Odio e Amore

di barbara91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Siamo entrambi sulla stessa barca ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***



Capitolo 1
*** Siamo entrambi sulla stessa barca ***


Questa storia ha partecipato al contest "Frasette ganze" di Princes L

Siamo entrambi sulla stessa barca

Pov Katara

Quella mattina mi svegliai particolarmente di buon umore, mi alzai dal letto molto lentamente e mi avvicinai alla finestra: era il primo giorno di scuola del secondo anno di liceo.

Il sole splendeva alto nel cielo e mentre lo guardavo mi scappò un sorriso, sentivo che quell’anno sarebbe stato perfetto.

All’improvviso sentii qualcuno bussare alla porta –Katara, sbrigati o faremo tardi!-  Era mio fratello, ma come mai era già sveglio?

Lo sguardo mi cadde sull’orologio appeso alla parete della mia camera, erano le otto meno cinque e io avrei dovuto essere a scuola alle otto e un quarto!

Finalmente consapevole del mega ritardo in cui ero, uscii dalla mia stanza e mi fiondai nel bagno.

Riuscii a prepararmi in tempo record, in meno di un quarto d’ora ero già lavata e vestita, e raggiunsi mio fratello al piano di sotto.

Dopo aver salutato la nonna, ci incamminammo verso la scuola.

Vivevamo con mia nonna perché mio padre viaggiava spesso per lavoro, mentre mia madre era morta qualche anno fa.

Fortunatamente la scuola non era poi così lontana e non facemmo tardi, arrivammo giusto in tempo per sentire la campanella suonare.

Dopo essere passati in segreteria per prendere l’orario settimanale delle lezioni, salutai mio fratello e incominciai a correre dalla parte opposta alla sua per raggiungere la mia classe.

Sfortunatamente nella foga della corsa mi andai accidentalmente a scontrare con l’unica persona che non avrei voluto assolutamente vedere, in quella giornata così perfetta.

-Ehi sta più attenta!- Sputò lui riservendomi per qualche secondo uno sguardo tagliente, prima di rialzarsi e raccogliere le sue cose.

Senza neanche degnarlo di una risposta mi allontanai riprendendo il mio cammino.

Vi state chiedendo chi fosse quel losco individuo? Si chiamava Zuko, ed era il ragazzo che odiavo di più al mondo.

Chiariamoci, di per sé lui non mi aveva mai fatto niente, era semplicemente un ragazzo molto burbero e scontroso che amava stare da solo,  ma suo padre…. Beh lui mi aveva portato via la cosa più importante che avessi.

Suo padre era il responsabile della morte di mia madre.

Avevo nove anni.

Quel giorno ero in giro con mia madre per fare delle commissioni, eravamo entrate in banca per un prelievo veloce quando all’improvviso un uomo armato fece irruzione nell’edificio:  Ozai, il padre di Zuko.

Ci fece sedere tutti a terra, mentre lui costringeva una della funzionarie ad infilare i soldi all’interno di una vecchia sacca.

La situazione iniziò a degenerare quando io scoppiai a piangere a dirotto. Senza il minimo scrupolo Ozai mi puntò la pistola contro.

Mia madre per difendermi si gettò su di lui, ma nella colluttazione partì un colpo. La vidi accasciarsi lentamente al suolo, mentre il rapinatore corse via.

Morì poco dopo, ebbe solo il tempo di dirmi che mi voleva bene e di continuare a seguire i miei sogni.

 

Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii  qualcuno sfiorarmi delicatamente la spalla, mi girai e mi trovai davanti Zuko che mi porgeva un libro.

-L’hai lasciato prima per terra- Glielo tolsi bruscamente dalle mani guardandolo male -Bene adesso togliti dai piedi!- Gli dissi usando il suo stesso tono di voce.

-Tranquilla lo prendo come un grazie-

Arrivai in classe leggermente in ritardo, ma fortunatamente il professore non era ancora entrato, salutai i miei compagni di classe e corsi a sedermi accanto ad Aang, il mio migliore amico.

-Ciao Kat, come hai passato l’estate?- Chiese allegramente sfoderando il suo bel sorriso.

