giuste?
“Cosa?” lo incitò Silente.
“Sembrerà stupido, ma quando lo guardo negli occhi mi
sento strano. Eppure quegli occhi hanno qualcosa di familiare, sono
sicuro di averli già visti…” Severus ne era sempre
più convinto, quando lo aveva visto al campo di Quidditch aveva
avuto la sensazione di “déjà vu”.
“Severus ti chiedo di tenerlo d’occhio il più
possibile, sono sicuro che solo in questo modo scopriremo la
verità anche su Harry Potter” disse Silente serio.
“Non posso credere che sia vivo…” Severus si guardò le mani.
“Lo so, ma era lui senza dubbio, poi la sua tomba è vuota”.
Severus alzò la testa di scatto “Come…”
“Ho mandato Alastor a controllare” rispose Silente.
Severus non disse nulla, era rimasto senza parole.
“Allora, controllerai Teddy Evans per me?” chiese Silente.
“Certo, giorno e notte se è necessario per sapere dov’è Potter” rispose subito Severus.
“Non preoccuparti per Hogwarts, il tuo posto sarà preso
momentaneamente dai tuoi due assistenti” disse Silente con un
sorriso.
“Ma non sarà un po’ troppo presto?” chiese Piton.
“No, devono fare un po’ di esperienza e poi sono ragazzi in
gamba. Sono sicuro che se la caveranno egregiamente” rispose
Silente con un sorriso.
“D’accordo, allora vado a prepararmi” Severus si alzò e uscì chiudendo piano la porta.
Silente ricongiunse i polpastrelli delle mani e fissò il soffitto.
“Cosa mi nascondi Teddy Evans?”
*
Stava correndo da quelle che sembravano ore e i suoi inseguitori erano ancora lì, a una decina di metri da lui…
Non ce la faceva più, era sfinito.
“Stupeficium!” disse senza nemmeno voltarsi.
Dall’urlo soffocato che gli raggiunse le orecchie doveva averne beccato uno…
Ne rimaneva ancora un altro…
All’improvviso sentì un dolore lancinante alla gamba e cadde a terra con un urlo di dolore perdendo la bacchetta.
Il sangue usciva a fiotti dal taglio che sembrava abbastanza profondo.
Vide il suo nemico fermarsi a un metro da lui, la bacchetta puntata al suo cuore.
Guardò il Mangiamorte con disprezzo e disgusto, sapeva cosa
sarebbe successo. Vide la punta della bacchetta diventare verde.
“Addio. Avada…”
Non chiuse nemmeno gli occhi, voleva guardarlo in faccia fino all’ultimo.
“…Keda…”
“Stupeficium!”
Vide un getto di luce rossa colpire il Mangiamorte che aveva
riconosciuto essere Avery e farlo finire contro un albero facendogli
perdere i sensi.
Sentì dei passi alle sue spalle avvicinarsi.
L’ultima cosa che vide prima di cadere nell’oblio furono
due brillanti occhi verde smeraldo guardarlo con interesse e
preoccupazione.
*
“Ginny che è successo domenica? Non mi hai più detto nulla…” Luna la guardava curiosa.
“Ah già, scusami. In questi giorni sono un po’
distratta…” rispose Ginny cogliendo al volo la scusa per
interrompere il tema per la McGranitt.
“Chissà come mai ma non lo avevo notato…” commentò Luna sarcastica.
Ginny sospirò e si guardò intorno. Poteva stare sicura, in fondo alla biblioteca non c’era mai nessuno.
“Beh ecco, hai presente Teddy Evans?”
“Intendi quel pezzo di figo che abbiamo incontrato la settimana
scorsa al campo?” chiese Luna mollando in maniera definitiva la
piuma e avvicinando il viso a quello della rossa per essere certa di
non perdere neppure una parola.
“Sì, ecco ci siamo incontrati per caso, anche lui fa parte del Tu-Sai-Cosa…”
“Ah davvero? Neve non mi aveva detto niente in proposito…”
Ginny sorvolò le parole di Luna “Mi ha chiesto se volevo uscire con lui”.
“Cosa?! Wow! Sono contenta per te…perché tu hai
detto di sì, vero? Perché altrimenti qui sei tu la pazza
non io” Luna la guardava sorridente.
“Certo che ho detto di sì” rispose la rossa come se la cosa fosse ovvia.
“A proposito, hai ancora sognato il tipo occhi verdi e capelli ribelli?” chiese Luna.
“Sì, domenica e lunedì, ma chi è? Non
capisco che significa, eppure sembra che mi conosca, che mi voglia
molto bene…” Ginny pensava anche a quel ragazzo.
Eppure era convinta che Teddy dovesse avere quegli occhi verdi…
“Beh, sei contesa da Teddy Evans e l’ “imaginary
boy”. Che ragazza fortunata!” commentò Luna.
Ginny sorrise “Muoviamoci a finire questo tema, voglio arrivare in tempo a cena, ho una fame…”
“Hai ragione, al lavoro!” disse Luna da brava Corvonero.
Ora l’unico rumore che si sentiva era quello delle piume sulla pergamena.
*
Ron e Hermione passeggiavano mano nella mano nel giardino della Tana.
Lui aveva appena finito l’addestramento Auror mentre lei aveva
terminato per quel giorno le lezioni di Magisprudenza.
“Come stanno i tuoi in Australia? Li hai sentiti ultimamente?” chiese Ron.
“Sì, la settimana scorsa. Stanno benissimo. Sai là
è appena cominciata la primavera, la stagione preferita di mia
madre” rispose Hermione leggermente malinconica.
Ron l’abbracciò per dimostrarle che lui c’era e non l’avrebbe abbandonata per nessuna cosa al mondo.
“Ti amo” le sussurrò dolcemente all’orecchio.
Hermione si staccò leggermente per guardarlo in faccia. Era
stupita e commossa insieme, era la prima volta che glielo diceva.
Sorrise “Anch’io ti amo”.
Ron si chinò e la baciò sulle labbra.
“Lo sai che fra una settimana sono 11 mesi che stiamo insieme?” gli fece notare Hermione.
“Lo so. 4 novembre 1997 data storica in cui Ron Weasley
baciò Hermione Granger e gli dichiarò il suo amore in un
campo di Quidditch” rispose Ron sorridendo.
“Dopo la partita Grifondoro-Serpeverde vinta per 200 a 10 grazie
alle parate del mitico e bellissimo Ronald Weasley” aggiunse
Hermione con un sorrisino malizioso sulle labbra.
“Wow! La mia ragazza ha detto che sono bellissimo” disse Ron con voce bassa e sensuale.
“Sì, sei bellissimo e solo mio” sussurrò Hermione.
Si baciarono dolcemente.
Il loro amore era ancora forte come il primo giorno, anzi forse di
più e loro sapevano che questo legame che li univa non si
sarebbe mai spezzato.
*
Lily respirò forte. Finalmente sarebbe riuscita a farlo.
Prese dalla tasca dei pantaloni una chiave d’ottone con appeso un
buffo boccino di peluche e la infilò nella serratura della
porta; con lentezza la girò fino a quando non la sentì
scattare. Respirò a fondo prima di aprire la porta che emise un
cigolio per la mancanza di olio ai cardini. Si ricordava ancora che
alla sua destra c’era l’interruttore. Lo trovò quasi
subito e accese la luce.
I mobili, il fasciatoio e la culla erano coperti con dei teli bianchi.
Vide che per terra c’era ancora il pupazzo che ritraeva un perfetto Ramoso; era il preferito di Harry.
Lo prese e lo strinse al petto. Erano 17 anni che non entrava in quella
stanza, non ne aveva mai avuto il coraggio, non voleva illudersi che
suo figlio fosse vivo, di vivere nei sogni.
Ma ora lei sapeva che suo figlio era
vivo e lei lo avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato il suo ritorno sulla
soglia della porta ma prima doveva sistemare quella stanza, la sua
stanza.
“Gratta e netta!” la polvere e le ragnatele scomparvero.
Aprì le finestre per cambiare l’aria e far uscire quel
terribile odore di chiuso. Poi tolse le tende (azzurre con boccini
dorati e nuvolette) e portò via il fasciatoio, la culla e i
pupazzi, tranne Ramoso, Felpato e Lunastorta.
Con un paio di incantesimi mise tutto in cantina dove sapeva che c’erano anche i mobili della vecchia camera di James.
Sapeva che ad Harry sarebbe piaciuta.
Rimpicciolì tutto per farlo entrare nelle tasche poi
tornò al piano di sopra. Passò tutto il pomeriggio
però alla fine era soddisfatta del lavoro ottenuto.
Un letto ampio di noce con coperte rosse e oro era stato messo al
centro della parete a sinistra della porta con affianco il comodino.
Alla parete opposta c’era il grosso armadio di noce. Alla
sinistra della porta c’era il comò e la scrivania era
stata posizionata davanti a una della finestre; era convinta che Harry
come lei amasse scrivere guardando il paesaggio. Il parquet era coperto
in gran parte da un grosso tappeto rosso. Le tende erano leggere e
quasi trasparenti di un tenue dorato. Le pareti erano di un giallino e
nella stanza ora c’era odore di pulito.
Sì, ora quella stanza era perfetta.
Ecco un altro capitolo, questa volta sono stata un pochino più svelta! Allora,
secondo voi chi è il misterioso personaggio che fugge dai
Mangiamorte?? Vi consiglio anche di riflettere sull'identità dei
due assistenti di Severus...
Ringrazio le 95 persone che hanno inserito questa ff tra i preferiti.
Siccome sono di fretta oggi sarò rapida con le recensioni,
scusate!!! Risponderò solo a chi ha bisogno di chiarimenti o
spiegazioni!!!
cinderella87, NemoTheNameless, Lars Black, Lally_the best, la scrittrice, Summers84, Elia950, ragazzasilenziosa, bulmettina, Deidara, chichetta99, Mirwen: grazie per aver recensito!!!!! Spero che vi piaccia qst capitolo!! Nel prossimo l'appuntamento, promesso!!! Ciaoo!! Baci!!!
kia88oc: mi hai letto
nel pensiero?? Era proprio qll ke volevo fare con Harry e Ginny...beh
ke te ne pare di questo chap??? Ciaoo!! Baci!!!
jaily: Tonks gli ha
dato una piccolissima parte dei suoi poteri e alcune lezioni per
insegnargli a cambiare solamente il viso, sai per ragioni di
sicurezza!! Non esiste che il Prescelto vada in giro liberamente con la
sua faccia, sarebbe una specie di suicidio. Sxo di aver risposta alla
tua domanda. Ciaooo!! Baci!!!
erikappa: Ron e
Hermione stanno già insieme, anke se l'avevo già scritto
nel 7 chap, vai a rivederlo se vuoi e se hai tempo...ciaooo!!! Baci!!!
Padfoot_07: già,
Ginny sogna il nostro Harry o meglio conosciuto come "imaginary boy"
:D!!! Ke poi alla fine sono la stessa persona...ciao!!!! Baci!!!!
Al prossimo chappy
Nikki Potter
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Capitolo 11 *** Dubbi, sorprese e appuntamento (1^ parte) ***
Dimensione Parallela10
“Piton se ne va, strano no?” chiese Blaise, uno dei suoi due assistenti.
“Già, vi ha detto perché?” chiese Draco guardando il suo migliore amico e Daphne Greengrass.
“No, ha detto che ha un compito da portare a termine.
Starà via per un po’” rispose Daphne con
un’alzata di spalle.
La porta della Sala Professori si aprì ed entrarono Pansy
Parkinson e Theodore Nott trafelati. Sembrava che avessero corso.
“Allora…cos’è successo?” chiese Theo leggermente affannato.
“Piton se ne va per un po’, io e Daph prenderemo il suo
posto da domani” ripeté Blaise con poche parole.
“Sul serio? E perché?” chiese Pansy.
“Non ne abbiamo idea, penso che sia qualcosa che gli ha chiesto Silente” rispose Draco stravaccato sulla poltrona.
“La McGranitt non ne sapeva niente” disse Pansy.
“Nemmeno Vitious” Theo si sedette vicino a Blaise.
“Men che meno Lumacorno” Draco si passò una mano tra i capelli.
“Magari è qualcosa che riguarda i nostri genitori…” disse Daphne tutto d’un tratto.
Gli sguardi di tutti si incupirono e si abbassarono.
C’era un motivo se ora erano tutti ad Hogwarts e facevano da assistenti…
Erano dovuti scappare un mese dopo la fine della scuola, dovevano
diventare dei Mangiamorte ma loro non ne avevano nessuna intenzione.
Era stata la madre di Draco a salvarli tutti dicendo al figlio di
scappare con i suoi amici, di trovare la salvezza dal suo padrino
Severus e da Silente a Hogwarts. Lui aveva provveduto ad avvertire gli
altri ed erano riusciti a scappare appena in tempo e a salvarsi.
Draco era sempre più preoccupato per sua madre, si scrivevano
lettere di nascosto e sapeva che a casa la situazione per lei non era
facile. Era controllata da sua zia Bellatrix ma nessuno sospettava che
lei centrasse qualcosa con la sua fuga. Sua madre fortunatamente era
una brava Occlumante, tanto che l’anno prima aveva insegnato
anche a lui a chiudere la mente dal padre e dalla zia. Altrimenti
avrebbero scoperto che aveva intenzione di scappare da quella vita.
Silente era stato buono con loro e gli aveva offerto la sua protezione
facendoli lavorare a scuola dando loro in questo modo anche vitto e
alloggio. Loro erano soprannominati i “Rinnegati” o
“Mezziserpeverde”.
Sulla testa di ciascuno di loro pendeva una taglia di 300 galeoni per chiunque li avesse consegnati a Voldemort.
“No, non credo che loro centrino qualcosa, mia madre mi avrebbe
detto se c’era qualcosa che non andava” disse Draco.
Tuttavia era preoccupato, era ovvio che si trattava di qualcosa di grosso, ma cosa?
Quando aveva chiesto dieci minuti prima spiegazioni al padrino non era riuscito a cavargli un ragno da un buco…
“Io vado, alla prossima ora ho lezione con quelli del sesto anno,
Lumacorno ha detto che ha bisogno di me” Draco si alzò.
“Allora salutami mia sorella” disse Daphne con un sorriso.
“Certo. Ci vediamo” Draco uscì.
“Anche Dra è preoccupato, anche se non lo da a vedere” disse Blaise.
“Anch’io devo andare, la McGranitt mi aspetta” Pansy uscì.
“Io vado con lei, altrimenti stavolta Vitious si arrabbia se arrivo in ritardo” anche Theo uscì.
Nella stanza rimasero solo Blaise e Daphne.
“Tranquillo Blaise, ce la faremo, sono solo degli studenti, no?” disse Daphne incoraggiante.
Blaise annuì. Anche lui come Draco era preoccupato, molto preoccupato.
*
Sentiva dolore dappertutto, era morto?
No disse una voce all’interno della sua testa.
Poi il ricordo di due occhi verde brillante…
Cerco di aprire gli occhi, le palpebre erano pesanti…
Ma la curiosità ebbe il sopravvento sulla stanchezza e molto
lentamente riuscì ad aprirli. Quando riuscì a mettere
fuoco capì che si trovava su un letto in una tenda. Notò
che non c’era nessuno a parte lui. Si tirò a sedere con un
gemito di dolore. La gamba sinistra gli faceva un male
cane…sollevò la coperta e notò che qualcuno aveva
ricucito la ferita e stretto forte con le bende.
Accidenti a Silente che lo aveva mandato a dare un’occhiata a
Nocturn Alley in cerca di movimenti sospetti dei
Mangiamorte…solo che questi alla fine avevano trovato lui…
Qualcuno aprì la tenda, non fece in tempo a prendere la bacchetta.
“Finalmente ti sei svegliato!”
Guardò il nuovo venuto e sussultò per la sorpresa. Era lui…
Harry Potter lo guardava sorridendo dolcemente. Sembrava quasi che lo conoscesse…
“Io sono…” iniziò per presentarsi.
“Lo so chi sei. Ciao Remus” disse Harry.
Lupin per una volta rimase senza parole. Era identico a James ma gli occhi erano quelli verdi di Lily…
“Tu…tu mi conosci?” chiese Remus stupito.
“Certo, tu sei uno dei migliori amici di mamma e papà, no?” disse Harry avvicinandosi lentamente.
“Come lo sai?”
“Io so tutto di voi” rispose semplicemente Harry. “So anche che tu sei un Lupo Mannaro”.
Lupin cercò una traccia di paura o tremito nella sua voce, ricerca vana.
“Non hai paura?”
“No, non è colpa tua. Hai solo…un piccolo problemino mensile” rispose Harry con naturalezza.
“Tu…tu sei vivo…com’è
possibile?” questa era la domanda che premeva di uscire dalle
labbra di Remus appena lo aveva visto.
“Questo non posso dirtelo. Si può sapere come hai fatto a
ridurti così? Perché dei Mangiamorte ti stavano
inseguendo?”
Remus gli raccontò tutto del compito di Silente.
Harry annuì. “Hai dormito per tutto il giorno…sì oggi è giovedì mattina”.
“Oddio, James e Sirius saranno preoccupatissimi, per non parlare
di tua madre…” commentò Remus tentando di alzarsi.
Harry gli passò un bastone.
“Grazie” Remus lo prese e riuscì ad alzarsi senza caricare troppo il peso sulla gamba ferita.
“Salutameli Remus” disse Harry con un sorriso dolce.
“Cosa? Tu non vieni?” Remus era confuso, era convinto che sarebbe venuto con lui.
“No, ho un compito da portare a termine e devo farlo da solo” rispose Harry.
Remus scorse nei suoi occhi una scintilla di determinazione, sapeva che
sarebbe stato inutile convincerlo, sembrava testardo come James…
“D’accordo” Remus uscì dalla tenda per potersi smaterializzare.
“Stammi bene Remus. È stato bello vederti” lo salutò Harry.
Remus annuì “Anche per me. E…ehm…grazie per avermi salvato la vita”.
“Tutto per la famiglia” disse Harry.
Remus provò una strana sensazione a udire quelle parole…
Si sorrisero per un attimo poi Remus girò su se stesso e si smaterializzò con un debole pop.
“Ciao Rem” sussurrò Harry rientrando nella tenda.
*
James e Lily stavano tranquillamente facendo colazione quando qualcuno bussò forte e insistentemente alla porta.
“Sarà sicuramente Sirius, figurati se non deve rompere di
prima mattina…” commentò James sorridendo
addentando una frittella.
“Arrivo!” esclamò Lily attraversando la cucina e il corridoio fino ad aprire la porta.
Davanti a lei c’era Sirius pallido, sudato e tutto scarmigliato.
“Sirius che è successo?” chiese Lily preoccupata
facendolo entrare, erano poche le volte in cui l’aveva visto in
quello stato.
“James?” chiese solo.
“In cucina” rispose Lily chiudendo la porta.
Sirius la oltrepassò e andò in cucina quasi correndo.
“James…” proruppe quando lo vide.
James alzò gli occhi dalla Gazzetta. Nello stesso istante in cui
incontrò gli occhi grigi dell’amico capì che
c’era qualcosa che non andava…
Si alzò “Che è successo?”
“Remus…Remus è da ieri pomeriggio che è
sparito, è introvabile, nessuno l’ha più
visto…”
Quelle parole entrarono come pugnali di ghiaccio nel corpo di James attraversandolo da parte a parte.
No, anche Rem no…
Lily si portò le mani alla bocca sconvolta. Sirius si
lasciò cadere su una sedia stravolto coprendosi il viso con le
mani.
In quel momento suonò il campanello.
Sirius si alzò di scatto seguito dai due amici e raggiunse la porta spalancandola.
“Rem!” Sirius abbracciò forte l’amico.
Il sollievo si diffuse in loro.
Sirius si staccò e lo guardò.
“Che ti è successo?” chiese indicando il bastone.
Remus sorrise “È meglio se ne parliamo dentro”.
“Giusto!” Lily gli diede un leggero bacio sulla guancia e li precedette in casa.
James mise un braccio attorno alle spalle di Remus, non voleva che cadesse.
Si sedettero sul divano.
“Rem vuoi una tazza di tè?” chiese Lily.
“Dopo magari” rispose Remus.
“Allora?” Sirius lo guardò curioso e preoccupato insieme.
Remus raccontò loro della guardia e della fuga, fermandosi a quando Harry l’aveva salvato.
“Chi era? L’hai visto? Dobbiamo ringraziarlo…” disse Sirius.
“Era Harry”.
Bastarono quelle poche parole per gelare tutti.
“Harry? Tu l’hai visto?” chiese James con voce roca.
Remus annuì.
“Com’è?” chiese Lily.
“Uguale a te, James. Persino nei gesti e nei modi di fare, è impressionante” rispose Remus.
James sorrise dolcemente leggermente commosso.
“Gli occhi però sono quelli di Lily” aggiunse Remus.
Stavolta fu il turno di Lily di sorridere.
“Mi ha detto di salutarvi. Comunque…ci conosce. Sa che sono un Licantropo” rivelò Rem.
“Sul serio?” chiese Sirius.
Remus annuì. “Dov’è Teddy?”
“Prima di uscire sono passato in camera sua ma ho trovato solo un
biglietto sulla scrivania. C’era scritto che doveva preparare un
appuntamento…” rispose Sirius con un sorriso malizioso.
“Con una donzella?” chiese James curioso.
“Sembra di sì. Scommetto che è carina” disse Sirius.
“Ovvio, ti pare che scelga una brutta?” replicò James.
“Beh io me ne vado, questi sono discorsi da uomini. Vado da
Tonks, ciao” Lily diede un bacio a stampo a James e poi si
smaterializzò lasciandoli confabulare sulle frequentazioni
presunte di Teddy.
*
Quando Harry quel pomeriggio arrivò a casa trovò i tre uomini in salotto che sembravano aspettarlo.
“Rem, che ti è successo?” chiese notando il bastone.
“Tutto ok, non preoccuparti” rispose Remus con un
espressione che diceva ‘fila via finché sei in
tempo’.
Harry li guardò confuso per un attimo prima di sedersi di fianco a Rem.
“Ma è successo qualcosa? James, Sirius, perché
avete quelle facce? Cosa ho fatto?” chiese Harry titubante.
“Perché non ci hai detto che sabato uscivi con una ragazza?” chiese James con espressione indecifrabile.
Harry lo guardò stupito “Ehm…perché sono affari miei?”
“Allora è vero!” esclamò Sirius.
“Vero cosa?” Harry trovava tutta la situazione molto divertente.
“Che esci con una ragazza!” trillò Sirius sorridendo sornione.
“Sì, e allora? Perché è vietato a casa Black?” chiese Harry con un ghigno.
“Se stai parlando di Sirius no, lui esce con un sacco di
ragazze…” commentò Remus con un’alzata di
spalle.
“Chissà perché ma lo immaginavo” disse Harry beffardo.
Sirius fece una smorfia “Allora chi è?”
Harry alzò un sopracciglio, pensavano davvero che avrebbe vuotato il sacco? Che illusi…
“Spiacente ma non posso rispondere a questa domanda”.
Sia Sirius che James lo guardarono sorpreso mentre Remus, che invece se
l’aspettava, annuì e incrociò le braccia.
“Ehm ragazzi? Mi dovete cinque galeoni a testa…” ricordò loro Lunastorta.
“Cavolo! Noi pensavamo che ce l’avresti detto…” si lamentò Sirius.
“Non ci penso nemmeno, dopo dovrei sorbirmi tutti i vostri
commentini e non se ne parla proprio” replicò Harry
convinto.
James sbuffò e diede i soldi a Remmie che era soddisfatto.
“Guarda che tutti avrebbero pagato per avere consigli da noi due” disse James.
Harry alzò il sopracciglio dubbioso “Si magari per sapere
come portare a letto una ragazza nel minore tempo
possibile…”
Remus ridacchiò assieme a Sirius.
“Guarda che a scuola ci conoscevano tutti come “Gods of
sex”, non so se mi spiego…” replicò James
sorridendo.
“Appunto” disse Harry “io non ho nessuna intenzione
di portarmela a letto al momento. Voglio uscire con lei,
nient’altro”.
Sirius sbuffò “Ho capito, questo è il classico
blocco del vergine che ha avuto anche Remmie alla tua
età…”
“Ehi!” protestò Remus irritato.
“Cosa che da quel che ho capito voi due non avete incontrato…” commentò Harry beffardo.
“Già” disse Sirius fiero.
“Diciamo che ultimamente nell’ultimo anno e mezzo sono
stato troppo occupato per pensare alle ragazze…” disse
Harry.
“Quante ne hai avute?” chiese James. “Sette? No, forse otto…”
“Questa sarebbe la terza” rispose Harry.
“Cosa? La terza? Io nemmeno mi ricordo chi è stata la mia
terza ragazza” commentò Sirius scandalizzato.
“Questo perché tu ti sei portato a letto tutte le ragazze di Hogwarts assieme a Jamie” replicò Remus.
“E com’è andata?” chiese James curioso.
“La prima era una cinese, l’ho mollata quasi subito
perché era troppo piagnona e continuava a lamentarsi”
rispose Harry.
“Giusto, l’avrei fatto anch’io…e l’altra?” chiese Sirius.
Harry abbassò lo sguardo pensando a Ginny “È morta”.
Remus impallidì leggermente mentre Sirius e James si irrigidirono.
“Io…mi dispiace” balbettò Sirius.
“Tranquilli, credo di aver…ho superato la cosa. E poi
adesso mi sento di nuovo leggero…” rispose Harry
sorridendo.
“Quindi ti piace sul serio?” chiese Remus.
Harry annuì “Ogni momento passato con lei è
indimenticabile. E poi il suo sorriso renderebbe felice chiunque”.
“Oddio Jamie, mi sembrava di sentire te quando parlavi di Lily a scuola…” commentò Sirius.
James sorrise. Lui e quel ragazzo si assomigliavano in parecchie cose…
“Beh, dove la porterai?” chiese Sirius con nonchalance.
“No, no, non mi tirerai fuori altro. Scordatelo, non te lo dico
nemmeno se mi paghi…” disse Harry alzandosi e scappando
seguito da Sirius.
“Dai, almeno un piccolo indizio!” protestò Sirius divertito inseguendolo su per le scale.
“Scordatelo, non se ne parla!” esclamò Harry ridendo.
“Jamie vieni a darmi una mano!” disse Sirius.
“Non ci penso nemmeno, io e Remus stiamo bevendo del succo di
zucca ghiacciato” replicò James tranquillo bevendo il suo
succo con Rem.
“Traditore!” urlò Sirius divertito.
Sia Harry che i tre Malandrini scoppiarono a ridere come matti.
Scusate il ritardo ma anch'io
come molti ho avuto gli esami e quindi tempo libero per scrivere
zero!!! Ho dovuto dividere il capitolo in due parti perchè era
veramente troppo lungo!!! Nella prossima parte tutto l'appuntamento nei
minimi dettagli!!! Scusate ma sono molto di fretta, comunque ringrazio
ancora una volta tutti quelli che recensiscono questa storia e i 103
preferiti. Ciao e grazie a tutti!!!
Nikki Potter
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Capitolo 12 *** Dubbi, sorprese e appuntamento (2^ parte) ***
Dimensione Parallela 12
SONO TORNATA!!!!!!!!! SCUSATE IL MEGA MOSTRUOSO RITARDO!!!!!!!!!!!!!
Sono assolutamente imperdonabile, lo so...ma un po' la scuola e la
stanchezza, un po' la mancanza di ispirazione e un po' perchè
non sono per niente brava a scrivere gli appuntamenti...lo so che non
è una giustificazione ma spero che il capitolo vi piaccia lo
stesso! Consideratelo un mio regalo per augurarvi buon anno!!! In fondo
ci sono le risposte alle vostre recensioni e una schema riassuntivo dei
ruoli di Draco&Co a Hogwarts.
Capitolo dedicato a mia sorella e a Deidara che adorano la coppia Harry/Ginny
Sabato mattina arrivò con il sole e un leggero venticello fresco.
Harry si svegliò col sorriso sulle labbra. Di ottimo umore si
alzò, andò in bagno a farsi una doccia con più
cura e docciaschiuma del solito. L’acqua tiepida lo
risvegliò del tutto; si legò un asciugamano in vita e
uscì. Si guardò allo specchio pettinandosi i capelli che
per fortuna erano ondulati come quelli di Sirius altrimenti sì
che sarebbe stato nei casini…se li asciugò con un colpo
di bacchetta e studiò il suo riflesso. Il suo corpo era cambiato
molto negli ultimi mesi, era più scolpito e muscoloso grazie ai
duri allenamenti a cui era stato sottoposto da Remus e Severus
nell’altra dimensione. Era grazie a quelli se ora era più
agile, veloce, resistente.
Andò in camera e aprì l’armadio con un sbuffo.
Decise di puntare sul semplice: jeans scuri, scarpe nere sportive e
maglione nero che metteva in risalto la sua muscolatura. Soddisfatto
scese in cucina per fare colazione.
Fu con grande sorpresa che trovò seduti al tavolo Remus, Sirius e James mentre Lily preparava uova e bacon.
Tutti si voltarono a guardarlo smettendo di chiacchierare.
James e Sirius fischiarono, Remus ammiccò e Lily proruppe in un semplice ma chiaro “Sei uno schianto!”
Harry arrossì leggermente “Grazie”.
“Per me quella sviene appena ti vede” commentò James sorridendo.
“Ti sei pure fatto la doccia e pettinato i capelli…” notò Sirius.
“E allora?” replicò Harry sedendosi.
“Io non l’ho mai fatto per nessuna ragazza” rispose Sirius bevendo il suo caffè.
“Scusa Sirius ma non dovresti cucinare tu visto che questa è casa tua?” chiese Harry accigliato.
“Tecnicamente sì, ma visto che qui c’è Lily
che è decisamente meglio di me e James non può vivere
senza le sue frittelle…” rispose Sirius divertito.
“Anche tu ne mangi a valanghe!” protestò James.
“Touché!” replicò Sirius sorseggiando il suo caffè.
Harry, Remus e Lily scoppiarono a ridere.
“Beh caro rubacuori, sei agitato?” chiese James sorridendo.
“Un po’” ammise Harry versandosi una tazza di tè.
“Anche James era molto nervoso al primo appuntamento con Lily,
non ha fatto che girare nel dormitorio per ore farneticando cose senza
senso…” ricordò Sirius con un ghigno.
“Sirius!” lo ammonì James.
“Davvero? James non me l’ha mai detto…” disse Lily interessata sedendosi di fianco al marito.
“Sul serio? Beh in quei casi era veramente insopportabile” commentò Remus.
Harry rise.
“Remus anche tu…traditori! Mi vendicherò statene certi” sbottò James irritato.
“Chi è la ragazza?” chiese Sirius sperando di cogliere Harry in fallo.
Harry sbuffò “Per l’ennesima volta: non te lo dico! Finiscila!”.
A volte gli ricordava molto Ron…sua madre gli ricordava molto Hermione mentre suo padre…beh lui.
Guardò l’orologio, erano le 10,10.
“Beh io vado” si alzò con un sorriso.
“In bocca al lupo allora” disse James.
“Crepi. Ci vediamo stasera” Harry si smaterializzò con un crac.
“Rem, sei sicuro di non avere idea di chi si questa misteriosa
ragazza?” domandò Sirius per l’ennesima volta.
“No! Uffa, a volte sei proprio impossibile! Se proprio lo vuoi
sapere pedinalo…” Remus si pentì all’istante
di averlo detto…
Cazzo! Cazzo! Cazzo!
“Rem, sei un genio! Perché non ci ho pensato prima?” rispose Sirius illuminandosi.
All’improvviso si alzò in piedi.
“Dove vai?” chiese Remus con voce flebile.
“Ovvio, a scovare Teddy e pedinarlo per arrivare alla ragazza…” rispose Sirius risoluto.
“Guarda che io stavo scherzando…” tentò Remus.
“Scherzo o non scherzo è un’idea geniale.
Jamie?” Sirius lo guardò curioso di sapere cosa ne pensava.
James mentre aggiungeva mezzo cucchiaino di zucchero nel tè rispose “Io stavolta mi chiamo fuori Sir”.
Gli altri tre lo guardarono sorpresi.
“Cosa?” riuscì a dire Sirius stupefatto.
“Non voglio rovinargli questa giornata Felp. È così
felice, prima gli occhi gli brillavano e io non voglio rischiare di
vederli di nuovo spenti solo per la mia curiosità” rispose
James serio.
Silenzio. Nemmeno una mosca ronzava.
Tuttavia si poteva vedere una Lily e un Remus commossi e un Sirius leggermente colpevole.
“Hai ragione Jamie” disse Sirius abbozzando un sorriso.
“Jim, lo sai che hai appena detto delle cose bellissime, vero?” chiese Lily stringendogli la mano.
“Certo. Questo non vuol dire che non appena torna non lo riempiamo di domande…” rispose James con un sorriso.
Remus sorrise, era tipico di James. Anche il viso di Sirius si
aprì in un sorriso spontaneo; avrebbe tanto voluto essere come
il suo migliore amico, come suo fratello…
James in realtà voleva solo vedere quel ragazzo parlare felice
con quella luce negli occhi che gli scaldava il cuore; finalmente si
stava aprendo a loro, a lui.
*
“Ahhhhhhh!!!”
“Ginny si può sapere che ti prende?” Luna la guardava correre per la stanza come una disperata.
“Non ho la più pallida idea di come vestirmi…che
faccio adesso? Questa è una tragedia!!” Ginny si
buttò sul letto coprendosi il viso con le braccia.
Luna sospirò. Cavoli, la sua amica era proprio in panico totale.
Ora toccava a lei assumere il comando, del resto era quello che
dovevano fare le care amiche, giusto?
“Adesso vai a farti una bella doccia, ai vestiti ci penso
io” le prese le braccia e la tirò su spingendola verso il
bagno.
“Va bene” Ginny si chiuse la porta del bagno alle spalle.
Sì, una doccia le avrebbe fatto sicuramente bene. Si tolse il pigiama ed entrò nella doccia.
Il contatto della pelle con l’acqua calda le provocò un brivido.
Le si schiarirono le idee, aveva la strana sensazione che le cose
sarebbero andate bene. Non aveva mai provato una sensazione simile, le
sembrava di conoscerlo da sempre. Istintivamente sorrise. Per la prima
volta dopo tanto tempo si sentiva bene e tutto grazie a lui, Teddy
Evans. Sapeva pochissimo di lui, anzi praticamente niente, ma le
trasmetteva una sensazione di sicurezza e protezione.
Spense l’acqua e si infilò rapida il suo accappatoio
bianco. Con due colpi di bacchetta asciugò i capelli e li
lisciò. Soddisfatta si guardò allo specchio e lei stessa
rimase sorpresa della ragazza che vi vide riflessa. I suoi occhi non
erano più in balia della tristezza, ora risplendevano luminosi
conferendole ancora più bellezza.
Le spuntò un sorriso sulle labbra “Che mi hai fatto Teddy Evans?”
*
Era da circa una decina di minuti che l’aspettava davanti al cancello. Guardò l’orologio…10,27.
Forse era arrivato un tantino in anticipo…era così nervoso!
Una leggera brezza portò al suo naso un profumo di
fiori…lo riconobbe all’istante, era il suo profumo.
Alzò lo sguardo e la vide raggiungerlo col sorriso sul volto.
Era bellissima, era certo di avere la bocca leggermente aperta per lo
stupore. Indossava un maglioncino bianco, gonna sopra il ginocchio nera
a pieghe, collant neri e stivali di camoscio che le arrivavano a
metà gamba sempre neri. I capelli erano sciolti e leggermente
mossi dal vento.
Dio quant’era bella.
‘Harry riprenditi! Respira e sorridi, ecco bravo così…’
“Ciao Gin. Sei…bellissima”.
Ginny arrossì leggermente “Anche tu”.
Harry sorrise, la prese per mano e la condusse verso il villaggio.
Giny guardò arrossendo le loro mani intrecciate. Quelle di Teddy
erano grandi e calde e le trasmettevano una strana sensazione di
sicurezza.
In silenzio si diressero a Hogsmeade. Entrambi si lanciavano occhiate di striscio troppo imbarazzati per dire qualcosa.
Ormai erano arrivati al piccolo villaggio e Harry, col cuore che batteva a mille, disse “Dove vorresti andare?”
Ginny lo guardò confusa per un attimo “Vuoi dire che possiamo andare dove voglio?”
“Certo” rispose Harry con un po’ più di decisione.
“Va bene tutto, basta che non mi porti da Madama Piediburro,
è un luogo troppo sdolcinato per i miei gusti” rispose
Ginny.
Harry sorrise, un sorriso splendido che fece arrossire Ginny. Sapeva
perfettamente che odiava Madama Piediburro, proprio come lui.
“Ok, allora andiamo da Mielandia” propose Harry lasciando la sua mano e iniziando a camminare.
Ginny fece uno scatto in avanti e la riprese, non sapeva cosa l’aveva spinta.
Harry si voltò a guardarla sorpreso poi entrambi sorrisero.
Quando entrarono da Mielandia entrambi respirarono l’odore di dolci che c’era nell’aria.
Si guardarono un po’ intorno e poi Harry disse “Aspettami qui, io arrivo subito”.
Ginny guardò confusa Harry sparire tra gli altri studenti che
affollavano il negozio. Si guardò intorno osservando i vari
dolci. Prese un pacchetto di Zuccotti di zucca, sentiva che erano le
preferite di Teddy. Le pagò e le nascose in una tasca del
cappotto. Ritornò nel posto in cui Teddy l’aveva lasciata
e, mentre si chiedeva dove si fosse cacciato, lo vide comparire con in
mano un bastoncino ricoperto di zucchero filato a forma di cuore.
“Scusa se ci ho messo tanto, tieni questo è per te” disse Harry con un
sorriso.
“Ma non dovevi…” iniziò lei prendendolo e
chiedendosi mentalmente come faceva a sapere che adorava lo zucchero
filato.
“Tutto per te” la interruppe Harry.
Ginny gli sorrise e poi uscirono dal negozio e si diressero, sempre mano nella mano, davanti alla Stamberga Strillante.
“Ti fa paura?” domandò Harry all’improvviso.
“No” rispose Ginny convinta.
“Quando ci sarà la prossima partita di Quidditch di Grifondoro?” chiese Harry.
“Il 3 novembre contro i Serpeverde, perché?” domandò Ginny col cuore che batteva più forte.
“Ci sarò, solo per vedere te” rispose Harry imbarazzato puntando lo sguardo verso la Stamberga.
Ginny arrossì. Sarebbe venuto esclusivamente per lei. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lei…che non fosse un parente ovvio.
“Parlami un po’ di te, di me sai già che sono la
Capitana della squadra di Grifondoro e che ho una famiglia molto molto
numerosa, tu? Scommetto che sei figlio unico” disse Ginny
riprendendosi dall’imbarazzo.
“Già, sono figlio unico, ma mi sarebbe piaciuto avere un
fratello o una sorella” rispose Harry leggermente malinconico.
Ginny se ne accorse “Beh non sempre è una fortuna,
specialmente se hai sei fratelli maschi e tu sei l’unica femmina,
la più piccola per giunta. Diciamo che tendono a diventare delle
guardie del corpo, soprattutto Ron”.
“È un avvertimento? Pensi che mi prenderanno a botte per essere uscito con te?” chiese Harry divertito.
“Può darsi, ci si può aspettare di tutto da loro” Ginny ridacchiò.
“Questo sì che è confortante” commentò
Harry ridendo. “Comunque non mi pento di averti chiesto di
uscire” aggiunse serio.
Ginny alzò lo sguardo. Per secondi infiniti che parevano minuti
si guardarono negli occhi. Poi lei chiuse gli occhi e sentì le
sue labbra bruciarle sul naso e poi scendere creando una scia infuocata
lungo la guancia, il mento e poi fermarsi dandole un bacio sul collo.
Riaprì gli occhi ancora intontita per le mille emozioni che
l’avevano pervasa. Non aveva mai provato nulla di simile.
Notò che Teddy era leggermente rosso e sorrideva.
“Wow…” sussurrò.
Harry la guardò con sguardo luminoso. Poi la prese per i fianchi
e la tirò verso l’alto. Ginny istintivamente
circondò la sua vita con le gambe trovandosi così in
braccio a lui. Entrambi risero.
Tutti e due provarono dei brividi nello sentire il respiro dell’altro sul collo.
“Tieniti forte” le sussurrò Harry all’orecchio.
Ginny tremò nel sentirlo così vicino e annuì incapace di costruire una frase di senso compiuto.
Harry la tenne forte e si allontanò dalla Stamberga
avvicinandosi di più al boschetto lì vicino. Si
fermò ai margini di esso, prese la bacchetta dalla tasca dei
jeans ed evocò dal nulla una coperta per ripararli
dall’erba fredda. Dolcemente adagiò Ginny sopra di essa e
poi si sedette di fianco a lei. Per ore parlarono e risero. Ora che
avevano sciolto un po’ il ghiaccio scoprirono che per loro era
facile parlare senza provare imbarazzo. Intanto si scambiavano occhiate
e carezze impercettibili per chiunque tranne che per loro. Verso
l’ora di pranzo andarono ai Tre Manici di Scopa. Alcuni studenti
li guardavano ma loro non ci facevano minimamente caso. Ginny fece
finta di niente quando vide Rosmerta indicare Teddy e muovere le labbra
dicendo “È proprio carino!”
“Tu vivi da Sirius Black, vero?” chiese Ginny curiosa.
“Sì” confermò Harry.
“E com’è? Lui non lo conosco tanto…” disse Ginny.
“È…” pensò alla parola giusta
“…divertente! Lo considero come un fratello
maggiore”.
“Bello”.
“Già” lo sguardo di Harry si posò sulla
vetrina. “Gin, si sta facendo buio, è meglio se ti
riaccompagno a scuola”.
Ginny seguì il suo sguardo e annuì.
Harry pagò Rosmerta, prese Ginny per mano e uscirono.
“Uffa non posso credere che questa giornata sia già finita…” proruppe Ginny.
Non voleva lasciarlo andare.
“Non preoccuparti, credo che ci rivedremo molto presto” Harry la guardò negli occhi.
“Davvero? Quando?” Ginny non staccò gli occhi dai suoi.
Harry colse nella sua voce una nota di speranza e felicità
“Presto, molto presto. “Poi abbassò la voce fino a
farla diventare un sussurro appena udibile “Domani a Hogwarts
c’è un’altra tu-sai-cosa. Dopo possiamo
vederci”.
“Ah. Ok, dove?” chiese Ginny.
“In un posto appartato dove nessuno ci possa vedere, sai io non dovrei restare a scuola…” rispose Harry.
Ginny rifletté “Ho trovato. Il bagno dei prefetti al quinto piano. Sai dov’è?”
“Sì, Sirius mi ha spiegato tutto di Hogwarts” rispose Harry.
Il che era assolutamente vero, ed era stata una noia mortale visto che
lui sapeva già tutto, ma era dovuto stare al gioco.
“Allora ci vediamo lì, la parola d’ordine è ‘Menta Piperita’” aggiunse Ginny.
“Va bene” Harry si fermò, ormai erano arrivati davanti ai cancelli.
Poi le baciò il collo mentre lei le scompigliava i capelli. Poi la lasciò a malincuore andare.
“A domani sera” Ginny gli diede un bacio sulla guancia e
oltrepassò i cancelli. Harry rimase a guardarla fine a quando
non scomparve alla sua vista, poi…
“Sì!!! Sì!!! Sì!!!!!!!” saltellò come un bambino.
Poi guardò la direzione in cui Ginny era sparita. Baciò
il palmo della mano e soffio, come se quel bacio potesse raggiungerla
ovunque si trovasse.
*
“È tardi, chissà cos’avranno combinato…” commentò Sirius malizioso.
“Andiamo Sir, lui non è come te” replicò Remus alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.
“Beh sì hai ragione, è più, come dire, discreto…” Sirius rise seguito a ruota da James.
“Spero solo che si sia divertito” proruppe James guardando nella direzione della porta.
“Sono sicura che si è trovato benissimo” Lily appoggiò una mano sulla spalla del marito sorridendo.
In quel momento sentirono la porta scattare a aprirsi. Tutti si
voltarono in quella direzione e videro Teddy col sorriso sul volto.
“Allora? Com’è andata?” chiese subito Sirius.
“È andata” rispose Harry con un sorriso malandrino sul volto.
Sirius gli saltò addosso e entrambi caddero a terra ridendo.
James si chinò e scompiglio affettuosamente i capelli di Teddy
ridendo mentre invece Lily e Remus si scambiarono
un’occhiata e sorrisero nel vedere Sirius torturare con un
potente solletico il povero Teddy per farlo confessare.
Nella mente di Lily passò l’idea che erano proprio una bella famiglia allargata.
Quel ragazzo aveva portato a tutti loro felicità e gioia. Era un dono dal cielo.
Angolo Autrice:
adesso
risponderò a tutte le vostre recensioni che fanno sempre molto
piacere!!! Nel prossimo capitolo entrerà in scena un nuovo
personaggio molto interessante!!!
Padfoot_07:solo una parola....GRAZIE!!!!! Ciao!! Baci!!
bulmettina: grazie per avermi sempre sweguito, spero che lo farai anche adesso....ciaoo!! Bax
Principesseelisil: vero,
anch'io adoro moltissimo Jamie e Sir, insomma sono davvero indecisa su
chi prendere...ci sono, tutti e due :D!!! Ciaooo! Baci!!!
Lily Evans 93:
sì, Lumacorno insegna pozioni e ha Draco come assistente, mentre
Piton Difesa contro le Arti Oscure con assistenti Blaise e Daphne.
Spero che il chap ti piaccia!! Ciaoo! Baci!!
NemoTheNameless: grazie, beh loro tre da soli mi sembravano un po' incompleti poveri!!! Spero che il chap ti piaccia!! Ciao!!!!!
CissYMalfoY: grazie!!!!!!!! Dimmi se ti paice il capitolo nuovo!!! Ciaoo!! Baci!!!
Isabel Lupin:
GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ho cercato di non fare un chap troppo
sdolcinato perchè a me le storie da diabete non piacciono tanto,
diciamo che ci sono un po' allergica!! Dimmi che ne pensi di questo
chap. Ciaooo!!! Baci!!!
Mirwen:
se mi vuoi strozzare fallo pure...eccoti il tanto fantomatico
appuntamento. Spero che ti sia piaciuto anche se per il bacio dovrai
aspettare ancora un pochino....ciaooo!! Baci!!
Lily_Snape: non hanno
spiato ma erano davvero molto tentati, soprattutto Siri che è un
curiosone...spero che ti sia piaciuto lo stesso!! Ciao!! Baci!!
ragazzasilenziosa: eheheh...Sirius= God of Sex!!!! Spero che l'appuntamento ti sia piaciuto!!! Dimmi che ne pensi...ciao!! Baci!!!
themina: ci vuole
ancora un po' prima che scoprano l'identità di Ted
Evans....riguardo al primo che lo scopre accetto scommesse :P!!!! Spero
che il chap ti sia piaciuto!! Ciaoo!! Baci!!!!
kia88oc: grazie per i
complimenti. Draco xò è l'assistente di Lumacorno, sotto
troverai uno schema per rendere le cose più chiare...spero che
l'apputamento ti soddisfi!! Ciaoo! Bax!!!
Deidara: eccoti
finalmente il capitolo!!! Spero ti sia piaciuto, non sono molto brava a
scrivere gli appuntamenti....allora, Piton ha lasciato Hogwarts per
cercare informazioni su Teddy Evans e per seguirlo, vedere dove va, i
suoi spostamenti eccetera. Silente sospetta che in questo modo si possa
arrivare a Harry e in parte ha proprio ragione. Se hai ancora dubbi
chiedi pure!! Ciaoooo!!!
P.S. Ti ho dedicato il capitolo per farmi perdonare almeno un po'...ci sono riuscita???
erikappa: diciamo che
l'obiettivo di Harry è creare un po' di confusione per
distogliere l'attenzione da lui, e diciamo che un po' ci sta
riuscendo...ti piace il chap??? Ciaoo!! Baci!!!
Simply_Switz: sì,
è tutto un po' strano e complicato. Diciamo che ora i cinque
Serpeverde sono dalla parte di Silente e Piton quindi si, sono dei
buoni anche se non vogliono ammetterlo perchè di soliti i
Serpeverde sono dei cattivi...spero che questo chap ti sia piaciuto,
dimmi assolutamente cosa ne pensi! Ciaoo!! Bax!!!
chichetta99: diciamo
che il mio Harry è un pochino meno imbranato e si lascia un po'
più andare...spero che il chap ti piaccia!! Ciaoo!! Baci!!
Lady blue: non mi
merito tutti questi complimenti. Diciamo che non potevo non inserire
nella mia fic Draco e company...Harry si è fatto vedere da Remus
per confondere ancora ulteriormente le acque... diciamo che ho scelto
Remus perchè mi sembrava ancora troppo presto farlo vedere col
suo vero aspetto a James, Sirius e Lily. Spero che anche questo chap ti
sia paicuto...ciaooo! Baci!!!
zanna:
scusascusascusa!!!!!!!!!!! Grazie per i compliemnti!! Ci vorrà
ancora un po' prima che si sappia la verità su Teddy...beh se
Harry ha preso l'aspetto di Sirius è sicuramente figo, no???
Spero che il chap ti sia piaicuto!!! Ciao!!! Baci!!!
Prototipe_89: eccoti il nuovo chap!! Mi scuso ancora....spero solo che ti sia piaciuto. Ciaooo!!
MissRainbow: grazie davvero e scusa per il ritardo!! Dimmi che ne pensi di questo chap!! Ciaoo!! Baci!!!
Schema chiarificatore di Draco&Co:
_Draco: assistente di Pozioni--> Lumacorno
_Pansy: assistente di Trasfigurazione--> McGranitt
_Theo: assistente di Incantesimi--> Vitious
_Daphne e Blaise: assistenti di Difesa contro le Arti Oscure--> Piton
A presto....mi scuso ancora!!!!!!
Nikki Potter
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Capitolo 13 *** Il peggiore incubo di Sirius ***
Dimensione Parallela11
Le ore e i minuti sembravano passare
lentamente…continuava come un idiota a guardare l’orologio
per vedere quanti minuti mancavano ancora prima di rivederla.
Sbuffò. Era andato nella biblioteca di Londra per cercare
informazioni su Regulus Black, se aveva trovato l’Horcrux ecc.
Regulus Black era morto il 12 novembre 1979 in circostanze misteriose.
Poveretto. Lesse incredulo un pezzo dell’intervista alla madre di
Sirius e Regulus, Walburga Black:
“Il mio unico figlio è morto, come dovrei stare secondo voi?”
“Scusi signora Black, ma lei non ha un altro figlio, Sirius Black?”
“No, lui non è mio figlio, non è un Black. E ora fuori dai piedi o chiamo mio marito…”
Ci scommetteva che non aveva versato nemmeno una lacrima…non
faticava a crederlo visto il ritratto appeso a Grimmauld
Place…un vero e proprio cuore di pietra nera…
Se tutto era andato come pensava lui l’Horcrux doveva ancora
essere a Grimmauld Place, visto che Sirius continuava a ripetere che
non ci aveva più rimesso i piedi da quando se n’era andato.
Poco male, avrebbe trovato un’infinità di polvere e trabocchetti tipici dei Black…
Tutto sommato poteva andargli decisamente peggio.
Sospirando si alzò, ormai lì aveva finito. Fece cadere di
nuovo lo sguardo sull’orologio…le 17,36…cavoli
erano passati solo sette minuti dall’ultima volta che
l’aveva visto…le lancette sembravano muoversi così
lentamente…
Con un altro sbuffo si diresse verso l’uscita non accorgendosi che qualcuno lo stava osservando.
*
Lo pseudo figlio di Sirius in biblioteca? Non riusciva a
crederci…per quello che si ricordava lui Black non aveva mai
messo piede in quel posto che lui definiva scherzosamente
‘ammasso di libri ammuffiti’…
E soprattutto perché stava leggendo i vecchi giornali? Cosa
sperava di trovare? Qualcosa che centrasse con l’Ordine? Quel
ragazzo era un mistero difficile da svelare, Silente gli aveva detto
che era impossibile leggergli nella mente, quindi non ci aveva nemmeno
provato, se non ci era riuscito lui, l’unica persona che
Voldemort temeva, lui non poteva certo avere speranze di
successo…
Lo osservò uscire incerto se seguirlo o no…il suo sguardo
cadde sul materiale che lui aveva lasciato sul tavolo dove fino a poco
prima era seduto…
Quando Evans sparì dalla sua vista si avvicinò cauto al
tavolo e fissò il titolo del giornale che Evans aveva letto
incuriosito. Riportava la notizia della morte del fratello minore di
Black, Regulus…
Anche se erano a un anno diverso erano migliori amici, quindi lo
conosceva piuttosto bene da sapere che era stato ucciso per aver
tradito il Signore Oscuro. Eppure nei mesi dopo la sua morte che aveva
passato a contatto con Voldemort come spia non gli sembrava che lui
sapesse come era morto…infatti il suo corpo non era mai stato
ritrovato e questo sembrava avvalorare ancora di più le sue
ipotesi…
Infatti Regulus era un Black, purosangue e di solito a coloro che
discendevano da antiche famiglie faceva in modo di riconsegnare ai
parenti il corpo, cosa che con Regulus non era stata fatta.
Ma questo a Evans come poteva interessare? Lui non era ancora nato quando tutto questo era successo…
Era confuso e Severus Piton non era mai stato confuso in vita sua, questo era un cattivo segno.
*
Era calata la notte e con lei era arrivata anche la riunione. Harry,
seduto di fianco a Ron, aspettava che Silente arrivasse con gli altri
professori. L’unico già presente e che ogni tanto
l’osservava era Piton.
“Avete sentito che Remus Lupin ha incontrato Harry Potter?” domandò Neville improvvisamente.
Tutti i ragazzi si voltarono verso di lui stupiti.
“E tu come lo sai?” chiese Fred sorpreso.
“Me l’ha detto mia madre poco prima di venire qui,
gliel’ha detto Lily Potter, sapete sono molto
amiche…” rispose Neville con un sorrisetto compiaciuto.
“Interessante, chissà com’è…” si interrogò George.
“Beh, dicono che è uguale a James Potter” disse Neville.
Automaticamente lo sguardo di tutti cadde su James che stava chiacchierando con Sirius.
“Non deve essere stato facile per loro, perché non hanno
più avuto altri figli?” chiese Ron leggermente triste.
Neville sospirò “Credo che abbiano scelto così per
non provare altro dolore nel caso di un’altra morte. E poi non
avrebbero voluto che un altro bambino rimpiazzasse il primo”.
