Made of glass

di _Lookingforpenguins___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Her. ***
Capitolo 2: *** drawing her. ***
Capitolo 3: *** don't talk about her in this way! ***
Capitolo 4: *** I love your name ***
Capitolo 5: *** she talked to me! ***
Capitolo 6: *** it's wonderful! ***
Capitolo 7: *** i'm so down ***
Capitolo 8: *** party ***
Capitolo 9: *** Innocent Exile ***
Capitolo 10: *** Dig Up Her Bones ***
Capitolo 11: *** she's stronger than you know ***
Capitolo 12: *** Burns and Gunshots ***
Capitolo 13: *** Life's a train ***
Capitolo 14: *** She Won't Die. ***



Capitolo 1
*** Her. ***


Un mese. Un mese da quando la vidi per la prima volta. Era un qualcosa di così inquietante, ma così interessante allo stesso tempo. Un enigma, un rubik irrisolvibile. Ogni giorno passeggiava con la solita felpa e il suo cane. Un pastore tedesco, per la precisione. I capelli d'oro scompigliati che scendevano capricciosi sulle spalle, gli occhi azzurri vitrei, vuoti e cupi, che volevano essere accesi da troppo tempo, ormai. Non potevi leggervi dentro, non trapelavano alcuna emozione. Era sempre sola, il cane era il suo unico amico. Non sapevo cosa le fosse successo, ma avrei tanto voluto scoprirlo. Perchè quegli occhi, se accesi, sarebbero stata l'ottava meraviglia del mondo. Poi, alle 15:00 esatte, si sedeva sulla solita panchina, mentre il cane si accoccolava sulle sue gambe. Lei aveva sempre gli occhi lucidi, ma no, non piangeva. Forse per paura di ciò che la gente avesse potuto pensare; forse perchè, se qualcuno le avesse chiesto cosa aveva, lei non avrebbe voluto rispondere. Le sue labbra erano serrate, non parlava mai. Ma io avrei tanto voluto ascoltare il suono melodico della sua voce. Era come se fosse spaventata dal mondo, dalle persone, dal giudizio, e si rinchiudesse in una bolla fatta di romanzi gialli e musica metal. Era una persona incrompensibile, e a me, l'incomprensibile piaceva, e non poco.

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Capitolo 2
*** drawing her. ***


1 Mi svegliai controvoglia, erano le 5:00. Imprecai mentalmente, poi decisi di alzarmi, tanto non mi sarei più addormentato. Approfittai per fare una doccia rilassante, poi misi una maglia dei Ramones e degli skinny jeans. Alle 6:00 feci colazione, poi persi un po' di tempo, e alle 7:30 uscii di casa per andare a scuola. La mia scuola mi piaceva un casino! Era organizzata in tutto, ma proprio tutto. E poi, gli studenti erano quasi tutti simpatici. Fuori al cancello giallo mi aspettava il mio migliore amico, Calum Hood. "buongiorno amico!"si fermò un attimo a scrutarmi il viso"mamma, che occhiaie!" "forse dovrei cominciare a prendere qualche medicina"dissi pensieroso "oddio, no. Non provarci nemmeno!"mi rimproverò il moro. Io annuii semplicemente, poi entrammo dentro. "buongiorno ragazzi!"disse la simpatica prof dai capelli rossi "buongiorno"dicemmo tutti impassibili. Poi cominciò a spiegare astronomia, la materia che amavo di più. La lezione durò meno di quanto avessi voluto "amico, ho visto una tipa troppo carina"disse Calum contento "nome?"chiesi disinteressato. "Melissa"cantò. "ok"dissi semplicemente. "non vuoi conquistarla?"chiese stupito "no. Ho altro da fare"dissi per poi andarmene. Andai alle altre lezioni, e poi in mensa. Tornai a casa sfinito, ma solo per cinque minuti, visto che poi corsi al parco per vedere Lei. Era sempre lì, impassibile, e fissava il mondo che le girava attorno, ma lei non ne faceva parte. A lei piaceva osservare quel paesaggio, ma non voleva farne parte. Era seduta sul prato, quel giorno. Con le ginocchia piegate, e se le stringeva con le braccia. I capelli venivano mossi dal vento insistente. Istintivamente, presi il mio blocco da disegno, la matita e i pastelli. Cominciai a disegnarla. Era da una vita che non lo facevo, ma lei mi faceva questo effetto. Ma era una cosa assurda, visto che io non sapevo neanche il suo nome. Cominciai a disegnare: le linee sul foglio si formavano da sole. Era da tanto che non avevo ispirazione, ma lei era il soggetto perfetto. Ciò che lei non sapeva era il fatto che lei fosse la parte più bella di quel paesaggio, che, con lei nel centro, diventava solo uno sfondo. Mentre disegnavo, lei si giró all'improvviso - forse sentendosi osservata, e mi vide. Incrociò per un attimo quell'azzurro spento nel mio verde smeraldo, e credetti di essere in Paradiso. Poi abbassò subito lo sguardo, e tornò a fissare il nulla. Quella ragazza era troppo chiusa in se stessa. Aveva bisogno di aprirsi, di capire che nel mondo non c'é solo cattiveria. E io lo avrei fatto, l'avrei aiutata. A qualunque costo. Quando lei se ne andó, me ne andai anch'io. Un giorno le avrei dato quel disegno. Decisi di andare a casa di Cal per perdere un po' di tempo. Bussai e venne ad aprire la simpatica signora Joy "salve"sorrisi "ciao Michael, entra pure"sorrise e mi fece entrare. Salutai Mali-Koa, poi corsi in camera di Calum. "Cal!"esclamai "Mike!"rispose"c'era?"si riferiva a Lei. "sì, c'era"

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Capitolo 3
*** don't talk about her in this way! ***