Io arrossii leggermente, non vedevo Aang come gli altri ragazzi, era alto quanto me, aveva dei capelli neri e gli occhi grigi, lui era come un fratello per me ma era pur sempre un bel ragazzo e quel sorriso mi faceva sempre arrossire…

-Bene e a te com’è andata?- Dissi dopo un po’ ricambiando il sorriso.

–Piuttosto bene, mio zio mi ha portato in vacanza sull’isola di Ember, è stato mitico!- La conversazione si interruppe con l’arrivo del professore.

Il resto delle mattinata trascorse normalmente, ritrovai anche altri miei amici: tra di loro spiccava Toph, una ragazzina sfortunatamente cieca dalla nascita, ma che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, e all’ora si pranzo rividi anche Suki, la storica ragazza di mio fratello.

Ci dirigemmo in sala mensa e ci sedemmo tutti e cinque allo stesso tavolo, mentre stavamo tranquillamente chiacchierando però, Aang si incantò a guardare qualcosa alle mie spalle.

Mi girai lentamente e vidi Zuko, seduto da solo a pochi tavoli da noi, aveva un vassoio pieno di cibo davanti a se, eppure non toccava niente, stava lì seduto con lo sguardo perso nel vuoto.

Non mi meravigliai di tutto questo, a causa della natura di suo padre e del suo carattere scontroso e scorbutico, nessuno voleva neanche provare a fare amicizia con lui.

-Mi dispiace per lui- Sospirò Aang alle mie spalle –Perché?- Risposi io con un tono forse un po’ troppo acido.

-Perché è sempre da solo, anche quest’estate l’ho incrociato all’isola di Ember, era sempre per i fatti suoi, non stava mai neanche con suo zio- Rispose lui abbassando lo sguardo –Aang non è colpa nostra! E’ lui che ha voluto tutto questo!- Aang mi fulminò leggermente con lo sguardo.

-Andiamo Katara cosa ti ha fatto lui di tanto male? Lui non può pagare per gli sbagli che ha fatto suo padre, non è giusto!- Questo era troppo.

 –Perché? A te sembra giusto quello che è successo a me? Io ho visto mia madre morire davanti ai miei occhi per colpa di suo padre e io non lo perdonerò mai!-

-Ehm…Katara…- Mio fratello cercò di richiamare la mia attenzione –Che c’è?- Domandai seccata, lui mi indicò il resto della sala.

Mi accorsi che tutta la mensa si era girata a guardarmi, ero talmente arrabbiata che non mi ero accorta di aver urlato quella frase.

Vidi Zuko alzarsi e uscire dalla mensa, il suo vassoio era rimasto li intatto, sicuramente anche lui aveva sentito tutto.

Non me ne curai più di tanto e mi allontanai anch’io da quel luogo, decisi di saltare l’ora successiva, non era molto intelligente mettersi a saltare ore di lezione proprio il primo giorno, ma ormai non mi importava più di tanto.

 

 

Pov Zuko

Il primo giorno di scuola era davvero iniziato male, per quanto tempo ancora avrei dovuto sopportare il comportamento dei miei compagni? E soprattutto quando, Katara avrebbe smesso di prendersela con me per le azioni di mio padre?

Per lui e per mia sorella era stato tutto più semplice, lui era finito in carcere, mentre lei aveva preferito la fuga.

Io invece ero rimasto qui con lo zio Iroh, dopo la morte di suo figlio, causata da un incidente d’auto, io ero l’unica persona che gli fosse rimasta, e lui  l’unica che fosse rimasta a me.

Involontariamente la mia mano finì sulla cicatrice che portavo in volto, un segno indelebile della SUA di colpa.

Un segno che mi avrebbe in eterno ricordato come mia madre fosse morta, per proteggermi.

La sera della rapina in cui morì la madre di Katara, mio padre tornò a casa furibondo.

Incominciò a urlare a mia madre di preparare i bagagli perché aveva avuto un imprevisto, una donna era morta mentre aveva cercato di rapinare una banca.

Lei iniziò a gridare, dicendogli che era un assassino e che doveva costituirsi o l’avrebbe denunciato lei.