Harry guardava fisso il pavimento, sembrava quasi che non stesse
ascoltando. Invece quelle parole gli erano entrate in testa mettendogli
addosso solo dolore e tristezza.
L’avevano fatto sia per loro che per lui…
Fortuna che era bravo a nascondere le emozioni altrimenti si sarebbe messo a piangere lì come un perfetto idiota.
Il suo sguardo si spostò involontariamente su suo padre e sua
madre e poi su Sirius…che cosa stava guardando? Seguì il
suo sguardo e vide Dora abbracciare, anzi saltare addosso ad una
persona che non aveva mai visto, doveva essere un nuovo membro
dell’Ordine…
*
Guarda caso Remmie si era seduto ancora di fianco a sua cugina
Ninfadora… aveva la netta impressione che tra loro due ci fosse
qualcosa di più della semplice amicizia. Per ora era solo sicuro
che sua cugina era innamorata persa del lupacchiotto, però
doveva dire che anche Rem ultimamente si comportava in modo
strano…
Gatta ci covava. Era sempre stato un ottimo osservatore, glielo avevano
sempre detto tutti, soprattutto per quanto riguardava le ragazze. Sia
mai che Sirius Black si conceda ad una non degna di lui e della sua
bellezza!
Distolse lo sguardo dalla dolce coppietta e prestò attenzione
alle parole di James che parlava da più di cinque minuti con lui
che in realtà non aveva sentito nemmeno una parola del suo
discorso.
“…non siamo ancora riusciti a capire il nome della
ragazza…uffa chissà com’è! Sono curioso di
sapere i suoi gusti in fatto di donne, magari possiamo dargli qualche
dritta…” James continuava a parlare ininterrottamente e a
Sirius bastava fare un cenno quando lui si fermava –cioè
quasi mai- oppure dire ogni tanto un semplice ma efficace
“Certo” per dare l’impressione di ascoltarlo. Ma la
sua testa era come al solito altrove, stava ancora pensando a Remmie e
sua cugina quando sentì quest’ultima gridare
“Andrea!”
La vide alzarsi e fiondarsi letteralmente addosso ad una persona che
lui non aveva mai visto e che non riuscì a vedere visto che Dora
la copriva completamente. Notò che i capelli continuavano a
cambiare colore, segno che doveva essere molto felice e emozionata.
Povero Remmie, non doveva avere nessuna speranza con questo Andrea.
Fece una smorfia dispiaciuta, in fondo non gli dispiaceva l’idea
di vedere Remmie sposato con la sua cuginetta. Gettò
un’occhiata di striscio a Rem che guardava anche lui Dora con
leggero disappunto…
Subito sentì una risata cristallina arrivargli
all’orecchio, una risata che entrò dentro di lui come una
scarica elettrica e assottigliò gli occhi verso la nuova venuta.
Sapeva che sarebbe tornata soltanto per rompergli le scatole: Andrea
Davis, 30 anni, Auror specializzato in strategie di guerra. Insomma era
assolutamente un ottimo elemento per l’Ordine e lui doveva
esserne contento ma in realtà non lo era. Chissà se era
diventata un pochino meno acida…
Poi una consapevolezza lo colpì all’improvviso: se era
lì voleva dire che le avevano concesso il trasferimento da New
York a Londra e che, essendo un Auror, dovevano lavorare
insieme…NO!!!!! Lo volevano vedere morto!! Fissò Silente
e assottigliò lo sguardo. Gli sembrò di cogliere un
ghigno sul volto del preside o forse era solo lui che si faceva le
paranoie…
Guardò di nuovo la Davis, era da 10 anni che non si vedevano e
doveva ammettere che l’aria americana le aveva fatto bene.
Alta, magra, bionda, capelli lunghi e occhi azzurri. Diciamo che era il
suo genere ma entrambi non avevano nascosto l’antipatia verso
l’altro. Incompatibilità caratteriale. Vide Remus
guardarlo e trattenere una risata. Bastardo. Si divertiva alle sue
spalle.
“Ehi Felpy, guarda chi c’è, Andrea Davis…” James lo guardava con espressione divertita.
Sirius gli scoccò un’occhiataccia. “Sì, l’ho vista”.
‘Come si fa a non notare una figa simile?’ gli disse una vocina subdola dentro la sua testa.
“Non hai nient’altro da dire?” infierì James con un ghigno.
“Sì, quella è venuta apposta per rovinarmi la vita” aggiunse Sirius incrociando le braccia al petto.
James ridacchiò divertito “Sta venendo qui e ti sta
guardando con sguardo…non proprio amichevole…”
“Sai che novità” commentò Sirius scontroso.
“Lily, James, Remus e…Black” Andrea pronunciò l’ultima parola con espressione schifata.
“Davis” disse Sirius senza nemmeno guardarla.
“Vedo che non sei cambiato affatto, sei sempre rimasto lo stesso
bambino viziato che eri dieci anni fa. Oltre ad essere un imbecille
patentato e maleducato che non guarda nemmeno chi lo saluta”
sogghignò Andrea.
“Senti da che pulpito” replicò Sirius irritato.
‘Toglietemela da davanti gli occhi se no la uccido!’ pensò Sirius.
“Andy, quando sei tornata?” chiese Lily.
“Ieri sera” rispose lei sorridendo e distogliendo lo
sguardo dalla figura di Sirius…ops di
quell’egocentrico-sono il migliore del mondo-Black.
“E dove vivi?” chiese Rem.
“Al Paiolo Magico” rispose la bionda.
Remus scoccò a Sirius un’occhiata che gli fece venire i
brividi e un ghigno malandrino “Andy, perché non vai a
sistemarti da Sirius che ha una stanza in più per gli
ospiti?”
Sirius gli lanciò uno sguardo assassino.
Andrea guardò Black. Beh, avrebbe potuto torturarlo un po’…giusto un pochetto…
“Per me va bene se Black non ha nulla in contrario…”
Sirius sempre con le braccia incrociate e lo sguardo fisso su Rem come
per farlo a pezzi non poté fare altro che dire
“D’accordo, basta che non invadi il mio territorio”.
“Per ‘tuo territorio’ intendi la tua camera da letto
che ovviamente è off-limits…a parte il fatto che non ci
metterei i piedi comunque, si sa mai chi potrei
incontrare…” Andrea aveva un’espressione divertita
sul viso.
“Poi Sirius non vive più da solo da alcune settimane” disse James.
“Davvero? E chi ha accettato di stare da lui?” Andrea guardò l’amico curiosa.
“Teddy Evans, è quel ragazzo che sta laggiù, quello coi capelli neri” rispose James.
Andrea spalancò la bocca “Ti prego, non dirmi che Black si è riprodotto!”
“No, sono simili ma non sono parenti” rispose Lily.
“Meno male, non so se sarei riuscita a sopportare due Black, ne
basta uno solo a mandarmi sui nervi” commentò Andrea.
Sirius fece finta di non ascoltarla, altrimenti avrebbero litigato come
al solito. Una cosa era sicura, Remus gliel’avrebbe pagata cara.
Come avrebbe fatto a sopportare quella specie di vipera? Ecco dove
doveva andare, tra i Serpeverde, non nei Corvonero. Il Cappello quella
volta aveva sbagliato clamorosamente. Sbuffò. Sapeva che da quel
momento era iniziata la battaglia BlackVSDavis. Chi l’avrebbe
spuntata?
Ricordava come se fosse ieri la prima volta che l’aveva
incontrata, nell’ufficio degli Auror, lei aveva appena finito gli
studi a Hogwarts col massimo dei voti.
Lui invece era Auror da ormai 10 anni.
Era il 23 novembre 1986. Stava
compilando delle carte riguardo all’ultima ispezione di Notturn
Alley fatta con Frank e James. Era annoiato a morte, aveva sempre
preferito l’azione al compilare inutili cartacce. In quel momento
la porta dell’ufficio si aprì lasciando entrare
l’allora Capo degli Auror, Steven Stebbins e una ragazza bionda
molto carina. I due si avvicinarono verso di lui. Dallo sguardo
spaesato della ragazza capì che era una nuova, gli sembrava un
po’ troppo giovane però…
“Andrea questo è Sirius
Black. Black questa è Andrea Davis, un nuovo elemento” li
presentò Stebbins.
“Piacere” borbottò
Sirius distrattamente stringendo la mano candida della ragazza che era
leggermente titubante.
“Tu sei il cugino di Dora?” chiese quella inaspettatamente.
Sirius a quel punto alzò lo sguardo e la guardò con più attenzione “Sì, perché?”
“No così, siamo molto amiche. Anche lei vuole fare il corso per Auror” Andrea arrossì leggermente.
“Che tu ovviamente ha fatto in tre mesi” disse Stebbins orgoglioso.
“Cosa?!” Sirius guardò la ragazza incredulo.
3 mesi? Come cavolo aveva fatto?
“È un elemento intelligente e molto valido” aggiunse Stebbins.
“Posso sapere in cosa di specifico?” chiese curioso.
“Strategie di guerra. È
veramente formidabile. Hai presente il piano che ha portato alla
cattura di tre Mangiamorte a Notturn Alley?”
Eccome se ci aveva presente, era
assolutamente un piano ben congegnato che non metteva a rischio alcuno
né la vita dei civili né quella degli Auror stessi.
“Beh, è tutta opera sua” trillò Stebbins felice.
Sirius la guardò a bocca
aperta mentre lei, per l’imbarazzo, aveva abbassato lo sguardo ed
era arrossita un pochino.
“Allora Davis, la tua scrivania
è quella di fianco a Black. Questo è un fascicolo dove
abbiamo scoperto ci sarà un attentato. Studia tutto e fa un
piano efficace. Ora vado, vi lascio lavorare” Stebbins era
così scomparso oltre la porta.
Andrea aveva preso il fascicolo, lo
aveva aperto e stava scrutando tutto con la minima attenzione. Sirius
le lanciò qualche occhiata di striscio, era molto scrupolosa, si
vedeva che notava anche il più piccolo dettaglio.
Nel lavoro era attenta a
professionale, nella vita era spiritosa e allegra, proprio come lui,
forse era per questo che non si sopportavano. Inoltre lei era stata
l’unica a tenergli testa oltre a James. Ricordava perfettamente
come, dopo due anni di punzecchiature varie, lei era arrivata nel suo
ufficio con una scatola grigia in mano.
L’aveva guardata confuso “E quella?”
“Me ne vado. Accompagno mia
madre in America a New York, non sta molto bene” aveva detto lei
raccogliendo le sue cose senza guardarlo.
“Mi dispiace” era riuscito solamente a dire.
“Stebbins a malincuore mi ha
concesso il trasferimento. Sai Sirius, credo che non ci rivedremo
più. Fammi solo un favore, salutami tutti gli altri, a me non
piacciono gli addii” disse con un sorriso stentato che non le
aveva mai visto.
“Ok. Diciamo che è stato divertente e insopportabile lavorare con te” Sirius cercò di sorridere.
“Lo stesso vale per me, eterno bambino” replicò Andrea sorridendo divertita.
“Ehi, allora tu sei…”
“Cosa?”
“Una eterna rompiscatole so-tutto-io” Sirius ghignò, sapeva quanto detestava essere chiamata così.
“Black, non costringermi a
tirarti addosso il barattolo delle matite, potresti farti molto
male…” Andrea lo guardò con espressione minacciosa.
Quella non era la prima volta. Era un miracolo se non litigavano per 36 ore…
Non era minimamente spaventato dalla
faccia irata della quasi ex collega. Diciamo che ormai c’era
abituato, dopo due anni…
“Beh io me ne vado. Diciamo che
è stato…interessante lavorare con te” Andrea prese
la scatola ora piena dei suoi effetti personali.
“La stessa cosa vale per me” Sirius le sorrise sornione.
“A mai più rivederci Black” lo salutò Andrea.
“A mai più rivederci Davis” Sirius la vide scomparire per quello che credeva essere per sempre.
Invece adesso era tornata solo per rendergli di nuovo la vita insopportabile…
Perché doveva essere così sfigato? Che aveva fatto di
male per meritarsi questo? Questa doveva essere stata tutta opera di
Walburga che anche da morta doveva rovinargli la vita. Quella vecchia
strega!
ANGOLO AUTRICE:
Ecco l'arrivo del nuovo
personaggio che mischierà le carte in tavola...questo capitolo
è più incentrato su Sirius ma il prossimo sarà
tutto su Harry e Ginny e il loro apputamento nel bagno. Che ne pensate
di questo capitolo? Andrea l'ho descritta identificandola con Reese Witherspoon.
Spero che questo chap vi renda il ritorno a scuola più
dolce...(anche se io sono a casa sia oggi che domani per bufera di
neve!)
Lady blue, Finleyna 4 Ever, Lily Evans 93, piccola_puffola, sihu, Prototipe_89, chichetta99, kia88oc, Miss Rainbow:
grazie per avermi perdonata e per aver recensito. Spero che questo
capitolo vi sia piaciuto e grazie anche per i complimenti!! Ciaooo!!
Baci!!!
Deidara: se lo dici tu
che sono stata abbastanza brava ti credo...stavolta sono stata rapida a
postare il capitolo che ovviamente spero ti piaccia. Qui si vede Piton
che entra in azione...povero, Silente non lo lascia in pace nemmeno
qui...dimmi che ne pensi anche del nuovo personaggio. Ciaooo!!
PrincessMarauders:
grazie, sono contenta di averti ispirato con la mia ff e che ti piaccia
così tanto! Che ne pensi di questo chap?? Ciaoo!! Baci!!!
ragazzasilenziosa:
sì, ho cercato di non farlo troppo sdolcinato perchè a me
non piacciono, mi fanno venire il diabete...diciamo che è una
mia piccola allergia. Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso
capitolo, di questo cosa ne pensi? Ciaoo!! Baci!!!
erikappa: c'è un
motivo se Harry la baciata sul collo e non sulla bocca, lo capirai nel
prossimo capitolo incentrato su Harry e Ginny...cmq i baci sul
collo sono molto intimi e per loro due mi sembravano più
appropiati che dei semplici baci sulla guancia che si danno di solito
gli amici. Per quanto riguarda l'argomento di conversazione dei
Malandrini riguardava sia la faccenda di Remus sia l'appuntamento,
stanno cercando di capire chi è la misteriosa ragazza di Teddy
anche se per il momento sono in un vicolo cieco...ti piace questo nuovo
capitolo?? Ciaooo!! Baci!!!
Al prossimo capitolo
Nikki Potter
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Capitolo 14 *** Sei solo tu...sei dentro me ***
Dimensione Parallela13
Capitolo dedicato a tutti coloro che hanno recensito lo scorso chap...GRAZIE!!!
La riunione era finita. Harry non
aveva ascoltato granché, per non dire quasi niente. Erano tutte
cose che già sapeva, la storia di Remus e gli Horcrux. La sua
mente vagava sempre su una ragazza dai capelli rossi che lo aspettava
non molto lontano da lì…
Si alzò in piedi e raggiunse Sirius “Io vado a farmi un
giro, non ho ancora visitato Hogwarts all’interno…”
Che bella scusa, la conosceva come le sue tasche quella scuola, forse meglio di Sirius stesso.
“Ok, occhio a non farti beccare da Gazza…” gli suggerì Sirius.
Poteva vedere nei suoi occhi una punta di curiosità.
“Tranquillo, ho i miei mezzi per non farmi sgamare” rispose cercando di rassicurare il padrino.
Sirius annuì.
“Ehi, non me lo presenti?” chiese una voce da donna che riconobbe come quella nuova.
Silente all’inizio della riunione aveva detto che si
chiamava…se non si sbagliava Andrea Davis. Nome insolito per una
ragazza.
Sirius sbuffò “Teddy lei è Andrea Davis, Davis lui è Ted Evans”.
Strinse la mano della donna. Davvero molto carina. Ma la sua testa era ormai presa totalmente da un’altra ragazza…
“Lei verrà a stare da noi per un po’…” disse Sirius esitante.
Sperava quasi che Teddy si ribellasse, invece disse solo “Ok, nessun problema”.
“È decisamente diverso da te Black. Molto più educato e simpatico…”
Harry sbuffò impaziente “Beh io me ne vado, a dopo”.
Con la netta impressione che non l’avessero sentito, Harry
sgattaiolò fuori lasciandoli immersi nel loro bisticcio. Quando
fu abbastanza lontano e si fu assicurato di non essere visto da nessuno
indossò il Mantello dell’Invisibilità che
l’avrebbe protetto per il resto del tragitto. Nel frattempo
pensava…cavoli, era nervoso e teso come la corda di un violino.
Aveva paura che lei gli sfuggisse via dalle mani come acqua, non poteva
perderla, era troppo preziosa. Nessuno gli aveva mai fatto battere il
cuore in quel modo, sembrava quasi che prima o poi sarebbe scoppiato
tanto aveva il battito accelerato al solo pensiero che di lì a
poco l’avrebbe rivista di nuovo…
La sera prima non aveva dormito per niente, pensava sempre a lei in continuazione, ormai era diventata la sua droga…necessaria come l’aria…
Percorse con trepidazione gli ultimi metri che gli mancavano fino a quando si fermò davanti al gargoyle di pietra.
‘Non farti prendere dal panico, andrà tutto bene…’
Lo ripeteva come un mantra, cercando più che altro di
convincere se stesso e di calmarsi, ma con evidenti scarsi risultati.
Respirò a fondo “Menta piperita”.
Il gargoyle si spostò per concedergli il passaggio.
Fece un altro respiro ed entrò.
Il bagno era bello e immenso come se lo ricordava lui. La vasca, o
forse era meglio definirla piscina, era gigantesca e rotonda ma
completamente vuota. In effetti non era venuto lì proprio per
farsi un bagno…
“Finalmente sei arrivato…”
La sua voce dolce gli arrivò al cuore, alla sua destra, seduta su un divanetto bianco c’era lei, il suo angelo.
Quando incontrò il suo sguardo il suo cuore aumentò i battiti e un sorriso spontaneo gli nacque sulle labbra.
All’improvviso si sentiva l’uomo più felice sulla Terra…
Lentamente la raggiunse e si sedette di fianco a lei.
“Scusa, la riunione è appena finita”.
Ginny gli sorrise “Non importa, non è colpa tua. Comunque
non siamo qui per parlare della riunione, siamo qui per
parlare…”
Si bloccò, come doveva continuare?
“Di noi ” completò lui che sorrise.
Ginny arrossì e se non fosse stata seduta dubitava che sarebbe
rimasta in piedi dopo quel sorriso bello da mozzare il fiato.
Alzò quasi senza nemmeno accorgersene una mano e la posò
sulla sua guancia, accarezzandogliela dolcemente.
Harry chiuse gli occhi a quel contatto che gli provocava brividi lungo
la schiena. Posò la mano su quella di lei che gli accarezzava il
volto. Era bello averla così vicina…
“Sono convinta che dovresti avere gli occhi verdi…” disse Ginny a bassa voce.
Era lui, ne era sicura. Era lui il ragazzo che sognava tutte le notti,
con magnifici occhi verdi e capelli neri spettinati. Doveva essere lui,
Harry…
Lui aprì gli occhi di scatto “Cosa?”
Che lei sapesse…no, era impossibile, l’unica persona che
l’aveva visto come Harry Potter era Remus, perciò era
escluso che lei sapesse qualcosa.
Poi qualcosa si mosse dentro di lui, lei si stava innamorando di Ted
Evans, una persona che in realtà non esisteva…questo era
uno dei motivi per cui non l’aveva baciata a Hogsmeade, non
poteva sporcare un essere così puro con le sue menzogne.
Tuttavia la consapevolezza che lei si stava innamorando di una persona
che non era lui gli fece provare una fitta di dolore al petto,
all’altezza del cuore…che aveva sopportato infinite
sofferenze, pieno di ferite…il suo cuore che ormai apparteneva
tutto a lei…
“Harry…”
La sua voce melodiosa gli arrivò alle orecchie provocandogli una scarica elettrica. Il suo vero
nome detto dalle sue labbra era la cosa più meravigliosa che
avesse mai sentito. Alzò gli occhi sorpreso. Lei lo fissava
sorridendo.
“Tu sei Harry, vero?”
Aprì la bocca stupito ma non ne uscì alcun suono
così la richiuse. Era inutile mentire ancora, così
annuì. La vide sorridere raggiante.
“Io ti ho sognato parecchio nelle ultime settimane” Ginny lo fissò negli occhi.
Quegli occhi erano sbagliati, dovevano essere di un bel verde
brillante…erano stati quegli occhi a dirle la verità, ma
non era minimamente arrabbiata, semmai il contrario; traboccava di
felicità, le sembrava di toccare il cielo con un dito.
Harry la guardò incuriosito…lei sapeva…era inutile
fingere, con lei non ne era mai stato capace e dubitava di essere
migliorato…per lei era sempre stato un libro aperto.
“Io sono Harry. Harry Potter”.
Si aspettava un’espressione sorpresa, stupita, invece vide Ginny sorridere.
“Posso vedere il tuo vero aspetto?”
Si aspettava di tutto, domande sul suo passato, sul perché aveva mentito sulla sua identità, tutto ma non quello.
Troppo stupito per dire qualcosa annuì prendendo gli occhiali
dalla tasca dei jeans, li ingrandì con un colpo di bacchetta e
li indossò. Poi chiuse gli occhi concentrandosi, li
strizzò un pochino e poi li riaprì.
Vide Ginny con la bocca leggermente aperta guardarlo e respirare rumorosamente.
Era stata una pessima mossa, non doveva farlo, ora era spaventata…
“Sei…sei bellissimo…”
La guardò confuso, nessuno gli aveva mai detto che era
bellissimo…si passò una mano tra i capelli per verificare
che fossero disordinati. Tutto normale, non si era trasformato in un
altro…
Le parole gli uscirono spontanee, naturali…
“Tu sei l’unica che è riuscita a farmi battere il
cuore così…” le prese la mano e
l’appoggiò sul suo petto dove si potevano sentire molto
chiaramente qui battiti che sembravano suoni sordi tanto erano forti.
Ginny gli sorrise “È lo stesso effetto che fai tu a me”.
“Davvero?”
Ginny annuì.
I loro visi erano così vicini che i nasi quasi si sfioravano.
Lei con una mano gli accarezzò di nuovo il volto lentamente. I loro respiri si mischiarono.
Harry annullò la distanza tra di loro.
Posò le labbra su quelle morbide e calde di Ginny per un bacio
dolce e delicato. Dopo qualche secondo si staccò e
osservò l’espressione della rossa. I suoi occhi color
cioccolato brillavano e avevano una scintilla che la rendeva ancora
più bella.
Esitante si avvicinò e la baciò di nuovo.
Le sue incertezze si frantumarono quando la sentì circondargli
il collo con le braccia e schiudere le labbra per consentirgli
l’accesso alla sua bocca.
Le loro lingue giocarono a una danza sconosciuta a tutti tranne che a loro. Presto il bacio divenne passionale, quasi famelico.
Harry la strinse di più a sé, aveva bisogno del suo
contatto. Si staccarono solo quando le loro riserve di ossigeno aveva
raggiunto il limite. Entrambi ansimavano ed erano leggermente rossi e
accaldati.
Appoggiò la fronte su quella della rossa e chiuse gli occhi abbracciandola ancora più forte.
Ginny istantaneamente sorrise. Le sembrava tutto un sogno ma Harry era
lì, con lei e i loro cuori battevano insieme, all’unisono
e qualcosa le diceva che sarebbe stato così per sempre.
*
Severus Piton si stava annoiando a morte.
Perché cavolo Evans era andato in bagno? Era da quasi
un’ora che aspettava lì fuori come un perfetto idiota
nascosto dall’incantesimo di Disillusione e aveva già
beccato tre studenti (un Grifondoro e due Tassi) che gironzolavano
oltre l’orario e non aveva potuto punirli…che
frustrazione!
Eccone un altro…Dennis Canon…inutile dire che era un
Grifondoro, i Serpeverde almeno avrebbero cercato di non farsi scoprire
come dei principianti…
Anche quello se ne andò cercando di fare meno rumore possibile…
Sbuffò. Guardò di nuovo
l’orologio…perché aveva accettato il compito di
Silente? Finora non aveva scoperto niente che potesse tornare utile, a
parte il fatto che quel ragazzo era un vero mistero vivente…
Sbuffò di nuovo, la sua pazienza ormai aveva superato il livello limite…
Proprio in quel momento vide la porta aprirsi e uscire Evans con in
mano quello che doveva essere un Mantello
dell’Invisibilità. Lo vide guardarsi intorno e indossarlo
scomparendo così dalla sua vista. Vide poi uscire un’altra
persona: Ginevra Weasley, settimo anno, Capitana del Grifondoro.
Ghignò. Evans e la Weasley…così quei due si frequentavano…
Per la prima volta da quando lo aveva incontrato Evans si stava comportando da umano.
Questo non lo avrebbe detto a Silente, dubitava che gli potessero interessare gli affari sentimentali di quel ragazzino…
Fece un sorriso amaro: inspiegabilmente quei due gli ricordavano
un’altra coppia il cui amore era nato proprio tra le mura di
Hogwarts 21 anni prima…Lily Evans e James Potter. Due Grifondoro
nell’anima e nel cuore.
*
James accarezzò dolcemente i capelli di sua moglie prima di addormentarsi.
Da qualche giorno cominciava a immaginarsi il viso di suo figlio…Harry…
Non riusciva ancora a credere che era vivo…eppure un sentimento
si era fatto più spazio nel suo cuore: la speranza.
Ora oltre a sua moglie e i suoi amici aveva un’altra ragione per
cui combattere, suo figlio. Non avrebbe permesso che gli venisse fatto
del male un’altra volta, non avrebbe commesso lo stesso errore di
abbassare la guardia…
Non avrebbe retto un’altra volta a quell’ondata di dolore che l’aveva sommerso quella sera di Halloween.
Harry, dove sei? Spero solo che tu stia bene e sia felice…
James sorrise guardando la mezzaluna che si vedeva dalla finestra e illuminava la stanza di luce argentea.
Non sapeva che un altro ragazzo uguale a lui e dagli occhi verdi stava
ammirando come lui la luna prima di addormentarsi col sorriso sulle
labbra.
ANGOLO AUTRICE:
finito anche questo capitolo!!! E finalmente si sono baciati direte
voi... Scusate il piccolo ritardo ma Gennaio è un mese da
suicidio...maledetta scuola!! Nel prossimo capitolo ci saranno i
Malandrini, la nuova recluta Andrea, ovviamente Harry e alcune
novità.
Il mio Harry è decisamente più sveglio di quello della
Rowling e devo dire che così mi piace di più...che ne
pensate dei due piccioni?? Aspetto i vostri commenti. Ciao!!!!
Ringrazio i 146 che hanno messo questa ff tra i preferiti.
E ovviamente ringrazio per aver recensito anche: Princess Marauders, ragazzasilenziosa, Finleyna 4 Ever, Deidara, erikappa, chichetta99, Miss Rainbow e Yum.
Al prossimo capitolo
Nikki Potter
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Capitolo 15 *** Non lasciarmi...ho bisogno di te ***
Dimensione Parallela13
Capitolo dedicato a tutti i lettori e a coloro che recensiscono!!!
Era passata più di una
settimana da quando lui e Ginny si erano messi insieme…la
settimana più bella della sua vita. Continuavano a mandarsi
lettere a qualsiasi ora, anche a notte fonda.
Inoltre da quando era arrivata Andrea continuava a ridere…i
battibecchi tra lei e Sirius erano a dir poco spettacolari e
assolutamente esilaranti.
Era seduto sul letto quando all’improvviso, dopo un mese, la
cicatrice bruciò di nuovo. Con un gemito di dolore si
portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi. Nello stesso
istante vide davanti a sé tre Mangiamorte sfocati: capì
che senza volerlo era entrato nella mente di Voldemort, non del tutto
(ecco perché vedeva sfocato) ma abbastanza per sapere cosa
stava succedendo.
“Voglio Olivander, lo voglio vivo! Portatemelo qui” disse Harry/Voldemort.
“Subito Signore” disse Barty junior.
Lui e i due compari scomparvero con un crac. Harry aprì di scatto gli occhi e si alzò.
Doveva fermarli a qualsiasi costo…prese
un mantello nero e mise il cappuccio in modo da nascondere il viso. Poi
si mise gli occhiali e assunse il suo vero aspetto. Se fosse andato
come Ted Evans ci sarebbero state troppe domande a cui rispondere, ad
esempio come faceva a sapere prima di tutti quello che stava
succedendo...meglio non correre rischi. Senza perdere tempo si
smaterializzò con un crac.
Diagon Alley sembrava deserta, tutti per evitare di passeggiare per
strada si materializzavano da un negozio all’altro. Corse in
avanti e si piazzò davanti alla porta del negozio di bacchette
di Olivander. Per entrare avrebbero dovuto passare sul suo cadavere.
Dopo pochi secondi tre crac ruppero il silenzio. Davanti a lui
comparvero tre figure incappucciate, quella in mezzo era Barty junior.
Questi lo fissarono per un minuto senza dire una parola. Quando videro
che non si spostava tirarono fuori le bacchette. Harry alzò la
sua mettendosi in guardia in posizione di difesa.
“Spostati ragazzino se non vuoi fare una brutta fine” a parlare era stato Barty ce fece un passo verso di lui.
Harry ghignò “Qui quelli che rischiano di farsi male siete voi”.
“Non innervosirmi ragazzo, spostati è il mio ultimo avvertimento” Barty era chiaramente irritato.
Sentì l’adrenalina scorrergli nelle vene, era da un
po’ che non combatteva e aveva proprio voglia di sgranchirsi un
po’.
“Andatevene se non volete che vi faccia a pezzi”.
I due Mangiamorte ai lati di Barty fecero un passo indietro, avevano
sentito la potenza straordinaria dell’aura magica del loro
avversario e ne erano spaventati. Barty invece ne sembrava quasi
eccitato.
Harry vide la punta della bacchetta di Crouch diventare sempre
più blu, sentiva l’incantesimo che stava per arrivare, e
infatti…
“Diffindo!”
“Protego!” l’incantesimo cozzò contro lo scudo protettivo.
Barty barcollò tanto era potente lo scudo. “Stupeficium!”
“Protego!” Harry parò di nuovo l’attacco. “Incarceramus!”
Barty si scansò “Imperio!”
Harry si spostò di lato e l’incantesimo colpì la vetrina del negozio di Olivander riducendola in frantumi.
“Depello!”
Barty si spostò appena in tempo, nel punto della strada dove
prima si trovava ora c’era un buco causato da un potente acido.
“Ehi voi due, datemi una mano, idioti!” gridò Barty ora non più tanto sicuro di sé.
Harry ghignò. Parò tutti i loro attacchi senza nessuna
difficoltà anche se era in chiara minoranza numerica.
“Petrificus Totalus!”
Barty cercò di coglierlo di sorpresa senza successo “Protego!”.
“Ehi voi, tre contro uno non è valido, non vi pare?”
Harry riconobbe quella voce senza bisogno di voltarsi…Sirius…
“Già, per niente corretto…” James…
“Ma guarda chi c’è…i due Potter, Black,
Moody, Lupin, Davis e Tonks” commentò Crouch sprezzante.
Harry sentì lo sguardo curioso di Sirius posarsi su di lui ma lo ignorò.
Sirius lo scrutò, non riusciva a vederne il volto ma si capiva che era un ragazzo.
“A proposito ragazzino, tu chi saresti? Non mi pare che tu mi
abbia detto chi sei…” notò Barty con un ghigno.
Harry lo fissò gelido “Non credo che siano affari tuoi…”
“Ma che modi…dalla voce potresti benissimo passare per Potter…” commentò Barty.
“Vuoi combattere o fare salotto?” replicò Harry sprezzante.
“Ma che sarcasmo, Black ti ha per caso dato qualche lezione?”
“Crouch mi hai stancato, devo forse dedurre che non vuoi combattere perché hai paura di me?”
Lo sguardo di Barty si infiammò “Questo mai. Avada Kedavra!”
Harry si chinò con un ghigno divertito sulle labbra “Puntus Pein!”
Il Mangiamorte alla destra di Crouch, preso alla sprovvista, fu colpito
al braccio. Quello emise un gemito di dolore. Era come sentire
centinaia di spilli che ti perforavano la carne fino alle ossa.
“Vigilanza costante. Prima regola del codice uno degli Auror, non te l’hanno mai insegnato?”
I componenti dell’Ordine, Moody in particolare, lo guardarono con attenzione.
“Chi sei, un Auror che si diverte a nascondersi?” chiese Barty arrabbiato e curioso insieme.
“No, sono quello che renderà la vita del tuo Padrone un
inferno” rispose Harry con un ghigno. “Stiamo per avere
compagnia” la cicatrice bruciò come segnale.
Dopo un paio di secondi con dei crac comparvero altri sette o otto
Mangiamorte. Iniziarono diversi duelli, Harry e Barty continuarono a
combattere lanciandosi incantesimi di diverso tipo.
Dopo diversi minuti Sirius aveva steso il suo avversario con un potente
schiantesimo. Stava correndo in avanti per aiutare Andrea senza
accorgersi che un Mangiamorte gli era spuntato all’improvviso
alle spalle.
“Avada…”
Per Harry fu un attimo, senza pensarci due volte “Sectumsempra!”
Il Mangiamorte cadde a terra perdendo una grande quantità di sangue all’altezza del petto.
Sirius si voltò verso di lui con gratitudine evidente sul viso.
Ma per salvare lui si era distratto… “Crucio!”
Harry cadde a terra contorcendosi e cercando di non urlare, con scarso successo.
“Stupeficium!” tre incantesimi colpirono Barty
contemporaneamente e lo sbalzarono lontano facendogli perdere i sensi.
“Tutto bene?” Sirius si avvicinò più degli altri.
“Sì, tutto apposto, tranquillo”.
“Ehi tu…”
Harry si voltò verso un’altra figura incappucciata. Rosier.
Ingaggiò un altro duello anche con lui. Dopo alcuni minuti
sentì un freddo famigliare pervaderlo e raggiungerlo fino alle
ossa. Vide tutti i Mangiamorte scomparire con dei crac.
Iniziò a sentire nella sua testa un fischio acuto…erano in tanti, centinaia…
E sapeva che volevano lui, ancora una volta.
Sentì alcune voci esclamare “Expecto Patronum!” con poca convinzione. Pensavano tutti di essere spacciati.
Si sentiva improvvisamente debole, svuotato…cadde in ginocchio
tenendosi la fronte. Sentiva già sua madre urlare il suo nome
continuamente…per di più la cicatrice bruciava, gli
sembrava di avere un tizzone ardente sulla fronte.
Sentì le urla di sua madre molto più forti e qualcuno
sollevarlo delicatamente verso l’alto. Il respiro gli diceva che
era un Dissennatore. Sentì il cappuccio scivolargli via
dolcemente e lasciarlo quasi scoperto al suo destino.
Poi sentì una voce remota, un grido disperato… “Harry!”
Non sapeva se qualcuno l’aveva chiamato davvero o se era solo
frutto della sua immaginazione, ma il sentire il suo nome gli fece
tornare in mente che non poteva perdere…non poteva lasciarli,
non ora che erano con lui…
I volti sorridenti dei suoi genitori, di Sirius, Remus, Ron, Hermione e
Ginny comparvero a ricordargli che non poteva cedere…
“EXPECTO PATRONUM!”
Tutti si portarono una mano al volto, una luce accecante li aveva
investiti in pieno. Dopo pochi secondi Sirius sollevò lo sguardo
assieme a James e Remus.
Tutti e tre fissarono l’animale argenteo che sprigionava tutta quella luce…era un cervo.
“Quello…quello sono io…” proruppe James quasi per avere una conferma.
“Sì” riuscì solo a dire Sirius.
Il cervo aveva allontanato tutti i Dissennatori e ora stava trotterellando e tornando verso di loro, verso il suo creatore.
James sussultò. Il suo sguardo si posò sul ragazzo che
ora tendeva la mano verso il cervo, quasi con dolcezza…
Era identico a lui quando aveva vent’anni in meno. Ne era sicuro, non poteva sbagliarsi…
Quasi a confermare i suoi pensieri Remus sussurrò “Harry…”
Quello era suo figlio…il suo Harry…
Gli occhi si fecero lucidi e la voglia di piangere sopraggiunse ma riuscì a dominarla.
Videro Harry accarezzare dolcemente il muso del cervo e sussurrare qualcosa prima che scomparisse con un guizzo.
Harry si voltò lentamente verso di loro. Sul viso aveva
disegnato un mezzo sorriso e un ghigno malandrino del tutto identico a
quello del padre. Lily si portò una mano alla bocca commossa,
era così bello e stava bene…
All’improvviso nelle menti dei Malandrini e di Lily la voce che
riconobbero all’istante come quella di Harry, in quanto molto
simile a quella di James, disse “Vi voglio bene. Tornerò
molto presto, ve lo prometto”.
Poi lo videro fare un cenno e sparire con un crac lasciandoli felici e commossi.
*
Harry era comparso nella Stamberga Strillante. Per coprirsi agli occhi
altrui aveva applicato su se stesso l’incantesimo di
Disillusione. Aveva percorso tutto il tunnel fino a spuntare nel parco
della scuola. Il silenzio della notte lo tranquillizzava. Con passo
sicuro attraversò il parco e raggiunse il portone. Con un cenno
della mano la serratura scattò e silenziosamente scivolò
dentro. Chiuse piano il portone e si incamminò verso la sua
meta. Nessuno poteva vederlo ma lui poteva vedere gli altri.
Incontrò la McGranitt che faceva la ronda, poi vide Piton. Ma
lui non faceva da guardia, era appoggiato al muro e sul viso aveva
un’espressione pensosa. All’improvviso alzò lo
sguardo nella sua direzione, per un attimo si guardarono negli occhi,
nero contro verde…senza nemmeno accorgersene trattenne il
respiro, aveva paura, sembrava quasi che l’avesse visto…
Ma poi Piton si allontanò profondamente turbato. Espirò
profondamente decisamente più tranquillo. Continuò il suo
percorso fermandosi davanti al gargoyle di pietra. Qui cominciò
a sparare tutti i dolci che gli venivano in mente, niente.
Sospirò frustrato, cosa cavolo aveva inventato Silente stavolta?
Un’idea assurda gli saltò alla mente…
“Harry Potter”.
Con sua enorme sorpresa il gargoyle si spostò per lasciarlo
passare. Però, Silente aveva avuto una buona idea, nessuno a
parte quelli dell’Ordine sapevano che lui era ancora vivo…
istintivamente sorrise. Salì le scale a chiocciola e si
fermò davanti alla porta dell’ufficio del preside. Sapeva
che era vuoto, aveva visto la mappa prima di partire e Silente stava
dormendo beato nella stanza di fianco all’ufficio. Doveva fare
più silenzio possibile, sapevano tutti che gli anziani avevano
il sonno particolarmente leggero, e visto che Silente era molto avanti
con l’età…
Con lentezza e attenzione aprì la porta ed entrò.
Ammirò per un istante la bellezza dell’ufficio e poi
raggiunse la libreria. Allungò una mano e prese quello che
sembrava un mucchio di stracci ed invece era il Cappello Parlante.
Lo guardò per un attimo e poi lo indossò.
…Harry Potter? Ma che piacere…
Sì sono io…sai perché sono qui, vero?
Certamente…è giusto che
tu l’abbia, visto che la userai per scopi nobili, quali riportare
la pace in questo mondo…
Grazie…
E di cosa? Ti spetta di diritto, tu sei l’erede di Grifondoro…
Aprì gli occhi di scatto, lui era cosa?
Non lo sapevi, vero? Nemmeno tuo padre lo sa…sono sicuro che è molto orgoglioso di te…
Gli voglio molto bene, a lui e agli altri…
Sì ma tra te e lui
c’è un legame speciale, particolare…siete molto
simili…più di quanto credi…
Grazie…non dire a nessuno cosa sono venuto a prendere qui, è importante che nessuno sappia…
Hai la mia parola Harry Potter…buona fortuna…
Sentì un peso sulla testa, si tolse il cappello e sfilò
da esso una spada bellissima e lucente, la spada di Godric Grifondoro.
Ripose il cappello al suo posto, con la bacchetta rimpicciolì la
spada e uscì dall’ufficio cercando di fare attenzione.
Scese le scale e si ritrovò nel corridoio. Camminò fino a
quando sentì delle voci. Si appoggiò al muro e si
fermò ad ascoltare.
“Sono preoccupato per mia madre, devo fare qualcosa, non posso
lasciarla nella mani di quei pazzi…mio padre è sotto la
maledizione Imperius di Bellatrix, altrimenti avrebbe già
trovato un modo per salvarla…”.
“Draco calmati, sono sicura che riusciremo a trovare un
soluzione. Io, mia sorella e gli altri ci stiamo già
pensando…andrà tutto bene”.
Draco Malfoy era con una ragazza che lui sapeva essere la sorella di
Daphne, Astoria Greengrass. Lei lo abbracciò forte mentre lui
iniziava a piangere sulla sua spalla.
Con la sensazione di non dover assistere oltre a quella scena intima si
allontanò raggiungendo il portone e uscendo nel parco, dove il
vento gli sferzò il viso e gli scompigliò i capelli. Ora
doveva tornare a casa, da Sirius e Andrea…
Rifece di nuovo tutto il tunnel sbucando di nuovo nella Stamberga. Da lì si smaterializzò con un crac.
*
Stava scrivendo una lettera a Ginny quando Sirius piombò in camera come una furia.
“Hai litigato di nuovo con Andrea?” gli chiese senza nemmeno alzare lo sguardo.
“James è al San Mungo” disse Sirius tutto d’un fiato.
Quello parole lo trafissero. Le mani iniziarono a tremargli tanto che
la piuma gli cadde sporcando tutto il foglio di pergamena di inchiostro.
Si voltò verso Sirius, gli occhi grigi erano arrossati, doveva aver pianto…
“Cos’è successo?” sentiva la sua voce lontana e bassa.
“È stato colpito da dei Mangiamorte, eravamo in
missione…” Sirius si coprì il viso con le mani non
riuscendo a dire altro.
“No…” sussurrò a voce così bassa che nessuno lo sentì.
Si alzò di scatto, prese Sirius per un braccio e si smaterializzarono al San Mungo nella sala d’ingresso.
C’era la fila. Se ne fregò altamente e raggiunse il bancone dove si trovava una strega bionda.
“Ehi tu, fai la fila…”
Si voltò con espressione inferocita verso il mago che aveva
avuto la sventura di dire quelle parole. Il poveretto trasalì e
non fiatò.
“Signorina, voglio sapere dove si trova James Potter. Adesso” disse ad alta voce.
“Quarto piano, primo corridoio a destra” disse quella con paura.
Doveva avere una faccia veramente spaventosa, non gliene fregò niente.
Velocemente, seguito da Sirius, si diresse nella direzione indicatagli.
Il suo cuore aumentava a mano a mano i battiti…doveva stare
bene…non se lo sarebbe mai perdonato altrimenti.
Si fermò quando vide Lily seduta su una sedia piangere. No…no…
La raggiunse quasi correndo, lei sentendolo alzò lo sguardo. Si alzò e lo abbracciò “Teddy!”
“Lily…come sta?”
Sua madre si staccò per guardarlo “Molto male, hanno
appena finito di operarlo ma non sanno se passerà la
notte…”
Sbiancò. Il mondo gli crollò addosso di nuovo. Suo padre…suo padre stava morendo…
Crollò su una sedia senza forze. Si portò le mani nei
capelli e rimase così per un po’, non sentì le
parole di Sirius e sua madre, non salutò nessuno degli amici
appena arrivati, sembrava perso nel suo mondo. Nella testa solo un
pensiero fisso…suo padre e tutti i momenti passati
insieme…
Non poteva lasciarlo solo ancora una volta…non poteva, non ce
l’avrebbe fatta a reggere ancora altro dolore…due lacrime
uscirono dai suoi occhi.
All’improvviso si alzò.
“Torno subito, devo stare un attimo da solo”.
Sirius, l’unico che l’aveva sentito, annuì.
Velocemente percorse tutto il corridoio e scese le scale.
Attraversò la sala d’ingresso e si smaterializzò
nella sua camera. Chiuse la porta a chiave e la insonorizzò. Si
avvicinò alla sua scrivania e prese la piuma che gli era caduta
e la gettò per terra. Preso da un impeto di rabbia
scaraventò tutto a terra, scrivania compresa. Il suo sguardo fu
attirato dalla specchio. Si avvicinò a si mise davanti
osservando il suo riflesso. Quello rappresentato non era lui, non era
nessuno…
Ridusse lo specchio in mille pezzi con un pugno. Poi si guardò
la mano, era piena di tagli. Fu allora che tornò in sé.
Doveva essere forte, per sua madre, per Sirius e per Remus. Ma
soprattutto per suo padre. La porta si aprì da sola e
andò in bagno per medicarsi la mano ferita.
Quando ebbe finito ritornò al San Mungo, calmo ma terrorizzato
all’idea di poter perdere suo padre. Ora al posto della rabbia
c’era solo la paura. Una grande, terribile paura. Quando
girò l’angolo vide Sirius alzarsi e raggiungerlo.
“Cos’hai fatto alla mano?”
“Niente. Come sta James?”
“Come prima, è stabile” rispose Remus raggiungendoli.
“Vuoi vederlo?” chiese Sirius.
“Sì”.
“Vai, Lily è appena uscita” disse Remus.
Lui annuì e raggiunse la porta. Abbassò la maniglia ed
entrò, spaventato all’idea di cosa avrebbe potuto vedere.
Le pareti erano azzurre e la finestra era chiusa. C’era solo un
letto bianco al centro. Si avvicinò e osservò il viso di
suo padre. Sembrava stesse dormendo. Erano così simili, quando
dormivano non si vedeva la differenza degli occhi…
Prese una sedia e si sedette. Lo osservò per un po’ poi,
con mano incerta e tremante, strinse quella fredda di suo padre
appoggiata sulle lenzuola bianche.
“Non puoi lasciarmi, non ti ho ancora detto chi sono…ho
bisogno di te…ora più che mai…”
sussurrò con voce incrinata.
Due lacrime gli rigarono il volto. Restò lì per minuti,
ore, aveva perso il conto del tempo, sapeva solo che non poteva
andarsene…aveva paura che quella sarebbe stata l’ultima
volta che l’avrebbe visto vivo…
*
“Ha distrutto la sua stanza”.
Sirius alzò lo sguardo incontrando gli occhi color miele di Remus.
“Ha distrutto anche lo specchio, per questo si è ferito alla mano” Remus rispose alla muta domanda di Sirius.
“È sconvolto” proruppe Sirius.
“Come noi, ma lui ha già perso molte persone
care…non vorrei sbagliarmi ma credo che si senta in colpa”.
“La colpa è solo mia, dovevo proteggerlo…”
“La colpa non è di nessuno, James sa quali sono i rischi
del suo mestiere. Felp non è colpa tua né di
Teddy…”
Sirius si coprì il volto con le mani.
“Credo che Teddy affezionandosi a noi abbia fatto un patto con se stesso…” confidò Remus pensieroso.
Sirius alzò di nuovo lo sguardo “Cosa?”
“Credo abbia giurato a se stesso di proteggerci a qualsiasi costo, anche a costo della sua stessa vita”.
Gli occhi di Sirius si puntarono sul muro bianco davanti a lui senza in
realtà vederlo veramente. Lui e Teddy fisicamente erano molto
simili, ma caratterialmente era James quello a cui Teddy assomigliava
di più. Erano loro due quelli che si trovavano più in
sintonia, era James quello con cui Teddy aveva un rapporto
speciale…e a lui questo non dava fastidio, voleva solo che
entrambi fossero felici.
Ma ora che James stava male tutto rischiava di crollare di nuovo…
"Sirius?"
Alzò lo sguardo incontrando un paio di occhi azzurri...Andrea...
"Tieni".
La osservò porgergli un bicchiere di caffè. Fece un mezzo sorriso e lo prese "Grazie".
Lei in risposta accennò un sorriso e andò a sedersi vicino a Lily per confortarla.
"Questo sì che è un progresso..." notò Remus.
Sirius non rispose e tanto per fare qualcosa iniziò a bere il
caffè sperando che gli desse energia. Psicologicamente era a
pezzi, si sentiva così impotente...avrebbe tanto voluto essere
al posto di James piuttosto che stare così male...almeno non si
sarebbe sentito in colpa...
Ora capiva cosa intedeva Teddy, le parole che gli aveva detto quasi
gridando durante una riunione...il senso di colpa ti uccide dentro e ti
accompagnerà per sempre.
'Jamie, ti prego svegliati. Fallo per
me, Lily, Remus, Teddy e tutti i tuoi amici. Fallo anche per Harry, non
puoi andartene ora che l'hai ritrovato...non è giusto!'
Questo era quello che Sirius pensava continuamente.
Tutto stava crollando di nuovo...
Sono tornata!!!!!!!!!!! Per
farmi perdonare dell'attesa ho scritto un capitolo bello lungo...da qui
si capirà veramente il legame che unisce James e Harry...spero
con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Ringrazio le 167 persone che hanno aggiunto questa ff tra i preferiti!!! Grazie!!!!
piccola_puffola: non manca tantissimo alla rivelazione anche
perchè adesso la situazione si sta abbastanza
complicando...spero che anche questa chap ti piaccia!! Ciaooo! Baci
PrincessMarauders: nel
prossimo capitolo prometto che vedremo di più Andrea e
Sirius...al "momento decisivo" non manca moltissimo, ci vuole ancora un
po' di pazienza...grazie per la recensione!! Ciaooo!! Baci!
Lady blue: già,
Ginny e Harry sono così carini...tutto molto romantico. Piton
nella mia storia avrà un grande riscatto...povero la Rowling
l'ha trattato malissimo!! Ti piace il chap?? Ciaoo! Baci!
Deidara: questo capitolo
è più incentrato su Harry e James, spero che nonostante
questo ti sia piaciuto...e grazie come al solito per i complimenti!!!
Ciaoo!!!
Finleyna 4 Ever: grazie per i complimenti!!!! Ti piace questo chap?? Ciaoo! Baci!!
erikappa: la domande di
Ginny ci saranno nel prossimo capitolo o in quello dopo...diciamo che
per il momento lei si accontenta...spero ke il chap ti sia
piaciuto....ciaoo!! Baci!!!
Miss Rainbow:
già, qui Harry è decisamente più sveglio! E devo
dire che così mi piace molto di più! Che ne dici di
questo chap?? Ciaoo! Baci!!
Yum: ci saranno anche James e Lily, fa passare prima il periodo burrascoso...grazie per i complimenti!! Ciaoo!! Baci
kia88oc: non manca
moltissimo al momento della scoperta...per quanto riguarda Piton
continua a leggere e lo saprai!!! :P Spero che il capitolo ti
piaccia...ciaooo! Baci
chichetta99:
già, mi sembrava brutto se lui non si svelava, era come se
prendesse in giro Ginny e questo non mi piaceva granché,
perciò ho optato per questa soluzione...ciaooo!! Baci
era87: wow una nuova
lettrice!!! (me molto contenta!!!) anche a me di solito non piacciono
molto Harry e Ginny perchè in molte ff sono troppo smielosi, per
questo ho cercato (spero con successo) di renderli non troppo
zuccherosi...spero che anche questo capitolo ti piaccia!! Ciaoo! Baci
SkAnNeRiZzAtA: grazie 1000 per i complimenti che fanno sempre molto piacere!!! Che ne dici di questo capitolo??? Ciaooo! Baci!!!
Al prossimo capitolo
Nikki Potter
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Capitolo 16 *** L'erede di Grifondoro ***
Dimensione Parallela14
Dedicato a Lorenzo...troppo giovane per morire...
Non lo aveva più lasciato solo un secondo. Ora era suo padre ad
avere bisogno di lui. Aveva passato tutta la notte sveglio
raccontandogli degli scherzi che aveva fatto quando frequentava
Hogwarts, delle partite a Quidditch che aveva vinto dedicandole tutte a
lui, della sua vita.
“Capisci anche tu che ho ancora bisogno di te e del tuo
sostegno…non posso farcela da solo. Ho già sofferto
troppo, non puoi farmi questo, non riuscirei a
perdonarmelo…”
Sua madre stava dormendo, Remus aveva insistito affinché
prendesse un po’ di sonnifero, era a pezzi, distrutta. Sirius era
fuori e si era chiuso in se stesso, parlava solo con Remus che cercava
di non mostrarsi debole. E lui era lì, vicino a suo padre.
“Ti voglio bene…non te l’ho mai detto ma ti voglio bene…”
Esitante gli strinse una mano e quasi con violenza riuscì a
trattenere le lacrime. Guardò fuori dalla finestra, era quasi
l’alba. Si perse nel contemplare il cielo dove avrebbe voluto
volare ancora con James.
“Anch’io ti voglio bene…”
I suoi occhi si dilatarono per la sorpresa e si voltò
lentamente. Due vivaci occhi nocciola lo fissavano. James sorrise nel
vedere il suo stupore.
“Pa…James…”
James continuò a fissarlo sorridendo.
“Stai bene.. ti sei svegliato…”
“Pensavi davvero che ti saresti sbarazzato di me così facilmente?” chiese James ironico.
Il suo sorriso scomparve quando vide Teddy alzarsi in piedi e delle
lacrime solcargli le guance. Poi il ragazzo lo abbracciò
continuando a piangere.
All’inizio rimase spiazzato da questa reazione ma poi
ricambiò la stretta. In quel momento Teddy gli trasmetteva una
grande tenerezza, doveva avergli fatto prendere un grossissimo spavento
per farlo reagire così…
“Calmati, va tutto bene…” gli sussurrò all’orecchio accarezzandogli i capelli.
Harry annuì e dopo poco smise di piangere e si allontanò quel tanto che gli permettesse di guardarlo in faccia.
“Hai un aspetto orrendo…” commentò James con un mezzo sorriso.
Harry emise uno strano verso a metà tra uno sbuffo e un singhiozzo.
Il suo sguardo si posò sulla mano bendata “Che hai fatto?”
“Niente”.
James non l’aveva per niente bevuta, però per il momento decise di lasciar perdere.
“Vado a chiamare gli altri, saranno felicissimi di
vederti…” Harry si avvicinò alla porta, si
voltò verso suo padre e gli sorrise, un sorriso aperto e sincero
prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
“Teddy?” proruppe Sirius fissandolo preoccupato.
Aveva gli occhi arrossati e sul viso si vedevano ancora le strisce lasciate dalle lacrime…che cavolo era successo?
“Si…si è svegliato…” rispose Harry sorridendo.
“Lo sapevo!” esclamò Remus felice.