2 Ero tornato a casa alle 22:00. Non avevo per niente sonno. Stavo pensando a quell'azzurro spento colmo di dolore. Lei era il mio unico pensiero, non riuscivo a togliermela dalla testa. Lei aveva una bellezza unica: pulita e innocente, nonostante tutto il male che aveva ricevuto, tutte le pugnalate, tutte le cicatrici, che io volevo scoprire. Volevo riportarla in vita. Sentivo come se fosse un mio compito. .Lei era come morta. Respirava, sì, ma il sangue nelle sue vene non circolava più, il suo cuore aveva smesso di battere per amore, per affetto, non batteva neanche piú per la rabbia. Lei si era arresa, si era dichiarata sconfitta. Non aveva piú un'anima. Le sue labbra non si curvavano mai in un sorriso, non si sentiva mai il suono della sua risata, perchè lei, di motivi per ridere, ne aveva ben pochi, ero certo. Con questi pensieri, mi addormentai alle 2:00. ***** Mi svegliò il suono del campanello. Scesi giù senza vestirmi e andai ad aprire: "buongiorno Mikey!"disse Calum sorridente "buongiorno Cal. Aspetta, vado a vestirmi"e corsi su. Mi vestii al solito, e scesi di nuovo come un razzo "oggi ti faccio conoscere Melissa"disse tutto contento. "no, non mi va"mi lamentai "non puoi stare tutta la vita dietro ad una muta depressa!"mi rimproveró. Io, preso dalla rabbia, gli diedi uno schiaffio. "non parlare mai più di lei in questo modo!"urlai "amico, calma"disse lui spaventato. Poi ci dirigemmo a scuola in religioso silenzio. "quella è Melissa"disse indicando una ragazza con i capelli voluminosi e castani, occhi color cioccolato, e un po' scura di pelle. "non è bellissima?!"chiese Cal ovvio. "carina"dissi disinteressato. "mi fai vedere il disegno?"mi chiese poi. Io glielo porsi con estrema cura, quasi ossessiva "hai ragione, é bellissima!"esclamò Cal"ma Melissa mi piace di piú"disse guardando la castana. "io entro"lo avvisai e andai in classe di inglese. In quella materia me la cavavo abbastanza bene. L'ora dopo avevo chimica, ma per mia fortuna il prof non c'era, quindi scappai in terrazza. C'erano Cal e Melissa che se la spassavano. Fantastico. Sbuffai, poi mi appoggiai alla ringhiera e accesi una sigaretta. Stavo pensando a Lei mentre era a scuola. Chissà se parlava con qulcuno o era sempre sola. Era assurdo come quella ragazza fosse diventata il mio pensiero fisso. Non pensavo ad altro che a lei. Le altre ragazze scendevano in secondo piano. Io volevo conoscere solo lei. Avrei preso coraggio e le avrei parlato. Dovevo portare a termine il compito che mi ero imposto. Mi sentii picchiettare sulla spalla e mi girai: "Mike, lei è Melissa" sorrise Cal. "ciao" disse lei sorridente. "ciao" dissi facendo un leggero sorrisetto. Poi scesi giù. Feci l'ultima lezione, poi andai velocemente in mensa a mangiare qualcosa, e corsi al parco

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Capitolo 4
*** I love your name ***


4 Quel venerdì sarebbe stato il migliore di sempre! Visto che avevo la consapevolezza che il giorno prima, Swan avesse parlato con me. Non riuscivo ancora a crederci. "buongiorno Mike!"sorrise Calum energico. "buongiorno Cal!"sorrisi anch'io. "oggi le darai il disegno?"mi chiese speranzoso. "penso di sì"dissi pensieroso. "ti dispiace se oggi ti lascio tutto il giorno?"chiese mentre guardava Melissa. "no, tranquillo. Stai pure con Melissa" sorrisi. "grazie amico" mi diede una pacca sulla spalla e andó verso la castana. Io mi sedetti sul muretto e fumai una sigaretta velocemente. Poi, alle 8:00, entrai nell'edificio giallo. Non avevo nessuna lezione in comune con Cal, ma in compenso avevo astronomia. Le prime due ore furono super stressanti. Avevo matematica e fisica. La terza ora avevo astronomia, perció ero interessato e soprattutto preparato. La quarta ora avevo chimica, e, miracolosamente, ero preparato anche lí! Poi uscii fuori e trovai Cal mano nella mano con Melissa, peró vennero verso di me: "facciamo la strada assieme come sempre?"chiese Cal lasciando Melissa "ma no, vai con-"tentai di dire ma mi bloccó. "zitto, tu sei il mio migliore amico"sorrise e mi mise un braccio attorno alla spalla. "posso venire con te al parco oggi?"chiese. "non lo so..."dissi pensieroso. "magari verrò quando sarai più in confidenza con lei". "sì, forse è meglio. Ciao Cal!" "ciao Mike!"disse per poi scappare verso casa sua. Così feci il solito tratto di strada, e mi ritrovai di nuovo al parco. Lei non c'era, e mi spaventai tantissimo. Avevo paura le fosse successo qualcosa, o magari che non volesse parlare con me. Per un attimo mi maledii da solo. Aspettai mezz'ora, guardando quel paesaggio che, senza di lei, era spoglio, noioso. Lei rendeva tutto più bello, e solo questo mi fece rendere conto che, ormai, avevo perso la testa. Ma non mi importava, lei mi faceva stare bene. Mi faceva stare solo guardarla con quel suo fare timido, da bambina. Avevo una voglia tremenda di abbracciarla, e prima o poi l'avrei fatto. Dopo un'ora, mi alzai dalla panchina per dirigermi verso casa, ma fu allora che la vidi. Aveva una felpa nera, e il cane giocherellava affianco a lei. Pensai che, forse, quel cane era la sua unica fonte di felicità, anche se per poco. Appena mi vide, abbozzò un sorriso che poi si riveló una smorfia. Le feci segno di sedersi affianco a me, e lei, titubante, accettò. "ciao Swan"sorrisi dolce "c-ciao M-Michael"sussurrò. Poi il cane saltó sulle mie gambe. Lei cercò di tirarlo, ma io la fermai. "tranquilla, non mi dà fastidio. Ha un pelo morbido"dissi tenendo il mio solito tono pacato. "o-oh, v-va b-bene"disse semplicemente "come si chiama?"le chiesi curioso. "Zeus"disse lei sorridendo sotto sotto. "è un nome bellissimo"sorrisi a trentadue denti. "g-gliel'ho d-dato... P-perchè è f-forte come il D-Dio Z-Zeus"mi spiegò di sua spontanea volontà, sempre sussurando. "a me piace tanto il tuo nome"sussurrai. Lei arrossì tremendamente. "g-grazie. D-devo andare"e scappò. Io risi per la sua reazione, e poi tornai a casa. Ero sempre più felice.

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Capitolo 5
*** she talked to me! ***