La lite degenerò e mio padre incominciò a picchiarla, io cercai di fermarlo, avevo appena dieci anni e non avrei avuto nessuna speranza contro di lui, ma nessuno poteva toccare mia madre.

Mio padre allora incominciò a scatenare la sua ira su di me, all’improvviso afferrò una vecchia lampada ad olio per scagliarmela contro, ma mia madre si mise subito in mezzo facendomi scudo con il suo corpo.

La lampada era scoppiata provocando un’enorme fiammata. Io me la cavai con un ustione sull’occhio sinistro, ma mia madre…

Lei morì dopo tre giorni di agonia in ospedale, a causa delle gravi ustioni.

 

Dopo il processo io e Azula fummo affidati allo  zio, ma lei dopo qualche giorno scappò via di casa e non avemmo più sue notizie.  Non che mi dispiacesse più di tanto, in fondo era sì, mia sorella, ma si era sempre divertita a torturarmi, anche il giorno in cui nostra madre morì.

 

Pov Katara

Il primo giorno di scuola era stato sfiancante, Aang non aveva più voluto parlarmi a causa di Zuko, mentre mio fratello continuava a dire che esageravo.

La mattina seguente non iniziò nel migliore dei modi, fui svegliata di soprassalto dalle grida di Sokka che cantava a squarcia gola.

Afferrai un cuscino e mi alzai velocemente, entrai come una furia nella sua stanza e glielo tirai addosso con tutta la forza che avevo.

-Ehi! Come sei simpatica sta mattina!- Disse lui sarcastico mentre me lo rilanciava ed io lo afferravo al volo.

-A te sembra normale svegliare le persone con la tua assordante voce? Sokka sei peggio che sentire un unghia che graffia una lavagna quindi sta zitto!-

Quel giorno riuscii a prepararmi con molta calma e arrivai a scuola in perfetto orario.

La giornata trascorse decisamente meglio della precedente, sarebbe stata addirittura perfetta, se all’ora di pranzo, in mensa non avessi trovato una brutta sorpresa: i miei amici erano tutti seduti al tavolo di Zuko.

Per un momento Aang incrociò il mio sguardo ed io ne approfittai per far trasparire tutto il mio disappunto per quella situazione, ma lui girò la testa come se non gli importasse.

Zuko vedendo Aang distratto, si girò a guardare nella mia direzione, ma prima di incrociare i suoi occhi uscii dalla mensa lasciando il mio pranzo lì.

Poco dopo litigai con Aang, secondo lui stavo davvero esagerando, ma io ero decisa a non cambiare idea.

 

Con il passare delle settimane, la situazione non era delle migliori, io ed Aang non eravamo ancora tornati a parlarci e in più litigai  anche con mio fratello perché l’avevo accusato di preferire il figlio dell’assassino di nostra madre a me.

Un giorno però le cose cambiarono completamente, appena entrai nell’edificio scolastico, un uomo anziano mi fermò chiedendomi se poteva parlarmi.

-Allora Katara, posso darti del tu?- Domandò con fare gentile, quel vecchietto mi stava proprio simpatico, così acconsentii.

-Grazie, allora io sono Iroh lo zio di Zuko- Appena sentii quel nome, mi irrigidii, ma lui fece finta di niente e continuò a parlare.

-Vedi Katara, mio nipote ultimamente è tornato da scuola decisamente turbato, non che lui me l’abbia detto, è così orgoglioso che non esternerebbe le proprie emozioni neanche se lo implorassi in ginocchio.

Comunque, io sento quello che prova anche solo guardandolo e…-

-Senta dove vuole arrivare?- Lo interruppi, sperando di concludere al più presto quell’imbarazzante conversazione.

-Mi hanno raccontato quello che è successo tra te e mio nipote… Per favore Katara, smettila di prendertela con lui, ha già perso sua madre e…-

-Cosa?- Esclamai stupita interrompendolo di nuovo.

 Zuko aveva perso sua madre?

-Si Katara, la madre di Zuko è morta e lui sta ancora male per questo,  credo che tu possa capirlo meglio di chiunque altro.

Per questo motivo vorrei chiederti di smetterla di etichettarlo come il figlio di un assassino, suo padre sta pagando per le sue colpe, ma non è giusto che a rimetterci sia proprio Zuko- Concluse regalandomi uno sguardo triste, quell’uomo era proprio diverso da suo fratello.