Sirius si alzò di scatto e gli ci volle un paio di secondi per
realizzare quelle parole. Poi d’istinto abbracciò Andrea
che era seduta di fianco a lui. Stranamente la ragazza non lo
cacciò via ma sorrise, evidentemente era felice per James.
“Vado subito a dirlo a Lily, è andata al bar a prendere un
caffè…” Andrea scomparve alla velocità della
luce leggermente rossa in faccia dopo che Sirius l’ebbe lasciata
andare.
“Rem, Sirius…posso chiedervi un favore?” chiese Harry serio.
Entrambi lo guardarono con espressione curiosa.
“Spara” lo incoraggiò Sirius.
“Potreste non dire a James quello che ho combinato a casa? E nemmeno che ho passato tutta la notte con lui…”
I due malandrini lo guardarono confusi.
“…per favore…”
“Ok” rispose Sirius.
Non voleva fare domande, se voleva così avrebbero rispettato le sue volontà.
Remus annuì.
“Grazie…io vado a casa a farmi una doccia e poi torno” Harry sorrise riconoscente.
“D’accordo…” Remus lo guardò sorridendo.
Aveva capito che Teddy si era molto attaccato a James ma non voleva che quest’ultimo capisse fino in fondo quanto…
Entrambi lo seguirono con lo sguardo allontanarsi.
“Ehi! Non venite a salutarmi?!”
Sirius ridacchiò e Remus assunse un’espressione divertita. James era sempre il solito.
*
La doccia calda era stata un vero toccasana. James era tornato a casa
da circa una settimana e tutto andava per il meglio. Quella sera lo
aspettava una missione difficile che aveva una sola destinazione:
Grimmauld Place.
Sapeva che erano anni che Sirius non ci metteva i piedi e che i suoi genitori erano scomparsi da una decina d’anni.
Si vestì con jeans e un maglione nero. Poi indossò il
mantello nero e assunse il suo vero aspetto. Inforcò gli
occhiali e poi dal baule prese la Firebolt. Applicò su se stesso
l’incantesimo di disillusione e si controllò allo
specchio. Ok, ora era tutto pronto. Aprì la finestra,
montò sulla scopa e uscì nel cielo stellato di Londra. Il
vento freddo gli sferzava il viso, faceva abbastanza freddo essendo
già metà novembre.
La solita sensazione di pace e libertà, che si impadroniva di
lui tutte le volte che volava, tornò anche stavolta. La visione
dall’alto di Londra illuminata era stupenda…
Virò leggermente verso est e poi iniziò la picchiata
verso terra. Vedeva le luci e le case diventare sempre più
grandi fino a quando atterrò in una piazzetta. Istintivamente si
guardò intorno e notò che non era cambiato niente, tutto
era degradato e dava quella sensazione di sporco.
Poi pensò ‘La nobile e antichissima casata dei Black si trova al numero dodici di Grimmauld Place, Londra’.
Subito la casa iniziò a espandersi tra le altre diventando in
questo modo visibile. Lentamente si avvicinò alla porta, prese
la bacchetta e picchiettò su di essa una sola volta. Si
sentirono i rumori metallici della serratura e poi si aprì. Con
una mano la spinse mentre con l’altra tenne la bacchetta.
C’era buio pesto “Lumos”.
La sua bacchetta gli illuminò quello che era il corridoio,
sporco, pieno di ragnatele e polvere. Gli faceva male rivedere quel
luogo, gli faceva pensare ai bei momenti che aveva passato assieme a
Sirius al suo quinto anno. Ma doveva farlo. Fece un paio di passi e si
chiuse la porta alle spalle. Sempre in silenzio continuò a
camminare guardandosi intorno. Il ritratto della madre di Sirius era
ancora lì, coperto da delle tende rosse come il sangue.
D’istinto entrò in cucina, una delle stanze in cui aveva
passato la maggior parte del tempo a ridere e parlare con Sirius e
Remus quando aveva dovuto soggiornare lì al suo quinto anno.
C’era buio e soprattutto silenzio, un silenzio quasi angosciante.
“Chi c’è?” squittì qualcuno.
Si voltò verso l’angolo più lontano della cucina sorridendo.
“Kreacher?”
Dal buio comparve un piccolo e vecchio elfo che lo guardava confuso e spaventato.
“Lei conosce Kreacher, signore?”
Harry annuì. “Ti ricordi di quest’oggetto?”
Prese da una tasca il medaglione dei Black che era appartenuto a
Regulus. Si ricordava ancora quando quello stesso elfo nell’altra
dimensione glielo aveva dato con la promessa di non perderlo mai.
Elfo fece un salto e uno strilletto di sorpresa “Il medaglione di
padroncino Regulus! Come fate ad averlo voi, signore?”
Harry sorrise “Io so tutto Kreacher, so tutto quello che è
successo in quella grotta quando Regulus è morto”.
Kreacher sgranò gli occhi “Ma lei signore chi è?”
“Sono Harry Potter e posso aiutarti a portare a termine il
compito che ti ha affidato Regulus tanti anni fa…io so come
distruggere quel medaglione…”
Harry sorrise nel vedere l’elfo felice correre a recuperare il medaglione di Serpeverde.
Un passo avanti verso la fine di Voldemort era finalmente stato fatto.
*
“Sirius?”
Alzò gli occhi dal rapporto che stava leggendo per posarli su
Malocchio che lo stava raggiungendo zoppicando vistosamente.
“Che c’è Malocchio?”
“Qualcuno stanotte è entrato in casa tua…” rispose Malocchio diretto.
Sirius rimase un secondo sorpreso ma si riprese subito
“Impossibile, c’erano Teddy e Andrea, avrebbero
sentito…”
“Non quella casa, l’altra, quella di Orion e Walburga…” Malocchio lo guardò critico.
“Sarà stato Kreacher, l’elfo domestico. Se non sbaglio è ancora vivo…”
“No, era un mago, altrimenti l’allarme non sarebbe
scattato” Moody era irremovibile. “Sai perché
qualcuno sarebbe dovuto entrare?”
“Beh, i Black sono sempre stati una famiglia di maghi
oscuri…” le parole gli uscirono da sole e spontanee
“magari cercavano qualcosa di oscuro che i miei
nascondevano…”
Era possibilissimo. Nemmeno lui sapeva esattamente di cosa erano stati
provvisti i suoi…veleni? Oggetti con maledizioni per colpire gli
ignari babbani?
“D’accordo, oggi andrò a fare un controllo…”
“Ci devi andare adesso” Moody lo guardò quasi con
sfida. “E ti porti anche Andrea. Non sappiamo cosa puoi trovare,
i tuoi non erano di certo dei santi…”
Doveva ammettere che su quel punto aveva perfettamente ragione “Va bene”.
“Andrea! Vieni qui!” disse Moody ad alta voce per farsi sentire.
La ragazza comparve nel giro di due secondi dal corridoio.
“Mi hai chiamato Alastor?”
“Sì…spiega tu Sirius”.
Il Black sbuffò e spiegò tutto in poche parole.
“Ok, andiamo” disse Andrea quando finalmente Sirius tacque.
Sirius annuì. Chissà perché ma era un po’
preoccupato. Entrarono nell’ascensore e raggiunsero
l’Atrium. Da lì entrambi si smaterializzarono con un crac
e comparvero nella piccola piazzetta dove ignari babbani non sapevano
che risiedeva la dimora di una delle famiglie di maghi più
oscuri dell’ultimo secolo, scuri come il loro
nome…Black…
“Pensa al numero dodici” sussurrò Sirius ad Andrea prima che questa potesse fargli qualsiasi tipo di domanda.
‘Grimmauld Place 12, dimora dei Black’ a questo pensò Sirius chiudendo gli occhi.
Ora in lui cresceva l’ansia, erano una ventina d’anni che
non metteva i piedi in quel posto che lui non aveva mai considerato
casa…era cambiato qualcosa? Ne dubitava visto che i suoi erano
morti da una decina d’anni e non ci aveva più abitato
nessuno. Quando riaprì gli occhi davanti a lui era comparsa una
casa sporca, la stessa che ricordava. Con passo incerto raggiunse la
porta seguito da Andrea che sembrava tranquilla ma comunque allerta.
Mise una mano sulla maniglia e questa, riconoscendo forse la sua mano o
il suo sangue Black, si aprì automaticamente con un rumore
sinistro. Un’improvvisa folata di vento gli scompigliò i
capelli. Respirò a fondo e poi finalmente spalancò la
porta. Davanti a lui c’era il corridoio completamente al buio.
“Lumos!” lui e Andrea lo dissero nello stesso istante.
Entrarono, lui davanti e lei dietro. Era sicuro di riuscire a camminare
in quella casa ad occhi chiusi ancora a distanza di anni…si
guardò intorno, non era cambiato un accidente, ragnatele e
polvere a parte.
Entrò quasi spontaneamente nella prima stanza alla sua destra,
il salotto. Il suo sguardo virò contro la sua volontà a
sinistra, sull’enorme arazzo dei Black e si puntò
lì dove avrebbe dovuto esserci lui…c’era un buco
sopra il suo nome, stessa sorte di Andromeda e suo zio Alphard. Non ne
era affatto stupito. Il suo sguardo si posò sulla figura di
fianco alla sua:
Regulus Arcturus Black
1961-1979
Senza nemmeno rendersene conto aveva raggiunto l’arazzo. Il viso
di suo fratello era all’altezza dei suoi occhi. Erano molto
simili, tranne per i capelli, quelli di Regulus erano ordinati e corti,
i suoi erano stati leggermente lunghi e spettinati dandogli
l’aria da bello e dannato. Con la mano toccò quel pezzo di
stoffa coprendo interamente il viso di suo fratello che gli stava
sorridendo. Non aveva mai raccontato a nessuno, James e Remus a parte,
qual era stato il rapporto tra lui e Regulus. Ancora adesso sentiva la
sua mancanza, dopo quasi vent’anni…era stata colpa di
Bellatrix che l’aveva traviato e plagiato con discorsi falsi, ma
la colpa era stata soprattutto sua, non era stato lì a
proteggerlo e a difenderlo quando era ancora in tempo per salvarlo. Non
aveva fatto altro se non allontanarsi da lui, inesorabilmente ma
costantemente. Entrambi avevano sofferto questa separazione in silenzio.
Sentì Andrea mettersi al suo fianco e appoggiargli una mano sulla spalla come per dargli forza.
Sirius si voltò verso di lei staccando gli occhi da quel viso
sorridente. Andrea gli fece un sorriso d’incoraggiamento che lui
cercò di ricambiare.
In quel momento sentirono un rumore provenire dall’altra parte del corridoio.
Si lanciarono uno sguardo complice, poi silenziosamente uscirono dal salotto e si misero ai lati della porta della cucina.
Si guardarono e quando Andrea annuì Sirius spalancò la
porta con il piede. Si fiondarono dentro con le bacchette alzate.
“Kreacher!”
L’elfo li guardò confuso dall’angolo più buio della stanza.
“Padron Sirius?”
Elfo e Mago si guardarono negli occhi per alcuni istanti, intorno il silenzio.
“Kreacher, è entrato qualcuno qui stanotte?” chiese Sirius quasi in un sussurro.
L’elfo lo guardò sgranandosi gli occhi. Non poteva opporsi, doveva dire la verità.
“Sì padron Sirius”.
“Potresti dirmi chi?” Sirius era giunto alla conclusione
che trattarlo male non sarebbe servito a niente, quindi tanto valeva
essere gentili.
Elfo cominciò a torcersi le mani sporche turbato ma poi disse “Harry Potter”.
Sirius e Andrea si guardarono completamente spiazzati…si sarebbero aspettati tutti tranne lui…
Poi Sirius posò di nuovo lo sguardo sull’elfo e solo
allora notò una cosa: l’elfo portava al collo il
medaglione con lo stemma dei Black, il medaglione di suo fratello che
nessuno aveva più ritrovato da quando era morto. Tutti avevano
pensato che lo avesse portato con sé per qualche assurdo
motivo…e ora era lì, davanti ai suoi occhi.
Con la gola secca Sirius riuscì ad articolare una domanda “Chi ti ha dato il medaglione di Regulus?”
L’elfo istintivamente lo strinse “Harry Potter, signore”.
No, non era possibile, come poteva Harry Potter aver avuto quel medaglione? Non aveva il benché minimo senso.
“Raccontami tutto quello che è successo stanotte quando
Harry è arrivato” disse Sirius sedendosi sul pavimento per
essere alla stessa altezza dell’elfo. Di fianco a lui Andrea lo
imitò.
“Harry Potter è riuscito ad entrare anche se Kreacher non
sa come, signore. Ha cercato Kreacher e lo ha trovato in salotto
signore…”
“Vuoi dire che cercava proprio te?” Sirius era sempre
più confuso, cosa poteva volere Harry da un vecchio elfo
domestico?
“Sì, padrone. Voleva che Kreacher sapesse che lui sapeva.
Lui sa tutto, tutto di quella notte…” Kreacher
cominciò a piagnucolare e a tremare.
“Quale notte?” Sirius lo scrutò curiosò.
“La notte in cui padroncino Regulus è morto, signore”.
Sirius lo guardò a occhi sgranati. “Non è
possibile, lui non era ancora nato quando è
successo…”
“Harry Potter sapeva tutto, come se anche lui fosse stato lì…”
“Perché, tu c’eri? Tu eri con lui quando è morto?” Sirius lo guardava avido di informazioni.
“Sì, Kreacher era con padroncino Regulus…Kreacher
non voleva lasciare padroncino da solo, non voleva ma padroncino lo ha
ordinato…” Kreacher iniziò a piangere forte e a
singhiozzare.
“Kreacher, cos’è successo a mio fratello?” chiese Sirius in preda all’ansia.
“Padroncino Regulus aveva scoperto tutto. Padroncino Regulus ha tradito il Signore Oscuro…”
Sirius lo guardò stupito ma non ebbe la forza per interromperlo.
Sapeva che suo fratello aveva capito i suoi sbagli, ma non pensava che
addirittura si fosse esposto così tanto. Ora era tutto chiaro,
il tradimento equivaleva alla morte per Voldemort.
“Kreacher e padroncino sono andati in una grotta in mezzo al mare
e padroncino ha dovuto bere una pozione per prendere medaglione di
Serpeverde…”
Un attimo, suo fratello non era stato ucciso da un altro Mangiamorte?
Cosa aveva scoperto suo fratello di così terrificante?
“Kreacher doveva distruggerlo. Poi padroncino ha ordinato di
andare via e lasciarlo lì. Kreacher ha visto padroncino Regulus
trascinato in acqua da inferius e poi se n’è andato come
ordinato”.
Andrea lanciò un’occhiata a Sirius, era sconvolto. Già lo era lei, figuriamoci lui…
“Kreacher non ha potuto dire niente a nessuno per ordine di
padroncino Regulus…Kreacher ha cercato di distruggere medaglione
ma non c’è riuscito. Ma Harry Potter ce l’ha fatta,
ha finito opera di Regulus, ha aiutato Kreacher nel suo compito”.
“Vuoi dire che Harry è riuscito a distruggere il
medaglione di Serpeverde? Come?” chiese Sirius cercando di
restare calmo.
“Aveva una spada con sé signore, la spada di Godric
Grifondoro” rispose Kreacher asciugandosi le lacrime con un pezzo
dello straccio che lo copriva.
Sirius e Andrea si guardarono entrambi shockati.
“Poi Harry Potter ha dato a Kreacher il medaglione che padroncino
aveva sostituito all’altro medaglione…padron Sirius,
padroncino Regulus avrebbero voluto che lo avesse padron
Sirius...” Kreacher si tolse il medaglione e lo porse a Sirius.
L’Auror lo prese in mano, lo guardò e poi lo strinse. Era
l’unica cosa che gli restava di suo fratello. Se lo mise al collo
e poi lo infilò sotto il maglione.
“Sirius…”
Il Black si voltò verso Andrea che lo guardava esitante. “Che c’è?”
“E se il medaglione di Serpeverde fosse stato un Horcrux? Forse
è quello il segreto di Voldemort che tuo fratello ha
scoperto…” Andrea lo guardò incerta.
In effetti suo fratello gli era parso strano l’ultima volta che
si erano visti, ma non ci aveva fatto più di tanto caso…
“Hai ragione, perché non ci ho pensato prima?”
“Io vado a dare un’occhiata qui intorno…” Andrea si alzò e si spolverò i vestiti.
“Attenta, non toccare nessun oggetto, i miei andavano pazzi per le maledizioni” la avvertì Sirius.
“Okay” Andrea fece un mezzo sorriso e uscì.
“Grazie Kreacher. Non devi dire a nessuno di Harry Potter e Regulus tranne a Silente, chiaro?” disse Sirius.
“Certo padron Sirius”.
Sirius annuì e si alzò. Strinse il medaglione e
salì le scale con lentezza fino a raggiungere la porta della
stanza di Regulus, dove appeso c’era un piccolo cartello:
Non entrare
senza il permesso
di Regulus Arcturus Black
Toccò quelle parole, con le dita tracciò quella
calligrafia a lui conosciuta e così diversa dalla sua. Quella di
Regulus era bella ed elegante, la sua un po’ disordinata. Mise
una mano sulla maniglia ed entrò. I colori Serpeverde erano
ovunque. I suoi occhi si posarono su una foto appesa alla parete, la
foto della squadra di Quidditch di Serpeverde anno 1977-78. Lì
suo fratello sorrideva con i suoi compagni.
Gli venne da sorridere, cavolo erano così diversi…
Il suo sguardo si posò poi sul comodino, lì c’era
quella che sembrava una lettera e da come era spiegazzata qualcuno
doveva averla letta. Riconobbe all’istante la calligrafia di suo
fratello, la prese e iniziò a leggerla:
Padre,
mi sono stancato di
essere ciò che desideri io sia sentendomi in questo modo
così sleale, perso sotto la superficie. Non so cosa ti aspetti
da me, da quando Sirius se n’è andato mi tieni sotto
pressione per assomigliarti, sono intrappolato da te, dalle tue idee.
Ogni passo che faccio è un altro errore per te, sono diventato
così intorpidito che solo adesso ho capito che tu volevi solo
controllare la mia vita e quella di Sirius, non ci hai mai voluto bene,
non ci hai mai permesso di essere quelli che siamo. Sirius aveva
ragione su tutto ma io sono stato troppo stupido per accorgermene,
troppo geloso di mio fratello che era così coraggioso e forte a
differenza di me per vedere come eri in realtà. Sono diventato
così stanco, così consapevole di quello che stavo
diventando che mi sono fatto schifo da solo e mi compativo per quanto
ero caduto in basso. Tutto quello che desidero fare è essere
più come me e meno come te. Non vedi che mi stai
soffocando tenendomi troppo stretto per la paura di perdere il
controllo sulla mia vita? Perché ti sei accorto che quello che
hai pensato io potessi essere è crollato esattamente di fronte a
te e non hai potuto fare niente neanche stavolta. Ogni secondo che
spreco a difendere Sirius dalle tue parole taglienti come lame che mi
feriscono è più di quelli che mi posso permettere,
più di quanto io posso sopportare, alcune volte mi chiedo come
posso essere tuo figlio e non riesco mai a trovare una risposta, un
qualcosa che ci colleghi. Mi dispiace, ma io non sono come Voldemort,
non sono un assassino come te, non sono come tu vuoi che io sia e non
potrò mai esserlo perché altrimenti non sarò mai in pace
con la mia coscienza. Per questo ho deciso di andarmene e di schierarmi
contro Voldemort, hai ragione, probabilmente non vivrò
così tanto da raggiungere i vent’anni ma ho deciso.
Hai ragione, potrebbe darsi che anche io fallisca, che anche io non
riesca a fermarlo ma puoi star certo che ci proverò.
So che tu eri
esattamente come me alla mia età, c’era sempre qualcuno
deluso da te, dalle tue scelte. Sono diventato così intorpidito
che mi sento completamente vuoto, è questo che mi hai fatto, non
provo più niente ormai, nemmeno dolore quando mi lanciavi la
Maledizione Cruciatus quando provavo a difendere Sirius. Mi dispiace se
per te sono una delusione ma mi sono stancato di essere ciò che
desideri io sia, ormai ho preso la mia strada in cui voi non entrerete
mai a far parte.
Addio
Regulus Arcturus Black
Era stupito, suo fratello l’aveva sempre difeso dagli insulti dei
suoi genitori…e lui invece cosa aveva fatto? L’aveva
abbandonato, l’aveva lasciato solo…
Strinse forte il medaglione e mise la lettera in tasca. Poi non
riuscendo più a stare lì dentro scese velocemente e
trovò Andrea che lo stava aspettando nell’ingresso.
“Possiamo andare…” Sirius uscì senza voltarsi
indietro seguito da Andrea. La casa scomparve anche ai loro occhi,
dopodiché si smaterializzarono con un crac.
*
Silente lo guardava sorpreso da dietro la scrivania. Regulus Black?
Quello più sconvolto, Sirius a parte, era Severus. Lui e Regulus
erano stati migliori amici ad Hogwarts e nonostante questo lui non
aveva mai sospettato niente, Regulus non gli aveva mai detto niente,
nemmeno una singola parola che lasciasse pensare…
“Mi stai dicendo Sirius, che probabilmente tuo fratello aveva
scoperto degli Horcrux ed è morto per recuperarne uno?”
riassunse Silente.
“Sì, è così. Io e Andrea abbiamo indagato,
gli Horcrux sono molto difficili da distruggere, ecco perché
Kreacher non c’è riuscito” rispose Sirius convinto.
James, Lily, Remus, Andrea, la McGranitt e Severus lo ascoltavano con attenzione.
“Ma Harry c’è riuscito. Quindi lui sa…” concluse Silente unendo i polpastrelli delle mani per riflettere meglio.
“Già…” confermò Andrea.
“Ma come ha fatto a distruggerlo? Con un incantesimo?” chiese la McGranitt incuriosita.
Sirius la guardò con un mezzo ghigno “Con la spada di Grifondoro”.
La McGranitt si portò una mano alla bocca stupita.
“Cosa?!” proruppe James sorpreso.
Remus guardava Sirius a occhi sgranati.
“Ma quella spada non è mai stata trovata, non si è
nemmeno certi della sua esistenza…” cercò di
ragionare Severus.
“Abbiamo controllato, quella spada è una delle poche cose
che può distruggere un Horcrux” disse Andrea tranquilla.
“Ma come possiamo avere una conferma?” chiese Lily nervosa.
Silente sembrava che nemmeno avesse ascoltato il discorso, sembrava immerso nei suoi pensieri.
Poi si alzò con fluidità “L’unico che
può darci una risposta è il Cappello Parlante. Lui
è l’unico che è venuto a contatto con i quattro
Fondatori”.
Fece una decina di passi e prese il cappello dallo scaffale. Poi con delicatezza lo appoggiò sul capo.
…buongiorno professor Silente…so già cosa vuole chiedermi…
Tu sai darci una risposta?
La spada esiste, sono stato io stesso a darla a Harry Potter…
Silente spalancò gli occhi, com’era possibile?
Vuoi dire che Harry Potter è entrato nel mio ufficio?
Così pare…
Ma come ha fatto?
Non ne ho idea…mi ha indossato, mi ha chiesto la spada e io gliel’ho data perché è meritevole…
Che vuoi dire?
Harry Potter la userà per il
bene, per sconfiggere il Male…è un ragazzo dotato,
davvero molto dotato…
Questo non lo metto in dubbio…
Un vero Grifondoro, vista anche la sua discendenza non c’erano dubbi in proposito…
I Potter sono sempre stati Grifondoro…
L’erede di Serpeverde contro l’erede di Grifondoro…
Silente sgranò gli occhi sorpreso.
Quel ragazzo farà molte cose Silente…dovete avere fiducia in lui…
Grazie Cappello…
Di niente…
Silente si sfilò il cappello e lo rimise al suo posto sullo
scaffale. Poi si voltò e tornò a sedersi alla sua
scrivania.
“Allora?” lo incitò la McGranitt impaziente.
James notò che Silente era estremamente turbato.
“Il Cappello Parlante mi ha confermato di essere stato lui a dargli la spada di Grifondoro…”
Sirius e Andrea si scambiarono un sorrisino di vittoria.
“E…mi ha anche detto un’altra cosa…”
Silente guardò prima James, poi Lily e poi di nuovo James.
“Harry è l’erede di Grifondoro”.
James sgranò gli occhi stupito. Lily al suo fianco trattenne il
respiro. La McGranitt era sotto shock così come le altre persone
presenti nella stanza.
“Lui è…non ci credo…” proruppe James shockato.
“È possibile James, i Potter sono Grifondoro da
generazioni, la vostra dinastia è nata a Godric’s Hollow,
guarda caso il paese natale di Godric Grifondoro…” disse
Silente fissandosi le mani.
James si sedette cominciando a passarsi freneticamente la mano nei capelli rendendoli ancora più spettinati.
“L’erede di Grifondoro contro l’erede di Serpeverde…” proruppe Severus a bassa voce.
“Sì…” Silente era confuso, molto confuso e questo non era un buon segno.
*
“RON!!!”
Hermione Granger comparve con un crac davanti alla porta della Tana.
Era agitata e così nervosa che le tremavano le mani.
Non era possibile, perché proprio lei?
“Chi sei?” chiese Molly Weasley dall’altra parte della porta.
Quello era il solito rituale. Respirò profondamente per calmarsi
“Hermione Jane Granger, fidanzata di Ron Weasley che odia i
calzini marroni. Il mio patronus è una lontra…”
La porta si aprì mostrando una signora Weasley sorridente.
“Hermione cara! Fatti abbracciare…”
Dopo essere sopravvissuta all’abbraccio stritolacostole della
signora Weasley poté finalmente salire le scale per raggiungere
la camera del fidanzato.
Ron sbucò dalla sua stanza preoccupato. Aveva sentito il suo
urlo e aveva paura le fosse successo qualcosa. Sospirò di
sollievo notando che stava bene.
“Mione, sembri sconvolta, che è successo?”
Hermione gli diede un bacio sulle labbra e poi entrarono nella sua
stanza. Si sedettero uno di fianco all’altra e Hermione
respirò profondamente.
“Allora? Guarda che così mi stai facendo preoccupare…”
“Lo so, scusa. È che sono ancora turbata…” Hermione continuava a torcersi le mani nervosa.
Ron notò che faceva così solo prima di un compito in classe. Doveva essere per forza qualcosa di grosso.
“Stamattina mi è arrivata una lettera…”
iniziò lei calmandosi un po’ quando Ron le circondò
le spalle con un braccio.
Ron annuì per dirle che stava ascoltando, non voleva interromperla.
“Beh, questa lettera è di Harry Potter” aggiunse Hermione.
Ron trattenne il respiro “Harry Potter?”
Era assolutamente incredulo. Perché cavolo Potter si era messo in contatto con la sua ragazza?
Hermione annuì “Ha bisogno del nostro aiuto”.
Ron si fece improvvisamente serio “Va avanti”.
“A quanto pare ha scoperto che un Horcrux si trova a Hogwarts”.
“Hogwarts? Vuoi dire sotto il naso di Silente e nessuno se n’è accorto?”
“Già. Vuole che io, te e Neville lo troviamo e lo
recuperiamo con l'aiuto di Ginny e Luna” spiegò Hermione.
“Ma come facciamo? La scuola è immensa…” commentò Ron.
“Già, ma lui ci ha detto che
cos’è…” Hermione lo guardò con un
sorrisetto compiaciuto “e io ho già qualche
idea…”
*
Draco Malfoy era seduto sulla poltrona della sua stanza avvolto dal
buio. Era preoccupato, aveva paura per sua madre. Zia Bellatrix era una
donna spietata ed era sicuro che non avrebbe esitato un attimo ad
ucciderla se avesse scoperto che erano ancora in contatto, anche se
erano sorelle.
Prese dal tavolino davanti a lui il suo bicchiere di whisky incendiario
e se lo portò alle labbra. Il liquido scese lungo la sua gola
bruciando leggermente e rilassandolo un po’.
Sospirò e si passò la mano libera tra i capelli
rendendoli disordinati. Il silenzio assoluto lo avvolgeva facendolo
sentire quasi solo anche se in quel castello c’erano centinaia di
studenti.
All’improvviso si drizzò a sedere attento. Aveva sentito
dei passi avvicinarsi. Erano leggeri e quasi impercettibili ma lui
riusciva a sentirli. Appoggiò il bicchiere sul tavolino, si
alzò e prese la bacchetta posizionandosi davanti alla porta.
Sentì i passi fermarsi davanti ad essa, a pochi metri da lui
c’era qualcuno…
La porta si aprì lentamente…
“Lumos” disse una voce maschile bassa.
Lui era pronto…
La luce illuminò un poco la stanza e il viso del misterioso
individuo…era un ragazzo con gli occhiali rotondi, gli occhi
verde brillante e i capelli neri sparati in tutte le direzioni. Severus
gliene aveva parlato, gli aveva detto che era tornato dal nulla. Lo
riconobbe all’istante, era uguale a James Potter…
“Harry Potter…” proruppe quasi per avere una conferma.
Harry annuì. Con un incantesimo accese quattro candele che
illuminarono un poco la stanza. Poi, per dimostrare che non voleva
attaccarlo, chiuse a chiave la porta alle sue spalle e rimise a posto
la bacchetta.
“Ciao Draco…”
Era spiazzato, che poteva volere Potter da lui? Anche lui abbassò la bacchetta e la rimise sotto la veste.
“Potter, che cosa vuoi da me?”
“Niente di che, un semplice accordo…” Harry lo
guardò con un sorriso beffardo degno di un Serpeverde. “Un
accordo vantaggioso per entrambi…”
Lo scrutò per un attimo poi disse “Ok, dimmi tutto…”
ANGOLO AUTRICE:
Ecco finito un altro
capitolo!!! Sono stata più svelta dell'altra volta e anche
più prolissa visto che ho fatto un cap bello lungo (per la
vostra gioia!)...e soprattutto ho aggiornato prima di partire per
Strasburgo per non lasciarvi ancora in sospeso fino alla fine della
settimana prossima. So che vi state chiedendo che cosa Harry vuole da Malfoy...voglio proprio sentire i vostri pareri in proposito...
Se volete capire qualcosa in più sul rapporto tra Regulus e Sirius vi consiglio di leggere la mia ff "Così diversi così uguali".
Ringrazio i 179 preferiti e le tre persone che hanno inserito questa storia nelle ff seguite.
Ellythebest:
evviva, una nuova lettrice che commenta!!! Mi fa piacere che la mia ff
ti piaccia tanto...alla fine non ho fatto morire Jamie anche
perchè è uno dei miei personaggi preferiti assieme a
Sirius e Remus quindi non poteva ASSOLUTAMENTE morire...altrimenti
sì che sarei stata veramente crudele...che ne pensi di questo
chap??? Ciaooo!! Baci
sssweety: wow un'altra
lettrice nuova che commenta!!!!! Grazie per i complimenti...anche a me
di solito le Harry/Ginny non piacciono tano perchè sono troppo
zuccherose, perchè questo ho cercato di non far venire il
diabete a voi lettori e spero di esserci riuscita. Questo chap ti
è piaciuto? Ciaooo!! Baci
SkAnNeRiZzAtA: eccoti
Jamie salvo!!!! Spero di non averti provocato una crisi di pianto
l'altra volta...non avrei MAI potuto ucciderlo così visto che
è uno dei miei personaggi preferiti...ti piace questo chap??
Ciaoo! Baci
kia88oc: ci vuole ancora
un pochino per la rivelazione...ancora un pochino di pazienza...anche
se qualcosa effettivamente è successo tra Harry e James...nel
prossimo capitolo capirai di che si tratta, magari qualcosa già
la intuisci...ciaoo!! Baci
Elly 11: un'altra nuova
lettrice che commenta!!! Prima o poi si scoprirà la vera
identità di Teddy Evans, ancora un po' di pazienza...questa
capitolo ti è piaciuto??? Ciaoo!! Baci
erikappa: stavolta ho
fatto leggermente prima. Nel prossimo chap Ginny e Harry ci sono di
sicuro con qualche sprazzo di Ron e Hermione, Andrea e Sirius, e Lily e
James. Ovviamente ci sarà anche Draco che rifletterà
sulla proposta di Harry, per il momento non posso dire altro!!! Ciaooo!
Baci
PrincessMarauders:
grazie 1000!!!! James ovviamente sta bene (non poteva essere
altrimenti!!!!). Spero che anche questo chap ti sia piaicuto!!! Ciaoo!
Baci
Streghetta86: ci vuole
ancora un poo' prima che si scopra la vera identità di Teddy
Evans...nel frattempo comunque Harry non se ne sta di certo con le mani
in mano come hai potuto notare in questo chap...ti è piaciuto???
Ciaooo!! Baci
chichetta99: grazie per aver sempre recensito!!!!!!!!!!! Ti piace questo chap?? Ciaoo!! Baci
Deidara: con questo chap
ho risposta alla tua domanda sulla spada...diciamo che Harry non se ne
sta lì fermo ma finalmente entra in azione...poi ammetto di
essere a volte crudele ma non con il povero James che è uno dei
miei personaggi preferiti (magari con Bellatrix che non la
sopporto!!!)...ti piace questo capitolo?? Nel prossimo tornano Harry e
Ginny e altre coppiette...ciaoooo!!!!
hermione616: grazie per i complimenti!!!! Ti paice questo chap??? Ciaooo!! Baci
Miss Rainbow: ti pare
che potevo uccidere il mio James??? Io lo amo, non potrei mai farlo!!
Grazie mille per i complimenti...ti è piaciuto questo chap???
Ciaooo! Baci
rosy823: grazie 1000, sono contenta che sia una delle tue preferite in assoluto...ti è piaciuto questo capitolo?? Ciaooo!! Baci
Al prossimo capitolo
Nikki Potter
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Capitolo 17 *** Tutti in azione (Operazione a Villa Malfoy) ***
Dimensione Parallela15
Prima di uccidermi leggete il capitolo....
Mi scuso infinitamente, in cambio di 7 mesi di attesa vi lascio un capitolo bello lungo, di circa 20 pagine.
P.S. non chiedetemi perchè le dimensioni delle parole sono diverse...non lo so nemmeno io....
Dedicato a tutti i miei lettori e a coloro che leggeranno il capitolo fino alla fine senza chiudere e tirarmi nomi
“Herm, perché siamo qui?” chiese Ginny.
Era
arrivata di corsa con Luna non appena aveva ricevuto la lettera
dell’amica che in realtà non diceva granché, solo di trovarsi
sulla Torre di Astronomia, anche se sembrava piuttosto urgente.
E lo
doveva essere parecchio visto che con Hermione c’erano anche Ron e
Neville. Insomma c’era tutto il loro gruppo.
“Abbiamo
bisogno del vostro aiuto” disse rapida e concisa Hermione.
Ginny
la guardò confusa.
“Il
nostro aiuto?” Luna non ci capiva niente.
Almeno
non era la sola.
Ron
annuì “Harry Potter si è messo in contatto con noi”.
Ginny
sussultò all’udire il nome del fidanzato pronunciato dal fratello.
Cosa poteva volere Harry?
“Harry
Potter? Dicci tutto” Luna si sedette sul tappeto.
“Dobbiamo
trovare una cosa…tu Luna potresti esserci d’aiuto…” iniziò
Hermione.
Luna
la guardò con attenzione.
“Si
tratta del Diadema di Corvonero” completò la riccia.
Luna
sgranò gli occhi “Interessante…e perché Potter lo vuole?”
“Non
lo sappiamo” mentì Neville.
“Ma
dobbiamo aiutarlo” aggiunse Ron.
Ginny
e Luna annuirono vigorosamente.
“Luna
tu sai com’è fatto questo Diadema?” chiese Hermione speranzosa.
Luna
sorrise “Certo, lo vedo tutti i giorni in Sala Comune sulla testa
della statua di Cosetta Corvonero”.
“Perfetto,
potresti fargli una foto per noi?” chiese Neville.
“Certo,
nessun problema…” Luna annuì.
“Bene…a
voi viene in mente un posto dove poter nascondere qualcosa qui a
Hogwarts? Un nascondiglio sicuro…” disse Hermione.
Tutti
rifletterono e poi un lampo attraversò la mente di Ginny…lei lo
sapeva dov’era. Gliel’aveva mostrato Harry stesso due sere fa,
quando era venuto a trovarla per farle una sorpresa…
=Flashback=
Stava dormendo quando sentì qualcuno accarezzarle i capelli.
Poi sentì il suo inconfondibile profumo di menta e sorrise…
Aprì
gli occhi e i suoi sospetti furono confermati.
“Harry…”
Lui
le sorrise “Ciao principessa…”
Ad
un tratto realizzò, lui era lì per lei…non era un sogno…
Si
mise a sedere di scatto e lo abbracciò forte. Sentì le mani di
Harry accarezzarle la schiena provocandole dei brividi.
“Mi
sei mancato…”
“Anche
tu” Harry si staccò leggermente per poterla guardare negli occhi.
“Vieni
con me…” le aveva sussurrato portandole una ciocca di capelli
dietro l’orecchio.
Si
alzò, indossò la vestaglia e lo seguì fidandosi ciecamente anche
se non sapeva dov’erano diretti.
La
portò fuori dalla Sala Comune dopo aver preso una mappa con una
perfetta piantina della scuola. Era strabiliata, ma Hogwarts non era
indisegnabile?
Harry
la portò al settimo piano, nella Stanza delle Riunioni dell’Ordine,
ma rimase stupita nel trovare un divanetto, un paio di poltrone,
tantissimi cuscini, un tappeto enorme e il camino acceso.
“E
questa sarebbe la Sala delle Riunioni?” era confusa.
Harry
la guardò e rise. “Certo che no…”
E
le aveva spiegato il funzionamento di quella stanza e rivelato alcune
cose del suo passato: arrivava da una dimensione parallela dove il 31
ottobre 1981 erano morti i suoi genitori e non lui. Le aveva
raccontato la sua infanzia coi babbani e lei aveva giurato che
avrebbe strozzato volentieri Vernon Dursley se lo avesse visto
facendo ridere Harry. Le disse che il resto glielo avrebbe raccontato
un’altra volta perché era tardi. Si erano poi addormentati insieme
abbracciati e sereni sul divanetto.
=Fine
Flashback=
“Forse
io so dov’è…” sussurrò a bassa voce.
Tutti,
in particolare modo suo fratello, la guardarono curiosi.
*
“Draco,
che succede?”
Blaise
non era scemo, conosceva Draco da una vita, era il suo migliore
amico, e aveva capito che da alcuni giorni era strano, sembrava
nervoso, eccitato e preoccupato insieme.
Lui
era stato il primo a capirlo, poi alla fine avevano notato il
cambiamento anche gli altri.
Ora
erano tutti lì, seduti attorno a lui, decisi a capire qual era il
problema, cos’era successo.
Il
biondo si passò una mano tra i capelli. “Niente Blaise, che vuoi
che succeda in questo castello?”
“Andiamo,
non prendermi in giro, ce ne siamo accorti tutti che ultimamente sei
strano…” insistette Blaise.
Gli
altri annuirono per dare conferma alle sue parole.
“Sei
preoccupato per tua madre?” chiese Daphne.
Draco
fece una smorfia “Sì e no”.
Cercava
di essere vago, quella era la sua tattica per depistare, peccato solo
che Blaise lo conoscesse alla perfezione, quindi non ci cascò.
“Tu
non sei solo preoccupato…c’è qualcos’altro sotto, vero?”
Draco
lo guardò sorpreso con un mezzo sorriso, cavolo lo conosceva proprio
bene…
“Sì,
c’è dell’altro, ma non posso dirvi niente” rispose vago.
Ecco,
odiava quando non gli diceva chiaro e tondo come stavano le cose…
“Sputa
il rospo, altrimenti ti faccio cantare, con le buone o con le
cattive, che preferisci?” Blaise prese la bacchetta tenendola
comunque bassa.
“Dai
Draco, siamo tuoi amici, vogliamo solo capire cosa ti sta
succedendo…” Theo gli diede una pacca sulla spalla.
“Parla
con noi” Pansy gli sorrise confortante.
Draco
sospirò. Cavolo, l’avevano incastrato in modo subdolo, come delle
vere Serpi…ghignò nell’immaginarsi le loro facce una volta
saputa la faccenda.
“Ok…l’altro
giorno è venuto a farmi visita Harry Potter…”
I
suoi amici infatti non lo smentirono, erano uno più stupito
dell’altro.
“Harry
Potter?” ripeté Pansy incredula.
“Già…”
*
“Qualcosa sta cambiando là fuori, Jamie…me lo
sento” Sirius guardava fuori dalla finestra del suo salotto.
“Ho
la sensazione che stia per succedere qualcosa…” proruppe James
seduto sul divano.
Sirius
annuì e si voltò per guardare l’amico in faccia. “Qualcosa di
grosso…”
Qualcuno
suonò il campanello di casa Potter.
James
si alzò e andò ad aprire. Stupito vide che il visitatore era
Severus.
“Severus?
Che ci fai qui? È successo qualcosa di grave?”
“No,
devo parlare urgentemente con te e Black”.
James
lo condusse in salotto e Sirius guardò Piton confuso.
“Bene
Black, vedo che ci sei anche tu, così faremo prima…” commentò
Severus sedendosi sulla poltrona.
“Che
succede?” Sirius era veramente curioso e preoccupato.
“Io
e Silente abbiamo bisogno di voi…”
James
alzò un sopracciglio “Che vuoi dire?”
“Sappiamo
dove si trova un Horcrux…io e Silente vogliamo che vuoi due veniate
con noi…” spiegò Severus.
“Ci
saremo” rispose Sirius deciso.
Severus
annuì. “A proposito come sta Lupin? Ieri era la luna piena…”
“Sta
bene…solo un po’ debole come al solito…” rispose James.
Severus
frugò nel mantello e poi diede a James una bottiglietta di vetro
piena di un liquido ambrato. “Dategli questo, si sentirà meglio…”
“Grazie”
James gli sorrise grato.
Sirius
gli fece un cenno.
“Bene,
io vado…nessuno deve sapere della nostra conversazione, chiaro?”
Severus serio si alzò e si diresse verso la porta.
“Questo
ci sembrava ovvio” commentò Sirius.
Severus
annuì. “Beh ci vediamo. Tenetevi pronti per domani sera…”
James
e Sirius annuirono. Severus fece un cenno di saluto e poi uscì.
“Amico,
te l’avevo detto che sarebbe successo qualcosa di grosso…”
commentò Sirius eccitato con un ghigno.
*
Remus
stava andando al Quartier Generale degli Auror. Doveva parlare
urgentemente con Andrea e Dora. I loro turni erano stati spostati.
Le
trovò a metà del corridoio.
“Rem,
che ci fai qui?” chiese Andrea sorpresa di trovarlo lì.
“Dobbiamo
parlare…riguardo al tu-sai-cosa” aggiunse abbassando la voce.
Dora
annuì. “Beh noi stiamo andando a pranzo, vuoi unirti?”
Remus
accettò di buongrado.
Una
volta seduti col loro pasto, Andrea guardò l’amico “Allora?”
“I
nostri turni sono stati spostati. Domani sera qui…al nono livello”
rispose Remus a bassa voce.
“Intendi
l’Ufficio Misteri, vero?” sussurrò Dora.
Remus
annuì. “Sapete cosa c’è là dentro, no?”
Le
due Auror annuirono. Eccome se lo sapevano…
“Noi
tre dobbiamo fare da guardia, in caso…” spiegò Remus.
“In
caso di attacco” completò Dora.
Remus
annuì.
“Fa
schifo questo pasticcio di rognone!” commentò Andrea disgustata.
Remus
e Dora ridacchiarono.
‘Cavolo,
è uguale a Sirius!’
pensò divertito.
Eppure
aveva notato che negli ultimi tempi, da quando James era stato
ferito, qualcosa tra loro era cambiato. Si punzecchiavano per
divertirsi invece prima era solo e unicamente con lo scopo di
infastidire l’altro…
E poi
poteva giurare di aver visto negli occhi di Sirius passare uno strano
lampo a volte…e tutto ciò era strano perché Sirius non si era mai
innamorato, anzi di questo si era vantato specialmente con James che
si era fatto incantare da Lily al primo anno.
“Libero
e rubacuori”
questo era sempre stato il motto di Sirius.
L’avrebbe
mai cambiato? L’avrebbe cambiato per Andrea?
*
Un altro giorno era passato. Ed era arrivata la
notte.
Andrea,
Dora e Remus andarono all’Ufficio Misteri, James, Sirius e Severus
seguirono Silente alla ricerca dell’Horcrux, Ginny, Ron, Hermione,
Neville e Luna erano riuniti nella Sala Comune di Grifondoro deserta
per recuperare il diadema e Harry era andato a Hogwarts da Draco
Malfoy.
Harry,
entrando nell’ufficio di Draco, non si era di certo aspettato di
trovare anche Daphne, Theo, Blaise e Pansy pronti a seguirlo.
“Draco?”
aveva reclamato una spiegazione.
“Mi
hanno estorto tutto e vogliono venire con noi…” rispose Draco
indossando il mantello da viaggio.
“Cosa?!”
Harry era arrabbiato.
“Andiamo
Potter, noi conosciamo tutti quella casa meglio di te…ammetterai
che più siamo meglio è…” rispose Blaise convinto.
“Anche
se vi dico di no verrete lo stesso, vero?” domandò Harry
sospirando.
“Esatto”
rispose Pansy.
Non
aveva scelta “E va bene. Occhio a non commettere guai”.
“Ehi,
per chi ci hai preso? Sappiamo badare a noi stessi…” commentò
Daphne irritata.
“Andiamo”
disse Harry ignorando la sua provocazione.
Indossarono
tutti il mantello da viaggio e poi presero le scope e lasciarono
Hogwarts con nella mente una sola destinazione: Villa Malfoy.
*
“Dove siamo?” chiese Sirius illuminando il
sentiero con la luce della bacchetta.
“Little
Hangleton” rispose Severus tranquillo.
“Il
paese dei genitori di Voldemort” James aumentò la presa sulla
bacchetta.
Severus
annuì.
Continuarono
a proseguire lungo il sentiero fino a trovarsi davanti a una
costruzione seminascosta da un groviglio di tronchi. Sembrava quasi
impossibile che lì avesse vissuto la madre di Voldemort.
“L’Horcrux
è lì dentro” sussurrò Silente.
I quattro maghi avanzarono con cautela e
raggiunsero la porta.
Si guardarono, poi al cenno di Silente, Sirius e
James sfondarono la porta col piede. L'interno era buio, sporco e
pieno di ragnatele.
“E noi dobbiamo cercare in questo schifo?”
commentò Sirius orripilato.
“Vuoi uno straccio per pulire Black?” replicò
Severus irritato.
“Gratta e netta!” esclamò James.
Nel giro di pochi secondi la casa assunse un
aspetto decente.
Sirius starnutì. “Io odio la polvere!”
Silente intanto si stava guardando intorno.
“Cosa dobbiamo cercare di preciso?” chiese
James.
“Un anello, un anello molto antico, risale ai
Peverell” rispose Silente.
Gli altri tre maghi trattennero il fiato.
Sia per i Peverell sia per un altro motivo...
“Serpenti!” esclamò Sirius disgustato.
Due serpenti verdi stavano strisciando verso di
loro sibilando pericolosamente.
“Evanesco!” disse James.
Quelli invece di sparire si moltiplicarono e
diventarono quattro.
“Non dobbiamo farli evanescere, sono delle
illusioni” disse Severus sicuro.
“Illusioni?” proruppe James confuso.
“Noi pensiamo che sono reali, in realtà è un
prodotto della nostra mente, un incantesimo dell'Oscuro Signore
che si è attivato quando siamo entrati” spiegò Piton.
“E quindi che facciamo?” chiese Sirius.
Silente fece uscire un forte getto d'aria che
spazzò via i serpenti.
“Questo bisognava fare Black” rispose Severus
con un ghigno.
Sirius gli regalò una smorfia. Decisamente non si
sopportavano.
Si guardarono ancora un po' intorno poi...
“Questa pietra del pavimento si muove” notò
Sirius.
Era quasi invisibile a occhio umano il movimento,
ma il suo trasformarsi in cane l'aveva aiutato parecchio.
Tutti lo raggiunsero nel centro dalla stanza.
“Deve essere una botola, di solito tutte le
famiglie Purosangue importanti ne hanno una...” disse Silente
pensieroso.
“Sì ma come l'apriamo? Non c'è né una
maniglia né una serratura” replicò James riflettendo.
“Credo che solo Severus possa aprirla” ragionò
Silente.
“Perchè?” chiese Severus confuso.
“Tu sei l'unico col Marchio Nero qui dentro. Fa
in modo che esso si appoggi alla pietra” spiegò Silente.
Severus fece come gli era stato detto. Appoggiò
l'avambraccio sinistro e dopo pochi secondi la pietra si illuminò di
una luce nera con sfumature rosso sangue. Tolse il braccio e la
pietra si alzò rimanendo sospesa a due metri d'altezza.
I quattro guardarono quello che era un buco
quadrato non molto grosso. A un lato c'era una scala di metallo.
“Credo che dovremmo scendere” disse Silente
andando per primo.
Subito Piton lo seguì, poi James e infine Sirius.
Si ritrovarono in una galleria costruita nella
pietra, piena di ragnatele e debolmente illuminata da torce che si
accendevano mano a mano che proseguivano. Alla fine del tunnel c'era
un tronco di colonna su cui c'era qualcosa che brillava.
Era un anello, l'anello di Orvoloson Riddle.
*
“Mamma che noia!” Andrea sbuffò
sonoramente per la millesima volta.
Tonks le rivolse un mezzo sorriso.
Remus semplicemente scosse la testa.
Un rumore metallico catturò la loro
attenzione, l'ascensore si era messo in moto. Chi diavolo era al
Ministero a quell'ora?
Tutti e tre alzarono le bacchette,
pronti in caso di attacco.
Non appena iniziarono a intravedere le
grate dell'ascensore videro che era vuoto.
Remus affinò l'olfatto. Non era vuoto,
c'erano almeno dieci persone e tutte disilluse.
“Stupeficium!” disse Remus.
Si sentì un gemito e poi un tonfo e
comparve un Mangiamorte privo di sensi.
Andrea si chinò evitando per un pelo
un getto di luce rossa. “Cazzo!”
Tonks ne stese un altro.
“Quanti sono?” chiese Tonks rapida
a Remus.
“Una decina” rispose Remus
scansandosi per evitare una maledizione.
“Riveletor!” dalla bacchetta di
Andrea uscì un getto di quella che sembrava acqua, ma Remus notò
stupito che non aveva consistenza.
Era esattamente come l'incantesimo che
c'era alla Gringott per smascherare gli intrusi.
Tutti i Mangiamorte divennero visibili.
“Guarda un po' Tonks, ci si
rivede...” commentò uno con un ghigno.
D'istinto Remus si mise davanti a lei
con la bacchetta alzata.
Dora si irrigidì all'istante
“Mulciber”.
“Sta lontano da lei, chiaro!”
esclamò Andrea furiosa.
“Ancora tu in mezzo alle scatole,
Davis” commentò quello serafico.
“Toccala con un dito e ti faccio a
pezzi” Andrea gli rivolse uno sguardo omicida.
“Dovrai passare sul mio cadavere”
disse Remus con voce spaventosamente calma da far venire i brividi.
Dora sgranò gli occhi sorpresa.
Remus parò lo schiantesimo di Mulciber
con facilità.
Volarono incantesimi da tutte le parti.
“Ehi ci siamo anche noi” Moody uscì
dall'ascensore seguito da Kingsley e si gettarono nella mischia.
Un'aquila argentea, il Patronus di
Andrea, volò a informare Silente di quello che stava accadendo.
*
“Ecco, questa è la foto della statua
di Cosetta Corvonero e questo è il diadema” Luna mostrò loro la
foto che aveva scattato.
“Io ho la Mappa del Malandrino”
Ginny l'aprì sulle ginocchia. “Giuro solennemente di non avere
buone intenzioni”.
Hogwarts comparve sotto i loro occhi.
“Fred e George sono stati dei geni a
fregarla a Gazza al primo anno” commentò Neville.
“La furbizia dei Weasley non è
acqua” commentò Ron con un ghigno imitato dalla sorella.
“Ti seguiamo Ginny” disse Hermione.
Ginny li precedette con la Mappa in
mano e iniziò a dirigersi verso l'arazzo di Barnaba il Babbeo.
Fu con enorme sorpresa che gli altri la
videro fermarsi esattamente davanti al luogo dove si tenevano le
riunioni dell'Ordine.
“Ma Ginny...” iniziò Ron confuso.
Ginny lo ignorò e prese a camminare
davanti alla parete tre volte e poi, decisa, aprì la porta che era
comparsa. Sorrise, ce l'aveva fatta.
“Il Diadema è qui dentro” Ginny
entrò seguita dagli altri quattro che si guardavano intorno confusi.
“Sparpagliamoci, sarà nascosto qui,
in mezzo a questi oggetti” disse Hermione pratica.
Tutti annuirono e ognuno prese una
direzione diversa incominciando a cercare.
*
“Mamma mia che sporcizia!” commentò Daphne
arricciando il naso.
“Sono secoli che nessuno della mia famiglia
scende qui sotto...credo che mio padre nemmeno sappia dell'esistenza
di questo passaggio...” replicò Draco.
Tutti lo stavano seguendo in quello che era un
tunnel sotterraneo buio e umido. La luce delle bacchette indicava
loro la strada da percorrere.
“Quanto manca?” chiese Harry.
“Poco, dovremmo esserci quasi ormai...”
rispose Draco senza distogliere lo sguardo dal percorso.
“E hai detto che sbucheremo nella cucina...”
ricapitolò Blaise.
Draco annuì.
“Scusa, ma come hai fatto a scoprirlo?” chiese
Theo interessato.
“Beh, sai quando se piccolo e i tuoi ti lasciano
a casa per andare a importanti ricevimenti devi pur trovare il modo
per far passare il tempo...” rispose Draco con un ghigno.
“Ti capisco benissimo” Pansy annuì.
“Abbassate la voce...ci siamo” sussurrò Draco
fermandosi davanti a una piccola porta, grande abbastanza per far
passare una persona magra o al massimo di profilo.
Nessuno fiatò ma tutti strinsero più forte le
bacchette. Non sapevano se al di là ci fossero dei Mangiamorte.
Harry si mise davanti a Draco con la bacchetta alzata e poi fece un
cenno, ricambiato dagli altri. Rapido spalancò la porta. Non c'era
nessuno, a parte degli elfi domestici che stavano cucinando e che li
guardarono per alcuni secondi impauriti fino a quando non riconobbero
Draco.