3 Ero al parco. Di nuovo. Forse ero diventato pazzo. Forse ero diventato uno stalker. Stava scrivendo, quel giorno. Non so cosa, esattamente, ma era molto concentrata, e da quello che riuscivo a vedere dalla mia panchina, aveva una calligrafia meravigliosa. Mentre scriveva, si alzó un filo di vento e il foglio le scappò dalle mani. Arrivó sulla mia panchina. «fantastico» pensai. Era la buona occasione per parlarle. Mi guardava con occhi sbarrati come a chiedermi il foglio. Io mi alzai con cautela e mi avvicinai a lei e le porsi il foglio: "tieni"dissi sorridendo dolcemente. Lei lo prese senza dire niente. In altre circostanze l'avrei presa come maleducata, ma con lei no, non potevo, non volevo. Mi sedetti accanto a lei, ma mi maledissi mentalmente, visto che lei si ritrasse con uno scatto, spaventata. "Hey, non voglio farti nulla"dissi calmo. Lei mi guardò confusa. Non sapeva cosa fare. Rimaneva impassibile come un automa. "come ti chiami?"chiesi con un tono dolce. Lei non rispose. Mi sentivo come se stessi parlando al muro, ma con lei non volevo perdere la calma. Avevo paura anche solo di sfiorarla. Sembrava così fragile, che avevo paura si sgretolasse tra le mie mani. "non ti va di parlare? Non avere paura di me. Io non voglio farti niente. Voglio essere tuo amico"dissi ancora con lo stesso tono pacato e dolce. Lei si assentò un attimo con la mente - forse pensando se parlare o meno. Dischiuse le labbra per un attimo, poi le richiuse. "ti prego, dimmi qualcosa..." mi disperai a bassa voce. "S-Swan..."la sentii sussurrare"mi chiamo Swan...". Mi aveva detto il suo nome. Il mio cuore perse un battito. Ero felicissimo. Le avevo fatto dire una parola. Aveva fatto il primo passo. "Michael"sorrisi e le porsi la mano. Ma mi accorsi di aver esagerato. Chissá come mi aveva detto il suo nome! "p-piacere M-Michael..."abbozzó un sorriso. Ero sempre più contento, non potevo crederci. Sospiró "grazie per il foglio..." "nessun problema, Swan"le feci l'occhiolino. "perchè..."inizió. "continua"la incitai. "perchè m-mi fissi... Da un mese...?"fu quasi un sussuro, ma era una frase intera. Intanto io ero nei guai. Cosa avrei dovuto dirle? "ehm... Mi sembravi interessante, e volevo parlarti. Ma avevo paura... Visto che non parli molto..." abbassai la testa per la vergogna. "oh" disse semplicemente per poi alzarsi. "i-io devo andare... ciao..." e scappó via col suo cane. Quello fu il giorno piú bello della mi vita. Se non fossi stato in un parco avrei saltellato. Cosí scappai a casa di Calum e bussai incessantemente. "amico, aspetta!" si lamentò da dentro, poi aprí. "cosa succede?"chiese curioso "ha parlato! L'ho fatta parlare!" esclamai con un sorriso da ebete "le hai dato il disegno?"chiese poi. Io mi schiaffeggiai da solo. "sei un idiota" rise il mio migliore amico. "glielo darò, tranquillo" sorrisi. "wow, Mike. Vedo il fuoco nei tuoi occhi". In effetti mi meravigliavo di me stesso per quello che stavo facendo. Swan, Swan, Swan. CIGNO. Bella, graziosa ed elegante come un cigno.

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Capitolo 6
*** it's wonderful! ***


5 "buongiorno Cal!" "giorno Mike. Sai cosa?"chiese sorridente. "no"dissi ovvio. "io e Melissa stiamo insieme!"esclamó. "sono felicissimo per te, amico"sorrisi e lo abbracciai. Quei due li avevo visti insieme fin dal primo momento. Erano una di quelle coppie perfette, che da sempre desideravo. Poi, Melissa venne verso di noi e bació Cal. Li invidiai in quel momento, e mi fece pensare ad un bacio con Swan, con quelle sue labbra rosse e carnose, sarebbe stato meraviglioso. Swan poteva essere paragonata ad una brezza leggera, che ti dava quel sollievo piacevole dopo il caldo torrido; mi svegliai dai miei pensieri e andai dentro. Fui un po' distratto quel giorno, perché pensavo a quale scuola potesse andare Swan, così feci una cartina mentale di tutte le scuole e me ne rimase solo una: la Richmond High School, e mi si accese una lampadina. Sarei potuto uscire alla terza ora e andare a prendere Swan a scuola. Pensai che le potesse far piacere. La terza ora avevo astronomia, ma per Swan potevo fare questo ed altro. "prof, non mi sento molto bene"finsi. "vieni, ti accompagno in segreteria"disse lei preoccupata. Essendo l'alunno migliore in quella materia, sapevo che mi avrebbe detto sí al primo colpo. Così fui fuori senza problemi. Mi incamminai subito per la Richmond, visto che non era proprio vicina. Fui lí per le 11:50. Dieci minuti dopo ci fu il delirio degli alunni che uscivano dall'edificio. Tutti avevano il proprio gruppetto e tutti ridevano. Quelli del primo stavano con quelli del quinto, e questa cosa mi piaceva molto. Poi, al centro delle scale c'era lei, sola. La divisa scolastica le stava benissimo: la giacca grigia, camicia bianca, cravatta rossa, gonna rossa, calzettoni bianchi e delle scarpette marroni. Peró lei si sentiva a disagio con quella minigonna, si vedeva. Si guardava sempre attorno e cercava di tirarsela giú. In mano aveva dei libri, i capelli erano legati in une treccia disordinata che scendeva sulla spalla, e aveva degli occhiali rotondi neri, tipo Harry Potter. Cominció a scendere le scale e arrivó fuori al cancello. Quando mi vide, mi venne incontro. "c-ciao M-Michael"abbozzó un sorriso"che ci fai qui? Come fai a sapere che vengo qui a scuola?"chiese sorpresa. "sono venuto qui per te, secondo: ci sono arrivato con la logica"sorrisi. "grazie"sussurró. "di nulla. Vogliamo fare la strada insieme?"chiesi dolcemente. "v-va bene"disse un po' impacciata e cominciammo a camminare. Parlammo del piú e del meno. Lei, piú che altro, sussurrava e balbettava, ma a me stava bene cosí, perchè io ero l'unico con cui lo faceva, e la cosa mi faceva sentire speciale. "devo darti una cosa!"le dissi per poi frugare nella mia borsa. Avevo incartato il disegno in una basta rosa profumata. Gliela porsi, e lei la prese tremante. "spero che ti piaccia"sorrisi. Lei aprí la busta con una dolcezza spaventosa, senza strapparla neanche un po'. Quando vide il disegno, le se illuminarono gli occhi per un attimo. Lo guardava esterefatta. "è-é s-stupendo"disse incredula. "é il soggetto ad essere stupendo"risi. Lei arrossí. "s-sono arrivata a-a casa. C-ciao M-Michael"e scappó. Io risi di nuovo per la sua reazione, e presi la mia strada. ANGOLO AUTRICE: ciao a tutti! Allora, voglio solo scusarmi per il capitolo che fa schifo, ma sono senza ispirazione. Spero che mi perdoniate. :( Baci, ~Ro~. :)

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Capitolo 7
*** i'm so down ***