-Adesso devo andare, il tè non si prepara da solo- Disse tornando a sorridere –Arrivederci Katara-

-Arrivederci- Lo seguii con gli occhi mentre si allontanava canticchiando una canzone, certo che quell’uomo era proprio buffo.

Decisi di non pensarci e mi incamminai verso la mia classe.

Come al solito mi sedetti accanto ad Aang, anche se non si degnò nemmeno di salutarmi, ma infondo aveva ragione.

Tutti i miei amici avevano provato a fare amicizia con Zuko, persino mio fratello, ma io appena lo avevo visto con loro ero scappata via, e in quel momento, dopo aver scoperto l’amara verità, mi sentivo davvero in colpa.

-Tu sapevi che la madre di Zuko è morta?- Chiesi di getto ad Aang non riuscendo ad aspettare la fine della lezione per domandarglielo.

Lui si voltò a guardarmi – Perché ti interessa?-

-Ecco… io…- Balbettai –Sarebbe cambiato qualcosa per te sapere che la stessa notte in cui è morta tua madre, lui ha perso la sua a causa di suo padre?- Mi chiese serio, io abbassai la testa, avevo davvero esagerato con il mio comportamento.

Me l’ero sempre presa con Zuko per la storia di mia madre, senza sapere che lui condivideva la mia stessa sorte e io non facevo altro che ricordarglielo.

Al suono della campanella  uscii di corsa dalla mia classe, senza nemmeno salutare Aang, con lui avrei parlato dopo, in quel momento era un'altra la persona con cui avrei dovuto chiarire.

Incominciai a guardarmi intorno alla ricerca di Zuko, lo trovai seduto su una panchina, intento a leggere degli appunti.

Mi avvicinai molto lentamente e mi sedetti accanto a lui, che appena sentì la mia presenza si girò a guardarmi.

Quando si accorse che ero proprio io, ad essermi seduta accanto a lui, lo vidi alzare un sopracciglio –Cosa vuoi ora?- Chiese con un tono scontroso e leggermente irritato.

Io abbassai lo sguardo per non incrociare i suoi occhi –Volevo chiederti scusa per come mi sono comportata… ho sbagliato e mi dispiace, io non sapevo di tua madre… non potevo immaginare che tu…- Delle lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi e a rigarmi il viso.

All’improvviso la sua mano fu sulla mia e la strinse forte, ma non per farmi male, stava cercando di consolarmi.

Alzai lo sguardo per guardarlo e i miei occhi incontrarono i suoi, erano di un caldo dorato, erano gli occhi più belli che avessi mai  visto.

Avevo passato anni a fargli la guerra, senza sapere che combattevamo dalla stessa parte.

All’improvviso distolse lo sguardo e uscì dal suo quaderno un vecchio foglio di  giornale.

-Ecco, questo è quello che è successo a mia madre, credo che sia questo quello che vuoi sapere- Sospirò abbassando lo sguardo, mentre io incominciavo a leggere.

Lessi tutto l’articolo velocemente, alzai gli occhi per guardare Zuko, il suo viso era rigato dalle lacrime, così feci una cosa che non mi sarei mai immaginata, mi avvicinai  a lui e lo abbracciai.

All’improvviso sentii qualcuno tossire alle nostre spalle, ci girammo e vedemmo tutti i nostri amici che ci guardavano sorridenti.

-Questo abbraccio vuol dire che avete seppellito l’ascia di guerra?- Ci chiese Sokka con fare ironico, io e Zuko ci guardammo negli occhi e annuimmo, ero sicura che in lui avrei trovato un buon amico.

Tutti esultarono –Benvenuto nel gruppo allora- Esclamò raggiante Sokka mentre metteva un braccio intorno al collo di Zuko –Va bene Sokka, adesso lascialo respirare- Dissi io prima che lo strozzasse.

Da quel giorno io e Zuko diventammo ottimi amici, avevo scoperto, che dietro quell’aria scontrosa e irascibile,  si nascondeva una persona meravigliosa.

Arrivai addirittura a parlargli della mia passione per la danza, che avevo però abbandonato dopo la morte di mia madre.