“Padroncino! Cosa fa qui?” chiese un'elfa
raggiungendoli.
L'ultimo della fila, Theo, chiuse la porta del
passaggio segreto e notò come questa fosse invisibile dalla cucina.
Ci credeva che nessuno era mai riuscito a scoprirla.
“Sono qui per portare via mia madre Tiffy”
rispose Draco. “Voi sapete dove la tengono rinchiusa?”
“Nella sua camera da letto signorino. Qualche
ora fa io ho portato la cena alla padrona” rispose Tiffy.
Poi si avvicinò un altro elfo che Harry riconobbe
subito come Dobby.
“Dovete stare attento padroncino, due di quegli
uomini vestiti di nero sono sempre davanti alla porta della padrona
per controllare”.
“Grazie dell'informazione Dobby. Voi dovete
andarvene subito a Hogwarts...” disse Draco serio.
“Cosa vuole dire padroncino?” chiese Tiffy
spaventata.
“Dovete andare a Hogwarts e restarci. Non dovete
più rimettere piede qui, nemmeno se ve lo ordina qualcuno della mia
famiglia, chiaro?” spiegò Draco.
“Ma signore...” proruppe Tiffy con gli occhi
lucidi.
“Questo è un ordine” disse Draco deciso.
“Va bene, agli ordini” tutti gli elfi
sparirono con un leggero pop.
La cucina divenne silenziosa e deserta.
“Bene, ora ci dobbiamo dividere...io, Draco e
Pansy andiamo nello studio privato di Lucius, Daphne, Theo e Blaise
vanno di sopra a liberare la madre di Draco. Mi raccomando attenti ai
due Mangiamorte” Harry li guardò serio.
I tre Serpeverde annuirono.
Aprirono a porta della cucina e videro due
Mangiamorte. Questi non fecero nemmeno in tempo ad aprire la bocca
che Harry li pietrificò.
Blaise guardò Draco senza parole “Ma tu l'hai
visto?”
Draco scosse il capo sorpreso “È stato troppo
veloce...”
Poi si divisero. Blaise, Theo e Daphne salirono le
scale sempre con la bacchetta in pugno e gli altri due seguirono
Draco in un corridoio stretto e buio.
Harry non potè non notare come quella casa
assomigliasse in modo incredibile a Grimmauld Place, cupa e lugubre.
Si vedeva che i Purosangue Serpeverde avevano gli stessi pessimi
gusti in fatto di arredamento.
“Questa casa mi mette ancora i brividi”
commentò Pansy a bassa voce.
“È questo lo scopo, incutere timore a chiunque
entri” rispose Draco facendo una smorfia disgustata.
Si fermarono davanti a una porta di legno molto
scuro, la maniglia in argento risaltava parecchio.
“Siamo arrivati” sussurrò Draco.
Come se tutto fosse normale strinse forte la
maniglia e aprì la porta.
Harry era confuso, si era aspettato incantesimi
difensivi, invece nulla.
“Solo un Malfoy può aprirla, è come se
riconoscesse il sangue o qualcosa del genere” spiegò Draco vedendo
l'espressione perplessa di Harry.
“E che succede se la apre uno che non è un
Malfoy?” chiese Pansy curiosa.
'Che domanda stupida...' pensò
Harry.
Infatti
Draco non lo smentì. “Muore”.
Pansy deglutì. Decisamente non si poteva
scherzare con i Malfoy, non avevano mai avuto vie di mezzo, o buoni o
cattivi e loro avevano scelto da che parte stare molti secoli prima.
Ma Draco aveva cambiato tutte le carte in tavola...
“Quello che cerchi è qui dentro
Potter...muoviamoci prima che ci trovino” disse Draco.
Entrarono velocemente e chiusero la porta. Non si
guardarono nemmeno attorno ma cominciarono a cercare.
“Attenti a non rompere niente, nessuno deve
immaginare che siamo entrati qui” ricordò Harry.
Gli altri due annuirono in sincrono. Draco cercò
di fare mente locale, una volta aveva visto suo padre con quel
quadernino nero apparentemente innocuo...
“È questo?” Pansy mostrò un piccolo diario
nero dall'aria antica che aveva estratto dal cassetto aperto davanti
a lei.
Harry si avvicinò e lo prese in mano. Lo girò,
in basso a lettere d'oro c'era scritto il nome del suo nemico: Tom
Orvoloson Riddle.
Sorrise. “Sì, è questo”.
“Gratta e netta!” Draco cancellò i segni del
loro passaggio.
“Andiamo a recuperare gli altri e tua madre”
disse Harry.
Draco annuì e riaprì la porta. Camminarono a
passo svelto e silenzionso lungo il corridoio, salirono le scale e
raggiunsero il primo piano.
Draco incominciò a correre fino a fermarsi
davanti a una porta aperta, a terra c'erano i due Mangiamorte privi di
sensi. Pansy spinse l'amico dentro la camera.
Lì c'erano Daphne, Blaise e Theo che stavano
parlando con una donna di spalle dai capelli biondi raccolti in uno
chignon, con un vestito nero che sottolineava il suo fisico snello.
Narcissa Malfoy sembrava più giovane della sua età.
“Madre...” mormorò Draco emozionato.
Era da mesi che non la vedeva...voleva vedere se
stava bene di persona.
Narcissa sussultò e si voltò. Subito i suoi
occhi si fecero lucidi, Draco stava bene.
“Draco!” Narcissa abbracciò forte suo figlio.
Draco sospirò di sollievo, quei bastardi non le
avevano fatto del male.
“Dobbiamo andarcene” disse Harry.
Madre e figlio si separarono annuendo. Avrebbero
avuto dopo il tempo per parlare.
“Libby, Seffy...portateci a Hogwarts” alle
parole di Narcissa due piccole elfe sbucarono da sotto il letto e si
avvicinarono.
“Agli ordini padrona”.
I primi a smaterializzarsi furono Narcissa,
Daphne, Pansy e Theo.
Blaise, Draco e Harry aspettarono il prossimo
turno.
“Guarda te se dovevano mettere un incantesimo
che segnala la smaterializzazione di maghi...” si lamentò Blaise.
“Così erano sicuri che mia madre non se ne
sarebbe andata...” spiegò Draco.
“Brutti piccoli bastardi!”
Tutti e tre alzarono la bacchetta. Sulla porta
c'era Bellatrix che li guardava a dir poco furiosa. Harry si coprì
meglio col cappuccio.
“Ti avevo detto che l'avrei salvata, zia”
Draco calcò in modo particolare l'ultima parola. Si poteva cogliere
un evidente disprezzo nelle sue parole.
“Imperio!”
disse Bellatrix puntando la bacchetta verso Draco cogliendolo
decisamente di sopresa.
Harry, che si aspettava
una mossa del genere si piantò davanti a Draco e fu colpito
dall'incantesimo.
“No!” esclamò
Draco.
Harry scoppiò a
ridere. “Tranquillo Draco, l'incantesimo di questa stronza non mi
fa nemmeno il solletico”.
“Come...”
iniziò Bellatrix sorpresa. “Chi diavolo sei?”
“Presto lo
saprai” rispose Harry con un ghigno.
In quel momento
comparvero le due elfe.
Tutti e tre afferrarono
rapide le loro braccia e scomparvero con un crac.
*
Sirius,
James, Severus e Silente si guardarono.
“Come
lo prendiamo?” chiese James confuso.
“C'è
una barriera intorno” disse Silente. Riusciva a percepire la
potenza di quella magia oscura.
“Mi
sembrava troppo facile” commentò Sirius.
“Questa
barriera fa ricordare gli eventi brutti del nostro passato”
aggiunse Silente.
“Vado
io” Sirius infilò la bacchetta nella cintura da Auror e fece un
passo in avanti.
“Sei
sicuro?” chiese James preoccupato.
Sirius
annuì. “Cosa vuoi che veda? Al massimo la faccia di quella megera
di Walburga”.
James annuì.
Sirius fece
un respiro profondo e fece altri tre passi oltrepassando quella
barriera trasparente.
Subito nella
sua mente fecero capolino immagini che aveva dimenticato, sepolte in
un passato lontano. Suo padre che lo puniva con la Cruciatus. Sua
madre che gli urlava addosso che era un figlio indegno. Il giorno
della sua fuga quando suo padre disse che non era più suo figlio e
che non lo era mai stato. L'articolo di giornale che riportava la
morte di suo fratello. Si portò istintivamente le mani alla testa e
si ritrovò all'improvviso con le ginocchia a terra.
“Sirius!”
La voce
terrorizzata di James gli giunse da lontano. Nella sua testa
l'immagine di James e Lily disperati dopo la morte di Harry. Poi il
corpicino senza vita di Harry tra le braccia di una Lily piangente.
La paura di vedere James morire in quell'attentato del 1989 che li
aveva visti entrambi coinvolti.
Poi nella
sua testa fece capolino una voce da donna che diceva il suo nome con
una nota di dolcezza che mai nessuno aveva avuto seguita da un volto,
una giovane donna coi capelli lunghi fino alle spalle biondi e
ondulati, gli occhi azzurri oceano.
“Andrea...”
sussurrò Sirius così piano che nessuno lo sentì.
Andrea
sorrise. “Alzati Sirius, non puoi abbandonarmi proprio adesso”.
Quasi come
se fosse un ordine Sirius si alzò e l'immagine di Andrea scomparve.
Si ritrovò a fissare la parete di pietra di quella galleria.
“Sirius
stai bene?” chiese James pallido e teso.
Sirius si
voltò verso di lui con un sorriso. “Tutto a posto”.
“Prendi
l'anello e andiamocene” disse Silente.
Sirius
annuì, allungò la mano e strinse quel piccolo anello d'oro.
Poi si voltò
e raggiunse gli altri consegnando l'Horcrux a Silente. James gli mise
la mano sulla spalla.
“Mi
sono spaventato a morte quando ti ho visto cadere...” confessò.
“Ho
visto Andrea” rivelò Sirius a bassa voce.
James gli
rivolse una strana espressione.
“Come
lo distruggiamo?” chiese Sirius per pensare ad altro.
Perchè
aveva visto proprio Andrea?
Severus tirò
fuori dalla tasca del mantello una piccola boccettina contenente un
liquido giallino sul verde. “Veleno di Basilisco” rispose.
“Non
voglio nemmeno sapere come hai fatto a recuperarlo...” commentò
Sirius.
“Ti
basti sapere Black che potrei sempre metterne qualche goccia nel tuo
bicchiere di succo di zucca...” replicò Severus con un ghigno.
Sirius non
replicò. Aveva altro per la testa al momento.
Severus ne
versò poche gocce sull'anello che si sciolse come sotto l'effetto di
un liquido incandescente.
“Ora
possiamo andare” disse Severus rimettendo a posto la boccetta nella
tasca del mantello.
Risalirono
la scala di metallo e si ritrovarono nel salotto della casa dei
Gaunt.
La stanza fu
all'improvviso illuminata da qualcosa d'argento.
Era
un'aquila.
Poi una voce
concitata di donna “Mangiamorte al Ministero, abbiamo bisogno di
aiuto”.
“Andrea...”
mormorò Sirius.
“Io
e Sirius andiamo al Ministero, voi due portate i resti dell'anello al
sicuro nel mio ufficio” disse Silente rapido.
James e
Severus annuirono sparendo con un crac.
Sirius e
Silente si guardarono. L'ultimo pensiero di Sirius prima di
smaterializzarsi fu rivolto ad Andrea...come stava?
*
Andrea
si chinò per evitare un Avada Kedavra di Selwyn. L'incantesimo la
mancò di un soffio. Ma dove cavolo era finito Silente?
“Stupeficium!”
il Mangiamorte si spostò con rapidità.
“Diffindo!”
Lei
non fu così veloce e fu colpita alla spalla che prese a sanguinare.
Fortuna che quello non era il braccio con cui teneva la bacchetta...
“Incarceramus!”
Selwyn fu colpito in pieno.
Andrea
per sicurezza lo schiantò. Fuori uno.
Fece
appena in tempo a voltarsi alla sua sinistra che ci fu un botto
tremendo. Una parte consistente di muro venne giù proprio dove si
trovava Tonks. Vide Remus gettarsi sopra di lei e poi entrambi
vennero ricoperti dalle macerie.
Nell'aria
c'era polvere bianca ovunque.
Guardò
il Mangiamorte con ferocia “BASTARDO! STUPEFICIUM!”
Il
suo schiantesimo fu così forte che il Mangiamorte si sollevò di un
paio di metri andando poi a sbattere violentemente contro il muro.
Kingsley
e Moody combattevano e non sembravano feriti.
Ingaggiò
un duello con un altro nemico. Incantesimi volavano da tutte le
parti. Un rumore metallico attirò la sua attenzione e si voltò
verso l'ascensore che era sceso.
C'erano
Silente e Sirius con le bacchette alzate. Per un secondo lei e Sirius
si guardarono negli occhi poi...
“Stupeficium!”
Due
schiantesimi la colpirono in pieno petto facendola sollevare e
sbattere violentemente contro il muro alle sue spalle.
“NO!”
urlò Sirius gettandosi nella mischia e schiantando con rabbia uno
dei due Mangiamorte che aveva colpito Andrea.
Vide
con orrore il corpo di Andrea scivolare a terra fino a sembrare che
fosse seduta, il capo chino in avanti gli impediva di vedere il viso.
Doveva essere svenuta.
Combatté
contro un altro Mangiamorte ma l'arrivo di Silente li aveva
spaventati e cercavano tutti di scappare raggiungendo gli ascensori.
Silente e Moody li presero tutti e li legarono.
Sirius
raggiunse Andrea e delicatamente le sollevò il viso con entrambe le
mani. Sì, era svenuta e aveva un taglio su una guancia.
“Innerva”
disse puntando la bacchetta al suo petto.
Andrea
aprì gli occhi di scatto sbattendo un paio di volte le palpebre.
Sembrava confusa di trovarlo lì. Poi invece sembrò ricordarsi
tutto.
“Sirius...”
“Shh!
Non parlare, hai preso una bella botta in testa” disse Sirius a
bassa voce.
Si
alzò con fatica appoggiandosi al muro e poi il suo sguardo si posò
sulle macerie di cemento e muro. Ricordò.
“Oddio!
Remus e Dora sono lì sotto!” disse ad alta voce.
“Cosa?!”
Sirius sembrava sorpreso.
“Dobbiamo
tirarli fuori!” la voce di Andrea era invasa dal panico.
Raggiunse
con passo malfermo le macerie e iniziò a spostarle nel punto in cui
aveva visto i due amici sparire. Kingsley e Moody non li avevano
visti perchè erano dall'altra parte del corridoio.
Le
faceva male il braccio dove aveva la ferita ma non le importava,
doveva tirarli fuori da lì.
Sirius
si mise di fianco a lei e l'aiutò.
“Remus...Dora...ci
sentite?” disse Sirius con voce forte e chiara.
“Paddy...siamo
qui sotto!” Remus...
“State
bene?” chiese ancora Sirius spostando i massi più velocemente.
“Sì...Dora
è svenuta ma sta bene...quanto a me lo sai che ho la pelle dura...”
la voce di Remus era sempre più vicina.
Venne
a dare una mano anche Kingsley e in pochi minuti li tirarono fuori.
Remus copriva completamente il corpo di Dora, lei era svenuta per il
colpo alla testa preso contro il pavimento. Remmie l'aveva sbattuta
sul pavimento non troppo dolcemente.
“Moony...tutto
a posto?” Sirius sembrava preoccupato.
Remus
scosse il capo per far cadere la polvere di cemento che aveva tra i
capelli. “Sir, di cosa ti preoccupi? Lo sai che noi Lupi Mannari
abbiamo il fisico più resistente...”
“Le
hai salvato la vita” disse Andrea indicando Dora priva di sensi tra
le braccia di Remus.
“Non
potevo permettere che morisse...” rispose Remus guardando il viso
di Dora appoggiato contro la sua spalla.
“Andrea,
ma tu sanguini...” disse Kingsley, lo sguardo puntato sulla sua
mano sinistra.
Remus
e Sirius seguirono lo sguardo dell'Auror, del sangue colava dalla
mano di Andrea e aveva formato una chiazza scarlatta sul pavimento.
Ora
che Kingsley gliel'aveva ricordato il dolore alla spalla tornò molto
più forte. Trattenne a stento un gemito di dolore.
Le
faceva male la testa, la botta che aveva preso era stata forte...per
di più aveva perso un bel po' di sangue e si sentiva debole.
Si
aggrappò al braccio di Sirius per non cadere a terra. Sirius le
circondò la vita con un braccio per sorreggerla.
“Andrea?”
disse preoccupato.
“È
la spalla, non ti preoccupare, sto bene...” farfugliò Andrea.
Non
sapeva neanche più che stava dicendo. Aveva la nausea per il mal di
testa e sentiva le gambe molli.
Eppure
riusciva solo a pensare che Sirius aveva un buon profumo...
Si
sentiva stanca, voleva dormire un po' e stendersi su un comodo
materasso.
Sirius
resse interamente il suo peso. Aveva perso i sensi.
“Andrea!”
Era
spaventato a morte. Perchè? Si sentiva come quando James era rimasto
ferito.
La
prese in braccio e fece un cenno a Remus.
Entrambi
corsero verso l'ascensore con un'unica destinazione in mente: la casa
di Sirius.
*
“L'ho
trovato!” urlò Luna.
Tutti
la raggiunsero rapidi. Non c'erano dubbi, quello che brillava tra le
mani di Luna era senza dubbio il Diadema di Corvonero.
“Perfetto,
ora dobbiamo distruggerlo” disse Hermione prendendolo con
delicatezza e appoggiandolo sul pavimento.
“Sì
ma come?” chiese Ron.
“Con
il Fuoco Eterno, mi sembra ovvio” rispose Hermione prendendo la
bacchetta.
“Ma
è una magia molto pericolosa” disse Ginny.
“Mi
sono esercitata, state tranquilli” li rassicurò Hermione.
Neville
e Luna annuirono.
Tutti
tranne Hermione fecero un passo indietro. La strega agitò piano la
bacchetta e ne uscì una piccola fiammella rosso fuoco che si
depositò sul diadema iniziando a bruciarlo con una velocità
sorprendete. Tutti rimasero a guardare come affascinati. Quando del
diadema non ne restò che la cenere il fuoco si spense
automaticamente.
“Ce
l'abbiamo fatta!” Hermione abbracciò Ron con slancio dandogli un
bacio sulla bocca.
Luna,
Ginny e Neville si voltarono dall'altra parte.
“Ma
fanno sempre così?” chiese Luna.
“Sono
peggio, pensa che quest'estate a casa me li ritrovavo dappertutto”
rispose Ginny.
Neville
fece un'espressione schifata.
Tutti
e tre scoppiarono a ridere come matti.
*
Harry
era nella sua stanza. Aveva lasciato gli altri a Hogwarts. Aveva
intravisto da lontano anche suo padre e Severus. Erano rimasti sorpresi
nel vedere Narcissa. In mano aveva ancora il diario attraversato da
un buco. La spada aveva fatto ancora una volta il suo dovere. Mise i
resti dell'Horcrux insieme agli altri, si tolse il mantello col
cappuccio e poi riprese l'aspetto di Ted Evans. Sorrise nel pensare
che Ginny lo preferiva con gli occhi verdi e i capelli neri.
In
quel momento entrò un piccolo gufo grigio. Aveva attaccato alla
zampa un biglietto.
Harry
lo prese e il gufo partì subito.
C'erano
scritte poche parole nella calligrafia che lui riconobbe all'istante
come quella di Hermione.
Fatto
tutto. -1.
H.
R. N. G. L.
Sorrise.
Ora c'era due Horcrux in meno.
All'improvviso
sentì dei rumori concitati al piano di sotto. Prese la bacchetta e
scese lentamente le scale. La rimise nella tasca quando vide Sirius e
Remus.
In
braccio avevano Andrea e Tonks prive di sensi.
“Oddio,
che è successo?”
“Scusa
se ti abbiamo svegliato” disse Remus.
“Figurati,
come stanno?” chiese Harry preoccupato.
“Puoi
chiamare Madama Chips via camino? Andrea è ferita...e direi che
anche a Tonks non farebbe male un controllino” rispose Sirius
agitato.
Harry
annuì e prese una manciata di polvere volante. Intanto i due
Malandrini salirono al piano di sopra con le due ragazze tra le
braccia. Entrambi sul viso un'espressione preoccupata.
*
Erano
le sei di mattina e la cucina di Sirius non era mai stata così
affollata. C'erano il padrone di casa, James, Lily, Remus e Teddy.
Al
piano di sopra nella stanza riservata a Remus dormiva Dora e Andrea
dormiva nella sua.
“Come
stanno?” chiese James preoccupato.
“Bene,
Andrea era ferita alla spalla ma Madama Chips l'ha curata in un
attimo. Stanno dormendo...” rispose Remus.
Sirius
era silenzioso e si guardava le mani. Non aveva molta voglia di
parlare.
“Avete
recuperato l'Horcrux?” chiese Remus curioso.
James
annuì. “Era un anello a casa del nonno di Voldemort”.
Harry
rizzò le orecchie. Niente più diario, niente più diadema, niente
più medaglione e niente più anello. Mancavano solo Nagini e la
Coppa...
“Sirius...tu
sai per caso se Mulciber ha fatto qualcosa a Dora?” chiese Remus
esitante.
Sirius
finalmente alzò lo sguardo fissandolo negli occhi ambrati
dell'amico. “No, perchè?”
“Non
so, lui e Andrea hanno fatto un discorso strano e Dora sembrava
terrorizzata...” rispose Remus nervoso.
“Ti
posso spiegare io Rem”.
Sirius
si voltò di scatto verso la porta. Lì c'era Andrea avvolta nella
sua vestaglia di seta viola.
“Non
dovresti stare a letto?” chiese Sirius.
Andrea
abbozzò un sorriso. “Sto bene, non preoccuparti”.
Si
sedette con lentezza di fianco a Sirius, davanti a Remus.
“Allora...stavate
parlando di Dora...” iniziò Andrea.
“Sì”
Remus era stranamente agitato.
Aveva
uno strano presentimento.
“Io
e Mulciber eravamo dello stesso anno a Hogwarts. Al settimo io ero
Caposcuola dei Corvonero e cercavo di stare lontana il più possibile
dalla cricca di Mulciber composta da elementi non proprio
raccomandabili. Una sera di dicembre stavo facendo la ronda al terzo
piano e ho sentito dei lamenti. Sono andata in quella direzione e ho
trovato Mulciber che schiacciava una ragazzina contro il muro...”
FLASHBACK
“Mulciber!
Che stai facendo? Lasciala subito!” Andrea disgustata puntò la
bacchetta contro il petto del Serpeverde che la guardava con un
ghigno.
“Smamma
Davis, come vedi sono occupato” replicò quello con tranquillità.
La
ragazzina piangeva silenziosamente.
“Lasciala
subito! Mi fai schifo!” Andrea lo guardò irata.
“Che
c'è, sei arrabbiata perchè non ci ho provato con te? Sono sempre
disponibile, fammi sapere dove e quando...” Mulciber la guardò
dall'alto in basso leccandosi le labbra.
Andrea
rabbrividì per il ribrezzo. “Mi fai schifo! Non sei neanche capace
di conquistarla una ragazza, devi aggredirle, non è vero? Non sei un
uomo!”
Mulciber
assottigliò lo sguardo e si allontanò dalla ragazzina che si
raggomitolò a terra completamente terrorizzata.
“Se
non cambi atteggiamento farai una brutta fine Davis.
E io mi godrò lo spettacolo, ti metterò in ginocchio, puoi
scommetterci” soffiò Mulciber incazzato.
“Sparisci!
50 punti in meno a Serpeverde. Vattene altrimenti...”
“Altrimenti
cosa Davis? Sei una puttana come tutte le altre...” replicò
Mulciber con un ghigno.
“Stupeficium!”
Andrea colpì in pieno Mulciber che cadde a terra privo di sensi.
Andrea
raggiunse rapida la ragazza che tremava per la paura.
“Stai
bene? Ti ha...”
“No”
rispose la ragazzina asciugandosi le lacrime. “Grazie”.
Andrea
le sorrise e la prese per un braccio aiutandola ad alzarsi. “Come
ti chiami?”
“Ninfadora
Tonks, tassorosso del terzo anno” rispose Ninfadora cambiando
colore dei capelli, da neri a fucsia.
Sì,
lei era la metamorfomagus...ne aveva sentito parlare...
“Tu
invece sei Andrea Davis, la Caposcuola dei Corvonero, vero?”
Andrea
annuì. “Vieni, ti porto al tuo dormitorio”.
La
prese per mano e si incamminarono verso le cucine.
FINE
FLASHBACK
Se
lo ricordava come ieri. Era così che lei e Dora erano diventate
amiche.
“Mulciber
ha provato a violentarla...credo che se non fossi arrivata io ci
sarebbe riuscito” disse Andrea con lo sguardo basso.
Remus
respirava in modo affannoso, sembrava che stesse cercando di
contenere la rabbia.
“È
così che ci siamo conosciute. Lei era una ingenua tassorosso del
terzo anno e io ero la Caposcuola dei Corvonero. Per tutto l'anno
l'ho protetta assicurandomi che nessun Serpeverde le si avvicinasse.
Nonostante tutto lei è ancora terrorizzata di quel bastardo e la
capisco. Gli unici che fino a questo momento lo sapevano eravamo io e
Malocchio” spiegò Andrea.
Sirius
era sconvolto. Sua cugina era stata in pericolo e lui non ne aveva
mai saputo niente...
“Mulciber
è l'unico che è riuscito a scappare...” disse Sirius stringendo i
pugni.
Andrea
tralasciò le minacce che le erano state rivolte. Era inutile
preoccupare tutti ancora di più.
Trattenne
a stento uno sbadiglio, era stanca morta.
“Andie,
va' a letto, sarai stanca...” disse Lily con un sorriso dolce.
“Vieni,
ti accompagno io” disse Sirius.
Prima
che potesse dire qualcosa Sirius la portò fuori dalla cucina
circondandole con un braccio la vita nel caso svenisse di nuovo.
Andrea
appoggiò la testa sulla sua spalla e stavolta non trattenne lo
sbadiglio. Quando Sirius aprì la porta della sua stanza era già
semi addormentata. Sirius la mise a letto e le sistemò le coperte.
Era già sulla porta quando...
“Sirius...”
Guardò
Andrea con curiosità.
“Hai
un buon profumo” detto questo Andrea si addormentò.
Sirius
la guardò per qualche secondo e poi, mentre chiudeva piano la porta,
sorrise.
ANGOLO AUTRICE:
Bene,
ora potete uccidermi. Sarò sincera, oltre al fatto che
quest'estate mi si è rotto il computer con metà capitolo
scritto, avevo perso anche un po' l'ispirazione. Vi avviso fin da
adesso che non aggiornerò molto spesso per cause di forza
maggiore (adesso tutti cominciano a interrogare e il tempo per scrivere
si ridurrà probabilmente a zero....) comunque voglio ringraziare
tutti quelli che fino ad ora mi hanno seguito e soprattutto quelli che
continueranno a farlo.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, vale a dire: NemoTheNameless, erikappa, Evans91, sssweety, ariadna93, brando, SkAnNeRiZzAtA, Miss Rainbow, PrincessMarauders, chichetta99, kia88oc, Streghetta86, Deidara, era87, Ali96, Hoshi_ chan, Pecky, MissGiu, Manda, Angels4ever, Kiro_Best, rutix2003, isabella5.
Ringrazio i 205 che l'hanno messa tra i preferiti e i 41 tra le seguite.
Grazie a tutti
Nikki Potter
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Capitolo 18 *** Ora tutto comincia a farsi più chiaro ***
Capitolo
dedicato a tutti i miei amici
Erano
tutti insieme alla riunione straordinaria dell'Ordine della Fenice.
C'era più caos del solito, tutti confabulavano tra loro.
L'arrivo
di Silente fece, come al solito, zittire tutti quanti.
“Silente,
ma che diavolo sta succedendo?” chiese Ted Tonks agitato.
Il
vecchio preside si sedette sul suo scranno emettendo un sospiro
profondo.
Non
ci stava capendo più niente, era nella confusione più
totale. Il pacco che gli era arrivato quella mattina non faceva
altro che confondergli le idee perchè era
tutto così impossibile...
“Per
prima cosa io, James, Sirius e Severus abbiamo distrutto un Horcrux
la notte scorsa” esordì il preside.
Alcuni
trattennero il respiro, altri si raddrizzarono meglio per prestare
una maggiore attenzione.
Il
suo sguardo celeste vagò sui visi di tutti cercando
un'espressione strana, fermandosi una frazione di secondo in più
su Ted Evans.
L'unica
cosa che Severus era riuscito a scoprire era che Evans indagava sulla
morte di Regulus Black, nulla di più. Eppure sentiva di essere
vicino alla risposta di quell'enigma, ma più si avvicinava più
essa si allontanava.
“Cos'era?”
chiese Kingsley curioso.
“Un
anello...l'anello di Orvoloson Gaunt, il nonno materno di Voldemort”
spiegò brevemente James.
Kingsley
annuì senza dire una parola.
Hermione
si schiarì piuttosto nervosamente la voce. “Preside, a
questo proposito vorrei dirle una cosa molto importante successa
sempre ieri sera”.
Silente
la guardò con attenzione, così come pure tutti gli
altri. “Parla Hermione”.
La
ragazza deglutì. “Un altro Horcrux è stato
distrutto”.
Alcuni
sgranarono gli occhi. Silente invece sembrò imperturbabile.
“E
come fai a saperlo?” chiese Bill.
“Perchè
l'ho distrutto io personalmente” rispose Hermione.
Ron
le stringeva forte la mano per tranquillizzarla.
“Cosa?!”
esclamò la signora Weasley sorpresa.
“Hermione,
perchè non ci racconti tutto dall'inizio?” propose
Silente con un sorriso incoraggiante.
Sorriso
che la ragazza ricambiò prima di cominciare a parlare. “Harry
Potter mi ha contattato”.
James
sgranò gli occhi. Cosa poteva volere suo figlio da Hermione
Granger? E soprattutto come poteva conoscerla?
“Come?”
chiese la McGranitt.
“Via
gufo” rispose semplicemente Hermione. “Voleva che io,
Ron, Neville, Luna e Ginny lo aiutassimo”.
“Cosa
centrano Luna e Ginny? Loro non fanno parte dell'Ordine...”
iniziò la signora Weasley preoccupata e arrabbiata insieme per
non aver saputo prima una cosa del genere.
“Neville,
tu hai partecipato?” Alice era incredula.
Il
giovane Paciock annuì. “Certo, ti pare che mi tiri
indietro ad una richiesta di aiuto di Harry Potter?”
“Beh...nella
lettera c'era scritto tutto quello che dovevamo sapere...dove e che
cos'era l'Horcrux” riprese Hermione.
“Potter
sapeva che cos'era?” Severus era stupefatto.
Ron
annuì. “E indovinate un po' dov'era?”
Gli
veniva quasi da ridere. “Qui a Hogwarts”.
“Questo
non è possibile” scattò subito la McGranitt.
“Proprio
in questa stanza. Sembra che Potter conosca tutte le sue funzioni,
come
se lui fosse stato qui, come se avesse frequentato questa scuola.
Insomma nemmeno io sapevo l'esatto funzionamento della Stanza delle
Necessità...” aggiunse Ron.
“Non
capisco...” esordì Gideon Prewett confuso.
“La
stanza si trasforma in qualsiasi luogo tu chiedi. Ginny sapeva come
funzionava, ha pensato a una stanza dove nascondere qualcosa e ci
siamo ritrovati in una specie di enorme ripostiglio. E in mezzo a
quelle cianfrusaglie l'abbiamo trovato” spiegò Hermione
con tono professionale.
“Il
Diadema di Corvonero” aggiunse Ron.
“Impossibile!
È stato perduto mille anni fa...” ribatté Andrea
shockata.
“Beh,
era per questo che ci serviva Luna, lei essendo una Corvonero sapeva
esattamente com'era fatto. Hermione l'ha poi distrutto” replicò
Neville.
“Ma
perchè l'ha chiesto a voi?” chiese Arthur Weasley ancora
scosso.
Ron
alzò le spalle. “Non lo so papà, ha scritto solo
che si fidava di noi, che era sicuro che ce l'avremmo fatta...”
“Strano
che sapesse già esattamente cosa e dove fosse...insomma lui
non ha mai messo piede a Hogwarts...come poteva anche solo sapere
dell'esistenza di questa stanza? Sono in pochi quelli che la
conoscono...” disse Severus.
“Beh...siamo
a meno tre allora...” disse Percy.
Silente
scosse il capo.
“Che
vuoi dire Albus?” chiese la McGranitt ora con una leggera punta
di paura nella voce.
“Draco
entra per favore” disse Silente.
Draco
Malfoy fece il suo ingresso con passo sicuro. In mano reggeva un
pacco, lo stesso ricevuto dal preside quella mattina. Si fermò
di fianco a Severus che gli mise una mano sulla spalla. Tuttavia pure
Piton era sorpreso di trovarlo lì.
Il
giovane Malfoy porse il pacco al preside.
“Questo
mi è arrivato stamattina” iniziò Silente
aprendolo ed estraendo quello che sembrava un semplice quadernetto
nero. L'unica cosa che poteva sembrare strana era l'enorme buco al
centro.
“Questo
era il diario di Voldemort, sono quasi sicuro che fosse un Horcrux”
Silente rispose così ai numerosi sguardi perplessi.
“Chi
l'ha distrutto?” chiese Moody.
“Potter”
rispose Draco tranquillo.
“Harry?”
Sirius era stupito.
“Ieri
sera io, Potter e i miei amici abbiamo fatto una gita a Villa Malfoy.
Lui mi avrebbe aiutato a liberare mia madre e io l'avrei aiutato a
recuperare quel quaderno dallo studio di mio padre. Lui sapeva
esattamente cosa fosse e dove fosse” spiegò Draco.
“Come
sta Narcissa?” chiese Andromeda preoccupata.
“Bene
zia, vuole che tu vada da lei dopo” rispose Draco con un
sorriso.
“Non
mi avevi detto che Potter era coinvolto...” disse Severus.
Draco
alzò le spalle. “È stato lui a dirmi di non dire
nulla fino alla riunione dell'Ordine”.
“Vi
ha visto qualcuno?” chiese ancora Severus preoccupato.
“Solo
la carissima
zia Bellatrix” rispose Draco con disprezzo. “Ma Potter
era incappucciato, non l'ha riconosciuto, anche perchè lei era
piuttosto arrabbiata visto che la sua Imperius su di lui non ha avuto
il benchè minimo effetto”.
James
strinse le mani a pugno. Quella stronza aveva colpito suo figlio con
una maledizione senza perdono...l'avrebbe pagata cara quanto era vero
che faceva di cognome Potter.
“Poi
è stato così veloce a stendere quei due
Mangiamorte...nessuno
di noi lo ha nemmeno visto...”
raccontò Draco.
Sirius
annuì compiaciuto. Quello era il suo figlioccio.
“Da
quello che ho capito Potter la odia da morire...” aggiunse
Draco.
“Per
forza, quella è una stronza e per di più è
pazza!” commentò Sirius glaciale.
Andromeda
non ci pensò nemmeno a contraddirlo, aveva smesso di essere
sua sorella molto tempo prima e poi non poteva perdonarla per aver
cercato di uccidere Dora poco più di due anni prima.
“Bene
Draco, puoi andare” Silente lo congedò.
Draco
annuì e si alzò. Attraversò la stanza e uscì
in silenzio.
“Silente,
perchè sei così turbato?” chiese Vitious.
“Nel
pacco c'era anche questa”. Silente prese quella che sembrava
una foto, con la bacchetta l'attaccò al muro e la ingigantì
a dimensioni di poster.
“È
impossibile!” esclamò Lily alzandosi in piedi.
Tutto
ciò non aveva il benchè minimo senso. Eppure lì
c'era raffigurato un Harry di circa undici/dodici anni, con la divisa
di Grifondoro.
“Cos'è
uno scherzo?” disse James.
Silente
scosse il capo. “Nemmeno io so cosa pensare James, te lo
assicuro”.
“Insomma
è...impossibile!” esclamò James nervoso.
“C'è
anche questa” Silente estrasse un'ampollina contenente un gas
azzurrino.
Stappò
la bottiglia e non si vide nulla, si sentirono solo delle voci.
Hagrid.
“Nel giorno di Halloween spuntò nel villaggio dove
abitavate voi. Tu avevi appena un anno. Lui entrò in casa e
Tu-Sai-Chi li uccise...cercò di uccidere anche te ma non ci
riuscì. Ti sei mai chiesto come mai hai quella cicatrice sulla
fronte? Non è un taglio qualsiasi. Quello è il segno
che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non
ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà e neanche la casa ma
su di te non ha funzionato...qualcosa di te Harry lo ha fermato. È
successo qualcosa quella notte che lui non aveva considerato...io non
so cosa sia e nessuno lo sa...ma c'è qualcosa in te che lo ha
sconfitto”.
Poi
la voce pacata di Silente. “Harry tu parli il Serpentese
perchè Voldemort, che è l'ultimo discendente rimasto di
Salazar Serpeverde, parla il Serpentese. A meno che io non mi sbagli
di grosso, la notte in cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha
trasmesso alcuni dei suoi poteri...Voldemort ha messo un pezzetto di
sé dentro di te”.
Remus.
“I Dissennatori tormentano te più degli altri perchè
nel tuo passato ci sono cose terribili che gli altri non hanno
vissuto”.
Poi
la voce di un ragazzo simile a quella di James. “Quando mi
si avvicinano sento Voldemort che uccide mia madre”.
La
voce roca di Sirius. “Harry...è come se li avessi
uccisi. Io ho convinto Lily e James a scegliere Peter al mio posto
all'ultimo momento, li ho convinti a scegliere lui come Custode
Segreto invece di me...È colpa mia lo so...quando ho visto la
loro casa distrutta e i loro corpi...ho capito quello che doveva aver
fatto Peter. Quello che io avevo fatto.....Sei davvero il figlio di
tuo padre Harry”.
Silente.
“Tuo padre è vivo in te Harry e si mostra soprattutto
quando hai bisogno di lui. Altrimenti come avresti fatto a evocare
proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre la notte
scorsa”.
Poi
una voce che sembrava un sibilo. Alcuni tremarono, altri
sussultarono, altri si irrigidirono. “Sua madre morì
nel tentativo di salvarlo e senza volerlo gli fornì una
protezione...non riuscii a toccare il bambino...ma non importa, ora
posso toccarlo. Il mio malefico fu deviato dall'insensato sacrificio
di quella donna e mi rimbalzò contro. Fui strappato via dal
mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile
fantasma...eppure ero vivo”.
La
voce di Harry. “È tornato. È tornato.
Voldemort”.
Poi
la voce di Severus. “La maledizione che non ti ha ucciso
sembra aver creato una sorta di connessione tra te e l'Oscuro
Signore...quando la tua mente è più rilassata e
vulnerabile tu condividi i suoi pensieri e le sue emozioni...potrebbe
cercare di farti fare delle cose”.
“Harry?
HARRY! Cos'è successo?”
Ron Weasley.
“Io
non lo so. È felice, molto felice”.
Poi ancora la voce di Harry. “Voldemort
è
morto
arrabbiato. Ero Tu-Sai-Chi, ero nella sua testa...”
“È
colpa mia se Sirius è morto!”
nella voce di Harry si sentiva chiaramente puro dolore.
“Harry
soffrire così dimostra che sei un uomo”
Silente sembrava stanco.
“NE
HO ABBASTANZA, HO VISTO ABBASTANZA, VOGLIO USCIRNE, VOGLIO CHE
FINISCA, NON M'IMPORTA PIÙ...”
“Sì
che t'importa, al punto che ti sembra di dissanguarti dal
dolore...hai perso tua madre, tuo padre e anche la persona più
vicina a un genitore che tu abbia mai conosciuto. Certo che
t'importa”.
“LEI
NON SA QUELLO CHE PROVO!”
Ancora
Silente. “Harry non dimenticare mai che la profezia ha
valore solo perchè Voldemort ha fatto in modo che l'avesse.
Voldemort ha scelto te come la persona più pericolosa per
lui...e così facendo ti ha reso la persona più
pericolosa per lui...Voldemort stesso ha creato il suo peggior
nemico. Eppure Harry, nonostante il tuo privilegiato accesso al mondo
di Voldemort, non sei mai stato sedotto dalle Arti Oscure. Mai,
nemmeno per un istante...tu sei protetto dalla tua capacità di
amare...”
“Devo
cercare di ucciderlo o...”
la voce di Harry era un tantino polemica.
“Devi?
Certo che devi! Ma non a causa della profezia! Perchè tu, tu
stesso, non sarai mai in pace finché non avrai tentato! Lo
sappiamo entrambi! Immagina solo per un istante di non aver mai
ascoltato quella profezia! Che cosa proveresti per Voldemort ora?
Rifletti!”
Le parole di Silente scombussolarono un po' tutti.
Ci
fu un momento di silenzio poi arrivò la risposta sicura di
Harry. “Vorrei che morisse. E vorrei ucciderlo io”.
James
spalancò gli occhi. Quelle parole lo avevano colpito
profondamente.
“Io
stesso ero un Horcrux...la parte della sua anima che c'era in me è
morta...ma se Voldemort ha usato l'Anatema che Uccide come posso
essere ancora vivo?”
La
voce concitata di Silente. “Ha preso il tuo sangue per far
rinascere il suo corpo! Il tuo sangue nelle sue vene Harry, la
protezione di Lily dentro di te e di lui! Ti ha legato alla vita
finchè lui vive...tu sei il degno possessore dei Doni della
Morte”.
Poi
la voce spezzata e roca di Harry. “Non mi è rimasto
più nessuno. Sono di nuovo solo”.
Una
voce melodiosa, simile per certi versi a quella di Silente. “Se
prenderai una mia piuma potrai andare in una dimensione parallela a
questa, dove tu però non esisti, sei morto, ma Voldemort è
ancora vivo e la comunità magica vive nel terrore. Potresti
rincontrare le persone che hai perso”.
“Accetto”.
Poi
silenzio. La sala delle riunioni era nel sconcerto più totale.
Lo stesso Silente era senza parole, ma i più colpiti erano
senza dubbio James, Lily e Sirius.
“Potter
viene da una dimensione parallela...questo spiegherebbe tutto”
disse Moody, uno dei primi a riprendersi.
Lily
scoppiò a piangere. James l'abbracciò cercando di
consolarla.
“Quanto
hai dovuto soffrire figlio mio” sussurrò Lily disperata.
Harry
la sentì e sentì l'impulso di andare ad abbracciarla
forte, ma si trattenne a stento.
“Adesso
è tutto chiaro, Harry Potter ha già distrutto gli
Horcurx una volta, quindi sa dove sono...” concluse Severus.
Silente
annuì. Non poteva non essere dispiaciuto per tutto quello che
quel ragazzo era stato costretto a sopportare.
*
“Sirius?”
Harry si sedette sul divano del salotto.
Era
notte fonda, ma non riusciva a dormire, a quanto sembrava non era
l'unico.
Sirius
non si era voltato verso di lui, guardava fisso il fuoco nel camino
che si stava a mano a mano spegnendo.
Poi
chiese all'improvviso, senza staccare lo sguardo dalle fiamme.
“Secondo te sono stato un buon padrino per Harry?”
Harry
lo guardò stupito della domanda.
“Non
posso fare a meno di chiedermelo dopo quello che ho sentito questa
sera...” finalmente gli occhi grigi di Sirius si posarono sul
suo volto.
Harry
sorrise. “Sono convinto che sei stato il miglior padrino del
mondo con Harry. Questo si è capito da come ha sofferto dopo
che tu...”
Si
bloccò. Ancora non riusciva a dirlo dopo più di due
anni. Sirius gli era mancato tanto, troppo, era stato la sua famiglia
per quei pochi anni in cui l'aveva conosciuto.
“Ne
sei sicuro?” Sirius aveva gli occhi leggermente lucidi.
Harry
annuì con decisione e lo abbracciò.
Sirius,
inizialmente spiazzato, ricambiò l'abbraccio con la stessa
intensità e lo stesso affetto. Ricambiò l'abbraccio
senza sapere che tra le sue braccia c'era il suo figlioccio, il
ragazzo che in quel momento riempiva i suoi pensieri. Ricambiò
senza sapere che Harry aveva gli occhi lucidi e si stava trattenendo
a forza dal piangere, perchè altrimenti si sarebbe tradito.
E
Sirius con quell'abbraccio si sentì sereno e tranquillo,
perchè Teddy gli stava vicino e lo comprendeva come pochi
erano riusciti a fare.
*
“Lily?”
James
vide sua moglie stringere qualcosa in mano. Con un tuffo al cuore
capì che era il pupazzo preferito di loro figlio quando aveva
un anno: un Ramoso in miniatura.
Si
sedette di fianco a lei sul letto e l'abbracciò.
Lily
nascose il viso sulla spalla del marito. “Lo voglio con me
James...”
James
sospirò. “Anch'io tesoro. Almeno sappiamo che sta
bene...”
“Voglio
stringerlo forte, voglio vederlo al sicuro e felice” aggiunse
Lily.
“Tutto
questo succederà. Sono sicuro che il prossimo compleanno di
Harry lo passeremo tutti insieme, tutti i Potter saranno riuniti”
James guardò Lily negli occhi.
La
vide sorridere leggermente e annuire leggermente più
rasserenata.
“Harry
ce l'ha promesso”.
James
annuì con un sorriso. “Già, e dovresti sapere che
tutti i Potter mantengono le promesse”.
*
Erano
passate quasi due settimane senza nessun avvenimento importante.
Ormai era arrivato dicembre, anche se la neve non aveva ancora
cominciato a cadere.
Il
9 dicembre sembrava una normale giornata come le altre. Il freddo era
pungente e in pochi uscivano i casa. Tra questi c'erano Ninfadora
Tonks e Andrea Davis. Durante la loro pausa lavorativa avevano deciso
di fare una passeggiata e di parlare un po', cosa che era da alcune
settimane che non facevano per via dei loro impegni.
“Allora
Dora, di cosa volevi parlarmi?” chiese Andrea.
Stavano
camminando in una via della Londra babbana.
Dora
si torturò le mani, sembrava estremamente agitata. Prese un
respiro profondo, era una confessione difficile.
“Credo
di essermi innamorata di Remus Lupin”.
Andrea
fece un piccolo sorriso. “Credi o sei sicura?”
“Non
lo so...insomma quando si avvicina troppo a me comincia a battermi
forte il cuore e sento una strana sensazione allo stomaco...”
rispose Dora guardando il marciapiede.
Andrea
sospirò “Sì, sei innamorata”.
“A
te è mai successo?” Dora la guardò con curiosità.
“Sì,
con una sola persona” rispose Andrea abbassando lo sguardo.
Anche
lei aveva tutte le stesse sensazioni di Dora quando lui si avvicinava
troppo o le sorrideva. Lui...Sirius.
“Lui
lo ha mai saputo?” chiese Dora.
Andrea
scosse il capo. “Credo di non essere il suo tipo...”
“Perchè
tu ce lo vedi uno ordinato come Remus con una come me?” replicò
Dora seria.
“Penso
che sareste una coppia perfetta. I poli opposti di due calamite”
disse Andrea sincera.
Dora
sorrise felice. “Sul serio?”
Andrea
annuì. “Secondo me anche tu gli piaci, devi solo trovare
il modo di farglielo capire...”
“Ma
come? È così testardo...”
Andrea
annuì. “Già, in questo è peggio di...”
Si
bloccò. Aveva sentito uno strano rumore.
“Andie?”
“Shh!”
Andrea
prese la bacchetta e Dora la imitò. Anche lei si era accorta
che c'era qualcosa di strano.
Perchè
in quella via di Londra non passava nessuno da più di cinque
minuti? Erano solo le cinque di pomeriggio e c'era solo un leggero
buio.
CRAC!
“GIÙ!”
Andrea spinse Dora dietro una macchina parcheggiata.
I
vetri dei finestrini saltarono, le schegge volarono ovunque.
C'era
un gruppo di Mangiamorte che a quanto sembrava stava aspettando
proprio loro.
Andrea
con un incantesimo non verbale ne schiantò uno.
“Quanti
sono?” chiese Dora in un sussurro.
“Senza
quello che ho steso io sette” rispose Andrea.
“Merda!”
“Davis,
Tonks, perchè non venite a giocare un po' con noi?”
domandò uno dalla voce dura e spietata. Amycus Carrow.
“Avete
paura?” disse una voce folle di donna prima di scoppiare a
ridere. Doveva essere totalmente pazza. Bellatrix Lestrange.
Andrea
ne riconobbe un altro per la stazza e gli occhi ambrati. Fenrir
Greyback. Quella più bassa doveva essere Alecto, lei e il
fratello andavano sempre in giro in coppia. Il più alto era
Mulciber. Gli altri due non li conosceva. Erano nella merda più
totale.
Dora
schiantò quello più a sinistra, uno dei due
sconosciuti.
“Tonks,
tua zia Bellatrix mi ha promesso che stasera il tuo cadavere sarà
la mia cena...” disse Greyback con un ghigno sadico.
“Venite
fuori, tanto non riuscirete a sfuggirci” Amycus.
Aveva
ragione, ma nessuna delle due si sarebbe arresa senza combattere.
Andrea schiantò anche l'altro sconosciuto. Ora erano cinque.
Andrea
e Dora si guardarono negli occhi annuendo e poi uscirono allo
scoperto con le bacchette alzate. Iniziarono a combattere, Andrea
contro Bellatrix e Mulciber e Dora con i due Carrow mentre Greyback
assisteva allo spettacolo.
Dora
dopo un paio di minuti riuscì a schiantare Alecto.
Amycus
la guardò arrabbiato “Avada...”
Andrea
reagì d'istinto e lanciò su Dora un incantesimo
smaterializzante con destinazione Ministero.
“No!
Piccola puttana!” esclamò Bellatrix furente.
Andrea
la guardò con un ghigno. Ora era rimasta solo lei, ma almeno
era sicura che Dora fosse salva.
“Avada
Kedavra!” disse Andrea puntando la bacchetta addosso a
Bellatrix.
Quella
si spostò appena in tempo.
“Repello!”
Mulciber la colpì in pieno.
Fu
spinta all'indietro da una forza invisibile e cadde a terra di
schiena perdendo la bacchetta.
Mulciber
si avvicinò e si chinò di fianco a lei con un ghigno
trionfante. “Te l'avevo detto che avresti fatto una brutta fine
Davis, che ti avrei messo in ginocchio, schiacciata come un verme...”
Andrea
gli sputò in faccia.
Mulciber
la guardò irato e la schiaffeggiò forte sul viso
spaccandole il labbro.
Bellatrix
raggiunse il compare “Adesso ci dirai dove si trova la casa di
Sirius Black...”
Andrea
le rivolse uno sguardo sprezzante. Se speravano di cavarle qualcosa
si sbagliavano di grosso.
“Dovrai
uccidermi”.
Non
avrebbe mai tradito nessuno, men che meno Sirius.
Bellatrix
la guardò con un ghigno. “Sta tranquilla che lo farò.
Avanti parla!”
Andrea
la guardò con sguardo di sfida.
Bellatrix
alzò la bacchetta “Crucio!”
Andrea
iniziò a urlare e contorcersi.
“Bella,
dobbiamo andarcene, l'incantesimo di isolamento è saltato”
disse Amycus che intanto aveva svegliato gli altri.
Bellatrix
interruppe l'incantesimo.
Andrea
respirò affannosamente. “Mio zio ti farà il culo
a strisce”.
Bellatrix
rise.
Mulciber
prese Andrea per le braccia rimettendola in piedi.
“Andiamocene”
disse Amycus.
Andrea
guardò un punto in alto a destra e fece uno strano segno con
le mani. Poi sparirono tutti con dei crac.
*
Dora
si ritrovò catapultata nell'Atrium del Ministero.
“No!
Cazzo!”
Andie...si
infilò alla velocità della luce in uno degli ascensori
e premette in modo spasmodico il tasto due. Doveva avvisare gli
altri, non c'era tempo da perdere.
Arrivata
al secondo livello uscì della porte metalliche e corse il più
velocemente possibile verso il Quartier Generale degli Auror.
La
porta era aperta ed entrò senza bussare.
“Dora!”
esclamò James.
Dora
respirò profondamente per riprendere fiato.
“Che
ti è successo?” Sirius si alzò in piedi
preoccupato.
Frank,
Alice, Remus, Kingsley e Moody lo imitarono.
Dora
aveva i vestiti sporchi di polvere, del sangue che colava da una
ferita sulla fronte e un taglio al braccio.
“Un
gruppo di Mangiamorte ha attaccato me e Andrea a Mansfield Street”
rispose Dora tutto d'un fiato.
“E
dov'è Andrea?” chiese Moody.
“Mi
ha tirato addosso un incantesimo smaterializzante...stava combattendo
con Bellatrix e...Mulciber” rispose Dora.
“Quanti
ne sono rimasti in piedi?” chiese James.
“Quattro”
rispose Dora.
“Remus
tu resta qui con Ninfadora e sistemala, noi andiamo!” disse
Moody.
Tutti
si smaterializzarono.
Quando
comparvero non c'era più nessuno, solo un silenzio tombale.
Lo
sguardo di Sirius si posò su una macchina completamente
distrutta. Dov'era Andrea?
“Guardate
qua!” esclamò Kingsley chinandosi.
Sirius
e Moody lo raggiunsero. Lì per terra c'era una bacchetta.
“È
quella di Andrea” disse Moody asciutto.
“Ma
lei dov'è?” chiese Sirius con una nota di panico nella
voce.
“Non
lo so ragazzo” rispose Moody.
Quelle
parole fecero tremare Sirius. Lei era come sparita. Era viva o morta?
Non
poteva pensare che non l'avrebbe più vista gironzolare in casa
sua in ciabatte...
*
Harry
si svegliò di colpo dal sonno in cui era caduto subito dopo
pranzo.
Era
di nuovo entrato nella testa di Voldemort. La cicatrice bruciava
ancora come testimonianza.
Aveva
sentito da Bellatrix che Andrea era stata catturata e portata a
Carrow Manor. Senza perdere tempo evocò il suo Patronus e lo
mandò da Sirius e James. Di sicuro sapevano già della
sua scomparsa e non avrebbero esitato a trovarla. Soprattutto Sirius.
*
“James!”
esclamò Frank indicando all'amico qualcosa di luminoso che li
stava raggiungendo.
James
lo riconobbe subito, era il Patronus di Harry. Che ci faceva lì?