6 "ho una grande idea" disse Cal contento. "ovvero?" chiesi curioso. "stasera io e Melissa usciamo. Perché non porti anche Swan?" ci pensai un attimo: mi sarebbe piaciuto tanto uscire con Swan. Però poi pensai a come si sarebbe comportata, sarebbe rimasta muta perché non c'ero solo io, ma altre due persone. Poi pensai ancora: non poteva parlare con me, doveva parlare anche con altre persone, e Calum e Melissa erano le persone adatte. Quindi mi promisi che l'avrei convinta ad uscire con noi. "ci sto" dissi deciso. "perfetto. A stasera allora" disse sorridendo, poi andò via. Quel giorno facemmo filone, perchè nessuno dei due voleva andare a scuola, cosí ero a casa. Decisi di mettere High Voltage degli AC/DC nello stereo. Amavo quella band, era una delle mie preferite. Avevo anche la maglietta che tenevo come un tesoro. Poi accesi il computer e aprii facebook e twitter. Avevo una richiesta e un nuovo follower. La richiesta era di Melissa così l'accettai; il nuovo follower si chiamava @/imsoalone e il suo nome era he's my saviour. Il suo profilo era tutto nero e comey immagine di profilo aveva gli Iron Maiden, cosí, senza pensarci la seguii. Alle 11:30 uscii per andare a prendere Swan a scuola. Appena mi vide mi corse incontro e mi abbracció. Io fui confuso perché tremava e mi stringeva. "che succede?" chiesi preoccupato. "n-nulla. Sono appena scappata dal bullo" disse spaventata. "sei vittima di bullismo?!" mi arrabbiai. "sí, ma ora possiamo andare via?" mi strattonó per la maglia. Io mi arresi e cominciammo a camminare. Lei si appiccicò a me e non si allontanava. Io la strinsi per i fianchi e, piano piano, si calmó. "ti prego, oggi non ho voglia di parlarne. Magari un altro giorno" disse esasperata. Io annuii semplicemente. Ora dovevo invitarla ad uscire, ma non mi sembrava bello parlarne dopo che l'avevo salvata da un bullo, ma dovevo dirglielo per forza. Me l'ero promesso. "posso farti una proposta?" chiesi un po' intimorito. "sí" abbozzó un sorriso. "ti va di uscire con me e due miei amici?" sorrisi. La vidi pensare un attimo. Io intanto mi disperavo, perché avevo che dicesse di no. "sono simpatici?" mi chiese semplicemente. "molto" risi. "tu starai sempre vicino, peró?" sussurró piú del solito. Io mi sciolsi per la sua dolcezza. Si era fatta piccola piccola ed era tenera. "ovvio, se vuoi" sorrisi incoraggiante. "allora ci sto, grazie mille Mikey" rise. La sua risata era meravigliosa. Era piú rilassante del suono di un'arpa. Poi mi aveva chiamato Mikey, e quel soprannome era cosí bello detto da lei. "cosa devo indossare?" chiese nel panico. Io risi per la sua reazione. Le ragazze sono cosí ossessionate dai vestiti e i capelli! "quello che vuoi. Di sicuro andremo in pizzeria e poi faremo un giro per la piazza" dissi generico, perché in realtà non sapevo che intenzioni avessero quei due, ma mi fidavo. "vieni a prendermi tu?" sussurró imbarazzata. "certo. A stasera Swan" le diedi un bacio sulla fronte, e poi mi allontanai mentre lei agitava la mano in segno di saluto.

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Capitolo 8
*** party ***


7 "Cal, io ho paura" dissi nel panico. "perchè?" chiese mentre frugava nel mio armadio in cerca di qualcosa di decente da mettermi. Io di moda non ne capivo niente, mentre lui era un esperto. Avrebbe potuto fare lo stilista. Abbinava anche i piú piccoli dettagli, addirittura i bracciali. Quando eravamo a scuola, tutti guardavano lui, per come si vestiva. Un bellissimo ragazzo con dei vestiti di marca, sempre abbinati, sistemati, era la morte di tutte le ragazze, e io lo invidiavo tanto per questo. "e se Swan non si sentisse a suo agio?" chiesi preoccupato. "tranquillo, la trascino io. Calum Hood trascina tutti" rise. "lo spero" sospirai. "stai tranquillo" mi fece l'occhiolino, quando finalmente trovo l'outfit giusto. "devi pur sempre far colpo, no?" chiese ovvio. "ehm, sì" dissi non convinto. Mi aveva presovla giacca a quadri rossa e gli skinny jeans neri strappati. Mi guardó dalla testa ai piedi: "se fossi una ragazza ti salterei addosso" disse serio per poi scoppiare a ridere, e contagió anche me. Mi arrivó un messaggio da parte di Swan - e che lotta per avere il suo numero! 'non venirmi a prendere. Vengo da sola -Swan' io mi limitai a visualizzare. "che ha detto?" chiese Cal curioso. "che viene da sola" dissi un po' deluso. Volevo portarla io. Avevo lavato la mia porsche rossa solo per lei, visto che erano mesi che né la usavo né la lavavo. "non essere triste, l'importante é che verrá" disse il moro per poi darmi una pacca sulla spalla. Io annuii semplicemente, poi salimmo sull'auto nera di Calum. Andammo in un locale vicino al lago. Una cosa abbastanza'cool', come direbbe Cal. "Swan non entrerá mai qui dentro" mi misi una mano sul viso. "tranquillo, amico" rise lui. Poi arrivó Melissa che aveva un vestito nero molto corto. E se Swan si fosse presentata con un vestito così? Cominciai a sudare freddo, poi peró, pensai che non era nel suo stile. All'improvviso vedemmo una moto da corsa nera lucida fermarsi davanti al locale. Quando si tolse il casco, si mostró Swan, e io, Cal e Melissa rimanemmo esterefatti. Non ce lo saremmo mai immaginati. Aveva i capelli sciolti, dei pantaloni di pelle strettissimi, delle converse, una canottiera nera degli Iron Maiden, e sopra una giacca nera di pelle e sul retro c'era una fiamma con scritto'Rock Never Dies'. Era bellissima, perfetta. "buonasera" disse timida. Ecco, tutta quella cosa era solo una maschera. Lei, in realtá, era timida e per niente intrapendente. Sarebbe successo un casino a quella festa, me lo sentivo. "ciao Swan! Io sono Calum"sorrise lui porgendogli la mano, ma lei, ovviamente, non la strinse. "io sono Melissa" sorrise dolcemente la castana. "entriamo su! Divertiamoci!" gridó Cal e ci tiró tutti dentro. Il solito casino delle feste invase la mia mente, ma per la prima volta non ero tranquillo ed intenzionato a scolarmi di tutto, pensavo solo a Swan che era inesperta. Potevo vederlo dal suo sguardo disorientato, e la cosa non mi faceva stare tranquillo, ma piano piano l'avrei fatta divertire senza fare nulla di eclatante. "non lasciarmi mai la mano, okay?" le dissi serio mentre le stringevo la mano. "okay"sorrise lei. Inutile dire che ci furono quelli che ci provavano con lei, ma bastava fare uno sguardo minaccioso e andarono via. Poi vedemmo un ragazzo, e Swan sbarró gli occhi. "M-Mikey, a-andiamo v-via di q-qui" disse stringendomi la mano tanto da farmi male. "che succede?" chiesi preoccupato. "M-Michael, andiamo via" entrò completamente nel panico, per poi tirarmi via, ma una voce ci bloccò: "dove credi di andare Dawson?" si mise davanti a noi un tipo che ghignava. Mentre riflettevo, capii che quello era il bullo! Cosí, con un movimento veloce feci mettere Swan dietro di me. "lasciala stare, okay?" dissi dapprima calmo. "e tu chi saresti?" chiese lui sorridendo. Avrei voluto spaccargli la faccia. "colui che ti fará passare guai se tocchi ancora una volta Swan" dissi duro. Lui si mosse per darmi un pugno, ma lo bloccai col palmo della mano. "vuoi fare a botte?" alzai un sopracciglio. Swan guardava in silenzio la scena, ma nei suoi occhi c'era terrore. "f-fermi, non p-picchiatevi" sussurró poi. "eh no, Dawson, mi dispiace" disse quel tipo, la gettó via e cominció a darmi pugni, ma io li paravo tutti, mentre lui prendeva tutti quelli che gli davo, poi dopo una decina di minuti mi sentii bloccare per le braccia. "lasciatemi! Fatemi uccidere questo figlio di-"urlai "calmati Michael!" era la voce di Calum "e tu vai via!" si rivolse al tipo. Lui, menefreghista, se ne andó. "ma non posso lasciarti un po' solo, che mi fai casini?" rise il moro. Poi decidemmo di tornare tutti a casa. "buonanotte Mikey" disse dolcemente Swan per poi darmi un bacio sulla guancia. "buonanotte Swan" sorrisi io.