Il colmo? Zuko mi consigliò di riprendere a ballare.

Una sera nella cassetta delle lettere trovai un piccolo biglietto con su scritto :

“Ti passo a prendere sta sera alle otto, vestiti bene, Zuko”

Entrai in casa e trovai mio fratello sorridente –Serata speciale sta sera, eh sorellina?-

-Tu come fai a saperlo?- Domandai sospettosa, lui come se niente fosse se ne andò via fischiettando allegramente.

Non sapevo perché, ma sentivo puzza di guai, se non fosse stato per quel biglietto avrei detto che era colpa di Sokka…ma c’era quel biglietto.

Ma sicuramente Zuko non si sarebbe prestato ad uno degli stupidi scherzi di mio fratello.

Quindi, a meno che mio fratello non fosse diventato così intelligente da riuscire a copiare perfettamente l’elegante calligrafia di Zuko ( ed era impossibile), non mi sarei dovuta preoccupare di niente, così decisi di andare in camera mia per prepararmi.





Salve a tutti, eccomi qui con una nuova storia su Avatar: la


leggenda di Aang.


In questo capitolo abbiamo visto i nostridue protagonisti passare


dall'odio all'amicizia, ora vi lascio con questo dubbio, quale


sorpresa ha preparato Zuko per Katara?


Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo =)


Baci Baby <3



 

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Capitolo 2
*** Sorpresa ***


Sorpresa

 

Pov Zuko

Erano le nove precise e io ero sotto casa di Katara ad aspettare che si decidesse a scendere.

Avevo deciso di portarla in una scuola di danza, precisamente nella scuola di danza dove ballava da piccola, così magari avrebbe ascoltato il mio consiglio ricominciando a ballare.

Avevo chiesto persino l’aiuto di Sokka per portare a termine il mio piano, lui aveva accettato subito con entusiasmo, non vedeva l’ora di rivedere sua sorella felice.

Quando finalmente la porta si aprì e ne uscì fuori Katara, rimasi incantato. Era bellissima, aveva un vestito del colore del mare che le stava a pennello, dei sandali con un tacco non troppo alto e i capelli sciolti.

La vidi improvvisamente sventolare una mano davanti al mio viso e allora cercai di ricompormi –Sei bellissima- Le dissi facendola arrossire leggermente.

L’aiutai a salire sulla moto (si, avevo una moto) e poi partii dando gas.

Arrivai in poco tempo nelle vicinanze della scuola, ma mi fermai poco prima e scesi dalla moto –Mi dispiace, ma una sorpresa è una sorpresa, quindi…- Le dissi mentre uscivo un fazzoletto dalla tasca e glielo legavo sugli occhi.

Dopo averla bendata, ripartii e raggiunsi la scuola, l’aiutai a scendere dalla moto e la guidai fino alla porta.

Una volta arrivati dentro le tolsi la benda e tutte le sue ex compagne di corso le gridarono un “sorpresa!!!”.

Katara era completamente sotto shock, si girò verso di me con gli occhi sbarrati –Tu hai fatto tutto questo per me?-Chiese incredula.

 –Ha fatto questo e molto di più mia cara, ti ha iscritto alla gara nazionale di danza- Disse una sua amica al posto mio.

-È quello che avrebbe voluto tua madre- Le dissi accarezzandole una guancia, lei mi abbracciò forte, poi si dedicò alle sue vecchie amiche.

Era così bello vederla mentre si divertiva, ma purtroppo arrivò il momento di riportarla a casa.

Rimanemmo un po’ a parlare sull’uscio di casa sua.

-Ti ringrazio Zuko, non so neanche dirti quanto sono felice- Disse con un sorriso magnifico sulle labbra, all’improvviso i nostri sguardi si incatenarono l’uno all’altro.

Era calato il silenzio tra di noi, si sentivano solo i nostri respiri che acceleravano, piano piano i nostri visi si  avvicinarono, fino a quando le nostre labbra si unirono, come due perfette metà.

Non so per quanto tempo rimanemmo a baciarci, so solo che quando ci staccammo avrei voluto ricominciare subito.