Aveva bisogno di aiuto.
Poi
una voce, la voce di Harry. “Andrea è stata portata a
Carrow Manor. Sbrigatevi!”
Il
Patronus scomparve come un guizzo. Né James né Sirius
si chiesero come poteva saperlo, si fidavano totalmente di Harry e
delle sue parole.
Moody
si avvicinò. “Andiamo al Ministero a prendere delle
mappe, facciamo un piano e andiamo a riprendercela”.
Sirius
annuì con decisione e tutti sparirono con dei crac.
*
Andrea
aprì piano gli occhi. Le facevano male tutte le ossa. Doveva
essere svenuta dopo la dose di Cruciatus di Bellatrix. Quella
stronza...
C'era
buio ma capì di essere chiusa in una cella dei sotterranei del
castello. Era seduta per terra, nell'angolo più buio e lontano
dalla porta della cella.
Con
la lingua toccò il labbro, le faceva male e sanguinava ancora.
Lentamente si alzò in piedi, le facevano male tutte le ossa e
barcollava leggermente. Si appoggiò al muro facendo dei
respiri profondi.
“Ti
sei svegliata finalmente” Mulciber si avvicinò alla sua
cella.
Andrea
non rispose. Mulciber entrò chiudendo la porta. Lei non si
mosse, non voleva dargli la soddisfazione di pensare che aveva paura
di lui.
Il
Mangiamorte la raggiunse e le prese il viso con una mano sola
facendole male.
“Che
peccato! Un così bel faccino sprecato per quel traditore di
Black...”
Andrea
gli rivolse uno sguardo di puro odio. Mulciber la spinse di più
contro il muro.
“Ho
capito qual è la cosa per te più importante Davis, la
dignità. E io ho tutta l'intenzione di togliertela...e per
farlo conosco un metodo molto piacevole per me...” Mulciber le
rivolse un ghigno sadico.
Andrea
vide Mulciber avvicinarsi pericolosamente al suo viso...senza
pensarci tirò una potente ginocchiata in mezzo alle gambe di
quel viscido che si staccò da lei con un urlo di dolore.
Rapida
gli rubò la bacchetta che aveva in mano ma lui la prese per i
capelli.
“Dove
pensi di andare...” sbraitò Mulciber incazzato.
Andrea
tirò una gomitata in faccia al mangiamorte spaccandogli
probabilmente il setto nasale.
“Puttana!”
gridò Mulciber tenendosi una mano sul naso che sanguinava.
Lo
vide correre verso di lui con un chiaro intento: ucciderla.
Sentì
le sue mani circondarle il collo.
Senza
pensarci due volte. “Avada Kedavra!”
Le
mani di Mulciber, che prima le stringevano il collo nel tentativo di
soffocarla, la lasciarono all'istante. Il mangiamorte crollò a
terra dove rimase immobile. Respirò profondamente cercando di
essere lucida. Non poteva restare lì. Se qualcuno fosse
tornato e avesse trovato Mulciber lei sarebbe stata nei guai. Si
voltò verso la parete di mattoni davanti a lei.
“Bombarda!”
Nel
muro, con un grosso boato, si formò un buco abbastanza grande
per consentirle di uscire. Senza aspettare un secondo di più
uscì dalla sua prigione per ritrovarsi in un bosco. Era già
calata la sera. Cos'erano le sette o le otto di sera?
Sentì
dei passi all'interno del Manor farsi più vicini. Senza
perdere tempo iniziò a correre nel bosco, bacchetta in mano.
Riuscì a sentire una risata malefica.
Bellatrix
Lestrange la stava inseguendo.
*
Erano
riusciti ad entrare. Si stavano dirigendo verso la stanza da cui
provenivano delle voci.
“Quella
non parla” disse Alecto.
“Non
c'è problema, eliminiamola” replicò Amycus.
Sirius
strinse forte la bacchetta. Moody fece un cenno e James spalancò
la porta con un piede.
Entrarono
tutti cominciando a duellare.
Sirius
si scagliò contro Amycus.
“Non
sai quanto urla la tua amica Black” commentò il
Mangiamorte con un ghigno.
“Crucio!”
Amycus
si spostò. “Avada Kedavra!”
Sirius
si chinò appena in tempo. Poi sorprese Amycus avventandosi su
di lui e spingendolo contro il muro afferrandolo per la gola.
Il
Mangiamorte nella colluttazione perse la bacchetta. Sirius puntò
la sua in mezzo alla fronte di Amycus.
“Dov'è
Andrea?! Dimmelo bastardo!”
Amycus
non rispose. Sirius gli strinse di più la gola.
“Nei...sotterranei...”
rispose Amycus con fatica.
“Stupeficium!”
Sirius lo schiantò e si precipitò fuori dalla stanza.
Fece
un paio di metri poi si fermò.
“Bombarda!”
disse Sirius puntando la bacchetta sul pavimento davanti a lui.
Si
formò un grosso buco. Sotto c'era un altro corridoio. Senza
perdere tempo saltò giù. Aveva fatto centro, quelli
erano i sotterranei, sporchi e pieni di celle.
“Andrea!”
urlò Sirius per farsi sentire.
Corse
come un pazzo tra le celle. Erano tutte maledettamente vuote.
“ANDREA!”
gridò di nuovo.
Nessuna
risposta.
Si
fermò davanti all'ultima cella, la porta era socchiusa, entrò.
A terra c'era un Mangiamorte morto e una parete era praticamente
distrutta. Lo sguardo cadde su una giacca nera abbandonata in un
angolo. La prese, faceva parte dell'uniforme Auror. Il profumo
floreale che emanava era quello di Andrea, non aveva dubbi.
Doveva
essere riuscita a liberarsi e aveva distrutto la parete per scappare.
Istintivamente guardò fuori. C'era un fitto bosco e pioveva a
dirotto. Lo sguardo cadde sulle orme impresse nel fango. Erano di due
persone, questo voleva dire che un Mangiamorte la stava inseguendo.
Doveva
trovarla prima di lui a tutti i costi.
*
Li
vedeva. James e Sirius, bacchetta in mano, nella radura illuminata
dalla luna lì davanti a lei. Loro non potevano ancora vederla,
era troppo immersa nel buio, troppo distante.
Era
esausta, non sapeva se stava correndo da ore o minuti, sapeva solo
che non ce la faceva più. E sapeva che Bellatrix la stava
inseguendo come una pazza scatenata.
Le
sembrava quasi di sentirla.
“Qui
non c'è, spostiamoci” vide James voltarsi e iniziare a
dirigersi dalla parte opposta a dove si trovava lei.
Fissò
Sirius negli occhi, ma lui non la vedeva ancora. Anche lui si voltò.
“Sirius”
proruppe a voce bassa, non riusciva più a urlare per la
mancanza di fiato.
E
lui, la sua salvezza, se ne stava andando. “Sirius”.
Sirius
si fermò.
“Che
c'è?” James lo guardò interrogativo.
“Mi
era sembrato...non importa” Sirius fece ancora un paio di
passi.
“Sirius”.
No,
aveva sentito qualcosa, l'aveva sentita.
Anche
James si fermò.
“È
qui vicino Jamie, ne sono sicuro, io...” proruppe Sirius.
“Sirius...Sirius
aiutami” disse Andrea avvicinandosi sempre di più a
loro.
“Io
la sento” disse Sirius facendo un paio di passi nella direzione
di Andrea.
James
lo guardò confuso, lui non aveva sentito nulla.
L'aveva
quasi raggiunto, ancora pochi metri...doveva resistere.
Sirius
si spinse fino quasi al limitare della radura. Era sicuro che fosse
lì, gli sembrava di sentire quasi il suo profumo mischiato con
l'odore della pioggia.
Lei
corse e spiccò un salto finendo dritta tra le sue braccia che
subito la strinsero forte.
“Andrea...”
proruppe Sirius con sollievo.
“Andiamo
via, c'è Bellatrix armata che mi sta inseguendo” mormorò
lei con voce affannata.
Sirius
annuì. Intanto James aveva sparato delle scintille rosse e
tutti gli Auror si stavano smaterializzando. Sirius la strinse forte
e si smaterializzò con lei.
“NO!”
urlò Bellatrix.
A
Sirius sembrò quasi di vederla mentre lui e Andrea
scomparivano.
Si
materializzarono nel salotto di casa sua. Non l'aveva ancora vista in
faccia, lei l'aveva subito abbracciato. La staccò quel tanto
per poterle guardare il viso. Gli occhi erano socchiusi, era pallida
e le labbra stavano diventando blu. Era fradicia e gelata, la sentiva
tremare contro di lui.
“Tu
sei ghiacciata...” proruppe Sirius.
Lei
si strinse ancora di più a lui, non riusciva quasi più
a stare in piedi.
Sirius
la prese in braccio e salì velocemente le scale entrando nel
bagno. Fece sedere Andrea sulla tazza chiusa del water e accese
l'acqua calda. Poi ritornò da lei, tremava sempre di più.
“Non
ti addormentare, chiaro?” disse con tono serio e preoccupato.
Lei
fece un piccolo cenno. Sirius le tolse le scarpe e le calze poi
incominciò a sfregarle forte le mani e le braccia tentando di
scaldarla.
“Resta
sveglia, non ti addormentare” disse quando la vide lottare per
tenere gli occhi aperti.
Le
prese il viso con entrambe le mani. “Guardami. Resta sveglia”.
Andrea
puntò lo sguardo sui suoi occhi grigi. Non interruppe il
contatto neanche un attimo, altrimenti sapeva che avrebbe ceduto.
Quando
la vasca fu abbastanza piena Sirius la prese nuovamente in braccio e
la mise dentro.
Andrea
al contatto con l'acqua calda sospirò di piacere.
“SIRIUS!
ANDREA! DOVE SIETE?” Lily.
“Siamo
in bagno, vieni!” rispose Sirius ad alta voce.
Sentì
i passi di Lily poi la porta si aprì e lei entrò come
un razzo.
“Che
è successo?” chiese Lily perplessa nel vedere Andrea
nella vasca con addosso tutti i vestiti.
“Era
gelata, non sapevo cosa fare...” iniziò Sirius.
“Hai
fatto benissimo. Ora ci penso io, va a cambiarti, sei tutto
bagnato...” notò Lily.
“Colpevole”
mormorò Andrea alzando la mano.
Già,
si era bagnato quando l'aveva abbracciata. Istintivamente Sirius
sorrise.
“Su,
fuori!” Lily lo spinse in modo non tanto delicato fuori dal
bagno.
Andò
in camera, si tolse i vestiti e indossò una maglia di cotone
nera a maniche lunghe e un paio di pantaloni da ginnastica grigi.
Infilò le ciabatte dei Puddlemore United e scese in salotto.
Si
coricò sul divano e sospirò. Era stanco morto.
“Troppe
emozioni...cominci a essere vecchio Sirius” disse a se stesso
in un sussurro.
Sentì
le palpebre farsi più pesanti e senza nemmeno accorgersene
scivolò nel sonno.
*
Lily
si era appena smaterializzata. C'era voluta quasi un'ora per
convincerla che stava bene.
Era
a letto e aveva un sonno tremendo, tuttavia sentiva di dover fare una
cosa: ringraziare Sirius.
Era
solo merito suo se era ancora viva.
Si
alzò, prese un panno rosso e se lo mise sulle spalle come
mantello. Poi uscì silenziosamente dalla sua stanza andando
davanti alla porta della camera di Sirius, esattamente di fronte alla
sua.
Probabilmente
stava già dormendo...aprì piano la porta e sbirciò
dentro. Il letto era vuoto, perfettamente intatto. Richiuse la porta
e scese le scale, di sicuro era in salotto.
Fece
piano tutti i gradini arrivando in corridoio. Prese la prima porta a
sinistra ed entrò in salotto con cautela. Non si era
sbagliata. Sirius era lì, sul divano, che dormiva beatamente.
In punta di piedi lo raggiunse. Si sedette sul limite del divano e
osservò il suo viso. Era maledettamente bello anche quando
dormiva. Si chinò per accarezzargli una guancia, facendo
aderire senza nemmeno accorgersene i loro corpi. La coperta le
scivolò dalle spalle andando a coprire le gambe di Sirius.
Gli
sfiorò la guancia con la punta delle dita.
Inaspettatamente
Sirius le circondò la vita con un braccio facendole perdere
l'equilibrio. Si ritrovò coricata su di lui, la testa sul suo
torace, esattamente sopra il suo cuore.
Sentì
l'altro braccio di Sirius circondarle le spalle. Era completamente
bloccata.
Improvvisamente
realizzò pienamente: era tra le braccia di Sirius.
Provò
a liberarsi, ma Sirius la strinse più forte. E poi si sentiva
così stanca...e quel profumo di muschio non l'aiutava affatto.
Si
addormentò cullata dal rumore del battito regolare del cuore
di Sirius.
*
“Stai
bene?”
Era
la millesima volta che Remus le faceva quella domanda. Poverino,
doveva essere preoccupato a morte. Eppure il fatto che lui ci tenesse
a lei, alla sua salute, le scaldava il cuore e faceva aumentare la
stretta che sentiva allo stomaco tutte le volte che lo guardava.
“Sto
bene, smettila di preoccuparti” rispose Dora con un mezzo
sorriso.
Silenzio.
Eppure lei conosceva Remus, sapeva che aveva delle cose da chiederle.
“Avanti,
spara...che vuoi sapere?”
Remus
la guardò sorpreso, come aveva fatto a capire? Fece un
respiro.
“Chi
c'era?”
Dora
sospirò. “I Carrow, tre tipi non identificati, la cara
zia Bellatrix...Greyback e Mulciber”.
Remus
trattenne il respiro abbassando lo sguardo. Una mano strinse forte le
lenzuola del letto per cercare di contenere la rabbia per le due
persone che odiava più al mondo.
La
mano di Dora strinse forte la sua. “Sta calmo, io sto bene”.
Quanto
era piccola la mano di Dora in confronto alla sua...
Alzò
lo sguardo e incontrò gli occhi grigi della ragazza. Erano
proprio uguali a quelli di Sirius.
“So
che lo sai...di Mulciber intendo. Andie mi ha detto di averlo
riferito a voi Malandrini” disse Dora.
“Perchè
non l'hai mai detto a nessuno? A Sirius o a me?”
Dora
abbassò lo sguardo. “Ti sembrerà assurdo ma non
volevo che altre persone oltre a me soffrissero per quello che mi era
successo. Non posso negare che quella notte ha condizionato la mia
vita...per anni non ho avuto nessun tipo di contatto con i ragazzi,
né baci o abbracci. Gli unici a cui permettevo di abbracciarmi
erano papà e Sirius. Poi un giorno c'è stata una
svolta...o meglio tu sei stato la svolta”.
“Io?”
Remus era sorpreso.
Dora
annuì con un sorriso dolce sulle labbra. “È stata
la prima volta che ti ho incontrato. Erano le vacanze di Natale del
mio settimo anno ed ero a casa di mamma e papà. Tu e Sirius
eravate venuti a farci gli auguri il giorno della Vigilia...”
“Sì,
mi ricordo, tu avevi i capelli rossi e lunghi per l'occasione se non
sbaglio...” disse Remus sorridendo.
“È
vero, come fai a ricordartelo dopo tutto questo tempo?”
“Ho
una memoria infallibile...” rispose Remus con una strana
espressione.
“Beh...quella
giornata non la dimenticherò mai...”
FLASHBACK
Era
seduta sul tappeto dietro al tavolino del salotto. Stava scrivendo un
tema per la McGranitt e sinceramente era già stufa, ma doveva
finire.
“Non
ci posso credere, la mia cuginetta sta facendo i compiti?”
“SIRIUS!”
si alzò e saltò addosso a Sirius così forte che
persero l'equilibrio e caddero all'indietro.
Entrambi
scoppiarono a ridere come matti.
“Buon
Natale cagnaccio!”
“Ehi!”
“Dai
lo sai che ti voglio bene...”
“Alziamoci,
altrimenti tua madre pensa male...siamo in una posizione un po'
equivoca...” disse Sirius con un mezzo ghigno.
“Posso
sempre dire che sei stato tu a provarci...mamma direbbe che ho
ragione viste tutte le tipe che frequenti...” ribatté
Dora facendo la linguaccia.
Sirius
ghignò. “Hai preso questo lato bastardo da tua madre e
da me”.
“Lo
so” disse Dora fiera alzandosi in piedi.
Solo
allora notò un'altra presenza dietro a Sirius che si era
alzato spazzolandosi i vestiti. Era un uomo giovane, con capelli
biondo scuri e gli occhi ambrati. Chi era?
Sentì
la paura attanagliarle lo stomaco.
“Ah
Dora, lui è uno dei miei migliori amici, Remus Lupin. Rem, lei
è mia cugina, Ninfadora Tonks” presentò Sirius.
“Dora
o Tonks” corresse lei in modo automatico.
“Ah
già, odia il suo nome” riferì Sirius a Remus.
“Ciao”
la salutò Remus con un sorriso.
“Ciao”
rispose lei non proprio tranquilla.
Era
amico di suo cugino, di sicuro era a posto però...in lei c'era
sempre quel dubbio. Eppure quella faccia le sembrava così
buona, le trasmetteva uno strano senso di fiducia mai provato prima
per nessun altro.
“Che
stavi facendo?” chiese Sirius sbirciando alle sue spalle.
“Un
tema per la McGranitt, l'ho quasi finito” rispose Dora.
“Beh,
Remus può darti una mano, lui sì che era secchione a
scuola. Io vado con tua madre al supermercato, ci vediamo fra un po'”
Sirius uscì lasciandoli soli.
Dora
guardò Remus per qualche secondo prima di tornare a finire il
tema. Dopo un paio di minuti alzò lo sguardo e lo vide
guardare i titoli di alcuni libri disposti negli scaffali della
libreria. Ne prese uno dalla copertina azzurra.
“Quello
è il mio preferito” disse Dora.
Lui
si voltò col libro ancora in mano e lesse il titolo. “Romeo
e Giulietta”.
“Non
l'hai mai letto?” chiese Dora.
Remus
scosse il capo rimettendolo al suo posto. Dora scrisse le ultime
parole del suo tema e poi posò la piuma e stiracchiò le
braccia leggermente indolenzite.
“Guarda
che se vuoi puoi sederti”.
Poverino,
quel ragazzo le sembrava a disagio. Non sembrava proprio un tipo
senza scrupoli, le faceva più che altro tenerezza.
Remus
si sedette davanti a lei. “Vuoi un pezzo di cioccolata?”
Tirò
fuori dalla giacca una tavoletta di cioccolato al latte.
Dora
annuì. “Adoro il cioccolato”.
Remmie
la divise a metà e ne diede un pezzo a lei.
“Hai
la stessa età di mio cugino?” chiese Dora staccando un
quadretto di cioccolato.
Remus
annuì. “Ero anch'io un Grifondoro”.
“Io
invece sono a Tassorosso, come papà” rispose Dora tutta
orgogliosa.
Ci
fu qualche secondo di silenzio.
“Io
sono diversa dagli altri” rivelò Dora.
Remus
la guardò comprensivo, anche lui si riconosceva perfettamente
in quelle parole.
“Questo
non è il mio vero aspetto, sono una metamorfomagus”
spiegò lei.
“Non
ne ho mai incontrato uno” disse Remus spiazzandola.
Si
era aspettata che dicesse qualcosa tipo -Sul serio?- oppure -Ma
davvero?-.
Davvero
strano quel Remus...sotto certi aspetti lo incuriosiva.
“Di
solito sono così” Dora strizzò gli occhi e i
capelli diventarono corti e rosa shocking.
“Belli,
stai molto bene” rispose Remus con un sorriso.
“Davvero?
Sei il primo che me lo dice, Sirius dice che sono troppo da
femmina...”
“Sirius
è un idiota” replicò Remus con ovvietà.
Dora
rise e presto Remus la imitò. Stava bene con lui, sentiva di
potersi fidare...era una sensazione nuova per lei...
“Ehi,
stavate per caso parlando di me?” chiese Sirius entrando nella
stanza.
“Sì,
avevamo appena concordato che sei un idiota” rispose Dora
tranquilla.
“Ehi
mocciosetta, porta più rispetto per chi è più
grande di te” replicò Sirius facendole la linguaccia.
Dora
si tolse la sua ciabatta viola e la tirò mirando la sua
faccia.
Sirius
si chinò per non essere colpito in pieno.
“Però...mira
niente male...” commentò Remus.
“Cugino,
preparati che fra meno di un anno mi vedrai tutti i giorni”
disse Dora con un ghigno diabolico.
“Sempre
decisa a diventare Auror?” chiese Sirius.
Dora
annuì convinta alzandosi in piedi imitata da Remus.
“Nonostante
il tuo equilibrio precario?” la prese in giro Sirius.
“Stavolta
ti distruggo” Dora si avvicinò a lui minacciosa ma mise
male il piede e Remus l'afferrò prima che cadesse,
circondandole la vita con le braccia, abbracciandola quasi.
“Tutto
bene?”
Dora
arrossì leggermente. Era la prima volta che un uomo che non
era Sirius o suo padre la toccava così da quella notte e
scoprì di non avere paura, non di Remus almeno.
“Sì...grazie”
disse imbarazzata.
“Su
Rem, dobbiamo andare, James e Lily ci aspettano” disse Sirius.
Remus
annuì e lasciò andare Dora. I due si diressero verso la
porta.
“Rem!”
lo chiamò Dora.
Lui
si voltò verso di lei. Gli ficcò in mano un libro.
“Tienilo
come regalo di Natale da parte mia”.
Remus
guardò il titolo. “Ma è il tuo preferito”.
Dora
annuì. “E devi assolutamente leggerlo. Buon Natale
ragazzi”.
“Buon
Natale” rispose Sirius sparendo con un pop.
“Tu
allora tieni questo” Remus si tolse un braccialetto di cuoio
marrone e lo diede a Dora.
“Ok”
Dora lo indossò sorridendo. “Buon Natale Remus”.
“Buon
Natale Dora” Remus le sorrise e sparì con un crac.
FINE
FLASHBACK
“Quel
giorno sono riuscita a fidarmi per la prima volta di un uomo che non
conoscevo” ricordò Dora sorridendo.
Remus
ricambiò il sorriso.
“Guarda”
Dora alzò la manica del maglione.
“Non
ci credo, lo porti ancora” Remus era senza parole.
Aveva
ancora il suo braccialetto, dopo quasi nove anni.
“Non
l'ho mai tolto” rispose Dora con un sorriso.
In
quel momento qualcuno bussò alla porta.
“Avanti”
disse Dora.
James
entrò. “Abbiamo trovato Andrea, sta bene”.
Sia
Remus che Dora tirarono un sospiro di sollievo. Grazie al cielo erano
tutti salvi.
Remus
quella notte, vegliando sul sonno di Dora, osservandola dormire e le
sue facce buffe, finalmente capì perchè il suo cuore
aumentava i battiti solo guardandola, solo incrociando i suoi occhi.
Capì e ne fu sia felice sia spaventato, perchè lei era
la prima donna ad avergli scatenato delle emozioni così
profonde, emozioni e sentimenti che pensava di non provare mai.
Ma,
come diceva spesso Sirius, anche lui, nonostante tutto, era un uomo.
Angolo
Autrice:
Ecco
il tanto atteso capitolo 18! Che ne pensate? Si arriva sempre più
vicini alla verità...anche questo è bello lungo...
Aspetto
le vostre recensioni.
Ringrazio
di cuore: brando, Shin_86,
Manda, Finleyna 4
Ever, Kiro_Best, Vale
Lovegood (presto saprai perchè Severus ha cambiato idea),
kokylinda2, Mirwen,
Pecky, isabella 5
(certo che prima o poi Harry si rivelerà! Tranquilla....),
SATANABAAN, Deidara,
kia88oc, Evans91,
era87, kiry95,
kury.
Ringrazio
i 219 che hanno messo questa ff nei preferiti e i 64 nelle seguite.
Al
prossimo capitolo
Nikki
Potter
|
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Capitolo 19 *** Le scelte difficili della vita ***
Premetto
che questo è stato uno dei capitoli più difficili che
ho scritto in vita mia. Eppure io ne sono per una volta soddisfatta,
uno dei più belli che ho scritto.
È
quasi interamente centrato su Harry/Teddy. Godetevelo fino in fondo,
ci vediamo alla fine...=)
N.B.
se siete emotivi e dal pianto facile preparate da subito i
fazzoletti.
Dedicato
a tutti i miei fedeli lettori
La
mattina del 10 dicembre Harry scese in cucina come al solito per fare
colazione. Aveva un tremendo mal di testa che non lo aveva
praticamente fatto dormire.
“Accidenti!”
imprecò sottovoce.
Si
fermò in salotto e sul suo viso comparve un leggero sorriso.
Sirius e Andrea dormivano abbracciati stretti sul divano. Si era
accorto dei cambiamenti in Sirius...alla fine anche lui si era
innamorato.
Lo
colpì all'improvviso un pensiero: Sirius nella sua dimensione
non aveva mai conosciuto Andrea, lui invece aveva conosciuto di vista
il fratello di lei, Mark, un famoso e bravo Medimago. Andrea, per
quello che ne sapeva, era morta in battaglia per salvare la nipotina
di tre anni, Elizabeth.
Lì
il destino era stato ingiusto con entrambi. Sospirò e
silenziosamente raggiunse la cucina. Si sedette e appoggiò la
fronte sul tavolo e chiuse gli occhi. Davanti a lui comparvero gli
occhi rossi di Voldemort. Li riaprì di scatto. Era dal
pomeriggio precedente, quando era entrato nella mente di Voldemort e
aveva scoperto del rapimento di Andrea che gli faceva male la
cicatrice e aveva incubi continui appena abbassava le palpebre.
Era
consapevole di dover sembrare uno straccio, ma non poteva farci
niente, non poteva dormire. Tutto piuttosto di non rivedere le morti
dei suoi amici.
Sentì
la porta aprirsi piano. Alzò la testa quel tanto per poter
vedere chi era. Sulla soglia della porta Andrea lo guardava
preoccupata.
“Ti
senti bene?”
Harry
riappoggiò la fronte contro il tavolo. “Ho solo un forte
mal di testa”.
“Hai
prese una pastiglia?”
Harry
fece un sorriso amaro. “Non funzionano”.
Magari
fosse passato tutto con una pastiglietta e via. Ma lo sapeva, il suo
non era un mal di testa normale, esattamente come non era normale il
fatto che ogni tanto la cicatrice mandasse qualche fitta di dolore.
“Per
caso hai visto...” iniziò Andrea imbarazzata.
Harry
sorrise, non l'aveva mai vista arrossire, di solito riusciva a
mantenere il sangue freddo. Significava che Sirius riusciva a
sconvolgerle l'animo.
“Sì...siete
molto carini insieme”.
Andrea
sorrise. “Potresti non dirgli niente? Sarebbe troppo
imbarazzante”.
Harry
annuì. “Se vuoi...a proposito, come va?”
Andrea
si sedette davanti a lui. “Tutto bene, sono ancora viva”.
“Tu
sei molto importante per lui, credo che ieri si sia spaventato a
morte” rispose Harry passandosi una mano tra i capelli.
Andrea
sorrise guardandosi le mani.
“Beh,
prepariamo la colazione, così forse il cane si sveglia”
disse Harry con un sorriso.
Andrea
annuì e cominciarono a trafficare con padelle e fornelli.
Quando
Sirius li raggiunse, attirato dal profumo di bacon e uova, li vide
ridere e scherzare.
Una
giornata normale, una mattina normale, tutto era tornato a posto.
*
Tre
giorni dopo, la sera del 13 dicembre, Harry era riuscito ad andare da
Ginny. Gli mancava troppo. Avevano passeggiato insieme nel parco e
avevano guardato le stelle.
“Cos'è
che ti turba?”
Ginny
riusciva sempre a capirlo, a leggergli dentro.
Sorrise.
“Non lo so, ho una strana sensazione...ultimamente dormo poco”.
In
realtà non dormiva affatto. Era ancora perseguitato dai suoi
incubi e dal mal di testa.
Ginny
gli prese il viso con entrambe le mani. “Lo sai che ti amo,
vero?”
Harry
sorrise. Certo che lo sapeva, ma sentirselo dire era tutta un'altra
cosa.
“Anch'io
ti amo. Ti amerò per sempre”.
Ginny
lo baciò e lo abbracciò forte. Anche lei aveva una
strana sensazione, era preoccupata come se stesse per succedere
qualcosa di terribile.
Harry
l'aveva riaccompagnata al suo dormitorio con il Mantello
dell'Invisibilità e poi fece tutto il cammino inverso per
uscire. Ma al terzo piano incontrò la professoressa Cooman.
Aveva
gli occhi sbarrati e ondeggiava pericolosamente. Si avvicinò e
la sentì sussurrare parole sconnesse.
“Pericolo...odore
di morte...il figlio proteggerà la madre come la madre ha
protetto il figlio...”
Harry
si allontanò di scatto. Era sicuro che stesse parlando di lui.
Da
quello che aveva capito sarebbe morto per salvare sua madre. Non
avrebbe mai esitato a sacrificarsi per lei, anche se non avesse
sentito la Cooman.
Il
suo pensiero volò a Ginny. Il suo cuore ora era come spaccato
a metà, perchè l'avrebbe lasciata sola.
Ecco
la spiegazione alla sua brutta sensazione.
Tornò
di corsa a casa, se così era doveva far sapere cos'erano gli
altri due Horcrux a qualcuno, qualcuno di cui si fidava...
Sirius,
James e Remus.
Scrisse
una lettera in cui spiegava cos'erano e dove si trovavano, poi guardò
Edvige.
“Porterai
loro questa lettera solo se sarò morto”.
La
civetta emise un verso per dimostrargli che aveva capito e Harry si
calmò.
Respirò
forte e si sedette sul letto.
Attendeva
quasi il suo destino. La notte scivolò via ed arrivò il
giorno. Quasi si costrinse a fare colazione, c'erano anche Remus e i
suoi genitori.
“Teddy
sei strano oggi” notò James.
Harry
si costrinse a sorridere. “Va tutto bene, ho solo un po' di mal
di testa”.
Andrea
lo guardò e Harry gli lanciò un'occhiata penetrante. Il
messaggio era chiaro: non dire niente dell'altro giorno.
Andrea
fece un cenno appena percettibile e non disse nulla.
Harry
mentalmente la ringraziò. Tuttavia poté sentire su di
sé per tutta la mattina lo sguardo preoccupato di James.
Aveva
quasi la certezza che lui non l'avesse bevuta...forse era lui che si
faceva troppe paranoie...
Quando
quel pomeriggio Dora entrò come un razzo in casa sapeva già
cosa stava per dire.
“C'è
in corso una battaglia appena fuori Diagon Alley”.
Harry
come tutti gli altri si alzò con la bacchetta in mano. Beh, se
sarebbe morto davvero avrebbe fatto in modo di portare con sé
più Mangiamorte possibili, avrebbe combattuto al meglio delle
sue possibilità.
Con
un crac comparvero in mazzo al caos di scoppi e grida.
Ingaggiò
un duello con un Mangiamorte sconosciuto, dopo nemmeno dieci secondi
l'aveva steso. Poi combatté con un altro e un altro ancora...
James
da lontano lo guardava, ne stendeva uno dopo l'altro, aveva una
velocità e una potenza pazzesca. Sembrava una macchina da
guerra a dir poco perfetta.
Harry
ne sconfisse un altro. Poi sentì una fitta più forte
alla cicatrice. Si voltò e lo vide, Voldemort. Sembrava che
stesse guardando proprio lui.
Fu
un attimo. Vide sua madre sconfiggere un mangiamorte e Voldemort
puntare la bacchetta su di lei…
“Avada
Kedavra!”
Lily
si girò notando solo allora il raggio verde che presto
l’avrebbe raggiunta.
“No!”
Harry corse, doveva salvarla.
Riuscì
a mettersi davanti a lei con le braccia spalancate, in testa le
parole della Cooman…“il
figlio proteggerà la madre come la madre ha protetto il
figlio”…
“Teddy!”
urlò Sirius.
“No!”
gridò Lily.
James
si voltò in quell’istante, quando l’incantesimo
colpì Teddy in pieno petto, eppure poteva notare dalla sua
espressione che non aveva paura di morire…qualcosa dentro di
lui si ruppe e capì che si trattava del suo cuore che avrebbe
dovuto sopportare la perdita di un’altra persona importante, di
quello che era diventato mano a mano come suo figlio…
Eppure
qualcosa non funzionò correttamente…
Harry
sentì una forte pressione al petto, lì dove
l’incantesimo l’aveva sfiorato prima che tornasse
indietro al mittente. Voldemort riuscì a spostarsi appena in
tempo.
Harry
si portò una mano al petto, faceva fatica a respirare, eppure
era ancora vivo. Trovò subito la risposta: era stata la
protezione di sua madre a proteggerlo di nuovo, proprio perché
stavolta lui aveva salvato lei dalla morte, era successo l’esatto
contrario ma lui non era morto.
Tutti
smisero di combattere e lo guardarono sorpresi. Ora il silenzio aveva
preso il posto degli scoppi e delle urla.
Voldemort
lo guardava con sospetto e con un velo di paura. Come aveva fatto
quel ragazzino a sopravvivere non a un avada kedavra qualsiasi, ma al
suo
avada kedavra?
“Come
hai fatto?”
Harry
fece un sorriso sghembo “Non lo so nemmeno io, ma tutto questo
non è un caso, come non lo è il fatto che la tua
bacchetta si sia spezzata”.
Voldemort
abbassò lo sguardo e solo allora si accorse che la sua
bacchetta era irrimediabilmente distrutta.
“Tu…stupido
ragazzino, me la pagherai cara, stanne certo” Voldemort
scomparve con un crac seguito dai suoi seguaci.
La
smorfia di Harry scomparve di botto, la cicatrice gli bruciava
terribilmente, come se si fosse riaperta. Si inginocchiò
portandosi una mano alla fronte e trattenendo a stento un urlo di
dolore. La pressione al petto stava diminuendo lentamente, gli faceva
male dappertutto, ogni singola parte del suo corpo.
“Che
mi succede?” sussurrò a se stesso prima di vedere tutto
nero e non sentire più nessun rumore, nessun grido, nessuno
che pronunciava il suo nome, falso anche quello come lui…
Non
sentì le braccia di James afferrarlo prima che toccasse terra
e le sue lacrime bagnargli il volto. Non sentì la mano di Lily
tra i capelli, la mano di Sirius che stringeva la sua e le grida di
Remus di non farsi prendere dal panico e portarlo subito a Hogwarts
da Madama Chips.
Non
sentì niente di tutto questo.
*
Tutto
intorno a lui era buio. Buio ovunque. Buio impenetrabile. Eppure si
sentiva bene e leggero, una sensazione simile a quella dell’imperius
ma allo stesso tempo diversa. Lui poteva ragionare su dove si
trovava, anche se non c’era molto da analizzare, sembrava
immerso nel buio più totale.
Eppure,
anche se non lo vedeva, sentiva che c’era qualcuno vicino a lui
che gli teneva la mano, che non lo lasciava solo…
‘Ti
prego resta con me, non abbandonarmi’
sussurrò Harry, ma la sua voce sembrava remota.
Come
in risposta alle sue parole sentì una voce da uomo ‘Ti
voglio bene, più di quanto immagini’.
La
riconobbe all’istante, e quella voce gli fece battere il cuore
‘Papà…’
Fu
come se una fiammella si fosse accesa dentro di lui, una fiammella
che gli dava forza…
Lentamente,
molto lentamente, davanti a lui comparve una debole luce. Iniziò
a camminare, più veloce, sempre più veloce,
ritrovandosi a correre verso la luce che diventava sempre più
grande…
*
Era
passata ormai una settimana e Teddy non si era ancora svegliato. Non
sapevano se si sarebbe risvegliato. James ricordò con dolore
l’espressione di Madama Chips quando era uscita per informarli
delle condizioni del paziente.
“Non
sappiamo che cos’abbia, potrebbe risvegliarsi oggi, domani o…o
mai più”.
Le
ultime tre parole lo avevano ferito al cuore. Da quel giorno non si
era mosso dal suo letto nonostante Madama Chips avesse provato più
e più volte a buttarlo fuori a calci. Ormai dormiva lì,
mangiava lì. Andava a lavarsi nel bagno dei Prefetti per
cinque minuti, ansioso che durante la sua brevissima assenza potesse
succedere qualcosa. Eppure quando Remus cercava di farlo ragionare
lui lo buttava fuori. Non capiva. Non capivano. Sentiva che Teddy
aveva bisogno di lui, della sua presenza, della sua forza. Sentiva
che tra loro due c’era un legame particolare, speciale…
Non
era stata una sensazione solo sua, se n’erano accorti tutti, ma
nessuno era riuscito a capire esattamente quale fosse. Ma lui sì,
era come se il cielo gli avesse mandato Teddy per farlo ricominciare
a vivere davvero, non più nella bolla d’illusione dove
aveva passato diciassette anni.
E
lui parlava, raccontava di cose della sua vita che gli sembrava di
aver dimenticato. Era certo che potesse sentirlo.
“Ti
voglio bene, più di quanto immagini” sussurrò
James stringendogli la mano più forte.
Gli
sembrò quasi di vedere spuntare sul viso di Teddy un sorriso.
“Sai
Ginny Weasley è venuta a trovarti tutti i pomeriggi, mi ha
detto che state isieme da un po'...complimenti, è molto
carina, vi vedo molto bene insieme…tranquillo non lo dirò
a Sirius, so quanto può essere impiccione…quella
ragazza ti ama davvero, lo vedo dai suoi occhi…non lasciarci,
non lo sopporterei…” inaspettate dal suo viso scesero
delle lacrime che caddero sulle mani intrecciate di lui e Teddy.
Le
asciugò subito, non doveva dimostrarsi debole, doveva essere
forte per Teddy…
*
Sentì
qualcosa sulla mano…lacrime…
Suo
padre stava piangendo, doveva fare presto, doveva raggiungerlo…
la luce era così vicina…
All’improvviso
si sentì cadere nel vuoto, chiuse gli occhi per proteggersi
dall’aria, sì ora c’era aria intorno a lui.
Strinse forte la mano avvertendo qualcosa di concreto…poi
lentamente aprì gli occhi. La luce ora gli dava un po’
fastidio, sbatté le palpebre un paio di volte prima di mettere
a fuoco un soffitto bianco. Lentamente si guardò attorno,
riconobbe di essere in uno dei letti dell’infermeria di
Hogwarts. Il suo sguardo si spostò su una massa di capelli
disordinati. Suo padre si era addormentato stringendogli la mano.
Sorrise.
Già se lo vedeva preoccupato e spaventato a morte, se avesse
addirittura saputo chi era veramente…
Si
bloccò. Non riusciva più a mentire. Né agli
altri né a se stesso. Era diventato sempre più
difficile guardare negli occhi quelle persone a cui ormai voleva un
bene dell’anima e non poter essere sinceri come lo erano loro
con lui.
Alcune
volte arrivava persino ad odiarsi per questo. Era un mostro.
E
improvvisamente una consapevolezza accompagnata da una fitta di
dolore che gli attraversò il cuore: loro si stavano
affezionando a una persona che non esisteva. Non si stavano
affezionando a Harry Potter ma a Ted Evans.
Il
suo sguardo cadde su suo padre. Aveva sprecato il suo tempo a
prendersi cura di un bugiardo. Istintivamente i suoi occhi si fecero
lucidi.
La
mano libera si strinse a pugno, così forte da conficcare le
unghie nella pelle.
In
quel momento James alzò il viso, sveglio e attento come se
avesse sentito i suoi pensieri. Harry vide spuntare sul suo viso un
sorriso sincero di felicità.
“Teddy!”
Quel
nome gli fece male, quello non era il suo vero nome. Vide il sorriso
di James spegnersi automaticamente. Evidentemente si aspettava una
reazione qualsiasi, magari che si sarebbe messo a piangere. E invece
era lì, immobile e freddo come il marmo.
Si
sentiva svuotato, come se dentro di lui non ci fosse nulla.
*
James
era spaventato, che Teddy non lo riconoscesse?
“Teddy,
sai chi sono?”
Lo
vide annuire. “James Potter”.
Non
riusciva a spiegarsi il suo comportamento, perché non lo
abbracciava e non gli sorrideva?
Guardò
i suoi occhi e il suo cuore quasi si fermò. Quelli non erano
gli occhi a cui si era abituato. Erano freddi, vuoti e inespressivi,
esattamente come li aveva visti la prima volta.
Si
era richiuso di nuovo in se stesso.
Una
sofferenza lo colpì all’altezza del cuore. In quel
momento voleva sentire ancora una volta la risata limpida e
squillante di Teddy, vedere il suo sorriso…
Era
stato tutto inutile.
“Che
cos’hai?” chiese James ansioso.
“Niente”
rispose Teddy indifferente.
“Non
è vero…dimmi che c’è che non va…”
insistette James testardo.
“Niente,
te l’ho già detto…” rispose Teddy
inespressivo.
“Lo
sai che mi puoi dire tutto…” James non demorse.
Del
resto i Potter erano delle teste dure.
Teddy
non rispose a quella domanda. E tutto ciò lo ferì più
di altro. Non si fidava di lui.
“Va
via per favore. Voglio restare da solo” Teddy puntò lo
sguardo sulla finestra, quasi a guardare il paesaggio.
Ma
James sapeva che lo faceva per non incontrare il suo viso. Per non
incontrare i suoi occhi marroni lucidi e addolorati.
Non
era riuscito ad aiutarlo. Non era riuscito a salvarlo.
Lentamente
uscì. Fuori trovò Sirius, Remus e Lily preoccupati.
“Jamie,
che è successo? Sei pallido come un cencio…”
Sirius temeva il peggio.
“Si
è svegliato…” rispose James senza allegria.
“Evvai!”
esultò Sirius felice.
Remus
e Lily non avevano smesso di guardarlo. Sentivano che c’era
qualcosa che non andava.
“Che
altro c’è?” chiese infatti Remus.
“L’abbiamo
perso di nuovo” rispose James a testa china, sconfitto.
“Che
vuoi dire?” chiese Lily ansiosa.
“Si
è richiuso di nuovo in se stesso. I suoi occhi sono di nuovo
vuoti” rispose James.
Dire
quelle parole gli aveva provocato altro dolore.
Sirius
gli appoggiò una mano sulla spalla come conforto. “Vedrai
che riusciremo a smuoverlo anche stavolta”.
James
annuì impercettibilmente e si lasciò abbracciare
dall’amico. Sentiva che stavolta era qualcosa di diverso, più
profondo.
Sentiva
che non ce l’avrebbero fatta di nuovo, era come se Teddy avesse
creato volontariamente una barriera con loro.
Ted
Evans non voleva nessuno, se non la sua solitudine.
*
Era
stato dimesso dal San Mungo. Ma non poteva dire di essere a casa,
quella non era casa sua. Si sentiva fuori posto. Lui non avrebbe
dovuto essere lì.
Era
stato uno scherzo del destino che gli aveva portato via tutto per poi
ridargli tutto. Ma doveva immaginare che anche stavolta c’era
l’inganno: nessuno sapeva chi era veramente. E lui era
costretto a mentire a chi voleva più bene.
Ormai
erano due giorni che non vedeva se non per pochi secondi i Malandrini
e Lily.
Sapeva
che il suo comportamento li faceva soffrire ma era meglio così.
Dovevano legarsi il meno possibile a lui, così se lui se ne
fosse andato, se fosse morto, non avrebbero sofferto come aveva
sofferto lui.
Loro
dovevano stare fuori dalla sua vita per essere al sicuro, per vivere.
Li
aveva allontanati, uno a uno, con urla e offese. Ed ora era solo,
immerso nella sua solitudine. Voleva quasi che lo disprezzassero, se
lo meritava per tutte le bugie che aveva detto loro.
Era
lì coricato sul letto a fissare il soffitto. Gli sembrava di
essere tornato a casa dei Dursley, dove passava così la
maggior parte delle sue giornate.
Alcune
volte dai suoi occhi scendevano delle lacrime, ma lui le bloccava
subito.
Anche
lui stava soffrendo ma non poteva fare altrimenti.
Doveva
proteggerli e se questo dolore era il prezzo da pagare, avrebbe
continuato così.
*
“James…”
mormorò Sirius preoccupato.
James
alzò lo sguardo. Sirius notò che aveva gli occhi
arrossati e gonfi.
“Dove
abbiamo sbagliato?” chiese James con voce roca.
Sirius
scosse la testa “Non lo so”.
James
fissò il pavimento sospirando.
Voleva
aiutarlo, ma come se proprio Teddy non voleva il suo aiuto?
Cercava
di allontanarli anche se non riusciva a capirne il motivo.
“Dov’è
Lily?” chiese Remus.
“Da
Alice. Visto che ha un figlio della stessa età ci può
dare qualche consiglio…” spiegò James.
Remus
si alzò in piedi di scatto. “Ora basta”.
“Che
vuoi fare?” proruppe Sirius esitante.
“Se
vuole stare da solo bene. Ma deve spiegarci perché e non me ne
andrò fino a quando non avrò ricevuto una risposta
soddisfacente” Remus iniziò a salire le scale.
Subito
i due amici lo seguirono.
Remus
non si prese nemmeno la briga di bussare. “Alohomora”.
La
porta si aprì con uno scatto e i tre Malandrini entrarono.
Teddy,
che era seduto sul letto, subito si alzò in piedi.
“Che
volete?” chiese tagliente.
“Se
vuoi restare qui a crogiolarti nella tua solitudine fai pure, ma
vogliamo una motivazione valida” rispose Remus duro.
Teddy
sgranò gli occhi sorpreso. Evidentemente si aspettava di tutto
tranne questo.
“Allora?”
insistette Remus.
Cavolo,
i due amici notarono che era proprio arrabbiato.
Videro
Teddy sospirare. “Non posso darvele”.
“Ci
siamo stufati di questi non posso. Pretendiamo delle risposte e le
vogliamo adesso” ribatté Remus tagliente.
“Voi
non potete affezionarvi a me…” replicò Teddy.
“E
perché di grazia?” chiese Remus irritato.
Harry
tremò, tutti se ne accorsero.
“Teddy...”
proruppe James facendo un passo verso di lui.
Harry
alzò le mani e James si bloccò all'istante. Vedeva la
sofferenza, il dolore che lo stava travolgendo. E non poteva fare
niente dannazione!
“Per
favore...io non posso” la voce di Harry era tremante.
Sentiva
che stava per piangere davanti a loro, ma non poteva.
James
lo prese per le spalle e lo scosse leggermente. “Guardami.
Guardami”.
Harry
lo fissò negli occhi. Quegli occhi erano lo specchio della sua
stessa sofferenza. Chissà cos'aveva provato quando era morto
diciassette anni fa...
Avevano
vissuto la stessa sofferenza, lo stesso dolore. Sentiva che in
qualche modo suo padre lo capiva.
“Noi
non moriremo. Nessuno di noi, hai capito?” suo padre lo fissava
serio.
Ecco,
aveva centrato il problema. Era quella la sua paura più
grande, restare di nuovo solo.
Quell'uomo
in un'altra dimensione si era sacrificato per lui, per salvare la sua
famiglia, sapeva che non aveva paura di morire, che non avrebbe
esitato per salvare loro, lui.
Ma
anche lui non avrebbe esitato a salvarli tutti. Perchè non
poteva perdere tutto di nuovo.
James
lo guardava negli occhi, leggeva la sua anima meglio di chiunque
altro, e anche in quel momento lo stava facendo.
“Noi
ci saremo sempre, non sarai mai solo”.
E
chissà per quale motivo sentiva che poteva fidarsi di quelle
parole. Lo abbracciò, abbracciò forte suo padre, l'uomo
che stimava di più al mondo.
James
gli accarezzò i capelli. Sorrideva, erano riuscito a
recuperarlo, a salvarlo dalla sua solitudine.
Guardò
i suoi due migliori amici che li osservavano dalla porta.
Remus
era appoggiato con una spalla alla porta e li fissava sorridendo e
annuendo.
Sirius
aveva un sorriso a trentadue denti e alzò il pollice in segno
di vittoria mentre con l'altra mano si scompigliava i capelli scuri.
Harry
stava finalmente bene, non poteva più fare a meno di loro,
erano la sua famiglia. E l'avrebbe protetta a tutti i costi.
*
Quel
pomeriggio andò da Ginny e le raccontò tutto quello che
era successo.
Ginny
gli sorrise contenta. “Finalmente, grazie al cielo tuo padre è
riuscito a farti ragionare...”
Harry
sorrise e non rispose.
“Direi
che è arrivato il momento che tu dica chi sei” Ginny lo
guardò negli occhi.
Era
convinta di quello che stava dicendo.
Harry
la fissava sorpreso e leggermente spaventato. Non poteva farlo, li
avrebbe messi tutti in pericolo.
“Non
dico a tutti, ma almeno alla tua famiglia...hanno il diritto di
sapere Harry, non riuscirai a tenerglielo nascosto ancora per
molto...direi che quasi quattro mesi è stato più che
sufficiente, io non ce l'avrei mai fatta...” aggiunse Ginny
seria.
“Non
sai quanto è stato difficile, molte volte avevo la tentazione
di rivelare chi ero...” rispose Harry abbassando lo sguardo.
“E
allora fallo. Non avere paura, non conosco nessuno più
coraggioso di te”. Lo sguardo di Ginny era fiero.
Harry
sorrise leggermente imbarazzato. “È che...non lo
so...non credo sia il momento adatto...”
Ginny
lo abbracciò e gli sussurrò all'orecchio “Qualsiasi
cosa tu decida di fare sappi che sono con te”.
Harry
chiuse gli occhi. Lei riusciva sempre a donargli una grande forza.
*
Quella
sera, la sera del 23 dicembre,
Harry andò a letto presto. Aveva un forte mal di testa che gli
faceva quasi venire voglia di rigettare quel poco che aveva mangiato
a cena.
Dopo
aver messo il pigiama appoggiò la testa sul cuscino e si
addormentò all'istante.
Davanti
a lui c'erano tre uomini che conosceva: Rufus Scrimgeour e i due
fratelli Prewett.
Erano
tutti e tre piuttosto malconci.
Harry
rise. Dalla sua bocca uscì una risata crudele e maligna che
non gli apparteneva, la risata di scherno di Voldemort.
“Crucio!”
la mano bianca come il gesso mosse in modo impercettibile la
bacchetta.
Scrimgeour
cominciò a contorcersi e a urlare.
Abbassò
la bacchetta. Il mal di testa diventava sempre più forte. Si
portò istintivamente una mano alla fronte.
Fece
un sorriso maligno. “Avada...”
Voldemort
non riuscì a completare la maledizione diretta a Scrimgeour.
Il suo braccio si muoveva da solo, contro la sua volontà,
abbassandosi sempre di più. Poi iniziò a urlare,
sentiva come la testa in fiamme, un dolore atroce.
I
tre uomini ne approfittarono per scappare e riuscirono a
smaterializzarsi. Voldemort si prese la testa fra le mani, non capiva
che diavolo stava succedendo, nella mente vedeva solo quelli che
sembravano due intensi occhi verde smeraldo.
Intanto
anche Harry urlava come un pazzo, urlava per il dolore.
Solo
una volta aveva provato un dolore così forte, quando Voldemort
gli aveva toccato la cicatrice al cimitero, la notte in cui Cedric
era morto.
Sirius
come un razzo spalancò la porta della sua camera. E quello che
vide non l'avrebbe mai dimenticato. Teddy, bianco come un lenzuolo,
si contorceva gridando più forte che poteva. Sembrava quasi
sotto l'effetto della maledizione Cruciatus.
Ringraziò
il cielo che Andrea fosse andata a dormire a casa di Dora. Teddy
doveva essere preda di un incubo, un incubo tremendo da quello che
sembrava. Lo raggiunse e cominciò a schiaffeggiargli il viso.
“Teddy!
Teddy svegliati! TEDDY!”
Ora
cominciava a preoccuparsi, il ragazzo non dava segno di sentirlo.
Prese
la bacchetta e la puntò al suo petto. “Innerva!”
Niente.
“Sirius
non farti prendere dal panico, Sirius...cazzo!”
Fece
l'unica cosa che in quel momento gli venne in mente.
Prese
un pizzico di polvere volante e la lanciò nel camino.
“Godric's
Hollow 24!” disse con voce chiara.
Davanti
a lui c'era un letto matrimoniale, era la camera dei suoi due amici.
Ringraziò il cielo che non stessero combinando niente.
“JAMES!”
Il
suo migliore amico quasi saltò giù dal letto per la
sorpresa e lo spavento. Pensò di aver solo sognato la voce
spacca timpani di Sirius, ma dovette ricredersi quando lo sentì
urlare di nuovo il suo nome.
Sospirò
assonnato e si mise gli occhiali. Lì, tra le fiamme del suo
camino, c'era la faccia di Sirius. Notò subito che qualcosa
non andava, aveva un'aria preoccupata.
Si
svegliò del tutto. “Che succede Felpato?”
“Teddy...ha
un incubo e sta urlando come un pazzo...non riesco a svegliarlo!”
James
si infilò rapido la vestaglia marrone. “Arrivo subito”.
“Vengo
anch'io” Lily imitò il marito e insieme si
smaterializzarono.
Sirius
li sentì entrare e salire velocemente le scale. Intanto Teddy
non la smetteva di urlare. Notò che si era portato le mani
alla testa.
James
entrò rapido seguito da Lily che si portò le mani alla
bocca.
“O
mio dio” proruppe James.
Non
aveva mai visto niente di simile.
Potter
prese le mani di Teddy e le allontanò dal viso. “Hai
provato con l'innerva?”
Sirius
annuì. Non riusciva a vedere Teddy ridotto in quello stato.
“Teddy!
Svegliati!” gridò James.
Lily
gli accarezzò il viso e i capelli nel tentativo di calmarlo.
“Per
le mutande di Merlino svegliati! Torna tra noi!” James non
sapeva più cosa fare. Aveva gli occhi lucidi, lo sapeva.
Poi
Harry smise all'improvviso di divincolarsi. Con stupore i tre si
accorsero che il ragazzo aveva cominciato a piangere.
“Teddy...”
proruppe James con voce strozzata.
Lily
gli asciugò le lacrime con i pollici delle mani.
“Sirius...”
esalò Harry con voce fioca e tremante.
Sirius
gli prese forte la spalla. “Sono qui”.
Harry
fu come scosso da un brivido poi finalmente aprì gli occhi.
Vide i volti preoccupati di tre delle persone a cui voleva più
bene al mondo.
Avrebbe
voluto dire tante cose, ma qualcosa nello stomaco lo spinse ad
alzarsi e a correre in bagno. Si chinò davanti alla tazza del
water e iniziò a vomitare anche l'anima.