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Capitolo 9
*** Innocent Exile ***


8 Mi svegliai alle 8:00 nel mio letto, non avevo neanche il pigiama, visto che la sera prima ero stanchissimo. Avevo ancora i lividi che mi aveva lasciato quel tipo. Per un attimo ribollii di rabbia, poi peró, pensai alla figura di Swan: era stupenda. Per fortuna era sabato, quindi niente scuola. Misi allo stereo'The Best Damn Thing'di Avril Lavigne, ma passai direttamente a'Innocence'e'When You're Gone', che erano le mie preferite. Quelle canzoni mi ricordavano Swan. Innocence mi ricordava la sua innocenza, e When You're Gone mi ricordava che io, ormai, senza di lei non ero piú niente. Ormai dipendevo da lei, ed era una cosa strana. Ma lei aveva qualcosa che le altre non avevano. Lei era diversa, ed era questo che mi piaceva di lei. Solo quando cominció'I Will Be', mi misi a riflettere. Capii che io ero innamorato di lei, e sarei stato tutto quello che lei avesse voluto. Avrei fatto di tutto per renderla felice. Dopo che il CD fu finito, attaccai'Nothing Personal'degli All Time Low. Poi decisi di alzarmi e andare a fare una doccia perché facevo schifo. Mi lavai per bene, poi decisi di uscire e andare al negozio di musica per comprare'Killers'degli Iron Maiden. Al negozio vidi Calum con Melissa, e stavano litigando per un CD. Erano carinissimi, però: lei faceva il broncio, e lui per poco non cedeva. Sorrisi per quella scena, poi andai verso l'album tanto desiderato. Quell'album lo cercavo da mesi, ero andato in tutti i negozi di musica presenti in città, e non mi ero accorto di questo, che aveva tutto il ben di Dio! Mi feci un altro giro, poi andai alla cassa, e Cal e Melissa mi videro. "ciao Mike!" dissero all'unisono. "ciao piccioncini" risi. "quand'è che baci Swan, eh?" chiese Melissa. Io sbarrai gli occhi e fui imbarazzato. Si vedeva cosí tanto che mi piaceva? "e-ehm, al più presto" dissi balbettando. "sei cotto, amico" rise Cal, mentre Melissa lo guardava. Ma come Melissa guardava Calum? Dio, non si può dire a parole, i suoi occhi erano pieni amore. Lo guardava non solo con amore, ma anche con ammirazione. Lo guardava come si guarda l'ultimo giorno d'estate. Sarebbe stata lí a guardarlo per ore. Melissa era perfetta per Calum, Calum era perfetto per Melissa. Erano due pezzi di puzzle, un puzzle a forma di cuore, che loro due univano alla perfezione. "vabbè, io ho pagato. Ciao" sorrisi e li salutai. Mentre facevo la strada, cominciai a pensare a Swan. Avrei voluto vivere con lei quello che vivevano Melissa e Cal; pensai ai suoi atteggiamenti: lei era piú forte di come si mostrava, lei aveva un leone nel cuore, un fuoco nell'anima, una bestia nella pancia,ma erano difficili da controllare dentro, perchè aveva preso troppi colpi, ma lei doveva illuminarsi come se stesse per esplondere. Perso nei pensieri tornai a casa e misi subito'Killers'. La mia canzone era 'Innocent Exile': «La mia vita è così vuota, nulla per cui vivere. La mia mente è in completa confusione, perchè ho sfidato la legge quando tu non c'eri ad aiutarmi. Non ho mai avuto problemi prima che tutto questo iniziasse». Cullato dal CD mi addormentai. Quando mi svegliai erano le 13:00. Avrei dovuto mangiare, ma non avevo molta fame, quindi mi limitai ad un tramezzino, poi presi la borsa con album, pastelli e matita, e andai al parco. Swan era sulla panchina, e appena mi vide mi salutò. Io mi sedetti affianco a lei e mise la testa sulla mia spalla. "ciao Mikey" sussurrò. "ciao Swan" sorrisi. "verrai a prendere il thè a casa mia qualche giorno?" mi chiese con aria assente. "certo! Se tu vuoi" sorrisi a 32 denti. Il fatto che mi stesse invitando a casa sua mi rendeva felice. Piano piano si stava sciogliendo, stavo riuscendo nel mio intento, ed ero sempre più orgoglioso di me stesso.

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Capitolo 10
*** Dig Up Her Bones ***