 

Pov Katara

Era un mese ormai che avevo ripreso a ballare ed era un mese che io e Zuko facevamo coppia fissa, ricordo il primo giorno quando all’uscita della scuola lo trovai ad aspettarmi poggiato alla sua moto, bello come il sole.

Tutte le ragazze mi invidiavano, ma non avrei permesso a nessuno di portarmelo via, mai.

Purtroppo non sapevo che stava per abbattersi su di noi qualcosa di inaspettato.

Il giorno dell’audizione per la gara di ballo Zuko mi accompagnò per infondermi un po’ di coraggio, ma li ritrovò una persona che avrebbe preferito non rivedere mai più.

-Zuko, fratellino da quanto tempo- Disse una ragazza con i capelli neri e i tratti del viso molto simili a Zuko, non dovetti faticare molto per ricordarmi chi fosse: Azula, la sorella di Zuko.

-Questa non ci voleva, perché Azula deve partecipare alla stessa gara in cui gareggi tu?!- Quasi urlò quando uscimmo da quell’edificio –Zuko calmati, sono perfettamente in grado di tenerle testa!- Gli dissi per rassicurarlo.

-Tu non conosci mia sorella, è la cattiveria fatta a persona, sarebbe capace di tutto pur di vincere quella gara, sono preoccupato per te!- Sospirò accarezzandomi il viso.

-Non preoccuparti- Gli dissi prima di baciarlo e lasciar così cadere l’argomento.

Purtroppo, il mio ragazzo aveva ragione, Azula non faceva altro che combinarmene di tutti i colori, mi faceva cadere durante le prove, mi nascondeva i vestiti mentre facevo la doccia.

Una sera mi ritirai a casa completamente distrutta, appena aprii la porta mi ritrovai mio fratello davanti –Ehi sorellina c’è qualcosa che non va? Hai bisogno di qualcosa?- Chiese con gentilezza.

-Certo, qualcosa potrebbe servirmi- Risposi come in trance.

-Che cosa ti serve?-  
-Un divano… E un’ascia.- Dissi con un sorriso leggermente sadico mentre mi faceva accomodare accanto a lui.

-Perché mia sorella ha istinti omicidi?-

-Voglio uccidere la sorella di Zuko, non la sopporto più mi farà impazzire!-

 

Qualche giorno dopo, ci fu la prima sfida, ci avevano diviso in otto coppie, e di ogni coppia, solo una sarebbe passata al turno successivo, sarebbe andata avanti così, fino a quando non fossero rimaste solo due concorrenti a sfidarsi.

Io fortunatamente, con un po’ di fatica e di incoraggiamento da parte dei miei amici e di Zuko, riuscii a passare il turno.

Purtroppo anche Azula riuscì  a superare la prova, se fossimo arrivate entrambe in finale avrei avuto un occasione per farle vedere chi di noi fosse la migliore.

Quella sera ci riunimmo tutti a casa mia per festeggiare, e lì ricevetti un’altra sorpresa, la più bella che il mio ragazzo avesse potuto farmi, anche più bella della danza.

Durante i festeggiamenti sentimmo  bussare alla porta, e dopo poco, nel salotto fece il suo ingresso una delle persone a cui volevo più bene: mio padre.

-Sorpresa- Mi sussurrò  Zuko, mentre mio padre si avvicinava per abbracciarmi, contento di vedermi di nuovo felice.

Da quello che avevo capito Zuko era riuscito, grazie a suo zio, a mettersi in contatto con la nave di mio padre e ad informarlo della situazione.

Così l’aveva convinto a fare momentaneamente ritorno a casa per salutare i suoi figli.

-Grazie- Gli dissi saltandogli al collo e stringendolo forte.

Il giorno dopo ci fu la seconda sfida, la mia avversaria era davvero brava, ma io riuscii a impressionare talmente tanto la giuria da passare il turno.

Se fossi riuscita a vincere anche la prossima sfida, avrei gareggiato contro Azula nella gara finale, quindi dovevo metterci tutta me stessa.

 

Pov Zuko

Dal giorno in cui avevo rivisto mia sorella, avevo impedito a Katara di andare in giro da sola, sapevo che Azula, pur di vincere non si sarebbe fermata davanti a niente, era capace di qualsiasi cosa.