Aveva
rivissuto uno dei momenti più brutti della sua vita, la morte
di Sirius. Sentì qualcosa di bagnato e fresco sulla fronte e
qualcuno che gli massaggiava la schiena. James e Sirius.
James
aveva bagnato un asciugamano e glielo aveva appoggiato sulla fronte
per dargli un po' di sollievo.
Dopo
un po', quando ormai era completamente vuoto, Harry prese
l'asciugamano e si pulì la bocca. Il dolore alla cicatrice era
diminuito, tuttavia aveva ancora mal di testa. Sapeva di essere molto
pallido e di essere ancora scosso dai tremiti.
“Come
ti senti?” chiese James preoccupato.
“Meglio”
rispose lui guardandosi le mani.
Per
un momento aveva immaginato fossero bianche e lunghe...
“Ci
hai fatto prendere un colpo...non ti svegliavi...” disse Sirius
stringendogli una spalla.
Harry
non guardò nessuno dei due e non rispose. Non avrebbe comunque
potuto dire quello che aveva visto. Quella era stata la prima volta
che aveva quasi preso totalmente il possesso della mente di
Voldemort. Addirittura gli aveva controllato il braccio che teneva la
bacchetta...questo gli aveva provocato tutto quel dolore ma almeno i
tre membri dell'Ordine erano salvi.
E
poi, mentre era caduto nelle tenebre aveva rivisto tutta la scena.
Bellatrix e Sirius combattere, Sirius ridere e Bellatrix colpirlo
facendolo cadere dietro al Velo...scomparso per sempre.
Strinse
forte una mano a pugno conficcando le unghie nella carne. Provava un
forte dolore all'altezza del petto perchè lo sapeva, il Sirius
che aveva lì non era lo stesso che aveva perso...perso...
Chiuse
gli occhi impedendosi a forza di piangere.
“Teddy?”
proruppe James incerto.
Aprì
gli occhi. E vederli lì, così preoccupati
per
lui...
Stava
crollando, lo sapeva. Stava crollando e non poteva evitarlo. Stava
crollando e non poteva più continuare a mentire, perchè
ormai l'amore che provava per loro glielo impediva.
D'istinto
abbracciò suo padre e non poté stavolta impedire alle
lacrime di scendere. James lo strinse forte, come se non volesse più
lasciarlo andare.
Sirius
sgranò gli occhi. I capelli di Teddy erano cambiati, più
corti e arruffati esattamente come quelli di James.
James
nell'abbracciarlo provò una sensazione strana, un intenso
calore all'altezza del cuore. Istintivamente portò una mano ad
accarezzargli i capelli. Il suo cuore si bloccò. Quei
capelli...li aveva riconosciuti solo al semplice tocco, erano uguali
ai suoi.
Prese
Teddy per le spalle e lo allontanò quel tanto per poter vedere
il viso anche se in cuor suo lo sapeva...
Non
poté impedirsi di spalancare leggermente la bocca, quegli
occhi lucidi che ora lo guardavano con amore erano di un verde
sconvolgente, lo stesso di Lily.
“Papà...”
Quella
parola sussurrata, quella parola che aveva tanto sperato di poter
sentire un giorno, quella parola che credeva non avrebbe più
sentito...non si accorse nemmeno delle lacrime che erano scese a
bagnargli il volto. L'unica cosa che fece fu stringere a sé
suo figlio con tutte le sue forze. Harry era tornato da loro, da lui.
Non gli importava altro.
Sirius
li guardava commosso, lui che in vita sua non aveva mai pianto tranne
che alla morte del piccolo Harry e di suo fratello Regulus era in
lacrime. Sul viso un sorriso che lo faceva sembrare di dieci anni più
giovane.
Il
rumore di qualcosa di rotto portò Sirius a voltarsi verso la
porta del bagno. Lily aveva lasciato cadere la tazza di camomilla che
aveva in mano. Il suo sguardo era puntato solamente sul ragazzo che
suo marito abbracciava. Si portò lentamente una mano alla
bocca mentre le lacrime iniziavano a scendere silenziose.
“Harry...”
sussurrò.
Harry
si voltò verso di lei, un piccolo sorriso gli illuminava il
viso. Si alzò lentamente staccandosi da suo padre e in pochi
passi la raggiunse. Lily allungò le mani e gli toccò il
viso, come a voler verificare che non era tutto un sogno. Poi con un
singhiozzo lo abbracciò. Finalmente dopo 17 anni riabbracciava
il suo bambino.
Harry
provò una strana sensazione di benessere all'altezza della
cicatrice. Quello era l'abbraccio di una madre che stringeva il
proprio figlio...non si era mai sentito così bene in vita sua.
“Mamma”
mormorò Harry.
Lily
fu come scossa da un brivido.
“Ora
sei a casa tesoro” gli sussurrò sua madre all'orecchio.
Harry
sorrise, aveva sempre sognato di sentire quelle parole.
“Perchè
non vai un po' a letto? Sei stravolto...domani avremmo tutto il tempo
per parlare” disse Lily con dolcezza.
Harry
annuì. “Ci dovrà essere anche Remus”.
“Ci
sarà” lo rassicurò Sirius.
Lily
frugò nella tasca della vestaglia e gli porse una boccetta di
un liquido viola.
“Prendi
questa, è...”
“Lo
so che cos'è, l'ho già presa parecchie volte”
rispose Harry afferrandola.
Lily
a quelle parole si inquietò. Suo figlio aveva già fatto
uso della pozione per un sonno senza sogni.
Harry
fece un passo per andare in camera da letto ma si voltò verso
di loro guardando Sirius.
“E
comunque sei stato veramente il miglior padrino che potessi avere”.
Sirius
sussultò. Poi qualcosa lo spinse a raggiungerlo e abbracciarlo
forte.
“Beh,
vado” Harry se ne andò in camera a cercare di dormire un
po'.
I
tre maghi scesero in salotto, il sonno completamente sparito. Sirius
si sistemò sulla sua poltrona preferita e i Potter sul divano.
“Non
mi sembra vero...” proruppe Lily. “Non mi sembra vero che
mio figlio stia dormendo al piano di sopra”.
“È
stato con noi per quattro mesi e non ce ne siamo accorti, come
abbiamo fatto?” James non riusciva semplicemente a
capacitarsene.
“Avremmo
dovuto capirlo quando ti ha battuto a Quidditch...ti assomiglia
davvero molto Jamie” disse Sirius sorridendo.
James
sorrise orgoglioso. “I Potter sono sempre i migliori a
Quidditch”.
“Pallone
gonfiato” commentò Lily ridacchiando.
“Cos'era
la pozione che gli hai dato prima?” chiese Sirius.
Lily
guardò il marito incupendosi. Dalla sua faccia dedusse che
nemmeno lui ne aveva idea.
Sospirò.
“È la pozione per un sonno senza sogni. La cosa che mi
preoccupa è che Harry sembra conoscerla molto bene oltre ad
averne già fatto uso...prima mi sono spaventata a morte quando
l'ho visto in quello stato...e se non fosse stata la prima volta?”
James
le circondò le spalle con un braccio. “Stai tranquilla,
adesso ha noi. Non lo lasceremo più solo”.
“Ma
cosa può essere successo per scatenargli una reazione simile?
Insomma sembrava sotto l'effetto di una Cruciatus...” replicò
Sirius preoccupato.
“Non
lo so” James si passò una mano sul viso.
“Fra
poche ore lo sapremo” rispose Lily turbata.
*
Si
sentiva bene, davvero bene. Aprì gli occhi e sorrise nel
notare che non vedeva un accidente. Prese gli occhi e poi si passò
una mano tra i capelli completamente incasinati come al solito.
Era
lui, era tornato ad essere Harry Potter, chi era davvero, senza più
maschere e bugie.
Si
alzò, andò a sciacquarsi il viso e poi scese in cucina
dove si sentivano delle voci e delle risate e da cui proveniva un
buon profumino di frittelle. La porta era leggermente aperta e
sbirciò dentro. Come lui, a parte Remus, erano tutti in
pigiama. Sua madre cucinava mentre i tre malandrini parlavano della
festa di Natale che si sarebbe tenuta il giorno dopo dai Potter, a
casa sua.
Sorrise
a quel pensiero, ora era veramente in pace con se stesso.
Fece
un respiro profondo e aprì la porta entrando.
“Buongiorno
a tutti”.
Si
sedette alla destra di suo padre mentre quest'ultimo lo salutava
scompigliandoli ulteriormente i capelli.
Remus
lo fissò con un sorriso. Per un momento gli era sembrato di
rivedere James a Hogwarts appena sveglio. La somiglianza era davvero
incredibile.
“Hai
dormito bene tesoro?” gli chiese Lily mettendo davanti a lui un
piatto con una enorme pila di frittelle.
Annuì.
“Come un sasso”.
“Non
ci posso credere, ci
siamo fatti tutti fregare come degli idioti…soprattutto tu
Felpato. Insomma, ci hai vissuto anche insieme…”
commentò Remus con un ghigno.
“Ha
fregato anche te Lunastorta!” replicò Sirius fintamente
indignato.
Remus
lo ignorò.
“Ti
devo ringraziare ancora per avermi salvato la vita” disse
Remmie.
Harry
sorrise “Di niente Lupacchiotto!”
“Ehi,
ma che fai, sfotti?” domandò Remus sorridendo.
Harry
fece finta di rifletterci “Sì, un po’ sì”.
“È
tutta colpa tua Sir! L’hai traviato sulla brutta strada”
commentò Remus falsamente scandalizzato.
Sirius
ghignò “Certo, avevi dei dubbi?”
Harry,
James e Lily ridevano.
“A
proposito Harry, come hai scoperto che sono un Lupo Mannaro?”
chiese Remus sinceramente curioso.
“Scommetto
che non te l'ha detto lui...” commentò Sirius con un
ghigno.
“L'ho
scoperto al mio terzo anno in modo abbastanza classico...l'ho visto
trasformarsi” rivelò Harry sorridendo.
“Cosa?
Tu mi hai visto?” Remus era impallidito.
“Ammetto
che se non fosse stato per Felpato al momento non sarei qui...”
aggiunse Harry mangiando un pezzo di frittella.
“Dovere!”
commentò Sirius sorridendo.
“Però
non mi hai fatto paura, forse perchè sapevo che eri tu...ero
più che altro preoccupato per te” Harry lo guardò
sorridendo.
Remus
sorrise commosso. Le parole di Harry l'avevano colpito.
“Assomigli
a James più di quanto immaginassi”.
Harry
sorrise orgoglioso. “Lo so, me lo dicono tutti”.
“Ovvio,
io sono il meglio” commentò James ridendo.
“Modesto
come sempre è Potter?” rispose Lily divertita.
“Qualcosa
in contrario signora Potter?” replicò James sorridendo.
“No,
niente da ridire...” rispose Lily sorseggiando il suo tè.
Harry
li fissava tutti con la gioia nel cuore. Mai come in quel momento si
sentiva davvero a casa.
“Harry
ma cosa ti è successo stanotte?” chiese Sirius ansioso.
Si
era spaventato a morte quando l'aveva visto in quello stato e sperava
in cuor suo che non ricapitasse mai più.
Harry
sospirò. Era arrivato il momento di raccontare la parte più
dolorosa...
“Non
è la prima volta che mi è successo, anche se questa è
stata di gran lunga la peggiore”.
Harry
sentì sua madre stringergli forte la mano per dargli forza.
“Scrimgeour,
Fabian e Gideon Prewett se la sono cavata per un soffio”.
Remus
arruffò le sopracciglia. “Che vuoi dire?”
“Erano
lì, davanti a me, feriti. Potevo sentire la loro paura, il
loro terrore, eppure nemmeno per un momento hanno ceduto” Harry
fissava il tavolo con sguardo vuoto, perso nei suoi pensieri.
“Ma
tu eri qui a letto...” Sirius era confuso.
“Il
mio corpo sì, ma la mia mente...” rispose Harry.
Nessuno
fiatò, aspettavano che continuasse.
“Senza
volerlo sono entrato nella mente di Voldemort. Io ero lui, parlavo
con la sua bocca, con la sua voce. Vedevo attraverso i suoi occhi,
provavo quello che lui provava, un senso di potere enorme. La mano
che reggeva la bacchetta non era la mia, era bianca e lunga”
alzò lo sguardo.
Erano
tutti impalliditi e lui si impose di continuare.
“Stavo
per uccidere Scrimgeour ma per la prima volta mi sono opposto. Mi
sono sforzato di fargli abbassare il braccio, credo che lui abbia
sentito la mia presenza. Per lo sforzo ho cominciato a sentire un
dolore atroce alla cicatrice, io soffrivo perchè anche lui
soffriva, non riusciva a sopportare la mia presenza. Scrimgeour e i
Prewett ne hanno approfittato per scappare...è stata la prima
volta che stava quasi per impossessarmi della mente di Voldemort. Poi
all'improvviso sono come caduto nel buio, deve essere riuscito in
qualche modo a respingermi” qui esitò.
Era
arrivata la parte più difficile e dolorosa. Sentì sua
madre aumentare la stretta sulla sua mano.
“Poi
che hai visto?” James aveva quasi paura di fargli quella
domanda.
Harry
chiuse gli occhi e per un momento rivide quella scena.
Quando
li riaprì James vi poté scorgere dolore, solo e puro
dolore.
“Uno
dei momenti più brutti della mia vita. La morte di Sirius”
rivelò Harry, gli occhi lucidi.
Sirius
sussultò.
“Lui
è morto per me, per aiutarmi. Lui era stato tutto per me, un
padre, un fratello, un amico, lui era la sola famiglia che mi era
rimasta. Mi sono sentito di nuovo solo, come quando avevo undici
anni. Solo e terribilmente in colpa perchè lui è morto
per colpa mia” il volto di Harry era ormai solcato da lacrime,
la voce era roca.
Sirius
era scosso. In quelle parole c'erano dolore ma anche un amore
incommensurabile, infinito.
“Quando
Voldemort mi ha posseduto e ha detto a Silente di uccidermi per
uccidere lui...l'unica cosa che ho pensato e desiderato era che
Silente lo facesse. L'ho quasi pregato che mi uccidesse pur di
rivederlo, pur di riavere di nuovo Sirius con me. Quella è
stata la prima volta in cui ho desiderato di morire...e tutto
quell'amore che provavo per Sirius ha fatto in modo che Voldemort mi
liberasse, quel troppo amore lo avrebbe ucciso. Sirius mi aveva
salvato di nuovo” Harry si piegò in avanti e si coprì
il viso con entrambe le mani piangendo.
Sirius
si alzò di scatto e si mise di fianco a lui inginocchiandosi
per essere alla sua altezza. Lentamente gli prese le mani e gliele
allontanò dal viso.
“Sono
qui, non ti lascio di nuovo” Sirius lo abbracciò forte
accarezzandogli i capelli.
Harry
lo strinse come se fosse l'unico suo appiglio di salvezza per non
cadere nel baratro. Quell'abbraccio, persino quel profumo di muschio
erano gli stessi. Ora era di nuovo con lui. Col passare dei minuti si
calmò. Sirius gli sorrise e lui ricambiò.
“Chi
è stato Harry?”
Non
c'era bisogno che James specificasse, aveva capito bene a chi si
riferiva.
James
voleva sapere chi aveva fatto soffrire suo figlio in quel modo, chi
aveva ucciso il suo migliore amico, suo fratello.
“Dimmelo,
devo saperlo” James era serio.
Harry
lo fissò negli occhi e poi disse un nome, un semplice nome.
“Bellatrix”.
Sirius
si irrigidì. James strinse forte i pugni.
“Mi
occuperò io di lei. Abbiamo parecchi conti in sospeso”
aggiunse Harry sicuro.
Sirius
ricordò le parole di Malfoy sulla gita a Villa Malfoy. 'Potter
la odia da morire'.
Istintivamente
sorrise. Era orgoglioso del suo figlioccio, davvero orgoglioso.
Harry
lo guardò e ricambiò il suo sorriso, un senso di calore
all'altezza del cuore.
“Nessuno
a parte noi deve sapere che sono tornato, d'accordo?”
Tutti
annuirono.
“Ti
piace la torta di melassa, vero? Ho intenzione di cucinarla per la
festa di Natale, tuo padre ne va pazzo...” Lily riuscì a
far tornare spensieratezza.
Harry
annuì. “Veramente è la mia preferita”.
“Non
c'è proprio niente da fare, hai preso tutto da lui”
commentò Lily divertita.
James
e Harry si diedero il cinque. Negli occhi di entrambi la stessa
serenità e lo stesso amore. L'amore che lega un padre e un
figlio.
Poi
Harry li guardò tutti, uno a uno. Ora la famiglia era
veramente al completo. La sua famiglia. E lui non poteva
essere più felice.
ANGOLO
AUTRICE:
questo
è stato un capitolo strasognato immagino...quanto darei per
vedere la vostra faccia...spero ne siate rimasti contenti. Insomma mi
sembrava giusto che Harry festeggiasse il Natale in pace...poverino
ne ha già subite di tutti i colori.
Rivelo
che anch'io mi sono emozionata parecchio nello scriverlo...ditemi voi
cosa ne pensate...
Consideratelo
un regalo di Pasqua in ritardo.
Un
grazie per aver recensito a: kiry95,
Shin_86, Finleyna
4 Ever, Manda, kokylinda2,
Mirwen, SATANABAAN,
brando (presto si saprà chi è il
famoso zio...ihih xP), rutix2003,
edocast92, Uchiha_chan,
dodo, renesmee
cullen.
Un
grazie agli 223 che l'hanno messa nelle preferite, gli 85 nelle
seguite e i 4 nelle ricordate.
Un
bacio a tutti e al prossimo capitolo.
Nikki
Potter
|
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Capitolo 20 *** Merry Christmas and happy new year with love ***
Dedicato
ai miei lettori e a coloro che mi vogliono bene
Il
Natale quell'anno si prospettava come un giorno magico nel vero senso
della parola. Perchè quell'anno c'era Harry.
James
e Lily non potevano essere più felici di così. E lo era
anche Harry perchè per la prima volta trascorreva il Natale
con i suoi genitori. In teoria aveva passato con loro anche il suo
primo Natale ma era troppo piccolo per poterselo ricordare.
In
casa Potter non poteva esserci atmosfera più gioiosa. Lily
trafficava ai fornelli per il cenone, Sirius e Remus appendevano
ovunque decorazioni e Harry e James decoravano l'albero.
La
sera della vigilia si stava avvicinando e doveva essere tutto
perfetto.
Sirius
si fermò quasi involontariamente davanti alla porta della
camera di Andrea. Ora che ci pensava non l'aveva mai vista,
nonostante lei vivesse da lui da due mesi.
Lei
non c'era, era andata con Dora a comperare i regali di Natale.
Silenziosamente aprì e chiuse la porta. Poi si voltò e
si guardò intorno.
Il
piumone che copriva il letto era lilla e sul comodino c'era una foto.
La prese in mano e guardò l'immagine. C'era Andrea molto
giovane con un ragazzo molto simile a lei, stessi capelli biondi e
stessi occhi azzurri. Doveva essere suo fratello Mark, lo conosceva
per fama ma non l'aveva mai visto.
Anche
il comò era pieno di foto. In una c'era Andrea che abbracciava
da dietro una bambina di due o tre anni con i capelli biondo scuro e
raccolti in due codini. Gli occhi erano sempre quelli, azzurri. In un
altra c'era Andrea con in braccio un neonato avvolto in una copertina
azzurra.
Dovevano
essere i figli di suo fratello, Elizabeth e Matthew. Poi c'era una
foto con Andrea sorridente, lo stesso sorriso che gli piaceva vedere
sul suo viso.
Con
l'indice tocco la guancia di quel viso. Subito l'Andrea della foto
arrossì imbarazzata.
Fece
un sorriso, così era ancora più bella.
Sentì
la porta d'ingresso chiudersi, Andrea doveva essere tornata. Rimise
la foto al suo posto e uscì prima di rischiare di essere
scoperto.
*
Le
uniche persone oltre ai malandrini e Lily che sapevano di Harry erano
Dora e Andrea. La prima quando l'aveva visto era scoppiata in lacrime
e l'aveva abbracciato così forte da soffocarlo quasi.
Andrea
invece l'aveva guardato curiosa, cercando delle differenze con James
che erano proprio minime: il naso era più corto, la cicatrice
sulla fronte e gli occhi ovviamente erano di un verde brillante, lo
stesso di Lily.
“Sei
la copia a carbone di James”.
Harry
sorrise.
Andrea
ricambiò e poi lo abbracciò sussurrandogli all'orecchio
“Bentornato”.
“Grazie”
le rispose Harry a bassa voce.
“Beh
vado a preparare la valigia, vado a trascorrere il Natale dalla mia
famiglia a New York” annunciò Andrea.
“Che
peccato! Ci mancherai molto” Lily era dispiaciuta.
Andrea
guardava ovunque tranne che verso Sirius. Non voleva vedere la sua
espressione.
Sirius
era quasi gelato sul posto. Ebbe un'improvvisa consapevolezza: non
voleva che andasse via.
“Quando
torni?” chiese Remus.
“Il
27” rispose Andrea. “Beh vado”.
La
ragazza salì in camera sua sparendo alla vista.
Harry
scrutava attentamente il suo padrino. Ora ne aveva avuto la certezza,
Sirius era innamorato. Sarebbe stato più difficile convincerlo
ad ammetterlo...
*
La
serata era più gioiosa del solito, perchè c'era Harry e
anche Dora che era riuscita a sfuggire alle grinfie della madre
almeno per quella sera.
Mangiarono
la gustosa cena di Lily e poi James raccontò a Harry, con
l'aiuto di Sirius e Remus, le loro malandrinate avvenute nelle mure
di Hogwarts, scatenando così le risa di tutti.
A
un certo punto della serata Sirius, senza che nessuno se ne
accorgesse, uscì in cortile dando libero sfogo ai suoi
pensieri.
Andrea
era partita. Sapeva che era giusto che lei passasse il Natale con la
sua famiglia a New York però...doveva ammettere che quella
biondina gli mancava molto. Avrebbe voluto che fosse lì con
loro, con lui.
“Sirius
sei solo un egoista” si disse a bassa voce.
Era
lì, fuori, davanti a casa Potter che fissava il cielo. Il
cappotto lo copriva dal freddo e dalla neve che continuava a scendere
imperterrita.
Doveva
smetterla di pensare a lei, non si era mai comportato così con
nessuna delle altre donne con cui era stato in passato.
'Sì
ma con loro era solo sesso'
disse la sua vocina interiore molto simile a quella di Remus. 'Tu
invece a lei tieni davvero, vuoi che sia felice...'
Era
vero, non le avrebbe mai fatto del male, non ne sarebbe mai stato
capace.
“Sirius...”
Quella
voce...si voltò alla sua destra e vide Andrea raggiungerlo
trascinandosi dietro il suo piccolo trolley.
Era
decisamente stupito del suo arrivo, eppure era anche...felice.
“Che
ci fai qui?”
Andrea
lo fissò. “Sentivo che era qui che volevo stare con voi,
con...te”.
L'aveva
detto davvero? Doveva essere davvero pazza; era arrivata a New York,
aveva salutato la sua famiglia, dato i regali a tutti e poi era
tornata indietro. E tutto in sole 4 ore. Si era smaterializzata
minimo una trentina di volte ma alla fine ne era valsa la pena, ora
era davanti a lui...
Sirius
fece dei passi fino a fermarsi davanti a lei.
“Mi
sei mancata”.
Andrea
arrossì leggermente, ma grazie al cielo per via del freddo lui
sembrò non accorgersene.
“Anche
tu” rispose.
Poi
aprì la borsa e ne estrasse un pacchetto ricoperto di carta da
regalo rossa.
“Tieni,
questo è il mio regalo di Natale per te”.
Sirius
curioso lo prese e lo scartò. Era una cornice in ferro battuto
e dentro c'era una foto con loro due.
“Ti
ricordi? È stata scattata il giorno in cui ci siamo
conosciuti, dodici anni fa” disse Andrea.
Certo
che se lo ricordava. Era stato Stebbins, l'allora capo degli Auror a
scattare quella foto.
“Sei
giovanissima...” commentò Sirius con un sorriso.
“Io
avevo 18 anni, tu 26” disse Andrea.
Sirius
infilò una mano nella tasca del cappotto. “Apri la
mano”.
Andrea
ubbidì. Sirius le diede una scatola di velluto blu scuro. Lei
spalancò le labbra avendo già intuito qualcosa.
Sirius
sorrise. “Avanti, apri”.
Andrea
con le mani leggermente tremanti, e non certo per il freddo, aprì
e guardò il contenuto della scatola. C'era una catenina
d'argento con come ciondolo un cristallo azzurro a forma di goccia.
“Tu
sei pazzo...” commentò.
“Ti
piace?” chiese Sirius incerto.
Appena
aveva visto quella collana aveva subito pensato a lei, il cristallo
aveva lo stesso colore dei suoi occhi.
“Stai
scherzando? È bellissima...” rispose Andrea.
Sirius
sorrise e la estrasse dalla scatola. “Posso?”
Andrea
in tutta risposta si tolse la sciarpa e con una mano sollevò i
capelli. Sirius le mise la collana al collo e, nel farlo, poté
respirare a fondo il suo profumo floreale, un profumo che lo faceva
impazzire.
Andrea
trattenne il respiro nel sentire le sue dita sfiorarle il collo. Poi
sentì il suo respiro sempre più vicino e qualcosa di
morbido e caldo. Sirius le stava dando un bacio nell'incavo del
collo. A quel contatto Andrea chiuse gli occhi e sospirò.
Sirius
nel sentire il suo sospiro, simile a un gemito, la prese per le
spalle e la voltò trovandosi di nuovo davanti a quegli occhi
azzurri che adorava.
Andrea
non distolse lo sguardo dai suoi profondi occhi grigi. Lui avvicinò
il viso al suo, mancavano ormai solo pochi centimetri...lei chiuse
gli occhi preparandosi a quel contatto tanto sognato...
Sentirono
la porta d'ingresso aprirsi e si staccarono di scatto.
“Sirius
che ci fai qui fuori? Andie! Ci sei anche tu! Quando sei tornata?”
James li guardava ignaro di cosa aveva appena interrotto.
“Sono
appena arrivata” rispose Andrea cercando di apparire normale
come se il cuore non le battesse ancora a mille.
“Entrate!
Lily sarà contenta di vederti”.
Sia
Sirius che Andrea seguirono James dentro casa.
*
Non
si erano più parlati per tutta la sera e per i due giorni
successivi.
La
mattina del 27 dicembre un Sirius alquanto agitato bussò alla
porta di casa Potter.
Aveva
bisogno di parlare con qualcuno o sarebbe andato fuori di testa. Fu
contento di trovare anche Remus oltre a James e Harry.
Lily
era già uscita per delle commissioni, quindi in casa c'erano
solo loro quattro. Una volta seduti sul divano Remus prese la parola.
“Che
c'è Sir?”
Sirius
sospirò. “Non lo so nemmeno io...”
“Ti
sei innamorato” disse Harry.
E
la sua non sembrava proprio una domanda, era una constatazione.
Sirius
aprì e chiuse le labbra non sapendo come ribattere.
“Allora
è vero...non hai negato!” esclamò James
sorridendo contento.
“Non
essere così felice, mi dai sui nervi” sbottò
Sirius.
“Perchè?
Succede a tutti di innamorarsi prima o poi...” ribatté
James convinto delle sue posizioni.
“Non
a me, non io, noi Black non siamo capaci di amare...” spiegò
Sirius certo della sua teoria.
Harry
si coprì il viso con una mano. Ma perchè suo padre
aveva tutti amici altamente complessati?
“Mi
sembri Remus” commentò.
Remus
lo fissò curioso. “Che vuoi dire?”
“Io
non posso innamorarmi sono troppo vecchio, troppo povero e troppo
pericoloso” Harry imitò perfettamente la voce del
malandrino.
James
rise.
“E
tu con questa storia del sangue marcio sei patetico Sirius...allora
come lo spieghi che mia nonna Dorea si sia messa con un Potter? Lo
amava e basta e non mi sembra che mio padre in qualche modo sia
malato o maledetto, quindi smettila con queste scuse e affronta la
realtà: tu ami Andrea”. Harry non poteva essere più
diretto di così.
“Ha
ragione lui Paddy e infondo lo sai anche tu” disse James
dandogli una pacca sulla spalla.
Sirius
sospirò e si passò le mani tra i capelli.
“Dobbiamo
solo scoprire chi le ha regalato quella collana...Lily dice che la
porta sempre” aggiunse James riflettendo.
Sirius
deglutì. “Veramente gliel'ho regalata io”.
Remus
sgranò gli occhi. “Tu?”
“Allora
sei proprio innamorato perso” concluse Harry con un sorriso.
“Perfetto,
adesso devi solo dirglielo” disse James entusiasta.
“Dirle
cosa?” chiese Sirius.
“Che
la ami” rispose Remus come se la cosa fosse ovvia.
“Vuoi
siete pazzi...non ho mai detto a nessuna una cosa del genere”
replicò Sirius.
“Ma
lei non è tutte le altre” ribatté Harry.
Sirius
sapeva che le parole che il suo figlioccio aveva detto erano vere.
*
Remus
camminava nelle vie di Diagon Alley rimuginando sulle parole che
Harry aveva detto. Si riconosceva perfettamente in quelle
definizioni: troppo vecchio, troppo povero e troppo pericoloso.
Era
tutto questo per Dora, non poteva rovinarle la vita, lei era giovane,
meritava di meglio...
“Ciao
Remus!” esclamò Dora comparendo al suo fianco e
toccandogli il braccio.
“Ciao”
rispose cercando di essere distaccato.
Eppure
appena l'aveva vista il suo cuore aveva iniziato a battere più
veloce. Per quello non poteva fare niente.
“Che
hai? Sei strano...” Dora lo scrutò attentamente e lo
prese per il braccio fermandolo.
“Non
ho niente” rispose Remus abbassando lo sguardo.
Poteva
con facilità liberarsi dalla presa di Dora, tuttavia non
voleva farlo. Quel contatto era qualcosa di piacevole.
“Tu
stai mentendo, ormai ti conosco bene...” rispose Dora sicura.
Già,
lei lo conosceva...non aveva mai permesso a nessuna donna, forse solo
Lily, di avvicinarsi così tanto a lui. Eppure non riusciva a
starle lontano.
“Che
c'è?” Dora allungò una mano per accarezzargli una
guancia.
Remus
si spostò di scatto lasciandola interdetta. Poteva leggere nei
suoi occhi sorpresa ma anche qualcos'altro...dolore...
Voleva
quasi che lo odiasse così sarebbe stata lei ad allontanarsi
visto che lui non ne era in grado.
“Che
ti ho fatto?”
“Niente”
ripeté cercando di essere il più distaccato possibile.
Dora
fece istintivamente un passo indietro. Quasi non lo riconosceva, con
le non si era mai comportato così, era sempre stato gentile e
dolce.
Si
era illusa che lui tenesse in qualche modo a lei.
Di
una cosa era sicura, non avrebbe mai pianto davanti a lui, il suo
orgoglio di Black glielo impediva.
Sentì
uno spostamento d'aria alle sue spalle e in un secondo qualcuno le
circondò il collo con un braccio puntandole la bacchetta alla
tempia.
Remus
aveva sfoderato la sua.
“Buttala
a terra Lupin, se non vuoi che te la uccida davanti agli occhi”
disse il mangiamorte.
Remus
dalla voce lo riconobbe, era Rabastan. Negli occhi di Dora lesse
paura.
“Gettala
Lupin!” ripeté Rabastan.
Non
aveva altra scelta, non poteva permettere che la uccidessero...mollò
la presa sulla bacchetta che cadde ai suoi piedi.
Comparve
al suo fianco un altro mangiamorte. “Incarceramus!”
Remus
si trovò i polsi legati stretti.
Dora
a quel punto iniziò a muoversi cercando un modo per liberarsi.
“No
Dora, sta ferma” l'ammonì Remus preoccupato che le
facessero del male.
“Ascolta
il tuo amico, Tonks” disse Rabastan.
Con
un crac sparirono tutti e quattro nel nulla.
*
Lui
e Dora erano legati uno di fianco all'altra a un albero in mezzo a un
bosco.
Non
si erano rivolti la parola da quando erano arrivati, ognuno perso nei
suoi pensieri.
“Lo
sai che giorno è Lupin oggi?” lo provocò
Rabastan.
Remus
digrignò i denti. Certo che lo sapeva, era la notte più
brutta del mese.
“Voi
siete pazzi, potrei uccidervi tutti”.
I
due mangiamorte risero.
Saltando
l'ultima dose della pozione Antilupo quella notte sarebbe stato un
Lupo Mannaro a tutti gli effetti, feroce e sanguinario.
Dora
con un enorme sforzo riuscì a sfiorargli la mano con la sua.
Remus
si voltò verso di lei. Aveva paura di farle del male.
“Ti
prometto che ne usciremo fuori”.
Dora
annuì, si fidava di lui come di nessun altro.
“Sì,
ne uscirete eccome, tutti e due morti” disse il mangiamorte
sconosciuto con un ghigno.
Rabastan
si posizionò di fronte a Dora. Lei non abbassò lo
sguardo, lo fissò fiera.
“Mulciber
era un incapace. Non è riuscito a scopare né te né
la Davis che l'ha fatto secco. Ma tu non mi sembri il tipo che fa
male a qualcuno”.
Rabastan
le prese rudemente il mento con una mano e le fece voltare la testa,
per poterla vedere meglio.
“Io
di solito non mi abbasso ad avere una mezzosangue ma con te potrei
fare un'eccezione”.
“Toccala
ancora una volta e giuro che ti faccio a pezzi”.
Se
un sguardo avesse potuto uccidere Rabastan sarebbe stato ridotto in
cenere. Negli occhi di Remus c'era odio e rabbia. Così tanta
rabbia che le mani gli fremevano.
Rabastan
rise. “Il protettore delle mezzosangue”. Si mise davanti
a lui. “Sarai proprio tu a ucciderla”.
Remus
lo guardò. Aveva capito il loro piano, anche Dora che gli
aveva sfiorato di nuovo la mano.
“Io
so che non lo farai”.
“Quando
mi trasformo non sono in me, ucciderei chiunque, compresa te”
gli faceva male dire quelle parole ma era la verità.
“Esatto”
ghignò Rabastan.
L'altro
mangiamorte slegò Remus dall'albero e gli puntò la
bacchetta in mezzo alla schiena.
“Salutala
per l'ultima volta Lupin...l'ultima volta da viva” disse
Rabastan sadico.
Remus
la fissò. No, non poteva finire così...non poteva
uccidere la donna che amava.
'Sì
che puoi Remus, e lo farai...' gli disse la voce della bestia
dentro di lui.
Il
mangiamorte lo strattonò e lo portò via, lontano da
lei.
Camminarono
per un bel po' poi il mangiamorte lo rinchiuse in una gabbia.
“Quando
ti trasformerai scomparirà e noi assisteremo allo spettacolo.
Ah dimenticavo, nelle sbarre scorre elettricità, se fossi in
te non le toccherei”. Detto questo il mangiamorte se ne andò
lasciandolo solo con la sua disperazione.
*
Passarono
minuti o forse ore. Dora sentiva su di sé lo sguardo di
Rabastan che non la lasciava un attimo. Poi arrivò anche il
suo compare.
“Tutto
a posto”.
“Bene”
rispose Rabastan con un ghigno. Poi si voltò verso di lei.
“Visto che Lupin ti piace così tanto ti piacerà
morire per mano sua, no?” disse con espressione sadica.
Dora
guardò il cielo, il battito del cuore più veloce. C'era
la luna piena. Ed era legata attorno a un albero in un bosco.
Rabastan
scoppiò in una risata e si allontanò col compare
lasciandola lì.
Dora
pensò a Remus. Cos'avrebbe fatto una volta accortosi di averla
uccisa o morsa? Lei sapeva la risposta: si sarebbe ucciso. Non
avrebbe mai potuto vivere con un peso del genere.
Doveva
fare qualcosa. Le venne un'idea, non aveva mai provato ma poteva
sempre tentare. Si concentrò e trasformò il braccio
destro in un braccino piccolo, da bambino. Con un certo sforzo riuscì
a liberarlo dalle corde. Lo ritrasformò di nuovo nel suo vero
braccio. Procedette allo stesso modo con l'altro. Era appena riuscita
a liberare anche l'altro che sentì dei rumori, foglie secche
schiacciate.
Alzò
lo sguardo. A una decina di metri da lei c'era un Lupo Mannaro. Era
Remus, riusciva a riconoscerlo.
La
guardava con una strana espressione, uno sguardo che lei nei suoi
occhi ambrati non aveva mai visto. Lo vide avvicinarsi con
espressione feroce.
“Remus
sono io...Ninfadora...” disse Dora.
Remus
si fermò per un secondo, poi iniziò ancora a camminare
verso di lei.
“Remus
sono la tua piccola Dora, sono io...Rem! Ti prego...se mi fai del
male non te lo perdonerai mai...”
Ora
lui era davanti a lei, su due zampe, una delle due anteriori
sollevata con il chiaro intento di ferirla.
Dora
abbassò lo sguardo sconfitta. Due lacrime le rigarono il volto
e i capelli, senza volerlo, da blu notte assunsero il loro colore
naturale, un castano sul rossiccio.
“Ti
amo” disse a bassa voce chiudendo poi gli occhi, preparandosi
alla zampata.
Uno
strano uggiolio la portò ad alzare di nuovo lo sguardo. Remus
aveva abbassato la zampa e la guardava con espressione addolorata.
Strofinò il muso sulla sua guancia.
Dora
sorrise. L'aveva riconosciuta.
Remus
con una zampata ruppe le corde che la tenevano ancora prigioniera.
Dora
lo guardò “Grazie Remus”.
Gli
accarezzò delicatamente il muso come segno di ringraziamento.
“Non
ci posso credere...”
Remus
si voltò di scatto ruggendo feroce. Si mise davanti a lei,
quasi come se volesse proteggerla.
Rabastan
e il compare erano tornati a vedere se era morta.
Senza
farsi vedere Dora si chinò a prendere una manciata di sabbia.
“Adesso
vi ammazziamo tutti e due” disse il compare di Rabastan alzando
la bacchetta.
Remus
scattò verso Rabastan e lei tirò la sabbia negli occhi
dell'altro Mangiamorte che urlò dal dolore portandosi le mani
al viso. Dora con uno slancio gli prese la bacchetta che gli era
caduta, lo schiantò e lo legò a un albero. Poi si voltò
e vide Remus sbalzato indietro da uno schiantesimo.
“Avada...”
iniziò Rabastan.
Dora
reagì d'istinto “Avada Kedavra!”
Rabastan
si voltò verso di lei, gli occhi sgranati, e poi cadde a terra
morto.
Corse
verso Remus che era seduto e cosciente, forse un po' intontito.
“Rem!”
Subito
lui la guardò. Lei si chinò e vide che aveva un taglio
sulla zampa.
“Sta
fermo” ordinò lei.
Sollevò
un poco il maglione e strappò un pezzo della sua camicia
bianca.
“Ti
farò un po' male quando stringerò...” avvisò
lei.
Avvolse
la tela intorno alla ferita e poi strinse facendo un nodo. Remus non
emise nessun verso.
“Ecco
fatto” disse poi lei guardandolo.
Remus
gli leccò la guancia e lei rise piano, gli faceva il
solletico.
“Meglio
se ce ne andiamo da qui” disse lei alzandosi e infilando la
bacchetta del Mangiamorte nella cintura dei pantaloni. Camminò
e Remus la seguì attirato dal suo odore.
Remus
gli aveva detto una volta che odorava di cioccolato bianco. Sorrise
al ricordo.
Si
sedette vicino a un albero, Remus la imitò subito. Lei iniziò
ad accarezzargli la sommità della testa, tra le orecchie. Dopo
un po' notò che si era addormentato.
Alzò
gli occhi al cielo presto ci sarebbe stata l'alba e lui sarebbe
tornato umano. Non si sarebbe ricordato niente, meglio così.
Con
cautela si alzò e si allontanò un bel po' prima di
smaterializzarsi.
*
Remus
aprì gli occhi, guardò il cielo ancora leggermente
rosato e le sue mani, era tornato umano. Eppure si sentiva strano,
come se avesse dimenticato qualcosa di importante. Lo sguardo gli
cadde sul suo avambraccio dove c'era legato un pezzo di tela bianco.
Annusò l'odore, cioccolato bianco.
“Dora...”
sussurrò terrorizzato.
Cosa
le aveva fatto? Le aveva fatto del male? L'aveva uccisa? Non riusciva
nemmeno a pensarci.
Corse
a recuperare i vestiti nascosti dietro a un noce e dopo averli
indossati si materializzò davanti alla casa di Dora. Suonò
il campanello come un pazzo.
“Ti
prego...ti prego...”
La
porta si aprì e comparve Dora in pigiama fucsia e mezza
addormentata. La guardò dall'alto in basso.
“Remus...”
proruppe lei sorpresa.
Lui
l'abbracciò forte. “Stai bene...stai bene...”
Dora
ricambiò l'abbraccio. “Certo che sto bene”.
Si
staccò da lui e chiuse la porta. Poi lo spinse in salotto.
“Che
fai?” chiese Remus confuso.
“Adesso
ti siedi e ti calmi” Dora lo spinse sul divano.
Lui
si sedette e si coprì il viso con entrambe le mani.
“Remus...Remus
guardami!” lei gli prese il viso con entrambe le mani
obbligandolo a guardarla negli occhi.
“Tu
mi hai riconosciuto” disse Dora con un sorriso.
Remus
sgranò gli occhi. “Non è possibile...”
“Lo
è invece, altrimenti a quest'ora non sarei qui, no?”
replicò lei.
“Io
potevo ucciderti...” proruppe Remus ancora sconvolto.
“In
effetti stavi per farlo” Dora notò l'espressione
orripilata di Remus. “Ma ti sei fermato. Mi hai riconosciuto”.
“Io
sono un mostro, stavo per farti del male...” Remus si passò
una mano tra i capelli.
“Ma
non l'hai fatto. Per il resto del tempo ti sei comportato con me come
un cagnolino domestico” aggiunse Dora.
Remus
la guardò curioso e stupito. “Per il resto del tempo?”
“Sono
restata con te quasi tutta la notte” rispose lei.
“Cosa?!”
esclamò Remus.
“Tu
mi hai salvato la vita stanotte” disse Dora seria.
“Per
forza, non ti ho uccisa...”
Dora
scosse la testa. “Tu mi hai riconosciuto e liberato e i due
Mangiamorte sono tornati. Tu ti sei messo davanti a me per
proteggermi. Io ne ho steso uno e tu hai affrontato l'altro. Per
salvarti l'ho ucciso” raccontò Dora.
Remus
sgranò gli occhi.
“Tu
stai bene, vero?” chiese lui preoccupato.
Dora
annuì. “Tu?”
Remus
fece un cenno d'assenso.
“ Adesso
resta qui e non muoverti, chiaro?” disse Dora seria.
Remus
annuì. Dora scomparve in cucina. Tornò dopo pochi
minuti con due tazze fumanti e una scatoletta bianca.
“Cos'è?”
chiese Remus.
“Cioccolata.
E questa è una cassetta del pronto soccorso...come puoi
immaginare la uso molto spesso” rispose Dora con un sorriso
sedendosi di fianco a lui e appoggiando tutto sul tavolino.
“Che
vuoi fare?” chiese Remus.
“Zitto
e bevi. Ci ho anche messo mezzo cucchiaino di zucchero, come piace a
te” rispose lei sbottonandogli una manica della camicia e
tirandola su.
C'era
ancora il taglio dell'incantesimo di Rabastan. Prese del
disinfettante e con delicatezza pulì la ferita. Remus non
disse nulla.
“Anche
stanotte non hai detto niente. Io avrei piantato un mezzo urlo”
disse Dora.
“Ci
sono abituato” rispose Remus sorseggiando la cioccolata.
“Anch'io,
ma urlo lo stesso” rispose Dora. “Sei stato veramente
dolce”.
Remus
arrossì un po'. “Faccio fatica a crederti”.
“Mi
hai seguito come un cagnolino e poi mi hai leccato anche tutta la
faccia” rivelò Dora sorridendo.
Remus
arrossì ancora di più. Sentiva uno strano calore
all'altezza del cuore.
“Meno
male che non ti ricordi niente...almeno non ti ricordi di avermi
visto piangere” mormorò Dora finendo di medicarlo.
“Io
ti ho visto piangere?” ripeté Remus.
Dora
annuì. “È stato poco prima che tu mi
riconoscessi”.
“Ti
ho fatto paura...mi dispiace...” rispose Remus.
Dora
scosse il capo. “No, non ho pianto perchè avevo paura di
te...ho pianto per te”.
Remus
la guardò spiazzato. “Che vuoi dire?”
“Sapevo
che se tu mi avessi fatto del male ti saresti ucciso, non lo avresti
sopportato” spiegò Dora.
All'improvviso
nella mente di Remus comparvero delle immagini. Dora legata che lo
guardava.
“Remus
sono la tua piccola Dora, sono io...Rem! Ti prego...se mi fai del
male non te lo perdonerai mai...”
Lui
era davanti a lei, su due zampe e stava per colpirla.
Dora
abbassò lo sguardo, vide due lacrime rigarle il volto e i
capelli da blu notte diventare castano rossiccio, il suo colore
preferito.
La
vide chiudere gli occhi. “Ti amo”.
“Remus...stai
bene?” la voce di Dora lo riportò alla realtà.
Lei
gli aveva detto che lo amava...nessuno glielo aveva mai detto,
nessuno si era mai innamorato di lui e nemmeno lui aveva mai amato
veramente una persona, fino a quando nove anni prima non l'aveva
vista per la prima volta.
“Hai
detto di amarmi...” proruppe Remus con voce leggermente roca.
Dora
abbassò lo sguardo. “Non l'ho detto per cercare di
fermarti. L'ho detto perchè pensavo che non avrei più
avuto occasione di dirtelo”. Lo guardò negli occhi. “Io
ti amo davvero, per come sei. Non l'avevo mai detto a nessuno prima
d'ora, ma questa è la verità e io non posso farci
niente...ora penserai che sono una stupida, un'idiota...”
Remus
interruppe il suo discorso mettendole due dita sulle labbra. Lei alzò
lo sguardo, Remus notò i suoi occhi lucidi.
“Non
penso che tu sia una stupida. E hai ragione quando dici che se ti
avessi ucciso ti avrei raggiunto. La verità è che anche
se la mia testa mi dice di starti lontano, che meriti qualcuno
migliore di me, io non ce la faccio...anch'io ti amo” Remus
vide una lacrima rigarle il volto.
L'asciugò
col pollice. Poi lentamente si avvicinò al suo viso dandole
tutto il tempo per spostarsi. Non voleva forzarla in nessun modo. Si
fermò a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Ora
puoi decidere tu cosa fare, la scelta è tua...” sussurrò
Remus.
Dora
sorrise “Ho già fatto la mia scelta molto tempo fa”.
Dora
annullò la distanza e lo baciò. Inizialmente era un
bacio casto, un semplice tocco di labbra. Poi Dora si mise a
cavalcioni su di lui spingendolo contro la spalliera del divano, le
braccia strette intorno al suo collo. Schiuse le labbra permettendo a
Remus di approfondire il bacio. Sentiva le sue braccia avvolgerla e
stringerla più vicina a lui. Le sembrava di essere in
paradiso. E il fatto di indossare solo un pigiama le permetteva di
sentire chiaramente il calore del corpo di Remus, il calore delle sue
mani. Era tutto dannatamente perfetto...
Din
don dan! Din don dan!
Chi
diavolo era alle sette del mattino davanti alla sua porta?
“Non
vai a rispondere?” le sussurrò Remus a un centimetro
dalle sue labbra.
“Non
ci penso nemmeno” rispose lei baciandolo di nuovo.
Din
don dan!
“NINFADORA!
LO SO CHE CI SEI!” urlò una voce di donna.
Dora
saltò subito in piedi. “O cazzo! Mia madre!”
Remus
fece una risatina.
“Svelto
non deve trovarti qui, o comincerà a farmi un interrogatorio”
Dora lo prese per il braccio e lo fece alzare.
“Tieni”
gli passò la sua tazza di cioccolata e lo spinse verso il
bagno del piano terra.
“NINFADORA
DEVO BUTTARE GIÙ LA PORTA?!” sbraitò Andromeda.
Remus
rise.
“Non
è divertente” lo rimbeccò Dora spingendolo in
bagno. “Va da Sirius, ci vediamo lì”.
Remus
le diede un bacio prendendola alla sprovvista e facendola arrossire
fino alla punta dei capelli.
Il
malandrino scomparve con un crac mentre Dora corse verso la porta
preparandosi ad affrontare quella iena di sua madre.
*
Erano
tutti contenti che si fossero messi insieme. Ovviamente né Ted
né Andromeda ne erano a conoscenza.
L'ultimo
dell'anno c'era una festa ad un castello scozzese organizzata per
tutti i dipendenti del Ministero. Remus, Dora, Sirius e Andrea
avrebbero partecipato, mentre James, Lily e Harry preferivano
passarlo tutti e tre insieme a Godric's Hollow.
Remus
e Sirius erano nel salotto di quest'ultimo ad aspettare le due
ragazze che ovviamente si stavano ancora preparando e li avrebbero di
sicuro fatti arrivare in ritardo.
“Non
siete ancora andati a letto insieme?”
“Sir
ma che domande fai? Non sono affari tuoi” rispose Rem.
“Quando
succederà fammi un fischio” Sirius incrociò le
braccia sorridendo.
“Sei
il solito idiota. Piuttosto vedi tu di darti una mossa con Andrea,
non le hai ancora detto niente...” Remus lo guardò
critico.
“Sto
aspettando il momento giusto” replicò Sirius nervoso.
Remus
guardò un punto alle sue spalle e sorrise. “Wow”.
Sirius
si voltò e rimase immobile, stupito. Andrea era bellissima,
non c'era altri modi per poterla definire.
Indossava
un abito blu scuro senza spalline. Il bustino metteva in vista la
vita e i fianchi perfetti e la gonna che arrivava fino a terra le
dava un'eleganza incredibile. I capelli erano raccolti sulla stesa
con un fermaglio brillantato.
Remus
lo fece tornare nel mondo dei vivi con una gomitata.
Dietro
di lei c'era Dora con un abito rosa lungo sotto il ginocchio.
“Direi
che possiamo andare” riuscì a dire Remus.
Sirius
annuì incapace di proferire parola.
Si
smaterializzarono tutti e quattro con un crac.
*
Andrea
era uscita. Si sentiva accaldata e sentiva sempre il suo sguardo su
di lei, seguirla costantemente e silenziosamente. Quello sguardo le
provocava sempre un brivido lungo la schiena. Si appoggiò al
muretto di pietra e respirò forte. La leggera brezza notturna
le accarezzava delicatamente la pelle del viso, era piacevole star lì
così, si sentiva ancora un po' la musica in sottofondo.
“Che
fai qui fuori?”
Sussultò.
Sirius era spuntato fuori all'improvviso dalle sue spalle. Non se lo
aspettava.
“Ti
ho spaventata?”
Andrea
sorrise leggermente. “La prossima volta evita di comparirmi
alle spalle in questo modo”.
“Scusa”
mormorò Sirius allungandole un bicchiere di champagne.
Lei
lo prese e osservò per un momento le bollicine.
“Allora,
perchè sei qui quando la festa è dentro?”
Alzò
lo sguardo e lo fissò. Cavolo se era bello, la luce della luna
lo rendeva ancora più affascinante.
I
suoi occhi grigi la osservavano, quasi come se potessero leggerle
l'anima.
“Avevo
caldo” rispose Andrea.
In
parte era vero, in parte no ma di certo non glielo avrebbe detto.
Bevve
un sorso di champagne tanto per fare qualcosa.
In
quel momento partì una musica che lei riconobbe
immediatamente, era una delle sue canzoni preferite, la canzone che
la faceva pensare a lui, 'With or without you' degli U2.
“Mi
concedi questo ballo?” Sirius allungò il braccio verso
di lei.
Il
cuore iniziò a batterle più forte. E poi, senza
pensarci, senza esitare, strinse la sua mano e si lasciò
condurre tra le sue braccia che le cinsero i fianchi attirandola
vicino. Appoggiò le mani sulle sue spalle e nemmeno per un
secondo interruppe il contatto visivo. I suoi magnetici occhi grigi
le impedivano di farlo, staccarsi da quel grigio le avrebbe provocato
dolore, un dolore fisico.
Nonostante
i tacchi era comunque più bassa di lui, gli arrivava
all'altezza degli occhi più o meno.
Sirius
non sapeva cosa gli stava succedendo, sapeva solo che non si era mai
sentito così...sentiva solo il bisogno di averla ancora più
vicina, lasciarla avrebbe significato morire. Quasi senza rendersene
conto l'avvicinò ancora di più a sé. I loro
corpi praticamente aderivano.
L'aveva
sentita trattenere il fiato, ora le sue braccia candide gli
circondavano il collo, si erano imprigionati a vicenda.
Il
suo profumo floreale lo inebriava, i loro volti distavano ormai pochi
centimetri. Lentamente si avvicinò al suo orecchio e sussurrò
quello che aveva pensato dal primo momento che l'aveva vista.
“Sei
bellissima...”
Andrea
trattenne il fiato. Sentire il suo respiro caldo le aveva provocato
un brivido lungo tutta la schiena. Il viso di Sirius ora era vicino,
molto vicino, troppo vicino...
Non
si seppe chi dei due annullò la distanza.
Era
un semplice tocco di labbra ma che provocò in Sirius emozioni
devastanti. Le labbra di Andrea erano morbide e calde, il suo profumo
floreale gli stava facendo perdere la testa. All'improvviso sentì
le braccia di Andrea intorno al collo spingerlo ancora di più
contro di lei. Senza nemmeno rendersene conto appoggiò una
mano sulla sua nuca, l'altra intorno alla vita per attirarla ancora
più vicino. La sentì schiudere le labbra e lui con un
brivido lungo la schiena approfondì il bacio.
Il
bacio da dolce divenne passionale e intenso, nessuno dei due aveva
intenzione di staccarsi dall'altro. Quando ormai erano abbastanza a
corto di ossigeno Sirius rallentò il ritmo in modo da poter
respirare leggermente. Sarebbe rimasto così per sempre, con
Andrea tra le sue braccia.
Dopo
un tempo indefinito si staccarono e si fissarono negli occhi, grigio
contro azzurro.