9 Domenica. Ore 16:00. Sarei andato a casa di Swan a prendere un thè, come le avevo promesso. Ero in crisi. Non sapevo cosa mettere e, soprattutto, non sapevo come comportarmi. Cosí chiamai l'unico che poteva darmi consiglio: Calum. 'Cal, ho bisogno di aiuto. Vieni a casa mia subito. -Mikexx'. Dieci minuti dopo Cal era a casa. "metti la maglia dell'Anarchy In The UK Tour, gli skinny jeans ee le vans. Per il comportamento, tranquillo. Andrà tutto bene". "Cal, ho-" ma mi bloccò. "Michael Clifford, non stai andando in guerra, Dio mio. Stai andando da Swan, non devi avere paura. Devi stare tranquillo. Lei è innamorata di te, tu sei innamorato di lei. Manca solo l'evento, cioé il tuo bacio. Vai Mike, falle capire che tu sei il ragazzo che vuole, che non si pentirà di stare con te. Falle capire che tu non sei come gli altri, che vuoi essere la sua felicitá, quindi sbrigati!" disse con un fuoco negli occhi. Allora anche i miei occhi si accesero, e annuii col capo. "allora io vado. In bocca al lupo Mike" mi diede una pacca sulla spalla, poi andó via. Ricevetti anche una specie di in bocca al lupo da parte di Melissa. 'mi raccomando, baciala idiota. -Melxx'. Fino alle 16:00 giocai a vari horror per PC, come Outlast, Slender, Penumbra... 'sono le 15:50. Mai arrivare in ritardo al primo appuntamento. -Melxx'. Io avrei ucciso quella ragazza un giorno. Se fosse stata un ragazzo si sarebbe fatta tutta la scuola. Presi un lungo respiro ed uscii. Corsi come un matto e arrivai alle 15:55, 5 minuti d'anticipo. 'sono fuori casa sua. Sii fiera di me. -Mikexx'. 'entra deficiente. -Melxx'. Una casa meravigliosa. Era una casa tipica del Giappone, e io amavo il Giappone. Così mi decisi a bussare. Venne ad aprire ed era carinissima. Aveva un vestito davvero"femminile"che scendeva fino alle ginocchia, nero, delle ballerine sempre nere, e si era tinta la frangetta di blu. Era stupenda. "ciao Swan" sorrisi nervoso. "ciao Mikey, togliti le scarpe" disse indicando queste ultime. Io ero leggermente eccitato. Facevo tutto come i giapponesi. Quando entrai mi guardai un po' intorno: era ufficiale, amavo quella casa. "D-Dio, amo la tua casa!" mi feci scappare. "sono contenta che ti piaccia" sorrise. Guardai i suoi atteggiamenti, erano diversi e più fluidi di quando era fuori. Solo allora mi accertai che le dava fastidio il mondo fuori, mentre nella sua casa si sentiva al sicuro, come un orso che in inverno rimane nella sua tana al caldo. "preparo il thè" sorrise e io annuii. Mi inginocchiai davanti al tavolino basso. "anche tu vivi da sola?" chiesi, forse, un po' troppo leggermente. Non ci fu risposta, solo un sospiro. "s-scusa, io non-" cercai di discolparmi. "tranquillo, non fa niente" disse dura come non mai. Stavo vedendo l'altra faccia di Swan Dawson, e non mi piaceva per niente. Aveva di nuovo quegli occhi vitrei e vuoti e compiva gesti meccanici, e la colpa era solo mia. Volevo impiccarmi in quel momento. "ecco il thè" sorrise poi e venne anche lei davanti al tavolino. Quella ragazza era sempre piú strana: ora era triste, ora sorrideva. Immaginai quanto potesse essere difficile la sua vita. Quante volte aveva nascosto il dolore dietro a quel sorriso; quante volte il suo cuscino aveva soffocato il pianto. Perchè lei era come una nuvola piena d'acqua: grigia, e non sai mai quanto possa far cadere quelle fredde gocce d'acqua. Io sarei stato il sole dopo la tempesta, e l'avrei fatta tornare una nuvola bianca e soffice che accompagna il sole nelle ore del giorno. Le presi la mano cosí, all'improvviso. Lei sbarrò gli occhi e la sentii rabbrividire. "Mikey?" chiese confusa. "basta" dissi alzando un po' la voce. "cos-" tentò di dire, ma io la tirai su e la strinsi a me. Lei tremante ricambió l'abbraccio. "basta soffrire per il passato!" urlai. Lei non disse niente, si limitò a strngermi - se possibile - ancora di più. "Ti amo, Mikey. Ti amo" disse ancora stretta a me. Io sbarrai gli occhi e pensai di sognare. Non ci potevo credere. Cosí presi un bel respiro: "ti amo anch'io Swan, come hai fatto a non capirlo?" chiesi. Lei non disse niente, non voleva staccarsi da me, ma io la allontanai un po', le presi il viso tra le mani e la baciai dolcemente. Me ne accorsi subito, era il suo primo. Io ero stato il suo primo bacio, e la cosa mi rendeva ancora piú felice. «Let me be your last, your last first kiss».

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Capitolo 11
*** she's stronger than you know ***


10 "Calum e Melissa saranno contenti" sorrisi mentre abbracciavo Swan. "sì" disse felice. "guardiamo un film?" chiesi. "va bene!" annuì. Ci sedemmo sul divano e prendemmo i pop corn e la pila di film. Scegliemmo'Nightmare Before Christmas'. Riuscimmo a guardarlo tutto senza addormentarci. "è meglio che tu vada a casa Mikey" disse la biona assonnata. "hai ragione. Buonanotte" e le diedi un bacio. "notte" rispose lei per poi accocolarsi su tutto il divano. Io presi le scarpe e andai a casa. -Il giorno dopo....- mi svegliai tutto assonnato, e con un mare di messaggi sul cellulare da parte di Cal e Mel che volevano sapere com'era andata. Decisi di alzarmi e andare a fare una doccia, poi indossai una camicia e degli skinny jeans. E decisi di mandare un messaggio a Swan: 'buongiorno piccola, vediamoci da Cal tra 10 minuti. -Mikeyxx'. Poi mi avviai dal moro... Swan arrivò prima di me, tipico. "buongiorno!" corse ad abbracciarmi. "buongiorno" e le diedi un bacio sulla fronte. Poi bussammo alla porta di Cal. La porta si aprí di scatto e mostró una Melissa in preda alle lacrime che corse nelle mie braccia. "Mel, che succede?!" chiesi spaventato. Anche Swan sbarró gli occhi, ma non sapeva cosa dire. "C-Cal..." tentó la ragazza tra i singhiozzi. "Cal cosa?" sbarrai gli occhi nel panico. Mel continuava a singhiozzare. Swan fece la sua azione: tiró Melissa tra le sue braccia e cominció ad accarezzarle la schiena. La castana, poco a poco, si calmó. Quella ragazza era qualcosa di fantastico. "l-lo hanno investito" si decise finalmente Mel. Io sbarrai gli occhi, Swan si mise le mano davanti alla bocca. "e hanno detto che ci sono stati gravi conseguenze" continuó la castana. Swan, di scattó, scappò alla mia macchina e si mise al posto del volante. Io e Mel aprimmo la bocca. "che fate lí impalati?! Salite! Un nostro amico é in ospedale!" stava urlando. Stava parlando ad alta voce. Non stavo sognando, e tutto perché Cal era in ospedale. Questo mi fece capire che lei teneva alle persone piú che a se stessa. Io e la castana scappammo alla macchina. "fai guidar-" tentai di dire a Swan. "no, Michael. Sei in pessime condizioni" disse lei dura, cosí mi rassegnai, e guidò lei. Era l'unica che stava mantenendo la calma, ma era preoccupata proprio come noi. Ricordiamo che lei é quella che non mostra le emozioni, se le tiene dentro, si riempie piano piano, e ad un certo punto scoppia. Arrivammo all'ospedale in silenzio. Appena vedemmo un dottore, Swan non ci fece parlare. "Calum Hood" disse calma, e il dottore ci mostró la stanza. Fuori la stanza c'era un altro dottore: "possono entrare solo due persone, una dovrá rimanere fuori" ci disse. Swan si fece subito indietro. "no, Swan, sei tu che ci hai portati qui, l'unica che é rimasta calma" disse la fidanzata di Cal. "no ragazzi, dovete entrare voi. Andate" disse dura la bionda. Sospirai, poi entrammo. Cal stava dormendo ed era pieno di fasce. "sono qui Cal" disse Mel per poi stringergli la mano. Io guardavo di sottecchi fuori la porta: Swan stava parlando e poi se ne stava andando, cosí uscii di scatto fuori e la bloccai. "dove vai?" le chiesi confuso. "devo andare" disse semplicemente, ma aveva gli occhi rossi. Voleva andare a casa sua per piangere, cosí le gente non l'avrebbe vista. Io la bloccai per un braccio: "ti prego, se devi piangere, fallo qui, tra le mie braccia. Non nasconderti dal mondo" dissi triste. Lei rimase un minuto - che a me sembró un'eternità - ferma, poi decise di gettarsi tra le mie braccia e strinse la mia camicia coi pugni. Poi riguardai nella stanza. Melissa era con Calum, e gli parlava anche se lui non era cosciente. Era una scena perfetta. ANGOLO AUTRICE: Scusate se non mi sono fatta sentire per tre giorni, ma ero senza "ispirazione", e infatti, come potete vedere, il capitolo fa schifo. Spero mi perdoniate. Baci. xx