Per questo la scortavo ovunque, anche a scuola di danza, non la perdevo di vista un attimo.

Rimasi a dir poco entusiasta quando, vedendo suo padre era saltata in aria dalla felicità, fortunatamente mio zio aveva ancora i contatti giusti dentro la marina militare.

Katara, suo padre e Sokka avevano passato la serata insieme, tanto che io e gli altri decidemmo di togliere il disturbo.

Andai via con Suki, Aang e Toph, accompagnammo prima le ragazze in modo che non si trovassero da sole in situazione spiacevoli, visto l’orario.

Dopo aver lasciato Suki, lasciammo Toph, e nel momento del saluto vidi Aang arrossire leggermente. Che il mio piccolo amico fosse innamorato della ragazzina cieca?

Per fortuna che non vedeva, altrimenti Toph l’avrebbe preso a calci per il carattere che aveva.

Quando io e Aang rimanemmo da soli, lo vidi leggermente agitato –Zuko?- Disse all’improvviso cercando di richiamare la mia attenzione.

-Dimmi Aang-

–Com’ è essere fidanzato?- Mi chiese di getto prendendo subito dopo un piccolo respiro di sollievo.

-Aang, perché questa domanda? Non è che per caso centra qualcuno che conosco?- Risposi alludendo all’episodio accaduto poco prima.

-Si vede così tanto?-

–Direi di si, ovviamente Toph non può vederlo, ma devo dire che ogni volta che le stai a meno di mezzo metro diventi rosso dalla testa ai piedi.

In quel momento il rossore tornò a fargli visita –Ecco e questo quello che intendevo- Dissi indicandolo.

-Ascoltami Aang, parlale, male che vada ti prenderà a calci- Ironizzai mentre raggiungevo la porta di casa.

-Ora vai a casa a dormire, buonanotte-

Mio zio stava dormendo, silenziosamente raggiunsi la mia camera e seguii anch’io il consiglio che avevo appena dato ad Aang, dopo aver augurato la buonanotte a Katara tramite messaggi, andai a dormire.

Le due gare successive per Katara andarono più che bene, le passò entrambe a pieni voti, era arrivata in finale, ma sfortunatamente la sua avversaria era proprio Azula.

-Kat, sei stata bravissima, ma forse dovresti ritirarti, Azula sa che puoi batterla e non si farà scrupoli a farti anche del male pur di vincere- Le dissi mentre uscivamo dalla scuola di danza.

-Andiamo Zu, che cosa mai potrebbe farmi!- Disse mentre attraversava la strada, fu proprio in quel momento che la vidi, mia sorella, seduta in una macchina, che partiva a tutta velocità puntando verso di lei.

Katara era rimasta immobile per la paura, vedeva la macchina che le veniva incontro e non si spostava, fu allora che reagii.

Corsi più veloce che potei, afferrai Katara per la vita e la spinsi via, ma io non riuscii a spostarmi in tempo, e fui preso in pieno.

In un primo momento riuscivo ancora a sentire la voce di Katara che gridava il mio nome, poi tutto diventò buio.

 

Pov Katara

Era appena arrivata l’ambulanza per portare Zuko in ospedale, Azula era scappata via, subito dopo l’impatto per non essere beccata.

Vidi i medici portare via il mio ragazzo ancora privo di sensi, mentre mio padre mi tirava verso la sua macchina.

Raggiungemmo subito l’ospedale, ma nessuno ci volle dire niente, solo con l’arrivo di suo zio, finalmente potemmo avere qualche notizia.

Dal responso dei medici risultava che Zuko avesse un trauma cranico, una gamba rotta e due costole incrinate, ma la cosa peggiore doveva ancora arrivare: era in coma.

Mi avvicinai al vetro della stanza in cui l’avevano collocato e incominciai a piangere, aveva la testa e il busto fasciati, mentre la gamba era ingessata e sollevata leggermente dal letto.

Perché si era messo in mezzo? Perché non aveva lasciato che Azula investisse me? Ma soprattutto perché non mi ero spostata?

Non riuscivo a trovare nessuna risposta a queste domande.