Andrea
non aveva mai sentito il suo cuore battere così veloce.
Lo
amava, lo amava perdutamente, come non aveva mai amato nessuno. Non
si sarebbe mai stancata di guardarlo, di abbracciarlo, di baciarlo...
“Ti
amo”.
Sirius
le sorrise. Era la prima volta in vita sua che diceva quelle parole
ma mai gli erano venute più spontanee. Sì, Sirius Black
si era innamorato e non di una qualunque, ma di Andrea Davis.
Il
cuore di Andrea saltò un battito e poi riprese più
veloce di prima. Sorrise.
Con
una mano gli accarezzò delicatamente una guancia. Lui inclinò
leggermente la testa per godere meglio del contatto senza mai
smettere di fissarla.
“Anch'io
ti amo”.
Sirius
le prese la mano e ne baciò il palmo.
Poi
le prese il viso con entrambe le mani e la baciò di nuovo.
Un
bacio a sigillo delle loro parole.
Non
si staccarono nemmeno allo scoppio dei primi fuochi d'artificio, né
alle grida di buon anno che provenivano da dentro il castello.
Esistevano
solo loro due, nessun altro.
Si
materializzarono nel salotto abbracciati stretti.
Poi
Sirius la baciò con impeto, con urgenza, come se non potesse
fare a meno di lei. Andrea rispose stringendosi ancora di più
a lui. Sirius, senza smettere di baciarla, la prese in braccio e la
portò nella sua stanza. E si amarono, provando emozioni
indimenticabili da tanto erano profonde e intese. Sirius per la prima
volta capì cosa significava davvero fare l'amore con una donna
e glielo aveva insegnato lei, la sua Andrea.
ANGOLO
AUTRICE
Scusate
se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma la settimana prossima ho gli
esami di maturità e il tempo per scrivere l'ho ricavato di
notte.
Spero
che il capitolo sia di vostro gradimento.
Ringrazio
chi ha recensito lo scorso capitolo, cioè: flopi,
Pecky, simo29, Manda, rutix2003, themina, rosy823, _Giuli95_, Mirwen,
kia88oc, Uchiha_chan, brando, Kiro_Best, kiry95, roxy_xyz, Lily
Potter 97, soniacristina1989, animemanga, jacopo25, fria.
PER
I LETTORI MAGGIORENNI: SE VOGLIONO HO GIÀ PRONTA LA NOTTE
D'AMORE DI SIRIUS E ANDREA. FATEMI SAPERE. USCIRÀ DOMANI O
DOPODOMANI, IL TITOLO È: Sirius&Andrea(Dimensione
Parallela).
Abito
Andrea:
http://magazine.zankyou.com/it/wp-content/uploads/2010/04/sharon-spose1.jpg
Abito
Dora:
http://www.matrimonio.com/emp/fotos/8/9/8/3/abito%20corto%20rosa.jpg
Adesso
vado che sono le 3.10 di notte.
A
presto
Nikki
Potter
|
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Capitolo 21 *** Memorie e furto alla Gringott ***
Harry Potter-Dimensione Parallela18
Innanzitutto
mi scuso per l'enorme ritardo ma ammetto che avevo perso l'ispirazione,
tornata di colpo dopo aver rivisto in dvd Harry Potter 7.
Cercherò
di non postare più con così tanto ritardo e ringrazio
tutti coloro che mi hanno inviato e-mail chiedendomi di non mollare la
storia perchè era troppo bella.
Per ricompensare la vostra pazienza ho scritto un capitolo bello lunghetto, che spero vi piaccia!
Grazie a tutti, davvero, dedico a tutti voi amanti di questa fic questo capitolo!
Buona lettura!
Harry dormiva
profondamente, il viso appoggiato su un grosso tomo aperto sul
ripiano della scrivania.
Aveva ricontrollato per la
millesima volta le mappe della Gringott e aveva elaborato un piano,
ma gli serviva l’aiuto di sua madre. Aveva pensato a come
convincerla…sua madre era un vero osso duro…
Nella sua mente vide in
mezzo al nero dell’oscurità due occhi scarlatti a pupilla
verticale.
Di colpo si svegliò e si
guardò intorno. Realizzò di trovarsi nella sua stanza a Godric’s
Hollow. Quello era stato il regalo di Natale dei suoi genitori, la
sua stanza nella sua casa.
Quando l’aveva vista
aveva provato un’emozione indescrivibile, si era sentito veramente
e concretamente a casa.
FLASHBACK
Harry guardò curioso i
genitori. Che gli avevano regalato?
“Harry prendimi la
mano e seguimi”.
Harry strinse la mano
di sua madre e la seguì su per le scale. James, Sirius e Remus erano
subito dietro di loro.
Aveva la sensazione di
sapere dove stavano andando…sentiva un forte calore all’altezza
del cuore. Non solo aveva passato per la prima volta il Natale con la
sua famiglia, ma ora aveva il presentimento che sarebbe diventato
ufficialmente il figlio ritrovato dei suoi genitori, parte di quella
famiglia che aveva sempre desiderato di conoscere.
Si fermarono davanti a
una porta di mogano, la maniglia era di ottone.
"Vai Harry, apri" mormorò suo padre con un sorriso dolce.
Harry
prese un respiro profondo e abbassò la maniglia. La porta si
aprì lentamente mostrandogli una camera da letto magnifica. La
sua stanza.
Fece
qualche passo guardandosi attorno. Sapeva di avere un'espressione buffa
sul viso e la bocca spalancata per lo stupore, ma non poteva fare
niente per impedirlo. Era così...felice.
"Ti piace?" domandò Lily esitante.
Harry la guardò inarcando un sopracciglio. "Secondo te?"
James rise scompigliandoli i capelli. "Ti preoccupi troppo Lil".
"E' magnifica, davvero. Grazie mamma" Harry l'abbracciò forte.
Non
si sarebbe mai stancato di quella sensazione di familiarità e
calore che gli abbracci dei suoi genitori gli trasmettevano.
"Sono contenta che ti piaccia, tesoro" rispose Lily con gli occhi lucidi.
Si
emozionava tutte le volte che la chiamava mamma. Non poteva farci
niente. Sapeva che anche James sentiva le sue stesse emozioni.
Harry con un salto si coricò sul letto e fissò il soffitto, le braccia dietro la testa e un sorriso sul viso.
Remus rise. "Ti assomiglia proprio, Ramoso".
Harry si mise a sedere di scatto, fissandoli uno a uno.
"Che c'è?" domandò Sirius.
"Avanti, lo so che avete delle domande da farmi, è più che normale" disse Harry serio.
Già,
avevano molte domande in testa, del resto loro non sapevano nulla del
passato di Harry, non aveva mai voluto rivelare nulla, tranne la morte
di Sirius.
"Te la senti sul serio di raccontarci il tuo passato?" domandò James.
Harry
annuì. "Certo, non posso negare che molte cose non vi
piaceranno, ma avete tutto il diritto di sapere, siete la mia famiglia,
no?"
Li
vide annuire tutti e quattro e poi li seguì giù in
salotto, un luogo decisamente più adatto per un discorso
così delicato.
Harry si sistemò sulla poltrona e si schiarì la voce, pronto all'interrogatorio.
"Nella dimensione dov'eri prima io e Lily siamo morti al posto tuo, giusto?" domandò James esitante.
Harry
annuì. "Sì, Peter gli ha detto dove stavamo e lui
è arrivato cogliendovi di sorpresa. Tu papà hai cercato
di sbarrargli la strada per cercare di dare a me e alla mamma il tempo
di fuggire ma è stato inutile. Ci ha raggiunto e lui voleva me,
solo me, la mamma poteva salvarsi, ma non voleva, aveva già
perso te e non voleva perdere anche me, così si è
sacrificata dopo averlo supplicato di non uccidermi. Poi Voldemort ha
lanciato l'avada kedavra su di me, ma non ha funzionato, è
ritornato indietro lasciandomi questa cicatrice sulla fronte. Lui non
poteva toccarmi, la mamma morendo mi aveva dato una protezione che gli
impediva anche solo di sfiorarmi. Ha distrutto anche la casa ma non
è riuscito ad uccidermi ed io sono diventato famoso come il
Bambino-Che-E'-Sopravvissuto, anche perchè Voldemort aveva perso
il suo corpo ed era scappato a nascondersi in Albania".
"E dopo? Sei andato a vivere con Sirius?" domandò Lily.
Harry fissò il tappeto, un sorriso amaro sul viso. "No, non potevo".
"Per quale motivo? Lui era il tuo padrino..." Remus non capiva.
"Il giorno dopo la vostra morte Sirius è stato arrestato e portato ad Azkaban senza processo" rispose Harry triste.
"Cosa?!" esclamò James adirato.
"E'
stata colpa di Peter, l'ha incastrato. Nessuno sapeva dello scambio di
Custode Segreto, solo voi quattro, ma voi due eravate morti, erano
rimasti solo il traditore e Sirius. Beh Sirius l'ha cercato per
fargliela pagare e l'ha stanato, solo che Peter si è tagliato un
dito, ha urlato a tutta la strada che Sirius vi aveva traditi ed
è scomparso sotto forma di topo nelle fognature, non prima di
aver fatto saltare la strada e aver ucciso dodici babbani. Sirius
è stato ritenuto colpevole ed è stato arrestato"
spiegò Harry.
"Che bastardo" commentò James stringendo le mani a pugno.
Sirius era semplicemente impallidito.
"Ma allora a chi ti hanno affidato?" domandò Lily confusa.
"A zia Petunia e zio Vernon" rispose Harry.
"Cosa?!" questa volta era stata Lily a spalancare la bocca orripilata.
"Già,
i dieci anni più brutti della mia vita. Sono arrivato ad undici
anni senza sapere nulla della magia, di Hogwarts e nemmeno di essere un
mago. Non volevano che andassi ad Hogwarts, ma Hagrid li ha...diciamo
costretti".
"Non ci posso credere...non ci posso credere..." proruppe Lily.
James le strinse forte un braccio.
"Quanti anni sono stato ad Azkaban?" domandò Sirius con voce inespressiva.
Harry lo fissò, gli occhi leggermente lucidi ed infinitamente tristi. "Dodici anni, poi sei evaso".
"Evaso?" ripeté Remus incredulo.
Per quello che ne sapeva nessuno era mai riuscito ad evadere da quella prigione.
"Sì,
ed avevi un motivo più che valido. Avevi scoperto dov'era Peter
e sapevi che avrebbe potuto facilmente uccidermi se avesse voluto"
rivelò Harry. "Era il topo del mio migliore amico, Ron Weasley,
e di conseguenza era in dormitorio con me. Se solo avesse sentito
qualche voce che diceva che Voldemort stava tornando potente mi avrebbe
fatto fuori, avrebbe eliminato tutti i Potter".
James
strinse forte le mani a pugno, mentre Sirius non poté impedirsi
di essere incazzato, Peter gli aveva rovinato la vita, quello
schifosissimo ratto.
"Perchè diavolo non abbiamo detto dello scambio a Remus?" domandò James arrabbiato.
"Perchè, qui gliel'avete detto?" proruppe Harry sorpreso.
Remus annuì.
"Beh...pensavate che fosse lui la spia, ovvio" rispose Harry.
"Remus la spia? Impossibile..." disse Sirius sicuro.
"A
quel tempo molti lupi mannari si erano alleati con Voldemort...e poi
era certo che qualcuno vicino a noi stesse trasmettendo un sacco di
informazioni a Voldemort..."
"Ma
come abbiamo capito che era lui il traditore? Insomma, si sarà
nascosto sotto forma di topo continuando a fingersi morto, no?" domandò Remus per cambiare argomento.
"La Mappa" rispose semplicemente Harry.
"Tu avevi la Mappa?" James era stupito, la loro per quel che ne sapevano era ancora ad Hogwarts, sequestrata da Gazza.
Harry annuì. "Me l'avevano data Fred e George per poter andare ad Hogsmeade senza essere beccato".
Lily li fissò confusa. "Quella Mappa di cui mi hai parlato?"
James annuì. "Proprio quella, ti mostra tutte le persone all'interno del castello".
"Quindi hai visto il suo nome sulla mappa" dedusse Sirius.
Harry scosse il capo. "No, non l'ho visto io, ma Remus. Lui me l'aveva confiscata quando Severus mi aveva quasi scoperto".
"Remus? Un momento, ci siamo persi un passaggio..." James si passò una mano tra i capelli confuso.
"Io ero a Hogwarts?" Remus era il più stupito di tutti.
Harry
annuì con orgoglio e fierezza. "Certo, eri l'insegnante di
Difesa contro le Arti Oscure, sei stato il migliore che abbiamo mai
avuto Rem..."
Remus spalancò la bocca. Lui insegnante? Silente doveva proprio essere andato fuori di testa.
"Mi hai insegnato un sacco di cose Rem, ad esempio il Patronus".
"Sul serio?" Remus era ancora incredulo.
Harry
annuì vigorosamente. "Io non sapevo che fossi uno dei migliori
amici di mamma e papà, l'ho scoperto quella sera quando tu e
Sirius mi avete raccontato tutta la storia, alla Stamberga Strillante".
"Perchè non te l'ho detto?" si domandò Remus.
"Sirius
era ricercato e tutti pensavano che volesse uccidere me. Credo tu
l'abbia fatto per proteggermi, non sapendo che io sapevo che Sirius era
il mio padrino" ragionò Harry. "In effetti quando l'ho saputo ho
provato la voglia di andare a cercare Sirius e ucciderlo, allora non
sapevo ancora dello scambio..."
"Wow, sono stato il primo a farti provare istinti omicidi..." commentò Sirius ironico.
"Già, comunque una volta saputa la verità volevo venire a vivere con te ma..."
"Ecco il ma..." Sirius ormai si aspettava veramente di tutto.
"C'era la luna piena" Harry lanciò uno sguardo significativo a Remus.
"Mi sono trasformato".
Harry annuì. "Non avevi preso l'ultima dose, quindi..."
"Vi avrei fatti fuori tutti ma..."
"Ma Sirius si è trasformato e ti ha allontanato da noi, ma intanto Peter è scappato" raccontò Harry.
"Noi?" James lo fissò curioso.
"Io, Ron, Hermione e Severus svenuto" rispose Harry. "Io però ti ho sentito Sirius".
Sirius lo fissò serio e interrogativo.
"Lo
sapevo che non potevi reggere da solo il confronto con un lupo mannaro,
così ti sono venuto dietro ed Hermione mi ha seguito".
"Non avresti dovuto farlo!" esclamò Sirius preoccupato.
"Ti
ho trovato ferito vicino al lago, poi sono arrivati loro, i
Dissennatori" continuò Harry. Riusciva ancora a sentire il
freddo gelo della morte sulla pelle solo a pensarci. "Ci hanno quasi
baciato tutti e tre".
"Cosa?!" sbottò James arrabbiato.
"Ma poi sei arrivato tu papà" disse Harry con un sorriso dolce.
James lo fissò interrogativo, poi capì.
"Ramoso è tornato a correre nei prati di Hogwarts e ci ha salvato tutti" Harry fissò il padre commosso.
James come lui aveva gli occhi lucidi. "Poi hai liberato Sirius immagino..."
Potter junior annuì. "E' stato lui a regalarmi la Firebolt per Natale, così abbiamo vinto il campionato",
"Sarà stata contenta la Minnie" commentò James con un mezzo sorriso.
Harry
annuì. "Alla fine del quarto anno Voldemort è tornato,
con un osso di suo padre, la mano di Peter e il mio sangue. E' tornato
e io ho dovuto affrontarlo, avrebbe dovuto farmi fuori ma qualcosa non
è andato come previsto...si è attuato il Prior
Incantatio".
"Perchè la tua bacchetta e quella di Voldemort erano gemelle, giusto?" disse Lily.
Harry
annuì. "Io vi ho visto...voi siete usciti dalla sua bacchetta
sotto forma di vapore e gli avete per un attimo oscurato la visuale per
permettermi di scappare".
Si fissava le mani, ricordando quasi con dolore quel momento.
Nessuno disse nulla, intuendo quello che passava per la mente di Harry.
"Voldemort era tornato, ma nessuno credeva a me e Silente, soprattutto il Ministero".
James lo fissò confuso. "Per quale motivo?"
"Voldemort
non si era mostrato. Tutti pensavano che eravamo pazzi, che io volevo
ancora più pubblicità e che Silente era uscito fuori di
testa" rispose Harry.
Sirius inarcò un sopracciglio.
"Ti conosco abbastanza per sapere che odi la pubblicità, giusto?" notò Remus.
"Già.
Cosa ancora più stupida l'allora ministro, Cornelius Caramell,
voleva screditare Silente a tutti i costi, non voleva credere che
Voldemort fosse tornato davvero".
"Ma perchè?" James non capiva.
"Aveva
paura. Si sarebbe ritornati nel caos, preferiva vivere nell'illusione
che nulla era cambiato. Era diventato talmente paranoico da credere che
Silente volesse rubargli la poltrona".
"Silente non ha mai voluto diventare ministro" Sirius era senza parole.
"Lo
so. Ma come ho detto Caramell era terrorizzato. Così ha pensato
bene di controllare Hogwarts e Silente mandandoci come insegnante di
Difesa una sua protetta, una completa inetta che non ci insegnava un
bel niente".
"Perchè non vi insegnava?" Lily era allibita.
"Caramell
credeva che Silente per impossessarsi del ministero avrebbe usato un
esercito, un esercito formato dai suoi studenti. Quindi noi non
dovevamo assolutamente essere pronti a combattere e difenderci".
"E' uno scherzo, vero?" James era sconvolto.
"Andiamo è ridicolo!" commentò Remus scandalizzato.
"No,
Caramell ne era convinto sul serio. Così ci ha mandato la sua
socia come inquisitore supremo, Dolores Umbridge" rivelò Harry.
Si accorse che Remus a quel nome si irrigidì.
"Quella donna è mostruosa, ricorda Walburga!" commentò Sirius orripilato.
"La detesto con tutto il cuore...questo è un suo piccolo omaggio" Harry mostrò a tutti la mano chiusa a pugno.
Sulla pelle si potevano ancora leggere piuttosto chiaramente le parole: Non devo dire bugie.
"Che diavolo ti ha fatto quella...quella..." iniziò James rosso per la rabbia.
"Quella schifosa stronza" terminò Lily stupendosi lei stessa delle sue parole.
James la guardò ad occhi sgranati, raramente la sua Lily si esprimeva in simili termini.
"Mi
faceva scrivere questa frase sulla pergamena con una penna che invece
di usare l'inchiostro scriveva col tuo sangue, metodo carino, no?"
commentò Harry sprezzante.
"E' da barbari!" Remus era sotto shock.
Sirius e James invece erano lividi.
"Alla
fine del quinto anno, subito dopo la morte di Sirius e la possessione
di Voldemort Caramell l'ha visto e anche i suoi collaboratori. Ha avuto
così la prova che io e Silente dicevamo la verità.
Inutile dire che è stato sostituito da Scrimgeour"
raccontò Harry.
"Rufus Scrimgeour?" Sirius era sorpreso.
"Sì,
proprio lui. Diciamo che l'ho mandato al diavolo, voleva che facessi da
mascotte al ministero dopo quello che mi avevano fatto per sostenere il
loro lavoro, quando invece non stavano facendo un bel niente per
cambiare le cose, rimanevano semplicemente lì a guardare. Ho
imparato presto a non fidarmi del ministero, sulla Gazzetta comparivano
solo gli articoli a loro favore, niente sulle evasioni di massa da
Azkaban o suoi morti e gli attentati dei mangiamorte, niente di niente"
Harry sospirò forte.
"Come adesso, più o meno" commentò Sirius sarcastico.
Harry
alzò un sopracciglio, la sua espressione diceva tutto. "Al sesto
anno Silente mi ha parlato degli Horcrux, mi ha fatto vedere ricordi su
Voldemort in modo che avessi tutte le informazioni necessarie. Una
sera, alla fine dell'anno, io e Silente siamo andati in una grotta
vicino al mare, ci doveva essere l'Horcrux, ma noi non sapevamo che in
realtà qualcuno l'aveva già preso..."
"Regulus..." proruppe Sirius.
Harry
annuì. "Silente ha bevuto una pozione che faceva ricordare i
momenti più brutti della tua vita, che ti faceva desiderare
letteralmente di morire. Alla fine siamo tornati a scuola, era debole
ma ancora vivo. Solo che sulla torre di Astronomia c'era il Marchio
Nero, questo significava solo una cosa, i mangiamorte erano entrati ad
Hogwarts".
"Com'è possibile?" Lily era senza parole.
"Armadi
Svanitori. Uno era nella stanza delle necessità, l'altro era da
Magie Sinister. Draco era diventato un mangiamorte per salvare la sua
famiglia da Voldemort, e doveva svolgere un compito per salvare se
stesso e i suoi genitori: doveva uccidere Silente".
I tre malandrini e Lily sgranarono gli occhi.
"Ma era solo un ragazzo!" esclamò Remus sotto shock.
"Io
l'avevo detto che era diventato un mangiamorte, ma proprio per questo
non mi avete creduto, pensavate che lo dicevo solo perchè odiavo
Draco, un po' come te e Severus papà".
"Ma Draco alla fine non l'ha ucciso, vero?" Lily aveva quasi paura della risposta.
Harry
abbassò lo sguardo, ricordava ancora perfettamente quella scena,
come se ce l'avesse ancora davanti agli occhi. "No, è stato
Severus a farlo":
Lily
impallidì di botto. James e Remus lo fissarono sicuri di non
aver capito bene. Sirius osservò la moquette del pavimento senza
dire nulla.
"Severus? Non è possibile...perchè?" Lily non riusciva a capire.
"E'
stato Silente a fargli promettere che sarebbe stato lui ad ucciderlo
quando sarebbe stato il momento. Non voleva che fosse Draco a farlo,
era troppo giovane per rovinare la sua anima" spiegò Harry.
"Quindi Severus ha agito su richiesta di Silente" ricapitolò James.
Harry annuì.
Lily trasse un respiro di sollievo, leggermente più tranquilla.
"Solo
che non lo sapeva nessuno, così tutti noi abbiamo pensato che
avesse tradito l'Ordine, invece non era così. L'ho scoperto
successivamente. Io, Ron e Hermione quell'estate siamo partiti per
cercare gli Horcrux e distruggerli, solo che appena dopo Natale i
Ghermidori ci hanno catturato e portato a Villa Malfoy. Mentre ero
chiuso nello scantinato con Ron Severus è arrivato e mi ha
mostrato con la forza tutti i suoi ricordi, così ho scoperto la
verità. Poi ci ha aiutato a scappare di lì. Se non fosse
stato per lui credo che sarei già morto da un bel pezzo, dal
primo anno probabilmente" disse Harry con una chiara nota di
riconoscenza nella voce.
"Ho
detto subito tutto a Remus e agli altri dell'Ordine. La McGranitt non
sembrava molto convinta, però si fidava della mia parola quindi
non ha detto nulla. Nel distruggere un Horcrux ho combinato un po' di
casino, quindi Voldemort ha capito che noi sapevamo il suo segreto e
quindi è venuto ad Hogwarts con i suoi per combattere. Severus
è tornato tra i nostri. Lui e Remus mi hanno allenato a
combattere, sono stati i miei mentori, diciamo. Severus mi ha fatto
promettere categoricamente di non morire, visto che aveva speso gli
ultimi setti anni a proteggermi per onorare il debito che aveva con te
papà, per quella faccenda che coinvolgeva anche Rem e anche
perchè era il figlio della sua migliore amica, l'ultima cosa di
Lily rimasta" aggiunse Harry sorridendo al ricordo.
"C'era solo una cosa che nessuno di noi aveva minimamente considerato...io ero un Horcrux".
James trattenne il respiro impallidendo. Lily si portò le mani alla bocca, mentre Remus sgranava gli occhi.
"Cosa?!" esplose Sirius alzandosi dal divano.
"Io
dovevo morire, solo in questo modo Voldemort sarebbe stato
definitivamente sconfitto. L'ho scoperto perchè me l'ha detto il
ritratto di Silente nell'ufficio del preside. Così dopo quasi
quattro mesi di assedio e battaglia sono andato da lui per farmi
uccidere" raccontò Harry, un brivido lungo la schiena al ricordo
delle mille emozioni che aveva provato mentre andava con consapevolezza
incontro alla morte.
"Non ci credo...ti sei fatto uccidere?" James era sconvolto.
"Ma allora come fai ad essere ancora vivo?" Sirius si era riseduto sul divano, un'espressione di sbigottimento sul viso.
"Lui
per resuscitare aveva preso il mio sangue, quindi anche la protezione
che mi aveva fornito mamma. In questo modo mi aveva legato alla vita
senza saperlo. Così sono tornato indietro. C'è stata
un'altra battaglia, ho visto tutti cadere, uno dopo l'altro, alla fine
eravamo in piedi solo io, lui e Severus. Ci siamo lanciati l'avada
kedavra e Severus si è messo davanti a me per salvarmi. Ero
l'unico ad essere sopravvissuto, intorno a me solo cadaveri e un
silenzio assordante" Harry aveva la voce leggermente roca, era vicino
al pianto.
"Poi Fanny ti ha proposto di venire qui e tu hai accettato" concluse James.
Harry
annuì respirando profondamente. "Là non mi era rimasto
più niente. Certo, Voldemort non c'era più, ma non mi era
rimasto più nessuno, che senso aveva restare?"
Nessuno
disse nulla. Lily si alzò e lo abbracciò forte, anche lei
aveva gli occhi lucidi. Suo figlio aveva sofferto così tanto,
non era stato giusto...
"Adesso ci siamo noi, hai capito?" sua madre lo fissò, verde contro verde.
Harry annuì, un mezzo sorriso sul viso.
"Giusto, e adesso preparati a una bella dose di solletico!" Sirius si lanciò su di lui subito imitato da James.
Lily e Remus li osservavano scuotendo la testa e ridacchiando, quei due non sarebbero mai cresciuti del tutto.
Nella stanza la risata cristallina di Harry.
Harry
si strofinò gli occhi con una mano. Era stanco ma non poteva
permettersi di perdere tempo. Prima avrebbe distrutto Voldemort prima
sarebbe finita la guerra.
Aveva pensato
in quei giorni a come diavolo recuperare la coppa di Tassorosso nella
camera blindata di Bellatrix, fino a quando gli era arrivato il colpo
di genio. Si era ricordato che aveva ancora una fiala di pozione
Polisucco con dentro il capello di Bellatrix che Hermione aveva bevuto
per prendere le sue sembianze ed entrare alla Gringott. Il vero
problema era la voce...sua madre conosceva di sicuro qualche pozione
che gliel'avrebbe fatta cambiare fino a raggiungere quella acuta e
sadica di quella pazza.
Il vero grosso problema era convincere la madre ad aiutarlo senza dirle troppo sul piano che aveva architettato.
Sapeva inoltre che Severus Piton
aveva dei sospetti sulla sua identità. Aveva chiesto alla madre
di non dirgli nulla per il momento, ma non sapeva se ci
sarebbe riuscita, Piton non era di certo il tipo che si faceva
fregare...era molto astuto e soprattutto sospettoso.
Proprio
per questo per il Silente dell'altra dimensione era stato una spia
perfetta e davvero eccellente. Per metterlo nel sacco bisognava essere
di gran lunga più abili di lui ed era veramente difficile.
Si
stranì un po', stava facendo un complimento a quello che era
stato il professore che aveva odiato per sei anni, che lo aveva
trattato come una persona orribile solo perchè era figlio di suo
padre. Già, ma cosa stranissima in quella dimensione suo padre e
Piton potevano quasi definirsi amici.
Ma
perchè? Era da quando li aveva visti farsi un cenno di saluto
alla prima riunione dell'Ordine che se lo chiedeva e ancora non aveva
trovato una risposta soddisfacente, nulla di nulla.
Comunque
non provava nessun tipo di risentimento verso Piton. Uno perchè
il Severus Piton che ora poteva incontrare non era lo stesso che lo
torturava durante le lezioni. Due perchè lui e Remus lo avevano
allenato al combattimento prima e durante le incursioni dei Mangiamorte
ad Hogwarts. Tre era merito di Severus se era ancora vivo, gli aveva
fatto da scudo prendendosi l'ultimo avada kedavra di Voldemort.
Per
lui ora non provava altro che stima e rispetto. Tuttavia la piega che
aveva preso il rapporto tra Piton e suo padre lo confondeva davvero.
Certo,
avrebbe potuto chiedere a suo padre delle spiegazioni, ma aveva il
tremendo sospetto che in qualche modo centrasse lui, o meglio l'Harry
bambino morto. Non voleva far rivivere a suo padre quelle scene e altro
dolore, l'avrebbe saputo a tempo debito, non aveva nessuna fretta.
Con un sospiro scese diretto in cucina per la cena. Aveva appena messo il piede sull'ultimo gradino quando ghignò.
Sirius e
Andrea si stavano baciando piuttosto intensamente, lei era appoggiata
al muro e lui le era praticamente incollato. Con uno sbuffo divertito
li oltrepassò entrando in cucina, sicuro che non l'avrebbero
nemmeno notato, troppo presi dalla foga del momento.
Sua madre, a
giudicare dal buon profumino che invadeva la cucina, aveva preparato
per la cena pollo arrosto con patate e torta alla nocciola. Rimase a
fissarla col sorriso, quando era piccolo avrebbe voluto vederla
indaffarata coi fornelli, si era più volte chiesto se era brava
in cucina come lui...il vivere coi Dursley aveva avuto un unico
risvolto positivo: cucinava benissimo.
"Tesoro, perchè mi stai fissando?" Lily si era accorta della sua presenza e lo osservava sorridendo.
"Niente, davvero" rispose Harry ricambiando il sorriso.
"Mi sembri
stanco...di notte dormi bene?" Lily lo fissò con sguardo
critico, prendendogli il viso con le mani e puntando l'attenzione sulle
occhiaie ben visibili.
"Sì, tranquilla, va tutto bene...solo mi serve il tuo aiuto" Harry respirò a fondo.
Lily alzò il sopracciglio attendendo che continuasse.
"Tu per caso conosci una pozione che fa cambiare voce a chi la beve?"
Ecco, l'aveva detto. Osservò con attenzione la reazione di sua madre.
"Sì, ce n'è una...perchè me lo chiedi? A che ti serve?" Lily parlò lentamente, lo sguardo attento.
"Non posso
dirtelo mamma, davvero. Ti chiedo solo di prepararmela, le risposte te
le darò al momento giusto" rispose Harry scegliendo con cura le
parole.
Lily era preoccupata. "Centrano gli Horcrux, vero?"
Harry non rispose. Il suo silenzio per Lily era una conferma.
"Va bene, promettimi solo che starai attento, d'accordo?"
Harry
annuì sorridendo. "Tranquilla mamma, ho la pelle dura. Ti chiedo
solo di non dirlo a nessuno, nemmeno a papà".
"D'accordo. Per quando la vuoi?"
"Quanto tempo ci metti a prepararla?" si informò Harry.
"Minimo due giorni, mi serve..." iniziò Lily.
"Inutile che
continui, non capirei una sola parola. Diciamo che non sono per nulla
tagliato per pozioni, anche in questo ho preso da papà" la
fermò Harry.
Lily
sbuffò sollevando il ciuffo rosso di capelli che le ricopriva la
fronte. "Chissà perchè ma lo immaginavo".
Harry rise, subito imitato da Lily.
Sirius entrò assieme a James e Remus, dietro di loro Andrea e Dora.
"Perchè ridete?" domandò James.
"Indovina un
po', Harry mi ha appena informato che è una frana in pozioni,
chissà da chi ha preso..." rispose Lily divertita.
"Ma da me, ovvio" James rise scompigliando affettuosamente i capelli corvini del figlio.
"Il più scarso sono e rimarrò comunque sempre io" replicò Sirius sorridendo gioviale.
"Nessuno qui lo dubitava Sir" ribatté Remus alzando un sopracciglio.
Andrea baciò Sirius sulla guancia. "Nemmeno io avevo dubbi".
"Beh dai sediamoci, la cena è pronta" disse Lily scoccando un'occhiata significativa ad Harry.
Tutti si
sedettero a tavola e la serata passò tra risate e racconti
esilaranti sui casini che i tre scapestrati corrispondenti ai nomi di
James Potter, Sirius Black e Remus Lupin combinavano a scuola e che la
prefetto Lily Evans doveva riuscire a risolvere o sventare.
*
Severus Piton era una persona
particolarmente perspicace, era difficile fargliela sotto il naso. Si
era accorto che Lily e la combriccola di Potter gli stavano nascondendo
qualcosa, ed era sicuro che si trattasse ancora una volta di Ted
Evans.
Aveva quel qualcosa di
così famigliare...non riusciva nemmeno lui a spiegarselo, ma
aveva come la sensazione che Evans lo conoscesse bene. Era convinto che
quel ragazzo avesse un segreto, e bello grosso anche, e lui lo avrebbe
scoperto, non per niente aveva fatto per un periodo la spia di
Voldemort con successo.
Una cosa strana l'aveva appresa proprio l'ultimo giorno dell'anno: Ted Evans viveva a casa Potter.
Per quale motivo? Non aveva
minimamente senso, a meno che...ma no, era impossibile, doveva
smetterla assolutamente di farsi venire strane idee.
Ted Evans non poteva essere Harry Potter, oppure sì?
Odiava non sapere le cose, non
avere risposte per le mille domande che gli ronzavano in testa da
quando Ted Evans aveva magicamente fatto la sua comparsa nell'Ordine.
*
Lily il mattino dopo si mise
subito al lavoro. Andò nell'immensa libreria dello studio di
James ed afferrò un vecchio e voluminoso libro dalla copertina
verde scuro, un po' consumata dal tempo.
Ricordava perfettamente che era stato Severus a regalarglielo, al suo quarto anno per
il suo compleanno. Le aveva detto con un ghigno che non tutte le
pozioni lì dentro erano legali. Infatti la pozione che doveva
preparare per Harry, la Omnia Vox, era altamente illegale.
Sbuffò arrovellandosi per
la millesima volta il cervello, cercando di capire come potesse
tornargli utile una pozione del genere. Con passo lento si diresse nel
suo piccolo laboratorio di pozionista, luogo in cui James non aveva mai
osato mettere i piedi per paura di far saltare in aria qualcosa.
Prese un respiro profondo. "A lavoro, Lily!"
*
Harry
aprì il suo baule cercando bene in fondo. Sorrise quando
sentì due bastoncini di legno a contatto col palmo della mano.
Con lentezza li estrasse e osservò con attenzione le due
bacchette nella sua mano.
Una era quella di Draco
nell'altra dimensione, di biancospino, l'altra era quella di noce di
Bellatrix, la stessa che lì quella pazza possedeva ancora.
Sì, sarebbe stato
decisamente credibile nei panni di Bellatrix, nessuno avrebbe mai
potuto sospettare, a meno che sfiga non volesse che proprio il giorno
del piano Bellatrix andasse a fare una visitina alla Gringott.
In quel caso sì che sarebbe stato veramente nella merda.
Doveva sforzarsi di pensare positivo, sarebbe tutto filato liscio come l'olio, non doveva preoccuparsi.
*
James, Sirius, Remus, Dora e Andrea erano a lavoro, nell'ufficio Auror a compilare rapporti sulle loro ultime missioni.
James tuttavia non era del
tutto tranquillo, sentiva che Lily e Harry gli nascondevano qualcosa.
Non gli piaceva per niente essere tagliato fuori.
"Jamie?" proruppe Sirius senza smettere di scrivere.
"Uhm" rispose Potter senior.
"Te l'ha mai detto nessuno che sei paranoico?" disse Sirius.
James lo fissò truce mentre tutti gli altri, Alice e Frank compresi, ridevano.
In quel momento Malocchio,
attirato dal baccano, entrò e li osservò senza parole. Il
suo occhio nero si puntò su Sirius.
Ci sarebbe stato da divertirsi, se lo sentiva.
"Sirius cercavo proprio te".
Sirius si schiarì la voce cercando di tornare ad essere serio. "Dimmi Alastor".
"Ho saputo che ti sei messo con Andrea" disse con espressione imperturbabile il vecchio auror.
Sirius annuì col capo sorridendo.
"Mi raccomando, non
trattarmela male o ti faccio a pezzi" detto questo Malocchio fece
l'occhiolino ad Andrea e uscì lasciando tutti i presenti di
stucco.
A Frank era sfuggita di mano la penna per la sorpresa.
"Malocchio ti ha fatto l'occhiolino...non ci credo..." boccheggiò Dora spiazzata.
"Che rapporto c'è tra te e Malocchio?" domandò Remus curioso.
Andrea ghignò. Sentiva su di sè lo sguardo curioso di Sirius.
"E' il mio padrino" rispose Andrea tranquilla.
James e Sirius spalancarono la bocca sorpresi imitati da tutti gli altri.
"Cosa?!" James era assolutamente senza parole.
"E' il migliore amico di mio padre, erano a scuola insieme" rispose Andrea come se la cosa fosse del tutto normale.
"Non ci credo..." Alice era stupita.
Andrea ridacchiò. In
effetti era un po' difficile immaginarsi Malocchio che giocava con lei
quando aveva sei anni a dare il tè a delle bambole.
Dalla porta entrò
Jack Pirsen, il consegnatore di pacchi del Ministero. Tra le mani aveva
un pacco bianco non molto grosso.
"Ciao Jack!" lo salutò Frank.
Andrea vide Sirius
rivolgergli uno sguardo omicida. Fin da quando era arrivata Jack aveva
un debole per lei. Sirius doveva essere geloso...Andrea sorrise
compiaciuta.
"Andrea c'è un pacco
per te" Jack lo scaricò sulla sua scrivania e rimase a guardarla
un po' troppo fisso per la pazienza di Sirius che si schiarì
rumorosamente la voce e disse acido "Adesso puoi anche andare".
Jack a malincuore uscì.
"Geloso?" James ghignò.
Si sarebbe preso la rivincita per il 'paranoico' di poco prima.
"No" rispose Sirius ritornando a scrivere.
"No Jamie, l'avrebbe solo ridotto in cenere se avesse potuto" ribatté Remus divertito.
Tutti risero.
Andrea con una leggera spinta raggiunse con la sedia a rotelle Sirius che fissava Remus irritato.
"Mi piaci quando fai il geloso".
"Lo terrò a mente" rispose Sirius sorridendo baciandole la punta del naso.
"Cos'è il pacco?" domandò James curioso.
Andrea lo prese in mano e lo osservò bene. "Non c'è scritto nessun mittente".
"Non aprirlo" disse Sirius serio, gli occhi assottigliati a fissare meglio quella scatola bianca.
Aveva una strana sensazione di pericolo, non riusciva a spiegarselo.
Andrea lo fissò interrogativa.
"Non sappiamo chi lo manda, potrebbe essere pericoloso" spiegò Sirius inquieto.
"Ha ragione lui Andie!" esclamò Malocchio entrando di corsa seguito da Kingsley.
Andrea li fissò entrambi ad occhi sgranati. "Perchè, cos'è?"
Moody la fissò serio. "E' una bomba".
Andrea stupita si voltò a guardare Sirius, ancora una volta le aveva salvato la vita.
*
Harry apprese con rabbia
l'attentato al quartier generale degli Auror. Non aveva molto tempo,
prima avrebbe finito con la missione più vite avrebbe salvato.
"Una bomba, capisci? Se Sirius e Moody non avessero fermato Andie..." stava dicendo James.
Era preoccupato, comprensibile. Anche sua madre era agitata come una molla.
"State tutti bene, vero?" domandò Lily.
James annuì.
"Tranquilla, hanno disinnescato quell'affare quasi subito. A quanto
pare hanno stregato con l'imperius i due controllari postali, per
questo ci hanno fregato. Voldemort ha un sacco di spie nel ministero".
"Questo non mi stupisce"
mormorò Harry pensieroso. "Gli unici posti veramente sicuri al
momento sono solo Hogwarts e la Gringott".
Sia James che Lily erano d'accordo con lui.
'E io dovevo rubare in uno di questi due posti proprio domani...' pensò Harry.
James guardò attentamente sia Lily che Harry. Sì, ne era sicuro, quei due gli nascondevano qualcosa. Ma cosa?
Il pomeriggio dopo Lily
entrò nella stanza del figlio trovandolo addormentato. Si
sedette lentamente sul bordo del letto e lo fissò per alcuni
minuti, fino a quando Harry non aprì gli occhi.
"Mamma..." proruppe Harry strofinandosi gli occhi e afferrando gli occhiali che erano sul comodino.
"Tieni" Lily gli mise in mano una boccetta contenente un liquido viola brillante con sfumature perlate.
"Come funziona?" domandò Harry curioso.
"Devi berne un sorso, poi
puntare la bacchetta alla gola e dire il nome della persona di cui vuoi
la voce, niente di complicato" lo informò Lily.
Harry annuì. "Quanto dura l'effetto?"
"Basta che punti la bacchetta alla gola e dici finite" rispose Lily seria. "Mi vuoi dire almeno a che ti serve?"
Harry sospirò.
Sì, qualcosa doveva dirle, altrimenti le sarebbe preso un colpo
se l'avesse visto uscire con la sembianze di Bellatrix.
"Devo diventare Bellatrix".
Gli faceva schifo il solo pensiero di interpretare quell'assassina, ma non aveva scelta.
Lily sgranò gli occhi confusa. "Polisucco?"
Harry annuì. "Ti ho preso un vestito nero dall'armadio, cercherò di non rovinartelo".
"L'importante è che non ti succeda nulla" disse Lily accarezzandogli la guancia.
"Ehm mamma...mi potresti anche truccare?"
Lily rise. "Ma certo tesoro!"
Dopo nemmeno mezz'ora Harry
bevve la polisucco, indossò il vestito nero, prese la bacchetta
di noce e si lasciò truccare velocemente dalla madre che
sembrava divertirsi un mondo.
Poi ingoiò un sorso della Omnia Vox e puntò la sua bacchetta alla gola. "Bellatrix Lestrange".
"Prova un po'" lo incitò Lily.
"Ciao mamma" la voce che uscì dalla sua gola era identica a quella della pazza sadica.
Lily non poté non fissarlo stranita, era strano sentirsi dire mamma da quella voce che disprezzava.
"Bene, ora posso andare,
dovrei avere circa cinquanta minuti di copertura con la polisucco"
Harry si alzò e si fissò un secondo allo specchio.
Non poté trattenere una smorfia schifata alla vista di una delle sue nemiche giurate.
"Sta attento" si raccomandò Lily.
Harry annuì. "Sarò a casa fra meno di un'ora".
Scomparve con un crac lasciando una Lily in bagno preoccupata.
Comparve in una strada di
Diagon Alley quasi del tutto deserta. Camminò con passo sicuro,
molti si allontanavano spaventati da lui, meglio così. Nel giro
di cinque minuti era alla Gringott.
Confuse senza
difficoltà i due maghi appostati come Sonde Sensitive
all'ingresso in modo che non controllassero se aveva incantesimi
dissimulanti addosso, come la polisucco. Poi fece il suo ingresso.
La banca dei maghi non era cambiata per niente, un po' come Hogwarts, il tempo in quelle mura sembrava non passare mai.
Doveva cercare di interpretare Bellatrix il meglio possibile, quindi la gentilezza e le buone maniere doveva lasciarle da parte.
"Ehi tu, folletto!"
Quello sussultò e la fissò. "Signora Lestrange, che piacere..."
"Sì, voglio fare un prelievo" disse Harry sbrigativo.
L'elfo, che riconobbe per Unci-Unci, annuì. "Bacchetta per il riconoscimento?"
Harry allungò sicuro
la bacchetta di noce che effettivamente era di Bellatrix. Unci-Unci
annuì con un debole sorriso.
Bene, l'aveva fregato. "Mi segua signora Lestrange".
Salirono su un carrello di
ferro e si preparò mentalmente a non vomitare per l'alta
velocità. Sapeva bene che la camera blindata dei Lestrange era
molto sottoterra in quanto era una delle più antiche.
Dopo quella che parve
un'eternità il carrello si fermò. Vicino alla camera
c'era un drago, esattamente come l'altra volta. Unci-Unci agitò
dei sonacci per allontanarlo e poi appoggiò la mano alla porta
della camera blindata. Subito si aprì rivelandogli una stanza
piena di oro e oggetti preziosi, ma lui ne cercava solo uno...
La Coppa di Tassorosso era
in alto in fondo. Entrò guardandosi intorno, poi con una mano la
afferrò e non successe nulla, nessuna copia incandescente della
coppa a differenza dell'ultima volta.
Con un sorriso compiaciuto
decisamente adatto a Bellatrix, la nascose nel mantello e uscì
ritornando da Unci-Unci che l'aveva aspettato sulla soglia della porta.
"Fatto signora?"
"Sì, sbrigati a portarmi fuori di qui, ho un sacco di cose da fare" disse Harry con tono sbrigativo e sprezzante.
Il folletto annuì
leggermente spaventato e richiuse la porta con un tonfo sordo.
Ripercorsero tutta la strada col carrello e Harry poté tirare un
sospiro di sollievo solo una volta che ebbe messo piede fuori dalla
banca.
Ce l'aveva fatta, tutto era
andato liscio come l'olio, nessuno si era accorto di nulla. Non poteva
andargli meglio di così. Si infilò in un vicolo buio e
fissò l'orologio che aveva al polso.
Aveva ancora circa cinque
minuti, poi sarebbe tornato ad essere Harry Potter. Con un crac si
materializzò davanti a casa, la coppa ben nascosta nel mantello.
*
Severus era andato da Lily per delle spiegazioni. Per prima cosa,
perchè diavolo Evans viveva da loro? Non aveva minimamente
senso, a meno che Ted Evans non fosse Harry Potter. E allora si
sarebbero spiegate molte cose.
Suonò il campanello e venne ad aprirgli un'agitata Lily.
"Ah sei tu, ciao Sev" Lily lo fece entrare.
"Aspettavi qualcun'altro?" domandò Severus, un sopracciglio inarcato.
"Sì, ma fa niente, arriverà fra qualche minuto" Lily fissò con ansia l'orologio che portava al polso.
"Lil che diavolo succede?" Severus la guardò serio.
Sì,
ne era sicuro, Lily gli nascondeva qualcosa. Ne aveva parlato anche con
Potter e lui stranamente era del suo stesso parere.
Quindi era una certezza.
"Niente Sev, davvero..." Lily cercò di sembrare convincente.
Il
suo sguardo si puntò su un libro che stava aperto sul tavolino
del salotto. L'aveva riconosciuto subito, l'aveva regalato a Lily un
sacco di anni prima. La superò e lo prese in mano. Era aperto
alla pagina della Omnia Vox.
Lily deglutì, adesso che cavolo gli avrebbe detto?
"A che cavolo ti serve questa pozione?"
Lily
aprì la bocca e la richiuse. Cosa avrebbe potuto dirgli? Sapeva
che non sarebbe riuscita convincerlo in nessun modo...
"C'è qualcuno?"
Severus si irrigidì. Quella era la voce di Bellatrix, come diavolo aveva fatto ad entrare?
La vide spuntare davanti alla porta del salotto. Si piazzò davanti a Lily "Stupeficium!"
Bellatrix si spostò di scatto. L'incantesimo colpì un vaso di ceramica che andò in mille pezzi.
"Fermo Sev" Lily gli prese il polso del braccio che reggeva la bacchetta.
Severus la fissò confuso, poi comprese quando vide 'Bellatrix' puntare la bacchetta alla gola e dire "Finite".
"Lily che diavolo sta succedendo?"
Lily aprì la bocca incerta su cosa dire.
"Ciao Severus" lo salutò Harry con un sorriso.
Il suddetto sgranò gli occhi, quella voce..."Evans?"
Harry si tolse con un gratta e netta tutto il trucco dalla faccia e lo osservò con un ghigno.
"No, non proprio..."
Severus era confuso, lo capiva dalla sua espressione.
"Quello
che pensi è corretto, Ted Evans ed Harry Potter sono la stessa
persona" disse Harry sentendo proprio in quell'istante l'effetto della
polisucco svanire e ridargli il suo aspetto.
Severus trattenne il respiro, quegli occhi erano identici a quelli di Lily.
"Potter?"
Harry
annuì con un sorriso e osservò la madre che lo
abbracciò forte, decisamente sollevata di vederlo vivo.
"Allora? E' andato tutto bene?"
Potter junior annuì. "Tutto liscio come l'olio, nessuno si è accorto di niente".
"L'hai preso?" chiese Lily con un filo di voce.
Harry annuì. "Certo. Adesso vado a togliermi questo vestito".
"Ehi guarda che è bello, è un mio vestito!" lo rimbeccò Lily.
"Mamma è un vestito da donna!" rispose Harry salendo velocemente le scale.
Lily sorrise e lanciò un'occhiata a Severus che era ancora parecchio sorpreso.
Sospirò pronta a rispondere ad alcune sue domande.
*
Harry
si rivestì e poi scese con la coppa in mano, giusto in tempo per
sentire suo padre entrare e dire "Che è successo al vaso?"
"Mea culpa" disse Harry raggiungendolo in corridoio.
Tutti e due entrarono in salotto, dove Lily stava ancora parlando con Severus nel tentativo di spiegargli qualcosa.
Severus sussultò quando lo vide entrare, cosa decisamente comprensibile.
"Qualcuno
vuole spiegare qualcosa anche a me, per favore? Sono giorni che tu e
Harry mi nascondete qualcosa, non sono scemo..." James fissò il
figlio e la moglie in attesa che parlassero.
"Oggi ho rubato alla Gringott" rispose semplicemente Harry come se fosse una cosa normale e si sedette sulla poltrona.
Tutti e tre lo fissarono come se fosse fuori di testa.
"Cosa?!" esclamò James spiazzato.
"Mamma mi ha aiutato" aggiunse Harry tranquillo.
James e Severus puntarono lo sguardo su Lily che sembrava abbastanza confusa.
"Era alla Gringott?" domandò Lily ad Harry.
Il ragazzo annuì. "Già, nella camera blindata di Bellatrix, per questo ho preso le sue sembianze".
"Alt,
aspetta un secondo...tu ti sei travestito da Bellatrix, sei andato alla
Gringott e hai preso qualcosa dalla sua camera blindata?"
ricapitolò James.
"Esattamente" rispose Harry.
"Ma cosa?" chiese James.
"Questa" Harry mostrò la coppa.
"La coppa di tassorosso?" Severus era sbalordito.
"E' un Horcrux" rispose Harry alla loro muta domanda.
"Quando hai intenzione di distruggerla?" domandò James.
"Adesso" Harry con uno schiocco di dita fece comparire dal nulla la spada di Grifondoro.
James trattenne il fiato.
Harry
si alzò in piedi, appoggiò la coppa sul pavimento e
sollevò in aria la spada. In quel momento uscì un getto
grigio scuro e prese forma davanti agli occhi di Harry Tom Riddle.
"Harry Potter" domandò questo.
Aveva un aspetto da ventenne, più o meno l'età in cui aveva rubato la coppa uccidendo la proprietaria.
"Tom Riddle" replicò Harry freddo.
"Come diavolo fai ad essere ancora vivo?"
"Perchè io ho una cosa che tu non hai..."
"Ah davvero? E cosa sarebbe?"
"L'amore Tom" rispose Harry.
Tom in risposta scoppiò a ridere, una risata sadica e gelida che fece rizzare i capelli a James, Lily e Severus.
"L'amore come lo chiami tu non mi ha impedito di sbarazzarmi di tuo padre e di tua madre".
"Ma ti ha impedito di sbarazzarti di me, Tom. Addio Tom" Harry abbassò la spada e ruppe in due la coppa.
Riddle e il fumo grigiastro scomparvero.
Harry fissò i suoi genitori e Severus. "State bene?"
Loro annuirono non molto convinti.
"Severus rimani a cena? Credo che tu abbia molte domande da farmi" disse Harry sedendosi sulla poltrona.
"In effetti..."
"Non c'è problema, Jamie vieni di là con me" Lily prese il marito per un braccio conducendolo in cucina.
Harry fissò Severus con un sorriso, pronto alla raffica di domande.
*
Voldemort,
seduto sulla sua poltrona di velluto rosso sangue, si domandava ancora
cos'era successo un paio di settimane prima. Chi diavolo era entrato
nella sua mente?
Gli era servita molta forza per buttarlo fuori, aveva visto nel buio solo un paio di occhi verde brillante.
Odiava
non avere delle risposte alle sue domande, per di più
quell'idiota di Silente e i suoi omini cercavano in tutti i modi di
bloccare i suoi piani...
Bevve
un sorso di vino rosso dal bicchiere di cristallo che aveva in mano,
poi si alzò e si mise davanti alla finestra di Riddle Manor.
Chi diavolo era quell'intruso che era entrato nella sua mente?
ANGOLO AUTRICE:
Spero vi sia piaciuto il capitolo, pieno di colpi di scena importanti.
Adesso
farò uno schema per riassumere concetti importanti sul passato
di Harry, per rendervi tutto più chiaro:
1.
Questa fic si basa su una diversa conclusione del settimo libro,
ovviamente. Quindi 4 mesi di battaglia ad Hogwarts e Harry che si
allena con Remus e Severus
2. E' Severus che li ha aiutati ad uscire da Villa Malfoy, chiamando Dobby e facendo vedere proprio lì i ricordi a Harry
3. Severus è morto facendo da scudo ad Harry
La vera domanda è: perchè qui James e Severus sono quasi amici? Sono curiosa di sentire i vostri pareri e vedere si ci prendete...
Ringrazio moltissimo per le recensioni: rutix2003, Mirwen, brando, sihu, soniacristina1989, Ali96, Nicole_Alice, fria, Manda, deli2410, Marina_Black, Archangel, Hermione Claire Grenger, Lily_97, Akkarin92, lunadistruggi e cloclo.
Ringrazio anche chi mi ha lasciato dei messaggi personali nella mia casella di posta, come soniacristina1989, NevilleLuna, Allice_rosalie_blak, roxy_xyz, rutix2003, brando, elita e Akkarin92, ma soprattutto Faith07
che mi ha avvisato che era stato postata un'altra ff praticamente
identica alla mia con anche interi pezzi di testo copiati e incollati.
Grazie mille, davvero!
Adesso
giuro solennemente che pubblicherò anche la one-shot rossa sulla
notte di fuoco tra Sirius e Andrea, sotto il nome di Sirius&Andrea(Dimensione Parallela)!
Grazie mille a tutti per aver letto fino a qui!
Baci
Nikki Potter
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Capitolo 22 *** L'ultimo Horcrux ***
Harry Potter-Dimensione Parallela19
Capitolo dedicato a tutti voi che amate questa ff!