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Capitolo 12
*** Burns and Gunshots ***


"andiamo all'ospedale?" chiese Melissa ansiosa. Io annuii e ci incamminammo. Non sapevo che fine avesse fatto Swan. Dopo scuola non l'avevo piú vista, e non mi aveva neanche mandato un messaggio. "non preoccuparti per Swan. Stará bene" rispose la castana alla mia muta domanda. "e se la chiamassi?". "Michael, non devi starle addosso. Ha una sua vita" mi rimproveró dandomi uno schiaffo dietro la testa. "e va bene" sospirai. Mentre parlavamo arrivammo all'ospedale. Entrati nella camera di Cal, vedemmo che dormiva ancora, ma le sue condizioni erano buone. Così io e Melissa non ci preoccupammo molto. "il vostro amico si riprenderá presto" sorrise il dottore. "meno male" sorrise Melissa. "dov'é la vostra amica?" chiese poi riferendosi a Swan. "non lo sappiamo" scrollai le spalle. All'improvviso sentimmo del trambusto nel corridoio. Il dottore si affacciò e un'infermiera lo chiamò: "presto dottore!". Quando vedemmo passare la barella persi un battito. Mi buttai fuori, ma proprio il dottore mi bloccò con un braccio: "stai calmo, ragazzo", poi si mise la mascherina e seguí l'infermiera. "cos-... No, non è vero" dicevo a me stesso. "stai calmo Mike" mi accarezzava il braccio Melissa. "come faccio a stare calmo?!" urlai arrabbiato. "vai da lei. Io sto qui con Calum". Non ci pensai due volte e scappai da lei. La porta era semiaperta, Swan era sveglia e stava parlando col dottore. Entrambi avevano una faccia seria. Poi il dottore si voltò, mi vide, e mi invitò ad entrare. "Mikey" sorrise debolmente Swan. "che è successo?" chiesi con gli occhi lucidi. Lei si voltò dall'altra parte e non rispose. Vedendomi confuso, il dottore si avvicinò a me e sussurró: "non ha voluto dirlo neanche a me". "come sta Cal?" chiese poi la bionda. Risi mentalmente. Nonostante fosse in quelle condizioni chiedeva come stava l'amico. Teneva più agli altri che a se stessa. "bene. Si riprenderà presto" spiegò il dottore. "bene" disse lei per poi chiudere gli occhi. "lasciamola riposare" disse il dottore e mi tirò fuori dalla stanza. Appena Melissa mi vide mi chiese di Swan. "sta bene. É cosciente" sorrisi. "meno male" tirò un sospiro di sollievo. "prima Cal mi ha stretto la mano" sorrise. "sono contentissimo" sorrisi anch'io. "caspita!" sentimmo urlare il dottore. Scappai subito nella stanza. Sgranai gli occhi. "hai tutta la schiena bruciata e un colpo di pistola!" disse sorpreso il dottore. "cosa vuole che sia?" chiese Swan indifferente. "vuoi dirmi cos'è successo?" chiese esasperato l'uomo in camice bianco. "posso andare a casa ora?" chiese invece lei. "dopo aver visto questo, assolutamente no!" esclamò categorico il dottore. Lei sbuffò. "Stacy, le fasce" disse il dottore all'infermiera dietro di lui. Lei gliele porse con un gesto meccanico, ormai abituale per lei. Poi il dottore cominciò a fasciare il bacino della bionda fino ad arrivare sotto il seno. "dovrai tenerle per un po' "spiegò poi. Lei sbuffò di nuovo. All'improvviso mi videro e io diventai rosso dalla vergogna. Il dottore sorrise sotto i baffi e uscì dalla stanza, lasciando solo l'infermiera e Swan. "entra pure, caro" disse sorridendo. Io accettai l'incarico. "Swan-" "abbracciami" disse lei dura. "cos-" tentai non capendo. "abbracciami, ho detto" disse ancora più dura. In un primo momento esitai, pensando alla sua schiena, ma poi l'accontentai. E, come avevo immaginato, la sentii gemere dal dolore. Feci per staccarmi, ma lei mi strinse di più a se: "non staccarti, continua ad abbracciarmi, fammi male. Fammi abituare al dolore più di quanto non lo sia già". ANGOLO AUTRICE: hallo an alle! Come capitolo lo vedo un po' noioso, oppure un po' troppo pieno. A voi il giudizio. L'HTML non so usarlo dal cellulare. Imparerò, spero. e.e e e beh, niente. Spero che oltre a questo, il capitolo vi sia piaciuto. Mi farebbe piacere qualche recensione per sapere cosa ne pensate. Baci xx -Ro

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Capitolo 13
*** Life's a train ***