Passai un’intera settimana con lui, smisi anche di allenarmi per la gara, lui era più importante e doveva sentirmi vicina.

Continuavo a parlargli, sperando che si risvegliasse, ma sembrava che non volesse proprio saperne.

Il giorno della gara, mio padre e mio fratello mi raggiunsero in ospedale –Katara hai la gara, dobbiamo andare- Disse mio fratello cercando di convincermi, ma io scossi la testa –Non ho intenzione di allontanarmi da lui, non mi importa niente di quella gara!- Risposi irritata.

All’improvviso, la mano che stavo stringendo a Zuko, si chiuse intorno alla mia, mi girai a guardarlo e vidi che piano piano incominciava a muoversi.

-Tu devi andare a quella gara- Sentii dire dalla sua voce molto debole, mentre apriva gli occhi e mi guardava.

Io mi precipitai ad abbracciarlo, ma mi allontanai subito a causa di un suo mugolio di dolore –Scusa, scusa- Gli dissi con le lacrime a gli occhi.

Un’infermiera entrò insieme a mio padre nella stanza, era uscito un attimo per avvisare i medici del fatto che  Zuko si fosse svegliato.

-Katara vai, fallo per me, vai e vinci, vinci per me-Disse sempre con quella voce debole, mentre l’infermiera lo rimproverava perché non doveva sforzarsi.

Io annuii e dopo avergli lasciato un leggero bacio sulla guancia corsia via con mio padre e mio fratello.

Arrivai con qualche minuto di ritardo, i giudici stavano quasi per proclamare Azula vincitrice, ma io li interruppi in tempo e la gara poté finalmente iniziare, sotto lo sguardo furibondo di Azula.

Lei fu la prima ad esibirsi, era davvero brava, questo dovevo ammetterlo, ma io ce l’avrei messa tutta per batterla, lo dovevo a Zuko.

Iniziai a ballare, nella mia mente scorrevano tutti i momenti felici passati con la mia famiglia e con Zuko, con i miei amici e con mia madre e questo mi diede la forza di muovermi con tutta l’energia e il sentimento che avevo.

Quando ebbi finito, i giudici chiamarono anche l’altra candidata per il verdetto finale.

-La vincitrice della gara è… Katara!- Annunciò il giudice mentre mi consegnava la coppa –Cosa?- Gridò Azula, -Ma non è giusto! Io meritavo di vincere!- Purtroppo la sua uscita teatrale fu interrotta dalla polizia, appena entrata nel teatro.

La portarono via in manette, l’accusa? Guida senza aver raggiunto la maggiore età e tentato omicidio, i miei amici avevano scoperto che le telecamere della scuola avevano ripreso tutta la scena.

Corsi in ospedale felice, non trovai più Zuko in terapia intensiva, ma in una semplice camera dell’ospedale e insieme a lui c’erano Aang e Toph che si tenevano per mano.

-C’è qualcosa che devo sapere?- Dissi indicando le mani dei due –È una lunga storia- Disse Zuko mentre si scambiava uno sguardo complice con Aang.

-Allora com’è andata la gara?- Decisi di fargli uno scherzo –Bè… ecco…- Dissi mettendo su il mio sguardo più triste –Non preoccuparti tesoro, non importa se non hai vinto, sei bravissima comunque-

Dopo quella sua frase scoppiai subito a ridere –Ho vinto!- Gridai mentre gli buttavo le braccia al collo. I nostri sguardi si incrociarono e per la prima volta sentii che dovevo dirgli una cosa che  non ero mai riuscita a dirgli, ma adesso che avevo rischiato di perderlo, non volevo più aspettare.

-Ti amo- Sospirai mentre continuavo a guardarlo  negli occhi, lui sobbalzò leggermente, poi mi sorrise –Ti amo anch’io- Rispose prima di baciarmi e suggellare così il nostro amore. Fine

 

 

 

Ecco a voi il secondo e ultimo capitolo di questa storia, mi scuso per l’immenso ritardo, ma ad essere sincera mi ero dimenticata di dover finire di pubblicare questa storia =)

Ringrazio la mia beta per la correzione di tutta la storia.

Spero che il capitolo vi piaccia =)

Baci Baby <3

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