Severus entrò nel suo
ufficio ad Hogwarts. Aveva bisogno di restare solo per riflettere sulle
risposte che Potter gli aveva dato.
Gli sembrava ancora impossibile che fosse vivo, eppure era lì...sospirò pesantemente.
Afferrò la montagna di
compiti da correggere degli alunni del sesto anno, doveva pensare ad
altro, eppure le parole di quel ragazzo continuavano a vorticargli in
testa.
FLASHBACK
Harry
fissava attentamente il suo ex professore in attesa che dicesse
qualcosa. Poteva capire la sua confusione, infatti gli stava dando
tutto il tempo necessario per metabolizzare la cosa.
Severus
lo scrutava attento, si era aspettato di tutto, tranne di trovarsi
davanti quel ragazzo nel salotto di casa Potter, per di più
sotto effetto di polisucco e con le sembianze di Bellatrix. Si era
aspettato di tutto, tranne quella scintilla di riconoscenza che
brillava in quegli occhi verdi a lui molto famigliari, gli occhi della
sua migliore amica Lily.
Sospirò,
doveva pur dire qualcosa. Inoltre avrebbe trovato risposta
alle sue domande e forse avrebbe finalmente dormito decentemente.
"Da quanto sei venuto qui?" gli domandò serio.
"Il 7
settembre. Non ho detto a nessuno chi ero, loro l'hanno scoperto solo
il 23 dicembre. Sono stato io a chiedere loro di non dire nulla a
nessuno" rispose Harry con un leggero sorriso. "Nemmeno a te".
"Perchè?" quella domanda era uscita spontanea dalle labbra di Severus.
"Sapevo
già che tu avevi dei sospetti su di me e che mi stavi diciamo
tenendo d'occhio per conto di Silente. Sei sempre stato bravo come spia
in effetti,
non mi stupisce che l'abbia chiesto a te. E sapevo che prima o poi avresti capito, non sei affatto uno che si fa fregare".
Severus inarcò le sopracciglia sorpreso. Potter gli stava facendo dei complimenti?
Cose da non credere...
"Quindi mi conosci bene..." ne dedusse.
Harry
annuì. "Sei stato per sei anni il mio professore, diciamo che
tra di noi c'era un'antipatia reciproca, perchè tu pensavi che
fossi un pallone gonfiato come mio padre e io perchè tu mi
giudicavi a priori senza nemmeno conoscermi, pensavi che mi piacesse
essere una celebrità, il Bambino-Che-E' Sopravvissuto eccetera.
Invece lo detestavo, perchè ero famoso per una cosa che nemmeno
ricordavo, una cosa che aveva portato alla morte dei miei genitori.
Avrei preferito mille volte essere qualcun'altro, che non fosse toccato
a me, vivere una vita normale..."
Severus lo fissò stupito. Aveva letto amarezza nella sua voce e una profonda tristezza.
"Senza dirmi
niente mi hai protetto in questi anni, altrimenti credo che senza di te
sarei morto al mio primo anno a Hogwarts. Avevi promesso a Silente di
vegliare su di me, per l'amicizia che ti aveva legato a Lily".
Sì,
si riconosceva nelle parole del ragazzo. Era decisamente nel suo
carattere fare le cose senza che gli altri se ne accorgessero.
"Sappi Severus che provo per te un profondo rispetto e stima, sul serio".
Severus lo
fissò attentamente, era così tranquillo ma allo stesso
tempo vigile...gli vennero in mente le parole di Moody, vigilanza
costante...
"Hai intenzione di affrontarlo, vero?" glielo aveva letto in quegli occhi accesi dalla determinazione.
"Una volta
che avrò distrutto tutti gli Horcrux sì, non che abbia
scelta comunque...nessuno dei due può vivere se l'altro
sopravvive, ognuno morirà per mano dell'altro...il mio destino
è segnato da quando sono nato. Lo riaffronterò di nuovo".
"Sembri molto sicuro di te" notò Severus.
Non aveva
letto paura sul suo viso, nulla, come se il fatto di combattere contro
Voldemort in persona lo lasciasse del tutto indifferente. Davvero
incredibile, quel ragazzo doveva averne passate proprio di brutte per
non temere il Signore Oscuro...
"Sono sicuro
dei miei mezzi...tu e Remus mi avete allenato piuttosto bene e in
questi quattro mesi il tempo che non dedicavo alla ricerca degli
Horcrux lo passavo ad allenarmi" rispose Harry con un sorriso.
Lui e Lupin avevano allenato Potter per combattere contro Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Robe da non credere...
"Potter sono..."
"Confuso?
Sì, comprensibile. Lascia che ti dica una cosa che mi disse
Silente...tu sei un vero Grifondoro, non un Serpeverde, il cappello si
è sbagliato" disse Harry convinto.
Severus lo fissò senza dire nulla, troppo stupito dalle sue parole.
Harry Potter era una delle poche
persone che era riuscito a destabilizzarlo sul serio. Andò a
letto convinto che nemmeno quella notte sarebbe riuscito a dormire,
quelle parole gli giravano ancora in testa e non c'era nessun modo per
evitarlo.
Gli aveva promesso di non dire
nulla a nessuno, nemmeno a Silente. Del resto poteva farlo, anche lui
come Potter era un bravo Occlumante...già gli aveva detto che
era stato proprio lui ad insegnargliela insieme alla Legilimanzia.
Non poté impedire a un sorriso soddisfatto di fare capolino sul suo volto.
*
Nemmeno
Harry riusciva a dormire, rifletteva su quello che Severus gli aveva
detto, sul perchè lui e suo padre avevano smesso da molti anni
di odiarsi.
FLASHBACK
Harry fissò Severus con attenzione e curiosità.
"Perchè tu e mio padre siete...diciamo in buoni rapporti?"
Severus
non poteva negare che si era aspettato quella domanda. Si guardò
le mani che teneva strette sulle gambe, la mente andò indietro
nel tempo, di circa diciassette anni.
Era
un mangiamorte ma era già passato dalla parte di Silente, era
diventato una spia. Eppure non era riuscito a capire chi fosse il
traditore all'interno dell'Ordine, lo scoprì troppo tardi.
Era
appena arrivato al cimitero di Little Hangleton, proprio vicino a
Riddle Manor. Era notte, la notte di Halloween, chissà
perchè il Signore Oscuro li aveva radunati a quell'ora.
Lucius e Bellatrix gli si avvicinarono togliendosi la maschera e mostrando un sorriso compiaciuto.
Si sentiva inquieto e non si spiegava per quale motivo, ma c'era qualcosa che non andava.
"Il Signore Oscuro l'ha fatto finalmente" gli riferì Bellatrix.
"Non sappiamo come ma l'ha trovato" aggiunse Lucius.
"Cosa?" domandò Severus confuso.
"Harry Potter è morto" rispose Bellatrix.
Cercò
di mostrarsi imperturbabile a quella notizia, eppure non poté
non pensare al dolore di Lily e di sicuro anche di Potter. Ma com'era
stato possibile? Erano protetti dall'Incanto Fidelius e Black era il
Custode Segreto...
"Eccoti Severus, aspettavamo proprio te" disse Voldemort non appena anche lui si mise in cerchio.
"Mi dispiace signore per il ritardo" si scusò Severus cercando di calmare i battiti del suo cuore.
"Non
importa, rallegrati Severus, perchè oggi ho eliminato
definitivamente l'ultimo ostacolo al potere. Ora nessuno potrà
fermarmi. Harry Potter è morto, e vi starete di sicuro chiedendo
come ho fatto a trovarlo..."
Severus lo fissava in attesa di risposte.
"Vieni Codaliscia" disse Voldemort soddisfatto.
E
Severus capì. Peter Minus era il traditore, ed era anche il
Custode Segreto dei Potter. Aveva tradito i suoi migliori amici quel
lurido topo di fogna. E aveva consegnato il piccolo Harry alla morte.
Strinse forte una mano a pugno per impedirsi di lanciare qualche incantesimo su quell'essere.
"Lui ha tradito i Potter e mi ha consegnato il bambino. Mi sei stato prezioso Codaliscia".
"Grazie signore" Peter si inchinò a baciare l'orlo della veste nera di Voldemort.
Poi si unì al cerchio di altri mangiamorte.
"Ecco
qui quello che rimane di Harry Potter" Voldemort si spostò
rendendo visibile a tutti loro il piccolo corpicino ormai privo di vita
del bambino.
Severus distolse immediatamente lo sguardo da quel cadavere così piccolo, altrimenti si sarebbe tradito, avrebbe pianto.
"Cosa ne facciamo di lui, mio signore?" domandò Rodolphus Lestrange con qualcosa di sadico nel tono di voce.
Voldemort
ghignò. "Severus, Bellatrix, Peter...portate Potter nella baia
di Dalmouth, lì si unirà agli altri nostri Inferius".
Severus
raggelò. No, non poteva permetterlo, doveva riportare il corpo a
Lily, a tutti i costi, anche quello di essere ammazzato.
Peter prese in braccio Harry e poi tutti e tre si smaterializzarono con un crac.
Davanti a loro solo il mare mosso e gli scogli.
"Lascialo lì, Minus" ordinò Bellatrix.
Peter lasciò il piccolo cadavere di Harry su uno scoglio vicino al mare.
No, non poteva finire così...
Velocemente
schiantò Bellatrix, totalmente colta di sorpresa. Poi si
voltò verso Peter, l'odio si poteva leggergli chiaramente sul
volto.
Anche Peter aveva la bacchetta puntata su di lui.
"Come hai potuto, sporco traditore!" ringhiò Severus.
"Io sto sempre dalla parte del più forte" rispose semplicemente Peter, nessun accenno di rimorso nella voce.
"Era il figlio dei tuoi migliori amici!" sbraitò Severus.
Peter
ghignò. "Io non ho nessun amico, non mi hanno mai considerato
alla loro altezza. Io per loro non ero nessuno, con il Signore Oscuro
invece sarò grande. Tu invece Piton da che parte stai? Da quella
di Silente?"
Sapeva
che schiantando Bellatrix non sarebbe più potuto tornare
indietro, si era smascherato, ma non gliene importava un bel niente,
doveva portare via il cadavere di lì il prima possibile.
"Avada Kedavra!" disse Peter.
Severus si spostò, quell'idiota aveva intenzione di ucciderlo.
"Avada Kedavra!" ripeté Minus, una luce folle negli occhi.
L'incantesimo lo mancò di poco. "Avada Kedavra!"
Peter
cadde a terra lentamente, gli occhi sgranati e talmente chiari da
sembrare quasi bianchi. Severus lo fissò con odio e disprezzo
prima di dirigersi verso il piccolo Harry.
Lo
prese delicatamente tra le braccia e fissò quel viso, quelle
palpebre chiuse sotto cui sapeva c'erano gli occhi stupefacenti di Lily.
Ricordava
ancora perfettamente le grida e il pianto di Lily, i singhiozzi mentre
teneva stretto a sè il corpo del figlio e le parole di James
Potter, distrutto dal dolore, gli occhi rossi per il pianto.
"Grazie per avercelo riportato...non lo dimenticherò mai..."
Da quel momento tra lui e James c'era stato un rapporto di reciproco rispetto.
Non c'era bisogno di rispondere, sapeva che Harry gli aveva letto nella mente.
Harry lo fissava, gli occhi lucidi e commossi.
Harry sorrise. Severus era un grand'uomo, quella sera ne aveva avuto la prova tangibile.
*
Harry
insieme a James e Lily entrò nella stanza delle necessità
per la riunione dell'Ordine. Aveva riassunto le sembianze di Ted Evans.
Sua madre ormai era talmente abituata a vederlo col suo vero aspetto
che quando lo aveva visto scendere dalle scale così conciato per
un momento l'aveva scambiato per un intruso.
Notò Severus, seduto alla destra di Silente, lanciargli un'occhiata penetrante e in risposta sorrise.
Si
sedette con nonchalance tra Ron e Fred avendo già una mezza idea
di cosa Silente avrebbe parlato. Del rapimento di tre membri
dell'Ordine e di come si fossero miracolosamente salvati da Voldemort.
E ovviamente della coppa di tassorosso che gli aveva mandato quella
mattina.
La
cicatrice ogni tanto gli pizzicava, segno che Voldemort non era
tranquillo. La sua invasione mentale doveva averlo turbato parecchio,
era sicuro che mai nessuno si era spinto così in là.
"Silente sembra nervoso, avete notato?" disse Ron a bassa voce.
"E quando mai non lo è? Ultimamente stanno accedendo troppe cose strane..." rispose Neville.
Hermione annuì. "Da quando è tornato Harry Potter...che poi voglio dire...come ha fatto?"
"Non
ne ho idea, ci hanno sempre insegnato che non si può tornare dal
mondo dei morti, che non esistono incantesimi o pozioni in grado di
farti resuscitare" George alzò le spalle chiaramente confuso.
"Beh, ma tu Teddy sei sopravvissuto all'avada kedavra di Voldemort...insomma come hai fatto?" Fred lo guardò curioso.
Harry alzò le spalle. "Non lo so. Non avevo idea che sarei sopravvissuto".
"Devi
avere addosso uno scudo protettivo, per forza...però la cosa
è comunque strana, niente può bloccare l'avada..."
ragionò Ron.
"E' inutile che me lo domandiate. Quando mi sono messo davanti a Lily per proteggerla non sapevo che non sarei morto".
Con
quelle parole Harry decretò chiusa la conversazione, anche
perchè Silente si era alzato in piedi schiarendosi la voce, non
che ne avesse bisogno, era solo per attirare l'attenzione di tutti i
presenti.
"Spero che abbiate passato tutti delle belle vacanze natalizie" esordì Silente.
Sirius e Andrea si strinsero forte la mano, mentre Remus e Dora si sorrisero.
"Harry
Potter ha distrutto un altro horcrux, ha provveduto a mandarmene i
resti stamattina...era la coppa di Tosca Tassorosso" li informò
Silente mostrando i resti del metallo della coppa.
"Il
diario, l'anello, il medaglione, il diadema e adesso la coppa...quanti
ne mancano ancora?" domandò Fabian Prewett preoccupato.
"Credo
uno solo...sette è il numero perfetto, no? Del resto Voldemort
è stato l'unico a spingersi così in là, no?"
commentò Silente serio.
"Potter le ha riferito dove l'ha presa?" la McGranitt indicò la coppa.
Silente
sorrise divertito. "Curioso, davvero curioso come ci sia riuscito senza
farsi notare...l'ha rubata dalla camera blindata alla Gringott di
Bellatrix Lestrange".
"L'ha fatta ai folletti?" Bill era stupefatto, ma non era l'unico.
"Nessuno è mai riuscito a rubare alla Gringott" Marlene McKinnon era quasi sconvolta.
"Beh, Potter sì. Evidentemente aveva qualche asso nella manica, no?" intervenne Fred convinto.
"Come per esempio il fatto che ci aveva già rubato una volta" aggiunse George incrociando le braccia.
"Già, Potter è sempre avanti a noi di dieci passi" commentò Moody.
"Beh, è un vantaggio per noi, no?" fece notare Ted Tonks.
"Indubbiamente,
anche se non voglio pensare ai rischi che Potter sta facendo nell'agire
da solo" disse Silente preoccupato. "E' successa un'altra cosa
importante e alquanto strana per certi punti di vista..."
Tutti pendevano dalle labbra di Silente, tranne Harry che fissava il pavimento.
"Poco prima di Natale Rufus, Fabian e Gideon sono stati rapiti e portati da Voldemort per avere informazioni sull'Ordine".
Molti
trattennero il respiro alle parole di Silente, e ovviamente gli sguardi
di tutti si puntarono sui tre diretti interessati che però
fissavano Silente.
"Stavano
per essere uccisi quando Voldemort, o meglio il braccio che reggeva la
bacchetta si è abbassato contro la sua volontà e ha
cominciato a urlare" aggiunse il preside.
Severus
si girò di scatto verso Harry, gli occhi spalancati. Il giovane
Potter mosse impercettibilmente il capo rispondendo alla muta domanda
del professore. Sì, era stato lui.
"Cosa?" Andromeda Tonks era confusa.
"Credo
che abbia subito un attacco mentale, qualcuno deve aver cercato di
prendere possesso della sua mente per alcuni secondi, in modo da dare a
loro tre il tempo di scappare. Sono quasi sicuro che è stato
Harry Potter...anche se di solito per queste cose è necessario
il contatto visivo e Potter non era di certo lì..." Silente si
lisciò la barba bianca riflettendo.
"Davvero sbalorditivo" commentò Frank Paciock.
Alice di fianco a lui annuì convinta.
"Del resto sono molte le cose che non sappiamo di Potter, no?" fece notare Arthur Weasley.
"Infatti, molte...anzi troppe" convenne Silente.
*
Harry
sapeva che Voldemort stava cercando informazioni su colui che aveva
distrutto la sua bacchetta e che era sopravvissuto al suo avada
kedavra. Tuttavia non avrebbe trovato nulla su Ted Evans, visto che non
esisteva.
Era
la mossa che avrebbe fatto in seguito che più lo preoccupava.
Aveva già preso una volta tre membri dell'Ordine che
miracolosamente lui era riuscito a salvare, ma avrebbe potuto farne
rapire degli altri.
Di
certo Voldemort era pronto a tutto, non si era mai fatto scrupoli in
vita sua, rimorsi men che meno, per questo era ancora più
pericoloso.
Già,
perchè Voldemort si sentiva minacciato per la prima volta nella
sua vita. Non riusciva a spiegarsi come lui potesse essere ancora vivo.
Tuttavia
era ancora lontano dalla verità, dal fatto che lui fosse Harry
Potter e che lo stesse distruggendo pezzo per pezzo. Del resto lui
aveva visto il suo cadavere, quindi non aveva motivo di dubitare o di
pensare qualcosa di diverso. Questo gli dava decisamente tempo per
pensare a come fare a distruggere quel maledetto serpente, l'ultimo
passo per poterlo distruggere davvero e mettere fine alla guerra e alle
morti.
I
suoi genitori, Sirius e Remus volevano aiutarlo, ma non aveva
nessunissima intenzione di coinvolgerli. Non aveva rivelato niente su
cosa fosse l'ultimo horcrux, se la sua sarebbe stata un'azione suicida
doveva esserci solo lui, punto.
Nessuno
doveva morire per lui questa volta. Se l'era giurato non appena aveva
toccato con i piedi il suolo di quella nuova dimensione.
Era
il 26 gennaio e quel pomeriggio, per forse la prima volta in quel mese,
era in casa da solo. Suo padre era a lavoro e Lily, che lavorava come
pozionista in casa, era andata al San Mungo che da quel che sembrava le
voleva affidare l'incarico di produrre pozioni curative.
Era
solo nella sua stanza e stava pensando e ripensando per la millesima
volta a come poter uccidere il serpente senza farsi scoprire da
Voldemort. Praticamente Nagini era sempre con lui, attaccata alla sua
veste nera come un'ombra quasi.
Non poté non pensare che era davvero inquietante come cosa.
Guardò
l'orologio, avrebbe dovuto vedersi con Ginny fra una ventina di minuti
per passare insieme il pomeriggio a Hogsmeade. Un sorriso ebete fece
capolino sul suo volto, non vedeva l'ora di baciarla.
Il
sorriso scomparve lentamente dal suo viso, i contorni della stanza si
fecero sbiaditi, la luce che la illuminava scomparve quasi del tutto.
Era seduto non più sulla sedia dietro alla sua scrivania, ma in
una poltrona rosso sangue dallo schienale alto.
Sentì la bocca aprirsi, ma la voce che uscì non era la sua, era fredda come la stanza e acuta.
"Voglio
la giovane Weasley viva. La useremo per ricattare i suoi genitori...di
sicuro faranno di tutto pur di non vedere la loro bambina morta...una
cosa che non ho mai capito, l'amore per un figlio..."
Voldemort rise sprezzante subito imitato da altre sei figure incappucciate chinate davanti a lui in segno di reverenza.
Harry
sbattè le palpebre più e più volte tornando a
focalizzare la sua stanza. Respirava affannosamente, ma al momento non
gli importava se le sue visioni stavano peggiorando, visto che
avvenivano anche quando era sveglio, gli importava solo di Ginny.
"Dannazione!" esclamò controllando di avere la sua bacchetta e quella di riserva nella manica destra.
Un'occhiata
veloce allo specchio dopo aver assunto le sembianze di Ted Evans e poi
sparì con crac. Comparve proprio davanti ai Tre Manici di Scopa.
Si sarebbe dovuto incontrare con Ginny davanti alla Stamberga fra circa
cinque minuti.
Corse
come un pazzo in quella direzione, facendosi largo tra gli studenti che
allegri invadevano il piccolo villaggio godendosi quel finesettimana.
Sentiva
il cuore in gola e il panico invaderlo. Aveva paura, per la terza volta
in quella dimensione aveva seriamente paura di perdere qualcuno per lui
importante. La prima quando suo padre era entrato in coma, la seconda
quando sua madre stava per essere uccisa da Voldemort e la terza era
quella. Perdere Ginny avrebbe significato distruggerlo, il suo cuore si
sarebbe definitivamente spaccato e nessuno, più nessuno avrebbe
potuto rimettere insieme i pezzi.
Non
gliene importava niente di morire, Ginny doveva salvarsi, doveva
vivere. Al serpente ci avrebbero pensato i suoi genitori, Sirius e
Remus. La sua civetta, identica all'Edvige che aveva avuto, aveva
l'incarico di consegnare loro la lettera che aveva scritto ancora prima
che Voldemort attaccasse sua madre, quando era convinto che sarebbe
morto per salvare lei.
Adesso doveva solo pensare a proteggere Ginny.
All'improvviso
sentì dei botti in lontananza. Di riflesso corse più
veloce e sbucò proprio nello spiazzo dal quale si poteva
ammirare la Stamberga.
Lì
c'era Ginny, il volto sporco di sangue per una ferita sulla fronte, che
stringeva forte la bacchetta. Davanti a lei cinque mangiamorte con le
bacchette puntate e uno a terra privo di sensi.
"Andiamo rossa, non costringerci a farti del male..." disse uno di loro con voce sadica.
Era evidente che la sua intenzione era proprio un'altra.
Harry strinse i denti per la rabbia, la bacchetta ben salda nella sua mano.
"Cru..."
Senza esitare lanciò uno schiantesimo colpendolo in pieno. Si gettò davanti a Ginny, la bacchetta alzata.
"Teddy..." mormorò Ginny.
"Guarda guarda chi abbiamo qui...Ted Evans..." ghignò quello che Harry riconobbe come Nott.
Harry
spinse Ginny ancora più indietro. Se fosse stato da solo non
avrebbe esitato a combattere contro quei quattro, ma c'era lei...non
poteva metterla in pericolo, se le fosse successo qualcosa non se lo
sarebbe mai perdonato.
"Lasciatela andare...prendete me invece di lei, io sono un membro dell'Ordine, decisamente meglio, no?"
Sentì alle sue spalle Ginny trattenere il respiro terrorizzata. Gli strinse forte il braccio. "No!"
Harry finse di non sentirla. "Allora?"
"Il ragazzino ha ragione...lui è uno di loro, uno di Silente..." fece notare un altro.
Iniziò
una discussione tra i quattro mangiamorte ed Harry ne approfittò
per sussurrare a Ginny. "Quando te lo dico io te ne vai, chiaro?"
"Io non me ne vado" protestò Ginny.
"Ti prego...non riuscirei a ragionare sapendoti in pericolo...tornerò da te, te lo prometto" mormorò Harry rapido.
"Ma..." esordì Ginny.
"Ti amo. Vai adesso!" replicò Harry spingendola con forza alla sua destra.
Ginny a quel punto non potette fare altro che correre.
Subito
Harry lanciò un sortilegio scudo tra i mangiamorte e Ginny per
proteggerla e impedire ai quattro di poterla seguire.
"Vedo che tu Evans hai scelto per noi" disse Avery.
Harry non disse nulla, li fissò impassibile.
"Getta
a terra la bacchetta se non vuoi che ti riduciamo ad un cumulo di
cenere e che andiamo a riprendere la Weasley" intimò Nott.
Harry
lasciò cadere la bacchetta sulla neve e si lasciò
afferrare da Avery e Nott che si smaterilizzarono con un pop verso una
meta a lui sconosciuta.
Di
sicuro lo avrebbero portato da Voldemoret e realizzò solo allora
che ci sarebbe stato di sicuro anche il serpente.
Senza saperlo quei quattro gli avevano fatto un favore, gli avevano dato l'occasione perfetta per distruggere l'ultimo horcrux.
*
Ginny lo aveva visto lasciar cadere a terra la bacchetta e smaterializzarsi con loro. Nella mente aveva solo un nome, Harry.
Corse come non mai in vita sua. Doveva informare Silente il prima
possibile, solo lui poteva salvarlo. Si asciugò col dorso della
mano le lacrime che le avevano bagnato il viso. Entrò da
Mielandia, attraversò la marea di studenti fino ad arrivare alla
botola della cantina dove iniziava una galleria che sbucava dietro la
strega orba del terzo piano.
Correva, scivolava, aveva delle spelature al polso e ai gomiti, era stanca e sudata, ma non le importava. Doveva salvare Harry.
Sbucò dopo quello che le parve
un secolo al terzo piano. Afferrò subito la mappa del
malandrino senza smettere di correre, il cuore che batteva
all'impazzata. Individuò il cartiglio di Silente nella Sala
Grande, del resto presto sarebbe stata ora di cena. La mise via
continuando a correre, superando compagni che la fissavano confusi, un
po' per l'aspetto scarmigliato, un po' per il sangue secco che le
copriva una parte della fronte e della guancia destra. Ma non ci fece
caso, il suo unico pensiero era Harry in mano ai Mangiamorte.
Fu con leggero sollievo che vide
davanti a lei le porte aperte della Sala Grande. Entrò e per un
secondo fissò Silente. Stava parlando con la McGranitt e Piton.
Sapeva che Piton era a conoscenza della vera identità di Ted
Evans.
Con un ultimo scatto fu davanti al
tavolo dei professori, davanti a Silente che la guardava stupito, che
fissava il sangue che le sporcava il viso con preoccupazione.
"Signorina Weasley, che le è successo?" la McGranitt anticipò Silente.
"L'hanno preso...l'hanno preso...Ted..." rispose Ginny cercando di riprendere fiato.
"Chi ha preso Evans?" domandò Piton pallido.
"I Mangiamorte" rispose Ginny fissandolo negli occhi, facendo in modo che capisse che lei sapeva di Harry.
"Com'è successo?" domandò Silente serio mentre la McGranitt si portava una mano alla bocca.
"Ero davanti alla Stamberga...i
Mangiamorte sono comparsi all'improvviso, volevano prendere me per
ricattare i miei genitori e avere informazioni sull'Ordine...ma
è arrivato Ted e gli ha detto di prendere lui invece di me..."
spiegò Ginny velocemente.
Il resto era ovvio, avevano preso Ted e lasciato andare lei.
"Le prometto che faremo tutto il possibile per trovarlo" disse Silente ostentando calma.
"Lei non capisce..." proruppe Ginny irritata dalla tranquillità di Silente.
"Cosa non capisco, signorina Weasley?" domandò Silente assottigliando lo sguardo.
"Se lui muore non ci sarà più speranza" rispose Severus serio e preoccupato.
Silente guardò entrambi, sentiva che gli stavano nascondendo qualcosa. "Parla Severus".
Severus esitò. Doveva farlo?
"Ted Evans è Harry Potter" rispose Ginny seria.
Dovevano muoversi, oppure sarebbe stato tutto perduto.
Silente sussultò, la McGranitt sgranò gli occhi stupita.
"Non dovete dirlo a nessuno, chiaro?" aggiunse Severus.
Silente annuì e uscì di fretta dalla Sala Grande per dare inizio alle ricerche di Potter.
*
Severus
si fermò davanti alla porta dei Potter. Come poteva dare loro
una notizia del genere? Eppure dovevano saperlo, e lui era la persona
più adatta ad informarli.
Lanciò
un ultimo sguardo al cielo che si stava lentamente oscurando e poi, con
un groppo in gola, suonò il campanello.
Dopo pochi secondi la porta si aprì mostrando una Lily sorridente. "Sev, che sorpresa! Entra".
Severus
entrò e la seguì in salotto, dove c'erano James, Sirius e
Remus che stavano bevendo una tazza di tè.
"Ciao Severus, come mai qui?" domandò James con un sorriso.
Severus lo fissò, consapevole che fra pochi secondi avrebbe distrutto i sorrisi di tutti loro.
Sospirò. "E' successa una cosa che dovete sapere..."
A quelle parole notò James assottigliare gli occhi inquieto.
"Circa mezz'ora fa è entrata in Sala Grande Ginny Weasley, ferita alla fronte e col viso sporco di sangue".
"Come sta?" domandò Remus preoccupato.
"Lei
sta bene...è che...era a Hogsmeade e i mangiamorte volevano
rapirla per ricattare Molly e Arthur e avere informazioni dell'Ordine,
solo che..." Severus si bloccò.
"Lei è riuscita a scappare, no?" disse Sirius.
Severus scosse il capo. "No, non proprio..."
"Sev che vuoi dire?" Lily lo fissò negli occhi con ansia.
"E' stato fatto uno scambio...Harry per lasciare Ginny libera" rivelò Severus con voce bassa.
"Ci stai dicendo che Harry è stato rapito dai mangiamorte al posto di Ginny Weasley?" proruppe Remus senza fiato.
"Sì" rispose Severus, un groppo in gola.
James si alzò in piedi di scatto, pallido come un cencio.
Severus vide di striscio Lily accasciarsi e la prese al volo, prima che battesse la testa sul pavimento.
"Lily!" esclamò Remus inginocchiandosi davanti a lei che era scoppiata a piangere.
"Silente
e gli altri dell'Ordine lo stanno già cercando...Silente sa che
lui è Harry, io e la Weasley l'abbiamo dovuto dire"
riferì Severus circondando con un braccio le spalle di Lily e
fissando James.
Potter
annuì, incapace di dire qualcosa. Stava perdendo suo figlio, di
nuovo...non sarebbe riuscito a sopportare la sua morte una seconda
volta.
"Andiamo, dobbiamo trovarlo!" esclamò Sirius mettendo una mano sulla spalla di James.
Lily si alzò e abbracciò James.
"Lo troviamo Lily, lo troviamo" disse James più che altro in un pallido tentativo di convincere se stesso.
*
Harry era entrato in quello che
riconobbe all'istante come Riddle Manor. Finalmente Avery e Nott lo
mollarono. Quei due babbei non l'avevano nemmeno perquisito, non si
erano accorti che aveva la seconda bacchetta uguale alla sua nella
manica destra. Non doveva nemmeno essere loro passata nell'anticamera del cervello una simile eventualità.
Erano arrivati nel salotto, il
camino era acceso e c'era una poltrona dallo schienale alto che dava
loro le spalle. Sapeva già chi c'era seduto, le fitte alla
cicatrice glielo avevano reso chiaro dal primo momento che aveva messo
piede nella stanza.
Non si sbagliava. Voldemort si alzò lentamente voltandosi verso di lui, un ghigno malefico sul volto.
"Ted Evans, ma che sorpresa".
Harry lo fissò
sprezzante. Sentiva che stava cercando di abbattere le sue barriere
mentali per carpirgli informazioni, ma era tutto inutile, non avrebbe
mai ceduto.
Lo vide fare una smorfia di disappunto, probabilmente non se lo aspettava.
"Vedo che sei un ottimo
Occlumante...vorrà dire che ti farò parlare in un altro
modo...la Cruciatus dovrebbe scioglierti la lingua...Crucio!"
Harry si contorse a terra
cercando di non urlare per non dargli nemmeno la soddisfazione. Avrebbe
potuto torturarlo per quanto voleva, non gli avrebbe cavato una sola
parola.
Notò Nagini strisciare verso il suo padrone. Era lei il suo vero obiettivo, anche se questo Voldemort non poteva saperlo.
Voldemort abbassò la bacchetta e il dolore svanì.
Harry respirò pesantemente, cercando di recuperare aria.
"Allora Evans, dimmi quello che
sai dell'Ordine e quello che ha in mente Silente se non vuoi che
continui" sibilò Voldemort.
Harry lo fissò con aria strafottente. "Non ti dirò un bel niente, nè ora nè mai".
Voldemort lo torturò per
circa un'ora, ma Harry non disse nulla anche se la tentazione di
afferrare la bacchetta che teneva sempre nascosta sotto la manica
destra era forte. Ma doveva aspettare, di solito le persone catturate
da Voldemort venivano date in pasto a Nagini...solo in quel momento
avrebbe agito.
"Niente da fare, non parla...in
tal caso portatelo nella stanza qui affianco, credo che sarà un
ottimo spuntino per la mia Nagini" decretò Voldemort alla fine.
Evans era troppo leale per tradire, l'aveva capito subito, ma si era divertito a torturarlo per un po'.
Harry fu preso rudemente per le
braccia ancora da Avery e Nott che lo trascinarono nell'altra stanza.
Faticava a muoversi e aveva il respiro spezzato, tuttavia era ancora
abbastanza lucido per agire.
I due mangiamorte lo buttarono
dentro la stanza e se ne andarono nello stesso momento in cui Nagini
strisciò dentro. Lo fissava sibilando poi la vide mentre stava
per scattare e azzannarlo.
Era quello il momento. Prese la bacchetta "Avada Kedavra!"
Il serpente crollò a
terra con uno schianto mentre un'ombra nera si dissolveva nell'aria.
Doveva andarsene il prima possibile, non era nelle condizioni per
affrontare gli altri mangiamorte, men che meno Voldemort, riusciva a
stento a reggersi in piedi.
Sentì dei passi affrettati farsi più vicini.
"Diffindo!" il vetro della finestra si distrusse, una scheggia gli tagliò la guancia.
Con un salto si posizionò sul davanzale e fissò giù. Doveva essere al terzo piano della villa.
In quel momento la porta si aprì e comparve Voldemort.
Sentì la cicatrice bruciare forte mentre Voldemort, dopo aver visto il suo serpente morto urlava "NO!"
Prima che l'Avada Kedavra lo colpisse si lanciò nel vuoto smaterializzandosi nel primo posto che gli venne in mente.
Si ritrovò sotto un cielo
stellato, era coricato con le braccia spalancate nell'erba di un
giardino che lui conosceva molto bene, la Tana.
Sorrise, ce l'aveva fatta anche stavolta e Ginny era salva. Gli Horcrux erano tutti distrutti finalmente.
Poi chiuse gli occhi perdendo i sensi.
*
Molly
Weasley aveva appena finito di cenare con Ron e Hermione mentre tutti
gli altri suoi figli e suo marito erano andati a cercare Ted Evans. Suo
marito le aveva solo detto che era stato rapito dai Mangiamorte al
posto di Ginny.
Era tremendamente in ansia per quel ragazzo, aveva salvato sua figlia...
Aveva notato che anche Ron e Hermione erano preoccupati, in quei mesi erano diventati amici.
"Dovremmo cercarlo anche noi mamma" protestò Ron.
"No, hai sentito cos'ha detto tuo padre? Ci stanno pensando gli altri" rispose Molly decisa.
"Ma facciamo anche noi parte dell'Ordine!" replicò Ron stizzito.
"Basta Ron. Finiscila di..."
Molly si interruppe. Aveva sentito un tonfo proprio nel suo giardino, vicino alla porta.
Prese
la bacchetta, i due ragazzi la imitarono e la seguirono con cautela.
Aprì piano la porta, ma non vide nessuno. Strano, eppure era
sicura di non esserselo immaginato...
"Là c'è qualcuno" Hermione indicò una macchia scura, probabilmente una sagoma, vicino al piccolo stagnetto.
Era sicuramente qualcuno coricato a terra e non sembrava muoversi.
Con circospezione Molly, seguita da Ron e Hermione, si avvicinò, la bacchetta sempre alzata e i sensi all'erta.
"Lumos" mormorò Molly.
La luce della bacchetta illuminò il volto dello sconosciuto.
"Teddy!" esclamò Ron chinandosi rapido su di lui.
Hermione
lo imitò. Lo fissò attentamente ma tranne per un taglio
sulla guancia non sembrava avere ferite di altro genere.
"Presto, portiamolo dentro!" disse Molly prendendolo per le caviglie.
Ron lo
afferrò per le spalle mentre Hermione aveva preso la bacchetta
di Teddy e teneva aperta la porta. Una volta in casa lo misero sul
divano.
"Ron
manda un patronus a tuo padre, a Silente e a James Potter, dì
loro che Evans è qui, sbrigati! Tu Hermione dammi una mano"
ordinò Molly seria.
Ron uscì in cortile lasciando le due donne sole alle prese con Ted.
"Che cos'ha?" domandò Hermione angosciata.
Molly sollevò le palpebre notando gli occhi girati al contrario. "E' stato torturato, con la Cruciatus probabilmente".
Hermione si portò una mano alla bocca inorridita. "Che possiamo fare?"
"Dobbiamo
fargli bere un bicchiere di questa, me l'ha data Madama Chips in caso
di emergenza" Molly aveva preso una bottiglia con dentro un liquido
denso e blu chiaro.
Riempì
un bicchiere mentre Hermione sollevava delicatamente la testa di Ted.
Molly avvicinò il bicchere alle labbra di Ted cercando di farlo
bere.
Dopo alcuni minuti Molly appoggiò il bicchiere vuoto sul tavolino, poi prese una coperta e lo avvolse ben bene.
"Starà bene, vero?" domandò Hermione incerta e preoccupata.
Molly annuì. "Tranquilla, adesso sta dormendo".
Dopo
nemmeno due secondi la porta della cucina si aprì violentemente
facendo entrare suo figlio Ron seguito da un alquanto agitato James
Potter, una Lily pallida e un Sirius e un Remus preoccupati a morte.
*
Era
spaventato a morte, perchè suo figlio era in pericolo e lui non
poteva aiutarlo, non poteva fare niente per salvarlo. No, non di
nuovo, non poteva morire proprio ora che l'aveva ritrovato.
Sirius gli mise una mano sulla spalla, capendo alla perfezione come doveva sentirsi. "Lo troviamo James, sta tranquillo".
James
annuì per riflesso più che altro. Sapeva perfettamente
che non avevano la più pallida idea di dove potesse essere.
Fissò Lily, aggrappata al braccio di Remus che cercava con tutte le sue forze di trattenersi dal piangere.
In quel bosco vicino a Notturn Alley non c'era anima viva, ad eccezione di qualche lepre e gufo.
Un'improvvisa luce li illuminò, era un patronus, un jack russell terrier per l'esattezza.
Poi si
sentì la voce di quello che riconobbero come uno dei figli di
Molly e Arthur. "Teddy è qui alla Tana. Venite subito".
James rilasciò il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento. "Presto, andiamo".
Si
materializzarono con un crac davanti alla casa dei Weasley. Davanti
alla porta stava Ron, probabilmente era lui che aveva mandato il
patronus.
"Come sta?" domandò Lily preoccupata.
"Non
lo so, l'abbiamo trovato svenuto in giardino, mia madre e Hermione sono
dentro con lui, venite" Ron aprì la porta conducendoli in casa.
James entrò rapido seguito dagli altri e raggiunse subito Molly, che era in piedi vicino al divano dove c'era Harry.
Lily si chinò su di lui accarezzandogli il volto e i capelli.
"Come sta? Cos'ha? Che gli è successo?" domandò James a raffica.
"Tranquillo, ora sta bene" rispose Molly rassicurante.
"Grazie a dio" mormorò Remus sollevato.
"Sai cosa gli è successo?" domandò Sirius.
Molly annuì fissandoli con gli occhi lucidi.
Lily
si voltò verso di lei, aveva un tremendo sospetto...aveva appena
visto la bottiglia con il liquido blu appoggiata sul tavolo con un
bicchiere vuoto di fianco.
"Molly?" proruppe James nervoso.
Molly lo fissò. "E' stato torturato con la Cruciatus".
James
strinse forte le mani a pugno per trattenere la rabbia e l'urlo che
premevano per uscire. Non era riuscito a proteggerlo, nemmeno quella
volta.
"Noi vi lasciamo soli, se avete bisogno noi siamo di là" Molly, Ron e Hermione uscirono lasciandoli soli con Harry.
"James..." Sirius aveva intuito i pensieri del fratello.
"Come ho potuto permettere che lo rapissero, come Paddy!" sbottò James arrabbiato, gli occhi lucidi.
"Non è colpa tua, non potevi sapere che sarebbe successo" replicò Remus cercando di farlo ragionare.
"Dovevo aspettarmelo invece!" James si passò nervosamente le mani nei capelli più e più volte.
"Jamie cerca di calmarti..." Sirius lo prese per le spalle.
"Papà...smettila..."
Al suono di quella voce flebile tutti si voltarono verso Harry.
Aveva aperto gli occhi e li fissava con un debole sorriso sul volto.
"Harry!" esclamarono Remus e Lily.
"Non è colpa tua..." aggiunse Harry.
Lily gli accarezzò la guancia. "Come stai?"
Harry si passò una mano sugli occhi. "Sono stato peggio di così".
"Perchè diavolo l'hai fatto?" sbottò James.
"Tu avresti fatto lo stesso al posto mio se ci fosse stata la mamma" rispose Harry convinto.
"Un momento...tu e Ginny Weasley state insieme?" domandò Sirius.
Ecco che il suo lato pettegolo si era risvegliato.
Harry sorrise. "Sì, da circa tre mesi e mezzo".
Sentiva su di sè lo sguardo serio di James. Girò lentamente la testa fissandolo. "Che c'è?"
"Non l'hai fatto solo per lei, vero?" James aveva capito.
"Sì, l'ho fatto per lei. Ma poi ho sfruttato l'occasione per distruggere anche l'ultimo Horcrux, talmente vicino a
Voldemort che solo in questo modo avrei potuto eliminarlo..." rispose
Harry serio.
"Che diavolo era stavolta?" chiese Remus curioso.
"Il
suo serpente, Nagini" Harry si mise lentamente a sedere sentendo le
sembianze di Ted Evans scivolargli di dosso rendendo i suoi occhi di
nuovo verdi e i capelli arruffati.
Non riuscì a trattenere un gemito di dolore, gli facevano male tutte le ossa.
"Tutto bene? Non avresti dovuto muoverti" lo rimproverò Lily.
"Sto bene, tranquilla..."
In quel momento dalla porta della cucina entrarono Severus seguito da Silente.
Notò i suoi profondi occhi azzurri aldilà delle lenti a mezzaluna fissarlo attentamente.
"Harry Potter, finalmente ci incontriamo".
"Buonasera Preside" lo salutò Harry con un sorriso.
Silente si sedette sulla poltrona davanti a lui. "Sembri conoscermi bene, forse più di chiunque altro..."
"E'
così signore...so tutto di suo padre, di sua madre, di Aberforth
e Ariana...e anche di Grindelwald e dei Doni della Morte" rispose Harry.
"Ma non sono qui per giudicarla, non l'ho mai fatto, nemmeno
nell'altra dimensione".
"Doni della Morte? Che centrano? Non sono mica una leggenda?" James si passò una mano tra i capelli confuso.
"No, non sono una leggenda, esistono sul serio" disse Harry.
Silente annuì a conferma delle sue parole.
"Impossibile" proruppero Lily e Severus all'unisono.
"La Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'Invisibilità" elencò Remus.
"Siamo noi a possedere il Mantello" rivelò Harry.
"Vuoi
dire che il nostro mantello, che viene dato di padre in figlio da
generazioni, è il terzo dono?" James aveva sgranato gli occhi
sorpreso.
"Sì, James" confermò Silente.
"Wow" commentò Sirius.
"La Bacchetta e la Pietra?" domandò Severus.
"La
Bacchetta di Sambuco è quella di Silente. L'ha sottratta a
Grindelwald quando l'ha sconfitto" rispose Harry lanciandosi uno sguardo
significativo con il Preside.
"Bene, e la Pietra?" domandò Sirius.
Silente alzò le spalle. "Non ne ho idea".
Harry
ghignò. "Io lo so...l'avete distrutta voi quando avete eliminato
l'horcrux dentro all'anello di Orvoloson Gaunt. La pietra dell'anello
era la Pietra della Resurrezione".
"Come lo sai?" domandò James stupito.
"Il
Silente dell'altra dimensione è stato colpito da un sortilegio
mortale quando ha indossato l'anello" spiegò Harry.
"E' morto?" Remus era agghiacciato.
"No, Severus gli ha bloccato temporaneamente la maledizione lasciandogli un anno di vita" rispose Harry.
"Non riesco a capire, perchè l'ha indossato?" Severus era confuso.
"Per rivedere Ariana, mia sorella" rispose questa volta Silente.
Harry
annuì. "Io l'ho usata, ma non per riportare indietro
qualcuno...l'ho fatto quando stavo andando da Voldemort per farmi
uccidere, l'ho fatto per far sì che i vostri spiriti mi
accompagnassero in quel mio ultimo viaggio, per fare in modo che mi
dessero la forza di mettere un piede dopo l'altro, consapevole di
andare incontro alla morte".
Lily gli accarezzò una guancia, gli occhi lucidi.
Severus lo fissò confuso. "Ti sei fatto uccidere dal Signore Oscuro?"
"Dovevo farlo...nell'altra dimensione ero un horcrux".
"Veramente coraggioso...e sei sopravvissuto" disse Silente ammirato.
Harry
abbozzò un sorriso. "E' stato un caso, non sapevo che sarei
sopravvissuto. E' stato perchè Voldemort per resuscitare ha
preso il mio sangue e con esso la protezione di mamma che gli impediva
di toccarmi...non sapendolo mi aveva legato alla vita fino a che lui
non sarebbe morto. Così sono...diciamo resuscitato".
"Incredibile" commentò Remus.
"Già" concordò Harry. "Nell'altra dimensione io possedevo tutti e tre i doni".
"Anche la Bacchetta?" Sirius era confuso.
Harry
annuì. "Sì. Se c'è una cosa che ho imparato
è che non basta possedere una bacchetta perchè funzioni
bene, deve sceglierti lei. Beh, la bacchetta di Silente, dopo che lui
è morto era entrata in possesso di Draco che l'aveva disarmato,
ma lui non l'ha mai nemmeno toccata. Io poi l'ho disarmato in seguito,
diventando di conseguenza il nuovo padrone, anche se nemmeno io l'ho
mai toccata. Voldemort l'ha presa dalla tomba di Silente e ha ucciso
Draco, pensando in questo modo di essere lui il nuovo padrone, non
sapendo che lo ero già diventato io. Così quando ha
provato a lanciarmi l'avada kedavra la Bacchetta di Sambuco si è
spezzata da sola, non poteva uccidere me, il suo legittimo
proprietario".
"Interessante...davvero interessante..." commentò Silente strabiliato.
Harry
all'improvviso sentì una fitta acuta alla cicatrice.
Strizzò gli occhi portandosi una mano sopra la saetta e non
riuscì a trattenere un gemito di dolore.
"Che c'è?" domandò James preoccupato.
"Voldemort...è
furioso perchè gli sono sfuggito. Tuttavia non sa che ho ucciso
il suo serpente perchè era un horcrux...è talmente sicuro
di sè che non sospetta minimamente che il suo segreto sia stato
scoperto..." Harry respirava affannosamente ed aveva iniziato a tremare.
Silente
sgranò gli occhi. Evidentemente gli altri non se n'erano ancora
accorti, ma lui sì, aveva visto il bagliore rossastro comparire
negli occhi verdi di Harry. Significava solo una cosa, Voldemort stava
cercando di entrare nella sua testa.
"Fermalo Harry".
Tutti gli altri lo fissarono confusi.
Harry
chiuse gli occhi strizzandoli e serrò i denti per concentrarsi.
Sentiva che stava cercando di infilarsi nelle sue barriere deboli per
via dello stato fisico in cui si trovava.
"Non ci riesco...mi sta entrando in testa!"
Silente
gli strinse forte la mano e chiuse gli occhi trasmettendogli con un
antico incantesimo un po' della sua forza magica, in modo che riuscisse
a bloccarlo. Altrimenti avrebbe scoperto tutto sull'Ordine, sugli
horcrux e su Harry e non poteva permetterlo. Sarebbe stata una vera
catastrofe.
"Lily stringigli l'altra mano" disse Silente ricordando le parole di Severus sulla protezione di Lily che aveva salvato Harry.
Lily obbedì subito, fissando spaventata il viso contratto del figlio.
Harry
sentì di colpo le sue barriere mentali rafforzarsi impedendo a
Voldemort di controllare la sua mente. Lo sentì scomparire di
botto non appena sua madre gli strinse forte la mano. La protezione si
era in qualche modo attivata costringendolo a lasciarlo se non voleva
morire.
Riaprì gli occhi di scatto facendo un grosso respiro che assomigliava più che altro ad un risucchio.
"Stai bene?" domandò Sirius.
Harry
annuì fissando il padre che era pallido. "Sono riuscito a
bloccarlo prima che potesse vedere qualcosa o peggio controllarmi".
"Controllarti?" Severus lo guardava confuso.
"Potrebbe
cercare di farmi fare delle cose, per questo era essenziale che
imparassi l'Occlumanzia" spiegò Harry respirando profondamente.
"Esattamente come hai fatto tu col suo braccio, dico bene?" disse Remus.
Harry
annuì. "Più o meno. L'unica volta in cui Voldemort mi ha
davvero posseduto voleva che Silente uccidesse me per eliminare anche
lui. In realtà fin dal nostro primo incontro al mio primo anno
lui ha sempre voluto che mi unissi a lui, prima di capire che non
l'avrei mai fatto e che mi trasformassi quindi in una minaccia per lui".
"Voleva che diventassi un mangiamorte?" James era spiazzato.
"Il suo braccio destro più che altro" lo corresse Harry.
"In cambio di cosa?" domandò Severus.
Harry
fece un sorriso amaro. "Della realizzazione del mio più grande
desiderio...far tornare voi due dalla morte. Ha detto che insieme
avremmo potuto farlo, del resto lui era l'unico che si fosse spinto
veramente aldilà di ogni limite..."
Nessuno aprì bocca.
"Io
e lui siamo simili sotto molti aspetti. Entrambi cresciuti senza i
genitori, entrambi con un grande potenziale magico e gli unici
rettilofoni esistenti...tuttavia io non sono mai stato attirato nemmeno
per un secondo dal potere o dalla magia oscura, perchè tra di
noi c'è una differenza fondamentale, una cosa che gli impedisce
di possedermi totalmente senza rischiare di morire...io sono pieno
d'amore, lui non sa nemmeno cosa sia" aggiunse Harry serio.
"Sei un rettilofono?" Sirius era stupito.
Fino
a quel momento nessuno di loro aveva riflettuto a fondo su tutte le
informazioni della fialetta contenente le voci che Harry aveva inviato
alla riunione dei primi di dicembre. In effetti aveva detto che parlava
con i serpenti, adesso che ci riflettevano.
"Lo
ero perchè prima ero un suo horcrux. Tuttavia ho mantenuto
questa abilità anche dopo. In effetti il cappello parlante
voleva assegnarmi a serpeverde" rivelò Harry lanciando
un'occhiata divertita a Severus.
"Cosa?!" James era scandalizzato.
"Ho
chiesto io di andare a grifondoro. Molte mie qualità sarebbero
piaciute a Salazar Serpeverde...la rettilofonia, la scaltrezza e il
disprezzo per le regole. Nonostante abbia scoperto da poco di essere
l'erede di grifondoro, curioso no?" disse Harry sorridendo.
"Forse è proprio questo mix che ti rende così forte, Harry" commentò Silente.
"Forse" convenne lui.
La
porta della cucina si spalancò di colpo rivelando la figura di
Ginny che si guardava frenetica intorno. Il suo sguardo si fissò
su Harry che le sorrideva.
"Harry!" rapida fece il giro del divano e lo abbracciò forte.
Harry la strinse a sè e respirò a fondo il suo profumo.
James
sorrise, gli ricordavano lui e Lily. Il rosso doveva essere sul serio
il punto debole dei Potter, visto che anche sua madre Dorea aveva avuto
i capelli rosso scuro.
"Grazie al cielo stai bene" mormorò Ginny, gli occhi lucidi.
Harry le sorrise dolce accarezzandole la guancia. "Te l'avevo promesso, sarei tornato da te".
Ginny ricambiò il sorriso. "E i Potter mantengono sempre le promesse".
"Già" annuì Harry.
"Ehm...noi
vi lasciamo soli" Lily prese per l'orecchio quei curiosoni di James e
Sirius portandoli fuori dal salotto, seguita da Remus che se la rideva
alla grande per i lamenti di dolore dei due amici e da Severus e
Silente.
Una volta che si fu chiusa la porta Harry tornò a fissare la sua rossa.
"Sai c'è una cosa che ho una tremenda voglia di fare da quando ti ho vista oggi".
"Cosa?" domandò Ginny sorridendo maliziosa.
"Baciarti" rispose Harry avvicinando il viso.
"Allora baciami, Potter" Ginny chiuse gli occhi in attesa.
Harry
annullò la distanza e finalmente la baciò. Era sicuro che
nessuna sarebbe mai riuscita a fargli battere il cuore come lei.
Perchè loro due si appartenevano, erano destinati a stare
insieme.
ANGOLO AUTRICE:
Spero
che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Credo che sia importante,
soprattutto la prima parte che chiarisce definitivamente alcune cose
sul passato di questa nuova dimensione.
Chiarisco
subito un dubbio: Ginny ha la mappa del malandrino perchè in
quella dimensione Fred e George l'hanno sempre rubata a Gazza, ma poi
l'hanno data ai due fratelli minori, non a Harry visto che non c'era.
L'altra invece è in mano ad Harry, quindi ce ne sono due come ci
sono due mantelli dell'invisibilità e due bacchette di Harry con
la piuma di Fanny.
Mi auguro di aver ripagato la vostra attesa di quasi due mesi!
cougar
mi consigliato di segnalare che il mio primo capitolo per alcuni
aspetti assomiglia ad un'altra ff che mi hanno suggerito di leggere in
quanto molto bella, cioè The world without me di Eternal Cosmos.
Se non l'avete già fatto vi consiglio vivamente di leggerla!
Ringrazio per le recensioni: BabyRiddle, Allice_rosalie_blak, soniacristina1989, NemoTheNameless, gemellina_93, Lily Evans 93, Lils97, fria, nan96, elita, SATANABAAN, ketty, roxy_xyz, nanerottola, agatka_1995, brando, Marina_Black, M00NY, Duchessa di Scerni, Jane Potter, _Maria_, Fle9 e sissy93.
Ringrazio anche i 273 che l'hanno messa tra le preferite, i 174 tra le seguite e i 22 tra le ricordate!
Baci
Nikki Potter
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