"Com'è la vita? La vita é fatta di treni. Treni che si fermano accanto a noi, ma non sappiamo se salirci o meno, treni che sfrecciano veloci ma non abbiamo il coraggio di fermare. Treni che ci chiudono le porte in faccia e se ne vanno senza di noi lasciandoci dentro il sapore amaro di come sarebbe stato salirci. E treni sui quali saliamo, nostro malgrado, per paura che la vita ci lasci a piedi." "puoi uscire" sorrise il dottore a Swan. Lei sorrise di rimando, poi: "e Cal?" "anche lui si é svegliato. Un paio di accertamenti, e stasera uscirà anche lui" ci spiegò gentilmente. Poi andammo nella stanza del moro. "Cal!" dicemmo all'unisono. "ciao ragazzi. Swan, tutto ok?" chiese lui dolcemente. "sto in piedi" fece il pollice all'insú "tu?" "abbastanza bene" sorrise. "stasera esci anche tu" risi. "meno male" rise anche lui. "buongiorno!" sentimmo Mel da dietro con un vassoio colmo di cappuccini e cornetti. "buongiorno!" rispondemmo all'unisono. "ragazzi, chiudete la porta, perchè non potreste stare in tre qui dentro" sussurrò il dottore e chiuse quest'ultima. "amo quel dottore!" rise Cal. "Swan, allora, vuoi dirci cos'è successo?" chiese Mel dura. Lei sbuffó, poi uscì. "dove vai?" chiesi. Lei non rispose, era già scappata. "ci nasconde qualcosa" disse Calum serio. "ma cosa?" chiese Mel pensierosa. "quel colpo di pistola, la schiena bruciata... Con chi se la fa la mia fidanzata?" chiesi sbarrando gli occhi. "non spaccia droga" rise Cal. Poi vedemmo che Swan aveva lasciato la La borsa lí, e vedemmo qualcosa di luccicante. Mi avvicinai all'oggetto, ma: "non dovresti frugare nella sua borsa" mi rimproverò Mel. Non l'ascoltai e aprii la borsa: una pistola. Sbarrai gli occhi, ero scioccato. Anche Mel e Cal lo erano. Bussarono alla porta e mi sbrigai a nascondere l'arma. "signorino Hood, puó uscire" sorrise l'infermiera. Calum saltó dal letto, si vestí e si preparó di corsa. Poi scappammo a casa di Swan. Stava litigando con un uomo e una donna. "prendetevi pure la mia casa! Andró da qualcun'altro!" urlava lei. "e da chi?" sorrise maligno l'uomo. "ho degli amici" disse dura lei. I due adulti scrollarono le spalle ed entrarono in casa. Swan cadde in ginocchio e cominciò a piangere. Io stavo per alzarmi, ma Calum mi tiró per la maglia. "capirebbe che l'abbiamo seguita" sussurrò. Io sospirai rassegnato. "torniamo a casa" sussurró Mel. "no" dissi io categorico. "Michael!" sussurrò un po' piú forte Calum. "non posso lasciarla lì a piangere!" ribattei io. Mel si alzó. "ma cos-?" tentai. "zitti" sussurró lei, poi andò verso la bionda. "Swan!" "Mel? Che ci fai qui?" chiese lei tra i singhiozzi. "non ti ho vista tornare e mi sono preoccupata" disse preoccupata la castana. "Michael?" chiese subito. "sta con Calum all'ospedale" sorrise Mel. "Mel... Posso chiederti un favore?" chiese Swan abbassando la testa. "ma certo dolcezza" "potrei... Stare da te... Per un po'...?" "ma certo" e si abbracciarono. "perchè non ha chiesto a me?" chiesi a Cal. "Mike, è timida, lo sai. Se la ami, capiscila" disse serio lui. Io sospirai. Aveva ragione. Quella ragazza aveva la forza di un uragano, ma con me perdeva tutto. Era una cosa incredibile. Cosí annuii. Andammo a casa mia. "vuoi dirci cosa ti hanno fatto?!" chiesi per l'ennesima volta. "la bruciatura e il colpo di pistola me li hanno procurati loro. Avevo la pistola solo per difendermi" spiegó finalmente. Rimanemmo senza parole. Ma non sarebbe finita, cosí. Li avremmo trovati e sarebbero finiti in cella. Avrebbe trionfato la giustizia.

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Capitolo 14
*** She Won't Die. ***


"hai preso tutto ció che ti serve?" chiese Mel a Swan. Lei fece un cenno con la testa, poi si diresse verso un luogo indefinito.--------- Io e Calum eravamo a casa mia a bere un bicchiere di birra come facevamo prima di avere delle fidanzate. "fidati, che Swan si sarebbe sentita a disagio in casa tua" ripeté per l'ennesima volta il moro. "ho capito, Cal" dissi stufo. "e allora perchè hai quella faccia?" chiese esasperato. "oggi non mi ha chiamato neanche una volta" dissi come una bimbetta gelosa. Calum rise, poi: "come poteva? Oggi ha fatto il 'trasloco' da Mel. Non avrà avuto certo il tempo di chiamarti!". Io sospirai e lasciai perdere. Poi, dieci minuti arrivò una sua chiamata. "ciao piccola!" strillai contento. Calum che si schiaffeggiava da solo. "ciao Mikey" disse lei con la sua vocina dolce. "com'é andato il trasloco?" "bene" disse lei semplicemente. Così, un po' stranito, giocai d'astuzia: "mi passi Melissa?". Ci fu un intero minuto di silenzio. "n-non p-posso" disse nel panico. Stava mentendo. Lo sapevo. "Swan, dove sei?" chiesi duro. Sentii il tipico bip, segno che la chiamata era finita. Mi alzai di scatto: "Calum, alzati". Lui non se lo fece ripetere due volte. Prima di tutto andammo da Melissa. Magari lei sapeva qualcosa. "Ciao ragazzi!" disse sorridente, per poi dare un bacio al moro. "sai dov'è Swan?" chiesi subito. "è da stamattina che non la vedo. Aveva detto di avere una cosa importante da fare" spiegò la castana. Io annuii, poi con Calum mi diressi verso casa di Swan. Non sentimmo niente oltre che le risate di quei due adulti, poi sentimmo un pugno sul tavolo e un: "ok!" urlato da Swan. Ma un ok a cosa? Io e Calum ci guardavano e cercavamo la risposta l'uno nell'altro. Poi stava uscendo e ci nascondemmo. "troveró quei soldi!" urlava Swan. Soldi per cosa? La mia testa stava scoppiando. "giura" disse la donna sorridendo maligna. Swan si puntó una pistola alla tempia e disse: "che io sia sparata alla tempia se non trovo quei soldi". Mi stavo davvero spaventando. La donna annuí soddisfatta, poi mandó via la bionda. "tu dici che li troverà?" rideva l'uomo. "bah. Non ci posso credere di averla adottata quel maledetto 16 ottobre 1998" disse la donna. Ora qualcosa quadrava. Quei due erano i genitori adottivi di Swan "io penso che li troverá per disperazione, visto che sa la fine che ha fatto suo fratello" rise ancora l'uomo. Un fratello? Swan aveva un fratello? Che quei due avevano ammazzato non so in quale modo atroce. Stavamo andando nell'inverosimile! Calum mi diede una pacca sulla spalla per tranquillizzarmi, poi mi fece segno con la testa di tornare a casa. "ho paura, Cal" dissi nel panico. "voglio sapere perché vogliono dei soldi da Swan". "Mike, stai calmo. Non permetteremo che la uccidano!" urló Calum. "perchè...?" sussurrai. "perché cosa?!" sbottó arrabbiato. "perché tutte a me?!" mi arrabbai e mi alzai di scatto. Calum indietreggió e non disse niente. Uscí e andó a casa. Ero di nuovo solo nella mia agonia, ma venti minuti dopo bussarono alla porta: Swan. Corsi ad abbracciarla come un matto. "ciao Mikey!" sorrise. Io la baciai. "sembri preoccupato" disse triste. Ero giusto un POCHINO preoccupato che la mia fidanzata potesse essere ammazzata in qualche brutale modo. Io scossi la testa, lei scrolló le spalle. Come avrei fatto senza accarezzare i suoi morbidi capelli biondi, senza incastrarmi in quell'azzurro dei suoi occhi, senza quel sorriso, che, anche se raro, mi faceva stare bene? Avrei lottato. Quei due non avrebbero avuto i loro soldi, e lei sarebbe stata salva. ANGOLO AUTRICE: Ok, mi sono persa per un po' di giorni, ma tra poco si riparte con la scuola eeeee.... Sto studiando. Poi ero senza idee. Da come potete vedere il capitolo é noiosissimo e senza un filo logico, ma il prossimo capitolo sará meglio. Baci, Ro. xx

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